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Dettaglio seduta n.205 del 17/07/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto X) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Moriconi, Pizzale e Travaglini.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vice Presidente della Giunta regionale - Modifica DPGR n. 104 del 14 novembre 2005


PRESIDENTE

Con decreto n. 39 del 17 luglio 2007 la Presidente della Giunta regionale Mercedes bRESSO decreta: a parziale modifica del DPGR n. 104 del 14 novembre 2005, in caso di contemporaneo impedimento della Presidente e del Vice Presidente della Giunta regionale, le funzioni del Presidente della Giunta regionale sono assegnate, ai soli fini dello svolgimento dei lavori delle sedute del Consiglio regionale, all'Assessore più anziano di età fra i presenti la competenza a seguire l'iter dei provvedimenti normativi e amministrativi concernenti la Sanità iscritti all'ordine del giorno delle prossime sedute del Consiglio regionale è delegata, in caso di assenza o impedimento della Presidente e del Vice Presidente, all'Assessore Angela Migliasso e in caso di sua assenza o impedimento all'Assessore Andrea Bairati.



PRESIDENTE

Il documento è pervenuto mezz'ora fa, quindi provvederemo a darne copia ai Consiglieri.



(Alcuni Consiglieri chiedono la parola)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, un attimo! Vi rammento che il Consiglio è convocato in seduta antimeridiana, pomeridiana e serale; quindi assicuro che tutti i colleghi che avranno intenzione di porre questioni avranno l'attenzione della Presidente, per poter ottemperare al loro lavoro nel migliore dei modi possibile.
Prego il Segretario Generale del Consiglio di mettere il documento a disposizione di coloro che lo richiedono.
Su tale questione, chiede di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Mi sembra che, secondo le intenzioni della Giunta il Consiglio sia stato convocato per trattare il tema della sanità.
A questo punto, ci preoccupiamo se la Presidente e attuale Assessore alla sanità ipotizza di non presenziare a tutto il dibattito sulla sanità.
Ci sembra una contraddizione in termini: la Presidente della Giunta chiede, impone, diciamo dispone che si convochi il Consiglio per cinque giorni, mattino, pomeriggio e sera, per parlare solamente di sanità. A questo punto, è chiaro che noi ipotizziamo che l'Assessore alla sanità sia presente durante tutto il corso dei lavori, perché non possiamo pensare di discutere di sanità senza l'Assessore competente.
Pertanto, qualora si dovesse verificare un'evenienza del genere, si parlerà d'altro, perché l'o.d.g. ha altri argomenti.
Lo diciamo tranquillamente, con il sorriso sulle labbra; però è chiaro che il dibattito sul Piano sanitario si svolge con la presenza dell'Assessore alla sanità.
Questa mi sembra un'ovvietà ed il minimo che deve essere garantito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Presidente, chiedo, per mozione d'ordine, di avanzare alcune domande ed avere una risposta da parte della Presidente Bresso.



PRESIDENTE

Prego, ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie. Voglio chiedere alcune precisazioni alla Presidente Bresso in riferimento alle sue comunicazioni avvenute a mezzo stampa - credo attraverso una sua Conferenza stampa - il giorno 13 luglio 2007.
Si riporta, tra virgolette: "Ecco il mio Piano per la sanità", e seguono alcune proposte, sulle quali non entro nel merito.
Voglio fare, però, un brevissimo excursus delle dichiarazioni che la Presidente e la sua Giunta hanno fatto sulla vicenda della rete ospedaliera torinese, in questi mesi.
Ho raccolto un fitto dossier, ma cito solo quattro o cinque articoli di giornale, naturalmente sempre virgolettati, perché non si dica che sono interpretazioni dei giornalisti: su "Repubblica" del 25 aprile si parla del cambio di opinione del Comune di Torino e si dice: "È davvero strano che abbia cambiato idea in meno di 24 ore" (stiamo parlando, naturalmente, di Collegno); Pelizzetti dice: "Mi viene voglia di non leggere più i giornali ogni giorno se ne vede una diversa"; il 23 maggio leggiamo che il Mauriziano sarà dismesso, le Molinette saranno dismesse, il Sant'Anna sarà dismesso, il Regina Margherita sarà dismesso.
Vedo, poi, quando c'è l'accordo (il 12 giugno), una dichiarazione della Presidente (noi, naturalmente abbiamo sempre letto queste dichiarazioni: eravamo informati, un po' come tutti i cittadini, dalla lettura dei giornali): "Il tavolo continuerà a lavorare" e quando abbiamo chiuso l'accordo con l'Università; "Con Pelizzetti il metodo del confronto è quello giusto".
Abbiamo anche avuto la sorpresa di leggere che sorgerà una torre - da 270 milioni - vicino alle Molinette.
Arrivo al termine: il 19 giugno abbiamo votato, come la Presidente sa bene, un emendamento, che è stato inserito come dispositivo all'interno della delibera sull'edilizia sanitaria, in cui si dice che "Occorre rafforzare e avviare, d'intesa con le Amministrazioni locali, la consultazione con l'Università, i Sindacati e le categorie professionali in modo che la 'Città della Salute' sia contestuale alla rimodellazione della rete di assistenza metropolitana...", ecc.
Due giorni dopo, di fronte a questo grande disorientamento opportunamente la Presidente e l'Assessore Bairati dichiarano su "La Stampa": "Amministrazione regionale, Comune, ASL, Ospedale, Università e Sindacati hanno concordato sulla necessità di affrontare il problema congiuntamente, subito dopo aver avuto dal Ministero il via libera ai fondi. È l'avvio di un percorso partecipato e di una costruzione democratica della scelta".
Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, Presidente; tuttavia, qualche giorno dopo abbiamo letto che - questo, naturalmente, è sembrato più un imperativo che una proposta, almeno da quanto leggiamo sui giornali, non avendo avuto alcuna comunicazione direttamente da lei - nella sua ipotesi o forse tesi, il nuovo polo della salute in città comprenderà il CTO, il Sant'Anna, il Regina Margherita, le Molinette, il Mauriziano e addirittura il Valdese.
Presidente, arrivo subito alla domanda: ci dica, molto semplicemente se la sua proposta è l'ennesima proposta della Giunta, oppure la decisione finale. Se è la prima, spero perlomeno sia l'ultima delle proposte che la Giunta avanza; se è la seconda, mi sia consentito dire che si tratta di una grave mancanza di rispetto istituzionale, in modo particolare verso il Consiglio, che ha votato l'emendamento che prima le ho ricordato.
Noi - parlo per me, ma credo di poter parlare anche a nome del Gruppo non siamo più disponibili ad accettare passivamente una concezione talvolta padronale della sua maggioranza.
Quindi, anche se mi costa fatica e vorrei non mancarle di rispetto, le chiedo se si tratta dell'ennesima proposta oppure se si tratta della decisione finale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, io le contesto immediatamente quanto, forse, è sfuggito ai colleghi, ma che ritengo essere assolutamente fuori da ogni norma e regola logica che da sempre ha contraddistinto i lavori di questo Consiglio.
Dal punto di vista regolamentare, ritengo impossibile che esistano cinque Assessori alla sanità, perché la Presidente - ho capito bene affida, esclusivamente per l'Aula, quattro parti della delega alla sanità a quattro Assessori differenti, mantenendo lei l'Assessorato alla sanità.
Immagino qui, quando è qui, e in esterno, quando è in esterno.
Presidente, lei sa bene che se una persona è Assessore alla sanità ed ha le deleghe e le competenze sulla sanità è chiaro che le ha in aula e fuori dall'aula. Se si discute il Piano sanitario, l'Assessore alla sanità sta in aula e non va fuori; se va fuori, si sospendono i lavori.
Le ricordo i due mesi e mezzo - Presidente, lei non c'era, ma i suoi colleghi sì - in cui si è discusso del "buono scuola". Gli uffici erano gli stessi di oggi. Quando l'Assessore Leo - mi dispiace chiamarlo in causa in sua assenza - doveva andare in bagno (non a mangiare!), la seduta consiliare veniva sospesa per cinque minuti; l'Assessore Leo andava in bagno, tornava e si riprendevano i lavori. Questa è la situazione che è stata sopportata per due mesi e mezzo durante la discussione sul "buono scuola".
Oggi parliamo di Piano sanitario. A me risulta che l'Assessore alla sanità debba rimanere in aula; a me risulta che non esistano deleghe per l'aula assegnabili a quattro Assessori differenti alla sanità, quando l'Assessore alla sanità, se presente, è la Presidente o, in sua assenza gli altri, mentre lei fa l'Assessore in esterno.
Caro Presidente, lei deve sapere, così come devono sapere anche i colleghi, che la Presidente Bresso, Assessore alla sanità - anzi, uno dei cinque Assessori alla sanità, forse - questa sera incontrerà ad Alessandria sia il Presidente della Provincia, Filippi, sia i Sindaci, per parlare del Piano sanitario, di una o due ASL sede dell'Azienda Sanitaria alessandrina.
Delle due, l'una: o mena per il naso il Consiglio regionale, non presenziando ai lavori d'aula, nonostante il Consiglio sia convocato per discutere della sanità, o mena per il naso i Sindaci e il Presidente della Provincia, rimanendo qui e non andando ad Alessandria.
Comunque sia, se lei si reca ad Alessandria in qualità di Assessore alla sanità per parlare di sanità, qui non ci possono essere quattro Assessori delegati alla sanità che parlano di sanità, perché le scelte si fanno, si scrivono e valgono. Quindi, se la Presidente Bresso, oggi, in funzione di Assessore alla sanità, decide di dare le deleghe ad un altro Assessore, lo nomina, ma questi fa l'Assessore alla sanità, e non lo fa più la Presidente Bresso.
La Presidente Bresso deve scegliere se andare a fare l'Assessore alla sanità in Provincia di Alessandria con i Sindaci e il Presidente della Provincia o se fare l'Assessore alla sanità durante la discussione del Piano sanitario in Consiglio regionale. Non può fare entrambe le cose! Per nostra fortuna, di uni e trino ce n'è stato solo uno nella storia ad oggi conosciuto: non credo che la Presidente Bresso si possa comportare parimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Uno e quaterna: non riusciamo neanche più a stare dietro ai numeri di quanti sono questi Assessori "volanti", nominati sul campo dalla Presidente Bresso.
Da ragazzo giocavo in maniera mediocre a pallacanestro in I categoria lì c'erano i giocatori sub judice, che si affittavano momentaneamente da un'altra squadra per farli giocare nella propria; poi, finita la partita che era importante, venivano restituiti alla squadra di appartenenza.
Questo accadeva negli anni '80, in I categoria, nella pallacanestro piemontese. Non so se questa abitudine o regolamento sia rimasto in vigore: sicuramente è stato adottato dalla Presidente Bresso.
Iniziamo molto bene la giornata. Qualcosa avevo intuito, perché avevo visto il Vicepresidente Peveraro con la barba incolta, con un'immagine savage e cruenta: si intuiva la voglia di combattimento.
Dopo il tentativo di umiliare le Commissioni e il ruolo dei Consiglieri regionali, con la forzatura di avocare in aula il Piano sociosanitario adesso arriviamo anche a quest'invenzione giuridico-istituzionale degli Assessori "volanti", che vogliamo verificare sotto il profilo della legittimità, a termine di regolamento, chiedendo un'immediata riunione dei Capigruppo.
Non voglio ulteriormente dilungarmi su quanto ha già espresso il Presidente Rossi. Non è possibile delegare quattro-cinque Assessori alla sanità in quest'aula e continuare a fare l'Assessore alla sanità in una location esterna. E' vero che l'arrivo di Veltroni ha dato un'impronta cinematografica al centrosinistra, però, il "ciak si gira" sulla sanità deve avvenire in questa sede e, se c'è un responsabile della sanità, deve essere unico, qui dentro e fuori.
Quindi, non tollereremo, come riferito già dal Presidente Rossi, che questa sera la Presidente Bresso abbandoni i lavori consiliari convocati appositamente per il Piano sociosanitario per recarsi ad Alessandria a parlare del Piano, dopo aver delegato questi Assessori, cosiddetti "volanti".
Il clima, indubbiamente, era già teso, ma credo che peggio di così non si potesse iniziare, come, peraltro, è stato evidenziato dall'intervento del Presidente Lepri. Consigliere, mi consenta la battuta: non capivo più se era l'intervento del Presidente di un Gruppo di maggioranza o di minoranza, se era un Presidente di Gruppo che si tratteneva, pur volendo dire molto di più; peraltro, alcuni aggettivi li ha già espressi, ha detto "padronale".
Non so se si possa stare in una maggioranza sotto padrone. Sicuramente quanto evidenziato in maniera puntuale e coraggiosa dal Presidente Lepri è doverosamente motivo di dibattito e di discussione, subito dopo aver chiarito gli aspetti giuridici e istituzionali sulle deleghe che la Presidente Bresso ha testé comunicato di assegnare a quattro Assessori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, e credo davvero che, in questo caso, siano le parole adatte per esprimere la necessità di individuare regole certe prima di una lunga discussione su un importante documento; in merito, dopo dirò qualcosa. Non voglio neppure entrare sulla difficoltà di affrontare oggi la discussione. Noi siamo stati convinti, in più di un'occasione, che il Piano sociosanitario, più che essere un vero strumento di programmazione, costituisse, in qualche modo, una battaglia di principio che la Giunta e la Presidente conducevano. Oggi, se ancora vi era qualche dubbio, è assolutamente evidente che tutto questo avviene. Il Consiglio regionale, unica istituzione rappresentativa del voto dei piemontesi, nell'arco di qualche ora è stato bellamente scavalcato su una proposta pluriennale che aveva votato solo un mese prima. Questo è lo spirito con cui iniziamo la discussione.
Chiedo al Presidente del Consiglio, ai colleghi e alla Giunta se, anche su questo, non valga la pena riflettere. Mi domando, in questo momento dopo le dichiarazioni, che in larga parte condivido - però, essendo di due schieramenti opposti, le valutazioni sono totalmente differenti - se esista una maggioranza all'interno del Consiglio regionale che intenda approvare questo Piano sociosanitario. Questo è il quesito di fondo. È inutile impegnare diverse giornate di discussione - ovviamente su un Piano sul quale diremo, non iniziamo adesso la discussione - senza sapere se il centrosinistra al governo della Regione Piemonte, per lo meno sul Piano sociosanitario, che non è un'inezia, ha ancora una maggioranza.
Noi non garantiremo alcun sostegno a questo Piano (come è noto), e credo di parlare anche per gli altri Gruppi dell'opposizione.
Quindi, lo dico al Presidente del Consiglio non in termini politici, ma in termini procedurali rispetto alla discussione, e lo dico alla Presidente della Giunta in termini politici: valutate se vale la pena oggi cominciare su questo aspetto, quando mi sembra chiaro che non esista alcun tipo di condivisione anche solo rispetto alle proposte fatte dalla Presidente sulle quali invece, lo dico al Presidente, è ovvio che potremmo trovare tutti gli strumenti che il regolamento ci consente.
Credo che il Presidente del Consiglio dovrebbe farsi interprete di una grande sofferenza dell'Assemblea parlamentare - lo dico per quanto riguarda il nostro Gruppo consiliare. Che un piano di programmazione pluriennale venga richiamato in aula è una facoltà che il regolamento riserva, è una forzatura che la Presidente ben conosce e che, in qualche modo, il Consiglio ha sopportato.
Che il medesimo poi debba iniziare una discussione quando relativamente ad una parte fondamentale del piano, cioè il capitolo 5, l'organizzazione ospedaliera e quant'altro, non solo vi sono boutade della Presidente, ma pare non esserci neanche una condivisione, su questo, al di là che vi sia o meno una condivisione, il Presidente si faccia interprete di una necessità di intervenire su aspetti che sono assolutamente metodologici e pregiudiziali rispetto alla discussione del piano con gli strumenti che ritiene.
Se ritiene di doverli successivamente regolamentare in una Conferenza dei Capigruppo è volontà o interesse del Presidente ma credo, dopo ciò che abbiamo letto negli ultimi giorni sui giornali, che questo non si possa ridurre - e difatti di questo non dico nulla in questo momento - ad una domanda rispetto al piano presentato dalla Presidente Bresso, senza che noi si possa dire alcunché o ritagliarci qualche margine di spazio con gli ordini del giorno.
La domanda è questa. Io non chiedo nulla, dico solo al Presidente per la figura che ricopre che si faccia interprete di una grande sofferenza dell'Assemblea piemontese, avendo subito una forzatura con dei richiami in aula del piano socio-sanitario ed avendo avuto una grave mancanza di rispetto del Presidente della Giunta regionale che, infischiandosene di una delibera che il Consiglio regionale ha votato solo un mese fa, ha pensato di rilasciare ai giornali una serie di dichiarazioni assolutamente importanti, che nulla hanno a che fare con la delibera che il Consiglio regionale ha votato.
Visto che le Assemblee fanno leggi e danno non indirizzi ma impegni precisi alla Giunta che li deve solo eseguire, se abbiamo ancora uno Statuto ed un ordinamento che è legge, vorremmo che questo accadesse.
Vorremmo capire se il Presidente vuole farsi interprete del rispetto statutario e normativo anche in quest'aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Alcune precisazioni: la prima è rispetto alla domanda posta dal Consigliere Lepri e altri Consiglieri, poi c'è quella relativa alla delega delle funzioni di Presidente e non di Assessore.
Non può, ovviamente, esserci più di un Assessore alla Sanità; non mi pare sia possibile, a meno di "slittare" le competenze, cosa che naturalmente si potrebbe fare, ma che non ho fatto.
Rispetto all'intervista rilasciata - non alla Conferenza stampa voglio precisare ai Consiglieri Lepri e Vignale e a quanti altri ne hanno parlato che si tratta, come credo sia evidente, della prima volta in cui ufficialmente intervengo sulla questione del dopo-deliberazione di edilizia sanitaria.
Noi abbiamo approvato una deliberazione in cui si dice che successivamente all'approvazione del Piano sanitario, la Giunta proporrà una riarticolazione delle ASO torinesi, anche tenuto conto del progetto relativo alla Città della salute, che nel frattempo è stato adottato ed inviato al Governo per le opportune valutazioni.
E' quella la mia opinione su ciò che la Giunta proporrà al Consiglio a seguito della decisione, che è prossima, nel senso che è stata adottata da noi come proposta e che dovrà essere concordata con il Governo.
Successivamente dovremo, così come dice la delibera consiliare, proporre il riordino delle ASO torinesi. Poiché - l'elenco fatto dal Consigliere Lepri è chiaro - continuavano a girare le più fantasiose ipotesi su quanto la Giunta pensasse, in un'intervista ho esplicitato la mia opinione rispetto a ciò che proporremo al Consiglio.
Ovviamente, tutto ciò non potrà che diventare decisione dal momento in cui verrà proposta al Consiglio e verrà approvata.
Credo sia del tutto legittimo; tutti, in questo periodo, stanno esprimendo opinioni sul dopo-approvazione del Piano sanitario; in questo modo si evitano cose molto sgradevoli, come le voci secondo le quali il Sant'Anna e il Regina Margherita sparirebbero o che "l'ospedale dei bambini è sparito dalla carta di Torino".
L'obiettivo di quell'intervista era solo chiarire che il riordino previsto dalla deliberazione riguarderà il riordino delle ASO, cioè delle strutture amministrative, così come avviene per le ASL, e non la cancellazione di strutture ospedaliere.
E' possibile parlare di questo in qualunque occasione, in modo più dettagliato, ma oggi non è oggetto di comunicazione.
Quindi la mia risposta è di tipo procedurale ad una richiesta relativamente a quella intervista, che aveva - ripeto - il compito di consentire a me come Presidente della Giunta regionale - e in questo momento anche come Assessore alla Sanità ad interim - di esprimere una posizione e di non dovermene vedere attribuite tutti i giorni una diversa com'era capitato nel caso dei giornali.
Per quanto riguarda invece il decreto, a seguito delle continue richieste di sapere chi rappresenta la Giunta in occasione di una discussione, ha chiarito, di norma, chi mi rappresenta in caso di mia assenza o del Vicepresidente. Nel caso di presenza del Vicepresidente ed assenza mia, è evidente che la rappresentanza della Giunta spetta a lui.
Poiché in qualunque discussione oltre all'Assessore competente pu rispondere, a nome della Giunta, il Presidente o chi da lei delegato a svolgere le funzioni di Presidente, e annunciandosi una lunga discussione come il numero di convocazioni diurne e notturne per il momento fa prevedere, ho deciso di chiarire chi in occasione della discussione sulla legge e le deliberazioni sanitarie può svolgere le mie funzioni di Presidente, e quindi sostituire me come Presidente e come Assessore della Sanità ad interim.
Ribadisco in qualunque momento che l'Assessore competente può essere rimpiazzato a tutti gli effetti (prese di posizione, risposte, decisioni relativamente ad emendamenti o altri atti) dal Presidente della Giunta o da un suo delegato, il Vicepresidente, e che, agli effetti della discussione sul Piano sanitario, sono gli Assessori nell'ordine indicato nel decreto.
Quindi, in quel caso, io non delego le mie funzioni di Assessore ad interim - che non potrei delegare a quattro diversi Assessori, ovviamente ma, per gli effetti della rappresentanza in Consiglio, le mie funzioni di Presidente della Giunta che, in qualunque momento, può sostituire l'Assessore.
Dopodiché, a me sembra che esistano norme, regolamenti e prassi. Se, in momenti passati, la prassi è stata che il Presidente della Giunta non avesse titolo a rimpiazzare l'Assessore competente in un qualunque momento della discussione, si trattava appunto di prassi, non poteva certo essere in punta di diritto.
In questa legislatura è avvenuto più volte ed è stato chiarito che essendo io presente, era possibile comunque andare avanti nella discussione anche in assenza dell'Assessore. Dunque, è quella la funzione che io ho delegato e che credo di averne diritto.
Naturalmente se ciò non è possibile sarà il Presidente del Consiglio a dirmelo e chiariremo la questione. Tuttavia, ripeto, non può essere una prassi, ma in punta di diritto. Un Assessore nell'ambito di un dibattito può essere, se lo desidera, sempre presente o lasciare il Presidente a gestire anche l'intera discussione, se si fida del suo Presidente.



(Commenti in aula)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Certamente, se si fida! Infatti sarà sempre presente qualcuno che rappresenta la Giunta, e quel qualcuno può rappresentare il Presidente anche a tutti gli effetti della discussione. Se non è così, mi dica il Presidente che non è possibile.



PRESIDENTE

Colleghi, ho altri iscritti a parlare. Hanno chiesto la parola il Consigliere Rossi, Pedrale, Ferrero, Muliere e Lepri. Darò la parola garantendo l'alternanza tra esponenti della maggioranza ed esponenti dell'opposizione.
Per quanto riguarda il decreto della Presidente della Giunta regionale di cui vi ho dato poc'anzi conto, ho chiesto che venisse fotocopiato e distribuito ai Presidenti dei Gruppi, cosa che è già stata fatta, in maniera tale che lo possiate esaminare.
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, volevo solo dire che mi sono preoccupato che l'aveste a vostre mani, in modo da poterlo esaminare. I colleghi che arriveranno ne saranno comunque documentati.
La presidenza prende atto del decreto in questione esattamente nello stesso istante che ne hanno preso atto tutti i consiglieri. Mi pare che la ricostruzione fatta dalla Presidente della Giunta regionale fotografi l'attuazione di una possibilità consentita dal regolamento; viste le osservazioni che sono state fatte in proposito, mi riservo di approfondire la questione, d'intesa anche con i colleghi dell'Ufficio di presidenza che ne prendono visione in questo stesso momento.
Per quanto riguarda, invece, alcune altre osservazioni sollevate a seguito dell'intervento del Presidente Lepri, penso che il fatto che vengano sollevate questioni politiche all'interno del dibattito consiliare significhi la parlamentarizzazione di una discussione; da questo punto di vista, in una logica assembleare, non può che essere una cosa positiva ai fini della chiarezza del dibattito, anche se alcuni colleghi potranno trarre valutazioni politiche diverse che, chiaramente, sono rimesse al loro giudizio.
Per quanto riguarda, invece, l'altra osservazione che veniva posta ossia, l'esigenza di far sì che gli atti deliberativi del Consiglio regionale, laddove impegnano la Giunta, o comunque gli atti di indirizzo comunque l'esecuzione e l'attuazione degli adempimenti previsti in clausole valutative, siano garantiti, questo sicuramente è un compito che attiene al Consiglio regionale e, massimamente, al suo Presidente. Mi impegno sicuramente a garantire che ciò venga effettuato.
Tra l'altro, abbiamo appena completato un lavoro - peraltro, con autorevoli Consiglieri dell'opposizione - in merito all'ottemperanza, alle clausole valutative contenute nelle leggi approvate negli ultimi quattro anni del Consiglio regionale. Ho disposto che questo lavoro venga inviato oltre cha alla Giunta regionale, a tutti i Gruppi consiliari in forma ufficiale, in maniera tale che possano prenderne atto.
Infine, per quanto riguarda gli altri atti di indirizzo, cioè ordini del giorno e mozioni approvati dal Consiglio regionale, ovviamente, abbiamo fatto un lavoro analogo, o meglio, la segreteria generale del Consiglio regionale ha fatto un lavoro analogo. I risultati di questo lavoro saranno distribuiti in Consiglio e penso che i colleghi Consiglieri, sia come Gruppi sia come singoli Consiglieri, avranno tutta la facoltà di aprire una discussione su questo tema. Su questo tema il Presidente del Consiglio regionale è assolutamente impegnato a far sì che gli indirizzi che vengono faticosamente elaborati in sede assembleare siano poi rispettati nell'azione concreta dell'esecutivo. Questo fa parte delle regole della democrazia e da questo non intendiamo derogare, con il concorso e il valido aiuto di tutti i Consiglieri regionali.
Vi ho già annunciato che sono pervenute n. 52 iscrizioni di nuovi punti all'o.d.g. Abbiamo già provveduto a duplicare le prime; pian piano, in corsa d'opera, duplicheremo le altre richieste d'iscrizione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Chiedo una riunione dei Capigruppo, in quanto ritengo le motivazioni addotte dalla Presidente Bresso assolutamente non in regola con il regolamento. Il regolamento parla chiaro: la Presidente può delegare funzioni di Presidente e non esiste delega di funzione di Assessore.
Quindi, se non ci sono deleghe di funzione di Assessore, è evidente che gli Assessori da lei delegati a rispondere sulla questione sanitaria non lo possono fare. Questo è chiaro, perché lei o delega le deleghe di Assessore e subentra un Assessore oppure lei non le delega e deve essere lei l'Assessore. Qui, c'è scritto: "Valutato altresì necessario, a fronte di una perdurante indisponibilità dell'Assessore Mario Valpreda - però oggi è lei che ha deleghe, quindi non dica Mario Valpreda, ma parli di Mercedes Bresso, Assessore alla sanità, perché è lei che ha le deleghe - individuare gli Assessori cui delegare in caso di assenza o impedimento, la competenza a seguire l'iter dei provvedimenti normativi amministrativi concernenti la sanità".
Pertanto, se hanno la competenza per seguire i provvedimenti legati alla sanità, devono averne le deleghe; se non hanno le deleghe, non le possono seguire.
Lei, come Presidente, può solo delegare a rappresentare la Presidente.
Lei, in qualità di portatrice delle deleghe alla sanità, non può delegare altri a fare le competenze proprie dell'Assessore alla sanità. Questo è chiaro e così deve essere, per cui è impossibile che in caso di sua assenza, un altro Assessore possa rispondere o affrontare temi legati alla sanità. Questo è evidente.
La sfido a trovarmi un punto nel Regolamento che le permetta di farlo.
Non c'è. Per cui lei non lo può fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
A me pare che la Presidente della Giunta sia stata molto chiara. Ha detto che delegherà le sue funzioni di Presidente, e non di Assessore alla sanità..



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

La Presidente, nella sua comunicazione, ha detto che delega le sue funzioni di Presidente. Tra l'altro, vorrei ricordare all'Aula che noi dovremmo - dico dovremmo, perché ho già visto che ci sono 50 nuove iscrizioni all'o.d.g. - discutere il Piano regionale socio sanitario. Non il Piano sanitario.
Consigliere Rossi, noi dovremmo discutere il Piano regionale socio sanitario...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Esatto! Ci sono due Assessori, quindi credo che, poiché questo Piano non è stato elaborato soltanto dall'Assessore alla sanità ma anche dall'Assessore all'assistenza, in Aula possa alternarsi la presenza dell'Assessore alla sanità e dell'Assessore che ha la delega dell'assistenza.
Siamo in presenza di un Piano regionale socio-sanitario, non sta scritto da nessuna parte che devono essere presenti contemporaneamente i due Assessori. Io sto dicendo che, siccome il Piano regionale socio sanitario ha due Assessori di riferimento, credo che in Aula ci debba essere un Assessore di riferimento, non tutti e due gli Assessori.
Colleghi, non sto dettando un regolamento: sto esprimendo la mia opinione. Come la vostra, credo che la mia opinione sia molto credibile.
Per quanto mi riguarda, l'interpretazione è questa: siccome c'è un Piano regionale socio-sanitario, l'importante è che ci sia un Assessore di riferimento che ha elaborato questo Piano. Quindi, a mio parere l'importante è che sia presente un Assessore di riferimento che ha elaborato il Piano e non tutti e due. Questa è la prima questione.
Per quanto concerne l'altra questione sollevata in Aula, ritengo che l'opinione autorevole della Presidente rispetto alla ristrutturazione della rete ospedaliera della provincia di Torino abbia aperto una discussione rispetto alla quale ci sarà un confronto all'interno non soltanto della maggioranza, ma tra le opinioni della Giunta e le opinioni del Consiglio.
l'inizio di un confronto su un problema serio. Io lo interpreto in questa direzione e credo che nel corso della discussione che si è aperta sulla ristrutturazione della rete ospedaliera opinioni importanti verranno espresse all'interno della maggioranza e all'interno del dibattito del Consiglio.
Il dibattito su questo tema è iniziato, non è terminato, anche se naturalmente è iniziato con una posizione molto autorevole, quella della Presidente della Giunta regionale, che oggi ha anche le deleghe della sanità. Credo che sia l'inizio di un confronto che porterà necessariamente all'interno del Piano regionale socio-sanitario - che io mi auguro andremo ad approvare nel più breve tempo possibile - a una discussione approfondita sulla ristrutturazione della rete ospedaliera della provincia di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Caro Rocchino, com'è dura fare il Presidente di un Gruppo di maggioranza, quando è una maggioranza padronale. Non lo dico io, l'ha detto il Consigliere Lepri. È dura, quando c'è un padrone. È dura.



(Commenti in aula dai banchi della maggioranza)



PEDRALE Luca

dura perché non si riesce neanche più a leggere i dispositivi dei decreti che ci vengono proposti su questi banchi, caro Rocchino.
La competenza a seguire l'iter dei provvedimenti normativi e amministrativi concernenti la sanità all'Assessore Migliasso e, in caso di sua assenza o impedimento, all'Assessore Bairati: allora, o è una cosa o è l'altra.
La Presidente Bresso, in base alle comunicazioni che ha dato in risposta, dovrebbe ritirare questo decreto, perché altrimenti questo decreto, dal nostro punto di vista, è nullo, non ha alcun effetto.
In base alla risposta che ci ha dato la Presidente Bresso, questo decreto non ha nessuna efficacia, è nullo e quindi tanto vale ritirarlo. O comunque è, a questo punto, assolutamente necessario, caro Presidente Gariglio, un chiarimento dell'Ufficio di Presidenza insieme a tutti i Capigruppo, perché è un aspetto troppo delicato quello che si cerca di instaurare oggi in quest'Aula.
Glielo abbiamo già domandato sommessamente prima, adesso glielo domandiamo con maggiore determinazione: chiediamo una sospensione dei lavori e una riunione dei Capigruppo, sia di minoranza che di maggioranza con l'Ufficio di Presidenza, per approfondire e chiarire questo aspetto che è tutt'altro che secondario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Voglio rispondere alla Presidente Bresso e prendo atto con soddisfazione che nella sua intervista lei precisa che si trattava di un'opinione, naturalmente autorevolissima, e di un contributo al dibattito.
Mi pare utile la precisazione, vorrei però aggiungere che - siccome di questo si tratta - la maggioranza, o perlomeno il mio partito, si aspetta che non ci sia una delibera di Giunta su questo tema, coerentemente con l'indicazione del Consiglio rispetto al riordino della rete ospedaliera torinese, ma che finalmente si avvii un percorso di confronto.
Diversamente, se venisse presentata una delibera di Giunta, ci sentiremmo tutti autorizzati a presentare una proposta di legge su questo tema.
Resta il fatto, anche se mi pare che la questione sia chiarita, che siamo di fronte ad una scorrettezza istituzionale e soprattutto - vorrei dirlo, a questo punto - ad una mancanza di riconoscimento e di rispetto nei confronti di un partito importante della sua maggioranza.
Signora Presidente, due mesi fa noi facemmo una comunicazione un po' sul suo stile, forse in parte forzandola, e ricevemmo come risposta da lei che eravamo fuori tempo massimo (citazione del giornale, penso non sia stata mal riportata). Da lì in avanti invece abbiamo avuto un fiorire di dichiarazioni: probabilmente, era il segno che fuori tempo massimo non eravamo.
Così come a noi è parso un po' sorprendente che, proprio il giorno del nostro Convegno, lei avesse inteso esprimere le sue dichiarazioni.
Vorrei dire alla signora Presidente: "Si rilassi e si rassegni, signora Presidente, i partiti e i gruppi di maggioranza hanno titolo a fare proposte senza che questo sia considerato lesa maestà."



PRESIDENTE

Colleghi, è stata richiesta una riunione dei Presidenti dei Gruppi.
Ritengo che sia opportuno accondiscendere a tale richiesta per valutare se ci sono le condizioni per procedere meglio e più speditamente nel corso dei nostri lavori.
Gli altri Consiglieri che hanno chiesto la parola verranno alternati tra maggioranza e opposizione, e sono: Ferrero, Cavallera, Deambrogio Toselli, Guida, Ghiglia e Laus. Comunque c'è la massima disponibilità a consentire a tutti i Consiglieri di intervenire, ai sensi del Regolamento nel corso di tutte le sedute della giornata.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 10.53)



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

La seduta è rinviata alle ore 11.30.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La seduta è rinviata alle ore 12.00.



(La seduta riprende alle ore 12.25)



PRESIDENTE

Colleghi, un attimo di attenzione, per cortesia: vi informo che è convocata per domani, alle ore 14.00 la Giunta per il Regolamento in sala A. Vi giungerà comunque formale convocazione. La seduta antimeridiana è conclusa e riprenderà, come da comunicazioni di questa mattina, alle ore 14.00 di oggi naturalmente, posto che il consiglio è convocato al mattino al pomeriggio e alla sera. È evidente che, conclusa la prima convocazione si riprende con la seconda.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Presidente, al di là delle battute, volevo sapere qual è l'argomento che tratterà la Commissione Regolamento. Lo chiedo per poter valutare la durata dei lavori.



PRESIDENTE

La Giunta per il Regolamento - prendetela però in termini di informazione da verificare, perché l'ordine del giorno lo stanno preparando verterà su chi rappresenta la Giunta in assenza del Presidente, del Vicepresidente e dell'Assessore competente.
Nello specifico, vi prego di prendere questa come una pura indicazione: varrà l'ordine del giorno che arriverà a vostre mani.
Perché possiate regolarvi, la seduta antimeridiana è conclusa e si riprenderà al le ore 14.00, come da ordine del giorno a vostre mani.
Domani il Consiglio sarà nuovamente convocato al mattino, al pomeriggio e alla sera.



PRESIDENTE

COTTO Mariangela (fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche durante la Giunta del Regolamento?



PRESIDENTE

evidente che il Consiglio inizierà mezz'oretta dopo. Mi auguro che in mezz'ora si possa svolgere quanto la Commissione per il Regolamento.
La seduta è chiusa .



(La seduta termina alle ore 12.24)



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