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Dettaglio seduta n.203 del 03/07/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.05 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi, Bellion, Bresso, Laus e Manolino.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Esame interrogazione sindacale n. 2, inerente a "Espletamento dei concorsi anni 2001-2004 - ASL 11 di Vercelli e utilizzo delle graduatorie nelle progressioni verticali", presentata dalla Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità Segreteria Provinciale di Vercelli" - (Conclusione ai sensi articolo 106 del Regolamento interno del Consiglio regionale)" (Rinviata)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g., avente ad oggetto l'interrogazione sindacale n. 2.
stata esaminata una risposta in Commissione. Si tratta di una risposta di cinque pagine, quindi vi pregherei di dispensarmi dalla lettura, atteso il fatto che coloro che hanno seguito in Commissione conoscono la partita. Pregherei i commessi di fornire materiale ai Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Volevo rivolgere una domanda. Abbiamo una risposta fornita dalla Presidente, ma ritengo in qualità di Assessore alla sanità.
Confesso che la lettura di questo documento è abbastanza complessa perché tratta di questioni inerenti alla normativa del personale in generale, coniugata con le norme particolari che riguardano la sanità. Non so se qualche Consigliere abbia approfondito meglio di me la questione, ma per potersi pronunciare in modo convinto e cosciente sarebbe opportuno avere almeno una sintesi non tanto per il merito perché, ovviamente, vi è l'autonomia delle aziende, ma soprattutto per il rispetto delle procedure e il giudizio che viene dato da parte dell'Amministrazione regionale.
Per correttezza, io non potrei andare in più in là di una presa d'atto della risposta fornita. Non so se sia possibile un rinvio fino a quando saremo in condizione di avere una breve relazione da parte dell'Assessore competente. Salvo che l'Assessore Deorsola non voglia assumersi l'onere di tratteggiare la risposta in modo da metterci in condizione di dire la nostra.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con gli Enti locali

Non per usurpare delle deleghe a qualche Assessore, ma semplicemente per ricordare che la risposta all'interrogazione è gia stata fornita nella Commissione competente. Un dibattito sulla risposta è già stato affrontato nella competente Commissione che, appunto, ci trasmette questo documento insieme all'interrogazione.
In questo senso, credo che il Consiglio possa prenderne atto senza ulteriore approfondimento, ma se gli interroganti insistono di avere maggior tempo, rinviamo. Tuttavia, credo che l'articolazione della risposta e la puntualità dei temi trattati in risposta alle domande formulate, possa permettere al Consiglio di prenderne atto e di considerare esaurita l'interrogazione.



PRESIDENTE

Se c'è consenso, procediamo sul punto, ma se non ci sono le condizioni non lo riterrei opportuno. La mia preoccupazione era di non fare attendere troppo le risposte agli interroganti, ma se vi è consenso, procediamo. Se vi sono necessità di approfondimenti, nulla osta a rinviare.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Concordo con la sua prudenza nel rinviare la questione.
Devo ricordare che nella conclusione della risposta si fa riferimento ad un parere che deve dare il Dipartimento della Funzione Pubblica il quale, a sua volta, lo darà dopo che l'Azienda avrà risposto al Dipartimento della Funzione Pubblica. Può darsi che un breve rinvio possa consentire alla Presidente, che aveva tale documento in data 5 giugno (Presidente in funzione di Assessore alla Sanità), di verificare se la riserva contenuta nell'ultima frase, con riferimento al parere del Dipartimento della Funzione Pubblica, fosse arrivata. In tal modo, avremo una visione completa e la prossima volta si potrà procedere.



PRESIDENTE

Rimaniamo intesi che tale punto viene rinviato alla prossima seduta.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 283, inerente a "Fondazione 'Agenzia per la promozione internazionale di Torino e del Piemonte'. ITP. Proroga di 1 membro effettivo del collegio dei Revisori dei Conti" (art. 19 Statuto)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 283, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Rammento che la carica del rappresentante della Regione, essendo questo un organismo di controllo, è scaduta il 2 luglio su istanza della Giunta regionale e dall'amministrazione di ITP.
stata chiesta la proroga del mandato dell'attuale Revisore in carica fino allo scioglimento della società, così come deliberato dagli indirizzi del Consiglio regionale. In sede di Commissione consultiva per le nomine la questione è stata accolta all'unanimità.
Si tratta di votare la deliberazione del Consiglio regionale altrimenti abbiamo un organismo privo del Revisore dei Conti, che è stato incaricato più di tre anni or sono, ma essendo scaduto non potrebbe più esercitare le sue funzioni, quindi dovremmo ripristinare la piena funzionalità di un organismo di garanzia.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 283, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 447 inerente a "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2006"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 447, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Rabino.



RABINO Mariano, relatore

Nella seduta del 30 maggio c.a. la Commissione ha esaminato ed approvato a maggioranza il disegno di legge riguardante il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2006. Il rendiconto generale si compone del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2006, che tiene conto del risultato della gestione di competenza delle entrate (euro 17.065.697.499,80) e delle spese (euro 16.842.292.197,72) e della gestione dei residui degli anni precedenti. Esaminando la gestione dell'esercizio finanziario 2006, il risultato finanziario (avanzo) ammonta ad euro 233.792.032,01. Il prospetto riconcilia con la situazione contabile generabile al 31/12/2006 consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante il fondo di cassa al 31/12/2005 per euro 10.386.699,93, il totale delle riscossioni del 2006 per euro 12.663.613.597,48 e il totale dei pagamenti del 2006 per euro 12.317.670.734,63. Pertanto il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2006 ammonta ad euro 356.329.562,78.
Per ciò che attiene ai residui attivi del 2006, pari ad euro 4.402.083.902,32, sono rimasti da riscuotere sulle entrate della competenza propria del 2006 euro 2.047.996.362,67 e sulle entrate residue degli esercizi precedenti euro 2.354.087.539,65. I residui attivi, che all'inizio del 2006 ammontavano ad euro 4.187.524.234,63, sono stati riaccertati a fine 2006 in euro 3.748.244.156,45 per un minor importo di euro 439.280.078,18.
Per quanto attiene i residui passivi del 2006, pari ad euro 4.524.621.433,09, risultano da pagarsi, sulle spese impegnate per la competenza 2006, euro 2.986.870.016,30, e da pagarsi, sui residui degli esercizi precedenti, euro 1.537.751.416,79. I residui passivi all'inizio del 2006, ammontanti ad euro 3.869.874.477,35, sono stati riaccertati al 31/12/2006 in euro 3.544.887.007,05, per un minor importo di euro 324.987.470,30.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi debiti per mutui). La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali del 2006 è pari ad euro 5.547.748.216,72 a fronte della consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali del 2006 pari ad euro 8.517.805.243,63. Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patrimonio non disponibile-beni immobili, patrimonio disponibile-beni immobili, beni mobili non disponibili.
Si rileva dal conto generale del patrimonio che i debiti, i mutui e prestiti a carico della Regione a fine esercizio 2006, sono pari a euro 3.825.145.595,07.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia inoltre la cosiddetta perenzione amministrativa. Tale perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2006 era di euro 11.537.870,79. In seguito a variazioni positive e negative intervenute nei movimenti delle passività del 2006, la consistenza dei residui perenti a fine 2006 è pari a euro 168.038.215,47.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente. Svolgo solo un inquadramento di carattere generale riservandomi di intervenire al termine del dibattito per commentare e rispondere alle domande che i Consiglieri riterranno di dover porre.
Il bilancio consuntivo 2006 chiude - com'è stato ricordato - con un avanzo di oltre 233 milioni di euro. È un bilancio che, ovviamente, tiene conto dei vincoli della legge finanziaria e sostanzialmente dei vincoli ancora più importanti e diversi rispetto a quelli del 2007, imposti dal Patto di stabilità.
evidente che questa situazione contabile riflette anche la situazione difficile dal punto di vista di cassa, una situazione che abbiamo vissuto tutti, in particolare nella seconda metà dell'anno, in qualche modo condizionata, da una parte, dall'imponente mole di crediti nei confronti dello Stato centrale che non è stato possibile incassare (vecchi crediti poi mi permetterò di tornare brevemente sulla questione) e, dall'altra dalla necessità di chiudere le operazioni legate alla sanità in modo tale da permettere non solo un riequilibrio dal punto di vista economico delle situazioni contabili delle singole ASL e ASO, ma anche la possibilità di immettere risorse nuove e fresche nel sistema della sanità che, ad un certo momento, purtroppo ha subito una situazione di gravi ritardi nel sistema dei pagamenti con una situazione che arrivava a superare i 220 giorni di ritardo nel pagamento dei fornitori stessi.
Abbiamo ricordato, in più circostanze e in questa sede, che evidentemente il ritardo nei flussi di cassa si riverbera e condiziona anche negativamente i nostri fornitori, ma sostanzialmente anche gli Enti locali (Province e Comuni), che di risorse regionali vivono in buona parte.
Quindi è un intero sistema economico che, in qualche modo, subisce un rallentamento imponente.
Nell'ambito di questa situazione, sostanzialmente inquadrerei tre interventi effettuati nell'anno.
Un primo intervento è stato quello legato alla cessione dei crediti della sanità a istituzioni finanziarie, in modo tale che i fornitori della sanità (tutti, grandi e piccoli) hanno potuto recuperare i loro crediti, e un dilazionamento, nell'arco dei prossimi dieci anni, del pagamento di questi ammontare.
In particolare, questo ha permesso un'operazione di natura contabile ed economica, che ci ha consentito di chiudere le perdite delle ASL e delle ASO consuntivate al 2004, che ammontavano a 676 milioni di euro. È evidente che quest'operazione, che ha un costo annuo di circa 70 milioni, ha permesso di immettere nel sistema un'importante mole di risorse.
Insieme a questa, abbiamo anche intrapreso un'operazione - direi di grand'attualità in queste ore - legata ad un'emissione di un prestito obbligazionario regionale. Emissione che, sostanzialmente, è stata definita intorno alla fine del 2005 e realizzata nel novembre 2006.
Questa è stata un'operazione molto importante, pari a un miliardo e 856 milioni di euro, che sostanzialmente può essere suddivisa in due tranche: una prima tranche di 856 milioni di euro circa, legata alla rinegoziazione di alcuni vecchi mutui e quasi in fase d'estinzione; una seconda per un miliardo di euro, legata ad un'operazione di finanziamento di spese d'investimento della Regione.
I mutui rinegoziati sono vari - se non ricordo male, erano cinque distinti mutui - che hanno permesso l'allungamento della vita residua, ma anche un importante recupero in termini di tassi di interesse. Tant'è vero che il tasso di interesse complessivo pagato sull'operazione di emissione del nostro BOR è un tasso euribor cosiddetto flet, ovvero senza incremento alcuno.
Che cosa vuol dire questo? Questo è sostanzialmente il tasso che viene riconosciuto alle operazioni fatte dalla Repubblica Italiana, quindi collegato alla solidità economico-finanziaria della Repubblica stessa.
Nel 2006 nessun'operazione di emissione di prestiti obbligazionari fatti in Italia ha avuto un tasso così vantaggioso per l'ente emittente.
A che cosa è dovuto questo? In primo luogo, è dovuto al fatto che è un'operazione che non è stata fatta solo sul mercato nazionale, ma è stata fatta sul mercato internazionale. In secondo luogo, si spiega perché hanno potuto concorrere - abbiamo fatto una selezione internazionale - molti operatori - se non ricordo male, circa 39 - che ci hanno permesso di ottenere nella competizione, poiché le richieste superavano di due volte l'ammontare, il migliore tasso che sia stato praticato nel corso del 2006.
L'operazione è un'operazione cosiddetta bullet; le emissioni dei prestiti obbligazionari degli ultimi quattro anni ad opera di enti locali e pubblici sono tutte state fatte a bullet, sostanzialmente con un sistema di rimborso del capitale alla fine del periodo.
Ovviamente questo non significa che il rimborso avviene in un'unica rata al fine dei trent'anni come qualcuno ha sottolineato erroneamente, ma viene effettuato con un'operazione di swap, che permette annualmente di accantonare una quota di capitale, per arrivare all'esaurimento del debito nel corso dei trent'anni.
evidente che questa mole imponente di risorse, da una parte, ci ha messo nelle condizioni di rinegoziare al meglio vecchi mutui, dall'altra ci ha messo nelle condizioni di disporre delle risorse liquide per finanziare gli investimenti del corso dell'esercizio del 2006.
Una terza operazione, che annetto nelle operazioni, in qualche modo, di natura finanziaria effettuate anche nel corso del 2006, è quella di pulizia dei residui attivi e passivi, che abbiamo fatto a fine anno, ovvero nel momento di predisposizione del bilancio consuntivo. Era necessario intervenire su questi residui per allineare le entrate previste rispetto a quelle che poi sono state o sono la migliore valutazione delle entrate possibili. Conseguentemente, siamo intervenuti in un'operazione di pulizia che ritengo straordinaria.
Nell'ambito dei commenti, non entrando nelle singole cifre, che già sono state riprese dall'intervento del relatore Consigliere Rabino e che ovviamente, sono a disposizione negli allegati del bilancio, credo sia da sottolineare che, sostanzialmente, il 2006 ha rappresentato anche l'anno in cui abbiamo chiuso le partite relative alla sanità allineando i bilanci a quelle che sono le chiusure contabili del sistema sanità ASL e ASO.
evidente che è stato importante l'intervento fatto in sede di assestamento che, come certamente i Consiglieri ricorderanno, ha comportato un accantonamento di 280 milioni di euro, (originari 200, poi incrementati di 80 milioni), e gli ulteriori definitivi 60 milioni di euro che sono stati stanziati a copertura delle perdite del 2006.
Siamo così nelle condizioni di avere uno sviluppo nel futuro dell'andamento economico e finanziario della sanità, che in qualche modo prevede, di anno in anno, la copertura dei costi complessivi. Questo certamente è anche legato all'impostazione che il Governo ha inteso dare nel corso della Finanziaria del 2007, in cui ha definito non solo gli stanziamenti sul fondo della sanità per l'anno 2007, ma anche quelli relativi al successivo biennio 2008/2009.
In quest'ambito, ovviamente è stato possibile arrivare ad una definizione della programmazione e della pianificazione dell'andamento della spesa della sanità. Pertanto, riteniamo che nell'ambito del triennio si possa raggiungere, considerando l'intero stanziamento dell'addizionale IRPEF, quindi quota standard dello 0,9, più lo 0,5 per un totale di 1,4, il pareggio nella situazione.
chiaro che anche questo bilancio risente, nella sua presentazione, di quelli che sono gli standard e i criteri della contabilità pubblica. È in corso, peraltro, una fase di studio e approfondimento per la realizzazione del bilancio sociale della nostra Regione. Sono sicuro che già il prossimo consuntivo potrà essere presentato anche in questa forma; una forma che certamente permetterà una più facile comprensione dei dati delle politiche e delle strategie della Regione, anche rispetto a dati che sono più per addetti ai lavori che per Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, mi sembra che siano dieci i minuti a nostra disposizione, poi avremo modo di articolare ulteriori considerazioni sui vari articoli.
Indubbiamente, l'Assessore Peveraro ha cercato di governare la situazione partendo da dati di fatto che sono stati da lui ereditati senza beneficio di inventario.
Innanzitutto, preciso che nel corso del 2007 quest'Amministrazione ha approvato un bilancio di previsione nel quale ha previsto, subito, in termini previsionali, di applicare un avanzo presunto di 233 milioni di euro, in termini di avanzo, applicato già a priori al bilancio 2007. E' chiaro che, allora, questo è diventato un vincolo e lo è tuttora anche in questa sede.
La mia impressione è che, comunque, questa cifra avrebbe dovuto essere confermata e, qualora così non fosse stato, è chiaro che sarebbe stato necessario un intervento immediato nel bilancio 2007, per apportare i necessari cambiamenti. Facciamo un'ipotesi: se l'avanzo dell'Amministrazione fosse stato zero si sarebbero dovuti tagliare 233 milioni di euro oppure reperire legittimamente altri 233 milioni di euro di nuove e diverse entrate.
Quindi, a questo punto, con questa premessa, possiamo analizzare i dati che emergono dal consuntivo.
Siamo in sede di discussione generale, pertanto osservo il consuntivo nel suo complesso. In primo luogo, rilevo, con un po' di preoccupazione quanto emerge dall'articolo 3: sia i residui attivi che quelli passivi, da un anno all'altro, sono aumentati. Infatti, al termine del 2005, i residui attivi ammontavano a 4 miliardi 187 milioni e rotti, mentre al termine dell'esercizio 2006 ammontavano a 4 miliardi e 402; per quanto riguarda i residui passivi, passiamo da 3 miliardi e 869 a 4 miliardi e 524.
Naturalmente, la componente dell'esercizio di competenza, vale a dire del 2006, sull'incremento di questi residui è rilevante.
Comunque, a mio avviso, pur avendo un risultato non disprezzabile superiore all'80%, in termini di spese correnti - se mi ricordo bene la cifra - dobbiamo fermarci per approfondire questa questione, altrimenti ci troviamo di fronte alle famose fatiche di Sisifo, come si suole dire. Da un lato, c'è il tentativo di pulitura dei residui, però, stante la legge regionale in materia di contabilità, ritengo che questa operazione sia sempre stata fatta. Eventualmente, si può avere un doppio o triplo richiamo da parte della Giunta sulle direzioni, magari per una maggiore attenzione ma dobbiamo partire dal presupposto che qui ci troviamo di fronte ad una macchina che, a mio avviso, è abbastanza oliata, che ha difficoltà strutturali o difficoltà esterne, ammesso che ci si possa chiamare fuori da quella che è la realtà della finanza pubblica del nostro Paese, che comunque, a mio avviso, è un unicum.
Allora, di fronte a questa situazione, mi sembra che si tenti, in qualche modo, di fare operazioni sulla competenza, per far sì che a beneficiarne sia la cassa, quando, invece, la causa sta a monte. È lo Stato che non trasferisce né quanto compete in termini di compartecipazione ai tributi in conto anno corrente, né a saldo dei pregressi crediti, neanche trasferisce tempestivamente le spettanze per le funzioni trasferite (leggi Bassanini o altre leggi speciali), compresi i finanziamenti per le calamità, anche se in questo caso, molte volte, si indicano i limiti di impegno e, poi, per ottenere le risorse si devono accendere dei mutui.
Quindi, la situazione è molto critica e, sotto questo profilo, dobbiamo riconoscerlo, adesso non vorrei essere frainteso relativamente all'operazione "pannicello caldo" da un miliardo e 8, che è una cifra rilevantissima, gira la testa solo a pronunciarla, comunque, di per sé non incide più di tanto, nell'arco di qualche anno, su quello che, purtroppo, è il ritardo del trasferimento delle risorse e, di conseguenza, il ritardo dei nostri pagamenti.
Per certi versi, posso anche immedesimarmi nella impostazione che è stata data, però, dico subito che non la condivido, in quanto, da un lato comunque, ci troviamo in una situazione che fa incrementare, anno su anno il valore assoluto dei residui sia attivi che passivi e, dall'altro, ci troviamo di fronte ad una situazione in cui, per salvare l'avanzo di amministrazione e non decapitare 200 milioni di euro dal bilancio 2007, le varie direzioni devono adottare provvedimenti di accertamento di economie che, a mio avviso, sono molto, molto dubbi.
Naturalmente, qui, i nostri dirigenti si sono trovati di fronte ad uno scenario del tutto nuovo, penso che anche i funzionari con una lunga militanza negli uffici regionali una situazione del genere, probabilmente non l'avessero mai affrontata, semmai era al rovescio: magari, portavano a residuo delle somme con una certa cautela, quindi con una certa abbondanza.
Qui, invece, ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale si opera sui residui, come normalmente si fa sulla competenza quando si decide di scorrere all'anno dopo o agli esercizi successivi i famosi scorrimenti soprattutto per quanto riguarda gli investimenti.
Ripeto che comprendo la ragione dell'operazione, ma non la condivido anzi, ritengo che si possano delineare scenari pericolosissimi. Prima vediamone qualcuno, poi potremo anche approfondirli singolarmente.
Per quanto riguarda l'emissione dei bandi, ancorché non ci sia l'elenco dettagliato dei singoli beneficiari del finanziamento...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



CAVALLERA Ugo

Poiché il bando è stato emanato a fronte di uno stanziamento complessivo, credo che, comunque, lo stanziamento debba essere salvaguardato.
Nei casi in cui non ci sono i bandi, ma assegnazioni individuali Assessore, la invito a leggere tutte le determine, non mi riferisco tanto agli atti della direzione al bilancio quando agli atti delle varie direzioni. Qui ne abbiamo fatto una summa per sintesi, ovviamente, non ci siamo divertiti, comunque, ci siamo presi l'onere di andare a spulciare queste determine. Si dice: "Adesso togliamo lo stanziamento.
Giuridicamente, però, l'impegno rimane valido; poi, finanziariamente, lo onoreremo successivamente, quando sarà il momento di pagare".
Abbiate pazienza, ma operazioni di questo genere, personalmente non ne ho mai viste: alla faccia della finanza innovativa dell'Onorevole Senatore professor Giulio Tremonti, che indubbiamente, a questo punto, apprezzerebbe senz'altro, come docente universitario, la nuova casistica che ha intrapreso la Regione Piemonte.
Se dobbiamo porre degli esempi, lo faremo articolo per articolo e coglieremo l'occasione per rilevare alcune questioni.
Per carità, ci potrà essere qualche reprimenda perché con "quelli di prima", magari, certe entrate c'erano o non c'erano; insomma, si possono aprire tutte le discussioni che vogliamo. Però questa è una nuova tecnica gestionale, foriera, a mio giudizio, del creare le condizioni per generare formalmente, in futuro, debiti fuori bilancio. E noi sappiamo che quando ci sono debiti fuori bilancio, si deve seguire una certa procedura, con tutte le conseguenze del caso.
Assessore, lei mi potrebbe dire che sarebbero debiti fuori bilancio puramente formali; potrebbe avere ragione, ma bisognerebbe esaminarne la forma e la sostanza. Talvolta, in certe materie, come quella contabile, la forma diventa anche sostanza.
Ma avremo modo, successivamente, di approfondire l'argomento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il rendiconto generale è certamente un documento che può essere letto nelle modalità più differenti, perché si tratta di numeri crudi che vengono esaminati a bilanci chiusi.
Credo che due siano gli aspetti che, in qualche modo, interessano la lettura di un rendiconto: quello legato all'aumento della passività della nostra Regione e quello legato all'andamento delle spese.
Un aspetto che non troviamo, ovviamente, nel disegno di legge allegato ma che troviamo nel documento di rendiconto che è stato presentato, è quello legato alle spese di natura sanitaria.
Come abbiamo detto tanto in sede di Commissione competente, quanto in sede di Commissione sanità, credo che nei documenti di bilancio della nostra Regione - ma, più in generale, del sistema delle Regioni - il dato sanitario debba essere in qualche modo centrale rispetto al ragionamento che si fa, non solo e non tanto per l'ammontare percentuale della spesa che è assolutamente consistente, ma perché è un aspetto che noi riteniamo importante e, allo stesso tempo, preoccupante, quello di una spesa controllata ma costante della spesa sanitaria.
Dico "controllata ma costante", perché ogni tanto la Presidente, che dimentica anche i numeri, si lascia scappare gli aggettivi più disparati relativamente alle spese sanitarie. Ma soprattutto perché quando affrontammo le pre-valutazioni sulle spese sanitarie, venivano definite sempre come "crescita incontrollata".
In realtà, noi abbiamo un dato - che, peraltro, è quello delle altre Regioni italiane - che indica una crescita più o meno del 5% della spesa sanitaria di anno in anno (che si avvicina più al 4%, ma è tendenziale al 5%). Questa valutazione, che va fatta tanto in regime di consuntivo quanto, e soprattutto, in sede di preventivo, ci dice che se non poniamo dei correttivi a quelle che sono le poste che ogni anno il Consiglio nella propria legge di bilancio pone relativamente alla spesa di carattere sanitario (che, ovviamente, ritroviamo poi nel rendiconto di bilancio difficilmente nei residui), in qualche modo si riscontreranno delle difficoltà nel fare un ragionamento completo, perché il rischio sempre più verosimile è quello che si arrivi a trasformare le Regioni in "Agenzie per la sanità".
Detto ciò, vi è certamente un altro aspetto importante, sul quale è già intervenuto il collega Cavallera, ma anche il Vicepresidente della Giunta relativamente al debito della nostra Regione. Mi vorrei ancora soffermare sulle economie che sono state fatte non soltanto nel documento che andiamo a votare, cioè i 379 milioni di euro di economie, ma sulle economie che sono state fatte nel 2006.
Perché dei 379 milioni, ben 216 riguardano esclusivamente l'anno 2006 e vi sono alcuni indicatori su talune Direzioni e Assessorati che noi riteniamo preoccupanti.
Le economie possono essere lette sempre in chiaroscuro: possono essere lette come economie reali, cioè come soldi che si risparmiano per una buona gestione delle risorse assegnate nel bilancio preventivo o nell'assestato o come fondi assegnati alle singole Direzioni che non sono poi stati spesi nel corso dell'anno.
Allora, se i 16 milioni di euro che sono stati, tra virgolette risparmiati o non spesi sull'agricoltura, sono un dato certamente significativo, noi crediamo che vada sottolineata - e questo riguarda il Vicepresidente, non solo per la delega al bilancio, ma anche per delega Assessorile - la cifra di 97 milioni di euro di economie nel comparto dell'industria: sono una cifra assolutamente consistente, tanto rispetto ai 379 milioni di economie complessive, ma anche relativamente ai 100 milioni di cui il sistema delle imprese avrebbe dovuto beneficiare e, ad oggi, non ha beneficiato.
Così come, soprattutto nell'ambito dei servizi alla persona e del sistema del welfare (non è per la verità una novità, perché purtroppo in ogni rendiconto di bilancio o in ogni valutazione delle spese che vengono fatte da questo Ente durante l'anno abbiamo di queste sorprese spiacevoli) verificare che sono stati avanzati due milioni e 400 mila euro per fondi destinati al welfare per gli Enti gestori, o che sono stati risparmiati tre milioni e 500 mila euro per il fondo che va poi a impinguare i singoli servizi sociali, crediamo che non sia un aspetto positivo per ciò che riguarda i servizi della nostra Regione.
Perché poi, in qualche modo, rileviamo queste incongruità: le vediamo in termini di macro-spese, cioè dalla Regione agli Enti locali, così come le vediamo nelle economie fatte dagli Enti locali.
Ricordo che il sottoscritto aveva presentato un'interrogazione sul Consorzio socio-assistenziale di Moncalieri che risparmia in un anno risparmia per modo di dire nel senso che non impegna e non è in grado di impegnare - 600 mila euro. Ne ha poi una decurtazione di 50 mila euro l'anno successivo, ma soprattutto ha un dato importante, cioè che i cittadini di quel consorzio non possono beneficiare di 600 mila euro nonostante siano assegnati al consorzio stesso. Così come possiamo dire che per il 2006, nonostante il Consiglio avesse assegnato all'Assessorato al welfare una cifra consistente di euro, più di cinque milioni dei fondi assegnati non sono stati spesi o sono andati in economie.
Ora, vi possono essere alcuni settori in cui, se si fanno delle economie reali, può essere un dato positivo. Ve ne sono certamente altri quale quello dell'assistenza, in cui riscontrare un'economia solo per il 2006 di più di cinque milioni di euro, non è certamente un dato positivo ancor più se una cifra consistente come tre milioni e mezzo sono fondi relativi ai servizi sociali.
Certamente questi sono alcuni aspetti sui quali non potrà soltanto rispondere soprattutto in aula l'Assessore al bilancio, perché investono dati ai quali l'Assessore può dare risposta da un punto di vista numerico ma non può dare risposta da un punto di vista politico.
Riguarderà poi l'Assessore al welfare, magari nelle sedi competenti fare presente per quali motivi alcuni dei fondi stanziati sono risultati alla fine essere economie.
Crediamo che siano questi i punti più importanti da individuare all'interno del rendiconto dell'esercizio finanziario del 2006. Crediamo che, al tempo stesso, il ragionamento con cui abbiamo aperto, cioè un ragionamento relativamente a quelle che sono le spese legate alle sanità è un ragionamento che andrà ripreso, non tanto e non soltanto nel bilancio del prossimo anno, ma anche in termini più generali in quella che dovrebbe essere una politica di bilancio corretta nel nostro ente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Pichetto, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il conto consuntivo che per sua natura non è emendabile, perché è un dato di fatto, fotografa quella che è la situazione o almeno dà conto di quella che è la situazione con riferimento al 31 dicembre, anche per potere applicare sul bilancio dell'esercizio successivo - quindi, lo faremo in sede di assestamento - l'avanzo che si è manifestato e che sul bilancio di previsione 2007 è stato applicato con presunzione.
chiaro che dalla lettura ordinaria del conto consuntivo possono emergere una serie di elementi che possiamo chiamare di ordine fisiologico.
Il fatto che non tutte le spese impegnate in un anno hanno trovato completa soluzione - di qui i residui passivi - è un elemento fisiologico.
L'incidenza di una quota di residui dovuta ad opere che non vengono completate durante l'esercizio.
Così come i residui attivi dall'altra parte manifestano quella che è ancora una posizione di credito non riscosso nei confronti dei soggetti finanziatori che possono essere lo Stato o direttamente i privati per alcune operazioni.
Quello che emerge dal conto consuntivo che ci è stato presentato per il 2006 è anche una situazione patologica che comincia ad assumere dei livelli di gravità notevole: l'esplosione dei residui attivi che quindi va oltre al fisiologico, dovuta al fatto che da parte dello Stato non vengono onorati i trasferimenti; automaticamente, non per ragioni fisiologiche, per il fatto che sono opere che hanno durata pluriennale, vi è l'esplosione dei residui passivi, perché, di fatto, non si è in condizione di pagare.
Il Vicepresidente prima ha accennato alla questione di cassa che va ad inquinare automaticamente il rendiconto per l'esercizio 2006. E ci rendiamo conto, peraltro come anche accennato alla questione riguardante i meccanismi di finanziamento che ci sono stati a livello regionale. Il sottoscritto non fa l'indovino, ma svolge attività politica e non fa indagini; di conseguenza, non è su quel merito che vuole entrare.
Al limite, ci sono le scelte politiche di allungare a trent'anni rispetto a quindici, ma queste sono scelte politiche legittime che un'Amministrazione può fare, che quindi possono essere contestate politicamente con visioni diverse, ma non sotto altri aspetti.
Quello che emerge però da questo conto consuntivo e che a questo punto diventa rilevante - e già accennato in Commissione, sul quale il Vicepresidente si era riservato, su invito dei nostri Gruppi, di fare una verifica - è il fatto che per potere rientrare ci sono degli accertamenti di residui, in particolare sul fronte dei residui passivi, che quanto meno fanno emergere dei dubbi sul concetto di accertamento.
Poi li possiamo chiamare disimpegno, quindi hanno un'altra natura e non è più un accertamento da residuo, ma è il venir meno di un impegno per una spesa.
Ma più ancora: disimpegno su procedure che erano state avviate e, di conseguenza, su tutto questo un elemento di preoccupazione lo possiamo manifestare.
Gli impegni che sono stati revocati, ribadendo che esiste l'obbligazione e che verrà onorata nel corso del 2007.
una gestione un po' in commistione con quella che è la competenza e la cassa, rendendoci conto di quelle che sono le difficoltà di cassa che l'Amministrazione ha.
La domanda è questa: come mai dal momento della stima dei residui per il bilancio di previsione 2007 - che peraltro ricordo essere stato approvato in quest'aula al mese di marzo - al momento dell'approvazione non risultava alcuno scostamento, mentre nei giorni a seguire si manifestava uno scostamento di un miliardo e mezzo sull'importo dei residui? Andiamo ben oltre quelle che sono le ragioni di pura pulizia, o comunque di accertamento puntuale.
Peraltro, entro fine marzo 2007 questi residui dovevano essere accertati. Così come una verifica particolare probabilmente va fatta, e questo è un invito che rivolgiamo al Vicepresidente, sui disimpegni anche di fondi che potrebbero essere statali. Perché se c'è il disimpegno di fondi statali dalle spese, allora deve esserci la cancellazione del residuo attivo fra le entrate, salvo che sia già stato incassato, e quindi al disimpegno deve esserci il contemporaneo impegno a rimborso verso lo Stato.
Sono questioni probabilmente marginali e penso che vi si possa rispondere con chiarezza, anzi spero proprio che questa sia una pura ipotesi teorica, senza alcuna corrispondenza nei dati, di modo che il mio intervento rimanga, quindi, solo un'esercitazione di tipo scolastico.
Tuttavia, un minimo di attenzione forse è il caso di porla, vista anche la predisposizione delle trenta determine che hanno generato gli accertamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Quando si parla di bilancio in genere si ha sempre un po' di timore a parlare, soprattutto se si tratta di bilancio consuntivo. Quando si parla di preventivo è più facile presentare emendamenti, istituire nuovi capitoli o aumentare quelli già inseriti. Si pensa che discutere sul consuntivo sia un po' tempo perso: quello che è stato fatto, è stato fatto.
Qualche tempo fa ho letto su un giornale di un'associazione l'Associazione Civicum: "Strategia per uno Stato più efficiente, senza sprechi in cui i cittadini e le istituzioni sono più vicine. Uno Stato più giusto, dove ci sono risorse per i deboli, per lo sviluppo, dove c'è più spazio per la creatività, la ricerca e la professionalità".
Sono stata particolarmente contenta di leggere che faceva parte del comitato tecnico l'illustre professor Paolo Peveraro. Poi mi sono detta: probabilmente non è lo stesso Paolo Peveraro, Vicepresidente della Regione Piemonte, Assessore al bilancio. Se l'Assessore vuole risorse per i più deboli, non può essere lo stesso che ha tolto sei milioni di euro all'Assessorato alle politiche sociali, di cui ben tre milioni per gli anziani non autosufficienti.
So che il Presidente della I Commissione mi sta a sentire, mi rivolgo a lui per le ragioni che conosce. Mi chiedo: come è possibile che l'abbia fatto? Come è possibile che glielo abbiate permesso? Queste domande le avevo rivolte all'Assessore alle politiche sociali la quale mi aveva risposto che dovevo rivolgerle all'Assessore Peveraro ragion per cui intervengo sul consuntivo. Sulle altre direzioni sono già intervenuti i Consiglieri Cavallera, Vignale e Pichetto su questa intervengo io proprio perché l'Assessore che fa parte dell'Associazione Civicum penso si sia trovato in imbarazzo a togliere tre milioni per gli anziani non autosufficienti. Noi conosciamo la domanda e conosciamo anche quanto sia facile per la Regione Piemonte impegnarli. La Regione Piemonte deve solo ripartire queste risorse tra gli Enti gestori. È un'operazione matematica che fanno gli Uffici, basta solo che si dica di farla.
Voi vi ricordate i venti milioni di euro approvati nel bilancio di aprile; venti milioni di euro - ovviamente parlo di anziani non autosufficienti - non ancora impegnati a novembre e impegnati solo dopo un giorno intero di discussione in Consiglio sulle problematiche degli anziani.
Penso che si debba veramente, come dicono in tanti, dare un calcio all'indifferenza. Non possiamo far finta di niente, dire che siamo una Regione civile, che si prende a cuore le problematiche dei più deboli quando non si riconosce quello che il Consiglio regionale ha deliberato con molta fatica. Siamo tutti d'accordo che reperire risorse sia difficile.
stato difficile per noi, è difficile per voi, ma è veramente assurdo non spenderli.
Mi auguro che nella riunione di maggioranza che farete oltre a parlare del nuovo partito, oltre a parlare delle varie nomine, di rappresentanza parliate anche di anziani non autosufficienti. Le famiglie che hanno un anziano non autosufficiente in casa sono in ginocchio. Tutte. Anche quelle che hanno un reddito, ma non hanno i servizi, non sanno come avere un servizio pur potendolo pagare. È un problema che interessa tutti, è una questione che può dare lavoro, tanto lavoro.
Oggi - sempre per un discorso di trasparenza, per essere vicino ai più deboli - leggo un comunicato della Regione Piemonte che dice: "Contributi per tre milioni e mezzo di euro ai presidi per disabili. Approvata la graduatoria dei progetti finanziati". Finalmente! Qualcosa si muove. Per due anni non abbiamo visto muoversi molto. Questa mattina quando ho interpellato l'Assessore Migliasso relativamente ai 180 mila euro che vengono dati all'Università e all'Ires per il Piano sociale previsto dalla legge n. 1 del 2004, mi ha risposto che spera tra un anno che l'Università l'Ires producano dei dati. Dati che magari i nostri Enti gestori già possiedono, le nostre Province anche. Va bene, noi comprendiamo che sia anche necessario fotografare meglio la realtà.
Ripeto, sono 180 mila euro: chiedere anche a qualche Consigliere di maggioranza di verificare a chi vengono dati questi soldi per avere dei dati, per elaborare un Piano sociale che forse sarà pronto, ovviamente come informativa, fra un anno; che forse approveremo 15 giorni prima della scadenza del 2010 e che, magari, la nuova Giunta riterrà di modificare.
Ritornando al comunicato cui facevo riferimento - poiché l'Assessore è a favore dei più deboli, la Fondazione Civicum (sempre che non si tratti di un altro Paolo Peveraro) è per la trasparenza, per avvicinare i cittadini alle istituzioni - non dice che mancano cinque milioni di euro per soddisfare i 31 progetti ammessi al contributo. Perché non lo diciamo almeno noi Consiglieri? Sappiamo che per soddisfare la domanda per il finanziamento di progetti presentati da Enti pubblici e privati, da associazioni e cooperative sociali finalizzate alla ristrutturazione, alla realizzazione di nuove strutture per disabili, mancano cinque milioni di euro. Sono certa che il mio Capogruppo, per primo, al prossimo bilancio di previsione, presenterà un emendamento per questi cinque milioni. Senz'altro ci penserà prima il Consigliere Lepri, già Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Torino, molto sensibile a questi problemi.
Assessore, non do la colpa agli Uffici di comunicazione, loro comunicano quello che vogliono far comunicare. Penso, nell'interesse della Regione Piemonte, che le comunicazioni devono essere complete, le notizie precise, non si può dire che sono in tutto 31 i progetti ammessi a contributo, quando sono solo una quindicina che saranno finanziati. Bisogna precisarlo. In attesa di sapere se siano la stessa persona il Paolo Peveraro di Milano e il Paolo Peveraro di Torino, mi auguro veramente che abbia il sopravvento quello di Milano, così avremmo un bilancio più sensibile alle esigenze dei più deboli, più trasparente. Un bilancio in cui i Consiglieri regionali hanno il coraggio di andare a vedere le cifre e anche le cifre che sono state revocate a fine aprile. In quel caso lì senza nessun comunicato stampa.
Abbiamo visto delle determine, cifre molto ingenti che venivano revocate, mi pare, per 270 milioni di euro, dico bene, collega Pichetto? Zitti, zitti non diciamo nulla perché abbiamo già detto che ai più deboli davamo tanto. Siamo una Giunta di sinistra, sensibile a queste problematiche. Cosa facciamo, andiamo a smentirci?



PRESIDENTE

Mi consenta l'indebita intromissione, collega Cotto: di centrosinistra! Chiudiamo la discussione generale con la replica del Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

lo stesso Paolo Peveraro.
Le mie considerazioni si riferiranno in particolare ai rilievi che sono emersi nel corso del dibattito, in merito principalmente alla questione relativa a quella che ho definito la "pulizia" dei residui, partendo da una considerazione che, se non ricordo male, è stata oggetto di una puntualizzazione del Consigliere Cavallera, relativamente all'avanzo applicato in sede di bilancio di previsione. Quell'avanzo, in realtà, è stato determinato nel momento in cui abbiamo predisposto i bilanci di previsione, ovvero, a fine anno 2006.
Sulla base delle migliori valutazioni della pre-chiusura del 2006, è stato determinato un avanzo che, se non ricordo male, era di circa 232 milioni di euro. Un avanzo entrato nella nostra Finanziaria, che poi è stato approvato nel bilancio di previsione 2007, ed è quello che è oggetto della discussione.
L'esame e l'approfondimento della natura dei residui attivi e passivi è avvenuto in una fase successiva, come certamente il Consigliere Cavallera sa, ma prima dell'approvazione del bilancio consuntivo deve essere approvata una delibera che determina i residui. In quella sede è buona prassi fare il lavoro di valutazione e riesame dei residui che, per quanto riguarda i residui passivi, ovviamente, tiene conto delle disposizioni di legge per lo storno al trascorrere del quarto anno per i residui in conto capitale e dei due anni per quanto riguarda i residui di spesa corrente, ma anche di una valutazione sulla necessità di mantenere in essere, se non ve ne fossero più le condizioni, certi ammontare.
evidente e chiaro - non mi sono sottratto in Commissione a questo tipo di valutazione - che questa particolare, dettagliata e urgente valutazione sui residui passivi l'abbiamo fatta in sede finale di chiusura del bilancio 2006, ma l'abbiamo fatta sulla base di quella che era una normale valutazione dell'equilibrio complessivo del bilancio, che teneva conto, come ho ricordato prima, di importanti riduzioni nei residui attivi a seguito di valutazioni sull'effettiva esigibilità degli stessi.
Ciò che posso confermare è che tutti i residui passivi che sono stati stornati avevano le caratteristiche per poter essere stornati, in quanto l'obbligazione non era venuta a scadere nell'anno 2006 e, conseguentemente ai sensi dell'articolo 31, comma 3 della legge 7/2001 di contabilità generale, dovevano essere stornati.
In merito a questo, è evidente che quegli impegni o sono già stati ripresentati sul bilancio 2007, oppure saranno ripresentati negli anni successivi. L'osservazione posta dal Consigliere Pichetto, in particolare in merito alla quasi trasformazione del bilancio di competenza in cassa è effettivamente un'osservazione corretta, però mi sento di dire che, per quanto riguarda i residui, va comunque nella direzione di un'interpretazione, se vogliamo anche un po' elastica, della legge. Il fatto che il residuo attivo possa rimanere anche dieci anni nel bilancio tant'è vero che in questo storno abbiamo tolto dei residui attivi del 1999 mentre i residui passivi di partita corrente possono stare solo due anni nel bilancio, dà già quella possibilità di allineamento della competenza alla cassa.
evidente che, per quanto riguarda l'esercizio in corso, i residui tendono ad aumentare in relazione alle diminuite disponibilità di cassa o meglio, alla difficile situazione di cassa. È evidente che in un mondo ideale buona parte dei residui passivi, forse la stragrande maggioranza dei residui passivi, potrebbero essere liquidati, perché in realtà sono quelli che sono ancora in piedi, cioè impegni già assunti, a fronte dei quali di fatto manca solo il mandato di pagamento.
In questa situazione, e l'esame che è stato fatto dalle singole Direzioni lo conferma, abbiamo fatto un'attenta verifica per capire se l'obbligazione era venuta a scadere o no nell'anno 2006. Peraltro, non vi sono fondi nazionali che coprono i residui passivi che sono stati stornati quindi si riferiscono solo a fondi regionali e non è possibile che si registri l'inconveniente cui faceva riferimento prima il Consigliere Pichetto.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

L'articolo 1 è un articolo che richiama tutto l'allegato, quindi ci sarebbe la possibilità di spaziare sulle singole cose. Vorrei fare per qualche esempio. Questo per dire una cosa. Le operazioni cui faceva riferimento l'Assessore Peveraro, di norma, credevo, forse mi sbagliavo dovrebbero essere eseguite quasi in automatico a livello di ragioneria perché o sono economie, allora non le hanno impegnate entro la data canonica, che penso sia il 30 novembre, salvo eccezioni, oppure sono perenti, allora vengono cancellati - parlo dei residui passivi - passano nel patrimonio e vanno nel conto dei perenti.
Qui, invece, ci troviamo di fronte ad una manovra straordinaria - è questo che mi sorprende - caratterizzata da una determinazione - almeno una, in qualche caso più di una - a livello di singola direzione. Sono illuminanti le motivazioni addotte dalle direzioni per arrivare alla determina, in cui si dice: "Pertanto il direttore determina". Prendiamo uno di questi documenti, il cui testo recita: "Si evidenzia che eventuali necessità che si dovessero manifestare a seguito della riduzione dei residui passivi dovranno trovare opportuna copertura nel bilancio di competenza 2007 e negli esercizi finanziari futuri".
Allora, trovandoci di fronte ad una situazione di questo genere, era inutile arrivare ad una tale arzigogolatura, sarebbe stato sufficiente mantenere lo stanziamento, avremmo avuto un po' meno avanzo e il pagamento sarebbe avvenuto nella sua postazione, a meno che la pulitura del residuo non sia stata forzata dicendo: "Poi, di fatto, lo paghiamo sulla competenza 2007" e chi si è visto si è visto. Questa sarebbe un'operazione di dubbia convenienza o di dubbia trasparenza, per lo meno, perché se stanzio una cifra nel 2007 penso che siano fondi freschi, ma, in realtà, non lo sono perché, in parte, sono già ipotecati da pagamenti di partite pregresse.
Andiamo avanti, prendiamone un altro della direzione turismo e sport: "Si annulla l'impegno assunto a settembre 2006 per il bando dell'impiantistica sportiva - bando già scaduto il 31/10/2006, per il quale sono pervenute 625 domande, ma l'istruttoria è ancora in corso - nel bilancio 2007 sono state destinate a questi interventi risorse superiori al 2006, che consentono l'integrazione dello stanziamento inizialmente previsto".
Allora, qui, si fa il gioco delle tre carte. Quando abbiamo discusso il bilancio, magari, l'Assessore ha fatto un bel comunicato dicendo: "Come è brava la Giunta, nel 2007 lo stanziamento è stato maggiore di quello del 2006", poi, invece, si azzera il 2006 con il bando in corso! Mi chiedo se sia giusto procedere in questo modo, perché io ho qualche dubbio. In precedenza veniva detto - magari, gli informatori interni non erano completamente informati su tutte le possibilità - che se c'è un bando ci deve essere contemporaneamente una copertura.
Proseguo sempre relativamente alla direzione turismo e sport, in cui in un caso, viene annullato un impegno assunto nel settembre 2006.
Qui ci troviamo di fronte all'annullamento di impegni, ma questo impegno ha un numero preciso, era presente, se non lo faceva la direzione competente la ragioneria motu proprio, ai sensi della legge contabile, non lo poteva fare, questo è un atto abbastanza discrezionale. Naturalmente per induzione, tutti i direttori, in contemporanea, più o meno nello stesso giorno, hanno agito in un certo modo, vale a dire che c'è stata una direttiva di Giunta, l'Assessore lo ha detto sotto questo profilo, però, le conclusioni cui porta, a mio avviso, sono discutibili.
Qui, nuovamente, siamo di fronte alla partita dei contributi per la qualificazione dell'offerta turistica da parte di enti pubblici, entro il 6 dicembre sono pervenute 358 domande, l'istruttoria è in corso: "Si ritiene che i fondi possono essere impegnati nel 2007" e si rinvia dicendo che l'attuale bilancio 2007 offre adeguate disponibilità - è la stessa situazione.
Colleghi, ci siamo presi il fastidio di andare a leggere le determine perché sono operative: la Giunta impartisce le direttive, ma coloro che operano, ovviamente, sono i dirigenti.
Andiamo ancora avanti: si revoca un altro impegno del 2006 destinato a finanziare azioni del piano strategico del turismo.
Noi pensavamo che almeno di fronte al piano strategico l'"indebitator" o "ripuletor" del bilancio si sarebbe fermato, ma la pietà non c'è stata neanche per il Piano strategico del turismo, il qualche avrà comportato comunicati e altro: "In questo caso, essendo strategico, i beneficiari sono il Piemonte, IRES, ATR, CSI, Università e Politecnico, per una migliore collocazione dell'impegno da individuare e determinare nel futuro l'estensore dei miei appunti mette 'Sic!', lo sottolineo perché merita di essere rimarcato - alla luce di una rilevazione puntuale dello stato di avanzamento delle iniziative".
Quando mai mi condiziono un impegno all'avanzamento? Qui siamo di fronte ad un intervento circoscritto, se ho le risorse adotto l'impegno e lo mando avanti, semmai sollecito un attimo i lavori e se il beneficiario non rispetta i termini gli revoco il finanziamento, questa è la procedura.
Qui, invece, non c'è traccia di tutto questo, non si procede ad operazioni di revoca, che, in qualche caso, sono anche benefiche, perché è giusto che chi prende l'impegno, entro un anno, sei mesi, un anno e mezzo quelli che sono i termini dell'assegnazione, deve agire, ma lì sarebbe un'altra cosa e qui non ci troviamo di fronte a questo.
Andiamo avanti, salto il settore della comunicazione per esaminare la direzione opere pubbliche. Si dice che, genericamente, la direzione bilancio ha informato e richiesto di verificare i residui passivi, la somma viene reimpegnata nel 2007.
Assessore, non è necessario che prosegua nel ripetere quanto messo in atto. A mio avviso, è stata compiuta un'operazione di dubbia legittimità che fa sì che a carico del bilancio 2007, o 2008, o 2009, ci sia uno stock di pagamenti già previsti da effettuare, ma non registrati da alcuna parte perché non sono residui perenti che vanno nel conto dei perenti, non sono dichiarati tali, sono economie che io chiamerei fittizie, che dovranno essere pagate nella competenza degli anni successivi, prevalentemente nel 2007.
Un'ultima questione in riferimento alla direzione commercio. Nella premessa della determina si riferisce di una richiesta avanzata addirittura da quattro Assessori (Bresso, Peveraro, Bairati e Caracciolo) per procedere con urgenza ad una ricognizione...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



CAVALLERA Ugo

Dicevo, per procedere con urgenza ad una ricognizione di residui passivi e alla formulazione di una proposta di riduzione di circa il 20%.
Si fa il calcolo del 20%, si determinano le cifre, si eliminano 450 mila euro, rispetto ai quali è possibile ipotizzare, presumibilmente e ragionevolmente, il verificarsi di economie di spesa, inoltre revoca 5,6 milioni per il fondo rotativo assegnati.
Intanto non condivido il modo di procedere del rendiconto 2006, per credo si debba ritornare ad un percorso molto più lineare e a regole ben precise, per non trovarci di fronte ad una gestione e a dei consuntivi a fisarmonica, che credo non facciano gli interessi di nessuno, né della Giunta, né del Consiglio, né della Regione. È opportuno basarsi sui dati certi e veri, a fronte dei quali si devono assumere i provvedimenti necessari.
Proseguirò successivamente.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 1.



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Gli uffici mi comunicano che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che si dovrebbe riportare il dibattito sul consuntivo non tanto alle sottolineature delle questioni che prima illustravo, che sono ovviamente importanti, quanto al fatto che il consuntivo dovrebbe interessare maggiormente i colleghi Consiglieri in ordine a quelli che sono anche i risultati politici e amministrativi raggiunti dall'Amministrazione.
Nel momento in cui abbiamo dei residui, riscontriamo certamente una difficoltà a realizzare le entrate o ad effettuare eventuali pagamenti vale a dire a portare in porto gli interventi. Questo aspetto, ovviamente non riguarda solo la Regione, ma tutti i soggetti beneficiari, siano essi gli Enti pubblici o i soggetti privati.
Quando si parla, però, di economie, di previsioni di entrate o di previsioni di spesa, è chiaro che dobbiamo chiederci come mai una serie di stanziamenti che, stante le regole che presiedono alla comunicazione esterna dei lavori della Giunta e del Consiglio, a suo tempo si erano tradotti, trionfalisticamente, in "La Regione ha stanziato 'tot' per questo", "La Regione ha stanziato 'tot' per quell'altro", alla fine, una buona parte di essi, non sono andati in porto. Addirittura, come si legge dalla disanima degli appunti che abbiamo sui provvedimenti delle singole Direzioni, in qualche caso si afferma che è mancato l'input politico, in altri casi che il ritardo di approvazione del bilancio non ha consentito di attivare i programmi, eccetera eccetera.
Questa, a mio avviso, è la questione che dovrebbe essere maggiormente sottolineata in sede di consuntivo. Pertanto, dovrebbero essere presenti tutti gli Assessori.
Se adesso volessi fare delle osservazioni in ordine alle risorse idriche, ad esempio, l'Assessore competente è assente (a meno che l'Assessore Peveraro, in qualche modo, assuma tutte le competenze riguardanti la sfera solida, liquida e gassosa dell'orbe terracqueo e quindi possa intervenire anche su questo).
Badate che quando vengono azzerati 23 milioni a livello di risorse idriche, conoscendo la difficoltà a stanziare dei fondi, conoscendo le attese da parte dei Comuni (anche quelli più piccoli) di avere a volte 100 o 200 mila euro per poter eseguire magari il completamento della fogna piuttosto che dell'acquedotto, devo dire che mi preoccupo. Adesso non sono in grado di avere l'interlocuzione, però qui leggo che si riduce lo stanziamento del 2006 previsto per le opere idriche connesse alle Olimpiadi (quindi, a maggior ragione, erano stati previsti dei fondi per le zone olimpiche) e bellamente si dà atto che queste non sono state realizzate e si vedrà in un secondo tempo. Qui si precisa: "...senza che venga con ci pregiudicata la validità giuridica dell'obbligazione stessa, in quanto la somma occorrente per far fronte agli investimenti programmati verrà stanziata in futuro esercizio". Allora, qui, mi sorge anche un dubbio: questi fondi per le Olimpiadi da dove arrivano? Donde provengono? Sono fondi integrativi della Regione oppure sono fondi dello Stato che, a piene mani, aveva assegnato alla Regione per realizzare le infrastrutture? Sono altri dubbi che in questa sede non possiamo in qualche modo dissipare.
Saltando al punto successivo, riscontriamo, per esempio, in materia di edilizia, una riduzione di 788 mila euro, con riduzione di impegni addirittura del 2004 e con economie di due milioni che riguardano un impegno del novembre 2006.
Ricordiamoci, signori, che c'è il famoso Piano dei 10.000 alloggi tanto caro all'Assessore Conti: come mai non è stato realizzato? In qualche caso, si irrideva o si criticava il comportamento dei predecessori che, in materia di edilizia, anziché lasciare dei buchi, hanno lasciato delle sopravvenienze attive, tant'è che quello costituisce la base per il nuovo programma. Però anche la nuova Amministrazione non è che sia riuscita a riorientare in modo completamento esaustivo l'utilizzo delle risorse disponibili.
Per concludere il mio intervento su questo articolo, farei un'osservazione riguardante i fondi del 2005 per il dissesto idrogeologico cioè i Programmi di sistemazione idraulica e idrogeologico-forestale approvati nel 2005 e nel 2006.
Nella determina si dice che attualmente sono corso e si provvedere con le risorse che saranno richieste a tale scopo nel prossimo esercizio.
Fino a prova contraria, gli stanziamenti del bilancio negli esercizi futuri li farà il Consiglio, su proposta della Giunta: qui si lascia intendere che vi sia una flessibilità massima; per cui, dall'esame di questi documenti, traggo anche la conclusione che il fatto di aver stanziato nel nostro bilancio delle cifre, non assicura minimamente che le stesse si traducano in interventi o in finanziamenti effettivi.
Se sono vere le affermazioni che la collega Cotto ha ascoltato in sede milanese (o tratto da resoconti milanesi), richiedono, anche in sede torinese, un più incisivo intervento dell'Assessore Peveraro per far sì che ci sia la certezza e la garanzia per il Consiglio che nel momento in cui partecipa alla discussione di una cifra di bilancio, magari accapigliandosi su un emendamento, trattandolo e discutendolo con la Giunta o con gli Assessori competenti, poi alla fine si possa effettivamente tradurre in pratica, perché a fronte di quelle cifre i Comuni e i cittadini piemontesi hanno delle attese che tutti ovviamente ben comprendiamo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Vedendo solo il titolo dell'articolo 3, "Residui attivi e residui passivi", voglio esprimere una preoccupazione all'Assessore Peveraro sia a quello di Torino che a quello di Milano, perché sono certa che lui impedirà che i 250 mila euro che con molta fatica durante l'approvazione del bilancio siamo riusciti a togliere all'Assessorato alle pari opportunità per creare un fondo per la tutela legale delle donne vittime di violenza vengano spesi ed impegnati. Non sappiamo da quale Assessorato, c'è una legge presentata a prima firma della collega Spinosa, che è in itinere.
Però, indipendentemente dalla legge, abbiamo voluto rispondere con un emendamento alle richieste di associazioni femminili del territorio, che ci dicevano: "Per constatare la violenza alle donne, un primo passo per la prevenzione è quello di far sì che le donne abbiano il coraggio di denunciare chi fa loro del male".
Quindi, tutti d'accordo, sia le donne Consigliere che gli uomini Consiglieri abbiamo approvato quell'emendamento ed istituito un fondo di 250 mila euro. Sono passati tre mesi ed io ogni tanto lo dico in Commissione, lo dico in Consiglio, ma non ricevo nessuna risposta.
Questo non mi sta bene e non vorrei un domani trovare una revoca per questi soldi. Mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza che si troveranno al 6 luglio: oltre a pensare agli anziani, pensate anche alle donne vittime di violenza. Non basta fare dichiarazioni, non basta essere di sinistra...



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, collega Cotto. Colleghi, abbiate pazienza, siamo in un dibattito su un documento che ha qualche elemento di delicatezza e vi pregherei di essere così cortesi, se non siete interessati, a consentire gli interventi.



COTTO Mariangela

Stavo dicendo che non basta fare dichiarazioni, non basta essere di sinistra, perché si è credibili per quello che si fa e non tanto per quello che si dice.
E no, come minoranza, siamo abbastanza stanchi di vedere approvati degli emendamenti che magari possono anche fare parte di un accordo per l'approvazione del bilancio e poi questi soldi non vederli impegnati.
Scusate se ci sentiamo presi in giro, scusate se parliamo di mancanza di rispetto, però riflettete.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Questo intervento è solo per ribadire - l'ho già fatto direttamente anche con l'Assessore - la mia valutazione. I numeri, che non ammettono varie interpretazioni, fanno rilevare che i residui comunque complessivamente nel corso dell'anno, dato che si fotografano al 31 dicembre 2005 e poi si fotografano al 31 dicembre 2006, sono senz'altro aumentati.
Noi abbiamo uno stanziamento di 4 miliardi e 187 milioni all'1/1/2006 e abbiamo quattro miliardi e 402 milioni al 31/12/2006; quindi, abbiamo un incremento di 200 mila euro. Per quanto riguarda i residui passivi ancora di più perché da tre milioni 869, che era l'ammontare totale dei residui sulla base del rendiconto 2005, al termine delle operazioni di accertamento per quanto riguarda il 2006, andiamo a 4 miliardi e 524. Quindi, qui abbiamo circa 650 milioni di euro in più.
Indubbiamente questo deriva dalle difficoltà che ci sono di pagare...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Cavallera. Colleghi, per cortesia, pregherei i colleghi in piedi ai margini dell'aula o di accomodarsi nei banchi o di allontanarsi per consentire per lo meno lo svolgersi degli interventi.



CAVALLERA Ugo

Indubbiamente, nel corso del 2007 si sono fatte delle riscossioni sui residui attivi e dei pagamenti sui pregressi residui passivi. Però la componente della competenza determina una somma che complessivamente a fine anno è superiore alla somma determinata nell'esercizio precedente.
Questo a mio avviso deve preoccupare, perché se andiamo avanti così alla fine continuiamo a registrare una grossa difficoltà di gestione del bilancio, con tutte le lamentele che poi ciascuno di noi ha.
Credo sia giusto riportare in questa sede perché il sistema Piemonte sia esso quello degli Enti locali, degli enti pubblici sia esso quello dei privati che partecipano ai finanziamenti legittimamente previsti dalla Regione o erogati tramite la Regione, avrà grosse difficoltà.
Quindi, mi auguro che l'Assessore possa essere in grado nel 2007 di far sì che non solo possano essere pagati tutti questi quattro miliardi e 524 milioni dei residui 2006, ma addirittura non abbiano a determinarsi, se non in minima parte, ulteriori residui provenienti dall'esercizio 2007. Questo anche grazie al mitico finanziamento di 1,8 miliardi di euro di cui si è trattato prima e che dovrebbe aver portato un giovamento alle finanze regionali.
Devo anche dire che, tesoretto o non tesoretto, le entrate fiscali dello Stato vanno bene (lo leggiamo tutti i giorni sul giornale). I Presidenti delle Regioni italiane, oltre a svolgere diversi meeting per fare delle macroregioni di vicinato, dovrebbero impegnarsi molto di più nei confronti dello Stato per avere questi pagamenti. Non è più questione di avere maggiori stanziamenti, in una competizione fra Regioni vincerà quella che più di altre saprà contenere anche le spese, ma saprà attivare un sistema in base al quale, nel giro di poco tempo, quando ci sono le contabilità finali, riesce a trasferire le risorse. Diversamente anche noi verremo sempre più allineati a quelle Regioni che, invece, non godono di buona stampa a livello nazionale. Questo al di là di quello che può essere il rating che ci viene accordato a livello internazionale a fronte dell'emissione di prestiti a favore della nostra Regione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Solo per far presente che non possiamo votare favorevolmente questo rendiconto. Quando si legge in una determina che "indicazioni impartite dalla Giunta regionale nella seduta del 27 aprile..." spiegando che "relativamente ad alcuni soggetti individuati nei suddetti atti l'obbligazione di pagamento si realizzerà nell'anno 2007" per cui si spostano i pagamenti al 2007, ci troviamo di fronte ad una situazione che non può essere assolutamente condivisa. A meno che non si voglia redigere un bilancio di cassa e non di competenza, come invece le norme lo devono richiedere. C'è una confusione totale tra cassa e competenza, si avvia, da parte della Giunta, una fase di slalom che non porterà lontano. Queste soluzioni hanno il fiato corto, possono consentire, in un esercizio o due di trovare qualche soluzione posticcia, ma è opportuno ricapitolare il comportamento dei singoli soggetti autorizzati ad imputare le spese e a gestire le spese sul bilancio regionale. Fatto che, a mio avviso, deve essere ricondotto ad una maggiore regolarità.
Se andava fatta qualche operazione, questa andava fatta in sede di assestamento del 2006, ma l'assestamento l'abbiamo discusso parecchio tempo fa, l'abbiamo approvato verso novembre. Ora per allora si agisce in un determinato modo, ma noi sappiamo che si può intervenire, in sede di consuntivo, solo per fatti oggettivi e non nell'esercizio di un'attività discrezionale di gestione del bilancio che non è consentita fuori tempo massimo. Un'ulteriore ragione in base alla quale noi rafforziamo la nostra convinzione di votare contro, ma potremmo andare avanti. Un altro esempio è nel campo della cultura dove si riduce l'impegno e si pensa di reimpegnare questa partita nel 2007. Sono curioso, quando arriveremo all'assestamento del 2007 avendo tutta questa documentazione, di verificare come queste spese possono o meno essere state reimpostate a nuovo, a carico del 2007 o prenotate in conto 2008-2009.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICHETTO FRATIN



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Credo che in questa sede non si possa che riassumere gli argomenti che abbiamo esposto durante la discussione sui singoli articoli.
Ci troviamo di fronte ad un rendiconto che in qualche modo costituisce una manovra finanziaria tesa soprattutto a salvare i 231 milioni di euro come ricordava l'Assessore, di avanzo di amministrazione applicato al bilancio 2007. Per raggiungere questo obiettivo, dovendo accertare minori entrate per quanto riguarda alcune addizionali, alcune partite fiscali o parafiscali, ovviamente, è stato necessario, per salvaguardare il saldo contabile, andare a ridurre gli impegni su determinate spese, come prima abbiamo cercato di sottolineare.
un'operazione che, ovviamente, la Giunta voleva compiere sotto traccia. Il nostro compito è stato quello di evidenziare, all'Aula e a tutti i colleghi, qual è lo stato di finanza regionale, soprattutto in una fase, quale questa, nella quale l'approvazione del rendiconto costituisce atto tale da consentire alla Giunta di presentare l'assestamento del bilancio 2007. In quella sede, in termini di continuità, perché voi capite che la gestione finanziaria è comunque un continuo, avremo modo di rilevare tutta una serie di incongruenze.
Certamente il caso ha fatto sì che andassimo a leggere le varie determine nelle diverse direzioni e qui se ne leggono un po' di tutti i colori. Non mi riferisco ai colori politici, ma alla fantasia e al lessico che ciascuno membro di queste direzioni ha utilizzato per giustificare operazioni che comunque sottendono ad una direttiva precisa della Giunta che ha compiuto una determinata scelta. Se si fosse seguita la strada maestra, non si andava a determinare un avanzo inferiore, il che avrebbe comportato la necessità di agire in modo più incisivo e più drastico in sede di assestamento di bilancio 2007. In quella sede avremo modo comunque di confrontarci e di andare a determinare alcune cose.
Quindi, diciamo che, per quanto riguarda i residui e per quanto riguarda il passaggio in determinate cifre e in determinati stanziamenti abbiamo dei forti dubbi. Non li condividiamo, proprio come scelta di modus operandi da parte dell'Amministrazione. Per questa ragione, e non solo per le note e ragioni politiche che contraddistinguono il rapporto di maggioranza e opposizione, per cui si sa che di norma si vota contro determinate provvedimenti come, appunto, il consuntivo, che abbiamo visto non essere un puro atto contabile, ma un atto caricato di significati politici e che sottende precise scelte che, in questo caso l'Amministrazione ha fatto, siamo contrari.
Ci auguriamo di essere stati in grado di mettere adeguatamente in risalto scelte sbagliate, in modo tale che se ne renda conto chiunque, pur trattandosi di materie difficili da comprendere anche per chi da parecchi anni si cimenta in questi banchi su questi documenti, ma è giusto che i cittadini sappiano che la situazione comunque è critica e andrà seguita in sede di consuntivo e in sede di bilancio per i prossimi anni.
A questo punto, per tutte queste ragioni, ovviamente, pur dando atto all'Assessore di aver fatto del suo meglio, dal suo punto di vista, il nostro voto non può che essere un voto convintamente contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Preannuncio, anche per il mio Gruppo, il voto negativo a questo rendiconto generale per l'anno 2006, perché in effetti, pur dando atto all'Assessore di aver sempre tentato di spiegare le dinamiche finanziarie che hanno condotto a questi risultati, a noi risultano oscuri certi passaggi su come questi accantonamenti, per esempio in funzione dello swap saranno in qualche modo inseribili nei provvedimenti annuali per fare in modo che si registrino queste cifre.
Ci saranno dei tecnicismi di bilancio che dovranno essere perfezionati nella loro attuazione, ma anche, così come è stato ben spiegato nell'intervento del collega Cavallera, per le molteplici azioni che vediamo fortemente orientate ad una finanza creativa. A questo proposito, abbiamo sempre detto che non è un difetto, anzi può essere una virtù quella di creare sistemi di finanza creativa, intelligente, controllabile ed efficace. Invece, abbiamo visto poca attività nell'implementazione dell'attività pubblica-privata, in particolare a risorse finanziarie aggiuntive con ricorso al leasing immobiliare, alla valorizzazione del patrimonio, al project financing, cioè ad altre forme importanti che potrebbero essere inserite attivamente in un esercizio finanziario di una Regione. Credo che altre Regioni siano più avanti in questo. Noi, oggi forse, siamo più avanti nell'avventurarci in un reperimento delle risorse che è probabilmente sposta un po' in là alcuni problemi. Mettiamo un po' di polvere sotto il tappeto, andiamo avanti, però poi dobbiamo vedere come affrontare veramente i nodi strutturali, quelle che saranno le esigenze dei prossimi anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Cosa posso dire? Bravo, Assessore.
Ha ragione il collega Cavallera. Dalle argomentazioni giuste del collega non ho che da trarre conclusioni che riguardano l'Assessore.
L'Assessore Peveraro ha fatto un bel lavoro, lo approvo, ma non approvo l'utilizzo che farà la Giunta dei soldi che l'Assessore ha messo a disposizione. Se per caso una fetta di questi soldi andasse ad assicurare interventi veri per i nostri concittadini, per esempio sulla sicurezza, o su altre cose su cui spingiamo, lo approveremmo. Se il declino inarrestabile della montagna fosse fermato da interventi che vengono fatti (adesso non c'è l'Assessore Sibille), evidentemente, non a sufficienza perché il declino e il calo di presenze continua, è un dato matematico sarebbe molto meglio. Se il denaro fosse utilizzato dalla Giunta nel modo che noi riteniamo utile, saremmo entusiasticamente - almeno io - a favore perché potrei dire che avete avuto abilità. Se l'abilità viene messa al servizio degli utilizzi che farà la Giunta - mi consenta, Assessore - pur avendo la mia approvazione sul lato tecnico, il mio voto è contrario stante l'utilizzo che verrà fatto di queste risorse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, che interviene in dissenso dal suo Gruppo.



BURZI Angelo

Devo ben trovare il modo in quest'aula non democratica di potermi esprimere; quindi, poiché immagino che il mio Gruppo, ampiamente ed in maniera motivata, voterà in senso contrario, io non parteciperò, perch l'astensione è fin poco per esprimere il dissenso rispetto a questo consuntivo.
Tuttavia, ci tenevo a lasciare alcuni elementi che serviranno per le prossime fasi, perché immagino che - prima o poi - la Giunta ci proporrà un assestamento, peraltro in ritardo - non inusuale - rispetto a quanto la legge prevede: se non sbaglio, la data prevista per l'assestamento e il DPEFR è il 30 giugno, ma non è su questo che discuteremo.
Sono anche in dissenso sulla parte tecnica, perché, Assessore, lei non è il direttore finanziario di una S.p.A. che ristruttura il debito. Lei è Vicepresidente, Assessore al bilancio di questa Giunta, il cui mandato scadrà nel 2010. Poi, potrà essere rinnovato, se e nella misura in cui la democrazia in ciò si esprimerà.
Per cui le chiedo (non risponda adesso, avremo tempo di discuterne in I Commissione): di quanto si sono ridotti gli oneri passivi di sua competenza, cioè di competenza dell'Assessorato, grazie a questa manovra? Prima domanda.
Di quanto sono aumentati gli oneri passivi negli anni successivi in funzione della rinegoziazione dei cinque-sei-sette mutui a cui lei ha accennato? Terza domanda: da quando agiscono gli swap, in modo che le poste di ammortamento siano evidenziate nell'ambito delle idonee situazioni di bilancio? Quarta domanda: rispetto al miliardo e ottocento mila euro negoziati in BOR, di cui un miliardo dedicato agli investimenti, quali sono le linee di investimento che finora la Giunta ha definito? Di quanto sta aumentando la capacità di questa Giunta di rendere liquidi il Piano di investimento che ha? Glielo anticipo: di nulla, perché il monitoraggio del bilancio è a disposizione di tutti i Consiglieri; se vuole, domani mattina in I Commissione potremo esaminarli, qualora lei abbia il tempo.
Quindi, lei ha anticipato dei fondi di cassa. Credo che il suo stato di salute non consenta di esaminarlo oggi pomeriggio; pertanto, lo rimanderei ad un'altra occasione: voglio essere certo che qualora la sua ernia iatale peggiori, questo non sia in nessun modo dovuto a me. Ma avremo tempo già a partire dall'assestamento.
Lei ha anticipato dei fondi, dei quali non tutti erano in condizioni migliorative: i dati che le ho chiesto, quando saranno resi disponibili a tutti i Consiglieri in I Commissione, lo renderanno evidente.
Rispetto al monitoraggio al 31/12/2006 di cui stiamo discutendo, la capacità di questa Giunta di rendere liquidi il piano e gli investimenti non è aumentata di un millimetro, cosa che invece dovrebbe essere la vocazione principale di una ristrutturazione del debito in un ente pubblico (e non in un ente privato, perché qui stiamo parlando di un ente pubblico).
Non vediamo il Piano degli investimenti. Lei stesso, parlando lateralmente della delibera di indirizzo sanitario di quasi quattro miliardi, non ha mai detto che una parte di questi fondi sarebbero stati indirizzati a ciò, o se lo ha detto mi sono distratto; ad ogni modo, se vuole affermarlo adesso, ne prenderò buona nota. Risulterebbe che già adesso la capacità finanziaria dell'ente è di nuovo critica. Credo dunque che, quanto prima, nuove soluzioni dovranno essere proposte in termini di disponibilità di risorse; certamente, avremo modo di parlarne in occasione della discussione sull'assestamento e il prossimo bilancio.
A proposito della manovra dei residui attivi e passivi, mi pare che gli interventi del collega Pichetto e soprattutto del collega Cavallera abbiano evidenziato una serie di segnali, che dovrebbero attirare l'attenzione sia della Giunta che dei colleghi Consiglieri di maggioranza. Ove ciò venisse dimenticato, sarà compito nostro, al momento opportuno, riproporre il tema sia in sede di redazione di bilancio preventivo 2008 che di consuntivo 2007.
Per concludere, il bilancio, secondo me, è largamente insufficiente nel merito e, in maggior misura, nel merito politico. Il fatto che molte Regioni non lo abbiano fatto è perché, in molte Regioni, non soltanto di centrodestra, si ha un certo rispetto per quelli che verranno; rispetto che in questa Regione, e non soltanto in questo caso, mi sembra latiti. Ma avremo modo di tornare sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, oggi stiamo parlando del rendiconto finanziario quindi si poteva anche arrivare a questo punto con un monitoraggio, visto che non parliamo ancora di assestamento, ma parliamo di cifre e di rendicontazione.
Volevo chiedere a che punto siamo con la società consortile TNE, quindi FIAT e tutto il mondo FIAT, all'Assessore Peveraro, al Vicepresidente, in mancanza...
Nella legge avevamo previsto un monitoraggio, in modo da avere delle risposte; oggi, invece, leggiamo sui giornali - più che leggere, vediamo in televisione, sui giornali, un po' dappertutto, vero, Consigliere Robotti? che c'è questo lancio mondiale della FIAT a Torino. Lo vede anche lei...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Robotti)



SCANDEREBECH Deodato

Voi che siete i difensori del diritto al lavoro!



PRESIDENTE

Per cortesia!



SCANDEREBECH Deodato

Chiedo a lei, Presidente: c'è stata una contropartita anche per ciò che riguarda gli eventi mondani e tutto quello che sta accadendo qui a Torino?Avete avuto degli inviti? Mi rivolgo a lei, Vicepresidente: quanti inviti ha ricevuto la Presidente Bresso per la manifestazione mondiale? So che il Sindaco Chiamparino ne ha ricevuti da 300 a 500. Non so se la Presidente Bresso ha dato a voi quelli che ha ricevuto, cari colleghi. Però, dal momento che ci siamo attivati tutti e quel famoso disegno di legge è stato votato da tutti all'unanimità... Questo perché a noi non interessa tanto la mondanità Presidente dell'Assemblea e Vicepresidente della Giunta; non ci interessa tanto sapere cosa succede domani sera, ma vorremmo capire cosa sta succedendo qui in Piemonte e nel mondo del lavoro.
vero, Consigliere Dalmasso? A noi interessa capire, dal momento che siamo le persone preposte a votare i disegni di legge.
C'è qualcuno di voi che è a conoscenza - per esempio lei Vicepresidente Peveraro - di quanti inviti ha ricevuto la Presidente Bresso come contropartita? Ripeto: il Sindaco Chiamparino ne ha ricevuti da 300 a 500. È vero o no? Però non li ha dati a nessuno dei Consiglieri comunali questo lo so perché lì c'è mia figlia. Al contrario, tutti i Capigruppo del Comune hanno ricevuto l'invito dall'organizzazione. Infatti, il collega Buquicchio ce lo può confermare.
Detto questo, visto che parliamo di consuntivi, come stanno le cose? Io non ho problemi a vedere lo spettacolo da casa mia; non ho bisogno di andare nella tribuna in mezzo a tutti i vip, anche perché non ho l'abito adatto. Però mi interessa capire i numeri. Il Sindaco Chiamparino ha ricevuto da 300 a 500 inviti: visto che stiamo parlando di numeri e di una manifestazione, ci interessa capire se la Cinquecento avrà un successo ed una ricaduta sul territorio.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, un attimo...



SCANDEREBECH Deodato

Termino. Presidente, mi rivolgo a lei che rappresenta l'Assemblea.
Abbiamo il diritto, noi poveri Consiglieri regionali, di assistere ad un evento importante per la ricaduta sul territorio? Non lo dico per la mondanità, perché non ce ne frega niente! Noi che abbiamo votato, assumendoci le nostre responsabilità e accollandoci degli impegni, per sapere che cosa succede nell'indotto e sul nostro territorio, possiamo avere l'onore - non dico la "riconoscenza" perché su questa terra, a maggior ragione in politica, la riconoscenza non si sa cosa sia - o il diritto, sia in qualità di cittadini piemontesi, che di Consiglieri regionali, di andare a capire - non a vedere - se ci sarà uno sviluppo o un ritorno sul territorio? Perché poi, quando parliamo delle leggi, come facciamo? Non si pu leggere a memoria! Non tutti sono costituzionalisti, quindi bisogna coniugare i congiuntivi, i verbi e i pronomi - e chi vi sta parlando fa fatica! - con quella che è la realtà: capite che non è facile votare leggi così importanti.
Soprattutto, abbiamo un Presidente che ha ricevuto 200 o 300 biglietti, ma non sono stati consegnati ai Consiglieri regionale. È grave! Qui non stiamo parlando di interrogazioni o di interpellanze; stiamo parlando di mancanza di rispetto nei confronti dei Consiglieri regionali.
Voi ridete: prendetemi pure in giro, come se avessi detto qualcosa di superficiale. Però, quando dovremo votare delle leggi così importanti come quelle che abbiamo votato in passato relativamente alla TNE, è importante essere presenti per capire che cosa si vota.
Assessore Peveraro, ci vuole raccontare qualcosa su questo? Ci vuole dare qualche risposta? Non sto chiedendo dei soldi, ma sto chiedendo qualche risposta in merito a quanto sta accadendo a Torino e nel mondo della politica.



PRESIDENTE

Presidente Scanderebech, non ha espresso il voto del suo Gruppo durante la dichiarazione di voto, però è stato certamente un intervento forte e appassionato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'intero testo di legge per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Esame disegno di legge n. 421 inerente a "Riorganizzazione societaria dell'Istituto Finanziario Regionale Piemontese e costituzione della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A."


PRESIDENTE

Procediamo all'esame del disegno di legge n. 421, di cui al punto 4) all'o.d.g..
La parola al relatore, Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Relatore

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge n. 421 è l'esito finale di un processo di riforma che riguarda la finanziaria regionale, che si è avviato, a livello legislativo nostro, nella finanziaria del 2006 e nella legge di assestamento del bilancio 2006, dove vi è stata una sua parziale anticipazione, che ha tracciato, in gran parte, le linee su cui si muove il disegno di legge n. 421.
Il disegno di legge trova anche una sua motivazione nel mutamento del contesto normativo e legislativo a livello nazionale, sia per quanto riguarda il diritto societario, sia per le conseguenze relative al decreto Bersani, convertito dalla legge n. 248 del 2006, che ha reso impraticabile il mantenimento della situazione in atto. Inoltre, dalla necessità di disporre di alcune disposizione di adeguamento rispetto ad alcune disposizioni contenute nella legge finanziaria nazionale del 2007, dove l'articolo 1, comma 729 della legge n. 296 del 2006, affronta la materia della riduzione della composizione del Consiglio di Amministrazione.
Vi è anche un'altra ragione all'origine del disegno di legge n. 421: Finpiemonte è la finanziaria regionale disciplinata da una legge istitutiva del 1976, che in parte mantiene ancora oggi una sua validità, laddove soprattutto intravedeva - e intravediamo ancora oggi nel disegno di legge la necessità, su alcuni interventi strategici per lo sviluppo economico della nostra Regione, di coniugare l'iniziativa pubblica con l'iniziativa privata del mondo dell'impresa e del mondo della finanza.
In parte, ancora oggi la motivazione finale mantiene la sua attualità sia pure in un contesto economico e sociale della nostra Regione rispetto al quale è necessario anche un riorientamento della missione strategica e del ruolo della finanziaria regionale. La finanziaria regionale nel corso degli anni passati ha svolto importanti interventi, e ha favorito l'insediamento produttivo soprattutto attraverso politiche di realizzazione di aree industriali e artigianali, disseminate all'interno del nostro territorio, nonché importanti operazioni sul piano della riqualificazione urbana.
Ma oggi la nostra economia, e soprattutto la strategia di sviluppo economico della nostra Regione, guardano a nuovi scenari, al tema dello sviluppo della ricerca, al tema delle energie rinnovabili, al tema della logistica: è a questi scenari che occorre anche fare riferimento nel momento in cui abbiamo la necessità di dover operare un mutamento del ruolo e della funzione della finanziaria regionale.
Il disegno di legge definisce, sostanzialmente, gli scopi, gli oggetti e le finalità della Finpiemonte S.p.A., società interamente a capitale pubblico e a prevalente partecipazione regionale, che opererà come agenzia di sviluppo regionale, come soggetto per la gestione e l'attuazione delle leggi regionali e opererà anche nel tema della ricerca e dell'innovazione tecnologica sulla base delle indicazioni che sono contenute all'interno dei documenti di programmazione economica finanziaria. Così come il disegno di legge definisce il ruolo e l'oggetto sociale della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., società deputata a mantenere intatto il significato positivo dell'incontro tra il pubblico e il privato, cioè tra il mondo dell'amministrazione pubblica e il mondo delle imprese, della finanza e degli istituti bancari, per favorire la concreta realizzazione di progetti sulla base di strategie di sviluppo derivanti dai documenti di programmazione economica e finanziaria.
Per ciascuna di queste due società, il disegno di legge definisce gli oggetti sociali, le composizioni del Consiglio di Amministrazione, in coerenza con le disposizioni contenute all'interno della legge finanziaria statale.
Il disegno di legge definisce anche le modalità di ricapitalizzazione di Finpiemonte S.p.A., soprattutto attraverso la possibilità di operare interventi di ricapitalizzazione della stessa fino ad un importo massimo di 9 milioni e 37 mila euro anche attraverso il trasferimento di crediti in essere a valere sui fondi di investimento del Piemonte entro il 31 dicembre 2008.
un'operazione essenziale per poter consentire alla Finpiemonte S.p.A.
di poter procedere alla ricapitalizzazione soprattutto delle società operanti nel settore dei parchi tecnologici che sono oggi quanto mai necessitanti di adeguamenti e di soluzioni rispetto ad una cronica situazione di sottocapitalizzazione.
Il disegno di legge definisce anche le modalità di amministrazione e di controllo di Finpiemonte S.p.A. e di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.
facendo attenzione a garantire rispetto alla Finpiemonte Spa quel controllo richiesto dalla legge nazionale, in modo tale da poterla considerare a tutti gli effetti società in house.
Viene inserita anche la norma attraverso la quale si provvede al trasferimento alla Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. delle proprietà e delle partecipazioni detenute direttamente dalla Regione, al fine anche di consentire un processo di razionalizzazione delle partecipazioni che in gran parte oggi vedono l'intervento di soggetti diversi anche su società analoghe sia da parte dell'Amministrazione regionale sia da parte della finanziaria.
un'operazione anche necessaria, al fine anche di consentire alla Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. una razionalizzazione del proprio portafoglio di partecipazione e di poter proseguire per le politiche di alleggerimento delle partecipazioni e di razionalizzazione delle stesse che sono state avviate all'interno di quest'anno di attività.
Vi è anche la previsione di una disposizione transitoria, che prevede che nella fase transitoria, da qui alla convocazione e all'approvazione da parte delle assemblee straordinarie delle norme statutarie in attuazione dei principi contenuti all'interno del presente disegno di legge, possa essere derogata ad una norma contenuta nella legge regionale del 1995, la n. 39, e quindi consentire che vi sia un'omogeneità negli organi di Amministrazione tra la Finpiemonte S.p.A. e la Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., in attesa dell'approvazione di Statuti che dovranno determinare la decadenza degli organi di amministrazione e, conseguentemente l'istituzione e l'elezione dei nuovi organi di amministrazione sulla base della disciplina contenuta all'interno del presente disegno di legge.
Voglio riprendere un particolare dei dibattiti di questo Consiglio regionale dei mesi scorsi; ho fatto riferimento a disposizioni legislative approvate da quest'Aula, in modo particolare la legge finanziaria del 2006 e la legge di assestamento del bilancio 2006, come leggi che hanno in parte anticipato ed avviato un processo di scissione, che poi viene definitivamente disciplinato per quanto riguarda i ruoli, gli oggetti e le finalità delle due società con il presente disegno di legge.
Ma nei mesi scorsi questo Consiglio regionale e quest'Aula hanno vissuto un importante dibattito rispetto ad un impegno contenuto nella legge di assestamento del 2006, che è stato anticipatore nel cercare di raccogliere gli elementi di novità che devono ispirare il ruolo e le attività delle finanziarie regionali, ma anche nel cercare di mantenere e di conservare la preziosa esperienza che in questi anni ha rappresentato la finanziaria regionale. E, soprattutto, di cercare di mantenere inalterata in un'inevitabile operazione di scissione societaria il rapporto che è andato a costruirsi e che deve essere elemento da privilegiare fortemente e da valorizzare nei prossimi anni tra pubblico e privato all'interno della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.
Non ci nascondiamo, e questa è l'ultima annotazione a cui voglio fare riferimento nella relazione a questo disegno di legge, le difficoltà che certamente Finpiemonte Partecipazioni Spa incontrerà nei prossimi mesi e nei prossimi anni; una finanziaria regionale che dovrà congruamente pareggiare i propri conti economici unicamente con i proventi dei risultati delle società dalla stessa controllata.
una finanziaria regionale che va incontro sicuramente a momenti di difficoltà, che dovranno essere attentamente e seriamente sostenuti da questa Amministrazione regionale, perché la conseguenza di questo disegno di legge non è quella di sopprimere l'elemento fondante della legge istitutiva di Finpiemonte, cioè il momento di incontro fra pubblico e privato, ma certamente l'orientamento e lo scopo di questo disegno di legge non è solamente quello di disciplinare sotto il profilo legislativo le due società, ma anche di avviare una fase nella quale la finanziaria regionale e le finanziarie a partecipazione regionale possano essere all'altezza dei compiti che le nuove strategie di sviluppo della Regione alle stesse affidano. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Non ho molto da aggiungere alla dettagliata relazione del Consigliere Reschigna, se non ripercorrere un attimo quelli che sono stati gli elementi fondamentali delle decisioni assunte che si riflettono nel disegno di legge che viene portato alla vostra attenzione e anche le caratteristiche delle due società che nasceranno dalla scissione stessa.
I Consiglieri ricorderanno di fatto che l'avvio e la scelta strategica di affidare ad una società in house la gestione dei fondi regionali nasce addirittura nella legge finanziaria del 2006 che prevedeva, anche rispondendo a quelle che erano delle raccomandazioni delle Comunità Europea, la possibilità di affidare direttamente tali attività solo ad un soggetto posseduto interamente dall'ente pubblico.
L'assestamento 2006 successivamente aveva in qualche modo definito una strada che rispondeva alle esigenze poc'anzi rappresentate e già indicate nella legge finanziaria del 2006, ma nello stesso tempo prevedeva l'utilizzo della nostra finanziaria della Finpiemonte S.p.A. quale strumento da destinare a questa attività in house.
La scelta di operare la scissione all'interno di Finpiemonte S.p.A.
rispondeva sostanzialmente a due esigenze: da una parte rispondeva all'esigenza di aggiornare una legge indubbiamente ormai datata; infatti la legge n. 8 istitutiva della Finpiemonte è del 1976; dall'altra parte, oltre a quello di rispondere all'esigenza di creare una società totalmente posseduta dall'ente pubblico, rispondeva anche all'esigenza di distinguere le tre anime tra loro molti diverse e, per certi versi, anche non sempre compatibili che convivevano e che convivono a tutt'oggi nella nostra finanziaria.
una struttura che svolge l'attività di natura strumentale per la Regione nella gestione dei fondi delle varie leggi regionali, un nucleo di competenza orientata verso l'ammissione di agenzie di sviluppo ed una terza vocazione per certi versi assimilabile a quella di una gestione di partecipazione.
Attraverso questo provvedimento e quindi la ristrutturazione societaria che ne consegue, viene messo ordine a questa situazione, distinte le diverse anime della Finpiemonte stessa, raggruppate e lasciate nella società in house, quella di gestione dei fondi delle leggi regionali e dell'agenzia di sviluppo ed enucleata l'attività di gestione delle partecipazioni.
In particolare, anche su questa seconda società, che andrà ad assumere la denominazione di società di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., è bene segnalare e sottolineare che sarà necessario continuare nell'attività e nell'intervento che l'attuale Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte ha già avviato e che deve necessariamente essere completato nel tempo.
Anche perché possiamo rilevare e sottolineare che il portafoglio di Finpiemonte Partecipazioni è cresciuto in un modo disorganico nel tempo con strumenti di gestione e controllo che non sono sempre stati all'altezza della situazione.
necessario, certamente, definire meglio gli aspetti e le caratteristiche della società in house, ma è altrettanto indispensabile definire con coerenza rispetto alla missione e all'oggetto sociale ben precisato nell'articolo 3 del disegno di legge, cioè la missione della nostra società mista pubblico-privato, holding di partecipazione.
Ovvero, società che deve sviluppare iniziative economicamente significative sul territorio in partnership con soci privati. Una volta finalizzato l'intervento e valorizzato lo stesso, procedere ad una rotazione degli investimenti proprio per dare impulso alla fase di investimento ed avviamento delle attività.
Il disegno di legge affronta, secondo me, altri due argomenti importanti, oltre a quello di definire la missione e gli oggetti delle nostre società, quello relativo all'aumento di capitale di Finpiemonte S.p.A. attraverso l'utilizzo dei FIP (strumento di finanziamento dei parchi tecnologici) che oggi è opportuno trasformare non solo nel capitale della Finpiemonte ma, a cascata, deve diventare capitale e patrimonio dei parchi tecnologici per aumentarne la patrimonializzazione, per renderli capaci di stare sul mercato, avendo forse anche dei peccati di origine che derivano da un'insufficiente o troppo bassa capitalizzazione rispetto al livello degli investimenti.
Con questo provvedimento autorizziamo, altresì, la trasformazione dei crediti che la Regione vanta nei confronti di Finpiemonte, in patrimonio di Finpiemonte e, ripeto, a cascata, in crediti che Finpiemonte vanta nei confronti dei parchi tecnologici, a patrimonio dei parchi tecnologici stessi.
Il secondo elemento importante da sottolineare è che nelle norme del capo 3 (norme finali di attuazione) all'articolo 11, sono indicate tutte le partecipazioni oggi possedute direttamente dalla Regione e che, nell'arco dei prossimi cinque anni, si prevede di conferire alla finanziaria di partecipazione. È un elemento importante perché, di fatto, trasferirà tutta l'attività di patrimonio mobiliare della nostra Regione, alla finanziaria di partecipazione dando ancora più forte la caratteristica di holding di partecipazione, di definizione delle iniziative strategiche della Regione sul territorio, alla nostra società.
In merito alle modalità di amministrazione e controllo delle nostre due società è già stato detto dal relatore, Consigliere Reschigna, vorrei solo sottolineare che si procederà, in tempi rapidi, per quanto riguarda Finpiemonte S.p.A., all'acquisizione delle azioni possedute dai soci privati in modo tale che la società diventi totalmente pubblica. In prospettiva verrà richiesto a Provincia, Comune di Torino, Camera di Commercio se riterranno opportuno rimanere in Finpiemonte o se invece riterranno di concentrare le proprie attività e i propri sforzi alla società di partecipazione. Nel momento in cui avremo, a giorni, la possibilità di utilizzarla esclusivamente in house, avremmo, finalmente, la possibilità di riutilizzare questo strumento, come lo strumento di gestione dei fondi regionali.
Molte iniziative, obiettivamente, sono state rallentate in questo ultimo anno proprio in relazione ai problemi più amministrativi che burocratici, legati alla forma ibrida attuale di Finpiemonte. Con questo atto risolviamo il problema e possiamo riprendere il cammino in modo deciso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Il mio intervento solo per avanzare una proposta in merito all'ordine dei lavori.
Un po' per i dialoghi informali intercorsi in Aula, un po' per l'importanza dell'argomento che dovremmo iniziare a trattare - che credo meriti il tempo e la qualità del tempo necessario su un disegno di legge che considero molto importante, ancorché preannunci già adesso un voto negativo - credo sia necessario argomentare bene la questione.
Suggerirei, se i Consiglieri sono d'accordo, di considerare incardinata e interrotta la discussione sul disegno di legge n. 421. L'Aula ha ancora spazio, se lo vorrà, per affrontare alcune iniziative (so che il Consigliere Leo ha un ordine del giorno che ritiene abbia una particolare urgenza da sottoporre alla sovranità dell'aula).
Questo come suggerimento solo, e se, l'Aula su ciò convenisse.



PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha avanzato una proposta sull'ordine dei lavori: ha chiesto di non procedere, sostanzialmente, all'apertura della discussione generale sul disegno di legge n. 421, ma di rinviarla a martedì prossimo. A questo punto, vista la delicatezza del tema, martedì prossimo tenendo conto che la giornata sarà dedicata nella mattinata ad un Consiglio straordinario, inizierebbe nel pomeriggio con questo punto all'o.d.g.
magari senza il sindacato ispettivo.
Se non ci sono osservazioni in senso contrario, vista anche l'ora suggerirei di non aprire la discussione sul tema.
Pertanto, sospendiamo l'esame del disegno di legge n. 421.


Argomento:

Inversione argomenti all'o.d.g.

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta inversione o.d.g. per esame del punto 76) relativo all'ordine del giorno n. 728 "Adesione alla manifestazione 'Salviamo i cristiani'")

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta inversione per esame punto 29) relativo all'ordine del giorno n. 549 "Istituzione giornata della libertà di coscienza, di religione e di pensiero" e contestuale esame ordine del giorno n. 728


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Questa mattina mi sono rivolto ai Consiglieri senza chiedere subito l'inserimento dell'ordine del giorno n. 728 affinché si potesse ponderare.
Domani c'è una manifestazione nazionale a Roma auspicata dal Santo Padre ma promossa da vari intellettuali, anche laici, per la vicenda della presenza cristiana in Medio Oriente.
Mi rendo conto che questo comporterebbe un'analisi complessa, non c'è dubbio che certe guerre hanno peggiorato la situazione, ma adesso si tratta solo di un appello per chiedere che la presenza cristiana sia salvaguardata con diplomazia. Un appello non della NATO o dell'Occidente, ma del Santo Padre e di intellettuali di vario tipo.
Il mio dovere, richiesto da molte associazioni autorevoli, cattoliche e non, è quello di proporne l'inserimento e il voto. Si può votare a favore si può non inserirlo, a noi interessa molto che emerga pubblicamente quale posizioni prendono le forze politiche, per esempio il nascente Partito Democratico, su una vicenda così ecumenica, delicata e umanitaria. Ogni posizione è lecita.
Ripeto, è un appello del Santo Padre a cui hanno aderito diversi intellettuali laici anche del valore di Magdi Allam. Qualunque sia la risposta, la registreremo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Leo ha chiesto l'inversione dell'ordine del giorno proponendo di anticipare il punto 76) all'o.d.g. in un punto che potremmo considerare come punto 7) bis, cioè di procedere subito all'esame dell'ordine del giorno n. 728.
C'è la possibilità di un intervento in senso contrario, poi metterò la proposta ai voti.
Scusi, Consigliere Muliere, il Consigliere Leo ha chiesto un'inversione o.d.g., quindi si esprime in senso contrario il Consigliere Moriconi dopodiché metteremo in votazione la proposta.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Non so se il mio sarà un intervento in senso contrario. Rilevo che nell'o.d.g. è iscritto, al punto 29), l'ordine del giorno n. 549, a favore dell'istituzione del 17 febbraio quale "giornata della libertà religiosa".
Ritengo di essere presente in un consesso laico. Credo che la scelta che si potrebbe fare sarebbe quella di votare tutti e due gli ordini del giorno. Sull'ordine del giorno n. 728 ci sarebbe da capire se parliamo di cristiani o solo di cattolici per quanto riguarda la presenza in Medio Oriente, perché ho rilevato alcune volte che il Santo Padre talvolta è un po' impreciso sul concetto del cristianesimo e del cattolicesimo, perché il cattolicesimo, magari, è una parte preponderante del cristianesimo, ma non tutto il cristianesimo.
La proposta che faccio è che se si decide di votare quest'ordine del giorno, si decide anche di votare quello sulla libertà religiosa.
Mi sembra che chi l'ha presentato abbia dato prova di cattolica pazienza nell'aspettare tutto questo tempo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Moriconi ha parlato e ha fatto un intervento che era in senso contrario rispetto alla richiesta e, nel contempo, ha avanzato un'altra richiesta di inversione all'o.d.g.
C'è una proposta avanzata dal Consigliere Leo. È stato chiesto un intervento in senso contrario all'inversione dell'ordine del giorno proposta dal Consigliere Leo. A questo punto, metterei in votazione quella richiesta. Se, per analogia, viene formalizzata dal Consigliere Moriconi la richiesta di un'ulteriore inversione all'o.d.g. per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 549, lo metterò in votazione subito dopo.
La prima richiesta di inversione è quella di anticipare il punto 76) all'o.d.g al punto 7) bis.
I colleghi chiedono di poter esaminare le proposte di inversione all'o.d.g., quindi proporrei cinque minuti di sospensione.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

A me va bene tutto, ma siccome ci hanno chiesto di interrompere ad una certa ora, se noi adesso abbiamo interrotto la legge su Finpiemonte per discutere degli ordini del giorno e stare qui fino alle otto, allora non va bene! Esaminiamo questi ordini del giorno se stiamo qua fino alle 20, ma allora riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 421, anche perch ritengo prioritario discutere di Finpiemonte. Va bene tutto, sono d'accordo, ma se poi alle 18.30 non si finisce e andiamo avanti per discutere sull'adesione a manifestazioni sulla libertà religiosa, ricordo che c'è una priorità, c'è la Finpiemonte!



PRESIDENTE

Colleghi, sospendiamo la seduta per cinque minuti, per capire se è possibile l'esame degli ordini del giorno n. 728 e n. 549.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.33 riprende alle ore 18.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dobbiamo partire con la votazione della prima proposta di inversione all'o.d.g., che chiede di anticipare al punto 7) bis il punto 76) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 728.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione all'o.d.g.
presentata dal Consigliere Leo.
Il Consiglio approva.
Procediamo con la votazione della seconda proposta di inversione all'o.d.g., che chiede di anticipare la punto 7) ter il punto 29) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 549.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione all'o.d.g.
presentata dal Consigliere Moriconi.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 728, inerente a "Adesione alla manifestazione 'Salviamo i cristiani'", presentato dai Consiglieri Leo, Cotto, Toselli Rossi, Dutto, Novero, Botta


PRESIDENTE

Passiamo pertanto ad esaminare l'ordine del giorno n. 728, anticipato al punto 7) bis all'o.d.g.
Essendoci parecchi Consiglieri che intendono intervenire, faccio anche presente che vari Presidenti di Gruppi, per impegni istituzionali sollecitano di concentrare i tempi di esame dell'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Cari colleghi, abbiamo letto con attenzione l'ordine del giorno presentato dai colleghi di minoranza. Parlando a titolo personale e del mio Gruppo, credo che possiamo dire che il senso di quest'ordine del giorno è in gran parte condivisibile. È sotto gli occhi di tutti quello che avviene in alcuni paesi, dove non siamo sempre in grado di andare, anche perché, in alcuni casi, siamo di fronte a situazioni di guerra o di guerriglia, n siamo in grado di essere presenti di persona in questi territori. Tuttavia dalle cronache giornalistiche e non solo, sappiamo che esiste - non da oggi una neanche tanto strisciante persecuzione di quanti professano la fede cristiana.
Questo ordine del giorno, al di là del suo valore, che, purtroppo, è più simbolico che pratico ed effettivo, ha un senso e, certamente rappresenta la situazione di grave persecuzione nei confronti del popolo cristiano presente nei territori in cui si professa in modo preponderante la religione islamica, in particolare in Medio Oriente.
Evidentemente, però, questo ordine del giorno contiene anche elementi di criticità. Alcuni passaggi, in particolare laddove si fa riferimento ad una sorta di pulizia etnica, ci appaiono eccessivi, così come avanziamo qualche dubbio in riferimento alla manifestazione, che, certamente - come anche sostenuto, più o meno, dalla Chiesa cattolica - ha preso spunto ed è organizzata da esponenti del centrodestra, in special modo da opinionisti e giornali, che si rifanno alle posizioni rappresentate dai partiti di centrodestra.
Noi avanziamo qualche dubbio sul rischio di strumentalizzazione di questa manifestazione, pertanto, ai proponenti dell'ordine del giorno avanziamo una proposta: considerare la presentazione di emendamenti affinché questi elementi possano essere considerati con maggiore attenzione. In modo particolare, ritengo opportuno ridimensionare la parte riguardante le premesse e suggerisco l'eliminazione della proposta di adesione alla manifestazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Siamo parzialmente d'accordo con le proposte avanzate dal Consigliere Lepri. Abbiamo svolto una consultazione all'interno del nostro Gruppo e tra coloro che ci sono vicini, ma, avendo atteggiamenti anche diversi, non daremo un'indicazione di voto di gruppo o di partito.
Riteniamo la richiesta avanzata estremamente giusta, ma riteniamo preoccupanti le premesse: non ci si può riferire ai Paesi musulmani, perch questi sono tanti e differenziati tra loro, non si può generalizzare in questo modo e riferirsi alla "pulizia etnica" ci sembra eccessivo.
Nelle stesse conclusioni...



(Commenti del Consigliere Leo)



PRESIDENTE

Per cortesia! Colleghi, vi prego di non interrompere il Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Pertanto, con molto dispiacere, non siamo in grado di votare questo documento, perché il tema della libertà di fede è importante, ovunque sia per maggioranze e minoranze.
Ricordiamo ancora che alcune delle aree a cui si riferisce il Consigliere Leo sono luogo dei tragici avvenimenti di questi ultimi anni dalle guerre di questi ultimi venti al non riconoscimento dello Stato palestinese e correlativamente dell'altro Stato di Israele, che rendono sempre più grave la situazione, rischiando di incrementare ulteriormente molte delle drammaticità riportate in questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Intervengo a titolo personale per annunciare che non parteciperò alla votazione di questo ordine del giorno, però, vorrei svolgere la seguente premessa - in discussione, naturalmente.
Sono d'accordo con la necessità di affermare ovunque, in ogni parte del mondo e in ogni paese, la libertà di religione. Questo per noi è un principio scritto nella Costituzione, uno stato laico garantisce ovunque la libertà di religione, quindi, per noi questa questione è scritta nel DNA della carta costituzionale, però, se così fosse, noi dovremmo riscrivere l'ordine del giorno.
Presidente, queste sono questioni che si affrontano, anche dal punto di vista del linguaggio, con grandissimo rigore. Questo presuppone una discussione in cui le parole vengono pesate, perché noi siamo un Consiglio regionale chiamato a pronunciarsi su una questione che ha questa implicazione, non solo regionale, ma anche nazionale. Allora, vorrei che non affrontassimo queste questioni così, pensando semplicemente di votare un ordine del giorno.
Colleghi, delle due l'una: possiamo considerare l'ordine del giorno uno strumento da sbandierare, tanto per dire di averlo votato, per carpire il consenso di qualcuno, per qualificarsi, per piantare una bandierina, oppure diventa, come io credo sia l'ordine del giorno, un pronunciamento che conta e se questo pronunciamento proviene dal Consiglio regionale del Piemonte conta ancora di più, secondo me. Questa è la mia concezione della politica.
Se è così, noi dovremmo affrontare questa questione con un rigore che francamente, non vedo tra le righe di questo ordine del giorno, mi dispiace.
Siccome, alle ore 19.15, non intendo riscrivere l'ordine del giorno vorrei che fosse chiaro a tutti che io sono per la libertà di religione in tutte le parti del mondo e che un cittadino cattolico o cristiano - come volete voi - possa, ovunque si trovi, manifestare la propria religione così come avviene in Italia. Se questo è l'oggetto della questione, questo ordine del giorno deve essere scritto diversamente.
Presidente, siccome non abbiamo il tempo per stendere un testo che abbia quel rigore culturale che la questione posta in questo ordine del giorno richiede, vorrei che questo documento non venisse posto in votazione, in ogni caso non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Robotti.



ROBOTTI Luca

Signor Presidente, anch'io come il Consigliere Ronzani non parteciper al voto non solo perché, così come ritiene il collega, credo che questo ordine del giorno debba essere molto modificato, se sottoposto al voto quindi, nell'impossibilità di farlo, è per me impossibile rimanere qui - ma anche per una ragione ulteriore. Ritengo dannoso portare un'altra volta all'interno di quest'aula consiliare un tema che ha poco a che fare con la politica e un forte collegamento, invece, con la religione e l'etica.
Inoltre, lo dico con grande franchezza e senza ipocrisia, così come, in alcuni casi, i cattolici vengono perseguitati in qualche parte del mondo la storia cristiana ha sulla propria croce il sangue di tante popolazioni che sono state sterminate in ogni parte del mondo, a partire dai nativi sudamericani durante l'occupazione e la conquista spagnola. Quindi, poich qui nessuno ha la possibilità di scagliare la prima pietra, credo non sia possibile votare questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Signor Presidente, svolgerò un intervento molto breve.
Anch'io ho difficoltà a votare questo ordine del giorno, anzi, annuncio il mio voto contrario, perché ritengo l'argomento molto delicato. Il testo deve essere costruito con molta attenzione, proprio per le motivazioni riportate dal collega Ronzani. Occorrerebbe riscrivere: "Libertà per tutte le religioni", non solo per quella cristiana, anche per quella ortodossa quella valdese e per tutto quanto il ceppo che si rifà al cristianesimo, ma non solo.
Inoltre, questo ordine del giorno dovrebbe essere decontestualizzato occorrerebbe vedere quanto accaduto in Iraq e in Palestina, dove, comunque la libertà di fede era garantita. Poi, qualche bomba intelligente o, forse un intoppo ha determinato la situazione che conosciamo. Tra l'altro, credo che questo ordine del giorno acuisca la tensione, perché si presta a non poche strumentalizzazioni.
Un'ultima questione: che cos'è questa manifestazione nazionale? Cosa può chiedere la manifestazione nazionale? Come si fa a salvare? Questa è un'azione culturale, ma temo possa essere intesa come un'azione bellica. Mi dispiace, ma ravviserei l'opportunità di un ordine del giorno che contenga la "libertà per tutti", anche per coloro che non professano alcuna fede, per tutti quanti, ma non un documento di questo tipo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Sarò brevissimo, Presidente.
Vista la situazione, vorrei suggerire al collega Leo, che stimo per la sua intelligenza e capacità politica, che forse converrebbe bloccare un po' la questione e mettere la palla al centro, su un tema così delicato, dopo quanto abbuiamo ascoltato.
Come ripeto, sarà il collega Leo a decidere, in qualità di primo firmatario dell'ordine del giorno. Ma dopo aver ascoltato questi ultimi interventi, proseguire a colpi di maggioranza o farselo bocciare, mi sembrerebbe un passaggio molto strumentale, soprattutto su un tema così delicato, così profondo e così importante.
Non ci metterebbe certo davanti ad una strada "muro contro muro" perché non sarebbe l'obiettivo di nessuno di noi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Come Gruppo della Lega Nord abbiamo sottoscritto questo ordine del giorno, che condividiamo al cento per cento.
Comprendo le richieste pervenute dagli altri Gruppi, però, comunque l'ordine del giorno è stato presentato in data 21 giugno; è stato sollecitato e iscritto all'esame dell'Aula lo scorso Consiglio, ed è stato ulteriormente sollecitato durante la riunione dei Capigruppo la scorsa settimana. Quindi si poteva tranquillamente essere a conoscenza del contenuto dello stesso.
Posto che riguarda l'adesione ad una manifestazione che si terrà domani, rinviarlo alla prossima settimana potrebbe pure avere l'utilità di un segnale del Consiglio regionale, ma arriverebbe non in ritardo, perch oggi sarebbe già in ritardo, arriverebbe addirittura dopo la manifestazione.
Per quanto ci riguarda, come Lega Nord, saremmo dell'idea di proseguire ed esprimere un voto su una questione che riteniamo fondamentale: quasi ogni giorno sentiamo informazioni relative a danni a chiese o addirittura uccisioni di sacerdoti (ancora la scorsa settimana un sacerdote e tre diaconi sono stati uccisi a Baghdad, in Iraq). Ogni giorni si sentono notizie su sacerdoti uccisi, diaconi, religiosi che perdono la vita per motivi di intolleranza religiosa.
Noi credevamo - e crediamo ancora - che questo sia un ordine del giorno da votare; se così non è, ci adeguiamo alle scelte che farà il primo firmatario del documento, Giampiero Leo, che stimiamo in tutti i sensi anche nel caso in cui dovesse decidere di rinviare la votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Innanzitutto vorrei ringraziare quei colleghi, come i Consiglieri Rossi e Vignale (quest'ultimo assente al momento) che hanno portato il documento nella Conferenza dei Capigruppo: non è stato un colpo di mano.
Non vedo il collega Ronzani, è forse andato via? Ha fatto questa grande dichiarazione e poi è andato via? Complimenti!



LEO Giampiero

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



LEO Giampiero

Ha dichiarato che se ne andava: doveva stare qua?



LEO Giampiero

Certo, perché ha posto un problema: se si dialoga, lo si fa rimanendo!



LEO Giampiero

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



LEO Giampiero

Se hai presentato un ordine del giorno alle ore 19, è chiaro che...



LEO Giampiero

No, no, no, era già stato presentato durante la Conferenza dei Capigruppo, collega Robotti. Ai Capigruppo! Non so se lei era presente.
Prendo altresì atto, con favore e con rispetto, del fatto che il collega Lepri abbia interloquito e che il collega Ricca si sia prodigato così come ha fatto anche in altre occasioni, per trovare una mediazione.
Per dimostrare che l'argomento ci sta molto a cuore - come ripeto, il collega Rossi lo aveva già annunciato durante la Conferenza dei Capigruppo e sarà a verbale - nonché per dimostrare la buona volontà e perché non ci interessa un ordine del giorno votato in queste condizioni, quasi con una forma di ripicca nei confronti dell'altro, con discussioni improvvisate comunicate al collega Ronzani che accogliamo il suggerimento di discuterne seriamente. Ma, a questo punto, non dicano i Capigruppo che non si sa.
Chiederei che ci fosse, Presidente Gariglio, prima di chiudere la seduta, un impegno formale a discuterlo la prossima settimana, e non alle calende greche.
Se c'è questo impegno formale, sono disposto a chiederne il rinvio.
Il Consigliere Ricca e altri colleghi ci hanno già lavorato stasera noi avremmo accolto il 90% degli emendamenti.
Se c'è questo pronunciamento da parte dei Gruppi, accetto il rinvio del provvedimento alla prossima settimana.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri. Era già intervenuto precedentemente, ma penso che sia opportuno, visto che è stata avanzata una proposta da parte del presentatore del documento, una replica anche da parte dei Gruppi di maggioranza.
La parola al Presidente Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Presidente - sicuramente parlo a titolo del mio Gruppo - non posso che dichiararmi disponibile ad un confronto la prossima settimana.
Credo che sia opportuno farlo con un po' più di calma. Con l'occasione ritengo che sia altresì opportuno discutere anche dell'altro ordine del giorno presentato da un collega di maggioranza.
Se si intende affrontare questa discussione sulla libertà religiosa, la si faccia su tutte le proposte al momento in Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Sarò veloce, anche perché le osservazioni che ha fatto prima il Consigliere Muliere sono estremamente giuste.
Nei vari incontri dei Capigruppo si è sempre discusso se lasciare un minimo spazio agli ordini del giorno oppure no. Ordini del giorno sui quali credo, però, sia sempre necessaria una discussione, che non vuol dire 40 interventi, ma interventi di merito: non si possono certo votare come se fossero sciocchezze! Poi si tratta di vedere quale uso ne viene fatto.
giusta e sacrosanta l'idea di abbinare i due documenti e di discuterne la prossima sessione di Consiglio. Il Presidente Muliere mi darà atto che, dopo avervi allietato ai Capigruppo per 23 mesi, nell'ultimo incontro a cui avevo partecipato avevo chiedo che fosse votato l'odg sulla libertà religiosa e di coscienza entro il 17/02/2008: se ce la facciamo a farlo alcuni mesi prima, va estremamente bene e dico grazie a tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Leo, lei ha sollevato la questione e ha ricevuto alcune risposte in merito, ma non so se integrano le condizioni che lei poneva: considero ritirato il suo ordine del giorno?



LEO Giampiero

Ho sentito le dichiarazioni del Presidente Lepri e notoriamente ho fiducia in una coesione di maggioranza.
Mi sembra che anche il ragionamento del collega Dalmasso fosse favorevole ad una trattazione la prossima settimana, quindi mi sembra di avere capito che se ne potrà discutere la prossima settimana.



PRESIDENTE

Non procediamo, quindi, alla votazione dell'ordine del giorno n. 728.
Penso di poter dire che la stessa decisione valga per l'ordine del giorno n. 549, "Istituzione giornata della libertà di coscienza, di religione e di pensiero".


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Avrei soltanto una raccomandazione velocissima, Presidente. Ho visto che è arrivato l'Assessore ai trasporti e mi ha fatto piacere: purtroppo al momento, mancano i colleghi di Novara, ma mi auguro che mar tedì prossimo possa essere ancora presente l'Assessore ai trasporti per poter chiarire la questione relativa a Novara.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Non sono io che devo chiarire, ma il Sindaco di Novara.



BONIPERTI Roberto

A noi interessano più i fatti, quindi...



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Comunque, volentieri; per cortesia istituzionale, lo potrò fare.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Prendiamo atto della disponibilità espressa dall'Assessore Borioli.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.01)



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