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Dettaglio seduta n.2 del 24/05/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 10.51)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Deambrogio e Guida.


Argomento:

b)Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2005


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 11 maggio 2005, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001, in materia di "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 5 deliberazioni del 7 marzo 2005, n. 7 deliberazioni del 17 marzo 2005, n. 3 deliberazioni del 23 marzo 2005, n. 9 deliberazioni del 30 marzo 2005, n. 5 deliberazioni del 12 aprile 2005.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Composizione Gruppi consiliari e rispettive Presidenze


PRESIDENTE

Democratici di Sinistra MULIERE Rocchino Presidente BOETI Antonio Vicepresidente TRAVAGLINI Marco Vicepresidente AUDDINO Angelo BELLION Marco BERTETTO Oscar BRESSO Mercedes CAVALLARO Sergio COMELLA Pier Giorgio FERRARIS Giorgio LARIZZA Rocco PLACIDO Roberto POZZI Paola RESCHIGNA Aldo RONZANI Wilmer



PRESIDENTE

Forza Italia



PRESIDENTE

GHIGO Enzo Presidente CAVALLERA Ugo Vicepresidente LEO Giampiero Vicepresidente BURZI Angelo CIRIO Alberto COSTA Enrico COTTO Mariangela FERRERO Caterina MANOLINO Giuliano NASTRI Gaetano PEDRALE Luca PICHETTO FRATIN Gilberto



PRESIDENTE

DL - La Margherita



PRESIDENTE

LEPRI Stefano Presidente MOTTA Angela Vicepresidente BIZJAK Alessandro CATTANEO Paolo GARIGLIO Davide LAUS Mauro RABINO Mariano ROSTAGNO Elio RUTALLO Bruno



PRESIDENTE

Rifondazione Comunista



PRESIDENTE

DALMASSO Sergio Presidente BOSSUTO Juri Vicepresidente BARASSI Paola CLEMENT Giampiero DEAMBROGIO Alberto VALLOGGIA Graziella



PRESIDENTE

Alleanza Nazionale



PRESIDENTE

CASONI William Presidente BOTTA Marco Vicepresidente BONIPERTI Roberto GHIGLIA Agostino VIGNALE Gian Luca



PRESIDENTE

Lega Nord Piemont - Padania



PRESIDENTE

ROSSI Oreste Presidente ALLASIA Stefano Vicepresidente MONTEGGIA Stefano Vicepresidente DUTTO Claudio



PRESIDENTE

Comunisti Italiani



PRESIDENTE

ROBOTTI Luca Presidente CHIEPPA Vincenzo Vicepresidente



PRESIDENTE

Italia dei Valori con Di Pietro



PRESIDENTE

BUQUICCHIO Andrea Presidente PIZZALE Giovanni Vicepresidente



PRESIDENTE

UDC



SCANDEREBECH Deodato Presidente

GUIDA Francesco Vicepresidente Verdi per la Pace MORICONI Enrico Presidente SPINOSA Mariacristina Vicepresidente Socialisti Democratici Italiani (SDI)



RICCA Luigi Presidente

Gruppo Misto



LUPI Maurizio



TURIGLIATTO Mariano



GIOVINE Michele


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Sull'ordine dei lavori, Presidente, come Gruppo di Forza Italia abbiamo presentato un ordine del giorno relativo ai gravissimi fatti avvenuti nei giorni scorsi a Cuba. Riteniamo necessario, proprio per la gravità e l'importanza di questi fatti, che un'Assemblea come quella del Consiglio regionale prenda in esame questo tema e lo discuta, attraverso la sollecitazione del nostro documento. Esso invita il Consiglio regionale a manifestare piena solidarietà ai due giornalisti italiani e a tutti i dissidenti nei confronti del Governo cubano ed esprime la più ferma condanna al comportamento del regime di Fidel Castro.
Ci auguriamo che possa trovare in quest'Aula il modo e il tempo per essere discusso e votato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Comunico che, ai sensi dell'articolo 51, comma 5, del Regolamento, su questa proposta può chiedere di parlare un solo Consigliere contrario.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Guardiamo con attenzione alla richiesta del Consigliere Ghigo, di discutere questo tema. Naturalmente, è un tema importante, che non pu essere trascurato. Oggi, però, dobbiamo discutere un tema oltremodo importante, il programma della Presidente, pertanto propongo, anche a nome dei colleghi del centrosinistra, di rinviare la discussione richiesta dal collega Ghigo a data da destinarsi. Siamo disponibili a farlo anche nella prossima seduta.



BURZI Angelo

Chiedo la parola, Presidente.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Burzi, ma, ai sensi dell'articolo 51, comma 5, del Regolamento, sono tenuto a mettere la proposta del Consigliere Ghigo in votazione. Ai sensi del Regolamento, ha già parlato un Consigliere contrario a tale proposta. Pertanto, se non ci sono osservazioni, metto in votazione la proposta del Presidente del Gruppo di Forza Italia, di inserire, cioè, all'o.d.g. un ordine del giorno relativo alla solidarietà nei confronti di due giornalisti italiani: Francesco Battistini e Francesca Caferri.
Indìco la votazione...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghigo)



PRESIDENTE

Consigliere Ghigo, pongo in votazione la sua proposta di inserire l'ordine del giorno n. 3 "Rispetto diritti politici e civili a Cuba" presentato dai Consiglieri Ghigo, Leo, Cotto, Cavallera, Cirio, Ferrero Nastri, Manolino, Pedrale, Costa, Casoni, Ghiglia, Botta, Boniperti Vignale all'o.d.g. dei lavori della seduta odierna.
Indìco la votazione palese sulla proposta avanzata dal Consigliere Ghigo.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Presidente, le prassi sono fatte apposta per essere modificate altrimenti non sarebbero prassi, ed è normale che all'inizio della legislatura anche l'inizio dei lavori abbia una qualche difficoltà.
Ricordo a tutti noi, a me per primo - ma lei è benissimo circondato da una grande esperienza (alla sua sinistra c'è l'unico dirigente che ha contribuito alla firma del primo Statuto di questa Regione, e la dott.ssa Garabello non è certo inferiore, per esperienza) - che è prassi di queste legislature della Regione che gli ordini del giorno, da chiunque presentati, possano venire iscritti. La discussione avviene quando l'ordine dei lavori lo compete e sarà compito dei Capigruppo stabilirlo, ma se ci mettiamo a discutere sull'iscrizione di un ordine del giorno indipendentemente dal tema, che tra l'altro mi sembra oggettivamente molto rilevante, diventa certamente un inizio quantomeno originale di questa legislatura. Lo ricordavo - ripeto - a tutti noi, a me per primo.



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Burzi. Sulla materia relativa alla conduzione dei lavori della seduta odierna, abbiamo discusso diffusamente nella Conferenza dei Capigruppo di giovedì scorso. Avremo modo di analizzare nella prossima Conferenza dei Capigruppo, che dovrà tenersi nei prossimi giorni, anche questi aspetti di ordine procedurale.
Intanto, prendo atto che l'Aula si è espressa.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Anch'io sull'ordine dei lavori, perché voglio chiedere l'annullamento della convocazione serale del Consiglio regionale; decisione presa dai Capigruppo, in assenza del rappresentante del Gruppo di Forza Italia. Penso che le riunioni serali si debbano convocare quando effettivamente si ha paura di non arrivare all'approvazione di documenti importanti, come il bilancio. Il collega Burzi ricordava la prassi di questo Consiglio e penso che, volendo segnare la discontinuità, lo si potrebbe fare iniziando i lavori del Consiglio in orario: non si perderebbero 45 minuti di mattino e 45 minuti di pomeriggio, e si recupererebbero le due ore della convocazione serale. Questo anche per rispetto nei confronti dei dipendenti del Consiglio regionale.
Chiedo dunque che venga sconvocata la seduta serale del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

In Conferenza dei Capigruppo abbiamo concordato la seduta serale alla presenza del Vicepresidente del Gruppo di Forza Italia, il Consigliere Cavallera...



MULIERE Rocco

BURZI Angelo (fuori microfono)



MULIERE Rocco

Vi sarete visti ad Alessandria...



MULIERE Rocco

Ci vediamo a Torino perché io e il Consigliere Cavallera siamo sempre presenti, anche se veniamo da lontano. Ricordo che io vengo dal profondo sud del Piemonte. Voi vi siete un po' dimenticati di questa parte del Piemonte, vedremo se ce ne ricorderemo noi.
Il dibattito sul programma della Presidente Presso è estremamente importante. Naturalmente c'è tempo per gli interventi di tutti i Consiglieri regionali, dovremmo lavorare tutta la giornata. Mi auguro che si possa terminare il dibattito entro le ore 20.00. In ogni caso, se non si dovesse finire, non si può limitare un dibattito su un documento programmatico di inizio legislatura. E' stata prevista dalla Conferenza dei Capigruppo anche la convocazione serale ma, in ogni caso, cerchiamo di ordinare i lavori in modo tale da terminare entro la serata. Non limitiamo il dibattito visto che è prevista la seduta serale. Se sarà il caso, siamo chiamati ad ottemperare all'o.d.g. e al programma dei lavori deciso nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Solo per una precisazione. Ho partecipato alla Conferenza dei Capigruppo e alla discussione sull'orario di convocazione delle sedute. Si era arrivati alla definizione di una durata fino alle ore 20.00, che ho indicato come prassi ordinaria dei lavori del Consiglio, ma ad un certo punto ho abbandonato la seduta, dovendo tornare in treno ad Alessandria.
Sono uscito da quella sede convinto che avessimo concordato fino alle 20.00 di sera. Coloro che sono rimasti potevano, prima della conclusione finale adottare nuove determinazioni. Tuttavia, in linea di massima, credo si debba portare il lavoro dell'Aula nel solco di una prassi che prevede le due sedute mattutina e pomeridiana.



PRESIDENTE

Probabilmente dobbiamo registrare meglio i lavori della Conferenza dei Capigruppo. Mi spiace che si sia creato un qui pro quo, ma vi garantisco che la decisione è frutto della discussione in sede di Conferenza dei Capigruppo e la minoranza è stata rappresentata durante tutti i lavori.
Ovviamente, se così non fosse stato, non avremmo concluso in questa direzione. Dobbiamo prendere atto che questa è la decisione presa dalla Conferenza dei Capigruppo. Se la Consigliera Cotto chiede di mettere in votazione la sua proposta, lo facciamo, ma preferirei soprassedere.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Ricordando che l'Aula è sovrana, chiedo di mettere in votazione la mia proposta. Non voglio limitare il dibattito, ma voglio affrontarlo di giorno anche per dare una maggiore trasparenza e una maggiore importanza al dibattito stesso. Se non bastasse la giornata di oggi per terminare la discussione, possiamo proseguirla dopodomani o la prossima settimana.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta avanzata dalla Consigliera Cotto.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Dibattito sul programma di governo della Giunta regionale per la legislatura


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g.: "Dibattito sul programma di governo della Giunta regionale per la legislatura".
Ricordo ai Consiglieri che, ai sensi del Regolamento, nella Conferenza dei Capigruppo si è deciso che gli interventi dei Consiglieri dureranno dieci minuti, con una tolleranza per i Gruppi che decideranno di condensare gli interventi. Proprio per questo, l'Ufficio di Presidenza ha concordato con i Presidenti dei Gruppi di disporre dell'elenco dei Consiglieri interessati ad intervenire, in modo da pianificare l'ordine dei lavori.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Signora Presidente, i cittadini piemontesi hanno decretato un cambio di maggioranza e di Presidente, ma non hanno chiesto un cambio radicale di tutte le politiche fin qui adottate. La frenesia di cambiare pagina, di segnare un forte ed evidente segno di rottura con la precedente amministrazione, può indurre in errori che rischiano di minare la coesione istituzionale che abbiamo lasciato dopo dieci anni di governo. Avviare politiche diverse o avere una differente visione dei problemi di carattere economico e sociale è naturale e persino essenziale per la dialettica politica. Negare quanto di buono è stato fatto prima è, invece, stolto e miope. L'amministrazione che i cittadini le hanno consegnato con il voto non è quella che le è stata descritta da persone forse troppo zelanti e superficiali. L'amministrazione che lei adesso guida è fatta di donne e di uomini che, al di là delle appartenenze politiche, hanno lavorato in questi dieci anni nell'interesse del Piemonte, con spirito aperto, plurale e tollerante.
Sono stati commessi certamente degli errori, ma mai e poi mai abbiamo girato la testa dall'altra parte di fronte ai problemi e mai e poi mai siamo stati sordi di fronte a buone idee e buone proposte. Più di quanto non s'immagini, le Giunte che ho avuto l'onore di guidare hanno cercato di ascoltare i cittadini piemontesi, di coglierne la volontà di cambiamento di attutirne l'ansia per una trasformazione sociale, culturale e politica a cui la sfida competitiva globale l'ha costretta; di assecondarne e di sostenerne ogni progetto che potesse aprire nuovi filoni di sviluppo.
Il passaggio di quote significative del PIL regionale dal settore industriale a quello dei servizi non è stato semplice ed indolore, non riguarda soltanto la nostra regione e il nostro Paese e certamente non si può frettolosamente imputare a questo o a quel governo locale o nazionale.
Di fronte all'arretramento dell'industria manifatturiera abbiamo cercato, e in larga parte ci siamo riusciti, di colmare la perdita di posti di lavoro e di sicurezza sociale con l'organizzazione di nuovi segmenti produttivi consapevoli che si trattava anche di favorire un vero e proprio cambiamento di carattere culturale. E siamo ancora più convinti che l'istituzione regionale potesse e dovesse esercitare un ruolo fondamentale nella delicata ridefinizione dell'identità piemontese segnando nuovi e ambiziosi orizzonti e contrastando il declino. È grazie a questa visione che abbiamo lanciato progetti ambiziosi e affiancato altre istituzioni locali in nuove sfide: nascono così il grande progetto di restauro di Venaria Reale, le Olimpiadi invernali Torino 2006, il Salone del Gusto, le grandi infrastrutture di comunicazione e telecomunicazione, il Palazzo Unico della Regione e la Cittadella della Salute.
Se, come accade in questi giorni sulla stampa, si può discutere d'industria culturale in Piemonte, il merito va largamente attribuito alla precedente amministrazione regionale. Soltanto una visione caricaturale del lavoro svolto dalla mia Giunta può banalizzare quanto è stato fatto.
Inoltre, un altro punto sul quale abbiamo cercato di intervenire è il rapporto tra Torino e il resto della regione. Le spinte centrifughe verso Milano delle province piemontesi del nord e del sud est, così come la quasi autarchia delle province di Asti e di Cuneo, sono state certamente la conseguenza dell'incapacità delle amministrazioni locali torinesi di essere perno e guida del cambiamento. Persino un evento come le Olimpiadi rischiava di essere vissuto come un evento esclusivamente torinese: è per questa ragione che abbiamo esteso al resto del Piemonte, con il programma delle opere complementari, i vantaggi che derivano dall'evento olimpico ed è per questo che abbiamo aderito fin da subito al progetto Torino-Milano che, esteso anche al versante ligure, può rappresentare una straordinaria occasione per assicurare a Torino una coesione economica e sociale con il resto del Nord Ovest.
Rivendico quindi con orgoglio il lavoro svolto in questi anni dalle Giunte che ho guidato, sempre sostenute con lealtà dai Consiglieri della maggioranza, che mi ha sorretto fino al 4 aprile.
Prima di passare ad alcune considerazioni sul programma da lei illustrato e su questo primo mese di attività della sua Giunta, vorrei ancora soffermarmi sul concetto di collaborazione o concordia istituzionale, che ha contraddistinto le amministrazioni che ho guidato: sul punto si è spesso equivocato e, da parte di molti, si è accomunata la concordia al puro appiattimento politico.
Chi ha vissuto questi anni e conosce il mio agire in seno alla Conferenza dei Presidenti sa bene che si è trattato sempre del continuo perseguimento dell'interesse generale, anche laddove ciò comportava la rinuncia ad un pezzo di consenso o d'identità politica, anche laddove era facile scivolare nella semplice demagogia o nel più banale populismo infine, anche laddove era semplice marcare una differenza, una sterile discontinuità.
Giungo alle considerazioni sulla Giunta da lei guidata: mi pare che in questi primi giorni lei sia stata mossa da una volontà del tutto diversa.
L'ansia di generare la discontinuità, che era già insita nel voto elettorale, l'ha portata più a preoccuparsi di quanto era stato fatto prima che di quanto è chiamata a fare. Dubito fortemente che questo interessi molto ai cittadini piemontesi. Lei e la sua Giunta non sarete più giudicati dalle critiche, alcune profondamente ingiuste e velleitarie, alle precedenti amministrazioni, ma dalle cose concrete che sarete capaci o meno di fare. Mi creda, i cittadini sono sfiniti dalle inutili polemiche, ancor più ora che la campagna elettorale è finita e possono credere a tutto, meno al fatto che avete trovato i cassetti vuoti di buoni progetti e di buone iniziative già in essere.
Ma io non credo che lo sbarramento di fuoco polemico dei giorni successivi alla sua elezione sia soltanto il frutto della volontà di sancire la discontinuità con la precedente amministrazione: sono convinto e i primissimi mesi ce lo confermeranno - che lei, da una parte, volesse ritardare il più possibile il momento del chiarimento con la sua maggioranza e, dall'altra, abbassare il livello di attese che, con la sua campagna elettorale, aveva sollevato in modo spropositato. Forse pensava come molti dei suoi alleati, che non avrebbe vinto e quindi l'onore della prova non sarebbe giunto; invece i nodi sono lì davanti a lei e vanno naturalmente sciolti.
Il programma che ha presentato lo scorso lunedì è in alcune parti apprezzabile, ma non indica nessun vero progetto, non assume impegni precisi, non segnala priorità e non potrebbe essere diversamente, poiché è la naturale appendice del programma elettorale, che era anch'esso denso di buoni propositi, ma vago su alcuni punti strategici. Come si spiegherebbe altrimenti la necessità, dopo meno di un mese, di una verifica politica sulla questione dell'Alta Velocità? E' certo comprensibile, anche se bizzarro, che alcune forze politiche che la sostengono si dichiarino contro questo fondamentale progetto per il futuro del Piemonte, ma di questo avremo modo di parlarne in un Consiglio ad hoc. Colpisce, semmai, che persino un Consigliere eletto nella lista che portava il suo nome adesso si opponga e chieda di essere convinto sul tema dell'Alta Velocità.
Se, come pare, la sua Giunta si appresta a smentire l'accordo sottoscritto con CISL e UIL sull'apprendistato è perché, anche su questo punto, non vi era chiarezza nel suo programma, dove la legge Biagi, non casualmente, non veniva nemmeno citata.
Non oso pensare a cosa succederà quando dovrete decidere che cosa fare sulla legge del buono scuola. E ancora: come mai, dopo aver agitato durante l'intera campagna elettorale la crisi della FIAT, adesso si è limitata ad indire un vertice che, per esplicita ammissione di un autorevolissimo sindacalista, richiama tavoli rituali, dei quali lei peraltro è stata per molto tempo assidua protagonista? Come si può sbandierare l'eventuale ingresso degli enti pubblici nel Centro Ricerche FIAT come un contributo alla crisi produttiva del Lingotto e che male ci sarebbe stato a portare a quel tavolo l'unica concreta proposta, sicuramente perfettibile, da me fatta per la creazione di un fondo per le imprese dell'indotto? Forse le buone idee hanno un colore politico o esiste un pregiudizio così forte da dover buttare via tutto? E nessuna posizione è stata presa naturalmente sullo sciopero delle bisarche.
E' dunque doveroso ribadire che la situazione attuale è quella di un bilancio sano, per toccare il tema del bilancio, ottenuto senza artifici o meccanismi di finanza creativa. Ciò è stato costantemente riconosciuto anche dalla Corte dei Conti nell'esame dei consuntivi, che hanno rimarcato il rigoroso rispetto del patto di stabilità interno, il contenimento delle spese correnti all'interno dei vincoli fissati, il pieno rispetto dei vincoli sull'indebitamento e sull'equilibrio di bilancio. Ciò ha permesso di produrre un particolare sforzo nei confronti degli investimenti a sostegno del processo di trasformazione che ha investito il Piemonte. Basta un solo dato: nel triennio 1995-1998 gli investimenti avevano una media di 800 milioni di euro all'anno; nel triennio 2001-2004 sono saliti a un miliardo e 300 milioni, con un aumento del 60 per cento.
Il problema della liquidità è esclusivamente legato al ritardo nei trasferimenti statali, che peraltro colpisce tutto il sistema degli enti locali. A fronte di ciò la Regione, anche in considerazione dei bassi tassi applicati alle anticipazioni di Tesoreria, ha preferito mantenere tempi di pagamento relativamente più brevi rispetto a quelli di altre Regioni. Un esempio: le nostre ASL pagano a 224 giorni contro una media nazionale di 329 giorni.
Da ultimo, la conferma dell'affidabilità finanziaria della Regione viene proprio dalla prestigiosa agenzia internazionale Fitch, che nelle scorse settimane ha confermato a livello di "aa meno" il rating, invariato dal 1997, sottolineando come il rapporto debito-entrate, pari al 24 per cento, sia moderato rispetto alle altre Regioni di dimensioni paragonabili e come gli oneri di servizio del debito siano inferiori al 2 per cento delle entrate correnti. Piuttosto Fitch ha affermato che l'eliminazione dei ticket sanitari proposta dalla nuova amministrazione determinerà uno stato di osservazione che si potrebbe riflettere negativamente sul rating comportando un aumento del costo del denaro per la Regione.
Tornando al punto centrale, ovvero lo stato del bilancio, voglio qui formalmente ribadire la richiesta e la proposta che, per definire la questione, si ricorra alla valutazione di un soggetto indipendente, neutro e prestigioso come la Corte dei Conti, per effettuare una vera e propria stima sullo stato del bilancio al momento del passaggio delle consegne. Chi ha avanzato obiezioni sulla fattibilità dell'operazione probabilmente non ha letto l'articolo 99 dello Statuto, che espressamente prevede forme di collaborazione con la sezione regionale del Supremo Giudice Contabile, sia la legge 131/2003, che all'articolo 7, comma 8, afferma tale opportunità.
Diversamente, è difficile pensare che saranno accettati come pareri "pro veritate" le valutazioni espresse da pseudoesperti designati dalla stessa Giunta.
Veniamo ad alcune considerazioni sul tema della sanità: voglio ricordare due aspetti all'Assessore Valpreda e alla Presidente.
Naturalmente, dal punto di vista amministrativo nella Conferenza Stato Regioni del 23 marzo, gli impegni che le Regioni hanno sottoscritto nei confronti del Governo a fronte dei 90 milioni di euro stanziati per il fondo sanitario dell'anno 2005, che coprono in parte il disavanzo dell'anno 2004, e alcune voci possono essere, come al solito, integrate o valutate dal punto di vista contabile in un modo rispetto ad un altro, ma è indubbio che quegli impegni prevedono e richiedono, in conseguenza dell'accordo dell'8 agosto e di quelli anche precedenti, un rigore di tipo finanziario nella gestione del servizio sanitario estremamente rigido.
Su questo mal si collimano le promesse - a parte il riferimento al rating che ho fatto prima - portate dalla vostra Amministrazione in campagna elettorale, in relazione all'abbattimento dei ticket.
La soluzione che avete proposto nel rappresentare il programma di abolire i ticket sui farmaci generici risulta, in base alla mia esperienza maturata in questi anni, del tutto ininfluente. Calcolate che i farmaci generici rappresentano il 3% del mercato farmaceutico; di conseguenza, si toglierebbe il ticket sul 3% del mercato dei prodotti farmaceutici.
Considerate anche che questo rappresenterebbe un'ulteriore discriminazione nei confronti dei cittadini che hanno già il problema di pagare il ticket, perché le aziende farmaceutiche, proprio per contrastare l'uso dei farmaci generici, producono ed immettono sul mercato nuove molecole, che sono più innovative rispetto ai farmaci generici. Perciò un cittadino si troverebbe nella situazione di essere doppiamente penalizzato perché essere convinto dal medico che il farmaco generico è uguale in buona sostanza dal punto di vista molecolare ad un farmaco di marca, ma questo è vero per alcuni e non vero per quelli innovativi.
Perciò in buona sostanza un cittadino sarebbe penalizzato e sarebbe escluso dall'uso e dall'utilizzo dei farmaci innovativi.
Questa misura a me sembra assolutamente minimale rispetto all'impegno che voi avete assunto; la proposta che noi avanzeremo è quella di agire come avevamo già fatto con una deliberazione nel mese di luglio, attraverso l'innalzamento delle esenzioni del ticket e l'abbassamento dell'età. Oggi in questa Regione le persone sopra i 65 anni non pagano il ticket, le persone che hanno un reddito agli 8 mila euro per singolo nucleo e 11 mila euro non pagano i ticket, sono esenti.
La proposta che ci sentiamo di fare è quella di abbassare l'età, da 65 anni a 60, e naturalmente di alzare il reddito; questo significa non discriminare e mettere i cittadini che sono nella condizione reddituale più critica di non pagare questa tassa, visto e considerato che questa Giunta ha ritenuto che questo potesse essere elemento di programma elettorale.
Considerate che proprio quando il ticket venne tolto dal Governo Amato nel 2000, nei primi mesi dell'anno 2001 l'incremento di consumo farmaceutico senza la compartecipazione ebbe un picco del 14%.
Di conseguenza, sappiate che tutti i soldi che nell'ambito del budget della sanità si spendono in farmaci non si possono più spendere per gli altri servizi che naturalmente dobbiamo fornire ai nostri cittadini.
L'altro tema è quello di cui in campagna elettorale si è molto parlato cioè quello relativo all'abbattimento delle liste d'attesa. Mi sembra che questo argomento non abbia più avuto riscontro. Tra le innumerevoli dichiarazioni che in questo mese la Giunta ha fatto, non mi sembra che ne abbia fatta alcuna sulla questione delle liste d'attesa. Evidentemente non sono così deleterie come in campagna elettorale venivano rappresentate. E soprattutto aspettiamo con ansia il nuovo Piano di riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale. Una delle accuse che ci è stata mossa in maniera più determinata è che non avevamo fatto il Piano sanitario. Quindi adesso aspettiamo che questo Piano sanitario venga presentato. Questo Piano sanitario che cosa rappresenta? Rappresenta un passaggio di lacrime, sudore e sangue perché per razionalizzare il sistema sanitario regionale bisognerà fare delle scelte territoriali.
Mi viene in mente la più immediata: nel VCO ci sono tre ospedali, nella Provincia di Cuneo ci sono 5 o 6 ospedali. Ci sono forse troppe ASL bisogna accorpare le ASL, bisogna ridurre il personale amministrativo e razionalizzare i costi. Sappiate che comunque in quell'accordo che le Regioni hanno firmato - e almeno su questo credo che la continuità amministrativa l'Assessore dovrà riconoscerla a livello di rapporto Conferenza Stato - Regioni - c'è l'impegno di mantenere l'incremento della spesa del Fondo sanitario per l'anno 2005 nel 2%, come tutte le altre spese.
Noi abbiamo avuto una deroga nell'anno 2004, dove l'incremento è stato di ben 8 miliardi di euro sul Fondo sanitario. Per i prossimi anni (2005 2006 e 2007) abbiamo però assunto l'impegno che l'incremento dovesse essere solo del 2%.
Io naturalmente nell'augurare al dott. Valpreda un buon lavoro e nel dire da subito che ci sarà da parte nostra la massima collaborazione, in considerazione del fatto che non voglio abusare del tempo - nonostante manchi il Consigliere Pichetto e potrei usufruire dei suoi dieci minuti voglio rimanere nei termini stabiliti.
Sul tema della sanità torneremo sicuramente moltissime volte e avremo modo di approfondirlo e di articolarlo, ma voglio ancora dire che credo che, al di là delle battute e degli annunci che in questo mese l'attuale Giunta ha fatto, oggi ci si debba un po' togliere quegli occhiali che deformano in certi momenti l'atteggiamento politico e, a fronte di una disponibilità di collaborazione seria sui temi che la Regione deve affrontare, ci sia anche da parte dell'attuale maggioranza un riconoscimento ed una presa d'atto, come in alcune dichiarazioni mi sembra stia emergendo, che il lavoro svolto in questi 10 anni è un lavoro che ha lasciato molte positività, e che naturalmente adesso da questi banchi, con un atteggiamento attento e puntuale, cercheremo ulteriormente di portare avanti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei dire - anche se è naturale questa affermazione che condividiamo appieno la filosofia del programma e soprattutto il taglio dell'intervento che ha fatto la Presidente Bresso nella precedente seduta soprattutto gli impegni e le priorità assunte in quell'intervento.
E' una condivisione però che non sale solo dai banchi della maggioranza, ma è una condivisione dei cittadini piemontesi, che si è dimostrata con il voto del 3-4 aprile. I cittadini piemontesi hanno condiviso il programma e hanno dato fiducia al centrosinistra e alla Presidente Bresso. Quel voto ha rappresentato non solo in Piemonte, anche per i risultati che ci sono stati a livello nazionale, una vera svolta politica per tutto il paese.
Ricordo, e lo ricorderanno altri colleghi che erano con me nella scorsa legislatura, il clima politico di cinque anni fa, di quando si è insediata la seconda Giunta Ghigo.
Era un clima sicuramente diverso da questo; il centrosinistra era incerto, era incerta la sua azione politica e il suo futuro. Però c'era una situazione sociale ed economica diversa dall'attuale.
Oggi il centrosinistra, e soprattutto negli ultimi mesi, ha saputo reagire a quella situazione e l'esito delle elezioni amministrative di un anno fa hanno creato il presupposto per la svolta politica che c'è stata con il voto delle elezioni regionali.
Ora in Piemonte il centrosinistra è forza di governo nei Comuni, nelle Province ed oggi nella nostra Regione.
Questa è l'alternanza e per quanto ci riguarda lavoreremo perché questo periodo di governo del centrosinistra duri più a lungo possibile.
Ora, Presidente della Giunta, siamo chiamati a governare per cinque anni e abbiamo il compito di dare risposte ai gravi problemi della nostra Regione, problemi che abbiamo denunciato in campagna elettorale, e costruire, come ha detto lei nella sua relazione, il nostro futuro in una prospettiva europea. Aprire la nostra Regione alle altre Regioni dell'Europa è un concetto importante e credo che rappresenti un elemento di prospettiva e di sviluppo per il Piemonte.
C'é una forte aspettativa nei territori della nostra Regione: migliaia di cittadini guardano con fiducia e con speranza a lei e all'azione della nostra maggioranza. Dobbiamo fare in modo di non deluderli.
Per anni ci hanno detto che le cose andavano bene, che eravamo in una fase di ripresa economica, che avremmo vissuto un nuovo "miracolo". Quante volte lo abbiamo sentito dire dai banchi dell'allora maggioranza? La realtà, purtroppo, era ed è diversa: siamo in una fase di declino e di recessione economica, e le notizie di questi giorni purtroppo lo confermano. Ha ragione la Presidente Bresso quando dice che oggi il Piemonte è di fronte ad un bivio. Lo ribadiva la stessa relazione dell'IRES pubblicata a febbraio, nella quale si affermava che il Piemonte è in una fase di "deriva inerziale".
Di fronte a questa situazione esistono soltanto due strade: una è quella di avviarci, appunto, verso il declino; l'altra è una possibilità di reazione da parte dei cittadini, delle sue istituzioni, della parte viva della società piemontese.
vero che la crisi ha cause strutturali, ma questo è il punto. Il centrodestra e la Giunta da lei presieduta, collega Ghigo - questo è il nostro giudizio, ma credo che sia anche il giudizio dei cittadini - non ha messo in campo una politica capace di reagire a quella situazione che si è venuta a creare nella nostra Regione.
Sono convinto che il centrosinistra non abbia vinto soltanto perch c'era una reazione generale nei confronti del Governo nazionale.
Sono certo che in Piemonte i cittadini abbiano dato fiducia al centrosinistra perché hanno espresso un giudizio negativo sull'azione della Giunta Ghigo, soprattutto negli ultimi cinque anni.
Viviamo, come dicevo, una situazione difficile dal punto di vista economico e sociale. Credo che giungano a tutti i colleghi continue richieste di aiuto da parte di cittadini, soprattutto di giovani, in cerca di lavoro. È triste, perché spesso non riusciamo a dare una risposta individuale. La risposta va data con una politica, in questo caso una politica della nostra Regione. Dobbiamo garantire una prospettiva a quei giovani e a quelle persone di 40 o 50 anni che oggi vengono emarginate dal sistema produttivo piemontese, perché magari sono in mobilità e non sanno se verranno ancora inseriti nel sistema produttivo della nostra Regione.
Dobbiamo dar loro delle risposte, come si leggeva nella relazione della Presidente, attuando una politica rivolta al sostegno dell'innovazione della formazione, della ricerca e al rilancio del nostro sistema economico piemontese.
Non dipende solo da noi, questo è evidente, ma noi abbiamo il dovere di lavorare per creare le condizioni affinché ciò possa avvenire.
La crisi piemontese non è limitata soltanto alla crisi della Fiat, ma colpisce tutti i nostri distretti industriali, da quello tessile a quello orafo, e non sarà certo facile uscire da questa situazione. Sono convinto però, che ci siano le forze per sollevarci da questo momento di difficoltà.
C'é un punto sul quale concordo pienamente, e lo ritengo centrale nell'impostazione della nostra attività amministrativa e legislativa: bisogna porre al centro la persona, il cittadino; investire sulla qualità della persona, come affermava con forza la Presidente Bresso; garantire i diritti dei cittadini; sostenere i cittadini nell'esercizio dei loro doveri; garantire ad ognuno pari opportunità nell'affrontare la vita scolastica e lavorativa e pari opportunità nel momento in cui una persona ha bisogno di essere assistita o curata. Lo ritengo un concetto fondamentale che dovrà guidare la nostra azione amministrativa. Anche per questo abbiamo bisogno di una politica di bilancio diversa dal passato.
Il Presidente Ghigo affermava che la situazione di bilancio della nostra Regione si può definire tranquilla: non credo, ma lo verificheremo.
C'é preoccupazione, come abbiamo denunciato più volte, soprattutto per quanto concerne i conti della sanità. In ogni caso, credo che ci sia un impegno preciso di mettere in ordine i nostri conti, se vogliamo liberare delle risorse per poi investirle nelle priorità che sono state indicate nel nostro programma. E tra le priorità, rientrano sicuramente la sanità e le politiche sociali. Ma non voglio entrare nel merito della questione, perch avremo modo di affrontarla in altri Consigli. Mi preme tuttavia ribadire un concetto: voi il Piano Regionale Socio-Sanitario - strumento indispensabile per governare la sanità nella nostra Regione - non lo avete fatto. Noi questo è il nostro banco di prova - ci siamo impegnati a farlo.
Naturalmente, non sarà soltanto il Consiglio regionale a giudicarlo, ma anche i Comuni, le Province e le associazioni.
Questo Piano Regionale lo vogliamo fare, perché governare la sanità significa programmare. E senza quel Piano diventa difficile gestire un settore così importante per i cittadini piemontesi.
Nella preparazione del Piano Regionale occorre far partecipare gli Enti locali e i Sindaci. In questi anni, i Sindaci e gli Enti locali non hanno contato nulla nella programmazione della sanità piemontese. È per questo che nella preparazione del Piano Regionale vogliamo coinvolgerli, per agevolare il confronto e la discussione. C'é una grande voglia di partecipazione. Noi abbiamo il compito di dare voce a quelli che oggi chiedono di poter esprimere la propria opinione su una questione così delicata e importante come quella della sanità.
Ci aspettano cinque anni di grande impegno. Il Consiglio regionale dovrà ricoprire un forte ruolo e dobbiamo fare in modo che torni ad essere il centro delle politiche regionali. Per questa ragione, il Consiglio regionale dovrà avere sempre più un ruolo di indirizzo e di programmazione.
Come abbiamo affermato nella precedente seduta consiliare, la scelta del centrosinistra di fare dimettere dal Consiglio chi è stato nominato Assessore è stata sicuramente importante, volta a sottolineare la distinzione dei ruoli tra la Giunta e il Consiglio. Come centrosinistra ci siamo dati un programma, che è stato sottoscritto da tutte le forze e premiato, appunto, dai cittadini .
su questo vincolo programmatico che dobbiamo basare l'unità delle forze che compongono questa maggioranza. Questa maggioranza potrà essere ancora più forte se riuscirà a creare le condizioni per un confronto serio basato sul rispetto delle idee diverse con chi oggi rappresenta la minoranza. Cara Presidente Bresso, noi riusciremo a svolgere questo compito importante e impegnativo che c'è stato assegnato dal voto del 3 e 4 aprile e lei potrà contare sul nostro impegno, sul nostro lavoro, sulla solidarietà piena di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Cara Presidente Bresso, anche se a lei non piace, mi permetto ancora di chiamarla "caro Governatore", perché questa è una prassi utilizzata anche a Roma, da parecchi Governatori - che io ho conosciuto - di Regioni anche di centrosinistra. Magari a lei il termine non piace, però lei è stata chiamata a governare questa Regione, quindi non è cancellando una scritta dal Palazzo della Giunta regionale che questo compito non verrà portato avanti. Poi, se lei vuole essere chiamata "Presidente", come lei chiede per correttezza la chiamerò così, però lei è la Governatrice, responsabile del Governo di questa Regione, anche se sul Palazzo della Regione è stata tolta questa scritta.
Farò un intervento prendendo spunto dalla relazione al programma che lei ha svolto nella prima seduta del Consiglio. Ritengo di poterla definire "una relazione al programma", in quanto nel suo intervento non abbiamo trovato proposte concrete di soluzione, peraltro a problemi da lei stessa evidenziati.
Pertanto, è importante sapere che devono essere date risposte concrete.
Vanno bene i principi generali, va bene ascoltare la gente - collega Muliere - va bene predisporre il Piano sanitario ascoltando tutti, però i provvedimenti vanno adottati, le soluzioni concrete vanno assunte.
Inizio l'intervento prendendo spunto dal primo tema che lei ha trattato, citando, proprio dalla sua relazione: "Il Piemonte deve ritrovare la sua centralità quale porta italiana dell'Europa", e cita Catalogna Rhones Alpes, Provence Alpes Cote d'Azur. Ma come pensiamo di collegarle ai Piemonte? Lei ha già detto di no alla seconda galleria del Frejus, ha già detto di no al Traforo del Mercantur; sulla Torino-Lione ieri c'è stata una riunione dove sicuramente è stata trovata la pace all'interno della maggioranza, ma, nella sostanza, si vanificherà la realizzazione della Torino-Lione, perché la Comunità Europea non accetterà di cambiare il progetto Venaus - e credo che questo lei lo sappia bene - in quanto ha dato priorità alla Torino-Lione solo perché aveva tempi certi di realizzazione.
Rimettere oggi in discussione il tracciato vuol dire uscire dalle priorità che L'Unione Europea ha dato per il finanziamento della Torino Lione. E ci dicano qui chiaramente i Capigruppo di Rifondazione Comunista dei Comunisti Italiani, dei Verdi, se sono d'accordo nel realizzare subito la Torino-Lione; non subito, ma così come da cronoprogramma approvato dai Governi italiani e francesi, dalla Regione nella Giunta precedente, ma anche dall'Unione Europea, che ne ha fatto un vincolo per dare il 20% di finanziamento a quest'opera. Senza questo 20%, l'opera probabilmente andrebbe vanificata.
Passo al tema del lavoro. Sempre nella sua relazione, lei dice: "Una società della conoscenza per creare e migliorare l'occupazione". Io prendo per buone queste parole e sono anche interessato a conoscere gli sviluppi di questa iniziativa, ma sappiamo che è un processo lungo, non è un processo a breve termine. Logicamente, bisognerà muovere conoscenze incontri, ma dei provvedimenti che ha intenzione di prendere su questo nella sua relazione non abbiamo trovato una parola, nonostante le situazioni di difficoltà, i licenziamenti, le persone in cassa integrazione, i settori in crisi, perché è qui che bisognerà intervenire finché sarà costituita la società della conoscenza, per creare nuova occupazione.
Occorre pensare all'occupazione che non c'è più, e ogni giorno ne vediamo i risultati. Tra l'altro, molti dei lavoratori in difficoltà hanno tra i 40 e i 55 anni e non sono né ingegneri né medici né professionisti n ricercatori. Quindi, non è pensabile ricollocarli nei settori di ricerca di innovazione, di sviluppo futuro che pure deve esser fatto, ma, ahimè queste persone non vanno dimenticate.
Nella sua relazione non sono state citate; mi chiedo se le abbia già dimenticate.
Un altro punto che lei ha toccato è quello della ricerca, presentando come novità dei concetti e delle azioni che erano già state presentate in un disegno di legge della Giunta Ghigo. Questo disegno di legge non solo era già stato approvato dalla Giunta, ma era già stato approvato anche dal Consiglio. Non è passato in quest'Aula, con un finanziamento destinato alla ricerca, proprio perché alcuni dei partiti che oggi la sostengono non lo hanno permesso.
Passo, ora, alla sanità: stiamo aspettando, e direi con ansia, come da lei promesso in campagna elettorale, l'abolizione di ogni ticket con effetto immediato, perché abbiamo dei resoconti e delle registrazioni in cui lei ha detto queste parole (li produrremo al momento opportuno).
Ritengo che, su questa base, molti cittadini di questa Regione le abbiano dato fiducia, perché dare la prospettiva ai cittadini, qualora eletta, di abolire immediatamente i ticket, è sicuramente un appeal che si crea negli elettori, nella società civile, specialmente tra chi è più in difficoltà.
Adesso lei dice: "Aboliremo i ticket gradualmente, partendo dalle fasce più basse", ma gradualmente è una parola che dice tutto e niente! Graduale può essere un processo decennale, ventennale, quinquennale, biennale! Noi vorremmo, come lei aveva promesso, che abolisse immediatamente questi ticket, perché - ripeto - è la promessa fatta, qualora fosse stata eletta.
Ebbene, è stata eletta! Aveva detto: "Immediatamente adotterò delle azioni"; immediatamente adotti le azioni che aveva promesso agli elettori! Tra l'altro, per il Gruppo di Alleanza Nazionale questo è un punto importante e lo ricorderemo ad ogni seduta, fino a quando questi provvedimenti non saranno assunti, perché è giusto ricordare le promesse fatte in campagna elettorale, affinché vengano mantenute nella sostanza.
Noi - ripeto - produrremo le documentazioni delle dichiarazioni che sosteniamo.
Passando al turismo, sempre citando dal suo programma: "L'obiettivo è costruire" - dice lei - "il circuito delle Residenze Sabaude, quale novità culturale". Bene, forse Presidente, lei ha dimenticato che già nel 1996 il circuito delle Residenze Sabaude, su proposta del Presidente Ghigo, è stato adottato e finanziato, non solo dal Governo italiano, ma anche dalla Comunità Europea, e molte opere, tra cui quasi tutte le Residenze Sabaude piemontesi, sono state oggetto di lavori, proprio per costruire, come detto allora, il circuito turistico delle Residenze Sabaude.
Questa non mi sembra una grande novità da inserire nella relazione di presentazione di un bilancio di legislatura, perché non è altro che portare a conclusione il lavoro già iniziato dalle precedenti Amministrazioni regionali. Pertanto, Presidente, terminerà il lavoro fatto dalle Giunte Ghigo, se questo è il tema.
Sul turismo, ci aspettavamo un'idea nuova, una nuova prospettiva, come quando dieci anni fa il Presidente Ghigo disse: "Lancio l'idea del circuito delle Residenze Sabaude". Fu un'idea portata avanti concretamente e fatta finanziare dalla Regione.
Nella sua relazione non abbiamo visto nuove idee: su quale forma di turismo ci lanciamo, con quali strumenti e mezzi, con quali contatti internazionali e nazionali? Siamo rimasti delusi leggendo e ascoltando questa relazione! Passo all'agricoltura: in questi ultimi dieci anni, l'agricoltura piemontese ha fatto sicuramente un salto di qualità, in tutti i settori: nel settore delle produzioni di qualità, nel settore enogastronomico, nel settore delle fiere e delle iniziative che riguardano la valorizzazione dei prodotti agricoli.
Abbiamo conquistato un primato europeo, contendendo alla Borgogna il primato enogastronomico d'Europa.
Noi siamo arrivati a questo punto: staremo a vedere se la Presidente sarà in grado di consolidare o quantomeno di mantenere quest'immagine che il Piemonte si è costruita nel settore dell'enogastronomia, dedicando tutte le iniziative e tutti gli sforzi ai territori che presentano questa caratteristica essenziale.
Non dimentichiamo che la Regione non è solo la Provincia di Torino; lo ribadisco, perché specialmente in tema di agricoltura sono soprattutto le altre province che oggi godono di questo beneficio: vedremo se tale valorizzazione sarà mantenuta nel tempo.
Ricordo che la Presidente ha anche parlato dell'OGM free, argomento tra l'altro di attualità dopo gli articoli comparsi ieri su un quotidiano inglese. Se c'è una persona alla quale va dato atto di aver fatto questa scelta è il Presidente Ghigo che, con il Ministro Alemanno, ha fatto sì che il Piemonte sia stata la prima Regione d'Italia a lanciare iniziative per garantire che le coltivazioni piemontesi fossero OGM free. Anche questa è un'operazione che va ascritta alla Giunta precedente.
La Presidente dice giustamente che la porterà avanti, ma intanto è merito di chi l'ha lanciata, di chi l'ha portata avanti e di chi l'ha fatta crescere. Non può essere un punto focale della sua azione: la sua azione è quella che farà da oggi in poi, le iniziative concrete che assumerà in quest'aula, con disegni di legge e delibere di Giunta che andranno a toccare i vari settori.
Leggendo la sua relazione e passando alla montagna, la Presidente evidenzia come punti focali l'innovazione, la creazione di posti di lavoro e di impresa. Ma, Presidente, lei sa - lo sa perché so che visita anche le località montane - che oggi il problema è rappresentato dalla chiusura degli uffici postali e delle scuole elementari; il problema sono i trasporti verso la farmacia più vicina, gli anziani che devono andare al mercato a 20 o 30 chilometri di distanza; il problema sono i giovani che non riescono a trovare nessun'altra possibilità se non quella di abbandonare la montagna.
La prima cosa che bisognerebbe fare è dotare la montagna dei servizi affinché la gente, che poi ci andrà a lavorare, che farà innovazione e che farà quello che la Presidente ha detto, intanto ci possa abitare dignitosamente.
Non abbiamo visto temi o iniziative dedicate a questo: attendiamo; la montagna attende; io attendo delle proposte concrete in questa direzione.
Una cosa mi ha stupito: nella sua relazione (l'ho riletta, perch pensavo di non aver capito bene) non c'è una sola parola dedicata a settori che riguardano centinaia di migliaia di persone che lavorano, che diventano milioni con le relative famiglie. Mi riferisco ad artigiani e lavoratori autonomi; mi riferisco a commercianti al dettaglio e all'ingrosso; mi riferisco a professionisti di ogni genere. Mi riferisco anche a piccolissime imprese non finalizzate alla ricerca o all'innovazione. Non tutti possono fare ricerca o innovazione: c'è tanta gente che fa anche altro. Questo tessuto economico va tutelato.
Nella sua relazione non c'è una parola a proposito di queste categorie.
Noi vigileremo affinché nessuno sia trascurato da questo nuovo corso e partiremo da queste categorie, visto che non vengono nemmeno prese in considerazione; vigileremo attentamente anche sulla tutela del lavoro di queste persone: se chiudono la loro attività, se chiudono le piccole aziende, se chiudono i negozi al dettaglio, sul territorio si crea altra disoccupazione.
Infine - ma questo tema lo svilupperanno altri Consiglieri - non vi è alcun riferimento alle politiche di sicurezza del cittadino, ad azioni per arginare l'immigrazione clandestina che, anche dai dati statistici, è quella che causa la maggior parte dei reati. Ciò in modo da garantire ai cittadini piemontesi e italiani una vita serena e sicura, offrendo loro gli stessi diritti, se non addirittura priorità, con quelle azioni che chi è disoccupato (piemontese), chi è in difficoltà (piemontese), dovrebbe ricevere perlomeno al pari di altri soggetti, che magari vengono nel nostro Paese clandestinamente.
In sostanza, il suo programma è un elenco di sogni, di buoni propositi ma con tante manchevolezze e anche con qualche dimenticanza colposa. Poche idee, ma abbastanza confuse, leggendo la relazione; nessun'indicazione concreta - ripeto, concreta - viene proposta per risolvere questi problemi.
Alleanza Nazionale farà un'opposizione di merito e di proposta, per molto dura quando il merito della proposta non sarà presa in considerazione. Se sarà necessario, utilizzerà tutti gli strumenti che l'attuale Regolamento consiliare permette.
Concludendo, a proposito di Regolamento, consiglio che a nessuno venga in mente di cambiarlo: siamo andati avanti dieci anni con questo Regolamento, andremo avanti anche i prossimi cinque anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Signora Presidente, signori Consiglieri, Signori membri della Giunta: molti auguri. Molti auguri perché ne abbiamo davvero un gran bisogno tutti.
Ne abbiamo bisogno perché viviamo in un Piemonte particolarmente difficile in un contesto particolarmente critico.
I processi di senilizzazione, la bassa natalità, l'allentamento delle solidarietà corte, le aspettative crescenti dei cittadini e molti altri fenomeni, portano a ritenere che davvero siamo in una situazione di grande difficoltà. Non c'è una famiglia senza un parente anziano che abbia limitata autonomia; i giovani si sposano più tardi o non si sposano affatto; la disoccupazione giovanile lambisce un po' tutte le fasce.
Facendo campagna elettorale (lo ricordava prima il Consigliere Muliere) abbiamo conosciuto tante famiglie e tanti ragazzi - anche di "famiglie bene", di famiglie con alta scolarità - che evidenziavano con modestia, con prudenza, ma anche con franchezza, la difficoltà a trovare lavoro per i loro figli.
Naturalmente c'è anche molto di buono e di ottimistico, siamo pur sempre una delle Regioni con il maggior tasso di industrializzazione abbiamo una concentrazione unica di saperi, abbiamo bellezze naturali e artistiche, tradizioni grandi, abbiamo una popolazione laboriosa e sobria.
Di fronte a questo molto sommario scenario che ho provato a tracciare credo che oggi noi, partendo dal confronto per il programma che intendiamo realizzare, dobbiamo prendere atto che nuovamente, almeno per quanto ci riguarda, la politica non è tutto e che non tutto dipende fortunatamente dalla politica. Tuttavia, noi crediamo che la politica debba e possa svolgere un ruolo forte. Una politica capace di dare regole, una politica capace di suscitare, di rendere abili, di offrire opportunità e di garantire la fruizione dei beni e dei servizi pubblici.
Noi della Margherita, che siamo espressione delle culture cattolico democratiche e liberal-democratiche, faremo certamente la nostra parte daremo il nostro contributo per alcuni grandi obiettivi: il primato della persona, della famiglia e dei corpi intermedi; la fiducia nella libertà di impresa, ma anche di impresa a forte valenza comunitaria; la destinazione universale dei beni. Un'economia di mercato ma regolata e mitigata da un welfare efficiente, il primato delle autonomie locali, la capacità delle istituzioni di governare, ma anche il riconoscimento dei contrappesi contro le derive plebiscitarie e contro le scorciatoie dirigiste, un ruolo importante del Parlamento, evidentemente, e quindi del Consiglio regionale il rispetto pieno del ruolo di stimolo e di controllo delle opposizioni.
In questo senso, alla luce di questi principi, opereremo e vigileremo affinché famiglie, volontariato, associazionismo, imprese sociali crescano entro un nuovo welfare mix, e in questo ricomprendo anche il sistema dell'istruzione e della formazione professionale; vigileremo perché il sostegno all'imprenditoria non si limiti al seppur importantissimo sostegno e incentivo alla ricerca e allo sviluppo, ma operi anche per favorire sistemi cooperativi tra imprese e all'interno delle imprese.
Avremo un'attenzione particolare ad un tema che ci sta particolarmente a cuore, che è quello dell'economia e della partecipazione. Ci batteremo perché la Regione non assuma compiti degli enti locali, come bene la Presidente ha ricordato anche nella sua relazione, bensì li sostenga, li orienti in una funzione sussidiaria, favorendo anche in questo caso sistemi cooperativi di governance tra i diversi livelli istituzionali.
Ci batteremo e vigileremo - in questo senso lo dichiariamo con molta franchezza - anche la Presidente e la sua Giunta , perché l'opportuna leadership che intende - e ben venga - esercitare sia mitigata, sia in un rapporto dialettico e fecondo con il ruolo legislativo del Consiglio regionale.
Noi abbiamo criticato lo strapotere che, a nostro modo di vedere, la Giunta Ghigo ha esercitato nei confronti del Consiglio regionale negli scorsi anni; riteniamo che debba esserci un equilibrato rapporto tra i due organi.
In generale, noi crediamo che occorrano contrappesi, laddove c'è uno strapotere. Nel programma ben è stato evidenziato come, per esempio occorra ridurre lo strapotere dei Direttori generali delle ASL e delle ASO introducendo quel ruolo già evocato da altri colleghi, da parte dei Sindaci, da parte delle associazioni di tutela, da parte dei sanitari che possono contribuire ad un disegno sicuramente più partecipato in sanità.
Siamo per una Torino che deve essere riconosciuta come vera capitale del Piemonte, ma anche per un Piemonte policentrico, con più attitudini per le diverse province, contro la tendenza centrifuga che in questi anni soprattutto nella sanità, è stata riscontrata.
Bene ha fatto la Presidente a ricordare, soprattutto nel suo esordio come il rilancio dell'automotive, che evidentemente non può dipendere solo dalla capacità della nostra amministrazione, sia cruciale per il Piemonte e in generale l'esigenza di rafforzare e tenere duro sulla presenza industriale e manifatturiera nella nostra Regione.
Noi crediamo anche che sia importante rilanciare il ruolo delle utilities, delle ex municipalizzate; ci sono degli atti che anche le più importanti amministrazioni locali hanno fatto recentemente, che vanno nella direzione di fusioni, di joint venture, di accordi che consentono, che consentiranno sicuramente di fare delle nostre ex municipalizzate delle grandi aziende capaci di garantire occupazione, di sviluppare tecnologie evitando o perlomeno limitando anche in questo campo il rischio di invasione di altri paesi.
Occorre certamente eliminare gli enti pubblici inutili. Non troverà nel nostro Gruppo ostacoli da questo punto di vista. Occorre, ma cito un esempio tra i tanti facendo riferimento al nostro programma, ridurre i percorsi che portano i nostri prodotti sui banchi dei nostri mercati e quindi ridurre la filiera in agricoltura.
Sui trasporti già è stato detto; soprattutto ricordo, per quanto riguarda Torino e la sua Provincia, l'importanza di una rete integrata ferroviaria e di trasporto su gomma, il cui completamento è ancora in essere.
Naturalmente un grande impegno occorre rivolgerlo - e questo lo dico soprattutto in forza delle nostre tradizioni - sui temi del welfare. Molto ci si è soffermati sui temi sanitari, ma voglio ricordare alla Presidente soprattutto i temi del socio-assistenziale, che certamente non possono essere trascurati. Manca un piano sociale, anche se una legge è stata opportunamente approvata alla fine dello scorso mandato; mancano i livelli essenziali di assistenza nel socio-assistenziale, che vanno definiti occorrono regole perché un mercato sociale nel welfare (penso ai servizi per gli anziani) possa essere pienamente dispiegato; occorrono centri per le famiglie, e questa delle politiche familiari è una politica, è un tema su cui insisteremo e su cui chiediamo anche un supplemento di attenzione da parte della Giunta.
Per quanto riguarda il sistema scolastico e della formazione professionale, le nostre tradizioni politiche sono per un'idea di fondo credo largamente condivisa, secondo cui pubblico non coincide con statale.
Noi chiediamo che venga confermato in questo senso un sistema misto, che possa riconoscere e che affermi nuovamente - ne siamo fortemente convinti il ruolo del pubblico come garante dei diritti all'istruzione, ma che possa vedere una pluralità di soggetti impegnati naturalmente all'interno di regole di accreditamento.
Sulla sanità noi pensiamo che il programma che è stato presentato sia pienamente completo e naturalmente condividiamo le opinioni delle opposizioni quando dicono che un conto è dire e un conto è fare. Tuttavia noi crediamo di avere determinazione e anche le competenze per realizzare quegli obiettivi che abbiamo scritto nel programma. In modo particolare, è importante razionalizzare la rete ospedaliera, limitare il numero delle ASL e delle ASO, migliorare il ruolo dei medici di medicina generale mettendoli in associazione e creando davvero una rete sul territorio di medicina primaria. Contiamo molto sullo sviluppo di attività di prevenzione per migliorare gli stili di vita e di salute.
Pensiamo sia molto importante procedere speditamente verso il Sovracup anche questo uno dei temi largamente annunciato dalla precedente Giunta che non si è mai poi realizzato e che certamente è una delle chiavi secondo noi, per abbattere le liste d'attesa. Così come occorre procedere rapidamente verso un sistema di acquisti collettivi che possa consentirci dei risparmi significativi.
Signora Presidente, signori membri della Giunta e colleghi, sono solo alcuni modesti spunti che abbiamo voluto riconoscere. Noi certamente - lo riconfermo - faremo la nostra parte. Siamo 9 Consiglieri, siamo un Gruppo significativo e importante, tra l'altro un Gruppo rappresentante e in grado di rappresentare praticamente tutte le province del Piemonte; da questo punto di vista, affermiamo il nostro ruolo all'interno di una totale lealtà con la nostra coalizione di centrosinistra.
Sottolineo un aspetto, signora Presidente, che credo molto importante.
Dobbiamo essere pronti - e il nostro Gruppo lo è - ad affrontare anche il malcontento, ad affrontare i mal di pancia che i cittadini e le organizzazioni in qualche modo ci rappresenteranno. L'arte del governo è anche la responsabilità delle scelte impopolari, in alcuni casi. Credo che questa responsabilità noi la dovremo assumere perché non possiamo accontentare tutti, non possiamo ascoltare le tante pressioni corporative che anche comprensibilmente bussano e busseranno alle nostre porte. Credo che abbiamo la grande responsabilità di portare a sintesi queste aspettative, anche sapendo che dovremo affrontare delle difficoltà. Il nostro Gruppo, da questo punto di vista, è pronto.
Come Gruppo, siamo anche pronti ad una competizione virtuosa ed amichevole con gli altri Gruppi della nostra maggioranza. Vogliamo essere una delle punte avanzate del disegno riformista della nostra regione.
Annuncio e colgo l'occasione per dichiarare pubblicamente in quest'aula che, con gli amici della federazione per una cooperazione rafforzata insieme ai DS, ai Socialisti Democratici Italiani e ai Repubblicani Italiani, siamo pronti perché questa federazione, questa collaborazione virtuosa e rafforzata possa partire speditamente. Troveremo le forme e i modi perché questa cooperazione rafforzata si manifesti quanto prima.
Diceva Sant'Agostino che "gli uomini sono volontà". Sta a noi la sfida per trasformare in buone opere le volontà che oggi abbiamo dichiarato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Ne approfitto per salutare e fare gli auguri di buon lavoro alla Presidente Mercedes Bresso - e visto che vuole essere chiamata Presidente la chiamo volentieri così - e a tutti i suoi colleghi di Giunta.
Devo dire la verità: se non fossi stato candidato, probabilmente il voto glielo avrei dato, fidandomi chiaramente di lei, perché una candidata Presidente che propone di dare di fatto tutto a tutti, dalla sanità gratuita, alla casa a tutti i giovani gratuitamente - quindi cose eccezionali - e dall'altra parte, promettendo anche una riduzione pressoch totale delle imposte, togliere l'IRPEF, veramente attirava tantissimo.
Perché tutto a tutti, spendendo meno, era sicuramente la panacea di tutti i mali, e mi avrebbe fatto piacere tentare una carta di quel tipo perché da piemontese riuscire a realizzare tutte quelle belle cose spendendo meno non poteva che farmi piacere.
Fatto sta che però mi sono reso conto che appena fatte le elezioni prima ancora di insediarsi, si cominciavano le retromarce.
Già altri colleghi hanno parlato, ma tanto per cominciare c'è un programma che ha presentato la candidata - oggi Presidente - Mercedes Bresso. Sono andato a vedere la parte relativa al sostegno al lavoro e attività produttive, realtà locali: si parla solo di Torino. "Il territorio piemontese è finalmente in sicurezza...". Mi sono detto: il centrosinistra parla di sicurezza per i nostri cittadini! No! Si parla di difese spondali della provincia di Torino, e il capitolo sicurezza non c'è, quello inteso dai cittadini di stare più tranquilli a casa propria e poter uscire la sera. Non c'è! Si parla di difese spondali, solo per la provincia di Torino.
Ma è più divertente ancora perché dove parla delle attività produttive e realtà locali, e in diversi interventi che ho avuto occasione di sentire o che mi hanno riferito, la Presidente parla di "difesa dei prodotti tipici... la nostra cultura è quella della qualità del gusto..." e si legge poi sulla stampa una sua dichiarazione: "Non è pensabile dare gli stessi contributi a chi fa le uova di cioccolato e a chi progetta caldaiette all'idrogeno. Il futuro del Piemonte è nelle mani dei secondi, la Regione deve aiutarli". I secondi! Peccato che non c'è il Consigliere Muliere perché lui è proprio di Novi Ligure e l'economia di Novi Ligure si basa quasi tutta sul cioccolato. Però non credo che sia giusto dire che chi fa cioccolato sia secondo a chi caldaiette all'idrogeno; non è corretto, non è giusto e non è sicuramente da piemontesi.
Continuiamo con la salute. Sulla salute ci sarebbe da dire qualunque cosa, ci vorrebbero alcune ore di interventi per poter dire tutto. Però la dichiarazione-programma della Presidente Bresso dice: "Vogliamo un Piemonte che abolisca il ticket sui farmaci". Violante promette: "Li elimineremo se la Regione passerà a noi" e poi ancora "Ticket nella sanità da abolire".
Sanità, Ansa: Bresso: "Aboliremo ticket e abbatteremo liste d'attesa".
Bellissimo! Dopo di che si parla di "Abolizione del ticket: intanto cominciamo sui farmaci generici". Ma sbaglio, o quando il Governo Berlusconi ha spinto sui farmaci generici, la sinistra urlava: "Quelli saranno i farmaci dei poveri... Facciamo due categorie: i ricchi prenderanno i farmaci griffati e i poveri si prenderanno i farmaci generici". Adesso togliamo il ticket dai farmaci generici, perché per gli altri invece chiaramente il ticket lo lasciamo! Anche qui c'è una contraddizione! Ma è bello, perché poi nel programma al riguardo di "Salute e benessere, politiche sociali" si parla di "Crisi gravissima dell'Ospedale Mauriziano e del Valdese". Guarda caso, tutte e due le strutture finite in crisi erano amministrate da persone di area centrosinistra. Non solo: "privato convenzionato fuori controllo", ma quei pochi colleghi che sono qui, e che c'erano già nella scorsa legislatura, sanno che due dei tre Direttori regionali erano di sinistra, uno del partito DS e uno di Rifondazione Comunista che addirittura oggi siede dall'altra parte, dopo per anni essere stato confermato e riconfermato Direttore regionale, quindi gestore della struttura sanitaria, uno dei tre gestori della struttura regionale. Va in pensione e diventa consulente della Giunta di centrodestra e oggi cosa fa la sinistra che vuole stravolgere una sanità schifosa e marcia del centrodestra? Cosa fa? Mette come Assessore un uomo che è stato Direttore regionale per una vita della sanità piemontese disastrata schifosa, orribile e da cambiare; non solo: che è stato consulente della Giunta di centrodestra. Alla faccia della correttezza nei confronti dei cittadini! Complimenti! Andiamo avanti: "Tutti i manager delle ASL scelti solo per concorso".
Dichiarazione della Presidente Bresso: "Quanto lusso, Governatore! Io invece risparmierò! Mano pesante sulle auto blu: basta abusi!". Se ci sono degli abusi, li denunci in Procura, avete tanti amici da quelle parti! "Bresso: sospende concorsi per Dirigenti, i sindacati insorgono", va bene: però poi cosa fanno? Tagliano tutto, tagliano i Dirigenti, ma assumono i consulenti! Ma, signori, sapete perché si assumono i consulenti? Qui molti di voi hanno fatto politica: perché il consulente è legato a chi gli dà lo stipendio e fa quello che gli viene detto di fare!



(Interruzione del Consigliere Ronzani)



ROSSI Oreste

Collega Ronzani, mi permetta...



(Interruzione del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, per cortesia, lasci concludere il Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Non "concludere", Presidente, ho ancora tempo!



(Interruzione del Consigliere Ronzani)



ROSSI Oreste

Mi scusi, collega Ronzani, ma il centrodestra non ha mai detto che non si devono fare spese di consulenza! Siete voi che avete detto "Taglieremo tutto, taglieremo qua e taglieremo di là...". La Presidente addirittura andrà in giro con la Panda e per andare a casa! Ma mi fa piacere, e poi cosa fa? Prende dei consulenti.
Lo ripeto: il consulente serve e serve tanto, perché fa esattamente quello che gli viene detto a chi la consulenza gli dà. A differenza del tecnico, del Direttore che invece deve fare la persona competente nel settore giusto.



(Interruzione del Consigliere Ronzani)



ROSSI Oreste

Racchelli mi pare che sia stato assolto, comunque glielo vada a dire lei a Racchelli. Io adesso sto parlando nei confronti di chi oggi governa che ha detto delle cose e ha fatto delle dichiarazioni virgolettate e sta facendo esattamente il contrario di quello che ha detto. Se gli articoli dei giornali sono falsi o sono virgolettati in modo fasullo, denunciate i giornalisti! Io non ci posso fare niente.
Visto che siamo anche in argomento, vi dirò un'altra cosa: leggendo e sentendo queste cose ho capito perfettamente perché le compagnie di assicurazioni quando vi sono dei disastri o degli incidenti, li definiscono sinistri. L'ho capito perfettamente! Questa cosa l'avevo già detta una volta e la ripeto.
Passiamo al trasporto - e intanto vedo che la Presidente è scappata non c'è più. Parliamo del trasporto ferroviario: non comincio neanche dall'Alta Velocità Torino-Lione, ma parlo del terzo valico.
Io sono stato in Provincia di Alessandria, avete un Assessore ai trasporti, addirittura uscente e Vicepresidente della Provincia di Alessandria. Per il terzo valico il governo di centrosinistra era favorevole, è arrivato il governo di centrodestra e il centrosinistra era contrario; oggi la Regione che dice che va bene il terzo valico e lo inserisce nel programma, scommetto che la Provincia di Alessandria sarà favorevole al terzo valico.
Stessa cosa per l'Alta Velocità, chiaramente quella della Valle di Susa, della Torino-Lione. Ci sono stati comitati e manifestazioni e ad un certo punto cosa succede? La Presidente Bresso dice: "Io vado avanti" e i duri e i puri (Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani) promettono guerre e portano la scorsa settimana un manipolo di persone a manifestare davanti alla Regione.
Io dico: potremmo anche ascoltare e sentire cosa dicono. Mai è successo, colleghi, che eravate già qua, mai è successo che in 5 minuti i manifestanti fuori dalla porta del Consiglio sono spariti. Prima stavano lì tutto il giorno, ma è arrivato il governo di centrodestra (perché non li ascoltiamo, dico io) e questi spariscono, si sciolgono come neve al sole.
Infatti dai giornali apprendiamo che la Presidente Bresso è disponibile a fare una piccola trattativa, a modificare un piccolo pezzo del trattato e i grandi oppositori dicono "Va bene, andiamo avanti".
Parliamo della circonvallazione. La circonvallazione la Presidente Bresso l'aveva promessa a partire dal 1995, addirittura aveva anche promesso che non solo sarebbe stata ultimata in tempi rapidi, ma avrebbe abolito il pedaggio.
E' stata Presidente della Provincia e non ha né abolito il pedaggio n ha fatto la circonvallazione, anzi prima dice "Facciamo la circonvallazione", poi esce l'articolo di giornale che dice: "Magari se valutiamo bene, li facciamo passare dentro Torino e forse ci passano senza fare la circonvallazione".
Sono cose che fanno veramente male quando si esagera, e non dimentichiamoci che sulla Torino-Lione si sono anche espresse due persone estremamente importanti: Piero Fassino e Pecoraro Scanio che si sono dichiarati contrari. Però si sa che qui le cose vanno e vengono, pensiamo alla Margherita che sconfessa Prodi! Spiace l'assenza della Presidente al dibattito sul programma...
Richiamavate sempre il Presidente Ghigo, per cui permettetemi, ogni tanto di richiamare la Presidente Bresso, perché sarebbe opportuno fosse in Aula quando i Capigruppo della minoranza intervengono sul suo programma, anche perché mi farebbe piacere che rispondesse. Pazienza.
Proseguiamo con la FIAT? Era davanti ai cancelli a promettere: "Interveniamo!", "Intervento pubblico!", "Acquistiamo!", "Diventiamo proprietari e garantiamo i salari!".
Dopo, però, dice: "Sì, ma i contributi li deve dare il Governo".
Peccato che, anche qui, ci sia una bella dichiarazione dell'Onorevole Rutelli, che, guarda caso, è il rappresentante di un Partito molto importante: "Rutelli e la crisi della FIAT: no all'intervento pubblico".
Ognuno esprime la propria opinione.
Non voglio neanche intervenire sulla questione Olimpiadi, perché il tempo, purtroppo, è tiranno. Chi ha fatto il buco? Un Ente, gestito da chi? Dal precedente Sindaco di Torino, Castellani, area non di certo di centrodestra, semmai di sinistra. Ciononostante siete riusciti a vendere pure quel buco, ritirato dal Governo, come un risultato vostro, e non del Governo di centrodestra.
Parlate di "mettere il diritto di voto in un programma di Regione": ma il diritto di voto lo concede il Governo, non la Regione. Attenzione perché c'é la Costituzione, forse non ve lo ricordate.
Ridicolo: "Un Piemonte che investe sulle donne e per le donne". Questa è una dichiarazione del programma della Presidente Bresso. Peccato che la Giunta sia composta da quattordici persone, di cui soltanto quattro donne: porca miseria se investe sulle donne! Perché non ha fatto fifty fifty? Propone addirittura di rifare le liste elettorali, uomini e donne. Nomina la Giunta, decide addirittura che gli Assessori debbano essere esterni, e poi cosa fa? Quattro donne su quattordici? Pazienza, anche lì ci risiamo.
Non parliamo dell'IRAP. Cosa volete che vi dica? Il tempo è quello che è.
Concludo il mio intervento ricordando che comunque la Lega Nord l'unica forza del centrodestra che ha recuperato consensi. È una forza che è convinta di fare una battaglia forte per il territorio.
Vigileremo quando andrete a tagliare i fondi per l'identità culturale per la nostra lingua e per le case della nostra gente e non per quelli che arrivano, e così via.
State pur tranquilli che controlleremo, e controlleremo tanto.
Concludo così, dicendo che mi dispiace che non ci sia in Aula la Presidente Mercedes Bresso, perché dimostra di non essere molto attenta alle istanze della minoranza. Come ho detto all'inizio, avrei volentieri votato per lei: adesso che la conosco ovviamente no, ma prima potevo farlo.
Meno male che non fa la casalinga, colleghi, perché altrimenti il suo consorte tutto fumo e niente arrosto!



PRESIDENTE

Vi prego di astenervi da commenti non prettamente politici.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, esprimo anch'io, come chi mi ha preceduto, un augurio di buono lavoro a lei, all'Ufficio di Presidenza, alla Presidente Bresso e al suo Esecutivo - con particolare sottolineatura per quella che è un'ampia presenza femminile - augurio che, naturalmente, estendo a tutte le colleghe e a tutti i colleghi del Consiglio regionale.
Il risultato del 3 e 4 aprile scorso ha premiato, in modo chiaro e netto, la Presidente Bresso e la coalizione di maggioranza, anche se con un voto non omogeneamente distribuito sull'intero Piemonte, ma con un decisivo differenziale in Torino e Provincia, che, più di altre realtà, ha manifestato voglia di cambiamento e malessere per la situazione attuale.
"Un elettore sa se le scarpe gli fanno male", scriveva Max Weber, per sottolineare il rapporto comunque esistente tra le elezioni e la propria vita quotidiana. Un rapporto oggi più difficile, perché spesso affievolito da messaggi mediatici illusori, ma un rapporto che c'é ancora e che è comunque destinato a ricrearsi, soprattutto se la politica prevarrà sull'antipolitica.
Gli elettori del Piemonte, in particolare quelli della Provincia di Torino, hanno tenuto conto del loro quotidiano e hanno ben compreso il nostro messaggio e le nostre idee, sottolineando l'esigenza di una forte discontinuità rispetto al passato.
Il quotidiano di tanti elettori è travagliato da mille difficoltà, dove lavoro e prospettive, soprattutto per i giovani, sono oramai un miraggio: giovani che cercano certezza e sicurezza, giovani per i quali il lavoro è un fatto precario ed intermittente, così come i loro redditi, giovani che non riescono ad imparare bene un mestiere perché ne cambiano, quando va bene, due o tre all'anno, giovani sempre sospesi sul confine tra lavoro e non lavoro.
un quotidiano, come quello dell'area canavesana che più da vicino conosco, di tante persone disilluse dei tanti "tavoli romani" attivati per le innumerevoli aziende in crisi, dai quali non è mai arrivata una soluzione concreta.
un quotidiano, quello del mio sistema locale, che vede ogni giorno attività importanti e di qualità prendere la strada di Milano anzich radicarsi sul territorio e sostenerne nuovi percorsi di sviluppo.
un quotidiano dove è a rischio la sicurezza delle famiglie, molte alle prese con il problema concreto di arrivare alla quarta settimana del mese. Sono a rischio le prospettive di una Regione che, per quanto piena di eccellenze e solida nel panorama nazionale ed europeo, vede il suo ruolo ridimensionarsi con diversi comparti vicini od oltre la zona di pericolo in generale troppo non rosee situazioni di sofferenza occupazionale e sociale.
un quotidiano la cui gravità è stata sottostimata dall'Esecutivo uscente. L'assenza di una vera strategia di contrasto da parte dell'Esecutivo uscente è stata ben colta dagli elettori, che, invece, nel programma di centrosinistra, hanno trovato gli elementi essenziali per impostare una politica di rilancio della nostra economia, il segno di una svolta e di una speranza per un futuro diverso, l'idea della costruzione di un Piemonte nuovo rispetto al passato.
Il nostro programma non promette miracoli, ma indica scelte possibili che vogliamo fare davvero. Tornerò più avanti su alcuni punti fondamentali per lo SDI. Prima voglio dire come esso sia condiviso da una coalizione più ampia del passato, che si è dimostrata elettoralmente un vero valore aggiunto.
Una coalizione ampia, nella quale sono rappresentate storie e sensibilità diverse, comporta certamente anche qualche problema di dialettica interna, e richiede impegni di responsabilità e di mediazione notevoli.
Sono certo che, anche delle differenze che sono emerse in questi giorni, ne faremo un punto di forza, avendo davanti un anno di buona sperimentazione per il traguardo del 2006, che, in questo caso, non è quello, pure importante, dell'evento olimpico.
In questo quadro voglio esprimere anche una soddisfazione per il voto raccolto dallo SDI, che ha confermato la buona salute politica.
Nonostante il mio sia un Partito ancora piccolo, sarà nostro compito in sede consiliare e nell'Esecutivo, sviluppare iniziative improntante alla qualità della proposta nel quadro di un programma convintamente condiviso non per coltivare piccole ambizioni di partito, ma per offrire un contributo volto ad ancorare ad un forte baricentro riformista l'azione di Governo della Regione, che vogliamo caratterizzato dal pragmatismo, dalla concretezza e dal convinto impegno per l'attuazione del programma.
Il collega Lepri ha richiamato prima anche un rapporto più forte da costruire all'interno della Fed e credo che lavoreremo anche in questa direzione.
Il quadro che abbiamo davanti è preoccupante, soprattutto se riferito alla situazione del capoluogo e della sua Provincia. È un quadro che, anche nei primi mesi del 2005, non ha visto significativi segnali di ripresa.
Il collega Muliere ha già richiamato prima il rapporto dell'IRES, un rapporto che indica alcune macrosfide a cui è necessario rispondere: dalla questione del calo demografico e dell'invecchiamento della popolazione alla centralità della conoscenza quale elemento strategico per reggere la sempre più accentuata competizione a livello internazionale, al rafforzamento dei collegamenti con i grandi assi di comunicazione europei al decentramento politico e istituzionale.
Mi pare di poter dire che il programma illustrato dalla Presidente Bresso ben individua queste sfide e anche la strategia con cui affrontarle.
Sono risposte che non considerano quello scenario inerziale, già richiamato prima, basato su strategie difensive, ma che si rivolgono piuttosto agli altri scenari possibili, delineati dallo stesso rapporto, e che considerano veri motori dello sviluppo il sistema delle imprese, le filiere della conoscenza e il patrimonio della varietà culturale e produttiva del Piemonte.
Rilanciare, da un lato, l'identità di produzione e di progetto e il motore industriale e, dall'altro, trasformare la qualità della vita in materia prima, prodotto e servizio, per fare del Piemonte un luogo attrattivo per viverci, investirci e attrarre visitatori, sono due questioni non disgiunte sulle quali il nostro programma dà indicazioni puntuali.
Un sociologo americano spiega, in un suo recente scritto, come certi luoghi decollino e altri crollino. Ebbene, i luoghi che vincono offrono strutture produttive, intelligenze, formazioni e università di livello, ma anche apertura sociale, spirito di accoglienza, qualità della vita, natura bellezza e sicurezza.
Ritrovo questa rappresentazione nel nostro programma per il Piemonte una regione che ha tutte queste qualità: si tratta di non tenerle separate di non pensare ad una rotazione che voglia sostituire un motore all'altro ma casomai metterle insieme, fondere tradizione, innovazione e creatività nella stessa scatola.
In Europa alcune città o territori (mi viene in mente Hay-on-Way nel Galles, che è diventata capitale mondiale dei libri usati, o Bilbao e altre città) hanno radicalmente mutato le loro vocazioni per restare agganciate e protagoniste nelle reti di scambio internazionale.
In Piemonte questo può valere certamente per alcuni territori e alcuni centri urbani, non vale per l'intera regione e, nonostante alcuni segnali di inceppamento a partire dalla crisi FIAT (su cui tornerò), condivido la visione del programma che vede il futuro prevalente della nostra regione in stretta relazione con il motore industriale che mantiene alcuni punti di forza tradizionali quali il saper fare e la capacità di innovazione.
L'obiettivo di investire il 3 per cento del PIL piemontese in ricerca è coerente con la necessità di sostenere questi punti di forza, soprattutto se non finalizzato ad accumulare conoscenze pure, ma a trovare una giusta applicazione produttiva in un confronto tra ricerca pura e mondo della produzione reale, che può rappresentare la più rapida via d'uscita dalla crisi dell'intero sistema imprenditoriale. Esaminare preventivamente qualità e destinazione della spesa per la ricerca è quindi un aspetto che non si può non sottolineare.
Dobbiamo poi costruire una partnership tra i due Piemonti per i vari sistemi territoriali della nostra regione, perché la regione andrà bene se andranno bene i suoi sistemi locali e urbani, veri attori in gioco anche in tempi di globalizzazione spinta.
Non si tratta di dare spazio a ricette localistiche che condannerebbero alla marginalizzazione e all'impossibilità di competere, ma occorrono politiche che, oltre a rivitalizzare i vari sistemi locali, puntino a vincere la doppia scommessa di tenere insieme attori pubblici e privati dello sviluppo - con investimenti a medio e lungo termine sul territorio convincendoli a cooperare per tempi lunghi sullo stesso luogo e di saper fare sistema all'interno e tra i vari sistemi territoriali piemontesi.
C'è la necessità di mettere in campo una forte pressione politica che superi la dimensione regionale, che non faccia dimenticare il nostro territorio rispetto alle vertenze e necessità, pur legittime, di altri territori.
Quanto al fare sistema, vi è un passaggio del nostro programma che mi pare significativo, quello che prevede una struttura di bilancio articolata per territori. Territorializzare le risorse per renderle note e impiegabili è un modo per fare sistema tra istituzioni sulla base di risorse certe e programmate, sostanziando obiettivi ed azioni verso lo sviluppo locale.
Tra i sistemi locali d'identità, permettetemi di citare il Canavese. E' una storia particolare quella canavesana, centrata sulla presenza di una grande impresa protagonista a livello nazionale ed internazionale un'esperienza industriale internazionale di alto livello, passata attraverso crisi profonde di trasformazione che, alla fine, hanno portato alla sua scomparsa, lasciando un vuoto locale, ma anche nazionale, in un settore strategico come l'informatica.
Ho citato l'esperienza di Ivrea non per campanilismo, ma perché mi pare emblematica di un'altra grande questione che è sul tavolo - la FIAT rispetto alla quale è necessario scongiurare che non si ripeta il film già visto con l'Olivetti, richiamando il Governo ad un deciso intervento e ad un'attenzione su una vicenda che rischia di escludere il paese, dopo l'informatica, anche da un settore strategico come l'automotive.
L'attuazione del nostro programma sarà poi più efficace se la capacità di fare sistema la si giocherà anche sul piano istituzionale, creando un legame forte e cooperativo con le autonomie locali del territorio, che eviti i rischi di un nuovo centralismo regionale.
Già è stata richiamata la necessità di riconoscere e valorizzare il sistema delle autonomie locali anche nella definizione delle politiche per la salute nell'elaborazione del Piano sanitario regionale, con l'obiettivo di produrre, attraverso un loro coinvolgimento, condizioni per lo sviluppo dei territori e di governare uno sviluppo in equilibrio con l'esigenza di un'equità da praticare attorno al welfare per ripensare e rilanciare.
Quanto al ruolo del Consiglio, in questi anni abbiamo assistito a una non sempre sotterranea svalutazione del ruolo delle assemblee elettive. E' un'azione qualunquistica, che vede nelle procedure democratiche e nel necessario confronto tra maggioranza ed opposizione soltanto un teatrino della politica e un impedimento al fare; è una cultura che ci è estranea e che deve essere estranea a questa maggioranza.
La Giunta e la sua Presidente hanno il dovere di esaltare il ruolo di questo Consiglio regionale, che ci auguriamo non sarà considerato un male necessario, un passaggio obbligato e poco gradito per far approvare proposte della Giunta e raccogliere un consenso incondizionato della maggioranza, ma viceversa il luogo deputato ad approfondire senza pregiudizi, con serenità e passione, i grandi temi dello sviluppo del Piemonte.
Starà anche a noi dimostrare capacità di lavoro e di elaborazione tempestività di proposta con tempi compatibili con le esigenze decisionali dell'esecutivo. E nei rapporti di stretta collaborazione, necessari tra assemblea ed esecutivo, occorre sostenere anche la necessità di una collaborazione all'interno dell'esecutivo e all'interno della maggioranza.
Sarebbe inaccettabile se qualcuno pensasse che politiche di settore siano campo esclusivo di elaborazione della forza politica che esprime la guida dell'Assessorato. Assemblea ed esecutivo saranno chiamati a scelte che, per quella diversa storia e sensibilità che caratterizzano la coalizione di maggioranza, potranno portare ad un confronto che parte da posizioni anche molto divaricate. Come Socialisti Democratici, ci impegneremo affinché in questo confronto prevalga sempre il senso di responsabilità e l'assunzione degli oneri che l'esercizio del governo comporta.
Vado velocemente alla conclusione, signor Presidente, richiamando tralascio i problemi della necessità di affrontare anche i temi della semplificazione legislativa e normativa - il bisogno di snellire la macchina burocratica. Colgo l'occasione per sollecitare un'azione che ponga rimedio a quella che è una questione di grande rilievo, vista dal punto di osservazione che occupavo fino a poco tempo fa di Sindaco di un piccolo Comune, ed è la tardiva - troppo tardiva - erogazione dei pagamenti per l'esecuzione delle opere legate agli interventi del Docup o alle sistemazioni post-alluvionali, tempi che mettono in crisi non soltanto i bilanci dei Comuni, ma anche e soprattutto l'equilibrio di tante imprese che sono all'affanno per i mancati pagamenti e che rischiano il fallimento.
Parlando di burocrazia, devo dire che, come SDI, abbiamo coscienza che nel nostro lavoro saremo sostenuti dalla professionalità e disponibilità di una dirigenza regionale che poco o nulla ha da invidiare a quella del comparto privato; una dirigenza alla quale dobbiamo guardare con attenzione, nel rispetto del primato della politica, delle scelte di alcuni ruoli che chiedono rapporti fiduciari elevati, ma rispetto alla quale dobbiamo porre le condizioni per svilupparne tutte le potenzialità.
Concludo riconfermando il giudizio positivo sulle linee del programma illustrato dalla Presidente e che lo SDI si impegnerà affinché sia attuato in tutte le sue parti, nel rispetto di quanto concordato con l'intera coalizione e nel rispetto delle volontà che gli elettori hanno visto in quel programma; una volontà che ha i caratteri di un cambiamento che, ne sono convinto, non può che fare bene al Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, la ringrazio e le faccio gli auguri di un buon lavoro. Nel farle gli auguri, naturalmente non posso non metterla davanti alla sua responsabilità rispetto a quest'aula, che è quella di garantire la trasparenza e il confronto politico, soprattutto nella prima giornata, e in modo particolare quando stiamo parlando del suo programma. Quindi la prego di richiamare in aula la Presidente Presso, per rispetto nei confronti della minoranza e dei Capigruppo della minoranza che stanno parlando.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, la Presidente della Giunta è stata avvertita dell'opportunità della sua presenza in aula perché richiesta; peraltro la Giunta è rappresentata sui banchi.



SCANDEREBECH Deodato

Se queste sono le situazioni, ne prendiamo atto e andiamo avanti, anche perché la maggioranza è schiacciante e quindi non possiamo protestare, ma semplicemente dire la nostra nei limiti possibili della democrazia dell'aula.
Comunque, avrei preferito parlare e guardare direttamente in faccia la Presidente Bresso, perché penso che si debbano fare delle valutazioni politiche sia sul programma, sia sulle modalità di vittoria di questa maggioranza così schiacciante, sia sulla composizione della Giunta.
La Giunta c'è, per fortuna, la maggioranza c'è e quindi vediamo se riusciamo almeno a dire qualcosa di concreto, che possa essere utile al prosieguo di quest'aula.
Per quanto riguarda l'analisi politica, collega Muliere, lei ha affermato che in queste elezioni hanno deciso i cittadini che vi hanno votato, e quindi che è stata scelta questa maggioranza perché siete stati votati. Ma scelti su che cosa? Ancora non ci è stato dato modo di vedere su che cosa siete stati scelti. Voi siete stati scelti non perché avete proposto qualcosa di veramente progettuale, non perché avete proposto delle idee forti (così come li avete venduti sui depliant), ma perché l'effetto berlusconismo che c'era in passato non è più di moda. Quindi, questa si pu definire un'elezione nazionale, e non regionale perché non si è basata sul confronto dei programmi elettorali, ma sulla critica del lavoro svolto in precedenza dalla maggioranza.
E' successo anche in Germania, abbiamo visto negli ultimi giorni che c'è stato un ribaltone, laddove la società non è altro che una società fordista; quindi, laddove c'è mancanza di occupazione, c'è sempre una risposta contraria a quelli che sono i governi di quelle realtà.
Quindi, per quanto riguarda l'analisi politica, direi che avete vinto per due motivi principali.
Il primo perché non è più di moda il berlusconismo.
L'altro motivo principale per cui avete vinto è perché avete strumentalizzato quello che è il disagio sociale di Torino e della prima cintura. Come diceva giustamente l'ex Assessore Lepri, attuale Consigliere regionale, è là dove ci dobbiamo confrontare nei prossimi mesi, nei prossimi anni; è là dove c'è il disagio sociale e là dove si devono dare delle risposte chiare, perché ed è là che voi avete vinto. E noi là quotidianamente, giornalmente vi chiederemo di dare delle risposte concrete.
Ritorniamo alla Giunta: io nella prima seduta volevo solo esprimere alcune considerazioni, perché 5 anni fa - forse voi nuovi colleghi non ne siete al corrente - noi avevamo solo e soltanto proposto un disegno di legge che prevedeva l'incompatibilità degli Assessori.
Successe una mezza rivoluzione, dai banchi dell'opposizione ci furono delle protese e addirittura persino l'attuale Assessore Caracciolo diede dei giudizi negativi, l'attuale vostro segretario regionale Marcenaro scomodò persino Caligola, il quale riuscì a nominare senatore persino il proprio cavallo.
Quindi, se a suo tempo il collega precedente, nonché attuale segretario regionale, fu capo di una sommossa da parte dell'opposizione, non capisco perché io, semplice nonché attuale capogruppo dell'UDC, non posso permettermi di fare delle valutazioni su delle scelte che, secondo il mio modesto parere, non vanno nella direzione del rispetto della volontà popolare. Ci tengo a precisare che non solo la Presidente della Giunta Bresso è stata eletta direttamente, ma tutti noi qui presenti siamo stati eletti direttamente dal popolo e quindi abbiamo pari diritto di esprimere le nostre valutazioni.
Quindi, ritengo che questa Giunta non sia altro che un input di una spartizione di potere della vecchia politica, che non rispetta quella che è la volontà popolare. C'è già un mezzo tradimento degli Assessori attuali ex Consiglieri regionali di 10 giorni fa, che hanno rinunciato al mandato popolare. Dico questo perché questi Assessori non potranno alzare la mano quindi non potranno esprimere la propria volontà in un'aula consiliare dove sono stati eletti dal popolo. Questa è la mia valutazione per ciò che riguarda la Giunta.
Ritorniamo al programma. Nella sua relazione sul programma, Presidente si prevedono solo obiettivi generici, mancano indicazioni precise di tipo programmatico sui grandi temi, mancano indicazioni su sviluppo ed occupazione, sul governo, sulla vita quotidiana e, in particolare, sulla qualità della vita dei cittadini piemontesi.
Ci troviamo dunque di fronte ad un programma pieno di buone intenzioni questo è stato detto da tutti i miei colleghi - ma scarso di progettualità, mentre lei in campagna elettorale ha venduto ai cittadini piemontesi "Un progetto e una grande idea".
Lei ha venduto "Un progetto e una grande idea" e io questo progetto e questa grande idea non li vedo. Ditemi voi dove sta questo grande progetto e questa grande idea, forse mancheranno delle pagine. Io non vedo in tutte le pagine del programma questa grande idea e questo grande progetto che voi avete venduto, perché questo depliant lo avete mandato a tutte le famiglie piemontesi.
Quindi, non avete vinto perché avete proposto un grande progetto e una grande idea, ma avete vinto grazie all'effetto berlusconiano che non è più di moda e soprattutto grazie alla strumentalizzazione - non mi stancher mai di ripeterlo - del disagio sociale che c'è a Torino e Provincia.
Progetto vuol dire fare una proposta dettagliata ed analitica, alla quale segue un piano d'azione, un planning, preceduto il tutto da uno studio di fattibilità. Io qui non vedo né la proposta né il piano (il cosiddetto planning) né uno studio di fattibilità. Quindi, di tutto possiamo dire di questo programma tranne che è un progetto.
Nel suo programma vedo tante citazioni; una in particolare a pagina 4 dice "Torino sia capitale culturale ed economica". Caro collega Lepri, lei ha definito Torino "vera capitale del Piemonte", ma in questo programma manca un patto tra Torino e la Regione. Qui manca un patto di Torino capitale, il quale patto era stato tanto sollecitato 5 anni fa sempre dalla forza allora di opposizione, che erano i DS.
Qui non c'è niente, quindi anche qui c'è un file che, facendo l'operazione copia-incolla, è rimasto nel computer, perché qui c'è solo scritto "Torino sia capitale culturale ed economica". Tutto qui? A Torino abbiamo 333 primati tutti citati in questo libro a mie mani e nella prossima redazione di questo libro ci sarà anche la Presidente Bresso, perché oggi la Presidente Bresso è un primato per la Regione Piemonte: è la prima Presidente donna che occupa quel posto. Quindi, le faccio i miei migliori auguri.
Però qui c'è bisogno di un patto, c'è bisogno di uscire fuori da quella che è la povertà, da quella che è la mancanza di lavoro, da quella che è una crisi vera e propria, anche in riferimento all'ordine pubblico e la sicurezza. E di questo ne parleremopiù avanti, perché nel programma non c'è scritto nulla.
Altre citazioni come "il centrodestra ci ha provato con una serie di fallimenti", "il centrodestra sta bluffando", "occorre ribaltare radicalmente il modo con cui il centrodestra ha affrontato le questioni educative", "rendono difficili i rapporti tra maggioranza e opposizione, ma soprattutto non si capisce se questo programma è indirizzato solo ai cittadini di centrosinistra o a tutti i cittadini piemontesi.
Quindi, la prego, se è possibile, di togliere citazioni del genere in un programma che è per tutti i cittadini, non solo un programma per il centrosinistra.
Arriviamo al caso FIAT. La sigla FIAT significa Fabbrica Italiana Automobili Torino, quindi la crisi FIAT non è solo una questione nazionale come lei vorrebbe che fosse, ma prima di tutto un problema regionale.
"La maledizione di Ford e il fordismo ha una sua collocazione ben precisa: si chiama soprattutto Torino e Provincia", dove peraltro lei è stata Presidente per 9 anni e proprio in tale veste lei ha sostenuto più volte in passato, che sulla FIAT i timori erano fuori luogo (La Stampa del 22/7/96), mentre altri come il sottoscritto proprio in quest'aula manifestavano serie preoccupazioni.
Unico impegno sul programma "mezzi pubblici e privati puliti". Mi chiedo: quanti anni ci vorranno? Nel frattempo, di cosa si nutriranno gli operai in cassa integrazione o quelli licenziati, dell'aria finalmente pulita? Aspettiamo.
Lavoro e Welfare: è il capitolo che il collega Lepri aveva preso in esame. Qui si parla di un Welfare che assiste il cittadino "dalla culla alla tomba". Questo tipo di Welfare - il cosiddetto Welfare State - è già fallito, è già sorpassato, perché troppo costoso. Dove si attingeranno le risorse per applicare questo tipo di Welfare? Io, invece, per essere propositivo, proporrei un "Welfare Community" che è un sistema che pone il cittadino al centro dell'attenzione, creando una correlazione tra le istituzioni e il cittadino, che è quello che qualcuno di voi, anche in passato, aveva cercato di fare.
Questo, però, non compare nel programma, o perlomeno io non lo vedo.
Questo tipo di Welfare State è già fallito, ed è fallito proprio qui.
Il modello del Welfare State era stato già applicato dalla Fiat trent'anni fa, quando provvedeva al proprio dipendente dalla nascita alla morte, ossia "dalla culla alla tomba". Nasceva un figlio? Gli faceva un regalo. Si sposava? Gli faceva un regalo. Si sostituiva all'INPS. Si sostituiva alla cassa integrazione. Insomma, provvedeva a tutte le necessità, dalla nascita alla morte.
Questo tipo di Welfare rappresenta "La maledizione di Ford": lasciamolo stare dov'è, cerchiamo di adoperare un altro tipo di Welfare! Parliamo degli anziani e dei giovani: qui manca una politica per gli anziani e per i giovani, al punto tale che mi sono permesso di evidenziare una ricerca fatta dalla Gioventù Operaia Cristiana, da cui emerge che il 61.3% dei giovani non è stato mai all'estero, che il 39.7% non ha mai navigato su Internet e che il 67.9% non è in formazione.
Sempre dalla ricerca emerge che l'85.5% dei giovani intervistati non è iscritto al Sindacato - per fortuna - il 74.1% si interessa poco o nulla di politica e il 73.4% non partecipa ad alcun gruppo o associazione.
I dati che emergono dalla ricerca dimostrano che i giovani di oggi sono in crisi di identità e di relazione.
Cosa c'é nel programma della Presidente Bresso e di questa Giunta? C' la formazione? E dopo? C'è il sapere e la conoscenza? E dopo? Assessore Oliva, cosa facciamo? Non c'é un'idea per il "dopo".
Barcellona: benissimo, ma Barcellona non ha solo investito nella ricerca e nell'innovazione, ha anche investito nel "dopo".
Gli anziani: non so se siete al corrente che la popolazione piemontese è tra le più anziane a livello europeo. Manca un progetto.
Ometto la lettura di alcuni dati, ma in Torino città, e prima cintura in modo particolare, esistono diverse forme di povertà.
Non so se siete al corrente che nel quadrilatero di San Salvario ci sono delle Parrocchie che ogni quindici giorni distribuiscono la cosiddetta "borsa della spesa" a ben 65.000-70.000 famiglie.
Solo nel quadrilatero di San Salvario, quindi, ci sono circa 70.000 famiglie che ogni quindici giorni, senza quella borsa della spesa, non possono andare avanti.
Di queste 70.000 famiglie, un terzo sono extracomunitarie e due terzi piemontesi.
Sono queste le problematiche a cui bisogna dare delle risposte.
Purtroppo il tempo è tiranno, mi avvio, quindi, alla conclusione.
Volevo anche dare dei suggerimenti alternativi, essere propositivo. Per esempio, oltre alla Fiat cosa facciamo? Oltre alla monocultura industriale cosa facciamo? Abbiamo l'agricoltura, Presidente, che in tutto il programma è menzionata soltanto come "agricoltura della valorizzazione dei prodotti di nicchia" oppure come "agricoltura degli OGM Free": è tutto lì? Dov'è l'Assessore all'agricoltura?Se il latte e la carne prodotta in Provincia di Torino fossero veicolati e promossi bene a livello europeo, potrebbero riempire quasi tutti i supermercati europei. Ma, come ripeto, non c' un'idea, non c'é un "dopo Fiat".
Abbiamo visto che il suo programma, Presidente, non contiene politiche programmatiche concrete per risolvere il problema dell'occupazione, della povertà, dell'ordine pubblico e della sicurezza.
Mi chiedo: il collega Caracciolo, che detiene le deleghe alla promozione e alla sicurezza, cosa sta a fare lì, posto che sul programma non c' niente?Esiste una legge regionale votata l'anno precedente dallo stesso collega Caracciolo: cosa fa lì, visto che non c'è niente sul programma? Per quanto riguarda l'ordine pubblico e la sicurezza, su 103 province prese in esame, Torino è all'ultimo posto.
Il problema vero dei giovani - questo lo abbiamo letto tre giorni fa su La Stampa - è la sicurezza. Il Sindaco Chiamparino ha incontrato i giovani delle scuole superiori, che hanno manifestato la loro preoccupazione non solo per l'occupazione e per lo sviluppo, ma anche per la crisi che c'é su Torino e provincia che riguarda l'ordine pubblico e la sicurezza. A questi problemi dobbiamo dare delle risposte, ma dobbiamo darle tutti assieme! Presidente Bresso, dobbiamo dare delle risposte a questi problemi veri di Torino e provincia, laddove lei, strumentalmente, ha vinto (perché ha vinto su Torino e sulla prima cintura).
Dobbiamo dare delle risposte a questi veri problemi, coi quali tutti noi ci dovremo confrontare, e a questa gente, perché altrimenti, oltre alle proteste sull'Alta Velocità, ci saranno delle proteste sociali, alle quali tutti assieme, saremo obbligati a dare delle risposte serie e concrete.



PRESIDENTE

Vi sono ancora molti Consiglieri iscritti a parlare. Darei ancora la parola al Consigliere Buquicchio e al Consigliere Ghiglia, dopodich aggiornerei i lavori alla seduta pomeridiana. Vi prego di stare nei termini, così come si era concordato durante la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Invito altresì alla puntualità - sarebbe un segnale di attenzione importante - alla riapertura dei lavori prevista per le 14.30, perch ospitiamo i familiari del collega Contu. Pertanto, per rispetto al collega che ci ha lasciato, vi chiedo di non farli attendere oltre misura.
Ha chiesto la parola al collega Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidenti del Consiglio e della Giunta, Consiglieri e Assessori tutti vorrei assicurare che il mio sarà un intervento breve, dato l'orario.
L'Italia dei Valori è alla sua prima legislatura nel Consiglio regionale del Piemonte e quindi ritengo doveroso aprire questo mio intervento ringraziando tutti i cittadini piemontesi che ci hanno votato accordandoci fiducia.
dunque con grande responsabilità e, lasciatemelo dire, anche con un pizzico di emozione, che il Consigliere Pizzale, qui al mio fianco, ed io assumiamo il nostro incarico.
Sento di rivolgere alla Giunta i migliori auguri per un proficuo lavoro e voglio assicurare alla Presidente la massima collaborazione e lealtà del Gruppo consiliare dell'Italia dei Valori nel realizzare il programma politico ed amministrativo che anche la nostra forza ha contribuito a scrivere e che abbiamo condiviso, sin dall'inizio, come coalizione di centrosinistra.
Dopo aver tanto discusso con i cittadini sui temi dello sviluppo, dei diritti e della salute, ora ci interessa dimostrare che la politica sa farsi guida ai fatti e alle parole.
Come forza politica lavoreremo per rendere più partecipato e consapevole il processo legislativo e studieremo strumenti più adeguati per il controllo, sia in termini di efficacia amministrativa sia rispondenza all'indirizzo politico. Dalle linee guida del programma di governo illustrate dalla Presidente Bresso, noi riteniamo che emerga un programma d'alto profilo che ha trovato ascolto e condivisione da parte dei cittadini, incentrato su una visione progettuale e di scelte di governo.
In due settori l'Italia dei Valori intende porre principalmente la sua attenzione centrale e il suo impegno in questa legislatura. Il settore dell'economia, che rappresenta sicuramente una parte importante del programma di governo. Questo è un fatto positivo perché una regione economicamente avanzata costituisce un valore intrinseco e perch un'economia vivace consente di ridistribuire il reddito e, soprattutto, di fornire lavoro. Abbiamo ben presente un obiettivo fondamentale: agevolare le imprese che intendono assumere, che incentivano la ricerca, che pongono nuovi obiettivi di professionalità costituendo così una ricchezza per il territorio dove operano. Siamo d'accordo nel sostenere che la qualità del sistema produttivo passa per l'innovazione. Questo, però, significa soprattutto per le piccole e medie imprese difficoltà nell'accesso alle fonti di ricerca. Dovrà esserci quindi un forte impegno da parte del Governo regionale nel perseguimento di relazioni veramente costruttive fra imprese e università.
L'altro settore nel quale l'Italia dei Valori sente di potersi e volersi fortemente impegnare è quello della sanità. Noi riteniamo che in questo settore i rapporti con l'università o, meglio, con la Facoltà di Medicina e Chirurgia, vadano necessariamente rivisitati in modo significativo, poiché non poche disfunzioni sono derivate dalla forzosa sovrapposizione di due mondi strutturalmente diversi: quello della didattica e della ricerca, con quello dell'assistenza. Non è facile conciliare le diverse esigenze di questi due mondi. Riteniamo questo quindi, uno spinoso problema, una matassa da dipanare con cautela ma, nello stesso tempo, con coraggio. Avremo modo di parlarne a lungo a suo tempo nelle sedi opportune. Occorre poi che, al più presto, si pensi alla stesura del famoso Piano sanitario regionale e che anche questo sia fatto con coraggio e con senso innovativo. La sanità è fatta di strutture, ma soprattutto di servizi, di professionalità, di tecnologia, d'organizzazione e di risorse. Occorre razionalizzarle e spendere meglio agendo sugli sprechi e sui sistemi di controllo della spesa e razionalizzando anche i sistemi d'acquisto. I cittadini aspettano segnali forti e determinazioni importanti in questo settore e ci hanno accordato la loro fiducia perch siamo stati, probabilmente, più credibili nel garantirli e dunque ora tocca a noi dimostrare di aver ben meritato questa fiducia.
Nel concludere il mio intervento, permettetemi di fare un auspicio rivolto a tutto il Consiglio. La politica negli ultimi anni ha riconosciuto sempre meno il legame tra l'azione programmatica ed i principi, i valori della legalità, della trasparenza amministrativa, della questione morale.
Valori pre-politici, pre-programmatici. Noi siamo più che certi che la Presidente Bresso saprà farsi garante di questo legame. Nonostante ci vigileremo affinché l'azione amministrativa del governo regionale sia pervasa sempre e comunque da questi principi e da questi valori con l'obiettivo che, alla fine di questa legislatura, si possa dire che l'amministrazione regionale si è distinta per aver governato con un'azione incisiva proficua e senza scandali. Tutto questo anche perché è necessario che, soprattutto nei giovani, maturi un concetto diverso della politica. La politica al servizio della società non può essere avulsa dalla morale perché nessuna società può prescindere dal rispetto di quei sani principi che vedono il benessere collettivo come obiettivo principe e condiviso.
Per far questo gli interessi di coalizione, di partito, di lobby - o ancor peggio personali - devono lasciare il posto alla legittima ambizione di ottenere soltanto gratificazioni personali, di partito, di coalizione consistenti nel raggiungimento delle mete di governo prefissatesi, che hanno guidato e guideranno le scelte elettorali di chiunque abbia votato.
Non ha importanza sotto quest'aspetto a chi sia stato dato il voto, a quale coalizione, o a quel partito: i cittadini aspettano al varco noi tutti eletti in questo Consiglio. Se non sapremo, tutti noi, recuperare in termini di giudizio chi sostiene che la politica sia una cosa sporca e che tutti sono uguali sotto il profilo etico, avremmo fallito comunque. Avremmo fallito un'opportunità di crescita partecipativa e di coinvolgimento convinto e appassionato. Tutti elementi essenziali per la nostra democrazia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Signor Presidente.
Gli auguri, ovviamente, sono di prammatica alla nuova Presidente della Giunta, Onorevole Bresso. Auguri di prammatica perché avrei voluto fare gli auguri sul programma. Nonostante mi sia impegnato, con tutte le modeste capacità di cui dispongo, non sono riuscito a trovare un programma.
Nel consigliare alla Presidente di cambiare il suo ghost writer per la prossima volta che avrà modo di stendere qualche documento, sono in seria difficoltà per trovare spunti non solo di dibattito, ma anche d'opposizione. Perché vede, Presidente, un conto è fare opposizione al comunismo, un conto è fare opposizione ad un'ideologia, un conto è fare opposizione ad un progetto, un altro è fare opposizione al nulla. Di fronte alla nullità militante o ad affermazioni del tipo: "Noi dobbiamo costruire il nostro futuro in una prospettiva europea" - che sarebbe un po' come dire: "Il sole sorge all'alba" - è ovvio che un'opposizione responsabile costruttiva, ancorché intransigente come quella di Alleanza Nazionale, non può che trovarsi in grossa difficoltà. Siamo rimasti delusi - personalmente sono rimasto deluso, ma credo che anche i Consiglieri di Alleanza Nazionale non siano sovraeccitati - non per la sua elezione, che è legittima e democratica, ma per il fatto che, anche dopo la fine delle elezioni, la Presidente non sia riuscita a dare un colpo d'ala che andasse al di là della propaganda.
Quando addirittura - lo ha detto il Consigliere Casoni - su un nodo vitale, strategico, fondamentale per il futuro di questa regione, la Presidente non riesce che a trovare una pace armata fondata sul nulla e sulla dilazione - si sa benissimo che continuare ad aprire tavoli per discutere, facendo finta di ascoltare le esigenze del territorio, significa in realtà procrastinare i tempi per non decidere nulla e quindi far saltare opere - vuol dire che non si riesce più ad andare oltre la propaganda.
Nel momento in cui la Presidente tenta di passare dalla propaganda alla sostanza, si spacca la coalizione. Una coalizione non si tiene assieme con la demagogia dicendo: "Via le auto blu, viva le panda". Magari "viva le panda" avreste dovuto dirlo lei e il centrosinistra vent'anni fa quando la



FIAT - ci sono tanti sindacalisti in Aula - cominciava a produrre i motori

della panda in Polonia (e all'epoca la Fiat "andava" benissimo), e i padroni dovevano essere appoggiati. Va bene la panda, va bene tagliare gli sprechi, e lei, che di sprechi è maestra - viste le decine di miliardi l'anno di consulenze che elargiva in qualità di Presidente della Provincia saprà sicuramente dove tagliare perché padroneggia bene la materia.
Nella sequela di banalità, Presidente, si è detto: il PIL non cresce.
Ci aspettavamo una proposta. Mercede Bresso propone di aumentare il PIL, ma non c'è una riga - e lei è una nota ambientalista - sull'alternativa ambientale ed energetica di questa regione, che è il vero problema della mancanza di competitività delle nostre imprese, che è il vero problema da affrontare se vogliamo renderle veramente internazionali. Questo, non creando una struttura unica, utile per diminuire e tagliare gli sprechi, ma anche per la presenza delle nostre imprese all'estero, ma affrontando con serietà e con forza il problema dei costi, ad esempio, dell'energia delle imprese piemontesi, che pagano l'energia 1,6 volte rispetto ad un altro collega europeo e 2 volte rispetto ad un collega francese. Diversamente non si avrà mai la possibilità di aumentarne la competitività.
Da questo punto di vista, credo che apriremo una discussione anche nel centrodestra. Penso che un'idea alternativa potrebbe essere quella di rimettere in discussione la possibilità di usare, di costruire e farci Regione traino per la nuova energia nucleare in Piemonte. Il Piemonte come Regione traino per l'energia nucleare: è possibile, perché la fissione si allontana, Presidente Presso, e noi continueremo ad avere delle imprese sempre meno competitive.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, ho preso l'Enciclopedia della Favola di Gianni Rodari per cercare qualcosa di più ameno rispetto alle energie rinnovabili. Dopo 100.000 miliardi di vecchie lire spese nella ricerca per le energie rinnovabili dal 1980 ad oggi, oggi le cosiddette energie rinnovabili - quelle che intendete voi: eoliche, fotovoltaiche e quant'altro - comportano, per la nostra economia e per le nostre imprese un'importanza dello 0,09%. Allora, se volete investire in energie alternative, Presidente Presso, non sprecate ulteriormente i soldi dei piemontesi, ma fate un atto di coraggio dal punto di vista delle energie.
Non devono più esserci tabù, se cerchiamo una competitività reale, se cerchiamo una maggiore ricchezza per la nostra regione, ma soprattutto se vogliamo fare quello che dice lei, Presidente Presso, cioè costruirci prospettiva europea. E visto che la prospettiva europea è proprio quella della sussistenza dell'energia nucleare come principale fonte per l'energia e per la fornitura di energia elettrica, allora anche qui ci aspetteremo da lei un colpo d'ala, che non è il colpo d'ala degli scooter a idrogeno del Sindaco Chiamparino e del Presidente Saitta che giocano come i bambini in via Roma.
Poiché lei, Presidente, ha una nota sensibilità ambientale, sa benissimo che per produrre l'energia a idrogeno, che consente anche a quegli scooter di viaggiare, noi abbiamo un costo di una volta e mezza solo per produrre - rispetto a quello che si usa per un altro combustibile con una resa di un quarto. E allora anche lì ci vuole l'economia compatibile.
Lo sviluppo sostenibile, Presidente Presso, è anche questo, è anche la compatibilità economica dello sviluppo. Sviluppo sostenibile non significa solo energie alternative, chi si occupa di ambiente queste cose le sa, e allora non credo che ci si ancori all'Europa con degli scooter che pigliano una bella foto, costano carissimi, ma non saranno realizzati.
Faccio altri due slogan, Presidente, e devo andare per slogano perch mi atterrò rigidamente ai tempi. Uno: Presidente Presso, per favore, lei che lo può fare, apra oggi la questione morale sul TOROC, perché aprire la questione morale sul TOROC e farla finita con la gestione degli amici degli amici non c'entra niente con la riuscita e la vittoria delle Olimpiadi.
Questa regione ha bisogno di trasparenza, questa regione ha bisogno di pubblicità, i cittadini devono sapere dove e a chi sono finiti i soldi del TOROC in questi anni.
Inoltre, ci aspettavamo, Presidente, che lei parlasse un pochino di più di Torino, perché la crisi oggi è Torino e provincia, e lei a Torino dedica il nome "Torino capitale". Ebbene, "Torino capitale del Piemonte" sinceramente non se lo doveva inventare, poi possiamo decidere che domani diventi Biella, Quincinetto o un altro posto, ma non era necessario inventarselo. Cosa significa Torino capitale? Come questa Regione, la sua Giunta regionale intende aiutare il sistema città? Continuando a dire che il futuro di questa città è la meccatronica e l'automotive? Ma questo lo può dire Gig Robot d'Acciaio, a fronte di centinaia, di migliaia di persone che rischiano il posto di lavoro. Questi sono tecnicismi e termini che servono forse a intortare qualcuno, ma sicuramente non chi conosce questi problemi.
Allora, Presidente Presso, mi auguro che anche qui, una volta per tutte, soprattutto lei, che è nuova, ha cinque anni davanti e una maggioranza solidissima, abbia il coraggio di dire qualcosa di più anche sulla FIAT, su questo Presidente della Confindustria che è anche Presidente della FIAT, che un giorno si e un giorno pure tira di mezzo il Governo di centrodestra, quando questo Governo di centrodestra è quello che ha dato di più in termini assoluti alla FIAT per la salvaguardia dell'occupazione e per gli ammortizzatori sociali rispetto a tutti quelli che si sono succeduti nella storia italiana.
La sanità. Dopo tanta demagogia, ab biamo assistito a qualche flash. Presidente, ogni giorno che il buono Dio avrà la cortesia di mandarci in terra, le chiederemo la data in cui lei abolisce questi benedetti ticket. Non ne possiamo più, i piemontesi l'hanno votata per quello, perché c'è una sanità che con lei diventerà ottima e si aspettano che lei abolisca i ticket. Ha detto solo questo in campagna elettorale, non poteva dire altro e il fatto che lei sia entrata per la prima volta su un treno a vedere i pendolari è stato un fatto sicuramente positivo, ma noi vogliamo che lei abolisca questi ticket, visto che paghiamo troppo. Poi, però, ci spiegherà come taglia e come intende portare la spesa per la ricerca e l'innovazione al 3%, perché se lei vuole tagliare i ticket, portare al 3% la ricerca e incentivare la formazione - grazie dimenticavo questo aspetto - vuol dire che finalmente lei eliminerà i carrozzoni indecenti che hanno gestito col centrosinistra - perché sono tutti amici vostri - il 90% della formazione professionale in questi anni.
Questa è una grossa apertura di credito. Si, Presidente, perché l'hanno gestita anche le Province. Non mi guardi con gli occhi spalancati: lo sa meglio di me. Ci sono tanti enti che purtroppo continuano a impiegare più gente che ci lavora rispetto alle fabbriche di disoccupazione dei corsi che gestiscono.
Quindi anche da questo punto di vista noi ci aspettiamo dei segnali.



PRESIDENTE

La seduta antimeridiana è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.21)



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