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Dettaglio seduta n.198 del 19/06/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.03 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion e Moriconi.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 285 inerente a "Approvazione del Programma degli investimenti in edilizia e attrezzature sanitarie per l'attivazione delle procedure di sottoscrizione di un nuovo accordo di programma tra Stato e Regione"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 285, di cui al punto 2) all'o.d.g. Eravamo nella fase di dibattito generale, che ha visto intervenire una serie di colleghi. Se non vi sono altre richieste d'intervento, possiamo passare all'articolato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Chiedo scusa, ma sono stato tratto in errore dal fatto che pensavo che, come al solito, non solo iniziassimo in ritardo, ma iniziassimo anche dalle interrogazioni e interpellanze.
Per quanto riguarda questo Piano di edilizia sanitaria, noi abbiamo sostenuto più volte che si tratta di un Piano che ha due facce: una faccia normale, ragionieristica (in senso positivo), che prevede interventi fattibili, necessari e in larga parte anche condivisibili; poi c'è l'altro lato della medaglia, quello velleitario, quello in gran parte irrealizzabile, ma soprattutto quello non finanziato, quello delle belle speranze, dove si mettono opere faraoniche e miliardi ovunque, senza per averne la copertura finanziaria. Ed è proprio su questa parte, ovviamente che si concentra la nostra perplessità.
Non voglio ancora parlare di contrarietà, perché dipenderà dall'atteggiamento che terrà la Giunta in sede di discussione delle singole parti, ma di perplessità sì. Noi ci troviamo di fronte a un Piano dove, se non ricordo male, sono necessari circa tre miliardi e 100 milioni di euro a fronte di una disponibilità attuale della Regione di circa un miliardo e 300 milioni di euro: mancano un miliardo e 800 milioni di euro, e questi soldi che non ci sono - i soldi onirici e virtuali, peraltro abbondantemente propagandati sui mezzi di stampa - pur non essendoci vengono messi tranquillamente su qualsiasi opera.
Questo, colleghi, sarebbe divertente se non fosse grottesco, anzi ridicolo, perché un Piano di edilizia sanitaria dovrebbe essere quanto di più materiale esiste nella pubblica amministrazione, perché è il Piano in cui la programmazione e la progettazione dovrebbero - dico dovrebbero perché non lo fate - lasciare il posto alla concretezza e alla possibilità reale di costruire materialmente delle strutture. Invece, proprio questa parte, così importante per il sistema sanitario piemontese, non viene disegnata con strumenti tecnici, ma dipinta con lo sforzo della fantasia.
Qualunque cittadino piemontese sarebbe stato in grado o sarebbe in grado di fare un Piano di edilizia sanitaria simile a quello fatto dall'Assessore Bairati, non tanto nella parte che abbiamo definito buona ma nella parte onirica, cioè un cittadino dotato di una certa fantasia avrebbe potuto, per esempio, anziché prevedere un ospedale a Moncalieri del costo presunto di - se non ricordo male - 120 milioni di euro...
Mi scuso se sono così impreparato e dico le cifre "tric e branca" Presidente, ma sono stato colto di sprovvista: pensavo di poter rileggere tutto durante lo svolgimento delle interpellanze e invece vado a memoria quindi qualche cifra non sarà proprio precisa...



PRESIDENTE

Le fatiche serali si sentono.



GHIGLIA Agostino

Certo. Tuttavia, Presidente, non è tanto importante che le cifre siano proprio precise, perché tanto sono cifre su soldi che non ci sono, quindi posso anche sbagliare di quei 10-20 milioni di euro, tanto, essendo virtuali, l'Assessore Bairati mi perdonerà.
Dicevo, nella parte onirica, posso anche prevedere 120 milioni di euro per l'ospedale di Moncalieri, ma se poi ho disponibilità zero è come se non prevedessi nulla e allora, in quel caso, potrei anche prevedere di costruire un castello sulla collina torinese, chiamarlo ospedale e affermare che costerebbe 300 milioni di euro. Quanto ho di disponibilità? Zero. Ecco, con il Piano Bairati ho la stessa disponibilità di costruire un castello sulla collina di Pino Torinese chiamandolo ospedale o di costruire, con gli stessi soldi che non ci sono, l'ospedale di Moncalieri.
Vorrei usare questo paradosso perché non sono chiare le fonti di finanziamento, salvo improbabili vincite a una serie sommata di lotterie nazionali da cui la Giunta Bresso-Bairati intende attingere per costruire opere per cui non vi è disponibilità finanziaria.
Ma si potrebbe continuare: c'è una lista che non sto a rileggere tutta perché vorrei arrivare alla Città della salute, che è un po' uno dei punti su cui, peraltro, ci dovremo intrattenere parecchio.
Non so cosa deciderà il mio Gruppo, ma ieri c'è stata la seconda parte di audizioni, in ritardo, solo perché in qualche modo le abbiamo imposte audizioni dei soggetti interessati: Comune di Grugliasco, Comune di Collegno, Università, Città di Torino, Provincia di Torino. Le avevamo chieste con abbondante anticipo, domandando di svolgerle prima della votazione del Piano di edilizia sanitaria e invece l'ultima si è svolta ieri pomeriggio, con la solita fretta, con la convocazione fatta solo perché venerdì abbiamo insistito pesantemente, con l'impossibilità, da parte nostra, nonostante l'avessimo richiesta, di avere la trascrizione di quanto è stato detto ieri dal Sindaco del Comune di Grugliasco e dal Preside della Facoltà di Medicina dell'Università di Torino.
Dicevamo, Presidente, un Piano velleitario, immaginifico, in gran parte onirico, e arriviamo alla Città della salute.
Non svolgo delle riflessioni, perché le riflessioni sono una cosa seria, mentre il Piano della Città della salute non è una cosa seria: è una cosa raffazzonata, buttata lì all'ultimo momento! Caro Assessore Bairati, lei, in due anni, è stato assolutamente inerte probabilmente si è dimenticato, perché era occupato a fare altro, che c'erano delle scadenze che il Governo voleva farci rispettare per poter dare il proprio finanziamento al progetto. Se ne è dimenticato e, alla fine, ha buttato giù tre fogli, con quattro cifre, in ritardo, perché per mesi abbiamo richiesto il Piano economico dell'AReSS, che è arrivato in articulo mortis, dopo che avevate presentato il progetto.
Insomma, avete buttato giù qualche cartella e qualche cifra, così il Ministro Turco, con buona pace di tutti, ma solo perché è del vostro partito, ha detto, dandovi l'ultimo schiaffo: "Solo grazie alle mie sollecitazioni vi siete svegliati, mi avete portato un progetto; è bello dovremmo approfondirlo"! Beh, in realtà in quel progetto non c'è niente, salvo il fatto che l'Assessore Viano, del Comune di Torino - cari amici dei DS, andate a leggere le registrazioni delle cose dette, perché è importante - a domanda secca ha risposto: "Siamo d'accordo, verificata la praticabilità" (che non significa niente, perché se sono d'accordo, verificata la praticabilità dovrei dire che la sostanza sta nella verifica della praticabilità, non nel fatto di essere d'accordo), così come la gentile Sindaco del Comune di Collegno ha detto: "Anch'io ho letto i giornali stamattina", riferendosi al progetto della Città della salute.
evidente che questo Piano di edilizia sanitaria, formato da due parti, è imbarazzante, da un punto di vista politico, e irricevibile, da un punto di vista tecnico, soprattutto nella parte inconsistente, dove ci sono un po' di velleità e pochi soldi, anzi, tante velleità e nessun soldo! Pertanto, l'atteggiamento del nostro partito è fortemente critico.
Vedremo, nel corso della discussione, come atteggiarci rispetto al prosieguo dei lavori dell'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. La Giunta regionale, con DGR del 21 maggio 2007, e precedentemente con una delibera dell'ottobre 2006, ha commissionato all'AReSS uno studio relativo alla riorganizzazione dell'edilizia sanitaria piemontese.
Un punto fondamentale, in termini quantitativi, rispetto ai tre e rotti miliardi di euro che dovremmo andare a reperire (tre miliardi e 158 milioni di euro), riguarda la Città della salute e della Scienza.
Ad oggi, l'AReSS ha consegnato, non alla Commissione, ma al Gruppo di Alleanza Nazionale - che l'ha richiesta - una scheda di cinque pagine, che immagino sia quella che la Presidente ha letto nella comunicazione di martedì scorso, riguardante, appunto, la Città della salute, che prevede una serie di interventi.
All'interno di questo documento, si dice che si sta definendo un percorso metodologico che trova corrispondenza in un secondo documento.
La bozza integrale di questo documento in via di revisione, che si sarebbe dovuto consegnare nel 2009, sarà resa disponibile nella seconda metà del mese di giugno 2007.
Ad oggi, questa documentazione integrale, che corrisponde a decine e decine di pagine, non è alle mani del Consiglio; peraltro, non è alle mani del nostro Gruppo consiliare grazie al lavoro che avrebbe dovuto svolgere la Commissione, e in altre parole, come da richiesta del nostro Gruppo richiederlo all'AReSS, ma è a nostre mani soltanto perché ne abbiamo fatto richiesta noi, come Gruppo.
Uno dei punti fondamentali sul quale si basa lo studio dell'AReSS è l'ipotesi di revisione della rete dei presidi dell'Area metropolitana. E allora, ritengo che non soltanto sulla Città della salute, sulla quale poi, andremo a dire qualcosa, ma soprattutto sulla delibera in discussione oggi, vi sia un enorme punto interrogativo, legato alla Città della salute e alla razionalizzazione dei presidi ospedalieri.
Infatti, se si dice - come è detto nel modulo 1, dello studio fatto dall'AReSS - che il futuro polo ospedaliero plurispecialistico avrà 750 posti letto, essendo ben noto ai colleghi Consiglieri e alla Giunta che il Piemonte oggi ha una percentuale di posti letto superiore a quella nazionale, è ovvio che i 750 posti letto che si andranno a creare per la Città della salute dovranno essere tolti da altri ospedali. Dove e come verranno tolti, questo non è dato a sapere.
Apro una parentesi, rivolgendomi ai colleghi della maggioranza: per molte settimane e mesi, da quando sono stato eletto in questa Assemblea avete posto al centro dei vostri discorsi la programmazione o la pianificazione, a seconda dei sostantivi usati dalla Presidente Bresso spiegandoci la differenza tra l'uno e l'altro; avete incentrato il lavoro sulla sanità in base alla capacità di programmare o pianificare la sanità piemontese, quindi anche l'edilizia ospedaliera, da qui ai prossimi anni.
Mi domando e ci domandiamo: se oggi non sappiamo quale sarà la redistribuzione, in termini di posti letto, e la razionalizzazione, in termini di edifici ospedalieri, dati dalla Città della salute, inserite all'interno della delibera, come saremo in grado di fare valutazioni in merito al futuro della rete ospedaliera, e quindi anche votare questa deliberazione? Questo è un po' un atto di fede che il Consiglio intende fare! Per venire, poi, alla Città della salute, vi sono due aspetti che ha già ricordato il collega Ghiglia: nell'audizione di ieri pomeriggio, il Sindaco del Comune di Grugliasco e, soprattutto, il Preside della Facoltà di Medicina hanno detto di concordare il percorso voluto dal tavolo, tra Regione, Università ed Enti locali, in quanto è stata accettata l'ipotesi di arrivare a uno studio di prefattibilità, sul quale poi si faranno alcuni interventi. Quindi, oggi siamo nella situazione in cui non possediamo neppure lo studio di prefattibilità, ma un documento che, in quanto tale potrà variare a seconda delle valutazioni che faranno l'Università, gli Enti locali o la Giunta regionale stessa.
Oggi, votando il Piano di edilizia sanitaria e soprattutto l'allegato 1, che fa riferimento alla Città della salute, diamo una delega in bianco che la Giunta - fra l'altro - ha già ampiamente esercitato nel corso di questi mesi, su come realizzare la Città della salute.
Il fatto che ci si trovi in una situazione di assoluto pressappochismo o, comunque, in una situazione in cui non si abbia la benché minima idea di dove si collocherà, di cosa sarà e di cosa andrà a svolgere, lo testimonia anche un aspetto: lo studio che l'AReSS ha fatto, rispetto alla Città della salute e della Scienza di Torino, individua sei differenti moduli (che vanno dalla spesa per l'acquisizione del sito di fondazione, alle opere edili per il polo ospedaliero, per il polo universitario e di ricerca, il polo di incubazione e il polo residenziale), per un costo complessivo di 858.240.550 euro.
Allora, se l'unico pre-studio di prefattibilità che oggi abbiamo in mano ci indica che la Città della salute costerà almeno 858 milioni di euro, ci domandiamo perché, nell'allegato 1, abbiamo indicato una spesa complessiva di 600 milioni di euro e non quella indicata dall'AReSS.
Questo è un dettaglio, perché, al di là dei 258 milioni di euro, si comprende bene che oggi stiamo discutendo di un aspetto che poco ha a che vedere con una pianificazione reale e strutturale di quello che sarà il miglioramento della rete ospedaliera, che verte su un altro principio di fondo essenziale, sul quale ancora non abbiamo avuto alcun chiarimento anche in sede di Piano Socio Sanitario.
Come verranno reperite le risorse mancanti? Badate, stiamo parlando di 1.643 milioni; se a questi sommiamo i 258 milioni che mancano, in base allo studio dell'AReSS, rispetto alla delibera presentata dalla Giunta regionale, sfioriamo i due miliardi di euro.
Ora, sappiamo benissimo che il Vicepresidente è abilissimo nel vincere premi per fare debiti; sappiamo, altresì, che abbiamo della disponibilità in termini patrimoniali, identica.
possibile che un Consiglio, che ha titolarità rispetto al voto sul Piano di edilizia, non abbia neppure uno specchietto in cui gli si dice quali saranno gli edifici venduti, il tipo di indebitamento, se ci sarà per esempio, un progetto dei processi di finanza con dei soci privati, cosa che immaginiamo possa essere utile soprattutto (parliamo anche di quella di Novara) per le Città della salute? possibile che un Consiglio regionale voti senza sapere, da un punto di vista economico, se avrà copertura di bilancio rispetto ad un Piano che viene presentato? Altrimenti, soprattutto per ciò che riguarda l'allegato 1, assomiglia ad una sorta di auspicio che il Consiglio regionale va a votare, demandando alla Giunta la volontà e la necessità di reperire le risorse disponibili.
Abbiamo posto degli interrogativi, non tanto in sede di edilizia sanitaria, ma soprattutto sul Piano Socio Sanitario. Qualora si vadano a vendere degli stabili presenti nell'ASL 3, 4 oppure 1, i fondi che verranno ricavati continueranno ad essere investiti nell'ASL di riferimento o nell'Area metropolitana comunale di riferimento, oppure verranno spalmati in un fondo unico che potrà utilizzare un'edilizia che era patrimonio della Regione, per essere, poi, destinata ad altri territori? Questo è un altro aspetto che non è certo discussione di questa delibera, ma è importante per l'attività del Consiglio.
Ci riserveremo di presentare alcuni emendamenti di merito sul Piano di edilizia sanitaria; non li illustrerò in questo intervento, perché il tempo è già ampiamente scaduto, ma in quello che il Regolamento ci consente di fare in merito alla relazione degli emendamenti.
Crediamo che alcuni interventi non siano previsti e riguardino proprio quella medicina territoriale di base che la Giunta dice di voler potenziare, ma sulla quale, ad oggi, non abbiamo visto un intervento concreto.
Concludo con una battuta per chi è amante della medicina di base (ed io lo sono): il grosso degli interventi, inevitabilmente, riguarda l'edilizia ex ospedaliera ed un numero limitatissimo di interventi di edilizia per garantire sanità territoriale. Anche questo ci deve far riflettere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale. La invito a consegnare gli emendamenti alla Presidenza, così da poterli predisporre.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Registro come il proseguimento della discussione generale sul programma degli investimenti per l'edilizia e le attrezzature sanitarie continui dopo l'incontro avvenuto la settimana scorsa con il Governo, la manifestazione di interesse e la concessione di risorse da parte del Ministro Turco al programma presentato, che è un riconoscimento importante al lavoro svolto dall'esecutivo e che riconosce l'importanza dell'impostazione di questo Piano.
un Piano di investimenti assolutamente rilevante, che avrà effetti diretti sul sistema sanitario regionale, ma importante anche per altri effetti più generali, che saranno indotti nell'economia piemontese diventando motore e significativo volano di sviluppo.
un Piano che dà risposte alle criticità strutturali dell'edilizia sanitaria, ben evidenziati dal lavoro di ricognizione dell'AReSS dello stato di fatto, che evidenziano uno stato di invecchiamento delle strutture. Fatto cento, l'invecchiamento totale è superiore a 70-73.
Il programma di investimenti chiede un impegno su alcuni aspetti particolari, alcuni dei quali sono già stati evidenziati.
Vi sono stati pochi interrogativi sulla disponibilità effettiva delle risorse necessarie.
Credo che il Piano preveda una copertura, che mi pare realistica e non fantasiosa, che ritengo certamente praticabile.
Quindi, mi auguro che questo possa assolutamente concretizzarsi anche attraverso una valorizzazione del patrimonio edilizio cedibile, sul quale mi pare si stia lavorando con attenzione.
L'altro aspetto che voglio richiamare, in relazione al Piano di investimenti, è la capacità di progettazione per la realizzazione di strutture complesse come quelle previste. Credo che non si possa lasciare alle strutture tecniche delle ASL la responsabilità di dare risposte in questo senso. Non credo siano attrezzate per avere progettazioni efficaci in tempi rapidi, su strutture così complesse.
Quindi, il varo della Società di Committenza Regionale è assolutamente indispensabile e spero che il Consiglio possa, da questo punto di vista pronunciarsi in tempi rapidi, recuperando professionalità e competenze che hanno dato buona prova nel corso della realizzazione delle Olimpiadi invernali, in modo tale da accelerare la progettazione e le procedure di realizzazione, dando risposte in tempi rapidi alle esigenze di investimento esistenti.
Un'altra considerazione sulla Città della salute, sulla quale mi sono già espresso nella scorsa seduta di Consiglio; non aggiungo altre considerazioni di dettaglio, ma richiamo un rischio che avevo evidenziato nell'intervento precedente: che la Città della salute diventi una sorte di "arcipelago".
Avevo notato anche una certa reazione di perplessità a queste affermazioni, fra i banchi della Giunta.
Tuttavia, sui giornali dei giorni scorsi, in alcuni casi si parlava proprio di "arcipelago" e si leggeva che Ginecologia e Pneumologia potrebbero essere ristrutturati a Italia 61. Mi auguro che siano soltanto notizie giornalistiche prive di fondamento reale, perché, altrimenti quelle perplessità prenderebbero sempre più corpo.
Naturalmente, sulla Città della salute siamo ancora a uno stato di pre fattibilità, come qualcuno ha precisato. Pertanto mi risparmio, in questo momento, considerazioni su quelle che potrebbero essere le conseguenze che seguiremo con attenzione - sulla ristrutturazione della rete ospedaliera metropolitana.
Nel concludere il mio intervento, vorrei sottolineare un aspetto che non mi pare secondario: una programmazione degli interventi eviterebbe quella gestione approssimata rispetto alle strutture sanitarie che si è verificata un po' in passato, in particolare negli ultimi anni.
Per farvi capire meglio, cito un esempio che conosco da vicino: qualche anno fa - 2001 o 2002 - la Regione stanziò risorse consistenti per la realizzazione di uno studio per la localizzazione del nuovo ospedale del Canavese, la cui realizzazione era prevista in una deliberazione regionale non collegata, però, ad un Piano di valutazione e di programmazione delle strutture già esistenti sul territorio. Lo studio è costato 200.000 euro e ha valutato tutte le aree disponibili sul territorio canavesano, senza considerare quello che poteva essere il destino dei presidi ospedalieri oggi esistenti (Cuorgnè, Castellamonte ed Ivrea) e creando, di fatto confusione sul territorio.
Oggi, con la scelta del Piano Socio Sanitario, che mi auguro possa essere portato presto al dibattito dell'Aula, la Regione ha dato indicazioni puntuali e precise relative ai presidi ospedalieri di quell'area. Vengono mantenuti, con le destinazioni che trovano nel Piano Socio Sanitario la loro declinazione, i presidi di Cuorgnè e di Castellamonte; viene evidenziata la fatiscenza e l'ineconomicità del mantenimento della struttura ospedaliera di Ivrea. Pertanto, il rifacimento previsto nel Programma di investimenti di cui stiamo discutendo riguarda la sola struttura di Ivrea. Un modo per fare pianificazione corretta, evitare attese che non si realizzeranno sul territorio ed ottimizzare anche l'utilizzo delle strutture, cosa che in passato non è assolutamente avvenuta.
Rilevo anche con soddisfazione, riferendomi sempre alla mia area, la previsione di realizzazione del Poliambulatorio di Ivrea, che rappresenta sicuramente un rafforzamento dei presidi territoriali, e la previsione di completamento e di ampliamento dell'ospedale di Chivasso, che darà risposte importanti in un'area che prevede, peraltro, l'accorpamento delle ASL e quindi è estremamente significativo anche in questa direzione.
Concludo, esprimendo un apprezzamento per il lavoro che è stato impostato e svolto. Lo ritengo un Piano di investimenti importante realisticamente realizzabile nell'arco temporale previsto: non un libro di sogni, ma un progetto caratterizzato anche dal collegamento con le scelte del Piano Socio Sanitario, che dà una previsione di copertura delle risorse che, certamente, con l'impegno necessario, potrà essere concretamente realizzabile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ricca.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intervengo richiamando quanto avevo già precisato in sede Commissione anche per non ripetermi.
Mi riferisco, prima di tutto, alle puntualizzazioni che sono state svolte dalla Presidente, proprio in Commissione, in ordine alla definizione (ma non solamente al nominalismo) che tende, in qualche modo, a precisare che cosa si intende per "Piano" e per "Programma".
Questi ragionamenti erano stati portati avanti anche da questa parte politica già nella scorsa legislatura, proprio perché ormai si vive in una realtà nella quale occorre dare delle risposte in tempi rapidi, tenendo conto, naturalmente, di tutta una serie di rilevazioni e di parametri che nel tempo cambiano e, ovviamente, devono essere anche adeguati a quanto capita intorno a noi. Parlando di sanità e confinando con la Francia, la Svizzera e la Lombardia, dobbiamo avere contezza della posizione che occupiamo, che non è solo una posizione geografica, ma dev'essere anche una posizione di paragone, di confronto e di stimolo per migliorare il più possibile quella che è la risposta che diamo alle esigenze dei cittadini.
Indubbiamente emergono necessità di contenimento delle spese e di rispetto dei budget, ma ovviamente ci sono anche delle spinte alla mobilità passiva quanto più forti proprio per la facilità che abbiamo di rivolgerci ad altri sistemi sanitari.
Ecco, allora, l'importanza di un Piano di adeguamento dell'edilizia sanitaria e delle attrezzature sanitarie.
già stato detto molto dai colleghi in ordine all'aspetto edilizio e alle priorità da un punto di vista strategico generale. Vorrei solamente fare qualche sottolineatura, avendo condiviso, in qualche modo, l'approccio del Programma piuttosto che del Piano, e del Programma inteso come strumento che, in progress, si adegua a quelle che sono le necessità.
Nutro qualche dubbio in ordine allo scatenamento di una corsa tra vari soggetti - che sono, poi, i Direttori generali delle varie ASL - per predisporre la progettazione il più presto possibile, assegnando un premio nel senso di garantire meglio il finanziamento - a chi arriva prima.
Questo potrebbe avere un senso relativo, però credo che nel momento in cui si andrà (si è già andati) ad identificare una serie di carenze e si definiranno le priorità di intervento, è chiaro che questo diventa un obiettivo della Regione Piemonte, dell'Assessorato regionale alla sanità visto che non ci troviamo di fronte a quegli interventi che portano avanti gli Enti locali, ciascuno nella propria autonomia, dove sarebbe anche giusto premiare la tempestività nel predisporre gli atti e nell'essere efficienti anche dal punto di vista organizzativo e della progettazione.
Qui, ovviamente, ci troviamo di fronte a dei Commissari (oggi Direttori generali), ma soprattutto ad una realtà nella quale vi è un forte controllo e un forte coordinamento dell'Assessorato sulle attività che vengono svolte.
Sarò curioso di seguire, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, questa vicenda. Ai tempi del Musichiere, per chi ha qualche anno in più, si diceva "alle sedie", nel senso che si correva per andare a suonare la campanella e chi la suonava per primo aveva la possibilità di rispondere alla domanda vincente.
Credo che si debbano fornire gli strumenti e i supporti necessari per mandare avanti le priorità che il Programma, le deliberazioni e le decisioni operative della Giunta in qualche modo andranno ad individuare proprio perché dobbiamo mettere il nostro sistema edilizio sanitario nelle condizioni di rispettare le norme, di umanizzare gli ambienti, di predisporre, ovviamente, tutte quelle strutture che sono sempre più necessarie per svolgere quelle attività di eccellenza, assolutamente importanti in una Regione come la nostra.
Voglio fare, adesso, alcune considerazioni in ordine alla questione delle attrezzature.
Ritengo che questo sia un punto debole della proposta di deliberazione.
Ovviamente, come opposizione, andremo ad un voto di non partecipazione o di astensione (vedremo quale sarà l'atteggiamento finale del nostro Gruppo e degli altri Gruppi dell'opposizione). Crediamo però, che la risposta al fatto che abbiamo necessità urgente di 200 milioni di euro verrà un po' in là nel tempo.
Vedremo come andrà il confronto con le Fondazioni bancarie, per stabilire le priorità, ma sappiamo che il mondo delle fondazioni bancarie assomiglia ad una serie di repubbliche a se stanti, dove ciascuna ha il suo statuto, il suo ordinamento, la sua autonomia e i suoi rituali interni.
Poiché la cifra è elevata (200 milioni di euro), ma non è tale da sbilanciare tutto il programma, ritengo che, se non tutti, almeno parte di questi interventi dovrebbero essere finanziati con interventi imputabili direttamente al bilancio regionale, perlomeno per le necessità più urgenti.
Personalmente, conosco quelle dell'ospedale di Alessandria, perché nella mia famiglia ci sono degli anziani, purtroppo i ricoveri sono frequenti e spesso vedo che ci sono delle tacche sull'orlo del non funzionamento, anche per periodi lunghi, oppure che ci sono delle attrezzature che svolgono il check up nell'arco di tot minuti, quando, con apparecchiature dello stesso tipo, ma più moderne, in poco tempo si ha l'accertamento diagnostico.
chiaro che queste sono valutazioni da fare.
Localmente, poi, c'è il privato che integra e dà le proprie risposte però mi sembra di aver sentito dire che la Giunta vuole privilegiare e mantenere ad alto livello la sanità pubblica e la struttura pubblica.
Esistono, poi, situazioni come la dotazione dell'Azienda ospedaliera di Alessandria, di rilievo nazionale, che si deve dotare della PET, ma nonostante le visite, le promesse e le presenze in loco di autorevoli personaggi (purtroppo l'Assessore Valpreda non è presente, e noi continuiamo a mandargli i nostri auguri per un veloce ristabilimento), ed avendo le attrezzature bisogno di un sostegno finanziario da definire con le Fondazioni, tale realizzazione si allontana sempre di più.
Chiedo, pertanto, all'Assessore Bairati se è possibile mutare la copertura finanziaria delle attrezzature, in tutto o in parte, con un finanziamento diretto a carico delle risorse regionali.
Queste sono le considerazioni che ritenevo importante fare, per completare le valutazioni di carattere generale che ho svolto, sia in Commissione sia in Aula, su una deliberazione importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Mi limito ad alcuni commenti sulle previsioni relative alla mia provincia.
Inizio con una battuta: ieri, a Casale Monferrato, in Consiglio comunale - dove sono Consigliere di opposizione - convocato, da una parte della maggioranza, per il mantenimento dell'ASL a Casale Monferrato, il Gruppo dei DS ha chiesto il ritiro della mozione presentata da una parte della maggioranza (Socialisti e Margherita), dicendo che erano in arrivo notizie importanti da parte della Regione, citando una telefonata che sarebbe intercorsa tra qualche esponente dei DS casalesi e la Giunta regionale (non so se anche la Presidente Bresso), che porterebbe a far sì (lo dico anche all'amico Muliere, che non ho ancora incontrato nel corridoio) che l'ASL verrà posta, non più ad Alessandria, ma a Casale Monferrato.
Questa è una notizia che ci ha riempiti di gioia, perché sarebbe una grande vittoria per un piccolo centro di 35 mila abitanti, come Casale, nei confronti della matrigna capoluogo di Provincia.
Non so se tale ipotesi, che - devo dire - la Presidente Bresso aveva già esposto come battuta in qualche altra occasione, anche quando sono stati ricevuti i cinquanta Sindaci venuti a manifestare a Torino, sia più una battuta o una realtà.
Da qui parto per dire che, per quanto riguarda la Provincia di Alessandria, vediamo inserito nel Piano di edilizia sanitaria, come intervento assolutamente principale, quello relativo al nuovo ospedale di Alessandria.
Tale fatto trova gran parte dei Consiglieri regionali alessandrini d'accordo, perché, anche sul finire della scorsa legislatura, su sollecitazione dell'allora Direttore generale dell'ASO alessandrina, il dottor Tofanini, si erano svolte, non solo in occasione degli annuali rapporti sulla sanità alessandrina, ma anche con convegni ad hoc, molte elaborazioni sull'ipotesi di costruzione di un nuovo ospedale in Alessandria. Noi - ripeto - vediamo questo di buon occhio, perché riteniamo che, per la sua conformazione, l'attuale ospedale abbia fatto il suo tempo.
Non sto a dire cose che la Presidente Bresso conosce benissimo (la sua collocazione, alcuni problemi di tipo logistico), mentre un nuovo polo ospedaliero, che vada ad integrare il nuovo Borsalino, e un nuovo polo infantile sarebbero un gran segnale d'investimento in quella che, anche ad Alessandria, è la più grande industria cittadina, sia per numero di dipendenti sia per fatturato creato.
Inoltre, come si sa, Alessandria presenta anche una sanità privata d'eccellenza, che, tra l'altro, verrà chiamata ad un forte investimento di rinnovo delle proprie strutture, nei prossimi mesi.
Nascerà, poi, un polo ospedaliero, un polo della salute, chiamiamola Città della salute, chiamiamola come vogliamo (adesso va di moda questa terminologia), integrato - come diceva il collega Cavallera - con le Facoltà scientifiche operanti sul territorio. Queste, essendo legate alle scienze e alla questione dei materiali e delle plastiche, potrebbero veramente creare nel Piemonte sud, che è quello più esposto ad una mobilità passiva di un certo significato, una punta di attrazione importante.
Quindi, nulla osta, per quanto ci riguarda, sul discorso del nuovo ospedale di Alessandria. È chiaro che, se l'idea trova larga rispondenza si pongono una serie di problemi di corollario.
Il primo problema riguarda, naturalmente, i finanziamenti, perch purtroppo, lei sa - come sappiamo noi, perché gentilmente ci ha fatto avere le carte - che i 322 milioni di euro necessari alla strutturazione di questo nuovo ospedale, sono da ricercare nella colonnina del finanziamento.
Purtroppo, oggi c'è scritto "zero", quindi potrebbe essere un buon passo avanti il trovare almeno le risorse per le progettazioni, per i primi Piani di massima di costruzione dell'ospedale.
Quindi, da un primo punto di vista, dobbiamo impegnarci - è la Giunta regionale naturalmente che si fa propugnatrice di principio di questo nuovo ospedale - nel trovare i finanziamenti.
Il secondo problema è la questione degli ospedali che fanno un po' corona all'ospedale di Alessandria, sia quello attuale, sul quale naturalmente non bisognerà abbassare la guardia, perché è chiaro Presidente, che parlare di un nuovo ospedale, vuol dire parlare di una cosa che diventerà realtà magari tra dieci anni se non di più, perché non penso che i tempi per pensarlo, pianificarlo, trovare le risorse e costruirlo possano essere inferiori.
In questo lasso di tempo, naturalmente, bisogna mantenere in efficienza l'attuale ospedale per cui, anche da questo punto di vista, occorrono interventi importanti, ma soprattutto occorre non dare l'idea che gli ospedali che fanno da corona all'ospedale di Alessandria (quelli di Casale Monferrato, Tortona, Novi Ligure, Ovada, Valenza e Mauriziano, gestito dalla Regione) siano lasciati al loro destino.
chiaro che, quando ci sarà questo "super ospedale", che avrà una distanza di quindici-venti minuti da tutti i capicentro della Provincia quello sarà il cuore della sanità alessandrina, ma da qui ai prossimi quindici anni - e forse, come previsione, anche dopo i prossimi quindici anni - bisognerà porsi il problema di inserire nella programmazione sanitaria il mantenimento, se non il miglioramento, di queste strutture.
Per quanto riguarda Casale, ci sono un paio di interventi: uno relativo all'umanizzazione della struttura sanitaria, l'altro relativo ad un intervento sull'area chirurgica. Sono interventi, però, ancora limitati che, nel loro complesso, ammontano a due milioni e mezzo di euro, con un finanziamento regionale di circa 250 mila euro.
Oltre a questo, sulla nostra Provincia non esiste altro.
Vorrei richiamare l'attenzione della Presidente, in particolare, su quelle risorse che l'ASL 21 dovrebbe avere a disposizione; mi riferisco ai 10 milioni di euro derivanti dalla vendita dei terreni di corso Francia e del milione e mezzo di euro derivante da un accordo bonario di risoluzione di una controversia con il Comune di Casale. Si tratta, quindi, di circa una dozzina di milioni di euro di spettanza dell'ASL 21, che noi vorremmo vedere investiti su quell'ASL in maniera proficua.
Capite che, se la Regione riesce, con uno sforzo, a destinare due milioni e mezzo di euro all'ASL 21 e l'ASL ha, o dovrebbe avere, a sua disposizione 12 milioni di euro, la prospettiva di intervento potrebbe essere diversa.
Quindi, occorre sicuramente un miglioramento degli interventi regionali sulle realtà che fanno corolla ad Alessandria, per garantire il mantenimento dell'efficienza delle strutture oggi operanti e poi naturalmente, andiamo a vedere, nello specifico, come faremo: in quali momenti, con quali tempi e con quali finanziamenti verificheremo la possibilità di costruzione del nuovo ospedale di Alessandria.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento in sede di dibattito generale, do la parola alla Presidente Bresso, per la replica.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Cercherò di rispondere brevemente alle numerose osservazioni e richieste di intervento e modifica, contenute anche nel testo degli emendamenti.
Inizio illustrando un emendamento che la Giunta ha presentato per chiarire meglio le tabelle relative alla parte relativa al "finanziamento".
In effetti, nelle tabelle compare la dizione "con risorse da reperire" che potrebbe indurre a pensare che le risorse saranno reperite in futuro.
Quel "risorse da reperire" significa che le risorse sono programm vengono messe a disposizione dal presente Piano, e che, ovviamente verranno attribuite, mano a mano, sulla base della presentazione effettiva del progetto con i relativi costi.
Come ho già detto - e questo vale per l'insieme delle osservazioni relative all'esistenza delle risorse - le risorse esistono, e sono: la somma delle risorse a disposizione attraverso la riprogrammazione dei fondi ministeriali, i nuovi 170 milioni, le risorse programmate a bilancio nei prossimi tre anni (quest'anno, il 2008 e il 2009), le risorse derivanti dalla vendita del patrimonio disponibile, senza considerare quello che verrà reso disponibile successivamente alla realizzazione dei nuovi ospedali, che ovviamente rappresenterà il volano per gli interventi successivi, sono soldi che possono essere resi liquidi ben prima del momento in cui inizieremo ad erogare.
Insieme al Vicepresidente Peveraro, abbiamo verificato con Finpiemonte che è possibile conferire l'incarico a Finpiemonte stessa di costituire un fondo, con il quale metta a disposizione, da subito, la liquidità provvedendo successivamente, attraverso un bando per una società immobiliare, a renderlo liquido, attraverso le vendite.
Com'è noto a tutti, Finpiemonte ha molta liquidità, pertanto potrà mettere a disposizione le risorse fin da subito, da molto prima del momento in cui realizzeremo gli interventi.
Pertanto, l'emendamento è "Risorse programmate dal presente Piano", per far capire che si tratta di risorse programmate e rese disponibili e non di risorse ipoteticamente disponibili.
L'altra questione relativa alle risorse riguarda il fondo delle tecnologie.
Sull'articolo 20, si ricorda che il 20% delle risorse è obbligatoriamente destinato alle tecnologie; a questo si aggiungeranno le risorse che stiamo contrattando con le Fondazioni, sulle quali non ci sono solo delle ipotesi, ma ragionevoli accordi, seppure ancora da sottoscrivere, in stato di avanzata discussione.
Queste risposte sono relative alle preoccupazioni espresse dai Consiglieri Cavallera, Botta, Ferrero e molti altri.
Anche la preoccupazione espressa dalla Consigliera Cotto, che si corra il rischio che i primi che arrivano trovino le risorse e gli altri no, è infondata, perché la quantità di risorse che siamo in grado di mettere a disposizione, non appena ci saranno i progetti, è molto rilevante, anche grazie all'immediata possibilità di trasformare in liquidità una parte di patrimonio disponibile, attraverso un meccanismo che stiamo costruendo insieme con Finpiemonte.
Pertanto, il problema del mettere a disposizione le risorse, man mano che i progetti saranno cantierabili, e, naturalmente, di mettere preventivamente a disposizione le risorse per le progettazioni è un problema che non si pone.
Si pone, invece, la questione della velocità e della celerità della capacità di programmazione, per la quale è urgente l'approvazione della Società di Committenza Regionale, sulla quale ieri, sia con la maggioranza sia con l'opposizione, abbiamo formulato delle ipotesi di lavoro che ci consentano di approvarla prima delle ferie, e quindi di renderla attiva entro fine anno, anche per garantire una continuità per le persone che lavorano nell'Agenzia olimpica, che - come sapete - a fine anno cessa inderogabilmente la sua attività.
Pertanto, l'approvazione entro luglio ci consentirebbe di attivare la società entro fine anno, recuperando risorse umane preziose.
Molti colleghi hanno sollecitato la questione relativa alla società SCR. Ribadisco che mi sembra ci sia un accordo tra maggioranza e opposizione per approvarla prima delle ferie, in modo da poterla rendere attiva entro fine anno.
Per quanto riguarda l'ospedale di Alessandria, oltre a confermare la disponibilità ad accelerare la progettazione, anche grazie a GTR, e verificare le possibili formule di finanziamento, sono stati presentati emendamenti, sia per Alessandria sia per il nuovo ospedale di Alba-Bra, a Verduno, per attivare, sia pure in misura, almeno per il momento, di minore dimensione, una procedura collegata al fatto che sono entrambi ospedali in cui esiste un'Università.
Pertanto, si intende attivare una procedura di poli della scienza della ricerca e della possibile attivazione delle attività economiche: nel caso di Alessandria, sui materiali, essendo presente - come sapete - la struttura di ricerca sulla plastica, che è di grande rilevanza; nel caso di Pollenzo, legata all'alimentazione, perché uno dei temi più rilevanti per una politica della salute, e non solo della cura e della sanità, è quello della prevenzione attraverso l'alimentazione nelle patologie da alimentazione.
Abbiamo trovato le risorse per avviare la fattibilità di queste due strutture - chiamiamoli poli - per non moltiplicare le Città della salute anche perché, per il momento, non si parla di dimensioni comparabili a quelle di Grugliasco o Novara.
Come ho già accennato, parecchi Consiglieri, anche della maggioranza hanno sollecitato la questione di SCR. Ribadisco che anche noi consideriamo molto importante concludere prima dell'estate l'approvazione della legge in modo da potere garantire la continuità lavorativa delle persone interessate.
Ci sono, poi, parecchie richieste relative alle Case della Salute. Come ho detto, le risorse ci sono e, anche rispetto alla domanda della Consigliera Cotto, confermo che nel Piano erano previste quelle concordate e da avviare subito ad Asti.
Pertanto, si conferma che esistono le risorse, non per una sola Casa della Salute, ma per tutte quelle concordate.
Il Consigliere Pedrale ha ricordato che, per valorizzare il patrimonio occorrono delle varianti ai Piani regolatori. In effetti, in tutti i Comuni in cui ci saranno nuovi ospedali e si valorizzeranno quelli dismessi, ci sarà un accordo di programma (non necessariamente l'area che si individua richiede una variante) che, nel definire lo strumento urbanistico per la nuova localizzazione, contestualmente valorizzerà urbanisticamente, in modo concordato, la sede che verrà dismessa.
Questo fa parte dei patti che faremo con ogni Amministrazione dei Comuni in cui si sviluppa una nuova localizzazione.
evidente che, essendo di interesse per il Comune avere il nuovo ospedale, contemporaneamente esso deve consentire alla Regione la valorizzazione nell'area che dismettiamo, per garantirci la copertura, se non necessariamente di quell'ospedale, di uno successivo che andremo a realizzare.
Il Consigliere Casoni sostiene che questi sarebbero come i Piani decennali dell'ANAS, ovvero che non avrebbero copertura. Ribadisco che la copertura c'è e che intendiamo far partire, nei tempi tecnici minimi disponibili, tutto ciò che è scritto in questo Piano.
Pertanto, trattasi di problemi tecnici e non finanziari.
Il Consigliere Lepri ha posto la questione, che - ripeto - è contenuta sia pure in modo sintetico, ma assolutamente chiaro, nella delibera, della ridefinizione dell'intero sistema delle ASO dell'Area metropolitana, a seguito della localizzazione della Città della salute.
L'accordo fatto con l'Università e tutti i soggetti interessati è di partire, da subito - tanto che garantiamo le risorse necessarie per mantenere le Molinette in efficienza, fino a quando sarà pronto il nuovo ospedale - con la revisione (loro, per la parte che li riguarda, e noi, per la parte che ci riguarda) dell'intero sistema delle ASO dell'Area metropolitana.
Alcuni interventi hanno evidenziato come su questo ci siano ancora delle incertezze. Come ho detto, sia il Piano sia la delibera di edilizia sanitaria sono necessariamente strumenti evolutivi, perché ogni decisione comporta delle revisioni della situazione complessiva. Anche ad Alessandria, realizzato il nuovo ospedale, è evidente che c'è da riorganizzare il sistema, e questo vale per ogni situazione.
Quindi, il programma di edilizia sanitaria, così come il Piano, sono strumenti evolutivi, che verranno adattati man mano che le decisioni essendo maturate, comporteranno la necessità di una riorganizzazione.
Nel caso della Città della salute, la decisione è stata presa e presentata al Ministero, che l'ha apprezzata da tutti i punti di vista.
Possiamo, dunque, partire immediatamente con la revisione dell'intero sistema ospedaliero dell'Area metropolitana, nel contesto del quale ovviamente, rientra anche l'ospedale di Moncalieri, la cui necessità è stata sottolineata anche dalla Consigliera Ferrero.
La Consigliera Ferrero, insieme con altri colleghi, ha posto la questione del cambio di sito dell'ospedale di Venaria. Avevo già risposto in merito, nel contesto del dibattito sulla Città della salute.
Ribadisco che la verifica del sito proposto dall'Amministrazione comunale ha messo in evidenza un'area che è piuttosto limitata, cioè non consentirebbe sviluppi successivi. I nostri tecnici l'hanno considerata non del tutto adatta e quindi si sta verificando la possibile esistenza di un'area alternativa. Se si trova, si farà l'accordo con la città per cambiare la localizzazione; se non si trovasse, faremo con quello che è disponibile.
Mi pare di aver risposto a tutte le osservazioni e/o domande che sono state fatte. Grazie.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Colleghi, desidero comunicarvi che il Vicepresidente Peveraro ha avuto un lieve malore. Il 118 è intervenuto prontamente e, per ulteriori controlli, l'Assessore Peveraro è stato ricoverato in ospedale, ma anche i colleghi Consiglieri medici, che sono intervenuti con professionalità assicurano che non dovrebbe essere nulla di grave.
A nome di tutti voi, formulo al Vicepresidente i migliori auguri affinché si ristabilisca e di oggi ci possa raggiungere in Aula.
Colleghi, abbiamo bisogno di alcuni minuti per procedere alla duplicazione di tutti gli emendamenti e poterveli consegnare: i lavori vengono sospesi brevemente.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.58 riprende alle ore 12.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo proceduto alla duplicazione dei documenti. Resta inteso che, se arriveranno ulteriori emendamenti, saranno anch'essi riprodotti e distribuiti, però ovviamente occorre il relativo tempo.
Poiché gli emendamenti toccano sia la premessa della delibera sia il deliberato sia gli allegati, abbiamo concordato con i colleghi dell'Ufficio di Presidenza di procedere esaminando prima gli emendamenti sugli allegati poi passeremo a quelli sulla premessa e quindi a quelli sulla deliberazione vera e propria.
Colleghi, vi pregherei di accomodarvi in aula e prestare attenzione perché dovrei illustrarveli e porli in votazione.
Il primo è l'emendamento n. 1, presentato dalla Presidente Bresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Mi domando soltanto se sia proceduralmente corretto invertire il senso degli emendamenti.
Abbiamo una delibera con una narrativa, la quale poi ha due parti integranti, che sono l'allegato 1 e l'allegato 2. Solitamente in Consiglio abbiamo sempre proceduto esaminando gli emendamenti alla delibera e successivamente gli emendamenti agli allegati. In teoria, il Presidente ha annunciato che procederemo votando gli emendamenti agli allegati e successivamente quelli alla delibera.



PRESIDENTE

L'osservazione del collega Vignale è, come sempre, puntuale.
Con i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, avevamo immaginato di procedere in senso inverso alla prassi perché ci pareva che il contenuto deliberativo, cioè la sostanza della deliberazione, fosse in massima parte ravvisabile negli allegati e quindi, procedendo prima con gli allegati eventuali emendamenti o interventi sulle premesse, arrivando al termine potessero essere in qualche modo fatti consapevolmente rispetto alla stesura dell'allegato e dunque dell'oggetto vero e proprio della decisione.
Ci pareva più utile a tutti i colleghi, per conoscere esattamente quello che si andava a deliberare, intervenire prima sui numeri, sulle norme, sulla sostanza e poi sulla parte deliberativa. Se però ci sono altre istanze, le prendiamo in esame.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Innanzitutto, faccio una proposta: considerato che il Consiglio si deve chiudere alle ore 12.30, propongo di esaminare l'emendamento presentato dalla Presidente e poi sospendere la seduta.
Per noi, la proposta avanzata dal Presidente può andare bene, nel senso che è ovvio che la parte politica rilevante sta negli allegati e non certo negli emendamenti alla delibera. Avremmo però necessità di sapere qual è la volontà dell'Aula e della Giunta rispetto - ovviamente parlo per il nostro Gruppo - ad alcuni degli emendamenti di merito che noi abbiamo presentato.
Allora formulo questa proposta, che per noi potrebbe andare bene: esaminare l'emendamento della Presidente, verificare con la Giunta (non solo, ma anche con i colleghi del Consiglio) se una serie di emendamenti presentati si possono ritenere accoglibili e, in quel caso, è ovvio che tutti gli emendamenti presentati sulla delibera - che, salvo uno, non sono emendamenti di grande sostanza - potrebbero essere neppure discussi.



PRESIDENTE

Colleghi, come sapete e come convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo, alle ore 12.30 è previsto un incontro con una delegazione in rappresentanza delle minoranze linguistiche che vengono a presentare una proposta di legge. Con i colleghi Presidenti dei Gruppi si era immaginato un minimo di momento di accoglienza, per cui la seduta sarà interrotta alle ore 12.30. L'interruzione è utile per dare le risposte che sono state chieste rispetto ad alcune proposte emendative e confido che questo possa accelerare i nostri lavori. Possiamo intanto esaminare l'emendamento rubricato n. 1, proposto dalla Giunta regionale.
Emendamento rubricato n. 1, presentato dalla Giunta regionale a firma della Presidente Bresso: Nell'intestazione delle colonne, contenute nelle tabelle presenti sia nella premessa della proposta di deliberazione in oggetto, sia nell'allegato 1 le parole "risorse da reperire" sono sostituite dalle parole "risorse programmate dal presente piano".
Se non ci sono richieste di interventi, passiamo alla votazione dell'emendamento n. 1, presentato della Giunta regionale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Colleghi, non ci sono le condizioni per procedere all'esame degli emendamenti successivi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.26)



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