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Dettaglio seduta n.196 del 12/06/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.03 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Moriconi, Rabino e Rutallo.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni e interpellanze:

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1466 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Grave atto di criminalità a Serravalle Scrivia" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1515 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Grave atto di criminalità a Serravalle Scrivia" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, da parte dell'Assessore Caracciolo, sarà data risposta scritta alle interrogazioni n. 1466 e n. 1515, relative a "Grave atto di criminalità a Serravalle Scrivia", presentate dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Ai banchi della Giunta è presente unicamente l'Assessore Caracciolo.
Signor Presidente, vorrei dirle che o ci sono altre risposte dell'Assessore Caracciolo, oppure le chiedo - altrimenti richiedo la parola subito dopo - di sospendere la seduta fino a quando non arrivano gli Assessori che devono rispondere alle interrogazioni e interpellanze dei Consiglieri. Non vorrei che andassimo avanti sul resto perché loro non ci sono, tra l'altro con mezz'ora di ritardo.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, ho letto esattamente il nome degli Assessori che chiedevano formalmente la disponibilità a dare risposte, ma non ho ancora avuto un cortese cenno di risposta da parte degli Uffici della Giunta regionale in merito alla possibilità degli Assessori di poter partecipare.
Prendo atto delle presenze, che sono sotto gli occhi di tutti, non faccio valutazioni al riguardo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Non ritiene forse opportuno sospendere brevemente i lavori e accertarsi con i vertici della Giunta su come stanno le cose?



PRESIDENTE

esattamente quello che mi sto accincendo a fare, anche perché mi pare assolutamente sconcertante questo modo di procedere.
In attesa di avere indicazioni dalla Giunta regionale circa la disponibilità degli Assessori di venire a rispondere in Aula, sospendiamo i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.36 riprende alle ore 10.49)


Argomento: Università

Interrogazione n. 1504 dei Consiglieri Moriconi, Barassi, Dalmasso e Deambrogio, inerente a "Realizzazione Polo scientifico universitario a Grugliasco - Istituto Zooprofilattico"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione n. 1504 cui risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'Università

L'interrogazione fa riferimento ad una convenzione sottoscritta tra l'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta l'Università degli Studi di Torino e la Città di Grugliasco per la realizzazione della nuova sede dell'Istituto all'interno del Polo scientifico universitario previsto a Grugliasco.
L'interrogazione chiede qual è lo stato di attuazione della convenzione sottoscritta dal Direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico e qual è la valutazione che la Giunta fa circa la costruzione di un Polo scientifico universitario che vedrebbe riunite non solo strutture facenti riferimento all'Università di Torino, ma anche all'Istituto Zooprofilattico stesso.
Al momento attuale, la convenzione cui fa riferimento l'interrogazione è limitata a un accordo sottoscritto - come dicevo - tra l'Università degli Studi di Torino, la Città di Grugliasco e l'Istituto Zooprofilattico con lo scopo di realizzare un Polo che, seppur costituito da enti di natura diversa, si proporrebbe lo sviluppo sostanzialmente concentrato alle attività di ricerca.
All'articolo 9 dell'accordo si precisa che, per quanto riguarda le attività dell'Istituto Zooprofilattico, le obbligazioni assunte costituiscono pura espressione di interessi e quindi non hanno, al momento carattere vincolante.
Nello stesso comma, è sancito che ogni ulteriore sviluppo dovrà accordarsi con gli atti della programmazione interregionale (come sapete l'Istituto Zooprofilattico ha giurisdizione su tre Regioni) e svolgersi conformemente con quanto previsto dalle leggi regionali di riferimento delle tre Regioni e dalla delibera della Regione Piemonte in cui s'indicano le linee di indirizzo per l'attività dell'Istituto Zooprofilattico stesso.
Per quanto riguarda le valutazioni circa l'opportunità e realizzabilità della nuova sede dell'Istituto Zooprofilattico, è bene fare due ordini di valutazioni di carattere generale.
Gli Istituti, come sapete, hanno come prima missione quella di svolgere attività su due filoni: la sicurezza alimentare e la sanità pubblica in campo veterinario. Ovviamente, entrambi i filoni sono rivolti più o meno alla salvaguardia della salute pubblica.
Bisogna tenere conto che l'attuale sede, che è ancora la sede originaria costruita nel 1912, è complessivamente, sia dal punto di vista strutturale che impiantistico, ormai largamente inadeguata a svolgere tali tipi di attività. Teniamo conto che le strutture sono ormai obsolete e anche dimensionalmente insufficienti, non consentono - questi sono fatti piuttosto recenti - neanche un'espansione, non solo auspicabile, ma anche realizzabile delle attività di ricerca.
Tenete conto che, oltre all'attività di carattere routinario che l'Istituto deve svolgere, oggi operano, all'interno del Centro, due punti di ricerca di carattere nazionale, quattro laboratori riconosciuti dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale e tre Centri riconosciuti dall'Autorità Alimentare Europea.
evidente che i limiti dimensionali, strutturali e l'obsolescenza delle strutture stesse impediscono o limitano fortemente le possibilità di sviluppo in questo tipo di attività.
Pertanto, la costruzione di un nuovo complesso formato sia da laboratori di ricerca sia da ambienti, che mettano gli operatori nelle condizioni di svolgere adeguatamente il loro compito istituzionale è, a giudizio della Giunta, assolutamente indispensabile.
A tal fine, l'associazione o, se volete, l'integrazione, in un unico polo tra attività universitarie e Istituto - dislocazione che, peraltro, è già stata realizzata in altre città (Milano, Padova, Perugia e Sassari hanno dato vita a insediamenti di questo genere), non solo renderebbe finalmente all'onor del mondo strutturale l'attività dello Zooprofilattico ma darebbe più forti integrazioni tra i ricercatori dei due Istituti consentirebbe lo sviluppo delle attività in un contesto internazionale darebbe - fattore non secondario - anche minori oneri di manutenzione delle strutture e consentirebbe economie di scala, grazie alla condivisione quantomeno di alcune parti della didattica ed altre della ricerca.
Quindi, la Giunta ritiene quest'intervento assolutamente opportuno e dal punto di vista temporale, urgente.
A dimostrazione dello stato di precarietà strutturale, si cita per esempio la mancanza di uno stabulario, fatto che ha provocato, in altre sedi, lo spostamento di progetti di ricerca nazionali e internazionali che richiedono certi tipi di dotazione, con perdita di finanziamenti e nocumento al prestigio scientifico-internazionale dell'Istituto, che si pu ritrovare dal livello delle sue pubblicazioni. Grazie.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Commercio

Interrogazione n. 1157 dei Consiglieri Botta, Rossi e Cavallera, inerente a "Ruolo di Finpiemonte nell'acquisizione dell'area del Mercato ortofrutticolo di Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1157, dei Consiglieri Botta, Rossi e Cavallera.
La parola alla Presidente Bresso, per la risposta.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie. Con DGR n. 47-5541 del 19 marzo 2007 è stato approvato il Protocollo d'Intesa "da stipularsi tra la Regione Piemonte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, la Finpiemonte, la Provincia e il Comune di Alessandria, il Politecnico di Torino, l'Università del Piemonte Orientale, il Consorzio Proplast e i gruppi industriali Guala e Ghisolfi finalizzato alla definizione delle iniziative, delle finalità e degli strumenti finanziari necessari all'acquisizione dell'immobile e alla costruzione delle strutture occorrenti per la realizzazione del progetto di sistema per lo sviluppo del settore plastico in Alessandria", questione che credo sia nota ai Consiglieri interroganti.
Il polo del settore plastico di Alessandria è di grande importanza per il nostro territorio e il Protocollo è finalizzato a sviluppare queste attività, attraverso questo complesso di soggetti.
Il bene immobile, cioè l'area del mercato ortofrutticolo, risulta essere di proprietà della Società "Valorizzazione Immobili Alessandria S.r.l. (SVIAL S.r.l.), costituita dalla Città di Alessandria, per la cartolarizzazione del patrimonio immobiliare del Comune.
La stima dell'impegno finanziario è rinvenibile in questo Protocollo in particolare i soci convengono di costituire una società consortile a responsabilità limitata (Newco), impegnandosi a mettere a sua disposizione la somma di euro 6.735.000. In quest'ambito, l'impegno della Regione attraverso Finpiemonte, è di euro 1.500.000; quello del Comune di Alessandria è di euro 500.000.
La DGR n. 47-5541 del 19 marzo 2007 demanda "a successivi provvedimenti le modalità di provvista dei mezzi finanziari, nonché la definizione dei limiti di mandato alla Finpiemonte ed ogni altro aspetto del rapporto contrattuale che dovrà intercorrere tra la Regione e la Finpiemonte mandataria".
Per quanto concerne i punti 2), 3) e 4) dell'interrogazione, abbiamo fatto richiesta apposita a Finpiemonte, che ci ha fornito puntualmente le risposte.
Rispetto al punto 2), che - ricordo - chiede "come sia possibile che una Società finanziaria regionale compia operazioni di finanziamento surrettizi a Comuni", il regime dell'attuale proprietà del complesso immobiliare esclude forme di finanziamento da società finanziaria regionale al Comune di Alessandria, essendo questa una società che realizza la cartolarizzazione dei beni del Comune di Alessandria. Pertanto, se c'interessa quel terreno per quell'opera, questo non ha alcun aspetto di finanziamento del Comune stesso; caso mai, ha quello di acquisire un terreno di interesse per il progetto di cui sopra.
Il punto 3) chiede "se tale operazione s'inquadra in una politica regionale di razionalizzazione e accorpamento delle Società partecipate da Finpiemonte". In questo caso, non è solo la risposta di Finpiemonte, perch ovviamente vale anche per la Regione: la politica regionale in cui s'inquadra quest'iniziativa non è quella della razionalizzazione delle società partecipate, ma quella di sostegno all'innovazione, che sarà una delle funzioni della Finpiemonte.
Per il punto 4), "se tale operazione si ritiene opportuna, utile e vantaggiosa", il profilo di utilità finanziaria, in modo stretto, di quest'operazione potrà essere verificata in particolare con il quadro di previsioni economico-finanziarie della Newco.
In ogni caso, non trattasi di operazione finanziaria, ma di operazione finalizzata ad acquisire un'area, per una politica di innovazione e sviluppo legata al settore delle plastiche, quindi Finpiemonte non fa operazioni immobiliari o finanziarie, fa operazioni finalizzate ad obiettivi della Regione. In questo caso, l'obiettivo è quello del sostegno all'innovazione e, nel caso più specifico, all'innovazione nel settore delle plastiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

I colleghi Botta e Rossi non sono presenti, ma chiederò copia della risposta per consegnarla anche a loro.
chiaro che i mutamenti istituzionali che si sono verificati recentemente, nell'ambito del Comune di Alessandria, indurranno l'Amministrazione locale ad una rimeditazione dell'operazione. Anche se ovviamente, vi sono degli indirizzi di fondo che, al di là dell'una o dell'altra Giunta, non potranno che essere confermati. Nella sostanza anche per conoscenza diretta - credo che si debba sempre perseguire, come è stato già detto molte volte dalla Giunta regionale, la valorizzazione della presenza decentrata dell'Università. Se si trattasse solo di un decentramento di corsi, alla lunga, non avrebbe veramente senso, vista la possibilità di frequentare i corsi a Torino nella sede centrale del Politecnico. Se, invece, come nel caso delle materie plastiche, diventasse un luogo di eccellenza dal punto di vista dipartimentale e della ricerca allora il decentramento si giustificherebbe, soprattutto, nel suo permanere nel tempo.
Ora, vorrei sottolineare la ratio della mia adesione all'interpellanza.
Va bene dare supporto finanziario a determinate operazioni e, tutto sommato, si dà anche un supporto dal punto di vista tecnico-amministrativo allo svolgimento di determinate operazioni. In particolare, ritengo si debba lavorare strettamente con il Politecnico per superare l'encomiabile apporto delle imprese locali nel settore della plastica, che sono le imprese di eccellenza che hanno fatto decollare determinate iniziative fra cui il Consorzio Proplast.
Oggi, la competizione è sui nuovi materiali. Ne ho già parlato in Commissione e, al di là delle definizioni altisonanti, come l'avevo definita in Commissione sanità, parliamo della piazza di Alessandria come un polo della salute, della scienza e della ricerca. Proprio sotto questo profilo, abbiamo la possibilità di andare oltre. Ci sono, veramente, tante potenzialità: ho avuto l'occasione, casualmente, qualche giorno fa, di parlare con il Rettore Profumo, il quale condivide pienamente questo salto di qualità verso i nuovi materiali con un impegno del Politecnico.
Attualmente, c'è un'operazione finanziaria che i sottoscrittori valuteranno a fondo - adesso, non è il caso di andare a sottilizzare - ma, soprattutto mi auguro che quest'operazione possa essere un'occasione di rafforzamento della presenza del Politecnico e di questo collegamento con le imprese locali, ma anche come creazione di nuove opportunità di sviluppo nel settore dei nuovi materiali. È quello di cui il settore produttivo piemontese e nazionale ha bisogno, perché potrebbe mantenere sempre all'avanguardia il nostro sistema regionale. Rileggerò in seguito la risposta e, come detto, la consegnerò anche ai colleghi interroganti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1261 dei Consiglieri Cotto, Leo, Cavallera e Nastri inerente a "Collegamenti in rete delle neurochirurgie" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta all'interpellanza n. 1261 dei Consiglieri Cotto, Leo, Cavallera e Nastri.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 1326 dei Consiglieri Leo, Cotto e Burzi, inerente a "Amedeo di Savoia - Reparto dedicato ai detenuti affetti da HIV"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1326, sulla quale risponde la Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione rispetto all'Amedeo di Savoia chiede quali sono le motivazioni per cui i lavori di ristrutturazione del reparto dedicato alla degenza dei detenuti affetti da patologie infettive sono stati bloccati entro quali tempi si ritiene di completare le opere e quali provvedimenti s'intendono adottare per fornire ai malati infettivi detenuti l'adeguata assistenza medica.
In riferimento a questi interrogativi, fornisco i seguenti elementi di risposta. Relativamente al primo punto, come sapete presso l'ospedale Amedeo di Savoia - struttura di riferimento per la diagnosi e cura delle malattie infettive - i pazienti infettivi in stato di detenzione, con necessità di isolamento respiratorio, a partire dall'ottobre del 2005, non sono più stati ricoverati presso la degenza detenuti, ma direttamente presso i reparti del padiglione "De Mattia", a seguito della realizzazione dell'impianto di aerazione forzata, con gradiente pressorio negativo e filtrazione.
Nel dicembre 2005, l'ASL n. 3 ha ritenuto di estendere tali modalità di ricovero a tutti i detenuti con patologie infettive e di procedere alla chiusura del reparto "Detenuti".
stata successivamente valutata la necessità di non ospitare in tale padiglione attività sanitarie nel corso dei lavori di costruzione del nuovo padiglione per degenze, nell'ambito del progetto - che conoscete finanziato dal ministero della salute.
Il secondo punto riguarda il reparto detenuti che sarà collocato all'interno del nuovo padiglione per degenze, in base alla revisione approvata del progetto, entro l'anno 2010.
Per quanto concerne il terzo punto, l'ospedale Amedeo di Savoia, in virtù della propria esclusività di ospedale per le malattie infettive ed in relazione alle proprie prerogative strutturali ed impiantistiche (stanze doppie con sistema di aerazione forzata e gradiente pressorio, con filtro di accesso e dotate di servizi), pur nella temporanea indisponibilità del reparto detenuti, ha sempre supportato le strutture penitenziarie richiedenti assistenze sanitarie mediante le seguenti misure: possibilità d'impiego delle camere dotate di aerazione forzata; gradiente pressorio e filtrazione presso tutti i reparti di degenza di malattie infettive presenti nel presidio; disponibilità dei medici infettivologi per l'inquadramento nosologico dei pazienti presso l'accettazione sanitaria del presidio e per il supporto clinico sia presso le UU.OO. di degenza dell'Amedeo di Savoia, sia presso il reparto detenuti delle ASO Molinette presenza presso la Casa Circondariale "Lorusso e Cotugno" di medici specialisti in infettivologia, provenienti dal presidio Amedeo di Savoia.
Infine, in accordo con la Direzione della Casa Circondariale e con il Responsabile dell'Unità Operativa non autonoma del reparto detenuti si stanno valutando ulteriori soluzioni organizzative atte a rispondere alle esigenze assistenziali, con la destinazione di due camere di degenza in un reparto malattie infettive, a favore dei ricoveri di detenuti affetti da patologie infettive e diffusive. Tali proposte di ricovero saranno a cura dell'infettivologo consulente, presente presso la Casa Circondariale di Torino.
Quindi - come possono vedere i Consiglieri interroganti - pur nelle difficoltà che sempre comportano le fasi di ristrutturazione ospedaliera e in particolare, in ospedali di questa delicatezza e per detenuti con queste particolarità, la cura dei detenuti e l'attenzione sia agli aspetti sanitari sia agli aspetti di garanzia per la Casa Circondariale sono garantiti.
Ovviamente, quando i lavori saranno completati, la situazione sarà nettamente migliore.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Ringrazio la Presidente per la risposta, che considero soddisfacente e positiva. Voglio però fare due considerazioni. Innanzitutto mi permetto di dire, e mi dispiace che non ci siano alcuni dei colleghi che seguono queste materie, che le cose si sono smosse un po' dopo le interrogazioni.
Io ero andato a visitare personalmente le strutture, avevo visto che era tutto fermo e che le sale deputate erano anche in condizioni abbastanza indecorose. Non faccio né scandalismi né addosso alle colpe ad alcuno perché la gestione della sanità è complicatissima.
Tra l'altro, lo dico francamente, il Direttore generale scelto per quell'ASL è persona di gran capacità e serietà, persona di gran professionalità. Però indubbiamente questo settore delle malattie infettive giace in una certa situazione; adesso sarei ingiusto pretendere che il Presidente si occupi di questo con tutte le grandi questioni. E lo dico con gran rispetto e stima, perché mi rendo conto della situazione.
Però segnalo che riprenderò il discorso delle malattie infettive perché è un discorso che avevo seguito rispetto alle politiche sociali giovanili per il discorso dell'AIDS. Devo dire che quel settore c'è abbastanza confusione e rivalità. C'è un atteggiamento dell'Università che vorrebbe espropriare l'ASL, ci sono - come dappertutto, ma nella sanità in particolare - delle lotte non comprensibili, delle soluzioni che non si prendono per non scontentare questo o quello. È una delle tante situazioni non l'unica, non semplice, per cui accolgo positivamente il fatto che rispetto a quando è stata presentata l'interrogazione, si è andati avanti.
Segnalo che per molto tempo si era lasciato da parte il discorso della pressione atmosferica. Poi sono andato a vedere: avevano messo la presa al livello dell'erba e aspirava tutta l'erba. Ma una camera sterile che aspirasse tutta l'erba non era il massimo. Quindi, qualche pasticcio c'è stato.
Detto questo, ripeto che rispetto all'interrogazione si sono fatti passi avanti, la risposta è soddisfacente e il Direttore è persona autorevole. Su questo discorso manterremo un'attenzione, perché in questo caso, conoscendo bene la materia so che è molto complessa ed è una delle situazioni in cui purtroppo - non certo per colpa dell'Amministrazione non si prendono decisioni profonde ed utili per non scontentare questo o quello, per equilibrare con l'Università.
Queste sono situazioni che noi conosciamo bene e sulle quali, peraltro so che cercate di intervenire in ogni modo.
Quindi, ringrazio la Presidente per la risposta, della quale mi dichiaro soddisfatto, ma su questa materia mi permetterò di continuare a monitorare, perché è importante e delicata. Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1407 del Consigliere Toselli, inerente a "ASL Santa Croce di Cuneo - Incompatibilità del nuovo Direttore"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1407, cui risponde la Presidente Bresso, che ha pertanto facoltà di intervenire.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'interpellanza chiedeva di conoscere quali iniziative s'intendevano prendere per garantire che il nuovo Direttore dell'ASL di Cuneo cessasse ogni rapporto, anche di possesso di quote societarie, con soggetti che potrebbero essere coinvolti in iniziative in campo sanitario. Chiede inoltre di verificare l'esistenza di eventuali incompatibilità.
Premesso che il riferimento normativo richiamato dall'interrogante afferisce alla fattispecie del personale dipendente dal servizio sanitario nazionale, mentre per quanto riguarda i Direttori generali delle ASL si deve fare riferimento alle previsioni degli articoli 3 e 3 bis del D.lgs.
30/12/92 n. 102, nonché all'articolo 13 della Legge 23/3/95 n. 39, si segnala che il dottor Gatti, in ottemperanza alla normativa vigente e a quanto previsto dal contratto sottoscritto con la Regione, a seguito della nomina a Direttore generale dell'ASO Santa Croce-Carle di Cuneo, ha espressamente dichiarato - lo abbiamo verificato - di avere rimosso, prima della cessazione dell'incarico, ogni impedimento derivante da rapporti professionali con altri enti o società.
In particolare, tra l'altro ha dichiarato di avere rassegnato le dimissioni da Consigliere ed Amministratore Delegato dell'Afta Confalting S.r.l., ed attualmente non riveste cariche operative o rapporti di lavoro dipendente autonomo al di fuori dell'incarico di Direttore generale dell'ASL Santa Croce di Cuneo.
Il fatto che il sito internet della predetta società in data 7 marzo u.s. indicasse ancora il dottor Gatti quale referente deriva dalla tempistica di aggiornamento del sito stesso che, alla data della presente risultava comunque disattivato; alla data della verifica che abbiamo fatto il 24 aprile 2007 risultava disattivato, riportando la locuzione "sito in aggiornamento".
Il Direttore generale ha dichiarato di detenere ancora azioni della società, dichiarandosi disponibile a cederle se richiesto.
La circostanza di per sé non pare contrastare con la normativa vigente né con le clausole del contratto sottoscritto con la Regione, non svolgendo la società attività concorrenziale con l'azienda.
Al più, potrebbe essere ravvisata la diversa ipotesi di conflitto di interessi nel caso in cui la medesima ditta, in futuro, dovesse intrattenere rapporti economici con l'ASO di Cuneo.
In occasione delle nomine a Direttore generale di Azienda Sanitaria Regionale, in attuazione del D.P.R. n. 445 del dicembre 2000, in conformità alle disposizioni regionali in materia, gli uffici competenti procedono ordinariamente al controllo delle dichiarazioni sostitutive di certificazione presentate dai candidati iscritti nell'elenco regionale. Il controllo è esteso a tutti i nominati e a campione, sulla base delle disposizioni vigenti, ad un congruo numero dei suddetti iscritti.
Quindi, tutti i nominati e a campione quelli che hanno presentato domanda e che non sono stati nominati.
Evidentemente, qualora i controlli e le verifiche in atto evidenziassero irregolarità, si procederà secondo le disposizioni di legge.
Pertanto, non solo i controlli sono stati fatti, ma prima della firma del contratto è stato verificato che non sussistessero impedimenti del tipo di quelli che vengono in qualche modo ipotizzati nell'interpellanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli per la replica; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Ringrazio la Presidente e chiedo, per cortesia, di avere copia della risposta.
Presidente, credo che un conflitto di interessi vi sia, anche solo per via dell'inopportunità di possedere delle quote societarie quando si diventa Direttori generali di una delle più grandi aziende sanitarie del Piemonte quale il Santa Croce.
Vista la disponibilità del nuovo Direttore eventualmente di cedere le quote che detiene nella società, vorrei che, dal punto di vista giuridico venisse fatta una verifica per capire se non solo vi è un'inopportunità, a mio avviso politica, di mantenere un Direttore con quote societarie di un'azienda che opera nel medesimo campo, ma per capire anche se, dal punto di vista giuridico delle normative, vi possono essere incongruenze tali da supportare l'una e l'altra, ed eventualmente garantire anche prossimamente questo Consiglio sulle nomine dei Direttori generali, affinché gli stessi siano spogli di ogni rapporto personale e professionale con la sanità quando vanno ad assumere incarichi pubblici.
Questa è una garanzia che ogni singolo Consigliere deve avere e che deve avere tutta la cittadinanza.
Pertanto, chiedo formalmente che vi sia una consulenza in materia di giurisprudenza, per comprendere se le normative citate possano supportare un'eventuale - e io credo corretta - decisione politica, almeno quella di dismettere le quote della società, affinché si possa garantire la trasparenza nell'operato della gestione dell'ASO Santa Croce, come credo ovviamente, faccia.
Credo che la garanzia sia d'obbligo, non tanto per me, Presidente, ma per i cittadini che noi tutti rappresentiamo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso, per un supplemento di risposta.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Vorrei chiarire un aspetto: come ho già precisato, i controlli sono svolti dai nostri uffici, che sono totalmente titolati a farlo. Li fanno da decenni per tutti i nominati, tanto è vero che solo recentemente si è verificato un caso in cui, ex post, per una nomina, è stata sollevata una potenziale incompatibilità; avevamo richiesto spiegazioni per valutare se occorreva rimuovere il soggetto oppure no.
Ribadisco, quindi, che le verifiche sono fatte a termine di legge e secondo rigorosi principi giuridici. Pertanto, non occorre alcuna consulenza.
Voi siete sempre contro le consulenze: le consulenze si richiedono quando esiste una non disponibilità da parte della struttura al suo interno. La nostra struttura adibita a tutto il Settore Nomine è assolutamente adeguata a fornire risposte giuridiche su tali questioni; le ha date, gliele ho illustrate e gliele fornirò ulteriormente in forma scritta.
Non intendo sprecare soldi pubblici per fare un'ulteriore verifica giuridica che non avrebbe alcun senso, poiché i nostri uffici sono perfettamente in grado di farla e l'hanno fatta, come fanno, peraltro, per tutti i soggetti nominati - lo preciso a garanzia dei Consiglieri - e come fanno, a campione, anche per quelli non nominati.
evidente che il dottor Gatti valuterà personalmente l'opportunità di cedere le quote; com'è altrettanto evidente che nessun rapporto di consulenza potrà avvenire tra una società di cui lo stesso detiene delle quote e l'ASO di Cuneo, di cui il dottor Gatti è Direttore.
Ribadisco che si tratta, comunque, di una società che non ha nessuna caratteristica concorrenziale con l'ASO di Cuneo, perché fa tutt'altro. Se ciò avvenisse, è evidente che la questione sarebbe posta e verrebbe richiesta la rimozione immediata per ragioni di incompatibilità. Siccome non si pone il problema e i nostri uffici ritengono che non sussista alcuna ragione di incompatibilità, non rilevo in alcun modo necessario sprecare risorse pubbliche per fare un'ulteriore verifica che i nostri uffici sono perfettamente in grado di fare, e hanno fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli, per una breve replica; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Brevemente, formalizzerò richiesta per avere copia dell'istruttoria svolta dagli uffici per comprendere, dal punto di vista giuridico amministrativo, il loro comportamento, che ritengo senz'altro corretto.
La consulenza la intendevo in questo senso, non certo rivolgersi all'esterno; anche perché di avvocati professionalmente preparati ne conosco, pertanto la chiederei io gratuitamente. Grazie.



PRESIDENTE

terminato l'esame degli atti di sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Varie

Sollecitazione del Consigliere Rossi in merito a più tempestive risposte in Aula alle interrogazioni e alle interpellanze presentate dal Gruppo della Lega Nord

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Montagna

Interrogazione n. 1490 del Consigliere Novero, inerente a "Uffici postali Val di Locana e Soana" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Prima di procedere oltre, volevo comunicare all'Aula che, a seguito di quanto convenuto durante la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi del 6 giugno, abbiamo organizzato un'audizione presso la II Commissione dell'architetto Mario Virano, Presidente dell'Osservatorio della Valle di Susa.
Tale richiesta era stata ripetutamente sollevata da alcuni Presidenti dei Gruppi, in particolare da quelli dell'opposizione.
Poiché le date non erano compatibili con la nostra calendarizzazione l'audizione dell'Architetto Virano presso la II Commissione, in seduta straordinaria, avverrà lunedì 18 giugno, alle ore 9.30.
Vista la delicatezza della questione, provvederemo comunque a fornire comunicazione a tutti i Presidenti dei Gruppi: lunedì 18 giugno è prevista quindi, l'audizione dell'Architetto Virano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori.
Come lei sa, ho più volte sollecitato la questione delle risposte alle interrogazioni presentate dal Gruppo della Lega Nord.
Circa tre Conferenze dei Capigruppo fa, le avevo ancora segnalato il problema che non erano previste interrogazioni del Gruppo della Lega Nord in risposta. Lei mi aveva risposto: "Sì, in realtà ce n'è una del Collega Novero".
Le presento, ora, lo specchietto degli ultimi cinque Consigli regionali, affinché gli uffici ne prendano atto e dicano alla Giunta che se talvolta rispondono anche alle interrogazioni di un certo peso della Lega Nord e non solo quelle degli altri partiti politici, ne saremmo contenti.
Perché se si risponde in modo corretto a tutte le forze politiche va bene; ma se si risponde in base alle interrogazioni presentate, gliene presento 300 e 400 su qualunque argomento, così almeno qualche risposta la porto a casa! Tenga conto, Presidente - questo vale per gli uffici - quanto segue: nella seduta dell'8 maggio c'era una sola interrogazione in risposta del collega Novero, "Internet veloce nei rifugi alpini", che non ha ottenuto risposta; nella seduta del 15 maggio, l'interrogazione del collega Novero inerente a "Internet veloce nei rifugi alpini" non ha ancora ottenuto risposta; nella seduta del 29 maggio l'interrogazione inerente a "Internet veloce nei rifugi alpini" ha finalmente ottenuto risposta. Su tre Consigli una! Nella seduta del 5 giugno, l'unica interrogazione presente, inerente a "Uffici postali Val di Locana e Soana" del collega Novero, non ha ottenuto risposta. Nella seduta del 12 giugno - oggi - la stessa interrogazione "Uffici postali Val di Locana e Soana" del collega Novero, non ha ottenuto risposta.
A questo punto, siamo a sei Consigli, con il prossimo, e forse risponderanno, come Giunta, a due interrogazioni sul totale delle presentate.
Le chiedo, Presidente, un intervento serio in tal senso, affinché al Gruppo della Lega Nord sia fornita risposta a qualche interrogazione. In caso contrario, se le risposte si basano sulla quantità del materiale di sindacato ispettivo presentato, le ripeto che provvederemo ad "intasare" gli uffici di interrogazioni, magari casuali, ma che almeno mi porteranno alcune risposte in Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Presidente Rossi, questo problema l'avevamo già segnalato e continueremo a sollecitarlo.
Per quanto riguarda la risposta all'interrogazione relativa ai collegamenti internet di alta velocità nei rifugi, vorrei precisare che la risposta è stata fornita insieme a quella relativa all'interrogazione presentata dal Consigliere Ricca.
Per quanto concerne la risposta all'interrogazione inerente gli uffici postali delle "valli secessioniste", Locana e Soana, comunico che è pronta e avremmo potuta fornirla anche in forma scritta. Purtroppo, l'assenza del Consigliere da un lato e dell'Assessore dall'altro, ha impedito la lettura di tale risposta.
Se ritiene, in qualità di Presidente del Gruppo, possiamo fornirle immediatamente in forma scritta tale risposta, che, come ribadisco, è pronta ed è nelle mani degli uffici regionali. Resta inteso che se il Consigliere Novero chiederà ulteriori indicazioni, verrà sollecitato un approfondimento.
Preghiamo quindi gli uffici della Giunta regionale di fornire, in forma scritta, la risposta all'interrogazione n. 1490 del Consigliere Novero, che risulta fra le risposta predisposte.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato un ordine del giorno - l'avevo consegnato prima al banco della Presidenza - che riguarda un tema che è stato ripreso da alcuni organi di informazione, soprattutto da quelli che vengono distribuiti nelle aree metropolitane. Facendo il pendolare, ho l'occasione di leggere al mattino presto queste notizie. Una mi ha colpito in modo particolare e riguarda una maggiore attenzione da prestare ai siti web riconducibili alla pedofilia. Addirittura si prefigura un raduno che viene in qualche modo indicato in una giornata particolare.
Credo che siano tematiche, poi, dovranno essere scandagliate e approfondite dai tutori della legge, cioè dalle Forze di Polizia.
Costituirebbe un'azione positiva da parte di questo Consiglio se anche noi assumessimo una posizione chiara di contrasto, naturalmente, richiedendo come indicato nell'ordine del giorno, l'oscuramento di questi siti.
Comunque, ne chiedo l'iscrizione all'o.d.g. e, possibilmente, anche la trattazione nel corso della seduta.



PRESIDENTE

Sarei intervenuto come da prassi.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, anch'io intervengo per chiedere l'iscrizione magari, a fine giornata, quando lei riterrà opportuno - di un ordine del giorno che esprime solidarietà al Sindaco di San Damiano d'Asti. Avrete letto sugli organi di stampa il grave episodio di cui è stato vittima il primo cittadino di San Damiano, il cui frutteto di proprietà, con circa 600 piante di melo, per la seconda volta in tre anni, è stato sradicato e distrutto.
Penso non si possa tacere su questo episodio, pertanto chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno a lei presentato, avente per oggetto "Solidarietà al Sindaco".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, semplicemente, per quanto mi riguarda, esprimo parere favorevole - credo che, ormai, sia consolidata la prassi di accogliere le richieste di iscrizione all'o.d.g. - e una particolare attenzione al problema sollevato dal collega Cavallera. Ritengo che la questione dei siti internet con contenuto illecito ed illegale sia di estrema rilevanza.
Riservandomi di leggere il contenuto dell'ordine del giorno che verrà iscritto, ricordo soltanto che, come Gruppo SDI, è stata presentata da tempo una proposta di legge proprio per offrire un contributo, quale Regione Piemonte, al contenimento sulla rete dei siti con contenuto illegale. Quindi, al di là delle enunciazioni di principio, sarebbe opportuno calendarizzare la discussione di questa proposta di legge, in modo tale da contribuire concretamente, così come è già avvenuto in altre Regioni italiane.



PRESIDENTE

Senz'altro.
Volevo solo puntualizzare al Presidente Rossi che in seduta odierna è stata data risposta ad un atto di sindacato ispettivo che toccava anche come firmatari, il Gruppo della Lega Nord, lei in particolare relativamente all'acquisizione da parte di Finpiemonte dell'area del mercato ortofrutticolo di Alessandria; ci tenevo a questa precisazione essendoci in calce le firme di tre Presidenti di Gruppo.


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g.:

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno n. 717, inerente a "Autodenuncia e rimborso dei danni provocati dai propri figli", presentato dal Consigliere Nicotra (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 718, inerente a "Condanna morale dell'iniziativa 'Boy love pride'", presentato dal Consigliere Cavallera, Cotto e Leo (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 719, inerente a "Solidarietà al Sindaco di San Damiano d'Asti", presentato dalla Consigliera Cotto, Cavallera e Leo (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Ordine del giorno n. 712 , inerente a "Richiesta di verifica dell'entità dei danni alle colture nel territorio della provincia di Asti", presentato dai Consiglieri Motta e Lepri (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Come da prassi, procederei all'iscrizione dei seguenti ordini del giorno: n. 717, avente per oggetto: "Autodenuncia e rimborso dei danni provocati dai propri figli", presentato dal Consigliere Nicotra n. 717, "Condanna morale dell'iniziativa 'Boy love pride'", presentato dai Consiglieri Cavallera, Cotto e Leo n. 719, "Solidarietà al Sindaco di San Damiano d'Asti", presentato dai Consiglieri Cavallera, Cotto e Leo.
Li iscriviamo in calce, poi, se ci saranno le condizioni, come penso vista la natura di questi atti di sindacato ispettivo, invito i Capigruppo a segnalarmi la disponibilità per arrivare ad un'eventuale discussione e approvazione in tal senso.



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Signor Presidente, chiedo scusa, ma ho partecipato alla Consulta delle elette e, poi, sono stata trattenuta, anch'io avevo una richiesta d'iscrizione di un ordine del giorno relativo a quanto verificatosi nella giornata di martedì 5 giugno. Mi riferisco alla grandine caduta, che ha raggiunto i 20 centimetri di manto nell'Astigiano, che ha danneggiato vigneti, noccioleti e altre culture del sud dell'Astigiano, soprattutto nei paesi di Bubbio, di Cessole e di Vesime, che ha compromesso irrimediabilmente anche la produzione per l'annata 2008 di molte colture.
Quindi, chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 712, "Richiesta di verifica dell'entità dei danni alle colture nel territorio della Provincia di Asti". Soprattutto, quando sarà presente l'Assessore all'agricoltura, vorrei capire se è già in grado di comunicarci l'entità dei danni e cosa si possa fare, relativamente a questa emergenza, per risarcire gli agricoltori dell'Astigiano che hanno subito un grave danno economico.



PRESIDENTE

Procediamo ad acquisire agli atti anche l'ordine del giorno annunciato dalla collega Motta; se non ci sono indicazioni in senso contrario, lo consideriamo iscritto in calce all'o.d.g.



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazione della Presidente della Giunta regionale, Bresso relativamente a "Città della salute - Molinette 2"


PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste, possiamo procedere con le comunicazioni da parte della Giunta regionale in materia di "Città della salute e della Scienza", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Essendosi per qualche istante assentata la Presidente Bresso, ricordo che, dopo le comunicazioni della Giunta, procederemo con l'esame della proposta di deliberazione n. 285, "Approvazione del Programma degli investimenti in edilizia e attrezzature sanitarie".
La parola alla Presidente Bresso per le comunicazioni previste.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Vorrei svolgere una brevissima sintesi preliminare su un tema di cui più volte si è parlato e relativamente al quale, in questo periodo, abbiamo letto di tutto: mi riferisco agli obiettivi della "Città della salute".
Intanto, come sapete, per la Regione Piemonte, il settore della salute è di grande rilevanza: occupa circa il 75% e va verso l'80% del nostro bilancio, vale in una legislatura almeno 37 miliardi di spesa regionale, ha indici di crescita degli investimenti che sono promettenti, se si sanno scegliere quelli appropriati.
Il potenziale di crescita dell'economia sanitaria in Piemonte è alto ma, ad oggi, lo stato di attivazione della spesa intercettata dal Piemonte è molto bassa. Tale potenziale di crescita riguarda, sostanzialmente quattro macrosettori: i servizi sanitari, le tecnologie, l'alta formazione e, da ultimo, l'industria farmaceutica. Quest'ultimo meno, perché, come sapete, l'industria farmaceutica, ad oggi - quel poco che è rimasto in Italia, l'Italia è molto carente nel campo dell'industria farmaceutica - in larga parte, è concentrata in Lombardia; tuttavia, qualche segnale positivo in quel settore c'è, non ultimo l'insediamento della Bracco, che avverrà tra poco tempo a Colleretto Giacosa.
Quindi, per non dilungarmi troppo, ad oggi, la capacità di intercettazione della spesa piemontese da parte dei settori piemontesi (servizi, tecnologia, farmaceutica e formazione) in campo medico farmaceutico è molto bassa. Questo significa, sostanzialmente, che noi abbiamo una quota importante del nostro bilancio che produce servizi per i cittadini - la sanità è un servizio fondamentale per i cittadini - ma che non attiva economia, quindi produzione di reddito e di posti di lavoro come una spesa di questa dimensione, tra i sette e gli otto miliardi ogni anno potrebbe, invece, fare. Per il Piemonte è molto importante che, quindi, si possano creare le condizioni affinché l'economia piemontese particolarmente nel campo delle tecnologie e dei materiali dell'ICT delle reti e del terziario per la salute, nonché della formazione, possa intercettare almeno una quota della nostra spesa sanitaria, una quota crescente.
Questi sono i punti fondamentali. Come sapete, perché ciò avvenga occorre, peraltro, che si incrementi la capacità di investimento in campo sanitario della nostra regione.
Nel pomeriggio discuteremo e voteremo una delibera sull'edilizia sanitaria che attiva quasi 4 miliardi di investimenti in campo sanitario.
Ovviamente l'obiettivo principale è quello di offrire migliori servizi ai cittadini ma, questo, naturalmente, va di pari passo con la notevole e potenziale attivazione economica di investimenti di questa dimensione che sono più o meno della dimensione degli investimenti olimpici nel loro complesso. La possibilità di attivare investimenti per circa 4 miliardi è sicuramente importante anche per l'economia piemontese e non solo per l'edilizia. In un ospedale l'edilizia, con l'attrezzatura sanitaria rappresenta circa un terzo del valore reale dell'investimento, quindi è di grande importanza.
In questo contesto, che vale per tutti gli investimenti sanitari, si profila molto interessante una modalità organizzativa - che è quella di cui parleremo oggi, "Città della salute" - che favorisca l'attivazione di economie collegate alla sanità, attraverso l'individuazione di un polo sanitario di eccellenza che comprenda un ospedale di eccellenza, laboratori di ricerca, attività di insegnamento, attività di incubazione di attività produttive collegate, in particolare, alla ricerca clinica e non clinica che si fa in quell'area.
Questo è l'obiettivo di un modello organizzativo della sanità che è nato con una proposta avanzata durante il periodo olimpico. Non si è riuscito a realizzare perché gli spazi e i tempi non c'erano, ma, secondo me, deve diventare una prassi. Se n'è parlato anche in Commissione e si è detto, ad esempio, che intanto noi intendiamo replicarlo a Novara.
Ricordiamo che la Lombardia è la regione in cui è insediata la maggior parte dell'industria farmaceutica italiana, quindi è evidente che il polo di Novara potrebbe essere attrattivo, con costi minori di localizzazione rispetto all'area lombarda.
Analoga cosa vale per la "Città della salute" dell'area torinese, di cui parleremo fra un momento. Altrettanto potrebbe avvenire, ad esempio per il nuovo ospedale di Alessandria.
Poco fa, nel corso di un'interrogazione si parlava del polo di ricerca sulle plastiche. Le plastiche, e i materiali in generale, sono tra gli elementi più interessanti di attivazione di economia di attività produttive collegabile anche alla sanità. Poiché ad Alessandria realizzeremo un nuovo ospedale, è previsto un polo di ricerca sulla plastica; lì c'è una parte delle sedi dell'Università del Piemonte orientale e si potrebbe ragionare sulla possibilità di favorire appunto l'attivazione di attività economiche legate al settore sanitario. È un modello che sperimentiamo su Torino e Novara, ma che potrebbe essere esteso anche per Alessandria, come potrebbe valere per altre parti del territorio piemontese.
Sono d'accordo che il modello novarese, che è un modello di dimensione che può essere adeguato, potrebbe essere esteso ad Alessandria, in particolare per quanto riguarda i nuovi materiali, i materiali plastici tra gli strumenti più utilizzati in campo sanitario. I materiali sanitari utilizzano molto le plastiche per la loro caratteristica di materiali inerti, che vanno molto bene in campo sanitario.
un modello, per noi, molto importante, replicabile perché è giusto che, in un settore così importante, che rappresenta la maggior parte della nostra spesa, noi cerchiamo anche di attivare delle economie, delle attività produttive di ricerca e di servizi collegate alla sanità.
Qual è la situazione attuale? Partiamo dall'ipotesi "Città della salute" dell'area torinese, che a volte è chiamata "Città della salute" altre volte "Molinette 2", perché nasce collegata all'esigenza indubitabile di una nuova sede e di un nuovo edificio per l'ospedale Molinette.
L'ospedale Molinette, con il suo complesso ospedaliero circostante, è di grandi dimensioni, ma molto vetusto. Rappresenta il cuore, ma un cuore decisamente ingrossato, del nostro sistema sanitario. Per darvi alcuni dati, attualmente le sole Molinette, cioè il San Giovanni Battista, hanno quasi 1.200 posti letto di ricovero ordinario e 185 di day hospital, 35 mila ricoveri ordinari, 25 mila ricoveri in day hospital, 82 mila accessi in pronto soccorso, 3 milioni e mezzo di prestazioni ambulatoriali, 6 milioni e mezzo di prestazioni di laboratorio, 6.000 dipendenti, 127 strutture complesse - sanitarie e amministrative - 21 dipartimenti, un budget di circa 500 milioni. Come vedete, queste cifre evidenziano uno sviluppo eccessivo dell'ASO verso il ruolo di ospedale territoriale. Si stanno sempre più mescolando, nel San Giovanni Battista e negli ospedali di contorno, i ruoli di struttura sanitaria di eccellenza e di ospedale territoriale di riferimento per tanta parte dell'area torinese e metropolitana torinese.
il caso di segnalare che si tratta, pur nell'eccellenza del lavoro che lì si svolge, di una struttura non solo vetusta, ma di una delle più vetuste del Piemonte, con un livello di qualità strutturale che è del 58 contro un valore medio regionale del 76%, con il 18% delle aree classificate adeguate, il 26% di aree in via di adeguamento, il 56% di aree non adeguate. È evidente che occorre un intervento. Naturalmente le difformità, cioè i livelli di adeguatezza e inadeguatezza, sono variabili a secondo dei casi.
L'età convenzionale della struttura, fatta 100 la più vecchia, è 83,8 rispetto ad un valore medio regionale che, sapete, è già molto elevato (il 73,3%). Da qui la necessità del piano di edilizia sanitaria ma, a maggior ragione, la necessità di intervento sulle Molinette. I soli costi di adeguamento sono pari a 188 milioni. Sono tutti dati disponibili.
Credo che valga la pena di sottolineare che siamo di fronte, da una parte, ad una struttura di eccellenza che mescola funzioni territoriali e funzioni di area di scala regionale e in molti casi (pensiamo ai trapianti) anche nazionale, e dall'altra a una struttura molto vecchia, e con necessità urgenti di adeguamento.
A partire da queste considerazioni, abbiamo uno scenario che richiede sicuramente una nuova struttura, con l'obiettivo anche di tendere a separare queste funzioni: portare nella nuova struttura detta "Città della salute", per la quale proprio ieri abbiamo siglato un accordo con l'Università, che è il principale partner dell'operazione, le attività di eccellenza di riferimento regionale e, per certi versi, anche extraregionale e sovraregionale, e mantenere nella localizzazione attuale con gli opportuni miglioramenti o anche rifacimenti, la tradizionale funzione di ospedale territoriale, che per la cittadinanza torinese è un riferimento essenziale.
Per quanto riguarda la nuova struttura, avrà una missione di assistenza, formazione e ricerca con un modello organizzativo strutturale non solo tecnologicamente avanzato, ma anche flessibile, aperto al territorio, funzionale alle esigenze di formazione e ricerca; sarà realizzata con specifici criteri di eco-compatibilità e di sostenibilità ambientale anche per quanto riguarda i costi di gestione, quindi dal punto di vista dell'autoproduzione di energia e del risparmio energetico, anche a norma della legge recentemente approvata da questo Consiglio.
Si tratterà quindi non solo di un polo sanitario, ma anche di un parco tecnologico, per creare quelle sinergie tra ricerca universitaria e industria di cui parlavo, attraverso un sistema di incubatore di imprese in particolare con l'obiettivo di puntare sulla ricerca biomedica, ma anche sulla biotecnologia.
Il modello organizzativo si ispira ai principi formatori elaborati nel 2000 dalla Commissione ministeriale di studio, relativamente sia agli aspetti tecnologico-gestionali sia a quelli di benessere, di comfort indoor, di criteri di eco-compatibilità, ecc. Prevede un numero bilanciato di posti letto, secondo un'organizzazione dipartimentale che sarà orientata alla gestione di processi core e di supporto nella logica di riferimento di una governance clinico-assistenziale ed economica, con una rimodulazione dei posti letto complessiva, successivamente sull'intera area metropolitana.
Qui si pensa a una struttura che ospiti in un'area centrale il DEA, i servizi diagnostici, i blocchi operatori, l'area della medicina degli stati critici e, intorno, le aree dedicate alla cura del paziente in regime di ricovero o in regime ambulatoriale, con spazi di degenza dipartimentali e non di struttura complessa e con intensità di cura crescente dal basso verso l'alto (ambulatori, degenza diurna, degenza ordinaria).
In ciascuna area dipartimentale saranno previste aule e sale riunioni per la discussione di casi clini a fini didattici e assistenziali, nonch spazi di degenza fisicamente distinti per le sperimentazioni sul modello del clinical resource center.
Saranno realizzati dipartimenti assistenziali di maggiori dimensioni che prevedano aree di degenza senza letti fissi per ciascuna struttura complessa, in modo da garantire la flessibilità del sistema. Questo mette anche in evidenza come una struttura nuova consenta di garantire economie molto maggiori anche nella fase di gestione, oltre che un miglior servizio al malato.
Il modo di operare sarà quello della clinical governance, definibile come un contesto in cui i servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell'assistenza e mantengono elevati livelli di prestazioni, creando un ambiente che favorisce l'espressione dell'eccellenza clinica nel limite delle risorse disponibili, secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quindi i principali aspetti del governo assistenziale saranno: centralità del paziente, lavori in team, valorizzazione delle professioni valutazione dei risultati clinici, importanza della formazione e dell'apprendimento continuo.
Con l'occasione, si disegnerà un nuovo modello di funzionamento amministrativo adeguato a quest'organizzazione e a questa dimensione sanitaria.
Le discipline mediche saranno quelle già presenti in Molinette opportunamente integrate, ad esempio attraverso l'oculistica e l'infettivologia, che ad oggi non ci sono. Il totale dei posti letto sarà di circa 750 (il progetto definitivo ci indicherà il numero esatto), ed è stato concordato con l'Università al tavolo e secondo il protocollo che abbiamo firmato ieri, di cui vi riferirò fra poco.
Per quanto riguarda il modello edilizio, si caratterizzerà con la ricerca di un mix tra gli aspetti assistenziali di formazioni e di ricerca con l'ospedale di alta complessità, un campus universitario, strutture di ricerca scientifica di base e applicata alle tecnologie sanitarie incubatori di imprese per lo sviluppo della ricerca applicata, e inoltre servizi di supporto, residenza per gli operatori e per le famiglie dei degenti.
Le linee guida dell'ospedale sono indicabili in: modalità di accesso e fruibilità, quindi facilità di accesso; umanizzazione e benessere salvaguardia del comfort ambientale e di quello psicologico; valorizzazione di spazi comuni; costanti rapporti visivi con l'esterno; corretta integrazione degli impianti con gli elementi tecnici di arredo, quindi una qualità anche umana di degenza elevata; il punto fondamentale della sicurezza e dell'efficienza, quindi assicurare una corretta differenziazione e riduzione dei percorsi; razionalizzazione distributiva degli impianti, che ovviamente in una struttura delle dimensioni e della vetustà delle Molinette non è possibile; flessibilità, riconvertibilità (la medicina e la cura evolvono continuamente, quindi occorre che ci sia un elevato grado di interscambiabilità e di integrazione sia funzionale che impiantistica); efficacia in relazione alla capacità assistenziale.
L'ospedale di insegnamento sarà caratterizzato dalla presenza di un'area didattica che sarà sede della Facoltà di Medicina, integrata da un complesso assistenziale, dotata di parametri predefiniti, quindi si pensa a una scuola di medicina finalizzata alla formazione di base pre-clinica e clinica. La scuola avrà come obiettivo primario la formazione di tutte le professioni sanitarie.
Ci sarà ovviamente un adeguato dimensionamento non solo delle aule, ma dei parcheggi, della mensa, delle zone di studio, della foresteria, cioè lo spazio sarà organizzato anche per l'insegnamento e lo studio, cosa che spesso nelle nostre strutture non è possibile svolgere poiché non sono state concepite a tal fine. Ci saranno naturalmente anche gli spazi idonei per le funzioni amministrative di supporto per la Facoltà di Medicina.
Anche la didattica dovrà essere rivista, e questo fa parte del lavoro che il gruppo organizzato insieme con l'Università (che non chiude, ma va avanti nella progettazione) sta predisponendo, quindi un nuovo modello organizzativo della didattica.
Tale modello prevede che parte della formazione clinica - poich l'ospedale viene molto ridotto rispetto alle dimensioni delle Molinette e viene modificato, cioè avrà l'elevata complessità - in particolare la parte relativa alla bassa complessità assistenziale e ai luoghi delle cure non ospedaliere, sia assicurata anche dall'insieme delle altre possibili reti formative. La rete sanitaria dell'area metropolitana sarà a disposizione e secondo opportune valutazioni, integrerà, per la parte di bassa complessità, la formazione che avverrà, invece, per l'alta complessità, nel nuovo ospedale.
Globalmente, la proposta di dimensionamento degli spazi strettamente didattici, con le aule di varie dimensioni, più una molto grande che pu servire anche da Centro Congressi, i laboratori informatici, gli spazi studio, le biblioteche, ecc. è di circa 40 mila metri quadrati.
Per quanto riguarda la ricerca, anche in questo caso gli spazi devono permettere di far incontrare e lavorare gli spazi della cura con quelli della ricerca.
Modello di attività integrata, che favorisca la traslazione dei progressi della ricerca di base ai fini del miglioramento dell'assistenza ma che permetta anche ai ricercatori di base di mantenere uno stimolante e proficuo contatto con le problematiche dell'attività clinica è, pertanto questa interazione continua fra ricerca e attività clinica, che è permessa solo dall'operare nello stesso luogo.
Anche in questo caso va disegnata un'organizzazione dipartimentale che consenta di fare economia di scala con le risorse messe a disposizione, di lavorare con la massima integrazione delle attività di ricerca e di conoscenza.
L'area destinata alla ricerca sarà, per una parte, concentrata in un'unica struttura, per l'altra distribuita in padiglioni che riprendono l'organizzazione dipartimentale. Quest'aspetto dovrà essere definito meglio nel progetto, sulla base del lavoro che si sta facendo con l'Università.
Ci saranno, comunque, laboratori adeguati al numero dei ricercatori dei borsisti e degli studenti, sale riunioni, servizi generali, ecc., con una superficie complessiva di dimensionamento previsto di circa 35 mila metri quadrati.
Faccio rilevare che questi dimensionamenti sono quelli concordati e di partenza; è un'area che potrà avere degli sviluppi, se si rivelassero necessari.
Proprio per questo motivo deve stare in un territorio dove gli spazi siano disponibili, ampi e esistenti: spesso dimentichiamo di considerare nel valutare le varie possibilità di localizzazione, se vi sono anche spazi per possibili sviluppi.
Comunque, il dimensionamento previsto per i laboratori è di circa 35 mila metri quadrati, per moduli replicabili.
Contigua a quest'area dovrà essere quella che consente l'incubazione di imprese per svilupparle dal punto di vista imprenditoriale, portandole alla capacità economica; la localizzazione, ovviamente, verrà scelta dove esse vogliono, anche in aree eventualmente messe a disposizione, come avviene molto spesso per gli incubatori (si individuano aree dove le aziende incubate, raggiunta la capacità di uscire dall'incubatore, vengono aiutate a localizzarsi).
Quest'area di incubazione viene ipotizzata, almeno inizialmente, in circa 15-20 mila metri quadrati.
Ricordo che è un'area di passaggio; l'incubatore non è un luogo dove le aziende restano in permanenza, ma dove si localizzano nella fase di nascita per essere in prossimità dei laboratori di ricerca, da cui traggono l'input a sviluppare un progetto imprenditoriale.
La "Città della salute" dovrà essere uno specifico modello di integrazione fra ospedale e territorio.
Per quanto riguarda il modello tecnologico, è un modello a elevato livello di automazione, di robotica, di complessità, quindi su standard molto elevati. Un modello di sistema informativo, con un forte impiego delle ICT, in modo che ci sia anche una sperimentazione di tutte le soluzioni di utilizzo dell'informatica, non solo nella cura, ma anche nella trasmissione dei dati, nei passaggi dei dati fra momenti diversi della cura, tra ospedale e medici specialistici e di base, ecc.
Quindi, una serie di utilizzi di strumenti informatici, ad esempio il supporto dei percorsi diagnostici terapeutico-assistenziali, di affinità svolte in remota, come la telemedicina. Il forte livello di informatizzazione consentirà anche sperimentazioni di tutte queste pratiche, che ormai sono sicuramente una parte del futuro della medicina e della cura.
Per quanto riguarda la collocazione, avete assistito in diretta alla ricerca della migliore localizzazione, che, di norma, sarebbe meglio fosse un po' meno pubblica, perché è ovvio che, quando si devono individuare delle aree, occorre analizzarne più di una e le conseguenze sui territori possono essere anche sgradevoli.
normale che tutti mirino ad avere localizzata sul proprio territorio una struttura di livello di assoluto rilievo come questa.
stata fatta una serie di analisi, valutando le dimensioni l'accessibilità, la proprietà attuale, e quindi gli ipotetici costi di acquisizione, i vincoli e i tempi di disponibilità per gli interventi.
Abbiamo dato una priorità assoluta alla disponibilità di tempi, perch come avete visto, il livello di vetustà e quindi la necessità di intervento sul San Giovanni Battista è molto elevato, pertanto non potevamo permetterci di scegliere soluzioni che comportassero tempi lunghi per disporre delle aree utilizzabili.
Anche sulla base di tutte queste valutazioni, in particolare rispetto all'area di Collegno, si è verificato che l'eliminazione del vincolo aeroportuale, necessaria per realizzare in modo ampio la struttura, pu richiedere anche molti anni, quindi si è preferito optare per una soluzione che garantisca una più immediata disponibilità delle aree.
L'area che si è ritenuta migliore, di comune accordo fra Regione e Università, è quella collocata nel territorio di Grugliasco, dove sono disponibili ampi spazi per l'insediamento degli elementi costitutivi; dove sono già localizzate le Facoltà di Agraria e Veterinaria, e dove tutto l'insieme delle facoltà scientifiche è destinato a collocarsi (si è deciso così).
un'area collegata da un corridoio verde alla Certosa di Collegno dove si localizzeranno le attività di tipo residenziale, sia per ricercatori e/o studenti sia per le famiglie dei malati.
Esistono già progetti di collegamenti trasportistici, che verranno adeguati alle necessità di uno sviluppo di queste dimensioni, che ovviamente richiedono messe a punto.
Per quanto riguarda i costi di realizzazione, vi farò poi avere una tabella che riassume queste valutazioni: globalmente, considerando non solo la realizzazione dell'ospedale, ma tutte le attività, che ovviamente non sono tutte finanziate solo dalla Regione, si sono previsti, per quanto riguarda l'acquisizione delle aree, la preparazione delle stesse, la fondazione, le infrastrutture primarie e le pertinenze, 125 milioni; per il Polo ospedaliero plurispecialistico, 417 milioni; per il Polo universitario, 115 milioni; per il Polo di ricerca, 110 milioni; per il Polo di incubatore di aziende, 57 milioni; per il Polo residenziale, 33 milioni.
Sono tutte cifre stabilite sulla base dei metri quadrati necessari di cui vi ho parlato.
Il totale è di circa 230 mila metri quadrati, globalmente impegnabili come superficie lorda. L'obiettivo che ci poniamo è di avere aree più ampie, in modo da poter avere su quella superficie sviluppi, ove necessario, e per un totale complessivo di costi pari a 858 milioni euro che saranno finanziati per una parte attraverso la delibera sull'edilizia sanitaria oggi in discussione, un'altra parte con le risorse dell'Università, la quale provvederà a raccoglierle e metterle a disposizione. Sull'edilizia sanitaria, attraverso i fondi per l'edilizia universitaria, potremo intervenire anche noi, come potranno intervenire le fondazioni bancarie.
Per il Polo di ricerca si troveranno risorse relative alla ricerca e a partner universitari e bancari.
Il Polo di incubatore potrà, come in molti altri casi, avere accesso anche a risorse europee, così come potrebbe averlo il Polo di ricerca.
Per quanto riguarda il Polo residenziale, in parte sarà caricato sui costi della struttura ospedaliera, in parte, per la componente relativa all'Università, su quelli della struttura universitaria.
Quindi, globalmente, la cifra che nella nostra delibera è di 600 milioni è del tutto congrua con le esigenze, perché le altre voci provengono sia dal contributo che l'Università metterà e che potrà permettersi - perché non solo noi libereremo spazi alle Molinette, ma anche l'Università libererà spazi nelle sue attuali sedi di insegnamento e di ricerca - sia attraverso l'utilizzo dei fondi europei e il contributo delle fondazioni bancarie.
Come dicevo prima e come avete letto sui giornali, ieri si è raggiunto con l'Università di Torino un accordo su tutti questi elementi che ho sinteticamente ricordato sulla localizzazione a Grugliasco della "Città della salute", con l'appendice a Collegno per le aree residenziali rappresentando l'area di Collegno anche l'area per potenziali sviluppi futuri, ad esempio per localizzazioni di attività collegate in uscita dall'incubatore o altre necessità.
Si è raggiunto anche un accordo su un impegno - è nella delibera di edilizia sanitaria - di intervento urgente sulle Molinette per consentirne il funzionamento adeguato nei prossimi anni, ed anche quello su una valutazione complessiva che è già indicata nella nostra delibera di edilizia sanitaria, a seguito della decisione in merito a dimensioni caratteristiche e localizzazione del nuovo polo sanitario detto "Città della salute", sulla riorganizzazione del sistema delle ASO e degli ospedali dell'area metropolitana torinese di cui questo rappresenta il cuore, non più sovradimensionato e ipertrofico, che richiede un ridisegno dei posti letto necessari, naturalmente con la riduzione di quelli previsti nel Piano sanitario, sull'insieme dell'area torinese.
L'area delle Molinette va definita con precisione perché si tratta anche in questo caso, di controllare le situazioni e verificare utilizzando le carte, ciò che non ci sarà più e quindi gli spazi che vengono liberati, così come la possibilità di operare in parallelo o in sequenza, che dipende dall'area che si sceglie e dalle modalità che si definiranno.
In particolare, si è concordato di realizzare nell'area attuale del San Giovanni Battista (dico attuale, in senso ampio, comunque in quel territorio) un ospedale di territorio che possa servire anche all'Università per le funzioni che prima ricordavo, cioè quelle di minore complessità, ma che richiedono l'insegnamento per le prime fasi della formazione medica, essendo naturalmente inteso che anche gli altri ospedali dell'area torinese, secondo le diverse specialità che li caratterizzano sono a disposizione per la formazione dei giovani medici.
L'insieme di questi elementi costituisce il protocollo di intesa che abbiamo siglato ieri con l'Università e che porteremo al Ministro Turco e ai suoi Uffici giovedì 14 giugno insieme con la delibera, che mi auguro sarà approvata dal Consiglio, sull'edilizia sanitaria, per siglare sia l'accordo complessivo sull'edilizia sanitaria, sia lo specifico accordo relativo alla "Città della salute", sulla quale c'era stato chiesto di definire con urgenza la localizzazione e le caratteristiche complessive per mantenere i soldi messi a nostra disposizione in passato.
Mi è stato anche chiesto quali siano le caratteristiche di "vincolabilità", se così posso dire, della data. Non c'è una data di legge c'è la necessità di arrivare entro giugno a definire questo accordo. La data indicataci - non siamo noi a stabilire gli appuntamenti, ma è il Ministero - per definire i termini del protocollo da siglare è il 14 giugno. È una data vincolante, nel senso che è il Governo che ci chiede di portare le nostre proposte in quella data. Ovviamente, nessuna legge lo stabilisce ma, come sapete, perché molti di voi sono amministratori o lo sono stati, tocca all'ente finanziatore stabilire la data nella quale richiede di ricevere le indicazioni e i documenti per predisporre il protocollo di intesa, che sarà successivamente firmato in una data che anche in questo caso, verrà stabilita dal Governo stesso.
Questo mi pare sia tutto quello che, seppur sinteticamente, era opportuno dire. Consegno al Presidente una scheda contenente la sintesi di questi dati e la copia del protocollo che abbiamo firmato, dove le cifre sono esposte in dettaglio in riferimento alle diverse aree di intervento relative alla "Città della salute".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ringrazio la Presidente Bresso per l'ampia comunicazione che inizialmente, per comodità, dividerò in tre parti. La prima parte è quella che mi ha preoccupato di più. Ho ascoltato l'intervento della Presidente Bresso che ha riepilogato molto velocemente, mettendo i paletti nei posti giusti: ha spiegato cosa si intende per mercato della salute, la dimensione di questo mercato all'interno dell'attuale bilancio della sanità e le possibili ricadute sui vari settori.
A questo punto, ho chiuso gli occhi per riuscire a concentrarmi perlomeno, io faccio così, gli altri utilizzeranno modalità diverse - e ho pensato: "Vuoi vedere che in questo weekend non ci sono stati ballottaggi ma il centrodestra è tornato a governare?". Questo perché ho sentito parlare di argomenti che condividevo integralmente, ho sentito parlare di sanità come mercato, ho sentito parlare di poli - in questo caso si stava parlando di Novara - che possono diventare elemento di competizione con la sanità delle Regioni vicine, ho sentito parlare di un'applicazione pratica della teoria dei cluster high tech - così li chiamano alla Bocconi, ma in realtà in molte parti del mondo li hanno già realizzati.
Poi ho aperto gli occhi, non era ancora arrivata la compagna Manica e il quadro, anche esteticamente, era perfetto. Che cosa vedevo? Vedevo una Presidente Bresso attorniata da due Assessori di formazione liberale vedevo un eccellente componente del socialismo riformista piemontese.
Perfetto! Devo essere molto malato! E invece non sono molto malato, siete voi che tendete un po' a rifare qui adesso ciò che l'Assessore Bairati, che è pervicace, in questa modalità ha già fatto sull'ICT.
L'Alzheimer procede ma non abbastanza velocemente, quindi lo cito perché anche questa è stata una componente della parte introduttiva di un terzo della relazione della Presidente Bresso.
Non suonava il piffero perché usava altri strumenti l'Assessore Bairati, che ha raccontato una serie di cose in Commissione. Alcuni ingenui hanno ritenuto che dicesse la verità; magari lui stesso pensava di dire la verità, perché succede di sbagliarsi e poi, con le buone o con le cattive la sua maggioranza, che non è la componente di cui io faccio parte, l'ha ricondotto a più sani e ragionevoli miti consigli.
Traduco in italiano affinché sia più chiaro: rispetto agli interventi che l'Assessore Bairati fece sull'ICT - siamo a maggio del primo anno di governo di questa simpatica Giunta - non è successo assolutamente niente.
Ma siamo cattolici, noi siamo dei laici devoti, quindi siamo orientati al perdono; in più, quando ci si raccontano cose come quelle che ha detto la Presidente Bresso nel primo terzo della sua relazione - che sono prima di tutto condivisibili, che a me sarebbe piaciuto non solo dire, ma anche fare nella seconda parte della Giunta Ghigo - sorge un problema: mi domando solo come il testo dell'intervento della Presidente Bresso, che per il primo terzo, se trasformato in ordine del giorno, io firmerei subito vorrei rileggerlo perché, avendo una certa età, non vorrei essermi perso dei passaggi - possa essere reso compatibile rispetto agli intimi convincimenti dell'Assessore Valpreda, che conosco dal 1995, è un amico e mi dispiace che non sia presente qui.
Gli intimi convincimenti dell'Assessore Valpreda sono antitetici rispetto a quello che ha detto la Presidente Bresso. Il che non significa che siano due tesi illegittime; sono entrambe legittimissime, sono semplicemente diverse. Una, secondo me è quella giusta, quella che ha qui enunciato per titoli la Presidente Bresso; l'altra è quella non da ora sbagliata, quella che ha sostenuto il dottor Valpreda, dapprima come Direttore della sanità della Regione Piemonte, poi come consulente della stessa Giunta, infine come Assessore - ahimè! - fino a quando si è ammalato.
Colgo l'occasione per fare gli auguri ad una persona per bene, visto che ce ne sono così poche; quindi, ci auguriamo per lui e per la sua famiglia che possa quanto prima tornare ad essere operativo.
Presidente, la cosa che ci ha detto o è un anticipo della campagna elettorale che lei ha detto di iniziare nel gennaio 2008, se ho letto bene i giornali di oggi. Lei sa quanto poco interesse abbia io alla politica fatta sui giornali, che in genere non dicono quasi mai le cose che avvengono, ma dicono esattamente cose diverse, in un organo di comunicazione che noi tutti abbiamo imparato ad usare e ad abusare. Per siccome le cose che lei ha detto sono, per quanto mi riguarda condivisibili, facciamole, rendendole peraltro compatibili con le altre iniziative che, tolti gli aspetti estetici, ricorrono nel resto del vostro programma di governo.
Ci sono i tre miliardi e 700 milioni di cui prima o poi parleremo a proposito dell'edilizia sanitaria. Non so se il Vicepresidente Peveraro preoccupato, è andato immediatamente ad aprire nuovi BOR per procurarsi degli altri fondi, perché i grani, cari signori, non ci sono, senza che questo debba costituire motivo di preoccupazione per nessuno che voglia fare seriamente l'amministratore, ma deve essere motivo di occupazione.
Quindi, dov'è che la Presidente Bresso in un momento di reminiscenza rendendosi conto di chi è, di chi rappresenta, di chi fin qui l'ha votata si è tenuta? A parte la parte centrale del suo intervento, in cui ha cominciato a descrivere il protocollo d'intesa tra Regione e Università che immagino ci verrà dato, così lo leggeremo, perché lo consideriamo un documento importante. Questa Regione nasce dall'Università e dall'esercito l'esercito se n'è andato, nel senso che non rappresenta più quel fattore di sviluppo per il Piemonte come in passato.
L'Università - non me ne vorrà il Rettore Pellizzetti, anche perch francamente non è responsabilità specificamente sua - traballa rispetto all'immagine che l'ateneo ha avuto in questi ultimi cinque secoli Politecnico compreso, che non è più il Politecnico di un tempo. Di questo ci dispiace, perché un'Università forte è elemento e motore di sviluppo da ogni punto di vista.
I soldi palesemente non ci sono nel bilancio, ne abbiamo discusso in mille sedi; non ci sono né quelli dell'edilizia sanitaria, né tanto meno quelli all'interno dell'edilizia sanitaria per un progetto ambiziosissimo e che condivido totalmente per la parte teorica di un cluster high tech, che per comodità chiamiamo "Città della salute". Mi fermo qua. Facciamolo! Credo che sia una delle poche aree in questa Regione dove i dipendenti possano crescere, perché non ci crede più nessuno al mercato dell'auto. E ringraziamo sua eccellenza il dottor Marchionne che ci ha salvati da un'ennesima catastrofe, perché in questa Regione le macchine non le produrranno più, oppure ci possiamo raccontare la favola del Gatto con gli stivali, quella di Cappuccetto Rosso o altre favole che, francamente, mi piace ricordare perché mi fanno tornare bambino oltre che genitore, anche se di credibilità ne hanno poca.
Il mercato - e sottolineo questa voce, perché so che genera alcuni elementi di irritazione, utile perché senza irritazione non si pu discutere - della salute, che non è il diritto ad essere curati, invece sì.
E mentre noi parliamo, sapete bene che un cluster high tech importante è stato appena inaugurato a Milano, a cento chilometri più a est rispetto a noi, e che il mondo della sanità europea si sta già muovendo in questa direzione, perché è il mercato nel quale maggiormente si riesce a crescere in produzione di posti di lavoro, in sviluppo di tecnologie e dove la ricerca, soprattutto quella applicata, può ancora prosperare (altra legge che, grazie al contributo forte della minoranza, l'Assessore Bairati pu inserire nel suo palmares, perché se non c'eravamo noi era ancora a scrivere).
Assessore Bairati, la legge sulla ricerca l'abbiamo approvata con lei a Natale 2005. Non penserà di averla scritta lei, perché se avete dei dubbi la prossima volta glielo ricordiamo. Quindi, la rilegga e, oltre a rileggerla, la applichi anche.
Dicevo che mancano i soldi privati, perché senza risorse private questa idea rimane un'eccellente esercitazione politica, una buona promessa elettorale. Ormai non le beve neanche più il collega Manolino, che comincia seriamente ad essere preoccupato di aver varcato il Rubicone al momento sbagliato. I ponti sono stati tutti tagliati, indietro, come faceva Cesare non si torna, perché una volta varcato il Rubicone...



(Commenti del Consigliere Manolino)



BURZI Angelo

Io metto il naso dovunque ritengo opportuno! Lei, collega, cerchi di aprire le orecchie, perché ha difficoltà a connetterle con ciò che c'è in mezzo alle orecchie.
Mi disturba, cacciatelo via prima che sia troppo tardi, per voi!



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, la pregherei di rispettare i termini.



BURZI Angelo

Lei non ha idea di quante volte qui alcuni componenti della sua maggioranza si sono insultati senza che lei dicesse niente...



PRESIDENTE

Presidente, non stavo facendo riferimento alla terminologia, ma per rispettare i termini intendevo il tempo.



BURZI Angelo

Ma io smetto subito e riprendo quando parliamo di edilizia sanitaria tanto il filo non lo perdo. E riprendo, tranquillo come un "puciu"- noto frutto del Cuneese - al pomeriggio, quando parleremo di edilizia sanitaria.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vi sono due aspetti della comunicazione della Presidente che, in qualche modo, ci interessa trattare. Il primo è certamente di carattere politico in merito all'intervento sulla "Città della salute" ma soprattutto, sulla "Città della salute" di Torino che, certamente, anche come impatto sia da un punto di vista sanitario che da un punto di vista imprenditoriale, di sviluppo o di ricerca, ha un peso maggiore rispetto a quello che avrà la pur importante "Città della salute" di Novara.
Diversi sono i punti da focalizzare. Uno, senz'altro, è quello delle risorse economiche, come ricordava il Consigliere Burzi e come abbiamo ricordato altre volte in sede di Commissione. Negli interventi che approveremo relativamente all'edilizia sanitaria abbiamo, da una parte, una serie di interventi che hanno copertura finanziaria, ma ne abbiamo molti altri, per più di un miliardo e 600 milioni di euro, che non hanno, ad oggi, copertura.
vero che la capacità nel contrarre debiti a tassi agevolatissimi, ma sempre debiti, del Vicepresidente Peveraro è, in qualche modo, nota, ma è altrettanto vero che, ad oggi, quello è un dato economico che viene a mancare.
Vi è un aspetto che tratterò non con maggior ampiezza, ma sul quale credo sia importante che, in qualche modo, il Consiglio e la Giunta siano informati, posto che lo siano, che riguarda le competenze del Consiglio.
Il Gruppo consiliare cui appartengo da alcuni mesi lamenta il fatto che, in merito alla vicenda della "Città della salute" di Torino - al di là della localizzazione, con l'unico punto fermo che è Campo Volo; per motivi noti basterebbe leggere l'ordine del giorno respinto che il Gruppo di Alleanza Nazionale presentò quando votammo la cosiddetta legge FIAT relativo ad eventuali varianti di Piano - si tratta di definire quali sono le competenze consiliari.
Come dicevo, si sono individuati luoghi differenti, in tempi differenti; vi è stato un rapporto costante con l'Università, le amministrazioni locali, i soggetti in qualche modo interessati alla realizzazione della "Città della salute", ma credo - e chi lo pensa, lo pensa sapendo di farlo in malafede o non comprende come sono i programmi di sviluppo urbano - che nessuno possa pensare che una grande struttura ospedaliera venga realizzata, con decine di interventi limitrofi - dalle parti didattiche, ai campus, alle parti di innovazione e ricerca - senza che, attorno a questa, non si creino dei servizi, il che significa edificabilità di alcune aree.
Badate, nessuno, soprattutto all'interno del nostro Gruppo e della nostra coalizione, in qualche modo, intende criminalizzare l'espansione edificatoria - sia essa in impresa, in servizi, in abitazioni - all'interno della nostra città. Tuttavia, noi sappiamo - questo vale per tutta l'area metropolitana di Torino e all'interno della nostra regione - che investe una scelta fondamentale rispetto, da un lato, ad un intervento relativamente alla salute e ad un progetto innovativo non legato soltanto alla salute, ma di salute e innovazione che già la precedente Giunta aveva individuato, dall'altro a un impegno relativamente all'occupazione territoriale di alcune aree.
Come abbiamo già detto in altre situazioni, vi sono due grandi aree in cui ciò è ancora possibile nella nostra città: l'area Borsetto da una parte, l'area del Campo Volo fra Collegno e Grugliasco dall'altra. Facciamo la scelta di intervenire, in modo importante, in una delle due aree, per costruire dei servizi alla persona, per fare innovazione, per fare impresa per costruire case, infrastrutture e quant'altro, ma questa è una scelta che attiene ai poteri del Consiglio tanto in termini di scelta di edilizia sanitaria, quanto in termini di scelta d'indirizzo rispetto ad un luogo in cui fare insediamenti abitativi.
Incidentalmente, ricordo che abbiamo ancora una legge regionale sull'edilizia, che dà alla Giunta regionale e al Consiglio, in termini di indirizzo, la competenza per esprimersi nel merito.
Premesso tutto ciò, salvo le due Commissioni in cui abbiamo discusso genericamente, delle delibere di edilizia sanitaria, e quindi certamente anche della "Città della salute", non abbiamo dedicato una sola seduta di IV Commissione, o magari di II e V, alla questione. Quando s'interviene su porzioni di territorio così importanti, certamente ciò apporterà un beneficio, ma la scelta della politica dovrebbe essere non solo relativamente all'ospedale, ma relativamente a dove si va ad investire, a dove si va ad ampliare la nostra città.
A volte vediamo che, a fronte della costruzione di tre capannoni industriali, si fomenta la folla per la contrarietà espressa contro la cementificazione; invece, di fronte ad alcune centinaia di migliaia di metri cubi che saranno occupati - correttamente o meno, questa è una valutazione che faremo - per un intervento che, nella sostanza condividiamo, sembra che anche l'ecologista più oltranzista non si renda conto che, in realtà, un pezzo enorme della prima cintura di Torino, oggi destinato a verde ed esclusivamente a verde, verrà occupato da alcune strutture abitative.
Vi è certamente un aspetto di programmazione più vasta. La Presidente è a conoscenza di quanto tempo la Provincia di Torino dedicò al Piano territoriale di coordinamento. Quel Piano - la mia memoria può non farmi ricordare bene - credo non prevedesse, all'interno di quell'area, un insediamento così come si vorrà realizzare. Forte fu la determinazione della Provincia di Torino per chiedere che il Piano - mi spiace che la Presidente non mi stia ad ascoltare, ma lo fa l'Assessore Peveraro - avesse un vincolo da parte della Regione, quindi fosse determinante per la relazione dei piani regolatori delle singole amministrazioni, tant'è che il Sindaco di Collegno disse: "Vedremo se utilizzare o no il nostro tesoretto verde".
In realtà oggi, alla conclusione della comunicazione, dovremmo votare la proposta di deliberazione n. 285, che prevede anche la "Città della salute", ma in IV Commissione non ne abbiamo mai parlato. Venerdì prossimo audiremo, dopo continui solleciti al Presidente, che finalmente ha deciso di convocare i soggetti interessati (non è stato così difficile, visto che abbiamo iniziato a farlo 15 giorni fa), i Sindaci dei Comuni interessati l'Università, la Facoltà di Medicina. Se non verranno i Sindaci in persona delegheranno un Assessore o qualcuno a rappresentarli. Quindi parleremo coi soggetti interessati a ciò, perché nel frattempo hanno già fatto riunioni con la Giunta regionale - e ci sta tutto - ma anche con le maggioranze locali dei Comuni, pubblicate pure sui giornali, dove hanno discusso di questo intervento. Ma il Consiglio regionale, nella sede compatente, ovvero la IV Commissione, di questo non ha mai discusso: lo farà per la prima volta venerdì.
Ieri pomeriggio, incidentalmente, viene presentata - oggi leggiamo le ennesime paginate sulla cronaca locale, perché i giornalisti fanno doverosamente il loro dovere, soprattutto quando si fa una conferenza a stampa per comunicare ai giornalisti quale sarà il progetto, che noi apprendiamo dai canali dell'informazione televisiva o dalla carta stampata quella che sarà l'ipotesi di "Città della salute". Peccato che anche in merito a questo, anche solo una bozza di disegno in sede di IV Commissione che incidentalmente si è tenuta ieri dalle ore 15 alle ore 18.10, non se n'è mai discusso.
Leggiamo oggi che l'accordo con l'Università si sarebbe trovato garantendo all'Università un intervento infrastrutturale sulle attuali Molinette (San Giovanni Bosco) per 270 milioni, che non sono presenti nella delibera di edilizia sanitaria che andremo a votare (salvo emendamento).
Ciò per dire - e concludo - che possiamo fare tutto ciò che crediamo possiamo ritenere di perdere qualche seduta di Consiglio regionale o di Commissione per discutere di insediamenti commerciali, industriali o quello che sia - salvo poi non avere la volontà di discutere del più grande ampliamento che vedrà la Regione Piemonte, e non soltanto l'area metropolitana, da qui ai prossimi dieci anni - ma non siamo disposti a fare ciò finché non abbiamo tutte le informazioni necessarie.
Chiederemo, pertanto, che la delibera n. 285 non venga votata nel pomeriggio di oggi, ma martedì prossimo (quindi non fra due mesi!) per due motivi: venerdì audiremo i Sindaci e i soggetti interessati e ci auguriamo che lunedì prossimo i giornali presentati alla stampa, alle TV e a quant'altro li presentino anche alla Commissione competente, ricordando che la competenza legislativa di approvare la delibera proposta dalla Giunta al Consiglio spetta al Consiglio.
Credo, allora, che se il Consiglio non è nelle condizioni di esercitare, con appropriatezza di termini, il proprio ruolo, non possa farlo male. Noi non intendiamo farlo male.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Anche noi pensiamo che la relazione della Presidente sia stata esauriente e riteniamo che sia frutto del lavoro che l'AReSS e l'Università hanno svolto in questi mesi.
Naturalmente accogliamo con soddisfazione quella che ci sembra essere non la fine, ma l'inizio di un percorso, che porterà - ci auguriamo in tempi accettabili - alla realizzazione della "Città della salute" Certamente l'accelerata del Governo ci ha fatto discutere con un po' di affanno, talvolta anche in maniera concitata con l'Università e sulle pagine dei giornali. Ma, alla fine, ci sembra che l'accordo sottoscritto ci complimentiamo con l'Assessore Bairati che lo ha seguito in prima persona - si possa accogliere con soddisfazione.
La "Città della salute", da quello che leggiamo oggi sui giornali e per quanto diceva la Presidente, avrà sede a Grugliasco, dove già esiste un polo universitario, a conferma del fatto che la sede universitaria è questione che riguarda un'intera area metropolitana, e non soltanto la città di Torino, per quanto città capoluogo.
Noi abbiamo lavorato in questi anni - chi ha avuto responsabilità amministrative - con la città di Torino per realizzare un'area metropolitana che mettesse in rete i grandi servizi: l'acqua, i rifiuti e i trasporti. Naturalmente siamo soddisfatti che, per quanto riguarda servizi così importanti come quelli sanitari, anche questo, in qualche modo, possa avvenire e si possa realizzare.
Come Democratici di Sinistra, durante un dibattito precedente, avevamo espresso in quest'aula la preferenza per Campo Volo, un'area accessibile perché aperta, e quindi con possibilità di espansione delle attività, ben servita dalla metropolitana (quello dei trasporti certamente è uno dei grandi temi rispetto ai quali si dovrà discutere per la "Città della salute").
Pensavamo anche che l'utilizzazione al servizio di questo grande progetto della Certosa di Collegno, e quindi del recupero dei suoi grandi spazi e del suo patrimonio storico e architettonico, potessero rappresentare un'opportunità per quell'intero territorio. Ma non disconosciamo, naturalmente, i vantaggi di Grugliasco: anch'essa è un'area libera, di proprietà pubblica di Provincia e di Comune, anche per smentire chi parla di "speculazione edilizia". Se il ragionamento fosse stato sviluppato sull'area di Campo Volo, certamente avremmo dovuto trattare con il privato proprietario dell'area, mentre oggi trattiamo con Provincia e Comune di Grugliasco.
Abbiamo appreso ieri dai giornali che sembra che lo Stato (il Ministro Di Pietro) abbia inserito, tra le sue opere prioritarie, il prolungamento della metropolitana, da una parte verso Piazza Bengasi e dall'altra parte verso Rivoli. Noi pensiamo che se questo si dovesse verificare, la metropolitana sarà anche al servizio della città di Grugliasco e di chi utilizzerà un domani la Città della salute.
Siamo anche soddisfatti, Assessore, del fatto che sia stato previsto il recupero della Certosa per le residenze e si vedrà cos'altro potrà essere insediamo alla Certosa, appunto con l'obiettivo di utilizzare per il pubblico questo straordinario patrimonio.
Avevamo ipotizzato, nell'intervento che avevamo fatto in quest'aula, un ospedale non grande, di 700 o 800 posti letto, nel luogo da dove le Molinette si dovrebbero trasferire, a completamento della rete dei servizi garantiti dal CTO, dal Sant'Anna e dal Regina Margherita. Ovviamente siamo contenti del fatto che la Commissione abbia tenuto conto di questo aspetto e abbia lavorando in tal senso.
necessario che si apra la discussione, ma affronteremo questo tema quando parleremo del Piano di edilizia sanitaria rispetto alla riorganizzazione della rete torinese: come Democratici di Sinistra naturalmente, siamo disponibili a farlo.
Non nascondiamo qualche perplessità su questa ipotetica "torre chirurgica", che, secondo i giornali, dovrebbe nascere alle Molinette.
Sono stato in un ospedale a Boston che aveva un blocco operatorio di 32 sale operatorie, cosa impensabile dalle nostre parti! Il nome dei pazienti che venivano operati scompariva come all'aeroporto quando arrivano gli aerei! Un'ipotesi di questo tipo può essere anche affrontata, ma vorremmo vedere con come questo ragionamento verrà sviluppato.
Per quanto concerne i 270 milioni per le Molinette, noi pensiamo che i soldi vadano spesi in quello che si pensa possa restare quando la "Città della salute" dovrà essere realizzata, e non su quello che eventualmente dovrà essere demolito.
Ancora una considerazione sulla questione che riguarda la sanità come opportunità di lavoro, di sviluppo e di occupazione.
Noi crediamo che la Regione possa svolgere un ruolo importante nel campo delle tecnologie sanitarie. Nel nostro Piano è scritto che ci sono solo 40 aziende che lavorano in questo settore, che impiegano soltanto un migliaio di addetti, peraltro solo nel campo della gestione. Quindi l'ipotesi di sviluppare questo argomento è certamente di grande importanza.
Va fatta una riflessione importante (questo ragionamento l'ho fatto coi medici) sul technology assestment: noi pensiamo che una tecnologia al servizio della salute sia importante per i cittadini, ma che questa non debba essere soltanto al servizio delle case produttrici. I medici - lo so per una personale esperienza di quasi trent'anni di ospedale - si innamorano di tecnologie innovative, e talvolta non c'è corrispondenza tra l'investimento economico e la resa per i cittadini, penso alla chirurgia robotica. Negli Stati Uniti, quando si è cominciato ad utilizzare questa chirurgia, una protesi all'anca veniva impiantata in tre ore, quando soltanto per un pezzo della protesi noi impieghiamo 45 minuti, con un risparmio anche del tempo anestesiologico per i pazienti, ma la maggior parte di noi non ha mai iniziato questo tipo di tecnica.
Quindi, in questo settore si deve ricercare un giusto equilibrio.
Naturalmente, relativamente alla sanità, la parola "mercato" non mi piace affatto; peraltro, non mi pare che la nostra Presidente l'abbia utilizzata o che compaia in qualche documento, perché non mi troverebbe d'accordo parliamo pure di opportunità di lavoro, di sviluppo e di occupazione.
Assessore, per concludere, partiamo da questo lavoro, da questa prima ipotesi, che comprende il luogo e anche quello che dobbiamo inserire per realizzare un grande progetto, che - ricordiamolo sempre - deve essere utile ai cittadini di questa Regione.



PRESIDENTE

Procediamo con l'ultimo intervento prima della sospensione dei lavori.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, parto dalle ultime affermazioni del collega Boeti il quale dice che nella relazione della Presidente Bresso non si parla di "mercato", ma di opportunità di lavoro e di sviluppo, inoltre il collega ha evidenziato che nel documento in questione non si parla di sanità come "mercato", ma di sanità come opportunità di sviluppo e lavoro.
Come in tutte le aziende private - non so se qui ci siano dei colleghi che abbiano ricoperto il ruolo di amministratore in aziende private o pubbliche - quando si fa un investimento, in primo luogo, si deve svolgere un'indagine di mercato. Quindi, se vogliamo parlare di sviluppo e di lavoro, dobbiamo parlare anche di indagine di mercato.
Una volta effettuata l'indagine di mercato, si fa uno studio di fattibilità, è così?



(Commenti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Ciò che mi preme evidenziare è che oggi di tutto si è parlato tranne che di studio di fattibilità.
Mi spiego: nella relazione della Presidente Bresso sono presenti indicazioni aleatorie che non giustificano la costruzione a Grugliasco della "Città della salute", non è scritta da nessuna parte la motivazione per cui deve essere realizzata in questo nuovo sito e non a Torino.
Se non erro circa un mese fa, sui giornali ho letto che proprio l'Assessore Bairati sosteneva che non si poteva ergere la Città della salute presso Italia 61 perché i costi dell'edilizia erano tre volte superiori rispetto a Campo Volo



(Commenti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Superficiale, ma almeno era una motivazione che giustificava la scelta di Grugliasco anziché quella di "Italia 61" Oggi, invece, la Presidente Bresso, all'inizio della sua relazione, ha dichiarato che i costi dell'investimento edile in generale corrispondono ad un terzo dell'intero investimento.
A fronte di quanto appreso pretendiamo dunque una relazione tecnica fatta con dati alla mano, per cui Grugliasco sia il sito più adatto alla collocazione della "Città della salute" a discapito del capoluogo torinese Inoltre. Il collega Boeti ha dichiarato che il sito di Grugliasco sia indicato all'investimento dato che proprio lì i terreni sono pubblici, e non privati come altrove privati.
Ora, apprese tutte queste finte giustificazioni, queste motivazioni così aleatorie, pretendiamo sapere il vero motivo per cui avete scelto Grugliasco, visto e considerato che in questa relazione non c'è scritto nulla a tal riguardo. Vi sono indicazioni approssimative sulla situazione attuale delle Molinette, che ivi lavorano 6.000 mila dipendenti, ma non vi è nulla a riguardo delle eccellenze, quanti sono coloro che non fanno niente, quanti appartengono alla classe sindacale. Attualmente alle Molinette lavorano circa 6.000 dipendenti e, secondo quanto si evince dalla relazione, il 56% della struttura è fatiscente, "vetusta", "cadente" "decrepita", "arcaica", "antica", "secolare",in poche parole un monumento! Se realmente la struttura delle Molinette non è più adatta a svolgere la funzione iniziale, adibiamolo a monumento nazionale, attribuiamogli almeno un valore simbolico per ciò che ha rappresentato per i cittadini piemontesi.
Il nostro intento è quello di conoscere veramente qual è la motivazione progettuale per cui è stata scelta la Città di Grugliasco, non vogliamo una giustificazione demagogica fatta solo per riempire pagine e dare aria ai denti.
Se la motivazione per cui è stata scelta la Città di Grugliasco è quella che il terreno è pubblico, allora mi chiedo che fine ha fatto il diritto alla salute, un diritto inderogabile al quale voi tanto tenete così come noi.
Poteva essere una scelta ideale e logisticamente giusta qualora Torino fosse stata trasformata da città in area metropolitana. Noi tutti sappiamo che la legge n. 142/1990 ha previsto a livello nazionale nove aree metropolitane - stiamo parlando di quindici anni fa - ma nessuno ha mai avuto né il coraggio né la volontà politica di trasformare Torino da prima cintura in area metropolitana, né quando la Presidente Bresso era Presidente della Provincia, né oggi che Presidente della Provincia è Saitta.
A chi spetta il compito di rendere esecutiva tale legge? La responsabilità di questa mancata trasformazione è del Presidente della Provincia e del Sindaco del Capoluogo.
Allora, che provvedano, non devono solo annunciarlo sui giornali, non devono solo fare dei proclami, non devono sempre e soltanto annunciare quanto non verrà mai attuato.
Presidente Bresso, non capisco perché in questi cinque-sei fogli non ci sia la motivazione per cui è stata scelta l'area di Grugliasco! Questa relazione per due terzi non fa altro che un'analisi marginale dell'attuale situazione del comparto Molinette.
Inoltre, ciò che più rilascia perplesso è il fatto che sia la Giunta vecchia che la nuova abbiano speso innumerevoli risorse per l'ammodernamento e l'agibilità dell'ospedale, per costruire parcheggi e per ristrutturarlo, procedimento ad oggi ancora in atto considerato che l'ospedale è pieno di ponteggi e di lavori in corso che obbligano il personale a spostare gli ammalati anche di un chilometro per sottoporli alle operazioni, esponendoli così alla possibilità di contrarre malattie infettive. Altresì, non capisco qual sarà l'utilizzo di questo centro sanitario, che, a livello europeo, è considerato uno fra i poli più importanti per ciò che concerne i trapianti.
SI parla di un'ipotetica revisione delle Molinette e del Sant'Anna, uno dei nostri primati a livello nazionale, il primo ospedale infantile in Italia, ma ancora non è stato detto qual è il progetto di riqualificazione dell'intera area torinese nei confronti di questo polo sanitario.
Presidente, lei ha tutte le risorse e tutto il nostro appoggio politico, ma senza uno studio di fattibilità non possiamo dare il dovuto sostegno al progetto, è nostro dovere tutelare gl'interessi dei piemontesi e salvaguardare un diritto, quale quello alla salute, che attualmente la maggioranza sta mettendo in discussione. Noi siamo per le scelte che vanno nella direzione del diritto alla salute dei cittadini. L'azienda Piemonte così come tutte le aziende sanitarie quando fanno un investimento, deve svolgere un'indagine di mercato e in seguito, dopo aver ricevuto i dati dell'indagine di mercato, stabilire, tramite uno studio di fattibilità, in quale direzione spendere i soldi. In questo caso specifico, i soldi sono quelli dei cittadini piemontesi, quindi dobbiamo essere estremamente cauti e valutare con parsimonia il modo in cui spenderlo, dal momento che c'è di mezzo il diritto alla salute. Non possiamo giocare così, con quattro fogli una scelta strategica e importante per tutti i nostri cittadini, quale il diritto al diritto alla salute. Non possiamo giocare così.
Convincetemi in Commissione, datemi qualche foglio qualche studio qualche motivo, qualcosa dove ci siano dei numeri in termini di ricaduta sulla salute, ma soprattutto sul servizio al diritto alla salute! Cosa vuol dire servizio al diritto alla salute? Vuol dire che noi dobbiamo avere dei numeri scritti con uno studio di fattibilità che anticipi - studio di fattibilità vuol dire anticipare - una situazione che avverrà fra quattro, cinque, dieci anni.
Allora raffigurateci questa situazione, convinceteci che la scelta di Grugliasco è una scelta fattibile, data dai numeri, data dalla consapevolezza dei numeri che devono dimostrare che quella zona è la migliore per poter garantire un servizio migliore, sotto l'aspetto sanitario, ai cittadini piemontesi.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ma lei mi ascolti quando parlo!



SCANDEREBECH Deodato

Si, però un conto è dire, un conto è fare e un conto è trovarlo per iscritto.
Guardi, lei non faccia come Bush. Bush ha mandato a Tirana (esattamente il 1° giugno) 1.500 soldati dei corpi speciali per organizzare tutto il passaggio, ecc. Tuttavia, l'intelligenza bizzarra e levantina di un semplice albanese è riuscita ad avere la meglio sul servizio di sicurezza americano facendo sparire con nono poca spavalderia l'orologio del presidente Attenzione, Presidente, non faccia anche lei la stessa fine di Bush!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICHETTO FRATIN



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Cercherò di rubare poco tempo al dibattito, anche perché molte cose sono state dette e cercherò di non ripeterle.
Quello che diceva il Consigliere Vignale prima, però, per noi è un fatto dirimente, nel senso che è evidente che il Piano dell'edilizia sanitaria oggi non potrà essere approvato, per quello che ci riguarda.
C'erano degli impegni precisi, c'è l'audizione dei Sindaci di Collegno e Grugliasco, vogliamo sentire questa audizione e poi vorremo sapere qualcosa in più.
Perché, vedete, questo foglio scritto un po' così, che non sappiamo cosa sia, al di là del fatto che presenta un logo in alto a sinistra potrebbe benissimo essere scritto su carta del "maslé" (carta del macellaio), perché è molto - posso dirlo? - aleatorio, inconsistente superficiale: c'è nulla. C'è nulla o c'è troppo, cioè mi sembra ridicolo che, per un progetto che non c'è, vengano previsti 750 euro.
Non so, io guardo il polo della ricerca. A parte i 600 ricercatori circa ("tric e branca", poi se ne avanzano due o tre li buttiamo nella "bialera"), 34.000 metri quadri, 110.382.750 euro: trovare questi 750 euro sarà un impegno particolare da parte della Giunta.
Però passiamo dalle battute alle cose serie. Il 20 ottobre...



(Commenti dell'Assessore Bairati)



GHIGLIA Agostino

No, guardi, Assessore Bairati, non mi dica bravo, altrimenti le devo ricordare che Italia 61, come diceva Scanderebech, non si costruisce. E poi ci parlate della torre.
Il 20 ottobre il collega Vignale chiedeva lo studio dell'AReSS sulla "Città della salute" La settimana scorsa non ci era ancora stato consegnato. Se non c'è lo studio dell'AReSS sulla "Città della salute", non esiste lo studio sui costi e quindi le cifre sono, per noi, assolutamente campate in aria, perché noi aspettiamo dal 20 ottobre lo studio dell'AReSS sulla "Città della salute". Altrimenti chi le ha stabilite le cifre? Presidente Bresso, scusi, chi le ha messe giù queste cifre, visto che da 500-600 milioni siamo passati a 2 miliardi circa? Chi le ha messe giù le cifre? I 750 euro, i 110.372.750 euro chi li ha messi giù? Come mai? Chi li ha messi giù, se non c'è lo studio dell'AReSS che aspettiamo dal 20 ottobre? Seconda questione seria. Potrei fare una battuta, Presidente, nel senso che lei è un po' gelosa della torre di Chiamparino per il San Paolo e vuol fare pure la torre Bresso. E va bene, diciamo che a Torino ci saranno due torri, ma meno male, noi siamo contenti...



(Commenti in Aula)



GHIGLIA Agostino

Poi quale c'è? Poi c'è quella del palazzo, quella la farà Peveraro farà la torretta, perché essendoci un Presidente e un Sindaco, lui farà una torre un po' più ridimensionata...



(Ulteriori commenti in aula)



GHIGLIA Agostino

No, lui sa solo far debiti, non sa costruire torri, quindi a lui una torretta più piccolina come punizione per questa sua attitudine a riempire di debiti noi, i nostri nipoti, ecc.
La torre dove la fate? Perché, vedete, non basta dire: "Vicino al CTO".
Dove? Su che aree? Sul Po, nel Valentino, radete al suolo il quartiere? Ci dite qualcosa? Abbiate pazienza! La torre non esisteva, adesso facciamo la torre vicino al CTO, quasi che vicino al CTO ci sia il deserto. Ebbene, non siamo a Las Vegas: vi informiamo che vicino al CTO non c'è il deserto e quindi vorremmo sapere esattamente dove, su che aree, di chi sono le aree, quanto costano, se le abbiamo già comprate, se intendete procedere con un esproprio, ecc.
In sostanza, ci dite qualcosa oppure rimaniamo all'immagine? Perch vedete, il collega Boeti, che è sempre buono, ma essendo di sinistra per lui, se serve alla causa dire una cosa dico inesatta, per non dire falsa la dice e la ripete come se fosse la Bibbia, afferma: "È il Governo che ha impresso un'accelerazione".
No, Boeti, ci sono due anni di ritardo della Presidente Bresso dell'Assessore Bairati e pure del Vicepresidente Peveraro sulla "Città della salute". Non è il Governo che ha accelerato: siete voi che non siete andati avanti di un millimetro e oggi ci portate un progetto immaginifico tipo Star Wars. Voi avete parlato di tecnologie, di termini ospedalieri anglo-medici che io non conosco, quindi cito Star Wars, così parlo pure io l'inglese e non faccio brutta figura, ma il modello immaginifico che ci proponete oggi è colpa dei vostri ritardi e, d'altra parte, è anche abbastanza infondato.
Terza questione. Anche questa seria, Presidente Bresso. Noi avevamo capito che la "Città della salute" avrebbe dovuto essere un polo di eccellenza, ma questo è in contraddizione con la torre, perché se nella torre ci mettete tutte le chirurgie, cioè se nella torre - che non si sa ancora dove farete - ci mettete tutte le chirurgie delle mani d'oro (Salizzoni, ecc.), allora la "Città della salute" non sarà un polo di eccellenza, ma un ospedale come gli altri.
Scusate, questo me lo dovete spiegare. Se fate la torre delle chirurgie...



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ma perché leggi solo i giornali?



GHIGLIA Agostino

Perché sul Piano c'è scritto quasi niente e allora ho dovuto leggere i giornali, anche perché sui giornali c'è di più.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Io ho letto una relazione in aula.



GHIGLIA Agostino

Si, ho ascoltato la sua relazione, Presidente.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ho parlato di torre?



GHIGLIA Agostino

Ah, non c'è la torre?



PRESIDENTE

Per cortesia, evitiamo il dialogo.



GHIGLIA Agostino

Quindi la torre non c'è. Non sono contento, ero contento prima che c'era, adesso non sono più contento...
La Presidente Bresso è intelligente e abile, io trasferisco, socializzo a tutti il fatto che la Presidente ha detto che non ci sarà una torre vicino al CTO.
Quindi, diamo per scontato questo fatto; può darsi che qualcuno se la sarà immaginata, ma va bene così.
Vede, Presidente, il problema è che queste domande gliele porremo in Commissione sanità lunedì. Poiché lei non ci ha dato la possibilità di porle in una seduta della Commissione sanità in cui si parlava di edilizia sanitaria, è chiaro che si creano le incomprensioni e siamo costretti a fare domande su cui non ci può dare la risposta.
Perché avete voluto imprimere questa accelerazione dopo due anni di ritardo, anziché seguire le procedure normali e venire semplicemente lunedì a spiegare il progetto in Commissione? Non era più semplice? Visto che ci sono troppe incomprensioni e qualcuno non capisce, lunedì vi porremo le domande e voi ci darete le risposte, perché è così che si fa non si governa con le conferenze stampa! Oggi la delibera non passerà, quindi lunedì ci verrete a dare le risposte che oggi non siete in grado di darci rispetto a tutte le questioni che non abbiamo capito.
L'ultima preoccupazione - è già stata sollevata da altri colleghi riguarda il Sant'Anna e il Regina Margherita, l'eccellenza della pediatria e della neonatologia piemontese: che fine fanno, visto che si parla genericamente di un nuovo ospedale nell'area in cui sorgevano le Molinette? Che fine fanno le eccellenze piemontesi? Questa è la quarta domanda.
Sono domande, sono sollecitazioni; ci sarà una sede in cui risponderete, ma la sede deve essere quella della Commissione, perché dopo tutto ciò che abbiamo detto e dopo quanto abbiamo insistito sull'edilizia sanitaria, anche consentendovi di portare in aula la delibera, non possiamo permettere che sia una conferenza stampa a darci le risposte su troppe domande che ci farebbero dire che questo non è uno spezzatino, ma uno stufato; è uno stracotto di banalità! Allora, venite in Commissione, dateci la ricetta esatta, con le grammature, con i costi delle materie prime, e poi parleremo anche di cose serie.



PRESIDENTE

Grazie.
I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.18)



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