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Dettaglio seduta n.195 del 05/06/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.09 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(Alle ore 15.32 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



(La seduta ha inizio alle ore 16.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cattaneo, Pizzale, Robotti Rutallo e Valloggia.


Argomento:

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g.:

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 710 "Situazione occupazionale Eaton", presentato dai Consiglieri Robotti, Moriconi, Deambrogio, Boeti, Vignale, Turigliatto Valloggia, Lepri, Auddino, Pozzi, Rossi, Gariglio, Monteggia, Bossuto Placido, Scanderebech, Manolino, Chieppa, Ricca, Dalmasso, Spinosa Barassi, Burzi, Larizza, Clement, Muliere (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

stata richiesta l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
710, avente ad oggetto "Situazione occupazionale Eaton", firmato da molti Consiglieri.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame proposta di legge n. 274, inerente a "Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della 'Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 274, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Pozzi e Leo.
La parola alla relatrice, Consigliera Pozzi.



POZZI Paola, relatrice

Signor Presidente, devo preliminarmente evidenziare che la scelta della sottoscritta come correlatrice ha un significato del tutto istituzionale in quanto questa legge è il prodotto dell'intenso lavoro dell'intera VI Commissione; la Commissione medesima ha ritenuto che, in quanto suo Presidente, potessi rappresentarla come relatrice.
Intanto, i Consiglieri firmatari della legge, le associazioni che ne hanno stimolato la redazione e seguito l'iter, l'intera VI Commissione che ha costruttivamente lavorato su questo testo, licenziandolo all'unanimità si sono prefissi uno scopo preciso, quello di dar vita ad un provvedimento che, lungi dal costituire una mera enunciazione di principi e un'elencazione di finalità, da tutti noi ampiamente condivise, ma astratte potesse, invece, istituire nel panorama normativo regionale un nucleo concreto di azioni operative.
Queste azioni previste dalla legge si articolano su diversi filoni di intervento, tutti tesi sia a sensibilizzare l'opinione pubblica promuovendo percorsi di educazione alla legalità, sia a tutelare i soggetti passivi dei reati legati alla criminalità organizzata, sia ancora a valorizzare e accentuare l'efficacia della legge n. 109/1996, laddove prevede la confisca dei beni immobili aziendali di proprietà di persone indiziate di appartenere ad associazioni di tipo mafioso e la conseguente assegnazione del bene al Comune di pertinenza, al fine della successiva destinazione ad enti, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali o comunità terapeutiche o centri di recupero e cura per tossicodipendenti.
Quindi, si è chiarita l'estensione della portata dell'iniziativa regionale nell'ambito del recupero di questi beni e si è precisato, anche dal punto di vista normativo, quali siano le competenze regionali sollecitando anche un monitoraggio e una mappatura dei beni confiscati sul territorio della nostra Regione, per comprendere l'entità del fenomeno e valutare anche la sua diffusione quantitativa e nel territorio.
Numerosi Consiglieri hanno arricchito il dibattito in sede di Commissione e, in primo luogo, noi abbiamo avuto un'esigenza, quella di dare vita ad un nucleo normativo che non si sovrapponesse alla parallela discussione del provvedimento di revisione delle politiche regionali integrate in materia di sicurezza.
Questo scopo è stato raggiunto attraverso un attento lavoro di comparazione tra i due testi, affinché non fossero né in contraddizione, n in sovrapposizione tra loro, ma risultassero complementari, cercando di espungere dall'articolato qualsiasi riferimento che non fosse strettamente legato al tema della prevenzione della criminalità di stampo mafioso.
Infatti, la Commissione ha valutato che per questo tipo di criminalità fosse necessaria un'attenzione specifica, dal momento che il fenomeno mafioso ha delle peculiarità e caratteristiche che meritano interventi mirati.
Sappiamo, infatti, che spesso ci troviamo di fronte ad organizzazioni criminali che potremmo definire globali: il riciclaggio telematico del denaro, le ecomafie, la tratta di esseri umani, traffici illeciti che hanno dimensione mondiale, contro i quali si potrebbe ritenere che una legge regionale non possa che opporre una resistenza debole, se non addirittura vana.
Invece, questa legge ha un obiettivo molto forte, quello di risvegliare tutti noi, le nostre coscienze di cittadine e cittadini, a partire dai più giovani, dal torpore che può essere prodotto da quella che potremmo chiamare una sorta di anestesia abitudinaria o dall'errata convinzione che viviamo in una zona immune dal pericolo di contatto con organizzazioni di stampo mafioso.
Di qui l'istituzione della Giornata regionale della memoria e l'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, attività di promozione di percorsi di legalità e di contrasto ai fenomeni di criminalità. Si è valorizzato l'impegno del Consiglio regionale anche nella fase di attuazione del provvedimento legislativo, insomma, si è cercato di lavorare affinch cresca sempre di più l'intollerabilità delle impunità, di cui ancora talora, godono i vertici delle organizzazioni mafiose.
Si sono spostate in capo all'organo assembleare le competenze ad approvare le misure, i soggetti beneficiari, le entità e i criteri di assegnazione dei contributi regionali. Pertanto, il lavoro della Commissione è stato teso a mantenere viva l'attenzione di tutto il Consiglio regionale su questa legge e sulla sua applicazione, continuando con un lavoro di condivisione che ha accompagnato tutto l'iter di questo provvedimento e credo sul quale potrà ulteriormente e proficuamente intervenire il collega correlatore Leo.



PRESIDENTE

La parola al correlatore, Consigliere Leo.



LEO Giampiero, relatore

Cari colleghi, vi propongo un patto: non sono solo antimafioso, ma sar molto breve, per avere due minuti l'attenzione del Consiglio.
La relazione della collega Pozzi è stata molto bella e molto ricca, ma vorrei sottolineare un aspetto particolarissimo ed esemplare - dico proprio esemplare - di questa legge. Prima, però, desidero ringraziare tutti quei colleghi che vi hanno lavorato, in particolare, per la minoranza lasciatemi nominare il Consigliere Vignale, che ci ha aiutati a realizzare una norma finanziaria sensata, intelligente e importante, e la collega Cotto, che ha arricchito con mille sensibilità. Poi, ancora, i tanti colleghi della maggioranza: Auddino, che ha coorganizzato la marcia a Polistena, e Turigliatto, che ha proposto la correlazione per dimostrare la tanta attenzione.
Il carattere speciale di questa legge è dato dall'essere stata creata da movimenti sociali. Noi parliamo sempre di società civile, di corpi sociali intermedi, di organizzazioni, ma, in genere, queste non esistono sono più incivili della politica. Invece, questa volta, una serie di associazioni hanno lavorato seriamente, riconoscendo la politica e le istituzioni come veri interlocutori.
Voglio sottolineare questo dato, che potrebbe essere paradigmatico per molte altre situazioni: le realtà sociali hanno preso seriamente il loro lavoro, interloquendo in maniera non pregiudiziale e non demagogica con la politica, fidandosi delle istituzioni, le quali hanno dimostrato concretamente e fisicamente (con le mille riunioni, con il lavoro serio in Commissione, con l'ascolto delle loro richieste), di saper svolgere un compito.
Quando molte volte sento fare discorsi di antipolitica così diffusi oggi. Cito questo, ma ne potrei citare anche altri, per fortuna, come esempio di come sia possibile sostenere, quando lo si vuole veramente, un servizio così concreto per il bene comune.
Non entro nei dettagli della legge - l'ha fatto così bene la collega Pozzi - ma ci tenevo a sottolineare questa caratteristica.
Rispetto agli articoli, ne cito solo uno, fra i tanti importantissimi: quello che parla dei gemellaggi con le realtà caratterizzate dalla presenza mafiosa. Questa è una cosa bellissima: quando i giovani del Sud - lo dico anche da calabrese - si sentono accompagnati, accolti, ascoltati dai giovani del Nord, dalle nostre scuole, stabiliscono contatti, ritrovano coraggio e sensibilità.
Spero che la stampa, così attenta alle liti, alle questioni, alle polemiche anche scandalistiche - e non è colpa dei giornalisti, ma delle linee dei giornali - possa prestare attenzione ad un dato così raro e positivo, che in tempi normali meriterebbe le prime pagine nazionali, come onore al Consiglio regionale del Piemonte.
Adesso non sappiamo cosa succederà, ma non importa: noi, il nostro dovere lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo.



PRESIDENTE

Grazie. Se altri colleghi hanno intenzione di iscriversi in sede di discussione, sono pregati di darmi indicazione in tal senso. Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, la ringrazio e ringrazio anche i relatori, che sono appena intervenuti, perché, per una volta, un testo importante viene condiviso da tutti i Gruppi politici. Questo è un evento importante per il Consiglio regionale, perché, purtroppo, spesso e volentieri siamo riusciti a trovare elementi di divisione, tra i Gruppi politici, che hanno portato a modificare in modo troppo pesante, oppure a non approvare o ad approvare col voto parziale di alcuni Gruppi, provvedimenti che potevano essere utili per il territorio piemontese.
In questo caso, andiamo ad approvare una legge estremamente importante che riconosce lo status di vittime di mafia a coloro che lo sono e riconosce al Consiglio regionale un importante compito di prevenzione della criminalità mafiosa ed aiuto alle vittime della criminalità mafiosa.
Una volta tanto, riusciamo ad avere un testo di legge che colpisce Caino e difende Abele, sia con interventi diretti alle vittime di mafia sia con l'aiuto per la prevenzione nei confronti dei giovani e dei settori della società più disagiati, e nei confronti degli operatori, formandoli affinché si eviti che le persone diventino strumenti della criminalità mafiosa o vittime della mafia stessa.
Stamattina leggevo un'intervista su un giornale, dove un personaggio che ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia proponeva di punire quei negozianti che non denunciano il racket mafiosi con la chiusura del negozio.
Forse questo è un provvedimento limite, che potremo assumere ovviamente a livello nazionale, solo quando saremo in grado di garantire alle persone sottoposte al racket mafioso garanzie di sicurezza e tutela della loro incolumità personale, dei loro familiari e della loro attività.
Non dimentichiamo che, spesso e volentieri, chi denuncia di essere vittima del racket rischia in prima persona, o mette a rischio la vita dei propri familiari o la propria attività.
Questa legge, che forma, a partire dalle scuole, una mentalità contro la mafia, che aiuta chi vuole battersi contro la mafia, anche con la prevenzione, che aiuta le sfortunate vittime della mafia, che interviene addirittura per l'assegnazione dei beni confiscati alla mafia o a chi lavora per la mafia ad enti, associazioni o Comuni che si battono contro la mafia, è una legge giusta.
Faccio, però, caro Assessore alla polizia locale, una polemica, perch lei tiene ferma in Commissione una legge sulla sicurezza e sulla polizia locale che ha volutamente cassato ogni riferimento alla criminalità, perch lei e la sua Giunta ritenete che parlare di criminalità non sia competenza della Regione e del Consiglio regionale.
Assessore, lei è stato smentito, perché questa legge non tratta direttamente di polizia locale o sicurezza, ma tratta di mafia, quindi secondo il suo ragionamento, sarebbe completamente avulsa dalle competenze della Regione e del Consiglio. Ma questa legge non parla solo di mafia: parla di racket, parla di criminalità, più volte. Usa quei termini che lei nella sua legge, che doveva essere la legge competente sull'argomento, ha voluto cassare.
Quindi, Assessore, la invito a riflettere: se vuole approvare quella legge in modo serio, completo e utile per il territorio, se vuole usare i corpi di polizia locale in modo adeguato per difendere i cittadini, lei deve avere il coraggio di scrivere in quel testo di legge, che è utile se viene approvato insieme a questo testo, che la criminalità esiste sul nostro territorio, che la polizia locale deve combattere la criminalità che la polizia locale deve essere usata per combattere il racket e la mafia, come dice questo testo.
In questo testo, l'articolo 9 promuove le iniziative finalizzate alla formazione congiunta di operatori degli Enti locali, della polizia locale dell'organizzazione del volontariato e delle associazioni che svolgono attività di carattere sociale. Il tutto, finalizzato a combattere il racket e la criminalità mafiosa.
Quindi, Assessore, se in questa legge, che non si occupa di sicurezza e di polizia locale, esiste un articolo e noi lo andremo ad approvare immagino - e approveremo anche la legge che parla di formazione della polizia locale come attività di contrasto e prevenzione della criminalità mafiosa, lei mi deve spiegare perché sostiene, con la sua Giunta e la sua maggioranza, che non è possibile parlare di criminalità nella legge della polizia locale.
Delle due, l'una: o è lei che ha sbagliato sulla legge della polizia locale e sulla formazione dei corpi di polizia locale, oppure stiamo sbagliando adesso. Non è possibile che le due norme siano, a seconda di quello che lei dice, in totale contrasto.
In un caso non possiamo parlare di criminalità, perché lei dice che non è competenza del Consiglio regionale e della Regione; in questo caso Assessore, parliamo addirittura di formazione della polizia locale per contrastare la criminalità mafiosa, che è molto più forte, organizzata difficile da combattere.
Occorre anche intelligence, dal punto di vista della formazione della polizia locale, per combattere la criminalità mafiosa, che è diversa rispetto alla microcriminalità normale del territorio piemontese e dei Comuni.
Quindi, Assessore, l'appello che le faccio è di rivedere quella legge in funzione di questa legge, che, se sarà approvata - cosa di cui sono certo, perché è sottoscritta da tutti i Gruppi che sono in questo Consiglio regionale - potrà essere un'arma utile per contrastare la criminalità mafiosa, utilizzando i corpi di polizia locali presenti in modo massiccio sul territorio.
Voglio fare ancora un passaggio sulla parte che prevede il riconoscimento delle vittima di mafia, che, per quanto ci riguarda, come Lega Nord, dovrebbe essere esteso non solo alle vittime di mafia, ma anche alle vittime della criminalità comune. Secondo noi, è giusto intervenire aiutare e difendere coloro che sono rimasti vittime della criminalità mafiosa o del racket, ma è parimenti giusto intervenire nei confronti di chi, ad esempio, è stato oggetto di un furto grave, di un pestaggio, di un omicidio o di un assassinio avvenuto in famiglia, a seguito di un furto, di uno scippo, di un'aggressione o di una rapina. Sono sempre vittime legate alla criminalità, magari non mafiosa, ma è pur sempre violenza. Queste vittime non si differenziano fra di loro.
Noi, con questa legge, riconosciamo un'agevolazione - tra virgolette solo ad una parte di vittime, non ad un'altra. E quando si è vittime di un'offesa, che sia mafiosa o legata ad un furto, ad un'aggressione, ad uno stupro o ad una rapina, non ci devono essere differenze.
Pertanto, pur essendo assolutamente favorevole ad averlo scritto in questo testo di legge, invitiamo la maggioranza a riprendere in mano la proposta di legge ferma in Commissione relativa agli interventi a favore delle vittime della criminalità, affinché a tutte le vittime colpite da criminalità siano riconosciuti gli stessi diritti e gli stessi interventi regionali di difesa e di tutela, proprio perché non ci deve essere differenza fra vittime colpite da criminali diversi, che pur sempre criminali sono.
Concludo il mio intervento esprimendo, come ho ribadito poc'anzi, un voto di assoluto favore al testo di legge, ma invitando la maggioranza a fare un serio ragionamento: sono convinto che se la maggioranza che governa questa Regione e la sua Giunta fosse disponibile a discutere anche delle due questioni relative alle altre vittime di reato, nonché della legge sulla sicurezza, quei due testi potrebbero essere approvati in tempi brevissimi e renderemmo veramente un servizio utile e necessario ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che il lavoro svolto in sede di VI Commissione in merito a questa proposta di legge - lo ricordavano già i colleghi che mi hanno preceduto sia stato senz'altro buono, perché abbiamo esercitato pienamente la potestà di legislatori, badando ad alcune necessità del nostro territorio.
Alcuni colleghi ricorderanno che la proposta di legge che venne, di fatto, redatta o inviata sottoforma di relazione dall'associazione "Libera" a tutti i Consigli regionali d'Italia ovviamente non poteva tenere in considerazione quelle che erano le leggi già esistenti.
Allora, noi avevamo due vie percorribili: quella di votare una legge che era più una "legge simbolo" piuttosto che un provvedimento in grado di intervenire nel concreto nel contrasto dei fenomeni di tipo mafioso, e istituire, di fatto, la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, oppure, oltre che istituire una giornata simbolo, aspetto assolutamente dignitoso che però non risolve i problemi ma per un giorno all'anno li riporta all'attenzione della comunità nazionale o regionale, provare anche ad introdurre all'interno della legge interventi singoli che contrastino il fenomeno di tipo mafioso.
ovvio che rispetto ad una prima stesura, che prevedeva, con 250 mila euro, di istituire la giornata, combattere il fenomeno dell'usura istituire una Fondazione delle vittime e garantire maggior sicurezza nelle comunità locali - solo per ricordare alcuni dei passaggi della legge - si è preferito, ben lavorando in sede di Commissione, aumentare intanto le disponibilità economiche - di questo ne parleremo in seguito - e concentrare le medesime rispetto ad alcuni articoli in particolare.
Infatti, per quanto mi riguarda e riguarda il nostro Gruppo consiliare il punto o l'articolo nodale non è soltanto quello prioritario, ovvero l'articolo 2, quello dell'istituzione della giornata regionale della memoria e dell'impegno, ma sono alcuni articoli, in particolare l'articolo 7, ma anche il 5, il 6 e l'8, che introducono misure e sostegni sia da un punto di vista economico che culturale, atti a contrastare i fenomeni di tipo mafioso. Avendo ben presente, come ricordavano altri colleghi, che stiamo parlando di tutti quei fenomeni di delinquenza diffusa o di grandi atti criminosi che così si chiamano: si fa educazione alla legalità - o formazione - per tutta una serie di soggetti affinché siano in grado di avere tutti gli strumenti per combattere fenomeni criminosi di stampo mafioso, perché di questo stiamo parlando.
Credo, allora, che aver fatto la scelta di individuare un simbolo quello della giornata della memoria, ma anche di prevedere, per esempio dei fondi per il recupero dei beni confiscati, sia con l'istituzione di un fondo per la copertura finanziaria delle anticipazioni fatte da alcune associazioni, quanto per la fideiussioni o per le priorità nell'assegnazione delle misure e dei programmi di finanziamento previsti nei bandi regionali e comunitari a progetti che riguardano il riutilizzano a fini sociali di tali beni, sia un po' il cuore della legge, e rappresenti i veri strumenti che servono per contrastare questo tipo di fenomeni.
Noi crediamo di aver svolto il nostro ruolo all'interno della Commissione cercando di concorrere alla creazione di una buona legge, che avesse anche una dotazione finanziaria adeguata.
Perché la legge così com'è arrivata in Commissione, prevedeva, se non ricordo male, 250 mila euro per l'anno 2008 per la realizzazione della giornata contro la mafia, ma non aveva neppure un euro rispetto all'anno 2007, per gli oneri di cui agli articoli 5, 6, 7, 8 e 9.
Grazie ad un emendamento presentato dalle minoranze - il sottoscritto è il primo firmatario - e recepito da tutta la Commissione, già nel 2007 potremo stanziare 400 mila euro, tra spese in conto corrente e spese in conto capitale, a favore degli articoli citati precedentemente.
Questo servirà perché quando andremo a votare la legge finanziaria del 2008 avremo la possibilità di comprendere se la somma stanziata - secondo noi con risorse non congrue per le finalità che la legge si prefigge sebbene sia stato compiuto certamente un importante passo avanti rispetto al nulla sul 2007 che avevamo stanziato - ovvero quei 400 mila euro, sono stati sufficienti rispetto alle richieste che vi sono state, se sono stati insufficienti, largamente insufficienti o una misura economicamente congrua rispetto agli obiettivi che la legge si pone. Così saremo in grado di prevedere una legge finanziaria che abbia risorse congrue all'interno della legge.
ovvio che alcuni passaggi devono essere fatti in tempi celeri. Cioè il fondo rotativo per poter accedere a capitali e interessi agevolati e garantiti, deve essere creato in tempi rapidi, così come devono essere messe in campo, in tempi rapidi, gran parte delle altre misure previste dagli articoli dal 5 al 9. Pur nella consapevolezza di avere svolto un buon lavoro, abbiamo una certezza, per evitare che questa non rimanga solo la legge istitutiva della Giornata del 21 marzo.
Abbiamo la certezza che, se non vengono messe in campo tutte le politiche sulla sicurezza e sulla prevenzione atte a fare in modo che i fenomeni di tipo mafioso si contrastino non solo e non soltanto con l'educazione alla legalità e la formazione alla polizia locale, ma anche con un maggior presidio del territorio, non daremo un compimento al lavoro che stiamo facendo oggi.
Molte situazioni del Sud Italia - dove la presenza mafiosa è purtroppo, maggiore rispetto alla nostra realtà - testimoniano che solo quando lo Stato entra in campo con un numero rilevante di forze - non parlo solo di forze dell'ordine, ma di educazione e di tutto quello che lo Stato può fare per affiancare un cittadino - si possono contrastare questi fenomeni.
Quello che oggi andremmo ad approvare è certamente un simbolo, al quale abbiamo aggiunto anche concretezza tanto nell'articolato quanto nelle disponibilità economiche. Affinché non rimanga soltanto tale, è importante che i fondi vengano utilizzati già nell'anno in corso, come abbiamo previsto con l'emendamento presentato in Commissione, e che si dia anche completezza a queste politiche con leggi congrue.
Per concludere, crediamo che la legge inserita oggi all'o.d.g., cioè la legge sulla sicurezza, non risponda alle esigenze che il nostro territorio chiede, ma neppure abbia uno spirito simile a quello che ha mosso i componenti della Commissione ad approvare questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Prima di esprimere il consenso pieno e convinto dello SDI alla proposta di legge, vorrei sottolineare l'impegno, quindi il mio apprezzamento, per i relatori, in particolare per la Presidente della Commissione, per il lavoro svolto. Un lavoro che ha portato, attraverso un percorso anche abbastanza lungo, alla definizione di un testo condiviso da tutti i Gruppi consiliari.
Come ha già sottolineato chi mi ha preceduto, questa proposta di legge è di particolare importanza. Credo anche di poter rispondere in modo positivo a qualche perplessità che qualcuno aveva sollevato qualche tempo fa discutendo del fatto che, in fondo, andavamo ad istituire un'altra giornata della memoria e se non fosse sconsigliabile l'infittirsi di celebrazioni commemorative nel calendario civile, con il rischio di arrivare ad una saturazione e ad una possibile confusione dei messaggi sostanzialmente affini al punto di rendere meno pronta l'attenzione dei cittadini, specialmente dei più giovani, su questi fenomeni.
In questo caso la sollecitazione alla funzione pedagogica della memoria, non può risultare velleitaria, non corre il rischio di essere consegnata ad una convenzionalità rituale, priva di vera partecipazione. In questo caso parliamo di un fenomeno chiaro, esistente, quello di una guerra in corso ben lungi dall'essere conclusa e dall'esito tutt'altro che sicuro.
Non si parla di eventi trascorsi, di vittime nobili e sfortunate di una vicenda storica consegnata alla storia. Le vittime che si ricorderanno in queste giornate sono compagni caduti al fianco di altri cittadini per resistere ad un brutale fenomeno di aggressione alla dignità del vivere civile che le mafie hanno scatenato e che, ancora oggi, conducono sul territorio nazionale.
Dunque la funzione del ricordo è importante e coincide anche con il ribadire una volontà delle istituzioni di non arrendersi, di resistere all'imbarbarimento della vita collettiva che la criminalità organizzata vuole prepotentemente mantenere vivo nella nostra società, quindi implica e sottintende una determinazione delle istituzioni nell'individuare ogni ulteriore mezzo efficace per prevalere in questo conflitto e per dare risposte adeguate.
Ritengo estremamente importanti gli articoli 6, 7 e 8 già richiamati della legge, in particolare l'articolo 6, quando parla di assistenza e aiuto alle vittime di reati mafiosi. Voglio sottolineare come anche in questo caso la Regione abbia scelto la strada giusta, che non è quella della gestione di strumenti di intervento diretto che non le competono, ma quella di assumere il ruolo di informazione e di sensibilizzazione, nei confronti dei cittadini e delle vittime di reati di tipo mafioso, sugli strumenti che altre istituzioni e altri organi dello Stato hanno competenza di attivare ed esercitano.
Da questo punto di vista non c'è assolutamente contrasto, come invece qualcuno ha voluto sottolineare, tra questa legge e quella sulla sicurezza che dovrà essere discussa presto in quest'aula e che, anche in quel campo metterà in risalto il ruolo di sensibilizzazione e di sostegno ai progetti di educazione e di formazione che la Regione può svolgere, naturalmente senza occupare ruoli che sono di altre istituzioni.
Credo, quindi, che anche con questo testo approveremo una buona legge e daremo un contributo importante anche al rafforzamento di quel senso di sicurezza dei cittadini che è fondamento di ogni vivere civile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo per una breve replica.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Volevo intervenire brevissimamente poiché sono stato chiamato in causa.
Mi spiace che non sia presente il Presidente della Lega, professor Rossi perché il Consigliere Rossi si accanisce e parla come se recitasse una poesia: sempre le stesse cose.
Sono andato a leggere dove nella legge si parla del contrasto alla criminalità. L'articolo 5 tratta di "Interventi per l'incentivazione di percorsi di legalità ed il contrasto dei fenomeni di criminalità di tipo mafioso". Al comma 1 è scritto: "Allo scopo di incentivare percorsi di legalità e di contrastare i fenomeni di illegalità e criminalità di tipo mafioso, la Regione promuove" gli strumenti per contrastare questi fenomeni, quali "il rafforzamento della prevenzione sociale... la riqualificazione di spazi pubblici... il monitoraggio e l'analisi".
Sono tutti interventi che, nella legge sulla sicurezza che proponiamo sono elencati là dove si parla dei Patti locali per la sicurezza integrata.
Sono tutti interventi che hanno carattere preventivo, non repressivo. Se il Consigliere vuole dire una cosa per un'altra e metterla in bocca a me almeno permettetemi di chiarire il fatto. Quando il Prefetto ci ha chiamato dopo aver visto la nostra prima bozza, mi ha detto che, se non si cambiavano delle parole, la legge non sarebbe stata accettata per un problema di incostituzionalità. Questo è il discorso.
Se vogliamo andare avanti così, su questa falsariga, facciamolo anche.
Sono messaggi che escono, vanno alla gente che danno il voto al Consigliere Rossi, quindi continuiamo su questa strada!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Grazie, Presidente.
Mi associo a quanti Consiglieri della maggioranza e della minoranza hanno riconosciuto che questa è una legge importante. Vorrei sottolineare l'importanza che riveste questa legge che definirei unanime perché in Commissione tutte le forze presenti in questo Consiglio si sono unite in una legge contro la mafia. Lo dico e lo ripeto poiché non è così in tutte le Regioni d'Italia.
Nella mia Regione di provenienza, per la nomina del Presidente della Commissione antimafia, hanno democraticamente discusso ben nove mesi. Noi ci abbiamo impiegato un po' di più, ma non abbiamo per fortuna l'emergenza mafiosa che esiste in altre Regioni. La Commissione ha lavorato in modo unito e unanime, questo è un grande segnale.
Anche a me piace ricordare l'impegno di molti Consiglieri e della Presidente, ma anche dei Consiglieri della minoranza: il Consigliere Leo l'ha detto, il lavoro della Cotto, ma soprattutto - lo voglio citare - il Consigliere Vignale che ci ha fatto riflettere sulla parte legislativa dove vi è un impegno concreto con un finanziamento, perché rischiavamo di finanziare la legge a partire dall'anno prossimo. Invece, vi è uno stanziamento di 400 mila euro già da subito, che significa cofinanziare con enti pubblici, Comuni o con associazioni i beni che sono confiscati alla mafia.
Questo è un altro aspetto importante che non abbiamo sottolineato oggi ma in Commissione l'abbiamo detto più volte, perché è il segno che la società si riappropria dei beni che sono confiscati alla mafia. Penso sia il vero segno di sconfitta della mafia. La mafia può sopportare le uccisioni che avvengono tra clan e la galera, ma non sopporta che gli vengano sottratti i beni.
Per fortuna in Piemonte l'emergenza mafiosa non raggiunge quella di altre Regioni italiane, ma anche qui vi sono dei beni confiscati alla mafia. Ho visto il progetto di alcune associazioni come Libera in una cascina del Comune di Volvera, ma non solo: recentemente a San Sebastiano Po è stato requisito alla mafia e, precisamente, alla famiglia Belfiore della 'ndrangheta calabrese, un ampio fabbricato.
Vorrei sottolineare come tale circostanza sia avvenuta in un così piccolo Comune con un Sindaco donna, Cunetta Paolina, che voglio veramente ringraziare. La legge dice che deve essere il Sindaco con le forze dell'ordine locali, a requisire i beni. Immaginate cosa significa per un Comune come San Sebastiano Po requisire un bene di quella portata ad una delle cosche mafiose più pericolose d'Italia.
Belfiore, il mafioso proprietario di questa tenuta, fu il mandante dell'omicidio del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia nel 1983, che indagava contro le infiltrazioni mafiose della 'ndrangheta e di altre cosche che si stavano insediando pericolosamente nella nostra Regione.
Credo che esista il rischio che questa legge diventi una legge celebrativa, magari si istituisce la giornata della memoria, ma si perde il vero significato. Invece, questa è una legge operativa che tende a colpire e prevenire il fenomeno mafioso.
Non sono d'accordo con alcuni Consiglieri, Rossi in particolare, che si aspettano che questa legge possa andare a modificare anche l'assetto istituzionale delle forze dell'ordine. Penso, invece, che la legge vada ad educare la legalità, ad individuare i percorsi di formazione, a tutelare le vittime, a riutilizzare i beni confiscati, ma sicuramente non pu stravolgere l'ordinamento. Infatti, l'articolo 9 parla proprio della formazione delle forze dell'ordine.
una legge molto importante, volutamente, non facente parte di tutto l'insieme delle norme contro la malavita ma, in particolare, contro la malavita organizzata che si chiama mafia. Ritengo che questo sia un obiettivo importante che abbiamo raggiunto.
Credo che competa al Consiglio vigilare affinché questa legge sia efficace. Noi abbiamo chiesto che si facesse una ricognizione di tutti i beni confiscati alla mafia, perché, secondo me, è una condizione importante perché questa legge funzioni, oltre all'aspetto formativo e di prevenzione che molti hanno ricordato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Quando l'associazione Libera ha proposto questo testo di legge non si poteva che condividerne il contenuto. Tant'è che tutti i Consiglieri regionali l'hanno firmata.
Una prima preoccupazione l'ho avuta solo per la data della Giornata della memoria che veniva a cadere lo stesso giorno della Giornata del volontariato in piazza che, tra l'altro, è già stata abbandonata come data e come manifestazione dall'Assessore alle politiche sociali. Ringrazio anch'io i colleghi della Commissione che hanno fatto in modo che la giornata del volontariato potesse essere celebrata in Piemonte in un'altra data.
Mi auguro che l'Ufficio di Presidenza, che sarà riunito martedì prossimo con i componenti del Consiglio regionale per il volontariato - la Consigliera Ferrero mi ha fatto un cenno di conferma - riuscirà ad organizzare per l'ultima domenica di settembre una giornata del volontariato, ben riconoscendo come il volontariato opera nella nostra Regione anche attraverso la lotta contro tutte le mafie.
Mi avrebbe fatto piacere se oggi alla discussione su questa legge fossero stati presenti anche gli Assessori alle politiche sociali e l'Assessore all'istruzione. Parliamo molto di legalità nelle scuole e l'Assessore all'istruzione è assente alla discussione di questa legge.
Credo che la maggioranza debba pretendere qualcosa in più dalla Giunta e dagli Assessori. La Presidente Bresso si lamenta per il tramite dei giornali che il Consiglio regionale non lavora.
Quando il collega Vignale parlava soddisfatto ed anche il Consigliere Auddino che ha ripreso l'intervento, rispetto al fatto che riusciremo a spendere ancora quattrocentomila euro nel 2007, personalmente, avevo qualche perplessità. Perché nell'articolo 10, "Modalità di attuazione", si legge: "Entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, definisce, con propria deliberazione le misure, i soggetti beneficiari, i criteri, le entità, le modalità per l'ammissione ai contributi di cui agli articoli...".
So che l'Assessore Caracciolo lavora bene, finora non ho avuto motivo di dubitare del suo lavoro, però, penso ai 250 mila euro che abbiamo approvato in occasione della legge finanziaria di bilancio, relativamente al famoso fondo per l'assistenza legale per le donne vittime di violenza non è una sua competenza, Assessore, è una competenza delle politiche sociali.
Chiedo alla maggioranza, in particolare al Capogruppo Muliere, che, in genere, è molto informato dei finanziamenti e dei lavori della Giunta informazioni su quei 250 mila euro. Il fondo per l'assistenza legale alle donne vittime di violenza non ha alcun regolamento, è rimasto lì fermo senza che la Giunta abbia seguito le indicazioni del Consiglio.
Ripeto altresì - lo ripeterò sempre, fino a quando non verrà presentato il regolamento - che la legge - è presente il Consigliere Dutto - sulla dismissione delle stazioni ferroviarie non ha ancora il regolamento, a distanza di 18 mesi dall'approvazione. Nell'altra seduta consiliare l'Assessore Borioli ha detto essere un po' farraginosa la realizzazione del regolamento, ma che avrebbero provveduto alla sua stesura.
A questo punto, mi chiedo se quest'anno riusciremo a spendere questi 400 mila euro; ho tutti i miei dubbi! Non vorrei che questa fosse solo una legge di facciata, che i vari destinatari si illudessero.
Conosco associazioni alle quali è stato affidato un bene confiscato alla mafia, cito per tutti la cosiddetta "Cascina del mafioso" di Moncalvo ma è tutto fermo, perché, ovviamente, non è sufficiente avere in dotazione l'immobile, sono necessari finanziamenti per poter andare avanti, per la ristrutturare e la gestione, così come prevede l'articolo 7 di questa legge.
Ho qualche perplessità che si riesca a impegnare questi soldi ancora nel 2007 e ho anche delle perplessità circa l'ammontare della dotazione che ritengo non sufficiente. Voi conoscete benissimo i costi della ristrutturazione e dell'inizio di gestione di questi immobili per capire che la cifra non può essere sufficiente.
Se veramente vogliamo combattere e contrastare tutte le mafie, anche quelle dell'Est, anche quelle che portano qui le donne a prostituirsi forse, dobbiamo agire più in fretta, con maggiore determinazione e rispondere al Consiglio su quei 250 mila euro per il fondo assistenza legale alle donne vittime di violenza, per sapere che fine ha fatto, se c'è qualcuno che se ne occupa, se è stato completamente dimenticato.
Questo lo domando anche al Presidente del Consiglio, che ritengo, di fronte alla Presidente della Giunta, debba tutelare e difendere questo Consiglio, che, con molte difficoltà, lavora. Pensiamo che oggi eravamo convocati per le ore 14.30, poi, alle ore 15, il Consiglio è stato rinviato e, alle ore 15.30, si è preso atto che la maggioranza...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, il Consiglio era convocato per le ore 15.



COTTO Mariangela

Va bene, solo un'ora: 15, 15.30, poi è iniziato alle ore 16, siamo in media con la mattinata, perché il Consiglio era convocato alle ore 10, alle 10.30 non è neanche più stato aggiornato - questo è abbastanza grave - e i lavori sono iniziati alle ore 10.48.
Quindi, comprendo tutte le difficoltà, però, si ha il dovere di dire alla Presidente Bresso che si deve preoccupare di fare lavorare i suoi Assessori, specialmente quando il Consiglio, tra mille difficoltà, riesce a dare delle indicazioni. Due le abbiamo, io le ho citate, nelle prossime sedute ne citerò altre.
Non abbiamo più sentito nulla relativamente ai 250 mila euro del fondo per l'assistenza legale alle donne vittime di violenza, non sappiamo cosa è successo.
Non so se la Vicepresidente della Consulta delle elette, la collega Pozzi, abbia qualche informazione in più, a seguito delle riunioni di maggioranza, però, noi non abbiamo saputo più nulla. Questo è anche offensivo nei confronti di problematiche che dovrebbero stare molto a cuore alla Presidente Bresso, così come l'altra questione: a 18 mesi dall'approvazione di una legge, è inammissibile che l'Assessore ai trasporti ci venga a dire di non aver ancora avuto tempo di pensare al regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Signor Presidente, svolgerò alcune considerazioni, ma ritengo condivisibili molti degli interventi.
Certamente, non so se questa sia una legge di celebrazione, come qualcuno ha detto, però, è una legge politicamente importante. Oggi, la politica, che troppo spesso viene criticata, dà un segnale forte e importante: in questa sede - penso - si approverà questa proposta di legge unitaria.
Noi vogliamo definirla una legge per l'educazione, una legge di livello culturale, una legge di impegno morale considerevole. Tra l'altro, in Commissione, abbiamo più volte espresso il nostro parere favorevole proprio nel rapporto tra politica e scuola, tra istituzione e scuola. Come già è stato riferito durante il Consiglio straordinario sulle mafie, crediamo che il nostro compito sia anche quello dell'educazione alla legalità e che questo esempio e questa iniziativa debba venire proprio da noi, dalla politica, che troppo spesso è stata accusata di non essere moralmente affidabile, anzi, di aver spesso connivenze con la delinquenza organizzata.
Sappiamo bene che in varie parti d'Italia ci sono casi che riguardano connivenze tra la politica e la mafia.
Ritengo opportuno - lo già ha già detto precedentemente il Consigliere Auddino - ricordare che il prossimo anno saranno trascorsi 25 anni dall'assassinio del Procuratore Bruno Caccia. Non è un fatto di poco conto che la sede degli uffici giudiziari di Torino sia intitolata a Bruno Caccia, vittima della mafia in Piemonte, a dimostrazione che abbiamo a che fare con un fenomeno delinquenziale organizzato internazionale, che certamente, ha radici in regioni ben precise del Paese, ma, per motivi vari, come potrebbe essere l'organizzazione delinquenziale o anche il progresso, che, purtroppo, ha riguardato anche i fenomeni mafiosi, è presente anche in molte regioni del Nord.
Allora, perché, Presidente, non pensare ad organizzare, con un'iniziativa intrapresa dalla Regione, proprio il prossimo anno, in occasione dei 25 anni dall'assassinio di Bruno Caccia, una manifestazione nell'ambito di quelle da noi previste con il progetto di legge che oggi ci apprestiamo ad approvare? Sarebbe un segnale importante e, secondo me, sarebbe anche l'occasione per verificare nel breve periodo, quasi immediatamente, che questa non è una legge di celebrazione, ma una legge di impegno sociale e civile, che la politica del Piemonte vuole consegnare all'intera Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turigliatto.



TURIGLIATTO Mariano

Quando quattro anni e mezzo fa, qui in Piemonte, come ricordavo già in Commissione, partì l'iniziativa per verificare quali beni confiscati alla mafia fossero presenti nella nostra Regione e a che punto fosse l'iter, ci siamo accorti che erano tutti quanti confiscati, ma non era mai iniziato l'iter per la restituzione pubblica di questi beni.
Negli uffici pubblici ai quali si siamo rivolti abbiamo avuto una piacevole sorpresa: ci siamo resi conto dell'esistenza di una grande sensibilità da parte di tutti coloro che avrebbero dovuto occuparsi in modo attivo del perfezionamento di quanto la legge di confisca prevede, ma sovente, non conoscevano assolutamente gli strumenti da adottare, le procedure e le tempistiche, anche i riferimenti, dal punto di vista burocratico, e non solo quello.
Da allora, anche qui in Piemonte, tanto lavoro è stato fatto, ma credo che una legge come quella che noi, oggi, ci accingiamo ad approvare serva proprio anche per spingere e promuovere quella sensibilità che sta alla base degli impegni di coloro che vogliono per davvero far muovere le cose magari, impedendo che siano sommerse da tonnellate di retorica, che non fa mai bene a questi aspetti, a cui, per la verità, si prestano.
Con l'approvazione di questa legge, che, finalmente, oggi, arriva qua in Consiglio, potremo utilmente avviare politiche per un'educazione concreta e fattiva intorno a questi temi, provando anche a immaginare oltre alle parole, alle manifestazioni, alle dimostrazioni - sono tutti aspetti di discussione - ai dibattiti e ai convegni - sono tutte questioni importanti - dei gesti concreti, che sono già stati richiamati precedentemente da altri miei colleghi, che possano dare un senso alle nuove generazioni come alle vecchie, che relativamente a questo tema non hanno una sensibilità particolarmente spiccata - altrimenti, probabilmente il problema sarebbe già stato risolto.
Anche imprese impossibili, quale il contrasto alla straripante pervasività del potere mafioso, attraverso testimonianze ed esempi concreti, pezzo dopo pezzo, possono essere portate a compimento e a buon fine con soddisfazione, promuovendo, oltre ai valori della legalità e del rispetto delle regole, anche quelli della socialità, della capacità di fare le cose insieme, dell'agire in comunione e cooperazione.
Ricordo che molti dei beni confiscati, non a caso, e quindi molte delle attività che ad essi sono collegate (di educazione, ma non solo), avvengono ad opera di cooperative.
Non credo che questo fatto sia casuale, perché ritengo che, proprio con leggi come la nostra, stimolare la cooperazione sia ancora il modo migliore per far sì che tutti quanti si possa combattere fenomeni di questa forza e potenza, con l'efficacia che in qualche caso stiamo verificando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Grazie, Presidente.
Rapidamente, per esprimere soddisfazione, perché siamo giunti, dopo un percorso di discussione e confronto all'interno di tutte le forze politiche del Consiglio regionale, all'approvazione di una legge che, come è già stato sottolineato, è sicuramente importante.
Come primo concetto, non enfatizzerei oltremisura il fatto che si sia arrivati ad una condivisione di un testo tra tutte le forze del Consiglio.
un fatto che considero utile e importante, ma è un episodio quasi a se stante, perché penso che, all'interno di questo Consiglio, le forze presenti debbano presentare dei progetti di società che necessariamente e obbligatoriamente non possono ottenere una totale condivisione.
Ritengo, cioè, che la parte politica alla quale appartengo - il centrosinistra - abbia una visione della società di particolare critica al neoliberismo che spero non sia del tutto condivisa dal centrodestra altrimenti non riuscirei più a capire quali sono i confini o qual è il tipo di società per il quale stiamo lavorando e legiferando.
Naturalmente, ci sono dei principi che si potrebbero definire dei prerequisiti che possono unire gli intenti di tutto il Consiglio, e sicuramente l'impegno per la legalità o contro la criminalità organizzata è uno di questi.
In questo senso, trovo utile e importante che tutto il Consiglio condivida questo testo legislativo, che rappresenta non solo una riflessione e un impegno per la lotta alla criminalità, ma anche una riflessione e un impegno per l'inclusione e - cosa molto importante - per l'educazione alla legalità.
Come altri colleghi hanno già fatto, voglio ricordare le associazioni (non solo "Libera", ma anche "ACMOS" e "Terra del fuoco") che ci hanno stimolato e suggerito la strada per arrivare al punto in cui siamo arrivati oggi, con il voto su questo testo legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Crediamo sia positiva questa legge, crediamo sia positivo che la prima firma apposta sia quella del Presidente del Consiglio, crediamo sia positivo, nelle differenze che sono note, che tutti i Consiglieri e le Consigliere abbiano apposto la propria firma.
Abbiamo seguito la legge, con altri Consiglieri, fin dai primissimi giorni, attraverso incontri con un'associazione che da lungo tempo lavora su questi temi; abbiamo insistito perché venisse presentata in tempi debiti e perché venisse limata rispetto alla sua prima stesura..
Sono gruppi importanti, che lavorano su questo e su altri temi, con una forma d'educazione continua e con forme di iniziative pratiche, non solo le marce, come quella del 21 marzo, che giustamente si tengono e vedono partecipare molti di noi, ma anche con un lavoro quotidiano.
Di fronte alla crisi che la politica vive, che la partecipazione politica ha (non sono nostalgico di quando ero giovane, assolutamente, ma sono dati oggettivi estremamente preoccupanti, perché il calo di partecipazione può mettere in discussione gli spazi di democrazia di un Paese e di una società), la partecipazione di associazioni diversificate non legate ad un partito politico, che lavorano quotidianamente e s'impegnano in modo disinteressato ogni giorno, è un fatto di estrema importanza.
un peccato che il tempo utilizzato per l'approvazione di questa legge sia stato così lungo; avremmo voluto vederla approvata prima.
Comprendiamo i motivi dei rallentamenti e ritardi, ma, ancora una volta, questa, come altre iniziative esistenti, che consideriamo utili vedono una macchina spesso troppo lenta, che non giunge in tempo sulle cose.
In ogni caso, è giusto andare ad una conclusione positiva ed esserne soddisfatti.
Rispetto ad alcuni interventi che ho sentito, dovremmo valutare che questa non è una legge sull'ordine pubblico, sulla sicurezza o sulla criminalità (ognuno usa i termini che meglio crede), ma è una legge circoscritta a forme di criminalità organizzata di tipo mafioso, che quindi cancella dall'articolato tutte le forme di intervento regionale che sono disciplinate da altre proposte o ipotesi di legge, quale quella sulle politiche integrate in materia di sicurezza.
L'Assessore Caracciolo ha ricordato i punti dell'articolo 5 che attivano percorsi di legalità e di contrasto alla criminalità organizzata che mi sembra siano espressi in modo estremamente preciso e chiaro.
La legge - l'ha ricordato la Consigliera Pozzi, come correlatrice sembra impotente davanti a questi fenomeni, che sono più grossi di noi, che sono mondiali e internazionali, che si stanno manifestando sempre di più in un mondo dove le divisioni e le disparità per risorse, redditi e beni si moltiplicano.
Questa è una legge di principi e di finalità, che ha anche lo scopo di tentare, in una situazione difficile e complessa, di opporsi all'indifferenza crescente, al torpore crescente, alla rassegnazione, al dire "tanto è sempre stato così e non potrà cambiare mai assolutamente nulla" proprio di una morale comune che, purtroppo, sentiamo estendersi sempre più.
Abbiamo avuto una discussione sulla mafia circa due mesi e mezzo fa prima della manifestazione nazionale che ha visto la partecipazione di alcuni Consiglieri regionali. L'abbiamo identificata come un fenomeno drammatico che, dalla realtà contadina, dove era secolare, si è sparso sempre di più e ha raggiunto una realtà cittadina con l'evoluzione economico-sociale, caratterizzandosi nel commercio e nella politica di urbanizzazione selvaggia, che purtroppo ha toccato tante, se non quasi tutte, le aree del nostro Paese. Si è espanso sui mercati internazionali soprattutto sui temi che sono già stati ricordati (prostituzione e droga) ha assunto un ruolo profondo anche a livello politico; nessuno dimenticherà gli omicidi di Magistrati di peso, o i messaggi profondi lanciati con alcuni attentati a opere d'arte nei primi anni '90, quando, a fronte di una crisi che la politica manifestava (i fenomeni di tangentopoli, la crisi di partiti politici o il vuoto che si manifestava sempre più) ha dato segnali precisi, probabilmente ponendo anche limiti a un processo di cambiamento e trasformazione che vi sarebbe potuto essere.
un legame che c'è sempre stato; abbiamo avuto recentemente l'anniversario di una strage, in Sicilia, quella di Portella della Ginestra, che noi pensiamo faccia parte della storia che la sinistra ha in questo Paese.
Mi sembra che i testi recentemente pubblicati, gli scritti nonché un film che ha avuto purtroppo scarsa eco (lo hanno trasmesso in pochissime sale) abbiano dimostrato, ancora una volta, come dietro a fenomeni di banditismo, che nascevano certo dalla povertà di una società, ci fossero forze politiche internazionali e giochi politici più grandi di noi; gli stessi che, per la nostra parte politica, portarono alla morte di un giovane, Peppino Impastato. In molti ricorderanno ancora oggi questo fenomeno drammatico, perché questo giovane aveva cercato di opporsi a fenomeni mafiosi con strumenti minimi, come quelli dell'ironia e in molti casi della presa in giro, che lo portarono a morire, credo per una coincidenza, lo stesso drammatico giorno della morte di Aldo Moro.
Noi pensiamo che questa legge abbia una valenza di educazione e di intervento continuo. Speriamo che le iniziative che si prenderanno, anche con i mezzi che sono stati stabiliti e con l'intervento che è già stato ricordato nelle ultimissime Commissioni e che ha portato ad un finanziamento già da quest'anno, possano essere ragionate e condivise.
Chiediamo ancora una volta che non vi siano iniziative retoriche, che sui giovani hanno spesso un effetto controproducente.
Noi pensiamo che le forme di educazione debbano nascere dal basso, da una forma di condivisione e di educazione che parta da quelli che sono i livelli reali. E se in alcuni pezzi di questa società purtroppo la mafia svolge una funzione economica precisa - quella che dà lavoro e garantisce assistenza - occorre assolutamente partire da questo dato.
Noi pensiamo che serva anche una profonda riforma sociale, con più lavoro per i giovani, con la sicurezza che il lavoro si possa ottenere con la pulizia, con forme trasparenti e non con meccanismi assurdi.
Riteniamo che questo possa essere uno dei pochi strumenti che ci possa consentire, forse, di non trovarci sempre davanti a fenomeni di questo tipo.
inutile dire - eviteremo, quindi dichiarazioni di voto (forse un altro collega del Gruppo interverrà successivamente) - che la posizione del nostro Gruppo è favorevolissima a questa legge, così come lo è stata in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Noi voteremo con convinzione a favore di questa legge, perché riteniamo che sia utile e che sia stata scritta positivamente.
Ci turbava un po' il fatto che persino il collega Moriconi votasse questa legge, ma mi ha rasserenato il suo intervento: siamo tranquilli perché è un caso estemporaneo, per cui andremo avanti per la nostra strada.
Vi è solo un problema che ci turba: una legge può essere magnifica scritta in modo meraviglioso, oppure può essere brutta e scritta malissimo.
La legge bellissima può essere applicata male, mentre quella brutta pu essere applicata bene.
Come dicevo, voteremo convintamente per questa legge perché siamo certi che sia corretta e che vada nella direzione giusta.
Abbiamo qualche problema di comprensione sul significato che verrà attribuito alle parole scritte nella legge. Quando nella legge si parla di "rafforzamento della prevenzione sociale", letteralmente parlando non saprei usare termini più chiari per un testo legislativo; perché o si scende nel dettaglio, oppure questa frase può andare bene.
Mi perdoni, Assessore Caracciolo: personalmente non credo che fra me e lei vi sia una voglia di scontro; persiste, semmai, un modo diverso di intendere alcune parole, ma credo che si possa arrivare a capirci e ad attribuire, un giorno, lo stesso significato alle parole.
Per me, la "prevenzione" è, per esempio, l'installazione di una telecamera dove abbiamo parcheggiato le macchine, affinché non ce le rubino. C'è chi ritiene che questa non sia prevenzione, ma repressione dei furti. Personalmente ritengo che sia prevenzione e non repressione. Sono comunque favorevolissimo, sia in questa che in altre leggi.
Sono d'accordo, collega Dalmasso, che questa non è la legge sulla sicurezza. Ma vorrei precisare che quando si parla di prevenzione vorrei capire.... anzi no, non vorrei capire niente, perché la voto convinto. Per mi pongo il problema di come verrà attuata - da chi dovrà farlo - questa prevenzione, così come mi pongo il problema di cosa s'intenda per "monitoraggio e analisi anche attraverso l'istituzione dei presidi". Cosa sono questi presidi? Sono forse il gabbiotto dei Vigili Urbani? È la casa occupata dai black blok in Corso Regina? Non so. Manderemo delle insegnanti elementari nelle case occupate dai contestatori affinché cerchino di convincerli? Manderemo le maestre o i maestri nelle famiglie mafiose per cercare di convincerle? Cosa s'intende, dunque, per "presidio" e per "prevenzione"? Attenzione: mi va benissimo la parte culturale, perché ritengo che la criminalità, sia quella mafiosa che quella comune, si combatta con dei risultati positivi solo ad esclusivamente con un'azione culturale. Per l'azione culturale, purtroppo, è alimentata da situazioni di fatto. Il povero bambino che viene portato dalla mamma a rubare, è chiaro che la maestra avrà qualche problema a convincerlo.
Ho vissuto benissimo nella mia piccola borgata di 50 abitanti di fianco ad una famiglia di zingari. Hanno una moralità molto più forte della nostra, per cui per nessun motivo mi avrebbero rubato qualcosa dalle mie tasche, perché ero il loro vicino. Ma loro dicevano: "Per la nostra cultura, noi viviamo prelevando". E si possono mandare in galera mille volte, ma continueranno...
L'azione che bisogna attuare per risolvere il problema è culturale.
Attenzione, però: gli abitanti del paese limitrofo dove gli zingari "prelevavano", volevano che i Vigili Urbani o i Carabinieri passassero per le strade con la loro auto. Voi non potete nemmeno immaginare l'effetto preventivo - la Città di Torino è più presidiata, ma fuori la situazione è diversa - che può avere una semplice auto dei Carabinieri o dei Vigili che si limita a passare ai 20/30 chilometri orari per le strade: questa è prevenzione! Quando dalle nostre parti svellevano regolarmente i dossi col piccone l'unica soluzione è stata quella di installare una telecamera: hanno smesso.
Non è repressione, ma prevenzione.
Non voglio fare nessuna polemica, voglio solo dire che questa legge la voto convinto sia per il testo sia per i principi. Attenzione, può essere la migliore legge possibile di questo mondo sia nel testo sia nei principi ma voglio vedere come verrà attuata. Non ho nessuna remora anche di lodare la Giunta se farà le cose che ritengo giuste fare. Auspico, spero di intervenire eventualmente su questi argomenti dicendo che sono contento.
Valutiamo meglio il significato di queste parole.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, passiamo all'esame dell'articolato.
Ricordo che è pervenuto un unico emendamento all'articolo 12 a prima firma dei Consiglieri Leo e Pozzi, quindi dei relatori. Non si tratta di emendamento che implichi il passaggio in I Commissione, perché la norma è già stata oggetto di un esame nella Commissione. Semplicemente, si tratta della correzione di un refuso che non è stata ancora riportata nel testo licenziato dalla VI Commissione.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.



PRESIDENTE

La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30 riprende alle ore 18.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dobbiamo ripetere la votazione sull'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Invito il Presidente a formulare la domanda quando dice "stessa votazione", altrimenti non è assiomatico che, se lo afferma, vada bene per tutti.
L'articolo 5, così come gli articoli che seguono fino all'articolo 9 sono i più importanti della legge perché, al di là del simbolico articolo 2, che istituisce la giornata regionale, sono legati agli interventi, in particolare, per l'incentivazione di percorsi di legalità e quant'altro.
Vi sono punti estremamente importanti che bisognerà vedere come verranno realizzati.
Si parla di "rafforzamento della prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio". Come dicevamo precedentemente, ci comporta un'attività di prevenzione all'interno di aree del nostro territorio in cui è più forte la presenza della criminalità mafiosa.
Si fa riferimento alla "riqualificazione di spazi pubblici, con particolare attenzione alla realizzazione di centri di aggregazione giovanile... e al sostegno di iniziative culturali volte a favorire l'integrazione sociale". Anche questa è una parte importante legata certamente all'educazione, ma anche al miglioramento delle aree urbane degli spazi urbani, come la riqualificazione degli spazi pubblici.
"Il monitoraggio e l'analisi... dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di tipo mafioso nelle sue diverse articolazioni". È vero che la cifra stanziata - questo vale non soltanto per questi articoli, ma anche per quelli avvenire - non è in grado di coprire tutte le esigenze.
Ci teniamo a dire che, anche qualora ciò dovesse accadere, e accadrà senz'altro, è importante che la Giunta metta in campo tutte le misure per far sì - come si dice all'articolo 10, che è fondamentale tanto quanto gli articoli che vanno dal 5 al 9 - che si definisca i criteri di applicazione.
Rischiamo che alcuni principi che abbiamo enunciato rispetto alla riqualificazione, agli interventi di rafforzamento e di prevenzione sociale, al monitoraggio delle attività criminose sul nostro territorio e alla stipulazione di accordi, anche di carattere istituzionale, con gli organi dello Stato, nonché con le associazioni che operano nel campo sociale, non rimangano solo articoli della legge. Quello che noi vogliamo affermare, anche relativamente agli articoli successivi, è che non ci accontenteremo, perché non ci basta, del fatto che questa rimanga una legge focalizzata sull'articolo 2, cioè sulla Giornata della memoria. Riteniamo che questa legge possa funzionare solo nel momento in cui gli articoli dal 5 al 9 verranno fatti rispettare.
Nell'articolato vedremo come, nell'aver steso una buona legge, vi sono anche le modalità attuative, che andranno applicate in tempi rigorosi come si è chiesto al Consiglio nell'esaminare la legge. Il Consiglio ci ha messo, certamente, un po' più di tempo di quanto ci si sarebbe aspettato.
Però, ritengo che il tempo utilizzato per fare una buona legge non sia mai tempo sprecato. Per attuare una legge, certamente, occorre meno tempo ed è necessario che questo avvenga con tempistiche certe.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 5.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Vi sono richieste di intervento? La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vale lo stesso ragionamento fatto per l'articolo precedente. L'articolo 6 prevede interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati di tipo mafioso, non soltanto relativamente all'informazione quindi, rispetto a ci che già il nostro ordinamento prevede - penso alla legge sull'usura all'antiracket e quant'altro - ma anche all'assistenza di tipo materiale con particolare riferimento all'accesso ai servizi sociali e territoriali.
Ciò significa che andrà modificato.
Questa è una legge che afferisce all'Assessore Caracciolo in temi di sicurezza, ma all'Ente assessorile perché, in realtà, ci sono molte altre figure della Giunta interessate a questo. Penso alle politiche sociali: è ovvio che nel momento in cui la Regione vota una legge in cui si dice che va garantita "assistenza di tipo materiale, con particolare riferimento all'accesso ai servizi sociali e territoriali" significa che l'Assessorato al Welfare deve mettere in campo una comunicazione, nei confronti dei Consorzi socio-assistenziali, per dire loro che, nei casi di persone vittime di reati di tipo mafioso, devono avere una particolare attenzione anche di tipo materiale (stiamo parlando di provvidenze economiche nei confronti di costoro).
Così come l'articolo 6, comma 1 punto c) parla di "assistenza psicologica, cura e aiuto delle vittime". La cura è un servizio garantito dal Servizio sanitario regionale, l'aiuto può essere garantito da molti soggetti, ma ricordiamo che l'assistenza psicologica non è un servizio che eroga il Sistema sanitario regionale. Quindi, non è un servizio al quale si può accedere gratuitamente da parte dei cittadini piemontesi. Allora, anche in questo campo sarà importante intervenire per far sì che la legge sia poi realmente rispettata, al di là dei contributi previsti all'interno della norma finanziaria.
Così come il comma 2, perché nel momento in cui si dice: "La Regione eroga contributi a favore di associazioni, fondazioni...", sarà bene verificare e comunicare, anche in questo senso, che la Regione Piemonte metta a disposizione di tutte, e sottolineo tutte, le associazioni presenti sul territorio dei contributi affinché possano garantire quanto previsto dall'articolo 6.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 6.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Vi sono richieste di intervento? La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Crediamo che l'articolo 7 sia il più importante di tutti gli articoli per due motivi. In primo luogo, poiché ha un valore simbolico: nel senso che interviene per il recupero dei beni confiscati, quindi trasformare quella che è stata una proprietà illegalmente acquisita o realizzata da un mafioso e trasformarla in un bene di utilizzo pubblico, è certamente un aspetto che ha valore simbolico.
Vi è un altro aspetto che, oltre ad essere simbolico è, invece, più meramente materiale e riguarda quanto previsto al comma 2, cioè "l'istituzione di un fondo di rotazione per la copertura finanziaria delle anticipazioni in conto capitale destinate alla realizzazione dei progetti e delle iniziative connesse al riutilizzo sociale dei beni confiscati, per la redazione di studi di fattibilità e progettazioni tecniche; fideiussioni a copertura dei prestiti dei mutui richiesti per la realizzazione delle opere di adeguamento, nel limite del 75% della spesa sostenuta; priorità nell'assegnazione delle misure e dei programmi di finanziamento previsti nei bandi regionali e comunitari, a progetti che riguardano il riutilizzo a fini sociali di tali beni".
Anche e soprattutto in questo caso, vale il ragionamento fatto precedentemente. Innanzitutto, si dovrà istituire un fondo rotativo ad hoc perché questo dice la legge. Noi avevamo qualche perplessità sull'istituzione di un fondo rotativo ad hoc, ma questa è stata la scelta che è stata fatta. Le perplessità nascevano anche dal fatto che la cifra che è stata stanziata non ha certo il quantum con cui, solitamente, è composto un fondo rotativo, perché i 350 mila euro, che, peraltro, non riguardano solo l'articolo 7, ma i differenti articoli, non sono certo in grado di garantire molti interventi. Nell'attuazione della legge dovremmo ricordarci di prevedere anche modalità con cui garantire fideiussioni a copertura dei prestiti e priorità nell'assegnazione delle misure e dei programmi di finanziamento previsti nei bandi regionali e comunitari.
Questo per dire che, in realtà, da oggi, se la legge venisse approvata la Giunta dovrebbe attuare tutta una serie di nuove modalità che prima non esistevano, previste dalla legge, molte delle quali non hanno un costo reale o non devono prevedere uno stanziamento in norma finanziaria, ma certamente, dovranno prevedere uno stanziamento economico da parte della Giunta regionale.
Badate - mi rivolgo ai colleghi e, soprattutto, ai rappresentanti della Giunta regionale - che sull'applicazione degli articoli, dal n. 5 al n. 9 saremo molto attenti, nessuno creda che l'approvazione di questa legge consista nell'approvazione dell'articolo 2, perché commetterebbe un grande errore. Visto che sarà il Consiglio a fornire queste indicazioni - in un articolo successivo vedremo che ci saranno anche le modalità attuative della legge in oggetto - è bene sapere che noi presteremo molta attenzione ed essendo una legge assolutamente interassessorile, dall'Assessorato al welfare a quello delle attività produttive o della sanità, piuttosto che quello dell'istruzione, e molti altri ancora, come, peraltro, indica la norma finanziaria relativamente alle differenti UPB alle quali potranno essere iscritti i fondi previsti, si sarebbe almeno auspicata la presenza in aula di tutti gli Assessori interessati.
Lo dico ora e lo ripeterò in sede di dichiarazione di voto: in molti casi, le dichiarazioni formali rispetto a temi così importanti non si traducono in comportamenti sostanziali all'interno dell'aula.
Forse, oggi, la Giunta, relativamente a questa legge, non avrebbe soltanto dovuto delegare l'Assessore Caracciolo per l'ascolto e, insomma la presenza in aula, non perché non sia una sua competenza, quale certamente è, ma in quanto, come traspare dalla norma finanziaria e dall'articolato, in realtà, questa è una legge che interviene in moltissimi campi, da un punto di vista anche attuativo del Governo regionale.
In relazione al 21 marzo, sarebbe bene che alle dichiarazioni rese, a seguito di incontri con alcuni esponenti o di interviste sui giornali seguissero dei comportamenti che possano testimoniare la propria convinzione nelle parole espresse e non siano la semplice passerella nella giornata della Festa di Libera.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Crediamo che questo sia un articolo fondamentale, sul quale cercheremo non di vigilare, perché non è compito del Consiglio vigilare su un aspetto che per legge è demandato alla Giunta. Certamente, i 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sulla quale la Giunta regionale deve definire con propria deliberazione le misure, i soggetti beneficiari, i criteri, le entità, le modalità per l'ammissione ai contributi di cui agli articoli 5, 6, 7, 8 e 9, specificando le competenze attuative e fosse la legge in capo ai Comuni e alle Province, è un termine che ci auguriamo possa anche essere anticipato.
Se vogliamo utilizzare i fondi previsti nel bilancio del 2007, sarà bene anticipare i 180 giorni, altrimenti, inevitabilmente, non vi sarà più la possibilità di spenderli; sarà anche bene che, poi, la proposta al Consiglio venga formulata con tutte le indicazioni che dicevamo precedentemente. Non spetta certo al Consiglio dare le disposizioni attuative, il Consiglio legifera e ha scritto chiaramente nella legge quali sono i compiti che dovrà attuare la Giunta.
ovvio che, all'interno di questi compiti, oltre a quelli previsti con i 400 mila euro del comma 2 della norma finanziaria, dovranno anche esservi modalità di lavoro differenti con le quali dovranno operare alcuni consorzi socio-assistenziali, i servizi sociali della nostra Regione o altro, perch quello dice chiaramente la legge rispetto alla facilità di accesso in alcuni servizi.
Noi crediamo che l'articolo 10 sia estremamente importante, anche per questo, se non ricordo male, il nostro Gruppo ha chiesto che vi fosse un'approvazione consiliare, per verificare che le indicazioni date dalla legge divenissero davvero misure attuative. Quindi, noi ci auguriamo che in un tempo ridotto, rispetto ai 180 giorni indicati, la Giunta regionale possa presentare la propria deliberazione al Consiglio regionale per individuare quanto previsto dagli articoli 5, 6, 7, 8 e 9. Grazie.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione l'articolo 10.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n.1, presentato dai Consiglieri Leo, Pozzi e Ronzani: all'articolo 12 ("Norma finanziaria") è aggiunto il seguente comma: "2 bis. Per il biennio 2008-2009 agli oneri di cui al comma 2 si provvede con le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Tale emendamento sana un refuso nell'iter del provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Siamo certamente a favore dell'emendamento presentato, anche perché il comma 2 indicava gli oneri dell'esercizio finanziario 2007, ma non quelli degli esercizi finanziari a venire. Mi domando soltanto se non sia da fare la stessa cosa per il comma 1, perché altrimenti avremmo una legge in cui al comma 1...: ma questa è la norma finanziaria. No, allora evitiamo perché bisognerebbe riunire la I Commissione.
Preciso comunque che abbiamo un comma 1 con l'esercizio finanziario 2008, un comma 2 con il 2007 e un comma 2 bis con gli esercizi finanziari 2008 e 2009. Al di là di questo, il nostro voto sarà favorevole sull'articolo 12, come ho già detto precedentemente, perché riteniamo che sia stato importante anticipare al 2007 le provvidenze per finanziare gli articoli 5, 6, 7, 8 e 9 per un totale di 400 mila euro.
ovvio che, come dicevamo in precedenza, per far ciò sarà determinante l'approvazione delle modalità attuative ai sensi dell'articolo 10 per poter stanziare già nell'esercizio finanziario in corso i fondi di cui al comma 2.



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento all'articolo 12.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, come emendato.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo di legge, procediamo alle dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ovviamente voteremo volentieri a favore di questo provvedimento precisando che oggi si sono registrate tre figure: due belle e una brutta.
La bella figura l'hanno fatta le associazioni che hanno prodotto questo grande lavoro, come Libera e tante altre.
Una bellissima figura l'ha fatta anche il Consiglio regionale per come ha lavorato in Commissione e per come ha lavorato oggi in Aula.
Ma la brutta figura l'ha fatta la Giunta: un argomento di questo genere e di questa importanza - diritti civili e lotta alla criminalità - ha dimostrato una presenza minima (tolto l'Assessore Caracciolo).



(Commenti fuori microfono del Consigliere Muliere)



LEO Giampiero

Vorrei ricordare al carissimo Presidente Muliere, cui rivolgo la mia stima per la sua capacità di coagulo, che oggi, telefonando per chiedere se veniva un certo Assessore in Aula - non citerò il suo nome e nemmeno quello della sua segretaria per non avere rappresaglie - la stessa segretaria mi ha risposto: "Non so se l'Assessore potrà venire, perché ha delle cose importanti da fare". Io le ho risposto: "Mi scusi, non volevo disturbare c'è solo il Consiglio regionale del Piemonte. Veda l'Assessore se è il caso di presenziare, se potrà disturbarsi, se sarà così cortese".
Ha ragione il collega Muliere quando dice che gli Assessori non considerano il Consiglio molto importante. Cionondimeno, volevo trasmettere questo messaggio alla Presidente Bresso, così attenta sui diritti civili: oggi votiamo soltanto una legge contro la mafia, per cui, tutto sommato non merita l'attenzione.
Grazie comunque al Consiglio. Per la Giunta, invece, vale quanto ha detto prima.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La nostra dichiarazione di voto sarà favorevole rispetto alla legge in oggetto, per il lavoro che è stato svolto nella Commissione competente, ma anche in Consiglio.
Concordo con la riflessione critica mossa dal collega Leo. Come dicevo prima in un mio intervento, non manca 21 marzo o "passerella" simile in cui non ci sia l'intervista della Presidente della Giunta o di alcuni Assessori per significare la loro contrarietà alle manifestazioni di tipo mafioso e per ribadire l'importanza della prevenzione, della presenza sul territorio del sostegno alle associazioni e quant'altro.
Basterebbe scorrere la norma finanziaria per capire quante UPB - e quindi quanti Assessorati - sono direttamente interessate e quante altre in realtà, non lo sono dal punto di vista economico ma lo dovranno essere da un punto di vista attuativo. La Giunta ha deciso come se si stesse votando una qualunque legge. Non do priorità alle leggi, non credo ci siano leggi particolarmente importanti e altre meno importanti. Un Consiglio regionale normale, o un'Aula parlamentare normale, dovrebbe vedere ben rappresentata, sempre, il Consiglio e la Giunta: sempre e di qualunque legge si stia discutendo. Quando ci si riempie la bocca relativamente ad iniziative come questa e si citano alcuni soggetti che sono stati certamente fra i suggeritori - parlo di associazioni - della legge o quando vi sono persone che, fino a pochi giorni fa, dicevano che il Consiglio lavora poco e che bisognerebbe fare altro, se fossi il Presidente della Giunta - che certamente avrà un impegno importantissimo oggi, come ce l'ha spesso ogni martedì - della Regione Piemonte, avrei voluto essere presente nel giorno in cui veniva votata la legge. Non soltanto per l'istituzione della giornata, ma anche per l'approvazione di una legge che individua precise norme attuative per contrastare i fenomeni mafiosi.
Questo non ci sorprende affatto. Credo che il Consiglio oggi, ancora una volta, faccia una buona figura; al contrario, non la fa la Giunta e la sua Presidente. Mi auguro che qualcuno faccia presente, anche se non serve granché, tenendo conto dell'intervista di pochi giorni fa e dell'assenza della Presidente in aula su temi così importanti, chi è che ruba o meno lo stipendio all'interno di questo consesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
una breve dichiarazione di voto quella che mi accingo a fare. Il Gruppo di Rifondazione Comunista vota con forza e con convinzione a favore del testo di legge. Penso l'abbia già detto nel suo intervento il Consigliere Dalmasso: il fenomeno mafioso è un fenomeno politico economico, ma anche culturale. Ed è un fenomeno che va combattuto non soltanto con azioni di repressione da parte della polizia, ma anche con azioni che toccano la sensibilità dei cittadini, la sensibilità dei giovani e degli studenti; con azioni che li coinvolgano, che parlino loro dei modelli alternativi al modello culturale mafioso; che spieghino loro come si possa combattere la mafia nella quotidianità, anche nel coraggio delle azioni quotidiane.
Le prime occupazioni di terreni espropriate ai mafiosi furono occupazioni molte faticose, furono occupazioni che spesso videro le cooperative di giovani lasciate sole a contrastare una pressione continua nei loro riguardi da parte di chi non voleva che questo modello attecchisse. Quei terreni espropriati e affidati a queste cooperative erano molto pericolosi. Infatti, spesso e volentieri, quei bandi andavano deserti, spesso e volentieri nessuno rispondeva a bandi che chiedevano di gestire beni appartenuti, fino a poco tempo prima, a personaggi importanti e famosi nel mondo della mafia, della sacra corona unita e della n'drangheta.
Ebbene, si è riusciti a rendere efficace quell'azione nel momento in cui non vi è più stato isolamento, nel momento in cui quelle realtà, quando si vedevano i macchinari bruciati o subivano intimidazioni molto più pressanti, sapevano di non essere sole, sapevano di avere un'opinione pubblica con sé, anche con azioni concrete e reali a loro supporto che potessero far sì che quei giovani avessero più coraggio e più forza nel loro agire quotidiano. È un fenomeno che va combattuto a partire dal linguaggio, dalle abitudini sociali, anche dalla politica, ma - spesso e volentieri - attraverso il modo di agire e di interagire con lo Stato e con gli altri.
Per questo crediamo che la legge sia importante, perché non ci farà più dire che la mafia non esiste, non ci farà più dire che è un fenomeno circoscritto ad alcune realtà del nostro Paese - purtroppo molto ampio, non è limitato solo ad alcune aree - e farà sì che, in alcuni momenti dell'anno, ma non solo, vi siano azioni che davvero inducono sempre più a stigmatizzare e a combattere concretamente un fenomeno che è stato vissuto per troppo tempo nel silenzio e nell'indifferenza, tanto che è riuscito ad ampliare la sua portata e da partorire nuovi frutti sul nostro territorio.
anche bella l'idea, un po' casuale e forzata, che questa legge si affianchi a quella curata dall'Assessore Caracciolo. Anche quella legge che parla di sicurezza, tratta l'argomento in termini non demagogici o qualunquistici. Sono convinto che siamo tutti contro uno Stato di polizia perché quando guardiamo alle dittature, la prima cosa che critichiamo di quelle realtà è lo Stato di polizia. Non sono 300 poliziotti al metro quadro che riescono, a fatica - il loro lavoro è faticosissimo - ad impedire questi fenomeni, ma sono le azioni culturali e sociali che aiutano non poco a sconfiggere questi fenomeni.
Ne approfittiamo anche per rimarcare l'adesione alla proposta che l'Assessore Caracciolo si appresta a presentare oggi o nelle sedute future.
Ci piace anche l'idea che, in qualche modo, questa legge vada in parallelo con quella sulla sicurezza, perché sono due modi per affrontare temi importanti, spesso, come diceva anche il Consigliere Turigliatto, coperti da demagogia e da qualunquismo, che non hanno affatto contribuito alla riduzione di quel fenomeno, ma addirittura, spesso e volentieri, l'hanno ampliato in maniera esponenziale.
Ribadisco il nostro voto assolutamente favorevole ad un progetto di legge che ha avuto solo una pecca, quella di essere per troppo tempo bloccato in Commissione non per motivi costruttivi - alcuni azioni pervenute da alcuni Consiglieri, anche di minoranza, hanno portato delle migliorie alla legge - ma purtroppo anche per motivi strumentali, che non abbiamo apprezzato assolutamente.
Siamo contenti, come diceva il Consigliere Dalmasso, che "tutto è bene ciò che finisce bene", quindi meno male che oggi siamo qui a dare finalmente un voto conclusivo ad una legge che riteniamo molto importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi. Immagino in dissenso dalle dichiarazioni delle Consigliere Leo perché troppo ecumeniche.



BURZI Angelo

No, al contrario, il collega Leo è stata eccezionalmente chiaro.
Utilizzo il metodo del dissenso, altrimenti mi sarebbe stato impedito di parlare. Volevo solo fare chiarezza e l'intervento, neanche a farlo apposta, del Consigliere Bossuto è giunto puntuale e mi aiuta nel chiarire la mia posizione ai Consiglieri.
Oggi noi della minoranza abbiamo, non solo apprezzato il riconoscimento del lavoro che i colleghi hanno svolto in VI Commissione - su questo non mi dilungo perché è stato uno dei temi conduttori della giornata di oggi - ma anche se l'osservazione non viene presa come troppo arrogante, che la seduta, pur intervallata da numero di assenze superiori a quelle che normalmente noi, come opposizione, tollereremmo, proceda con molta facilità verso la fine, se non arrivano altre provocazioni.
Per due ragioni. Intanto perché vorremmo sottolineare come anche in Commissione, e non soltanto in Aula, si possa lavorare bene quando si lavora su temi congiunti. Secondo me ce ne sono più di quanti, forse alcuni non tanto in maggioranza, ma in Giunta, vogliono vedere.
Secondo, che non consentiamo a nessuno, tanto meno alla Giunta, di scaricare su altri, cioè sul Consiglio, responsabilità che, a nostro avviso, sono chiaramente attribuibili unicamente alla Giunta e quindi, in sede politica, unicamente alla Presidente Bresso. Gli Assessori noi li vediamo come degli eccellenti funzionari, delle longa manus. Non se ne vogliano: longa manus pulite, con le unghie corte, ma longa manus dell'unica legittimata e, non casualmente, anche oggi assente.
Oggi, il Consiglio, lavora nonostante l'assenza del numero legale, che io non critico. Ci è capitato un sacco di volte di procedere in assenza del numero legale. Oggi si sapeva che il tema era condiviso e non vorremmo rendere più difficile di quanto già non sia, il lavoro del Consiglio che rispettiamo molto di alcuni dei nostri colleghi di maggioranza. Non la si consideri un'abitudine, perché finisce qui. Anzi, da domani pomeriggio - lo anticipo al Presidente del Consiglio - chiederemo, con quel minimo di autorevolezza, che qualche volta ci viene riconosciuta, che il disegno di legge n. 344 vada in discussione subito, così discutiamo liberamente alcuni temi che oggi questo "giulebbe" - come posso dire: siamo tutti d'accordo ci vogliamo tutti bene - non sembra consentire, se non su alcuni spunti dell'intervento del compagno Bossuto da cui partirò, non appena il Presidente del Consiglio vorrà intraprendere la discussione sul disegno di legge n. 344.
A quel punto vedremo se su quel tema siamo tutti - proprio tutti! sempre d'accordo, così ne trarremo le conseguenze in tutte le sedi (in Aula, in Commissione e fuori dall'Aula), perché ormai pare che questa Giunta faccia politica attraverso sui giornali, che sono talora inibiti. Ci riprenderemo le piazze!



PRESIDENTE

Assicuro fin d'ora la massima attenzione all'istanza posta.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo della proposta di legge n.
274.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 40 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 272 "Comitato per le celebrazioni del Centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia (articolo 9, l.r. n. 5/2007) - Consiglio di Amministrazione - Nomine di due componenti di cui uno espressione delle minoranze" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 130-21199. del 5 giugno 2007)


PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento? La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
A nome della maggioranza del centrosinistra, proponiamo il Consigliere regionale Ricca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Sperando di non essere contraddetto dall'opposizione, proponiamo il Consigliere regionale Leo.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Turigliatto e Nicotra.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Prego i colleghi di procedere allo spoglio delle schede.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Inversione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 701, inerente a "Situazione occupazionale della Eaton"


PRESIDENTE

Nel frattempo, è pervenuta la richiesta, da parte di alcuni colleghi di procedere ad un'inversione all'o.d.g. e, se vi è consenso di tutti, di portare in votazione l'ordine del giorno n. 710, "Situazione occupazionale della Eaton". Il documento è stato redatto a seguito dell'incontro avvenuto oggi e, praticamente, porta la firma di tutti i Consiglieri.
Se non vi sono osservazioni, considero invertito l'ordine del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

A questo punto, penso che si possa direttamente porre in votazione l'ordine del giorno n. 710.
Mi pare di capire che vi siano le condizioni per arrivare ad una votazione in tempi rapidi.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 710, presentato dai Consiglieri Robotti, Moriconi, Deambrogio, Boeti, Vignale, Turigliatto Valloggia, Lepri, Auddino, Pozzi, Rossi, Gariglio, Monteggia, Bossuto Placido, Scanderebech, Manolino, Chieppa, Ricca, Dalmasso, Spinosa Barassi, Burzi, Larizza, Clement e Muliere, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la grave situazione occupazionale in cui versa il territorio del Canavese e più in generale del Piemonte considerando strategico che un'azienda come la Eaton, con il suo patrimonio tecnologico e di qualità delle maestranze altamente specializzate, rimanga insediata sul territorio regionale, mantenendo i livelli produttivi ed occupazionali inalterati considerato, inoltre, che negli ultimi mesi, per picchi di produzione l'azienda è ricorsa all'utilizzo degli straordinari impegna la Giunta regionale così come positivamente ha fatto in questi anni, a chiedere l'immediato rientro in produzione degli ultimi 70 dipendenti in cassa integrazione superando ogni discriminazione nella scelta delle maestranze da far rientrare al lavoro, garantendo così la chiusura positiva di una vertenza delicata ed importante che ci ha visto tutti impegnati per risolverla positivamente." Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione eletti


PRESIDENTE

Ritorniamo rapidamente al punto 11) all'o.d.g., "Nomine", per la proclamazione degli eletti.
Proclamo nominati, quali membri Consiglio di Amministrazione del Comitato per le Celebrazioni del Centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, i Consiglieri regionali Ricca e Leo, quest'ultimo in rappresentanza della minoranza consiliare.


Argomento: Comuni - Polizia rurale, urbana e locale

Esame disegno di legge n. 344, inerente a "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, visto che il prossimo provvedimento è importante sono le ore 19 - chiedo se si può svolgerne la relazione per incardinarlo per poi sospendere i lavori e proseguire il dibattito nel prossimo Consiglio regionale.
Facciamo almeno in modo che ci svolga la relazione del disegno di legge n. 344.



PRESIDENTE

Si tratta di un provvedimento che è stato poc'anzi sollecitato. Non mi pare che questo aiuti molto ad accelerare i nostri lavori per la prossima seduta. Però, se non vi sono osservazioni in senso contrario e se il Consiglio è d'accordo, possiamo procedere tranquillamente a incardinare il provvedimento con lo svolgimento della relazione.
Procediamo pertanto con l'esame del disegno di legge n. 344, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Pozzi.



POZZI Paola, relatrice

Signor Presidente, il disegno di legge n. 344, "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata", nasce dalla consapevolezza che, nonostante il sistema normativo del nostro Paese concentri nel Governo centrale dello Stato i poteri in materia di sicurezza pubblica, anche la nuova Costituzione, dopo la riforma costituzionale del 2001, continua ad attribuire allo Stato, all'articolo 117, lettera "h" l'ordine pubblico e la sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale.
Nonostante la consapevolezza che l'ordine pubblico e la sicurezza siano in capo allo Stato, noi siamo altresì consapevoli che la sicurezza non sia soltanto e sempre il secondo termine del binomio "ordine pubblico e sicurezza". Sappiamo che la sicurezza è il diritto primario di ogni cittadino e, in quanto tale, questo diritto non è né di destra né di sinistra; è compito della politica e di chi ha la responsabilità delle politiche rendere questo diritto esigibile.
Sappiamo che la sicurezza è componente indispensabile della qualità della vita e siamo altresì consapevoli che il bisogno di sicurezza si consuma localmente, che assume caratteristiche diverse a seconda delle caratteristiche e condizioni dei territori in cui noi viviamo. Quindi sicurezza come condizione di vita, anzi, come un insieme di condizioni che rendono ciascuno, uomo o donna, giovane o anziano, non solamente più sicuro, ma libero dalla paura.
A chi, quindi, se non al Governo delle città, spetta il compito di proteggere il cittadino dalla paura e come, se non attraverso un insieme complesso e coordinato di interventi, questa protezione si può realizzare? Da questo derivano le disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata, secondo il disegno di legge della Giunta discusso ampiamente in Commissione. La libertà dalla paura è multifattoriale, il sentirsi sicuri lo è allo stesso modo e l'approccio al tema è multidisciplinare; soltanto dall'integrazione tra competenze responsabilità, strumenti diversi possono scaturire risposte non solo contingenti o emergenziali a un bisogno reale e costante come quello di essere e di sentirsi sicuri.
Il Forum europeo per la sicurezza urbana ha visto, nella Conferenza internazionale dei primi di novembre del 2006, la partecipazione di oltre 800 convenuti da 230 città di 40 Paesi.
Nel manifesto redatto in quell'occasione, si ribadisce l'auspicio dell'attuazione di politiche globali integrate ed efficaci, non semplicemente destinate a combattere gli effetti della criminalità, ma anche le sue cause profonde. E ancora, in questo manifesto, si dice che le città e gli enti territoriali devono dotarsi di programmi locali di sicurezza che integrino la prevenzione e tengano conto delle conseguenze della criminalità organizzata.
La legge che ci apprestiamo a discutere ha il proprio carattere peculiare e il proprio punto di forza nell'integrazione degli interventi nel dialogo tra diversi attori, riconoscendone distinte competenze e responsabilità, nella valorizzazione del metodo del patto, come l'unico che consenta di realizzare un sistema di azione coordinate e non una semplice somma di interventi.
La Commissione ha lavorato sul disegno di legge della Giunta anche recependo alcune osservazioni e proposte emerse durante la fase di consultazione, avendo ben chiaro che liberare le persone dalla paura è compito arduo, poiché si deve affrontare sia il tema delle oggettive condizioni di sicurezza sia il tema, da non sottovalutarsi, della percezione di sicurezza o di insicurezza in cui ciascuno vive. Da non sottovalutarsi, perché la percezione di insicurezza influisce sulla qualità della vita, ben sapendo, tuttavia, che il secondo tema - la percezione non è sempre diretta conseguenza del primo - le oggettive condizioni di insicurezza.
Come paradosso, si potrebbero citare i dati relativi agli omicidi fra le mura domestiche: nel 2005, uno ogni due giorni, due ore e 20 minuti, ad opera di coniugi, partner, genitori, figli, cognati, e via con diversi gradi di parentela.
A confronto con il senso di sicurezza che ciascuno di noi percepisce e che tutti considerano assolutamente intangibile, dicevo, il senso di sicurezza tra le pareti di casa e nel contesto familiare. È un paradosso lo so, ma può essere significativo di che cosa distingua la percezione e il senso di insicurezza dalle oggettive condizioni, compito arduo, ma affrontabile, se ciascuno fa la propria parte: lo Stato, a cui compete l'azione repressiva e di mantenimento dell'ordine pubblico, la Regione, che ha compito di coordinamento e di programmazione, gli Enti locali, ma anche come recita l'articolo 3, i soggetti pubblici e privati, operanti nel campo sociale.
La legge che ci accingiamo a discutere contiene aspetti importantissimi quanto a prevenzione, una struttura regionale di coordinamento tecnico all'articolo 6, come supporto alla Conferenza regionale sulla sicurezza integrata, articolo 7, vero ambito di coordinamento e soprattutto la legge individua nei Patti locali lo strumento principe di coordinamento; Patti locali e quindi non solo i Patti per le aree metropolitane, ma Patti diffusi su tutto il territorio della Regione e non solo per affrontare emergenze, ma per dare vita a duraturi accordi di partenariato. Accordi legati alle condizioni di quel territorio, di quei cittadini e di quella sicurezza che in quel territorio i cittadini chiedono, patti che superino la frammentarietà di certi interventi e che, invece, costituiscano un vero e proprio sistema di interventi duraturi e di lungo respiro.
Se mi è possibile un'immagine non formale, direi che questa legge guarda al tema della sicurezza con le lenti multifocali, che consentono di vedere vicino, di vedere l'oggi e il domani, ma che consentono anche di vedere lontano e di prevedere interventi di lungo periodo.
Ho richiamato, inoltre, la promozione e il sostegno di interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati, all'articolo 4, interventi che gli Enti locali e i servizi sociali progetteranno e realizzeranno secondo un effettivo principio di sussidiarietà. Essi, infatti, sono i più vicini ai cittadini e alle cittadine che hanno subito offesa e potranno meglio intervenire in loro sostegno.
Ma la sicurezza è garantita da una molteplicità di persone che quotidianamente operano, a volte in condizioni difficili e che talora sono vittime di criminali comuni o di atti di terrorismo. L'istituzione del fondo di solidarietà di cui all'articolo 11 è perciò altro elemento di rilievo della legge.
Infine, le risorse: 5 milioni di euro annui sono la testimonianza dell'impegno della Regione nel dare operatività concreta a questa legge e supportare in modo fattivo quei Patti locali, quei partenariati, quei progetti quell'interazione tra diversi soggetti che costituiscono l'asse portante di questa legge. Una legge che dà finalmente alla nostra Regione un vero strumento di educazione alla legalità, di sostegno alla convivenza civile di possibilità di interventi anche di dissuasione, anche di deterrenza. Ma non solo di dissuasione e di deterrenza, anzi, accanto a questi, gli interventi di carattere urbanistico e sociale, di potenziamento dell'illuminazione e di realizzazione di Piani specifici di formazione e quant'altro costituiscono il terreno, l'humus sul quale la vera sicurezza e non soltanto la parvenza di questa, è possibile che sia costruita.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pozzi, per l'appassionata e precisa relazione.
Non penso ci siano le condizioni per iniziare ora la discussione generale, pertanto il provvedimento sarà senz'altro calendarizzato, così come veniva richiesto, per poter essere affrontato nel Consiglio di martedì 12.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.13)



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