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Dettaglio seduta n.193 del 29/05/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.04 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta è stata rinviata alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cattaneo, Chieppa Gariglio, Laus, Spinosa e Valloggia.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame proposta di deliberazione n. 254, inerente a "Articolo 1, comma 557 della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Razionalizzazione delle strutture dirigenziali al fine del contenimento delle spese del personale" (collegato ordine del giorno n. 704 "Organizzazione degli uffici regionali Vicedirezioni", presentato dai Consiglieri Lepri, Muliere, Clement Robotti, Moriconi, Turigliatto, Buquicchio, Manolino, Ricca) (Divenuta deliberazione consiliare n. 128 - 20088)


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 284, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Peveraro per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Quella che viene portata all'approvazione dell'Aula è una prima delibera fatta ai sensi dell'attuale legge, quindi, della legge n. 51, ed è il primo passaggio di una fase di riorganizzazione dell'Ente che ovviamente, parte dall'apice dello stesso.
Riteniamo che sia un passaggio importante, che tiene conto delle nuove competenze, delle modalità organizzative che si sono adeguate alle stesse e che si devono adeguare ad una struttura..



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, se la interrompo.
Per cortesia, il signore con le telecamere è pregato di allontanarsi.
Non è permesso a nessuno - neanche alla RAI - di avvicinarsi ai banchi. Ci si deve fermare sopra agli emicicli.
Prego, Assessore.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Affermavo che è un primo intervento perché, sostanzialmente l'impostazione che l'amministrazione intende portare all'attenzione e all'approvazione del Consiglio è, come dire, un'impostazione che prevede alcuni diversi passaggi che tengono conto di una fase iniziale, che riordina la struttura delle Direzioni e delle Strutture speciali, per poi passare, in una seconda fase (non appena questa delibera sarà approvata dal Consiglio), ad un riesame della situazione relativa ai Settori.
Oggi, come abbiamo ricordato in più occasioni, abbiamo effettuato un intervento di accorpamento e ridefinizione delle Direzioni senza toccare n la denominazione dei Settori né, tanto meno, le attività dei singoli Settori.
Perché questa fase è in due passaggi? Per adattare la struttura informatica e il supporto informatico ai nuovi cambiamenti e per affrontare gradualmente un processo che, inevitabilmente, sarà un processo complicato che ridefinirà, anche nella seconda fase, gli aspetti legati ai Settori.
La delibera tratta un aspetto di grand'attualità, legato alla razionalizzazione delle strutture, al fine del contenimento delle spese come, in qualche modo, indicato dalla legge finanziaria 2007, comma 557.
evidente che non è questa l'unica ragione. È una componente certamente importante, non l'unica, ma, in qualche modo, attraverso la razionalizzazione e la riduzione delle direzioni, metterà l'Amministrazione regionale nelle condizioni di contenere le spese complessive.
Com'è noto ai Consiglieri, l'Amministrazione regionale aveva fino ad oggi 27 Direzioni e quattro Strutture speciali. Le 27 Direzioni sono state ridotte a 16 con alcuni importanti naturali accorpamenti, in particolare l'accorpamento delle tre Direzioni relative all'agricoltura e alla sanità.
Si tratta di trasformazioni che tengono conto sicuramente di aspetti organizzativi, ma anche di una coerenza rispetto alle deleghe assessorili a suo tempo attribuite.
evidente che si è cercato, da lunedì, di effettuare il minor numero di forzature rispetto a quest'allineamento. Queste sono emerse anche con molta chiarezza nel corso del dibattito nella Commissione. Evidentemente sono state effettuate.
Come ho già ricordato, questa struttura organizzativa nasce e discende dalla legge regionale n. 51. Ovviamente tiene conto di quell'impostazione dal punto amministrativo, quindi delle delibere autorizzative, e, pertanto imposta una struttura su quel modello.
Com'è noto ai Consiglieri, è in discussione (in quanto è già stata presentata e sono già state tenute due sedute della Commissione consiliare competente) un disegno di legge sulla riforma della legge n. 51.
In linea teorica, questa delibera e quest'impostazione di struttura organizzativa non interferiscono rispetto a quel processo, che è un processo autonomo e che, ovviamente, tiene conto della necessità di aggiornare la legge n. 51 e, dal punto di vista dell'amministrazione regionale, tiene conto anche di un'altra necessità, che è quella di alleggerire l'iter di approvazione di eventuali modifiche della struttura organizzativa. Dico questo, anche in relazione al fatto che certe eventuali forzature che, dal punto di vista organizzativo, potrebbero avere altre definizioni, potranno, non appena la legge sarà approvata, trovare in tempi molto rapidi modifiche e correzioni che si riterranno necessarie.
Alla luce dei tempi entro cui questa nuova struttura organizzativa entrerà in funzione - sicuramente prima della fine dell'anno - si è ritenuto di inserire nel dispositivo della delibera una norma. Tale norma prevede che i nuovi contratti, che verranno redatti non appena saranno bandite le nuove posizioni sulla base della nuova struttura organizzativa dovranno avere una durata di tre anni, il che, sostanzialmente, consentirà alla nuova amministrazione regionale (avendo tempi tecnici di insediamento) di procedere al rinnovo, non solo della struttura organizzativa - che, come dicevo, sarà più semplice modificare alla luce del nuovo disegno di legge ma anche alla sostituzione o la conferma dei Direttori stessi.
evidente - mi riferisco ad un emendamento che ho presentato - che, a fianco dell'iter che si avvierà (non appena l'Aula approverà questa delibera delle nuove posizioni dei Direttori della struttura, così come è definita nell'allegato), si avvierà anche un processo, piuttosto complicato, legato al supporto informatico e, in particolare, agli aspetti connessi al bilancio perché, come è noto, le UPB hanno una numerazione che fa riferimento alla numerazione delle singole direzioni.
Al fine di poter approfondire quest'aspetto che, dal punto di vista tecnico, deve essere calibrato per evitare delle sovrapposizioni di numerazione fra la vecchia struttura organizzativa e la nuova struttura l'emendamento che l'amministrazione ha presentato all'attenzione dell'Aula è un emendamento che rimanda alla numerazione delle Direzioni stesse e ad un successivo provvedimento della Giunta regionale, proprio per quanto riguarda la numerazione delle singole Direzioni. Evidentemente dovrà altresì, tenere conto delle impostazioni della struttura che nasceranno dal disegno di legge del Consiglio regionale, per quanto riguarda la struttura organizzativa di competenza del Consiglio stesso.
Come ho detto, si avvia sostanzialmente da oggi l'attuazione concreta del progetto di riorganizzazione, il che vuol dire che i contratti attualmente in corso con i Direttori verranno prorogati fino alla data di entrata in funzione della nuova struttura, che - come ricordavo prima dovrebbe essere al rientro della pausa estiva. Fino ad allora, sarà vigente la vecchia struttura con i Direttori attualmente in carica; nel frattempo avremo la possibilità di lanciare i bandi, nonché la possibilità di intervenire sul sistema informatico per adattarlo alla nuova struttura.
Nell'ambito del processo di aggregazione delle Direzioni e della razionalizzazione delle strutture dirigenziali, si è manifestata anche l'opportunità di ridurre le strutture speciali. Com'è noto, le strutture speciali erano quattro: oggi diventano due e una fa riferimento al Gabinetto della Presidenza, anche ed in particolare perché legata all'impostazione della legge n. 51, che prevede una struttura specifica sia per quanto riguarda il Consiglio regionale che per quanto riguarda la Giunta regionale di indirizzo e guida politica, se vogliamo, più che gestionale, e mantiene la sua autonomia di struttura speciale la struttura relativa al controllo di gestione.
Vengono invece riassorbite le due altre strutture speciali: quella legata al Museo di Scienze Naturali, che rientra nell'ambito della Direzione della cultura, e quella relativa all'Avvocatura, che rientrerà nelle competenze della Direzione regionale Affari Istituzionali.
Nell'ambito del processo di aggregazione delle Direzioni, ho rammentato quelle che erano le operazioni più naturali. A mio avviso, risulta anche importante segnalare la nascita di una nuova Direzione regionale: Innovazione, Ricerca ed Università, la quale raggruppa in parte le attività fino ad oggi svolte da una struttura flessibile per quanto riguarda in particolare i progetti legati all'innovazione e, viceversa, richiama a s il settore relativo all'università, che era nell'ambito più generico della Direzione della cultura. Si tratta certamente di una Direzione che adegua la struttura organizzativa regionale a quelle che sono competenze e deleghe dell'Amministrazione regionale, mi pare di poter dire, importanti e significative in un campo, se vogliamo, per certi versi nuovo rispetto all'attività classica della Regione.
altresì evidente che, per quanto riguarda l'impostazione dei Settori dovremo certamente tener conto di una razionalizzazione, quindi anche della soppressione di alcuni Settori che, proprio per le nuove competenze e per l'evolversi della situazione, oggi possiamo ritenere superati. Nel contempo, dobbiamo immaginare la costituzione di nuovi Settori che tenga conto non solo delle competenze, ma anche delle nuove attività che la Regione svolge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Direi che l'intervento e, in parte, anche la relazione che il Vicepresidente ha fatto conferma tutte le motivazione di negatività che abbiamo cercato più volte di esprimere non soltanto in quest'Aula, ma anche e soprattutto in Commissione e che mi sembra indispensabile qui ripetere perché stiamo toccando, anzi stiamo rinunciando a toccare - come correttamente ha ricordato il Vicepresidente, questa è l'applicazione di una legge esistente - una delle architravi su cui si fonda la Regione Piemonte: l'aspetto dell'organizzazione della struttura pubblica.
Visto che oggi, tra l'altro, è anche casualmente il giorno successivo a un momento di natura elettorale, credo che qualche considerazione politica che ho trovato non sorprendentemente assente dalla relazione del Vicepresidente, abbia da essere fatta.
Intanto questa è una delle tante cose che la sua maggioranza Vicepresidente, aveva detto di fare e non ha fatto, perché siamo a due anni e due mesi dall'inizio di questa simpatica maggioranza, di questa ancor più simpatica Giunta e la riforma della legge n. 51 - cui lei allude e che è certamente merito suo, pur tardivamente, aver portato al dibattito consiliare - è a due fasi di discussione in Commissione.
Quale sia l'esito della legge francamente mi è difficile, al momento prevederlo, pur riconoscendo che, non essendo una legge ideologica perché, per quanto ci riguarda, la materia organizzativa non è materia ideologica - potrebbe non essere escluso anche un iter decoroso nei tempi di una legge importante, se e nella misura in cui la Giunta, dapprima, e la maggioranza, in secundis, volessero o ritenessero opportuno utilizzare una delle componenti che servono a completare il percorso delle leggi, quella del dialogo, che è una modalità, un sistema nei cui confronti non penso casualmente la Giunta - di cui lei fa parte, e conseguentemente non per sua scelta, ma per accettazione - sia supina, debole e la maggioranza rinunciataria.
In sostanza, a voi non piace parlare con gli altri e siccome, almeno dal punto di vista elettorale, questo ci sembra che stia comportando certi esiti, dal punto di vista del dovere continuiamo a ricordarvi l'errore che state facendo, ma ciò detto e assolto il dovere che in questo momento ci compete di dirvi ciò che bisognerebbe fare, responsabilmente voi scegliete la vostra strada e ci auguriamo, anzi siamo certi, se riusciremo a non disturbarvi troppo, che gli elettori continueranno a darvi la mercede di ciò che state facendo. "Mercede" non è casuale, ma è un appellativo molto simpatico per la Presidente Bresso.
Quindi promesse fatte, ripetute, non rispettate. In secondo luogo, un approccio estremamente minimalistico, Vicepresidente, perché quando lei dice: "Qui tocco solo, poi il resto lo faccio dopo, non modifico le declaratorie, la riorganizzazione seguirà, i Settori li vedremo", ebbene questo significa aver scelto, deliberatamente e consciamente, che gli esisti si vedranno, quindi aver rinunciato a quella che a me sembrerebbe indispensabile e infine utile a una visione complessiva di una materia così ampia come quella dell'organizzazione del personale.
La saggistica è molto poco letta; molti scritti, ma pochi lettori nel nostro Paese oggi ci affastellano di opinioni sulla disfunzione della funzione pubblica, che si vada da Ichino, a Stella, a Rizzo e ad altri interessanti e autorevoli commentatori, a interviste pur autorevoli di leader dell'Unione sulla disfunzione, sull'antipolitica e sul non funzionamento.
Poi, alla fine, se uno mai cercasse di trovare delle soluzioni - lungi da me l'idea di avere delle bacchette magiche! - certamente, essendo in Regione, ed essendo seduto sulla poltrona che lei ricopre, credo che anche lei converrà che la legge sul personale (oggi n. 51, vedremo in seguito la numerazione che avrà), l'applicazione della stessa, i Regolamenti che vi fanno riferimento, le applicazioni retributive e contrattuali che attorno a ciò ci saranno, rappresentano non poca cosa rispetto a ciò che la Regione Piemonte darà di sé, come immagine, nei riguardi dei suoi amministrati direttamente e di tutti coloro che alla Regione Piemonte fanno riferimento.
Quando lei, con una sorta di compiacimento, ricordando il giovane Assessore Bairati, dice: "Anche a te una Direzione l'abbiamo data, giovane Assessore Bairati" - perché questo è quello che lei gli ha detto la volta scorsa - non solo riporta quella che è una delle critiche più evidenti di questo laboratorio artigianale di "Direzioni fatte a misura di Assessori" passi - ma è l'esatto opposto di quello che il vostro attuale Ministro degli interni, l'Onorevole Amato, ha nel 1992 con fatica cercato di fare con il disegno di legge che porta il suo nome, separando, una volta per sempre, ciò che voi faticosamente, diuturnamente e in maniera sistemica e, se è consentito, con molta ipocrisia - cercate di ricongiungere. È la funzione politica, di indirizzo, di programma, di opinioni rispetto alla gestione delle risorse, delle cose e all'operatività che è della struttura.
Quindi non vorrei qui annoiarla né tantomeno annoiare i colleghi su quanti tipi di strutture sono nate anche in ambienti non pubblici, per far sì che il ruolo fra i numeri uno e coloro che vi sono sottoposti non sia soltanto di natura gerarchica, ma anche di servizio. Ma, francamente, mi sembrerebbe che il martedì che segue una giornata elettorale sarebbe sottoporvi ad una pena eccessiva anche per voi. avremo tempo.
Ma fare Direzioni di pesi diversi, semplicemente perché ogni Assessore abbia la sua - che è una delle chiavi di lettura di questo simpatico documento prodotto dalla sua simpatica Giunta, che la qui debole maggioranza - non si capisce bene perché - ha supinamente accettato (tranne che su un punto, sul quale tornerò) - lo considero veramente "minimizzare" le cose.
Ciò detto, non vorrei tornare sulla questione dei risparmi, perché sono lei lo sa - un fogliettino che tardivamente, su nostra richiesta, lei ha fornito, anche perché era un obbligo, dove ci dice quanto si risparmierebbe. E il livello della polemica era già tale che c'è sembrato ingeneroso ricordare che buona parte delle persone che non saranno più Direttori - o perché ne hanno il diritto, perché l'attuale legge n. 51 glielo consente, o perché sono già dipendenti pubblici - tutto saranno tranne che un risparmio. Quindi, sui risparmi, stenderei non un velo, ma di più. Tanto ci torneremo nel prossimo assestamento di bilancio.
Spenderei ancora una parola non sul merito delle Direzioni, perché è talmente distante, secondo me, da una disamina seria di ciò che a questa Regione servirebbe, che non vale neanche la pena tentare di migliorarlo.
Certo, a mio avviso, diventa particolarmente interessante che nel maggio 2007 la Giunta, dopo due anni e due mesi di riflessione - in questo caso con il contributo della maggioranza, perché è stata tutt'altro che assente anzi, è stata presente e credo che i Gruppi della Margherita e dei DS o del nuovo Partito Democratico o come si chiamerà il neonascente soggetto, se e quando nascerà (abbiamo anche votato una legge per favorire la formazione di questo Gruppo unico, almeno qui, visto che fuori francamente mi sembra difficile che sia unico - sulla sanità si è esercitato molto.
Allora, ciò che c'è da dire sul Piano Socio Sanitario, sulla delibera dell'edilizia sanitaria o sulla splendida pochade della Città della Salute lo diremo in altra sede più competente. Qui, certo, risulta evidente che voi oggi ritenete che i 15 mila miliardi (lira più o lira meno, delle vecchie lire, un po' più di 7 miliardi e 500 o 600 milioni di nuovi euro) vengano gestiti da un'unica Direzione.
Non esprimo opinioni sul Direttore, perché altrimenti dovremmo richiedere di nuovo un'altra sessione segreta, poi il Vicepresidente Placido s'inalbera perché non conosce bene ancora tutte le procedure questo causa del nervosismo e ci sembra che di nervosismo, da parte vostra oggi ce ne sia già più che a sufficienza. Però, che questo sia l'assetto che secondo voi deve portare la sanità piemontese ad essere competitiva per i cittadini di questa Regione dopo l'occupazione sistemica dei consulenti che in questi due anni è stata fatta, su questo noi faremo in modo che anche i cittadini più distanti ne siano informati. Perché da questo noi vorremmo semplicemente disgiungere ogni e qualunque forma di corresponsabilità.
Buon lavoro, Vicepresidente.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Burzi.
Sul dibattito generale, ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Molte cose le ha già dette il collega Burzi, quindi non intendo ripetermi. Dico solo che una struttura con una storia lunga come quella della Regione Piemonte, che sempre si è articolata attraverso una struttura di personale che coinvolge centinaia e migliaia di dipendenti - io ho avuto anche un passato in aziende private - normalmente si ragiona su strutture del personale che abbiano una discendenza dal vertice più possibile anche con dei centri controllabili e uniformi sul resto dei dipendenti, cosa che mi sembra che non si sia verificata in questo senso.
Perché il problema economico non è dovuto a qualche Direttore regionale, in quanto, come ha già detto il collega Burzi, di fatto chi è Direttore rimane con la qualifica, con lo stipendio magari ridotto.
Magari si potrebbe fare un ragionamento più intelligente su qualche ente controllato dalla Regione, su qualche dismissione, su qualche investimento strutturale che la Regione potrebbe fare. Si sta parlando di realizzare Molinette 2 e il Palazzo unico regionale; probabilmente, in funzione delle scelte che si determineranno per queste realizzazioni, si potrebbero risparmiare, forse, intere annualità di stipendi di tutti i dipendenti regionali se si scelgono alcune formule piuttosto che altre.
Lei, Vicepresidente, è abilissimo a negoziare con le banche il debito regionale, quindi sa bene che anche da questo punto di vista si riescono a fare ampie operazioni debitorie e creditorie. Non crediamo, quindi, alla favoletta del risparmio. Crediamo, forse, a voler dare appunto un contentino a tante strutture, a sommare, per esempio, in capo alla sanità un'unica Direzione, con tutti i problemi e con tutto il peso che questa materia ha per la Regione Piemonte (sappiamo che il bilancio regionale è quasi il 65-66%, adesso è ancora cresciuto e sarà ancora più alto del bilancio regionale).
Come si fa a pensare di dare in mano ad un'unica Direzione regionale tutta questa struttura, equiparandola, per esempio, ad un altra delega che magari gestisce qualche milione di euro o qualche decina di milioni di euro? Anch'io, però, non insisto, perché il governo del personale della Regione è in mano vostra: operate come credete. Noi vi diciamo che state sbagliando.
Noi vi diciamo che avremmo tentato di ridurre i costi, ma in maniera diversa. Come si è visto, i cittadini piemontesi già iniziano a capire come operate e forse inizieranno a capirlo anche i dipendenti regionali: vi sono sempre più lamentele, che vanno dai livelli più bassi fino ai massimi livelli del personale regionale.
Quindi, perché fermare quest'opera che politicamente ci sembra invece molto favorevole? Come amministratori e, soprattutto, come Consiglieri regionali non siamo più amministratori diretti, però ci teniamo anche a dire che, secondo noi, state pesantemente sbagliando, che forse era meglio dividere per competenze e per pesi le Direzioni regionali, anche per pesi economici di personale sottoposto, non solo per darne una ad ogni Assessore e fare in modo che così non si creino turbolenze e magari un Direttore potrà decidere sulla sanità della Regione Piemonte, tutto sull'agricoltura della Regione Piemonte, tutto sulle infrastrutture della Regione Piemonte e magari qualcun altro deciderà invece quale fiera di paese sponsorizzare anche accorpando materie che, a volte, hanno creato una sana competizione all'interno del tessuto regionale.
Abbiamo amministrato qualche anno e ricordo vivaci discussioni tra Direttori che oggi voi accorpate, che magari tendevano a tutelare ognuno il proprio ambito, ognuno i propri Capi Settore. Voi volete eliminare questo e caleranno ancora più dall'alto certe decisioni che non saranno capite n dai sottoposti né dal personale ai più bassi livelli, ma soprattutto non aiuteranno il Piemonte a fare quelle opere di cui si ha bisogno, perch avrete meno teste che pensano come sviluppare e come gestire al meglio i settori importanti di questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Non ribadisco le osservazioni già portate dal nostro Capogruppo, ma devo dire, caro Vicepresidente, che ormai questa favoletta dei risparmi che voi intendete operare per ogni dove incomincia ad avere veramente le gambe corte, perché sulla sanità giustificate cambiamenti epocali, che metteranno a ferro e fuoco i territori con gli 80 milioni di euro a regime di risparmio.
Quindi, questi risparmi noi non li vedremo mai a regime, caro Vicepresidente, augurandole lunghissima vita.
Qui, senza neanche indicare, se non in un misero foglietto, un'ipotesi di risparmio, cercate di giustificare questa modifica così netta della struttura regionale ugualmente sulla falsariga del contenimento delle spese.
Devo dire che sono d'accordo con chi prima di me sosteneva che anche la scelta dei criteri con cui legare sostanzialmente le nuove Direzioni agli Assessorati è una scelta opinabile come tutte le scelte, perché rende schiave queste Direzioni rispetto ad una struttura assessorile che è una struttura politica, che quindi può essere modificata anche da un semplice rimpasto. Quindi, doveva avere una sua autonomia, magari legandola più al discorso delle Commissioni consiliari o comunque assumendo un discorso di autonomia. Delle vicende politiche potrebbero portare, tra un mese o una settimana, un cambiamento radicale di quella che può essere la composizione dei vari Assessorati, che di nuovo metterebbe un po' in difficoltà la macchina regionale.
Affronteremo il discorso più nello specifico, ma devo dire che anche alcune scelte di accorpamenti di Assessorati ci lasciano estremamente perplessi. Ad esempio, la sparizione della Direzione sull'artigianato come Direzione autonomia, a nostro avviso, è un fatto significativo. Il fatto che venga unita all'industria ci lascia estremamente perplessi. È il sintomo di un atteggiamento diverso, Presidente, che voi avete verso il mondo delle piccole e medie imprese.
Non è un caso che nella precedente amministrazione ci fosse una Direzione specifica per quanto riguarda l'artigianato. Adesso, legare l'artigianato alla Direzione dell'industria è come mettere insieme Davide e Golia. Noi sappiamo che nella storia vinse Davide, ma in questo caso temiamo che la cosa non si ripeta e che Golia faccia un po' la parte di quello supportato da lobby più forti e maggiormente capaci di esercitare pressioni.
Abbiamo già colloquiato diverse volte sulla collocazione del commercio con l'industria e con lo sport. Anche questa scelta fa capire che evidentemente, per voi i commercianti devono mettersi in mutande e andare a correre, oppure devono darsi all'ippica, oppure andare per mari e monti e darsi al turismo.
Anche in questo caso le motivazioni sono forse diverse, sono legate addirittura non più all'Assessore, ma forse a ragionamenti di altro tipo che però ci fanno unire Direzioni veramente con competenze molto diverse che avremmo voluto vedere trattare in maniera differente.
Potremmo ancora andare avanti. Peraltro, gli emendamenti che alcuni colleghi hanno presentato, ma che noi abbiamo presentato a nostra volta in Commissione e che ripresenteremo anche in Aula, ci fanno dire che, forse, a nostro avviso si poteva fare di meglio con questa deliberazione.
giusto che chi governa decida e si assuma la responsabilità della sua decisione anche in un campo così delicato come l'organizzazione del personale, ed è per questo è giusto che questa deliberazione vada avanti e abbia il suo corso, anche se noi, purtroppo, pensiamo che comporterà considerevoli risvolti negativi sull'organizzazione del nostro personale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Noi esprimiamo forti perplessità sull'operazione che con questa deliberazione viene condotta dalla Giunta regionale.
Noi riteniamo, in poche parole, per non aggiungere troppo a quello che hanno detto i colleghi, che una serie di Direzioni viene razionalizzata e viene ridotta per dare vita ad un sistema che, alla fine, sarà ripiegato sulla figura degli Assessori, dei loro staff, di una Giunta che, a sua volta, è ripiegata sulla Presidente e sui miti che la Presidente insegue ormai da alcuni mesi, mentre il Piemonte avrebbe bisogno di risolvere i tanti problemi che sono sul tappeto.
Basterebbe ricordare quanto la Presidente ha detto poche settimane fa sull'unione tra Piemonte e Liguria. Ricordo un interessante commento di Ettore Boffano, che quasi diceva che i Presidenti eletti direttamente dai cittadini si sono un po' montati la testa, perché, oltre a voler fare i Governatori... Boffano si lamentava del fatto che la Presidente Bresso ha tolto in Piazza Castello l'insegna con la scritta "Governo del Piemonte" ma notava che la Presidente alla fine si comporta veramente non come una governatrice, ma come una superpresidente che vorrebbe anche modificare la Costituzione.
un po' all'interno di questo quadro che si muove anche questa deliberazione, che, ripeto, guardiamo con molta perplessità e con molto timore per la stessa funzionalità del sistema regionale. Ovviamente umilierà molte persone, molti Dirigenti storici di questa Regione, i quali si troveranno di fronte a scelte importanti per la loro vita. Alcuni andranno in pensione, altri dovranno essere ricollocati.
Noi abbiamo la sensazione che voi state facendo esattamente il contrario di quello che l'ex Vicepresidente Susta ha dichiarato su la Repubblica di ieri: "Basta con lo spoil system, si torni ai vecchi concorsi pubblici". Certo, voi direte che i concorsi si faranno, ma noi nutriamo dubbi e perplessità anche sui concorsi.
Le dichiarazioni di Susta sono la cartina di tornasole del malessere che c'è all'interno della maggioranza e che, secondo me, avrebbe richiesto quanto meno, un po' di attesa. Avreste dovuto muovervi con maggiore circospezione, invece siete presi, in modo pervicace, da una voglia di riformare in modo assoluto e con un unico fine: controllare meglio e di più la Regione Piemonte.
Mentre da una parte è comprensibile questo patto, dall'altra è segno di una certa presunzione: voi pensate di governare in eterno. Tra l'altro lo pensate nel momento in cui sta avvenendo, all'interno della maggioranza, un cambiamento di carattere storico, che anche noi guardiamo con attenzione e del quale i primi segnali sono abbastanza preoccupanti. Sono segnali che non solo sono preoccupanti per voi, ma per l'intero Paese. Non si riesce a capire esattamente quale sia il programma del Partito Democratico e quali i metodi che intendete utilizzare per migliorare il governo del Piemonte.
Sempre Boffano su "la Repubblica" vi ricordava - si scusava mentre lo faceva, e lo faccio anch'io - che per cause che, naturalmente, non dipendono da voi e nemmeno da noi, siamo ormai tre mesi senza Assessore alla sanità. Mi sembra un fatto di cui tener conto. È più importante procedere nella riorganizzazione delle Direzioni regionali o è più importante e opportuno che organizzaste il vostro modo di fare politica? Non si può tenere per tre mesi un Assessorato narcotizzato come, di fatto, è. Al di là degli auguri e dell'amicizia che abbiamo nei confronti dell'Assessore Valpreda, vi rendete conto di quello che state facendo? Vi rendete conto dei ritardi che ci sono? Vi rendete conto che ci sono delle discussioni sulle quali, a fatica, riuscite a trovare un semiaccordo come quello della sanità torinese? Relativamente a questi temi, la delibera che voi oggi presentate è soltanto un palliativo dietro al quale si nasconde la vostra voglia di potere in Piemonte, ma anche la vostra paura di governare con la struttura che oggi c'è e che ha garantito un buon governo al Piemonte per molti anni.
Ritengo, pertanto, fondamentalmente sbagliato il sistema che avete utilizzato. Ho la sensazione che riorganizzare, per voi, voglia dire riportare ad un'unica centralizzazione il controllo della Regione e del suo apparato. Solo il tempo ci dirà se questo è veramente funzionale. Di fatto in questi due anni, abbiamo assistito ad uno spoil system che non soltanto noi crediamo non sia da prendere ad esempio, ma di cui anche i vostri maggiori alleati, in qualche modo, evidenziano gli aspetti negativi. La dirà lunga quanto dovremo assistere nei prossimi anni - divisioni forti non soltanto sui programmi e sulle idee, ma anche sulla gestione stessa sull'esecutività dell'attività della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Vorrei fare alcune brevissime osservazioni rispetto alla proposta di deliberazione che quest'oggi giunge alla valutazione del Consiglio regionale.
La prima. La proposta di deliberazione di oggi è stata presentata dalla Giunta regionale l'8 marzo e arriva in Consiglio regionale solamente dopo due mesi di attività all'interno della I Commissione (considerando anche le fasi di consultazione). Questo lavoro ha consentito, dal nostro punto di vista, una modifica, rispetto alla proposta iniziale, significativa e importante, che va nella direzione di cogliere fino in fondo le esigenze nuove sotto il profilo organizzativo che la Regione oggi manifesta.
Sotto questo aspetto, in questi due mesi si è svolto positivamente il confronto tra il Consiglio regionale e la Giunta regionale. Consideriamo positivo il fatto che, dopo un'impostazione iniziale un po' dirigistica rispetto ai tempi e ai provvedimenti da parte della Giunta regionale, si sia manifestato un atteggiamento di disponibilità al confronto e di destituzione al Consiglio regionale del suo ruolo più proprio e più importante: quello che intervenire, stante la situazione legislativa attuale, sulle problematiche relative alla riorganizzazione dell'Ente.
La seconda considerazione. Consideriamo positivamente le proposte di modifica accolte dalla Giunta. Ripeto, tendono più ad avvicinare l'esigenza di una riorganizzazione dell'Ente, che avvicinarla ad un criterio che anche il Vicepresidente ha rappresentato, che è quello di un legame, per alcuni aspetti - dal nostro punto di vista, non totalmente condivisibile - tra organizzazione delle strutture dirigenziali e strutturazione politica della Giunta (leggasi: deleghe degli Assessori).
L'allontanamento o la rimessa in discussione di questo criterio iniziale è, dal nostro punto di vista, elemento positivo, che ha contribuito ad un miglioramento, lo ripeto, della proposta di deliberazione.
Vorremo che le discussioni svolte in I Commissione e le discussioni che ancora oggi hanno un po' contraddistinto alcuni interventi da parte di colleghi della minoranza, fossero poste complessivamente dalla Giunta e dal Consiglio rispetto ad un'esigenza inderogabile che noi abbiamo. Non pu finire con questo provvedimento l'intervento sulla riorganizzazione dell'Ente da parte della Regione. Abbiamo la necessità che, a partire dalla razionalizzazione delle strutture dirigenziali, la revisione delle strutture interne a ciascuna struttura dirigenziale vada a cogliere, da un lato, le esigenze di intervento nuove che la Regione ha, dall'altro a modificare alcune questioni che ancora oggi appaiono non totalmente convincenti all'interno delle stesse declaratorie.
La seconda esigenza, il secondo messaggio, forte, che noi vogliamo esprimere, è che il confronto con la Giunta regionale sulla legge di riforma della legge n. 51 da parte del Consiglio regionale e della I Commissione non venga considerato come l'ultima delle questioni cui dare importanza. L'Ente ha necessità di una profonda riorganizzazione sotto il profilo organizzativo, l'Ente ha la necessità di essere immaginato secondo le esigenze di intervento nuovo, di ruolo nuovo da parte dell'amministrazione regionale. Vi è la necessità di un ruolo nuovo da parte della Regione nel rapporto con il sistema delle autonomie locali.
L'Ente ha necessità, sostanzialmente, di superare una fase che, ancora oggi, sembra inadeguata rispetto alle esigenze cui occorre dare risposte.
Ecco perché consideriamo la proposta avanzata oggi dal Vicepresidente Peveraro alla Giunta come un punto positivo, come un punto importante, come un punto che fa onore anche ad un ristabilimento dei rapporti tra Giunta e Consiglio, di impegno reciproco su questa tematica, come una ripresa di attenzione e di interesse.
Questa è una richiesta forte, che emerge anche da parte dei lavoratori della Regione, da parte della Regione nei confronti della necessità di una riorganizzazione complessiva e non solamente episodica.
L'ultima questione su cui vorrei soffermarmi è sostanzialmente questa.
Non riesco a cogliere in alcuni interventi che mi hanno preceduto quelle volontà e quelle logiche di spoil system, di confinamento. Siamo in presenza di contratti di diritto privato in scadenza e, in alcuni casi, già scaduti. Correttamente la Giunta regionale ha aspettato la scadenza di questi contratti per definire una propria ipotesi di organizzazione, che punta anche ad un contenimento dei costi di gestione da parte della Regione, ma che non ha solamente questo tipo di riferimento. Per noi valgono, e sono altrettanto importanti, i principi di riorganizzazione dell'Ente per poi presentare una proposta al Consiglio regionale.
Non credo ci sia nulla di tutto ciò che è stato ventilato nei precedenti interventi, ma solamente la presa di coscienza, la presa di responsabilità, la necessità di una soluzione ai problemi organizzativi dell'Ente.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento. Chiudo il dibattito generale.
Vi informo che sono stati presentati 11 emendamenti. I primi due emendamenti sono di carattere tecnico; un altro, sulle Direzioni del Consiglio, è stato superato dalla votazione nella seduta antimeridiana l'emendamento rubricato n. 6 aggiunge un punto già accennato nell'illustrazione del Vicepresidente Peveraro; vi sono poi altri otto emendamenti, di cui quattro a firma del Consigliere Cavallera e quattro a firma del Consigliere Vignale, collegati all'allegato. Infine, vi è un ordine del giorno collegato, a firma del Consigliere Lepri. Prego di distribuire l'ordine del giorno, che sarà votato dopo la votazione della delibera della Giunta regionale.
A questo punto, passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dalla Giunta regionale a firma del Vicepresidente Peveraro: nel dispositivo al punto 1) dopo le parole "le strutture attuali" si aggiungono le parole "restando validi gli incarichi affidati".
La parola al Vicepresidente Peveraro per l'illustrazione.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Grazie, Presidente.
Come ha già premesso il Presidente nella presentazione, questo è un emendamento meramente tecnico, che riporta lo stralcio di una frase non inserito nel dispositivo finale. Quindi, prevede solo che restino inalterate, fino all'introduzione della nuova struttura organizzativa, sia la struttura preesistente che gli incarichi che sono stati a suo tempo affidati.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di intervento sull'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5, presentato dalla Giunta regionale a firma del Vicepresidente Peveraro.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 7 presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Placido, Ronzani: Il punto 3 del deliberato è soppresso.
Passiamo all'esame dell'emendamento rubricato n. 7, meramente tecnico: viene soppresso il punto 3, avendo definito le direzioni del Consiglio nella seduta di questa mattina.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 6 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Peveraro: Alla fine del deliberato aggiungere il seguente punto 4): "4) di demandare ad un successivo provvedimento deliberativo di competenza della Giunta regionale l'individuazione dei codici numerici identificativi delle nuove direzioni regionali e dei relativi settori".
La parola al Vicepresidente Peveraro per l'illustrazione.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Grazie, Presidente.
Si ritiene necessario inserire questo punto nel dispositivo per permettere la definizione e l'individuazione di codici numerici identificativi delle nuove direzioni regionali. Cosa che sarà possibile fare nel momento in cui sarà approfondito, dal punto di vista tecnico questo aspetto.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di intervento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6, presentato della Giunta regionale a firma del Vicepresidente Peveraro.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ultimi otto emendamenti. Quattro sono a firma del Consigliere Cavallera e quattro a firma del Consigliere Vignale. Tre di essi sono collegati all'eventuale voto contrario del Consiglio, quindi li vedremo in seguito.
Se l'Aula acconsente, li trattiamo per ordine di Direzione, da quella avente il numero più basso a quelle avente il numero più alto.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero Pichetto Fratin: Allegato A: Il settore "Avvocatura", articolazione della Direzione 5 costituisce Direzione regionale a se stante a cui sono attribuite le relative competenze con le declaratorie ivi indicate.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Questo emendamento, di cui è primo firmatario il collega Cavallera, che oggi non ha potuto essere presente, ha una ratio: l'Avvocatura in fondo è l'organo di tutela di tutte le Direzioni, quindi deve tutelare ed agire nelle valutazioni in modo indipendente rispetto a quella che è l'ordinaria gestione che le varie Direzioni svolgono.
Il portare l'Avvocatura al di sotto di una Direzione comporta automaticamente che l'Avvocatura non sia più un organismo indipendente quale dovrebbe essere; in fondo, l'Avvocatura è un po' come il controllo di gestione.
Se il controllo di gestione diventa un semplice Settore di una Direzione, automaticamente, può svolgere il controllo sulle altre Direzioni, ma è ben difficile che abbia l'indipendenza, quindi l'autonomia di azione, che deve avere chi deve svolgere un ruolo di giudizio naturalmente, in questo caso, di tutela. Vorrei ricordare che l'Avvocatura viene utilizzata anche per rendere pareri interni sui vari comportamenti non solo le varie azioni - che possono avere rilevanza giuridica da parte delle Direzioni.
Ecco perché riteniamo che debba essere estrapolata da una semplice articolazione della Direzione 5 e istituita come Direzione a se stante o comunque, come Struttura Speciale a se stante.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro per esprimere il parere della Giunta regionale.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

La corretta impostazione dell'emendamento, dal punto di vista teorico che prevede la presenza di una struttura stabile nella gestione delle competenze specifiche dell'Avvocatura, non necessariamente deve avere la caratteristica della Direzione. Sostanzialmente, la struttura stabile che noi abbiamo individuato in questa impostazione è una struttura stabile di tipo settoriale; quindi, con il riconoscimento di tutte le caratteristiche che, correttamente, venivano enunciate nell'illustrazione dell'emendamento.
Peraltro, proprio perché il tema è stato discusso anche nell'ambito della Commissione competente, abbiamo approfondito la questione anche rispetto all'impostazione che seguono altre Regioni. Posso confermare che sostanzialmente, ormai, si sta generalizzando questo tipo di impostazione ovvero riconoscere una struttura stabile, però nell'ambito delle Direzioni.
In particolare, posso dire che, per quanto riguarda sia la Lombardia che l'Emilia Romagna, per portare due esempi di strutture organizzative di un certo tipo, le attività legali e del contenzioso sono all'interno della Direzione Affari Istituzionali e Legislativo, addirittura con caratteristiche analoghe all'impostazione che abbiamo dato.
Quindi, ci sembra che l'obiezione posta, di carattere sostanziale e non formale, comunque, sia superata con la costituzione di uno specifico Settore relativo all'Avvocatura. Pertanto, il parere è contrario.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, con il parere negativo della Giunta regionale, espresso dal Vicepresidente Peveraro.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero Pichetto Fratin: Allegato A: Le competenze in materia di "Internazionalizzazione" previste in capo alla Direzione 13 sono attribuite alla Direzione 16.
La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Signor Presidente e Giunta regionale, questo emendamento ha una natura sostanziale, perché uno dei temi che attualmente investe maggiormente la politica economica di competenza regionale concerne lo sviluppo produttivo e i nuovi orizzonti di una realtà regionale come la nostra hanno a che fare con l'internazionalizzazione.
Internazionalizzazione significa superare il vecchio concetto che misurava la capacità di essere internazionalizzati solo con le esportazioni; oggi, significa accompagnare complessivamente il sistema produttivo ad un'apertura, quindi ad avere interscambi con il mondo aperto.
Gli ultimi dati statistici dicono che, ormai, la produzione, che determina la sopravvivenza di moltissime piccole e medie imprese è legata a rapporti con l'estero; anche il mercato delle materie prime, ormai, è strettamente legato all'estero.
Quindi, vi è la necessità di mantenere un collegamento tra il sistema dell'internazionalizzazione e quelle che sono le esigenze delle imprese; si deve avere una stretta relazione e non un corpo a se stante, che rischia di diventare un sistema di autoreferenziazione.
Ho vissuto un'esperienza in rappresentanza della Conferenza delle Regioni italiane, in quel caso, naturalmente, per quota assegnata al Piemonte, e nel secondo mandato, addirittura, in rappresentanza della Toscana - spettava alla Toscana fare la designazione - nell'Istituto nazionale per il Commercio Estero. Uno dei problemi che si sono manifestati per quanto concerne l'ICE - peraltro, il Governo attuale sta intervenendo proprio in merito all'indirizzo - è costituito dall'aver creato un qualcosa di autonomo dalle valutazioni del sistema produttivo o autoreferenziato che, in parte, fa pendant con l'organizzazione del Ministero degli Esteri che si occupa in gran parte di cerimoniale - ahimè - nel mondo, che perde di vista le vere esigenze e i veri interessi del sistema produttivo. Ecco la motivazione di questo emendamento.
Con questo emendamento invitiamo la Giunta a riflettere sulla necessità di mantenere legata l'internazionalizzazione al sistema produttivo o di cogliere l'occasione affinché ci sia questo legame. Vi ricordo una deficienza della struttura attuale, che, di fatto, mantiene ancora una parte di internazionalizzazione in capo alla Presidenza con declaratorie un po' particolari: una parte riferita al commercio che possiamo chiamare "commercio estero" e, poi, iniziative che possiamo definire disordinate.
Questo non è un "J'accuse" alla Giunta attuale, è un qualcosa che si è anche trascinato negli anni, mi rendo conto che s'inserisce su altri Settori o Direzioni.
Questa deliberazione di riorganizzazione potrebbe essere l'occasione per chiamare in modo corretto internazionalizzazione ogni tipo di rapporto in entrata e in uscita, non solo ciò che attiene al commercio estero o alla cooperazione. Ciò è possibile se le competenze del Settore denominato "Internazionalizzazione" vengono attribuite alla Direzione 16, relativa alle attività produttive. Questo è il significato dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Il parere della Giunta è negativo, anche perché, in realtà, ciò che viene raggruppato nella Direzione Innovazione, Ricerca e Sviluppo (dove l'internazionalizzazione è una delle attività), riguarda tutti i fattori competitivi del sistema, non solo quelli legati alle attività produttive.
Faccio l'esempio dell'università e del Politecnico come due esempi di questa ricerca d'internazionalizzazione non necessariamente legata alle attività produttive. La Direzione 16, così com'è stata ricavata, risponde invece, ad un'esigenza di supporto dell'intero sistema produttivo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2, con il parere negativo della Giunta regionale, espresso dal Vicepresidente Peveraro.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero Pichetto Fratin: Allegato A: Sono attribuite alla Direzione 16 le competenze in materia di "Commercio" previste in capo alla Direzione 17.
La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'emendamento.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Quest'emendamento parte dalla considerazione che, nel riordino e negli accorpamenti, sono state fatte alcune valutazioni, anche corrette.
Apprezziamo che la Direzione 16 passi da direzione industria ad attività produttive, accorpando un sistema che ormai non vede più le distinzioni tra artigiano e piccola industria. Addirittura, siamo in una situazione dove il cambiamento di quel modello dei processi produttivi ha portato ad una serie di esternalizzazioni da parte dell'impresa su soggetti che vengono definiti comunemente "terziario", definizione che raggruppa, ahimè, il 50% di quelle che sono le attività produttive che operano sul nostro territorio.
La riforma Bersani sul commercio, che ha anche liberalizzato in parte le strutture del commercio e, successivamente, una serie di azioni di riforma avviate a livello regionale in applicazione al decreto legislativo n. 114, hanno fatto sì che quello del commercio in senso lato sia diventato uno dei settori di impresa più importante per la nostra realtà. Pi importante sotto l'aspetto produttivo, più importante sotto l'aspetto occupazionale, più importante sotto l'aspetto della capacità di sviluppare un mercato, non solo di tipo locale per i piemontesi, ma anche per le attrazioni verso l'esterno.
Critichiamo questa riforma monca, perché se la riorganizzazione correttamente parla, da un lato, di attività produttive portando in un unico alveo il concetto di industria e di artigianato, dall'altro separa il commercio, accorpandolo con lo sport e il turismo, come se il commercio fosse un settore ludico e non di tipo economico-produttivo, visto che attualmente nella realtà regionale il commercio è attività "produttiva".
Il commercio in Piemonte ha una ricaduta occupazionale che sfiora le 200 mila unità ed è quindi uno degli assi portanti della nostra economia.
Che senso ha accorparlo allo sport e al turismo, che invece hanno un'attitudine maggiore in termini di attrazione e di immagine, ma non propriamente di gestione delle attività produttive? Per questo motivo, chiediamo lo spostamento di questo settore dalla Direzione 17 alla Direzione 16.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Il parere è negativo, ma con una sottolineatura. Mi è parso di comprendere che il Consigliere Pichetto apprezzasse la costituzione della Direzione Attività produttive come struttura in qualche modo non solo più legata all'industria, ma anche all'artigianato.
Devo dire che poco fa il Consigliere Botta lamentava esattamente questo tipo di impostazione che, ovviamente, avendola presentata, condivido in pieno.
Non è una diminutio delle attività artigianali, che non hanno mai avuto una Direzione autonoma, ma avevano una Direzione artigianato e commercio separate rispetto all'industria. In realtà, proprio seguendo quello che era il filo logico dell'esposizione del Consigliere Pichetto, si raggruppano nelle attività produttive i settori produttivi della nostra regione e dell'Italia intera. Tant'è vero che artigianato e industria vanno insieme.
Il commercio è stato sostanzialmente unito al turismo, per dargli così una connotazione diversa, ma legata anche alla promozione del territorio.
In quel senso, si è ritenuto di non inserirlo nelle attività produttive per attribuirgli maggiormente una connotazione di promozione.
A questo proposito, devo fare una considerazione come replica al dibattito iniziale. Credo che sia importante sottolineare che, nel disegno di legge di rivisitazione della legge n. 51, le modalità previste per le eventuali modifiche delle strutture, sia direzionali che di settore, sono modalità che permetteranno all'Amministrazione d'intervenire molto più rapidamente. Nel caso si ritenesse opportuno fare delle correzioni, alla luce dei dati di fatto e quando si potrà sperimentare la nuova struttura si potrà intervenire certamente con modalità più semplici rispetto a quelle previste dell'attuale legge n. 51.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, con il parere negativo della Giunta regionale, espresso dal Vicepresidente Peveraro.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Casoni: Allegato A: Direzione 16/bis (Nuova Direzione) Artigianato e Commercio.
"Compete alla Direzione l'assistenza tecnica alla Giunta regionale per l'esercizio delle funzioni di definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare nonché l'attività di coordinamento ed indirizzo ai settori, che ne costituiscono articolazione, in conformità alle indicazioni dell'organo di Governo in materia di: promozione, sviluppo, incentivazione, regolamentazione e tutela dell'artigianato sviluppo e gestione dei sistemi informativi dell'artigianato sviluppo, incentivazione, regolamentazione e tutela del commercio al dettaglio in tutte le sue forme interventi relativi alla rete di distribuzione dei carburanti promozione degli interventi di sviluppo delle iniziative fieristiche interventi relativi ai mercati all'ingrosso ed aree mercatali interventi sulla tutela del consumatore sviluppo e gestione dei sistemi informativi del commercio.
La Direzione si articola nei seguenti settori: 1. Sistema informativo - Osservatorio dell'Artigianato.
2. Disciplina e tutela dell'Artigianato.
3. Promozione-sviluppo e credito dell'artigianato.
4. Programmazione ed interventi dei settori commerciali.
5. Programmazione ed interventi dei settori commerciali.
6. Tutela del consumatore.
7. Reti carburanti.
8. Promozione e credito del commercio".
Quest'emendamento propone di creare una nuova Direzione, la 16/bis Artigianato e commercio. Se verrà respinto, si procederà all'esame degli emendamenti rubricati n. 9/1; 9/2; 9/3; qualora però venisse accolto questi ultimi saranno ritenuti decaduti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento nasce certamente da una volontà di carattere organizzativo, ma soprattutto di come si vede lo sviluppo all'interno della nostra Regione.
Come sostenevano alcuni colleghi durante la discussione generale, noi crediamo che non si possa tenere all'interno della stessa struttura l'artigianato, che all'interno della nostra Regione conta più di 130 mila imprese e più di 300 mila addetti, e l'industria.
Crediamo, altresì, che si debba fare una Direzione unica per artigianato e commercio, quindi sostanzialmente per una parte di piccola e media imprenditoria diffusa, che è un po' il tessuto portante della nostra Regione. Questo non soltanto confortato da una valutazione politica generale, ma ricordando anche che lo Statuto della Regione Piemonte, nei suoi principi fondamentali, distingue proprio l'artigianato come funzione propria dell'area produttiva.
Quindi vi è certamente una volontà nella costituzione di questa nuova Direzione che tiene anche conto del fatto che la Direzione 17 - Sport turismo e commercio - è certamente anomala in merito alle competenze assegnate. Perché se si può intendere il turismo come un'attività produttiva (in parte anche lo sport, ma certamente molto di più il turismo posto che lo sport e il turismo sono due competenze similari), lo è molto meno il commercio. È pur vero che all'interno delle Direzioni non necessariamente devono essere omogenee.
Rileviamo, però, come la Direzione 17 rappresenti un po' una diversità tra le altre, nel senso che si sono create Direzioni para-assessorili e alcune funzioni che invece prima erano fra virgolette spalmate su Direzioni differenti, sono state unificate (ciò che pensiamo in merito lo hanno già precisato i miei colleghi). Troviamo innaturale che non si voglia creare una Direzione per quello che è il settore produttivo, che, unitamente all'industria, è quello trainante della nostra Regione.
Noi riteniamo che il commercio e l'artigianato abbiano la dignità di avere una Direzione propria. Pertanto - lo dico anche ai colleghi attenti alla nostra relazione, nonché all'Assessore - abbiamo presentato un primo emendamento, il n. 8, che istituisce una nuova Direzione, la Direzione Artigianato e commercio. Ma ne abbiamo presentati altri tre - che, di fatto, sono un unico emendamento - tesi a levare le competenze dell'artigianato dalla Direzione 16 per metterle nella 17. Nonostante la Direzione 17 sia, come dicevo, anomala, qualora non dovesse essere accettato il primo emendamento, preferiamo che nella anomalia della Direzione all'interno del quale vi è sport, turismo e commercio, compaia anche l'artigianato, in modo tale che, di nuovo, si possano distinguere due aspetti nella nostra vita economica - quale quello del commercio e dell'artigianato - dalle attività produttive largamente intese.
Ho illustrato i quattro emendamenti presentati, ma in realtà sono due emendamenti: il primo istituisce una nuova Direzione, il secondo (anche se è composto da tre emendamenti differenti) tende a levare alla Direzione n.
16, legata alle attività produttive, le competenze sull'artigianato per trasferirle alla Direzione 17.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola all'Assessore Peveraro, per esprimere il parere della Giunta regionale.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Non posso che confermare il contenuto dell'intervento precedente e ribadire il parere negativo. Quella che ci veniva illustrata, da parte del Consigliere Vignale, è un'impostazione; quella che è seguita nella delibera è un'impostazione diversa, dove appunto all'artigianato è riconosciuta opportunamente, a mio giudizio - la dignità di attività produttiva e al commercio viene rimarcata, invece, quella connotazione di promozione territoriale che è una caratteristica dell'attività commerciale, e quindi viene inserita nella Direzione insieme al turismo.
Il parere, dunque, è negativo.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento illustrato dal Consigliere Vignale.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 8, rimangono in vita gli altri tre emendamenti, rubricati ai nn. 9/1, 9/2 e 9/3, sempre relativi alle Direzioni 16 e 17.
Emendamento rubricato n. 9/1 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Casoni: All'allegato A: Direzione 16 "Attività produttive", cassare "promozione sviluppo, incentivazione, regolamentazione e tutela dell'artigianato".
Emendamento rubricato n. 9/2 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Casoni: All'allegato A: Direzione 17 (Nel titolo, dopo "Commercio" inserire "Artigianato".
Emendamento rubricato n. 9/3 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Casoni: All'allegato: Direzione 17, dopo "...ed aree mercatali" inserire "promozione, sviluppo, incentivazione, regolamentazione dell'artigianato".
Il Consigliere Vignale intende illustrare i tre emendamenti?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Li ho già illustrati.



PRESIDENTE

Perfetto.
La parola All'assessore Peveraro, per esprimere il parere della Giunta regionale.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Parere negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9/1), sul quale l'Assessore Peveraro, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9/2), sul quale l'Assessore Peveraro, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9/3), sul quale l'Assessore Peveraro, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Cavallera, Ferrero Pichetto Fratin: Allegato A: Alle Direzioni regionali indicate nell'allegato A è aggiunta la seguente: "Direzione - Tutela del suolo e delle acque.
Compete alla Direzione l'assistenza tecnica alla Giunta regionale per l'esercizio delle funzioni di definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare, nonché l'attività di coordinamento ed indirizzo ai Settori, che ne costituiscono articolazione, in conformità alle indicazioni dell'Organo di Governo in materia di: pianificazione delle risorse idriche bilancio idrico disciplina delle utilizzazioni rilevamento, controllo, tutela e risanamento delle acque disciplina dei servizi idrici disciplina degli scarichi opere fognarie, di depurazione ed acquedottistiche difesa del suolo per quanto attiene alla sistemazione idrogeologica ed idraulica accertamento stati di dissesto rapporti funzionali con organismi statali ed interregionali ed autorità di bacino (future autorità di distretto) tutela del demanio idrico e delle reti idrografiche regionali sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo polizia idraulica infrastrutture idriche rurali collettive, acquedotti, canali demaniali ed irrigazione, ricerca, valorizzazione e razionalizzazione delle risorse idriche ad uso agricolo, riordino irriguo, bonifica e salvaguardia del territorio agricolo programmazione e gestione degli interventi inerenti alle acque minerali e termali.
La Direzione si articola nei seguenti Settori: 1. Equilibrio del bilancio idrico e uso sostenibile delle acque 2. Monitoraggio e tutela delle acque 3. Servizio idrico integrato 4. Gestione canoni delle utenze di acque pubbliche 5. Difesa assetto idrogeologico 6. Pianificazione difesa del suolo 7. Sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo 8. Infrastrutture rurali e territorio 9. Programmazione e sviluppo delle acque minerali e termali 10. Sistema informativo sulle risorse idriche 11. Osservatorio dei servizi idrici 12. Attività giuridico-legislativa 13. Gestione risorse finanziarie Sono eliminate, di conseguenza, le identiche declaratorie contenute nelle Direzioni 10 - 11 -. 14" La parola alla Consigliera Ferrero per l'illustrazione dell'emendamento.



FERRERO Caterina

Come già abbiamo avuto modo di ragionare su questo tema in Commissione il nostro Gruppo propone l'istituzione di una nuova direzione.
Riteniamo che la difesa del suolo e delle acque - che sono separate rispetto a due Direzioni - per tutta una serie di competenze che in questi anni si sono trasferite e per tutta una serie di gestioni che, su questi temi, la Regione, insieme agli Enti locali di pianificazione di programmazione, deve porre in essere, necessiterebbero dell'individuazione di una Direzione ad hoc che potesse unificare le due competenze.
Questa considerazione la facciamo anche alla luce delle attività che la Regione svolge su questi due temi, sapendo bene che sono attività connesse ed estremamente collegate. Lo verifichiamo su tutto quello che attiene all'assetto idrogeologico del territorio in tema di difesa del suolo, in quanto definizione di una serie di programmi e di opere per far sì che il territorio sia messo in sicurezza. Si tratta di attività strettamente collegate alla partita della gestione delle acque, delle derivazioni, dei bacini e del sistema idraulico-fognario, anch'esso strettamente connesso alla difesa del suolo.
anche così a tutti i livelli istituzionali: basta guardare quello che avviene a livello nazionale in sede di Autorità di bacino, dove queste due competenze sono strettamente legate proprio perché la programmazione è connessa a tutti i livelli. Ovviamente, queste due competenze unificate comportano già una quantità di competenze, di attività e di responsabilità tali da poter immaginare una Direzione a se stante. Ecco perché, come Gruppo, abbiamo ritenuto opportuno modificare l'impostazione della Giunta che, in questo momento, vedeva incardinata la difesa del suolo e la gestione delle acque nelle due direzioni attualmente distinte.
Riteniamo che, proprio per far sì che queste competenze possano avere una gestione comune e più equilibrata, sia importante unificarle. Ecco perché, nel nostro emendamento, proponiamo di aggiungere una nuova Direzione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro per il parere della Giunta.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Come abbiamo detto, gli assetti organizzativi possono essere i più diversi e possono rispondere a diverse esigenze.
Nell'introduzione ho cercato di spiegare quali erano i riferimenti alla base dell'impostazione che ho dato all'amministrazione. Evidentemente l'impostazione dell'emendamento è assolutamente legittima, ma non è quella che è stata seguita dall'amministrazione. Con un particolare: come ho avuto modo di dire e di manifestare, vi è una sostanziale condivisione teorica sulla questione delle risorse idriche. Viceversa, la difesa del suolo è competenza che va di pari passo con il Genio Civile e con la Protezione Civile. L'inserimento nella Direzione delle opere pubbliche ha una sua coerenza, in linea con quella già indicata nell'emendamento. L'impostazione sulle risorse idriche ha mantenuto una caratteristica diversa.
Non escludo, sempre come ho riferito in Commissione, che nell'ambito della risistemazione dei Settori, un percorso illustrato in Aula dalla Consigliera Ferrero e in Commissione precedentemente anche dal Consigliere Cavallera, possa invece essere considerato, con l'inserimento nella Direzione che si riterrà più opportuna, senza dare alle risorse idriche un'autonoma gestione direzionale.
Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4, sul quale l'Assessore Peveraro, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Abbiamo terminato l'esame degli emendamenti.
Prima di mettere in votazione l'intero testo della deliberazione esaminiamo l'ordine del giorno n. 704 "Organizzazione degli uffici regionali; Vice Direzioni", presentato dai Consiglieri Lepri, Muliere Clement, Robotti, Moriconi, Turigliatto, Buquicchio, Manolino, Ricca.
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 704.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Credo sia molto chiaro, considerando la decisione di ridurre il numero delle Direzioni, sostanzialmente chiediamo che tale decisione, opportuna e ampiamente argomentata, sia accompagnata con un emendamento, che speriamo la Giunta consideri di approvare, al disegno di legge n. 336, "Disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali", affinché nel futuro assetto previsto sia considerata la definizione delle figure di Vicedirettori. Ci al fine di garantire una linea di comando più coerente, soprattutto in riferimento ad aree omogenee, entro una specifica Direzione regionale.
Naturalmente, la proposta non è di riconoscere Vicedirezioni ovunque ma saranno i regolamenti organizzativi, con riferimento in modo particolare alla dimensione delle diverse Direzioni, a valutare, qualora il Consiglio approverà quest'ordine del giorno e il successivo disegno di legge regionale, l'entità e la qualità delle Vicedirezioni.
Ripeto, la proposta, in sintesi, è quella di accompagnare questa scelta importante delle Direzioni con l'individuazione di Vicedirezioni da definire con atti successivi.



PRESIDENTE

Successivamente alla votazione, terminato il punto 6), passeremo al punto 7) all'o.d.g, "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte", pur con le modifiche che tutti conosciamo, in quanto il provvedimento presentato in Aula è poi ritornato in Commissione. Faccio presente che, pur avendo abbassato il quorum per votarlo, mi sembra non ci sia il numero sufficiente di Consiglieri in aula. Inoltre, il Presidente Gariglio aveva piacere di essere presente alla votazione, avendo seguito in prima persona tutto l'iter.
Per quanto riguarda il punto 8) all'o.d.g., la proposta di deliberazione n. 222, relativa alla problematica di Gavi e Arquata Scrivia rilevo che non è presente il Consigliere Cavallera, che è particolarmente attento, come altri colleghi, al problema. Quindi, se non ci sono problemi terminato questo punto chiuderemo i lavori del Consiglio. Mi sembra che l'Aula dia segni di assenso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Vorrei ribadire che ho sottoscritto l'ordine del giorno, quindi condivido l'illustrazione che ne ha fatto il Consigliere Lepri. Aggiungo solo una considerazione che lascio alla Giunta. Avevo anche pensato di chiedere un emendamento sull'ordine del giorno, ma ritengo più opportuno lasciare la riflessione verbalmente, poi la Giunta trarrà le sue valutazioni.
Ritengo che, nelle Direzioni regionali di maggiore complessità organizzativa, sarebbe utile istituire coordinamenti di Direzione per materia o per territorio e, naturalmente, considerare quei coordinatori come responsabili di strutture complesse.
Valutando in ambito regolamentare l'istituzione di Vicedirezioni lascio questa riflessione: considerare, in situazioni di particolare complessità, anche la figura dei coordinatori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei rivolgere all'Assessore, relativamente a questo emendamento, una domanda brevissima. Vorrei sapere se, nell'ottica del contenimento delle spese del personale, l'introduzione di questa figura di Vicedirettore, in qualche misura, va ad inficiare la filosofia dello stesso contenimento. Se la risposta fosse positiva, vorrei sapere perché, come e quando.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

La domanda del Consigliere Buquicchio mi permette anche di rispondere ad alcune considerazioni che erano emerse nel corso del dibattito iniziale.
Qualche Consigliere si è lamentato che abbiamo presentato in Commissione un foglietto, ma la sostanza è che, quando si fa un calcolo più che un foglietto non si può presentare. Si porta quello che è il risultato, ovviamente teorico, di un risparmio sulla base di un semplicissimo calcolo: la moltiplicazione del numero delle Direzioni e Strutture speciali, che sono state abolite, per il compenso complessivo spiegherò le ragioni - e inclusivo del premio.
Quindi, 108 mila euro più 20 mila euro di premio massimo, per complessivi 128 mila euro, dà un prodotto di 22 milioni e rotti, che considero il risparmio di quest'operazione, anche in considerazione del fatto che sono ben cosciente e ben lieto che molti di coloro che oggi rivestono un incarico da Direttore continueranno nella struttura regionale magari anche con altri incarichi.
Peraltro, in una situazione dove abbiamo un calo di Dirigenti molto consistente, la stima è che, al termine del periodo di rottamazione brutto termine, ma è quello previsto dalla legge - ovvero di dimissioni incentivate e anticipate dei Dirigenti, alla luce delle stime attuali dovrebbero essere 96 i Dirigenti che andranno in pensione.
evidente che con una riduzione così consistente, avremo bisogno di fare importanti operazioni di assunzione di nuovi Dirigenti presumibilmente anche più giovani di quelli che andranno in dimissione anticipata e, conseguentemente, ritengo che il risparmio sia netto, in quanto potremo utilizzare queste risorse per evitare nuove assunzioni.
Il tema specificatamente posto dal Consigliere Buquicchio è un tema che, ad oggi, non ha risposta. Nel senso che, se dovessi rispondere sulla base dell'attuale situazione, i Dirigenti hanno un unico compenso, ovvero quelli che ricoprono un incarico di Settore hanno tutti lo stesso stipendio. Conseguentemente, solo i Direttori, in relazione al fatto che vengono attivati dei contratti di diritto privato, hanno una retribuzione complessiva più alta.
Ad oggi, per esempio ai Vicari che svolgono funzioni sostitutive diverse rispetto a quelle che sono previste nell'ordine del giorno, ma comunque hanno una funzione di supplenza in caso di assenza del Direttore non è riconosciuta una maggiorazione dello stipendio. Allo stato attuale dovrei dire che dovrebbero avere lo stesso stipendio.
Nello stesso tempo, voglio precisare che riterrei opportuno, anche in relazione alle considerazioni che sono emerse in Aula e nel dibattito della Commissione, prevedere che, a livello dirigenziale, vi sia almeno una differenziazione di due posizioni rispetto al peso della responsabilità e al peso dei settori stessi.
Quindi, in previsione è possibile e immaginabile una diversificazione stipendiale. Nell'ambito di questa diversificazione, ovviamente entrerebbero anche le Vicedirezioni. Da quello che ho colto sia nel contenuto dell'ordine del giorno, sia nel dibattito che è emerso in Commissione, sia nelle dichiarazioni del Capogruppo Lepri, in realtà, la figura del Vicedirettore si immagina in casi del tutto straordinari, dove la complessità della struttura non dico che impone, ma rende utile la funzione di figure di raccordo per attività coerenti all'interno di una Direzione. Credo, però, di poter dire che si considerano fatti eccezionali non la norma, altrimenti faremmo rientrare dalla finestra ciò che stiamo facendo uscire dalla porta.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento sull'ordine del giorno n.
704, illustrato dal Presidente Lepri.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 704, collegato alla proposta di deliberazione n. 254, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il disegno di legge regionale n. 386 "Disciplina dell'organizzazione degli Uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza ed il personale" attualmente all'esame della I Commissione, stabilisce un nuovo modello organizzativo degli uffici regionali, individuando le Direzioni regionali quali strutture apicali organizzative stabili che assicurano la gestione integrata di un complesso organico di funzioni regionali da definirsi nei regolamenti di organizzazione e prevedendo i Settori, quali strutture stabili di base in cui si articolano, di norma, le Direzioni la legge n. 296 del 27 dicembre 2006 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) ha avviato un processo di razionalizzazione delle strutture burocratico amministrative delle Amministrazioni dello Stato ed ha stabilito che le Regioni e le Autonomie locali possono assicurare il contenimento delle spese di personale anche operando un analogo processo di razionalizzazione delle proprie strutture la Regione Piemonte ha avviato il processo di ridefinizione delle strutture regionali prevedendo una riduzione del numero di Direzioni regionali e delle Strutture Speciali considerato che l'iter intrapreso comporta necessariamente l'accorpamento all'interno di ogni Direzione di un maggior numero di Settori rispetto alle aggregazioni attuali e che nella stessa Direzione vengono ricomprese funzioni regionali di aree di attività contigue, ma afferenti a diverse e distinte materie è necessario prevedere tra le figure dirigenziali anche quella del Vice Direttore, preposto ad una struttura di raccordo di un'area omogenea della Direzione, quale supporto al Direttore, al fine di garantire una maggiore omogeneità e funzionalità nell'espletamento dell'attività amministrativa all'interno della Direzione impegna la Giunta Regionale a proporre un emendamento al disegno di legge regionale n. 386 affinchè venga previsto nell'assetto organizzativo regionale la figura del Vice Direttore preposto ad una struttura di raccordo di una area omogenea della Direzione regionale, demandando ai Regolamenti organizzativi l'individuazione delle Vice Direzioni." Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'intero testo della proposta di deliberazione n. 254, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Come indicato precedentemente, considerando la situazione, ma anche gli importanti punti trattati relativamente al funzionamento della Regione e del Consiglio (ordini del giorno e altro), dichiaro conclusi i lavori consiliari.
Ricordo che domani, alle ore 14.30, in Sala Morando, si terrà la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.27)



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