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Dettaglio seduta n.189 del 08/05/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 14.33 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Deambrogio Laus, Moriconi, Spinosa e Valloggia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle richieste del Consigliere Cavallera in merito all'organizzazione dei lavori delle Commissioni consiliari tale da consentire ai Consiglieri che lo desiderassero di partecipare agli Stati generali del vino a Canelli


PRESIDENTE

Come preavvisato, prima di continuare la discussione sugli ordini del giorno aventi per oggetto il Family Day, provvederemo a mettere in votazione le nomine del CORECOM e della Commissione regionale Beni Culturali. Si tratta di una nomina ampiamente preannunciata.
Il Consigliere Cavallera ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Volevo portare all'attenzione dell'Aula e dei rappresentanti della Giunta che venerdì 11 maggio sono convocati gli Stati Generali del vino a Canelli. Un importante convegno, nel corso del quale si farà il punto della situazione vitivinicola regionale e si daranno indicazioni per il futuro a livello strategico.
Ricordo che venerdì prossimo si riunirà anche la Commissione Sanità.
Non ci troviamo di fronte ad una normale sovrapposizione di impegni, cosa che capita tutte le settimane, ma per l'evento di Canelli la Regione ha speso, e sta spendendo, risorse per la comunicazione, con pagine intere su La Stampa e altri giornali che richiamano l'attenzione sull'iniziativa.
Pongo questo problema al Presidente perché, eventualmente, ne parli all'Ufficio di Presidenza ed, eventualmente, alla Conferenza dei Capigruppo. A diversi Consiglieri interessa partecipare sia alla discussione in Commissione Sanità, sia al convegno sul vino che, non sfugge a nessuno, è uno dei prodotti emblema della nostra Regione.
Segnalo che bisognerebbe evitare la sovrapposizione di importanti convegni con le Commissioni ordinarie, magari prevedendole di venerdì pomeriggio o di sabato. Bisogna trovare una soluzione al problema, perch così mettiamo in difficoltà i Consiglieri regionali, che non sanno più se andare diligentemente in IV Commissione o recarsi a Canelli agli Stati Generali del vino.



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, è una questione delicata. Anche la Commissione Sanità ha all'o.d.g. documenti di assoluto rilievo. Sicuramente investir della questione la Conferenza dei Capigruppo nella seduta di domani pomeriggio.
Consigliera Cotto, mi è arrivato un ordine del giorno sull'iniziativa che riguarda il monitoraggio dei presidi socio-assistenziali, che metter in votazione come primo atto.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 586, inerente a "Monitoraggio nei presidi socio-sanitari e socio-assistenziali", presentato dai Consiglieri Cotto, Leo, Cavallera, Ferrero, Burzi, Cirio, Toselli Nastri, Pedrale e Pichetto Fratin


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 686 "Monitoraggio presidi socio-sanitari e socio-assistenziali", presentato dalla Consigliera Cotto, Leo, Cavallera, Ferrero, Burzi, Cirio, Toselli Nastri, Pedrale e Pichetto Fratin Se non ci sono osservazioni, l'ordine del giorno è iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Come da ripetute comunicazioni, metterei in votazione la nomina relativa alla Commissione regionale per la Tutela e la Valorizzazione dei Beni culturali ed ambientali e la nomina per il Comitato regionale per le Comunicazioni (CORECOM). Si tratta dell'elezione di due componenti in sostituzione dei signori Vera Schiavazzi e Giacomo Portas.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Le chiedo scusa, Presidente, ma per colpa del mio ritardo ho perso l'inizio della sua comunicazione. Il Comitato Regionale per le Comunicazioni è solo un problema di maggioranza. Occorrerebbe, quindi, per dirla con una certa eleganza, che lo risolveste come e quando volete voi.
La seconda votazione riguarda anche la minoranza. Questa la votiamo oppure no? Nel dire che non saremmo disponibili a votarla, le ricordo che i suoi uffici, nel corso della settimana scorsa, ci hanno più volte sollecitato a comunicare, credo formalmente, le indicazioni per quanto attiene la prima delle due schede. Devo dedurre, dal fatto che il Presidente abbia portato tale nomina in votazione che, per motivi che al momento non mi sono noti, non ritenga di procedere in altro modo. Ma le minoranze non si sono confrontate.
Di questo so perfettamente che lei e i suoi Uffici sono a conoscenza.
Tranne che, anche lì, manchi un elemento di conoscenza. Nel quale caso, con il Consigliere Muliere siamo sicuri di poter proporre un sondaggio per risolvere il problema dal punto di vista metodologico. Qualora non si voglia andare verso il sondaggio, riterrei di seguire la prassi normale in cui le minoranze comunicano quel che hanno deciso, avendo avuto il tempo per farlo.
La informo che i Gruppi di minoranza s'incontrano domani alle 12 e, tra i punti all'o.d.g., anche questo tema.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, abbiamo proceduto sia nella Conferenza dei Capigruppo sia nella seduta antimeridiana a comunicare che ci sarebbero state queste due nomine nella seduta antimeridiana odierna. Non è questo il problema.
Sulla Commissione Regionale per i Beni culturali, è vero quello che lei dice. Ho provveduto - la prorogatio di quest'organismo è scaduta il 30 aprile, quindi quest'organismo si trova nell'impossibilità di procedere - a sollecitare l'invio di nomi condivisi sia da parte della maggioranza sia da parte delle minoranze proprio per addivenire ad una nomina che immaginavo di fare per decreto, essendo scaduti i termini e poiché la legge, a questo punto, mi conferisce questo potere o m'impone questo dovere.
Poiché i nominativi, a ieri, non erano ancora pervenuti, ho ritenuto opportuno portare all'attenzione del Consiglio odierno tale nomina, in maniera tale da evitarmi il decreto.
Resta inteso che se la minoranza non è nelle condizioni di esprimersi perché non vi sono ancora state le consultazioni, stralciamo questa votazione. A quel punto resta inteso che domani sarò obbligato a procedere per decreto, altrimenti saremmo responsabili del fatto che l'organismo in questione non è nelle condizioni di procedere. Procediamo in questo modo ma preannuncio che, anche in assenza di indicazioni, dovrò procedere con decreto, con indicazioni che siano formalizzate da tutti i Gruppi consiliari.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Ovviamente capisco l'urgenza, essendo domani la data in cui lei dovrebbe procedere. Ma non frequentando abitudinariamente come un tempo gli ambienti del Consiglio regionale, desidero porre un quesito: come mai è stata portata all'attenzione dell'Aula solo oggi questa nomina, visto il termine sostanzialmente ultimo, prima di una sua decisione in merito? Significa, forse, che la maggioranza non è stata nelle condizioni di aiutarla in una proposta unitaria di un nome, per cui ci siamo trovati precedente in difficoltà e giungiamo ad oggi, oppure vi è una qualche ragione di fondo, che non conosco? Non glielo chiedo per aprire una polemica, ma soltanto per capire come mai arriva così in ritardo. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, la sua domanda è pertinente. Se volesse esaminare tutti gli atti di convocazione precedenti, troverà la voce "Nomine", che fa riferimento, per l'appunto, a quest'adempimento che, più volte, ho sollecitato in Conferenza dei Capigruppo, chiedendo che i Gruppi esprimessero le indicazioni in tal senso.
Ho ricevuto da più parti indicazioni di soprassedere.
Poiché il termine per soprassedere prima c'era, in quanto eravamo in regime di prorogatio, oggi questo termine non c'è più e quindi sono costretto a procedere con decreto.
Viceversa possiamo procedere subito con l'elezione dei membri del CORECOM.
Pregherei, quindi, i Consiglieri di considerare solamente il secondo foglietto, eliminando il primo. Potranno eventualmente consegnarli entrambi, ma sarà considerato solo il secondo: voteremo unicamente per il Comitato Regionale per le Comunicazioni - CORECOM, che attengono ai due nomi della maggioranza.
Si proceda pertanto alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 266 "Comitato regionale per le Comunicazioni CORECOM (articolo 3 l.r. 1/2001 modificata dalla l.r. 2/2002) - Elezione di 2 componenti in sostituzione dei Signori Vera Schiavazzi e Giacomo Portas ed elezione del Presidente"


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Toselli e Bellion.



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Segretario Chieppa di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Chieppa effettua l'appello nominale)



(Si effettua lo spoglio delle schede)


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Discussione congiunta ordini del giorno inerenti a: n. 639: "Adesione al Family Day"; n. 642: "Family Day"; n. 655: "Family Day"; n. 675: "Family Day e politiche familiari"; n. 676: "Manifestazione Family Day"; n. 679: "Adesione al Family Day"; n. 687: "Famiglia e diritti civili"; n. 688: "Politiche per la famiglia e 'Family Day'"; n. 689: "Manifestazione del 12 maggio: Family day e coraggio laico" e n. 690: "Manifestazione Orgoglio laico e Family Day"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 9) all'o.d.g., inerente alla discussione congiunta dei seguenti ordini del giorno relativi al "Family Day": n. 639, inerente a "Adesione al Family Day", presentato dai Consiglieri Leo, Cavallera e Cotto n. 642, inerente a "Family Day", presentato dai Consiglieri Scanderebech e Guida n. 655, inerente a "Family Day", presentato dai Consiglieri Scanderebech Guida, Cirio, Pedrale Nastri, Cotto, Burzi, Cavallera, Ghiglia, Vignale Monteggia, Casoni e Lupi e Novero n. 675, inerente a "Family Day e politiche familiari", presentato dai Consiglieri Pozzi, Muliere, Reschigna, Ronzani, Pace, Cavallaro, Ferraris Auddino, Boeti e Larizza n. 676, inerente a "Manifestazione Family Day", presentato dai Consiglieri Motta, Lepri, Laus, Bizjak, Rutallo, Rabino, Cattaneo e Gariglio n. 679, inerente a "Adesione al Family Day", presentato dai Consiglieri Leo, Burzi, Guida, Casoni, Dutto, Pedrale, Lupi, Monteggia, Nastri, Cotto e Ferrero n. 687, inerente a "Famiglia e diritti civili", presentato dal Consigliere Ricca n. 688, inerente a "Politiche per la famiglia e 'Family Day'", presentato dai Consiglieri Pozzi, Motta, Muliere, Lepri, Bizjak, Cattaneo, Rutallo Rabino, Pace, Cavallaro, Ferraris, Larizza, Bellion, Ronzani, Rostagno Boeti e Laus n. 689, inerente a "Manifestazione del 12 maggio: Family day e coraggio laico", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Robotti, Moriconi, Clement Deambrogio, Bossuto, Chieppa e Barassi n. 690, inerente a "Manifestazione Orgoglio laico e Family Day" presentato dai Consiglieri Ricca, Dalmasso, Turigliatto e Chieppa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Il Gruppo UDC, costituito dal sottoscritto e dal collega Guida, ha portato avanti a più riprese la battaglia in difesa della famiglia tradizionale prevista dalla Costituzione.
Abbiamo tutti letto che cosa si è detto sui giornali e naturalmente c'è stato anche un dibattito abbastanza aperto, ma anche difficile da condurre e da portare avanti, nella speranza che oggi si giunga ad un ordine del giorno condiviso per cercare di concordare sulla partecipazione della Regione Piemonte sabato 12 a Roma.
Naturalmente, sia io sia il collega Guida, auspicavamo di votare un ordine del giorno unico, perché mi sembra che anche sui media venga comunicato spesso che forze democratiche, in questi ultimi mesi molto orientate ed impegnate nella costituzione del nuovo Partito Democratico sono favorevoli e vogliono partecipare. Non c'è manifestazione in cui l'Onorevole Fassino non evidenzi che loro sono a favore del Family Day e che parteciperanno in prima persona.
Quindi, oggi mi aspettavo un assenso, oltre dalla Margherita, anche da parte dei DS e da parte di altre forze, naturalmente non quelle che sono contro la famiglia vista come nucleo tradizionale e asse portante della società familiare, al contrario di altre forze estremiste, che già sembra che abbiano dato un segnale di contrarietà a quella che dovrebbe essere una cosa normale.
In passato abbiamo assistito a Torino a delle prese di posizione a favore di una manifestazione abbastanza folcloristica come il Gay Pride dove si è visto di tutto, e sono state elargite cifre pari a circa 270 mila euro. Al contrario, invece mi sembra che è stata chiesta una cifra non del tutto trascurabile, ma significativa di 30 mila euro; bastano anche 20 mila o 10 mila, non è che vogliamo confrontare la famiglia all'unione di fatto di due omosessuali o di due lesbiche, ma vogliamo che la famiglia rimanga tale come prestabilita, come costituita e come prevista della Costituzione italiana.
La famiglia, nucleo portante della società, è andata avanti fino ad oggi, con tutti i sacrifici che comporta. Diversi indici statistici e vari numeri degli ultimi tempi la vedono in crisi, non sotto l'aspetto del valore, dell'identità, della cultura, della tradizione o sotto l'aspetto storico, ma per motivi economici. La vedono in crisi perché oggi un figlio costa, mandare a scuola dei figli costa, cercare di aiutarli nel matrimonio costa. Tutto questo ha un costo ed un onere di cui la società si deve fare carico, non solo la famiglia, che va avanti con grandi sacrifici e con grandi sforzi sotto l'aspetto umano ed economico per cercare di crescere nel migliore modo i propri figli, in modo che possano competere in questa società così avanzata.
Quindi, mi chiedo: noi, come istituzioni, che cosa stiamo facendo oggi per favorire, ma soprattutto per cercare di dare un minimo di tranquillità e di fiducia nel futuro alla famiglia tradizionale, ma soprattutto ai nostri giovani? Secondo gli ultimi dati emerge che la natalità diminuisce costantemente; al contrario, il numero degli anziani aumenta sempre di più.
Il Piemonte è agli ultimi posti per ciò che riguarda la natalità ed è ai primi posti per quel che riguarda l'invecchiamento.
Quindi, come si può pensare ad una società progredita, ad una società sviluppata, ad una società che possa competere con tutto quello che comporta la globalizzazione e la multimedialità, l'efficienza e l'efficacia se non investiamo sui figli? Che cosa dobbiamo fare per investire sui figli, se invece andiamo ad investire in manifestazioni folcloristiche di un anno e mezzo fa come quella che ho citato prima? Al contrario, invece, si tentenna nel sostenere e nel portare avanti un'iniziativa che tutti forse vogliamo fare sabato a Roma.
Tutti vogliamo che questa manifestazione abbia un esito positivo, ma dal punto di vista politico, quando si toccano gli interessi partitici, in quest'aula ci contraddistinguiamo e ci differenziamo, diciamo anche che i valori portanti e storici della nostra società non sono tali perché, per motivi politici, entrano in contrasto con alcune idee estremiste di questa maggioranza.
Presidente, per concludere, ho presentato degli ordini del giorno che differenziano la potenzialità, in termini sociali e culturali, della famiglia tradizionale da quello che sono i DICO e i disegni di legge presentati in quest'aula dall'Assessore Manica.
Per evitare che tutto questo entri in contrasto con i miei colleghi del centrosinistra, sono disposto a ritirare i miei ordini del giorno, ho controfirmato l'ordine del giorno del collega Leo, che lo ha scritto con pazienza, meditazione ed intelligenza. Mi auguro che questo possa essere utile e possa servire a portarci tutti insieme a Roma sabato pomeriggio.
Con quest'auspicio mi congedo, visto che mi ha tolto la linea, sperando che, veramente, si possa partecipare alla manifestazione di sabato a Roma che è quanto tutti noi vogliamo, a parte una piccola minoranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Signor Presidente, noi abbiamo anche discusso molto, perché su temi di questa natura credo occorra davvero un'approfondita discussione, che non riguarda solo le appartenenze partitiche, in quanto ci possono essere opinioni diverse negli stessi schieramenti e anche all'interno dei partiti.
Credo, però, annunciando che voterò il documento che porta la firma delle Consigliere Paola Pozzi e Angela Motta, che il punto di equilibrio occorre un forte equilibrio quando si trattano queste materie - proposto da DS e La Margherita sia condivisibile, però, voglio svolgere qualche considerazione in merito.
Vedete, iniziative come quella del cosiddetto Family Day, se sono indirizzate ad una sollecitazione o ad un sostegno per l'attuazione di politiche per la famiglia, possono, dal mio punto di vista, essere collocate in qualche misura nell'ambito di un civile confronto democratico.
La presenza di migliaia di persone in piazza, a mio modo di vedere, ma non solo, costituisce comunque un fatto democratico, al quale va portato rispetto, anche se non si condividono tutte le motivazioni, e in quella sede ci si confronta.
Allo stesso tempo, ritengo vada rigettata ogni strumentalizzazione rispetto al dibattito aperto per quanto riguarda la legge sui DICO, perch chi ha avuto la pazienza di leggere il manifesto, che non è lunghissimo vede che, però, c'è un punto di forte criticità in quel manifesto recante scritto "Più famiglia", che è la carta di adesione al Family Day.
Il tema che divide non è la famiglia, lì c'è, secondo me, una svista clamorosa, evidentemente voluta. Quel testo si configura più come un testo contro i DICO, contro qualcosa, contro un'idea che non reca pregiudizio alla famiglia e ai suoi diritti. Nessuno discute questo, però, secondo me c'è un punto di vista sbagliato, che tende a porre in contrapposizione il riconoscimento dei diritti delle persone e, poi, delle famiglie, ma non è così, perché nessuno mette in discussione l'una cosa con l'altra.
Su questo punto dobbiamo essere molto chiari. Capisco che ci sia chi vuole accreditarsi come unico referente presso l'organizzatore di quella manifestazione, ma così non è, perché i temi della famiglia stanno a cuore a tutti, magari con diverse sensibilità o eccezioni, ma a tutti, a noi in modo particolare. In questo senso, bisognerà davvero riflettere su quello che avverrà anche nei prossimi giorni, in prospettiva.
Questa mattina l'amico Leo ci ha fatto dono di un'ampia serie di citazioni, potrei farne tante altre, a partire da quelle di Pezzotta, che sono di segno diverso, o quelle di molti esponenti di centrodestra.
sufficiente leggere il manifesto, ma anche moltissime interviste dichiarazioni ufficiali e ufficiose, articoli e quant'altro, dove emerge quest'idea, che, secondo me, è irricevibile, di un messaggio discriminatorio nei confronti di altri diritti, che non sono quelli che ledono la famiglia.
Dico questo perché sono fermamente convinto che la laicità della politica in un sistema democratico non sia messa in discussione dalla Chiesa. Io rispetto tutte le posizioni che la Chiesa esprime, posso non condividerle, non le condivido, non sono credente, non ho nessun obbligo in questo senso, le guardo con estrema apertura e laicità, però, credo che la laicità politica possa, invece, essere messa in dubbio solo dalla debolezza o dalla subalternità della politica e delle istituzioni.
Questo sì, credo che tutti debbano stare con la schiena dritta quando ragioniamo su queste cose, guardando al di là delle proprie convinzioni con estrema franchezza e libertà di pensiero. La politica ha il diritto, noi siamo uno Stato sovrano, di misurarsi sulle leggi e sulle scelte che la Repubblica c'impone di rispettare e portare avanti.
Su questo dobbiamo lavorare e si lavorerà, da una parte, per sostenere in modo fermo e convinto le scelte a favore della famiglia. Credo che dobbiamo davvero impegnarci molto più di quanto fece il centrodestra, che fece molto poco, e quel poco persino male, sulla famiglia, dando, invece una svolta molto netta in questo senso; anzi, sono convintissimo che anche gli amici del centrodestra daranno una mano a far sì che si recuperino alcuni ritardi. D'altro canto, penso che occorrerà battersi per ottenere una buona legge che estenda i diritti e il riconoscimento delle unioni civili, che, lo ripeto, non sono una minaccia per la famiglia, peraltro inesistente.
Tra l'altro, come uomo di sinistra, ho un gran rispetto per il dettato costituzionale, in particolare dell'articolo 7 della nostra Costituzione repubblicana, che afferma che lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, occorre, però, fare un passo oltre il concetto di "libera Chiesa in libero Stato". È necessario creare le condizioni per una nuova laicità, che equivale a collaborazione e sintesi tra fede religiosa e cultura laica. Si deve evitare di usare la religiosa cattolica in chiave di religione civile, come ha detto anche il Ministro Bindi, che condivido pienamente.
Ritengo che la politica abbia il compito, come anche noi, per quanto ci compete, di cercare le convergenze e non, in modo pesante e, a volte pedante, le divergenze e le spaccature. Di questo abbiamo bisogno soprattutto quando sono in discussione le grandi questioni, come la famiglia o i temi che riguardano l'estensione dei diritti o le libertà.
Voglio concludere ricordando che il 2007 è l'anno contro le discriminazioni. Qualcuno lo ha già citato questa mattina, noi abbiamo un progetto di legge importante - credo - che è stato già varato da una Commissione, mi auguro che possa approdare in sede di Consiglio, sul quale la discussione è stata molto serena, ma anche molto ferma. Il Parlamento europeo il 26 aprile - cioè, qualche settimana fa - con una larga maggioranza ha approvato un documento che condanna le discriminazioni sessuali. Lo ritengo un punto importante; noi siamo un Paese che deve stare pienamente in Europa e stare in Europa significa, come dicevano anche alcuni colleghi del centrodestra, sicuramente far sì che la famiglia, così come sancito dalla Costituzione, sia rispettata, aiutata e sostenuta, ma anche riconoscere che ci sono altri diritti, non soltanto a livello civilistico e non soltanto individuali, che vanno riconosciuti.
Mi aspetto da alcuni firmatari del centrodestra anche un sussulto di laicità un po' più marcato. Date le loro dichiarazioni, se fossimo nel periodo risorgimentale, mi aspetterei che gettino, magari insieme a me, dei volantini davanti a un teatro inneggiando a Saffi, Mazzini o Armellini. Non chiedo tout court tutto questo, perché, evidentemente, la Repubblica romana è stato un bell'esempio, dal mio punto di vista, non pretendo che arrivino a fare questo, però, sarebbe bene che ci fosse uno strabismo e si fosse veramente liberali, laici e repubblicani tutti i giorni, non soltanto quando conviene. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Credo che ormai da anni si abbia l'impressione di vivere in una società che non sta progredendo; una società che ha serie difficoltà a confrontarsi con altre culture e con altri popoli, come se si vivesse in una fase di carattere involutivo che non porta ad alcuna forma di particolare speranza per lo sviluppo futuro dell'economia e della società del nostro Paese nelle sue varie forme di espressione. È brutto dire che non abbiamo di che essere ottimisti perché, al di là dei tanti fattori che nel tempo hanno portato il nostro Paese ad arrancare, rispetto ad altre società e ad altre culture, oggi come oggi abbiamo alcuni indici demografici veramente terrificanti. Abbiamo indici di natalità tra i più bassi al mondo. Questo significa che le politiche portate avanti, per decenni, a favore della maternità, della donna e della famiglia, hanno avuto un carattere inadeguato o, comunque, insufficiente rispetto ai bisogni espressi dai nostri cittadini.
Paesi a noi vicini, come la Francia, hanno visto affrontare in modo concreto, dai Governi che si sono succeduti - fossero essi di centrodestra o di centrosinistra - il tema della famiglia, sapendo dare sostegno e appoggio alla coppia, alla madre nubile, all'infanzia e alla famiglia, in modo più efficace di quanto non è successo da noi. Oggi in Francia ci sono indici di natalità nei confronti dei quali non siamo neppure in grado, non dico di competere, ma di confrontarci. Non abbiamo avuto politiche per la famiglia adeguate e adesso, che i tempi sono tali, per cui se tutti, di qualsivoglia estrazione politica, non affrontiamo con decisione il tema del sostegno alla famiglia e alle opportunità per la famiglia nell'accesso alla casa e, per la donna in particolare, nell'accesso al lavoro, nel sostegno al reddito e nell'istruzione, effettivamente potremmo avere difficoltà nel mantenere il passo all'interno dell'Europa.
evidente, quindi, che un impegno per il sostegno alla famiglia è un impegno primario. La nostra Regione ha iniziato discussioni - prima o poi riusciremo anche ad avviare un dibattito, almeno a livello di gruppo di lavoro - su temi relativi al sostegno alla famiglia. Praticamente tutti i Gruppi hanno presentato delle proposte. Questo è il segno evidente di una sensibilità sul tema da parte di ogni espressione presente in quest'Aula, o quasi. Questa sensibilità, nel presentare proposte di legge e nel discutere il tema, è presente sia a livello locale sia a livello nazionale. Mi auguro che venga poi trasformata in atti concreti per il sostegno all'accesso alla casa per coppie giovani; per il mantenimento del posto di lavoro o, meglio ancora, per il reinserimento nel posto di lavoro. Abbiamo visto, infatti che forme di rigidità pagano meno di quanto non paghi un'apertura reale del mercato del lavoro.
Mi auguro che, nel tempo, le tante iniziative a favore della famiglia possano produrre risultati concreti.
Devo dire, però, che affrontare il tema della famiglia, valore riconosciuto dalla Costituzione e da ognuno dei presenti, è, in sostanza uno dei fondamenti su cui possiamo vedere inserita ogni espressione di questa società.
Al di là della difesa della famiglia, ritengo che, collegando il tema della famiglia ad altri valori e ad altri diritti, si sia andati a cercare una contrapposizione che è inadeguata, impropria, inopportuna, e ha messo in seria difficoltà persone come il sottoscritto, che credono fortemente nella famiglia, ma anche nella dignità di altre espressioni.
Ritengo che la parificazione alla famiglia di altre forme di convivenza sia, per una serie di diritti, un fatto dovuto. Ho considerato i DICO come un livello di incontro minimo. Avrei preferito l'espressione avanzata in una prima ipotesi dei PACS alla francese, però sul punto ognuno ha le proprie sensibilità.
Nei DICO non ho visto un qualcosa da contrastare, ma un livello minimo di civile convivenza che permetterebbe alla nostra società di adeguarsi parzialmente, nelle istituzioni e nelle forme, alla realtà. In realtà, la nostra società è fortemente cambiata in pochi decenni. Trent'anni fa l'indice di natalità era il doppio di adesso.
Ci sarà un motivo. Ci saranno state delle difficoltà. La maggioranza dei giovani che ci capita di incontrare, anche cresciuti in famiglie fortemente cattoliche e che frequentano ambienti fortemente cattolici spesso e volentieri passano attraverso una fase di convivenza prima di arrivare al matrimonio, e non è detto che al matrimonio arrivino.
Una società reale è basata su questi punti. Poi ci sono altri elementi tipo la convivenza tra persone dello stesso sesso, che però non sono la base unica su cui impostare un discorso e che obiettivamente, per quanto riguarda la questione dei rapporti interpersonali, lasciamo volentieri al giudizio di ognuno, per quanto riguarda i diritti, ad esempio nell'accesso alla casa.
Riteniamo siano diritti comunque legati ad affettività tra persone, su cui non abbiamo titolo a sindacare.
Tutto questo ha messo in contrapposizione il Family Day a questi diritti ormai veri e vissuti nella società, ma non ancora convalidati da norme.
Per quanto mi riguarda, l'ipotesi che l'Istituzione di cui facciamo parte aderisca alla marcia del Family Day è inopportuna, perché si è trattato di un uso di un tema, come il sostegno alla famiglia, non appropriato. Penso che non si sia fatto un gran servizio a chi veramente vuole lavorare a favore della famiglia, identificando in una parte i valori della famiglia. I valori della famiglia, così come altri valori appartengono a tutti. Sono valori universali che non possono essere monopolizzati; non hanno l'esclusiva di mandato e fanno parte delle nostre sensibilità più elevate.
Personalmente ritengo che la partecipazione individuale è un fatto individuale. Pertanto, ognuno la valuta da sé, ma non condivido che un'Istituzione possa essere coinvolta in una manifestazione non finalizzata a maggiori diritti o maggiori libertà, ma utilizzata contro un'espansione di diritti e contro una maggiore e puntuale precisazione di elementi ormai comuni ma imprescindibili, da riconoscersi nella convivenza di coppie che incontriamo tutti i giorni.
A mio avviso, quest'adesione è profondamente sbagliata.
Ovviamente mi riconosco nell'ordine del giorno a sostegno della famiglia promosso da La Margherita e dai Democratici di Sinistra, di cui sono firmatario. Riconosco la validità delle argomentazioni esposte dal Consigliere Ricca nel suo ordine del giorno, mentre ritengo che gli altri ordini del giorno siano stati utilizzati in un dibattito politico che poco ha a che vedere con i temi della famiglia e che, probabilmente, non darà alcun contributo alle problematiche sulla famiglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, che interviene sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Come dicevo ad alcuni colleghi della maggioranza, siamo un po' imbarazzati dall'oppressione numerica che la maggioranza ostenta nell'ambito di questo dibattito. Poiché siamo abituati ad avere un discorso fra pari, non siamo abituati ad essere così pochi nei riguardi di così tanti, chiediamo che qualcuno provveda a ristabilire un senso di equità onde non dover provvedere da soli.
Come lei sa, ne abbiamo i mezzi, ma non vorremmo fare una sciocca richiesta di inversione dell'o.d.g., o quant'altro.
Riteniamo, pur nella diversità di opinioni, che il tema meriti un'adeguata presenza anche da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

L'osservazione del Consigliere Burzi mi pare pertinente.
In Aula ci sono alcuni Presidenti dei Gruppi di maggioranza. Peraltro al termine del dibattito ci sarà una votazione e, ovviamente, le presenze in Aula condizioneranno gli esiti della stessa.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g. che reca: "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti.
Proposta di deliberazione n. 266 "Comitato regionale per le Comunicazioni CO.RE.COM (articolo 3 l.r. 1/2001 modificata dalla l.r. 2/2002) - Elezione di 2 componenti in sostituzione dei Signori Vera Schiavazzi e Giacomo Portas, ed elezione del Presidente".
Proclamo eletti, quali componenti nel Comitato Regionale per le Comunicazioni CORECOM in sostituzione dei signori Portas e Schiavazzi, i signori Negarville Massimo e Volpe Luca.
Nella seduta odierna provvederemo all'elezione del Presidente.
La parola al Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Immaginando che il 31 fosse almeno il numero legale al momento della votazione...



PRESIDENTE

Il numero legale era 29, Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Prendiamo atto, per fatti concludenti, che neanche sull'elezione del CORECOM, che - ricordo agli assenti, non certo a lei - dovrebbe essere l'organo consiliare di quest'Assemblea, che tutela, negli interessi di tutte le parti, la comunicazione di questa Regione, è presente una maggioranza, perché il migliore dei due eletti ha preso 25 voti, se non ho sentito male la comunicazione.
La Giunta è assente, immagino sia a far danni da qualche parte del Piemonte, certamente non qui; fra l'altro, lei continua ad autorizzare le riunioni in assenza dei rappresentanti della Giunta, e questo non è consentito.
Grazie, Assessore Deorsola, di essere tempestivamente, con la celerità che da decenni la contraddistingue, venuto a tenere i rapporti con noi.
Se la maggioranza e il Presidente del Consiglio ritengono che questa sia la modalità politica e sostanziale per andare avanti, procedete pure con tranquillità. Non mi sembra questo il modo, ma ne prendiamo atto e ne trarremo, in tutte le sedi, da domani mattina, in I Commissione Consigliere Ronzani - le conseguenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, dopo aver appreso da lei che il signor Negarville è stato eletto, con 25 voti, quindi neppure con la reale maggioranza di questo Consiglio, quale membro del CORECOM.
Dalle voci che si sentono in giro, sarà anche il probabile Presidente del CORECOM, l'organo che dovrebbe garantire l'imparzialità di trattamento nei confronti delle varie forze politiche.
Voglio che rimanga a verbale, come ho già detto in Commissione, che il signor Negarville è un rappresentante nettamente schierato politicamente tant'è che risulta essere (fino a qualche giorno fa lo era) membro del direttivo regionale dei Democratici di Sinistra, noto partito politico non certo mancante di rappresentanza.
Pertanto, caro Presidente, le faccio notare che il gruppo della Lega Nord non ha partecipato al voto del rappresentante del CORECOM Siamo veramente preoccupati che possa diventare il Presidente di un Ente che dovrebbe essere sopra le parti, dove si prevede che i rappresentanti siano persone non collegabili ad un partito politico.
Il signor Negarville, invece, è membro del direttivo regionale dei DS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Mi dispiace che il Consigliere Rossi torni con insistenza su questo argomento, trattato lungamente in Commissione Nomine.
bene fare chiarezza su questo punto. Il signor Negarville non fa più parte degli organismi dirigenti del mio Partito, anche perché - forse il Consigliere Rossi, giustamente interessato alle vicende del proprio partito, non lo sa - il 13 e 14 aprile abbiamo tenuto il Congresso dei Democratici di Sinistra, dei cui organismi dirigenti il signor Negarville ormai non fa più parte.
Poiché la questione è stata sollevata nella Commissione Nomine, mi sono informato e ho scoperto che il signor Negarville si è dimesso dalla Segreteria regionale e dalla direzione regionale, nel momento in cui ha presentato la domanda. Egli non ha dichiarato - sbagliando - nella domanda stessa che si era dimesso, ma abbiamo verificato che le dimissioni ci sono state.
Pertanto, le argomentazioni del Consigliere Rossi sono verificabili sono alla nostra attenzione, ma la situazione è questa ed è giusto che l'Aula ne venga informata.
Dopodiché, sappiamo anche che le cariche di carattere politico sono incompatibili con le cariche assunte all'interno del CORECOM ma non pesano sulla ineleggibilità di chi presenta la domanda e ricopre cariche di altro tipo in quel momento.



PRESIDENTE

Rispetto all'osservazione del Presidente Burzi, circa la disponibilità dell'Ufficio di Presidenza di autorizzare iniziative di Giunta, in concomitanza ad iniziative di Consiglio, ho già detto, in seguito alla richiesta del Consigliere Cavallera, che investiremo della questione la Conferenza dei Capigruppo, fermo restando che la Giunta, ovviamente organizza le proprie iniziative, secondo le sue valutazioni di opportunità che non sempre coincidono con quelle di chi presiede il Consiglio.
Avremo cura di approfondire la questione sollevata in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Il richiamo che è stato fatto circa la necessità di garantire anche un'adeguata presenza delle forze che rappresentano la Giunta regionale all'interno del Consiglio, mi pare sia stato recepito.
Per quanto riguarda le osservazioni del Consigliere Rossi, sulla nomina del prossimo Presidente del CORECOM, desidero rammentare a tutti i Consiglieri che tale questione è stata valutata nel corso della Commissione Nomine, è stata soppesata, è stata oggetto di un parere richiesto dagli Uffici del Consiglio regionale, che hanno ravvisato che sia prevista dalla legge una misura di incompatibilità e non di ineleggibilità.
Pertanto, la Commissione Nomine ha già avuto modo di esprimersi su questo punto, tant'è che le candidature sono pervenute tutte all'Aula.
Comunque, sul CORECOM procederemo alla nomina al termine della discussione dei vari ordini del giorno sul Family Day, di cui al punto 9).
La parola al Consigliere Casoni, sull'ordine dei lavori.



CASONI William

Sull'ordine dei lavori, Presidente.
Mi riallaccio a quanto detto dal Consigliere Rossi, per segnalare che fermo restando che le indicazioni di Consiglio hanno valore pieno pertanto, la votazione emergente ce la comunicherà lei tra poco - pare certo che, rispetto ad una candidatura che è stata posta in questo elenco ci sia stato, da parte degli Uffici, o perlomeno da parte della persona che l'ha presentata, un difetto fondamentale che ne pregiudica l'elezione a Presidente.
Lo preannuncio, perché non vogliamo poi sollevare una questione dopo.
Il candidato ha presentato domanda quando era ancora nel direttivo regionale dei Democratici di Sinistra e ha presentato - questo risulta dal sito internet dei DS, che abbiamo consultato in data successiva alla sua presentazione di domanda - una dichiarazione nella quale si diceva che non ricopriva nessuna carica politica in essere al momento della presentazione.
Un candidato che dichiara il falso solo in sede di presentazione della candidatura, di certo, non può essere colui che si erge a garantire i diritti del CORECOM e delle comunicazioni in questa regione. La stessa comunicazione che ha fatto, è palesemente falsa.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, anche di questa questione abbiamo discusso in seno alla Commissione Nomine. La vicenda è stata oggetto di un approfondimento quindi la Commissione Nomine ha ritenuto in regola la candidatura con i requisiti previsti dalla legge.
Fermo restando che il Consiglio è sovrano nella sua espressione decisionale, qualora i Consiglieri ritenessero ci fossero delle irregolarità o vizi di qualsiasi natura, hanno tutto il diritto di agire secondo le scelte più opportune.
La Commissione Nomine intende rassicurare sul fatto che ha vagliato la questione nell'ambito delle prerogative di sua competenza.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Chiedo che si riunisca l'Ufficio di Presidenza sul tema e che dia un'interpretazione di quanto accaduto. Non si tratta di una decisione da prendere a maggioranza o per alzata di mano, ma di capire se una persona ha detto il falso o meno. Questa è una questione che deve chiarire l'Ufficio di Presidenza.
Le documentazioni presentate sono inoppugnabili. Lo dico a garanzia dell'organo istituzionale CORECOM, a garanzia del nome e dell'autorevolezza che il Presidente dovrebbe avere, a garanzia e autorevolezza del fatto che si abbia la terzietà su scelte che devono garantire a tutti i partiti politici l'equità nella distribuzione delle scelte. Piuttosto si convochi questa persona, gli si chieda se al momento della presentazione della domanda la sua dichiarazione era veritiera oppure no. Questo l'Ufficio di Presidenza lo può fare. Vorremo solo capire se vi è la buona o la mala fede di una candidatura.
Non ci fidiamo di persone che, in sede di presentazione della candidatura dichiarano il falso e, successivamente, quando sollevata la questione, rimuovono l'incompatibilità. Una persona che dice di essere compatibile ma poi, una volta sollevata l'incompatibilità, la rimuove, non può essere il migliore garante e ricoprire, per questa Regione, la carica di Presidente del Comitato regionale di controllo. È un ruolo che, a livello nazionale, viene tenuto veramente nella massima considerazione e non con questa negligenza, visto che incompatibilità meno rilevanti già inibiscono l'accesso a questi ruoli.
Visto che stiamo procedendo, chiedo che il Presidente abbia l'accortezza, prima di procedere a questa conferma, di convocare l'Ufficio di Presidenza e di fare un ulteriore esame della proposta.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, le ribadisco che sulla questione c'è già stata una discussione approfondita in Commissione Nomine perché alcuni membri essenzialmente del suo Gruppo Consiliare, avevano eccepito in tal senso.
Dopodiché, una disamina attenta delle candidature ha portato alla Commissione Nomine ad escludere il vizio che lei, per ben due volte, ha qui lamentato.
Mi procurerò di farle avere, nel corso della discussione, la documentazione di supporto, sperando che questo esame sbrogli le preoccupazioni sollevate.
Ovviamente, sono il primo a volere che la nomina del Presidente del CORECOM sia libera da preoccupazioni di parte. Posso assicurare che la Commissione ha già operato e ha già vagliato la questione. Sono convinto che dopo la disamina della domanda lei condividerà il nostro giudizio.
Viceversa, dovessero esserci ancora delle incertezze al termine della discussione di cui al punto attuale, sarà mia cura fare il punto con i Presidenti dei Gruppi consiliari per garantire che si possa procedere alla votazione. Votazione che, per legge, dovrà avvenire in questa sede (la votazione del Presidente del CORECOM deve avvenire nella stessa seduta in cui sono nominati i componenti).
Comunque, porterò in Aula la documentazione di supporto.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Discussione congiunta ordini del giorno inerenti a: n. 639: "Adesione al Family Day"; n. 642: "Family Day"; n. 655: "Family Day"; n. 675: "Family Day e politiche familiari"; n. 676: "Manifestazione Family Day"; n. 679: "Adesione al Family Day"; n. 687: "Famiglia e diritti civili"; n. 688: "Politiche per la famiglia e 'Family Day'"; n. 689: "Manifestazione del 12 maggio: Family day e coraggio laico" e n. 690: "Manifestazione Orgoglio laico e Family Day"


PRESIDENTE

Riprendiamo ad esaminare il punto 9) all'o.d.g., relativo agli ordini del giorno sul Family Day.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Anche se un po' in ritardo, finalmente si discute l'ordine del giorno sull'adesione al Family Day che si terrà sabato prossimo a Roma. Ringrazio il Consigliere Leo per avermi permesso di sottoscrivere l'ordine del giorno di cui è il primo firmatario, e che era già stato sottoscritto da molti Consiglieri, tra cui anche il Consigliere Dutto del mio Gruppo.
Siamo fermamente convinti che bisogna partecipare a questo evento, che bisogna patrocinarlo. Una giornata dedicata alla famiglia, per noi, è fondamentale e indispensabile. Il Gruppo della Lega Nord riconosce un solo tipo di famiglia, quella tradizionale, quella che ha mantenuto in piedi fino ad oggi, la nostra società, quella formata da uomo, donna e possibilmente, figli. Quella è la famiglia che riteniamo il soggetto fondante della nostra società. Quella è il soggetto nei cui confronti riteniamo che, in particolare, gli Enti pubblici debbano intervenire con aiuti di fede e riconoscimento. Non solo, lo ritiene anche la Costituzione italiana.
Altri tipologie di famiglia, per carità, possono esistere, ma non possono pretendere di avere pari diritti, pari doveri, pari responsabilità rispetto alla famiglia tradizionale proprio perché ci sono questioni che interessano tutti noi. Finché interessano la maggioranza degli italiani vanno tenute, sicuramente, in primaria considerazione.
Pensare ad iniziative come quelle presentate dal Governo Prodi - per intenderci i DICO - o ad iniziative come quelle presentate dalla Giunta regionale del Piemonte, mascherate come forme di non discriminazione, ma che in realtà sono, come noi della Lega le abbiamo chiamate, DICO-peggio, e che prevedono la possibilità di costituire unioni di fatto fra amici conoscenti e parenti e, grazie a questo, di poter accedere all'assegnazione di case popolari e contributi, va contro ogni normale logica. Non solo la logica ovvia della Chiesa cattolica, che ha il dovere-diritto di difendere la famiglia tradizionale, ma alle logiche normali delle famiglie che non si riconoscono nella tradizione cattolica, che comunque sono famiglie perch formate da uomo, donna ed, eventualmente, da figli.
Noi riteniamo che questo Governo abbia fatto veramente poco per le famiglie. Addirittura, dopo averlo criticato, ha eliminato anche il "Bonus bebè", che per quanto avesse potuto essere ridicolo - è vero! - vista la cifra irrisoria, era meglio che niente: oggi c'è il "niente".
Noi non siamo neanche in grado di garantire la casa alle famiglie italiane. In questo Consiglio regionale vi sono persone che pensano addirittura, di eliminare le pur minime barriere nei confronti delle assegnazioni alle famiglie di extracomunitari appena arrivati sul nostro territorio. Si tenta, perfino, di non dare la casa alle nostre famiglie alle persone che da anni pagano le tasse e vivono sul nostro territorio regionale.
Come Lega Nord eravamo riusciti, durante la scorsa legislatura, a porre almeno delle deboli barriere: si richiedevano almeno tre anni di residenza in Italia prima di poter accedere alle graduatorie delle case popolari. Ma come dicevo prima, alcuni sostenitori della maggioranza Bresso - la Presidente Bresso stessa, ma anche l'Assessore Manica e tanti altri, come il Presidente dei DS, Rocchino Muliere - pretendono di togliere quei tre anni - debole barriera - e dare la possibilità a chiunque arrivi nel nostro Paese di avere una casa popolare, pagata con le tasse dei nostri cittadini.
I DICO-peggio della Regione, fermi, per fortuna, ancora in Commissione prevedono che questa casa la possano avere addirittura le coppie di amici che stanno insieme per interesse, coppie di parenti, anche dello stesso sesso, e ovviamente coppie omosessuali.
Noi non possiamo assolutamente essere d'accordo con questa politica.
Noi siamo per difendere la politica della tradizione; quella politica che oggi è strenuamente difesa anche dalla Chiesa cattolica, nonostante su di essa piovano continuamente critiche, che a nostro giudizio sono infondate scorrette e partitiche.
Ritengo che la Chiesa cattolica stia facendo quello che non poteva non fare: fare di tutto per difendere quella che è l'istituzione cardine del nostro Paese e non solo, anche dell'Europa; un'Europa che ha avuto paura persino di scrivere nella sua Costituzione - chiamiamola così, anche se Costituzione non è, perché è un Trattato - che l'Europa ha radici cristiane.
Ebbene, l'Europa ha avuto paura di scriverlo e l'Italia non ha insistito a sufficienza per ottenere che fosse scritto.
L'Italia è oggi amministrata da fior di Ministri - addirittura dal Presidente del Consiglio - che si dichiarano cattolici, difensori della nostra tradizione, della nostra cultura, delle nostre radici. Persone che a parole, per cercare voti, fanno determinate dichiarazioni, ma che nei fatti vediamo comportarsi in modo diametralmente opposto, votando leggi inaccettabili per la morale non solo cattolica. Addirittura il Rabbino capo di Roma si è schierato contro i DICO, quindi non diamo la colpa solo ai cattolici.
Invece, ci si permette di insultare e attaccare il Papa e tutta la gerarchia cattolica quando cerca di difendere il fondamento del nostro Paese, e direi dell'intera Europa.
Se non siamo pronti, se non siamo forti e coesi, arrivare alla distruzione delle famiglie e all'indebolimento delle stesse, significa perdere sempre più giovani nel mondo della droga, perdere forse sempre più giovani in incidenti stradali, perdere sempre più serietà all'interno della famiglia. Perché se a un bambino mancano i genitori o, peggio ancora perché adottato, un bambino si trova ad avere genitori dello stesso sesso come alcuni vorrebbero - non può certo crescere imparando tutto quello che deve imparare; non può ricevere un insegnamento base come dovrebbe avere.
Sarebbe troppo semplice dire che tutti si devono arrangiare: se a una piccola piantina non si mette un paletto, la piantina cresce storta. Il paletto non può essere altro che la famiglia. E la famiglia non può essere altro che quella tradizionale.
Per questi motivi, siamo assolutamente solidali alla marcia organizzata a Roma per il prossimo 12 maggio a sostegno delle famiglie.
Siamo assolutamente d'accordo a impegnare la Giunta regionale a sollecitare il Parlamento affinché si attivi a dar vita ad un progetto organico ed incisivo di politiche sociali in favore della famiglia, perch riteniamo che i genitori debbano stare il più vicino possibile ai loro figli. Per poter far questo, però, occorre avere un reddito che lo permetta. E per avere un simile reddito, bisogna che ci siano degli aiuti quando questo reddito non c'è.
Lo stesso vale per difendere gli anziani, affinché vivano nelle proprie case. Sostenere le famiglie a mantenere a casa gli anziani, anzich ricoverarli in strutture socio-sanitarie assistenziali, rappresenta un aiuto alla famiglia stessa, ma anche alla società. Perché l'anziano che trascorre gli ultimi mesi o anni di vita nella propria casa, vive sicuramente meglio e in modo più dignitoso rispetto alla struttura assistenziale. Ma per poterlo fare - lo ripeto - occorre un aiuto alla famiglia. Perché per assistere un anziano, magari disabile, occorre che uno dei due componenti stia a casa dal lavoro, oppure lavori soltanto mezza giornata. E per poter fare questo, ha indubbiamente bisogno di un sostegno economico.
Da parte sua, il Pubblico avrebbe un grosso vantaggio: risparmierebbe le spese e la compensazione delle rette nei centri socio-assistenziali.
Questo vale anche per i bambini: avere degli asili nido disponibili degli asili nido aziendali; incentivare quelle aziende a istituire asili nido ma anche scuole materne; aiutare quelle famiglie in cui uno dei due genitori sceglie un contratto part-time per stare vicino al figlio.
Aiutare queste famiglie, significa garantire ai figli maggiori condizioni di vivere e di crescere meglio.
Per tutti questi motivi, voteremo questo ordine del giorno in modo convintamente positivo. Lo sottoscriviamo e una nostra delegazione dal Piemonte partirà, come Lega Nord, per partecipare al Family Day.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di oggi debba essere anche contestualizzata.
Oggi attraversiamo, complessivamente, un momento particolare nella vita politica del nostro Paese.
Credo che negli ultimi decenni non ci siano precedenti, in termini di interventi diretti nella vita politica e nelle istituzioni, delle gerarchie ecclesiastiche, anche con toni che, a mio avviso, poco si confanno ai vertici delle gerarchie stesse.
Ricordo l'accusa di terrorismo che era stata rivolta a quelle donne che utilizzano l'interruzione volontaria di gravidanza. Ricordo l'accusa di terrorismo che era stata mossa nei confronti di un comico, ovvero di un soggetto che si era permesso di fare satira, ricordando, peraltro, una cosa vera e reale, e cioè che la Chiesa cattolica non aveva disdegnato di concedere il funerale religioso a terribili dittatori, quali Augusto Pinochet: credo che questo sia un fatto storico, per cui non ne ho compreso l'arrabbiatura e la reazione. Ma l'accusa di terrorismo, rispetto alla satira, esprime, comunque, il quadro di una situazione di contesto nel nostro Paese.
Si è aperta una battaglia e un confronto vero sul tema della laicità dello Stato e delle istituzioni.
Noi continuiamo a ritenere inaccettabile che un'autorità religiosa detti la linea al Parlamento della Repubblica e, allo stesso modo, detti la linea a questo Consiglio regionale. Da questo punto di vista, mi ha colpito un passaggio della Consigliera Motta, che diceva: "Abbiamo fatto un documento e ci uniformiamo come comportamento, come Margherita, rispetto alla lettera dell'Episcopato". Mi ho ha colpito. Non lo condivido, ma ne prendo atto.
Dirò di più. In questo quadro di contesto è maturata la convocazione del cosiddetto Family Day, una manifestazione che con il passare del tempo ha oggettivamente assunto una valenza contro...



(Brusio in aula)



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, se assumessimo anche l'abitudine ad ascoltarci, sarebbe utile, magari, anche per comprenderci reciprocamente, forse. Mi riferisco non alla minoranza, che vedo che mi ascolta - così potrà utilizzare quanto dico, ovviamente - ma, ahimè, ai nostri alleati.
Sarebbe utile ascoltarci e magari tentare anche di comprenderci. Dicevo che in questo quadro è nata ed è stata lanciata la manifestazione cosiddetta del Family Day. È una manifestazione che ha assunto una connotazione non a favore della famiglia, ma contro la possibile estensione di diritti civili a quelle donne e a quegli uomini, a tutti e a tutte come piace dire a noi - e al godimento dei diritti civili indipendentemente dalle scelte di vita e dalle forme di convivenza, scelte liberamente o più o meno liberamente.
Fare davvero questo, al di là dei posizionamenti strumentali, lo voglio dire, pare un attentato all'unità della famiglia, quella fondata sul matrimonio - quello civile, aggiungo io, che è l'unico che ha validità legale in questo Paese.
E dunque da questo punto di vista è da respingere il tentativo di parte del mondo politico, anche della coalizione dell'Unione, di appropriarsi di questo istituto.
Ne discutevo prima con la Consigliera Pozzi: la famiglia è un valore della Repubblica, il matrimonio è un valore della Repubblica - quello civile, continuo ad aggiungere, perché è l'unico riconosciuto dalle leggi della Repubblica. Ma noi chiediamo l'estensione di quei diritti, non di togliere a chi ha altrettanto liberamente scelto di contrarre matrimonio.
Qui sta l'elemento intollerabile di strumentalizzazione politica.
Qualcuno pensa così di raschiare il fondo del barile, e magari ottenere qualche consenso in più alle prossime elezioni e a quelle che ancora seguiranno.
Credo che questa politica abbia le gambe corte, perché va contro il sentire profondo del nostro popolo, dei nostri cittadini, contro la stragrande maggioranza di essi, anche di coloro - faccio outing - che, come me, hanno una relazione sancita da un matrimonio civile, stabile e duratura.
Lo dico perché, parlando di queste cose, bisogna anche avere un minimo di coerenza personale e non difendere la famiglia, questo sacro istituto, e poi avere una vita personale esattamente al contrario, con comportamenti che contraddicono questo sacro istituto del matrimonio.
Se ci credete, dovete vivere in coerenza con questi principi, dato che voi, in gran parte, utilizzate in maniera strumentale questa battaglia per finalità elettorali e, in questo caso, per tentare di dividere la coalizione di centrosinistra su questo tema.
Questo non è un tema che era compreso nel programma di governo con il quale abbiamo vinto le elezioni. E legittimamente credo che esprimeremo posizioni diverse su questa questione, ma questo non avrà - faccio il facile profeta - conseguenze - così vi togliamo un po' dell'entusiasmo che avete dimostrato - sulla tenuta di una Giunta e di una maggioranza che è chiamata a confrontarsi sul programma che abbiamo sottoscritto.
Lo diciamo, così vi togliamo qualche illusione, e tuttavia devo fare un ulteriore passaggio - e lo faccio con grande sofferenza. Mi riferisco all'ordine del giorno sottoscritto dal futuro - chiamiamolo così - Partito Democratico.
Sono amareggiato da questo ordine del giorno, e lo dico in particolare alle compagne e ai compagni dei DS, perché questo ordine del giorno non rispecchia le considerazioni della Consigliera Pozzi, della quale avrei sottoscritto l'intervento, che anzi propongo di trasformare in un ordine del giorno, che voterei.
Il problema è che in questo ordine del giorno non compare quello che così autorevolmente la Consigliera Pozzi ci ha detto, e che io condivido parola per parola, ma sono scritte altre cose.
Intanto dice che ci sarà questa manifestazione. Bene, non si è in grado di esprimere un giudizio, si prende atto. Noi invece un giudizio ce l'abbiamo molto chiaro e l'ho espresso prima rapidamente.
Ma il secondo passaggio dell'ordine del giorno del Partito Democratico lo chiamo così, ma senza provocazione - vincola tutto il resto dell'ordine del giorno, perché, richiamandosi all'articolo 29 della Costituzione, recita: "Riconoscendo l'importanza della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".
Successivamente a questa affermazione, pone una serie di questioni su cui si può anche concordare: politiche a sostegno della genitorialità, dei figli ecc. Siamo assolutamente d'accordo. Il problema vero che si pone questo elenco, magari anche condivisibile...
Vorrei aggiungere un'altra cosa: forse, e lo dico in maniera assolutamente isolata, il soggetto di riferimento dovrebbero essere i...
per quello che riguarda il centrosinistra, indipendentemente dal fatto se abbiano o meno contratto matrimonio.



PRESIDENTE

Collega Chieppa, la invito a terminare.



CHIEPPA Vincenzo

Le chiedo ancora due minuti.



PRESIDENTE

L'intervento è di dieci minuti.



CHIEPPA Vincenzo

Allora mi tolga la parola, ma io continuerò a parlare!



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere, concluda.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente, vi avvio alla conclusione. Visto che lei è sempre molto gentile verso i Consiglieri, le chiederei di usare anche verso di me la stessa cortesia.



PRESIDENTE

Userò la stessa cortesia nei suoi confronti, però essendo lei un Consigliere dell'Ufficio di Presidenza, spero che non mi costringa a togliere la parola.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente, mi lasci la parola ancora trenta secondi e mi avvio alla conclusione.
Dunque quel tipo di intervento e di passaggio informa tutto il resto dell'ordine del giorno. E devo dire, con tristezza e senza intento provocatorio, che mi pare che il compromesso venuto fuori tra DS e Margherita sia un passo indietro profondo da parte delle compagne e dei compagni democratici di sinistra sul tema della difesa della laicità delle istituzioni, della laicità dello Stato, di una visione laica della società.
Lo dico con grande rammarico: non è un bel giorno per la nostra Regione, per questo Consiglio regionale e per tutta la sinistra. Credo che questo sia il segno anche preoccupante di quella che potrebbe diventare la più grande forza dell'Unione, con la quale noi intendiamo restare alleati e lo faremo, ma con la quale intendiamo anche confrontarci su questi temi ed avviare una lotta serrata per l'egemonia nella società su questi temi.
Io questo ordine del giorno lo ritengo un grave errore!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Intanto mi riferisco ad una preoccupazione che il Consigliere Chieppa ha espresso durante il suo intervento. Crede che questo dibattito e questa discussione su un tema così importante come quello della famiglia sia solo una strumentalizzazione per vedere se la maggioranza di questo Consiglio regionale si divide.
Penso che il Consigliere Chieppa abbia una veduta così ampia che possa capire che non è un argomento che stiamo discutendo in questo Consiglio tirato fuori artificiosamente, senza che in tutta Italia non se ne dibatta senza che nessuno negli altri consessi non ne dibatta, senza che non sia convocata una manifestazione nazionale, senza che le prime pagine o quasi di tutti i principali quotidiani di destra o di sinistra siano occupate da questo tema.
Quindi, non si preoccupi, non è un argomento tirato fuori per vedere la tenuta della maggioranza della Regione Piemonte, ma, secondo noi, è un tema più alto, più profondo e più decisivo, anche per l'immagine che il nostro Paese deve dare, per l'immagine delle tradizioni, per l'immagine di quello che i nostri genitori e nonni hanno da sempre coltivato e cercato di insegnarci come valori che non fossero né di destra né di sinistra, ma valori fondanti delle società e delle comunità anche del passato.
Noi riteniamo che debbano anche essere i riferimenti del futuro, perch sempre più vediamo la società appiattirsi, la televisione sempre più con programmi di intrattenimento distoglie i giovani, i bambini e i ragazzini dai valori fondanti. Questo avviene nel momento in cui tutti i valori vengono calpestati in nome di qualcosa d'altro, per qualche finalità che a volte viene fatta sembrare umanitaria, ma che, magari, umanitaria non è non è di aiuto ad altri soggetti, non è di aiuto ad altre categorie deboli.
In questo contesto, noi dobbiamo ribadire la centralità della famiglia dobbiamo ribadire quello che è il punto fondante. In primo luogo, la famiglia è quella fondata sul matrimonio; in secondo luogo, la famiglia è solo quella formata da un uomo e da una donna, non da altri soggetti.
Inseriamo anche questo come uno dei capisaldi per le ulteriori declinazioni del ragionamento.
Noi non possiamo accettare coloro che tentano subdolamente di far passare idee che, addirittura, contemplino la famiglia come una comunità formata da due persone dello stesso sesso. Questo è un esempio negativo in assoluto per tutti quei valori che ho addotto prima, che vanno ad onta di ogni intervento.
Non per questo il nostro Gruppo è contrario a introdurre anche elementi che favoriscano le cosiddette coppie di fatto. Noi riteniamo che la famiglia sia il nucleo centrale, così come ho detto, ma non pensiamo che debba essere l'unica entità, riteniamo ci siano diversi livelli di priorità. Per noi la famiglia è quella tradizionale, lo posso anche confermare, essendo oggi andato a pranzo con un parlamentare della Somalia che è venuto a Torino e ha chiesto di incontrarci.
A seguito di questo incontro, questo parlamentare ci ha confermato che l'immagine all'estero dell'Italia è quella ancora di un paese fondato sulla famiglia tradizionale, adducendo, forse, alla presenza del Vaticano o forse, proprio all'immagine che viene fatta passare all'estero. Questa immagine è molto invidiata e si ritiene da parte loro che nel nostro paese il baluardo della famiglia regga perché è una tradizione; anche loro stanno tentando di seguire e di inculcare dei valori che rappresentino quell'esempio.
Credo che questo si verifichi anche in altri paesi europei. Nonostante tutti i tentativi in atto di snaturare questa entità, che, come dicevo, da millenni, viene mantenuta nella nostra tradizione, nella nostra storia e nella nostra cultura, nei genitori e nei nonni, che votavano comunista e fascista negli anni Trenta, la famiglia era la famiglia, indipendentemente che uno fosse...



(Commenti in aula)



CASONI William

Non si votava, si davano gli aiuti...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



CASONI William

Se voi chiedete...



PRESIDENTE

opportuno che ciascuno possa esprimersi liberamente.



CASONI William

Ho sbagliato un termine, chiedo scusa. Però, proprio in virtù di questo, vi invito a chiedere ai capi partigiani cosa pensano della famiglia, se pensano che debba essere quella tradizionale o quella formata da due persone dello stesso sesso, che, magari, adottano dei bambini e snaturano altre cose.
Andate a chiederglielo, io l'ho fatto e tutti mi hanno detto che per loro la famiglia, nonostante la distanza nelle idee, è quella.
Anche voi avrete dei riferimenti storici e di persone che considerate sagge e deputate a seguire la tradizione, che anche sono della vostra parte politica, allora, chiedete a queste persone cosa pensano in merito a questa evoluzione, cosa pensano di queste modifiche, cosa pensano di queste introduzioni, se concordano che in Parlamento ci vada Vladimir Luxuria o forse, che sarebbe stato meglio che ci andasse Nuto Revelli o, anzich Cicciolina, una comandante partigiana.
Queste cose - lo dico dalla vostra parte - sono il fondamento dei valori, che non hanno parti politiche, che discendono dalle nostre tradizioni e da quelle in cui si crede.
Se noi pretendiamo in trenta o vent'anni, in ogni processo culturale di snaturare la storia millenaria della famiglia in Italia, va bene, noi vi lasciamo il compito di fare questo, troverete la maggioranza degli italiani contrari a questa volontà, non in base all'appartenenza del voto politico ma in base alla maggioranza dei valori che loro hanno ereditato dalle loro famiglie.
Volete fare un referendum, volete porre una situazione di contrasto volete vedere anche le forze del centrosinistra che si schierano da una parte o dall'altra! Il Consigliere Chieppa addirittura criticava l'ordine del giorno del partito democratico: anche qui non riuscite a trovare una sintesi! Anche qui non riuscite a trovare un'unione! Mi fa piacere, auspico che i Gruppi della maggioranza in merito a questo valore trovino il coraggio di votare per quelle che sono le loro radici, i loro sentimenti e il loro credo, quello che hanno sempre raccontato agli elettori per farsi votare, perché avevano una certa idea questa è l'occasione per dimostrarlo.
Noi non siamo per le maggioranze blindate, destra o sinistra, la famiglia costituisce un valore trasversale. Chi ci sta, chi ci crede, chi chiede di difenderla, chi la mette al di sopra di ogni altra forma di unione sa come può esprimersi; chi, invece, ritiene che la famiglia fondata sul matrimonio, con figli e legalmente riconosciuta, debba essere equiparata ad altre forme di unioni lo dica in modo altrettanto chiaro, lo dica qui, lo faccia sapere, vedremo quello che sarà il consenso.
Non ci piacciono le vie di mezzo, coloro che dicono di essere per la famiglia tradizionale, ma vogliono anche gli stessi diritti, cioè, non si capisce bene.
Noi diciamo uno, due e tre: famiglia tradizionale, coppia di fatto tra uomo e donna e altre unioni. Questa è la nostra priorità: uno, due, tre.
Gli altri dicano se ritengono che le priorità debbano essere diverse, se devono essere uno a uno, se devono essere una equiparata all'altra, oppure quali sono le differenze che le contraddistinguono.
Avviandomi alla conclusione, crediamo che questo sia anche un segno importante, il Family Day sarà un giorno molto importante, dimostrerà con le tante persone in piazza la volontà popolare, dimostrerà quali sono le tradizioni alle quali tutti si richiamano, indipendentemente dal credo politico. Sono convinto che il 12 maggio vedremo in piazza persone provenienti da varie parti politiche, che riaffermeranno una priorità quella che, comunque, noi dobbiamo trasmettere ai nostri figli: la migliore soluzione per il loro futuro è quella della famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna; quella tradizionale nei valori e nella Chiesa. Se poi loro vorranno scegliere differentemente, nessuno li demonizzerà, però non avranno gli stessi diritti di chi ha fondato una famiglia tradizionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Le argomentazioni usate da diversi colleghi, contrari all'approvazione dell'ordine del giorno sull'adesione al Family Day, non mi hanno convinto.
Personalmente credo che dobbiamo partire proprio dalla condivisione generalizzata del considerare, come scrive la Costituzione, la famiglia come cellula di base della nostra società, anche nel disegno costituzionale della Repubblica democratica che ha consentito a questo Paese di crescere.
Sotto questo profilo richiamo anche una serie di passaggi, per vedere come, nel tempo, l'atteggiamento dei democratici è cambiato o, comunque, ha assunto forme e iniziative adeguate ai tempi. C'è stato il momento della battaglia sul divorzio, con gli esiti che conosciamo, condotta dalla parte alla quale sono sempre appartenuto, con criteri di democrazia e di confronto delle idee, anche se magari era difficile andare in piazza o confrontarci in determinate realtà. Vi è stato poi il momento del referendum sull'aborto, dove veniva sottolineata una serie di contraddizioni nella legge, con gli esiti che conosciamo. Successivamente il rispetto delle regole della democrazia, fondata su decisioni della maggioranza, ha fatto sì che, nel nostro Paese, queste normative avessero la loro attuazione, anche con momenti di verifica dal punto di vista istituzionale e culturale.
A questo punto occorre domandarci se oggi il mondo cattolico lancia un appello per andare in piazza. Intanto, compie una scelta, nell'ambito dei diritti costituzionali, che prevedono che qualunque cittadino che abbia da dire qualcosa lo può dire manifestando le proprie idee o manifestando insieme ad altri nelle piazze.
A questo punto chiedo, a coloro che si oppongono a questa impostazione di farsi maggiormente carico delle ragioni alla base del messaggio lanciato, poi personalizzatosi nel Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. In realtà, corrisponde al comune sentire delle comunità cristiane, ma anche di tanti altri, magari non credenti, che comunque vogliono interrogarsi sull'importanza della valorizzazione della famiglia proprio per far riprendere allo sviluppo del nostro Paese un determinato percorso, magari rilanciando certi valori ormai affievolitosi.
Nei documenti si scrive che c'è crisi delle nascite. Ricordo che nel dopoguerra, quando tutti tiravano la cinghia, il problema non erano le condizioni di vita contingenti, perché vi era la speranza e una visione del futuro che faceva sì che tutti davano il loro contributo, anche sotto il profilo della natalità: i figli si facevano sperando che avessero la possibilità di affermarsi nella vita, trovando anche una giusta dimensione economica.
A volte ci sono ideologie e idee che creano condizioni, partendo proprio dalla negazione della difesa della vita, dal suo concepimento fino al termine naturale, che favoriscono troppo, da un punto di vista culturale, un egoismo individualista.
Domandiamoci se il voler escludere a tutti i costi un'espressione pubblica alla religione non crea condizioni tali per cui anche quei valori umani, su cui tutti diciamo di convenire, hanno poi una difficoltà ad essere professati.
Secondo molti colleghi occorre riconoscere i diritti in progress, ma non confondiamo i desideri o le aspirazioni del singolo con quelli che diventano diritti giuridicamente tutelati dalla Costituzione e dalle leggi di attuazione, sia a livello nazionale sia a livello locale.
Personalmente credo che la manifestazione di sabato debba essere vista come una manifestazione che tende soprattutto a rimettere la palla al centro; rimettendo sotto i riflettori l'attenzione sulla famiglia e sul ruolo che essa riveste. In una società che cambia, in una economia che si globalizza e in un confronto interno e internazionale di tipo diverso, pu diventare la molla che può rilanciare, non solo la speranza per il futuro ma anche un clima idoneo alla formazione, nei cittadini, di quel senso civico necessario per cementare la crescita di coloro che diventeranno i cittadini di domani.
Ho sentito, colleghi, anche una serie di stonature. Prima di tutto l'accusa di strumentalizzazione, da parte del collega Chieppa, verso coloro che vogliono sottolineare il ruolo della famiglia, tradizionalmente concepita, e incastonata in una norma costituzionale. La respingo assolutamente al mittente.
Mi sembra che qui, tutto sommato, alcune componenti laiciste in questi anni tentino di contrabbandare una lotta per i diritti della persona che invece, va a scardinare una determinata concezione della vita, dei rapporti sociali e dei valori. Sotto questo profilo non condivido la critica e la respingo al mittente.
Allo stesso modo, quando addirittura il collega Robotti richiamava la Rivoluzione Francese per dire: "Allora sì si è iniziato a distinguere chiaramente tra lo Stato e la religione", ho fatto una battuta che ora ripropongo: ovviamente, tagliando una serie di teste con la ghigliottina la distinzione è stata netta.
Al di là delle battute, andando alla sostanza del discorso, dobbiamo rileggere, cari colleghi, Don Sturzo e De Gasperi, campioni della laicità della politica. Noi cattolici concepiamo la politica soprattutto al servizio dei valori dell'uomo, dell'interesse generale e del bene comune della società. Semmai, quando diciamo di avere un'ispirazione cristiana certamente non vogliamo trasferire nelle leggi dello Stato i canoni ecclesiastici.
Sono due questioni completamente diverse. Non facciamo confusione perché non è questo il nostro obiettivo. Noi vi domandiamo di prestare una maggiore attenzione alle proposte che provengono anche dal mondo cattolico che qualcuno archivia a priori, ma che altri più prudenti prendono in considerazione. Mi riferisco alle aree che guardano di più al centro del centrosinistra. Lo stesso Fassino dice: "Noi rispettiamo il mondo cattolico che va in piazza". Facciamo un passo in più. Se lo rispettiamo, se riteniamo che dicono delle cose che meritano l'attenzione, allora andiamo avanti.
Devo avviarmi alla conclusione prima di essere richiamato. Cari signori, se condividiamo la necessità di valorizzare il dibattito che è in corso, ricordo che abbiamo aderito anche al Gay Pride. Prendo atto che la Presidente della Regione non sia favorevole, ma mi volete spiegare, anche da un punto di vista laico, per quale ragione migliaia di cittadini piemontesi che andranno a Roma non devono avere la considerazione del Consiglio regionale? Abbiamo prestato attenzione a minoranze molto più contenute.
Spiegatemi, visto che rispettate il dibattito e ne condividete, da un punto di vista civico e umano, alcuni obiettivi, perché non si può affermare che non lo si sostiene per salvare il centrosinistra in Giunta. Ma questo è un altro discorso.
Cari signori, anche se non condividete il mio pensiero da un punto di vista del comune sentire religioso, mi aspettavo e mi aspetto ancora un coraggio maggiore.



CAVALLERA Ugo

PRESIDENTE.



CAVALLERA Ugo

La parola al Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Innanzitutto annuncio che, come Gruppi di minoranza, chiederemo nei prossimi giorni la convocazione di un Consiglio regionale straordinario sulle politiche per la famiglia in Piemonte. Vorremmo discutere con dati certi e statistiche, conoscendo qual è l'effettiva situazione, dalla città metropolitana di Torino al resto delle Province.
Vorrei sottolineare che abbiamo parlato, oggi, di questa materia senza la presenza degli Assessori ai servizi sociali, alla scuola, al bilancio e alle pari opportunità. Non che gli altri Assessori non siano ugualmente rappresentativi ma, competenza per competenza, sarebbe stato interessante conoscere il pensiero di chi queste politiche è chiamato tutti i giorni ad applicarle e ad affrontarle.
Ho sentito molti Consiglieri che ci hanno fatto pensare al fatto di quanto sia importante, almeno per un politico credente, ascoltare cosa dicono i vescovi. Lo dico soprattutto agli amici che rappresentano le aree più estreme del centrosinistra: essere cattolici non è un obbligo. Essere cattolici non è obbligatorio, il cattolicesimo non è un supermarket nel quale si prende solo quello che serve e si lascia il resto.
L'autonomia della politica si esercita nelle istituzioni, nelle quali gli eletti rispondono, caro Consigliere Robotti, innanzitutto alla loro coscienza e i loro elettori. Io qui rappresento il Piemonte, ma rappresento, per ciò che riguarda il Piemonte, gli elettori del mio partito, che si chiama Unione Democratici Cristiani di Centro, così come ognuno di voi rappresenta il suo partito. È La Presidente Bresso che, caso mai, dovrebbe rappresentare tutti i piemontesi, peraltro, senza un cogente vincolo di mandato.
Se però un esponente politico vanta pubblicamente, come facciamo noi la sua adesione alla fede cattolica, signor Presidente, traendone anche vantaggi elettorali, non può non appellarsi a chi ha, per così dire, il copyright del cattolicesimo, che in Italia, per quanto ci riguarda, sono i vescovi.
I vescovi richiamavano la coerenza con i valori a cui liberamente e pubblicamente si sono impegnati ad ispirarci. Ha ricordato poco fa il Consigliere Cavallera che la Democrazia Cristiana, partito da cui proveniamo, fu un partito di ispirazione cristiana ma fortemente laico.
L'autonomia della politica implica che i cattolici accettino le decisioni delle istituzioni anche quando non le condividono, rispettando le leggi dello Stato. Ma fino a quando i propositi non sono legge, abbiamo il dovere, con tutta la forza e con tutta la libertà che abbiamo, di far presente quali sono le nostre idee e quindi di essere contrari a quelle che non condividiamo.
Per ciò che riguarda la vicenda dei DICO, che certamente c'entra con il Family Day, perché non è casuale che questa giornata avvenga nel momento in cui in Italia vi è un acceso dibattito, ricordatevi che i DICO (tanto la legge non verrà mai approvata) non sono necessari nel nostro Paese. Non ce n'è alcuna necessità, tranne che per quanto detto nel primo articolo del disegno di legge Pollastrini-Bindi (fra l'altro, in un anno l'unica cosa che hanno fatto per le pari opportunità e per la famiglia è la proposta di legge di cui stiamo parlando, il disegno di legge sui DICO). Nel primo articolo di questo disegno di legge si parla di persone dello stesso sesso soltanto questo; tutto il resto esiste già nell'ordinamento giuridico italiano.
L'assistenza ospedaliera? Nessuna legge impedisce di visitare e accudire il convivente in caso di malattia o ricovero. Se ci sono problemi di salute è il paziente ad essere titolare delle decisioni. Le donazioni degli organi? Esiste già una legge, la 91/99, secondo cui il convivente ha diritto di decidere in assenza di dichiarazioni del diretto interessato. Il tutore legale? Secondo l'articolo 424 del Codice Civile, in caso d'incapacità il giudice nomina il tutore. Gli alloggi in affitto? Ci sono svariate leggi, ma in particolare ricordo l'articolo 6 della legge 392/78 secondo cui il convivente subentra nel contratto di locazione nel caso di morte del conduttore. E ce ne sono altre, ve le potrei citare tutte.
Per ciò che riguarda il lavoro, il convivente, come il coniuge, ha diritto, con permesso retribuito, di tre giorni di permesso all'anno in caso di decesso documentato. Lo dice la nostra legge, la 53/2000. Vale per le pensioni, la previdenza, i processi, il carcere e addirittura il risarcimento alle vittime del terrorismo e della criminalità. Secondo il DPR 510/99, il convivente è destinatario dell'assegno vitalizio in caso di morte del partner.
Ma per sottolineare qual è veramente l'importanza del Family Day, mi permetto di leggere, visto che ho ancora alcuni minuti, cosa dice Lucia Annunziata in un articolo pubblicato su La Stampa il 26 marzo scorso intitolato "Perché andrò al Family Day". Secondo me questa volta ha colpito nel segno, perché si rivolge, da elettrice dell'Ulivo, ai partiti dell'Ulivo, in modo particolare a quelli di sinistra.
Scrive Lucia Annunziata: "Andrò al Family Day. Decisione individuale e privata di un elettore qualunque dell'Ulivo. Ma se persino nel più 'laico' dei partiti della coalizione di governo, quale i DS, ci sono segnali di una riflessione in merito, forse è tempo che una serie di scelte individuali vengano dichiarate. Le ragioni per andare al Family Day, anche per un cittadino che appoggia i DICO, anche al fianco delle organizzazioni cattoliche più conservatrici, sono, a mio parere, scritte nel DNA stesso della sinistra. Nella storia del movimento operaio, la famiglia è sempre stato un punto fermo della propria identità sociale; l'istituzione a cui nell'esperienza concreta delle classi popolari, si è ancorata la solidarietà più generale, formata ad immagine e somiglianza proprio delle relazioni solidali che la famiglia offre. Il movimento operaio e i suoi dirigenti hanno sempre abbracciato (fino al moralismo) un sistema di vita personale e familiare di massima austerità, indicando in questa scelta...



(Commenti del Consigliere Robotti)



GUIDA Franco

Non sono di destra, sono democristiano. Non sono mai stato di destra sono un democristiano e sono disponibile a dialogare con la sinistra, ma sono un democristiano. Non sono di destra e non fa parte della mia storia politica.



(Commenti del Consigliere Robotti)



GUIDA Franco

Taci,taci, ti abbiamo ascoltato!



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Robotti!



GUIDA Franco

Abbiamo già ascoltato il tuo intervento pieno di relativismo con religioso silenzio. Fai la stessa cosa anche tu con noi! Certamente se queste cose le dicessi io, potrebbero non essere ascoltate, ma siccome le dice Lucia Annunziata vi brucia un po', non è così? Proseguo nella lettura dell'articolo.
"In Italia la famiglia operaia è stata così elemento propulsore nella creazione della società opulenta di oggi: dagli anni dell'immigrazione ai sacrifici per le scuole ai figli. Infine, dentro la famiglia come nucleo innovativo per nuova parità e nuova libertà è passata anche (in negativo e in positivo), più di recente, tutta l'ambizione a nuove relazioni umane. I figli omosessuali, o quelli che non vogliono il matrimonio tradizionale, i ribelli e i single" - ha ragione, la famiglia non è una passeggiata, la famiglia è una cosa complessa, una strada in salita - "insomma, l'Italia tutta che vuole i DICO, insomma, esce da questa esperienza familiare consolidata: e nella vita reale è nell'ambito delle famiglie che le irregolarità trovano spesso soluzione. Ancora oggi il popolo della sinistra rivendica così l'orgoglio di scelte familiare etiche - nel rispetto della propria tradizione. La famiglia non è affatto un valore soltanto cattolico", tant'è vero che non difendiamo il matrimonio religioso Consigliere Robotti, ma difendiamo il matrimonio comunque, civile o religioso.
"Le ragioni della cronaca e della politica stanno modificando l'immagine della sinistra. Un trans è entrato in Parlamento: la foga della battaglia con la Chiesa ha spostato i DICO su temi di estremismo omosessuale: e la stessa foga di difesa politica ha portato la sinistra ad affrontare il caso Vallettopoli e Sircana rifugiandosi in una sorta di indifferenza di giudizio - con quella frase ripetuta 'nel privato ognuno fa quello che vuole'. Ma davvero è cosi? Davvero non ci sono limiti se non quelli dei bigotti alle scelte delle persone? È davvero perfettamente indifferente cosa si fa nel privato - indifferente, ad esempio, nella nostra difesa della dignità delle donne, nel rifiuto dello sfruttamento (sessuale oltre che materiale?); indifferente nella educazione dei figli nella delineazione di una società diversa? Il rischio insomma è che la sinistra finisca schiacciata oggi, al di là delle sua volontà, nel ghetto di una somma di differenze indifferenti. Dire un sì deciso all'idea di famiglia serve anche a strapparsi da questo possibile ghetto.
La sinistra è oggi al Governo, deve dunque continuare a raccogliere consenso per continuare i suoi progetti. Rompere con la Chiesa, e ancora di più con le organizzazioni cattoliche, è un calcolo che non ha senso neppure dal punto di vista dei numeri. A chi giova dunque, ed ecco la terza ragione per sfilare nel Family Day, spaccare il dialogo sociale? una ragione forse eccessivamente tattica, ma anche squisitamente politica. Perché ripropone al governo di centrosinistra un dilemma decisivo: se cioè nel governare un Paese conti più la battaglia di identità o la costruzione di coesione sociale. La risposta data a questa domanda è stata finora a favore delle identità: la legge sui DICO è diventata infatti infinitamente più rilevante di quello che è nella realtà del Paese per il suo significato simbolico. Ma ai fini del bene pubblico, non è forse più rilevante la possibilità di costruire intorno a un principio una identità condivisa, magari costruita nel tempo, ma decisamente più ampia? Recenti sondaggi sul calo di popolarità del governo sostengono che i DICO vi giocano un grande ruolo: non è questo forse un monito?".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Cercherò di essere breve, anche perché sull'argomento è già stato detto parecchio.
Sabato ho un grande problema: è il giorno in cui si incontrano gli Alpini a Cuneo, ma anche il giorno della manifestazione a Roma. Per me venire a Torino è già un grande sforzo, immaginate cosa voglia dire andare a Roma ma il sottoscritto, il 12 maggio, andrà a Roma. Non per manifestare contro qualcosa, ma perché sono convinto di poter aderire, e aderisco, con una certa forma. Se poi qualcuno va per fare una manifestazione contro, non lo so, per quello che mi risulta la manifestazione di Roma è per difendere un qualcosa in cui io credo. Vado a Roma per dire che voglio difenderla e quindi sono costretto ad andarci.
Il documento della cosiddetta sinistra radicale evidenzia che loro sono contenti che l'istituto famiglia stia cambiando, si stia trasformando: "Meno male che sta scomparendo la vecchia famiglia". Piena legittimità a queste persone di avere queste idee, ma io la penso in modo diverso. Quello che non accetto è di essere accusato di discriminazione per le mie idee.
Faccio parte di un'associazione delle barbe e dei baffi della Provincia di Torino. Se l'amico Ghiglia, uno dei più sbarbati del Consiglio, mi denunciasse per discriminazione solo perché io non lo accetto nella mia associazione non avendo, egli, né barba né baffi, veramente saremmo alla follia totale.
Non è che in quanto aderente alla Chiesa cattolica sia contro i DICO e a favore della famiglia. Io, in quanto uomo, sono a favore della famiglia e, casualmente, faccio anche parte di quel gruppo organizzato. Distinguiamo bene le cose. Il gruppo che si riconosce in certi valori per il solo fatto di essersi organizzato come Chiesa cattolica non può parlare e non pu pronunciarsi? E noi saremmo discriminati? Io non discrimino nessuno.
Il sottoscritto, indipendentemente dall'appartenenza alla religione cattolica, è a favore della famiglia e intende cercare di salvarla. Se poi la famiglia tradizionale sta scomparendo, per carità, ne prendo atto. Fra mille anni probabilmente non parleremo più piemontese, non parleremo più franco-provenzale, ma oggi difendo queste culture. Fra mille anni non so se ci sarà ancora la famiglia intesa nel mio senso, ma cerco di difenderla al massimo, finché posso. Il significato della manifestazione di sabato per me sarà questo. Un qualcosa che spero continui a sussistere, farò una dimostrazione per dichiarare che sono da quella parte. Liberi gli altri di pensare il contrario. Avremmo ben il diritto di confrontarci su idee opposte! Faccio un altro caso. Viene molto citato, secondo me non correttamente il discorso del referendum sul divorzio. Personalmente sono contrario al divorzio. Faccio parte di un gruppo di cattolici che è contrario, dal punto di vista legale, al divorzio. Tuttavia, poiché era evidente e impossibile evitare danni maggiori non concedendo il divorzio, sono stato favorevole al divorzio dal punto di vista legislativo. Ma io come legislatore, come cittadino, quando ho potuto decidere, sono stato favorevole. Qui il caso è diverso. Cerchiamo di difendere un qualcosa che, comunque, c'è ancora, è in forte calo, ammettiamolo - non so quanto potrà resistere - ma noi cercheremo fino all'ultimo di far esistere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Credo sia già stato detto di tutto e vorrei che si arrivasse alle fine velocemente, perché poi dobbiamo procedere al voto e ci sono forti perplessità.
Non è che per dichiarazione uno debba essere riconosciuto dagli altri interlocutori, ma spero ed immagino che nessuno, con una certa facilità contesti il mio essere laico. Non un laico eccellente. Un laico pieno di difetti, ma certamente laico. Aderisco alla posizione espressa oggi dal nostro ordine del giorno perché il problema non è quello di evidenziare le differenze, che ci sono.
La giornata di oggi mi sembra, ove ne servisse ancora, una esemplificazione, un test, ahimè, molto evidente. Dico ahimè perché quando una maggioranza è... lacerata forse è un termine impegnativo, ma è percorsa da fremiti così evidenti, il fatto che a cinque minuti dal voto buona parte dei Capigruppo e degli esponenti del centrosinistra stiano discutendo, ne è un esempio. Non è una buona notizia neanche per l'opposizione. Lo sarebbe se, in altri tempi e in altri climi, questo ci potesse indurre a quello che noi certamente avremmo, credo legittimamente, richiesto. Prendiamo atto che la maggioranza politica non c'è più e definiamone un'altra.
Fortunatamente le leggi che il nostro popolo ha espresso tramite i suoi mandanti, i suoi rappresentati parlamentari, lo sappiamo bene, non consentono queste variazioni che, io stesso, considererei negative. A che pro evidenziare lacerazioni o differenze o problemi che mi sembrano talmente evidenti da non spenderci un momento in più.
Mi pongo, invece, un altro problema, ovvero di come la maggioranza costituita da persone e da parti che non sono casualmente al Governo, non si ponga il problema di costruire un sistema di valori condivisi. "Sistema di valori condivisi" non significa il mio, ma significa quello che l'etimologia del termine rappresenta. A maggior ragione un laico: io lo faccio spesso, anzi sono decisamente più bravo a difendere le cause altrui rispetto a quelle che personalmente o per il mio territorio o per le mie convinzioni rappresento.
Quando il collega Chieppa, al termine del suo intervento, afferma: "Abbiate pazienza, ho un'opinione diversa ma dovete ascoltarla", dice ahimè solo in chiusura, all'interno di un ragionamento che invece è tutto di chiusura rispetto ai valori degli altri - la verità. Il difendere le opinioni altrui è fondamentale per un laico, soprattutto se uno non le condivide. È facile tagliare i nastri e dar ragione a se stessi; il difficile è sostenere i diritti di chi non la pensa come te in un sistema di valori che non è il tuo, ma che non puoi non riconoscere come valore.
Di cosa stiamo discutendo oggi? Si è discusso di un po' di tutto, ma il tema iniziale è se sia utile o meno che questa Regione partecipi a una manifestazione che, con una certa terminologia, è chiamata Family Day.
una terminologia condivisibile? Ne ho viste di meglio, ma anche di peggio. Tuttavia, questo è il tema. Ma è davvero possibile che una struttura di Governo e una maggioranza - al di là dei timori interni, che sono altre cose rispetto all'esterno - non voglia riconoscere nella famiglia un valore? Si fanno strumentalizzazioni: buon Dio, se ce ne fossero sarebbero credo le milionesime dal 1946 ad oggi, se "milionesimo" fosse inteso probabilmente per difetto.
Ci saranno opinioni diverse che, con questo, non si concreteranno in una uniformità di pensiero? Ricchezza.
Il sostenere, oggi, la non adesione della Regione, lo ritengo un ulteriore e inutile regalo alle opposizioni - in questo caso al centrodestra - che non ne hanno bisogno. Chi come me appartiene ad un partito che fa opposizione in una fase di transizione verso una fase di governo - perché questa è la nostra vocazione - lo vede come ulteriore elemento di rottura.
All'interno di ciò, poi, si estrinsecano ragionamenti - lo dicevo prima a microfoni spenti con il collega Larizza - che denotano una mancanza di fondamentali. Mi spiace che l'amico Luca Robotti non sia presente in aula ma ritengo che abbia torto. Ma non perché ho un'opinione diversa: ha torto quando dice che noi, su questi banchi, siamo i rappresentanti di tutti. Non è vero se non rarissimamente: io sono il rappresentante dei 7.100 soggetti non li conosco tutti, ma un certo numero sì - che, con una certa fatica scrivendo il mio cognome e apponendo una croce nell'apposito simbolo, mi hanno autorizzato ad essere qui, come tutti i miei colleghi di minoranza che, avendo appunto perso, escono dalle liste del proporzionale.
Il compito di rappresentare tutti è, evidentemente, delegato alla Giunta - questa sì - ovvero il Governo dell'intera Regione, alla Presidente che è stata eletta e all'organo dell'ufficio di Presidenza. Noi rappresentiamo "parti". E il fatto di rappresentare parti, non necessariamente significa essere faziosi. Significa definire attorno a quali modalità si deve esprimere il nostro modo di essere.
Oggi ci si dà soltanto un ulteriore elemento di cui francamente non credo che si abbia bisogno, né come opposizione né tantomeno come componente laica dell'opposizione, alla cui appartenenza credo, non da ora di aver meritato un qualche tassello per potermi dichiarare tale, laico e non laicista. Se anche attorno ad un sistema di valori - non i miei - che deve essere il più largo e condiviso possibile, quest'aula riesce a dividersi, e in qualche modo, dividendosi, autorizza delle inutili strumentalizzazioni, a mio avviso si crea un problema.
Si potrebbe discuterne a lungo, richiamando anche concetti più impegnativi, ma il tema di oggi è solo questo.
Ricordo che tanto tempo fa - una frase che tutti noi abbiamo utilizzato, ahimè, generalmente in occasioni non di grande gaudio - il Presidente Kennedy disse: "In Europa noi non possiamo non dirci berlinesi".
Lo disse rappresentando - democraticamente eletto - la più grande potenza che, contro il nazismo, insieme all'Armata Rossa, impedì ai nazisti di vincere ormai sessant'anni fa.
Credo che attorno ad un sistema di valori - che potrà non essere condiviso da tutti, ma soprattutto da coloro che non lo condividono, non si possono riconoscere tali - ci si debba riunire per poi dividersi nelle scelte. È evidente attorno ai DICO e ad altre problematiche di questa natura, che, per certi versi, fortunatamente, non sono di competenza diretta di questa Regione: noi possiamo litigare sufficientemente sulla linea dell'Alta Capacità senza bisogno di cercare altri motivi di litigio visto che mi sembra che non ci manchino.
Ma se neanche attorno ad un sistema di valori, che fanno comunque parte che piaccia o meno - della nostra storia, delle nostre radici e delle nostre origini...



(Commenti in aula fuori microfono)



BURZI Angelo

Non so se Luca Robotti legga qualcosa; immagino di sì. Immagino che sia uscito di nuovo perché l'eccesso di utilizzo del sistema uditivo gli ha sconvolto il sistema del software che governa l'intero processo decisionale del Capogruppo dell'Unione dei Comunisti. Però io credo, senza inutilmente scomodare Voltaire, che anche lui legga delle cose. E le cose che legge, lo influenzano. E quando se ne convince, diventano opinioni sue, e non più di chi le ha dette.
Non essendo un esponente della CEI né del Sinodo, ma un laico a pieno titolo - certamente un laico devoto, questo sì - sono abbonato a Il Foglio e reputo interessanti i teoremi di Ferrara, altro non leggero esponente della componente laica.



(Commenti del Consigliere Larizza fuori microfono)



BURZI Angelo

pesante, vero, collega Larizza? A me piacciono gli esponenti pesanti! Chi volesse passare un po' di tempo leggendo Il Foglio, facendosi venire senza dubbio il cattivo umore (io leggo altro se ho voglia di farmi venire il cattivo umore), vedrebbe che queste posizioni non sono affatto sorprendenti, siano esse attorno al mondo del Family Day, come lo furono per altre occasioni, che non tendono naturalmente a dividere. Le divisioni sono una conseguenza, non sono un obiettivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Io ho l'impressione che si vogliano regolamentare anche i sentimenti, e stabilire - noi - quali sono buoni e quali no.
Non condivido questo modo di procedere.
Condivido uno Stato che riconosca pari opportunità ai propri cittadini.
Poi, la Chiesa e le religioni propongono i loro principi, ma è cosa diversa dallo Stato dei cittadini.
Non capisco perché la Regione debba patrocinare il Family Day o il Gay Pride: questo fa parte delle libere manifestazioni di cittadini, non di manifestazioni patrocinate e finanziate, a 50.000 euro alla volta, dalle istituzioni.
Avrei preferito presentare un mio ordine del giorno, ma dato il sovraffollamento in atto, mi asterrò su tutti. E come Gruppo del Partito Socialista, nuovo PSI, voterò a favore dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Paola Pozzi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Pare che l'Aula sia un po' stanca, forse anche un po' svogliata comprensibilmente.
Avrei avuto piacere di ragionare un po' e di portare, insieme alla voce della Consigliere Motta, anche la voce del nostro Gruppo. È intervenuto prima il Consigliere Rostagno, a dimostrazione anche di una dialettica all'interno del nostro gruppo che credo - lo anticipo - si esprimerà anche in un'articolazione d'espressione di voto nel corso dei diversi ordini del giorno.
Credo che poche parole servano da parte mia per presentare la linea del mio Gruppo, anzitutto lasciando per un momento da parte la questione del Family Day per riconfermare la nostra grande attenzione al tema delle politiche familiari. Per noi questo tema è centrale, quindi ben vengano gli approfondimenti che noi stessi abbiamo in più occasioni rappresentato e richiesto. Poi vi sono gli impegni.
Voglio ricordare che con questo bilancio la maggioranza ha aumentato le risorse per le politiche familiari, portando il capitolo dedicato da un milione a quattro milioni di euro. E, in generale, è importante che nell'agenda dei nostri lavori sia inserita - lo abbiamo chiesto e appena dopo il Piano sanitario questo sarà un tema importante - la discussione delle diverse proposte di legge di promozione della famiglia.
Voglio anche dire che per noi questo è un tema importante, su cui eserciteremo il confronto, la sintesi politica con gli amici e compagni democratici di sinistra verso il Gruppo unico e verso il Partito Democratico.
Le politiche familiari sono importanti e voglio ricordare come siano per certi versi distinti, anche se non distanti dalle politiche sociali dalle politiche educative, dalle politiche di pari opportunità. Le politiche familiari - ripeto - sono una cosa diversa, sono politiche capaci di promuovere la genitorialità, capaci di preparare le persone ad affrontare con responsabilità la scelta importante del matrimonio, capaci di aiutare i coniugi nei momenti di difficoltà attraverso i servizi di mediazione e di counseling, capaci di mettere insieme le famiglie attraverso le forme di associazionismo familiare.
Credo che sarebbe bello - e lo faremo nella discussione per i diversi testi di legge - discutere delle ragioni che ci portano a sostenere l'importanza cruciale affermata in tre articoli della Costituzione della famiglia fondata sul matrimonio. Era una grande scommessa impegnativa, e per questo da premiare, di continuità e di fedeltà aperta alla generazione filiale.
una prospettiva che consente alla società di garantire più stabilità più sicurezza e meno precarietà. La famiglia - voglio ricordare - conviene alla collettività, conviene perché da una forte coesione tra le generazioni e tra gli sposi si generano beni relazionali (amore, reciprocità) sentimenti, atti e comportamenti che diversamente devono essere assicurati dalla mano pubblica.
Ai colleghi di maggioranza, ai pochi che mi ascoltano, compagni dell'avventura di questa coalizione di centrosinistra, faccio alcune domande.
La prima: perché in ogni occasione in cui si parla di famiglia dobbiamo sempre ricordare l'opportuna questione del riconoscimento dei diritti delle persone che vivono convivenze. Per una volta proviamo a concentrarci sul tema della famiglia, che ha una sua dignità, senza che per questo si debba trascurare quanti fanno scelte diverse.
Secondo: lo chiedo agli amici, in modo particolare i DS, che hanno fatto con noi uno sforzo di sintesi apprezzabile, ma anche noi abbiamo fatto uno sforzo verso le loro posizioni, attraverso questo ordine del giorno unitario. Lo domando in modo particolare alla sinistra radicale: perché lasciare - lo dico molto laicamente - alla Chiesa il monopolio della difesa della famiglia? La famiglia, come abbiamo ricordato in più interventi, è un'istituzione laica, prima che religiosa, che persegue il bene della collettività, è il luogo primario di solidarietà e di coesione sociale.
Non c'è differenza, non c'è antinomia tra la vostra voglia, che è anche la nostra, di solidarietà, di fratellanza e di pace e i principi che possono e che debbono ispirare la famiglia fondata sul matrimonio.
Inoltre, ed è questa la questione forse ancora più intrigante che naturalmente vi consegno: vi battete in modo particolare contro la precarizzazione dei rapporti di lavoro, ma rischiate di essere indifferenti, con le vostre posizioni, rispetto al rischio di precarizzazione dei rapporti affettivi.
La precarizzazione dei rapporti affettivi è un grande rischio per la nostra collettività e va contrattata con un forte sostegno a favore della famiglia.
Infine sul Family Day. Noi abbiamo, insieme ai DS, presentato un ordine del giorno che ci pare riconosca con evidenza ciò che la Costituzione ha affermato in modo molto chiaro, riconosca l'esigenza di una politica familiare che non c'è stata in questi anni in Regione, riconosca l'esigenza di una politica familiare che non c'è stata nello scorso Governo e anche nei Governi precedenti amministrati dal centrosinistra e dalla DC.
C'è un grande deficit di politiche familiari nella nostra Nazione che va presto superato. C'è anche l'esigenza, da questo punto di vista, di esercitare prudenza qualora la maggioranza del Consiglio, e questa sarà una scelta che verificheremo presto in occasione del voto. Ci vorrà prudenza qualora il Consiglio intenda sostenere la proposta di una sua presenza istituzionale alla manifestazione. Prudenza perché quella manifestazione non deve essere una manifestazione contro il riconoscimento dei diritti delle persone che vivono situazioni di convivenza; non deve essere una manifestazione contro il Governo, ma deve essere esattamente una manifestazione per ottenere più famiglia.
Questo deve essere il senso della proposta e della dichiarazione di voto.
Il mio Gruppo ha ritenuto di assegnare a ciascun Consigliere libertà di voto, salvo naturalmente sul nostro ordine del giorno, che sarà votato con convinzione da noi tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.
Cercherò di non rubare troppo spazio a questa assemblea. In realtà non volevo intervenire, perché le considerazioni fatte già da alcuni rappresentanti del centrosinistra, in particolare dal mio Gruppo rappresentavano appieno il mio pensiero rispetto a questo ordine del giorno.
Invece alcuni interventi, in particolare quelli del collega Burzi, ma anche quest'ultimo del collega Lepri, mi hanno indotto a fare un paio di riflessioni, che vorrei condividere brevissimamente.
Certo uno Stato democratico e laico deve raccogliere tutte le posizioni. Credo che poi debba discuterle nel luogo che a questo è deputato, cioè il Parlamento, e in quella sede, attraverso il dibattito raccogliere una maggioranza e assumere una decisione. È un po' quello che stiamo facendo noi oggi e che chiediamo al Parlamento di fare con il nostro ordine del giorno. Certo delle leggi sulle politiche per la famiglia, e non sto a ripetere le considerazioni sui ritardi che i nostri Governi precedenti hanno assommato rispetto a questi obiettivi importanti da raggiungere, ma anche leggi sulle coppie di fatto. Dico questo perché, e mi rivolgo al collega Lepri, credo che queste leggi, che tra l'altro oggi sono dei progetti di legge nel nostro Governo, non costituiscono - e lo dico anche all'opposizione - una minaccia né per la famiglia né per la Chiesa, e lo dico da credente.
Credo che non dobbiamo confondere causa ed effetto in questo. L'ha già detto forse anche il collega Rostagno nel suo intervento: non è la legge che crea la realtà, ma la legge interviene sempre o quasi sempre a disciplinare una realtà che già c'è. Ciò non impedisce e non credo che impedirà - perché, collega Guida, "cristiano" non equivale a "cattolico": "cristiano" equivale al termine di credente in Cristo, che è un'altra cosa a Chiese, religioni, gruppi sociali e culturali di proporre legittimamente scelte di vita preferenziali, indicare e sostenere valori il più possibile diffusi, appunto, in un contesto plurale di libertà responsabile. Come la legge sul divorzio fece nascere nuove famiglie regolando i doveri verso l'ex coniuge e i figli, dando maggiori garanzie ai soggetti più deboli, così una legge sulla convivenza potrà incentivare - mi auguro - la coesione e la reciproca responsabilità della coppia.
In altre parole - concludo - credo che questa legge nulla tolga al valore della famiglia come luogo e progetto fondato sull'amore e il reciproco sostegno e rispetto. Quindi, non è in discussione la famiglia fondata sul matrimonio, ma la necessità di garantire - lo ribadisco - i diritti civili dei singoli e le libertà di ciascuno.



PRESIDENTE

Sono stati presentati molti ordini del giorno, per cui vi prego di prestare un attimo di attenzione.
Sono stati ritirati dai proponenti gli ordini del giorno n. 639 "Adesione al Family Day", presentato dai Consiglieri Leo, Cavallera, Cotto, n. 642 "Family Day", presentato dai Consiglieri Scanderebech, Guida, n. 655 "Family Day", presentato dai Consiglieri Scanderebech, Guida, Cirio Pedrale Nastri, Cotto, Burzi, Cavallera, Ghiglia, Vignale, Monteggia Casoni, Lupi, Novero, n. 675 "Family Day e politiche familiari", presentato dai Consiglieri Pozzi, Muliere, Reschigna, Ronzani, Pace, Cavallaro Ferraris, Auddino, Boeti, Larizza, n. 676 "Manifestazione Family Day" presentato dai Consiglieri Motta, Lepri, Laus, Bizjak, Rutallo, Rabino Cattaneo, Gariglio.
Rimangono in vita l'ordine del giorno n. 679, inerente a "Adesione al Family Day", presentato dai Consiglieri Leo, Burzi, Guida, Casoni, Dutto, Pedrale, Lupi, Monteggia, Nastri, Cotto e Ferrero n. 687, inerente a "Famiglia e diritti civili", presentato dal Consigliere Ricca n. 688, inerente a "Politiche per la famiglia e 'Family Day'", presentato dai Consiglieri Pozzi, Motta, Muliere, Lepri, Bizjak, Cattaneo, Rutallo Rabino, Pace, Cavallaro, Ferraris, Larizza, Bellion, Ronzani, Rostagno Boeti e Laus n. 690, inerente a "Manifestazione Orgoglio laico e Family Day", presentato dai Consiglieri Ricca, Dalmasso, Turigliatto e Chieppa.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, ci sarebbe anche un altro ordine del giorno, il n.
690, che ho aggiunto poco fa, a firma del sottoscritto e dei colleghi Dalmasso e Turigliatto, che, secondo me, è strettamente collegato all'argomento di oggi.
Tale ordine del giorno chiede che il Consiglio regionale aderisca anche a quell'altra manifestazione che si svolge lo stesso 12 maggio a Roma, in Piazza Navona, per la difesa dei diritti civili di tutti i cittadini indipendentemente dal sesso, dalla religione e dalle forme di convivenza.



PRESIDENTE

Prego di distribuire gli ordini del giorno.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sono già stati distribuiti ai Consiglieri.
L'ordine del giorno n. 690, inerente a "Manifestazione orgoglio laico e Family Day", presentato dai Consiglieri Ricca, Dalmasso, Turigliatto e Chieppa è in corso di esame.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Ricca, l'ordine del giorno tocca un argomento che comunque, può avere delle connessioni, ma è diverso da quelli sulla manifestazione Family Day, in questo momento all'esame del Consiglio.
Quindi, non lo riterrei sullo stesso tema. È sicuramente un tema affine, è sicuramente un ordine del giorno che, come quello presentato dalla Consigliera Cotto, se fosse stato presentato in apertura di seduta, avremmo iscritto e considerato in calce.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, credo che l'odierna discussione abbia strettamente collegato i due avvenimenti, in tutti gli interventi ci sono stati riferimenti agli stessi due argomenti.
Per quanto mi riguarda, se rimane quest'interpretazione, le strade che ho davanti sono due: la prima, subirla e prenderne atto; la seconda correggere un attimo l'ordine del giorno, aderendo all'una e all'altra manifestazione.
Se viene accolto in questo senso, vengo subito a correggere l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consigliere Ricca, resta inteso che se l'ordine del giorno viene riformulato da lei come proponente, rendendolo connesso all'argomento in discussione, è accolto, però, la prego di venire presso il banco della Presidenza, in modo da valutare con i funzionari dell'Ufficio Aula una riformulazione tecnicamente possibile, per renderlo connesso con gli argomenti all'o.d.g., che porremo in votazione dopo gli altri ordini del giorno. La votazione avverrà secondo l'ordine di presentazione, ad iniziare dall'ordine del giorno del Consigliere Leo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, non vi ho visti.
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! stato un mio errore, chiedo scusa. Non ho visto che c'erano colleghi che avevano chiesto di intervenire per dichiarazione di voto. Un attimo di pazienza, perché se i colleghi vengono al banco della Presidenza per aggiungere firme e parlano dall'esterno, diventa difficile seguire tutto.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Vorrei fare una dichiarazione di voto contraria a questo ordine del giorno, ma vorrei specificare contraria a questo ordine del giorno e non al valore e all'importanza che attribuiamo alla famiglia, così come mi sono sforzata di dire nel corso del mio precedente intervento. Contraria a questo ordine del giorno perché divide e non aiuta la politica, quella vera, a dare sostegno alle famiglie. Contraria perché mi troverei, qualora venisse approvato questo ordine del giorno, a aderire, obtorto collo e contro la mia volontà, alla marcia organizzata a Roma.
L'ordine del giorno che noi abbiamo presentato è rispettoso della volontà dei singoli. Questo documento, invece, costringe, anche chi non ha intenzione di farlo, a aderire, in quanto Consigliere regionale del Piemonte, ad una marcia e, quindi, si è costretti a aderire ad un qualcosa che non si condivide. Non mi sembra un ordine del giorno rispettoso della volontà di tutti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Casoni rinuncia al suo intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
La sensazione è che qua si respiri già un clima di festa, di grande vittoria del centrodestra che porterà a casa questo risultato politico grazie anche ad un contributo che potrebbe arrivare dai banchi della maggioranza.
Così come diceva la collega Pozzi, ritengo sia necessario evitare ogni tipo di frantumazione, di rottura e di lacerazione interna a questa maggioranza. Questa maggioranza deve reggere l'aggressione e l'attacco che arriva dai banchi del centrodestra. Deve essere unita nell'accettare un progetto di coalizione che non subisce sbandamenti e colpi di virata repentina dettati dall'agenda politica di altre forze politiche o di altre coalizioni.
Dobbiamo dimostrare che il nostro progetto di governo parla a tutti i cittadini: a chi è regolarmente sposato, a chi non lo è, a chi ha famiglia senza matrimonio e a chi vorrebbe mettere su famiglia ma non può perch condizioni materiali non glielo consentono. Noi abbiamo questa responsabilità: la responsabilità di parlare a tutti i cittadini - donne e uomini, ricchi e poveri, chi ha possibilità e chi non ce l'ha - e non di soffermarci solo ed esclusivamente su chi è famiglia secondo criteri antichi e che, soprattutto, non rispondono più ai connotati della società in cui viviamo.
Non dobbiamo permettere che il centrosinistra in Piemonte si rompa perché il Piemonte è una grande Regione. È una Regione cui altri territori e altre Regioni italiane guardano per capire cosa si deve fare, come ci si deve comportare e come ci si deve muovere. In questa Regione, il centrosinistra piemontese deve dimostrare di essere coeso e compatto, e non dare un segnale che potrebbe avere ripercussioni negative sul centrosinistra nazionale.
Il mio appello è rivolto a tutti i colleghi di maggioranza, affinch resistano - resistano - ad un canto delle sirene che ci potrebbe portare su un terreno pericoloso, minato e che potrebbe mettere in discussione la stessa unità della nostra coalizione, da qui ai prossimi tre anni di governo del centrosinistra.
Ultima cosa. Non si può sempre e solo chiedere senso di responsabilità alla sinistra alternativa, così com'è accaduto tante altre volte in questo Consiglio regionale. Noi abbiamo dimostrato di essere sempre coesi e uniti e di rispettare un mandato che ci è stato affidato dagli elettori piemontesi nel sostenere Mercedes Bresso, la sua Giunta e il suo progetto di governo. Anche su questa vicenda dobbiamo dimostrare - e lo dobbiamo dimostrare ai colleghi di centro - che questa coalizione, questa alleanza è unita e coesa!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente.
Condivido il contenuto dei due interventi precedenti.
Esprimeremo voto contrario all'ordine del giorno presentato dai Gruppi di destra. In questa valutazione contraria all'adesione al Family Day e ai contenuti presenti nell'ordine del giorno, vorrei ricordare - ho cercato di farlo in mattinata e spero di essere stato capito - che non c'è alcuna obiezione di fondo all'esistenza della famiglia, a quello che rappresenta all'unione di uomini e donne e ai figli. Sono luoghi comuni, che mi sembra siano emersi anche in alcuni interventi precedenti, che ripropongono vecchie polemiche.
Da una parte, ci sono forze moralmente sane e dall'altra l'immoralità da una parte c'è il matrimonio, fonte di stabilità per la società e dall'altro, il libero amore o chissà che cosa.
Con molta forza, ribadiamo la necessità di una politica sociale diversa e sarebbe compito di questo Governo, che non è di destra, impostarla negli anni a sua disposizione, nonostante le gravi difficoltà che si vivono. Ci pare, infatti, che, in molti casi, sulla famiglia cada il ruolo di cuscinetto delle grandi tensioni che si hanno nella società. Su di essa si scaricano i costi e le fatiche di quello che la politica non è sempre riuscita a fare: welfare, i redditi, le condizioni di lavoro e il costo dei beni primari.
Ci si sposa; oggi le famiglie hanno meno figli e li hanno ad un'età più avanzata, ma tutti sanno che i dati vedono un numero sempre maggiore - una volta si diceva scapoli e nubili, oggi si dice single - di famiglie con un genitore solo. Sono sempre più numerose le convivenze ed è una tendenza che non esiste solo in Italia, ma si manifesta, in misura sempre maggiore anche in altri Paesi europei.
Personalmente non credo che alla politica spetti di dire se alcuni comportamenti sono giusti o sbagliati. La concezione dello Stato etico cioè che lo Stato debba imporre determinati comportamenti, appartiene ad altri. Poiché sono critico sulla nostra storia, credo che in troppi casi anche nella storia del movimento comunista reale, si siano imposti o si impongano atteggiamenti di questo tipo, come ad esempio l'odio per l'omosessualità manifestato in molti Paesi dell'Est, e non solo. Insomma sono fatti gravi e negativi.
Sulle donne, oltretutto, ricade il costo più alto. Secondo le statistiche, l'Italia è il Paese in cui i lavori di casa ricadono maggiormente sulle donne. Lo dimostrano le statistiche europee. Dimostrano quindi, che la politica non può avere solamente una visione riparatoria su questi fatti, ma deve riguardare i temi che ho cercato di spiegare prima.
Ancora un'ultima osservazione. Noi siamo contrari, però all'interno di una gerarchia che sostanzialmente esiste, che crediamo possa crearsi ancora di più tra le famiglie cosiddette regolari e le forme di convivenza o di unione di fatto che si creano. Su questo c'è una base di differenza netta.
Pensiamo che tutti debbano avere gli stessi diritti.
Al Consigliere Lepri, senza polemiche, vorrei dire che non si possono mettere sullo stesso piano la precarietà lavorativa e quella affettiva.
La precarietà lavorativa è un fatto drammatico, che si moltiplica in tutti i paesi e che crea incertezza nella vita di tutti. Lo abbiamo detto in campagna elettorale: i giovani non si possono sposare perché hanno lavoro un precario fino a quarant'anni, i giovani non possono mettere su casa perché hanno il lavoro precario ecc.
I rapporti affettivi sono dati da sentimenti, da amore, affetti desideri.non devono e non possono essere regolate per legge!



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire per dichiarazione di voto? Visto che sono terminate le dichiarazioni di voto, prego i Consiglieri di accomodarsi nei banchi per procedere alla votazione dell'ordine del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 679, il cui testo recita: "Premesso che il 12 maggio prossimo sarà organizzata a Roma la manifestazione 'Family Day', che ha lo scopo di ribadire l'importanza della famiglia nella società, in quanto istituto fondamentale dal quale dipendono l'identità e il futuro delle persone e della comunità considerato che la famiglia ha meritato e tuttora esige tutela giuridica pubblica, proprio in quanto cellula naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici più profonde della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale osservato che la difesa della famiglia fondata sul matrimonio è compito primario per la politica e per i legislatori, come previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione valutato che l'emergere di nuovi bisogni merita di essere attentamente considerato, ma è auspicabile che non vengano confuse le istanze delle persone conviventi con le esigenze specifiche della famiglia fondata sul matrimonio e dei suoi membri il Consiglio regionale del Piemonte aderisce alla marcia organizzata a Roma il prossimo 12 maggio a sostegno della famiglia e impegna la Giunta regionale a sollecitare il Parlamento affinché si attivi per dar vita a un progetto organico e incisivo di politiche sociali in favore della famiglia coerentemente ai principi costituzionali".
Il Consiglio approva



(Tumulto in aula)



PRESIDENTE

Prego i Capigruppo di spostarsi in sala A per un incontro.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.05 riprende alle ore 18.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi Consiglieri di accomodarsi.
Ci sono alcuni Consiglieri che hanno chiesto la parola. Hanno chiesto di intervenire il Consigliere Burzi, Muliere, Scanderebech, Clement, Casoni e Rossi.
Non ci sono state le condizioni per effettuare la Conferenza dei Capigruppo. Pertanto, ritengo opportuno riprendere la seduta, poco dopo il momento in cui era stata interrotta.
Sono avvenuti dei fatti che hanno turbato l'ordinario svolgimento dei lavori, su cui avrò cura di investire l'Ufficio di Presidenza, come peraltro già avvenuti in tutti i casi analoghi. Quindi la prossima seduta dell'Ufficio di Presidenza valuterà quanto poc'anzi avvenuto in aula.
La parola al Consigliere Burzi che interviene sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Lei mi ha anticipato. Concordo su quanto lei ha detto, senza esporre alcuna valutazione dei fatti, che del resto mi sembra per ora inutile chiedendo che l'Ufficio di Presidenza si svolga e relazioni prima della Conferenza dei Capigruppo, che, se non ricordo male, è fissata per domani alle ore 14. Per quanto attiene al mio Gruppo, attendiamo entro le ore 14 che l'Ufficio di Presidenza ci dica, dopo aver esaminato i fatti, cosa intende fare. Grazie, Presidente.
Aggiungo, come commento non tanto alle ultime espressioni colorite, ma anche a quelle che hanno preceduto la votazione, che alcuni colleghi di minoranza non le hanno trovato così rispettose della democrazia di quest'Aula. Poi alla fine la democrazia, com'è giusto che sia, si è espressa e a noi è sembrato che questo aiuti il normale procedere dei lavori. Per ora aspettiamo che l'Ufficio di Presidenza ci aiuti nel governare quest'Aula e attendiamo le sue decisioni che, ripeto, gradiremmo ci venissero rappresentate dalla Conferenza dei Capigruppo di domani.
Dopodiché, se sarà necessario, esprimeremo le nostre valutazioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Sarei voluto intervenire per una dichiarazione di voto, ma ora stiamo intervenendo sull'ordine dei lavori, vero, Presidente? Comunque, le cose che avrei detto in una dichiarazione di voto le dirò adesso.
La prima questione è che in Consiglio, come abbiamo sottolineato più volte, è indispensabile mantenere il rispetto del parere altrui. Quindi questa è la regola che deve valere rispetto alle idee di tutti, minoranza e maggioranza, all'interno della maggioranza e all'interno della minoranza.
Non ci sono dubbi su questo. Ognuno è libero di esprimere le proprie idee in quest'Aula e le idee di tutti devono essere rispettate.
Detto ciò, credo che sia legittimo, da parte della minoranza, gioire su un ordine giorno, però vorrei tranquillizzare la minoranza che, anche se all'interno della maggioranza vi sono divergenze sull'ordine del giorno sul Family Day, questa coalizione continuerà a lavorare insieme.
Anche su altre questioni abbiamo espresso opinioni differenti, non capisco perché si è cercato di alimentare tensioni in questo dibattito. Un dibattito legittimo per una manifestazione sulle questioni della famiglia.
Benissimo. In quest'Aula, oggi, ognuno ha espresso la sua opinione in libertà, con differenze.
Bene, io credo che questa maggioranza sia unita, al di là del voto di oggi. Dopodiché ci sono altri ordini del giorno, per esempio il Gruppo dei DS e il Gruppo de La Margherita hanno presentato un ordine del giorno sul quale il Consiglio si pronuncerà.
Posso soltanto ribadire quello che aveva già espresso prima la Consigliera Pozzi. Noi in quest'aula ci siamo espressi su una manifestazione. L'ordine del giorno della minoranza, che è passato, poneva una questione sulla quale non eravamo d'accordo. Dopodiché c'è stato un voto che ha premiato quest'ordine del giorno, ne prendiamo atto.
Da parte nostra ci consideriamo attenti alle politiche sulla famiglia non consideriamo la manifestazione del 12 indirizzata soltanto in quella direzione, ma sono state espresse più opinioni. Ho l'impressione che prevalgano più i motivi contro quella manifestazione che i motivi per. Ne prendiamo atto, ma mi auguro che la manifestazione di sabato, invece faccia prevalere un'altra impostazione.
Invito tutti a non creare e a non alimentare tensioni che, ripeto, non ci sono all'interno di questa maggioranza. Non vorrei soltanto tranquillizzare la minoranza, ma anche la maggioranza e ribadisco Presidente, che da parte nostra c'è rispetto di tutte le posizioni che vengono espresse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Alla luce di quello che è successo, volevo sottolineare all'Assemblea che, dopo il voto favorevole sull'ordine del giorno che prevede la partecipazione del Consiglio regionale alla manifestazione di sabato prossimo, chiedo al Vicepresidente Peveraro, da parte del quale c'è stato un impegno preciso dal punto di vista politico, e al Presidente Gariglio per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza, con quali modalità affronteremo le prossime ore, indipendente da quello che è successo.
Vede, Consigliere Muliere, non siamo stati noi ad esasperare. Io ho ritirato due ordini del giorno proprio per non entrare in contrasto con nessuno in un dibattito accanito, perché l'obiettivo per noi era quello di arrivare sabato a Roma per manifestare, liberamente e pacificamente, a favore della famiglia tradizionale, indipendentemente da come il Consigliere Robotti ha definito la famiglia tradizionale in contrapposizione all'unità di questa maggioranza.
Mi sembra uno schiaffo morale, oltre che politico, alla famiglia piemontese, quindi siamo stati abbastanza tranquilli e non abbiamo reagito malgrado ci sia stato un insulto vero e proprio alle famiglie piemontese.
Consigliere Clement, non si deve offendere, "vergognatevi" non era riferito a lei, ma a coloro che, in un momento così delicato e così importante, in cui le famiglie piemontesi sono in difficoltà, antepongono gli interessi partitici all'interesse della famiglia, che è un interesse collegiale, collettivo, patrimonio di tutti.
Vicepresidente Peveraro, lei lo sa che c'è stato un impegno preciso con un emendamento che finanzia la manifestazione. Non c'era un impegno politico sull'ordine del giorno, quindi mi aspetto una dichiarazione o un provvedimento. Non so se farete una delibera o un provvedimento, se è di competenza dell'Ufficio di Presidenza o della Giunta. Non sto dicendo niente di diverso da quello che è stato stabilito politicamente, pu rispondermi anche dopo.
Come procediamo, Presidente? Scuso il Consigliere Chieppa, perch capisco che quando si vive un momento così importante, teso e delicato, la politica è fatta di passione. Così come devo fare i complimenti a tutto il gruppo de La Margherita...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, mi permetta, l'intervento è sull'ordine dei lavori. C'è un problema sull'attuazione dell'ordine del giorno che sarà valutato nelle sedi competenti, però dobbiamo procedere a valutare altri ordini del giorno. Pertanto, la pregherei di concentrarsi sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Rivolgermi sia alla Presidenza sia alla Giunta, volevo dire che ci vorrà un atto amministrativo, quanto prima, che determini le modalità con cui il Consiglio regionale, a seguito dell'approvazione dell'ordine del giorno n. 679, ha diritto di partecipare sabato alla manifestazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Credo che dovremmo avere tutti un po' più di rispetto istituzionale per quest'Aula. Riferendomi, nello specifico, ai fatti che sono accaduti chiedo all'Ufficio di Presidenza di valutarli con attenzione.
Indubbiamente, se può essere censurabile l'attacco di una persona ad altri Consiglieri pur nella foga della discussione, nel momento topico della votazione, credo che altrettanto vadano censurati gli atti che ne sono seguiti.
Consigliere Scanderebech, lei continua a non convincermi. Ho sentito arrivare chiaramente, dalla vostra parte - non sono riuscito ad individuare altri Consiglieri, ma lei l'ho individuata chiaramente - più volte la parola "vergognatevi". Da questa parte, dalla stragrande maggioranza dei Consiglieri di questa parte, non c'è stato nulla di censurabile, al limite un Consigliere può essere censurato, ripeto, al limite, dunque se si ha rispetto istituzionale di quest'Aula la parola da usare poteva essere "vergognati", ma non vergognatevi.
Noi non abbiamo nulla di cui vergognarci. Abbiamo sostenuto, con correttezza, le nostre tesi. Prendiamo atto del risultato politico di questa votazione, che andrà valutato. Credo di poter condividere le parole del Consigliere Muliere, anche se poi non potremo esimerci da una valutazione rispetto a quanto è successo oggi in aula.
Seconda questione. Credo che l'Ufficio di Presidenza, al più presto debba decidere le modalità di partecipazione del Consiglio regionale all'iniziativa a Roma. Gli esempi ci sono. A Polistena, per citare l'ultimo, il Consiglio regionale era stato rappresentato da due Consiglieri di maggioranza e due di minoranza. Visto che nell'ordine del giorno non c'è la richiesta di organizzare dei pullman o dei voli charter, credo che debba essere utilizzata la stessa modalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Intanto una considerazione. Anch'io mi associo a quello che aveva già detto il Consigliere Burzi.
Fra l'altro, informo il Presidente che i Gruppi di minoranza non parteciperanno a nessuna forma di votazione degli altri ordini del giorno almeno fino a quando domani, alla Conferenza dei Capigruppo, ci sarà stato comunicato l'esito della riunione dell'Ufficio di Presidenza.
Noi crediamo che quanto successo sia grave. Tutti sanno che in quest'aula abbiamo spesso interloquito con tutti i Consiglieri, ci siamo scambiati parole, ma quello che secondo me non è tollerabile è che, al momento del voto, si tenti di intimidire alcuni Consiglieri. Sono in Consiglio da tredici anni, non è mai accaduto che, a votazione aperta, si sia tentato di intimidire delle persone.
Non entrerò nel merito, decederà l'Ufficio di Presidenza. Mi sembra, se le parole dette hanno un valore, di registrare una gravissima crisi di questa maggioranza. Il Consigliere Robotti ha fatto un intervento molto chiaro: ha detto che se quest'ordine del giorno passerà, rimettiamo in discussione i valori di questa maggioranza, il programma di questa maggioranza.
Credo che il Consigliere Robotti sia una persona seria. Se ha detto questo, evidentemente vorrà verificarlo. Se lo vorrà verificare, risulterà evidente che questa votazione, oltre ad essere stata a favore del Family Day, è stata anche un esempio di come nella maggioranza forse posizioni forzate, o forzose, tentino di influenzarne altre.
Non era il caso, questo, del collega Robotti, il quale ha dichiarato ciò che pensava (c'è il verbale della sua dichiarazione).
Noi riteniamo, comunque, di non poter proseguire ulteriormente, anche perché crediamo che prima ci debba essere data una risposta in tal senso in secondo luogo, attendiamo una risposta, anche da un punto di vista politico, da una maggioranza che sarebbe utile ragionasse al suo interno prima di venire a chiedere di affrontare altri temi in Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Innanzitutto - velocemente - a chi grida allo scandalo che la Regione non dovrebbe, a suo dire, schierarsi a favore del Family Day, ricordo che questo Consiglio regionale, ovviamente a maggioranza, ha non solo finanziato, ma ha anche dato il patrocinio, con la Giunta regionale, al Gay Pride che si è svolto a Torino. Quindi quel tipo d'accusa - favorire una parte rispetto all'altra - tenetevela pure, perché voi una parte, quella del Gay Pride, l'avete già favorita.
Per quanto riguarda quello che è successo, Presidente - lo dico al collega Clement - qualcuno avrà votato Chieppa a fare il Questore presso l'Ufficio di Presidenza. E se Chieppa non rispetta le regole di quest'Aula come membro dell'Ufficio di Presidenza, ma ancora di più in qualità di Questore, è obbligato a farlo - non è tenuto, ma è obbligato a farlo - voi che lo avete votato, dovete chiedergli di dare le dimissioni. Perché il Consigliere Chieppa può ogni tanto dare in escandescenze e dire frasi poco felici. Lo può fare e lo ha fatto anche il sottoscritto, ma da Consigliere.
Quando facevo il Presidente, non l'ho mai fatto. E se un membro dell'Ufficio di Presidenza non una volta, ma più volte interviene in Aula in modo arrogante e violento, o interrompe i colleghi, come ha fatto Chieppa con il sottoscritto e con altri colleghi e come ha fatto Chieppa ancora più violentemente oggi, non è degno di fare il Questore dell'Aula.
Perché il rispetto vale per chi vi ha urlato "vergogna", ma vale per voi, che continuate a mantenere il collega Chieppa, con il vostro voto, a ricoprire un incarico che non è in grado di ricoprire. Perché l'incarico del Questore, sappiatelo bene, e vale anche per lei, Presidente, è quello di mantenere l'ordine dell'Aula, non di creare il disordine. Se lui vuole creare il disordine può farlo, ma faccia il Consigliere e non il Questore dell'Ufficio di Presidenza. Voi che lo avete votato, rimuovetelo da quell'incarico, se no vergognatevi del suo comportamento non regolare.
Quindi, il "vergognatevi" ci sta, collega Clement, a meno che voi non sospendiate e rimuoviate il collega Chieppa dall'incarico di Questore dall'Aula. È chiaro? Caro Presidente - ancora una battuta gliela devo fare - le chiedo formalmente di convocare l'Ufficio di Presidenza, nonché di provvedere a sospendere il collega Chieppa dal ruolo di Questore, perché non è in grado di sostenere quel ruolo per il suo carattere, non per incapacità di Consigliere. Per il suo carattere non è un grado di fare il Questore, dal momento che non è in grado di garantire l'ordine dell'Aula; anzi, crea disordine in Aula. Non è la prima volta. Glielo avevo già chiesto un'altra volta a seguito d'intemperanze dello stesso, che si era messo ad urlare in Aula, prima dal suo posto presso il banco dell'Ufficio di Presidenza, poi dopo averlo lasciato, e lo ha rifatto anche oggi.
Presidente, sia serio. Convochi l'Ufficio di Presidenza e sospenda il collega Chieppa dall'incarico di Questore. Cambiategli incarico, perché non può ricoprire l'incarico di Questore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Credo che ci sia poco da dire; per quanto possa pensare, dobbiamo procedere rapidamente alla votazione degli altri ordini del giorno.
Per quanto riguarda ciò che è successo, naturalmente non posso che biasimare l'attacco nei confronti della collega Motta, che certamente non meritava questa considerazione.
Tuttavia, per valutare l'accaduto, rimando alle sedi opportune.
Voglio solo ricordare sul piano politico - mi sia consentita questa comunicazione forse non perfettamente coerente con l'ordine dei lavori che da parte del nostro Gruppo ribadiamo l'assoluta convinzione circa il fatto che quest'ordine del giorno non mette minimamente in discussione sottolineo quest'aspetto - la lealtà del nostro Gruppo alla coalizione di centrosinistra e alla Presidente Mercedes Bresso. È una scelta che abbiamo lasciato alla liberta di coscienza di ciascun Consigliere su un tema sicuramente non drammatico. Si tratta di un'adesione ad una manifestazione e credo che dobbiamo avere responsabilmente la capacità di dare il peso che merita a questo voto, cioè un voto che è appunto limitato ad un'adesione ad una marcia.
Per quanto riguarda il resto, come ripeto, siamo assolutamente impegnati a perseguire il programma su cui ci siamo impegnati con gli elettori, senza alcun dubbio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Credo, colleghi, che non sia successo nulla. O, meglio, sia successo esattamente quello che capita solitamente quando si toccano temi così caldi e così trascinanti sulle idee e sulla cultura d'ogni singolo componente di questo Consiglio regionale.
Gli eccessi vengono da più parti, perché anche l'applauso in Aula di compiacimento era un elemento provocatorio.
Il fatto che il Consigliere Chieppa - mio collega e compagno - si sia avvicinato ai banchi della maggioranza per parlare con i colleghi della Margherita, e che dai banchi delle minoranze si sia lavata una canea per aggredire il collega Chieppa, è esecrabile quanto il comportamento dello stesso Chieppa.
Credo che non si debbano mai costruire dei casi. Ritengo che sia sbagliato costruire dei teoremi, per cui c'è qualcuno che non è in grado di svolgere una mansione perché ha un brutto carattere. Perché qua, di brutti caratteri, se proprio vogliamo dircela tutta, ce ne sono tanti, molto più di uno! Sia fra i banchi della maggioranza sia fra i banchi della minoranza.



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



ROBOTTI Luca

Tu non hai né un brutto né un bel carattere, sei tu e basta! Sei un caso a parte, da studiare! Credo che sia opportuno prendere il tutto con più leggerezza e più calma. Perché talvolta può capitare a tutti di perdere il controllo e di avere questi scatti d'ira.
Ritengo giusto dire che si debbano evitare, anzi che sia assolutamente necessario; come sosteneva poc'anzi il collega Clement, credo che si debba avere gran rispetto per il valore istituzionale di quest'Aula e di tutti i colleghi che compongono quest'emiciclo. Però credo che ci si debba tutti dare una calmata, insomma. Non mi sembra necessario costruire un clima di condanna nei confronti di un collega, di metterlo alla gogna. Più succedere a tutti di andare sopra le righe.
Detto questo, e invitando tutti a rivedere alcuni eccessi - io apprezzo molto gli interventi del collega Rossi, anche se oggi mi è sembrato effettivamente un po' al di sopra dei suoi toni normali - credo che quello che è accaduto oggi vada necessariamente chiarito. È per questa ragione che chiederemo una riunione di maggioranza - lo preannuncio all'Aula - perch su questi temi, che riguardano un confine, una sorta di borderline tra la laicità e il richiamo forte ai valori cattolici, si possono verificare degli scivoloni: la legge sulla famiglia, la legge sui diritti civili, la legge sul diritto allo studio, ma chissà su quali altre questioni potremo scivolare.
Pertanto, credo che sia meglio, per aiutare tutti quanti, soprattutto la maggioranza, fermarci un istante, riflettere su ciò che è accaduto e porre dei paletti per contenere l'atteggiamento di chi, sotto un certo punto di vista, si dichiara fedele alla maggioranza, ma poi, all'atto pratico, quando può, scappa e vota con la minoranza.
Credo che questo sia sbagliato, tanto quanto gli atteggiamenti che si sono verificati in Aula.
Termino, Presidente: visto che è stato coinvolto in modo diretto il nostro Gruppo, ho ritenuto giustamente di meritare qualche secondo in più.



PRESIDENTE

Tengo a precisare, rispetto alle richieste avanzate da alcuni Presidenti di Gruppi consiliari, che ho già comunicato in riapertura di seduta, che avrei convocato un Ufficio di Presidenza.
Escludo che ciò possa avvenire prima della Conferenza dei Capigruppo di domani. Avverrà nei termini e nei modi necessari. Successivamente procederemo a rendicontare le decisioni.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 687, "Famiglia e diritti civili", che ha come primo firmatario il Consigliere Ricca.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 687, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale ricordato che il 12 maggio 1974, con la vittoria del NO al referendum sull'abrogazione della legge sul divorzio, rappresentò uno spartiacque nella storia politica, civile e culturale italiana e provocò altre conquiste civili, come la riforma del diritto di famiglia, approvata nel 1975 ricordato altresì che dal 1975 ad oggi si è passati dal 2,4 a 1,2 figli per donna, che la dimensione media della famiglia è scesa da 3,35 a 2,6 componenti e che questi dati sono i segni più evidenti dell'incertezza economica in cui vivono milioni di persone, nell'assenza di adeguati servizi sociali per la famiglia e di una non ancora conquistata parità tra uomo e donna nella conduzione della vita familiare e nella partecipazione al lavoro condivide la concezione della famiglia che si ritrova nella Costituzione Italiana che la riconosce quale pilastro della nostra società, basata sul patrimonio come scelta volontaria, libera e cosciente (articolo 29 della Costituzione) atteso che anche nel nostro Paese, come in tutti gli altri Paesi occidentali, si è verificata negli ultimi decenni una trasformazione significativa nei rapporti interpersonali e nelle forme di convivenza auspica che il Parlamento Italiano sappia assicurare i provvedimenti legislativi necessari per disciplinare all'interno di un piano organico di politiche a sostegno della famiglia, le nuove esigenze sia delle persone sia della società, assicurando parità di diritti a tutti i cittadini, sul modello di quanto già in vigore nella maggioranza dei Paesi europei impegna la Giunta regionale a realizzare politiche di sistema a favore dei nuclei familiari coordinando gli interventi di settore oggi in atto, da potenziare ed implementare".
Il Consiglio approva.
Passiamo all'ordine del giorno n. 688, che ha come prime firmatarie le Consigliere Pozzi e Motta.
La parola al Consigliere Dalmasso per dichiarazione di voto.



DALMASSO Sergio

Noi pensavamo di dare la semplice presenza su quest'ordine del giorno perché ne abbiamo valutato gli elementi positivi, soprattutto sui temi sociali anche all'interno di una concezione che abbiamo criticato per altri aspetti, cosa che era compresa nelle poche considerazioni che ho fatto oggi.
Avevamo anche escluso dal nostro ordine del giorno qualunque riferimento alla manifestazione, che noi chiamiamo laica, di Piazza Navona di sabato 12, anniversario del vecchio referendum pro o contro l'istituto divorzista.
A questo punto della discussione, alla luce della votazione precedente che riteniamo un fatto estremamente grave, esprimeremo voto contrario a malincuore.. Abbiamo inserito anche il riferimento all'altra manifestazione nel nostro ordine del giorno, su cui non interverrò più.
Il voto contrario non è per una ripicca o per assumere atteggiamenti bambineschi che non vorremmo mai usare, ma per marcare una posizione che il nostro e altri Gruppi hanno cercato di esprimere nel dibattito di oggi spero con la massima convinzione e correttezza possibile.
Il rispetto per le altre posizioni c'è stato, anche se siamo davanti ad una divaricazione netta, quella che sul referendum sul tema del divorzio nel 1974, e su quello dell'aborto, che pure è doloroso e complesso, certo molto più di altri, in passato mantenemmo e continuiamo a tenere.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Ricca ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Intanto ringrazio l'Aula per avere espresso consenso sull'ordine del giorno che abbiamo presentato. Colgo l'occasione di questa dichiarazione di voto per affermare che anch'io, come altri che mi hanno preceduto, ritengo indispensabile che in quest'Aula, non solo ma anche nella vita di tutti i giorni, ci sia il rispetto per le idee altrui, anche se a volte sono in forte contrasto con le nostre. Quindi, anche se c'è una votazione che in qualche modo ci può portare disappunto, non è questo un motivo sufficiente per esprimere una contrarietà in un modo non consono alla situazione in cui ci si trova.
Personalmente è stato fonte di preoccupazione il fatto che domenica sera, una volta completato lo spoglio delle schede per l'elezione del Presidente della Repubblica francese, si siano svolte manifestazioni violente sulle piazze delle città francesi, da parte di coloro che non hanno accettato il responso di una consultazione democratica che ha portato a risultati diversi dalle loro aspettative. Mi auguro che ogni qualvolta ci siano decisioni diverse da quelle che noi ci aspettiamo, si reagisca come è consono al rispetto del confronto democratico, delle idee e delle posizioni altrui. Quindi, dico anche che su questi temi, sul tema che abbiamo dibattuto lungamente oggi, non mi meraviglierei e non mi meraviglio che ci siano voti che esprimono posizioni di coscienza piuttosto che posizioni di una maggioranza, anche perché è un tema rispetto al quale non c'era vincolo di programma e di coesione di maggioranza.
Devo anche dire che da questo punto, proprio perché si è verificata una situazione di libertà di coscienza nel voto, ritengo abbastanza superfluo l'esercizio che è stato fatto di produrre un ordine del giorno tra due Gruppi consiliari che hanno avviato un percorso politico, con estremo coraggio, che li vedrà sullo stesso percorso. Quindi, se c'era questa posizione divergente, avrebbero potuto forse risparmiare questo esercizio di coesione immediata. La mia intenzione di voto, che era inizialmente quella di esprimere un voto favorevole anche su questo ordine del giorno sarà un voto di astensione, perché ritengo che, rispetto alle posizioni iniziali che avevo immaginato, si sia verificata una posizione e un'espressione politica legittima, ma che non condivido da altri punti di vista. Naturalmente mi auguro che queste situazioni non trovino riscontro in altre situazioni magari più strettamente legate alle posizioni di programma.
Naturalmente dico che, se il buongiorno si vede dal mattino, auguri per il 16 ottobre!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Sostanzialmente, condivido l'intervento del collega Dalmasso. Volevo solo dire che, per quanto riguarda il nostro Gruppo c'è grande rammarico per dover scegliere un voto contrario a questo ordine del giorno, perch sappiamo quale e quanto sia stato l'impegno del Gruppo dei DS, in particolare della Consigliera Pozzi, per rendere questo ordine del giorno un documento che parlasse ai diritti e ai nuovi diritti, non solo alle famiglie tradizionali.
Quindi, c'è un ringraziamento allo sforzo fatto dal Gruppo dei DS e un ringraziamento particolare al lavoro prezioso che ogni giorno svolge la collega Pozzi.
Cionondimeno, riteniamo che l'apertura di questo ordine del giorno sia sbagliata, perché richiama solo le famiglie tradizionali come famiglie di riferimento per quanto riguarda l'impianto legislativo della nostra Regione, e perché produce un malinteso, se non un precedente, che in qualche modo potrà condizionare tutta la legislazione futura relativa ai diritti delle famiglie in questa Regione.
Noi riteniamo, come abbiamo ribadito più volte, che le famiglie siano tutte, anche quelle formate da persone che non si sono sposate secondo i criteri condotti in costruzione, e che sia sbagliato normare solo queste.
Il nostro voto sarà contrario, anche per garantire che il futuro dibattito sulla legislazione relativa al diritto di famiglia sia una legislazione libera da vincoli di qualsiasi tipo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida per dichiarazione di voto.



GUIDA Franco

Signor Presidente, noi ci siamo astenuti dalla votazione sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ricca.
Io voterò a favore, come credo anche altri colleghi della minoranza dell'ordine del giorno presentato dalle colleghe Motta e Pozzi, anche per rispetto del lavoro delle due Consigliere, in modo particolare della Consigliera Motta.
Sono segni che tendono alla moderazione. Noi non ci sogniamo minimamente di pensare che la votazione di prima possa essere utilizzata per cambiare le maggioranze o per mettere in difficoltà la maggioranza di centrosinistra che governa il Piemonte, quella è un'altra storia, lo sappiamo bene. Però, dietro a quella votazione emergono le tensioni, i conflitti e le contraddizioni, che in questi giorni sono precisati su tutti i giornali, con articoli e fondi redazionali.
Non potete accusarci dell'esistenza di una crisi di fondo nella sinistra italiana, che esiste in tutti gli altri partiti. Anche il nostro partito attraversa crisi, difficoltà, timori, sussulti e frustrazioni però, non è colpa nostra se il percorso intrapreso per il Partito Democratico incontra anche su questi temi dei conflitti. Tant'è, si deve prenderne atto. Non è che la tensione possa essere tenuta fuori di quest'Aula, che rappresenta in ogni modo la massima Assemblea politica del Piemonte.
Credo che il dibattito politico proseguirà nei prossimi giorni. Sono certo, cari colleghi Consiglieri, che su altri temi ci potranno essere votazioni simili a quelle di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo per dichiarazione di voto.



LEO Giampiero

Cari colleghi, noi voteremo a favore dell'ordine del giorno presentato congiuntamente dal Gruppo de La Margherita e DS, ma con un'osservazione per non essere ipocriti.
Ha ragione il collega Ricca quando afferma che lo sforzo, ancorch assolutamente meritevole, che arriva ad una buona sintesi, che noi approviamo, parte, se avessimo sentito il dibattito, da presupposti completamente diversi. Non a caso la collega Pozzi ha ricevuto gli apprezzamenti dell'estrema sinistra e non a caso la parte moderata e democratica ha apprezzato l'intervento dei Consiglieri Lepri e Motta.
normalissimo, è un fatto di libertà di coscienza e di sensibilità. Potrei svolgere molte altre osservazioni, che non svolgo, in quanto la giornata odierna è stata ricca di vivacità.
Invece, voglio sottolineare il dato per cui votiamo a favore. Votiamo a favore all'insegna dell'assoluta libertà di coscienza, nel senso che noi ne siamo da sempre testimoni. Quando ero in Consiglio comunale tante volte ho votato con libertà di coscienza e non è stato uno scandalo, ma allora c'era la DC, che era un partito di gran democrazia e pluralismo.
Quindi, collega, voteremo a favore anche per dimostrare che sostanzialmente e non formalmente, siamo d'accordo su queste politiche per la famiglia, invitando i Consiglieri di maggioranza, anziché auspicarli, a lavorare, perché la Giunta provveda; noi siamo favorevoli a queste indicazioni, a quanto dichiarato. Lo ripeto: lo sosteniamo con maggior vigore anche per dimostrare che non c'è alcuna strumentalità particolare nel fatto, invece, di rifiutare una partecipazione o una delegazione.
A proposito di delegazione, mi rifaccio a quanto detto dal collega Clement.
Presidente Gariglio, mi sembra che relativamente alla delegazione il Consigliere Clement abbia dato un'indicazione molto corretta, se ho capito bene, ha parlato di una cosa simile a "Polistena". Trovo questo molto giusto e sensato, anche perché si allinea con le altre partecipazioni.
Pertanto, voteremo a favore dell'ordine del giorno, con la raccomandazione all'Ufficio di Presidenza di provvedere con quell'equilibrio che, a questo punto, tutti auspichiamo, ma anche con celerità, per definire i termini della partecipazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, credo che se all'ordine del giorno n. 679 presentato a prima firma dal collega Leo, quello precedentemente approvato dal Consiglio, e a quest'ordine del giorno togliessimo le firme avremmo difficoltà a comprendere quale ordine del giorno sia stato scritto dal centrodestra e quale dal centrosinistra.
Badate, per noi è un aspetto positivo e non negativo, ma vi sono alcuni punti che, in qualche modo, caratterizzano i due ordini del giorno. In primo luogo, l'importanza della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, ai sensi del riconoscimento costituzionale della medesima.
In secondo luogo, il fatto, come indicato in premessa, che sia un ordine del giorno che anche da un punto di vista temporale non viene scritto per caso, ma nella prospettiva di un avvenimento, il Family Day così è scritto nell'apertura dell'ordine del giorno stesso.
In terzo luogo, si ricorda che la famiglia ha una tutela giuridica pubblica. Anche negli impegni, quando si afferma che si sollecita il Governo per realizzare progetti organici di politiche dei diritti sociali individuali coerenti con la Costituzione italiana, ovviamente, credo si faccia riferimento, essendo citati, agli articoli della Costituzione che individuano e definiscono la famiglia.
Detto ciò ed esprimendoci favorevolmente rispetto a quest'ordine del giorno, lo facciamo senza neppure chiedere che venga superata la parte di condanna al precedente Governo, perché credo che gli ordini del giorno...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Leo)



VIGNALE Gian Luca

Non lo sapevo, ma non sarebbe stato un problema, perché credo che gli ordini del giorno si votino rispetto ai principi che essi enucleano nelle eventuali denunce che in qualche modo fanno.
Non essendo intervenuto nel dibattito, ma avendo ascoltato, buona parte in aula e per un'altra parte presso il Gruppo consiliare...



(Scampanellìo del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Ho concluso.
Ho ascoltato l'intero dibattito, salvo, oggettivamente, gli esponenti della sinistra massimalista, insomma, della sinistra, ma avendo ascoltato tutti gli altri interventi, sinceramente, non si riesce a comprendere perché ci si sia divisi anche all'interno degli interventi se, poi, negli ordini del giorno sottoscritti si condividono interamente i passaggi dal Partito Democratico ad Alleanza Nazionale.
Noi, ovviamente, prendiamo questo come un dato positivo di questo Consiglio regionale, ancor più, se mi consentite, parallelamente alla partecipazione di Roma, perché vuol dire che - non c'è il collega Robotti il collega Robotti è un incidente di percorso - è stata una scelta politica meditata, fatta non soltanto da La Margherita, ma anche dai Democratici di Sinistra, che ci sentiamo di condividere. Di questo siamo lieti perch crediamo che questo Consiglio esprima - ci auguriamo che lo possa fare anche con le leggi sulla famiglia - un'indicazione chiara rispetto a quella che vuole essere la tutela delle famiglie tradizionali.
Come battuta - concludo davvero, scusandomi per aver occupato del tempo ulteriore - l'ordine del giorno del collega Leo - il collega Leo è del centrodestra - ha almeno un capoverso in cui si dice che bisogna tener conto dell'emergere di nuovi bisogni, relativamente alle famiglie di fatto che in quest'ordine del giorno non c'è. Quindi, solo come battuta, è decisamente più di sinistra l'ordine del giorno che vede come primo firmatario il collega Leo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero per dichiarazione di voto.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Penso che, sui documenti, si debba votare a favore contro o astenersi per quello che contengono e non certamente per chi li ha firmati.
Questo documento, su cui a noi piacerebbe votare a favore, perché il contenuto dello stesso è tutto condivisibile dal nostro punto di vista, ha una frase che, purtroppo, non possiamo condividere: "Sollecitare il Governo e il Parlamento affinché, superando l'immobilismo del precedente Governo...".
Se non ci fosse questo inciso, a noi andrebbe bene, perché è chiaro che se mettessi un inciso in un ordine del giorno che attribuisse tutte le responsabilità, ad esempio, al Vicepresidente Peveraro, rispetto a qualunque questione, è chiaro che il Vicepresidente non lo potrebbe condividere.
Mi viene il dubbio che, chi lo scrive, lo faccia apposta per non far votare l'ordine del giorno.
Mi dispiace per questo riferimento. Dichiariamo la nostra totale condivisione dell'ordine del giorno, tolto l'attacco al precedente Governo che sia giusto o meno, non entro nel merito. Ci dispiace che ci sia e per questo motivo ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca, sull'ordine dei lavori.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, rettifico - per il verbale - la mia dichiarazione di voto precedente, per una correttezza di rapporti nei confronti di alcuni Gruppi consiliari che hanno sottoscritto quell'ordine del giorno.
Avevo assicurato uno scambio di voto tra la mia posizione politica e l'altra, perché, nei contenuti, lo condividevo. Mi sono particolarmente irritato, perché il cambiamento di voto...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Ricca, lei ha già svolto le dichiarazioni di voto. È una cosa irrituale, la prego di chiudere il suo intervento. Grazie.



RICCA Luigi Sergio

Rispetto all'impegno assunto e rispetto ai contenuti del testo, non sono particolarmente soddisfatto dei comportamenti successivi che ci sono stati nelle dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giovine per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Semplicemente per dire che voterò a favore dell'ordine del giorno in oggetto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, per una dichiarazione in dissenso.



BURZI Angelo

Se preferisce, Presidente, sull'ordine dei lavori, mi è assolutamente indifferente.
Solo per ricordare, non tanto a lei, quanto ai colleghi della maggioranza - perché domani mattina, verso le 9.30, alcuni di noi saranno in I Commissione - che il mio Gruppo gradirebbe che alcune considerazioni politiche, che hanno interconnesso buona parte del dibattito di oggi pomeriggio, fino all'ultimo intervento, trovassero una qualche forma di sintesi.
Siamo abituati, Capogruppo Muliere - credo che l'abitudine valga anche per lei, come per tutti i colleghi - ad avere a che fare con una maggioranza.
Non vogliamo trarre alcuna conclusione, che non ci compete, né vogliamo disturbare eventuali tempi che voi forse dedicherete ad alcuni chiarimenti o a quello che riterrete opportuno.
Ci resta difficile essere forza di opposizione, talora anche costruttiva - qualora questo giudizio non sia sempre condiviso, ce lo vorrete far sapere - di fronte a dei momenti di difficoltà non superficiale, non momentanea, non casuale, che non corrono più soltanto all'interno di posizioni da tempo note.
Riprendo quanto detto dal collega Dalmasso, che, con estrema civiltà ha fatto affermazioni che basterebbe leggere i documenti per conoscere erano note a tutti anche prima - però le maggioranze sono quelle cose che a nostro avviso, stanno insieme sia quando si parla di temi difficili - il problema, evidentemente, sta nel metodo, non tanto nell'esito - sia quando ci sono le nomine o si votano i bilanci, perché i numeri, per noi - non pretendiamo che nessuno lo condivida - sono numeri.
Oggi, più volte, i numeri di questa maggioranza non ci sono stati. Non ultimo, sul voto dell'ordine del giorno presentato dal Presidente Ricca non ci sono stati nell'ambito della votazione; è una valutazione Presidente, la pazienza è una delle prime cose che si richiede ad un Presidente del Consiglio, non l'unica, ma certamente una delle prime.
A nostro avviso, ci sono significativi problemi che riteniamo dovrebbero esserci chiariti, onde capire, anche noi, che tipo di atteggiamento tenere.
Riterremmo urgente che questo avvenisse.



PRESIDENTE

Indìco la votazione dell'ordine del giorno n. 688, presentato dai Consiglieri Pozzi e Motta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 12 maggio 2007 sarà organizzata a Roma la manifestazione "Family Day", sostenuta da un certo numero di Consiglieri regionali per ribadire l'importanza della famiglia fondata sul matrimonio riconoscendo l'importanza della famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio" (articolo 29 Costituzione) considerato che la coesione e la stabilità familiare sono obiettivi laici da perseguire attraverso un piano organico di politiche a sostegno della genitorialità dell'infanzia, dell'occupazione femminile e della conciliazione tra lavoro di cura e lavoro professionale la famiglia ha tutela giuridica pubblica, offrendo un importante e positivo contesto per una relazione affettiva stabile e di mutuo aiuto tra un uomo e una donna, per la genitorialità e per il sostegno reciproco tra generazioni impegna la Giunta regionale ad attivarsi per realizzare in modo integrato politiche familiari, socio assistenziali, educative, formative e di pari opportunità all'interno di un progetto organico e di sistema a sollecitare il Governo ed il Parlamento affinché, superando l'immobilismo del precedente Governo, si realizzi a livello nazionale un progetto organico di politiche familiari e di politiche dei diritti sociali e individuali coerenti con la Costituzione italiana".
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Deve avere pazienza, Presidente. Sa, è l'età.
Nel momento in cui votammo l'ordine del giorno del Presidente Ricca direi circa mezz'oretta fa, minuto più minuto meno - il numero legale era 31, perché lo richiesi personalmente. Adesso, invece, è 29.
Posso chiedere chi è andato in congedo, nel frattempo, o cosa è successo, nel frattempo, perché il numero legale scendesse?



PRESIDENTE

Il numero legale mi viene comunicato dagli Uffici. È sempre stato 29...



BURZI Angelo

Poiché credo poco ai dogmi, ho solo domandato. Prendendo atto che, nel frattempo, il numero legale è sceso, per cortesia può chiedere agli Uffici chi si è assentato o si è messo in congedo? Se da 31 si è scesi a 29 evidentemente qualcuno sarà andato via, o si è messo in congedo. Chiedo solo un'informazione.



PRESIDENTE

Il numero legale è sempre stato 29 e non è cambiato nel corso dei lavori.



BURZI Angelo

Deve avere pazienza, ma, nel momento del voto dell'ordine del giorno del Consigliere Ricca, era 31. Leggeremo, con pazienza, i verbali.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, non mi risulta di averlo detto. Non escludo che ci possa essere stata una comunicazione in senso diverso, come lei dice; si sarebbe trattato di un errore materiale.
Lo verificheremo dalla lettura dei verbali, che, come sa, sono a disposizione.
Comunque sarà mia cura approfondire i verbali e darne comunicazione.
Probabilmente lei si riferisce al numero dei votanti, che erano 31. Lo verificheremo dai resoconti.
Sull'ordine del giorno n. 689 è stato presentato un emendamento (alla fine del dispositivo viene aggiunto il seguente capoverso: "ad aderire alla manifestazione che si svolgerà il 12 maggio 2007 a Piazza Navona denominata 'orgoglio laico' in difesa dei diritti civili di tutti").
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 689, così come emendato dal proponente, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 12 maggio 2007 è stata indetta una manifestazione denominata "Family Day" questa manifestazione si svolgerà nel 33mo anniversario della grande vittoria riportata dal popolo italiano con il referendum che respinse la richiesta di abrogare la legge Fortuna Baslini istitutiva del divorzio, e sembra porsi come la rivincita contro la laicità l'articolo 3 della Costituzione italiana afferma: "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, di condizioni personali e sociali ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese" considerato che sempre maggiori sono le difficoltà che quotidianamente le coppie affrontano nel loro vivere insieme; esse sono legate a problematiche sociali: elevato costo delle case e dei mutui, mancanza di lavoro, emigrazione (esterna ed interna), incertezza dei redditi, inesistenza di adeguati ammortizzatori sociali, precariato mentre da un lato certi settori della politica proclamano l'importanza della famiglia e dei suoi valori, dall'altro lato, gli stessi, mancano di porre in essere una politica concreta di aiuto ai nuclei familiari: dai servizi sociali agli asili nido, da una scuola moderna e non discriminante ad una maggiore tutela delle madri lavoratrici impegna la Giunta regionale a promuovere tutte le iniziative di sua competenza per rimuovere gli ostacoli economici, abitativi, sociali, per ridare dignità alle persone restituendo la possibilità di strutturare una vita di coppia e familiare a promuovere e diffondere una cultura laica di rispetto ed accettazione del profondo cambiamento dei modelli familiari, rifiutando la discriminazione delle coppie di fatto di sesso diverso o dello stesso sesso, per garantire, nel pieno rispetto della Costituzione, pari diritti a tutti ottemperare alla dichiarazione di intenti della Presidenza della Regione Piemonte per l'istituzione dei registri delle unioni di fatto nei comuni della Regione ad aderire alla manifestazione che si svolgerà il 12 maggio 2007 a Piazza Navona, denominata "orgoglio laico" in difesa dei diritti civili di tutti".
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 690, presentato dal Consigliere Ricca.
La parola al Consigliere Ricca, per l'illustrazione.



RICCA Luigi Sergio

Do lettura dell'ordine del giorno come riformulato: "Il Consiglio regionale del Piemonte, premesso che sabato 12 maggio p.v. sarà organizzata a Roma la manifestazione denominata "Orgoglio laico" che ha lo scopo di richiamare l'attenzione sulle conquiste civili del nostro Paese; atteso che si svolge anche contemporaneamente la manifestazione Family Day, i cui temi sono strettamente collegati, aderisce alla manifestazione di Piazza Navona a sostegno dei diritti civili da assicurare a tutti i cittadini, indipendente dal loro sesso, razza, lingua religione, opinioni politiche e stato sociale".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Precedentemente mi sono espressa in modo contrario ad un ordine del giorno che, consapevole delle differenti sensibilità presenti in aula dichiarava che il Consiglio regionale aderirà alla manifestazione.
Sono rispettosa delle idee e delle opinioni di tutti e ritengo giustificata, legittima e sana la dialettica all'interno del Consiglio.
Proprio per questo motivo, avevo detto che non sarei stata favorevole ad un ordine del giorno che mi facesse aderire, contro la mia volontà, in quanto Consigliera, ad una manifestazione.
Allo stesso modo, per coerenza, devo dichiarare che ci asterremo su quest'ordine del giorno, nonostante condividiamo la difesa e il sostegno dei diritti civili, indipendentemente dal sesso, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche e dallo stato sociale di ciascuno.
Non possiamo non essere coerenti con quanto precedentemente dichiarato pertanto - ripeto - ci asterremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ricca ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Naturalmente voterò a favore dell'ordine del giorno e ringrazio quanti aderiranno.
Prendo atto delle dichiarazioni della Consigliera Pozzi e del fatto che, in questo caso, la Consigliera condivide le ragioni e le motivazioni a sostegno dell'iniziativa del 12 maggio. Mi sarei aspettato, però, un voto favorevole.
Altri avrebbero potuto dire: "Siamo noi che non vogliamo aderire obtorto collo". Prendo atto, ma non capisco molto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Intervengo in dissenso. Il Gruppo ha dato libertà di voto, su quest'ordine del giorno, e mi sembra che la maggioranza sia determinata ad astenersi. Poiché credo nella libertà di ognuno di noi, voterò a favore di questo documento, affinché chi vuole esprimere il proprio modo di pensare e le proprie idee, lo possa fare.
Questa è la vera democrazia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 690, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che sabato 12 maggio 2007 sarà organizzata a Roma la manifestazione "orgoglio laico" che ha lo scopo di richiamare l'attenzione sulle conquiste civili del nostro Paese atteso che si svolge anche contemporaneamente la manifestazione "Family Day" a cui i temi della stessa sono strettamente connessi aderisce alla manifestazione di Piazza Navona a sostegno dei diritti civili da assicurare a tutti i cittadini indipendentemente dal loro sesso, razza lingua, religione, opinioni politiche e stato sociale".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 266 "Comitato regionale per le Comunicazioni CORECOM (articolo 3 l.r. 1/2001 modificata dalla l.r. 2/2002) - Elezione di 2 componenti in sostituzione dei Signori Vera Schiavazzi e Giacomo Portas ed elezione del Presidente" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo nuovamente al punto 4) all'o.d.g., che reca: "Nomine" per l'elezione del Presidente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Proponiamo il Consigliere Massimo Negarville (Consigliere del CORECOM).



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Nicotra e Ronzani.
Prego il Consigliere Segretario Chieppa di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Chieppa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Mentre si procede allo scrutinio delle schede, ricordo ai colleghi che la Conferenza dei Capigruppo è convocata per mercoledì 9 maggio 2007, alle ore 14, in Sala Morando.
Per quanto riguarda la nomina dei due membri del Consiglio regionale per la Fondazione del 150° dell'Unità di Italia, non c'erano le indicazioni.
Il Presidente, seguendo quanto indicato da maggioranza e minoranza procederà domani per decreto.
Preciso che la seduta rimarrà aperta finché non sarà dichiarato l'esito della votazione.
stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Negarville Massimo, quale Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni - CORECOM La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore19.26)



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