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Dettaglio seduta n.186 del 24/04/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Cavallaro e Robotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilanci preventivi

c) Modifiche di coordinamento ex art. 83 Regolamento interno Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico, inoltre, che con deliberazione n. 68 dell'Ufficio di Presidenza del 18 aprile 2007 sono state apportate le seguenti modifiche di coordinamento al disegno di legge 380 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2007-2009": "A seguito di mero errore materiale, comunicato con nota prot. n. 14547/9 del 18 aprile 2007 della Direzione Bilanci e Finanze della Giunta regionale, all'articolo 1, comma 1 e all'articolo 2, comma 1 le cifre euro 17.450.717.034,11 in termini di competenza e euro 23.501.663.725,81 in termini di cassa devono essere modificate: articolo 1, comma 1: euro 17.466.176.634,11 in termini di competenza articolo 2, comma 1: euro 23.517.123.325,81 in termini di cassa".
Copia della deliberazione citata è depositata presso la Segreteria del Settore Assemblea Regionale.


Argomento: Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati - Informazione

Interpellanza n. 1057 dei Consiglieri Cotto, Toselli e Leo, inerente a "D.D. n. 627/2006 di affidamento di servizi televisivi"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 1057, presentata dai Consiglieri Cotto, Toselli e Leo.
La parola all'Assessore Sibille per la risposta.



SIBILLE Bruna, Assessore regionale

Con l'interpellanza n. 1057 del 12 ottobre 2006, i Consiglieri Cotto Toselli e Leo - rilevato che, con la Determinazione Dirigenziale n. 627 del 9 ottobre 2006, sono stati affidati alla TLT S.p.A. (Telecupole) servizi televisivi per una spesa di 16.200,00 euro - chiedono di conoscere: se e a quali emittenti televisive siano stati affidati altri servizi analoghi a quelli applicati con la predetta determina; se non si ritiene opportuno interpellare tutte le emittenti televisive del Piemonte per permettere ai cittadini piemontesi di fruire dei servizi televisivi; quale valutazione la Giunta esprima in ordine al progetto di legge n. 152, anche al fine di consentire una sollecita approvazione del provvedimento da parte del Consiglio regionale.
Rispetto alla prima delle richieste, devo dire che si tratta di un'iniziativa che prosegue e che ha una cifra ridotta rispetto ad un'analoga iniziativa intrapresa dal precedente Assessore, da me ridotta nell'importo.
Si tratta di una cifra che sta al di sotto delle cifre che richiedono un'interlocuzione con più emittenti televisive, anche se credo che noi non abbiamo affidato altri servizi televisivi nel corso del 2006.
Comunico che negli anni precedenti non sono stati affidati servizi televisivi ad altre emittenti, mentre la stessa TLT, come vi dicevo, ha dal 2003 un affidamento. Ritengo che, proprio per pari precedenti, sia stato disposto l'affidamento a trattativa privata, ai sensi dell'articolo 31 lettera g), della legge regionale n. 8/84 (spesa inferiore a 25.822,84 euro) alla predetta emittente, che aveva peraltro presentato apposita offerta, ritenuta congrua.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto per la replica.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore. Premetto che sono più che favorevole al fatto che si svolga attività di promozione e di valorizzazione tramite le televisioni locali. Io stessa ho presentato, insieme a dei colleghi, una proposta di legge per favorire l'educazione ambientale proprio attraverso alcuni programmi televisivi.
L'interpellanza nasce dal fatto che ad Asti, ad esempio, la televisione locale ha dovuto cessare l'attività per mancanza di finanziamenti e allora vedere finanziamenti localizzati solo in una direzione ha fatto sorgere in me il desiderio di approfondire la questione.
Il mio è un invito a continuare ad andare avanti utilizzando le televisioni locali, però utilizzandole tutte, perché mi sembra molto più logico che ci sia il coinvolgimento di tutte le emittenti televisive e non limitarsi ad una.
Senz'altro non è questo il caso, ma potrebbe nascere il sospetto che essendo la televisione locale proprio dello stesso collegio elettorale dell'Assessore - a volte qualcuno può fare due più due - sia stata favorita in questo. Quindi la mia raccomandazione è per una totale trasparenza di questi incarichi e un ampliamento degli stessi.


Argomento: Comuni

Interrogazione n. 1282 del Consigliere Ricca, inerente a "Situazione negli edifici postali dei piccoli Comuni"

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1332 del Consigliere Toselli, inerente a "Disservizi postali nel Cuneese"

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1335 del Consigliere Guida, inerente a "Dimezzamento dei servizi postali nei Comuni di Sinio e Castiglione Falletto"


PRESIDENTE

Passiamo a trattare le interrogazioni n. 1282, n. 1332 e n.1335.
La parola all'Assessore Sibille per la risposta congiunta ai tre atti di sindacato ispettivo.



SIBILLE Bruna, Assessore regionale

Alcune di queste interrogazioni trattano problematiche relative a singoli uffici e, rispetto a questi singoli uffici, segnatamente il Comune di Sinio e il Comune di Castiglione Falletto, comunico che esiste un accordo con la locale amministrazione delle Poste. Mi riferiscono che hanno definito una rimodulazione del servizio e un nuovo orario, che è stato concordato, con una riduzione a tre giorni, a settimane alterne, e una presenza durante l'orario di apertura dell'ufficio tecnico e l'orario di mercato.
Per quanto riguarda le problematiche più generali emerse da altre interrogazioni e la questione relativa al rispetto o meno del protocollo d'intesa tra Regione Piemonte e Poste Italiane, posso dire che è stato rispettato, garantendo il mantenimento di tutti gli uffici sul territorio.
Segnalo ai Consiglieri che, a far data dal 27 aprile 2005 ad oggi, non è stato chiuso nessun ufficio postale del Piemonte.
Questo non significa che non si sia proceduto ad una rimodulazione dell'orario, che ha evidenziato delle criticità in alcune zone relativamente alle quali, grazie a una collaborazione istituzionale con i Comuni, i Consiglieri regionali e gli uffici dell'Assessorato alla montagna, si è sempre cercato di garantire una mediazione tra le parti.
Quindi, il protocollo d'intesa è stato rispettato nella parte che ha impedito la chiusura di uffici.
Nell'ambito del protocollo, sottoscritto nel mese di giugno 2006, è stato possibile mantenere un accettabile livello di rapporti con la nuova azienda, anche per lo studio di possibili soluzioni atte ad ovviare le maggiori situazioni di criticità venutesi a creare a seguito della riorganizzazione degli uffici sul territorio. Tale riorganizzazione ipotizzava, per 189 uffici, l'abolizione dell'operatore unico (si tratta dell'operatore che per tre ore svolgeva la funzione di impiegato amministrativo e per tre ore quella di postino).
L'ipotesi di soluzione oraria alternativa allo standard aziendale attuato a livello nazionale da Poste Italiane, che, a seguito della soppressione della figura dell'operatore polivalente, ha rimodulato gli orari di sportello sul part-time verticale (sei ore al giorno per tre giorni alternati alla settimana) o part-time orizzontale (tre oltre al giorno per sei giorni) è stata posta all'o.d.g. delle recenti riunioni con gli amministratori di Poste Italiane.
Inoltre, la questione legata agli uffici postali nei piccoli Comuni, in più occasioni, è stata oggetto di sensibilizzazione presso il Ministero competente, affinché si tenga conto di questa problematica in sede di disposizione del contratto di programma.
Proprio da questo punto di vista, mi corre l'obbligo segnalare che grazie ad un lavoro pressante della Regione Piemonte, il Ministro delle comunicazioni, Gentiloni, ha approntato un protocollo di intesa da passare a Poste S.p.A., nel quale si stabilisce un limite minimo di orario settimanale (almeno 18 ore) e non meno di tre giorni di apertura.
Sulla base di questo, sarà possibile ridiscutere tutta una serie di possibilità di ampliamenti (per esempio l'apertura nei giorni di mercato o in concomitanza con l'apertura dell'ufficio tecnico comunale). Al tempo stesso, in previsione della privatizzazione del servizio postale, che, a partire dal 2009, vedrà l'Azienda impegnata in ambito di libera concorrenza, la Regione Piemonte ha inteso sottoscrivere un documento atto a garantire l'attuale articolazione del servizio sul territorio.
Riteniamo, così come evidenziano le interrogazioni, che il servizio postale sia uno dei servizi essenziali posti sul territorio, altresì riteniamo necessario garantire l'apertura e l'operatività di un ufficio postale; a distanza di pochi chilometri, sarebbe insensata la presenza di uffici con un numero di utenti molto basso e altri, invece, in cui si creano delle code. Questo darebbe luogo ad una serie di problematicità che ovviamente, deve affrontare chi è amministratore e si deve occupare dell'intero territorio.
Alla verifica dei contenuti del protocollo sperimentale, nonch all'ipotesi di un suo possibile rinnovo, verrà dedicato un adeguato spazio all'avvicinarsi della scadenza temporale stabilita nel 13 giugno prossimo a livello nazionale è aperto questo tavolo perché abbiamo molto a cuore le questioni inerenti al servizio postale.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Ricca, per la replica.



RICCA Luigi Sergio

Rivolgo un ringraziamento al Presidente e all'Assessore anche per aver voluto recuperare in aula la risposta a quest'interrogazione.
Voglio esprimere apprezzamento per l'impegno dell'Assessore Sibille su questo tema, in quanto è da tempo che lo segue da vicino, insistendo nei rapporti con le Poste e con le pressioni verso il Ministero.
anche necessario evidenziare alcune questioni che vanno al di là dell'impegno e degli accordi raggiunti nel protocollo sottoscritto, che garantisce il mantenimento di tutti gli uffici sul territorio, ma non la qualità del servizio che questi riescono ad erogare, che sono una variabile indipendente dalla volontà dell'Assessore, me ne rendo conto benissimo pertanto, occorre ancora insistere presso le Poste e il Ministero per evitare che si verifichi quanto occorso recentemente. Per esempio, nel Comune di Frassinetto, in questo mese, per più giorni consecutivi, la posta non è stata recapitata, tant'è che è stato scritto quanto segue: "Evidentemente, la posta è prioritaria quando la si deve affrancare con il francobollo, mentre diventa un optional quando deve essere recapitata all'utente".
Questo è un aspetto sicuramente di rilievo. Credo che molte delle disfunzioni derivino dall'utilizzo, da parte di Poste Italiane, di personale a tempo determinato, che viene rinnovato con una certa frequenza creando disguidi di carattere organizzativo e di conoscenza del territorio.
Questo determina un servizio scadente, soprattutto nelle realtà più periferiche, anche se adesso questo fenomeno si sta allargando anche ai Comuni inseriti in certe dinamiche territoriali di dimensioni più rilevanti. Si verificano casi in cui le bollette vengono recapitate l'ultimo giorno utile o in ritardo, con conseguenti penalizzazioni per gli utenti, oppure non vengono recapitati neanche i quotidiani e gli abbonamenti. Poi, ci sono conseguenze molto più serie rispetto al dover leggere il quotidiano il giorno dopo, che per l'utente potrebbe essere l'effetto meno pesante.
Vorrei richiamare l'attenzione su un aspetto che, forse, viene sottovalutato: a partire dal gennaio 2009, il servizio postale sarà definitivamente privatizzato - l'Assessore lo ha richiamato anche nella sua risposta. Voglio porre in evidenza non tanto il fatto che, magari, con una maggiore concorrenza, potrà funzionare meglio il servizio sul territorio ma che con la definitiva privatizzazione verrà meno la funzione di servizio pubblico del servizio postale. Quindi, nei confronti del gestore del servizio, eventuali mancanze pesanti non potranno più essere sanzionate e il danno per l'utenza e la qualità del servizio sarà assolutamente rilevante.
Ci dobbiamo impegnare affinché il servizio postale continui ad essere mantenuto tra quei servizi universali che devono essere garantiti ai cittadini e fare in modo che sul territorio non si verifichino situazioni per cui alcuni cittadini sono di serie A, mentre altri sono di una serie inferiore, quindi assolutamente penalizzati.
Da questo punto di vista, ritengo assolutamente importante metterci in campo direttamente, come Regione, magari con l'approvazione rapida della legge per i piccoli Comuni, per la quale è stata avviata la discussione con il ddl della Giunta, ma anche con i progetti di legge dei Gruppi consiliari tra i quali il mio - che potrebbero portare a rapporti tra i soggetti erogatori del servizio postale e altri esercizi commerciali, garantendo sul territorio lo svolgimento di funzioni che potrebbero dare risposte ad alcune criticità.
Apprezzo l'impegno dell'Assessore e sono certo che continuerà quest'azione presso le Poste e presso il Ministero, affinché, al di là dei protocolli siglati, ci sia un rispetto sostanziale e non soltanto formale degli impegni assunti, garantendo questo servizio essenziale per i cittadini.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 888 del Consigliere Leo, inerente a "Stanziamenti per contributi alle scuole materne - DGR 37-3242 del 26/06/2006"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 888, presentata dal Consigliere Leo.
La parola all'Assessore Pentenero, per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
L'interrogazione era volta a conoscere le motivazioni per le quali è stata assegnata una somma inferiore a quella prevista dalla legge ad Enti e Associazioni che svolgono attività di formazione e aggiornamento del personale docente e non docente, delle scuole materne autonome.
L'interrogazione chiede se non si ritenga opportuna una ratifica della DGR n. 37-3242, al fine dello stanziamento previsto dalla legge n. 61.
Occorre fare una premessa. Come è noto, la legge regionale n. 40, di integrazione e modifica della legge n. 61, ha previsto che il 5% delle risorse destinate al funzionamento delle scuole dell'infanzia non statali o comunali piemontesi sia dedicato alle azioni di formazione del personale docente e non, delle stesse.
Per dare esecuzione a questo disposto della legge n. 40, con la legge di bilancio regionale 2005 è stato istituito un apposito capitolo, con una dotazione finanziaria di 100.000 euro.
Lo stesso tipo di finanziamento è stato previsto nel bilancio di previsione 2006.
Questi 100.000 euro vanno ad aggiungersi ad ulteriori 6.900 euro destinati complessivamente, per l'anno finanziario in corso, alle azioni previste dalle leggi n. 61 e n. 40.
Con la delibera citata dal Consigliere Leo, la Giunta regionale ha approvato il programma di attività per l'anno in corso - questo si riferisce ovviamente al 2006 e non al 2007 - per quanto concerne l'istruzione e l'edilizia scolastica, accantonando tutte le somme necessarie alla sua attuazione.
In particolare, per quanto concerne le scuole dell'infanzia, ha provveduto ad accantonare rispettivamente 6.900 euro sul capitolo 14699 e 100 euro sul capitolo 17687, per complessivi 7.000 euro.
L'Allegato della DGR citata, a pagina 10, nell'indicare i criteri di assegnazione dei contributi, ribadisce che, secondo quanto previsto dalla normativa regionale, il 5% dello stanziamento globale della legge deve essere destinato alle attività di formazione e aggiornamento del personale.
Successivamente, la Direzione regionale Promozione Attività Culturali Istruzione e Spettacoli, in esecuzione a quanto previsto dalla DGR n. 37 3242, ha provveduto ad impegnare ed assegnare la somma di 6.645.683,62 euro per un importo pari al 95% della somma complessivamente stanziata per assegnare, secondo i criteri indicati dalla normativa regionale, i contributi per concorrere al funzionamento delle scuole materne, riservando la somma di euro 350.000, pari al 5% dell'intero stanziamento, alle attività di formazione.
Entro il 30 settembre scorso - termine previsto dalla legge regionale n. 61 per l'inoltro delle istanze per la formazione del personale docente e non, delle scuole dell'infanzia - hanno presentato domanda di contributo la FISM di Torino, di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, di Cuneo, Asti e Alessandria, oltre a quattro istituti singoli.
Il numero complessivo delle sezioni attivate nelle scuole che beneficiano della formazione è 1.159 e la spesa complessiva a carico della Regione è stata di 180.313, 85 euro, secondo quanto previsto dalle leggi regionali n. 61 e n. 40.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Assessore Pentenero, la ringrazio per la sua attenzione e il suo atteggiamento di costante precisione, che dimostrano la sua sensibilità e una grande precisione da parte degli Uffici del suo Assessorato.
Le chiedo, pertanto, di trasmettere i miei complimenti anche agli Uffici interessati.
Indubbiamente, quando ho scritto l'interrogazione, come ha visto dai tempi, non era ancora avvenuto quanto lei ha risposto.
Pertanto - lo dico al Presidente del Consiglio - abbiamo avuto una buona notizia. Ci rassicura e ci fa piacere che la legge sia così ben rispettata, che gli Uffici abbiano così bene impostato le procedure e che l'Assessore abbia compitamente e cortesemente risposto.
Ci dichiariamo molto soddisfatti della risposta e chiediamo, per documentazione, la risposta scritta.
Grazie, Assessore Pentenero, e grazie, Presidente Gariglio.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1340 del Consigliere Cirio inerente a "Sicurezza nelle scuole"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1340, presentata dal Consigliere Cirio.
La parola all'Assessore Pentenero, per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
L'interrogazione era volta a sapere quali provvedimenti si ritiene di adottare, al fine di garantire la sicurezza, all'interno delle scuole, ad alunni, professori ed operatori, in seguito ai gravi episodi che si sono verificati all'Istituto "Giulio" di Torino, dove alcuni minori extracomunitari hanno offeso e colpito una bidella ed un professore.
L'interrogazione risale al 6 febbraio scorso.
necessario premettere che gli episodi che si sono verificati in questi ultimi tempi, pur avendo la loro innegabile gravità - sono stati messi notevolmente in risalto dagli organi di stampa - hanno riguardato alcuni studenti del nostro sistema scolastico ed alcune istituzioni scolastiche.
Mi preme evidenziare che, al contrario, la scuola piemontese è, nel suo complesso, una scuola di qualità, dove ogni tipo di forma di integrazione sociale viene ampiamente sviluppata e portata avanti all'interno di programmi, anche integrativi all'offerta formativa.
Al fine di ripetere e prevenire episodi di violenza e bullismo riteniamo fondamentale incrementare le azioni di informazione che già vengono svolte nell'ambito delle nostre scuole, che - come dicevo confermano l'esistenza di una scuola di qualità.
A tale proposito, abbiamo preso contatti con la Questura di Torino e con l'Ufficio Scolastico Regionale, con il quale attivamente lavoriamo, per definire una serie di attività congiunte.
stato sottoscritto un apposito protocollo di intesa, al quale gli Uffici della Direzione Istruzione stanno lavorando.
Si sta provvedendo, inoltre, alla ristampa, all'aggiornamento e alla nuova redazione di materiale illustrativo e divulgativo, volto ad interagire con la popolazione studentesca, in merito ai fenomeni di violenza che si registrano quotidianamente all'interno delle scuole.
Questi possono essere strumenti utili per prevenire atteggiamenti che possono sfociare in fenomeni di bullismo, distinguendoli da comportamenti che configurano veri e propri reati quali, ad esempio, discriminazione microcriminalità e vandalismo.
La distribuzione di questo materiale avverrà nell'ambito di specifici incontri realizzati dall'Ufficio minori della Questura di Torino, che hanno anche attivato un numero verde dedicato al Protocollo, che nella sua prima attuazione riguarderà solo la Provincia di Torino, ma, successivamente sarà esteso alle altre Questure della nostra Regione, per svolgere insieme questa attività di informazione e prevenzione su tutto il territorio piemontese.
Al fine dell'integrazione degli studenti extracomunitari, a seguito di un Protocollo d'intenti che è stato sottoscritto nell'autunno scorso con l'Ufficio scolastico regionale, le forze sindacali e la Regione stessa, si è provveduto a sostenere queste progettualità con interventi relativi all'anno scolastico in corso, una spesa complessiva di un milione e 229 mila euro, di cui 629 mila euro sono a carico dell'Ufficio scolastico regionale e 600 mila euro risultano a carico della Regione Piemonte.
Ci terrei ad evidenziare come, comunque, sia importante cercare di svolgere delle azioni il più possibile sinergiche e vengano messe in rete tutte quelle buone prassi che anche le Autonomie scolastiche singole, in collaborazione con gli Enti locali, hanno in questo periodo sviluppato.
dall'Ufficio minori della Questura di Torino, che hanno anche attivato un numero verde dedicato al Protocollo, che nella sua prima attuazione riguarderà solo la Provincia di Torino, ma, successivamente, sarà esteso alle altre Questure della nostra Regione, per svolgere insieme questa attività di informazione e prevenzione su tutto il territorio piemontese.
Al fine dell'integrazione degli studenti extracomunitari, a seguito di un Protocollo d'intenti che è stato sottoscritto nell'autunno scorso con l'Ufficio scolastico regionale, le forze sindacali e la Regione stessa, si è provveduto a sostenere queste progettualità con interventi relativi all'anno scolastico in corso, una spesa complessiva di un milione e 229 mila euro, di cui 629 mila euro sono a carico dell'Ufficio scolastico regionale e 600 mila euro risultano a carico della Regione Piemonte.
Ci terrei ad evidenziare come, comunque, sia importante cercare di svolgere delle azioni il più possibile sinergiche e vengano messe in rete tutte quelle buone prassi che anche le Autonomie scolastiche singole, in collaborazione con gli Enti locali, hanno in questo periodo sviluppato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio per la replica.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, intervengo soltanto per ringraziare l'Assessore per la puntualità e anche i contenuti della risposta.
L'interrogazione aveva soltanto la finalità di segnalare come purtroppo, in una scuola che funziona - la scuola piemontese, sicuramente funziona, come credo tutti lo ritengano - spesso, c'è una parte dei suoi protagonisti che rimane un po' in ombra. Si parla degli alunni e del personale docente, ma il personale tecnico e non docente, spesso, anche perché, forse, svolge funzioni meno visibili, rischia di rimanere nell'ombra e, in casi come quello evidenziato nell'interrogazione, di non avere le dovute tutele.
La mia voleva essere soltanto una segnalazione, per sottolineare ancora una volta, come il personale non docente, comunque, nella scuola svolga un compito fondamentale. Prendo atto con piacere e con favore che il monitoraggio si estenda comunque anche a queste figure professionali.


Argomento: Università

Interrogazione n. 1053 del Consigliere Leo inerente a "Ruolo del direttore del Master in giornalismo del professor Nicola Tranfaglia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1053, presentata dal Consigliere Leo.
Risponde la Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Leo chiede se la Regione Piemonte ritiene compatibile che il professor Tranfaglia sia al tempo stesso parlamentare e direttore del Master in giornalismo presso il COREP.
Direi che l'argomento è stato risolto alla radice con le dimissioni del professor Tranfaglia da direttore del Master in giornalismo, che, peraltro erano già state presentate nel novembre 2006.
Attualmente, purtroppo, in questi casi le interrogazioni vengono calendarizzate con grande ritardo, perché ne abbiamo sempre tante. Io avevo da tempo la risposta disponibile, ma sono riuscita a darla solo adesso.
In ogni caso, al di là del caso specifico, non so se esistano incompatibilità formali. Mi risulta che i dipendenti pubblici che siano parlamentari debbano andare automaticamente in aspettativa e che, per estensione, cariche di questo tipo comportino, comunque, le dimissioni anche se in un caso del genere non è definita in modo formale l'incompatibilità. Concordo sulla presenza di un'incompatibilità di fatto che è stata rimossa, ma, in generale, è mia opinione che ci sia un'incompatibilità di fatto, anche se, essendo un incarico aggiuntivo legato alla figura di professore universitario, dovrebbe decadere nel momento in cui la persona viene posta in aspettativa obbligatoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Presidente Gariglio, desidero ringraziare molto la Presidente Bresso perché siamo pienamente soddisfatti della cortesia, correttezza e linearità della risposta. È vero, è stata discussa dopo, ma non ne facciamo colpa a nessuno.
Riassumo: in allora c'era questa preoccupazione, la risposta fornita dalla Presidente Bresso la consideriamo correttissima e anche, come sempre coerente e coraggiosa, perché si tratta di un deputato dei Comunisti italiani, quindi ringrazio molto. Ho parlato con il collega Chieppa che mi chiedeva il perché di questa interrogazione, insomma, abbiamo risolto la questione, evidentemente, il professor Tranfaglia ha ritenuto che avessimo ragione.
Anche se è stato fatto per vie informali, voglio dire alla Presidente Bresso che anche l'Università sarà molto contenta, anche se è un caso risolto, della sua risposta, perché all'Università c'erano stati molti imbarazzi. La nostra interrogazione era stata quasi sollecitata dall'Università o, comunque, vista molto bene, perché quest'ultima era imbarazzata per questo ruolo del professor Tranfaglia.
Pur essendosi già conclusa la vicenda, volevo ringraziare la Presidente, perché, comunque, ha detto una cosa non dovuta obbligatoriamente. Ha ragione la Presidente, su quello si potrebbe giuridicamente sempre discutere, ma la presa di posizione della Presidente la condividiamo e per questo la ringraziamo.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 932 della Consigliera Cotto, inerente a "Promozione di TG provinciali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 932, presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde la Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione prendeva lo spunto dall'interruzione del telegiornale dedicato alla Provincia di Asti dall'emittente Telesubalpina.
In particolare si chiede se siano allo studio incentivi per la produzione di TG regionali. A tale riguardo, ritengo di poter condividere il punto di vista del CORECOM, che intende affermare in ogni sede, a cominciare da quella che gli attribuisce l'istruttoria per l'assegnazione dei contributi ministeriali all'emittenza televisiva locale, il proprio impegno in favore di una maggiore qualità del sistema informativo piemontese.
Dico a margine che riteniamo importante il fatto che il CORECOM intenda intervenire nell'elaborazione dei nuovi criteri che dovranno essere adottati a livello nazionale per l'attribuzione dei contributi: fra i criteri in questione dovranno sicuramente essere inseriti la qualità e la quantità dell'informazione locale, fermo restando che va chiarita la questione in termini di competenza.
Ritengo che oggi sia incostituzionale che lo Stato assegni contributi all'informazione regionale locale: dovrebbe trasferire tale competenza alle Regioni, attraverso la via fiscale o, per il momento, il trasferimento delle risorse. Sul piano costituzionale non c'è alcun dubbio, sarebbe bene che la Costituzione venisse applicata.
Per il momento l'obiettivo, salvaguardando naturalmente la libertà di impresa, è di rendere conveniente per tutte le emittenti televisive l'attivazione di servizi di informazione in grado di raccontare i tanti "Piemonti" che fanno parte della nostra regione. Questo è il primo aspetto relativo all'attività del CORECOM e ai finanziamenti, che al momento sono nazionali, ma che speriamo non lo siano più prossimamente.
Quanto alle iniziative della Regione Piemonte, il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale, che voi conoscete e che è già stato trasmesso alla Commissione competente, prevede proprio l'incentivazione delle televisioni locali a promuovere TG su base provinciale o intercomunale.
Rispetto agli aspetti più generali toccati dall'interrogazione, il coinvolgimento non solo delle Province, ma anche di tutti i soggetti interessati, sarà reso possibile dalla fase di consultazione che la Commissione consiliare competente vorrà aprire, esaminando gli articolati presentati dalla Giunta, nonché da numerosi Gruppi consiliari, in materia di informazione, editoria e comunicazione.
Per quanto concerne la collaborazione tra i giornali locali, le pagine dei giornali locali e le emittenti televisive, osservo che si tratta di una materia parzialmente regolata dalle leggi dello Stato. La Regione Piemonte insieme alle altre Regioni italiane, sta cercando di individuare, in modo più preciso, gli ambiti di intervento possibili sulla base del Titolo V della Costituzione, che definisce la materia oggetto di "legislazione concorrente", la comunicazione.
Su quest'argomento, ci sono già degli elementi trattati nel disegno di legge della Giunta regionale. Tuttavia, con incentivi, riguardante anche la collaborazione tra emittenti e periodici locali. Noi l'abbiamo inserito anche se questa materia - ci tornerò fra un momento - è oggetto di trattativa con lo Stato per definire meglio le nostre competenze. Abbiamo anche chiesto, in un incontro ad hoc con il Ministro Gentiloni, di avviare un confronto per un approfondimento della legge Gasparri, che dice alcune cose poco chiare, su cui è necessaria un spiegazione a livello nazionale per evitare di procedere per tentativi. Questa partita c'è nella legge regionale.
Per quanto riguarda la situazione attuale, invece, la Consigliera Cotto ricorderà che esisteva un bando della precedente Amministrazione, che è stato sospeso per la mancanza di risorse. Le risorse sono andate in economia e sono state rimesse. Si è avviata una trattativa con il gruppo vincente, che si è impegnato da una parte ad ampliare la partecipazione per evitare polemiche e ricorsi delle altre emittenti, e dall'altra a garantire, fra tutte le televisioni partecipanti alla rete, la presenza di almeno un TG in ogni Provincia. È in corso una trattativa per verificare che questi aspetti siano garantiti e, in base a quelli, attribuire le risorse accantonate nel bilancio 2007, adesso approvato.
Dovremmo riuscire a far partire, attraverso un finanziamento, un rafforzamento delle emittenti locali: chiediamo a tutte di garantire almeno una mezz'ora di approfondimento settimanale a turno, in modo da consentire una maggiore conoscenza reciproca dei territori, e, se ricordo bene chiediamo anche di garantire, almeno in ogni Provincia, un'emittente che faccia un TG.
Questa, al momento, potrebbe essere una soluzione. Fermo restando che con la nuova legge - che sarà il risultato, immagino, di una fusione tra le varie presentate - dovremo avere degli strumenti più chiari e un orientamento rispetto al nuovo Titolo V e, quindi, alle nuove competenze.
Quella legge, insieme con un approfondimento tecnico che stiamo predisponendo (proprio ieri ho chiesto anche a Torino Wireless, che ha molte competenze in questo campo, di aiutarci a definire bene i confini delle nostre competenze per legiferare), incardina tutta la partita della nuova Costituzione nella legislazione regionale, anche con questo confronto che faremo con lo Stato per chiarire bene le rispettive competenze. Fermo restando che non esiste alcun dubbio che l'incentivazione a periodici, a televisioni e a strumenti di comunicazione regionali e locali in generale oggi è sicuramente di competenza regionale, anche se lo Stato continua a farlo. Fa parte della fase di transizione inevitabile, ma credo che possiamo comunque legittimamente considerarla competenza nostra e quindi se vogliamo, intervenire.
Se quest'accordo garantirà, anche su Asti, la presenza di almeno un'emittente, non ci saranno problemi, altrimenti studieremo soluzioni ad hoc nelle aree totalmente scoperte. Noi preferiremmo, però, che questa copertura fosse il frutto di un accordo fra tutte o quasi tutte le televisioni, che consenta di non fare delle scelte, perché altrimenti si entra nell'area della discrezionalità. È auspicabile un accordo in cui, con le diverse impostazioni culturali e politiche che ogni televisione ha, si garantisca insieme la copertura di tutto il territorio.
Mi pare che questa sia la modalità migliore, fermo restando che con la nuova legge e con l'aiuto del CORECOM dovremo definire delle regole nuove e più precise, proprio perché la competenza è molto cambiata e quindi abbiamo bisogno di un quadro legislativo di cui al momento non disponiamo. Anche per questo, dato che c'era un bando che era stato fatto, abbiamo cercato di concordarlo con le televisioni nel modo più consociativo possibile (affinché siano tutte d'accordo), perché è una materia su cui abbiamo difficoltà legislativa, non avendo ancora l'incardinamento della nuova competenza.
Nel dibattito in Commissione e poi in Aula dovremo darci degli obiettivi precisi perché, cambiate le competenze, dobbiamo darci una legislazione che sia, contemporaneamente, di incentivazione, e quindi di garanzia per il territorio, di trasmissioni sufficienti, di approfondimenti, e, nello stesso tempo, che ci siano anche le garanzie politiche, affinché non ci possa essere arbitrio nell'assegnazione dei contributi.
L'insieme delle due cose è delicato e richiede una normativa e una più precisa definizione dei compiti del CORECOM, che finora erano minori, ma che aumenteranno se incardineremo le nuove competenze nella nostra legislazione.
Questo per garantire che ci stiamo preoccupando della questione, fermo restando che la riorganizzazione deve avvenire con la nuova legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Presidente, la ringrazio anche a nome dei tanti cittadini astigiani che mi hanno telefonato e sottoscritto petizioni a noi e al Presidente del Consiglio perché improvvisamente si sono visti privati del loro TG provinciale; quel TG che movimentava le notizie.
Asti è una Provincia composta da molti anziani e quell'appuntamento giornaliero era per loro motivo di grande interesse.
Sono contenta che, in attesa del quadro legislativo nazionale e regionale (io stessa avevo presentato anche una proposta di legge in questa direzione), ci sia un accordo tra tutte le emittenti per garantire il TG in ogni Provincia.
Siamo d'accordo con lei, neanche noi abbiamo preferenze; l'importante è che l'informazione sia garantita.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1138 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Salone del Gusto"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1138, presentata dal Consigliere Scanderebech. Risponde la Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione tratta diversi quesiti, partendo da un'osservazione critica rispetto al prezzo del biglietto del Salone del Gusto 2006.
Innanzitutto, si chiede se la Giunta fosse a conoscenza dell'importo del biglietto, che ricorderete ammontava a 20 euro.
Confermo che gli uffici regionali erano stati informati del prezzo.
Ricordo anche che il costo del biglietto è invariato rispetto all'edizione 2004, quindi non abbiamo sollevato obiezioni perché non variava, anche perché il pienone è tale che si pone addirittura il problema di una regolazione dei flussi. Non ci è parso quindi che ci fosse, da parte del pubblico numeroso e vario, una segnalazione di eccesso di prezzo.
Il secondo quesito chiede in quale modo si pensa di creare un'alternativa al mercato dell'automobile, se si propongono iniziative di èlite che escluderebbero dal mercato mondiale proprio i cittadini piemontesi.
Intanto, com'è noto, il Salone del Gusto non è un esponente del mercato mondiale, quindi non ritengo che sia un'iniziativa di èlite, casomai è un'iniziativa che ha certamente un costo abbastanza elevato, ma non dimentichiamo che esistono anche moltissimi espositori che dispongono di biglietti gratuiti che distribuiscono a coloro che vogliono invitare dunque vi è tutta una serie di opzioni aggiuntive (peraltro, chi entra pu approfittare anche di una serie di assaggi gratuiti).
Mediamente non abbiamo ricevuto proteste in tal senso; soprattutto come dicevo - non vi è stato un aumento del prezzo, che era stato stabilito ad un livello abbastanza elevato proprio perché l'organizzazione del Salone del Gusto è molto costosa. Non dimentichiamo, inoltre, che il Salone del Gusto, in qualche modo, controbilancia il costo di Terra Madre, che è tutto a carico dei soggetti pubblici.
Terra Madre è un'iniziativa che favorisce il confronto e la tutela dei prodotti tipici nelle aree sviluppate, che affrontano a loro spese il viaggio e la permanenza qui, e i contadini che tutelano i prodotti originari nei Paesi in via di sviluppo, ai quali invece noi offriamo attraverso l'organizzazione di Terra Madre, l'ospitalità e il viaggio seppure a costi contenuti.
Quindi le due cose, in qualche modo, si bilanciano e vi è una logica di corresponsabilità nei confronti di coloro che siamo interessati a far conoscere e tutelare, ma che non ne avrebbero la possibilità in altro modo peraltro, la rete costruita da Terra Madre è di grande interesse a livello mondiale e sta valorizzando il nostro territorio credo in modo molto interessante.
Per quanto riguarda il mercato dell'auto, il Consigliere sa bene in quale modo siamo intervenuti per sostenere il settore quando era in crisi.
Siamo intervenuti non a sostegno del settore in quanto tale, ma a sostegno della presenza della produzione dell'auto in Torino, quindi acquisendo dei terreni sui quali - proprio adesso è partito il bando - localizzare attività collaterali nell'area dell'indotto in senso molto ampio soprattutto attività di ricerca e di sviluppo nel settore automobilistico consentendo in questo modo anche alla FIAT, che allora versava in condizioni di difficoltà, di mantenere la produzione a Torino. Tutto ciò ha consentito ex post di far partecipare pienamente l'area torinese al rilancio di tutto il settore, non solo automobilistico, legato alla FIAT progressivamente anche dell'indotto.
Credo che sia stata una scelta giusta, ma non mi pare che si possa parlare di alternative: lo sviluppo del settore enogastronomico è una attività da sempre importante nella nostra regione, ma non è un'alternativa all'industria, è una complementarietà, rappresenta da sempre uno dei settori forti del nostro territorio; il suo sviluppo, come lo sviluppo dell'industria nel settore automobilistico, meccanico o elettrico, è una politica che noi perseguiamo in parallelo, non in alternativa.
Non si può immaginare di sostituire alla produzione industriale quella enogastromica, che rappresenta una quota rilevante, ma pur sempre piccola della nostra produzione; casomai il settore enogastronomico è complementare agli altri e soprattutto ha una grande valenza per la promozione internazionale e per l'attrazione di turisti in Piemonte.
In sostanza, parlare di alternative, secondo me, è sbagliato: è il mix di attività produttive che rende forte una regione, per di più delle dimensioni della nostra, che è una delle grandi regioni italiane, nonch europea.
Terzo quesito: le iniziative che si intendono adottare al fine di rendere accessibile il Salone del Gusto alle fasce deboli. Come molte altre istituzioni, siamo intervenuti attraverso l'assegnazione di biglietti per l'ingresso a tutti quei settori e attività che promuoviamo al Salone del Gusto per aiutarle a essere presenti e partecipare. Possiamo ragionare colgo la sollecitazione - per individuare un uso mirato della quota di biglietti gratuiti collegati alla nostra presenza e al nostro finanziamento (come sapete, rilevante). Ripeto, colgo la sollecitazione, valuteremo come anche se non è mai semplice.
Attualmente facciamo avere i biglietti che abbiamo a disposizione alle organizzazioni, in particolare dei disabili e a quelle che si occupano di volontariato sociale, lasciando poi a loro il compito di distribuirli.
L'abbiamo fatto in molte occasioni, ad esempio per tutti i biglietti delle Olimpiadi, sia per le cerimonie sia per tutte le serate in Piazza Castello l'abbiamo fatto sistematicamente anche con i biglietti delle varie fiere e saloni cui partecipiamo, facendone avere non solo alle autorità, ma ad organizzazioni di beneficenza o di volontariato che, di volta in volta, ci paiono potenzialmente interessate alla partecipazione.
Ovviamente, per le Paralimpiadi abbiamo fortemente sovvenzionato la partecipazione di tutte le organizzazioni dei disabili, per consentire loro di essere presenti e di partecipare al sostegno dei colleghi che gareggiavano, però non esiste una direttiva sistematica per quanto riguarda la distribuzione di questi biglietti. Con la mia segreteria lo faccio in un modo - confesso - un po' artigianale, cioè appunto individuando a quali soggetti, nel caso specifico, possono particolarmente interessare quei biglietti (volontariato culturale per il Salone del Libro, volontariato sociale per altre iniziative, secondo i casi).
Insomma, in Aula si potrebbe studiare un intervento più sistematico che veda magari una collaborazione della Giunta e del Consiglio per tutte le iniziative cui partecipiamo, al fine di valutare quali sono le organizzazioni, in particolare tutte quelle del volontariato, cui destinare una quota di biglietti e lasciare loro il compito di attribuirli di volta in volta, perché dalla Regione diventa proprio difficile farlo. In sostanza, è una sollecitazione che ritengo interessante.
Invece, abbassare il biglietto in generale, in primo luogo aumenterebbe i costi per le istituzioni, ma soprattutto renderebbe non governabile il Salone. Il problema è che siamo già ai limiti massimi di presenza perché il Salone possa essere ben fruito da chi paga un biglietto anche rilevante quindi non credo sia passabile tale richiesta; casomai bisognerebbe studiare un aumento, con interventi di tipo sociale (come quelli cui facevo cenno).
In definitiva, l'idea di abbassare il prezzo non mi pare possibile; lo sarebbe, forse, se disponessimo di uno spazio doppio, ma credo che diventerebbe una manifestazione troppo caotica e difficile da governare. Ad ogni modo, in quelle condizioni, con gli spazi dati, la riduzione del prezzo sarebbe un errore, perché renderebbe impraticabile le visite per tutti: uno pagherebbe un po' meno, ma non vedrebbe più niente, non riuscirebbe più a far niente, e questo non sarebbe corretto nei confronti di chi comunque pagherebbe un biglietto non irrilevante.
Se il Consiglio è d'accordo, possiamo studiare invece forme - non solo per questa, ma per tutte le manifestazioni - più strutturate di quelle che io già oggi uso, ma in maniera molto informale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech per la replica.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, la ringrazio per la sua disponibilità, mi ha dato lo spunto per interloquire ed essere utile, grazie anche all'esperienza acquisita nel breve periodo in cui sono stato Assessore all'agricoltura.
Il problema che voglio sollevare, che lei in parte ha evidenziato parlando dell'enogastronomia, è quello dell'agroindustria, di cui, nel settore dell'agricoltura e, soprattutto, all'interno dell'Assessorato all'agricoltura, non se ne parla per niente.
Ho notato che questa Regione, sin dai primi anni settanta (quando è stata istituita e quando si sono costituiti gli Assessorati), ha avuto una mancanza di attenzione verso tutto il mondo agroindustriale piemontese, che ritengo sia alternativo, ma non rispetto all'enogastronomia. Ritengo che Slow Food, con Carlin Petrini, sia l'unica azienda in Piemonte che abbia saputo sfruttare bene l'immagine del Piemonte e, quindi, della nostra Istituzione, grazie anche al Presidente Ghigo, che, poi, lungo il percorso in campagna elettorale, è stato scaricato da Petrini, il quale ringraziandolo, lo ha fatto "scendere" per far "salire" un altro, non essendoci più spazio.
All'epoca avevo espresso il mio parere dicendo che venti euro erano troppi; quindi, è giusto che lei dica che nel 2004 si pagavano già venti euro, ma - ripeto - già allora, quando c'era la Giunta Ghigo, ero contrario. Ho fatto una battaglia contro il sistema Carlin Petrini; non contro la persona, ma contro il sistema Slow Food, che altri non hanno avuto l'opportunità di sfruttare.
Mi complimento, ma non con chi, meno bravo, ha dato la possibilità di fare questo a Petrini e non agli altri.
chiaro il concetto? Lo ripeto: "Bravo Carlin Petrini, complimenti Ghigo, che hai permesso a Carlin Petrini di creare un impero!".
Se vogliamo, l'unica vera partecipata della Regione Piemonte è Slow Food. In questo momento non abbiamo interlocutori cuneesi, ma c'è il mio collega che lo può confermare.
Su questo tema, Presidente, se fosse possibile - lo faccio in modo disinteressato, dal punto di vista politico - vorrei aprire un tavolo al nostro interno, per cercare di sfruttare più risorse nell'agroindustria che non vengono sfruttate. L'immagine del Piemonte non aiuta queste imprese, al contrario! È inutile fare nomi illustri, che hanno fatto la storia del Piemonte, dalla Ferrero alla Lavazza.
Alcuni giorni fa mi trovavo fuori dall'Italia, in una nazione fuori dal mercato della Comunità Europea, e ho visto arrivare delle miscele della Lavazza - ho preso le scatole e le ho conservate, ve le mostro volentieri.
Questo per dire che, nel settore dell'agroindustria, abbiamo il meglio a livello internazionale.
In Piemonte, abbiamo il massimo dei prodotti agroalimentari, ma la Regione Piemonte, per come è strutturata, in particolare l'Assessorato all'agricoltura, non fa niente, li danneggia. Al contrario, aiuta moltissimo la Coldiretti, la Confagricoltura, la CIA, cioè, aiuta tutte queste grosse associazioni che, sì, hanno creato assistenzialismo, ma non hanno creato sviluppo.
Ripeto: non ho paura di dire come la penso o come, secondo me, questo sistema potrebbe funzionare meglio. Ecco perché parlo di alternativa alla monocultura industriale, in quanto il Piemonte ha delle potenzialità nel settore agroindustriale.
Sono partito dal biglietto di venti euro. Carlin Petrini è stato un genio della comunicazione, perché ha saputo sfruttare l'immagine del Piemonte e l'immagine dei prodotti agroalimentari piemontesi. Le Istituzioni lo hanno aiutato, però, i cittadini piemontesi e Torino, in sostanza, cosa hanno avuto come ricaduta sul territorio? Niente.
Adesso abbiamo Eataly, che è la fotocopia di Slow food. Quale ricaduta abbiamo da questo grosso museo dei prodotti agroalimentari? Va bene che ce ne siano tanti, ma le istituzioni, che hanno dato una grossa mano a questi signori, invece, non danno quanto meritano alle tante altre aziende del settore agroindustriale.
Su questo punto, non parlo per interesse personale, mi piacerebbe che il settore agroindustriale - di cui sono innamorato - venisse valorizzato e non emarginato da una Regione...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la invito a terminare il suo intervento.



SCANDEREBECH Deodato

A causa di altre incombenze, la Regione Piemonte e gli Assessorati (in modo particolare l'Assessorato all'agricoltura) lo disconoscono, in qualche modo, anche nei disciplinari, anche nel Piano di Sviluppo Rurale.
Questo non significa che quanto dico sia "oro colato", ma non ho problemi a dimostrare e a manifestare le mie affermazioni anche per iscritto.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1140 dei Consiglieri Burzi, Pichetto Fratin, Pedrale Leo, Toselli, Nastri, Cirio e Cavallera, inerente a "Doppio ruolo di Vera Schiavazzi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1140, presentata dai Consiglieri Burzi Pichetto, Pedrale, Leo, Toselli, Nastri, Cirio e Cavallera Risponde la Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Questo è un altro caso come quello per cui ho già avuto modo di rispondere al Consigliere Leo. Nel frattempo, la questione è stata superata dai fatti, perché la dottoressa Schiavazzi, che era consapevole della questione, ha presentato le dimissioni e, attualmente, è impegnata nella sola professione di giornalista. Appariva evidente a tutti che il doppio ruolo non fosse opportuno.
Nel caso precedente, relativamente al quale ho risposto al Consigliere Leo, secondo me, erano presenti elementi anche di legge, trattandosi di un dipendente pubblico; qui non ci sono elementi di legge, ma, certamente, di opportunità, che la dottoressa Schiavazzi ha colto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Mi fa piacere che vengano utilizzati termini di buon senso, quale "opportunità".
La Presidente mi vorrà perdonare se, per esigenze di ruolo, mi riferisco all'opportunità che, oggi, la Presidente concede all'Aula, sulla quale, con molto apprezzamento, convengo. Comunque, quando la stessa persona dice che riflessioni successive l'hanno indotta a pensare che la strada scelta non fosse la migliore e il fatto che a queste riflessioni la persona venga aiutata - qualora questo sia avvenuto, non cerco alcuna dietrologia - costituiscono sempre un passaggio utile, per quel rispetto dell'Istituzione che ritengo sia una colonna fondante delle Regioni; lungi da me ergermi a tutela del Palazzo delle Regioni, ma, per tante ragioni vedo essere oggetto di discussione. Si tratta di ragioni che, molto spesso sono anche comprensibili.
Vedendo, oggi, nella Regione che conosco di più - la nostra - un elemento di facilitazione di quella che l'Onorevole Violante chiamava, in altra sede, in altri momenti e relativamente ad altre logiche - prendo per buona la definizione - "democrazia decidente" e tradurla qui hic et nunc mi sembra di poter convenire dicendo che non ci siamo. Non arrivo ovviamente, a definizioni che hanno un sapore di inutile polemica, quando si definisce il Consiglio regionale "porto delle nebbie", anche se capisco bene che, talora, l'irritazione possa portare a definizioni che eccedono il pensiero di chi le esprime.
Faccio questa premessa, perché - Presidente - in seguito ad un paio di colloqui che ci sono stati, mi sembra - credo sia una convinzione non solo mia, ma anche sua - che molti degli organismi di cui la Regione si è dotata, in questi 37 anni di vita, siano obsoleti, forse qualcuno pletorico. Alcuni rispondono ad un momento in cui la democrazia dell'Aula era, nei fatti, di natura proporzionale; l'espressione della democrazia diretta che si sceglie i propri governi, soprattutto partendo dalla persona del Presidente, sia esso Presidente della Provincia, della Giunta o il Sindaco.
Molte delle regole in base alle quali ci comportiamo sono ancora un riflesso, non del tutto passato, perché le leggi non si sono adeguate, di quel periodo.
compito, quindi, del legislatore, adeguarli, se crede che la democrazia decidente - scelgo volutamente una terminologia la cui paternità non riscuote normalmente il massimo delle mie simpatie, ma cerco sempre di scegliere le fonti degli altri per rendere più credibili i ragionamenti anche della nostra parte...
Questo sembra scollegato, ma non lo è, dall'esempio che si è appena fatto.
La comunicazione è una cosa importante: lo è sempre stata e lo è ancora in questa civiltà del XXI secolo.
La comunicazione della Regione è giudicata da tutti insufficiente.
L'ultimo sondaggio che abbiamo fatto non contraddice chi sostiene che i cittadini non sono fondamentalmente a conoscenza di ciò che il livello nazionale e il livello regionale fanno nel loro interesse.
Più semplice è la conoscenza delle politiche comunali, soprattutto dei Comuni piccoli, perché l'ottica del campanile ci riporta immediatamente all'Italia dei Comuni, ancorché questa sia una fase storica di più di dieci secoli fa.
Allora, a mio avviso, l'intensità della comunicazione istituzionale deve essere massima, senza inutili ipocrisie: se qualcuno governa, non trovo francamente nulla di particolarmente negativo col fatto che cerchi di illustrare in sede positiva le proprie politiche di governo, non dimenticando la necessità di condire questa utile fase di comunicazione con una politica istituzionale, perché più rispetto i cittadini hanno per le nostre Istituzioni, chiunque le governi, più facile sarà il nostro lavoro e quello delle generazioni che ci seguiranno.
Sul CORECOM, e chiudo da dove siamo partiti, il livello di sospetto deve essere minimo.
ben chiaro che quando le azioni le fanno le parti politiche, non è possibile che queste indichino persone totalmente esterne al mondo della politica, altrimenti non si capirebbe come possano o debbano occuparsi della comunicazione - in questo caso - del Consiglio regionale.
Lì, lo sforzo deve essere massimo, proprio per non consentire, da entrambe le parti, delle strumentalizzazioni su appartenenze politiche vere o presunte, che ledono l'immagine delle persone o del CORECOM, ma soprattutto quella di tutti noi.
E, questo, credo davvero non convenga a nessuno di noi.
Ogni azione, in tal senso, sia rivolta al passato sia rivolta al futuro stiamo comunque ragionando della legge n. 51, delle consulenze, di molte aree che sono vicine al tema che ho sottolineato - dovrebbe essere accompagnata da uno sforzo di costruzione comune e non solamente dagli indispensabili episodi di contrapposizione politica.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola "Don Milani" di Vinovo (To)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola "Don Milani" di Vinovo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
In questa fase avete assistito alla risposta, da parte della Presidente Bresso, ad alcune interrogazioni e domande rivolte dai Consiglieri e alla replica dei Consiglieri stessi, rispetto alle risposte ricevute.
Vi ringraziamo di essere venuti e speriamo che la visita sia utile per voi e di vostro gradimento.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 1328 del Consigliere Toselli, inerente a "Difficoltà di ricezione segnale RAI nelle vallate del Cuneese" (risposta scritta)

Argomento: Informazione

Interrogazione n. 1358 del Consigliere Toselli, inerente a "Difficoltà di ricezione segnale RAI 3 a Brossasco (CN)" (risposta scritta)

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interpellanza n. 1421 del Consigliere Burzi, inerente a "Contributi per la manifestazione 'Medio Oriente Terra Amica'" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 1328 e n. 1421 del Consigliere Toselli e all'interpellanza n. 1421 del Consigliere Burzi.


Argomento: Problemi energetici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame disegno di legge n. 256, inerente a "Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 256, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Barassi.



BARASSI Paola, relatrice

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge n. 256, "Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia", che ci apprestiamo a discutere e votare in quest'Aula, rappresenta uno dei punti importanti e fondamentali del percorso che la Regione sta effettuando su tutte le tematiche legate alla produzione e al risparmio energetico e sulle tematiche legate al controllo e alla tutela della qualità dell'aria.
uno dei passaggi importanti che si raccorda con altri passaggi decisioni e atti che la Regione sta attuando.
Si inserisce all'interno di un percorso e di una normativa, a livello comunitario e nazionale, che sta cercando di dare complessivamente delle risposte legate al risparmio energetico, ai problemi legati alla qualità dell'aria e alle emissioni climalteranti. Tutti possiamo vedere, in questi giorni e in questi periodi, la gravità che queste hanno rispetto alle condizioni di vita e di sopravvivenza dell'interno pianeta e della razza umana.
Questo provvedimento - dicevo - si inserisce all'interno di un quadro normativo europeo, infatti il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione Europea hanno adottato, il 16 dicembre 2002, la direttiva n. 91 sul rendimento energetico nell'edilizia.
Questa direttiva, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità sanciti dall'articolo 5 del Trattato, stabilisce un contenuto minimale e cioè i principi generali e gli obiettivi della disciplina in materia di rendimento energetico a livello comunitario lasciando alla competenza degli Stati membri la possibilità di darne attuazione secondo le proprie specificità e di promuovere un rendimento energetico maggiore nell'edilizia, incoraggiando un miglioramento energetico nelle nuove edificazioni e nella trasformazione del parco edilizio esistente, nonché una buona gestione energetica del sistema edificio-impianto.
L'obiettivo principale è quello di offrire uno strumento giuridico che preveda soluzioni in grado di sfruttare il potenziale di risparmio energetico ancora inattuato e di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, tenuto conto del Protocollo di Kyoto e di come l'energia impiegata nel settore residenziale e terziario, composto per la maggior parte da edifici, rappresenti oltre il 40% del consumo finale di energia della Comunità.
La direttiva comunitaria 2002/92/CE è stata recepita dall'Italia con il D. Lgs 19 agosto 2005, n. 192, modificato dal D. Lgs n. 311, del 29 dicembre 2006. Questi decreti dettano criteri, condizioni, modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, al fine di favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l'integrazione delle fonti rinnovabili e la diversificazione energetica.
Rispetto al recepimento di questo decreto, devo dire che purtroppo - ma anche per fortuna - l'iter di discussione di questo disegno di legge in Commissione, iniziato parallelamente alla discussione sulla delibera stralcio sulla qualità dell'aria per gli impianti di condizionamento e di riscaldamento, ha avuto un rallentamento proprio perché ha già recepito tutte le indicazioni ulteriori pervenute col decreto n. 311.
Appena dopo il decreto n. 311, siamo riusciti ad avere un adeguamento della proposta di legge che era già in campo e quindi siamo all'avanguardia: possiamo dire di essere la prima Regione che delibera in questo senso, recependo tutti i contenuti del decreto n. 311.
Il decreto n. 311, muovendosi nel solco tracciato dalla Direttiva europea, fissa gli strumenti diretti a realizzare gli obiettivi, dettando una disciplina transitoria per la metodologia di calcolo, per i valori limite del fabbisogno energetico primario degli edifici, per le operazioni di controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici, eccetera.
Sulla base di questo decreto, nonché della direttiva europea, il Settore "Programmazione e risparmio in materia energetica" ha predisposto questo disegno di legge, tenendo conto sia di quanto stabilito dall'articolo 15 dello Statuto della Regione Piemonte, che prevede l'adeguamento della legislazione regionale ai principi e agli obblighi contenuti nella normativa comunitaria, sia in ottemperanza con quanto previsto dall'articolo 6 dello Statuto della Regione Piemonte.
Il disegno di legge costituisce occasione sia per aggiornare e semplificare la normativa relativa ad un settore caratterizzato da elevati livelli di consumo (circa il 30% del totale della Regione Piemonte), sia per promuovere grandi margini di miglioramento e di razionalizzazione dei consumi finale degli edifici.
Come dicevo, a seguito delle modifiche apportate dal decreto n. 311 nonché dalla delibera stralcio che abbiamo approvato a febbraio 2007, è stato necessario rivisitare alcune norme di questo disegno di legge. A questo punto, però, il disegno di legge è pronto ed è in discussione oggi.
Questo disegno di legge si discosta per diversi aspetti dal decreto legislativo n. 192 modificato, allineandosi, o, meglio, adeguando alla realtà piemontese, il contenuto minimale sancito dalla Direttiva comunitaria. In particolare, a differenza del decreto legislativo, le disposizioni regionali non prevedono l'applicazione di un attestato di qualificazione energetica, ma di un attestato di certificazione energetica rilasciato da un soggetto terzo, diverso cioè dal progettista e dal Direttore dei lavori. Penso che questo sia un aspetto qualificante e di garanzia. La certificazione si estende a tutti gli edifici oggetto di ristrutturazione. Sono altresì previste attività di accertamento e ispezione da parte della Regione (attraverso l'ARPA), d'accordo con il Comune territorialmente competente, diretti a verificare la veridicità degli attestati.
Sono previsti i requisiti e i criteri di accreditamento dei certificatori; dettano, per la metodologia di calcolo, un regime transitorio che richiama l'applicazione della normativa UNI, differente per la sua univocità rispetto a quello della normativa statale; definiscono nei dettagli la procedura per l'ispezione degli impianti termici e di condizionamento d'aria, anche alla luce dell'esperienza maturata in Piemonte nell'ultimo decennio.
Specificatamente, il disegno di legge regionale, nel recepire la Direttiva, al fine di migliorare l'efficienza energetica nell'edilizia disciplina i seguenti settori di intervento: la determinazione dei requisiti minimi di rendimento energetico e di prescrizioni specifiche per i materiali edili, in funzione delle condizioni climatiche locali, dell'età e dell'uso a cui l'edificio è destinato, da applicare agli edifici nuovi e a quelli che superano determinate dimensioni e sono soggetti a ristrutturazione, in considerazione del fatto che tali interventi consentono elevati valori di risparmio energetico a fronte di ridotti costi di investimento (con risparmi nel costo di gestione superiore al 50 rispetto a quelli tipici di un edificio esistente e con tempi di rientro dall'investimento inferiore a dieci anni).
Su questo abbiamo già degli esempi, e non solo in altri Paesi dell'Unione Europea; proprio ieri in televisione si parlava di interventi che già le Province di Trento e di Bolzano hanno attuato in questa direzione: veniva presentato uno studio in cui questi dati venivano evidenziati.
Il disegno di legge dà le prescrizione specifiche da adottare in occasione di interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria di edificio, sostituzione di generatori di calore, nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici.
Fornisce l'attestato di certificazione energetica, ovvero una fotografia della reale situazione energetica dell'edificio, che riporta i valori vigenti a norma di legge e i valori di riferimento, in modo da consentire ai cittadini di effettuare valutazioni e confronti in merito al consumo energetico dell'edificio.
Dà la definizione dei requisiti professionali e dei criteri di accreditamento dei soggetti abilitati al rilascio dell'attestazione di certificazione energetica degli edifici.
Disciplina le operazioni di controllo e manutenzione degli impianti termici e di condizionamento dell'aria di potenza superiore a 12 kW quale contributo per un rendimento ottimale sotto il profilo energetico e ambientale, nonché per la loro sicurezza, definendo, inoltre, un sistema di autocertificazione obbligatorio per tutti gli impianti termici attraverso l'apposizione di un bollino verde da parte del manutentore.
Prevede verifiche, controlli ed ispezioni sul rispetto delle prescrizioni in materia di prestazione energetica degli edifici e di regolare gestione degli impianti termini e di condizionamento d'aria Disciplina la diffusione dell'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili in edilizia, con particolare riguardo agli impianti solari termici (dimensionati per soddisfare almeno il 60% del fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria) e solari fotovoltaici Prescrive l'obbligatorietà degli impianti termici centralizzati, nonch di sistemi automatizzati di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore per gli edifici costituiti da più di quattro unità immobiliari e la predisposizione delle opere di allacciamento a reti di teleriscaldamento localizzate a meno di un chilometro.
Comprende la previsione della facoltà per i Comuni di disporre particolari incentivazioni a favore di chi realizza opere di efficienza energetica e installa impianti alimentati da fonte rinnovabile in edilizia.
Questi sono i punti più qualificanti di questo disegno di legge, che ci rendiamo conto tutti - io spero - che è importante e cerca di dare delle risposte serie rispetto al risparmio energetico complessivo della Regione Piemonte (pensiamo, ad esempio, che il 30% del consumo energetico dipende dagli edifici e quindi da questo settore). Ma dà delle risposte e delle prospettive anche da un punto di vista occupazionale e di sviluppo di lavoro e di competenze buone e garantite.
Tutta la partita legata alla produzione di energia alternativa, alla certificazione degli edifici, all'uso e alla possibilità di costruire in modi diversi ed eco-compatibili, apre comunque, all'economia e all'occupazione, una porta che può dare delle risposte anche da un punto di vista economico, mantenendo insieme - questa volta sì - un ragionamento di compatibilità, di rispetto e di tutela ambientale assieme alle possibilità di sviluppo occupazionale.



PICHETTO FRATIN GILBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
ovviamente, una normativa interessante, cui abbiamo concorso con il nostro contributo nel dibattito in Commissione. Devo dire che vi sono alcune perplessità, derivanti non dal fatto che non si condivida la finalità della legge, ma relative a certune articolazioni, che a livello di opposizione verranno magari formalizzate da qualche collega anche con degli emendamenti.
La normativa è molto precisa, una normativa europea che si vuole attuare e naturalmente in Italia abbiamo sempre delle attuazioni un po' ritardate, ma questo è un discorso di carattere generale che non attiene allo specifico dell'Assessorato regionale.
In sostanza, in questo modo si vanno a stabilire degli obblighi ben precisi a carico delle proprietà e a carico di coloro che intervengono sui complessi edilizi, sia con nuove costruzioni sia con delle ristrutturazioni.
Se andiamo a fare la somma di tutte quelle che sono le imposizioni, gli obblighi o le prescrizioni, ci rendiamo conto di quanto, al giorno d'oggi non sia poi così facile rispettare tutte le normative e soprattutto se sarà chiaro come comportarsi in caso di intervento di nuova costruzione o di ristrutturazione complessiva di grossi edifici, viste le tipologie edilizie esistenti nella nostra regione (case a schiera, case di corte, ecc.) avendo qui introdotto dei parametri (ma sono le norme che lo prevedono).
Sarà poi necessario, nelle disposizioni attuative contenute negli ultimi articoli - e qui si è previsto anche il passaggio in Commissione specificare bene, perché ovviamente potrebbero nascere poi dei contenziosi.
Visto che il possesso o meno di determinate certificazioni in qualche modo inciderà sia nel trasferimento delle proprietà, quindi nelle compravendite sia nei contratti di affitto e di locazione, veramente stiamo introducendo delle normative che avranno un grosso impatto sulla realtà edilizia della nostra regione.
Ribadisco, non che non si debba andare in questa direzione, ma dobbiamo avere la coscienza e la consapevolezza di cosa andiamo a decidere.
Ricordo continuamente, nei dibattiti su questa materia, che bisogna sempre più, a mio avviso, visto che gli impegni, gli obblighi e le prescrizioni aumentano e sono tanti, mantenere un collegamento il più stretto possibile col mondo accademico, col mondo della ricerca. Perché? Per due ragioni: 1) per dare sempre più una giustificazione scientifica al nostro operato, alle nostre decisioni, alle nostre normative e prescrizioni; 2) perché il percorso formativo dei professionisti nuovi e l'aggiornamento di quelli che sono in servizio fa riferimento al mondo universitario.
Qui, per certi versi, vi è una rivoluzione copernicana, se vogliamo abusare di una facile definizione, in ordine alla modalità di progettazione di tutto il complesso edilizio, che anche nelle sue impostazioni architettoniche deve tener conto sempre più di quella che è la casa solare la casa energetica, per evitare delle realizzazioni che poi siano difficili da riscaldare, difficili da condizionare o che determinino dei consumi intermedi di kWh per metro quadro eccessivo oppure richiedano l'installazione di potenze elevate in termini di kW al metro quadro.
Ovviamente, la legge non può non fare riferimento alle moderne tecnologie e tipologie di riferimento sia per quanto riguarda i materiali costruttivi sia per quanto riguarda l'isolamento termico sia per quanto riguarda la fornitura di calore o la fornitura di energia elettrica l'ideale sarebbe poter disporre di pannelli fotovoltaici, sarebbe avere la produzione di acqua calda da solare termico, sarebbe poter orientare anche i locali in modo da avere il massimo della luce solare e ridurre le esigenze di luce artificiale solo nel periodo crepuscolare e notturno.
Sappiamo cosa vuol dire tutto questo, viene vagheggiato in molti convegni e al riguardo prima si ricordavano episodi di bioedilizia, ma che a mio avviso, da episodi dovrebbero davvero diventare la prassi, nel momento in cui ci fosse non solo un'imposizione, ma una presa di coscienza generalizzata a livello proprio di proprietà, a livello di progettazione, a livello costruttivo. Sappiamo, quindi, che il percorso della riconversione sarà un percorso lungo che dovremo assistere anche con la disponibilità eventuale a adattare le normative o le norme transitorie nel momento in cui la realtà lo dovesse richiedere.
A questo proposito, apro subito una parentesi. Credo che la Regione dovrà avere - e qui faccio riferimento anche al Piano energetico regionale cui adesso ho dato una rilettura finale - un collegamento migliore, un richiamo più diretto dei contenuti del Piano energetico all'interno di questa norma, ma penso che dovremo assistere molto di più anche dal lato finanziario soprattutto gli enti pubblici (i Comuni e gli enti pubblici anche di altro tipo, come quelli assistenziali, ecc.), perché occorrono investimenti. Nel tempo ci saranno dei vantaggi, perché è chiaro che si risparmierà molto sulla gestione.
Penso alle case di riposo, agli asili, alle ONLUS, ecc.: magari vorrebbero fare interventi di ristrutturazione oppure procedere ad un ammodernamento per adeguarsi a queste prospettive di minori consumi energetici, ma non dispongono delle risorse necessarie. Si potrebbe, nei vari bilanci annuali, nell'assestamento di bilancio, ecc., cercare di ricavare delle risorse per assistere soprattutto il filone pubblico nell'adeguamento a questa legge.
Allo stesso modo, per quanto riguarda il privato, l'auspicio è che anche a livello nazionale le provvidenze fiscali o di altra natura possano in qualche modo sempre più assistere nel tempo in modo durevole l'impegno di adeguamento. Qui poi viene ovviamente sollecitato tutto il sistema artigianale, il sistema professionale, il sistema dei gestori e dei manutentori, che si dovrà ovviamente adeguare per introdurre l'attuazione del cosiddetto bollino verde.
Avevamo il bollino blu per le auto, adesso avremo anche il bollino verde per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento. Al di là del colore e partendo dal presupposto che non ci siano dei daltonici - il daltonismo, in questo caso, sarebbe di tipo virtuale - avere come obiettivo di agevolazione, attraverso dei suggerimenti che la categoria ha fatto pervenire nelle consultazioni, che, in qualche modo, penso potranno essere oggetto di approfondimento mediante degli emendamenti che qualche collega come preannunciatomi, presenterà.
In sostanza, esprimiamo, da una parte, un giudizio, in linea di massima, di condivisione circa le finalità della legge e, dall'altra, delle perplessità, che, qualora non dovessero essere sciolte, potrebbero portare la nostra parte politica ad un'astensione dal voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Signor Presidente, secondo il mio Gruppo, il fatto di promuovere un maggiore rendimento energetico nell'edilizia, in qualche modo incoraggiando un miglioramento energetico, soprattutto in riferimento alle nuove edificazioni e anche alla trasformazione del parco edilizio esistente, nonché - come si è anche detto nella stessa relazione - una buona gestione energetica del sistema edificio-impianto, nel suo complesso rappresenta un obiettivo che non soltanto è condivisibile, ma, per quanto ci riguarda, è pienamente coerente con la politica ambientale ed energetica che abbiamo avviato e che stiamo costruendo con importanti atti di indirizzo, anche con un impegno significativo di risorse e un'innovazione profonda dell'impianto legislativo regionale.
Questo, come sapete, rientra nella politica che ci ha già visti confrontarci, anche molto animatamente, sulla deliberazione approvata nell'ambito del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria o nel caso dello stralcio del Piano del riscaldamento ambientale e della climatizzazione.
Questi sono temi delicati e importanti, soprattutto per la nostra regione, il cui territorio appartiene - come è a tutti noi noto - a un'area climatica fra le più fredde di tutto il Paese.
Dunque, migliorare l'efficienza energetica complessiva delle strutture edilizie, del sistema edificio-impianto, dei generatori di calore, dei sistemi distributivi di regolazione e, ovviamente, attuare politiche di riduzione e di contrasto all'inquinamento atmosferico equivale a favorire una migliore qualità della vita e ad attuare una vera politica di risparmio in un campo, tra l'altro, di altissima sensibilità.
L'obiettivo principale che ci eravamo posti era quello di offrire uno strumento giuridico che, parallelamente alle direttive europee in materia che - non dimentichiamolo - impongono agli Stati membri di elaborare attuare e comunicare i programmi di rendimento energetico nell'edilizia prevedesse soluzioni in grado di sfruttare il potenziale di risparmio energetico ancora inattuato e di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici.
nostra convinzione che, in questo quadro, il testo che oggi esaminiamo risponda pienamente e positivamente all'obiettivo, tenendo conto, da una parte, del Protocollo di Kioto e, dall'altra, di come l'energia impiegata nel settore residenziale e terziario, composto appunto, per la maggior parte di edifici, rappresenti quasi un terzo, forse anche qualcosa di più, del nostro consumo finale di energia in Italia e, in particolare, in Piemonte; altresì tenendo conto di tutte le compatibilità di carattere ambientale. Noi crediamo che avendo scelto la strada di non limitarsi a recepire le normative europee, mi riferisco nel caso specifico alla legge n. 91 del dicembre 2002 sul rendimento energetico in edilizia ma fissando gli obiettivi generali e lasciando la possibilità, non soltanto agli Stati membri, di dare attuazione secondo le proprie specificità svolgendo, in questo caso, un ruolo importante come Regione, si sia colta un'importante esigenza quale quella di aggiornare e semplificare la normativa relativa a un settore che, come ho già citato, è caratterizzato da elevati livelli di consumo per promuovere grandi margini di miglioramento e di razionalizzazione dei consumi finali degli edifici.
A nostro parere, il fatto di disciplinare l'individuazione di una metodologia di calcolo del rendimento energetico degli edifici, che tenga conto delle caratteristiche termiche dell'edificio medesimo, del tipo di impianto di riscaldamento, di condizionamento, di illuminazione, di ventilazione, così come la determinazione dei requisiti minimi di rendimento energetico, in funzione anche delle varie condizioni climatiche che non sono tutte uguali (anche all'interno del Piemonte abbiamo condizioni climatiche diverse e in alcuni casi più sensibili), comprendendo anche - lo ha citato il collega Cavallera - l'attestato di certificazione energetica (che equivale ad una sorta di fotografia veritiera che corrisponde alla reale e non alla supposta situazione energetica dell'edificio), ci porta ad avere un quadro di valori di riferimento importante non soltanto per gli amministratori e per chi deve calcolare un miglior rendimento energetico del proprio edificio, ma anche per una politica di attenzione verso i consumatori - credo che questo aspetto per noi molto importante debba essere sottolineato. In questo caso, i consumatori possono effettuare valutazioni e confronti in merito al rendimento energetico delle strutture edilizie.
Lo stesso discorso lo possiamo fare, relativamente ad altri profili per interventi di manutenzione regolare ad impianti termici di condizionamento dell'aria. Anche qui si tratta di un contributo importante per il rendimento ottimale, che consenta, da una parte, il risparmio e dall'altra, un maggior standard di sicurezza, che non è del tutto disprezzabile.
Nel lavoro svolto in Commissione si è discusso molto e si è tenuto conto - ringrazio le categorie economiche che hanno fornito interessanti contributi, i vari soggetti istituzionali e il mondo ambientalista che ci hanno fornito una serie di valutazioni, suggerimenti e indicazioni importanti - di tutto ciò che poteva rendere efficace questo provvedimento a partire da una condizione per noi vincolante, quella della snellezza della necessità di sburocratizzare e di non appesantire le procedure peraltro, senza il venir meno dell'efficacia della norma, che rappresenta insisto su questo punto - un passaggio di qualità e di sostanza per una buona e moderna politica ambientale ed energetica.
Con questa legge, fra l'altro, rispondiamo e contribuiamo a superare i limiti del decreto legislativo n. 192/2005, che, escludendo gli edifici esistenti dal campo di applicazione della certificazione, non recepiva uno dei passaggi più salienti della stessa direttiva europea, tesa, in questo caso, a valorizzare le prestazioni energetiche del parco esistente, che incide in modo sensibile sul mercato immobiliare.
In particolare, a differenza del decreto legislativo, il nostro lavoro si è posto una serie di obiettivi importanti. Si è stabilito che l'attestato di certificazione energetica deve essere applicato ad edifici di nuova costruzione, a tutti quelli in oggetto di ristrutturazione, nonch in tutti i casi di compravendita o di locazione degli edifici. Questo, per così dire, rende esplicito che cosa intendiamo per ristrutturazione edilizia e disciplina anche la frequenza delle operazioni di controllo e manutenzione degli impianti termici, introducendo una procedura efficace quanto semplificata.
Il parere del Gruppo dei Democratici di Sinistra è favorevole, pertanto esprimeremo un voto favorevole in merito a questa legge. Riteniamo che sia un altro passaggio verso quella politica che sta dando dei frutti già tangibili, che i cittadini apprezzano; crediamo debba essere ancor più portata avanti con provvedimenti sempre più efficaci, che portino al raggiungimento di uno standard di qualità ambientale nella nostra regione e di forte risparmio delle fonti energetiche. In questo senso abbiamo già prodotto fatti importanti, ma crediamo si possa e si debba lavorare ancor più in futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Credo si debba accogliere con soddisfazione la fine dell'iter di questo disegno di legge, prossimamente legge, per tre ragioni fondamentali, oltre a quelle già evidenziate in aula.
La prima perché credo sia il prodotto di un lavoro anche molto interessante svolto in Commissione che ha indicato un metodo nel quale il confronto sulla sostanza ha prevalso rispetto ad un confronto alle volte su posizioni difficilmente comprensibili.
La seconda perché davvero permette alla nostra Regione, e a tutti coloro che, a vario titolo, operano nel settore o sono coinvolti, di avere un quadro normativo chiaro che indica anche una strada per il futuro che non potrà che essere migliorata e potenziata proprio sulla base delle linee guida e del metodo che in questa legge è indicato.
La terza perché rappresenta uno dei primi esempi, non il primo, di applicazione pratica del tentativo di mettere le politiche energetiche al centro dell'operare della politica.
Proprio per questo motivo, sono tre le raccomandazione e gli auspici che vanno in sede di approvazione della legge. La prima è che non si riduca l'applicazione della norma ad una mera questione burocratica, cioè che si eviti, si scongiuri quello che, da più parti, si paventa e che è tipicamente il prodotto della cultura italica. A fronte di una legge che innova profondamente, si percepisca soltanto il contenuto prescrittivo quello più odioso, il carico burocratico che ne deriva.
una raccomandazione che rivolgo all'Assessorato: fare in modo che nell'informare e nel formare circa gli effetti e le prescrizioni della legge, per quanto possibile, si ponga l'accento sulla sostanza, oltre che sulla forma. Si mettano al lavoro, qualora già non si sia fatto, gruppi di esperti che predispongano modulistiche snelle che siano di supporto per le associazioni professionali, piuttosto che per gli enti pubblici, piuttosto che per tutti coloro che hanno a che fare con questo mondo affinch l'applicazione della legge non sia un'ulteriore produzione di carta, ma una produzione di significative innovazioni nell'ambito dell'edilizia, di ristrutturazione e di nuova costruzione.
La seconda è che si intervenga anche dal punto di vista della formazione, di coloro che devono progettare, ma anche poi fornire il necessario supporto per quanto riguarda il miglioramento energetico sia per quanto attiene il riscaldamento che la climatizzazione passiva. Abbiamo tutti un'esperienza negativa rispetto, per esempio, all'introduzione dell'energia rinnovabile nel nostro Paese dovuta alla scarsa preparazione di chi installa, di chi mantiene, di chi, qualche volta, certifica in modo sostanziale.
La terza ed ultima raccomandazione che va fatta è che si pensi, dal punto di vista culturale, all'approvazione della legge come ad una sorta di apripista per l'adozione di misure - che peraltro sono sottoforma di proposte di legge depositate presso il Consiglio regionale - che mirano a razionalizzare ancora di più l'uso di energia e a favorire l'ulteriore produzione di energia da fonti rinnovabili ancora, in qualche caso collegati all'edilizia. Settori sui quali, forse, ma non sempre, come qualcuno ricordava prima, si possono realizzare le migliori performance e anche i migliori risparmi.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Esprimerò il voto favorevole dello SDI. Farò qualche osservazione sulle disposizioni di questo disegno di legge, di quello che, mi auguro, diventi oggi legge. Lo farò in modo un po' slegato non avendo potuto, per impegni diversi dal Gruppo, seguire come avrei voluto e come avrebbe meritato il testo, la discussione in Commissione. È inutile dire che condivido l'impostazione e le finalità della legge volte a promuovere un rendimento energetico migliore nell'edilizia e incoraggiando il miglioramento nelle nuove edificazioni e nella trasformazione del parco edilizio esistente.
Proprio sul parco edilizio esistente, credo sia necessario fare qualche considerazione. Sarà molto importante l'azione di monitoraggio che noi potremo fare sull'applicazione reale della legge per verificare che in alcuni casi, alcune disposizioni o alcune interpretazioni della medesima non diventino un peso eccessivo in alcune realtà e mettano in discussione la praticabilità stessa della norma e quindi degli obiettivi che vogliamo perseguire.
Per esempio ho scoperto che, all'inizio di gennaio, quando abbiamo approvato il regolamento che riguarda il funzionamento degli impianti di condizionamento, c'era una disposizione che riguardava la realizzazione dei camini che attiene lo scarico delle abitazioni vicine ad un condominio.
Dove si dice che lo scarico dell'abitazione che sta entro un certo raggio metrico rispetto all'abitazione ancora più alta, deve superare, in altezza lo scarico dell'abitazione più alta, dell'edificio più alto vicino (scusate, ma ho fatto un po' di ripetizioni nella terminologia).
Se ho una casetta vicino ad un condominio alto 30 metri, lo scarico della casetta, a rigore, dovrebbe essere alto 30 metri in modo da superare quello del condominio. Mi sembra una soluzione assolutamente antiestetica e non praticabile nella realtà. Ho fatto quest'esempio per dire che, anche qui, noi dovremo stare attenti nell'applicazione della norma e capire quante conseguenze, soprattutto con gli edifici dei centri storici, questo potrebbe comportare, anche dal punto di vista della maggiorazione di costi di interventi.
Mi dicono possono essere considerati tra il 20 e il 30% su un'abitazione di nuova costruzione e, diversamente, pesare anche soprattutto sulla praticabilità degli interventi nelle abitazioni dei centri storici. Con ricadute sui costi di locazione che potrebbero essere molto significative e penalizzare una fascia di utenza di inquilini magari con redditi da fascia sociale, quindi ponendo ulteriori problemi sul piano sociale. Sarà importante andare ad un monitoraggio dell'applicazione della legge. La clausola valutativa inserita con la relazione al Consiglio ogni triennio è assolutamente importante e deve trovare delle risposte nelle eventuali correzioni della norma.
Altre considerazioni che voglio fare è come sia necessario pensare che la Regione incentivi la realizzazione di opere di efficienza energetica.
Non soltanto, quindi, prevedere la facoltà per i Comuni di disporre particolare incentivazioni, ma anche investire risorse per sostenere i comuni in questa azione e quindi favorire la migliore applicazione della legge sul territorio.
Ritengo assolutamente importante i richiami che già altri Consiglieri hanno fatto circa la necessità di collegarsi con il mondo della ricerca e con il mondo accademico anche per la definizione di materiali di innovazioni tecnologiche che possono meglio rispondere alla finalità che ci poniamo e che peraltro, se adeguatamente colte come opportunità dal mondo imprenditoriale, potrebbero essere occasioni di sviluppo sul territorio e di crescita economica rilevante.
Credo di dover riprendere un punto appena toccato dal collega Turigliatto, quello della necessità di pensare alla formazione e ad un rapporto stretto con il mondo del professionisti e dei progettisti, perch la modalità di progettazione rispetto agli interventi che si vogliono realizzare è assolutamente importante anche rispetto alla qualità dell'efficacia, al convincimento nel rapporto professionista-committente rispetto alla corretta applicazione della legge medesima.
Un richiamo, infine, alla questione del bollino verde: avevo già fatto delle osservazioni in Commissione e ho potuto rilevare che il testo è stato emendato rispetto alla prima stesura. Mi auguro che il bollino verde non diventi soltanto la strada con la quale l'utente autocertifica il proprio intervento, gravandosi, peraltro, di un costo aggiuntivo (che è quello del bollino). Vedrei bene, quindi, l'indicazione di un'informazione anche a livello regionale sui costi del bollino verde, che dovrebbero essere addirittura annullati.
Inoltre, rispetto alle verifiche e alle ispezioni che devono essere predisposte con i criteri individuati dalla Giunta regionale, avvalendosi dell'ARPA, si dovrebbe pensare che le ispezioni vengano effettuate prima su chi non ha autocerficato (e quindi sugli impianti sprovvisti di bollino verde) e poi su coloro che hanno correttamente autocertificato e si sono messi in regola.
Ritengo, comunque, che questa legge potrà portare la Regione Piemonte all'avanguardia rispetto alla sensibilità degli interventi in materia di rendimento energetico e di risparmio ambientale. Mi auguro che l'applicazione della legge possa consentirci di centrare le finalità talvolta anche ambiziose, che il testo si prefigge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Ciò che andiamo ad esaminare è sicuramente un provvedimento importante lo abbiamo seguito anche in Commissione - perché introduce, anche nella nostra Regione, delle disposizioni sul rendimento energetico e sul risparmio energetico rispetto alle quali, concettualmente, in termini astratti e generali, non possono che vederci d'accordo (come ripeto, in termini astratti e generali). Chi non è d'accordo sul fatto che, nei decenni che vivremo, l'energia e il suo risparmio (e quindi la capacità di far sì che i nostri immobili vengano costruiti con tali finalità) acquisiranno sempre più importanza? Chi può essere non d'accordo con assunti di questo tipo? A ciò va aggiunto il discorso della presenza di questa Direttiva europea e delle normative nazionali che da anni regolano in questo senso la nostra vita.
Potrebbe apparire quasi doveroso o dovuto un intervento di questo genere, del quale, come ripeto, concettualmente, potremmo anche comprenderne lo scopo e la finalità.
Quello che ci spaventa di più rispetto a questo ma anche ad altri provvedimenti che noi stiamo votando in quest'Aula ("noi" come Consiglio poi la nostra posizione è spesso diversa) è l'impatto che hanno sulla popolazione.
Io vedo, anche in questo provvedimento, una serie di prospettive e di normazioni di tipo pesantemente dirigista, profondamente radicali nella loro formulazione, tali che, a mio avviso, andranno a mettere in crisi molti rapporti che ad essi sono legati.
Radicalità in alcune norme: l'abbiamo già sentita, ad esempio nell'esposizione della collega Relatrice. Cosa vuole dire "obbligatorietà del riscaldamento centrale" nei nuovi impianti e poi anche in quelli sottoposti a ristrutturazione? Questo mi chiedo, Assessore.
Vogliamo pensare, ad esempio, che tutti gli impianti delle seconde case di montagna dovranno essere centralizzati? Oppure, quando quelli esistenti dovranno essere ristrutturati, che dovremo avere tutti il riscaldamento centrale, magari in seconde case di montagna, utilizzate 15 giorni all'anno? Perché quando parliamo di "obbligatorietà del riscaldamento centrale" diciamo questo.
Prestiamo attenzione alla radicalità di alcune affermazioni, perch rischiamo di raggiungere gli effetti opposti: invece di puntare al risparmio e al rendimento energetico, andiamo verso uno spreco energetico.
Questo, a mio avviso, non funziona.
Inoltre, la legge è piena di cascami burocratici di nuova introduzione con certificati e passaggi vari che andranno a rendere sicuramente più difficile la vita tanto ai costruttori, quanto ai proprietari e ai locatori.
Certo, in teoria tutto ciò ha un nobile fine, ma in pratica saranno passaggi burocratici ulteriori che andranno ad influire un po' su tutto il mondo dell'abitazione.
Chiederei, quindi, di rivedere alcuni momenti, in particolare gli ambiti di applicazione di questa legge, che sicuramente ha un senso se è applicata sulle costruzioni future; ma andare a toccare il costruito o andare ad incidere sulle ristrutturazioni, tra l'altro in tempi molto brevi (perché il termine di massima proroga prevista dalla normativa è il 2009 se non erro, quindi neanche due anni per mettersi in regola), mi sembra un termine troppo restrittivo.
Bisogna dare la possibilità alla società piemontese, ai nostri concittadini e ai nostri imprenditori di mettersi in regola secondo la normativa regionale, che va rispettata, ma con un lasso di tempo perlomeno sufficiente e di buonsenso. Ecco perché proponiamo almeno uno spostamento al 2012.
Mi preoccupa l'impatto che questa legge avrà sulle popolazioni, nel rapporto tra le proprietà e gli acquirenti, o tra le proprietà e i locatari. Mi preoccupa perché le spese ulteriori di burocrazia verranno a scivolare su questi soggetti.
E allora, vogliamo emanare una legge che aumenterà il costo degli immobili? Non lo so. Secondo me, non dovrebbe essere questo il nostro scopo.
Vogliamo emanare una legge che aumenterà il costo delle locazioni? Non lo so, ma non penso che questa sia una finalità dell'Assessore e della maggioranza che lo sostiene.
Se aumentiamo la burocrazia, se aumentiamo i certificati, la presenza di professionisti e le spese legate agli immobili, è evidente che tutto ci andrà a ripercuotersi, da una parte, nel rapporto tra immobiliaristi (o comunque costruttori immobiliari) e futuri proprietari e, dall'altra, tra i proprietari di immobili e i locatari.
Questa non mi sembra una prospettiva da perseguire.
Inoltre - ne ho già parlato prima - il discorso dei tempi più lunghi per arrivare a un adeguamento, con l'esclusione di alcune categorie oggi incluse nella legge e, poi, un lavoro sull'informazione.
La normativa che vorremmo mettere in campo con questa legge è molto complessa e va a toccare parecchi interessi e soggetti. Pertanto, oltre ad allungare il periodo, prima che venga attuata nella sua totalità la normativa, occorre adoperare questo tempo per fare un'operazione di informazione molto profonda e capillare.
Noi, come sempre, andremo all'esame della normativa senza ideologismi cercando di migliorarla, così come abbiamo cercato di illustrare, per fare un buon servizio al Piemonte e non certo per fare una legge bandiera, solo per dire che abbiamo affrontato un problema che esiste, ed è giusto che venga affrontato, ma senza comprendere la ricaduta di questa normativa sulla reale operatività del Piemonte.
Per questo motivo, siamo disponibili ad un colloquio in Aula rispetto alla legge, proprio per migliorarla e renderla più accettabile per i piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Una breve valutazione nel merito della legge e per fare una proposta.
Come diceva il collega Botta, la legge presenta degli aspetti positivi sui quali non abbiamo nulla da eccepire.
Ciò che ci preoccupa è, se non un timore, comunque una certezza rispetto alla maggiore burocrazia che la legge va a inserire.
Ci preoccupa soprattutto il fatto che la legge non preveda incentivi economici per coloro che devono sostenere questi interventi, anche se di fatto vi sono. È un po' anomalo non inserire incentivi economici in una legge quadro, quando la Giunta regionale, nel gennaio di quest'anno, ha emanato un bando dove questi erano previsti.
Se vengono inseriti in legge degli incentivi, si ha una definizione precisa degli stessi e si rimanda al bilancio di ogni anno, sapendo che quello è il momento in cui bisogna cercare di dare attuazione, anche di carattere economico, al dettato normativo.
A me preoccupano alcuni aspetti (non molti, per la verità): uno, è legato al caro-casa; l'altro, è legato alla gradualità di attuazione della norma stessa.
La necessità di adeguamento alla normativa non riguarda certo la nuova costruzione, che è sacrosanta, o le grandi ristrutturazioni; su questo non si fa differenza, ma si può utilizzare un banalissimo articolo 22 per costruire un antibagno, se in casa non c'è, perché la legge lo impone; nel momento in cui si fa questo, però, ci si deve adeguare a tutto ciò che la norma prevede.
La parte sulla quale abbiamo maggiori perplessità, anche in relazione a quanto recita l'articolo 22, quindi il termine del 1° luglio 2009, è che a pagare le spese degli adeguamenti normativi saranno i locatari o i nuovi acquirenti.
Poniamo un caso di scuola e non diamo soltanto una lettura del dettato normativo: se entra in vigore la legge e il 2 luglio io voglio affittare una nuova abitazione e il locatario deve allegare al contratto di affitto anche l'attestato di certificazione energetica per cui andrà a spendere, ad esempio, 2.000 euro, è verosimile che quei 2.000 euro non li intenda come investimento relativo a un bene che frutta denaro al locatario, ma è certo che quei 2.000 euro li andrà a ripartire nel contratto quadriennale, o di sei anni, con il locatario.
Dall'altra parte, se ci troviamo di fronte a una nuova acquisizione e anche in questo caso, il venditore ha necessità di allegare l'attestato di certificazione energetica, crediamo sia certo che le spese di attestazione le vada a pagare direttamente il nuovo acquirente oppure, nel caso in cui le realizzi il vecchio proprietario per poter vendere, ai sensi di legge l'abitazione, inserisce i costi di adeguamento normativo al nuovo acquirente.
Detto ciò e potendo intervenire anche su altri passaggi, vorremmo avanzare all'Aula e all'Assessore una proposta: chiedere il rinvio della legge di una settimana, per poter presentare 4 o 5 emendamenti di merito relativamente agli aspetti che riteniamo più importanti.
Sappiamo di essere in ritardo - lo dico ai colleghi - perché avremmo dovuto farlo in sede di Commissione; per i motivi più disparati, siamo certamente intervenuti nella discussione, ma non abbiamo formalizzato le valutazioni fatte all'interno della Commissione.
Chiediamo questo, con la garanzia - e credo che della nostra parola ci si possa fidare - che presenteremo un numero limitato di emendamenti di merito, sui quali si esprimerà l'Aula. È una proposta che vi facciamo.
Credo anche che, dal punto di vista della produttività, fra l'esaminare i 40 e più emendamenti, che sono certamente di merito, ma che vanno a intervenire sulle singole parti, tra l'altro anche su indicazioni date dalle otto Province piemontesi e non recepite all'interno della legge, e l'esaminare un numero limitato di emendamenti, comunque le modifiche fondamentali che vorremmo inserire, sia preferibile la seconda parte.
Questi riguardano quanto abbiamo elencato nel corso dei nostri interventi: incentivi economici, gradualità nell'attuazione della legge problema della gestione delle seconde case, ristrutturazioni e, da inserire magari nella parte riguardante le locazioni e gli acquisti, quando questi sono piccole ristrutturazioni, spostare il termine del 1° luglio a una data più lontana.
Crediamo che in sede d'Aula ci possa essere un confronto più proficuo che non allungherà i termini di approvazione della legge, che, peraltro nella filosofia generale condividiamo e, sulla quale, ci sentiamo di apportare un numero limitato di modifiche, con la speranza che possano essere anche approvate dall'Aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'energia



PRESIDENTE

Entro nella discussione generale, per dare in seguito un mio parere su alcune riflessioni di tempo e procedura.
A me pare, detto con molta franchezza, che tutta la partita ambientale sia indirizzata dai titoli dei giornali di questa mattina, in cui viene commentata la questione "acqua" e la questione "energia", anche perché non è facile dividere una cosa dall'altra.
Non c'è dubbio che, a volte, è necessaria una sana resistenza per cambiare, introdurre, verificare o rifare priorità, in base ad alcune preoccupazioni che, senza alcun dubbio, vi sono rispetto all'introduzione di nuove attenzioni.
Questa è la mia preoccupazione, in quanto ho a cuore solo ed esclusivamente l'efficacia. Non voglio essere ripetitivo e non voglio dar l'idea di essere il primo della classe. Nessuno ha intenzione di fare leggi bandiera. In seguito si vedrà.
Se abbiamo sbagliato qualcosa, saremo in grado di dosarlo, come diceva giustamente Cavallera.
Nelle clausole che abbiamo introdotto è richiamata la necessità di continui aggiornamenti sia sull'efficacia, sia sugli strumenti che si adoperano. D'altra parte, non c'è dubbio che, per essere attuati, gli strumenti devono essere semplici. Anche qui cerchiamo di distinguere quello che può essere effettivamente "burocrazia" in più, rispetto a quella che invece è la sostanza del provvedimento. Un esempio di burocrazia in più vi è stato quando si rese necessario che un edificio, per essere reputato abitabile, esigeva di una certificazione statica o di una certificazione di allaccio fognario e di una certificazione di attingimento di acqua potabile. Anche quello, all'epoca, probabilmente, è stato un di più di un qualcosa che c'era prima.
Devo dire che, con il senno di poi, nessuno di noi rinuncerebbe ad una certificazione statica o ad una certificazione di allaccio fognario, che non è burocrazia, ma è un attestato delle caratteristiche che oggi sono ritenute adeguate per una nuova abitazione.
Oggi stiamo introducendo una forma di certificazione su un aspetto di grandissima importanza, probabilmente già in ritardo, e probabilmente sottovalutato. Le cronache di questi giorni - i numeri, non le cronache ci dicono che è assolutamente sottovalutato, per cui stiamo certamente introducendo una nuova certificazione che si adegua ai tempi, sapendo per (accolgo l'invito del Consigliere Travaglini, sotto quest'aspetto dalla parte del consumatore) che, dal punto di vista delle tappe, i conti tornano.
In che senso i conti tornano? I conti tornano per una maggiore attenzione, che può anche significare non sempre una maggiore spesa; per una maggiore capacità di maggior risparmio o rendimento energetico dell'abitazione, che si traduce, con i tempi che corrono e con la bolletta che paghiamo tutti trimestralmente, in un'oggettiva diminuzione dei nostri consumi. In questo modo i conti, oggettivamente, tornano.
Certamente non tornano nello specifico momento in cui vado a fare una nuova costruzione o una manutenzione. Tornano, ovviamente, a seconda delle diverse caratteristiche delle abitazioni e decorso un certo periodo di tempo.
Credo che questa sia l'interpretazione di "burocrazia". Sicuramente quando s'introducono nuovi elementi, c'è sempre il punto. Ho affrontato in più di un'occasione un dibattito per stabilire quale fosse il giorno dell'entrata in vigore di questa norma.
Noi abbiamo introdotto, mi sembra con un certo buon senso, l'idea che per le nuove e per le grandi strutturazioni e ristrutturazioni che interessano la partita energetica bisogna adeguarsi al più presto possibile e in tempo reale. So bene che ci sono problemi di professionalità e di formazione, ma non è rinviando nel tempo questi problemi che li affrontiamo. Sull'esistente non vogliamo avere nessun atteggiamento donchisciottesco, nel senso che sappiamo benissimo che non possiamo pensare di prendere tutto il vecchio (nel senso di già esistente), trasformarlo e adeguarlo alle necessità del rendimento energetico.
Si dice (non solo ed esclusivamente, perché è un punto cui tengo) che l'aspetto della certificazione e, quindi, della capacità di misurare il proprio consumo, è quello che - detto francamente - si legge in tutti i giornali locali e in tutti gli Specchio dei tempi. Dovendo garantire ad un condominio di 40 appartamenti una temperatura di un certo tipo, per via di due coppie di anziani che stanno tutta la giornata in casa, si tiene tutto l'involucro o caldo o freddo, anche se nei restanti appartamenti, non vissuti da anziani, quest'esigenza non sussiste, quindi per le altre famiglie nasce l'esigenza di aprire le finestre perché non c'è bisogno di quella temperatura. Questo succede anche nei plessi scolastici, nel periodo invernale, dove, per tenere le palestre calde dalle 9 alle 11, è necessario riscaldare tutto l'istituto.
Quindi, con un minimo di buon senso, bisogna saper separare e saper misurare. Mi sembra che anche sugli appartamenti esistenti sia necessario mettere in campo una misura di buon senso. Quando? "Quando" è davvero complicato. So bene che quando introduciamo delle modalità di compravendita, di locazione o di un'ennesima certificazione, non c'è un momento "x".
Abbiamo definito, anche con lunghe consultazioni e ascoltando i principali Comuni del Piemonte, quando il tutto potrebbe prendere il via.
Abbiamo individuato una data che è quella del 1° luglio del 2009. Non c'è una legge che c'impone quella data, né una logica che dice che bisogna farlo il 1° luglio del 2009, perché si potrebbe fare anche entro il 31 gennaio del 2009. Come in tutte le scadenze, c'è un tentativo di organizzare, spostare e mettere in vigore due anni dopo, perché abbiamo pensato che fosse un tempo che rendeva possibile l'informazione che, come tutti sappiamo, è sempre un passa parola.
Ovviamente, su questo non c'è un punto irrinunciabile, mi sembra che due anni sia un tempo congruo e adeguato. Sapendo che abbiamo detto che tutto ciò che riguarda i meccanismi in attuazione passa poi in Commissione.
Mi sembra che la Commissione abbia stabilito che è difficile suddividere la materia, per cui ogni provvedimento di meccanismo in attuazione passa in Commissione.
Diverso è quello che ha detto il Consigliere Ricca. Il Consigliere Ricca ha toccato un punto molto delicato, infatti non è tanto la certificazione come burocrazia, ma tutta la partita dei controlli, delle autocertificazioni, dei bollini, quello sì, rischia di avere dei sovraccarichi, se non stiamo ben accorti. La burocrazia ha già dimostrato di rendere ininfluenti altri provvedimenti, altre istituzioni.
Chiedo davvero alla Commissione, all'esperienza di ognuno di voi, di lavorare proficuamente perché noi dobbiamo stabilire delle modalità che devono essere chiare, anche le più possibili poco onerose, anche poco onerose del punto di vista dell'attuazione e della perdita di tempo.
Su questo punto studiamo davvero. Le ispezioni si fanno, abbiamo scritto che le ispezioni sono gratuite per i possessori dei bollini, invece sono onerose per coloro i quali non li possiedono. Bisogna semplificare la materia e cerchiamo di farlo nella maniera migliore.
Tengo moltissimo a questa legge e, detto con franchezza, non condivido quel po' di filosofia che sta dietro l'intervento del Consigliere Botta quando mi sembrava, come spesso avviene, sottolineare le difficoltà applicative - so benissimo quanto sia difficile applicare - tanto da nascondere il problema. Detto francamente, è l'atteggiamento che si ha ogni volta che si parla di ambiente. Non c'è dubbio che ogni volta che si parla di ambiente c'è una sottolineatura della gravità e un tentativo di dire "cambiare è complicato", "cambiamo il meno possibile", "se ne parla fra cinque anni", "vedremo se l'acqua sarà di più". L'acqua sarà di meno, non c'è dubbio, l'energia costerà di più. Al di là della filosofia e al di là che io tengo moltissimo a questa legge, ritengo anche che sia un'avventura defatigante esaminare 55 emendamenti.
finito il tempo, certo una parte di lavoro si poteva, più utilmente fare in Commissione; tante volte la Giunta è costretta a dire in Consiglio cose che avrebbe dovute dire in Commissione, per carità. Non sono proprietario del calendario dei lavori. Dal mio punto di vista, se il ragionamento è "servono delle ore", "servono dei giorni", si lavorerà in tal senso purché il lavoro sia nella sostanza del provvedimento. Possono arrivare contributi molto utili a renderlo più facile, più comprensibile più utile a correggere alcune ambiguità.
Quando si dice "la Regione promuove", vuol dir che promuove con tutti i suoi strumenti che sono anche quelli economici. Se può essere utile inserire la parola magica "economico" inseriamo anche quella. Per carità cerchiamo di capirci se emergono delle ambiguità. Ogni volta che rileggo un testo, come sempre accade a chi li legge troppo volte, sembra tutto chiaro poi non è affatto così. Non abbiamo la scadenza del 25 aprile perch altrimenti paghiamo una multa nazionale o europea. Non è così. Siamo sempre in ritardo, sulla sostanza. La Conferenza dei Capigruppo è la sede nella quale organizzare più utilmente i lavori.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Esame proposta di deliberazione n. 271 inerente a "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Proporrei questa strada. Sospenderei l'esame del disegno di legge n.
256, mi prenderei un'ora di tempo durante la sospensione del Consiglio per sondare gli umori dei Gruppi e, alla riapertura della seduta, possiamo sulla base delle risultanze degli accordi con i Gruppi, decidere in merito alla consecutio da dare al provvedimento.
Se i Consiglieri lo consentono, approfittando della presenza del quorum in questo momento, possiamo esaminare la proposta di deliberazione n. 271 di cui al punto 3) all'o.d.g., relativa al conferimento del sigillo della Regione Piemonte; deliberazione che, come sapete, è stata firmata da tutti i Gruppi ed è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione. Se non ci sono osservazioni, la potremmo mettere in votazione.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Sono d'accordo nello spirito, ho anche firmato la legge. Poi ho letto attentamente la legge regionale n. 15, l'articolo 5 e credo che probabilmente dovremmo andare in Commissione con questa proposta di legge perché è sfuggito a tutti, anche alla sottoscritta, che l'articolo 5 recita: "Il Consiglio regionale può conferire il sigillo della regione nella misura massima di due all'anno a cittadini nati nella nostra regione o che vi abbiano risieduto per almeno dieci anni e dalla memoria meritevoli di particolari riconoscimento con propria mozione motivata presentata da almeno un terzo ed approvato da almeno nove decimi dei suoi componenti".
Non mi risulta che siano rispettate quanto scritto nell'articolo 5, mi stupisco che sia sfuggito anche agli uffici una cosa del genere. Penso che dovremmo modificare la legge n. 15 del 2004 per poter conferire il sigillo ai nominativi che sono indicati nella delibera. Credo che il Consiglio regionale non possa fare un errore del genere di andare contro la legge.
Leggendo la delibera vedo che premesso che è l'articolo 5, "a cittadini nati" e poi il testo dice un'altra cosa. Parliamo tanto di legalità, di invito alla legalità quando scopriamo che c'è un errore e noi prima di altri dobbiamo dare l'esempio. Basterà modificare l'articolo 5 della legge n. 15 per poter conferire i sigilli ai due nominativi indicati nella delibera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Premesso che, anche per quanto mi riguarda, ci sarà la condivisione rispetto a questa proposta fatta al Consiglio del conferimento del sigillo mi permettevo di fare una considerazione. La regione Piemonte è tra i soggetti che ha utilizzato, usufruito e beneficiato dell'ottima attività degli alpini in tantissime emergenze e in tantissimi eventi. In questi stessi eventi, e in molti altri, abbiamo utilizzato una serie di realtà del volontariato, dell'associazionismo e quant'altro veramente fondamentali per la gestione degli stessi. Qui si parla di evento olimpico, ma io potrei citare tutto l'aspetto del post-alluvione dove, sicuramente, la realtà degli alpini è stata una grande e importante realtà. Sicuramente, anche altre realtà del sistema del nostro volontariato di Protezione Civile compreso quello direttamente coinvolto nel nostro sistema e anche condizionato rispetto all'attivazione che questa Regione fa in determinati momenti, meriterebbero una considerazione.
Il Presidente ci ha comunicato questa onorificenza, pertanto ha anche senso pensarla e darla in questo contesto, alla luce del Raduno degli Alpini che si terrà nella nostra regione il prossimo mese. Questo va benissimo, però, rispetto alle motivazioni e agli eventi individuati in questa ipotesi, che rilevano l'attività sui Giochi olimpici e quant'altro mi permetto di suggerire che sarebbe responsabilità di questo Consiglio riconoscere questa onorificenza a tutti coloro che in quel contesto dei Giochi hanno dato un supporto veramente importante, costante ed efficiente.
Sicuramente, come dicevo prima, mi riferisco agli Alpini, ma anche a tutta la rete di volontariato che la nostra Regione ha a suo diretto supporto e attiva tutte le volte che c'è un'emergenza o un'esigenza particolare.
Quindi, condividendo lo spirito, mi permetto di far rilevare a questo Consiglio che sarebbe utile una riflessione più complessiva proprio su questo tema, per avere da parte nostra un pari atteggiamento nei confronti di altre realtà del volontariato e associative, che, comunque, sono sempre anche loro presenti.



PICHETTO FRATIN GILBERTO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, ovviamente, siamo a favore, essendo anche firmatari della proposta di deliberazione.
Mi domandavo soltanto se nelle motivazioni - non cambia il conferimento del Sigillo, per carità - per le Truppe Alpine, relativamente alla Brigata Taurinense e alla Brigata Julia, in particolar modo in riferimento alla prima, ma non solo, non valesse anche la pena ricordare il lavoro meritorio di sostegno alla popolazione civile che ha svolto negli ultimi anni in Afghanistan con reggimenti diversi, tanto che fanno sempre parte della Taurinense, per un periodo complessivo che supera l'anno.
un invito che, in qualche modo, ci permettiamo di rivolgere al Consiglio, in quanto crediamo sia un'opera altrettanto meritoria, da un punto di vista temporale, decisamente maggiore, che tanto la Brigata Taurinense quanto la Julia, in particolar modo la prima, hanno svolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, il problema, a questo punto, non credo consista tanto nei meriti della Brigata Taurinense piuttosto che dell'altra persona indicata come meritevole del Sigillo della Regione.
Relativamente alla Brigata Taurinense, da Alpino, gli Alpini non vanno mai in congedo, non sono mai "ex", quindi, condivido assolutamente quanto detto, ne aggiungerei anche delle altre.
Il problema credo sia la questione sollevata dalla collega Cotto, se si possa procedere o meno nell'approvazione del testo oppure se sia necessario un rimando e, quindi, una modifica dell'articolo 5 della legge n. 15.
Chiederei all'Ufficio di Presidenza di esprimersi in merito a questo e di prendere una decisione, altrimenti continuiamo a inseguirci con gli interventi senza affrontare il problema.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Premetto che sono d'accordo sullo spirito della deliberazione, tant'è che ho firmato, però, penso che nessuna deliberazione possa andare contro una legge. Il colmo è che la legge viene citata, uno vede la prima parte della deliberazione che dice: "Visto che l'articolo 5 dice queste cose" poi, noi facciamo esattamente il contrario nella parte successiva. Mi sembra che non stia né in cielo né in terra, in dodici anni non mi sono mai accorta di una cosa simile in Consiglio regionale. Questo mi mette un po' di paura rispetto alle cose che andremo ad approvare successivamente sui controlli e sulle verifiche, ma questo è un altro discorso.
Se la vogliamo approvare, possiamo - il Consiglio è sovrano modificare l'articolo 5 della legge 2004, dove diciamo che pu indipendentemente da dove sono nati, da dove sono vissuti e a più cittadini.
Penso che sarebbe la prima volta nella storia del Consiglio regionale però, si può fare benissimo, credo che nulla osti all'Assemblea la modifica della legge. Mentre la modifichiamo, possiamo anche scrivere - ringrazio il Consigliere Placido, mi ha restituito tutto - che non deve essere approvata da almeno nove decimi dei suoi componenti: possiamo anche solo scrivere "da sei decimi", in modo che per i prossimi anni il discorso potrà anche essere più snello.
Credo che l'Ufficio di Presidenza non possa proporre al Consiglio regionale di andare contro legge, che non si possa insistere in questa direzione.
Mi dispiace che in Commissione non ce ne siamo accorti, perché questa è la verità. Si facciano le cose secondo legge e quei principi di legalità che noi vogliamo diffondere nel nostro Piemonte.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! In modo particolare mi rivolgo alla Consigliera Cotto. Senz'altro le sue osservazioni sono, come sempre, pertinenti. Gli Uffici, peraltro avevano osservato nella loro attività questo rilievo.
L'Ufficio di Presidenza, confortato dal fatto che ha raccolto l'unanimità delle firme dei Consiglieri regionali, ha ritenuto di procedere, poiché non si ravvisava alcun danno alla Pubblica Amministrazione, non solo, ma si è ritenuto che questa deliberazione rientrasse appieno nello spirito di quello che era il conferimento dell'onorificenza. Senz'altro, dal punto di vista formale, questo rilievo e quello eccepito dalla collega Cotto, relativamente ad un quorum troppo alto, probabilmente, meritano una correzione legislativa.
Il quorum troppo alto può essere un po' abbassato, in modo da consentire di conferire l'onorificenza solo se c'è una maggioranza molto larga in Consiglio, per evitare che le maggioranze di governo possano da sole decidere su questo punto, che, in qualche modo, deve essere bipartisan.
Potremmo, accogliendo lo spirito, impegnarci, come Ufficio di Presidenza, a intervenire con una proposta di modifica della legge regionale in oggetto. Naturalmente, la proposta dovrà seguire il suo iter in Commissione, necessitando di almeno due o tre settimane.
Se può essere un modo utile per superare le obiezioni, potremmo procedere a espungere dalle premesse il punto che inizia - in particolare prego i colleghi che hanno sollevato obiezioni di prestare attenzione - con "visto che ai sensi dell'articolo 5". Quel periodo potrebbe essere espunto soppresso mediante un emendamento soppressivo, per arrivare alla deliberazione.
Se non vi sono osservazioni, mi pare che in questo modo il senso della deliberazione rimanga tale, possiamo procedere ora. Questo ci consentirebbe, specialmente per quanto riguarda il conferimento alle Truppe Alpine, di arrivare in tempo utile anche per l'importante appuntamento di rilievo nazionale, che avrà luogo nella nostra regione, in quel di Cuneo il 13 maggio.
Quindi, mi faccio carico di una proposta di emendamento soppressivo per sopprimere il secondo capoverso.
Possiamo considerare che l'Aula unanime acconsente alla soppressione del secondo capoverso, che inizia con "visto che ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale n. 15 del 31 maggio 2004"?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Bene.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ovviamente, il riconoscimento è fatto ai sensi della legge. Infatti il riferimento alla legge c'è.
Proporrei di riformulare, sempre che i colleghi accettino all'unanimità, il secondo punto delle premesse, "visto che ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale n. 15 del 31 maggio 2004", con "vista la legge regionale n. 15 del 31 maggio 2004", così anche nel deliberato facendo riferimento solo al testo normativo. Alcuni colleghi manifestavano anche la possibilità di presentare un ordine del giorno per impegnare il Consiglio a mutare la legge regionale in questione, ma penso che si possa procedere anche senza un orientamento espresso, con l'Ufficio di Presidenza che formalizza nel giro di qualche giorno una proposta di legge regionale emendativa.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non ci sono le condizioni per procedere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Durante la seduta di VIII Commissione di ieri, è emersa la disponibilità, da parte dei componenti, a convocare un'ulteriore sessione per lunedì 30. Non mi pare che vi siano le condizioni per procedere oggi in Consiglio regionale, mentre ritengo che vi siano tutte le condizioni per cui lunedì mattina, in VIII Commissione, possa passare la modifica della legge e approvarla in Consiglio regionale in tempo per consentire la consegna del sigillo prima del raduno degli Alpini.
Mi sembra che su queste basi potremo operare.



PRESIDENTE

Non mi pare vi siano le condizioni per procedere con quel consenso che è indispensabile in questi casi. Pertanto, il disegno di legge viene rinviato in Commissione.



(L'Assemblea, all'unanimità, acconsente al rinvio in Commissione)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente siamo d'accordo a convocare una seduta di Commissione per lunedì. Mi domando però - chiedo al Presidente se è in grado di risolvermi il problema - se è stata individuata una modalità che possa essere rispettosa della legge e, al tempo stesso, garantire il conferimento del sigillo.



PRESIDENTE

Ovviamente, l'intento dei proponenti - primo fra tutti l'Ufficio di Presidenza - era quello di addivenire a questo risultato.
Pensavamo, ragionevolmente, di poterci arrivare nella seduta odierna.
Ma stante le rassicurazioni del Consigliere Reschigna, in merito alla seduta di Commissione convocata, l'Ufficio di Presidenza proporrà una modifica emendativa - ovvero una piccola correzione emendativa - tale da consentire, se licenziata dalla Commissione e approvata nel prossimo Consiglio regionale, a questa deliberazione così come sottoscritta di rientrare pienamente nel rispetto della legge e quindi di essere approvata.
Ovviamente l'intento dei proponenti - in questo caso, sono anche il primo firmatario - è quella di arrivare a quel risultato.
Lavoreremo in tal senso, fermo restando che se alcuni colleghi obietteranno sul merito, oltre che sulla forma, non si potrà procedere.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta del Consigliere Leo di esaminare gli ordini del giorno sul "Family Day"

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta del Consigliere Ricca di esaminare l'ordine del giorno n. 493 inerente a "Ricordo di Mario Soldati"

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta del Consigliere Moriconi di esaminare l'ordine del giorno n. 549 inerente a "Istituzione giornata della libertà di coscienza, di religione e di pensiero"

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Richiesta del Consigliere Chieppa di esaminare l'ordine del giorno n. 643 inerente a "Appello per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e di Adjmal Nashkblandi"

Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Richiesta della Consigliera Cotto di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 678 inerente a "Innalzamento dell'età pensionabile delle donne"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Formulo una richiesta a nome di tutti i Consiglieri della minoranza avendo sentito, però, informalmente, anche i colleghi di maggioranza.
Sono depositati, ormai da diverse sedute, degli ordini del giorno sul Family Day. Visto che tale manifestazione si svolgerà il 12 maggio, e considerato che gli argomenti comporteranno determinate decisioni chiederemmo che l'argomento venisse discusso oggi, all'ora che il Consiglio e i Capigruppo riterranno più opportuno trattarlo (vorremmo, quindi, che il Presidente esprimesse almeno un'ora indicativa in cui poterne discutere).
Grazie.



PRESIDENTE

Se vi è il consenso, procederei nel seguente modo: alla riapertura del lavori pomeridiani, sentiti i Gruppi, decideremo in merito al disegno di legge n. 256 "Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia". Successivamente, proporrò una richiesta di inversione punti all'o.d.g. (o lo farà il Consigliere Leo). Sulla base delle risultanze del voto, si procederà.
Mi riserverei di porlo in votazione - se vi è l'unanimità, sia chiaro come primo atto della seduta pomeridiana.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, volevo evidenziare come sia depositato da molto tempo novembre scorso - un ordine del giorno sottoscritto trasversalmente sia dalla maggioranza che dalla minoranza, in merito a Mario Soldati.
Visto che la sua approvazione non richiederebbe, peraltro, una discussione in Aula, chiederei di considerare anche questo provvedimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Vista la richiesta del Consigliere Leo, mi permetto di ricordare che fra gli ordini del giorno che abbiamo depositato vi è un provvedimento riguardante l'istituzione della giornata della libertà religiosa.
Poiché siamo convinti sostenitori di quest'ordine del giorno, e dal momento che ritengo che sia una decisione che laicamente il Consiglio regionale potrebbe assumere, chiedo di porre in votazione anche questo provvedimento qualora si decida di procedere relativamente al Family Day.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente. Condivido quanto diceva il collega Moriconi e aggiungo un elemento che segna un'altra richiesta, alla quale teniamo particolarmente.
depositato un ordine del giorno, del quale, peraltro, non sono neanche il primo firmatario - lo dico per sgombrare il campo da possibili equivoci - con il quale vorremmo dare il segnale che anche dalla Regione Piemonte arriva la richiesta di liberazione di Rahmatullah Hanefi, il dirigente di Emergency, in mano al Governo fantoccio afgano ormai da numerose settimane. Notizie di questi giorni danno come possibile addirittura una condanna a morte di questa persona, che si è impegnata non è un segreto, ormai - come mediatore tra il Governo italiano e i terroristi che avevano sequestrato il giornalista di Repubblica.
Riteniamo importante che anche dal Consiglio regionale e dalla Giunta arrivi un ulteriore sollecito al Governo e al Ministro degli Esteri, in particolare, affinché agiscano con maggiore determinazione nei confronti di un Governo fantoccio che, in quanto tale, credo possa permettere di intervenire e chiedere di liberare il rappresentante di Emergency. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Avevo chiesto di intervenire prima dei colleghi Chieppa e Moriconi, i quali mi hanno tolto dalla bocca, pur onestamente, quanto avrei voluto dire (è una battuta, spero sia presa come tale!).
Sono d'accordo sulle proposte avanzate dai colleghi, anche su quella del Consigliere Ricca.
Credo che dovremmo evitare una logica di scambio: discutiamo l'ordine del giorno tuo solo se tu discuti il nostro, e così via.
Voglio, in ogni modo, ricordare che in tutti gli incontri dei Capigruppo che abbiamo avuto in questi 23 mesi, di fronte alle richieste di discussione di ordini del giorno in Aula, è sempre stato affermato che è più importante votare delibere e proposte di legge.
Forse sarebbe opportuno cogliere quest'occasione per fissare, sempre che il Consiglio duri un numero congruo di ore, che i lavori inizino puntualmente e che si riesca a discutere le leggi in tempi ragionevoli - un minimo di tempo in ogni Consiglio - potrebbe essere l'ultima ora - per discutere gli ordini del giorno.
Mi riferisco, in particolare, all'ultimo documento, quello che ha proposto il Consigliere Chieppa ( la prima firmataria è la Consigliera Spinosa), perché mi è sembrato negativo - l'ho anche chiesto più volte alla Conferenza dei Capigruppo - che non sia stato discusso finora.
L'ordine del giorno prevede che si discuta di due ostaggi; uno purtroppo, non c'è più. Noi non avremmo certo cambiato la triste sorte di quella persona, ma ritengo che il Consiglio regionale avrebbe dovuto trovare cinque minuti per discutere di quest'argomento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Solo per chiedere l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, che dovrebbe essere alla sua attenzione. Grazie.



PRESIDENTE

Resta inteso che è stata presentata una serie di richieste di discussione di ordini del giorno.
Propongo di esaminarle all'inizio della seduta pomeridiana, magari facendo una breve Conferenza dei Capigruppo prima, per capire se è possibile pervenire ad un'intesa.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Sono d'accordo con lei, Presidente. Ritengo opportuno anticipare la riunione dei Capigruppo per decidere come condurre i lavori del pomeriggio e programmare quelli dei prossimi Consigli, anche in virtù delle richieste che sono pervenute.



PRESIDENTE

Propongo, pertanto, una riunione della Conferenza dei Capigruppo alle ore 15, mentre l'ora di inizio del Consiglio è prevista per le 15.15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.40)



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