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Dettaglio seduta n.178 del 05/04/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Placido e Turigliatto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla questione del rimborso e all'eliminazione dei ticket sanitari per gli ultrasessantacinquenni, sollevata dal Consigliere Ghiglia, nonché alla richiesta del Consigliere Cavallera in merito ad una risposta urgente all'interrogazione n. 1471


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Intervengo sull'ordine dei lavori. Non ne ho chiesto il rinvio perch abbiamo tutti il desiderio di approvare il bilancio, però penso che si debba attendere un momento affinché l'Assessore al bilancio possa perlomeno arrivare in aula. Penso che iniziare la discussione del bilancio senza l'Assessore al bilancio sia una scorrettezza. Qualcuno può pensare che io lo faccia per dare la possibilità ai miei colleghi di arrivare, ma non è assolutamente così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



PRESIDENTE

COTTO Mariangela (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non si può, perché la seduta è sospesa.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, non l'ho sospesa perché il Consigliere Ghiglia ha chiesto la parola. Dopodiché, Consigliera Cotto, siccome siamo persone serie, nessuno di noi s'immagina di fare forzature procedurali o furberie regolamentari.



PRESIDENTE

COTTO Mariangela (fuori microfono)



PRESIDENTE

Avevo chiesto la sospensione dei lavori in attesa dell'arrivo dell'Assessore al bilancio.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Attendo che arrivi l'Assessore.



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.12 riprende alle ore 10.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Avrei una questione preliminare da porre al Vicepresidente Peveraro che comincia così: c'era una volta una fatina buona, rossa e non azzurra che abitava in Piazza Castello. Questa fatina (sto usando il linguaggio delle fiabe), se le portavi la ricevuta dei ticket sanitari che avevi promesso di cancellare in campagna elettorale, te li rimborsava in un bel sacchettino di pelle, dandoti i soldini con cui potevi tornare a casa felice e contento.
Presidente, questa fiaba è a lieto fine, perché abbiamo potuto apprendere, con grand'enfasi, dagli organi di stampa che la Presidente Bresso finalmente sta cominciando ad onorare le promesse fatte in campagna elettorale, restituendo il mal tolto dei ticket di tasca sua. Noi siamo felici che questa favola sia a lieto fine.
Vede, Presidente, noi rappresentiamo quattro milioni e 300 mila piemontesi, ma ne abbiamo rimborsati solo due. Non viviamo nel mondo delle fiabe ma nel mondo reale, anche se ci piacerebbe vivere nel mondo delle fiabe (è vero che il mondo delle fiabe in cui la fatina è rossa anzich azzurra è un incubo e non è un sogno, ma diciamo che su questo potremmo anche passarci sopra). Allora, affinché non sia una fiaba e affinché il lieto fine ci sia per tutti, aspettiamo e vorremmo sapere dal Vicepresidente Peveraro se questa mattina o domani intende presentare un emendamento alla finanziaria...



(Scampanellìo del Presidente)



GHIGLIA Agostino

Presidente, lo so, devo concludere ma la questione è di grande rilevanza per quattro milioni e 300 mila persone. Non mi costringa poi ad intervenire sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, non ne dubito, ma noi trattiamo solo questioni di grande rilevanza.



GHIGLIA Agostino

Presidente, lo so, infatti, c'è lei a presiedere, perché è una questione di grande rilevanza.
Mi avvio a concludere sostenendo che mi aspetto in questa finanziaria un emendamento, in cui ci sia scritto finalmente che sono cancellati i vecchi titoli e pure quelli del Governo. Perché noi vorremmo che questa bella fiaba non fosse soltanto il "la" per un articolo di giornale che non definisco, perché appunto si tratta di una fiaba, ma che diventasse una bella realtà per tutti. Visto che i pensionati minimi o sociali in Piemonte sono tanti, Assessore Peveraro, noi potremmo consigliare alla fatina buona per mezzo del suo...Che cosa usa la fatina buona? Ricordo solo Amelia la strega che ammalia il topolino in compagnia di Gennarino, che è un corvo.
Non so cosa si possa usare in una fiaba, comunque diciamo che può usare il suo siniscalco del castello cominciando a togliere i ticket dagli over 65 delle fasce più deboli. Sarebbe un bel gesto, sarebbe una bella fiaba e se farete così, potremmo anche votare a favore della legge finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Mi riferisco ad una questione urgentissima che riguarda il sito nucleare di Saluggia. Devo dire che noi abbiamo presentato un'interrogazione su quest'argomento e, per certi versi, abbiamo avuto una certa reprimenda da parte dell'Assessore, che ha detto: "È una cosa nota abbiamo già risposto". Ma non è questione di essere poco attenti o comunque di voler sempre presentare interrogazioni a ripetizione, perché vi è un serio allarme su questa materia, tant'è che è in corso una manifestazione davanti all'Assessorato all'Ambiente in Via Principe Amedeo. A questo punto oso chiedere, visto che le risposte le avevamo già avute, come ci ricorda l'Assessore De Ruggiero, ma la gravità della situazione è fuori discussione. Occorre trovare un momento per parlare della vicenda, perch le notizie che arrivano non ci tranquillizzano, nel senso che in un primo tempo sembrava che la falda fosse esclusa, mentre adesso qualche radioattività è stata rinvenuta nella parte superficiale. Noi censuriamo il fatto che si sia archiviato il commissariamento, quindi una procedura di protezione civile rapidissima, magari con delle contumelie da parte di alcuni verso il generale Jean, che era stato Commissario straordinario. A mio avviso, invece, i fatti, proprio per come si sviluppano, dimostrano l'utilità di avere questi sistemi di intervento rapidi garantiti dalle leggi di protezione civile. Chiederei, quindi, una comunicazione o una risposta urgente all'interrogazione n. 1471, perché la preoccupazione è che, andando incontro alle feste pasquali e ad altri rallentamenti di attività, questo Consiglio non possa essere informato sugli sviluppi della situazione.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 379 inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2007"


PRESIDENTE

Procediamo con il disegno di legge n. 379, di cui al punto 5) all'o.d.g.
stata già svolta la relazione introduttiva, ed è terminata la discussione generale.
L'esame del disegno di legge prosegue quindi con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Colleghi, per cortesia, vi pregherei di accomodarvi per iniziare l'esame dell'articolato.
Apriamo la discussione sull'articolato.
Non essendoci le condizioni per passare all'esame dell'articolo 1, a causa della non ancora completa presenza nei ranghi del Consiglio, proporrei, se l'Aula è d'accordo, di accantonarlo e di partire dall'articolo 2.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Tutto sommato, l'articolo 2 richiama vicende che hanno già avuto ampia trattazione all'interno di questo Consiglio, quando la Giunta regionale e la maggioranza decisero di introdurre questo balzello, se così lo vogliamo definire.
Ciò che chiedo è un'ulteriore richiesta di ripensamento e d'eliminazione di questo balzello che, a mio avviso, alla lunga potrebbe dare più rogne, dal punto di vista gestionale della riscossione, che non vantaggi in ordine al gettito che in qualche modo potrà determinare, se si considerano le polemiche che si fanno sempre, soprattutto nelle regioni a valle del Piemonte, quindi nel bacino del Po, in ordine alla quantità di ghiaia o di sabbia scavata nei fiumi. Proprio recentemente c'è stato un servizio giornalistico, nell'ambito di trasmissioni RAI, in cui facevano vedere prelievi abusivi proprio lungo il corso del Po.
Ritengo, però, che non ci sia la necessità per introdurlo in una Regione come il Piemonte, che ha una notevole tradizione di controllo.
Attualmente il prelievo viene modulato con un valore inferiore di 0,45 al metro cubo, però abbiamo già detto che sono tutte imposizioni che poi, alla fine, si riflettono sul prezzo finale delle costruzioni. Nel caso delle pietre ornamentali, per esempio, sappiamo esserci concorrenza di altri paesi. Addirittura, certe pietre ornamentali e certi materiali costano meno se importati da altri paesi. Questo dovrebbe farci pensare, perché in certe zone, soprattutto nelle zone montane, queste attività costituiscono una componente importante, dal punto di vista economico e occupazionale.
Mi sembra che, rispetto al testo discusso in Commissione, vi sia stato l'inserimento del comma 4, all'interno dell'articolo 2, secondo cui vi è una rimodulazione del prelievo in ordine alle spettanze dei Comuni e degli Enti parco.
Nel testo presentato in Commissione questo comma non c'era probabilmente sarà stato deciso in Commissione di regolarlo meglio. Era un problema, ma vedo che qui viene risolto in modo equilibrato, anche se il mio dubbio riguarda la decorrenza dal 1° gennaio 2007. Probabilmente è stata fatta questa proposta, anche se siamo già ad aprile, perché siamo in riduzione del prelievo del canone. Sotto questo profilo, quindi, si giustifica il decorso dal 2007, poiché la decorrenza era già stata stabilità, per legge, lo scorso anno. Non si tratta, quindi, di un'innovazione. Ho visto che per tutti gli altri articoli, che hanno una valenza fiscale, la decorrenza è dal 2008. Questo sarebbe l'unico caso.
A questo punto intervengo per sottolineare questo comma quarto e per chiedere chiarimenti in ordine agli equilibri che si sono trovati tra la Regione e gli Enti locali, vale a dire Comuni ed Enti parchi, perché dal precedente regime, in termini convenzionali, da questa partita si traevano molte risorse (ovviamente parliamo di piccoli Comuni).
Gradiremmo un chiarimento sulla decorrenza, anche se mi pare di averne colto la ratio.
Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, ho omesso di dichiararlo all'inizio, ma d'ora in avanti indicherò gli emendamenti apposti per ogni articolo.
Sull'articolo 2 è pendente l'emendamento n. 3, presentato dalla Giunta regionale. Ad oggi, è l'unico emendamento presente.
La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Come non è certo sfuggito ai Consiglieri, questo è un articolo importante, confermato anche dall'intervento del collega Cavallera.
Sostanzialmente, nella legge inseriamo alcuni elementi emersi dal confronto con gli operatori e con le organizzazioni sociali della nostra Regione. In questo modo correggiamo un'impostazione, con ogni probabilità troppo pesante rispetto agli operatori, per quanto riguardava sabbia e ghiaia. Inizialmente, la tariffa della sabbia e ghiaia era equiparata a quella delle pietre ornamentali, mentre con questa modifica, quindi con l'abbassamento del 20% della tariffa per la sabbia e ghiaia, riequilibriamo la situazione.
Nel contempo, con l'emendamento, che sostanzialmente introduce un comma 8, prevediamo la possibilità, per certi Comuni le cui convenzioni in essere hanno un vantaggio o comportano al Comune stesso un vantaggio superiore a quello che gli deriverebbe dal 60% della quota della tariffa, di mantenerlo fino a scadenza, ovviamente a discapito della quota a vantaggio della Regione.
Credo che sia una correzione dovuta per venire incontro alle esigenze legittime dei Comuni che, come il nostro articolato dimostra, devono svolgere anche un ruolo di verifica e di controllo con un'attività vera.
Qual è la sostanziale differenza (per rispondere a un'ulteriore domanda del collega Cavallera) rispetto, per esempio, all'applicazione dell'IRAP? che qui ci troviamo di fronte non a un tributo, ma a una tariffa, quindi possiamo intervenire anche nell'arco dell'anno, portando ovviamente a conguaglio. In più, nella fattispecie siamo in una situazione di vantaggio per l'operatore, quindi è ancora più semplice intervenire dal punto di vista amministrativo. La motivazione tecnica per cui possiamo intervenire sul 2007 è questa.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Peveraro: all'articolo 2 è aggiunto il seguente comma: "8. Vengono mantenute a discapito della quota regionale le tariffe attualmente percepite dai Comuni sulla base di convenzioni in atto, nel caso in cui tariffe risultino maggiori rispetto alla quota parte spettante ai Comuni sulla base delle disposizioni di cui al comma 4".
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Intervengo per dire che lo scorso anno noi avevamo già proposto non dico un emendamento, ma un adeguamento del testo. Adesso non ricordo se formalmente avevamo presentato un emendamento, ma avevamo comunque rilevato l'incongruenza e l'inopportunità di farsi largo a gomitate, da parte della Regione, in rapporti diretti, peraltro storici, tra coloro che estraggono materiali ornamentali oppure sabbia e ghiaia e gli Enti locali.
Adesso l'Assessore Peveraro in qualche modo riconosce questa necessità che significa anche dare una linea strategica nel futuro federalismo fiscale o, comunque, nell'equilibrio fiscale tariffari, che sempre più si sposterà in direzione degli Enti locali e in direzione della Regione.
Pertanto, pur essendo noi contrari all'articolo 2, perché ovviamente non condividiamo l'introduzione di questo balzello, questo emendamento rappresenta una modifica utile, che si può senz'altro sostenere anche da parte nostra. Peraltro - ripeto - ne era già stata sottolineata l'incongruenza lo scorso anno e quindi, tutto sommato, riteniamo che possa essere votato favorevolmente.
Invece, per quanto riguarda l'articolo, il nostro voto è contrario. Non che non si condivida una migliore modulazione del prelievo e quindi una riduzione che per noi andava a zero: ecco, è proprio il livello di riduzione che non ci convince e quindi manteniamo il giudizio contrario sull'articolo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 E' stato presentato un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera: Estendere i benefici previsti per le IPAB (articolo 3) anche alle Case di Riposo comunali, di Enti religiosi e delle Cooperative sociali.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Per quanto riguarda questo articolo, ovviamente vi è, di primo acchito un giudizio di tipo favorevole, ma che non possiamo non collocare in quella che è l'attenzione che la Giunta regionale complessivamente riserva alle IPAB.
Noi che veniamo dai territori decentrati piemontesi conosciamo l'importanza di queste Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza che hanno meriti veramente storici, in quanto sono gli stessi enti che già fin dal 1800, soprattutto operando con finalità anche religiose provvedevano all'assistenza, naturalmente, nel solco umanitario e solidaristico, che derivava dal filone dei grandi santi sociali che nell'ottocento e nel primo novecento hanno caratterizzato i territori della nostra Regione, non solo Torino, ma tutto il Piemonte.
Naturalmente, le varie leggi si sovrappongono, cominciando dalla Legge Crispi del 1890 fino ad arrivare ai periodi successivi e alle riforme che ovviamente, sono state introdotte, da quella sanitaria...



PRESIDENTE

Per cortesia... i cellulari fuori dell'aula. Grazie.



CAVALLERA Ugo

Come dicevo, Presidente, proprio in ordine all'importanza di queste Istituzioni che, ovviamente, adesso devono essere, in qualche modo reinserite o inserite meglio nell'attuale quadro socio-assistenziale, che è basato su una competenza diretta dei Comuni e sugli interventi integrativi normativi e organizzativi da parte della Regione Piemonte.
Devo dire che, avendo visto l'operato della nuova Giunta regionale in questi due anni, sotto questo profilo, a parte questo provvedimento, che possiamo definire necessario, ma episodico, non c'è una grande attenzione da parte della nuova Amministrazione verso le IPAB.
Sappiamo quanto sia importante dare attuazione alla legge n. 1 propugnata in qualche modo dalla collega Cotto, che prevedeva una pianificazione socio-assistenziale a livello locale, che, invece, in questi due anni, a livello locale, sta un po' languendo. A volte, essendo anche Consigliere provinciale, rivolgo sollecitazioni, interrogazioni e interpellanze anche all'Amministrazione provinciale di Alessandria.
Rilevo l'assenza di questa programmazione e pianificazione dell'assistenza nello stabilire nelle varie realtà di zona locali quali sono le risposte, quanto viene direttamente dalla mano pubblica, vedasi le ASL o le istituzioni assistenziali di proprietà e di gestione, magari tramite cooperative, ma di riferimento diretto dei Comuni, quanto viene ammesso e convenzionato di risposta assistenziale dei privati e quanto viene dalle IPAB, che, ovviamente, sono istituzioni di assistenza che, nel tempo, si sono anche rinnovate non solo nelle strutture, ma anche nell'oggetto sociale, se così lo vogliamo definire.
Qui il pubblico e la Regione (tramite la Regione, le ASL) hanno una chiave molto importante, diciamo che hanno il coltello dalla parte del manico, perché, in qualche modo, sono i soggetti che effettuano delle convenzioni con coloro che, in qualche modo, gestiscono gli istituti o le case di accoglienza per anziani o per disabili; il futuro è nelle convenzioni, al di là di quello che è l'accreditamento del possesso dei requisiti.
Questa è una boccata di ossigeno, senz'altro, però, credo che si debba mandare avanti - lo dirà senz'altro la collega Cotto successivamente - il progetto di legge che è stato ripresentato proprio in ordine alle IPAB.
A mio avviso, l'aspetto più importante è quello di consentire soprattutto all'anziano, la scelta del luogo dove trascorrere gli ultimi anni della propria vita, senza, in qualche modo, obbligarlo ad essere - uso un termine un po' forte - deportato verso case di accoglienza situate a 20 30 chilometri dal luogo dove ha vissuto tutta la vita.
Visto che ci sono istituzioni pubbliche o parapubbliche come le IPAB dove, a volte, vi è l'assenza sia del pubblico che del privato, vicino al luogo di residenza, ritengo necessario prestare attenzione anche sotto questo profilo.
Ritengo si possa convenire su quello articolo - lo dirà meglio di me la collega Cotto - indubbiamente, è richiesta un'attenzione maggiore di quella che abbiamo constatato finora da parte della Giunta regionale verso queste IPAB.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, anch'io, come ha già accennato il collega Cavallera sono più che d'accordo con chi ha previsto questo articolo, perch conosciamo tutti l'attività e le difficoltà delle IPAB. Voglio aggiungere che le stesse difficoltà le riscontrano le case di riposo comunali, le case di riposo degli enti religiosi, le case di riposo delle cooperative sociali.
In questo momento, il collega Cavallera sta presentando un emendamento che poi illustreremo, per estendere questo provvedimento anche alle case di riposo dei Comuni, degli enti religiosi e delle cooperative sociali.
Non so, Presidente, se posso già illustrare l'emendamento...



PRESIDENTE

Senz'altro, collega Cotto. Ovviamente, se fa riferimento all'emendamento che è appena stato prodotto, che i colleghi non conoscono sarà mia cura, appena dichiarato ricevibile, distribuirlo a tutti. La ringrazio per dare già modo ai colleghi di conoscerlo.



COTTO Mariangela

Chiedo l'attenzione in particolare dell'Assessore al bilancio e dei colleghi, specialmente di coloro che hanno proposto questo emendamento.
Perché non estendere i benefici alle case di riposo dei Comuni e degli enti religiosi? Qualcuno si chiederà quali sono.
In passato era stata pubblicata una guida ai Presidi in Piemonte: per tutte le case di riposo è stata individuata la natura giuridica, si possono anche scaricare da internet. Ad esempio, la natura giuridica di una casa di riposo abbastanza conosciuta, tipo il Cottolengo, è "casa di riposo di enti religiosi".
Allora penso che si possa estendere anche a queste case di riposo, non sono tante, se andate a leggere potrete vedere che, ogni tanto, accanto alle IPAB, compare scritto "natura giuridica: cooperativa sociale".
Se vogliamo anche aiutare la cooperazione sociale non possiamo, oggi non estendere i benefici anche a quelle case di riposo che la cooperazione sociale a fatica riesce a gestire. È un emendamento molto semplice, è facile riscontrare il suo contenuto. Mi auguro veramente che non ci siano pregiudizi, perché sarebbe grave, verso le case di riposo gestite dai Comuni, dagli enti religiosi e dalla cooperazione sociale.
Mi auguro che la Giunta voglia accogliere questo emendamento, ben consigliato da chi, come la sottoscritta, conosce bene la realtà. Per ora mi fermo qui.



PRESIDENTE

Premetto che l'emendamento difficilmente potrà essere posto in votazione con questa stesura. Pertanto, insieme al Vicepresidente Pichetto stiamo valutando un'eventuale modalità per porlo in votazione, perché deve essere riformulato.
La parola al Vicepresidente Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Non entro nel merito dell'accettabilità o meno dell'emendamento. Vorrei solo portare all'attenzione della Consigliera Cotto - forse le sarà sfuggito - l'articolo 5 della legge finanziaria.
In realtà, con quell'emendamento, per quanto riguarda le cooperative sociali, aumenterebbe l'IRAP, che attualmente è al 2,25, portandola al 4,25. Le case di riposo, se sono ONLUS, con l'articolo 5 vanno al 2,25; le case comunali non sono ricomprese e quindi restano all'aliquota IRAP prevista.
Credo che l'articolo 5 risponda appieno a buona parte delle esigenze manifestate nell'ambito del suo emendamento.



PRESIDENTE

Poi entreremo nel merito dell'emendamento.
Se non vi sono altre richieste di intervento dichiaro chiusa la discussione generale sull'articolo 3.
Come ho già anticipato, è stato presentato un unico emendamento, che non è stato ancora distribuito perché presentato in corso di discussione.
Tale emendamento, presentato dalla collega Cotto, necessiterebbe una riformulazione.
Sull'emendamento ha chiesto la parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
un emendamento che ho scritto col cuore. Il collega Cavallera, per la verità, mi aveva fatto notare l'articolo 5, ma ritengo positivo aver aperto una discussione in merito. Per cui, se è possibile, visto che ci sono anche altri benefici, lo limiterei alle Case di riposo comunali. È vero: le spese non gravano sulle case di riposo ma sul Comune - penso - però, andare incontro ai Comuni piccoli, che hanno già il grosso problema della gestione della Casa di riposo sarebbe opera meritoria. Non sono tantissime (anzi sono poche) le Case di riposo gestite dai Comuni. Per quei Comuni che ancora non hanno cercato di evitare di gestire direttamente una Casa di riposo, questo sarebbe il miglior riconoscimento. Se è possibile Presidente, chiederei quindi di poter rimodulare l'emendamento, lasciando solo le Case di riposo comunali.



PRESIDENTE

Invito la Consigliera Cotto ad accomodarsi al banco della Presidenza per rifirmare l'emendamento.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Peveraro, in merito all'emendamento presentato dalla collega Cotto.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Sinceramente, chiederei alla Consigliera Cotto di soprassedere in questa fase o di predisporre un atto di indirizzo, perché dobbiamo fare alcune valutazioni sull'impatto, ma anche sulla possibilità che i Comuni siano nelle condizioni, come ricordava giustamente il Consigliere Rostagno di avere una contabilità separata, che li ponga nelle condizioni di poterlo fare. Temo che vi siano dei problemi tecnici che richiedono, su questo specifico aspetto, un maggior approfondimento, che mi assumo la responsabilità di fare, per affrontare l'argomento, eventualmente nell'assestamento di giugno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Dopo le rassicurazioni del Vicepresidente, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto.
Colleghi, vi informo che l'emendamento rubricato n. 4 è stato ritirato e verrà conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato 44) presentato dai Consiglieri Cavallera e Burzi: Alla lettera c) del comma 2, dell'articolo 1, della l.r. 12/2004 sostituita dal comma 3, dell'articolo 4, dopo le parole "della Giunta regionale" sono aggiunte le seguenti: "sentita la Commissione consiliare competente".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento tende, soprattutto, ad attuare quello che si era chiesto nell'ambito della Commissione. Ci troviamo di fronte, in tanti settori, ad una situazione che vede la presentazione, o la volontà di presentare, da parte della Giunta, dei testi unici o, comunque, la rivisitazione delle normative di settore. Ci sono delle esigenze, di anno in anno, che portano a definire norme urgenti che vengono inserite all'interno della legge finanziaria. Questo, di fatto, cosa comporta? Comporta un bypassamento sostanziale del Consiglio e una delega sostanziale alla Giunta. È chiaro che non tutte le norme inserite all'interno della legge finanziaria regionale, da un punto di vista formale, sono strettamente compatibili. È uno scivolamento, ormai è una china sulla quale stanno scivolando anche a livello nazionale dove, addirittura, sono arrivati a circa 1.400 commi della legge finanziaria (anche la legge finanziaria regionale è arrivata a 40 e più articoli). Riteniamo opportuno porre degli argini ed evitare il bypassamento del Consiglio su determinati argomenti. Questo costituisce indirettamente anche un sollecito alla Giunta, se lo deve o se lo vuole fare, di presentare delle riforme organiche di settore per arrivare ai tanto agognati testi unici.
Non è una volontà di mettere il naso in questioni di dettaglio. Se notate, non abbiamo proposto di passare in Commissione su tutti gli articoli della Finanziaria, ma su quelli che hanno elementi di discrezionalità, che comportano delle decisioni, che hanno un risvolto sui cittadini in termini di procedure, in termini di imposizioni, in termini di pagamenti, magari anche di semplici rimborsi spese. Credo che sia un compito proprio dell'assemblea legislativa non dico difendere il cittadino ma sindacare l'operato della Giunta, valutarlo a fondo e approvarlo o non approvarlo, o comunque dare un parere in ordine ad una determinata proposta. Naturalmente, non abbiamo previsto proprio il parere formale; per quanto ci riguarda, è sufficiente il passaggio in Commissione. Abbiamo semplicemente usato la formula "sentita la Commissione". Questa dovrebbe tranquillizzare la Giunta, perché non è possibile nessuna dilatoria in Commissione: è sufficiente, da parte dell'Assessore, venire in Commissione informare la stessa e dopo la procedura va avanti anche nell'ambito della Giunta. Mi auguro, al di là della specificità di quest'emendamento, che la Giunta comprenda la ratio della nostra proposta e, in qualche modo l'approvi ed esprima un parere favorevole. Ci rivolgiamo all'Aula, ci rivolgiamo ai Consiglieri di maggioranza perché qui vi è un interesse del Consiglio, non di maggioranza o di minoranza, di essere coinvolto in determinate problematiche. Chiediamo a tutti i Consiglieri un voto favorevole su quest'emendamento, così come su altri emendamenti simili.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento sull'emendamento n. 44? La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Raccolgo sicuramente la sollecitazione del Consigliere Cavallera. Sul quadro generale posso anche convenire che il percorso che il Consigliere propone sia sicuramente corretto. Tante volte ci sono emergenze e necessità che rendono necessario procedere in attesa di revisioni più complessive della norma.
Volevo soltanto precisare che, per quanto concerne interventi che parecchi Consiglieri hanno fatto ieri relativamente al punto e), cioè sul "canone minimo applicabile alle concessioni per le pertinenze ad uso agricolo in 50 euro", contrariamente a quanto da loro sostenuto, qui non siamo in presenza della creazione di una soglia che aumenterebbe il costo per gli utenti, ma di una riduzione della soglia da 80 euro a 50 euro proprio per venire incontro alle esigenze degli utenti.



PRESIDENTE

La Giunta intende esprimere parere sul punto?



PEVERARO Paolo, Assessore bilancio e finanze

Parere negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Penso che il parere negativo sia un atto abbastanza grave. Ricordo che in passato non si era mai negata un'informativa alla Commissione competente. Mi rivolgo ai Presidenti delle Commissioni. L'emendamento avente come primo firmatario il Consigliere Cavallera...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliera Cotto, l'emendamento parla di "sentito il parere"; lei parla di informativa.



COTTO Mariangela

Il Presidente non ha visto la mia mano alzata. Comprendo anche le esigenze che esprimeva prima l'Assessore Taricco. Noi potremmo aggiungere "sentita la Commissione consiliare competente", che si esprimerà nei 15 giorni successivi. Se poi la Commissione, in quei 15 giorni, non riesce ad esprimersi, allora può avere un senso. Se il Consigliere Cavallera integra "sentita la Commissione consiliare competente, che si esprime nei 15 giorni successivi" o la settimana successiva, verremo incontro alle giuste esigenze della Giunta che deve andare avanti, ma anche della Commissione che così può esprimere un parere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura.

Potremmo sostituire l'espressione "sentita la Commissione" con "previa informativa alla Commissione".



PRESIDENTE

Possiamo considerare corretto l'emendamento se lo riformuliamo sostituendo le parole "sentita la Commissione consiliare" con "previa informativa alla Commissione consiliare competente" ed aggiungendo "che si esprime nei 15 giorni" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44 - riformulato sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Non sono stati presentati emendamenti. A margine, affronteremo l'emendamento che prevede l'introduzione dell'articolo 5) bis.
La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Solo una domanda, Presidente. Qui c'è scritto che questa riduzione per le organizzazioni educative dell'unità sociale allo scopo è assolutamente di assistenza educativa sociale e sanitaria. La mia domanda è molto semplice: è relativa anche a ONLUS che si occupano di queste attività all'estero? Noi abbiamo, in Piemonte, la presenza di moltissime ONLUS, che si occupano quasi esclusivamente di attività socio-assistenziali per l'estero, a favore di comunità e di istituzioni private all'estero. Volevo solo sapere se si applica anche a queste o soltanto a quelle che esplicano la loro attività per progetti italiani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

giusta la domanda del Consigliere Guida per capire se le varie ONG che operano in tutto il mondo sono comprese.
Sono molto favorevole, ovviamente, a quest'articolo, che viene incontro alle ONLUS, che riconosce alle ONLUS l'attività che viene espletata. Ci rendiamo perfettamente conto che le istituzioni non potranno mai riuscire a dare tutte le risposte di cui i cittadini necessitano. Per fortuna, ci sono tante associazioni e tanti volontari che, con molta fatica, anticipano le risposte ai bisogni della gente.
Le istituzioni arrivano dopo, tante volte arrivano proprio sulla base delle segnalazioni che queste associazioni fanno, che ci aiutano veramente a fotografare la realtà e c'indirizzano. Noi non possiamo che cercare di riconoscerle in tutti i modi. Stanno valorizzando l'enorme patrimonio di solidarietà che noi abbiamo ricevuto in eredità. Il collega Cavallera citava prima i santi sociali. Io cito anche le società di mutuo soccorso, i tanti volontari sia laici sia cattolici.
Il Piemonte, ovviamente, si vanta orgoglioso di questa sua storia quindi è giusto ringraziare le ONLUS che si occupano di assistenza educativa, sociale e sanitaria, per cui sono molto contenta che sia stato aggiunto anche il termine "educativa" a "sociale e sanitaria". Così si riconosce l'importanza della prevenzione e dell'educazione in questo campo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Avevamo chiesto al Vicepresidente, in sede di I Commissione, quando si discusse dell'articolo 5) e del 5) bis, comunque in senso generale di articoli che comportano o possono comportare una variazione di gettito come in questo caso, quando alla fine del dispositivo si specifica anche come s'intende provvedere, se era possibile avere un quadro riassuntivo delle diverse variazioni che si sarebbero poi prospettate in sede di approvazione di finanziaria.
Se è stato distribuito, mi scuso. Qualora non lo sia stato, come intendo dal conversare che sta avvenendo, ne faccio richiesta senza particolare fretta, però questo quadro riassuntivo continuerebbe a servirci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Solo per chiedere un chiarimento. La definizione che qui è stata introdotta, per certi versi, è molto chiara, però come tutte le definizioni, che tendono a circoscrivere e a limitare, fanno sorgere dei dubbi. Abbiamo, a livello regionale, associazioni che rientrano sotto la qualificazione giuridica delle ONLUS e che s'interessano di aiuti sotto il profilo della protezione civile.
Volevo chiedere all'Assessore se questo chiarimento è possibile. Mentre si discuteva, prima cercavo di fare una ricognizione rispetto a quelle che sono le situazioni che conosco. Ciascuno di noi è portatore di esperienze ed è giusto che simuliamo le norme che andiamo a votare rispetto alla realtà che conosciamo e che ci esprime.
Volevo domandare se organizzazioni, che in qualche modo hanno come scopo quello della protezione civile (nelle realtà locali assumono anche una valenza di presidio sociale del territorio, nel senso che vediamo che queste organizzazioni sono presenti in modo articolato nelle manifestazioni in ausilio al Comune o distribuendo aiuti in caso di calamità, intervenendo per soccorso alle persone in caso di calamità), comunque diventano organi ausiliari volontari come associazioni di organizzazioni non lucrative della pubblica amministrazione. Questo è il chiarimento che chiedo.
Mi auguro che sia stata percepita da parte del Vicepresidente la richiesta, cioè se le ONLUS che operano rivolte alla protezione civile, in qualche modo, rientrano o no in questa dizione, perché nelle realtà locali organizzazioni di protezione civile volontaristiche, che fanno parte del coordinamento regionale delle pubbliche assistenze, di fatto hanno compiti molto articolati. Sono primari quelli di protezione civile, ma sostanzialmente sono veri e propri organi di presidio, anche sociale, del territorio.
Volevo chiedere se rientravano o se potevano in qualche modo rientrare per interpretazione, oppure perché magari facciamo un'integrazione all'articolo e le comprendiamo. Grazie per i chiarimenti.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

In merito alle tre questioni che sono state poste, in particolare, il Consigliere Guida chiedeva di sapere se rientrano in questa riduzione di IRAP anche quelle ONLUS che svolgono attività all'estero. La mia risposta è sì, sempre che ovviamente siano registrare nell'albo come ONLUS associazioni senza fini di lucro - purché, ovviamente, abbiano sede legale nella Regione Piemonte, perché possono beneficiare dall'approvazione di questa legge finanziaria e a partire dal 1° gennaio 2008 quelle ONLUS che siano in quella situazione.
Relativamente all'osservazione del Consigliere Burzi, è evidente che devono far svolgere l'attività per cui abbiamo previsto quella riduzione cioè facciano assistenza educativa, sociale e sanitaria.
In merito alla domanda che poneva il Consigliere Burzi, la questione relativa alla riduzione della percentuale sulle IPAB e alla riduzione della percentuale IRAP sulle ONLUS vale intorno ai 5 milioni di euro di minor gettito, a partire ovviamente dal bilancio del 2008. Sostanzialmente nessuna variazione sul gettito è prevista sull'operazione di credito d'imposta per l'IRAP versata sui contributi ricevuti a seguito delle alluvioni, che è un altro articolo della legge finanziaria che vedremo successivamente, perché sostanzialmente quello dovrebbe essere a gettito equivalente, cioè aumenta l'entrata e si genera una minor entrata nel futuro per il credito d'imposta.
Il 5 bis merita forse una considerazione a margine, perché ovviamente comporta un ragionamento un po' più ampio.
Alla domanda formulata dal Consigliere Cavallera, rispondo dicendo che le ONLUS relative alla protezione civile non svolgono un'attività commerciale e, conseguentemente, non pagano l'IRAP (l'IRAP non è dovuta sull'attività non commerciale), quindi non hanno bisogno di esenzione perché non la pagano.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo del nuovo articolo 5 bis): Emendamento rubricato n. 5 bis) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Peveraro: 1. La Regione, nel corso del 2007 adotterà provvedimenti idonei al fine di garantire, senza riduzione delle entrate tributarie complessive, la compensazione degli effetti della manovra finanziaria 2007 sui redditi e l'introduzione della progressività dell'addizionale regionale IRPEF e tutelare i percettori di redditi più bassi, attraverso deduzioni di imponibile e/o aliquote differenziate per scaglioni di reddito.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro, per l'illustrazione.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Lo illustro ben volentieri, ancorché nella relazione introduttiva al dibattito di ieri abbia già accennato a quelle che sono le caratteristiche essenziali.
Questo provvedimento riguarda il problema complessivo dell'addizionale IRPEF e si riferisce - non avremmo potuto fare diversamente - a un'iniziativa che avrà effetto a partire dal 1° gennaio 2008, la quale tende, da una parte, a correggere quella che viene definita un'anomalia introdotta con la legge finanziaria nazionale.
Il ragionamento è un po' complesso, ma provo a farlo. Sostanzialmente il passaggio da deducibilità a detraibilità degli assegni familiari ha generato una distorsione che ha precostituito le condizioni per avere un reddito più alto e delle imposte più basse sul reddito, ma dal momento che l'addizionale IRPEF viene determinata sul reddito imponibile, quel reddito imponibile è al lordo di quegli effetti benefici che derivavano dalla deducibilità degli assegni familiari. Quindi ci si è trovati nella situazione un po' paradossale che, mentre l'imposta sul reddito per una certa fascia di contribuenti (fra i 35 e i 40 mila euro di reddito lordo) ha un beneficio in termini di imposta, ha un maleficio sulle addizionali comunali e regionali, perché la percentuale viene applicata sul reddito imponibile, che quindi è più alto, addirittura provocando - per chi ha ovviamente moglie e figli a carico - l'uscita anche da situazioni di no tax che erano collocate intorno agli ottomila euro di reddito annuo introducendo ex novo l'addizionale con un effetto obiettivamente piuttosto significativo.
In questo provvedimento noi diamo l'indicazione che: a) tendiamo e tenderemo a correggere quest'indubbia anomalia; b) intendiamo prevedere la possibilità di una progressività dell'imposta; c) più in generale prevediamo una quota di tutela e di esenzione per le fasce di reddito più deboli.
evidente che questo provvedimento si deve inquadrare in una rivisitazione che non riguarda solo l'addizionale IRPEF, ma che riguarda anche più in generale i tributi della Regione, per fare in modo che comunque le entrate complessive generino sostanzialmente un gettito inalterato rispetto a quello atteso per il 2007.
Devo dire, peraltro - solo per tornare con un ultimo accenno polemico alla legge finanziaria del 2007 - che la situazione assurda che si genera è che il beneficio che deriva dalle maggiori addizionali comunali e regionali, in conseguenza all'effetto distorsivo di cui ho parlato, non va neanche a beneficio degli enti regionali e comunali, perché viene incassato e trattenuto direttamente dallo Stato, quindi veramente, oltre al danno c'è anche un po' la beffa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Prendiamo atto del tentativo dell'esecutivo di compensare gli errori che questa Finanziaria ha compiuto e che oggi, con questo emendamento anche questa Giunta dimostra fossero errori non so bene se voluti o non voluti, ma comunque che hanno avuto come conseguenza il fatto non di scaricare solo sui redditi da un certo livello in su le esigenze di fare cassa dello Stato per compensare tutte le varie esigenze che la maggioranza, a livello nazionale, doveva coprire.
Purtroppo le considerazioni che noi facevamo, vale a dire che questa Finanziaria avrebbe avuto delle pesanti conseguenze anche sui redditi minori, oggi ne sono la dimostrazione. Avrebbe avuto conseguenze sui redditi minori, sugli Enti locali e sui livelli istituzionali, comprese le Regioni, in modo pesante, perché gli Enti locali avrebbero dovuto subire questa impostazione oppure avrebbero dovuto, come nel vostro caso, apporre tutta una serie di modifiche rispetto al sistema impositivo che noi abbiamo a livello regionale rispetto all'IRPEF.
Sostanzialmente, noi esprimiamo, anche rispetto a questo tipo di ragionamento, la preoccupazione che avevamo e continuiamo ad avere rispetto alla legge finanziaria nazionale, che sta veramente creando su tutti i livelli di reddito delle pesanti conseguenze, per non parlare di quello che succederà e sta succedendo relativamente ai ticket e quant'altro.
Rispetto all'impostazione che l'Assessore Peveraro dà a questa anomalia, ci permettiamo di avere semplicemente qualche dubbio rispetto al fatto che qui è contenuta una delega alla Giunta, che farà delle cose.
Noi chiediamo solo all'Assessore se cortesemente potesse specificarci cosa intende per "provvedimenti", cioè, se si farà una legge, se si farà una deliberazione, non lo so, perché, rispetto a questa impostazione, dal nostro punto di vista, bisognerebbe, anche nell'ambito del coinvolgimento del Consiglio su questo aspetto, comprendere. Cioè, se il provvedimento è una legge il percorso coinvolgerà il Consiglio, se è una deliberazione è una delega in bianco che si dà alla Giunta rispetto ad una questione nell'ambito della quale già a livello nazionale sono stati fatti sufficientemente danni. Allora, a questo punto, chiederemmo di poter essere coinvolti un po' di più per cercare, eventualmente insieme, di compensare questi danni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, l'articolo 5 bis in oggetto intende introdurre un principio concernente la rimodulazione dell'addizionale IRPEF regionale.
difficile esprimere una valutazione su quella che, di fatto, è una delega in bianco alla Giunta, perché, se si dovesse esprimere una valutazione con una tabella comparata, allora, lo si potrebbe fare; i colleghi sia di Consiglio che di Giunta sanno bene che quando si discute di rimodulazione fiscale lo si fa con una tabella davanti agli occhi, che permette di comprendere quali saranno le classi maggiormente avvantaggiate o penalizzate.
Sappiamo bene che ve ne potranno essere alcune, quelle che percepiscono un alto reddito o quelle che percepiscono un basso reddito, che saranno le prime - più penalizzate e - le seconde - più avvantaggiate, ma la discussione, così come avvenuto a livello nazionale, è interessante quando invece, si parla dei percettori di reddito che vengono definiti i ceti medi. È su quello che, necessariamente, si deve fare un ragionamento per comprendere all'interno di una norma che vuole rimodulare un'addizionale IRPEF come verrà modulata la ridefinizione dell'addizionale stessa, cioè se i redditi medi saranno penalizzati e in che senso, qual è anche la concezione di redditi medi, perché anche su questo, a livello nazionale, si è discusso a lungo.
Se avessimo davanti agli occhi ben chiara una tabella, così come si fa quando si discute di rimodulazione fiscale, che fa comprendere quali saranno le categorie più penalizzate e quelle più avvantaggiate, potremmo discutere ed esprimere un parere di positività o di contrarietà netta sulla prima o sulla seconda.
Secondo noi, diventa impossibile - non esprimere una valutazione perché la valutazione non può essere positiva - produrre una norma legislativa che, di fatto, dà alla Giunta una delega in bianco rispetto alla modulazione, che, invece, è una competenza chiaramente di carattere consiliare. Quando si dice che tuteleranno i percettori di redditi più bassi senza riduzione delle entrate tributarie complessive dobbiamo capire chi sono i redditi bassi, insomma, quelli che percepiscono 15, 20, 25, 30 mila euro; è una questione, come sapete, sulla quale a livello di legge finanziaria nazionale e di normativa nazionale si è discusso a lungo.
Noi non crediamo sia possibile l'approvazione di un emendamento, o dare la possibilità alla Giunta, senza che vi sia stata una discussione preventiva con le parti sociali, che abbia coinvolto il Consiglio intervenendo nel merito, perché, vedete, alcuni dei provvedimenti che, in qualche modo, sono stati definiti come provvedimenti di svolta di questa legge finanziaria, in realtà, non sono mai stati discussi all'interno delle Commissioni competenti, tanto quelli relativi all'articolo 5 bis o quelli relativi alla modifica dell'attuale articolo 34 della legge finanziaria anche quelli relativi al sostegno dei redditi bassi.
Pertanto, riteniamo non accettabile che interventi importanti, al di là della valutazione che poi ognuno ne fa dei medesimi, possano essere aggiunti: quello sui 10 milioni e 500 mila euro in sede di Commissione e altri con emendamenti che vengono presentati il giorno prima o il giorno stesso della discussione in aula della legge finanziaria. Su questo ovviamente, abbiamo molte perplessità, non tanto e non solo nella volontà di rimodulare l'IRPEF regionale, ma perché non si conoscono le modalità con cui questo avverrà.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Chiedo cortesemente cinque minuti di sospensione dei lavori.



PRESIDENTE

D'accordo, la sospensione è accordata, la seduta è sospesa, i lavori riprendono alle 11.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.42 riprende alle ore 11.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

L'emendamento che introduceva l'articolo 5 bis è stato ritirato e verrà conservato agli atti.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolo 6.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, l'articolo 6 è un articolo importante che, però, si inserisce in una sequela di articoli e di normative che sono state introdotte, soprattutto a livello nazionale, per gestire le fasi post evento, dopo l'alluvione del 2000, naturalmente, con ripercussioni anche sull'alluvione del 1994, in quanto, nel 2000, ci ricordiamo tutti, è stato introdotto il concetto dei cosiddetti "bialluvionati". Su questo tema si sono cimentati tutti, addirittura è in atto una corsa ad ostacoli per tutelare e migliorare le normative.
Vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore sulle vicende del post alluvione. L'Assessore non è in carica da tanto tempo, però sa che vi è una tutta serie di pendenze, per quanto riguarda gli alluvionati, che a mio avviso si sono aggravate perché in questi ultimi anni, da parte della Regione, si è rinunciato a svolgere un'opera di coordinamento assolutamente necessaria.
Per questo motivo si sono registrate encomiabili iniziative individuali di questo o di quel parlamentare - naturalmente il tutto finalizzato all'aspetto comunicativo e propagandistico - che però, a mio avviso, mal si addicono con una situazione che riguarda il post-alluvione, quindi persone ed imprese colpite da calamità, nei confronti delle quali si deve sempre registrare una comunione d'intenti e un impegno unitario, senza il quale non si elaborano provvedimenti di tipo organico e risolutivo, ma si fanno solo, di volta in volta, interventi episodici che non risolvono la questione.
Qui occorre che la Regione riprenda in mano il bandolo della matassa.
In Commissione avevo chiesto all'Assessore Peveraro di convocare un Comitato, già costituito a suo tempo, in cui fossero presenti le banche gli organismi erogatori di agevolazioni (Artigiancassa e Mediocredito) e le associazioni di categoria. Di fatti, fino a quando questo Comitato ha funzionato, a livello regionale, certe incongruenze non si sono manifestate. Andando a adottare provvedimenti episodici, la pezza potrebbe diventare peggiore della toppa che si vuole riparare.
Qui noi poniamo rimedio al fatto di valutare l'IRAP in un certo modo cioè non considerarla, per i contributi post-alluvionali, un gravame fiscale. Siamo tutti d'accordo, però la rinegoziazione e la ridefinizione dei mutui post-alluvionali '94, coniugati con le leggi successivamente approvate, soprattutto per quanto riguarda le rilocalizzazioni da parte delle banche, non sono ancora state completate.
Vi è pendente una questione molto pericolosa. Colgo l'occasione per richiamare l'Assessore Peveraro sul fatto che i mutui per ripristinare i danni post-alluvionali, o i mutui per le rilocalizzazioni, devono essere d'ufficio, ridefiniti dagli istituti mutuanti, cioè dalle banche, le quali non lo stanno facendo, perché era stata introdotta una norma secondo cui per essere beneficiari della nuova agevolazione, bisognava essere a posto con il pagamento delle rate pregresse.
A questo punto, però, il cane si morde la coda, perché non pagare una rata pregressa solo perché ancora calcolata con i vecchi parametri non mette colui che aveva stipulato il mutuo per ripristinare il danno in una condizione di sostanziale morosità. Non aveva i soldi, tanto che si è dovuto prolungare il periodo di ammortamento dei mutui per le rilocalizzazioni; si è dovuto portare il contributo a fondo perduto al 75 e riservare il mutuo solo per la differenza, proprio per ridurre gli oneri a carico delle imprese.
Ora volete, Assessore Peveraro, una volta per tutte, visto il vostro ruolo nei confronti del sistema bancario piemontese e nazionale, convocare questo benedetto Comitato e dare disposizioni, convincendo queste benedette banche ad andare, una volta per tutte, a definire d'ufficio queste posizioni che mettono in seria preoccupazione tutti coloro che si trovano in queste condizioni? Se per caso un mattino si sveglia male qualche funzionario e chiede il rientro del debito, cosa succede alla famosa impresa che tutti volevamo tutelare, con lettere, comunicati e manifesti? Oggi come oggi, infatti, c'è una grossa fetta di beneficiari che non hanno ancora risolto i loro problemi. Tutto questo per carenza di coordinamento.
Chiedo, pretendo e sollecito che la Regione preveda questo coordinamento, essendo l'unico organo ad avere autorità e competenza avendo gestito le fasi post-alluvionali del '94 e del 2000.
Per piacere, Assessore, adotti quest'iniziativa, assolutamente necessaria. Evitiamo che poi sul territorio si agitino persone che alla fine sono consulenti di quell'ente, estensori di pratiche per conto terzi.
Abbiate pazienza, perché finché parlano i rappresentanti elettivi del popolo, siano essi Consiglieri, Assessori o Parlamentari, mi va bene, ma che diventino mosche cocchiere delle persone che professionalmente vivono facendo i "facitori" di pratiche post-alluvionali, magari anche praticando tariffe bonarie, è una cosa che voglio denunciare e segnalare. Chiedo, una volta per tutte, che l'Assessore e la Giunta riprendano in mano questa vicenda, facendo un punto definitivo. Ho anche chiesto di istituire questo Comitato, invitando i Consiglieri delle zone alluvionali a partecipare così tra tutti chiariremo la situazione.
Ben venga l'articolo 6, comunque, essendo un atto dovuto.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Il mio intervento sarà breve, poiché condivido completamente quanto detto dal Consigliere Cavallera.
Mi viene da sorridere quando sento dire, come ha detto il collega Cavallera, che c'è una corsa, da parte di quasi tutti i politici, per dimostrare che si tutelano gli alluvionati. Abbiamo visto manifesti locandine, articoli di giornali, comunicati, però se pensiamo che ad Asti l'alluvione è del '94, chiaramente questa corsa non poteva che essere ad ostacoli, ma ostacoli molto alti. Molti sono stati eliminati, altri non ancora. E ha ragione il collega Cavallera a chiedere, con insistenza, la convocazione di questo tavolo. Mi auguro, veramente, Assessore, che lei ci possa dare una risposta certa.
Conosco tante persone ad Asti, che sono state colpite dall'alluvione e sono ben felici di questo provvedimento nella legge finanziaria. Ma hanno comunque altri problemi, perché rischiano di non poter andare avanti se il discorso della rilocalizzazione non va in porto o se le banche non intendono rinegoziare i mutui, perché non riescono a pagare le rate. Questi sono i problemi e non possiamo, solo per una marchetta sui giornali, fare dei provvedimenti "piccolini" senza vedere, nel suo insieme, tutta la problematica dei bi-alluvionati.
Le chiedo, nella risposta, di poter indicare perlomeno un periodo entro il quale lei intende convocare questo tavolo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Come avevo anticipato nella sede in cui mi è stata posta, per la prima volta, tale questione, ovvero la Commissione che ha licenziato il bilancio sarà mia cura, appena terminata questa fase piuttosto impegnativa per tutti, convocare la Commissione e fare il punto della situazione, incluse tutte le importanti novità che, a mio avviso, ci sono già state in questo periodo: certamente una sarà legata a questa modifica, che reputo importante e di un certo significato, ma sarà anche legata alla disponibilità di risorse che la legge, con mille proroghe, ha previsto per la rilocalizzazione e per gli altri aspetti (prolungamento dei mutui, una questione piuttosto delicata sulle garanzie che ancora è aperta e certe situazioni di morosità che comunque devono essere risolte).



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
Esaminiamo gli emendamenti aggiuntivi, che chiedono di inserire il nuovo articolo 6 bis.
Emendamento rubricato n. 45) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Cavallera, Cotto: Dopo l'articolo 6 è aggiunto il seguente: Articolo 6 bis (Modifica dell'articolo 1 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 "Legge finanziaria per l'anno 2003") L'articolo 1 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003) è sostituito dal seguente: "1. A decorrere dal 1° gennaio 2007 l'aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) di cui all'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di un'addizionale regionale a tale imposta, nonché riordini della disciplina dei tributi locali), è fissata per scaglioni di reddito imponibile, nella misura dello 0,9 per cento fino al raggiungimento della cifra di euro 11.071,35 e nella misura dell'1,4 per cento oltre tale soglia.
La cifra di euro 11.071,35 sarà rivalutata annualmente in relazione al tasso di inflazione programmato." Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: Dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente articolo: "Articolo 6 bis (Abrogazione canone di concessione sulle acque minerali o di sorgente). In relazione all'istituzione di un nuovo Fondo di solidarietà presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i cui proventi derivano dal versamento di un contributo per ogni bottiglia di acqua minerale o da tavola in materiale di plastica venduta al pubblico, istituito dalla Legge n. 296 approvata in via definitiva il 27 dicembre 2006 (Legge Finanziaria 2007), l'articolo 7 della Legge Regionale n. 14 del 21 aprile 2006 (Legge Finanziaria 2006: Istituzione canone di concessione sulle acque minerali o di sorgente) è abrogato".
In assenza del Consigliere Pichetto, primo firmatario dell'emendamento rubricato n. 45, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo

Avrei preferito che l'avesse illustrato il Consigliere Pichetto. In ogni caso, l'emendamento riguarda il discorso dello scaglionamento dell'addizionale IRPEF, con un'indicazione per scaglioni in modo tale che ci sia un crescendo o una progressività nella imposizione.
Il collega Pichetto, primo firmatario dell'emendamento, ha determinato il valore di 11.000 euro per quanto riguarda la misura dello 0,9 prevedendo, naturalmente, che questo valore venga rivalutato di anno in anno in relazione al tasso di inflazione programmata.
A nostro avviso, si tratta di una proposta di equità sociale - a tal riguardo, richiamiamo l'attenzione di tutti i colleghi - di cui si era discusso già in precedenza, all'interno della Commissione, dove c'eravamo riservati di formalizzarla.
Per certi versi, ci saremmo aspettati una proposta di questo tipo prevenire dalla Giunta o dalla maggioranza. Questa è la ratio in base alla quale abbiamo presentato l'emendamento.
Mi rammarico, naturalmente, di non aver potuto portare tutta quella dovizia di ulteriori argomenti che il collega Pichetto aveva esposto nel dibattito in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore a bilancio e finanze

Inviterei a ritirare l'emendamento per due ragioni: in primo luogo perché, a mio avviso, è comunque irricevibile perché ridetermina le aliquote e la rimodulazione dal 1° gennaio 2007, e comunque potranno entrare in vigore solo dal gennaio 2008.
In secondo luogo, perché a seguito del ritiro dell'articolo 5 bis noi ci apprestiamo a fare un ragionamento che comunque, anche con l'articolo 5 bis, avrebbe riguardato tutta l'Aula, ma a maggior ragione in queste condizioni.
Fermo restando che credo sarà presentato un ordine del giorno che conferma, ovviamente, il contenuto dell'articolo 5 bis, perché quello è l'indirizzo che l'Amministrazione regionale ha fatto proprio e che porterà alla discussione e all'approvazione in Aula in tempi utili per essere approvato a partire dal 1 gennaio 2008.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

A questo punto, credo che l'emendamento debba essere ritirato, sulla base delle considerazioni dell'Assessore al bilancio.
Pertanto mi arrischio, in qualità di secondo firmatario, ammesso che sia consentito, a dichiarare il ritiro dell'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 45 è ritirato e verrà conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: Dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente articolo: "Articolo 6 ter. (Concessione acque minerali o di sorgente).
A decorrere dal 1° gennaio 2007, i titolari di concessione di acque minerali o di sorgente con annesso stabilimento di imbottigliamento sono tenuti a versare un canone annuo pari a euro 0,30 per ogni 1000 litri di acqua minerale o di sorgente imbottigliata comprese anche le bibite confezionate con le suddette acque.
Il canone di concessione di cui al comma 1 è aggiornata con deliberazione della Giunta regionale ogni due anni sulla base dell'indice ISTAT.
Il Canone di concessione di cui al comma 1 è versato ad uno o più Comuni ove è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento ed alla Regione secondo la seguente suddivisione: 50 per cento al Comune, 50 per cento alla Regione. In caso lo stabilimento di imbottigliamento si trovi in un comune facente parte di una Comunità montana, la percentuale destinata alla Regione è versata esclusivamente alla Comunità Montana.
Gli introiti degli enti locali, derivanti dall'applicazione del presente articolo sono finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e di riqualificazione ambientale, a progetti di sviluppo locale ed al potenziamento o mantenimento di servizi primari. Il controllo in merito al pagamento del canone è effettuato dalle amministrazioni locali.
La quota del canone di concessione dovuta al Comune o alla Comunità Montana sul cui territorio è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento o il cui territorio interessato da una concessione mineraria è ridotta in relazione ad eventuali contributi previsti in convenzioni tra comuni o comunità montane e le imprese concessionarie.
Al fine di contenere la dispersione delle risorse idriche, di incentivare la realizzazione di nuovi impianti di imbottigliamento, di preservare la quantità del prodotto, su richiesta del concessionario, è portata in detrazione dalla quantità di acqua assunta come base per il calcolo del canone annuo per l'imbottigliamento, il 50 per cento della quantità di acqua imbottigliata che, nello stesso periodo, è stata commercializzata in bottiglie di vetro.
Al fine di beneficiare delle detrazioni previste al comma precedente, il concessionario fornisce adeguata documentazione comprovante la sussistenza dell'ipotesi summenzionata." Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: Dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente articolo: "Articolo 6 quater. (Concessione acque minerali o di sorgente).
A decorrere dal 1° gennaio 2007, i titolari di concessione di acque minerali o di sorgente con annesso stabilimento di imbottigliamento sono tenuti a versare un canone annuo pari a euro 0,20 per ogni 1000 litri di acqua minerale o di sorgente imbottigliata comprese anche le bibite confezionate con le suddette acque.
1.Il canone di concessione di cui al comma 1 è aggiornata con deliberazione della Giunta regionale ogni due anni sulla base dell'indice ISTAT.
Il Canone di concessione di cui al comma 1 è versato ad uno o più Comuni ove è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento ed alla Regione secondo la seguente suddivisione: 50 per cento al Comune, 50 per cento alla Regione. In caso lo stabilimento di imbottigliamento si trovi in un comune facente parte di una Comunità montana, la percentuale destinata alla Regione è versata esclusivamente alla Comunità Montana.
Gli introiti degli enti locali, derivanti dall'applicazione del presente articolo sono finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e di riqualificazione ambientale, a progetti di sviluppo locale ed al potenziamento o mantenimento di servizi primari. Il controllo in merito al pagamento del canone è effettuato dalle amministrazioni locali.
La quota del canone di concessione dovuta al Comune o alla Comunità Montana sul cui territorio è ubicato lo stabilimento di imbottigliamento o il cui territorio interessato da una concessione mineraria è ridotta in relazione ad eventuali contributi previsti in convenzioni tra comuni o comunità montane e le imprese concessionarie.
Al fine di contenere la dispersione delle risorse idriche, di incentivare la realizzazione di nuovi impianti di imbottigliamento, di preservare la quantità del prodotto, su richiesta del concessionario, è portata in detrazione dalla quantità di acqua assunta come base per il calcolo del canone annuo per l'imbottigliamento, il 50 per cento della quantità di acqua imbottigliata che, nello stesso periodo, è stata commercializzata in bottiglie di vetro.
Al fine di beneficiare delle detrazioni previste al comma precedente, il concessionario fornisce adeguata documentazione comprovante la sussistenza dell'ipotesi summenzionata." La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Illustrerò contemporaneamente i tre emendamenti che abbiamo presentato.
Non sono in ordine da un punto di vista numerico, ma trattano lo stesso argomento. Mi riferisco agli emendamenti n. 80, n. 81 e n. 84.
Come i Consiglieri sanno, nel corso dell'anno passato e nella Finanziaria scorsa è stato introdotto un canone d'imbottigliamento per le acque minerali. Il primo emendamento - non in ordine di numerazione, ma per senso, cioè il n. 84 - intende cassare il canone di concessione sulle acque minerali introdotto dalla Finanziaria dell'anno passato, semplicemente perché la Finanziaria nazionale ha introdotto, anch'essa, una tassa sull'imbottigliamento che non va per metri quadri d'acqua imbottigliata, ma per numero di bottiglie prodotte, che è pari allo 0,70 indicato dal canone della Regione Piemonte. Quindi, in qualche modo, si raddoppia il canone per queste imprese.
Ieri alcuni Consiglieri facevano riferimento ad alcune Regioni che hanno una tassazione superiore rispetto a quella della Regione Piemonte. Al di là che nella Regione Veneto c'è un canone di tre euro che consente tutta una serie di compensazioni che fanno ridurre il canone, tuttavia è sufficiente prendere le molte altre Regioni, la gran parte Regioni imbottigliatrici anche quelle a noi vicine, che non hanno un canone d'imbottigliamento.
La Valle d'Aosta, per quanto faccia volume molto basso, non ha un canone d'imbottigliamento, mentre la Regione Liguria, che fa volumi assolutamente considerevoli, non ha un canone d'imbottigliamento. La Regione Lombardia ha un canone d'imbottigliamento, ma è inferiore a quello della Regione Piemonte.
I principi che tendiamo ad introdurre nei tre emendamenti presentati sono di due tipi. L'emendamento n. 84 intende cassare il canone regionale introdotto per un motivo, non solo per una tutela, sacrosanta, delle imprese piemontesi di acque minerali che perdono competitività nei confronti delle imprese delle Regioni vicine, o che, in ogni modo, sono gravate, rispetto ad altre imprese, di un canone d'imbottigliamento che noi riteniamo considerevole, ma la seconda motivazione è di carattere occupazionale rispetto alle aree in cui l'occupazione si crea.
Il vantaggio delle imprese di imbottigliamento di acqua minerale è che se sorgono necessariamente in realtà montane, è perché da lì arriva l'acqua. Il vantaggio è che la legge nazionale non consente di estrarre l'acqua da una realtà montana e di trasportarla con tubazioni in una realtà di pianura.
Io sono della provincia di Torino e abbiamo due realtà assolutamente rilevanti, pur essendo esse molto diverse: le fonti di Vinadio, che hanno nel Pinerolese un numero di dipendenti che superano, nei periodi di picchi di produzione, i 90 dipendenti. Ma, soprattutto, hanno un indotto che lavoro all'interno di queste imprese - pensiamo ai trasportatori, pensiamo a chi fa manutenzione ordinaria e straordinario all'interno delle imprese e molti altri soggetti - di 200, 300 persone che lavorano in quell'area.
Come sappiamo, vi sono leggi regionali che investono molti milioni di euro per creare attività lavorative montane. Considerato che è difficile che le imprese aumentino il costo della bottiglia perché, come chiunque di noi fa la spesa, conosce il centesimo rispetto alle bottiglie acquistate quindi è verosimile che tenderanno a fare delle riduzioni. Molte di queste riduzioni, in alcuni casi, saranno in merito ai dipendenti, cioè si andrà verso una maggiore robotizzazione del lavoro - perché questo da un costo inferiore di produzione - che lascerà a casa dei dipendenti. Non avverranno dei licenziamento, ma è verosimile che, a fronte di pensionamenti, non vi saranno delle sostituzioni.
Incidere nelle aree montane, peraltro per un introito della Regione Piemonte che è stimato con il canone 0,70 intorno ai cinque, sei, sette milioni di euro, crediamo che non sia una finalità tale neppure per giustificare un'entrata economica. Se stessimo parlando di alcune decine di milioni di euro, saremmo comunque contrari, ma almeno vi sarebbe una finalità di cassa che potrebbe giustificare il canone introdotto. Questo non è il caso, ma la cosa che verosimilmente avverrà con maggiore certezza è la riduzione di contributi che queste imprese erogano in tutta la Regione Piemonte nei confronti dei soggetti privati, o nei confronti degli enti pubblici (soggetti privati intendo: associazioni sportive, pro loco o Enti locali). Questo per le imprese maggiori.
Vi saranno, invece, imprese minori. Sempre per fare un esempio, nella Provincia di Torino il Pian della Mussa, invece con la tassa nazionale e con il canone regionale avrà serie difficoltà nel mantenere in piedi le imprese stesse. È vero che le imprese di acque minerali investono milioni di euro - non tutte, le maggiori sì, altre no - in pubblicità, ma rilevo che questo lo fanno anche molte altre imprese.
La FIAT è l'azienda che spende - per carità, stiamo parlando di un numero di dipendenti certamente differente e di un volume di fatturato differente - più risorse in promozione. Ricordo che la promozione oggi serve per vendere prodotti, nessuno si scandalizza che la FIAT faccia delle belle pubblicità per vendere i suoi prodotti. Non comprendo perché ci si dovrebbe scandalizzare e votare un ordine del giorno che stigmatizza il fatto che un'impresa privata, con soldi propri, spende molti euro per provare ad entrare in un mercato grazie alla promozione.
Altre di queste imprese non fanno pubblicità, credo che nessuno di voi abbia visto la pubblicità dell'acqua minerale Pian della Mussa se non nei periodici locali o, rarissimamente, in qualche periodico torinese. È la filosofia che sta dietro agli emendamenti. Il secondo e terzo emendamento quelli che riducono, tendono a fare una cosa che piace alla sinistra, cioè la riduzione del danno, nel senso che se proprio vogliamo mantenere il principio del canone, cerchiamo almeno di ridurre il canone stesso e quindi, di portare il canone da 1 a 0,20 (secondo emendamento) o a 0,30 (terzo emendamento). Soprattutto, oltre all'indicazione della riduzione del canone, si danno anche alcune indicazioni che sono state votate da quest'Aula.
Se non ricordo male, nel mese di dicembre scorso votammo un ordine del giorno presentato trasversalmente, impegnando la Giunta a presentare una proposta di legge e a votare quanto prima le proposte di leggi esistenti che avessero una finalità. Perlomeno dovremmo precisare che i fondi che derivano da un canone introdotto per imprese che sono in realtà montane (questo vale per tutte le imprese imbottigliatrici del Piemonte, salvo una che ha sede a Oleggio, in una realtà non montana) ritornino, se non totalmente, almeno per una quota parte, nelle realtà montane.
Questo riguarda il comma 3 della legge, che riprende testualmente l'indirizzo dato dall'ordine del giorno votato dal Consiglio che ricordavo.
Non ho grandi speranze, visto che è una battaglia rispetto al mantenimento della ricchezza locale nelle aree in cui quella ricchezza viene prodotta, che gli emendamenti vengono approvati, perché già l'anno scorso questo non avvenne. Mi auguro che - lo dico anche ai colleghi di maggioranza che hanno presentato una proposta di legge - finalmente la III Commissione, qualora oggi gli emendamenti non vengano approvati, abbia il tempo di esaminare le proposte di legge per intervenire all'interno di queste realtà. La Giunta, anche se in modo marginale, ha, infatti, ridotto i canoni relativamente a coloro i quali estraggono ghiaia o quant'altro quindi, in modo similare, si potrebbe tranquillamente andare all'abrogazione oppure alla riduzione del canone, soprattutto indicando dove quei fondi devono andare.
Due, tre o sette milioni di euro non spostano nulla nelle casse della Regione Piemonte, perché sono un decimillesimo del bilancio regionale, ma sarebbero invece ingenti risorse che potremmo far rimanere nelle realtà locali dalle quali l'acqua (questa preziosa ricchezza) proviene.
Mi auguro che, almeno nella volontà di far tornare e destinare in modo preciso i fondi nelle comunità montane sedi delle società di imbottigliamento di acque minerali, se non oggi, almeno in un prossimo futuro vi possa essere questa disponibilità.
Dico anche ai colleghi che, se vi fosse un subemendamento all'emendamento presentato che voglia tenere a 0,70 il canone, ma destinare i fondi così come all'emendamento n. 81, noi saremmo disponibili ad approvarlo: pur venendo meno al principio di salvaguardia delle nostre imprese e dei lavoratori, almeno garantiremmo la certezza del ritorno dei fondi rispetto alle comunità locali dalle quali l'acqua proviene.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Questo è un tema che qualcuno in passato ha sottovalutato, ma giustamente il collega Vignale, che è ben attento e vigile su temi così importanti, ha previsto un emendamento importante dal punto di vista politico, che mi auguro divenga concreto.
Il settore delle acque minerali è un settore che oggi in Piemonte occupa personale e addetti, come è stato evidenziato, e che fa capire che oggi, dopo aver vissuto una fase di declino dovuta alla crisi dell'indotto e della monocultura industriale dell'auto, deve pensare ad un'alternativa atta a migliorare il proprio benessere e il proprio territorio. Dobbiamo inventarci un nuovo tipo di sviluppo.
In Piemonte ci sono già delle alternative ed è una fortuna che ci siano delle aziende che oggi combattono contro le multinazionali. In Piemonte, le circa duecento aziende del settore devono, con un aggravio fiscale competere con multinazionali quali la Danone e la Nestlè. Ci sono degli imprenditori piemontesi che con coraggio, determinazione e sacrificio cercano di essere competitivi a livello europeo, perché le acque minerali non sono un problema territoriale. Oggi, ripeto, le acque minerali sono un problema che riguarda il Piemonte, ma anche tutta l'Italia e tutta l'Europa in generale. Per esempio, se noi andiamo in giro per l'Europa, vediamo che i marchi relativi alle acque minerali italiane, in particolare le acque piemontesi, sono difficili da trovare. Ci sono costi di logistica che non rendono competitive le aziende. Quindi dal punto di vista politico e dal punto di vista istituzionale, non possiamo aggravare ancora di più le condizioni economiche, sociali e di logistica di queste società: nel momento in cui poniamo delle tasse, andiamo a colpire l'occupazione di questo settore.
Da parte mia va tutta la solidarietà, ma soprattutto il sostegno politico al Gruppo di Alleanza Nazionale nel portare avanti questa battaglia. È una battaglia di interesse comune, ma anche una battaglia che ci deve far riflettere tutti perché, ripeto, se ci sono dei settori imprenditoriali che possono essere di qualità, di sviluppo e di alta tecnologia - non voglio parlarne in modo specifico, ma ci sono delle aziende in questo settore che, dal punto di vista innovativo e tecnologico sono tra le prime al mondo - dobbiamo tenerceli stretti. Come istituzione abbiamo il compito di tutelare questo settore, ma soprattutto il compito di tutelare l'occupazione, perché, oggi come oggi, sono pochi i settori in cui possiamo ancora sperare di essere ancora competitivi ed entrare nel mondo della globalizzazione, dell'efficienza e della qualità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Credo che si possa affermare che la Casa della Libertà, in materia di acque, è totalmente convergente. Al di là delle battute, è veramente una battaglia quella della non tassazione, della non apposizione di questo balzello, che abbiamo portato avanti insieme ai colleghi già lo scorso anno e quindi non possiamo che essere d'accordo su tutte quelle proposte che vanno proprio nella direzione di mettere in risalto l'assurdità di un prelievo di questo tipo, anche alla luce delle disposizioni prese a livello nazionale, che magari possiamo non condividere, ma che possono avere una certa logica, orientate verso tutto quello che riguarda il sistema produttivo nazionale.
Relativamente all'introduzione di elementi di questo tipo, articolati a livello regionale, ancorché ci sia una spinta da parte della Regione Piemonte verso le altre Regioni affinché adottino provvedimenti simili ritengo che si possa in qualche modo lavorare sul canone di derivazione dell'acqua a monte e non andare a tassare la produzione. Tutti gli interventi che gravano sulla produzione, a mio avviso, oltre certi limiti e naturalmente articolandoli anche in questo modo, non sono nient'altro che interventi che ostacolano la competitività delle imprese e sono anche dannosi per quanto riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali.
Siamo su produzioni il cui valore aggiunto è ovviamente relativo quindi anche i centesimi, in questo caso, fanno onere; onere che naturalmente non può essere recuperato sotto altri profili, quello dell'ammodernamento tecnologico o naturalmente quello della logistica sui mercati.
stato più volte ribadito dalle industrie di settore, e penso che determinate vallate - come veniva ricordato prima - siano naturalmente dei presidi occupazionali importanti, ma credo che andando avanti in questo senso si vada in una direzione, a mio avviso, sbagliata. Di conseguenza ben vengano gli emendamenti che sono stati illustrati dal collega Vignale soprattutto l'emendamento n. 84, che è quello dell'abrogazione, in direzione del quale ovviamente noi esprimiamo le nostre preferenze.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, come richiesto dal Consigliere Vignale ed altri, sull'emendamento rubricato n. 84, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 46 Consiglieri Votanti 45 Consiglieri Hanno risposto SI 9 Consiglieri Hanno risposto NO 36 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, come richiesto dal Consigliere Vignale ed altri, sull'emendamento rubricato n. 80, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti 46 Consiglieri Votanti 45 Consiglieri Hanno risposto SI 10 Consiglieri Hanno risposto NO 35 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale, come richiesto dal Consigliere Vignale ed altri, sull'emendamento rubricato n. 81, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti 43 Consiglieri Votanti 42 Consiglieri Hanno risposto SI 9 Consiglieri Hanno risposto NO 36 Consiglieri Non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Peveraro: All'articolo 7 (Sanzione amministrativa in materia di formaggi freschi a pasta filata), all'inizio del comma 1, prima di "La violazione..." sono aggiunte le seguenti parole: "Fatta eccezione per le vendite dirette dei produttori agricoli ai consumatori ai sensi della L. 59/63,".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Quest'articolo, anche se inserito nel pacchetto di norme per l'agricoltura, in realtà è una norma sanitaria di recepimento.
L'emendamento che introduciamo è quello che fa eccezione per le vendite dirette, perché in questo caso moltissimi dei prodotti sono non confezionati, quindi vorrebbe dire automaticamente mettere fuori norma tutte le produzioni vendute direttamente dal produttore al consumatore. In sostanza, l'emendamento serve ad evitare questo tipo d'incongruenza che veniva a crearsi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, svolgerò un intervento che, certamente, non ripeter sugli articoli simili successivamente, in quanto la tematica del Piano di sviluppo rurale vede sì due fasi (2006-2007 e 2007-2013), però, penso si debba lavorare sempre di più per dare continuità alle azioni. Noi sappiamo che l'incidenza finanziaria ed economica dell'intervento europeo e comunque, dell'intervento autorizzato nell'ambito dei PSR e dei regolamenti comunitari che li sorreggono hanno un'importanza determinante proprio su tutta la materia.
A questo proposito devo dire che noi oggi possiamo dare un giudizio sulla riforma portata avanti negli ultimi anni a livello comunitario, la cosiddetta riforma Fischer, che dovremmo chiamarla riforma Fischer-Prodi perché, se non sbaglio, allora, Prodi era Presidente della Commissione europea.
Se posso esprimere un giudizio non certamente da esperto, ma da praticante in materia, a mio giudizio, la cura è stata un po' troppo forte rispetto alle dosi di medicina che, comunque, l'organismo richiedeva perché ci si doveva orientare più verso il mercato, spingendo l'agricoltura a recuperare una competitività maggiore, però, non si potevano dimenticare i trent'anni precedenti. Adesso, addirittura, abbiamo celebrato i cinquant'anni della firma dei Trattati europei.
Sappiamo che il tema agricolo è sempre stato molto seguito e al centro delle attenzioni da parte dei Governi, per cui, forse, si è esagerato, a mio avviso, nella tempistica troppo breve per passare da un sistema all'altro. Sì, ci sono gli aiuti a forfait, disaccoppiati, assicurati alle aziende agricole fino al 2013, però, vengono a galla le difficoltà per stare sul mercato.
Noi, per fortuna, abbiamo grandi potenzialità, ma, purtroppo, siamo interessati un po' da tutti i settori, quindi, le crisi sono un po' qui e un po' là. Credo che l'impressione dell'Assessore regionale, della Giunta regionale e di un po' tutti coloro che governano la materia sia di non sapere che indirizzo seguire per essere più incisivi.
Allora, rispetto a tutte le azioni che noi abbiamo fatto, essendo opposizione, sentiamo maggiormente la responsabilità di portare avanti le istanze critiche, affinché sul tavolo le decisioni vengano valutate maggiormente, soprattutto, quelle che hanno una valenza anche territoriale e locale. Quindi, oggi come oggi, ricordando le premesse che ho fatto, a nostro avviso, si poteva cercare di investire maggiori risorse nel periodo 2007-2013.
Noi, ovviamente, facciamo riferimento alla tabella qui allegata, che consta di una cifra notevole: un miliardo e più di euro. Quindi, la cifra a disposizione è notevole, però, dobbiamo dividerla nei sette anni, abbiamo dei trascinamenti e degli overbooking non coperti da coprire. Con overbooking mi riferisco a dei superi di spesa del periodo 2000-2006, che intaccheranno questo montepremi di un miliardo che è a disposizione.
Adesso, in questa sede, si devono soprattutto far partire le misure sia quelle a regime che quelle transitorie in riferimento all'anno 2007.
Noi, per carità, non abbiamo alcuna difficoltà a concorrere affinché venga approvata la legge finanziaria e vengano rese disponibili le prime risorse per partire, però, dico subito che noi cercheremo nell'assestamento di bilancio e nei prossimi bilanci di chiedere maggiori risorse.



(Scampanellìo del Presidente)



CAVALLERA Ugo

Presidente, intervengo anche sugli articoli collegati, quindi, chiedo qualche breve periodo aggiuntivo.
Sotto questo profilo, credo che se l'Assessore avesse il portafoglio della Regione in via autonoma, senz'altro ci sarebbero maggiori stanziamenti.
Qui mi appello anche al collega Bellion e ai colleghi che fanno parte come maggioranza, della Commissione agricoltura, perché certe misure, che già possono sembrare consistenti, costituiscono la vita o la morte per le aziende agricole che sono sul margine di una redditività accettabile per assicurare la vita anche in determinati contesti locali.
Noi adesso ci vantiamo delle colline vitate, che hanno un panorama unico, cerchiamo di salvaguardarle, procederemo anche ai piani paesistici come ci ha detto l'Assessore Conti, ma è necessario che rimanga una certa redditività anche a livello intergenerazionale. Sì, abbiamo una misura giovani, ma occorre avere anche il reddito agricolo che garantisca le future generazioni sotto questo profilo. La nuova generazione che chiede e può subentrare ha anche un grado di cultura più elevato ed è anche attenta al mercato, ma, in qualche modo, dobbiamo procedere a delle rassicurazioni mettendo il più possibile in campo misure aggiuntive e integrative per quanto riguarda il lato finanziario.
Quindi, manteniamo questo atteggiamento di astensione su questi articoli proprio come spinta, come richiesta di ulteriori integrazioni e soprattutto, come richiesta alla Giunta, relativamente alle misure transitorie del 2007, di ricorrere anche a degli anticipi, mettendo a disposizione fondi regionali, per adempiere ai pagamenti nei tempi tradizionali, così come conosciuti in precedenza. Altrimenti, lo abbiamo già detto, già la siccità del 2003, già la scarsità di redditività delle produzioni, se per caso si dovesse saltare un anno o ci fossero ritardi eccessivi nel pagamento per un anno, certe realtà non potrebbero più tenere, si disamorerebbero, rischiando di cedere diritti di vigneti rischiando in qualche modo, per quanto riguarda i seminativi, di non coltivarli più. Questo potrebbe portare ad una regressione della produzione lorda vendibile regionale, che invece è di qualità e avrebbe grandi potenzialità per stare sul mercato.
Non dico altre, perché non vorrei ripetere concetti largamente condivisi, però credo che per l'agricoltura si debba fare uno sforzo in più. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Una rapida domanda per avere una rassicurazione.
Era stato detto che tutto il personale Finpiemonte dedito all'agricoltura, sia che redigesse regolamenti comunitari, sia che si occupasse degli aiuti regionali, passasse all'OPR.
Vorrei solo avere, ufficialmente e pubblicamente, una rassicurazione in questa sede.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Vorrei rassicurare i colleghi che già ad oggi sono transitati tutti sotto l'OPR e faranno parte del pacchetto che transiterà nella nuova Agenzia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 46, presentato dai Consiglieri Cavallera e Burzi: Al comma 3, dell'articolo 28 della legge regionale 14/2006, sostituito dall'articolo 11, dopo le parole "La Giunta regionale" sono aggiunte le seguenti "sentita la Commissione consiliare competente".
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'emendamento 46 tende ad introdurre, sul corrispettivo per fascicoli e prestazioni, il precedente passaggio in Commissione.
Il nostro parere è negativo, perché sono prestazioni che vengono negoziate, quindi non possiamo passarle prima in Commissione, nel senso che, al massimo, sarebbe un'informativa.
Per i due emendamenti seguenti, invece, sempre a stessa firma, daremo parere favorevole, trattandosi di una decisione autonoma regionale, quindi va bene passarlo in Commissione.
Riassumendo, quindi, il parere è negativo su questo e favorevole su gli altri due.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Volevo spiegare la ratio di questo emendamento.
Noi vorremmo controllare, assicurare e partecipare all'azione di semplificazione burocratica, richiesta da tutti i settori produttivi compresa l'agricoltura.
Apprese le informazioni dell'Assessore in ordine agli emendamenti ritiriamo il n. 46.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 46 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Non sono stati presentati emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Cavallera, Burzi: Al comma 3, dell'articolo 4, della l.r. 9/2000, sostituito dal comma 2 dell'articolo 13 dopo le parole "la Giunta regionale" sono aggiunte le seguenti: "sentita la Commissione consiliare competente e sentite le Province".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Peveraro: All'articolo 13 sono soppressi i commi 4 e 5.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Per quanto concerne l'emendamento n. 47 all'articolo 13, lo accogliamo tolto "sentite le Province", che non ha ragione di esistere per il fondo di solidarietà, essendo fondo unico regionale. In questo modo, "sentita la Commissione" va bene, ma non "sentite le Province".
Per quanto riguarda l'emendamento proposto dalla Giunta, preciso che abbiamo istituito il fondo di solidarietà e su richiesta delle Province stralciamo i commi 4 e 5, commi che delegavano le Province, e lasciamo questa riflessione sul conferimento di delega alle Province. Quando abbiamo ritirato il conferimento di delega alle Province eravamo impegnati a presentare la proposta di legge. In quella sede discuteremo il conferimento di tutte le deleghe alle Province, come era stato richiesto da molti gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
chiaro che avevamo scritto "sentite le Province" solo per ripetere il testo, per raccordarlo. Direi, però, che l'emendamento che propone la Giunta va nella direzione da noi auspicata, perché nel momento in cui un soggetto paga e un altro liquida i danni, è chiaro che non c'è una comunanza di intenti, senza togliere nulla alla correttezza dei liquidatori che le Province mandano sul territorio.
opportuno che sia sempre l'ente pagatore a fare gli accertamenti perché ovviamente riunisce in sé sia l'esigenze di attuare una legge, sia quella di salvaguardare il portafoglio e quindi di agire con tutta la cautela. Sarebbe facile, altrimenti, ad un livello di Governo inferiore liquidare con criteri un po' più abbondati e poi presentare il conto al livello superiore, perché in qualche modo paghi.
Questa era la storia che aveva originato l'interposizione di un'assicurazione, dicendo che l'assicurazione ha dei liquidatori professionali che magari fanno meglio il lavoro. Adesso, la Giunta propone un ripensamento di tutta la materia. Questo era stato richiesto dalla Commissione e la cosa non può che trovarci d'accordo.
Siamo d'accordo, quindi, alla modifica all'emendamento, così come richiesto dall'Assessore competente, e siamo d'accordo anche sullo stralcio dei commi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo per dichiarazione di voto sull'articolo 13.
Formalizzo il fatto che, insieme alla collega Barassi, non parteciper alla votazione su questo articolo, in quanto il comma 1, in qualche modo insiste su una gestione della presenza dei cinghiali sul nostro territorio accettando un'ipotesi che ci vede fortemente contrari, considerando le questioni legate alla presenza dei cinghiali solo con una relazione di causa-effetto, dove peraltro le cause e l'effetto sono limitati ad un aspetto parziale del problema e non ad una visione complessiva e globale.
Finché ci saranno degli allevamenti di cinghiali incontrollati sul nostro territorio - per dirla in maniera fin troppo esplicita, sappiamo tutti che i cinghiali sono prolifici e figliano non un solo cucciolo per volta - e non ci chiediamo che fine faranno tutti gli altri animali, a meno che non si pensi che abbiano una mortalità infantile incredibile e quindi verrebbe meno il principio stesso dell'allevamento, è inutile emanare delle leggi per aumentare la possibilità di uccidere i cinghiali, perché - lo dico chiaramente - significa solo incentivare quel circuito che si vuole impedire, ma che continua ad essere percorso, quello di allevare i cinghiali per immetterli sul territorio e poterli cacciare, creando un circolo vizioso che, alla fine, contribuisce solo ad aumentare le richieste danni o il divertimento dei cacciatori nell'uccidere i cinghiali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non entro assolutamente nel merito dell'argomento, di cui capivo poco e non intendo capire nulla.
Entro, invece, nel merito del fatto politico, perché stiamo parlando di legge finanziaria e, conseguentemente, di legge di bilancio.
Ricevo, come credo gli altri colleghi Capigruppo di minoranza, una certa serie di comprensibili pressioni da parte della maggioranza per arrivare ad una celere approvazione, e mi sembra che stiamo collaborando anche più del dovuto.
Prendo atto - ma vorrei, piuttosto, che ne prendesse atto la Presidenza e i Capigruppo di maggioranza - che non ci piacciono, al di là del merito le geometrie variabili di maggioranza, ancorché rappresentate da Gruppi di dubbia storicità. Ma di questo parleremo quando tratteremo la spesa pubblica, la spesa del personale e di efficienza, perché lì ne abbiamo di cose da dire.
Rimanendo nel merito, prendo atto - per quanto ci riguarda non con sorpresa - che l'atteggiamento del Capogruppo Moriconi è differente dalla maggioranza, e vorrei un qualche elemento di sintesi da parte della Presidente. Perché, come ripeto, non ci piacciono, nell'ambito delle leggi principali che ci proponete e che noi ci apprestiamo a votare, delle geometrie variabili di maggioranza.
Vorremmo sapere con chi abbiamo a che fare, quando e perché. Così almeno comprendiamo a chi opporci.
Non so se sono stato abbastanza chiaro; qualora lo fossi stato suggerirei che ci rifletteste un attimo e ci diceste qualcosa. Se volete utilizzare la pausa pranzo, per noi va bene.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Se mi è permesso, vorrei fare solo due precisazioni.
In primo luogo, come richiesto dalla Commissione e da tutti i Gruppi abbiamo stralciato tutta la parte di dibattito sulla gestione dei cinghiali, del contenimento e della lotta, dicendo che avremmo portato cosa che stiamo facendo - un testo in Commissione, dove ne avremmo discusso così come facciamo con tutti i testi di legge.
Raccolgo le sollecitazioni fatte, ma preciso che sul tema in questione non sono pertinenti, nel senso che discuteremo di questa materia in Commissione, presentando una proposta di legge alla fine di questo mese.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

A titolo personale, se mancasse il numero legale alla maggioranza per approvare la legge, io non parteciperei al voto, perché le regole sono queste.
Se invece la maggioranza avesse comunque il numero legale, non me ne voglia il collega Moriconi ma voterò in modo anomalo, a favore, per un semplice dato: non so quanti di voi hanno ascoltato gli sfoghi di gente disperata che denuncia danni gravissimi, che regolarmente non vengono rimborsati. Non voglio entrare nel sentimentale, ma recentemente ho sentito di una madre il cui figlio è andato all'ospedale e la macchina è stata distrutta. E trattandosi di una famiglia povera, non sanno come fare a comprare la nuova auto.
Sono ricordo con il collega Moriconi, perché può anche darsi che la colpa, al 90%, sia dei cacciatori. Benissimo, ma allora facciamo delle leggi e prendiamo dei provvedimenti in tal senso. Non riguarderà l'ordine pubblico, ma nelle nostre zone è proprio una questione di pericolosità e di incolumità pubblica.
Collega Moriconi, mi troverai d'accordo nelle azioni tese a far sì che non ci siano più cinghiali da cacciare; ma finché ci sono...



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Novero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47 - come modificato - sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7, presentato dalla Giunta regionale.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.15)



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