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Dettaglio seduta n.177 del 04/04/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.04 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 14.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boeti, Cavallaro e Valloggia.


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 639, inerente a "Adesione al Family day", presentato dai Consiglieri Leo, Cavallera e Cotto ordine del giorno n. 642, inerente a "Family day", presentato dai Consiglieri Scanderebech e Guida ordine del giorno n. 655, inerente a "Family day", presentato dai Consiglieri Scanderebech, Guida, Cirio, Pedrale, Nastri, Cotto, Cavallera Ghiglia, Vignale, Monteggia, Casoni, Lupi, Novero e Burzi (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Ordine del giorno n. 654, inerente a "Tutela dell'obbligo d'indicazione di provenienza geografica sulle etichette degli alimenti", presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Cirio, Motta e Burzi (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 657, inerente a "Moratoria delle esecuzioni capitali" presentato dai Consiglieri Barassi, Deambrogio, Chieppa, Ferraris, Bossuto Clement, Cavallera, Pizzale, Cotto, Spinosa, Muliere, Pace, Turigliatto Auddino, Moriconi, Pozzi, Travaglini, Ricca, Rabino, Cattaneo, Motta e Casoni (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

stata richiesta l'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 639 "Adesione al Family day" presentato dai Consiglieri Leo, Cavallera, Cotto ordine del giorno n. 642 "Family day" presentato dai Consiglieri Scanderebech, Guida ordine del giorno n. 655 "Family day" presentato dai Consiglieri Scanderebech, Guida, Cirio, Pedrale, Nastri, Cotto, Cavallera, Ghiglia Vignale, Monteggia, Casoni, Lupi, Novero, Burzi ordine del giorno n. 654 "Tutela dell'obbligo d'indicazione di provenienza geografica sulle etichette degli alimenti" presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Cirio, Motta, Burzi ordine del giorno n. 657 "Moratoria delle esecuzioni capitali" presentato dai Consiglieri Barassi, Deambrogio, Chieppa, Ferraris, Bossuto, Clement Cavallera, Pizzale, Cotto, Spinosa, Muliere, Pace, Turigliatto, Auddino Moriconi, Pozzi, Travaglini, Ricca, Rabino, Cattaneo, Motta, Casoni.
Se non vi sono osservazioni, come da prassi, li consideriamo iscritti nell'ordine in cui li ho letti.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 379, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2007"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 379, "Legge finanziaria per l'anno 2007".
La parola al relatore, Consigliere Rabino.



RABINO Mariano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signori Assessori, la legge finanziaria per l'anno 2007 è stata esaminata in Commissione contestualmente all'esame del disegno di legge relativo al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007 e al bilancio pluriennale per gli anni 2007-2009. Sono state svolte le consultazioni con i soggetti ed enti interessati e l'esame in Commissione è stato approfondito con il supporto degli Assessori competenti per materia.
Il testo finale della legge finanziaria è il risultato di una consistente attività emendativa espressa dalla Giunta regionale (a fronte naturalmente, dalla prima versione licenziata dalla Giunta stessa) avvenuta durante l'esame del provvedimento in Commissione.
Il testo è stato quindi riorganizzato in due Capi, in base alle regole di tecnica legislativa: Capo I, "Disposizioni finanziarie", e Capo II "Disposizioni collegate".
Nel Capo I, la legge finanziaria provvede al rifinanziamento delle leggi regionali di spesa più significative.
In codesto Capo I è prevista una sezione per i tributi, le tariffe e i canoni.
Ecco gli interventi più significativi.
L'articolo 2 prevede che, a decorrere dal 1 gennaio 2007, per gli esercenti di cave e di miniere si riduce il diritto di escavazione per sabbie e ghiaia del 20%, portandolo a 0,45 euro al metro cubo; resta invece invariato il diritto d'escavazione per le pietre ornamentali (0,75 euro al metro cubo); per argille, calcari per cemento, per calce e altri usi industriali, gessi, sabbie silicee e torba euro 0,50 al metro cubo; per minerali di I categoria euro 0,50 al metro cubo; per altri minerali di cava non compresi nei precedenti punti euro 0,50 al metro cubo.
Le tariffe del diritto di escavazione sono dovute ai Comuni in cui sono ubicate le attività, alla Regione e agli Enti gestori delle aree protette ove esistenti, secondo la seguente suddivisione: 60 per cento al Comune e 40 per cento alla Regione. In caso di attività ricadenti in aree protette 60 per cento al Comune e 40 per cento all'Ente di gestione.
Gli introiti degli Enti locali, derivanti dall'applicazione del presente articolo, sono finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e riqualificazione ambientale e a progetti di sviluppo locale sostenibile.
Quest'emendamento, presentato dalla Giunta, è stato il frutto di una significa attività di sollecitazione e di pressione anche da parte delle categorie rappresentative, in particolare Confindustria Piemonte.
L'articolo 3 porta, riducendola, l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) al 4,25% dall'anno 2008.
L'articolo 4 propone una modifica di carattere tecnico volta a semplificare il rilascio delle concessioni delle pertinenze idrauliche.
L'articolo 5 che riduce l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) che si occupano esclusivamente di assistenza educativa sociale e sanitaria, a partire dall'anno 2008, al 2,25 L'articolo 6 sconta l'IRAP alle imprese delle aree a rischio idrogeologico.
Nelle disposizioni collegate del Capo II trovano collocazione le altre disposizioni della legge finanziaria 2007, che investono una pluralità di materie quali ad esempio l'agricoltura, la sanità e assistenza, il personale e organizzazione, l'edilizia, l'ambiente, il commercio, i trasporti.
All'interno di tali materie, che sono diventate autonome sezioni all'interno del disegno di legge, possiamo ricordare alcuni tra gli interventi più significativi.
L'articolo 8 è di natura meramente tecnica e governa la transizione delle risorse dalla programmazione dello sviluppo rurale dal 2000-2006 a quella 2007-2013.
L'articolo 7 e l'articolo 12 modificano le disposizioni sanzionatorie per le violazioni in campo di etichettatura dei formaggi freschi e di potenziale produttivo vinicolo (mi riferisco in particolare al reimpianto dei vigneti).
L'articolo 13 istituisce un Fondo di solidarietà a favore dei soggetti coinvolti in incidenti stradali con animali selvatici ungulati.
L'articolo 17 e l'articolo 20 si occupano della previsione di finanziamenti alle aziende sanitarie regionali e della copertura dei disavanzi delle stesse aziende per l'esercizio 2004 L'articolo 18 prevede che la Regione concorra allo sviluppo del "Consorzio piemontese per la prevenzione e repressione del doping e di altri usi illeciti dei farmaci" (1.800.000,00 euro).
Altri emendamenti estendono il diritto agli agenti e funzionari delle Forse dell'Ordine, in attività di servizio, appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Polizia locale, quest'ultima limitatamente all'ambito di competenza territoriale, alla libera circolazione sui servizi del trasporto pubblico locale, al fine di garantire le condizioni di sicurezza agli utenti (articolo 45). Su questa vicenda, è bene ricordare che è all'esame dei Consiglieri e del Consiglio regionale tutto l'ipotesi emendativa ulteriore che porti la possibilità di utilizzo gratuito dei mezzi pubblici per quanto riguarda le persone portatrici di handicap, per un livello percentuale che scende dal 71% al 67%, ma questo sarà nella libera discussione e nel libero dibattito di questo Consiglio.
Altri emendamenti promuovono investimenti per il rinnovo e il potenziamento del materiale rotabile per i servizi di trasporto pubblico locale e l'innovazione tecnologica dei sistemi di trasporto attraverso il monitoraggio e il governo del traffico privato (articoli 44 e 47), l'avvio del processo di stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari nei limiti e con le modalità previste dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge Finanziaria 2006) all'articolo 34.
Un altro emendamento significativo si propone di rendere stabile l'erogazione di contributi regionali alle organizzazioni di volontariato (articolo 22).
All'articolo 23 la Regione promuove il potenziamento della rete di servizi per la prima infanzia onde realizzare il pieno sviluppo fisico psichico-relazionale dei bambini sino a tre anni di età e assicurare alla famiglia un sostegno adeguato, che consenta e agevoli l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un sistema di sicurezza sociale.
All'articolo 24 la Regione contribuisce alle sostenute dalle IPAB (Istituzioni della Pubblica Assistenza Beneficenza) che gestiscono strutture residenziali per anziani, per la sostituzione del personale in congedo di maternità. Come vediamo, le iniziative, le attività emendative e le iniziative sul versante del Welfare sono particolarmente significative e stringenti. Così come vi è un altro emendamento che prevede un fondo speciale di sostegno a reddito, dei lavoratori disoccupati o a rischio di disoccupazione, con uno stanziamento davvero importante, direi imponente di 10,5 milioni di euro gestiti. La previsione è che questa partita venga gestita dall'Agenzia Piemonte Lavoro.
Naturalmente questo fondo è destinato ad erogare contributi finanziari a favore di lavoratori residenti o domiciliati in Piemonte, che a causa dell'involontaria interruzione, definitiva o temporanea, del contratto di lavoro con imprese localizzate in Piemonte, rientranti in situazioni critiche, possono accedere a questo importante sostegno. Naturalmente, per percepire questo sostegno, deve risultare che tutti questi lavoratori abbiano percepito, nell'anno 2006, un reddito sotto la soglia di euro 13.000, accertato tramite l'indicatore di situazioni economiche equivalenti: il cosiddetto indice ISEE.
Un altro emendamento, che riteniamo assolutamente importante, prevede un sostegno importante all'imprenditoria femminile e giovanile e a sostegno delle iniziative imprenditoriali dei soggetti svantaggiati (articolo 28) così come vi è un articolo importante che prevede contributi annuali ai Comuni - anche questo lo conosce bene l'Assessore Bruna Sibille - per l'esercizio dello sgombro della neve, e stabilisce non più contributi una tantum, favorendo le forme associative.
Sono anche previsti aiuti e sostegni per quanto riguarda l'edilizia sovvenzionata. In particolare, già da quest'anno, all'articolo 36 e 37 sono previsti interventi di edilizia sovvenzionata di nuova costruzione. Si parla naturalmente del programma-casa (diecimila alloggi entro il 2012), ma nell'esercizio finanziario 2007 è già autorizzata una spesa complessiva pari a ben 748-749 milioni di euro, con addirittura altri 250 milioni di euro per il triennio 2007/2009.
La realizzazione degli interventi di edilizia sovvenzionata di nuova costruzione, nell'ambito del programma-casa, così come dei successivi programmi regionali, può essere naturalmente effettuata, lo ricordiamo oltre che dalle Aziende Territoriali della Casa, anche direttamente i Comuni.
istituito inoltre un fondo di garanzia rivolto ai giovani (un'altra iniziativa sul versante del Welfare) per favorire il recupero della prima abitazione, con una dotazione di ben due milioni di euro. È istituito inoltre, sempre sul versante delle abitazioni, un fondo di garanzia rivolto agli acquirenti di abitazioni realizzate dagli operatori che partecipano al programma-casa, e vi è una dotazione di altri due milioni di euro.
La I Commissione ha concluso i suoi lavori mercoledì 28 marzo con il licenziamento del provvedimento, rimettendolo, naturalmente, all'Aula per la sua approvazione. Un ringraziamento speciale va al Vicepresidente della Regione, Paolo Peveraro, per la pazienza che ha voluto usare nei confronti della Commissione, a tutti i Commissari, al Presidente della I Commissione Ronzani, che con altrettanta pazienza, ha coordinato i lavori; un ringraziamento particolare anche agli uffici, in particolare alla dottoressa Spagnolini.
Concludo con una riflessione e un auspicio - ce lo siamo già detti in più di un'occasione - sui ritardi nell'approvazione degli importanti documenti di bilancio. Faccio una proposta, con il timore che i miei 25 ascoltatori - non di più, credo - non colgano il senso della proposta. In attesa di una modifica regolamentare, da tutti attesa e da tutti auspicata propongo che almeno le leggi di bilancio, la legge finanziaria e la legge di assestamento siano messe al riparo e ci sia un accordo bipartitico, di maggioranza e minoranza, almeno sulle leggi di bilancio, per concordare un'approvazione nei limiti ordinatori previsti dalla legge. Sulle leggi di bilancio, evidentemente lo sanno i colleghi di opposizione, il meccanismo vede la loro indispensabile partecipazione. Nessuno lo nega e nessuno vuole comprimere la partecipazione della minoranza nella definizione del documento principale dell'attività di un ente come la Regione.
L'auspicio è che questo venga fatto in tempi ragionevoli, nelle scadenze previste dalla legge.
Voglio anche (vado alla conclusione e ringrazio i colleghi per la pazienza) rilevare complessivamente che con questa legge finanziaria non viene introdotta una sola nuova imposta. È quindi un sostegno significativo, direi espansivo, rispetto alla ripresa economica in atto non c'è una politica restrittiva nei confronti dei vari settori economici ma anche nei confronti delle famiglie, anzi, vengono introdotte alcune significative riduzioni e rimodulazioni.
C'è anche un impegno in vista del 2008 ad una rimodulazione, laddove è possibile una ridefinizione dell'addizionale IRPEF. Nonostante la non presenza di un aumento di un inasprimento fiscale, viene dato un grande impulso alla spesa sociale, alla spesa sul fronte del Welfare.
Ho citato alcuni degli interventi più significativi, quindi questa Giunta e quest'Amministrazione regionale, dopo un avvio tutto concentrato alla ripartenza economica del Piemonte, oggi, con questa legge finanziaria dà una svolta in senso sociale.



PRESIDENTE

Spero che il numero di 25 ascoltatori che lei ha citato le porti altrettanta fortuna come quella di cui ha beneficiato Manzoni per aver citato ne "I promessi sposi" l'altrettanto ristretto numero dei suoi lettori.
Mi permetto di estendere, condividendo le sue affermazioni, Consigliere Rabino, un ringraziamento per la pazienza, anche a tutti i Consiglieri ovviamente, oltre a coloro che sono già stati ringraziati, perché la pazienza spesso è reciproca.
La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Prima di arrivare ai ringraziamenti, vorrei un attimo affrontare alcune questioni che in parte integrano la relazione del Consigliere Rabino, che è entrato nei particolari non solo della nostra legge finanziaria, ma della manovra complessiva.
Il primo elemento che dobbiamo considerare è che la legge finanziaria cade in un momento abbastanza complesso, condizionato sostanzialmente da tre questioni rilevanti.
Il primo aspetto riguarda il contesto nazionale, il secondo riguarda l'aspetto regionale e il terzo (come già veniva ricordato dal Consigliere Rabino) è legato strettamente ad una questione di tempistica di approvazione dei nostri documenti che ne condiziona, in qualche modo l'elaborazione.
Per quanto riguarda il contesto nazionale, certamente il fatto di aver affrontato e di aver dovuto subire, per certi aspetti, una legge finanziaria nazionale che ha avuto un evoluzione nel tempo (da luglio all'approvazione di dicembre 2006), molto complessa e articolata, in qualche modo ha condizionato anche l'Amministrazione regionale, che ha atteso di poter capire e meglio comprendere l'evoluzione dello strumento fondamentale per l'organizzazione e la predisposizione delle nostre leggi finanziarie e dei nostri bilanci finanziari.
chiaro che, insieme al condizionamento dei tempi di approvazione della legge finanziaria, un aspetto che ha condizionato i nostri documenti è anche quello dei vincoli che la finanziaria stessa ha imposto agli Enti locali e alle Regioni. Mi riferisco in particolare al Patto di stabilità che certamente ha condizionato anche la predisposizione del nostro documento. Ricordiamo intanto che il Patto di stabilità prevede, per il 2007, uno stanziamento complessivo per la spesa corrente e per la spesa relativa agli investimenti non superiore ai saldi di competenza e di cassa del 2005, meno l'1,8%.
Quindi, quello ha rappresentato un obiettivo. Sicuramente, quel riferimento rappresenterà un obiettivo anche nel corso dell'anno, perch certamente, i vincoli posti dal Patto di stabilità per il 2007 non potranno essere superati. Quindi, l'azione degli uffici del bilancio sarà concentrata sul monitoraggio del mantenimento e del rispetto di questi obiettivi, anche se non possiamo non sottolineare con un certo disappunto il provvedimento inserito nel cosiddetto "decreto mille proroghe", che sostanzialmente, ha annullato gli effetti anche sanzionatori per tutti gli Enti che non avevano rispettato nel 2006 il Patto di stabilità.
Dobbiamo sottolineare, secondo me anche censurare, questo comportamento, perché, certo, non contribuisce a fare chiarezza e a mantenere comportamenti lineari e conseguenti da parte degli Enti locali e in particolare, delle Regioni. Però, nonostante il "decreto mille proroghe", l'Amministrazione regionale, anche per il 2007, intende rispettare, così come ha fatto per il 2006, i vincoli del Patto di stabilità, che, ovviamente, rappresentano un obiettivo di percorso per l'Amministrazione regionale.
Nel contempo, è evidente che, anche e soprattutto in materia di trasferimenti dallo Stato, abbiamo dovuto subire una significativa contrazione, che si accompagna ad un altro elemento preoccupante, che abbiamo già citato in più occasioni, sia nella Sala consiliare e sia nelle Commissioni competenti, consistente nel ritardo con cui lo Stato non solo di fatto, trasferisce le risorse agli Enti locali in generale e certamente, alla Regione.
L'elemento è preoccupante, in particolare per la Regione, in primo luogo per la mole del monte crediti che la Regione ha nei confronti dello Stato, che, ovviamente, deve essere considerato complessivamente, tra partita corrente, tre miliardi e 100 milioni, e partita di investimento per oltre un miliardo di euro, che - è evidente - in qualche modo condiziona, come dicevamo nel corso della Commissione, negativamente anche a cascata la possibilità del rispetto di un regolare adempimento da parte della Regione dei suoi obblighi nei confronti dei fornitori e degli Enti per i trasferimenti che dalla Regione a questi sono dovuti; per relativamente alla parte finanziaria tornerò un po' più avanti.
Abbiamo ricordato che la nostra legge finanziaria è condizionata da un contesto nazionale (legge finanziaria nazionale, Patto di stabilità ritardo nei trasferimenti), altresì è condizionata anche - qui dico positivamente - dalla situazione e dal contesto regionale. In particolare mi riferisco ad un'evidente e, ormai, sensibile ripresa economica del nostro territorio: da quattro trimestri consecutivamente tutti gli indicatori economici hanno segno positivo, quindi, sostanzialmente confermano che la ripresa c'è e si sta consolidando.
evidente che in una fase di questo genere, dove la ripresa c'è purtroppo, questa ancora è selettiva e a macchia di leopardo, tanto è vero che abbiamo ben presenti ed evidenti alcune situazioni industriali molto delicate. Ricordo nel Torinese il recente caso della Bertone, ma anche, nel Cuneese e Torinese, la situazione della Michelin, che, certamente, allarma e preoccupa, però, il dato positivo complessivo è che tutti gli indicatori hanno segno positivo ormai da diversi quadrimestri. In particolare, a mio avviso, un altro elemento certamente positivo è dato dall'incremento delle esportazioni della nostra Regione, che ha un segno positivo più marcato rispetto a tutte le altre Regioni italiane.
segno evidente che, comunque, l'impresa piemontese ha saputo, nei mesi e, purtroppo, anche negli anni di difficoltà e di crisi economica dell'ultimo periodo, affrontare le sfide che il mercato proponeva relativamente a prodotti competitivi e all'introduzione di elementi di innovazione sul mercato, per stare sul mercato stesso, ovviamente, non solo nazionale, ma internazionale. Da questo punto di vista, questi segni positivi non possono che confortarci.
altresì evidente che, in questa situazione, il compito delle Amministrazioni locali e della Regione consiste nel fare ogni sforzo possibile perché questa ripresa si consolidi. Abbiamo risorse e mezzi - nel bilancio del 2007 sono significativi e saranno altrettanto significativi anche negli anni futuri - per dare un contributo concreto all'espansione di questa ripresa economica.
evidente, però, che la stessa attenzione che mostriamo e concretamente pratichiamo nei confronti dell'impresa e del sistema economico della nostra Regione la dobbiamo porre anche rispetto alle fasce più deboli.
Credo che alcuni stanziamenti, di cui darò maggiori dettagli nella trattazione del bilancio 2007, confermino più in generale nella nostra legge finanziaria questa attenzione. Gli elementi caratterizzanti sono i seguenti. Un primo elemento è dato dal livello di Welfare generale inserito nei bilanci degli anni precedenti, che è assolutamente confermato, direi quasi rinforzato, nel bilancio 2007, accanto ad un'iniziativa - mi permetto di dire - non certo originale, ma certamente positiva, che immagina che nessun tributo sia aumentato nel corso del 2006. Per i presupposti che ho cercato di enunciare nella fase precedente, credo che sia già un obiettivo importantissimo.
Per quanto riguarda un secondo elemento, riprendo anche ciò che diceva il Consigliere relatore Rabino. In merito alla tempistica di approvazione certamente, abbiamo responsabilità come Giunta in termini di presentazione.
Purtroppo, sono evidenti i legami di ogni documento economico, ovvero, era indispensabile giungere all'approvazione dell'assestamento 2006 per presentare la finanziaria. I tempi di approvazione sono ben noti al Consiglio regionale, conseguentemente, la finanziaria non ha potuto che tenere conto di questa tempistica, con un evidente limite, riscontrato anche nelle Commissioni competenti, che ha portato ad interventi piuttosto massicci da parte delle Commissioni, e per esse da parte degli Assessori di variazione rispetto alla legge finanziaria originaria presentata, se non ricordo male, il 14 dicembre e anche rispetto al bilancio di previsione 2007, che ha avuto importanti variazioni.
evidente, altresì, che, in qualche modo, l'attività dell'Amministrazione regionale risulta anche condizionata per la possibilità di utilizzare solo in dodicesimi le spese straordinarie rispetto a quella che potrebbe essere un'attività a pieno regime.
Qualcuno potrebbe affermare che, per un Assessore al bilancio l'esercizio straordinario è una modalità di controllo della spesa, però la nostra Regione, per le ragioni illustrate prima, ha bisogno di viaggiare a pieno regime. È evidente, quindi, che prima riusciamo ad approvare il bilancio, prima riusciremo a mettere in atto le iniziative e le politiche che il bilancio, e la legge finanziaria in particolare, comportano.
Per quanto mi riguarda, faccio mia la proposta del relatore compatibilmente e relativamente agli obblighi e agli impegni dell'Amministrazione regionale, ovvero di essere coerente e conseguente nell'approvazione e nella predisposizione dei documenti, rispetto a quello che sarà - come mi auspico - un calendario che il Consiglio regionale e le Commissioni competenti presenteranno a suo tempo.
Fatto questo inquadramento di carattere generale, vorrei entrare più nel dettaglio.
Sostanzialmente possiamo affermare che questa legge finanziaria è caratterizzata da tre obiettivi. È una finanziaria che tenta un'azione di sostegno significativo del sistema economico regionale (che certamente dà alcuni segni di ripresa, anche consistenti); prevede il mantenimento di un adeguato livello di Welfare o, quanto meno, non ne compromette in alcun modo gli stanziamenti precedenti; e non prevede alcun aumento nella pressione fiscale ai danni dei cittadini e/o delle imprese.
Nell'ambito delle entrate, possiamo affermare che sui 17 miliardi e 450 milioni con cui si chiude e pareggia il nostro bilancio, 8 miliardi e 649 milioni di euro sono le entrate relative ai tributi. Tali entrate sono, per una parte, condizionate direttamente dall'Ente regionale e, per un'altra tutte destinate alla spesa per la sanità. Conseguentemente, essendo state le entrate definite nell'ambito di un accordo fra Stato e Regione, questo anno vede, per la prima volta, una programmazione triennale delle entrate per il sostegno del sistema sanitario, che permettono all'Ente una programmazione che possa andare oltre i dodici mesi.
A fianco di queste entrate relative ai tributi, vi sono i contributi per i trasferimenti da parte dell'Unione europea e dello Stato, per 787 milioni di euro. Sono cifre che si riducono di anno in anno e tenderanno sempre più a diminuire.
In particolare, credo che in questa situazione sia da sottolineare un recente, anzi recentissimo, documento predisposto dalla Commissione organizzata dal Ministro Padoa-Schioppa, sul federalismo fiscale. È un documento molto articolato e molto concreto, in parte emendabile, ma certamente un primo passo concreto verso il federalismo fiscale nella direzione auspicata, ovvero con un'autonomia impositiva rilevante e significativa da parte dell'Ente locale e della Regione, e con una possibilità di incasso diretto dei nostri tributi.
Come sapete, questo è un aspetto che abbiamo più volte sottolineato non dico come risolutivo della situazione finanziaria del nostro Ente, ma certamente importante per movimentare e migliorare i movimenti di cassa della Regione.
Nell'ambito della partita relativa ai tributi, credo debbano essere ricordati tre elementi già inseriti nella Finanziaria, a seguito della discussione e dell'approfondimento nelle Commissioni competenti. È un emendamento che verrà portato alla vostra attenzione e che è già stato oggetto di discussione, nell'ambito delle Commissioni competenti. In particolare, tutta questa parte si riferisce all'IRAP.
La legge finanziaria contempla e prevede tre passaggi, secondo me importanti, dal 1° gennaio 2008: una riduzione dell'IRAP per le IPAB, che potranno passare dall'8,50 di imposta al 4,25; un dimezzamento dell'imposta, sempre relativa all'IRAP, per le Onlus che si occupano di assistenza scolastica, sociale e sanitaria (che passeranno da 4,25 al 2,25%); un altro importante e significativo intervento relativo ad ottenere un credito d'imposta per l'IRAP pagata sui contributi ottenuti a seguito degli eventi alluvionali, che a mio avviso sana una lacuna della legge istitutiva, che prevedeva, per questi contributi, l'esenzione dell'imposta IRPEF e dell'IVA, ma nulla diceva in merito all'IRAP.
Credo che con questo intervento si possa dare un segnale concreto e significativo per correggere un errore.
Infine, vi è un quarto documento, che non entra ancora nel merito e nel dettaglio della questione relativa all'IRAP, ma fa assumere all'Amministrazione regionale, un impegno, io dico di riordino complessivo della partita relativa alle addizionali (a mio avviso sarà utile esaminare anche la questione e il comparto relativo all'IRAP) ma, comunque, una situazione in cui è previsto che, a parità di gettito complessivo dei tributi regionali, si intervenga per individuare un sistema che metta nelle condizioni di incidere progressivamente sull'addizionale IRAP, a seconda delle fasce di reddito, che tuteli le fasce dei cittadini più deboli e che in qualche modo metta nella situazione di sanare un aspetto forse sottovalutato, ma certamente significativo e discorsivo, della legge finanziaria nazionale.
In realtà, come tutti sappiamo, la legge finanziaria nazionale prevede per i coniugi e i figli a carico, il passaggio dalla deduzione alla detraibilità degli importi. Ovviamente questo ha inciso sulle imposte che complessivamente vengono pagate, ma, di fatto, e paradossalmente, ha aumentato i redditi imponibili.
Il che ha voluto dire, e vuole dire, che, per quanto riguarda le addizionali IRPEF, a livello locale, comunale e regionale, i redditi IRPEF sono cresciuti e, quindi, hanno aumentato l'imposizione, con un evidente controsenso anche rispetto all'obiettivo certo del Governo di arrivare ad un contenimento dell'imposizione fiscale e certo non ad un inasprimento.
In questo emendamento cerchiamo di prevedere, per il 2008, un sistema che intervenga per correggere questa evidente distorsione.
Per quanto riguarda le uscite, pareggiano a 17 miliardi e 450 milioni: 5 miliardi e 600 milioni sono, sostanzialmente, partite di giro, 9 miliardi e 492 milioni sono spese correnti, 2 miliardi e 34 milioni sono spese in conto capitale.
Nel quadro generale, ovviamente, la sanità fa ancora la parte del leone nel nostro bilancio.
La partita corrente della sanità chiude a 7 miliardi e 593 milioni, con 334 milioni di investimenti. Su questa componente così significativa del nostro bilancio, è opportuno ricordare che i trasferimenti nazionali, fatti e calcolati con la logica che prima richiamavo, ammontano a 7 miliardi e 160 milioni di euro: ciò significa che la differenza - circa 400 milioni è finanziata direttamente sul bilancio della Regione.
Credo che questo sia un elemento importante, perché con la chiusura a 7 miliardi e 593 milioni noi facciamo un'operazione unica nella storia della nostra Regione, perché, fondamentalmente, ci accolliamo - e chiudiamo - la partita relativa alle perdite pregresse della sanità dal 2004 indietro, con un onere a carico del nostro bilancio di oltre 100 milioni l'anno.
Chiudiamo, a titolo definitivo, anche il disavanzo del 2006 e copriamo sulla base di quelle che sono le previsione di spesa, anche il bilancio del 2007, auspicando ovviamente (anche rispetto a quelle che sono state le previsioni sul bilancio del 2007) che si possano consuntivare dei miglioramenti che possano alleggerire ulteriormente la nostra situazione.
Certamente, con il bilancio 2007 facciamo un punto non solo chiaro della situazione, ma anche definitivo, sul pregresso.
Resteranno solo - "solo" per modo di dire - le quote d'ammortamento del debito assunto a seguito delle perdite precedenti al 2004, che, come ho detto, incidono per circa 100 milioni. Rispetto ai successivi ed ulteriori disavanzi, tutte le partite sono chiuse e con un consuntivo di 7 miliardi e 538 milioni, la previsione è che anche l'esercizio 2007 possa trovare una situazione di assoluto pareggio.
Rispetto alle considerazioni che facevo nella parte preliminare, vorrei sottolineare che questo bilancio ha degli ammontari significativi a sostegno dell'industria, ma anche di quelli che abbiamo detto essere dei segni di evidente ripresa del nostro sistema. In particolare, vorrei ricordare il finanziamento di due leggi importanti, la legge n. 4 sulla ricerca e sull'innovazione, e la legge n. 34, Testo Unico sulle industrie che prevedono, rispettivamente, 80 milioni di stanziamento per la prima e 120 milioni di stanziamento per la seconda. Sono cifre significative soprattutto se le aggiungiamo alle importanti cifre già impegnate sul bilancio del 2006 (circa 140 milioni) sempre per l'industria, che avranno la loro esplicitazione e i loro effetti sull'esercizio del 2007.
A questo proposito, credo che si renda oggettivamente urgente compatibilmente con i tempi di approfondimento del Consiglio regionale l'approvazione della legge su Finpiemonte, per dare piena attuazione anche agli interventi a sostegno della nostra industria, che, come sapete, in questo momento hanno una fase di indubbio rallentamento per quelli che transitano attraverso Finpiemonte, proprio in relazione all'attesa riorganizzazione delle due Finpiemonte, che nasceranno dalla scissione che il 7 maggio l'Assemblea dovrebbe approvare.
Altre cifre significative sul bilancio sono quelle legate agli oneri finanziari. Gli oneri finanziari complessivi ammontano a 435 milioni: di questi, circa il 50% sono a carico dello Stato (mutui con oneri a carico dello Stato). Il peso degli oneri finanziari - quote capitale e quote interessi - a carico della sola Regione sono di 240 milioni di euro. È una cifra significativa - non così significativa alla luce delle dimensioni del bilancio regionale - ma certamente la partita relativa ai finanziamenti e ai mutui deve essere seguita e monitorata con grande attenzione.
Le ragioni della situazione finanziaria regionale sono già state illustrate in più circostanze. Forse, però, vale la pena risottolinearle.
evidente che, da una parte, il rallentamento nei trasferimenti dello Stato condiziona inevitabilmente il nostro bilancio e, a cascata, il sistema dei pagamenti della Regione. L'utilizzo di fondi riscossi nel passato (a fronte dei quali, oggi, vi sono le necessità e quindi le iniziative da finanziare, che devono essere sostenute con denaro fresco non rinveniente, ovviamente, dai trasferimenti) condiziona certamente il nostro bilancio.
Senza dubbio, influisce ulteriormente anche la dimensione significativa della spesa sanitaria sul totale delle spese della nostra Regione, quindi appare sempre più necessario quel monitoraggio, quel contenimento e quegli obiettivi di razionalizzazione - senza modifiche nella qualità; anzi possibilmente con un miglioramento della qualità del servizio - che tutti noi auspichiamo.
Un'altra cifra molto significativa del nostro bilancio, la seconda per entità e per tipologia di investimento dopo la sanità, riguarda i trasporti e la viabilità. Ormai ha assunto consistenti cifre: parliamo di oltre 500 milioni sulla spesa corrente e oltre 300 milioni sulla spesa di investimento, cifre importanti e, in qualche modo, tutte condizionate rispetto ai trasferimenti sul trasporto pubblico locale via gomma e su ferro.
Un'altra cifra certamente significativa che, in qualche modo, qualifica il nostro bilancio è quella relativa agli accordi di programma e alle intese istituzionali.
Come sapete, sono state ormai sottoscritte le intese istituzionali con le otto Province della Regione. Sono previsti investimenti per oltre 100 milioni di euro in un triennio. Nel 2007 gli accordi di programma prevedono lo stanziamento di un terzo di questo investimento per far partire quelle intese cui dovranno seguire degli specifici accordi di programma per darne attuazione.
Come dicevo prima, l'attenzione al mantenimento dei livelli di Welfare adeguati, a mio avviso, è caratterizzante del nostro bilancio. A questo proposito si possono sottolineare alcune iniziative già recepite nella legge finanziaria e oggetto di emendamenti presentati.
Intanto, come ha già ricordato il relatore Rabino, la conferma del fondo speciale per il sostegno al reddito dei lavoratori disoccupati. Nel 2006, sostanzialmente, rappresentava un elemento di eccezionalità, ma il fatto di averlo confermato nel 2007 ne fa un supporto concreto. Come l'Assessore Migliasso ha avuto modo di ricordare recentemente, certo il "successo", l'esigenza di poter attingere a quel fondo è stata significativa per il 2006, quindi credo che anche la postazione effettuata nel 2007 confermerà quest'esigenza e questa necessità.
Sottolineo, obiettivamente, in questo quadro anche un emendamento relativo alla stabilizzazione dei lavoratori precari della Regione. Un emendamento che sarà portato all'attenzione dell'Aula, nei limiti e con le modalità che la legge finanziaria prevede. Voi sapete che la legge finanziaria nazionale ha posto, secondo me positivamente, alcuni elementi importanti per la stabilizzazione del lavoro precario negli enti pubblici.
In particolare, la possibilità di stabilizzare a tempo indeterminato i lavoratori a tempo determinato che abbiano avuto un contratto continuativo per oltre tre anni e modalità per una stabilizzazione a tempo determinato per le CO.CO.CO.
chiaro che con quest'impegno noi orientiamo una volontà dell'Amministrazione regionale in questa direzione. Volontà che, peraltro è già stata esplicitata, per quanto riguarda l'Amministrazione regionale alle organizzazioni sindacali con un accordo che penso firmeremo venerdì mattina, che prevede la stabilizzazione di tutti i tempi determinati della Regione e un processo di stabilizzazione anche per le Co.Co.Co.
relativamente all'Ente Regione.
Un altro aspetto importante è relativo ad un articolo della legge finanziaria che riguarda il trasporto pubblico locale, con un abbassamento della percentuale di invalidità che permette il trasporto pubblico gratuito passando da una percentuale di invalidità dal 71% al 67% nell'arco di tre anni. Annovero anche questo fra quegli elementi che caratterizzano il bilancio dal punto di vista del Welfare.
Altri due provvedimenti molto significativi sono quelli relativi alla realizzazione di edilizia sovvenzionata con il progetto "Diecimila alloggi", che prevede fondi stanziati per 44 milioni nel 2007, per 91 milioni nel 2008 e per 114 milioni nel 2009. Le cifre danno la dimensione dell'investimento che l'Amministrazione regionale farà nei prossimi anni non dico per risolvere, perché non sarà nelle condizioni di risolvere, ma certamente per attenuare in modo significativo il problema della casa soprattutto per le generazioni più giovani.
L'ultimo provvedimento è legato all'agevolazione dell'accesso al credito per l'imprenditoria femminile e giovanile, per mettere i ragazzi più giovani e le donne nelle condizioni di accedere a forme di credito agevolato per attività imprenditoriali.
Concludendo, devo ringraziare la I Commissione e, in particolare, il Presidente Ronzani per il lavoro svolto in questi mesi. Un ringraziamento alla Presidente e a tutti i membri delle Commissioni. Se siamo arrivati ad un documento piuttosto impegnativo da esaminare nella I Commissione questo è dovuto, soprattutto e sostanzialmente, al fatto che i colleghi Assessori e tutti i Consiglieri regionali hanno approfondito e discusso questo documento nel lavoro di Commissione e portato all'attenzione una serie di emendamenti importanti e significativi che fanno di questa legge finanziaria uno strumento importante per il progresso e per la nostra Regione. Grazie.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mi richiamo anche al Regolamento, se del caso, per superare i dieci minuti, vista l'importanza della legge che stiamo discutendo (mi sembra sia previsto dal Regolamento per provvedimenti particolari). Non preannuncio interventi lunghi, richiamo quest'articolo, che potrebbe essere utilizzato dal Presidente quando segue fedelmente l'orologio.
Entrando nel merito, credo si debba evidenziare una considerazione sulla sollecitazione del relatore in ordine alle tempistiche con le quali lavoriamo - anche l'Assessore lo ha richiamato - sui documenti di bilancio.
Non si può affrontare una tematica come questa a spizzichi e bocconi.
C'è un problema generale di Regolamento che, naturalmente, è già stato approfondito in Commissione Regolamento e ne stanno parlando in Conferenza dei Capigruppo. Quella è la sede giusta per esaminare tutti i provvedimenti che, annualmente, sono ripetuti all'interno delle Commissioni e dell'Aula per compiere le scelte fondamentali, strategiche, di programma e anche di indirizzo gestionale per tutta la Regione.
Per quanto riguarda il merito, farei una considerazione dal punto di vista generale in ordine alla situazione di cassa. Adesso ci arrabattiamo per spingere al massimo le cifre stanziabili, le cifre del bilancio di competenza che legittimano i vari Assessorati ad avviare programmi e a adottare delle decisioni con risvolti finanziari. Alla fine o trasferiamo ad altri enti le nostre risorse, oppure dobbiamo trasferirle al sistema delle imprese sia nel campo delle opere pubbliche, sia nel campo degli investimenti e dell'erogazione dei servizi, ma se alla fine non siamo in grado di pagare? Guardate che c'è una situazione di grave crisi sotto questo punto di vista. Vediamo un po' se riusciamo ad andare a ritroso.
Cominciamo a suddividere, anche in termini di cassa, gli impegni di pagamento non procrastinabili e quelli che, invece, possono essere gestibili in un'ottica di carattere di mutua assistenza. Magari, se io passo tramite un altro ente, può darsi che questo, a modo suo, possa fare polmone. Oggi come oggi è l'impresa finale che deve indebitarsi e stare scoperta in banca, pagare gli interessi e, di fatto, finanziare il Comune che riceve il contributo dalla Regione e, alla lunga, finanziare per un anno magari la Regione stessa. La cosa, ovviamente, si accentua nei grandi aggregati di spesa. Pensiamo alla sanità: è naturalmente uno stato di cose che, sotto questo profilo, cumula delle cifre veramente grosse.
Di conseguenza, ritengo che nel sistema sul quale lavoriamo (bilancio di competenza, conto dei residui, bilancio di cassa, patti di stabilità) tutti mettono rubinetti, ma poi non c'è l'acqua nella tubazione, per cui abbiamo, sì, tutti questi rubinetti, ma il fluido non scorre e, se non scorre il fluido, il sistema si ferma.
Faccio un esempio: l'edilizia. Abbiamo decantato il Piano degli alloggi: è una necessità sociale importante. Siamo d'accordo. Tuttavia, ho letto bene negli emendamenti e nella legge finanziaria: per 250 milioni di euro attingiamo ad economie di fondi statali reimpostati (perché erano nel 2001, sono andati nei perenti, sono fondi vincolati, sono fondi per fortuna non stornabili, devono resuscitare, sappiamo com'è la storia). Però, al di là di quello, sappiamo anche che lì andranno ai Comuni o alle ATC, i quali hanno dei prezziari molto stretti, lavoreranno delle imprese... Quante imprese che lavorano per gli istituti per le case popolari, le ATC, molte volte sono andate in crisi, se non addirittura hanno portato i libri in tribunale perché già i prezziari erano stretti e i tempi di pagamento alla fine erano insopportabili? Ecco, faccio un esempio per dimostrare che bellissimi programmi programmi che hanno un'alta valenza sociale, se non c'è poi il flusso di cassa adeguato, alla fine rischiano veramente di creare più guai di quelli che invece vorrebbero in qualche modo risolvere.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, a metà del suo intervento mi permetto di interromperla per dire che ho fatto una verifica sul Regolamento, ma come immaginavo il termine è di dieci minuti. La Conferenza dei Capigruppo non ha definito un altro termine e quindi la pregherei, rimettendomi ovviamente alla sua gran sensibilità istituzionale, di rispettare i tempi.



CAVALLERA Ugo

Sollecito la Conferenza dei Capigruppo ad essere di manica più larga almeno per la discussione del bilancio che avverrà dopo. Da qui al disegno di legge 380 farete una Conferenza dei Capigruppo, e io modestamente propongo un po' più di elasticità. Comunque, non c'è problema, in quanto avremo modo di intervenire sui vari articoli.
Adesso ho voluto solo fare un esempio per dire che vi è una grossa criticità. Ovviamente, dal punto di vista delle partite che pesano di più vi è la sanità. Per la sanità, si diceva prima - ne prendiamo atto, noi l'avevamo già detto in precedenza, quando non era ancora Assessore il Vicepresidente Peveraro - che era opportuno stanziare prima di tutto le coperture per il disavanzo del 2004, che ormai, al di là della certificazione, era noto da tempo. Adesso si dice giustamente: dobbiamo trasferire alle ASL il controvalore di quelli che sono gli oneri della cartolarizzazione attingendo da risorse certe (addizionale IRPEF).
A proposito di tasse. Collega Rabino, non è che la Giunta non abbia messo tasse, non ne avrà messe delle nuove, però le ha confermate tutte.
Faccio presente che noi il disegno di legge finanziaria e di bilancio in Commissione non l'abbiamo votato, abbiamo votato contro o ci siamo riservati in Aula... Voi le avete confermate tutte le tasse che ci sono quindi non ce ne sono delle nuove, ma avete comunque confermato...



CAVALLERA Ugo

RABINO Mariano (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo

Ci sono anche delle riduzioni.



CAVALLERA Ugo

Naturalmente, per qualche badilata di ghiaia in meno sulla sabbia avete fatto... Sì, sulle ONLUS, sulle IPAB, tutto quello che vogliamo...
Sono ovviamente cose encomiabili, peraltro proposte da più parti e finalmente accettate dalla maggioranza e dalla Giunta, però non andiamo a dire in giro così, perché le tasse regionali ci sono e la nostra è certamente una delle Regioni che esercitano una forte pressione fiscale.
Andando velocemente a un tema che mi interessa, rimandando l'agricoltura a degli interventi specifici, voglio sottolineare il discorso delle bonifiche in termini di oneri che qui sono previsti, per quanto riguarda le bonifiche nazionali, sostanzialmente con una partita di giro.
Giustamente l'Assessore diceva: "Ci sono dei finanziamenti che vengono dati sotto forma di mutui a totale carico dello Stato e allora, a questo punto, lo Stato paga gli interessi". Tuttavia, volevo fare presente che non capisco come mai nella norma di carattere generale si esclude la possibilità di contrarre mutui per finanziare la bonifica di Saliceto anche perché, da quanto mi risulta, l'Assessore De Ruggiero - che non vedo presente - ha ritenuto chiusa in modo troppo anticipato la questione dell'ACNA.
Lì a Saliceto, mi diceva il Sindaco, ci sono ancora da 100 a 200 mila metri cubi di terreno contaminato (Piemonte, Comune di Saliceto, località Pian Rocchetta) ancora da bonificare. Avendo fatto la bella pensata di accettare lo sdoppiamento tra il commissariamento nel Comune di Cengio per bonificare la parte ACNA in Liguria e, viceversa, non avendo più chiesto il commissariamento per il Piemonte (per cui prima si prevedeva di prendere questi 200 mila metri cubi e portarli all'interno dell'ACNA, ma oggi come oggi non è più così), dobbiamo provvedere a bonificarli per nostro conto.
un grave pericolo che abbiamo sulla nostra testa, che hanno tutti gli abitanti della Valle Bormida, della provincia di Cuneo, di Asti e di Alessandria.
Poi interloquirò sull'articolo specifico con l'Assessore De Ruggiero perché, visto che è un'emergenza, a mio avviso, già dalla finanziaria occorre l'identificazione di un intervento specifico per completare quella bonifica.
Mi riservo, ovviamente, in materia agricola poi gli interventi sugli articoli specifici.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale ai docenti e agli allievi della scuola elementare statale di Lorenzè in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Desidero salutare a nome di tutto il Consiglio i docenti e gli allievi della scuola elementare di Lorenzè in visita al Consiglio regionale.
Stiamo discutendo del bilancio e della legge finanziaria: sono gli atti più importanti dell'anno. Voi siete arrivati proprio nel bel mezzo della discussione. Benvenuti e grazie della vostra visita.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 379, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2007" (seguito)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Anche io ringrazio l'Assessore, il relatore della legge, il Presidente della Commissione. Ho partecipato quasi sempre ai lavori della Commissione e questo mi ha aiutato a capire meglio una materia molto complessa.
Alla proposta del relatore Rabino ha già risposto il collega Cavallera in parte poi ci saranno altri a commentare ed approfondire. Io voglio solo ricordare al collega che sarebbe interessante, al di là di quando sarà approvato il bilancio, sapere quando verranno utilizzate le risorse, quando verranno impegnate le risorse.
Ricordo, ad esempio, i 20 milioni per gli anziani non autosufficienti che abbiamo approvato l'anno scorso col bilancio di aprile, che però sono stati impegnati a novembre. Quindi l'approvare un mese prima o un mese dopo il bilancio diventa irrilevante e sarebbe interessante chiedere all'Assessore al bilancio quando sono state impegnate le risorse un po' per tutti gli Assessorati per quanto riguarda l'anno scorso. È un controllo che voi fate penso ogni mese e che può aiutarci a capire meglio, ma anche a far capire ai cittadini che magari, quando si prepara il bilancio, leggono un certo comunicato stampa ("Venti milioni per gli anziani non autosufficienti"), quando si approva il bilancio in Consiglio leggono un altro comunicato stampa ("Venti milioni agli anziani non autosufficienti") e pensano che i milioni destinati alle case di riposo siano 40.
Ricordo un comunicato della Provincia di Alessandria su un giornale locale: "Finalmente altri soldi per gli anziani non autosufficienti".
Leggendo così, uno pensa che i milioni siano 60 e invece sono sempre quei 20; milioni che le case di risposo riceveranno, per la disponibilità di cassa cui faceva cenno il collega Cavallera, magari nel 2008, anche se approvati dal Consiglio regionale nell'aprile del 2006.
Leggendo un po' questa finanziaria regionale, mi viene in mente di paragonarla a un treno. Sarà che sono pendolare, Assessore, quindi... Come? No, non del treno dei desideri, ma di un treno che non si ferma in tutte le stazioni. In qualche Comune neanche si avvicina, tante volte il ritardo fa salire le soluzioni dei problemi dei cittadini, sulla legge finanziaria ovvero, su questo treno, tentano di salire un po' tutti: gli Assessori, i Consiglieri regionali, i vari dirigenti, i vari suggerimenti di Enti locali e associazioni.
Noi nella finanziaria leggiamo di tutto. Ci sono tantissimi articoli che modificano altri articoli di legge e rendono, quindi, difficile quel discorso di semplificazione e di trasparenza legislativa che è un po' il vanto di tutti i politici. Un politico, quando parla fa sempre un cenno alla semplificazione amministrativa, alla trasparenza e poi magari, un domani, per andare a cercare le varie leggi, dobbiamo fare ricorso, oltre che al testo unico, a tanti punti inseriti su questo treno.
Noi vediamo che ci sono articoli di modifiche di legge e di sostituzioni di altri articoli. Articoli che cambiano la presentazione delle domande, i finanziamenti, la compartecipazione dei costi sostenuti la copertura dei disavanzi; articoli di spese e trasporto delle carcasse di animali, oppure articoli di contributi ad organizzazioni di volontariato.
Allora ognuno si stupisce e dice: "Trecentomila euro per i coordinamenti delle associazioni di volontariato. Quindi, la Regione crede nel volontariato e s'impegna di più". Non sono però somme aggiuntive, è solo un articolo messo lì che dice che, dopo cinque-sei anni, la Regione dà contributi alle associazioni di volontariato e ai coordinamenti.
Probabilmente, per esigenze di maggior interpretazione della legge, si mette un articolo nella finanziaria e si dice "si può fare, ma dopo cinque anni".
Allora invito il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza a prendere questo treno, a inserire un emendamento, perché se il Consiglio regionale deve organizzare la Giornata del volontariato in piazza l'ultima domenica di settembre, bisogna chiaramente che la Giunta trasferisca al Consiglio almeno la cifra che ha speso negli anni precedenti.
Faccio un invito: deve essere l'Ufficio di Presidenza a curare gli interessi, visto che la giornata del volontariato è stata assunta dal Consiglio. È importante che si aggiunga un emendamento all'articolo "Contributi al coordinamento delle organizzazioni di volontariato", che io approvo, tant'è che quand'ero Assessore al volontariato ho sempre dato questi contributi ai coordinamenti.
Mi stupisco di vederli come articolo di legge. O abbiamo sbagliato noi come Giunta Ghigo, a dare questi contributi, ed ha sbagliato anche l'anno scorso la Giunta Bresso, perché sono stati dati, o forse non c'era la necessità di inserire quest'articolo. Se c'è la necessità - a maggior ragione, lo dico anche ai Consiglieri di maggioranza - state attenti a prendere il treno, se si ferma ad una stazione a voi vicina, perché se no ne parliamo il prossimo anno e magari ci dicono anche: "Come, non sapevi che potevi fare un emendamento alla finanziaria per qualsiasi cosa, perch così è?" C'è anche un articolo per il piano occupazionale dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali. C'è veramente di tutto. Però non vedo traccia di altri articoli, che pensavo che l'Assessore alle pari opportunità, che ho visto prima, facesse inserire (se non lo fa inserire presento un emendamento) per far prendere il treno alle donne vittime di violenza, alle donne maltrattate. Noi, come Consulta delle Elette, abbiamo presentato il 27/11/2006 una legge al Parlamento per l'istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti.
La legge è ferma, però il treno della finanziaria regionale pu permettere di trasferire, senza somme aggiuntive, parte dei finanziamenti che sono consistenti, essendo quest'anno l'anno delle pari opportunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Colleghi, farò tre considerazioni brevi, riconoscendomi nelle osservazioni che ha fatto il Consigliere Rabino nella sua relazione, ma anche nei ragionamenti che ha svolto il Vicepresidente Peveraro.
La prima considerazione è sugli elementi di contesto nei quali si colloca questa manovra di bilancio. La seconda su due aspetti della manovra, quelli che ritengo più qualificanti di questa manovra. Sono necessità che ha posto il Consigliere Rabino e che ha ripreso il Vicepresidente Peveraro, riguardanti l'esigenza di tornare ad una normalità per quanto riguarda il rispetto della scadenza del 31/12 ai fini dell'approvazione del bilancio. Nel dibattito in Commissione, molti colleghi (in particolare il Consigliere Burzi) hanno molto insistito sul livello di indebitamento della nostra Regione, ritenendo ormai questo livello di indebitamento un dato patologico che dovremmo guardare con estrema preoccupazione.
Sono dell'opinione che noi non dobbiamo sottovalutare queste questioni anzi ritengo che il problema vada affrontato per quello che è.
Pur ponendomi il problema di come governare questo fenomeno, intanto vorrei capire quali sono le ragioni per le quali questa Regione ha quel tipo e quel livello di indebitamento.
Credo che possono essere due le ragioni che individuiamo alla base del processo di indebitamento. La prima, come ricordava il Vicepresidente Peveraro nel suo intervento ma anche il Consigliere Rabino, dipende dal fatto che vi è una quantità di trasferimenti dello Stato che non vengono effettuati entro i tempi previsti. Questa questione sta diventando seria.
un problema non nuovo, un problema antico per la nostra Regione, ma evidentemente il fatto che lo Stato ritardi i trasferimenti nell'ordine di tre miliardi di euro non può non incidere pesantemente sulla formazione delle politiche di bilancio e non può non determinare un aumento del processo di indebitamento.
questa indubitabilmente la prima questione. C'è anche un meccanismo perverso che s'innesca per effetto di questo fatto, che il Vicepresidente Peveraro ha ricordato in Commissione. Lo Stato non trasferisce le risorse sono costretto a fare ricorso al sistema bancario, pago interessi passivi i fornitori vengono pagati in ritardo, perché il circolo vizioso comprende questo passaggio: il fornitore che viene pagato in ritardo sconta dei prezzi più alti; il meccanismo è perverso. Tutto questo incide pesantemente sulla condizione finanziaria della nostra Regione.
un punto che dobbiamo affrontare con molta forza, perché, se non ricordo male, questo dato è più grave in Piemonte che in altre Regioni; per questo, oggi, è giusto porsi un problema antico, però, in maniera diversa.
In passato abbiamo contemplato la questione, oggi affrontiamola.
Ha ragione il Vicepresidente Peveraro a dire che dobbiamo discutere con il Governo i termini credibili e concreti di un piano di rientro. Questa è la prima risposta al problema che pone il collega Burzi.
Secondo me, c'è una seconda causa - anche questa è una causa che non può essere esorcizzata - tutti gli anni noi ci confrontiamo con un problema non secondario: i fondi dello Stato vincolati da reimpostare.
Badate, anche questo incide sulla formazione di un bilancio regionale perché un conto è immaginare una politica di bilancio avendo alcune coordinate definite, un conto è immaginarla non sapendo o, meglio scontando il fatto che non ci sono i trasferimenti, dovendo mettere nel conto che una parte di quel bilancio va impiegato per fare cose che avrei dovuto fare da tempo e le cui risorse ho utilizzato per fare cose diverse da quelle per le quali quei soldi mi erano stati trasferiti; questo è il punto vero.
Naturalmente, la questione è seria, perché, se non ricordo male arriviamo a poste al bilancio di questa entità: 450 milioni circa nel 2006 e 250-300 milioni nel 2007, diciamo che è un problema aperto di fondi da reimpostare, che, oggi, è stimabile intorno ad un miliardo e 800 milioni.
Voi capite cosa significa? Credo che su questo punto - il collega Burzi, forse, lo aveva accennato in Commissione - vada aperta una riflessione - non so come chiamarla: bipartisan, dialettica. In sostanza, dobbiamo domandarci in che misura e quali di quei fondi da impostare e quali di quelle risorse vanno ancora impiegate per fare certe cose oppure no, una verifica da questo punto deve essere fatta, perché è evidente che siamo in presenza di un problema che incide pesantemente sulla politica di bilancio della nostra Regione. Da qui l'urgenza di fare questa verifica per capire quali di queste reimpostazioni, che dovremmo affrontare nei prossimi mesi, abbiano ancora un valore; allora, va da sé che nella politica di bilancio queste vanno iscritte e quali, invece, probabilmente, hanno meno cogenza, meno valore e, probabilmente, devono essere considerate non vincolanti.
Più in generale - ha ragione il collega Peveraro - c'è una questione di fondo che riguarda il federalismo fiscale. Noi abbiamo fatto la riforma del Titolo V, abbiamo trasferito competenze alle Regioni, ma siamo un'anatra zoppa, abbiamo competenze da esercitare, da una parte, ma, dall'altra, non abbiamo quell'autonomia completa sul piano finanziario e fiscale, che è lo strumento con il quale fare quelle politiche.
Vicepresidente Peveraro, prendo atto che, finalmente, dopo tanti anni di discussioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni, oggi, discutiamo di un'ipotesi di federalismo fiscale, che non è la declamazione del problema è il tentativo di tradurre in norme di legge un'ipotesi di federalismo fiscale. Questo mi sembra un fatto positivo, che completa il ragionamento sul Titolo V.
Una seconda considerazione rapidissima relativamente ad alcuni aspetti della manovra: noi abbiamo finanziato il debito della sanità - su questo credo che torneranno alcuni colleghi - abbiamo coperto - lo diceva il Vicepresidente Peveraro - il buco del 2006. Vorrei dire che questa è stata una scelta politica, di cui non dobbiamo sottovalutare il valore, anche se credo - lo dico ad alta voce - che rimanga aperto il problema di un controllo della spesa sanitaria, di una qualificazione della spesa sanitaria. È anche per questo che ritengo che il controllo di gestione sulle spese della sanità vadano portate fuori dalla sanità, non mi convince una sanità che controlla se stessa. Naturalmente, è un'opinione mia, ma penso che questo nodo sia in qualche modo ineludibile, però, è un fatto la decisione di finanziare con risorse regionali il disavanzo della sanità, è una scelta che ci ha consentito di non inasprire la manovra fiscale.
Prima avete interrotto il collega Rabino - è vero, non abbiamo tolto delle tasse, ma non ne abbiamo introdotte, non abbiamo ancora tolto quelle che avete messo voi: l'IRPEF, nella misura massima consentita. Abbiamo cominciato una manovra sui ticket, graduale fin che volete, ma è difficile pensare e sostenere che non sia avvenuto questo tipo di intervento da parte di questa Giunta.
In ogni caso, la questione dell'IRPEF ha un significato politico, di politica economica complessiva, perché in una fase di ripresa dell'economia abbiamo scelto di non inasprire la pressione fiscale, ritenendola una leva da non utilizzare se volevamo incoraggiare i processi di crescita che riguardano la nostra economia.
Quindi, da una parte, nessuna manovra sulle entrate e, dall'altra, una politica di investimenti che facciamo con le leggi e i fondi europei, per favorire quei processi di innovazione e di posizionamento dell'industria che per noi sono fondamentali per consentire al Piemonte di vincere la sfida della globalizzazione. Questo è un aspetto non secondario della manovra che stiamo realizzando.
Vedete, secondo me, in questa politica, tutto si tiene. Relativamente alle liberalizzazioni ci dice che non bastano, ma, intanto, chi era al Governo prima non le ha fatte, da una parte. Gli interventi sul cuneo fiscale - fatti anche questi dal Governo - la decisione regionale di non aumentare l'IRAP e la scelta di avviare processi di stabilizzazione dei rapporti di lavoro sono i tasselli di una politica economica e industriale che, fondamentalmente, si pone due obiettivi. In primo luogo, restituire dinamismo all'industria italiana, tutelare il potere d'acquisto dei lavoratori, stabilizzare nella misura più graduale possibile i rapporti di lavoro. Mi pare questo il senso, il cuore della proposta che noi stiamo facendo.
Ancora un'ultima questione prima di terminare. Noi ci assumiamo la responsabilità e l'impegno di presentare i documenti di bilancio e di approvarli entro il 31/12. Su questo lancerei una sfida, per modo di dire ai Gruppi di minoranza: il terreno sul quali dividerci sono i contenuti della politica di bilancio e gli obiettivi della politica di bilancio, non le date, perché quale che sia la maggioranza che governa una Regione, non è interesse di nessuno, maggioranza e opposizione, che noi approviamo i bilanci dando per scontato il ricorso all'esercizio provvisorio. Non si governa con le politiche dei dodicesimi e non si governa in una fase come questa in cui noi a giugno dovremmo, in teoria, presentare un assestamento di bilancio! Penso anch'io che varrebbe la pena che su questo terreno ciascuno si assumesse le proprie responsabilità, la Giunta per prima le sue e noi le nostre, affinché si possa approvare in questa Regione, dopo tanti anni, il bilancio entro il 31/12.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, stiamo parlando di un atto estremamente importante per la nostra Regione e per la comunità piemontese. Sinceramente, ci sarebbe molto da dire, visto anche l'incredibile ritardo con cui questo bilancio viene affrontato dal Consiglio. Ricordo che il Bilancio e tutti i suoi collegati, che vanno al Documento di Programmazione Economico Finanziaria alla legge finanziaria, avrebbero dovuto essere approvati entro la fine del 2006. Poi, il tempo è passato, i ritardi si sono accumulati ai ritardi e, praticamente, siamo arrivati ad avere ancora ad aprile il bilancio da approvare.
Per correttezza e serietà nei confronti dei cittadini piemontesi dell'impresa piemontese, degli Enti locali piemontesi, crediamo che questo bilancio e anche questa legge finanziaria non possano attendere oltre per essere approvati, proprio perché, altrimenti, non arrecheremmo un danno politico ad una parte politica, ma causeremmo un danno economico al Piemonte e ai piemontesi, che noi assolutamente non possiamo volere.
chiaro che, comunque, non siamo d'accordo con questo documento; su alcune cose, sì, ci mancherebbe altro, anche perché la maggior parte dei fondi previsti a bilancio è destinata a spese obbligatorie, la maggior parte delle leggi che vengono finanziate o rifinanziate con la legge finanziaria in esame in queste ore, giustamente, devono essere finanziate ci mancherebbe altro, alcune di più, alcune di meno. Certo, avessimo speso noi questo documento finanziario per il 2007, avremmo operato in modo diverso. Di certo, non avremmo rifinanziato una legge che va a favore della popolazione zingara - magari qualche esponente dell'opposizione è favorevole, ma noi no di certo - come non avremmo rifinanziato leggi o dato fondi a personaggi non graditi in Piemonte. Mi riferisco, ad esempio, a tutte le spese previste per i cittadini che, clandestinamente, soggiornano sul territorio nazionale. Come tutti sapete, oggi è stato presentato un rapporto sulla presenza extracomunitaria nella nostra Regione che, per ovvie ragioni, si occupa solo di extracomunitari regolarmente soggiornanti sul territorio.
Nonostante la previsione di circa 160 mila unità di extracomunitari regolari nella nostra Regione, si è invece arrivati, grazie all'incremento degli ultimi anni, a oltre 230 mila unità. Un aumento, quindi, non previsto e spaventoso.
Queste persone soggiornano regolarmente nella nostra Regione, quindi hanno diritto a tutti i servizi che diamo ai cittadini piemontesi: hanno diritto ad usufruire della sanità piemontese; hanno diritto ad usufruire di tutto quello che è un insieme di contributi, aiuti ed interventi, finanche all'assegnazione e alla ricerca di posti di lavoro. In Piemonte però, come dite anche voi nel Documento di Programmazione Economico Finanziaria analizzato ieri sera, le famiglie piemontesi non stanno così bene, dal punto di vista economico, tanto che si prevede un contenimento dei consumi sia per il diminuito potere di acquisto delle famiglie medie piemontesi sia perché, per paura del futuro, della pensione (arriverà o non arriverà) della malattia (ci saranno gli aiuti o non ci saranno) o del posto di lavoro (sempre più precario e meno sicuro), le famiglie piemontesi cercano di risparmiare tutto quello che possono.
Questo vuol dire diminuzione della spesa, della circolazione del denaro e della ricchezza complessiva del territorio piemontese. Ma non solo. Negli ultimi periodi è aumentata la precarietà delle aziende, tant'è che aziende solide, con un importante numero di dipendenti sul territorio piemontese hanno ridotto gli organici. Pensiamo all'accordo sulla mobilità di FIAT che interessa, solo in Piemonte, oltre mille dipendenti messi in mobilità.
Ricordo che, di fatto, il dipendente messo in mobilità non lavora più; di fatto, percepisce meno di quello che percepiva di stipendio ed è comunque destinato, di fatto, a un periodo di non lavoro per finire poi pensionato.
Pensiamo anche alla Michelin, che comporterà una rivisitazione del numero dei dipendenti, con una diminuzione già annunciata di alcune centinaia di unità, ma che potrebbero aumentare. Così come c'è una serie innumerevole di altre aziende in crisi.
Tutto questo lo dico perché non si può continuare a pensare di aiutare indiscriminatamente tutti quelli che vengono nel nostro paese, anche in modo clandestino. Ricordo, infatti, che il dato di 230 mila unità non comprende i clandestini, quindi a questo numero dovremmo aggiungere circa altrettanti personaggi extracomunitari non regolari che, grazie a norme e leggi che voi, e in parte il vostro Governo, avete scritto e voluto, queste persone hanno gli stessi diritti dei nostri cittadini. Addirittura avete previsto una legge - nonostante continuate a dire che la sanità ha pochi soldi - in cui tutto quello che riguarda materiale protesico, prima dato solo a chi soggiornava regolarmente sul nostro territorio, adesso verrà dato gratuitamente anche a tutti coloro che sono clandestini, quindi con un esborso - voi avevate previsto addirittura due milioni e mezzo di euro quindi circa cinque miliardi delle vecchie lire - di spese per persone che non possono e non dovrebbero essere sul territorio della Regione.
Non solo. State facendo una politica sulla sicurezza miope. Un Assessore che ha paura ad intervenire; un Assessore che ha paura ad usare le parole giuste nella legge sulla sicurezza, oggi all'esame della Commissione competente, e che addirittura vuole togliere la parola "criminalità" dal testo preesistente, modificandola in termini differenti: prima si parlava di deviante, poi di illegalità e addirittura di disagio.
chiaro che così non si va da nessuna parte. Se vogliamo dare un servizio ai nostri cittadini, dobbiamo essere utili a loro. Dobbiamo rafforzare la sicurezza; dobbiamo rafforzare e coordinare i corpi della Polizia Locale, senza aver paura del ricorso dello Stato o di qualche Prefetto che potrebbero contestare attribuzioni o scelte di attribuzioni fatte da una Giunta che invece dovrebbe dimostrare, in un momento come questo, di avere coraggio. Abbiamo sentito ieri la relazione dell'Assessore: questo coraggio non ce l'ha.
Tutto questo per dire che, negli ultimi due anni, la situazione in Piemonte è peggiorata, grazie ad una politica di accoglienza indiscriminata che sta facendo il centrosinistra, le cui previste unità di extracomunitari regolari sono aumentate in modo fuori controllo e fuori misura: da 160 mila a 230 mila (160 i previsti e 230 i reali). A tutto questo, ovviamente, va aggiunta tutta la parte dei clandestini che, di fatto, non viene perseguita, da una parte perché il vostro Governo nazionale vuole cancellare la legge Bossi-Fini e, dall'altra parte, perché la legge Bossi Fini è stata assolutamente disapplicata da molti Magistrati, da molte Prefetture e da molti Questori che non hanno voluto, non hanno saputo o hanno preferito non applicare una legge che invece era assolutamente chiara.
Non solo. Avete anche annunciato di voler modificare la legge sulle case popolari, che oggi prevede almeno tre anni di residenza e di lavoro sul territorio italiano per entrare in graduatoria per avere diritto all'assegnazione della casa popolare, con zero anni. Voi sostenete che un personaggio, una famiglia, o chiunque, venga sul nostro territorio e il giorno dopo possa già avere diritto all'assegnazione della casa popolare alla faccia di chi, con il suo lavoro, con il suo sudore, con la sua fatica e pagando le tasse, ha contribuito alla realizzazione delle stesse.
Meno soldi per la sicurezza. Non avete finanziato sufficientemente la legge sulla sicurezza (addirittura per i due anni non l'avete proprio finanziata). Più soldi per gli zingari; più soldi per gli extracomunitari meno soldi per i nostri cittadini; meno soldi per le nostre famiglie povere che invece ne hanno bisogno.
Questo è sicuramente una Finanziaria che non ci piace; una Finanziaria che prevede aiuti a poggia solo per alcuni ben individuati elementi e solo per alcune ben individuate famiglie. Avete poi cercato, con leggi, di modificare assetti societari di società partecipate dalla Regione, come ad esempio Finpiemonte, che noi abbiamo contestato e stiamo contestando, anche se non siamo presenti in Finpiemonte a nessun livello. Riteniamo che dividere Finpiemonte come volete fare, dando il braccio operativo e finanziario della piccola impresa in mano alle grandi banche, sia un grandissimo errore che sicuramente porterà ad interventi non a favore della piccola e media impresa piemontese, oggi in crisi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei fare alcuni ragionamenti sul metodo. Siamo ad inizio del mese di aprile, quindi sarebbe meglio ragionare, per pensare a successivi provvedimenti, sia di assestamento sia di bilancio, definendo linee confrontandoci in Consiglio ed elaborando proposte, per tentare di trovare delle soluzioni quanto più possibile condivise, onde essere sicuri di portare dei provvedimenti che possano avere un'efficacia magari di dieci dodicesimi, nove dodicesimi o, se possibile, dodici dodicesimi.
Ma a questo punto, quando questo provvedimento sarà approvato calcolando la pubblicazione e la divulgazione, sostanzialmente saremo a metà anno finanziario, e quindi gli effetti che ne deriveranno, positivi o negativi che siano, ora che si applica la burocrazia regionale, troveranno la propria applicazione con difficoltà.
Lo dico perché da sempre ho sollecitato un maggior dialogo, lo ripropongo anche in questa occasione, anche se ormai non serve più, posto che siamo ai limiti fisiologici della possibile e legale approvazione; ma in futuro, in particolare il Vicepresidente, potrebbe valutare se, in sede di assestamento, non sia il caso, prima di sedersi al tavolo, di fare dei ragionamenti ai quali poi, inevitabilmente, si arriva, anziché arrivarci tre mesi dopo, risolvendo un problema di metodo che favorisca i tempi, per aiutare i contenuti. E qui arriviamo al dunque.
Come dicevo, andiamo a discutere di un bilancio che dispiegherà il suo effetto da qui a qualche mese. Da questa prima relazione introduttiva, ci sembra che l'impostazione sia vaga e indefinita. Mi spiego meglio.
Abbiamo visto una serie di emendamenti, distribuiti oggi, dove, per esempio, si parla di "ridistribuzione delle tasse regionali", secondo non meglio motivati criteri. Quando arriveremo a discutere di quell'emendamento, vorremmo che ci fosse spiegato come nell'anno 2007 visto che questo è il bilancio di quell'anno - s'intenderanno dispiegare degli effetti che favoriscano una categoria sociale piuttosto che un'altra che ridistribuiscano... Perché finché non ne conosciamo l'effetto sostanzialmente è un libro con un titolo; poi uno lo apre, ma dentro non c'é alcuna pagina.
apprezzabile la volontà di ridurre la pressione fiscale regionale, ma ci piacerebbe sapere in che modo volete attuarla: toglieremo di qua e metteremo di là? Abbasseremo una certa aliquota per certi scaglioni? Perlomeno da qui a sei mesi.
So che questo non si può prevedere da qui a "n" anni, ma visto che stiamo parlando del provvedimento relativo al 2007, e siamo ormai ad aprile, per cui questi effetti si dispiegheranno eventualmente in futuro vorremmo sapere quali sono questi effetti.
Devo rilevare, altresì, una correzione di tiro che non giustifica le tasse che erano state introdotte lo scorso anno. Talvolta - così si dice picchiando la testa contro il muro...
Le tasse sulle escavazioni, per esempio, hanno creato probabilmente un danno economico alle aziende della nostra Regione. Adesso, in alcuni casi si riducono queste tasse, ma ne permangono comunque delle altre, che hanno appesantito globalmente il sistema economico e fiscale di queste aziende rispetto a due anni fa, ovvero rispetto al periodo della Giunta Ghigo.
Lo scorso anno era stata introdotta - qui non ce n'é menzione - la tassa sulle acque minerali, che rimane invariata. È vero, non ce ne sono di nuove: ci mancherebbe! Se ogni anno gravassimo i nostri bilanci con tasse di questa portata, le nostre aziende, probabilmente, traslocherebbero immediatamente in altre Regioni; sarebbe impensabile andare a toccare pesantemente dei settori che sono soggetti a concorrenza interregionale: molte di queste tasse vanno a toccare i gangli, e si aggiungono ai canoni classici di costo derivanti dalla produzione, dal diritto di commercializzazione, talvolta anche dal trasporto. Le aziende che producono acque minerali ubicate a Fiuggi, per esempio, che distano 20 chilometri dall'aeroporto, 30 dal porto e 40 dalla città di Roma, magari hanno degli indici diversi rispetto alle aziende situate a S. Anna di Vinadio (mi riferisco ai costi di produzione e di trasporto). In più, se le aziende di S. Anna di Vinadio devono pagare anche una tassa che le aziende di Fiuggi (o quelle laziali, in generale) non pagano, va da sé che il prodotto finale o la commercializzazione, pur essendo positiva...
Meno male che ci sono imprenditori capaci in questa Regione, che hanno saputo portare le acque minerali a livelli di eccellenza, per le capacità insite dell'azienda, per la bontà delle acque della nostra Regione e per politiche commerciali particolarmente aggressive. Le aziende più piccole invece, manifestano un disagio, perché fanno fatica a sopravvivere e magari sono state anche costrette a prendere provvedimenti antipatici, per via delle tasse inserite che gravano sulla loro economia.
Un problema importante - sto facendo, comunque, delle considerazioni di carattere generale, senza entrare nello specifico articolato - anticipato già dal collega Cavallera, riguarda il flusso di cassa. Qui vediamo una serie di titoli e di capitoli, con tanti soldi e cifre imponenti in alcuni settori. Sappiamo benissimo, però, che a ciò non corrisponde un'effettiva capacità di flusso finanziario di cassa.
Abbiamo visto che c'è un emendamento - rubricato, se non erro, al numero 4 o 5 - che chiede di autorizzare la Regione a contrarre ulteriori mutui; ma bisognerebbe capire, in questo caso, anziché mettere dei flussi massimi, qual è il flusso di cassa che si mette a disposizione nell'annualità 2007 (eventualmente nelle annualità del 2008 o 2009). Perch allora si può ragionare meglio sull'effettiva capacità di spesa.
inutile dire: "Abbiamo tanti soldi sulla carta, ma purtroppo non li abbiamo nella cassa, per vari motivi". Sarebbe bene, invece, dire: "Abbiamo tanti soldi sulla carta; ne abbiamo un po' meno nella cassa, ma ne abbiamo a sufficienza per coprire...". Sappiamo bene che questi fondi sono destinati a non essere erogati fino alla fine di quest'anno; magari saranno rinviati artificialmente (in particolare, mi riferisco al conto capitale).
Per i provvedimenti che dovrebbero essere assunti quest'anno, per esempio su un'opera pubblica per la quale c'è da erogare qualche decina di milioni di euro, si fa in fretta a dire: "La faccio slittare dal 2007 al 2008: se è una o due va bene, ma se questi soggetti sono cento..." Termino, Presidente, invitando i singoli Assessori ad una riflessione: fate attenzione alla cassa e non alla carta! Lo dico per evitare che gli stessi si espongono, tra virgolette, a brutte figure. Perché se l'Assessore attiva fondi FEOGA, attiva il Piano rurale regionale e poi non ha la cassa per pagarlo, fa brutta figura lui, noi lo metteremo in risalto e la Regione farà una pessima figura senza rendere nessun servizio al territorio.
Tornerò sui punti quando arriveremo alle disposizioni dei vari articoli.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Il Consigliere Ronzani nel suo intervento ha già illustrato il senso delle posizioni politiche che il nostro Gruppo ha voluto portare - e porta al confronto del Consiglio regionale attorno a questi importanti documenti.
Queste considerazioni mi consentono di soffermarmi nel mio intervento su alcuni temi molto specifici e molto precisi. Tuttavia, non senza aver ricordato alcune questioni che appartengono alle scelte e alle impostazioni con cui sono stati predisposti i documenti e rispetto alle quali noi confermiamo il nostro forte sostegno.
Consideriamo un elemento importante e qualificante dell'azione politica di quest'Amministrazione regionale l'atteggiamento assunto nei confronti della pressione fiscale. Non era così scontato. Credo anche che, in questi due anni d'attività legislativa, gli unici due provvedimenti che sono stati assunti in termini d'incremento sono il diritto che riguarda le acque minerali e il diritto d'escavazioni che riguarda le pietre e la sabbia.
Rispetto alla questione delle acque minerali voglio ricordare che la Regione ha previsto 0,70 euro al metro cubo, la Regione Veneto, che è di centrodestra, ha un'applicazione per lo stesso tributo di tre euro al metro cubo. Rispetto alle intese che si stanno costruendo tra le Regioni per evitare situazioni molto diverse da Regione a Regione, ancora oggi noi saremmo collocati sotto il range minimo che si sta definendo come intesa tra le Regioni su quest'aspetto.
Per quanto riguarda il tema del diritto d'escavazione, il positivo lavoro che il Vicepresidente Peveraro ha portato in quest'anno sia relativamente alla costruzione del Regolamento, sia anche rispetto a quanto contenuto all'interno della presente legge finanziaria per quanto riguarda la riduzione del diritto sulla sabbia, sia per il rapporto che è stato costruito con le organizzazioni economiche di categoria, consente di ritenere superata una fase sbagliata sul piano metodologico, non sul piano degli obiettivi e delle scelte, che era quello di un diritto applicato nella legge finanziaria del 2006 senza nessun confronto preventivo.
Noi consideriamo, in termini molto rilevanti e positivi, quanto contenuto all'interno della legge finanziaria, che riguarda provvedimenti che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2008. Venivano ricordati dal relatore Rabino nel suo intervento: la riduzione dell'IRAP e le IPAB, la riduzione dell'IRAP per le ONLUS, il fondo di sostegno alla maternità all'interno delle IPAB già previsto all'interno della legge di quest'anno e del bilancio di previsione.
Questi, Consigliere Rossi, non sono interventi agevolativi che guardano ai nostri amici, guardano ad un sistema prezioso e importante che è il sistema dei servizi sociali, che in questa Regione ha come elemento centrale anche queste istituzioni e queste realtà.
Così come consideriamo importante il rilancio della politica degli investimenti. Nel bilancio del 2006 la politica degli investimenti aveva come riferimenti importanti gli interventi sulle politiche industriali e sulla ricerca. Nel 2007 la politica degli investimenti ha come elemento essenziale tre situazioni di particolare interesse: gli investimenti sul trasporto pubblico locale; gli investimenti per iniziare a dare attuazione alla delibera del Consiglio regionale sul piano per i "Diecimila alloggi" in affitto in Piemonte; gli interventi di investimento sull'edilizia sanitaria, che va a colmare un grosso limite dell'attuale situazione nella nostra regione, che è quella di un patrimonio di edilizia sanitaria assolutamente vetusto, rispetto al quale occorre intervenire con politiche serie di umanizzazione.
Detto ciò, vorrei soffermarmi su due elementi. Il primo, la spesa sanitaria. Noi consideriamo certamente elemento importante e segno di serietà il fatto che, anche con questo bilancio, venga coperto il costo della spesa sanitaria al 31/12/2006. Questo è elemento di serietà, perch consente a quest'Amministrazione regionale di gestire una situazione complessa e delicata, senza lasciare nessun tipo di eredità. Certamente manifestiamo preoccupazione rispetto al fatto che la percentuale della spesa sanitaria sul totale della spesa corrente cresca anno dopo anno. Nel bilancio di previsione del 2007 questa percentuale è superiore all'80%.
Questo non è un elemento che ci può consolare e, soprattutto, da questa lettura emerge con forza la necessità di avviare politiche di governo della spesa sanitaria. Sono le considerazioni che faceva il Consigliere Ronzani circa l'opportunità - per noi il suggerimento è molto pressante in questa direzione - che, rispetto alla spesa sanitaria, si avviino politiche di controllo di gestione più forti, meno legate alla gestione e a chi ha la responsabilità di garantire servizi all'interno dell'Assessorato.
Vorrei dire di più. Se noi analizzassimo con un po' di attenzione i dati sui macrosettori in cui cresce la spesa sanitaria dal 2005 e nel 2006 ci accorgeremo che, a fronte di un tendenziale complessivo tra il 3 e il 4%, due voci crescono sopra il 5%, e sono gli acquisti per la farmaceutica e gli interventi per gli acquisti e la manutenzione di beni strumentali.
Vorremmo che l'esperimento - che è il primo elemento positivo in atto in questi giorni e in queste settimane - presso l'ASO Molinette di Torino gli acquisti collettivi sulla farmaceutica, diventasse il metodo fondamentale ed essenziale su cui ci si misura su tutta la realtà della farmaceutica e degli acquisti di beni strumentali e delle manutenzioni.
Voglio ricordare che già nelle prime valutazioni sul Piano Socio Sanitario veniva individuato un livello di recupero di efficienza ed efficacia a livello dell'area vasta. Occorre dar vita, con molta intensità, ad operazioni di acquisto collettivo perché lì, senza riduzione di alcun tipo di servizio, è possibile recuperare, con efficienza ed efficacia, risorse economiche, ed è possibile riportare a controllo la spesa sanitaria.
Così come vorremmo anche esprimere una forte sollecitazione rispetto ad un altro tema contenuto nella legge finanziaria del 2005, cui non è stata data attuazione: l'esigenza di una politica di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione, del sistema delle aziende sanitarie.
Nella legge finanziaria 2005 questo veniva contenuto attraverso la proposta del fondo chiuso immobiliare. Non abbiamo nessuna difficoltà a cambiare idea rispetto a questo tipo di tema, ma quello che ci pare importante sollecitare ed evidenziare è che, con il sistema attuale, le aziende sanitarie locali non sono in grado, da sole, di garantire la piena attuazione di questo obiettivo.
Occorre trovare uno strumento efficace che garantisca l'Amministrazione regionale che intende ottenere risorse economiche da operazioni sul patrimonio immobiliare disponibile, cioè garantire le amministrazioni comunali di strumenti con cui questo obiettivo possa essere raggiunto con molta efficacia.
Il terzo elemento e la terza considerazione riguarda l'indebitamento.
Spero molto, e credo che ci siano tutti i presagi sotto questo aspetto in senso positivo, che noi, sistema delle Regioni, stiamo entrando in un rapporto diretto con lo Stato centrale. Vedete, nel 2001 è stata fatta la riforma del Titolo V, è stato ribadito con forza l'articolo 119 della Costituzione e l'autonomia finanziaria che deve essere garantita a Regioni Province e Comuni. Per cinque anni, anziché dare attuazione alla riforma costituzionale del Titolo V, si è ragionato a livello governativo per cercare di modificare un'altra volta il Titolo V della Costituzione. Oggi occorre affrontare con coraggio questo tema, il che significa dare attuazione a tutta quella parte ancora oggi non attuata, che riguarda il trasferimento pieno delle competenze regionali su tutte le materie di legislazione concorrente. Significa dare piena attuazione all'articolo 119 sul federalismo fiscale. Se così faremo, otterremo uno Stato diverso, una Regione diversa, saremmo veramente nelle condizioni di avvicinare alle diverse specificate realtà territoriali i livelli di governo più adeguati.
In questo senso, credo che il dibattito che si è aperto in questi giorni tra le Regioni e il Ministro dell'Economia lasci presagire in senso positivo il fatto che, probabilmente, sarà una legislatura che, ancora una volta, non si porrà come obiettivo il cambiamento ma l'attuazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

La legge finanziaria, ancor più della legge di bilancio, è quella che dà le indicazioni politiche rispetto alla volontà d'attuazione di una Giunta e di una maggioranza che la sostiene. Per comprendere quanto sia stata attuata quella progettazione strategica tanto cara alla Presidente che è stata anche inserita nel sito della Regione, è sufficiente fare un raffronto fra la legge finanziaria che è stata licenziata il 15 dicembre e quella che ci viene presentata oggi.
Se qualcuno va adesso sul sito della Regione, troverà una legge finanziaria composta di ben 12 articoli. Il più lungo credo che sia di sette o otto righe, quindi due o tre pagine che davano pochissime indicazioni. L'unica indicazione politica di rilievo era l'inserimento del TFR all'interno della legge finanziaria. Quindi questa programmazione strategica che, dopo due anni e mezzo di governo, ha potuto utilizzare lo strumento della legge finanziaria, come una formichina giorno per giorno per sollecitazione su sollecitazione da parte dei Gruppi della maggioranza che, in qualche modo, hanno fatto un lavoro di supplenza rispetto alla mancanza della Giunta. Il risultato è una finanziaria di 53 articoli, con alcuni emendamenti ancora presentati nella giornata di oggi.
Il collega Ronzani prima diceva che ci augureremmo di votare la legge finanziaria entro il 31/12 di ogni anno. È un presupposto sacrosanto. Il collega comprenderà bene che se la Giunta presenta al Consiglio, anzi, se delibera la propria proposta di legge finanziaria al 15/12, o si fa un atto di fede in sede di Commissione e in sede consiliare e si licenzia la legge altrimenti, se non vengono rispettati i tempi di presentazione del DPEFR e della legge finanziaria, che se non erro, deve essere presentata entro ottobre, alcuni mesi prima della votazione in Aula, questo non pu accadere.
La questione della tempistica ha comunque rilievo rispetto a quelli che sono i contributi o i pagamenti che si possono eseguire, perché lavorare in esercizio provvisorio, ovviamente, ingessa la struttura dell'ente. Tra l'altro, gli uffici hanno fatto un buon lavoro nella divisione della legge: parte nella finanziaria e parte di modifica legislativa, anche se parte importante della legge è in realtà di interventi che derivano dai partiti di maggioranza.
Questo va benissimo, ma come si può chiedere una discussione seria su una legge finanziaria e poi su un bilancio quando s'inseriscono alcuni emendamenti assolutamente modificativi della legge, e anche innovativi rispetto a una politica di governo che non si riesce ad attuare con disegni di legge proposti dalla Giunta, e quando la mancanza di alcuni Assessori viene surrogata dai Consiglieri? Cioè non avrebbe senso una legge di comparto come, peraltro, è stata presentata ma non votata anche dal centrodestra sulla questione dell'istruzione, entro la quale mettere i fondi degli asili nido piuttosto che inserire una leggina all'interno della finanziaria? Da quando questo Consiglio sta attendendo la legge quadro sul lavoro? Credo che sia stata preannunciata da più di un anno una legge quadro sul lavoro, ma di nuovo ci troviamo a trovarci un emendamento in sede di finanziaria che inserisce 10 milioni e 500 mila euro per il sostegno ai redditi più bassi. Questo può andar bene, ma va meno bene il fatto che uno va a votare il quantitativo economico e la finalità. Non si conoscono le modalità di attuazione se non rispetto a quello che è avvenuto l'anno scorso, perché non c'è una legge che interviene nel merito.
Credo che in qualche modo la finanziaria da 12 articoli rispecchi abbastanza il lavoro di questa Giunta, che a larghi tratti individuo in tre fattori: alcuni Assessori che ben lavorano e credo abbiano anche il gradimento dell'Aula, ovviamente, non spetta a me fare le pagelle; questa è una valutazione personale, ma credo sia condivisa dall'Aula. Si sta facendo un grande sforzo - condiviso o meno, su questo vi sono delle differenze che, più volte, abbiamo sottolineato, però, oggi è anche stato sottolineato dall'Assessore Peveraro - non solo per provare ad assestare il bilancio devo dire che, finora, in questo non ha avuto gran fortuna - ma per garantire una maggiore liquidità su bilanci e pagamenti.
Non è questo il punto centrale, non solo della legge finanziaria, ma della capacità di una Regione di essere volano di sviluppo, perché - ed è soltanto un inciso - si è proceduto alla riduzione dell'IPAB - lo ha anche detto il Vicepresidente - per una questione di equità, perché le Cooperative sociali avevano il 2,25, mentre IPAB e ONLUS avevano il 4,25.
Dopodiché, ben venga, non che non plaudiamo la riduzione, ma noi comprendiamo che è assolutamente marginale che, invece, alcuni canoni aumentino, perché, se si osserva l'articolo 4, si può comprendere che alcuni canoni, magari non in misura grande, aumentano.
Ho segnalato all'Assessore Taricco che il canone minimo di 50 euro sulle pertinenze agricole oggi è a zero, mentre, ad esempio, si è portato da zero a 50 euro quello delle seconde case, per cui si verifica che chi durante l'anno, magari, neanche entra in quella casa paga 50 euro. Questa certamente, è un'imposizione, senza essere un aumento significativo della pressione fiscale, perché c'è già stato l'anno passato relativamente a due settori produttivi della nostra Regione. Per esempio, relativamente alle acque minerali, se si riteneva congruo il canone inserito l'anno scorso non si può non considerare che il Governo ha inserito un canone analogo all'interno della legge finanziaria; di questo discuteremo singolarmente nell'articolato della legge finanziaria.
Dimenticavo la terza parte degli Assessori che compongono il Consiglio che, secondo me, sono quelli che hanno un po' dettato i primi dodici articoli, sono i soggetti che hanno anche prodotto meno iniziative legislative all'interno del Consiglio, sono quelli verso i quali, più volte, il Consiglio deve andare in supplenza, sia che appartengano alla maggioranza che all'opposizione; come opposizione nei prossimi giorni cercheremo di farlo.
Sul secondo aspetto, quello finanziario, vi è sicuramente una critica di carattere economico-contabile. È facile e legittimo - altri colleghi lo hanno già fatto, io non volevo - svolgere considerazioni legate all'aumento dell'indebitamento. È vero che non si aumenta la pressione fiscale, ma è altrettanto vero che un articolo autorizza un nuovo indebitamento di un miliardo e 500 mila euro, che, ovviamente, costituisce una pressione fiscale indiretta gravante sui cittadini piemontesi.
Vi è un aspetto da curare, anche con una sana gestione del bilancio regionale - se volete che vi indichiamo tutta una serie di voci sulle quali garantire maggiore cassa, come ricordava il Presidente Casoni, lo facciamo volentieri - la Regione, che è la prima impresa per fatturato - o la seconda, non conosco il fatturato della FIAT - della nostra regione, ha un dovere, che consiste nel pagamento in tempi medio-brevi, in quanto il ritardato pagamento, inevitabilmente, ricade sulle altre imprese, le quali come la Regione, pagheranno gli stipendi, i contributi, ma non i fornitori.
Allora, noi sappiamo bene che avere centinaia di milioni di euro di mancate riscossioni e di mancati pagamenti ingessa l'economia piemontese.



(Scampanellìo del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Ho capito, concludo.
Anch'io credevo che sul bilancio ci potesse essere...



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Non è colpa del Presidente, il problema è che noi abbiamo 54 articoli è sufficiente moltiplicare per cinque i minuti di intervento su ogni singolo articolo, il tempo non ci manca e lo utilizzeremo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Robotti.



ROBOTTI Luca

Il mio sarà un intervento molto breve per fare il punto su alcuni aspetti.
Nei bilanci precedenti già avevamo chiesto una svolta per passare da una fase importante e fondamentale per il rilancio economico e industriale del Piemonte ad una fase nuova in cui si investivano risorse pubbliche ingenti nel sostegno al Welfare, ai redditi più bassi, alle persone che in questi lunghi anni di recessione economica, soprattutto in Piemonte, hanno subito la precarietà, la perdita del lavoro e uno scivolamento verso il basso dei propri redditi, quindi del potere d'acquisto.
Questa legge finanziaria rappresenta per noi un primo momento importante, che io definirei di svolta, che guarda ad un futuro di maggiore spesa sociale e maggiori investimenti rispetto alle politiche sociali, di maggiore attenzione a quelle categorie che in questa fase ci chiedono di essere sostenute e aiutate, perché la crescita economica non ha ancora dato risposte immediate o almeno quelle che noi auspicavamo; altresì auspichiamo il rientro della disoccupazione e delle sacche di mobilità.
In attesa del rientro di questi problemi, queste famiglie non devono restare sole, abbandonate a difficoltà economiche e alla gestione dei propri bilanci familiari, che, spesso, portano alla disperazione interi nuclei familiari di piemontesi che sono esclusi dal lavoro e dalla ricchezza che viene prodotta dalla nostra Regione.
Questa legge finanziaria, così come è stato ricordato, a fronte dei temi "buco della sanità" e "debito della sanità", per la prima volta inserisce elementi di perequazione nell'applicazione dell'addizionale IRPEF, indicando la strada che porterà per l'anno prossimo ad una differenziazione dell'IRPEF con più scaglioni e con una perequazione verso il basso, riducendo così la pressione fiscale per i redditi più bassi della nostra Regione. Si parla di un processo di stabilizzazione dei nostri occupati che permetterà - noi speriamo nel giro di un triennio, prima del termine di questa legislatura - la stabilizzazione di alcune centinaia di lavoratori che, oggi, vivono una condizione di precarietà nell'Ente regionale e nel settore sanità. Per la prima volta si parla della possibilità concreta di sostenere in modo organico, nel nostro impianto di visione finanziaria, i redditi più bassi con una politica di sostegno puro al reddito dei lavoratori in mobilità e in cassa integrazione o soggetti alla precarietà.
Quindi, è una legge finanziaria con un taglio sociale evidente, con un profilo rivolto ai redditi più bassi, alle persone che hanno meno, ma che al tempo stesso, non dimentica l'impegno assunto: mantenere alto il sostegno e l'impegno per lo sviluppo economico e industriale.
Noi riteniamo che questi due grandi temi, quello dello sviluppo, che comprende la creazione di occupazione stabile e sicura, e quello del sostegno ai redditi più bassi, cioè le famiglie più disagiate, non possono che viaggiare insieme.
Pensiamo che questa legge finanziaria indichi una volta per tutte la strada che questo centrosinistra vuole percorrere in Piemonte. Quindi guardiamo con interesse e grande attenzione anche alle modalità con cui i provvedimenti contenuti in questa finanziaria dovranno trovare applicazione. Su questo terreno vorremmo impegnarci con forza, perché il lavoro che verrà costruito insieme da questo Consiglio regionale, dalle Commissione competenti e dalla Giunta deve trovare immediata applicazione e, soprattutto, immediata percezione da parte dei nostri cittadini.
Ringrazio l'Assessore per il lavoro svolto, per la grande capacità di attenzione nei confronti di tutte le forze politiche, di maggioranza e di minoranza, che con lui hanno costruito questo provvedimento, per all'Assessore rivolgo una richiesta precisa: mantenga lo stesso impegno utilizzato per costruire questo provvedimento per la definizione dei provvedimenti che serviranno a dare piena attuazione agli impegni che abbiamo assunto con questa legge finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Si sente parlare della Finanziaria della Regione Piemonte come se fosse una panacea che dovrebbe dare un sostegno alle famiglie più disagiate, come diceva prima il Consigliere Robotti. È giusto che si sia un sostegno alle famiglie più disagiate, però in questo momento il problema è di non far diventare disagiato tutto il resto del Piemonte.
Abbiamo la struttura portante della nostra società - artigiani e piccoli commercianti - che tutti i giorni produce, rischiando sulla propria pelle, per portare benessere alle proprie famiglie e alla collettività.
Nella legge finanziaria abbiamo notato una serie di interventi che non aiutano queste categorie, che rappresentano sia i ceti sociali più disagiati sia quelli medi, e sicuramente non quelli industriali. Vengono tartassati, perché in una serie di provvedimenti, partendo da quelli sull'ambiente con i contributi per la rottamazione, sono stati totalmente dimenticati. A nostro parere, infatti, nei contributi per la rottamazione delle autovetture è stata inserita una cifra poco considerevole: cinque milioni di euro sul parco auto da rottamare in Piemonte è un'inezia, sono qualche centinai di euro per auto, che andrebbero a colpire ulteriormente le categorie già elencate dal Consigliere Robotti.
Passiamo poi alle infrastrutture, dove chi pagherà saranno di nuovi i ceti sociali più deboli e chi non può permettersi di utilizzare sempre e comunque solo i mezzi propri. Sulle infrastrutture vorrei ricordare, visto la presenza di cinque Assessore che stanno seguendo la questione, una vicenda importante di cui non si è più sentito parlare: Alta Velocità e nodo di Novara. Il nodo di Novara è stato totalmente dimenticato. L'Alta Velocità non va avanti senza il nodo di Novara. Vorrei capire dalla Giunta se questa è una dimenticanza voluta. Forse, tante scelte "torinocentriche" hanno fatto dimenticare quella parte del Piemonte più vicina alla prospera Lombardia e ad un modo diverso di lavorare e di proseguire nelle iniziative di sviluppo.
Altro argomento: la sanità. Mi spiace per i problemi che sta passando l'amico Mario Valpreda, cui tutti rivolgiamo augurio, ma sulla sanità e sulla spesa sanitaria serve più chiarezza. Era stata prospettata una serie di iniziative che avrebbero aiutato a migliorare la sanità e il servizio sanitario in Piemonte. Di fatto, le liste di attesa non si sono accorciate i costi sulle spalle dei nostri cittadini ci sono sempre e il buco nella spesa sanitaria aumenta. Mi ricordo una delle prime Commissione sanità, in cui si parlava di un buco spaventoso lasciato dalla precedente Giunta. Ma da allora cosa è stato fatto e cosa si fa per migliorare? Quali sono stati i risultati fino adesso? Pensiamoci, forse è il caso di andare a vedere questa spesa sanitaria e rivedere tutta la politica sulla sanità.
Sulla sicurezza, invece, vediamo che la delinquenza aumenta.
vero che mi si potrà dire che non è un problema della Giunta regionale o dell'Amministrazione regionale, però, secondo me, si dovrebbero dare più fondi a questa voce, per cercare di garantire più sicurezza nelle abitazioni, nei centri e nella vita di ogni singolo cittadino. Non possiamo fare gli sceriffi, però sicuramente si può mettere mano al portafoglio per cercare di investire in sicurezza, dando finanziamenti ai Comuni e ai punti deboli della nostra società, per tutelare la sicurezza delle nostre famiglie.
Parliamo anche di agricoltura, ovviamente in senso lato.
Sull'argomento è necessario intervenire, per evitare che le nostre aziende, specialmente quelle più disagiate dalla concorrenza, siano messe in ginocchio. Stiamo venendo, per la parte del Piemonte che mi compete (la Provincia di Novara), un totale smantellamento della zootecnia. Questo è un grosso impoverimento della nostra agricoltura. Sarebbero necessari degli interventi, quindi, per riequilibrare tutta quell'agricoltura che oggi, per forza di cose, per stare sul mercato deve cedere e chiudere le ultime stalle rimaste.
Andando avanti di questo passo ci troveremo con alcune zone - ad esempio del Torinese - che riusciranno ad avere solo allevamenti ed altre solo risicoltura o cerealicoli.
Questo è un grosso gap che fra qualche anno pagheremo. Lo pagheremo in termini di lavoro, di strutture e di ambiente, perché l'impoverimento di queste zone farà sì che tra qualche anno il resto della Pianura Padana sarà solo una pianura arida in cui, per una certa parte dell'anno, non ci sarà nulla (solo delle sterpaglie) e per un'altra parte sarà totalmente allagata.
Questo è un messaggio importante e fondamentale che voglio inviare all'Assessore Taricco.
Un altro problema riguarda i cinghiali. È un problema che in parte viene combattuto, però dovrebbe essere gestito, come dovrebbe essere gestito tutta quella grossa partita legata alle zone di ripopolamento e cattura, dagli ambiti territoriali di caccia.
fondamentale che ci sia qualcuno che gestisca direttamente queste questioni. Va bene la super visione della Regione e delle Province, per ricordiamoci che gli ambiti territoriali sono quelli che, comunque, vanno a recuperano l'habitat per tutta una serie di animali esistenti sul nostro territorio. Tutto questo è fondamentale per chi spera, un domani, di poter lasciare ai propri figli la possibilità di vedere la natura tal quale.
Per finire, vorrei parlare delle infrastrutture. Ci sono punti fondamentali. Prima ho citato la questione Alta Velocità e nodo di Novara.
fondamentale che, oltre a questo, venga data una svolta, per quanto possibile, al trasporto su ferro. Si parlava, anni addietro, quando eravamo colleghi in Provincia, di trasporto delle merci su rotaia. A mio giudizio sarebbe importante spingere fortemente su questi nuovi corridoi e sul trasporto merci in alta velocità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Partirei da una prima considerazione su questa legge finanziaria, che di fatto, di "finanziaria" ha poco, caro Vicepresidente Peveraro; forse, è più un collegato o una legge autonoma, contenente un insieme di tutto - in alcuni casi di pure correzioni, in altri casi di scelte necessarie di natura politica, che potrebbero anche essere condivisibili - ma non si pu certamente dire che sia un "disegno": se qualcuno riesce a intravedere, in questo malloppo, un disegno...
vero che il modernismo e l'arte moderna ormai ci ha abituati a vedere un po' di tutto; pertanto, anche in questo caso, potremmo dire che c'é quel disegno di svolta che citava il mio amico Luca Robotti prima: questa è una curva e potrebbe essere un autodromo moderno con una serie di passaggi.



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Sul "tornare indietro", al punto che, non riuscendo a capirne il disegno, viene automatica la conclusione di dire che non c'è un disegno su questa legge finanziaria. Così come finora - è l'occasione di dirlo - non abbiamo visto particolari disegni da parte di questa maggioranza e della Giunta regionale.
Se pensiamo che al 27 marzo non c'erano disegni di legge depositati in questo Consiglio regionale - l'Assemblea aveva esaurito tutto - e che i provvedimenti rilevanti, citati ripetutamente da parte degli esponenti della Giunta e della maggioranza, sono quei provvedimenti condivisi che peraltro, hanno un percorso di memoria anche lontana, perché la prima scrittura era avvenuta magari nel 2002 o 2003 (mi riferisco alla legge sulla ricerca, a quella sui pubblici esercizi, a quella sulla internazionalizzazione e quant'altro).
La novità finora non c'è stata. La svolta non si vede. E qui, nella relazione di bilancio o nel dibattito ad esso collegato, non emerge neppure una lettura di quella che è la realtà piemontese in questo momento.
Ieri, il mio Gruppo consiliare ha presentato il risultato di un'indagine (in un certo senso, siamo abituati, perché i giornali ogni giorno ce ne propongono uno!).
Ciò che mi ha stupito - l'ho ribadito anche in conferenza stampa - è stato un dato che, pensandoci, rappresenta una conferma della realtà.
Secondo il sondaggio, i cittadini piemontesi non esaltano il problema della sicurezza; vedono come marginale il problema dell'immigrazione. Presumendo che sia corretto il dato (ossia che sia stato fatto su un campione significativo), è un cambiamento notevole rispetto alla lettura che i piemontesi davano in passato.
I piemontesi mettono come primo punto di riferimento i servizi e le infrastrutture. Ma spieghiamo anche il perché.
Il perché dei servizi nasce, secondo il mio parere, dalla nostra struttura demografica: parliamo di una società complessivamente ricca almeno relativamente al resto del mondo - e sempre più anziana (ricordiamoci che il Piemonte è all'avanguardia, fortunatamente per tutti noi, nell'invecchiamento nazionale). È una società che necessita, proprio per la sua condizione economica (sotto un certo aspetto), culturale (maturata in questi anni, con un grande cambiamento culturale) e di struttura fisico-demografica, una risposta dal Pubblico sui servizi.
Naturalmente, quei servizi li lega alle infrastrutture, mettendoli assieme perché si ritiene che la carenza di infrastrutture significa impossibilità di avere nuovi servizi. I nuovi servizi, quindi, finiscono per essere legati a quello che è il grande "cruccio" dell'Assessore al bilancio (oltre che dell'Assessore alla sanità), ovvero alla sanità e ai problemi relativi alla salute; sono tutti servizi che, in questo caso, diventano determinanti.
Parliamo, quindi, di un grande disegno che non c'è e che potrebbe riguardare tutto il settore degli asili nido.
Una delle sfide di cui ci si riempie ovunque la bocca, sia dalla destra che dalla sinistra, riguarda la "massima occupazione", il tentativo di raggiungere gli obiettivi di Lisbona, di raggiungere cioè questo 70%.
Quindi, automaticamente, visto che il Piemonte è una delle realtà che sotto l'aspetto maschile ha questi parametri, per raggiungere l'obiettivo finale dovrebbe incrementare il tasso di occupazione femminile.
Peccato, però, che il tasso di occupazione femminile vada a scontrarsi con una delle ragioni fondamentali delle difficoltà all'accesso o al mantenimento del posto di lavoro del mondo della donna: la fase della maternità. Il servizio fondamentale, in questo caso, è il servizio per l'infanzia, per una struttura demografica che è cambiata (non esiste più la famiglia base o la grande famiglia che svolgeva la funzione di surroga rispetto a quella che, di fatto, dovrebbe adesso svolgere la struttura pubblica o parapubblica o comunque un sistema diffuso e capillare di gestione della fascia giovanile), con pesanti conseguenze sotto l'aspetto occupazionale, produttivo, demografico e della crescita complessiva del nostro sistema. Naturalmente, di tutto questo, non abbiamo risposte in questo pot-pourri che è questa legge finanziaria o questo collegato, né le troviamo nel disegno del bilancio di previsione del 2007 o nel triennale 2007-2009.
Certo, sono state perse una serie di occasioni. Due anni fa, il centrosinistra si è presentato alle elezioni dicendo che si annullava la legge Biagi: non solo non si è annullata, ma, di fatto, non si applicano neanche più nemmeno le parti migliori che potrebbero essere utili alla creazione di nuova occupazione o di integrazione.
Quando dico "nuova occupazione e integrazione" mi riferisco agli articoli 13 e 14, la parte che riguarda i soggetti in mobilità.
Così come - altro elemento a cui abbiamo già accennato ieri - la programmazione. Uno dei cardini di questa maggioranza è la programmazione: ogni giorno, aprendo il giornale, ci accorgiamo che ci sono scelte del Governo regionale che vengono mediamente smentite da Amministrazioni comunali e provinciali, che sono della stessa coloritura politica.
Pochi attimi fa, mentre ascoltavo attentamente la relazione del Vicepresidente Peveraro, davo un'occhiata anche ai titoli e ho visto che la scelta di Campo Volo per la nuova Città della Salute non è stata concordata o concertata non dico con nessuno, ma è stato un concerto di pochi, però è stata venduta immediatamente, ha riempito il giornale per una giornata.
Così come non si continua neanche - e qui vorrei rimarcare un dato - su iniziative avviate ed importanti quali, ad esempio, uno dei grandi crucci il nostro sistema sanitario. Mi auguro si arrivi ad una soluzione equilibrata sotto l'aspetto economico e con il massimo dell'efficienza e dell'efficacia sotto l'aspetto del servizio. Uno dei cardini del grande disagio che ha la popolazione era la prenotazione unica. Nella Città di Torino è partito il centro per la prenotazione unica.
Mi risulta, e lo chiedo alla Giunta, che per le altre Province e per gli altri quadranti si sia detto: "Fate voi, vedete cosa fare". Il risultato è che dopo aver fatto, noi, un investimento sul CSI per avere il centro prenotazione, invece di estenderlo a tutto il Piemonte, la programmazione dice "fate cosa volete", quindi andremo a ripetere la spesa su altre realtà piemontesi. Questo è un esempio di spreco.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Nel documento della legge finanziaria per l'anno 2007 non ho trovato grande traccia di tutte quelle politiche sociali di cui ha parlato il Consigliere Robotti e anche altri Consiglieri. Così come non ho trovato grande traccia dell'iniziativa regionale, in campo industriale, di rilancio dell'economia.
Come volevasi dimostrare, il bel lavoro che ha presentato ieri - se dico bellissimo il Consigliere Burzi mi sgrida - dall'Assessore Conti è rimasto un importante e autorevole lavoro teorico. Man mano che passano le ore e ci apprestiamo a discutere il bilancio, viene accantonato e lasciato ai posteri.
Nel Documento di Programmazione Economico Finanziaria era scritto: " necessario ammettere che non mancano, nelle esperienze condotte negli ultimi anni, elementi di debolezza che hanno limitato l'efficacia degli interventi programmati". Proviamo a leggere questi elementi di debolezza e li scopriremo tutti confermati nella legge finanziaria che il Consiglio sta discutendo.
"Una certa tendenza alla polverizzazione della spesa regionale con poche azioni di sistema soprattutto nell'ambito delle politiche industriali". Sfido chiunque a dirmi dove, nella legge finanziaria 2007 c'è un quadro complessivo e strategico di politiche industriali: non c'è.
"Un'autoreferenzialità del circuito assegna obiettivi, in particolare per quello che concerne il rafforzamento della capacità istituzionale, con la produzione di istituzioni a mezzo di istituzioni in cui il ruolo dell'attore pubblico non ha stimolato in modo efficace la mobilitazione degli attori economici". Come volevasi dimostrare: pura teoria che non avete assolutamente neanche cercato di trasformare in pratica. Vedremo nel bilancio quali saranno i magri risultati.
"Il ricorso agli strumenti della programmazione negoziata per finanziare liste della spesa o, al più, progetti di adeguamento infrastrutturale da attuarsi attraverso il regime della spesa ordinaria...". Credo che molti Assessori, consolidando il potere che hanno acquisito, a livello istituzionale stiano facendo proprio questo. Lo abbiamo visto anche in molti Commissioni, quando la lista della spesa ci viene portata per conoscenza.
"Le risorse insufficienti destinate all'attività di selezione, di valutazione dei progetti e degli investimenti". Per vostra stessa ammissioni, soldi non ce ne sono tanti.
Bisogna fare delle scelte. Ad esempio, evitare acquisti di terreni e di immobili, con ingenti dispendio di risorse finanziarie. Limitarli, attuarli in modo graduale nei prossimi anni.
"L'incapacità di realizzare coalizioni progettuali e territoriali sufficientemente forti...". Credo che non ci siano delle diversità tra alcuni anni fa ed oggi. Nella legge finanziaria progetti di questo genere non li ho visti.
"Il non pieno coinvolgimento delle avanguardie culturali, del lavoro imprenditoriale maggiormente innovative". Lo abbiamo già detto ieri: è molto difficile coinvolgere i privati. I privati spesso non mettono soldi e attendono che la Regione, in modo assistenziale - lo avete fatto l'anno scorso, lo farete sicuramente quest'anno - metta mano al portafoglio.
Quando parliamo di attenzione alla forza lavoro, alla qualificazione della popolazione e del lavoro, ad esempio - era definito così ieri il capitolo del Documento di Programmazione Economica Finanziaria - è scritto: "Accrescere l'utilizzo delle risorse umane disponibili e migliorarne la qualità". Questa rispondenza nella legge finanziaria non c'è.
"Adottare misure di contrasto al decremento demografico". Ne ha parlato prima il Consigliere Pichetto: siamo più ricchi, ma siamo più anziani e siamo di meno. O meglio: abbiamo sicuramente più persone che arrivano dall'estero.
"Integrare le risorse umane disponibili con gli apporti dall'esterno".
Un conto è dare i contributi a pioggia, un altro è favorire l'integrazione che è ben diverso.
"Trattenere le risorse umane disponibili e favorire l'attrazione di risorse giovanili, in particolare delle fasce di lavoro di qualità e nel campo tecnico scientifico". Basterà la legge sull'innovazione e la ricerca? Oggi la Repubblica riportava un elenco di aziende in crisi in Piemonte anche in Provincia di Cuneo, anche nelle province più ricche. Questo non l'avete trasformato dalla teoria alla pratica.
"Innalzare il livello medio di competenze della popolazione". A questo punto bisogna fare una scelta. Le competenze sono formazione, sono qualificazione, sono investimenti per il settore universitario e nel settore scolastico.
"Integrare le politiche sociali e lavorative ai fini dell'equità".
Anche questo nella legge finanziaria non c'è.
Consiglieri, addirittura per ciò che riguarda la tanto vituperata questione del volontariato e dell'assistenza che volete far passare...



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a fare un po' di silenzio.



GUIDA Franco

Dicevo, che volete far passare come immagine della legge finanziaria devo dire, purtroppo, che ciò che è stato detto da alcuni Consiglieri non è assolutamente vero. I 300 mila euro che avete previsto all'articolo 22 ("Contributi a organizzazione di volontariato") sono solo una conferma di precedenti impegni che voi avete sottolineato con il nome di autonomizzazione. Avete reso più visibile una cosa che c'era già, ma era nascosta, un'operazione di marketing.
"Potenziamento della rete dei servizi per la prima infanzia". Il Consigliere Pichetto lo ha ricordato, non c'è una strategia sugli asili nido. Avete previsto delle somme assolutamente insufficienti, dov'è il coraggio del centrosinistra? Non sono sicuramente i 4 milioni e 500 mila euro per il 2007, e i cinque milioni del 2008 e del 2009 che cambieranno le cose per il sistema asili e centri di prima infanzia in Piemonte.
Avete scritto che volete finanziare - per sostenere le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza - con un misero un milione e 500 mila euro: mi sembra una cifra assolutamente bassa. Tenete presente che questi soldi non sono aggiuntivi, almeno per il 2007. Sono soldi che c'erano già tanto è vero che se girate la pagina c'è scritto che questi soldi, per la copertura finanziaria, come risorse iscritte all'unità previsionale 09011 del bilancio di previsione per il 2007, quindi sono soldi che ci sono già.
Un'operazione di immagine, ma c'è scritto che è stato quello. Che la grande svolta, il grande cambiamento è stato quello di autonomizzare delle cifre per renderle più visibili.
Intanto rimarco alcune forti debolezze: nella legge finanziaria non c'è un cambiamento per ciò che riguarda le politiche ambientali. Avevamo chiesto, quando abbiamo discusso il piano stralcio sull'area, che si cambiasse, ad esempio, il metodo di erogazione dei fondi ai comuni maggiormente inquinati. Un metodo che seguiva il criterio numero, abitanti e superficie, anziché percentuale di inquinamento. Questa modifica, e questa era la grande occasione, non è stata apportata. Avreste potuto mettere, in questa legge finanziaria, un consistente impegno finanziario per attuare quel cambiamento del parco auto che da più parti è richiesto.
Quali politiche per la famiglia e gli anziani? Un bilancio estremamente materialista, non c'è nulla. Forse la parola famiglia non viene mai addirittura indicata nella legge finanziaria. Questo dovrebbe significare che questa maggioranza è diversa da un'altra? Secondo me questo è un passo indietro, non c'è nulla che riguarda una politica per la famiglia della Regione Piemonte.
Credo che questo debba essere rimarcato anche da partiti che fanno parte della maggioranza. Non si deve sempre parlare di famiglia solo quando si parla dei DICO, quando si parla di Family Day o quando se ne parla in modo strumentale. Credo che la famiglia possa ancora esistere in Piemonte come soggetto importante della società, addirittura come soggetto fondante.
La famiglia non è formata soltanto da marito, moglie e figli. Spesso la famiglia è moglie, marito e un anziano oppure marito, moglie, figli e anziani, e questi ultimi spesso malati. Di tutto questo tipo di politica nella legge finanziaria che abbiamo appena discusso non c'è nulla.
Non venitemi a dire che si tratta di un bilancio di coesione sociale.
Ritorno al discorso di ieri, perché ieri, presentandoci il Documento di Programmazione Economico Finanziaria, avete sottolineato che l'obiettivo della maggioranza era quello della coesione sociale, del patto territoriale per lo sviluppo del Piemonte.
Esprimo forti perplessità sulla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nastri.



NASTRI Gaetano

Questo provvedimento finanziario è sopra un guazzabuglio di frasi in perfetto linguaggio sia politichese sia burocratico, non uno strumento come dovrebbe essere, di programmazione economica-finanziaria, dunque non è coerente con la necessità del Piemonte. Basta chiaramente verificare una cosa molto semplice: nonostante le interpretazioni del federalismo fiscale di cui spesso si sente parlare, ma che viene attuato poco, questo non pu prescindere chiaramente dalle disposizioni di livello superiore, quello statale.
A questo, lo strumento regionale deve ispirarsi e, nello stesso tempo uniformarsi. Tanto più quando (come nel caso di questi tempi) la colorazione politica, sia della Giunta di centrosinistra sia del Governo centrale, è identica. Anche perché la legislazione regionale è, al contempo, strumento di amministrazione della cosa pubblica, ma anche (cosa più importante che spesso viene dimenticata) realizzazione di programmi.
evidente che le informazioni e le linee politiche del centrosinistra non funzionano e l'incapacità congenita di trovare linee comuni salta agli occhi di tutti.
Tanto per fare un esempio, e ne potremmo citare sicuramente tanti, si può evidenziare come una parte della manovra finanziaria statale e il suo riflesso regionale piemontese lamenta un caso che, secondo me, ha del ridicolo: mentre lo Stato centrale prevede un sostanziale aumento dei bolli auto per le categorie non Euro 4, in contemporanea la Regione Piemonte ha applicato un piano a tutela della difesa della qualità dell'aria che prevede, se pur in maniera diluita nel tempo, il progressivo divieto della circolazione delle auto delle stesse categorie.
Anche qui si potrebbe aprire una parentesi, perché nel momento in cui le auto non circolano, nel momento in cui uno paga regolarmente un bollo si dimentica e paga anche l'assicurazione obbligatoria, la classica tariffa RC auto, anche dal punto di vista di quello che è il discorso del bonus malus. Questo sicuramente è in contraddizione rispetto a quello che succede negli altri paesi europei. Significa che il 90% dei piemontesi dovrà pagare più soldi per il blocco di auto che non potranno circolare. La tassa di non circolazione è simbolo dell'approccio del centrosinistra alla cosa pubblica.
L'unico criterio palese è la manipolazione dei rapporti Stato-Regioni in modo da ottenere come risultante una politica delle masse.
Altro punto riconoscibile e riconducibile alla politica finanziaria del centrosinistra è il sistematico ricorso alla tassazione continua. È vero come ha detto qualche collega, che non sono state applicate tasse nuove, ci mancherebbe altro, però solo un anno fa sono state aumentate le tasse, per esempio, sull'acqua minerale; sono state applicate diverse tasse che non hanno contribuito, in ogni caso, a dare dei benefici in termini di servizi.
Parlavo appunto delle tasse sull'acqua minerale, a quelle di soggiorno delle direttive sulla sanità, fino (questo è sicuramente il punto più dolente) al continuo disinteresse per il territorio, senza offrire nessun concreto strumento di sviluppo per il territorio. Qui si potrebbe parlare di tutto e di più, dell'ignavia sulle grandi infrastrutture e della dimenticanza delle imprese private. Quindi, la politica di questa Giunta regionale, più che alla crescita, sembra improntata alla citazione degli accordi esistenti all'interno della stessa maggioranza per farvi governare con più tranquillità.
Il prelievo forzato delle risorse dei piemontesi è iniziata circa due anni fa, con l'insediamento di questa Giunta, e si farà (almeno stando oggi al percorso da voi avviato) sempre più gravoso anche con il supporto del Governo centrale.
Una prima doverosa critica va fatta, perché è indubbia la differenza che c'è oggi tra la Giunta Bresso e la Giunta Ghigo. Va fatta soprattutto al bilancio nella sua sostanza e nella sua considerazione delle imprese Proprio quelle imprese che, nelle promesse elettorali, dovevano costituire il fulcro della ripresa dell'economia e della strategia dell'intero Piemonte.
Mi soffermo velocissimamente sulla mancanza dell'attivazione di un percorso con il territorio, perché sembra quasi (a questo assistiamo quotidianamente) che vi sia una differenza di approccio nei confronti della Provincia di Torino e nei confronti delle altre Province che formano comunque il Piemonte. In questo caso, mi riferisco alla Provincia di Novara, che sicuramente negli ultimi anni ha affrontato grandissime carenze e problemi dovuti non soltanto all'occupazione, ma anche alla chiusura di aziende importanti.
La Regione solo in certi casi e per certi aspetti ha avviato un percorso. Un percorso che poi non ha visto sicuramente una soluzione positiva, per quelli che erano e per quelli che rimangono i problemi. Negli ultimi anni c'è stata anche una competizione internazionale che si è fatta sempre più agguerrita, i nostri principali mercati si sono indeboliti.
Alcuni settori importanti hanno subito delle serie crisi. Questo ha portato a una crescita debole e, nello stesso tempo, le attività produttive solo in parte hanno trovato delle compensazioni.
Su queste compensazioni sicuramente possiamo parlare dell'effetto che hanno avuto le Olimpiadi, perché sicuramente le Olimpiadi hanno avuto un effetto positivo, però non si deve dimenticare che quanto fatto per far sì che ci fossero queste ricadute era stato realizzato tutto, comunque, da un Governo di centrodestra. Il centrodestra, con a capo l'ex Presidente Enzo Ghigo, aveva avviato questo percorso insieme al Governo centrale proprio per far sì che il Piemonte potesse avere queste grosse agevolazioni.
Poi, il fortuito arrivo - parlerei proprio di fortuito arrivo - della Giunta Bresso ha solo colto le battute finali di quanto posto in essere nell'originale non ha messo in pratica nulla di suo.
L'aspetto negativo consiste non solo nel non aver contribuito nel finale, ma, addirittura, secondo me, non è riuscita a cogliere l'importanza che solitamente attribuisce una manifestazione come le Olimpiadi.
Ecco perché questa è una legge finanziaria, come quella già approvata da voi nel 2005, che non solo non dà benefici per il Piemonte, ma soprattutto, non riesce a cogliere quell'importanza che hanno tutti i territori della Regione Piemonte, senza dimenticare le Province, magari più lontane, che potrebbero fare la differenza. In qualche modo, vengono penalizzate quelle Province che non si sono schierate con voi durante la campagna elettorale.
Un altro tema importante che spesso viene trascurato è sicuramente quello inerente all'occupazione, che doveva essere comunque un cavallo di battaglia, secondo me, del centrosinistra e, soprattutto, di alcuni partiti.



(Scampanellìo del Presidente)



NASTRI Gaetano

Presidente, volevo solo terminare il discorso.
Invece, in Consiglio se n'è parlato ben poco.
Abbiamo presentato un ordine del giorno avente per oggetto il lavoro mi riferisco all'assemblaggio dell'F35 a Cameri - che non solo è stato posto al cinquantesimo punto all'o.d.g., ma, addirittura, non si è fatto nulla per cercare di creare un percorso che ne agevolasse la discussione..
Ecco perché è una legge finanziaria deludente, che non porta alcun tipo di risultato, ma, soprattutto non fa nessun riferimento alla parola occupazione.
Non esiste una politica per la famiglia, per le giovani coppie, per le persone che, magari, vogliono attivarsi per formare un nucleo. Oggi, in questa legge finanziaria tutto questo non solo non c'è, ma, addirittura nessun...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Nastri, l'ho già richiamata, le chiedo se pu terminare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

La parola al Presidente Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, visto che siamo in discussione generale, mi considererei esentato da valutazioni politiche e polemiche, perché tanto ne avremo ampio spazio nella discussione dell'articolato, che, come ricordava prima il collega Vignale, è sufficientemente numeroso da consentire l'espressione nel merito di singoli aspetti, e nelle valutazioni, anche quelle finali, che saranno inerenti al voto potremo esprimere non soltanto la valutazione che già preannuncio negativa, ma, magari, aggiungere qualche elemento di polemica, tanto qui stampa poca, gente da convincere ancor meno. Quindi, tenderei a essere utilmente obiettivo, per quello che un uomo di parte come me può cercare di fare.
Proprio per questo mi ricollego, come spirito, all'intervento svolto dal collega Ronzani all'inizio della discussione odierna. Anche lui è uomo di parte, io lo stimo moltissimo e ho imparato ad apprezzarlo come collega e, soprattutto, come Presidente della I Commissione, perché, pur nel filo di un'interpretazione anche di parte, ha detto una serie di cose che mi sembrano condivisibili. Cercherò di ripeterle, onde comprendere se le ho capite bene, proponendo, poi, un elemento sfidante - sfida è parola che a me tuttora piace moltissimo, vedendone l'aspetto costruttivo - che consiste nell'impegnarci a dividerci sui contenuti, ma non sprecando inutilmente il tempo, non tanto nostro, essendo pagati abbondantemente per essere qui, ma quello dei cittadini che rappresentiamo - magari alcuni se ne sono già molto pentiti, quelli da questa parte - nel corso di questa legislatura.
Comincerei dai numeri prima di vedere le uscite. Quindi, mi risparmio tutte le battute, alcune anche simpatiche. Trovo divertente il soprannome che, ormai, hanno attribuito al Vicepresidente Peveraro, tutti lo chiamano "indebitator", lo trovo molto divertente. La sua legge, quella che stiamo andando a discutere, forse, per analogia a quella del Governo Prodi, la chiamano la legge dei "mille debiti", anche questa è interessante, "mille debiti" era prima degli ultimi emendamenti. Questo lo diremo quando magari, c'è qualcuno che queste sciocchezze le scrive.
Per quanto riguarda l'indebitamento, al di là delle polemiche che mi pare ci siano state - francamente, me ne scuso se, in qualche modo inutilmente, ho contribuito - al 31/12/2006: 3,9 miliardi, che era 1,9 al 31/12/2004, che è diminuito di un po' - non importa di quanto - nel giugno 2005.
Di per sé il fatto che ci sia una struttura fortemente indebitata non è ancora, secondo me, motivo di critica, se non di attenzione, come giustamente diceva il Consigliere Ronzani. Lo ridico: escludo che il forte incremento dei debiti che c'è stato negli ultimi anni sia unicamente da attribuirsi, qualunque sia il giudizio che si può dare, alla parte politica che oggi esprime il Vicepresidente Peveraro come Assessore competente.
Voglio dire che, se voglio cercarmi dei meriti, me li cerco volentieri mi sono dimesso il 1° marzo 2002 e quel giorno avevamo mutui stipulati per 458 miliardi. Sembrano pochi perché, occhio e croce, sono un ventesimo di quelli odierni - un ventesimo: 458 contro quasi 8 mila! Un diciassettesimo! Di per sé la crescita del debito, che è maturata in cinque anni, cui certamente abbiamo contribuito come parte politica - non ne derivo immediatamente un giudizio di critica - può essere giustificata o meno in funzione di due parametri, a mio avviso. In primo luogo, del grado di controllo che la gestione dello stesso ha. Credo che su questo si debba discutere, perché già stiamo perdendo la TELECOM. Tutti avevamo detto al dottor Marco Tronchetti Provera che non si può comprare una cosa basandosi sui debiti degli altri. Adesso, quando si scriveranno i libri anche in merito a questo, qualcuno andrà a rileggersi quanto venne detto. Oggi apprendiamo che la vendita avviene con una modalità che, in questo caso alcuni quotidiani riassumono molto bene: a circa metà del valore di allora e unicamente toccando la maggioranza del suo 18%, ma là siamo nel privato ho detto più volte che il privato deve fare quanto ritiene opportuno nel privato, qui, invece, stiamo gestendo soldi pubblici.
Allora, il controllo del debito e, soprattutto, l'indirizzo del debito.
Vede Vicepresidente Peveraro, so che lei ne è conoscenza, ma, soprattutto vedete colleghi, oggi siamo ai primi giorni di aprile 2007, nell'ambito dell'esercizio provvisorio, se guardaste i dati di bilancio di quest'anno quelli che stanno avvenendo, cosa vedeste? Voi avete disponibili 1,3 miliardi di euro per investimento nell'ambito della legge che c'è, non di quella che voteremo, quindi nell'ambito dell'esercizio provvisorio.
Adesso, di questi 1,352 miliardi di euro - dati del consuntivo di bilancio al 31/03/2007 - sapete quanti ne avete impegnati - l'impegno è la fase iniziale, prima di arrivare alle liquidazioni? 52 milioni.
Se i dati sono erronei, l'erroneità eventuale dei dati del Titolo II vedo, giustamente, l'Assessore Peveraro controllare - non è sorprendente.
Non è sorprendente, perché la capacità di impegno di questa Regione non è mai andata al di là dei mille miliardi, perché l'impegno dei soldi in investimento non dipende dalle cifre che si investono, ma dalla capacità delle Direzioni, delle strutture, degli enti collegati (Enti locali Province, altre Regioni) e dei soggetti privati, di concertarne l'impegno cioè la progettualità (un tempo avremmo detto "cantierabilità") e poi, in un momento successivo, la liquidazione.
Noi continuiamo a scrivere sul bilancio una serie di desideri. Ne cito uno per tutti: un simpatico emendamento, allora suggerito dall'allora non ancora Capogruppo Manica, che volle segnalare - parliamo del 1996 o del 1997 - un interessante variazione ferroviaria che si chiamava e si chiama "la gobba di Gozzano". Erano 26 miliardi. Li mettemmo a bilancio. Fu un grosso successo del centrosinistra di allora. Quei 26 miliardi forse si sono poi tradotti in 15 o 18 milioni di euro, ma non è uscita una lira.
Perché non è uscita una lira? Perché non basta scrivere le cifre a bilancio; non basta fare i debiti, bisogna poi avere la capacità di tradurre i progetti in opere, cantierarle e, soprattutto, farle andare avanti.
Cito dati di oggi che non sono esenti da critiche da parte di nessuna parte politica. In questo caso bene fa il Consigliere Ronzani a dire: "Poniamoci il problema". Personalmente faccio un passaggio avanti, ma sono sempre dati di oggi: sulla spesa corrente, avete stanziato nove miliardi di euro - nel 2007, non anni fa - e a fine marzo ne sono già usciti due perché a fare uscire della spesa corrente, siano essi stipendi o altre iniziative, sono sempre stati capaci tutti gli Assessori di tutte le Giunte, dal 1970 ad oggi.
Il problema è che questa Giunta dovrebbe fare investimenti. È sotto questa luce e sotto questo ambito che il bilancio di oggi si presta a delle costruttive critiche, prime fra tutte sul bilancio della sanità.
Vede, Assessore, colgo come un progetto ambizioso e sfidante che lei dica, come ha detto in esordio, che il bilancio della sanità, quest'anno, è più ricco o più dotato - gli aggettivi possono essere diversi - di altre stagioni. È vero. In questo momento, il bilancio disponibile per la sanità della Regione Piemonte è più alto del consuntivo, pur molto alto, che abbiamo avuto al 31/12/2006, qualora questi numeri vengano confermati dai dati definitivi. Ci sono circa 100 o 200 milioni di euro in più di quanto l'anno scorso, sembrerebbe essersi consuntivato, però - e non lo vedo come elemento di polemica - prendo atto che nel piano di edilizia sanitaria (sempre che i giornali dicano il vero, ma è l'unica fonte, perché, sinora nelle Commissioni non se n'è sentito verbo, ma abbiamo sempre pazienza) ci sono progetti molto ambiziosi. Però attenzione, Assessore Bairati, perch la pazienza finisce e il giorno in cui ci stuferemo di sentirvi parlare solo sui giornali, vi assicuro che saremo in grado di obbligarvi a parlare solo in Commissione.
Si parla di edilizia sanitaria in tutte le sedi, tranne in quella delle Commissioni competenti, però apprendo, sempre dai giornali, che rispetto ad un programma molto ambizioso - che, peraltro, avevamo cominciato a disegnare alcuni tempi fa noi - solo la metà sarà finanziata (226 milioni di euro in questo bilancio, per essere precisi), mentre nel resto del bilancio linee significative di investimento non ne vedo.
Posso essere miope, quindi vorrei essere rassicurato, non da chi, come il Consigliere Robotti, vede nel bilancio ciò che vorrebbe e che fortunatamente non c'è, ma da chi si occupa storicamente di investimenti cioè di Titolo II e di numeri, per farci capire dove questa Regione intende investire e come. Altrimenti facciamo politica, facciamo eventualmente polemica ed eventualmente propaganda, ma ci azzecca pochissimo - direbbe il simpatico Ministro Di Pietro - con la politica di bilancio.
Attorno a questi numeri accolgo volentieri la sfida positiva del Consigliere Ronzani. Se la maggioranza presenta un DPEFR nei tempi convenuti, cioè entro giugno, se le schede di sintesi, che sono la chiusura del DPEFR, come ho tentato di dire ieri, fossero rappresentative della maggioranza, e quindi discutibili, per quanto ci riguarda il bilancio verrà approvato il 31/12. È possibile che ci si urti nel merito, ma almeno ci confrontiamo su dei contenuti, sui quali forse abbiamo idee diverse, ma non facciamo perdere troppo tempo a nessuno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
In linea puramente teorica, il compito di un membro della minoranza che interviene sul bilancio dovrebbe essere abbastanza semplice, perché basta guardare le varie voci e sicuramente, con un po' di capacità amministrativa, riesce a trovare qualcosa che non viene finanziato e quindi, fa tutto il discorso in merito.
A parte che, giustamente, il collega Burzi faceva notare che questo seguirà capitolo per capitolo, quindi deve essere un discorso generale che a questo punto, dovrei fare con il simpatico Assessore al bilancio, che dovrebbe ascoltarmi mentre faccio un lungo elenco di cose che non vanno.
Probabilmente non cambierebbe niente di quello che ha fatto e non mi illudo nemmeno che alla fine del mio intervento la maggioranza cambi qualcosa.
Poiché ribadisco il concetto, se a qualcuno interessa...
C'era un mio collega che aveva scritto, sul Libro Mastro di una relazione di bilancio, nel bel mezzo delle quattro pagine di relazione: "Comunque il Direttore è un deficiente". Io gli ho detto: "Guarda che ti licenziano" e lui mi ha risposto: "Guarda che non lo leggeranno mai". Non lo hanno mai licenziato.
Mi permetto di dire qualcosa non così rischioso. Faccio una proposta che detta da me potrebbe apparire un po' strana: si potrebbe aumentare in modo consistente lo stanziamento destinato in particolare ad aiutare gli immigrati regolari e, ancor di più, gli immigrati irregolari. Per arrivare a quest'obiettivo, se avessi dei soldi, sapete come li impiegherei? Sapete cosa farei, se fossi Assessore di un Comune e se avessi disponibilità finanziaria? Provate a mettervi nei panni di queste persone: arrivano in un camion chiuso, escono, e qualcuno gli spiega che il sistema migliore per vivere è arraffare qualcosa. Questi magari non vorrebbero nemmeno farlo, ma vedono che il vicino lo fa e nessuno gli dice niente, magari poi gli viene voglia di farlo, anche perché hanno fame, poverini. Allora io amministratore, come faccio ad aiutarli? Metto in atto tutta una serie di iniziative che sono già in atto: cerco di aumentare la capacità delle nostre imprese per offrire lavoro anche a loro; si cerca di fare questo o quello, di dare assistenza e quant'altro.
Io ho due figli e la mia attività principale, da quando sono nati fino ad una certa età, è stata quella di controllarli. Ad un certo punto, sono stati "svezzati" e sono diventati autosufficienti. Ma sapete, in quegli anni, qual è stata la mia preoccupazione maggiore? Quella di controllarli cercando naturalmente di non interferire nelle loro scelte (nel senso che non volevo che facessero quello che piaceva a me, e infatti non lo fanno) affinché fossero in grado, una volta maggiorenni, di star bene, adattandosi alle regole.
In questo bilancio - scusate se ritorno sul punto dolente, ma è quello che richiama maggiore attenzione! - non si stanzia nulla sotto quest'aspetto, per un Comune - mi corregga se sbaglio, Assessore Peveraro che volesse installare quattro telecamere per controllare che i cittadini non commettano reati: con questo sistema, le forze dell'ordine potrebbero accorgersene oppure le telecamere potrebbero fungere da deterrenti, poich il nostro Assessore alla Polizia Urbana ha scritto nella sua relazione che l'importante è la "deterrenza". Non posso neanche chiedere all'Assessore se mi sbaglio, visto che non è presente: in ogni caso, come avevo anticipato ieri, non ho capito bene che cosa s'intende per "deterrenza". Per me, la deterrenza è questa: installare una videocamera che controlli quando si passa davanti; questa è deterrenza, non spionaggio.
Assessore Peveraro, il Sindaco che avesse quest'esigenza, riceve un contributo dalla Regione? No.
Questo, allora, è incitamento all'illegalità, perché s'incitano dei soggetti che vengono nelle nostre terre a commettere azioni illegali perché tanto nessuno li controlla; e non controllare un soggetto che ha fame, è incitarlo alla delinquenza. Il nostro bilancio attuale non attua una cosa del genere? A meno che non si dica che tanto non abbiamo le risorse economiche sufficienti per dargli un lavoro e rubino: non vogliamo mica dire questo? Vi chiedo un dato: nell'unico periodo che sono stato non in minoranza perché ho passato la vita in minoranza anche quando ero in maggioranza perché ero in minoranza nel mio partito, ho svolto per due anni l'incarico di Assessore e avevamo una "zona di nessuno", dove finiva la strada comunale, seguita da strade sterrate, verso il torrente. Di notte, la gente andava a drogarsi o a smontare le macchine, talvolta le incendiavano. Era pericoloso. Noi non stavamo certo tranquilli con quegli "amici2.
Come Assessore, avevo chiesto di installare di una sbarra. Il funzionario non era d'accordo, ma mi sono imposto e abbiamo messo la sbarra dove finiva la strada asfaltata e iniziava quella sterrata. Non abbiamo mai messo un lucchetto, peraltro, nel senso che l'abbiamo sempre lasciata aperta (affinché i contadini non dovessero scendere dal trattore per passare) e abbiamo mandato tre o quattro volte i Vigili Urbani in divisa la sera, pagandogli gli straordinari (allora il Comune era riuscito a trovare i fondi!) e sono spariti completamente questi personaggi e questi episodi.
Questa, secondo me, è deterrenza! Per carità, i problemi di questo bilancio sono centinaia e centinaia, a cominciare dall'agricoltura o dalla montagna (argomenti per i quali si potrebbe parlare anche per mezz'ora!).
Però il punto determinante è questo: come fa una Regione a non stanziare niente per questo problema, non prevedere neanche un euro! Diciamo che ci sono pochi soldi, o ce n'è in forma insufficiente. Ma come si fa ad asserire coi fatti che non si tratta di un problema? Mettendo "zero", è come se si dicesse che non è un problema. E non è vero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Cercherò di essere breve.
Abbiamo sentito, da più parti, parlare di "svolta" con questa legge finanziaria. Effettivamente, per certi versi, credo che una svolta ci sia stata, e sia stata anche significativa rispetto alle leggi finanziarie cui eravamo abituati dalle Amministrazioni di centrodestra.
Devo dire, però, che per quanto mi riguarda sono ancora in attesa di una svolta su cui, prima o poi, vorrei che si ragionasse nel futuro della nostra Regione.
Credo che si possa affermare che questa legge finanziaria s'inserisce comunque, in un filone di interpretazione dell'economia che sicuramente è di tipo sviluppista (di un certo tipo di idea sviluppista).
Con le prospettive che abbiamo davanti, non possiamo ignorare i discorsi, le proposte e le riflessioni di autori come Illich, Georgescu Rochen, Castoriadis, Boolkin, Latouche e altri.
Sicuramente, questi autori non si riconoscerebbero in questa legge finanziaria. So bene che alcuni in quest'aula non sappiano neanche chi siano questi autori, ma se le previsioni di alcuni studiosi indicano che in un futuro non così lontano (venti o trenta anni possono sembrare lontani nel tempo, non è così) ci saranno dei grossi problemi di risorse per tutti i Paesi, noi non ne stiamo ancora prendendo coscienza.
Non credo neanche che sia un problema di una forza politica piuttosto che di un'altra, di un Assessore piuttosto che di un altro, perché il problema colpirà tutte le categorie sociali, ma soprattutto quelle definite come più deboli.
Se è inevitabile, in questa fase storica e politica, parlare di sviluppismo e guardare all'industria in attesa di una sua risposta dobbiamo iniziare a ragionare sul fatto che non è una strada su cui possiamo continuare, oggettivamente, all'infinito.
Dobbiamo valutare se sia bene continuare con le scelte che stiamo facendo in senso generale, oppure se sia meglio cercare strade diverse.
Anche perché i sostenitori dello sviluppismo ci dovrebbero spiegare come mai tutti gli indirizzi di sviluppismo non abbiano portato ad una diminuzione della precarietà e della disoccupazione. Questi sono dati che tragicamente, constatiamo ogni giorno.
Le strade diverse che, prima o poi, si dovranno imboccare sono semplici, ma, allo stesso tempo, anche difficili. Le soluzioni che prospettano chi individua il problema della scarsità delle risorse non possono che portare a pensare di costruire economie che facciano del risparmio delle risorse, a partire dall'energia, il loro primo obiettivo.
Se non ragioniamo in termini di risparmio e di risorse, guardate che non può servire cambiare il tipo di prodotto.
Anche se noi colmiamo l'enorme ritardo che abbiamo rispetto ad altri Paesi - mi riferisco, ad esempio, ai tetti fotovoltaici - nel prossimo futuro questo potrebbe anche non essere più sufficiente se non si cambia il modello, il paradigma. Penso sia difficile...



PRESIDENTE

Scusate, avete chiesto di potenziare i microfoni dell'aula, ma le nuove tecnologie permettono di usare le varie forme silenziose dei cellulari.



MORICONI Enrico

Evidentemente gli argomenti di cui sto parlando non interessano più di tanto. Sono troppo proiettati nel futuro.
Se noi, per primi, in quest'aula, non comprendiamo che il problema è il modello, non solo cambiare il prodotto, non lo potremmo comunicare fuori di qui. Il futuro non toccherà tutti noi, i problemi non li vedremo direttamente, ma prima o poi arriveranno.
Potremmo iniziare a ricordare quel termine di economia sostenibile che abbiamo inserite nel nuovo Statuto della Regione Piemonte. Ci sono due punti che in questa finanziaria non vanno nel senso di rispettare il termine di economia sostenibile e sono due punti, citati anche negli altri interventi, che riguardano quei beni naturali comuni che sono le acque minerali e le cave.
Occorre pensare ad un'economia diversa. Si potrebbe iniziare a pensare al fatto che i beni comuni, quando vengono usati per uno scopo personale e individuale, è abbastanza giusto e corretto che il pubblico ne ricavi un contributo economico che deve essere reinvestito in senso pubblico e in senso collettivo. In questo senso, non mi sembra che in questa finanziaria ci si avvii su quella direzione.
Chiudo con un'ultimissima considerazione. Sono stati citati i cinghiali. Non fanno parte, in questo momento, di un discorso sulla finanziaria, ma credo, solo per ricordarlo a tutti i Consiglieri, che per risolvere il problema dei cinghiali l'unica e prima cosa da fare sarebbe quella di chiudere gli allevamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Da una lettura della legge finanziaria e del bilancio, al di là degli aspetti particolari su cui ci soffermeremo, l'impressione di fondo che emerge è che sia una legge finanziaria e un bilancio che, in qualche maniera, trasmetta ed evidenzi le incertezze interne alla maggioranza e nello stesso tempo, l'incertezza di dare una scelta strategica e di sviluppo al Piemonte in una determinata direzione.
La passata Giunta regionale di centrodestra, fra luci ed ombre, aveva dato una nuova vocazione di sviluppo al Piemonte che non era solo quella più industriale, ma quella rivolta al terziario, alla cultura, alla sport all'ambiente. Ora, quella strada che abbiamo imboccato e che ha dato i più virtuosi ed oggettivi risultati con le Olimpiadi invernali, sembra essersi rallentata, fermata. C'è quasi la nostalgia di poter e voler tornare indietro ad un Piemonte impostato solo sul settore industriale, ma, nello stesso tempo, l'incapacità di dare risposte adeguate anche in questo settore.
Basta partecipare ai lavori della VII Commissione di quest'ultimo anno per constatare la situazione di crisi di numerosissime aziende della nostra Regione e della provincia di Torino. Una situazione cui la Regione, con gran difficoltà, riesce a dare delle risposte, soprattutto non riesce ad interloquire - e alcuni casi clamorosi di queste ultime settimane lo hanno dimostrato - non riesce a sufficienza ad essere un interlocutore rispettato con il mondo industriale, con la grande industria.
Questo è ancora più sorprendente, considerando che questa è una maggioranza e una Giunta regionale di centrosinistra, che dovrebbe avere una tradizione forte, da questo punto di vista, di collegamento con il mondo del sindacato e anche con certi poteri forti. Invece, non si riesce a dare una risposta su questo fronte, come c'è un'incertezza e un rallentamento sull'altra visione di sviluppo della nostra regione, che era quella delle politiche culturali, delle politiche sportive, del turismo, in generale della politica dell'accoglienza.
La legge regionale n. 18, relativa all'offerta turistica, tanto criticata dalla sinistra ma che, negli anni passati, aveva comunque permesso al Piemonte di diventare una regione dalle grandi capacità e potenzialità di offerta alberghiera, ma non solo di offerta alberghiera anche con la ricettitivà di tipo familiare con il bed and breakfast, è rimasta bloccata, congelata. Centinaia, se non di più, sono le domande di operatori alberghieri e di operatori turistici, inoltrate alla Regione Piemonte, che sono rimaste ferme. La politica dell'offerta turista è, di fatto, da 24 mesi paralizzata, non sappiamo ancora quale sarà la nuova legge regionale sul turismo e sull'offerta turistica. Le incertezze permangono, ma permangono anche ormai, a livello generale, sull'economia turistica della nostra regione.
Molti tour operator iniziano avere delle incertezze relativamente al fatto che le scelte fatte o auspicate all'epoca delle Olimpiadi si riescano concretamente a realizzare. Una situazione di stallo, di limbo che probabilmente, è figlia anche della situazione interna di questa maggioranza. Una Giunta di centrosinistra, dove la componente moderata e riformista è sempre più bloccata, paralizzata, condizionata dalla parte più estrema della propria maggioranza.
Di questo siamo profondamente dispiaciuti perché, almeno dal nostro punto di vista, avremmo voluto poter interloquire con maggiore autorevolezza e capacità su alcune idee importanti, su alcuni progetti strategici per lo sviluppo del Piemonte. Ma questi progetti strategici riformisti, liberali, così tanto decantati durante la campagna elettorale dalla Presidente Bresso due anni or sono, non emergono, stentano ad emergere o rimangono al massimo elemento di discussione all'interno delle riunioni della Giunta regionale.
Affrontando alcuni argomenti più specifici, dobbiamo confrontarci con la stretta attualità. La stretta attualità è quella che hanno già evidenziato alcuni Consiglieri in precedenza, che abbiamo anche già in parte discusso e su cui ci siamo confrontati o scontrati ieri.
l'attualità della vita quotidiana di tutti i giorni, che investe i cittadini piemontesi: la sicurezza. Probabilmente in quest'aula si sottovaluta il ruolo e l'importanza che la sicurezza, la tranquillità e la serenità della vita dei cittadini piemontesi ha e deve avere nella politica regionale. Forse siamo ancora bloccati a schemi e a impostazioni degli anni '70 e '80, quando la sicurezza era un problema che doveva essere relegato semplicemente alle Forze dell'Ordine o allo Stato centrale. No, non è più così ed è anche inutile ed ipocrita rivendicare un maggiore federalismo alle Regioni, se, poi, quest'argomento, così importante per la vita dei cittadini, non si affronta con velocità, efficacia e senza ipocrisia.
Mi risulta che un disegno di legge di un Consigliere di maggioranza, il collega Buquicchio, vada in questa direzione e, ad esempio, la proposta di dotare di uno sfollagente i Vigili Urbani e la Polizia Municipale dei Comuni della regione Piemonte venga osteggiata e bloccata dalla maggioranza, essendo ferma in VIII Commissione.
Questo e altri provvedimenti, invece, meriterebbero di essere portati subito in Aula, dove, magari, sicuramente in questo caso, troveremmo la convergenza, perché forniremmo una risposta immediata e semplice, ma concreta, alle esigenze dei cittadini, che non aspettano che questo. Parlo dei cittadini che ancora oggi hanno paura, dopo le ore 17, a frequentare Porta Nuova o Porta Susa, perché non si è tranquilli, non c'è sufficiente Polizia di Stato, non c'è un numero sufficiente di Carabinieri, ma non c'è neanche un numero sufficiente di Polizia privata, Guardie Giurate, che noi come Regione Piemonte, potremo supplire, svolgendo così quella funzione di sussidiarietà, che tante volte evochiamo, ma, poi, ci rifiutiamo di realizzare concretamente.
Un altro argomento che non compare nel documento e nel bilancio di previsione 2007, che almeno quest'anno mi aspettavo che fosse rilevato con una certa importanza, è quello che concerne la difesa del suolo e la prevenzione dei fenomeni alluvionali.
Il Piemonte, nonostante le grida d'allarme lanciate già in occasione della scorsa discussione del bilancio di previsione, continua ad essere una regione fortemente a rischio di fronte agli eventi alluvionali. Non ci sono stanziamenti e risorse adeguate per mettere davvero in sicurezza alcune zone critiche del nostro Piemonte. Altresì, non c'è nulla di quel Piano strategico di manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua, di competenza dell'AIPO, che, lo ricordiamo, è un'agenzia interregionale, quindi, la Regione ha voce in capitolo, che presentammo ben due anni fa, che ancora è lettera morta. Nonostante alcune assicurazioni a livello di Commissione nulla è stato fatto per realizzare quest'imponente piano di corretta manutenzione dei corsi d'acqua, che avrebbe messo in minore pericolo le comunità piemontesi.
Se ci saranno - incrociamo le dita davvero e speriamo che questo mai avvenga - fenomeni alluvionali, ricordiamoci che non esisteranno più divisioni o differenze politiche, i cittadini piemontesi non permetteranno e non giustificheranno che la nostra regione sia colpita per la terza volta in pochi anni da un nuovo fenomeno alluvionale.
Invece, per quanto riguarda la sanità, argomento su cui in IV Commissione ci siamo a lungo confrontati con l'Assessore Valpreda, al quale auguriamo i più sinceri auguri di pronta guarigione e di ristabilimento purtroppo, abbiamo rilevato alcune carenze che già anche all'interno della discussione del Piano Socio Sanitario avevamo rilevato. Mi riferisco alla gran teoria, alla gran fumosità, ai grandi annunci di una politica a favore del territorio, ma con un indebolimento delle strutture ospedaliere e la difficoltà di dare risposte quotidiane e ordinarie alle emergenze sanitarie. Se non lo sapete, è bene che quest'Aula sia informata.



(Scampanellìo del Presidente)



PEDRALE Luca

Concludo, Presidente.
In questi giorni, ad esempio, nell'ASL di Vercelli si rinviano i ricoveri e le operazioni a causa della carenza del personale e di risorse tecnico-organizzative-finanziarie. Questo è grave e non va bene in una Regione che, per modernità ed efficienza, dovrebbe essere esempio per tutto il Paese.
Torneremo, purtroppo - dico purtroppo - su questi argomenti, così come su altri, che questa maggioranza e questa Giunta spesso annunciano e sbandierano, ma, poi, concretamente, anche nei documenti contabili, non compaiono.
Ad esempio, ci sarebbe piaciuto che a fianco di una sezione "Disposizioni sulle pari opportunità" comparisse quella recante "Disposizioni sulla famiglia". Questo non è avvenuto e, probabilmente, è anche il segnale delle difficoltà e contraddizioni interne a questa maggioranza di centrosinistra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Il nostro Gruppo, sostanzialmente, esprime una valutazione positiva relativamente al bilancio e alla legge finanziaria, non perché non ci sono aspetti criticabili o che non ci vedono completamente d'accordo o perché ci sono alcuni aspetti sui quali avremmo voluto chiedere e desiderato un'azione più incisiva. Riteniamo però che il quadro sostanziale del bilancio possa permetterci di esprimere un giudizio sostanzialmente positivo.
Noi crediamo anche che, a differenza di quanto sostenuto da qualche altro collega in quest'Aula, in questo bilancio ci sia un quadro e non si tratti di azioni completamente slegate tra loro. Magari, è difficile da vedere per chi non lo vuole vedere, magari è difficile da capire per chi non riesce a capirlo. Credo che sforzandosi un po' il quadro sia sufficientemente chiaro. È un quadro che, sostanzialmente, ci dice che ci stiamo muovendo, che questa maggioranza e questa Giunta si stanno muovendo nell'ottica di sostenere e qualificare lo sviluppo della nostra Regione senza lasciare indietro nessuno. Credo che l'elemento principale del quadro sia oggettivamente questo.
Come possiamo esplicitare questo quadro? Iniziamo dall'argomento principe della nostra attività amministrativa: la sanità. Credo che, finalmente, dopo due anni, possiamo dire che i conti della sanità quadrano, che i conti della sanità sono certi, che non c'è bisogno di rivolgersi alla Corte dei Conti o a professionisti esterni per capire la situazione. La spesa è chiaramente sotto controllo, l'Assessorato ha dimostrato con le sue risorse interne di riuscire a tenere un controllo stretto dal punto di vista gestionale. Quindi, credo che si debba continuare con quest'opera confermando questo tipo di impianto, il Piano Sanitario regionale qualificherà ulteriormente la nostra sanità.
Anche in molti interventi da parte dell'opposizione si è posto l'accento su diversi tipi di problemi che, purtroppo, sussistono nell'ambito del nostro sistema sanitario. Ritengo che negarli sarebbe sbagliato e intellettualmente disonesto, credo, però, che lo strumento per affrontare questi problemi, per provare ad apportare elementi correttivi di miglioramento, sia il Piano Sanitario regionale, che tutti in quest'Aula dobbiamo augurarci di riuscire ad analizzare subito dopo aver approvato il bilancio annuale, andando ad una sua approvazione in tempi brevi.
Credo che anche la brutta vicenda relativa al balzello di 10 euro posto con la legge finanziaria nazionale troverà una sua soluzione, come peraltro, è stato auspicato nell'ordine del giorno approvato la scorsa settimana.
Per quanto concerne il sostegno e la qualificazione allo sviluppo quando parliamo di sviluppo siamo senz'altro in una situazione difficile perché credo sia ormai chiaro a tutti che non possiamo pensare allo sviluppo come lo s'intendeva dieci, quindici o vent'anni fa. Occorre ragionare e capire cosa significa sviluppo, soprattutto sviluppo sostenibile, e capire se è ancora possibile averlo, oppure se le linee di intervento per sviluppare il nostro sistema economico devono diametralmente cambiare indirizzo.
Al di là di questo dibattito, sia il bilancio sia la legge finanziaria lanciano, in tutti i settori, precisi segnali: dall'industria all'agricoltura, dall'artigianato al turismo e al commercio.
In particolare, voglio soffermarmi sui problemi legati alla situazione industriale. Come è chiaramente emerso dal dibattito affrontato la scorsa settimana in quest'Aula sulla vicenda Bertone, è chiaro a tutti che l'uscita dalla crisi di FIAT non ha risolto i problemi della nostra industria manifatturiera e, in particolare, della nostra industria meccanica.
Relativamente alla vicenda Bertone, auspicavo un intervento straordinario da parte dell'Amministrazione regionale. È molto forte la richiesta che hanno fatto ieri i cinquemila metalmeccanici in corteo per le strade della nostra città; cinquemila in rappresentanza degli oltre ventimila che in questo momento vivono una situazione di pesante crisi all'interno delle proprie aziende.
Credo che questo segnale sia stato ripreso e ci sia stato un impegno preciso, da parte degli Assessori presenti all'incontro, per attivare tutti gli strumenti atti al superamento di questa situazione critica. Ritengo che all'interno del nostro bilancio ci siano tutti gli strumenti e le risorse necessarie per risolvere la situazione.
Un secondo aspetto, sempre sul tema del lavoro, riguarda la stabilità.
La manifestazione nazionale del 4 novembre a Roma ha segnalato una profonda esigenza, non solo da parte di chi vive questa situazione, ma da parte di tutti i cittadini del nostro Paese. Siamo all'inizio di una nuova era rispetto ai rapporti di lavoro.
Anche su questa partita la Regione deve fare la sua parte, perch abbiamo molto precari inquadrati, sia nella struttura regionale sia in quelle sanitarie. Dobbiamo avviare un percorso di stabilizzazione che sia compatibile e congruo con le norme individuate dalla Finanziaria nazionale ma che inizi a dare certezze, percorsi e date, dal punto di vista temporale, per avere garanzie da questo punto di vista.
Non lasciare indietro nessuno vuole dire anche non mettere mano al sistema fiscale, come diceva prima il Vicepresidente Peveraro, e difatti questo bilancio e questa Finanziaria si caratterizzano per non avere aumentato le tasse, però significa anche cercare di fare delle operazioni non dico di redistribuzione del reddito, ma di riequilibrio nel campo fiscale. È sicuramente positivo il dato che per il 2008 andremo a rivedere l'addizionale regionale, andando a qualificarla, dal punto di vista della progressività, per tentare di sgravare il più possibile i redditi più bassi.
Abbiamo posto con forza altre questioni per la costruzione di questo bilancio e di questa Finanziaria. Uno fra tutti, la scuola. Lo abbiamo già visto questa mattina in Commissione: un aumento molto significativo delle risorse già effettuate nel 2006 e ulteriormente confermate nel 2007, per il sostegno alla scuola. Si tratta di risorse che potranno essere ulteriormente incrementate, se riusciremo ad approvare la nuova legge sul diritto alla studio.
Abbiamo riconfermato, e se è possibile anche migliorato dal punto di vista legislativo, o comunque di norme, il sostegno al reddito, introdotto con la legge finanziaria dell'anno passato.
Abbiamo confermato tutta una serie di interventi, dal punto di vista sociale, in alcuni casi anche aumentati: penso a tutti gli interventi sulla casa. Non mi riferisco solo all'approvazione del Piano per diecimila alloggi, ma proprio per il sostegno alla casa, alle morosità e ai contributi sugli affetti.
Le questioni che contraddistinguono questo bilancio, quindi, sono il sostegno, la qualificazione allo sviluppo e il non lasciare indietro nessuno.
Ultima questione.
Oggettivamente mi risulta di difficile comprendere l'elemento, più volte ribadito dai colleghi dell'opposizione, sulle problematiche legate alla sicurezza. Non vogliamo negare che ci siano problemi e particolari situazioni, soprattutto dal punto di vista geografico, di tensione o di convivenze difficili, perché sarebbe intellettualmente disonesto negarlo ma non credo che ci sia un problema sicurezza così esasperato come ci volete far credere. Lo stesso sondaggio che ci avete regolato ieri insieme alle uova di Pasqua, sia pure con tutti i limiti che può avere un sondaggio, non indica questa come una delle priorità.
Ieri ho molto apprezzato l'intervento dell'Assessore Caracciolo sulla questione della sicurezza, ma ho anche molto apprezzato l'intervento del Consigliere Leo perché mi sembra che, sia pure con accenti e con toni diversi, abbia saputo mettere il dito sulle questioni, più che di repressione, di informazione, di educazione e di sostegno. Gli altri interventi invece, ma non lo dico con spirito polemico, faccio oggettivamente difficoltà a capirli.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Leo, informo che al termine dell'intervento del collega Leo ci sarà una sospensione del Consiglio, ma non la chiusura, di venti minuti o un mezzora, per permettere al Vicepresidente Peveraro di avere un incontro con i Capigruppo dell'opposizione.
Dopo l'intervento del Consigliere Leo, quindi, il Consiglio non è chiuso, ma sospeso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Proprio perché siamo un'Aula consiliare e non in un direttorio in cui decide solo la Giunta, parto da interventi ascoltati in questa sede, per esempio dal collega Clement e dal collega Moriconi, o da altri colleghi in Commissione. Dico subito che non li rappresento in alcun modo, perché non hanno sicuramente bisogno di me, però alcune considerazioni espresse dai colleghi in Commissione, come Auddino, Bossuto o Dalmasso, mi fanno riflettere, soprattutto perché la sensibilità di quanto evocato non trova cari colleghi di Giunta, alcuna rispondenza nell'attenzione politica della Giunta.
Parlavo prima con il collega Pedrale, al quale dicevo che avrei voluto sviluppare alcune vicende trattate all'interno del mio Gruppo, su due emergenze che, paradossalmente, pensavo non fossero più tali, invece lo sono ancora: le politiche culturali, specie a Torino, e le politiche giovanile.
Tutto questo contraddice le preoccupazioni dei colleghi Auddino e Dalmasso, perché la direzione in cui l'asse delle Giunte di sinistra - di Comune, Provincia e Regione - sta andando, è esattamente l'opposto. Il folle taglio a Torino di oltre il 50%delle spese per la cultura: oltre il 50%! La cancellazione di progetti culturali importantissimi, dei rapporti con le associazioni, quindi la desertificazione! Prima si parlava del problema dei contributi a pioggia, adesso si parla di desertificazione.
Cari colleghi, i segnali che abbiamo ricevuto - lo dico apertamente non rientrano nelle responsabilità dei singoli Assessori. Alfieri, per esempio, lo vedo più come vittima che come responsabile di questa situazione. La sua è una linea politica che, caro collega Moriconi, temo dica soltanto "FIAT e industria", e nient'altro. Il collega lo ha paventato, io ne sono convinto. Perché l'idea di uno sviluppo diverso, che punti sulla cultura, sul turismo, sulla qualità della vita è completamente accantonata. Quando un'amministrazione taglia il 50% dei fondi su questi capitoli, è una cancellazione, non una "limatura" politica.
Cari colleghi - mi riferisco ai Gruppi principali, ai DS in particolare lo sta vedendo la sinistra questo, non lo sta facendo Berlusconi. Lo sta facendo la sinistra.
Veniamo alle politiche giovanili. Quando ieri parlavamo di sicurezza evocavo il discorso dei centri studenteschi, dei gruppi di sostegno eccetera. Ebbene, sono uscito per due incontri, giustificandomi in aula, e ho detto le cose che il Consigliere Clement riprendeva con generosità, da parte sua, per la condivisione. Sono venute due realtà, una delle Vallette del Gruppo di Bonacini, perché chiudono la convenzione col Teatro Le Vallette, chiudono il Centro Sociale Le Vallette. Dopo è venuta una ragazza, Valeria Bonomo, responsabile dei centri delle politiche giovanili: la licenziano, perché chiudono quel settore.
Del tavolo che esisteva fra Comune, Provincia, Regione e fondazioni bancarie sulle politiche giovanile non ne abbiamo saputo più niente, perch non è più stato convocato. C'era un tavolo generale fra Comune, Provincia Regione, fondazioni bancarie, Prefettura, Ministero della Pubblica Istruzione sulle politiche giovanili. Ho incontrato l'altro giorno l'Assessore della politica, che ne faceva parte, e mi ha detto: "A me risulta che non sia mai più stato convocato".
Tutti questi aspetti, nel loro insieme, sono veramente allarmanti.
Non ho condiviso - lo dico chiaramente - la bocciatura del contributo al Festival Cinema Gay da parte della Consulta giovanile. È stato un errore.
Quando la Giunta Bresso ha chiuso il Festival Cinema Donne, questi benedetti giovani della sinistra che raccolgono i fondi per il Festival come mai sul Cinema Donne non hanno fiatato? Forse perché lo ha fatto una certa Giunta? Queste sono le preoccupazioni e le domande che intendo porre.
Devo complimentarmi col Presidente Placido - non posso fare un intervento senza citarlo - che sullo Stabile è intervenuto: non posso dire che tutto va bene, almeno una pecca! Il Presidente Placido sullo Stabile ha attaccato, dicendo: "È folle che la Regione Piemonte lasci lo stabile", e per fare cosa? Due o tre stabili su misura per qualcuno? Allora, si criticava Berlusconi - sono contento di aver discusso tante volte con il Presidente Burzi - ma questi fanno i teatri ad personam, le fondazioni ad personam; è una cosa incredibile! Ribadisco quello che ho detto: se c'è da votare una mozione per il Cinema Gay la sottoscrivo; se c'è da sostenere i centri studenteschi perch si aprano, li sostengo. Però ricordo che con il collega Dalmasso avevamo posto questa domanda all'Assessore, peraltro anche privatamente: vedremo ma non arrivano risposte.
Ma soprattutto la mia preoccupazione è la linea politica generale. Non imputo alcuna colpa agli Assessori; dico semplicemente che c'era un clima diverso quando hanno deciso che le politiche giovanili, culturali, dello sviluppo, della solidarietà internazionale fossero qualificanti del Piemonte e della città di Torino. Siamo tornati indietro? Può darsi che qualcuno - non voglio precisare chi, ma più di una persona - abbia affermato che sono bazzecole e sciocchezze. Io credo di no, e ribadisco quanto ho precisato ieri: possiamo anche triplicare i fondi per la sicurezza, ma se non investiamo sul disagio giovanile, sul dialogo e sui giovani, cosa facciamo? Mettiamo un poliziotto per ogni giovane? Non pu funzionare così. È necessaria una sterzata.
Mi rivolgo a tutti quanti (ne avevo parlato anche con il collega Auddino, che lo potrà confermare, in sede di Commissione): presenterò degli emendamenti sulle politiche giovanili e culturali; ne ho parlato prima anche con il collega Casoni, che si dichiarava disponibile ad appoggiare interventi sulla cultura.
Il Capogruppo Burzi mi ha incaricato di innescare una riflessione generale su questo. Parlo, grazie al cielo e grazie al mio Gruppo, con un consenso e una posizione non personale.
Mi sembra - lo ribadirò in tutte le sedi - che si stiano facendo grandissimi passi indietro sulla visione aperta per Torino e per il Piemonte. Infatti, per il 23, in occasione della visita del Ministro Melandri, tutti i giovani stanno organizzando una manifestazione per dire al Ministro che si stanno uccidendo le politiche per i giovani.
Ho già detto abbastanza, ma potrei citare tanti altri casi (alcune fondazioni sono state chiuse, il circuito Teatro Stabile, per il quale non abbiamo capito cosa è successo, adesso si esce dallo Stabile, si fanno cose strane ad hoc, la fondazione del cinema femminile l'ho già citata, e quant'altro).
Difendiamo certe cose: con quale coraggio chi ha chiuso il Cinema Donne difende il Cinema Gay? Sono questioni di dignità e di emergenza sociale di una certa importanza.
Concludo con un appello a tutto il Consiglio. So che in Consiglio ci sono forze sensibili, ma non so quanto potranno pesare. Vedo la Presidente Bresso; nelle accuse accomuna i cattolici oscurantisti e i cattolici che secondo lei... io mi chiamo "conteo", perché sono con la Chiesa.
La Presidente Bresso ormai ci accomuna con coloro che bloccano il progresso, i cattolici oscurantisti. Siamo unificati in questa definizione veniamo qualificati come quelli che frenerebbero il progresso, con la sinistra conservatrice reazionaria.
Insomma si ragiona solo di chiudere le politiche giovanili, sociali culturali? Penso di no. Credo che in questo Consiglio ci siano altre sensibilità.
Un'ultima nota, che vorrei riservare alla Commissione: vorrei precisare che la Commissione, grazie alla Presidente e a tutti membri, è un luogo di resistenza, di lavoro e di elaborazione assolutamente utile. Se ciò che si dice in Commissione, quindi in Consiglio, pesasse un po' di più sulla Giunta e sulla politica generale, credo che avremo un altro clima. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leo.
Era l'ultimo intervento. Come ripeto, il Consiglio viene sospeso per venti o trenta minuti, per permettere al Vicepresidente Peveraro di incontrare in Sala A i Capigruppo di opposizione. Invito i Consiglieri a restare nei pressi dell'aula.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: prima della riunione del Vicepresidente Peveraro con i Capigruppo di opposizione, è convocata una Conferenza dei Capigruppo in Sala A, per decidere il prosieguo dei lavori di questa seduta.
Pochi minuti, e vi informeremo. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.37 riprende alle ore 18.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consiglieri, come annunciato precedentemente, i lavori del Consiglio sono terminati con l'intervento del Consigliere Leo e riprenderanno, come da programma a vostre mani, domani mattina alle ore 10.
Dichiaro chiusa la discussione generale sul disegno di legge n. 379. La seduta di domani riprenderà con l'esame dell'articolato, di eventuali emendamenti, allegati e quant'altro.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.53)



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