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Dettaglio seduta n.176 del 03/04/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.07 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Botta, Chieppa e Ricca.


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g.:

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 651, inerente a "Ripiano dei disavanzi sanitari pregressi" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 653, inerente a "Decreto legge n. 653 del 20 marzo 2007 recante 'Disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario'" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Comunico che è stata chiesta l'iscrizione all'o.d.g. del Consiglio regionale dell'ordine del giorno n. 651, avente per oggetto "Ripiano dei disavanzi sanitari pregressi", presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Novero e Monteggia, e dell'ordine del giorno n. 653, avente per oggetto "Decreto legge n. 653 del 20 marzo 2007 recante 'Disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario'" presentato dai Consiglieri Toselli, Nastri, Cirio, Pedrale, Cavallera Cotto, Leo e Pichetto Fratin.
Se non ci sono osservazioni, le richieste d'iscrizione sono accolte.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle richieste dei Consiglieri Rossi e Casoni, rivolte alla Presidenza del Consiglio, in merito ad una rimodulazione del permesso di transito nella ZTL ambientale di Torino rilasciato ai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori.
Ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Chiedo un intervento autorevole del Presidente del Consiglio.
Come lei sa, Presidente, noi Consiglieri abbiamo un permesso che ci permette di transitare nella ZTL. Come il Presidente sa, questo permesso non è, di fatto, nominativo, ma è legato ad una targa d'auto. Lei capisce Presidente, che molti di noi posseggono due auto, oppure quando l'auto di proprietà ha qualche problema è sostituita con quella dell'officina, della moglie, dell'amica o di quant'altro. Sta di fatto che quando si transita con un'auto diversa nella ZTL, seppur munita del permesso e con a bordo un Consigliere, le telecamere le riprendono e si provvede a rilasciare sanzioni, quindi arriva la multa da parte di GTT (che il Presidente ben conosce, perché ex Presidente).
Dopo un paio di ricorsi sono riuscito a far decadere alcune multe (un Consigliere ha diritto ad accedere nella ZTL con una macchina oppure con un'altra, purché l'ingresso sia unico), ma voi capite che sono un costo per la società ed un'inutile perdita di tempo. Quando mi capita di dover sostituire la mia auto do preavviso, oppure lo comunico, con relativa spiegazione, all'apposito ufficio della Regione, ufficio GTT.
Il caso successo a gennaio - multa arrivata ieri - merita una particolare attenzione. Una mattina la mia auto aveva le luci bruciate l'ho portata dall'elettrauto, ho utilizzato l'altra auto di proprietà e ho mandato la comunicazione all'ufficio competente della Regione, l'ufficio della GTT. Dopo due giorni mi viene richiesto di inviare, entro 20 giorni la fattura, non essendo state credute le parole del Consigliere Rossi. Ho provveduto ad inviare apposita fattura, peccato che ieri mi sia comunque arrivata la multa. Farò sicuramente ricorso perché ho chiesto all'ufficio regionale, dal quale mi è stato risposto che non si può fare nulla e che devo presentare ricorso personale.
Oltre alla perdita di tempo, oltre allo spreco di denaro pubblico, alla fine sicuramente avrò ragione, però mi chiedo: a cosa serve il competente ufficio regionale che si deve occupare dei nostri permessi quando non è in grado di intervenire su una cosa palesemente corretta e con addirittura in mano fattura della prestazione effettuata all'auto? Ricordo che viaggiare a luci spente anche di giorno è vietato.
GTT, alla quale è stata inviata analoga raccomandata con documentazione e fattura, come mai ha elevato una multa? Le chiedo, visto che è stato Presidente di GTT e conosce chi si occupa di questo, visto che è Presidente del Consiglio regionale e l'ufficio che si occupa dei permessi dipende dal Consiglio regionale, di evitare in futuro pessime figure e spreco di denaro pubblico.
Facendo ricorso avrò ragione, ma nel frattempo il sottoscritto e i pubblici ufficiali avranno buttato via del tempo e soldi pubblici.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, ho recepito la sua osservazione. Sicuramente sarà mia cura discutere, anzi, prego il Segretario Generale di verificare che la questione sia all'o.d.g. della prossima seduta dell'Ufficio di Presidenza.
Mi dispiace per il disguido che l'ha toccata, però come lei sa, Consigliere Rossi, il governo della viabilità sul territorio urbano è di competenza dell'amministrazione comunale, quindi i nostri uffici possono intervenire e interloquire con l'amministrazione comunale, ma tutti i provvedimenti amministrativi, le autorizzazioni e i permessi vengono rilasciati dall'amministrazione comunale (non in ossequio al mio vecchio incarico).
La stessa azienda dei trasporti è tenuta ad applicare il Regolamento del Consiglio comunale e a fornire i dati e, in qualche caso, a rilevare le infrazioni conformemente alle norme rilasciate dall'amministrazione comunale, quindi con un livello di discrezionalità pari a zero poiché le scelte politiche, com'è giusto che sia, spettano all'organo politico. Noi cercheremo di intervenire dialogando con l'Assessorato competente del Comune di Torino per capire se si può intervenire sulla questione in generale e se sulla questione di specie, in particolare, si può correggere il provvedimento, evitando un ricorso in via giurisdizionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Il fatto denunciato ha toccato altri Consiglieri, compreso il sottoscritto, ed è sintomo di mancanza di collegamento tra la Regione e il Comune di Torino.
Un Consigliere non parte da Cuneo per venire a Torino a fare shopping ma perché deve andare in Commissione o in Consiglio, quindi se dà immediata comunicazione all'ufficio GTT di sostituzione dell'auto di proprietà è in regola. La parola di un Consigliere che dimostra agli uffici GTT che si è recato in Regione per espletare il proprio mandato dà autorevolezza alla Regione per pretendere, non per chiedere, che il Comune di Torino immediatamente tolga l'infrazione. Altrimenti non diamo i soldi a GTT sospendiamo i 20 milioni di euro a GTT visto che la Regione, nella persona dell'Assessore Borioli, può farlo.
Se un Consigliere, di qualsiasi colore politico sia, è costretto a presentare una fattura per comprovare l'avvenuta manutenzione della propria auto, allora noi chiederemo a GTT, quando chiede un rimborso per chilometri, di presentare la dichiarazione dell'autista che ha effettuato quei chilometri, perché non ci fidiamo di quello che dice GTT. È necessaria un'azione della Regione che tuteli i Consiglieri regionali e gli Assessori tutti quando non viaggiano con l'auto di servizio, perché, ripeto, non veniamo a Torino in centro per far shopping, ma per lavorare e ricoprire il ruolo per il quale siamo stati eletti.
Occorre un autorevole intervento del Presidente del Consiglio, ma anche dell'Assessore competente nei confronti di GTT, per fare in modo che, se un Consigliere sostiene di aver cambiato i fanali della propria auto, non gli venga chiesto per comprovarlo la fattura dell'elettrauto. Questo non lo fanno neanche le compagnie assicurative, perché si fidano di quello che sostiene il cliente.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, ho preso nota anche delle sue osservazioni. La ritorsione mi pare un po' sproporzionata, anche con ricadute drammatiche sull'utenza. Diciamo che la giriamo come un benevolo sollecito da adempiere. Come ho ribadito ce ne occuperemo nel prossimo Ufficio di Presidenza. Vedremo di intervenire sullo stato di cose.


Argomento: Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Completamento collegamento autostradale Asti-Cuneo" (ordini del giorno n. 476, inerente a "Completamento dell'Autostrada Asti-Cuneo", presentato dai Consiglieri Toselli, Cotto e Cavallera; n. 648 inerente a "Autostrada Asti-Cuneo" presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi, Novero e Guida; n. 652 inerente a "Completamento Autostrada Asti-Cuneo", presentato dai Consiglieri Ferraris Muliere, Ronzani, Robotti, Dalmasso, Rostagno, Travaglini e Motta collegati)


PRESIDENTE

Per chiudere il punto sulle comunicazioni sull'autostrada Asti-Cuneo comunico che sono stati presentati nel merito tre ordini del giorno: il n.
476, avente come primo firmatario il Consigliere Toselli; il n. 648, avente come primo firmatario il Consigliere Dutto; il n. 652, avente come primo firmatario il Consigliere Ferraris.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Avrei piacere di avere copia degli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Lo stiamo distribuendo, collega Toselli.
Qualche Consigliere intende intervenire per dichiarazione di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Credo che nessun Consigliere faccia fatica ad approvare l'ordine del giorno n. 476. È un auspicio che ogni singolo Consigliere, eletto dal popolo, dovrebbe rivolgere alle Istituzioni, quale ad esempio il Parlamento, affinché lo stesso, avendone competenza, possa intervenire con sollecitazione all'attuazione del programma di realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo.
Innanzitutto invito l'Assessore a dirci, ovviamente dando indicazioni alla maggioranza, come intenderà votare e come la maggioranza voterà ritenendo, però, che questo non sia un fatto prettamente politico di parte ma istituzionale e che riguarda tutta l'Aula, visto che il dispositivo finale recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale".
già fra le cose che l'Assessore sta facendo, ma può essere un rafforzativo.
Confido, quindi, nel buonsenso di ogni singolo Consigliere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giorgio

Scusi, Presidente, si interviene congiuntamente sui tre ordini del giorno?



PRESIDENTE

Sì, certo, anche perché c'è già stata la discussione generale.



FERRARIS Giorgio

Molto sinteticamente.
Sul primo ordine del giorno, quello proposto e illustrato dal Consigliere Toselli, non possiamo sicuramente votare a favore, non tanto per l'auspicio finale, che potrebbe anche essere condivisibile, quanto per le premesse. È inesatta, infatti, la prima affermazione, secondo cui mancava la sottoscrizione dei Ministri delle Infrastrutture e del Tesoro perché mancava solo quella del Ministro del Tesoro.
La seconda affermazione, dove si dice che il Ministro Di Pietro non ha provveduto agli adempimenti burocratici, non è vera, perché non è un adempimento burocratico, essendoci un contenzioso sulla convenzione.
Anche la terza affermazione non è vera, tanto che la società ha avanzato, con una lettera, disponibilità a trattare per una convenzione condivisa. Non è vero, quindi, che ha reso di fatto impossibile la prosecuzione del programma previsto.
Per tutti questi motivi non possiamo votare a favore.
Relativamente all'ordine del giorno n. 648, a firma del Consigliere Dutto, ci sono affermazioni superate, come quella in cui si dice: "Il Governo propone alla società vincitrice alcune convezioni" e soprattutto la parte finale: "Si provvede immediatamente a mettere in atto gli opportuni interventi". Qui abbiamo un problema che riguarda la Magistratura, su cui la Regione non può intervenire. Oltretutto, è incompleta l'ultima affermazione, dove si dice che viene redatto un testo con le condizioni di gara. Non solo, perché oltre a redigere un testo che tenga conto delle condizioni di gara, deve contenere anche delle norme di legge.
Viceversa, c'è un ordine del giorno di cui sono il primo firmatario dove, prendendo atto e condividendo quanto espresso ieri da tutti i Comuni e gli amministratori provinciali nel Comitato di monitoraggio, si invita la Giunta a proseguire sulla strada intrapresa ed avviare un tavolo a tre Ministeri, ANAS, società e istituzioni locali - per arrivare ad una convenzione condivisa. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Non voteremo i primi due ordini del giorno per i motivi già ricordati e perché mi sembra che la questione sia abbastanza rilevante da non necessitare di polemiche fra l'uno e altro Governo: è assurdo scaricare prima la colpa sul Governo precedente e poi su quello attuale, quando invece le responsabilità sono di lunghissima data.
Vorrei ripetere oggi, in forma sintetica e come dichiarazione di voto alcune delle domande che ho cercato di porre in un altro Consiglio. Vorrei sapere se è logico che una strada di neanche 90 chilometri richieda 23 anni per essere completata, e che dopo 23 anni non lo sia ancora. È abbastanza difficile pensare che un'opera simile non possa essere studiata, discussa e completata in un tempo ragionevole.
Seconda questione. In un intervento della mattinata è stato ricordato ed è una polemica che dura da lungo tempo - un vecchio impegno che una ditta aveva preso in cambio della concessione dell'autostrada Torino Piacenza: fare praticamente gratis questa autostrada (o superstrada, come si chiamava allora).
Non mi pare, Consigliere Dutto, che il Governo fosse quello che ha detto lei. Mi pare fosse qualche anno prima: forse '95, periodo in cui c'era un altro Governo e non quello D'Alema. Comunque non è motivo di discussione perché si può controllare.
La terza questione è che c'è un percorso cervellotico che si è trascinato in tutti questi anni dopo lunghe discussioni.
La questione di oggi, però, è che i lavori, iniziati tra il 2001 e il 2002, si trascinano da lungo tempo. La promessa era che sarebbero terminati entro pochi anni; invece siamo con una situazione di alcuni lotti terminati, altri aperti, in altri ancora si lavora e altri di cui non si sa praticamente più nulla.
Sul punto eviterei le polemiche, nate in questi tempi anche a Cuneo soprattutto su un progetto che marciava in modo magnifico e progressivo con i Governi precedenti - quelli di centrodestra o di destra. Un'altra polemica potrebbe riguardare il fatto che i lavori siano bloccati a causa di un Ministro che ha semplicemente controllato e verificato alcune supposte - ipotetiche o ipotizzabili - inesattezze nei lavori compiuti.
Nonostante tutte le riserve che abbiamo sempre espresso su questo progetto, essendo un progetto ormai a metà strada, siamo convinti che debba essere completato. Richiederebbe una minima discussione o un minimo bilancio sul percorso che si è scelto in questi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Intervengo in risposta al collega Ferraris, solo per puntualizzare alcuni punti su quanto è stato osservato sul mio ordine del giorno.
Nel momento in cui l'ordine del giorno è stato redatto, non esisteva ancora la comunicazione della società che si dice ora disponibile a sedersi ad un tavolo e a trattare. Pertanto, se ci tenete, possiamo aggiungerlo magari preparando un emendamento.
Posso ancora essere disponibile a modificare leggermente l'impegno...



(Commenti del Consigliere Ferraris)



DUTTO Claudio

No, mi sembra che l'ordine del giorno sia abbastanza completo, perch riporta tutta la storia dell'autostrada e perché gli impegni sono comunque condivisibili.
Sono disponibile ad "aggiornarlo" per quanto concerne la presa d'atto che la società è disponibile a trattare, e a modificare la parte che riguarda l'invito che deve essere rivolto alla Magistratura (l'ho spiegato bene a voce, forse qui non si capisce bene). Ma, a questo punto, vorrei porre una domanda: se presento questi emendamenti con le modifiche test citate, lo votate oppure è un lavoro inutile? Perché se apporto tali modifiche, ma voi adducete comunque altri motivi per bocciarlo, a questo punto diventerebbe una mera presa di posizione di parte, trattandosi di un provvedimento presentato dal Gruppo della Lega Nord (o dalla minoranza, in senso generale): a questo punto, risulterebbe inutile emendarlo correggendo quanto avete fatto osservare.
La mia disponibilità a modificarlo c'è: vorrei, per contro, il vostro impegno, una volta modificato, a votarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Vorrei solo far notare ai colleghi Consiglieri che il mio ordine del giorno è stato presentato in data 25 ottobre, ultimo scorso.
Solleciterei, pertanto, la Giunta regionale, quando le interrogazioni le interpellanze o gli ordini del giorno vengono di fatto presentati, a rispondere con più celerità.
un problema annoso, riferito certamente anche alla precedente Amministrazione, che purtroppo, per un sistema intrinseco, era abituata a rispondere con mesi di ritardo. Vedo, però, che la nuova Amministrazione continua a porre in difficoltà i Consiglieri, dal momento che continuano a non ricevere risposta quando gli stessi sollevano un problema.
Consigliere Ferraris, non avrei alcun problema ad apportare le modifiche da lei proposte attraverso degli emendamenti, così come credo convintamente, che ella non avrebbe alcun problema a proporre ai Consiglieri regionali di maggioranza di votare anche il mio ordine del giorno.
Vorrei farle, tuttavia, un'ulteriore proposta: sono disponibile a votare il suo ordine del giorno senza alcun problema; ma proprio perché mi sembra che si sia ragionato in maniera utile, piuttosto che in termini politici, perché non sospendiamo il Consiglio per cinque minuti, per consentite, almeno a noi Consiglieri regionali di Cuneo, di trovare unitarietà e, mantenendo Ferraris come primo firmatario, approvare un ordine del giorno rappresentativo di tutti i Consiglieri, al di là degli schieramenti politici? Sarebbe più utile e spronerebbe, da un lato, il Governo ad occuparsene con maggior attenzione, dall'altro l'Assessore ad essere più forte in fase di trattativa, perché non rappresenterebbe più un ordine del giorno solo di una parte politica, ma dell'intero Consiglio.
Mi sembrerebbe assolutamente corretto.



PRESIDENTE

Il collega Toselli ha avanzato una proposta. Mi aspetterei di ricevere indicazioni in tal senso dai Gruppi di maggioranza, per capire come gestire i lavori d'Aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Sono uno dei firmatari dell'ordine dei giorno di maggioranza. Ritengo che la proposta avanzata dal collega Toselli sia praticabile; tuttavia chiederei che nell'ordine del giorno unitario sia chiarito che il Consiglio stigmatizza l'atteggiamento di taluni nostri colleghi, che questa mattina hanno attaccato, in maniera assolutamente ingiustificata, il nostro Assessore su tale vicenda.
Se ordine del giorno comune dovrà esserci - auspico che ci sia - che contenga, nel cappello, la solidarietà nei confronti dell'Assessore, che è stato attaccato in maniera ingiustificata e violenta da alcuni colleghi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Volutamente, vedrete che tra tutti gli ordini del giorno presentati non ce n'è uno del Gruppo di Alleanza Nazionale: non si tratta, certo, di una dimenticanza, trattandosi di un tema che ci interessa molto.
Sono reduce da una riunione tenutasi ieri a Cuneo con il Comitato di Monitoraggio della Provincia di Cuneo sulla Asti-Cuneo, presieduta dal Presidente Costa e dal Sindaco Rossetto, dove, in pratica, è stato detto: "Mi raccomando, quando il 16 aprile verrà il Ministro Di Pietro - se verrà perché ancora non si è certi della sua visita - manteniamo un atteggiamento istituzionale; non organizziamo manifestazioni di parte e non creiamo situazioni particolari; dobbiamo far vedere che c'è coesione per portare a casa questo risultato". Visto come si è dipanato questo ragionamento e questi ordini del giorno, chiedo ai firmatari di porli in votazione così come sono, senza apportare alcun emendamento. Ognuno voti il proprio: chi vorrà approvarlo, lo farà; chi lo vorrà respingere, voterà contro.
Certo è che quando verrete a dirci, in Provincia di Cuneo, che dovremo essere uniti quando verrà il Ministro Di Pietro, e non dovremo organizzare manifestazioni contro, noi risponderemo: "Voi fate quelli tutti uniti, noi faremo quello che dobbiamo fare". Ribadisco - e concludo - che il nostro partito, responsabilmente, non ha voluto apporre la propria firma - lo hanno fatto altri colleghi - sotto alcun ordine del giorno, nonostante ne avessimo condiviso i contenuti di alcuni già nei mesi addietro (quindi non oggi, in termini speculativi, per far approvare il provvedimento "A" piuttosto che l'ordine del giorno "B").
A me interessa che si termini velocemente l'Asti-Cuneo, e che la Presidente della Regione e l'Assessore Borioli vadano dal Ministro Di Pietro e si siedano al tavolo con la società - così come hanno dichiarato ieri - e non escano da quell'aula - ci volessero ben tre, quattro o cinque giorni! - finché non avranno raggiunto un accordo. Quando lo avranno raggiunto, ci comunichino l'accordo ottenuto tra il Ministero e la società concessionaria, che ancora ieri ha dichiarato: "Aspettiamo che il Ministro Di Pietro ci convochi per sederci al tavolo e trovare una soluzione".
Questo passo lo può fare solo la politica. Se qualcuno vuole far approvare un "pezzo di carta" lo faccia pure, ma credo che sia una partita che non convenga a nessuno in quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giorgio

Premesso che l'ordine del giorno che abbiamo presentato come maggioranza è il terzo - ce n'erano, quindi, già due - nessuno vuole rompere alcun fronte; anzi, siamo favorevoli al fatto che si debba essere tutti d'accordo nel dichiarare che ciò che vogliamo è il completamento della Cuneo-Asti.
Fatta questa premessa, se è sempre valida la proposta avanzata da alcuni Consiglieri dell'opposizione di sospendere la seduta per cinque minuti per concordare un ordine del giorno unitario, noi saremmo favorevoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Ho chiesto la parola solo per precisare che non cambio alcun giudizio sulle inadempienze della Giunta regionale, in modo particolare della Presidente Bresso e dell'Assessore Borioli, sul poco che hanno fatto perch la Asti-Cuneo rientrasse di nuovo nell'agenda del Governo come un problema nazionale.
Ciò non toglie che sono ben disponibile a votare un ordine del giorno unitario, il cui nocciolo sia: diamoci da fare per ottenere finalmente una soluzione. Se così sarà, lo voterò volentieri; diversamente, sarò contento di stare in minoranza.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Commerciale "G. Sommeiller" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti Saluto gli allievi dell'Istituto Tecnico Commerciale "G. Sommeiller" di Torino, V classe di ragioneria, in visita a Palazzo Lascaris. Benvenuti a tutti.
Stiamo tenendo un dibattito sull'autostrada Asti-Cuneo, su aspetti procedurali che sono preliminari alla votazione di ordini del giorno relativi alla costruzione di questa autostrada.
stata richiesta una breve sospensione dei lavori del Consiglio per trovare una soluzione unitaria alle varie proposte. Tale sospensione è accordata. La seduta riprenderà alle ore 16.10.



(La seduta, sospesa alle ore 16.03 riprende alle ore 16.22)


Argomento: Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Completamento collegamento autostradale Asti-Cuneo" (ordini del giorno n. 476, inerente a "Completamento dell'Autostrada Asti-Cuneo", presentato dai Consiglieri Toselli, Cotto e Cavallera; n. 648 inerente a "Autostrada Asti-Cuneo" presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi, Novero e Guida; n. 652 inerente a "Completamento Autostrada Asti-Cuneo", presentato dai Consiglieri Ferraris Muliere, Ronzani, Robotti, Dalmasso, Rostagno, Travaglini e Motta collegati) (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi di accomodarsi in aula.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Giorgio

Semplicemente per comunicare che l'incontro non ha avuto esiti positivi, quindi gli ordini del giorno andranno in votazione secondo l'ordine di presentazione, e ognuno voterà come ritiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Presidente, mi spiace constatare che la mia esortazione non ha avuto esito. Avevo semplicemente invitato tutti a fare un passo indietro.
Questa sessione poteva finire. L'Assessore Borioli sa bene cosa gli abbiamo chiesto stamattina e lo sa anche la Presidente Bresso. Tentare di mettere dei paletti è inutile, visto che la cosa è nota tutti. Tutti i territori di Cuneo e di Asti conoscono meglio di noi il tema e il problema.
Qui si tratta di tentare di fare, se possibile, dei passi avanti, magari rimarcando una maggiore autorevolezza di questa Regione nell'affrontare la partita a livello romano.
Non è stato colto questo mio invito, quindi il mio Gruppo voterà contro l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ferraris e voterà a favore degli altri due ordini del giorno, ma - ripeto - a fatica e dovendo prendere una posizione. Il nostro Gruppo non è intervenuto né nella stesura né nelle trattative né in nessun'altra parte.
La nostra volontà è piuttosto quella di dire in questo momento alla Presidente Bresso che, se è amica del Presidente del Consiglio Prodi, vada dal Presidente del Consiglio Prodi e gli dica che l'Asti-Cuneo è una questione regionale facente parte del programma regionale. Chieda la Presidente Bresso che il Ministro Di Pietro s'incontri con il Presidente dell'ANAS e con il Presidente della società Asti-Cuneo in una stanza, ma che escano da quella stanza quando hanno trovato la soluzione.
Diversamente, come fanno i sindacati, dopo una settimana fanno un'interruzione di mezza giornata, si richiudono nella stanza e continuano a trattare finché non usciranno dicendoci che c'è una soluzione e così ripartono i cantieri.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

A nome degli altri colleghi astigiani, facciamo notare che la sospensione non ha avuto buon esito perché i colleghi di Asti non sono stati coinvolti. Non è la Cuneo-Cuneo, ma l'Asti-Cuneo. Volevamo partecipare e potevamo dare il nostro contributo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Mi associo segnalando che non solo i Consiglieri di Asti non sono stati coinvolti, ma anche quelli di Alba. Non è ironia, ma solo per segnalare come purtroppo il Consiglio provinciale sia riuscito ad approvare un ordine del giorno all'unanimità e come qui non riusciamo. Magari potrebbe essere utile prendere spunto da quello approvato nella sede di Alba. Sarebbe opportuno non approvarne diversi, Presidente. Non approvarne nessuno sarebbe ancora meglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Voterò a favore dei due ordini del giorno della minoranza. In particolare, quello della Lega Nord è, secondo me, l'unico che veramente spiega in termini precisi, giorno per giorno, cosa è accaduto sulla vicenda Asti-Cuneo.
Mi asterrò su quello della maggioranza, avente come primo firmatario Ferraris, dove a un certo punto è scritto che si condividono le comunicazioni della Presidente e dell'Assessore, cosa che non posso accettare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Ovviamente voteremo a favore del nostro ordine del giorno e dell'ordine del giorno del collega Toselli. Per quanto riguarda l'ordine del giorno della maggioranza, che riteniamo sotto un certo punto di vista molto debole, ci asterremo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 476, il cui testo recita: Il Consiglio regionale premesso che il precedente Governo nazionale aveva approvato, prevedendone inoltre il relativo finanziamento, il progetto per la realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo cui mancava solo la sottoscrizione dei Ministri delle Infrastrutture e del Tesoro considerato che il Governo Prodi, e in particolare il Ministro Di Pietro ad oggi ancora non ha provveduto agli adempimenti burocratici necessari per dare corso al completamento dell'opera tenuto conto inoltre che le previsioni contenute nel decreto legge collegato alla finanziaria limitano la presenza dei privati nelle società autostradali rendendo di fatto impossibile la prosecuzione del programma previsto impegna la Giunta regionale a intervenire presso il Governo affinché proceda con sollecitudine all'attuazione del programma di realizzazione dell'Asti-Cuneo, opera indispensabile e attesa da tempo, già ampiamente previsto e condiviso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 648, il cui testo recita: Il Consiglio regionale premesso che l'autostrada Asti-Cuneo è un'opera attesa ormai da trent'anni, infatti già nel 1977 la Provincia di Cuneo classificava prioritario per l'ANAS il collegamento Asti-Alba-Cuneo nel 1984 la SATAP presentava un'ipotesi progettuale per collegare Asti a Borgo San Dalmazzo, lasciando intravedere la prosecuzione verso i valichi con la Francia seguirono anni di studi, progetti e polemiche (criticatissimo dalle sinistre fu il percorso cosiddetto a "Z rovesciata", poi scelto in via definitiva) nel 1991 la SATAP ottenne la concessione (autostrada da Massimini di Carr a Cuneo e superstrada da Asti a Marene), ma l'opera non venne avviata nel 1996 l'ANAS revocò tale concessione e ne seguì un lungo contenzioso risolto col pagamento da parte dell'ANAS a favore della SATAP di tutti i costi progettuali da questa sostenuti (da notare che nel frattempo era stata rinnovata la concessione alla SATAP dell'autostrada Torino-Piacenza elemento che doveva fare da contropartita finanziaria alla costruzione dell'autostrada) nel 2000 finalmente l'ANAS iniziò in proprio, e quindi con finanziamento statale, la costruzione dei primi 7 su 15 lotti in cui è stata suddivisa l'opera il 29 luglio 2005 si inaugurano i primi 2 lotti (11 km. da Massimini di Carrù e Sant'Albano Stura) nel marzo del 2005 il Governo Berlusconi indice una gara europea per la realizzazione dei rimanenti 8 lotti; questa gara viene vinta da una nuova società appositamente costituita (la "Asti-Cuneo") con soci l'ANAS ed alcune società del gruppo "Gavio" nella finanziaria 2007 del centrosinistra, il ministro Di Pietro fa inserire norme di revisione sulle concessioni autostradali, la maggioranza inoltre boccia un emendamento della Lega Nord del senatore Michelino Davico che cerca di escludere dall'applicazione di queste nuove norme l'Asti-Cuneo (in quanto la gara di appalto è già avvenuta ed è già stata vinta con le precedenti condizioni) successivamente il Governo propone alla società vincitrice della gara alcune convenzioni redatte sulla base delle nuove norme: la società rifiuta di firmare le suddette convenzioni in quanto non conforme alle condizioni previste nell'appalto e minaccia il ricorso alle vie giudiziarie per tutelare i propri diritti, eventualmente anche in sede Europea, con la conseguenza di un nuovo stallo e ulteriore rinvio il 27 marzo 2007 la Guardia di Finanza sequestra il tratto di autostrada in costruzione da Isola d'Asti a Motta a seguito di un'indagine della Procura della repubblica di Asti: non sarebbero stati rispettati i capitolati previsti per i lavori, ed il manto di asfalto non rispetterebbe lo spessore previsto slitta l'inaugurazione prevista per il 16 aprile 2007 dei 3 lotti da Alba ad Isola d'Asti considerato che l'apertura dei lotti oggi in fase di avanzata costruzione, è quanto mai urgente ed opportuna per alleggerire il traffico sulla viabilità ordinaria che attraversa numerosi centri abitati il completamento dell'intera opera è indispensabile per offrire un valido collegamento tra Cuneo e Asti, e sarebbe assurdo lasciare per anni questa infrastruttura incompleta, con conseguenti gravi danni alle imprese per maggiori costi di trasporto, all'ambiente per maggior inquinamento, ai cittadini per maggior numero di incidenti impegna la Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad intervenire urgentemente facendo le massime pressioni sul Governo ed in particolare sul ministro Di Pietro affinché: si provveda immediatamente a mettere in atto gli opportuni interventi necessari per rendere agibile il tronco da Isola d'Asti a Motta e si proceda così alla sua inaugurazione senza ulteriori rinvii venga redatto un nuovo testo della convenzione in linea con le condizioni previste dalla gara d'appalto, onde evitare l'instaurarsi di un lungo contenzioso con la società appaltatrice, e si giunga al più presto alla firma di tale convenzione ed all'inizio dei lavori sugli 8 lotti ancora da realizzare.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Burzi per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 652.



BURZI Angelo

Noi sul prossimo ordine del giorno, che, se non sbaglio, è presentato dalla maggioranza, non parteciperemo alla votazione, perché, con una riunione che tutti noi abbiamo vissuto, ci sembra originale che, anche su temi apparentemente condivisibili, gli aspetti ideologici prevalgano e rendano impossibile a questo Consiglio esprimere delle volontà che pur dovrebbe esprimere.
Ci dispiace non tanto per l'Asti-Cuneo, che ha già i suoi problemi. Non sarà quest'ordine del giorno che li accentua o che ci divide. È però certo che l'ordine del giorno che prima o poi seguirà, e su cui ritengo sarebbe auspicabile una collaborazione, non potrà non tenere conto di ricerche di ideologie dove proprio non servirebbero.
Alcune delle posizioni all'interno della maggioranza sono contro, come rilevato nei giorni scorsi dalla Presidente, che ha giustamente individuato in alcune componenti di conservazione i limiti della sua coalizione. La Presidente non potrà non tenerne conto nello sviluppo dei nostri lavori che ci auguriamo inizino quanto prima.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 652, il cui testo recita: Il Consiglio regionale preso atto delle difficoltà che hanno impedito l'avvio dei lavori per la realizzazione dei lotti mancanti al completamento dell'opera considerata l'urgenza di completare il collegamento autostradale tra Asti e Cuneo, indispensabile per realizzare condizioni di sicurezza per la circolazione e di vivibilità per le città interessate, oltre che per migliorare i tempi e i costi dei trasporti, necessità vitale per l'economia del territorio condividendo le proposte avanzate dal Comitato di Monitoraggio appositamente costituito, che comprende le Amministrazioni Provinciali e Comunali, le categorie economiche e le rappresentanze sociali del territorio interessato valutate positivamente le volontà espresse dal Ministro per le Infrastrutture e la disponibilità comunicata dalla Società che si è aggiudicata la gara per la concessione e per il completamento dei lavori condividendo quanto espresso nelle comunicazioni dell'Assessore regionale ai Trasporti e nelle conclusioni della Presidente della Regione Piemonte impegna la Giunta regionale a proseguire le iniziative, avviate con l'incontro svoltosi il 6 marzo presso il Ministero per le Infrastrutture - su proposta dell'Assessore regionale con la presenza del Ministro e dei vertici Anas oltre che dei rappresentanti delle due Province, delle città capoluogo e del Presidente del Comitato di Monitoraggio - richiedendo tempestivamente un tavolo di lavoro che comprenda i Ministeri interessati, l'Anas, la Società che si è aggiudicata la gara, con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni del territorio, per arrivare alla definizione di una convenzione condivisa che consenta un rapido avvio dei lavori di completamento del collegamento autostradale Asti-Cuneo.
Il Consiglio approva.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Polizia rurale, urbana e locale

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Relazione in Consiglio regionale, l.r. 23 marzo 2004, n. 6 'Politiche regionali in materia di sicurezza'"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Comunicazioni della Giunta regionale", è prevista una comunicazione da parte dell'Assessore Caracciolo in materia di sicurezza.
La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla polizia locale

Signor Presidente, gentili Consiglieri...



PRESIDENTE

Consigliera Pozzi, per cortesia! Per cortesia, colleghi! Prego, Assessore.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla polizia locale

In queste ultime settimane, il problema della sicurezza urbana è stato evidenziato con una serie di iniziative che hanno portato ad un tavolo di confronto a livello romano tra i Sindaci delle Città Metropolitane e il Ministro degli interni, Amato.
Un piano anticrimine per ogni città, con due mesi di tempo per discuterne, è il risultato cui sono giunti il Ministro per l'interno e i Sindaci delle dodici Città Metropolitane.
L'accordo sulla sicurezza della città proposto dal Ministro dell'interno è stato firmato da tutti i Sindaci di destra e di sinistra.
L'intesa prevede più pattuglie miste, maggiore aggiornamento professionale dei Corpi di Polizia, sinergie mirate e anche una nuova normativa per assicurare nella città una sicurezza diffusa.
La grande novità dell'accordo...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla polizia locale

La grande novità dell'accordo è la possibilità che i Comuni e lo Stato concordino piani di intervento e i loro finanziamenti. In altre parole, si decide e si paga insieme.
A breve ci sarà un secondo tavolo di approfondimento con alcune Regioni, coordinato dal Ministro dell'interno, Giuliano Amato, cui sarà presente attivamente anche la nostra Regione. "Ritenevo giusto che in questa delegazione fosse rappresentato anche il Piemonte e per questo ho chiesto il nostro coinvolgimento". Così ha dichiarato la Presidente Bresso aggiungendo: "Ieri ho parlato con il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino esprimendo anche la nostra disponibilità ad essere coinvolti ed intervenire nel Patto della sicurezza che la Città sta sviluppando localmente".
Uno scenario nuovo e per certi versi preoccupante. Intanto, molti mugugni giungono dalle città medio-piccole, non coinvolte nell'accordo, e dai Vigili Urbani, che, per quanto riguarda la nostra regione, occorre ricordarlo, sotto sottostimati come organico (circa 1.200, vigendo, come sappiamo, il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego), e che potrebbero essere impiegati in via straordinaria in attività simili a quelle dei Poliziotti, ma con stipendio inferiore.
Nel Comune di Torino l'organico della Polizia Municipale consta di n.
1.875 unità, di cui 1.546 adibite a servizi esterni. Di queste ultime, n.
404 unità sono direttamente e continuativamente impiegate in servizi di sicurezza urbana. A Torino è ormai prassi consolidata quella dei servizi interforze, cioè svolti dalla Polizia Municipale congiuntamente a Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Nel Comitato provinciale per la sicurezza, che si è tenuto in Prefettura venerdì 27 marzo, a mia precisa domanda circa la carenza di mezzi e uomini nel Corpo di Polizia di Stato, denunciata da grossi titoli di giornali in seguito a dichiarazioni di personaggi politici, il Questore ha ribadito che tutto ciò non corrisponde a verità in quanto gli organici previsti sono al completo. Lascio a quelli che dicono il contrario una loro riflessione.
Penso comunque che nel nostro Capoluogo, pur potendo esserci problemi riferiti alla microcriminalità, si possa essere d'accordo con quanto, senza allarmarsi, il Prefetto Goffredo Sottile, a mo' di battuta, ha detto: "Torino non è una città di angioletti, ma neppure una città in preda alla delinquenza".
Torino non attraversa - è la sua opinione - un momento drammatico.
Certe insistenze su questo tema fanno il gioco della criminalità, perché si creano strani effetti psicologici nei cittadini, che finiscono per non volere più uscire di casa.
Sono personalmente d'accordo con il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Illy, che uno degli elementi chiave per la sicurezza non sono tanto i controlli, quanto un reale meccanismo di deterrenza, che oggi in pratica, è inesistente. In questo contesto, una manifestazione come quella di Milano per chiedere più uomini è una iniziativa demagogica.
Spostando la prospettiva, è da rifiutare la logica dell'emergenza: difatti piuttosto che fermarsi al numero di Carabinieri e Poliziotti, è la cultura della legalità che manca, su cui, quindi, occorre investire nelle scuole e sui luoghi di lavoro, attraverso i Sindacati. Non si può sperare di avere un poliziotto in qualsiasi luogo di una città in cui avvenga uno scippo.
Comunque, al di là delle strumentalizzazioni politiche, che certamente ci sono state e continuano, purtroppo, ad esserci, specie da parte del Sindaco di Milano, in quanto i problemi di oggi, in quella Città esistevano anche ieri e avantieri, con il Sindaco Formentini, prima, e Albertini, del suo stesso partito, dopo, mentre, oltretutto, era Ministro degli interni Pisanu, riteniamo tuttavia, d'accordo con il Viceministro Minniti, che con questa intesa diventa più concreta la possibilità di una piena cooperazione tra lo Stato nazionale e gli Enti locali: si tratta di una grande alleanza per affrontare modernamente il tema della sicurezza e della qualità della vita.
La materia della sicurezza urbana è stata affrontata compiutamente dalla Regione Piemonte, soltanto nella fase conclusiva della scorsa legislatura, con l'approvazione della Legge regionale 23 marzo 2004, n. 6.
A oltre due anni dalla sua approvazione, le innovazioni introdotte dalla Legge n. 6 del 2004 si sono rivelate insoddisfacenti nel rispondere ad una domanda di sicurezza che impone, con sempre maggiore urgenza politiche volte a sostenere l'inclusione sociale che vanno declinate attraverso il principio della sussidiarietà sia verticale sia orizzontale.
La Regione non si occupa di ordine pubblico, che è materia di esclusiva competenza statale: il suo ruolo deve essere orientato a favorire la prevenzione del fenomeno criminoso attraverso l'inclusione sociale (formazione del personale nella mediazione dei conflitti, mediatori culturali, educazione alla convivenza civile e alla coesione sociale, nel rispetto del principio di legalità).
Questa demarcazione di competenze non appare così scontata, poiché la cittadinanza esprime un crescente bisogno di sicurezza che viene portata all'attenzione di tutti i livelli di Governo, senza distinzione, anche in conseguenza del grande rilievo che i mezzi di informazione dedicano quotidianamente alle problematiche connesse con i temi della sicurezza personale e dell'incidenza dei fenomeni criminosi.
Peraltro tale confusione si trasmette talvolta anche all'interno del Consiglio regionale, come si evince dal contenuto di taluni atti di sindacato ispettivo, secondo i quali l'amministrazione regionale dovrebbe intervenire direttamente nell'attività di tutela dell'ordine pubblico ambito precluso con estrema chiarezza dall'articolo 117 della Carta Costituzionale, secondo il quale "lo Stato ha legislazione esclusiva per l'ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale". Concetto che mi sono permesso di ribadire in Commissione qualche giorno fa, durante la discussione sulla legge regionale della sicurezza integrata, suscitando viva reazione da parte della Lega, riprese con enfasi dal loro giornale di partito. Vorrei ricordare che, a tal riguardo, c'è stato, non molto tempo, fa il referendum sulla devolution bocciato solennemente dalla volontà popolare.
In attesa di un testo di legge statale cui far invio l'articolo 118 della Costituzione, che una volta per tutte disciplina forme di coordinamento tra Stato e Regioni nelle materie di cui alla lettera h) dell'articolo 117, sopra richiamato, il ruolo della Regione è oggi quello di affiancare alle attività di polizia (giudiziaria e di sicurezza), che rimangono in capo allo Stato, quelle attività di carattere sociale, di rivitalizzazione dello spazio pubblico e di sorveglianza in senso lato che invece, sono a noi affidate.
Le politiche di sicurezza non sono qualcosa di identificabile a priori ma devono essere trattate nell'intreccio costante con altre politiche di settore. Sono politiche trasversali. Solo così perdono la loro ineffabilità e non si prestano ad essere manipolate concettualmente. Solo collegando le politiche di sicurezza a competenze concrete, si attribuisce loro una significativa influenza nei diversi momenti in cui si articola il governo del territorio.
La Regione può integrare la sua azione con quella degli enti istituzionali, in misura precisata, solo attraverso la conclusione di patti ed intese con lo Stato finalizzati agli ambiti di controllo della microcriminalità.
Tornando alla legge n. 6, è opportuno rilevare come tale testo fosse portatore di un modello poco rispondente alle reali esigenze di un'efficace politica preventiva ed inclusiva in materia di sicurezza: la legge n. 6 si è risolta nella concessione di contributi regionali, a pioggia, a sostegno di progetti pubblici e privati volti all'incremento della sicurezza sul territorio, senza un riferimento programmatorio regionale; la quasi totalità dei finanziamenti ha riguardato soltanto l'installazione di telecamere di sorveglianza, attuato in modo in coordinato, sulla cui utilità, anche per queste modalità di approccio, sarebbe opportuna più di una riflessione. La legge n.6 non ha mai trovato piena applicazione: alcuni organi che erano previsti nel suo articolato e che avrebbero dovuto svolgere un ruolo strategico nella sua implementazione non sono neanche stati istituiti; è questo il caso dell'Osservatorio regionale della sicurezza e della Fondazione piemontese per le vittime dei reati.
Nonostante ciò, la scelta dell'amministrazione precedente è stata quella di far partire, comunque, i bandi che avrebbero dovuto finanziari "progetti per la sicurezza del territorio" presentata dagli Enti locali o da soggetti privati, secondo la graduatoria che era stillata da un Comitato Tecnico Scientifico, organo che, se bene fosse composto quasi interamente da personale esterno alla Regione, era divenuto nei fatti l'unica sede decisoria dell'intero impianto elaborato con la legge n.6. In un simile contesto, la Regione non esercitava quel ruolo di programmazione e coordinamento che sarebbe stato lecito attendere, ma si limitava a stanziare risorse destinate al finanziamento di progetti sui quali non esprimeva neanche un giudizio di compatibilità con le proprie politiche. Il finanziamento della legge n. 6 è ammontato a circa cinque milioni di euro e ha finanziato più di 150 progetti, a fronte di una richiesta che superava i 300. Come si è detto, la legge n. 6 si è rivelata inadeguata e per tale motivo l'amministrazione regionale ha manifestato l'intendimento di promuovere una nuova legge regionale in materia di sicurezza, correttamente orientata al proseguimento di politiche di inclusione sociale, che a nostro giudizio rappresentano la migliore strategia di contrasto al degrado e al disagio sociale e al conseguente sentimento di insicurezza percepito dalla popolazione, che è il vero nodo da risolvere, agendo alle sue radici. In virtù di queste motivazioni, la Giunta regionale ha predisposto un disegno di legge volto a riorganizzare le politiche regionali in materia di sicurezza.
Le norme (contenute nel disegno di legge n. 344) predisposte attraverso un lungo lavoro di consultazione e confronto, attribuiscono alla Regione un ruolo di programmazione e coordinamento, privilegiando gli interventi riconducibili alle politiche di inclusione sociale e il metodo della concertazione con tutti gli attori, pubblici e privati, istituzionali e non, i quali sono coinvolti attraverso la stipulazione di accordi di partenariato, così da far emergere al meglio le differenti problematiche locali. Primaria importanza è attribuita altresì al coordinamento delle varie azioni poste in essere dalle diverse strutture regionali.
La nuova normativa restituirà alla Regione un ruolo centrale in materia di sicurezza integrata, poiché gli interventi regionali saranno coerenti e rispondenti agli indirizzi programmatici che, elaborati dalla Giunta regionale, saranno sottoposti all'approvazione del Consiglio regionale. In conclusione, non appena il disegno di legge n. 344, in questi giorni in discussione in Commissione, sarà approvato, avrà un finanziamento adeguato che attualmente è di circa quattro milioni di euro, ma che andremmo a definire in modo definitivo durante la discussione del bilancio preventivo cercando di prendere in seria considerazione eventuali suggerimenti provenienti dal Consiglio finalizzati al tema che stiamo affrontando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Assessore Caracciolo, sinceramente sono basito dalle sue parole.
Rispetto alla sua relazione, sostanzialmente inutile e fatta a spizzichi e bocconi un po' su tutto, le dico solo che una legge sulla sicurezza c'è in Regione Piemonte. C'è un obbligo legislativo di metterci dei fondi e voi avete messo, sull'unica legge attualmente esistente, euro zero. Come i motori: euro zero.
Assessore Caracciolo, c'è un disegno di legge sulla sicurezza, che è rimasto a dormire 8-9-10 mesi in Commissione, con pesantissimi dubbi di costituzionalità da parte del Viceprefetto (si vada a rileggere le audizioni), nettamente contrastato dalla maggior parte degli auditi, oltre che da noi. È una legge generalista, in cui buttate un po' di tutto.
Ad oggi, questa legge è una pia intenzione. Voi sprecate dei soldi sulla legge, non solo perché non c'è, ma perché, anziché finanziare una legge esistente, andate a mettere soldi su un capitolo per una legge che forse - e sottolineo forse - verrà.
Noi non diciamo "sì" solo dal titolo di una legge. Una legge, per incontrare il nostro sì, ne deve fare parecchia di strada, Assessore Caracciolo. È una legge inutile, generalista, che non tocca i problemi della sicurezza, ma è un modo per cercare di dare soldi ai soliti amici e alle associazioni che fanno un po' di tutto: un po' di integrazione, un po' di solidarietà, un po' di inclusione sociale. Insomma, un po' di tutto tranne che un po' di sicurezza.
Visto che siamo molto semplici nel ragionamento, Assessore, oggi possiamo tranquillamente dire che o il Sindaco Chiamparino non capisce o lei si è spiegato male. Il Sindaco Chiamparino, al suo tavolo della sicurezza che ogni tanto organizza, quasi fosse un circolo, ha detto chiaramente che l'Assessore Caracciolo gli ha assicurato 5 o 6 milioni di euro sulla nuova legge sulla sicurezza. Il Sindaco, però, non sapeva che non c'era la nuova legge e dice: "Ci saranno 5 o 6 milioni di euro che arrivano dalla Regione". Quando? Non lo sappiamo.
Sarebbe stato più serio, Assessore Caracciolo, finanziare la legge esistente. Ha ragione lei: se il Comitato, come lei ha detto, esautorava la Regione, voi dovevate fare solo una cosa: esautorare il Comitato finanziare la legge, se esistente, e dare i fondi soltanto agli Enti locali. Il Comune di Torino, che vive un'emergenza sicurezza, avrebbe fatto la sua richiesta - parlo del Comune di Torino, quindi non ci saremmo neanche opposti - e poi magari altri Comuni di centrosinistra avrebbero presentato dei progetti e con la legge vigente voi avreste potuto finanziarli direttamente, senza quei quattro ideologismi messi in croce che lei ha buttato lì nella sua relazione. Non so se mi sono spiegato. Una volta finanziata la legge n. 6, si finanziano solo i Comuni e la Regione decide quali.
Questo è un modo serio di affrontare il tema, perché la presa in giro nei confronti di tutti dicendo: "Abbiamo finanziato una legge che verrà", è come l'indiscrezione, uscita su tutti i giornali di oggi, sull'edilizia sanitaria: facciamo un castello in Nuova Zelanda; facciamo una fortezza a Givoletto; facciamo un ponte sul Po (ma per lungo, non per traverso). Si può dire qualunque cosa, Assessore Caracciolo, sul domani che forse verrà se verrà. Oggi, avreste potuto usare una legge esistente.
In realtà, la vostra riserva mentale sulla sicurezza, quella di una parte della vostra maggioranza, non vi permette di farlo, perché cosa c'era di più serio, Assessore Caracciolo, di mettere sei milioni di euro sulla legge 6 del 2004 e, a fronte di una richiesta del Comune di Torino, ad esempio su un contributo per l'acquisto di cinque macchine dotate di impianto satellitare per il contatto con la centrale unica delle Forze dell'ordine, per il Corpo di Polizia Munitale, di finanziarla? Cosa c'era di più serio di questo, Assessore Caracciolo? Ma le cose serie non le avete volute fare, perché è molto più comodo far finta di mettere i soldi sulla sicurezza, ma non metterli in realtà.
Non so se sia un gioco delle parti, so che però oggi state prendendo per l'ennesima volta, in giro i cittadini piemontesi e torinesi, perché la legge non c'è.
Oltretutto, Assessore, come si fa a dire che la legge del 2004 non ha sortito effetti, se non l'avete mai finanziata? Risparmiateci almeno la beffa oltre il danno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente, e grazie Assessore.
Appartengo a quella schiera di cittadini che è convinta che meno si parla di sicurezza e più la gente si sente sicura. Ci sono, però, tante notizie e tanti problemi, per cui non si può non parlare di sicurezza.
Come Consulta delle Elette abbiamo anche partecipato ad un Forum europeo a Saragozza sulla sicurezza. Abbiamo parlato della sicurezza in famiglia, della violenza contro le donne, degli abusi e dei maltrattamenti a danno dei minori. Abbiamo parlato dell'inclusione sociale, della mediazione dei conflitti e delle prevenzione. Abbiamo parlato della sicurezza urbana. Come non essere d'accordo che occorrono, come dicono tutti, più pattuglie e più formazione per gli addetti ai lavori e maggior sinergia? Si fa un tavolo per dire che i Comuni e lo Stato devono intervenire e predisporre dei piani di intervento. Occorre decidere e poi si paga insieme.
Voglio far rilevare come la sua relazione sia rivolta alla sicurezza urbana. Vorrei parlare anche della sicurezza rurale, di quella sicurezza che non avvertono più i nostri concittadini che abitano in tutti quei Comuni, piccoli o un po' più grandi, sparpagliati sul territorio in tante borgate e frazioni (ci sono anche le località case sparse). In effetti la gente ha paura di stare in casa in questi territori. Tanti li abbandonano e cercano di andare ad abitare in città. Ci sono stati casi di Anziani picchiati che sono dovuti andare nelle case di riposo perché hanno avuto paura. È difficile spiegargli che i casi sono aumentati, ma di poco o, come dicono, che non siamo in preda alla delinquenza o microcriminalità, perch il diritto di vivere serenamente a casa propria non sempre viene percepito.
A questo punto, allora, dobbiamo studiare come possiamo farlo percepire meglio e come i Sindaci possano tranquillizzare i propri concittadini.
chiaro che quando leggo un ansa arrivata oggi, subito dopo le ore 12, che dice: "Il Sindaco di un paese dell'Astigiano, un paese con meno di mille abitanti, scambiato per un impiegato delle poste, è stato aggredito da due banditi a scopo di rapina. Il colpo è andato a vuoto e i rapinatori sono fuggiti dopo aver chiuso a chiave in una stanza il Primo Cittadino, che poco dopo, è riuscito a dare l'allarme".
Episodi come questi se ne verificano molti nei nostri territori e penso che si debba fare veramente un Piano tenendo presente che su 1.206 Comuni del Piemonte, solo 830 hanno un servizio di Polizia Locale. Ciò significa che quasi 400 Comuni (376, per la precisione) non hanno un servizio del genere.
Lo ha detto già l'Assessore: gli organici sono inferiori in alcune situazioni e noi sappiamo che c'è anche una scopertura del servizio al sabato o alla domenica, per non parlare ovviamente della notte.
Abbiamo presentato un emendamento alla legge finanziaria dove chiediamo alla Regione un intervento affinché i Comuni, attraverso convenzioni possano garantire un servizio di Polizia Locale ai territori limitrofi, a quei 376 Comuni che ne sono sprovvisti.
Ci auguriamo che la Giunta possa accogliere tale emendamento, perché è assurdo - mi avvio alla conclusione - che un problema di cui tanto si parla, condiviso dalla stessa maggioranza, che ha presentato un disegno di legge in tal senso, non abbia un capitolo con dei finanziamenti. È stato detto: "Ci saranno quattro milioni quando la legge sarà approvata"; ma se la legge sarà approvata, per tanti motivi, solo ad ottobre o a novembre ciò significa che la Giunta, dopo essersi impegnata già nel 2005, nel 2006 e nel 2007, per tre anni non avrà fatto nulla nel campo della sicurezza.
Condivido con lei il discorso sulla cultura della legalità, però vorrei sottolineare che noi per primi dovremmo rispettarla; a tal riguardo, vorrei riprendere il discorso del doppio regolamento, quando dei Gruppi possono indire conferenze stampa durante il Consiglio regionale, e altri no. Questa non è cultura della legalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Come al solito, su quest'argomento, provo un chiaro ed esplicito imbarazzo a parlare, perché, per quella che è la consuetudine nelle coalizioni di centrosinistra, è un argomento su cui si preferisce tacere e lasciar parlare il centrodestra, in questo caso l'opposizione.
Questo concetto, di abdicare in modo serio e concreto ai doveri che un Governo ha relativamente alla sicurezza dei cittadini, non mi piace assolutamente. Io penso che si debba smettere di lasciar parlare l'opposizione e solo l'opposizione su quest'argomento, come se noi fossimo tutti insensibili su tale questione. Allora mi tocca, purtroppo, l'ingrato compito di dover affrontare quest'argomento.
L'Assessore ha fatto una lunga relazione, dalla quale si evincono chiaramente alcuni elementi. Il primo, chiaro ed inconfutabile, è quello che la Regione non deve intervenire direttamente - sono parole sue - su tale questione.
La Regione deve poter promuovere tutta una serie di programmazioni volte, essenzialmente, all'inclusione sociale e allo sviluppo della cultura della legalità. Va benissimo, è sacrosanto e lo sottoscrivo.
Assessore - mi rivolgo a lei con tutta la simpatia e la stima che nutro nei suoi confronti - tutto questo va bene, anzi benissimo - non equivochiamo, non dico il contrario - ma purtroppo non basta.
Sarebbe come voler affrontare l'argomento della salute solo ed esclusivamente fronteggiando il problema della prevenzione: esiste anche la malattia, l'emergenza, la necessità di cura e d'intervento immediato.
Oggi ci troviamo, purtroppo, di fronte ad una situazione di un implemento notevolissimo, che si palpa in modo inequivocabile, della microcriminalità.
Le considerazioni sulla criminalità organizzata le abbiamo fatte in altre occasioni; oggi parliamo di microcriminalità.
La gente non è più sicura non solo nelle proprie abitazioni, ma anche al mercato, all'uscita dall'ufficio postale, non è più sicura neanche nelle proprie auto al semaforo.
Negare una situazione di emergenza non è più possibile; né è possibile perpetrare uno scaricabarile continuo tra le varie istituzioni: il Comune sostiene che la Regione non s'impegna abbastanza; la Regione risponde che non ha compiti né doveri in tal senso, ma è colpa del Governo che non invia forze quantitativamente sufficienti.
Dirò un'altra cosa. Supponiamo che sia vero ciò che il Questore asserisce, ovvero che dal punto di vista quantitativo le Forze dell'Ordine rientrano nell'ambito dell'organico previsto ed assegnato: allora esiste o no la volontà di intervenire? A me sembra che tale volontà non ci sia, e lo ravvisiamo dalle piccole cose: lo notiamo da quel buonismo che continua ancora ad essere utilizzato semplicemente agli incroci, dove l'utente della strada è infastidito dai lavavetri che usano atteggiamenti arroganti per estorcere qualche monetina. Lo notiamo con i posteggiatori abusivi, fuori dagli ospedali. Quindi esiste ed è inconfutabile quest'atteggiamento di buonismo.
Per quel che mi riguarda, mi dissocio totalmente da questo tipo di atteggiamento e, pur considerando doveroso, da parte dell'Amministrazione bloccare determinati finanziamenti sulla legge n. 6 del 2004, che non si riteneva giusto dover continuare ad elargire per le motivazioni che mi sembra di poter condividere, ritengo che comunque ci sarebbe stata la possibilità di dare un aiuto diretto ai Comuni (come quello di Torino) che da questo punto di vista, sono in crisi.
Concludo, Presidente, e la ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Caro Assessore Caracciolo, credo di aver ascoltato un intervento veramente insulso, e glielo dico con tutto il cuore.
Non solo perché lei vuole sminuire il ruolo della Regione, quindi sia del Consiglio che della Giunta, e quindi anche il suo, ma perché è pieno di inesattezze e di falsità. E comincio subito con un esempio, caro Assessore.
Il Procuratore della Repubblica di Chiavari, che probabilmente la pensa proprio come lei, ha contestato la competenza della Polizia Municipale sulla legge Bossi-Fini, ritenendo che fosse, come competenza, solo dei corpi di Polizia, non di quella locale, proprio come pensava lei, dicendo quindi che determinati compiti sono d'esclusiva competenza delle forze di polizia tradizionale. Non è così, caro Assessore, lei probabilmente non lo sa, ma a seguito di interrogazione dell'Onorevole Roberto Cota parlamentare della Lega Nord, il Ministro Amato, che non è certamente un Ministro di area Lega, in Aula ha risposto che, in base alla legge n.
65/86, la polizia municipale ha competenze in materia di pubblica sicurezza e ha generali competenze materia di PG.
Non solo, le aggiungo - se non lo sa, la informo - che con apposita sentenza la Corte di Cassazione ha posto come unico limite all'intervento della polizia urbana nei compiti di pubblica sicurezza quello di territorialità, il che significa che un agente di polizia municipale o di polizia locale può operare all'interno del territorio di competenza, ma all'interno di territorio di competenza ha compiti di PS.
Caro Assessore, lei dice che la Regione non si deve occupare di ordine pubblico e sicurezza perché sono di esclusiva competenza dello Stato. Forse lei, Assessore, non lo sa, ma ho partecipato a varie manifestazioni di premiazioni a favore della polizia locale e finanziate e promosse dalla Regione Piemonte, che hanno visto agenti di polizia locale premiati e insigniti di medaglie e riconoscimenti per avere adempiuto al proprio dovere rischiando la vita, rimanendo feriti in inseguimenti, in sparatorie in servizi, in indagini antidroga, antiprostituzione e contro il racket. In tutto il Piemonte è successo questo, caro Assessore. Ma lei questo, forse non lo sa: quelli sono compiti chiaramente legati a combattere la criminalità, caro Assessore.
Assessore, lei pensa che quando la polizia locale viene comandata in servizio allo stadio, ci va non per controllare il pubblico, ma per guardarsi la partita gratis? Ma lo dica! Lei pensa, Assessore, che quando gli agenti di polizia locale vengono mandati a controllare i cortei o i manifestanti ci vadano non per gestire l'ordine pubblico, ma perché sono solidali con quelli che manifestano? Ma lo dica Assessore, le dica queste cose! Penso che vedere agenti di polizia municipale, che mettono in piedi indagini serie, arrestano ladri, fanno inchieste, trovano delinquenti colpiscono e arrestano criminali che sfruttano la prostituzione e sfruttano le donne, deve essere un onore per la Regione e un onore per lei, che dovrebbe essere la più alta autorità a gestire, aiutare e difendere gli agenti di polizia locale, caro Assessore. Ma forse lei pensa che tutti questi compiti, premi, riconoscenze, menzioni che vanno a questi agenti siano probabilmente solo favole? Nella legge sulla sicurezza era scritta la parola criminalità, perch non nascondiamocelo, sul nostro territorio c'è la criminalità ed è in crescita; anche a Torino, nonostante quello che lei pensa. Lei, con la sua Giunta, vuole sostituire la parola criminalità con illegalità, che non vuole dire niente. Lei mi viene a dire che non è vero che Torino è in emergenza, ma che è solo speculazione politica. Caro Assessore, ma l'ha visto "Anno Zero" di Santoro? Lo sa che Santoro non è di centrodestra ma di sinistra? Spero che le abbiano raccontato cosa hanno detto in quella trasmissione. Forse lo sa che c'è stato qualche problema con il ritorno delle nuove BR e questa zona è stata un pochino colpita. Se non lo sa glielo dico io! Per quanto riguarda le "sobillazioni" del Sindaco di Milano innanzitutto parliamo di sicurezza in Piemonte, ma mi scusi se la informo: parliamo di Milano e di Lombardia, dopodiché chi era preposto alla sicurezza secondo lei? Era il Prefetto, giusto? Il Prefetto di Milano, se non sbaglio, è stato candidato per il centrosinistra, quindi non pu accreditare neanche lui alla destra, perché era un vostro candidato proprio a Milano.
Le dico una cosa, Assessore: se lei si vergogna o non ha il coraggio di tutelare quegli uomini in divisa che hanno pari dignità con i carabinieri e con la Polizia di Stato, si dimetta da Assessore alla polizia locale perché lei non è in grado di tutelare le persone in divisa, che hanno la stessa dignità, gli stessi diritti e lo stesso coraggio degli altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

ormai da tempo che mi chiedo qual è il potere contrattuale di questa Giunta nei confronti del Governo. Mi chiedo qual è il potere contrattuale di un asse politico che parte dal Comune di Torino e arriva fino a Roma.
Perché questo? È incomprensibile che un Sindaco così gradito ai cittadini piemontesi non abbia avuto un'udienza che credo dovesse essergli data, al fine di raggiungere un obiettivo per i cittadini torinesi, cioè quello di un ampliamento delle forze dell'ordine a fronte di una microcriminalità e una delinquenza che ormai sta raggiungendo livelli preoccupanti per ogni cittadino.
Mi chiedo quale sia il potere contrattuale della Giunta se non è in grado di rappresentare le istanze dei cittadini. Le preoccupazioni degli stessi credo siano documentate ogni giorno dagli organi di informazione.
Organi di informazione che certamente in larga parte non rappresentano il centrodestra. Mi viene da chiedere se vi sia un coro contrario anche dei mezzi di comunicazione, rispetto alle loro tipiche posizioni di centrosinistra, nei confronti di una Giunta che, in questo caso, sulla pubblica sicurezza è latitante.
Mi verrebbe da chiedere perché noi qualche anno fa varammo un testo chiedendo la collaborazione dell'allora opposizione. Addirittura in Commissione organizzammo un gruppo di lavoro per cercare soluzioni sostanzialmente condivise, per un testo unificato che vedesse il Consiglio impegnato a far fronte ad un disagio del cittadino nei confronti di una mancanza della pubblica sicurezza.
All'epoca trovammo un muro, trovammo Consiglieri regionali che allora appartenevano all'opposizione, che solo per partito preso decisero di astenersi o di votare contro un testo, benché precedentemente erano stati chiamati a collaborare per definire degli articoli e una proposta di legge che fosse utile al territorio. Perché questo? Il tema della sicurezza quando governa il centrodestra, riguarda solo gli elettori del centrodestra, quando governa il centrosinistra gli elettori del centrosinistra, ma l'Asti-Cuneo, visto che l'abbiamo richiamata in una precedente comunicazione dell'Assessore Borioli, non è una questione che riguarda tutto il Consiglio regionale al di là delle appartenenze politiche? Allora perché non vi è un testo in Commissione attraverso un gruppo di lavoro formato per vedere se, anziché essere una mera proposta di parte, non sia possibile trovare una motivazione di condivisione dell'istanza dei cittadini piemontesi che ci eleggono per rappresentarli e per farlo con coscienza, conoscendo a monte quali possono essere le problematiche che loro vivono? Quanti tipi di sicurezza il cittadino ci chiede di dare loro? Questa è la priorità. La sicurezza della persona viene disattesa in larga parte da una maggioranza che è stata eletta nel 2005 e che, se non fosse per un emendamento del collega Nastri e delle colleghe di Forza Italia l'anno scorso, anzi il 2006, una legge che è ancora in vigore, oggi votata solo dal centrodestra qualche anno fa, sul capitolo aveva zero euro. Questa è l'attenzione che avete avuto fino ad oggi rispetto alla sicurezza pubblica di ogni singolo cittadino. Perché tutto questo? Vi sentite così onnipotenti e convinti che governerete ancora prossimamente? Ma vi rendete conto che questa vostra lontananza dal territorio e dalle sue priorità vi porterà all'opposizione? Credo che molti di voi, invece, governino utilizzando il buonsenso, il rispetto del cittadino, i bisogni del territorio, ma quanti qui vanno in questa direzione?



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, la prego di terminare il suo intervento.



TOSELLI Francesco

Allora, invito l'Assessore ad aprirsi in un franco dialogo, non prettamente di parte, di ascoltare per, eventualmente, formulare un testo il più condiviso possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Signor Presidente e Assessore, il limite della relazione dell'Assessore Caracciolo è l'essere circoscritta alla Città Metropolitana, ma questa non è la Sala Rossa del Comune di Torino, con tutto rispetto, perché, comunque Torino è Capoluogo di Regione e, per numero di abitanti, sicuramente, è il punto di riferimento anche per quanto riguarda la sicurezza, però, noi siamo il Piemonte, noi parliamo della Regione Piemonte! Persino le dichiarazioni, i riferimenti, le considerazioni e i dati che lei ha fornito si riferiscono a Torino.
Il fatto che Sua Eccellenza il Prefetto o il Questore di Torino esprimano giudizi e consegnino relazioni è sicuramente da prendere in considerazione, però, per noi è relativo, il Piemonte è tutt'altra cosa. Il Piemonte è in gran parte formato da Comuni con meno di cinquemila abitanti che spesso si associano per creare sicurezza, ad esempio, per gestire la Polizia Municipale. Alcuni Comuni dell'Alta Langa, addirittura, hanno intrapreso un'azione di telecontrollo del territorio, che hanno potuto realizzare grazie ai soldi stanziati dalla Regione con la legge n. 6.
Insomma, voglio dire che il grande limite politico della sua relazione è che lei ci ha parlato di Torino; la relazione è così, parla di Torino.
Quando lei critica il Sindaco di Milano critica un Sindaco di una Città Metropolitana, ma il Piemonte è cosa ben diversa.
Nella relazione lei parla di deterrenza, che io ritengo essere innanzitutto prevenzione e controllo del territorio, che si effettua con le Forze di Polizia, ovviamente, anche la Polizia Municipale, ma intervengono altresì i cittadini, con il cosiddetto autocontrollo, così come accade in Inghilterra, negli Stati Uniti o in Canada, il cui territorio è così organizzato: i cittadini controllano la casa del vicino e la via, perché se aspettiamo l'arrivo dei Carabinieri o che questi siano presenti al momento del fatto siamo freschi! La prevenzione inizia all'interno della nostra casa e del nostro cortile, con i figli e con gli amici.
Ebbene, con la legge n. 6 era possibile organizzare corsi di formazione del personale e delle persone. Le cito il caso del Comune dove risiedo quello di Bra, in cui è stata intrapresa un'iniziativa straordinaria denominata: "Bra città sicura", dedicata in modo particolare alle persone anziane, con oltre sessant'anni.
Con la legge n. 6 è stato possibile finanziare l'assicurazione contro gli scippi, che, naturalmente, non risarcisce dello scippo, ma tutte quelle conseguenze di carattere materiale e psicologico che riguardano il cittadino, compreso anche il furto in appartamento.
Con la legge n. 6 si è potuto dotare tutti i nostri pensionati di una tesserina, che consente loro di chiamare l'idraulico, il vetraio o l'artigiano che deve rimettere a posto le porte, se sono state deteriorate dal furto. Pensate che quest'operazione è stata fatta in collaborazione con un'Assicurazione denominata UNIPOL - credo che molti di voi sappiano di che si tratta. Si tratta di un'iniziativa straordinaria che, secondo me, va incontro alla vera necessità del cittadino: sentire vicina l'Istituzione.
Sicuramente, la Regione non è direttamente competente, come abbiamo visto questa mattina con l'Asti-Cuneo, per l'appalto o, in questo caso, per il controllo del territorio, ma, attraverso le sue ingenti risorse finanziarie, le sue politiche culturali e sociali, può dare una mano alle Amministrazioni comunali e ai cittadini, in modo particolare quando sono organizzati, con impianti di vigilanza. Cito il caso dei Comuni di Alba e Bra, che sono stati - prima Bra e poi Alba - i primi in Piemonte ad installare le telecamere - anche grazie alla legge n. 6 - collegate non soltanto con il Corpo di Polizia Municipale, ma anche con l'Arma dei Carabinieri. Lei sa che in molti Comuni, soprattutto i più piccoli, delle nostre vallate la Caserma dei Carabinieri chiude alle ore 19 e non c'è più nessuno, i Carabinieri non intervengono che in caso di emergenza attraverso il Comando di Compagnia e la Stazione più importante, non quella che, ovviamente, è chiusa.
Credo che la Regione possa fare molto. Non so che fine farà il suo disegno di legge, se verrà approvato oppure no, comunque, la esorto a finanziare la legge in vigore. Sarebbe un bel segnale per rispondere alle esigenze di sicurezza dei cittadini che chiedono soprattutto aiuto.
Infine, le ricordo che questo è il Piemonte e non è soltanto la Città di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, noi interveniamo non perché la sicurezza sia un'idea fissa del centrodestra, ma perché siamo convinti che ci siano attese da parte dei cittadini, cui non può rispondere compiutamente o esclusivamente lo Stato attraverso le Forze dell'Ordine presenti sul territorio, in quanto ci sono competenze che si intersecano.
Credo non si debba confondere il coordinamento dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, che, ovviamente, compete ad un soggetto solo, il Prefetto, attraverso il Comitato dell'ordine e sicurezza pubblica, con i compiti articolati sul territorio che competono ai vari livelli di governo attraverso le loro Forze di vigilanza.
Qui voglio subito dire chiaramente che, personalmente, non condivido la deriva verso le multe che sta un po' caratterizzando molti Corpi di Polizia locale. Oggi leggevamo che un'installazione fissa del Comune di Torino probabilmente, fatturerà 16 milioni di euro per il superamento dei 70 chilometri orari in un noto viale di acceso alla Città di Torino. In un lontano Comune della Provincia di Alessandria, in poco tempo, sono state contabilizzate sei o settemila multe - il Comune di Silvano d'Orba, tanto per fare un esempio. In questo modo si fa cassa. Ritengo necessario anche il controllo della velocità, perché le Forze della Polizia locale, in coordinazione con le altre Forze di Polizia dello Stato, hanno compiti molto importanti proprio di controllo del territorio e di rispetto dei Regolamenti amministrativi, che regolano la circolazione, l'uso del territorio, l'edilizia e anche l'accesso ai luoghi pubblici. Quindi, queste sono le prime Forze che possono intercettare, a vista o con le attrezzature di cui sono dotati, i soggetti malintenzionati.
Pertanto, in caso di urgenza, possono provvedere, se opportunamente attrezzati, anche a respingere o arrestare persone colte in flagrante, così come possono anche svolgere servizi di pattugliamento e intervenire in caso di necessità, quando i cittadini lo desiderano o lo chiedono. Dobbiamo dare visibilità sul territorio a chi veste la divisa, perché, soprattutto per gli anziani, costituisce una certa sicurezza.
Ricordo che quando la collega Cotto rivestiva la carica di Assessore all'assistenza si era data vita ad un'iniziativa per far sì che gli anziani prestassero attenzione verso coloro che, presentandosi come incaricati dell'ENEL piuttosto che dell'Acquedotto, si introducono nelle case private e fingendo di controllare il contatore o le bollette provvedono a compiere furti con destrezza.
La situazione è veramente complessa e richiede, per l'invecchiamento della popolazione soprattutto nelle zone rurali, una richiesta corale. Dico sì al coordinamento - e in questo senso posso comprendere anche qualche sottolineatura dell'Assessore - ma un'operatività coordinata un'operatività capillare da parte delle forze di polizia locale, senza le quali né gli abusi sul territorio, né gli attentati contro l'ambiente (a volte con discariche abusive e altri comportamenti anomali), né anche i tentativi di intrusione o di interferenza con la vita normale delle persone, senza queste forze articolate, che sono migliaia sul territorio la battaglia non potrebbe essere vinta. Questa è un'azione che non ha limite. La domanda di sicurezza, a mio avviso, veramente può trovare un momento di equilibrio, ma non ha dei limiti. Maggiore è la sicurezza che si può assicurare, migliore è la qualità della vita in un certo territorio.
Qui dobbiamo fare una miscelazione tra le questioni strutturali tecnologiche, quindi le telecamere piuttosto che altre cose, e l'impiego delle persone. Sotto questo profilo non bisogna esagerare né in un senso n nell'altro. Certamente occorre stanziare delle risorse.
Sotto il profilo delle risorse, noi ci cimenteremo anche negli emendamenti al bilancio. La Presidente prima, in ordine alle questioni legate all'Asti-Cuneo, diceva: "Bisogna fare, piuttosto che parlare".
Vedremo se, a fronte degli emendamenti per la sicurezza, per ripristinare stanziamenti adeguati da parte della Giunta, si faranno favori o si faranno fatti accettando anche le nostre proposte



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Ogni giorno assistiamo a situazioni che coinvolgono tutte le comunità locali. È talmente e fortemente sentito il tema della sicurezza che la risposta positiva nei confronti di questo tipo di esigenza è sollecitata ed è rivolta ad una pluralità di soggetti. Si pensa, legittimamente, che il singolo Comune debba affrontare questo tema; si pensa che sia un tema e un intervento a carico delle forze dell'ordine, si tirano in ballo i Prefetti si tirano in ballo le Regioni.
Assistiamo anche ad un'altra condizione. Il forte divario che si è creato - su questo tornerò brevemente nel mio intervento - tra le disposizioni e le competenze in ambito legislativo e la realtà e il livello di aspettativa che la comunità locale esprime su questi aspetti. Il dibattito odierno non ha fatto altro che riflettere questo tipo di contraddizione. Ha riportato nell'aula il sentimento, legittimo, che ispira molte comunità locali. Non credo, invece, che sia questo il modo attraverso il quale poter concretamente e correttamente affrontare questo tema che è complesso, che ha bisogno di essere affrontato attraverso la creazione di un sistema di interventi nel quale deve essere ben chiaro che, a ciascuno compete un compito e una funzione. Non è con le invasioni di campo che il sistema e le reti possono essere concretizzate o che si affrontano le questioni.
Molti interventi hanno messo in evidenza l'aspettativa nei confronti della Regione. Su questo aspetto, l'ambito dell'intervento legislativo della Regione è quello che si è voluto ritagliare con la prima legge sulla sicurezza e con il disegno di legge sulla sicurezza che la Giunta regionale ha rassegnato alla valutazione e all'esame della Commissione. Che è quello non di un Ente che vuole invadere il campo ed intervenire al posto di altri, ma di un Ente che vuole sostenere azioni nei diversi ambiti locali per far crescere, all'interno degli ambiti locali, piani locali per la sicurezza più adeguati che intervengano sulle marginalità e sulle illegalità.
Nel termine illegalità contenuto nel testo del disegno di legge e negli articoli licenziati c'è qualcosa di più ampio, oserei dire di più importante. Questo è l'ambito dentro il quale possiamo stare, ed è l'ambito che noi, legittimamente e seriamente, dobbiamo coprire attraverso azioni legislative, risorse economiche che mettiamo a disposizione del sistema delle comunità locali e degli enti locali in prima persona.
Un'altra contraddizione che emergeva in molti interventi che si sono sviluppati è il ruolo della polizia locale. Anche su questo c'è un ampio divario tra le funzioni che, ad oggi, sono affidate per norme legislative alla polizia locale, e quelle che possono essere le aspettative, i bisogni che una comunità locale esprime. Anche su questo un ragionamento e una riflessione merita molta attenzione. In questa direzione, nel tentativo di colmare questo divario che si è creato e determinato tra l'aspettativa della comunità locale e quella che è la funzione che l'ordinamento assegna al ruolo e alla competenza della polizia locale, si ha bisogno non che questo divario sia colmato attraverso iniziative episodiche, ma attraverso una serie e serena riflessione che porti ad una modifica del sistema legislativo.
In questo ambito, ci sono importanti proposte di legge al Parlamento nazionale che vanno a ridisegnare il ruolo e le funzioni della polizia locale. In questo ambito c'è lo spazio perché la Regione Piemonte apra una riflessione seria e serena sulla propria legge che riguarda la polizia locale, sui meccanismi e sulle esigenze di formazione, di riqualificazione di adeguamento tecnico e professionale che la polizia locale oggi manifesta.
un po' il senso degli interrogativi che emergevano ieri in VIII Commissione durante un'audizione che si è costruita su due proposte di legge che tentano di affrontare, secondo me con il limite dell'episodicità questo tema che ha una sua importanza. C'è spazio per intervenire, c'è il dovere di intervenire, ma ci deve essere anche la ferma convinzione che a noi non compete realizzare invasioni di campo, determinare inversione dei ruoli, ma svolgere fino in fondo le nostre funzioni e i nostri ambiti di intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Quasi giornalmente percorro trenta chilometri di strada montana per venire in Regione e quasi giornalmente vedo uno o due pattuglie di carabinieri che vanno su, vanno giù, stanno fermi a controllare. Tutti i piccolissimi comuni che attraverso non hanno neanche un corpo di polizia di municipale, ma hanno un tizio o una tizia in divisa che svolgono anche la funzione di messi comunali a quell'ora in cui passo sono indaffaratissimi per cui si vedono anche quelle divise. Io non provo nessuna sensazione di territorio militarizzato, ma una sensazione idilliaca, reale. Dalle mie parti quasi tutti ci dimentichiamo di chiudere la porta di casa quando usciamo. Questo paesaggio rimane così fino allo sbocco della valle. A Lanzo inizia la direttissima, si inizia a vedere qualche cascina, anche lì un bel paesaggio, ma diverso.
Di ogni cascina della mia zona so quando sono passati gli ultimi gruppi notturni che hanno ucciso un cane, oppure hanno rubato o sono scappati perché il contadino ha sparato, in aria, con il fucile da caccia. Dalle mie parti, quarant'anni fa non si chiudeva mai chiave la porta di casa di notte, adesso sono tutti barricati, mettono addirittura qualcosa contro la porta per paura che la sfondino. Siamo pieni di antifurti, ma nonostante tutto non si dorme tranquilli la notte.
Ho iniziato a venire a Torino per frequentare la scuola verso il 1958.
Sono sempre venuto in centro e attraversavo a piedi Porta Palazzo con la mia borsa (che conteneva solo documenti senza valore, ma la gente non sapeva cosa c'era dentro) senza mai avere avuto problemi. Conosciamo Porta Palazzo, è sempre stata un covo di delinquenza, ma c'era un certo tipo di delinquenza che noi non chiediamo che venga sradicata, come si dice in gergo, perché non è possibile sradicarla, ma adesso, come entro nella cinta della città, chiudo le portiere dell'auto con la chiusura centralizzata. Ma non mi è mai successo di avere paura a fermarmi ad un semaforo. Adesso ho paura a fermarmi ad un semaforo. Un collega è stato aggredito la settimana scorsa; peggio ancora se viene aggredita una signora mentre porta il proprio bambino all'asilo.
Quando vengo a Torino, vedo gente in divisa che sta dando multe. Non sono contrario: quando mi merito una multa fanno bene a darmela e gradisco che me la diano, anzi, mi sta bene che ci siamo quei personaggi che non fanno parte del Corpo di Polizia Urbana, però il Corpo di Polizia Urbana dovrebbe stare presso i semafori per evitare atti di aggressione. Anche questo rientra nei suoi compiti. Questo non avviene.
Assessore, ho letto con attenzione la relazione, ma non riesco proprio a capire il discorso della deterrenza, perché probabilmente diamo un significato diverso alla parola.
Quando ero Assessore a Ciriè, la Giunta comunale fece mettere una barra di ferro per vietare l'accesso ad una zona dove c'erano sempre ladri e prostitute. Dopo aver mandato due volte dei Vigili urbani alla sera a passare da lì, quei personaggi non sono più andati in quel luogo.
Quella è deterrenza. Non hanno mai fatto niente, non hanno mai arrestato qualcuno, però hanno fatto deterrenza.
Concludo dicendo che vorrei che ci capissimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Tre rapide considerazioni.
La prima. Pensavo che avessimo da tempo bandito la sicurezza come clava da usare contro l'altra parte; ed ero convinto che il tema della sicurezza potesse rappresentare il terreno sul quale, invece, una classe dirigente si misura per affrontare una questione che non è di centro, destra o sinistra.
Così non è stato.
Prendo atto che è forte la tentazione di usare questo tema a seconda delle responsabilità di governo che si assumono, perché anche questo è simpatico: se non si governa il Paese, questo tema diventa centrale e chiama in causa il Governo; se invece si governa il Paese, è un problema che viene contestato alle amministrazioni locali. Questo ormai capita tutte le volte che si è costretti ad affrontare la situazione.
Oggi, giustamente viene chiamato in causa il Governo, ma mi ricordo che qualche mese fa, quando il Governo era un altro, questa questione era stata contestata alle amministrazioni locali, nonostante fosse evidente che il tema richiamava scelte e responsabilità politiche da assumere in sede governativa.
Da questo punto di vista, però, ha ragione l'Assessore Caracciolo contro il quale si sono usati anche toni ingenerosi e sbagliati da parte di alcuni Consiglieri. Il terreno sul quale confrontarci è il patto che il Governo ha proposto al sistema delle Regioni e delle Autonomie locali. Ma davvero pensate che esista un'altra soluzione? Davvero pensiamo che un tema come questo possa essere affrontato, se non attraverso una forte condivisione di obiettivi e di politiche che vanno concertate con le Regioni e con le Autonomi locali? Personalmente non penso esista un'alternativa a quella politica, se ragioniamo seriamente.
Seconda contestazione. Consigliere Toselli, non è vero che in quest'Aula abbiamo contestato la legge sulla sicurezza. Non è vero. Nella precedente legislatura ci siamo astenuti su quel provvedimento. Nessuno la contestò. Contestammo due scelte. La prima, che inventavamo un osservatorio sulla sicurezza, che si è rivelato assolutamente inutile, perché doveva raccogliere quei dati che i Comitati provinciali per l'ordine pubblico hanno a disposizione tutti gli anni. Inventammo l'ennesimo osservatorio per raccogliere dati che erano scontati.
Secondo, contestavamo il fatto che la legge era molto farraginosa e in quella sede proponemmo emendamenti che, in qualche modo, erano il frutto di una lettura delle legislazioni più avanzate in materia di sicurezza e che altre Regioni, che da tempo hanno una politica sulla sicurezza, avevano realizzato.
Terzo, contestammo il fatto che in quella legislazione era completamente assente la riforma della polizia locale, tema cruciale che invece andava affrontato con quella legge, come ci proponevano l'ANCI e la Conferenza Stato-Regioni. Quindi non è vero, collega Toselli, che in quell'occasione alzammo le barricate. Anzi, in quest'Aula ci fu un confronto vero di posizioni politiche e non si può imputare alla minoranza di allora di essersi ritirata sull'Aventino. Non è vero. Se vogliamo discutere facciamolo, però non prescindiamo dalle cose e dai fatti altrimenti diventa difficile stabilire i termini per un confronto politico costruttivo. La terza considerazione riguarda la nuova legge.
vero, la legge che abbiamo eredito è datata e superata. Per queste ragioni, penso che la Giunta abbia deciso di presentare un nuovo provvedimento. Naturalmente qui, collega Toselli e colleghi della minoranza, la discussione è completamente aperta, come tutte le volte che si presenta un provvedimento che ha questa ambizione.
Non credo che l'Assessore Caracciolo abbia difeso il suo provvedimento.
L'ha presentato con l'obiettivo di mettere in campo una legislazione più avanzata e più organica. Sarà poi la VIII Commissione la sede in cui sviluppare un confronto di merito, ed è quella la sede in cui cercare di capire in che misura possiamo, tolti di mezzo gli orpelli ideologici cercare di convenire sulla possibilità di trovare soluzioni, proposte e norme condivise, migliorative della legge che abbiamo approvato nella precedente legislatura.
vero, c'è un problema che riguarda il finanziamento della legge, ma la vicenda deve essere affrontata per quello che è, non strumentalizzando questioni che non esistono.
Oggi, questa legge non è finanziata perché non è ancora stata approvata, ma, come i colleghi sanno, a bilancio esiste un fondo con il quale finanziamo le nuove leggi, che sarà il fondo in cui verranno attinte le risorse per finanziare questo provvedimento, nel momento in cui verrà approvato dal Consiglio regionale, poiché tutti conveniamo sull'esigenza di dotare questa Regione di una legge più avanzata. Se c'è un po' di volontà politica, mettiamoci al lavoro per fare una legge e per finanziarla in maniera adeguata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Conosco l'Assessore Caracciolo da tanti anni, quindi voglio credere anzi ne sono quasi certo, della sua buona fede nell'aver fatto scrivere un intervento che magari poi non ha neanche riletto con attenzione. Non credo che si possano affermare cose che...



(Commenti dell'Assessore Caracciolo)



CASONI William

Se l'ha scritto lei, allora la stima che avevo evidentemente era a latere, perché l'ho sempre conosciuta come una persona attenta ai problemi della sicurezza, quindi non può aver scritto: "La Regione non si occupa di sicurezza, che è materia di esclusiva competenza statale". Sono d'accordo con quanto affermava il collega Ronzani in merito al fatto che la Regione debba attivarsi per le politiche della sicurezza; non condivido, invece, la convinzione che sia assolutamente necessario attendere una nuova legge perché basterebbe prevedere dei fondi su quella già esistente, in attesa di una migliore. Questa è l'attenzione che dovrebbe mostrare Regione verso i problemi della sicurezza.
Non si può affermare che la Regione non ha alcuna competenza su questo tema, detto proprio dall'Assessore competente in materia! Perché ha ragione il collega Rossi a chiedere: "Chi governa la Polizia urbana? Chi può dare loro gli strumenti come le telecamere, che magari qualcuno ha installato nei Comuni, che sono già servite, per interventi di pubblica sicurezza, per identificare i responsabili, e che sono state finanziate con le leggi precedenti?". Installare telecamere nei punti critici della città, al servizio di tutte le forze di Polizia, non è un compito regionale? Non può essere un compito demandato dalla Regione? Non è un compito già previsto dalla legge - già approvata da questa Regione attualmente in vigore, sulla quale potremmo assegnare dei fondi? Non si venga a dire che la sicurezza si combatte con l'inclusione sociale o con la mediazione dei conflitti, attraverso mediatori culturali e l'educazione alla convivenza civile! Parliamo con dei responsabili della sicurezza: l'Assessore lo ha fatto? Ha parlato con dei Prefetti o con dei Comandati della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili Urbani, financo del Corpo Forestale dello Stato? Sanno benissimo che queste sono azioni che la scuola dovrà svolgere, e sicuramente chi è preposto dovrà tentare di formare. Ma sono altresì necessarie azioni concrete sul territorio nell'ambito delle proprie specifiche competenze.
Nessuno vi chiede di trovare dei fondi o di mischiare delle competenze con quelle del Ministero dell'Interno. Si chiede soltanto di dare più strumenti, attraverso il coordinamento e la formazione della Polizia Urbana, oppure aiutando quei Comuni sulla base di specifici progetti, anche se non hanno una regia regionale (se cercassimo di mettere d'accordo tutti i 1.208 Comuni del Piemonte non arriveremo mai da nessuna parte!) attraverso la legge, attraverso dei fondi che vengono previsti su questo capitolo della sicurezza.
Non possiamo pensare, se il fenomeno dovesse progredire, di rispondere che il problema è solo di inclusione sociale; perché è questo ciò che si dice nel la relazione. Non si dice altro. Sulla legge approvata non è prevista una lira, zero.
Il collega Ronzani nel tuo intervento ha detto: "Noi vorremmo fare una legge migliore, che avrà il suo capitolo, dal quale pescheremo". Ma perch non mettere, già oggi, dei fondi sulla legge attualmente in vigore? Sappiamo che ci sono centinaia di progetti in attesa, inviati dai Sindaci di centrosinistra, di sinistra, di centro, di centrodestra, che languono nell'Assessorato e non si fa nulla per risolvere questo problema. Non si prevede una lira su questi capitoli. Questo è ciò che noi contestiamo.
Questa è una mancanza di politica in tema di sicurezza di questa Regione.
una mancanza di incisività, che infonde sfiducia: cosa potranno pensare i Comandati? Avremo premura di far pervenire questa relazione ai Comandanti delle Polizie Municipali, per dire loro: "Guardate che siete considerati assolutamente inefficaci; non dovete più fare le multe o fare servizio di vigilanza, magari fuori dalle scuole, contro gli spacciatori di droga o altro. Dovete magari andare a fare lezione all'interno delle scuole".
Questo vuol dire "sminuire". Questa relazione demotiva chi opera nella sicurezza in questa Regione: non solo non gli dà una lira, ma gli fa credere - com'è - di essere assolutamente abbandonato da questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non so come si sia sviluppato, nella passata legislatura, il dibattito sulla sicurezza, né quale sia stata la posizione dell'allora opposizione.
Mi scuso, intanto, con l'Assessore, perché non ho avuto modo di ascoltare la sua relazione - ne ho preso copia e ne darò attenta lettura per cui non esprimerò alcun giudizio in tal senso.
Dico solo che è difficile, in cinque minuti, sviluppare al meglio e sfaccettare un tema così complesso, come quello della sicurezza. Mi limito a fare una breve riflessione in questi termini.
Questi temi, così come le questioni inerenti gli anziani o i giovani non possono più essere "sventolati" durante i congressi, le campagne elettorali o nei dibattiti all'interno delle tribune politiche. Sono problemi che, dando un'interpretazione moderna del "sistema Paese", toccano tutti i cittadini, tutti gli elettori, sia di destra sia di sinistra quindi toccano tutte le sensibilità, sia dei colleghi di centrodestra sia di centrosinistra.
Personalmente - spero che anche i colleghi del Gruppo e dell'intera maggioranza la pensino così - ritengo che non possiamo e non vogliamo prestarci a queste strumentalizzazioni.
Pertanto, stempererei il tutto e accolgo gli inviti che arrivano dall'opposizione nel promuovere una Commissione di lavoro, per entrare veramente nello specifico e fare in modo che possa essere promossa al meglio un'azione coordinata tra gli Enti, compatibilmente con le competenze della Regione. Questo mi sembra un dato indubbio e indiscusso.
Quindi chiedo gentilmente ai colleghi dell'opposizione di non strumentalizzare la situazione, ma di continuare a tendere questa mano per poi, nella prossima seduta di Commissione, sederci con serenità attorno al tavolo e valutare la possibilità di dare dei suggerimenti, compatibilmente con la competenza del nostro Ente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Le comunicazioni dell'Assessore Caracciolo hanno innescato un dibattito che forse meriterebbe uno spazio molto più ampio, perché sono giunte sollecitazioni molto stimolanti da parte dalle fila della maggioranza.
Ho sentito il riferimento "basta usare la clava, in tema di sicurezza contro la maggioranza". Caro Wilmer Ronzani, se c'è uno che ha usato la clava, è stato il collega Buquicchio pochi minuti fa, che ha fatto in intervento che noi potremmo e dovremmo sposare in toto: sembrava un intervento di un collega del centrodestra.
Qui bisogna cominciare a capire, se si vuole capire, o se la messa in scena deve continuare sulle spalle dei cittadini piemontesi.
Vediamo un Assessore in difficoltà, che magari pensa cose che pensiamo anche noi; colleghi della maggioranza che esprimono concetti e interventi che è difficile poter pensare che provengano da un'area politica del centrosinistra, ma peraltro ci stanno; dall'altra parte, viene richiesto un approfondimento in Commissione - quasi la costituzione di una Commissione specifica sul tema della sicurezza - come ha fatto il collega Laus argomento interessante da riprendere in VIII Commissione.
Notiamo che esiste una grave confusione all'interno della maggioranza su quest'argomento; confusione che si riverbera, però, sulle spalle della comunità piemontese.
La riforma della legge sulla sicurezza è arrivata tardissimo; soltanto per fare un dispetto al centrodestra, la nostra legge è stata bloccata e la volete riformare. Benissimo, è giusto che una nuova maggioranza possa modificare la precedente normativa vigente, ma quello che abbiamo visto in Commissione è, per il momento, un disegno di legge inadeguato, che punta troppo ad una prevenzione fumosa e non incisiva, mentre noi sappiamo bene chi è sincero, perché chi crede veramente nella sicurezza dei cittadini, sa che ci deve essere un giusto equilibrio fra prevenzione e repressione.
Ebbene, abbiamo notato che molti strumenti concreti che avevamo previsto di affidare agli Enti locali e ai Comuni, soprattutto per quanto riguarda la videosorveglianza, sono stati pericolosamente depotenziati.
Prima di fare delle proposte sulla sicurezza, dovreste chiarire al vostro interno cosa intendete per sicurezza, che linea volete dare, prima che la situazione degeneri, alla gestione della sicurezza della comunità piemontese.
Aveva ragione il collega Buquicchio. I lavavetri, che erano scomparsi qualche anno fa nelle vie principali di Torino come negli altri centri del Piemonte, sono ricomparsi arroganti, taglieggiano i cittadini inermi e questo è un brutto segnale. È vero, la sicurezza e l'ordine non si misurano solo da queste cose, ma è un sintomo preoccupante. Un sintomo che determina una serie di altri segnali molto gravi. Ieri sera abbiamo visto un filmato che si riferiva alla città di Padova, ma temo che quello che abbiamo visto a Padova avvenga anche a San Salvario, a Torino, come in altri quartieri di altre città del Piemonte. Non c'è stata la documentazione televisiva magari ci sarà anche.
Prima che questa situazione peggiori, che sfugga di mano alle istituzioni, prima che lo scoramento fra le popolazioni induca anche ad atteggiamenti pericolosi ma inevitabili, come qualche settimana fa si è verificato al "tossic park" di Torino, dove cittadini inferociti si sono auto-organizzati facendo delle ronde, con conseguenze difficili da prevedere in situazioni di disagio, rabbia e insicurezza, sarebbe bene che tutti insieme riuscissimo a dare una risposta adeguata ad un'esigenza di sicurezza, che c'è e non si può ignorare. Non si può solo pensare che questi problemi si risolvano con convegni, dibattiti e riflessioni barbose che da anni continuano a dare risposte inadeguate. I cittadini sono quelli che al mattino trovano i nostri treni sporchi sulle tratte regionali, con prostituzione a bordo, con una situazione di insicurezza, con i controllori che non controllano i biglietti a gente del genere, mentre controllano solo i cittadini del Piemonte.
Visto che già al vostro interno emergono, probabilmente, sincere volontà di affrontare questo tema, uscite dall'ambiguità che vi attanaglia e facciamo delle proposte concrete, su cui noi sicuramente saremo pronti a convergere e dare la nostra disponibilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Anch'io volevo fare qualche considerazione rispetto agli interventi che ho sentito dai colleghi in Aula oggi, e all'intervento dell'Assessore Caracciolo. Intanto esprimo, Assessore, una totale solidarietà nei confronti del suo operato, ma le spiego perché. Perché è imbarazzante - mi rendo conto che lo sia - aver ricevuto dalla sua Presidente una delega così importante in questo periodo, anche per il nostro territorio, e nello stesso tempo, aver subito, da parte della Giunta alla quale appartiene, una scelta di non individuazione di risorse rispetto ad una delega così importante.
Un'Assessore che si trova in una situazione di questo tipo è oggettivamente un Assessore che, per quanto possa proporre progetti di legge e immaginare delle iniziative, si trova ad essere uno degli attori principali di un sistema che si blocca. Nel senso che, rispetto alle competenze che questa Regione ha - richiamo quello che diceva Reschigna che condivido - il sistema della sicurezza, come l'altro che lei gestisce la protezione civile, è appunto un sistema in cui ognuno deve fare la sua parte e deve cercare di farla anche in un momento di transizione come questo, in cui la maggioranza dice: "La politica che in passato avete sviluppato per la sicurezza locale, facendo una legge, approvandola e impegnando delle risorse, non la condividiamo e ne proponiamo un'altra".
Il problema è che, nel frattempo, proprio perché ci troviamo a vivere in un sistema che va avanti indipendentemente dalle parole che noi ci diciamo in questo Consiglio, e indipendentemente dai progetti e dai disegni di legge che con i nostri, purtroppo, lunghissimi tempi ci troviamo a dover discutere. È un mondo che va avanti e va avanti anche rispetto ad un problema così importante come quello della sicurezza (come diceva il collega Guida, molto articolato sul territorio).
Condivido quando si dice che i problemi delle grandi città sono molto diversi rispetto ai problemi delle periferie, ed è proprio per questo motivo che la Regione ha un difficile compito, che è quello di armonizzare le difficoltà e gli interventi rispetto ad un territorio così vasto e così diverso per densità abitativa e per problemi che variano rispetto alle varie località.
Io, però, Assessore, dico una cosa: non è vero che non è possibile dare anche soltanto un segnale ai cittadini, a persone che, come noi, vivono fuori da quest'aula la realtà quotidiana. Ho visto Torino e l'hanno vista milioni di persone durante un evento importante che abbiamo avuto l'onore di ospitare, le Olimpiadi. Durante le Olimpiadi a Torino gli squatter non c'erano, la delinquenza era diminuita, i centri sociali sono stati gestiti.
Allora, il problema è, al di là dei soldi, delle idee, della soluzione migliore mia rispetto a quella di un altro, se questo sistema vuole funzionare, può funzionare. Il problema è che probabilmente è necessario che l'attenzione a quello che succede fuori non ci sia soltanto quando ci sono degli osservatori esterni che ci guardano e che si aspettano da noi una dimensione positiva della gestione del problema, ma sempre. Quindi occorre che il rispetto nei confronti dei cittadini che vivono 365 giorni in Piemonte ci sia sempre e non soltanto quando qualcuno ci osserva.
Assessore, quello che voglio dirle è che ovviamente cercheremo di aiutare, durante la discussione del bilancio, un percorso che le permetta non di rimangiarsi le scelte che questa Giunta - legittimamente anche se non le condividiamo - ha fatto presentando un'altra idea sulla gestione della polizia locale rispetto alla nostra. Tuttavia lei, in questo momento deve avere gli strumenti per gestire il momento del passaggio dalla nostra scelta alla vostra.
La sicurezza è un problema che probabilmente si sente di più o di meno anche se non differisce molto rispetto alla realtà.



PRESIDENTE

La pregherei di chiudere il suo intervento.



FERRERO Caterina

Mi riferisco ai messaggi che lanciamo. Noi abbiamo sentito parlare di integrazione, ma non sono state fatte delle proposte. Probabilmente, se si fosse anche un po' più sensibili rispetto ai messaggi che si danno quando contemporaneamente si tolgono i fondi alla sicurezza, magari quest'opposizione potrebbe avere qualche elemento in meno per dire le cose che oggi dice, dal mio punto di vista, giustamente e legittimamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Stavo interloquendo con un sacerdote - che, tra l'altro, mi sente - che si occupa di recupero di giovani in difficoltà.
Per carità, il discorso sulla sicurezza, che ho sentito in tanti interventi prima in aula e, poi, da fuori, effettivamente, si muove su un terreno complesso, scivoloso e complicato. Si può peccare di ideologismo di populismo, di buonismo, le possibilità sono tante, ma il tema è così importante e delicato che andrebbe, da una parte, deideologizzato e dall'altra, dedemagogizzato. Provo a dare una spiegazione, so che tanti colleghi sono ben più preparati di me sull'argomento.
Il diritto alla sicurezza è quello che lo Stato garantisce in primis ai cittadini. Oggi, sono soprattutto i più deboli a essere sottoposti all'insicurezza: gli anziani, i bambini e le donne, che - non possiamo nasconderlo, nessuno di noi che vive in una città può nasconderlo - hanno paura. Intanto, lo Stato non dovrebbe mai consentire che i cittadini abbiano paura, né di se stesso, né per la mancanza della sua funzione.
D'altra parte, questo provoca anche disagio, incertezza sociale e una serie enorme di problemi.
Allora, trovo buona l'idea del Sindaco Chiamparino di un tavolo, purch molto onesto e concreto. Del resto, come indicato dal nostro coordinatore regionale, Crosetto è necessario affrontare i problemi, che sono molto complessi, con molta onestà. Faccio un esempio partendo da un'autocritica (auto no, perché, secondo me, ho contestato alcune posizioni, per esempio che vengono dalla destra).
Relativamente al discorso dei centri sociali, è indubbio che non sono circoli di boy scout, ma, nel contempo, non è possibile risolvere questi problemi solo con lo sgombero, è un'idea illusoria, perché si sposta semplicemente il problema, creando un divario e un'instabilità ancora maggiore; occorrerebbe, anche se è più facile dirlo che farlo, partire dalle cause.
Allora, ben vengano le campagne di giustizia sociale, l'educazione alla legalità e la legge che stiamo preparando tutti insieme contro le mafie.
Nel contempo, spostare le situazioni di disagio - i pusher - da una parte all'altra, per far sì che contemporaneamente la polizia in quella zona faccia pulizia, è un'altra ipocrisia.
indubbio, però, che è necessaria la volontà politica per affrontare concretamente questo problema, che sia condivisa dalle forze politiche, che ancora oggi non c'è. Per esempio, parlando in senso semiopposto rispetto a quanto detto sui centri sociali, non è possibile, pur conoscendo gli sfruttatori dei bambini, gli organizzatori dei pusher e i capi malavitosi procedere a operazioni di rastrellamento per far sì che questi vengano messi in galera o espulsi, laddove necessario. Questo non è possibile, sono conosciuti - lo dicono tutti i giornali - i malavitosi e i capi che sfruttano i bambini, quelli che vediamo agli angoli delle strade, per quale forza politica può sostenere una campagna seria sapendo che scatterebbero mille accuse? Quindi, forse - non qui per fortuna - alcune parti politiche recitano semplicemente una parte: la sinistra che dice di no alla repressione adesso esaspero i toni ed esagero - e dice che se si mettono in galera i malavitosi di colore si è razzisti; la destra che dice di sciogliere i centri sociali, sapendo che, in realtà, queste persone devono essere rieducate o mandate su Marte, altrimenti il problema è solo spostato.
In conclusione, credo che in merito a questo valga la pena fare un lavoro molto serio.
Infine, desidero dare del tutto gratuitamente un attestato personale all'Assessore Caracciolo, nel senso che nella passata legislatura, se c'è una persona postasi sempre in maniera laica (intendo dire non ideologica disponibile e concreta) verso i problemi, questa è l'Assessore Caracciolo che non ha mai fatto strumentalizzazioni e demagogia, al quale, al di là della legge e del dibattito sulla sicurezza, voglio ribadire la mia grande stima.
Ripeto: ho fiducia in quest'Aula e nel fatto che una persona come Crosetto si sia impegnata personalmente. Speriamo che questo rompa gli schemi e ci permetta di lavorare. È interesse di tutti, perché non tanto noi - hanno aggredito anche il Consigliere Giovine - ma le nostre nonne, le persone più deboli e gli anziani sono coloro a rischio. Lo potete sentire tutti, io vivo in un quartiere normale come tutti, la paura è un fatto tangibile e lo Stato che lascia alimentare la paura è uno Stato che sta fallendo clamorosamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, non vorrei ripetere quanto già detto, tuttavia ritengo che questo sia un argomento di grande importanza. Intervengo per esprimere stima nei confronti dell'Assessore e ringraziamento per quanto oggi ci ha detto; vorrei altresì svolgere alcune riflessioni e puntualizzazioni sui contenuti del provvedimento da lui presentato.
Giustamente, come dicevano alcuni colleghi in precedenza, la sicurezza è un tema serio e, soprattutto, una situazione molto complessa. La sicurezza non può essere frutto o figlia di generalizzazioni, non possiamo purtroppo, noi lo facciamo - parlare di sicurezza basandoci sulla nostra minima esperienza personale, sul caso vissuto da noi o dal nostro vicino.
Noi dovremmo avere la forza di capire e conoscere questi casi, per poi inserirli in una valutazione più ampia e complessiva, che non può essere la mera sommatoria dei casi specifici e particolari. Non è così che avremo la visione d'insieme, il lavavetri e il parcheggiatore abusivo non sono gli unici problemi di sicurezza. Sono stati condotti degli studi - c'è anche un testo che si intitola: "I crimini dei colletti bianchi" - riguardo a tutta una serie di criminalità, che è quella che, magari, conosciamo meno essendo la più elevata ed elitaria, sto parlando della criminalità delle frodi e delle truffe. Mai come in questo periodo la criminalità delle frodi e delle truffe sta mietendo vittime, soprattutto nelle fasce più deboli quelle delle persone anziane. Non si deve generalizzare o strumentalizzare né da una parte né dall'altra, come diceva il Consigliere Leo, si deve cercare di rompere qualche schema, quello in cui, magari, rigidamente destra e sinistra sono collocate, per cercare d'essere concreti. Essere concreti, sostanzialmente, significa ritenere che non c'è libertà senza sicurezza, la sicurezza è un presupposto fondamentale per la libertà di ogni individuo.
Caro Assessore, se è vero che molte delle competenze in materia di sicurezza sono nazionali, perché previste dalla nostra legislazione nazionale, riguardanti la tutela della persona e in particolare il codice penale, che, sicuramente, non è argomento di questo Consiglio, ci sono materie, invece, di competenza regionale, sulle quali è necessario intervenire.
Credo che potremmo fare un doppio lavoro, sensibilizzando il Parlamento nazionale. Pensate che uno dei maggiori strumenti utilizzati per lottare contro la criminalità, da qualcuno giudicato negativamente, è stata la modifica della legge sulla legittima difesa, principio importante che, in ogni modo, deve essere analizzato nelle sue parti. Non dimentichiamo che quando ci sono due persone che si scontrano è necessario valutare i beni giuridici che vengono in considerazione. L'interesse alla vita è sicuramente un interesse maggiore e superiore che non quello economico finanziario, patrimoniale o di tutela della proprietà. Tuttavia, su questa materia il Consiglio regionale può sicuramente far valere il suo peso anche in sede nazionale.
Non dimentichiamo che la materia regionale può realmente intervenire. Pu intervenire soprattutto sul personale, può intervenire sugli agenti di polizia municipale che hanno un ruolo fondamentale all'interno della nostra comunità. Può intervenire nelle comunità collinari, nell'unione dei comuni quando più comuni piccoli insieme decidono di unire le forze per istituire un corpo di polizia municipale sovracomunale che possa dare loro quella garanzia di avere un agente di polizia municipale che non sia il messo, che non sia quello che fa anche le notifiche, che non sia quello che fa la carta di identità, ma che sia un agente di sicurezza, che garantisca e curi la sicurezza dei cittadini. Credo che questo si possa fare anche dalla Regione, tant'è che la polizia locale è di competenza della Regione Piemonte.
Mi piacerebbe parlare con quelle persone che sostengono che sotto il profilo del personale la Regione Piemonte è sufficientemente coperta. Non credo sia vero. Se fosse vero vorrebbe dire che sono mal distribuiti. Le zone che noi viviamo, le zone di province sono zone in cui, a fronte di un organico per compagnia di 30-35 unità, ce ne vorrebbe uno di 70-80 unità.
Abbiamo situazioni sottodimensionate di almeno la metà di quelli che dovrebbero essere i militari in servizio.
Si deve dare una disponibilità come il Consigliere Laus ha fatto in precedenza. Una disponibilità al dialogo, lontana dagli schemi in cui ciascuno di noi, rischieremo di essere prigionieri e imprigionati. Un provvedimento che deve essere sì social preventivo - è meglio prevenire nelle scuole, tra la gente, con opere di socializzazione importante - ma non dimentichiamo che anche l'aspetto repressivo, anche l'aspetto della punizione per coloro che sbagliano è un aspetto importante che può essere un esempio per tutte le generazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo per la replica.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla polizia locale

Prima di tutto devo precisare che non era in discussione la proposta di legge n. 344, non era all'esame dell'o.d.g. Dagli interventi emersi ho l'impressione che pochi, qui dentro, l'abbiano anche solo letta quella legge. Oggi si è parlato di quella legge, ma io ho dovuto semplicemente fare una relazione sulla sicurezza, così come è contemplato, una volta l'anno, in Consiglio regionale. Ho preso spunto dall'attualità esistente ho illustrato come abbia funzionato o meno la legge n. 6 (che ancora vige) e che cosa stiamo facendo. A fronte di tutto ciò è scoppiato il finimondo! Si è messa in campo un'arte oratoria di altri tempi, si è sparato sulla folla, sulla Croce Rossa: questo è stato! Addirittura mi è stato dato dell'ignorante, per non dire "coglione" (scusate il termine, ma in questo caso calza alla perfezione). Capisco che dopo tre anni da deputato, si possa avere anche l'autorità di chiedere le dimissioni di un Assessore accusato di non conoscere quali sono i compiti della polizia locale.
La polizia locale, l'ho spiegato in Commissione, può anche ricoprire il ruolo di pubblica sicurezza, di poliziotto. Tuttavia, non rientra nelle sue mansioni ordinarie, ma solo in particolari situazioni: il Sindaco chiede l'autorità al Prefetto il quale, dopo aver chiesto alcuni documenti su alcune caratteristiche che deve avere il vigile urbano, gli attribuisce questa qualità, per cui può esercitare la funzione di poliziotto di pubblica sicurezza nel suo territorio durante l'orario di servizio. Il vigile urbano, oltre alle sue competenze ordinarie - che sono quelle di vigilare sugli ordinamenti comunali e sull'applicazione della legge - ha anche competenze di funzioni giudiziarie, ma questo nell'atto con cui è nominato vigile urbano. Trovandosi di fronte ad un reato, può comportarsi da poliziotto giudiziario.
Inoltre, ha altre competenze: in alcune occasioni ha funzioni di polizia stradale.
Fare delle "sparate", come se da questa parte ci fosse un bambino dell'asilo, che si inventa delle storie... Se c'è una cosa che non ho mai fatto è raccontare "balle". Per quarant'anni ho fatto il medico pediatra e nel mio studio venivano mamme ansiose, io mi sono sempre preoccupato di dare risposte adeguate per risolvere i casi.
Lei non vuole risolvere i casi: lei ripete tutto quello che è contenuto nella dottrina della sua collocazione politica. Si crea una sua realtà che non ha niente di oggettivo. Capisce? Quando c'è stato il referendum sulla devolution la Presidente Bresso mi disse: "Se passasse questo referendum, tu diventeresti l'Assessore più importante della Giunta". Ciò perché sapevamo dove andava a "parare" la polizia amministrativa, se fosse passato quel referendum.
Al di là di frasi un po' buttate lì, non si è capito veramente il problema della sicurezza per come è stato esposto.
Chiunque di noi conosce gli effetti, il sentimento di insicurezza che c'è sulla microcriminalità. Chi di noi può negare questo? Nessuno. Ad iniziare da me. Molte volte la gente ha paura ad uscire di casa.
Tutte quelle battute non vanno nel senso giusto. Il problema non si risolve o da una parte oppure dall'altra. Noi stiamo parlando di politiche integrate, di sicurezza integrata.
Ci sono competenze che appartengono allo Stato. Lei, che ha fatto il deputato per tre legislature, lo dovrebbe sapere. Non io! Anche io! Le competenze dello Stato sono quelle sulla pubblica sicurezza e sull'ordine pubblico. Quelle sono competenze dello Stato rispetto alle quali lo Stato sviluppa la sua azione primaria.
Sono stato accusato che questa legge "sapeva" di incostituzionalità.
Bene, sono stato tre volte a colloquio con il Prefetto perché era paventata una nostra invasione di campo (dalle competenze regionali a quelle dello Stato). Altro che! Secondo quanto è stato detto in Aula, sarei andato più incontro alle vostre posizioni, cioè dando alla Regione delle competenze un po' borderline, che potevano essere anche dello Stato. Se lei gradisce, le faccio avere una copia della legge emersa dagli incontri con il Prefetto.
Si renderà conto che cosa può fare la Regione e che cosa non può fare.
Noi l'abbiamo un po' mitigata questa situazione. La microcriminalità esiste; l'insicurezza esiste; problemi esistono: in che maniera affrontarli? Ci sono dei compiti che sono dello Stato e altri che sono nostri.
I nostri compiti, per Costituzione, sono di coordinamento, di promozione e di sostegno di interventi.
Se poi avete tempo e andate a leggere la legge che adesso è all'esame della Commissione, potete vedere i vari passaggi, tutto il sistema di coordinamento tra Stato ed Autonomie locali, nel programmare interventi azioni, ecc., ecc.
Oggi come oggi, nel comma 3 dell'articolo 118 della Costituzione, si prevedono "forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'art. 117".
Questo non è ancora possibile, perché è necessaria una legge dello Stato che lo renda possibile.
Quindi, noi, nella nostra legge, ci siamo preoccupati di prevedere, a livello locale, delle Autonomie locali, una stipula di accordo, di patti locali, tra Stato, Autonomie locali, soggetti pubblici, privati, ecc., per risolvere anche azioni di microcriminalità.
Questo stiamo facendo! Allora, vi prego: andate a leggerla, questa legge! Perché io non posso accettare, specialmente dall'ala della maggioranza a cui io appartengo, che senza aver letto la mia relazione e senza averla sentita, ci si alzi per dire "Qui sarebbe bene fare un gruppo di lavoro". Mi fate ridere, per non dire "incavolare"! Perché se è vero che questa legge è in giro da otto mesi, è perché otto sono stati i mesi necessari per passare dalla Giunta, ritornare in Giunta dal Prefetto, dalla Conferenza Regione-Autonomie locali, dalle audizioni: questo è! Adesso, a questo punto, mi metto a proporre una Commissione? A fare cosa? A cadere nell'incostituzionalità? Questo sì, a recepire tutti questi suggerimenti.
Quindi il discorso è semplice. Quello della sicurezza è sicuramente un problema difficile, complicato, complesso.
Non ho la verità in tasca, come credo nessuno di voi, sulla possibile soluzione.
Certo, quando mi alzo al mattino e su qualsiasi giornale leggo dichiarazioni quali "Mancano 150 poliziotti"; quando arrivano lettere da parte di sindacati, attraverso qualche Consigliere, che dicono: "La polizia di pubblica sicurezza non ha automezzi; quelli che ha non funzionano; non ce la fanno a mettere benzina, ..." io mi preoccupo, ma come qualsiasi cittadino! Quando vado in queste riunioni, pongo questa domanda al Questore, e mi siano testimoni tutti quelli che c'erano: dal Prefetto, ecc. E lui risponde: "Queste sono palle! Sono strumentalizzazioni! Noi siamo ad organico completo".
Voi dite che non è così? Io, con queste orecchie, ho sentito quello! Siamo andati in quella Commissione per vedere, nell'ambito di queste discussioni, in che maniera potevamo contribuire alla sicurezza. Se mancano poliziotti, non siamo noi sicuramente che possiamo assumerli.
A sentire quanto è stato detto, non mancano! Se mancano di automezzi non siamo noi... Anche se qualche Consigliere - che adesso non è qui - non in questo posto, ma nella Sala comunale, mi sembra abbia proposto che i soldi messi a bilancio della sicurezza siano devoluti per comperare automezzi per la polizia di ordine pubblico.
Queste sono sparate populistiche. Sono veramente sparate demagogiche perché lo Stato ha i suoi compiti, la Regione ha i suoi.
In questa discussione, io mi sono un po' dilungato per spiegare perch la legge n. 6, secondo noi - poi, secondo voi non è così, ognuno ha le sue idee - non è stata efficiente come ci si aspettava.
Prima di tutto, doveva realizzare l'Osservatorio, e non lo ha mai realizzato. Mi dica uno di voi se c'è l'Osservatorio sulla sicurezza regionale: non c'è! Non è stato fatto! Doveva realizzare la Fondazione per le vittime dei reati: non l'ha mai fatto! Ha affidato tutto ad un Comitato tecnico-scientifico - per l'amor del cielo - di persone sicuramente competenti! Il Presidente di questa Commissione è un generale, che io ho conosciuto. Persona eccezionale, per è un generale; se al generale parli di "inclusione sociale", lui ti dice: "Ma non è meglio che prendiamo contatti con le caserme dei carabinieri?".
Cioè, sono delle posizioni differenti: questo è quello che ti dice.
Allora, capite che, di fronte ad una struttura composta da circa 19 membri, debitamente pagati e stipendiati... Probabilmente con la somma di tutti questi stipendi si arriva a quello che si è speso per le telecamere.
anche un problema di serietà dell'Amministrazione quello di dire se le politiche regionali devono essere fatte da questo gruppo, e questo gruppo non ha nessun controllo politico (se vogliamo), non si confronta con la politica. Ad un certo punto, allora, incominciamo a pensare ad un'altra legge. Perché? Perché, in dieci anni che siete stati in Regione come amministrazione, avete aspettato l'ultimo anno per fare questa legge, in prossimità delle elezioni regionali (mandando soldi, dietro progetti, a pioggia, a Sindaci, a destra e a sinistra)? Questo sistema di telecamere - voi me lo insegnate - se non è coordinato, se non è inserito in una rete, non funziona! E' solo un deterrente psicologico, che funziona fino ad un certo punto.
Non c'è il Consigliere che c'era prima e che voleva qualche spiegazione sul termine "deterrenza". Io questa parola l'ho mutuata dal Presidente della Regione Friuli, Illy.
Secondo me, "deterrenza" è da intendersi come qualcosa che viene un pochino prima rispetto alla microcriminalità; si riferisce specialmente alla funzione della giustizia che, in Italia, non fa tanto e alla pena che non viene mai consumata.
Si mette la gente in carcere, e il giorno dopo è nuovamente fuori.
Cioè, strumento di deterrenza inteso anche in questo senso, affrontando questi problemi con una certa serietà e sperando di andare nella direzione giusta.
Come vi ho detto, pensiamo di affrontare la microcriminalità anche attraverso i patti locali. Andate a leggere sulla legge in cosa consistono questi interventi: è prevista tutta una serie di interventi che agiscono un po' a monte, anche a mo' di prevenzione sociale. Anche! Ma laddove non serve, si fanno dei Patti con lo Stato, soggetti pubblici e privati, enti locali, ecc., ecc.
Quindi, questa è la situazione.
La polizia locale, ve l'ho già spiegata; la Costituzione, anche l'articolo 118 anche.
Il discorso che fai tu - Cavallera - della vecchietta che bisogna prendere, accompagnare, ecc., ecc., è un problema.
Io, in questa legge, all'articolo 5, comma 2, ho voluto sottolineare che, oltre alle azioni previste, è possibile coordinare tutti gli altri interventi che la Regione fa nell'ambito delle sue competenze.
E allora lì metti: il welfare, che significa quello; la polizia stradale che significa quell'altro; l'ambiente, e così via.
Cioè, rispetto al discorso della vecchietta che bisogna prendere, ecc.
ecc., probabilmente ci saranno degli accordi o dei patti a livello locale con il volontariato; tuttavia, non mi sembra che sia il tema centrale su cui scagliarsi in questa maniera.
Torno a dire che questa era la relazione annuale sulla sicurezza. La legge è in Commissione: se avete tempo, leggetevela, e, se volete partecipate alle sedute.
Confrontiamoci pure, ma - torno a dire - Gruppi di lavoro qui non se ne faranno più, perché ne sono stati fatti fin troppi. Grazie.



(Commenti e applausi in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Presidente Rossi, abbiamo chiuso la discussione.



(Commenti del Consigliere Rossi fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è prevista, Presidente Rossi, la replica. La discussione l'abbiamo chiusa con l'intervento dell'Assessore regionale.



(Commenti del Consigliere Rossi fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente Rossi, mi consenta, lei ha presieduto quest'Assemblea prima di me: la discussione sul punto era chiusa, come da Regolamento, con l'intervento dell'Assessore che, fra l'altro, mi ha espressamente chiesto di intervenire quando stavo per procedere al punto successivo.
Se lei si sente chiamato in causa dalle parole dell'Assessore e intende sostenere che vi è un fatto personale, ha tutto il titolo di intervenire sulla vicenda come fatto personale.



(Commenti del Consigliere Rossi fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, abbiamo fatto una discussione estremamente approfondita; sono intervenuti una ventina di colleghi Consiglieri, per cui non mi pare il caso di riaprire la discussione perché l'Assessore ha replicato.
L'Assessore Caracciolo ha ascoltato tutte le dichiarazioni ed è intervenuto al termine della discussione generale.
Pertanto, se non vi sono richieste di intervento per fatti personali passerei all'esame del punto successivo all'o.d.g.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta della Consigliera Ferrero in merito a una comunicazione della Giunta regionale sulla manifestazione dei metalmeccanici in data odierna, nonché in merito alla richiesta di chiarimenti sulle modalità di organizzazione del dibattito a seguito delle comunicazioni dell'Assessore Caracciolo in materia di sicurezza


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.
Collega Ferrero, la pregherei, però, di non considerarlo un modo surrettizio per intervenire sulla discussione testé conclusa. Grazie.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Ascolto quelle che sono le sue direttive, e mi auguro che anche lei sia paziente con questo Consiglio.
Mi limito soltanto a fare una richiesta, che non dovrà necessariamente essere espletata in questa seduta, posto che sono previste altre giornate di Consiglio.
Visto che oggi si è tenuta una manifestazione dei metalmeccanici, e mi risulta che la Giunta abbia avuto un incontro rispetto a questo tema chiederei cortesemente alla Giunta (all'Assessore Migliasso, alla Presidente o a chi riterrà opportuno farlo), nell'ambito delle riunioni di Consiglio previste per questa settimana, di riservare, se possibile, una brevissima comunicazione rispetto a ciò che in quel contesto si è detto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ferrero.
La Presidente ha recepito la richiesta, pertanto attenderemo indicazioni dalla Giunta regionale in proposito.
Se non vi sono altre richieste di intervento, passerei all'esame della proposta di deliberazione n. 206 "Documento di Programmazione Economico Finanziario Regionale - DPEFR 2007-2009 l.r. 11 aprile 2001 n. 7", di cui al punto 4) all'o.d.g., che illustrerà l'Assessore Conti.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ascolteremo con pazienza l'illustrazione dell'Assessore Conti.
Ma sono le ore 18.46 e non mi sembra che abbiamo impegnato molto l'Aula nel perdere tempo, essendo tra coloro che hanno scritto la legge rispetto al documento che l'Assessore si appresta a discutere, anticipando già che al termine di una discussione che sarà ampia quanto l'Aula vorrà, per quanto ci riguarda, ove non emergano fatti che, francamente, ci sembrano prevedibili, alla fine voteremo contro.
Mi domando, però, se attenga una qualche serietà iniziare a discutere del Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale alle ore 18.46. Anticipo che, qualora l'Ufficio di Presidenza ritenga di proseguire noi qui ci fermiamo.
Facendo un passo indietro, colgo l'occasione per precisare che nell'ambito del nostro Regolamento, per chiunque lo interpreti - sottolineo "chiunque" - è scritto che quando la Giunta interviene (e la Giunta pu intervenire in ogni momento della nostra attività) è ragionevole diritto dell'Aula intervenire.
Lei, un attimo fa - ma è un giudizio personale, che esprimo in maniera molto modesta - ha erroneamente impedito ad un Consigliere di intervenire.
Tutto ciò, peraltro, non agevola né il tema né il clima; ma ognuno è libero di gestire l'Aula e i problemi ad essa connessi come vuole.
Chiederei copia dell'intervento di replica dell'Assessore Caracciolo che ho ascoltato con molto interesse, verso il quale, sin dalle passate legislature, nutro una stima personale per la sua integrità professionale umana e politica. Ma siccome ha fatto delle affermazioni che ritengo molto interessanti durante la replica, inerenti i temi che andremo a discutere (mi riferisco non tanto alla sicurezza, quanto al bilancio), chiederei di averne a disposizione il testo, per quando inizierà la discussione sul bilancio.
Infine, posto che vorrei che la giornata si concludesse bene, siccome lei oggi compie 40 anni, vorremmo porgerle i nostri auguri. E siccome vorremmo che il suo primo quarantennio non fosse contraddistinto da ulteriori polemiche, gradiremmo, anziché iniziare male una discussione sull'argomento introdotto dall'Assessore Conti, finirla bene, con il Presidente del Consiglio che ci offre da bene e ci lascia andare a casa dopo un'intensa giornata, in cui abbiamo appreso che non è competenza dell'Aula l'Asti-Cuneo, né la sicurezza (su questo torneremo, comunque Assessore Caracciolo) e che sulla sanità non facciamo parte delle "Regioni canaglia" (anche di questo, nel dibattito sulla legge finanziaria, con l'Assessore competente e con la Presidente Bresso, torneremo).
Forse potremmo fare un brindisi e vedere se almeno il Milan ci dà qualche soddisfazione in questo martedì!



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, innanzitutto mi corre l'obbligo di ringraziarla per il pensiero gentile.
Mi spiace se sono stato scortese nell'intervento di prima, ma non era mia intenzione farlo, specialmente nei confronti di un collega come il Presidente Rossi, che mi ha preceduto in questa responsabilità.
Io ho cercato di interpretare, con la discrezionalità che in qualche modo compete ad ogni attività maieutica di una norma, l'articolo 49, che attiene alle norme sulle comunicazioni della Giunta regionale e il dibattito che ne consegue, e l'articolo 59, inerente alle disposizioni generali sugli interventi, che esplicita chiaramente quante persone e per quanto tempo possono intervenire sulla norma.
Mi pare, quindi, che l'interpretazione sia sostanzialmente chiara ed univoca. Sono consapevole, però, che su tutte le interpretazioni possano nascere posizioni diverse.
Non penso di aver conculcato il diritto dei colleghi di escutere su questo tema, che, peraltro, non era nemmeno iscritto all'ordine del giorno.
Gran parte della seduta odierna è stata dedicata ad una comunicazione di questo tipo, che era stata richiesta senza particolare sollecitudine. La Giunta, rispetto ad una richiesta scritta che mi era stata sollecitata dai Presidenti dei Gruppi, ha risposto con estrema sollecitudine all'invito di riferire in aula; pertanto, il collega Caracciolo ha risposto in maniera estremamente ristretta nei tempi, nel senso che appena ha ricevuto la lettera si è attrezzato. Sul merito, si è aperta successivamente una grande discussione.
Mi rendo conto che un dibattito così acceso nella sostanza, sia pure pacato nei toni, abbia prodotto una lunga ma ferma replica dell'Assessore.
Ma rispetto ad essa, a discussione chiusa, non si poteva più riaprire il dibattito, ai sensi del Regolamento, stante il fatto che alcuni colleghi viceversa, avrebbero potuto evocare un fatto personale.
Sono pronto, tuttavia, a discutere e a confrontarmi sia in sede di Conferenza dei Capigruppo che in una seduta di Ufficio di Presidenza, e ragionare sulle interpretazioni per i casi futuri.
Sommessamente, mi spiace e mi rammarico se ho usato espressioni non propriamente garbate.
Per quanto concerne il punto 4) all'o.d.g., è vero che sono le ore 18.51, ma interpretando quella che mi pare essere un'istanza di una parte dell'Aula, riterrei quantomeno opportuno iniziare ad affrontare il punto per valutare, cammin facendo, se sussistono le condizioni per arrivare ad un voto. Se, viceversa, a questo non si può arrivare oggi, nei prossimi giorni dovremo, in qualche modo, riprendere dal punto in cui terminiamo.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 206, inerente a "Documento di Programmazione Economico Finanziaria - DPFER 2007 - 2009 l.r. 11 aprile 2001 n. 7"


PRESIDENTE

A questo punto, prego l'Assessore Conti di procedere con la relazione sul Documento di Programmazione Economico Finanziaria.



CONTI Sergio, Assessore alla programmazione

Non sapendo se la discussione si conclude questa sera, tenderei ad essere schematico e sintetico.
Ricordo che, quando avevo presentato il Documento di Programmazione Economico Finanziaria 2007/2009 in Commissione - ahimè, molti mesi addietro avevo posto l'accento sull'esigenza di una sostanziale discontinuità rispetto al modo in cui questo documento era stato redatto negli anni precedenti. Un tentativo di dare discontinuità, perché inventare un nuovo documento, ovviamente, non è un problema che si può risolvere nel volgere di una stagione.
La discontinuità è nel metodo, nei contenuti, nelle stesse funzioni di questo documento. In questo modo voleva anche essere, in qualche maniera un documento di tipo sperimentale. Ne avevamo anche discusso con la minoranza ed era stato accolto in questo modo.
ovvio che un documento di questo genere deve cogliere nessi reali individuando gli elementi di criticità e di forza del sistema Piemonte. Le prime pagine di questo documento sono dedicate a questo. Gli elementi di criticità li conosciamo, perché è da questi che credo si debba partire per imprimere, se possibile, una strada diversa rispetto al passato.
Anzitutto, vi è il problema della crescita del sistema Piemonte alquanto inferiore rispetto a quella di altri paesi europei, in particolare di alcune regioni che sono state vincenti nel gioco al massacro degli ultimi dieci-quindici anni. In secondo luogo, la tendenziale riduzione della produzione industriale, in particolare nella meccanica, cioè in un settore elettivo della nostra economia.
Il tendenziale peggioramento dei beni e servizi collettivi l'insufficiente infrastrutturazione materiale e immateriale sono elementi che trovano una ricomposizione in una crisi forte che, in qualche modo ispira e contestualizza in larga misura il documento. La crisi dipende esplicitamente da molte inadeguatezze del potere decisionale, dalla frammentazione degli interessi sociali, dall'incapacità rispetto ad altri paesi e ad altre regioni di concepire e realizzare progettualità condivise.
Ciò ha aperto quello che introducevo prima come discorso sul metodo, come tendenza a innovare anche sul metodo e sui nuovi indirizzi programmatici che si compendiano nell'idea di una compenetrazione forte tra programmazione ordinaria negoziata, programmazione economica e politiche territoriali. Quindi, compenetrazione per una pluralità di linee d'azione.
Sono tutti assunti che poi hanno trovato pieno spazio nel documento di programmazione strategico-operativa che questo Consiglio ha approvato pochi giorni prima della sosta natalizia. Se questo è vero, ne discende inesorabilmente l'importanza che avrà - come dovrebbe essere - la rigorosa selettività dei flussi finanziari e degli investimenti, così come l'integrazione e il coordinamento delle risorse comunitarie, nazionali e regionali, ma anche degli attori, pubblici e privati insieme.
In terzo luogo, un leitmotiv che ho ripetuto già in altre occasioni, in questa sala: la territorializzazione delle strategie d'attuazione, quale strumento di selezione e integrazione. Tre facce di uno stesso prisma quindi. Tre capisaldi dell'impostazione programmatica che si vogliono evincere da questo documento, da cui (questa è un altro aspetto presente nel Documento di Programmazione di quest'anno, per la prima volta) l'idea di perseguire un nuovo modello di governance, che investe le deleghe e la concertazione tra i diversi livelli istituzionali, nonché la semplificazione e la volontà di demarcazione rispetto ad alcuni processi di natura istituzionale diversi ma convergenti. Anzitutto, la volontà di superare l'organizzazione storica della pubblica amministrazione tradizionalmente basata sulla gerarchia e la separazione. La storia va in questa direzione, non si possono portare indietro le lancette dell'orologio.
In secondo luogo, l'articolazione di un processo decisionale articolato secondo un meccanismo di governance multilivello orizzontale e verticale, ciò che involge inesorabilmente la progressiva formazione di un partenariato effettivo; ciò che corrisponde, peraltro, effettivamente ed esplicitamente, agli obiettivi di Lisbona e di Pietroburgo.
Avevo anche annunciato come debba essere importante il coordinamento tra questo documento e il quadro strategico regionale che dovrebbe essere predisposto nei prossimi mesi, così come con lo stesso Piano territoriale regionale in formazione e con il Documento di programmazione unitario relativo ai fondi europei, che ho citato prima.
Nella seconda parte del documento, si evince, altresì, un tentativo esplicito in tal senso, anche se molto parziale, per il momento, perché i tempi non hanno consentito di unire strategie, opzioni strategiche del sistema Piemonte con le risorse e con i fabbisogni.
Questa è la parte sperimentale, che è tutta da costruire, e che anche il Consigliere Burzi l'aveva suggerita proprio durante la discussione della Commissione. Ne abbiamo discusso separatamente. Gli allegati relativi alle risorse, che facevano riferimento alle risorse e all'idea di un piano pluriennale, sono stati discussi nelle varie Commissioni.
Non casualmente, gli assi strategici contenuti che sono ripresi peraltro, dal documento del 2005 e rielaborati nel 2006, sono da leggere unitamente alle schede di sintesi riportate nell'allegato.
Mi fermerei a questo punto, perché penso di avere già sufficientemente rubato tempo all'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Non ha assolutamente rubato, Assessore. Penso che sia stato di grande utilità, anche per il discorso che poi dobbiamo fare sulla finanziaria e sul bilancio.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Innanzitutto volevo chiederle come procediamo sul DPEFR. Facciamo discussione generale, una discussione per articoli, una votazione per articoli, una votazione finale già stasera? Insomma, vorrei sapere come funziona l'andamento dei lavori. Poi chiederò di intervenire, qualunque cosa si faccia.



PRESIDENTE

Questa è una deliberazione, quindi, non c'è un articolato. Si potrebbe immaginare, se questo raccoglie il consenso della maggioranza dei colleghi un'unica discussione sul testo e poi la votazione sul testo finale nel suo complesso. Adesso si potrebbe anche decidere di abbinare in un'unica discussione questo provvedimento con il bilancio della Giunta regionale.
Tendenzialmente, riterrei più semplice, ai fini del nostri lavori affrontare questo documento, che, come sapete, arriva all'esame e al voto dell'aula ormai parecchi mesi dopo quello che dovrebbe essere il suo tempo ordinario, quindi, in un momento in cui anche la sua ragion d'essere è diversa da quella per cui la norma lo prescrive.
Quindi, Presidente Rossi, procederei subito con la discussione sul DPEFR e, poi, con la votazione del testo comprensivo della deliberazione.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, mi dispiace tediarvi con dieci minuti d'intervento in discussione generale, che potevano essere tranquillamente ovviati intervenendo due minuti relativamente alla replica dell'Assessore; per quello che il Presidente ritiene giusto per me va bene. Non era certo un fatto personale, era solo una chiamata in causa abbastanza pesante, che poteva risolversi con un chiarimento di due minuti, prevedendo la controreplica alla replica di 18 minuti dell'Assessore.
Comunque sia, entriamo sull'argomento del Documento di Programmazione Economico Finanziaria regionale. Ritengo che questo documento, essendo un elenco di intenzioni che l'attuale Governo regionale declara, sia, di fatto, un qualcosa che si potrebbe anche evitare di fare, perché, cosa si fa, si emenda quello che la Giunta pensa per il futuro della Regione? abbastanza ridicolo. Lo si contesta? È ovvio, abbiamo sicuramente pensieri diversi; su alcuni punti si può essere d'accordo, ma su buona parte sicuramente, ci sono pensieri diversi.
Per cui, eventualmente, si possono anche individuare sistemi per evitare nei prossimi anni di predisporre un documento di questo tipo, che ripeto - lo possiamo denominare "libro dei sogni", o "aria fritta", o insieme di intenzioni buone che una certa parte politica fa, però, di fatto, non ha grand'utilità né per il Consiglio né tanto meno per i cittadini, perché, di fatto, è un documento che, appunto, viene definito: "libro dei sogni".
Tra l'altro, si legge: "Scenari socio-economici, quadro economico..." si parla di un 2005 che ha confermato una tendenza espansiva; si parla di prospettive dell'economia mondiale che permangono nel complesso favorevoli.
Poi, si dice: "Anche per l'anno in corso, pur scontando un possibile rallentamento nella parte finale dell'anno, per effetto della politica monetaria, che diviene più restrittiva, e del rincaro di petrolio e materie prime" - ma! - "alcuni fattori potrebbero determinare un peggioramento del quadro prospettato per l'economia mondiale" - di nuovo, lei ci dice - "tra questi il rincaro dei prezzi petroliferi, in un mercato sempre più esposto a possibili crisi di offerta, che potrebbe alimentare spinte inflazionistiche sino ad ora contenute, tensioni valutarie, tendenza al rialzo del tassi di interesse che rende particolarmente vulnerabile l'economia italiana, caratterizzata da un elevato fabbisogno di finanziamento del settore pubblico..." - e così via.
"La domanda dei consumi presentava, invece, una dinamica più moderata quindi, peggiorata - condizionata dalla contenuta evoluzione del reddito disponibile - ciò vuol dire, in parole popolari, meno soldi nelle tasche dei cittadini, però, potevate scriverlo - dalla compressione del potere d'acquisto delle famiglie in seguito all'aumento dei prezzi energetici e della modesta dinamica dell'occupazione".
Questo ditelo in italiano: problemi con l'occupazione, disoccupati aziende in crisi, problemi economici delle famiglie che vedono diminuire il potere d'acquisto. Così, almeno, lo capisce anche un cittadino che lo legge.
Assessore, questi paroloni difficili significano famiglie con meno soldi in tasca, meno potere d'acquisto, meno circolazione di denaro, tant'è che, poi, dite: "Per motivi precauzionali, tendenze a incrementare il risparmio". La gente ha paura, non sa cosa succederà della sua pensione o del suo lavoro, quello che può mette da parte e spende meno, scrivete così in modo che la gente possa capire.
Oppure, Assessore, anziché impiegare cinque minuti per svolgere la relazione, era meglio dedicarne 12-13 per spiegare il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, visto che il suo collega ha parlato in totale per almeno 45-50 minuti, tra primo e secondo intervento, sulla questione sicurezza, ma lasciamo stare! In tutto questo, relativamente al quale potremo discutere anche in fase di bilancio, tanto lo sappiamo bene che si tratta di argomento similare non parlate dell'aumento delle tasse, perché qui ci sono tutti i fattori di rischio che potrebbero creare problemi all'economia piemontese, ma non parlate delle tasse alle imprese.
Anche oggi i giornali parlano chiaramente, sia per quanto riguarda gli industriali, sia per quanto riguarda la Banca centrale, sia per quanto riguarda gli imprenditori (piccoli e medi), di pressione fiscale troppo alta e pressione fiscale ai massimi storici; parliamo, per l'anno 2006 come pressione fiscale, del 42.3 e per il 2007 - è argomento - addirittura del 42.8.
Dunque, diciamo che ci sono problemi anche legati alla pressione fiscale. Assessore, capisco che lei sia di sinistra, però, è una persona seria.
Allora, perché, relativamente a tutte le condizioni che comportano problemi all'economia del nostro Piemonte, non ricorda anche la voce "pressione fiscale", ricordata da tutti? È innegabile che sia così, tant'è che Padoa Schioppa dice: "Dal 2008 cercheremo di abbassare le imposte".
Allora, ditelo e scrivetelo nel documento, se vogliamo essere persone serie.
Poi, parlate anche di gestione del personale: "valorizzazione delle risorse umane". Qui entro nel merito di un argomento che mi sta a cuore che è quello relativo all'uso che vuole l'Assessore competente alla polizia locale - sbagliato - degli agenti di polizia locale. L'Assessore, facendo il furbetto, mi viene a dire che la legge sulla sicurezza fatta dal centrodestra non è stata applicata - cosa ha fatto l'Osservatorio? Cosa si è fatto per le vittime dei reati? Assessore, dovrebbe saperlo, la legge è stata approvata nel 2004, siamo riusciti a dare notevoli fondi ai Comuni per dotarsi di strumenti di sicurezza, telecamere e impianti di allarme. Quello lo abbiamo fatto, in un anno, perché - se lei non si ricorda, glielo ricordo io - nel 2005 è cambiata la maggioranza: in meno di un anno, dall'applicazione della legge un po' di soldini al territorio sono andati! Da quando ci siete voi quei soldini non ci sono andati e sono passati due anni, non un anno, Assessore! Non solo, lei non dice il falso, ma se è venuto qua, prima, nella replica, a dire che lei la relazione la faceva esclusivamente sulla situazione relativa alla sicurezza per quanto riguarda l'anno passato! Allora, perché, se lei doveva parlare per quanto riguarda la sicurezza circa l'anno passato, non ha detto quello che voi avete fatto con la legge sulla sicurezza, quello che ha fatto quest'Osservatorio, quello che avete fatto per le vittime dei reati, quanti soldi avete dato al territorio e agli Enti locali per difendersi e per la sicurezza? Perché non lo ha detto? Perché era uguale a zero! Perché ha parlato di tre anni indietro quando aveva detto di parlare solo della situazione sicurezza dell'anno in corso? Non dice il falso Assessore? Ma certo che dice il falso, come no, lo ha detto davanti a tutti, ha anche replicato! Cosa vuole che le dica! Io l'ho attaccata anche politicamente, certo ma lei ha parlato prima di me, Assessore! Lei - vada a leggersi il suo intervento a verbale - ha parlato di strumentalizzazione politica del Sindaco di Milano, che centrava come i "cavoli a merenda" con la sua relazione! Lei ha parlato di strumentalizzazione politica, io le ho risposto! Lei ha parlato di strumentalizzazione politica da parte della Lega sulle questioni della sicurezza a Torino - lei! - io le ho risposto! Quindi, lei, Assessore, ha provocato una forza politica, quando sulla sicurezza potevamo essere d'accordo e non c'era proprio la necessità di provocare! Quindi, lei per primo ha provocato, io le ho risposto! Quindi, io legittimamente le ho risposto; lei ha sbagliato a provocare come Assessore, lo sa? Se non lo sa, glielo dico io! Lei mi dice che ci si deve attenere alla Costituzione: ma c'era già in vigore la legge sulla sicurezza e c'era scritto "criminalità". Lei perch vuole togliere il termine "criminalità" e sostituirlo, prima, con "devianze" e, poi, "illegalità", perché? Perché ha paura? Ha paura di dover andare in causa contro il Governo? Ma se siete della stessa parte politica dov'è il problema? Se anche fosse, ha paura ad andare in causa contro il Governo o vuole fare gli interessi dei cittadini? I cittadini - lo ha detto poi dopo - chiedono più sicurezza. Noi cerchiamo di dargliela. Lei, che è l'Assessore competente, se ha il coraggio, affronta anche lo Stato e, magari, anche un ricorso alla Corte Costituzionale, se mai ci sarà (perché sulla legge vecchia, ancora in vigore, non c'è).
Lei fa la scelta, con la sua Giunta, di ritirare la mano perché ha paura di un eventuale, lei dimostra di aver paura. Se lei dimostra di aver paura tanto da cambiare dei termini all'interno di una legge in vigore, e non annullata o cancellata, lei è inadeguato a ricoprire la carica di Assessore alla polizia locale. Sarà un bravissimo medico, non lo metto in dubbio, ma lei non è di certo in grado, perché non ha il coraggio - lo ha detto - di affrontare eventuali questioni nei confronti dello Stato e della Corte Costituzionale.
Lei ha paura del Prefetto. Parlando con il Prefetto lei ha detto chiaramente: "il Prefetto mi dice", ma cosa c'entra il Prefetto? Lei qui rappresenta noi, rappresenta la Regione e deve occuparsi di fare il possibile per difendere i cittadini e dare quello che loro chiedono: più sicurezza. Non aver paura della Corte Costituzionale. Lo capisce Assessore, perché l'ho attaccata? Ha iniziate lei, io faccio quello che mi compete fare: risponderle per le rime e anche con gli interessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Ruberò davvero poco tempo ad un'Aula forse più stanca del solito.
La relazione dell'Assessore Conti merita un'attenzione particolare. Ci sarà tempo e modo di intervenire nel merito di alcune scelte più pratico operative che sono declinate all'interno del bilancio. Io qui voglio insistere su quella che l'Assessore Conti ha chiamato anche un cambio di metodo, io direi di paradigma, rispetto all'impostazione generale che la costruzione del cosiddetto DPEFR ha mantenuto per moltissimo tempo e che anche noi abbiamo conosciuto nella prima fase della nostra amministrazione.
Voglio insistere su questa vera e propria cesura nel metodo. Un cambio di paradigma, direi, che allude ad un'operazione che si fa attraverso questo documento ma che, molto probabilmente, allude anche ad un'operazione più complessiva che rimette al centro la parola programmazione.
Programmazione, parola assai desueta e che invece, attraverso il DPEFR torna ad avere un'attualità non tanto come elemento ideologico, ma come elemento che serve, qui ed ora, nel momento in cui si vogliono impostare delle politiche che abbiano una valenza non solo per l'oggi e per il domani, ma per i prossimi anni.
Si inizia davvero a vedere e a toccare che cosa significa il cambio di marcia. Ho letto il DPEFR negli scorsi anni e ho potuto riscontrare un qualche livello di incoerenza all'interno del documento, cosa che non ho riscontrato in documenti di Programmazione Economica e Finanziaria anche recentissimi in cui la relazione iniziale descriveva un Piemonte assolutamente differente da quello che poi il DPEFR spesso descriveva.
Quindi una coerenza, quindi un'idea di programmazione che prova a guardare al di là dell'oggi, che prova a fare interagire, come molto bene ha detto l'Assessore, tutto un insieme di livelli e di tentativi di governo di questi livelli e di scelte. Prova a far lavorare non solo il centro, ma anche le periferie di questa regione con una modalità che ritengo inedita e su cui dovremmo tutti riflettere. Programmazione significa anche far parlare, discutere e far crescere una programmazione dal basso che obbliga i territori a parlare tra di loro, a superare alcuni elementi anche di campanilismo e di attività molto farraginosa. Obbliga, cioè, a pensare che la programmazione è qualcosa di complicato, ma che si può fare insieme attraverso scelte che si integrano e con attori che possono ognuno esercitare la propria parte, il proprio ruolo e, allo stesso tempo contribuire ad un progetto più grande. L'Assessore regionale ha parlato di quadro strategico, di piano territoriale, io vado un po' più in là dico anche piano paesistico. Come vedete tutti elementi di cui discuteremo nelle prossime settimane e che danno la cifra di cosa questa amministrazione vuole fare.
"Hic Rodus hic saltat", cioè si può dire di tutto, si può criticare, ma c'è un'impostazione di fondo molto precisa, innovativa che parla di programmazione con cui tutti ci dovremmo confrontare. Ci dovremmo confrontare, cioè, con la possibilità per questa Regione di uscire da un'idea di non programmazione e di distribuzione, anche delle risorse che abbiamo conosciuto negli scorsi anni che - molto volgarmente si può dire a pioggia - ha dato dei risultati assai poco significativi sia dal punto di vista della crescita, anche se questa parola non mi piace molto, degli assetti economici di questa Regione, sia dal punto di vista degli impatti ambientali complessivi.
Insomma, ha segnato l'impossibilità di guardare al futuro con una ragionevole speranza di avere un'economia che prova a far guardare alcuni traguardi ambiziosi e, allo stesso tempo, una regione che finisce per non buttare al macero il suo territorio. Penso che siano questi gli elementi innovativi di fondo su cui dobbiamo tutti riflettere.
Ringrazio per lo sforzo che l'Assessore Conti ha fatto e che è contenuto in questo documento di Programmazione Economica Finanziaria. Una cosa chiedo in più all'Assessore per oggi e soprattutto per il domani.
Dentro un documento come questo può trovare cittadinanza un livello di ritorno, cioè capire qual è l'impatto complessivo che le politiche che noi mettiamo in campo possono avere su questa regione da tutti i punti di vista. Se anche questo elemento, sempre di più, troverà cittadinanza e spazio dentro questo documento, allora avremmo fatto fino in fondo un'operazione innovativa che da tempo si aspettava in questa regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Annuncio che manderò una copia dei due DPEFR precedenti al Consigliere Deambrogio affinché possa verificare che qualcosa di programmazione è avvenuto anche in precedenza. Se l'Assessore Migliasso e la Presidente Bresso hanno potuto annunciare qualche giorno fa che l'occupazione in Piemonte era aumentata, che comunque una certa trasformazione del nostro sistema produttivo era avvenuto e che leggendo i giornali non ci siamo trovati, dopo dieci anni di governo di centrodestra, con il Piemonte lastricato di cadaveri e con mendicanti che chiedevano l'elemosina, al di là della discussione di prima, probabilmente è perché un qualche governo c'è stato anche prima.
Credo molto nel libero mercato e do più importanza al libero mercato e alla libertà di impresa, che non all'ingerenza politica. Tuttavia visto anche il ruolo che può svolgere, e che in questo momento l'amministrazione non svolge, l'intervento dell'amministrazione regionale può essere rilevante nella gestione del territorio, anche nell'accompagnare i grandi cambiamenti. E i risultati si vedono, se, dopo dieci anni durante i quali si sono spesi oltre un miliardo e mezzo di euro nell'assetto idrogeologico del territorio piemontese, con una programmazione che ha visto intervenire puntualmente e in modo scientifico su tutto il territorio regionale l'amministrazione, il Piemonte oggi è diventata una regione più sicura.
Anche quegli interventi che elettoralmente si vedono poco, anzi, quegli interventi che, di fatto, creano più disturbo quando si fanno che beneficio a chi li fa fare, sono propedeutici e fondamentali per mantenere in sicurezza il nostro territorio. Così come ricordo che sono state avviate una serie di iniziative nelle attività produttive, non pensate a pioggia il giorno prima, ma programmate. Comunque, avremo sicuramente modo di discuterne, eventualmente, dopo "l'omaggio" dei precedenti DPEFR.
Concordo, inoltre, con la considerazione dell'Assessore nel dire che forse siamo fuori tempo. Tale discussione è avvenuta in sede di Commissione; a tal proposito, ringrazio l'Assessore per quello che è stato il suo ruolo in quell'ambito. Peraltro, va ricordato che questo documento è stato propedeutico, almeno nella parte di proposte e di indirizzi, al Piano strategico (dovrebbe essere inserito il Piano strategico nazionale) portandoci, dopo l'approvazione dell'Unione Europea, a godere dei benefici dei fondi strutturali.
Bisogna certamente fare una considerazione: la parte iniziale di questo documento, in cui si parla di "deriva inerziale", non può essere certo condivisa dalla nostra parte politica, perché il Piemonte che avete trovato non era con una deriva inerziale; anzi, con un trend economico che ripartiva così come è ripartito questo Paese (oggi il Governo nazionale pu permettersi di concederci questa miserevole scena di dibattito su dove spendere il "tesoretto", che in realtà era un "tesorone", perché parliamo di 40 miliardi di euro). Vorrei ricordare che il peso della Regione Piemonte, a livello nazionale, si aggira intorno all'8,5%. Facciamoci uno sconto e consideriamo l'8%: farebbero 3,2 miliardi; dobbiamo fare di meno? 7,70%? La Presidente gioca al ribasso, io gioco al rialzo. O di più? Così come dicendomi che applicati per 30 (ce ne sono ancora 7, 8 o 10), la quota del Piemonte si aggirerebbe ancora intorno ai 700 o 800 milioni. Questo forse, implica, da un lato, il diritto di questi territori ad avere questi fondi; dall'altro ha un significato legato al DPEFR di capacità contributiva, perché vorrei ricordare che i cittadini piemontesi pagano le imposte, le tasse e i contributi e naturalmente hanno contribuito a costituire questo surplus a livello nazionale in misura ben superiore alla quota parte di diritto al riparto, proprio perché una parte - lo ricordiamo è destinata al fondo di solidarietà.
Ecco perché sulla parte iniziale certamente non possiamo assentire.
Ancora una considerazione sugli obiettivi, alcuni dei quali potrebbero anche essere condivisibili, laddove si dice che si deve innovare programmare, coinvolgere. Poi, però, bisogna anche andare a vedere i risultati.
Mi pare che vi sia un intero capitolo - l'ho letto tempo fa, per cui chiedo venia per l'imprecisione - dedicato all'articolazione del processo decisionale regionale. Mi chiedo: quale articolazione al processo decisionale regionale si può avere, ad esempio, con un riparto delle deleghe come c'è nella Giunta regionale, con una sovrapposizione di deleghe rispetto alle Direzioni, dove i pareri sullo stesso argomento li devono esprimere tre Assessori, ancorché appartenenti alla medesima parte politica? La pratica ci insegna che non è sempre automatica conseguenza che i tre pareri siano coincidenti: ciò implica lungaggini e tempi non gestibili.
Vi pongo un esempio: la legge n. 34 sulle attività produttive, che doveva vedere la luce, con le proprie misure, entro il 10 dicembre 2005. Si è insediata la nuova Amministrazione a maggio 2005: sei mesi erano pochi (preso il passo della pianificazione sovietica, sei mesi è pochissimo).
Siamo, però, ad aprile 2007 e finora ho visto una sola misura approvata dalla Giunta regionale una quindicina di giorni or sono. Non mi sembra che l'articolazione del processo decisionale regionale sia stata un'azione di successo. Aspettiamo anche la Giunta alla prova di questa progettazione integrata a livello territoriale. E qui termino.
Mi rendo conto dello sforzo che singolarmente compiono gli Assessori e la struttura regionale nel collegamento coi vari territori per la programmazione territoriale. Ma non ha senso lasciare il territorio piemontese a tentare di fare programmazione, vedendo che ci sono tre miliardi di fondi strutturali. Sappiamo bene che su tre miliardi, uno riguarda il FES, uno il Fondo Sociale Europeo; per cui, fatti bene i conti quanto di libera programmazione... Semmai deve esserci una programmazione di contenuti per la formazione, perché su un miliardo al FSE, almeno 600 o 700 milioni vanno alla formazione, e lì si può aprire una discussione su come ben spendere i fondi della formazione, su come fare la formazione ai vari livelli.
Quindi, un miliardo al FSE, uno al FES; possiamo essere d'accordo sul un 25% di energie alternative? Va bene, diamo questo; l'altro 25% alle imprese; ma rimane ancora un 50%, circa 500 milioni di euro, sui quali non ha senso - lo dico all'Assessore Conti, riconoscendo il suo impegno e la sua sensibilità nel porre attenzione alla questione - che 1.200 Comuni piemontesi si scatenino ora per pensare a programmare interventi di dubbia valenza senza un indirizzo, senza un percorso indicato.
Non intendo predicare il dirigismo; non vorrei mai, perché è patrimonio di altri. Ma non ha nemmeno senso che alcuni Assessori auspichino 12 progetti e altri dicano che saranno 60, 80, o forse 100, e poi faremo la graduatoria.
Il fatto che gli Enti locali piemontesi, in questo momento, stiano spendendo davvero l'ira di Dio (se facciamo la somma fra consulenti e società varie) per questi piani territoriali, senza avere una minima garanzia di percorso, e quindi di raggiungimento dell'obiettivo, dovrebbe far pensare alla Giunta un qualche meccanismo di intervento.
Questo è in conflitto direttamente con quanto enunciato nel Documento di Programmazione Economico Finanziaria, che indicava, invece, anche dei percorsi decisionali; anzi, voleva un'articolazione dei processi che raggiungesse in modo efficace e celere l'obiettivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Abbiamo apprezzato il lavoro dell'Assessore Conti. Al di là delle differenze politiche e culturali, mi sembra, comunque, l'approccio di un professionista, ovvero di una persona che si è impegnata. Abbiamo collaborato con lui sul fronte dell'urbanistica e siamo disponibili a continuare su questa strada.
Tuttavia, intravedo grandi difficoltà fra le cose che l'Assessore scrive e dice, e sulla vera potenzialità della Giunta di cui fa parte.
Se si esamina, per esempio, il capitolo relativo alla accessibilità ritorniamo al discorso di questa mattina, quando abbiamo discusso lungamente della Asti-Cuneo.
Il Documento di Programmazione della Regione dice che l'accessibilità è uno degli aspetti maggiormente qualificanti e, al tempo stesso problematici, del potenziale attrattivo delle Regioni europee. Nondimeno la nozione di accessibilità deve essere intesa in senso più ampio del convenzionale riferimento alle infrastrutture di trasporto e telecomunicazione, soprattutto nei territori in cui la dotazione strutturale appare in linea con i parametri europei. È questo il caso del Piemonte, i cui punti di debolezza sono piuttosto rappresentati.
Per quanto riguarda l'insufficienza del comparto logistico, se per logistica vogliamo intendere i grandi comparti del Torinese dell'Alessandrino e della Provincia di Cuneo, diciamo che siamo in estrema difficoltà, perché anche il comparto logistico torinese, che è il più avanzato, paga i ritardi della Regione (ad esempio sulla TAV e sui collegamenti interfrontalieri), essendovi ancora legami deboli tra grandi reti di comunicazione e aree periferiche.
Stamattina parlavamo di questo. Quando parlavamo di Asti-Cuneo, non volevamo crocifiggere il Presidente e l'Assessore della Regione sul fronte dei contratti, degli appalti o dello spessore del manto di asfalto.
Volevamo dire che, a parole, proponete cose interessanti, ma in pratica le difficoltà della maggioranza, un'insufficiente iniziativa politica dei rapporti con il Governo di Roma e anche l'insufficiente azione interregionale con la Lombardia e con il Veneto portano poi a nulla, a perdere tempo, a creare comitati, osservatori, gruppi di monitoraggio che non producono quei risultati che, invece, voi qui auspicate con il Documento di Programmazione.
Infine, mi riferisco all'adeguato livello dell'accesso ai servizi collettivi: acqua, energia, ambiente; agli stessi trasporti, in particolare, dei territori montani collinari e marginali. Prima, il collega Deambrogio ha detto che una delle grandi differenze tra il prima e l'oggi è che oggi si programma con progetti e con piani, mentre prima si davano i contributi a pioggia.
Per quanto riguarda la montagna, devo dire che pochi giorni fa abbiamo discusso in Commissione, non approvato da noi, il Piano di distribuzione dei fondi della montagna: un elenco di contributi facoltativi, opzionali che più a pioggia non si poteva. Come può il vostro manuale in stile Conti che oggi ci presentate, autorevole, professionale, accettabile (uso questo termine, mi spingo un po' oltre) trasformarsi in realtà, se poi vi manca, a livello politico, quel punto di incontro, quella sensibilità, quell'unione che dovrebbe portarvi alle scelte decisive per la Regione? Ritengo difficile per voi passare dalla teoria alla pratica, enormemente difficile.
Quando parliamo di trasporti, di sistemi di relazioni sia materiali sia immateriali, non parliamo di Asti-Cuneo? Non parliamo di TAV? Non parliamo di Alta Velocità? Allora come possiamo raggiungere gli obiettivi che vi ponete con un documento economico-finanziario, se poi non riusciamo a far fare subito l'Asti-Cuneo, se non riusciamo a comprendere perché il Governo abbia voluto annullare gli appalti per l'Alta Velocità? Non riusciamo a capire in che modo troverete l'accordo sulla TAV, quando anche oggi le Comunità Montane e i Sindaci non partecipano all'Osservatorio dell'Architetto Virano. C'è qualcosa che non va.
Credo che sia questo il punto di difficoltà maggiore nella maggioranza che governa il Piemonte: quella di riuscire a dimostrare, nei fatti, che ha prodotto qualcosa, in questi due anni. Oggi, fra l'altro, è il 3 aprile non soltanto il compleanno di Davide Gariglio, ma il giorno in cui si sono svolte le votazioni: il 3 e 4 aprile 2005 si sono svolte le votazioni regionali. Quindi, siamo qui da due anni e mi sembra che, sul piano delle infrastrutture e su questa benedetta accessibilità, si sia fatto un passo indietro. Non nelle relazioni di Conti, ma nei fatti concreti. Questo è il vero nocciolo della questione, Assessore.
Noi le diamo trenta sul libretto per ciò che riguarda il compito teorico, ma non so se arriveremo a diciotto per ciò che riguarda la prova pratica. Non sappiamo se arriverete alla sufficienza per la prova pratica.
Ma quello è il modo in cui dovreste misurare la vostra capacità e la vostra efficienza.
Potrei richiamare tutti gli altri contenuti del documento per farvi rendere conto di come è difficile tramutare ciò che è scritto in fatti positivi.
Stamattina c'era la manifestazione dei metalmeccanici. Puntualmente Assessore, ci spiega com'è la situazione del settore metalmeccanico in Piemonte, perché nella parte relativa ai fronti del cambiamento dell'industria scrive che in Piemonte vi è una crescita alquanto inferiore rispetto a quella degli altri paesi nell'ambito dei settori avanzati. Ci vuol dire che l'Assessore Bairati dovrà lavorare ancora molto per ciò che riguarda l'innovazione e la ricerca. Siamo molto indietro.
Quando vi abbiamo detto, discutendo la legge che poi abbiamo anche votato perché era giusto votarla, che sarebbe stato difficile coinvolgere i privati, non dicevamo una cosa sbagliata, perché poche righe più in là leggiamo: "A ciò è necessario aggiungere, se si evince in particolare una non sempre soddisfacente innovatività di impresa spesso connessa, un eccessivo orientamento verso una profittabilità di breve termine o di limiti dimensionali, che restringono l'orizzonte strategico delle aziende oltre che la sottoproduzione e il tendenziale peggioramento dei servizi e dei beni collettivi, sia in qualità che in quantità".
Che cosa c'è scritto qui? C'è scritto che abbiamo a che fare con un comparto industriale che non è adeguato, che vuole soltanto i soldi da parte dell'ente pubblico, ma che difficilmente fa investimenti, che vuole guadagnare e fare finanza, non fare industria. Lo avevamo detto quando abbiamo fatto la legge sull'innovazione e la ricerca, lo scrivete anche voi! Questa è un'altra delle situazioni in cui vi chiediamo di passare dalla teoria alla pratica: riuscirete a coinvolgere il mondo dell'industria? Ma non soltanto dandogli i posti nella Fondazione, non soltanto dandogli i posti nel nuovo Centro estero del Piemonte, non soltanto dandogli dei posti nel comitato di indirizzo per la legge sulla ricerca e l'innovazione e quant'altro.
Ritorniamo al settore metalmeccanico e alla tendenziale riduzione della produzione industriale, peraltro in controtendenza rispetto a Francia e Germania, dove invece funziona meglio e si ottengono maggiori risultati, in particolare, nella meccanica, un settore elettivo nell'economia piemontese.
Qui c'è anche scritto, cari amici, che non basta finanziare con un credito garantito da immobili, come abbiamo fatto l'anno scorso o due anni fa, con l'acquisto delle aree della FIAT. Dobbiamo, con la grande azienda torinese piemontese, capire se gran parte delle macchine che sta vendendo (ce ne complimentiamo) siano prodotte veramente in Piemonte, in Polonia o in altri paesi. Perché quando diciamo che c'è la crisi della meccanica, ci riferiamo, anche e soprattutto, alla crisi della FIAT, che è vero che commercializza di più, ma commercializza automobili che non sono prodotte nel nostro paese. Come sapete, il successo della Panda e delle altre vetture è determinato dalla produzione in altri paesi europei o altre Regioni italiane. Non basta aprire la catena di montaggio, la seconda linea della Punto a Mirafiori.
Credo, Presidente e Assessore, che al di là del buon lavoro, quello che noi le diciamo è che la grande scommessa della vostra Giunta, ma direi del Consiglio regionale del Piemonte, è quella di trasformare il dossier in cose pratiche. Ma questa è un'altra storia su cui, probabilmente ritorneremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Prima di intervenire, se consentito, volevo chiedere qualche chiarimento all'Assessore Conti o, ancor meglio, al Vicepresidente Peveraro, se la parte del documento che va da pagina 44 ("Prospettive finanziarie"), ma soprattutto da pagina 51 in poi, ricca di tabelle, in qualche modo attiene anche alle sue deleghe, come anche la terza parte "Schede di sintesi".
La prima questione riguarda il fatto se la Giunta non ritenga opportuno, su alcune parti, aggiornare il documento, senza arrivare alle considerazioni che il collega Rossi faceva dicendo che è troppo faticoso.
Siccome questo documento è di agosto 2006, essendo oggi disponibili molti dati in più, credo che non sia difficile per il Vicepresidente, dandogli una scorsa, condividere la critica costruttiva che sto facendo.
In secondo luogo, mi chiedo se le schede di sintesi, da pagina 91, per essere precisi, rispecchiano oggi i documenti che quanto prima discuteremo in termini di bilancio e di legge finanziaria.
Attendo un attimo - se è consentito - una prima risposta a queste domande semplici, poi, svolgerò - sempre che l'Aula lo consenta un'amplissima relazione sul documento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Invece, io sarò piuttosto sintetico.
Distinguerei le tabelle che fanno parte integrante della relazione, che non sono aggiornate sulla base delle ultime variazioni prospettate sostanzialmente, solo per gli aspetti legati all'indebitamento. In realtà gli aspetti legati, per esempio, alle entrate, che sono la parte più significativa, ovviamente, hanno rappresentato il riferimento per la predisposizione del nostro bilancio. Le schede di sintesi, viceversa, in appendice, sono state oggetto di discussione nelle Commissioni competenti e di emendamento. Suppongo che nel testo distribuito siano stati recepiti, in fase di approvazione e deliberazione, da parte della I Commissione. Ricordo di aver partecipato a due Commissioni, che in successione esaminavano gli emendamenti; ovviamente, con le correzioni conseguenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, che può proseguire il suo intervento.



BURZI Angelo

La ringrazio per la risposta, che, temo, sia un "filino" imprecisa, ma avremo modo, durante la discussione della finanziaria e del bilancio, di discutere dei residui attivi e passivi - che non sono aggiornati - delle attività a pagina 52 - che non sono aggiornate - dell'avanzo - che non è aggiornato - dell'indebitamento - davo per scontato che non fosse aggiornato. Nessuno ama parlare degli argomenti che, in qualche modo possono costituire elemento di critica, ne parleremo in un'altra sede e con la giusta ampiezza.
Torniamo al documento, non me ne vorrà l'Assessore Conti; già, oggi sono rimasto sinceramente dispiaciuto che il collega Caracciolo - tra l'altro, non sono intervenuto sull'argomento precedente - abbia in qualche modo vissuto sul piano personale elementi di critica - credo - da parte di tutti i colleghi, nessuno escluso, che sono intervenuti, anche da parte della maggioranza, che, invece, credo - non vorrei fare l'interprete di nessuno - erano di valenza essenzialmente politica.
Quindi, non me ne vorrà l'Assessore Conti se dico che, effettivamente questo è discontinuo rispetto al precedente, nel senso che noi prima scrivevamo di meno, ma dicevamo cosa volevamo fare.
L'ho riletto, piccolo o spesso, il programma del primo Governo Prodi che è durato 281 giorni, ha 281 pagine. Non voglio fare previsioni rispetto a questo documento, che potrò ripercorrere nel proseguo del dibattito, ma non questa sera, perché, francamente, non voglio rovinare più di tanto non tanto al Presidente, ma alla sua famiglia - il compleanno del Presidente stesso, in quanto si deve sempre aver rispetto delle famiglie e non soltanto quando fa comodo.
Guardi, Assessore, tolte le tabelle, che non sono del tutto aggiornate ma è un errore veniale, e le schede di sintesi, su cui, invece, discuteremo in sede di finanziaria, non condivido questo documento e, se non ho interpretato male il pensiero del collega Guida, neanche il suo pensiero nel senso che questa è una trattazione molto generica, neanche generale del tema della programmazione: non c'è scritto niente, secondo me.
Questo documento è totalmente inutile questa sera, così come sarà se lo vorreste ripresentare fra un anno. Potremmo discuterne qui per qualche giorno, non lo dico in tono di critica, può darsi che mi sbagli, mi capita di sbagliarmi anche abbastanza spesso, perché faccio molte cose. Ad esempio, con il Vicepresidente Peveraro è da qualche mese in atto un giochino: quando lui dice "ma qui hai detto delle bugie" - lui usa termini più pesanti - io lo accuso più decisamente di dire il falso. Ogni tanto tendo anche a darne dimostrazioni, peraltro, non ancora ottenendo quelle dimissioni che noi considereremmo risolutive per un più celere esito.



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

No, queste scadevano alle ore 19, un Assessore qualunque valeva fino alle ore 19, adesso vogliamo quelle del Vicepresidente. C'è il tempo dell'aspirina, poi delle medicine più importanti. Il tempo dell'Assessore qualunque, al momento, per quanto ci riguarda, è scaduto. Lo dico davvero con assoluta tranquillità, non c'è scritto niente o per lo meno niente che io interpreti per quello che doveva essere lo spirito della legge.
Questa è stata l'unica riforma - quella della legge del 2001 - che il centrosinistra ha votato nella scorsa legislatura, il che non significa che sia ancora buona, le leggi diventano obsolete. Ciò che andò bene per la legislatura precedente non necessariamente, tanto meno d'obbligo, deve essere buono per questa o per le prossime legislature, però, era nello spirito dei legislatori di allora - io non ho cambiato idea - far sì che la Regione rispettasse un tempo, che è il giugno dell'anno in corso, un anno qualunque. Non si tratta di una critica rispetto ai ritardi, chi non è stato in ritardo non scagli la prima pietra, io di sicuro non alzerò la mano nei riguardi di un amministratore o di una Giunta che sia in ritardo perché i ritardi non sempre dipendono dall'amministratore, però, lo spirito della legge era: l'Aula decida quali sono le priorità in termini di programmazione.
Caro collega Deambrogio - io con i comunisti ho scarsa frequentazione e non posso chiamarti compagno, mi correggo, ti chiedo scusa per l'errore qui non sono indicate neanche le vostre priorità, non dico che non siano condivisibili, semplicemente, non c'è scritto nulla; non essendoci scritto nulla, rimane un esercizio formale.
Allora, se deve essere esercizio formale, Vicepresidente Peveraro Presidente Bresso, Presidente Gariglio - quest'ultimo non può avere un'opinione perché super partes - non lo si faccia, perché diventa pura istanza burocratica.
Se, invece, deve essere un documento di programmazione, chiederei oserei dire, pretenderei che una Giunta discontinua, ma non discontinua nel non far nulla, discontinua nel dire cose di sinistra - direbbe Moretti dicesse - "cacchio"! - delle cose di sinistra alle quali poterci opporre perché, contro il silenzio non si può che contrapporre il silenzio oggi.
Quando si parla di bilancio e di legge finanziaria, essendoci tanti articoli e numeri, possiamo esercitarci nel merito, visto che i punti di dissenso sono numerosi. Cercheremo costruttivamente di convincere la Giunta e la maggioranza delle imprecisioni commesse e - perché no - degli errori onde consentire ai piemontesi di avere meno danni possibili nei prossimi tre anni. Davvero, insisto, chiedo al collega Rocchino Muliere, che credo ormai, sia disastratamente stanco e aspetti, semplicemente e giustamente la fine di questa simpatica giornata. Vorrei che qualche esponente della maggioranza mi indicasse in questo documento le dieci priorità che - qui dentro - il centrosinistra si pone. Io non ne iconezzerò nessuna, ma vorrei sentirmele ricordare. Qui dentro, le voglio scritte qui dentro, non nelle dichiarazioni all'esterno.
Ciò detto, non credo di avere nulla da dire. Credo che se sedessi nei banchi della Giunta mi dimetterei, l'ho già fatto a suo tempo, quindi non posso farlo, pertanto mi rimetto alla clemenza dell'Aula.



PRESIDENTE

Come Presidente di questa Assemblea non posso che recepire il suo invito e tenerne conto.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Purtroppo abbiamo veramente poco tempo per discutere sul documento che ripeto, è di assoluta inutilità. Analizzerò quello che avete scritto.
Io l'ho letto ed è veramente divertente leggerlo. Consigliere Burzi, si lamentava dell'aggiornamento di agosto, ma ha visto che la maggior parte delle tabelle riguardano dati del 2002 e 2003? Se volevate essere seri, non dovevate inserirle. Parliamo di anni indietro, non c'è un confronto.
La cosa divertente è che a pagina 7 nelle "Prospettive strategiche" parlate di quello che avevate indicato nel documento analogo dello scorso anno; parlate, ad esempio, di "opportunità, di riposizionamento selettivo delle componenti chiave del sistema produttivo regionale per mantenere anzi, rafforzare la sua capacità di presenza nella competizione internazionale". Parlate di Regione, usate paroloni strani. Sopra, avete inserito quello di cui si vuole parlare quest'anno e si inizia con i problemi e si dice: "Le prime avvisaglie di ripresa non consentono tuttavia, di giudicare" - parlavate del 2005 - "l'economia piemontese come indenne dai rischi da una deriva inerziale che negli scenari presentati dal documento dello scorso anno, apparivano come una delle alternative possibili. Va tuttavia sottolineato che tanti risvolti congiunturali e quanti risconti di carattere strutturali evidenziano una situazione tuttora aperta data da una transizione difficile dagli esiti incerti".
E poi scrivete cosa volete adottare come misure per contenere questa deriva di cui voi parlate: "contenere la spesa" - va beh, ma il un punto divertente è "favorire in modo selettivo la modernizzazione delle specializzazioni produttive del Paese". Qui avete fatto un salto di qualità. Avete detto praticamente la stessa cosa l'anno precedente, ma parlavate della Regione; in questo caso vi allargate, parlate di quelle del Paese. A noi va anche bene, per carità, però lei capisce che forse avete copiato il documento nazionale, in cui c'era scritto "Paese" A noi va benissimo, abbiamo fatto un ottimo passo in avanti.
"In particolare delle sue aree economiche chiave badando, tuttavia, a non disperdere il tessuto produttivo e le competenze manifatturiere tradizionali nel Paese... Sostenere la crescita con infrastrutture strategiche materiali e immateriali, ma al tempo stesso porre un freno al degrado delle infrastrutture ordinarie".
Assessore, possiamo veramente dire tutto data l'ora tarda, ma lei mi deve dire chi ha scritto questo documento! Per scrivere un documento bisogna anche avere i piedi per terra, bisogna anche scrivere delle cose serie, delle cose che siano comprensibili, usare delle tabelle aggiornate non ad agosto, per carità, magari ad ottobre, novembre: al 2002, 2003 fa un po' ridere. Si segnalano un elenco di questioni, tabelle, numeri, proposte di difficilissima lettura, paroloni che lasciano veramente il tempo che trovano e poi, in realtà, lei dovrebbe spiegarci qual è l'utilità di quello che avete scritto qui sopra.
A pagina 39, al punto "Progettazione strategica e progettazione strutturale" parlate dei fondi strutturali attualmente in esaurimento: "Suggerisce alle società a dar subito un processo di raccolta di ipotesi progettuali formulate dai territori, sistemi locali costituiti da Comuni e Province" - poi lei mi deve leggere questa frase perché sono ignorante, non sono in grado di leggerla - "da sottoporre alla prima valutazione per dare corpo alle ipotesi di sviluppo auspicate attraverso le priorità sopraelencate". Ma avete appena detto che i fondi sono, di fatto, esauriti! Che cosa volete fare se i fondi sono esauriti? Ci sarebbe da intervenire su tutti i punti e il tempo manca, però o si elimina questo documento - e noi saremmo d'accordo - oppure, per il prossimo anno, fatelo un po' meglio, scrivetelo in una lingua comprensibile anche alla gente normale in modo da essere di una qualche utilità.
Ovviamente il nostro voto sarà convintamene contrario, anche perch siamo convinti che questo documento non serva assolutamente a nulla.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi per dichiara zione di voto.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 206, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.01)



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