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Dettaglio seduta n.172 del 27/03/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PICHETTO FRATIN GILBERTO



(Alle ore 10.01 il Vicepresidente Pichetto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.32 il Vicepresidente Pichetto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.59)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta, Gariglio, Placido, Ricca e Robotti.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Costituzione Gruppo consiliare "Ecologisti uniti a sinistra - Sinistra europea"; cessazione attività Gruppo consiliare "Verdi per la pace" e variazione composizione Gruppo consiliare "Rifondazione comunista"


PRESIDENTE

Con deliberazione n. 58 del 26 marzo 2007, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che: dalla data del 1° aprile 2007, si costituisce, ai sensi dell'articolo 13 comma 2 bis primo periodo - del Regolamento interno del Consiglio regionale, il Gruppo consiliare "Ecologisti Uniti a sinistra - Sinistra Europea", composto dal Consigliere Enrico Moriconi, che ne assume le funzioni di Presidente e dalla consigliera Paola Barassi con funzioni di Vicepresidente.
Di prendere altresì atto che dalla stessa data cessa l'attività del Gruppo consiliare "Verdi per la pace".
Di prendere atto che il gruppo consiliare "Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea" passa da n. 5 a n. 4 consiglieri.


Argomento: Gruppi consiliari

Costituzione Gruppo consiliare "Verdi"


PRESIDENTE

Con deliberazione n. 59 del 26 marzo 2007, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che, dalla data del 1° aprile 2007, si costituisce, ai sensi dell'articolo 13, comma 2 bis, secondo periodo, del Regolamento interno del Consiglio regionale, si costituisce il Gruppo consiliare "Verdi", composto dalla Consigliera Mariacristina Spinosa, che ne assume le funzioni di Presidente.
Tale Gruppo trova corrispondenza presso il Gruppo parlamentare "Verdi" costituito alla Camera dei Deputati.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono in distribuzione i processi verbali del 5, 6, 7, 12, 14 e 18 dicembre 2006.
Tali documenti verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

d) Richiesta del Consigliere Chieppa di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Azienda Bertone di Grugliasco"


PRESIDENTE

La Presidenza ha ricevuto una richiesta da parte del Consigliere Chieppa, in merito all'azienda Bertone; sarà segnalata alla prossima Conferenza dei Capigruppo, per comunicazioni, per la parte di competenza della Giunta, oppure per il dibattito.
Naturalmente, chiede alla Giunta se ha comunicazioni nella giornata odierna; prego la Giunta di prenderne atto.


Argomento: Gruppi consiliari

Sull'ordine dei lavori (Richiesta di chiarimenti relativamente alle comunicazioni del Presidente del Consiglio sulla costituzione di nuovi Gruppi consiliari)


PRESIDENTE

Il Consigliere segretario Ghiglia, in qualità di Consigliere, ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Ho due richieste da fare; la prima è sulle comunicazioni.
Lei ha testé annunciato la formazione di un nuovo Gruppo consiliare, di cui, per lunghezza, non ricordo esattamente il nome. Non vorrei citarlo in maniera impropria: "Ecologisti di Sinistra - Sinistra Unita", una cosa così.
corretto Presidente? Non vorrei sbagliare, perché, visto che passerà alla storia, spero di aver pronunciato correttamente questo nome.
Presidente, voglio sollevare la questione, perché, ieri, in Ufficio di Presidenza non ho potuto fare a meno - però lasciandolo a verbale - di votare, perché il nostro Statuto prevede che, quando due persone fanno un DICO politico, un PACS politico, hanno il diritto di formare un nuovo Gruppo.
Questo, il nostro Statuto lo riconosce.
Dal mio punto di vista, ma - ritengo - anche di quello della Presidente Bresso, della quale mi faccio portavoce, visto che è assente e visto che manca anche il Vicepresidente della Giunta, mi chiedo quale sia l'Assessore che rappresenta formalmente la Giunta; l'Assessore Caracciolo?



CARACCIOLO Giovanni, Assessore regionale (fuori microfono)

C'è anche il Vicepresidente, che sta arrivando.



GHIGLIA Agostino

Bene, Assessore Caracciolo, sostituto del Vicepresidente che sta arrivando, sostituto della Presidente, che non arriva, mi faccio loro portavoce sui costi della politica e sull'etica della maggioranza, perché i cittadini piemontesi, a causa dei divertissement della sinistra, che gioca con i nomi e le regole del Consiglio, pagheranno, tra locali e cifra fissa dedicata ai Gruppi, 120-150 mila euro in più l'anno.
Pertanto, la moralista Presidente Bresso, e il suo Vice, non hanno nulla da dire di fronte a questa frammentazione comunista, che costa ai piemontesi - per tradurre - 300 milioni di vecchie lire l'anno? tutto normale per voi? È normale che il nuovo Gruppo che si forma colleghi, scusate, a me non piacciono gli attacchi personali, ma questo lo trovo veramente pesante - si stacchi dal Gruppo di Rifondazione Comunista di cui è un'evidente filiazione, perché sappiamo che la collega di Rifondazione è andata in prestito, come si fa nelle squadre di calcio, e si condivida addirittura la stessa sede? E noi non diciamo nulla? La Giunta non dice nulla? Per voi è normale questo? Se uno cambia idea, cioè si fa eleggere in un partito, ma cambia idea rimane nella stessa coalizione. Quando però è un'operazione così bassamente commerciale e mercantile, it's only business, Presidente, non c'è più la politica qui! La frammentazione dei comunisti, che ci fanno due "pippe" sui costi della politica, ma che costituiscono il loro gruppuscolo col nome strano che ci viene a costare 300 milioni in più (dalle tasche pure mie!), a noi non sta bene.
Quindi, vorremmo che la Presidente Bresso, che è così attenta ai costi della Pubblica Amministrazione, o il Vicepresidente Peveraro, dicessero qualcosa su questo.
La seconda questione è una pregiudiziale. Gliela pongo adesso Presidente, come ordine dei lavori, così non intervengo dopo?



PRESIDENTE

Sì, anche se siamo oltre i due minuti.



GHIGLIA Agostino

L'intervento precedente era sulle comunicazioni; adesso è una pregiudiziale...



GHIGLIA Agostino

COTTO Mariangela (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Sulle comunicazioni volevamo intervenire anche io e il Consigliere Leo.



GHIGLIA Agostino

Allora mi prenoto sull'ordine dei lavori. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni chi intende intervenire? Al momento, ho iscritti i Consiglieri Leo, Toselli, Deambrogio, Dutto e Cotto. Mi dicono: i Consiglieri Leo, Toselli e Dutto, sull'ordine dei lavori; i Consiglieri Deambrogio e Cotto, sulle comunicazioni.
Pertanto, finiamo la parte delle comunicazioni.
La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Presidente, intervengo trascinato veramente per la giacchetta o per i capelli, dall'intervento del Consigliere Ghiglia.
Siamo abbastanza abituati alle facezie del collega e a volte - mi spiace dirlo - alla superficialità che dimostra, rispetto a quello che secondo me, andrebbe preso per quello che è: una parte di un progetto politico, che il Consigliere Ghiglia può anche non amare, ma che io chiedo semplicemente di rispettare per quello che è, perché è un progetto politico che in questo Paese si sta sviluppando, sta prendendo piede e ha avuto in questi giorni anche un pezzo di rappresentazione plastica all'interno delle Istituzioni.
Su questo è inutile fare ironia; naturalmente, cosa potrà diventare questo progetto lo scopriremo. È un pezzo di lavoro all'interno della sinistra in ricostruzione in questo Paese e, da questo punto di vista ripartirei per evitare di lavorare semplicemente su elementi demagogici o su processi alle intenzioni, perché come abbiamo avuto di dichiarare - io in modo particolare - siccome questa questione dell'utilizzo dei soldi pubblici l'abbiamo ben presente anche noi - quindi non accettiamo lezioni di parte di nessuno - in quest'operazione ce lo siamo posti come problema perché, accanto alla questione politica c'era, evidentemente, anche questa da affrontare.
Lo abbiamo fatto subito, sottolineando che per noi è un problema che affronteremo per evitare che l'innalzamento dei costi dovuti a questa operazione sia non reggibile e non sopportabile da parte dei contribuenti piemontesi. Abbiamo dato mostra di saperlo fare agendo sin da subito perché l'operazione che il Consigliere Ghiglia in qualche modo stigmatizza quella di utilizzare la stessa sede per i due Gruppi - a mio giudizio costituisce, invece, la "prova provata" che questi due Gruppi, da questo punto di vista, hanno le carte in regola e vogliono agire in modo corretto.



(Commenti del Consigliere Ghiglia fuori microfono)



DEAMBROGIO Alberto

Certamente, faremo anche quello. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Deambrogio.
Ha chiesto la parola la Consigliere Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Non intendo intervenire tanto sui costi della politica, essendosi già espresso in tal senso il collega Ghiglia, vorrei però ricordare all'Aula che quando si parlava di aumentare i fondi per i Gruppi, certi Gruppi erano contrari. Mi sembra giusto sottolineare questo aspetto.
Avrei, però, un'altra preoccupazione, che riguarda il numero legale in Commissione.
Oggi, con il Consiglio convocato per le ore 10, abbiamo iniziato i nostri lavori alle ore 11: questo rappresenta già un successo, posto che talvolta sono iniziati anche alle ore 11.30.
Ma da quando il Gruppo di Rifondazione Comunista è diminuito nel numero, noi vediamo in Commissione che tante volte dobbiamo "prestare" il numero legale alla maggioranza, perché in caso contrario la Commissione non riuscirebbe ad iniziare i lavori.



COTTO Mariangela

DEAMBROGIO Alberto (fuori microfono)



COTTO Mariangela

tutta colpa di Rifondazione Comunista?



COTTO Mariangela

No, non per colpa di Rifondazione, che è sempre presente. Per contando una volta per sei e poi venendo a contare per quattro, è chiaro che se non ci sono i Gruppi minori in Commissione il numero legale non è garantito: prima, invece, eravate autosufficienti, come i tre Gruppi.
Dico questo perché i costi della politica aumentano anche quando una Commissione va deserta, in mancanza del numero legale, oppure inizia in ritardo, per cui una singola seduta non è sufficiente per discutere gli argomenti all'ordine del giorno.
Il problema è serio, Presidente, e mi sembrerebbe giusto portarlo all'attenzione di quest'aula.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cotto.
Sono esauriti gli interventi relativi alle comunicazioni.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "W. Disney" di Nichelino


PRESIDENTE

Rivolgo un cordiale saluto agli alunni e agli insegnanti della scuola elementare "W. Disney" di Nichelino, in visita a Palazzo Lascaris.
Siamo nella fase d'avvio del Consiglio regionale e il dibattito era relativo alle comunicazioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo alle questioni pregiudiziali. A tal proposito, aveva chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Caro Presidente e colleghi, mi rivolgo questa volta non alla Giunta, ma al Consiglio regionale, al Presidente del Consiglio e ai Capigruppo consiliari di maggioranza e di minoranza per una questione istituzionale.
Al di là di quelle che potrebbero essere facili battute - ma le evito che ho ascoltato dal barbiere questa mattina...



LEO Giampiero

GHIGLIA Agostino (fuori microfono) Come Chiamparino!



LEO Giampiero

Evito facili battute.
Vorrei invece annunciare una cosa molto seria: abbiamo appena depositato - i Consiglieri Cotto, Ferrero, Guida e il sottoscritto, perch presenti in aula, ma tutti gli altri colleghi sono invitati, se lo ritengo di aderire a tale iniziativa - un ordine del giorno di solidarietà al Presidente della Camera dei Deputati, Bertinotti.
A noi sembra gravissimo ciò che è avvenuto. È gravissimo il fatto che la terza carica dello Stato sia raggiunta da simili epiteti.
Non vi dico dal barbiere che cosa si diceva...



(Commenti del Consigliere Chieppa fuori microfono)



LEO Giampiero

Le dicono, ma cosa ci posso fare io? Non le ripetiamo in questa sede.



(Commenti del Consigliere Chieppa fuori microfono)



LEO Giampiero

Infatti, abbiamo presentato un ordine del giorno di solidarietà.
Con la nostra coerenza istituzionale - e lo dico con convinzione abbiamo sempre difeso le istituzioni, anche quando era molto più difficile.
L'ho già detto tante volte e lo ripeterò anche adesso: l'allora PCI quando era stato oggetto di discriminazioni violentissime, si è battuto in ogni modo per difendere da queste aggressioni e discriminazioni (è stato riportato come esempio la vicenda di Lama). Per cui credo che sia importante iscrivere - come ripeto, lo abbiamo già depositato - e votare oggi un ordine del giorno di solidarietà nei confronti del Presidente della Camera dei Deputati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Non interverrò, ovviamente, sulle comunicazioni, ma in merito all'ordine dei lavori, anche se relativamente alle questioni sottoposte all'Aula dal Consigliere Ghiglia, membro dell'Ufficio di Presidenza riterrei importante un passaggio anche ai Capigruppo, perché non è questione di poco conto.
Detto ciò, inviterei il Presidente ad informarsi se l'Assessore ai trasporti oggi parteciperà ai lavori del Consiglio, perché ritengo opportuno leggere ai colleghi una notizia ANSA che potrebbe essere importante. Il testo recita: "Autostrade: Guardia di Finanza sequestra tratto Asti-Cuneo. I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Asti, coordinati dal Procuratore Vincenzo Paone stamattina hanno sottoposto a sequestro un tratto dell'autostrada Asti Cuneo, tra Isola d'Asti e Motta di Costigliole, in fase di ultimazione.
L'ipotesi di reato è di frode nelle pubbliche forniture in relazione al materiale usato per la costruzione del sedime autostradale. Si tratta di oltre 13 chilometri la cui pavimentazione, secondo le Fiamme Gialle, non sarebbe conforme a quanto richiesto dal capitolato dell'ANAS e quindi non tale da garantire sicurezza per gli utenti, solidità e durata nel tempo. In vincolo del sequestro - spiega una nota della guardia di Finanza - è stato adottato in conseguenza della necessità di svolgere nel più breve tempo possibile approfonditi accertamenti tecnici".
Se l'Assessore parteciperà ai lavori odierni e vorrà fornirci qualche ragguaglio in più ne saremmo tutti contenti. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Toselli, le comunico che l'Assessore Borioli oggi non sarà presente in Aula.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Sono stato preceduto dal collega Toselli. Anche io, sulla base di questo comunicato ANSA, volevo intervenire per chiedere immediatamente, da parte della Giunta, una comunicazione su questa notizia, che potrebbe avere pesantissime conseguenze. Infatti, era previsto l'apertura del tratto dell'autostrada Asti-Cuneo che è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza a giorni o a settimane. Mi dicono in data 16 aprile.
La Presidente Bresso aveva pomposamente annunciato l'apertura di quel tratto. Il fatto che ora venga sottoposto a sequestro - perché sarebbe stato realizzato, da quanto ho capito, con materiali scadenti, e quindi con rischio per l'incolumità degli automobilisti - è una notizia gravissima.
Pertanto, gradirei ricevere, al più presto, anche in assenza dell'Assessore Borioli, un'informazione precisa da parte della Giunta in merito a questo fatto.
Inoltre, gradirei che la Giunta provvedesse altresì a fornirci comunicazioni in merito agli otto lotti ancora da realizzare, relativamente all'appalto che era stato vinto da un'impresa e che è tuttora in sospeso per problemi di convenzione. Anche su questo sarebbe utile che i Consiglieri potessero conoscere lo stato effettivo di quest'opera, che ogni giorno sembra peggiorare anziché migliorare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Solo per ricordare che, quindici giorni fa, la Conferenza dei Capigruppo aveva determinato di ascoltare in Consiglio Regionale le comunicazioni dell'Assessore Borioli o della Presidente Bresso sull'Asti Cuneo.
Questo non è avvenuto. Io chiedo per quale motivo non ci sia stata questa comunicazione, che già doveva essere svolta martedì scorso. Quindi è la seconda volta che lo sollecitiamo.
Tra l'altro, voglio ricordare ai Consiglieri che l'Assessore Borioli e la Presidente Bresso non hanno partecipato alla manifestazione del Consiglio provinciale aperto ad Alba sull'Asti-Cuneo.
Certo, erano presenti molti Consiglieri anche di maggioranza; era presente l'Assessore Sibille, che peraltro non è intervenuta, ma credo che le competenze debbano essere rispettate.
Quindi, chi più sa dovrebbe dire e dovrebbe informare, anche perch siamo in una situazione veramente difficile. Il momento è delicatissimo e se, per caso, Presidente, in questi giorni non ci sarà accordo fra l'ANAS e la società concessionaria, l'Asti-Cuneo dovrà ricominciare da capo, perch anche i progetti approvati in Conferenza dei Servizi sono scaduti.
Fra l'altro, ci si mette anche Luca Mercalli, che oggi su La Stampa dice: "La Asti-Cuneo non va fatta, perché rovina la Langa". Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che a tratti è già stata realizzata, anzi in alcuni tratti sta per essere aperta ed un piccolo tratto è percorribile.
Chiedo alla Presidente Bresso di venire qua ad informare il Consiglio su cosa sta facendo la Giunta sulla vicenda Asti-Cuneo.
Noi sappiamo che sulla questione infrastrutture l'Amministrazione regionale è in difficoltà. Lo comprendiamo, ma su questa vicenda, che è delicatissima e sulla quale non vogliamo essere contrari, ma caso mai vogliamo essere disponibili alla discussione - e ci sarà tempo per fare le proteste - chiediamo alla Presidente Bresso e all'Assessore Borioli di venire a dire cosa sta facendo la Regione Piemonte.
Credo che i colleghi di maggioranza possano benissimo comprendere lo stato d'animo di una Provincia che rischia, a causa di questioni di carattere parlamentare e governativo, che poco c'entrano con l'Asti-Cuneo di vedere svanire per molti anni la soluzione definitiva di questa lunga vicenda, che è già stata in qualche modo affrontata sotto il punto di vista ambientale, finanziario ed economico.
Sarebbe bene che la Presidente Bresso ci dicesse qualcosa sulla vicenda Asti-Cuneo e su cosa sta facendo la Giunta. Ho chiesto al Consiglio provinciale aperto di Alba che sia la massima autorità politica del Piemonte, cioè la Presidente Bresso, insieme con i Presidenti delle Province di Asti e Cuneo, ad incontrare direttamente il Presidente del Consiglio, così com'è avvenuto negli anni passati, quando furono interpellati e coinvolti dapprima Berlusconi, poi Ciampi, Amato e tutti quelli che si sono susseguiti nell'importante carica di Presidente del Consiglio.
Credo che questa sia una risposta che da troppo tempo manca al Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Parlando di Asti-Cuneo, è abbastanza logico che anche i Consiglieri regionali di Asti intervengano a seguito di questa notizia per chiedere le stesse cose che hanno chiesto i colleghi, quindi rimaniamo in attesa di informazioni da parte della Giunta, ma per chiedere anche chiarimenti poiché abbiamo letto che il 16 aprile prossimo saranno inaugurati due tratti della Asti-Cuneo, da Isola d'Asti fino a Guarente, e poi anche il tunnel e la variante di Isola d'Asti.
Siccome è da diverso tempo che ad occhio nudo i lavori sembrano finiti per quanto riguarda la galleria di Isola, è necessario aprirla al traffico il più presto possibile, visto che l'inchiesta della Magistratura non riguarda quel tratto.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Ho due questioni preliminari e sono contento che sia arrivata la Presidente Bresso, perché tutti i suoi Assessori ci guardavano sornioni e "ridacchioni", e sembrava quasi che non ci prendessero sul serio mentre parlavamo e facevamo richieste, mentre la Presidente Bresso, da questo punto di vista, è una garanzia.
Allora, Presidente, vorrei che lei ci dicesse qualcosa, se ritiene rispetto alla nostra richiesta presentata ieri al Presidente del Consiglio perché questa è la prassi a termini di Statuto, per l'istituzione di una Commissione di indagine sulla querelle che coinvolge il comparto sanitario in particolare modo per ciò che riguarda gli infermieri.
Sono giorni che sugli organi di stampa leggiamo degli illustri medici e primari che gettano indiscriminatamente discredito sull'intera categoria.
Sembra che dei 15 o 20 mila infermieri piemontesi la metà siano fannulloni e imboscati; questo è quello che abbiamo letto da parte di autorevoli esponenti non solo del mondo della medicina, ma anche del mondo della sinistra. Lo hanno dichiarato con Che Guevara alle spalle e in questo non vi è nulla di male, ma tanto è che c'è anche qualcuno che è Assessore in pectore a fare dichiarazioni così pesanti.
Noi crediamo che si stia gettando un discredito qualunquistico e generalizzato su una categoria di migliaia di lavoratori che svolgono credo al 90%, il loro ruolo al meglio Ritengo che una Commissione di indagine sarebbe opportuna.
Anche perché, Presidente Bresso, noi stiamo solo leggendo sui giornali che ci sono manager, i Direttori generali delle ASL, che hanno come primo dovere quello di organizzare le loro strutture, il che significa non soltanto tagliare i posti letto e ridurre i servizi, ma dovrebbe significare soprattutto farli funzionare.
A questo punto, riteniamo indispensabile che oggi la Giunta faccia chiarezza, perché non è che possiamo fare finta di niente quando c'è una guerra sanitaria che si sta dipanando, che getta sconcerto fra i cittadini e discredito su un'intera categoria che nessuno difende; non può essere un palleggiamento tra qualche chirurgo e qualche sindacato.
Qui ci sono delle responsabilità di chi gestisce.
Quindi, vorremmo sapere la sua opinione, ma soprattutto chiederemmo l'istituzione di una Commissione di indagine regionale - e questo si pu fare in due settimane - che abbia un solo obiettivo: convocate tutti i Direttori generali delle ASL e delle ASO, i sindacati dei medici, i sindacati degli infermieri, così capiamo dalla loro viva voce quali sono i carichi di lavoro ASL per ASL e ASO per ASO e l'organizzazione di lavoro interna, in maniera tale che questa querelle finisca una buona volta.
Passo ala seconda questione pregiudiziale. Mi scuso se rubo un minuto in più, Presidente Pichetto, ma evito di rubarne 50-60 dopo, perché ho sempre paura, quando mi fanno violenza eccessiva, di dover poi tracimare "regolamentarmente" in altre occasioni. Quindi, rubo ancora un minuto per sollevare un'altra questione molto importante. So che in Piemonte siamo pieni di emergenze, però ieri è uscito un drammatico comunicato di CGIL CISL e UIL su seimila posti di lavoro a rischio a causa del decreto del Governo che ha bloccato i cantieri TAV, e altri novemila lavoratori (le coperture) perderanno il posto di lavoro nelle prossime settimane. Lo dicono CGIL, CISL e UIL, non lo diciamo noi.
La Giunta regionale (credo interessata a questo tema) non fa nulla nei confronti del Governo, che ha sospeso tutto senza pianificare nemmeno le gare per il dopo?



PRESIDENTE

In merito all'autostrada Asti-Cuneo, la Presidente mi ha detto essendo qui presente potrà ribadirlo lei stessa - che una comunicazione puntuale potrà essere svolta dell'Assessore Borioli, che ha la competenza ma anche la conoscenza nei dettagli. Pertanto, nella riunione dei Capigruppo convocata per la giornata di domani alle ore 14, potrà essere calendarizzata. In merito alla successiva pregiudiziale, quella che poneva il Consigliere Ghiglia, la Presidente è disponibile a rispondere.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Problematiche del personale infermieristico operante nelle ASL e ASO piemontesi", nonché in merito al comunicato di CGIL, CISL e UIL sui posti di lavoro a rischio a causa del decreto del Governo che ha bloccato i cantieri TAV


PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso, per le comunicazioni richieste.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Premetto che, come sapete, non esistono le question-time, e che quindi se si vogliono introdurre, bisogna cambiare il Regolamento.
Ricordo che la costituzione di Commissioni di indagine e di inchiesta non è di competenza della Giunta, ma del Consiglio. Tuttavia, è esplosa una polemica sindacale, che, peraltro, vede contrapposti i diversi sindacati Nel contesto dell'hinterland della sanità, ho incontrato i Direttori generali e ho dato loro disposizioni affinché verifichino la situazione effettiva, diversa da caso a caso.
Avrete anche letto che, nel frattempo, è stato fatto un accordo alle Molinette sugli infermieri, che riguarda in particolare una modifica dell'organizzazione, per utilizzarli non attribuendoli ai diversi reparti.
Ricordo che operiamo nell'ambito delle disposizioni del precedente Governo, che poi questo Governo ha confermato, di contenimento della spesa sanitaria in generale e, in particolare, della spesa per il personale.
Siamo tenuti quindi ad una riduzione minima della spesa del personale dell'1,4% nel settore della sanità, superiore negli altri settori. Nel nostro caso, a causa del deficit passato, questa riduzione dovrà essere maggiore, perché maggiore è la riduzione complessiva della spesa che noi dobbiamo realizzare rispetto alle disponibilità effettive messe a bilancio nei prossimi tre anni (dal Governo globalmente, con la nostra quota di ingresso).
Questa è la situazione: l'obiettivo quindi è una migliore organizzazione dal punto di vista dell'utilizzo degli infermieri, ma anche di una periodica verifica delle ragioni delle esenzioni. Su quella base i Direttori sanno che possono rimpiazzare il personale infermieristico che va in pensione al 100%, mentre possono rimpiazzare quello medico solo all'80 e quello amministrativo non lo possono sostituire salvo deroghe richieste caso per caso.
Quindi lo sforzo massimo è stato fatto. Non avviene non solo nessuna riduzione, ma vi è la possibilità di ricambio totale rispetto al turnover.
Questo è il massimo che al momento si può fare. Diamo comunque la nostra disponibilità, sulla base delle analisi che i Direttori generali ci presenteranno rispetto a questa questione, fatte anche le opportune verifiche nelle loro aziende con le organizzazioni sindacali. Abbiamo dato la nostra disponibilità, su quella base, ad affrontare eventualmente la questione anche in un confronto con le organizzazioni sindacali, solo a seguito, tuttavia, di una puntuale verifica, da parte di ogni Direttore generale per l'ASL, per le ASL o per le ASO che ha in carico dell'effettiva situazione e dell'organizzazione che riguarda le due questioni di cui dicevo prima.
Questo è tutto quello che ho da dire sull'argomento.
Per quanto riguarda la TAV, anche in questo caso l'Assessore Borioli potrà essere, in altra sede, più preciso. Tuttavia, non abbiamo questioni che riguardano il nostro territorio, perché non esiste nessuna sospensione.
Noi abbiamo una sola situazione di TAV in corso, che è quella fra Novara e Milano, che non è stata sospesa, va avanti e impiega regolarmente il personale previsto. L'unica sospensione ha riguardato il Terzo Valico che tuttavia, non era stato appaltato, quindi non costituisce un problema dal punto di vista occupazionale. Non ci sono tratte del nostro territorio che pongono i problemi che sollecitavano i sindacati. Quindi, la preoccupazione naturalmente ce l'abbiamo, ma è una preoccupazione di tipo nazionale, che non riguarda attività sospese sul nostro territorio.
Per questo motivo, non abbiamo ritenuto di compiere un'azione specifica. Naturalmente, in un contesto di Conferenza dei Presidenti solleveremo la questione, che è l'antica questione della regolarità della domanda pubblica. Uno dei temi e dei problemi che emergono continuamente nella gestione delle grandi opere pubbliche è quello della regolarità della domanda pubblica, che in Italia è troppo oscillante e crea spesso problemi di questo tipo.
Fermo restando che sono d'accordo che occorre fare molta attenzione a sospensioni di cantieri o di opere comunque già appaltate, per le evidenti ragioni di prospettive occupazionali e di organizzazione delle imprese. La sospensione dei lavori non riguarda, in specifico, il nostro territorio: per fortuna, la Novara-Milano va avanti e dovrebbe essere completata entro il 2009, sempre se non sorgono difficoltà.



PRESIDENTE

Ho richieste di iscrizione a parlare da parte dei Consiglieri Burzi Vignale e Ghiglia.
Ricordo che, sulle comunicazioni, vi possono essere interventi per chiarimenti solo per due minuti, salvo che l'Aula decida, con una scelta di tipo diverso, di avviare un dibattito.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Sarei intervenuto anche prima, quindi mi connetto formalmente all'intervento della Presidente Bresso, che ha aggiunto qualche elemento rispetto all'intervento che volevo fare, quindi credo che starò nei due minuti.
Quanto dice la Presidente s'inserisce in una fase consiliare o di dibattito attorno alla legge principale, che è la legge finanziaria di bilancio.
Colgo l'occasione per fare dei veloci richiami a noi stessi. È utile che il colloquio tra la Giunta e l'opposizione, così come la trasparenza dei Capigruppo, continui, onde arrivare ad una celere approvazione dei documenti di cui sopra. È evidente che quanto sopra s'inserisce nel dibattito di oggi, prendendo spunto anche soltanto delle ultime notizie che, molto velocemente, riassumo in tre punti. Non credo utile una Commissione di indagine, né di inchiesta sull'argomento specifico, perché è normale, quindi non c'è niente di originale o di sorprendente. Soprattutto trovo particolarmente stupefacente leggere di posizioni di sindacati e di alcuni esponenti della sinistra, peraltro autorevoli in altre sessioni del mondo della sanità, dove si scopre una cosa che persino mia figlia, quando andava all'asilo, sapeva.
Nell'ambito della funzione pubblica, non esistendo nessuna forma significativa di meritocrazia, è assolutamente impossibile premiare i tanti, tantissimi che se lo meriterebbero, ed è anche impossibile punire uso volutamente un verbo forte - coloro che non lavorano, che sono percentualmente distribuiti in tutte le categorie: dai Commissari ai Direttori regionali, ai Consiglieri regionali, agli Assessori, fino ad arrivare agli infermieri (ovviamente non si tratta di un ordine gerarchico). Chi vuole occuparsene ha già tutti gli strumenti e, quindi, il fatto che non lo si faccia non è meritevole di un'indagine ma, semmai, di una valutazione politica.
Sarò costretto, Presidente, a riprendere l'altro tema in un successivo intervento, ma troverò sicuramente uno spiraglio nell'ambito del Regolamento che, come dice anche la Presidente, se non va bene bisognerebbe modificarlo. A mio avviso competerebbe alla maggioranza fare proposte, se non vogliamo capovolgere l'ordine degli addendi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito alla breve comunicazione sul comparto infermieristico. Credo sia uno dei tanti temi rimasti soffocati dalla discussione del Piano Socio Sanitario. All'interno di tale Piano, non casualmente e a dimostrazione dell'interesse e dell'attenzione di questa Giunta e di questa maggioranza sul tema (perché sono intervenuti anche molti emendamenti in merito a questo comparto), non vi è neppure un sottocapitolo dedicato al comparto infermieristico.
Oltretutto, non se n'è mai parlato in sede di Commissione Sanità, pur avendo il nostro Gruppo presentato ormai da molti mesi una proposta di riforma organica del comparto infermieristico, all'interno del quale sarebbe bene ricordare la fondamentale importanza della figura degli infermieri, ma anche di tutti coloro che coadiuvano l'attività degli infermieri stessi, come gli operatori socio-sanitari.
Dire con semplicità, come è stato detto banalizzando, che per ogni infermiere che lavora ce n'è uno che non fa nulla, è ovviamente una modalità per non affrontare il tema.
La Presidente dovrebbe vedere, visto che in questo momento ha anche la delega sulla sanità, quanti sono stati i Direttori generali che hanno appaltato operatori socio-sanitari e infermieri a cooperative che hanno portato al loro interno del personale che tutto ha fuorché la qualifica di infermiere. Vorrei ricordare l'accordo stipulato tra la Regione Piemonte e se non ricordo male, la Provincia di Bacau (il Consigliere Boeti vi partecipò in sostituzione dell'Assessore Valpreda) per un'altra iniziativa che riteniamo assolutamente poco utile, se non nel momento in cui si è promossa la possibilità di aumento del numero di infermieri sul nostro territorio.
Questa tematica andrebbe ripresa anche nella discussione del Piano Socio Sanitario dove, e lo vogliamo risottolineare, non ci sono neppure tre righe dedicate a questa professione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente, per averci illustrato brevemente il suo punto di vista. Voglio solo precisare che la Commissione d'indagine non è una Commissione di inchiesta. Con una Commissione d'indagine - se non vogliamo chiamarla così chiamiamola in un altro modo - si tratta semplicemente di far convocare, dalla IV Commissione, i Direttori generali, i sindacati dei medici e degli infermieri, per avere un quadro della situazione.
Basterebbero tre o quattro sedute.
Personalmente credo che tutti noi, come tutti i cittadini, abbiamo il diritto di conoscere, dalla viva voce di chi ha la responsabilità di gestire questa struttura, cosa sta accadendo negli ospedali piemontesi. Per noi i quotidiani sono autorevoli, ma non sono il verbo: non è che la Presidente - anche se è suo diritto, ci mancherebbe altro - convoca i Direttori generali, le raccontano cosa succede, non dicono nulla altrove e noi ci accontentiamo.
Noi insistiamo sul fatto che si debba venire a riferire in Consiglio nelle sedi opportune, cosa sta succedendo nella sanità. Se non vogliamo chiamarla Commissione di indagine, chiamiamola in altro modo.
La Presidente ha detto una cosa che ci tranquillizza poco: i medici che vanno in pensione vengono sostituiti all'80% e non tutti gli infermieri che vanno in pensione verranno sostituiti.
Ancora una volta questo significa una cosa sola, che tratteremo in altra sede: tagli e tagli alla sanità pubblica.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Chieppa in merito alla richiesta di una comunicazione della Giunta regionale sulla crisi della Bertone


PRESIDENTE

Non avendo altri iscritti a parlare, possiamo procedere con il sindacato ispettivo, comunicando anche che...
Chiedo, scusa, Consigliere Chieppa, non l'avevo vista.
La parola al Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Vorrei ribadire una richiesta già avanzata, rispetto alla quale ho ricevuto cenni di assenso dalla Giunta, su una comunicazione...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Chieppa, ma mentre stavo comunicando che passavamo al sindacato ispettivo, la Giunta ha espresso la disponibilità a fare una comunicazione, per voce dell'Assessore all'industria, in merito alla situazione della Bertone.



CHIEPPA Vincenzo

Quindi la trattiamo adesso?



PRESIDENTE

Appena dopo il sindacato ispettivo, perché l'Assessore Migliasso, come vede, sta recuperando il materiale.



CHIEPPA Vincenzo

Sì, poi magari ci chiariamo anche sulle modalità di lavoro, cioè se passano prima le richieste di chi strilla di più o di tutti quelli che legittimamente possono avanzarle.



PRESIDENTE

Non era una comunicazione prevista per la giornata di oggi da parte della Giunta. L'urgenza della situazione, così come la presenza della Presidente per un'informativa sulla questione infermieri, ha fatto sì che possa essere svolta una comunicazione sull'argomento. L'Assessore Migliasso ha concordato con la Presidenza di aggiungere alcuni elementi e, pertanto proponevo all'Aula di passare al sindacato ispettivo e, in coda, di procedere con la comunicazione, da parte della Giunta, sulla questione dello stabilimento Bertone.



CHIEPPA Vincenzo

Se non vi è altra possibilità, va bene. Mi pareva ci fossero già tutti gli elementi per rispondere, visto che sono diverse settimane che seguiamo questa crisi e che in queste ore si sta giocando un passaggio particolarmente delicato della vicenda.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chieppa. Mi rendo conto della gravità della situazione.
Passiamo al sindacato ispettivo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 1184 del Consigliere Toselli, inerente a "DGE n. 57-4131 del 23/10/06 - Precisazione e chiarimenti sullo stralcio di Piano per la mobilità"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione 1184, presentata dal Consigliere Toselli.
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

La prima domanda era se si erano seguite delle procedure, rispetto all'attuazione dal Piano stralcio sull'inquinamento atmosferico riguardanti la mobilità. Ovviamente la risposta non può che essere affermativa. Ci si è sempre confrontati con le Province, convenendo sul loro ruolo di coordinamento; mentre con i Comuni si è convenuto sul loro ruolo in merito ad ordinanze da emettere sui territori comunali.
Un'altra domanda, invece, riguarda i mezzi agricoli, su cui avevamo convenuto sull'opportunità di non inserirli nel primo provvedimento, ma di aprire dei canali di comunicazione per convenire assieme su quali potessero essere i modi migliori per, anche in quel caso, avere un minor impatto sull'inquinamento atmosferico. Questo lavoro è in corso.
Devo dire che, sinceramente, ma lo dicono i numeri, non è particolarmente rilevante l'entità del contributo dei mezzi agricoli o dei camper stessi sull'inquinamento atmosferico, ragion per cui si riteneva opportuno, con le associazioni, comprendere quale potesse essere il contributo di questi mezzi al miglioramento della qualità dell'aria.
Il terzo quesito chiedeva se è stata data ampia comunicazione. Per parte nostra, è stata data ampiamente comunicazione. Sono stati più forti gli allarmi su che cosa doveva accadere, su quale pasticcio, anche di ordinanza, doveva accadere: per la verità non è successo nulla di particolarmente complicato dal punto di vista della comunicazione.
Raccolgo, se ho ben compreso l'interrogazione, l'invito che la comunicazione debba essere più precisa, più organizzata, che i vari livelli di comunicazione - Comune, Provincia e Regione - debbano fare uno sforzo di coerenza, di adeguamento e di gioco comune. Credo, per la verità, che ci sia stato un buon livello di comunicazione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Ringrazio l'Assessore per la risposta, tuttavia non sono assolutamente soddisfatto relativamente alla risposta data al quesito n. 2 dell'interrogazione.
Il Piano stralcio approvato dalla Giunta regionale prevede di emanare un apposito regolamento. Sarebbe opportuno conoscere quali sono i tempi di preparazione per emettere il regolamento e quando, indicativamente, lo stesso potrà entrare in vigore. Benché non sia d'accordo ad emettere un apposito regolamento, le faccio presente, Assessore, che se lei circolasse di domenica sulle strade di collina, di montagna o sulle strade che portano al mare, si renderebbe conto che gli autocaravan sono davvero molti.
Secondo lei gli autocaravan non inquinano? Vuol dire che la domenica non è un giorno della settimana e non è un giorno in cui si possono fare i rilevamenti per controllare il grado di inquinamento. Se l'Assessore li facesse fare dall'ARPA, si renderebbe conto che gli autocaravan soprattutto nel tratto di strada che va verso la Liguria, sono davvero molti.
Bisognerebbe comprendere cosa intende effettivamente fare l'Assessorato su questa partita, altrimenti discriminerebbe gli autocaravan che viaggiano di domenica rispetto alle auto Euro 0 e Euro 1, che viaggiano tutti i giorni della settimana.
In seguito, interverrò ancora sull'argomento per comprendere quando verrà emesso il regolamento al fine di conoscerne i contenuti. Grazie.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni

Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1133 del Consigliere Picchetto, inerente a "Pagamento degli indennizzi per l'espropriazione dei terreni dovuta alla realizzazione della tangenziale di Mottalciata" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1281 del Consigliere Ricca, inerente a "Situazione Olivetti nel Canavese " (risposta scritta)

Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1069 dei Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Botta, Casoni e Vignale, inerente a "Lavori per la realizzazione delle strutture del villaggio Olimpico di Via Giordano Bruno" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 1133 1281 e 1069.
Successivamente, l'Assessore Peveraro risponderà alle interrogazioni n.
1155, 1230 e 1231, che riguardano il comparto industriale automobilistico cui può essere agganciata la comunicazione dell'Assessore Migliasso e dell'Assessore Peveraro sulla questione Bertone.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione n. 1085 del Consigliere Scanderebech e Guida, inerente a "La Regione vende gli immobili "


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1085, sulla quale risponde l'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al patrimonio

In merito all'interpellanza del Consigliere Scanderebech sulla vendita di immobili della Regione, è bene fare una distinzione fra le operazioni che riguardano il patrimonio diretto della Regione e il patrimonio ospedaliero. In realtà, per quanto riguarda in particolare la parte relativa al patrimonio ospedaliero, come è ben noto, la legge n. 14 approvata ad aprile 2006, una legge finanziaria del 2006, stabiliva che la Regione, per favorire la creazione di nuove disponibilità finanziarie aveva la possibilità costituire un fondo comune di investimento, di tipo chiuso.
Alla costituzione del fondo, da attuarsi attraverso il conferimento dei beni, potevano partecipare tutte le pubbliche amministrazioni, comprese le ASL e le aziende. Questo delineava un possibile percorso per la realizzazione di risorse che, comunque, sono da destinare integralmente agli interventi sul patrimonio sanitario.
Ad oggi, l'amministrazione è arrivata alla prima definizione di inventario. Si è ritenuto che, prima di completare qualsiasi tipo di intervento sul patrimonio immobiliare, era necessario avere una conoscenza approfondita del patrimonio immobiliare, non tanto quello direttamente posseduto dall'amministrazione regionale, per il quale era già disponibile un inventario piuttosto dettagliato, ma certamente più difficile e frastagliata era la situazione legata al patrimonio ospedaliero.
Su questi immobili è stato fatto un inventario che, sostanzialmente, è in fase di completamento. Alla luce di questo inventario, enucleando i beni che non fanno parte, non sono strumentali alle attività ospedaliere, si farà un'elencazione - in realtà un primo elenco è già disponibile - di beni per i quali è possibile la messa in vendita.
Secondo me sono due le considerazioni fondamentali. Prima: ogni eventuale introito, dalla dismissione di questi beni, sarà destinato all'importante piano di riqualificazione del patrimonio sanitario della nostra regione. Seconda: ovviamente non saranno fatte delle operazioni di alienazione che, in qualche modo, coinvolgano l'attuale patrimonio destinato all'attività sanitaria.
Bisogna rilevare inoltre che, sostanzialmente, c'è un terzo aspetto in fase di approfondita valutazione, ovvero quei beni e quelle aree per le quali vi erano già degli impegni a vendere. In realtà, nel momento in cui è partito l'inventario fisico dei beni, sostanzialmente intorno al mese di novembre 2006, erano già in corso alcune operazioni di alienazione. Abbiamo dato uno stop, che intendiamo confermare, rispetto alle operazioni di vendita in corso.
Certamente, nel momento in cui avremo il quadro definitivo, e credo sia questione di pochi giorni, verrà assunta una posizione definitiva. Verranno date, cioè, delle indicazioni in merito alla conclusione o meno delle operazioni di alienazione che sono in corso; operazioni che, al momento non sono ancora intervenute.


Argomento: Informazione

Interpellanza n. 1361 della Consigliera Cotto, inerente a "N. 16 comunicati della Giunta regionale relativi alla copertura della rete a banda larga in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interpellanza n. 1361, presentata dalla Consigliera Cotto.
La parola all'Assessore Bairati, per la risposta.



BAIRATI Andrea, Assessore alle telecomunicazioni

Grazie, Presidente. L'interrogazione della Consigliera si riferisce all'accordo, che più volte è stato oggetto di comunicazioni, riflessioni e interpellanze, tra la Regione Piemonte e Telecom Italia; accordo oneroso per l'Amministrazione regionale, che prevede l'allargamento dei servizi di connettività a banda larga al 96% delle linee telefoniche fisse del territorio piemontese.
Non sto a soffermarmi sulle premesse, su cui più volte abbiamo discusso, sui Comuni non collegati, ecc.
Rispetto all'oggetto dell'interrogazione, desidero informare la Consigliera, in particolare, e il Consiglio, su una serie di elementi di novità, che sono stati oggetto anche di confronto - come la Consigliera sa in alcuni Consigli provinciali.
Alla data odierna, il piano di copertura, quindi di allacciamento e accensione delle centraline - ricordo che, un conto sono le accensioni tecniche delle centraline, un conto è la successiva fase di commercializzazione, che prevede che Telecom informi i cittadini dei Comuni interessati che il servizio è disponibile - nei Comuni previsti dall'accordo, è stato pienamente rispettato, con alcune localizzate eccezioni, che sono state discusse con i Sindaci e i Consigli provinciali derivanti da particolari tecnici (intreccio tra linee telefoniche e assi stradali), insomma, da disguidi o da difficoltà sopraggiunte, di ordine tecnico-infrastrutturale.
Dal luglio 2006 al 28 febbraio 2007, sono stati aperti e conclusi 371 interventi su altrettanti Comuni piemontesi.
Il tasso di copertura in ambito regionale è arrivato all'88,85% della popolazione avente una linea telefonica, rispetto all'obiettivo dell'88,6 previsto dal piano.
Quindi - ripeto - a parte alcune localizzate eccezioni, il Piano di copertura, in termini di popolazione, è stato pienamente rispettato.
Le centrali telefoniche che sono state anticipate al 2007, rispetto alla pianificazione originale, che le prevedeva al 2008, dovrebbe ulteriormente accelerare la penetrazione del servizio, per arrivare al termine del 2007 a una copertura pari al 91% della popolazione. Nel corso del 2008 verranno attivate anche le centrali che serviranno a raggiungere l'obiettivo dell'accordo, quindi i due anni di tempo dell'accordo dovrebbero essere rispettati.
Sul caso territoriale specifico, perché l'interrogazione si rivolge anche ad un caso della provincia di Asti, rispetto all'accordo, voglio precisare quanto segue.
Sui 118 Comuni della Provincia, i Comuni coinvolti nell'accordo sono 88 e verranno serviti al 100% da Telecom Italia, entro la fine del 2008.
Un Comune (Asti) è, per note ragioni, già servito, ma con una copertura inferiore al 100%, avendo una popolazione superiore ai 15 mila abitanti.
C'è, quindi, un problema di collegamento delle frazioni, cioè il Comune, in quanto tale, viene dato coperto al 100%, ma esistono frazioni appartenenti al territorio amministrativo del Comune di Asti non servite da accesso e da centraline Telecom.
Pertanto, un eventuale intervento sui Comuni aventi caratteristiche simili, cioè una popolazione maggiore di 15 mila abitanti e una copertura non completa - non c'è soltanto il Comune di Asti - può essere realizzato.
A questo proposito, come la Consigliera Cotto sa, abbiamo varato una prima gara da 5 milioni di euro per i Comuni che hanno una popolazione residente molto limitata e che non rientrano nel Piano di copertura di Telecom. Come si sa, nei Comuni su cui non arriverà la copertura dell'operatore privato, arriverà la Regione Piemonte, attraverso un proprio finanziamento, per fare in modo che, indipendentemente dalla popolazione tutti i cittadini, anche quelli residenti nei Comuni più piccoli, abbiano diritto di accesso alla rete.
Quindi, per quei Comuni, come Asti, superiori ai 15 mila abitanti, con porzioni limitate o non coperte, occorre individuare, con le Amministrazioni locali - Comune e Provincia - degli interventi con tecnologie a basso costo e senza fili, tali da poterli collegare alle infrastrutture esistenti e giustificare l'intervento, anche se questo non lo sarebbe in termini di copertura economica, perché hanno una popolazione che non soddisfa l'ammortamento degli investimenti.
Sto parlando del caso specifico di Asti, ma un caso analogo è Novara dove potrà essere promossa una copertura in accordo con le Amministrazioni provinciali, supportata tecnologicamente dall'accordo di Telecom in maniera non onerosa.
In base agli aggiornamenti mensili dell'accordo, sappiamo che è possibile disporre di dati precisi circa l'attivazione della ADSL su base comunale, perché questa è la cella amministrativa di riferimento.
Questi casi, come ad esempio Asti, dovranno essere oggetto di un accordo non separato, ma ad integrazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore e chiedo di avere la comunicazione scritta.
Intanto, Assessore, voglio fare i complimenti al suo Ufficio "Comunicazione", per tutti i comunicati che abbiamo letto, ma anche ai miei concittadini, che leggono i giornali ed ad ogni comunicato mi telefonano per dirmi: "C'è scritto così, ma la nostra situazione è diversa".
L'Assessore l'ha ammesso - mi riferisco alla provincia di Asti, ma so che la situazione è uguale nelle altre Province - non tutti i piccoli Comuni riescono ad avere la copertura in tempi brevi; mi auguro che lo sforzo possa essere accelerato perché se vogliamo far vivere le nostre colline, i territori più emarginati, abbiamo bisogno che i giovani possano utilizzare il computer, connettersi, ecc.
Questo è indispensabile, al giorno d'oggi. Abbiamo visto delle famiglie trasferirsi a Torino, proprio a causa della mancanza di questo servizio.
Il caso di Asti è particolare, perché il Comune è servito, ma se si guarda attentamente, si vede che più di 14 mila cittadini che abitano nelle frazioni (ex Comuni che sono stati aggregati alla città capoluogo, affinch Asti potesse diventare provincia, nel 1935) non sono serviti. Anche per queste frazioni, quindi, vale il medesimo discorso dei piccoli Comuni.
Ho partecipato all'incontro che lei ha organizzato ad Asti, unitamente a Telecom, presso la Provincia, e ho appurato che le Amministrazioni, sia quella provinciale, che quella comunale, sono disposte a collaborare con la Regione Piemonte. Mi auguro che nel più breve tempo possibile questa volontà dichiarata possa dare i propri frutti. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1155 della Consigliera Ferrero, inerente a "Tagli posti di lavoro nel settore dell'industria automobilistica"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1230 della Consigliera Ferrero, inerente a "Produzione modello Grande Punto (FIAT) in India"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1231 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale, inerente a "Accordo FIAT - India per la produzione della Grande Punto"


PRESIDENTE

Procediamo all'esame unificato delle interrogazioni n. 1155, 1230 e 1231, cui risponde il Vicepresidente Peveraro.
Successivamente, la Giunta potrà rendere comunicazioni in merito alla Bertone, che assorbiranno, conseguentemente, le interrogazioni ad esse collegate.
La parola all'Assessore Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Farò un lungo intervento, ma credo che la delicatezza degli argomenti certamente queste tre interrogazioni si riferiscono alla situazione della FIAT in senso più generale, ma entrerò nello specifico in merito alla questione relativa alla Bertone, che illustrerò insieme alla collega Migliasso - richieda più tempo.
Nel complesso, l'occupazione del comparto dell'industria automobilista misurata in termini di dipendenti totali delle imprese piemontesi, è andata diminuendo negli ultimi dieci anni e dai 127.000 dipendenti nel 1996 si è scesi a poco più a 101.000 alla fine del 2004. Secondo una stima dell'INPS la soglia occupazionale è scesa a poco più di 100.000 unità nel 2005 mentre prosegue ancora nel 2006 il ciclo negativo, che sembra essersi interrotto soltanto nel primo trimestre del 2007.
A livello regionale, la produzione nel settore dei mezzi di trasporto è cresciuta a partire dal quarto trimestre del 2005 e per tutto il 2006 invertendo una lunga dinamica negativa iniziata nel secondo trimestre del 2001.
Le esportazioni di autovetture del Piemonte sono cresciute in valore di oltre 13% nel solo anno 2006.
I segnali di ripresa si colgono, in particolare, nella crescita delle vendite del Gruppo FIAT. Infatti, nel corso del 2006 il Gruppo ottiene risultati migliori rispetto alle previsioni, confermando l'andamento positivo seguente alla svolta iniziata nel 2005.
All'andamento positivo hanno contribuito, anche se in misura diversa pressoché tutti i settori del Gruppo: i tre principali settori del Gruppo auto, macchine per agricoltura e costruzione e veicoli industriali - hanno raggiunto (o superato) gli obiettivi dell'anno. Per quanto riguarda l'Auto (che rappresenta oltre il 41% dei ricavi complessivi del Gruppo) ha contribuito in misura determinante al successo di nuovi modelli introdotti nel 2006, che si sono aggiunti alla Grande Punto e alla Panda. La quota di mercato di FIAT Auto è migliorata sia in Italia (32.6%) che in Europa occidentale, dove, in presenza di un mercato in calo (- 2.5%), ha raggiunto un + 9.4%.
Complessivamente, le consegne di autovetture hanno raggiunto i 2 milioni nel 2006, crescendo del 16.7% rispetto al 2005.
All'azione di ristrutturazione, che ha portato ai risultati indicati nel corso del 2006, si è associato un considerevole rinnovamento della gamma dei prodotti, che ha visto il lancio di 22 fra nuovi modelli e facelifts in due anni, e la conclusione di accordi internazionali di rilievo per le strategie future dell'azienda.
Nel 2006 FIAT Auto ha avviato ulteriori intese, volte a rafforzare la propria presenza in particolare su due mercati in espansione, come quello russo e quello indiano.
In Russia sono stati siglati da FIAT Auto con Severstal Auto tre accordi per l'importazione e la distribuzione di autovetture e veicoli commerciali FIAT, per l'assemblaggio in loco di alcuni modelli e per la produzione locale del Ducato, mentre in India FIAT e Tata Motors hanno messo a punto un accordo per l'utilizzo congiunto della rete di vendita e hanno costituito joint venture industriali nell'ambito della produzione di autovetture, motori e cambi.
La joint venture indiana (definita in un protocollo d'intesa del luglio 2006), per la quale si prevede un investimento totale di 665 milioni di euro, inizierà la sua attività nel 2007: l'accordo prevede l'ingresso di Tata (leader in India per i veicoli commerciali e secondo produttore nel mercato automobilistico interno) con il 50% in FIAT India Automotive, la società alla quale fanno capo le attività automobilistiche di FIAT nel subcontinente indiano.
Lo stabilimento produrrà motori e veicoli per il mercato indiano e l'esportazione, con una capacità produttiva a regime di oltre 100.000 autovetture e 200.000 motori e cambi.
Con il primo trimestre del 2007 ha avuto inizio la produzione dei modelli Palio e Adventure e dall'impianto usciranno anche modelli della Tata. A partire dal 2008 è prevista la produzione della Fiat Linea e della Grande Punto.
L'India, nelle intenzioni di FIAT, dovrebbe servire tutto il mercato del Sud-Est asiatico.
L'accordo prevede, inoltre, che le auto con marchio FIAT saranno vendute attraverso la rete Tata, secondo quanto già previsto nell'intesa originaria. La rete FIAT-Tata crescerà progressivamente dagli attuali 42 concessionari a oltre 100 punti di vendita, in modo da fornire una copertura su tutto il territorio indiano, nella quale la posizione di FIAT era, per ammissione dell'azienda stessa, decisamente critica.
In merito all'andamento occupazione, è da rilevare che nel corso del 2006 in Italia la FIAT ha assunto circa 4.000 lavoratori (3.991 per l'esattezza, di cui 2.729 operai, 1.193 impiegati e 69 dirigenti), di cui il 60% con contratto a termine, oltre 1.100 contratti a termine sono stati poi trasformati in contratti a tempo determinato.
Per converso, nel corso dell'anno si è progressivamente ridotta l'esigenza di intervento della cassa integrazione guadagni. Nell'autunno si è concluso, con il rientro dei lavoratori nei tempi previsti, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione nello stabilimento Mirafiori.
A fine 2006, risultavano ancora in cassa integrazione straordinaria "in deroga" 234 dipendenti delle strutture centrali, tecniche e commerciali del settore Auto nell'area di Mirafiori, e 324 dipendenti ad Arese.
Nel corso dell'incontro FIAT-sindacati con il Governo del febbraio 2007, che riconosce i termini dell'accordo tra Azienda e sindacati di fine dicembre 2006, e, in particolare, la sussistenza delle condizioni per la mobilità lunga, è stato concordato che la CIG in deroga, in connessione all'applicazione del provvedimento di mobilità lunga, verrà utilizzato nel 2007 per FIAT Auto di Arese da 320 lavoratori fino a settembre 2007 e 200 lavoratori da inizio ottobre fino a fine anno; per FIAT Auto di Torino sarà utilizzato da 234 lavoratori fino a settembre 2007, da 114 lavoratori per il mese d'ottobre e 50 lavoratori da inizio novembre fino alla fine del 2007. La situazione per lo stabilimento di Mirafiori appare quindi, alla luce delle più recenti evoluzioni, più orientata in senso favorevole: entro il 2008 alle ex Meccaniche FIAT saranno assunti 300 nuovi addetti, mentre sono 20 le assunzioni previste alla Marelli Sistemi Sospensioni, e 30 lavoratori saranno assunti a termine (tre mesi) alle Carrozzerie. Questi contratti hanno ricevuto la conferma a dicembre dello scorso anno.
L'inizio del 2007 ha visto gli accordi FIAT-sindacato, in seguito ai quali si realizzerà l'assunzione di 950 lavoratori (contratti di apprendistato professionalizzante e di lavoro temporaneo) in FIAT Auto a Piedimonte (Cassino) e si concluderà la CIG all'Iveco-FTP di Foggia per 150 lavoratori. Inoltre sono previste circa 200 assunzioni a Termoli.
Rimane, invece, problematica la situazione di Termini Imerese, dove viene prodotta la Ypsilon, che presenta svantaggi competitivi, secondo la FIAT, dovuti ai costi logistici elevati, all'assenza di un polo di fornitori insediato nell'area e alla capacità produttiva limitata, che potranno richiedere incisive azioni strutturali - a livello aziendale e del territorio - per il loro recupero in prospettiva. La FIAT, infatti, propone un piano di industrializzazione del sito di Termini, che coinvolge imprese con il concorso della FIAT stessa, sindacati e istituzioni locali e centrali.
Parliamo ora del piano 2007-2010. L'8 e il 9 novembre 2006 si è tenuto a Torino, presso il Lingotto, il FIAT Investitor &Analyst Meeting, dove il CEO e le prime linee generali di prospettiva di tutti i settori hanno esposto a una platea di analisti e investitori il piano industriale di gruppo per il periodo 2007-2010, circa la prospettiva dell'azienda FIAT.
Alcune cifre del piano indicano un quadro di obiettivi per il quadriennio di riferimento molto importanti: si prevedono investimenti industriali e spese di ricerca e sviluppo per oltre 20 miliardi nell'arco del quadriennio coperto dal piano, di cui il 65% in Italia.
Per il Gruppo FIAT, dopo i nove accordi industriali realizzati nel 2006, si continua a guardare ad alleanze sempre basate sul principio della flessibilità e di "non esclusività".
Proseguirà pertanto la strategia di alleanze volta a perseguire sia l'accesso ai mercati nuovi (anche tramite accordi di licenza e distribuzione) sia per valorizzare sinergie per la condivisione di know how, di sviluppo tecniche (prodotti, propulsori) e prodotti.
Il piano 2007-2010 prevede 23 nuovi modelli e 23 aggiornamenti riferiti a tutti i marchi (inclusi i veicoli commerciali). A questo proposito ricordiamo la presentazione della nuova 500 a Torino il prossimo 4 luglio esattamente a cinquant'anni di distanza dalla presentazione del vecchio gloriosissimo modello.
Per FIAT Powertrain Technologies si guarda all'introduzione di tecnologie innovative, orientate sia alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni nei motori tradizionali, sia nello sviluppo di propulsioni alternative per ridurre l'impatto ambientale (propulsori a gas naturale, tri-fuel, miscele idrogeno-gas naturale, diesel-ibridi).
Per quanto attiene le allocazioni previste per il prossimo biennio 2007 2008, le assegnazioni produttive (anche in riferimento all'intesa fra azienda, sindacati e Governo) prevedono che nello stabilimento torinese vengano prodotte la FIAT Punto e la Grande Punto, le multispazio di classe B FIAT, Idea e Lancia Musa, mentre per l'alto di gamma la FIAT Multipla Lancia Thesis e Alfa 166 e, dal 2008, la nuova Alfa Junior.
Il sindacato, peraltro, chiede maggiori garanzie, per quanto riguarda l'attività dello stabilimento, che a Mirafiori sia realizzato, in aggiunta un nuovo motore ecologico. E da questo punto di vista anche la Regione sostiene questa iniziativa.
Nonostante il miglioramento della situazione economica e produttiva del settore automotive, si registrano alcune situazioni che richiedono o hanno richiesto l'intervento degli ammortizzatori sociali, come nel caso della Pininfarina S.p.A. e della Bertone, di cui parleremo in dettaglio.
Peraltro, la stessa azienda ha concluso un accordo e sono stati individuati criteri per la collocazione in mobilità. Quindi, al fine di sostenere e promuovere lo sviluppo delle industrie piemontesi la Direzione Industria ha in corso l'attivazione progressiva delle misure del programma 2006/2008, che fa riferimento alla legge n. 34 per le attività produttive.
evidente che nel quadro delle iniziative di supporto importanti entrerà in campo anche il nuovo POR 2007-2013; importante altresì è l'impegno e il finanziamento significativo che, per il 2007, nel bilancio di previsione prevede la destinazione di oltre 80 milioni di euro sulla legge n. 4 per la ricerca, come anche le iniziative che la Regione ha sviluppato a supporto e a sostegno dell'azienda torinese, quale l'operazione TNE, di acquisizione di aree di FIAT e Mirafiori per nuovi insediamenti industriali.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Situazione Carrozzeria Bertone di Grugliasco" - Interrogazione n. 1010 presentata dalla Consigliera Ferrero inerente a "Cassa integrazione dei lavoratori della Bertone di Grugliasco" assorbita dal dibattito


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Veniamo alla questione della Bertone. Com'è noto, la società attraversa un momento di grave difficoltà. Mi sento di potere dire, avendo visto un po' di dati di bilancio, che i problemi della Bertone siano problemi principalmente di introduzione rispetto ai problemi di andamento finanziario ed economico.
Certamente si è riscontrata in questo ultimo periodo una difficoltà della Opel ad acquisire nuove commesse, che potessero in qualche modo occupare una parte significativa dell'attività dell'azienda e conseguentemente, delle risorse umane che operano al suo interno.
Su un'iniziativa promossa dalla Regione e direttamente dalla Presidente Bresso prima della fine del 2006, si era avviato un importante contatto tra la Bertone stessa e la FIAT, per concordare e definire presso lo stabilimento della Bertone di Grugliasco la produzione di un nuovo modello cabriolet, importante per sostenere l'attività dell'azienda.
importante rilevare che in quella sede vi erano state delle condivisioni d'impostazione generale, rimandando a successivi e necessari approfondimenti il dettaglio delle operazioni sia dal punto di vista produttivo, sia dal punto di vista degli assetti societari ed aziendali che avrebbero dovuto seguire all'accordo.
L'Amministrazione regionale ha svolto un'azione di monitoraggio dello stato d'avanzamento della trattativa. Come probabilmente i Consiglieri ricorderanno, in una certa fase vi era stato anche un momento di delicatezza e di difficoltà nei rapporti conseguenti all'individuazione o alla necessità di capire se l'accordo con FIAT avrebbe comportato un'attività esclusiva della Bertone su quest'operazione e, quindi, avrebbe non solo sottratto il marchio, ma certamente avrebbe portato con sé un problema occupazionale significativo, in relazione al fatto che i dipendenti della Bertone oggi sono quasi 1.500. Comunque, l'accordo con FIAT non avrebbe potuto presumibilmente occupare e impegnare, alla luce delle considerazioni che venivano fatte nelle varie sedi, più della metà di quei dipendenti.
Era necessario capire e, soprattutto, dare la possibilità, anche alla Bertone, di sviluppare altre iniziative che in un contesto complessivo potessero portare ad un quadro di riorganizzazione dell'azienda, che avesse come punto centrale l'operazione e l'accordo con FIAT, ma che, attraverso lo sviluppo di altre attività e iniziative, potesse prevedere l'occupazione della maggior parte dei dipendenti.
Non entro nel dettaglio delle questioni relative alle politiche del lavoro, perché meglio di me potrà dire l'Assessore Migliasso, per certamente la possibilità di avere un quadro complessivo dei vari tasselli di un puzzle, che mettesse nelle condizioni di immaginare una ripresa, non dico a pieno regime, ma certamente consistente di tutta l'attività della Bertone, era e rientrava negli obiettivi dell'amministrazione regionale, ma anche certamente condivisa dalle organizzazioni sindacali, ma posso anche dire dalla Bertone stessa.
Questo tipo di impostazione è talmente condiviso dall'amministrazione regionale che, in una certa fase, in cui si rilevava un'impasse nella predisposizione di quello che poteva essere un credibile piano industriale e di sviluppo della società stessa, che, appunto, la Giunta stessa, in particolare l'Assessore Bairati, aveva anche messo a disposizione come supporto Finpiemonte per sostenere la società nella definizione del piano stesso.
Ricordo che, alla metà del mese di febbraio, si è tenuto l'ennesimo incontro tra la Bertone e le organizzazioni sindacali. In quella sede non è emerso nessun segnale di difficoltà rispetto all'accordo con FIAT, anzi sostanzialmente una conferma dell'impegno, che un po' tutti si erano dati di arrivare, comunque, entro la fine del mese di marzo, ad una conclusione e ad una definizione dell'accordo.
Non essendovi elementi che potessero compromettere quest'obiettivo, è stata presentata in quella sede un'altra opzione interessante, ma certamente con un impiego di risorse limitato, ovvero quella della possibilità di utilizzare parte delle linee di produzione per un camper targato Bertone, con un'occupazione di circa 200 dipendenti. Insomma, quel puzzle che avevamo immaginato di poter montare e che sembrava dare garanzie di prospettiva all'azienda, appariva assolutamente confermato.
La settimana scorsa ecco arrivare il fulmine a ciel sereno. Con una telefonata dell'ingegner Marchionne alla Presidente e con una comunicazione ufficiale alla società, secondo le valutazioni che l'azienda aveva fatto, è stato annunciato da FIAT che non vi erano le condizioni di economicità dell'investimento per proseguire nell'ipotesi di accordo e che quindi la trattativa s'interrompeva.
Certamente c'è stato un po' di smarrimento nella valutazione di questo improvviso interrompersi del tavolo FIAT-Bertone, tavolo al quale la Regione, ovviamente e giustamente, non aveva partecipato perché era un tavolo tecnico. Conseguentemente, in un successivo incontro abbiamo fatto il punto della situazione con le organizzazioni sindacali e con l'azienda.
Ovviamente la situazione si profila delicata, perché come ho detto prima l'ipotesi di accordo con FIAT non prevedeva certamente l'assorbimento del 100% dei lavoratori, ma ne prevedeva certamente una buona quota.
Le valutazioni di verifica sul mercato che l'azienda ci ha comunicato per rilevare la possibilità di nuove importanti significative produzioni se non ricordo male, da tre anni non davano esito, quindi era una situazione che s'incancreniva.
Alla luce di questo, certamente le precauzioni e le preoccupazioni aumentano, perché al di là di una forte disponibilità che abbiamo rilevato personalmente con i rappresentanti della proprietà di volere continuare nell'attività di questo marchio, certamente importante per la nostra Regione, elementi concreti non ve ne sono.
Credo che non sia così importante approfondire con FIAT e Bertone le responsabilità dell'interruzione di un possibile accordo.
Credo che sia utile, anzi, utilissima la posizione che il Ministro Damiano ha assunto ieri di verificare direttamente, con la sua autorità, la possibilità di riapertura del tavolo. Credo che sia importante che in ogni caso, visto che FIAT il modello lo produrrà e, come ha reso noto al Governo centrale, lo produrrà a Torino, possa produrlo anche coinvolgendo e utilizzando personale della Bertone. Tuttavia, sarà necessario (l'amministrazione regionale ha dato nuovamente disponibilità) fare ulteriori e rapidi approfondimenti, innanzitutto per capire qual è l'indirizzo e quali sono le disponibilità della proprietà in termini non solo finanziari, ma anche di management e di responsabilità.
Nel contempo, credo che l'amministrazione regionale, seguendo la vicenda da vicino e attentamente, come credo abbia fatto in questi mesi dovrà cogliere ogni opportunità possibile, stimolare e sostenere - dove sarà possibile, se verrà richiesto - iniziative imprenditoriali che possano permettere una sicura prospettiva occupazionale per i 1.500 lavoratori della Bertone.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi delle scuola "E. Mosca" di Bra


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle due classi della scuola " E.
Mosca" di Bra in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Azienda Bertone di Grugliasco" - Interrogazioni n. 1010 presentata dalla Consigliera Ferrero inerente a "Cassa integrazione dei lavoratori della Bertone di Grugliasco" assorbita dal dibattito (seguito)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Migliasso, per quanto riguarda la parte di sua competenza in merito alla crisi della Bertone.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Signor Presidente, naturalmente, è possibile, anzi, è quasi certo, che ripeta alcune delle cose che ha già detto il Vicepresidente nel suo intervento.
In questa sede mi interessava dare conto di un lavoro preciso e puntuale che, con la Presidente, il Vicepresidente, l'Assessore Bairati e la sottoscritta, si è sviluppato a partire dal 13 dicembre 2006, giorno in cui per la prima volta abbiamo ricevuto una delegazione di lavoratrici e lavoratori della Bertone, accompagnati dalle organizzazioni sindacali, che hanno descritto la situazione di un'azienda storica nata a Torino nei primi anni Dieci.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore.
Per cortesia, prego chi non è interessato ad accomodarsi all'esterno dell'aula.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

un'azienda conosciuta anche all'estero per la qualità delle sue produzioni, tra l'altro, realizzate per conto delle più importanti case automobilistiche - ricordo Alfa Romeo, Simca, Lamborghini, FIAT, Volvo BMW, Opel - con una dotazione di forza lavoro di 1.451 persone, per la maggiore parte giovani con un elevato livello di professionalità, che rischiava, come si dice, di portare i libri in tribunale, non perché non ci fosse liquidità, dovuta ad un'azienda non sana, ma a causa dell'assenza di commesse di lavoro.
Da tre anni, infatti, la Bertone sta vivendo una crisi industriale molto complicata e difficile e, attualmente, i lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria a zero ore. Come quasi tutti sanno, una parte molto rilevante di questo personale è messo a disposizione della Pininfarina e della Mac per coprire i picchi di produzione che si sviluppano in quelle due imprese, tra l'altro, sopportando anche gravi sacrifici in ordine alla mobilità. Ricordo che quasi tutte le mattine queste persone, per recarsi presso gli altri stabilimenti dove prestano il loro lavoro, si trovano verso le ore 3.30-4.00 di fronte allo stabilimento di Grugliasco per prendere l'autobus.
In quella occasione, i lavoratori, le lavoratrici e i sindacati furono ricevuti dalla Presidente Bresso e dalla sottoscritta. Ci fu una forte richiesta da parte dei sindacati per far sì che la Regione si facesse interprete nei confronti della FIAT, affinché quest'ultima desse una commessa di lavoro per la produzione della Lancia Cabrio coupè alla Bertone stessa.
Naturalmente, la Presidente onorò questo impegno e pochi giorni dopo ancora nel mese di dicembre - si svolse un incontro con l'Amministratore delegato della Bertone, la signora Lilly Bertone, il Direttore Generale dottor Tutino e i rappresentanti della FIAT, ai quali fu sottoposta la questione. In quella sede, insieme alla Bertone, cominciarono ad abbozzare i primi ragionamenti e le prime ipotesi di eventuale costituzione di una nuova società, per brevità, Newco - odio questo modo di dire, però, per brevità, lo userò anch'io.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Che cosa?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Newco.
Non ho capito la battuta!



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

GHIGLIA Agostino (fuori microfono) I 70 milioni di euro se li è già dimenticati?



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

No! Cosa centra la Newco con i 70 milioni di euro? Magari me lo spiegherà dopo! In quell'occasione è stata abbozzata l'ipotesi della costituzione di una nuova società mista tra FIAT e Bertone per produrre la Lancia Cabrio coupè. Naturalmente, fin da quella prima riunione, appariva molto evidente il fatto che la nuova società, qualora si fosse costituita e fosse andata a buon fine, avrebbe assorbito soltanto una parte della manodopera; pertanto c'era la necessità che la Bertone presentasse un piano industriale, anche perché si avvicinavano delle scadenze, di cui poi dirò, in particolare della cassa integrazione.
Il secondo incontro avvenne a seguito di una manifestazione che si svolse il 28 dicembre. La sottoscritta era a Novara per una questione che riguardava la crisi occupazionale in quella zona. In quell'occasione, la delegazione fu ricevuta dall'Assessore Bairati e i sindacati manifestarono come avvenne in seguito, la necessità di capire se erano stati fatti passi in avanti su una delle questioni che allora sembravano turbare la possibilità per la Bertone di presentare un autonomo piano industriale, che comprendesse sicuramente la nuova società, ma risolvesse complessivamente il problema di tutti gli occupati - cioè i 1.451 lavoratori - in quanto sembrava pesare il vincolo della esclusiva FIAT.
In poche parole, la FIAT sembrava dovesse rivendicare la totalità dello stabilimento e delle attrezzature, quindi, la totale disponibilità dello stabilimento Bertone e delle sue macchine, in particolare quelle per la verniciatura, dedicate unicamente a quel tipo di produzione della nuova società.
Il 25 gennaio 2007 si svolse un terzo incontro; naturalmente, in quella occasione, le organizzazioni sindacali chiesero nuovamente chiarimenti sull'andamento della trattativa tra la Bertone e la FIAT, per sollecitare una soluzione alla crisi dell'azienda, che consentisse di mantenere tutti i livelli occupazionali.
A seguito degli incontri avuti con la FIAT, i tre Assessori di cui ho detto prima comunicarono alle organizzazioni sindacali, in quella sede, la disponibilità manifestata dalla casa automobilistica torinese a rimuovere l'esclusività del marchio Bertone per la costituenda nuova società. Questa decisione avrebbe permesso alla carrozzeria di proseguire un altro tipo di attività, o nel settore auto o in un altro settore, con la ricerca di altre committenze, impiegando le lavoratrici e i lavoratori non assorbiti nella nuova società.
Quindi, in quella sede, abbiamo assicurato l'impegno della Regione a sollecitare la parte Bertone - ricordo che è quest'ultima ad avere in carico le lavoratrici e i lavoratori, dunque ha la responsabilità del piano industriale - per la presentazione di un piano industriale che consentisse di salvaguardare il posto di lavoro per la totalità dei dipendenti. Questa era l'unica condizione possibile e accettabile per un percorso concertato con le organizzazioni sindacali; qualsiasi altra soluzione che avesse visto il contenitore - così come hanno detto le organizzazione sindacali - dei sommersi e dei salvati, non sarebbe stata accettata dalle organizzazioni sindacali, né, quindi, sarebbe stata gestibile sotto alcun piano procedurale. Sottolineo con particolare forza che il piano industriale costituisce una condizione fondamentale per due ragioni. Naturalmente, per dare soluzione alla richiesta di lavoro della totalità dei dipendenti ricordo che sono 1.451 - e per accedere alla cassa integrazione. Sapete avendolo detto prima, che la cassa integrazione per crisi scade il 7 luglio, dunque, considerando 75 giorni indietro dal 7 luglio, così come prevede tecnicamente la procedura. Se si vuole proseguire la cassa integrazione, bisogna mettersi nelle condizioni di poterlo fare entro maggio (entro i primi 15 giorni, prima si fa meglio è).
Poiché dovrebbe cambiare la causale di richiesta della cassa integrazione - ora è data per crisi, ma nella nuova ipotesi dovrebbe essere data per riorganizzazione - occorre confortare la richiesta con la presentazione di un piano industriale che, con l'utilizzo dei vari strumenti e di varie ipotesi di lavoro, investimenti e quant'altro consenta al Ministero di concedere la cassa integrazione per riorganizzazione. Ciò vorrebbe dire 12 mesi più 12 mesi, che potrebbero consentire di arrivare quasi al tempo in cui si sarebbe dovuta iniziare la nuova produzione attraverso la nuova società, ipotizzata per fine 2008 od inizio 2009.
Il 21 febbraio 2007 vi è stato un ulteriore incontro tra una rappresentanza dei sindacati e i vertici aziendali.
Il direttore generale dell'azienda ha spiegato di non poter riferire in quella sede, ulteriori dettagli rispetto a quelli già resi dalla vulgata giornalistica: "Esistono attività tecnico-finanziarie ancora da verificare con i vertici della FIAT". In quella sede le organizzazioni sindacali hanno richiesto il piano industriale per salvaguardare l'occupazione di tutti i lavoratori e hanno comunicato, anche in quell'occasione, che avrebbero chiesto, autonomamente, in tempi brevi, un incontro con la FIAT. Fu proprio in quell'occasione che la sottoscritta, l'Assessore Peveraro e l'Assessore Bairati proposero l'utilità di un supporto, qualora la Bertone lo ritenesse necessario, una sorta di affiancamento di tipo tecnico per la stesura del Piano industriale, ripeto, condizione indispensabile per fornire delle risposte.
Il 14 marzo - veniamo alle ultime vicende - è stato convocato un tavolo cui hanno partecipato le rappresentanze sindacali e i vertici aziendali.
Erano presenti il Vicepresidente e la sottoscritta ed è stata quella ripeto la data: 14 marzo - la prima volta in cui si è fatto concretamente cenno, da parte della Bertone, rappresentata in quella sede dal dottor Tutino, non soltanto ad un ottimismo rispetto alla conclusione che si dava quasi per certa, entro fine marzo, della nuova società con la FIAT, ma anche - direi qualcosa di più di un cenno - come diceva l'Assessore Peveraro, ad un piano industriale che prevedeva, tra l'altro, la produzione di un camper, cui dovevano essere destinati 219 lavoratrici e lavoratori.
Si era detto, addirittura, che si stava lavorando al reperimento e all'organizzazione di una rete di commercializzazione del prodotto camper non solo in Italia, ma anche in Europa, cercando monomandatari oppure aggregandosi a società plurimandatarie sempre nel campo della vendita e della promozione del prodotto camper.
In seguito è scoppiata la bomba. Il 14 marzo sembrava che andasse tutto bene. Il 20 marzo, invece, c'è stata la telefonata dell'Amministratore delegato alla Presidente, in cui si annunciava la caduta di interesse della FIAT per l'operazione nuova società. L'Assessore Peveraro e la sottoscritta hanno ricevuto il dottor Tutino, quindi l'azienda e le organizzazioni sindacali. Il dottor Tutino ci ha detto che in mattinata gli era stato comunicato che l'operazione Newco, sulla quale si stava lavorando da alcune settimane, non appariva remunerativa per la FIAT, e che, di fatto, veniva abbandonata dalla FIAT stessa. Naturalmente, sono state espresse grandi preoccupazione da parte delle organizzazioni sindacali.
Vi è l'impegno, da parte nostra, a creare nuovamente le condizioni perché le due parti si parlino. Ci è stato chiesto di intervenire su FIAT e non solo su FIAT, ma anche su Pininfarina, cosa che si farà. In quell'occasione è stato programmato un incontro per il 28 marzo ma essendo stato anticipato il Consiglio di Amministrazione della Bertone ed invece convocata per il 4 marzo l'assemblea dei soci per decidere, (pare che l'azienda abbia intenzione di continuare a produrre, cioè a stare sul mercato, però è tutto ancora molto vago) abbiamo preferito spostare l'incontro al 5 per avere, a nostre mani e dalla viva voce degli interessati, notizie aggiornate su come si è mosso, da un lato, il Consiglio di amministrazione, e su come ha reagito l'assemblea dei soci.
Come diceva l'Assessore Peveraro, ieri abbiamo avuto, tra le altre cose, l'incontro con il Ministro Damiano sulla vicenda in modo particolare oltre che sulla situazione occupazionale del Piemonte, che mostra sicuramente segni di ripresa, ma ancora pesanti battute di crisi in alcuni settori del metalmeccanico e soprattutto del tessile.
In quella sede abbiamo chiesto al Ministro di farsi interprete, durante gli incontri con FIAT che avverranno oggi, di una possibile ritessitura di fili che sono state rotti, speriamo non per sempre. Anche se, torno a ribadirlo, il problema non era tutto quanto risolvibile con la nuova società che sarebbe nata: rimaneva intatto e tale rimane, il dovere per la Bertone di presentare un piano industriale. Naturalmente, speriamo con indicazioni sulla collocazione di lavoratrici e lavoratori all'interno delle attività dell'azienda. Segnalo, e con questo chiudo, che quando FIAT ha presentato al Presidente del Consiglio e al Ministro del Lavoro il pacchetto, la gamma dei suoi prodotti, per la prima volta ha inserito la Lancia Cabrio coupè, che prima nelle slide non era mai comparsa. Durante la firma dell'accordo di programma che ha poi portato alla sigla dell'accordo sulla mobilità lunga e sulle assunzioni, segnalo che la Lancia Cabrio coupè compariva come un prodotto di gamma che la FIAT avrebbe realizzato.
Naturalmente è nostro interesse che la FIAT mantenga questo impegno, e che la produzione, come peraltro richiesto dalle organizzazioni sindacali rimanga nella nostra città. Ci auguriamo che si riprendano le fila di un rapporto interrotto. Lavoreremo in quella direzione e continueremo a supportare la Bertone non appena, come pare, ci diranno che vogliono continuare a produrre e non hanno intenzione di ritirarsi, con gli strumenti che abbiamo messo a disposizione, di cui prima, meglio di me, ci ha detto il Vicepresidente Peveraro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ricordo che nei due interventi degli Assessori Migliasso e Peveraro sono riassorbite le risposte alle interrogazioni: n.
1010, presentata dalla Consigliera Ferrero; n. 1155, presentata dalla Consigliera Ferrero; n. 1231, presentata dal Consigliere Ghiglia; n. 1230 presentata dalla Consigliera Ferrero.
Naturalmente, queste vengono riassorbite e vale come comunicazione così come richiesto dal Consigliere Chieppa, con una comunicazione scritta presentata al Presidente del Consiglio, nella giornata di ieri, e ribadita in apertura di Consiglio, questa mattina.
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. Ringrazio gli Assessori, che hanno presentato una relazione corposa, rispetto ai quesiti posti nelle interrogazioni presentate.
Mi limito a fare una considerazione. È ovvio e palese che, in questo periodo, la FIAT abbia cercato, attraverso le scelte sul nostro territorio e per territorio intendo il contesto dell'Italia, non tanto quello del Piemonte - di porre una serie di iniziative volte al risanamento di una società che, non più tardi di qualche anno fa, aveva delle prospettive di sopravvivenza peggiori, rispetto ai segnali che adesso si registrano.
Faccio, però, una riflessione, tutta rivolta al Piemonte, rispetto allo stato dello stesso nei confronti di questa grande Azienda.
Nella relazione dell'Assessore Peveraro, che immagino sia semplicemente il trasferimento al Consiglio di indicazioni provenienti direttamente dall'Azienda, si colgono una serie di iniziative volte al recupero dell'attività. Se, però, ci caliamo nella nostra regione, vediamo che qualche risposta non è così chiara, nel senso che nella parte in cui ci si riferisce ai nuovi modelli o all'ipotesi di un nuovo motore, si registra un aspetto positivo, come sistema Italia, ma occorre qualche chiarimento e verifica delle intenzioni della FIAT rispetto al Piemonte e, nello specifico, a Torino.
Come l'Assessore diceva, sono previsti dei modelli in forma di aggiornamento (Grande Punto, FIAT Punto), ma questi sono aspetti che abbiamo già visto.
Rispetto al futuro, cioè, le impostazioni che questa azienda si dà, a meno che non abbia inteso male il contenuto della relazione, sono sicuramente rivolte al sistema Italia e un po' meno al sistema Piemonte.
ovvio che, nei risanamenti aziendali, non sono possibili le logiche conservative nel tempo, ma sono necessarie attività che tengano conto del mercato, dell'esigenza di flessibilità, più volte sottolineate anche in questa relazione. Teniamo presente, però, che in Piemonte e in provincia di Torino, il sistema FIAT è articolato, non solo su Mirafiori, ma anche sull'indotto, che sta dando dei segnali di grande preoccupazione.
Tale responsabilità la dobbiamo tenere ancora più in considerazione perché questa Regione, a inizio legislatura, ha scelto di fare un investimento e dare un segnale a questa Azienda, con i famosi e tanto contestati da noi, con convinzione, 70 milioni di euro, messi a disposizione in cambio di terreni rispetto ai quali, anche leggendo la relazione, non ci pare che si siano ancora chiariti i profili.
Pertanto, Assessore e Presidente, la relazione fornisce complessivamente delle risposte adeguate, rispetto al futuro della FIAT nel nostro Paese, ma risposte un po' meno chiare rispetto alla situazione della FIAT nella nostra regione e, nello specifico, a Torino.
Ultima considerazione sulla Bertone: il Presidente ha ricordato che avevamo già presentato un'interrogazione che, a questo punto, consideriamo riassorbita.
Su tale questione, anche noi, partecipando alle audizioni in Commissione, avevamo colto la presenza di una trattativa rispetto a due ipotesi: nuova società e lavoro che la Pininfarina avrebbe potuto garantire, anche rispetto ad un altro numero di dipendenti che la Bertone aveva messo a disposizione.
Anche noi, ovviamente, siamo preoccupati e stupiti. Ci fa piacere che in questo contesto, il Ministro Damiano abbia sentito un coinvolgimento personale.
Rispetto a questa posizione - è ovvio che qui il numero di dipendenti è consistente - ci permettiamo di chiedere alla Presidente di segnalare al Governo che la situazione dell'indotto FIAT - anche se si tratta di piccole realtà, con pochi dipendenti - richiede un interessamento forte.
Purtroppo, in passato non abbiamo colto questo interessamento.
Ricordiamo, pertanto, alla FIAT, come ha fatto il Ministro Damiano, che un'altra regalia le è stata data, rispetto alla mobilità lunga.
Ritengo che il livello istituzionale abbia tentato di fornire delle risposte; che le si condivida, è un altro discorso. Sarebbe il caso di ricevere delle risposte un po' più concrete rispetto a chi, in questo momento, ne ha beneficiato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Ringrazio la Giunta per avere recepito tempestivamente la nostra richiesta di una comunicazione sulla Bertone, che, proprio in questi giorni, in queste ore, vive una crisi e si trova in un momento particolare.
Chiarisco il senso della mia richiesta.
Crediamo che questo sia il ruolo della Regione, come è stato così puntualmente ricordato dagli Assessori intervenuti; un ruolo positivo.
Senza dubbio, l'abbiamo seguito passo passo e, tuttavia, crediamo che il ruolo dell'Ente non sia esaurito.
Su questo mi differenzio rispetto all'accento che l'Assessore Peveraro poneva nel suo intervento.
Crediamo che oggi sia necessario, non in senso metaforico, un forte intervento da parte della Regione, della Giunta regionale, magari attraverso la Presidente, che, autorevolmente, rappresenta l'Ente, nei confronti dei Vertici FIAT e nei confronti dei Vertici Bertone, affinch ritornino al tavolo di trattativa, chiamiamolo così, per la formazione della cosiddetta Newco.
Il tema vero, Assessore - su questo mi permetto di segnalare un accento diverso - è che senza quella commessa, ovvero senza la produzione della Lancia Cabrio coupè assegnata alla Bertone, quello stabilimento, ad oggi non avrebbe ragione di vita, né produttiva né industriale. Questo è il tema forte che vogliamo porre all'attenzione della Giunta.
La produzione del nuovo modello, che per FIAT rappresenta, per fortuna una goccia nel mare delle proprie produzioni (parliamo di 12.000 o 13.000 esemplari l'anno, secondo la tiratura prevista per la Lancia CC), per Bertone rappresenterà, invece, il pilastro attorno al quale ricominciare a discutere di "piano industriale".
vero quanto dicevano poc'anzi gli Assessori: la commessa FIAT garantirebbe il lavoro (secondo quanto si dice) a circa la metà delle lavoratrici e dei lavoratori di Bertone. Senza quel passaggio, ovvero senza la nascita della Newco, la nuova società con FIAT per la produzione della Lancia CC, oggi si apre una prospettiva che riteniamo allarmante per il destino di un marchio prestigioso del nostro territorio, ma anche sul piano internazionale, col rischio concreto di una definitiva chiusura di quello stabilimento e con la conseguente scomparsa di un marchio automobilistico prestigioso sul piano internazionale.
Inoltre, sono chiamati in causa i destini concreti di 1.500 lavoratrici e lavoratori di quell'azienda: parliamo, in gran parte, di maestranze giovani; di maestranze che hanno dimostrato - lo confermano tutti, anche le parti datoriali - di avere una capacità operativa che non è comune a molte altre aziende; parliamo di maestranze preparate da questo punto di vista.
Come diceva l'Assessore, non ricerchiamo le responsabilità, perché non è questo il tema: c'è stato un rimpallo di accuse tra FIAT e Bertone, ma non ci interessa questo aspetto.
Noi crediamo che oggi la Regione debba aggiungere la propria voce a quello che sta facendo il Ministro del lavoro, che oggi chiederà a FIAT di rivedere la propria posizione.
La Regione, da una parte, deve richiamare la FIAT ad un atteggiamento più responsabile verso un territorio che tanto ha dato a quell'azienda dall'altra parte deve richiamare la Bertone, o, meglio, il management Bertone, sul quale esprimere un giudizio sarebbe forse superfluo, visto che sono tre anni che quell'azienda non ha una commessa su cui operare.
Tuttavia, vogliamo denunciare con forza questa situazione, perché tra le incapacità manageriali, tra le difficoltà a raggiungere un accordo tra FIAT e Bertone - o viceversa, se ritenete - il rischio concreto è che a pagarne le conseguenze siano, ancora una volta, quei lavoratori che, nel corso di questi anni, hanno già dimostrato un enorme senso di responsabilità: per chi non conoscesse la storia di quell'azienda, rammento solo l'accettazione dei contratti di solidarietà, ovvero di un minore salario, affinché si potesse dividere tra tutti i lavoratori quel poco lavoro che c'era. Questa è la storia di quelle maestranze! Credo che in queste ore la Regione debba giocare, con ancora più forza un ruolo determinante, senza dare per scontato - su questo aspetto mi differenzio rispetto a quanto sosteneva il Vicepresidente Peveraro - un esito negativo alla discussione con la FIAT. Noi riteniamo che esistano ancora delle possibilità concrete per richiamare entrambi i soggetti ad un maggiore senso di responsabilità.
Questa è una crisi al cui risultato positivo deve contribuire anche il Governo nazionale (oggi, sul nostro territorio, c'è il Ministro Damiano).
Ricordo che il Governo è stato investito di tale questione qualche giorno fa da parte di un'interrogazione parlamentare presentata dal Gruppo dei Comunisti Italiani: in quella occasione, il Governo aveva risposto rassicurando tutti che la società con FIAT era sostanzialmente cosa fatta.
Oggi, il Governo, assieme alla Regione, deve mettere in campo, oltre che gli appelli, anche dei richiami forti (spero che mi ascoltino, così non dovrò ripetere ulteriormente questi concetti, ma sarei comunque pronto a rifarlo). Ritengo che gli Enti locali debbano giocarsi un ruolo forte perché qui è in discussione la sopravvivenza di un segmento importante dell'industria della componentistica automobilistica.
Su questo avanziamo una proposta alla Giunta regionale, che parte un po' dalla crisi della Bertone, ma che vuole richiamare l'attenzione sul difficile momento che sta attraversando complessivamente il segmento della componentistica auto sul nostro territorio.
Credo che la Giunta - e la Regione - debbano farsi promotrici dell'istituzione e dell'apertura di un tavolo con le organizzazioni sindacali e con tutti gli altri soggetti coinvolti nella vicenda della componentistica auto del nostro territorio, affinché si discuta di politiche mirate alla salvaguardia da un lato e al rilancio di quell'attività produttiva così importante per il nostro territorio.
Non è una proposta retorica, per cui chiedo che venga presa in seria considerazione. Avvertiamo la necessità di sostenere anche l'industria manifatturiera sul nostro territorio, perché lo sviluppo - lo dico con rispetto - non è solo turismo, terziario e servizi. Lo sviluppo, l'economia e il benessere di un territorio, oltre che la ricchezza, dipendono anche dalla solidità della propria industria manifatturiera. Noi dobbiamo difenderla e, se possibile, rilanciarla. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Intervenendo su questi temi, ho sempre l'impressione di partecipare ad una liturgia, più che di fare una cosa utile.
E la liturgia, in questi ultimi anni, è un po' la "morte" dell'auto in Piemonte. Quindi è una liturgia triste e funebre, che, anche rispetto a ci che è stato detto oggi dagli Assessori in quest'aula, non mi sembra abbia subito un'inversione di tendenza; anzi.
Vorrei ripercorrere brevemente la lunga risposta che ha fornito l'Assessore Peveraro, da cui, sostanzialmente, emergono sempre le solite cose (non che ci aspettassimo di sentirne di nuove).
Avevo presentato un'interrogazione un po' diversa.



(Commenti dell'Assessore Peveraro fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

No, ma l'Assessore Peveraro mi ha risposto, non si deve preoccupare.
Mi ero soffermato sull'accordo FIAT-India: ma perché l'avevo presentata sull'accordo FIAT-India, così come avevo fatto in precedenza sull'accordo FIAT-Cina? L'avevo fatto su questo per cercare di dimostrare, dal nostro modestissimo punto di vista, che la sinistra in generale ha sempre appoggiato negli ultimi decenni tutte le operazioni FIAT, quindi la FIAT tutto ha a cuore tranne che il territorio piemontese e torinese! Quando l'Assessore Peveraro risponde giustamente alla nostra interrogazione che questo stupendo accordo - la joint venture indiana con la Tata, che non è la baby sitter, ma è l'industria automobilistica indiana prevede un investimento di 665 milioni di euro (è importantissimo) e prevede anche la produzione di motori e veicoli per il mercato indiano e l'esportazione (quindi, magari domani avremo qualche auto indiana in Italia), con una capacità produttiva a regime di oltre 100 mila autovetture e 200 mila motori e ricambi. Sono 665 milioni di investimento in India, 100 mila vetture in India, 200 mila motori e ricambi in India.
Gli indiani ringraziano, nel senso che la produzione in India serve agli indiani e agli azionisti della FIAT, a chi possiede azioni. Ai piemontesi non serve a un fico - a un turbo, potrei dire - l'accordo con la Tata, perché qui non si produrrà neanche una vite rispetto a questi 665 milioni di euro di investimenti, cui potrei aggiungere le produzioni cinesi.
I cinesi ringraziano; in questo caso non copiano, faranno marchi originali, ma producono loro. Quindi, gli indiani ringraziano, i cinesi ringraziano e i piemontesi stanno a casa. Questa è la sintesi delle politiche industriali della FIAT da una parte, ma anche della sinistra in Regione Piemonte.
Vedete, colleghi, a fronte di questo o voi fate pubblica dichiarazione di impotenza, nel senso di dire "noi con le strategie della FIAT non solo non c'entriamo un turbo, non ci consultano e contiamo il resto di zero" infatti è così - oppure "rispetto a tutto il nostro impegno, abbiamo drammaticamente fallito".
Vede, Assessore Peveraro, quando lei ha il coraggio - vorrei dire l'improntitudine insieme con l'"Assessora" - di dirci che noi forse un giorno produrremo, con il piano 2007-2010, 23 nuovi modelli (non a Torino) e 23 aggiornamenti, però poi leggiamo (questa parte è un po' equivoca) che lei prevede che forse un giorno si guarderà alle tecnologie innovative cioè un giorno, con lo sviluppo di propulsioni alternative, produrremo propulsori a gas naturale, tri-fuel, miscele idrogeno-gas naturale, diesel ibridi, è come se dicesse che forse un giorno, con la ricerca, giorno produrremo dei motori "DICO".
Ad oggi non c'è nulla, se non - vedo qua - un pregiatissimo modello del 2008 e, a parte l'Alfa 166, che notoriamente ha venduto circa una ventina di esemplari agli enti pubblici e ne venderà ancora tre o quattro in giro per il mondo, non sappiamo cos'è la nuova Alfa Junior.
Noi vorremmo però capire, e cito a testimone uno che di sinistra se ne intende e che si chiama Airaudo, il quale la settimana scorsa ha dichiarato (la pagina l'ho conservata e l'ho inquadrata in ufficio): "La sinistra non tutela i lavoratori". Lo dice Airaudo, e ha ragione lui, una volta tanto Airaudo è il mio profeta, mi sono inquadrato questa pagina e l'ho appesa in ufficio, perché è la sintesi della mia convinzione di ormai 42 anni di vita. Io avrei aggiunto "non li ha mai difesi e non li difenderà mai".
Comunque, mi accontento.
un primo riconoscimento. Lo convocate sempre e gli fate fare la parte di primo attore, vi può pure dire grazie una volta, altrimenti dovrebbe fare il sindacalista anziché l'esternatore, quindi per forza vi ringrazia.
A parte questo, abbiamo fatto - e adesso, Assessore, le spiego la battuta sulla Newco - una Newco un anno e mezzo fa da 70 milioni di euro, e vediamo qua che adesso ci sono delle cose magnifiche e progressive, per cui sembra sostanzialmente che la FIAT abbia superato tutti i suoi problemi.
Infatti, i problemi erano suoi e la Bertone la lascia andare a ramengo perché non gliene frega niente. Questa è la sintesi di quello che ha detto: "Alla nuova Newco non siamo interessati, quindi andate pure a ramengo".
sempre stato così, la socializzazione delle perdite è sempre stata delegata ad altri.
Ha avuto il coraggio non solo di citarci questi motori immaginifici, ma poi ci chiederanno i soldi sulla legge sull'innovazione e la ricerca per questi nuovi motori, così prima gli paghiamo la Newco, poi gli paghiamo pure la ricerca.
Poi ha sempre il coraggio di dirci che fino ad oggi la TNE ha fatto delle cose bellissime, Assessore! Sono commosso, colleghi della sinistra; noi abbiamo votato contro e ve lo vorrei ricordare. Sono commosso perché è in corso di approvazione, dopo due anni, un masterplan - perché a voi piacciono questi termini pieni di niente - che prevede di realizzare nelle aree di Mirafiori il Centro Design, la nuova sede della Facoltà di Ingegneria - cambiamo solo posto nonché spazi per edilizia universitaria - cioè ci mettiamo a dormire e mangiare gli studenti - attività di ricerca ed incubazione, sperando che sia incubazione dell'automotive e non dei polli! Per adesso, non c'è un privato che abbia cacciato un euro dopo due anni per lo sviluppo della motoristica e dell'automotive piemontese, e noi ci abbiamo sempre messo i soliti 70 milioni di euro! Allora, Assessore, cosa chiediamo indietro alla FIAT? Al di là del fatto che siamo grati per la ricchezza degli indù e di tutte le etnie dell'India, al di là che siamo grati alla FIAT perché un miliardo e 300 milioni di cinesi da domani vivranno meglio grazie alla FIAT, al di là del fatto che prevedete di mettere il Centro del Design e quattro posti letto per gli universitari nelle aree di Mirafiori, al di là del fatto che forse un giorno arriverà un nuovo motore ecologico, che poi pagheremo con i fondi per l'innovazione e la ricerca.
Perché noi abbiamo versato due anni fa 70 milioni di euro? A cosa sono serviti fino ad oggi 70 milioni dei nostri soldi, Assessore Peveraro? Per venirci a parlare due anni dopo di incubatori, di Centro del Design e di quattro brande per universitari. Cerchiamo almeno di dichiarare la sconfitta della politica industriale della Giunta Bresso in tema di occupazione, in termini di permanenza del lavoro in Piemonte e nella città di Torino.
Fino ad oggi non avete fatto niente e la mobilità lunga è l'ennesimo regalo del Governo di centrosinistra. Ma i colleghi che fanno i sindacalisti ben sanno che la mobilità lunga non è fonte di sviluppo, ma accompagnamento alla fine del lavoro!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

L'ora è tarda e l'attenzione non è tantissima, ma il tema invoglia ad alcune considerazioni meramente politiche, soprattutto dopo l'intervento del collega Chieppa e dopo l'amplissima relazione del Vicepresidente Peveraro, che poi leggerò perché molto ampia. Sono sicuro che con il testo scritto si potranno fare altre considerazioni.
Partirei un po' da lontano. Precisamente, nel '75/76 ero uno degli ingegneri della componentistica torinese. A chi volesse occuparsi di componentistica, male non farebbe andare a vedere che cos'era la componentistica torinese in quegli anni. Basterebbe prendere le pagine gialle o uno dei tanti testi elaborati dall'IRES di allora, che anche recentemente sono stati ricordati dall'attuale Presidente Pichierri, in occasione della commemorazione di Bruno Ferrero, uno dei più grandi presidenti dell'IRES stessa.
Sia che si prenda dall'alto, dalla socioeconomia o dall'elenco delle pagine gialle, si vedrebbe che cos'era la componentistica di allora: numero di aziende, strutture societarie, numero di addetti, che solo in minima parte appaiono dai numeri, peraltro ricordati dal Vicepresidente Peveraro nel disastro complessivo che attiene al segmento stesso.
In quegli anni c'erano aziende che avevano il serissimo problema di non riuscire a lavorare per la FIAT. I motivi erano fra i più diversi, e tali aziende furono indotte a rivolgersi all'estero. Da allora, alcune di queste aziende, evidentemente le migliori, si sono decuplicate. Se un'azienda non è in grado di camminare con le proprie risorse di capitale e di management tranne il modello Chieppa, su cui arriverò fra un attimo - difficilmente supera i periodi di crisi che contraddistinguono il mercato dell'automotive in tutto il mondo, senza alcun'eccezione, anche in Italia, oggi.
Quello automobilistico è un mercato che credo non sia più recuperabile in termini di numero di addetti. Non è più conveniente. C'è un unico distretto, che è quello della BMW in Baviera, che occupa tuttora nell'ambito della Germania e della Baviera, un numero di addetti significativamente stabile o addirittura in crescita, legandosi ad una proposta commerciale non competitiva con altre proposte, per esempio italiane.
Ritorniamo a noi. In Italia la FIAT, a Torino, sembrerebbe (facciamo tutti, da torinesi e da italiani, gli scongiuri) essersi salvata. Vorrei che fosse chiaro a tutti - gli analisti del futuro lo scriveranno in maniera molto più chiara - che si è salvata perché qualcuno se n'è occupato. Si è salvata perché, probabilmente, Marchionne e coloro che lui utilizza come consulenti sono persone in grado di fare bene il proprio lavoro.
Inizio del percorso e fine del percorso. Vorrei ricordare a tutti coloro che volessero occuparsene, che basterebbe leggere i giornali di analisi finanziaria (non soltanto italiani) per sapere che non c'era analista al mondo che non desse la FIAT per morta. Da qui, si evincerebbero delle cose interessanti sulla capacità degli analisti finanziari di fare migliori profezie rispetto a quelle del guru che, normalmente, alcuni di noi utilizzano, e che si chiama "moneta" o "testa e croce". Ma questo è un tema attinente ad un altro seminario. Possiamo chiedere all'Assessore Oliva di organizzarlo, dopo quello che gli consigliavo ieri sulla formazione della spesa pubblica.
Il tema su cui m'interessa porre l'accento è quello sollevato dall'intervento del Consigliere Chieppa che, con una certa ipocrisia che non gli fa onore nell'ambito di una nitidezza d'idee che lo contraddistingue da anni, dice con chiarezza (cercando di rompere meno cristalli possibili, avendo già fatto una serie di danni all'interno della maggioranza, quelli che alcuni ritengono dei danni) che ci vuole l'intervento pubblico.
L'intervento del pubblico si può declinare in una forma elegante, che si potrebbe definire la moral suasion di chi, in Comune, in Regione e in Provincia, avendo dato o ritenendo di aver dato una mano ai soci, forse potrebbe ritenere di avere una qualche autorevolezza per indurli a certe decisioni. Molto più semplicemente, ritornando a quella che è la base del pensiero, sempre chiaramente espresso: visto che abbiamo fatto l'Arna a Pomigliano, non vedo perché non farla anche a Torino. Che problema c'è basta comprare! L'intervento della mano pubblica è utilissimo nei fondamentali di chi la pensa, non da ora e con molta chiarezza, come Chieppa. Non è Chieppa l'ipocrita, perché l'ha sempre detto; anzi, oggi cerca di trattenersi dal dire ciò che pensa. Che poi riguardi gli infermieri, riguardi una parte dei dipendenti dell'ARPA o riguardi le maestranze di Bertone, lui è molto coerente nel sostenere un suo modello. Non gliene importa nulla; anzi, è meglio dire che è distratto dal fatto che questo modello sia fallito da tutte le parti, ma lo sostiene.
Il problema sta nelle altre parti dell'Unione, perché quello che dice Chieppa deve trovare una riflessione nell'ambito delle leggi di questa nostra Regione, Presidente Bresso e Vicepresidente Peveraro, e deve trovarlo, in un senso o nell'altro, nella legge principale che ci apprestiamo a discutere.
Se si vuole intervenire - s'interviene sul Mauriziano, s'interviene in tante altre parti - perché allora non intervenire sulla Bertone? Cosa avrà mai la Bertone di diverso rispetto al Mauriziano e ad altri casi in merito all'utilizzo del denaro pubblico. Un mutuo in più? Un BOR in più? Che problema c'è? Abbiamo già discusso in parte dell'indebitamento.
So che questo irrita la Giunta e me ne dispiace, ma nonostante l'irritazione della Giunta, credo che sia uno dei corollari, non il principale, che in ogni modo soddisfa un esponente dell'opposizione. Ma lo ribadisco, lo dice la Regione Piemonte. Non lo dice il Capogruppo di Forza Italia, lo dice l'ISTAT, la Regione: il territorio è molto malmesso rispetto al PIL! Si tranquillizzi, Vicepresidente Peveraro, perché la Regione all'interno, sta "overperformando". Stando alla sua comunicazione l'indebitamento complessivo è cresciuto solo del 63%; nell'analogo periodo (uso una fonte della Giunta, uso voi come dato) è raddoppiato dall'1,9% al 3,8%. Quindi, l'"overperformance" della Giunta è "overpeggio" rispetto ad un tessuto complessivo.
Non mi arrampico sui vetri, leggo i numeri, li riporto all'attenzione di tutti in Aula e li riporterò in sede di bilancio, che spero voi vogliate discutere e approvare, per non porre inutilmente gli Enti locali in una situazione di ulteriore difficoltà.
Il caso dei ticket deve trovare una risposta politica e chiara nei conti. L'intervento sollecitato dal Consigliere Chieppa deve trovare una risposta politica chiara nei conti. Il discorso sui dipendenti pubblici, lo ripeto, dai direttori generali all'ultimo dei precari, quindi non soltanto il discorso degli infermieri, deve trovare una risposta nell'ambito della legge finanziaria, perché è lì che bisogna individuare le direttive e le risposte.
Certamente se continuiamo a dire che motiviamo i nostri manager dandogli 600 obiettivi (me ne ricordavo 400, anche se cambia di poco rispetto al controllo di gestione che conobbi), lascio a tutti i colleghi stabilire se questo è un modo di controllare la gestione di quest'azienda che si chiama Regione Piemonte.
L'Arna a Pomigliano non andò benissimo, però forse si può convincere qualcuno che ci può essere un'Arna 2 a Torino. C'è spazio, possiamo provare. Alla fine, non c'è mai limite al peggio! Quindi anche questa operazione potrebbe essere interessante da vedere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Vorrei fare alcune brevissime considerazioni, vista l'ora.
Primo elemento: potremmo anche discutere sui risultati, ma credo che sicuramente l'Amministrazione regionale abbia seguito, soprattutto attraverso il Vicepresidente Peveraro e l'Assessore Migliasso, la vicenda della Bertone dal suo inizio, e ritengo che stia continuando a farlo.
Credo che il ruolo che hanno svolto questi due membri della Giunta non sia stato ininfluente, perché se la situazione non fosse stata seguita in questo modo, probabilmente avremmo già citato alcuni mesi fa il de profundis della Bertone e di altre aziende ad essa collegate.
Secondo elemento: credo che occorra - è un aspetto evidente a tutti uno sforzo eccezionale. Un noto sociologo torinese lo richiamava anche alcuni giorni fa (l'Assessore Peveraro ha anche espresso le sue valutazioni rispetto alle considerazioni di Gallino).
Credo che sia evidente che la situazione della Bertone non possa essere affrontate con i normali strumenti coi quali ci rapportiamo a questo tipo di problema.
Così come ritengo sia del tutto evidente che l'uscita della crisi e il rilancio forte della FIAT non risolva tutti i problemi dal punto di vista industriale della nostra realtà.
Come ricordava chi mi ha preceduto, alcuni anni fa la FIAT era data per "decotta" da tutti; c'è stata un'azione di rilancio importante, sicuramente impostata da Marchionne e dai suoi tecnici. Non saprei quantificarlo, ma credo che non vada assolutamente sottovalutato l'impegno che vi è stato da parte degli Enti locali nel contribuire al rilancio di questa azienda.
Come dicevo, però, il rilancio di quest'azienda non è sufficiente a risolvere i problemi industriali della nostra area, e nemmeno quelli della componentistica.
C'è una situazione oggettiva che vede la componentistica in concreta difficoltà: la punta dell'iceberg è certamente la Bertone, ma vi sono altre aziende della componentistica che stanno soffrendo molto.
Credo che vada perseguito fino in fondo l'istituzione di un tavolo di confronto a tutti i livelli, così come è avvenuto finora. Bisognerà cercare di capire se è possibile riaprire un confronto serio e di prospettiva con la FIAT, e verificare se all'interno di quella legge che era stata emanata per costituire la Newco (poi divenuta TNE), si possano trovare, con opportuni rifinanziamenti, degli elementi per rispondere a quelle criticità.
Ci sarebbero tantissime altre considerazioni da fare, soprattutto rispetto all'intervento del Consigliere Ghiglia. Vista l'ora ve le risparmio, però quando si fanno ragionamenti in questa sede almeno su alcune questioni chiare e precise, mi sembrerebbe opportuno - non lo dico con spirito polemico - non esagerare. Siamo partiti dalla questione legata ai finanziamenti ai Gruppi con cifre spropositate - a tal riguardo chiederemo all'Ufficio di Presidenza di fare chiarezza su tali cifre perché a "spararle" sono tutti capaci, ma non è questo l'argomento - e siamo arrivati a discutere di un'iniziativa che lui colloca addirittura a due anni fa: il Consiglio di Amministrazione di TNE credo sia stato nominato a ottobre o novembre del 2006, ovvero sei mesi fa.
Come Presidente di Commissione, ho ricevuto dal Consiglieri Vignale Barassi e Deambrogio la richiesta di audizione del Consiglio di Amministrazione di TNE, che convocheremo al più presto (sperando di chiudere la vicenda del bilancio in tempi stretti). Questo per dire che non stiamo parlando di questioni risalenti a due anni fa. Non credo che la legge sia stata approvata due anni fa. L'accordo con FIAT credo che sia stato formalizzato all'inizio del 2006 e il Consiglio di Amministrazione è stato nominato circa sei mesi fa. Questo è solo per riportare nei termini più corretti le questioni delle tempistiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Clement.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pace; ne ha facoltà.



PACE Massimo

Dalla FIAT alla Bertone, passando per la Michelin - potrebbe continuare l'elenco - il nodo di questi anni (ma anche degli anni passati) della nostra realtà non è il settore auto, ma quello della produzione delle auto.
Se devo essere sincero, non ritengo neanche che rappresenti un problema il settore dell'autotrazione in generale, posto che l'Iveco va benissimo da anni.
Il nodo vero che abbiamo come territorio è di produrre delle auto che funzionano, delle auto di qualità.
Si evidenzia ormai la necessità di sviluppare ricerca e investimenti sul prodotto, e non solo sui processi.
Se a Torino vogliamo uscire da questa crisi - stiamo iniziando ad uscirne - possiamo farlo solo producendo prodotti di alta qualità e non solo di alta gamma, che era quanto voleva fare il vecchio gruppo dirigente di FiAT, ovvero prodotti bellissimi, ma in piccole quantità. Bisogna invece fare prodotti di grandi volumi, ma di qualità. Il nodo è questo.
Non è un caso che da quando la crisi FIAT si è sviluppata in modo positivo è avvenuta una cosa molto semplice ed evidente (molti lo hanno anche riconosciuto): è cambiato il gruppo dirigente, che ha un approccio positivo; non è detto che sia sempre giusto, ma almeno ha un approccio positivo.
Se guardiamo l'indotto auto, emerge che ha subito dagli anni Novanta ad oggi una profonda ristrutturazione e riorganizzazione, che nelle sue eccellenze ha saputo diversificare; basta vedere che cosa è capitato al mondo della gomma-plastica e, soprattutto, al mondo del pneumatico. In particolare, basterebbe verificare cosa si produce alla Pirelli Vetture, a Settimo Torinese: si producono pochissime gomme per la FIAT, mentre si produce solo più per BMW e per i SUV. Si fanno, cioè, produzioni di qualità.
Il tema è questo - poche volte è stato sottolineato nel nostro dibattito relativo alla Bertone - ma purtroppo è ormai irrilevante: visto che la crisi la si conosceva dal 2002 (questo è ciò che ho sentito più volte), non si comprendono questi quattro anni di vuoto; o perlomeno non si capiscono per quanto riguarda il gruppo dirigente. Posso dire questa cosa? Posso affermare che c'è stata un po' di superficialità da parte del management di questa azienda? Per l'ottimismo sviluppatosi e tutta quanta l'attenzione ai temi della Bertone maturata in questo periodo dobbiamo solamente ringraziare - diciamo così - i lavoratori della Bertone, perché hanno accelerato la discussione su questo progetto, che hanno reagito quando hanno visto che gli stavano cadendo addosso tutti i mattoni di quel muro. Purtroppo, oggi, non è un elemento di grande valore perché ci troviamo in questa situazione.
In merito a questa vicenda, che concerne il mondo del lavoro, della nostra economia e, più in generale, la situazione dell'indotto auto della nostra Torino, credo si debba rivendicare una responsabilità dell'impresa in quanto, anche oggi, in questo dibattito, ho sentito rivolgere accuse relativamente al pubblico che si sostituisce. Non è così, è necessario che le imprese si assumano le proprie responsabilità, così come ha fatto il nuovo gruppo dirigente della FIAT e così come sembra che faccia il gruppo dirigente della Bertone.
Credo si debba rivendicare una responsabilità sociale per le imprese.
Forse, in questi ultimi anni, le imprese, soprattutto le grandi imprese sono state affascinate solo dagli aspetti finanziari. Il ruolo della Regione si qualifica, invece, se premia il sistema delle imprese che investono. Oggi, per assurdo, c'è più bisogno di impresa, perché sempre meno emerge una capacità imprenditoriale. Questo è il problema vero presente oggi nel nostro tessuto economico. Fa bene la Regione a sostenere ricerca, formazione e sviluppo, quanto in sintesi ci è stato ricordato anche prima.
Ancora un ultimo passaggio, che ritengo decisivo: i lavoratori e la loro professionalità sono per noi tutti la chiave di volta, perché se vogliamo che il nostro territorio si sviluppi non deve perdere e disperdere questo tipo di esperienza. È la loro competenza che ci permette di avere i fondamentali buoni, ma, soprattutto, le radici necessarie per far crescere la nostra realtà sociale.
In questo vedo positivamente l'attività della nostra Giunta, che con concretezza e anche con giusti comportamenti - non è banale dirlo, perch ci si può anche non comportare in modo concreto - ha colto questa grande opportunità per valorizzare non solo il lavoro, ma, soprattutto, i lavoratori, per questo vi ringraziamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, sarò molto breve per rispetto di quest'Aula, che vedo un po' insofferente nei confronti del tempo che corre sempre veloce mentre noi affrontiamo lentamente i problemi, nel rispetto dei lavoratori come diceva il collega che mi ha preceduto. Riparto proprio da questa riflessione e da quanto detto dal collega Chieppa, riallacciandomi a quanto espresso dall'Assessore Migliasso, che è stata la scintilla che mi ha fatto alzare la mano per chiedere di intervenire.
L'Assessore Migliasso ha detto che c'è una netta ripresa dello sviluppo e dell'occupazione...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Migliasso)



SCANDEREBECH Deodato

C'è stato un passaggio in cui lei ha detto, al contrario, a fronte dei problemi, che per fortuna abbiamo questa ripresa dello sviluppo e dell'occupazione.
Poi, ho ascoltato, sempre con simpatia e attenzione quanto ha detto il collega Chieppa, che non riesco mai a capire se fa parte di questa maggioranza, se in Via Arsenale c'è il Gruppo dei Comunisti Italiani invece, è in Piazza Castello, ho paura che non esista questo Gruppo.
Collega Chieppa, lei che ha così esaltato i contratti di solidarietà dei lavoratori, insieme al suo Gruppo politico - ti considero un amico e un collega - e ad altri colleghi delle prime file, che non vedo evidentemente, questo tema non affascina molto, non interessa contrariamente alle dichiarazioni rilasciate ai giornali o espresse nelle assemblee sindacali, volete portare avanti il diritto al lavoro.
Per solidarietà proprio a quei lavoratori che hanno firmato il contratto di solidarietà, quei 1.500 lavoratori che sono in crisi - sono altresì coinvolti i nuclei familiari, quindi parliamo di 4-5 mila persone è una mezza tragedia - se veramente lei ci tiene ed è così solidale, cioè sente questo problema nel cuore e nell'anima, nelle proprie idee, proprio per solidarietà, proprio per dimostrare che lei è difensore dei diritti dei lavoratori, la prima cosa che deve fare è uscire da questa maggioranza, è inutile raccontarcela! Sembra una barzelletta! L'Assessore dice che c'è ripresa, ma si è dimenticata di tutte le altre aziende, che elenco brevemente perché anch'io non me le ricordo più tutte: oltre alla Bertone, c'è Embraco, l'Alstom, la Pininfarina, la Zinco Celere, la Collins; ce n'è, è un disastro, è un galoppare continuo del "degresso", non del progresso! Attenzione, questo declino devastante deve avere delle risposte da parte delle istituzioni. Lei è l'Assessore, non può esimersi, non pu venire a leggerci il compitino che facevano le insegnanti elementari a scuola! Tu, caro collega Chieppa, è inutile che vieni a raccontarcela qui, è inutile che continui a fare comunicati stampa per ridurre i ticket o il biglietto del tram, perché fai parte di queste maggioranze che hanno venduto degli slogan, lo hai detto anche tu, lo ha detto poc'anzi il collega che mi ha preceduto.
Quindi, proprio per solidarietà a quei 1.500 lavoratori che sono in crisi con le loro rispettive famiglie, abbiate la compiacenza, così ci fate anche un po' partecipare. Venite con noi da questa parte, scegliamo i posti, portiamo avanti delle battaglie, magari serve per una sollecitazione! Fino a quando voi tenete in piedi questa Giunta con il suo immobilismo non si va da nessuna parte, c'è il declino totale, per cui abbiate questa compiacenza, ma, soprattutto, siate coerenti! Collega Dalmasso, siate un po' coerenti, uscite, date un messaggio forte, magari può essere un messaggio di vitalità, può anche servire alla stessa Presidente Bresso o alla Giunta. Date un messaggio forte, uscite da questa maggioranza! Fate questo atto di solidarietà per questi poveri disgraziati che rischiano il posto di lavoro! Allora, sì, sarò il primo a prendere la tessera del vostro partito, perché solo da quel momento in poi voi difenderete e porterete avanti veramente i diritti dei lavoratori soprattutto, il diritto al lavoro! Questo è il punto! È inutile che andiamo in giro a sobillare, a creare contrasti sociali e a sbandierare le vostre bandiere di portatori di lavoro e benessere! Non potete essere forza di lotta e forza di governo, dovete decidere, è questo l'enigma! Il problema dei problemi, dall'Alta Velocità a quello della Bertone, è questo, è un problema politico! Questa Giunta non può andare avanti con queste forze estremiste, che, a loro volta, vogliono fare forza di lotta e forza di governo, non potete! Capite che siete equivoci! Queste contraddizione non portano futuro, non portano benessere, non ci portano da nessuna parte. Noi, più che stimolarvi e sollecitarvi, cosa possiamo fare? Consigliere Chieppa, più che rispondere a comunicati stampa che fate e quant'altro, se c'è immobilismo totale dall'altra parte, non si va da nessuna parte.
Volete dare un segnale forte? Guardate che voi siete stati eletti da quei lavoratori. Noi tutti rappresentiamo la volontà popolare e come tale abbiamo il diritto di rispondere solo ai nostri lettori. Voi rispondete per primi ai vostri elettori, rispondete a quei poveri lavoratori che oggi sono in crisi sia a quelli che hanno già perso il posto di lavoro sia a quelli che lo stanno perdendo.
Entrare nelle analisi politiche, nelle strategie politiche, nelle strategie industriali, lasciamolo fare a chi di competenze, lasciamo che la Giunta faccia il suo lavoro. Voi dovete uscire da questa maggioranza allora sì che potete dire quello che avete detto e quello che continuate a dire in quest'aula. Quello che dite in quest'aula, dovete dirlo anche in Piazza Castello! C'è una contraddizione continua. Lasciamo stare le contraddizioni sociali che stanno nascendo a livello nazionale, perché è un'altra realtà anche se uguale, identica e catastrofica.
Volete mettere in piedi la macchina? Lo capite che stiamo perdendo 100 mila posti di lavoro con l'Alta Velocità? Vogliamo parlare dell'Alta Velocità? È lo stesso problema: è un problema politico. Toccare le fasce deboli nel momento in cui hanno bisogno di sopravvivere, di arrivare alla terza settimana... Non fate altro che fare le stesse cose che fanno altri in modo fin troppo terroristico - non vorrei paragonarvi a questi eventi.
Voi qui dentro non state portando avanti le vostre idee, così come lo fate con i mezzi di comunicazione.
Il centrodestra cosa deve fare? Io ho scritto due pagine che hanno per titolo: "Sinistra piemontese rinunciataria a progresso e sviluppo". Se vuole, gliele posso leggere, Presidente. Ci sono dati, numeri, aziende. Se non glieli forniscono i suoi direttori questi dati glieli fornisco io, in modo tale che lei si renda conto, Presidente, in che situazione siamo.
Allora faccia qualcosa, si muova, faccia qualcosa, non rida...



SCANDEREBECH Deodato

LARIZZA Rocco (fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Non ho capito cosa c'entri quello che dice. Dica qualcosa nel merito della vicenda!



SCANDEREBECH Deodato

Vogliamo risposte concrete. Vogliamo risposte. Tu, che hai portato avanti la bandiera del diritto al lavoro, devi dare delle risposte, che ci stai a fare lì? A me chiedi delle risposte? Tu siedi lì grazie a coloro che ti hanno votato, che adesso sono in fase di licenziamento...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Larizza)



PRESIDENTE

Consigliere Larizza, per cortesia, lasci finire!



SCANDEREBECH Deodato

Se io fossi da quella parte, sarei chiamato a dare risposte. E voi che fate parte di questa Giunta, sollecitate a dare risposte. Questo è il merito. Risposte concrete, non demagogia! Non portare avanti delle contraddizioni per far passare il tempo, non portare avanti solo degli slogan. Risposte! Lo sapete qual è il merito.
Fate qualcosa, non portate avanti solo gli orticelli partitici, fate qualcosa di concreto! Assessore Migliasso, mi sembra che abbia la buona volontà: faccia qualcosa, intervenga sulla FIAT, faccia qualcosa perché il modello Alfa possa partire in modo tale che i 1.500 dipendenti, lavoratori con altre tre unità a carica ciascuno (che vuol dire 6.000 persone) possano continuare a prendere lo stipendio. Questo è un compito della Giunta.
Lascio a voi ancora una volta il pallino, sperando di portarlo in buca.



PRESIDENTE

La sessione pomeridiana del Consiglio è convocata per le ore 15.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.03)



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