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Dettaglio seduta n.165 del 27/02/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 15.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Ferraris, Laus Rostagno, Rutallo, Turigliatto.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 619, presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera Toselli, avente ad oggetto "Retroporto preferenziale nel basso Piemonte".
Come da prassi, se non ci sono osservazioni lo considero iscritta all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 412, inerente a "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2007"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 412, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rabino per la relazione.



RABINO Mariano, relatore

Signor Presidente, con questo disegno di legge, la Giunta, il Consiglio e la maggioranza ritengono di dover adempiere ad un atto dovuto e, quindi chiedere a questo Consiglio regionale la proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio sino a tutto il 31 marzo 2007.
Nello stesso tempo, riteniamo che questo provvedimento debba chiamare tutto il Consiglio ad un'assunzione di responsabilità nell'arrivare alla definizione e all'approvazione conclusiva dell'importante documento contabile, economico-finanziario rappresentato dal bilancio. Ci sono cittadini, imprese, Comunità montane, Comuni e Province che attendono con ansia l'approvazione di questo importante documento. Che questa sia davvero l'ultima richiesta di proroga all'esercizio provvisorio! Lo dico impegnando me stesso, ma prima di tutto la maggioranza e, mi auguro, tutto il Consiglio regionale.
Lavoriamo nelle Commissioni per giungere a questo risultato. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rabino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Prendendo spunto dai ragionamenti fatti questa mattina da alcuni Capigruppo di minoranza, ritengo occorra discutere di adempimenti. A che punto sono i disegni di legge e le proposte di legge presentati? Quel che doveva essere sanato nei precedenti bilanci e nei precedenti assestamenti di bilancio, è stato sanato? In che misura è stato dato adempimento agli ordini del giorno a suo tempo approvati? Ricordo che gli ordini del giorno approvati dall'Aula non sono più documenti della maggioranza o della minoranza, ma documenti dell'intero Consiglio regionale, cui la Giunta si impegna a dare espressione.
So che su alcuni di questi provvedimenti si è in dirittura di arrivo.
notizia di ieri che la Giunta ha approvato alcuni disegni di legge che si attendevano da tempo; mentre su altri - e questa mattina il Consigliere Burzi si è espresso su Finpiemonte - non abbiamo ancora notizie, se non quelle date questa mattina dal Vicepresidente Peveraro. È sicuramente indispensabile una verifica sul rispetto degli adempimenti presi nel precedente assestamento, tanto per fare un esempio. Non abbiamo ancora certezze su alcuni punti che allora furono concordati. Anche nel caso di questa proroga, noi a suo tempo avevamo detto che febbraio ci sembrava un termine troppo ravvicinato, che sicuramente entro febbraio, se non si fossimo riusciti entro dicembre, difficilmente ce l'avremmo fatta: con le festività, con la ripresa delle sedute di Consiglio e con gli argomenti che erano all'o.d.g. del Consiglio, non si sarebbe riusciti ad andare avanti.
Infatti ci troviamo un nuovo documento che è una proroga di autorizzazione.
Per carità, lo abbiamo fatto anche nelle precedenti gestioni, quindi non è qualcosa di cui scandalizzarsi, ma credo che debba essere innanzitutto chiarito il rapporto politico che intercorre tra Giunta maggioranza ed opposizione.
Nella conferenza stampa che abbiamo tenuto non è stato difficile elencare gli ordini del giorno, non della minoranza ma della maggioranza che non sono ancora stati onorati dalla Giunta regionale. Sappiamo bene che non è possibile onorare tutti gli ordini del giorno in uno o due mesi, ma ci è parso di cogliere, nel comportamento dei membri della Giunta regionale, tranne qualche significativa eccezione, un certo distacco, una certa apatia o un certo ottimismo nel rassicurare su certe soluzioni, che poi vengono regolarmente rinviate. Un dare quasi come una situazione in cui si dice che va tutto a posto, poi, però, non ne risponde più nessuno e finché non viene risollevato in Aula, nessuno se ne preoccupa.
Dobbiamo anche valutare questi aspetti, in quanto è bene che già anche con questa proroga vengano definite alcune modalità chiare e trasparenti.
inutile che noi - maggioranza o minoranza - ci sforziamo di presentare altre decine di ordini del giorno che poi vengono disattesi perdiamo solo tempo nel produrre carta e svolgere riunioni; magari tra maggioranza e minoranza ci possono non essere le intese, ma, se, per caso queste si trovano, difficilmente hanno un seguito.
Quello che voglio dire è che da parte della Presidente e della Giunta ci deve essere un governo diverso nei rapporti con questo Consiglio. Ci deve essere un rapporto diverso nel dare e nel chiedere; è necessario sapere dialogare prima affinché non ci siano provvedimenti che improvvisamente, piovono all'attenzione di questo Consiglio per scelte anche gestionali che nessuno oserebbe contestare.
Faccio solo l'esempio dei direttori generali delle ASL: nessuno - io per primo - ha chiesto nulla, però, a nessuno di noi, se ci fossero stati presentati due giorni prima, sarebbe corsa l'idea di dire: "Voglio questo al posto di quello". Quello che ci dà fastidio è leggerlo dai giornali. Ci dà fastidio leggere sui giornali le scelte che questa Giunta fa su tante materie, su tante cose che, invece, dovrebbero essere portate all'attenzione del Consiglio, anche perché, poi, quando si fanno gli annunci, i provvedimenti vanno portati a casa. Se dopo aver fatto l'annuncio si generano incomprensioni tra la Giunta e il Consiglio, tra la Giunta e la maggioranza o tra la Giunta e la minoranza o altro quel provvedimento sarà più difficile da portare a casa, sarà più difficile condividerlo.
Concludo questo mio primo intervento dicendo che, secondo me, questo ad oggi, manca pesantemente; adesso siamo nella fase della proroga, ma arriveremo al momento del bilancio. Noi vorremo che in questo lasso di tempo fossero chiariti questi aspetti; vorremmo maggiori risposte da parte della Giunta, ma non solo in termini di parole.
Per esempio - mi dispiace che non sia presente - aspettiamo molte risposte da parte dell'Assessore Bairati relativamente alla Fondazione post olimpica e al fatto che non si procede nelle nomine di questa Regione, che erano state concordate in Aula un anno fa. Un anno fa l'Assessore Bairati ci disse: "Facciamo questa cosa, il Consiglio sarà fatto così, tot posti alla maggioranza, tot posti alla minoranza, per gestire la fase post olimpica".
Oggi, ad un anno dalle Olimpiadi, siamo in piena fase post-olimpica e sostanzialmente, se non si provvede adesso a questa fondazione mi chiedo a cosa possa servire. Cosa serve farla nel 2008, quando saranno più decrepite le strutture? Anche qui noi ci sentiamo presi in giro, perché le risposte date in quest'aula non hanno avuto alcun seguito.
Lo dico oggi, in modo che non ci siano fraintendimenti quando si arriverà a discutere il bilancio. Manca sempre più tempo, è logico che d'ora in avanti, con la proroga, rimangono solo più due mesi, in termini di legge, per poterlo approvare. Chiedo che in questo periodo, in questa situazione, se si vuole riuscire, tra virgolette, a "far sì che ci sia un minimo di istituzione", si restaurino questi rapporti tra la Giunta e il Consiglio, tra la Giunta e i Capigruppo di maggioranza e di minoranza, tra la Giunta, relativamente alle scelte che, preventivamente, si annunciano nelle conferenze stampa, alla presentazione di progetti di legge, sul destino di Finpiemonte, quando ancora oggi non c'è un disegno di legge in merito.



(Scampanellìo del Presidente)



CASONI William

Termino subito.
Sì, sappiamo che c'è un quadro entro il quale ci si dovrebbe muovere ma riteniamo che, per esempio, questo, così come indicato dalla legge, sia il Consiglio a doverlo determinare e non altri. Viceversa, sappiamo quanto è stato determinato e lo aspettiamo.
Termino questo mio intervento sottolineando questo aspetto che per il nostro Gruppo sarà dirimente. Sinora abbiamo tenuto un atteggiamento di opposizione costruttiva, nel senso che non abbiamo mai avuto atteggiamenti ostruzionistici troppo forti, però, se, in questi mesi, non ci arrivano alcuni segnali nei rapporti, siamo disponibili a tornare all'Alleanza Nazionale delle origini, a quella che è capace di far rimanere ogni provvedimento in aula anche delle giornate intere, se vediamo che questo rapporto non si sviluppa e non si crea.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, sostanzialmente, ribadiamo le considerazioni svolte in sede di Commissione quando è stato portato in discussione il provvedimento sulla proroga dell'esercizio provvisorio. Le considerazioni che vogliamo ribadire anche in Aula attengono un po' a quanto accaduto a partire dal 29 dicembre 2006 fino ad oggi.
Il 29 dicembre 2006 è stato proposto l'esercizio provvisorio per un certo tot di tempo, fino al 28 febbraio. La scorsa settimana in Commissione, negli ultimi giorni possibili, è stata presentata un'ulteriore proroga dell'esercizio provvisorio. Rispetto alle esperienze del passato nulla quaestio, nel senso che questo Consiglio, negli anni, ha impostato il proprio lavoro - purtroppo! - secondo proroghe, rispettivamente, di esercizio provvisorio in esercizio provvisorio.
Il problema, però, è un altro, attiene al fatto che nel lasso di tempo intercorso dalla data in cui abbiamo approvato il primo esercizio provvisorio ad oggi - oggi ci viene proposta un'ulteriore proroga dell'esercizio provvisorio - non abbiamo colto da parte di questa maggioranza e di questa Giunta un'effettiva priorità nella possibilità di discutere e approvare il bilancio regionale.
Alla data del 23 febbraio, che è la data, se non ricordo male, in cui si è tenuta l'ultima riunione di Commissione prima dell'effettiva discussione del bilancio, in IV Commissione non si è mai discusso del bilancio di previsione per l'esercizio 2007. Questo è a dimostrazione del fatto che la Giunta, oggi, ci chiede una proroga di esercizio provvisorio non legata ad un contesto contingente di discussione approfondita e quant'altro del bilancio di previsione nella varie Commissioni, ma semplicemente, perché in questi mesi c'è stata una notevole leggerezza nella programmazione delle sedute di Commissione sul tema del bilancio preferendo altri argomenti assolutamente importanti, che noi condividiamo siano importanti per questa Regione, ma, dal punto di vista delle tempistiche, ci stupisce molto che oggi ci si porti a discutere su una proroga di esercizio provvisorio che, magari, sarebbe tranquillamente potuto essere evitata se questa maggioranza avesse semplicemente voluto discutere di bilancio nell'ambito delle Commissioni. Così non è.
Come dicevo, la IV Commissione ha iniziato ieri, se non ricordo male l'attività di discussione del bilancio con uno degli Assessori competenti.
Vogliamo sottolineare questo aspetto proprio per rigettare qualsivoglia eventuale considerazione sul fatto che l'opposizione, in questa fase di lavori del Consiglio, stia assumendo - o abbia intenzione di assumere qualche atteggiamento di "blocco ostruzionistico" nei confronti di un documento che noi riteniamo importante, come quello del bilancio di previsione.
Quindi, è stata una scelta vostra - di questa maggioranza - quella di non discutere di bilancio nelle varie Commissioni.
Si è scelto di prendersela con comodo e il risultato di questo atteggiamento è proprio una richiesta di proroga di esercizio provvisorio che si sarebbe tranquillamente potuta evitare se si fosse iniziato un percorso di discussione molto sereno nell'ambito delle varie Commissioni.
Ed è per questo che noi chiediamo alla Giunta e a questa maggioranza se, come nel precedente testo, all'articolo 2, quando parla di dichiarazione d'urgenza, corrisponde veramente ad una dichiarazione d'urgenza, perché non abbiamo ancora colto, né nell'ambito delle Commissioni, né nell'ambito di questo Consiglio, soprattutto rispetto ad alcuni temi importanti che giacciono in discussione nelle varie Commissioni, quali sono le priorità.
Tempo fa, leggevamo sui quotidiani che la Presidente Bresso dichiaratamente, non era particolarmente interessata alla discussione del bilancio, che rinviava serenamente al 2007, cosa che, ovviamente, è avvenuta. Ci domandiamo in quali termini questa maggioranza voglia dotarsi di un bilancio di previsione, perché sinceramente non è mai accaduto che un Consiglio regionale e una maggioranza posticipassero la discussione del bilancio di previsione rispetto ad una serie (sicuramente importante) di altri argomenti.
Nel concludere questo mio intervento introduttivo rispetto al disegno di legge di proroga per l'esercizio provvisorio, la domanda che vorrei porre è proprio questa: quali sono le vostre priorità? Sinceramente, noi non le abbiamo capite.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, Assessore e colleghi, utilizzo questi pochi minuti per fare due considerazioni: una riguarda la questione dei tempi, l'altra, in generale, la politica di bilancio e l'esigenza che la Regione torni ad approvare - o si sforzi in tal senso - i documenti di bilancio nei termini previsti dalla legge sulla contabilità.
Sulla prima questione, vorrei ricordare sommessamente al collega Casoni che l'Assessore venne in Commissione con una prima proposta, che riguardava l'esigenza di approvare l'esercizio provvisorio entro il 31 marzo. Vi ricordate? Questo sulla base di valutazioni fatte dall'Assessore, che lo spingevano a ritenere il 31 marzo come un termine ragionevole entro il quale approvare il documento di bilancio. Fu la Commissione, in particolare i Gruppi della minoranza, a sollecitare una diversa data di scadenza dell'esercizio provvisorio. Tutti, allora, animati da volontà di approvare il prima possibile i documenti bilancio, convenimmo sul fatto di indicare come data il 28 febbraio.
Oggi, sulla base dell'esperienza maturata, riconosco, in effetti, che la data più ragionevole forse era quella del 31 marzo, tant'è che oggi discutiamo sulla proroga dell'esercizio provvisorio fino al 31 marzo, per l'appunto.
Oggi, però, Presidente Casoni, siamo nelle condizioni di fare una valutazione: oggi dovremmo votare un termine ragionevole, perché - ha ragione in tal senso la Consigliera Ferrero - la IV Commissione dovrà, nei prossimi giorni, cimentarsi con l'esame di documenti di bilancio. Credo però, che l'esigenza di votare il bilancio entro il 31 marzo non sia incompatibile con quella sollecitazione che sia il Presidente Casoni sia la Consigliere Ferrero avanzavano alla Commissione e alla maggioranza, quella di favorire un confronto il più ravvicinato possibile anche nella Commissione di merito. Da ciò si desume che potremmo ragionevolmente pensare di avviare un confronto complessivo in I Commissione, tale per cui non solo voteremo in quella sede e potremo far tesoro delle osservazioni e dei rilievi maturati durante il dibattito delle Commissioni, ma potremmo anche vedere come e in che misura giungere, nei tempi stabiliti all'approvazione del bilancio della nostra Regione.
Faccio, però, una seconda considerazione politica: la Consigliera Ferrero - do atto della sua onestà intellettuale - ha riconosciuto che noi da questo punto di vista, siamo una Regione che spesso e volentieri ha fatto ricorso all'esercizio provvisorio. Non lo dico per giustificare perché noi, allora, eravamo severamente critici verso una Regione che non riusciva ad approvare il bilancio entro il 31/12. Però è un dato di fatto che la nostra Regione abbia sistematicamente, negli ultimi cinque, sei o sette anni, fatto ricorso all'esercizio provvisorio.
Noi dovremmo tornare alla normalità. E ritengo che a nostra discolpa ma non voglio, con questo, ridurre la portata della questione che avete posto - pesi il fatto che abbiamo, nel corso di questi ultimi mesi assegnato al Vicepresidente Peveraro una responsabilità politica importante, azione che forse giustifica l'esigenza di ripensare e affrontare diversamente una serie di problemi.
Penso, però, che tutto questo debba sollecitare tutti noi al ritorno ad una condizione di normalità. L'Assessore Peveraro l'ha detto molto chiaramente, intervenendo in Commissione. Qui le esigenze che si pongono sono due, e le ha indicate il Vicepresidente: una è politica, e riguarda la maggioranza, la Giunta e il rispetto dei tempi; una è regolamentare.
Ricordo ai colleghi che noi, nella prospettiva di riconoscere una corsia preferenziale alla discussione sulla politica di bilancio, abbiamo con lo Statuto, individuato ed istituito una sessione di bilancio, che oggi, però, è come se non esistesse, perché abbiamo ancora un Regolamento che non recepisce la possibilità di normare la discussione sulla sessione di bilancio. Questa, invece, è un'esigenza che noi avvertiamo.
Se vogliamo, tutti insieme, porci utilmente il problema di rispettare i termini - il bilancio va presentato entro settembre; la sessione di bilancio consente un confronto di merito - dobbiamo adoperarci su piani diversi: ci sono responsabilità che sicuramente attengono al Governo regionale - e, sulla base anche delle sue rassicurazioni, sollecito l'Assessore Peveraro, la Giunta e tutti noi di maggioranza ad affrontare diversamente il prossimo anno la questione dei tempi, adoperandoci affinch il bilancio possa essere approvato entro il 31/12 - ma dobbiamo anche porci insieme il problema di introdurre quelle modifiche regolamentari (penso alla sessione di bilancio o altre qualora queste fossero necessarie), che rappresentano un contenuto affinché i bilanci possano essere approvati nella data stabilità, e cioè entro il 31/12.
Dico questo sulla base di un'ultima considerazione di carattere generale, Consigliera Ferrero e Presidente Casoni: abbiamo tutti l'interesse che la politica della Regione si doti di strumenti finanziari entro le date stabilite.
Ci possiamo confrontare sulle politiche di bilancio, per cui possiamo essere d'accordo o meno sulle politiche adottate, ma è interesse della Regione avere i bilanci approvati entro il 31/12.
Questo obiettivo generale, indipendentemente dalle posizioni politiche di merito, dovrebbe essere, in qualche modo, una bussola per tutti e consentirci, nel prossimo anno, di voltare davvero pagina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Siamo qui a discutere sulla nuova richiesta di proroga all'esercizio provvisorio. Per carità, non vogliamo creare problemi, ci mancherebbe altro! Non possiamo certo lasciare il Piemonte senza una situazione contabile accettabile, purché provvisoria.
Però, caro Presidente, mi lasci fare - affinché anche lei le faccia alcune osservazioni. Io ritengo che l'attuale maggioranza sia un pochino confusa, perché su una serie di argomenti sta cercando di inserire delle terminologie e delle regole che non possono essere accettate da questa minoranza e tanto meno dalla Lega Nord. Lei pensi al disegno di legge della Giunta che è in esame in VIII Commissione (quella famosa legge sulle discriminazioni): lì dentro state cercando di inserire qualcosa che va a minare le famiglie ben oltre quello che farebbero gli stessi DICO che vorrebbe il Governo.
Per intenderci, mentre i DICO nazionali, che sono stoppati al momento prevedono termini precisi per avere diritto al riconoscimento di coppie di fatto o coppie di convivenze, il vostro disegno di legge, portato avanti dall'Assessore Manica, prevede il riconoscimento di coppie di conviventi o convivenza di fatto; anzi, nello stesso testo usa quattro terminologie diverse in quattro capitoli differenti che darebbero, non solo alla coppia di conviventi normali, uomo o donna, diritti all'accesso alla casa e ad altro, per quanto riguarda le norme regionali, come a qualunque altra coppia, ma addirittura estende gli stessi diritti alle coppie che convivono per motivi affettivi, parentali e addirittura di amicizia.
In base a quello che sta uscendo dall'VIII Commissione, Presidente, di due amici che dichiarano di convivere insieme per motivi di amicizia, si può decidere di fare una coppia di conviventi. Nel disegno di legge portato avanti dalla Giunta in VIII Commissione, una coppia di amici o amiche possono tranquillamente dichiararsi conviventi per amicizia e così facendo vedono cadere ogni tipo di barriera, ad esempio quella delle assegnazioni delle case popolari.
Secondo lei, Presidente, è pensabile che il centrodestra possa accettare una cosa del genere? È pensabile che la Lega Nord possa accettare una distruzione totale della famiglia che va ben oltre i DICO? Lei capisce Presidente: pensare che due ragazzi che da Alessandria, figli magari di medici, prendono un alloggio a Torino per frequentare l'università, si dichiarano conviventi per amicizia - attenzione Presidente, conviventi per amicizia, come prevede questa legge se esce così - abbiano diritto a passar davanti ad una coppia di operai dalle FIAT con figli, perché hanno reddito zero rispetto alla coppia di operai, secondo noi è inaccettabile! Una cosa così non potrà mai passare! Quindi è evidente, Presidente, - l'ho detto al Presidente della Commissione quindici giorni fa quando se ne è cominciato a discutere in modo approfondito, l'ho ridetto ieri e l'ho fatto mettere a verbale - se andate avanti con un provvedimento di quel tipo, lei capisce che si perde del tempo, perché con il Regolamento che abbiamo in quest'Aula e - ieri lo abbiamo dichiarato tutti - con le forze di opposizione che fanno barriera e fanno muro, perdiamo giorni e giorni di lavoro.
Presidente, vogliamo un attimo valutare quello che vogliamo fare per il nostro Piemonte? Vogliamo portare avanti un provvedimento che dà pari dignità, come famiglia di fatto, ad una coppia di amici o una coppia di persone che lo fanno per convenienza, impegnando per esso il bilancio della Regione? Se lei vuole anteporre un provvedimento del genere staremo qua dei mesi. Glielo dico già e glielo confermo. Ma non credo che sia il caso.
Allora vogliamo dedicare un po' più di tempo al bilancio? Il collega Ronzani parlava di fare (lo prevede anche lo Statuto) anche le sessioni di bilancio, ma basta raddoppiare i tempi dedicati al bilancio delle Commissioni evitando di perdere tempo con provvedimenti che in quest'Aula non passeranno mai. Per un provvedimento del genere staremo qui giorno e notte.
Vogliamo passare a parlare del Piano sanitario? Voi stessi, lo diceva il collega Ghiglia stamattina, vi fate opposizione interna sul Piano sanitario della Regione, con Susta, ex Vicepresidente della Regione papabile segretario regionale de La Margherita, che dichiara che va rivisto il Piano. Esponenti importanti della maggioranza, dalla Bresso a Deambrogio di Rifondazione Comunista, dichiarano: "Susta sbaglia, il Piano sanitario funziona". Questo lo dice la Bresso, ma anche secondo Rifondazione Comunista le sue sono dichiarazioni sconcertanti e gravissime.
Lei capisce, Presidente: come fate a chiedere a noi della minoranza di farvi passare quel piano? È chiaro che perderemo settimane e mesi e, anche in questo caso, il bilancio di cui ha tanto bisogno la nostra Regione rimarrà parcheggiato.
Devo dirle qualcosa della legge sulla casa? Proprio ieri, in Commissione, abbiamo avuto una discussione, il collega e amico Rocchino Muliere ha dichiarato che sulla legge sulla casa ci sarà una battaglia campale volta a togliere i tre anni di residenza e lavori in Piemonte per accedere alle graduatorie dell'assegnazione delle case popolari.
Come può pensare che, anche su questo argomento, un movimento come quello della Lega Nord, che ha impiegato tre anni quand'era in maggioranza per mettere dei paletti all'assegnazione delle case popolari per dare un piccolo aiuto e un contributo alle famiglie nostre che vivono e lavorano in Piemonte - abbiamo ottenuto per almeno tre anni, ma ne chiedevamo cinque non si metta di traverso su un provvedimento che vorrebbe portare a zero il tempo per aver diritto a aderire ai bandi per l'assegnazione delle case popolari? È impensabile, quello è un altro provvedimento su cui faremo muro contro muro e la maggioranza perderà giorni, se non mesi, se vorrà cercare di approvarlo.
Dobbiamo parlare anche della legge sulle lingue minoritarie, dove il piemontese è stato cancellato. Come può pensare che un movimento come la Lega non dica nulla? Magari in Commissione lo facciamo passare, ma nel momento in cui arriva in Aula, faremo le barricate. Poi, se vogliamo parliamo di TAV, della pillola abortiva. Vogliamo parlare di dichiarazioni fatte a destra e a manca dalla Presidente Bresso, chi più ne ha più ne metta? Presidente, vogliamo essere seri? Capisco che la maggioranza abbia alcuni principi che a tutti i costi vuol portare a termine con un testo vuole scriverli in un testo e cercare di approvarlo, ma sceglietene uno vivaddio! Uno! Se voi tirate fuori quattro o cinque provvedimenti su cui noi dichiariamo l'impossibilità alla trattativa e tutti insieme li volete portare avanti, dopo non potete venire a piangere e dire: "Non riusciamo a fare il bilancio, non riusciamo a fare il Piano sanitario, non riusciamo a fare la legge sulle discriminazioni". Per forza! Sceglietene uno, si fa la battaglia ideologica, facciamo le notti in Consiglio e magari lo portate a casa. Ma se volete mandare avanti quattro o cinque provvedimenti non condivisi, non solo ne portate a casa nemmeno uno, ma non facciamo neanche un servizio al Piemonte: nel momento in cui il Consiglio riceverà questi provvedimenti, sarà inchiodato giorno e notte e non passeranno neanche le leggi fondamentali per il territorio, tra cui il bilancio.
Sul bilancio non si fa ostruzionismo, si lavora, si fa un lavoro magari anche lungo. Ci saranno richieste delle minoranze, che saranno in parte accettate, e si farà una trattativa per il territorio e per il bene del Piemonte. Ma si arriverà a un voto che richiede del tempo. Se voi, in mezzo, infilate tutte queste cose ideologiche - da muro contro muro - non portate a casa né le cose ideologiche, né le questioni politiche di principio, ma non portate a casa neanche il bilancio.
Presidente, veramente le chiedo di valutare questo con la sua maggioranza, perché cercare di portare avanti questioni come quelle di cui le ho accennato è un'utopia. Noi glielo diciamo, perché non vogliamo essere accusati, quando questi provvedimenti arriveranno, di fare ostruzionismo.
Glielo diciamo prima.
Se questi provvedimenti arriveranno in Aula in questo modo, siamo disponibili a stare qui giorno e notte e non ci venga poi a dire che c'è il bilancio. Se c'è il bilancio, facciamolo, risolviamolo e approviamolo, poi valutate le questioni ideologiche. Se non fate così, è chiaro che sarà vostra responsabilità se non riuscirete ad approvare quello che più sta a cuore al territorio piemontese.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare statale "Gianni Rodari" di Trofarello (TO)


PRESIDENTE

Prima di procedere al dibattito, saluto gli allievi della Scuola Elementare "Gianni Rodari" di Trofarello (TO), che sono in visita al Consiglio regionale. Benvenuti a tutti e buona continuazione della visita.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 412, inerente a "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2007" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito generale sul disegno di legge n. 412.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Assessore, era interessante sentire la parte terminale dell'intervento del relatore Rabino, quando si accalorava e ricordava che le Province, i Comuni e le imprese aspettano l'approvazione di questo bilancio, e naturalmente noi gli diamo ragione.
Certo, però, bisogna avere una bella faccia tosta, per un esponente della maggioranza, venire a fare questo discorso il giorno in cui si chiede la proroga del bilancio al 31 marzo, un bilancio che ancora non è neanche uscito da tutte le Commissioni di merito.
per noi una sconfitta politica di questa maggioranza e di questa Giunta il dover oggi richiedere un'ulteriore proroga di bilancio. Proroga al 31 marzo che, probabilmente facendo facile vaticinio, noi riteniamo non sarà neanche sufficiente.
Ve l'abbiamo detto in Commissione: "Non ce la farete neanche per il 31 marzo", caro Assessore. Sarebbe stato forse più onesto arrivare direttamente al 30 aprile, perché se è vero, come è vero, che il bilancio non è uscito da tutte le Commissione e nella Commissione principe (IV Commissione) solo venerdì si è iniziato a verificare l'ipotesi di bilancio e neanche sulla sanità, ma sull'assistenza. Dovendo esaurirsi tutta la discussione in IV Commissione, che noi sappiamo essere una discussione sempre importante anche con tempi medio-lunghi, e poi dover ritornare in I Commissione, il fatto di arrivare al 31 marzo con il lavoro completamente svolto, aver già fatto anche tutta la discussione in Aula e quindi arrivare all'approvazione, mi sembra sinceramente la solita vostra previsione basata sulla città del sole, sulla fantasia, sulla filosofia e non sulla realtà.
Del resto, il collega Ronzani metteva in evidenza una serie di anomalie che, ormai, stanno diventando quasi una regola e alle quali voi avevate promesso di mettere mano ridando invece una certa normalità a queste date a queste scadenze e a certe approvazioni di legge.
Assessore, come si fa a pensare di fare il bilancio entro il 31 dicembre, quando si presenta il DPEFR al 31 luglio, quando si fa l'assestamento al 7 novembre, quando si presenta il bilancio provvisorio a fine dicembre? Tra l'altro, con le dichiarazioni della Presidente Bresso che dice: "Cosa volete che sia? Il bilancio non è mica una priorità di questa Regione", per giustificare questo ingiustificabile ritardo.
Quindi arriviamo al DPEFR che passa in Commissione addirittura a gennaio, arriveremo a questo bilancio preventivo a fine di aprile arriveremo al prossimo DPEFR nuovamente presentato a luglio, per arrivare al nuovo assestamento che sarà di nuovo votato in autunno e così via. E questo non è il primo anno del vostro governo, cari colleghi, non è più il 2005, l'orologio della storia - forse non ve ne accorgete - va avanti, è già passato tutto il 2006 e siamo in queste condizioni.
Siamo al 28 febbraio a parlare del bilancio di previsione del 2007 giungeremo al 30 marzo e poi al 30 aprile e non riusciremo ad arrivare ad una sistemazione di questi impegni, che sono impegni importanti.
Quindi prendete come impegno politico quello di voler riportare alla normalità queste scadenze, che sono scadenze fondamentali per la vita di questa Regione, altrimenti proponete una modifica, proponete di cambiare come riterrete più opportuno le date di scadenza di questi momenti, che però non possono essere cambiati più di tanto, perché comunque un bilancio di previsione entro il 31 dicembre ha da essere votato o, al massimo prorogato.
Questo, evidentemente, vuol dire che non c'è la volontà di lavorare su queste poste, perché questa maggioranza e questa Giunta si è data, sempre con la solita condizione di irrealismo, altre priorità.
Ricordate le dichiarazioni: "Entro il 30 dicembre noi faremo il Piano sanitario". Siamo a pagina 17 o 18 della lettura dell'emendamento di 258 pagine o più.
Posso capire che l'inesperienza di dieci anni di non governo, per i primi sei, otto, dodici mesi, vi abbia potuto mal consigliare, ma ormai siamo quasi a due anni dalla nostra elezione e dalla vostra nomina a essere Assessori: come potete continuare a sbagliare in maniera così clamorosa questa previsione? vero che la nostra civiltà della comunicazione tutto brucia e tutto dimentica con grande rapidità, però poi gli articoli sui giornali, le interviste televisive rimangono per ricordare ai piemontesi che tante vostre promesse, anche di questo tipo - lasciamo perdere quelle di tipo più contenutistico, ma anche soltanto quelle di rispetto dei termini che la Regione, con i suoi Statuti e i suoi Regolamenti, si è data - non riusciti a mantenerle.
Sicuramente vi voterete questa ulteriore proroga, che per me non sarà neanche - ripeto - l'ultima proroga, perché o voi troverete nelle Commissioni di competenza e, soprattutto, in Commissione sanità, priorità diverse rispetto a quelle che vi siete dati fino ad oggi, quindi metterete da parte il Piano sanitario, che tanto - abbiamo già sentito stamattina crea anche al vostro interno così tante discussioni, dando priorità una volta tanto a questo benedetto bilancio, altrimenti entro il 31 marzo non farete un bel niente! Accetto scommesse con l'Assessore (sempre piccole): entro il 31 marzo lei non verrà qua a farci votare il bilancio. Ma questo, caro Assessore non perché lei sia cattivo o perché non sia sufficientemente capace. No.
Lei sarebbe in grado, lei ha la capacità tecnica, ma non ci saranno i tempi, non ci saranno le volontà per far sì che entro il 31 marzo questo bilancio esca dalla IV Commissione, esca dalla I Commissione e passi tutto il dibattito in Aula.
Ma quale film stiamo vivendo, con quattro sedute di Consiglio da qui al 31 marzo? Ma quale pellicola? Gli oscar sono già passati, non li prendete più neanche quest'anno, caro Assessore! Lei sa che la giornata precedente all'oscar danno un premio per il film più brutto e per l'interprete peggiore: se vuole, possiamo provare a fare un oscar dei bilanci più ritardati e vedere se riusciamo a vincerlo anche questa volta.
Se ritenete, lo possiamo fare, ma sicuramente la mia previsione, che non sarà sicuramente smentita, è che anche quest'anno arriveremo in ritardo. E speriamo di farcela entro il 30 aprile, perché altrimenti andremo a finire come certe Regioni di questa nostra bella Italia, e non per colpa di qualcuno, ma per colpa delle priorità che questa maggioranza e questa Giunta non si sa dare, che tralasciano eventi fondamentali per la vita di questa Regione.
Quindi, caro Consigliere Rabino, non faccia il portavoce delle imprese dei Comuni e delle Province che piangono perché non c'è il bilancio: pensate piuttosto a voi stessi e alla faccia tosta con cui andate a dire queste cose in giro, perché di tutto può essere responsabile questa opposizione, ma non di un ostruzionismo preventivo sul bilancio, in quanto l'ostruzionismo ve lo fate sostanzialmente da soli, scegliendo altre priorità di intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Se mi è consentito, vorrei fare un preambolo in ordine all'atteggiamento delle imprese nel rapporto economico-finanziario con la Regione. Le imprese oggi piangono perché aspettano i pagamenti. Questa è una piaga molto pesante e dolorosa, che crea veramente grandi difficoltà soprattutto alle piccole imprese che lavorano per diversi Comuni in una determinata zona.
Mi è capitato di vedere il caso di un'impresa il cui credito verso la Regione assommava a 800 mila euro. L'Assessore Peveraro, per la verità, un primo tentativo di ridurre i termini di pagamento lo ha fatto, dobbiamo darne atto. Ma purtroppo questo non è sufficiente perché le banche soggetto che l'Assessore Peveraro conosce bene, in questo momento, stanno guardano più a Basilea 2 che non alle esigenze delle imprese che hanno bisogno di avere un maggior credito e un maggior sostegno.
chiaro che la situazione si complica per l'impresa che ha eseguito un determinato lavoro per conto di un Comune: magari arriva un finanziamento dalla Comunità montana, prima che arrivi sul tavolo della Regione c'è la liquidazione, dopo la liquidazione va in ragioneria; insomma, i mesi passano prima che l'effettivo pagamento arrivi in tesoreria. È un allarme che non va sottovalutato. Bisogna domandarsi se sia il caso di mandare avanti ulteriori impegni se poi non siamo in grado di onorare i pagamenti al momento opportuno. Paghiamo prima di tutto il pregresso, che rappresenta una situazione veramente pesante.
Per quanto riguarda l'esercizio provvisorio, i Consiglieri hanno fatto le considerazioni dovute, che condivido; mi domando se sia giusto prorogare l'esercizio fino al 31 marzo o se non sia il caso di prorogarlo fino al 30 aprile. Non dico al 1° aprile perché potrebbe essere, oltre che il mio onomastico, anche un giorno particolare nell'ambito del calendario.
Con questa ulteriore proroga è chiaro le Commissioni e l'Aula potrebbero programmare senza assilli perché, in fin dei conti, il risultato è quello che conta. Ma conta se ci sarà un confronto costruttivo anche con l'opposizione e conta se l'opposizione avrà una serie di risposte, come già qualche Consigliere ha prima sottolineato.
Faccio degli esempi. Non abbiamo nessuna intenzione di avere un approccio di tipo clientelare in questa fase. Tuttavia, è chiaro che, nel momento in cui, a causa della confusione del Governo nella predisposizione della legge finanziaria, una persona seria come l'Assessore Peveraro getta la spugna e dice "aspettiamo il 31 dicembre per vedere cosa capita", se uno avesse voluto capire cosa succedeva nei due mesi della Finanziaria non ce l'avrebbe fatta, perché certi cespiti e certe aree di normativa sono cambiate a ripetizione nei vari passaggi tra Camera, Senato e Commissioni.
Il dato di partenza è che siamo al mese di febbraio. In linea di massima, tutti noi che veniamo dagli Enti locali abbiamo una cultura dominante che dà per scontato che il bilancio si fa a febbraio, marzo o aprile a seconda dello spostamento dei termini dovuto ai diversi tempi di approvazione delle leggi finanziarie annuali. Ma questo non è giusto. In quel momento siamo già in condizioni di fare il primo assestamento del bilancio! Che caspita di bilancio di previsione è? Non è un bilancio di previsione, lo è per modo di dire.
A questo punto, la conseguenza è che si comprime tutta la progettualità e ci si appiattisce sulle gestioni. Non ce ne rendiamo conto, ma è così.
Faccio un esempio. Questa mattina, esaminando il bilancio e discutendo con alcuni colleghi, abbiamo verificato che una serie di dubbi che potevano emergere a novembre, oggi come oggi, dovrebbero essere rettificati. Nel senso che siamo spinti a conoscere quello che ha già fatto, o quello che intende fare, la Giunta non può dire "questo è un bilancio di previsione vedremo in sede di gestione", perché siamo nel pieno della gestione.
Insomma, vorremo alcuni chiarimenti per sveltire il bilancio.
Se ci sono le leggi regionali e le varie procedure per assegnare finanziamenti al territorio, unitamente agli Accordi di programma, è chiaramente un percorso possibile, però è chiaro che diventa un bypass.
Diventa un bypass per risolvere in modo presidenziale, o assessorile, extra ordinem, situazioni che, magari, seguendo le procedure ordinarie, sono difficili da risolvere.
A questo punto - lo avevamo già chiesto all'Assessore Susta, adesso lo chiediamo all'Assessore Peveraro - gradiremmo un'informativa e una discussione preventiva di quello che si discute e si propone nelle varie Province. Noi ci siamo trovati "scodellati", dopo le visite pastorali della Presidente Bresso. Vi è una serie di Accordi di programma che sarebbe opportuno commisurare alle priorità del Documento di Programmazione Economica Finanziaria e su cui, personalmente, raccomando una cura dimagrante: sono sufficienti poche pagine di strategia, per quanto riguarda il prossimo anno, se si vorrà che il bilancio sia approvato prima della fine dell'anno precedente. Altrimenti - con tutti gli annessi e connessi ma in questo caso si ricalcherebbe quello che si faceva prima, ma la cosa non mi tocca - sarebbe il caso di fare del DPEFR uno strumento strategico di indirizzo molto stringato e poco di dettaglio. Il dettaglio viene con il bilancio.
Ho voluto tratteggiare alcuni aspetti che, tutto sommato, sono balzati ai miei occhi, ma li ho considerati fermandomi a ragionare sulla situazione in cui ci troviamo. La situazione in cui ci troviamo è che non sappiamo bene quando è cominciato l'iter, ma sappiamo che dovrà terminare entro il 30 aprile proprio perché abbiamo anche noi coscienza dell'importanza dell'atto.
La gestione, comunque, va avanti, ci sono strumenti che non impediscono alla Giunta di operare - di questo, vivaddio, prendiamo atto. Però evitiamo di fare inutili accelerazioni e di darci scadenze premature che poi magari, anche per soli due giorni, ci costringono a prorogare il termine al 30 aprile.
Il consiglio che mi permetto di dare all'Assessore è una definizione convergente al 30 aprile come ultima scadenza dell'esercizio provvisorio per quanto riguarda il 2007.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riteniamo che questa Giunta regionale si sia contraddistinta per molte carenze, che abbiamo inteso sottolineare, dall'aprile 2005 ad oggi.
Uno dei dati più negativi, in quanto non sarebbe un dato di carattere politico, ma una modalità di corretta gestione, riguarda i ritardi o i mancati pagamenti. Abbiamo dovuto attendere il maxiprestito del maximutuo del Vicepresidente della Giunta nel dicembre del 2006, perché venisse messa a pagamento tutta una serie di partite a credito che la Regione aveva da molto tempo. Ovviamente, di tempo ve ne sarebbe stato anche prima essendoci già prima un Assessore al bilancio e un'individuazione dei crediti da pagare, tanto in sanità quanto in altri settori.
Un altro aspetto da sottolineare riguarda i ritardi nei pagamenti.
Vicepresidente, lei lavora da molti anni nell'amministrazione pubblica quindi sa che, in generale, l'amministrazione pubblica non brilla per rapidità nel pagamento. Bisogna dire, però, che rispetto a molti anni fa quando i soggetti privati avevano una propensione nelle tempistiche di pagamento piuttosto ridotte e il pubblico piuttosto elevato, oggi abbiamo molte realtà (anche il Comune di Torino, pur essendo un ente non governato dal centrodestra), in cui le tempistiche di pagamento sono simili o addirittura inferiori a certi soggetti del mondo del privato, che pagano con tempistiche decisamente superiori ai quattro mesi.
Questa non solo sarebbe una politica di bilancio positivo, ma darebbe la possibilità di pari accesso a tutti i soggetti e a tutte le imprese.
ovvio che all'interno dell'ente Regione Piemonte, che mentre approva il proprio bilancio - ci auguriamo entro il 31 marzo, ma temiamo nel mese di aprile - indice appalti, prosegue nelle opere e storna fondi a Comuni e a Province, ci sono piccole e medie imprese nelle condizioni di non partecipare ad alcuni bandi organizzati da soggetti pubblici, fra cui la nostra Istituzione, nell'incertezza che gran parte dell'eventuale guadagno dell'appalto andrebbe alle banche.
Sappiamo, infatti, che con una determina della Regione Piemonte la banca anticipa denaro. Sappiamo anche, però, che non lo fa per mutuo soccorso, ma chiedendo un congruo interesse. Molte imprese, quindi, non vi partecipano più.
Questo, al di là del ritardo dei pagamenti - cosa importante ma già sottolineata da altri colleghi - significa creare una disparità tra soggetti che possono operare con la Regione Piemonte.
In altri enti, per esempio la Provincia di Torino, con un grande dirigente pubblico come il dottor Faravelli, sperimentammo insieme come la velocità di pagamento portò a riduzioni, nel campo dell'edilizia scolastica, dal 30 al 50%, perché c'erano piccoli soggetti più competitivi più flessibili, non monopolisti sul mercato, che potevano fare all'amministrazione pubblica, quelli che erano i costi del privato.
Questa non è una premessa nel parlare di politiche di bilancio, ma per dire che un documento di bilancio approvato nel mese di marzo o di aprile pone tutta una serie di problematiche che si legano allo sviluppo della nostra Regione. Di questo certamente non si può incolpare in alcuno modo l'opposizione, perché credo che i colleghi presenti, o il Presidente di Commissione, daranno atto che in sede di Commissione abbiamo analizzato il bilancio ponendo ovviamente le domande e gli approfondimenti del caso, ma non è stato presentato alcun emendamento. In alcuni casi, come nella Commissione di ieri pomeriggio in cui si è discusso del bilancio di assistenza, abbiamo ritenuto che il bilancio fosse da modificare, quindi abbiamo annunciato che in Aula - e non in sede di Commissione presenteremo modifiche che individuino una politica alternativa che il centrodestra farebbe qualora fosse forza di governo.
Vi è un altro dato che personalmente credo vada preso in considerazione: venerdì mattina inizieremo l'analisi del bilancio della sanità in sede di IV Commissione. Se da un punto di vista dell'iter parlamentare è assolutamente corretto che la presentazione del bilancio avvenga in sede di I Commissione, ritengo che se si volesse fare un'analisi attenta del bilancio regionale, il passaggio immediatamente successivo dovrebbe essere una riunione di IV Commissione, o meglio, di I e di IV Commissione insieme, per valutare il bilancio della sanità, prima di ogni altra Commissione. È ovvio che quando si analizza un bilancio che copre quasi l'80% del bilancio regionale, ma che negli ultimi due anni ha visto al di là delle valutazioni polemiche già espresse, una crescita percentualmente superiore al 10% del bilancio stesso, vuol dire che, se si continuerà di questo passo, le Regioni rischieranno di trasformarsi, da qui a qualche anno, in Agenzie Regionali per la Sanità.
Inizieremo a vederlo venerdì mattina. Va benissimo: i tempi delle Commissioni non li decidiamo noi; gli ordini del giorno non li decidiamo noi. Stiamo ad aspettare quanto accade.
Tuttavia, non si può rilevare come, al di là delle tempistiche dovute dei lavori di Commissione (è corretto che in Commissione si esaminino i bilanci) anche in questo caso vi sia una legge regionale che prevede che il bilancio deve essere presentato entro il mese di settembre o di ottobre, e votato entro il 31 dicembre.
La Presidente dice: "No, il bilancio lo presenteremo a gennaio perch vogliamo vedere l'esito della Finanziaria". Questa è una valutazione che in più di un'occasione abbiamo sottolineato come poco coerente, perché se sono un soggetto che fa programmazione mette in atto una valutazione rispetto ai tagli previsti, considerato che la legge finanziaria, pur con alcune variazioni, la si conosce già dal settembre 2006 e che l'ultima variazione cioè quella in cui vi è stato l'incontro con le Autonomie locali e la Conferenza Stato-Regioni in cui si è definito, aumentandoli, i trasferimenti regionali, è dell'ottobre-novembre 2006, c'erano già tutti gli strumenti per presentare in tempi utili il bilancio.
Sottolineo un ultimo aspetto. Si è atteso il voto della Finanziaria.
Rilevo soltanto al Vicepresidente, nonché Assessore al bilancio, che nonostante si conoscano i quantum dei trasferimenti, si ha un bilancio che relativamente alla normativa regionale, è incompleto. L'Assessore sa bene che votiamo un bilancio preventivo ma pluriennale, ma sa altrettanto bene che, in gran parte del bilancio sulle poste del 2007-2008 non è allocato neanche un euro. Questa sarà una considerazione che faremo quando discuteremo, nel merito, il bilancio preventivo in Aula. Tutto questo per dire che la lunga attesa non ha partorito un bilancio che risponde anche solo ai requisiti che la nostra legge di contabilità pone.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sono ben lieto che il Vicepresidente interverrà, perché dal suo intervento si chiarirà meglio dove la strada, non solo la legge in discussione oggi, ma la più ampia del bilancio possa portare per aiutarci a sciogliere una serie piuttosto lunga di nostre preoccupazioni, le quali però, non vorrei risultassero soltanto nostre - so che sono già state toccate da una serie di interventi dei colleghi - ma attengono principalmente a due temi.
Il primo riguarda la configurazione del bilancio, non tanto in termini di esercizio provvisorio, ma di bilancio vero e proprio. Credo che il Vicepresidente facilmente ci darà atto che sinora nelle Commissioni di merito, dove la Giunta, o, se vuole, la maggioranza, ha inteso porre tale documento all'attenzione dei colleghi Consiglieri, si è svolto un lavoro ordinato senza alcuna interlocuzione che avesse neanche lontanamente a che fare con il bilancio stesso.
Siamo molto preoccupati per un'inutile fase di melina o di dilazione dei tempi, però, Vicepresidente, in IV Commissione, che è l'ultima Commissione di merito che ancora lo sta esaminando - lunedì scorso è stata ultimata la presentazione da parte della collega Migliasso - noi di opposizione, magari facendo una cosa che la Giunta non condivide - ci servirebbe comprenderlo - abbiamo chiesto di impiegare la prossima seduta di venerdì 2 marzo per discutere del bilancio.
Grazie, collega Dalmasso, stavo soltanto citando dei fatti, nulla più perché la proposta che ci veniva fatta era di esaminare il PSSR, che non è né urgente né all'esame: a fare due cose nello stesso tempo solo Padre Pio e pochissimi altri sono specializzati, ma attengono ad aree che non sono qui facilmente frequentabili.
Dopodiché, quando il 2 marzo sarà iniziato - non so quando si esaurirà l'esame per quanto attiene la parte del collega Valpreda, mi permetto di chiederle, senza che venga considerata una richiesta, di essere presente venerdì, in modo che a eventuali nostre richieste attinenti al bilancio della sanità, che, come lei ben sa, è non poca cosa rispetto al più complessivo bilancio dell'ente Regione, faccia da garante delle domande non certo delle risposte, onde eventuali conseguenze che dovessero derivare abbiano una condivisione sia in termini di Giunta che, perché no, in termini di politica più ampia, nota anche la non particolare passione dell'Assessore Valpreda per la parte numerica del suo lavoro.
Si dice che a sud dei Sassi di Matera ci sia un'infezione derivante da una zanzara sottospecie della zanzara anofele. In genere l'Assessore è preoccupatissimo e informato; ove non lo sia, lo diventi immediatamente sui numeri non prova particolare emozione, il che, però, crea qualche problema e imbarazzo, in quanto la sanità, purtroppo, piaccia o non piaccia, è fatta essenzialmente di numeri.
Richiamo questo aspetto perché, una volta esaurito l'esame in IV Commissione, arriveremo in I Commissione, dove preannuncio che la struttura complessiva del bilancio da lei proposto, pur non trovando ad una disamina che, peraltro, come Gruppo di opposizione non abbiamo completato - nulla di aprioristicamente inaccettabile, presenta tutta una serie di aree su cui, a nostro avviso, le scelte da lei suggerite a mo' di sintesi rispetto a quelle proposte dai colleghi, sulle quali la Giunta ha deliberato, si prestano a interpretazioni piuttosto ampie. Si tratta di aree in cui le risorse dedicate sono carenti, anche a detta degli Assessori che nelle varie Commissioni di merito si sono confrontati con noi.
una scelta strana, se mi è consentito dirlo, che privilegia l'area della spesa corrente rispetto a quella più interessante per tutti certamente per l'opposizione, degli investimenti. Quindi, se vuole portarsi avanti con il lavoro, sappia che buona parte del lavoro dell'opposizione si svolgerà nell'ambito del pluriennale, quindi degli investimenti, rispetto ad aree di spesa corrente che non vedono attinenti fondi di natura obbligatoria. La Regione è indebitata, quindi non c'è più la differenza, se non per i fondi statali, di area e di spesa corrente rispetto a fondi regionali dedicati all'investimento, sempre alle banche bisogna rivolgersi o a più costose iniziative tipo i BOR o altre iniziative che, certamente l'Assessore ha proposto e credo dovrà riproporre, visto che l'area dei BOR se l'è già tutta fulminata, se non sbaglio; di questo discuteremo nell'ambito del merito. Questo è il bilancio.
Poi, c'è un tema che di nuovo mi interessa che il Vicepresidente, la Presidente Bresso, i Capigruppo di maggioranza ci aiutano a comprendere in termini di priorità; mi fermo solo alla I Commissione. In I Commissione oggi - non ancora arrivati, ma "arrivandi", l'ultima eccellente notizia ce l'ha data lei questa mattina - ci sono il bilancio dell'esercizio 2007 2009, la legge n. 51, la legge di riordino delle partecipate e, se vuole la modifica della legge n. 8, come lei ci ha utilmente comunicato questa mattina. So che la Giunta ha celermente deliberato, dopo corto dibattito la versione due di Scar, la vendetta, che adesso si chiama "Società di Committenza Regione Piemonte"; anche questo tema non mi sembra piccolissimo. Allora, la revisione di Finpiemonte, la legge n. 51, il bilancio, SCR: fateci capire, se lo ritenete, come la maggioranza e la Giunta vogliono muoversi, tenuto conto che venerdì prossimo è il 2 marzo.
Non tocco per nulla l'apparente dicotomia presente in questa tematica, la considero ineludibile dal punto di vista dell'Ente Regione chiunque lo governi e in genere, per carità, la si può fare nel bilancio, in Finpiemonte, in SCR, sulla legge n. 51. Avendo visto le bozze e i documenti che fin qui la Giunta ha elaborato o sono in corso di elaborazione, devo dire che non ci sono presupposti ideologici in queste aree che generino aprioristicamente dei confronti duri tra opposizione e maggioranza; altro tema è il PSSR. Però, se non definite delle priorità e se, dopo averle eventualmente definite, non riteneste opportuno, qualora lo riteniate - non è una richiesta, è solo una riflessione - di comunicarvele e di comunicarcele, non riesco bene a capire in che modo l'iter dei nostri lavori - non parlo dei vostri - possa arrivare ad una qualche conclusione.
per questo - poi, quando arriveremo nel merito di questa lunga e succosa legge, ne parleremo, non necessariamente nella seduta odierna - ed è evidente che noi riteniamo, Vicepresidente, quasi una provocazione indicare il 31 marzo come limite. Se noi volessimo farvi perdere tempo, e non è escluso che lo faremo, nemmeno emenderemmo questa data. Siccome credo che sia più facile per il Toro vincere lo scudetto quest'anno che per quest'Aula approvare il bilancio entro il 31 marzo, se noi fossimo dilatori o ostruzionistici, non emenderemmo tale data. Non emendandola, cosa che invece, essendo seri, le chiederemo di fare, lei fra un mese o poco più sarà di nuovo seduto lì - salvo avvicendamenti di Giunta che, peraltro, noi auspichiamo sempre, in qualunque momento, perché ogni movimento di Giunta ci conforta e ci dà degli stimoli per il nostro lavoro, ma a questo pensateci voi - a presentarci di nuovo una richiesta.
Faccia lo sforzo di arrivare al 30 aprile, che è il massimo per ora consentito dalla legge nazionale, così evitiamo una brutta figura a lei due sessioni ulteriori di I Commissione e di Aula sciupate, perch veramente, non capisco questa forma di autostruzionismo. Capisco il collega Chieppa, con il quale abbiamo un accordo di natura strategica, lavoriamo per un fine comune più alto e più nobile, ma voi, che siete molto laici come me, perché vi fate così del male? Cercate di avere un pochino di rispetto per il vostro lavoro, non dico per il nostro. Noi stiamo cercando di lasciarvi lavorare tranquilli, perché ci sembra che facciate già tutto voi, però, non esagerate, perché, poi, sembra quasi una provocazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Nei pochi mesi che sono in Consiglio regionale abbiamo affrontato argomenti importanti, come la TAV, il federalismo, ultimamente la RAI regionale e quant'altro; argomenti che, di settimana in settimana, si ripropongono ma non si risolvono, anche perché alcuni sono effettivamente complessi, soprattutto per quanto riguarda le decisioni della maggioranza.
La proposta avanzata dal Capogruppo di Forza Italia, insieme ad altri Consiglieri di minoranza, a onor del vero avrebbe dovuto essere suggerita dalla maggioranza, nel senso di richiedere più tempo, accantonando per due mesi il provvedimento di bilancio, per discutere e portare avanti i problemi: o l'intenzione non è quella di discutere con serenità dei problemi importanti di questa Regione, oppure è incomprensibile perché non possa essere accolta questa nostra proposta.
Ribadisco che la proposta del Consigliere Burzi è ragionevole. Chiedo pertanto, al Presidente di accoglierla, per evitare che si accavallino problemi più delicati, come quelli a cui faceva poc'anzi riferimento il Presidente Rossi - per quanto non ci trovi tutti d'accordo - affinché si possa discutere più serenamente dei problemi della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Solo una considerazione. Mia moglie sostiene che io sia un pessimo politico. Sapete perché? Perché secondo lei un buon politico prima si prefigge cosa deve dimostrare, poi usa il cervello per dimostrarlo.
Il mio difetto, invece, è che so dove mi piacerebbe arrivare, per cui cerco sempre di trovare ragionamenti logici in tal senso, ma talvolta incespico e ho difficoltà ad andare avanti perché la logica non va.
Ho ascoltato tutto il dibattito generale e ritengo che la Presidente Bresso sia una bravissima politica. Spiego il perché.
Quando ho avuto il piacere di confrontarmi con lei per una legislatura in Provincia (io in minoranza, lei in maggioranza), vedevo sempre con terrore l'avvicinarsi del santo Natale, perché voleva dire notti passate a discutere sul bilancio, dal momento che la Presidente Bresso sosteneva che bisognava approvarlo assolutamente entro il 31 dicembre, perché così prevedeva la legge. Qualcuno di noi ribatteva: "Ma c'è ancora la legge Finanziaria", ci sono sempre le Finanziarie! "Benissimo. Acceleriamo i tempi, perché se no ci fregano. Noi decidiamo prima; poi, magari, dovremo cambiare qualcosa, adeguandoci ad una legge dello Stato, ma intanto partiamo da quello che vogliamo; diamo un'indicazione della nostra sovranità politica". Facendo così, regolarmente, entro il 23 di dicembre approvavamo il bilancio della Provincia.
Quando inaspettatamente sono venuto in quest'Aula, pensavo che la Presidente Bresso avrebbe portato un vento di novità - sapevo che normalmente la Regione approvava dopo il bilancio - per cui, immaginavo che avrei dovuto sentire nuovamente quei discorsi che, tutto sommato, non mi dispiacevano affatto. Adesso, allibito, sento che bisognava aspettare l'approvazione della Finanziaria. Forse perché prima il Governo non era amico, mentre adesso sì? Non so, ma non voglio scendere a queste illazioni.
O la Presidente ha cambiato obiettivo - e da buon politico dovrà spiegare il perché - oppure ha cambiato idea. Ma non credo.
Secondo me, ha cambiato obiettivo per un insieme di fattori che tutti conosciamo.
Come vedete, col mio intervento non faccio ostruzionismo, non uso nemmeno i dieci minuti a mia disposizione.
Volevo solo far notare che magari c'è qualcosa che non funziona nella vicenda del bilancio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nastri; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente.
Per ricollegarmi all'ultimo intervengo del collega Novero, ritengo che all'interno della Giunta (e quindi all'interno della stessa maggioranza) venga a mancare un metodo, che dovrebbe rappresentare la "normalità" quando si amministra: si costruiscono i percorsi per arrivare ad un metodo, e si costruiscono i metodi per raggiungere un obiettivo.
L'obiettivo era quello di far approvare questo bilancio entro il 31/12: non solo il bilancio non è stato approvato, ma siamo qui, oggi, a votare la proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2007, che dovrebbe avvenire - forse, magari, chi lo sa - entro marzo 2007.
Lo avrei potuto capire all'inizio, il primo anno, per la novità, quindi col novizio di pagare anche un certo rodaggio; ma dopo due anni di amministrazione regionale, sicuramente ci si aspettava qualcosa di diverso qualcosa con più esperienza. Cosa significa? Significa che, da parte della Giunta regionale e della stessa maggioranza, ci si attendeva un bilancio che tenesse conto delle esigenze dell'intero Piemonte, non soltanto di una parte di esso.
Stamattina, quando ho chiesto l'inversione all'o.d.g. del punto 33) relativo all'ordine del giorno n. 585, l'ho fatto con un preciso intento: sapevo che questa inversione non sarebbe stata votata, però l'ho proposta per capire se effettivamente, da parte di quest'amministrazione di centrosinistra, c'è l'esigenza di conoscere i problemi della Regione Piemonte, che non riguardano soltanto Torino, ma l'intero territorio.
Qualche settimana fa, il Vicepresidente Peveraro è venuto a far visita insieme al collega e amico Cattaneo, nella nostra Provincia, per confrontarsi con l'imprenditoria e l'associazionismo in genere. Io sono intervenuto dicendo che l'Assessore Peveraro, Vicepresidente della Regione era venuto nella mia Provincia a "fare passerella". Ho detto questo perch non si può far propaganda elettorale dopo due anni che ci si è insediati all'interno di una Regione, visti i problemi che questa Regione ha soprattutto negli ultimi due anni. Soprattutto, non si possono creare quelle aspettative ai cittadini piemontesi che oggi necessiterebbero di percorsi completamente diversi.
Oggi non esiste, da parte della Regione Piemonte, l'intento di costruire una legge che possa effettivamente occuparsi dell'occupazione perché uno dei grossi problemi di questa Regione è sicuramente legato alla percentuale di disoccupazione, e non di occupazione.
Quando dicevo che il Vicepresidente era venuto nella nostra Provincia a far passerella, significava anche non dare risposte serie; "risposte serie" significa non limitarsi alle parole, ma costruire effettivamente un percorso per raggiungere un obiettivo prefissato. L'obiettivo è quello di creare i presupposti per le ricadute sul territorio. Oggi, invece, ci troviamo a dover combattere quasi quotidianamente contro una sinistra che è completamente divisa nel proprio interno, ma non su problemi politici.
Sarebbe facile, infatti, confrontarsi sulle tematiche politiche, sulle tematiche inerenti all'ambiente (non ultimo, il blocco dell'auto di domenica scorsa), perché quando qualcuno pensa che si creano nuovi percorsi ma si fanno le battaglie sulle ideologie, ebbene, sicuramente così non si ottiene il bene dei cittadini.
Non è possibile che, dopo due anni, siamo ancora qui ad approvare una proroga per l'esercizio provvisorio, perché questa Giunta non è stata in grado di approvarlo entro il 31/12/2006 come non sarà in grado di farlo neanche entro il 30 marzo. Sono pronto a scommetterlo anch'io, perché anche all'interno delle Commissioni si lavora in maniera molto superficiale.
Ecco perché, come diceva il collega Botta, tutto questo è possibile verificarlo nei primi sei mesi. Nei primi sei mesi ci si poteva anche aspettare qualcosa di diverso, ma dopo due anni bisogna creare quei presupposti per amministrare. Oggi, sicuramente, non solo non siete in grado di amministrare, ma state creando grossi danni d'immagine e soprattutto, grossi danni alla nostra Regione.
facile venire a far le passeggiate all'interno di Province piene di problemi, com'è facile dare contributi (mi dispiace che manchi l'Assessore Oliva). È facile dare invece i contributi dove non vengono richiesti, tipo quelli al Comune di Arona per le mostre, invece è difficile creare i presupposti per l'occupazione.
Ecco perché, da parte mia, ma penso da parte di tutti, quello che avviene oggi è un esempio lampante del fatto che non c'è la volontà di amministrare. Siamo qui oggi ad approvare una proroga per l'esercizio provvisorio perché non siete stati in grado di fare squadra. Al vostro interno diventa difficile fare squadra, soprattutto, quando c'è divisione su tutto e fra tutti.
Il vero problema, Vicepresidente Peveraro, non è tanto quello di fare propaganda o di fare passeggiate all'interno delle Province che aspettano risposte. Il vero problema è il suo obiettivo, perché il suo compito doveva essere quello di creare le opportunità per fare approvare questo bilancio entro il 31 dicembre, ma non è stato neanche in grado di farlo.
Questo, secondo me, riguarda anche la superficialità della sua maggioranza, ma riguarda soprattutto la superficialità con cui vengono affrontati i problemi. La superficialità chiaramente porta a dire che non siete in grado di amministrare. Per fortuna, sono già trascorsi due anni: aspettiamo che trascorrano altri due anni, affinché i cittadini piemontesi possano ritornare a vedere il sole e non vedere soltanto la nebbia.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa.
La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio

Intanto vorrei tranquillizzare il Consigliere Nastri. Non sono abituato normalmente a fare passerelle, d'altra parte non ho neanche il fisico per poterlo fare. Sono stato a Novara, come nelle altre Province della Regione per iniziare, per quanto mi riguarda, visto che è poco più di sei mesi che svolgo questa funzione, un lavoro di collegamento e di contatto con le realtà produttive del territorio.
Devo dire che certamente non aspetto risultati miracolistici rispetto a quelle che lui ha definito passeggiate o passerelle, ma certamente possiamo dire che per la settimana successiva è già stato convocato un incontro a Torino, per affrontare un problema molto importante per la città di Novara e la Provincia e, direi, per l'intera Regione: l'insediamento del nuovo ospedale. Mi risulta che il Sindaco stesso di Novara ha manifestato soddisfazione, perché ha detto testualmente: "Finalmente qualcosa di concreto". Non è certo l'esito e il risultato della mia visita, ma certamente è l'esito e il risultato di una particolare attenzione che l'amministrazione regionale piemontese pone su quella importante città e Provincia.
Devo ringraziare, peraltro, i Consiglieri che sono intervenuti nel corso del dibattito di approvazione di questo provvedimento, perch effettivamente sono emersi spunti particolarmente interessanti. Ne vorrei affrontare in particolare due, perché mi sembrano i più importanti in relazione al provvedimento che andiamo ad approvare.
Il primo è un ragionamento complessivo che è stato posto sia dal Consigliere Casoni sia dalla Consigliera Ferrero, già ripreso anche nell'intervento del Consigliere Ronzani, in merito alla necessità di rispettare assolutamente i tempi di approvazione dei nostri documenti.
Lo considero un aspetto assolutamente importante, perch inevitabilmente, se introduciamo elementi di ritardo anche solo su uno dei documenti contabili, questo necessariamente comporta a cascata dei ritardi sui documenti successivi. Voglio solo ricordare la mia prima esperienza in questa sede, ovvero l'approvazione del bilancio di assestamento, che è stato presentato dalla Giunta il 4 luglio ed è stato approvato il 27 novembre.
inevitabile che se arriviamo all'approvazione dell'assestamento il 27 novembre, questo condiziona la presentazione del bilancio di previsione perché è evidente che deve essere atto successivo all'approvazione dell'assestamento, anche, se non altro, per disporre, nella fase di predisposizione del bilancio di previsione, di quegli elementi essenziali del bilancio dell'esercizio precedente, che formano la base per il successivo documento.
Si può disquisire, come è stato fatto dal Consigliere Novero, circa le modalità e la migliore modalità per la presentazione di un documento.
Ribadisco il mio impegno, compatibilmente con le approvazioni precedenti ad accelerare l'iter di presentazione e stimolare la successiva approvazione da parte del Consiglio per quanto riguarda i documenti contabili, convinto che, in particolare, per la Regione sia indispensabile disporre tempestivamente di questo documento.
Mi permetto di dire che, in una situazione di particolare incertezza sulla Finanziaria nazionale del 2007, certamente la possibilità di disporre di elementi un po' più concreti soprattutto in merito ai trasferimenti ha forse contribuito alla presentazione di un documento che ha delle caratteristiche di completezza accettabile.
L'eccessiva accelerazione dei documenti di previsione, a mio avviso comporta nell'Ente locale come nella Regione un indubbio sfasamento della fase di approfondimento del bilancio, perché il documento di previsione non è più il documento fondamentale cui si fa riferimento, ma il documento che dovrebbe essere rappresentativo delle volontà politiche amministrative di una Giunta diventa la prima variazione di bilancio, per gli Enti locali, o l'assestamento nel caso della Regione: le modalità di approvazione dei due documenti sono ben diverse se sulla prima variazione c'è lo stesso approfondimento, lo stesso dibattito e lo stesso confronto che, a mio avviso, è necessario fare su un bilancio.
Obiettivamente, c'è una certa differenza e io ho sempre puntato ad avere le idee chiare su quella che poteva essere l'impostazione complessiva del bilancio, che deriva certamente anche dalla Finanziaria nazionale, per presentare all'amministrazione comunale il bilancio piuttosto che farlo in una fase successiva, in sede d'assestamento.
Il dibattito però è aperto. Mi rendo conto che questa è un'impostazione assolutamente legittima, perché vi sono impostazioni diverse e opposte. Su questo, certamente un impegno forte e deciso per accelerarne i tempi.
L'altro aspetto molto importante - forse non è questa la sede per discuterne, ma sono stato stimolato dagli interventi del Consigliere Cavallera e anche di altri Consiglieri - è la questione legata ai termini di pagamento e alle difficoltà finanziarie dell'amministrazione regionale.
indubbio, la situazione è difficile. Gli interventi messi in atto intorno alla fine dell'anno hanno migliorato la situazione quindi, nel breve, hanno avuto un effetto positivo. Come veniva giustamente sottolineato, un effetto positivo non solo legato al semplice rapporto fra amministrazione regionale e fornitori, ma per l'intero tessuto economico della nostra regione.
Certamente, in prospettiva, la situazione non si può che ripresentare come critica con, tutto sommato, elementi di maggiore rigidità, e quindi di minore flessibilità, rispetto a quelli di cui abbiamo potuto usufruire fino ad oggi. Questa cosa certamente mi preoccupa e anche molto.
Purtroppo, devo riscontrare - lo dico con grande rammarico e dispiacere che l'auspicato, almeno da me, intervento del Governo centrale per un pagamento più rapido dei nostri crediti, non è assolutamente avvenuto.
Entro la fine dell'anno - tra novembre e dicembre - abbiamo avuto circa 650 milioni di euro rispetto al credito originario di 3 miliardi e 600 milioni quindi abbiamo ancora un credito nei confronti dello Stato di 3 miliardi di euro che, certamente, condiziona e ingessa la nostra flessibilità finanziaria.
Che cosa fare? La prima necessità assoluta che abbiamo è quella di battagliare con Roma, non appena verrà ricostituito il Governo, per accelerare i termini di pagamento, anche in relazione al miglioramento degli incassi a livello nazionale che compare su tutti i giornali e su tutte le riviste. È necessario che una parte, quanto meno, dei maggiori incassi rispetto alle previsioni, vengano utilizzati per pagare i debiti nei confronti della Regione tenendo conto che, proporzionalmente rispetto alle dimensioni delle Regioni, la situazione è abbastanza analoga in tutte le Regioni d'Italia. Infatti, tragicamente, tutte le Regioni d'Italia sono in una difficoltà e in una tensione finanziaria.
Siamo abbastanza sulla buona strada: si acceleri il processo di federalismo fiscale. Questa modalità, al di là della possibilità e dell'elasticità che darà alle amministrazioni regionali di poter intervenire sulla questione specifica dei tributi, ci darà la possibilità finalmente, di incassare direttamente le imposte regionali. Solo questo ci metterebbe nelle condizioni, per esempio, di non avere quel malloppo di credito, che peraltro va aumentando nel tempo e, conseguentemente riacquistare un po' della flessibilità.
Le due condizioni - smobilizzo del credito e possibilità di incassare direttamente - mi fanno pensare che, in prospettiva, la situazione possa migliorare. Certamente nel breve termine - quando dico breve termine penso al 2007 - dovremmo essere molto attenti nella gestione della cassa e delle risorse per fare in modo di non rigenerare situazioni difficili come sono state quelle degli ultimi anni.
Da questo punto di vista, mi ricollego alle osservazioni che avanzava il Consigliere Burzi. L'attenzione sulla questione relativa alle spese di investimento e alle spese di capitale è legata al fatto che abbiamo la necessità di monitorare la cassa e abbiamo la necessità di monitorare anche il debito. Conseguentemente, nell'equilibrio generale di un bilancio spesa corrente e spesa di investimento - abbiamo la necessità di fare un equilibrato bilanciamento delle situazioni. Credo che su questo argomento avremo la possibilità di discuterne approfonditamente nelle Commissioni.
Quello che voglio evidenziare, senza nota polemica - lo ha già evidenziato bene il Consigliere Ronzani - è che, quando ho presentato il primo disegno di legge per l'esercizio provvisorio, avevo prospettato il 31 marzo, conscio che i tempi tecnici di discussione, l'approvazione e la pausa natalizia ci avrebbero, comunque, portato a quella data. Fu proprio la Commissione, come veniva ricordato, che chiese di anticiparlo al 28 febbraio. Credo di dover mantenere il 31 marzo conscio della ristrettezza dei tempi, ma proprio per sottolineare quello che è stato uno dei punti rimarcato da parecchi Consiglieri, ovvero la necessità di accelerare e concentrare la discussione nell'ambito delle Commissioni su un tema così importante.
Condivido in pieno la conclusione della relazione introduttiva del Consigliere Rabino. Abbiamo la necessità di andare non più in esercizio provvisorio, ma con il bilancio definitivamente approvato per intraprendere tutte quelle iniziative che in questo documento sono ricomprese, e che certamente servono alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Prendo atto, nell'ambito della replica del Vicepresidente, della sua non volontà di procedere ad un allungamento dei termini da parte della Giunta. Come ho detto prima, non credo sia più nostro compito aiutare inutilmente questa Giunta. Noi non suggeriamo né emendiamo rispetto ad una data che, mi sembra un pronostico molto facile, la Giunta non è in grado di rispettare ma, in questo caso, direi per fatti tecnici. Ci sono quattro sessioni di I Commissione da adesso al 31 marzo, mi sembra tecnicamente impossibile.
Non c'è da parte mia nessuna nota polemica, Vicepresidente. Mentre do atto al Vicepresidente di aver chiesto già all'inizio il 31 marzo e l'opposizione chiese e ottenne il 28 febbraio, il Vicepresidente ricorderà perché ha partecipato ad alcune di queste fasi - che delle scelte peraltro legittime, che noi abbiamo considerato forzature da parte della Giunta e da parte della maggioranza, tuttora hanno, da allora ad oggi, dato priorità nell'ambito dei lavori della Commissione ad altri temi, senza che da parte della minoranza - o, meglio, oggi opposizione per essere precisi ci sia stata nessuna questione.
Non è stata una nostra scelta avere aumentato le convocazioni della Commissione IV nell'ambito delle sede del Consiglio. Non è scelta nostra aver forzato, sotto le feste di fine anno, per approvare urgentemente vorrei che lei se lo ricordasse - il Piano Socio Sanitario, all'epoca non ancora emendato, ma della sua Presidente. Tuttora non si capisce il perché: forse perché farraginoso, illogico e molto burocratico, ma non siete ancora neanche riusciti a presentarlo in Commissione. Questo è. Se poi vogliamo attribuirlo alla dura opposizione da parte nostra, la ringraziamo per il complimento, ma francamente crediamo di saper fare di meglio.
Ci dispiace per il collega Rabino e per le sue preoccupazioni, ma poiché abbiamo molta stima dei piemontesi, siamo sicuri che hanno già capito. Se volete provarlo c'è un metodo molto semplice, che un tempo si chiamava democrazia. Noi siamo pronti anche domani, se volessimo riconsultarli e trarne tutte le conseguenze del caso.
Per questo motivo, prendendo atto che la Giunta non vuole autoemendarsi, ma vuole il 31 marzo, mi tengo il documento e procediamo pure in questo modo.
Ci sembra che stiate lavorando bene. Grazie, Vicepresidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Nel mio primo intervento ho parlato del 30 aprile perché davo già per scontato, calcolando che abbiamo quattro riunioni di I Commissione e visto che questa maggioranza ci ha chiesto di dare priorità al Piano Sanitario sconvocando altre Commissioni, che evidentemente non si potranno fare che quattro riunioni di I Commissione nel prossimo mese. Dubito che allo stato attuale dell'arte, quando in IV Commissione deve essere ancora espletato tutto il ragionamento sulle poste di bilancio relative alla sanità, che non mi sembrano una componente secondaria del bilancio stesso, ma coprono oltre il 60-65% (a volte anche il 70%) dell'intero bilancio regionale, le questioni che sollevo siano quisquilie.
Quando arriveremo al 31 marzo, sono convinto che ripeteremo la stessa seduta di oggi. Noi ripeteremo: "Ve l'avevamo detto". Non essendoci i tempi, sarà l'ennesima dimostrazione che avremo perso del tempo, a spese dell'Istituzione e di noi stessi in Aula. Questo è quello che succede quando non si vuole individuare un reale obiettivo concreto.
Quello che auspichiamo è che cambi il metodo, a prescindere che il termine sia il 31 marzo o il 30 aprile, altrimenti credo che difficilmente quest'Aula potrà serenamente affrontare un ragionamento volto a offrire risposte al Piemonte.
Ci facciamo carico delle esigenze descritte dal Consigliere Rabino, che conosciamo. Le conosciamo meglio di lui, però il problema è che si affrontano confrontandoci nel merito e vedendo le priorità. Fra l'altro lui che le segnala deve provvedere a risolverle all'interno della maggioranza e con la sua Giunta. Viceversa, ci sembra che molte delle giuste rivendicazioni fatte su tante Province del nostro Piemonte non trovino nessun riassunto, né nelle indicazioni della minoranza né in quella della maggioranza perché, molto spesso, la Giunta viaggia da sola ad un livello più alto ed è convinta di arrivare da sola ad obiettivi che, nel concreto, non riesce a raggiungere.
Vediamo di cambiare questo metodo, confrontandoci più frequentemente.
Vediamo di chiedere a tutti quali sono le priorità e le urgenze, e speriamo che questa Giunta sia in grado di dare entro aprile un bilancio a questa Regione.
Vedremo se questo obiettivo sarà raggiunto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Intervengo per dichiarare che, relativamente alla votazione, il nostro Gruppo si asterrà.
Come mi diceva il Consigliere Pasquale Cavaliere quando era Consigliere di minoranza nella mia Città, quando la minoranza si astiene è quasi come se votasse a favore e, almeno, personalmente, è uno dei motivi per cui ci asteniamo.
Sicuramente, auspicheremmo un cambio di maggioranza, però, purtroppo ho l'impressione che occorrerà, in ogni caso, aspettare le prossime elezioni, che non sono domani, e poi si dovrà ancora vedere. Sic rebus stantibus, finché avremo l'attuale maggioranza. A me personalmente l'Assessore Peveraro sta bene, mi è anche simpatico, quindi il voto di astensione ha anche questo significato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi per dichiarazione di voto.



BURZI Angelo

Non volevo che il Vicepresidente pensasse che il giudizio del collega Novero, che, ovviamente, è a titolo personale, rappresentasse, se non per la componente sportiva, l'opinione del resto dell'opposizione.
Noi ci asteniamo, perché, come abbiamo già avuto modo di dire, non condividiamo non la legge che, evidentemente, è un atto dovuto, ma la modalità estremamente superficiale con la quale questa Giunta - mi venga consentito - si approccia all'approvazione del bilancio.
Vicepresidente, le do appuntamento per il 23 marzo, che è un venerdì il 23 è il mio giorno fortunato, ci sarà già l'ora legale, quindi sarà arrivata la primavera - in cui lei, nuovamente, verrà a chiederci in Commissione il prolungamento al 30 aprile, che è l'ultima fermata possibile, l'ultimo tram. Noi, ovviamente, le risponderemo, come ha già detto il Presidente Casoni, che pensavamo di averglielo già detto; lei non ne terrà alcun conto, perché mi pare che questa Giunta sull'udito, quale senso, sia particolarmente sorda.
Un altro aspetto riguarda, invece, il cambio di maggioranza che evidentemente, non è né possibile né tecnicamente auspicabile, tanto meno politicamente. Faccio solo rilevare, in questo caso non alla maggioranza ma alla Giunta, che alcune questioni che più volte sono state annunciate non soltanto in sede programmatica, ma anche in sede di dibattito consiliare - ce ne sono molte - poi, si sono verificate di difficile praticabilità in sede legislativa - l'elenco è lungo, quindi mi si consentirà non farlo.
La maggioranza dovrà decidere se passare non alla storia, ma alla cronaca - collega De Ruggiero, purtroppo, neanche ad una cronaca di particolare rilievo - per essere una delle prima maggioranze che ha approvato un notevole numero di ordini del giorno, la maggior parte dei quali non sono stati rispettati dalla Giunta, o voler anche fare qualche atto di governo. Qualora volesse fare qualche atto di governo su alcuni dei temi, senza nessun cambio di maggioranza, senza nessun particolare "inciucio", ma con la richiesta esplicita, noi, in sede politica, possiamo pazientemente aspettare; valutino i colleghi di maggioranza e di Giunta se e in quale misura il Piemonte possa aspettare. I piemontesi sono una razza strana, sono anche vendicativi, un tempo proponevano, adesso tendono a vendicarsi; come posso dire, pensateci, non fa mai male pensare!



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri si è sono astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame proposta di deliberazione n. 251, inerente a "Legge regionale n. 32/2001, articolo 3. Valutazione di insindacabilità, nell'ambito di un procedimento giudiziario, nei confronti di Matteo Brigandì, Consigliere regionale della VII legislatura, a seguito di istruttoria della Giunta per le Elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità" (Divenuta deliberazione consiliare n. 116-8648 del 27 febbraio 2007)


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare la proposta di deliberazione n. 251, di cui al punto 5) all'o.d.g.
In assenza del Presidente della Giunta per le Elezioni, chiedo ad uno dei due Vicepresidenti di dare lettura dell'estratto verbale della seduta n. 18 del 20 febbraio 2007.
La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Signor Presidente, credo che i colleghi abbiano tutti ricevuto l'estratto del verbale dell'ultima riunione svoltasi il 20 febbraio 2007 in cui la Giunta per le Elezioni si è riunita per la seconda volta per esaminare il caso relativo all'ex Assessore e Consigliere Brigandì.
Come si evince dal verbale, a larga maggioranza, la Commissione propone al Consiglio di concedere l'insindacabilità per i fatti indicati, per la denuncia rivolta al Consigliere Brigandì. In modo particolare, la Commissione ha rilevato che le opinioni espresse dall'ex Assessore e Consigliere Brigandì sono avvenute nell'ambito della propria attività di Consigliere regionale, per cui rientrano nel caso previsto dalla normativa di cui all'insindacabilità.
Per questo motivo, noi abbiamo riproposto, come prevede la legge, la questione al Consiglio per le decisioni in merito.
Credo di non dover aggiungere altro, se non che la maggioranza della Commissione ha ritenuto le affermazioni, le opinioni, la documentazione redatta e le dichiarazioni rilasciate dall'ex Assessore e Consigliere Brigandì rientranti all'interno della normativa, in modo particolare laddove si prevede che i Consiglieri regionali non possano essere perseguiti per le opinioni e i voti espressi nell'ambito della propria attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, inizialmente si pensava che ci fosse ancora tempo fino a martedì prossimo, ma, purtroppo, il tempo fissato per esprimere un giudizio come Consiglio scade lunedì, quindi, oggi, siamo costretti a pronunciarci. Avrei chiesto una settimana di tempo per un ulteriore approfondimento, in quanto, non facendo parte della Giunta per le Elezioni volevo approfondire meglio la documentazione.
Come abbiamo ricordato più volte in quest'aula, noi non siamo chiamati a giudicare il merito, ma siamo chiamati a giudicare se il Consigliere che ha fatto quelle affermazioni, le ha fatte nella funzione di Consigliere regionale in quanto tale. Sul merito ci sarebbe molto da dire. La volta scorsa, quando abbiamo giudicato l'insindacabilità un ex collega, avevamo precisato di essere chiaramente dalla parte di un "servitore dello Stato" cioè del Magistrato Caselli. In quel caso, però, stavamo giudicando un'altra cosa, non il merito.
Anche oggi, come in altre occasione, dobbiamo giudicare se quel collega, in quel preciso momento, ha fatto delle affermazioni in qualità di Consigliere regionale. Anche qui ci sarebbe da discutere sul merito: stiamo parlando di un funzionario di questa Regione, il cui ruolo è stato valorizzato anche dalla Commissione d'inchiesta istituita, in quel frangente, per giudicare l'operato dei dipendenti della Regione e della Giunta rispetto al lavoro che si era svolto nel dopo alluvione del 2000.
In quell'occasione, in un documento finale, la Commissione d'inchiesta aveva ringraziato i funzionari della Regione per il lavoro straordinario e di qualità che avevano svolto. Del resto, la Magistratura sta lavorando: è compito suo, e noi non dobbiamo svolgere un ruolo che non ci compete.
Ma colgo l'occasione per evidenziare il lavoro straordinario e qualitativamente elevato che hanno compiuto molti funzionari, in questo caso anche quel funzionario che è oggetto della diatriba giudiziaria: ci teniamo a sottolineare la nostra stima e il nostro rispetto nei suoi confronti.
Nello stesso tempo, però, siamo chiamati ad esprimere un altro tipo di giudizio. Sulla base della documentazione che ci è pervenuta, credo che l'ex collega Brigandì possa essere riconosciuto insindacabile.
Ho un unico dubbio e lo vorrei esprimere qui, in Aula: la documentazione che è stata consegnata alla Giunta per le Elezioni richiederebbe, davvero un minimo di valutazione.
Da una tabaccheria, è stato inviato, mediante fax, un documento che pare essere una relazione che l'allora Assessore Brigandì aveva svolto in Giunta, in cui si precisava che questa relazione era stata consegnata in Aula. Personalmente, non ricordo che questa relazione fosse stata consegnata in Aula: Allora facevo parte di quest'Assemblea, ma non ricordo.
Forse sarebbe stato più opportuno verificare se questa relazione era stata effettivamente svolta all'interno della Giunta. Perché oggi gli Assessori non godono più dei favori di questa legge, non facendo parte del Consiglio, ma nella scorsa legislatura - tutti tranne uno - ricoprivano questo doppio ruolo: quello di Assessore e quello di Consigliere regionale (e soltanto in questo caso, per il ruolo di Consigliere regionale che allora svolgeva l'Assessore Brigandì).
Questo documento, però, faxato da una tabaccheria - Tabaccheria Bianco mi pare alquanto singolare: non è datato né firmato. Non so, quindi, se sia un documento dell'ex collega Brigandì o di chi altro. Certo, la querela del dottor Cavaletto fa riferimento a questo documento. Questo è l'unico elemento - l'unico - che mi induce a dire che possiamo votare l'insindacabilità.
Tuttavia, sottolineo nuovamente che avrei voluto esaminare meglio questo documento: avrei voluto visionare i verbali della Giunta per verificare se questo documento era stato effettivamente letto in Giunta. Io non lo so, perché non ho avuto il tempo di farlo, ma sinceramente quando leggo "non letto in Aula, ma distribuito", mi chiedo: distribuito a chi? A chi lo aveva distribuito l'allora Assessore Brigandì? A me no, ma non so se qualche altro fortunato in quest'aula aveva ricevuto questo documento.
Guardate, quindi, che siamo proprio sul filo. Siamo sul filo. Io ho un atteggiamento garantista, però diciamo pure che siamo sul limite. Spero me lo auguro - che questo documento sia stato davvero letto in quella Giunta. Se ciò non fosse, guardate che stiamo votando una cosa... A questo punto, non potremmo giudicare insindacabile l'atteggiamento dell'ex collega Brigandì. Non potremmo giudicarlo tale.
Mi auguro che la Giunta per le Elezioni, il Presidente e i due Vicepresidenti abbiano davvero verificato che questo documento sia stato letto in Giunta, perché altrimenti non avrebbe alcuna validità. Non so chi di voi abbia visto questo documento, ma è senza validità, perché non c'è nulla che possa confermare che questo documento è valido ed è un atto ufficiale, se non il fatto che il dottor Cavaletto ne abbia fatto riferimento nella querela.
Se così stanno le cose, per quanto mi riguarda, credo che si possa giudicare l'insindacabilità dell'ex Consigliere Brigandì. Ma, come ripeto siamo sul limite.
Proprio per questo, Presidente, credo che sia utile - mi rivolgo ai colleghi dell'Aula - un approfondimento sulla legge che ha istituito l'insindacabilità dei Consiglieri regionali. Ma non perché quella legge sia sbagliata in sé - ho personalmente votato quella legge - ma perché credo che vada chiarita meglio nell'obiettivo che si prefigge. All'articolo 2 infatti, quella legge è un po' fumosa, forse volutamente. Facciamo, dunque una riflessione sulla validità e sulla funzionalità di quella legge. Ho colto l'occasione, Presidente, per sottolineare anche questo aspetto. Una settimana in più mi avrebbe permesso di comprendere meglio alcuni aspetti.
In base alla situazione odierna, per quanto mi riguarda voter l'insindacabilità nei confronti dell'ex collega Brigandì, sottolineando ancora una volta che, grazie all'operato e all'onestà di molti funzionari in questo caso del dottor Cavaletto - la Regione Piemonte ha potuto svolgere, in una fase molto delicata come quella dell'alluvione del 2000 un ruolo importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Comprendo l'intervento del Consigliere Muliere.
Tra l'altro, destino vuole che debba fare io questa relazione anche se per la verità, conosco il dottor Cavaletto ma non l'ex Consigliere Brigandì, se non per sentito dire. Mi attengo, pertanto, ai fatti.
Vorrei tranquillizzare, però, il collega Muliere e tutti i Consiglieri presenti, che la Commissione ha fatto per intero il suo lavoro, tanto è vero che in sede di I Commissione sono stati esaminati gli atti a disposizione. Non avendo completato quest'approfondimento, ha voluto convocare una seconda riunione di Commissione assumendo ulteriori atti e ulteriori documenti.
Ero tra i Consiglieri che si contentavano di ciò che era già stato prodotto nel primo incontro e questo perché? Perché l'esame degli atti ci avrebbe portato ad una discussione - peraltro, ha riconosciuto lo stesso Muliere - non di competenza della Commissione stessa, cioè nel merito della vicenda. Tutti noi, fra l'altro, abbiamo detto nell'ambito della discussione che il primato della politica è importante, determinante e decisivo nella nostra attività, ma non per questo è offensivo nei confronti del direttore, che stimiamo e conosciamo.
Vorrei però ricordare ai colleghi quello che è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica, che poi è stato decisivo della nostra scelta. In particolare, tra il 18 giugno e il 16 luglio 2003 il Consigliere e Assessore Matteo Brigandì distribuiva tra i membri del Consiglio regionale del Piemonte, avvalendosi del proprio ruolo di Assessore all'interno dell'organo medesimo, un memoriale.
Quindi è la Procura che ci dice che l'attività dell'ex Assessore è avvenuta all'interno del Consiglio regionale. Tutto il resto è opinabile ma non riguarda la nostra attività. Ecco perché abbiamo chiesto il riconoscimento dell'insindacabilità per i motivi che abbiamo adesso precisato. La Commissione ha svolto per intero il suo esame. Ha fatto di più, ha addirittura cercato di approfondire, nell'ambito delle proprie competenze, in che modo questo fatto si applicava alla normativa, facendo anche un po' di cronistoria dell'insindacabilità e riconoscendo che su questo tema possiamo discutere.
Abbiamo fatto degli esempi semplici e chiari, che rendono esattamente lo stato della situazione. Se un Consigliere regionale - non un Assessore nella fattispecie, perché questa legge non si applica agli Assessori che oggi siedono in Giunta, perché Consiglieri non lo sono; tant'è vero che in questi giorni abbiamo preso atto della rinuncia dell'insindacabilità di un Assessore che ne aveva appena fatto richiesta e poi ha rinunciato nell'ambito della propria attività, trovandosi in vacanza, offende un dirigente della Regione non vi è alcuna insindacabilità possibile. Se un Consigliere offende un dirigente nell'ambito di un'attività legata al suo ufficio, questa insindacabilità può essere concessa.
Facciamo un altro esempio: se un Consigliere regionale ad un semaforo si esprime in modo ingiurioso nei confronti dell'automobilista che gli ha tagliato la strada, in quel caso sicuramente può essere denunciato e vi pu essere il giudizio. Ma se ciò avviene nell'ambito del Consiglio regionale nell'ambito della sua attività, ecco che scatta l'insindacabilità. Ho portato degli esempi che sono anche dei paradossi, ma che rendono l'idea di che cosa effettivamente la norma intendeva.
Ecco perché noi ci siamo attenuti alle conclusioni del dottor Padalino Sostituto Procuratore della Repubblica, e lo ripeto a conforto di quei Consiglieri che, per motivi anche politici, avrebbero un atteggiamento diverso, ma che sono invitati, da parte della Commissione, ad attenersi alla normativa superando l'appartenenza politica e il giudizio politico: il Consigliere Brigandì distribuiva un documento fra i membri del Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, mi ritengo una vittima dell'istituto dell'insindacabilità in una riunione della Giunta per le Elezioni. Nonostante ciò, voterò a favore della proposta di insindacabilità in ossequio al principio garantista, in ossequio al fatto che oggettivamente, per quelli che sono stati gli atti che abbiamo avuto modo di vedere in sede di Giunta, pare che le affermazioni cui si riferisce la querela si dovrebbero addebitare ad un documento letto o distribuito, da parte del Consigliere Brigandì nell'esercizio delle sue funzioni di Consigliere regionale.
Perché ho detto che sono stato vittima? Perché nel lontano 1994, un allora parlamentare della Lega Nord coinvolse pesantemente, in relazione a un attacco politico, la mia persona e i miei familiari, dunque lo querelai ma non fu possibile ottenere soddisfazione perché quelle affermazioni si ritennero svolte e compiute nell'esercizio delle funzioni di parlamentare della Repubblica.
La riflessione che vorrei fare, riprendendo quanto detto dal collega Muliere, il cui intervento condivido assolutamente in tutti i suoi aspetti è proprio quella relativa alla necessità di riflettere, come Consiglio, se non sia necessario pensare di riscrivere la legge n. 32/2001, la legge regionale che tratta dell'argomento, per perimetrare meglio i confini dell'insindacabilità ed evitare che, al riparo di questo istituto, si possano pronunciare affermazioni lesive della dignità e dell'onore di persone che non possono trovare un momento di riscontro e di giudizio in sedi anche diverse e non soltanto in quelle politiche.
Quindi, questa riflessione la volevo fare come dichiarazione di voto anche se è un voto a favore con quei punti interrogativi che anche il collega Muliere ha richiamato prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Ne avrei fatto volentieri a meno, ma l'intervento del collega Muliere mi obbliga perché si è allargato molto, legittimamente parlando, rispetto al tema.
Ahimè, non ci vedo tanto bene ma ci sento benissimo. Alcuni di questi allargamenti mi obbligano a intervenire, perché sappia il collega Muliere che una delle cose che sopporto di meno è l'ipocrisia. Del Vangelo mi piacciono tantissime cose, ma la storia della cacciata dei mercanti dal tempio le supera tutte: Gesù era buono, ma quel che dice sui sepolcri imbiancati lo trovo musica per le mie orecchie.
L'ipocrisia è una cosa che sopporto pochissimo. Riportiamo un pochino d'ordine. Comprendo bene perché abbia detto certe cose e comprendo bene la difficoltà del ruolo che il Capogruppo del partito di maggioranza ha nel mantenere equilibri difficili per chiunque, particolarmente in questa fase il che lo costringe ad interventi di questo tipo.
Cominciamo dall'origine. Io la trovo una legge sbagliata, ma le leggi sbagliate si riformano e credo che sia compito dei legislatori modificarle: si discuteva un attimo fa con il collega Bizjak, abbiamo dei richiami costituzionali. Ciò che è successo nel parlamento italiano negli anni '90 ha comportato una serie di scelte che considero sbagliate per la classe politica di allora, che si sentì erroneamente sotto scacco senza esserne ancora uscita adesso. Però le leggi, se non ci piacciono si cambiano, se ci sono si rispettano.
L'unica cosa indubitabile all'epoca in cui quei fatti avvennero è che il collega Brigandì era un Consigliere regionale, perché allora non era una scelta, ma un obbligo. Gli attuali Assessori non sono Consiglieri per "sfiga", ma per scelta. Tra l'altro, abbiamo pesantemente criticato all'inizio, ma mi sembra che questi due anni di esercizio ci stiano dando ampiamente ragione e vedrete, quando sarà finita la fase dei congressi, e dovrete - non potrete - occuparvi di rimpasto, quanta ragione ci darete.
Il fatto che i colleghi Assessori non siano Consiglieri ci rammarica ma hanno loro scelto di dimettersi, rinunciando a un mandato per fare i dipendenti. Con tutto il rispetto per i dipendenti, come posso dire, non li ha obbligati nessuno! noto a tutti coloro che qui hanno discusso, anche nella scorsa legislatura, che alcuni erano contro (chi vi parla, per esempio, lo è tuttora). Qualora fosse stato un obbligo - c'è mancato poco che vincessimo noi, ma nel 2005, invece, abbiamo perso - se a me personalmente fosse stato chiesto di dimettermi per fare l'Assessore, avrei detto "no grazie". Avrei preferito fare il Consigliere, perché lo trovo più fungibile per il mio ruolo, più utile rispetto a svolgere un ruolo pur legittimo, ma di natura diversa.
Nessuna pena per chi fa delle scelte. Sono scelte, appunto. Io stesso mi considero una vittima, come diceva il Consigliere Ricca. Questa legge è stata votata nel 2001, ero presente, ricoprivo la carica di Assessore alcuni dei Consiglieri, tuttora presenti, li avrei querelati con estremo piacere. Non ho difficoltà a fare i nomi: il Vicepresidente Placido l'attuale Assessore Manica; l'attuale Presidente della Provincia Saitta.
Non li ho potuti querelare per questa simpatica legge, ma se l'attuale maggioranza volesse cambiarla e se fosse necessaria la mia firma sarei disponibile. Ma intanto le leggi ci sono.
Io non faccio parte della Giunta per le Elezioni. La trovo una delle tante cose, quasi inutili, di questo nostro Ente, ma lo Statuto lo abbiamo scritto, con fatica, insieme. È uno Statuto non particolarmente alto. Credo che nella scorsa legislatura le discussioni tra maggioranza e opposizione avrebbero potuto portare ad uno Statuto più alto, cosa che, volendo possiamo fare anche domani (anche quella è una legge, la legge principale).
Bisogna che i legislatori si attivino quando non sono soddisfatti di un prodotto. Lo Statuto c'è, è un successo l'averlo portato a casa, ma credo che si sarebbe potuto, o si potrebbe, essere anche più ambiziosi.
Correggo un altro passaggio di merito. Della Commissione di inchiesta di cui faceva cenno il Consigliere Muliere io facevo parte. Vero quello che ha detto: c'era una relazione di maggioranza che venne votata da tutti ad eccezione di due Consiglieri. Uno era il sottoscritto, l'altro era il relatore della relazione di minoranza, l'allora Capogruppo del Partito dei Radicali, Consigliere Palma. Esistono almeno due versioni.
Consiglierei - a chi avesse voglia, e tempo da perdere di appassionarsi al merito - perché leggere non ha mai fatto male a nessuno, di rileggere anche la relazione di minoranza che trovò questi due strani voti, che non è affatto in linea con quanto poc'anzi ha ricordato il Consigliere Muliere che corrisponde a quello che era il pensiero della maggioranza della Commissione, ma che non era il pensiero di tutti.
Per esempio. Io non la penso affatto così. La mia opinione non era assolutamente quella della maggioranza della Commissione, né ieri né oggi.
Infine chiudo con una citazione: Altiero Scicchitano dice che la memoria è una delle maledizioni della razza umana. Condivido, perché talora farebbe piacere dimenticare. Io non ci riesco, quindi ricordo.
Come ho detto più volte, non ho ancora finito di leggere l'Antico Testamento, che trovo appassionante in alcuni punti. Figuriamoci se inizio a leggere il Nuovo Testamento. L'Antico Testamento è ricco di spunti e non è difficile coglierli. Io non dimentico. La legge dell'insindacabilità, di cui mi sento vittima, e non dimentico, purtroppo mi ha impedito di fare certe cose. Se volete cambiarla, sono favorevolissimo perché i nani sono sempre stati sette e il capo è Biancaneve. Ho passato un'intera legislatura a sentirmi dire che i nani erano otto, nove, dieci o undici e che il capo era Grimilde o altri.
In funzione di queste simpatiche premesse, quindi: buon Dio!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallaro; ne ha facoltà.



CAVALLARO Sergio

Volevo fare alcune considerazioni di carattere generale e poi terminare il mio intervento rivolgendo alcune domande all'assemblea.
L'articolo 3 della Costituzione italiana recita: "Tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge". Il principio dell'immunità è una deroga che viene trattata all'articolo 3 della Costituzione. L'insindacabilità è un particolare aspetto del principio dell'immunità. L'immunità è data non tanto per salvaguardare l'attività e le opinioni del singolo Consigliere quanto per tutelare l'Assemblea in quanto tale, per i lavori che deve svolgere. È chiaro che se diventa un privilegio non è più una prerogativa non è più un diritto. Tant'è che gli stessi estensori che hanno scritto l'articolo 68 della Costituzione, dopo qualche anno, visto l'uso che ne è stato fatto, ripensandone la validità, hanno pensato bene di modificarlo.
Quasi tutte le Costituzioni del mondo tutelano il diritto di voto e il diritto di espressione delle opinioni nell'esercizio delle proprie mansioni da parte dei Consiglieri e dei Parlamentari. Si tratta di stabilire quali sono le mansioni specifiche del Consigliere e del Parlamentare.
In Inghilterra, per esempio, l'immunità non riguarda i reati di carattere penale, come anche l'insindacabilità non tocca tutto quello che viene fatto al di fuori dell'ufficialità del Parlamento. Tutto quello che non è seduta pubblica non viene considerato nell'ambito delle funzioni di un Assessore o di un Consigliere. In un Paese che possa dirsi libero, un Consigliere che ha pensato di agire o che ha pensato di aver detto delle cose giuste, non deve avere nessuna remora a che venga giudicato da un giudice terzo o che venga sottoposto a giudizio. Se è convinto di aver detto delle cose giuste nell'esercizio delle proprie mansioni, sarà sicuramente assolto.
Il fatto di concedere l'insindacabilità può stendere un velo d'ombra sul Consigliere, può rimanere sempre il dubbio che sia colpevole. Non concedere l'insindacabilità non significa emettere un giudizio di condanna.
Non voglio assolutamente togliere questa istituzione. Sono convinto che sia molto valida soprattutto per quello che riguarda il fumus persecutionis cioè se un potere forte o un individuo vuole attaccare un Consigliere perché sta portando avanti un'azione legislativa di una certa importanza che contrasta con i propri interessi e si serve della Magistratura, questo va sicuramente ostacolato ed impedito.
Rivolgo alcune domande al Consiglio. Primo, se vale la pena tenere la legge regionale sull'insindacabilità così com'è, oppure se deve essere modificata, soprattutto devono essere definite meglio le prerogative di un Consigliere regionale. Secondo, nella fattispecie dell'ex Assessore Brigandì, valutare se effettivamente abbia commesso un reato penale e se per questo, vada salvaguardato o perseguito.
Terzo aspetto. Pongo anch'io lo stesso dubbio sulla validità di un documento che è poco meno di un pamphlet personale e non è assolutamente un documento ufficiale, elemento che porterà a dare un giudizio, quasi sicuro di insindacabilità per l'ex Assessore Brigandì.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Mi spiace che al dibattito non sia presente il Presidente della Commissione, Consigliere Dutto, ma ho ceduto volentieri la supplenza all'altro Vicepresidente della Commissione, Consigliere Guida, per introdurre il dibattito.
Prima di esprimere il voto sulla questione, desidero fare alcune osservazioni sulle cose dette dai Consiglieri che mi hanno preceduto.
Condivido il ragionamento fatto dal Consigliere Muliere dei Democratici di Sinistra quando richiedeva, a partire dal dibattito fatto in Giunta per le Elezioni e da quello che si sta sviluppando oggi, un'analisi e un approfondimento sul testo di legge sull'insindacabilità.
Ovviamente, trattandosi di materia che discende da una norma costituzionale, va maneggiata con cura e con circospezione.
Alla luce dell'esperienza maturata in questi primi due anni come Vicepresidente della Commissione, ritengo che probabilmente è giunto il momento di fare un approfondimento. Potrebbe essere utilmente fatto dalla Commissione preposta insieme all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, che potrebbe, da questo punto di vista, favorire, sul piano normativo e giuridico, la necessità di un approfondimento, anche in base alla casistica che nel frattempo si è sviluppata a livello nazionale e in altre Regioni. Mi risulta, essendo del 2001, che questa legge è stata approvata in questo Consiglio. Il Piemonte è una delle prime Regioni d'Italia ad essersi dotata di questo strumento normativo.
Tuttavia, dobbiamo ragionare con questa legge vigente e analizzare questa questione di insindacabilità, come abbiamo fatto per altri casi giunti all'attenzione della Commissione e poi del Consiglio regionale, a partire dalle norme qui contenute.
Nella prima seduta della Giunta per le Elezioni, in cui è stato esaminato il caso di cui stiamo trattando, ho richiesto un ulteriore approfondimento, tant'è che la Giunta per le Elezioni, come è già stato detto dai colleghi, ha compiuto la sua istruttoria e ha sottoposto la sua proposta oggi in Consiglio regionale dopo due sedute. Personalmente ritengo che la questione di metodo con cui si trattano questi casi abbia la stessa importanza delle questioni di sostanza.
Sul piano del metodo ho ritenuto che, dopo l'esame fatto in una prima riunione di Commissione, non avessimo la disponibilità di tutti gli elementi necessari per completare l'istruttoria e per esprimere un giudizio.
Nella seconda riunione di Commissione è stato prodotto il documento descritto prima dal collega Muliere, quindi mi sono convinto, come il collega, che ricorressero i presupposti per valutare positivamente il caso del Consigliere Brigandì.
Naturalmente, la valutazione positiva sul piano dell'insindacabilità non riguarda e non tocca minimamente il giudizio dell'altra persona coinvolta, cioè del denunciante, il direttore Cavaletto. Vorremmo che le due questioni fossero distinte. Nella nostra valutazione non c'è alcun giudizio rispetto al denunciante, che anzi - almeno personalmente, ma credo anche altri colleghi - in questi primi due anni di legislatura ho potuto apprezzare sul piano dell'operato, della professionalità e della capacità.
Da questo punto di vista, quindi, non muta di una virgola il giudizio rispetto alla persona. Noi non dobbiamo attenerci al merito, ma agli atti prodotti in Commissione, i quali confermano che c'è una correlazione - come già diceva il Consigliere Guida - tra ciò che è indicato nell'atto di rinvio a giudizio del Consigliere Brigandì e il documento prodotto in Commissione.
Questo è un passaggio che ci fa dire che il Consigliere Brigandì, senza entrare nel merito, in quel momento agiva nell'ambito e nel quadro della tipicità degli atti riservati ai Consiglieri regionali. Questa è la ragione fondamentale per cui esprimeremo, con tutti gli elementi descritti dal Consigliere Muliere, un voto a favore dell'insindacabilità dell'ex Consigliere Brigandì. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Cerco di attenermi alle leggi regionali nel merito, quindi non faccio ragionamenti, come hanno fatto altri colleghi, rispetto all'articolo 1 della Costituzione. In Regione Piemonte esiste una legge che prevede, non la tutela, ma una forma di tutela della libertà di espressione per chi svolge il ruolo di Consigliere regionale. A questo ci dobbiamo attenere.
ovvio che, almeno rispetto ai pochi atti di cui dispongo, vi è una differenza: mentre in altri casi ci si trovava tra il Consigliere regionale e soggetti terzi - Marengo-Cimminelli, ad esempio - per cui non c'era soltanto una conoscenza diretta, ma anche la volontà di parteggiare per l'uno o per l'altro entrando nel merito della questione, questa situazione è più complessa. Stiamo parlando di un Consigliere regionale e di un Direttore della Regione Piemonte.
Questo, però, attiene esclusivamente alla sfera delle sensibilità personali perché, entrando nel merito di quanto previsto dalla legge e di quanto è accaduto (al di là delle valutazioni che si possono fare, e che non c'entrano con questo provvedimento, rispetto al dottor Cavaletto) ritengo che il nostro compito sia di valutare se alcune valutazioni fatte rientravano nella sfera delle considerazioni che un Consigliere regionale può fare o non fare, nella sua libertà di espressione.
Credo che non sia neppure così importante che l'ex Consigliere Brigandì le abbia fatte come membro della Giunta, perché la Giunta non ha tutela rispetto a questa normativa. Gli attuali o i precedenti Assessori esterni che non sono più Consiglieri regionali, non possono godere dei benefici peraltro, le valutazioni possono essere diverse - che questa normativa garantisce nei confronti dei membri del Consiglio.
Questo è un atto che, senza valutazioni di merito, rientra nelle competenze e nella libertà di espressione di un Consigliere regionale. A questo dobbiamo attestarci, perché se ci addentrassimo nelle valutazioni delle parole dette, non solo non si rispetterebbe la legge, ma piegheremmo un rispetto della legge a valutazioni di carattere politico e, quindi sanciremmo quasi il principio che, in alcuni casi, se un Consigliere lede un altro soggetto o un'altra parte politica, la maggioranza è quella che detta giurisprudenza e fa legge.
Probabilmente in altri ordinamenti, o in altri Stati che hanno concetti di giurisprudenza differenti rispetto al nostro, possono essere accettati ma nel nostro certamente no. Le normative, una volta approvate dal Consiglio, sono uguali per tutti. Non ci può essere maggioranza che decide relativamente all'interpretazione di una normativa, a seconda che il soggetto leso oppure no - questo lo deciderà la Procura della Repubblica sia Tizio piuttosto che Caio piuttosto che Sempronio.
Per questo motivo, la positiva valutazione espressa dalla Commissione è tale perché rientra nelle competenze che la legge attribuisce ai Consiglieri. Se poi vi sono alcuni Consiglieri che ritengono che questa sia una legge non propria, perché tanto il Consigliere regionale quanto ogni singolo cittadino che nella vita fa altro non dovrebbe avere alcuna forma di tutela rispetto alla libertà di espressione, o che essa sarebbe già tutelata dalle normative vigenti, innanzitutto non avrebbero dovuto votare i procedimenti precedenti. In quel caso, lo strumento di cui avrebbero potuto avvalersi è la presentazione di un progetto di legge teso all'abrogazione della normativa vigente. Alternativamente, ho il dubbio che siano più valutazioni legate al singolo aspetto e non ad un rispetto cogente e corretto della normativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Auddino.



AUDDINO Angelo

Signor Presidente, faccio parte della Commissione per l'insindacabilità e in quella sede, relativamente a questo caso, ho votato contro l'insindacabilità di Brigandì. Nella stessa Commissione, qualche anno fa invece, avevo votato favorevolmente a proposito di un caso analogo sempre concernente "Brigandì-Caselli". Le cose mi sembrano diverse.
Intanto, abbiamo svolto una riunione di Commissione martedì 20 nell'intervallo tra la seduta consiliare del mattino e quella pomeridiana quindi con tempi molto limitati. All'o.d.g. di quella Commissione era iscritta la questione di Brigandì, così come nell'o.d.g. della settimana prima. In Commissione, la settimana prima era stato distribuito il materiale inerente alla questione Brigandì, ma non il cosiddetto memoriale il cosiddetto intervento di Brigandì, che ci venne consegnato in quella seduta, che in tutto è durata una mezz'oretta; tra l'altro, c'era anche la questione del Consiglio comunale che stava per iniziare e molti di noi dovevano garantire la presenza anche in quella sede. Come hanno sottolineato alcuni colleghi, si tratta di un documento che non reca n intestazione, né firma, né data, per cui noi abbiamo dovuto prendere per buono un documento che ci è stato consegnato in quel frangente, trasmesso da una tabaccheria - quella di Bianco, che non so dove sia ubicata - e su quello la maggioranza dei Consiglieri si è convinta che fosse titolo sufficiente per l'insindacabilità.
Ritengo che questa questione non stia in questi termini, perché la questione dell'insindacabilità si sarebbe dovuta giudicare in altro modo non sulla base di un documento di ben 21 pagine, che, sicuramente, nessuno riesce a leggere nell'arco di dieci minuti, quanto è durata più o meno la discussione.
Devo anche dire che neanche la legge n. 32 sull'insindacabilità mi convince: anche se è una legge fatta male, se noi la leggiamo personalmente, non mi sembra - non sono un giurista - che la facoltà di accusare di truffa o di dolo - tra l'altro, sono fatti pecuniari - in modo ripetuto, possa essere un'azione tipica di un Consigliere. Credo sia una legge di cui la Regione non debba essere orgogliosa, ma non dice queste cose; per cui, anche per questo, in quella seduta ho votato in senso contrario.
Oggi mi appresto a votare in modo diverso, non in senso favorevole, ma astenendomi, perché credo che l'insindacabilità sia un istituto da difendere e che, in questo caso, dare l'opportunità a un dipendente (direttore o dipendente o collaboratore della Regione) di difendersi da un'accusa così brutta e grave sarebbe stata la cosa più logica. In questa maniera, trattiamo due persone in modo diverso: il Consigliere Brigandì in modo garantista e un dipendente in modo per nulla garantista. Ormai sono trascorsi quattro anni e i fatti hanno dimostrato l'innocenza del dipendente, anche per la Magistratura, mentre lo stesso non può dirsi per il Consigliere, a causa delle vicende di questi anni. Questo non è che mi rallegri, però, sono i fatti.
Anche se la legge è fatta male, sarebbe necessaria un'interpretazione non in senso peggiorativo, che ancora aumenta la distanza tra i cittadini e le istituzioni.
Sicuramente, se dovessi parlare di questa legge con i cittadini, mi vergognerei un pochino. Auspico, così come alcuni hanno sottolineato, che ci sia la volontà da parte di tutti di correggere questa legge, tramite emendamento o un nuovo testo, perché, sicuramente, è necessario difendere l'istituto dell'insindacabilità, ma non quello dell'impunità per i Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Signor Presidente, su questa vicenda dobbiamo fare lo sforzo di rimanere alla legge. Come componenti della Commissione e, poi, come Consiglieri regionali ci viene chiesto di giudicare se alcune affermazioni alcuni scritti, alcune dichiarazioni fatte alla televisione o sui giornali siano state svolte da un soggetto nella sua qualità di Consigliere regionale. Questo è quello che tanto la Commissione quanto il Consiglio deve giudicare e, poi, votare.
Mi pare che sul caso in questione la considerazione sia semplice e chiarissima: l'ex collega Brigandì, nel momento in cui faceva quell'intervento, quella dichiarazione alla stampa e quella dichiarazione in televisione, era sicuramente un Consigliere regionale. Questo interessa a quest'Aula e null'altro. Noi non entriamo, non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo entrare nel merito, né su giudizi relativamente alle persone interessate da questa questione.
In base alla legge sull'insindacabilità, Matteo Brigandì, in quel momento, parlava come Consigliere regionale, parlava di materie che trovavano svolgimento in quei giorni, in quelle settimane, in quei mesi, in Consiglio regionale, parlava alla stampa e alla televisione in qualità di Consigliere regionale. Quindi, al di là di ogni valutazione di merito che ognuno di noi è libero di fare, ma che non spetta a quest'Aula fare, egli ha diritto all'insindacabilità, così come hanno avuto diritto all'insindacabilità colleghi tanto in questa legislatura quanto nelle scorse legislature.
Colleghi, a mio avviso, non possiamo derogare da questo criterio perch metteremmo in grave rischio il nostro stesso ruolo di Consiglieri regionali.
Immaginiamo cosa potrebbe succedere nel caso in cui, se dovessimo formulare da quest'Aula giudizi politici anche duri e difficili nei confronti di grandi gruppi finanziari o bancari, magari responsabili di trasformazioni occupazionali che potrebbero interessare pesantemente il Piemonte, venissimo in qualche maniera perseguiti per queste nostre opinioni e se noi avessimo un precedente di questo tipo, quale la dichiarazione di non insindacabilità delle opinioni espresse da un Consigliere in un'Aula consiliare o in momenti legati al suo mandato consiliare. Non possiamo creare questa eccezione, che porrebbe in grande pericolo la nostra possibilità di libera espressione in Consiglio.
Quindi, ritengo che, coerentemente alla legge - poi, per carità, come tutte le leggi, si può migliorare e modificare - sino a quando la legge è questa, il nostro dovere sia di dare l'insindacabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, visto che un collega ha sollevato la questione della mancata presenza del Presidente della Commissione Claudio Dutto, mi preme ricordare che si era deciso di non procedere oggi, su richiesta di un Capogruppo del centrosinistra, alla votazione.
Dopodiché, quando il Presidente della Commissione, Claudio Dutto, si è allontanato, non certo per divertirsi, ma per partecipare ad una seduta di Consiglio comunale a Cuneo, gli uffici hanno segnalato che si prevedeva come termine di scadenza per concedere o meno l'insindacabilità, lunedì prossimo. Quindi non saremmo stati più in tempo a trattare l'argomento durante la seduta consiliare di martedì prossimo.
Pertanto, dopo che il collega Dutto si era allontanato per recarsi in Consiglio comunale a Cuneo, consapevole del fatto che non si sarebbe affrontata oggi la questione, si è deciso di discuterne ugualmente. Dunque il collega Claudio Dutto è assolutamente e totalmente giustificato. Anzi dirò di più: non sarebbe stato comunque corretto procedere oggi a questa decisione, proprio perché il collega Dutto si era allontanato in perfetta e totale buona fede; al limite, sarebbe stato più opportuno convocare appositamente un Consiglio straordinario nelle giornate di venerdì o di lunedì. Si è scelto di precedere ugualmente. Abbiamo accettato tale decisione per correttezza e per non sollevare questioni, però è chiaro che non possiamo accettare critiche nei confronti del collega Claudio Dutto, in qualità di Presidente di Commissione, dal momento che si è comportato in maniera assolutamente chiara e lineare per quanto gli compete, sia come Presidente, sia come rappresentante del Gruppo della Lega Nord.
Ora, intervengo, invece, nel merito dell'insindacabilità.
Come sapete, colleghi, ho fatto ben tre legislature a Roma, e più volte almeno tre o quattro a mia memoria; forse anche cinque - sono stato oggetto di richieste di insindacabilità o di non luogo a procedere; una volta, addirittura, ero stato fatto oggetto persino di una richiesta di danni per cinque miliardi delle vecchie lire per un'interrogazione parlamentare che avevo presentato nei confronti di un Presidente di una nota associazione. Ma io non ce l'avevo con il Presidente di quell'associazione: sinceramente, non sapevo neanche chi fosse.
Semplicemente, avevo incontrato un gruppo di appartenenti a quell'associazione, i quali, consegnandomi una gran quantità di documenti mi avevano richiesto di indagare su questo signore. Non potendo indagare personalmente, ho chiesto al Ministro competente - in quanto su quell'associazione aveva il controllo ministeriale diretto - di verificare quanto mi veniva segnalato da questo gruppo di cittadini, di cui non potevo chiaramente fare i nomi e i cognomi, perché altrimenti sarebbero stati perseguiti.
Mai, nella storia del Parlamento italiano, si è perseguito un Parlamentare nelle sue funzioni per un atto di sindacato ispettivo o per un suo intervento in Aula o fuori dall'Aula.
All'epoca, tutte le forze politiche - eccetto la Lega - avevano votato a favore dell'insindacabilità. Giustamente, perché il mio compito, in quel momento, era quello di rappresentare quei cittadini che non avevano altra possibilità per poter avviare un'inchiesta che loro ritenevano necessaria.
A chi? Ad un organo competente.
Quando si è verificato quel caso, mi sono divertito ad assistere a diverse sedute della Commissione competente della Camera (ero, infatti membro della Camera dei Deputati). Ma non solo; sono andato a leggere le relazioni, sia quelle svolte in aula, sia quelle vecchie, e ho scoperto che l'immunità, chiamiamola così, o l'insindacabilità o il non luogo a procedere, veniva riconosciuta dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica praticamente sempre; veniva negata solo in casi di inaudita gravità. Vi pongo un ulteriore esempio, a riprova delle mie affermazioni.
Mi riferisco al caso di un Parlamentare su sedia a rotelle - di cui comunque, non faccio il nome, ma se volete ho ancora gli atti a casa perché erano troppo divertenti - che per protestare contro un cantiere che a suo dire, stava deturpando una zona ambientale interessante, con la sedia a rotelle e un piccone aveva sfondato il cancello di accesso al cantiere era penetrato all'interno e col piccone aveva danneggiato una decina di mezzi del cantiere (tra cui camion, automobili e così via), arrecando anche notevoli danni economici ai proprietari di tali mezzi. Ebbene, la Camera dei Deputati aveva provveduto a garantirne l'insindacabilità e il non luogo a procedere, motivando che, comunque sbagliando, quel Parlamentare aveva compiuto un'azione politicamente corretta, per quanto lo riguardava e per il suo Gruppo di appartenenza.
Ho posto questo esempio, forse esagerato, perché mi chiedo come si faccia a non dire che un rappresentante eletto dal popolo, caro collega Cavallaro, non abbia diritto ad una tutela in più rispetto al semplice cittadino.
Ricordate bene, colleghi, che o siamo qua a scaldare le sedie oppure siamo qua a fare il nostro lavoro. E sia quando si è in maggioranza, sia quando si è all'opposizione (o minoranza) occorre, talvolta, mostrare le cosiddette, o perlomeno mostrare gli attributi, a volte con ragione, a volte no. Quando i cittadini ci chiedono di intervenire e noi, attraverso la nostra possibilità di avere un minimo di copertura, diamo loro voce, non sempre si colpisce in modo esatto al cento per cento: a volte si ricevono informazioni errate, anche se magari date in buona fede. Ma allora dovremmo essere noi a pagare quando, certi di rendere un servizio a chi rappresentiamo, gli diamo voce - magari in buona fede - sbagliando? O dovremmo fare i nomi e i cognomi di questi cittadini e mandarli davanti a un giudice? Essendo noi i rappresentanti eletti di quei cittadini, ed essendo profumatamente pagati, abbiamo anche il diritto ad avere una copertura quando diamo voce a questi cittadini, attraverso l'insindacabilità, quella possibilità di avere quel "gradino oratorio" in più. Non sto sicuramente dicendo di prendere a pugni una persona o di sputargli in faccia! Sto parlando di determinate parole, di atti e di documenti, non di insulti gratuiti, è chiaro? Noi dobbiamo essere tutelati.
Noi abbiamo un mandato da parte di decine, centinaia e a volte anche migliaia di cittadini che in noi si riconoscono e ci chiedono di intervenire. A me capita, così come capiterà quasi a tutti voi.
Certo non capiterà a chi scalda la sedia: su questo non ho dubbi.
Se devo attaccare un primario che, a mio giudizio, ha commesso un errore, ha sbagliato un intervento, lo devo poter fare senza paura di dover essere chiamato a risponderne davanti ad un Magistrato. Perché se così fosse, ne pagherei le spese. Ma se fosse il Magistrato a sbagliare, lui non pagherebbe niente: non pagherebbe i danni e non andrebbe nemmeno in galera perché il Magistrato non ne risponde mai. Mai! Noi, che siamo i rappresentanti del popolo, abbiamo il diritto, entro certi limiti - su questo sono d'accordo; vogliamo chiarirli di più? Facciamolo! - ad essere tutelati, sicuramente sulla libertà di parola.
Perché negare ad un Consigliere regionale o ad un parlamentare (secondo me tale diritto andrebbe allargato anche ai Sindaci) la libertà di intervenire o di fare affermazioni, sarebbe un gravissimo errore: a quel punto, saremmo veramente solo degli impiegati, che vengono qua, non corrono rischi prendono i loro soldini e se ne tornano a casa. Ma in questo modo non rappresenteremmo i cittadini fino in fondo.
Per questo, credo che il collega Brigandì - anche esagerando, lo dico sia comunque rimasto all'interno di quella che è una prerogativa del Consigliere regionale, quella di dire o di scrivere qualcosa su una persona con la quale aveva una diatriba molto pesante, che ha portato addirittura all'arresto di questo Assessore. Quindi possiamo tutti capire che qualche cosa in sua difesa potesse e dovesse dire. Lui era stato chiamato in causa su una questione importante, in cui c'era in mezzo, diciamo così, anche questo funzionario. Ed è chiaro che l'Assessore Brigandì, poi dimessosi aveva tutto il diritto di dire quello che poteva esserci che andava o non andava, con relazioni e/o con interventi.
Non ha insultato questa persona, attenzione! Ha fatto delle considerazioni, tutte da verificare: la Magistratura le sta verificando. E deve essere giudicato in base a quel processo, se ha o meno ragione.
giusto mandarlo sotto un altro processo per delle considerazioni che ha reso mentre era in carica? Io ritengo di no, perché in ogni modo c'era una diatriba con dichiarazioni pesanti dell'una e dell'altra parte. Perch anche questo funzionario, quando andava in giro, non è che non dicesse nulla nei confronti dell'altra persona. Attenzione! Presidente, concludo, ma ritengo che le dichiarazioni e gli scritti di Matteo Brigandì rientrino assolutamente nell'ambito delle sue funzioni perché lui aveva tutto il diritto e il dovere di dire quello che pensava ovviamente, senza insultare e senza denigrare, ma facendo delle considerazioni che non mi sembrano così gravi leggendo il documento, ma che rientravano in una normale dialettica politica e di libertà di parola fra due persone che si stanno scontrando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Inizialmente non volevo intervenire, anche perché i fatti su cui dobbiamo votare risultavano molto chiari dal mio punto di vista, come anche la documentazione, ma poi ho ritenuto opportuno intervenire, prima di tutto, per esprimere le mie considerazioni sull'ufficio di presidenza della Commissione. Non a caso, è una Commissione presieduta dall'opposizione proprio per togliere ogni ombra di dubbio su condizionamenti da parte di chi temporalmente gestisce il potere a livello regionale. Questo è un dato di fatto molto importante, quindi, di per sé l'opposizione ha già una posizione debole, nel senso che non ha i numeri; semmai fa valere le proprie ragioni, ammesso che ne abbia la capacità.
Nel caso particolare, credo che si sia fatto tutto quello che riguarda l'approfondimento necessario a livello istruttorio. L'ufficio di presidenza ha presentato una documentazione che, a mio avviso, era anche sufficiente fin nella prima seduta. Conosco lo scrupolo del dottor Padalino, Sostituto Procuratore che ha istruito questo procedimento: basta leggere l'atto di richiesta di rinvio a giudizio, dove proprio il Sostituto Procuratore individua la documentazione che sostiene l'ipotetica imputazione. Si fa riferimento ad un documento che era circolato in Consiglio, nei confronti del quale il dottor Cavalletto, Direttore regionale che ha tutta la mia stima, ritenendosi offeso, ha presentato querela per diffamazione. Il discorso è questo.
Quando un Consigliere regionale si prepara a svolgere la sua funzione e stende la bozza di un discorso, prepara un documento da usare politicamente come ritiene. Sappiamo che l'attività politica ha i suoi canoni attraverso lo scambio di documenti con altri gruppi politici, attraverso i comunicati attraverso la presentazione di questi documenti eventualmente ufficialmente o ufficiosamente in Consiglio.
Ebbene, penso che noi la documentazione su cui decidere ce l'avevamo. A maggior ragione ce l'abbiamo, anche perché il collega Bizjak - parlavamo prima di Vangelo e di Bibbia - probabilmente ha voluto giustamente fare come San Tommaso: poiché ha quel precedente illustre, naturalmente ha proposto anche a noi di fare come San Tommaso, cioè di vedere eventualmente questo documento, che abbiamo persino visionato come materiale cartaceo. A questo punto, che ci fosse lo diceva il Procuratore della Repubblica; che cosa contenesse, sommariamente lo diceva il Procuratore della Repubblica.
Abbiamo visto che si è anche materializzato nella sua consistenza cartacea ed è stato attribuito ad un Assessore, cosa vogliamo di più? Lasciamo stare il merito, lasciamo stare tutte le considerazioni che possiamo fare.
Attenzione! Io, che siedo su questi banchi dal '90, quante volte in questa sede a suo tempo mi sono alzato, insieme con tanti altri colleghi, a dire che l'ACNA di Cengio inquinava, quando il fatto era ancora da dimostrare e giravano le lettere e le diffide degli avvocati! Meno male che avevamo l'insindacabilità, perché poi gli eventi hanno dimostrato che addirittura l'attività si era dovuta chiudere e che l'inquinamento esisteva, però se un Consigliere è tutelato può (lo spiegava prima Rossi) svolgere bene il suo ruolo. Se un Consigliere ha una serie di preoccupazioni, quella libertà di parola, che deve essere anche una libertà da ritorsioni eventuali da parte di poteri più o meno forti, ad un certo punto verrebbe meno e non ci sarebbe quella dialettica tipica di un organo collegiale, il quale organo collegiale poi assume la decisione attraverso la volontà della maggioranza. Indubbiamente, in questo concerto di voci ci possono essere anche delle voci stonate, ma quel che conta è il risultato e la sintesi finale. Dobbiamo salvaguardare la possibilità di ogni qualsiasi punto di vista espresso nell'Aula, espresso nell'esercizio delle funzioni del Consigliere, espresso anche nell'attività preparatoria che un Consigliere svolge per essere pronto in Aula a confrontarsi con gli altri.
Ben diverso sarebbe se il collega l'avesse detto al bar: sarebbe tutta un'altra cosa! Questi sono gli elementi su cui dobbiamo giudicare e che erano agli atti fin dalla prima seduta, perché non c'è stato l'apporto di nuovi documenti, se non una rilettura delle carte di cui già disponevamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per fatto personale.



MULIERE Rocco

Non è mia abitudine intervenire per questione personale, per sinceramente, ho tanti difetti ma non credo di avere il difetto dell'ipocrisia. Non ho peli sulla lingua, quindi non fa parte della mia cultura politica pensare una cosa e dirne un'altra: in politica si pu mediare, la politica è mediazione, ma sinceramente non ritengo di essere un ipocrita. Sono intervenuto dicendo quello che pensavo, sia del collega Brigandì, sia del dottor Cavalletto, sia su come era opportuno votare.
Vorrei sottolineare, se il collega Burzi me lo permette, che non fa parte della mia cultura politica fare battaglia politica attraverso i tribunali.
Non ho nessun pentimento da questo punto di vista, non è nella mia indole rivolgermi ai tribunali per fare battaglia politica. Di solito mi rivolgo agli elettori, che sono quelli che decidono chi vince e chi perde anche in politica.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione della proposta di deliberazione avanzata dalla Giunta per le Elezioni. Pertanto, chi voterà "sì" voterà a favore della proposta della Giunta per le Elezioni (voterà "sì" a favore dell'insindacabilità.) Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione presentata dalla Giunta per le Elezioni sull'insindacabilità.
Il Consiglio approva.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di deliberazione n. 170, inerente a "Approvazione del Piano di tutela delle acque"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 170, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore De Ruggiero per la relazione.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Chiederei se fosse possibile distribuire le note allegate al documento.



PRESIDENTE

Quello che oggi presentiamo in Consiglio regionale è un provvedimento di grande importanza. Dobbiamo rilevare come la legislazione europea e nazionale abbia obiettivi molto ambiziosi sulla partita delle acque, sia in termini di prevenzione e di riduzione dell'inquinamento, sia in termini di attuazione di una difficile situazione, che rende necessario un risanamento dei corpi idrici inquinati.
un importante obiettivo quello di conseguire un miglioramento delle acque e di porre in essere le adeguate protezioni, in particolare quelle destinate a situazioni più delicate. Altro punto importante è perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche. Sappiano bene che anche questa estate affronteremo problemi di sostenibilità e di fruizione delle risorse idriche, ovviamente in primis di quelle potabili.
Altro punto importante è mantenere tutte le capacità naturali di autodepurazione dei corpi idrici. Stiamo rispondendo ai principi generali della cosiddetta Direttiva europea n. 60 del 2000, che contiene due concetti fondamentali. In primo luogo, l'acqua è intesa come risorsa fondamentale perché soddisfa bisogni primari della popolazione, ma è anche vista come chiave di sviluppo in grado di produrre e di sostenere benessere. In secondo luogo, la Direttiva europea ci dà l'input per intraprendere azioni di salvaguardia delle risorse idriche, per evitarne l'ulteriore deterioramento qualitativo e il depauperamento quantitavo.
importante dire - e fa parte della modifica di questo Piano di tutela delle acque - che partiamo da un principio fondamentale, quello sancito nel IV Forum Mondiale dell'acqua di Città del Messico, laddove viene anche ribadito che l'acqua è un diritto di ciascun individuo. È un'indicazione ad assumerci grandi responsabilità, perché è detto che il suo utilizzo pu esercitarsi nel rispetto delle necessità, non solo attuali, ma delle generazioni future.
stato svolto un grande lavoro. Mi dispiace che il Consigliere Cavallera non sia presente a questa mia presentazione, ma avrà la compiacenza di leggere le poche pagine che lasciamo all'attenzione del Consiglio. C'è stata lasciata una dote importante, in termini di conoscenza della risorsa acqua nel territorio piemontese. C'è stata lasciata una prima impostazione, tutta l'impostazione del Piano di tutela delle acque, vale a dire quello che definisco regolatore delle acque, e ciò è avvenuto, non solo da parte della nostra Direzione, ma seguendo in maniera attenta le direttive che seguivano degli schemi logici, che qui non voglio rimarcare per non essere troppo lungo, alla luce dei sistemi europei di valutazione dei nessi di casualità e, quindi, ricercando le cause degli ostacoli da superare.
Con un grande lavoro alle spalle si è arrivati a definire e a ridisegnare il territorio piemontese, in un'unità sistemica di riferimento che è la base per affrontare il problema dell'acqua. Sono state individuate le 34 aree idrografiche per le acque superficiali, gli 8 laghi naturali, le 14 macroaree idrogeologiche per l'acquifero superficiale e le 5 aree idrogeologiche per gli acquiferi profondi.
C'è stata una lunga gestazione di questo Piano, che ha avuto il suo primo passaggio ufficiale il 6 aprile 2004, quando la Giunta della legislatura precedente lo ha adottato. Sul Piano, quindi, era stato aperto un processo, che noi abbiamo trovato come dote positiva, di ampia consultazione, fino al 20 settembre 2004 e, successivamente, a gennaio 2005, con una piccola ma sostanziosa modifica, comunque portando ad un'approvazione definitiva in Giunta del Piano di tutela delle acque.
Dopo le ultime elezioni abbiamo trovato questa dote e abbiamo ritenuto opportuno rileggerla dov'era necessario, essendo un testo di grande importanza, sottoponendola ad un approfondimento e verificandone la coerenza con il nostro programma di governo. A seguito di una nostra rilettura delle osservazioni e dell'ampia consultazione, proponemmo modifiche su tre punti.
Innanzitutto, si tratta di garantire una più compiuta applicazione dei fondamenti della governance, sia nella predisposizione degli atti attuativi del Piano di tutela delle acque, sia nella parte applicativa degli atti attuativi del Piano stesso, quindi è opportuno informarci di più ad una filosofia di pianificazione concertata.
In secondo luogo, l'approfondimento di una necessaria attività di concertazione, cooperazione e coordinamento tra tutti i diversi livelli decisionali delle istituzioni coinvolte, garantendo certo una maggiore democraticità dei processi decisionali e anche una maggiore efficacia delle decisioni.
In terzo luogo, assicurare gli approvvigionamenti, difendere e recuperare la qualità della risorsa con una più rigorosa attenzione - anche qui ponendo una gerarchia che non esisteva - alle misure di contenimento degli sprechi e di uso razionale della risorsa acqua, rafforzando in termini gerarchici, in termini di priorità, le misure di risparmio e di riutilizzo.
Il 15 maggio 2006 abbiamo approvato in Giunta la proposta di modifica sono state riaperte le consultazioni, abbiamo acquisito il parere favorevole della Conferenza regionale delle risorse idriche - ringrazio il Presidente della III Commissione, Bellion, e la Presidente della V Commissione, Barassi, per l'attenzione con la quale hanno seguito questo percorso di consultazione e di discussione nelle rispettive sedi - e lo abbiamo approvato in Commissione. Questo è il punto al quale siamo arrivati.
Ovviamente, devo dire che il PTA in termini rielaborati è un corposissimo provvedimento che consta di relazioni, monografie di area norme di piano e tavole di piano. Il tutto è connotato da un approccio per singoli bacini idrografici, con una grande attenzione alla capacità di uso dinamico del piano; l'aggiornamento, ovviamente, avviene sulla base della situazione e delle conoscenze. Quindi, nello stesso tempo, è un approccio territoriale utile e dinamico, che lasciamo agli strumenti di pianificazione e attuazione anche locali.
anche uno strumento che, ovviamente, lascia all'esecutivo grandi margini di responsabilità, sia per tutte le disposizioni di attuazione, sia per il concorso agli atti di pianificazione, sia nell'implementazione dei percorsi di procedure negoziate e accordi ambientali, insomma, ogni altro strumento di pianificazione.
Come dicevo all'inizio, gli obiettivi sono molto ambiziosi. Per quanto riguarda gli obiettivi ambientali riferiti solo ai corsi d'acqua superficiali, si parla di una riqualificazione e non solo di un mantenimento delle situazioni. L'obiettivo che si desidera raggiungere è già molto vicino a noi: innanzitutto, avere per il 31/12/2008 un sistema idrico regionale che non sia al di sotto del livello di "sufficienza" e per il 31/12/2016 - con un lasso di tempo di una qualche consistenza - arrivare al raggiungimento di livello "buono" per tutti i nostri corpi idrici.
anche importante dire che il Piano di Tutela delle Acque definisce le diverse situazioni rispetto all'utilizzo, quindi i diversi livelli di protezione, con molta chiarezza. Mi dispiace che oggi, per motivi assolutamente giustificabili, l'Assessore Taricco, che ha compartecipato alla rilettura e stesura della modifica del Piano di Tutela delle Acque sia ammalato, pertanto assente, con il quale ho lavorato per definire le aree sensibili, vale a dire laddove gli apporti dei nutrienti potevano essere di particolare gravità, e qual era la diminuzione del nostro carico inquinante che lasciamo alle regioni a valle dei nostri confini.
Quindi, abbiamo lavorato alla definizione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, definendoli con la massima decisione e, nello stesso tempo, con la massima concertazione possibile. Abbiamo lavorato anche con altri comparti - penso all'urbanistica - per definire le zone ad elevata protezione, che non sono solo quelle delle aree protette nazionali regionali o provinciali, ma anche due aree importanti: una si riferisce alla porzione di area idrografica dell'"Alto Sesia", l'altra è un po' una new entry in questa definizione di zone ad elevata protezione, vale a dire la porzione di area idrografica della "Dora Baltea" - sottobacino del "Chiusella", cioè tutta l'area di Vidracco. Poi, ci sono le zone di protezione per un patrimonio vocato in particolare all'uso potabile.
Tutte le aree sono state ben definite rispetto alle maggiori o minori protezioni da adottare in virtù del diverso utilizzo di acqua in quella zona.
In particolare, in Commissione, abbiamo concentrato l'attenzione in modo particolare su due punti. Il primo riguarda l'applicazione del deflusso minimo vitale, che sappiamo essere un'applicazione difficile, ma per noi è imprescindibile attuazione del principio di salvaguardia certo di una risorsa strategica, che è anche limitata. Quindi, la definizione del deflusso minimo vitale ci consente di ragionare complessivamente sull'insieme dei prelievi, in modo da porci l'obiettivo della non compromissione - stiamo pur sempre parlando di deflusso minimo - del corso d'acqua, cioè di non sancirne la morte. Sottolineo anche - questo non c'era nella mia relazione - che l'esistenza di un deflusso minimo vitale vale anche come forma imprescindibile di prevenzione per i dissesti idrogeologici.
Un utilizzo che contemperi le esigenze del corso d'acqua, del consumo umano, dell'agricoltura, dell'industria e della produzione di energia deve tenere presente, quale primo punto, la conservazione del corso d'acqua con il suo deflusso quantitativo necessario a mantenere in vita l'ecosistema acquatico e anche, ovviamente, la ricarica delle falde sotterranee.
In materia di risparmio idrico ci siamo posti l'importante obiettivo della verifica e della revisione dei diritti di prelievo dell'acqua. Si tratta di un'operazione di grande portata, che nel corso degli ultimi decenni è stata molto dimenticata, se è vero come è vero che su 120 grandi concessioni agricole ben 102, relativamente al rilascio dell'autorizzazione, appaiono scadute da un punto di vista temporale.
Inoltre, l'incentivazione di tutti i processi di aggregazione dei consorzi irrigui; tutto ciò che riguarda le regole operative di gestione degli invasi esistenti e anche tutto ciò che riguarda la capacità di calcolo e di regolazione.
In quest'ottica - è stato un punto delicato di discussione in Commissione - abbiamo definito - credo in maniera non ambigua - la tematica della misura dell'accumulo, laddove diciamo che l'eventuale realizzazione di nuove capacità di invaso è prevista unicamente nei bacini caratterizzati da un saldo negativo di bilancio, dovuto ad un fabbisogno non ulteriormente riducibile con politiche di risparmio idrico e di razionalizzazione dei prelievi, comunque previa una fattibilità tecnica, ambientale, sociale ed economica delle soluzioni praticabili, perseguendo il coinvolgimento e la condivisione delle Comunità locali interessate dagli interventi.
Su questo punto, al momento, l'unico emendamento presentato è quello del Consigliere Cavallera, che chiede di reinserire delle monografie delle singole aree, gli invasi a suo tempo definiti nel Piano di Tutela delle Acque che noi abbiamo ereditato, e ho spiegato più volte in Commissione così come in tante altre occasioni, qual è la mia opinione.
Se esiste un modo per non procedere serenamente e laicamente al raggiungimento di un obiettivo reputato positivo, valutando i pro e i contro di un'opera utile per l'accumulo dell'acqua, sia essa di montagna o di pianura, è proprio quello di definirlo dall'alto in un'aula consiliare regionale, stabilendo che in quella zona "x" si fa quell'opera di tale grandezza. Se c'è un modo per introdurre in maniera negativa un percorso di discussione, scontro o mediazione, laddove ne emergerà la capacità, è quello di definirlo, nella sua grandezza, nel suo valore, nei suoi metri cubi, fino addirittura ai suoi costi economici, in Consiglio regionale. Da questo punto di vista, credo che sia la cosa più sbagliata che si possa fare, laddove, semmai, alcune misure di accumulo sono invece utili al mantenimento del nostro equilibrio.
In conclusione, credo che sia davvero un provvedimento di grande importanza.
Dal momento che nelle discussioni in Commissione era parso utile esplicitare ciò che probabilmente era implicito nel meccanismo decisionale proporrei maggior chiarezza nel meccanismo deliberativo, laddove eravamo stati molto tranchant, prevedendo un unico punto per approvare quanto successivamente elencato, ritenendo implicito ciò che adesso vado a precisare. Ci tengo a specificare che lo abbiamo vissuto in termini reali aggiornandolo secondo la turbolenza legislativa che c'è in questo campo.
Si ritiene dunque opportuno aggiungere "di riconoscere che, ai sensi dell'articolo 170, comma 11, del d. lgs. 152/2006 e dell'articolo 8 bis della l.r. 56/1977, il Piano di tutela delle acque costituisce piano stralcio di settore del Piano di bacino del fiume Po e piano settoriale attuativo e variante del Piano territoriale regionale vigente; di disporre conseguentemente che i piani e i programmi nazionali, regionali e degli Enti locali di sviluppo economico, di uso del suolo e di tutela ambientale generali e di settore, siano coordinati e redatti in conformità con il Piano di tutela delle acque...", e ancora "di dichiarare che le norme generali e di area del Piano di tutela delle acque sono da ritenersi vincolanti secondo quanto disposto".
Vi risparmio la lettura dei vari articoli.
Propongo dunque alla Presidenza questo emendamento, che renderebbe più espliciti alcuni concetti impliciti, da aggiungere dopo il punto 1) del dispositivo della deliberazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore De Ruggiero per la relazione.
Mi pare che non vi siano le condizioni per procedere con i nostri lavori.
Ricordo che domani, alle ore 14, in Sala dei Morando, è convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, come da consuetudine.
Grazie, colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.48)



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