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Dettaglio seduta n.158 del 06/02/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Robotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute: 1 agosto; 12-19-26 settembre; 3 e 10 ottobre 2006; verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia ha chiesto la parola, in qualità di Consigliere, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Pongo oggi una questione, ma chiederei alla Giunta di riferire la prossima settimana. Approfitto della presenza dell'Assessore Deorsola perché questo fatto lo ritengo della massima importanza.
Ho appreso questa mattina, leggendo alcuni quotidiani e dopo una serie di telefonate, che la Federazione Internazionale dello Sci avrebbe deciso di escludere la Valle di Susa e le valli olimpiche dalle prossime due edizioni della Coppa del Mondo. Trovo questo fatto, se rispondesse al vero di una gravità enorme. Vorrei quindi sapere dalla Giunta - dall'Assessore Bairati, dalla Presidente Bresso o da chi si sta occupando di post olimpico, perché non si capisce più nulla, nelle more della costituzione di una Fondazione che ormai è diventata un mito, perché l'abbiamo approvata a luglio e, a quasi un anno di distanza, ancora non c'è - chi si sta occupando di valorizzare le montagne e le valli olimpiche; chi si sta preoccupando di mantenere viva l'immagine del Piemonte e delle sue valli olimpiche nel mondo; chi si sta occupando e preoccupando del fatto che i Comuni, sedi di gara, non vengono più considerati per la Coppa del Mondo.
Chiederei, la prossima settimana o nel pomeriggio di oggi, che qualcuno ci dicesse qualcosa: le posizioni, cosa fa la Regione e cosa stiamo facendo, perché qui si sta facendo solo più tanta retorica del post o su come sono state belle le Olimpiadi, ma se l'anno successivo al loro svolgimento non facciamo più neanche una gara di Coppa del Mondo, secondo me è un fatto preoccupante.
Personalmente, non credo che sia una mia presa di posizione politica.
Per la seconda questione, mi rivolgo al Vicepresidente della Giunta.
Due settimane fa ho scritto all'Assessore Bairati, perché il Comune di Sauze d'Oulx, che aveva avuto, come finanziamento approvato delle opere connesse per circa sei milioni di euro, un campo da golf e una pista di sci da fondo, non ne ha saputo più nulla. Voci dicono che quelle opere non verranno realizzate, ma questo Comune ha già speso un sacco di soldi per gli studi di fattibilità di queste opere connesse e promesse.
Ho scritto due settimane fa e nessuno ha risposto. Vorrei capire meglio, visto che stiamo parlando di comunità locali, quindi non è un problema politico. C'erano delle opere connesse approvate, opere sicure che dovevano essere realizzate per aiutare i Comuni montani ad andare oltre l'Olimpico. Nessuno sa più nulla.
Sono due problemi, Presidente, di peso. Non pretendo che oggi mi diciate tutto: se volete dirmelo oggi va anche bene, però vi chiederei per la prossima settimana, in apertura della seduta, di svolgere una breve comunicazione sul punto, perché credo interessi tutti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Volevo sapere se l'Ufficio di Presidenza aveva esaminato la questione che avevo posto, insieme alla collega Cotto, per un fatto successo quando eravamo andati all'ospedale di Alessandria.



PRESIDENTE

Sì.



CAVALLERA Ugo

Allora aspettiamo una risposta.
Seconda questione. Al punto 11) all'o.d.g. abbiamo iscritto il proseguimento del dibattito sugli ordini del giorno riguardanti il 10 febbraio, Giornata dedicata al ricordo dei profughi giuliani e delle vittime delle Foibe.
Sono tre ordini del giorno: il primo presentato dalla minoranza, il secondo dall'Ulivo e il terzo da Rifondazione Comunista. Ormai siamo in "zona Cesarini", calcisticamente parlando, per cui, se vogliamo discuterlo prima del 10 febbraio, oggi è l'ultimo giorno possibile.
Per questo motivo mi aspetto...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Cavallera, può specificare l'oggetto degli ordini del giorno?



CAVALLERA Ugo

il punto 11) all'o.d.g.: si tratta degli ordini del giorno riguardante il 10 febbraio, Giorno del ricordo delle vittime delle Foibe.
una discussione avviata mesi fa, poi sospesa e non più ripresa.
Ricordo che c'è un ordine del giorno nostro, uno presentato dalla sinistra e uno da Rifondazione Comunista.
O li discutiamo oggi, oppure, trascorso il 10 febbraio, diventa del tutto inutile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Cavallera.
Colgo l'occasione - poi lo faremo per le vie formali - per ricordare che la questione è stata esaminata in Ufficio di Presidenza ed è stata ravvisata la correttezza del comportamento dei colleghi Consiglieri durante la visita presso l'Ospedale di Alessandria. È stato chiesto un approfondimento giuridico agli uffici, in merito alla questione delle riprese all'interno della struttura ospedaliera. Nel caso di specie, per verificare se l'operato dei preposti dell'azienda sanitaria in questione è stato corretto oppure no.
Abbiamo chiesto un supplemento di istruttoria, per la parte riguardante persone esterne. Per quanto riguarda i Consiglieri, invece, si è ritenuto che la vicenda, pacificamente, non ha ravvisato un abuso delle prerogative concesse a tutti i colleghi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo nel merito della giornata del 10 febbraio, testé ricordata dal collega Cavallera, ma non tanto sugli ordini del giorno, quanto sul tema.
noto che il 10 febbraio ci sarà una grande festa, a Torino e in alcuni Comuni delle valli olimpiche, per ricordare l'anniversario dell'apertura dei XXI Giochi Olimpici Invernali.
Come ricordava il collega Cavallera, il 10 febbraio, per legge dello Stato e per ricordo storico, è il giorno in cui lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni ricordano, o dovrebbero ricordare, l'immane tragedia delle Foibe e della deportazione delle popolazioni giuliane, dalmate e istriane.
Chiederei al Presidente di fare in modo che ci sia una comunicazione da parte dell'Assessore alla cultura, per capire quali iniziative intenderà svolgere la Regione Piemonte, in merito a questa data. Mi rivolgo anche all'Ufficio di Presidenza, perché sono state ricordate altre date con puntualità che la legge italiana ha individuato quali momento di ricordo con i nomi più differenti. Credo che non si possano individuare, qualora ciò dovesse accadere, situazioni in cui è più lecito rispettare la legge con più zelo o altre in cui alcune giornate sono ricordate con un po' più di sufficienza.
Giacché oggi è il 6 febbraio e si approssima il giorno del ricordo dell'inizio delle Olimpiadi e non della tragedia giuliano-dalmata, credo che sia importante che oggi il Consiglio abbia un'informativa rispetto alle iniziative che, nel complesso istituzione Piemonte (quindi Giunta regionale, Ufficio di Presidenza, Consiglio regionale), si intendono fare per il 10 febbraio.
Posto che qualcuno mi abbia ascoltato, soprattutto i soggetti cui ponevo questo interrogativo (Giunta e Ufficio di Presidenza), attenderei se possibile nella giornata di oggi, perché martedì prossimo è già passata la data - una risposta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Intervengo solo per aggiungere una precisazione.
Prima il Consigliere Ghiglia ha annunciato la notizia relativa al fatto che le montagne olimpiche sono state escluse da ogni programma, da ogni calendario di gara. Sulla stessa materia ieri ho presentato un'interrogazione urgente al Consiglio e quindi, nel caso se ne parlasse vorrei che si tenesse conto anche di questo mio documento.
Evidenzio che l'esclusione non è soltanto per la stagione prossima, ma fino al 2009-2010. In sostanza, le montagne olimpiche sono state escluse dalle gare di coppa del mondo e dai vari campionati internazionali di sci per le future stagioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Presidente, ho depositato un ordine del giorno che riguarda la questione dell'aeroporto di Caselle, che è stato retrocesso da zona disagiata a zona semplice. Questo ha comportato un dimezzamento del buono pasto per quanto riguarda i poliziotti in servizio all'aeroporto stesso.
Si tratta di un provvedimento che il Governo ha assunto relativamente a Caselle e a Bardonecchia, mentre altri aeroporti italiani non sono stati interessati da questa misura.
Domenica mattina i poliziotti hanno fatto un presidio sul marciapiede alle partenze dell'aeroporto stesso, denunciando questa situazione: con quattro euro a Caselle non si può mangiare nemmeno un panino e bere una bibita; denunciando, in sostanza, un'assoluta mancanza di attenzione da parte degli organismi costituzionali rispetto al problema della Polizia.
Se in questo momento, anche così delicato per le forze dell'ordine a causa dei fatti avvenuti a Catania, il Consiglio regionale discutesse di questo provvedimento, secondo me non sarebbe malvagio e rappresenterebbe un segnale importante di attenzione.



PRESIDENTE

Ho ricevuto la richiesta di iscrivere all'o.d.g. alcuni disegni di legge. Procederemo ad iscriverli, come di rito, dopo le interrogazioni e se vi è il consenso delle forze politiche e dei Gruppi consiliari, potremo celermente arrivare a una loro approvazione.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale relativamente a "Polo Informatico San Paolo" e "Costruzione grattacielo San Paolo" Esame ordini del giorno n. 521, inerente a "Centro informatico Sanpaolo", e n. 588, inerente a "Salvaguardia Centro Elaborazione Dati Sanpaolo di Moncalieri"; interrogazione n. 1244 e n. 1323 (assorbite dal dibattito)


PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni di massima, anticiperei la comunicazione sulla vicenda San Paolo-Intesa, resa dal Vicepresidente della Giunta regionale posticipando la parte dedicata al sindacato ispettivo.
La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

La comunicazione, quando fu richiesta, si riferiva in particolare alla questione legata al MOI (Macchina Operativa Integrata), però credo che su un argomento così importante si debba fare una riflessione più in generale soprattutto dal punto di vista tecnico, perché certamente una fusione delle dimensioni di quella fra San Paolo e Intesa presenta problemi e difficoltà di realizzazione classici in operazioni di questa portata, ma certo contiene in sé molte opportunità di sviluppo non solo per la nostra città ma per l'intero Nord-Ovest.
quindi importante che Enti pubblici svolgano un'azione di monitoraggio sulla realizzazione dell'operazione, certamente nel rispetto dei ruoli e ovviamente tenendo anche conto che le due compagnie - oggi la nuova Intesa-San Paolo - sono una società quotata, con dei vincoli non solo rispetto agli organi di controllo, ma anche rispetto ai suoi azionisti, che principalmente sono i privati risparmiatori.
Nello specifico, moltissime sono state in queste settimane le voci che si sono susseguite su defezioni e abbandoni da Torino dell'Istituto. Buona parte di queste voci sono poi state smentite nella realtà. Voglio solo ricordarne due, perché secondo me sono significative di uno stato che, in qualche modo, ha condizionato anche gli organi di stampa: le dimissioni del Responsabile del Centro Informatico e l'abbandono del progetto di costruzione del grattacielo di Torino.
Si tratta di due aspetti molto significativi e su cui magari torner rapidissimamente, ma che comunque sono stati smentiti dai fatti: il Responsabile del Centro è lì e, per quanto riguarda il grattacielo - ci sono conferme sia dal Presidente dell'organismo di gestione sia da parte dell'Amministratore delegato e, non ultime, sabato da parte del Direttore generale - si farà e sarà delle dimensioni a suo tempo concordate e definite.
Sulla questione del Centro, sicuramente il MOI è la struttura che ha il compito di gestire per San Paolo la realizzazione e l'evoluzione del sistema informativo e dei processi di back office sia della rete bancaria domestica, ovvero delle reti delle filiali del San Paolo, del San Paolo Banco di Napoli, del Carisbo, di Caripe, di Friulicassa, di Cariparo, di San Paolo-Banca dell'Adriatico, sia delle funzioni del Capogruppo e attendere anche le altre società del gruppo.
La Direzione occupa circa 2.000 risorse interne, di cui 1.100 sono nelle sedi presenti nell'area torinese (sia il polo di Moncalieri che gli uffici presso il Lingotto) per attività di sviluppo e gestione degli applicativi, per crediti e titoli e per la gestione e la manutenzione della parte hardware. È presente, inoltre, un polo di eccellenza relativo al disaster recovery che, attraverso l'interconnessione dei due centri garantisce l'operatività dell'intero gruppo e la continuità di tale operatività.
Ci sono altri 450 dipendenti nella sede di Napoli per attività di sviluppo e gestione delle applicazioni delle attività di back office; 370 persone nelle sedi di Padova, Mestre e Bologna per attività infrastrutturali; 80 a Roma per lo sviluppo degli applicativi.
Dal punto di vista dell'ingresso di nuove risorse nel mercato del lavoro, il MOI ha effettuato, dal 1999 al 2006, circa 460 assunzioni, di cui 400 (pari all'85%) sono comunque riferibili all'area piemontese. Si tratta, obiettivamente, di un grosso e importante centro per il nostro territorio.
A fronte e a fianco dei dipendenti e delle risorse interne dell'Istituto, le attività di manutenzione e di sviluppo del sistema del gruppo sono alimentate anche dall'occupazione indiretta, che coinvolge strutture, organizzazioni e società per circa 900 persone all'anno.
evidente che questa è una realtà importante da tutelare. È confermato che gli accordi originari fra le due banche prevedevano che i sistemi informatici rimanessero a Torino. I vertici della banca, più volte incontrati con la Presidente, hanno confermato questa impostazione ed, in particolare, che tutto lo sviluppo delle infrastrutture legate ai servizi informatici verrà effettuato nella sede di Moncalieri; la nomina del responsabile torinese, a capo dell'intera struttura, va obiettivamente nella direzione di quello che dicevo.
La società Accenture sta svolgendo, in queste settimane, una due diligence che non è ancora completata (questa mattina sui giornali vi erano alcune conclusioni, ma non credo che il lavoro sia ancora completato quindi credo che siano conclusioni un po' affrettate), per valutare gli applicativi più idonei.
Un altro aspetto che ha destato una certa preoccupazione, un po' anche per le notizie giornalistiche che emergevano, era relativo al personale.
Certamente i Consiglieri hanno seguito con maggior attenzione le vicende legate allo sviluppo di quest'importantissima fusione. Le due società hanno siglato un accordo con le organizzazioni sindacali molto tempestivamente.
Un accordo che prevede l'utilizzo del fondo di solidarietà che sostanzialmente, consente di anticipare il collocamento a riposo delle persone attraverso l'erogazione di un assegno straordinario fino alla maturazione del diritto all'erogazione della pensione, con oneri a carico interamente dell'azienda.
L'accordo, che ha dato materialmente il via all'operazione di fusione ha rappresentato un elemento di consenso all'operazione stessa da parte delle organizzazioni sindacali, elemento di cui bisogna tenere conto. Esso ha interessato circa 5.200 persone della complessiva realtà San Paolo Intesa (di cui 2.800 per il San Paolo). Nella regione sono coinvolte 570 risorse per il Gruppo San Paolo, l'80% delle quali nella Provincia di Torino. Come ricordavo, questa è un'operazione di esodo accompagnato.
Relativamente al MOI. Le persone che potranno accedere volontariamente, al fondo di solidarietà, e quindi aderire al progetto sono circa 160, di cui 60 nella Provincia di Torino. Sulle questioni MOI e sulle questioni personali credo di aver comunicato le informazioni ad oggi disponibili.
Per quanto riguarda il grattacielo, quindi la sede degli uffici, la sede legale della banca, ho già assicurato che ci sono state conferme da parte del Presidente, dell'Amministratore delegato e del Direttore generale. Credo che fosse una cosa ovvia e scontata che l'Amministratore delegato volesse approfondire le questioni legate, comunque, ad un investimento molto importante, anche per una banca così importante come Intesa-San Paolo.
Sono ancora da sottolineare tre elementi che caratterizzano questa banca e che, a mio avviso, spesso sono dimenticati. Il sistema della banca quindi quello operativo e gestionale, è il sistema di banca dei territori è il sistema utilizzato, fino al 2006, dalla Banca San Paolo. La gestione di tutta l'operatività di retail è delegata al Direttore generale che, come è noto, era il Direttore generale del San Paolo.
Un'altra questione secondo me importante, che non è stata sottolineata è che, per esempio, Banca d'Italia ha comunicato che la vigilanza sulla banca è affidata alla sede di Torino. È legata alla questione della sede legale? Probabilmente sì. Certamente è legata anche al fatto che una parte dell'operatività significativa sarà insediata sul nostro territorio.
Della sede legale ho già detto. Ci auspichiamo, nel prospettato federalismo fiscale, che potranno esserci anche dei ritorni diretti per le casse della Regione che credo siano evidenti a tutti. È da sottolineare anche in termini di garanzia per quelle operazioni di monitoraggio cui facevo riferimento prima e che, ovviamente, non devono interferire nella gestione di un soggetto privato - il fatto che la compagnia San Paolo sia il primo azionista di una banca così importante, che capitalizza 70 miliardi di euro, è un segnale importante. È una situazione che può e deve garantire il territorio rispetto alla presenza dell'istituto, così come è nato dalla fusione. Un'opportunità di straordinaria importanza per il nostro territorio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sul tema credo che ritorneremo. Mi consentirà il Vicepresidente, nonch Assessore competente, di assicurargli che, avendo sentito con attenzione la sua comunicazione - di cui lo ringrazio per la tempestività con cui rispetto alla richiesta, si svolge - la trovo, se le mie informazioni sono corrette (ma non è detto che lo siano) imprecisa, (specificherò dove e come) e, ahimè, detta da tifoso.
Vede, Vicepresidente, anch'io, come lei, sono granata; anch'io auspico sogno, bramo che il Torino - o il Toro, come piace chiamarlo a noi - se e quando si ricomincerà a giocare, improvvisamente diventi una squadra vera e vinca tutto ciò che non ha più vinto dal 1976. Ma si sa, è voce di popolo che noi siamo una squadra sfortunata. Ma questo è l'atteggiamento del tifoso. Non ci crede nessuno che siamo solo sfigati: né io né lei né gli altri granata. Molto semplicemente: "Ai suma nen bun". Vedo l'Assessore Bairati, noto gobbo, che non è il principale dei suoi difetti, condivide ma ce ne sarà anche per lui.
Per il caso San Paolo, se mi limito ad un aspetto meramente ideologico che a me interessa, non credo che le ideologie siano finite. Anzi, penso che le ideologie non vengano conosciute. Siamo un popolo di analfabeti molto dei quali di ritorno e gli altri creati dal modello della scuola pubblica dal '68 in poi. Qui non vengono abbandonati perché inutili semplicemente vengono abbandonati perché non si conoscono. Io ritengo che i modelli siano indispensabili per comprendere un po' della realtà che ci circonda e per poterla, se ci si farà carico come amministratori pubblici indirizzare.
Da liberale, dovrei fermarmi subito. Tutta la vicenda che l'Assessore gentilmente e utilmente, anche su richiesta, ha riferito all'Aula si svolge fra privati. Banca San Paolo, ha ricordato l'Assessore, era una banca quotata in borsa, la cui importanza non credo dobbiamo ricordare. Banca Intesa è analogo soggetto, ma con una storia diversa.
I privati, secondo me, è bene che facciano quello che i loro soci ritengono importante fare; al massimo, se hanno delle obiezioni, i soci hanno le sedie, le competenze assembleari e normali per far valere i loro interessi e i loro diritti, qualora non si ritengano sufficientemente protetti.
Dovrei fermarmi qui. Ma in un periodo di confusione come quello in cui stiamo vivendo, non ho difficoltà a immaginare, invece, cosa potrei dire se mi sedessi su quella sedia lì; se, per esserle più vicino, mi sedessi in una sedia delle prime file.
Avendo studiato un po' - da dilettante, sia ben chiaro! - anche i modelli che, in senso lato, oserei dire della sinistra radicale o dei riformisti o del centro (vede con quale attenzione scagliono i segmenti della Giunta in cui lei oggi appartiene), so che quanto sto dicendo non basta. Perché? Il perché lo ha detto lei: ci sono in gioco migliaia di posti di lavoro, in uno dei settori importanti o più importanti; secondo me, uno dei due più importanti dell'economia piemontese, quello che normalmente sta sotto il termine di ICT. E qui entra in gioco o dovrebbe o potrebbe - se volesse, se ritenesse opportuno occuparsene - anche l'Assessore Bairati che, quando ancora ritenevamo che le cose che lui dice avessero una qualche aderenza con i percorsi successivi, affermò più volte sia in quest'Aula che in sede di I Commissione, come la ICT piemontese potesse essere uno degli elementi di sviluppo di questa nostra Regione.
Credo che sia facile per l'Assessore Bairati, gli basterebbe un modesto cenno di assenso, ricordarci che oggi gli attori principali oggi dell'ICT in Piemonte sono due: il CSI (e ne parleremo se e quando qualcuno di questa simpatica corazzata, piazzata nel laghetto di Avigliana, vorrà occuparsene), che è pubblico e che, essendo pubblico, dovrebbe essere oggetto delle attenzioni della Giunta, di una qualunque Giunta e conseguentemente, di una visione che più volte nelle parole - e solo nelle parole - l'Assessore Bairati, ha più volte citato come percorso. Ma si sa: l'importante è dire le cose; il farle richiede un'enorme e dispendiosa fatica che, palesemente, non è ritenuta necessaria da quasi nessuno.
Come dicevo, il CSI, che è pubblico. Poi c'è il MOI, che è privato. Il MOI andrà dove i soci del nuovo soggetto riterranno opportuno, così pure il palazzo di cui oggi tanto si parla. Francamente, contrapporre l'importanza di un palazzo... Se non sbaglio, era addirittura già previsto nei preliminari del Piano regolatore di Torino, all'epoca della Giunta Zanone 1992. Pensi lei, con che velocità le attuali amministrazioni di Torino, che forse lei ha frequentato, quasi tutte tranne...



(Commenti del Vicepresidente Peveraro)



BURZI Angelo

Non le ha frequentate? Negli ultimi dieci anni mi pare che lei sia stato un assiduo frequentatore.
Da settembre-ottobre 1992, preliminari del Piano regolatore, architetto Cagnardi, in cui venne previsto per la prima volta, esattamente dove oggi qualcuno vorrebbe fare questa torre, non si è fatto nulla. Ma senza dubbio si sta ancora studiando bene quale sia il collegamento che unisce la malagestione del Governo Berlusconi rispetto alle Giunte - tutte di centrosinistra - che dal 1992 ad oggi si sono succedute; palesemente Berlusconi, per invidia milanese, non ha consentito alle amministrazioni di centrosinistra di fare queste realizzazioni.
Tornando alla questione San Paolo, ho detto che è impreciso. Le do qualche elemento che, all'uomo di organizzazione - se mi passa il termine al cultore di strategia aziendale, dovrebbero interessare. Chiunque andasse a prendere gli indici di San Paolo e Intesa - luglio 2006, prima della fusione - e per gioco o per diletto si esercitasse a fare delle ipotesi credo che arriverebbe facilmente alla conclusione che, se quelle due strutture mai avrebbero dovuto sposarsi, l'ipotesi più probabile - dagli indici, non dalle scelte che possono essere tutte diverse - era un San Paolo che assorbisse l'Intesa. Parlo di tutti gli indici, ed esprimo un'opinione personale, che potremmo piacevolmente discutere in un seminario di natura tecnica.
avvenuto in maniera diversa; è stato sottoscritto un accordo precedente alle operazioni vere e proprie di fusione, che sono state deliberate, se non ricordo male, all'inizio del novembre dello scorso anno.
Questo accordo ha trovato una serie di apprezzamenti nelle dichiarazioni pubbliche delle amministrazioni che oggi governano il Piemonte, e ne cito principalmente tre: quelle del Sindaco Chiamparino; quelle della Giunta Bresso (anche quelle espresse personalmente dalla Presidente in una sua comunicazione in aula); quelle del Presidente Saitta che, per non sentirsi all'interno di una struttura come quella delle Province, totalmente inutili da sempre...
Ma questo è un altro tema: lo vedremo insieme al federalismo nell'ambito dell'VIII Commissione, presieduta dal Consigliere Reschigna.
Tutti si sono dichiarati estremamente soddisfatti di questa fusione che sicuramente, avrebbe comportato grandi risultati per il Piemonte.
Faccio il sindacalista. Che cosa posso dire se faccio per un attimo il sindacalista? Che uno dei principali garanti di questa piemontesità, l'ex amministratore Iozzo, dopo essersi profuso in una serie di interessanti dichiarazioni che, qualora lei le avesse perse, posso facilmente fornirle ahimè - ha dovuto occuparsi improvvisamente di cose nuove (se non sbaglio della Cassa Depositi e Prestiti). Tra l'altro, Iozzo, membro del San Paolo era quello, da una venticinquina d'anni o forse più, che avrebbe garantito da dentro, nel suo ruolo di Vicepresidente, il controllo operativo. E infatti, non è lui il Vicepresidente. E poiché c'era bisogno di un controllore, di un banchiere competente, incisivo - e chiunque conosca Iozzo sa che queste qualità da "rompiscatole" ben le avrebbe esercitate non potendolo fare lui, da chi è stato sostituito? Dal professor Zich, che notoriamente - persona eccellente - come si può evincere dal suo curriculum, ha, nell'ambito delle competenze bancarie, qualità assolutamente paragonabili a quelle di Iozzo e, nell'ambito degli atteggiamenti umani-professionali, un carattere e un comportamento del tutto identico a quello di Iozzo.
Come dire: un tempo avevamo Pulici e Graziani; adesso abbiamo Conan il barbaro o - non saprei chi citare - Abbruscato. Sono due punte. Siamo praticamente con le stesse qualità, non meritocratiche, ma alternative come se Iozzo facesse il Rettore del Politecnico. Ma questo è il primo passaggio.



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Cercherò di essere moderato. Sarò ancora più moderato dei moderati, nel senso che mi interrompo quasi subito (tanto ci torneremo), per dire che ci sono "n" passaggi, se uno si siede dalle parti dell'Unione, che nelle nomine vedono: l'audit (doveva essere assegnato al dottor Gallo; invece sarà assegnato ad una persona di fiducia di Passera); la gestione dei sistemi informativi (è imprecisus, è finito il parere di Accenture).
Questa mattina, oggi martedì 6 febbraio 2007, c'è un incontro, perch appunto - questo brutto articolo di stamattina, che a molti è stato sgradito, ipotizza uno zero a zero, mentre la partita, da chiunque vista se l'arbitro non fosse stato un buon amico dell'ex AD della Juve, Moggi sarebbe finita 4 a 0. Invece, la partita - dice il giornale - è finita zero a zero. Vedremo negli esiti finali.
La prego, Vicepresidente, se ne occupi; non tanto da liberale, ma se ne occupi da amministratore di una Giunta di centrosinistra. Temo che una visione così da tifoso e così imprecisa non porti ad eccellenti risultati per chi, a suo tempo, ha sostenuto essere questo un eccellente momento di sviluppo per questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Io sarò molto più veloce. Intervengo solo per dire che avevo presentato un'interrogazione il 2 gennaio, quando c'eravamo accorti che la prima riunione del Consiglio di sorveglianza, anziché tenersi a Torino, si svolgeva a Milano.
In quella data abbiamo chiesto alla Giunta di rispondere e di fugare già i dubbi e le preoccupazioni che queste notizie già all'epoca avevano suscitato.
Dubbi e preoccupazioni che continuiamo ad avere, sollecitati soprattutto da notizie all'interno del San Paolo, perché non ci sono state le garanzie di applicazione di una pariteticità nella fusione e continuano a non esserci.
Noi sappiamo che questa nuova grande banca ha due Direttori generali...



PRESIDENTE

Colleghi, il tema è estremamente importante non solo per l'aspetto economico. Ci sono diverse interpellanze ed ordini del giorno. Chi ha bisogno di conferire con qualche collega o con qualcun altro è invitato a farlo fuori, perché diventa difficile anche con il nuovo impianto voce ascoltare il Consigliere che sta intervenendo.
Prego, Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Grazie. Ha ragione il Presidente Burzi: ne riparleremo, quindi lanciamo nuovamente il nostro appello e le nostre preoccupazioni, ma sappiamo che avremo ancora modo di discuterne.
Dicevo che c'è un Amministratore delegato che è di Intesa, un Direttore generale di San Paolo e uno di Intesa; quindi, in questo senso c'è una parità.
Ci sono cinque Capi Divisione, però quattro arrivano da Intesa ed uno dal San Paolo. Ci sono tre Capi Funzione, due di Intesa e uno di San Paolo e così via.
In realtà, questa pariteticità è solo sulla carta e sappiamo benissimo parlando con il personale, che nei fatti questo non è avvenuto.
A Torino dovevano rimanere la Direzione del personale, l'audit e il sistema informatico. Apprendiamo che il Direttore del personale ha dato le dimissioni; l'audit che, come diceva bene il Presidente Burzi, doveva essere in capo al San Paolo, è andato ad Intesa, con grandi preoccupazioni ci risulta - della Banca d'Italia, preoccupata perché riteneva il sistema audit del San Paolo più innovativo rispetto a quello di Intesa. Ora ci sono preoccupazioni sul sistema informatico.
Non ci bastano le garanzie di questi mesi o le assicurazioni che la politica ci sta dando.
Ci vuole effettivamente la volontà di una costante azione di monitoraggio sulla vicenda. Certamente occorre verificare meglio le cose che stanno succedendo all'interno delle due banche, altrimenti continueranno solo ad essere parole, ma nei fatti vedremo Torino sicuramente diminuire la sua capacità sia funzionale che economica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Devo ammettere di non essere stato attento a quanto riferito dal Vicepresidente della Giunta Peveraro. Me ne scuso, ma non penso che abbia detto niente di nuovo; se ha detto qualcosa di importante, con il suo permesso, conferirò successivamente.
Lo diceva prima la collega Motta: c'è una realtà con la quale ci dobbiamo misurare. Non si capisce se sono 90 mila o 110 mila i dipendenti San Paolo-Intesa o se sono 67 mila solo quelli del San Paolo. Quindi, mi piacerebbe conoscere anche il numero preciso.
Però sta di fatto che stiamo parlando di un numero molto elevato di dipendenti, quindi non mi addentro nella questione societaria e bancaria perché è tecnica della finanza, e non voglio entrare nel merito di quella che è una competenza stretta dei Consigli di amministrazione e nelle scelte che ha fatto questa azienda privata.
Quello che mi preme e che soprattutto mi preoccupa è la tensione e, in particolare, la paura che si sta creando all'interno dei dipendenti del San Paolo. Perché sono tutti consapevoli che il San Paolo debba, in qualche modo, licenziare.
Abbiamo avuto la prova lampante che il responsabile Maurizio Montagnosi si è licenziato; nessuno sa il motivo, era colui che doveva "tagliare le teste", era quello cui era stato dato l'input di tagliare il personale, e quindi i dipendenti del San Paolo.
Naturalmente, coraggiosamente, pieno di principi e soprattutto perch non se l'è sentita, si è licenziato. Questo è un messaggio delicato importante e preoccupante.
Allora chiedo al Vicepresidente Peveraro, che è in stretta collaborazione con i personaggi che hanno pilotato e guidato le strategie economiche e sociali del territorio di questa Provincia e di questa Regione, se queste persone ancora lo potranno fare nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Ho qualche dubbio, ci sarà una cura dimagrante anche per queste persone, magari qualcuno ne avrà bisogno, perché magari qualcuno abbonda in benessere, cosa che tanti poveri disgraziati nella città non hanno.
Infatti, c'è qualcuno che avrebbe bisogno di uno snellimento automatico.
Però, davanti a questo snellimento fisico e corporeo, c'è anche l'impoverimento della società e, soprattutto, dei cittadini della Regione Piemonte.
Allora è questa la domanda che rivolgo al Vicepresidente Peveraro. A me quello che preoccupa - e lo faccio in modo amichevole, infatti conosce la stima che nutro nei suoi confronti - è che si faccia un monitoraggio. Voi che avete in qualche modo partecipato ai tavoli dei potenti, vi siete fatti dare un monitoraggio di che cosa succederà nei prossimi anni di queste 67 mila famiglie o 90 mila complessive? Ripeto che non so se siano 90 mila o 110 mila i dipendenti, dei quali 67 mila sono del San Paolo. Un giorno si parla di 67 mila e il giorno seguente si parla di 90 mila complessivi.
Quello che a noi preme di più, e penso a tutti i colleghi del Consiglio, è il fatto che si siano prese delle decisioni ancora una volta sulla testa dei cittadini piemontesi, e noi politici ancora una volta siamo stati inerti ed incapaci - non personalmente, ma come politici - di incidere sulle scelte che, anche se private, hanno dei risvolti negativi.
Fino ad oggi hanno approfittato della politica e del potere politico e non vedo perché la politica non ne debba approfittare in modo positivo, per il benessere della cittadinanza, nel momento in cui gli altri decidono e fanno delle scelte sulle nostre teste.
il caso che il San Paolo vada ad aprire degli sportelli in Albania e ne chiuda alcuni a Torino? Concettualmente è importante andare ancora a conquistare mercati fuori dall'Unione Europea, quindi mercati difficili e non equilibrati? Non è meglio invece fare un'analisi di mercato ed incentivare meglio le proprie risorse e i propri obiettivi finanziari sul nostro territorio? Questa è la seconda domanda che rivolgo al Vicepresidente Peveraro.
Concludo perché non vorrei fare la Cassandra di ogni problema che si riversa sui nostri cittadini.
Penso che molti saranno licenziati, mi auguro di sbagliarmi e che il licenziamento "spontaneo" del Responsabile del personale Maurizio Montagnosi sia stato solo un episodio sporadico. Mi auguro il contrario, ma sicuramente ne riparleremo ancora, come diceva la collega Motta.
Però, Vicepresidente Peveraro, quello che condanno è che la politica non riesca a farsi rispettare in questa Regione e in questo territorio; in altre Regioni la politica, indipendentemente dall'appartenenza ideologica continua a determinare le strategie e a programmare la pianificazione territoriale. Noi, in Piemonte, non riusciamo e diventa tutto difficile.
Questo è quanto rimprovero a persone che autorevolmente potrebbero fare qualcosa di più, visto che occupano posti così importanti. Quindi chiediamo a voi più partecipazione politica, più interesse politico ma soprattutto, più potere politico, perché è un problema che interessa non solo questa Giunta, ma tutti i cittadini e tutti noi qui presenti.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, e tutti i presenti in aula. Chi ha necessità di parlare lo può fare fuori dell'aula, con ampi e accoglienti spazi, perch in questi termini non è possibile ascoltare chi interviene.
Abbiate pazienza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Conosco il Vicepresidente Peveraro da molto tempo e ho sempre apprezzato la sua competenza e la sua serenità su tutte le questioni che ha avuto modo di seguire e amministrare. Sono sicuro che anche sul tema della fusione Intesa-San Paolo sia stato in grado di seguire - e continuerà ad esserlo - nel rispetto delle scelte imprenditoriali, questa scelta e questa fusione così importante per le prospettive di questi gruppi bancari e, in modo particolare, del gruppo bancario piemontese.
Per certi versi, le ragioni e le informazioni che oggi il Vicepresidente ci ha dato confortano e rassicurano, perché ci descrive un quadro capace di garantire le competenze, le professionalità e un futuro agli amministratori e ai lavoratori del San Paolo.
Anche in questo caso ripongo, nel rispetto dell'autonomia delle scelte imprenditoriali, fiducia nella capacità del Vicepresidente di monitorare quest'evoluzione. Tuttavia, non posso sottrarmi alle osservazioni di chi mi ha preceduto, che sostanzialmente rappresentano preoccupazioni, non totalmente infondate.
Personalmente, ho ascoltato rappresentanze sindacali e singoli lavoratori che mi hanno rappresentato un clima aziendale di forte preoccupazione, non solo, come lei ci ha informato, sulle modifiche degli organigrammi e sulle strategie (e qui mi rifaccio alla sua competenza), ma rispetto ad un percorso che non sembra garantire quella pariteticità nella prospettiva di sviluppo della nuova azienda che, invece, in ogni occasione gli amministratori delle due banche hanno inteso assicurare.
Cito soprattutto le due questioni di cui più spesso si parla in questi giorni. Innanzitutto, la questione del Centro Elaborazione Dati. Proprio oggi leggiamo nelle cronache che ci sarebbe un pareggio. Ricordo che il Centro Elaborazione Dati è, per unanime riconoscimento, forse il settore più capace ed efficace costituito da San Paolo in questi anni. Ricordo anche come in molte dichiarazioni ci fosse la certa volontà, non solo di tutelare l'occupazione e la professionalità di tale Centro, ma di farne il punto di riferimento per l'intera banca. Oggi leggiamo che potrebbe esserci un pareggio.
Purtroppo devo dire che, se anche ci sarà, non sarà di gran soddisfazione, perché vediamo come non pochi comparti della nuova banca siano totalmente affidati a Management, Sedi, personale di ex Intesa.
evidente, quindi, che alcune peculiarità e alcune eccellenze di San Paolo devono diventare il riferimento per l'intera banca.
Da questo punto di vista, credo che sia assolutamente condivisibile l'appello di quanti (sindacati, lavoratori e dirigenti), chiedono che il Centro Elaborazioni Dati diventi riferimento per tutta la banca, e non solo per una parte delle attività della nuova banca.
L'altra questione riguarda il clima aziendale e la difficoltà che i sindacati hanno nel rapporto con la dirigenza del personale. Si respira forse perché il clima aziendale in San Paolo era sicuramente apprezzabile ed eccellente, un clima di gran difficoltà nelle relazioni sindacali. Ci sono già stati i primi segnali, tutt'altro che incoraggianti, come il taglio delle risorse per il circolo ricreativo. È sicuramente piccola cosa ma è un segnale molto significativo ed emblematico della volontà di ridurre i diritti normali, come la possibilità di fruire di un centro ricreativo, e danno il senso di una volontà, vorrei dire con un termine un po' forte, di dirigismo o, forse ancora di più, di prevaricazione, che la nuova dirigenza del personale intende affermare anche nei confronti dei dipendenti ex San Paolo.
Questa è una legittima preoccupazione. Lo conferma il fatto che il Direttore del personale di San Paolo in questi giorni ha rassegnato le dimissioni, di fronte all'impossibilità di collaborare come Vice. Questo è quanto ci viene riportato e, quindi, se non è la verità, volentieri riceviamo smentita.
C'è un quadro sicuramente di preoccupazione. Saremmo lieti se potessimo essere smentiti almeno su questi due punti.
In conclusione, riconfermiamo la nostra piena fiducia nelle capacità del Vicepresidente di tenere sotto osservazione questa questione così importare per la nostra Regione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'istituto tecnico "G. Vallauri" di Fossano


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'istituto tecnico "G. Vallauri" di Fossano in visita a Palazzo Lascaris. Sono allievi di IV ragioneria ed è proprio una coincidenza, perché stiamo discutendo alcune interpellanze ordini del giorno e una comunicazione della Giunta, sull'intesa San Paolo e Banca Intesa. È un tema che senz'altro riguarda i vostri studi e magari anche il vostro prosieguo, sia in termini lavorativi sia come augurio.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale relativamente a "Polo Informatico San Paolo" e "Costruzione grattacielo San Paolo" Esame ordini del giorno n. 521, inerente a "Centro informatico Sanpaolo", e n. 588, inerente a "Salvaguardia Centro Elaborazione Dati Sanpaolo di Moncalieri"; interrogazione n. 1244 e n. 1323 (assorbite dal dibattito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con il dibattito sulla comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale sulla vicenda San Paolo-Intesa.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ghiglia, in qualità di Consigliere: ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Lei ha parlato, con un bisticcio di parole, di intesa fra San Paolo e Banca Intesa. Sinceramente non siamo più certi che il verbo adatto sia quello. Non siamo più certi che si tratti di un'intesa, ma temiamo che si tratti, giorno dopo giorno, di un assorbimento, da parte di Intesa, nei confronti di San Paolo.
evidente che, oggi, il Vicepresidente Peveraro, non ci ha dato alcuna novità rispetto ai mesi passati, nessuna rassicurazione sul mantenimento dei posti di lavoro, nessuna novità sul Centro Elaborazione Dati e nessuna novità sul futuro di quella che è stata una banca costruita con i soldi e i risparmi di generazioni di torinesi e di piemontesi, rispetto ad un possibile assorbimento da parte di altri.
Presidente, posso chiederle di tenere il livello del brusio...



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, è tutta la mattina che invito i colleghi e tutti i presenti a non parlare in aula ma di recarsi negli spazi adiacenti. È un invito che cade nel vuoto.



GHIGLIA Agostino

Non c'è problema, Presidente, la prossima volta, visto che sono un vecchio comiziante, verrò con un megafono e la finiamo qua, così almeno le assicuro che chi deve parlare uscirà dall'aula. Provvederò, non come membro dell'Ufficio di Presidenza, ad assicurare la possibilità di parlare.



PRESIDENTE

Come membro dell'Ufficio di Presidenza sa che abbiamo provveduto, dopo molte richieste, a potenziare l'impianto audio, ma non è stato sufficiente.



GHIGLIA Agostino

Porterò il megafono, così do fastidio a chi bisbiglia.
Comunque, cercando di continuare, Presidente, vorrei capire, al di là dei rapporti che in questa città ci sono con il Presidente di quello che adesso è il Consiglio di gestione o di garanzia della nuova Intesa, dottor Salza, come mai, a mesi di distanza, nonostante tutte le rassicurazioni avute, ci troviamo al "pian dei babi".
Al pian dei babi vuol dire al piano, al livello delle rane, cioè nulla.
Come dite? Dei rospi. Grazie: i comunisti di rospi se ne intendono. Perch i babi stanno talmente in basso che ovviamente non hanno nulla.
Noi, nei mesi passati, più volte, in mille audizioni al Comune di Torino, con tutti i vertici, ci siamo sentiti rassicurare sulle sorti magnifiche e progressive dell'accordo fra San Paolo e Intesa. Dal canto nostro, abbiamo sostenuto che, in effetti, la costituzione di un soggetto così grosso, che potesse essere internazionalmente forte anche rispetto al mercato e che potesse avere un maggiore appeal, ci trovava assolutamente favorevoli. Ma parimenti e contemporaneamente dicevamo: "Purché la tradizione del San Paolo torinese, i lavoratori del San Paolo torinese non vengano sacrificati sull'altare di un accordo tra banchieri".
Poi avevamo sentito e visto su tante fotografie di numerosi organi di informazione un bellissimo plastico dove c'era il secondo grattacielo torinese. Il primo grattacielo torinese lo costruì Mussolini, il secondo grattacielo torinese lo avrebbe costruito Salza: come dire, ogni regime avrebbe avuto il suo mausoleo in questa città. Ed eravamo contenti di questo, perché dicevamo: "Magari ci tolgono un po' di San Paolo, ma guadagniamo un grattacielo".
Qualche settimana fa, preoccupati di quanto letto sui giornali, avevamo chiesto comunicazioni immediate. Essendo passata la gestione del patrimonio immobiliare a Milano, se volessi usare uno slogan, sembrava che qualcuno volesse farci: "Cucù, cucù, il grattacielo non c'è più".
Ma il grattacielo non rappresentava soltanto il grattacielo. Il grattacielo poteva, doveva rappresentare nell'immaginario collettivo la testimonianza di una permanenza e di un radicamento forte di una parte del nuovo soggetto a Torino e in Piemonte.
Abbiamo, ovviamente, chiesto subito rassicurazioni sul fatto: "Ci avete fatto vedere il plastico, vi siete fatti tutti fotografare attorno al modellino: lo fate?". La risposta lapidaria, inequivocabile incontrovertibile, che non lasciava spazio a dubbi è stata: "Mah, vedremo forse".
Assessore Peveraro, lei è molto bravo tecnicamente a spiegare un'operazione che non riesce a essere spiegata nei suoi contorni essenziali, banali e popolari; lei è bravissimo nelle strategie epocali, è bravissimo a disegnarci un futuro di rose e fiori per tutti, più opportunità per tutti dalla fusione, più opportunità per i lavoratori, più opportunità per i consumatori, più opportunità per gli imprenditori, più futuro, tutto più. E oggi? Noi, che invece siamo ad un livello meno metapolitico ma più pratico continuiamo a chiedere: oggi cosa succede? Domani cosa succede? Che fine fanno i lavoratori degli sportelli? Che fine fa il centro di elaborazione dati? Che fine fa il mausoleo al potere? Che fine fa il San Paolo? Il Presidente della compagnia di San Paolo, l'avvocato Grande Stevens un altro bravissimo a disegnare scenari, ci ha detto più volte che la compagnia di San Paolo, essendo il primo azionista della banca, avrebbe avuto un ruolo determinante e fondamentale nella costruzione del nuovo soggetto e che si sarebbe vigilato affinché la torinesità venisse preservata. Anche lui continua, caro Vicepresidente Peveraro - lo dico con molto rispetto di tutti, perché sono sicuro che siate in buona fede, ma sono altrettanto sicuro che non sappiate nulla di quello che altri stanno decidendo - a farci una "supercazzola" (cito il film Amici Miei, com'è noto, non è una parolaccia), a dirci: "Faremo, vedremo, costruiremo, sarà tutto più bello, i mulini saranno bianchi e i bambini correranno nei campi di grano, mentre una gran macina produrrà soldi per Torino, per il Piemonte, per i torinesi, per i lavoratori". Ma sull'oggi continuate a non dirci nulla.
Vicepresidente Peveraro, oggi il Capogruppo de La Margherita, che è il suo partito di riferimento - credo, nonostante il Congresso, ma ci sono i Congressi per tutti, me ne rendo conto, pure per me - in maniera molto garbata e da democristiano, le ha dato una mazzata di cui io mi preoccuperei. Quando - io conosco l'intelligenza del Presidente Lepri - un ex democristiano come lui fa otto minuti di critiche, ma alla fine ribadisce la fiducia nell'operato del Vicepresidente della Giunta, io, se fossi in lei, mi preoccuperei.
Ci sono stati, da parte del Capogruppo de La Margherita, quindi della vostra maggioranza, otto minuti di dubbi e mezzo minuto di complimenti.
Ora, è vero che in Unione Sovietica ti facevano otto minuti di complimenti e poi ti mandavano in Siberia comunque, e che invece la nostra cultura post democristiana ha un altro modo di agire, ma la frase finale, secondo me, è peggio delle critiche. Perché, vede, se lo chiediamo noi che stiamo in minoranza che fine sta facendo veramente il San Paolo, può sembrare la solita polemica politica della destra o del centrodestra, ma se gli stessi temi, mutando i termini - e concludo, Presidente - li usa un partito della maggioranza influente come La Margherita, Vicepresidente Peveraro, noi crediamo che sia il momento di dare qualche risposta in più, oppure di venirci a dire: "Guardate, la fusione è un fatto di banchieri, di banche: noi non c'entriamo nulla, perché pure noi veniamo a sapere le cose dai giornali e non siamo coinvolti perché le logiche del mercato vogliono questo, perché le strategie, qualora fossero palesate subito potrebbero causare dei danni anche finanziari a livello di borsa".
Almeno abbiate l'onestà intellettuale di dirci che questa è un'operazione che altri stanno facendo e di cui voi subite semplicemente le conseguenze. Sarebbe più onesto e sarebbe un atto quantomeno di trasparenza nei confronti non solo dei cittadini, ma soprattutto dei lavoratori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente.
La fusione di San Paolo e di Banca Intesa è stata presentata l'estate scorsa a tutto tondo in termini interamente positivi. La formazione avrebbe dovuto dare vita a un campione nazionale ai primi posti nell'Eurozona seguiva sostanzialmente la nuova linea di Banca Italia o, comunque continuava certe espressioni di Banca Italia tese a frenare l'assalto di banche estere tramite processi di aggregazione volontaria tra banche medio grandi. Corrispondeva, anche, ad una parte politica che ha assunto un atteggiamento di forte difesa dell'Italianità di alcune industrie italiane della TIM e di aziende a forte contenuto strategico partendo dalle reti infrastrutturali (energia-gas-telecomunicazioni, autostrade, ecc) Il tentativo era di mettere a riparo le due banche dagli assalti di banche estere Crédit Agricol e Santander, in particolare. Problema risolto almeno temporaneamente perché, per quanto posso comprendere - vive il problema di poter subire la scalata di concorrenti esteri. Veniva presentato come fatto molto positivo per la clientela - data l'ottimizzazione di risorse - la maggiore capillarità, il maggiore peso della banca e l'aumento di offerta di prodotti. La fusione produce un colosso di 6.000 sportelli, una quota di mercato del 20% - che supera il 30% in alcuni settori - un utile netto previsto per il 2009 di sette miliardi di euro, con una crescita media annua molto alta per il periodo 2005-2009. Questi erano i dati che venivano offerti.
Sempre con la fusione, si parlava di un taglio di costi del 9 attraverso l'unificazione di numerosi sistemi del back office, di strutture centrali, di centralizzazione degli acquisti, di possibilità di negoziare contratti esterni e di una maggiore razionalizzazione delle spese amministrative. Cito i dati forniti relativi al periodo agosto/settembre scorso. Emergeva il problema di definire le scelte strategiche della banca tenendo conto che San Paolo e Banca Intesa presentavano strategie sostanzialmente divergenti per tipo di clientela e per scelte complessive.
Tutto questo, davanti ad una serie di esuberi e di esiti incentivati, già negli anni precedenti, di non poco conto: 7.000 esuberi da parte di Banca Intesa, 3.000 esuberi da parte di San Paolo.
Anche il dizionario cambia. Ai miei tempi il termine "esuberante" significava persona particolarmente vivace. Gli studenti esuberanti a scuola erano quelli un po' indisciplinati. Il termine esuberante, oggi assume un carattere completamente differente. In realtà, questa fusione viene oggi letta da varie fonti, comprese quelle sindacali, come una fusione che non è stata paritaria.
Le nomine di vari settori sono maggiormente decise da Banca Intesa, le dimissioni dell'ex responsabile del personale di San Paolo, per quanto motivate per cause personali e familiari, certamente reali, rappresenta un fatto doloroso e difficile. Dovevano rimanere a Torino il bilancio, il personale, la sede legale, il polo tecnologico, la banca dei territori cioè un'attività indirizzata alle famiglie e ai piccoli operatori economici il cui volume d'affari è sotto una certa soglia (basso o media). La gestione del personale finisce a Milano, le fonti sindacali parlano di strategie verso il personale profondamente diverse: più affini a richieste sindacali quelle di San Paolo, maggiormente rigide quella di Banca Intesa con l'esternalizzazione della gestione delle buste paga e altri questioni di questo tipo.
Le decisioni sono quindi quelle per cui occorre ancora definire - il Presidente ha dato una soluzione che sembra positiva - e non so in quali termini si manifesterà, tutta la questione della piattaforma informatica e del futuro di Moncalieri. Credo siano vere le affermazioni del Vicepresidente Peveraro, quindi la valutiamo come un fatto positivo. La stessa questione grattacielo, portata in vari interventi precedenti, è emblematica di un progetto abbastanza indefinito. Doveva essere un grattacielo per 1.800 lavoratori del polo assicurativo, così non è.
Continuiamo a pensare che occorrerebbe difendere i livelli occupazionali.
Il Presidente di Banca Intesa sabato, a margine di un convegno con il Presidente della Banca d'Italia, Draghi, ha parlato di 6.000 esuberi ancora una volta.
Documenti sindacali e della banca mi hanno insegnato un verbo che non ho mai usato in vita mia, il verbo "esodare" (un termine non particolarmente bello, ma purtroppo esiste). Un rispetto delle tutele previste dai contratti nazionali, dai contratti locali, l'omologazione di trattamenti sindacali che, a parere nostro, dovrebbero essere uniformati al livello più alto e non al livello più basso, come in alcuni casi sta accadendo. Le voci interne alla banca sono abbastanza preoccupate anche per il passaggio da dirigenti a quadri intermedi, quindi con una carriera a rovescio che si propone per numerosi lavoratori.
Torniamo a chiedere che si discuta il tutto e si discuta anche la possibilità di un osservatorio in cui tre enti - Comune, Provincia e Regione - tengano sotto controllo i tempi e i modi della fusione.
C'è stata una discussione precedente su questo. So che molti Consiglieri, davanti ad una patata bollente così grave, ritenevano che il problema fosse più di Giunta, scaricabile sul Vicepresidente che ha certo competenza e conoscenza. Valutiamola insieme. Il Consiglio valuti ciò. Non è opportuno dare vita ad un osservatorio complessivo che chieda incontri per il rispetto di quanto è stato pattuito negli accordi dell'estate scorsa e abbia un costante rapporto fra le banche, o la banca, uscita dalla fusione e un rapporto con i rappresentanti politici che i vari enti esprimono?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Soltanto per ricordare come appena si prospettò l'ipotesi della fusione tra San Paolo e Banca Intesa il mio Gruppo - lo SDI - fu l'unico che presentò un'interrogazione formale esprimendo preoccupazione per le ricadute della fusione sul territorio e correndo il rischio di passare per chi non sapeva cogliere i veri aspetti rilevanti dell'operazione e si perdeva dietro ad altri che avevano anche un po' il sapore del provincialismo.
Ricordo anche che conclusi il mio primo intervento sul tema usando all'incirca queste parole: mi auguravo che quanto era giudicato positivo per il mercato, e anche lo SDI giudica positivamente l'operazione che allora veniva prospettata e che oggi si sta attuando, per il mondo della finanza e per l'intero Paese, lo fosse anche per Torino ed il Piemonte.
Alcune perplessità che manifestai allora rimangono ancora oggi, anzi escono rafforzate dalle motivazioni che si ascoltano e che accompagnano percorsi di attuazione all'operazione di fusione e che, in qualche modo rafforzano la convinzione che non è una fusione paritaria tra istituti bancari, ma che si prospetta una prevalenza dell'impostazione e della concezione relativa alla Banca Intesa.
C'è anche da ragionare sul fatto se le due banche siano tra di loro uguali in un rapporto tra banca e territorio. Sicuramente possiamo registrare come San Paolo sia stato costruito nel tempo in un rapporto stretto con il territorio, con il mondo delle imprese, mentre forse la banca Intesa fa più riferimento a quelli che sono i grandi centri finanziari e che quindi aprono con ottiche e rapporti diversi rispetto alla banca torinese.
Sento parlare oggi di pareggio per il centro elaborazione dei dati; non ho ancora letto nel dettaglio le questioni. Certo che suona anche in modo un po' stonato la parola pareggio quando si fa riferimento alla messa insieme di sistemi informatici che hanno aspetti più tecnici e che difficilmente sono conciliabili con dei pareggi. O c'è un'impostazione o ce n'è un'altra. Quindi, raccolgo le osservazioni - e le faccio mie - emerse nell'intervento del collega Lepri, che manifesta tutta una serie di perplessità e chiede al Vicepresidente e alla Giunta regionale di mantenere alto il livello di osservazione sull'evolversi dell'operazione, vigilando a che non si producano effetti diversi da quelli che invece debbono avvenire.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Larizza, informo i colleghi che vi è un ordine del giorno collegato al dibattito in corso, il n. 521 "Centro informatico San Paolo" presentato dai Consiglieri Larizza, Placido Muliere, Auddino, Pace, Pozzi, e che anche le interrogazioni n. 1244 "Fusione San Paolo - IMI Banca Intesa" presentata dalla Consigliera Motta e n. 1323 "Realizzazione grattacielo San Paolo" anch'esse collegate, si considerano, con il consenso dei primi firmatari, assorbite dall'intervento dell'Assessore Peveraro e dalla replica che, senz'altro, ci sarà. Attendo informazioni rispetto all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Larizza.



LARIZZA Rocco

Abbiamo già avuto modo di discutere della vicenda del San Paolo e della Banca Intesa all'inizio di quest'esperienza di fusione. Mi pare che, anche a distanza di tempo, per quanto riguarda, le questioni di carattere generale, possiamo ribadire che noi siamo stati e siamo tuttora rispettosi delle scelte autonome sul piano imprenditoriale. Tuttavia, come abbiamo avuto modo di dire all'inizio, una volta fatte queste scelte, la politica le istituzioni, soprattutto le istituzioni locali, non possono non interrogarsi su quali sono gli sviluppi di quest'accordo, di questa fusione (o come vogliamo definirla: in merito, ho sentito anche opinioni).
Ribadiamo l'importanza dell'accorpamento e delle sinergie nel sistema bancario per una maggiore competitività anche sul terreno internazionale per meglio tutelare il nostro Paese. Però è anche vero - ne abbiamo discusso proprio con il Vicepresidente - che vi è la necessità di mantenere un rapporto con il territorio del sistema bancario, verificandone le ricadute sul sistema economico e produttivo, con particolare attenzione delle piccole e medie imprese. In quell'occasione, è stata anche ribadita la necessità di garantire il mantenimento sul nostro territorio delle competenze, delle capacità professionali che si sono costruite nel corso degli anni.
Credo che alcuni segnali - il tipo di discussione che abbiamo potuto seguire anche sugli organi di informazione - ci dicono che, sul fronte dell'occupazione, sulle garanzie del mantenimento delle competenze e sull'efficacia sul nostro territorio, gli interrogativi permangono.
Io non posso essere ottimista, visto il tipo di discussione che c'è stata. Tuttavia, confido nell'attenzione e nel ruolo delle nostre amministrazioni, perché da più parti sono stati assunti degli impegni e questi impegni, in qualche modo, almeno dal punto di vista formale, sono stati messi in discussione. Tant'è vero che anche i vertici istituzionali hanno sentito il dovere di dire: "Attenzione, perché gli impegni non erano quelli che si vanno delineando".
Prendo atto che un segnale della permanenza e del rapporto con il territorio può essere anche il grattacielo del quale si parla ormai da anni, prima di questo accordo. La conferma di questi giorni sul fatto che il grattacielo sarà costruito dovremmo prenderla sul serio. Tuttavia chiederei al Vicepresidente, anche per l'esperienza che ha avuto come Assessore al Comune di Torino, di verificare se tutte le procedure sono state avviate come era stato definito in occasione della decisione e dell'individuazione delle aree. Ciò per capire se siamo ancora al livello di rassicurazione generale o se c'è qualche atto concreto che ci dice che si sta andando in direzione della costruzione del grattacielo.
Sul fronte occupazionale, devo dire che i primi segnali non sono positivi. Nell'ordine del giorno noi abbiamo fatto riferimento ad un'intesa sindacale positiva, che offre qualche garanzia anche di ricambio attraverso il recupero all'interno delle aziende di giovani, le sostituzioni di lavoratori in uscita. Ma la verità è che si recupera solo il 50%.
Se posso fare una piccola osservazione su questo accordo, non avendolo messo nell'ordine del giorno, devo dire che considero un po' anomalo il legame parentale tra uscite e entrate, per quanto mi riguarda e secondo il mio modo di valutare le intese sindacali.
Tuttavia, è una scelta autonoma che i sindacati e le aziende hanno fatto ed è già importante garantire che qualche giovane entri.
Personalmente, avrei visto meglio un qualche atteggiamento meno protettivo e quindi con un'opportunità aperta anche a quelli che non hanno parenti al San Paolo: sarebbe più in linea con le liberalizzazioni di Bersani sulle professioni. Anche se il paragone è un po' forzato, credo che si capisca bene cosa intendo.
già stato ribadito da altri colleghi il rischio per il Centro Elaborazione Dati. Anche in questo caso, abbiamo sempre delle rassicurazioni, però anch'io, come altri colleghi, ho l'impressione che non ci sia un'informazione adeguata e che non ci siano relazioni sindacali trasparenti all'interno dell'azienda che ci offrano sicurezza su questo percorso.
Penso che la discussione svolta, che avviene qualche giorno dopo le notizie un po' allarmanti e poi rassicuranti sugli organi di informazione dovrebbe perlomeno servire come segnale di un impegno e di una maggiore vigilanza delle amministrazioni locali, della Regione in modo particolare e, possibilmente, d'intesa con il Comune di Torino.
Sarebbe auspicabile avere un'opinione unica tra i vertici del Comune della Provincia e della Regione ed un'azione congiunta nei confronti di questa banca e del sistema bancario in generale, per capire quali sono gli sviluppi sul territorio, quali sono le garanzie sulle competenze, sulle politiche finanziarie che possono aiutare uno sviluppo che cominci a dare dei segni positivi all'interno della nostra Regione. In questo modo potremmo avere qualche speranza che il sistema bancario e finanziario torinese mantenga un'attenzione sul sistema produttivo industriale, come ha già fatto nel caso FIAT e come dovrebbe fare su aziende che non hanno le dimensioni della FIAT, ma che hanno altrettanto prestigio e importanza produttiva e occupazionale nel nostro territorio. Ciò in modo da dimostrare, anche con i fatti, che queste sono operazioni che servono al territorio e che garantiscono lo sviluppo della nostra Provincia e della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi pare che dall'esito del dibattito possiamo trarre alcune considerazioni, almeno io traggo alcune considerazioni.
La prima è relativa ad un ruolo della Regione un po' esterno ed estraneo ai tavoli che contano. Purtroppo non è una sensazione che noi avvertiamo soltanto su questa vicenda, che è una vicenda di grande importanza.
Lo avvertiamo su tante altre vicende, alcune delle quali potremo esaminare anche oggi. C'è una sorta di estraneità dell'ente Regione, ovvero che grandi decisioni che impattano pesantemente sul futuro di questa comunità vengono assunte senza che ci sia un ruolo regionale significativo seppur nel rispetto dei vari mandati, perché giustamente l'imprenditore deve fare l'imprenditore e il finanziere deve fare il finanziere. Ma la Regione questo ruolo di coordinamento generale delle grandi iniziative, mi sembra che lo stia perdendo, ed in parte la vicenda della fusione Intesa San Paolo lo testimonia.
E lo testimonia pesantemente, visti gli esiti di questa vicenda che ci stanno raggiungendo e visto quello che purtroppo qualcuno preventivava e che adesso sta diventando realtà.
Noi non dimentichiamo, Assessore, quando nella sua prima e forse più amplia relazione, quando era scoppiata la bomba della fusione, che lei ci aveva riportato che, grazie ad incontri con i vertici aziendali, pochi erano i timori rispetto alla questione occupazionale, che l'impatto della fusione avrebbe riguardato poche decine di filiali sparse su tutto il Piemonte e pochissime in Provincia di Torino.
Oggi invece, come hanno già riportato autorevoli colleghi e come riportano gli stessi interessati e gli organi di stampa, parliamo di sei mila esuberi. È una parola brutta, come ricordava qualche collega, ma si tratta di sei mila esuberi. Una questione assolutamente non marginale ed assai importante che verrà in qualche maniera mitigata da prepensionamenti e da incentivazioni, ma che va ad impattare su sei mila famiglie piemontesi.
Da un lato c'è il discorso di questo scarso peso, di questo scarso ruolo che noi esercitiamo e dall'altro una delle ristrutturazioni più pesanti che abbia interessato il nostro paese.
In terzo luogo, mi permetto di ricordarlo perché lo ricordo tutte le volte che intervengo su questo argomento, la questione degli istituti bancari minori, dei collegati al San Paolo. È evidente che il San Paolo di Torino e Provincia di Torino pagherà purtroppo il prezzo maggiore da questa fusione, soprattutto in termini di esuberi e di chiusure di filiali, ma cosa ne è, Assessore, delle collegate al San Paolo? Cosa ne sarà di Diverbank? Cosa ne sarà di tante altre piccole e medie istituzioni bancarie e finanziarie locali che però innervano il nostro tessuto economico e sociale? Cosa ne sarà di loro? Anche su questo tema, che forse non riguarda fortemente la capitale del Piemonte, ma riguarda significativamente tante Province dell'intero torinese, crediamo che un'attenzione ed un interesse maggiore da parte dell'istituto Regione, anche con un contatto più attivo, più proficuo, più profondo e più periodico con chi sta compiendo queste scelte, e le compie alla luce di alcuni elementi finanziari ed economici, ma forse perdendo di vista il contesto generale della nostra Regione, anche da questo punto di vista un'attenzione maggiore sarebbe auspicabile.



PRESIDENTE

Informo che le comunicazioni della Presidente Bresso su "Federalismo e competenze regionali sulla comunicazione" saranno effettuate oggi pomeriggio alla ripresa dei lavori, mentre l'Assessore Borioli è pronto a rendere le comunicazioni sulla Asti-Cuneo, ma non ci sono novità significative rispetto all'ultimo dibattito che c'è stato e rispetto alle notizie che i colleghi hanno.
Se non ci sono richieste specifiche, che scaturirebbero in una piccolissima nota di quanto ha ricevuto dalla società interessata, potremmo passare al sindacato ispettivo.
Quindi, dopo l'intervento del Vicepresidente Peveraro, ci sarà la votazione dell'ordine del giorno; successivamente il sindacato ispettivo e la chiusura dei lavori.
La ripresa dei lavori pomeridiani vedrà le comunicazioni della Presidente Bresso: La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Non ho molto da aggiungere rispetto alle considerazioni fatte nella relazione introduttiva e che, in buona parte, sono state riprese del corso del dibattito.
Secondo me, proprio l'approccio con cui non dobbiamo affrontare un'operazione complicata ed impegnativa come quella di una fusione tra due banche importanti come Intesa e San Paolo è quella del tifoso.
Pertanto, se ho dato quella impressione nel mio intervento, è un'impressione che non ho e che non intendo avere. Quindi, non di partita di calcio si tratta, quindi non è una competizione che ha il vincitore, lo sconfitta oppure il pareggio. Secondo me, non è questa l'impostazione da dare ad un'operazione importante come questa.
Nell'impostazione che deve essere data - ribadirei nell'autonomia delle scelte che due soggetti privati che si devono riferire ai loro azionisti non possiamo non dimenticare che, se riuscirà il patto di sindacato tra le fondazioni, comunque verrà sindacato il 20% dell'azionariato di questa banca.
Significa che l'80% è l'azionista privato che sul mercato acquista i propri titoli e certo guarda l'interesse del territorio, ma guarda anche l'interesse ovviamente proprio personale.
Al di là di questo, l'obiettivo di un'amministrazione pubblica rispetto a questa operazione complicata deve essere quella di guardarla rispetto a quelli che sono i risvolti e i ritorni sul territorio nel breve, medio e lungo periodo.
Vorrei altresì non dimenticare che molti mesi prima dell'annuncio di questa operazione avevamo paventato, credo - con il senno di poi - in modo lungimirante il rischio che la banca fosse fagocitata dall'azionista principale del San Paolo, in allora la Banca di Santander, che è una banca spagnola. Rischio che si è dimostrato realistico e che con ogni probabilità avrebbe avuto dei risultati ben più drammatici per il nostro territorio e che da parte degli azionisti dei due istituti bancari, ed ovviamente del management dei due istituti bancari, ha visto una reazione e la costruzione di un modello e di un'operazione sostanzialmente diversa. Tenete conto solo per dare alcuni numeri, che la Banca di Santander capitalizza in borsa più di quanto oggi capitalizzino Banca San Paolo e Banca Intesa insieme. Se non ricordo male, Banca di Santander supera i 71 miliardi di capitalizzazione in borsa, mentre Banca Intesa-San Paolo arriva a 68 miliardi.
Il rischio, quindi, è presente e ben superiore rispetto a quello che si poteva immaginare.
Come abbiamo già detto in tutte le sedi - e da questo punto di vista posso rassicurare il Consigliere Ricca - c'è una piena intesa tra le Istituzioni, quando rappresentano la loro posizione. Lo abbiamo detto in tutte le occasioni: questione MOI e questione personale sono argomenti su cui anche l'ente territoriale può e deve mantenere un monitoraggio costante.
Forse è bene e opportuno sgombrare il campo da alcune questioni.
Ricordavo come i giornali avessero annunciato le dimissioni del Direttore del personale e del Direttore dei sistemi informativi.
Quest'ultimo, com'è noto, è stato poi smentito dai fatti.
Il Direttore del personale, senza entrare in questioni sue e solo sue ha ribadito che le sue dimissioni sono di carattere esclusivamente personale, anche perché, in realtà, la collocazione, nell'organigramma complessivo che il Direttore Montagnese aveva assunto, gli garantiva, anche in prospettiva, una crescita professionale estremamente importante.
Allo stesso modo, quando si parla degli assetti complessivi - vince uno o vince l'altro - si tende a non ricordare che, viceversa, nella rete commerciale, su 26 Direttori della rete stessa, 16 sono di provenienza San Paolo.
Non credo sia quella impostazione che dobbiamo seguire.
L'impostazione è di vedere come ci muoveremo su quella linea, sia in termini di rispetto degli accordi generali complessivi sia in termini di ritorno per il nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
stato distribuito l'ordine del giorno n. 521, "Centro informatico San Paolo", primo firmatario Consigliere Larizza. Comunico che si è aggiunta la firma del Consigliere Ricca.
Prima di porlo in votazione, procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente.
Voteremo questo ordine del giorno con due premesse.
Ci pare, anche in base alle modeste considerazioni espresse in precedenza, che la premessa enfatizzi una valutazione positiva a tutto tondo su quanto è accaduto in questi mesi.
La prima parte del testo, da fonte sindacale, è da riferirsi solamente alla fase commerciale sportelli e non agli uffici centrali. La sostituzione di uno per due è un dato non sempre positivo, tanto più che è un contratto di apprendistato.
L'ordine del giorno che, ripeto, voteremo, è parziale, perché affronta il problema del polo tecnologico, ma non affronta interamente la questione più vasta del complesso San Paolo, in particolare questa piccola rete relativa alle famiglie e alle piccole industrie espansa su questo territorio.
Il dato di 1.800 potenziali occupati al grattacielo mi è stato confermato in questo momento. Può essere una fonte completamente sbagliata ma mi è stato detto che era stato dichiarato dal Presidente Salza, tanto che in San Paolo ora gira la battuta: il grattacielo si abbassa e non s'alza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente regionale

Chiedo scusa. Non avevo contestato il numero di dipendenti perch com'è noto, avevo seguito molto da vicino la questione, a livello di Comune di Torino. Avevo solo fatto rilevare che lei si riferiva ad una presenza di 1.800 persone nel polo assicurativo. Non sono nel polo assicurativo, ma nel polo bancario, anche perché in allora si parlò di una presenza importante di tutti gli uffici del polo bancario e del trasferimento e della concentrazione di una parte del polo assicurativo.
Non credo sia una questione di solo polo assicurativo sul nuovo grattacielo, ma certamente in quella sede, che, com'è stato ribadito e ricordato in tutte le sedi, verrà costruita su una superficie di 50 mila metri quadrati di SLP, si concentreranno le attività della banca e in parte quelle del polo assicurativo, ma non esclusivamente del polo assicurativo.



PRESIDENTE

Ringrazio il Vicepresidente Peveraro per l'irrituale precisazione perché dopo le dichiarazioni di voto non sono più previsti interventi però, considerando l'importanza dell'argomento che interessa tutti indipendentemente da maggioranza o da opposizione, ho ritenuto, in via del tutto eccezionale, di consentire al Vicepresidente Peveraro di fare questa precisazione, che ritenevo significativa.
Mi scusi, Consigliere Dalmasso, avevo capito che avesse terminato la dichiarazione di voto.



DALMASSO Sergio

giusto che mi corregga se dico sciocchezze.



PRESIDENTE

Ho acconsentito ad una precisazione del Vicepresidente Peveraro, anche se per Regolamento, dopo le dichiarazioni di voto, non sono previsti altri interventi.
Se lei non aveva ancora terminato la sua dichiarazione di voto, pu proseguire.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente.
Solo una frase: il Consiglio valuti la possibilità di questo osservatorio congiunto con il Comune e con la Provincia. Non so se è compito del Consiglio, dei Capigruppo, dell'Ufficio di Presidenza o di quale struttura, ma valutiamola, perché potrebbe essere una struttura, se non diventa pleonastica, utile in una fase così complessa, quale quella di cui si è discusso finora.
Grazie per l'irritualità, Presidente, e le chiedo scusa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Colgo l'occasione, se posso interrompere questa interessante coda di dibattito di maggioranza, per dire che sull'ordine del giorno non parteciperemo, come Gruppo, al voto, non perché il tema non sia importante ma perché - e non me ne vogliano i colleghi firmatari - temo che gli impegni che il documento indirizza nei riguardi del Presidente della Giunta siano poca cosa rispetto al problema, se in realtà l'abbiamo colto.
Lo traduco per i non volenti vedere o i non volenti capire. Porre in essere ogni iniziativa ritenuta necessaria per riguardare il MOI si deve tradurre, se qualcuno vuol porlo in essere, andandosi a leggere - lo ripeto i documenti di Bankitalia, in particolare il punto n. 5, che fa parte degli impegni che i soci si assunsero prima della fusione.
Secondo passaggio: vedere e magari approfondire un attimo - la terra è bassa, chinarsi fa fatica e il lavoro di tutti, persino quello dei Consigli regionali, potrebbe essere una cosa originale, ma comporta lavoro - perch quella che impropriamente il Vicepresidente chiama due diligence è in realtà un audit commissionato dal dottor Passera, ex Amministratore delegato di Intesa, ad Accenture, com'è stato detto.
Personalmente colgo qualche elemento di ineleganza - io non sono un socio, quindi mi fermo qua - sul fatto che Accenture abbia stipulato, negli anni precedenti, un contratto di 40 milioni di euro con Intesa, quindi è un consulente che certamente avrà saputo muoversi con assoluta terzietà nell'esame di questo audit conclusosi oggi.
Sul valore di questa conclusione, si chieda ai Dirigenti del San Paolo che cosa ne pensano; io capisco poco dell'argomento, si discuta se sia legittimo, opportuno, elegante questo audit che, ripeto, è in contraddizione con gli impegni che i soci annunciarono a Bankitalia prima.
Allora, se si vuole effettuare della moral suasion o altro, vogliano la Presidente della Giunta, il Sindaco, il Presidente Saitta o chiunque altro occuparsene mettendo il dito dove il problema sta. Questo, purtroppo, credo che sia poco rispetto a ciò che si dovrebbe vedere da un banco del centrosinistra e troppo perché, come ha ricordato la Vicepresidenza, qui stiamo parlando di privati con privati: se vogliono fondere i loro soldi in un modo che io francamente, se fossi azionista, non condividerei, ma non lo sono, è un problema dei privati.



PRESIDENTE

pervenuto un secondo ordine del giorno, il n. 588, "Salvaguardia Centro Elaborazione Dati Sanpaolo di Moncalieri", presentato dai Consiglieri Motta, Lepri, Cattaneo, Bizjak e Laus, in distribuzione affinché i colleghi possano prenderne visione.
Proseguiamo con le dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno n. 521 a firma del collega Larizza.
La parola al Consigliere Larizza.



LARIZZA Rocco

Presidente, intervengo solo per ribadire la data di presentazione dell'ordine del giorno: da allora sono avvenuti alcuni fatti e quindi siamo anche noi coscienti che forse servirebbe una presa di posizione più complessiva. Tuttavia, l'argomento qui trattato resta un argomento caldo per questo noi lo manteniamo, pur apprezzando i suggerimenti e impegnandoci ad approfondire la questione anche sugli altri aspetti. Quindi confermiamo l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 521, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso il giudizio positivo sulla fusione di San Paolo e Intesa in un unico gruppo bancario che si collocherà ai vertici del mercato bancario europeo che tale funzione ha scongiurato l'acquisizione del gruppo San Paolo da parte di gruppi stranieri con imprevedibili risvolti dal punto di vista occupazionale considerato la positiva intesa sindacale raggiunta nei giorni scorsi che prevede l'assunzione di un giovane con contratto di apprendistato per ogni due lavoratori in uscita l'estrema importanza strategica e occupazionale del centro informatico San Paolo (MOI), struttura avente un organico di circa 2000 effettivi di cui circa 1000 locati presso il polo di Torino oltre al migliaio di risorse interne al MOI, bisogna aggiungere un numero variabile di circa 700 consulenti esterni provenienti in gran parte dal mercato ICT delle PMI piemontesi il budget del MOI che si aggira intorno ai 700 milioni di euro che il centro tecnologico di Torino appare il più idoneo e avanzato nella gestione dell'ICT del nuovo gruppo considerato altresì che nella scelta della struttura informatica del nuovo gruppo si dovrà tenere conto dello stato del settore ICT dell'area torinese che ha già vissuto un ridimensionamento dovuto alla crisi del gruppo FIAT negli anni passati che in caso di trasferimento a Milano del centro tecnologico si avvierebbe una riduzione del personale, causando una reazione a catena con ricadute pesanti non solo sul settore bancario, ma sul sistema di piccole e medie aziende informatiche presenti sul nostro territorio che l'area torinese vanta una lunga tradizione nel settore ICT confermata dalle attuali scelte strategiche del gruppo Motorola e Microsoft che vedono e vedranno Torino come uno dei centri nevralgici delle proprie politiche di sviluppo impegna il Presidente e la Giunta regionale a porre in essere ogni iniziativa ritenuta necessaria per salvaguardare il



MOI San Paolo, in particolare il polo di Torino, sia dal punto di vista del know-how, sia dal punto di vista occupazionale, scongiurandone ogni ipotesi di trasferimento".

Il Consiglio approva.
Nel frattempo, è stato distribuito il secondo ordine del giorno, il n.
588, prima firmataria la collega Motta.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Dalmasso ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Voteremo a favore anche di questo ordine del giorno, che ci pare motivato, corretto e critico su alcuni passaggi.
Insisto ancora - sembra una mania, sulla questione Osservatorio.
Sarebbe forse da chiarirsi - non qui, ma altrove - se occorra che la funzione di Osservatorio sia svolta dalla Vicepresidenza e dalla Giunta oppure se, in accordo con i Presidenti del Consiglio comunale e della Provincia torinese, non sembri opportuno pensare che il Consiglio abbia un ruolo all'interno di questo osservatorio. È una questione che lascio irrisolta, non la so certo sciogliere io, ma credo che andrebbe verificata o dall'Ufficio di Presidenza o dalla Conferenza dei Capigruppo in un incontro con l'Assessore competente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non parteciperemo alla votazione di questo ordine del giorno, per le stesse motivazioni che ho già dato per il precedente documento presentato dai Consiglieri del Gruppo DS.
Per questo documento mi permetto di aggiungere, se ho capito bene, che quanto suggerisce il Consigliere Dalmasso - al di là delle battute che alcuni facevano - se emerge un problema, uno dei modi migliori per non risolvere e costruire un tavolo, diventa perfetto se ci mettiamo una Commissione, ma diventa certamente garantito se, oltre aver fatto un tavolo e una Commissione, lo osserviamo anche. In questo modo siamo sicuri che il problema non solo non viene risolto, ma nemmeno affrontato.
Qui stiamo parlando di osservare denaro pubblico. Di tutti, dei fenomeni che attengono a banche, al privato. Lascio volentieri al parere dei Consiglieri, in sede politica e, magari, a qualcuno che ogni tanto si occupa dei conti pubblici, vedere quanto sia utile spendere denaro pubblico per osservare - lascio ai posteri di verificarlo - fatti che attengono ai privati. Mah!



PRESIDENTE

Non ci sono più dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 588, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la fusione tra Sanpaolo IMI e Banca Intesa è considerata unanimemente come strategica verificato che permangono forti dubbi e preoccupazioni sulle strategie aziendali e sul ruolo di Torino e del Piemonte, specie a tutela dei lavoratori e delle loro competenze impegna la Presidente e la Giunta regionale ad attuare un'attenta e costante azione di monitoraggio nella vicenda in oggetto ad esercitare un ruolo insieme agli altri Enti locali coinvolti, affinch venga riaffermato nei fatti il ruolo di Torino e del Piemonte per ottenere garanzie di applicazione di una pariteticità nella fusione impegna inoltre a salvaguardare il ruolo strategico e la valenza occupazionale del centro elaborazioni dati Sanpaolo di Moncalieri ad incontrare l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo ogni anno per un confronto sulle strategie della Banca".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Botta ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori: ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Dal momento che abbiamo la fortuna di avere sia la Presidente che l'Assessore ai trasporti, leggo, attonito e stupito, quanto è apparso oggi su La Stampa: "Vertice con Di Pietro. Terzo valico: se ne riparla nel 2009".
Questo, secondo noi, è un fatto grave ma, ancora più grave, è il fatto che a questo lunghissimo incontro che si è tenuto ieri presso la Regione Liguria, fossero presenti il Ministro delle Infrastrutture, Di Pietro; il Presidente della Regione Liguria, Burlando; il Presidente dell'ANAS Ciucci; il Presidente di RFI Michele Mario Elia; l'Amministratore, Mauro Moretti; il Vicesindaco di Genova; il Presidente della Provincia di Genova e poi - udite, udite - i Sindaci di Chiavari, Lavagna e Rapallo. Ma non c'era nessuno a rappresentare la Regione Piemonte. Vorrei capire come sia possibile.
Si dà per certo lo slittamento al 2009 di un'opera essenziale per il Piemonte, come il terzo valico, ed è assente la Regione Piemonte. Ritengo che su questo fatto almeno una comunicazione dell'Assessore, che fa il paio con quella sulla TAV di una settimana fa, o un incontro in Commissione per spiegare perché un'opera essenziale come questa venga decisa in un vertice con la Regione Liguria e con gli enti che ho richiamato, in assenza della Regione Piemonte. Un'opera che viene posticipata al 2009, il che vuol dire che non si farà perché, nel 2009, ci saranno altri problemi, ci saranno le elezioni regionali che incombono e non ci saranno le risorse. Una comunicazione su un fatto di questo genere che interessa profondamente il Piemonte e, in particolare, alcune province del Piemonte mi pare il minimo che si possa chiedere.



PRESIDENTE

L'Assessore è d'accordo a discutere l'argomento in Commissione definendola con il Presidente di Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

A nome dei Consiglieri Guida, Cirio e Dutto mi permetto di chiedere all'Assessore regionale all'Agricoltura, visto l'impegno che si era preso nella Commissione agricoltura della scorsa settimana, in merito all'audizione della delegazione morettese ed alla questione Lactalis.
L'Assessore si era preso l'impegno di fissare un appuntamento presso il Ministero dell'Economia. Se l'appuntamento è stato fissato, qualora si fosse svolto, vorremo sapere quali sono le soluzioni emerse.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori passiamo al sindacato ispettivo.
Chiedo al Consigliere Casoni ed altri se possiamo dare per superata l'interpellanza n. 303.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Problemi del lavoro e della occupazione - Immigrazione

Interrogazione n. 629 del Consigliere Rossi, inerente a "Domanda di assunzione dei lavoratori extracomunitari in base al decreto flussi 2006"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione l'interpellanza n. 629 presentata dal Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, come in parte la risposta, è un po' datata, ma credo possa essere fornita come peraltro è mio dovere fare.
Come il Consigliere sa il decreto flussi 2006, ha ampliato, in misura significativa, le quote disponibili ai cittadini e alle cittadine extracomunitari intenzionati a venire a vivere e lavorare in Piemonte.
Questo, grazie anche ad un documento molto interessante che abbiamo inviato al Ministero ed elaborato dall'Osservatorio Regionale del mercato del lavoro che, avendo sentito le parti sociali e avendo loro manifestato ci che erano le loro esigenze, la Regione, ha segnalato al Ministero.
Questo documento, se non ricordo male, auspicava almeno il raddoppio delle quote rispetto all'anno precedente.
Le domande pervenute sono state comunque di molto superiori alla disponibilità. Il Ministero ha dunque inteso ampliare ulteriormente la portata del decreto che, tuttavia, presenta problemi di gestione per l'entità delle domande da esaminare e anche per la farraginosità dei meccanismi burocratici che sono stati previsti.
Per quel che riguarda le altre parti dell'interrogazione, come il Consigliere sa, la competenza sulle procedure di controllo, sulla regolarità delle richieste e la veridicità delle dichiarazioni previste è in capo al Ministero del lavoro e, in particolare, alla Direzione Provinciale del lavoro (Servizio politiche del lavoro), con cui la Regione intrattiene un costante e positivo rapporto di collaborazione.
Il Ministero è al corrente della situazione esistente e dei meccanismi utilizzati per "aggirare" la normativa; ci risulta operi sistematicamente accertamenti in merito, condotti con serietà anche se, ovviamente, con i vincoli che le risorse umane e finanziarie limitate impongono.
Come il Consigliere saprà, è proprio di questi giorni l'annuncio da parte dei ministeri interessati, e segnatamente il Ministero dell'interno da un lato e quello delle Politiche sociali dall'altro, tra di loro coordinatisi, di quelle che saranno le caratteristiche principali di una nuova legge sulla immigrazione. Tale legge, anche per venire incontro al necessario incontro fra domanda e offerta e rendere le quote più realistiche (parliamo sempre di cittadini regolarmente presenti sul territorio nazionale) chiamerà maggiormente in causa le Regioni per quello che riguarda le competenze in materia di lavoro e dunque anche per la determinazione dei flussi ed individuerà gli enti locali quali soggetti preposti al rinnovo dei permessi di soggiorno.
Naturalmente cambierà tutta la legislazione e quindi noi ci auguriamo che i problemi che abbiamo riscontrato nel passato possano, in qualche modo, essere attenuati, attivando insieme politiche repressive, laddove sarà necessario attivarle, con politiche di accoglienza, di integrazione e soprattutto, valutando la questione del lavoro, che è una delle questioni prioritarie che porta nel nostro Paese molte persone.
Certamente, non può essere l'unico strumento dal quale far discendere tutta una serie diritti in capo alle persone, ma fa parte dei diritti delle persone, insieme a quello della mobilità e quant'altro.
Naturalmente tutto questo in un armonico dispiegarsi delle dialettiche parlamentari che, su questo - non esito a crederlo - saranno molto ampie.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Ringrazio l'Assessore per aver finalmente risposto al nostro atto di sindacato ispettivo, che giaceva da tempo. Atto di sindacato ispettivo nato a seguito di segnalazioni che ci erano pervenute e di strani "giri" per ottenere falsi permessi di soggiorno.
Cara Assessore, lo so perfettamente che gli enti preposti al controllo non sono quelli regionali, ma sono quelli legati al Ministero del lavoro agli uffici del lavoro e, addirittura, in alcuni casi (come poteva essere questo), anche la stessa Magistratura, che si è ben guardata dal fare questi controlli. È però anche vero che l'organismo Regione ha e aveva la possibilità di chiedere informazioni alla Prefettura sui controlli, se come e quando venivano effettuati.
Per quanto riguarda l'altra parte di cui ha parlato l'Assessore Migliasso, ovvero la necessità - che continuano a segnalare le parti sociali, anche imprenditoriali - di addirittura raddoppiare le quote dei permessi di soggiorno legati a posti di lavoro - che, a dire dell'Assessore e delle parti sociali, sarebbero vuoti e non ricoperti da persone - mi lasci dire, cara Assessore, che questa è una visione tutta vostra, della sinistra e degli imprenditori.
molto strano che la sinistra e gli imprenditori la pensino allo stesso modo; che vi siano tanti posti di lavoro disponibili e occorrano tante persone per ricoprire questi posti di lavoro; che queste tante persone vadano ricercate fuori dall'Italia.
Io le dico - cara Assessore - che invece in Italia ci sono tante persone che hanno bisogno di lavorare e non trovano il posto di lavoro.
Persone che vengono respinte anche dai cantieri e dalle associazioni di categoria agricole che dicono di aver bisogno di braccia.
Personalmente, ho consegnato domande di giovani che sarebbero stati disponibili a lavorare nell'agricoltura come braccianti agricoli. Peccato che queste due persone risiedessero in Alessandria e Provincia e non abbiano trovato un posto di lavoro, neanche come braccianti agricoli. Per guarda caso - le associazioni vanno a piangere dalla sinistra per chiedere nuove persone che vengano a fare quei lavori perché "gli italiani non li vogliono fare". Che peccato! Chissà perché non si riescono a mettere insieme questi famosi posti con le persone disponibili a lavorare. Molto strano! Nuova legge sull'immigrazione. Assessore, la ringrazio per la nuova legge a cui accennato, ma mi terrorizza. Lei si rende conto che il Governo nazionale, della stessa parte politica di cui lei fa parte, probabilmente cancellerà, per i primi tre mesi di presenza sul nostro territorio, la necessità di un permesso di soggiorno? Lei sa cosa vuol dire che decine di migliaia di persone potranno entrare nel nostro Paese, dicendo "staremo qui meno di tre mesi" e, una volta posto piede sul territorio italiano, disperdersi tra monti, valli montagne fabbriche e città? Quindi, cara Assessore, la invito a riflettere, prima di essere così felice di questa nuova legge che risolverà i problemi occupazionali che lei dice, così importanti, di carenza di gente che vuole lavorare. Attenzione lei parla di carenza; io invece le dico che sono molto preoccupato di questo eccesso di persone che arriveranno nel nostro Paese. Non troveranno da lavorare o troveranno da lavorare a condizioni miserrime e prenderanno il posto ai nostri lavoratori, che non sono disponibili a lavorare alle stesse condizioni miserrime a cui sono disponibili a lavorare queste povere persone che arrivano dal Terzo Mondo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Migliasso, per una breve integrazione alla sua illustrazione iniziale sull'interpellanza.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Consigliere Rossi, quando io rispondo in Aula, rispondo non come appartenente ad una parte politica. Pertanto, riferisco ciò che, come Assessore e Presidente della Commissione regionale per l'impiego, è stato discusso e richiesto dalle parti sociali al tavolo di concertazione previsto dalla legge n. 41.
Non mi permetto di dare giudizi di merito. Può essere che quello che lei ha dichiarato corrisponda a verità, laddove faceva l'esempio di due ragazzi che volevano essere impiegati. Non so la ragione per cui le loro domande non sono state accolte, né sta a me indagare.
Quello che volevo dire è che le risposte che fornisco qui sono risposte di una persona che rappresenta l'istituzione e che, come tale, cerca sempre di comportarsi, in qualsiasi occasione, quindi riferendo ciò che negli organismi preposti viene riferito nel merito.
Sulla nuova legge, credo che avremo modo di discuterne, comprese le valutazioni che onestamente e seriamente, dal punto di vista intellettuale ciascuno di noi dovrà esprimere sui risultati della legge Bossi-Fini, per capire e correggere le storture di una legge vigente che non hanno nemmeno realizzato lontanamente quello che era il "cuore" della legge , e cioè impedire l'ingresso di persone in modo clandestino nel nostro Paese. Ma ci sarà tempo, modo e spazio per poterne discutere in maniera pacata e serena proprio perchè l'argomento è quanto mai appassionante.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Migliasso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interpellanza n. 303 del Consigliere Casoni ed altri, inerente a "Quali risparmi effettuati dalla Giunta Bresso" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 697 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Crisi alla EATOM di Rivarolo" (risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1229 del Consigliere Cavallera, inerente a "Disservizio all'ospedale di Alessandria" (risposta scritta)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 1011 della Consigliera Cotto, inerente a "Età pediatrica adolescenza e giovani adulti" (risposta scritta)

Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione n. 1235 dei Consiglieri Cavallera e Cotto, inerente a "Passag-gio dalla operatività della MCC alle nuove forme di gestione regionale dei fondi agevolati per le imprese" (risposta scritta)

Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interpellanza n. 1254 del Consigliere Cavallera, inerente a "Sospensione agevolazioni alle imprese - Legge Sabatini e Legge n. 598/94" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'Interpellanza n. 303 del Consigliere Casoni ed altri, inerente a "Quali risparmi effettuati dalla Giunta Bresso" alla interrogazione n. 697 "Crisi alla EATON di Rivarolo" dei Consiglieri Chiappa, Robotti; alla interrogazione n. 1229 "Disservizi all'Ospedale di Alessandria" del Consigliere Cavallera; alla interpellanza n. 1011 "Età pediatrica - adolescenza e giovani adulti" della Consigliera Cotto; alla interrogazione n. 1235 "Passaggio dalla operatività del MCC alle nuove forme di gestione regionale dei fondi agevolativi per le imprese" dei Consiglieri Cavallera e Cotto e alla interpellanza n. 1254 "Sospensione agevolazioni alle imprese - legge Sabatini e legge n. 598/94" del Consigliere Cavallera.
concluso l'esame del sindacato ispettivo.
La seduta riprenderà con la richiesta di iscrizione di due ordini del giorno, le comunicazioni della Presidente Bresso su "Federalismo e le competenze regionali sulla comunicazione".



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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