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Dettaglio seduta n.157 del 30/01/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 15.35 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



PICHETTO FRATIN GILBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 16.13)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

"Stralcio di piano per la mobilità in attuazione della legge regionale 7 aprile 2000, n. 43" - (richiesta presentata dai Consiglieri Toselli, Cotto Cavallera, Cirio, Guida, Vignale, Burzi, Botta, Ghiglia, Monteggia Scanderebech, Casoni, Nastri, Nicotra, Rossi, Novero e Boniperti) ed esame ordini del giorno n. 435, 461, 544, 576, 577, 578 e 579 collegati (seguito)


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana era terminata la discussione generale sullo "Stralcio di piano per la mobilità", seguita dalla replica dell'Assessore.
Dopo l'intervento dell'Assessore De Ruggiero, se non ci saranno dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno, procederemo alle votazioni.
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Ci sono alcune sottolineature negli ordini del giorno della minoranza che partono da una valutazione negativa dei provvedimenti presi.
Pur partendo da motivazioni negative e divergenti - in alcuni casi sembra siano successe cose inenarrabili - ci sono alcune sottolineature importanti, in particolare in un paio di ordini del giorno.
Rimarco la necessità di affiancare il percorso del rinnovo dei mezzi anche per quanto riguarda il delicato settore dell'artigianato e il delicato settore del trasporto delle merci.
chiaro che il termine che ho usato alle 14 era una raccomandazione accolta, ma raccogliendo una terminologia parlamentare, nel senso che si riprende come sottolineatura quella presente negli ordini del giorno della minoranza.
Il percorso virtuoso che abbiamo intrapreso, obiettivo per noi importante, non è tanto e non solo per incentivare il rinnovo del parco, ma per rivedere la razionalizzazione del trasporto delle merci e dell'organizzazione del lavoro nelle grandi città o nelle città medie.
Lo stiamo conducendo in accordo; se la sottolineatura presente negli ordini del giorno è per riprendere in un'atmosfera più serena - e l'atmosfera di stamattina mi è sembrata tale - momenti di confronto e momenti importanti di condivisione dell'obiettivo, che siano momenti di condivisione che possano portare a scelte di natura economica e di bilancio della nostra Regione - cosa che, come voi sapete, sarà possibile fra un mese - credo che sia una raccomandazione assolutamente da accettare.
ovvio che invece per le motivazioni che stanno dietro agli ordini del giorno, la Giunta ritiene che gli ordini del giorno dell'opposizione vadano respinti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Per fare rilevare all'Assessore che nel comunicato del 17 luglio è scritto testualmente che si prevedeva uno stanziamento di 400 mila euro secondo un accordo con le associazioni. Ma risulta che nel provvedimento ci sia nemmeno un euro.



(Chiarimenti fuori microfono dell'Assessore De Ruggiero)



BONIPERTI Roberto

La ringrazio, Assessore.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 435, "Revoca del Piano stralcio sulla mobilità" presentato dai Consiglieri Casoni, Vignale, Botta, Boniperti, Ghiglia, il cui testo recita: "Premesso che lo scorso 18 settembre 2006 la Giunta regionale ha approvato il Piano Stralcio sulla mobilità che, dal punto di vista normativo, le modifiche sostanziali al Piano sulla mobilità devono avvenire con delibera del Consiglio regionale, dopo la discussione e l'esame del documento in Aula, mentre le modifiche parziali che non intaccano il provvedimento nel suo complesso possono essere approvate con sola delibera di Giunta considerato che il nuovo Piano stralcio sulla mobilità così modificato colpisce il cittadino privato costretto a cambiare auto oppure a utilizzarla esclusivamente in una determinata fascia oraria, peraltro molto ridotta che il nuovo Piano condanna, altresì, alla paralisi l'intero sistema produttivo del Piemonte, colpendo tutte le categorie con limitazioni che compromettono lo svolgimento delle loro attività quotidiane considerato inoltre prioritario intervenire a tutela della salute e dell'incolumità dei cittadini con provvedimenti che tuttavia non pongano dei divieti, quanto mirino alla salvaguardia ambientale ed alla riduzione delle emissioni gassose nocive che l'esperienza degli anni passati ed i tanti provvedimenti emessi si sono rivelati assolutamente fallimentari ed inadeguati a risolvere il problema verificato che in altre Regioni d'Italia, come l'Emilia Romagna, per venire incontro alle categorie e per conciliare la difesa della salute del cittadino con il sistema produttivo regionale, sono state previste delle deroghe volte a rendere meno vincolante il proprio piano sulla mobilità e riguardante in particolare i servizi socio sanitari e di emergenza sanitaria (118), le attività produttive rilevato che la Regione dovrebbe intervenire nel rispetto della normativa regionale senza limitare la libertà dei propri cittadini e soprattutto individuando nuovi strumenti legislativi volti, di fatto, a ridurre le emissioni rilasciate dalle caldaie, dai mezzi pubblici e dai mezzi di trasporto privato, concretizzando così vere politiche di contrasto all'inquinamento atmosferico impegnano il Presidente e l'Assessore competente a revocare il Piano stralcio sulla mobilità così come approvato con delibera di Giunta lo scorso 18 settembre ad affrontare il problema dell'inquinamento atmosferico con forti politiche di contrasto e nuove disposizioni di legge regionali volte alla riduzione delle emissioni gassose prodotte dai sistemi di riscaldamento, dai mezzi di trasporto pubblico e privato nel rispetto della normativa regionale vigente, a presentare al Consiglio regionale il nuovo provvedimento sulla mobilità al fine di sottoporlo alla sua approvazione con apposita delibera di Consiglio, prima che possa essere efficace nei confronti della cittadinanza".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 461, "Proroga al 2008 del Piano stralcio sulla mobilità" presentato dai Consiglieri Casoni Vignale, Botta, Boniperti, Ghiglia, il cui testo recita: "Premesso che lo scorso 18 settembre 2006 la Giunta regionale ha approvato il Piano Stralcio sulla mobilità che l'Unione Europea, successivamente alla data del voto della citata delibera, ha previsto sanzioni nei confronti delle regioni non ottemperanti la direttiva non più dal 2009, ma dal 2012 che, dal punto di vista normativo, le modifiche sostanziali al Piano sulla mobilità devono avvenire con delibera del Consiglio regionale, dopo la discussione e l'esame del documento in Aula, mentre le modifiche parziali che non intaccano il provvedimento nel suo complesso possono essere approvate con sola delibera di Giunta considerato che il nuovo Piano stralcio sulla mobilità così modificato colpisce il cittadino privato costretto a cambiare auto oppure a utilizzarla esclusivamente in una determinata fascia oraria, peraltro molto ridotta che il nuovo Piano condanna, altresì, alla paralisi l'intero sistema produttivo del Piemonte, colpendo tutte le categorie con limitazioni che compromettono lo svolgimento delle loro attività quotidiane che la Legge Finanziaria in discussione in Parlamento penalizza oltremodo le auto oggetto dei divieti regionali, obbligando i cittadini alla rottamazione delle medesime superando - in molti casi - il costo del bollo annuale il valore dell'automobile considerato inoltre prioritario intervenire a tutela della salute e dell'incolumità dei cittadini con provvedimenti che tuttavia non pongano dei divieti, quanto mirino alla salvaguardia ambientale ed alla riduzione delle emissioni gassose nocive che l'esperienza degli anni passati ed i tanti provvedimenti emessi si sono rivelati assolutamente fallimentari ed inadeguati a risolvere il problema verificato che anche con le modifiche annunciate dall'Assessore De Ruggiero, divieto in 58 comuni, il provvedimento di limitazione del traffico veicolare per cittadini ed imprese rappresenta una chiara condizione di disparità iniquità e penalizzazione delle classi sociali meno abbienti e delle piccole imprese rilevato che la Regione dovrebbe intervenire nel rispetto della normativa regionale senza limitare la libertà dei propri cittadini e soprattutto individuando nuovi strumenti legislativi volti, di fatto, a ridurre le emissioni rilasciate dalle caldaie, dai mezzi pubblici e dai mezzi di trasporto privato, concretizzando così vere politiche di contrasto all'inquinamento atmosferico I sottoscritti consiglieri impegnano Il Presidente e l'Assessore competente a prorogare al 6 novembre 2008 il Piano stralcio sulla mobilità 2) ad affrontare il problema dell'inquinamento atmosferico con forti politiche di contrasto e nuove disposizioni di legge regionali volte alla riduzione delle emissioni gassose prodotte dai sistemi di riscaldamento dai mezzi di trasporto pubblico e privato 3) nel rispetto della normativa regionale vigente, a presentare al Consiglio regionale il nuovo provvedimento sulla mobilità al fine di sottoporlo alla sua approvazione con apposita delibera di Consiglio, prima che possa essere efficace nei confronti della cittadinanza".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 544, "Sostegno economico alle aziende per il piano di rinnovo del parco dei veicoli commerciali" presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin, Toselli, Nastri il cui testo recita: "Premesso che nell'affrontare i problemi relativi all'inquinamento atmosferico la Giunta regionale approvava una serie di interventi tra cui il Piano Stralcio per la Mobilità Considerato che la Giunta regionale, a seguito dell'assunzione di detto Piano, annunciava l'adozione di un 'sostegno economico in accordo con le categorie per il piano di rinnovo del parco dei veicoli commerciali' Tenuto conto che la Giunta regionale, a oggi, ha previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro a favore dei privati, finalizzato all'acquisto di un'auto nuova in sostituzione di quella inquinante, e di 3 milioni di euro destinati agli Enti locali, per iniziative tese a favorire l'utilizzo di mezzi pubblici Rilevato che non è stato previsto nessun intervento a sostegno delle imprese per la sostituzione dei mezzi aziendali il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale Ad adottare, entro il 15 gennaio prossimo, data fissata per l'attuazione del blocco del traffico, gli annunciati interventi a favore delle imprese e a procedere alla sottoscrizione dell'accordo per il rinnovo dei mezzi aziendali per il quale era stato comunicato lo stanziamento della somma di 400 mila euro".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 576, "Piano stralcio sulla mobilità" presentato dai Consiglieri Scanderebech e Guida, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 18 settembre 2006 la Giunta regionale ha approvato la DGR 66-3559 'Attuazione della legge regionale 7 aprile 2000 n. 43, Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento atmosferico. Aggiornamento del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria ex articoli 7, 8 e 9 Decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351. Stralcio Piano per la mobilità' lo Stralcio di Piano per la Mobilità sopra citato prevede l'adozione da parte della Regione di 'specifiche incentivazioni nell'ambito della programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013, nonché, della programmazione regionale di settore già in essere o di prossima predisposizione' a favore dei proprietari dei mezzi utilizzati per l'esercizio delle attività commerciali, artigianali, industriali, agricole e di servizio' considerato che la Giunta regionale ha previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro a favore dei privati, finalizzato alla concessione di un bonus di 1.000,00 euro per l'acquisto di un'auto nuova in sostituzione di quella inquinante la Giunta regionale ha successivamente deliberato un ulteriore stanziamento di 3 milioni di euro a favore degli Enti Locali, per iniziative tese a favorire l'utilizzo di mezzi pubblici constatato che trascorse due settimane dalla entrata in vigore del blocco della circolazione nessun intervento economico è stato previsto a sostegno delle imprese per la sostituzione dei mezzi aziendali impegna la Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad adottare, nel più breve tempo possibile, in accordo con le Associazioni di categoria, l'annunciato piano di rinnovo del parco dei veicoli aziendali".
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 577, Adozione di un sostegno economico, in accordo con le categorie, per un piano di rinnovo del parco dei veicoli commerciali" presentato dai Consiglieri Vignale Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia, Rossi.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola al Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Ringrazio il Presidente per aver messo in votazione l'ordine del giorno. Tuttavia volevo precisare che è stato respinto un ordine del giorno il cui contenuto è già un impegno della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 577, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Una brevissima dichiarazione di voto, anche per dare un'indicazione ai colleghi del Consiglio.
Il nostro ordine del giorno prevede iniziative volte al rinnovo del parco dei veicoli commerciali, così come hanno proposto altri Consiglieri.
Intendiamo impegnare cinque milioni di euro sul bilancio 2007, destinandoli ad interventi di sostegno per il rinnovo dei veicoli commerciali. Crediamo sia una cifra congrua per consentire davvero un rinnovo del "parco auto".
Non vorremmo che l'ordine del giorno fosse respinto per questioni di quantità. Abbiamo inserito questa cifra perché ci sembra la più consona tuttavia siamo disposti a discutere in merito alla cifra se c'è la volontà di andare in tal senso. Ovviamente, se vi è contrarietà, è diverso. Ricordo che stiamo parlando del bilancio 2007, non di provvedimenti già presi dalla Giunta regionale. Si stanziano maggiori risorse sul bilancio che il Consiglio voterà nel mese a venire per garantire quanto l'Assessore ha avuto modo di indicare nella seduta della mattinata nella replica al Consigliere Boniperti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 577, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 18 settembre la Giunta regionale ha approvato la DGR 66 3559 "Attuazione della legge regionale 7 aprile 2000 n. 43, Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento atmosferico.
Aggiornamento del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria, ex articoli 7, 8 e 9 Decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351. Stralcio Piano per la mobilità" che prevede la limitazione alla circolazione dei veicoli a benzina ante euro 1 e diesel ante euro 2 l'Assessore competente, attraverso un comunicato stampa per la presentazione del Piano Stralcio dichiarava che tra gli obiettivi inderogabili vi era quello di adottare un sostegno economico, in accordo con le categorie, per il piano di rinnovo del parco dei veicoli commerciali ed inoltre dichiarava la messa a punto di un accordo con le associazioni di categoria dei commercianti ed artigiani per il rinnovo dei loro mezzi considerato che il nuovo Piano senza gli interventi sopraccitati, condanna alla paralisi l'intero sistema produttivo del Piemonte, colpendo tutte le categorie con limitazioni che compromettono lo svolgimento delle loro attività quotidiane verificato che non solo, ad oggi, non è stato previsto il sostegno economico di cui sopra, ma altresì non sono stati effettuati incontri con le associazioni di categoria, come invece dichiarato essere nella volontà della Giunta regionale impegna la Presidente e l'Assessore competente ad impegnare sul bilancio 2007 5 milioni di euro destinandoli ad interventi di sostegno per il rinnovo dei veicoli commerciali a prevedere una serie di incontri con le associazioni di categorie di commercianti ed artigiani al fine di concordare con queste ultime le azioni di sostegno da attuare".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 578, "Stralcio di Piano per la mobilità - D.G.R. 66-3859 del 18/09/2006" presentato dai Consiglieri Toselli, Cavallera, Nicotra, Nastri, Leo, Ferrero, Dutto Scanderebech, Guida, Botta, Cotto, Pichetto Fratin, Burzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 18 settembre 2006 la Giunta regionale ha approvato la DGR 66-3559 'Attuazione della legge regionale 7 aprile 2000 n. 43, Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento atmosferico.
Aggiornamento del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria, ex articoli 7, 8 e 9 Decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351. Stralcio Piano per la mobilità' considerato che devono essere adottati provvedimenti tali da incidere sulla qualità dell'aria mentre invece le misure ad oggi poste in essere creano notevoli disagi ai cittadini e agli operatori economici e della logistica senza fornire riscontro di efficaci conseguenze positive tenuto conto che questi provvedimenti devono essere adottati su un territorio molto ampio in considerazione della simile qualità dell'aria nelle grandi conurbazioni, a fronte di cui appaiono discutibili eccessive articolazioni dei divieti che creano sconcerto e confusione negli utenti stradali ritenuta necessaria una forte iniziativa di Regione ed Enti locali per il rilancio del trasporto pubblico integrato tra gomma e rotaia ritenuto inoltre che il provvedimento regionale non tiene conto delle diverse esigenze e necessità dei cittadini penalizzando fortemente anziani giovani e imprenditori considerato inoltre che la Giunta regionale, con ulteriore provvedimento ha graduato, le misure di limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti senza peraltro procedere alla verifica degli effetti della sua attuazione da parte dei Comuni valutato che i risultati delle rilevazioni ambientali effettuate a seguito del blocco delle auto ne hanno dimostrato la scarsa efficacia tenuto conto delle numerose lamentele e delle situazioni di disagio manifestate dai cittadini e dalle amministrazioni comunali coinvolte impegna la Giunta regionale a ritirare lo Stralcio di Piano per la mobilità adottato con DGR. 66-3859 del 18 settembre 2006 a intraprendere, con i dovuti stanziamenti di bilancio, un vasto e massiccio programma di ammodernamento e potenziamento dei mezzi del trasporto pubblico locale da integrare maggiormente in tutte le sue articolazioni, ad iniziare dai parcheggi di interscambio a individuare, concertando con le categorie interessate dalla qualità dell'aria, mediante un apposito forum di confronto, misure che garantiscano effettivamente un miglioramento della qualità dell'ambiente".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 579, "Piano stralcio per la mobilità" presentato dai Consiglieri Travaglini, Muliere, Ferraris Auddino, Barassi, Clement, Motta, Ricca, Spinosa, Bizjak, Cattaneo Rostagno, Cavallaro, Pizzale, Ronzani, Boeti, Lepri, Pozzi, Moriconi Reschigna, Valloggia, Bellion, Robotti, Turigliatto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che dal dibattito sul riscaldamento del pianeta risultano le conseguenze più evidenti e drammatiche dell'inquinamento dovuto alle attività umane e quindi non solamente gli ambientalisti hanno inserito questo tema nelle loro agende, ma a Davos il 'World Economic Forum' ha affrontato la questione, esaminandone le conseguenze, evidenti non solo sull'ambiente, ma anche sull'economia il Nord Italia risulta tra le regioni europee più gravate dalla presenza di inquinamento atmosferico; tant'è che la fotografia dal satellite mostra una grande macchia nera su Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna in particolare nel 2006 nella nostra Regione non sono stati evidenziati dei miglioramenti: per quanto riguarda i superamenti, la situazione rimane critica in gran parte del territorio e la maggioranza delle centraline di rilevamento segnala superamenti dei limiti delle soglie massime di presenza nell'aria di PM10 previste dalla normativa dell'Unione Europea la ricerca scientifica è unanime nel riscontrare gli effetti sulla salute umana dovute a tale concentrazione di PM10 nell'ambiente e la preoccupazione per gli effetti sulla salute dei bambini è alta considerato che la presa di coscienza della gravità della situazione ci ha mostrato in tutta la sua evidenza la necessità di prendere provvedimenti di larga portata, cercando di essere incisivi su tutte le possibili fonti di inquinamento ed in particolare: la Regione Piemonte ha promosso l'avvio del percorso di concertazione di azioni comuni su tutto il fronte del Nord Italia: nell'ottobre 2005 proprio a Torino è stato firmato il Protocollo d'Intesa fra le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, le Province Autonome di Trento e Bolzano, con l'aggiunta successiva del Canton Ticino. In questi mesi si sono svolti numerosi incontri tecnici volti a definire modalità e strategie comuni nel settembre 2006 la Giunta regionale ha adottato il Piano Stralcio per la Mobilità, che indica misure strutturali in tema di limitazioni del traffico veicolare e di incentivazione all'ammodernamento del parco mezzi pubblico e privato. L'obiettivo di questo documento, condiviso con le Province e il sistema degli Enti locali piemontesi, è stato raggiunto con interventi omogenei in tutto il territorio l'11 gennaio 2007 il Consiglio regionale ha approvato la deliberazione n.
98-1247 "Attuazione della legge regionale 7 aprile 2000, n. 43 (Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento atmosferico). Aggiornamento del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria, ai sensi degli articoli 8 e 9 decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351. Stralcio di Piano per il riscaldamento ambientale e il condizionamento" e l'ordine del giorno n. 449 che prevede l'elevamento del contributo regionale per l'acquisto di nuovi autobus preso atto che i provvedimenti della Regione Piemonte si sono trovati ad anticipare alcune misure governative (rottamazione auto euro 0 e euro 1 senza obbligo di acquisto di un mezzo nuovo, sostegno al rinnovamento del parco mezzi pubblici, interventi economici nelle aree più inquinate incentivi all'acquisto di auto a metano) condividendo le scelte della Giunta regionale ribadisce l'impegno per un monitoraggio continuo della situazione della qualità dell'aria ai fini di un'attenta e puntuale valutazione dell'efficacia delle misure adottate e per la concertazione con il sistema degli Enti locali del Piemonte nell'adozione di nuove e ulteriori decisioni che si rendessero necessarie sollecita ulteriori impegni per il potenziamento del sistema di trasporto pubblico, utilizzando anche i fondi strutturali dell'Unione europea propone di definire incentivi alla diffusione e alla crescita delle reti di distribuzione del metano e del gpl sul territorio piemontese individua come priorità per tutto il sistema degli Enti pubblici interessati il rinnovo del parco mezzi di proprietà o in uso agli stessi".
Il Consiglio approva.
A questo punto, dichiaro chiusa la sessione straordinaria del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la sessione ordinaria del Consiglio regionale.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Deambrogio e Rutallo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assestamento di bilancio

c) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 19/01/2007 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
17 deliberazioni del 13 novembre 2006, n. 9 deliberazioni del 20 novembre 2006, n. 30 deliberazioni del 27 novembre 2006, n. 12 deliberazioni del 4 dicembre 2006, n. 8 deliberazioni dell'11 dicembre 2006, n. 7 deliberazioni del 18 dicembre 2006 e in data 26 gennaio 2007 ha trasmesso n. 6 deliberazioni del 22 dicembre 2006.
Gli allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Trasporti su ferro

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla sollecitazione, da parte del Consigliere Scanderebech, di trattare il dibattito relativo all'Alta Capacità ferroviaria


PRESIDENTE

Era previsto lo svolgimento del dibattito relativo all'Alta Capacità ma, in ordine, sono state anche richieste comunicazioni riguardanti la sanità, in particolare sui fatti di Moncalieri.
La parola al Consigliere Scanderebech sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Scusi, Presidente, non me ne voglia, ma, prima, ho parlato con il Presidente Gariglio - in questo momento c'è lei che mi ha confermato l'importanza di rispettare l'ordine dei lavori, senza togliere importanza alla comunicazione sui fatti accaduti a Moncalieri.
Lo ripeto: il Presidente Gariglio, prima della chiusura della seduta ordinaria, mi ha confermato che bisogna rispettare l'ordine dei lavori. Ci non toglie che la comunicazione dell'Assessore, o della Presidente, sui fatti gravi accaduti a Moncalieri costituisca un fatto nuovo, che pu essere riferito subito dopo la chiusura dell'Alta Velocità.



PRESIDENTE

diritto della Giunta intervenire in qualsiasi momento. Sull'ordine dei lavori l'Aula è sovrana. Ho posto la questione, se l'Aula ritiene di proseguire, così come lei mi riferisce e come anche il Presidente Gariglio le ha comunicato, con l'ordine stabilito, e si procede con il dibattito relativo all'Alta Capacità, se il Consiglio lo ritiene.
La parola al Consigliere Scanderebech sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Noi prima attendiamo una dichiarazione chiarificatrice della Presidente Bresso, dopodiché apriamo il dibattito, anche perché il Consiglio straordinario è stato chiesto in modo esplicito per avere una posizione chiara e precisa su tutto il caos che si legge sull'Alta Velocità, per cui aspettiamo che la Presidente ci faccia una...



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

...oppure l'Assessore, non c'è problema: noi siamo a disposizione.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, lasci terminare le considerazioni della Presidenza. Ritengo che il Consiglio si sarebbe aperto con una comunicazione della Giunta regionale; naturalmente, ritengo che la stessa possa comunicare la propria posizione.


Argomento: Trasporti su ferro

Dibattito relativo all'Alta capacità ferroviaria - Esame ordini del giorno n. 535, 580, 581, 582 e 584 collegati


PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito sull'Alta Capacità, di cui al punto 2) all'o.d.g., relativamente al quale era stata avanzata richiesta di convocazione del Consiglio La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, cercherò di riassumere le considerazioni che riguardano la Giunta nel minimo tempo indispensabile, anche perché maggiori elementi di approfondimento e informazione vi saranno consegnati in una relazione piuttosto corposa, che si sta predisponendo per la distribuzione.
Relazione che, se dovessi leggere o illustrare integralmente probabilmente, porterebbe via molto tempo anche su elementi di dettaglio che è giusto costituiscano informazione per i Consiglieri, ma che, forse possono essere rinviati ad un più meditato approfondimento anche da parte vostra. Eventualmente, torneremo sull'argomento in questa sede o in sede di Commissione consiliare competente, così come il Consiglio riterrà di fare.
Naturalmente, svolgo volentieri il compito affidatomi dalla Presidente anche se, come premessa a questa mia relazione, per la verità, rispetto alla posizione della Giunta regionale, su quest'argomento non ci sono particolari e significative novità da riferire all'Aula. Intanto, prima di arrivare nella fase conclusiva di questa relazione a esplicitare in maniera sintetica e molto diretta la posizione della Giunta su questa materia, la ricostruzione del contesto è a tutti arcinota. Ovviamente, essendo un argomento molto sensibile, esposto e facilmente esponibile all'attenzione e al dibattito mediatico, di volta in volta, è assoggettato all'enfatizzazione di questo o di quell'elemento, sulla base della dichiarazione di questo o di quell'esponente politico, che, facilmente magari, e anche al di là, talvolta, dalla propria volontà, viene trascinato in un dibattito che ha, ovviamente, per tutte le ragioni che conosciamo assunto una gran rilevanza non solo locale, ma nazionale e, qualche volta addirittura transnazionale. Tuttavia, da questo punto di vista, i dati di contesto non sono mutati rispetto all'ultima volta che abbiamo avuto modo di affrontare questo argomento in questa sede, che non mi sembra sia moltissimo tempo fa.
Brevissimamente, i dati di contesto sono questi: la linea ad Alta Capacità Torino-Lione, tratta in parte transfrontaliera e in parte di sviluppo nazionale, ma, comunque, tratta significativa, parte integrante e sostanziale del gran corridoio plurimodale definito Corridoio 5 Lisbona Kiev, è stata collocata oggi, per volontà del nuovo Governo - su sollecitazione degli Enti locali, che hanno trovato nella Regione un interlocutore autorevole, che è stata parte fondamentale nella costruzione di questa partita, fuori dalle procedure nelle quali era stata in precedenza collocata - nell'ambito del piano delle infrastrutture strategiche definite con la prima intesa sulla cosiddetta legge obiettivo.
stata ricollocata, mediante l'istituzione e l'attivazione della Conferenza dei servizi ai sensi dell'articolo 81, nell'ambito delle procedure ordinarie a partire da una ratio che aveva portato il sistema degli Enti locali, e anche la Regione, a richiedere questa ricollocazione del dibattito istituzionale intorno a questa opera nell'ambito di un percorso procedurale che ridesse voce, possibilità di espressione opportunità di fornire proposte, valutazioni, emendamenti correttivi alla definizione del progetto e della realizzazione dell'opera al sistema delle comunità locali. Questo, in modo particolare, allo scopo di superare il delicatissimo, per molti aspetti, sensibile e pericoloso, conflitto in termini di rapporti istituzionali che si è determinato in passato relativamente a quest'opera, che aveva trovato il suo culmine - com'è noto negli incidenti e nelle gravi turbative di ordine pubblico verificatesi a Venaus sul finire dell'anno 2005.
L'esigenza, da questo punto di vista, di prendere una pausa di riflessione rispetto ad una situazione di scontro che aveva prodotto molti e, certamente, non auspicabili effetti di contrapposizione tra il Governo nazionale e le popolazioni locali, anche con ripercussioni sul territorio piuttosto pesanti, da questo punto di vista, fu colta anche dal precedente Governo. Lo dico perché è improprio continuare, anche se è normale che ciascuno faccia il proprio ragionamento politico sottolineando le proprie opzioni di parte, a dire che sia l'attuale Governo ad avere deciso di interrompere tutto.
L'interruzione della procedura di realizzazione, non già di quell'opera, ma, addirittura, del processo d'attuazione di tutti quei lavori ricognitivi che erano e sono propedeutici alle verifiche territoriali necessarie a licenziare i progetti definitivi, è avvenuta nel 2005, a fronte dell'impossibilità di proseguire su una linea che, secondo la nostra opinione, anche in virtù dei dispositivi previsti dalla legge obiettivo, che hanno esautorato completamente o pressoché completamente le comunità locali dalla possibilità di esprimere il loro giudizio sulle opere destinate ad interessare i territori di proprio riferimento, ha finito per esacerbare le posizioni, portando ad un muro contro muro dal quale non si usciva.
Credo che sia stata saggia la decisione che ha portato il nuovo Governo a ricollocare quest'opera nell'ambito di una diversa articolazione procedurale.
Questo è un risultato importante dell'amministrazione regionale, o almeno per le parti che in questa battaglia hanno creduto e su cui hanno votato positivamente. Sulla base di questa decisione, sotto la regia del Governo, che è il primo referente istituzionale per questa partita, è scaturita da Palazzo Chigi un'impostazione di lavoro che ha trovato la sua prima definizione lo scorso autunno. È prevista l'istituzione di due gamme procedurali, sulle quali rimettere il confronto intorno a quest'opera, che tutti coloro che stavano seduti intorno al tavolo istituzionale di Palazzo Chigi ribadivano essere un'opera fondamentale per lo sviluppo del Paese.
Per quanto ci riguarda come Regione Piemonte, ovviamente, coerentemente con quanto scritto nel nostro programma, abbiamo ribadito l'importanza che quest'opera ha per il Nord-Ovest e il sistema Piemonte. Convergendo per altrettanto su un impianto metodologico che ci ha portato a riconoscere l'esigenza di individuare, nella determinazione delle soluzioni progettuali, caratteristiche infrastrutturali da conferire a quest'opera.
Vi è l'esigenza di un ambito di concertazione che possa consentire di superare quel gap di dialogo e di confronto con le comunità locali. Non è solo una questione di democrazia e di trasparenza nelle relazioni tra i diversi livelli di Governo, ma è fondamentale per creare il contesto di una gestione sostenibile di un iter che, altrimenti, come abbiamo visto rischiava di riprodurre elementi di contrapposizione poi traducibili soltanto intorno al concetto di ordine pubblico, che certamente non è l'approccio metodologico migliore per affrontare i problemi di questo tipo.
Queste sono esattamente le stesse cose che, peraltro, ho detto quando ho riferito che, da questo punto di vista, non c'è nulla di particolarmente nuovo. Parlavo di due gamme procedurali. Vi è la Conferenza dei Servizi presieduta e coordinata dall'architetto Fontana, a nome e per conto del Ministero delle Infrastrutture, e l'Osservatorio, che riferisce direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, presieduto dal Commissario straordinario, architetto Mario Virano, che ha il compito di svolgere tutti quegli approfondimenti tecnici.
Per approfondimenti tecnici intendo una gamma molto larga di competenze, che non sono soltanto quelle di tipo infrastrutturale, ma quelle che hanno a che fare con i modelli di esercizio, con gli aspetti di sostenibilità economica, con l'inserimento delle scelte infrastrutturali che riguardano quest'opera, nel più ampio contesto delle scelte di sviluppo di questo territorio.
Nell'ambito dell'Osservatorio presieduto da Mario Virano si sta costruendo un percorso di lavoro che sta via via coinvolgendo diverse personalità portatrici di competenze su diversi fronti, tutte ad altissimo e qualificato livello. L'Osservatorio sta già ora fornendo elementi di lavoro, di riflessione e di approfondimento molto utili, che dovranno trovare, nell'ambito della Conferenza dei Servizi, la sede decisionale su cui dovranno essere formalmente e definitivamente assunte le valutazioni che emergono in sede tecnica.
Noi, come Regione Piemonte, su questo versante, lo ribadisco, abbiamo finora tenuto una posizione lineare, che è nostro intendimento continuare a tenere anche nel rispetto delle intese che sono state raggiunte a Palazzo Chigi.
La Regione Piemonte continua a partecipare sia attraverso il sottoscritto quale membro dell'esecutivo regionale , o anche attraverso i nostri organi tecnici, se parliamo in modo particolare dell'Osservatorio dell'architetto Virano, dove non siedono i politici ma intervengono i tecnici. Noi partecipiamo costruttivamente, magari un po' al riparo dalle luci dei riflettori, a questi lavori che si stanno svolgendo con molta utilità, e che hanno già consentito di fare notevoli passi avanti dal punto di vista degli approfondimenti tecnici necessari su molti punti che costituivano e, per molto tempo, hanno continuato a costituire oggetto di differenti interpretazione.
Penso a tutto ciò che riguarda le potenzialità e le capacità della linea storica, che sono comunque elementi importanti, giacché con la linea storica dovremo convivere ancora per numerosi anni, fino a quanto non si realizzeranno le nuove opere infrastrutturali.
Penso all'esigenza di inquadrare tutto nella prospettiva dell'entrata in funzione della nuova linea a regime, nel contesto di un dispositivo di meccanismi incentivanti e disincentivanti rispettivamente il trasporto delle merci su ferrovia e il trasporto delle merci su gomma, al fine di intercettare uno degli obiettivi fondamentali per cui questo gran corridoio è pensato, cioè quello del riequilibrio modale e ambientale soprattutto del trasporto delle merci, che come sapete, in Italia si svolge essenzialmente su gomma, con tutte le conseguenze negative che conosciamo.
Noi stiamo conducendo con molta sobrietà il nostro lavoro nell'ambito di questi organismi formalmente costituiti. Continueremo a farlo nel rispetto sia delle nostre funzioni sia di quello che via via il Governo che è il primo motore di tutta questa partita, deciderà di fare anche attraverso l'articolazione di un quadro complessivo di lavori Sottolineo che non siamo alla vigilia di nessuna Caporetto, di nessun precipitare drammatico delle cose. Il nostro Paese dovrà essere nelle condizioni di compiere questa scelta fondamentale, quindi di definire quali saranno le caratteristiche con cui il Corridoio 5 passerà sul nostro territorio, nel tempo utile necessario per intercettare i finanziamenti che l'Unione europea sta programmando per il periodo 2007/2013.
Questo è un lavoro che credo si stia facendo e che in questo momento, a mio modo di vedere, non lascia intravedere particolari momenti di difficoltà su cui sentirsi allarmati. Mi rendo conto che anche recentemente, soprattutto su alcuni punti che hanno a che fare con questo lavoro e, soprattutto, sulla base di alcune posizioni che legittimamente sono state proposte da taluni Sindaci che rappresentano i territori coinvolti o coinvolgibili in questa vicenda, e che riguardano il rapporto di reciproca legittimazione tra l'Osservatorio ambientale di Virano e la Conferenza dei Servizi, ci sono state, soprattutto a mezzo stampa, alcune valutazioni contrapposte, che hanno portato taluni a chiedere la sospensione della Conferenza dei Servizi.
Com'è normale che fosse, com'è normale che sia e com'è normale che sarà su una vicenda molto controversa, su questo ovviamente non mancano talvolta le accentuazioni di posizioni che distinguono le valutazioni di ciascuno rispetto al quadro più complessivo. Noi, come Regione, abbiamo cercato - e continueremo in questo senso - di tenere, come si suol dire, la palla al centro, dicendo che ai tavoli formalmente costituiti occorre partecipare per tutelare le prerogative degli interessi locali.
Caso mai, si tratterà, come in qualche modo ha tentato di fare, credo appropriatamente, il Ministro Bianchi nella sua recente visita, offrendosi anche come interlocutore - così come lo è, sul versante delle competenze in materia di infrastrutture, il Ministro Di Pietro - di farsi interprete come Regione, dell'esigenza di un miglior coordinamento nella definizione dei calendari di lavoro, armonizzando quanto si sta facendo nell'Osservatorio e quanto via via viene affrontato in sede di Conferenza dei Servizi. Non vedo particolari ragioni in questo momento per riaprire su questo fronte polemiche, che mi pare invece debbano essere opportunamente superate nella prosecuzione di un lavoro che si sta facendo, entrando nel merito delle cose.
Il merito delle cose, oggi, restituisce peraltro un punto significativo, di cui credo di aver già dato conto la volta scorsa. Lo riprendo, ma penso di poter dire che sia concetto già noto. Accanto all'abbandono e all'accantonamento della modalità della legge obiettivo oggi abbiamo deciso, nell'ambito della Conferenza dei Servizi, di dare il via allo studio d'impatto ambientale, che è lo strumento fondamentale con cui si ricondurrà su tutta questa partita quella valutazione di impatto ambientale che le procedure della legge obiettivo avevano precluso e relegato soltanto alla fase di definizione del progetto preliminare, che invece si dovrà applicare alla luce delle nuove procedure sulla progettazione definitiva.
Nell'ambito dello studio di impatto ambientale, è stato chiesto al committente che lo dovrà produrre, cioè alla società italo-francese LTF che ricordo - è una società di diritto francese, composta al 50% da capitale RFI e al 50% da capitale RFF, di comparare tra loro quattro opzioni fondamentali sulla base di un'intesa raggiunta tra Governo, sistema regionale e Enti locali, a partire dalla cosiddetta opzione zero, cioè dalla valutazione delle potenzialità e della capacità della linea storica la quale oggi è comprensiva degli ammodernamenti in corso, soprattutto sulla storica galleria del Frejus, che dovrebbero essere completati entro il 2008-2009.
L'approfondimento della seconda opzione riguarda il cosiddetto potenziamento in asse, cioè le potenzialità e criticità collegate ad un'ipotesi di potenziamento della linea attraverso un raddoppio o un quadruplicamento nella sede storica della linea attualmente in esercizio.
L'ipotesi che è stata oggetto fino ad oggi del più avanzato stadio di progettazione è la cosiddetta "ipotesi in sinistra a Dora", quella consegnata alla conoscenza e al dibattito.
Una quarta opzione è quella su cui ancora sussistono, dal punto di vista della possibile definizione di tracciato, i maggiori punti interrogativi. Infatti, mentre sappiamo cos'è l'opzione zero, il quadruplicamento in asse è un concetto facilmente declinabile, anche se poi va esaminato bene in tutte le sue implicazioni positive e critiche. La soluzione "in sinistra a Dora" sappiamo tutti che cos'è, perché è oggetto dei progetti da tempo depositati; quella "in destra a Dora" è l'ipotesi su cui in questo momento è richiesto maggiore affinamento, per poterla tradurre in un'ipotesi di tracciato su cui esperire tutti quegli approfondimenti tecnici, di cui la soluzione progettuale "in sinistra a Dora" è oggi già adottata.
Credo che su questo fronte sia stato mosso un passo molto corretto sia nell'ambito dell'Osservatorio sia in sede di Conferenza dei Servizi e penso, prossimamente anche dal tavolo istituzionale di Palazzo Chigi quando si convocheranno, coinvolgendo già da subito le comunità locali della Val Sangone e non solo, quei nuovi territori che potrebbero trovarsi ad essere coinvolti in una nuova definizione di tracciato, allo scopo di evitare di riprodurre lì l'errore di far poi calare dall'alto, sulla testa degli amministratori, dei cittadini e delle comunità locali ipotesi di tracciato che fioriscono soltanto nel chiuso delle sedi tecniche.
Ricordo che nel corso dell'ultima Conferenza dei Servizi, svoltasi in data 15 gennaio presso la Prefettura di Torino, si è concordato che l'Osservatorio presieduto dall'arch.Virano producesse, in vista della prossima Conferenza dei Servizi, una prima ipotesi di questa cosiddetta quarta opzione, che ancora oggi è un oggetto un po' misterioso, non ancora in grado di essere già in tracciato definito, ma solo un abbozzo di tracciato, tale da poter essere comparato, nell'ambito dello studio di impatto ambientale, con le altre tre opzioni, che invece sono oggetti meglio riconoscibili.
Mi pare che una gran parte del lavoro che doveva essere fatto in questa prima fase si stia svolgendo in assoluta serenità. Le stesse contrapposizioni circa la valutazione sul ruolo della Conferenza dei Servizi e dell'Osservatorio di Virano finora sono state sempre manifestate con molta compostezza.
Da questo punto di vista, credo che un primo importante obiettivo l'abbiamo raggiunto, cioè si è ritornati a dialogare. Questo è l'obiettivo che vorrei rivendicare, ma so che a qualcuno può fare dispiacere, perché è sempre più utile vedere scorrere il sangue per fare un po' di strumentalizzazione politica sul sangue.
La cosa più importante che abbiamo raggiunto è che si è ricominciato a parlare di quest'infrastruttura in un clima completamente diverso, che non ha certamente eliminato le opzioni di fondo di coloro che pensano che questa opera non vada fatta. Così come non è mutata di una virgola la posizione della Giunta regionale del Piemonte in questa materia, ma se ne è ricominciato a discutere in un ambito che - ne sono convinto - porterà proficuamente a fornire al Governo nazionale le condizioni di una scelta nei tempi necessari e cioè entro il 2007. Sappiamo che sarà una scelta che poggerà su un clima molto più sereno nell'ambito della comunità locale quindi renderà più forte la Giunta nell'affrontare tutta questa partita sia nel confronto con l'Europa sia nel confronto con i partner francesi.
Ultima cosa: prima delle vacanze di Natale, si è svolta a Parigi la Conferenza intergovernativa sulla Torino-Lione, nel corso della quale anche questo lo dico per sgombrare il campo da molti boatos che qualche volta, a mezzo stampa, trovano particolare enfasi, com'è normale che sia i rappresentanti del Governo italiano e dei territori italiani hanno illustrato ai francesi qual è l'architettura del lavoro istituzionale che si sta facendo.
Da parte dei francesi, di cui, ogni tanto, si è detto che hanno affermato che stiamo buttando tutto all'aria, si è registrato molto positivamente sia il mutamento del clima sia il metodo di lavoro che l'Italia ha inteso darsi.
Credo che non ci sia miglior garanzia che abbiamo intrapreso, dal punto di vista metodologico, la strada giusta.
Mi pare che non ci sia altro da aggiungere, perché tutto il resto di cui si è molto parlato anche in questi giorni appartiene più alla coloritura del dibattito politico, che è bene che ci sia intorno a questi temi, ma che nulla sposta rispetto al percorso tracciato, che è quello che si sta perseguendo nei tavoli istituzionali formalmente costituiti, e nei quali credo sia doveroso che la Giunta e l'Assessore regionale rimangano rigorosamente incardinati.



(I Consiglieri dell'opposizione espongono cartelli recanti la scritta "Sì TAV - Il Piemonte ha bisogno di crescere")



(Proteste da parte dei Consiglieri dell'opposizione)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, vi richiamo all'ordine! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.00 riprende alle ore 17.10)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Quello che abbiamo assistito in quest'aula, si commenta da solo! Per quindici giorni c'è stato chiesto di convocare un Consiglio straordinario per discutere della TAV, ma se questo è il modo di discutere, mi pare non ci sia questa gran volontà da parte della minoranza! Presidente, in nome della maggioranza, le chiedo di sospendere per qualche minuto la seduta perché abbiamo bisogno di riunirci per decidere come proseguire i lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Noi possiamo avanzare altre proposte. Se si vuole fare un'interruzione la si faccia, ma la nostra azione dimostrativa era perché è stato negato un Consiglio regionale aperto alle forze sociali, alle valli, ai territori e ai Sindaci. Non si è voluto fare. Abbiamo evidenziato in Consiglio la nostra protesta per affrontare una discussione seria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Convengo - non è di mia competenza, ma dell'Ufficio di Presidenza sull'interruzione, da qualunque parte venga richiesta.
Mi pare utile precisare, lo ha già detto il Consigliere Casoni, che il tema della TAV non è superficiale, e dunque non è strumentale la forma adottata per attirare l'attenzione di tutti sul tema. Credo che non sia, da parte di tutti coloro che credono in quest'infrastruttura, una questione di parte politica, ma una questione di modelli...
Tanto non perdo il filo, mi dispiace soltanto che ti irriti...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri....



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Può darsi, può essere. In questo caso la strumentalizzazione dimostra soprattutto le difficoltà di un partito di essere oggi al Governo e che, se non sbaglio, crede almeno quanto noi nell'utilità di quest'infrastruttura.
Ha ricordato il Consigliere Casoni - e il Presente del Consiglio è utile testimone di tutti noi - che la richiesta avanzata dall'opposizione era quella di un Consiglio aperto. La maggioranza, credo comprensibilmente anche se non utilmente a nostro avviso, non ha accolto quest'opzione.
Volendo, se ne può dibattere, non c'è nulla di cui l'Aula debba essere tenuta all'oscuro. Solo in secondo tempo abbiamo accettato, su proposta della Presidente Bresso, un Consiglio straordinario, quello che si è svolto oggi.
Spiace poter affermare che la relazione ampia dell'Assessore purtroppo, lo dico non in senso critico - non abbia portato nessun significativo passo in avanti. Me ne dispiace, l'Assessore non la voglia considerare una critica, nella direzione che noi auspichiamo, della realizzazione del progetto, in cui non da oggi noi crediamo. Può essere che la nostra manifestazione abbia avuto qualche elemento di platealità tuttavia non credo che chi oggi la critica, francamente, abbia voti medio alti né di scritto né di orale, per dare tre righe o dare lezioni alla mia parte politica. Basterebbe ricordare qualche esempio recente per non permettersi di fare prediche non essendone né autorizzati, né a ci delegati.
Attendiamo la sospensione e, quando sarà utile, riprenderemo, con molto rispetto, i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.15 riprende alle ore 17.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Se gentilmente potete, accomodatevi tra i banchi, colleghi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Soltanto poche parole a nome della maggioranza, per sottolineare come oggi il Consiglio abbia perso un'occasione per confrontarsi su una questione seria, come quella della linea Torino-Lione.
Ricordo che è stata la minoranza che, più volte, ci ha chiesto convocare un Consiglio regionale sul problema. Nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo discusso, come era giusta fare, le modalità del Consiglio. Si è scelto di tenere un Consiglio ordinario, o straordinario sul problema, ma non aperto per le motivazioni che abbiamo adotto nella Conferenza dei Capigruppo. Si è persa un'occasione, perché quello che è stato fatto in apertura ha rotto un clima che poteva essere di confronto tra la maggioranza e la minoranza, seppure tra posizioni diverse (magari anche con obiettivi che possono puntare nella stessa direzione, ma con motivazioni diverse).
Del resto, ci sorprende molto l'atteggiamento della minoranza perch siamo di fronte, oggi, ad una minoranza che ha governato il Paese negli ultimi cinque anni e la Regione Piemonte per dieci anni.
Quest'atteggiamento ci ha molto sorpreso.
Sarebbe stato sbagliato, da parte nostra, abbandonare l'aula. Noi garantiremo il numero legale e ascolteremo le posizioni della minoranza. Da parte nostra, non ci sarà nessun intervento - crediamo che non ci siano i presupposti per un confronto sereno - e ritireremo le mozioni che abbiamo presentato.
Presidente, siamo qui per ascoltare le motivazioni e le posizioni della minoranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Sono quasi stupito, oggi, di pronunciare il discorso che sto per fare in quanto dovrebbe essere ormai completamente obsoleto e superato. Di fronte a tutta l'evoluzione che ha avuto la questione TAV, mi sembra quanto mai opportuno e quanto mai odierno.
Si parla comunemente della Torino-Lione come un tratto del Corridoio 5 che dovrebbe partire da Lisbona e arrivare a Kiev. Ciò è sicuramente esatto. Contemporaneamente, la Torino-Lione rappresenta anche il tratto di unione di un corridoio verticale che parte da Londra, tramite il tunnel della Manica arriva a Parigi, poi a Lione e, passando da Torino e Milano scende nel Sud dell'Italia collegando Roma a Napoli.
Come sono strutturati questi due corridoi? Due corridoi di cui, come ho appena detto e fatto notare, la Torino-Lione rappresenta il punto centrale.
Mi spiace che non ci sia una carta geografica, ma si potrebbe disegnare una grandissima "x" con la Torino-Lione collocata esattamente in centro.
Per quanto riguarda la Lisbona-Kiev, il Corridoio 5, ci troveremo di fronte ad una ferrovia con due linee principali, una normalmente vecchia e una nuovissima e modernissima ad Alta Velocità, per un totale di quattro binari.
Faccio notare che la Spagna, per entrare a far parte di questo Corridoio, ha cambiato lo scartamento delle sue ferrovie. Mi spiego: per "scartamento" s'intende la distanza tra una rotaia e l'altra, quindi la larghezza del binario. Il binario è composto dalle due rotaie più le traversine e la massicciata, mi esprimo in termini tecnici, per farmi capire.
La Spagna aveva il cosiddetto "scartamento largo", cioè uno scartamento più largo rispetto al resto dell'Europa. Ciò impediva ai treni europei di entrare in Spagna e a quelli spagnoli di transitare in Europa. È vero che una piccola serie di treni passeggeri non ad Alta Velocità, i cosiddetti TALGO (Treni Articolati Leggeri spagnoli), e una serie abbastanza nutrita di carri merci erano attrezzati con gli assi e le ruote che modificavano il loro scartamento, cioè, in sostanza, passando da uno scartamento all'altro le ruote si avvicinavano e si allargavano, così potevano viaggiare senza discontinuità di carico su entrambe le reti, ma ciò era ormai improponibile. Dunque, la Spagna ha fatto un enorme sforzo modificando la propria rete, dapprima le linee principali e successivamente anche quelle secondarie, per adeguarla a quelle europee. Ritengo che questo debba essere sottolineato, nel senso che gli spagnoli hanno capito qual è il futuro mentre in Val di Susa non lo hanno capito affatto.
Torniamo a quella famosa "x" di cui la Torino-Lione costituisce il punto centrale d'incontro. Abbiamo detto che il Corridoio 5 sarà composto da due linee con quattro binari, nel senso nord-sud torniamo a due linee con quattro binari, ma, addirittura, tra Torino e Lione le linee sono tre e i binari sono sei, tanto per sottolineare come si sia data importanza al trasporto ferroviario in Francia. Poi, abbiamo di nuovo tre linee con sei binari tra Roma e Napoli, anche se, in questo caso, mi sembra una sproporzione rispetto al resto.
Nel punto centrale di questo sistema ferroviario ad altissima capacità per questo breve tratto, brevissimo se confrontato a tutta la rete di cui sto parlando, troviamo due binari, ma di che tipo? Un binario è stato costruito 130 anni fa, ha pendenze del 34 per mille, che è ormai improponibile, perché le ferrovie moderne hanno una pendenza massima del 12 per mille - qui siamo al 34 per mille! - con curve di 300-350 metri di raggio. Il secondo binario è stato costruito intorno al 1970, ma facendo un grave errore, cioè per quasi tutto il suo tracciato è affiancato al vecchio binario, per cui ha le stesse pendenze e le stesse curve. Solo in un breve tratto, tra Salbertrand e Bussoleno, il secondo binario si stacca da quello vecchio e in questo tratto, effettivamente, migliora decisamente la qualità sotto il punto di vista delle curve e delle pendenze. Complessivamente oggi, ci troviamo due binari e quello che viene percorso nel senso della salita ha, comunque, pendenze massime del 30 per mille, con limitazione dei treni in doppia trazione a 1.150 tonnellate: cioè, due locomotori da montagna possono tirare treni di 1.150 tonnellate quando sulle linee europee moderne in semplice trazione (con un locomotore solo) si possono trainare treni di oltre duemila tonnellate.
Questo significa che un treno che arriva ad Orbassano tirato da un locomotore deve essere tagliato a metà e ogni metà deve essere tirata da due locomotori. Lascio immaginare i costi per la trazione e la perdita di tempo che comporta tutta quest'operazione. In alternativa, si fanno viaggiare dei mezzi treni in doppia trazione. Io vedo arrivare a Cuneo dei mezzi treni in doppia trazione su un binario dove quei due locomotori potrebbero tranquillamente tirare quattro volte tanto, questo per evitare le manovre. Il risultato è un'antieconomicità senza alcun senso.
Vediamo la questione della velocità. Prendiamo a campione il Pendolino che è il treno leggero più veloce che ci sia, appositamente costruito per viaggiare su linee tradizionali ad Alta Velocità: in Val Susa ha limitazioni di velocità massima di 85 e 75 chilometri orari in salita per lunghi tratti, mentre in discesa ha le stesse limitazioni su queste due tratte di 75 e 80 chilometri orari; per tutto il tratto del vecchio binario ha la limitazione a 90 chilometri orari. Sono velocità ridicole quando questi treni viaggiano sulle altre linee a 250-300 chilometri orari. Siamo di nuovo di fronte a cose improponibili.
Aggiungo ancora un elemento: quando è stato costruito il nuovo binario avendo delle pendenze leggermente inferiori a quello vecchio, cioè al 30 per mille di massima contro il 34 per mille, si è deciso di utilizzare il vecchio binario per i treni in discesa. Questo comporta comunque delle limitazioni in considerazione del peso frenato, perché sul 34 per mille in discesa con merci da mille tonnellate non si può scherzare.
Rilevo che nel corso della storia del trasporto ferroviario europeo e mondiale la Torino-Lione è stata una delle tratte in cui si sono verificati gli incidenti più tragici.
Allora, la mia domanda...



(Scampanellìo del Presidente)



DUTTO Claudio

Questa volta chiedo un attimo di pazienza, solo per finire il discorso.



PRESIDENTE

Consigliere Dutto, con gran piacere, però, poi, i suoi colleghi rivendicano una condizione di miglior favore.



DUTTO Claudio

assolutamente improponibile utilizzare questo tratto di linea così com'è per il traffico previsto in futuro. Occorre assolutamente realizzare una nuova ferrovia. Avevamo un progetto con l'85% di questa nuova ferrovia che passava in galleria con una velocità prevista di 220 chilometri orari con una pendenza massima del 12 per mille; una ferrovia che passava lontana dai centri abitati.



(Scampanellìo del Presidente)



DUTTO Claudio

Un attimo! Penso che qualsiasi altra soluzione sia improponibile. Ho visto parecchi nuovi tracciati che passano in mezzo a tutti i paesi, che prevedono interramenti e cose molto più costose di quelle che erano previste, con le limitazioni che c'erano e che resteranno.
Pertanto, a mio avviso, è assolutamente necessario realizzare una nuova linea, ma all'avanguardia, seguendo i criteri con cui si costruiscono le nuove ferrovie in tutto il mondo. È impensabile che l'Italia, oggi, sia così arretrata nel campo ferroviario. È sufficiente guardare cosa ha fatto la vicina Svizzera con il Traforo del Lötschberg. Lì abbiamo addirittura una galleria sotterranea prima del traforo, con gli ascensori di 800 metri che salgono in superficie; qui sembra impossibile costruire una ferrovia molto più semplice e molto più breve.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Intanto, volevo iniziare dicendo che sono molto preoccupato per lo stato delle opere in generale della nostra regione. Tra l'altro, ne approfitto per informare, almeno stando a notizie che ci giungono da Roma che la tanto sventagliata e recentissima convenzione approvata dal CIP relativa all'Asti-Cuneo, non sarebbe accettata dalla società che ha vinto la gara, in quanto modificata dal Governo nelle parti sostanziali.
Quindi, saremo di nuovo all'ennesima riapertura. Mi auguro che sia il contrario, tanto è vero che avevo fatto un comunicato compiacendomi dell'approvazione del CIPE dopo la notizia, assieme all'Assessore Borioli di questa novità. Da Roma però mi chiamano dicendomi che il vincitore della gara, siccome erano state modificate le condizioni della stessa, non accettava.
Saremmo felici se su questo punto l'Assessore ci potrà dare qualche aggiornamento, perché adesso a Cuneo tutti si aspettano che da un giorno all'altro partano i cantieri, dopo l'annuncio che è stata firmata la convenzione. Già in questa settimana si sta dicendo quand'è che viene siglata per poter partire con i cantieri.
Chiudo la parentesi relativa all'Asti-Cuneo per passare alla Torino Lione. La nostra protesta non è stata una protesta per tentare di avere un po' più di visibilità, ma dovuta al fatto che su questo tema siano ormai indispensabili accordi chiari, se ci sono le prospettive, tra chi vuole e chi non vuole quest'opera.
Noi abbiamo un universo variegato di gruppi, di partiti, di situazioni con qualcuno che dice vuole l'opera, ma sulla linea storica, e altri che non la vogliono e che dicono che non si farà mai.
Addirittura abbiamo Consiglieri regionali che legittimamente, hanno partecipato - Robotti ed altri - a manifestazioni contro la TAV.
Esplicitamente, dichiarano che quest'opera non la vogliono e manifestano in piazza per far capire chiaramente che quest'opera non deve andare avanti.
Vi sono invece altre forze che, secondo me, hanno più o meno l'intenzione di farla, solo che, essendo prigionieri di schemi preconcetti, nessuno ha il coraggio di dire che forse quest'opera si potrebbe fare con una maggioranza del 70-80% del Consiglio regionale, dialogando con il territorio, dando tutte le garanzie che si devono dare ai territori interessati. Non vorremmo che, come invece sta avvenendo, per mantenere un'immagine di compattezza della maggioranza, si penalizzi l'opera.
Tant'è vero che siamo passati, da un unico progetto che esisteva fino ad un anno e mezzo fa, ad avere un primo e secondo progetto di variante.
Oggi addirittura se n'è aggiunto un terzo, siamo alle quattro opzioni. Vale a dire che non l'opera non si fa, si fa sulla linea storica, si fa attraverso la Val Sangone o si fa in Valle di Susa.
Quello che lamentiamo è la mancanza di decisionismo. Noi saremmo anche disposti ad appoggiare chi governa, se dimostrasse veramente di andare in una direzione e desse prova di voler realizzare quest'opera. Non avallando tutti i tentativi di insabbiamento, di rallentamento, perché sappiamo che pochi giorni fa un Ministro della Repubblica è venuto nella sede del Consiglio regionale a dire che è bene non andare avanti sulla Conferenza dei Servizi. Aspettiamo quello che deciderà l'Osservatorio. Nel contempo all'interno dell'Osservatorio c'è chi dice che l'Osservatorio non decide perché si devono approfondire altre ipotesi, è necessario vedere altri progetti, altri studi e altri approfondimenti.
Questo cosa vuol dire che se l'Osservatorio non va avanti e non trova una perfetta intesa, nemmeno la Conferenza dei Servizi può andare avanti? Allora l'impegno che la Presidente Bresso si era presa che entro Giugno come richiesto dall'Unione Europea, fosse la data limite entro la quale non partire con l'opera ma perlomeno scegliere l'opzione definitiva, a questo punto che fine farà? La Presidente conferma questa scadenza. A me piacerebbe sentirlo dire proprio da lei, perché mi ricordo perfettamente che la Presidente ci aveva detto: "Entro giugno, garantisco che sarà proposta una soluzione".
Questa soluzione può essere benissimo una delle quattro. Ma ne proponga una. Faccia in modo che i tavoli lavorino. Se, ripeto, la scelta sarà quella di realizzare una nuova linea, va bene. Basta, come ha ben detto il collega Dutto - tra l'altro, è un esperto in materia di treni - che sia un'infrastruttura del 2000 e non del 1930, e che non si viaggi alle velocità di sessant'anni fa, ma a quelle in cui oggi si viaggia in tutta Europa.
Se questa è la volontà ed è ribadita dalla Presidente, noi non chiederemo neanche più Consigli aperti, non chiederemo più Consigli straordinari, ma ci adopereremo perché si giunga a quelle soluzioni che permettono all'opera di andare avanti.
Anche oggi abbiamo ascoltato pazientemente sperando che ci fosse una qualche novità nella lunga relazione dell'Assessore Borioli, che non ha fatto altro che darci il riassunto esatto di tutto quello che i più attenti già sapevano. L'Assessore ci ha raccontarci la storia di cosa è avvenuto quest'anno, che sono stati fatti i tavoli, che cosa è stato fatto all'Osservatorio di Virano e che cosa si sta aspettando di fare, per finire ricordando le quattro soluzioni che sono state messe in piedi. Il Ministro Bianchi ha detto che la Conferenza dei Servizi non deve andare avanti finché l'Osservatorio non decide. Sono cose arcinote, che denotano per un'immobilità assoluta.
Ogni tre mesi ci troviamo. Oggi, scherzando dicevo che per il prossimo Consiglio aperto, di soluzioni, secondo me, ce ne saranno sei, perché nel frattempo ne arriveranno altre due. Siamo partiti da una e siamo arrivati a quattro. Probabilmente ci sarà qualcuno che dirà che l'Alta Capacità forse può anche passare da Aosta. Questo è il metodo per non realizzare niente.
Si mettono in piedi tante varianti, così non si fa nulla, così non si approfondisce nessun ragionamento. Siamo anche d'accordo - l'abbiamo sempre detto - di fare le opere meno impattanti per il territorio. Siamo anche d'accordo, eravamo stati noi a proporre che sui territori attraversati dalle opere fossero date garanzie per uno sviluppo duraturo nel tempo e vantaggi economici per....



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



CASONI William

Collega Scanderebech, parlo anche perché tutto rimanga agli atti, così poi nei prossimi Consigli sarà facile leggere gli atti stessi e ricordare che queste cose erano state dette, perché quel che sto dicendo oggi è identico a ciò che ho detto da un anno a questa a parte.
Questo ragionamento lo avevo fatto esattamente un anno fa. Avevo proprio detto che si mettono in piedi tante possibilità per non decidere nulla e non andare avanti.
Se invece si vuole andare avanti, ci sia dimostrato che la volontà c'è.
Magari non piacerà a tutti, non avrà l'assenso di tutti i Sindaci, dal primo all'ultimo. Magari non avrà l'assenso di tutte le Comunità montane magari non avrà l'assenso di alcuni soggetti, però l'economia del Piemonte e del Paese ne trarrebbe benefici. I vantaggi per i territori attraversati da questa linea, in termini di posti di lavoro, lo sappiamo tutti sarebbero enormi. Tant'è vero che tutti rifuggono l'idea che questa linea passi a nord delle Alpi.
Quest'ipotesi è da tutti rigettata.
Quindi, sanno che passando di qui ci saranno degli interessi e delle ricadute, però, se non andremo avanti velocemente in queste opere, ci troveremo sempre in questa situazione.
Mi avvio alla conclusione, perché non voglio abusare del tempo che mi è concesso, dicendo però già oggi una cosa, in modo che l'Assessore Borioli e la Presidente Bresso lo sappiano.
Oggi siamo alla fine di gennaio, ma a metà aprile vorremmo fare un punto della situazione per verificare lo stato d'avanzamento di quest'opera. Quindi, diciamo già che non è un problema che oggi viene accantonato o messo da parte, però da qui a metà aprile vorremmo che l'Assessore Borioli venisse una volta a dirci: "Abbiamo ragionato, non siamo tutti d'accordo, però abbiamo intenzione di andare avanti così. La Presidente Bresso e il sottoscritto manderanno avanti questa linea cerchiamo in Consiglio i voti per farla andare avanti".
Se questo non avverrà - lo dico già senza paura di essere smentito - la prossima volta che affronteremo questo tema diremo le stesse identiche cose che abbiamo detto oggi, perché le abbiamo dette un anno fa. Se invece ci stupirete - io l'ho sempre auspicato e ho sempre chiesto che avvenisse fateci vedere che la volontà, al di là delle parole, si trasforma in atti concreti e non solo in fiumi di parole che non portano a nessuna decisione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Sono un po' rammaricato dal comportamento che sta assumendo la maggioranza di questo Consiglio, che in qualche modo si nasconde, non vuole affrontare il dibattito e in tutti i modi cerca di svincolare e di fuoriuscire da un problema politico che riguarda tutta la maggioranza, e voluto dall'intera la maggioranza.
C'è un problema politico e davanti ad un problema politico si devono adottare dei rimedi. L'Assessore Borioli non può venire in Aula ed iniziare il suo discorso dicendo che sulla TAV fondamentalmente non c'è nulla di nuovo. Se non c'è nulla di nuovo, perché una parte di questa maggioranza continua a dire che è contraria all'Alta Velocità? Vogliamo dire una volta per tutte che questo è un problema politico? Arrivano quotidianamente in Piemonte Ministri autorevoli, che un giorno sconfessano le dichiarazioni fatte da altri Ministri, il giorno dopo dicono che la Conferenza dei Servizi non è più adatta, delegittimando non solo il potere politico ma anche il potere istituzionale, ossia quello dei Sindaci e di coloro che rappresentano il territorio.
Colleghi, non sto chiedendo una vostra posizione politica o alternative al vostro programma; io sto chiedendo, come cittadino e come colui che ha assistito alla sconfitta del centrodestra nel 2005, che voi rispettiate il programma elettorale, nel quale è prevista l'Alta Velocità.
Presidente Bresso, quello che le chiedo è di non giocare al gioco delle tre carte, un momento giochiamo a scopa coperta, comunicando che ci siamo un altro momento invece, all'interno della maggioranza, giochiamo a poker e segniamo le carte nascoste. La terza carta non l'abbiamo ancora scoperta perché non sappiamo quale sarà questo film, ...visto che oggi è di moda parlare di film e di Moretti.
Cari colleghi, è inutile che ve la prendiate tanto su un tema così importante che ci riguarda tutti.
Oggi abbiamo chiesto un confronto e ci siamo permessi di manifestare con tutte le nostre possibilità, con le forze che abbiamo a disposizione.
Abbiamo adoperato un sistema pulito e serio per far passare il messaggio che l'Alta Velocità è una cosa importante e inderogabile, e che c'è un problema politico al vostro interno.
E' inutile negare che c'è un problema politico visto e considerato che a parte il Consigliere Buquicchio, che ringrazio - le prime file della sinistra in quest'aula, composte da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi, sono contrarie a questo progetto e a qualsiasi tipo di progetto volto allo sviluppo. State facendo perdere tempo ai cittadini state rallentando il progresso scendendo in Aula e sul territorio per conquistare quattro voti, ideologizzando questo progetto, proprio voi che siete i difensori dei diritti dei lavoratori! Sappiate che, prima di difendere i diritti dei lavoratori bisogna difendere il diritto al lavoro: stiamo buttando a mare 100 mila posti di lavoro! Sono centomila posti di lavoro che non mi sono inventato io, signori del centrosinistra, voi che volete essere i paladini della difesa dei diritti dei lavoratori! Qui si tratta di centomila posti di lavoro e l'ha scritto su "La Stampa" l'autorevole giornalista Tropeano Maurizio, che conosce bene le tematiche ed è molto informato sull'argomento.
Assessore al commercio; davanti alla perdita di centomila posti di lavoro, cosa facciamo? Ci arrocchiamo dentro la nostra casetta partitica forti dei nostri ideali e delle nostre ideologie, mandando a monte centomila posti di lavoro! Quello che vi chiedo è di tralasciare le ideologie e di pensare una volta tanto anche ai vostri elettori; che vi stimeranno di più e vi voteranno di più. Questa Giunta e questa maggioranza devono avere il coraggio di lasciare da parte quelli che sono gli interessi partitici.
Oggi, limitando questo Consiglio ad un mero dibattito, vi siete sottratti ad un confronto importante che riguarda tutti, così come riguarda tutto il Nord, tutta l'Italia e l'Europa intera, così come risulta da questa lettera sottoscritta da cinque Presidenti di tutte le Regioni del Nord (Mercedes Bresso, Claudio Burlando, Roberto Formigoni, Giancarlo Galan e Riccardo Illy).
Che cosa dice questa lettera scritta il 6 giugno 2006? Dice che il progetto è fondamentale, che dà alla Pianura Padana significativi vantaggi ambientali, energetici e per la sicurezza.
Quindi, ci sono delle testimonianze così importanti e così significative.
In questi ultimi giorni l'autorevole Presidente della FIAT e Presidente degli industriali italiani, Luca Cordero di Montezemolo, ha sollecitato innovazione, competitività e infrastrutture, ma ha allo stesso tempo bacchettato la politica, dicendo che "I partiti uccidono il futuro del Paese".
Voi che siete qui, che rappresentate i vostri partiti, siete voi che state uccidendo il futuro del Piemonte, siete voi che state buttando all'aria centomila posti di lavoro! Se avete il coraggio dite in quest'Aula il motivo e giustificate il vostro comportamento.
E' solo un problema politico e mi dispiace che manchi il Capogruppo dei DS. Questo non è cercare di passare sui media, non è cercare di evidenziare delle differenziazioni. Noi vogliamo capire perché voi non accettate questa realtà. Perché vi chiudete in questi quattro voti, pensando che siano la fine del mondo, passando sopra all'anima dei piemontesi e passando sopra ad un milione di posti di lavoro! Qui non stiamo parlando dei PACS, non stiamo parlando della pillola RU 486. Non vogliamo che voi destabilizziate la nostra società dal momento che state strumentalizzando le popolazione locali.
La Giunta, la Presidente Bresso in particolare, dovrebbe trarne le conseguenze; non può giocare alle tre carte, non possiamo più aspettare che scopra la terza carta. Con la prima carta ha giocato a scopa scoperta dicendo che bisogna realizzare l'Alta Velocità; con la seconda carta ha giocato a poker all'interno della maggioranza. Vogliamo la terza carta. E la vogliamo oggi. Volevamo da parte vostra, pacatamente, democraticamente con tutte le forme possibili ed immaginabili che il Consiglio può fornirci una risposta più morbida, meno ideologizzata. Volevamo che voi, contrari all'Alta Velocità, ce ne spigaste i motivi? Perché non volete centomila posti di lavoro? E poi fate i difensori, dal punto di vista sindacale, dei diritti dei lavoratori Per questo oggi siamo stati costretti a reagire in questo modo! Le abbiamo pensate tutte, le stiamo pensando tutte.
Cari Consiglieri favorevoli a questo gran progetto, dateci una mano non facciamoci bacchettare da Luca di Montezemolo quotidianamente, nel chiedere innovazione, ricerca, infrastrutture. Se le innovazioni per voi sono trasgredire, se le innovazioni sono sgretolare i valori della società come la famiglia, come il diritto alla vita, è un altro discorso! Noi non vogliamo sgretolare la società, vogliamo che la società piemontese italiana tutta, guardi in avanti, guardi al futuro. Non basta scrivere documenti. Quando una Giunta ha assunto degli impegni, li deve portare avanti con determinazione e, soprattutto, deve avere il coraggio di decidere! Voi, Consiglieri della prima fila, non potete essere forza di maggioranza, forza di Governo e poi forza di opposizione! Non è corretto politicamente. Vi chiediamo di essere più corretti ma, soprattutto, un colpo di volontà, un colpo d'anima e non di vendere l'anima dei piemontesi (che, per questioni ideologiche, state vendendo per quattro voti). Voi rappresentate il Piemonte, non dimenticatelo! Non siete solo rappresentanti di quei quattro voti, siete rappresentanti di tutto il Piemonte! Con queste prese di posizione stiamo fomentando disagi sociali, stiamo strumentalizzando disagi sociali sul territorio e questo può diventare pericoloso per la società piemontese e per il bene di tutti i cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Dal dibattito di oggi, in parte modificato dopo le dichiarazioni della maggioranza e dell'Assessore Borioli, quello che emerge è un quadro delle infrastrutture in perenne attesa. In perenne attesa fra un comitato di monitoraggio e un osservatorio, appeso alle intemperanze e ai vincoli di questo o di quel partito e, soprattutto, alle incertezze di chi ci governa tra i proclami di un Ministro e un altro.
Vorrei ricordare all'Assessore regionale - che nella sua informativa ha cercato di percorrere la storia di questi ultimi anni sulla vicenda della TAV - e ai Consiglieri della maggioranza quanto dichiarato pochi giorni fa dal Ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, rispondendo alle dichiarazioni del Ministro Bianchi il quale, incontrando a Torino i Sindaci della Val di Susa, ha detto che avrebbe chiesto la sospensione della Conferenza dei Servizi sulla Torino-Lione.
Il Ministro Di Pietro ha risposto: "La legge assegna alla Conferenza dei Servizi il compito di realizzare la valutazione di impatto ambientale della TAV. L'Osservatorio dell'Alta Velocità non è un organo previsto in una legge, quindi per legge non si può sostituire alle funzioni della Conferenza dei Servizi" Il Ministro continuava precisando di non voler aprire nessuna polemica con il Ministro dei Trasporti ma, di fatto, con questa dichiarazione, l'ha aperta. Il Ministro Di Pietro prosegue: "L'Osservatorio ha una funzione importantissima, certamente di mediazione". Anche noi possiamo dire che sia giusto, che esista quest'Osservatorio, che va confermato e valutato positivamente. "Un punto di ascolto e fare la promozione di tutti...che possono essere portati alla Conferenza dei Servizi. Il solo Osservatorio però, senza la Conferenza, non può prendere alcuna decisione perché non avrebbe alcun valore giuridico e legale".
Il Ministro Di Pietro dice quello che ha già detto una volta la Presidente Bresso: "La concertazione serve fino ad un certo punto. Quando la concertazione non porta da nessuna parte, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità". Ancora il Ministro Bianchi (Comunisti Italiani) aveva dichiarato che era per prendersi un po' di tempo e per arrivare a fine anno sulle decisioni che il Governo deve prendere in materia.
Il Ministro Di Pietro, in merito ai tempi, ha ribadito: "Siccome parliamo di un'opera in cofinanziamento europeo e in corresponsabilità con altri Stati, i tempi non possono essere dettati solo da esigenze locali o dalla politica nazionale. Il cronoprogramma che ci ha dato l'Europa è ben stabilito. Prevede il completamento, prima dell'estate, della valutazione di impatto ambientale da parte della Conferenza e la decisione sulla linea del tracciato entro settembre 2007. La decisione se fare la Torino-Lione è già stata presa dal Governo precedente e questo Governo l'ha confermata".
Parla l'autorevole Ministro pro tempore delle infrastrutture: "Il come e il dove passerà in quella tratta, è ciò che dobbiamo decidere oggi. Tutte e quattro le soluzioni sul tappeto sono al vaglio della Conferenza dei Servizi che, entro maggio, deve decidere sentendo le parti interessate".
Sentendo le parti interessate, non vincolati alle parti interessate.
E poi, non manca da parte del Ministro Di Pietro, la stoccata ai Sindaci e alle popolazioni No TAV: "Quando sento che ci sono organi istituzionali, tipo i Sindaci, che non si presentano e rendono la Conferenza non in condizioni di funzionare, deduco che lo scopo ultimo è quello di fare ostruzionismo per impedire la realizzazione della TAV.
Invito tutte le parti a procedere".
Di fronte alle dichiarazioni del Ministro Di Pietro, che fa parte di un'alleanza ben precisa e nominato dal Presidente Prodi, la maggioranza della Regione non deve fare come Don Abbondio quando il Cardinale Federigo gli chiede, nel drammatico incontro alla canonica di Pescarenico: "Cosa hai fatto per aiutare il tuo prossimo? Perché non hai sposato Renzo e Lucia".
Don Abbondio è rimasto silenzioso, un silenzio che il Manzoni considera colpevole. Il silenzio colpevole di una maggioranza che non vuole essere disturbata su un dibattito così importante e che la riguarda molto da vicino.
In gioco ci sono, da una parte, le infrastrutture del Piemonte e dall'altra, i voti e il consenso che la maggioranza non vuole perdere. Ma una maggioranza che si rispetta deve essere anche impopolare, assumersi le proprie responsabilità e decidere. Troverà pronti anche molti altri a darle una mano e non si tratta di inciucio, ma di senso di responsabilità, di appartenenza al Piemonte e di consapevolezza che la regione, senza infrastrutture, non andrà da nessuna parte.
Se poi saranno confermate le voci che poco fa il Consigliere Casoni ha comunicato circa la sventurata vicenda dell'Asti-Cuneo, sarà tempo di riprendere il discorso anche su quella vicenda, in modo da confutare anche quanti, con troppo ottimismo, pensavano che nel giro di pochi mesi l'Asti Cuneo avrebbe ripreso a camminare.



PRESIDENTE

Non essendoci sono altri iscritti a parlare, chiudiamo la fase della discussione generale con una replica dell'Assessore Borioli.
La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Intervengo brevemente per affermare che, nonostante l'accoglienza folcloristica riservata dalla minoranza consiliare alla mia relazione, ho ascoltato gli interventi, cercandovi contributi utili per l'esecutivo affinché comprendere quale possa essere l'azione più efficace da mettere in campo per raggiungere l'obiettivo prefisso, come maggioranza di Governo, su quest'importante argomento. Devo dire con molta schiettezza che questi elementi utili non sono venuti, e di questo mi rammarico.
Da questo punto di vista - lo dico con molta sobrietà, ma con molta fermezza - l'unico elemento che nella nostra azione di governo regionale riteniamo di avere acquisito una volta per tutte è l'utilità del lavoro che si sta svolgendo nelle sedi individuate. Mi auguro che i suoi risultati possano, nel giro del più breve tempo possibile, smentire tutti i dubbi e le perplessità che da parte di molti sono state avanzate e ribadite anche oggi.
Certamente, colleghi dell'opposizione - mi dispiace che ora non siano presenti né il Presidente Casoni né il Presidente Scanderebech - abbiamo appreso una lezione: per ottenere dei risultati sul fronte della realizzazione del cosiddetto Corridoio 5, per parafrasare molto alla lontana e con molta modestia una famosa poesia di Montale, l'unica cosa certa è che non dobbiamo fare quello che avete fatto voi come coalizione di Governo regionale e quello che ha fatto il Governo nazionale uscente, che è servito solo a produrre la stasi totale sul fronte di quest'importante infrastruttura per il Piemonte e per il nord-ovest. Questa mi pare sia una lezione acquisita e sedimentata, e nessun elemento fornito anche dai vostri interventi nel dibattito di oggi consente di affermare che ci sia qualche ragione per ravvedersi da parte della Giunta.
Non ho molto altro da aggiungere. Mi permetto di sottolineare che rispetto alla questione adombrata dall'intervento del Presidente Casoni e ripresa dal Consigliere Guida sulla questione dell'Asti-Cuneo, informerò il Consiglio quando formalmente mi sarà chiesto di farlo.
Per quanto riguarda le dichiarazioni intervenute a seguito dell'approvazione da parte del CIPE dello schema di convenzione, che doveva essere e sarà sottoposto alla valutazione della società concessionaria, ho fatto una comunicazione stampa molto sobria, nella quale ho detto esattamente cosa è stato approvato dal CIPE, giudicando quello un passaggio importante.
Naturalmente, è libera scelta delle forze politiche ora prendere partito a favore del sistema delle concessionarie, naturalmente, risolvendo con se stessi le questioni della coerenza rispetto alle molte volte in cui io stesso sono stato chiamato in causa in Commissione per rendere conto dei soprusi che le società concessionarie perpetrano ai danni dell'utenza.
Ho dato conto di una notizia che anch'io ho appreso dai giornali. Lei Presidente Casoni, si è associato, le sue informazioni romane, forse poteva acquisirle prima di fare a sua volta dei comunicati di cui, magari adesso si pente, ma questa non è responsabilità mia.



PRESIDENTE

Sono stati presentati cinque ordini del giorno, come potete vedere dal testo che vi è stato distribuito.
Comunico il ritiro dei seguenti atti di indirizzi collegati al punto in esame: ordine del giorno n. 535 "Chiarezza sull'alta velocità" presentato ai Consiglieri Scanderebech, Casoni, Guida, Burzi, Rossi, Ghiglia, Monteggia Vignale, Novero, Leo, Toselli, Pichetto Fratin, Nicotra, Pedrale, Ferrero Dutto, Cavallera, Boniperti, Cotto, Lupi ordine del giorno n. 580 "Progetto Torino - Lione" presentato dai Consiglieri Robotti, Dalmasso, Moriconi, Barassi, Bossuto, Chiappa Clement, Spinosa ordine del giorno n. 581 "Progetto Torino - Lione" presentato dai Consiglieri Turigliatto e Valloggia ordine del giorno n. 582 "Nuovo collegamento di alta capacità ferroviaria Torino - Lione" presentato dai Consiglieri Lepri, Muliere, Buquicchio Manolino, Ricca, Turigliatto, Bizjak, Auddino, Ferraris, Pozzi, Rostagno Cavallaro, Cattaneo, Rabino.
Vive unicamente l'ordine del giorno n. 584, "Una posizione chiara e definitiva sull'Alta Velocità", presentato dai Consiglieri Scanderebech Casoni, Burzi, Giovine, Nicotra, Rossi.
La parola al Consigliere Casoni per l'illustrazione.



CASONI William

Intervengo brevissimamente. Si tratta di un ordine del giorno cofirmato anche dal Consigliere Scanderebech.
Questa non è altro che la conseguenza di quanto abbiamo sentito dire in più interventi della maggioranza nell'intero pomeriggio.
Qui c'è l'opportunità, se si vuole, di dire una parola chiave. È un ordine del giorno brevissimo, non è politico, non ci sono premesse politiche, non ci sono cappelli, non ci sono accuse a Governi di destra o di sinistra. C'è scritto se si vuole o non si vuole fare la linea ad Alta Capacità. Se si procede per realizzarla velocemente, entro i termini stabiliti, o se, invece, si ritiene che non si debba procedere nei tempi che la stessa Presidente Bresso ha dettato qualche mese fa all'agenda politica.
Invito chi ritiene a fare in modo che su questi ordini del giorno si possano formare, come abbiamo detto, anche delle maggioranze trasversali perché si tratta di ribadire scelte che sono state fatte su altri argomenti, che possono essere pronte.
Noi siamo i primi a differenziarci politicamente quando ci sono temi che non ci possono vedere uniti politicamente, perché si tratta di principi legati alle varie storie dei partiti, o a evoluzioni, o a visioni globali della società.
Se, all'interno di quest'Aula, c'è una maggioranza che ritiene che quest'infrastruttura debba essere realizzata, si espliciti, facciamo in modo che i lavori avanzino. Molti dicono a parole, anche nella maggioranza che la vorrebbero realizzare, però, c'è qualcuno che rallenta. Se in Consiglio c'è qualcuno che rallenta, noi gli diamo l'energia per fare il sorpasso. Se questo sorpasso vuole essere effettuato, lo deciderà l'Aula nella prossima votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Intervengo solo per annunciare che voteremo a favore dell'ordine del giorno presentato dai colleghi.
Sinceramente, non ho compreso cosa volesse dire l'Assessore ai trasporti quando prima noi abbiamo fatto l'inciso sull'Asti-Cuneo. Se lui aspetta che noi formalmente gli chiediamo notizie sull'Asti-Cuneo, per cui lui ci debba rispondere, noi gliele chiediamo formalmente, se non altro perché ci sono svariate interrogazioni alle quali non ha ancora risposto.
Quando si parla di queste cose, credo non si debba porre la questione sul formale: è una questione delicata, complessa e difficile, che ci riguarda da vicino. Quindi, se l'Assessore ha delle notizie, le comunichi subito, senza attendere la burocrazia, le ordinanze, le interrogazioni, le mozioni e quant'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Vede, Presidente, oggi mi aspettavo qualcosa anche da lei e dai partiti che hanno contribuito e che vogliono contribuire alla realizzazione dell'Alta Velocità. Ho redatto un fascicolo in cui ho scritto il nome di coloro che sono a favore, quindi non ci si può sottrarre in questo modo rinunciando al dibattito, non votando un ordine del giorno condiviso. Se non vogliamo questo, si poteva fare un ordine del giorno diverso: in questo Consiglio, se c'è la volontà, si può fare tutto.
Allora, dal momento in cui qui c'è un programma elettorale, la Regione Piemonte è d'accordo, le cinque Regioni del Nord sono d'accordo, il Presidente della Provincia è d'accordo, il Sindaco di Torino è d'accordo la maggioranza della popolazione - perché ha votato - è d'accordo, l'Unione Europea è d'accordo, il Governo italiano - a parte qualche Ministro - è d'accordo, il centrodestra non si discute, la Margherita è d'accordo, i DS sono d'accordo, la triplice è d'accordo, la Confindustria è d'accordo, la Chiesa è d'accordo, perché non facciamo quest'Alta Velocità? Perché non ci mettiamo insieme a fare un ordine del giorno? Lo ripeto ancora una volta: perché vi state così "attapirando"? Perch vi state mettendo in una posizione che non è quella dell'intera maggioranza consiliare? Voi delle prime file della sinistra dovete anche essere un po' democratici, dovete accettare anche se, dal punto di vista ideologico, non siete d'accordo. Non ho capito perché non siete d'accordo, dal momento che è caduto il muro di Berlino, dal momento che si ragiona su programmi, su quello che può essere una programmazione e un progetto; su quelli che sono i programmi che voi avete sottoscritto! Quindi, non capisco questa vostra posizione. Potevo anche giustificarvi se qualcuno di voi oggi avesse dato una risposta, ma voi non avete argomentazioni, non volete accettare questo vostro modo trasgressivo di fare, non volete accettare il fatto di essere all'interno di una maggioranza, dove volete fare anche l'opposizione per non perdere quei quattro voti.
Allora, se volete fare questo, se non volete perdere quattro voti essendo una persona che s'intende di conquista del consenso elettorale, vi do un consiglio: uscite il prima possibile da questa maggioranza, perch diversamente, non è così che si mantiene il consenso che avete conquistato nell'ultima competizione elettorale. I dati relativi alle ultime elezioni politiche sono sfavorevoli rispetto a quanto avete ottenuto durante la competizione regionale.
Veramente, oggi, vi do un consiglio da amico, non so più cosa devo fare per convincervi.Ditemi quello che devo fare, purché, veramente, esprimiate una posizione seria e forte! Fate un passo indietro, perché nella vita ognuno di noi può anche sbagliare. Quante volte io ho sbagliato! In famiglia, fuori, da qualsiasi parte, l'importante è ammetterlo. Nessuno è infallibile! Allora, fate un passo indietro voi delle prime due file della sinistra.
Cercate di contribuire positivamente, perché stiamo perdendo un'occasione storica e stiamo perdendo tutti insieme centomila posti di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Molto brevemente, solamente per confermare che sottoscrivo quest'ordine del giorno, che diventa quindi di fatto unitario dell'intera opposizione.
Credo che farebbero bene tutti i colleghi di maggioranza e d'opposizione, oggi, a dare un'espressione comune, perché, al di là di come si voglia fare la TAV, credo che questo discorso, che ormai dura da più di dieci anni, debba trovare una parola conclusiva.
Speriamo, evidentemente, in una parola propositiva, però credo che ormai sia le persone interessate, sia il resto del Paese, abbiano il diritto ad avere una risposta certa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Chiedo scusa alla maggioranza, ma non capisco. Non è la solita battuta politica. "La minoranza è stata cattiva", ma avevate bisogno di un alibi per salvarvi la coscienza, stando zitti? La collega Motta mi pare stesse esprimendo il concetto dei "cattivi", ma i bambini che oggi abitano in Val di Susa, che abitano a Gassino, ad Asti, ad Alessandria, come anche quelli che abitano a Roma o a Napoli (il collega Dutto ricordava l'importanza della TAV anche per il Sud) cosa c'entrano con le nostre beghe? Ammessa e non concessa una nostra cattiveria, di cosa dobbiamo essere puniti noi? Ma non scherziamo! Voi state facendo un'azione politica che danneggia non tanto me - ormai, data la mia età, non patirò granché i danni che usciranno da questa situazione - ma i miei figli e i miei nipoti, se ne avrò, come i vostri figli e i vostri nipoti.
Come si può non portare avanti un qualcosa - credo che tutti siate d'accordo - nell'interesse della nostra generazione futura? Il non prendere posizione non è un atteggiamento che danneggia la minoranza, è un atteggiamento che danneggerà tutti. Ne prendo atto, ma non capisco.



PRESIDENTE

Non ci sono altri iscritti a parlare.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 584, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 22 gennaio si è verificato l'ennesimo attentato in Val di Susa. Nella notte fra sabato e domenica è stato incendiato un ripetitore della compagnia telefonica 3 a Chianocco, Valle di Susa la Valle di Susa sembra ripiombare nel clima di 10 anni fa, quando i "Lupi grigi", gruppo anarco-ecoterrorista firmò una quindicina di attentati per contestare la Tav considerato che sono sempre più contrastanti e confusionarie le dichiarazioni dei Ministri dell'attuale Governo sulla realizzazione del progetto Alta Velocità Torino-Lione considerato inoltre che in recenti dichiarazioni effettuate a mezzo stampa sia la Presidente della Regione Mercedes Bresso che il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi hanno manifestato la piena volontà di realizzare l'opera aumenta notevolmente la pressione da parte dell'Unione Europea che ormai da tempo attende una posizione chiara del Governo italiano sull'opera in oggetto a causa del protrarsi dei tempi il Piemonte rischia non solo di perdere i finanziamenti previsti per la realizzazione, ma addirittura di essere tagliato completamente fuori dalla realizzazione. Infatti in questi giorni è stata varata l'opzione di un percorso alternativo a quello di Torino la Torino-Lione è essenziale per permettere la creazione sull'asse padano della più grande area logistica del Sud Europa creando 100.000 nuovi posti di lavoro come da previsione di uno studio di Assoespessi visto e considerato quanto premesso impegna la Giunta ad assumere una posizione chiara e definitiva sulla realizzazione dell'opera ad attivarsi immediatamente affinché vengano iniziati i lavori per la Torino-Lione nella piena tutela dei residenti e nel più rigoroso rispetto dell'ambiente e dell'impatto che l'opera potrà avere sulla Valle ad attivarsi nell'immediato al fine di garantire l'erogazione dei finanziamenti previsti dall'Unione Europea per la tratta Torino-Lione oltre che la creazione dei 100.000 posti di lavoro, come precedentemente indicato ad isolare gli estremismi presenti nella coalizione di Governo non solo al fine di garantire la completa realizzazione dell'opera, nella trasparenza e fermezza che l'importanza del progetto comporta, ma anche per tutti gli eventuali progetti volti al futuro e all'occupazione del Piemonte".
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla sollecitazione, da parte del Consigliere Rossi, delle annunciate comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Decesso di una persona fuori dall'Ospedale Santa Croce di Moncalieri"


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, la parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, credo che ci dovesse essere un intervento dell'Assessore Valpreda, che era qui fino a qualche minuto fa. Quindi, sto aspettando che l'Assessore Valpreda intervenga sui noti gravi fatti, che hanno portato all'onore delle cronache nazionali e televisive, e su tutti i quotidiani il Piemonte, in modo nettamente negativo.
Lei sa che stamattina, in apertura dei lavori, non ho creato problemi perché lei mi ha detto che l'Assessore avrebbe fatto l'intervento oggi pomeriggio.
Chiaramente, mi aspetto che l'Assessore Valpreda intervenga.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, ha ragione. Infatti, l'Assessore Valpreda mi ha garantito che avrebbe assicurato la sua presenza in Aula. Peraltro, se ne viene richiesta la presenza, è difficile procedere.
Siamo in attesa di avere indicazioni sulla presenza dell'Assessore Valpreda, che ha dato la sua disponibilità e si sta recando in Consiglio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di legge n. 309, proposta di legge al Parlamento inerente a "Sostegno alle gestanti e madri in condizioni di disagio socio-economico e misure volte a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i propri nati"


PRESIDENTE

Se non ci sono indicazioni in senso contrario, nel frattempo possiamo procedere all'esame della proposta di legge n. 309, di cui al punto 4) all'o.d.g. Si tratta di una proposta di legge al Parlamento. Relatrici sono le Consigliere Cotto e Pozzi.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela, relatrice

Diamo per letta la relazione.
Solo due brevi riflessioni. L'Aula già conosce il testo di questa legge, perché è una legge della Regione Piemonte. L'abbiamo approvata l'anno scorso. È l'unica legge approvata in Italia ed è per questo che abbiamo il dovere di proporre questa legge al Parlamento per garantire il diritto alla segretezza del parto. Per garantire il diritto alla scelta di riconoscere come figlio il bambino procreato.
Mi fermo qui. Lascio la parola alla correlatrice.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola, correlatrice

Voglio soltanto aggiungere qual è lo scopo che ci siamo proposte come Consulta delle Elette nel redigere e proporre al Consiglio questa proposta di legge al Parlamento.
Noi vorremmo che l'Italia fosse uguale per tutte le donne e non ci fossero situazioni in cui la segretezza del parto è dichiarata ma non concretamente realizzata, e Regioni come il Piemonte in cui questo avviene.
Noi vorremmo che tutte le Regioni si attrezzassero con servizi adeguati, perché la tutela della maternità, anche in caso di richiesta di segretezza del parto, sia realizzata.
Quindi, auspichiamo che questa legge sia naturalmente approvata da tutto il Consiglio e che possa contribuire a far sì che il Parlamento nazionale legiferi in tal senso.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale. Se nessuno chiede la parola procediamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dalle Consigliere Cotto e Pozzi: l'articolo 1 della proposta di legge 309 è così integralmente sostituito: "Art. 1 (Interventi a favore delle gestanti e madri per garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati) 1. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano garantiscono gli interventi socio-assistenziali nei confronti delle gestanti presenti sul proprio territorio, indipendentemente dalla loro residenza anagrafica, che necessitano di specifici sostegni in ordine al riconoscimento o meno dei loro nati ed al segreto del parto. Alle gestanti ed ai loro nati sono altresì garantiti gli interventi per la continuità assistenziale e per il loro reinserimento sociale.
2. Gli interventi di cui al comma 1 costituiscono livello essenziale ai sensi dell'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione.
3. Le leggi regionali e provinciali individuano, ai sensi dell'articolo 8 comma 5, della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) gli enti locali titolari degli interventi e le modalità di esercizio degli stessi.".
Si tratta di un emendamento tecnico operato dagli uffici. Mi rendo conto delle esigenze di tecnica legislativa sottese al fatto che si tratta di una proposta di legge al Parlamento e che sarà soggetta al vaglio dei tecnici legislativi di Camera e di Senato.
Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 1, interamente sostitutivo dell'articolo 1.
Il Consiglio approva.
La votazione favorevole dell'emendamento n. 1 comporta l'automatica approvazione dell'articolo 1.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Cotto e Pozzi: il titolo della proposta di legge n. 309 è sostituito dal seguente: "Proposta di legge al Parlamento: Interventi a favore delle gestanti e madri per garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati".
Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge, come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 Consiglieri hanno risposto Sì 43 Consiglieri Il Consiglio approva.
Occorre indicare il ramo del Parlamento cui il testo deve essere inviato in assenza di indicazione, viene inviato alla Camera dei Deputati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Decesso di una persona fuori dell'Ospedale Santa Croce di Moncalieri"


PRESIDENTE

Così come richiesto, l'Assessore Valpreda rende comunicazioni in merito ai fatti avvenuti domenica 28 gennaio 2007 nei pressi dell'ospedale "Santa Croce" di Moncalieri La parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Devo dire che domenica mattina, quando mi hanno informato, nelle forme che poi sono apparse sui quotidiani, di quanto era avvenuto all'ospedale di Moncalieri, la mia prima reazione è stata di rabbia e di sconcerto.
Ma poiché da una lunga frequentazione della sanità sono abituato a fare la tara alle notizie e chiedere conferma, com'è doveroso, già ad un successivo approfondimento, la situazione appariva meno chiara e più complessa, anche se bisogna dire che la morte di una persona induce sempre dei sentimenti da un lato di cordoglio, dall'altro di solidarietà con le famiglie, ma anche un senso di frustrazione quando s'ipotizzano delle colpe del sistema sanitario.
In realtà, dopo due giorni di approfondimenti, derivati da un lato dalle indagini svolte dall'azienda sanitaria, dall'altro dalle informazioni raccolte sulla base dei verbali e delle registrazioni del 118, esiste una ricostruzione che riteniamo essere più precisa e affidabile, anche cifrata da dei riscontri temporali precisi su quanto è avvenuto.
Il caso si riferisce ad una gita fatta da un gruppo di soci dell'AVIS verso Sanremo con partenza da Trofarello.
Già alla partenza uno dei soci, la persona che poi si è sentita male per motivi di mancato funzionamento dell'auto era arrivata tutta affannata con minuti di ritardo, di cui si era scusato. Appena salito a bordo, si era sentito male ed aveva manifestato un malessere che si è progressivamente aggravato, per cui, una volta giunti a Moncalieri, l'autista del pullman è stato sollecitato a chiamare il 118.
La telefonata è avvenuta alle ore 6.11 e 48 secondi. La chiamata è giunta alla centrale operativa del 118 indicando prima una località (Borgo Navile) poi un'altra (Borgo Aje); il tutto è avvenuto in un'atmosfera di gran concitazione, perché la persona stava male e i passeggeri del pullman per la maggior parte persone di una certa età, intrecciavano le voci nell'indicare consigli e procedure.
La telefonata è durata esattamente due minuti e 53 secondi; dopodich alle ore 6.15 è partita immediatamente l'ambulanza attrezzata per il soccorso. La gravità del caso aveva portato a classificarlo come codice rosso 8S ed è partita l'ambulanza, ma l'autista, sollecitato dagli altri passeggeri, è salito a piedi e ha raggiunto a piedi la portineria dell'ospedale, distante 424 metri da dov'era il pullman con il malato, e lì il portiere gli ha consigliato di attendere l'arrivo del 118, caso mai di sollecitarlo.
Alle ore 6.22 l'ambulanza è arrivata a Borgo Navile, non ha trovato nessuno, ha proseguito per Borgo Aje e per l'ospedale. All'incirca nello stesso momento, alle ore 6.23, l'autista è ritornato al pullman e ha deciso di spostarsi, anche su sollecitazione della moglie del paziente, di andare verso l'ospedale, e ha comunicato al 118 la nuova destinazione.
Due minuti dopo il pullman è arrivato in cima alla salita e uno dei capo comitiva è andato direttamente al pronto soccorso, che dista circa 100 metri dalla portineria - il tutto sono 150 metri, misurati da dove si è fermato il pullman al pronto soccorso - e questo signore ha chiesto, come ha confermato ieri in diretta in un'intervista televisiva, che gli fosse dato un mezzo per trasportare al pronto soccorso la persona colta da malore perché - testimonianza di RAI3 di ieri in diretta - non sapeva che gli operatori del pronto soccorso non potessero uscire dalla struttura. Così diceva e così gli suggeriva la sua esperienza di volontario del servizio sanitario.
Mentre l'autista ripercorreva a ritroso, con una carrozzina, quei 150 metri circa, è arrivata l'ambulanza. L'ambulanza, da quando è partita, ha impiegato circa quindici minuti per arrivare sul posto. L'operatore sanitario ha valutato la situazione e ha avvisato il pronto soccorso che sarebbe arrivato un codice rosso grave, in modo che si predisponessero gli interventi d'emergenza secondo la prassi. Nel frattempo, sul posto, sono arrivati anche i carabinieri, che hanno richiesto alla centrale l'intervento del 118, ma l'ambulanza era già arrivata.
C'è stato un battibecco tra il personale dell'ambulanza e i passeggeri del pullman che è stato rapidamente composto in quanto è stato detto: "Discutiamo dopo, adesso curiamo la persona". Il paziente è arrivata al pronto soccorso, ma dopo circa otto minuti, esattamente alle 6.53, è stata constata la morte.
Dai dati emersi risulta che la segnalazione imprecisa e la decisione di spostare il pullman senza attendere l'ambulanza non hanno influito significativamente sui tempi d'intervento. Si ricorda che nelle IMA (infarti miocardici acuti) il tempo d'intervento deve essere contenuto nei trenta minuti per poter, nelle tre ore successive, consentire altri interventi. È opportuno che il paziente giunga stabilizzato. La portineria dell'ospedale ha fornito un'indicazione corretta, in quanto l'eventuale uscita di personale interno avrebbe richiesto tempi lunghi - c'erano circa 424 metri - e i sanitari non potevano uscire portandosi dietro il corredo necessario per l'intervento.
Qui dobbiamo essere precisi. Gli interventi d'emergenza vengono effettuati ricorrendo ad automezzi medicalizzati, ad automezzi con personale ad alta qualificazione. Un medico che esce dal pronto soccorso è assolutamente impossibilitato nel prestare soccorsi qualificati che non siano il prendere atto della gravità del caso e riportare il paziente al pronto soccorso.
I sanitari del "Santa Croce" non hanno per nulla rifiutato, com'è scritto sui giornali, l'intervento, perché non sono stati informati dell'accaduto. È stata unicamente informata un'infermiere cui è stato richiesto, come ha testimoniato lo stesso richiedente, un mezzo per trasportare l'ammalato. L'uscita dei medici dal pronto soccorso non avrebbe avuto alcun effetto sulla tempestività dell'intervento perché, come ho detto, al ritorno, il paziente era già assistito dal personale dell'ambulanza che era arrivata nel frattempo.
Bisogna ricordare che gli interventi extraospedalieri nel nostro Paese in particolare nella regione Piemonte, hanno tre caratteristiche. Per gli interventi gravissimi opera il 118 che, ricordo, effettua 380 mila interventi l'anno. È oggetto di un progetto continuo di revisione delle procedure dei tempi ed è capofila nazionale, il primo ad essere sistematicamente organizzato nel nostro Paese, tuttora al vertice dell'Organizzazione Sanitaria Nazionale.
Il secondo tipo d'intervento - anche notturno per problemi di non eccessiva gravità o, comunque, quello che può costituire un primo triage è quello della Guardia Medica. Gli altri interventi sono affidati ai medici di medicina generale.
L'episodio precedente, quello verificatosi nel mese di settembre presso l'ospedale Mauriziano, aveva avuto delle caratteristiche del tutto diverse.
Un paziente, avendo subito una scintigrafia miocardica e dovendo completare ulteriori analisi di pomeriggio, era stato invitato a rilassarsi eventualmente ad uscire dall'ospedale. Il paziente si era recato con i propri familiari in un ristorante vicino all'ospedale e qui, colto da malore, era stato assistito da un medico, che si trovava lì per caso, che gli ha praticato un massaggio cardiaco. L'ambulanza è arrivata sette minuti dopo. In quell'occasione avevamo considerato assurdo che l'intervento dei medici del pronto soccorso non potesse esplicarsi anche nelle immediate vicinanze della struttura anche se, ripeto, è un intervento che non ha caratteristiche d'efficacia tale da renderlo consigliabile.
Il sottoscritto ha scritto una lettera che, tenendo conto delle norme giuridiche contrattuali e deontologiche vigenti, potesse far scattare altri meccanismi. La lettera dice: "L'episodio che sul finire del settembre scorso ha visto protagonista il sistema di emergenza sanitaria ospedaliera accusato di mancato intervento nei confronti di un cittadino colto da malore in un locale antistante il DEA di un ospedale torinese, suggerisce una riflessione più ampia, da parte di tutti, sui rapporti tra Servizio Sanitario Regionale e i suoi utenti. Se, infatti, come ho già avuto modo di dichiarare pubblicamente, appare giuridicamente e deontologicamente corretto che i medici, impegnati presso il pronto soccorso, non abbandonino i pazienti..." Ho detto che si trattava di un intervento diverso perch c'erano decine di pazienti al pronto soccorso, di cui alcuni molto gravi sottoposti ad interventi salvavita da parte dei medici.
La lettera continua: "Cionondimeno è necessario non incrinare il legame di fiducia tra i cittadini e il Servizio Sanitario Regionale. Ritengo pertanto opportuno richiamare le signorie loro" - ci si riferisce ai signori commissari - "affinché sensibilizzino dirigenti ed operatori all'adempimento dei loro doveri, non solo professionali, ma anche di solidarietà sociale, e s'impegnino a fare in modo che in tutte le strutture piemontesi il principio della centralità del paziente e di chi soffre riesca a tradursi in atteggiamenti di maggior attenzione verso i bisogni delle persone".
Questa lettera è stata illustrata, spiegata e riferita al fatto che, se un cittadino si sente male vicino ad una struttura, bisogna che almeno qualche operatore sanitario esca e contribuisca ad accompagnare il paziente all'interno del pronto soccorso.
Devo ancora dire che il Sottosegretario alla sanità, Serafino Zucchelli, che per vent'anni ha fatto il primario di pronto soccorso a Modena, ha rilasciato un'intervista al Messaggero di pieno appoggio a quest'impostazione e alla domanda: "Lei sarebbe uscito dal pronto soccorso di Moncalieri?" ha risposto: "No, un medico, nel momento in cui va fuori che strumenti si deve portare? L'ambulanza, al contrario, ha tutto a bordo per esempio, per rianimare il paziente e permettergli di arrivare tranquillamente all'ospedale".
Stando alla documentazione acquisita, in questo caso non si è verificato un rifiuto da parte dei sanitari del pronto soccorso, che non si sono trincerati, come pareva a prima vista, dietro stupide regole procedurali, ma non sapevano nulla. Pertanto, avvieremo in questo senso un'azione d'ampia informazione a tutti i cittadini, spiegando bene cosa fare in caso d'interventi d'emergenza. Chiaramente, la prima regola è di dare una chiara localizzazione del paziente e di non spostarsi fino all'arrivo dell'ambulanza, perché questo è il sistema più efficace per intervenire.
Certamente, quando si verifica qualche episodio, necessariamente isolato, relativamente a persone che si trovano nei pressi di un ospedale è dovere dei sanitari, non per obblighi contrattuali o per giuramento di Ippocrate, ma per solidarietà umana, che scattino meccanismi d'attenzione e di aiuto, che non possono essere espressi unicamente con un intervento di tipo sanitario, che è di scarsa o nulla efficacia, ma mediante un aiuto favorendo il trasporto verso le sale di pronto soccorso che sono attrezzate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, intanto desidero ringraziare l'Assessore per la disponibilità nei riguardi del Consiglio a ritornare dopo una giornata impegnata utilmente a sentire interessanti dibattiti consiliari.
L'Assessore Valpreda non voglia considerare questo un ringraziamento formale, ma sostanziale, perché è semplicemente quello che, a mio avviso tutti gli Assessori dovrebbero fare sempre in tutte le sedute del Consiglio. Avendo ricoperto tale carica per cinque anni, nel fare i complimenti all'Assessore Valpreda e ringraziandolo, lo si voglia anche leggere, eventualmente, come critica verso chi non lo fa quasi mai o molto raramente, rispetto all'interlocutore che, in questo momento, mi è utile come specchio.
Assessore, lei ha fatto una ricostruzione puntuale e precisa, che credo potrebbe servire se ci fosse qualche giornalista o se questo fosse oggetto di un comunicato stampa; potrà anche servire, spero non ce ne sia l'occasione, qualora ne nasca una vertenza di natura giudiziaria, vuolsi dalla magistratura ordinaria, vuolsi dalla parte. Mi auguro che così non sia perché, rispetto alla tragedia, come lei correttamente ha definito che sempre avviene quando uno di noi, in qualunque posto, se ne va sarebbe ancora più grave se questo potesse dare adito a qualche procedimento di natura colposa, in quanto credo che i sanitari piemontesi di tutto abbiano bisogno, ma non di iniziative di questa natura, peraltro comprensibili da parte di parenti e amici di questo signore che stava andando, se non sbaglio, ad una gita. Il buon Dio ha deciso per lui l'arrivo della sua ora indipendentemente dai programmi terreni; questo sia per chi è laico, sia per chi ha una fede superiore. Lo stesso è accaduto in maniera ancora quasi più irridente, come lei ha ricordato, nel caso di settembre.
Quanto detto fin qui appartiene alla cronaca giornalistica. Mi auguro che la sua assoluzione politica di amministratore, come mi è parso di evincere, sia nel caso del "Mauriziano" sia nel caso del "Santa Croce" trovi riscontro anche nelle inchieste svolte da parte della Magistratura o che oggi sono in corso. Sono tra coloro che da sempre sostengono che l'urgenza in senso lato - poi ci arrivo - della sanità piemontese sia stata introdotta non ora, come lei ha correttamente ricordato, ma da un po' più di dieci anni; se non ricordo male, il 118 della Regione Piemonte ha alcuni padri, ne cito solo due.
Credo che Francesco Enrichens sia da molti ritenuto uno dei padri del 118 e, dal punto di vista sanitario, della chirurgia di emergenza, che, se non sbaglio, è il lavoro che tuttora svolge brillantemente al CTO, come anche il dottor Valter Galante, che ha svolto tante mansioni. Certamente quasi tutti noi gli dobbiamo un riconoscimento in questa fase di intervento non di poco conto sul 118, tanto è vero che l'avete premiato spostandolo in una struttura flessibile sotto la gestione dell'Assessore Bairati. Proprio perché era uno dei pochi che capiva qualcosa sul 118, giustamente, è stato premiato secondo la procedura che, tra l'altro, noi stiamo criticando in altra sede.
Arriviamo al merito. Il punto mancante è proprio quanto lei dice nella lettera. Assessore, può darsi che io non abbia tutti i documenti e, qualora così fosse, lei sarà così cortese, non soltanto nei miei riguardi, ma di tutti i colleghi, nel darci quelli mancanti.
Dopo il caso del Mauriziano - settembre 2006 - e prima di questa non desiderata emergenza di Moncalieri accaduta ieri, come lei ha scritto nella lettera che ha letto - io non ho altri elementi di governo, ho tante interviste, tante parole, tanti cenni, ma il tema è importante non perch ne parla il TG3 o il TG5 - è palese a chiunque viva la sanità piemontese che la guardia medica - mi corregga se sbaglio - non è più considerata grande elemento di riferimento da nessuno. Non si conosce il perché, è un punto interrogativo, ma qualcuno le risposte dovrà darle.
I pronti soccorsi sono affollati da tanti casi non sempre d'emergenza credo che lei potrebbe tenere dei seminari in materia - tanto è vero che molto spesso le risorse sono dedicate al triage proprio per distinguere i casi d'urgenza da quelli che non lo sono. Il 118 va avanti, tra l'altro grazie a un grandissimo numero di volontari (noi, nello scorso bilancio, da maggioranza chiedemmo alla Giunta Ghigo di aumentare i fondi del 118), non stiamo discutendo di ideologia, stiamo discutendo di un problema che è sentito da tutti, dove francamente i modelli ideologici, se proprio non tirati per i capelli, non vorrei entrassero. Mi sembra che le persone che si occupano professionalmente di emergenza sono tutti quelli del 118, tutti quelli della medicina di urgenza, tutti quelli della guardia medica.
Ripeto, se ci sono altri documenti sull'argomento - mi scuso se non li ho, ma se me li fa avere, li leggo - e se i fatti, come ho già avuto modo di dichiarare pubblicamente, appaiono giuridicamente e deontologicamente corretti, nel senso che i medici impegnati presso il pronto soccorso non devono abbandonare i pazienti affidati loro, allora lei mi dica, Assessore: se io sono un volontario del 118 e ho la sua lettera in mano, cosa faccio se sono al pronto soccorso? Esco, non esco? In genere capisco pochissimo di ingegneria, quasi nulla di sanità e ancor meno di politica. Non so quale altra ricca documentazione esemplificativa esista sull'argomento, ma sappia che su questo tema, dopo il caso del "Mauriziano", anche le società scientifiche che si occupano di urgenza hanno fatto ricchissimi dibattiti, di cui non c'è alcuna traccia in nessun documento di Governo.
Assessore, di lei ho grande stima personale, ma vorrei, finalmente, se possibile, meno interviste su TG3 e TG5, meno letture di giornali e qualche cosa che aiuti chi opera nel pronto soccorso, che è un elemento di eccellenza della nostra Regione, se lei e la sua modalità burocratica non provvederà definitivamente a rovinare; qualcosa, possibilmente, che faccia capire a chi opera ciò che deve fare per non essere esposto ad interviste critiche ed inutili polemiche.
Questo sarebbe il governo dell'emergenza dell'Assessore Valpreda: una lettera datata 30 ottobre!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Noi abbiamo fortemente voluto che l'Assessore venisse in Aula a spiegarci cosa stava succedendo nella gestione dell'emergenza sanitaria in Piemonte, perché dopo il caso, purtroppo noto e con esito negativo (la morte del paziente accaduta quest'autunno al "Mauriziano"), cui s'aggiunge adesso il caso del "Santa Croce" di Moncalieri, sicuramente la Regione Piemonte, ma anche noi, non ha fatto una bella figura.
Credo che essere additati a livello nazionale, immagino anche internazionale, e su tutti i mezzi di informazione scritti e parlati come quasi una Regione da terzo mondo, i cui medici impegnati nell'emergenza sanitaria al pronto soccorso si rifiutano, per non si sa quale atavica norma, di uscire per prestare soccorso ad un ammalato grave, è sicuramente un qualcosa che non possiamo né capire, né condividere, né accettare.
Al di là del ringraziamento nei confronti dell'Assessore per aver atteso fino a quest'ora per relazionare - di questo bisogna dargli atto, è rimasto in aula tutto il giorno in attesa di fare la sua relazione bisogna anche ribadire, come ha già detto il Collega Burzi, cui do perfettamente ragione, che dopo il fatto di inaudita gravità di quest'autunno - ripeto, il caso successo al "Mauriziano" - non ci si poteva accontentare, come rappresentanti del Piemonte e come amministratori della sanità regionale, di una lettera, con poco chiare indicazioni, inviata dall'Assessorato ai Direttori generali delle strutture ospedaliere del Piemonte.
L'Assessore doveva dare un messaggio politico e tecnico, visto che è anche un valente tecnico di Giunta, con indicazioni precise alle strutture sanitarie, perché penso che non solo un medico, ma qualunque cittadino, se si rende conto che una persona sta male o viene chiamato perché c'è una persona che sta male dovrebbe - anzi, deve - correre per prestare soccorso fosse anche solo per sollevare le gambe alla persona o per cercare di trasportarla all'interno dell'ospedale. Figuriamoci un medico! Dire, come si è detto sui giornali da parte di autorevoli responsabili di strutture sanitarie, che il medico non sarebbe potuto intervenire perch non sapeva con che cosa intervenire... beh, se una persona sta morendo o sta rischiando di morire, penso che l'avere vicino un medico che si occupa di pronto soccorso, possa essere più utile che non averlo.
Sappiamo bene che anche casi di infarto possono essere non dico risolti, ma sicuramente si può prendere tempo con dei massaggi cardiaci (cosa che un medico di pronto soccorso sa fare). Non serve chissà quale attrezzatura, in alcuni casi, o perlomeno, meglio le mani di un medico esperto, perché quello è il suo lavoro, che niente. Sicuramente meglio che una carrozzella spinta dal volontario dell'AVIS.
Sono cose che devono far pensare. Dichiarazioni come quelle rilasciate dal responsabile della sanità piemontese sui giornali sono da censurare perché sono immotivate e insensate! Mi permetta, Assessore: non si possono dire quelle cose. Non si possono dire! Bisogna che la Giunta che oggi governa il Piemonte chiarisca determinate situazioni e sicuramente in questo caso - in questo momento perlomeno - essendoci un'indagine in corso, non abbiamo la certezza definitiva, totale e completa, di quello che è effettivamente successo. Lo vedremo e lo sapremo. Però alla Giunta chiedo che, una volta accertato come i fatti si sono realmente svolti, se dovessero emergere responsabilità, chi ha sbagliato questa volta paghi. Perché, a oggi, non si sa nulla di quello che è successo quest'autunno e non si sa se i responsabili individuati hanno pagato. Sicuramente questo caso si è ripetuto dopo due mesi e questa volta, se responsabili ci sono, devono assolutamente pagare.
Dopodiché, dopo questa pessima figura che ha fatto il Piemonte, almeno a livello nazionale, se non dovessero emergere responsabilità dal punto di vista dei sanitari e delle strutture ospedaliere, la Giunta Regionale deve fare in modo che si abbia almeno uno spazio simile sui mezzi di informazione per spiegare come sono andate le cose.
Veramente noi abbiamo spaventato i cittadini piemontesi, che sono preoccupati di una situazione sanitaria come quell'attuale, con le notizie allarmanti che sono uscite sui giornali e sulle televisioni.
Quindi, caro Assessore, se tutto si dovesse risolvere con nessuna responsabilità da parte del presidio dell'ospedale e dei medici del pronto soccorso, ci faccia la cortesia di dare ampie informazioni di questo fatto.
In caso contrario, se responsabilità dovessero essere accertate, colpisca con la mazza chi ha sbagliato, perché non si gioca sulla pelle delle persone.
Se ci sono stati degli errori, chi ha sbagliato deve pagare. Quello che noi le chiediamo, Assessore, è di riqualificare la qualità della nostra sanità. Dato che ha i mezzi sia economici sia professionali per intervenire, intervenga spiegando che la nostra non è una sanità da terzo mondo e che se vi sono casi di grave malasanità - se dovessero essere accertati - questi devono essere casi isolati e non devono ripetersi più nel modo più assoluto, Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Questa dolorosa vicenda ripropone un problema che si è verificato quattro mesi fa e che si è riproposto puntuale in questi giorni, quello dell'intervento del personale del pronto soccorso nell'area antistante l'ospedale stesso.
un problema che credo debba essere sviscerato anche con le competenze che sono necessarie, ma al quale bisogna dare in quest'occasione una risposta definitiva. Qui non è in discussione il sistema sanitario della nostra Regione, c'è una grande stima per il 118 che esegue 370 mila interventi all'anno soltanto nella Provincia di Torino.
C'è una grande stima e rispetto per il lavoro dei medici, soprattutto quelli del pronto soccorso, che fanno un lavoro duro, fatto di tensione e anche di momenti di gran difficoltà.
Il problema è che queste vicende e anche gli articoli sui giornali gettano ombre e discredito su un sistema che, invece, è efficiente e anche disponibile.
Sappiamo che chi esercita questo mestiere non può salvare la vita a tutti i pazienti. Peraltro, l'evoluzione rapida della patologia del signor Benito indica che, probabilmente, anche se l'intervento fosse stato immediato, non ci sarebbe stato molto da fare.
Peraltro, quando la carrozzina portata dall'autista del pullman è arrivata presso il pullman stesso, c'era già il 118 sul posto e a quel punto non era più possibile intervenire per salvare la vita al paziente.
Non c'è stata omissione di soccorso, né credo che ci siano responsabilità da parte dei medici del pronto soccorso di Moncalieri stando a quello che abbiamo sentito e a quello che l'Assessore ha detto ieri al TG3. L'autista stesso ha dichiarato: "Io non ho chiesto l'intervento di un medico, ho chiesto una barella e mi hanno dato una carrozzina, perché c'era un signore che stava male sul mio pullman e sono ripartito".
Quindi, il medico del pronto soccorso non ha saputo del dramma che si stava vivendo nel corridoio del pullman stesso. Ma quello che noi pensiamo Assessore, e che ci siamo detti anche in questi giorni - e sono d'accordo con quello che dice Serafino Zucchelli - è che il medico non può e non deve uscire dal pronto soccorso, perché è all'interno del pronto soccorso che il medico può meglio esplicare la sua azione per salvare la vita al paziente.
Credo però che nell'area antistante l'ospedale, due infermieri o una persona qualunque debbano uscire, mettere il paziente su una barella portarlo dentro al pronto soccorso e lì si deve intervenire con tutte le misure che sono necessarie.
successo però ieri, e il caso ha voluto che succedesse proprio alle Molinette; davanti all'ospedale un paziente si è sentito male, due infermieri sono usciti, l'hanno caricato sulla barella e lo hanno portato all'interno del pronto soccorso, dove sono state prestate tutte le cure necessarie.
Credo che questo serva non soltanto nell'interesse della vita del paziente, ma serva anche a tranquillizzare un po' i pazienti e a dimostrare che, in quel caso, tutto quello che era stato possibile fare è stato fatto.
Noi pensiamo ad un sistema sanitario della nostra Regione che sia forte da un punto di vista tecnologico, così com'è il nostro sistema sanitario ma che sia disponibile da un punto di vista umano.
Concludo, augurandomi davvero che questa seconda dolorosa vicenda serva a definire una volta per tutte questo problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Ho ritenuto di intervenire perché sono convinto che questo sia un problema serio, un problema delicato da non banalizzare in un dibattito dove, in qualche modo, si tende a scaricarsi vicendevolmente delle responsabilità.
una vicenda drammatica che si è ripetuta, anche se le modalità che l'Assessore ci ricordava sono differenti da quella del "Mauriziano" tuttavia, vi sono quotidianamente numerosi esempi di comportamento del personale operante nei pronti soccorsi che molte volte - lo ricordava il collega Boeti - sono usciti, e continueranno a farlo, nella zona antistante a dove lavorano per prestare soccorso. Tuttavia, è bene, su un tema come questo, evitare banalizzazioni, poiché le polemiche giornalistiche sono una cosa, ma non dobbiamo dimenticare la concreta condizione dei pazienti e dei cittadini, da una parte, e quella delle lavoratrici e dei lavoratori dall'altra.
L'Assessore ha fatto quello che poteva oggi per dare una risposta con quella lettera ad una situazione, che è un problema strutturale che, ad oggi, ancora non ha trovato una soluzione.
Parlavo delle condizioni concrete dei lavoratori. Lo ricordava l'Assessore: da un punto di vista giuridico e deontologico - e mi fermo all'aspetto giuridico - oggi un operatore medico o infermiere professionale che abbandona il proprio posto di lavoro in pronto soccorso per recarsi nella zona antistante, lo fa - se lo fa - per spirito umanitario e di assistenza, ma lo fa sotto la propria personale responsabilità. Lo volevo ricordare, perché è un aspetto importante, che non è stabilito n dall'Assessore Valpreda né dalla normativa regionale, ma da una serie di normative anche contrattuali. Ma è importante non solo verso la sua persona.
Banalizzo: nel caso di incidente durante l'operazione di soccorso che coinvolga quell'operatore sanitario, non è riconosciuto o, comunque, crea un'ulteriore difficoltà, perché non è riconosciuto dall'azienda.
Seconda questione, proprio per evitare le banalizzazioni: nel caso drammatico che l'Assessore ci ricordava, abbiamo parlato di un paziente con un problema cardiaco, con un infarto del miocardio acuto in atto. In quel caso, un'uscita di personale sanitario per il trasporto all'interno della struttura sarebbe stato appropriato da questo punto di vista. E bene abbiamo fatto a richiamarli e bene facciamo a richiamarli da questo punto di vista.
Ma faccio un'altra ipotesi: il caso di un paziente politraumatizzato nelle vicinanze dell'ospedale; dico vicinanze per modo di dire, perch questo è un termine, ma bisogna capire poi se sono 10, 20, 50, 100, 400 o 800 metri. Mi riferisco sempre alle polemiche giornalistiche, ma se vi è un paziente politraumatizzato, deve attendere l'intervento del 118 per essere immobilizzato e trasportato in sicurezza all'interno del reparto.
Qual è l'operatore sanitario - e parlo da operatore sanitario - che si prende una responsabilità non verso se stesso, ma verso quel paziente, di muoverlo rischiando di provocargli ulteriori danni? Il tema è complesso. Tuttavia, credo che, dopo la lettera che l'Assessore ha opportunamente scritto, c'è bisogno - e il senso del mio intervento è questo - di riunire, affinché queste cose non si verifichino nuovamente - parlo soprattutto della polemica giornalistica e anche del dramma delle famiglie, cui noi siamo vicinissimi, e in questo caso alla famiglia del paziente - intorno ad un tavolo i direttori generali, i commissari, le organizzazioni sindacali e venga definito un accordo, o un protocollo, come mi veniva giustamente suggerito, che definisca modalità attuative dell'intervento nelle zone antistanti i presidi di pronto soccorso. Queste modalità devono essere definite dettagliatamente, con l'accordo delle organizzazioni sindacali, con l'accordo delle direzioni aziendali delle Aziende Sanitarie Regionali.
Dobbiamo dare una doppia risposta: la risposta al diritto del cittadino ad essere soccorso in tempi rapidi in caso di malore o incidente nei pressi di una struttura di pronto soccorso ospedaliero, unitamente al diritto del lavoratore di poter intervenire avendo la copertura, avendo un protocollo cui può e deve attenersi.
L'appello dell'Assessore Valpreda va benissimo e noi lo sottoscriviamo.
Chiediamo di procedere nei tempi più rapidi possibili per definire compatibilmente con la legislazione, compatibilmente con le norme contrattuali e giuridiche, una risposta. Una risposta che deve essere data nei termini di sicurezza, di risposta alla domanda del paziente, ma anche di tutela e di possibilità di operare liberamente e serenamente per gli operatori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Desidero intervenire sia perché, con estrema obiettività, ritengo che quanto dichiarato, quanto detto, quanto esplicitato dai rappresentanti della minoranza, nei confronti del comportamento dell'Assessore, sia francamente un po' eccessivo. Sia perché, in questo caso, oltre che come politico, parlo come chi, per oltre venticinque anni, ha lavorato in un pronto soccorso di chirurgia d'urgenza, per cui ritengo di aver ben chiaro il concetto d'emergenza.
I casi, purtroppo, sono stati enfatizzati dai giornalisti, in quanto questi tragici e tristi eventi si sono verificati in vicinanza, o nelle vicinanze, di qualche ospedale. Se quei casi non si fossero verificati nelle vicinanze di un ospedale, tutto sarebbe stato normale, anzi, si sarebbe applaudito agli operatori del pronto soccorso e del 118 perch nonostante gli equivoci, sono giunti sul posto del malore in tempi veramente brevi.
Di fronte ad un malore solo un medico - un medico specialista, aggiungo è in grado di valutare la gravità dello stesso e orientarsi, sotto un profilo diagnostico, verso quello che può essere l'intervento. Già la valutazione del codice - codice bianco, codice verde, codice rosso, codice rosso grave - al pronto soccorso effettuata da un operatore paramedico è già ai limiti dell'efficacia della valutazione. Figuriamoci se ci si pu basare sulle valutazioni, frutto di una normale e legittima emotività della moglie o del parente di coloro che nulla hanno a che vedere e sanno della pratica sanitaria.
Quello che ritengo grave in questo caso non è che l'Assessore non abbia fatto nulla per evitare l'evento, che a tutti può essere imputabile tranne che all'Assessore o al governo della Regione. Ritengo grave che si accetti che gli operatori dei vari media enfatizzino, fino a questo punto, eventi di una gravità, di una tragicità come quelli che si sono verificati, solo perché si sono verificati a qualche centinaia di metri da un ospedale.
Immaginatevi la scena. In un pronto soccorso arriva una persona che trafelata, non rivolgendosi al portinaio o ad un'infermiera, dice: "Dottore, in fondo alla strada c'è una persona che sta male". Supponiamo che un dottore in quel momento sia disponibile e non stia facendo nulla.
Cosa fa? Si mette a correre per 400 metri, giunge sul posto del triste evento e, secondo quello che può diagnosticare in quel momento, constata che si tratta di un evento cardiovascolare. Cosa deve fare a quel punto? Il medico non ha la bacchetta magica, non è imponendo le mani sul torace del paziente che può risolvere il problema. Il medico deve prendere una vena, deve iniettare del bicarbonato, deve verificare se il paziente sia in uno stato d'ipossigenazione, perché un'acidificazione eccessiva del sangue porta all'arresto cardiaco. Se il paziente, invece, è in ipoventilazione, ha bisogno di essere intubato. Tutte operazioni che sicuramente, non si possono fare in mezzo ad una strada neanche se il medico caricasse in una valigetta tutti quegli strumenti. Così come non è possibile farlo sul tappeto di un pullman in mezzo a gente che grida, che piange, che è spaventata. Il luogo idoneo per prestare soccorso è il pronto soccorso o un'ambulanza di 118 attrezzata.
In questo caso, l'ambulanza 118 attrezzata è stata chiamata ma per un disguido, per un equivoco con l'autista, o chi per lui, ha impiegato qualche minuto in più ad arrivare. Qualcuno ha detto: "Almeno una barella due infermieri potevano correre per 400 metri". Ma in ogni caso sarebbe stato anche imprudente. Sì, avrebbero forse soddisfatto l'emotività di un parente che attendeva impazientemente un risultato in positivo, ma non avrebbero agito bene. Se si fosse trattata di una patologia di altra natura, ne avrebbero peggiorato sicuramente l'evento. Distinguiamo l'evento cardiovascolare da quello cerebrovascolare. Se si fosse trattato di un ictus, lo sbarellamento su una strada dissestata avrebbe sicuramente determinato un danno maggiore.
Allora, cosa deve fare un medico del pronto soccorso se viene a conoscenza di qualcuno che sta male a poche centinaia di metri? Deve fare soltanto alcune domande: "È svenuto? Avete chiamato il 118? State tranquilli, sollevategli almeno i piedi e aspettate". Nessun altro può fare di più.
Nel caso in cui, invece, il paziente sia ferito e stia morendo dissanguato, allora il medico si deve precipitare, qualsiasi cosa stia facendo (a meno che la sua assenza non determini pericolo di morte o grave danno per il paziente ricoverato al pronto soccorso in attesa delle sue cure), con un laccio emostatico per arrestare l'emorragia. Dobbiamo distinguere i casi.
L'aspetto grave, molto grave, è che si enfatizzino determinate situazioni, ma che lo facciano i giornalisti, va bene (non va bene, per possiamo comprendere perché è il loro lavoro), ma non è serio e non è accettabile strumentalizzare questi eventi da parte di altri.
Ritengo che, in questo caso, nulla di più l'Assessore o il Governo della Regione avrebbero potuto fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, non sono un medico, sono un ingegnere, come Angelo Burzi, che ha evidenziato molto bene il problema.
Collega Buquicchio, non sono qui per fare strumentalizzazioni, bensì per sensibilizzare, per chiedere un po' di buon senso. È vero che ci sono dei disciplinari, è vero che ci sono dei protocolli, è vero che c'è stata anche la lettera dell'Assessore, però, per me, la vita è sacra. Quindi rispetto ad ogni forma di disciplinare o protocollo, per me è prioritario salvaguardare la vita con tutti i mezzi possibili ed immaginabili.
Il problema è quello che ha evidenziato il collega Buquicchio. Il fatto che nel 2007 si muoia a 100-200 metri da un ospedale ci deve far riflettere. Nessuno vuole accusare l'Assessore Valpreda però, gli chiediamo di fare qualcosa, indipendentemente dai disciplinari, dai protocolli e dalla lettera che ha già redatto per sensibilizzare l'impegno morale della persona, indipendentemente dall'aspetto professionale, perché ogni volta che qui succede qualcosa si mettono sempre le mani avanti; viviamo in una società in cui tutto è possibile, ma qualsiasi cosa si faccia si viene subito incriminati.
Capisco la posizione dei medici, non è che non la capisca, la capiamo però, ripeto, a tutto c'è un limite e davanti alla possibilità di salvare una vita c'è il buonsenso; ogni forma d'espressione e di decisione deve essere presa per salvare la vita.
Mi chiedo se è possibile che questo accada solo a Torino, dove, forse siamo troppo spaventati - dico "siamo" perché viviamo in una società multimediale e violenta - dove si verificano tutti questi suicidi, tutti questi omicidi. Se a Torino succede di tutto e di più, non è un caso che forse, si adoperi, in via di sperimentazione o no, la cosiddetta pillola killer.
A queste stranezze noi tutti ci dovremmo ribellare, non credo sia una questione che divida centrodestra e centrosinistra, noi tutti qui siamo per ottenere una sanità migliore e per una migliore prevenzione. Per me non è sufficiente sentir dire che ha fatto bene il medico a non muoversi da lì poi, contrariamente a questo, sento un altro collega affermare che ieri è successo un episodio analogo alle Molinette e che due infermieri sono accorsi. Non penso che i disciplinari prevedano cose diverse per gli infermieri e i medici. Questi benedetti disciplinari o protocolli, in qualche modo, devono essere adoperati, ma davanti al dovere, quando c'è di mezzo una vita, c'è sempre il buon senso.
Come mai a Torino sta diventando tutto difficile? Come mai a Torino ci sono tante cose che non vanno, così violente? Soprattutto, noi che abbiamo delle eccellenze, dei buoni ospedali e abbiamo veramente il senso dell'organizzazione e del dovere al lavoro - mi riferisco a tutti noi indipendentemente dalla politica, ai piemontesi in generale - dobbiamo poi assistere a questi episodi, che noi in qualità di politici non possiamo accettare, perché, siamo responsabili e dobbiamo prendere dei provvedimenti.
Assessore, mi raccomando, confido in lei, facciamo qualcosa indipendentemente da quella lettera, lascio a lei la "palla", perch capisco che non è facile, non è sufficiente dire di fare qualcosa. Dobbiamo cercare di sensibilizzare maggiormente le persone che, con la loro professionalità, si adoperano quotidianamente nei rispettivi pronti soccorso, però, dopo questi episodi, dobbiamo riflettere attentamente e cercare di prevenire il verificarsi di eventuali ulteriori incidenti nell'interesse di tutti i cittadini, ma anche della sanità piemontese, che penso ne abbia veramente tanto bisogno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la sua pazienza, per la disponibilità e per il contributo fornitoci. Sono rimasto soddisfatto dalla sua illustrazione, da come ci ha schiarito i termini della vicenda.
Credo che molto spesso in quest'aula si assista ad una riproposizione di ruoli obbligati. Certo la minoranza deve anche svolgere il suo lavoro anche se, a volte, non ci sono le motivazioni a sostegno delle posizioni che assume. Tra le tante affermazioni, ho anche sentito dire che non si pu morire a un centinaio di metri dall'ospedale; credo che, purtroppo, si muoia anche negli ospedali.
Condivido le parole dell'Assessore, la morte è sempre una vicenda tragica e dolorosa, ma non credo si aiuti la sanità piemontese strumentalizzando alcune vicende come questa. Dire che qualcosa non ha funzionato, così come ho sentito dire da parte di alcuni esponenti della minoranza, significa semplicemente non aver ascoltato le parole dell'Assessore.
Credo di poter dire queste parole anche perché non ho mai svolto interventi di strumentalizzazione su alcune vicende verificatesi in passato nella nostra Regione.
Termino il mio intervento ringraziando ancora l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, quanto accaduto di fronte all'ospedale di Moncalieri ha un aspetto certamente emotivo e per questo è stato ripreso dai giornali nazionali di tutta Italia. Sicuramente, trattandosi della seconda occasione in cui, nel giro di pochi mesi, si muore di fronte ad un ospedale costituisce inevitabilmente una notizia.
In molti casi proviamo a fare dei distinguo su quelle che sono le percezioni da parte dei cittadini e dell'organizzazione dei servizi dati all'interno degli enti pubblici e quella che è la vera efficienza.
Qui ci troviamo di fronte ad un caso analogo, che non vale soltanto per i parenti, tanto nel caso di domenica quanto nel caso occorso davanti al Mauriziano, ma vale per l'opinione pubblica in generale. Per questo credo che il tema sia stato correttamente trattato.
Per l'opinione pubblica e per il sentimento collettivo è difficile pensare di morire di fronte ad un ospedale senza che sia avvenuto un soccorso immediato; è difficile per un cittadino percepire quali siano i protocolli che normano l'attività medica all'interno di un punto di pronto soccorso. Viene più da pensare, come credo dovrebbe essere buona regola, un approccio vicino al buonsenso, cioè, se una persona sta male al di fuori dell'ospedale, mi adopero affinché questa possa essere curata.
Certamente, se la persona deceduta domenica, come per il decesso verificatosi nell'autunno scorso davanti al Mauriziano fosse deceduta all'interno di un'ambulanza del 118, non avrebbe neppure fatto notizia, perché sarebbe purtroppo uno dei casi che quotidianamente avvengono di persone che, soccorse dall'ambulanza, arrivano in ospedale senza possibilità che il soccorso prestato dal medico sia utile a salvargli la vita.
Il dato reale che è il motivo dell'attenzione corretta che l'opinione pubblica ha dato è la fisicità del luogo in cui è accaduto, cioè un paziente che muore di fronte all'ospedale, con persone che avevano richiesto un soccorso.
Credo che l'amministrazione regionale, l'Assessore Valpreda e anche noi non possiamo ragionare in termini un po' semplicistici dicendo che ci sono protocolli da rispettare, per cui se io sono all'interno dell'ospedale, sto facendo il mio lavoro ed è il 118 che deve intervenire, perché così è dal punto di vista della prassi o, se volete, dei protocolli, può anche essere corretto, però credo che in questo modo ci allontaniamo sempre di più dal dare risposte concrete ai cittadini.
Ha fatto bene l'Assessore ad esprimere cordoglio alla famiglia, e ancor più ha fatto bene a dire "saremo durissimi nei confronti di chi ha, qualora accertate, delle responsabilità".
Non sono molto ascoltato e a quest'ora è quasi inevitabile, ma non avevo detto alcunché rispetto al caso del Mauriziano, perché gli incidenti in qualsiasi struttura anche ben organizzata, possono capitare, ma essendo accaduti due volte mi sono permesso di dire qualcosa senza toni di gran polemica.
Vorrei solo ricordare, a chi si scandalizza dello stupore, che basterebbe, non per andare sempre indietro, portare l'orologio indietro di qualche tempo per pensare a quante volte, in questo consesso, dopo essersi verificati dei fatti analoghi (mi sembra di ricordare due volte, una sicuramente a Ciriè), il centrosinistra chiese le dimissioni dell'allora Assessore alla sanità.
Personalmente, non credo che la richiesta di dimissioni sia la soluzione migliore. Anche perché non credo che vi sia, nel caso, una responsabilità attribuibile direttamente all'Assessore. Tuttavia invito perché non l'ho fatto solo oggi, ma l'ho già fatto da molti mesi, la IV Commissione a fare una riflessione sul servizio d'emergenza della nostra Regione, che è certamente un servizio d'eccellenza. Ho visitato due stazioni del 118, quella di Torino e quella di Biella, quelle che per prime hanno utilizzato il sistema dispatch.
Riteniamo che le situazioni in cui avvengono ritardi e le modalità con cui vengono avviate le ambulanze si possano riportare a ritardi nel sistema, non necessariamente perché si sbaglia l'indirizzo - cosa che sembra non sia accaduta, ma lo verificherà la magistratura o chi di dovere ma legate al fatto che, come l'Assessore sa bene, i numeri di codici rossi che escono con l'attuale sistema, nonostante le tarature, sono decisamente superiori a quanto accadeva precedentemente, anche alla luce della relazione che è stata data due mesi fa.
Se oggi sono avvenute ulteriori tarature, questo è un altro aspetto.
Ciò significa che ambulanze medicalizzate vanno dove non servirebbero, che rimangono solo più le ambulanze non medicalizzate; che verosimilmente avendo detto chi ha telefonato all'operatore del 118 di trovarsi di fronte ad un possibile infarto, bene sapevano che l'ambulanza non medicalizzata sarebbe stata poco utile nell'intervento.
Ripeto, non dobbiamo fare un'indagine, c'è già la magistratura che si sta occupando degli eventuali risvolti penali, ma vorremmo raccomandare qualcosa all'Assessore, visto che non ha posizioni differenti da quelle che stiamo sostenendo, perché se avesse posizioni differenti, cioè se l'Assessore ritenesse che chi fa il medico al pronto soccorso non si deve muovere dalla propria postazione perché a soccorrere gli ammalati ci pensa il 118, non avrebbe scritto quella lettera che, invece, ha inviato ai direttori sanitari.
Noi chiediamo (non alla magistratura, che fa il suo dovere senza che glielo chiediamo noi) certamente alla Giunta e, in particolar modo all'Assessore, che siano fatte verifiche quanto più puntuali possibili nei confronti di chi aveva responsabilità relativamente all'ospedale di Moncalieri.
Oggi, ovviamente, è riportato nei giornali, anche perché il giorno prima era accaduto un altro fatto, però se a Moncalieri il giorno prima non esce nessuno e se alle Molinette il giorno dopo esce qualcuno, vuol dire che non c'è una procedura identica per tutti. Fortunatamente, perché vuol dire che in molti casi prevale il buon senso, anche tra i medici che hanno fatto un giuramento. Il codice deontologico dovrebbe superare quelle che sono le procedure stabilite, molto utili per il funzionamento della macchina sanitaria, ma la cura del paziente e la tutela di una vita vengono ovviamente prima e sopra d'ogni altra cosa.
Senza voler emettere condanne "giubilari", come altre volte invece sono state pronunciate, chiediamo però una rigorosa attenzione su quanto è accaduto.
Ci auguriamo anche che, in sede di Commissione competente, il cui Presidente non è responsabile dei ritardi sulla discussione sul piano sociosanitario, si possa anche affrontare un aspetto che noi chiediamo di esaminare da alcuni mesi, cioè poter avere qualche nozione in più, magari rivedendolo, rispetto al sistema delle emergenze nella nostra Regione, che certamente è eccellente, che certamente è una delle migliori d'Italia, ma che secondo noi può avere, soprattutto, negli ultimi mesi, qualche intoppo che può anche causare situazioni di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola, per replica, all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore regionale alla tutela della salute e della sanità

Ero certo che, in questo caso, i fatti sarebbero stati sopravanzati dalla polemica politica. Questo mi dispiace, perché non è una cosa che si possa accettare. Intanto, per prima cosa devo dire che i medici non si sono rifiutati di uscire, quindi le notizie che sono comparse sui giornali sono false, la controversia s'innesca su una cosa che non esiste. Devo anche dire che la lettera, da alcuni citata, era stata fatta proprio per invitare i medici a non essere servi delle procedure, ma ad operare con quella capacità di discriminare, tra caso e caso, ed aveva anche il senso di valutare l'opportunità che era stata richiamata quando si pensava che ci fosse stata una mancanza d'attenzione.
Seconda cosa: nel 118 operano circa 380 medici, 400 infermieri, 400 infermieri specializzati e oltre 22.000 volontari. La risposta che ho dato all'emergenza, Consigliere Burzi, non è una lettera, perché la lettera è solo un invito a considerare il paziente come centrale riferito ad un caso specifico. Ricordo che in Piemonte la complessità dell'area d'intervento d'emergenza vede il 15% dei 380.000 interventi all'anno 15% erogati dai dipartimenti d'emergenza, dai DEA, quindi dai pronto soccorso specializzati. Gli altri li fa tutti il 118.
In Piemonte l'organizzazione è composta da cinque basi di elisoccorso 72 postazioni di soccorso avanzato e oltre 300 ambulanze di base coordinate da otto centrali operative con possibilità di back-up in tempo reale.
Quest'attività viene sempre periodicamente rivista e sorvegliata. Ho detto prima, nella disattenzione generale, che il 118 del Piemonte è capofila di un programma nazionale di revisione degli interventi di adeguamento costante delle procedure. Anche in Piemonte abbiamo fatto dei corsi di formazione per il personale addetto con un sistema certificato su base regionale, che hanno interessato 400 medici, 2.000 infermieri di base e 25 mila volontari.
In Commissione, tutti lo ricorderanno, è passata recentemente l'approvazione del sistema satellitare, che consente di individuare con maggiore attenzione quelle che sono le localizzazioni, anche con impegni finanziari notevoli.
C'è poi un fatto da evidenziare. Il medico che esce dall'ospedale va incontro all'eventualità, se l'esito non è felice, di avere delle rimostranze e di innescare dei processi di risarcimento da parte dei parenti.
Se un medico esce a mani nude o con un fonendoscopio o una siringa di cardiotonico e il paziente muore - e giovedì prossimo ci sarà l'autopsia e vedremo l'entità della gravità della lesione - perderebbe la possibilità di essere tutelato dalle assicurazioni che vengono stipulate per il lavoro.
Quindi, il medico ha anche un timore ad uscire, perché uscendo con strumenti inadeguati è certo di effettuare interventi di efficacia ridotta anche un massaggio cardiaco è una delle tante eventualità che può essere fatta, ma sicuramente di efficacia ridotta. Quindi, ci sono tanti problemi che sono costantemente noti e monitorati anche attraverso un adeguamento dei metodi, dei mezzi e delle strutture. Anche il sistema di classificazione dispatch, se ha commesso degli errori, lo fa in eccesso di scrupoli, senza peraltro che sia stata compromessa l'efficacia generale del sistema, ma inizialmente era previsto un periodo di taratura che, sulla scorta anche delle esperienze maturate da altre parti, poteva comportare la necessità di successive modifiche.
Il sistema dispatch è fatto per evitare l'errore umano, la soggettività nella valutazione della gravità del caso, ed è un sistema adottato in tutte le parti del mondo.
Quindi, se da un lato raccolgo tutte le sollecitazioni ad intensificare i controlli sull'attività del 118, ritengo però profondamente ingiusto visto che non esiste neanche la materia del contendere, mettere sotto accusa un servizio che funziona bene. Inevitabilmente, su 380 mila casi possono esserci degli elementi che fanno discutere, anche se il caso del Mauriziano è profondamente diverso da questo, perché là i medici avevano operato una scelta cosciente di non uscire per non essere distolti da altri problemi altrettanto gravi (c'erano decine di pazienti, di cui due gravissimi).
In questo caso, i medici non sono proprio stati interpellati, quindi se c'è un'indignazione è per lo strumento improprio che ha enfatizzato un episodio che, ad accertamenti documentati, risulta assolutamente inesistente.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Buquicchio di rinviare alla successiva seduta di Consiglio regionale l'esame della mozione n. 464


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Volevo chiedere, in considerazione dell'orario tardo, che l'esame della mozione n. 464, a firma del sottoscritto ed altri, relativa alla prevenzione in sanità, possa essere rinviata alla prossima seduta di Consiglio. Mi auguro che i colleghi, nella Conferenza dei Capigruppo vogliano rispettare l'ordine e la priorità.



PRESIDENTE

La proposta sarà sicuramente accolta. La Conferenza dei Capigruppo deciderà in merito al prossimo o.d.g. e al prossimo Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.08)



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