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Dettaglio seduta n.154 del 23/01/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Modifiche di coordinamento ex art. 83 Regolamento interno Consiglio regionale (disegno di legge n. 264)


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza nella seduta n. 2 del 18 gennaio 2007 ha approvato, con delibera n. 7/2007, ai sensi dell'art. 83, comma 4 del Regolamento interno CR, le seguenti correzioni formali di coordinamento alla deliberazione legislativa "Disciplina degli aspetti del contratto di apprendistato" (disegno di legge n. 264) a seguito di emendamenti approvati in aula.
Per mero errore materiale l'emendamento aggiuntivo del comma 3 all'articolo 8 (Sostegno e qualificazione della formazione nei contratti di apprendistato), riportato nel seguente testo: "3. La formazione dell'apprendista esterna all'azienda è finanziata dalla Regione Piemonte, nei limiti delle risorse stanziate, a condizione che il datore di lavoro applichi il Contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle Organizzazioni imprenditoriali e sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale". é stato ripresentato (ed approvato) con la stessa identica formulazione, come emendamento aggiuntivo del comma 01 dell'articolo 12 (Norma finanziaria).
Si propone pertanto, in sede di modifica di coordinamento, di mantenere fermo l'articolo 8 come emendato e contestualmente di eliminare il comma 01 dall'articolo 12 che viene così riformulato: Art. 12 (Norma finanziaria) 1. Per il biennio 2007-2008, agli oneri derivanti dall'attuazione della formazione esterna all'impresa, stimati in 89.900.000,00 euro, si provvede con gli stanziamenti ricompresi nell'ambito delle unità previsionali di base (UPB) 15991 (Formazione professionale lavoro - Direzione - Titolo I spese correnti) e UPB15011 (Formazione professionale lavoro Attività formativa - Titolo I spese correnti).
(Copia della deliberazione citata è depositata presso la segreteria del Settore Assemblea regionale)


Argomento:

b) Presentazioni progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Anche in questo caso, chi desidera avere maggiori informazioni pu accomodarsi alla Segreteria del Settore Assemblea regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla reiterata richiesta del Consigliere Cavallera di chiarimenti da parte dell'Ufficio di Presidenza in merito ad una possibile violazione delle prerogative del Consigliere Cavallera stesso e della Consigliera Cotto nel corso di una visita presso l'ospedale di Alessandria


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Presidente, ci riserviamo di avanzare eventuali proposte sulle sequenze dei provvedimenti all'o.d.g. dopo lo svolgimento dell'attività di sindacato ispettivo, ma adesso, in via straordinaria, visto che lei dava conto della riunione dell'Ufficio di Presidenza, chiedo se in sede di Ufficio di Presidenza è stata esaminata la questione che avevo sottoposto la volta scorsa in ordine all'accesso, da parte mia e della collega Cotto nell'ingresso di un ospedale.
In quell'occasione, avevamo incontrato un giornalista che ci aveva chiesto, da un punto di vista personale, cosa ne pensavamo su alcune questioni. Era poi intervenuta la Direttrice, con telefonate a mio avviso improprie, per sollecitare in qualche modo l'emittente a non mandare in onda riprese aventi come sfondo il muro di ingresso dell'ospedale.
L'altra volta lei, Presidente, aveva detto: "Ne prendo nota e ne parlerò con l'Ufficio di Presidenza". Noi abbiamo la memoria buona e non ci dimentichiamo, quindi aspettiamo una tempestiva risposta da parte sua.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, ha assolutamente ragione. In effetti, è una questione che lei ha già sollevato e che io mi sono impegnato ad affrontare in sede di Ufficio di Presidenza.
Ordinariamente l'Ufficio di Presidenza si riunisce il lunedì. In via del tutto eccezionale, l'Ufficio di Presidenza ieri non si è tenuto, quindi nella prima riunione utile tale questione sarà senz'altro oggetto di discussione e lei sarà opportunamente informato, e con lei tutti i Consiglieri. Se risulteranno violate le prerogative dei Consiglieri agiremo anche verso terzi per far sì che questo non possa più accadere.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 725 del Consigliere Guida, inerente a "Presunta esclusione dal Piano regionale di tutela delle acque degli invasi di Stroppo e Moiola"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".
Esaminiamo l'interrogazione n. 725, cui risponde l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

Prima della risposta, vorrei invitare il Consigliere Guida ad essere presente giovedì mattina in Commissione. Forse non è una Commissione alla quale è iscritto, ma il Consigliere Cavallera ne è ben informato. In tale sede, infatti, proseguono i lavori - che, mi fa piacere, sono lavori attenti, seri e consapevoli - sulla complessità del problema acqua in generale.
Giovedì mattina arriveremo ad un paio di punti caldi - perch importanti, non caldi perché oggetto di polemica - che sono: 1) il punto della definizione del deflusso minimo vitale e quindi la definizione volendo stabilire un ordine di priorità tra le necessità, di ciò che rappresenta la prima necessità, che in ogni caso è di salvaguardare il minimo dell'acqua per i corpi idrici, che ovviamente è questione di equilibri idrogeologici in generale e anche di prevenzione dei danni alluvionali; 2) dopo il punto del deflusso minimo vitale, affronteremo la questione non tanto degli invasi quanto la questione dell'utile misura dell'accumulo, misura che, del resto, è operante in Piemonte e ovviamente in tutte le Regioni.
ovvio che c'è una risposta scritta, Consigliere Guida, che lascio agli atti. Il punto nevralgico è nella definizione di una scala di priorità. Io non condivido l'approccio che era stato dato, che era un approccio del Piano di tutela delle acque che abbiamo ereditato e che è frutto di uno studio, di una gran consapevolezza del problema e anche di una gran quantità di dati utili alla conoscenza del problema. Tuttavia, in Giunta non l'abbiamo condiviso, per cui abbiamo apportato delle modifiche al Piano di tutela delle acque.
In una logica di continuità del Piano di tutela delle acque, il punto su cui abbiamo proposto una modifica come Giunta (adesso siamo in Commissione) è nell'ordine delle priorità o, meglio ancora nell'inopportunità di definire, in sede di Consiglio regionale, quali sono gli invasi e quindi le opere. Mi riferisco alle opere, non alla misura dell'accumulo, non bisogna fare confusione, cioè alle opere necessarie perché già benedette dal Consiglio, su cui ci sono due ordini di problemi.
Il primo punto al quale tengo molto riguarda l'accettazione locale o concertazione locale - è anche un fatto di grandezze e di precauzioni. Il secondo punto concerne la definizione delle grandezze, che saranno definite dalla Conferenza delle risorse idriche, con la presenza di tutti gli Assessori provinciali. Questo testo, ovviamente, è stato portato all'attenzione della Conferenza, con la presenza di tutti. Sottolineo la presenza di tutti gli Assessori provinciali, in quanto c'è sempre un non riconoscimento nel processo di concertazione e anche di accordo.
Quindi, gli invasi, seguendo la logica di costruzione delle infrastrutture, vengono certamente dopo un'ulteriore valutazione delle misure di revisione delle concessioni idriche, la valutazione dell'efficacia degli invasi già esistenti, seguendo logiche di risparmio idrico, che riguardano anche il mondo dell'agricoltura. Infatti quello che anche nel campo dello sviluppo rurale, riusciamo a inserire come misura di salvaguardia della risorsa idrica, che è certamente limitata, rientra in questa partita. Ovviamente, il deficit idrico non potrà essere - ne sono convinto - completamente sanato da queste misure prioritarie: risparmio razionalizzazione, revisione delle concessioni e dei bisogni idrici in agricoltura e non solo, anche nel sistema idropotabile; dopo, si definiranno le misure necessarie tramite l'accumulo. Le due cose sono in parallelo, quindi non si blocca nessun processo. Vorrei solo assicurare che, laddove sono già stati avanzati processi di concertazione locale, non si blocca nessun processo.
Ritengo opportuno, anzi, che la Regione non sia presente in prima persona nell'"imporre", tra virgolette, una soluzione o un'altra. Le Amministrazioni locali, gli utilizzatori e i portatori di interesse - come si dice adesso, anche se è un termine che non mi piace - e in generale coloro i quali hanno a cuore la questione, con la loro saggezza sapranno certamente individuare, non tanto per definire gli invasi di Stroppo e di Moiola, le necessità, in questo caso soprattutto agricole, che possono prevedere misure, oltre che di razionalizzazione, anche di accumulo.
Mi rivolgo ai Consiglieri, in particolare ai componenti della Commissione ambiente: in una logica di priorità e non di blocco, l'augurio è che presto in Consiglio regionale si possa discutere una proposta di Piano di tutela delle acque, che è assolutamente urgente, anche alla luce dei dati certamente non tranquillizzanti di questa stagione e probabilmente, delle prossime.
Un aggiornamento dell'interrogazione potrà avvenire dopo che si sarà svolta la riunione della Commissione. Certamente, mi auguro che presto in Consiglio regionale discuteremo complessivamente del Piano di tutela delle acque.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore per la risposta e la sua disponibilità. Non faccio parte della Commissione ambiente, ma verr volentieri quando si parlerà di questi argomenti, perché mi interessano.
Non sono molto soddisfatto della risposta in quanto, ormai, si intravede l'intenzione della Regione Piemonte di non proseguire verso la strada indicata alcuni anni fa con gli invasi di Stroppo e di Moiola. Lo capisco perché, alla presentazione dell'interrogazione, la risposta resa - mi sembra - dall'Assessore Taricco a me e a molti amministratori della Provincia di Cuneo era del seguente tenore: "Gli invasi non si impongono laddove le comunità locali non lo vogliano".
Lei, poco fa, lo ha ribadito, sottolineando l'importanza della concertazione. Peraltro, pochi mesi fa, la Presidente Bresso ha detto che la concertazione non è necessaria o, comunque, che la concertazione è uno strumento che si usa fin che si può, che si tenta, ma se la concertazione non porta ad un risultato, alla fine, si deve decidere. Credo che la Provincia di Cuneo non possa aspettare oltre, così come anche altre zone del Piemonte.
Dopo aver risolto o tentato di risolvere il cosiddetto divario digitale è presente l'Assessore Bairati - si dovrebbe anche risolvere il problema del divario idrico, perché continuando ad aspettare una concertazione unanime e di rinviare nel tempo scelte strutturali, la nostra pianura farà una brutta fine, nel senso che il nostro paese necessita di reti idriche e di invasi, anche invasi di pianura.
Assessore, tenga presente che noi, alcuni mesi fa, avevamo avanzato un'idea alternativa all'invaso di montagna: il bacino di raccolta di pianura, che è utilizzato in moltissime regioni italiane, anche in Piemonte, e in altri paesi, Francia e Spagna comprese. Alla fine, si deve individuare una metodologia per creare bacini di raccolta, la cui potenzialità è legata all'irrigazione; ovviamente, la rete idrica per l'uso umano segue altre strade.
Seguiremo il suo lavoro cercando di portare il nostro contributo. Oggi potremo anche fare una scommessa, ma sono sicuro, Assessore, che voi non risolverete il problema degli invasi in Piemonte, perché temete di perdere i consensi provenienti da certe vallate e da certe comunità montane.
Quindi, temo che la concertazione, a questo fine, sia già stata fatta e che sia già stata scritta la conclusione su questo tema. Mi auguro di sbagliarmi e se perderò la scommessa, sarò lieto di dirle che lei aveva ragione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero per un supplemento di risposta.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

Accetto la scommessa, che, tra l'altro condivido, però, la concertazione sta portando ad una soluzione più accettabile, quello di cui lei ha detto, quindi mi sembra importante. Dico questo perché, invece, nel Piano di tutela delle acque che ho ereditato era già definita la grandezza il luogo e addirittura il costo di milioni di euro. Capisce che è difficile che un Consiglio regionale deliberi una cosa e, invece, localmente ne faccia un'altra. Questo è ancora più disturbante. L'unica cosa sulla quale non sono d'accordo con il Consigliere Guida è la seguente: pro tempore, ho questa responsabilità da poco più di un anno e mezzo, mi si dà troppa importanza dicendo che "sono io" - tra virgolette - o la Giunta, a bloccare una cosa che, quando vado a Cuneo, mi si dice che si attende da trent'anni.
Questo vuol dire che in trent'anni qualche difficoltà c'è stata e non è il fatto di avere riletto, come è dovere, il Piano di tutela delle acque è che si è bloccato un progetto. Aver riaperto rapidamente il percorso in Commissione non è perdere tempo, ovviamente, come il Consiglio mi insegna.
L'appunto più ridicolo che qualche volta sento nel Cuneese riguarda i trent'anni di attesa, vivaddio, portiamo in Consiglio il Piano di tutela delle acque e usciremo...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

No, ma certamente non è attribuibile a me. No, trent'anni fa non aveva trent'anni la Presidente! No, non è così, non esagerare!


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 762 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Licenziamenti TOROC"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 762, sulla quale risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'Agenzia per le Opere pubbliche del Piemonte

Nell'interrogazione in oggetto, si chiedeva alla Presidente e alla Giunta il motivo per cui, a gennaio 2006, l'Ufficio di Presidenza del TOROC autorizzò il Direttore Generale ad assumere 154 persone, parte delle quali per sostituzione; si chiedeva, inoltre, quali erano le motivazioni che stavano sotto questa decisione poiché, in un successivo punto dell'interrogazione stessa, si faceva riferimento ai compensi erogati ad Alberto Tomba che, come sappiamo, è stato parte del Comitato organizzatore.
Le assunzioni effettuate nel periodo considerato (dicembre 2005-gennaio 2006) sono state tutte a tempo determinato (in genere con scadenza al 28 febbraio 2006 per gli addetti impegnati alle attività olimpiche e a marzo 2006 per gli addetti impegnati anche nelle organizzazioni delle attività paralimpiche). Tali assunzioni sono state dettate dalle necessità operative legate all'evento. Peraltro, il piano d'assunzione è coerente con il piano di staff generale previsto nella fase precedente al periodo vero e proprio d'esecuzione dei giochi stessi.
Il personale individuato era, in larga parte, composto da giovani neolaureati o laureandi, con la sola eccezione di alcuni professional dedicati alla gestione dell'evento olimpico. L'approvazione da parte dell'Ufficio di Presidenza non ha implicato l'immediato ed automatico ingresso del personale in organico, ma si sono verificati casi in cui una parte di questo personale è entrato una settimane dopo la decisione dell'Ufficio di Presidenza.
Fatte salve queste premesse, tra il 4 e il 27 gennaio di quell'anno periodo cui si riferisce l'interrogazione, sono state sottoposte all'approvazione dell'Ufficio di Presidenza 164 persone, di cui 57 per sostituzione. In questo caso si trattava di personale precedentemente approvato dall'Ufficio di Presidenza, ma successivamente non inserito in organico per espressa rinuncia delle persone.
Delle 164 approvazioni deliberate dall'Ufficio di Presidenza, le persone successivamente e realmente assunte sono state 125. Nel corso del mese di gennaio 2006, le 125 persone sono così suddivise: 103 persone assunte ed inquadrate con contratto di collaborazione a progetto; 17 assunti e inquadrati con contratto di lavoro nel settore del commercio in qualità di impiegati; 5 contratti di consulenza.
Le aree di impiego cui si fa riferimento nell'interrogazione e di utilizzo sono: gestione del venue management (30 addetti); gestione dei servizi sportivi (28 addetti); attività legate alla stampa e ai media (22 addetti); addetti nel settore trasporti (17); sicurezza (9 addetti) accrediti (5 addetti); infrastrutture (3 addetti); addetto alle relazioni internazionali (1 addetto); divisione TOBO (10 addetti).
Le assunzioni sono avvenute dopo un tour di colloqui (con la Direzione Risorse Umane e Organizzazione e con le Direzioni interessate) cui facevo riferimento poc'anzi. Ove non fossero necessarie competenze specifiche, a tutto il personale è stata richiesta una buona padronanza degli strumenti informatici mentre, come è noto, in tutti i colloqui del TOROC, la padronanza della lingua inglese ha costituto titolo prioritario.
Come dicevo nella premessa, il personale di cui sopra è stato tutto assunto con contratti a tempo determinato con scadenza tra il 28 febbraio 2006 e il 31 marzo 2006. Questo personale, pertanto, non è stato oggetto della procedura di licenziamento collettivo cui si fa riferimento nell'interrogazione. Procedura che non era, peraltro, in corso al momento delle assunzioni. Tale inserimento era fondamentale per la realizzazione operativa dei servizi nel piano generale delle attività programmate da TOROC, sulla base dei vincoli contrattuali relativi alle diverse famiglie in funzione di clienti che abbiamo specificato.
Per quanto riguarda il compenso globalmente previsto per l'attività di testimonial di Alberto Tomba, cui si faceva riferimento nell'interrogazione, il compenso globalmente previsto da TOROC è stato di 200 mila euro lordi complessivi per presenziare fisicamente, per venti giornate annue, fino al 30 giugno 2006, ad eventi o iniziative sportive, e di ulteriori 200 mila euro lordi per presenza presso le sedi olimpiche.
Tutti i suddetti importi sono stati erogati in diverse tranche durante il corso di vigenza del contratto (quattro anni).
Per quanto attiene a nomi e retribuzioni, il TOROC comunica che non è possibile fornirli per le note ragioni di tutela della privacy degli interessati stessi.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Ringrazio l'Assessore perché, sinceramente, non mi ricordavo bene l'oggetto dell'interrogazione. Pregherei il Presidente - lo dico senza ironia - quando convoca la Conferenza dei Capigruppo, di comunicare quando vengono discusse le interrogazioni risalenti al giurassico.
Quest'interrogazione non è stata richiesta da nessun Gruppo e non pu essere stata richiesta alla Conferenza dei Capigruppo, perché ho l'elenco delle richieste che ho presentato nelle ultime venti settimane. Questa è una risposta che è arrivata, sono contento che sia arrivata, non voglio essere polemico. Vorrei semplicemente che quando arrivano le interrogazioni e c'è la disponibilità di discuterne in aula, venisse comunicato in maniera tale che noi possiamo dire che...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Ghiglia, la lista che avete a vostre mani viene distribuita alla Conferenza dei Capigruppo e poi inviata ai Gruppi consiliari.



GHIGLIA Agostino

Come lei sa, Presidente, la Conferenza dei Capigruppo sollecita le interrogazioni che ritiene di prioritaria importanza, poi c'è l'elenco di quelle che arrivano. Rispetto all'elenco di quelle che arrivano, sarebbe opportuno informare i Consiglieri in maniera tale che optino per la risposta scritta, così da trattare in Aula gli argomenti un po' più d'attualità rispetto alle cose che vengono richieste. Ma non vuole essere una polemica. Secondo me si tratta semplicemente di tarare un po' il meccanismo.
Detto questo, ringrazio l'Assessore che mi ha rinverdito sull'oggetto.
Lo ringrazio per tutti i dati, che verifico, senza polemizzare. Sull'ultima frase, invece, polemizzo. Ho da fare un appunto su due cose. Un mese o un mese e mezzo fa, non ricordo esattamente, ho scritto per l'ennesima volta alla Giunta regionale chiedendo tutti gli ultimi verbali del C.d.A. e dell'U.d.P. del TOROC. Non sono arrivati.
l'eterna questione, Presidente Gariglio. La interesso perché è una questione che interessa il Consiglio, non perché ce l'abbia con lei sul fatto che il TOROC adesso dice no sulle retribuzioni. Non possiamo dire perché c'è la privacy. Sappiamo tutti che non è così. Non è così perché è stato ripetutamente, ridondantemente, nauseantemente, eccessivamente pedantemente sancito il principio della nostra titolarità assoluta ad avere tutte le informazioni che chiediamo, compresa quella di sapere la taglia delle scarpe che eventualmente sono state regalate ai volontari.
L'uso distorto o improprio che eventualmente noi ne facessimo sarebbe potenzialmente ed eventualmente, sanzionabile in altra sede. Non ce l'ho con l'Assessore, perché lui prende atto dell'ennesima risposta inconsistente, poco propria e inopportuna del TOROC. L'ha semplicemente letta, ma non è così.
Poiché non è così, sono costretto a chiedere all'Assessore Bairati un supplemento a quest'interrogazione. Sono costretto a chiedere al Presidente del Consiglio che ricordi al TOROC quali sono gli obblighi. Al TOROC, come a qualsiasi altro soggetto a cui noi possiamo richiedere, non sto a farvi la storia: è bella farsela raccontare, perché il Presidente la sa meglio di me. Pertanto, abbiamo diritto a ottenere questi dati. Diventa veramente stucchevole, ogni volta, polemizzare su queste cose.
Presidente, le chiedo di tenere per questa parte l'interrogazione sospesa in Aula. Vedere se è lei che deve richiedere queste cose, se è l'Assessorato, se io mi devo mettere con il megafono sotto la sede del TOROC (dove non ci sta più nessuno) a urlare a nessuno: datemi i dati datemi i dati! Ma non penso sia questo il modo.
Presidente, facciamo che, una volta per tutte, certi principi, che abbiamo addirittura codificato sull'accesso agli atti, vengono rispettati.
Non è una questione da sollevare ogni volta.
Quindi, pongo il problema per l'ennesima volta e chiedo il complemento della risposta, molto puntuale e molto precisa che mi è stata data dall'Assessore Bairati, su cui ovviamente mi riservo di non intervenire la prossima volta. Ma i dati, mi permetto di dire, li voglio. Poi, se devo essere educato, dico che li desidererei. Ma visto che su queste cose ne abbiamo parlato e non ce la faccio più, mi permetto di dire che li voglio! Mi permetterei, sempre sommessamente, di chiedere se la Giunta potesse togliere dal cumulo della cartaccia e spolverare, caso mai la carta non fosse ancora sufficientemente ingiallita e incartapecorita, la mia richiesta dei verbali della sedute dell'U.d.P. e del C.d.A. del TOROC visto che mi sono sempre stati forniti.
Capisco che non c'è più nessuno che fa le fotocopie, però chiederei, se fosse possibile, di ottemperare anche a questa mia richiesta.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interpellanza n. 939 dei Consiglieri Toselli e Burzi, inerente a "Gestione dell'agenzia di Pollenzo S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 939, presentata dai Consiglieri Toselli e Burzi.
Risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore alla costituzione dell'Agenzia per le opere pubbliche del Piemonte

L'interrogazione faceva riferimento sostanzialmente a due punti, uno relativo all'informazione sul bilancio dell'Agenzia di Pollenzo, l'altro più specifico riferito ad un fatto puntuale verificatosi, e cioè se alla Regione e alla Giunta risultava che l'Agenzia aveva fondi destinati all'ospitalità di personaggi e amministratori politici.
Il bilancio dell'Agenzia di Pollenzo, al consuntivo 31/12/2005 presentava un bilancio netto di 19.300.000 euro, con un esercizio che chiudeva con un utile di euro 5.737. La Regione Piemonte nel corso del 2006, come sapete, ha aderito con delibera all'aumento di capitale dell'Agenzia di Pollenzo per un importo pari circa a 840.000 euro. Tutto questo per conservare il controllo del 25% della S.p.A., come previsto dalla legge 32/99.
Tale operazione, quindi la sottoscrizione all'aumento di capitale, è stata effettuata tramite Finpiemonte in base alla convenzione sottoscritta nel 2001, che dà mandato alla finanziaria regionale senza rappresentanza.
Per quanto riguarda la richiesta relativa alla contribuzione eventuale dell'amministrazione regionale dell'Agenzia di Pollenzo, la Direzione dei beni culturali, che è quella direttamente coinvolta nella relazione con l'Agenzia stessa, comunica che l'Agenzia non ha ricevuto, dalla sua fondazione fino ad oggi, contributi dalla Direzione dei beni culturali.
Per quanto riguarda l'ultima domanda, quella più puntuale, relativa alla disponibilità di fondi e quant'altro, faccio riferimento ad un approfondimento che è stato richiesto all'Agenzia stessa e che allego alla nostra risposta scritta, approfondimento che chiarisce il punto in questi termini.
L'albergo è una S.r.l. regolarmente costituita nel 2004. Come tale l'albergo paga un canone di affitto all'Agenzia di Pollenzo S.p.A., della quale la Regione Piemonte, come specificato nel primo punto, possiede azioni ordinarie. I conti degli ospiti di Carlin Petrini sono saldati da lui personalmente; quelli degli ospiti dell'associazione Slow Food saldati dall'associazione stessa.
Nel caso specifico a cui faceva riferimento, almeno crediamo l'interrogazione, tanto l'onorevole Piero Fassino, quanto il Sottosegretario all'agricoltura Tampieri, hanno saldato personalmente i conti del loro soggiorno. Pertanto, la frase citata dal Consigliere Toselli, che faceva riferimento alle persone in oggetto come ospiti di Carlin Petrini, è da interpretarsi non alla lettera. Grazie.



PRESIDENTE

La parola, per replica, all'interrogante, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Ringrazio l'Assessore per avermi letto quanto gli uffici gli hanno confezionato, che in modo asettico lui stesso ha riferito.
Era necessario, a mio avviso, a seguito di questa interpellanza ottenere uno screening all'interno delle cifre di un bilancio quale quello dell'Agenzia di Pollenzo, proprio perché all'interno vi è una voce che riguarda la contribuzione, da parte e non solo della Regione Piemonte, me anche di altri Enti pubblici. In virtù di questa ragione, comprendere quella voce, unitamente ad un esame attento delle altre, potrebbe portare alla dimostrazione di come, effettivamente, vengono spesi, tra strategie ed obiettivi, soldi pubblici.
Poiché l'Agenzia di Pollenzo svolge una funzione importante, ivi compreso lo Slow Food, non è mia intenzione intervenire sul loro ruolo, nel panorama sociale, economico, turistico e culturale del loro operato, ma mi preme avere, rispettivamente al bilancio, l'ultimo bilancio che la Regione ha a sue mani.
Chiedo cortesemente di ottenere, per poterli confrontare - come avviene in qualsiasi azienda o in qualsiasi ente pubblico - gli ultimi tre anni per metterli a confronto e capire con più facilità le singole voci.
Essendo bilanci pubblici, è possibile ottenerli.
Sono assolutamente convinto che l'Albergo di Pollenzo non abbia avuto contributi pubblici per sanare spese sostenute da amministratori; era soltanto un modo per porre l'attenzione sull'Agenzia di Pollenzo.
Probabilmente negli anni passati è stata posta solo una questione riguardante il centrosinistra, anziché pensare che tale l'Agenzia, per l'opera meritoria che svolge, rappresenta tutto l'arco politico e tutti i cittadini.
Resto in attesa di ottenere quanto richiesto. Essendo bilanci pubblici ed avendoli a vostre mani, sono convinto che sia assolutamente cosa semplice farmeli ottenere.
Grazie.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 951 del Consigliere Rossi, inerente a "Disservizi Telecom Italia Mobile"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 951, sulla quale risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore alle telecomunicazioni

Grazie, Presidente.
L'interrogazione faceva riferimento a disservizi sui servizi prestati a TIM, sull'autostrada 21 Torino-Piacenza, nel tratto compreso tra Torino ed Alessandria.
Si parla di scadente collegamento, per quanto riguarda la telefonia cellulare, quindi l'interrogazione ha richiesto alcuni approfondimenti sulle frequenze.
Le verifiche tecniche sulla qualità delle frequenze in quel percorso hanno avuto, come resoconto tecnico - che allego alla risposta oppure gliene posso do lettura in aula, Consigliere Rossi - una natura abbastanza articolata e complessa. Come riscontro hanno dato la rispondenza ai parametri standard di qualità che Telecom Italia Mobile si è data come riferimento sull'intero territorio nazionale.
Allego la relazione e mi permetto di estrarne una breve sintesi restando ovviamente a disposizione del Consigliere.
Le verifiche sono state svolte il giorno 23 novembre u.s., con chiamate sul tratto in andata Villanova-Tortona. La verifica ha dato rispondenza agli standard prefissati e una sola chiamata caduta sulla rete GSM, con un disservizio del segnale nella zona di Baldichieri.
Nel tratto di ritorno Tortona-Villanova sono state effettuate, da Telecom Italia Mobile, 26 chiamate, che hanno dato tutte esito positivo tranne una. Anche qui si è verificata una caduta di banda, all'altezza del Comune di Solero e di San Salvatore Monferrato. Telecom sostiene di garantire con buoni standard la copertura sull'autostrada A21 nel tratto piemontese. Anche i gradi di accesso alla rete di Telecom Italia Mobile rientrano negli standard previsti per la rete nazionale, con l'eccezione di quei due tratti localizzati, dove il segnale presentava, effettivamente cadute con disservizi conseguenti.
Se il Consigliere ritiene, ho il dettaglio del rilievo predisposto da Telecom Italia Mobile. Ne possiamo dare lettura o allegarlo alla risposta scritta.



PRESIDENTE

La parola, per replica, al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Ringrazio l'Assessore per l'interessamento, però non posso dichiararmi soddisfatto della risposta, perché probabilmente non si è capito qual era il problema sollevato e perché il controllo eseguito da Telecom Italia Mobile non è stato fatto nei punti critici.
Le spiego qual è il problema, Assessore.
Dato che tutti i giorni, sia in andata sia in ritorno (come credo anche l'Assessore Borioli le potrà confermare) percorro quel tratto di autostrada, ho notato che in punti ben precisi - Alessandria San Michele (per intenderci l'uscita di Alessandria ovest); quello segnalato da lei e il primo tratto di tangenziale tra Villanova e Santena - il segnale, per 100/200 metri e non di più, va a zero.
Questo significa che se viene calcolato sull'intero percorso effettivamente il tratto è coperto al 98%, perché l'interruzione del servizio avviene per pochissime centinaia di metri. Per questo motivo, ho pensato che fosse un sistema poco corretto per far spendere di più all'automobilista. L'automobilista che percorre l'autostrada e sta telefonando, di colpo non c'è più il segnale e cade la linea. È vero che 200 metri prima il segnale è pieno e perfetto e 200 metri dopo è ancora perfetto, ma in quel brevissimo tratto va a zero. Se si sta telefonando cade la linea; immediatamente dopo la riprende, ma si deve rifare la telefonata.
Lei sa qual è il traffico in andata e in ritorno sulla Torino-Piacenza e sa che la maggior parte della gente che percorre quel tratto durante la giornata lo fa per motivi di lavoro. Buona parte è al telefono: cade la linea, richiama. Nel mio caso è successo che addirittura tre volte, dovendo magari fare più telefonate, mi sia caduta la linea e ho dovuto ripetere la telefonata. Quindi c'è un costo di scatto alla risposta e un costo di primo scatto. Se questi costi li moltiplica per le migliaia di auto che ogni giorno passano, telefonando, su quei punti, si renderà conto che per le casse - so di Telecom, perché ho un collegamento con Telecom, ma probabilmente anche altri operatori fanno lo stesso scherzo - è un introito di soldi dei cittadini, secondo me prelevati ingiustamente dalle loro tasche.
Ciò che le chiedo, perché forse non era chiara l'interrogazione, è di verificare questo con Telecom, perché su tutto il tratto si prende benissimo, eccetto tre o quattro punti - in realtà non sono quattro - in cui va a zero di colpo.
Secondo me è un sistema che, facendo cadere la linea, obbliga chi sta telefonando a richiamare, quindi con un aggravio di costi assolutamente inutile, perché se ci fosse un problema reale lo sarebbe per qualche chilometro, invece è sempre negli stessi posti e per pochissime centinaia di metri.
La copertura generale sarà al 98-99%, ma, in realtà, se si sta telefonando, la telefonata ricade e la linea si riprende.
Chiedo di verificare con Telecom come mai quest'interruzione a zero del segnale in quattro punti.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interpellanza n. 909 dei Consiglieri Burzi e Ferrero, inerente a "Incarichi di consulenza esterna"


PRESIDENTE

Concludiamo il sindacato ispettivo con la risposta all'interpellanza n.
909, che sarà fornita dalla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'interrogazione si articola in più punti. Al primo si chiede quali siano le attività altamente specialistiche, le valutazioni strategiche e altro ancora.
A tal riguardo si segnala che le attività inerenti a incarichi di collaborazione sono relative al nuovo impegno della Regione Piemonte come regione coordinatrice della Commissione Affari Comunitari ed Internazionali, ruolo mai ricoperto prima dall'amministrazione regionale piemontese.
Tali attività comportano la gestione dei rapporti con la Commissione Europea, con i Ministeri del Tesoro, dello Sviluppo Economico e degli Esteri, sia per assicurare il coordinamento fra le Regioni nella definizione di una posizione unitaria nei confronti degli interlocutori istituzionali, sia per elaborare le linee programmatiche, di concerto con le altre Amministrazioni regionali, relative alle politiche di sviluppo connesse con le tematiche comunitarie.
In questo momento particolare, la quantità di temi di cui ci siamo dovuti preoccupare è stata decisamente rilevante. Ricordo brevemente quali sono.
L'attuazione della strategia di Lisbona, per la quale è stata richiesta la predisposizione di documenti ad hoc da parte delle Regioni; il coordinamento con il Dipartimento Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il documento nazionale.
Il Quadro Strategico Nazionale, con un ruolo di coordinamento nazionale delle Regioni (che abbiamo assicurato noi) e partecipazione alla redazione del documento nazionale.
La metodologia e i criteri di riparto dei Fondi Strutturali 2007-2013 con il coordinamento delle Regioni, rispetto al nuovo obiettivo Competitività Regionale e Occupazione; la definizione della metodologia di riparto dei fondi; la trattativa tecnica con il Governo per l'ottenimento di risorse aggiuntive alla programmazione comunitaria, tale da ridurre l'impatto della riduzione dei Fondi comunitari; la simulazione e la valutazione dei parametri socioeconomici per la definizione delle quote regionali e la trattativa fra le Regioni per arrivare al definitivo riparto dei Fondi (questa partita ha richiesto decine e decine di riunioni tecniche, oltre che politiche, per arrivare ad una definizione).
La definizione della Carta degli Aiuti a finalità regionale, anche questa come coordinamento delle Regioni.
La partecipazione delle Regioni al processo di formazione degli atti dell'Unione Europea, accordo realizzato al termine della precedente legislatura con il Ministero La Loggia, cui stiamo cercando di dare applicazione, ma che comporta una serie di problemi, perché si tratta sia di organizzare la gestione della massa di atti (si parla di 700-800 atti alla settimana che arrivano alle Regioni), sia di organizzare la partecipazione tecnica e politica alla fase ascendente, cioè ai Consigli europei.
Infine, la rappresentanza delle Regioni nel CIACE (Comitato Interministeriale degli Affari Comunitari ed Europei), che è stato fortemente attivato da questo Governo, anche in ordine a tutta la partita delle violazioni comunitarie, sulle quali è stata chiesta la condivisione da parte delle Regioni, delle responsabilità. Si tratta, quindi, di una materia che richiede grande delicatezza.
In particolare, la parte principale delle attività condotte nel 2006 è stata relativa al coordinamento delle Regioni e della Pubblica Amministrazione e, nel contempo, alla trattativa del riparto dei Fondi Strutturali, come ricordavo prima.
Il risultato di questi esercizi ha consentito alla Regione Piemonte di aumentare la propria quota nel riparto fra le Regioni rispetto al periodo 2000-2006, sia per quanto riguarda i Fondi Comunitari che per il Cofinanziamento statale. In particolare, la quota della Regione è passata per i Fondi Strutturali, dal 14.61% al 15.46% del totale nazionale e dal 13.31% al 14.05% per il cofinanziamento statale.
Sono cifre di grandissimo rilievo, perché, come ricorderete, la Regione Piemonte, nell'ambito delle Regioni in competitività, è quella che in passato prendeva già in assoluto più risorse; quindi, aumentare la percentuale quando si prende già di più, è sempre una cosa difficile.
L'esecuzione della responsabilità della Regione Piemonte come soggetto coordinatore delle politiche europee per la conferenza dei Presidenti delle Regioni ha richiesto anche un potenziamento della presenza della Regione a Bruxelles.
L'organico della Regione a Bruxelles è infatti largamente inferiore rispetto a quello delle altre rappresentanze regionali. Attualmente vi lavorano una dirigente e una persona con contratto a progetto facente funzioni di segreteria. In alcuni periodi sono presenti alcuni stagisti.
Regioni come Lombardia e Veneto dispongono, rispettivamente, di un dirigente e dieci funzionari e di un dirigente e nove funzionari, pur non avendo un ruolo di coordinamento delle Regioni su questa materia.
A Bruxelles dobbiamo, in particolare, coordinare la partecipazione delle Regioni al negoziato sulla fase ascendente della legislazione comunitaria in seno al Consiglio dell'Unione Europea. Tale compito implica una relazione diretta con la rappresentanza italiana a Bruxelles e con le altre istituzioni europee, in particolare con la Commissione, con il Parlamento, con il Consiglio e con altri organi consultivi, quali il Comitato delle Regioni, di cui faccio parte come titolare e membro del Bureaux.
Il coordinamento delle politiche europee richiede anche uno scambio diretto con i Gabinetti dei Commissari, le cui politiche impattano in maniera diretta con quelle delle Regioni italiane, in particolare con la Commissaria alla politica regionale Hubner, con il Commissario alla ricerca e innovazione Potocnik, con la Commissaria alla società dell'Informazione Reading.
necessaria anche una presenza in loco per monitorare ed intervenire con proposte ed emendamenti nelle materie di competenza regionale sui lavori delle Commissioni del Parlamento europeo a Bruxelles e nelle sedute plenarie a Strasburgo.
Infine, la mia responsabilità all'interno del Comitato delle Regioni richiede un coordinamento stabile con il Gabinetto del Presidente del Comitato delle Regioni e con la redazione di pareri per la Commissione Affari Costituzionali, di cui faccio parte.
L'incarico è stato assegnato al dottor Lorenzo Muller, per quanto riguarda il coordinamento della Commissione Affari Comunitari ed Internazionali in seno alla Conferenza delle Regioni e dei Presidenti delle Province autonome a Roma, e al dottor Mattiotti presso la sede di Bruxelles, per la sua esperienza maturata in precedenti attività al Parlamento europeo, al fine di svolgere le funzioni di coordinamento con l'Ufficio del Gabinetto della Presidenza e la Conferenza delle Regioni.
Credo che questa mia relazione possa servire al Consiglio per valutare il carico di lavoro che ha comportato l'assunzione del coordinamento delle Regioni sulle materie internazionali e comunitarie, in un momento di trattativa sui fondi europei e di tutti i documenti conseguenti.
In merito al secondo punto - relativamente alla questione per cui le spese di missione previste per il dottor Muller sarebbero riferite ad un periodo in cui l'incarico non era affidato - preciso che non sono state pagate spese di missione per periodi non coperti da incarico. Il primo incarico è stato affidato in data 12/07/2005, per la durata di un anno quindi fino al 12/07/2006, alla cui scadenza si è proceduto al rinnovo dell'incarico stesso con durata fino al 31/12/2007. Le spese di missione sostenute dal 1/06/2006 al 12/07/2006 sono state autorizzate e inserite nel nuovo accantonamento per l'insufficiente previsione delle risorse per le missioni del primo incarico.
Questa scelta dipende da ragioni evidenti, perché nel frattempo si erano moltiplicate le riunioni per la definizione del riparto dei fondi che richiedevano una presenza praticamente continua a Roma e poi a Bruxelles per trattare con la Commissione.
Per quanto riguarda il terzo punto, le spese documentate per il periodo 1/06/06-12/07/06 ammontano a 5.271 euro e sono relative ad attività di coordinamento e di trattativa del riparto Fondi Strutturali, per un totale di sei missioni a Roma, due a Bruxelles e una a Firenze.
Per quanto concerne il quarto punto, il Fondo Unico per il finanziamento delle spese relative alle collaborazioni - capitolo 11733 per l'anno 2006 - è stato incrementato, in sede di assestamento al relativo bilancio, per un importo pari a 1.090.164 euro, comprensivo di 552.164 euro da destinare a prestazioni di servizio da parte dell'IPLA per interventi sulla forestazione.
Questo si spiega perché ho ritenuto che il finanziamento degli accordi con l'IPLA, delle ricerche e delle iniziative dell'IPLA, dovesse rientrare nel novero delle consulenze. Vedremo successivamente di modificare questa partita attraverso una modifica anche dello status dell'IPLA stesso, che secondo me, è molto anomalo nel nostro ordinamento.
L'importo del fondo, al netto di quest'ultima partita - che nel 2005 era appostata su un apposito stanziamento di 1.214.497 euro - è pari nel 2006 a 3.538.000 euro, contro un impegno effettivamente sostenuto di 3.315.498 euro nel 2005. L'incremento previsto (6%) servirà a fronteggiare le nuove esigenze organizzative connesse alla fase ascendente comunitaria.
Infine, per dovere di informazione, con riferimento alle continue accuse da parte di Consiglieri regionali di minoranza riportate sugli organi di stampa, che attribuiscono alla mia Giunta "sperperi e sprechi di denaro pubblico legati alle consulenze", invito questi ultimi a leggere con maggior attenzione i dati pubblici riportati sui BUR - edizioni speciali che elencano puntualmente, accanto ai soggetti incaricati, anche gli atti amministrativi di conferimento dei rispettivi incarichi.
Ebbene, nel secondo semestre 2005 è ben vero che sono stati pagati 6.970.600 euro, come puntualmente riporta la Corte dei Conti. Ma solo 2.157.348 sono relativi a incarichi conferiti dalla mia Amministrazione mentre 4.813.252 si riferiscono invece a incarichi affidati dalla Giunta che ci ha preceduto: basta leggere la data degli atti amministrativi riportata dal BUR.
Se poi vogliamo fare un'analisi prolungata nel tempo, risulta che nell'intero anno 2004 (riferendomi sempre ai dati riportati dal BUR rispetto a incarichi conferiti dalla Giunta Ghigo), gli incarichi retribuiti sono pari a 19.143.187 euro; nel 2005 - sempre attingendo ai dati della stessa fonte - quelli attribuiti su incarico della Giunta Ghigo sono pari a 10.435.904 euro, mentre quelli attribuiti su incarico della mia Giunta ammontano a 2.157.348 euro.
Se qualcuno lo desidera, gli faremo pervenire l'elenco, compresa la fonte che ha attribuito l'incarico, perché è ovvio che un incarico attribuito e poi svolto ex post per continuità amministrativa, naturalmente deve essere poi pagato.
I numeri della Relazione Annuale della Corte dei Conti sono quelli sopra riportati, perché la Corte ovviamente è un organo che considera l'unità amministrativa e la continuità amministrativa dell'ente e, tra l'altro, rileva un miglioramento finanziario dell'andamento della gestione complessiva dell'ente.
Ho voluto fare questo intervento perché la quantità di interrogazioni o semplicemente di comunicazioni fatte ai giornali su questa materia è ridondante. Credo che, una volta per tutte, vada fatta chiarezza sui dati e sulle cifre in base all'effettiva attribuzione e non in base a chi ex post ha dovuto pagare. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola "F. Albert" di Lanzo Torinese


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola "F. Albert" di Lanzo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interpellanza n. 909 dei Consiglieri Burzi e Ferrero, inerente a "Incarichi di consulenza esterna" (seguito)


PRESIDENTE

Ritornando all'esame dell'interpellanza n. 909, la parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Ringrazio la Presidente Bresso per la risposta, che è esaustiva nel merito dell'interrogazione, ma che si presta, a mio modesto avviso, ad alcuni motivi di insoddisfazione.
La prima banale, ma non inutile, è un'interrogazione presentata il 27 luglio 2006. Siamo al 23 gennaio 2007 e rimane nella valutazione di tutti noi la constatazione di un ritardo, che, peraltro, la Presidenza del Consiglio, in più sedi e in più riunioni della Conferenza dei Capigruppo ha posto come tema. C'è una qualche difficoltà, non nuova peraltro per l'Aula, per quanto riguarda la tempestività di comunicazione, su cui, senza procedere in inutili polemiche, è comunque indispensabile poter discutere.
I ruoli di governo e di opposizione nel tempo mutano; credo che debba essere un interesse dell'Aula trovare una modalità di discussione tra opposizione e Giunte che sia la più efficiente possibile. Quella che stiamo svolgendo al momento non lo è. Ma su questo non ho motivi di specifiche insoddisfazioni, perché è un problema sistemico, che probabilmente soltanto se e quando sarà affrontato il tema della gestione delle Commissioni e ancora più ampiamente, del Regolamento, potrà forse trovare una normale richiesta di maggiore efficienza da parte della Giunta. Peraltro l'opposizione ha gli strumenti, qualora le risposte non arrivino, per sollecitarle anche in altre maniere.
Nel merito, premettendo che leggerò con attenzione o che leggeremo con attenzione quanto, nell'ambito dell'intervento scritto, pur corredato da valutazioni, la Presidente ci ha voluto riferire, ritengo invece che due o tre siano i punti che vadano ad essere presidiati.
Intanto il termine "accuse", dal quale assolutamente non mi sottraggo ha un che di venatura inutilmente polemica, mentre sottolineo l'importanza chiunque lo svolga, del ruolo di controllo e, perché no, anche di censura da qualunque parte arrivi, e di attenzione all'utilizzo di denaro pubblico che credo qualunque esponente politico di qualunque parte, non necessariamente soltanto da parte delle opposizioni, debba avere nei confronti delle amministrazioni, soprattutto dell'Assemblea di cui fa parte.
una questione particolarmente rilevante, secondo me, in un momento in cui, a meno che l'Assessore Peveraro, con un ulteriore colpo di genio, che peraltro il bilancio preventivo al momento parrebbe non connotare, non abbia trovato altre fonti. L'ultimo dei problemi che questa Regione ha - io credo, a meno che non ne vogliamo creare dei nuovi - è quello di avere progetti su cui, dal punto di vista strategico, si debba investire denaro pubblico. È oneroso, perché sono ormai parecchi anni che siamo in una situazione di debito, quindi di finanziamento terzo e non certo di autofinanziamento, che chiunque parli di federalismo, di federalismo fiscale o di altre modalità di questa natura voglia pensare, o intenda anche soltanto lontanamente immaginare, l'investimento di denaro pubblico.
Nel merito, ringraziando e tranquillizzando la Presidente sul fatto che sull'argomento temo proprio che, una volta per tutte, non ci siamo.
Siamo soltanto - io credo - in una fase peraltro già ampia, per cui dal momento in cui l'interrogazione specifica sul caso è stata presentata (come lei ben sa, e vi ha fatto riferimento nella parte terminale dell'intervento), molti altri interventi da parte di questo Gruppo d'opposizione, ma anche degli altri Gruppi, sono stati fatti sul tema.
Per quanto ci riguarda, continuiamo a monitorare una situazione che non soltanto più a noi appare essere estremamente invasiva dell'Amministrazione pubblica nella quantità di incarichi, nel volume degli incarichi, nella sistematicità degli incarichi.
Sto quasi citando testualmente non l'intervento mio, che sarebbe forse più comprensibile, per chi non mi conoscesse dal punto di vista della polemica dell'opposizione, ma gli interventi dei sindacati.
Ritengo necessario discutere seriamente. Tra l'altro, in questo momento alla sua sinistra - non soltanto casualmente, perché è sempre stato alla sua sinistra da quando è nato - c'è l'Assessore Valpreda, che è un grandissimo esperto, ancorché la Presidente Bresso mi sembra che della sanità si occupi molto meno di quanto dovrebbe, secondo una mia valutazione da Capogruppo di opposizione.
Il mio invito, in questo caso in senso costruttivo, verrà reso più pressante nelle sedi competenti, che sono quelle della I Commissione, dove dopo circa un anno e qualche mese di inadempienza rispetto agli impegni, è finalmente arrivata una legge di modifica della legge 51 (credo che sia arrivata). Anticipo il giudizio: "Pessima", ma almeno è arrivata.
L'inadempienza è solo di circa un anno e un mese rispetto agli annunci elettorali. Questi sono fatti, perché lei l'ha annunciata il 28/12/2005 ed è arrivata in Aula, come la cortesia del Vicepresidente alla sua destra ha voluto comunicarci, l'11 dicembre 2006, con una normale inefficienza per ora solo di un anno. E all'interno dell'organizzazione della Funzione Pubblica - come lei meglio sa di chiunque altro, avendone presiedute almeno di due tipi - gli interventi di consulenza erano da essere discussi.
In ogni caso, se la sua condizione in questo momento si vuole limitare a una mera discussione formale sulle cifre, noi su questo piano la seguiremo sulle cifre che lei ha cominciato a darci alla fine dell'interrogazione.
Come ha correttamente riepilogato, esistono altre interrogazioni anche recentissime, quindi eventualmente le ricapitoleremo per comodità sua, onde volerle affrontare non una volta per tutte, ma una volta in maniera ampia.
Potremmo anche farne oggetto di un dibattito con i colleghi della maggioranza, che a mio avviso tanti temi stanno seguendo, perché molti sono i dibattiti che all'interno della maggioranza oggi mi paiono frastagliarne il pensiero.
La questione dell'utilizzo di cifre in ogni caso estremamente rilevanti dell'amministrazione pubblica mi pare al momento interessarvi poco. Vedremo di trovare il modo di interessare anche loro, perché è anche compito della maggioranza - io credo - seguire gli interventi del proprio governo.
Quindi, ringraziandola per il testo, che esamineremo, la tranquillizzo sul fatto che su questo tema saremo molto prossimi e molto presenti.


Argomento:

Richieste di iscrizione nuovi punti all'o.d.g.

Argomento: Comuni

Proposta di deliberazione n. 247, inerente a "Articolo 132, comma 2 Costituzione: parere in ordine al distacco del Comune di Noasca dalla Regione Piemonte" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Ordine del giorno n. 565, inerente a "Bonifica ACNA", presentato dai Consiglieri Cavallera , Pedrale, Cotto, Toselli, Guida, Cirio, Botta Rossi, Ferrero e Burzi (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 567, inerente a "Giornata della memoria" presentato ai Consiglieri Dalmasso, Clement, Barassi, Robotti, Bossuto, Deambrogio Chieppa, Turigliatto, Spinosa e Valloggia (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 571, inerente a "Impedire il raduno di SS di Venerdì 26 gennaio 2007", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Buquicchio, Spinosa Ricca, Cavallaro, Turigliatto, Rostagno, Chieppa, Rabino, Cattaneo, Lepri Barassi, Placido, Clement, Robotti, Laus, Bossuto, Deambrogio e Bizjak (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Prima di proseguire con il nostro o.d.g., dobbiamo procedere alla richiesta di iscrizione della proposta di deliberazione n. 247, inerente a "Articolo 132, comma 2, della Costituzione. Parere in ordine al distacco del Comune di Nasca dalla Regione", che è stata prenotata.
Vi è poi una richiesta di iscrizione di un ordine del giorno avente ad oggetto: "Modifica ACNA", a prima firma del Consigliere Cavallera; una richiesta di iscrizione all'o.d.g. avente ad oggetto: "Giornata della Memoria", a prima firma Sergio Dalmasso; un ordine del giorno avente ad oggetto: "Impedire il raduno di venerdì 26 gennaio 2007", a prima firma del Consigliere Dalmasso.
Possiamo dare per iscritti questi ordini del giorno? Consigliere Cavallera, desidera intervenire? Prego.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente, per questo discorso riguardante l'ACNA, perché ne abbiamo parlato in Commissione l'altro giorno...



PRESIDENTE

Collega Cavallera, se c'è consenso, possiamo dare l'iscrizione e il documento verrà accolto.



CAVALLERA Ugo

Un secondo solo, Presidente. L'ordine del giorno riguarda una tematica che molte volte è stata trattata con adesioni trasversali.
Invito i colleghi, se eventualmente ritengono, a sottoscriverlo. Non ci sono problemi, nel senso che il documento serve soprattutto per rimettere secondo me, in carreggiata una situazione che rischia di deragliare, vista in termini storici.
Visto che ho la parola, rammento che la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe, che ricorre a febbraio, si sta avvicinando. Al riguardo, c'è un ordine del giorno iscritto all'o.d.g. Al di là dell'approvazione di tale ordine del giorno, che è un fatto importantissimo ma secondario, chiedo al Presidente e all'Ufficio di Presidenza se hanno pensato di fare qualcosa autonomamente come Consiglio, perché ritengo si tratti di una ricorrenza che, come tante altre, meriti, proprio nella massima Assise regionale, una dovuta iniziativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Io sono qui a chiedere cortesemente l'inserimento, in base all'articolo 34 del Regolamento, commi 1 e 4, di un progetto di legge presentato a luglio e assegnato alla VIII Commissione, che ha subito diversi rinvii.
Questa può sembrare una cosa normale: ci sono tanti provvedimenti che giacciono lì da anni e anche questo magari può giacere lì per qualche altro anno. Tuttavia, poiché riguarda un argomento che sta molto a cuore al partito che rappresento e quindi all'Italia dei Valori, che è quello della sicurezza, intuendo una mancanza di volontà politica da parte non so se della maggioranza o solo di qualcuno ad affrontare, se non altro democraticamente, questa discussione e questo argomento, mi vedo costretto mio malgrado, ad invocare l'articolo di Regolamento che dice: "Trascorsi i 90 giorni più 30, si può chiedere l'inserimento, che il Consiglio deve provvedere ad effettuare entro 30 giorni".
Penso che sia un argomento - mi rivolgo al Presidente e anche alla Presidente della Giunta - che sta molto a cuore a tutti i cittadini elettori di centrodestra e di centrosinistra, non è un argomento che pu avere colore o connotazione partitica. È un argomento che comunque va discusso, perché rifiutare la discussione su questa materia significa non voler affrontare uno degli argomenti che sicuramente tocca di più la sensibilità non di un partito - perché sarebbe ben poca cosa se toccasse solo la sensibilità dell'Italia dei Valori - ma la sensibilità della maggioranza dei cittadini piemontesi, che hanno votato non solo il centrodestra, ma hanno votato anche soprattutto facendo vincere il centrosinistra.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, resta inteso che opererò per muovermi ai sensi del Regolamento da lei correttamente richiamato, ma deve farmi una richiesta in forma scritta, in maniera tale che io proceda a iscrivere l'argomento all'o.d.g. della prossima seduta. Quindi, la pregherei di formalizzare per iscritto detta richiesta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Ho constatato con amarezza che la proposta di legge al Parlamento, inerente a "Sostegno alle gestanti e madri in condizioni di disagio", presentata dalla Consulta delle Elette e per ben due Consigli regionali al quarto o quinto posto, è slittata al diciassettesimo e non posso che rimarcare con un certo rammarico questa situazione, che mi pare grave, forse perché non ci sono Capigruppo donna.



(Commenti fuori microfono)



COTTO Mariangela

Non è di Forza Italia, è della Consulta delle Elette.



(Commenti fuori microfono)



COTTO Mariangela

Mi sta sentendo, stanno sentendo tutti i Capigruppo!



PRESIDENTE

Per cortesia, prego i colleghi Consiglieri di non interrompere la Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Il Consigliere Robotti aveva bisogno di un'informazione veloce. Lui è un po' maschilista, quindi è rimasto dispiaciuto.
Dispiace che una proposta di legge, presentata in modo trasversale dalla Consulta delle Elette, sia slittata e che siano necessarie raccomandazioni per poterla anticipare; mi sembra grave.
Invece, velocemente, pongo un'altra questione, perché questa mattina si è svolta una riunione dei rappresentanti delle imprese di onoranze funebri con l'Assessore Valpreda. Condividiamo le posizioni già espresse dalla collega Motta e riteniamo importante che, nel corso della giornata l'Assessore Valpreda riferisca circa il progetto - forse c'era già un bando, che scade il 26 gennaio - di affidare direttamente alle imprese la gestione delle camere mortuarie.
Chiedo, se è possibile, in giornata avere una relazione sull'argomento in modo da non impegnare i lavori della IV Commissione di venerdì prossimo.



PRESIDENTE

Se non ci sono osservazioni in senso contrario, diamo per iscritte le seguenti richieste di iscrizione all'o.d.g.
Proposta di deliberazione n. 247, inerente a "Articolo 132, comma 2 Costituzione: parere in ordine al distacco del Comune di Noasca dalla Regione Piemonte" ordine del giorno n. 565, inerente a "Bonifica ACNA", presentato dai Consiglieri Cavallera, Pedrale, Cotto, Toselli, Guida, Cirio, Botta, Rossi Ferrero e Burzi ordine del giorno n. 567, inerente a "Giornata della memoria" presentato ai Consiglieri Dalmasso, Clement, Barassi, Robotti, Bossuto, Deambrogio Chieppa, Turigliatto, Spinosa e Valloggia ordine del giorno n. 571, inerente a "Impedire il raduno di SS di venerdì 26 gennaio 2007", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Buquicchio, Spinosa Ricca, Cavallaro, Turigliatto, Rostagno, Chieppa, Rabino, Cattaneo, Lepri Barassi, Placido, Clement, Robotti, Laus, Bossuto, Deambrogio e Bizjak



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Solo per correttezza, visto che è stato presentato un ordine del giorno dal Gruppo UDC, in relazione alla pillola RU 486, chiedo se poteva essere accorpato alla discussione...



PRESIDENTE

Sicuramente, ha ragione, collega Scanderebech, lo iscriviamo. Non avrei fatto il passaggio formale, perché lo collegavamo agli ordini del giorno di cui al punto 6), comunque è iscritto.



(L'Aula, unanime acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Quindi, i punti indicati sono iscritti all'o.d.g.
La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Signor Presidente, intervengo solo per chiederle un piacere.
Durante la Conferenza di fine anno dell'Ufficio di Presidenza, è stata consegnata alla stampa l'elenco delle presenze dei Consiglieri alle riunioni di Consiglio. Adesso, la prego di informare la stampa e i Gruppi delle presenze degli Assessori in Giunta, perché credo che ci voglia par condicio, ognuno di noi ha la propria attività.
Dal momento che ritengo che le presenze non si contino, ma si pesino, e siccome di quest'inciso molti non hanno tenuto conto, ritengo necessario comunicare le presenze degli Assessori in Giunta, così come è stato dato l'elenco delle presenze dei Consiglieri in Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Guida, la Presidente ha ascoltato le sue indicazioni.
Ovviamente, noi non possiamo farci carico di questa questione, perch attiene a dati e questioni della Giunta regionale, fermo restando che però, i Consiglieri hanno diritto di agire nel modo che ritengono più opportuno.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, visto che il collega Guida mi ha stimolato, mi è venuto in mente di formulare una richiesta.
Per il prossimo anno - mi scuso perché ero assente alla Conferenza dell'Ufficio di Presidenza, altrimenti lo avrei fatto rilevare - dobbiamo essere un po' più precisi, perché pesare non con il bilancino, ma con la pesa del dazio, le presenze dei Consiglieri con questi numeri può dare un immagine fuorviante. Le faccio un esempio: io spesso firmo al mattino, al pomeriggio sono nel Palazzo, scendo in aula quaranta volte, ma non firmo.
Oppure potremmo usare il metodo, che sarebbe anche interessante, del numero degli interventi, perché ci sono Consiglieri molto presenti che non hanno mai parlato. Oppure potremmo usare un altro metodo interessante, quale quello delle presenze in Commissione.
Visto che sono un Consigliere presente, come tanti altri colleghi parlo per me stesso, così evito l'imbarazzo - e credo di essere anche uno che lavora, apro una parentesi: non sono state segnalate le sedute in cui noi non abbiamo firmato perché turnavamo per fare ostruzionismo, a causa dei noti problemi. Quindi, anche questa è un'altra immagine fuorviante perché chi faceva ostruzionismo, magari, faceva dodici ore continuate mentre gli altri colleghi facevano il turno di riposo, ma la seduta dopo era assente.
Allora, la prossima volta che diamo i dati sulle presenze, diamoli in maniera seria, che tengano conto del dato reale, sostanziale, e non solo di un dato formale, che rischia di essere semplicisticamente fuorviante.
Chiedo questo per l'anno prossimo. Non è una polemica, ma sembrandomi corretta la richiesta del collega Guida, volevo aggiungere una piccola cosa che mi ha creato, come a tanti colleghi, un pochino di malumore.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, anch'io ho condiviso i malumori dei colleghi Consiglieri che, in qualche modo, sono stati oggetto di un'interpretazione non corretta, a seguito della lettura di questi dati. Ho cercato di spiegare, anche tramite una lettera ai colleghi Consiglieri, i motivi per i quali si è agito in questo senso; peraltro, abbiamo proceduto così come negli anni passati, a detta dei tecnici e degli uffici che ci accompagnano nel nostro lavoro.
Ovviamente, il Consiglio regionale ha risentito di una polemica nata esattamente la settimana prima, a margine di un'analoga conferenza stampa in seno al Comune di Torino. Questo ha fatto sì che ci fosse un'attenzione mediatica e un'interpretazione di dati che in passato non c'era stata.
Per le prossime conferenze stampa sono sicuro che l'Ufficio di Presidenza avrà cura di fornire un'elencazione di dati, in modo tale che si abbiano molteplici chiavi di lettura circa l'impegno, il lavoro e la presenza negli organi istituzionali dei colleghi Consiglieri.
La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

In effetti, volevo ringraziarla per la sua lettera molto pertinente.
Io non ce l'ho assolutamente con la stampa o con gli opinionisti; i giornalisti scrivono quello che desiderano, ovviamente, se gli forniamo del materiale, loro fanno il loro lavoro e scrivono i loro articoli.
Sono molto risentito nei confronti degli organi politici, quando si tratta di veline di partito o giornali di partito di questo o quel Gruppo che svolgono questo tipo di informazione o di disinformazione.
In questi giorni mi sono preso un po' di tempo per altre indagini, ad esempio, per contare gli interventi in Consiglio, non soltanto dei Consiglieri, ma anche degli Assessori. Cosa emerge? Si evidenzia che alla presenza non sempre corrisponde l'attività. Cosa devo fare? Devo farne un uso strumentale? Credo che anche la presenza, alcune volte, sia indispensabile, come nel caso della maggioranza quando deve garantire il numero legale, però, è l'uso strumentale della questione da parte di qualcuno che ha innescato la polemica.
Volevo chiarire questo fatto e la ringrazio per l'intervento che ha voluto inviarci con la sua lettera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

In questo momento, se qualcuno prendesse il registro delle presenze credo che l'Ufficio di Presidenza non abbia difficoltà - credo che vedrebbe le firme - se firmano - di dieci Assessori, ma dove sono? Sono non originalmente a fare altro lavoro all'interno del palazzo. Giusto? Sbagliato? Non m'interessa, è una valutazione, dipende dalle cose che stanno facendo, con quale utilità, con quale finalità.
Per alcuni Assessori, forse, sarebbe meglio stare sempre qui, onde evitare che producano dei danni; l'attuale Giunta, certamente, non sarebbe esente da autorevoli esempi.
Inizio dalla Giunta, perché quella di questa legislatura ha una caratteristica d'originalità rispetto alle Giunte precedenti. In realtà, ne ha due: una credo sia la peggiore delle ultime otto legislature, ma la seconda è più rilevante dal punto di vista tecnico. La classifica pu sempre migliorare, Assessore Peveraro, ma quando uno è granata non dovrebbe essere sorpreso di essere in fondo alla classifica. Se guarda attorno non vede né Dossena né Traspedini né Ferrini, ma talora appartenere ad una squadra può servire per ritenere di essere più forti di quello che si è.
Il punto che m'interessa è un altro: siccome il distacco dei cittadini dalla politica è elemento ampiamente provato non tanto e non solo dagli articoli sui giornali, ma da tutte le ricerche che quasi tutti gli atenei periodicamente svolgono, credo che sia compito dell'istituzione promuovere se stessa. Promuovere se stessa non vuol dire non essere trasparente, forse vuol dire esserlo ancora di più di quanto già non sia, ma renderla aperta leggibile, coinvolta e coinvolgente da parte della società civile, in tutte le fasi della sua vita, in modo che molti elementi di giudizio non possano essere semplicemente riassunti in articoli (ci mancherebbero che non fossero legittimi, è noto che un albero che cade fa notizia, cento alberi che crescono non hanno mai fatto vendere una copia di giornale in più a nessuno).
Vedo che c'è una simpatica alternanza alla Presidenza del Consiglio.
Fra l'altro abbiamo scoperto che ci sono elementi di incertezza nell'ambito della gestione dei fondi dei buoni scuola. Sul resto dei 33 mila miliardi (di vecchie lire) che credo sia la cifra su cui pareggia l'attuale bilancio ovviamente no - occhio e croce, miliardo più miliardo meno - ma sui buoni scuola mi pare utilmente ci sia stata un'iniziativa di chi ricopre al momento pro tempore la sedia di Vicepresidente, nonché la poltrona di Presidente.
Preannuncio che le discussioni sul bilancio preventivo saranno fitte di interessanti domande, anche su tante altre aree dove il denaro pubblico tutto il denaro pubblico, viene erogato e indirizzato. Meglio tardi che mai, come diceva un simpatico programma che ebbe un audience molto rilevante a suo tempo, e che tuttora potrebbe trovare utenti non soltanto in questa direzione, ma anche in altre. La trasparenza non è mai troppa come di libertà non ce n'è mai a sufficienza. Longanesi diceva che non è un problema di libertà, ma di uomini liberi.
Rendiamo aperto il palazzo su tutte le aree, ma facciamo in modo che le comunicazioni sull'attività dell'istituzione - per carità, qualche inefficienza la dimostra, altrimenti non saremmo noi stessi critici del nostro operato, che talora merita delle critiche ben più severe di quelle che la stampa ci riserva - possa essere accompagnata da una valutazione che non necessariamente deve essere serena, ma dotata di tutti i dati che consentano, a ciascuno di noi, nell'ambito del rispettivo contratto con gli elettori di essere sinceri. Per chi ce l'ha, perché la Giunta il contratto con gli elettori non ce l'ha, l'ha sostituito con un contratto di consulenza nei riguardi della Presidente Bresso, che è un'altra modalità ugualmente legittima, ma politicamente meno interessante, ed è il motivo per cui gli Assessori non sono presenti.
Se gli Assessori rispondessero al territorio, caro Assessore Valpreda sarebbero presenti. Faremo in modo di convincerli dell'utilità di esserci anche se il loro contraente non è il territorio. Crediamo di avere i mezzi democratici per convincerli, con una certa sollecitudine, ad aumentare le loro presenze in aula.
Concludo sul tema che ha suscitato tante polemiche invitando l'Ufficio di Presidenza nella sua interezza a prevenire, quindi ad ampliare il livello di comunicazione verso l'esterno in tutte le modalità della nostra attività, in tutte le sedi: dalla Giunta all'ultima delle Commissioni temporanee. Questo è uno dei modi, mi auguro, ma non sono particolarmente ottimista, per cui la società civile, occupandosi di noi, possa aiutarci ad essere migliori e a non perdere inutilmente tempo su sterili polemiche come in parte, anche stamattina, purtroppo, abbiamo dovuto fare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Non so se sia possibile curare, ma prevenire è sempre meglio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Per segnalare due aspetti. Il primo è relativamente alla presenza del Ministro Bianchi a Torino. Mi rivolgo a lei in qualità di Presidente del Consiglio. È ben noto che da molti mesi il Consiglio regionale, ai sensi del Regolamento, ma anche concertando all'interno della Conferenza dei Capigruppo, ha richiesto, sul tema dell'Alta Capacità, un incontro con il Ministro competente. È altrettanto vero che la Presidenza del Consiglio si è adoperata affinché questo potesse avvenire ma, come sappiamo, questo non è mai avvenuto. Il Ministro sarà per due giorni a Torino e, ancorch impegnato in questo momento in Prefettura ad incontrare le istituzioni locali, non ha ritenuto opportuno incontrare, come su richiesta l'istituzione principale dei nostri territori, cioè la Regione Piemonte.
Questo credo sia indicativo di una scarsa sensibilità e, soprattutto, della volontà di non affrontare un tema tanto delicato quale quello dell'Alta Capacità.
Un'altra segnalazione. Questa mattina ci è stato consegnato un invito su un interessante convegno: "Polarità commerciale, trasformazioni territoriali", che si svolgerà il 13 febbraio al Centro Incontri della Regione Piemonte. Volevo segnalare due anomalie. La prima è di carattere metodologico: il convegno inizia alle 9.30 e si conclude nel tardo pomeriggio perché alla tavola rotonda non solo è invitato il Ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, ma anche più di dieci relatori quindi molto verosimilmente si concluderà nel tardo pomeriggio. Il convegno, ripeto, si terrà martedì 13 febbraio. Visto che ci viene chiesto anche un invito per aderire al convegno, che è certamente di interesse generale, mi domando come si potrà contemplare l'esigenza di essere presenti in Aula e, altresì, di essere presenti al convegno patrocinato dalla Regione Piemonte, organizzato dalla Regione Piemonte unitamente con le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna.
L'altro aspetto, sempre di natura organizzativa e di rapporto tra Giunta e Consiglio, è ovviamente tutto fuorché un aspetto di carattere personale.
Chiedo al Presidente la cortesia di un minimo di attenzione, perché è un aspetto che riguarda la Presidenza del Consiglio. Ovviamente la Regione Piemonte, tramite i suoi uffici o la Giunta - che è libera di invitare chi vuole, ma questo deve avvenire in un rapporto di correttezza fra le parti ha ritenuto opportuno far moderare la tavola rotonda del pomeriggio al Consigliere Ronzani. Il Consigliere saprà moderare in modo egregio la tavola rotonda, ma rilevo soltanto che se l'avesse chiesta il Consigliere Clement, in qualità di Presidente della VII Commissione, avrebbe avuto un senso e non avremmo avuto nulla da ridire nel merito.
Il Consigliere Ronzani è Presidente della I Commissione che certamente, ha interviene relativamente anche alle questioni di carattere commerciale, come di tutte le altre competenze. Il Presidente comprenderà bene che se viene utilizzata una discrezionalità di amicizia politica negli inviti ad una platea assolutamente qualificata come quella di questo convegno, si pone un problema istituzionale. Rispetto a questo tipo di attività, non c'è maggioranza o opposizione, i Consiglieri regionali sono liberi non solo di partecipare ma di moderare, qualora invitati, e qualunque sia il convegno, ma ci deve essere in qualche modo una regolamentazione, perché alternativamente ci dovremmo aspettare, cosa di cui dubito, che un collega di Alleanza Nazionale sia invitato ad uno dei prossimi grandi convegni che la Regione organizzerà per moderarne la tavola rotonda. Lo dubito.
Invito a riflettere sulla questione, che tutto è fuorché una mancanza di rispetto al Consigliere Ronzani.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la presenza del Ministro Bianchi, è evidente che non siamo nelle condizioni di regolare l'agenda dei Ministri della Repubblica. Lo devo ricordare, come senz'altro si ricorderà, che, per quanto riguarda il Consiglio sulla TAV, si era sempre parlato del Ministro Di Pietro. Questo proprio come informazione.
Per quanto riguarda l'invito al Convegno o alla tavola rotonda, vi sarei grato se gentilmente potete far avere l'invito che non è ancora a nostra conoscenza. La ringrazio e valuteremo se ci sono le condizioni. In questo momento non lo so e non potrei dare una risposta.
Sull'ordine dei lavori, la parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Lei è al corrente delle richieste fatte al fine di ottenere una seduta di Consiglio regionale aperto sull'Alta Velocità.
Il Consiglio straordinario è stato concesso non per volontà politica ma perché la legge lo imponeva a seguito della raccolta di 25 firme. Pertanto in presenza di tali firme, non ci avete concesso niente e avete adoperato la politica dello struzzo.
Ieri, nel palazzo del Consiglio regionale, ho assistito a una manifestazione con il Ministro Bianchi, sull'Alta Velocità, insieme a dei colleghi che portano avanti, coerentemente e giustamente, secondo le loro idee, il "no" tassativo sull'Alta Velocità.
Questa questione deve essere chiarita. Qual è stata la prassi per cui ieri, alcuni Consiglieri sono stati invitati e auditi e hanno audito, a loro volta, un Ministro della Repubblica, un Ministro del Governo e noi non ne sapevamo niente? Noi non siamo stati invitati. Presidente Bresso, questa è una cosa molto, molto delicata e molto grave. Ieri, a Palazzo Lascaris si è consumato un atto indecente, senza la presenza di noi Consiglieri regionali per una questione che si chiama Alta Velocità.
I colleghi di Rifondazione svolgono la loro attività legislativa, la loro attività da Consiglieri regionali. Allora, Presidente, sospendiamo subito il Consiglio, ci dia spiegazioni su cosa è successo ieri, perché noi Consiglieri regionali non siamo stati invitati ad un'iniziativa su un tema che è il più importante a livello regionale e nazionale.
una cosa incredibile! Qui parliamo di tutto, parliamo delle consulenze, parliamo di qualsiasi cosa, ma non possiamo non occuparci di un argomento così delicato e così importante! Presidente, o lei è in grado di spiegarmi subito qual è la situazione oppure si sospende il Consiglio. Su questa questione non si transige! Non si discute! Capogruppo dei DS, sto solo chiedendo trasparenza!



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Scanderebech. Se lei mi permette, ha posto una domanda più che legittima. Se mi dà la possibilità di dare l'informazione ma non la spiegazione, lo farò volentieri. Sempre se me lo permette.
L'incontro effettuato ieri pomeriggio con il Ministro Bianchi e alcuni Sindaci della Valle di Susa, come ampiamente riportato dagli organi di informazione, non è stata un'iniziativa organizzata dal Consiglio regionale o dall'Ufficio di presidenza. È stata l'iniziativa di un Gruppo consiliare in base a una delibera dell'Ufficio di Presidenza, che regolamenta l'utilizzo delle sale del Consiglio. Le sale stesse vengono concesse sempre, non a tutti i soggetti che le richiedono, ma sempre ai Gruppi consiliari. Il gruppo Consiliare in questione (parlo del Gruppo dei Comunisti Italiani) in base al nostro Regolamento, ha chiesto l'utilizzo della sala Viglione per un incontro e l'Ufficio di Presidenza non ha potuto fare altro, visto che il nostro Regolamento lo prevede, la sala stessa. Le valutazioni politiche non posso certo farle io, ognuno di noi le può fare legittimamente. Questa non è stata un'iniziativa dell'Ufficio di Presidenza né del Consiglio regionale in quanto tale.
Penso di essere stato sufficientemente chiaro nell'informazione, come lo è stato lei nel porre la questione. Se non ci sono altre questioni, c'è un importante comunicazione da parte della Giunta.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Chiedo a lei se è mai successo in passato, indipendentemente da quello che dice il Regolamento, che la sala Viglione, ex Aula del Consiglio, sia stata adoperata per un convegno o per un qualsiasi tipo di attività politica legislativa, senza che fossero invitati tutti i Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per queste cose non mi fido della mia memoria. Non sono in grado di darle la risposta. È evidente che dipende da chi organizza. È come dire: "Chiedere è lecito, rispondere è cortesia". Se chi organizza ritiene di invitare qualcuno lo fa, chi è invitato può andare o non andare.
In questo caso, non è un problema dell'Ufficio di Presidenza, ma del Gruppo consiliare che ha organizzato l'incontro e ha invitato chi ha ritenuto opportuno invitare. È l'espressione di un'autonomia di ogni Gruppo, compresa quello che lei presiede.


Argomento: Enti strumentali

Comunicazione della Giunta regionale sulla situazione di Finpiemonte e presentazione ed esame ordine del giorno n. 568, inerente a "Riforma della legge istitutiva di Finpiemonte S.p.A." collegato al dibattito


PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori, passiamo alle Comunicazioni della Giunta regionale su Finpiemonte, più volte sollecitate di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Con il Vicepresidente e Assessore Peveraro, ci siamo accordati così: io farò una premessa sugli obiettivi della riorganizzazione di Finpiemonte e l'Assessore interverrà ricapitolando tutti gli strumenti tecnici con cui, a partire dall'assestamento di bilancio, daremo attuazione a questi obiettivi.
Come sapete, la necessità di ridefinire, sul piano legislativo e societario, la missione e gli obiettivi della nostra finanziaria regionale trova il suo fondamento nella crescente difficoltà con cui la società stessa svolge ed interpreta i compiti che le sono stati assegnati con la legge istitutiva del 1976, ormai molto antica.
evidente che oggi convivono nella nostra finanziaria almeno tre anime diverse e non sempre compatibili: una propagine amministrativa della struttura regionale che svolge attività di natura strumentale; un nucleo di competenze fortemente orientate verso la missione di agenzia di sviluppo locale ed una terza vocazione assimilabile a quella della holding di partecipazione.
Il primo interrogativo attiene alla razionalità e all'efficienza di mantenere accorpate in un'unica struttura vocazioni così diverse ed eterogenee.
In secondo luogo, la stessa missione di sostegno allo sviluppo e alla competitività del territorio piemontese concentra in sé almeno due diverse modalità di intervento, che sono ispirate da altrettante visioni del ruolo delle risorse pubbliche nella correzione dei fallimenti di mercato. Da un lato, Finpiemonte viene spesso chiamata dai suoi azionisti pubblici all'investimento di puro merito pubblico, dal quale gli stessi azionisti attendono ritorni misurabili in benessere collettivo, in senso estremamente ampio e non necessariamente legati a parametri di pura redditività economica.
Dall'altro, Finpiemonte opera con investimenti complementari e sinergici a quelli privati, in settori in cui le prospettive di redditività sono tali da attrarre i capitali privati stessi, ma nei quali, per dimensione dell'investimento, per eccessiva concentrazione del rischio ovvero ancora per problemi di transitorio iniziale, la sola iniziativa privata non riuscirebbe a garantire l'avvio e la realizzazione degli interventi. La coesistenza delle due forme di investimento nella stessa struttura societaria non sempre si realizza con facilità, in particolare in presenza di importanti stakeholder, caratterizzati da funzioni obiettivo spesso molto diverse tra loro.
La seconda questione rilevante attiene, quindi, all'opportunità di mantenere, all'interno della stessa struttura societaria, modalità di investimento estremamente diverse tra loro e caratterizzate da obiettivi spesso incompatibili o comunque diversi.
In terzo luogo, la profonda azione di risanamento posta in atto con l'esercizio 2006 ha reso evidenti preoccupanti elementi di debolezza strutturale interna, dal punto di vista del personale (12 dipendenti nel 1995, circa 30 nel 2000, poco meno di 100 nel 2005), dell'organizzazione dei sistemi informativi (in questo campo, un'accurata due diligence sul Sistema Informatico ha permesso di evidenziare gravissime criticità nella gestione dei flussi informativi, nella sicurezza e nell'integrità delle informazioni e nelle stesse modalità di gestione dei fornitori e delle procedure di acquisto), degli strumenti di gestione (la Società non è dotata di un sistema di controllo di gestione interno, non produce un budget previsionale e non può contare su alcun tipo di contabilità industriale in grado di allocare costi diretti ed indiretti ai centri di costo e di produrre contabilità di commessa) e dell'assetto del portafoglio delle partecipate.
L'amministrazione e la gestione della società sono rese particolarmente difficili da questi problemi, dalla natura pletorica - credo che tutti ne siamo coscienti - dell'organo di amministrazione e dell'organo esecutivo (rispettivamente 21 e 9 consiglieri) e dalla contestuale assenza di poteri delegati al Presidente e al Direttore Generale. A ciò si aggiunga la presenza, nell'assetto organizzativo di Finpiemonte, dell'Organismo Pagatore per le politiche Agricole. Tale configurazione rappresenta una peculiarità unica nel panorama europeo e, oltre ad aver rilevantemente appesantito la struttura organizzativa di Finpiemonte, non contribuisce in alcun modo ad una chiara e focalizzata definizione dell'orientamento strategico della società. Queste criticità sono testimoniate dai risultati economici negativi della società nel 2005 (nel 2006 pare che le cose siano andate meglio). Si rende quindi necessario ed urgente proseguire nell'opera di risanamento interno, che, tuttavia, non potrà sortire gli effetti desiderati se non accompagnata da una ridefinizione chiara dell'orientamento strategico e della missione della finanziaria regionale.
Il terzo aspetto meritevole di considerazione è quindi quello di accompagnare il risanamento strutturale della finanziaria regionale con un chiaro indirizzo, relativamente alla missione che ad essa verrà affidata che è l'oggetto principale di questa discussione, la quale, naturalmente comporterà una parte successiva, quella della presentazione delle leggi.
A queste prime considerazioni va ad aggiungersi il mutato contesto normativo e giurisprudenziale che deriva, come sapete, dall'intersezione del recente decreto Bersani, della giurisprudenza europea e della recente legge finanziaria 2006.
Dal combinato disposto di questi provvedimenti deriva un quadro assai critico per la Finpiemonte, così com'è oggi strutturata: essa non potrà più ricevere affidamenti diretti, né per la gestione dei fondi regionali né per attività di consulenza; non potrà in alcun modo operare sul mercato, oltre a vedersi costretta a ridurre drasticamente il numero dei propri amministratori (Finanziaria 2006). Ciò equivale, nella pratica, a privare la finanziaria regionale di ogni possibilità di ricavo operativo, affidando le capacità della società di produrre reddito alla sola gestione finanziaria. Quest'ultima, peraltro, è resa particolarmente difficile da un portafoglio cresciuto, nel tempo, in modo disorganico e non sempre gestito con strumenti di controllo sufficientemente incisivi.
Vi è quindi un quarto importante ed urgente problema, quello di intervenire affinché la finanziaria regionale, o parte di essa, sia in grado di svolgere la propria attività strumentale per la Regione o per gli altri azionisti pubblici, ricevendo da loro, giuridicamente, affidamenti diretti. Ciò non può che avvenire attraverso il controllo totale della società, o di parte di essa, da parte degli enti pubblici.
Queste considerazioni, in merito all'urgenza dell'intervento, hanno indotto la Giunta regionale a realizzare la ristrutturazione societaria in due momenti separati, al fine di ottemperare nel più breve tempo possibile alle mutate disposizioni legislative e demandando ad un successivo dibattito e conseguente intervento legislativo - com'è detto nell'ordine del giorno allegato all'assestamento - una più profonda, accurata e lungimirante ridefinizione della missione della finanziaria regionale.
Gli interventi urgenti sono quindi stati affidati al testo dell'articolo 22 della Legge Finanziaria regionale 21 aprile 2006 n. 14 come modificato dall'articolo 18 della Legge Regionale 13 novembre 2006 n.
35 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e modifiche della legge regionale 21 aprile 2006, n. 14".
Con questa norma, il Consiglio regionale si è riproposto di ottenere attraverso la scissione parziale di Finpiemonte S.p.A. e l'acquisto da parte della Regione delle partecipazioni attualmente detenute nella società dai soci non pubblici, un unico soggetto, a capitale totalmente pubblico (società in house), incaricato di operare come agenzia regionale a sostegno dello sviluppo e della competitività del territorio, a cui affidare la connessa attuazione degli interventi a carattere finanziario, gestionale e di sviluppo (quindi definire la finanziaria, oltre che società in house come società che realizza questi interventi di sviluppo) e, nel contempo di realizzare una nuova società a capitale misto, a cui affidare il compito di valorizzare e razionalizzare le partecipazioni oggi in capo a Finpiemonte, per poi continuare a svolgere questa funzione nel futuro secondo le direttive che le verranno date di volta in volta.
Nello stesso provvedimento legislativo, l'articolo 12 ha disposto che l'organismo pagatore regionale per il finanziamento della politica agricola sia trasformato in Agenzia regionale e quindi staccato da Finpiemonte. Si sta provvedendo in questo senso.
Nel complesso quest'intervento, pur lasciando inalterate le previsioni della legge istitutiva della finanziaria regionale, pone - perché dovrà essere oggetto di modifica successiva - le condizioni minime affinché il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte possa sviluppare e proporre agli azionisti della società un piano di ristrutturazione atto ad affrontare e risolvere le criticità che ho prima esposto. La scelta di operare attraverso una scissione proporzionale trova il suo fondamento nella necessità di agire con rapidità, costituendo la società in house della Regione in tempi tali da non causare soluzione di continuità nell'erogazione dei fondi regionali (questo credo sia molto importante e la ragione deve essere chiara ai Consiglieri) e di accelerare, per quanto possibile, l'opera di risanamento della finanziaria regionale.
Su questo base, il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte ha fatto una proposta.
Adesso lascerei la parola al Vicepresidente Peveraro per l'illustrazione della proposta, che necessariamente deve essere fatta dal Consiglio ai propri azionisti, in ordine alla quale, attraverso un ordine del giorno (come prevede, peraltro, l'ordine del giorno approvato in sede di assestamento), dobbiamo dare le indicazioni politiche per la realizzazione.
E' questo è il compito del dibattito.
Lascerei all'Assessore Peveraro il compito di illustrarvi le modalità tecniche per raggiungere gli obiettivi che vi ho indicato.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Ha chiesto la parola l'Assessore Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
La Presidente Bresso ha già ricordato il momento istitutivo di questa profonda trasformazione di Finpiemonte, ovvero la legge di assestamento, e in particolare, il dibattito che nel corso dell'approvazione della legge di assestamento, prima in Commissione e poi nell'Aula consiliare, si è svolto dove venivano ben evidenziati i due momenti e le ragioni per cui era necessario procedere secondo due momenti distinti: un primo momento che desse l'avvio al processo di scissione della Finpiemonte, e un secondo momento, certamente più articolato, che prende sostanzialmente avvio con il dibattito di oggi, di revisione della normativa, in particolare della legge n. 8 del 1976, che ha appunto istituito e definito le linee strategiche della nostra finanziaria.
Su queste linee si è mosso il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte, che, nel rispetto della legge istitutiva di Finpiemonte da una parte e della legge di assestamento al bilancio di previsione 2006, ha predisposto un progetto di scissione societaria, che costituisce attraverso la scissione parziale di Finpiemonte e l'acquisto da parte della Regione delle partecipazioni attualmente detenute dai soci non pubblici, un unico soggetto a capitale totalmente pubblico (rispondendo, così, anche alle questioni relative alla necessità della costituzione di una società in house), ed una società a capitale misto cui affidare la maggior parte delle partecipazioni regionali.
L'acquisto delle partecipazioni da parte della Regione, o di altri eventuali soci pubblici che intendessero uscire dalla compagine azionaria di Finpiemonte (ricordo, peraltro, che proprio nel corso del dibattito in sede di I Commissione, ma anche su suggerimento della stessa Finpiemonte s'immaginava la possibilità di allargare, viceversa, l'azionariato della società in house anche alle altre Province, oggi non partecipi del capitale stesso. Questa è certamente un'ulteriore opportunità di presenza della nostra finanziaria sull'intero territorio regionale), potrà avvenire sia attraverso la liquidazione delle quote (quote che, ovviamente, saranno valutate da periti), sia attraverso il conferimento di nuove azioni nella società a capitale misto pubblico-privato.
L'operazione di scissione, al fine di mantenere le due società nascenti all'interno della previsione della legge istitutiva della Finpiemonte avviene per separazione dell'oggetto sociale e mantenendo le caratteristiche fondamentali dei due statuti analoghe a quelle della costituzione.
Il progetto prevede che ad entrambe le società sia ovviamente garantito un equilibrio patrimoniale, economico e finanziario.
Come sempre, nell'ambito di un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale, anche la dotazione complessiva di personale rimane assolutamente immutata.
L'assetto definito dal progetto di scissione, che verrà sottoposto dal Consiglio di Amministrazione all'Assemblea degli azionisti, rappresenta la base di partenza - come abbiamo più volte ricordato in questa sede e nelle Commissioni competenti - del progetto di riorganizzazione complessiva della nostra azienda.
Per ciò che riguarda l'orientamento strategico e la definizione della missione, è evidente che la finanziaria regionale soffre, oggi, della stratificazione di competenze e linee di azione che negli anni le sono state attribuite spesso in modo disorganico. Secondo i documenti consiliari preliminari alla fondazione, Finpiemonte fu organizzata ad operare lungo tre assi principali: la gestione dei servizi finanziari, sia su iniziativa della Regione, sia per conto di altri Enti pubblici; la promozione e la realizzazione di infrastrutture per attività economiche, attività di costruzione di opere e forniture di servizi, orientate alla valorizzazione del territorio; la produzione di servizi di consulenza avanzata a favore di operatori artigiani, di piccole e medie imprese e di altri operatori pubblici che partecipavano alla nostra azienda.
Il primo dei tre assi ha portato ad una diffusa operatività nel campo della gestione dei fondi pubblici, che costituisce, oggi, un'attività preponderante per la nostra società, impegnando circa il 50% delle risorse umane e costituendo gran parte dei ricavi operativi.
Il secondo asse si è concretizzato principalmente con investimenti di profilo più marcatamente orientato allo sviluppo, in particolare, a sostegno dei parchi tecnologici, e si è trasformato, nei fatti, in un intervento di scarso successo, per molti versi assimilabile ad una forma di intervento classico su aree attrezzate.
All'attività di investimento territoriale non si è accompagnato uno sviluppo di competenze specifiche nel campo degli strumenti finanziari innovativi e le forme di partnership pubblico-private si sono sostanzialmente limitate alle associazioni di partecipazione di primo e di secondo livello.
Solo recentemente si è debolmente - ancora troppo debolmente sviluppato il project financing come forma innovativa di partnerariato pubblico-privato.
La missione di Finpiemonte si è parzialmente distorta nel tempo perdendo la natura di agenzia di sviluppo definita nell'oggetto sociale e in tutto il dibattito preliminare all'approvazione della legge n. 8 del 1976.
La realizzazione del progetto prospettato e, conseguentemente, la nascita di due società separate nella struttura societaria e negli organi societari, rappresenta un'importante opportunità per restituire a Finpiemonte il ruolo che le fu assegnato dalla legge istitutiva del 1976.
La Finpiemonte a capitale interamente pubblico dovrà rispondere a due esigenze compatibili e complementari. Da un lato, la Finpiemonte a controllo pubblico svolgerà la missione tipica delle società in house attraverso il controllo analogo svolto dalla Regione Piemonte principalmente nella funzione di erogazione degli incentivi e dei fondi connessi alle leggi regionali. Dall'altro lato, Finpiemonte a controllo pubblico dovrà sviluppare le competenze necessarie al supporto tecnico all'elaborazione delle politiche regionali a sostegno della competitività dell'industria e del territorio piemontese, progettando i relativi strumenti di intervento e assistendo la struttura regionale nell'implementazione degli stessi; infine, permetterà alcuni interventi di consulenza e di offerta di servizi finanziari avanzati alle amministrazioni pubbliche, perché siano in grado di modernizzare la loro disponibilità di strumenti, approfittando di tutte le opportunità del mercato e della legislazione.
Alla nuova finanziaria a capitale misto pubblico-privato verrà invece attribuita la missione di fiancheggiare e sorreggere lo sviluppo economico del territorio, agendo sussidiariamente rispetto ai privati. Si tratta di fungere da finanziaria di sviluppo, e non già da finanziaria di investimento, tantomeno da finanziaria di finanziamento.
A tale scopo, ad essa viene trasferita la quasi totalità del portafoglio della gestione delle partecipazioni regionali, ivi comprese auspicabilmente, quelle attualmente detenute direttamente dalla Regione.
Ciò potrà comportare la loro specializzazione per area e funzione con attenzione alle attività prioritarie e allo sviluppo del territorio piemontese e la gestione, anche eventualmente attraverso un apposito veicolo societario, delle partecipazioni non strategiche al fine di una loro dismissione o della loro liquidazione.
Nella definizione della missione della società a capitale misto pubblico-privato, svolge un ruolo cruciale l'interpretazione del principio della sussidiarietà degli interventi.
Si tratta di un principio che si trae dal limite di investimento nelle attività di privati, che i fondatori vollero non solo per evitare alla finanziaria regionale di percorrere la strada di alcune finanziarie pubbliche di partecipazione che videro anche miseramente fallire i propri investimenti e dispersero risorse pubbliche. Anche il limite alla partecipazione nelle imprese private coglie la volontà di compiere operazioni sussidiarie e non sostitutive del mercato sia degli investimenti, sia dei finanziamenti privati.
Sulla base dell'esperienza di altre società finanziarie pubbliche, il Consiglio regionale individuò una serie di compiti che la finanziaria non deve svolgere, e una serie di ambiti in cui essa non deve intervenire. In primo luogo si dichiarò esplicitamente che la finanziaria non è una banca e che quindi non può porre in essere interventi di partecipazione né di finanziamento alle imprese; in altri termini, non ha funzioni sostitutive del sistema creditizio. E io credo che questo limite debba essere confermato anche nella nuova Finpiemonte.
Quindi, Finpiemonte è stata voluta come una finanziaria di sviluppo non solo perché facilitatrice dello sviluppo e attuatrice del Piano Regionale di Sviluppo, ma anche e soprattutto perché si voleva che le risorse fossero concentrate dove ci fosse carenza di intervento da parte dei privati e merito pubblico di investimento. Questo sempre con la prospettiva di sviluppo economico del nostro territorio.
Solo l'adesione stretta e l'osservanza di queste indicazioni consentiranno di ottenere una finanziaria a capitale misto pubblico-privato snella, focalizzata, orientata allo sviluppo, poco burocratica.
Le radici della società, ossia i valori fondanti sono piuttosto robusti e richiamandoli è concreta la speranza che la finanziaria regionale torni a svolgere il ruolo che le fu assegnato all'atto della sua costituzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro.
Prima di passare al dibattito sulle Comunicazioni, ricordo che, a seguito di una verifica, sono state presentate delle interpellanze su Finpiemonte, ma non di carattere generale, che di conseguenza seguiranno i tempi del sindacato ispettivo.
stato presentato l'ordine del giorno n. 568, da parte dei colleghi della maggioranza, che incardinerei nella discussione, se l'Aula acconsente.
Se c'è condivisione, ritengo di farlo distribuire e rientra nella discussione generale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Ippolito Nievo" di Torino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Cavallera sull'ordine dei lavori, saluto i docenti e gli studenti della scuola media "Ippolito Nievo" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Enti strumentali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Cavallera di esaminare l'interpellanza urgente n. 1157


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Lei ha richiamato interpellanze collegate alla situazione di Finpiemonte. Io ne ho presentata una con altri colleghi riguardante le erogazioni degli aiuti alle imprese tramite Mediocredito. Quindi, si ribaltava in termini di previsione sulla nuova società in house.
Ho già detto al Vicepresidente Peveraro che, secondo me, è urgente proprio per le scadenze che ci sono già state e per quelle che ci stanno davanti.
Colgo l'occasione per richiedere una risposta urgente all'interpellanza n. 1157. Lei ha rinviato il sindacato ispettivo all'ordinario andamento dei lavori, purché sia un'ordinarietà adeguatamente modulata e graduata in rapporto all'urgenza e all'importanza dei temi. Grazie.



PRESIDENTE

Io ho detto - e mi auguro di essere stato chiaro - che le interpellanze su Finpiemonte non sono di carattere generale, ma su argomenti specifici quindi non sono state ritenute assorbibili nel dibattito odierno, ma da trattare durante lo svolgimento del sindacato ispettivo, com'è il caso dell'interpellanza che lei ha appena segnalato.


Argomento: Enti strumentali

Comunicazione della Giunta regionale sulla situazione di Finpiemonte e presentazione ed esame ordine del giorno n. 568, inerente a "Riforma della legge istitutiva di Finpiemonte S.p.A." collegato al dibattito (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Credo che se uno prendesse il vocabolario - io uso lo Zingarelli, ma non sono contrario all'utilizzo di altri testi anche più autorevoli - e leggesse sotto l'aggettivo "schizofrenico", credo che troverebbe "ragionamento assolutamente logico che parte da delle premesse sbagliate".
Non mi pare che ci sia nessuno dei colleghi qui presenti che eserciti pur nell'ambito della pratica medica, la professione dello psichiatra.
Eventualmente ci sono, a partire dal sottoscritto, persone che dovrebbero utilizzare i servizi della psichiatria, però - provare per credere - questa è la definizione di schizofrenico.
Parlerò adesso per il tempo disponibile, che non so neanche quanto sia.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori il tempo è...



BURZI Angelo

Non sto intervenendo sull'ordine dei lavori, ma sulla comunicazione della Giunta.
Per adesso intervengo sul merito delle comunicazioni, poi se l'economia dei lavori lo renderà necessario e la tolleranza dell'Aula lo consentirà eventualmente interverrò anche sull'ordine dei lavori.
Se non fossero passati diciotto mesi dall'inizio di questa legislatura alcune considerazioni che adesso faccio evidentemente potrebbero sembrare inutili. Non essendo passati invano, ahimè - e lo dico per i piemontesi fortunatamente per noi lo dico come espressione di una parte politica bisogna tenerne conto.
Voi siete intervenuti e ringrazio per l'unico aspetto positivo delle comunicazioni - che è la tempestività - che faceva peraltro parte di una delle poche parti degli accordi fin qui rispettati - accordo è un termine nobile - con la maggioranza al momento dell'assestamento. Fu concordato un ordine del giorno, che prevedeva un dibattito su Finpiemonte.
Non vorrei che ci fossero dei dubbi. Noi, come opposizione, finora abbiamo fatto ostruzionismo, perché bisogna usare i termini corretti quando questi corretti, una volta sola, quando c'è stata una forzatura, credo suggerita dal capo della maggioranza: la Presidente Bresso.
Sull'ordine dei lavori di quest'Aula, pur forzando sul Piano Socio Sanitario regionale, forzatura avvenuta all'inizio del mese di dicembre dello scorso anno, che a noi sembrava improvvida, ad oggi, 23 gennaio 2007 cioè circa due mesi dopo, quel documento non è ancora stato presentato in Commissione competente.
Lascio a qualunque persona - politico, funzionario, pubblico, persino i ragazzi qui presenti, che è bene che da subito si abituino a vedere in che razza di Regione, se non cambiano le cose, stanno vivendo - se questa forzatura...
(Commenti in aula)



BURZI Angelo

un'opinione, le cose possono anche peggiorare; andando avanti così per loro peggioreranno.
Allora, nell'ambito degli interventi, se uno leggesse soltanto la parte letterale, su alcuni passaggi potrebbe convenire. Non entro nel merito perché ci siamo già entrati in I Commissione. Entro su un fatto: la legge del 1976 - è stato ricordato sia nell'intervento della Presidente Bresso che del Vicepresidente - è ricca, nelle applicazioni attuali, di obsolescenze (molti sono i riferimenti a tali obsolescenze negli interventi della Presidente Bresso e del Vicepresidente Peveraro) e di inefficienze.
Alcune cose sono state dette; addirittura il Vicepresidente, ma evidentemente Robotti e alcuni colleghi compagni dei primi banchi erano distratti quando, dopo essersi tolto gli occhiali e mentre parlava di project financing, a volerne sottolineare l'importanza, si è assunto l'onere di affermare che è "scarso, troppo scarso".
Fate qualche seminario all'interno della sinistra sul project financing. Vengo volentieri, essendo l'unico presentatore di una legge mai discussa in quest'Aula sul project financing, quindi sul rapporto tra finanza pubblica e privata. Sono curioso di sentire il Ministro Bianchi, i Consiglieri Robotti, Moriconi e qualcun altro, non il Presidente Ronzani che la scorsa legislatura è stato uno dei più autorevoli censori, spesse volte in maniera molto motivata, dell'attività di Finpiemonte, da cui nessuno può chiamarsi totalmente fuori.
Se attualmente Finpiemonte è inadeguata - tranne in alcuni momenti di spirito che oggi credo sarebbero inutili, in cui si è tentato di dire che la colpa era di Mediaset e di Berlusconi, ma francamente queste cose servono in campagna elettorale, a meno che non vogliamo partire da lontano per il 2010 - chiaramente la responsabilità è dell'unico socio che Finpiemonte ha e degli unici rappresentanti di questo socio: il socio si chiama Regione, i rappresentanti sono i Consiglieri regionali.
Non casualmente nel suo intervento, il Vicepresidente, a un certo punto credo l'abbia desunto dal dibattito che nel 1976 portò alla formulazione della legge - ha richiamato quello che i Consiglieri di allora ritennero essere la mission della finanziaria regionale (non la chiamavano mission usavano un italiano meno aderente alla terminologia attuale).
Non vorrei che ci fossero delle confusioni. Noi riteniamo che ci sia un unico percorso possibile, che è la presentazione di un disegno di legge di Giunta - meglio tardi che mai - che arrivi in I Commissione e che da lì consenta all'azionista (la Regione, rappresentata da quest'Aula tutta Giunta e Consiglieri) di discutere e di definire se la mission della finanziaria regionale sia nel 2007 adeguata o meno a ciò che i nostri autorevoli colleghi dissero nel 1976. Appare a tutti evidente o no? molto facile, cara Presidente Bresso e gentile Vicepresidente Peveraro, decidere che un prodotto è obsoleto; estremamente difficile è trovare un consenso - perché per fare le leggi ci vuole consenso - su quale mission la finanziaria regionale debba avere e, definita questa e soltanto definita questa, individuare quale modello di governance e quale modello di struttura.
facile, ne convengo, dire che il C.d.A. è pletorico e l'esecutivo pure, ma c'è da dire che questo essere pletorico, questa ridondanza ha dei padri e delle madri che siamo noi o coloro che ci hanno preceduto, e sia ben chiaro che non intendo delegare, per quanto ci riguarda, a nessun rappresentante le funzioni della politica che quest'Aula ci ha portato.
Quindi c'è un percorso possibile e, nell'ambito del percorso possibile non è da escludere che sul merito troviamo anche delle convergenze; temo che troveremo anche delle differenze, Vicepresidente Peveraro, se le dicessi che a me, Angelo Burzi, neanche Capogruppo di Forza Italia piacerebbe molto che la finanziaria regionale utilizzasse denaro pubblico poco, solo per internalizzare le esternalità pubbliche non facilmente internalizzabili.
Utilizzo un linguaggio che tre o quattro liberali a Torino in questo momento possono capire. Dopo averlo tradotto - ma ci vuole poco e non è una questione di ignoranza - Robotti dice: "Ho capito bene quello che tu stai dicendo. Io sono assolutamente dall'altra parte. Io credo che questo discorso vada da esser fatto".
Non c'interessano più generici annunci di inefficienze tali o presunte tali da chiunque fatti e - ripeto - non sono affatto contrario a dire che dieci anni di nostro governo non hanno totalmente reso efficiente lo strumento, anzi, ero e sono convinto che sia migliorabile.
Il tempo del miglioramento è adesso. Noi abbiamo consentito facilmente su sua richiesta, perché ci sembrava un'attenzione doverosa al governo. Noi siamo una forza di opposizione momentanea, siamo molto attenti ai ruoli del governo, delle opposizioni e della maggioranza, perché riteniamo presto di dover/poter tornare a essere forza di governo. Pertanto, non intendiamo essere surrogati da nessuno nell'esercizio di quelle che sono le funzioni del Consiglio regionale, massime dell'opposizione, e lo dice una parte politica che oggi ritiene di essere espressione, non in senso democratico ma in senso effettivo, della maggioranza della regione in cui vive.
Quindi ritengo che il percorso debba essere un'urgente presentazione di legge, la discussione della stessa nelle sedi competenti, la votazione del provvedimento in Aula e la traduzione dello stesso in tutte le sedi in cui operano coloro che la Regione ha nominato e che i soci di oggi - che non necessariamente saranno i soci di domani, non necessariamente, sulle dotazioni finanziarie di oggi, che non necessariamente sono quelle di domani, con la governance di oggi, che non necessariamente è la governance di domani - dovranno realizzare.
Il socio della finanziaria principale in questo momento è la Regione gli azionisti sono i Consiglieri regionali: tenderei a suggerire di non modificare questo iter.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Voglio innanzitutto precisare un punto. Il dibattito che stiamo svolgendo oggi sulle comunicazioni che sono state rese dalla Presidente Bresso e dal Vicepresidente Peveraro non lo consideriamo come la chiusura della riflessione attorno al tema della trasformazione di Finpiemonte.
evidente, da parte nostra, che la chiusura della discussione sulla trasformazione di Finpiemonte dovrà e potrà avvenire solamente con la presentazione e con la discussione in Aula del disegno di legge di riforma della finanziaria regionale.
A tal riguardo, noi consideriamo importante che la Giunta regionale attivi, nel più breve tempo, possibile la presentazione del disegno di legge nel documento che i Gruppi consiliari di maggioranza hanno depositato e che chiediamo venga messo in votazione al termine di questa comunicazione. Noi fissiamo il termine della fine del mese di febbraio, ma certamente sarebbe cosa ancor più gradita se ciò potesse essere ulteriormente anticipato nei tempi come termine entro il quale la Giunta regionale debba depositare il disegno di legge al Consiglio regionale.
Consideriamo, però, il dibattito odierno come un momento importante come una tappa intermedia, perché, com'era stato individuato nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale, un dibattito preliminare in Consiglio regionale aveva e ha lo scopo di definire su quali strategie di sviluppo deve muoversi il disegno di legge che la Giunta regionale deve presentare al Consiglio regionale. Questo è il contributo che noi vogliamo rendere con questi nostri interventi, a partire dalle comunicazioni che sono state rese dalla Presidente e dal Vicepresidente.
Consideriamo un limite il fatto che questo dibattito nasca o sia stato provocato più da una condizione di necessità, quali le modifiche legislative, che ha reso impraticabile e impossibile la convivenza all'interno dell'unica finanziaria regionale di attività rese come prestazioni nei confronti dell'Amministrazione regionale, in materia dell'attuazione e della gestione di leggi, con le altre attività che sono state ricordate.
L'importanza che, dal nostro punto di vista riveste la finanziaria regionale, forse, avrebbe reso più utile e importante che questa riflessione fosse partita indipendentemente dagli obblighi di legge e indipendentemente dalle risposte parziali che, prima, con la legge finanziaria del 2006 e, poi, con la legge di assestamento del bilancio il Consiglio regionale ha voluto rendere individuando la proposta della costituzione della società in house per la gestione delle leggi regionali e per il sistema di controgaranzia fidi.
In ogni caso, riconosciamo come importante e positivo il fatto che già nel corso del 2006 ci siano stati momenti interessanti di approfondimento in sede di I Commissione, con il Presidente della finanziaria regionale e con i rappresentanti della Giunta regionale. Nel corso di questi incontri credo che, di fatto, sia stata avviata la riflessione rispetto all'individuazione non solo dell'obiettivo della divisione delle competenze e delle funzioni, ma anche la discussione sulle missioni fondamentali che ciascuna delle due società deve poter rendere.
La Presidente Bresso ha detto che la proposta nasce anche dalla necessità di suddividere competenze che nel corso del tempo si sono rese incompatibili - usiamo questo termine - o non correttamente compatibili all'interno dell'unico soggetto. Macroscopica è la vicenda dell'Agenzia pagatrice dei fondi dell'agricoltura, così anche tutte le altre questioni legate alla gestione delle leggi regionali.
Direi che la discussione nasce anche da un'altra necessità, quella che ricordava anche il Consigliere Burzi nel suo intervento. Sono passati molti anni dalla legge istitutiva di Finpiemonte e molte cose sono cambiate.
importante arrivare ad una ridefinizione dei ruoli, delle strategie e degli obiettivi della finanziaria regionale, in quanto, necessariamente, nel corso degli anni, si sono discostati dalla stessa legge istitutiva e dal dibattito svoltosi in sede di Consiglio regionale al momento dell'approvazione della legge istitutiva di Finpiemonte.
A titolo di esempio, molto semplice, ma molto concreto, ricordo che nei dibattiti consiliari relativi al disegno di legge istitutivo della finanziaria regionale si era discusso molto sulla possibilità che la finanziaria regionale entrasse o no nel capitale di rischio di attività economiche. È stata scelta una strada diversa; nella realtà, oggi, la finanziaria regionale è nel capitale di rischio di attività non produttive ma certamente nel settore dei servizi. Ricordo le partecipazioni di Finpiemonte in Baricalla, che si occupa di rifiuti speciali; in IDREG Piemonte, che si occupa di autoproduzione di energia elettrica; in CIM, che si occupa del sistema della logistica nell'area del Novarese.
Di fronte a queste questioni, ritengo importante - lo ripeto un'operazione non solo, in ossequio a un disposto di legge, di divisione delle competenze, ma anche una corretta assegnazione delle funzioni e dei compiti.
Sotto quest'aspetto, condividiamo le considerazioni espresse sia dalla Presidente sia dal Vicepresidente Peveraro, però, vorremmo aggiungere alcune questioni. Restituire alla finanziaria regionale, che dovrà avere ancora la compresenza di capitale misto, pubblico e privato, un ruolo forte verso anche nuovi assi strategici, in coerenza con la programmazione e gli obiettivi di sviluppo della Regione, richiede anche una riflessione sulla capitalizzazione di questa società. Ho la sensazione che non sia così automatico - cerco di esemplificarlo in questo modo - liberarsi da un portafoglio di partecipazioni, in gran parte non in grado...



PRESIDENTE

Scusate colleghi, l'impianto audio, come potete constatare, è stato incrementato, ma non è ancora sufficiente. Per cortesia!



RESCHIGNA Aldo

Non è così agevole, anche se il Consiglio d'Amministrazione di Finpiemonte sta già operando in questa direzione, liberarsi o riconvertirsi da un portafoglio di partecipazioni che, in gran parte, non è in grado di produrre redditività, utili e dividendi, quindi garantire la sopravvivenza o per lo meno l'equilibrio economico e gestionale, della finanziaria regionale mista, pubblico e privato.
Ricordo che, al di là delle difficoltà rilevate negli ultimi anni, che hanno anche inciso sul bilancio della Finpiemonte, mediamente, nel corso degli ultimi dieci anni, il risultato economico della finanziaria regionale era garantito più dalle prestazioni rese per conto della Regione Piemonte piuttosto che per le attività di intervento nelle società partecipate controllate e collegate a Finpiemonte.
Nel momento in cui vogliamo dare vita a quest'operazione di scissione dobbiamo essere consapevoli che, oggi come oggi, questo non è possibile senza anche un'operazione di restituzione di capitale e senza dare la possibilità alla finanziaria mista, pubblico e privato, di poter affrontare interventi, in rapporto con i privati, su nuovi assi strategici. Nel documento noi abbiamo individuiamo il tema delle energie rinnovabili e il tema della logistica, ma questo richiede uno sforzo economico da parte sia dell'Amministrazione regionale, sia dei soggetti privati che attualmente sono all'interno di Finpiemonte, affinché questa società non nasca debole e incapace di poter costruire il ruolo che oggi è individuato e assegnato anche attraverso queste riflessioni.
Sotto questo profilo, sarebbe molto importante che i soci privati, che dovranno essere liquidati attraverso un'operazione di acquisto delle azioni da parte della Regione Piemonte, nella società in house potessero portare in dote questi loro ricavi all'interno di un'operazione di ricapitalizzazione, quindi rendendo disponibile nuova liquidità nella società mista, pubblico e privato.
In merito alla seconda considerazione, questo schema, che individua i ruoli e le missioni separate tra la società in house e la società mista pubblico e privato, sta in piedi e può avere un senso se entrambe le società, non solo sotto il profilo della loro capitalizzazione, ma rispetto alla loro capacità di raggiungere obiettivi, che l'Amministrazione e la pianificazione strategica della Regione sono in grado di poter indicare nascono con uguale dignità. Non è pensabile che una società possa svolgere un ruolo, se una dipende dall'altra, non sotto il profilo del controllo azionario, ma sotto il profilo delle decisioni strategiche. Ruoli diversi dignità diverse, capacità per entrambe di poter operare.
In conclusione, sono questi i temi che auspichiamo possano essere oggetto di ulteriore approfondimento nel corso del dibattito, che si svolgerà in sede di Commissione e in Aula, sul disegno di legge che ripetiamo - è per noi una priorità importante e indispensabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.
Con il Consigliere Rossi sono sei gli iscritti per intervenire; è stato presentato un ordine del giorno, il n. 568.
Per organizzare i nostri lavori ci sono due possibilità: terminiamo questo punto, senza interruzioni, relativo a Finpiemonte, oppure riprendiamo il Consiglio per trattare gli altri argomenti all'o.d.g., in particolare il punto 4) bis.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Ricordo che c'è una Commissione convocata per le ore 14.



PRESIDENTE

Stiamo valutando se mantenerla o convocarla. Voi sapete che le Commissioni nella giornata di Consiglio non sono mai convocate, se non in casi straordinari. Se ci sarà questa straordinarietà bene, altrimenti la Commissione sarà sconvocata.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Secondo noi, sarebbe meglio finire quest'argomento e riprendere oggi con gli altri punti all'o.d.g., altrimenti rischiamo, di nuovo, di trattare argomenti, comunque importanti dal punto di vista politico, in orari non adeguati. Visto che si era già dibattuto di quest'argomento e si era deciso che alcuni punti importanti dovessero essere discussi in un orario adeguato (non alle 19), inviterei il Presidente a rispettare quanto deliberato nella Conferenza dei Capigruppo. Cerchiamo di fare in modo che i nostri lavori possano seguire quello che si era deciso nella Conferenza dei Capigruppo.
meglio chiudere quest'argomento, riprendere nel pomeriggio con i punti previsti e trattare quegli ordini del giorno che richiedevano un margine di tempo adeguato per la discussione.
Entro nel merito di una questione molto importante per il Piemonte visto il peso che ha per l'economia piemontese Finpiemonte. Ricordo che Finpiemonte è un contenitore all'interno del quale vi è una serie di aziende, o comunque, società partecipate e/o controllate dalla stessa Finpiemonte, che hanno un'importanza fondamentale per il nostro territorio.
Quello che non mi spiego è perché la Giunta abbia aspettato fino ad oggi per affrontare questo dibattito, chiesto a gran voce dalla minoranza per poi decidere il disegno di legge da portare in Commissione e poi in Aula.
Abbiamo sentito l'intervento del Consigliere Burzi, collega e Capogruppo di Forza Italia, Gruppo di minoranza, che chiede un disegno di legge della Giunta. Abbiamo sentito l'intervento del Consigliere Reschigna responsabile di Commissione e rappresentante della maggioranza, favorevole ad un dibattito propedeutico, dopodiché la Giunta farà un disegno di legge che andrà in Commissione e poi in Aula.
Tuttavia i tempi sono da rispettare, è ormai più di un anno che si parla della questione, delle divisioni di competenze all'interno di Finpiemonte. Finpiemonte sarebbe trasformata in due realtà divise: Finpiemonte 1, controllata solo dal pubblico, che avrà partecipazione sia della Regione sia delle Province (e si occuperà dello sviluppo locale e così via); Finpiemonte 2, che dovrebbe essere un colosso entro il quale ricomprendere una serie di società partecipate o controllate, tra cui una società estremamente importante, che è Eurofidi, di cui parlerò dopo.
Argomenti di questo tipo non si possono discutere sulle pagine dei giornali, è oltre un anno che leggiamo sui giornali quello che succederà di Finpiemonte. In un articolo pubblicato su la Repubblica del novembre scorso, si tratta di tutto quello che succederà a Finpiemonte, alle società partecipate e controllate, alle società operative, entro il primo trimestre 2007.
Addirittura, Finpiemonte 2, che sarà, di fatto, una vera e propria holding, si dividerà ancora per rami di aziende in altre holding. Ma il Gruppo della Lega ha una grossa preoccupazione, Presidente Bresso. Lei continua a vendere ai giornali che vuole ridurre i Consigli di Amministrazione, i membri dei Consigli di Amministrazione, gli stipendi dei rappresentanti dei Consigli di Amministrazione e, dall'altra parte, fa la moltiplicazione delle holding e delle società. Di fatto, se noi dividessimo Finpiemonte in due avremmo due Consigli di amministrazione con tanto di Presidenti, personale, sedi ed uffici. Se poi Finpiemonte 2 si dividerà ancora in altri rami di aziende, avremmo sempre più Consigli di Amministrazione, sempre più nomine, sempre più poltrone e, sicuramente dirigenti, vertici di società che gestiscono decine di milioni di euro e che sicuramente non saranno stipendiati con noccioline, ma con congrui emolumenti.
L'Assessore Peveraro scrolla la testa, ma se è già in grado di dirci quanto saranno gli emolumenti destinati a chi dirigerà, ad esempio, la holding Finpiemonte 2, ci piacerebbe saperlo. Sono convinto che non saranno emolumenti bassi, ma signori emolumenti. Se così non è, ne saremo felici.
Ad esempio, ci preoccupa sapere che fine farà Eurofidi, che oggi ha un volume d'affari che lo pone come il più importante consorzio di garanzia al credito d'Italia e uno dei più grossi d'Europa. Capisce, Assessore, capisce Presidente: nel momento in cui creeremo la holding Finpiemonte 2 e in questa holding faremo entrare le banche, attenzione, Eurofidi verrà gestito da un Consiglio di amministrazione, al cui interno saranno i rappresentanti nominati dalle banche membri della holding. È ovvio, altrimenti perché mai dovrebbero mettere capitali e non uomini? Ha senso che un consorzio, di fatto, oggi in mano al pubblico dell'importanza e del volume che ha Finpiemonte, venga gestito proprio dai suoi diretti concorrenti (banche, privati e/o misto pubblico e privato) che diventeranno membri del Consiglio di Amministrazione che andrà a controllare Eurofidi mentre si sta trasformando da consorzio a vero e proprio istituto di credito? Tant'è che oggi sta cambiando nome anche Eurofidi.
Assessore, il ragionamento è questo: Eurofidi si sta già autonomamente trasformando da consorzio di garanzia fidi a vero e proprio istituto di credito. Di fatto, oggi, è controllato - è vero, qualche rappresentante del mondo bancario c'è - in massima parte dalla Regione. Domani, se va avanti il progetto, la Regione avrà il 100% della parte di Finpiemonte 1, quindi la parte che si occuperà, diciamo, del territorio. Nella parte di Finpiemonte 2, che andrà a controllare Eurofidi, trasformato in istituto di credito, di fatto, la Regione avrà una percentuale nettamente inferiore perché ci sarà un forte apporto degli istituti di credito, che controlleranno un istituto di credito che era a maggioranza pubblico e che di fatto, fa concorrenza agli stessi istituti di credito. Coloro che sono interessati a fare credito alle aziende, controllano l'istituto precedentemente, quasi pubblico, che fa credito.
Sicuramente è un argomento da discutere e valutare. Non si pu risolvere in poco tempo, ma finalmente il dibattito è arrivato in Aula. Il provvedimento fatelo al più presto, anche noi siamo assolutamente d'accordo che ci debba essere un disegno di legge della Giunta. Un disegno di legge che verrà in Commissione, di cui parleremo e che valuteremo, che verrà in Aula e che, probabilmente, sarà approvato. Tuttavia, come diceva il Consigliere Burzi, non accusateci di ostruzionismo quando di ostruzionismo su quest'argomento, non se n'è fatto per nulla. Dateci però il tempo di valutare un disegno di legge importante per il futuro del Piemonte e per le imprese del Piemonte.
Questioni come quella di Eurofidi, o come quella di tutte le altre società partecipate di Finpiemonte, che finiranno in Finpiemonte 1 o Finpiemonte 2, sono fondamentali per l'economia piemontese e per il territorio, quindi vanno valutate seriamente. La decisione che emergerà in Consiglio dovrà essere il più possibile vicina non agli interessi degli altri istituti di credito - di cui non me ne importa nulla - ma all'interesse dell'impresa piemontese, del cittadino piemontese, del settore pubblico piemontese. Questo è il messaggio che noi, come Lega Nord mandiamo. Lasciamo un qualcosa che non vada nell'interesse delle banche, ma nell'interesse dei cittadini. Quando è il caso, difendiamo anche quella parte di pubblico che è necessario per garantire l'imparzialità nel movimento di fondi e di importantissime correnti di denaro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi, anche per le indicazioni sullo svolgimento dei lavori. Ricordo ai colleghi che, a norma di Regolamento, il tempo a disposizione è di dieci minuti.
Invito i colleghi, per interrompere ad una certa ora i lavori del Consiglio, a contenere il tempo degli interventi, in modo che prima della ripresa, che sarà in tempi rapidi, dei lavori del Consiglio, si possa svolgere la III Commissione, che deve affrontare un provvedimento importante.
Informo anche che, come previsto dal Regolamento, senza la comunicazione del Presidente del Consiglio, le Commissioni non saranno più considerate convocate, altrimenti diventa oggettivamente complicato organizzare i nostri lavori.
La parola al Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Non farò un intervento molto lungo proprio per seguire le indicazioni che lei ha dato e non protrarre i lavori su un argomento che è in ogni modo importante.
Oggi, ho sentito tante considerazioni, alcune condivisibili, negli interventi fatti sia sui banchi della maggioranza, sia sui banchi dell'opposizione, sia sui banchi della Giunta, però è indubitabile che il percorso maestro è quello che è stato indicato, così come oggi non ci sono tentativi di portare ordini del giorno che tentino di superare questo percorso logico.
Sul percorso, lo dico pubblicamente, credo che noi siamo prontissimi ad affrontare un ragionamento sulla base di un disegno di legge che parli di strategie nuove, di project financing, di azioni che devono essere portate avanti.
Vorremmo solo capire come funzionano i meccanismi, quale sarà la governance, come si va a strutturare, quali saranno le decisioni, se queste decisioni passeranno periodicamente al vaglio del Consiglio regionale o meno, delle Commissioni regionali o meno, perché è logico che nel momento in cui noi, come è stato detto, liberiamo una forza che potrà librarsi nel cielo, dobbiamo essere in grado di controllare le azioni che questa stessa forza genera.
Ricordo anche che aspettiamo da tempo questo provvedimento. Qui lo sollecito perché il collega Boeti l'aveva sollecitato. So che molti colleghi della maggioranza la pensano come me, per esempio, sulla cosiddetta società delle infrastrutture. Se questo disegno di legge annunciato da tempo, non arriva, la cosa ci preoccupa. Noi non abbiamo paura di affrontare il tema, anzi, credo che assieme potremo anche svilupparlo in maniera adeguata.
Forse serve un po' più di coraggio e di iniziativa a non seguire pedissequamente tutte le voci stonate che, a volte, si levano da una parte o da un'altra e affrontare seriamente iniziative volte allo sviluppo.
Occorrono effettivamente iniziative volte a modernizzare le azioni e gli strumenti di Finpiemponte, come è stato giustamente ricordato dal collega Rossi, ma non inficiando quanto di buono già fa Eurofidi. Bisogna fare attenzione a levare le mele marce, ma anche a tenere e rafforzare le mele sane. Dobbiamo fare in modo che questo possa andare avanti. Noi c'impegniamo ad affrontarlo anche qualora questo sia il percorso seguito con correttezza, senza tentativi ostruzionistici. Però vogliamo partecipare alla discussione e alle forme di sviluppo di quest'iniziativa. Se non piacerà a qualcuno in Consiglio, come abbiamo già fatto anche su altre iniziative, non dobbiamo avere la paura di votare trentuno o trentaquattro.
Noi, su iniziative che ci vedono coinvolti, potremmo anche riuscire a trovare delle forme che magari, da un lato, possono non piacere ad alcuni ma che interessano ad altri.
Vorrei fosse chiaro che non accettiamo invece, in quel caso, di essere costretti a imboccare percorsi diversi da quelli enunciati: disegno di legge, Commissione, Aula e rapporto e forme di controllo di quello che avverrà da parte della Giunta, che sarà l'organo di controllo, ma anche da parte del Consiglio. Se creiamo una società pubblico-privata, che opera nel privato, e noi rimaniamo comunque gli azionisti principali della holding va da sé che il Consiglio regionale deve avere sotto il proprio controllo i piani di sviluppo di queste società. Questo logicamente per la formazione.
Ci saranno tanti altri argomenti, e colgo l'occasione per sollecitare ancora una volta il disegno di legge sulla piattaforma della società delle infrastrutture. Da un lato, abbiamo un'ARES che sarà che quella sarà, ma non mi sembra che ci sia molto entusiasmo ad andare avanti; dall'altra ufficialmente, l'Agenzia Torino 2006. Con l'anno in corso il Governo ha sancito che tre membri dovranno fare l'auting, però non vi sono prospettive per tutto il resto del personale. Giustamente è stato detto: abbiamo delle pianificazioni da fare, ospedali, azioni che sappiamo che devono andare avanti. Chi, meglio di un'unica società, magari in accordo, a questo punto con Finpiemonte o con altre soggetti, può favorire e promuovere Project? Chi può, se non due strutture che possono dialogare a livelli di questa portata? Concludo dicendo che questo è il percorso da seguire. Ci vuole un po' di coraggio da parte di tutti, senza fossilizzarsi sulle singole situazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Casoni, per il tempo che ha impiegato.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Ho sottoscritto l'ordine del giorno che è stato presentato. Ne condivido l'impostazione di carattere generale, che sottintende alle ragioni di fondo che hanno portato a questa decisione. Interverrò non tanto per dare indicazioni di carattere generale, quanto per porre alcuni interrogativi che credo possono essere utili allo sviluppo del dibattito che, come è già stato richiamato, non si esaurisce oggi, ma è propedeutico a quello che si dovrà soprattutto tenere e affrontare al momento della discussione del disegno di legge che formalizzerà il progetto di scissione con revisione della legge 8/76.
Gli interrogativi che pongo, che sono magari slegati fra loro, derivano anche - non ho difficoltà ad ammetterlo - ad un mio mancato e doveroso approfondimento del tema, di cui mi scuso, certamente impegnandomi a recuperare elementi di maggior dettaglio in previsione del prossimo dibattito.
Il primo interrogativo riguarda la questione che l'intervento di Reschigna ha posto con forza, cioè se le due società devono essere nettamente separate tra loro o se non c'è, in qualche modo, una correlazione tra le due società che ne derivano.
Mi domando questo perché non vorrei che corressimo il rischio di creare una sorta di contrapposizione dualistica tra la società scissa e la nuova società che viene a nascere, creando in qualche modo una certa conflittualità rispetto a campi d'intervento, che oggi erano ricondotti in un'unica plancia di comando e che devono essere governati in un'unica direzione.
Questo rischio lo vedo. È una riflessione che lascio. Bisognerebbe capire se ci debba essere questa netta separazione tra le due società o se in un qualche modo, non debba essere mantenuta una visione di una linea d'indirizzo generale, che possa trovare dei rapporti all'interno delle due società.
Certamente noi non vorremmo che la suddivisione dei campi di intervento corrispondesse in qualche modo - lasciatemi fare il malizioso - anche ad un'operazione che riconducesse il tutto a due sfere di influenza politica diverse, i due campi di intervento separati.
L'altra questione importante, ripresa anche dall'ordine del giorno e dalla mozione, è con quali criteri si stabilisce quanto resta della società in house e quanto va conferito alla nuova società.
Credo non sia così automatico. Credo ci siano delle situazioni di sistema e di struttura che vanno governate dal pubblico, ma in qualche modo sono a cavallo con la necessità di una presenza dei privati. Faccio un esempio, magari non del tutto appropriato: la gestione di un aeroporto corrisponde a questa visione. Non so neanche se la Regione è dentro l'aeroporto attraverso una partecipazione diretta o attraverso Finpiemonte ma si tratta di un esempio.
Un'altra questione cui porre attenzione è evitare che nella nuova società, quella di partecipazione, l'acquisizione di maggiori presenze da parte del privato si trasformi, in alcune situazioni e in alcune realtà, in una svendita della presenza pubblica, rispetto al valore della società. Vi è quindi la necessità di considerare, da un lato, l'avviamento che c'è stato e, dall'altro, il rischio opposto, cioè che la società di partecipazione non diventi una sorta - per fare un riferimento anche un po' forzato - di GEPI, facendo riferimento ad esperienze nazionali, quindi una sorta di cimitero di situazioni difficili cui far affluire realtà decotte da salvare anche con risorse pubbliche.
una questione cui chiedo attenzione nel dispiegare l'azione di indirizzo di controllo da parte della Regione.
Gli interrogati e i rischi che ho richiamato impongono alla Regione la responsabilità di individuare chiare linee di sviluppo e di indirizzo, cui le società dovranno riferirsi per diventare veri agenti di politiche di sviluppo sul territorio.
D'altra parte c'è la necessità, acquisite le partecipazioni, di mantenere il ruolo di indirizzo e, soprattutto, di verificare se la corrispondenza dell'azione societaria è ancora riferibile all'emissione che ha giustificato la partecipazione.
Credo che si sia entrati in molte società con le migliori intenzioni ma il dispiegarsi delle azioni di queste società non è più stata aderente e coerente con la missione iniziale. Se dovessi porre una domanda un po' maliziosa, chiederei se la presenza in Torino Wireless abbia raggiunto gli obiettivi; se Torino Wireless è una sfida vinta o no. Magari sono domande retoriche, ma dalle risposte si possono capire meglio le linee di azione su cui muoversi in futuro.
L'ulteriore attenzione posta sarà quella di verificare se complessivamente, il nuovo assetto produrrà minori o maggiori costi di gestione. Un riferimento alla presenza dei partner bancali nell'assetto della nuova società è un riferimento opportuno. Qualcuno mi ha già preceduto in questa direzione, ma la gestione attiene anche a flussi di denaro molto consistenti, con giacenze molto elevate. Vorrei che ad esse corrispondessero rendite altrettanto elevate e che non siano fonte di rendita soltanto per i partner bancali che vi partecipano.
Ritengo significativo il fatto che sia stata scorporata l'Agenzia dei pagamenti, per quanto riguarda gli interventi dell'agricoltura.
La domanda che mi pongo è se davvero i costi di gestione, come gestore di servizi, da parte della Finpiemonte, siano più o meno elevati rispetto ad una gestione diretta.
Il Consigliere Rossi ha già richiamato la questione di Eurofidi.
necessaria una riflessione, assolutamente da non sottovalutare, anche in relazione al ruolo importante che Finpiemonte può svolgere, proprio per le funzioni di carattere finanziario, in una realtà torinese che negli ultimi tempi ha perso un po' di peso all'interno di questo settore.
Credo non sia da sottovalutare l'aspetto relativo alla possibilità prevista nel progetto di scissione: vi è la possibilità che la nuova società si possa organizzare in subording, ma anche la possibilità, per la società in house, di assumere partecipazioni in ulteriori soggetti.
Il rischio è di riproporre una catena di presenza di nuove sub strutture, di nuovi Consigli di Amministrazione, aggirando in tal modo le norme della Finanziaria rispetto al contenimento della spesa per la composizione dei consigli di amministrazione. Mi si lasci dire, aprendo una parentesi, che è sicuramente assurda la situazione attuale di 21 membri del Consiglio di Amministrazione, ma mi sembra altrettanto forzata un'ipotesi di Consiglio di Amministrazione a tre, per quanto elevabile a cinque membri.
Da questo punto di vista è necessario un richiamo affinché la Regione esprima, in tempi rapidi, il suo orientamento rispetto alla definizione della composizione dei Consigli di Amministrazione.
In conclusione, ritengo importante quanto detto dal Vicepresidente Peveraro in chiusura della sua introduzione, cioè che la finanziaria regionale torni a svolgere il ruolo che le fu assegnato all'atto della sua costituzione. Mi auguro che sia così e che non si corra il rischio di riprodurre una situazione che in passato ha prodotto un passivo molto elevato, rispetto al quale rimane forse ancora qualche interrogativo su come sia stato possibile accumularlo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICHETTO FRATIN



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Condividiamo le considerazioni di impostazione espresse dalla Presidente Bresso e dal Vicepresidente Peveraro all'inizio di questo dibattito. Riteniamo che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza riassuma sufficientemente nel dettaglio, almeno in questa prima fase del dibattito, la nostra posizione. Ritengo che nel merito ci sarà modo, com'è avvenuto in Commissione, di approfondire i singoli temi su una questione così importante.
Tuttavia, alla luce delle considerazioni fatte dai colleghi di maggioranza e di minoranza, ritengo di dover fare tre brevi considerazioni nel merito.
Primo. Da tutti i colleghi è stata sollevata una questione metodologica riguardante le prerogative del Consiglio su un argomento così importante.
Ritengo, ma credo che sul punto la Giunta sia stata sufficientemente chiara, di dover rassicurare, anche da parte nostra, i colleghi dell'opposizione intervenuti sul punto, nel senso che intendiamo garantire le prerogative del Consiglio regionale sul piano generale e nello specifico, tant'è che nell'ordine del giorno vi è un'indicazione, nei confronti della Giunta, in merito a una tempistica per la presentazione del disegno di legge di riferimento: abbiamo scritto che entro il mese di febbraio la Giunta regionale deve presentare questo disegno di legge di riferimento e poi partire con la discussione in Commissione.
Riteniamo che il Consiglio regionale, su un tema così importante, debba assumersi tutte le sue peculiari prerogative, ma riteniamo anche che occorra, pur con tutti gli approfondimenti necessari, definire una tempistica e andare avanti su un tema così importante, perché bisogna dare alcuni segnali, così come sono richiesti dalla Giunta, dal Consiglio di Amministrazione e dalle realtà economiche rappresentative del nostro territorio, di procedere in una certa direzione.
La seconda considerazione è che facciamo riferimento - e l'abbiamo tradotto nella legge finanziaria e poi nell'assestamento di bilancio - a nuove norme di carattere nazionale. È stato fatto riferimento ai decreti Bersani, che in qualche misura ci vincolano, ma quest'elemento non sarebbe sufficiente per farci assumere le decisioni che dobbiamo assumere. Mi pare che ci sia un elemento centrale. Nelle discussioni in sede di Commissione sia i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione, sia la Giunta hanno fatto emergere, con chiarezza, le criticità che oggi Finpiemonte ha come finanziaria regionale; criticità che, come ricordava poc'anzi il Vicepresidente, sono di tre ordini: criticità sul piano organizzativo del personale e gestionale; criticità sul piano finanziario; criticità sul piano del rapporto fra soggetti pubblici e soggetti privati.
L'elemento di fondo cui siamo giunti, che peraltro condividiamo, si riferisce al fatto che queste criticità non possano risolversi se non attraverso una profonda trasformazione dello strumento: esiste, cioè, una relazione molto stretta fra opera di risanamento e risoluzione delle criticità e individuazione di nuovi strumenti per dare risposte adeguate alla comunità piemontese.
A noi pare che questo sia un elemento politico molto importante, da cui far derivare le decisioni e le scelte. Naturalmente, il Consiglio di Amministrazione, insieme con la Giunta, a nostro giudizio ha già operato in questa direzione: basta confrontare i dati politici generali e gli ultimi due o tre bilanci di Finpiemonte per rendersi conto di quest'opera di risanamento che è iniziata. Noi riteniamo, però, che non sia sufficiente, e per essere conclusa e rafforzata, quest'opera di risanamento dovrà naturalmente collegarsi ad una profonda trasformazione dello strumento: l'operazione di scissione, che verrà proposta e che vedremo nel merito del disegno di legge.
Anche dal nostro punto di vista, riteniamo che occorra prestare molta attenzione al rapporto fra le due società, perché prima di essere un rapporto di risorse destinate, è un rapporto, a nostro giudizio, di approfondimento delle funzioni, della mission delle due società (come si dice in termini moderni). È alla luce dell'individuazione chiara della mission delle due società che poi si farà riferimento, naturalmente rispetto alla funzione, alle risorse conferite all'una e all'altra.
Ovviamente, anche noi saremmo contrari, da questo punto di vista, alla creazione di due strumenti, uno di serie A e uno di serie B - chiamiamoli così - perché se dessimo l'impressione all'esterno di un'operazione di questo genere, naturalmente non andremmo nella direzione giusta, quella da noi auspicata.
Noi dobbiamo costruire, con funzioni diverse, due strumenti che, in misura uguale, siano in grado di giocare il campionato, diciamo così, nelle sfide che abbiamo di fronte, di serie A.
Questa è l'indicazione che sul piano metodologico e sul piano generale come Gruppo della Margherita, ci sentiamo di dare alla Giunta in questa fase di predisposizione del disegno di legge, che, naturalmente discuteremo in sede di Commissione, al quale vorremo dare un contributo significativo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
In questi giorni, insieme con alcuni colleghi, proprio in vista di questa discussione, ho riletto il verbale stenografico - è a mie mani - del dibattito svoltosi in quest'Aula trent'anni fa a proposito della discussione riguardante la legge istitutiva di Finpiemonte.
una lettura che consiglio ai colleghi, nella previsione che saremo chiamati a discutere anche del disegno di legge, perché è molto istruttiva.
istruttiva, perché ci serve a capire in qualche contesto, in passato il legislatore regionale ha pensato ad una finanziaria regionale, e con quali obiettivi.
Ma è istruttiva anche per una seconda ragione: dà la misura di come quel dibattito fosse segnato, pur nella diversità di opinioni, da una gran tensione unitaria. Erano sicuramente altri tempi - non intendo fare paragoni - ma certo mi permetto di sottolineare l'esigenza, quando affronteremo la discussione sulla riforma, di fare uno sforzo per tornare a quella tensione, perché, per l'appunto, parliamo di uno strumento decisivo per lo sviluppo della politica regionale.
Hanno ragione alcuni colleghi ad insistere sull'esigenza di presentare un provvedimento di riforma. Con l'assestamento e la finanziaria abbiamo già, di fatto, modificato una parte della legge istitutiva di Finpiemonte sulla base della necessità di tener conto di novità legislative che c'imponevano naturalmente di ripensare, sin da subito, alla società in house. Tuttavia, il lavoro che è stato fatto, che i colleghi hanno giustamente rimarcato, non esaurisce l'esigenza di mettere mano ad una riforma della legge istitutiva, cosa che noi sollecitiamo, affinché si apra, per davvero, una discussione complessiva sulla questione e sia possibile avviare un confronto in Consiglio regionale, il più aperto possibile, su questi temi.
Noi, naturalmente, non partiamo da zero in questa discussione - me ne rendo conto - e credo che i colleghi abbiano anche sottolineato questa novità, nel senso che in questi mesi, attraverso i lavori della Commissione, attraverso alcune norme che abbiamo approvato, attraverso le discussioni fatte in Aula questa mattina, abbiamo disegnato un'ipotesi di riforma - sulla quale dovremo tornare a discutere per cominciare a lavorare attorno alla quale abbiamo immaginato uno scenario possibile, che il nostro Gruppo condivide.
Qual è lo scenario in cui stiamo discutendo? Immaginare, come ricordava prima il collega Bizjak, una Finpiemonte che si scinde, dando vita a due società, una delle quali interamente a capitale pubblico; in questa riprendendo il ragionamento del Vicepresidente Peveraro, dovremo sollecitare la partecipazione anche di enti territoriali. Guardate che questo è un nodo cruciale per pensare ad una politica di sistema a livello regionale e per evitare che sorgano tante agenzie per lo sviluppo, che ciascuna Provincia intende dar vita.
Dobbiamo evitare quest'errore, non soltanto perché non saremmo in grado, nelle singole Province, di pensare a strutture e a strumenti di questo tipo - viste le risorse necessarie per fare quelle politiche - ma anche perché dovremo affermare un'idea di questa società che, in qualche modo, fa il paio con le esigenze della politica di sviluppo regionale stabilendo un rapporto di coerenza tra gli strumenti della programmazione regionale, le scelte strategiche che in quella sede vengono prese e il fatto che la Regione, così come avvenne nel 1975, si doti di alcuni strumenti (enti strumentali, in questo caso) con i quali sollecitare e favorire questo tipo di politica.
Da questo punto di vista, è importante un'iniziativa regionale, perch l'idea di immaginare un coinvolgimento del sistema territoriale piemontese è un'iniziativa che dovrà essere intanto sviluppata sul piano politico, e poi dovrà naturalmente avere una sistemazione sul piano normativo; su questo, non c'è il minimo dubbio. Allora, qui è essenziale pensare alla riforma di cui parlavo prima. Ma è altrettanto evidente che qui esiste proprio un problema di iniziativa politica della Regione verso il sistema delle autonomie piemontesi.
La seconda società, invece, dovrebbe fiancheggiare - riprendo un termine usato dal Vicepresidente Peveraro - e sostenere le politiche di sviluppo. Questa è la società nella quale dovrebbero operare insieme, lo ricordava poc'anzi il collega Bizjak e prima ancora Reschigna, pubblico e privato. Credo anch'io - ma sarà oggetto di discussioni successive - che per noi legislatori si ponga non soltanto un problema normativo, ovvero quale legge per Finpiemonte e quale mission per le due società, che abbiamo in qualche modo iniziato ad individuare. Ma per realizzare quelle due mission non è secondario risolvere il problema della dotazione finanziaria con cui finanziare queste politiche.
del tutto evidente che vi è un nesso molto stretto tra il fatto di immaginare che quella società svolga quelle funzioni, e il fatto di immaginare che quella società, chiamata a svolgere quelle funzioni, possa contare su una dotazione finanziaria che consenta di svolgere, per l'appunto, tali funzioni.
Questa società, quella pubblico-privato (che deve ripensare anche alla sua presenza nelle società attuali), deve, sin da subito, immaginare quali sono le scelte strategiche e scegliere dove deve stare, perché vi saranno società che andranno dimesse, altre nelle quali occorrerà entrare.
Immaginiamo che siano funzionali alle politiche che noi pensiamo di dover sviluppare in questa Regione. Per questo, diversamente dal passato dobbiamo abbandonare un'idea che, in certi casi, è stata assistenzialistica della presenza nostra in questa società, o poco motivata sul piano strategico, per farle diventare invece società nelle quali noi ci stiamo perché riteniamo che quelle attività e quelle funzioni abbiano obiettivamente un ruolo strategico e siano compatibili con la politica regionale.
Qui abbiamo già fatto delle cose, quindi non partiamo da zero. Lo dico per rendere merito - e lo dico senza presunzione - a ciò che ha fatto il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte in questi mesi, perché noi dobbiamo immaginare gli scenari prossimi.
Stiamo discutendo di questo, ma intanto credo che sia giusto dare atto al Consiglio di Amministrazione di avere fatto delle cose che vanno nella direzione giusta.
Non siamo nella situazione che abbiamo ereditato all'indomani del voto.
No, siamo dentro un processo di riforma che va normato con una legge, ma dentro ad un processo di riforma che ha prodotto qualche risultato significativo.
Non devo ricordare io al Consiglio - ma lo dico perché è utile ricordarlo - che abbiamo alienato quattro partecipazioni in società non ritenute strategiche, e questo mi sembra già compatibile con il ragionamento che facevo prima e abbiamo liquidato due società. Questo lo dico perché dobbiamo immaginare una presenza in società che hanno per l'appunto una funzione e un ruolo strategico.
Questo è un altro modo non soltanto per definire una presenza nuova di Finpiemonte intesa come società che vuole fiancheggiare e sostenere lo sviluppo, ma è anche una pre-condizione per fare in modo che la presenza pubblica sia anche finalizzata all'obiettivo di produrre quella redditività di cui parlava il collega Reschigna.
Se da questo punto di vista dovessimo fare un bilancio, scopriremmo che questa redditività in molti casi non è stata garantita, a conferma del fatto che vi era un problema strutturale che poneva, fin da subito, il problema di abbandonare una partecipazione in quelle società.
Questo è quanto volevo dire, Presidente e colleghi, associandomi peraltro alle considerazioni del collega Reschigna. Penso anch'io che questa discussione potrebbe utilmente essere conclusa approvando un ordine del giorno di impegno alla Giunta a presentare un progetto di riforma, ma penso anch'io che esistano le condizioni affinché questa discussione avvenga in Consiglio nel modo più proficuo possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Poiché l'ora è tarda, restringerò il mio già solito conciso intervento.
Naturalmente siamo d'accordo con le linee di azione indicate nella relazione della Presidente e del Vicepresidente, così come ci permettiamo anche noi di sollecitare che il disegno di legge arrivi a porci nella condizione di cominciare ad entrare nel merito e discutere dei singoli aspetti, in particolare della missione delle due future società.
Credo che, mentre va avanti l'opera di risanamento, non si possa non sottolineare un aspetto che riguarda in particolare le partecipazioni di Finpiemonte in società miste di secondo livello, che hanno realizzato aree industriali piuttosto che interventi in aree di servizi di varia natura che hanno in qualche caso prodotto ottimi risultati, mentre in qualche altro caso hanno contribuito a produrre interventi che definivano "lontani ed assistenzialistici", e che forse meriterebbero una definizione per certi aspetti ancora peggiore.
C'è una profonda necessità - e io la vedo soprattutto applicata al futuro di due finanziarie regionali che, in qualche modo, anche se organizzate, entreranno forzatamente e che, per alcune parti, per gli stridi esistenti, saranno in conflitto tra loro - di definire la missione di entrambe, ma soprattutto di definire linee di intervento della Regione nell'ambito della politica economica che contemplino (perché è giusto cominciare a pensarci) linee di azione potenti, quelle sulle quali s'investono cospicue risorse.
Tali linee di intervento devono tenere conto dei settori innovativi che la nostra Regione vuole spingere e di cui tutti concordiamo si debba promuovere lo sviluppo, ma anche di modalità di funzionamento e di organizzazione che contemplino e portino prepotentemente, al centro del dibattito e dell'azione nella politica economica, temi che vanno sotto il comune denominatore di responsabilità sociale dell'impresa.
Credo che quest'aspetto debba trovare posto già nel disegno di legge nel momento in cui definiamo davvero per ciascuna delle due società risorse, modalità di funzionamento e ambiti di azione di quest'aspetto perché credo che potrebbe qualificare una necessaria opera di adeguamento legislativo e di risanamento di un potente strumento della nostra Regione aggiungendo quel valore aggiunto che ci serve ad affrontare il futuro e, in generale, le politiche economiche future di questa Regione con un po' più di capacità innovativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Sarò molto breve, essendo l'ultimo ad intervenire, ed essendo l'ora molto tarda.
Noi abbiamo discusso di questo tema in Commissione più di una volta abbiamo discusso del tema in Aula. Ricordo che il 7 novembre scorso pass un ordine del giorno che prevedeva la modifica della legge istitutiva quella cui un Consigliere si è richiamato poco fa, di oltre trent'anni fa.
Passò un secondo ordine del giorno, che vedeva questa modifica in accordo con le direttive comunitarie, in particolare sulla questione agricoltura.
Abbiamo discusso ancora e a lungo di questo anche con alcune note polemiche quando abbiamo sviluppato l'assestamento di bilancio il mese scorso.
Molti Consiglieri di minoranza, ma non solo, chiesero che ci fosse una sessione di Consiglio dedicata a questo tema. Noi abbiamo espresso in questo processo un parere positivo: il giudizio era che all'interno della Finpiemonte ci fossero compiti estremamente differenziati, obiettivo differente, finanziamenti diversi, difficili da accorpare e da comprimersi se si può usare il termine - in una struttura unica.
Mi limito a brevissime considerazioni, avendo firmato anche il nostro Gruppo l'ordine del giorno che verrà messo ai voti tra pochi minuti e che è sicuramente più ampio.
Prima questione: le due società che dovrebbero nascere devono avere secondo noi, ruoli differenti, ma evitando subordinazioni dell'una all'altra.
Seconda questione: si usa il termine governance, che non mi piace, ma occorrerà definire nella discussione, quale governance o quali governance e, soprattutto quale rapporto con il Consiglio regionale. È facile a dirsi ma è più difficile elaborare una tabella di marcia continua che regoli questo rapporto. Entro febbraio l'impegno è di avere il disegno di legge di Giunta in Commissione, ci sarà certamente, anche se non conosciamo i tempi ma non conosciamo soprattutto quali potranno essere le tappe successive nel corso dei prossimi anni.
Non siamo in grado, ad oggi, di esprimere una valutazione sulla proposta di queste società delle infrastrutture. Occorrerà naturalmente vederla, conoscerla, discuterla e valutarla.
In queste valutazioni e in queste tappe siamo convinti anche noi che ci sia la necessità di una consultazione molto ampia, che non crediamo si possa limitare solamente agli Enti locali e alle istituzioni. Nondimeno crediamo - proprio per una concezione che abbiamo come come formazione politica - che la consultazione debba essere ancora più ampia. Ci sono le forze sindacali, ci sono le comunità, ci sono istituti culturali che crediamo debbano essere messi in gioco in modo attento.
Crediamo anche che si debba stare molto attenti a non moltiplicare strutture burocratiche e costi gestionali. Nella relazione l'Assessore si è espresso in modo molto chiaro su quest'aspetto. Siamo convinti che se debba tenere conto.
C'è la necessità di ridiscutere le finalità che erano state fissate oltre trent'anni fa e di domandarsi perché, in questo percorso, si è persa la funzione primitiva che alla Finpiemonte era stata data. È vero che era presente in troppi enti (alcuni inutili) e che ha assunto sostanzialmente funzioni che non erano esattamente le sue.
Una questione è per noi fondamentale. L'Assessore ha detto espressamente che la seconda società dovrebbe essere una finanziaria che badi allo sviluppo, non tanto al finanziamento - non ha usato il termine supporto, ma comunque strumento - per gli investimenti privati, senza ideologia alcuna. Noi chiediamo quale rapporto c'è tra questi due elementi soprattutto davanti al rischio che il pubblico, se non ha una propria finalità, se non ha idee, se non ha capacità di incidere, si limiti sostanzialmente a finanziamenti, a spinte subordinandosi, a volontà che sono esterne, che sono sostanzialmente quelle private.
Sulle voci, naturalmente, siamo convinti che quelle di maggiore importanza siano quelle della ricerca, dell'energia, soprattutto il discorso sulle energie rinnovabili, che crediamo siano una delle carte fondamentali dei prossimi anni, ma anche di oggi ormai, e pensiamo che queste debbano essere logicamente legate anche al discorso delle leggi che sono state approvate quasi all'unanimità (se non all'unanimità) in Consiglio, relativamente alla questione dell'innovazione.
ovvio che la domanda che ho posto in particolare sul rapporto fra privato e pubblico, sul discorso che si lega anche al tema della competitività, che deve essere sicuramente chiarito e, debba certamente essere approfondita.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Peveraro per una breve integrazione.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Intervengo per dare brevemente alcune risposte e, sostanzialmente anche per ringraziare i Consiglieri che sono intervenuti nel dibattito e che, in qualche modo, hanno confermato e iniziato ad approfondire gli aspetti più peculiari dell'iniziativa che ci accingiamo ad affrontare.
Tuttavia, prima di entrare nel merito delle varie considerazioni che sono state fatte, vorrei anch'io ringraziare il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte certamente per il lavoro che ha svolto in quest'importante anno per la nostra azienda (venivano ricordati gli interventi, anche significativi, che sono stati fatti nella ristrutturazione e nella riorganizzazione della nostra azienda), ma anche secondo me - per il rilevante lavoro di preparazione alla scissione che il Consiglio di Amministrazione affronterà domani e poi l'Assemblea nel successivo incontro.
Ritengo che nessuno abbia inteso, in nessun momento, dare delle accelerazioni nel percorso che era stato a suo tempo individuato, ovvero l'assestamento nel novembre 2006 ha definito un primo atto, a mio avviso importantissimo, su cui, anche con qualche insistenza personale, ho chiesto che si potesse procedere proprio per quei problemi di urgenza che ci ricordava la Presidente nella sua introduzione.
Conseguentemente a quell'atto, la struttura della società (la Presidenza e il Consiglio di Amministrazione) si è organizzata per procedere alla fase uno, ovvero la separazione delle due attività, nella logica - come abbiamo detto nel dibattito della Commissione consiliare e anche in Aula - di ossequio alle disposizioni della legge 8, la legge oggi vigente.
Su quell'aspetto il lavoro è stato svolto ed è sostanzialmente completato. Siamo quindi nelle condizioni di procedere con l'Assemblea e votare la separazione e la scissione delle due attività. Ho letto che l'ordine del giorno richiederebbe addirittura un'anticipazione rispetto all'ordine del giorno che abbiamo approvato in sede di assestamento, che prevedeva marzo; io credo che sia utile e opportuno anticiparlo di un mese quindi ci dichiariamo assolutamente disponibili a presentarlo entro i termini richiesti. Quello sarà il disegno di legge che entrerà nel merito delle questioni che sono state poste nell'introduzione sia della Presidente sia del sottoscritto, e che sono state sollecitate nel corso del dibattito ovviamente tutte considerazioni molto pertinenti.
Nuova missione? Sì, dovremo parlare eventualmente di nuova missione perché comunque dalla separazione, dalla scissione delle due aziende dovremo necessariamente recuperare la missione che la legge 8 aveva previsto per l'originaria Finpiemonte, distinguendo solo quello che farà parte dell'attività pubblico-privata da quello che farà parte dell'attività di agenzia di sviluppo.
Governance. Anche qui certamente il Consiglio regionale dovrà definire nell'ambito del disegno di legge, quelle che sono le indicazioni per la governance dell'azienda, ovviamente tenendo conto anche delle disposizioni della legge finanziaria 2007. Noi ci limiteremo sostanzialmente a ribadire il Consiglio di Amministrazione che oggi gestisce l'azienda nelle due società, perché così rispetteremo quelle che erano le indicazioni della legge 8. È necessario, indispensabile intervenire anche lì per modificare l'impostazione.
stata posta da più Consiglieri anche la questione, secondo me importante, relativa alla necessaria capitalizzazione della società, in particolare quella che si occuperà, nel rapporto pubblico-privato, delle iniziative di sviluppo. Condivido in pieno e, a mio avviso, è opportuno che, non appena compiuta la scissione, si lavori su un piano di riorganizzazione ulteriore e di investimenti che preveda anche una consistente eventuale immissione di risorse fresche da parte della Regione.
Credo che, se noi consideriamo questa società uno strumento indispensabile per lo sviluppo del nostro territorio, dobbiamo essere pronti, anche come soci di maggioranza, a sostenere queste iniziative con le risorse necessarie.
In merito alle preoccupazioni che in particolare alcuni Consiglieri dell'opposizione hanno sollevato, voglio dire intanto una prima cosa. Oggi Finpiemonte è organizzata con un assetto azionario in cui i soci privati sono già presenti con una quota del 33% circa; questi soci sono rappresentati da banche e istituti finanziari che già oggi collaborano nell'attività dell'azienda. La scissione non farà altro che perpetuare questa situazione con un piccolo, non marginale, differenza: relativamente all'agenzia di sviluppo, la quota del privato banca sparirà perché verrà acquisita dalla Regione o - come abbiamo detto e ho sentito richiamare, in particolare, dal Consigliere Reschigna come un elemento positivo - anche da altri enti territoriali nella regione.
Quindi la presenza del socio privato c'è. In particolare, rispetto alle considerazioni che faceva il Consigliere Rossi, il socio privato banca c'è nella Finpiemonte, che oggi ha una quota significativa (non controlla) del Consorzio Eurofidi, ma soprattutto le banche sono socie dello stesso Consorzio Eurofidi. Su quel fronte e su quell'importante Consorzio (presto ci auguriamo Società) che è Eurofidi, credo che siamo pronti a dare tutti i presidi, i controlli e gli elementi di tranquillità che è necessario garantire ai Consiglieri.
Non aggiungerei altro rispetto alle considerazioni che sono state fatte, ricalcando ancora che, dal punto di vista delle partecipazioni, non prefiguriamo alterazioni, in questo momento, nella società mista pubblico privato; eventualmente, prevediamo la possibilità di immettere nuovi fondi nuove risorse, facendo la Regione la sua parte, proprio per sostenere quella missione, che consideriamo strategica e di sviluppo per il nostro territorio.



PRESIDENTE

Rispetto al dibattito sviluppatosi sulle comunicazioni della Giunta e su Finpiemonte è stato presentato l'ordine del giorno n. 568, firmato praticamente da tutti i Consiglieri della maggioranza.
Chiedo se rispetto all'ordine del giorno qualcuno vuole intervenire.
La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, alla luce di quanto emerso dal dibattito e dalle comunicazioni della Giunta, che sono state ricche di spunti interessanti soprattutto, a seguito dell'impegno da parte della Giunta a presentare il provvedimento specifico al riguardo, anche alla luce di quanto espresso dalla maggioranza, noi riteniamo, in linea con quanto diceva il Presidente nel suo intervento d'esordio al riguardo, quanto meno ultroneo provvedere all'approvazione di un ordine del giorno in questo senso.
Pertanto, se la maggioranza insiste nella presentazione di quest'ordine del giorno, annunciamo la nostra non partecipazione alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, mi pare che il Consiglio sia d'accordo su una questione, al di là delle diverse valutazioni espresse relativamente alla situazione di Finpiemonte e dei progetti. Tutto il Consiglio (opposizione e maggioranza) ha dato indicazione alla Giunta di accelerare la presentazione del disegno di legge di riforma di Finpiemonte.
All'interno del nostro ordine del giorno, oltre alle altre valutazioni viene data quest'indicazione alla Giunta. Naturalmente, pur rispettando l'opinione espressa dal Consigliere Burzi, noi crediamo - in senso rafforzativo - come maggioranza, di dare una certa indicazione alla Giunta attraverso l'approvazione di un ordine del giorno, che, naturalmente, non poteva essere limitato soltanto all'invito alla Giunta di presentare nel più breve tempo possibile questo disegno di legge.
Quindi, noi riteniamo utile arrivare all'approvazione dell'ordine del giorno, sottolineando che non è un motivo di scontro nei confronti della minoranza, ma è una valutazione che abbiamo ritenuto opportuno fare come maggioranza.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, ritengo esaustiva la discussione e anche il dibattito svolto sull'ordine del giorno, pertanto invito i colleghi a votare, ricordando che il numero legale è 32.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno rubricato n. 568, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: l'articolo 22 della legge Finanziaria regionale 21 aprile 2006, n. 14, come modificato dall'articolo 18 della legge regionale 13 novembre 2006, n. 35 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e modifiche della legge regionale 21 aprile 2006, n. 14), ha disposto un riassetto organizzativo della società Finpiemonte S.p.A. volto ad ottenere attraverso la scissione proporzionale di quest'ultima, un soggetto a capitale totalmente pubblico, incaricato di operare a sostegno dello sviluppo e della competitività del territorio, al quale affidare la connessa attuazione degli interventi a carattere finanziario, gestionale e di sviluppo i commi 3 e seguenti dell'articolo 22 della predetta legge regionale hanno individuato le regole e i criteri di organizzazione e funzionamento della società "in house", dei quali lo statuto di quest'ultima dovrà tenere conto nel corso di audizioni e discussioni in sede di I Commissione del Consiglio regionale è stato esaminato il progetto teso a caratterizzare la società "in house" anche quale agenzia di sviluppo, in stretta relazione con le politiche strategiche di sviluppo della Regione Piemonte il processo di scissione consentirà inoltre, attraverso la società beneficiaria a capitale misto pubblico-privato avente la medesima composizione di quello attuale, di valorizzare e razionalizzare il portafoglio di partecipazioni attualmente detenuto da Finpiemonte S.p.a. e dalla Regione, concorrendo allo sviluppo in settori strategici per il territorio piemontese in particolare la riorganizzazione, valorizzazione e razionalizzazione delle partecipazioni dovrà consentire l'intervento della società anche su nuovi assi strategici quale, ad esempio, quello delle energie rinnovabili e della logistica con ordine del giorno n. 486 votato ed approvato nell'adunanza del 7 novembre 2006, questo Consiglio regionale, dato atto dell'autorizzazione alla scissione di Finpiemonte, ha impegnato la Presidenza del Consiglio a calendarizzare un dibattito per individuare le linee strategiche del necessario progetto di riforma della legge regionale 26 gennaio 1976, n. 8 (Costituzione dell'Istituto Finanziario Regionale Piemontese), istitutiva di Finpiemonte S.p.A. e ha inoltre impegnato la Giunta regionale a proporre, entro e non oltre il mese di marzo 2007, le connesse iniziative legislative considerato che: Finpiemonte S.p.A., in attuazione di quanto sopra, ha predisposto una prima stesura del progetto di scissione parziale proporzionale, recante in allegato una bozza del proprio statuto modificato in linea con i criteri dettati dall'articolo 22 della predetta l.r. 14/2006 e s.m.i., nonché una bozza di statuto della società mista beneficiaria che ricalca fedelmente quello della stessa Finpiemonte S.p.A.
le bozze di statuto, nel recare le sole modifiche rese necessarie dalla scissione e finalizzate a dare ottemperanza alle indicazioni ricevute conservano il numero attuale di componenti del consiglio di amministrazione di Finpiemonte S.p.A. in attesa delle determinazioni della Regione, anche in ordine alla nuova Legge Finanziaria (paragrafo 729) il progetto di scissione proposto da Finpiemonte S.p.A. prevede che alla stessa, interamente pubblica, restino attribuite le sole partecipazioni orientate esclusivamente alla promozione di contenuti tecnologici, sociali culturali ed economici per lo sviluppo del territorio e che, invece, siano attribuite alla nascente società beneficiaria tutte le partecipazioni in soggetti operanti sul mercato, la cui missione sia identificabile nella compartecipazione di capitale pubblico/privato per il sostegno della competitività del sistema economico ed industriale regionale Finpiemonte S.p.A. seguirà le indicazioni di questo Consiglio regionale in merito alle eventuali modifiche che, anche a seguito dell'approvazione della legge di riforma, si rendesse necessario apportare agli statuti nel corso della prima assemblea utile delle due società impegna la Giunta regionale a dare attuazione ai contenuti del presente documento disciplinando nell'ambito del progetto di riforma della legge istitutiva di Finpiemonte coerentemente con le indicazioni di cui in premessa: le finalità delle due società i criteri di individuazione delle partecipazioni, anche regionali, da far acquisire alla Finpiemonte S.p.A. ed alla società beneficiaria i criteri di amministrazione e controllo delle due società le modalità di esercizio dei poteri di indirizzo regionale sull'attività delle due società alla presentazione del relativo disegno di legge entro il mese di febbraio".
Il Consiglio approva.
Comunico che i componenti della III Commissione sono pregati di recarsi in Sala Morando e che la seduta pomeridiana avrà inizio alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.20)



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