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Dettaglio seduta n.153 del 16/01/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 14.45 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Laus e Valloggia.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Formazione professionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 264, inerente a "Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato" (relatore Comella)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente al disegno di legge n. 264.
Relatore è il Consigliere Comella, che ha già svolto la sua relazione è già anche intervenuta l'Assessore Pentenero.
Apriamo quindi la discussione generale.
Ha chiesto la parola al Vicepresidente Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Questa è la norma d'attuazione che riguarda l'apprendistato della legge n. 30, la cosiddetta "legge Biagi". Giudichiamo positivo il fatto che la Giunta regionale abbia finalmente presentato questo disegno di legge sebbene con un ritardo di due anni e mezzo abbondanti. Vorrei ricordare che la bozza di norma e la fase di consultazione con le organizzazioni datoriali dei lavoratori erano già avvenute prima alla scadenza dell'altra legislatura. Naturalmente, è nella legittima facoltà della nuova amministrazione ripetere il percorso di consultazione con le parti, anche se questo non ci esime dal notare come questo passaggio abbia avuto dei tempi alquanto dilatati, stanti le opinioni contrastanti nell'ambito delle organizzazioni chiamate alla fase di concertazione.
Ciò ha avuto delle conseguenze anche sul provvedimento, con una serie di appesantimenti che non aiutano né la Giunta regionale nell'attuazione di provvedimenti specifici di Giunta né il sistema delle imprese né il sistema del sindacato rappresentativo dei lavoratori nel suo ruolo di controllo tanto meno aiutano il sistema lavoro piemontese nel creare percorsi rapidi agevolati, quindi efficaci e automatici, come dovrebbero essere in un'autonomia come quella che stiamo vivendo e che necessita di meccanismi i meno farraginosi possibili.
Purtroppo, il meccanismo burocratico instaurato e anche i tanti rinvii ancora presenti nella legge regionale ci fanno temere la presenza di nodi interpretativi (che poi affronteremo articolo per articolo) difficili da sciogliere sia per quanto riguarda le imprese che per quanto riguarda i soggetti che devono vigilare.
Ad esempio, mi viene in mente la dicitura "normalmente destinati alla produzione" contenuta in un articolo (mi pare nell'articolo 6). Ci vorrà certamente uno studio e un tomo per distinguere qual è il sito e il luogo normalmente destinato alla produzione rispetto a quello che normalmente non lo è; pertanto, la quantificazione dell'utilizzazione di quel sito presenta una serie di difficoltà.
Non vorrei in questo momento essere nei panni dell'Assessore, costretto a dirimere la questione o comunque a dover dare, come Giunta regionale un'interpretazione autentica del meccanismo di normalità.
Il "di norma" può anche starci in una legge regionale; questo termine viene utilizzato anche nelle norme nazionali, ma poi riguarda la facoltà di attuare, di diramare provvedimenti o atti regolamentari. Nel momento in cui facciamo attuare questo "di norma" a 20.000 o 30.000 imprese, sfido chiunque ad indicarmi un punto di equilibrio corretto nell'interpretazione di questa dizione.
Questo è soltanto uno dei nodi che la legge che stiamo per licenziare avrà. Un altro nodo che è stato posto - non c'era nel disegno di legge, per cui non lo imputo alla Giunta regionale, dal momento che non esisteva nella fase di concertazione - riguarda l'articolo 2, in riferimento ai piani formativi generali e di dettaglio, che potrebbe determinare la necessità di creare due modelli di piano, col rischio, per il sistema, di avere un piano formativo generale che potrà essere standardizzato su internet ad uso comune (in questo caso, però, mi chiedo perché prevederlo, se fra un anno avremo tutti i piani generali uguali, scritti probabilmente da qualche illustre ed esperto docente giuslavorista, decisamente ininfluenti comunque, rispetto all'impresa che va ad applicarli) e un piano di dettaglio, che rischia di essere motivo di contrasto sull'interpretazione dello stesso.
Vi sono, comunque, altri punti che possono vederci quantomeno dubbiosi ad esempio sull'articolo 9, che prevede un meccanismo di incentivo per la stabilizzazione. Su questo, mi sia permessa una considerazione: il mercato del lavoro piemontese ha la caratteristica di avere pochi giovani e tanti anziani. Stiamo parlando di una norma che ha, come scopo, quello di avviare i giovani al lavoro, di permettere ai giovani di ricevere un percorso di formazione e di permettere all'impresa di fidelizzarsi del personale.
Il Piemonte è una delle Regioni dove i contratti più precari vengono stabilizzati, determinando, per il 75%, contratti a tempo indeterminato manifestando, in tal senso, la necessità, da parte del sistema delle imprese, di fidelizzare il più possibile il personale, tanto più se hanno investito nel formarlo.
Il grande rischio di un premio per la stabilizzazione è di generare una discriminazione o una turbativa al mercato del lavoro, nel senso di penalizzare tutti coloro che non hanno le condizioni per far godere privilegio alle imprese. Rischia, in pratica, di essere un articolo contro i disoccupati, ovvero contro coloro che non hanno nessun padrino, che non si portano dietro nessuna patente, ai quali è scaduto pure il periodo di mobilità: costoro potrebbero diventare davvero i figli di nessuno penalizzati nel modo più assoluto, cui nessuna impresa si avvicinerà, dal momento che prima farà una scelta nel ventaglio delle possibilità che ha di assunzione e di stabilizzazione e poi sceglierà quello che conviene di più.
Naturalmente, noi non facciamo che accentuare questa situazione.
Sull'articolo 9, in particolare, condivido le perplessità che anche alcuni Gruppi di maggioranza hanno espresso in sede di Commissione.
Non so che orientamento assumerà la maggioranza in merito, ma invito davvero la maggioranza e la Giunta a riflettere su dei meccanismi che potrebbero scardinare il libero mercato del lavoro, creando situazioni di privilegio nei confronti di soggetti che, avendo ricevuto una formazione dovrebbero avere già una condizione di competitività maggiore. Perch quando un soggetto ha lavorato per anni in un'azienda e ha ricevuto la giusta formazione da parte dell'impresa, in qualche modo ha già un passepartout maggiormente qualificante rispetto a chi ha, magari cinquant'anni d'età, è disoccupato e non può dare niente alle imprese.
Se le risorse della Giunta fossero infinite, potremmo pensare di estendere il meccanismo a tutti; ma poiché non è così, stiamo attenti.
una segnalazione che ritengo doveroso rivolgere alla Giunta regionale e alla maggioranza che porta avanti quest'impostazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Questo provvedimento nasce in modo alquanto strano, caro Assessore perché dopo la predisposizione del provvedimento ne ha parlato con le associazioni di categoria; addirittura, ha invitato le parti attorno ad un tavolo e ha fatto sottoscrivere un documento a tutte le forze sindacali e sociali (dalla CGIL alla Confcommercio, alla Lega Cooperative e così via) documento che poi, in Commissione, in realtà è cambiato. Il testo che avete fatto sottoscrivere, come Giunta, alle associazioni di categoria e alle forze sociali è stato poi modificato da alcuni emendamenti presentati da una parte ben nota della sinistra che siede tra questi banchi, che ha comportato delle modifiche comunque non concordate con le associazioni di categoria.
Sono modifiche che chiediamo di ricambiare, perché possano creare dei problemi alle piccole imprese piemontesi artigianali.
Innanzitutto, bisogna ricordare che il 94% delle imprese piemontesi ha meno di nove addetti.
La maggior parte di queste imprese non ha locali adibiti alla formazione professionale. La maggior parte di queste imprese sono, magari laboratori artigianali che hanno un punto vendita, un punto in cui si produce il prodotto o il servizio, ma non hanno sale dedicate alla formazione. Non solo.
Uno degli aspetti strani è che un emendamento chieda di aggiungere che il controllo delle capacità dell'azienda di fare formazione possa essere fatto "anche preventivamente". Questo "anche preventivamente" è abbastanza strano, dal momento che il controllo volto a stabilire se un'azienda o un'impresa artigiana è in grado o meno di fare formazione, va fatto per forza preventivamente. Perché se il controllo venisse fatto a posteriori cioè quando oramai la ditta ha provveduto alla formazione dell'apprendista e risultasse che tale azienda non era in grado di fare la formazione secondo i canoni regionali, quest'azienda artigianale si troverebbe magari, a dover chiudere, perché dovrebbe pagare tutti i danni, le multe e dovrebbe restituire tutti i soldi percepiti.
Dunque, sarebbe meglio stabilire prima se quell'impresa è in grado o meno di fare formazione. Altrimenti, l'impresa sarebbe nelle mani di quell'apprendista che sta facendo formazione, che, alla fine, potrebbe denunciare ai sindacati l'azienda. A quel punto, l'azienda si troverebbe sotto ricatto, perché sarebbe sottoposta ad un controllo: "Non hai la saletta adeguata per fare formazione professionale? Allora ti chiedo tutti i soldi che ti ho dato; in più paghi anche la multa; in più non paghi quel ragazzo come apprendista, ma come dipendente, e io ti rovino l'azienda".
Non ci sta! Assessore, è vero: a pensare male, a volte, ci si azzecca! Assessore, perché anche preventivamente - facciamolo preventivamente non diciamo: "Cara azienda, tu tuoi avere un apprendista e fare formazione all'interno della tua azienda". Punto. Non dobbiamo dirgli: "Fai la formazione, poi, eventualmente, ti vengo a controllare e ti dico se potevi fare formazione o no e, se non la potevi fare, ti chiedo indietro tutto".
Non ci sta! Come non ci sta pretendere il rispetto di regole o norme esagerate da parte di piccole imprese artigiane, che costituiscono il tessuto del nostro Piemonte. Dalle modifiche di questa legge, sembra che l'intenzione di questa maggioranza e di questa Giunta sia orientata a svolgere la formazione professionale, anziché all'interno delle piccole aziende, nei centri di formazione autorizzati, centri di formazione dove agisce la longa manus di sindacati e associazioni.
A noi questo non va bene: preferiamo che l'apprendista sia formato all'interno dell'azienda dove deve lavorare, dove deve imparare a fare qualcosa con le sue mani, spesso e volentieri, e con la sua testa, non in centri di formazione professionale esterni, preparati, pagati, perch abbiamo avuto troppe esperienze negative relativamente a questi centri.
L'altra questione è legata, come dicevo prima, a questa stranezza di luoghi. Nell'articolato si sostiene che la formazione va fatta in luoghi normalmente non destinati alla produzione, ma lei ha mai visto un laboratorio artigiano, ad esempio quello di un pasticcere, con salette adeguate per la formazione professionale al suo addetto? È ovvio che la formazione, magari, avverrà in determinati orari, in un ambiente che magari, serve ad altro. Non credo che il pasticcere o il piccolo artigiano abbia le salette adeguate, così come richiesto dalla Regione, in cui svolgere la formazione professionale al suo apprendista.
L'altra cosa divertente - poco divertente, alquanto strana! - che dimostra la fumosità di questo documento, concerne questo testo nel quale per ben 16 volte - non una, due, tre, ma per ben 16 volte - rinviate le modalità della decisione alla Giunta, con un provvedimento successivo all'approvazione del testo, che dovrà essere concordato con le associazioni e i sindacati.
Capite che scrivere una legge regionale che per 16 volte, in 16 occasioni diverse, rinvia alla Giunta la scelta - la scelta della Giunta dipende ancora quasi sempre da riunioni con le associazioni di categoria e i sindacati - è offensivo nei confronti del Consiglio regionale? Il Consiglio regionale legifera, in questo caso non legifera, ma per ben 16 volte in un solo testo dà mandato alla Giunta di fare! Perché non lo avete fatto prima? Perché non siete arrivati qua con un testo contenente la legge definitiva? Al limite, si poteva rinviare alla Giunta una questione. È offensivo che in 16 punti di un provvedimento si rinviino le competenze alla Giunta! Ma noi cosa ci facciamo qui, Assessore? Mi spiega cosa facciamo noi legislatori, se per 16 punti di un provvedimento dobbiamo rimandare a voi le decisioni? Scusate, veramente, mi pare un pochino una presa per i fondelli per noi Consiglieri! Comunque, ci confronteremo su questi pochi emendamenti di merito che riteniamo importante approvare, perché almeno eliminiamo alcune norme che riteniamo inaccettabili, norme capestro che vengono imposte alla piccola impresa, che - ripeto - interessa il 94% delle imprese piemontesi: il 94%!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, inizio da alcune valutazioni svolte tanto dal relatore quanto dall'Assessore, cioè dal fatto che questo disegno di legge sia nato da un'ampia concertazione con le parti sociali, che sta alla base della legge, come ha avuto modo di dire l'Assessore in conclusione del suo intervento. Questo sarebbe stato vero se il disegno di legge, sul quale si è firmato un protocollo d'intesa con le parti sociali, non fosse stato in così tanti punti modificato durante i lavori della Commissione.
Ricordiamo ai colleghi che il 6 marzo 2006 tutti i più rappresentativi soggetti - Regione Piemonte in primis - del mondo del lavoro (Confederazione italiana del lavoro Piemonte, CISL, UIL, Confindustria Confartigianato, CNA, CASA, Confcommercio Federapi e rappresentanze delle cooperative, nonché la Consigliera regionale di parità) hanno firmato quest'accordo tra Regione e parti sociali per un testo di legge condiviso da tutte le parti sociali; condiviso nel senso che si era cercato di trovare una mediazione che tenesse conto tanto delle parti datoriali quanto delle parti sindacali, nonché delle differenti sensibilità delle altre parti. Nel mese di aprile sono state fatte le consultazioni, poi incredibilmente - lo dico in modo eufemistico - questo disegno di legge è rimasto bloccato non certo per l'ostruzionismo dell'opposizione, ma perch il Presidente ha deciso di convocare la prima riunione della Commissione avente oggetto questo disegno di legge solo nel mese di novembre.
Noi non imputiamo la colpa al Presidente Clement, il quale ha fatto oltre che il Presidente della Commissione, anche l'uomo di maggioranza, nel senso che sapeva bene che la proposta di legge non sarebbe andata incontro ad un percorso facile. Il Consigliere Robotti concluse le audizioni sostenendo che questa legge non si doveva certo votare con quel testo, con urgenza, perché molte erano le perplessità del suo Gruppo politico. Di conseguenza, abbiamo avuto questi cinque-sei mesi di gestazione del disegno di legge, fintanto che i singoli partiti della maggioranza hanno trovato delle posizioni condivise, tanto i Gruppi di maggioranza quanto l'Assessore, perché questo ha una differenza: hanno presentato emendamenti in sede di Commissione che, ovviamente, si sono approvati e, oggi, abbiamo questo testo.
Vi è una differenza tra i Gruppi di maggioranza e gli emendamenti presentati dall'Assessore. I Gruppi di maggioranza non hanno siglato l'accordo, l'Assessore sì, per cui almeno l'Assessore non doveva presentare degli emendamenti che andavano a violare un patto siglato. È altrettanto ovvio che, quando l'Assessore ha siglato il patto con le parti sociali, le parti sociali hanno ritenuto che l'Assessore, essendo esponente di spicco dell'esecutivo di questa Giunta, in qualche modo rappresentasse la maggioranza che sosteneva la Giunta medesima. Invece, come abbiamo avuto modo di imparare in questi lunghi mesi, molto spesso non è così, anzi sovente, non è così. L'Assessore ha dovuto ben presto sconfessare la firma posta in calce al documento del 6 marzo 2006 non solo presentando gli emendamenti, ma dando anche parere favorevole a tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza.
I colleghi sanno bene che il nostro Gruppo consiliare, in sede di Commissione, tutto ha fatto tranne che fare ostruzionismo rispetto a questa legge; anzi, ha presentato alcuni - adesso non ricordo quanti - emendamenti qualificanti e migliorativi rispetto alla legge, che non sono stati accolti, salvo un emendamento, che è similare all'attuale articolo 9 presentato dai colleghi di maggioranza, che, quindi, è stato respinto, ma sui principi parzialmente accettato; addirittura, dopo l'approvazione dell'emendamento di maggioranza l'avevamo addirittura ritirato.
Ho detto questo per ribadire che riteniamo il provvedimento, cioè la necessità che la Regione debba normare la partita relativa all'apprendistato, una questione certamente importante, prioritaria, da affrontare con un impianto normativo che tenga conto di un equilibrio quale quello che si era trovato il 6 marzo, e non certo tra posizioni che rischiano di essere penalizzanti non tanto e non solo per i datori di lavoro, ma soprattutto per chi deve accedere ai contratti di apprendistato.
Già il Consigliere Rossi - entrerò nel merito dell'articolato e dei singoli emendamenti - sottolineava che un passo all'interno della legge mina la possibilità che si continui a fare formazione professionale in modo costruttivo.
Mi riferisco all'articolo 6, comma 5: i criteri e le modalità di verifica, anche preventiva (quindi significa che, in moltissimi casi, sarà successiva) non danno assoluta garanzia all'impresa.
Alcune imprese potrebbero assumere degli apprendisti, qualora i criteri e le modalità di verifica, stabiliti dalla Giunta regionale di intesa con le parti sociali, individuassero un contratto come non confacente ad un contratto da apprendistato. Ciò significa che l'imprenditore dovrebbe non soltanto andare incontro alla sanzione, ma anche accollarsi tutte quelle spese contributive maggiori che gli verrebbero accollate nel caso in cui una persona, che ha operato presso di lui per alcuni mesi, non si fosse configurata come un apprendista, ma come un normale lavoratore. Questo farebbe certamente propendere molte imprese ad assunzioni non di apprendistato, ma di altra natura.
Sono soprattutto i commi 3 e 4 dell'articolo 6, cioè quelli legati alla formazione interna ed esterna, che minano la possibilità di fare formazione professionale seria all'interno delle imprese piemontesi. Per citare un dato legato alle imprese artigiane, tenete conto che più del 90% (per la precisione il 93,8%) delle imprese artigiane piemontesi ha un numero di addetti inferiore a 9. La media delle imprese artigiane piemontesi è di 2,6 2,7 addetti.
Pensare che il 93% delle imprese piemontesi non possano fare formazione all'interno delle loro imprese, ma siano obbligate a fare formazione esterna, pone due problemi essenziali. Il primo è che non si farà più formazione sul posto di lavoro. Se si afferma che per fare formazione interna le imprese sono tenute a disporre di appositi locali, attrezzature macchine adeguate, ecc. ma non possono utilizzare laboratori e impianti destinati alla produzione per fare formazione, significa, sostanzialmente che un panettiere, piuttosto che un pasticcere o un carrozziere, non pu fare formazione, come sempre è avvenuto nel passato, all'interno del luogo di produzione, ma in un'apposita saletta che dovrebbe trovarsi tra i locali dell'impresa. Solo in quel modo possono fare formazione interna.
Questo comporta due problemi. Il primo è legato alla capacità formativa, il secondo è legato, se rimane questo dettame che noi chiediamo venga modificato, alla volontà, secondo noi, di inviare ogni anno in molti centri di formazione professionale esterna decine di migliaia di apprendisti, che andranno certamente ad accrescere i profitti delle agenzie di formazione, ma che riceveranno una formazione non adeguata e qualificante per le esigenze delle imprese.
Pertanto, gli emendamenti presentati, alcuni di merito, altri per approfondire meglio il testo della legge, servono per affrontare due temi: quello legato ad una formazione che sia davvero qualificante, con tanto di apprendistato che sia davvero qualificante, e il mantenimento dell'accordo trovato con le parti sociali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Il mio sarà, spero, un intervento breve. Ritengo che in Commissione vi sia stato un approfondimento adeguato alla luce di ciò che era emerso nelle consultazioni primaverili. Alcuni emendamenti che la maggioranza ha presentato in sede di Commissione sono stati parzialmente modificati alla luce del dibattito e delle proposte che venivano dall'opposizione. In sede di Commissione, da parte della maggioranza, e così anche da parte della Giunta, non vi è stata una chiusura alla discussione. Anzi, noi riteniamo che provvedimenti quadro di questo genere più sono condivisi sul piano generale, più possono essere utili alla regione Piemonte.
In questo senso è andato anche il lavoro che abbiamo svolto in Commissione, naturalmente sulla base di alcune linee e indicazioni che abbiamo discusso e che sono scaturite all'interno della maggioranza.
La prima considerazione. Mi pare che questa sia una legge essenziale per la Regione, una legge lungamente attesa. Altre Regioni si sono già dotate di una legge sull'apprendistato, la Regione Piemonte ancora no: è utile, da questo punto di vista, che la Regione Piemonte sia dotata di una normativa complessiva.
Una normativa che ha alcuni punti importanti. Il primo. Il tentativo di recuperare la dispersione scolastica che, rispetto ad altre regioni, in regione Piemonte non è così elevata, ma rappresenta un punto di problematicità sul piano della formazione in generale.
Il secondo punto. Dai dati e dalle statistiche che conosciamo, mi pare stia via via assumendo una preponderanza la formazione permanente per la ricollocazione e riqualificazione dei lavoratori. A me pare un altro elemento importante con cui la legge tenta di dare una risposta.
Un'altra questione sulla quale voglio evidenziare la nostra posizione è la seguente. I nostri emendamenti non hanno stravolto il testo. Anzi secondo noi, si sono precisate alcune cose che nel testo erano indicate in termini generali. Da un certo punto di vista, mi sembrano un po' contraddittorie alcune affermazioni sollevate da qualche Consigliere. Da un lato evidenziano come, per l'applicazione della legge, occorrano 16 provvedimenti regolamentari da parte della Giunta e, dall'altro evidenziano come non sia stato un buon lavoro quello che abbiamo svolto in Commissione nel momento in cui abbiamo proposto alcuni emendamenti che definivano, nella legge, alcuni elementi di dettaglio per consentire alla Giunta, in sede di applicazione, di avere un range più limitato.
Se facciamo un confronto con le altre leggi di cui sono dotate le altre Regioni, vediamo che, generalmente, è molto elevato il ricorso regolamentare alla Giunta. Credo sia inevitabile, da questo punto di vista pensare che questa non sia una prerogativa della Regione Piemonte, ma un dato che dipende dal quadro generale per com'è concepito questo tipo di legge, soprattutto così come deriva dalla legge n. 30. Non ci si è inventati alcunché: siamo stati dentro un panorama definito dalla cosiddetta "legge Biagi".
da questo punto di vista che riteniamo che, con gli emendamenti approvati in Commissione e con le modifiche venute dal dibattito, questo testo non sia stato stravolto; anzi, nelle proposte di legge delle altre Regioni - per esempio, sul piano formativo individuale, sulla questione del tutore aziendale e su altri aspetti che potrei citare - si sta molto di più sul piano generale e meno sui livelli di valutazione di monitoraggio su cui, invece, abbiamo tentato di andare noi.
Per quanto riguarda la terza considerazione, riprendo quello che dicevano questa mattina, il relatore, l'Assessore e il Consigliere Pichetto rispetto al tema della cosiddetta "stabilizzazione".
Nella nostra realtà è evidente che più dell'80% dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato vengono poi assunti a tempo indeterminato. Quindi, fortunatamente, questo problema riguarda una fascia non prevalente di lavoratori.
Quello che però noi abbiamo voluto fare - e che intendiamo far rimanere e rimarcare nella legge - è sancire il principio della stabilizzazione cioè del passaggio dal lavoro a tempo determinato verso il lavoro definitivo e la conseguente stabilizzazione del lavoratore. Questo è il principio che non era contenuto nella prima versione della legge e che noi riteniamo, così come è emerso dalla Commissione, vada mantenuto.
Il Consigliere Pichetto ha ragione quando pone il problema dell'applicazione pratica del principio che intendiamo mantenere, sia in termini di risorse che in termini complessivi di funzionalità.
Le strade possono essere due: o si stabilisce un finanziamento ad hoc per la stabilizzazione, ma questo significa che, non conoscendo i numeri rischiamo di dare pochi euro, se non si stabilisce un finanziamento adeguato (il dato finanziario globale è imponente); oppure si fa un ragionamento complessivo alla luce di altre norme che dovrebbero essere, a breve, esaminate e valutate dal Consiglio regionale, ovvero una norma generale che regolamenti il lavoro nella nostra Regione, di cui c'è necessità. Pertanto, da questo punto di vista, a noi pare che l'Assessore Pentenero abbia fatto un lavoro egregio in questa fase, soprattutto sul piano del rapporto e della concertazione con i diversi soggetti che operano in questo ambito. Noi lasciamo questa considerazione alla Giunta, perch tenga conto delle valutazioni che oggi facciamo come Gruppi consiliari di maggioranza, nel senso che dobbiamo mantenere fermo il principio della stabilizzazione, considerandolo però in un ambito che ci consenta di renderlo effettivamente applicabile.
Da questo punto di vista, invito la Giunta e, in particolare l'Assessore Pentenero, a tenere conto di questa considerazione. Ne parleremo quando arriveremo all'esame dell'articolo 9.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pace; ne ha facoltà.



PACE Massimo

Questa normativa va a colmare un vuoto, quello della disciplina della formazione degli apprendisti, dando una risposta concreta alle attese dei giovani, soprattutto di quei giovani che intendono crescere professionalmente.
Per troppi anni la formazione degli apprendisti non si è fatta, oppure si è fatta male. Si è trattato di un semplice finanziamento alle imprese senza - credo che sia giusto e onesto dirlo - impegni o verifiche puntuali.
Nonostante tutto, non è successo niente: nessun catastrofismo.
Ricordo che negli anni '70 gli apprendisti erano 50.000; oggi, più o meno, nella nostra Regione sono altrettanti. Purtroppo, questo è sempre stato uno strumento importante di ingresso nel mondo del lavoro; con la legge n. 30 è stato esteso a dismisura e rischia di essere annacquato.
Basti pensare che oggi, anche in banca, si può essere assunti come apprendisti; magari, dopo aver conseguito una laurea in ingegneria gestionale.
Questo credo che sia uno dei limiti della legge n. 30, che ha appunto esteso questo strumento anche a simili figure, mentre sino ad oggi avevamo conosciuto un apprendistato che era soprattutto un'opportunità per i giovani a bassa scolarità.
Comunque è un bene che oggi arriviamo ad approvare questa legge, perch la mancata legiferazione potrebbe essere motivo di giusta causa e di licenziamento per tanti apprendisti.
Inoltre, credo che, attraverso la realizzazione di questa legge, si concretizzi quello scambio che il pubblico e lo Stato fanno con il sistema delle imprese, cioè aiuti economici in cambio di professionalità.
Questo è l'elemento che sta alla base dell'istituto dell'apprendistato sin dal lontano 1955. Per questo motivo, è chiamato "rapporto di lavoro speciale", ed è per questo che è un elemento essenziale per consolidare l'occupazione e la professionalità.
Credo che bene abbiano fatto i Consiglieri Comella e l'Assessore Pentenero a presentare e ad evidenziare le caratteristiche più significative di questa legge. Ritengo che sia soprattutto giusto ricordare che sia le imprese che i sindacati, ma soprattutto i giovani lavoratori, ci sollecitano ad approvare questa normativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pizzale; ne ha facoltà.



PIZZALE Giovanni

La Regione, sulla scia di altri paesi, si trova oggi a discutere un argomento che credo stia molto a cuore a chi è impegnato nel mondo dell'imprenditoria e quotidianamente si misura con le difficoltà pratiche di inserimento di giovani in un'azienda.
Non si tratta solo di disciplinare un contratto, ma un intero settore che coinvolge, oltre alla formazione dei ragazzi, anche la prosecuzione di alcuni mestieri che, a parer mio, senza un'adeguata normativa sparirebbero.
Faccio riferimento a tutte quelle professionalità artigianali storiche come il sarto, l'idraulico, l'elettricista e il carpentiere che, per diversi fattori - primo fra tutti lo scarso interesse per il lavoro manuale, la tecnologia e la globalizzazione - si stanno lentamente estinguendo o sono ormai svolti solo da stranieri, perché ritenuti, in modo superficiale, lavori umili.
Penso che questa legge sia, nel complesso, una buona legge; innovativa per molti versi, in quanto propone tre nuovi percorsi di formazione, ma nello stesso tempo, affronta solo in parte nel concreto le problematiche legate al tema dell'apprendistato.
In particolare, vorrei che si ponesse attenzione su alcuni aspetti che a mio parere, non devono essere trascurati. In primo luogo, è necessario tenere debitamente conto della tipologia di impresa e della mansione che l'apprendista andrà a svolgere in quella impresa. Dico questo, perché la destinazione delle agevolazioni alle imprese deve essere sottoposta ad un controllo preventivo, onde evitare che si abbia una qualche forma di "sfruttamento" di questa tipologia contrattuale. Ciò significa analizzare eventualmente attraverso l'istituzione di un unico organismo preposto alla verifica, come le imprese utilizzano la manodopera, controllando che quelle che richiedono un basso livello professionale non si avvalgano delle agevolazioni previste per chi assume apprendisti. Infatti, non è raro imbattersi nel caso di aziende che stipulano contratti di apprendistato con giovani il cui addestramento richiede più o meno due giornate, assorbendo così risorse che potrebbero essere molto più utilmente impiegate.
In questo senso, auspico che l'articolo n. 9 della legge, che concerne il monitoraggio e il controllo dell'apprendistato sui territori regionali trovi la più puntuale applicazione, verificando caso per caso le richieste di apprendisti e le mansioni collegate.
Altro discorso, collegato alla valutazione dell'impresa e alla formazione degli apprendisti, è quello del tutor aziendale. In questo caso non si dovrebbe generalizzare, in quanto nelle aziende produttive, in cui s'impara una mansione ripetitiva, è sufficiente anche un solo tutor per cinque o dieci apprendisti; mentre nelle aziende tecnologiche il rapporto per permettere un buon apprendimento è al massimo di uno o due apprendisti.
invece positiva l'individuazione, nel disegno di legge n. 264, di tre tipologie differenti di apprendisti e la definizione netta e puntuale delle singole modalità di formazione. Infatti, non per tutti i giovani può essere applicato lo stesso metodo.
Non dimentichiamo che una cosa sono i ragazzi che seguono un percorso di qualificazione professionale, dopo la scuola dell'obbligo, per entrare a far parte del mondo del lavoro. Altra cosa sono i giovani che seguono un percorso di apprendistato professionalizzante, che consente di ottenere una qualifica attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico professionale. Ancora diversa è la situazione di coloro che seguono un apprendistato che ha, come fine, l'acquisizione di un diploma o di una laurea di primo livello.
A questo proposito, vorrei fare una considerazione, che vuole essere al tempo stesso una proposta, per la definizione delle modalità di erogazione della formazione formale, definizione che nel testo di legge è demandata alla Giunta. Prestiamo grand'attenzione alle fasi di età in cui sono o meglio dovrebbero essere suddivisi i destinatari dei corsi. Non vedrei bene l'affiancamento nei medesimi corsi di formazione di ragazzi di 16-17 anni con giovani di 28-29 anni, provenienti da percorsi formativi-professionali e di vita totalmente differenti.
Fatemi spendere inoltre due parole sul contenuto dei corsi di formazione. Spesso le ore di quella che nella legge è definita "formazione formale" sono percepite dagli imprenditori più come un peso inutile imposto dal legislatore che come una risorsa. Vorrei dunque sottolineare l'importanza di fornire sì una preparazione teorica, ma strettamente legata all'esperienza sul campo fatta in azienda. Si presume, infatti, che le competenze di base siano già state fornite agli apprendisti in sede scolastica. Insomma, s'insegni la teoria quanto basta e poi si dia spazio alla manualità e alla pratica per insegnare veramente a svolgere una professione.
Non vorrei che qualcuno mi tacciasse di voler assumere un atteggiamento troppo partigiano nei confronti delle imprese. Penso, infatti, che se da un lato deve essere dato un premio a chi assume stabilmente un lavoratore che abbia seguito un percorso di apprendistato all'interno della propria azienda, dall'altra parte le imprese che non assumono i loro apprendisti dovrebbero essere tenute a fornire delle adeguate giustificazioni.
Per riassumere, vorrei che di questo mio intervento fossero evidenziati due punti principali. In primo luogo, la necessità di una preparazione teorica, strettamente legata alla formazione pratica durante l'apprendistato e, contemporaneamente, l'esigenza di dare attuazione al previsto sistema di controllo sulle imprese durante l'iter del percorso di apprendistato, affinché la formazione erogata sia davvero utile a creare nuovi e soprattutto qualificati posti di lavoro.
Pertanto, il nostro Gruppo esprimerà voto positivo al disegno di legge in esame.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "C. Casalegno" di Torino in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "C. Casalegno" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Formazione professionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 264, inerente a "Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 264.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Quello che ci accingiamo ad esaminare nella seduta odierna e che mi auguro venga alla fine approvato, è un disegno di legge molto atteso dalla nostra Regione, soprattutto perché il contratto di apprendistato è destinato ad avere nei prossimi anni un forte incremento.
Con la scomparsa del contratto di formazione e lavoro - che è stato dagli inizi degli anni '80 fino ad un anno fa, uno degli strumenti principali con i quali i giovani entravano nel mondo del lavoro - da adesso in avanti, presumibilmente, sarà il contratto di apprendistato lo strumento per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Quindi, anche i numeri sui quali siamo abituati a confrontarci sono, indubbiamente, significativi.
Parlare di oltre 30.000 unità annuali al lavoro con questa forma è sicuramente un dato importante, che però è destinato ad incrementarsi in maniera significativa.
Vorrei citare, ad esempio, ciò che è avvenuto ai ragazzi che sono stati assunti in FIAT con contratto a termine (anche se non penso che il nostro riferimento debba essere unicamente quello): alla luce di una ripresa significativa di questa grand'azienda di Torino, hanno chiuso il loro percorso con il contratto a tempo determinato e sono stati assunti con contratti di apprendistato. Credo che fossero almeno quarant'anni che in FIAT non entravano dei giovani con un contratto di apprendistato. Questo per dire che, presumibilmente, ci sarà un potenziale molto alto di interessati a questo tipo di contratto, per cui è estremamente importante che venga definita questa legge.
Secondo aspetto significativo: questa legge è il frutto di una profonda discussione e concertazione con le parti sociali. Credo che, per alcuni versi, il disegno di legge in questione abbia messo in difficoltà questo Consiglio regionale, perché, di fronte ad accordi tra le parti sociali così stringenti, si rischia di avere un ruolo puramente di notai degli accordi stipulati. In questo caso, mi sembra invece di poter dire che il lavoro svolto in Commissione abbia significativamente migliorato il testo in alcuni suoi aspetti, senza addivenire a stravolgimenti significativi ripeto, sono stati apportati alcuni miglioramenti senza stravolgimento alcuno.
Il terzo elemento che mi preme sottolineare - e sul quale credo non si sia discusso abbastanza, ma che varrebbe la pena approfondire - è capire che cosa intendiamo quando parliamo di formazione di carattere formale.
Credo che la formazione di carattere formale nell'apprendistato soprattutto in quell'apprendistato che va dai 16 ai 18 anni e che noi definiamo all'articolo 4 o 5 del nostro disegno di legge, non debba essere finalizzata solo all'addestramento del ragazzo al quale è fornito questo tipo di formazione.
La formazione formale deve servire alla persona per migliorare le sue conoscenze e per avere un più agevole inserimento nel mondo del lavoro, ma non solo; deve servire anche ad aumentare il suo sapere in una prospettiva di vita sicuramente più ampia.
Mi è sembrato - non me ne vogliano i colleghi - che in alcuni interventi si sia posto l'accento su questo tipo di formazione scambiandola troppo frettolosamente con l'addestramento, mentre a mio parere la formazione formale è una cosa diversa.
Sulla questione della stabilizzazione, che è stata sollevata da diversi Consiglieri, sono già state fatte delle riflessioni, anticipate anche dall'Assessore e dal collega Comella; tuttavia, credo che gli emendamenti che verranno proposti su questa partita potranno essere accolti.
Sicuramente, il nostro gruppo voterà a favore.
chiaro che per noi rimane fondamentale - oserei dire imprescindibile che in tutte leggi riguardanti l'inserimento nel mercato del lavoro vengano fatti riferimenti precisi al fatto che questo lavoro debba essere stabilizzato. Ci sembra dunque che incentivi atti a favorire quest'opera di stabilizzazione da parte degli imprenditori vadano opportunamente sostenuti all'interno di questa legge.
Sappiamo che la Giunta ha in preparazione una normativa di carattere più complessivo, una legge quadro sul mercato del lavoro e sugli inserimenti lavorativi nella nostra Regione. Quindi, probabilmente, sarà quello il terreno ottimale per definire gli incentivi; però crediamo che non ci possano non essere o comunque è importante che tutte le leggi prevedano significative possibilità di stabilizzazione dei lavoratori.
Alcune questioni sono state sollevate da qualche Consigliere, ma oggettivamente faccio fatica a capirle.
Tutta la polemica sollevata dal Consigliere Rossi e, se non ricordo male, anche dal Consigliere Vignale e da altri sul "anche preventivamente".
Oggettivamente non la capisco, perché questa è una norma che è assolutamente rimasta fedele a quello che era il testo concordato con le parti sociali. Noi ci abbiamo anche provato o, almeno, qualcuno all'interno della maggioranza ha provato a tentare di modificare questo comma, ma non è stato possibile trovare un accordo su questa partita.
Però, se non c'era anche preventivamente, c'è solo un altro sistema: l'accreditamento. Non ci sono altri sistemi. L'accreditamento è possibile e c'è un'attestazione che afferma che si è in grado di fare la formazione di carattere formale. L'accreditamento, di norma, viene fatto dalle agenzie formative o potrebbe essere fatto da aziende medie e medio-grandi. Dalle aziende alle quali si faceva riferimento è più problematico, quindi credo che quella sia stata l'ipotesi di mediazione trovata nel confronto dalle parti sociali indicandola anche preventivamente.
Si tratta di una polemica che assolutamente non comprendo, ma ho visto che ci sono degli emendamenti, però se togliamo la possibilità di una verifica di come viene svolta la formazione di carattere formale all'interno delle aziende, credo che rinunciamo a qualsiasi funzione di controllo.
Concludo sulla questione sollevata dal Consigliere Vignale rispetto al mio ruolo di Presidente di VII Commissione.
A me sembra di essere stato, in quest'anno e mezzo di ruolo di Presidente di Commissione, assolutamente imparziale, avendo voluto garantire fino in fondo a tutte le componenti del Consiglio gli spazi e l'opportunità di lavoro all'interno della Commissione stessa.
Se essere Presidente della Commissione però vuole dire rinunciare a svolgere qualsiasi ruolo dal punto di vista politico all'interno della Commissione, al limite non arrivare nemmeno a firmare degli emendamenti o delle proposte - prerogativa che mi pare non venga nemmeno negata all'Ufficio di Presidenza del Consiglio - rinuncio tranquillamente a fare il Presidente di Commissione e anticipo che nella prima riunione utile della Commissione porremo questo tema all'o.d.g., perché voglio capire fino in fondo quali sono le prerogative che mi sono concesse ed, eventualmente se ho sbagliato, dove ho sbagliato nella conduzione della Commissione e nello specifico, nella conduzione sulla discussione di questo provvedimento sull'apprendistato.
Credo che su queste partite non sia possibile lanciare accuse generiche o campate per aria, ma bisogna assolutamente rapportarci a quelli che sono i fatti, a quello che è l'andamento della Commissione. Su questo credo che per mantenere un rapporto corretto - come credo ci sia sempre stato all'interno della Commissione - è bene che ci sia un percorso di verifica rispetto alle affermazioni fatte in quest'aula. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Clement.
Mi riservo di intervenire anch'io su questa questione previo un approfondimento, sentendo gli interessati. Non mi pare ci siano le condizioni per mettere in discussione un lavoro che ha dato i suoi frutti nel corso di quest'anno e mezzo di attività.
Quindi, invito a stemperare anche un po' i toni, perché sono convinto che riusciremo a riportarla nell'ambito della dialettica politica ordinaria.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Innanzitutto, non vedo il rappresentante della Giunta e non vorremmo ripeterlo tutte le volte.
In secondo luogo, ringraziando i colleghi della Giunta che stanno ascoltando con attenzione agli interventi, mi permetto di portarmi avanti con il lavoro. Ho seguito con molta attenzione l'intervento del Presidente Clement, come pure con altrettanta attenzione - anche perché meno usuale in quest'aula - quello del collega Pizzale.
Nel richiedere anticipatamente i testi degli interventi che si sono svolti, suggerirei all'Assessore, ove non si fosse presa degli appunti, di leggerli, perché, con mia sorpresa, attengono entrambi alla sua maggioranza. Vorrei poi essere aiutato a capire di che cosa stiamo parlando e con chi, perché mi sembra un dibattito di più parti, ma io vorrei soltanto capire a quale principalmente devo oppormi.
Dopo mi muovo, ma prima devo capire bene in quale direzione è meglio che io mi opponga.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, noi stiamo discutendo, secondo me, di una buona legge.
Naturalmente le leggi sono perfettibili e credo che in Commissione abbiamo lavorato in questi mesi per migliorare il testo.
Da questo punto di vista, vorrei fare un'obiezione al collega Vignale.
La legge non stravolge l'intesa raggiunta dall'Assessore con le parti sociali e sarebbe singolare se il Consiglio regionale rinunciasse alla propria autonomia, rivendicando il diritto-dovere di modificare - se lo ritiene, naturalmente - su alcuni punti un provvedimento che pure è il frutto di una concertazione. Concertazione che, con questo provvedimento difendiamo nella sostanza, di fatto.
una legge perfettibile, ma che - se mi è concesso - rappresenta una rivoluzione. Noi affermiamo il principio che un apprendista possa prendere una laurea e diventare un laureato. Nelle modalità e nelle tipologie di contratto di apprendistato, prevediamo esattamente questo: immaginiamo un processo formativo che ha tutta una serie di tappe, al termine delle quali un giovane che incomincia a fare l'apprendista può anche trovarsi in tasca il diploma di laurea.
una rivoluzione rispetto all'apprendistato così come l'abbiamo concepito in questi anni. Io ho fatto l'apprendista a 14 anni, ma la mia vita era segnata: avrei fatto quel lavoro per tutta la vita.
Naturalmente questa rivoluzione presuppone una serie di interventi a sostegno del provvedimento, presuppone che la Giunta detti le norme, ma il principio è questo. Stiamo immaginando una politica rispetto alla quale il giovane che entra nell'azienda (artigiana e non solo, collega Vignale anche industriale) e svolge una certa attività, può, dopo quel processo se lo ritiene - diventare una figura che svolge un'altra attività. Da questo punto di vista, in questo provvedimento, la formazione che è necessaria per consentire a quel giovane di fare bene quel lavoro s'intreccia fortemente con una formazione generale.
Guardate che questo è il limite del mercato del lavoro italiano.
Qualche sera fa, a Biella, L'Assessore Bairati ci ha spiegato che in Germania sono più competitivi per tante ragioni, ma anche perché l'80% dei lavoratori ha il diploma in tasca. Noi non possiamo ignorare questo aspetto.
Quando parliamo di economia, insistiamo sul valore del capitale umano e sosteniamo che il deficit di competitività delle imprese italiane nasce da questo. Quando scriviamo le leggi, non possiamo, quindi, perdere di vista il fatto che dobbiamo investire per davvero, se vogliamo superare uno dei problemi che rientrano tra le cause della crisi del sistema italiano.
Noi, qui, ci rivolgiamo a due soggetti: è per questo motivo che secondo me, il provvedimento risponde a due esigenze. Da una parte dobbiamo formare i lavoratori e i giovani, ma formarli senza stabilire a priori che faranno quello per tutta la vita. È cambiato il mercato del lavoro, per cui dobbiamo, anche attraverso questa politica, attrezzarli per consentire loro, se mai cambieranno impiego, per scelta o per necessità, di essere più forti nel presentarsi sul mercato del lavoro e avere la cultura e la flessibilità necessarie per fare altre cose nella vita produttiva.
E dall'altra parte abbiamo l'impresa: come non vedere che l'impresa oggi ha questa esigenza? L'impresa, oggi, deve investire in capitale umano così come investe in tecnologie. Noi, con questa legge, dovremmo rivolgerci all'impresa, senza rigidità, ma pretendendo la formazione. In questo senso rispondo al collega Vignale: nessuna rigidità, collega, ma la formazione va fatta, perché serve al lavoratore e all'impresa. Guai a ripetere l'errore che la formazione è un orpello del quale possiamo anche fare a meno.
La formazione serve e va fatta, sia per le imprese che per il lavoratore, perché serve all'uno e all'altro.
Se non facciamo questo, noi possiamo chiudere. Non solo, ma avremo una legislazione che, rispetto i ragionamenti che facciamo nel DPEFR, nelle analisi sull'economia piemontese e su quant'altro, rappresenta un elemento di cesura e di contraddizione.
Dovremmo apprezzare fino in fondo il valore di questo provvedimento. E da questo punto di vista, so riconoscere che c'è stato, anche su questo argomento, un confronto vero in Commissione. Ogni qualvolta si affrontano questioni di contenuto, si avverte una certa tensione, che reputo positiva.
Come ripeto, è una buona legge quella che stiamo discutendo in Aula.
un provvedimento che impegna ingenti risorse della nostra Regione. Vorrei che i Consiglieri avessero ben chiaro il fatto che per la politica della formazione e per sostenere questa concezione di apprendistato investiamo 90 milioni di euro: 180 miliardi di vecchie lire, colleghi! C'è un disegno, c'è una politica e c'è una legge che oggi ci consente di impiegare queste risorse per fare quella formazione che noi pensiamo essere decisiva per offrire più strumenti, più chance e più opportunità al giovane lavoratore, ma anche per dare all'impresa quel valore aggiunto che è essenziale per essere competitiva.
Vorrei che spiccassimo questo salto e avvertissimo che oggi questo è il problema che stiamo affrontando con questa legge.
L'ultima questione riguarda il problema che ha posto il Consigliere Clement. C'è stata una discussione in Commissione molto seria, con emendamenti forse anche del collega Vignale o comunque della minoranza, in merito all'esigenza di stabilizzare i rapporti di lavoro, combattere la precarizzazione e quant'altro.
Vorrei fare una premessa, per evitare equivoci: noi siamo assolutamente d'accordo con l'esigenza di immaginare una legislazione che introduca elementi di rigidità - forse è un termine sbagliato, di fronte al fatto che c'è un lavoro precario - o, meglio, di garanzia per il lavoratore.
Nessuno può fare un progetto di vita se non ha un lavoro o se ha un lavoro precario. Da questo punto di vista, è giusto immaginare, attraverso la legislazione regionale, di tentare di garantire delle forme di lavoro meno precario.
Su questo aspetto non nutro il minimo dubbio; mi auguro, però, che anche la legislazione nazionale, da questo punto di vista, ci offra un aiuto e vengano messe in cantiere quelle riforme che consentono di coniugare una buona flessibilità con una buona stabilità nei rapporti.
Perché non vedo alcuna contraddizione tra una buona flessibilità e l'esigenza di garantire rapporti di lavoro stabili, che si fondano sul sistema di garanzie per i lavoratori che lavorato in quell'azienda. In questo caso, però, penso che sia stato giusto rinviare alla legge quadro il problema di fondo, affermandone il principio, come diceva il collega Clement.
Perché nel caso di lavori apprendisti - ma vorrei rinviare la questione quando affronteremo la discussione sulla legge quadro - siamo già in presenza di un sistema di incentivi che ci aiutano a rendere stabile il rapporto di lavoro e a favorire una trasformazione positiva di quel rapporto di lavoro, giacché, come i colleghi sanno, quando un contratto di lavoro da apprendista viene trasformato in contratto di lavoro a tempo indeterminato, l'impresa coinvolta ha diritto a sgravi fiscali per 12 mesi.
Vedo in questo - può non bastare, ma non intendo aprire una discussione in merito - già la conferma di un meccanismo che ci aiuta ad andare esattamente nella direzione auspicata; immaginare, cioè, che le politiche del lavoro possano contare su un sistema di incentivi che incoraggiano l'impresa a stabilizzare i rapporti di lavoro.
Qui siamo già in quella direzione. Ma è stato giusto, io credo affermare il principio nella legge.
Se questa è la proposta che la Giunta farà, noi la sosterremo, perché è giusto lo spirito con cui viene avanzata.
Riteniamo, però, che sia preferibile affrontare l'argomento complessivo nella legge quadro. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Spero di non deludere il Presidente Burzi, che sta attendendo il mio intervento.
Spesso provo ad immaginare come potrà essere il nostro Paese tra dieci o quindici anni, o addirittura il mondo, con la globalizzazione dell'economie e del mercato del lavoro.
E quando cerco di immaginare come sarà il mondo, il nostro Paese o il nostro sistema economico e industriale, vedo i nostri partner europei distanti centinaia di chilometri da Torino o dai confini del nostro Paese e mi rendo conto dell'enorme diversità, del gap che ci divide da Paesi come la Germania, la Francia o Paesi più piccoli e meno influenti del nostro come la stessa Austria. Paesi che hanno curato molto, in questi anni l'interesse principale che dovrebbe avere uno Stato verso i propri cittadini, ovvero la formazione delle future classi dirigenti, intendendo per tali non solo le persone che saranno chiamate a guidare l'economia, la politica, la cultura o i processi industriali, ma tutte quelle persone e ogni mattina si alzano e con il loro sacrificio permettono all'economia e ai sistemi industriali di consolidarsi, di rafforzarsi, di essere competitivi.
Proprio perché ritengo che le persone debbano essere al centro della nostra azione - non sempre lo sono state - mi rallegro e mi compiaccio per il lavoro svolto dall'Assessore, che ha portato alla nostra attenzione questo testo, condiviso dalla sua maggioranza ma anche da tanti soggetti esterni dell'economia, dalle categorie e dalle associazioni di lavoratori che hanno chiesto a gran voce che si procedesse in tempi rapidi all'approvazione di questa legge.
Dal mio punto di vista e per gli interessi che cerco di rappresentare la legge garantisce quei diritti che, sino a qualche tempo fa, erano lasciati alla buona volontà dei datori di lavoro e dell'impresa. Ora invece, saremo certi che le imprese avranno degli obblighi precisi e verificabili. Ci sarà, pertanto, la possibilità di accertare che le persone ricevano la formazione fino in fondo in modo completo. Inoltre, ci consentirà alle nostre imprese di avere un quadro di riferimento complessivo vero, che non sia solo legato ad una legislazione nazionale che, per bocca stessa di molte associazioni di categoria, era impreciso e farraginoso, spesso non completo, da un punto di vista dell'offerta che queste imprese potevano fornire ai propri lavoratori.
Noi vogliamo dirlo con chiarezza: per quanto ci riguarda, la scuola continua ad essere l'elemento principale in cui si formano le coscienze e le capacità delle persone. In ogni caso, osserviamo la realtà che ci circonda e ci rendiamo conto che, oggi, tanti nostri giovani vivono le loro esperienze lavorative come esperienze complessive di formazione e di crescita.
Allora, è giusto e necessario che questa legge venga approvata in tempi rapidi e con un voto corale, se è possibile, di questo Consiglio, perch oggi, noi non guardiamo gli interessi di una parte, ma gli interessi complessivi della nostra società. Le nuove generazioni hanno un proprio punto di riferimento nella formazione, nella cultura, nell'accrescimento culturale e professionale, affinché la nostra diventi una società sempre più importante, sempre più ricca e sempre più competitiva da un punto di vista della qualità e non della quantità.
Termino questo mio intervento rallegrandomi per aver compiuto questo pezzo di strada insieme e per aver costruito una buona legge, che servirà ai nostri giovani, che darà più diritti ai nostri lavoratori, che eviterà che alcune imprese possano furbescamente utilizzare questi strumenti per avere lavoratori a basso costo senza dare nulla a loro.
Ebbene, di fronte a tutto questo, non possiamo che essere contenti, non possiamo che guardare con positività al futuro che abbiamo dinanzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, non sono ancora stati consegnati gli emendamenti che immagino arriveranno, ma l'Assessore Pentenero mi ha anticipato, come ricordava anche il Consigliere Bizjak in un suo intervento, la volontà di porre un'ulteriore modifica emendativa al testo, relativamente all'articolo 9.
Credo - lo si vedrà dalla lettura degli emendamenti, molti sono stati presentati per intervenire più nel merito della questione, altri sono di merito - sarebbe necessario fermarsi un attimo per cercare di comprendere se alcune delle posizioni avanzate dalla minoranza possono essere accolte.
Inoltre, sarebbe opportuno verificare la modifica che, sostanzialmente, si inserisce con la cancellazione dell'articolo 9 e con un rimando ad un provvedimento successivo.
Per questo motivo, ritengo opportuno un rinvio in Commissione, ma conoscendo i numeri e le logiche dell'Aula, credo sarebbe importante una sospensione del Consiglio per convocare una Conferenza dei Capigruppo affinché si possa comprendere se vi è la possibilità di proseguire con una modalità quale quella tenutasi in Commissione, cioè di discussione nel merito rispetto ad alcune proposte avanzate, oppure no.



PRESIDENTE

Va bene, facciamo una breve sospensione del Consiglio regionale, per dieci minuti, in modo da consentire ai Consiglieri che hanno lavorato sul testo di confrontarsi sugli emendamenti. La seduta riprenderà alle ore 16.35.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.25 riprende alle ore 17.14)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricordo che è terminato il dibattito generale e si è tenuto un incontro sugli emendamenti. C'è qualche comunicazione rispetto all'incontro o possiamo proseguire sull'articolo 1? ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Boniperti e Botta: articolo 1 comma 1 dopo (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30) si prosegue con: "e nel rispetto dell'articolo 5 comma 2 dello Statuto della Regione Piemonte".
Ha chiesto di intervenire, per l'illustrazione dell'emendamento, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire nel merito dell'emendamento ma per dare comunicazione, come abbiamo già fatto con l'Assessore, rispetto all'incontro avvenuto.
Dico questo anche se è anomalo rispetto alla discussione di tutto il procedimento e agli emendamenti presentati, ma è un po' prioritaria la risposta in merito all'emendamento da noi presentato.
Tutta la minoranza ha presentato un emendamento che prevede che è da intendersi aggiuntivo all'articolo 8 un nuovo comma, quindi comma 3, che preveda che "la formazione dell'apprendista esterna all'azienda artigiana è finalizzata dalla Regione Piemonte nei limiti delle risorse stanziate, a condizione che il datore di lavoro applichi il contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale". Intendiamo inserire, all'interno dell'impianto normativo della legge, quello che viene ripreso dalla Giunta regionale in sede di norma finanziaria. Se questo emendamento ha parere positivo da parte della Giunta e verrà accolto quando arriveremo all'articolo 8, è per noi questione dirimente rispetto alla valutazione complessiva della legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Come ho già detto prima, possiamo accettare questo emendamento anche perché, quando arriveremo alla discussione dell'articolo 8 che sta all'interno del disegno di legge, come Giunta, proporrò un emendamento che modifica la norma finanziaria e riprende il concetto presentato un attimo fa, ovvero che tutta la formazione formale esterna è a carico della Regione Piemonte.
La Regione Piemonte, all'interno della norma finanziaria, aveva identificato con quali risorse intendeva finanziarie la formazione formale esterna. Ciò non toglie che si possa anche riprendere il concetto all'interno dell'articolo 8 che, a questo punto, avrebbe un nuovo comma, il comma 3, in cui si ribadisce il concetto che la formazione formale esterna è a carico della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Rispetto a questo emendamento, al di là della condivisione e della proposta del Consigliere Vignale sulla parte dell'articolo 8 che verrebbe riscritta e condivisa, l'emendamento rubricato n.6 viene mantenuto o ritirato dai proponenti? La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Per ciò che riguarda gli emendamenti presentati, il Gruppo di Alleanza Nazionale, dopo la risposta dell'Assessore Pentenero, ritira gli emendamenti che vanno dal n. 6 in poi.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, me li può elencare numero per numero, per cortesia?



VIGNALE Gian Luca

Gli emendamenti n. 2, 3, 4 (perché sostituito dal nuovo emendamento presentato) 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 e 22 sono ritirati.



PRESIDENTE

Dunque, gli emendamenti dal n. 2 al n. 22 sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti. Sull'articolo 1 rimarrebbe l'emendamento rubricato n. 1, che non è fra quelli elencati.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. L'emendamento non fa altro che ricordare, al di là delle indicazioni che dà l'articolo 1 rispetto alle leggi nazionali vigenti, una parte dello Statuto della Regione Piemonte relativamente alle imprese artigiane.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Non c'è alcun tipo di problema da parte nostra nell'accettare questo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 23 (e connesso emendamento rubricato n. 26) presentato dal Consigliere Rossi: articolo 2, comma 2, togliere le parole "generale e di dettaglio".
Sull'articolo 2 sono stati presentati due emendamenti: uno a firma del Consigliere Rossi e l'altro a firma dei Consiglieri Boniperti, Botta e altri.
I due emendamenti sono praticamente identici: chiedono di togliere all'articolo 2, comma 1 le parole "generale e dettaglio".
Chiedo gentilmente ai colleghi, Consiglieri Rossi, Boniperti e Botta se sono mantenuti o se possono essere ritenuti ritirati. Si tratta dell'emendamento rubricato n. 26, del Gruppo di Alleanza Nazionale e il n.
23 del Gruppo della Lega Nord .
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

A parte il fatto che sarei intervenuto anche in sede di discussione generale sull'articolo, intervengo sull'emendamento, che è motivato dal fatto che, se si fa un piano, non ha alcun senso inserire le parole "generale e di dettaglio"; tant'è che mi pare che il testo originario non prevedesse questa aggiunta. Chiedo dunque all'Assessore di cassare questi due termini, che creano solo confusione all'interno del testo di legge.
Approfitto del fatto di avere la parola per chiedere all'Assessore il motivo per cui, tutte le volte, si rimanda alla scelta della Giunta regionale. Ad esempio, in questo articolo 2, comma 2, si dice: "Il piano formativo individuale, generale e di dettaglio è redatto con le procedure gli strumenti e le modalità individuati dalla Giunta regionale".
All'inizio, erano 16 i rimandi alla Giunta regionale presenti in questa legge; adesso, parlando con l'Assessore, i rimandi sono dieci, ma non si dice mai "sentite le Commissioni competenti".
Adesso chiedo all'Assessore se è il caso di presentare un emendamento con la formulazione "sentita la competente Commissione consiliare" oppure se, d'ufficio, l'Assessore ritiene che sia utile mettere, almeno sui punti principali di rimando alla Giunta, che la Giunta decide, "previo - almeno parere della Commissione competente". Diversamente, se su una legge di poche pagine ci sono dieci rimandi a norme decise dalla Giunta, mi chiedo che cosa ci stiano a fare i Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

I rimandi alla Giunta sono rimandi di carattere gestionale. La legge intende disciplinare la parte formativa del contratto dell'apprendistato definendone i principi generali e rimandando tutte quelle parti che hanno una valenza prettamente gestionale ad atti della Giunta.
Tengo a precisare che i dieci atti evidenziati all'interno dell'attuale disegno di legge, in origine, erano molti di più; sono stati ridotti perché, con alcuni elementi, sono stati già specificati all'interno della legge. Si tratta di dieci atti che la Giunta dovrà fare, dieci rimandi alla Giunta, che però dovranno essere definiti previo l'accordo delle parti sociali. Come potete immaginare, il lavoro che occorrerà ancora fare sarà un lavoro non indifferente per arrivare alla piena attuazione della legge.
Credo che sia interesse di tutta la Regione, soprattutto di quest'Aula produrre delle leggi che siano le più agili e snelle, fermo restando i principi che sono definiti all'interno della legge quadro. È per questo che sono stati individuati questi dieci rimandi alla Giunta.



PRESIDENTE

Ritengo che l'intervento del Consigliere Rossi valga anche per i colleghi di Alleanza Nazionale, perché il testo è il medesimo e sullo stesso punto. Ricordo che il numero legale è 31.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23 (identico all'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 13 bis presentato dal Consigliere Rossi: articolo 2 comma 2, ultima riga: dopo "dalla Giunta regionale", viene inserito: "acquisito il parere della Commissione".
Si tratta di una piccola modifica, presentata dal Consigliere Rossi sull'articolo 2, comma 2, ultima riga.
Ne faccio distribuire una copia per Gruppo, in quanto è stato presentato ex novo.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Preso atto della non intenzione dell'Assessore di ascoltare i Consiglieri regionali, mi sono convinto ancora di più della necessità di presentare questo emendamento, considerato che l'Assessore sostiene che tutte queste scelte - che la legge in questioni di fatto demanda alla Giunta - saranno fatte di concerto con le forze sociali e le associazioni di categoria.
Siamo d'accordo. Non capisco però, Assessore - visto che lei stessa ha appena dichiarato, ed è a verbale, che sarà un procedimento lungo perch dovrete acquistare i pareri delle associazioni di categoria e delle forze sociali - il motivo per cui si debbano escludere obbligatoriamente coloro che, di fatto, sono gli estensori della legge, cioè i Consiglieri regionali.
Assessore, lei è in Consiglio regionale in qualità di ospite, perch siamo noi i "padroni di casa". Ci deve spiegare perché noi legislatori non possiamo esprimere un parere su questioni delicate, che riguardano decine di migliaia di giovani apprendisti. Parliamo di oltre ventimila imprese artigiane e si tratta, nella maggior parte dei casi, di piccole imprese circa il 94% delle imprese in Piemonte ha meno di nove addetti.
Bene, noi non possiamo, in qualità di legislatori e Consiglieri regionali, esprimere un parere. Il parere lo esprimono la Giunta, le associazioni di categoria e le forze sindacali: lei mi deve spiegare cosa ci stiamo a fare. Vi diamo mandato di fare altre cose? Noi a cosa serviamo? Comprendo che i tempi possano anche non prevedere un passaggio in Consiglio, che è intasato di documenti e di atti, ma - cara Assessore perché negare un passaggio nella Commissione competente? Se fate le cose correttamente e arrivate con un documento sottoscritto dalle forze sindacali di categoria, secondo lei, Assessore, glielo blocchiamo in Commissione? Per quale motivo dovremmo andare contro il mondo produttivo piemontese? Quindi, delle due l'una: o ha la coda di paglia e ha paura del passaggio in Commissione perché ha qualche strana intenzione oppure, se pensa di operare a favore del mondo produttivo e di portare a casa un parere favorevole del mondo produttivo e delle forze sindacali perché non vuole l'esame in Commissione? Mi scusi, Assessore, me lo deve spiegare perché non vuole il passaggio in Commissione. Perché questi provvedimenti importanti, che interessano decine di migliaia di lavoratori e di imprese, devono essere decisi in un ufficio dall'impresa, dal sindacato e dalla Giunta? Il Consiglio no! Il Consiglio non c'entra! Mi permetta di chiederle la motivazione. Ci dica perché i Consiglieri regionali di maggioranza e minoranza devono essere esclusi da scelte fondamentali per il Piemonte, da scelte finanziarie importanti per il Piemonte, da scelte formative fondamentali per le imprese piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Alla luce della richiesta del Consigliere Rossi e della risposta dell'Assessore Pentenero, poiché si tratta di una legge di principio condividiamo la posizione espressa dall'Assessore, in quanto diventa difficile chiedere il parere della Commissione per ogni ambito applicativo di carattere gestionale e di competenza della Giunta.
Tuttavia, una modalità per consentire un'attività di monitoraggio e di controllo anche al Consiglio potrebbe essere quella che, sulla base di un tempo che stabiliamo (semestralmente o annualmente), come peraltro è previsto in altre norme del Consiglio regionale, la Giunta relazioni sull'attuazione della legge nell'ambito dell'attività competente.
Inoltre, ritengo che la collocazione più idonea di questa norma nella legge non sia l'articolo 2, ma l'articolo 10, dove si parla di monitoraggio e controllo. Al limite, in quell'articolo potrebbe essere aggiunto un comma, prevedendo che, semestralmente o annualmente, la Giunta relazioni alla competente Commissione consiliare sull'attività e sull'applicazione della legge stessa.
Mi permetto di avanzare questa proposta di emendamento, ma poiché siamo all'articolo 2, ritengo opportuno arrivare all'articolo 10 per inserirla.



PRESIDENTE

Pertanto, l'emendamento 13 bis s'intende ritirato e ripresentato con una nuova formulazione quando arriveremo alla discussione dell'articolo 10: lo daremo per illustrato e lo metteremo in votazione.
Sull'articolo 2 non ci sono altri emendamenti, quindi procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Pedrale ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Visto il prosieguo della discussione sull'articolato e visto l'atteggiamento sicuramente non ostruzionistico dell'opposizione chiederemmo, a questo punto e vista l'ora, che venissero posti in votazione i due ordini del giorno di cui abbiamo chiesto l'iscrizione all'o.d.g.
all'inizio della seduta odierna.
Pertanto, propongo un'inversione dell'o.d.g. e la votazione dei due ordini del giorno che, rispettivamente, fanno riferimento al problema del Day Surgery di Gattinara, presentato dal sottoscritto, e al problema della scarsità delle precipitazioni nevose sul territorio montano piemontese presentato dal Consigliere Toselli.
Vorremmo avere una risposta da parte della Giunta e dei Capigruppo di maggioranza.



PRESIDENTE

Mentre attendiamo indicazioni dalla Presidenza, potremmo procedere nella discussione. Prima della fine dell'articolato, mi auguro di essere in grado di dare una risposta al problema posto dal Consigliere Pedrale.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

A questo punto, dobbiamo parlare della politica regionale della formazione del Piemonte. Non si può chiedere la collaborazione della minoranza su questa legge e poi rifiutare di discutere e votare due ordini del giorno che hanno una così importante attualità, uno relativo al settore della sanità e l'altro al settore del turismo. Tanto più, dopo l'impegno preso questa mattina dal più autorevole Presidente del gruppo di minoranza Rocchino Muliere, secondo il quale questi due ordini del giorno sarebbero sicuramente stati discussi e votati nella seduta odierna.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Pedrale, non la vorrei interrompere...



PEDRALE Luca

Questa mattina, c'è stato l'impegno ufficiale.



PRESIDENTE

Forse non mi sono espresso bene. Mi sembra di aver detto che, mentre si votano alcuni articoli di questa legge, che è composta di 12 articoli aspettavo indicazioni da parte dei Capigruppo, cosa che lei ha fatto.
Poiché la seduta è convocata fino alle ore 20, mi auguro che si riesca a fare tutto.
Quindi, mi sembra di capire che non ci sono problemi a discutere gli ordini del giorno indicati al termine della votazione di questo provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Vorrei che le cose fossero sempre fatte ufficialmente. Visto che l'amico Muliere prima mi ha avvicinato, voglio un impegno ufficiale da parte della maggioranza che, prima della chiusura della seduta odierna siano posti in votazione i due ordini del giorno precedenti. E direi anche di dare un'ora precisa, le 18.30, perché poi molti colleghi giustamente devono abbandonare l'aula per ritornare nelle proprie circoscrizioni elettorali.
Credo che l'opposizione debba avere una risposta.



PRESIDENTE

Io le ho dato la parola sull'ordine dei lavori perché era un suo diritto, ma diventa difficile interrompere visto che siamo in fase di votazione, così com'è complicato indicare un'ora precisa.
Mi sembra che c'è l'impegno a votare le proposte che lei ha fatto quindi, appena terminato l'esame del disegno di legge n. 264, saranno posti in votazioni gli ordini del giorno indicati da lei come da altri.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Riconfermo l'impegno che credo a nome di tutta la maggioranza, ma vorrei fare anche un'altra premessa. Il Consiglio è convocato fino alle ore 20, quindi dovremmo ogni tanto considerare, quando entriamo in aula, che si possa arrivare sino alle ore 20.
Siccome è successo tantissime volte, non è che dobbiamo sempre terminare il Consiglio alle ore 18.30 o alle ore 19. Quindi, il tempo ci sarebbe.
In ogni caso, mi pare che l'esame di questa legge si stia avviando velocemente alla conclusione. Occorre solo il tempo per concludere rapidamente la discussione e la votazione su questa legge, per cui mi sembra che le condizioni per arrivare alla discussione degli ordini del giorno ci siano tutte. Non complichiamoci la vita più di tanto.



PRESIDENTE

Anche il Consigliere Ricca è d'accordo, quindi rinuncia all'intervento.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Formazione professionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 264, inerente a "Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 264, di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 24 presentato dal Consigliere Rossi: articolo 6 comma 3 Cassare le parole "purché in luoghi normalmente non destinati alla produzione" Emendamento rubricato n. 27 presentato dai Consiglieri Boniperti, Vignale e Botta: all'articolo 6, terzo comma, le parole "purché in luoghi normalmente non destinati alla produzione" sono soppresse.
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Non ritengo di accettare la proposta di emendamento, perché in qualche modo si deve riconoscere la capacità formativa dell'azienda. Su questo non c'è alcun dubbio, ma ci deve essere una sorta di riconoscimento del principio da parte del datore di lavoro, quindi la possibilità di dedicare del tempo e dello spazio all'attività formativa.
ovvio che le aziende dedicheranno attenzione alla formazione interna per le competenze professionalizzanti compatibilmente a quella che è la loro organizzazione e la loro impostazione. Si tratta di una norma di salvaguardia che, in qualche modo, identifica le caratteristiche che deve avere l'azienda affinché le sia riconosciuta la sua capacità formativa interna.
Pertanto, la Giunta non ritiene di dover accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Intervengo su quest'emendamento. Non ho potuto seguire in Commissione tutta la discussione sull'articolato della legge, però mi sembra di capire che non aiutiamo il decollo dell'apprendistato e di quella formazione vera e concreta, soprattutto per quanto riguarda le attività artigianali vietando in maniera così esplicita la possibilità di svolgere la formazione all'interno di locali e di luoghi della produzione.
Faccio un esempio concreto: a un dipendente che deve imparare a diventare un pasticciere o panettiere, è forse più opportuno che il titolare dell'azienda insegni a il mestiere proprio all'interno del locale dove si produce.
difficile pensare che uno diventi bravo a fare il panettiere o il pasticciere in un'aula asettica, magari della stessa impresa artigiana o di qualche altro centro di formazione scolastico o parascolastico.
Mi pongo questo dubbio concreto, perché ci sono alcune attività, in particolare quelle artigianali, come anche quella del meccanico di altre attività di questo tipo, dove la migliore formazione non può che avvenire all'interno del luogo di lavoro, dove avviene l'attività produttiva.
Facciamo attenzione a non sminuire questa possibilità, che invece secondo me è molto gradita sia ai datori di lavoro sia alle stesse persone che vogliono veramente imparare un'attività professionale.
La riflessione e la critica che spesso viene spontanea è che questi ragazzi fanno troppa teoria e poca pratica. L'accusa che emerge dal mondo del lavoro è che nella formazione professionale c'è troppa teoria e poca pratica. Questo, secondo me è un errore, perché si ricade nuovamente in questa grave lacuna, che veramente penalizza il mondo del lavoro in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Sarò brevissimo.
Ha perfettamente ragione il presentatore di quest'emendamento. Mi spieghi l'Assessore come un meccanico può insegnare ad un apprendista, che è una persona - lo dice il nome stesso - che deve apprendere, a lavorare bene se non nell'officina dove lavora e dove ci sono i macchinari. Dove lo fa? In un'aula di un centro di formazione? Viene portata la macchina nel centro di formazione e lì viene smontata? Si può fare questa norma solo per quei certi tipi di apprendistato quelli che richiedono conoscenze nozionistiche molto precise e che devono essere apprese in ambienti diversi, ma alcuni mestieri come il meccanico il panettiere e il pasticciere necessitano di un apprendimento sul luogo di lavoro. In caso contrario, un pasticciere fa le torte in un'aula e non nel forno di una pasticceria.
Quindi, vorrei che mi si spiegasse come queste cose non possano essere accettate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Rispondo io al collega Casoni. Chi non è d'accordo su quest'emendamento e per certi versi in certe occasioni sono d'accordo con lui - ritiene che l'apprendista debba acquisire delle nozioni come se andasse a scuola, cioè da un lato impara il lavoro, dall'altro va a scuola.
Sarei perfettamente d'accordo se si rivolgesse solo alle imprese. Alla FIAT non esiste il problema, così come non esiste per la Cassa di Risparmio. Il problema nasce quando qualcuno vuole imparare un mestiere da artigiano, proprio dal punto di vista materiale: questo soggetto magari potrebbe aver bisogno di fare un corso sulla legge n. 626, quella sulla sicurezza. Ma è un discorso a parte.
Il vero apprendistato in certe aziende lo si deve fare nel luogo di lavoro. È per questo motivo che insistiamo: abbiamo proprio due visioni diverse del problema.
Non ci sono solo le cosiddette "imprese". Ho ascoltato tutti gli interventi che mi hanno preceduto e ho notato che si è parlato sempre di "impresa". In gioventù ho fatto il sindacalista e per me la cosiddetta "impresa" era la mia azienda, le aziende a quel livello. In questo caso invece, parliamo anche di centinaia e migliaia di imprese costituite da una sola persona, che sa fare il proprio mestiere e lo fa in una determinata area. Qualcuno può voler imparare - parliamo di lavori elevatissimi, magari di artigiani di alto livello - e non si può pensare che questo soggetto non lavori nel proprio laboratorio. Non si può impedire all'apprendista di imparare nel laboratorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Abbiamo già avuto modo di discuterne in precedenza con i colleghi, e non emerge contrapposizione tra di noi.
Si è stabilito che un apprendista lavora 1.760 ore all'anno presso la propria azienda; di queste, 120 ore le fa di formazione.
Di queste 120 ore di formazione, come ricordava poc'anzi il collega Novero, 42 sono di formazione di base trasversale, 78 sono di formazioni tecnico-professionale.
del tutto evidente che parliamo di due momenti formativi diversi; i colleghi possono tranquillamente immaginarlo. Naturalmente, immagino che nella grande impresa sia possibile fare tutta questa formazione all'interno del proprio stabilimento. Nella piccola impresa artigiana, invece l'apprendimento dell'attività che è chiamato a svolgere il lavoratore lo farà in azienda. È chiaro che se faccio il meccanico o il panettiere imparo lì a fare il meccanico o il panettiere.
Vi è, però, una formazione "generale" che l'impresa artigiana non pu offrire all'interno delle proprie mura: noi parliamo di questa.
Abbiamo una concezione della formazione dell'apprendista che si articola in quei due momenti che ricordavo prima. È del tutto evidente che quest'altra formazione, anch'essa importante per fornire quel tipo di nozioni all'apprendista, si svolge anche fuori dall'azienda. Eviterei quindi, di aprire un contenzioso su una questione sulla quale dovremmo essere - credo - tutti d'accordo. Perlomeno, questa è la nostra opinione colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Consigliere Ronzani, è vero che in questo dibattito non ci sono contrapposizioni, ma non so fino a quanto lei e l'Assessore abbiate frequentato delle aziende artigiane.
Mi riferisco a lei, ad esempio, perché proviene da un distretto produttivo importante come quello di Biella. Ma pensiamo ad una realtà produttiva come quella di Valenza, che i dati regionali pongono al secondo posto come unità produttive presenti, seconda soltanto a Torino. Parliamo di una realtà di 21.000 abitanti che, per unità produttive, detiene il secondo posto a livello regionale, con una significativa presenza di piccole o piccolissime aziende artigiane dove, da sempre, si ricorre all'apprendistato.
Mi chiedo se abbiate mai frequentato un'azienda artigiana oppure se abbiate anche solo parlato con un titolare di un'azienda artigiana dove si pratica l'apprendistato: sicuramente c'è attenzione per la parte pratica ma anche se non c'é una stanza o un luogo fisico all'interno della stessa azienda ove fare la parte teorica della formazione, è lo stesso titolare (o i suoi collaboratori) che fornisce quotidianamente o settimanalmente le nozioni teoriche che l'apprendista deve ricevere.
Dobbiamo comprendere, con questa norma, se vogliamo fare un favore agli enti che fanno formazione anche agli apprendisti, oppure se vogliamo caricare le aziende artigiane, anche quelle piccole e piccolissime, di ulteriori costi.
Caro collega Ronzani, se nell'azienda non ho una stanza fisica per l'apprendistato teorico, dovrò rivolgermi ad un'associazione di categoria o a qualche ente di formazione, e dire: "Fornitemi un luogo idoneo per la formazione teorica del mio apprendista". Ha un senso tutto ciò? Lo chiedo per quelle migliaia di piccole imprese artigiane che non è che non debbano fare la parte teorica della formazione - perché la fanno sicuramente - ma mi chiedo perché devono essere obbligati a farla in locali sostanzialmente esterni.
Certo non parliamo della FIAT, ma di tante piccolissime realtà che rappresentano, come sempre si dice - anche se poi ce ne dimentichiamo - la spina dorsale del nostro sistema produttivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Botta.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, darei la parola all'Assessore Pentenero per un chiarimento.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Volevo evidenziare che all'interno del percorso formativo di un apprendista, la formazione è divisa in due parti: una formazione volta all'acquisizione delle capacità professionali, e una formazione volta all'acquisizione delle competenze di base.
Si può riconoscerne la capacità formativa di un'azienda nel momento in cui è in grado di svolgere questi due pezzi di formazione, cioè quella professionalizzante e quella per le competenze di base.
abbastanza indubbio che tutte le aziende siano in grado di poter svolgere la parte professionalizzante all'interno dei propri locali, mentre quella di base soltanto alcune aziende sono in grado di farla. Per questo motivo, la Regione si fa carico, con risorse proprie, di pagare questa parte di percorso formativo a quelle aziende che non sarebbero in grado di farla.
Quando, però, andiamo a riconoscere la capacità formativa all'interno dell'azienda, quello che andiamo a dire è semplicemente che nei luoghi dove normalmente avviene la produzione si trovi uno spazio non soltanto fisico ma anche di ordine mentale, per dedicarsi alla formazione dell'apprendista che è inserito all'interno della propria azienda.
Semplicemente, si chiede di porre attenzione a quella parte volta all'acquisizione delle competenze professionali che può e deve essere riconosciuta.
Ciò che è stato evidenziato, ovvero il valore della capacità formativa dell'azienda, è assolutamente riconosciuto all'interno di questo disegno di legge. Si chiede soltanto di porre attenzione all'acquisizione delle competenze professionali specifiche, che, ovviamente, sono diverse a seconda delle tipologie di soggetti aziendali che andiamo ad intercettare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Novero, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
A volte mi sembra di vivere in mondi lontanissimi. Io non conosco l'iter professionale del collega Ronzani, ma se non erro ha detto all'inizio del suo intervento che ha fatto l'apprendista senza regole: di carriera ne ha fatta parecchia! Voleva essere soltanto una battuta! Se tutti gli apprendisti facessero la strada del collega Ronzani, continuiamo con la vecchia maniera! Battuta a parte, dove abito io esiste della professionalità manuale che qualcuno non ha nemmeno più voglia di insegnare, viste le troppe difficoltà riscontrate, per cui non ci si lascia attirare dal prendere un ragazzo e insegnargli qualcosa. Ho detto "ragazzo", ma intendevo anche ragazze, visto che ormai, per fortuna, c'è parità fra uomini e donne.
Evito i commenti che vengono fatti relativamente alle ragazzine che dal Comune in cui risiedo, impiegano due ore di macchina - se va bene - per venire a Torino alla sera, per poi tornare a casa verso mezzanotte.Capisco anche che chi abita a Torino, ma anche solo a Caselle o Nichelino, possa non avere grande difficoltà a fare quelle 20-30 ore, ma dovreste rendervi conto che nel nostro Piemonte la realtà è talmente variegata che, in certi casi, creiamo degli ostacoli. Molti artigiani, che lo fanno solo per passione, eviteranno di proseguire a insegnare il loro lavoro ai giovani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto.



PEDRALE Luca

Ci dispiace che, nonostante i nostri rilievi e la concretezza dei nostri esempi, inoppugnabili e incontestabili, si insista nel mantenere il divieto di svolgere questa naturale e ovvia attività formativa all'interno dei luoghi di produzione. Prima abbiamo fatto degli esempi concreti, forse non è più il caso di ripeterli, ma pensare che un meccanico debba riservare una stanza apposita per fare l'attività formativa ai propri giovani collaboratori o apprendisti credo, veramente, sia meglio limitarci a dirlo all'interno di quest'aula. Se andassimo a dirlo nel mondo del lavoro, tra gli artigiani e gli stessi dipendenti, questi, all'inizio, sorriderebbero dopodiché si arrabbierebbero anche.
Al di là della battuta, c'è il rischio concreto che questi vincoli e limitazioni tolgano veramente la voglia di continuare ad avere delle attività imprenditoriali e artigianali; pertanto tolgono anche la voglia di fare formazione e, di conseguenza, si compromette la creazione di posti di lavoro.
Pertanto, su questo articolo noi esprimeremo voto contrario.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è sempre 31.
Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati n. 24 e n. 27, sui quali l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 29 presentato dai Consiglieri Vignale, Boniperti e Botta: All'articolo 6, quinto comma, dopo le parole "e le modalità di...." inserito l'aggettivo 'eventuale' verifica.
Emendamento rubricato n. 28 presentato dai Consiglieri Boniperti Vignale e Botta: all'articolo 6, quinto comma, le parole "anche preventiva" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 25 presentato dai Consigliere Rossi: all'articolo 6, comma 5, togliere la parola "anche".
La parola all'Assessore Pentenero per esprimere il parere della Giunta regionale.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Chiedo scusa, Presidente, se può ripetere, all'articolo 6...



PRESIDENTE

All'articolo 6, quinto comma, dopo le parole "e le modalità di", è inserito l'aggettivo "eventuale".
Assessore, ne approfitto, perché, di seguito, sempre all'articolo 6 quinto comma, le parole "anche preventiva" sono soppresse; di fatto sono legati.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

La Giunta non ritiene di accettare né l'uno né l'altro emendamento.



PRESIDENTE

All'articolo 6, comma 5, togliere "anche". È evidente che sono tutti e tre consequenziali.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

No, esprimerei parere negativo su tutti e due gli emendamenti.



PRESIDENTE

Su tutti e tre? Il terzo è stato presentato dal Consigliere Rossi.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Su tutti e tre.



PRESIDENTE

Sugli emendamenti 29, presentato dai Consiglieri Vignale, Boniperti e Botta, 28, presentato sempre dai Consiglieri Vignale Boniperti e Botta, e 25, presentato dal Consigliere Rossi, ci sono degli interventi? La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, intervengo nel merito degli emendamenti perch crediamo, come abbiamo detto durante la discussione generale, che questo sia un po' uno dei punti deboli della legge. È ovvio che chi legifera deve anche avere il potere di controllo. È altrettanto ovvio che questo potere di controllo lo si intende esercitare in modo temporalmente non dato, per cui tanto il dire "anche preventiva" quanto il non specificare almeno un tempo massimo relativamente al controllo, può lasciare molte perplessità a molte imprese. Di qui la presentazione di alcuni emendamenti.
Non più nel merito, ma da un punto di vista tecnico della votazione degli emendamenti - mi rivolgo a lei, Presidente, le chiedo scusa - credo soltanto che non si possa mettere in votazione...
Non ho la campanella, Presidente, mi rivolgo a lei...



PRESIDENTE

Mi stavano ponendo un quesito. Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Credo soltanto che i due emendamenti, il penultimo e l'ultimo, quello che dice: "anche eventuale" e quello che vuole sopprimere solo l'"anche" non siano da trattare insieme, nel senso che cassare "anche preventiva" vuol dire eliminare un principio che si intende dare in termini temporali cassare l'"anche" significa che ogni verifica deve essere necessariamente preventiva Pertanto, pur condividendo entrambi gli emendamenti presentati, perch tesi a raggiungere situazioni differenti, che diano certezza - mi riferisco a quello che cassa l'"anche", pur comprendendo che fare una verifica preventiva su tutte le imprese piemontesi che hanno contratti di apprendistato non sarebbe semplice - sono due emendamenti oggettivamente differenti tra loro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Noi siamo assolutamente consapevoli della difficoltà dei controlli preventivi, perché è anche giusto che un organo di controllo possa verificare se la formazione è stata svolta in modo corretto. Però, ci spaventa, dal punto di vista dell'interesse sia del formato e sia dell'impresa, che si eviti, in seconda battuta, magari, di contestare qualcosa che potrebbe comportare la richiesta di restituzione di tutti i fondi percepiti dall'azienda. Poniamo il caso che un'azienda, secondo la Regione, abbia fatto la formazione - mantenendo l'idea del locale esterno a quello lavorativo del laboratorio - in un locale non adeguato e che il controllo avvenga dopo tre anni: l'azienda, solo per quel motivo, deve restituire tutto quello che ha percepito per quanto riguarda l'apprendista e tutto quello che ha percepito per quanto riguarda la parte di formazione professionale.
Capite che per una piccola impresa - pensiamo ad un laboratorio di pasticceria o ad un artigiano classico - restituire quell'importo potrebbe rappresentare il fallimento dell'impresa e anche la perdita del lavoro per l'apprendista, perché, poi, la possibilità per questo apprendista di essere assunto diventa praticamente pari allo zero.
Chiediamo alla Giunta di trovare una soluzione che possa garantire una risposta affermativa alla formazione dal punto di vista del locale, della legittimità, della richiesta. È chiaro che se la formazione è fatta male, è sbagliata o, addirittura, non viene fatta, si può intervenire: lì giustamente, si interviene con la scure. Verificare le condizioni adeguate per fare formazione all'interno della impresa, ma che questo venga detto prima.
Se la Giunta pone una soluzione a quanto ho evidenziato, l'emendamento viene ritirato. Noi capiamo la doppia esigenza: quella della Giunta di controllare se la formazione è fatta bene, ma capiamo anche l'esigenza dell'impresa che rimane con una spada di Damocle sulla testa nel non sapere se i fondi che ha percepito gli spetteranno fino alla fine, oppure se rischia di doverli restituire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per il parere della Giunta.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Colgo positivamente il suggerimento del Consigliere Rossi. Nel definire le modalità, cercheremo di trovare gli strumenti affinché le aziende non vengano messe in difficoltà. Questo è il nostro intendimento, ovvero trovare tutte le modalità e tutti gli strumenti affinché la capacità formativa sia verificata a priori e che questa non possa interferire con l'attività formativa successiva.
Propongo di lasciare l'articolo così come è stato presentato, cogliendo positivamente il suggerimento proposto dal Consiglierei Rossi.



PRESIDENTE

Quindi il parere è negativo su tutti e tre gli emendamenti.
L'emendamento rubricato n. 25 del Consigliere Rossi è ritirato dal proponente e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29, sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28, sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 33 presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Burzi, Rossi, Guida, Novero, Pedrale e Nicotra: all'articolo 8, è aggiunto il seguente comma 3: "La formazione dell'Apprendista esterna all'azienda è finanziata dalla Regione Piemonte nei limiti delle risorse stanziate, a condizione che il datore di lavoro applichi il Contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle Organizzazioni imprenditoriali e sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Credo sia opportuno, nell'emendamento proposto, eliminare le parole "azienda artigiana", altrimenti andremo a settorializzare. Dovremmo intendere azienda nella sua generalità e non aziende artigiane. Ripeto, nel comma 8 proposto dal Consigliere Vignale ...



PRESIDENTE

Assessore, mi scusi, ma nell'emendamento a mani dell'Ufficio di Presidenza la parola "artigiana" è già stata eliminata.



PENTENERO Giovanna Assessore alla formazione professionale

In quello a mie mani, no. Mi scuso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Visto che non c'è spesso il parere favorevole della Giunta, almeno in queste occasioni prendiamo la parola, per sottolineare un aspetto che noi riteniamo positivo e migliorativo della legge, ripreso tanto nella parte normativa, quanto nella norma finanziaria, che dà certezza relativamente al pagamento della formazione esterna da parte degli enti pubblici, quindi della Regione Piemonte, con il concorso delle Province.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33, sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 30 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: l'articolo 9 "incentivazione alla trasformazione del contratto di apprendistato" è sostituito dal seguente: "Articolo 9 (Sostegno alla stabilizzazione del rapporto di lavoro in apprendistato) Comma 1. In materia di incentivazione alla stabilizzazione dei contratti di lavoro di durata temporanea, si fa rinvio alle disposizioni regionali in materia di promozione dell'occupazione, di qualità, sicurezza e regolarità del lavoro".
La parola all'Assessore per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

L'emendamento proposto dalla Giunta, anche tenendo in considerazione la discussione affrontata oggi in Aula, non entra nel merito di come si possono dare incentivazioni alla trasformazione del contratto dell'apprendistato; pur salvando il principio, che riconosciamo come estremamente importante e che è insito all'interno della natura stessa del contratto dell'apprendistato, lo rimanderebbe a ragionamenti successivi legati eventualmente al disegno di legge quadro in materia di lavoro.
Pertanto, proponiamo di lasciare il principio all'interno della legge ma di rimandarlo ad ulteriori valutazioni che potranno essere fatte in seno alla legge quadro sul lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Ne abbiamo già discusso nella conferenza dei Capigruppo o, comunque con i colleghi con cui ci siamo trovati prima per esaminare alcuni punti della legge.
Rileviamo che c'è un dato politico che s'intende individuare con questi emendamenti, in particolare modo con la sostituzione dei quattro commi dell'articolo 9 così come votati dalla Commissione competente e - lo ricordo - presentati dai Gruppi di maggioranza.
pur vero che c'era un emendamento similare sui principi, presentato dal nostro Gruppo consiliare, ma questo articolo è stato presentato sotto forma emendativa dai Gruppi di maggioranza, che ora ritengono - credo, di concerto con l'Assessore - di rinviare un impegno economico che poteva essere consistente, ma soprattutto un principio che si sanciva all'interno di una legge con una quantificazione economica che stava invero nelle UPB ma che dava un rimando di legge anche nella stesura del bilancio.
Oggi, sostituiamo tutto questo con tre righe, che noi approveremo perché si fa riferimento al sostegno della stabilizzazione del rapporto di lavoro in apprendistato. È altresì vero che, da un punto di vista di tecnica normativa, per il poco che ho imparato nel tempo trascorso all'interno di quest'Aula, fare un articolo che dice che, in materia di incentivazione alla sensibilizzazione dei contratti di lavoro di durata temporanea, si fa rinvio ad altre disposizioni regionali, è superfluo. Si può anche non fare, nel senso che, se vi sono altre disposizioni regionali è ovvio che queste devono essere rispettate. Sembra di più un ordine del giorno o, comunque, l'inserimento di tre righe inserite per mantenere un patto che si era preso con l'approvazione di un articolo in sede di Commissione piuttosto che non un articolo di legge, tant'è che non trova copertura finanziaria.
questo l'aspetto sul quale attendiamo certamente il disegno di legge complessivo della maggioranza sul lavoro, ma sul quale attendiamo anche la maggioranza, che poi è quella che approva il bilancio di questa istituzione, nell'approvazione del bilancio medesimo.
Nel merito, avevamo preparato un ordine del giorno che doveva essere collegato a quest'articolo: decadendo l'articolo, ovviamente, non presenteremo neppure l'ordine del giorno.
Poiché una delle due UPB a cui faceva riferimento l'articolo 9 aveva un aumento di oltre 70 milioni di euro rispetto allo scorso anno, noi immaginavamo che una parte consistente di questi milioni di euro potesse essere utilizzata per questo motivo.
L'Assessore scuote la testa, ed è uno dei motivi per cui verosimilmente, l'articolo non c'è più: cioè non avrebbe trovato copertura finanziaria nel bilancio della nostra istituzione. Assessore, lo dica ad alcuni colleghi che nella discussione della legge sull'accreditamento hanno fatto lunghe declaratorie in merito alla necessità del superamento della legge 30 e assunto molti impegni verbali rispetto alla necessità di stabilizzazione dei contratti di lavoro precari. Dica loro che oggi il centrosinistra, rispetto a quello che ha scritto nel proprio documento di governo rispetto alle molte dichiarazioni fatte quasi sempre dal collega Robotti - o quasi sempre dai colleghi di Rifondazione Comunista, molto spesso da alcuni colleghi, ricordo Ronzani piuttosto che Travaglini - nella discussione di una legge che abbiamo approvato a metà di dicembre, in cui si erano presi degli impegni solenni in merito agli interventi delle politiche di stabilizzazione lavorativa...
Io lo dissi in quella occasione, in cui rimarcai quanto poco c'entrassero quelle valutazioni rispetto ad una legge di accreditamento. Lo ridico adesso e lo diremo durante la valutazione del bilancio: ad oggi questa maggioranza non ha impegnato un euro rispetto alla stabilizzazione lavorativa. Quest'articolo, che era anche condiviso da Alleanza Nazionale sarebbe stato (per dirlo in modo morettiano, poi non è vero) una delle prime cose di sinistra che questa Giunta faceva. Lo dico a mo' di battuta perché invece ritengo che l'intervento sulla stabilizzazione lavorativa non abbia bandiere politiche, ma debba trovare una trasversalità nello schieramento politico.
Noi non voteremo l'emendamento approvato e presentato dalla Giunta perché preferiamo il testo così come era scritto. Rilevo soltanto che questo significa aver sconfessato, non solo un pezzo del programma di governo, ma anche molti degli interventi che sono stati fatti in quest'aula.
ovvio che adesso attendiamo la presentazione del disegno di legge di riordino complessivo sul lavoro che l'Assessore Migliasso doveva fare.
altrettanto ovvio, che in quel testo non basteranno principi come le tre righe qui enunciate, ma occorreranno anche i denari, perché la stabilizzazione lavorativa si ottiene finanziando o dando opportunità a quelle persone che hanno un lavoro precario affinché questo diventi un lavoro a tempo indeterminato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Rimango allibito dalla mancanza di interventi della maggioranza su un tema come questo.
Ho assistito a poche riunioni della VII Commissione, però casualmente ero presente quando la maggioranza ha presentato l'emendamento che è stato poi il punto focale dell'articolo 9, emendamento totalmente sostitutivo del testo originale che noi conoscevamo.
Voi potete anche far finta di niente. Potete far finta che non sia successo nulla, che questo sia un tema poco rilevante. Però, cari amici d'ora in poi, quando parlerete di precarietà del lavoro, quando andrete ad alzare i cartelli in difesa dei precari, tutte le volte tireremo fuori l'articolo 9, che questa maggioranza prima ha preteso che venisse inserito in questo progetto di legge e poi si è fatto scippare, senza che a questo Consiglio vengano neanche date delle spiegazioni di ordine tecnico, di ordine politico o quello che volete.
Non potete pensare di prendere una posizione, ribaltarla e poi farla ribaltare un'altra volta dalla Giunta, su un tema che tocca non il sesso degli angeli, ma situazioni assai pesanti per migliaia e migliaia di lavoratori.
Caro Ronzani, tu puoi anche sorridere, ma io mi sono alzato semplicemente perché speravo e auspicavo che qualcuno mi desse delle spiegazioni politiche. Altrimenti, continuiamo nel film che ormai stiamo vedendo da inizio 2007, di una sinistra che continua in un'azione antipopolare, contro i ceti più deboli, che non difende i propri programmi che non difende quelle che dovrebbero essere le proprie idee base e che sventola in tutti i convegni.
Non si può pensare che un cambiamento così radicale, di una parte così centrale di questa legge che voi avete contrattato con la vostra Giunta che voi avete fatto inserire nella legge, possa avvenire senza colpo ferire, senza neanche fornire al Consiglio una spiegazione in merito.
Diteci qualcosa, giustificate questo cambiamento.
Ripeto: c'è uno scontro politico in atto? Non ci sono i soldi? Non vi interessa più niente del precariato? Fateci sapere qualcosa. Però, non si può chiudere una partita in questa maniera, con due righe - per carità, la tecnica legislativa è perfetta - che non dicono assolutamente niente, che non prendono posizione su un problema molto sentito, che si accodano a tutte le false promesse e alla mancanza di finanziamenti su questo tema che abbiamo visto in questo anno e mezzo.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 30 e sull'intero articolo 9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato sì 32 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Prima di passare all'articolo 10, ricordo che domani è convocata la Conferenza dei Capigruppo alle ore 14.30, in sala Morando: vi prego di prenderne nota.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 34 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: emendamento all'articolo 10, comma 1: dopo le parole "rapporti periodici" si aggiunge "che la Giunta presenterà almeno una volta all'anno alla commissione competente".
Sono stati presentati due emendamenti. Iniziamo con l'emendamento rubricato n. 34, presentato dalla Giunta regionale. È evidente che, se sarà approvato, verrà ritirato l'emendamento n. 35 del Consigliere Rossi e altri.
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

L'emendamento è volto a prendere in considerazione quanto è stato precedentemente richiesto dal Consigliere Rossi: coinvolgere maggiormente il Consiglio in materia di apprendistato.
La proposta di far sì che la Giunta, almeno una volta all'anno relazioni alla Commissione specificando l'andamento e l'evoluzione del contratto di apprendistato e che tutti gli atti emanati dalla Giunta possano essere commentati ed osservati insieme alla Commissione consiliare mi sembra una buona soluzione per accogliere quanto proposto dal Consigliere Rossi. Qualora questo'emendamento venisse accolto dall'Assemblea, chiederei al Consigliere Rossi di ritirare il proprio emendamento proposto in precedenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Credo che la proposta dell'Assessore possa essere una mediazione accettabile. Pertanto, per quanto mi riguarda, non c'è nessun problema a ritirare l'emendamento presentato di cui sono primo firmatario, in cui si chiedeva di relazionare ogni sei mesi: credo che possa andare bene la cadenza annuale.
La cosa importante è che il Consiglio sia tenuto in considerazione perché le leggi vengono fatte dal Consiglio, l'organo legislatore è il Consiglio.
Quindi, quando si rimanda su argomenti, certamente, di rilevanza regionale come quello della formazione professionale, come quello che riguarda l'assunzione dei giovani apprendisti e il mondo dell'impresa è indispensabile che il Consiglio sappia quello che stanno facendo - ad esempio, con questo rimando ed altri rimandi alla Giunta - la Giunta, le associazioni di categoria e le parti sociali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo anch'io che sia un po' anomalo che, a fronte di una proposta del Consiglio che detta le tempistiche sul controllo delle reali ricadute della legge, vi sia poi un emendamento di Giunta che, in realtà, va a individuare i poteri di controllo che spettano al Consiglio.
ovvio che l'emendamento, per essere approvato, deve avere un sostegno da parte della maggioranza, ma è altrettanto vero, anche se non consueto che l'emendamento, che prevede la verifica semestrale, soprattutto in questa materia, abbia un senso oggettivo, perché ci troviamo di fronte come ricordavano altri colleghi nella seduta di questa mattina - ad un contratto ed una metodologia di occupazione che andrà via via aumentando.
Sarebbe importante comprendere con cadenze non annuali, ma semestrali (ci sembrano quelle corrette), qual è, a fronte dell'aumento dei contratti di apprendistato, la durata dei medesimi. Cioè quanti di questi si protraggono nel corso degli anni, anche in virtù della modifica che ha dato la legge finanziaria.
I colleghi sanno che la legge finanziaria ha introdotto un aumento dei contributi, nei confronti degli apprendistati: più lungo è il periodo di apprendistato di una persona che viene occupata più il costo aumenta.
Così come sarebbe interessante fare una verifica in tempi più stringenti. Anche se non crediamo che due verifiche l'anno (perché è quello che la Giunta porta in sede di Commissione) siano una perdita di tempo delle verifiche in tempi più stretti ci consentirebbero adesso, come fra alcuni anni, di accertare quanti contratti di apprendistato sono stati trasformati in contratti a tempo indeterminato.
Dalle statistiche emerge che oggi abbiamo una percentuale assolutamente elevata (intorno al 90%) di contratti di apprendistato che si trasformano in lavori a tempo determinato; è verosimile - anche se non ce lo auguriamo che con l'aumento dell'utilizzo di questo strumento diminuirà la percentuale di contratti che si andranno a stabilizzare.
Ed è per questo motivo che ritenevamo e riteniamo che si debba, anche nel settore dell'apprendistato, dare una risposta in termini di coerenza non soltanto con quanto si è dichiarato, ma con le necessità che il mercato del lavoro pone rispetto alla stabilizzazione lavorativa. Per questo motivo, ritenevamo che l'articolo precedente, così come formulato, fosse meglio delle tre righe con cui è stato sostituito nella proposta della Giunta regionale.
Dal momento che stiamo discutendo insieme tanto la proposta di un anno quanto quella di sei mesi, inevitabilmente l'una alternativa all'altra, noi siamo certamente, per i motivi che ho enunciato, favorevoli al fatto che vi sia una verifica semestrale piuttosto che una verifica annuale rispetto alle ricadute che la legge in oggetto può avere.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 35 è ritirato dal proponente e verrà conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto sull'articolo 10, il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Quest'articolo, che riteniamo estremamente importante su questo disegno di legge, riguarda tutta la parte relativa al monitoraggio e controllo per quanto riguarda sia la formazione professionale dei giovani, sia come la formazione professionale viene effettivamente svolta.
Noi crediamo estremamente importante effettuare un monitoraggio sulla formazione professionale, perché purtroppo in molte realtà provinciali - io sono di Alessandria ed è successo anche ad Alessandria - la formazione professionale a volte viene presa, come si suol dire, sottogamba.
Non solo. Quando la formazione professionale viene fatta in modo poco qualificato, si corre il rischio di non formare, da una parte, i giovani ma, dall'altra parte, di spendere dei soldi - e sono cifre anche considerevoli -per coloro che si devono occupare di formazione, ma se occupano male.
In alcuni casi addirittura - citavo il caso di Alessandria - si è arrivati ad indagini della Magistratura, che hanno portato alla scoperta di cifre sulla formazione professionale gonfiate da parte di istituti che avevano il compito di formare i giovani.
quindi importante che, come ente principale contribuente alla formazione professionale, si possa e si debba controllare come i soldi vengono spesi.
Se, come Lega Nord, dovessi fare una scelta, credo che la cosa migliore sarebbe evitare di spendere tutti questi miliardi per pagare profumatissime consulenze ai formatori e che questi soldi finissero alle imprese sotto forma di agevolazione sull'assunzione del personale.
Infatti, siamo convinti che se le laute somme che ogni anni vengono spese sulla formazione fossero invece girate sugli apprendisti sotto forma di abbattimento del costo dell'apprendista, sarebbero molti di più i giovani a trovare una collocazione lavorativa rispetto a come avviene oggi.
Il controllo e il monitoraggio viene effettuato, in base all'articolo 1 e in base al comma 1 dell'articolo 10, dall'Agenzia Piemonte Lavoro. Anche qui l'Agenzia Piemonte Lavoro collabora con l'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro tramite appositi rapporti periodici. Con quest'articolo la Giunta si è detta disponibile a relazionare al Consiglio e ci auguriamo che nella relazione che verrà fatta al Consiglio, tramite la Commissione competente, ci sia anche la relazione relativa ai controlli effettuati, su quanti controllo vengono effettuati e sugli esiti degli stessi.
Molte volte sono le stesse Province che non fanno i controlli dovuti perché molte delle competenze vengono, di fatto, girate alle Amministrazioni provinciali.
Per quanto riguarda la scelta dell'Assessore di accettare la proposta che avevamo avanzato di relazionare al Consiglio, siamo soddisfatti, perch riteniamo che il Consiglio, tramite la Commissione, così come è passato l'emendamento proposto dalla Giunta su iniziativa delle minoranze, che hanno poi ritirato il loro emendamento, possa venire incontro all'esigenza di tenere informati i Consiglieri regionali su come viene applicata la legge relativa al contratto di apprendistato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Anche il nostro Gruppo ritiene che questo sia un articolo molto importante, che dovrebbe garantire, oltre al monitoraggio e al controllo secondo me, anche una funzione etica, cioè quella di verificare che, in effetti, siano pienamente raggiunti gli scopi che la legge si prefigge.
Vale a dire valutare la formazione dell'apprendista, valutare che la formazione sia stata svolta bene.
Come noi difendiamo il diritto - e mi spiace che l'Assessore non l'abbia colto - di favorire la formazione negli stessi locali della stessa azienda produttrice, non siamo difensori di quelli che utilizzano gli apprendisti per fare altre cose.
Quindi, era anche per sottolineare una funzione etica della legge. Mi spiace che sia stato costruito artificialmente un ostacolo a favore degli enti di formazione, obbligando queste persone a doversi rivolgere a strutture lontane. Magari non riguarderà certo chi ha il negozio a Torino a Cuneo o ad Asti, magari riguarderà chi avvia un'attività a 30 o 50 chilometri dalla sede del centro di formazione, e non è una bella cosa creare delle difficoltà ad un giovane che apprende un lavoro, magari solo per dare la possibilità a un centro "amico" di fare delle ore in più di formazione professionale, di noleggiare una sala e di generare delle spese che è vero che le paga la Regione Piemonte, ma sono sempre artificiose.
Mi raccomando anche che, quando la Giunta li predisporrà - perché leggo che la Giunta regionale definisce gli indirizzi e i criteri per l'esercizio, da parte delle Province, delle funzioni di verifica e controllo - questi parametri siano effettivamente leali nei confronti di chi si adopera per favorire veramente l'ingresso di un apprendista nel mondo del lavoro - che, secondo noi, si traduce nel saper far bene il lavoro per cui è preposto - più che per valutare le qualità nozionistiche che avrà appreso sulle leggi generali, quelle cosiddette d'aula.
A mio avviso, un meccanico deve saper riparare bene le auto. Poi, è logico che deve anche sapersi rapportare e conoscere i suoi diritti, ma principalmente deve saper riparare la macchina. Così come un pasticcere o un panettiere deve saper far bene le paste e il pane.
Magari, negli indirizzi per la valutazione, sarebbe opportuno riconoscere una preponderanza agli elementi pratici, rispetto a quelli teorici; altrimenti, favoriremmo la formazione di soggetti che, magari conoscono a menadito le leggi e il codice, ma poi non sono in grado di svolgere il lavoro che stanno apprendendo in quella sede.
stata accettata la richiesta che prevede che ogni sei mesi si relazioni in Commissione, però gli atti che saranno presi noi non li vedremo. A tal riguardo, se l'Assessore volesse informarci anche solo informalmente, noi saremmo grati di apprendere tali informazioni senza attendere i sei mesi, per poter valutare un minimo questi aspetti - il monitoraggio e il controllo - che, come ripeto, non rappresentano una funzione secondaria. Anzi, è importante che sia esercitata con i criteri che prima elencavo.
Stiamo parlando di apprendistato e di giovani che si avviano all'attività lavorativa. L'elemento primario da valutare è la capacità che questi giovani hanno verso la professione per cui stanno facendo l'apprendistato, non occorre che diventino degli scienziati in materia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Casoni.
Ricordo ai colleghi che, avendo votato l'emendamento, siamo nella fase delle dichiarazioni di voto, e sono previsti cinque minuti per ciascun intervento. L'ho precisato perché prima il Consigliere Cavallera aveva richiesto tali indicazioni e, nella concitazione, non so se ero stato abbastanza preciso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Presidente, su questo avrei qualche dubbio, ma non per contestare le modalità della sua Presidenza, peraltro sempre ineccepibili, ma proprio perché si era passati a discutere dell'emendamento senza domandare all'Aula anche se, ovviamente, noi dovremmo alzare la mano - se qualcuno voleva intervenire sull'articolo.
Nell'economia del discorso, noi non siamo stati lì a dire: "Adesso interveniamo sull'articolo, poi passiamo agli emendamenti", dato che il risultato non sarebbe cambiato. Ci consenta di intervenire...



PRESIDENTE

Eravamo in una fase di assoluta condivisione, quindi c'era stata un'accelerazione.



CAVALLERA Ugo

Io vorrei intervenire sull'articolo.
A questo punto, ovviamente, l'articolo 10, relativo al monitoraggio e al controllo, è molto importante.
Sappiamo che c'è tutta una serie di indicazioni e di orientamenti in ordine alle clausole di valutazione delle varie leggi: questo è il monitoraggio legislativo dell'assemblea consiliare.
Ma soprattutto in percorsi amministrativi come questi, che hanno una grossa interfaccia con gli interessati dalla legge stessa e determinano delle spese (e quindi una qualità di utilizzo delle risorse), è assolutamente necessario prevedere dei percorsi di controllo, prima di tutto, e poi di monitoraggio, nel senso di avere una sintesi di quelli che sono i rilievi, per verificare l'efficacia dell'intervento, dei percorsi formativi e l'efficienza della spesa.
Ritengo che proprio in materie come questa occorra fare una serie di riflessioni, e sia nel programma della Giunta regionale, sia dei nostri orientamenti politici, credo che si sia sempre messo in risalto come la formazione del capitale umano sia un fatto sostanziale e fondamentale che condizionerà o no, secondo l'incisività e dell'attenzione che si presterà a quest'aspetto, lo sviluppo del nostro territorio, tanto più in una Regione industrializzata come la nostra, dove, proprio sull'innovazione e sull'internazionalizzazione del nostro sistema produttivo, facciamo perno e questi aspetti sono considerati elementi centrali e fondamentali della nostra azione.
Detto questo, è chiaro che occorre dare esatte indicazioni al soggetto che viene incaricato di svolgere l'attività di monitoraggio e di controllo al di là di quelle che sono le azioni formali che vengono, in qualche modo messe in campo per il controllo "spicciolo", che viene ovviamente svolto a livello provinciale. Non dimentichiamo che nell'articolo specifico si ribadiscono le competenze delle Province, attribuite proprio dalle specifiche leggi, in modo particolare la legge n. 63/1995 e la legge n.
44/2000: com'è noto, una è la riforma della formazione nella nostra Regione, mentre la seconda è l'attuazione della legge Bassanini nella Regione Piemonte.
Giustamente, in questo caso si fa riferimento al quadro normativo e naturalmente si ribadiscono i ruoli delle Province.
Ma all'Agenzia Piemonte Lavoro, in modo espresso, la nostra legge attribuisce il monitoraggio dell'apprendistato, nell'ambito del territorio regionale. Naturalmente, si prefigurano degli appositi rapporti periodici che andranno ad analizzare, in collaborazione con l'Osservatorio del mercato del lavoro (visto che la formazione è propriamente orientata a consentire un inserimento professionalizzante sul mercato del lavoro) quelli che sono i giovani o coloro che hanno frequentato i primari percorsi di formazione e di istruzione, che domandano adesso un percorso formativo personalizzato sulla base delle loro esigenze.
Attenzione a quelle che sono le esigenze del mondo della produzione.
chiaro che il mondo della produzione è l'altro attore fondamentale a cui occorre fare riferimento. Proprio da una triangolazione tra il mondo della formazione e dell'istruzione, il mondo della produzione e le istituzioni può derivare quel giusto equilibrio che consentirà proprio la formazione e la valorizzazione del capitale umano, che è l'obiettivo a cui noi dobbiamo tendere.
Giustamente, il secondo comma di questo articolo definisce gli indirizzi e i criteri per l'esercizio da parte delle Province dei loro compiti e funzioni; la Giunta regionale è incaricata di erogare.
Brevemente, per quanto riguarda il terzo comma, la Regione e le Province, in questo caso, d'intesa, nell'ambito delle rispettive competenze, concordano iniziative con le varie Amministrazioni proprio in materia di vigilanza e di controllo sul lavoro, al fine di assicurare il concreto utilizzo del contratto di apprendistato, che noi ci auguriamo venga sperimentato e trovi la giusta collocazione nel panorama operativo del mondo del lavoro e della formazione della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, non so con chi devo parlare, vedo tutte le sedie vuote. Ho il massimo rispetto per lei, Presidente...



PRESIDENTE

Invito i rappresentanti della Giunta a prendere posto nei banchi.
Un attimo, Consigliere Scanderebech, attenda il Vicepresidente Peveraro.



SCANDEREBECH Deodato

Vedo che arrivano i rinforzi, allora mi sento più a mio agio.
Grazie, Presidente, vedo che lei esercita molto bene il ruolo di regista di quest'Aula, evidentemente i cinque anni precedenti le sono stati utili, sono stati molto istruttivi e formativi...



PRESIDENTE

Non posso dire che è un augurio per lei, perché direi una bugia.



SCANDEREBECH Deodato

Sono stati propedeutici, soprattutto,perché penso che lei abbia già fatto l'apprendistato. Questo è uno dei motivi per cui, rimanendo nel tema lei dirige diligentemente e democraticamente questa Assemblea.
Devo cominciare a nutrire qualche dubbio per qualche altra persona comunque, lo dirò al momento giusto, quando ce ne sarà l'occasione.
L'Assessore Pentenero si è girata, fa lo stesso, non voglio dire altro.
Ritornando all'aspetto dell'articolo 10, avente per oggetto "Monitoraggio e controllo", non so con quali modalità si svolgono il monitoraggio e il controllo. Da quanto ho potuto capire si tratta di un controllo repressivo. Verrà controllato come vengono gestite le risorse e se sono utilizzate in modo adeguato. E' senza ombra di dubbio compito di chi dirige l'Amministrazione fare tali verifiche, ma mi chiedo, da un punto di vista professionale, se gli istituti che fanno formazione hanno il know out e le attrezzature, cioè le risorse non economiche, ma strumentali, per fare formazione.
giusto controllare i registri delle presenze, è giusto mandare la Finanza quando s'individua qualcuno trasgredisce le regole, però, in presenza di precariato giovanile, mi chiedo se tutte queste risorse economiche vengono effettivamente adoperate nella giusta direzione. Dal punto di vista strutturale, è stata fatta una valutazione del luogo in cui i ragazzi svolgono la formazione, secondo la tipologia prevista, e relativamente a tutti gli altri aspetti, compreso quello informatico, della meccanica e della professionalità? Apprendistato per apprendistato, forse, ai ragazzi conviene iscriversi ad un istituto professionale, nel quale sono presenti strutture adeguate e determinate ore sono riservate alla formazione pratica. Ritengo che tutte queste ore di apprendistato siano solo una perdita di tempo per i ragazzi che vanno lì a fare presenza per far sì che l'istituto possa ricevere dei fondi.
Non metto in dubbio il controllo o il monitoraggio delle società e associazioni preposte dal punto di vista giuridico o amministrativo, io metto in dubbio il sistema di qualificazione. Soprattutto, metto in dubbio quanto, sotto l'aspetto professionale, viene dato ai ragazzi che fanno l'apprendistato.
Secondo me, si deve intervenire sotto l'aspetto del controllo, creando un modello di istituto che, a sua volta, possa essere all'altezza di formare il ragazzo, perché, oggi, i ragazzi necessitano di una buona teoria e di un'ottima pratica.
Forse, conviene aumentare i finanziamenti agli istituti professionali per l'allestimento di laboratori e l'acquisto di adeguata attrezzatura, in modo tale che il ragazzo possa formarsi dal punto di vista pratico svolgendo sul campo il lavoro. Non so se vi ricordate, una volta esistevano i tornitori, gli elettricisti, i fresatori. Purtroppo tali qualifiche professionali hanno avuto una sorte avversa, anche a causa del declino industriale. Il declino economico stato tutto questo know out che il Piemonte aveva portato avanti anche grazie alla FIAT, agli istituti professionali e al Politecnico, dal quale uscivano ingegneri di alto rendimento professionale, che hanno dato lustro non solo alla FIAT, ma un po' a tutto il mondo. A loro volta, quegli ingegneri facevano i professori negli istituti professionali laddove erano usciti...



(Scampanellìo del Presidente)



SCANDEREBECH Deodato

Chiedo scusa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, l'articolo in oggetto, anche con le modifiche apportate con l'approvazione dell'emendamento, è certamente fondamentale per comprendere gli esiti buoni o meno che questa legge può avere all'interno della nostra Regione.
Correttamente sono stati individuati i tre differenti livelli che, in qualche modo, devono esserci rispetto al controllo, così come recita il comma 1: "L'Agenzia Piemonte Lavoro, relativamente al monitoraggio sull'apprendistato, in collaborazione con l'Osservatorio regionale del lavoro, con appositi rapporti periodici...".
Anche in considerazione delle valutazioni che facevo precedentemente ritengo che gli appositi rapporti periodici siano quanto mai utili non soltanto ai colleghi della VII Commissione, ma a tutti i Consiglieri regionali, per comprendere, al di là dell'introduzione della votazione di questo provvedimento di legge, quali e quante ricadute vi siano in termini di aumento del numero di contratti e di positività rispetto alla trasformazione dei contratti di apprendistato in contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Quindi, crediamo che questi rapporti periodici, al di là del controllo annuale - è previsto per legge che la Giunta riferisca in Commissione sarebbe quanto mai opportuno che, trimestralmente o semestralmente venissero forniti i rapporti periodici che l'Agenzia Regione Lavoro, di concerto con l'Osservatorio regionale, assicura monitorando il mondo dell'apprendistato.
Così come è altrettanto positivo che, relativamente al monitoraggio siano prese in considerazione le Province, non soltanto perché ad esse viene delegato il compito dell'individuazione dei soggetti che faranno la formazione, ma anche perché sono i soggetti che possono avere un maggior controllo del territorio. Comprendere, pertanto, le differenti realtà del mondo dell'apprendistato da Provincia a Provincia, anche con le tipologie differenti di assunzioni, ci fa comprendere in quale e in quanta parte il contratto di apprendistato andrà a sostituire il vecchio contratto di formazione lavoro e quanto interverrà all'interno delle nuove assunzioni nella nostra regione.
Così come si prevede che le Regioni e le Province possono concordare iniziative con le amministrazioni pubbliche competenti in materia di vigilanza e controllo sul lavoro al fine di assicurare il corretto utilizzo del contratto di apprendistato, crediamo sia molto utile il corretto adempimento di questa funzione per evitare che, di Provincia in Provincia vi siano soggetti deputati alla verifica della corretta contrattualistica lavorativa che operino in modo differente.
Sappiamo come ispettori del lavoro e singole agenzie dell'ispettorato del lavoro, a volte, nel rispetto delle normative vigenti, diano interpretazioni più o meno restrittive rispetto alle medesime. Noi sappiamo bene come in merito all'articolo 6, comma 5, sul quale tanto si è discusso all'interno dell'Aula, vi sia un'interpretazione uniforma del comma 5, cioè quello relativamente alla verifica che un contratto di apprendistato e la formazione interna relativamente ad un contratto di apprendistato sia ben svolta da soggetti che la svolgono e hanno tutte le titolarità che la legge prevede. Crediamo sia quanto mai opportuno che, se così fatto, non vi siano discrasie fra i differenti luoghi della Provincia in cui la legge viene interpretata in maniera differente.



PRESIDENTE

Ricordo che ci sono ancora due iscritti a parlare sull'articolo 10, il Consigliere Pedrale e il Consigliere Novero. Ricordo che dobbiamo ancora votare l'articolo 11, che non ha emendamenti, e l'articolo 12 con due emendamenti, più la votazione sull'intera legge.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Sul tema dei monitoraggi e dei controlli, onestamente, ci saremmo aspettati di più, approfittando dell'impostazione di una legge così importante e attesa come quella dell'apprendistato.
Sono note a tutti le polemiche, e anche un certo clima di sfiducia verso la formazione professionale all'interno del mondo del lavoro, ma anche in generale. Magari, e soprattutto, fra quelle parti più innovative più coraggiose del mondo del lavoro e del mondo dell'imprenditoria. C'è una certa sfiducia nel senso che, a volte, non si ritiene che le opportunità della formazione professionale siano state utilizzate con la giusta regolarità ed efficacia per cui, per quanto riguarda la partita del controllo e del monitoraggio, ci saremmo aspettati qualcosa di più innovativo ed efficace.
Si parla genericamente di attività di monitoraggio e di controllo, ma questi strumenti, così generici, non ci rassicurano a sufficienza. Bisogna pensare ed individuare, già all'interno dello stesso articolato, alcuni strumenti nuovi di controllo, abbandonando vecchie strade. Da troppi anni si parla e si dice che la Regione e le istituzioni devono verificare devono controllare l'attività formativa professionale, ma poi puntualmente, avvengono casi emblematici di cattiva formazione professionale, di irregolarità a volte anche clamorose. Periodicamente si grida allo scandalo, ma poi tutto ritorna come prima perché, forse, non c'è il sufficiente coraggio, o anche la pigrizia intellettuale e politica, di percorrere le nuove strade per far sì che il monitoraggio e il controllo non siano soltanto teorici, ma incisivi e non semplicemente casuali.
Soprattutto sia un monitoraggio e un controllo che, in qualche maniera preventivamente, depotenzi le tentazioni di commettere delle irregolarità.
Si potevano utilizzare esperienze prese anche dall'estero, dove la formazione professionale ha avuto sicuramente una migliore applicazione dove c'è una sufficiente ed adeguata fiducia verso questo strumento, non la si guarda con diffidenza, come succede in Italia e, a volte, anche nella nostra Regione.
Il controllo e il monitoraggio sono importanti soprattutto quando si maneggia denaro pubblico, soprattutto in un periodo dove l'opinione pubblica è molto attenta all'utilizzo delle risorse, dove si chiedono sacrifici da parte di tutti i contribuenti e cittadini del Piemonte.
Avremmo dovuto, avreste dovuto, prevedere e presentare qualcosa di più innovativo e più efficace per quanto riguarda la materia.
Non sono indicati con chiarezza i criteri che la Giunta regionale intende stabilire per la verifica del controllo dell'attività della formazione in apprendistato. Come anche altri Consiglieri, avremmo preferito che i risultati dei controlli, con i relativi atti amministrativi, fossero direttamente inviati alla Commissione competente (in questo caso la VII Commissione), proprio alla luce del ruolo che il Consiglio regionale, con le sue Commissioni, deve svolgere rispetto all'attività dell'esecutivo. Noi dobbiamo svolgere soprattutto un'attività di indirizzo e controllo. Proprio in questo caso la Commissione, il Consiglio regionale in senso lato, poteva svolgere compiutamente un'attività di controllo.
Alcuni Consiglieri hanno già evidenziato la difficoltà dell'attività ad esempio, dell'ispettorato del lavoro e delle contraddizioni sui sistemi e sulle impostazioni di controllo concepite dalla Regione rispetto all'organo statale di controllo, quindi a sovrapposizione o anche ad incomprensione. Avremmo pensato che un comma dell'articolo 10 prevedesse il coordinamento o la consultazione fra gli organi di controllo regionali e provinciali, quindi degli enti territoriali, che si confrontassero periodicamente con gli organi di controllo statali, questo per evitare duplicazioni nelle iscrizioni o nei controlli, o anche clamorosi casi di difformità su come si deve svolgere il controllo da parte dell'Ente statale, rispetto a quello regionale o provinciale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Faccio un appello al Presidente facente funzione e al Presidente effettivo: siamo alle solite, io che parcheggio la macchina nel cortile perché non ho il posto auto, questa sera sono di nuovo con l'ansia perch mi chiedo se arriverò prima che la guardia chiuda il portone..



PRESIDENTE

Ricordo che il parcheggio di Piazza Solferino chiude alle 20.30, ma nel giro di pochi giorni avremmo risolto il problema "un posto auto a testa" così vivremo più tranquilli.



NOVERO Gianfranco

Assicuro alla maggioranza e ai colleghi che "i secondi li rubo a me stesso": allo scadere dei cinque minuti mi fermerò.
Voglio però aggiungere ancora una cosa. Signor Presidente ho ancora da fare una lamentela, non so quanto ovviabile. Questa sera sono in difficoltà, anche perché non posso telefonare fuori da quest'aula: da quando hanno potenziato la TIM, io che ho Vodafone non riesco più a telefonare.
C'è un problema. Presidente Gariglio, lei che conosce le Valli di Lanzo: nella mia valle con la TIM non si riceve quasi niente e per telefonare dovrei cambiare continuamente la scheda telefonica: la cosa è complicata.
Non so cosa sia possibile fare tecnicamente, però pongo il problema: magari c'è qualche esperto. Visto che parliamo di esperti, magari qualcuno riesce a risolvere il problema.
Venendo alla legge in esame, confesso che, non potendo seguire tutte le Commissioni del Consiglio, purtroppo questa è una delle Commissioni che non avevo seguito.



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

Non pensavo fosse così forte... Da una parte mi ha fatto persino piacere.
La tensione di formare scolasticamente i nostri ragazzi e le nostre ragazze...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate: ancora un attimo di pazienza, così il Consigliere Novero può tranquillamente intervenire e noi possiamo proseguire con i lavori.



NOVERO Gianfranco

Io esprimo una preoccupazione di carattere generale. Sono nato da una famiglia classificata povera; sono riuscito ad arrivare alle scuole medie al compimento del terzo anno di scuola media avevo imparato abbastanza il francese e sapevo districarmi con l'inglese. A quell'epoca sapevo molto bene il latino e a me, piemontese, avevano insegnato a parlare l'italiano.
Sono andato a scuola e lì ho imparato l'italiano.
Ho il perfetto possesso dell'uso dei verbi. I miei due figli nati con la televisione - per cui parlavano il piemontese con me, ma l'italiano con gli amici - andati a scuola con l'insegnamento attuale, il latino non sanno cosa sia (ci mancherebbe ancora), ma i verbi italiani non li conoscono. Io li prendo sempre un po' in giro, paternamente, ad esempio quando non usano il congiuntivo.
Il problema è questo. Una delle frasi che qualche latino famoso all'epoca repubblicana, prima dell'impero, aveva detto (forse Cicerone, ma non ricordo)) era quis custodiet ipsos custodes (chi sorveglia i sorveglianti): già all'epoca (2000 anni fa circa) c'era il problema dei custodi non custodivano bene.
Adesso, chi forma i formatori e chi controlla i controllori? Non è mia intenzione muovere delle accuse (cosa che non mi sentirei minimamente di fare), però, per quel poco che so, sono molto preoccupato. Rispetto ad un corso di formazione altamente specializzato nel settore dell'arboricoltura una persona manualmente esperta mi diceva: "Se io seguo le indicazione suggerite ai sensi della legge 626, mi ammazzo!".
Onestamente, non so se sia vero. Ma il fatto che una persona che da dieci anni fa quel lavoro e ha fatto il corso sulla legge 626 sia preoccupato, perché per attuarla rischia di ammazzarsi, mi preoccupa molto.
Poi sarà la Giunta a decidere. Io ho una buona fiducia nella Giunta, però: mi raccomando!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Novero, anche da parte della Giunta per la sua dichiarazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Credo che per parlare di apprendistato bisogna ripartire da Don Bosco.
Non si può non partire da Don Bosco! I Santi sono maestri di vita.



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Caro collega, non mi dica di lasciare stare i Santi. I Santi sono maestri di vita e sono preziosissimi, anche perché la vocazione è una santità di ogni essere umano, anche se poi trova tante difficoltà, tanti ostacoli. Devo dire che il collega Robotti, se non altro, è il più arguto dei Consiglieri; è comunque in buona compagnia, perché questa maggioranza di centrosinistra, e ultimamente anche la Giunta, si è distinta in creatività.
Personalmente, farei fare un po' di apprendistato anche alla Giunta. Ad esempio, quando disciplinate i contratti, e un Assessore - che peraltro stimo, trovo simpatico, piacevole e anche di garbo - non sa che i contratti passano attraverso un Consiglio di Amministrazione e non attraverso una nomina diretta e personale dell'Assessore, forse qualche momento di apprendistato bisognerebbe farlo, tanto più a seguito della logica che è stata espressa brillantemente: io pago, quindi comando e le regole non valgono nulla.
Sentivo dire dalla sinistra che è una logica berlusconiana. Non so se esista una logica berlusconiana, ma a me sembra un po' di sì, per dire la verità. Le regole non contano, io pago, quindi, comando: sentirle esprimere dalla Presidente della Giunta lascia in effetti qualche perplessità sul suo apprendistato.
Il collega Rocco Larizza diceva poc'anzi nel corridoio che in effetti la Presidente Bresso non ha un apprendistato e una formazione comunista di sinistra, ma una formazione radicale e libertaria. Quindi, l'apprendistato della Presidente Bresso non è stato nella traccia del movimento operaio del sindacato, del solidarismo, ma di tipo radical-liberale.
Si comprende dunque il motivo per cui la Presidente Bresso dice: "Chi paga, comanda; chi paga, decide e le regole non contano".
Viceversa, la tradizione di Don Bosco era quella della formazione all'educazione e alla completezza dell'individuo.
Quindi, non svalutando le capacità manuali.... Se deve parlare il Consigliere Robotti, mi fermo volentieri.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, non distraete il Consigliere Leo che sta intervenendo. Per cortesia. Dopo Don Bosco, mi auguro che citerà anche Don Orione.



LEO Giampiero

Certo! Il Consigliere Toselli, che è stato un eccellente Vicepresidente del Consiglio e quindi conosce le regole, mi dice: "Per chi parli?". Parlo per la storia, per i Santi... Ma l'Assessore mi sente, l'Assessore sta seguendo.
Anche perché, insieme a Don Bosco, ci sono anche le Figlie di Maria che hanno fornito una solida formazione a migliaia e migliaia di giovani che allora contemplavano insieme la buona educazione, le arti domestiche la cultura e la preghiera.
Una di queste era Maria Clotilde di Savoia, della quale nel 2011 ricorre il centenario. Maria Clotilde di Savoia, pur essendo andata sposa a Girolamo Bonaparte (Napoleone), non rinunciò alle scuole dell'apprendistato di Don Bosco, perché diceva che anche una regina doveva conoscere queste cose e questo tipo di formazione era assolutamente indispensabile. Non disgiungendo da questa formazione la preghiera e l'umiltà, riuscì a realizzare cose grandiose e grandissime.
Noi non possiamo prescindere dall'educazione, dalla formazione dell'apprendistato, perché quello che oggi emerge è soprattutto un deficit di educazione, sia nel senso di buon comportamento sia nel senso più pieno di educazione, di educare, di saper trarre fuori valori e contenuti.
Pertanto, auspico che questo disegno di legge possa recuperare queste cose e che nel monitoraggio questi elementi siano contemplati.



PRESIDENTE

Il tempo che lei ha lasciato mi permette di ricordare che i Savoia erano una famiglia allargata e, recentemente, è stato inaugurato un importante bene culturale. Grazie, Consigliere Leo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle controversie emerse in merito all'opportunità di esaminare l'ordine del giorno n. 436 nella seduta in corso


PRESIDENTE

Il Consigliere Robotti ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Visto che la sensazione che ho è di grande disagio, perché colgo un assist tra una parte della mia maggioranza e le minoranze che tentano di non far approvare questa legge sull'apprendistato...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Leo)



ROBOTTI Luca

Quindi me lo conferma. Grazie, collega, della conferma, che era necessaria.
Come dicevo, le minoranze tentano di non far approvare questa legge sull'apprendistato, solo per evitare che si possa votare l'ordine del giorno sulla pillola RU 486. Io ed il collega Chieppa, che è il primo firmatario dell'ordine del giorno, siamo disponibili a rinviare la votazione di questo documento, pur di approvare la legge sull'apprendistato, perché ci rendiamo conto che oggi è fondamentale fornire diritti ai lavoratori che aspettano questa legge da tempo.
Però, il giochino che è in atto va denunciato con forza e, soprattutto lo dico già in Aula, sarà necessario un chiarimento in maggioranza che definitivamente, chiarisca gli impegni che vengono presi come Unione in Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Robotti.
Rispetto ai numerosi ordini del giorno che sono stati richiamati e condivisi, è evidente che, appena sarà terminata la discussione del disegno di legge sull'apprendistato (se ci arriviamo), in base alla Regolamento, si procederà all'esame degli ordini del giorno relativi alla sicurezza alimentare, come da o.d.g. a vostre mani; il secondo è l'ordine del giorno n. 436 sulla pillola RU 486, a firma del Consigliere Chieppa; poi, c'è l'ordine del giorno sugli Ospedali di Vercelli e Borgo Sesia, primo firmatario il Consigliere Pedrale; infine, ce ne sono altri due, non iscritti all'o.d.g., a firma dei Consiglieri Toselli, Vignale e altri, di cui è stata richiesta la discussione e che sono condivisi dal Consiglio.
Questo sarebbe l'ordine ipotetico, fermo restando che si arrivi, come mi auguro, alla conclusione del disegno di legge sull'apprendistato.
Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, credo che lei possa essere testimone nei confronti del collega, che ha lamentato un presunto "inciucio" con parte della maggioranza, che non c'è.
Non c'è, perché qui siamo tutti maggiorenni, rappresentanti dei piemontesi, chi per una parte chi per un'altra, e ognuno è legittimato a fare le sue scelte morali, politiche e programmatiche, al di fuori della coalizione di cui fa parte. Non credo che sia né la prima né l'ultima volta che qualche Consigliere, dell'uno o dell'altro schieramento, possa essere favorevole o contrario a un qualcosa che propone la sua parte politica.
Questo significa essere in democrazia. Capisco che lei, forse, è abituato a sistemi più totalitari o preferirebbe sistemi più totalitari, ma per fortuna nel nostro Paese c'è ancora un qualcosa che si chiama democrazia.
Lei può essermi testimone, perché, come ho detto prima - e non devo nascondermi dietro a un dito - a nome del Gruppo della Lega Nord dichiaro che non siamo pronti a trattare, alle ore 18.45, un tema come quello della pillola RU 486, che per noi è un tema politico, etico e morale fondamentale. Non è la prima volta che ne parliamo: in Commissione, sui giornali e in Aula.
Come Gruppo della Lega Nord, non ci sembra opportuno relegare un tema del genere alle ore18.45. A nome del Gruppo della Lega Nord, io le ho detto che siamo disposti a non fare altri interventi e a votare la legge sull'apprendistato, perché a grandi linee siamo d'accordo su questa legge specie dopo le piccole modifiche apportate e recepite dalla stessa maggioranza, in quanto ritenute utili.
Però, non potete chiederci che, fatta passare la legge, si vada a discutere della pillola RU 486, come è stato detto da importanti colleghi Capigruppo della maggioranza.
Dato che il Regolamento ce lo permette - caro Presidente, dica se non è vero che gliel'ho detto - le ho detto: "Nel caso in cui voi insistiate nel passare alla discussione sulla pillola RU 486 al termine della legge sull'apprendistato, noi siamo disponibili a votare la legge sull'apprendistato adesso, se si sospende; in caso contrario, alle ore 20".
Quindi, la legge si votava lo stesso, caro collega, alle 20 non per colpa nostra, ma per colpa vostra, perché insistete a portare un argomento per noi di primaria importanza ad un orario non confacente.
Pertanto, se volete parlare di RU 486, ne parliamo in un orario primario o martedì prossimo al mattino, in apertura dei lavori, ma non dalle ore 18.45 in avanti. Questo è quello che pensiamo noi. Il Regolamento ci permette di intervenire: la scelta è vostra. Se volete portare a casa questa legge, la portate a casa dieci minuti prima delle ore 20, va benissimo. Altrimenti, la portate a casa alle ore 20, per quanto ci concerne. Ma non siamo noi che stiamo facendo ostruzionismo. Per quanto ci riguarda, la legge l'avremmo già approvata.



PRESIDENTE

Il Consigliere Scanderebech ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Io ero tranquillo e sereno, stavo prendendo un bel cappuccino, quando ho ascoltato con ammirazione, ma anche con felicità quanto accaduto- posso anche essere felice una volta tanto, non è vero Consigliere Robotti? - e cioè che il Consigliere Robotti, si è indignato.
Sono contento: indignati pure, arrabbiati pure, fai quello che vuoi sdraiati per terra, ma sono contento. Sono contento che finalmente il Gruppo della Margherita esca dalla prigione in cui è stato collocato, e che io non considero il suo posto giusto. A mio parere, la Margherita deve esprimere i propri valori etici: la carta in cui si identifica la Margherita deve essere rispettata e devono essere portati avanti questi valori.
Quindi, ben venga finalmente una collaborazione tra le forze democratiche e moderate che siedono su questi banchi e le forze moderate che siedono dall'altra parte, non solo su questo tema, ma anche su tutti gli altri che sono all'o.d.g. a livello nazionale e locale come i PACS.
Anche lì, ben venga questo confronto; ben venga questa unione non di fatto ma politica. Ecco l'alternativa all'Unione, che serve a contrastare queste azioni così estremiste e radicali, in cui questo Consiglio non si riconosce, come quelle relative all'Alta Velocità e all'inceneritore, temi su cui ci si sta drammaticamente confrontando sul territorio.
Ben venga la collaborazione su questi temi, non solo quelli etici, ma anche su quelli che determinano lo sviluppo, l'occupazione, che riguardano il progresso della tecnologia e dell'innovazione e che rappresentano il futuro della Regione Piemonte. Ben venga una forza come la Margherita che in qualche modo, collabora con noi dell'opposizione.
Faccio appello al Vicepresidente, che rappresenta onorevolmente la Giunta in questo momento: uscite da questo stallo! Affrontiamo insieme i grandi temi come quelli dell'inceneritore o dell'Alta Velocità. Siamo pronti a dare il voto, purché si diano delle risposte concrete alle questioni etiche e a tutte quelle questioni che determinano il futuro l'occupazione e lo sviluppo del nostro Piemonte.
Grazie, infine, di avermi dato la possibilità di dire qualcosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Credo che si debba difendere il ruolo del Consigliere e la libertà riconosciuta a ciascun componente di questa Assemblea di atteggiarsi in Aula, perché i giochi si fanno in Aula. Ovviamente, si preparano in Commissione...
(Commenti fuori microfono del Consigliere Muliere)



CAVALLERA Ugo

Calma, calma, lasciami finire. A questo punto, dico delle cose nelle quali credo. Penso che la libertà e la democrazia nei paesi democratici siano salvaguardate dalle assemblee elettive, che, non avendo condizionamenti particolari e non perseguendo altra finalità se non quella di legiferare o di deliberare nell'interesse della propria popolazione, si atteggiano in questo senso.
Detto questo, al di là dell'agitazione, che credo debba immediatamente cessare perché non c'è motivo, faccia capire, Presidente, ai frequentatori dell'Aula, quelli che rimangono fino alla fine o perché costretti o perch lo fanno come metodo, cosa facciamo in questi 15 minuti. Ormai abbiamo ripassato bene i due articoli rimanenti, ma vorrei capire se dobbiamo ricorrere al Bignami o se dobbiamo intervenire ancora sui successivi punti.
una legge sulla quale, personalmente, non ho nulla da dire in termini d'approvazione in questa seduta. Però, senza agitazione, volevo capire il quadro nel quale ci stiamo muovendo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola sull'ordine dei lavori al Consigliere Muliere dopo il quale non ho più iscritti a parlare, devo dire che c'è stata una serie di interventi sull'articolo 10. Dopodiché, se non ci saranno altri interventi sull'articolo 10, dovremmo votare l'articolo 10, l'articolo 11 sul quale non ci sono emendamenti, l'articolo 12 con due emendamenti della Giunta regionale, infine la votazione sull'intero testo. Tutto questo in 15 minuti, che mi pare un tempo sufficiente.
Gli interventi sono tutti legittimi. In base alle diverse segnalazioni che sono arrivate, al di là dei diversi interventi che ci sono stati sugli ordini del giorno condivisi, dei quali è stata richiesta l'iscrizione approvata dall'Aula, è evidente che non possono che essere esaminati in questa seduta, partendo dall'ordine di iscrizione all'o.d.g.
Il primo è il punto 9) all'o.d.g., relativo agli ordini del giorno sulla sicurezza alimentare. Vi è anche l'ordine del giorno n. 436 sulla RU 486, che ha come primo firmatario il Consigliere Chieppa. C'è, inoltre, il punto 36) all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno sugli ospedali di Gattinara e Vercelli, presentato dal Consigliere Pedrale.
Poi vi sono gli altri due documenti dei quali è da definire l'ordine di priorità, il primo del Consigliere Toselli, il secondo del Consigliere Vignale.
Prima di riprendere la discussione sul disegno di legge sull'apprendistato per portarlo a compimento, ha chiesto la parola il Consigliere Muliere sull'ordine dei lavori.



MULIERE Rocco

Rimando le mie considerazioni in altro luogo.
Le chiedo, Presidente, semplicemente questo: siccome noi siamo stati in aula fino alla fine - e tra l'altro penso che il collega Scanderebech abbia perso un'occasione per continuare a bere il caffè e non venirci a fare la lezione, perché noi eravamo qui a lavorare - in questi 15 minuti approviamo la legge e poi andiamo a casa!



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Muliere. Credo che non sia fuori luogo ricordare ma ogni tanto serve, che i lavori terminano alle ore 20.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Formazione professionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 264, inerente a "Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo 10 del disegno di legge n. 264.
Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Dopo aver ascoltato una reazione della maggioranza, ritorniamo sull'articolato del disegno di legge che intendiamo approvare verso la fine di questa tarda serata.
Ribadiamo la necessità che, su una partita così importante, come quella del controllo e del monitoraggio, la Giunta regionale avrebbe dovuto prevedere una serie di strumenti più incisivi.
Un richiamo generico al controllo e al monitoraggio com'è stato fatto da quando è nata la formazione professionale in Regione Piemonte è insufficiente. Su questo, dobbiamo essere onesti.
Anche per quanto riguarda l'ausilio dell'Agenzia Piemonte Lavoro dovrebbe essere meglio specificato con quali strumenti svolge quest'attività di monitoraggio. Soprattutto, avremmo preferito che, come in altri settori, si cominci a riuscire ad inserire degli strumenti premiali per evitare irregolarità o abusi anche nel campo della formazione professionale. Cioè legare alla verifica e ai controlli sulle agenzie formative e sui corsi di formazione professionale il riconoscimento premiale per future graduatorie ed assegnazioni di contributi proprio nel campo della formazione professionale. Quindi, qualora questi corsi e quest'attività formativa siano svolti correttamente e regolarmente, bisogna premiare la regolarità, premiare chi è corretto nello svolgere questo tipo di attività.
Forse è più efficace un'impostazione di questo tipo che tanti richiami generici ai controlli che poi non vengono svolti o vengono svolti in maniera molto burocratica o casuale.
Pertanto, su questo discorso avremmo voluto provare a pensare ad uno strumento innovativo come quello del premio a chi è corretto, oppure prendere ad esempio esperienze più fortunate di altre Regioni o addirittura, esperienze formative estere.
Infine, parliamo spesso di federalismo e di collaborazione tra i vari enti territoriali, fra i vari livelli istituzionali, e questo è il caso tipico dove dovrebbe essere previsto un momento di coordinamento e di confronto fra chi svolge l'attività di controllo a livello statale e chi invece lo svolge a livello regionale e provinciale.
Per queste ragioni, su quest'articolo esprimiamo il voto di astensione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 10, come emendato Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 31, presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: Emendamento aggiuntivo all'articolo 12.
al comma 1 dell'articolo 12 è premesso il seguente comma: "La formazione esterna alla impresa è finanziata dalla regione Piemonte, nei limiti delle risorse stanziate, a condizione che l'impresa applichi ai propri dipendenti il contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".
Emendamento rubricato n. 32, presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: emendamento soppressivo del comma 2 dell'articolo 12.
Il comma 2 dell'articolo 12 "Norma finanziaria" è soppresso.
La parola all'Assessore Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
In coerenza con quanto anticipato precedentemente, si propone di inserire all'articolo 12 - emendamento rubricato n. 31 - quanto segue: "La formazione esterna all'impresa è finanziata dalla Regione Piemonte, nei limiti delle risorse stanziate, a condizione che l'impresa applichi ai propri dipendenti il contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle organizzazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".
Conseguentemente - emendamento rubricato n. 32 - "Il comma 2 dell'articolo 12 'Norma finanziaria' è soppresso".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se non vi sono ulteriori interventi in merito agli emendamenti n. 31 e 32 presentati ed illustrati dalla Giunta regionale, li poniamo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12, come emendato.
Il Consiglio approva.
Prima della votazione dell'intero testo di legge, procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente Volevo solo precisare, come avevamo già assicurato direttamente all'Assessore Pentenero e al Vicepresidente Peveraro, che era nostra intenzione non ostacolare il processo di questa legge, che abbiamo anche contribuito a migliorare con emendamenti di qualità.
Peraltro, il percorso di questa legge è stato rallentato solo da tentativi di forzature sopraggiunti nell'ultima ora.
Tutto questo per ribadire, a nome del mio Gruppo, ma credo anche dell'intera opposizione, che voteremo a favore di questo provvedimento, che riteniamo importante e che abbiamo contribuito a migliorare con degli emendamenti che ringraziamo l'Assessore per aver accettato.



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, votiamo indìco la votazione nominale sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato Sì 42 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Vi ringrazio per aver contribuito ad approvare quest'importante legge in maniera condivisa ed unanime.
Vi ricordo che domani, alle ore 14.30, è convocata la Conferenza dei Capigruppo in Sala Morando.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.01)



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