Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.152 del 16/01/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.01 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso e Valloggia.


Argomento: Calamità naturali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del consigliere Toselli in merito all'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 558 inerente a "Carenza di neve nelle stazioni sciistiche" presentato dai Consiglieri Toselli, Cavallera e Nastri


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli sull'ordine dei lavori.



TOSELLI Francesco

Grazie. Presidente, desideravo porre alla sua attenzione un ordine del giorno che ho depositato tempo fa in merito alla carenza di neve nelle stazioni sciistiche. Ritengo che l'argomento si possa trattare durante la mattinata e dunque chiederei all'Aula la cortesia dell'iscrizione.



PRESIDENTE

Collega Toselli, subito dopo il sindacato ispettivo, come da prassi, se ci sarà il consenso unanime, procederò d'ufficio; altrimenti dovremo chiaramente procedere a mettere in votazione la richiesta d'iscrizione.
Prego anche i proponenti di verificare la presenza di un consenso su questo punto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "F. Albert" di Lanzo Torinese


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "F. Albert" di Lanzo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 837 dei Consiglieri Ferrero, Cotto e Cirio inerente a "Localizzazione imprese su terreni dismessi dall'Embraco" Interrogazione n. 969 della Consigliera Ferrero inerente a "Attuazione Accordo di Programma per i lavoratori dello stabilimento Embraco di Riva di Chieri"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".
L'Assessore Peveraro è pronto a rendere risposta congiunta all'interpellanza n. 837 e all'interrogazione n. 969.



PEVERARO Paolo, Assessore alle attività produttive

Nell'autunno 2004 Embraco Europe S.r.l. aveva assunto provvedimenti orientati alla totale cessazione dell'attività produttiva nel complesso Riva di Chieri, attivando la procedura di mobilità per 812 dipendenti che rappresentavano sostanzialmente la quasi totalità del personale in forza.
A seguito degli interventi delle Istituzioni pubbliche, rappresentate dal Ministero delle Attività Produttive, dalla Regione Piemonte e dagli Enti locali interessati, l'Azienda ha ritirato la suddetta procedura di mobilità in data 26 novembre 2004, per consentire la ricerca di soluzioni alternative sul piano industriale ed occupazionale.
Tali soluzioni alternative sono state individuate successivamente nell'ambito dell'Accordo di Programma sottoscritto il 5 agosto 2005 e modificato il 21 dicembre 2005. L'Accordo di Programma ha, tra le finalità principali, quella di favorire il processo di deindustrializzazione delle aree dismesse da Embraco e la rioccupazione dei lavoratori.
Gli elementi essenziali dell'Accordo di Programma sono i seguenti.
Acquisizione tramite Finpiemonte dell'area Embraco non utilizzata e sua deindustrializzazione con un costo complessivo preventivato dell'intervento di 12.900.000 euro, di cui 7.100.000 euro per l'acquisizione.
Impegno del Ministero a procurare l'apporto aggiuntivo di 5.000.000 di euro a favore della Regione Piemonte.
Impegno della Provincia di Torino, nell'ambito del Patto Territoriale Torino Sud, ad emanare un bando con tutte le risorse disponibili derivanti dalle rinunce, revoche ed economie del Patto stesso, con criteri di premialità per le aziende che garantiscono il reinserimento degli esuberi del personale dell'Embraco e la reindustrializzazione dello stesso polo produttivo.
Attivazione dei corsi di formazione necessari al conseguimento degli obiettivi occupazionali sopra rappresentati.
Le risorse finanziarie derivanti dalla rimodulazione dei Patti Territoriali finalizzate alla soluzione della crisi Embraco ammontano a 6.984.342 euro; inoltre Finpiemonte, tramite la controllata Soprin S.p.A.
ha provveduto al saldo dell'acquisto dell'immobile il 15 maggio scorso.
Quindi, per quanto riguarda specificamente gli impegni della Regione questi sono stati assolti.
Le risorse finanziarie di cui sopra sono funzionali alla pubblicazione del bando, caratterizzato da criteri di premialità, a favore delle aziende che garantiranno il riassorbimento del personale dell'impresa in crisi e/o un programma d'investimenti nell'area di Riva di Chieri.
Nel marzo 2006 sono stati emanati i decreti di autorizzazione alla rimodulazione delle risorse, di cui sopra, tuttavia non è stato possibile aprire il bando per la mancata emanazione del decreto attuativo della riforma degli incentivi alle imprese (ex D.L. 35/2005, convertito con modificazioni dalla L. 80/2005) per i Patti Territoriali.
Nel giugno 2006, pertanto, di concerto con la Provincia di Torino, è stata ripetutamente sollecitata l'emanazione del provvedimento, che è avvenuta con l'approvazione del decreto legge n. 262 del 3 ottobre 2006 (collegato alla legge finanziaria), per cui la Provincia di Torino ha potuto provvedere all'emanazione del bando pubblicato in data 17/10/2006 e che scadrà il giorno 17/11/2006.
Com'è noto, questo bando è poi andato deserto, per cui in questo momento sono in corso le valutazioni per ribadirlo, anche considerando l'Accordo di Programma che è stato siglato con il Ministero e la Provincia particolarmente interessante e degno di essere portato a pieno compimento.
Per quanto concerne l'assegnazione dell'immobile di Riva presso Chieri il bando di Finpiemonte, pubblicato in data 18/07/2006, è stato prorogato fino al 15/11/2006.
Inoltre con DGR 12-2486, in data 3 aprile 2006, la Giunta regionale ha individuato il Comune di Riva presso Chieri quale area prioritaria nella quale agevolare le tipologie di investimento di cui alla legge 488/92 ed in particolare ampliamento, ammodernamento, riconversione, riattivazione trasferimento e nuovo impianto.
Per quanto attiene alla nuova ingegnerizzazione di prodotti, Embraco Europe S.r.l. ha provveduto alla trasformazione della linea EM in EMZ compressore a più alta efficienza, aumentando la capacità produttiva della linea da 1.700.000 a 2.300.000 pezzi/anno, a partire dal mese di luglio 2006, comportando uno stanziamento per complessivi investimenti di euro 7.627.000, di cui euro 6.813.000 già effettuati.
Relativamente alla formazione e riqualificazione del personale, Embraco ha ultimato nel mese di luglio 2006 un'erogazione complessiva di 13.800 ore di formazione teorica e pratica. Questo sempre in ossequio all'Accordo di Programma, che per l'Embraco stessa prevedeva alcuni impegni.
Con riferimento alla forza lavoro di Embraco Europe S.r.l., si evidenzia che si è passati da una situazione iniziale, alla data del 02/05/2005, di n. 760 operai e 120 impiegati in forza, alla situazione attuale con 660 operai e 115 impiegati in forza, di cui 222 operai e 6 impiegati in CIGS a rotazione, a fronte di un Piano di adeguamento produttivo dell'Embraco Europe S.r.l. che prevede il riassetto e la riorganizzazione degli organici a un totale di 485 unità.
Ad oggi, le uscite dall'organico sono state di 100 operai e 5 impiegati, con un importo di euro 1.590.000 già erogato a titolo di incentivo all'esodo.
Come è noto, qualora il riassetto relativo al personale non avvenga entro la data del 1° maggio 2007 (quella prevista nell'accordo di programma), Embraco Europe S.r.l. ricorrerà agli ammortizzatori sociali, di cui all'accordo sindacale allegato al Protocollo d'Intesa sottoscritto il 10 febbraio 2005 presso il Ministero delle Attività Produttive.
Infine, come sottoscritto in questo protocollo, l'Azienda, nel confermare la missione del sito produttivo italiano e il suo interesse al mantenimento dello stesso nel territorio di Riva di Chieri almeno fino al 31 gennaio 2011, ha ribadito il proprio impegno per il continuo sviluppo e miglioramento dei suoi prodotti e processi ed a non attivare alcuna procedura di mobilità unilaterali fino al 31 gennaio 2011. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Peveraro. Consideriamo la risposta esaustiva anche dell'interrogazione n. 969.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente, anche a nome degli interroganti. Prima di tutto chiediamo al Vicepresidente copia delle due risposte, perché è stata presentata un'interpellanza ed un'interrogazione.
Nel merito, si tratta di una vicenda rispetto alla quale daremo un giudizio circa l'operato della Giunta strada facendo, al termine, perch c'è una serie di scadenze che c'induce a richiamare in questa sede l'attenzione, ove ce ne fosse bisogno, dell'amministrazione regionale in ordine agli impegni che il soggetto, l'impresa o chi per essa ha assunto considerato anche l'intervento finanziario che indirettamente si è determinato.
una vicenda che preoccupa prima di tutto per l'occupazione, che è una sensibilità diffusa e certamente non segue il confine tra maggioranza e minoranza, ma anche in ordine alle modalità di intervento in situazioni di crisi. Questo è un caso emblematico, che andrà seguito attraverso eventuali interventi di sindacato ispettivo, ma che potrebbe anche essere periodicamente valutato in Commissione. Ciò in quanto, da un lato, ci sono elementi che riguardano il recupero di posizioni competitive sul mercato (introducendo maggiore tecnologia si può in qualche modo incidere direttamente sui livelli occupazionali); dall'altro, occorre definire le possibili modalità di intervento da seguire in vicende analoghe.
dunque una situazione sotto osservazione. Adesso non stiamo a rivolgere una critica piuttosto che un'altra, ma valuteremo attentamente il testo scritto. Prendiamo atto della risposta, ringraziamo il Vicepresidente e ci riserviamo interventi più precisi nel prosieguo.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interpellanza n. 1018 dei Consiglieri Pichetto, Burzi, Pedrale e Cotto inerente a "Blocchi agli incentivi alle imprese" (Viene concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1018. Non essendo presenti i proponenti, li attendiamo nel corso della seduta. In caso contrario, il Vicepresidente Peveraro renderà risposta in forma scritta.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 1042 dei Consiglieri Cavallera, Ferrero e Toselli inerente a "Presentazione della realtà dei distretti italiani apparsa sul supplemento del China Daily"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1042, cui risponde l'Assessore Bairati, che ha pertanto facoltà di intervenire.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Grazie, Presidente.
L'interrogazione si riferiva ad una presentazione apparsa su Il Sole 24 Ore contestualmente alla visita del Governo e delle Regioni in Cina presentazione che riguardava i Distretti industriali italiani e che nella sostanza delle cose rappresentava assai poco o - lo dico in maniera eufemistica - in maniera del tutto marginale la realtà piemontese.
L'interrogazione chiedeva se la Giunta fosse in qualche modo informata della pubblicazione in uscita e, in caso contrario, come intendesse agire.
La pubblicazione citata è stata realizzata autonomamente dalla testata Il Sole 24 Ore, in collaborazione con il corrispettivo quotidiano China Daily.
Gli uffici regionali, che hanno collaborato alla partecipazione del Piemonte alla Fiera CISMEF di Canton (fiera sulla piccola e media impresa con la mostra sul design industriale piemontese) ed alla missione degli imprenditori piemontesi a Canton e a Chengdu, non sono stati coinvolti, n sono stati informati e non hanno partecipato in alcun modo alla definizione dei contenuti di tale supplemento; l'iniziativa ovviamente non ha ricevuto alcun tipo di finanziamento da parte della Regione Piemonte.
Circa la scarsa visibilità e rappresentatività dei Distretti piemontesi, la Giunta, e il sottoscritto in particolare, concorda con le valutazioni espresse nell'interpellanza, evidenziando come nella pubblicazione siano stati omessi integralmente importanti settori dell'economia piemontese.
Al tempo stesso, la Giunta e gli uffici regionali hanno notificato la questione alla testata in oggetto. Abbiamo definito di intervenire e di avere un articolo sulla realtà dei distretti piemontesi che dia piena rappresentatività ad una realtà economica così importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Prendo atto della comunicazione dell'Assessore Bairati. Tra l'altro avevamo avuto occasione di incontrarci proprio a Chengdu durante la missione delle imprese piemontesi, guidata come capo delegazione dall'Assessore Bairati.
Con l'interpellanza tendevo a mettere in risalto il pressappochismo ritengo sia questa la parola esatta - che a livello nazionale a volte caratterizza l'elaborazione di determinati strumenti di comunicazione, che poi diventano autorevoli per ciò che rappresentano.
Il China Daily, da quello che ho capito, è una testata rivolta agli stranieri in Cina (che non capiscono la scrittura cinese, che è indecifrabile), ma anche a tutta la classe dirigente emergente cinese, che ovviamente parla in inglese, comunica in inglese, e viene distribuita in tutti gli alberghi più importanti della Cina.
Talvolta si aprono polemiche sul fatto di fare o no dei viaggi, e probabilmente dei supplementi periodici, opportunamente inseriti a seconda delle tempistiche delle manifestazioni anche di altri Paesi, potrebbero risultare utili.
In quest'interpellanza avevo espresso delle valutazioni che adesso l'Assessore dice di condividere. Richiamiamo veramente l'attenzione degli uffici nel rapporto con l'istituto del commercio estero, con il Ministero delle Attività Produttive, ma anche con tutte quelle iniziative che portiamo a avanti. A me era casualmente caduto l'occhio sul fatto che nella cartina fosse segnalato il distretto orafo di Vicenza, il distretto orafo di Arezzo e non quello di Valenza. Da lì sono andato avanti nella ricerca e ho potuto constatare la sottovalutazione di distretti meccanici, di materie plastiche e di tante altre significative rilevanze. Bontà loro, hanno indicato, tra i vari vini rossi italiani, la vocazione vinicola del Piemonte, sia pure identificandola complessivamente.
Guarda caso, emergeva a tutto campo l'Emilia Romagna, ma penso che si tratti di una pura casualità. Pensare che il Presidente del Consiglio, che guidava la missione, è di Bologna, è stata una congettura quasi automatica.
Comunque non è una questione da sottovalutare, perché a volte si fanno tanti sforzi. Do atto che in quei giorni l'Assessore ha visitato parecchi teatri di incontro e di manifestazioni; al limite, uno prende e porta a casa qualche supplemento. C'erano anche dei riferimenti e dei nomi. Era un supplemento edito con la partecipazione della Confindustria, insomma di un soggetto che, anche nell'ottica dirigistica cinese, tutto sommato, più che guardare ai singoli guardano alle organizzazioni o ai rappresentanti degli Stati o delle varie categorie produttive.
Ovviamente, mi dichiaro soddisfatto della risposta, però al di là dei convenevoli, mi auguro che vi sia un forte impegno su quel mercato producendo magari, in una prossima occasione, un supplemento piemontese che metta in risalto tutte le nostre potenzialità. Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 944 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni Botta, Boniperti e Vignale inerente a "Il Ministro Turco annuncia l'introduzione di nuovi ticket sanitari" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 957 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Realizzazione centro di fisiatria a Canelli" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 1030 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale inerente a "Diffusione gratuita dei medicinali contro le disfunzioni erettili" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 1048 della Consigliera Ferrero inerente a "Mancata corresponsione ai Direttori generali di Aziende Sanitarie degli incentivi per l'anno 2004" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1097 del Consigliere Rossi inerente a "Sanità gratis ai clandestini" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni: interrogazione n. 944 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni Botta, Boniperti e Vignale inerente a "Il Ministro Turco annuncia l'introduzione di nuovi ticket sanitari" interrogazione n. 957 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Realizzazione centro di fisiatria a Canelli" interrogazione n. 1030 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale inerente a "Diffusione gratuita dei medicinali contro le disfunzioni erettili" interrogazione n. 1048 della Consigliera Ferrero inerente a "Mancata corresponsione ai Direttori generali di Aziende Sanitarie degli incentivi per l'anno 2004" interrogazione n. 1097 del Consigliere Rossi inerente a "Sanità gratis ai clandestini".


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 941 dei Consiglieri Cirio e Burzi inerente a "Certificati fitosanitari per l'esportazione dei tartufi freschi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 941, cui risponde l'Assessore Taricco ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, vorrei fornire un'informazione preliminare: nell'interrogazione presentata dal Consigliere Cirio, si chiedeva se era intenzione della Giunta attivarsi affinché sia ripristinato il servizio di rilascio dei certificati per i tartufi negli uffici di Alba, e sia semplificato l'iter burocratico relativo ai certificati stessi.
Si rileva che nel Comune di Alba non è mai stato presente il settore decentrato del fitosanitario che si occupa, per competenza, del rilascio di questi certificati. Da sempre, questi certificati sono rilasciati dall'ufficio di Torino e nelle sedi di Cuneo, di Vercelli e di Casale Monferrato. Sempre e soltanto in queste sedi era presente il servizio decentrato che rilasciava fisicamente tali certificati.
Peraltro, allo stato attuale, risulta obbligatoria l'emissione del certificato esclusivamente per le esportazioni in Australia. E tra il 2003 e il 2006 sono stati rilasciati otto certificati: stiamo parlando, quindi di un servizio che esiste ma che ha una rilevanza assolutamente marginale.
Visto il numero di richieste così esiguo e la modesta finalizzazione di fatto non avrebbe senso ipotizzare un'ulteriore territorializzazione del servizio, visto che i certificati sono scarsamente significativi ai fini pratici dell'attività.
Tra l'altro, la prassi utilizzata prevede che chi è sostanzialmente interessato ad utilizzare questo tipo di certificato, telefona alla sede competente (nella fattispecie, quella di Cuneo) e concorda direttamente le modalità con cui questi certificati vengono rilasciati e con cui viene fatta la verifica necessaria. Stante le esiguità degli interventi e la modalità con cui questi sono stati realizzati, ci pare che sul piano pratico non crei un grandissimo problema.
Un'ultimissima annotazione: i certificati rilasciati non sono una scelta della Regione Piemonte, ma sono il frutto di una Direttiva comunitaria che impone questo tipo di verifica verso alcuni Paesi. Mi pare quindi, che la metodologia attualmente applicata sia assolutamente rispondente al problema che siamo chiamati ad affrontare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore. Purtroppo, forse per il numero delle interrogazioni proposte o per i lavori di questo Consiglio, si risponde alle interrogazioni quando, ormai, è lontana la necessità di affrontare con tempestività un determinato argomento. Il problema relativamente alla sospensione di questo servizio nella Città di Alba è stato segnalato nella realtà dei fatti con tanto di azione formale avanzata dai commercianti di tartufi.
Non credo ci si possa fermare di fronte all'esiguità dei certificati se non si vede la forma con la quale questi certificati vengono rilasciati.
Si possono avere solo otto certificati, ma si deve capire a quali volumi questi fanno riferimento: potrebbero esaurire il mercato del tartufo di tutto il territorio.
Nello stesso tempo, è vero che l'Ufficio albese non rilasciava il certificato in sé, ma è vero che faceva da tramite affinché questo venisse rilasciato. Nella sostanza, la persona, o l'azienda, o il commerciante, che voleva esportare il proprio prodotto, non andava a Cuneo, non andava a Torino, ma andava ad Alba; oggi, ad Alba non ci va più.
Questo è quanto noi abbiamo voluto segnalare, cioè il fatto che un servizio, piccolo o grande, numeroso o non numeroso, relativamente ad un settore già prezioso nel valore, ieri c'era e oggi non c'è più. Si pu motivare e giustificare, ma possiamo dire che, evolvendosi la normativa servirà solo più all'Australia. In ogni caso, rimane il dato politico che noi avevamo voluto segnalare e che continuiamo a segnalare: oggi non c'è più quel servizio che era stato delocalizzato sul territorio e ci si deve accentrare a Cuneo o a Torino per un servizio che, invece, prima, era più vicino alle esigenze dei commercianti.
Comunque, ringrazio l'Assessore. Capisco che, in tempi di disponibilità limitate, si debbano fare delle scelte. Sono certo che le scelte vengono fatte nel rispetto delle priorità, pertanto convengo con lui su questo fatto. Chiedo comunque di continuare a seguire questa problematica; magari in sede di Commissione, si potrà parlare, unitamente all'Assessore al commercio, del problema della commercializzazione estera di questo prodotto singolo del nostro territorio, non dimenticando che nel mondo ci sono paesi in cui esiste ancora un dazio del 100% su questo prodotto, che limita e penalizza le nostre aziende.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione n. 159 dei Consiglieri Botta inerente a "Denominazioni locali per i prodotti tipici locali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1059, presentata dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, l'interrogazione n. 1059 poneva alla Giunta un quesito relativamente all'adozione da parte della stessa di provvedimenti per la tutela delle DE.CO riconosciute dagli Enti locali piemontesi inoltre, quale situazione verrebbe a crearsi a seguito dell'interruzione del progetto "Res tipica" e quali potenzialità questo progetto avrebbe potuto esprimere anche in Piemonte.
La vicenda, come molti conoscono, affonda le radici abbastanza indietro nel tempo. Sostanzialmente, sono due gli elementi che hanno creato la situazione che siamo chiamati ad affrontare, cioè l'avvio di un percorso ormai in là nel tempo, relativamente alla presentazione di quelle che vengono chiamate denominazioni comunali, che, sostanzialmente, sono nate come modalità per tutelare tradizioni produttive, e l'esistenza sul territorio di prodotti di particolare pregio, con particolari legami con la storia e il contesto territoriale in cui si sono sviluppate. Questo è avvenuto a seguito dell'avvio dei DE.CO - molti ricorderanno il sostegno a questo disegno da parte del compianto Veronelli, che si era fatto paladino di questo percorso - e, nel 2001-2002, da parte dell'ANCI, di un progetto denominato "Res tipica", che aveva come missione quella di spingere i piccoli Comuni di tutta Italia ad avviare una campagna di promozione e sostegno di queste denominazioni comunali.
Da un punto di vista giuridico, noi siamo in presenza di queste denominazioni comunali, che allo stato attuale non sono normate in modo puntuale da alcuna normativa a livello nazionale.
Peraltro, a seguito delle modalità adottate sui vari territori, sono diventate una cosa ibrida tra una definizione di tipo culturale e di segnalazione puntuale di un'opportunità produttiva sul territorio e un tentativo di codificazione di percorsi produttivi più simile ad una piccola IGP o, comunque, qualcosa che abbia l'ambizione di determinare una metodologia e una modalità produttiva a tutela di qualità su quel territorio.
Per quanto riguarda l'evoluzione delle DE.CO, c'è stato un primo pronunciamento da parte del Ministero dell'agricoltura (MIPAF), nel 2002 che, sostanzialmente, con un documento, ha stabilito che queste denominazioni non potessero avere nessun tipo di valore e di tutela del prodotto come qualità di produzione e di trasformazione del prodotto stesso.
A livello nazionale, si è svolto un dibattito molto pesante su queste denominazioni, che, l'anno scorso, è sfociato in un ulteriore durissimo pronunciamento da parte della direzione qualità del Ministero dell'agricoltura (MIPAF), nel quale, sostanzialmente, si diffidavano i Comuni ad avviare qualsiasi attività che, nella sostanza, avesse a che fare con le DE.CO.
Ora, da un punto di vista giuridico, come Regione, noi abbiamo dovuto comunicare a tutti gli enti in oggetto (ai Comuni e ai soggetti che avevano attivato delle DE.CO) i contenuti della circolare nazionale, chiarendo i rischi nei quali sarebbero incorsi se avessero tentato di trasformare queste DE.CO in meccanismi di tutela della qualità e di certificazione di produzione, in quanto dobbiamo attenerci alle normative oggi in vigore. Dal punto di vista di quest'Assessorato, noi siamo convinti che sia utile abbiamo già posto il tema al Ministero stesso - addivenire a una definizione puntuale di un quadro normativo che riconsegni le DE.CO alla loro vocazione originaria, cioè la possibilità di essere non un'ulteriore e diversa metodologia semplificata, per addivenire ad una sorta di certificazione di qualità minore rispetto alle doppie IGP, che sono più strutturate, ma ad una modalità per identificare e garantire un trasferimento di metodologie produttive e di percorsi di qualità di un territorio con una vocazione a cavallo tra una vocazione puntuale di tipo culturale e di memoria storica del territorio, che si affianchino alle metodologie di certificazione della qualità.
stato avviato con il Ministero un ragionamento in questo senso. Noi lo seguiamo, perché siamo convinti che può essere, soprattutto per i piccoli Comuni, uno strumento ulteriore per valorizzare le produzioni.
Riteniamo però che le ragioni addotte dal Ministero per non creare ingenerare confusione nei consumatori abbiano una qualche rilevanza.
La scommessa nei prossimi mesi è di trovare un punto di equilibrio che ci permetta di non scardinare il sistema delle tutele di qualità e di non toglierci questa potenzialità che, ritengo, possa oggettivamente portare a produzioni di qualità del territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per replica, il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

In effetti, su questo tema è necessario arrivare ad una puntualizzazione, ad una chiarificazione. Si tratta di un processo avviato alla fine degli anni '90, e nei primi anni di questo millennio, che dava maggiore valorizzazione alle produzioni comunali che avessero un loro significato, una loro storia, una loro memoria legata al territorio del Comune. Nel corso di questi dieci anni ha subito momenti di accelerazione e momenti di stop non sempre coerenti rispetto ad un'idea o un impianto normativo. Mi pare di ricordare che, addirittura, nella famosa legge sui piccoli comuni presentata nella scorsa legislatura da Realacci e Bocchino ci fosse anche un capitolo relativo al tema.
giusto essere rispettosi della normativa nazionale, tuttavia riteniamo che la Regione, come l'Assessore ha ribadito, possa prendere una strada che, nel rispetto della normativa, sia rispettosa anche delle istanze che molti comuni fanno relativamente alla possibilità di dare qualche arma in più di valorizzazione del proprio territorio, di valorizzazione turistica, di richiamo eno-gastronomico, rispetto ad alcuni prodotti storici, legati alla memoria. Tutto questo gran fervore che c'è stato, ma che c'è ancora, rispetto alle denominazioni comunali, può avere un senso, senza ingenerare confusione. È giusto dire che IGP, DOP sono cose di altro tipo, abbiano un loro spazio, visti nella loro vera natura che è poi quella che più volte è stata illustrata e sottolineata.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta, ma con l'impegno, da parte dell'Assessore, di monitorare la situazione a livello ministeriale, dove c'è un partito anti-DE.CO che è indipendente, un partito dirigenziale indipendentemente dai Ministri che vanno e vengono e su cui bisogna lavorare. C'è poi il ruolo che può svolgere la Regione Piemonte, dovuto anche alle prerogative e all'autonomia che la Regione ha e che deve essere svolto insieme ai Comuni per chiarire quali sono le possibilità in questo campo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Norme generali sull'agricoltura

Interpellanza n. 907 della Consigliera Cotto inerente a "Manutenzione del territorio: contraddizione legislativa"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 907, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interpellanza della Consigliera Cotto verte sul fatto che il Testo Unico dell'agricoltura preveda la possibilità di affidare a coltivatori diretti lavori tipo spurgo fossi, sgombero neve e altre attività collaterali, mentre il codice della strada prevede che sulle strade pubbliche possano operare soltanto mezzi omologati come macchine operatrici e non trattrici agricole come quella degli agricoltori. Nell'interpellanza si chiede quali iniziative intende assumere la Giunta per fare in modo che il Governo elimini questa contraddizione e preveda la possibilità di una piena applicazione della possibilità prevista per legge.
Sulla base delle verifiche tecniche che abbiamo effettuato, se è pur vero che il codice della strada vigente non prevede esplicitamente attività diverse da quelle agricole, per le trattrici immatricolate e targate come macchine agricole, il Ministero dei trasporti, con circolare n. 84/60 del 20/05/1960 integrata dalla lettera ministeriale n. 2317/4210 del 26/11/1982 e dalla circolare n. 107/90, ha confermato che le trattrici agricole, pur mantenendo l'apposita targatura ed immatricolazione, possono circolare occasionalmente con attrezzature destinate all'effettuazione di lavori non prettamente agricoli (braccio decespugliatore, lama sgombero neve o per sterri e livellamenti, ecc), con una semplice annotazione sulla carta di circolazione della presenza delle specificate attrezzature, senza dover cambiare la natura principale di macchina agricola. Resta fermo il divieto di utilizzo di carburante agricolo per quelle attività che non siano riconosciute specificatamente come agricole a tutti gli effetti.
Da un punto di vista della possibilità di operare nel campo delle funzioni, non c'è nessun problema. Le circolari del Ministero precisano sia dei trasporti che dell'agricoltura - che si può fare, gli agricoltori devono soltanto far fare una notazione che usano il trattore non soltanto per la conduzione dei beni, ma anche per realizzare attività connesse. Poi c'è il vincolo, non dettato da nessuna circolare, che se l'attività svolta è riconosciuta come agricola o connessa, si può usare carburante agricolo.
Diversamente devono utilizzare, per lo stesso trattore che usano in agricoltura, carburante per quelle finalità per cui è utilizzato il mezzo agricolo.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Cotto, per la replica.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore per il chiarimento. Chiedo la risposta scritta che poi divulgherò ai Segretari Comunali che mi hanno sollecitato nel presentare quest'interpellanza.
In alcuni Comuni dell'Astigiano è successo che non è stato possibile affidare la manutenzione ad agricoltori perché l'informazione era che i loro mezzi non potevano assolutamente circolare. Probabilmente, non erano a conoscenza delle lettere ministeriali, delle circolari. Mi auguro che la carta di circolazione, cui l'Assessore faceva riferimento, sia un adempimento possibile, che non crei particolari problemi.


Argomento: Psichiatria - Tossicodipendenza

Interrogazione n. 980 della Consigliera Cotto inerente a "Cure e custodia dei malati psichici, psichiatrici, alcolizzati, tossicodipendenti o disturbati nella personalità e nel comportamento"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 980, sulla quale risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interrogazione si pone diversi quesiti.
Con il primo quesito, si vuole sapere quanti sono i soggetti portatori di forte disagio conosciuti dai dipartimenti di salute mentale e dai SERT in Piemonte. Al 31/12/2005 - non abbiamo ancora i dati al 31/12/2006 - le cartelle attive presenti nei Dipartimenti di Salute Mentale sono 46.537. I nuovi casi presi in carico nell'anno 2005 sono stati 16.726.
Nel 2005 sono stati trattati nei SERT 19.747 soggetti affetti da patologie da dipendenza diverse.
Di questi il 70% sono eroinomani ed il restante 30% circa sono soggetti dipendenti da altre sostanze (in particolare prevalgono gli alcolisti) anche se dobbiamo dire che l'orientamento della dipendenza da sostanze sta passando dall'eroina alla cocaina, però ai SERT rimangono i pazienti cronici. Mi si chiede quanti sono seguiti in famiglia con un'efficace assistenza domiciliare.
Le persone con patologia mentale in carico ai DSM, escluse quelle inserite in strutture residenziali, o temporaneamente ricoverate in Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura od in casa di cura, sono seguite con visite ambulatoriali e/o domiciliari da parte degli operatori dei DSM (Dipartimenti di Salute Mentale).
Analogamente a quanto descritto, nei SERT i soggetti sono presi in carico secondo un approccio multidisciplinare-integrato idoneo al trattamento delle patologie complesse, molto spesso con il coinvolgimento delle famiglie. In particolare, la famiglia è molto coinvolta, anche come partecipazione attiva.
Quanti sono ospiti nelle comunità psichiatriche e di tutte le altre forme di residenzialità assistita? Gli ospiti di Comunità protette psichiatriche, Comunità alloggio psichiatriche, Gruppi appartamento ed altre forme di residenzialità risultano essere 3.151.
Dai SERT del Piemonte sono state erogate nel 2005 circa 400.000 giornate di ricovero in Strutture residenziali e semiresidenziali (td AIDS), per oltre 2.200 soggetti.
Quanti non vengono inseriti nelle comunità per carenza di finanziamenti? Per ciò che attiene i soggetti affetti da patologie psichiatriche o da dipendenza, i ricoveri in struttura riabilitativa sono disponibili come livello assistenziale in tutta la Regione, e sono decisi dai Servizi, in base alle necessità dei singoli utenti.
Quanti rimangono abbandonati sul territorio perché oggetto di conflitto di competenza tra le ASL e i Comuni? La situazione di persone malate "abbandonate" sul territorio perch oggetto di conflitto di competenza tra le ASL e i Comuni non è nota ai nostri uffici. Sono da tempo istituite nell'intero territorio regionale le Unità di Valutazione Geriatriche (UVG) e le Unità di Valutazione dell'Handicap (UVH), deputate appunto alla valutazione di casi ed alla presa in carico congiunta tra sanità ed assistenza.
Quanti si pensa possono essere "nascosti" dalle famiglie per un senso di vergogna? Quest'Assessorato considera prioritario combattere e cercare di superare lo stigma nei confronti dei malati di mente e dei soggetti affetti da patologia da dipendenza, perché influisce negativamente sulle famiglie sugli operatori che di questi si occupano e talora sul precoce ricorso alle strutture preposte. Più si ritarda il ricorso, più la malattia tende a cronicizzarsi.
A questo sono orientate le politiche dell'Assessorato e per questo sono state, e saranno, messe in atto campagne ad hoc.
già stato svolto un programma di sensibilizzazione, da parte dei DSM nei confronti dei Medici di Medicina Generale. Ieri ho incontrato un gruppo di psicologi e di rappresentanti del SERT la loro Commissione. Ho sollecitato il proseguimento di questi contatti con i medici di medicina generale, perché siano loro stessi in grado di eseguire un primo intervento, capire anche la complessità delle situazioni e facilitare l'invio precoce ai Servizi dei soggetti conosciuti dal medico di medicina generale.
Analoghe iniziative volte a ridurre la parte di fenomeno sommerso e connesso alla patologia delle dipendenze sono da tempo in corso.
Particolarmente rilevante è da considerarsi in questo periodo l'attività svolta per l'emersione di fenomeni quali l'alcolismo, il gioco d'azzardo problematico ed i consumi problematici di sostanze psicostimolanti, in particolare la cocaina. Vanno sempre più diffondendosi le dipendenze non da sostanze, incluso l'acquisto convulsivo, il gioco d'azzardo, i giochi con i videogame, che stanno provocando l'utilizzo della navigazione in internet.
Questi fenomeni stanno configurando delle dipendenze con degli effetti deleteri sulla personalità e sulla socialità di questi soggetti.
Corrisponde al vero che il Direttore generale della sanità ha dichiarato che i posti per la residenzialità psichiatrica sono troppi? I posti-letto in comunità terapeutiche della Regione Piemonte sono pari a 2,85 ogni 10.000 abitanti, rispetto ad un posto letto ogni diecimila abitanti, reputato ottimale nell'ultimo "Progetto Obiettivo per la Salute Mentale" e dalla letteratura internazionale.
Invece, i posti-letto in comunità terapeutiche nella Regione Piemonte per l'area della patologia delle dipendenze sono pari a 2,55 ogni 10.000 abitanti rispetto ad un posto letto ogni 10.000 abitanti previsto dalla precedente amministrazione regionale.
Il Direttore generale della sanità si è limitato a dire che esistevano queste differenze rispetto a quanto previsto e quindi ad effettuare un giudizio positivo sulla disponibilità dei servizi delle comunità terapeutiche, senza peraltro affermare che rappresentavo un testo, perch mai come in questi casi il rapporto posti letto-abitante è direttamente collegato con la diffusione del fenomeno.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Non è una replica, svolgo solo qualche considerazione. Intanto ringrazio l'Assessore per la completezza della risposta. Parto dalla fine.
L'interpellanza è nata a seguito delle dichiarazioni del direttore dell'Assessorato alla sanità, che sosteneva che i posti-letto erano troppi.
Io avevo appena partecipato ad un incontro di un'associazione di familiari di malati mentali che invece si lamentavano del contrario. Si lamentavano perché i loro congiunti non riuscivano a trovare posti nelle comunità e la restrizione, anche nella valutazione, era - è così da sempre, non solo da quando c'è il nuovo Assessore - addebitata ad input dall'alto per spendere di meno.
Quindi, fa piacere sapere che questo non corrisponde al vero. Sarebbe interessante, invece, chiedere ai consorzi socio-assistenziali, quanti e quali sono i conflitti di competenza, perché, in effetti, sul territorio si litiga sovente fra sociale e sanità per capire la competenza dell'intervento. La sanità cerca di scaricare sul sociale, a volte il sociale tenta di scaricare sulla sanità: ci vorrebbero delle regole più precise, dei confini meglio delineati.
Comunque, fa piacere sapere che seguite con molta attenzione queste problematiche. Pensare che nel 2005 ben 19.737 cittadini si sono rivolti ai servizi dovrebbe far riflettere tutti i colleghi, perché del disagio mentale in Consiglio e in Commissione dovremmo parlarne di più.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valpreda per un supplemento di risposta.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Volevo solo aggiungere un altro dato: gli alcolisti in carico sono circa 5.000.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 736 del Consigliere Cavallera inerente a "Trattative per la definizione del prezzo del latte"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco per la risposta all'interpellanza n.
736, presentata dal Consigliere Cavallera.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza del Consigliere Cavallera verteva sulla situazione in atto nel campo della zootecnia da latte in Piemonte e sulla necessità di fare tutto il possibile per affrontare questa crisi della zootecnia.
L'interpellante domandava se era possibile trovare un'occasione importante all'interno dell'elaborazione del programma di sviluppo rurale e chiedeva di conoscere quale fosse la situazione sul prezzo del latte in essere tra la parte produttiva agricola e la parte industriale, al fine di capire se non fosse conveniente cogliere l'opportunità della definizione del nuovo programma di sviluppo rurale per fare un'operazione che avesse lo scopo di "promozionare" - diciamo così - le produzioni piemontesi di gran qualità.
Relativamente al prezzo del latte, quindi alla remunerazione del latte in campagna, posso dire che, dopo una lunga trattativa che l'anno scorso aveva visto impegnate la parte agricola e la parte industriale nel tentativo di individuare un accordo del latte, che ormai da moltissimi anni non era più oggetto di accordo regionale in Piemonte, come in buona parte delle altre Regioni italiane, l'anno scorso nel mese di marzo l'Assessorato ha ritenuto di dover convocare le parti proprio perché la sensazione era ormai chiara: dopo una molteplice serie di incontri, era difficile immaginare che si potesse addivenire all'individuazione di un accordo sul latte.
Ci fu tutta una fase di trattativa, che portò a siglare un accordo regionale con la revisione delle tabelle di parametro qualità del latte su un prezzo minimo alla stalla di 314,5 euro al quintale. In quell'accordo era prevista la verifica a metà mandato sull'andamento della campagna di commercializzazione per poter decidere se rivedere, a metà campagna l'accordo riguardante il valore del latte.
A dicembre c'è stato un incontro tra la parte agricola e la parte industriale, nel quale si sono confrontate le diverse valutazioni circa l'andamento della campagna. È stata rinviata a metà gennaio un ulteriore valutazione: ognuna delle due parti avrebbe verificato con la propria base se procedere ad un accordo di metà mandato sul prezzo del latte o se semplicemente - pare l'opinione prevalente nelle due parti - avviare per tempo una negoziazione della prossima campagna latte, in modo da avere il tempo di svolgere una valutazione più complessiva, cosa che l'anno scorso proprio perché eravamo molto in ritardo, non era stato possibile fare.
Comunque, la convocazione è prevista probabilmente per la settimana prossima e quindi in quella sede verificheremo come le due parti, quella dei produttori agricoli e quella della parte industriale, intendono procedere sul prezzo del latte.
Devo dire che, a consuntivo, l'anno scorso la Regione Piemonte è stata l'unica Regione in Italia che è riuscita a fissare il prezzo su base regionale, cosa che - ripeto - le altre Regioni non sono riuscite a fare.
Sicuramente questo ha permesso di inserire una clausola importante all'interno dell'accordo; clausola che ricalca esattamente quello che poneva il Consigliere Cavallera. In sostanza, l'accordo del latte prevede l'avvio di un percorso che ha come obiettivo quello della valorizzazione della qualità del latte piemontese, proprio perché siamo convinti che diventi strategico, per tutelare il prezzo e gli interessi dei produttori mettere in condizioni tutto il sistema latte piemontese di poter valorizzare questa qualità.
Sotto questo profilo, è stato attivato un tavolo di lavoro che vede la partecipazione di tutte le componenti della filiera latte. È stato avviato un lavoro dal punto di vista della comunicazione e dal punto di vista giuridico della gestione dei marchi. In effetti, una riflessione dovrebbe portare all'individuazione di un marchio, di una strategia di promozione proprio per avviare questo tipo di valorizzazione, che dovrebbe essere oggetto, nel contratto che andremo a discutere per l'annata 2007-2008, di una vera campagna di promozione e di comunicazione.
Su questo progetto la Regione ha già stanziato, a conclusione del 2006 i primi 30.000 euro per sostenere le spese di marchio, di studio e di ricerca. È previsto nell'attuale bando 2007 un ulteriore stanziamento di altri 70.000 euro per l'avvio del progetto e poi vedremo quello che sarà il percorso che verrà avviato nella trattativa del prezzo latte per il 2007 2008.



PRESIDENTE

La parola per replica al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Con quest'interpellanza - non a caso era un'interpellanza e non un'interrogazione - miravo non tanto ad essere informato su ciò che stava avvenendo, perché presumibilmente ritenevo - come ritengo - che l'Assessorato segue queste vicende con la dovuta attenzione, ma soprattutto a chiedere se era il caso, come è stato evidenziato dall'Assessore, di fare una riflessione sul latte, come avviene per altri prodotti.
Mi chiedo come possiamo utilizzare questa fase della nuova programmazione dei fondi europei per vedere se si riesce a portare un po' più di valore aggiunto al produttore di base. La produzione di base è veramente schiacciata alla base della piramide del valore, dove ovviamente altri segmenti della filiera hanno una posizione dominante. Ovviamente non dico che la gran distribuzione sia la prima imputata, ma è senz'altro la prima indiziata, il primo attore che in qualche modo svolge anche un'opera calmieratrice per i consumatori.
Noi sappiamo che tutto deve svolgersi in modo tale che tutti possano vivere, perché non è pensabile ottenere un prodotto buono, ottimo come il latte, magari il latte fresco piemontese, non pagandolo minimamente, non dando quel margine necessario ai produttori per poter svolgere la loro funzione.
Al momento attuale stiamo valutando le misure da assumere e ne discuteremo lunedì prossimo, perché possiamo scegliere varie strade. Il nuovo piano di sviluppo rurale dà degli approcci di tipo diverso rispetto al passato e credo che il ruolo di direzione e dirigistico dell'ente pubblico della Regione o della Provincia debba emergere in modo completo.
Naturalmente è necessaria anche la lungimiranza degli operatori e dei trasformatori di settore.
Noi sappiamo che anche questo settore è stato caratterizzato dalle vicende della Parmalat, che indubbiamente non hanno fatto bene, soprattutto negli ultimi tempi, prima del crack, con il latte microfiltrato ed una serie di vicende che avevano contrapposto i produttori a queste grandi multinazionali, vicende che, sotto questo profilo, erano state probanti.
Mi sembra che adesso si sia assunta complessivamente la strada della ragionevolezza; tuttavia, anche le vicende delle quote latte non sono secondarie a condizionare il mercato.
Ritengo che bisogna tentare delle strade che, in qualche modo, possano vedere i finanziamenti da parte della Regione per rafforzare le strutture di trasformazione e di conservazione ed anche le strategie di commercializzazione, naturalmente cercando di spingere un po' in alto l'equilibrio del prezzo a favore della produzione di base.
Credo che questo settore, bersagliato anche dalla BSE negli anni scorsi e da tante altre vicende, debba essere considerato prioritario.
Da un lato, c'era un intento informativo e prendo atto dei prossimi appuntamenti di trattativa. Credo che, per la campagna 2006, l'accordo valesse più per se stesso che non per i suoi contenuti, perché i livelli remunerativi erano veramente bassi. Comunque, si è ripresa la strada dell'accordo e speriamo che entro il mese di marzo 2007 si possa concludere.
Dal 2007 decorre il nuovo periodo 2007-2013 del PSR; mi auguro quindi che a differenza del passato, con l'accordo e gli impegni della Giunta si possa avviare una fase nuova, che dia un prodotto di qualità e crei nuova economia con redditività migliore per i produttori agricoli di base.


Argomento: Caccia - Pesca

Interrogazione n. 958 dei Consiglieri Moriconi e Deambrogio inerente a "Altana in località Galli di Piossasco"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 958, cui risponde l'Assessore Taricco che ha pertanto facoltà di intervenire.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la deliberazione regionale n. 52 del luglio 2005, che autorizza i comitati di gestione a prevedere la predisposizione di appostamenti per il prelievo selettivo agli ungulati, come ausilio tecnico utile alla realizzazione del prelievo selettivo in sicurezza chiede se la Giunta non ritenga che questa deliberazione sia in violazione di quanto previsto dalla legge n. 70; se non ritiene che questa interpretazione sia pericolosa e se quanto previsto da questa deliberazione sia compatibile con la citata legge n. 70.
La legge n. 157 del 1992, all'art. 5 comma 5, precisa che "non sono considerate fissi, ai sensi e per gli effetti dell'art. 12, comma 5, gli appostamenti per la caccia agli ungulati e ai colombacci e gli appostamenti di cui all'art. 14, comma 12".
La D.G.R. n. 104 del 2 agosto 2006 di richiamo alla normativa statale al punto b) comma 2 consente, in relazione all'orografia del territorio e alle condizioni di copertura boschiva e vegetativa, la predisposizione da parte di Comitati di gestione di appostamenti per il prelievo selettivo degli ungulati; tali strutture non sono appostamenti fissi, così come previsto dalla legge n. 157/1992.
Dalle indicazioni normative sopraindicate si evince che le cosiddette altane non possono essere considerate come appostamenti fissi.
Di contro, le caratteristiche indicate nell'art. 38 della legge regionale n. 70/96 per qualificare gli appostamenti come temporanei non possono in nessun caso ritenersi applicabili alle cosiddette altane.
Si ritiene che le altane siano una cosa diversa e diversamente regolamentate da quelli che sono gli appostamenti fissi. Questa conclusione è peraltro confermata dal Settore giuridico-legislativo a cui la questione dell'altana cui si faceva riferimento è stata sottoposta.
Ciò premesso, il richiamo all'art. 49 della legge n. 70 (divieto di impiantare appostamenti temporanei a distanza inferiore ai 200 metri dal perimetro delle zone in cui la caccia è vietata) risulta non utilizzabile data l'impossibilità di includere le altane nella categoria degli appostamenti temporanei.
Da ciò consegue che non è applicabile la previsione sanzionatoria a cui si fa riferimento nell'interrogazione, perché le leggi non prevedono sanzioni amministrative che si applichino in questo caso. Si precisa altresì che già l'anno scorso la Provincia di Torino, Servizio di tutela della fauna e della flora, con una nota del settembre 2005, aveva fatto presente che era da ritenere degna di attenzione l'ipotesi di prevedere per i prelievi selettivi effettuati in vicinanza di aree significativamente abitate o percorse da importanti vie di comunicazione, l'allestimento di postazioni che delimitassero preventivamente l'orientamento del campo di tiro di coloro che erano adibiti a questo prelievo selettivo.
Questa indicazione è stata recepita dal Comitato di gestione dell'ATC TO3, che nel luogo indicato ha stabilito di esercitare l'attività venatoria esclusivamente avvalendosi di tali postazioni.
Tra l'altro, come sanno coloro che hanno firmato l'interrogazione l'altana in oggetto risulta essere recitata e chiusa, e quindi non utilizzabile impropriamente.
Quindi, molto concretamente l'altana di cui si sta parlando non è riconducibile alle fattispecie normate a cui si fa riferimento, così come peraltro ha precisato il Servizio legislativo della Regione.
una modalità che si è deciso di utilizzare per ridurre i rischi connessi al prelievo selettivo; la problematica è tuttavia oggetto della nostra attenzione.
A tal fine si sono già avviate, unitamente al Servizio Tutela della fauna e della flora della Provincia di Torino, delle verifiche sul campo per verificare concretamente come procedere per l'anno prossimo. Si è altresì comunicato al Comitato di gestione ATC TO3 l'opportunità di rivedere la collocazione dell'altana ad una distanza adeguata dal perimetro delle zone interdette alla caccia o una sua ulteriore modifica, al fine di ulteriormente limitare l'angolo di visuale di tiro, escludendo la possibilità che questa possa anche indirettamente ed impropriamente creare ulteriori problemi.
Quindi, da un punto di vista giuridico, è una cosa diversa, ma stiamo provvedendo per rivedere ulteriormente l'utilizzo di questo strumento, in modo da evitare che possano crearsi, anche solo marginalmente, dei problemi in futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi, per una breve replica.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta fornita. Peraltro, la conclusione del suo discorso credo che sia stata la parte più convincente della risposta.
Pensiamo che il percorso legislativo possa essere appropriato, infatti su questo non chiedevamo delucidazioni, proprio perché il processo approvativo lo vedevamo riferito proprio alle esigenze di maggior sicurezza e di maggior tutela per i cittadini, perché raccoglievamo delle preoccupazioni in loco.
Mi auguro, comunque, che l'Assessore prosegua nella strada che ha indicato. Considerando la situazione dal punto di vista globale, credo che andando sul posto si potrebbe anche valutare la possibilità di localizzare la postazione in una situazione di assoluta sicurezza per i cittadini.
L'Assessore sa bene che parliamo di una zona interessata dal turismo pertanto garantire sicurezza ai cittadini credo che sia un obiettivo importante. Grazie.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad una richiesta del Consigliere Cavallera in relazione ad una visita effettuata unitamente alla Consigliera Cotto al Pronto soccorso dell'Ospedale di Alessandria


PRESIDENTE

Prima di procedere al punto successivo all'o.d.g., ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori, ma anche per chiederle un chiarimento in merito al corretto percorso da seguire per difendere le prerogative dei Consiglieri in una situazione simile a quella che ieri è accaduta proprio alla collega Cotto e al sottoscritto.
Essendo in corso la discussione sul Piano Sanitario - nel merito comincerà forse venerdì - ci siamo recati presso l'Ospedale di Alessandria.
Il presupposto era quello di verificare il funzionamento del Pronto Soccorso, dal momento che proprio il Pronto Soccorso rappresenta l'interfaccia col territorio, con i servizi sanitari dei medici di base con l'ospedale e con i servizi socio-assistenziali.
Ci siamo, dunque, rivolti al responsabile del Pronto Soccorso, che ovviamente, ci ha concesso udienza: abbiamo parlato a lungo, approfondendo molte tematiche. Non intendo comunque entrare nel merito della discussione perché non è questa la sede opportuna.
Abbiamo altresì parlato col Capo del Dipartimento, che ci ha gentilmente accolti nel suo studio. E grazie alla sua esperienza, abbiamo anche esaminato varie modalità organizzative. Insomma, abbiamo ricevuto utilissime e dirette indicazioni proprio dagli addetti ai lavori, che sicuramente ci aiuteranno nel nostro lavoro di Consiglieri regionali.
Peraltro, abbiamo anche avuto modo di renderci conto dell'impegno professionale di tutti gli operatori nei reparti che abbiamo attraversato.
Verso sera, proprio nell'atrio dell'Ospedale di Alessandria, dove risiedono gli uscieri, abbiamo incrociato una troupe televisiva, che ci ha ovviamente domandato il motivo della nostra visita. Abbiamo risposto loro ma è stata questione di due o tre minuti: la solita intervista.
Dopodiché, mentre accompagnavo la collega Cotto alla stazione, ho ricevuto una telefonata da parte della responsabile della redazione cui faceva riferimento la telecamera e il giornalista, la quale mi ha comunicato di aver ricevuto una telefonata da parte del Commissario dell'Ospedale di Alessandria, che diffidava dal mandare in onda tale intervista, fatta, peraltro, nell'ingresso dell'Ospedale, dove c'era la gente che attendeva che la sbarra si alzasse per far visita ai parenti alle ore 18. Noi le regole le conosciamo bene, per cui sappiamo che non si devono riprendere i reparti, gli ammalati o altre persone.
Se fuori ci fosse stata più luce, l'intervista sarebbe venuta certamente meglio sulla strada, ma vista l'ora, l'operatore ha detto: "Mettiamoci qui, visto che è buio".
Per la verità, noi volevamo farla fuori, perché ci interessava esprimere la nostra opinione, non tanto fare in modo che si vedesse se il muro dell'ospedale era pitturato oppure incrostato.
A quel punto, abbiamo risolto il problema recandoci personalmente presso gli studi televisivi e ripetendo quell'intervista, ma ci siamo comunque posti una domanda: il Commissario straordinario dell'Ospedale si deve preoccupare dell'amministrazione della sanità e dei servizi sanitari oppure è un Commissario politico? Da questo punto di vista, credo che siano stati lesi i poteri ispettivi dei Consiglieri regionali, peraltro da noi esercitati sempre nel massimo rispetto, ma in modo particolare ieri, posto che eravamo in un nosocomio.
Inoltre, abbiamo parlato esclusivamente con i Capi sanitari di ruolo dal momento che siamo consapevoli che i Commissari sono precari, perch scadono il prossimo 28 febbraio. Pertanto, abbiamo parlato con persone competenti, dal momento che avevamo bisogno di informazioni.
Come ripeto, l'intervista si è svolta nell'ingresso. Cosa dovrei desumere, allora? Se per caso incontravamo un giornalista della carta stampata che ci rivolgeva qualche domanda e magari ci scattava una fotografia, sarebbe scoppiato uno scandalo? Non mi rivolgo tanto all'Assessore Valpreda, perché mi auguro che la direttiva non venga dalla Giunta, quanto alla Presidenza del Consiglio affinché esprima un giudizio in ordine al nostro comportamento. Perché a questo punto ci abbiamo preso gusto e ci sono tanti altri Pronti Soccorso da visitare, visto che sono luoghi molto indicativi.
Chiederei a lei, Presidente, come si devono comportare i Consiglieri regionali in situazioni analoghe e inviterei l'Ufficio di Presidenza a censurare il comportamento di questi autorevoli grand commis che si comportano in questo modo. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, ho preso atto delle sue affermazioni. Peraltro la notizia mi era già stata anticipata.
Il suo intervento e le sue osservazioni verranno poste all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza durante la prossima sessione, per valutare fin dove sia assolutamente corretto e lecito, per i Consiglieri regionali muoversi, e per verificare se le prerogative dei Consiglieri regionali siano state, nel caso di specie, conculcate, e per affermare, nei confronti dei terzi coinvolti, gli spazi legittimi, che valuteremo fin dove si applicano, riservati all'azione dei Consiglieri regionali nello svolgimento del proprio mandato.
Presso l'Ufficio di Presidenza valuteremo la questione e renderemo comunicazione in tal senso, perlomeno in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno n. 558 e 562 Richiesta del Consigliere Pedrale, che propone l'inversione del punto 36 dell'o.d.g. al punto 3 bis) Richiesta del Consigliere Vignale, che propone l'inversione del punto 37 dell'o.d.g. al punto 3 bis).


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori; successivamente interverrà ancora il Presidente Burzi.
Mi ricollego alla richiesta, che ho già informalmente espresso alla sua attenzione, di un'inversione all'o.d.g. In particolare, mi riferisco all'inversione dell'ordine del giorno relativo a: "Trasferimento del Day Surgery di Gattinara presso gli Ospedali di Vercelli e Borgosesia" presentato dai Consiglieri Pedrale, Burzi, Cavallera e Cotto, posizionato al punto 36) all'o.d.g.
L'argomento è urgente e importante, pertanto è assolutamente necessario fare chiarezza sulla riattivazione o meno di questo Day Surgery, che è stato chiuso. Da incontri informali fra la Presidente Bresso e alcuni Sindaci della zona, parrebbe, invece, che questa struttura venga riaperta nonostante la sua eliminazione dal PRR che la stessa Giunta ha votato soltanto qualche settimana fa.
Di fronte ad un groviglio politico, amministrativo e sanitario, che purtroppo, sta creando involontaria, o volontaria, confusione sul territorio, sarebbe bene discutere subito quest'ordine del giorno e votarlo, in maniera tale che si possa fare chiarezza e capire se effettivamente, questa struttura nei prossimi giorni sarà riaperta.
Pertanto, gentilmente, chiederei l'inversione all'o.d.g. - la discussione può anche essere molto rapida, così come la votazione - in modo tale che prima del disegno di legge recante "Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato" si possa discutere e votare questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Scusi, mi è sfuggito l'ultimo passaggio. Chiede l'inversione al punto 3) bis o 4) bis?



PEDRALE Luca

Punto 3) bis, perché temo che la discussione della legge sull'apprendistato sia piuttosto lunga e che, pertanto, non si riesca a votare questo ordine del giorno nell'odierna seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

A questo punto, essendoci numerose richieste di inversione, le affronterei singolarmente. Adesso è stata posta una richiesta di inversione, relativamente alla quale chiedo se qualcuno intende parlare in senso contrario, altrimenti la poniamo in votazione e la consideriamo accolta.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, presento una proposta: siccome presumo che anche il collega Chieppa chieda di votare un ordine del giorno, che è già stato discusso in IV Commissione, pertanto l'Aula dovrebbe soltanto esprimersi con un voto.
Ritengo opportuno iniziare con l'ordine del giorno, impegnandoci ad affrontare comunque nell'odierna giornata l'ordine del giorno proposto dal collega Pedrale e a procedere con il voto sull'ordine del giorno proposto dal Consigliere Chieppa.
Queste sono le questioni, in quanto l'ordine del giorno del collega Chieppa è già stato più volte rinviato, mentre relativamente a quello del Consigliere Pedrale vi è una questione contingente.
Mi rendo conto che ci sono anche altri ordini del giorno - adesso gli altri colleghi spiegheranno - ma ritengo che su questi potremo impegnarci non so sugli altri. In ogni caso, procederei, anche perché questa mattina potremo iniziare l'esame dell'ordine del giorno per arrivare, comunque, in questa giornata, al voto su questi due ordini del giorno. Questa è la mia proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente, non entro nel merito di quanto proposto dal Presidente del Gruppo DS, perché lo farà il Capogruppo Burzi.
Intervengo per chiedere l'iscrizione di un ordine del giorno in merito alla carenza di neve nelle stazioni sciistiche. Credo che questo argomento possa, innanzitutto, essere iscritto e approvato nella giornata di oggi, a seguito degli ordini del giorno precedentemente proposti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per richiedere l'iscrizione di un ordine del giorno sul trasferimento del materiale nucleare dell'Eurex sito nel reattore Avogadro.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

un nuovo ordine del giorno.
Considerato che il 13 gennaio l'Assessore De Ruggiero si è recato presso il sito dichiarando la necessità del trasferimento di queste scorie e che la V Commissione si è occupata di questa materia in termini generali e anche particolari, credo che il Consiglio regionale si debba esprimere con una certa celerità, cioè prima che le scorie vengano trasferite.
Quindi, presento alla Presidenza l'ordine del giorno di Alleanza Nazionale, chiedendo che venga inserito in un punto all'o.d.g., che pu essere il 3) bis o il 4) bis, insomma, un punto che consenta la discussione e la votazione dell'ordine del giorno nella giornata odierna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Sono stato preceduto nella richiesta, volevo esprimere il mio parere favorevole rispetto al percorso prefigurato dal Presidente Muliere relativamente al quale mi chiedevo in quali termini il Presidente pensa di riuscire a garantirlo durante la giornata, considerate le numerose richieste di ordini del giorno.
Presidente, mi sto rivolgendo a lei direttamente, se può fare attenzione! Mi permetto di sottolineare che il percorso proposto dal Presidente Muliere va benissimo. Ritengo utile e, a questo punto, giusto che il Consiglio si esprima su una vicenda che per mesi - e credo continuerà - ha interessato tutto il territorio della nostra regione e i cittadini, con risvolti anche sul piano nazionale. In fase di dichiarazione di voto esprimeremo il nostro parere, ma chiedo un impegno da parte del Presidente che garantisca la proposta e il percorso prefigurato dal Presidente Muliere, anche alla luce delle numerose richieste di inversione all'o.d.g.
Non mi permetto di farne una questione di priorità o di importanza, ma faccio notare al Presidente del Consiglio che, forse, è la terza o quarta volta che, con grande tranquillità, chiedo il rispetto del Regolamento.
Credo che, oggi, considerata anche la posizione del Presidente Muliere concordata con gli altri Presidenti di Gruppo dell'Unione, sia giunto il momento nella seduta per dare corso alla votazione su quell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Penso si possano rimuovere alcuni problemi, considerando iscritte, come da prassi, le due richieste avanzate rispettivamente dal Consigliere Toselli e dal Consigliere Vignale. Si tratta di iscrivere due nuovi punti: il 37) bis e il 37) ter, rispettivamente l'ordine del giorno del Consigliere Toselli sulla carenza di neve negli impianti di sci, e l'ordine del giorno del Consigliere Vignale sul trasferimento di scorie nucleari.
Come da prassi, se nessuno si oppone, li darei per iscritti.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Volevo solo ricordare all'Aula - chiederei che si trovasse lo spazio per discuterne oggi - che al punto 9) all'o.d.g. sono iscritti da qualche mese due ordini del giorno: il n. 373 e il n. 400, che riguardano l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare a Torino piuttosto che in altre Regioni. Sembra che il Ministro De Castro stia decidendo definitivamente a favore di una scelta che privilegia la Regione Puglia, in particolare Foggia. Forse, sarebbe opportuno che dal Consiglio regionale arrivasse una sollecitazione a considerare per lo meno la distribuzione in rete dell'agenzia sul territorio nazionale, considerando anche le eccellenze del Piemonte.
Ritengo sia importante che il Consiglio si esprima, in tempi rapidi e utili, su due ordini del giorno, uno a firma del sottoscritto, l'altro a firma della Consigliera Motta.



PRESIDENTE

Consiglieri, vi prego di fare un attimo di attenzione. Dal punto di vista procedurale è stato richiesto di discutere di cinque temi e di portali in votazione nella seduta odierna. Alcune di queste richieste sono vere e proprie richieste di inversione all'o.d.g.
La prima richiesta di inversione è stata avanzata dal Consigliere Pedrale il quale chiede che il punto 36) all'o.d.g., relativo all'ospedale di Gattinara, venga portato in discussione al punto 3) bis. Su questo si è espresso a favore il Consigliere Pedrale e in senso contrario, avanzando un'altra proposta, il Consigliere Muliere.
Un'altra richiesta di inversione, di un punto già iscritto, è stata avanzata dal Consigliere Segretario Chieppa, che ha chiesto di discutere i punti 27) e 28) all'o.d.g. Il Consigliere Ricca (non ha formalizzato l'inversione) ha chiesto di discutere, il punto 9) all'o.d.g.
Il Consigliere Toselli ha chiesto di discutere dell'ordine del giorno sulla carenza di neve negli impianti di sci. Il Consigliere Vignale ha chiesto di discutere, senza proporre un'inversione, l'ordine del giorno presentato nella seduta odierna sulla presenze di scorie nucleari.
Possiamo considerare accolte queste cinque richieste? A che punto dell'o.d.g. sono da inserire? Se c'è un'intesa possiamo considerarle accolte, altrimenti, ai sensi del Regolamento, dobbiamo metterle in votazione. Non mi pare ci sia un'intesa.
Indìco la votazione nominale sulla richiesta di inversione all'o.d.g. del Consigliere Pedrale, che propone l'inversione del punto 36 dell'o.d.g. al punto 3 bis).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Mi pare sia stata manifestata la disponibilità di affrontare, nella seduta odierna, la questione all'o.d.g. La stessa cosa mi pare sia stata dichiarata a proposito della richiesta avanzata dal Consigliere Chieppa. Mi pare che questo faccia decadere la richiesta di inversione, visto che è emersa la disponibilità a discuterne.



PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Vorrei capire se la richiesta avanzata dal Consigliere Chieppa è un'inversione o meno. Spiego anche perché vorrei capirlo. Riteniamo che sia compito della Conferenza dei Capigruppo organizzare i nostri lavori. Con una certa fatica, nell'utilità di tutti, prima della fine dell'anno abbiamo fatto un po' di lavoro per convincere i pochi per altro in quest'aula che avessero dei dubbi, di quanto sia importante che la Conferenza dei Capigruppo abbia la capacità di organizzare i nostri lavori.
Fermo restando, e per nulla inficiando, l'autonomia di ogni e qualunque Consigliere di mantenerne la sovranità. Poi esistono i ruoli dell'Ufficio di Presidenza, della Conferenza dei Capigruppo, dei Consiglieri di maggioranza e minoranza che, non casualmente, hanno nomi diversi.
Consiglieri di opposizione, così come il Consigliere Pedrale e altri, hanno chiesto un'inversione che non hanno nulla di strumentale dato gli argomenti sollevati. Ne cito uno per tutto: quello relativamente al piano antismog.
Basterebbe non soltanto leggere i giornali - che non sempre considero, come è ben noto a chi mi conosce, la fonte principale della nostra attività politica - ma parlare con le persone per comprendere quanto sarebbe urgente che qualcuno consentisse all'Aula di parlarne, prendendo atto che la Giunta, non soltanto di questo Ente, pare non essere totalmente idonea a risolvere il problema. Se, con una certa tempestività che ci contraddistingue, discuteremo a luglio di provvedimenti che decorrono da ieri, forse il problema sarà un po' meno sentito dalla gente. Vorrà dire che continuerete a lavorare politicamente e utilmente per voi.
Torno al caso Chieppa. Il Consigliere Chieppa è il Segretario autorevole, di uno dei partiti della vostra maggioranza. Voglio capire se nell'ambito del tema (in questo non nel merito, ma nel metodo), esiste un problema politico o meno. Se il Consigliere Chieppa chiede un'inversione prendo atto che esiste un problema politico, uno dei 312, che potremmo anche essere stufi di elencarli finché voi non li risolverete.
Guardate, il problema di un'opposizione è comprendere con chi parlare.
Se voi non avete le idee chiare, è un problema vostro. Di questo ce ne dispiace molto per i piemontesi, ma niente per voi.
Da adesso in poi pretenderemo da voi un atteggiamento di maggioranza, ove saperci dove, in che sede, e a chi opporci. Se neanche questo è chiaro, ci diventa impossibile fare il nostro lavoro, diventa scandaloso lo spreco questo sì - di denaro pubblico. Chiederemmo a una maggioranza politica che in nessuna sede mai hai le stesse opinioni di voler avere un po' di pudore e di trarne qualche conclusione, che normalmente sta sopra la lettera "d" inizia per "dimis" e finisce per "sioni", perché questo è quanto stiamo vedendo.
Adesso ritorno all'inizio. Sulla RU 486 - perché questo è il tema - il collega Chieppa ne discute, ne parla, condivide quanto dice il Consigliere Muliere, ed è un dibattito interessante, o chiede un'inversione, ed è un problema politico?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Presidente, proprio per tranquillizzare il Consigliere Burzi, vogliamo riaffermare la centralità della nostra maggioranza e l'interesse supremo della nostra maggioranza. Proprio perché noi abbiamo questa idea, non vogliamo assolutamente che venga modificato di un solo millimetrico l'o.d.g. che è stato deciso dai Capigruppo e quindi vogliamo che questo o.d.g. venga svolto nella giornata di oggi.
Chiediamo, come ha fatto anche il Consigliere Muliere, che l'ordine del giorno n. 436 sulla RU 486, così come la giusta sollecitazione del Vicepresidente Pedrale, trovi una possibilità di essere discussa nella giornata di oggi in coda al nostro Consiglio. L'abbiamo fatto altre volte credo che ci sia la possibilità di farlo anche oggi. Lavoriamo perch agevolmente si possa arrivare a questo importante momento di discussione e di confronto nel nostro Consiglio.



PRESIDENTE

Bene, la considero come una richiesta di discutere questo punto senza formalizzare la votazione sulla richiesta di inversione in questo momento.
Su questo tema c'è la richiesta di procedere alla discussione così come sugli ordini del giorno sulla Sicurezza alimentare da parte del Consigliere Ricca, che non ha formalizzato una richiesta di inversione.
C'è poi la richiesta del Consigliere Toselli, che ha iscritto un nuovo punto all'o.d.g.
Consigliere Toselli, vuole formalizzare la richiesta di inversione?



TOSELLI Francesco

Avendo ascoltato l'intervento del collega Robotti, vorrei ricordare a lui che quanto ha appena detto vale ovviamente per qualsiasi provvedimento della Giunta che prossimamente ci verrà proposto e che - guarda caso - non sarà inserito all'o.d.g. dei lavori quel Consiglio che andremo a fare. Così concludiamo l'episodio odierno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Voglio solo ricordare, utilizzando trenta secondi del tempo del Consiglio, che la richiesta di discutere l'ordine del giorno sulla RU 486 non può essere in qualche modo messa in relazione con altre richieste di spostamento e di discussione su ordini del giorno.
Ricordo al Consiglio e al Consigliere Burzi - il quale probabilmente me ne rendo conto, sarà in difficoltà, nel momento in cui voteremo, a dover assumere una posizione esattamente contraria a quella di tutto il suo Gruppo consiliare, ma è un problema che il Consigliere Burzi si gestisca un po' a casa sua, ci interessa poco - che noi abbiamo svolto la discussione dell'ordine del giorno a norma di Regolamento in Commissione e che la Commissione ha espresso un parere, peraltro negativo, sulla proposta di ordine del giorno.
Il Regolamento prescrive che quel tipo di percorso evita il dibattito in Aula poiché lo sposta in Commissione, però prescrive anche la conclusione di quel percorso, Presidente, che consta esclusivamente nella dichiarazione di voto dei singoli Gruppi consiliari o dei Consiglieri e voto sulla mozione.
Chiedo che quel percorso oggi trovi un esito, così com'è stato ribadito autorevolmente dai Consigliere Robotti e dal Consigliere Muliere prima di lui. Chiedo, quindi il rispetto, del Regolamento, Presidente: le inversioni dell'o.d.g. e nient'altro.



PRESIDENTE

Il Consigliere Toselli mantiene la richiesta? No.
Il Consigliere Vignale ha formalizzato una richiesta di inversione dell'o.d.g., avente ad oggetto: "No al trasferimento del materiale nucleare dell'Eurex nel sito dell'ex Reattore Avogadro", ordine del giorno che viene inserito in calce ai punti della convocazione. Il proponente chiede che venga inserito al punto 3) bis.
Si è espresso in senso favorevole il Consigliere Vignale. Ci sono interventi in senso contrario? Prego, Consigliere Muliere, prenda pure la parola.



MULIERE Rocco

Siamo contrari con le motivazioni di impostazione del Consiglio; nel merito è un'altra questione. Comunque, votiamo contro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sulla richiesta di inversione all'o.d.g. del Consigliere Vignale, che propone l'inversione del punto 37 dell'o.d.g. al punto 3 bis).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 10 Consiglieri hanno votato NO 34 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ricca non ha formalizzato la richiesta. Su una serie di punti permane una richiesta politica di discussione, fermo rimanendo che non viene formalizzata dal punto di vista regolamentare.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato - Formazione professionale

Esame disegno di legge n. 264 inerente a "Disciplina degli aspetti formativi e del contratto di apprendistato"


PRESIDENTE

Ho avuto indicazione, da parte di alcuni Gruppi, di soprassedere all'espletamento degli adempimenti di cui al punto 3) all'o.d.g., "Nomine" per cui procediamo all'esame del disegno di legge n. 264, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Comella.



COMELLA Piergiorgio, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il provvedimento che ci accingiamo a discutere in Aula prende le mosse dal decreto legislativo 276/2003 che, a sua volta, si rifà alla legge n. 30/2003.
All'interno del decreto n. 276, noi vediamo due elementi che sono essenziali. Da un lato, l'innalzamento dell'età massima di assunzione dei giovani apprendisti e, dall'altro, la facoltà di acquisire la qualifica o il diploma o la laurea attraverso un percorso formativo svolto nell'ambito di un rapporto di lavoro. Argomenti che rivestono uguale importanza sia nei confronti dei datori di lavoro che nei confronti dei lavoratori.
Il decreto n. 276 rappresenta la volontà di inquadrare l'istituto all'interno del sistema educativo.
L'apprendistato è, infatti, esplicitamente qualificato come parte del sistema italiano di formazione, tant'è che è previsto che la relativa formazione consenta l'acquisizione di diplomi o di qualifiche del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, nonché lauree o titoli di alta formazione.
La qualifica professionale conseguita attraverso il contratto di apprendistato costituisce credito formativo per il proseguimento nei percorsi di istruzione e di istruzione e formazione professionale.
La riforma tende inoltre a perseguire l'obiettivo di governare la complessità interna all'apprendistato. A questo proposito, va segnalato che la novità di maggior rilievo è certamente rinvenibile nella distinzione del contratto di apprendistato in tre tipi: apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione; apprendistato professionalizzante; apprendistato per l'acquisizione di diploma o per percorsi di alta formazione.
Atteso che il contratto di apprendistato può essere stipulato in tutti i settori di attività, il decreto legislativo sopra ricordato prevede per i primi due tipi di contratto una parte di disciplina in comune.
Essa riguarda, in primo luogo, alcuni punti cardine del contratto e del rapporto di lavoro, mutuati in parte dalla legislazione precedente e dalla giurisprudenza costituzionale, quali l'obbligo della stipulazione del contratto in forma scritta; la necessità di inserimento del piano formativo individuale in seno al contratto; il divieto di stabilire il compenso dell'apprendista mediante tariffe di cottimo; la facoltà per il datore di lavoro di recedere dal contratto al termine del periodo di apprendistato.
La disciplina dei tre tipi di contratto di apprendistato è invece differenziata per quanto riguarda le finalità perseguite; la fascia di età dei lavoratori assumibili e la durata massima del contratto.
L'operatività del nuovo istituto contrattuale è subordinata all'approvazione, da parte delle Regioni e delle Province autonome, di provvedimenti legislativi volti a disciplinare, nel rispetto dei principi e criteri fissati dalla normativa statale, i profili formativi dell'apprendistato.
A seguito della riforma del Titolo V della Carta fondamentale l'apprendistato risulta quindi collocato all'incrocio tra competenze esclusive dello Stato, quale quella in materia di ordinamento civile, entro cui si colloca la competenza statale a disciplinare i rapporti di lavoro, e quella in materia di "determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale" e la competenza esclusiva delle Regioni e delle Province autonome in materia di "istruzione e formazione professionale".
In proposito, è opportuno ricordare che, mentre la legislazione statale ha il compito di fissare la disciplina del rapporto di lavoro ed i "livelli minimi essenziali delle prestazioni", alle Regioni e alle Province autonome compete invece la regolamentazione dei profili formativi dell'istituto.
La Regione è dunque chiamata ad approvare una specifica e puntuale disciplina in materia, in attesa della quale le più recenti disposizioni legislative prevedono un ruolo temporaneo di supplenza affidato alla contrattazione collettiva nazionale di lavoro, abilitata a disciplinare i profili formativi dell'istituto in esame. Il provvedimento ha lo scopo di disciplinare gli aspetti formativi e i profili formativi di ciascuno dei tre di apprendistato soprarichiamati, presentando quindi un'organica impostazione che valorizza la vocazione di ciascun segmento, garantendo nel contempo, percorsi formativi certificabili in tutti gli ambiti considerati.
In questo modo l'apprendistato può assolvere pienamente la sua funzione formativa all'interno del sistema educativo, in un'ottica di integrazione tra i diversi canali formativi.
Il disegno di legge si qualifica come un provvedimento "quadro", in quanto evita di normare con fonte primaria aspetti specifici di dettaglio o comunque di mera applicazione, che sono invece rimessi alla Giunta regionale che, in tutti i casi, provvede d'intesa con le parti sociali.
Vale la pena ricordare che al disegno che ci accingiamo a discutere giungiamo dopo un lungo periodo di gestazione e di incubazione, che risale alla primavera dell'anno scorso. Periodo lungo, nel corso del quale l'Assessore, dal nostro punto di vista, ha ben operato. Mantenendo fermo ovviamente, il criterio dell'assoluta autonomia legislativa di questa Aula l'Assessore ha perseguito una linea di incontro e di concertazione tra le parti, che ha preceduto la composizione della prima bozza che è stata inviata in discussione in VII Commissione.
Noi crediamo che questo sia il percorso da adottare come standard normale di procedura per la stragrande maggioranza dei disegni di legge. Il dibattito ampio scaturito all'interno della VII Commissione ha, è vero prodotto una serie di misure emendative all'atto che tuttavia, dal nostro punto di vista, si muovono esclusivamente nella periferia dell'intesa generale assunta dalle parti economiche e sociali nella prima fase di costruzione del progetto.
Valutiamo quindi assolutamente in modo positivo l'impianto e l'articolato che coinvolge, come sappiamo, i quasi quarantamila soggetti interessati ai problemi dell'apprendistato e che sappiamo essere, in futuro, essere destinati ad aumentare molto di più.
Penso sia utile fare quanto meno una sottolineatura, direi l'unica intorno alla questione del disegno che può presentare dei problemi, ovvero quella relativa all'articolo 9 e quindi alla conversione del rapporto di lavoro da apprendista a tempo indeterminato, quindi con assunzione continuativa. Seppure inserita all'interno del disegno che stiamo per discutere all'articolo 9 e che nella fase successiva, all'articolo 12 ("Norme finanziarie"), prevede di stanziare delle cifre per la sua realizzazione, noi crediamo che tale questione abbia bisogno di un ulteriore momento di approfondimento all'interno di quest'aula per almeno due ragioni principali.
La prima è che, in molte altre Regioni che hanno preceduto il Piemonte rispetto a questo percorso, noi possiamo riscontrare dei risultati che appaiono problematici e pongono quindi l'esigenza di fare una valutazione a fondo intorno all'articolo 9.
La seconda questione è data dal fatto statistico. Noi abbiamo, già oggi, la conversione a tempo indeterminato, e quindi la piena assunzione dell'80% degli apprendisti che riescono a superare il primo biennio di apprendistato e giungono al termine del loro percorso.
Riteniamo dunque che investire delle risorse in questa direzione possa rappresentare un problema serio e che intorno a questo valga la pena fare una valutazione.
Non so se valga la pena già in questa fase di entrare nel merito riassuntivo dei punti. Penso che nella prosecuzione della discussione i vari capi e i diversi articoli saranno esaminati uno per uno affrontati.
Tuttavia, ho ritenuto opportuno fornire all'aula, a titolo di introduzione e relazione a questa legge, alcuni elementi per me essenziali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero.
Dopo l'intervento, chiuderemo la discussione e riprenderemo nella seduta pomeridiana con la discussione generale.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Comella per l'esposizione sul disegno di legge.
Vorrei soltanto evidenziare due aspetti, che ritengo importanti e qualificanti per il lavoro che è stato svolto. Intanto, l'ampia concertazione che sta alla base del lavoro sottoposto all'aula e il fatto che finalmente la Regione Piemonte potrà dotarsi di una legge che va ad identificare il percorso della formazione professionale, relativamente al contratto di apprendistato, che è una competenza esclusiva delle Regioni.
In particolar modo, mi preme porre l'accento su due aspetti legati all'apprendistato per il raggiungimento della qualifica per giovani fino a 18 anni.
Questo può rappresentare, all'interno del nostro sistema di istruzione un esperimento per il recupero della dispersione scolastica e quindi per l'innalzamento della qualificazione dei giovani della nostra Regione.
Mi preme anche evidenziare il terzo tipo di apprendistato, quello per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione.
In questo periodo è stata avviata una sperimentazione con l'Università e il sistema aziendale, che ha permesso a 110 dipendenti di alcune aziende importanti della nostra Regione di frequentare dei master di alta specializzazione; all'interno di questi percorsi, per alcuni di loro è stato addirittura possibile conseguire la laurea.
Ritengo che questi siano esempi di assoluta importanza, che necessitano di un'assoluta attenzione. Mi premeva fare queste due sottolineature evidenziando quanto diceva prima il Consigliere Comella a proposito dell'articolo 9, con cui si prevede l'incentivazione e la trasformazione del contratto di apprendistato. Ad oggi, quasi il 90% delle persone assunte con contratto di apprendistato che superano la prima fase vede la trasformazione del rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato.
Quindi, vi è la necessità di riflettere sull'articolo 9, norma che potrebbe essere rimandata al disegno di legge su cui la Giunta sta lavorando, quindi alla legge quadro del lavoro.
Al momento, non aggiungerei altro, riservandomi di intervenire nell'esame dei singoli articoli del disegno di legge.



PRESIDENTE

Considerata l'ora, chiudiamo la seduta e riprendiamo alle ore 14.30 con la discussione generale sul disegno di legge n. 264.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.57)



< torna indietro