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Dettaglio seduta n.148 del 21/12/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PICHETTO FRATIN GILBERTO



(Alle ore 14.35 il Vicepresidente Pichetto Fratin comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri, Boeti, Gariglio e Spinosa.
Comunico che parte di questi congedi sono dovuti al decesso della madre dell'On. Morgando, il quale, oltre che Deputato, è stato Sottosegretario ed è dipendente del Consiglio regionale.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Caracciolo


PRESIDENTE

Comunico che l'assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, stante la contemporanea assenza della Presidente Bresso e del Vicepresidente Peveraro, è attribuita all'Assessore Caracciolo, in virtù di apposito provvedimento trasmesso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Commemorazioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento sui 65 licenziamenti nell'azienda Sergio Tacchini di Bellinzago di Novara, nonché all'assenza ai funerali dell'Assessore alla Cultura del Comune di Torino, Giorgio Balmas del gonfalone della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Il Consigliere Nastri ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente. Quello che si apprestano a vivere 65 famiglie della provincia di Novara sicuramente non sarà un buon Natale.
In questo momento, mi rivolgo all'Assessore Migliasso, che vedo presente in Aula. Qualche settimana fa, avevo presentato un'interrogazione urgente, perché ancora una volta la provincia di Novara era alla cronaca per i licenziamenti: mi riferisco alla "Sergio Tacchini". Evidentemente non bastano le illusioni o le aspettative che vengono proposte ogni volta che c'è la presenza dell'Assessore alla sanità nella città di Novara per il nuovo nosocomio e, mentre l'Assessore Valpreda, insieme alla sua collaboratrice Giuliana Manica, creano delle illusioni per il nuovo ospedale, nella provincia di Novara ancora una volta un'azienda storica importante del territorio lascia a casa 65 famiglie.
Ecco perché mi rivolgo a lei, Assessore Migliasso, per avere una risposta. So che il giorno 28 ci sarà un incontro all'Associazione Industriale, con la presenza dei Sindacati e dell'azienda e proprio sul giornale di oggi c'è l'appello lavoratori che chiedono la presenza delle istituzioni.
Bisogna sensibilizzare le istituzioni. Mi sembra opportuna, in questo momento che vede una grande crisi del tessile, ma soprattutto un momento che vede la provincia di Novara avere quasi la "maglia nera" della regione Piemonte per le aziende che chiudono, la presenza della Regione; una presenza importante e soprattutto non una presenza per non dare risposte.
La provincia di Novara ha bisogno di risposte immediate, prima di Natale, soprattutto ha bisogno di avere subito una risposta concreta da parte della Regione su come intende agire e in particolare su quali interventi pensa di attuare. Se lei non lo sa, Assessore Migliasso, glielo dico immediatamente. Il giorno 7 dicembre, ho presentato a lei un'interrogazione urgente per avere notizie su come la Regione vuole intervenire. È importante, vista la sua presenza oggi, capire se lei il giorno 28 sarà presente a questo incontro e soprattutto qual è il percorso che vuole attivare la Regione Piemonte per aiutare queste famiglie.



PRESIDENTE

Comunico che la Giunta, naturalmente a norma di Regolamento, ha la possibilità di intervenire in qualsiasi momento lo richieda.
Vuole intervenire, Assessore Migliasso? Prego, prenda pure la parola.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Rispondo volentieri al Consigliere Nastri, anche perché il collega sa benissimo che il 28 dicembre, su invito della Provincia di Novara e segnatamente del Presidente e dell'Assessore al lavoro, parteciperò ad un incontro convocato dalla Provincia stessa con le Organizzazioni sindacali sul problema della crisi del tessile a Novara. Naturalmente, in quell'occasione mi verranno presentate tutte le situazioni di sofferenza del territorio e, come Assessore al lavoro, garantisco ciò che come Assessore al lavoro posso garantire: la scrupolosa osservanza dal punto di vista delle procedure che regolano l'aiuto sotto forma di ammortizzatori sociali, con la competenza che alla Regione Piemonte e agli uffici che trattano la materia è riconosciuta non solo dalle Organizzazioni sindacali ma dal sistema istituzionale e dal sistema delle imprese.
Ovviamente, sappiamo benissimo che sulle crisi si deve intervenire non solo in fase terminale, quando cioè la crisi è già aperta, ma si deve intervenire con strumenti che non stanno tanto nelle competenze dell'Assessorato al lavoro quanto, più in generale, nelle politiche industriali. Discuteremo oggi delle linee dell'intervento strategico che la Regione intende attivare nei prossimi anni.



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo scusa, ma non siamo alla risposta all'interrogazione: al limite, doveva rinviarla al momento in cui sarà trattata. Non possiamo aprire adesso il dibattito sul tema: non è all'o.d.g.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Allora chiudo e dico semplicemente che il 28 sarò a Novara.



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo, al limite, può valutare quando inserire (domani, dopodomani) il tema per la discussione in aula.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola al Consigliere Deambrogio. Ne ha facoltà



DEAMBROGIO Alberto

Questa mattina sono stato con moltissime persone alla cerimonia d'addio per Giorgio Balmas, uomo di cultura, che ha guidato l'Assessorato alla cultura del Comune di Torino per tanti anni, imprimendo anche un'innovazione politica e culturale a questa città, a questa provincia, a tutta la regione.
È stata una cerimonia semplice e toccante. Erano presenti, tra l'altro oltre a tutte le persone che ricordavo prima, anche i gonfaloni del Comune di Torino, della Provincia di Torino e del Comune di Rivoli. Brillava per la sua assenza il gonfalone della Regione Piemonte.
So bene che i simboli sono molto importanti nella vita degli uomini e delle donne e che spesso vengono usati anche molto retoricamente, ma non credo fosse questo il caso.
Sono abbastanza amareggiato. Voglio rappresentare questa amarezza a lei, Presidente, a tutta l'Aula, alla Giunta: sono abbastanza amareggiato perché penso che quella presenza simbolica potesse significare il nostro "grazie" ad una persona che ha dato un contributo notevole a questa città a questa regione; contributo, tra l'altro, riconosciuto anche oltre i confini regionali.



PRESIDENTE

Collega Deambrogio, ricordo che ieri in aula la Presidente Bresso ha espresso il cordoglio della Regione per il decesso dell'on. Balmas.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Presidente, intervengo per sollecitare l'attenzione dell'Aula e della Giunta sulle notizie stampa che si sono diffuse stamattina in merito alla fusione San Paolo-Intesa e delle ricadute che tale fusione dovrebbe avere.
Come ricorderà, nelle ultime informative che ci sono state date, pareva che le agenzie in chiusura in Piemonte fossero poche unità; oggi (stamattina), invece, ci troviamo di fronte a notizie che parlano di diverse decine di agenzie destinate alla chiusura, con problemi occupazionali per circa 600-700 addetti piemontesi. Tanti in Provincia di Torino, ma molti anche nelle altre Province piemontesi; tanti i dipendenti del San Paolo, ma anche altri, non dipendenti del San Paolo: Biverbanca e tante altre banche della galassia o Intesa o San Paolo.
Oggi manca la Presidente Bresso, manca il Vicepresidente Peveraro, non so se il Vicepresidente Caracciolo è in grado di dare un'informativa, ma capisco che non è di sua competenza e lo scuso in anticipo. Però, visto che abbiamo una sessione di Consiglio anche domani mattina, le chiedo di farsi latore della necessità che chi sa o dovrebbe sapere o dovrebbe interessarsi possa domani mattina riferire in Consiglio su tale questione. Pareva essere una questione di basso profilo, ma, come spesso succede quando ci sono queste grandi aggregazioni, in realtà si sta trasformando in una situazione pesante per il Piemonte, pesante per tanti dipendenti e anche per il nostro tessuto socio-economico, che pare venga privato di importanti realtà di credito.



PRESIDENTE

Consigliere Botta, naturalmente la Giunta trasferirà la richiesta a chi di competenza. Sul tema c'erano delle richieste di audizione ed è stato oggetto di valutazione anche della conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Gruppi consiliari

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g. della proposta di legge n. 353, inerente a "Disposizioni in materia di aggregazione di Gruppi consiliari. Integrazioni Integrazione all'articolo 3 della legge regionale 10 novembre 1972, n. 12 s.m.i. 'Funzionamento dei Gruppi consiliari' e all'articolo 1 della legge regionale 8 giugno 1981, n. 20 e s.m.i. 'Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari'"


PRESIDENTE

Non essendoci più interventi sull'ordine dei lavori, passerei alle iscrizioni di nuovi argomenti all'o.d.g.
La prima è l'iscrizione della proposta di legge n. 353. Tale proposta è stata licenziata ieri dalla I Commissione.
Se l'Assemblea acconsente, è iscritta.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)


Argomento: Esercizi provvisori

Iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 381, inerente a "Autorizzazione esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2007"


PRESIDENTE

Iscriviamo ora all'o.d.g. il disegno di legge n. 381.
Se l'Assemblea acconsente, lo riteniamo iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)


Argomento: Pari opportunità

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 542, inerente a "Adesione alla Carta europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale", presentato dai Consiglieri Spinosa, Valloggia, Pozzi Motta, Cotto e Barassi


PRESIDENTE

Si richiede ora l'iscrizione, che deve essere sfuggita nel Consiglio precedente, dell'ordine del giorno n. 542 :"Adesione alla Carta europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale".



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'unanimità)


Argomento: Commercio al dettaglio

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta della Consigliera Cotto di esaminare il testo unificato delle proposte di legge n. 73, 289, 301 e 316, inerente a "Disciplina dell'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande"


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ritengo che adesso dovremmo iniziare a esaminare la proposta di deliberazione n. 216 "Politica di coesione regionale 2007/2013".
Volevo sapere da lei e dai Consiglieri di maggioranza, se gli Assessori interessati dalle materie che andremo a trattare (a partire da questa proposta di deliberazione) sono presenti. Diversamente, chiedo ai Consiglieri di maggioranza, per rispetto del Consiglio, di valutare la possibilità di incominciare a parlare della legge avente come oggetto "Disciplina dell'esercizio dell'attività di somministrazione", visto che l'Assessore Caracciolo e l'Assessore Valpreda sono presenti. Sappiamo benissimo che la programmazione integrata dei fondi europei nazionali e regionali interessa molti Assessorati, quindi la presenza degli Assessori competenti sarebbe importante, proprio per la dignità del confronto.
A mio parere sarebbe antipatico (lo dico per i Consiglieri de La Margherita) discutere di formazione, senza avere presente l'Assessore di riferimento. Non penso sia simpatico.
Ricordo una polemica sui giornali a proposito del "bue grasso di Moncalvo": lo dico anche per fare un po' di pubblicità. Ricordo la risposta del Vicecapogruppo de La Margherita che sui giornali scriveva: "La Cotto ha dichiarato il falso: lei sapeva che l'Assessore, per rispetto del Consiglio, era in aula". In effetti è vero, l'Assessore Taricco era in aula; io avevo fatto l'intervento alle dieci del mattino, quando l'agenda dell'Assessore Taricco lo dava, insieme all'Assessore Sibille, a Carrù.
Quindi, proprio per questo rispetto che La Margherita sottolinea esserci da parte degli Assessori nei confronti del Consiglio, penso che non possa permettere la discussione di questo importante documento che riguarda la programmazione e la formazione senza l'Assessore di competenza.
Per rispetto del Consiglio e delle decisioni che si sono assunte durante la Conferenza dei Capigruppo, sarebbe opportuna una maggiore presenza degli Assessori. Penso dunque che questo argomento possa essere posposto; non ne faccio una questione di stato, però su questo vorrei avere una risposta dagli autorevoli componenti della maggioranza.



PRESIDENTE

Di fatto, lei ha posto un problema di inversione senza porlo formalmente, chiedendo di valutare la questione.
In questo caso, per Regolamento, può esserci un intervento favorevole ed uno contrario.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Rispetto a tale questione, credo che il Consiglio regionale sia nelle condizioni di poter affrontare il punto all'o.d.g. . Anche perché la stessa discussione in I Commissione è stata fatta senza la presenza dell'Assessore Pentenero; quindi, non esistono i presupposti per un'inversione di questo tipo.



(La Consigliera Cotto chiede la parola)



RESCHIGNA Aldo

PRESIDENTE.



RESCHIGNA Aldo

È inusuale, ma visto che non aveva formalizzato la richiesta. Faccio presente che l'Assessore Pentenero - come anche comunicato alla Presidenza è a Roma per una questione che riguarda la Conferenza delle Regioni.
Prego, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Io non ho chiesto l'inversione dell'o.d.g., come lei Presidente ha ben fatto notare, quindi, è impropria la dichiarazione contraria del Consigliere Reschigna, sapendo che l'accordo in Conferenza dei Capigruppo si è raggiunto, in particolare, sul discorso della presenza degli Assessori, ricordando la polemica del Vicecapogruppo de La Margherita.
Vorrei un risposta da parte dei componenti de La Margherita proprio per non escludere l'Assessore Pentenero dagli importanti contributi che la sua presenza potrebbe provocare e stimolare. Mi sembra poco simpatico andare avanti perché sappiamo tutti quanto sia importante questo settore per tutto il Piemonte. Se poi l'Ufficio di Presidenza intende andare avanti, per me va bene, tuttavia mi sembrava corretto sottolineare che sarebbe stato auspicabile la presenza di tutti gli Assessori interessati alla materia. La presenza della Presidente Bresso vale per tutti, ma sarebbe stato opportuno, soprattutto in virtù di quell'accordo auspicato dalla maggioranza, avere più Assessori presenti quando si discute di argomenti che toccano tanti aspetti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto, prendo atto della sua segnalazione.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 216, inerente a "Politica di coesione regionale 2007-2013. Documento unitario di programmazione, indirizzi alla Giunta regionale per la programmazione integrata dei fondi europei nazionali e regionali"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 216, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alla programmazione

Grazie, Presidente.
Come è stato ampiamente discusso in Commissione, questo è sostanzialmente un documento di indirizzo. In Commissione dissi che avrei desiderato inaugurare, con questo documento, un percorso di condivisione tra il lavoro della Giunta, la Commissione e il Consiglio che, al di là di questo documento di indirizzo, dovrebbe riguardare quanto verrà presentato alla Commissione Europea, e lo stesso complemento di programmazione (o come sarà definito), benché non più richiesto ufficialmente dalla Commissione. È emerso anche un ovvio problema di tempistica che abbiamo discusso, ma nel giro di due mesi al massimo saremo in condizione di presentare questa documentazione.
Cercherò di essere molto breve. Anzitutto vorrei ricondurre questo documento ad alcune fondamentali coerenze e principi. Coerenza con i documenti comunitari e nazionali, i regolamenti, le linee guida dell'Unione Europea che sono nuove rispetto al passato. Conseguentemente, il documento di cui si chiede oggi l'approvazione, è un qualcosa di profondamente diverso rispetto a quello che è stato discusso sei, sette anni fa.
Rispetto a questi documenti, il Documento di Programmazione Strategica Operativa, di cui si chiede oggi la deliberazione, trova piena coerenza. In primo luogo con i documenti deliberati e approvati a livello nazionale, in particolare le linee guida per l'elaborazione del Quadro Strategico Nazionale per la politica di coesione 2007-2013; la bozza del Quadro Strategico Nazionale (ancora in preparazione), l'intesa Stato-Regione-Enti locali. Infine con il programma di legislatura che, come sappiamo recepisce i principi di Lisbona e Goteborg, e pone l'accento, in modo deciso ed esplicito sulla fisionomia policentrica del nostro sistema, sulla valorizzazione dell'identità, delle vocazioni territoriali che, a loro volta, sono state ricomprese all'interno del documento strategico preliminare del 2005, in cui già venivano definiti gli assi, le priorità gli obiettivi.
Questo per dire che fra l'insieme di quei documenti c'è un filo conduttore, un filo rosso che li unisce e che il documento programmatico vuole evidenziare in termini estremamente espliciti. In particolare, vuole interpretare e dare senso a politiche integrate per la ricerca e l'innovazione tecnologica, per la coesione sociale e l'inclusione, per il risparmio energetico, per l'utilizzo di fonti alternative, per la difesa e la riqualificazione dell'ambiente e del territorio. Nei fatti vi è un nesso inscindibile fra competitività, coesione sociale, vocazioni ambientali sociali e culturali. Così come era già compreso all'interno del Documento di Programmazione Finanziaria, in queste pagine è posto in modo esplicito l'accento sulla selettività rigorosa dei comparti di intervento di fronte a risorse abbondanti, ma forse non sufficienti, per rispondere a tutte le esigenze possibili. L'accento è quindi posto fortemente sull'integrazione e il coordinamento delle risorse finanziarie.
Sono contenuti nel documento anche alcuni riferimenti che di nuovo sono esplicitamente ricondotti ai regolamenti europei: si tratta del perseguimento di un rinnovato modello di governance, a fondamento della politica di coesione. La definizione delle misure sarà ricondotta esplicitamente, a programmi aventi regia regionale e a programmi di tipo ascendente, ovvero programmi territoriali integrati. La governance è lo strumento che dovrebbe dare sintesi a queste due valenze.
Infine, è esplicito il riferimento all'esigenza, richiamata dai documenti comunitari, di esprimere una nuova, diversa, più forte cultura della valutazione, che è un po' il cuore dell'azione programmatica, ciò che implica il superamento di certe visioni burocratiche, ormai ampiamente superate da altre Regioni vincenti a livello europeo.
Chiudo recuperando una considerazione cui ho accennato all'inizio. È un documento di indirizzo ed è mia intenzione sottoporre alla Commissione, ed eventualmente anche al Consiglio, un quadro di riferimento strategico sulla base del quale costruire i tasselli della programmazione a venire.
Mi fermo qui, a disposizione per andare a fondo di queste e altre questioni.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin, in sede di discussione generale; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il tema che affrontiamo con questa deliberazione è l'avvio della fase pratica di definizione della programmazione 2007/2013 dei cofinanziamenti dell'Unione Europea, sia fondo strutturale sia fondo sociale, oggi unificato in un unico documento.
Da parte nostra, su alcuni indirizzi non possiamo che convenire (chi non conviene sul fatto di avere una Regione più preparata e con più infrastrutture); su questi temi, nessun partito politico rappresentato in quest'Aula presenterebbe un programma di tipo diverso.
Devo peraltro dire che, nell'indicazione più puntuale, così come richiamato correttamente dall'Assessore Conti, si va su un percorso che in parte è stato tracciato sia da documentazione regionale precedente sia da indirizzi nazionali, che poi si sono fusi sui due modelli, tra governo che c'era e governo che c'è, almeno sugli indirizzi fondamentali.
La Regione Piemonte, a partire da sette anni fa, aveva individuato i propri percorsi prioritari nell'innovazione, nell'internazionalizzazione (per quanto riguarda la parte più strutturale o infrastrutturale) e nella società delle conoscenze, integrando la formazione e l'istruzione, ancorch poi, ragioni tecniche portino i fondi comunitari a non essere spendibili sulla parte di istruzione, ma alla crescita del sistema delle conoscenze il capitale umano, e alla crescita di quelle che sono le opportunità di occupazione, in particolare per creare il massimo di condizioni per la parità di genere, che è, per una regione come il Piemonte, il volano che può ancora incrementare le condizioni, oltre che di convivenza civile e di qualificazione del diritto, anche di benessere economico, perch naturalmente una crescita dell'occupazione femminile significa maggiore capacità di produrre reddito per le famiglie, quindi una modernizzazione della nostra società. Su questo, ricordo il grande sforzo che il precedente POR 2000/2006, di cui la collega Cotto è stata una dei soggetti attuatori ha fatto proprio riguardo allo stato delle pari opportunità.
È, quindi, condivisibile la strutturazione degli assi, così come a grandi linee è stata prevista su innovazione e transizione produttiva. Tra l'altro, mi piace il termine "transizione produttiva" perché mette l'accento proprio sul cambiamento; a livello regionale, siamo a metà di un guado: non si produce più come si produceva, bisogna trovare moderni e diversi percorsi di processi produttivi e di prodotti (quindi, innovazione di processi e innovazione di prodotti). Dall'altra parte, abbiamo la necessità di creare le condizioni di equilibrio con un ambiente che è dato dal territorio e dalla ricerca delle fonti energetiche più opportune e compatibili, quindi il massimo della sostenibilità.
Sugli assi che riguardano l'ex Fondo Sociale Europeo, condividiamo quello che viene marchiato come adattabilità (il primo asse dell'ex Fondo Sociale Europeo) e il passaggio successivo: creare le condizioni di adattamento significa creare le opportunità di orientamento e automaticamente, il massimo delle condizioni di occupazione, con l'azione di inclusione sociale o dell'evitare l'esclusione sociale.
Questo è uno dei più grandi rischi che una società come la nostra pu far correre ai lavoratori e ai giovani o, peggio ancora, a quella parte di soggetti meno giovani che hanno ancora l'attitudine e la necessità di far parte del ciclo produttivo, ma che la velocità del cambiamento porta a correre il rischio di rimanerne al di fuori.
Non tocco tutti i temi che l'atto di indirizzo cita; esso assorbe tutta una serie di programmi che prima avevano una loro autonomia rispetto al FESR e al FSE. Così come non scendo sulla ripartizione più puntuale delle singole strutture.
Faccio, però, una considerazione, che vuole essere, da parte nostra una posizione di attenzione: questo è un atto di indirizzo che deve avere come passaggio a valle l'attuazione, il POR. Ci sono alcuni percorsi che come abbiamo già avuto modo di esprimere in Commissione, appaiono eccessivamente prolungati nel tempo e che, se da una parte possono portare al massimo di socializzazione, dall'altra rischiano di creare una diseconomia, sia a livello di sistema regionale sia, per la parte più prettamente finanziaria, di incasso da parte dell'Unione Europea, o di premialità, se la premialità sarà ancora prevista nell'attuazione del futuro POR.
Questo è uno degli elementi cui porremo la maggiore attenzione, nel momento in cui andremo ad affrontare le linee che la Giunta regionale vuole dare nella traduzione sul Programma Operativo Regionale.
In questo momento, il documento di indirizzo pone l'accento su ottimi temi; qualche dubbio l'abbiamo sui percorsi, perché, banalmente, di concertazione si può morire se i tempi non sono ben stabiliti. Pertanto Assessore e Presidente, stiamo attenti affinché l'enunciazione di principio abbia comunque la razionale valutazione del punto di equilibrio, e su questo certamente esprimeremo un giudizio.
Inoltre, vi sono alcuni passaggi che ci portano ad avere qualche perplessità sulla formulazione; comprendo cosa intende dire l'Assessore Conti quando si vuole passare da un meccanismo di competizione diretta ad un meccanismo di competizione indiretta, ma alla lettura della declaratoria di competizione indiretta diventa difficile immaginare una traduzione pratica per l'utilizzo dei fondi strutturali.
Peraltro, su alcuni casi, nel momento in cui si andrà a discutere il POR o comunque nel momento in cui la Giunta andrà a definire gli indirizzi di POR, sarà bene porre attenzione ad alcune vere esigenze e opportunità territoriali del Piemonte. Faccio un esempio: mi rendo conto che i trasporti non sono tra i temi finanziabili, con i cofinanziamenti dell'Unione Europea, perché sono competenza nazionale; c'è un divieto specifico, che il Presidente conosce bene, mi rendo benissimo conto di tutto ciò, ma la logistica è una delle grandi esigenze ed opportunità di questa regione. Possiamo dividerci sul nodo di Alessandria o di Torino est ovest, sud o nord, possiamo avere idee diverse, ma è certo che un futuro questa regione possa averlo sulla logistica, che non è più solo parcheggio per autocarri o per treni, ma è luogo di assemblaggio, che in un paese moderno è produzione e quindi, forse, un'attenzione un po' più marcata a tutto questo sarebbe stata opportuna.
Siamo in un atto di indirizzo: mi rendo conto, con le considerazioni che facciamo, di rinviare il nostro giudizio definitivo, come Gruppo di opposizione, al POR, che, invece, individuerà le vere azioni che la Giunta vorrà fare.
Questa astensione è da valutare in positivo, con la disponibilità a contribuire, con la nostra opinione, all'azione successiva di definizione del Programma Operativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sarò breve, perché il confronto che abbiamo avuto in sede di I Commissione ha già consentito a ciascun Gruppo consiliare di esprimere le proprie valutazioni in merito a questa proposta di deliberazione.
Vorrei solamente evidenziarne alcuni aspetti.
Il primo: noi riconosciamo, innanzitutto, la coerenza con gli assi strategici che vengono individuati all'interno di questo documento, con la politica complessiva di sviluppo della Regione, che è alla base del programma di questa Amministrazione regionale e con gli accordi fondamentali a livello di Unione Europea.
La seconda considerazione è il riconoscimento dell'importante ruolo che la Regione Piemonte ha saputo svolgere nella trattativa a livello nazionale sulla distribuzione delle risorse tra le diverse Regioni. E anche dell'importante apporto che il Governo italiano ha voluto offrire nella ripartizione di questi fondi, alzando la quota di cofinanziamento a livello governativo, in modo da rendere meno difficile e meno pesante la diminuzione delle risorse per effetto dell'entrata nell'Unione Europea di altri Paesi.
La terza considerazione: credo che vi sia un passaggio all'interno di questo documento che condividiamo molto, ovvero il riconoscimento dei diversi, della pluralità, dei poli di sviluppo settoriali e territoriali all'interno della nostra Regione. E anche l'obiettivo ambizioso che questo documento si pone, che è quello di contribuire alla crescita e allo sviluppo di politiche e di strategie e di sviluppo territoriale che rafforzino vocazioni, ma anche interventi sotto il profilo strutturale.
La quarta considerazione: la Regione Piemonte è impegnata da molti anni nell'utilizzo di risorse comunitarie. L'esperienza degli anni passati ha certamente dimostrato una grande capacità di spesa da parte della Regione Piemonte, a differenza di altre Regioni d'Italia.
Difficilmente, però, siamo ancora in grado di poter valutare, al di là degli aspetti positivi sotto il profilo quantitativo, gli effetti qualitativi dell'utilizzo delle risorse comunitarie nelle esperienze passate. E come ha ribadito l'Assessore Conti nel suo intervento, questo è un obiettivo importante: utilizzare queste risorse per interventi che affrontino i nodi e i deficit strutturali del Piemonte; utilizzare queste risorse per consentire al Piemonte di vincere le sfide sui mercati globali ma porsi anche, nel momento in cui si utilizzano queste risorse l'obiettivo di innescare meccanismi di valutazione in grado di far percepire gli effetti e le conseguenze dell'attivazione di risorse consistenti nel prossimo programma di attuazione dei fondi comunitari.
L'ultima considerazione che vorrei fare è questa: se si vogliono utilizzare i fondi comunitari per interventi strutturali all'interno della nostra Regione e per consentire al Piemonte di crescere sotto il profilo economico, della ricerca, della innovazione tecnologica, dell'energia rinnovabile, della sostenibilità ambientale, questo richiede certamente una grande regia a livello di Amministrazione regionale. Ma "regia" non pu voler dire "centralismo regionale". L'obiettivo deve essere quello di far crescere responsabilità e consapevolezze. L'obiettivo deve mirare ad aiutare le singole realtà territoriale a darsi politiche di strategia e di sviluppo adeguate e forti, e di vivere questo come un rapporto forte e positivo all'interno delle politiche di sviluppo complessive che il Piemonte, anche con questo documento, vuole ribadire e riportare all'attenzione.
È un processo che richiede la responsabilità di tutti i livelli di Governo, se vogliamo cogliere fino in fondo le opportunità di risorse importanti per la nostra Regione, ma se vogliamo soprattutto cogliere l'opportunità che queste risorse aiutino il Piemonte a crescere e a svilupparsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Come ha già ricordato l'Assessore Conti nella sua relazione, e i colleghi che mi hanno preceduto, oggi esaminiamo un documento di indirizzi generali che riteniamo molto importante, anche perché da questi indirizzi discenderanno poi alcune indicazioni operative per l'assegnazione di questi fondi europei.
Da questo punto di vista, come Gruppo della Margherita, vorremmo trasmettere alla Giunta regionale, in sede di dibattito generale, alcune considerazioni e indicazioni, manifestando ovviamente la condivisione del documento e annunciando il nostro voto favorevole, perché ci pare che questo documento, oltre ad essere coerente con le nuove indicazioni dell'Unione Europea, sia coerente anche con il programma con cui ci siamo presentati agli elettori non più di un anno e mezzo fa.
La prima considerazione la poneva già il Consigliere Reschigna: va dato atto alla Presidente e alla Giunta regionale che siamo riusciti, nella trattativa nazionale, ad ottenere un riconoscimento quantitativamente significativo per la nostra Regione, che è naturalmente inferiore rispetto ai riconoscimenti della fase precedente, ma ciò deriva, evidentemente dall'allargamento dell'Unione Europea, che ha conseguentemente diminuito in termini quantitativi, le risorse per il nostro Paese.
Nell'ambito del quadro strategico del Paese, ciò che siamo riusciti ad ottenere è un significativo riconoscimento, non solo in termini quantitativi, ma anche del ruolo strategico che la nostra Regione ha in ambito di competitività e di sviluppo regionale anche per la sua posizione baricentrica rispetto ai grandi assi di comunicazione.
A partire da questo, la prima considerazione e indicazione che vorremmo dare alla Giunta è la seguente: noi pensiamo che vada fatto anche un monitoraggio attento su ciò che è successo dal 2000 al 2006; perché è vero che l'assegnazione dei fondi europei era definita sulla base di altri criteri - non con la territorializzazione, ma con le zone obiettivo - ma è del tutto evidente che dobbiamo monitorare la situazione, valutare come sono stati spesi questi denari negli scorsi anni e costruire un bagaglio di esperienza a livello regionale per capire dove sono i problemi, valutare come sono state spese queste risorse e utilizzare questa esperienza per evitare, se vi sono stati errori, come penso che sia, che questi si ripetano. Mi pare che questo sia un elemento fondamentale: costruire un monitoraggio più approfondito possibile su ciò che è successo per evitare di ripetere, semmai ve ne fossero stati, degli errori.
Il secondo elemento che vorrei sottolineare è questo: credo che occorrerebbe, da parte della Giunta, un impegno forte nei confronti del Governo nazionale per evitare che questi fondi siano inseriti nel patto di stabilità. Questo, naturalmente, limita la nostra capacità di spesa.
Questi fondi europei, a nostro avviso, dovrebbero costituire un elemento a parte rispetto al patto di stabilità generale.
La terza questione che vogliamo sottolineare è la seguente. Nel documento è ben evidenziato un cambiamento - credo - di linea, che noi apprezziamo e condividiamo, cioè il progressivo passaggio dall'indicazione del bando al finanziamento attraverso progetti. Riteniamo che anche nell'assegnazione di queste risorse questo sia un elemento di innovazione significativo e di qualificazione.
Naturalmente, condividiamo la necessità di favorire i criteri dell'integrazione, della selettività e, soprattutto, di quei fattori che migliorano la competitività dei sistemi territoriali. Questo è un elemento di garanzia forte non solo a livello torinese, ma nell'ambito di un quadro regionale. L'Assessore Conti ha proposto una suddivisione per macroaree: il quadrante nord del Piemonte, l'area sud e l'area Torinese. Credo che quello sia l'ambito di sistema territoriale entro il quale concentrare la nostra azione operativa su questi punti.
L'ultima questione che vogliamo sottolineare riguarda il sistema di governance che abbiamo molto evidenziato in questo documento. Quindi pensiamo che l'attuazione di questo documento debba andare di pari passo con il processo che credo avvieremo a gennaio sull'applicazione del 116 e del 119. Ci pare inevitabile che sia così, perché, poi, il meccanismo di attuazione dei processi decisionali va in quella direzione.
Inoltre, pensiamo che l'introduzione obbligatoria, a livello di Unione europea, della valutazione ambientale e strategica rispetto ai processi sia un elemento di controllo molto significativo.
Questi riteniamo siano gli elementi caratterizzanti di questo documento, però, in questa fase, come dicevo all'inizio, vogliamo puntare l'attenzione su tre elementi: il monitoraggio della situazione; la concentrazione per sistemi territoriali e, pensando che i confini amministrativi delle singole Province, quando si parla di queste questioni hanno un minore significato, un ragionamento per sistemi territoriali immaginando la selettività, l'integrazione e la valorizzazione dei fattori di competitività dei sistemi territoriali come elemento forte.
Ultimissima questione: nel documento sono ben evidenziate le politiche di sostegno all'impresa, le politiche di innovazione e di ricerca. Teniamo conto che quando parliamo di impresa, ormai, nella nostra Regione dobbiamo parlarne in senso ampio e io pongo una questione che riguarda tutte le imprese che fanno riferimento al settore dei servizi, a quello che un tempo si chiamava il "terziario". Questo è un elemento che dobbiamo tenere in considerazione. Negli scorsi anni, per queste imprese vi è stata una maggiore difficoltà nell'accesso a questo tipo di contributi rispetto all'impresa tradizionale.
Ancora reputiamo molto importanti le politiche di sostenibilità ed efficienza energetica. Questo è un elemento che in determinati territori del Piemonte, quale quello della mia provincia, può rappresentare davvero un elemento di sviluppo.



PICHETTO FRATIN



PICHETTO FRATIN GILBERTO


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli alunni e insegnanti della Scuola elementare "L. Fontana" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i decenti e gli allievi della scuola elementare statale "L.
Fontana" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 216, inerente a "Politica di coesione regionale 2007-2013. 'Documento unitario di programmazione, indirizzi alla Giunta regionale per la programmazione integrata dei fondi europei nazionali e regionali'" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Intervengo brevemente per esprimere l'apprezzamento dello SDI a questo documento che individua le linee di indirizzo per l'utilizzo di un volume di risorse, che, forse, saranno le uniche certe sulle quali si potrà fare leva in futuro per una vera programmazione pluriennale.
Condivido le osservazioni espresse dai colleghi che mi hanno preceduto anche in relazione alla quantificazione dei medesimi e al risultato positivo che premia l'iniziativa e le peculiarità della Giunta regionale e del Piemonte nel suo insieme.
Si è parlato di coerenza con le indicazioni dell'Unione europea e della differenza sostanziale rispetto a quelle riferite all'utilizzo dei fondi del 2000-2006. Sono differenze che fanno riferimento non soltanto all'odierna assenza di zonizzazione, ma che chiamano in causa la necessità di dare attuazione agli obiettivi e alle priorità indicate dal documento con definizioni più puntuali all'interno del POR, che possano dare coerenza vera all'utilizzo dei fondi.
Innanzitutto, noi vogliamo evidenziare, se si vuole sostenere la competitività regionale e l'occupazione nella nostra Regione, che bisognerà fare leva non solo sulla capacità di seguire e guidare i cambiamenti economici e sociali, ma, soprattutto, cercare di anticiparli, anche attraverso l'incremento e il miglioramento degli investimenti sul capitale umano, che mi pare sia quanto è stato posto in evidenza anche nel documento.
Evidenzio altresì il carattere forse oggi meno prescrittivo rispetto al passato dei documenti dell'Unione europea. Questo, in qualche modo consente alla Regione di avere a disposizione uno spazio in più per inventare e muoversi rispetto alle scelte che tendono, in qualche modo, a governare meglio le proprie specificità.
Da questo punto di vista, senza voler richiamare considerazioni che già sono state avanzate, vorrei evidenziarne soltanto alcune. La prima concerne la necessità - è già stata richiamata - di una concentrazione, sia nella definizione degli obiettivi - mi pare che il documento lo faccia - sia nell'utilizzo delle risorse, dando indicazioni puntuali per l'utilizzo delle stesse, altrimenti, si otterrà uno sfrangiamento degli effetti che invece, si vogliono concentrare per avere la massima efficacia sul territorio.
Relativamente all'altra considerazione, è necessario cercare di integrare, in una forte coerenza reciproca, l'utilizzo del FERS e del FSE con gli investimenti fisici, senza seguire più percorsi completamente slegati, cosa che, invece, in passato, aveva caratterizzato l'utilizzo dei fondi.
Infine, avendo già posto l'accento sulla rilevanza della formazione volevo ancora sottolineare di non andare avanti a catalogo su offerta delle agenzie formatrici, come spesso è avvenuto in passato, ma cercare di premiare uno stretto collegamento con le imprese e con le situazioni di crisi.
Credo che l'Assessore e la Giunta abbiano ben presente la necessità di una forte regia interna alla struttura regionale, affinché i vari programmi possano dialogare fortemente tra di loro e con il loro utilizzo produrre il massimo effetto sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Il documento che stiamo discutendo oggi è estremamente importante per il nostro territorio, perché detta le linee guida alle quali, di fatto, la Giunta dovrà attenersi dal 2007 al 2013, anche in compartecipazione con il Piano di Sviluppo Rurale.
Ritengo importante dare delle speranze al nostro territorio. Questa è una delle occasioni che abbiamo per dire che l'Europa può anche servire infatti, in buona parte, sono fondi strutturali che derivano dalla Comunità europea, devoluti in parte alle nazioni e in parte alle regioni, che giustamente, devono essere integrati. Come si legge sul Piano, non solo integrati tra loro, ma, quando possibile, anche integrati con gli sforzi di privati che credono in questa nostra Regione e hanno intenzione in questa nostra Regione di investire.
Investire in che cosa? Investire in tutto, perché tutto quello che è investimento o ricerca significa qualcosa per la nostra Regione, dagli investimenti industriali e per il settore dell'agricoltura, che, come ho detto prima, ha il suo Piano di Sviluppo Rurale dedicato, alla ricerca, che è fondamentale per preparare nuovi cervelli, ma anche per darci soluzioni magari diverse o magari migliori per il territorio.
Credo sia assolutamente positiva l'idea, nata anche da una serie di incontri con i nostri rappresentanti regionali, sia a livello europeo che a livello nazionale, di voler mettere insieme le sinergie, proprio per evitare che vi siano obiettivi diversi fra quelli che si vogliano raggiungere a livello nazionale o a livello locale perché, giustamente, a livello locale si conosce meglio il territorio. Mi fa molto piacere leggere nel documento che, sotto la voce "a livello regionale programma di legislatura", si parli di conseguente necessità di valorizzare le differenti identità e vocazioni dei territori.
È perfettamente inutile pensare di fare in Piemonte qualcosa che con il Piemonte non c'entra nulla; com'è perfettamente inutile, se si parla di un'altra Regione, fare o finanziare qualcosa che in quell'altra Regione non può avere successo.
Per questo motivo, un insieme di sinergia, anche con il privato, ma in particolare degli Enti territoriali, non può che dare risultati significativi. Nel Piano si parla anche di zone più svantaggiate rientranti nell'Obiettivo 2 e nell'Obiettivo 3. In quelle zone è importante investire.
In Piemonte abbiamo realtà che hanno subìto dei processi di deindustrializzazione; abbiamo realtà che, a causa della crisi dell'agricoltura, si sono impoverite e si sono svuotate, perché la gente scappa. È necessario intervenire, proprio in base a quelle che possono essere le vocazioni del territorio, che vanno dal turismo all'agriturismo o all'agricoltura di qualità. Potrebbero esserci nuovi insediamenti che vanno ed è scritto nel Piano - a sostituirsi a strutture vecchie, obsolete e abbandonate, che vengono riqualificate e riutilizzate in modo diverso, ma senza lasciare questi ecomostri sul territorio.
Quindi, quando si può scegliere, se si riesce a scegliere - come sostiene anche il Piano - la riqualificazione di zone abbandonate da industrie o da strutture che hanno chiuso, ben venga, perché otteniamo sia di rivitalizzare la zona sia di porre fine ad uno scempio, perché una fabbrica abbandonata o un territorio danneggiato da insediamenti abbandonati non fanno bello il Piemonte, in particolare un Piemonte che sta cercando di darsi, specie dopo le Olimpiadi, anche una valenza turistica.
Tutte queste cose messe insieme devono portare ad utilizzare bene i fondi a disposizione, per evitare quel che è successo in alcune Regioni.
Ricordo, quando ero a Roma e facevo parte della neonata Commissione per le politiche europee, poi diventata prima Commissione speciale e poi Commissione fissa, che quando ci pervenivano i dati, c'era il caso eclatante della Regione Calabria che non riusciva ad utilizzare, se non per l'8%, le risorse comunitarie, restituendo all'Europa qualcosa come dall'87 al 95%, a seconda degli anni, con una media, per la serie degli anni presi in esame, addirittura del 92%.
Per loro, rinunciare a quei fondi per mancanza di progettazione è stato sicuramente un grande errore. Da noi questo non è mai successo, ma sicuramente occorre stare attenti che quei fondi, quando vengono spesi vengano spesi in modo logico e utile per il territorio.
Voglio fare un altro passaggio veloce relativamente all'idea della valorizzazione delle risorse, con un particolare occhio di riguardo sulla qualità. Si parla, quindi, di energia alternativa, di energia rinnovabile di energia eolica, di energia solare. Sarebbe utile.
Se riuscissimo, con aiuti, a convincere imprenditori, strutture e realtà ad utilizzare, almeno in parte, dell'energia alternativa, otterremo due risultati: un risparmio dal punto di vista economico per l'energia e dall'altro, un enorme vantaggio dal punto di vista ambientale, quindi della qualità della vita dei nostri cittadini.
Ben venga, quindi, un'indicazione di questo tipo all'interno del Piano.
Vi sono tantissime cose da ricordare, ma credo di aver detto quelle che più ci colpiscono: promozione di fonti energetiche rinnovabili, sistema solare fotovoltaico, solare termico, eolico, bio-combustibili, bio-gas, bio combustibili liquidi, energia idroelettrica e idrogeno.
Un passaggio veloce sui combustibili. Abbiamo realtà che, proprio a causa - se così possiamo dire - della Comunità europea, sono state danneggiate. Mi riferisco a coloro che producevano le famose barbabietole da zucchero.
Le province di Alessandria e di Asti hanno subito un duro colpo sulla loro economia, perché lo zuccherificio di Casei Gerola, che raccoglieva la loro produzione fino allo scorso anno, è stato chiuso proprio perch l'Europa ha deciso il taglio di una serie di zuccherifici. Già da quest'anno, quindi, non raccoglie più le barbabietole dei nostri produttori. Era una produzione agricola che dava ancora un certo reddito perché trasferire la produzione da barbabietola ad altri prodotti ceraricoli, non è oggi conveniente. La situazione cambierebbe se si riuscisse ad investire sui prodotti biologici, anche da autotrasporto (parliamo di gasolio, bio-diesel e così via) perché a quel punto diventerebbe ancor più conveniente, rispetto alle barbabietole, produrre mais, come avviene in molte zone dell'America, da trasformare poi in prodotto biologico.
Tale trasformazione produttiva va nel senso di creare nuove occupazioni nel settore dell'agricoltura. Quindi siamo assolutamente d'accordo con quanto si era detto in Commissione. La Commissione aveva licenziato questo provvedimento; credo che sia assolutamente necessario approvarlo nei tempi più rapidi possibili e garantire anche serietà nella ricerca, perché c'è un capitolo dedicato anche alla ricerca.
La Regione fa molto in collaborazione con l'Università, in particolare con le aziende sanitarie, perché sono previste borse di studio per i giovani laureati e specializzandi. Manca una cosa, di cui bisogna tener conto: il controllo su come effettivamente queste borse vengono assegnate.
Già quando eravamo in maggioranza avevamo segnalato alcuni problemi nell'assegnazione delle borse di insediamento, per il comportamento di alcune aziende sanitarie. Ci sorprendeva, ad esempio, il fatto che una singola persona, o un singolo dottorando, potesse avere sei o sette borse contemporaneamente su materie diverse, e altri dottorandi, che ne avevano fatto domanda, rimanessero senza.
Sicuramente non è corretto, bisognerebbe porre più attenzione a come vengono assegnate queste borse, perché sarebbe giusto che venissero assegnate una per ogni dottorando, o al massimo due, ed evitare figli e figliastri, che qualcuno abbia sei o sette borse, e che altri, pur avendo fatto regolare domanda, non abbiamo ricevuto alcuna borsa.
Non solo. Quando assegniamo borse per specializzandi, che di fatto servono per fare ricerche all'interno delle strutture ospedaliere e/o strutture sanitarie universitarie, dobbiamo anche fare attenzione ai risultati. Continuare a finanziare progetti, magari di strutture, che dopo anni non hanno portato ad alcuna pubblicazione, diventa uno sperpero di denaro. Allora è meglio cercare quei filoni di ricerca che si ritengono importanti per la nostra Regione, finanziare magari di più i filoni di ricerca che possono essere utili per la nostra Regione e tagliare i rami secchi. Se si danno finanziamenti a pioggia solo perché tutti chiedono alla fine si rischia di avere ricercatori mediocri, anziché ottimi, e arrivare a nulla.
Poniamo una particolare attenzione anche a questo aspetto, perché la ricerca è importante, ma è importante se viene fatta bene e se dà risultati. Quando ci sono i risultati, bisogna essere capaci di premiare quella struttura che ha dato dei risultati, perché ha lavorato per il bene di tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alla programmazione

Grazie, Presidente.
Non mi sembra che siano emerse particolari questioni che, d'impatto dovrebbero mettermi nella condizione di rispondere.
L'attuale Presidente di turno faceva riferimento al concetto di competizione indiretta, già emerso in Commissione, nel senso che questo è un tema decisivo, centrale e ormai diffuso a livello europeo. Quando parliamo di competizione indiretta significa mettere i territori in condizione di creare valore, di radicare le imprese e non semplicemente attrarle.



PRESIDENTE

Grazie Assessore Conti.
Dichiaro aperta la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio al dettaglio

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 73, 289, 301 e 316 inerente a "Disciplina dell'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 5) all'o.d.g., inerente "Disciplina dell'esercizio dell'attività e somministrazione alimenti e bevande".
Nel contempo, prima di aprire la discussione, comunico che era stato concordato con il Presidente Gariglio di svolgere una conferenza dei Capigruppo nella giornata di oggi. Il Presidente Gariglio, per le motivazioni che ho detto in apertura di seduta, oggi non può essere presente. Si riterrebbe di fare una convocazione domani mattina alle 9.15 essendo il Consiglio regionale convocato alle 9.30, per definire gli eventuali particolari ancora di calendario che fossero necessari. Quindi la Conferenza dei Capigruppo è convocata per domani mattina, alle ore 9.15 Sul testo unificato delle proposte di legge n. 73, 289, 301 e 316 i relatori sono Muliere e il sottoscritto; delego il Consigliere Muliere a rappresentarmi, con le raccomandazioni che gli ho già fatto in privato.
La parola al relatore,Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco, relatore

Le raccomandazioni saranno seguite, anche perché questo è un testo concordato all'interno della Commissione; tra l'altro, ci tengo a sottolineare che gli emendamenti presentati sono stati concordati fra tutti i Gruppi consiliari.
Quindi, questo è un testo frutto del lavoro della VII Commissione ed è il testo unificato frutto dell'approfondito esame di quattro diverse proposte di legge di iniziativa consiliare. In esso sono confluiti i principi e le finalità volti a ridefinire le politiche regionali in materia di somministrazione di alimenti e bevande, a seguito delle modifiche normative intervenute.
Infatti, l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario della competenza esclusiva nella materia del commercio interno, a seguito della riforma del titolo V della Costituzione, consente alle stesse di disciplinare compiutamente il settore dei pubblici esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.
L'approvazione di questo provvedimento è necessaria affinché la Regione Piemonte sia dotata di una legge che normi la materia già disciplinata dalla legge 287 del 1991, che attualmente regola il settore, per adeguarsi ai principi previsti nel decreto 223 del 2006, convertito nella legge 248 del 2006 (il cosiddetto decreto Bersani).
In particolare, il decreto Bersani, al fine di garantire la libertà di concorrenza secondo condizioni di pari opportunità e il corretto ed uniforme funzionamento del mercato, prevede che l'attività di somministrazione di alimenti e bevande siano svolte senza i seguenti limiti e prescrizioni: l'iscrizione a registri abilitanti; il rispetto di distanze minime obbligatorie tra attività commerciali appartenenti alla medesima tipologia di esercizio; il divieto e l'ottenimento di autorizzazioni preventive per il consumo immediato dei prodotti di gastronomia presso l'esercizio di vicinato, utilizzando i locali e gli arredi dell'azienda con l'esclusione del servizio assistito di somministrazione e con osservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie.
La stessa legge dispone la soppressione delle Commissioni istituite dall'articolo 6 della legge 25 agosto del 1991, n. 287, competenti ad esprimere il parere al fine di rilascio dell'autorizzazione per l'apertura e il trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e di bevande.
Le relative funzioni sono state attribuite alle Amministrazioni titolari dei procedimenti amministrativi.
Infine, occorre ricordare che il decreto Bersani prevede che le Regioni adeguino le proprie disposizioni ai nuovi principi entro il 1° gennaio 2007. Di qui l'urgenza di approvare questa legge.
La Regione Piemonte intende quindi procedere ad una riforma della legislazione nella materia, attraverso l'adozione della presente legge regionale.
Il comparto della somministrazione di alimenti e bevande rappresenta per il Piemonte una risorsa economica di tutto rilievo. Nella nostra Regione, infatti, operano circa 20.000 esercizi, suddivisi in diverse tipologie: bar, ristorante o miste. La VII Commissione consiliare ha esaminato le quattro proposte di legge che disciplinavano la materia della somministrazione di alimenti e bevande. Tre di esse intendevano disciplinare compiutamente la materia; una disciplinava il solo esercizio saltuario dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande. Dopo aver svolto le consultazioni con i rappresentanti delle categorie interessate, la Commissione ha deciso di ricostituire un gruppo di lavoro con il compito di studiare la materia.
Non sto qui ad elencare le caratteristiche del testo che stiamo per esaminare, ma il gruppo di lavoro, nel corso di due sedute, ha elaborato gli indirizzi generali per la predisposizione del testo unificato che oggi è in discussione all'Aula. Testo - ripeto - che abbiamo depositato con la firma di tutti i Gruppi consiliari, sei emendamenti e la firma di tutti i gruppi consiliari. Ciò sta a significare che il lavoro è stato fatto concordemente all'interno del gruppo di lavoro e poi nella Commissione consiliare.
Credo quindi che l'Aula possa arrivare, in breve tempo all'approvazione di questo testo.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Prendo la parola per esprimere naturalmente condivisione alla proposta di legge, in quanto uno dei quattro testi a cui ha fatto riferimento il relatore Muliere era presentato dallo SDI, a testimonianza di un'attenzione a quel mondo e a quel comparto dei pubblici esercizi che è stato richiamato prima, che rappresenta davvero una risorsa di grande rilievo per la nostra Regione: sono quasi 20.000 unità, comprensive di tutte le tipologie (bar ristoranti o miste).
Voglio sottolineare anch'io come ci sia stato un ottimo lavoro nella VII Commissione e come questo testo raccolga anche un lavoro che era stato fatto dalla precedente legislatura. Devo dare atto a chi presiede l'assemblea in questo momento di aver lavorato seriamente, tant'è che allora ero stato convocato alla Conferenza Regione-Autonomie locali, quale rappresentante dell'ANCI, proprio su questa materia.
Voglio mettere in evidenza come una migliore risposta all'esigenza dei consumatori, una maggiore snellezza e semplificazione per l'accesso al settore non possano che giovare all'efficienza del sistema, che va completato senza stravolgere l'assetto attuale della rete. L'obiettivo di fondo di questo provvedimento è quello della proposta di legge dello SDI: realizzare una maggiore efficienza del sistema attraverso un'ampia diffusione sul territorio; più concorrenza; più flessibilità; un miglioramento dell'imprenditorialità degli esercenti e una qualità del servizio.
Per brevità, non ricerco i principi della proposta, ma sono facilmente evidenziabili da una veloce lettura della proposta di legge. Voglio soltanto porre l'accento su un aspetto che mi pare significativo e che la legge introduce e sottolinea, cioè la necessità di definire, con un successivo atto di Giunta, un sistema permanente di corsi di formazione per gli operatori in attività e il superamento delle commissioni comunali e provinciali previsti dalla legge n. 287 del 1991.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Intervengo soltanto per unirmi agli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduto e per ringraziare il Consigliere Clement, Presidente della VII Commissione, che ha condotto i lavori sia all'interno del gruppo di lavoro che all'interno della Commissione stessa. Lavori sempre utili e avvincenti per il dibattito che spesso è emerso. Il fatto di avere un testo concordato sia nella sua stesura sia negli accorgimenti di emendamenti, è la dimostrazione di quanto positivo sia stato il lavoro a monte. Questa è una legge che assume un rilievo epocale per quanto riguarda il settore specifico dei pubblici esercizi. È una legge attesa da più di 15 anni, è una legge importante imposta da una necessità che, come ricordava prima il Consigliere Muliere, deriva dal Decreto Bersani. È una legge che ha elementi di grandissima novità che, comunque, adegua la Regione Piemonte ad altre Regioni Italiane. L'Emilia Romagna, per esempio, è stata la prima Regione ad unificare la tipologia delle licenze A e delle licenze B, quindi è un adeguamento che ha già una sua storia in passato, una sua realizzazione pratica con cui confrontarci e una realizzazione che ha sicuramente dato degli effetti positivi. Da una parte una sorta di semplificazione, di unificazione amministrativa e, dall'altra, non una selvaggia liberalizzazione di licenze e di autorizzazioni comunali.
Un elemento di grande pregio è proprio demandare ai comuni la potestà di regolamentare, attraverso piani comunali, e quindi realizzati dal basso attuati a seconda delle esigenze reali di ogni amministrazione comunale, le esigenze di autorizzazione da inserire attraverso piani che le prevedano per la città e per i quartieri della città stessa.
Semplificazioni che si realizzano attraverso l'abrogazione della Commissione provinciale che elimina un vincolo che i Comuni, sotto i diecimila abitanti, avevano. La necessità, cioè, di recarsi nel capoluogo di provincia, presso la Camera di Commercio, a definire le licenze e le autorizzazioni di bar o ristoranti da concedere all'interno della propria realtà comunale. Un serie di ostacoli, di vincoli, lacci e laccioli che non facevano bene alla categoria e al mercato e che, attraverso questa legge anche in applicazione del Decreto Bersani, vengono sciolti.
Ritengo sia ulteriormente da segnalare che mentre è una legge che si pone come una norma moderna in questo settore, una norma europea più vicina a quanto accade, già da diversi anni, al di fuori dei confini italiani contemporaneamente è anche una norma che, comunque, continua a mantenere un'attenzione al tipico, al locale.
Ci sono specifiche previsioni normative all'interno del testo presentato, attraverso la realizzazione, l'introduzione di un marchio del Piemonte che tutela e favorisce la commercializzazione e la vendita di questi prodotti. C'è la possibilità, da parte dei comuni, di individuare determinate tipologie da somministrare a seconda delle esigenze del comune stesso. Badate che questo è un passaggio di estrema importanza. Con una licenza di somministrazione di alimenti, si può, indifferentemente, aprire una pizzeria o un ristorante tipico: non c'è differenza. Una norma di riferimento vigente, la n. 287, non dà la possibilità ai comuni di intervenire per vincolare, nella tipologia, questo tipo di somministrazione.
Con la legge che approviamo oggi si dà uno strumento in più ai Comuni.
Si dà uno strumento ai Sindaci di individuare, all'interno della propria realtà comunale a seconda delle esigenze di carattere storico architettonico, turistico, religioso, di carattere tradizionale del comune stesso, delle aree nel proprio tessuto urbanistico all'interno del quale certe tipologie di somministrazioni non sono autorizzate, non sono permesse, sono vietate ed incentivare quelle locali, quelle che hanno un maggior legame e un maggior rispondenza con la logica dell'amministrazione comunale.
Nello stesso tempo, altro elemento di grande pregio che questa legge pone, è una semplificazione, in generale, per quanto riguarda i trasferimenti, per quanto riguarda i sub ingressi; la possibilità di operare attraverso dichiarazioni di inizio attività e non attendere le autorizzazioni comunali. Una eliminazione di vincoli che, molto spesso tutti quanti noi, da tutte le parti politiche dell'arco costituzionale immaginiamo e vogliamo, ma che poi, difficilmente, realizziamo.
Oggi, finalmente, si realizza questa semplificazione. Con la legge che approviamo oggi vi è la possibilità, per le associazioni senza fini di lucro, di avere una normativa agevolato nell'applicazione della legge sia per quanto riguarda i requisiti professionali sia per i requisiti igienico sanitari. Pur garantendo la sicurezza e la salute pubblica, ci si rendono conto che quando l'interlocutore è un'associazione, una pro-loco, un ente benefico deve essere trattato con un peso diverso rispetto a colui che lo fa per lucro e come professionista.
Gli emendamenti concordati sono di grande sostanza e di grande buon senso. Sono emendamenti finalizzati a ridurre ulteriormente i termini, quei termini che la Giunta ha per fissare i criteri per la definizione dei piani comunali. Sono anche emendamenti che tengono conto di come spesso gli esercenti vivono delle difficoltà di carattere economico nell'adeguarsi alle normative che cambiano e alle normative che spesso, in materia igenico sanitaria, sono sempre più restrittive e sempre maggiormente esose.
Concludo con una raccomandazione. Tutto l'impianto normativo manterrà la sua ratio, manterrà ragion d'essere soltanto nella misura in cui i criteri che la Giunta adotterà per la definizione dei Piani comunali, sono criteri ispirati alla medesima ratio che ha ispirato questo impianto normativo. Questo è un impegno che va chiesto alla Giunta. Per altro è previsto il passaggio in Commissione che rischia oggi di essere un ostacolo nella tempistica, ma che comunque è una garanzia. La ratio che ispira la norma, è la medesima ratio, piacevolmente condivisa da tutto il Consiglio regionale, che poi fa si che i criteri stabiliti dalla Giunta sono gli stessi che favoriscono i comuni e le amministrazioni comunali nella definizione dei propri piani.
Credo che questo sia un ottimo esempio di buona attività legislativa all'interno di questa istituzione, le audizioni sono state molto utili. Per altro molte istanze presentate sia dalle categorie che dalle rappresentanze dei consumatori, sono state inserite all'interno della norma.
Si deve ringraziare la disponibilità dell'Assessore Caracciolo e dell'Assessore Valpreda che chi per un verso e chi per un altro hanno competenza in materia (una parte amministrativa da un lato e una parte igienico-sanitaria dall'altra). Questa norma è nell'interesse del Piemonte nell'interesse non solo della categoria degli esercenti, ma nell'interesse dei consumatori e quindi dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bizjak.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per sottolineare come la proposta di legge che esaminiamo oggi sia il frutto di un lungo e articolato lavoro in Commissione, alla quale numerosi gruppi sia di maggioranza che di minoranza hanno portato il loro contributo, così come ha fatto La Margherita. Infatti noi (il collega Rutallo) siamo stati cofirmatari di una delle proposte di legge da cui poi è scaturito il testo unificato, insieme al collega Muliere; quindi abbiamo dato un contributo anche da questo punto di vista.
Il secondo elemento che voglio sottolineare in questo breve intervento è che la legge, che scaturisce come un testo unificato, ha tenuto conto anche e soprattutto delle osservazioni che i diversi soggetti consultati hanno voluto formulare; in particolare, abbiamo tenuto conto di una serie di osservazioni formulate dalle Associazioni di categoria.
Per brevità, intervengo nel merito solo su un aspetto, principalmente con riferimento all'articolo 1, perché questo contiene alcune indicazioni di carattere generale. Come già sottolineavano i colleghi che mi hanno preceduto, questa legge rappresenta un elemento molto importante e lungamente atteso dalle Associazioni di categoria e dagli operatori a cui oggi il Consiglio regionale dà una risposta. E' però del tutto evidente che questa legge, per poter essere efficace e potersi reggere nel tempo ha bisogno di essere sostenuta da una serie di provvedimenti di accompagnamento.
E qui mi rivolgo in particolare alla Giunta e all'Assessore Caracciolo perché secondo noi, una volta approvata la legge, occorre prevedere una serie di misure, e naturalmente anche risorse adeguate a sostenerle, che consentano di darne applicazione concreta.
Noi riteniamo che queste misure debbano essere adottate di concerto con le Associazioni di categoria e debbano essere - appunto - conseguenti all'approvazione delle legge, mirate all'ammodernamento e alla qualificazione delle imprese che insistono sul settore della somministrazione degli alimenti e delle bevande.
A noi pare, cioè, che nel prossimo bilancio preventivo - che ci apprestiamo a discutere nel prossimo anno - la Giunta dovrebbe prevedere e noi la solleciteremo a farlo - una serie di risorse per la qualificazione di queste imprese; per esempio, nel campo dell'accoglienza turistica, nel miglioramento e nella formazione (ma questo, per esempio, l'articolo 1 lo specifica) degli operatori per la conoscenza delle problematiche igienico sanitarie, nella diffusione delle innovazioni tecnologiche ed organizzative, nella valorizzazione anche delle tipicità enograstronomiche del territorio. Tutti questi temi si collegano direttamente alle indicazioni che noi oggi abbiamo voluto dare con questa legge e alle risposte che il settore del commercio, e in particolare della somministrazione degli alimenti e bevande, attendeva da tempo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Presidente, intervengo sulla discussione generale, in quanto prima firmataria del progetto di legge n. 289 e cofirmataria con lei del progetto di legge n. 73.
Non sono riuscita a seguire i lavori in Commissione, perché non si pu partecipare a tutte le riunioni. Per questo ringrazio i colleghi Consiglieri che hanno lavorato per permettere che dai 4 progetti di legge si addivenisse a questa proposta di legge; ringrazio anche l'Assessore per la disponibilità e gli uffici per la competenza.
In particolare, io ho voluto presentare il progetto di legge ascoltando le richieste delle pro loco. Lei Presidente ricorderà che già nella passata legislatura avevamo fatto un tentativo, affinché le pro loco non fossero obbligate ad avere l'iscrizione al REC, quando ricevevano autorizzazione temporanea alla somministrazione di alimenti e bevande in deroga ai criteri comunali per l'insediamento delle attività di somministrazione.
E' stato un discorso lungo; tutte le pro loco della Regione Piemonte così come i vari Comitati, ritenevano assurdo questo eccesso di burocrazia che, finalmente, viene eliminato con l'articolo 10 di questa legge.
Quindi non posso che esprimere la mia soddisfazione, in quanto la proposta che conteneva esplicitamente questa richiesta è stata accolta ed inserita - appunto - nell'articolo 10 del disegno di legge in esame.
Ringrazio anche i due relatori per aver firmato con me l'emendamento che consente di non richiedere l'autorizzazione quando si tratta di somministrare in edifici di proprietà di Enti pubblici; ma su questo punto in particolare, avrò modo di intervenire quando passeremo all'esame dei singoli articoli.
Per ora mi limito ad un discorso generale. E' una legge molto attesa (lo ha detto il collega Cirio che mi ha preceduto per il Gruppo); una legge che non può non essere approvata entro la fine dell'anno per le conseguenze che si verrebbero a creare nella nostra Regione; una legge che vede d'accordo maggioranza e opposizione, perché è stata costruita insieme ai rappresentanti del territorio, ascoltando non solo le Associazioni di categoria, ma anche quei cittadini che si riuniscono in Associazioni, che lavorano anche per contrastare la solitudine degli anziani nei vari paesi con iniziative che creano convivialità e che sono indispensabili.
Per ora, mi fermo qui; interverrò successivamente sui singoli articoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Non potevamo esimerci dal dare il nostro contributo a questo inizio di discussione sul testo di legge in esame, sicuramente molto significativo che ci ha visto impegnati, in particolare il collega Vignale in Commissione, a dare un approfondimento, dei chiarimenti, un'interpretazione anche normativa che non lasciasse questo settore così importante per la nostra economia regionale sguarnito da una normazione moderna, e allo stesso momento, efficace.
Siamo contenti che si possa arrivare alla votazione di questa normativa entro il 31 dicembre; siamo contenti perché i settori collegati a questa normativa che lo richiedevano ne avevano sostanzialmente diritto. Impedire come faremo normando questo settore, che tutto si trasformi in un far west di liberalismo forse un po' troppo spinto penso sia la garanzia maggiore non solo per gli operatori del settore, ma soprattutto per i consumatori che a migliaia, a centinaia di migliaia, a milioni, tutti i giorni, si avvicinano a questo settore e che quindi devono essere garantiti.
D'altro canto, le norme contenute in questo testo unificato potranno essere d'aiuto per gli operatori, perché renderanno più snello e meno burocratico il loro operare, nel rispetto anche di quelle garanzie relative alla salute dei cittadini e all'igiene degli alimenti, che pur sono contenute in questa norma, ma che giustamente avranno una loro cadenza di entrata in vigore, offrendo agli operatori la possibilità di aggiornarsi e migliorarsi.
Questo mi sembra che sia il frutto di un lavoro importante della maggioranza e della minoranza, sempre con l'attenzione dell'Assessorato e dei suoi funzionari, a dimostrazione che quando le norme si fanno perch sono importanti, perché se ne sente il bisogno, non c'è questione partitica o politica che tenga, ma c'è soprattutto la necessità di dare delle risposte concrete ai piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
C'è poco da aggiungere, dopo gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto. Mi riferisco, in particolare, all'intervento veramente completo del Consigliere Cirio, che dimostra di aver seguito molto bene la materia.
Aggiungerò, pertanto, soltanto una considerazione: quando l'Assessore Caracciolo e l'intera Commissione competente lavorano in maniera aperta con il Consiglio, i risultati sono questi: una legge che fa fare un passo avanti e che trova il consenso di molti, se non di tutti.
Concludo il mio breve intervento annunciando il voto favorevole e rivolgendo i miei complimenti all'Assessore e alla Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Recepirò i suggerimenti del collega Clement, se si sta rivolgendo a me se eventualmente avrà la cortesia di ripetermeli quando potrò capirli.
Il giudizio del sottoscritto e del Gruppo dei consumatori sul testo unificato che stiamo esaminando ha, nel complesso, una positività generale.
In particolare, ci tenevo a sottolineare alcuni aspetti, che riprender nuovamente in sede di dichiarazione finale di voto.
Sono stati giudicati estremamente positivi alcuni obiettivi che il testo unificato in esame tenterà di raggiungere. Ne vorrei elencare quattro, fra quelli che hanno più favorevolmente colpito la nostra attenzione: in particolare, l'apertura del mercato verso una maggiore concorrenza; una maggiore flessibilità nella regolazione del comparto; un miglioramento nella qualità del servizio, aspetto estremamente importante per chi, a torto o a ragione, cerca di rappresentare e tutelare i diritti dei consumatori; infine - peraltro questo aspetto è stato recepito e, per buona parte, questa tipologia di lavoro era stata già avviata dalle precedenti legislature - l'attribuzione di un marchio regionale di qualità per esercizi che presentino elevati standard in termini di servizi all'utenza.
Il giudizio complessivo è favorevole. Ci riserveremo, eventualmente, di intervenire su qualche articolo e di esprimere un parere nel merito su alcuni aspetti che avrebbero gradito, da parte nostra, una soluzione diversa. Però è una legge che ha avuto un gruppo di lavoro e un'attenzione assidua da parte dell'Assessore Caracciolo, che peraltro ringrazio per la sua presenza in Commissione e in Aula e per la sua disponibilità a recepire le osservazioni provenienti dal Consiglio, specialmente dall'opposizione avendo egli una sensibilità istituzionale e democratica molto elevata oltre che una competenza nel settore il cui risultato, evidentemente, è questo testo unificato.
Voglio concludere l'intervento ricordando che esistono dodici emendamenti presentati dal sottoscritto come primo firmatario, che ritiro perché, di fatto, sono stati superati dal dibattito consiliare che si è svolto in questi giorni e perché, in buona parte, sono stati riassunti anticipati e trasformati in altri emendamenti che spero l'Assessore Caracciolo vorrà accogliere.
Quindi considero decaduti i dodici emendamenti presentati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

La ringrazio, Presidente.
Noi voteremo a favore di questo provvedimento, perché riteniamo che il percorso che è stato seguito dalla Commissione e dal Gruppo di lavoro sia stato prezioso.
Ritengo che questo provvedimento coniughi modernizzazione e tradizione.
Noi siamo contenti che un provvedimento di questo genere tenga conto della cultura alimentare e gastronomica e anche della rete degli enti pubblici del Piemonte.
Coniuga salute e sicurezza, chiaramente nella tutela del consumatore la salvaguardia dei centri storici e degli ambienti architettonici dei Comuni, non soltanto quelli grandi ma soprattutto quelli piccoli (proprio in riferimento a questi ultimi, l'impegno della Regione verso le piccole comunità che sono a rischio di chiusura lo consideriamo positivo).
Per ciò che riguarda la cultura gastronomica locale, il provvedimento coniuga in concreto commercio e turismo, che non necessariamente vanno a braccetto in molte località del Piemonte: laddove c'è commercio è necessario un turismo di qualità, e il turismo di qualità può favorire il reddito per chi esercita attività commerciale.
Per quanto concerne la semplificazione del procedimento di accesso alla professione, all'esercizio e all'attività, dopo la semplificazione avvenuta per il commercio ordinario e per i negozi di vicinato (si potrebbe persino parlare di semplificazione e apertura per la grande distribuzione, pur con tutti i limiti che la legge commerciale e urbanistica permette) era attesa da parte dei consumatori e degli operatori, anche una semplificazione che riguardasse l'accesso all'attività di pubblico esercizio.
Fra l'altro, noi abbiamo contribuito anche a presentare alcuni emendamenti; uno in particolare verrà presentato al momento opportuno, ed è relativo al riconoscimento che la Giunta regionale farà nei confronti di quegli esercizi pubblici che esplicano anche una funzione di carattere sociale nei confronti di quei cittadini che hanno delle patologie di carattere alimentare.
Sono lieto che il Consiglio regionale risponda tempestivamente a quell'ordine del giorno che soltanto un mese fa abbiamo approvato qui in Aula, che era riferito ai malati di celiachia, ma in questo caso ha a che vedere con tutti coloro che hanno delle patologie; è giusto che la Giunta li affronti caso per caso, con la necessaria competenza e soprattutto con la consulenza dell'Assessorato alla sanità.
Per queste motivazioni, l'UDC esprimerà il proprio voto favorevole e ancora una volta ringrazia coloro che hanno cooperato nel gruppo di lavoro.
Anche noi, ovviamente, non possiamo che testimoniare che un provvedimento di questo genere si approva anche grazie all'accordo che il Consiglio è riuscito a recuperare in extremis.
Alla fine, credo che questa sia la dimostrazione che si può compiere un buon lavoro, portando a termine provvedimenti importanti, evitando le esasperazioni che le fazioni ogni tanto si provocano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Noi non possiamo dichiararci favorevoli nei confronti di questo provvedimento, proprio perché a norma di legge doveva essere fatto - ci mancherebbe altro - entro il 1 gennaio 2007, ma è un provvedimento che di fatto dà attuazione ad un provvedimento verso il quale noi siamo totalmente avversi, ovvero il famoso decreto Bersani. Perché questo Governo, a nostro giudizio, sta cercando di eliminare e minare quello che era un pochino alla base del mondo del commercio, in questo caso parliamo di chi somministra alimenti e bevande, ma prima l'abbiamo visto sui taxista e su altre professioni.
Noi non possiamo essere d'accordo sul fatto che il futuro del nostro Paese non siano più gli esercizi commerciali o i bar, ma siano i grandi centri commerciali.
Non siamo d'accordo che il futuro del nostro Paese sia caratterizzato da grandi catene di distribuzione, nonché da grandi proprietari di catene di bar, che potrebbero, grazie a Bersani, installarsi - magari vendendo prodotti sotto costo, ma diventando padroni della piazza - in mezzo ad altri esercizi già esistenti, facendoli così fallire. Questo è quanto rischiamo, così come sta avvenendo in altri Paesi dove la legislazione è troppo libera.
In particolare, il decreto Bersani vuole garantire totale libertà di concorrenza, ma, a volte, si tratta di concorrenza sleale, perché il proprietario di tanti bar non ha problemi a che un suo bar perda, ma, così facendo, infilandosi liberamente in mezzo ad altri, li può far fallire.
Questa non è libertà di concorrenza, è libertà di concorrenza sleale. Per quanto riguarda le condizioni di pari opportunità, queste non si verificano, perché, in effetti, c'è chi può permettersi più bar e chi no.
Non solo questo, ma toglie l'iscrizione dai registri abilitanti, toglie il rispetto di distanze minime obbligatorie tra attività commerciali appartenenti alla medesima tipologia di esercizio, toglie il divieto per l'ottenimento delle autorizzazioni preventive al consumo e così via.
Il Decreto Bersani, tra l'altro, prevede che le Regioni adeguino le proprie disposizioni ai nuovi principi entro il primo gennaio 2007. Quindi di fatto, eravamo obbligati a recepirlo, però, mi aspettavo anche che questa Giunta, nel recepire questo decreto, almeno nella parte introduttiva, muovesse qualche critica, in quanto stiamo andando nella direzione di distruggere il nostro tessuto socio-economico tipico caratterizzato da tanti negozi e tante attività.
Ricordo che ogni volta che in città si chiude un negozio o un'attività per trasferirsi in un centro commerciale, o dove forse conviene di più, noi creiamo un luogo più buio. Pian piano le vie principali delle nostre città quelle dove ci sono i negozi, magari anche solo le vie a lato di quelle principali, moriranno, perché diventando buie diventeranno luogo frequentato dagli spacciatori, dove sarà pericoloso girare e dove pian piano si trasferiranno a vivere personaggi, purtroppo, poco piacevoli per il nostro territorio. Questo è quanto stiamo già assistendo nelle città medio-grandi, così come lo stiamo assisteremo nei piccoli comuni, lo assisteremo anche nelle grandi città.
Noi non possiamo essere favorevoli a un provvedimento che, comunque recepisce un qualcosa contro cui noi ci siamo battuti e ci batteremo sempre. Noi siamo a favore delle partite IVA, del piccolo commercio e dell'artigiano; siamo contro le grandi catene di distribuzione e la massificazione dei prodotti.
Questo per quanto riguarda la parte negativa, però, per correttezza devo anche dire che in questo testo c'è qualcosina di positivo che riguarda almeno la valorizzazione della promozione della cultura enogastronomica con particolare riguardo alle produzioni tipiche della Regione Piemonte.
Questa, forse, è una piccola parte positiva in un testo che, assolutamente non può essere da noi condiviso.
Relativamente all'altra questione, sostituisce, ma solamente in minima parte, la cancellazione dell'iscrizione ai registri abilitanti chiedendo almeno dei requisiti professionali per poter accedere all'esercizio dell'attività. Il rilascio dell'autorizzazione e all'esercizio dell'attività è subordinato alla frequenza di un corso professionale istituito e riconosciuto dalla Regione Piemonte o da altre Regioni. Ecco almeno quello, ma non è che una piccola e labile barriera al proliferare di esercizi, che potranno, in molti casi, far morire gli altri già esistenti.
Non in ultimo, sappiamo tutti che fino all'altro giorno un commerciante, specialmente in alcune realtà, il guadagno lo accumulava negli anni, la sua liquidazione era data dalla vendita della licenza. Oggi quella licenza, grazie al Decreto Bersani e a questo testo che, di fatto applicherà il Decreto Bersani, noi gliela togliamo, rendendo di fatto tutte queste persone un po' più povere.
Come Lega non possiamo certo essere d'accordo. Il nostro sarà un voto di astensione, non voteremo contro, perché capiamo che è il Decreto Bersani che impone queste norme, ma, almeno, su questo testo ci aspettavamo un minimo di critica.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo ora all'esame dell'articolato.
Ricordo che il numero legale è salito a 30.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 14 presentato dai Consiglieri Muliere, Pichetto Fratin, Ricca, Cirio Botta, Bizjak, Clement, Guida, Buquicchio Turigliatto, Robotti, Manolino, Dutto e Lupi: all'art. 8, c. 2, le parole "entro il termine di dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti: "entro il termine di mesi sei dalla scadenza dei termini di cui all'art. 27 comma 1 bis".
Il comma nella sua interezza si legge: "La Giunta regionale adotta gli indirizzi regionali, entro il termine di mesi sei dalla scadenza dei termini di cui all'art. 27 comma 1 bis, previa acquisizione del parere obbligatorio della Conferenza permanente Regione Autonomie locali di cui alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della regione e degli enti locali), e sentite le organizzazioni delle imprese del settore, dei consumatori e delle categorie dei lavoratori più rappresentative a livello regionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 15, presentato dai Consiglieri Muliere, Pichetto Fratin, Ricca, Cirio, Buquicchio, Manolino, Monteggia, Botta, Bizjak Robotti, Dutto, Lupi, Clement e Guida: All'art. 8, è aggiunto alla fine del comma 4, il seguente periodo: "A tal fine i Comuni favoriscono, nelle forme ritenute più opportune, la concertazione con le organizzazioni delle imprese del settore, dei consumatori e delle categorie dei lavoratori maggiormente rappresentative".
Il comma nella sua interezza si legge: "I comuni adottano i criteri per l'insediamento delle attività entro centottanta giorni dall'entrata in vigore degli indirizzi regionali e nel rispetto dei medesimi, sentito il parere delle organizzazioni delle imprese del settore, dei consumatori e delle categorie dei lavoratori più rappresentative a livello provinciale. A tal fine i Comuni favoriscono nelle forme ritenute più opportune, la concertazione con le organizzazioni delle imprese del settore, dei consumatori e delle categorie dei lavoratori maggiormente rappresentative".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13 presentato dai Consiglieri Cotto, Pichetto Fratin e Muliere: All'articolo 8, comma 6, dopo la lettera i) è aggiunta la seguente: "i bis) negli esercizi situati in immobili aventi caratteristiche turistico ricettive, di proprietà di enti pubblici, utilizzati ai fini della valorizzazione del patrimonio enogastronomico, culturale e turistico locale. La gestione di tali esercizi è affidata direttamente dall'ente proprietario dell'immobile nel rispetto dei requisiti professionali e morali previsti dalla normativa vigente".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Emendamento rubricato n. 16, presentato dai Consiglieri Muliere, Guida Ricca, Pichetto Fratin, Cirio, Botta, Bizjak, Clement, Buquicchio Turigliatto, Robotti, Manolino, Dutto e Lupi: All'articolo 23, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente comma: "1 bis. La Regione riconosce e promuove gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che esplicano una funzione sociale in favore dei cittadini affetti da particolari patologie alimentari, secondo criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale. A tal fine la Regione istituisce apposito marchio di qualità".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 23, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Emendamento rubricato n. 17, presentato dai Consiglieri Muliere, Guida Ricca, Pichetto Fratin, Cirio, Botta, Bizjak, Clement, Buquicchio Turigliatto, Robotti, Manolino, Dutto e Lupi: All'art. 27, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente c. 1 bis: "Il titolare dell'autorizzazione di cui all'art. 5, comma 1, lettere a), b) e d) della l. 287/1991 per uno stesso esercizio ha diritto, sussistendone le condizioni, di attivare in locali diversi o cedere, entro mesi quattro dall'entrata in vigore della presente legge, i diversi rami d'azienda e il subentrante ha diritto all'intestazione della relativa autorizzazione".
La parola al Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Chiederei a uno dei firmatari di spiegare rapidamente, se è possibile l'emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Per chi ha seguito i lavori della Commissione, questo è un emendamento chiaro, ma evidentemente non lo è per chi ha seguito i lavori in Aula.
Con l'entrata in vigore della legge non ci sarà più l'autorizzazione di tipo A o di tipo B relativa a bar, ristorante o bar-ristorante: ci sarà un'unica autorizzazione.
Con questo emendamento, diamo la possibilità agli esercenti che hanno ancora in proprietà le due licenze di tipo A e di tipo B, per quattro mesi di poter "cedere" una di queste autorizzazioni; dopo non sarà più possibile. Così facendo, facciamo una deroga di quattro mesi e diamo questa possibilità a chi ha le due tipologie di licenze.
Spero di essere stato chiaro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 18, presentato dai Consiglieri Muliere, Guida Ricca, Pichetto Fratin, Cirio, Botta, Bizjak, Clement, Buquicchio Turigliatto, Robotti, Manolino, Dutto e Lupi: All'art. 27 dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma: "1 bis. Il termine di cui all'art. 6, comma 3, del Regolamento regionale n.
9/2003 è prorogato al 1° luglio 2007".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 27, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola l'Assessore Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore al commercio

In conclusione del dibattito per l'approvazione della legge sulla somministrazione di alimenti e bevande, consentitemi una breve riflessione.
Come noto, la riforma del commercio, avviata con il decreto legislativo 114/1998, aveva allentato le barriere di accesso al mercato liberalizzando, in particolare, il piccolo commercio di vicinato, ma non aveva in alcun modo modificato il sistema dell'autorizzazione amministrativa e del contingentamento per il comparto dei pubblici esercizi, che non sempre si è rilevato in grado di realizzare i livelli ottimali di efficienza del servizio.
Gli orientamenti delle politiche nazionali e comunitarie nei settori produttivi, caratterizzati principalmente dalla ricerca di un contesto di fluida dinamica concorrenziale per la migliore rispondenza alle attese del consumatore, non venivano così, in prima battuta, ad interessare il comparto dei pubblici esercizi.
La recente approvazione del decreto legge 223/2006, convertito nella legge 248/2006, noto come decreto Bersani bis, avente ad oggetto "Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale" è, tra l'altro intervenuta ad estendere anche a questo comparto alcune "regole di tutela della concorrenza nel settore della distribuzione commerciale".
La Regione Piemonte, alla luce delle opportunità offerte dalla legge costituzionale, e nel rispetto delle recenti disposizioni sulla concorrenza, ha inteso a procedere ad una riforma della legislazione nella materia dei pubblici esercizi, attraverso l'adozione di una nuova legge regionale, cui seguiranno atti normativi di attuazione, che vada a sostituire la legge 287/1991 che, allo stato attuale, ancora regola il settore, i cui schemi però divenivano sempre più obsoleti e le tipologie si rivelavano "rigide ingessature" ad una realtà in divenire.
Certamente la legge che abbiamo approvato ha introdotto novità importanti, in un comparto che rappresenta per il Piemonte una risorsa economica di tutto rilievo: nella nostra Regione, infatti, operano ventimila esercizi in diverse tipologie: bar, ristorante o miste.
Non sto a ripercorrere l'iter di approvazione, né ad entrare nella sostanza della legge, perché sono stati abbondantemente descritti e condivisi. È importante sottolineare l'individuazione di una tipologia unica di esercizi di somministrazione, con conseguente autorizzazione commerciale unica, rilasciabile per le attività di somministrazione di alimenti e bevande in luogo delle quattro previste dalla legge 287/91, che permette di superare la rigidità di transito tra le quattro tipologie consentendo all'operatore di ampliare la sua attività commerciale.
Ma è altrettanto importante rimarcare che sarà il possesso dei requisiti igienico-sanitari, unito alle scelte imprenditoriali, a determinare il tipo di attività effettivamente svolta dal singolo esercizio.
Pur nella consapevolezza che le ragioni dell'economia debbano cedere a fronte delle superiori esigenze di tutela della salute pubblica, riteniamo tuttavia che una riflessione debba essere opportunamente avviata, sia nei confronti dell'economia, nella logica del minor sacrificio possibile, sia nei confronti del regolamento, auspicando almeno una maggiore chiarezza di contenuto delle disposizioni applicative; ad esempio: le linee guida alle ASL, il contenuto delle autocertificazioni richieste agli interessati, ecc.
Concludo, sottolineando lo spirito di collaborazione che ha animato le forze politiche, sia in Commissione che in Consiglio, nell'affrontare il lavoro di questa importante legge, che, ricordiamolo, doveva essere approvata prima della fine dell'anno, ciò che puntualmente è avvenuto consentendoci di rendere un buon servizio ai nostri cittadini.
Per tutto questo sento il dovere di ringraziarvi, estendendo i ringraziamenti ai dirigenti del settore commercio per la preziosa collaborazione.
Auguro a tutti un Buon Natale e grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi per dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato Sì 40 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Mi rivolgo al Consiglio per una richiesta sull'ordine dei lavori che si è concordata in Conferenza dei Capigruppo. Mi pare che ci fosse, di massima, un regolamento che doveva vedere, di seguito, due progetti. Uno era la proposta di deliberazione sulla modifica dell'articolo 13 del Regolamento, l'altro era il progetto di legge n. 353 che riguarda sempre meccanismi relativi al funzionamento del Consiglio e aggregazione. Nella giornata di domani, salvo cambiamenti che la Conferenza dei Capigruppo potrà valutare nel corso della seduta di domani mattina, bilancio del Consiglio e votazione dell'esercizio provvisorio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Se i Consiglieri acconsentono, avremmo bisogno di cinque minuti di sospensione. Parlo solo per il mio Gruppo; se altri Consiglieri di minoranza vogliono partecipare, lo possono fare.



(La seduta sospesa alle ore 17.26 riprende alle ore 17.53)



PRESIDENTE

Se volete convocare una Conferenza dei Capigruppo, la deve richiedere un Capogruppo. Chiedo ai Capigruppo, che così informalmente occupano l'aula, di prendere posto. Invito i Consiglieri ad accomodarsi ai loro posti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Credo che in questo momento sia utile, per evitare notizie distorte che possono incancrenire il proseguo dei lavori, anche in funzione dei due bilanci importanti che sono da approvare: una veloce Conferenza dei Capigruppo per capire se sia possibile risolvere parte dei nodi e andare avanti con i lavori visto che, tutto sommato, è ancora presto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ringrazio la cortesia dei Consiglieri che ci hanno consentito l'interruzione, sapientemente gestita dal Vicepresidente Picchetto.
I dubbi che avevamo ce li siamo chiariti, visto che l'organizzazione dei lavori è compito della Conferenza dei Capigruppo ai quali informalmente, è stato riferito l'esito parziale, ci è indifferente, in tal senso. Siamo ugualmente disponibili sia a convocare la Conferenza dei Capigruppo adesso, se su questo la maggioranza conviene, o domani mattina alle 9,15. Siamo ugualmente disponibili, non siamo nella fase di creare problemi.



PRESIDENTE

Ci sono state due richieste una di convocare adesso la Conferenza dei Capigruppo, l'altra di chiudere la seduta di Consiglio e rinviare la Conferenza dei Capigruppo domani mattina.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

A me sembrava più logico convocare la Conferenza dei Capigruppo domani mattina, ma non pongo problemi di questo tipo, era per non prolungare l'attesa degli altri Consiglieri.
Vorrei tranquillizzare i Consiglieri. Domani facciamo il bilancio del Consiglio e l'esercizio provvisorio, e lo facciamo al di là di certe posizioni. Ci sono persone in Consiglio che quando prendono un impegno lo mantengono, non possiamo sempre contrattare. Non è questo il clima. Se ci sono degli impegni, noi li manteniamo. A maggior ragione penso che la Conferenza dei Capigruppo sia utile convocarla domani mattina.



PRESIDENTE

Stante tali condizioni, il Consiglio è sciolto ed è convocato per le 9.30 di domani mattina e la Conferenza dei Capigruppo alle 9.15.
La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 17.57)



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