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Dettaglio seduta n.143 del 18/12/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 21.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi, Buquicchio, Cavallaro Comella, Larizza, e Travaglini.
Il numero legale è 28.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi per mozione d'ordine.



BURZI Angelo

Data l'inutilità dei nostri lavori - mi sembra di averlo già ricordato più volte, vedo che perfino l'Assessore delegato ai rapporti con il Consiglio se n'è fatta una ragione - la pregherei, se è possibile, da adesso in avanti, di garantire non soltanto un inizio puntuale delle nostre sessioni, come da convocazione, ma anche di evitare - non dipende certo da lei - che nelle fasi iniziali ci fosse un "adesso sì", "adesso no", "adesso sì", "adesso no", che sembra la barzelletta della Volkswagen quando gli funzionano i segnalatori. Funziona il segnalatore? Adesso sì, adesso no. Mi sembra un po' l'epoca dei Carabinieri di un tempo.
Nell'aver verificato la presenza del numero legale, auguro a tutti una piacevole sessione serale.



PRESIDENTE

Mi dispiace che non si sia avuto immediatamente, allo scoccare delle ore 21.30, il responso del numero legale. Dobbiamo scusare gli Uffici, in quanto, ininterrottamente, da questa mattina, stanno facendo un'opera paziente per garantire le regolari procedure dell'Aula.
La parola al Consigliere Rossi per mozione d'ordine.



ROSSI Oreste

Intervengo sull'ordine dei lavori. Volevo chiedere se è intenzione della Presidenza ricevere domani mattina la delegazione di persone che verranno a protestare davanti alla sede del Consiglio in merito alle case popolari. Mi risulta, in quanto mi ha informato uno di loro, che saranno guidati da truppe cammellate con alla testa i Presidenti delle ATC del Piemonte, che sappiamo tutti essere stati nominati da questa Giunta, tra l'altro. Ci sarà anche quello di Alessandria.
Volevo solo sapere se è intenzione di questa Presidenza ricevere queste persone, riceverle con i Capigruppo e quando, in modo da poter regolare i lavori del Gruppo e in modo che anch'io possa essere presente in qualità di Presidente del Gruppo della Lega Nord; anche perché ritengo giusto spiegare i motivi che bloccano l'approvazione delle leggi sulla costruzione di nuove case popolari.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, non mi risulta sia pervenuta alcuna richiesta formale di essere auditi. È chiaro che se loro domani saranno presenti come è stato annunciato, e chiederanno di essere auditi, ci regoleremo come di pragmatica, ragionando insieme ai Capigruppo se, come e in quali termini organizzare un incontro con questa delegazione. Chiaramente, parliamo di un fatto eventuale, nel momento in cui si presenterà cercheremo di individuare la soluzione più adatta possibile, soprattutto ponendo attenzione a garantire la presenza di tutte le forze consiliari.
Se ciò dovesse avvenire all'inizio di seduta, se i colleghi Presidenti di Gruppo acconsentissero all'audizione - posto che sia chiesta - potremmo immaginare di svolgerla alla fine della seduta antimeridiana, per l'interruzione di pranzo, in maniera tale da consentire la presenza anche dei Capigruppo che, in ragione della seduta notturna, nella prima mattina non saranno presenti in Consiglio. Però, mi riserverei di parlarne con i Presidenti dei Gruppi nella giornata di domani.
Colleghi, procediamo con l'esame delle richieste di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.. Ne sono state presentate n. 48.
Prego i signori commessi di distribuirle; sono state numerate in ordine progressivo.



ROSSI Oreste

Annuncio di voler sottoscrivere queste richieste di iscrizione all'o.d.g.



PRESIDENTE

D'accordo, collega.
Nella seduta antimeridiana, tutti i Consiglieri di opposizione presenti in sala hanno inteso apporre la propria firma in calce alle iscrizioni. Se i colleghi lo consentono, le consideriamo d'ufficio sottoscritte da tutti i Consiglieri di opposizione presenti in sala.
Prego di verbalizzare che i Consiglieri Giovine, Cavallera, Pedrale Rossi, Novero e Scanderebech sottoscrivono tutte le richieste di iscrizione nuovi punti all'o.d.g.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, la sera scorsa a causa dello sciopero indetto dai giornalisti, in corso in queste ore che coinvolge le televisioni nazionali ho avuto modo di vedere "Porte Aperte", la trasmissione fatta dall'Ufficio di Presidenza in collaborazione con l'Ufficio di Comunicazione del Consiglio regionale.
Devo fare i miei complimenti perché il programma oltre ad essere ben realizzato è anche montato bene. Ciò che mi ha lasciato perplesso è che una collega ha parlato più degli altri e ogni volta che inquadravano i banchi dove è seduto Scanderebech, zac, subito gli addetti ai lavori cambiavano la scena.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, sta intervenendo a titolo di mozione sull'ordine dei lavori..



SCANDEREBECH Deodato

Questo è un vero e proprio atto di terrorismo politico e di totale assenza di democrazia. Presidente la invito a rivedere bene tutti i filmati e a notare quanto da me espresso: quando c'è di mezzo il viso di Scanderebech, viene subito tagliato il filmato.
Avevo già denunciato questo fatto un anno fa all'Ufficio di Comunicazione; l'avevo già detto e non solo per ciò che concerne i filmati ma anche nei dibattiti, ogni qualvolta io parlo, vengo oscurato dal Consiglio regionale persino nei comunicati stampa.
Capisco che non sono molto simpatico, che non sono molto bello, per non ho mai fatto male a nessuno, sono una persona tranquilla, e di tutto questo mi dispiace. Tra l'altro, è una cosa che potrebbe succedere anche a voi, non solo a me: lascia veramente l'amaro in bocca.
Presidente, io confido nella sua correttezza e in quella di tutti i colleghi, però questo è un atto che tengo a denunciare in questa sede - poi non parlerò più - e rispetto al quale bisogna prestare attenzione.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, mi spiace molto di quanto lei afferma.
Chiaramente provvederemo, d'intesa con l'Ufficio di Presidenza, a verificare le immagini del rotocalco mandato sulla televisione del Consiglio regionale e controlleremo che non ci siano più - se mai ci sono stati - i fatti che lei denuncia. Comunque, procederemo senz'altro con una verifica.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richieste iscrizioni di nuovi punti all'o.d.g


PRESIDENTE

Richiesta rubricata n. 1 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi e Scanderebech.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 208 avente oggetto "D.lgs recante norme in materia ambientale in attuazione dell'articolo 1 della l.
308/2004".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Questo è un ordine del giorno che era stato presentato nel dicembre 2005, quindi 12 mesi fa; però tratta di un argomento che, seppure in forma diversa, sotto diverse sembianze e con diversi connotati, merita un approfondimento, per cui ne riteniamo assolutamente necessaria l'iscrizione all'o.d.g.
Spiego di cosa si tratta. L'anno scorso infuriava la polemica riguardante l'emanazione dei cosiddetti decreti legislativi ambientali.
Ovviamente, l'allora Governo era molto criticato; nel caso particolare, il decreto legislativo recava norme in materia ambientale in attuazione dell'articolo 1 della legge 308, che era la legge delega.
Questo è un ordine del giorno presentato da Consiglieri della maggioranza, ma quando un punto viene iscritto all'o.d.g., noi abbiamo sempre la speranza di poter, nel corso del dibattito, convincere i colleghi con eventuali richieste di modifica, che ci auguriamo possano essere accolte, al fine di orientare al meglio il documento stesso.
Bene, la risoluzione, in sostanza, partiva proprio dallo schema di decreto legislativo che era stato messo in discussione nella Conferenza Stato-Regioni e - a dire dei proponenti - metteva in risalto forti contrasti con le norme comunitarie; addirittura veniva censurato con un eccesso di delega rispetto alla legge delega 308. Poneva, inoltre, una serie di questioni, alle quali devo dire sinceramente che anche il nostro Gruppo è molto attento, soprattutto quella delle competenze di cui agli articoli 117 e 118 della Costituzione, con riferimento anche al famoso decreto legislativo 112, vale a dire l'attuazione della cosiddetta riforma Bassanini.
La situazione che si è evoluta è ovviamente legata all'insediamento del nuovo Governo e anche ad una serie di provvedimenti, rispetto ai quali, se dovessi esprimermi - io non sono proprio un osservatore attentissimo direi che siamo in una situazione abbastanza incerta, stante la presenza di norme congelate, norme cambiate e quadro normativo che dovrà essere poi definitivamente messo a punto. Di conseguenza, una simile discussione su un argomento di questo tipo sarebbe senz'altro importante e comunque mantiene ancora la sua validità.
Vi è poi tutta una serie di messe a punto e di preoccupazioni per quanto riguarda anche la VIA, la VAS o l'IPPC (Autorizzazione Integrata Ambientale), nonché le questioni che in parte sono già state oggetto di intervento per la difesa del suolo, oltre alla gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati; non ultime e non meno importanti le norme che riguardano la tutela e i provvedimenti inerenti alla qualità dell'aria.
Presidente, credo veramente che sarebbe necessario procedere ad un'iscrizione tempestiva di quest'ordine del giorno; pur non condividendolo totalmente, potremmo apportarvi delle correzioni, qualora venisse iscritto.
Ad ogni modo, credo di essere riuscito con poche parole a mettere in risalto l'importanza della sua iscrizione, così come sono importanti i nuovi temi ambientali, che segnano una volontà di discontinuità tra il nuovo e il vecchio Governo. Pertanto, raccomando l'iscrizione di quest'argomento all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Siamo contrari all'iscrizione di questo nuovo punto all'o.d.g..



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 1.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 2 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi e Scanderebech.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 209 avente oggetto "Situazione critica al caseificio Merlo di Terzo d'Acqui (AL)".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Trattiamo un argomento che ha avuto tante altre occasioni per essere discusso in questo Consiglio. Nella fattispecie, parliamo di situazioni di crisi nel settore agroalimentare che richiedono, prevedono o determinano l'intervento di altri soggetti, sempre del settore, che, assorbono o comunque propongono di inserire nella loro organizzazione produttiva un determinato complesso. Nel caso specifico, parliamo del Caseificio "Merlo" di Terzo, ma avevamo avuto modo di parlare precedentemente anche dell'ABIT di Torino. Ricordo ai colleghi, per inquadrare il problema, che per quanto riguarda l'ABIT era intervenuto un complesso di Cooperative della Confcooperative (con sede marchigiana, se non vado errato), che ne aveva determinato l'inserimento salvaguardandone il marchio e comunque una certa autonomia operativa.
In questo caso, il complesso è stato assorbito dalla Granarolo e ha avviato le procedure proprio per acquisire questo complesso produttivo peraltro noto, rinomato e rilevante nella realtà dell'Acquese e del basso Piemonte.
Le questioni annesse al latte e ai prodotti derivati si intrecciano alle problematiche relative alle quote latte. Pertanto, ci rendiamo conto che la remunerabilità dei prezzi, gli ammodernamenti tecnologici, il posizionamento sui mercati e l'inserimento nella grande distribuzione sono fattori che non sempre si combinano in modo positivo e determinano condizioni favorevoli per il proseguimento, in autonomia, di una certa vicenda produttiva.
In questo caso, l'allarme sociale, per quanto riguarda i produttori di base, è stato veramente importante e l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno come questo consentirebbe, con la sollecitazione di un intervento di Giunta, di fare il punto della situazione per quanto riguarda questo stabilimento produttivo.
Ovviamente, non ho ancora citato uno degli aspetti più importanti quello occupazionale, che non va assolutamente trascurato, soprattutto in realtà come quelle Acquesi, dove non è che vi siano tanti complessi produttivi dal punto di vista agro-alimentare (recentemente si parlava anche di un altro rinomato stabilimento del Cuneese, per cui anche lì le preoccupazioni sono sempre notevoli).
So che la Regione si è sempre attivata storicamente sotto questo profilo, però l'ordine del giorno in questione, presentato dai colleghi della maggioranza (noi non avremmo comunque avuto difficoltà a votarlo) vuole essere una sollecitazione e un richiamo di attenzione della Giunta ma anche, e soprattutto, una forte presa di posizione del Consiglio, perch sono in gioco prodotti tipici - le famose formaggette, che ovviamente hanno una caratura più localistica e più articolata nelle valli dell'Acquese e delle Langhe) che fanno da sfondo alle produzioni un tantino più industrializzate che il Caseificio Merlo per tanto tempo ha assicurato nel panorama piemontese.
Con questa preoccupazione e con la speranza che questa proposta venga accolta, raccomando l'iscrizione all'o.d.g. di questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna, per intervenire in senso contrario; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Esprimo il parere negativo in merito all'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno in questione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 2.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 3 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi e Scanderebech.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 211 avente oggetto "Inserimento di documentazione critica sulla TAV nel centro informativo di Porta Nuova".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Con questo intervento, cominciamo una lunga serata e una lunga notte che dovremo passare assieme (se dobbiamo arrivare alle ore sette di domani mattina, non sarà di certo una nottata corta!).
Fa piacere vedere fra noi la Presidente Bresso, tra l'altro su un argomento che reputo essere assolutamente interessante e di attualità anche se riguarda un periodo ormai passato, dal momento che stiamo parlando di dicembre 2005: è quasi un anno che questo ordine del giorno langue in attesa di essere discusso. Guarda caso, si tratta di un ordine del giorno presentato dalla parte sinistra dalla sinistra (in tutti i sensi, ovvero sinistra in senso buono, ma per noi in senso meno buono), che da sempre contesta la linea ad Alta Velocità (ma non solo, perché nel Torinese contesta la linea ad Alta Velocità Torino-Lione, mentre nell'Alessandrino contesta anche il Terzo Valico).
In questo provvedimento si chiede come mai nel Centro Informativo di Porta Nuova sul treno ad Alta Velocità non si parli degli aspetti negativi della TAV.
Questa è una richiesta alquanto strana, perché proviene comunque dalle file di una maggioranza che, da sempre, ma in particolare in campagna elettorale, si è schierata a favore della TAV, a favore del terzo valico, a favore delle grandi opere. Dopo le elezioni abbiamo scoperto che una fetta importante, anzi, determinante della maggioranza - se questa fetta decidesse di togliere l'appoggio, la maggioranza non starebbe in piedi - ha pensato bene di continuare con battaglie contro la linea Alta Velocità Torino-Lione che tutta la parte produttiva del Piemonte vuole. Collegare il Piemonte con il resto dell'Europa è fondamentale, specie alla luce dell'ormai prossimo completamento della linea Torino-Milano, naturale completamento di quella linea. Mantenere solo la linea Torino-Milano sarebbe una spesa inutile, uno spreco di risorse pubbliche, un isolamento del Piemonte.
Un passaggio lo voglio sottolineare. Guarda caso fanno parte delle forze politiche che hanno firmato questo ordine del giorno anche quelli che contrastano il terzo valico, la famosa linea di collegamento tra Genova e Milano, passando attraverso la provincia di Alessandria. Nonostante la maggioranza che oggi governa la Regione Piemonte si sia dichiarata a favore del terzo valico, quando il Presidente del Consiglio Prodi, alcuni giorni fa, è venuto in provincia di Alessandria ha dichiarato che il terzo valico non rientra nelle priorità del suo Governo. Nonostante questo, non abbiamo sentito alcuna voce della maggioranza che governa la Regione e che fa parte dello stesso schieramento politico che governa il nostro Paese, prendere posizioni a favore del terzo valico sapendo che il porto di Genova sta morendo perché, anno per anno, diminuiscono i container che arrivano in quel porto, sapendo che c'è un progetto importante per un centro logistico gomma su rotaia come viene chiamato, progettato e predisposto dall'amministrazione comunale di Alessandria che, guardate, è dello stesso schieramento politico della Giunta regionale e del Governo nazionale.
Ci troviamo in una situazione per cui non sappiamo quello cui andremo incontro: né come terzo valico, provincia di Alessandria; né come Alta Velocità, che riguarda, ancora di più, tutto il Piemonte, in particolare la provincia di Torino, ma anche il collegamento fra il resto dell'Italia Milano e l'Europa.
Come minoranze, sapete benissimo, abbiamo chiesto un Consiglio straordinario per parlare di nuovo di Alta Velocità, di Torino-Lione ma ad oggi, nonostante la richiesta sia stata presentata da tutti i Gruppi di minoranza, non è stato data la possibilità di farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in senso contrario, il Consigliere Auddino ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Siamo contrari ad un'inversione strumentale e ostruzionistica, che lede gli interessi dei piemontesi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. richiesta rubricata n. 3.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 4 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi e Scanderebech.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 212 avente oggetto "Infanzia invisibile".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Ho sentito dire dal Consigliere Auddino che stiamo facendo un'opposizione strumentale. Più che un'opposizione o un ostruzionismo strumentale, si tratta di un ostruzionismo per la sopravvivenza del nostro territorio e dei nostri presidi ospedalieri, caro Consigliere. Non ci stiamo divertendo a passare il tempo in Aula, lo stiamo facendo per il semplice motivo che, alle proposte intelligenti della minoranza di dire sbrighiamoci a fare passare le leggi importanti che il territorio attende da tempo, ci hanno risposto sbattendoci una porta in faccia. Quando, a Regolamento vigente, la minoranza, disponibile, senza fare ostruzionismo ad approvare una serie di leggi importanti che il territorio aspetta, tra cui quella sulla casa, riceve una porta in faccia. Non potete pensare che "cornuti e mazziati", vi di dica: "Fate passare quello che volete".
Comunque sia, intervengo sull'ordine del giorno estremamente interessante, sull'infanzia negata. Nel documento si parla di una questione estremamente delicata che il Consiglio avrebbe dovuto assolutamente affrontare a tempo debito. Anche questo ordine del giorno, nonostante la sinistra si dica così vicina ai problemi della famiglia e dei bambini, ad oggi, non è ancora stato discusso (l'ordine del giorno è del 21 dicembre 2005). Un ordine del giorno che chiede di discutere dei problemi che emergono relativamente alla quantità di bambini che, nel mondo, in particolare nel Terzo Mondo, nascono senza identità, senza una famiglia diventando schiavi del sesso o delle guerre. Bambini mandati all'avanguardia da personaggi o gruppi di disperati, più disperati forse dei soldati di ventura che usano questi bambini allo scopo di essere protetti quando si sparano uno con l'altro. Parliamo di milioni di bambini che vengono strappati alle loro famiglie, comprati alle loro famiglie venduti da madri che, per vivere, devono cedere i propri per figli per poche decine di euro ad organizzazioni senza scrupolo che li usano per qualunque scopo. Oppure bambini, peggio ancora, che, pur avendo una famiglia, si trovano a dover subire violenze all'interno della stessa perché le famiglie non li hanno mai registrati.
Per arrivare a casi, meno gravi di quello che ho citato, ma seppur gravi, di bambini che si trovano invece - o perché quasi sconosciuti o perché maltrattati dalle famiglie - a non poter usufruire dei servizi essenziali, che vanno dalla sanità, alla scuola ad un minimo di istruzione.
Bambini che appena raggiungono un'età minimamente accettabile si trovano a dovere lavorare magari nei campi, magari nelle miniere o, peggio ancora, in quelle miniere del Brasile o di altre realtà particolari dove vengono utilizzati perché per le loro dimensioni riescono ad infilarsi in piccoli cunicoli ed andare in profondità ad estrarre diamanti, o pietre preziose.
Questi bambini vengono utilizzati per alcuni anni poi, a causa delle polveri che respirano e dell'aria chiusa, si ammalano e nell'arco di poco tempo, non potendo esser curati perché sono figli di nessuno e senza identità, muoiono.
Questo ordine del giorno ha un'assoluta dignità, ha una primaria dignità ed è giusto che sia discusso. Poiché stiamo perdendo tempo, visto che dobbiamo passare queste ore insieme, facciamolo almeno affrontando gli argomenti. Per continuare a votare contro le nostre proposte e contro decine di proposte, almeno su quelle più serie potreste anche provare a votare a favore, così si potrebbe finalmente approvare, o respingere qualcuno di questi ordini del giorno che invece potrebbero servire a qualcosa.
Noi siamo convinti che sia assolutamente importante verificare questi fatti, abbiamo la possibilità di farlo come Consiglio regionale, invitando il Governo ad intervenire su un argomento così importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Presidente, siamo contrari ad un uso strumentale anche dei problemi dell'infanzia, e, conseguentemente, a questa inversione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 4.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 5 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi e Scanderebech.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 213 avente oggetto "Lotta alla contraffazione".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno di cui si chiede l'iscrizione è rubricato e protocollato con il numero 213.
Come potete vedere dalle copie distribuite, questo ordine del giorno è stato protocollato a dicembre 2005. È evidentemente un problema che all'epoca, i proponenti - il Consigliere Lupi e il sottoscritto - avevano posto all'attenzione del Consiglio, perché in quella fase c'era una particolare necessità di sollevare la questione inerente alla contraffazione di tutto il made in Italy, in particolare di tutto ciò che è prodotto sul territorio pedemontano. Dopo un anno, il documento ha ancora viva la propria attualità ed è motivo per cui oggi chiediamo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno intitolato "Lotta alla contraffazione".
Già all'epoca l'on. Roberto Cota, Sottosegretario alle attività produttive che aveva la delega per la lotta alla contraffazione, quale Alto Commissario, si impegnava per contrastare questo fenomeno.
È evidente che il problema della contraffazione non ha subito delle arginature nell'arco del tempo. Non è un problema confinato, direi che ormai devasta la totalità della Penisola: arriva dall'Oriente e qui produce i suoi danni peggiori.
Per assurdo, credo che ormai si debba fare una lotta alla contraffazione che arriva dall'Oriente perché danneggia l'economia della contraffazione del Sud Italia.
La contraffazione che arriva dall'Oriente ormai è ulteriormente concorrenziale rispetto alla contraffazione che procura tanti danni economici all'economia nazionale e, di conseguenza, all'economia regionale.
In particolare, la contraffazione che riteniamo più grave è quella di tipo enogastronomico, soprattutto del vino. Ci sono delle realtà totalmente distrutte dalla contraffazione di prodotti che oggi noi vogliamo sottolineare con i marchi Doc, Dop e Docp; prodotti che, puntualmente vengono massacrati sul mercato da milioni di esemplari che fisicamente non potrebbero esistere, né nella quantità né nel prezzo. Basta andare in qualsiasi ipermercato o discount per vedere quanti formaggi Castelmagno o vini Barolo si vendono a prezzi ridicoli, soprattutto nei numeri assolutamente non credibili, perché chiunque si intende di coltivazione vitivinicola, sa che il numero delle bottiglie è assolutamente limitato.
Ovviamente questo vale per tutta la produzione gastronomica legata ai latticini.
Per questo motivo, credo che, soprattutto in una fase in cui la nostra Regione rischia la recessione economica grazie alla Finanziaria attuata dal Governo nazionale, a maggior ragione dobbiamo tutelare i nostri produttori i nostri allevatori e i nostri commercianti, perché bisogna valorizzare e non punire il prodotto locale.
Credo che fra le azioni - devo dire che sul punto la Giunta ha fatto sicuramente qualcosa di positivo e gliene sono grato - di valorizzazione e di tutela della nostra produzione vitivinicola e agro-alimentare, ci debba essere sicuramente la lotta alla contraffazione.
L'ordine del giorno in oggetto chiede una discussione ampia e franca in questa Assemblea. Non vedo occasione migliore per affrontarla in tutta serenità, visto che abbiamo anche la fortuna di avere la presenza dell'Assessore Mino Taricco. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Saremmo molto interessati a discutere della lotta alla contraffazione viste anche le specificità tutte piemontesi, ma non questa sera. Per questo motivo, esprimiamo voto contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese della richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 5.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 6 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi e Scanderebech.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 214 avente oggetto "Chiusura Federal Mogul".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto chiedo di apporre la mia firma alle iscrizioni fino al nr.
48.



PRESIDENTE

Ve bene, ne prendiamo atto.



PICHETTO Fratin Gilberto

Prendendo spunto dal documento di cui si chiede l'iscrizione all'o.d.g., vorrei intervenire in merito alla situazione della crisi industriale.
Negli ultimi mesi ci siamo trovati in una serie di situazioni di grave crisi, che ha costretto molte aziende a predisporre piani di ristrutturazione, con l'espulsione di numerosi lavoratori. Nel passato, si è tentato una procedura di accompagnamento, utilizzando impropriamente uno strumento che non è un'indennità di disoccupazione, ma è la Cassa Integrazione, prima ordinaria e poi straordinaria, per creare una condizione di allungamento dei tempi, tale che potesse portare, da un lato alla qualificazione e, dall'altro, alla ricollocazione di quelli che potevano essere gli esuberi che si manifestavano.
Vorrei ricordare che nella realtà piemontese, caratterizzata da una più massiccia (come percentuale di incidenza sull'economia) presenza industriale di tipo fordista, di grandi produzioni che sono state la peculiarità del secolo scorso, è in corso da un decennio, una trasformazione molto violenta del sistema produttivo. Una trasformazione che tende ad adattare il nostro sistema ai modelli più moderni europei, che crea le condizioni perché si possa contrastare la globalizzazione ricordando che con la globalizzazione le grandi produzione di serie stanno diventando patrimonio dei Paesi meno sviluppati o in via di sviluppo o comunque con una forte pressione demografica. Mi riferisco in particolare ai paesi asiatici, alla Cina, all'India, all'Indonesia, dove il basso costo della mano d'opera, da un lato, le azioni di intervento dello stato che potrebbero configurare anche un dumping sul mercato (nonostante le regole del WTO) dall'altro, fanno sì che i loro prodotti si riversino sulla realtà europea, sulla realtà nazionale, creando una situazione di scompaginamento degli equilibri che esistevano sul mercato italiano, piemontese ed europeo fino a pochi anni fa.
Naturalmente, in questo quadro, diventa fondamentale il ruolo che lo Stato e la Regione per le sue competenze sul lavoro possono svolgere nell'accompagnare la trasformazione di queste imprese. Accompagnare significa, da un lato, l'intervento per aiutare le ristrutturazioni dall'altro, l'accompagnamento ad una nuova formazione per il personale che diventa di esubero rispetto ai livelli occupazionali esistenti; dall'altro ancora, in alcuni casi, un accompagnamento al pensionamento, così come è stato fatto per molte imprese, in particolare, per la principale impresa di questa Regione che è anche la più importante industria del nostro paese, la FIAT.
Negli ultimi mesi si è però verificata una situazione di disagio dovuta al fatto che frequentemente l'INPS e il Ministero del Lavoro negano le proroghe di cassa integrazione straordinaria. Quindi, è di attualità discutere, prendere spunto da un ordine del giorno quale quello di cui si chiede l'iscrizione, proprio per chiarire le motivazioni a livello regionale: che sia la Giunta regionale a chiarire qual è la sua posizione su questo comportamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Nonostante l'intervento molto convincente del collega Picchetto Fratin siamo contrari all'iscrizione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese della richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 6.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 7 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 215 avente oggetto "Aria di crisi alla Viberti".
È iscritto a parlare il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Non posso di certo lasciare solo il collega Pichetto a parlare di crisi delle imprese. In questo caso, parliamo della crisi della Viberti, ma come diceva il collega Pichetto - il problema non è di una sola impresa, ma dell'intero tessuto delle imprese del Piemonte e non solo, addirittura del Paese Italia, che sta veramente rischiando. Sta veramente rischiando, a causa della concorrenza sleale di paesi terzi, in primis la Cina, ma non voglio dimenticare né l'India né i paesi dell'America latina o i paesi più vicini a noi che stanno per entrare nella comunità europea o che sono appena entrati in Europa. Tali paesi hanno delle condizioni di lavoro assolutamente differenti dalle nostre; quindi, con prezzi e costi più bassi attuano una sorta di concorrenza sleale nei confronti delle nostre imprese.
Cominciamo dal problema più grosso, che è quello legato sicuramente alle merci che arrivano dalla Cina e da altri paesi dove il costo del lavoro è fino a 6-8 volte inferiore a quello del nostro paese. Noi riteniamo che non sia possibile chiedere alle nostre imprese di salvarsi solamente dando qualità alla produzione, perché un conto è dare qualità (ed è anche possibile migliorarla), un conto è competere con potenze economiche che hanno masse di lavoratori immense e che - ripeto - hanno un costo del lavoro fino a un sesto o un ottavo rispetto a quello del nostro paese. È una concorrenza, di fatto, improponibile, se non per mercati di nicchia che non possono certamente garantire il lavoro a tutti coloro che nel nostro paese cercano invece di lavorare.
E allora, cosa dobbiamo fare? L'unica soluzione è quella che l'Europa si svegli e, invece di andare a normare questioni come la lunghezza di un frutto o di una verdura, o la dimensione o il peso o il colore, cominci invece ad occuparsi di questioni ben più importanti, come quelle relative alla concorrenza sleale fatta da paesi dove, non solo i costi del lavoro sono estremamente bassi, ma dove addirittura non vengono rispettati i diritti dei lavoratori. Infatti, a questi lavoratori non è riconosciuto un sistema sanitario; non è riconosciuta una pensione; non è riconosciuta la possibilità di mettersi in malattia; non è riconosciuta una buonuscita; non è riconosciuto un orario di lavoro garantito e, spesso e volentieri, non bisogna neanche essere sedicenni per andare a lavorare, ma addirittura basta avere sette o otto anni e si può finire per due-tre euro al giorno a lavorare otto- dieci-dodici ore in uno scantinato.
È chiaro che l'Europa deve intervenire. Come deve intervenire? Secondo noi, l'intervento deve essere fatto tramite l'imposizione di una tassa che noi definiamo dazio- che deve essere applicata sulle merci in entrata noi ci auguriamo in Europa, ma almeno - se non si riesce a trovare un accordo a livello europeo - nel nostro paese. Un dazio variabile, in modo da non essere accusati di essere contrari all'importazione delle merci da altri paesi. Perché variabile? Perché deve variare in base a quella che è la condizione del costo del lavoro in quel paese terzo. Per intenderci: se un prodotto finito che arriva dalla Cina costa 500, in Italia costa 3.000 noi dobbiamo tassarlo di un dazio pari a 2.500, in modo che il prodotto come costo finale, alla frontiera sia identico al prodotto fatto in Italia.
A quel punto sì che si può giocare sulla qualità! Migliore è la qualità più possibilità ha quel prodotto di trovare mercato nel nostro paese. Per è impensabile proporzionare un 500 contro un 3000 come differenza di prezzo solo con la qualità, perché in momenti di vacche magre come sono quelli in cui stiamo vivendo il cittadino, che deve andare a fare la spesa, prima guarda il costo e poi magari guarda anche il colore del prodotto, la bellezza, ecc., ecc. Quindi è indispensabile garantire le nostre imprese.
Nel momento in cui in questi paesi dovessero migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, dovessero essere dati loro i giusti diritti come quelli che hanno i lavoratori nel nostro paese, a quel punto il prodotto arriverà magari a costare 2000. A quel punto, anche noi dovremmo moderare il dazio e il dazio diventerà solo più 1000, in modo che 2000 più 1000 si arrivi di nuovo al prodotto pari prezzo che è di 3000. A quel punto, siamo di nuovo in condizioni di parità. Nel momento in cui anche in quel paese ci sarà pari dignità rispetto ai nostri lavoratori, quel prodotto arriverà alla nostra frontiera ad un costo identico a quello del nostro paese; a quel punto, sarà perfettamente inutile applicare il dazio e avremo un vero regime di livello solo qualitativo, e non più di concorrenza sleale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Nonostante l'importanza dell'argomento, siamo contrari all'iscrizione di quest'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese della richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 7.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 8 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin: Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 218 avente oggetto "Ipoteca sugli impianti per salvare Torino 2006".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ho voluto intervenire sull'ordine del giorno n. 18) e protocollato al dicembre 2005, perché riguarda il TOROC, le Olimpiadi, il parco olimpico e tutto il problema che si connette al post-olimpico.
In questo ordine del giorno si evidenziavano alcune peculiarità negative riscontrate su un articolo che appariva sul "Sole 24 Ore" che spesso per tutti noi è un po' una sorta di vangelo su alcuni aspetti giuridici e anche amministrativi che accadono nel nostro paese.
Nella fattispecie, il giornale, che è molto serio, evidenziava che c'era una gravissima situazione di conti pre-olimpici e il fatto che il comitato organizzatore pare - così diceva il giornale - avesse gonfiato la struttura di personale e che addirittura tale personale non fosse sempre idoneo .
Ora mi pare che le vicende successive riguardanti il post-olimpico, il TOROC e tutto quello che può riguardare la vicenda Olimpiadi, abbiano dato ampiamente ragione a questo articolo che, nel suo genere, si può definire tra gli articoli Cassandra.
Non era neanche così difficile prevedere che le questioni legate alle Olimpiadi e al TOROC avessero un'evoluzione così grossa, oltre che dal punto di vista politico anche dal punto di vista dei conti in essere.
Nella fattispecie, mi piacerebbe che venisse iscritto questo ordine del giorno nella seduta odierna, perché sarebbe un modo per rilanciare quel dibattito annoso che ormai da molte settimane ho richiesto al Presidente tramite una comunicazione dell'Assessore Bairati.
Pur essendo datato al dicembre 2005, è un ordine del giorno più attuale che mai, perché le notizie che tutt'oggi affiorano sul post-olimpico, su quella società che viene definita oggi "Parco olimpico" e tutto ciò che è ad esso correlato, non sono assolutamente rassicuranti.
E' di oggi un articolo su la Stampa, dove si evidenziava che nell'ultima finanziaria dei 20 milioni di euro promessi, solamente 10 fossero giunti con le modifiche ultime.
Il sen. Ghigo, ex Governatore della Regione Piemonte, si era fatto promotore di un'iniziativa bipartisan con altri senatori del centrosinistra affinché ci fossero fondi necessari per il ripianamento dei conti e affinché si potesse dare la possibilità alla fondazione di avere gli strumenti per poter portare avanti delle iniziative con le risorse finanziarie necessarie. Si auspicava quindi non un semplicemente un lavoro di apertura degli impianti, ma si immaginava realmente un rilancio della struttura ad utilità del tessuto turistico economico piemontese.
Questo non c'è stato e noi lo riteniamo molto grave; credo di poterlo dire assolutamente in nome di tutta l'opposizione. A me spiace che senatori e deputati che rispondono a questa maggioranza consiliare e che hanno lo stesso colore politico di questa maggioranza consiliare, e colleghi presenti in aula si dolgano, si battano il petto e cantino litanie perch non sono arrivati i soldi per il post-olimpico.
Bene, con questa richiesta d'iscrizione all'o.d.g. vi do la possibilità finalmente di scattarvi. Votiamola, discutiamola, emendiamola a piacere, ma diamo un messaggio molto forte perché ricordiamo che la finanziaria non ha ancora avuto l'iter conclusivo, deve ritornare alla Camera e probabilmente vi sarà ancora un ultimo passaggio al Senato.
Siamo ancora in tempo per rimediare al danno, quindi chiedo a tutti i colleghi Consiglieri di porre rimedio. Grazie.



PRESIDENTE

In senso contrario ha chiesto la parola il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Non più di dieci giorni abbiamo discusso ampiamente in quest'aula del post-olimpico. La richiesta appare veramente pretestuosa, per questo votiamo "no".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese della richiesta d'iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 8.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 9 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 219 avente oggetto "Soppressione fermata Castelrosso".
A favore, ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, qui parliamo di un'altra situazione estremamente pesante per la nostra Regione ed è questa fissazione delle Ferrovie dello Stato a voler sopprimere le piccole fermate.
Tra l'altro, in questo caso c'è anche un'uguaglianza di nome, perch ricordo che Castelrosso è stata un'importante colonia italiana delle isole dell'Egeo che addirittura stampava francobolli acquisendo francobolli italiani, sovrastampandoli Castelrosso, che avevano corso legale.
Oggi sono ovviamente oggetto di collezione, non costano nemmeno esageratamente e si trovano in modo abbastanza facile, però è stato intorno agli anni '30 un'importante colonia italiana.
Qui invece purtroppo si parla della soppressione di questa fermata ferroviaria ed è assolutamente un errore, perché invece bisognerebbe potenziare le piccole linee secondarie.
Nella Provincia di Alessandria vi sono ormai diverse fermate soppresse ma non solo; addirittura vi sono fermate soppresse senza neanche la possibilità di avere in sostituzione un servizio autobus. Quindi, chi abita in quella frazione non ha più la possibilità di raggiungere, se non magari una o due volte al giorno, il centro capoluogo per poter vivere in modo dignitoso e uguale agli altri cittadini.
Poi ci sono anche tutte quelle altre piccole stazioni dove, magari, non è stata soppressa la fermata, ma è stata soppressa la stazione, nel senso che non c'è più una struttura che fornisce riparo ai viaggiatori o dà loro soccorso in caso di necessità. Queste piccole stazioni o caselli ferroviari secondari sono abbandonati e, a volte, diventano rifugi per disperati. Le persone, specialmente quando devono partire nelle prime ore del mattino per andare a lavorare oppure quando rientrano alla sera, hanno paura a scendere dal treno, perché, una volta che la porta del treno si è chiusa e il treno è ripartito, sinceramente, non sanno come raggiungere la loro macchina per tornarsene a casa, perché, magari, c'è da attraversare il vecchio giardino della stazione in mezzo ai ruderi o in mezzo, addirittura, a caselli o stazioni pericolanti.
Una di queste realtà, nella quale c'è ancora la stazione, ma, in realtà, non c'è più né il capostazione, né una struttura, è presente nel paese in cui abito, che non è così piccolo, perché, comunque, è sulla linea Alessandria-Torino e il numero di abitanti nella mia frazione ammonta a circa 7.600 persone. Eppure, ancora lì, a Spinetta Marengo, non c'è più una vera e propria stazione; tutto è lasciato a personale di servizio disponibile durante le ore diurne, ma durante la notte non c'è più nulla.
Un sistema di questo tipo comporterà sempre più danni alle piccole stazioni e farà sì che vi siano sempre più cittadini di serie B, che, pur pagando le tasse come gli altri cittadini, non hanno gli stessi servizi.
Invece, un'amministrazione oculata dovrebbe cercare di fornire servizi anche ai centri minori, perché anche gli abitanti di questi centri dovrebbero avere gli stessi servizi, le stesse garanzie e le stesse tutele di coloro che abitano in città. Purtroppo, così facendo, causiamo sempre più lo spopolamento dei piccoli Comuni e delle comunità minori, perché, non dando i servizi, obblighiamo i pendolari a doversi trasferire in un luogo più vicino al posto di lavoro, perché non lo possono raggiungere o perch per raggiungerlo, dovrebbero usare la propria auto, con i costi enormi che comporta l'uso della propria auto. Non solo, molti di questi pendolari usano auto vecchie, che, grazie alle decisioni e al regolamento emanato dalla vostra Giunta, da gennaio non potranno più utilizzare. Ricordo a tutti che non sarà più possibile utilizzare le auto che risalgono ad una data antecedente al 1993, le auto Euro 0 o Euro 1 a benzina. Non potendo più utilizzare queste auto, probabilmente, queste persone saranno ulteriormente svantaggiate rispetto ad oggi.
È importante che il Consiglio prenda in esame quest'ordine del giorno per votare un documento che impegni la gestione regionale delle ferrovie ma anche le Ferrovie dello Stato, ad occuparsi di più e a dare maggior peso ai centri minori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Signor Presidente, siamo contrari all'iscrizione di questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese della richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 9.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 10 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 220 avente oggetto "Epidemia nella zona del Lago di Viverone".
Sono iscritti a parlare il Consigliere Vignale e, in senso contrario il Consigliere Bossuto.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, prima di richiedere l'inversione dell'ordine del giorno, vorrei far presente un aspetto in merito al sito internet del Consiglio regionale. Sinceramente, non avevo mai approfondito questo tema ma questa sera era utile: avendo solo il titolo dell'ordine del giorno e non la mozione ho provato a consultare il sito del Consiglio. In realtà sia che i file pervengano all'Ufficio di Presidenza, sia che i file non pervengano, si presenta un'anomalia: mentre le leggi, le proposte di legge e tutti gli altri atti sono visibili integralmente all'interno del sito per quanto riguarda le mozioni e gli ordini del giorno è possibile visualizzare esclusivamente i titoli e non i documenti in sé.
Ovviamente, è una segnalazione, ma sarebbe una modalità da modificare soprattutto, se il file è stato ricevuto, come il caso in oggetto, dovrebbe essere pubblicato, per dare la possibilità ai navigatori del sito del Consiglio regionale di visualizzare anche le mozioni oltre agli altri atti.
Al di là di quest'aspetto, che ha riguardato gli ultimi tre ordini del giorno - credo riguarderà anche molti altri ordini del giorno presentati riteniamo importante la discussione di quest'ordine del giorno, presentato il 21 dicembre 2005 - quasi un anno fa - non soltanto per il problema che tratta, cioè l'aviaria, ma anche per sottolineare quanto le tempistiche del Consiglio regionale, in realtà, non sappiano rispondere ai problemi che i Consiglieri sottolineano o sui quali s'intende intervenire mediante gli strumenti previsti dallo Statuto e dal Regolamento; la mozione è una di queste.
Sappiamo tutti che, fortunatamente, il problema relativo all'aviaria è stato superato, sia da un punto di vista di timore relativamente alla salute, non soltanto degli animali, ma anche degli uomini - ed è questa una delle sottolineature che la mozione intendeva dare - sia relativamente al problema legato alle imprese.
Il superamento del problema non è certo merito del Consiglio regionale che non può intervenire relativamente alle trasmissioni, ma, in qualche modo, può svolgere un'opera di verifica e di intervento, affinché si possa mitigare il timore di una trasmissione rispetto ad animali anche migratori ma, soprattutto, rispetto ad animali che non vivono all'interno delle imprese, che svolgono un controllo sull'eventuale malattia degli animali stessi, che, altrimenti, nel caso dell'epidemia verificatasi nella zona del lago di Viverone non si sarebbe potuto fare.
In realtà, come dicevo, la risposta, o la non risposta, che il Consiglio regionale ha dato con la mancata discussione della mozione testimonia l'importanza di discutere con maggiore tempestività le mozioni.
Non per questo diamo la colpa alla calendarizzazione dei lavori o ai colleghi del Consiglio regionale, ma, certamente, è una riflessione sugli indugi del Consiglio regionale nel rispondere ad alcuni di questi aspetti anche se, in merito a ciò che è stato il problema largamente inteso, in qualche modo, la III Commissione consiliare ha ritenuto di intervenire nel momento - l'autunno e l'inverno dell'anno passato - in cui il problema sembrava maggiormente evidente, mediante provvedimenti a favore delle imprese, che poi sono stati inseriti nella finanziaria regionale.
Per questo motivo, riteniamo importante iscrivere oggi l'ordine del giorno per segnalare l'attenzione verso un problema importante quale quello sottolineato dall'ordine del giorno 220.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente. Poche parole per dichiarare la nostra contrarietà all'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 10.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 11 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 221 avente oggetto "Crisi nelle Valli".
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, con la richiesta di iscrizione di questo ordine del giorno "Crisi nelle valli", ho l'occasione di poter continuare il ragionamento che stavo facendo prima sulla soppressione della stazione di Castelrosso servizio negato ad una piccola realtà del nostro territorio.
La crisi nelle valli c'è ed è reale; penso che tutti noi che abitiamo in province dove vi sono Comunità montane, ma anche collinari, o realtà di pianura piccole, ci stiamo rendendo conto che i paesi, le realtà più lontane si stanno spopolando. Ogni volta che un paese perde degli abitanti ogni volta che una valle perde degli abitanti sia per raggiunti limiti di età sia perché per poter lavorare, per poter mandare i bambini all'asilo per poter avere i servizi essenziali che nelle piccole comunità spesso mancano devono trasferirsi, devono spostarsi e quindi abbandonano il territorio, si verifica un danno.
Ma l'abbandono del territorio non è solo un danno per chi deve abbandonare la sua casa o il suo paese e trasferirsi in una realtà diversa per motivi legati al dover vivere, al dover sopravvivere, al dover lavorare, a dare servizi ai figli, ma è un danno enorme per il nostro sistema territoriale. Quando abbandoniamo i boschi, quando abbandoniamo le nostre valli, quando abbandoniamo le nostre montagne o le nostre colline noi abbandoniamo a se stesso il territorio. E allora gli animali selvatici si avvicinano sempre di più alle case, si avvicinano e distruggono i pochi raccolti che ci sono, i boschi si sporcano di rami, tronchi che cadono marciscono e seccano e quando, per disgrazia, si accende un fuoco in modo naturale o, più facilmente, questo fuoco viene acceso dal piromane di turno, il bosco brucia completamente. Dico questo non perché è strano che bruci un bosco. Un bosco ben tenuto e pulito non brucia; il bosco con sotto i ramoscelli, l'erba e il fieno che non è stato raccolto, i tronchi più vecchi e seccati che negli anni sono caduti, surriscaldandosi, brucia, con danni ambientali enormi: ci costa molto di più andarli a ripristinare piuttosto che evitarli.
Cosa propone la Lega? La Lega ha giacente, ormai da un anno e mezzo una proposta di legge per il rilancio delle piccole comunità, che prevede l'istituzione del "tutore ambientale". Cosa significa? Significa dare a quelle persone, che ancora vivono sul territorio nelle aree minori e che hanno voglia di fare, la possibilità di stringere degli accordi con la Regione finalizzati alla sistemazione, alla manutenzione e alla pulizia dei corsi d'acqua, dei rii, dei fossi, dei boschi, dei campi abbandonati, delle aree trascurate, dando, in cambio di un'integrazione salariale, un servizio alla comunità. Queste persone, che potrebbero continuare a coltivare un po' di terreno o fare magari dei prodotti locali tipici che da soli non sarebbero sufficienti a mantenere la famiglia, con questa integrazione salariale e l'aiuto fisico che possono dare al mantenimento del territorio potrebbero tranquillamente ricavare da vivere per sé e per la loro famiglia, rimanendo nelle piccole comunità e mantenendole vive.
Non solo. La nostra proposta di legge prevede anche di istituire dei negozi sul modello dello store, dove c'è un po' di tutto, dove ci siano delle persone che gestiscono questi negozi - anche qui, grazie a un'integrazione salariale - che si impegnano non solo a mantenere tutti i prodotti che possono servire alle persone, ma anche a fare un servizio di consegna porta a porta delle materie prime, del cibo, della frutta, della verdura, del pane, di quello che può richiedere la persona, magari anziana che ha difficoltà a uscire da casa. In questo modo, noi daremmo sia un servizio all'anziano - perché tutti i giorni l'omino va, suona il campanello, vede se la vecchietta c'è, se l'anziano c'è, gli consegna il prodotto, prende quei pochi soldini della spesa - sia un'integrazione salariale, consentendo alle persone di fare quel tipo di lavoro.
Quindi abbiamo: il controllo dell'anziano (si verifica che sia in buona salute); il servizio che gli viene dato; la creazione di un posto di lavoro della persona che fa questo lavoro e mantiene lo store.
Lo sportello farmaceutico. Anche questo è un altro servizio, che garantisce la consegna a domicilio del farmaco nelle piccole realtà, la garanzia del collegamento, tramite pullman, di tutte le realtà locali, in modo che nessuno venga abbandonato.
Continuo nella prossima occasione.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Rossi.
La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Riteniamo questo argomento molto interessante, ma riteniamo altrettanto che argomenti ancor più interessanti giacciano in questo momento all'o.d.g. attuale, che non vogliamo vedere stravolto. Pertanto, ci dichiariamo contrari a questa inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 11.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 12 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 222 avente oggetto "Situazione ACNA".
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Qui trattiamo l'ordine del giorno n. 222, che era stato protocollato il 21 dicembre 2005. Nonostante ciò, possiamo senz'altro attribuire a questo documento una previsione quasi profetica, nel senso che i proponenti mettevano in risalto la necessità di rafforzare la concertazione tra gli Enti locali e la Regione, in modo particolare il Piemonte e Liguria, cosa che in questi ultimi mesi è venuta meno.
Devo dire che quello che si temeva, e che avevamo in qualche modo sottolineato, poi si è verificato, perché non seguendo adeguatamente con attenzione politica e amministrativa tutta la procedura della bonifica dell'ACNA, si è arrivati ad una situazione nella quale la Regione Liguria e gli Enti locali liguri, con la copertura del Commissario straordinario sono ritornati ad andare per la loro strada.
Questo è un fatto gravissimo, che crea notevole allarme. Abbiamo anche presentato delle ulteriori interrogazioni e, in questo senso, sono intervenuti anche le Associazioni di valle, sia quelle di difesa che quelle ambientaliste.
Questo, a mio avviso, è uno dei pochi ordini del giorno che, forse più di altri, mantiene ancora totalmente intatta la sua validità, e tale aspetto mi induce a richiamare l'attenzione dei colleghi più attenti ai problemi ambientali, provenienti magari dalle zone del basso Piemonte, che da sempre hanno seguito le tematiche dell'ACNA, perché qui c'è stata, a mio giudizio, una disattenzione.
Approfitto della presenza in Aula della Presidente Bresso per richiamare anche la sua attenzione sulla necessità di intervenire personalmente presso il Presidente Burlando della Regione Liguria, perch il protocollo di intesa che è stato stipulato tra la Regione Liguria, il Comune di Cengio, la Provincia di Savona e il Commissario è molto preoccupante, perché tagliano fuori la Regione Piemonte da una tematica molto importante, che vede, prima di tutto, il riutilizzo dell'area, che non può che essere ecocompatibile.
Ma non solo, perché a Cengio non è programmata una bonifica integrale ma soltanto uno svuotamento dei lagoon - che è adesso è terminato - per cui milioni di metri cubi di rifiuti rimarranno tombati nel sito dell'ACNA.
Tutto ciò costituisce un grave pericolo, perché in caso di non adeguato monitoraggio o custodia, potrebbero verificarsi dei "rilasci" non desiderati verso l'ambiente.
Siamo all'inizio della Valle Bormida e, come sapete, non si parla di una bonifica integrale, ma di una messa in sicurezza permanente e la Regione Liguria si è permessa di procedere per conto proprio.
Credo che si possa dire che vi è stata una certa latitanza anche da parte del Ministero dell'ambiente: probabilmente il Ministro non ne è informato, ma quando lo sarà, interverrà senz'altro, perché attraverso la legge sulle bonifiche nazionali e con l'impegno del Ministero dell'ambiente si era riusciti a rendere equipotenziali i poteri di intervento della Liguria e del Piemonte, con la possibilità, per l'ARPA del Piemonte, di andare a Cengio a fare le opportune verifiche (perché c'era un'unica area di bonifica: Cengio, in Provincia di Savona, e Saliceto, in Provincia di Cuneo). Adesso, con la Regione Liguria che va per suo conto, la situazione è cambiata.
Signori, dobbiamo lanciare un allarme. Mi auguro che le interpellanze urgenti che abbiamo presentato possano ricevere al più presto una risposta.
Anche la collega Barassi, comunque, è informata della situazione perché come componenti della V Commissione eravamo andati a Cengio per un sopralluogo e, in quella sede, ne avevamo preso atto.
Mi auguro, Presidente, che questo ordine del giorno venga iscritto e trattato direttamente questa sera.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola in senso contrario il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Riteniamo che anche questo argomento sia molto importante e da non sottovalutare, ma non a tal punto da stravolgere l'ordine dei lavori di questa serata.
Ci dichiariamo, pertanto, contrari a questa richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g..



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 12.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 13 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin: Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 223 avente oggetto "Cassa integrazione ex Dipendenti Mecof Spa.".
La parola al Consigliere Cavallera, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Per inquadrare la tematica, mi richiamo all'intervento incisivo e documentato del collega Picchetto, che ha, in qualche modo, delineato quali sono le difficoltà del nostro sistema produttivo e delle nostre aziende di punta a stare sul mercato, soprattutto laddove - come nel caso di questa fabbrica della Provincia di Alessandria - hanno delle produzioni di un certo contenuto tecnologico, che richiedono continua innovazione.
Certo non si farà mai abbastanza, nel senso di collegare sempre più le vicende produttive con quelle della ricerca e con gli atenei, in modo particolare con il Politecnico, che, ovviamente, è presente sul territorio piemontese, soprattutto nella Provincia di Alessandria.
Peraltro, la vicenda dell'euro, per aziende come quella in oggetto stata, per certi versi, negativa, perché ha tolto quella valvola di sfogo rappresentata dalla svalutazione competitiva che periodicamente si andava a registrare, che rimetteva in carreggiata, sotto il profilo della competitività dei prezzi, le nostre aziende sul mercato.
Da quanto è dato sapere, anche in termini evolutivi, per quanto riguarda aziende come questa, sono molto importanti i contatti con merchant bank, o quantomeno la possibilità di acquisire delle partecipazioni che possono convogliare denaro fresco, in termini di capitale, per realizzare quegli investimenti o comunque per assicurare l'approvvigionamento e lo smaltimento del portafoglio ordini che, in questo caso, non era certamente un problema di fondo per l'azienda stessa.
Vediamo che si intrecciano una serie di questioni, tra cui la possibilità del trasferimento tecnologico al nostro sistema produttivo.
Nella precedente legislatura avevamo lavorato per definire la legge sulla ricerca, che, ahimè, ha subìto un anno di ritardo, non certo per colpa nostra, ma perché una serie di tatticismi hanno fatto sì che slittasse la nuova legislatura; così come abbiamo concorso alla legge sulla internazionalizzazione, che adesso vediamo abbastanza impegolata nelle secche della spartizione dei posti a livello di definizione dello Statuto e di composizione della compagine societaria proprio in termini di nomi e cognomi.
È necessario discutere ordini del giorno come questo, anche per dare uno stimolo proprio alla Giunta a volare un po' più in alto e passare dalla declamazione e dalla politica degli annunci alla politica delle realizzazioni, che, ovviamente, interessa molto a noi.
Siamo molto attenti sotto questo profilo e tireremo anche noi le dovute conclusioni al termine di quest'anno, e verificheremo se quelle che sono le nostre impressioni corrispondono effettivamente al "abbiamo fatto" piuttosto che al "faremo", di cui la Giunta è sempre prodiga e di cui comunica quotidianamente alla società piemontese.
Nel caso particolare, ovviamente, è rilevante anche l'aspetto occupazionale, che ci aveva personalmente indotti ad essere presenti anche alle assemblee di fabbrica, assieme ad alcuni colleghi.
Credo che un'azienda di riferimento come questa, leader di un territorio, possa senz'altro meritare una particolare attenzione.
Il fatto che sia a più di 120 chilometri di distanza da Torino, non credo debba farla cadere nel dimenticatoio. Anzi, mi auguro che più sono lontane dal centro regionale e maggiormente sono oggetto di attenzione da parte della Giunta e del Consiglio.
Presidente, raccomando l'iscrizione di questo punto all'o.d.g. perch inserendosi nelle tematiche della internazionalizzazione, della competitività, dell'ammodernamento e dello sviluppo tecnologico del nostro sistema produttivo, è un argomento di grande attualità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in senso contrario, il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Siamo contrari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 13.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 14 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 229 avente oggetto "Estensione della tregua olimpica alle esecuzioni di sfratto".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Poiché anche questo ordine del giorno, in modo indiretto, tratta di eventi olimpici penso, andando per aree tematiche, di occuparmi per l'interezza dei lavori consiliari di tutti gli ordini del giorno su olimpiadi e temi correlati. Nella fattispecie, questo è un ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Turigliatto ed è assolutamente trasversale all'interno della sinistra radicale e un po' meno radicale.
Già il titolo del documento "estensione della tregua olimpica ed esecuzione di sfratto", può fare immaginare quale tipo di richiesta i proponenti pongono all'attenzione dei Consiglieri.
Il modo migliore per introdurre e motivare l'iscrizione all'o.d.g. è quello di leggervi l'ordine del giorno in oggetto. I proponenti dell'ordine del giorno n. 229, di cui chiedevano la trattazione in aula dicono quanto segue: "Premesso che, in occasione dei giochi olimpici invernali di Torino 2006, gli enti locali e di governo hanno promosso, con successo, la sottoscrizione di una tregua olimpica che riprende le migliori tradizioni di pace per tutta la durata dei giochi, secondo il tribunale di Torino gli sfratti per morosità incolpevole" vorrei chiedere ai proponenti cosa intendono per morosità incolpevole, però sono sicuro che c'era una ragion d'essere "raggiungono il 75% del totale, riservando il restante 25% ad altre cause fra queste, preponderanti, la locazione o necessità del locatore". Il caso più classico è quando sono proprietario di un appartamento che do in affitto, mia figlia si sposa per cui ho bisogno di quell'appartamento, allora quella è una delle cause giuste di sfratto esecutivo (tra l'atro anche strumento repentino del locatario).
"Una gran parte degli sfrattati, oltre che una condizione di difficoltà, vive anche la condizione di essere ulteriormente frenato nella ricerca di nuovo alloggio, sia nel mercato privato sia nell'edilizia pubblica, eppure, gran parte delle morosità incolpevoli, derivano dalla perdita di lavoro o dalla riduzione del reddito o, ancora, dall'insorgere di gravi problemi di salute nell'ambito del nucleo familiare. Poich l'esecuzione degli sfratti comporta un'occupazione di strutture ricettive particolarmente indisponibili durante il periodo olimpico, l'esecuzione rischia di aggravare inutilmente la situazione dell'ordine pubblico e delle famiglie coinvolte. Analoghe considerazioni avevano portato nel 2000 la Città di Roma ad assumere un provvedimento di blocco di esecuzione degli sfratti per tutto il periodo giubilare. Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale propone alle autorità competenti di sospendere l'esecuzione degli sfratti in tutti i comuni della provincia di Torino per i mesi di febbraio e marzo 2006".
Le Olimpiadi sono terminate, così come i mesi di febbraio e marzo 2006 sono passati, pare che domani ci saranno molte persone che richiederà, a gran voce, l'approvazione, in tempi rapidi, del Piano casa, sappiamo benissimo che domani approveremo il piano casa, ma non è che dopodomani ci saranno già le case disponibili, quindi chiedo la sospensione degli sfratti esecutivi.



PRESIDENTE

a chiesto di intervenire, in senso contrario, il Consigliere Reschigna ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Domani penseremo noi a spigare alla gente che il Consigliere Giovine ci ha trattenuto per cinque minuti chiedendo la tregua sugli sfratti durante il periodo olimpico. Per queste ragioni, votiamo contro l'inserimento all'o.d.g.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 14.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 15 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 231 avente oggetto "Opposizione al progetto di centrale termoelettrica nel Comune di Magliano Alpi (CN)".
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 231 è stato presentato per riconfermare un parere negativo del Consiglio regionale in ordine alla centrale termoelettrica di Magliano Alpi, ancorché venga presentata adesso in una versione ridotta: anziché 1100 megawatt, solamente 500.
È una vicenda travagliata. In primo tempo, nella nostra Regione era stata presentata richiesta per realizzare 10-15 centrali a ciclo combinato a gas metano, ma successivamente, con il piano energetico ambientale, sono state compiute delle scelte, per cui ci si è indirizzati solamente per quelle proposte che in allora, al momento dell'approvazione del piano avevano già percorso un certo iter, sia a livello regionale sia a livello ministeriale.
A questo proposito ricordo l'emendamento presentato dal collega Tomatis, che il Consiglio regionale aveva accettato, e quindi abbiamo chiuso la partita con quelle scelte che avevano anche il consenso delle realtà locali. Tutte le altre vicende in corso avevano una forte opposizione sociale e quindi, al di là delle corrette scelte di pianificazione basate su parametri territoriali, elettrici e di approvvigionamento dell'energia primaria (vale a dire del gas metano), si è guardato, a parità di condizioni, sia alla rete di collegamento ai principali centri di consumo sia all'eventuale accettazione dal contesto territoriale. A Magliano Alpi, invece, vi fu una forte opposizione, non solo del Comune di Magliano, ma di tutta la zona.
Credo che un ordine del giorno come questo, ancorché non veda come firmatario il nostro Gruppo, sia meritevole di grande attenzione e di una rapida approvazione.
Sappiamo esserci un'attenzione da parte della Giunta, la quale potrebbe anche ritenere di fare a meno degli ordini del giorno del Consiglio, per credo che vi sia anche un ruolo di indirizzo che compete al Consiglio, cui il Consiglio non è giusto che rinunci.
Faccio appello alla parte che ha presentato l'ordine del giorno affinché questo venga approvato e discusso al più presto, in quanto, dalla lettura del documento, si evince che ci potrebbero essere degli sviluppi al più presto. Sappiamo anche, però, come pratiche bloccate, facciano poi in fretta a sbloccarsi in sede ministeriale.
Personalmente, sono preoccupato. Si erano dotate delle contromisure per quanto riguarda la pianificazione territoriale, modificando il piano territoriale, per indicare la negatività, proprio perché l'area era un'area interstiziale e, per definizione, un'area di ricarica delle falde. Ci sono quindi, delle motivazioni proprio di ordine pianificatorio.
Voglio ancora precisare che non ci troviamo di fronte ad una realtà nella quale si propone il no per il no. Peraltro, la nostra Regione, con la realizzazione delle centrali in fase di costruzione, acquisisce un'indipendenza e un'autosufficienza almeno fino al 2012. In questo modo non servirebbero più altre centrali.
Sottolineo, Presidente, l'urgenza e l'importante dell'approvazione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Siamo contrari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, su richiesta del Consigliere Vignale ed altri, sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n.
15.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri Hanno risposto Sì 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 16 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 236 avente oggetto: "La Regione inserisca la certificazione etica nei bandi per l'orientamento per credito agevolato".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Secondo noi, l'ordine del giorno presentato riguarda un tema importante. Nel panorama internazionale, alcune certificazioni dei sistemi di produzione della società sono soggette a certificazione riferita alla qualità, all'ISO 9001, all'ambiente, all'ISO 14001, alla sicurezza e all'etica.
La Regione Piemonte, anche nel bando dell'aprile del 2005, non ha inserito, nei fondi del DOCUP 2000-2006 nella misura 2.1, l'accesso al finanziamento agevolato per ciò che riguarda la certificazione etica.
Questa esclusione, invece, non è prevista da altre Regioni d'Italia come la Toscana, l'Umbria, l'Emilia e il Lazio, che da tempo hanno dato la possibilità alle imprese di accedere a fondi del credito agevolato anche riferendosi alla certificazione etica. L'esclusione di tale misura all'interno del bando ha fatto sì che nelle 233 aziende eticamente certificate in Italia, solo sette sono ubicate nella Regione Piemonte.
Per questo motivo, l'ordine del giorno richiede che nel bando di quest'anno sia possibile utilizzare, nella certificazione etica, i fondi messi a bando dalla Regione Piemonte.
Crediamo che questo punto sia importante anche relativamente ad una serie di interventi che la certificazione etica dà nei confronti delle imprese, parimenti alla qualità del processo e al rispetto dell'ambiente o alla sicurezza. Sono procedure che danno certezza rispetto ai tempi di pagamento; una modalità di ottenimento del lavoro, un utilizzo dei dipendenti certificato e differente. Insomma, è una buona modalità di gestione aziendale, che certamente dovrebbe trovare riscontro, così come si trova nella possibilità di accesso ai fondi in tutte le altre certificazioni; questa, per certi versi, ne comprende alcune rispetto alla finalità, mentre ne esclude altre.
Il dato quantitativo (cioè che su quasi 250 imprese certificate solo 7 siano all'interno della Regione Piemonte, e il gran numero invece sia all'interno delle Regioni come la Toscana, l'Umbria, l'Emilia e il Lazio che hanno inserito la possibilità di attingere a questi fondi) dimostra come anche il pubblico, con la messa a disposizione dei fondi di cui alla misura 2.2 del DOCUP, può in qualche modo dare la possibilità di applicare misure di gestione delle imprese eticamente più condivisibili.
Credo dunque che l'ordine del giorno presentato non solo risponda ad un'esigenza che alcune imprese piemontesi hanno manifestato, ma risponda anche alla necessità di dare pari dignità alle differenti certificazioni senza che ve ne siano alcune che la Regione ritiene positive (e quindi le inserisce all'interno delle misure) ed altre che la Regione ritiene meno positive oppure che non ritiene opportuno siano inserite (per cui non da la possibilità a coloro i quali vogliono utilizzare questa certificazione di utilizzare fondi di credito agevolato della Regione Piemonte). Anche per la data di presentazione dell'ordine del giorno - che è dell'aprile 2005 - chiedo che l'ordine del giorno venga posto in discussione.



PRESIDENTE

È iscritto a parlare in senso contrario il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Siamo contrari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 16.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 17 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin: Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 236 avente oggetto "Regolare svolgimenti degli imminenti giochi olimpici invernali".
La parola al Consigliere Lupi per l'illustrazione.



LUPI Maurizio

Sicuramente è con malcelata emozione che prendo la parola in questa serata di gala.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia! Ciascun collega si esprime con i toni che ritiene più appropriati all'occasione.



LUPI Maurizio

Come dicevo, è sicuramente con malcelata emozione che prendo la parola in una serata così importante e di gran gala. È indubbiamente importante anche perché è sicuramente serata esemplare del fallimento totale della politica e di ogni capacità di mediazione.
Quindi, il poter partecipare ad un evento così importante nel suo significato di fallimento totale della politica ed avere una parte da protagonista non può che riempirmi di orgoglio. Tornando poi allo specifico del tema in discussione, e cioè la richiesta di iscrizione di un nuovo punto all'ordine del giorno, mi pare importante sottolineare come questo documento abbia come oggetto un tema alquanto superato (almeno dal punto di vista temporale), ma che, con uno sforzo di elaborazione cognitiva, penso possa essere attualizzato alla situazione odierna.
L'ordine del giorno di cui mi accingo a richiedere l'iscrizione all'o.d.g. ha come oggetto il regolare svolgimento degli imminenti giochi olimpici invernali.
È chiaro che, proprio da questo punto di vista, la collocazione temporale di questa richiesta potrebbe essere di dubbia finalità In realtà, io credo che il processo di adattamento e di attualizzazione di questo ordine del giorno non possa che passare attraverso un riferimento al futuro evento collegato, e cioè le Universiadi. Se questo documento sottolineava i problemi nel periodo immediatamente precedente l'evento olimpico, credo che, in parallelo, dobbiamo prendere in considerazione quelle che erano le giuste osservazioni riportate nell'ordine del giorno e fare un'operazione analoga di trasporto concettuale sul tema delle Universiadi. Infatti, alcune delle problematiche che erano emerse nell'asso temporale immediatamente precedente all'evento olimpico si ripresentano al momento attuale per quanto riguarda le Universiadi.
Non a caso, l'ordine del giorno di cui chiedo l'iscrizione faceva riferimento a tutta una serie di problemi che erano sorti e che potrebbero sorgere nell'immediata prossimità dello svolgimento delle Universiadi; in un certo senso, ci metteva in un atteggiamento di attenzione verso iniziative e manifestazioni che avrebbero potuto arrecare un pericoloso danno di immagine allo svolgimento dei giochi olimpici.



(Il tempo a disposizione è terminato)



PRESIDENTE

In senso contrario, la parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Dall'animal destino, sono costretto a dire che siamo contrari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 17.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 18 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 242 avente oggetto "La Regione favorisca la nascita di asili nido aziendali nelle ASL piemontesi".
Sulla richiesta di iscrizione, di cui al punto 18, interviene a favore il Consigliere Rossi e in senso contrario il Consigliere Deambrogio.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Parliamo in questo caso nuovamente di un tema che vede assolutamente sensibile il centrodestra. Questo è un ordine del giorno presentato dai colleghi di Alleanza Nazionale, assolutamente condivisibile ed importante da discutere.
Come ho detto negli interventi precedenti, relativamente ai servizi sul territorio, anche in questo caso si va a parlare di servizi da dare al territorio e, in particolare, parliamo di asili nido aziendali.
Proprio la Lega Nord, con il suo sindacato (Sin.Pa. - Sindacato Padano) aveva lanciato per prima a livello nazionale l'idea di rifare gli asili nido aziendali. Era un progetto già operativo molti anni fa, poi è stato completamente abbandonato.
Riteniamo invece che sia fondamentale proprio per aiutare chi vive nelle città, ma in particolare chi vive fuori città, nelle zone decentrate e ha problemi nella sistemazione dei propri figli quando va a lavorare.
Con la creazione di una rete di asili nido aziendali, noi andremmo a risolvere questo problema.
Infatti la mamma o il papà che parte da una zona periferica del territorio, va in città a lavorare, molto spesso non sa dove lasciare il proprio figlio, perché magari l'asilo nido nel suo paese non c'è. Ma anche nel paese dove l'asilo nido c'è, ci sono degli orari che non rispettano quelli del luogo di lavoro né della mamma né del papà. Quindi, bisogna rivolgersi ai nonni, ai parenti, agli amici o bisogna addirittura rinunciare a lavorare.
Perché non aiutare a sponsorizzare quelle aziende che al loro interno vogliono aprire degli asili nido aziendali, che sarebbero pubblici se sono aziende pubbliche e privati se si tratta di aziende private? In questo modo la mamma o il papà, andando a lavorare, se sanno che nel luogo dove lavorano c'è un asilo nido aziendale, possono tranquillamente portare il loro bambino, averlo vicino perché si trova in zona azienda quindi vicino al luogo di lavoro e se ci sono dei problemi che vengono chiamati dai gestori dell'asilo possono recarsi con rapidità a vedere il bambino (nel caso non dovesse stare bene o per altri motivi).
Non solo, magari nell'intervallo di pranzo possono andare a vedere il loro bambino ed essere tranquilli. Questi asili avrebbero esattamente gli stessi orari di lavoro dell'azienda, quindi il genitore arriva, lascia il bambino all'asilo nido, lo può andare a trovare e finito di lavorare prende il suo bambino e se lo riporta a casa, e può continuare a vivere magari in una realtà decentrata.
Quindi, è fondamentale realizzare queste strutture possibilmente in tutte le aziende; certo non possiamo obbligare le aziende private a farli ma possiamo incentivarle. In questo caso parliamo di aziende pubbliche perché addirittura parliamo di favorire la nascita di asili nido aziendali nelle aziende sanitarie piemontesi.
Quindi, questa è sicuramente una competenza primaria, che potrebbe portare avanti la Regione Piemonte, essendo di fatto titolare delle aziende sanitarie locali e delle ASO.
L'invito è di discutere un argomento di questo tipo, di aiutare e favorire le aziende sanitarie affinché costituiscano delle strutture dove i dipendenti possano portare i loro bambini mentre sono al lavoro.
Non per niente ricordiamo anche che gli asili nido sono assolutamente necessari, in quanto oggi sono ancora pochi e mal dislocati.
Infatti uno dei problemi principali che le neomamme si trovano a dover affrontare è come fare, se devono andare a lavorare, ad affidare il loro bambino a delle strutture che non ci sono, o non hanno orari adeguati.
Purtroppo oltre al problema degli orari e alla scarsità di strutture devo anche aggiungere che i pochi asili nido esistenti, oggi pubblici e/o privati, hanno dei prezzi proibitivi, prezzi che variano dai 350-400 euro fino anche ai 700 euro al mese, ed è evidente che quando un lavoratore medio percepisce uno stipendio di 1000-1200 euro al mese, privarsi di una cifra che è praticamente pari al 50% dello stipendio, è improponibile.
Costituendo asili aziendali andremmo anche incontro a questi genitori non solo con una migliore qualità della vita ed un servizio di fatto più comodo, ma anche più conveniente.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, la ringrazio di aver motivato questa iscrizione di nuovo punto. Ricordo che si tratta di un disegno di legge retrostante presentato nel corso dell'iniziativa "Ragazzi in aula" della scorsa legislatura.
Mi fa molto piacere che sia stato considerato.
In senso contrario, ha chiesto la parola il Consigliere De Ambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Siamo contrari all'iscrizione di questo nuovo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

E' stata richiesta la votazione per appello nominale, su richiesta del Consigliere Vignale ed altri, sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g., rubricata n. 18.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno risposto NO 32 Consiglieri hanno risposto Sì 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 19 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 243 avente oggetto "Destinazione dell'otto per mille per la ricerca scientifica".
Intervengono a favore il Consigliere Pichetto Fratin, in senso contrario il Consigliere Auddino.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Non vorrei che il collega Robotti si innervosisse. Vedendolo impegnato su altri temi, lo richiamo ad un importante tema, causa che lui stesso ha promosso insieme al collega Chieppa, e che condivido.
Si tratta dell'ordine del giorno n. 243.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Pichetto. Prego i colleghi di accomodarsi nei banchi.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Tra l'altro, distribuendo in un momento in cui eravamo impegnati, si è creata discriminazione nell'ambito dei presenti. Questo potrebbe essere motivo di discussione successiva, da calendarizzare nell'ordine dei lavori della prossima seduta! Sostengo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 243, che era stato promosso dai colleghi Chieppa e Robotti.
I colleghi Chieppa e Robotti sostenevano la campagna di adesione alla modifica della legge 20 maggio 1985, la cosiddetta legge istitutiva dell'otto per mille, partendo da considerazioni con un notevole fondamento.
Innanzitutto, ricordando che solo il 40% dei contribuenti si avvale della facoltà consentita dalla legge 20 maggio 1985, quella che permette ai cittadini di destinare l'otto per mille del gettito IRPEF ad enti diversi per finalità sociali, in base ad un criterio di libera scelta. Il 60% dei contribuenti non esprime giudizio in merito, non fa scelte, pertanto l'apporto viene ricompreso nella proporzionalità. Ogni anno, tema fondamentale del nostro tempo, si registra la partecipazione di migliaia se non milioni, di cittadini alla raccolta di fondi pro ricerca...



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri, specialmente quelli dell'opposizione, di non disturbare l'intervento del Vicepresidente Pichetto, oltre il solito Consigliere Rostagno, che, da quando è arrivato, dà segni evidenti della propria presenza.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Mi rendo conto che siamo all'ultimo passaggio prima del cambio d'ora di mezzanotte.
Ricordando che, proprio nei giorni scorsi, abbiamo assistito all'iniziativa Telethon di raccolta fondi per la ricerca nel campo delle malattie genetiche, noi riteniamo che si debba sostenere non solo la modifica della legge n. 222/1985, relativa all'istituzione dell'otto per mille, ma si debba anche agire con una campagna di promozione, affinché vi sia da parte dei cittadini la più completa scelta negli indirizzi previsti dalla predetta legge.
Pertanto, Presidente, chiediamo di attivarsi presso il Governo nazionale, attraverso gli stessi parlamentari, potremmo farlo come Regione Piemonte, per promuovere una modifica della legge n. 222/1985, che istituisca la possibilità di destinare l'otto per mille per la ricerca nel nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Ringrazio il Consigliere Rostagno per l'omaggio che ci ha consegnato anche se ha portato un po' di subbuglio.
Sull'argomento siamo contrari, perché, evidentemente, è strumentale.



PRESIDENTE

Non possiamo associarci ai ringraziamenti al collega Rostagno, in quanto ne ha beneficiato solo una parte dell'emiciclo.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 19.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 20 presentata dai Consiglieri Dutto, Nastri, Novero Cavallera, Pedrale, Rossi, Scanderebech e Pichetto Fratin.
Si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 247 avente oggetto "Sostegno al progetto di legge 'Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità dell'Anci'".
Hanno chiesto di intervenire il Consigliere Rossi e, in senso contrario, il Consigliere Clement.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, questo ordine del giorno, sicuramente, sarà molto apprezzato dalla sinistra. Sono certo che voterà a favore per discutere immediatamente questo ordine del giorno, perché...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ho capito, interviene il collega Clement, però, vi prego di evitare tumulti.



ROSSI Oreste

...di fatto vuol dare...



(Scampanellìo del Presidente)



ROSSI Oreste

...il diritto di voto ai cittadini extracomunitari anche non cittadini italiani.
Questo è assolutamente in contrasto con quella parte politica che da sempre si dichiara paladina della Costituzione, che, addirittura, si è schierata, spesso e volentieri, contro proposte di modifica alla Costituzione avanzate dal centrodestra, perché da loro ritenute contrarie ai dettami della Costituzione. In questo caso, invece, visto che si tratta di dare il voto a cittadini extracomunitari, quindi non italiani, la Costituzione non conta più, anche se la Costituzione italiana parla di dieci anni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Ovviamente, la sinistra se ne dimentica e dice: "Facciamo prima, facciamo subito, perché è giusto che queste persone abbiano da subito il diritto di voto, magari non immediatamente a livello politico, ma almeno a livello locale (comunale provinciale, regionale)".
Questo è un provvedimento con il quale noi non possiamo sicuramente essere d'accordo. Io stesso sono stato un po' capofila, per quanto riguarda il mio Gruppo, nel Comune di Alessandria, per bloccare un'iniziativa analoga che voleva dare diritto di voto, con i Consiglieri comunali aggiunti, a cittadini extracomunitari non cittadini italiani - per carità regolarmente presenti nel nostro territorio, residenti, ma non cittadini italiani - per una serie di motivi che, secondo noi, sono fondamentali.
In primo luogo, questi cittadini vengono nel nostro paese per lavorare alcuni di loro, per lo meno - per trovare un'occupazione, ma non è detto che, dopo un certo numero di anni, fatto il loro lavoro o trovata una sistemazione nel loro paese d'origine, se ne tornino nel loro paese.
Allora, perché questi cittadini dovrebbero votare subito, o quasi subito per degli amministratori che, poi, di fatto, non amministrerebbero loro.
Non solo, molti di questi cittadini arrivano nel nostro paese senza assolutamente conoscere le nostre regole, i nostri partiti, i nostri uomini politici, le persone presenti sul territorio più sicure o più affidabili da votare; allora, sarebbero assolutamente alla mercé delle indicazioni fornitegli da quelle associazioni in particolare che si sono occupate di loro per fargli avere i documenti per, poi, regolarizzare la loro posizione.
Noi riteniamo che un termine di dieci anni sia giusto e congruo per poter conoscere la nostra civiltà, la nostra cultura e la nostra vita sociale, così come previsto dalla Costituzione, quindi, solo alla fine di quei dieci anni si possa intraprendere il percorso per diventare cittadini italiani. A quel punto, diventati cittadini italiani, sarebbe possibile avere il avere diritto di voto in tutti i consessi, dalle elezioni amministrative fino alle elezioni politiche e, perché no, europee. Prima no, perché non sono ancora coscienti di quella che è la nostra realtà.
Come faccio a dirlo? Non lo dico io. Lo scorso anno un importantissimo istituto di ricerca di Torino ha effettuato un sondaggio sui cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Piemonte, utilizzando un campione estremamente elevato, scoprendo che il 63% dei cittadini extracomunitari regolarmente presenti sul nostro territorio vorrebbe l'applicazione della Sharia, cioè della legge islamica, in Italia.
Quindi, è evidente che se questi cittadini, che non hanno ancora imparato a conoscere la struttura democratica del nostro Paese, dovessero avere diritto di voto, sarebbero sicuramente tentati di istituire delle proprie liste o candidati che portino avanti quella linea politica, oppure peggio ancora, di individuare candidati che, estemporaneamente, si dicono tutori o paladini dei loro diritti; quindi potrebbero raccogliere voti truffando queste persone, legandosi a qualche partito politico che li potrebbe accettare nelle proprie liste.



PRESIDENTE

Interviene, in senso contrario, il Con-sigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Siamo contrari al provvedimento: se moderatamente o radicalmente decidetelo voi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione nuovi punti all'o.d.g. rubricata n. 20.
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 0.01)



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