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Dettaglio seduta n.139 del 14/12/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIA CRISTINA



(Alle ore 10.00 il Presidente Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi, Bresso, Gariglio, Rabino e Reschigna.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assestamento di bilancio

c) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 11/12/2006 2006 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
1 deliberazioni del 24 luglio 2006, n. 15 deliberazioni del 18 settembre 2006, n. 12 deliberazioni del 2 ottobre 2006, n. 6 deliberazioni del 23 ottobre 2006, n. 1 deliberazione del 30 ottobre 2006, n. 11 deliberazioni del 6 novembre 2006 Gli allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

d) Testo licenziato dalla I Commissione della proposta di deliberazione n. 211, inerente a "Bilancio annuale di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2007. Determinazione del fabbisogno finanziario del Consiglio regionale per lo stesso periodo, ai sensi degli articoli 42 e 43 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7", già prenotato ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento


PRESIDENTE

Comunico che il testo della deliberazione n. 211, è stato licenziato dalla I Commissione, e regolarmente prenotato, il bilancio del Consiglio.
Se l'Assemblea acconsente lo iscriviamo all'o.d.g. odierno e verrà trattato nei momenti definiti.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a: Richiesta approvazione dell'ordine del giorno n. 534, inerente a "Situazione critica della cooperativa Viticoltori dell'acquese di Acqui Terme (AL)", da parte del Consigliere Cavallera Nomina del Signor Portas quale componente CORECOM Ordine del giorno n. 436, inerente a "RU 486, adozione modello Regione Toscana" Ordini del giorno n. 472, inerente a "Pillola abortiva RU 486" Ordine del giorno n. 433, inerente a "Somministrazione gratuite della vaccinazione per il pneumococco e il meningococco" Richiesta comunicazione dell'Assessore Valpreda, inerente a "Protocollo su interruzione gravidanza con pillola RU486" Richiesta comunicazione della Giunta regionale sulla pillola abortiva, in particolare sull'aborto delle minorenni, da parte del Consigliere Rossi Presentazione ordine del giorno n. 539, inerente a "Riforma dell'organizzazione comune dei mercati del settore vitivinicolo 'OCM vino'"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mi riferisco all'ordine del giorno relativo alla situazione critica della Cantina Sociale di Acqui Terme che ho presentato l'altro giorno documento aperto alla firma di tutti i colleghi cui interessa.
un tema importante. Proprio domani, venerdì, è previsto un incontro alla Direzione Regionale delle Imposte per trattare un'eventuale rateizzazione del debito. Avendo avuto notizia di questo passaggio importante, al di là delle sollecitazioni che possa fare direttamente all'Assessore di intervenire sul Direttore Regionale delle Imposte, se approvassimo l'ordine del giorno entro oggi, forse sarebbe meglio.
Volevo solo proporre di trovare una finestra per votare questo tema che ha una certa urgenza.
Grazie, Presidente. Veda lei, ma è una sollecitazione, a mio avviso veramente importante ed urgente.



PRESIDENTE

Se ho capito bene, l'ordine del giorno è già iscritto nell'elenco.
Nella giornata odierna vedremo, di concerto con i Capigruppo, se ci sono le condizioni per trattarlo e votarlo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

L'abbiamo iscritto la volta scorsa. Non era nell'elenco, ma l'abbiamo presentato alla Presidenza e il Presidente Gariglio l'aveva dato per iscritto con il sistema che si usa fare in aula, come abbiamo usato prima per l'iscrizione del bilancio.
Se mi ricordo bene, è andata in questo modo.



PRESIDENTE

il documento n. 534, inerente a "Cooperativa Viticoltori Acquesi, di Acqui Terme"; mentre il n. 535, rubricato al n. 38, ha per titolo: "Chiarezza sull'Alta Velocità".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Mi permetto, rubando poco tempo all'Aula, di sottoporre un argomento che noi riteniamo di particolare importanza e che vorremmo portare alla vostra attenzione.
Come al solito, i colleghi mi perdonino se non uso i toni della passione e dell'indignazione, ma avendo tante cose da dire, mi riservo la voce per momenti più impegnativi.
Come molti di voi avranno certamente letto, soprattutto i torinesi, nei giorni scorsi i giornali erano pieni di polemiche in merito al comportamento dell'Assessore Borgione sull'applicazione o meno della 194 su cui anche molte persone qui presenti si sono espresse.
Questo è il contesto entro cui mi permetto di attirare la vostra attenzione, ma non sul tema, che meriterebbe ben maggiore interesse, quanto su un passaggio letto negli articoli degli scorsi giorni. Chi mi conosce sa che non attribuisco ai giornali alcuna dignità di fonte politica, però li leggiamo, se non altro per dovere d'informazione.
In un articolo apparso martedì 12 dicembre in un noto quotidiano torinese c'è scritto: " In serata però il coordinatore dei Moderati, Giacomo Porta fa marcia indietro a nome del Gruppo: 'Siamo anti-abortisti, forse Lo Spinuso è stato frainteso'".
Il giorno successivo - non ho qui il ritaglio perché l'argomento non meritava maggiore attenzione di quanto io sin qui gli abbia dedicato - lo stesso personaggio, e in questo caso sempre dallo stesso quotidiano ma da un diverso giornalista, è denominato ex coordinatore. Ricorderanno, i più attenti alle interessanti vicende di cronaca della nostra città, che, molto recentemente, il Segretario del principale partito di maggioranza attualmente al Governo è venuto in visita pastorale a battezzare - usando un basso linguaggio politichese - il gruppo dei Moderati.
Questi sono i fatti. Adesso vi ricordo quelli di competenza del Consiglio.
Giacomo Porta è membro del CORECOM. È stato nominato, credo per una mera coincidenza assolutamente casuale. Talora le coincidenze capitano: dopo uno o due giorni dalla sua visita, che ha comportato il faticoso e sofferto passaggio dell'ex collega Manolino dai quadri della minoranza ai quadri della maggioranza (non sempre tutto il male viene per nuocere bisogna avere pazienza), viene nominato al CORECOM.
Lo dico non certo per il Vicepresidente del Consiglio, ma per tutti i colleghi, la cui eventuale ignoranza verrebbe sempre meno giustificata essendo ormai passato un anno e mezzo dall'inizio della legislatura: il CORECOM è l'unica Commissione regionale in cui è sancito per legge (legge votata con fatica nella scorsa legislatura) l'incompatibilità della presenza, nei propri quadri, di esponenti politici.
Voi chiederete che cosa c'entra. C'entra perché noi presentammo un'interrogazione sull'argomento, credo il giorno successivo a codesta nomina (ripeto, avvenuta per mera contingenza esattamente uno o due giorni dopo la formazione del Gruppo dei Moderati) su cui ci fu risposto, con ampia e doviziosa attenzione.
Il passaggio del rispetto istituzionale sarà un tema su cui si articolerà buona parte dei miei interventi, se ne avrò la possibilità. Ci venne risposto che non c'era nessun motivo di incompatibilità, basandosi sulle leggi delle nomine; la sostanza della risposta è assolutamente ineccepibile, gentile Vicepresidente, perché la legge prevede che si possa anche procedere alla verifica dell'idoneità per autocertificazione, che è esattamente il modo in cui, nel caso in oggetto, il signor Giacomo Portas ha proceduto. Quindi, dal punto di vista formale - apparentemente - è tutto a posto.
Lasciando correre i temi di opportunità, di eleganza, e - perché no? di un termine che, sotto Natale, vorrei cominciare ad usare... Abbiamo preparato una lista di doni per i Consiglieri; ci sembra che il Natale debba essere un momento di meditazione: lo si può passare in famiglia, e allora i doni si fanno ai familiari; se, invece, per ragioni di lavoro, ci si trova in trasferta, si fanno ai colleghi che, con uguale rispetto fatica e stima, lavoreranno con noi.
Come dicevo, abbiamo preparato una lista di doni; certamente i nostri principali riferimenti non sono i colleghi, ma la Giunta: essendo noi un partito di Governo, abbiamo ben chiaro a chi si fa riferimento.
Lasciando andare l'opportunità o meno, credo che l'unica cosa che emerga incontestabilmente dai giornali è che il signor Giacomo Portas - ex o non ex - bene o male fa attività politica, altrimenti deve essere un parente stretto o un amico di Fassino, che avendo altri incarichi è venuto a trovarlo di recente. E conosciamo la serietà che l'onorevole Fassino ha sempre dimostrato in tutti i suoi impegni di Governo e di partito.
Sull'autocertificazione e sull'eleganza, lascio all'Ufficio di Presidenza provvedere. Nel dubbio - perché i liberali non si fidano abbiamo provveduto a scrivere, oggi, per informazione, al Presidente dottor Corrado Calabrò (autorità della garanzia delle comunicazioni). Essendo sempre rispettosi delle autorità, riteniamo che le autorità debbano fare ciò per cui sono preposti.
Credo che procederemo, dopo consultazione con i Capigruppo di minoranza, ad una richiesta di Commissione di inchiesta che vorremmo sperare, per la dignità dell'Aula, fosse oggetto di attenzione anche a chi non superficialmente, fa della questione morale, da sempre, uno dei suoi vessilli. Buon lavoro, Presidente.



PRESIDENTE

Mi scuso con i colleghi e con il Consigliere Burzi, perché, per un disguido, non è partito il conteggio dei due minuti; quindi, non ho potuto interrompere e richiamare il Consigliere Burzi al rispetto del tempo.
Volevo solo informare che, nel merito del problema sollevato dal Consigliere Burzi, è pendente un ricorso all'autorità competente (TAR); al di là del ricorso all'autorità competente, che è un soggetto terzo rispetto alla situazione, l'Ufficio di Presidenza si è investito della questione e se nelle sue prerogative - affronterà quanto prima il problema. Forniremo informazioni, al di là di quello che dicono i giornali che - su questo concordo con il Presidente Burzi - non sempre riportano correttamente fatti, opinioni, cariche e qualifiche: credo che ciò sia toccato a molti di noi.



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Scusate colleghi, l'ho detto prima: per un mero disguido tecnico, non sono partiti i due minuti. Richiamo i colleghi a rendere comprensibile il problema per cui intervengono sull'ordine dei lavori; ricordo che il tempo a disposizione è di due minuti.
La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Più che sull'ordine dei lavori, per fatto personale: volevo soltanto rassicurare il collega Burzi che ho visto molto preoccupato, e me ne dispaccio.
Da questo punto di vista, non ci sono dei problemi, perché come lei Presidente sa, e come credo il collega sappia, i giornali sono liberi di scrivere, interpretare a loro piacimento. Volevo solo rassicurare il collega Burzi che il signor Giacomo Portas, per quanto riguarda i moderati non è il segretario ...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Manolino, con tutta la simpatia, la prego: se è sull'ordine dei lavori, le concedo i due minuti volentieri; diversamente se si tratta di un'informativa, non è questa la sede.



MANOLINO Giuliano

Presidente, è un fatto personale.



PRESIDENTE

Un suo fatto personale?



MANOLINO Giuliano

Certo!



PRESIDENTE

Deve però chiarirlo. La ringrazio.



MANOLINO Giuliano

L'ho già detto prima: evidentemente non sono stato chiaro. Parlavo di fatto personale sui generis, perché, anche se non mi sento direttamente offeso, sono comunque coinvolto. Volevo dunque sottolineare al collega Burzi, che il sottoscritto è il segretario regionale del partito, e non il signor Portas, come erroneamente ha scritto un quotidiano torinese. Detto questo, preciso che non risulta da autocertificazione, ma da documentazione, verbali e dichiarazioni che abbiamo all'interno del movimento. Quindi, volevo solo rassicurarlo che, da questo punto di vista non c'è nessun problema.
Voglio inoltre ringraziarlo per l'attenzione, che spero rivolga anche a tutti gli altri colleghi dell'Aula, perché come è stato così attento a cercare qualcosa da poter regalare a me - o, meglio, a noi - per Natale spero che le sue attenzioni siano così elargite a tutti i colleghi.
Prima di chiudere il mio intervento, voglio ribadire che, al di là del procedimento di cui parlava il Presidente, vi sono documentazioni che avvalorano quanto ho detto. Il sottoscritto è il responsabile di questo movimento; quindi, se fosse necessario, con Commissioni e con tutto ciò che il collega ritiene di voler istruire, non c'è alcun problema a produrre anche della documentazione.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Molto rapidamente, vorrei segnalare la mia richiesta. Volevo sapere se e quando si arriverà alla discussione degli ordini del giorno.
Intendo riferirmi all'ordine del giorno n. 28, sulla RU 486, che è finito al fondo, ma ricordo che tale documento è già stato analizzato dalla IV Commissione consiliare e in Aula, a norma di regolamento, senza discussione, quindi con semplici dichiarazioni di voto da parte dei gruppi consiliari.
Quindi - se e quando - si comincerà a discutere gli ordini del giorno chiedo che la vicenda oggetto dell'ordine del giorno n. 28 (RU 486) vada ad esaurimento. Lo dico non per riprendere una discussione, ma continuo a pensare - e chiedo scusa a tutti - che ieri, oggi e anche domani, non in senso metaforico, vi sono donne costrette a sottoporsi ad intervento chirurgico quando in tutta Europa e in tutti i paesi civili, per l'interruzione volontaria di gravidanza, si utilizza questo farmaco.
Mi pare una questione che chiama in causa le coscienze di tutti. Non voglio intralciare il lavoro del Consiglio ma - se e quando - si passerà all'esame degli ordini del giorno, chiedo che la vicenda di quest'ordine si concluda rapidamente.



PRESIDENTE

Naturalmente, l'ordine del giorno è già iscritto, così come quello segnalato precedentemente dal collega Cavallera.
La parola al Consigliere Vignale sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

A seguito di quanto correttamente detto dal collega Chieppa, intervengo per ricordate che vi sono altri due ordini del giorno da porre all'attenzione del Consiglio e votati dalla IV Commissione. Non vi è soltanto quello numerato con il numero 28, ma anche l'ordine del giorno n.
472, che riguarda sempre lo stesso argomento (pillola abortiva RU 486) licenziato dalla IV Commissione, ed anche il n. 433, relativo alla somministrazione gratuita delle vaccinazioni per il pneumococco e il meningococco, anche questo licenziato dalla IV Commissione successivamente posto all'attenzione del Consiglio.
Anche questi due ordini del giorno necessiterebbero soltanto delle dichiarazioni di voto e della votazione, come prevede il nostro regolamento. Pertanto riterremmo opportuno che gli ordini del giorno iscritti ai punti 28, 29 e 30 del calendario dei lavori che è stato consegnato, diventino...Presidente, faccio una richiesta di inversione dell'o.d.g: i punti 28), 29) e 30) diventino i primi punti da porre in discussione all'apertura del Consiglio; chiedo che su questo venga fatta una votazione, per poter fare in modo che due argomenti all'o.d.g. già licenziati dalla Commissione e giacenti all'ordine dei lavori da parecchio tempo, sia prima che dopo l'esame della Commissione, vengano messi all'attenzione del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie per la segnalazione. Naturalmente quando si tratta un argomento confluiscono tutti gli ordini del giorno o i provvedimenti legati. Anche per quanto riguarda il meningococco, come sapete oggi è convocata una riunione dei Capigruppo che fra i vari argomenti affronterà anche l'opportunità o meno di trattare in aula uno o più ordini del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere un'informativa urgente dell'Assessore alla sanità sul problema della Ru486. Io la volevo già chiedere, ma poi il collega Chieppa mi ha stimolato perché leggo un'Ansa. Mi spiace per il Presidente Burzi, ma io ancora una volta non sono d'accordo con lui: i giornali sono gli unici mezzi con cui in questa Regione riusciamo a informarci delle cose che fate e che dite. Quindi, leggo che Viale dice le stesse cose di Chieppa, ma questi sono problemi loro...



(Commenti del Consigliere Chieppa)



GHIGLIA Agostino

Viale attacca l'Assessore e lei, collega, dice le stesse identiche cose di Viale; magari lei ha letto la Rassegna Stampa prima di me.
Detto questo, Presidente, la cosa su cui vorrei chiedere un'informativa urgente è innanzitutto: a che punto sono le indagini e i controlli promessi dall'Assessorato alla sanità rispetto al protocollo che è stato sospeso sull'interruzione di gravidanza tramite Ru486, perché nessuno ci ha più detto nulla ed è caduto il silenzio. Avevo parlato addirittura il Ministro Turco, dicendo che era tutto regolare, poi un'indagine della Magistratura ha bloccato l'iter.
Ma la cosa grave, Presidente, su cui vorrei un chiarimento immediato è che rassicurare Viale, cosa fa il Direttore regionale alla sanità De Micheli? Dice: "No, non è vero che in Piemonte non si abortisce, anzi per quanto riguarda gli aborti precoci, il Piemonte è al 18,5% contro la media nazionale del 16,8%. Siamo più bravi, ne facciamo di più!" Rispetto a questa gran capacità di far abortire in Regione Piemonte, io vorrei capire perché in Piemonte si abortisce di più. Vorrei capire se funzionano i consultori, vorrei capire se alle donne in gravidanza viene data una sufficiente cura, quella prevista dalla legge, un'assistenza che ritengo indispensabile. Vorrei capire perché in Piemonte si fanno più aborti della media nazionale.
Questo è un dato che personalmente ritengo preoccupante, ma vorrei capire il perché, visto che l'aborto è anche un diritto ed è previsto dalla legge. Io sono cattolico, non lo condivido, ma non lo discuto, ma non è neanche un dovere, cioè non c'è un programma che dica "Più aborti per tutti" e come obiettivo il Piemonte deve avere più aborti che nelle altre Regioni di Italia.
Io su questo pretendo una comunicazione urgente dell'Assessore: voglio capire perché in Piemonte c'è il 2% di aborti in più rispetto alla media nazionale.



PRESIDENTE

Attraverso chi rappresenta la Giunta, porremo all'Assessore Valpreda la richiesta di quest'informativa sull'aborto.
Siccome è una seduta interessante nella quale vengono segnalate molti problemi importanti che riguardano aspetti tutt'altro che secondari della vita di molti piemontesi, vi prego di prestare la necessaria attenzione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Io intervengo per unirmi alla richiesta del collega Chieppa, nel senso che è opportuno discutere su questa vicenda della Ru486.
Ne abbiamo discusso in Commissione dove ho apprezzato molto i toni e quello che c'è stato in Commissione. Aggiungo anche che nella circostanza credo sarebbe prezioso - lo dico al garbatissimo Presidente dei DS Muliere, e al Presidente Placido - che la Presidente Bresso fosse presente anche perché mi interesserebbe sapere se quella intervista sul l'Unità"di domenica corrisponde al vero. Non so se sia ancora direttore Furio Colombo.
Mi dicono di no e ringrazio, perché se fosse stato ancora direttore Furio Colombo non avrei creduto alla veridicità dell'intervista.
Da Furio Colombo ho avuto il piacere di essere ospite con il segretario dei DS, Muliere, che è stato un padrone di casa eccellente, dove ho parlato delle Brigate Rosse e del libro di San Lorenzo, un bellissimo libro che consiglio a tutti di leggere. Avendo citato gli attentati alla DC dal libro di San Lorenzo, Colombo mi ha aggredito, chiedendomi da quali testi fascisti, reazionari e provocatori prendevo i dati degli attentati mai avvenuti contro la DC.
Quindi, la serietà di Furio Colombo l'ho già verificata direttamente e devo dire che il padrone di casa mi ha anche scritto una lettera garbatissima non dico di scuse, ma di invito alla comprensione. In effetti ero andato a propagandare il libro di San Lorenzo, che è bellissimo, e Furio Colombo mi ha detto che era un testo fascista e che era tutta propaganda anticomunista.
Detto questo la Presidente Bresso mi interessa che ci sia perché se quello che ha detto su l'Unità lo confermasse, lo giudico gravissimo.



PRESIDENTE

Mi scusi, con tutta la simpatia e l'amicizia, l'intervento era sull'ordine dei lavori.



LEO Giampiero

Sull'ordine dei lavori propongo la discussione sulla RU 486 e auspico che in quella occasione la Presidente Bresso e la Giunta ci tengano compagnia, perché sarebbe ingiusto che la Presidente non partecipasse a questi momenti.
Mi ricordo, quando non c'era ancora Ghigo, che il Presidente Brizio e i Presidenti democristiani in aula erano sempre presenti e seguivano.
Vogliamo riportare questa buona abitudine.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo, prendiamo nota. Oggi, come avete ascoltato con attenzione nelle comunicazioni iniziali, la Presidente Bresso è in congedo quindi non è nelle condizioni di poter immediatamente dare un segnale alla sua sollecitazione.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Semplicemente per ribadire quanto già anticipato dal collega Leo, cioè che siamo disponibili a discutere l'ordine del giorno n. 472. Per cui ribadiamo la nostra disponibilità a discutere di questo argomento.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Per associarmi alla richiesta dei colleghi di una comunicazione dell'Assessore alla sanità su una questione che riteniamo molto importante per il Piemonte, che ha acceso anche parecchie polemiche sulle pagine dei giornali, relative quindi all'aborto e alla pillola Ru486.
Noi riteniamo che sia indispensabile discuterne anche alla luce delle polemiche sorte relativamente all'Assessore al Comune di Torino che quando ha competenze di tutore, tende a negare il via libera all'aborto alle ragazze minorenni e che viene massacrato sui giornali, non solo dalla Magistratura, ma dai colleghi. Dall'altra parte, un dipendente della Regione Piemonte, il dott. Viale, si permette di venire davanti alla sede del Consiglio regionale ad insultare il Consiglio e l'Assessore, proprio perché secondo lui è troppo difficile utilizzare la pillola RU486 denominata anche "aborto facile" che invece lui spinge.
Quindi voi capite, cari colleghi, che con due pesi e due misure diventa un po' difficile adottarla.
Noi permettiamo a un dipendente della Regione di venire fuori dal Consiglio ad insultarci perché deve essere più facile ricorrere all'aborto ma dall'altra parte si massacra chi, penso sempre per motivi ideologici e professionali, preferisce non consigliare aborti facili a ragazze minorenni di cui è tutore.
Caro collega Chieppa, credo che sia molto importante parlare di queste cose, in particolare di certi personaggi che considerano l'aborto quasi come una soluzione al problema della contraccezione: non facciamo niente facciamo l'aborto, così si risolvono i problemi. Sono pagati dalla Regione e forse, caro collega Ghiglia, quello è uno dei motivi per cui ci sono più aborti in Piemonte rispetto ad altre Regioni, perché troppo facilmente viene concesso l'ok all'aborto proprio da persone strutturate e pagate dalla stessa Regione.



PRESIDENTE

Comunico che sul tema della RU 486 c'è stato un ampio dibattito con informazione da parte dell'Assessore Valpreda in Consiglio e un ampio dibattito, come d'altronde l'argomento richiede, in Commissione.
Il collega Chieppa ha richiesto, se c'erano le condizioni, il momento l'opportunità, dopo queste due ampie discussioni informative, nell'ambito del fitto calendario dei lavori, di trattare quest'ordine del giorno (poi abbiamo scoperto che ve ne sono due). Questo per correttezza d'informazione rispetto alla richiesta del collega Chieppa.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, la parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Mi aggancio un po' al discorso dell'assenza ormai abituale degli Assessori durante i lavori del Consiglio. Oggi abbiamo la fortuna di avere qui l'Assessore Taricco, anche se l'agenda della settimana lo vede impegnato altrove, come del resto l'Assessore Sibille.
Sapete che oggi è l'importante giornata del "Bue Grasso" e l'agenda della Regione Piemonte ci dice che gli Assessori Sibille e Taricco sono a Carrù. Un giornale dell'Astigiano si lamenta e dice: "Per la Regione Piemonte, la fiera del Bue Grasso a Moncalvo non esiste", perché la Regione Piemonte manda entrambi gli Assessori regionali a Carrù e neanche uno a Moncalvo.
Volevo chiedere se l'ordine dei lavori permette l'assenza dell'Assessore Taricco dal Consiglio regionale per andare a Moncalvo, per par condicio; magari noi possiamo parlare della pillola, anziché della pesca, così come ha proposto il Consigliere Chieppa.
Quindi davvero chiederei alla maggioranza di pronunciarsi. La proposta che è venuta da voi ci trova consenzienti. I programmi dell'agenda della Regione davano due Assessori a Carrù, quindi mi dovete anche spiegare come mai due a Carrù e nessuno a Moncalvo. Altrimenti il Consigliere Leo, che non è abituato a pensare male, potrebbe supporre che vanno a Carrù perch il è collegio elettorale dei due Assessori...
Sono certa di interpretare anche i sentimenti della collega Angela Motta, un po' meno quelli di Robotti (lui è meno di Moncalvo), però non posso permettere che sui giornali astigiani venga fatto notare che la Regione ignora la fiera del Bue Grasso di Moncalvo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cotto. Dopo il vitello grasso alla cronaca della politica, abbiamo anche il bue grasso, che personalmente apprezzo di più.
Sarei andato volentieri sia a Moncalvo sia a Carrù.
Presumo che l'agenda dell'Assessore sia stata data antecedentemente alle decisioni dei lavori del Consiglio, però su quanto affermano i giornali mi associo ancora una volta al Consigliere Burzi: il Vangelo è un'altra cosa, mai prenderli per oro colato.
Ha chiesto la parola il collega Guida sempre sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Volevo soltanto preannunciarle, Presidente, che stiamo per presentare un ordine del giorno sull'OCM Vino (Organizzazione Comune del Mercato Vitivinicolo), che sarà approvato dalla Commissione europea entro il mese di gennaio.
L'Assessore sa bene di cosa sto parlando. Noi vorremmo saperne di più su cosa ha fatto la Regione, perché questa nuova organizzazione del mercato del vino prevede tali e tanti cambiamenti che andranno a modificare di molto la qualità delle produzioni vitivinicole piemontesi e soprattutto il metodo di commercializzazione.
Cito un esempio, per rendere l'idea che si tratta di una cosa veramente importante. Se passerà questo provvedimento, sarà permesso anche ai vini da pasto che non siano DOCG di indicare il vigneto e l'annata, per cui facendo una battuta, potremmo trovarci il Tavernello d'annata accanto al Dolcetto, al Barolo o ad altri vini. Questo ovviamente andrebbe a scapito della qualità di gran parte dei vini piemontesi, che sono quasi tutti DOCG.
Presidente, pensi che i Dirigenti dell'Unione Europea, rispondendo alla domanda: "Ma perché avete predisposto questa modifica?", hanno giustificato questa scelta affermando che sono talmente tanti i vini DOCG e DOC in Europa che non vale più la pena di difenderli, tanto è cresciuto in quantità l'elenco dei vini DOCG e DOC.
Siccome la questione riguarda l'economia piemontese, non possiamo esimerci dal parlarne e ricevere una comunicazione sicuramente autorevole e accurata dell'Assessore all'agricoltura, il quale credo segua questa vicenda perché gli ho parlato e so che su questo tema è preparato.
Per ciò che riguarda la visita molto frequente degli Assessori in provincia di Cuneo, è una pia illusione: possono essere presenti quanto vogliono, ma la sostanzia non cambia molto: non vinceranno mai.



PRESIDENTE

Grazie, collega Guida. Naturalmente, per l'ordine del giorno che dovrà essere formalizzato, l'iscrizione è più facile; ricordo però a tutti i colleghi che sono intervenuti sulle inversioni dei punti all'o.d.g. che queste devono essere votate dall'Aula.
Dopo il bue grasso, naturalmente non poteva mancare il vino su un problema che mi angoscia, se è vero quello che dice -e non ho dubbi - il collega Guida rispetto al Tavernello. Colleghi, il clima natalizio è positivo: manca il panettone e poi abbiamo completato l'opera.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il collega Vignale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Replico soltanto una richiesta fatta nel mio intervento precedente. Il Presidente ricorderà che ho proposto un'inversione dell'o.d.g. (non ricordo ai sensi di quale articolo, ma lo posso rintracciare con facilità) chiedendo che i punti indicati come 28), 29), 30), RU486 e vaccino per la meningite (diciamo genericamente così) vengano discussi prima di procedere alla discussione della legge sulla pesca.



PRESIDENTE

Collega Vignale, avevo detto che, prima di passare al provvedimento sulla pesca, le inversioni devono essere votate a maggioranza semplice.
In questo caso, visto che lei lo aveva detto precedentemente, posso interpretare - se me lo consente - il suo intervento come a favore dell'inversione.
Vi è un intervento contro? Prego, collega Chieppa, ha la parola.



CHIEPPA Vincenzo

Ho nutrito, per un attimo, la speranza che si potesse porre una questione senza che questa venisse usata come clava per impedire i lavori del Consiglio, ma evidentemente ho ancora un margine d'ingenuità. Non sarebbe, comunque, una caratteristica negativa.
Credo che votare quest'inversione punti all'o.d.g. sia sbagliato perché è finalizzata ad impedire l'approvazione di una legge che oramai è in corso di votazione. Dunque, credo che la maggioranza dovrebbe esprimersi contro queste proposte d'inversione punti all'o.d.g..
Colgo l'occasione, però, per chiedere al Presidente e ai Capigruppo tutti - di farsi carico del fatto che comunque quell'ordine del giorno relativo alla RU 486 non prevede una discussione in Consiglio, a norma di Regolamento, ma semplicemente una dichiarazione di voto ed un voto. Dunque se è usato in maniera strumentale, francamente mi pare che abbia la priorità, in questa fase, l'approvazione di una legge che peraltro abbiamo già votato a metà, diciamo così grossolanamente. Per cui, è bene procedere con quella legge, terminarla ed eventualmente passare successivamente la parola ai Capigruppo e al Presidente del Consiglio per valutare quando votare - semplicemente votare - tale ordine del giorno, che, a norma di Regolamento, è stato già discusso nella Commissione competente. Grazie.



PRESIDENTE

Sulla richiesta d'inversione punti avanzata dal Consigliere Vignale, è intervenuto contro il collega Chieppa. Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla proposta d'inversione punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Scusi, Presidente, ma c'erano ancora 18 secondi per votare.
Ho cercato di farlo, ma ha dichiarato chiusa la votazione: una volta raggiunta la maggioranza qualificata si chiude il tutto? Mi faccia capire perché volevo esprimere le mie convinzioni e non ho potuto.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Monteggia, il tempo a disposizione per votare è 60 secondi.



MONTEGGIA Stefano

C'erano ancora 18 secondi!



PRESIDENTE

consuetudine e norma - lo avrà verificato oppure potrà farlo anche nel corso di questo Consiglio, così come in altri - che superati i 30 secondi, se il risultato è acquisito, non essendo votazione per appello nominale, si dà il...



MONTEGGIA Stefano

Presidente, a me interessa il Regolamento, non la consuetudine, abbia pazienza!



PRESIDENTE

No no, è una norma su questo...



MONTEGGIA Stefano

Chiedo che si rivoti, a questo punto.



PRESIDENTE

Consigliere Monteggia, è una norma. Gli uffici si attiveranno per cercarla e gliela fornirò, se sarà possibile, nella seduta di questa mattina.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, allora metta 30 secondi, e non...
Se mancano 18 secondi per poter votare, non capisco perché non ci siano questi 18 secondi. Altrimenti, metta 30 e finisca a 30, allora.



PRESIDENTE

Nell'attesa che gli uffici recuperino la norma, le prossime votazioni si chiuderanno al termine dei 60 secondi.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, io chiedo che questa votazione sia invalidata.
Si rifaccia la votazione, perché visto che c'erano ancora 18 secondi e non ho potuto esprimermi, voglio votare. Abbia pazienza!



PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione prima dell'intervento dei colleghi. Ricordo nuovamente che il numero legale è 29. Procediamo, quindi, ripetere la votazione sulla proposta d'inversione punti all'o.d.g. relativa alla RU 486 avanzata dal collega Vignale, con l'intervento contrario del collega Chieppa.
Indìco la votazione palese sulla proposta d'inversione punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate colleghi! Non è consentito votare al posto di un altro Consigliere.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate colleghi, abbiate pazienza! Non è però neanche obbligatorio dopo aver votato, restare al proprio posto.
Per quanto riguarda il collega Monteggia, che ringrazio per la segnalazione sulle modalità di votazione, gli uffici mi hanno test consegnato un documento approvato dall'Ufficio di Presidenza, a firma del Presidente Roberto Cota.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate colleghi, quando si pongono problemi procedurali, è interesse di tutti ascoltare, così evitiamo che vengano riproposti in altro momento.
Il problema che ha sollevato il collega Monteggia, che ringrazio nuovamente, è utile perché ci permette di riproporlo, qualora non venisse rispettato, oppure di non ripeterlo più.
Leggo quanto è stato deciso dall'Ufficio di Presidenza, a firma del Presidente Roberto Cota, in data 24 luglio 2001, protocollo 24522: "La durata massima di ogni votazione è di un minuto, con l'interruzione automatica della fase di votazione al termine del tempo fissato. Il Presidente può disporre un termine più breve, comunque non inferiore a 30 secondi".
Ho pertanto utilizzato una facoltà che è consentita al Presidente del Consiglio. Provvederò a fornire ai colleghi una copia di tale documento affinché ne rimanga traccia, con il numero di protocollo e il punto indicato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Nel ringraziarla per la lettura del dispositivo relativo al regolamento dei lavori consiliari, che abbiamo appreso trattandosi di un'utile informazione, non possiamo però sottacere a quanto evidenziato dalla collega Cotto, e cioè che è avvenuta una votazione anomala tra i banchi della maggioranza.
La pregherei, quindi, con la stessa precisione con cui ci ha ricordato alcuni aspetti regolamentari, di procedere alla ripetizione della votazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
In merito alla questione della votazione, è vero che il dispositivo da lei citato fa riferimento al fatto che il Presidente può disporre un'abbreviazione dei tempi. Ma, evidentemente, tale abbreviazione di tempi deve essere decisa in anticipo rispetto all'inizio della votazione. Nel senso che la votazione può essere giustamente fissata in 30 secondi, ma se sono 30 secondi dura 30 secondi; se dura un minuto, dura un minuto.
Né può essere variata durante la votazione la tempistica per esprimere il proprio voto, perché giustamente il singolo Consigliere, sapendo di avere a disposizione un determinato tempo, deve avere la possibilità all'interno del minuto, di potersi esprimere.
Diversamente, come viene riportato dalla determinazione dell'Ufficio di Presidenza, se il Presidente, nelle sue facoltà, decide che i tempi per esprimere il voto sono di trenta secondi, sono tali dall'inizio alla fine.
chiaro che non è possibile una variazione dei tempi di votazione durante la votazione stessa.



PRESIDENTE

Pensavo di essere stato chiaro: non nella facoltà che mi sono preso, ma che è riconosciuta al Presidente.
evidente che se il Consiglio ritiene che la norma non sia precisa o comunque, non rispondente si può sempre modificare ma, finché rimane, il Presidente del Consiglio, in questo caso il sottoscritto o altri, non possono che attenersi alla norma. Adesso sarà distribuito quanto letto precedentemente.
Considerando che un Consigliere ha posto dubbi sulla votazione, sempre seguendo quanto è nelle possibilità del Presidente del Consiglio, ripetiamo la votazione per appello nominale, così evitiamo che emergano altri dubbi.
Sulle votazioni non ci dovrebbero essere mai dubbi nella libertà di poter votare come si ritiene. Ricordo che il numero legale è sempre 29.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Sull'esaustiva interpretazione del Regolamento. Presidente, al di là del fatto che ci sia una normativa, la inviterei a rispettare i trenta secondi. Si rende conto che sul tema trenta secondi sono usciti quasi dieci minuti di dibattito? Se lei avesse mantenuto i trenta secondi, non ci sarebbe stato nessun problema. Lo faccio presente anche per la prossima volta. Potremmo continuare su quest'argomento per cento volte e andremo avanti per 15-20 minuti. Non penso sia una sua aspirazione continuare il Consiglio su argomenti di questo genere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monteggia.
Se ricordo bene nel precedente intervento segnalava una cosa che io continuo a ritenere interessante da conoscere nella corretta forma. Aveva detto che mancavano 18 secondi e io ho chiuso la votazione, non avrei potuto fare diversamente, superato i 30 dei 60 secondi.
Se non ci sono altre richieste sull'ordine dei lavori riguardo questo tema, avendo un Consigliere posto un problema sulla correttezza della votazione, dispongono che sia ripetuta la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sulla richiesta di inversione del Consigliere Vignale L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "M. Novaro" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola "M. Novaro" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Stiamo per iniziare il proseguimento della discussione della proposta di legge che norma la gestione degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a: Richiesta approvazione dell'ordine del giorno n. 534, inerente a "Situazione critica della cooperativa Viticoltori dell'acquese di Acqui Terme (AL)", da parte del Consigliere Cavallera Nomina del Signor Portas quale componente CORECOM Ordine del giorno n. 436, inerente a "RU 486, adozione modello Regione Toscana" Ordini del giorno n. 472, inerente a "Pillola abortiva RU 486" Ordine del giorno n. 433, inerente a "Somministrazione gratuite della vaccinazione per il pneumococco e il meningococco" Richiesta comunicazione dell'Assessore Valpreda, inerente a "Protocollo su interruzione gravidanza con pillola RU486" Richiesta comunicazione della Giunta regionale sulla pillola abortiva, in particolare sull'aborto delle minorenni, da parte del Consigliere Rossi Presentazione ordine del giorno n. 539, inerente a "Riforma dell'organizzazione comune dei mercati del settore vitivinicolo 'OCM vino'" (seguito)


PRESIDENTE

Il Consigliere Cirio ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

La finalità è quella di chiarire un aspetto che lei, Presidente, ci ha segnalato leggendo una norma del Regolamento che credo vada chiarito.
Probabilmente, c'è un dubbio di interpretazione di fondo che potrebbe ingenerare, in futuro, altri equivoci e altre inutili perdite di tempo.
Bisogna fare chiarezza sulla fonte del diritto di cui stiamo parlando.
Il Presidente parlava di uso e consuetudine, ma mi pare che non sia n l'una né l'altra anche perché sappiamo che gli usi e le consuetudini sono fonti residuali, quando non vi è una norma. Se siamo in presenza di una norma, la leggiamo. La norma, se ho inteso bene, dice che le votazioni si svolgono nel termine di 60 secondi e che il Presidente può disporre termini abbreviati. La frase: "Il Presidente può disporre termini abbreviati" riconosce al Presidente la facoltà di disporre una riduzione dei termini ma va preventivamente comunicata all'assemblea. Il Presidente, non so su quale votazioni perché non ho l'esperienza del Presidente, ma su determinate votazioni, se leggiamo bene la norma, può dire: "comunico ai colleghi Consiglieri che per questa votazione ci sono 30 secondi di tempo" oppure, nella prassi, se non si comunica niente, saranno da intendersi i 60 secondi canonici.
Quello che il Consigliere segnalava è una cosa diversa: se la votazione è una votazione di prassi, quindi nei 60 secondi, deve durare 60 secondi.
Non credo che la norma dia la possibilità e la facoltà al Presidente, a votazione in corso, di ridurre i tempi della stessa. Il Presidente darà la facoltà di stabilire 60 o 30 secondi, ma prima dell'operazione di votazione.



PRESIDENTE

Solo per ulteriore informazione. Quanto lei ha detto e quanto segnalato dal Consigliere Monteggia sarà oggetto di dibattito nell'Ufficio di Presidenza, sede che ha approvato la norma in distribuzione conseguenza di un articolo del Regolamento che demanda all'Ufficio di Presidenza.
Mi permetto di utilizzare il termine consuetudine come l'ha interpretato lei prima: dà la facoltà al Presidente, qualora il risultato sia acquisito, tanto è vero che appena un Consigliere ha detto: "dopo 18 secondi, dal tempo massimo di un minuto, ha dato per chiusa la votazione" non ho fatto altro che ripetere la votazione.
Poiché il problema è stato sollevato lo porterò all'esame dell'Ufficio di Presidenza, nel rispetto di quanto indicato dal Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Il collega Cirio ha ulteriormente sottolineato le mie valutazioni sull'interpretazione della norma. Devo dire che c'è un'altra questione che impedisce un'interpretazione di questo genere. Voi sapete che durante la votazione è possibile, dal punto di vista dell'espressione del voto cambiare il proprio voto. Già solo il fatto che entro 60 secondi è possibile variare l'espressione del proprio voto, ci porta a considerare che fino alla scadenza dei 60 secondi, quindi del termine utile, è possibile modificare l'esito della votazione. Se un singolo Consigliere come è suo diritto, può modificare il proprio voto, significa che l'espressione del voto può far sì che l'esito della votazione non sia definitivo fino alla scadenza.
sicuramente facoltà del Presidente, in base a quella norma, stabilire se la votazione debba durare 30 o 60 secondi, ma una volta decisa l'entità temporale per l'espressione del voto, questa non può essere modificata perché ci potrebbe essere una modifica del voto che porterebbe ad una possibilità discrezionale del Presidente che, a seconda della situazione potrebbe troncare la votazione in un momento o in un altro.
Proprio per una questione generale di correttezza, sarebbe opportuno fissare precedentemente all'inizio della votazione il termine temporale (magari anche in 30 o in 60 secondi), perché altrimenti sarebbe come cambiare le regole di una partita di calcio durante il suo svolgimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Collega Lupi, come lei sa, anche le regole del calcio, che sembravano intoccabili, sono state modificate.
Per quanto riguarda il problema, verrà portato all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza. Personalmente, avendone facoltà riconosciuta dalla norma, mi atterrò ai 60 secondi, in attesa che l'Ufficio di Presidenza, rispondendo ad un articolo del Regolamento, dia indicazioni più chiare rispetto alle sollecitazione espresse questa mattina da lei e da altri colleghi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mi volevo prenotare per quando iniziava il dibattito del disegno di legge n. 47-48-58 e 165. Lo affrontiamo adesso?


Argomento: Pesca

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165, inerente a "Norme per la gestione delle fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca"


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165, di cui al punto 3) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 8 Prego, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

L'articolo 8 regola il Comitato Consultivo Regionale Tecnico Scientifico. Ricordo ai colleghi, casomai si fossero dimenticati, che la volta scorsa abbiamo discusso gli articoli precedenti, il n. 6 e il n. 7 che regolavano, rispettivamente, il Comitato Consultivo Regionale e quello Consultivo Provinciale. Ovviamente i due Comitati Consultivi hanno una funzione di supporto alla Giunta regionale e a quella provinciale, nelle attività di gestione e di programmazione di loro competenza. Il Comitato Consultivo Regionale Tecnico Scientifico, invece, ha altre finalità.
Tutto sommato, però, non si comprende l'articolato se non si ricorda il supporto che abbiamo avuto, dapprima come Giunta regionale e poi come Commissioni consiliari, da parte di qualificati soggetti esterni che hanno concorso ad elaborare un testo, diventato la base della discussione.
Personalmente ritengo che un'innovazione importante sia proprio il Comitato Tecnico Scientifico, perché mira a colmare quel divario tra le decisioni della pubblica amministrazione, soprattutto le deliberazioni legislative e normative, e l'ancoraggio tecnico-scientifico che molte volte non emerge da articolati non conformi all'evoluzione della ricerca e alle valutazioni che, via via, il mondo scientifico porta avanti, non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Siamo a conoscenza dei mutamenti climatici e come ci sia un'azione da parte dell'uomo che incide o ha inciso sugli acquiferi, creando tutta una serie di problemi. In questo momento, quindi, ci troviamo in una fase che dal punto di vista della volontà delle amministrazioni e del sistema produttivo, ha la disponibilità a comportarsi ed agire in modo che certe criticità del passato vengano superate. Nel momento in cui il dissesto è stato creato, però, non è sempre facile recuperare un equilibrio ritenuto ottimale. Proprio per questo motivo, un obiettivo teorico potrebbe essere la ricostruzione dell'ambiente acquatico e, soprattutto, della fauna autoctona, radicando anche quella fauna alloctona che ha creato una serie di problemi e, non avendo contrasti, ha inciso sulla fauna autoctona.
Il caso già ricordato del pesce siluro è un caso emblematico.
Ho fatto un quadro delle ragioni che hanno consigliato di prevedere un Comitato Consultivo. Ovviamente, l'articolo è suddiviso tra una parte che fissa i compiti del Comitato Consultivo ed una che stabilisce come deve essere composto questo Comitato. Trattandosi di compiti e di composizione era prevedibile che vi fosse qualche emendamento, ma di questo ne parleremo successivamente.
Al Comitato Scientifico è prevista la corresponsione di un gettone di presenza perché, essendo professionisti e ricercatori universitari o di dipartimento di ricerca, era inevitabile e giusto corrispondere loro un minimo di rimborso per la loro presenza. Tali soggetti, infatti, devono individuare ed esprimere pareri su provvedimenti che riguardano la tutela la conservazione e la gestione di popolazioni ittiche, soprattutto quelle autoctone, dove ci sarà veramente molto lavoro, oltre alla conservazione delle specie acquatiche, con particolare riferimento all'ambiente in cui si trovano.
A questo punto è chiaro che occorrerà una profonda integrazione peraltro sono d'accordo con un emendamento, che poi discuteremo su un altro articolo - in stretto collegamento con il Piano di tutela delle acque.
Dovranno essere due azioni collegate: non solo la garanzia del deflusso minimo vitale, ma anche una programmazione dell'uso e della gestione delle risorse idriche della nostra Regione, finalizzata senz'altro al consumo umano e alle esigenze agricole in un'ottica di risparmio, ma anche avendo attenzione alla gestione e alla salvaguardia delle specie ittiche obiettivo che può riguardare i pescatori, ma che sostanzialmente riguarda tutta la cittadinanza.
chiaro che avere un corso d'acqua con le specie ittiche che normalmente e storicamente l'hanno popolato, vuol dire anche avere un indicatore biologico, che ci dica che l'acqua di quel fiume o di quel torrente è in buone condizioni.
Ovviamente ci sono le azioni che dicevo prima: il recupero, ovvero la riduzione dei fattori di alterazione e di degrado ambientale per poter garantire e assicurare anche la vita a specie che, negli ultimi anni, non abbiamo più trovato nei nostri fiumi: Un caso famoso è quello del Tamigi nel quale sono ritornate determinate specie di pesci: mi auguro che nella nostra Regione si possa, anche in conseguenza di questa legge, prevedere in futuro un ritorno ad equilibri più accettabili.
Naturalmente tutta la legge - è bene precisarlo - è improntata a un prelievo sostenibile sia per la stagionalità dell'azione piscatoria, sia per la vigilanza che devono svolgere le Province supportate dai Comitati Consultivi provinciali, sia per i provvedimenti che competono alla Provincia in termini di blocco totale o selettivo dell'attività piscatoria.
Tutti questi obiettivi, ovviamente, devono essere raggiunti.
Questa non è una legge scritta solo perché dobbiamo assolvere a una funzione. È una legge veramente importante e la contingenza storica fa sì che vi si dedichi molto attenzione: penso, però, che sia necessario restituire attenzione ad un settore che era stato un po' negletto.
Ricordo che nel 2001, quando avevo ricevuto l'incarico di Assessore alla pesca, avendo convocato il Comitato Consultivo che da sette anni non si riuniva, i componenti del Comitato mi avevano guardato in faccia per vedere cosa era successo. Credo che occorra proprio la sensibilità che, a mio avviso, sta dimostrando questo Consiglio e anche l'Assessore, il quale ha concorso con noi in modo efficace alla redazione di questo testo adesso, ha ancora una serie di elementi da valutare, come ad esempio la composizione del Comitato Consultivo.
Sarà difficile trovare un'integrazione, perché abbiamo previsto un po' tutti quelli erano sul mercato della ricerca, della qualificazione e della specializzazione in questa materia. Comunque, è stato presentato qualche emendamento che discuteremo in seguito.
Considerato il tempo ufficiale e quello già decorso prima dell'avvio del pulsante, credo di avere illustrato in modo appropriato (o almeno, così come sono stato capace) l'importanza di questo Comitato Consultivo che, mi auguro, adeguatamente discusso e opportunamente - se del caso - emendato possa essere approvato dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Informo che il numero legale è 30 e che sull'articolo, al momento, sono stati presentati 2-3 emendamenti: Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Sono completamente d'accordo con quanto ha detto prima il Consigliere Cavallera, che ha spiegato le ragioni dell'istituzione di un Comitato Consultivo tecnico oltre ai comitati politici e ai comitati di bacino di cui abbiamo diffusamente discusso prima dell'approvazione degli articoli n.
6 e 7.
Per ciò che riguarda invece l'articolo n. 8, "Comitato consultivo tecnico scientifico", vorrei che i Consiglieri prestassero attenzione al punto c) del secondo comma, in base al quale noi dovremmo prevedere all'interno di questo Comitato Consultivo anche esperti che abbiano esperienza, professionalità (per lavoro o per studio), capacità di dare consigli su azioni di contenimento e eradicazioni delle specie alloctone di cui abbiamo diffusamente parlato nell'esaminare questa legge.
Credo che non sarà sfuggito ai più che, alcuni anni fa, nel 2003, con l'allora Assessore Cavallera (mi sono documentato presso gli Uffici della Regione Piemonte attraverso il sito internet e attraverso gli strumenti che il Consiglio ci ha dato a disposizione) è stato organizzato un convegno dedicato alle specie ittiche alloctone, in modo particolare nell'ambito del bacino del Po. Un convegno che è avvenuto a Bologna nel 2003, promosso dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, d'intesa con quelli delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto.
Il convegno è stato caratterizzato da numerosi qualificati interventi.
Perché voglio parlarvi di questo? Perché troppo spesso in questi giorni abbiamo parlato di questi argomenti senza una base scientifica, riportando articoli, relazioni, riportando molto spesso la posizione di coloro che praticano la pesca. Invece, questo convegno ha in qualche modo voluto approfondire il tema dal punto di vista scientifico. I primi ad intervenire sono stati due prestigiosi studiosi, il professor Gandolfi dell'Università degli Studi di Parma e il professor Forneris dell'Università degli Studi di Torino, che hanno trattato delle introduzioni di specie ittiche nelle acque dolci italiane: evoluzione del fenomeno e problemi connessi con la gestione della tutela della biodiversità. Esiste, nella fattispecie, la cosiddetta biodiversità negativa, non da tutelare, ma addirittura da eradicare, come previsto nel punto e) dell'articolo n. 8, seconda comma, di cui stiamo parlando.
Il dottor Gandolfi, ha evidenziato quanto grave sia il problema della perdita della biodiversità causata dall'introduzione di pesci alloctoni cioè non appartenenti alla fauna originaria. L'emissione di nuove specie ittiche delle nostre acque, oltre ad aver provocato serie forme di ibridazione, con conseguente perdita dei ceppi originali, ha frequentemente avuto un impatto distruttivo sugli ecosistemi. Da una trentina di specie di pesci presenti in Italia e nell'ambito del bacino del Po alla fine del secolo scorso, si è passati all'attuale settantina di specie.
Le cause di questo degrado sono tante: dagli interessi commerciali degli acquacultori - di cui ho portato un contributo durante la discussione dell'articolo 6 - all'avidità dei pescatori sportivi, alla miopia dei pubblici amministratori preposti ai controlli. Adesso il professor Gandolfi afferma che è necessario agire, tutti insieme, per evitare ulteriori degradi e, ove possibile, migliorare la situazione. Lo si deve fare tenendo presente che si importa una nuova specie di pesci. È certo che prima o poi queste specie si disperderanno nell'ambiente e, se troveranno le condizioni idonee - e purtroppo le hanno trovate - si diffonderanno. È il caso di cominciare - dice il professor Forneris dell'Università di Torino - con la salvaguardia di un pesce endemico, cioè presente solo nel nostro paese e in particolare, nel bacino del Po, che sta rischiando l'estinzione: la trota marmorata.
In proposito, vorrei attrarre l'attenzione dei colleghi per ricordare che, proprio in questi giorni, a Chiusa Pesio, ad opera della Regione Piemonte, si tiene un convegno specifico che l'Assessore all'agricoltura sicuramente conosce, sulla trota marmorata, a cui tutti siamo stati invitati. Mi sembra importante che questo convegno avvenga proprio in coincidenza con la discussione sulla pesca che noi stiamo facendo.
Proseguendo la sua ibridazione con la trota fario si arriverà presto all'estinzione della specie. Secondo il professor Forneris, essa si pu salvare solamente con piccole produzioni effettuati in incubatoi delle nostre valli sotto lo stretto controllo di ittiologi altamente qualificati e cercando di evitare la promiscuità con le trote fario. Quando parliamo di ittiologi di chiara fama, parliamo di quelli che devono essere poi chiamati a far parte del Comitato tecnico scientifico di cui all'articolo n. 8 In rappresentanza delle amministrazioni regionali sono poi intervenuti, per ciò che riguarda ad esempio l'Assessorato all'agricoltura della Lombardia il dottor Arlati, Cessari del Veneto, il dottor Bagnato per l'Emilia Romagna. Dalle loro esposizioni volte ad evidenziare quanto viene fatto nelle rispettive Regioni per curare e pervenire i danni causati dalle specie autoctone è emersa l'assoluta mancanza di un codice di comportamento che definisca chiaramente regole uguali per tutti da rispettare qualora si prospetti il problema di permettere o proibire l'introduzione di specie ittiche esotiche. È un problema molto serio, che soltanto in parte la nostra legge tratta.
Il successivo relatore, dottor Rossi dell'Università di Ferrara, invita a non demonizzare però gli acquicoltori, e sappiamo quanta importanza ha l'acquicoltura in Piemonte. Egli sostiene che possono essere ritenute responsabili non più del 10% delle specie alloctone entrate nel nostro Paese e che l'allevamento di specie di pesci alloctone per l'alimentazione rappresenta un'attività di grande rilievo per l'economia del nostro Paese che, seppur sottoposta a rigidi controlli, deve essere valorizzata e addirittura incentivata. Come esempio emblematico cita la trota iridea, il branzino, le vongole (il cui allevamento è ampiamente diffuso). In più quando parliamo di introduzione di nuove specie per l'allevamento è molto diverso rispetto a com'era otto o dieci anni fa: allora si poteva importare di tutto, senza preoccuparsi delle conseguenze. Oggi esiste, a suo dire, la possibilità di introdurre nuove specie ittiche, con l'assoluta garanzia di sicurezza.
Il dottor Bianchi - richiamo l'attenzione dei Consiglieri - del Settore Acquisti della COOP Italia, si è limitato ad informare che il consumo di pesce fresco nei supermercati ed ipermercati è in forte aumento e che qualsiasi specie di buon pesce fresco rappresenta un'opportunità per aumentare le vendite.
Particolare interesse ha destato l'intervento del dottor Alberto Fermi Assessore della Provincia di Piacenza, che ha parlato come rappresentante della Consulta delle Province del Po. Mi chiedo se questa Consulta possa nominare un proprio rappresentante nel Comitato di cui all'articolo 8 oppure no. Egli ci ha riportato i dati di una recente ricerca effettuata.
Questa ricerca comprende l'elenco di ben 21 specie, di cui 2/3 ampiamente diffuse e 1/3 isolate, e finalmente in Consiglio regionale possiamo sapere grazie a uno strumento di carattere scientifico, quali sono le specie alloctone che si sono introdotte nei nostri fiumi e nei nostri laghi: trota iridea, salmerino di fonte, abramide, pseudorasbora, rodeo, siluro, pesce gatto, pesce gatto americano, pesce gatto africano, persico trota, persico sole, acerina, luccio perca, carpa erbivora, carpa argentata, carassio tilapia, rutilo, gambusia, barbo danubiano e soprattutto gambero americano.
Egli ha altresì reso noti i risultati di un'operazione contro il siluro promossa dalla Provincia di Piacenza: la Provincia ha dato un premio in denaro ai pescatori per ogni siluro ucciso. Soltanto in quella Provincia sono stati portati all'eliminazione 15.000 pesci siluro. Il suo intervento si è concluso con l'invito a tutti gli Amministratori ad attivarsi per studiare azioni coordinate al fine di ridurre la presenza nelle nostre acque di specie alloctone, onde evitare che ne entrino delle nuove.
Credo che particolare enfasi bisogna dare a questi problemi, perch dobbiamo invitare i pubblici amministratori, non soltanto la Regione, ma anche le Province e i tecnici che faranno parte del Comitato, ad operarsi affinché vengano definite e rese operative con la massima celerità chiare regole uguali in tutte le Province del Bacino del Po, che regolamentino l'introduzione di specie ittiche alloctone e tutelino sempre più le specie ittiche autoctone (di cui parleremo diffusamente nei prossimi interventi).
Ci pare giusto riportare un intervento particolare, quello dell'avvocato Cova, Presidente della Federazione Italiana Pesca Sportiva il quale, dopo aver puntualizzato che le sue Associazioni rappresentano 1 milione di pescatori che partecipano a gare, ha affermato che nessuna colpa è da attribuirsi a pescatori sportivi per il proliferare di specie ittiche alloctone nelle nostre acque. Egli sostiene che l'intera responsabilità ricada sulle Pubbliche Amministrazioni.
Ecco perché abbiamo il dovere, signor Presidente, di impegnarci anche con i fatti affinché le nostre acque e i nostri pesci non possano avere nulla a che spartire con le specie alloctone di cui abbiamo testé parlato.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "W. Fillak" di Banchette


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "W. Fillak" di Banchette in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Pesca

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165, inerente a "Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del testo unificato delle proposte di legge nl 47 48, 58 e 165, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Invito l'Assessore Taricco a tenere conto degli interventi del collega Guida, perché credo che nelle more dell'articolo 8 vi potrà essere sicuramente un posto per lui nel Comitato tecnico scientifico.
Al di là delle battute, l'articolo 8, che stiamo discutendo, è importante anche per la composizione del Comitato tecnico-scientifico medesimo e per le finalità che questo si pone. È rilevante innanzitutto perché abbiamo visto in altri settori degli ambienti naturali che non è soltanto necessario intervenire rispetto ai problemi che sono nati all'interno degli ambienti, in questo caso acquatici, ma è importante svolgere anche uno studio nel merito rispetto ai problemi maggiori, cioè relativamente al pesce siluro e alla presenza di cormorani o di quelle specie alloctone che stanno creando dei seri problemi alle specie acquatiche.
Un Comitato tecnico-scientifico è sicuramente molto importante per fare alcune verifiche, non soltanto una gestione relativamente alla selezione delle specie in qualche modo alloctone da provare a estirpare dalle acque.
altresì importante per tutto ciò che riguarda i lavori all'interno dei corsi d'acqua, i lavori in alveo. Molto spesso, come dice anche la relazione della legge che stiamo esaminando, importanti lavori all'interno degli alvei dei fiumi sono stati fatti con una concezione certamente a vantaggio della tutela delle popolazioni e di un maggior potenziamento magari degli argini dei fiumi stessi, ma in molti di questi casi non si è tenuto conto che quel tipo di lavori avevano un impatto assolutamente significativo per le specie animali presenti all'interno dei corsi d'acqua.
Ai punti che il comma secondo ricorda - la tutela, la conservazione e la gestione delle popolazioni ittiche autoctone, la conservazione delle specie acquatiche endemiche di particolare significato naturalistico, così come le azioni di contenimento delle specie alloctone, quindi punti legati al mantenimento delle specie animali - ne seguono altri legati alle azioni di tutela dello stato di conservazione dei corsi d'acqua o, in alcuni casi anche la gestione degli ambienti acquatici delle zone umide.
Quindi, come si dice ai punti successivi, il Comitato tecnico scientifico ha non solo un compito di studio relativamente a una situazione generale, ma anche un compito di studio nello specifico in merito ai singoli interventi che vengono fatti e soprattutto ha un importantissimo compito di affiancamento rispetto a quelle che sono le competenze della Regione relativamente alla pianificazione che la medesima dovrà andare a svolgere e che è oggetto della legge che stiamo discutendo. Ha anche un importantissimo compito di affiancamento per le Province per quanto riguarda la creazione dei Piani ittici provinciali e, a caduta, anche dei Comitati di bacino, dove la presenza dei Comitati di bacino, dove la presenza di esperti di tutti i segmenti interessati dal mondo dalla pesca che sono previsti al comma terzo, il quale anche con gli emendamenti - e vi arriveremo successivamente - prevede non soltanto la presenza di un funzionario regionale legato alla normativa di settore, ma anche funzionari competenti in materia di risorse idriche, i rappresentanti delle Province i rappresentanti dei diversi soggetti interessati dalla normativa. Quindi un esperto di idrobiologia, di ittiologia e biologia della pesca, di ittiopatologia, di ambienti acquatici e il ripristino degli ambienti acquatici stessi e un esperto di acquacoltura.
Crediamo sia particolarmente importante, dopo la votazione della legge la costituzione in termini anche abbastanza rapidi del Comitato consultivo regionale da parte della Presidente della Giunta, perché rispetto a tutti quegli atti che dovranno essere conseguenti all'entrata in vigore di questa normativa, sarà particolarmente importante il loro affiancamento.
Certamente dopo l'approvazione di questa normativa, le Province dovranno modificare o riscrivere i piani ittico-provinciali, scritti prima che questa normativa entrasse o entrerà in vigore; così come gli stessi Comitati di bacino dovranno individuare delle politiche di attuazione e di gestione dei corsi d'acqua e di attuazione della seguente legge conformemente ai dispositivi che la legge individua, ma anche alle finalità e al supporto tecnico che il Comitato tecnico-scientifico sarà in grado di dare alle singole Province e ai Comitati di bacino.
La stessa rappresentanza, anche in questo caso amplia ma non assembleare e rappresentativa di tutti i soggetti che maggiormente hanno a che fare con il mondo della pesca e degli ambienti naturali, è estremamente importante.
Dicevo della pesca e degli ambienti naturali perché credo sia uno dei caratteri distintivi che fa della normativa che stiamo discutendo una buona legge, occupandosi non solo e soltanto del prelievo all'interno dei corsi d'acqua o degli ambienti acquatici, ma dando anche un'attenzione relativamente agli ambienti naturali.
E' un aspetto che certamente riguarda tutta la popolazione, non solo i pescatori, perché è noto che un corso d'acqua in buona salute e senza dei predatori alloctoni, un corso d'acqua all'interno del quale siano stati fatti dei lavori, mantenendo le prerogative dell'ambiente acquatico dove i lavori vengono fatti, mantiene anche una floridità di presenza animale e anche vegetale.
Quindi, crediamo che, anche in questo caso, tanto il comma 2 quanto il comma 3 riprendano appieno la filosofia della legge, sia con le indicazioni che dà al Comitato scientifico rispetto a quelle che sono non materie esclusive, ma le materie sulle quali dovrà maggiormente operare il Comitato tecnico- scientifico, sia con il comma 3 quelli che dovranno essere gli esperti di supporto tanto alla Regione quanto alle Province e ai Comitati di bacino.
Il fatto che si sia ritenuto opportuno individuare anche alcuni soggetti istituzionali come presenti all'interno del Comitato tecnico scientifico di cui al comma 5 del presente articolo, cioè le Università, il Consiglio nazionale delle Ricerche, l'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, i quali designeranno gli esperti di cui al comma 3, relativamente ad una serie di indicazioni, è per certi versi importante. Infatti, al di là della valutazione dei singoli curriculum questo dà credibilità al Comitato scientifico che dovrà essere composto dai soggetti che meglio possono spendere e dare un supporto con una conoscenza professionale, didattica e di lavoro svolto nel corso degli anni.
Per questo motivo, per le valutazioni che abbiamo espresso relativamente all'articolo, in particolar modo ai commi 2, 3 e 6, riteniamo che l'articolo in oggetto risponda ancora una volta alla filosofia generale con cui è stata redatta la legge.
Ci pare un articolo ben scritto, sul quale esprimeremo una valutazione certamente positiva, ma questo lo faremo certamente in dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ricordo - anche se l'avevo già detto ma vorrei che rimanesse agli atti che la riunione dei Capigruppo è convocata alle ore 14,30.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Vorrei fare qualche riflessione, non tanto sul merito perché altri colleghi molto più esperti di me e componenti delle Commissioni stanno intervenendo con grande sostanza, ma semplicemente rispetto al metodo di composizione.
Sul Comitato consultivo regionale tecnico-scientifico presenterei un emendamento all'Assessore, chiedendo che il Presidente della Giunta regionale, che con decreto dovrebbe costituire il Comitato consultivo aggiunga "sentita la Commissione consiliare competente, sentita eventualmente la Commissione Nomine", perché al fondo dell'articolo c' scritto che "la nomina è effettuata tenuto conto del curriculum dei candidati".
C'è una Commissione regionale apposita, che è la Commissione Nomine che fa queste valutazioni e riterrei che, anche per le future nomine di Giunta, fosse competente a controllare il curriculum. Inoltre aggiungerei Assessore Taricco, questo lo faccio solo per lei e per l'Assessore all'ambiente "e sentiti gli Assessori alla pesca e all'ambiente".
Infatti, se il Comitato è un Comitato consultivo tecnico scientifico sarebbe opportuno che ci fosse, quanto meno, il parere anche degli Assessori di merito, perché sappiamo che la Presidente Bresso è onnisciente, sa tutto e di più, ma probabilmente in materia di pesca se sentisse almeno l'Assessore alla pesca non sarebbe sbagliato; poi dir perché anche l'Assessore all'ambiente, in quanto mancano proprio alcune cose nell'enumerazione dei componenti che poi dovrebbero far parte di questo Comitato.
D'altra parte, succede per gli stessi atti del Governo che il Presidente del Consiglio senta un Ministro per una particolare competenza.
Se lo fa un Presidente del Consiglio, potrebbe addirittura farlo un Presidente della Regione.
Poi mi rendo conto che parlando della Presidente Bresso questi limiti stiano un po' stretti e che debbano essere elasticizzati, ma io che lavoro sempre per le pari opportunità di tutti per non lasciare indietro nessuno come avrebbe detto qualche anno il Gruppo Forza Italia - chiederò che vengano quanto meno sentiti i pareri, prima di fare una nomina con Decreto Regio. Anche la formula è tipicamente Bressiana, e al di là del fatto che sia proprio o improprio come strumento quello del decreto, il fatto di fare un decreto piace molto ad una Presidente che è stata soprannominata, non da noi "la zarina" In questo niente di offensivo, ma la fotografia - vorrei dire "il dipinto", parlando di zar - di un elemento caratteriale preponderante della nostra Presidente di Regione.
Il Presidente di Giunta, sentita la Commissione competente, dopo aver esperito un passaggio in Commissione Nomine e sentiti gli Assessori di merito, nomina un Comitato consultivo regionale tecnico-scientifico.
Visto che alla lettera d) del comma 2 si precisa: "La competenza di questo Comitato è di esprimere un parere tecnico sulla riduzione dei fattori di alterazione e di degrado ambientale degli ambienti e - quindi c'é una congiunzione - della fauna acquatica", a mio avviso sarebbe opportuno prevedere, nel novero di questo Comitato consuntivo, un funzionario, un dirigente o un Direttore dell'ARPA, perché si parla di ambienti anche in senso generale, e non solo di quelli della fauna acquatica. E visto che l'ARPA è competente per quanto riguarda le rilevazioni ambientali, al di là degli esperti idrobiologi o biologi o quant'altro, proprio per andare eventualmente a rimarcare le possibili situazioni di alterazione e di degrado ambientale, potrebbe essere opportuno un rappresentante dell'ARPA.
Mi permetterei, altresì, di richiedere l'aggiunta di un componente dell'Istituto Zooprofilattico. So che anche il Vicepresidente Peveraro ritiene fondamentale questo inserimento; pertanto, proprio perché voglio raccogliere quella che è anche la sua sensibilità, riterrei seriamente opportuno questo inserimento, perché l'Istituto Zooprofilattico in quanto tale - l'Assessore Valpreda su questo ci potrebbe insegnare molto, ma è troppo occupato ad accorpare ASL e a tagliare posti letto, danneggiando i cittadini, quindi in questo momento non ci può venire in aiuto - dovrebbe avere anche la funzione di preservare, monitorare e prevenire situazioni di pericolo per la salute pubblica collegata anche agli animali. Quindi un esperto dell'Istituto Zooprofilattico in situazioni di possibile alterazione e di degrado ambientale che possano portare anche alla diffusione di patologie connesse all'ambiente ittico e all'attività piscatoria, non lo riterrei ultroneo. E non è una battuta, perché sappiamo benissimo - adesso si parla di mare, per cui non si parlerà né di laghi artificiali né di torrenti - quanto i pericoli per la salute connessi ad alterazioni dell'ambiente (marittimo, in quel caso) che poi vengono assorbite dai pesci di cui ci nutriamo, possono spesso provocare patologie diffuse.
Visto che andiamo a regolamentare questo tipo di attività, non riterrei né inopportuno né ultroneo aggiungere anche un esperto dell'Istituto Zooprofilattico.
Tra l'altro, nel comma 5 citate le università degli studi. Non dimentichi, Assessore, che da tanti anni il Politecnico - e non l'università degli studi di Torino - ha istituito tutta una serie di corsi di laurea in materia ambientale. Le certificazioni non le fa l'università ma gli ingegneri del Politecnico in materia ambientale. Pertanto, non vorrei dire più dell'università degli studi, ma con l'Università degli studi, a mio avviso, proprio per questa specificità, voi dovreste coinvolgere il Politecnico, perché oggi, probabilmente, esistono più corsi di laurea in materia ambientale nel Politecnico che, ad esempio, nelle facoltà di veterinaria o di medicina. Non credo, quindi, che sarebbe improprio prevedere tale designazione - uno in più o in meno non credo che cambi qualcosa - rispetto a questo Comitato consultivo tecnico-scientifico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero: ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito del discorso, volevo rivolgere un apprezzamento particolare all'intervento del collega Guida, che mi ha preceduto, sul problema della trota marmorata.
A mio avviso, abbiamo troppi stereotipi da superare, uno dei quali potrebbe riguardare proprio quel "bipede autoctono" che vive nella nostra Regione - mi riferisco all'uomo - che fa pur sempre parte dell'ambiente.
Per cui, anche se talvolta cagiona danni all'ambiente attraverso i suoi interventi, non vuol dire che ogni intervento dell'uomo sia, di per s dannoso.
Nel caso specifico, il problema della trota marmorata, che potrebbe apparire piccolo, ma in realtà è importante, non può essere risolto mettendo in competizione le specie, perché questa trota si feconda con le altre e quindi non basta difendere i suoi spazi, perché in natura, in competizione con altre specie, si producono degli ibridi.
Bisognerebbe partire dal presupposto che quando l'uomo interviene in modo positivo per l'ambiente fa bene a farlo.
Il modo unico per intervenire è quello che attua la Provincia di Torino (ma credo anche le altre Province), con la creazione di centri in cui interveniamo assistendo gli animali adulti, provvedendo alla fecondazione in modo artificiale e producendo delle specie di questi animali: è l'unico modo che può salvarli dall'estinzione.
Se qualcuno ama l'ambiente, dovrebbe essere favorevole all'intervento dell'uomo, quando è positivo.
Questo quadro, mi porta al punto 8 di questa legge, che, a mio giudizio, ha il medesimo problema di comprensione.
Ho presentato un emendamento relativo a un "qualcosa" di artificiale.
Qualcuno potrebbe dunque dire: "Si parla di ambienti naturali, ma viviamo in ambienti che hanno subito l'intervento umano". Dovremmo quindi superare il concetto secondo il quale tutto ciò che viene fatto dall'uomo è potenzialmente artificioso e negativo, mentre tutto ciò che non ha conosciuto l'intervento dell'uomo è un qualcosa che va bene.
A volte non è così, può essere il contrario. L'uomo fa parte dell'ambiente e noi dovremmo indirizzarlo.
Sono stato un po' indeciso se presentare questo emendamento o meno.
Inizialmente pensavo solo di fare un intervento, nel senso che la vera azione deve essere quella portata avanti dall'Assessorato e dagli uffici.
Se la conoscenza di questi concetti è presente nell'Assessore e ai suoi funzionari e tutti lavorano per portarli avanti, abbiamo degli effetti positivi. Se lo scriviamo in una legge, ma non passa il concetto, abbiamo un fatto un bel esercizio, una legge positiva, ma serve di più la convinzione di chi opera, che non la scrittura. Tuttavia la scrittura pu anche aiutare per cui, alla fine, mi sono convinto a presentare questo emendamento che va nel senso di un concetto che ho già espresso in altri interventi (vedremo i Consiglieri cosa ne penseranno). Ho l'impressione che questo concetto tardi ad essere recepito, non tanto dall'Assessore Taricco ma in generale.
Il concetto è quello che dicevo prima, in un altro intervento. Trovo estremamente positivo che questa legge venga assegnata all'Assessorato all'Agricoltura in quanto tale. Il concetto per cui noi continuiamo a chiamare la legge sulla pesca, ma questa non è una legge sulla pesca.
Dobbiamo verificare gli interventi, la normativa di un concetto globale.
Ho apprezzato molto che siano state citate le zone umide nel punto 8) della legge. Tenete presente che anni fa l'intervento maggiore, negativo dell'uomo era di far scomparire le zone umide, ma perché allora avevano fame. Per togliersi la fame avevano bisogno di terre da coltivare e far sparire zone umide consentiva di aumentare la quantità di cibo a disposizione dell'uomo. Allora piuttosto che morire di fame era meglio far sparire una palude (secondo me, se mangiassimo un po' di meno ridurremo il costo della sanità regionale e nazionale in modo drastico). Dobbiamo difendere quello che interessa in questo momento in questo contesto.
Ho spinto molto il concetto degli incubatoi di valle dove si opera quello che dicevo prima. Sapete chi era interessato? Nessuno. Il pescatore "moderno" che non è il vero pescatore che dovrebbe essere difeso da questa legge, il pescatore che pesca per gioco, per diletto, interessa pescare qualsiasi cosa. Al 90% dei pescatori non interessa. Dobbiamo avere un interesse più ampio, dobbiamo superare queste cose. Quello che agisce di più in questo settore, al settore dei pescatori, non interessa un granch la specie. Dobbiamo essere noi a fare degli interventi affinché il concetto più ampio venga salvaguardato.
L'emendamento che ho presentato va in questa direzione, questi concetti dovrebbero essere ben compresi e ben ribaditi in modo che andiamo avanti sulla strada che delineavo. Per quanto riguarda l'impostazione del punto 8) mi trova ampiamente consenziente, a parte qualche possibilità di miglioramento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Mentre noi approfondiamo e discettiamo sulla disciplina piscatoria, al piano superiore stanno avvenendo eventi politico-istituzionale di grandissima rilevanza e importanza che forse meriterebbero la sospensione dei lavori per un approfondimento importante. Informo l'Aula che è nato un nuovo Gruppo politico (bisognerà chiarire se intergruppo o gruppo), guidato in particolar dal Consigliere Buquicchio che ha ufficialmente aperto un tavolo dei volenterosi, chiamato il ponte, che deve disincagliare la Giunta regionale e la maggioranza dalla contrapposizione con la minoranza.
L'intervento del Consigliere Buquicchio, che ho ascoltato interamente è stato una presa di distanza dall'impostazione che la Presidente Bresso ha dato dei lavori e della gestione dei rapporti con la minoranza in queste ultime settimane, una prese di distanza lontanissima dall'impostazione. Non volevo lanciare una lenza su altre tematiche, rimango strettamente all'attività piscatoria anche se, da questo ponte, si potrà pescare molto sul piano politico ed istituzionale. Un ponte molte interessante, un ponte che ha un grande progetto da qui credo anche un'incrinatura addirittura strategica del centrosinistra. Dai discorsi che sentivo, penso che questo ponte potrà addirittura proporre il ponte di Messina. Si parlava di infrastrutture, di Alta Velocità che il centrosinistra sta facendo morire a livello piemontese e a livello nazionale.
Ma torniamo alla nostra attività che oggi è motivo di approfondimento dell'articolo sul testo di legge risultato da un lavoro bipartisan fra i componenti di questa assemblea. Vorrei approfondire un aspetto che compare al comma C articolo 8 (quello delle azioni di contenimento o di radicazione delle specie alloctone). È un argomento molto interessante perché, come abbiamo già visto in qualche articolo precedente, la presenza di specie ittiche non autoctone ha provocato un'eliminazione pericolosissima delle specie locali. Cito, come esempio propedeutico per tutti, i corsi d'acqua del fiume Sesia in provincia di Vercelli. La presenza dei pesci siluro oltre alla presenza eccessiva di alcune specie di uccelli come i cormorani e gli aironi, hanno fatto sì che lungo tutto il tratto del fiume Sesia siano scomparse specie autoctone di pesci, mentre sono presenti presenze singolari di pesci alloctoni come la carpa erbivora che è una specie ittica innovativa che non compariva fino a qualche anno fa nei corsi d'acqua piemontesi e che oggi invece compare. Purtroppo, ha una funzione veramente terribile rispetto ad altre specie.
La carpa erbivora, chiamata anche Amur, è una specie che è comparsa sul territorio italiano e piemontese circa venti anni fa e si è diffusa, in particolare nei corsi d'acqua piemontesi, negli ultimi anni. È originaria dei paesi della Cina orientale e della Malesia, mentre in Europa si è concentrata soprattutto negli '80 in Romania, in Russia ed in ex Yugoslavia, fino a giungere in Italia agli inizi degli anni '90. Non vorrei che anche questo fosse un ulteriore regalo negativo della caduta del muro di Berlino.
Questa specie ittica è presente sul territorio piemontese anche in molti invasi. Addirittura, inizialmente era stata introdotta per un controllo attivo sulla vegetazione; per limitare cioè la presenza di alghe che spesso non sono gradite dai pescatori anche se sono importanti per la biologia dell'invaso.
Teniamo presente che l'Amur è un pesce che può raggiungere un peso massimo di circa 30 Kg. ed una lunghezza addirittura superare ad un metro.
una carpa erbivora ma all'aspetto visivo assomiglia più ad un grande cavedano ed ha una pigmentazione della livrea che assume una colorazione argentata.
Ho fatto questo riferimento ad una specie alloctona perché è un problema importante sentito da tutti i pescatori piemontesi, a cui finora non è stata data una risposta precisa.
Sarebbe auspicabile, se non attraverso un emendamento specifico perlomeno con un auspicio che mi auguro venga raccolto dall'Assessore competente, e quindi dalla Giunta regionale, che nel Comitato Consultivo Regionale, poiché è prevista la presenza di più dirigenti o di funzionari regionali e l'elaborazione di elaborati e di strategie per combattere la presenza di queste specie alloctone, venga studiato un piano di eradicazione diffuso su tutto il territorio piemontese, proprio per combattere queste specie ittiche alloctone. Questa dovrebbe essere una delle priorità, se non la priorità, del primo lavoro, del primo progetto e del primo programma che verrà portato avanti dal Comitato Tecnico Consultivo Regionale.
Mi dispiace che su un argomento così importante sia assente l'Assessore alla pesca e all'agricoltura perché, su questo tema, la sensibilità dei pescatori e delle associazioni ad essi collegate è molto sentita e molto presente.
Un altro argomento che abbiamo evidenziato è la riduzione dei fattori di alterazione di degrado ambientale degli ambienti e della fauna acquatica. A tal proposito ritengo sia necessaria la presenza dell'Assessore Sibille, Assessore alle opere pubbliche e alla difesa del suolo, perché questa legge, forse inconsapevolmente, si interseca con tutta la tematica della manutenzione corretta dei corsi d'acqua, sia di competenza regionale sia di competenza interregionale (ex Magistrato del Po ed ora AIPO). La corretta applicazione della manutenzione dei fiumi pu alterare o meno i corsi d'acqua e, quindi, tutta l'attività piscatoria.
Non vedo l'Assessore Sibille presente nei banchi della Giunta regionale. Non è un fatto trascurabile, visto quanto sta succedendo in questo momento, anche a seguito delle situazioni post-alluvionali. Mi chiedo come si regolamenterà l'attività di pesca, ad esempio per quanto riguarda le casse di laminazione previste su tutto il territorio piemontese, proprio per consentire il deflusso delle acque e l'esondazione regolamentata delle acque in caso di piena o di alluvione.
Di questo tema non se ne parla nella legge, tanto meno in questo articolo. Dovrebbe invece essere presente, all'interno del Comitato Tecnico Consultivo, un organismo per pianificare e regolamentare queste situazioni anomale che, purtroppo, sul nostro territorio sono molto frequenti, sia per le ripetute alluvioni sia per questa auspicata esondazione governata delle acque con le casse di laminazione previste su tutto il territorio piemontese.
Constatiamo ancora l'assenza dell'Assessore Sibille. Evidentemente quanto stanno dicendo gli amici del tavolo dei volenterosi è più che giustificato, poiché continuiamo a notare una sordità e un'assenza inquietante della Giunta regionale su tematiche così importanti. Quindi ricollegandomi a questo, sarebbe opportuno, proprio per i discorsi di disalveo dei fiumi e di contenimento all'interno delle casse di laminazione, la presenza di un funzionario o di un dirigente dell'Assessorato alle opere pubbliche e alla difesa del suolo; presenza che invece, nel comma 3 del presente articolo, non è individuata n specificata.
Ritornerò ulteriormente sull'argomento più avanti.



PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che l'Assessore Sibille non è presente perch impegnata in una riunione all'AIPO sulla ghiaia, argomento in qualche modo legato al progetto di legge che stiamo discutendo.
Dopo aver dato la parola al Consigliere Burzi chiuderei i lavori della mattinata, vista la serie di riunioni e di appuntamenti concordati.
Comunico che la Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 14.30 e il Consiglio riprenderà alle ore 15.00.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Mi impegnerò anche a recuperare i pochi secondi che il Vicecapogruppo Pedrale ha sforato e che la sua tolleranza - che apprezzo perché è una delle forme che consente all'Aula di esprimersi - ha consentito.
L'ambito è quello del Comitato Consultivo regionale. Io mi fermerò su quest'ultimo aspetto, perché, se non si definiscono bene gli ambiti, i risultati diventano talora negativi, al di là delle volontà del legislatore. Mi si consentirà una modestissima libertà di intervento nell'ambito di quello che sto per dire, perché ritengo che sia importante che noi si comprenda bene perché, alle ore 12.39 di giovedì 14 dicembre siamo qua.
Il livello dell'informazione è quello che è. Vedo la modesta fatica che comporta, a me come Capogruppo di uno dei partiti di opposizione, informare doverosamente i colleghi delle cose che avvengono e del perché avvengono.
Noi siamo sette, o sette e mezzo, gruppi di opposizione, comunque siamo un certo numero di gruppi di opposizione. Non so se e come le informazioni avvengano e fluiscano nell'ambito della maggioranza. Mi permetto solo di ricordarmi e di ricordarci che cosa stiamo facendo qua, perché fra un po' credo che alcuni se lo saranno dimenticato.
Noi opposizione e, soprattutto, per quanto mi riguarda, Forza Italia ben mi guardo dal parlare dei colleghi e degli amici degli altri Gruppi riteniamo di sostenere due principi fondamentali in tutti i comitati ( in questo caso consultivi), essendo noi opposizione regionale. Il primo è l'inesistenza di rapporti di dialogo con l'attuale esecutivo, che riteniamo una lesione, non soltanto dei diritti dell'opposizione, ma della politica.
Inesistenza di dialogo vuol dire che non parlarsi peggiora il dialogo quando ci si parla e gli impegni che vengono presi nelle varie sedi vengono disattesi.
Alcuni colleghi - non tutti, per carità, non mi permetterei di fare dei giudizi generici - hanno questa attitudine, che inizialmente qualcuno poteva ascrivere ad inesperienza. Anche la Giunta, pur nella sua complessiva inefficienza e inefficacia, ha al proprio interno persone che hanno grande esperienza e che avrebbero, nel loro diritto e nel loro dovere, quello di informare i colleghi, qualora questi non fossero dotati della sufficiente esperienza, nell'interesse collettivo della Giunta e della Regione. Ma questo è un problema che riteniamo sia specificatamente dell'opposizione.
In secondo luogo, sosteniamo una tesi politica, anche questa ovviamente legittima, ma deve essere chiara. Non abbiamo accettato, né accetteremo forzature su temi politici, quando inesistenti. Non accettiamo una tesi che ci imponga forzature di dibattito, per esempio sul Piano Socio Sanitario quando il Piano Socio Sanitario non c'è, in Commissione; quando il Presidente Rostagno (che ringrazio per la disponibilità e la cortesia, come peraltro tutti gli altri Presidenti delle commissioni, non abbiamo critiche ne rimproveri da fare alla forma della gestione del nostro lavoro consiliare) non pone in discussione tale documento. Noi riteniamo, tra le altre ragioni, che sia perché la maggioranza, comprensibilmente, attorno a dei temi così rilevanti, non ha ancora definito - peraltro per ammissione della stessa Giunta - i propri emendamenti. Diventa quindi difficile accettare delle forzature di lavori.
Mai successo in questa istituzione - che dovrebbe avere una certa nobiltà - quando la priorità è dichiarata. Ci si domanda perché vengano dichiarate priorità inesistenti. E quando si dichiarano priorità inesistenti, i dubbi sorgono: da che cosa si vuole eventualmente dirottare la nostra attenzione? Tuttavia, siamo nell'ambito legittimo delle scelte politiche di una maggioranza, come è legittimo che l'opposizione nell'inesistenza del tema, vi si opponga.
Poi c'è una terza fase, che è quella della dignità dell'istituzione Regione e del lavoro consiliare. Non è mia abitudine riferire i colloqui che avvengono al di fuori di quest'aula, ma quello che ha visto ieri la Presidente Bresso interloquire con tutti i Capigruppo di minoranza non era un colloquio riservato. Quindi mi permetto solo di dire... Mi spiace che non ci sia la Presidente, ma nei prossimi giorni avrò modo di intervenire temo inutilmente, con spreco di denaro pubblico - su questo tema; lo faccio all'inizio, in modo tale che poi ci ricordiamo, almeno per parte nostra, da dove siamo partiti.
La Presidente che ha detto una serie di cose tutte legittime rispettabili e molte delle quali anche condivisibili, tranne quando dice (non ho la presunzione che venga creduto un membro della minoranza, ma erano presenti anche autorevoli membri della maggioranza che, qualora volessero, potrebbero intervenire): "In fondo, l'interesse per il Piano Socio Sanitario è solo del Consiglio, perché la Giunta - essendosi dotata dei PRR, simpatico acronimo che significa Piani di Riordino e di Riequilibrio - ha tutta la discrezionalità per governare, d'altronde come avete fatto voi negli altri cinque anni". E ha detto una verità, perché è così.
Peccato che questa è la tesi che noi abbiamo lungamente sostenuto in IV Commissione, per giustificare l'ingerenza programmatoria dell'esecutivo sulle competenze del Consiglio; peccato che una Giunta, che non resiste alle tentazioni di abusare della dignità di Consiglio, è una Giunta che ne abusa; peccato che il tema sociosanitario... Se volete non discuterne fatelo pure: le conseguenze le giudicheranno i piemontesi quando potranno e dovranno.
Certamente non saremo noi, come non foste voi con qualche autorevolezza negli scorsi anni, a richiamarci a questa tentazione, cui forse parzialmente noi abbiamo ceduto.
Con questo, vi auguro un buon lavoro. Chiedo scusa ai colleghi se mi permetto di fare degli auguri anticipati a loro e alle loro famiglie perché temo che non sia da escludere che le fasi successive del dibattito errroneamente, possano incrinare dei rapporti personali, cosa che non dovrebbe mai accadere, ma temo: meglio prevenire. Non c'è l'Assessore Valpreda che sulla prevenzione è un grande professionista. Mi stupisco di come alcuni gruppi, che sulla prevenzione hanno le stesse nostre idee... Ma probabil mente non servono a niente - vero, colleghi? - i Piani socio-sanitari, come dice autorevolmente la vostra Presidente. Qualora questo accadesse, ci dimenticheremo del perché stiamo qui a discutere. I miei auguri sono assolutamente sinceri. I nostri problemi sono con la Giunta, con parte degli Assessori, non certo con i colleghi del Consiglio. Buon lavoro a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi, anche per gli auguri che penso siano ricambiati da tutti i Consiglieri, dagli appartenenti la Giunta oltre che dai funzionari.
Una certezza è che siamo arrivati al panettone, e questo mi sembra che nessuno l'ha ancora messo in dubbio.
Alle ore 14.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo; il Consiglio riapre alle ore 15.00 La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.47)



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