Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.134 del 05/12/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 16.00 il Presidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.30)



(Alle ore 16.40 il Presidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 17.00)



(La seduta ha inizio alle ore 17.02)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ferraris e Ricca.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento all'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti ordini del giorno:

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 520, inerente a "Organizzazione della Conferenza regionale sulla salute mentale", presentato dai Consiglieri Cotto, Ferrero Cavallera, Cirio, Toselli e Burzi (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno n. 526, inerente a "Vaccino antinfluenzale", presentato dai Consiglieri Rossi e Monteggia (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Ordine del giorno n. 525, inerente a "Costituzione europea", presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero e Monteggia (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Ordine del giorno n. 527, inerente a "Trattato costituzionale europeo" presentato dai Consiglieri Bresso, Bizjak, Muliere, Motta, Turigliatto Valloggia, Robotti, Dalmasso, Deambrogio, Moriconi, Manolino, Pizzale Rabino, Pace, Cavallaro, Spinosa, Rutallo, Cattaneo, Ricca, Scanderebech Lepri, Comella e Ferraris (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

C'è stata la richiesta d'iscrizione all'o.d.g. di alcuni ordini del giorno.
Ci sono richieste di intervento sull'ordine dei lavori o su queste iscrizioni? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Voglio ricordare - e mi stupisco che non sia stato ricordato da nessuno che oggi è la giornata nazionale sulla psichiatria.
Ho presentato un ordine del giorno, che probabilmente anche la maggioranza avrà il piacere di votare, contro il disagio mentale, per chiedere l'organizzazione della Conferenza regionale sulla salute mentale.
Vedo che certe giornate vengono ricordate con enfasi e altre sono completamente dimenticate.
Chiedo l'iscrizione e anche, possibilmente, la votazione di quest'ordine del giorno.
Nei dieci secondi che ho ancora a mia disposizione, chiedo all'Ufficio di Presidenza di evitare, se è possibile, le convocazioni delle Conferenze dei Capigruppo prima delle riunioni di Consiglio, perché poi non riusciamo più a lavorare. È meglio farle alle fine. Questo mi sembra un atto di rispetto verso i Consiglieri che aspettano qui da due ore senza sapere nulla.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto, anche per la segnalazione rispetto alle Conferenze dei Capigruppo che, come tutti sanno ma voglio ricordare, tranne in casi particolari si riuniscono in giornate che non combaciano con le sedute di Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Chiedo un intervento dell'Assessore alla sanità, che purtroppo non vedo oggi in aula, ma potrebbe anche esserci domani o dopodomani, su un fatto di cui sono venuto a conoscenza solamente ieri, tradotto in un ordine del giorno presentato questa mattina, di cui chiedo l'iscrizione. Non chiedo subito la discussione perché capisco che l'Assessore non c'è o se arriva più tardi potrebbe non essere pronto a rispondere, però, signora Presidente, lei che è donna le chiedo un attimo di attenzione.
Si sta verificando un fatto che ritengo assolutamente grave, nei confronti delle donne incinte al secondo e al terzo trimestre.
Ho saputo casualmente ieri, e porto all'attenzione non come polemica ma perché credo che vada assolutamente risolto e chiarito, che il Ministero della salute, con sua circolare sulla prevenzione e controllo dell'influenza, raccomanda, alla donne che sono nel secondo o nel terzo trimestre, di fare il vaccino. Consiglia in modo prioritario la vaccinazione antinfluenzale alle donne che saranno nel secondo o nel terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica.
Non solo. Le Aziende del Piemonte, applicando giustamente una circolare e una direttiva del Ministero, segnalano e consigliano alle donne, che saranno nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica di influenza, di fare il vaccino. Viene addirittura detto signora Presidente le chiedo di ascoltarmi e sarò brevissimo, che il vaccino a questi soggetti, tra cui alle donne, sarà fatto gratuitamente presso i medici di base. Fin qua tutto bene. Ma qual è il problema, signora Presidente? che il vaccino disponibile che viene iniettato alle donne in gravidanza, come indicato dal Ministero della sanità e dalle Aziende sanitarie del Piemonte, riporta, nelle indicazioni e nel foglio del vaccino che viene distribuito in farmacia - ovviamente in Piemonte (il vaccino FLUAD della Chiron farmaceutici) - la frase: "Gravidanza e allattamento non applicabile".
Le chiedo: primo, se è un errore della casa farmaceutica, di far cambiare il bugiardino, il foglietto informativo allegato al vaccino perché dà notizie erronee; secondo, nel caso in cui ci fosse un motivo per cui hanno scritto che non è applicabile, le chiederei di sapere al più presto che cosa può succedere alle donne che invece l'hanno fatto fidandosi della documentazione in possesso dei medici di base e alle Aziende sanitarie e, terzo, nel caso in cui il vaccino non si debba fare, bisogna informare con la massima urgenza possibile i medici di base, affinché non prescrivano e non vaccinino gratuitamente le donne incinte.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, è una mozione d'ordine, quindi la pregherei di...



ROSSI Oreste

Però è abbastanza grave, Presidente, non so se rendo l'idea, perché in questi giorni le donne incinte, seguendo le indicazioni delle Aziende sanitarie, si stanno sottoponendo alla vaccinazione gratuita. Sul brogliaccio del vaccino utilizzato c'è scritto che quel vaccino non è applicabile alle donne in gravidanza, quindi lei capisce che se donne in gravidanza hanno poi delle conseguenze ne rispondiamo noi, come Regione cioè come organo competente.
L'aspetto più grave non è che ne rispondiamo noi, ma è che ci potrebbero essere conseguenze negative per le donne e per i bambini. Non mi pare una questione sicuramente di secondaria importanza. Ripeto, non è una questione politica, ma di salute.



PRESIDENTE

Prendo atto che sono stati consegnati due ordini del giorno in seguito alla discussione di questa mattina di cui è stata chiesta l'iscrizione.
Inoltre, è stato consegnato l'ordine del giorno n. 520, "Organizzazione conferenza regionale sulla salute mentale", a firma dei Consiglieri Cotto Ferrero, Cavallera, Cirio, Toselli e Burzi, e l'ordine del giorno n. 526 inerente al"Vaccino antinfluenzale", quello di cui stava parlando il Consigliere Rossi.
Questi sono pervenuti alla Presidenza. Come da prassi, non metterei nemmeno in votazione e li darei per iscritti in calce all'o.d.g., se siete d'accordo, ai fini delle nostre esigenze regolamentari.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Solamente per chiederle, siccome l'esito della Conferenza dei Capigruppo non è stato all'unanime, un'interruzione per una riunione di minoranza, onde informare coloro che sono stati qui ad attendere, visto che mi sembra che il calendario approvato a maggioranza tra i Capigruppo sia abbastanza pesante, delle nuove convocazioni alle quali saranno sottoposti la prossima settimana.
Chiedo un'interruzione per una riunione di minoranza.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, gli Uffici hanno predisposto un utile promemoria da distribuire a tutti i colleghi. Lo stiamo distribuendo. Se ritenete, si potrebbe anticipare la chiusura dei nostri lavori; se invece l'esigenza di una breve sospensione è richiesta da tutti i Gruppi dell'opposizione, viene accordata.
La seduta è sospesa e riprende alle ore 17.20.



(La seduta, sospesa alle ore 17.11 riprende alle ore 17.42)



PRESIDENTE

Prima di proseguire con l'esame dei punti all'o.d.g., vi ricordo che le comunicazioni della Giunta regionale - per la precisione dell'Assessore Bairati, in merito al post-olimpico - sono state rinviate, su richiesta di alcuni membri dei Gruppi di minoranza, alla seduta di giovedì.


Argomento: Pesca

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165, inerente a "Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca"


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165, di cui al punto 4) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti. Vi rammento che sono stati discussi e votati i primi due articoli, con i relativi emendamenti.
La Giunta, sulla base delle ultime riunioni col gruppo di lavoro, ha presentato ulteriori emendamenti. Vi prego di distribuirli sollecitamente.
ARTICOLO 3 Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 3.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
L'articolo 3 riguarda le funzioni delle Province.
Con l'articolo 2 abbiamo regolamentato le funzioni della Regione ovviamente in linea con quanto definito in seno all'attuazione della legge Bassanini.
Con quest'articolo si attribuiscono alle Province sostanzialmente i compiti gestionali. È chiaro che il panorama degli Enti locali è articolato con i Comuni e le Comunità Montane; pertanto, com'è stato fatto a suo tempo in Commissione, dovremmo chiederci se la scelta che è stata individuata in Commissione è la soluzione migliore, quella più adatta per poter definire e gestire al meglio una problematica come quella della pesca.
Sappiamo, peraltro, che in questo momento - è una cosa ciclica - nel nostro Paese, si è aperto un dibattito tale da porre in discussione i ruoli di determinati livelli di Governo locale e sono nel mirino proprio le Province.
Si sostiene, per certi versi, che le Province rappresentano un "doppione" della Regione dal punto di vista delle tematiche di vasta area e potrebbero essere benissimo surrogate dalle Comunità Montane oppure dalle aggregazioni di maggiori dimensioni dei Comuni.
In questo caso, credo che la soluzione che è stata adottata sia, a mio avviso, accettabile, perché va incontro ad un'impostazione storica. Noi sappiamo che la caccia e la pesca rappresentano le funzioni storiche delle amministrazioni provinciali che, negli anni, si sono strutturate.
Peraltro, confermare l'assegnazione di questi compiti alle Province consente alle Province stesse di consolidare quelle attività gestionali del territorio, ma anche, e soprattutto, di coordinamento della vigilanza, che ha delineato - e, in qualche modo, rinnovato sul territorio stesso - il ruolo dell'amministrazione provinciale.
Nel comma 1 si specificano le funzioni, ad esclusione di quelle espressamente riservate alla Regione, oppure di quelle tra le Province confinanti (nel caso in cui confinino con Province di altre Regioni), per le quali accorrono accordi interregionali.
Per quanto riguarda la Regione Piemonte, abbiamo la condivisione delle acque dei laghi, trattandosi di laghi internazionali, sui quali corre un confine di Stato: addirittura, per governare e per contemperare le esigenze delle due parti - la parte italiana (piemontese e lombarda) e quella svizzera - vi è una Commissione internazionale per la tutela delle acqua e una per la regolamentazione della pesca.
Anche sotto questo profilo, in questa sede stiamo cercando di rianalizzare a fondo il testo che abbiamo concorso a predisporre per verificare se esistono degli aspetti che, in qualche modo, vanno rivisti.
Con l'articolo 3 si riservano alle Province i Regolamenti: ovviamente i Regolamenti sono approvati secondo le procedure interne dalla Provincia stessa, quindi - giustamente - l'articolo non si dilunga sulle norme organizzative di gestione della funzione, che, ovviamente, compete la Provincia stessa.
Al comma 3 si riconosce anche alla Provincia la facoltà di adottare per eccezionali esigenze di tutela dell'equilibrio biologico del patrimonio ittico, sentiti i Comitati consultivi provinciali, dei provvedimenti di divieto atti a salvaguardare la fauna ittica e gli ambienti acquatici.
Sotto questo profilo, l'andamento meteo-climatico di questi anni è indubbiamente tale, rispetto al passato, da condizionare anche l'attività ittica, tant'é che - parlo per esperienza diretta - nella Provincia di Alessandria l'Amministrazione ha più volte adottato provvedimenti di questo tipo.
Credo, altresì, che sarebbero opportuni degli incontri e dei tavoli interistituzionali tra la Regione e le Province proprio per coordinare al meglio queste importanti funzioni della Provincia che, al di là delle tutele normative, rappresentano attività di tutela puntuale.
Ritengo, a questo punto, che occorra, eventualmente nel corso del nostro dibattito, ritornare non tanto su questo articolo, perché nel momento in cui il dibattito va avanti e gli articoli vengono approvati diventano non più modificabili, ma verificare le possibili ricadute di quanto deliberiamo e degli articoli collegati.
Presidente, a mio avviso, a quest'articolo va dedicata la dovuta attenzione. Ritengo che l'articolo 1 delle finalità, l'articolo 2 delle funzioni riservate alla Regione e l'articolo 3 delle funzioni decentrate alle province siano fondamentali. Rappresentano i cardini della garanzia pubblica, per consentire l'operatività degli operatori privati o pubblici interessati agli ambienti acquatici, alla fauna e al prelievo ittico. Tale settore, a mio avviso, deve essere adeguatamente regolamentato e disciplinato in modo chiaro e rigoroso, nell'interesse e a salvaguardia dell'ambiente, tema al quale anche la nostra parte è molto interessata.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo in oggetto riprende la filosofia seguita dalla legge: fare una legge di principi e di indirizzi alle Province, prevedendo che la gestione e la realizzazione della legge stessa sia effettuata dalle province. Infatti, l'articolo 3 riguarda proprio le funzioni delle Province. Riteniamo che questa sia stata un'indicazione positiva, proprio perché chi opera all'interno delle Province, redigendo gli otto differenti piani ittici, conosce maggiormente non solo la situazione ambientale fluviale, ma anche l'attività alieutica.
A proposito degli adempimenti della legge regionale, riteniamo corretto che, dal punto di vista gestionale, alla Regione spetti il compito di dare indirizzi e principi, mentre le Province devono redigere i piani ittici provinciali per la tutela della conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca, come peraltro già fanno.
altresì equilibrato il principio, espresso tanto dal comma 2 quanto dal comma 3, che sancisce la peculiarità e la maggiore conoscenza che le Province hanno del territorio, non soltanto nella redazione dei piani ittico-provinciali, ma anche rispetto alle modalità con cui si può vietare temporaneamente l'attività di pesca. Infatti, l'articolo 3 recita: "Le province, qualora sia accertata l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico del patrimonio ittico, in particolare per quanto riguarda quello autoctono, o per sopravvenute particolari condizioni ambientali o meteorologiche, sentiti i comitati consultivi provinciali vietano temporaneamente l'attività di pesca, anche per singole specie, su tutti o su parte degli ambienti acquatici di competenza o loro porzioni".
Leggendo il comma 3 dell'articolo 3, si capisce come questa competenza debba essere demandata alle province che, a loro volta, consultando i Comitati consultivi provinciali distribuiti sui territori della provincia hanno non solo il sentore, ma conoscono la realtà fluviale e gli eventuali problemi che possono sorgere.
Come dicevamo - ed è stato scritto all'interno della relazione della legge - in molti casi i lavori in alveo dovuti alle alluvioni accadute purtroppo nella nostra Regione o i lavori che si sono susseguiti nel tempo hanno creato problemi all'ambiente acquatico. Le province, che in molti casi sono anche i soggetti che appaltano o realizzano i lavori all'interno degli alvei fluviali o delle aste dei fiumi, hanno dunque una conoscenza maggiore del territorio e anche la possibilità di valutare meglio un eventuale divieto.
La legge in oggetto è altresì equilibrata relativamente al divieto considerato che tanto la normativa nazionale quanto un richiamo presente in un articolo successivo prevedono che il dirigente provinciale, che pone il divieto temporaneo di pesca, debba non soltanto motivare il divieto, ma anche porre un termine rispetto al divieto stesso. Questo è importante perché in alcuni casi si è verificato che si sia posto, per motivi oggettivi, il divieto alla pesca; che quel divieto sia stato mantenuto dimenticandosi dei motivi oggettivi che avevano portato all'emanazione del provvedimento temporaneo. Quindi è successo che la temporaneità del divieto, poi decaduta, sia invece rimasta nel tempo Inoltre, la volontà di indicare che il divieto può avvenire per tutta l'asta fluviale o solo per una parte o anche solo relativamente a singole specie rappresenta ancora di più la necessità che queste competenze siano affidate alle province e ai Comitati consultivi provinciali, perch ripeto - senza una conoscenza del territorio questo viene meno.
Aggiungo che questo, come altri articoli, tendono a delineare una legge che è sussidiaria, una legge che certamente è di carattere regionale, e quindi dà una normativa omogenea in materia di pesca per quanto riguarda gli indirizzi principali, le modalità e le sanzioni, ma che poi demanda verso il basso, per il principio di sussidiarietà che ricordavamo, alle province e ai Comitati di bacino, l'attuazione e la gestione dell'attività alieutica in generale: esercizio della pesca, tutela e conservazione degli ambienti e della fauna acquatica.
Pertanto, questo è certamente uno degli articoli fondanti della legge perché nel corso dell'articolato vedremo come questa correlazione fra Regione, ente centrale che norma, e province, enti gestori che di concerto con le realtà locali (non soltanto i Comitati consultivi, ma anche le associazioni e quanti riescono a gestire l'esercizio della pesca) sia un principio basilare che la Commissione, nella redazione del testo nell'unificazione dei differenti provvedimenti, ha tenuto come cardine importante.
Riteniamo che questo debba essere un principio normativo che ispira tutta l'attività normativa della nostra Regione. Sappiamo come in molti casi la nostra istituzione, ancora un'istituzione ibrida, nel senso che oltre all'attività normativa e legislativa tiene ancora in capo alcune attività di gestione. Gli indirizzi che questa norma dà, devono essere tenuti in ottima considerazione, non soltanto nel merito del provvedimento specifico, ma anche nel modello comportamentale rispetto all'attività legislativa che, in qualche modo, le Regioni, in particolare modo la nostra, è opportuno debbano avere.
Certamente l'articolato dei tre commi rileva quanto abbiamo illustrato e indica la positività dello stesso non soltanto nella funzione delle attribuzioni, ma nell'importante divisione dei compiti tra l'ente centrale e le singole Province.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Non era mia intenzione intervenire, ma la legge sulla pesca, in particolare l'articolo 3, ma anche gli articoli che si succederanno, è una legge significativa, importante. Un'importanza che va oltre il suo contenuto.
Mi spiace rilevare come tra i banchi della Giunta non sia più presente la Presidente Bresso che si perde quest'importante discussione che, come arricchisce noi, avrebbe arricchito, sicuramente, anche lei, avrebbe avuto la possibilità di diventare più esperta sull'arte piscatoria. Il Consigliere Dalmasso mi fa capire che le faremo avere i sunti dei nostri interventi in maniera tale che possa anche ella essere a conoscenza delle posizioni che andiamo a delineare.
La pesca non è materia che mi affascina in maniera particolare forse perché, a differenza di tanti altri Consiglieri, non ho mai esercitato questo sport (con questa affermazione mi avvicino al Consigliere Moriconi).
Anche se devo confessare che da bambino, partecipando ad una gara di pesca sportiva, per vincere qualcosa, ho riempito di sabbia l'unico pesce che avevo preso, ma fui squalificato (non me ne vorrà il Consigliere Moriconi per questo fatto, ma non ero ancora capace di intendere e volere), in seguito ho abbandonato la mia arte piscatoria per dedicarmi ad altro.
L'articolo 3 è importante perché delinea il ruolo delle Province all'interno della normativa. Materia di non poco conto perché negli ultimi anni è sempre più presente, a livello regionale, la tentazione - a volte non solo la tentazione, ma la realtà - di delegare alle Province molte competenze che in prima istanza sarebbero di tipo regionale.
Ricordo nella passata legislatura tante competenze regionali in materia agricola, se vogliamo materia attinente a quella della pesca, delegate alle Province. Sulle deleghe esercitate dalla Regione alla Provincia, sui risultati di queste deleghe, andrebbe aperta, a mio avviso, anche una discussione ampia e franca, e non perché qualcuno sia contro le ipotesi di decentramento di competenze agli enti locali e agli enti inferiori (non come capacità, ma come status). Una riflessione reale sui risultati raggiunti sull'onda di questo sentimento generale (dico generale, perch poi chi non si può dire europeista, chi non si può dire decentratore di funzioni). Quindi, ripeto, sui reali risultati di questa attività di decentramento aprirei un'ampia riflessione Con questo non voglio affermare che non assumo come positivo il decentramento alle Province di alcune funzioni che la legge regionale in oggetto fa, ma sinceramente chiederei che ci fosse un'attenzione generale sul problema.
Come già stabilito dall'articolo 2 le competenze generali rimangono in capo, quelle regolamentari, alla Regione, ma poi quelle di maggior impatto quelle più pratiche, quelle più concrete, sono delegate alle varie Province (che del resto le esercitano già da molti anni). Devo dire, parlo in particolare per esperienza della mia Provincia, con risultati non negativi.
Le Province, quindi, adotteranno i regolamenti finalizzati alla gestione dei corpi idrici e costruiranno Piani provinciali che dovranno essere un po' la tela - se noi immaginassimo un quadro - l'ordito dello svolgimento dell'attività piscatoria nei vari consessi provinciali.
La mia Provincia anticipa, addirittura, alcune previsioni previste nel Piano (di questo devo dargliene atto). Infatti, è notizia di questi giorni ad esempio, che la Provincia di Alessandria ha adottato un esperimento pilota (con la Regione Piemonte e con gli organi a lei deputati) per affrontare la questione - non voglio usare il termine abbattimento - del pesce siluro. Leggevo sulla stampa locale proprio in queste ultime settimane, in questi ultimi giorni, che sul tema si è avviato un esperimento - vedremo nei prossimi mesi quali saranno gli esiti - che affronta in maniera preventiva la questione, anche rispetto alla vigenza di questa legge che affronterà in maniera organica tutto il problema di quei pesci che, non essendo pesci delle nostre acque, stanno creando grandissimi danni nei nostri corsi d'acqua. Lo sappiamo tutti. C'è un sistema tale per cui pesci che sono di grandissima dimensione hanno bisogno di alimentarsi con quantità di pesce notevolissimo. Ricordo che già nella scorsa legislatura - mi farà fede l'ex Assessore Cavallera - tante volte abbiamo sollevato il problema del pesce siluro, soprattutto il Consigliere Bussola che era diventato un po' l'alfiere del pesce siluro con decine di interrogazioni.
La Provincia di Alessandria, così intelligentemente, aderendo in maniera addirittura preventiva ad una sollecitazione contenuta nella legge lancia questo esperimento che spero possa dare veramente buoni frutti, in maniera tale da far diminuire l'incidenza di questo pesce sulla gestione piscatoria.
Se da una parte mantengo delle riserve su un decentramento spinto all'Ente Provincia di tante funzioni proprie della Regione - e chiedo all'Assessore competente, al Presidente del Consiglio di farsi garante anche di un controllo sullo svolgimento di queste funzioni delegate affinché queste siano svolte nel migliore dei modi - dall'altro lato sottolineo anche un momento positivo di collaborazione tra Regione e Provincia che è dato dall'intervento pilota sul pesce siluro.
Se mi sarà data rassicurazione da parte dell'Assessore sull'attenzione che, comunque, la Regione mantiene non soltanto in base al suo potere legislativo generale, non soltanto sulla sua capacità di creare una cornice ai problemi che stiamo affrontando, ma anche sulla sua capacità di controllo, di collaborazione stretta, di attenzione verso quanto le Province staranno facendo, non farò mancare la mia attenzione verso quest'articolo 3. Articolo che mi pare importante perché introduce questo concetto, già presente nella legislazione attuale, ma lo ribadisce attribuendo alle Province il ruolo di importanti enti d'attuazione di politiche regionali; Province che, a mio avviso, devono però in ogni modo ricevere la giusta attenzione e il giusto controllo da parte della Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine; ne ha facoltà.
Scusi, collega Giovine, c'è un intervento sull'ordine dei lavori del Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Le chiedo scusa, Presidente, e chiedo scusa soprattutto al collega se ho interrotto il suo intervento non ancora iniziato. Volevo dire solo due cose.
La prima - davvero la dico con serietà - è che abbiamo veramente difficoltà a sentire gli interventi dei colleghi. Mi domando se e che in misura coloro che, con molta difficoltà, stanno facendo l'opera di resocontazione dei nostri interventi, possano sentire quelli che non sono altro che bisbigli, turbati da un impianto acustico che, secondo me, è al di sotto dell'accettabile.
Per il secondo punto, mi rivolgo a lei perché abbiamo un problemino tecnico che lei possa aiutarci a risolvere. I Capigruppo stanno cercando per domani mattina un sito in Consiglio dove poter svolgere un loro intervento di conferenza stampa, che abbiamo già preannunciato in sede di Conferenza dei Capigruppo. Al momento non vi è un sito disponibile. Onde non s'interpreti la questione come un ostruzionismo, ove la Presidenza c'indicasse dove possiamo riunirci per comunicare alla stampa, le saremmo grati.



PRESIDENTE

Una sala adeguata all'evento verrà trovata senz'altro.
Quanto invece ai lavori sull'insonorizzazione dell'aula e sul potenziamento degli impianti dei microfoni, come annunciato, verranno effettuati durante le vacanze natalizie. Precisamente fra Capodanno ed Epifania.
Chiaramente non sono stati eseguiti prima esclusivamente perché ci avrebbe comportato un'impraticabilità di una settimana dell'aula.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

L'articolo 3 in oggetto, titolato "Funzioni e Province", dovrebbe avere alcune specificazioni in merito. In particolare sul comma 1, che recita: "Le Province esercitano le funzioni in materia di pesca ad esclusione delle funzioni espressamente riservate ad organi regionali e di quelle che richiedono accordi con altre Regioni". Ci sono alcuni punti che il sottoscritto, che adesso ha preso la parola, non ha ben capito probabilmente per sua ignoranza, che è sicuramente grande e immensa, ma probabilmente anche perché in questo caso il legislatore non ha provveduto a spiegare alcune altre questioni.
Ad esempio, quali sono questi accordi con altre Regioni, richiamati nel comma 1? Quali sono questi accordi e di che cosa trattano? Non so se ci si riferisce al Magistrato del Po, ma mi pare che quelle siano competenze su cui forse noi non possiamo intervenire, né forse citare direttamente o anche indirettamente in una legge regionale.
Vorrei che fossero esplicitati meglio quali sono gli organi regionali e quali sono le funzioni che questi organi regionali espressamente possono avere in capo. In oggetto all'articolo menzionato, ricordo quanto già ieri avevo dichiarato, ovvero il mio dubbio sul fatto che vengano divisi i piani quinquennali fra piani quinquennali provinciali e piani quinquennali regionali.
Trovo che la pesca, tutto sommato, rispetto ad altre materie possa avere una semplificazione almeno di tipo legislativo, magari anche di tipo amministrativo e di conseguenza burocratico. Credo quindi che tutte le funzioni delle Province direttamente o indirettamente debbano essere chiamate in capo alla Regione. Viceversa, occorre esplicitare in modo chiaro e diretto quali siano le funzioni delle Province.
Evidentemente ci sarà una funzione di controllo, ma sappiamo benissimo che alla fine sono poche le Province che hanno organi (ad esempio la polizia provinciale) e strumenti per effettuare queste funzioni di controllo. La maggior parte della volte ci si rifà, di fatto, direttamente ai Comuni. Allora non capisco perché non è stata, ad esempio, prevista una specifica delega anche ai Comuni, in ordine al controllo che bisognerebbe effettuare sull'applicazione della legge che stiamo qui discutendo.
Il comma 2, invece, recita: "Le Province adottano regolamenti finalizzati alla gestione di corpi idrici classificati al fine della pesca e per il raggiungimento delle finalità dei piani provinciali per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca".
Non mi sembra molto logico che le Province regolamentino l'esercizio della pesca e regolamentino ad hoc corpi idrici, la conservazione degli ambienti, la fauna acquatica e l'esercizio della pesca.
Sapete benissimo che sono sicuramente un federalista, ma mi pare abbastanza sintomatico immaginare che c'è un regolamento che cambia da Provincia a Provincia. Magari in una Provincia si può pescare fino ad una certa ora, in un'altra si potrà pescare anche mezz'ora dopo. Sappiamo benissimo che ci sono tantissimi fiumi (il Po è un caso, ma ce ne sono altri, come il Sesia) e che i regolamenti cambiano secondo i lati dei fiumi.
Vorrei capire per quale motivo un pescatore debba seguire alcuni regolamenti in una Provincia e seguirne altri in un'altra Provincia. Vorrei capire per quale motivo non ci debba essere un unico regolamento regionale almeno per l'esercizio della pesca. Io non dico che le Province non debbano avere una potestà regolamentare per alcuni di questi temi elencati.
Sicuramente vi sono differenziazioni provinciali o localistiche secondo il corpo idrico di cui si parla. Sicuramente ogni Provincia, che conosce il proprio territorio, avrà delle specie da tutelare rispetto ad altre, porta effettuare, giustamente, interventi specifici, ma comunque la conservazione e la tutela degli ambienti deve avvenire in modo equo su tutto il territorio piemontese. Anche la fauna acquatica ha diritto di essere conservata e tutelata in Provincia di Torino come in Provincia di Cuneo e di Vercelli. A maggior ragione l'esercizio della pesca.
Trovo ridicolo che ci siano regole che valgono per cacciatori o per pescatori in Piemonte e non valgono invece in Lombardia. Però in particolare credo che sulla pesca si possa stralciare l'esercizio della pesca alle Province e tenerlo in capo alla Regione. Non chiedo una potestà consiliare, ma che la Regione, tramite la Giunta, regolamenti in modo univoco l'esercizio della pesca.
Sul comma 3, invece, c'è un aspetto interessante, su cui probabilmente i miei colleghi interverranno, poiché abbiamo presentato un emendamento testé distribuito. Il comma 3 attualmente recita: "Le Province, qualora sia accertata l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico del patrimonio ittico o per sopravvenute particolari condizioni ambientali o meteorologiche, sentiti i comitati consultivi provinciali vietano temporaneamente l'attività di pesca, anche per singole specie, su tutti o su parte degli ambienti acquatici di competenza o loro porzioni." Credo ci sia un problema sull'applicabilità di questo comma, perché non lo ritengo di facilissimo impatto conoscitivo. Non credo che tutti i pescatori siano laureati ad Oxford, quindi penso che abbiano diritto ad avere una legge facilmente comprensibile, senza dover accedere al suo significato reale tramite associazioni o altri organismi. Mi pare che in un precedente articolo votato, forse addirittura il primo, si parla di pescatore in forma associata o in forma singola.
Credo, quindi, che si debba rendere la legge fruibile anche ai singoli pescatori che magari avrebbero difficoltà a capire una certa terminologia un po' complessa, farraginosa e troppo tecnica. Trovo grottesco dire: "Noi riconosciamo la funzione ecologica del pescatore in forma associata o anche in forma singola (ho presentato un emendamento per stralciarlo e poi l'ho ritirato perché ho riconosciuto la validità del testo in oggetto)" e poi negli articolati successivi, senza andare molto lontano dall'articolo 3 c'è una formazione estremamente complessa che, personalmente, ho dovuto leggere due volte per capire.
Credo che molti colleghi si siano trovati nella mia condizione ovviamente chi l'ha letto, perché credo che siano ben pochi quelli che l'hanno letto realmente. Nel continuare la discussione sulla presente legge dobbiamo tener conto che gli stessi argomenti presentati in un modo o nell'altro possano avere lo stesso effetto di tipo legislativo, possono essere ugualmente funzionali ai fini della volontà del legislatore in oggetto, ma devono essere - ed i cittadini hanno tutto il diritto di pretenderlo - chiari, in un italiano più semplice possibile.
Non mi pare che chi fa il legislatore debba essere iscritto all'Accademia della Crusca. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Giovine.
Mentre ad una prima lettura la frase "espressamente riservato ad organi regionali" mi era apparsa estremamente chiara, mi sono poi reso conto che in effetti, quando si scrive una legge, le parole hanno un duplice significato: un significato che viene attribuito alle stesse dagli avvocati e dai giudici, un altro attribuito da chi legge l'articolato. Tutto sommato, però, non credo produttivo indicare, in questo passaggio, tutti i punti collegati alle funzioni espressamente riservate.
Per questo motivo, mentre i tecnici ed i legali saprebbero trovare punti interessati nell'intera legislazione, la frase, di per sé, dal punto di vista legale, mi pare ben congegnata, però è sicuramente poco chiara per chi legge. Potremmo risolvere il problema utilizzando, anche se non so se si usa in Italia o nel mondo, un'appendice alle leggi esplicativa per chi vuole sondare. Occorre arrivare a documenti posteriori che analizzano la situazione. Se ci fosse poi la necessità di spiegazioni, ci rivolgiamo ai nostri bravi tecnici dei nostri uffici.
Alla luce di questo ragionamento, comunque, mi ha fatto drizzare le orecchie il terzo comma dell'articolo 3, che recita: "Le Province, qualora sia accertata l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico...". Chi la accerta? Onestamente non mi è chiaro, né come elettore né come potenziale avvocato. Sono solo un ragioniere, però se mi metto nei panni di chi deve stabilirlo - presumibilmente sarà la Giunta provinciale - secondo me non è chiaro. Se parliamo di accertamento qualcuno lo deve fare, quindi mi sembrerebbe giusto ed importante indicare chi lo deve fare.
Fatte queste considerazioni, trovo l'articolo, nel suo complesso positivo. In particolare - sarà una deformazione professionale, avendo fatto per sei anni il Consigliere alla Provincia di Torino - trovo positivo il fatto che queste funzioni siano state delegate, vista l'esperienza che ho avuto, nel senso che, essendo materia che può variare molto da luogo a luogo, diventa difficile regolamentarla se non a livello provinciale. Già il livello provinciale è ampio, il torrente Orco e il torrente Malone hanno caratteristiche, come sa chi va a pescare in quelle zone, che non c'entrano niente con il torrente Stura. Guardando la cartina geografica io Consigliere regionale, potrei considerare il torrente Orco e il torrente Malone alla stregua del torrente Stura. Sono tre torrenti. Come pescatore pescavo solo nei primi due torrenti, perché il tipo di pesca che facevo io nel terzo non si può fare, non perché sia vietato, ma perché le condizioni sono diverse. Questo la dice lunga sul fatto che la realtà sia molto complessa e che sia giusto che venga delegata alle Province anche l'attuazione di quanto indicato nell'articolo 3.
Detto questo, però, non credo sia contraddittorio l'emendamento che ho presentato, con altri firmatari, che pone un paletto morale, cioè di moral suasion, rivolta al Capo dello Stato. L'esperienza che ho avuto in Provincia di Torino è stata estremamente positiva, ma non è detto che si debba continuare su questa strada: cambiano i tempi, cambiano le persone.
L'emendamento che abbiamo proposto indica le parole "in particolare" il che vuol dire che noi suggeriamo alle Province delle modalità, diamo delle priorità. Nel momento in cui diciamo loro che possono decidere ampiamente sulla materia, non poniamo dei vincoli - sarebbe in contraddizione con cosa dicevo prima - ma diciamo: "Attenzione, c'è quest'aspetto particolare della vicenda della pesca che tu, Provincia, devi tutelare in modo formalmente forte; dopodiché, se non lo fai, non ci sarà il modo di perseguirti dal punto di vista ordinamentale, però potrò sempre politicamente dire: "Se la Provincia non fa questo"...



(Brusìo in aula)



NOVERO Gianfranco

NOVERO Gianfranco



NOVERO Gianfranco

Casualmente, il nostro emendamento è relativo al discorso della fauna autoctona, su cui sono già intervenuti altri colleghi. Ad una prima lettura superficiale, potrebbe apparire in contrasto con quanto asserito dal Consigliere Giovine - in riferimento ai termini "autoctono" e "alloctono" ma in fase di illustrazione dell'emendamento spiegherò meglio come, in realtà, lo spirito non è così diverso.



(Brusìo in aula)



NOVERO Gianfranco

Come dicevo, si verifica più facilmente nei volatili e negli animali a sangue caldo. Per quanto concerne gli animali a sangue freddo, spesso l'uomo crede di intervenire in loro favore, cagionando invece danni irreparabili: pensiamo, ad esempio, a certi pesci introdotti per le zanzare, che provocano danni alla fauna ittica. A mio avviso, il 90% degli interventi umani in questo settore, alla resa dei conti, si dimostrano negativi, sia per gli animali che per gli uomini.
Detto questo, a parte le osservazioni indotte dall'intervento del Consigliere che mi ha preceduto sull'incertezza di chi accerta, il nostro parere su questo articolo è globalmente positivo, soprattutto se venisse accolto il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Premetto che non mi sono mai occupato di pesca. Anzi, mi sono occupato di pesca in due occasioni: una volta al luna park, quando buttavo le palline nelle ampolle. Ma visti i miei scarsi successi, ho smesso di sprecare i soldi in quel modo e ho cominciato a sparare coi fucili ai bersagli fermi, anche perché il pesce non lo portavo mai a casa e i miei genitori, volendo evitare che diventassi un bambino depresso, mi hanno fatto cambiare svago al luna park. Il secondo approccio è stato con la pesca artificiale, nei laghi artificiali - tutto artificiale! - dove facendomi un po' schifo i vermi, mi davano la polenta. Ma visto che erano furbi e volevano far prendere pochi pesci e tanti soldi, la polenta era sempre troppo liquida, per cui ogni volta che si metteva attorno all'amo e si buttava in acqua, si disperdeva e i pesci non abboccavano lo stesso.
Alla fine, per fortuna, almeno nel lago che frequentavo io - non so se sia o meno oggetto di questa discussione - il pesce lo vendevano anche a peso quindi con qualcosa a casa si tornava, con mia gran fortuna e soddisfazione, perché anche in quel caso potevo millantare di essere riuscito a produrre qualcosa.
Detto questo, ho voluto approfondire brevemente l'articolo 3 perch pur trovandomi - e trovandoci - in accordo con le funzioni delegate alle Province secondo il principio di sussidiarietà, vi sono alcuni passaggi che non mi sono chiari.
Al comma 1 si dice che le Province esercitano le funzioni in materia di pesca, ad esclusione di quelle espressamente riservate esclusivamente ad organi regionali. A mio avviso, occorrerebbe specificare quali sono questi "organi regionali", perché può essere la Giunta, la Direzione competente il Direttore dell'Assessorato o una Commissione che, in qualche modo, la Regione ritiene di istituire al fine di svolgere questi compiti.
Da questo punto di vista, ritengo che nel momento in cui si va a novare una legge, occorrerebbe essere più precisi nell'individuazione di quelli che sono gli organi: cioè il chi, fa cosa? Al comma 3, sempre in merito alle Province - chiedo scusa agli esperti del settore per la mia ignoranza in materia di pesca - relativamente al linguaggio eco-ambientale genericamente inteso, vorrei capire il concetto di "equilibrio biologico". Mi spiego meglio. "Le Province - recita il comma 3 - qualora sia accertata l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico del patrimonio ittico...", cosa significa? Perch detta così, sembra che si riferisca esclusivamente ai pesci e non all'ecosistema in cui i pesci possono o non possono proliferare o vivere.
Da questo punto di vista, richiederei una precisazione: cosa s'intende per "equilibrio biologico del patrimonio ittico"? Questo termine, a mio giudizio - ma non sono un esperto della materia - ha un significato oscuro: intendiamo l'ecosistema in cui il pesce vive e opera, o cosa? Perché se per equilibrio biologico si deve ritenere solo quello limitato al patrimonio ittico, potrei anche parlare di altro, cioè di aria, di vento, di sole e di siccità, anziché soltanto di ecosistema subacqueo in cui il pesce pu proliferare e in cui si possono creare migliori o peggiori condizioni di vita e di sopravvivenza.
Non so come facciano i Verdi ad appoggiare una norma del genere - alla quale noi siamo favorevoli - perché quando leggo che la Giunta è preoccupata perché è calato il numero dei pescatori - dal 1994 al 2004 sono passati da 82.000 a poco più di 53.000 - un Verde dovrebbe dimostrarsi contento per questo dato. Invece no, voi state facendo una legge che volendo reincrementare il numero dei pesci attraverso una migliore e più proficua tutela e preservazione dell'ecosistema e di quello che avete chiamato "equilibrio biologico", tende ad aumentare il numero dei pescatori: quindi, più pesci per tutti, più pescatori. È un'equazione banale, però si sa che i Verdi - non solo in Regione, ma in generale hanno sempre idee strambe, strane e soprattutto in pesante contraddizione con loro stessi, fra loro, da soli, con altri... insomma sono una contraddizione continua.
Vorrei un chiarimento in merito all'equilibrio biologico, perché a mio giudizio, è un dato importante, a meno che non scriviamo le cose tanto per fare, perché magari ci sono dei termini che vanno inseriti, come "ecosistema", "equilibrio biologico", ecc. Se li vogliamo mettere, bene oppure spieghiamolo. Lo dico con serietà.
Nel comma 3, si dice anche un'altra cosa, che secondo me, in una legge sulla pesca, diventa un po' ultronea, e cioè che "Le province, qualora sia accertata l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico - che non ho capito cos'è - del patrimonio ittico... o per sopravvenute particolari condizioni ambientali o meteorologiche, sentiti i comitati consultivi provinciali, vietano temporaneamente l'attività di pesca...".
Anche in questo caso, secondo me, non è corretto. Personalmente - poi i colleghi che hanno seguito meglio la legge potranno anche contraddirmi non so quanto sia corretto che siano le province gli enti titolati. Se il problema si presenta su scala provinciale, e non è un l'inquinamento di una falda, allora è congruo che sia la Provincia ad occuparsene; non so quanto sia congruo che, per particolari condizioni ambientali che coinvolgono territori vasti, la decisione debba spettare alla provincia, se non per condizioni ed esigenze eccezionali, immediate, urgenti, inderogabili.
Secondo me, se andiamo su un territorio vasto, che potrebbe in teoria anche coincidere con il territorio provinciale, sarebbe più opportuno che quest'attività venisse effettuata dalla Regione.
Ritorno, però, se l'Assessore vorrà, sulla precisazione degli organi regionali. Ripeto: rispetto alle funzioni che debbono essere espletate, e che non vengono delegate alle province, vorrei capire a quali organi regionali ci si riferisce quando li si menziona: se è la Giunta, è la Giunta; se è l'Assessore, è l'Assessore. Diversamente, vorrei la specificazione; altrimenti una Provincia domani potrebbe dirmi: "Il termine di organo regionale è vago - perché tra l'altro è anche minuscolo, quindi non è l'Assessorato o la Giunta - io faccio quello che voglio, perché non è preciso".
Capisco che non sia una gran cosa, ma su questo riterrei opportuna una precisazione; dopodiché, evidentemente, l'Assessore è libero anche di non farmela. Grazie.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Pedale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. Questo progetto di legge, che è il risultato di una riflessione-concertazione a livello di Commissione, se da un lato pu dimostrare una capacità di sintesi da parte del Consiglio e dei suoi componenti, in particolare dei membri della Commissione in cui è stato "partorito" questo testo, dall'altro denuncia il non sufficiente coraggio nell'affrontare i problemi e anche il non adeguato e sufficiente coraggio nell'individuare gli ambiti di autonomia amministrativa.
Forse è una cosa inevitabile che questo avvenga, quando è il risultato di un disegno di legge "partorito" da un Gruppo di lavoro, ma è indubbio che il comportamento di quest'Assemblea stride abbastanza quando si rivendicano funzioni di federalismo, di decentramento amministrativo da parte dello Stato centrale e poi non abbiamo il coraggio di delegare completamente una materia importante, ma - con tutto il rispetto per coloro che svolgono l'attività della pesca - un'attività comunque minore, non strategica per la comunità e la vita di tutti i giorni.
Ebbene, ancora una volta vincoliamo le province ad un quadro autorizzativo di dipendenza regionale. Come ha già evidenziato l'amico Ghiglia, si parla di organi regionali; vorremmo sapere quali sono questi organi regionali: il Consiglio regionale, gli uffici regionali della struttura burocratica della Regione, ... E poi, cosa ancora più inquietante, è il riferimento alle altre Regioni: vorremmo capire se è un riferimento all'AIPO (Agenzia interregionale del Po), che ha forti e importanti competenze per quanto riguarda la regimazione e il controllo idraulico dei corsi d'acqua.
Se aggiungiamo quest'Organo interregionale anche su competenze quali quella della pesca, io credo che potremmo andare incontro a grossi problemi, a incomprensioni amministrative, burocratiche e ad una sostanziale limitazione dell'attività sportiva e ricreativa, come appunto quella della pesca che - ricordiamo - coinvolge un numero elevato di cittadini piemontesi. Quindi sarebbe opportuno chiarire quali sono questi organi regionali, prestando attenzione a che questo non vada a collimare con le attività dell'AIPO, che non è cosa banale. L'AIPO, insieme alla Regione Piemonte, può autorizzare il disalveo dei corsi d'acqua, qualora ci siano degli inerti in eccesso (e questo noi speriamo che venga finalmente fatto, com'è avvenuto in alcuni casi, per quanto riguarda la manutenzione ordinaria e corretta dei corsi d'acqua).
Come sapete, l'AIPO è quell'Agenzia che ha sostituito il Magistrato del Po, quindi ha una competenza diffusissima su tutti i corsi d'acqua: sarebbe opportuno chiarire se durante le operazioni di disalveo dei corsi d'acqua viene interrotta o vietata l'attività della pesca.
Consequenziale a questa precisazione, e quindi anche alle delimitazioni degli ambiti autorizzativi tra la Provincia e questo Ente interregionale, sarebbe opportuno chiarire cosa si intende per corpi idrici, e dunque classificare quali sono i corpi idrici di competenza strettamente regionale e quali di competenza dell'Agenzia interregionale del Po. Sono aspetti non banali, che però si incontrano nella pratica quotidiana amministrativa. Ritengo pertanto opportuno, su questo articolo ma magari anche sui prossimi punti dell'articolato, cercare di dare una risposta, eventualmente con un emendamento proveniente dalla stessa Giunta regionale.
Un po' ambiguo è anche il riferimento alle condizioni ambientali e metereologiche. Il discorso meteorologico mi sorprende: bisognerebbe anche chiarirlo. Si vuole intendere: periodi di secca, di siccità oppure altri eventi metereologici, a seguito di situazioni di tipo alluvionale. Oppure e qui invece stranamente non c'è traccia, ipotesi di profondo, importante e significativo inquinamento dei corsi d'acqua. Questo dovrebbe essere chiarito e specificato.
Non so se il problema dell'inquinamento si intenda già compreso nel termine ambientale - non credo - e quindi sarebbe opportuno precisare queste situazioni di potenziale inquinamento dei corsi d'acqua, dovuti a scarichi industriali o ad una situazione di eccessiva antropizzazione dei corpi idrici.
Infine, nel comma terzo, compare una figura spesso presente in tutta la legislazione statale, regionale e anche nei regolamenti provinciali e comunali, dagli anni '70 in avanti. Mi riferisco alla presenza di questi "magici" Comitati consultivi, che, con tutto il bene che vogliamo loro temiamo siano l'ennesima sovrastruttura pletorica e burocratica che, invece di accelerare i processi autorizzativi quando effettivamente la Giunta provinciale, la Provincia senta il bisogno di adottarli, rallentano la decisione, non rendendo tempestiva l'azione dell'Amministrazione provinciale.
Diciamo questo anche alla luce dell'esperienza non esaltante degli ATC di cui parliamo nel settore venatorio, che sotto certi aspetti hanno una struttura abbastanza similare per quanto riguarda l'organizzazione amministrativa e il decentramento amministrativo, dove la presenza eccessiva di associazioni e di rappresentanti spesso rendono inagibile l'attività degli stessi ATC, con problemi di numero legale e di funzionamento dell'ordinaria amministrazione di questi organismi.
Sarebbe forse opportuno se non eliminarli completamente i comitati consultivi, verificare, nei successivi articoli, dove sarà previsto un articolo specifico per i comitati consultivi provinciali, un loro alleggerimento in termini numerici affinché siano organismi non pletorici non organizzanti ma speriamo almeno positivi da un punto di vista di supporto alle scelte dell'amministrazione provinciale. Se avessi fatto parte del Gruppo di lavoro che ha licenziato il testo in Commissione, avrei sicuramente richiesto che fosse inserito.
Il testo della nuova legge sulla pesca poteva essere finalmente l'occasione, al di là di inutili e superficiali ipocrisie, per affrontare un problema molto pesante che coinvolge i corsi d'acqua di tutto il Piemonte ma, in particolare, di alcune zone come la mia Provincia, cioè la scomparsa della fauna ittica. Possiamo parlare di desertificazione, se è consentito il termine, ma annientamento, eliminazione della fauna ittica in lunghi tratti di corsi d'acqua a causa della presenza di fauna volatile non indigena, non autoctona, proveniente da zone esotiche (come il caso che tutti conosciamo dei cormorani e degli aironi che hanno eliminato la fauna ittica in numerose zone del Piemonte).
Avremmo potuto cogliere l'occasione proprio in questo articolo dove sono evidenziate le funzioni della Provincia, per riconoscere alle Province come è successo in Lombardia, in particolare ne è stato un esempio la Provincia di Lecco - l'autorizzazione, in determinate situazioni, in determinati periodi e criticità dove è accertata, acclarata la riduzione e l'eliminazione della presenza ittica in alcuni corsi d'acqua all'abbattimento selettivo di questa specie di volatili che, è stato acclarato, hanno annientato la presenza ittica in numerose zone del Piemonte.
Un articolo che, da un lato poteva riconoscere una maggiore autonomia alle Province (se noi le riceviamo per conto dello Stato centrale dobbiamo avere il coraggio, in queste materie secondarie, di concederle anche alle amministrazioni provinciali) e, dall'altro, e questo penso sia un aspetto che si possa ancora correggere durante la discussione in aula, un chiarimento su alcuni aspetti come quello degli organi regionali e dei termini meteorologici e ambientali presenti nello stesso articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Vi domanderete come mai intervengo ....bravo, Consigliere Robotti, le regalo anche un detto di saggezza rispondendo alla sua grande cultura popolare, con un detto popolare: "Chi sforza non piglia pesci". Quindi sforzare su troppe Commissioni, non si prendono pesci.
Perché intervengo? Non soltanto perché, come dicevo al Presidente Gariglio che è sensibile a queste tematiche, c'è un'evocazione al pesce antico simbolo cristiano, uno dei primi simboli cristiani. Intervengo, in realtà, per la mia passione fantascientifica che alcuni Consiglieri conoscono.
L'altra volta non era presente in aula il Consigliere Turigliatto l'unico che avrebbe capito il riferimento a Sentry della Marvel.
Perché mi sembra così importante questa legge? Non per le due ragioni teologiche e popolari cui facevo riferimento prima, anche se hanno una valenza, ma perché la conservazione dell'ambiente acquatico e dell'acqua è vitale per l'equilibrio sul nostro pianeta. Mi riferisco alla frase, al passaggio che recita: "Conservazione degli ambienti e della fauna acquatica". Di sicuro questo merita un'attenzione straordinaria. In una dissertazione sociologica degli anni '60 intitolata No blade of grass (non più un filo d'erba) - noto con gioia che anche questa volta i Consiglieri Turigliatto e Moriconi sanno di cosa parlo - si parlava del tracollo ecologico partendo dal disastro dei fiumi della fauna ittica, dell'ambiente marino, dell'ambiente fluviale ecc. e da lì si comprendeva il primo disastro.Dobbiamo essere ben certi che le Province, gli organi di competenza sappiano esercitare su questo quell'attenzione e quell'impegno dovuto.
Alcuni sapranno che in Giappone, alcune delle più importanti università, sono state incaricate a studiare come reintrodurre la fauna ittica nei fiumi giapponesi come elemento di equilibrio strategico antropologico, psicologico e, ovviamente, ecologico del sistema ambientale giapponese. Per questo, trovo assolutamente importante che si presti la massima attenzione a queste indicazioni.
Concludo perché non volevo dilungarmi troppo e perché, a scanso di equivoci, non si pensi che abbia voluto prendere tutto il tempo necessario.
Tenete presente che su un vicenda così delicata si dovranno, prima o poi mi rivolgo all'Assessore Taricco che, per tradizione, è equilibrato e serio prendere esperti, che siano i migliori e più qualificati. Prendere anche qualche consulente, di cui non siamo entusiasti, che siano un po' più seri di taluni consulenti, che non cito per carità di patria (non del suo Assessorato) che sono stati presi ultimamente.
Si può scherzare con alcune cose, ma scherzare con l'ambiente, con l'ecologia con cose così vitali è più grave che scherzare, per esempio - il Consigliere Placido sa di cosa parlo - sui Piani giovani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Dopo l'intervento del Consigliere Leo, così forbito, così preparato così culturalmente intenso e vivo, mi è difficile esprimermi.
Un po' di giorni fa ho ricevuto un messaggio dell'ANSA che diceva: "Dopo la finanziaria di Prodi, sulle coste albanesi sono stati avvistati i primi gommoni italiani". Dico questo perché ha un nesso logico, forse su alcuni di quei gommoni c'era il sottoscritto. Essendo un esperto di pesca marittima e non di pesca di acqua dolce, mi trovavo a pescare tra lo Ionio e l'Adriatico, davanti all'Albania.
Un po' di giorni fa, invece, mi trovavo a Stresa e osservavo, perch amante della natura, lo scenario bellissimo che avevo davanti e ho notato strani animali che si muovevano sotto le barche (mi era stato detto che si chiamavano pesci siluro, invece a me sembravano cefali). A parte questa constatazione, mi sembra che questo sia un tema molto importante che, in qualche modo, da adito ad un dibattito molto importante, dove vediamo anche una parte della maggioranza che in qualche modo fa ostruzionismo presentando degli emendamenti.
Penso che questi emendamenti dovessero essere prima presentati in Commissione, ma purtroppo ognuno cerca il posto e il luogo adatto per distinguersi, anche questo è sintomo di democrazia. Detto questo, ritengo che il disegno di legge non va nella direzione di un federalismo all'insegna del cosiddetto principio di sussidiarietà. Ho notato che l'Assessore Taricco ha corretto un po' il tiro, proponendo un emendamento di importanza notevole basato sul principio di sussidiarietà che in qualche modo delega un ente con competenze al di sopra di quelle amministrative.
Quindi un segno di disponibilità nei confronti di quello che è il principio di sussidiarietà, ma non è ancora sufficiente.
Questo per dire che su tutti questi problemi, che in qualche modo alterano il cosiddetto ecosistema e il cosiddetto equilibrio ecologico bisogna che ci sia un intervento serio. Prima abbiamo scherzato, anche se a me piace pescare.
Il problema della fauna non è solo un problema di centrodestra o di centrosinistra, ma è un problema di vero inquinamento soprattutto nei fiumi e, in modo particolare, nei laghi. Andate a vedere il Lago Maggiore soprattutto nei posti stagnanti dove attraccano le barche, proprio a dimostrazione che c'è un inquinamento vero! Fa bene il collega dei Verdi a presentare degli emendamenti che vanno nella direzione di un equilibrio dell'ecosistema, però per salvaguardare tale equilibrio non basta presentare delle proposte di legge, ma bisogna intervenire non solo riducendo i contributi ai pescatori, che purtroppo sono diminuiti da 82 mila a 53 mila euro (quindi vuol dire anche una riduzione delle risorse economiche). In qualche modo bisogna intervenire veramente, perché questi pesci siluro, come li chiama il collega Pedrale stanno diventando dei pescecani che mangiano tutti gli altri pesci.
Non bastano i documenti, bisogna intervenire. Invito i Verdi a fare una battaglia su questo. Se è possibile, presentiamo 200 o 300 emendamenti su questo, collega Capogruppo Dei Verdi, purché si arrivi a bonificare queste acque che stanno falsando l'ecosistema e quindi l'equilibrio ecologico.
Di fronte a questo problema, colleghi, dobbiamo fare qualcosa! Non basta presentare un emendamento! Assessore Taricco, la reputo una persona intelligente, una persona capace e qualificata, che conosce i problemi del territorio. Capisco che non ci sono risorse, ma anche nel piano di sviluppo rurale deve essere previsto, dovrebbe essere previsto, avrebbe dovuto essere previsto. È un problema che interessa tutti noi. Non è un problema di destra o di sinistra, né dei Verdi, né un problema del mio partito, che non so più qual è perché non so più da che parte sto. Comunque, è un problema che riguarda tutti! Assessore Taricco, cosa c'è in quel famoso piano rurale che va nella direzione della bonifica vera e propria, quindi del mantenimento dell'ecosistema? C'è qualcosa? Siccome sono democratico e sono una persona molto duttile al contrario di quello che sembro, vorrei invece che questo Consiglio andasse avanti, vorrei che questa Giunta assumesse i propri impegni e li portasse avanti, come per esempio il problema dell'Alta Velocità e tanti altri, su cui i cittadini piemontesi stanno aspettando una soluzione.
Non capisco cosa vuole dire questa frase: "Le Province, qualora sia accertata l'urgente e eccezionale esigenza di tutela e di equilibrio biologico del patrimonio ittico..." Non ho in mano una relazione, vorrei capire qualcosa di più per esprimere anche il mio voto. Non ho veramente elementi per valutare quanto stiamo dicendo.
Assessore Caracciolo, su questo punto non sto scherzando! Avrei bisogno di una piccola relazione. Qualcuno m'illumini, aspetto ancora domani, magari il mio collega Guida si sta preparando per domani. Me lo dirà lui quando tornerà domani mattina, ma io, onestamente non riesco a capirlo.Stiamo aspettando che succeda qualcosa.
Collega Cavallera, m'illumini! Dobbiamo essere critici. Quando parliamo, i termini andrebbero forse un po' semplificati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Voglio fare un intervento più attinente all'articolo 3. Vedo che l'Assessore mi sta ascoltando. Esprimo una preoccupazione. Se poi si tratta di una preoccupazione infondata, sarò felice se l'Assessore potrà rispondere.
Noi diamo nuove competenze alle Province, ma le Province sono attrezzate per ricevere queste nuove competenze? Hanno le risorse finanziarie innanzitutto per sostenere le spese del personale che, per forza di cose, dovrà essere impiegato per svolgere queste competenze, ma anche per svolgere tutte gli altri compiti che tali competenze gli conferiscono? All'articolo 3 si legge ancora: "Qualora sia accertata l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico...". Ma le Province hanno una struttura tale in grado di accertare "l'urgente ed eccezionale esigenza di tutelare l'equilibrio biologico"? Queste sono le mie preoccupazioni. In sostanza, con questo articolo attribuiamo alle Province delle competenze importanti. Vorrei avere la certezza che le Province siano in grado di svolgerle.
Volendo attenersi al principio di sussidiarietà, attraverso il quale le competenze vengano affidate al livello istituzionale più basso possibile la mia considerazione potrebbe, apparentemente, andare contro la linea del mio Partito. Ma nella nostra azione politica, al primo punto, troviamo il federalismo fiscale. Ciò significa che le Province potrebbero accollarsi tutte queste competenze, perché a monte avrebbero delle entrate ampiamente sufficienti per far fronte a tali competenze, a differenza di oggi: oggi infatti, il federalismo fiscale non esiste, o perlomeno esiste in misura minimale rispetto a tutta la macchina fiscale statale e regionale.
A tal proposito, farei un'osservazione anticipando quello che potrebbe essere un mio emendamento all'articolo 10 di questa legge: gli introiti per l'attività della pesca sono di competenza della Regione, per cui è la Regione che incassa quanto versano i pescatori. Dopodiché, la Regione decide cosa fare di questi introiti e, se ho ben inteso, una parte di questi introiti vengono poi girati alle Province, che li spendono, per sulla base di quanto dice la Regione. In pratica, abbiamo messo in piedi una macchina estremamente ferruginosa e complicata.
A questo punto, proprio sulla base del federalismo fiscale, la mia proposta sarebbe quella di lasciare direttamente alla Provincia gli introiti relativi alle licenze di pesca. In tal modo, la Provincia avrebbe una fonte di reddito proporzionale ovviamente al numero dei pescatori che operano sul suo territorio, e con questo introito potrebbe, a questo punto far fronte a tutte le funzioni che noi le stiamo delegano. Il giro complessivo quadrerebbe, al contrario di oggi, perché attualmente prevediamo di cedere alla Provincia delle competenze, ma senza la contropartita finanziaria. Potrebbe pure esserci, ma io non la vedo. Per contro, la Regione incassa gli introiti derivanti dalla concessione di licenze di pesca e decide come spenderli, magari dandone una parte alle Province, ma sempre sulla base di decisioni prese dalla Regione stessa.
Questo sistema mi sembra troppo complesso e poco funzionante. Come ripeto, la cosa più semplice sarebbe che le Province, con le competenze a loro affidate in materia di pesca, fossero abilitate ad incassare direttamente gli introiti sulle licenze di pesca, e con questi finanziare i loro interventi.
Su questo punto attendo una risposta da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Io sono un accanito consumatore di pesce - lo compro, lo so pulire e lo cucino; prima o poi inviterò anche i miei colleghi! - e sono molto preoccupato per la scarsità del pesce selvaggio. Conseguentemente, tale carenza, fa costantemente lievitare i prezzi, perché, come voi saprete oggi il pesce allevato costa molto meno rispetto a quello selvaggio. Anche il pesce azzurro cosiddetto "comune" costa molto di più del pesce allevato "pregiato", perché, evidentemente, le quantità sono insufficienti. È un settore che mi vede particolarmente attento anche come consumatore, oltre che come cittadino.
La normativa inerente la pesca nelle acque interne è sempre stata piuttosto attenta ed aggiornata fino a qualche anno fa. Tuttavia, negli ultimi vent'anni, vuoi per l'inquinamento, per la scarsità d'acqua, per la scarsità del pescato, per l'inesistenza di ripopolamenti controllati, c' stato un cambio di rotta riscontrabile anche a livello regionale, con uno sviluppo della pesca nei laghetti privati a scapito dei grandi laghi e fiumi demaniali. La scarsità di pesce autoctono pregiato e di dimensione apprezzabile nelle acque demaniali ha spinto la ricerca di soluzioni diverse, magari più dispendiose ma di riscontro immediato.
In questo senso, il laghetto artificiale si prestava perfettamente, in quanto facilmente gestibile: ambiente circoscritto e contenuto che facilita l'immissione di specie di allevamento anche di grossa taglia per soddisfare qualsiasi esigenza, con varie riserve e aspetti negativi che non tratteremo.
Certo il pullulare di questi laghi, almeno in pianura, ha sostanzialmente allontanato dall'ambiente selvaggio e naturale del fiume e del grande lago. A questo, è conseguito un ulteriore calo di interesse anche economico e sociale, da parte delle Amministrazioni locali verso l'oramai sempre più raro pescatore, al punto che al rinnovo della tessera annuale non viene più neanche consegnato l'opuscolo basilare con le direttive dell'anno nuovo: zone di pesca, zone di protezione, divieti particolari, eccetera (il cosiddetto "vademecum" del pescatore).
Anche le zone fluviali divenute parco non vengono segnalate chiaramente. Un altro fattore sono gli uccelli che popolano le sponde dei fiumi, specialmente il cormorano, che si nutre decimando tutti i pesci.
Ciò che manca, adesso, forse un po' per negligenza, sono i controlli un tempo esercitati dal FIT, ora dalle Guardie formate dalla Provincia.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Mi sono iscritto per ultimo, anche perché forse, con una condotta più intelligente, avremmo potuto arrivare a risultati migliori. Ma queste sono considerazioni che ogni volta faccio a memoria e a margine, e mi fa piacere rilevare, quasi regolarmente, che abbiamo ragione.
Questo disegno di legge, scaturito dal raggruppamento di più proposte presentate da tutti i Gruppi, è il frutto di un lungo lavoro di Commissione, portato avanti dal Gruppo di lavoro.
Questo lavoro - sto parlando affinché qualcuno, magari non attento colga nel senso delle mie parole degli spunti che potrebbero essere utili ai lavori di quest'aula - è stato ottenuto con un ampio coinvolgimento.
In proposito, devo dire che l'Assessore si è comportato bene: ha chiesto quali dovevano essere anche i contributi che dovevano essere apportati, quali erano le istanze del territorio, cosa chiedevano le associazioni, cosa chiedevano coloro che professionalmente vivono in questo sistema E' stato fatto un lavoro utile, che credo possa proseguire, se si pone la dovuta attenzione alla sua applicazione concreta sul territorio. Ciò è importante, perché i timori espressi soprattutto dagli operatori professionali di questo comparto denotano la preoccupazione di una maggiore burocrazia, di maggiori controlli, di non chiarezza di competenze tra la Regione e le Province. Tra l'altro, questo articolo 3 è proprio uno di quelli che delega alle Province, perché non c'è chiarezza su quelli che devono essere i ruoli, in particolare quando si dice che le Province esercitano le funzioni in materia di pesca, ad esclusione di quelle espressamente riservate ad organi regionali. Sarà importante che ci sia chiarezza su quali sono queste funzioni, altrimenti, con una legge siffatta, noi rimarremo nel limbo delle situazioni non chiare, generando più dubbi che benefici in coloro che dovranno applicarla.
Forse uso il mio tempo anche per fare un ragionamento che esula da questo, perché potremmo arrivare pure a parlare di pesci di maggioranza e di pesci di opposizione, ma non è questo il tema che vogliamo affrontare.
Credo che dopo di me non sia iscritto nessun altro a parlare, per lo meno su questo punto; so che ci sono anche quattro emendamenti collegati a questo articolo e quindi in, quell'occasione, ci sarà modo di fare altri ragionamenti Credo che il concetto principale sia quello di trovare degli ambiti di discussione condivisi. Non si possono fare delle forzature; non si possono tentare delle sopraffazioni; non si può fare in modo che qualcuno che abbia programmato le proprie attività sia costretto a rivederle; non si può fare in modo che chi ha preso degli impegni sia costretto a disdirli, e così via. Facendo così, non si fa altro che ottenere dei risultati esattamente inversi a quelli che ci si prefigge. Su altri provvedimenti, abbiamo invece dimostrato che, quando c'è stato un approccio costruttivo e intelligente questi, con l'aiuto e il contributo di tutti, sono riusciti a marciare più speditamente che non quelli sui quali si tenta di fare delle forzature.
Questo, probabilmente - è bene dirlo chiaramente - era il destino del provvedimento in esame che, invece, nella costruzione, nell'approccio è stato corretto; forse risente anche di un malumore che, nel frattempo, è stato generato da alcuni comportamenti e che di conseguenza si riflette sulle azioni di ciascuno di noi.
Tutti noi siamo responsabili, in particolar modo i Consiglieri competenti della Commissione o aventi altro ruolo (nel mio caso, come Capogruppo). Siamo responsabili di tutelare le prerogative del Consigliere regionale, facendo in modo che si possa lavorare con i tempi e le modalità che dal 1970 ad oggi sono sempre stati rispettati; con un rapporto maggioranza-opposizione in cui la maggioranza ha sì l'ultima parola, ma ascolta anche cosa dice l'opposizione; con un rapporto che possa essere costruttivo. Viceversa, quando si hanno dei comportamenti non favoriscono tutto questo, possono nascere delle situazioni antipatiche. Ognuno di noi ha il proprio ruolo: c'è chi deve svolgere il ruolo di produrre documenti di produrre leggi, di produrre azioni; c'è il ruolo dell'opposizione che è quello di suggerire altre strade ed eventualmente di contrastare quelle strade che non ritiene opportune.
Tornando al tema del rapporto e delle deleghe alle Province, ho sentito rivolgere delle domande giuste: le Province sono preparate? Sono attrezzate? Sono organizzate, per esempio, per valutare quali sono le esigenze di tutela dell'equilibrio biologico? Penso sia un tema più a cavallo con la sanità, che con la Provincia.
L'equilibrio biologico non lo garantisce "il funzionario provinciale" ma probabilmente l'ASL con i controlli che fa nelle acque, l'ARPA o un altro soggetto. Sarà bene far capire, attraverso un regolamento attuativo che cosa rientra nei compiti di una Provincia. La Provincia deve garantire e tutelare l'equilibrio biologico del patrimonio ittico. Se domani mattina mi reco presso la Provincia di Cuneo e ad un funzionario dell'ufficio di competenza gli rivolgo una domanda del tipo: "Cosa faresti per salvaguardare l'equilibrio biologico del patrimonio ittico?". Probabilmente il funzionario mi dirà: "Aspettiamo un regolamento attuativo della Regione per capire". Ma ci deve essere un rapporto analogo con l'ARPA, con l'ASL territoriale, con chi monitorizza l'acqua dei fiumi o altri soggetti. Se lo deve fare la Provincia, quali strumenti ha per farlo? Quali soldi ha per farlo? A quale regolamento si fa riferimento? Sarà compito dell'Assessore e degli uffici predisporre regolamenti, estremamente precisi, che devono accompagnare questa legge. Precisare quali sono i casi nei quali intervenire, come intervenire e quali sono gli enti che certificano anche solo l'equilibrio biologico. Non potrà essere solo la Provincia a certificare senza affidare ad altri soggetti i controlli o quant'altro.
come se l'Assessore decidesse da solo che l'equilibrio idrologico non è conforme, senza prima essersi avvalso della consulenza o dell'Arpa o di qualche altro soggetto. Quali organismi le Province hanno per tutelare questo? Se il Presidente volesse chiudere adesso la seduta e non ci costringe a rimanere in aula fino alle 20.00 noi rinunceremo ad alcuni interventi.
Viceversa, se abbiamo voglia di andare avanti fino alle 20.00, per noi non è un problema e ci iscriviamo immediatamente a parlare sull'emendamento successivo. Penso sempre che la gente sia dotata di buon senso. Una notte di riflessione può fare in modo che, magari, il calendario che ci è stato presentato possa essere aggiornato secondo i canoni che magari anche i Capigruppo dell'opposizione avevano suggerito.
Se, invece, il Presidente del Consiglio ritiene che dobbiamo andare avanti, come sempre siamo presenti e felici di espletare i nostri lavori fino alla fine. È un compito che lascio al Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Questa è una legge utile per il nostro territorio. Da troppi anni ormai, il nostro territorio ha grossi problemi relativi alla gestione dei corsi d'acqua, specie quelli più piccoli perché si sono abbassate le falde acquifere. Penso a tutto il sistema idrico o idraulico che c'era dalle mie parti risalenti addirittura, all'epoca di San PIO V. Centinaia e centinaia di chilometri di rogge in parte alimentate con acque derivanti da altri fiumi, in parte da acque sorgive. In particolare, tutta la zona della Fraschetta di Lobbi era nota per la pesca alle anguille e ai pesci gatti proprio perché risalendo i fiumi e passando nei torrenti, riuscivano ad arrivare fino alle rogge. Oggi, tutto quel sistema idrico, a parte le pessime condizioni in cui si trova, è esclusivamente alimentato da sistema di pompaggio dell'acqua, quindi enormi pozzi che gettano acqua nelle rogge che le portano poi fino agli ultimi fossi per irrigare i prati o le coltivazioni. Ovviamente, non essendoci più l'apporto dei fiumi sulle rogge e sulla rete di canali, è completamente scomparsa la presenza delle anguille, dei capitoni, dei pesci gatto, ma anche dei pregiatissimi gamberetti di fiume che erano ben presenti nelle rogge sia nella versione più grossa, sia quella più piccola.
Questo per dire che c'è una grave situazione di difesa del territorio e dell'ecosistema, per non parlare dei fiumi. Purtroppo, i fiumi sono stati sempre più cementificati, (di questo bisogna dare ragione ai Verdi che hanno fatto una battaglia contro la cementificazione dei fiumi), non solo del Po, ma anche dei corsi d'acqua minori. Quando piove, il fiume diventa un canale che trasporta, con grande velocità, enormi masse d'acqua che creano danni alle tenute non in cemento. È chiaro che l'acqua accelerando perché non è frenata dalla piantumazione, dalla terra, dalla ghiaia, dai sassi, finisce violentemente contro le rive. In state che c'è mancanza d'acqua, l'acqua che è scorsa in fretta, non è penetrata nelle falde, non è rimaste a fare da serbatoio per i periodi di siccità, manca dai fiumi. Per questo motivo la maggior parte dei fiumi, parlo per la mia provincia perch li conosco, in estate, invece di mantenere ancora un discreto volume di acqua, spariscono perché la poca acqua esistente finisce sotto e riaffiora dopo un po' di chilometri. Intere aree che una volta erano ricche di pesce si trovano senza acqua, le uova dei pesci non riescono a svilupparsi per la mancanza, appunto, di acqua e il pesce sparisce. Si è arrivati ad un impoverimento pressoché totale dell'ecosistema acquatico esistente sul territorio.
Nei corsi d'acqua più grossi, invece, come possono essere il Bormida (in cui c'è già poca acqua d'estate), il Tanaro e il Po, purtroppo, per il proliferare dei pesci siluro, si assiste ad una macellazione di tutti gli altri pesci della fauna ittica tipica locale che sono mangiati, fin da piccoli, da questi enormi pesci (che tra l'altro non sono neanche buoni da mangiare e sono comunque pesci non tipici del nostro territorio). Per quanto riguarda la provincia di Alessandria - devo contraddire gli amici Verdi - il Parco della Garzaia di Valenza ha subito il suo danno. Nel Parco della Garzaia vi è una colonia di circa cinquemila uccelli acquatici cormorani i quali si nutrono mediamente di 350/400 grammi di pesce. Ogni giorno, ognuno di questi uccelli mangia 350-400 grammi di pesce moltiplicati per la colonia di cinquemila volatili, ovviamente vengono prelevati dalle acque del fiume Po - in questo caso, in quella zona quintali di pesce ogni giorno. Questo comporta un ulteriore impoverimento della disponibilità di specie pescabili e di quantità di pesce pescabile per i pescatori. Sicuramente, è importante aiutare le Province, perché le Province possono intervenire, in collaborazione con la Regione, potendo disporre di fondi. E questo va assolutamente nel senso di quello che diceva il Collega Dutto: perché non lasciare i fondi delle licenze di pesca direttamente alle Province, senza fare prima il passaggio in Regione? Le Province, con disponibilità di fondi, potrebbero non solo attuare interventi di ripopolamento della fauna ittica che già fanno anche le associazioni dei pescatori, ma anche fare interventi di mantenimento di quantitativi minimi d'acqua, creando dei piccoli innalzamenti nel corso dei fiumi che più facilmente si asciugano durante il periodo estivo, in modo da lasciare delle piscine, delle vasche d'acqua di una certa profondità e di una certa dimensione, che permettano ai pesci di fermarsi e di riprodursi in attesa di tempi migliori.
In pratica, diventerebbero quasi delle vasche contenenti pesci, che lì potrebbero vivere durante l'estate e, nel momento in cui torna l'acqua ripopolare il fiume. Ovviamente, in quel periodo dovrebbe essere assolutamente vietata, specie in quelle zone, la pesca. Diversamente sarebbe estremamente facile andare a pescare questi animali, tra l'altro racchiusi in spazi molto ristretti.
Quindi, le Province potrebbero portare avanti una serie di progetti di ripopolamento del territorio, ma anche di valorizzazione dei bacini acquatici oggi assolutamente in crisi.
Per quanto riguarda il divieto temporaneo di pesca per singole specie bisogna assolutamente fare molta attenzione. In particolare, dobbiamo prestare attenzione a inserire la possibilità di vietare la pesca in determinate zone. Prima facevo l'esempio del Bormida. Quello pescato nella Bormida è un pesce sicuramente non commestibile, perché la Bormida, in alcune zone, raggiunge livelli di inquinamento tale da poter considerare queste specie non commestibili. In realtà, normalmente nel Bormida si pesca, anche se poi non si sa che fine faccia questo pesce. Certi lo possono gettare, altri lo possono prendere e mangiare.
Anche in quel caso, bisognerebbe valutare la possibilità di considerare le Province organi di sicurezza sul territorio e valutare quelle aree di fiumi o quelle aree bagnate, dove oggi è possibile pescare, e dove le Province possono intervenire con divieti di pesca limitatamente non solo al periodo legato alla siccità o alle specie a rischio, ma anche legati alla qualità nutrizionali del pesce pescato.
Queste indagini non vengono normalmente effettuate, perché non mi risulta che vengano effettuate pesche a campione di pesci sui fiumi, che sia controllata la loro qualità dal punto di vista dell'inquinamento e poi che si valuti se in quelle aree si possa o non si possa concedere la pesca.
La stessa cosa - so che mi potrei attirare l'inimicizia di coloro che gestiscono i laghetti privati - dovrebbe essere fatta nei laghetti privati perché spesso e volentieri la qualità dell'acqua - non in tutti, ma in alcuni sicuramente - di questi laghetti è pessima, specie in estate, quando il riscaldamento innalza la temperatura dell'acqua di questi laghetti. Se non sono laghetti con un'entrata un'uscita di acqua di un certo livello quindi con un continuo ricambio d'acqua, possono avere al loro interno pesce (carpe, trote) la cui qualità non è tale da garantirne il consumo.
Anche in questo caso, non mi risulta che vi siano controlli effettuati sulla qualità del pesce, per cui viene permessa la pesca nei famosi laghetti, appartenenti a consorzi, cooperative, privati, gruppi di pescatori di soci, che invece dovrebbero essere controllati. Anche questa competenza, secondo noi, Assessore, dovrebbe essere data in capo alle Province, che dispongono del corpo di polizia delle guardie provinciali già destinate a fare i controlli sulle licenze di pesca, ma che potrebbero anche, in accordo con gli uffici di igiene, eseguire i controlli relativi alla qualità del pesce che viene pescato.
Quindi è opportuno intervenire con divieti temporanei, per periodi o per specie ittiche, sulla pesca stessa.



PRESIDENTE

Se non ci sono più interventi, prima di chiudere i nostri lavori completiamo la discussione sull'articolo 3, con la replica dell'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Intervengo molto brevemente per dire due cose.
Alcuni interventi hanno sottoposto alla nostra attenzione la non sufficiente chiarezza del testo previsto all'articolo 3, là dove si afferma che le funzioni non espressamente riservate a organi regionali sono in capo alle Province.
In proposito, abbiamo presentato un emendamento molto semplice, perch effettivamente dire "alla Regione" anziché "a organi regionali" rende più evidente il contenuto dell'articolo. In questo senso, penso che abbiamo colmato l'esigenza di quanto richiestoci da vari interventi.
Per quanto riguarda alcune richieste fatte in termini di chiarezza l'articolo 2, che abbiamo approvato ieri, è molto chiaro sulle funzioni regionali, appositamente elencate. Ritengo di poter rassicurare quanti hanno posto una perplessità sul fatto che le Province siano in condizione di fare quanto previsto nella legge, in quanto la Regione ha comunque la possibilità di intervenire in surroga qualora le Province non facessero quanto di loro competenza, perché espressamente previsto dall'articolo 2.
Per quanto riguarda le risorse, questa è una legge che dà molte funzioni alle Province, ma trasferisce loro anche, in modo significativo molte risorse, in quanto passiamo da un finanziamento pari a circa il 30 delle risorse introitate al 70% delle risorse, così come previsto da questa norma.
Anche sulla necessità di controlli sanitari, questa è una norma che colma tutte le carenze che c'erano, perché crea i presupposti per un completamento di quadro complessivo con l'integrazione sia per quanto concerne la sanità, sia per le regole ambientali in generale.
Un'ultimissima annotazione, relativa la fatto che le Province abbiano le competenze per decidere l'applicazione del comma 3 di quest'articolo. Su questo voglio solo ricordare che la procedura attuale prevede che le Province segnalino e richiedano al Comitato ittico regionale che decida nel merito. In questo senso, noi chiediamo semplicemente alle Province, laddove ne assumono la gestione, che si facciano carico di decidere nel merito attraverso il Comitato di riferimento provinciale.
Quindi ci pare assolutamente coerente con l'impianto complessivo della norma. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CASONI William

Prima ho detto una cosa che forse non è stata colta. Se ci sono quattro emendamenti, e alle ore 20 dobbiamo chiudere - la seduta è convocata fino alle ore 20, per cui a quell'ora i lavori devono necessariamente essere conclusi - non è un problema nostro.



(Commenti in aula)



CASONI William

Caro collega Travaglini, se la vuoi mettere così, noi domani mattina reinterveniamo su ogni emendamento.



(Commenti in aula)



CASONI William

Hai detto "Stiamo qua fino alle 9": ho sentito bene. Per me va benissimo.
Presidente, ritiro la mia proposta: andiamo pure avanti.



PRESIDENTE

Tengo a precisare che quando si sono decise le convocazioni, si è concordata la chiusura dei lavori alle ore 20. Non è questione di un minuto in più o di un minuto in meno, ma l'orario di chiusura era stato concordato e verrà rispettato. Se i colleghi lo desiderano, possiamo provare a mettere in votazione alcuni emendamenti, se riusciamo a farlo. Dopodiché, alle ore 20, terminiamo comunque i lavori.
Emendamento rubricato n. 59 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Taricco: Art. 3, al comma 1, le parole "ad organi regionali" sono sostituite dalle seguenti: "alla Regione".
L'Assessore lo ha già illustrato. La parola all'Assessore Taricco per una precisazione.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Molto brevemente, l'emendamento sopperisce alla carenza di chiarezza richiamata da più parti. Laddove si diceva "ad organi regionali", la dicitura è sostituita con "alla Regione", per maggiore chiarezza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Intervengo semplicemente per ringraziare l'Assessore e annunciare che personalmente, voterò a favore, come credo altri colleghi dell'opposizione anche perché l'emendamento così formulato ha raccolto alcune indicazioni prospettate dai colleghi di minoranza, tra cui il sottoscritto, il collega Ghiglia, credo anche il collega Novero e altri che in questo momento mi perdoneranno perché non mi ricordo l'ordine e la quantità degli interventi.
Esprimo dunque il voto favorevole all'emendamento in esame. Grazie.



PRESIDENTE

Stante alcuni disguidi tecnici, procediamo alla votazione nominale in maniera tradizionale. Confidiamo di poter, da domani, procedere nuovamente alla votazione con il sistema elettronico.
Prego la Consigliera Spinosa di procedere all'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno risposto Sì 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.56)



< torna indietro