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Dettaglio seduta n.132 del 04/12/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PICHETTO FRATIN GILBERTO



(Alle ore 14.37 il Vicepresidente Pichetto Fratin comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Chieppa e Valloggia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla non corrispondenza tra l'organizzazione dei lavori pomeridiani rispetto a quanto concordato nella precedente Conferenza dei Capigruppo lamentata dai Consiglieri Burzi Rossi e Casoni, nonché alle richieste della Consigliera Cotto, del Consigliere Toselli e del Consigliere Dutto in merito a una comunicazione dell'Assessore Borioli sullo stato dei lavori dell'autostrada Asti-Cuneo


PRESIDENTE

Sull'ordine di lavori, chiede di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiederle se è a conoscenza di quando sarà di nuovo fra noi il Presidente Gariglio, non certo perché non ci fidiamo della sua conduzione dei lavori dell'Aula - ci mancherebbe! - ma perché vorremmo chiedere un'immediata convocazione della Conferenza dei Capigruppo onde discutere nella sede idonea quella che a noi sembra un'organizzazione dei lavori - quella che parte da oggi pomeriggio - non rispondente a quanto la seduta dei Capigruppo di mercoledì scorso ha pattuito.
Siccome lo riteniamo un argomento di una qualche rilevanza, chiediamo quando questo possa avvenire ed evidentemente ci serve la presenza del Presidente Gariglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori. Mi associo alla richiesta del Presidente Burzi, in quanto abbiamo ricevuto una convocazione non conforme a quanto pattuito nella riunione dei Capigruppo: ero presente anch'io e nel modo più assoluto non si erano previsti né questi orari n queste modalità; addirittura, il giorno di giovedì 7 è stato aggiunto d'amblais, senza nessun tipo di accordo e/o telefonata con i Capigruppo presenti alla seduta.
Poiché riteniamo questo metodo non consono ai lavori del Consiglio, le chiediamo di sospendere questa seduta finché non giunge in aula il Presidente Gariglio per ricevere i Capigruppo e parlare di un argomento che ci sembra alquanto delicato e importante da risolvere.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, la parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Intervengo per rimarcare, associandomi a quello che hanno già chiesto gli altri due Capigruppo di minoranza, il fatto che noi ci vediamo spesso richiamati a rispettare le indicazioni che vengono date nelle Conferenze dei Capigruppo.
Ora ci siamo trovati delle cose d'amblais, che non possiamo certamente ammettere. Di conseguenza, anch'io invito a chiarire questo prima di iniziare ogni tipo di lavoro, perché le convocazioni devono essere fatte seguendo quello che è stato detto ai Capigruppo; poi, al limite, in apertura di seduta si può fare qualunque cosa e si possono chiedere modifiche, inversioni o altro.
Vedo, tra l'altro, che è arrivato or ora il Presidente del Consiglio al quale chiediamo immediatamente di convocare una seduta dei Capigruppo per capire che cosa ha fatto determinare questa convocazione non conforme a quanto deciso nella riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Insieme al collega Cirio chiedo, se e quando arriva l'Assessore Borioli, di avere una relazione sullo stato attuale dell'Asti-Cuneo.
L'Assessore Borioli in Consiglio lo vediamo poco, probabilmente è impegnato a controllare la pulizia dei treni, però leggiamo sui giornali che si arrabbia col Governo e che è pronto alla lotta per l'Asti-Cuneo.
Siamo preoccupati; vorremmo essere informati e capire cosa sta succedendo nei colloqui romani, al fine di poter collaborare in queste azioni di lotta, che chiaramente ci turbano alquanto. Quindi chiedo Presidente, di inserire nell'ordine dei lavori di oggi, domani, dopodomani o quando sarà, una relazione dell'Assessore Borioli sull'Asti-Cuneo: come Consigliera regionale, non vorrei avere le notizie solo tramite stampa.



PRESIDENTE

Collega Cotto, la sua richiesta dovrà essere valutata nel merito da parte della Conferenza dei Capigruppo.
Ha la parola il Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Velocemente. Non ho capito - sinceramente, non è una battuta polemica se le questioni che sarebbero state concordate mercoledì scorso siano i punti all'o.d.g. oppure il numero delle sedute.
Forse il verbale dell'incontro di mercoledì è l'unica fonte oggettiva cui ci potremmo richiamare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

In merito alla questione posta da altri Presidenti di Gruppo, avevo inteso - poi naturalmente sarà il Presidente del Consiglio a dire come aveva chiuso la riunione dei Capigruppo - che il Consiglio regionale ci doveva essere oggi, domani tutto il giorno, mercoledì mattina (di pomeriggio ci sono delle audizioni) e giovedì mattina, perché di pomeriggio c'è la VII Commissione che dovrà affrontare il tema dell'apprendistato.
Io avevo inteso così, tant'è vero che già nella giornata di mercoledì avevo dato disposizione ai Consiglieri del mio Gruppo di seguire questo calendario.
Volevo soltanto dare testimonianza di quello che avevo intuito io nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Sin d'ora desidero aderire alla proposta di una manifestazione che l'Assessore Borioli intende effettuare in favore dell'Asti-Cuneo; avrei piacere anch'io, unitamente ai colleghi Cotto e Cirio, che c'indicasse la data. Tra l'altro, se vi fosse una pre-riunione potremmo organizzarla bipartisan. Questo è il primo punto.
Secondo punto. Chiedo all'Assessore all'ambiente un'informativa sullo stato dell'arte dell'applicazione della delibera sulla mobilità (credo che la stia seguendo da vicino). Visto che l'applicazione della stessa è prevista per il 15 gennaio prossimo ed essendoci le vacanze di Natale e le festività, sono cortesemente a richiederle, Presidente, se è possibile calendarizzare un'informativa in Consiglio regionale nel merito appena indicato.



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, quanto da lei richiesto sarà oggetto di una riunione dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Presidente, intervengo per sostenere la richiesta dei miei colleghi essendo anch'io di Cuneo.
Faccio notare una cosa. Questa mattina sulla stampa sono riportate le dichiarazioni dell'Assessore: direi che contrastano un po' con le dichiarazioni rilasciate in precedenza, che da un certo punto di vista erano tranquillizzanti.
Mentre prima si diceva che Di Pietro aveva assunto l'impegno, che quest'autostrada sarebbe comunque stata fatta e che nella finanziaria si sarebbe trovato il sistema di eludere le nuove direttive e la nuova legislazione in materia di autostrade, in modo da permettere il completamento della costruzione, oggi le dichiarazioni dell'Assessore Borioli proprio contro il Governo sono pesantissime. Siccome sappiamo che l'Assessore Borioli fa parte di una forza che è al governo a Roma, questo ci preoccupa moltissimo.
Leggendo queste dichiarazioni, comincio a pensare che veramente la costruzione dell'autostrada sia bloccata e chissà quando si ricominceranno i lavori. Quindi sarebbe quanto mai opportuno avere innanzitutto una relazione sull'esatto stato di fatto in questo momento, delle previsioni per la costruzione e il completamento dell'autostrada. Se si dovrà fare una manifestazione, ricordo che dovrà essere sicuramente trasversale a tutte le forze politiche. Pertanto, vorremmo conoscere modalità e fatti e partecipare anche noi all'organizzazione.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi sull'ordine dei lavori, sentito il Presidente Gariglio, sospendo il Consiglio per 15 minuti per la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore15.16 riprende alle ore 15.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la Conferenza dei Capigruppo ha previsto che la comunicazione della Giunta regionale in merito alla Fondazione post olimpica avverrà mercoledì mattina. Mentre è confermata la Conferenza dei Capigruppo Gruppi per domani alle ore 14.30, per fare il punto sul calendario e sui nuovi argomenti su cui è stato chiesto alla Giunta regionale di relazionare.
Procediamo con gli atti di sindacato ispettivo.
Il Consigliere Casoni ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CASONI William

stato altresì deciso alla Conferenza dei Capigruppo che le convocazioni di mercoledì e giovedì saranno esclusivamente sessioni mattutine. Lo preciso perché le convocazioni erano equivoche. Sia chiaro che la convocazione è alle ore 10 e termina alle ore 13.30, come seduta mattutina.



PRESIDENTE

Certo, Consigliere Casoni, solo antimeridiane.


Argomento: Informazione - Industria (anche piccola e media)

Interrogazione n. 707 del Consigliere Cavallera, inerente a "Trasmissione radiofonica del 27 aprile di 'Codice 1- polo chimico industriale di Spinetta Marengo" (concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento Interrogazioni ed interpellanze", comunico che, rispetto a quanto trasmesso ai Gruppi consiliari, è stata data risposta scritta - quindi è ritirata dall'elenco all'interrogazione n. 707 del Consigliere Cavallera, inerente a "Trasmissione radiofonica del 27 aprile Codice 1-Polo chimico industriale di Spinetta Marengo".


Argomento: Organizzazione turistica

Interrogazione n. 992 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Vignale inerente a "Agenzia Turistica Regionale" (concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che per quanto riguarda l'interrogazione n. 992 dei Consiglieri Ghiglia ed altri è stata concordata la risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interpellanza n. 938 dei Consiglieri Ferrero e Burzi, inerente a "Interventi per garantire la sicurezza del '118'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 938, sulla quale risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza inerisce ad alcune richieste fatte dai Consiglieri Ferrero e Burzi sugli interventi per garantire la sicurezza del 118.
In riferimento a quest'interpellanza si precisa che, in merito all'intervento in oggetto, la centrale operativa 118 dalla Provincia di Torino ha verificato la documentazione relativa alla chiamata non rilevando anomalie nell'applicazione dei protocolli di invio e gestione mezzi.
In data 3 settembre 2006 veniva richiesta una relazione al medico operante sul servizio in questione e la stessa perveniva in centrale operativa 118, indirizzata al direttore del dipartimento. Si riferisce all'episodio della signora brasiliana che era stata considerata per un errore già priva di vita, invece non era stata esatta questa diagnosi.
Il direttore del dipartimento ha svolto tutte le inchieste. Va sottolineato che il sistema di soccorso territoriale 118 dispone di linee guida e protocolli per la gestione territoriale dei pazienti affetti da trauma grave, per l'identificazione e la gestione dei pazienti deceduti che sono in linea con le normative nazionali ed i vigenti regolamenti di polizia mortuaria.
Non si è ritenuto di modificare le linee di indirizzo relative a questo tipo di situazione dal punto di vista clinico. Tuttavia, verrà inserita un'ulteriore scheda maggiormente dettagliata da applicarsi in caso di decesso legato ad incidenti o situazioni di morte per causa violenta o sospetta.
Per ulteriore completezza amministrativa verrà richiesto agli operatori sanitari di eseguire la traccia dell'elettrocardiogramma di controllo in triplice copia (una per ciascuna delle copie della scheda di intervento) contrassegnandole con i dati del paziente, gli orari e i dati dell'esecutore dell'accertamento.
La causa che ha portato ad un blocco della TAC dell'ospedale di Chivasso in data 2 novembre è imputabile ad un malfunzionamento del sistema di raffreddamento di un condizionatore d'aria specifico.
In tale occasione l'accertamento diagnostico era iniziato e venne sospeso nel momento in cui fu rilevato il non funzionamento del condizionatore.
Si coglie l'occasione per precisare che la persona sottoposta all'esame venne trasferita ad altro ospedale non soltanto per completare quest'accertamento, ma soprattutto per ottenere quelle cure specialistiche di cui aveva urgente necessità, vista la gravità dell'incidente, e che non potevano essere assicurate dall'ospedale di Chivasso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Assessore per la risposta. Ovviamente, se è disponibile la traccia scritta, ci farebbe piacere poterla avere.
Noi siamo poco soddisfatti rispetto a questa risposta, perché intanto la tipologia di queste interpellanze era tale per cui sarebbe stato importante avere una risposta veloce, nel senso che questi fatti sono accaduti il 2 settembre. Sarebbe stato importante avere una qualche risposta a quest'interpellanza con una modalità diversa. In ogni caso così è.
Mi limito a fare sostanzialmente due considerazioni, che non paiono in questo momento ricevere una risposta da parte dell'Assessore.
La prima è legata al fatto che lei, Assessore, dice che questa persona è stata trasportata all'ospedale di Chivasso, e poi lì sostanzialmente ci si è accorti che il macchinario non funzionava e che per la tipologia di problemi che questa persona presentava, non era il posto giusto dove si doveva portare.
Questo è il primo aspetto che ci preoccupa, nel senso che rispetto alla capacità della nostra struttura d'intervento, sicuramente si tratta di avere una risposta veloce, perché il 118 è comunque una struttura che in questi anni ha avuto un'evoluzione tale che rappresenta, per il Piemonte sicuramente un fiore all'occhiello dell'organizzazione sanitaria.
Però in questo specifico esempio risulta che non sempre la risposta che viene data rispecchia sostanzialmente le effettive esigenze. Quindi, ci sarà sicuramente la necessità di approfondire, al di là dei moduli da compilare, anche la possibilità di chi interviene nel primo intervento di comprendere effettivamente attraverso quale modalità e dove chi ha subito un incidente o è soccorso venga mandato nelle strutture giuste e corrette.
ovvio che rispetto al non funzionamento di certe apparecchiature diventa assolutamente importante pretendere dalle strutture che rappresentano eventuali risposte al soccorso, quindi al 118. Ci deve essere un monitoraggio, una verifica e un controllo tale da evitare che questo possa accadere sempre, anche se poi ovviamente gli incidenti accadono sempre.
Però il secondo aspetto è che dovremmo cercare e amplificare ancora di più le modalità di monitoraggio, controllo e verifica nelle strutture che sono di riferimento per l'intervento del 118.
L'ultima cosa che ci ha stupito molto e che non trova nella sua replica, Assessore, una risposta è una sorta di valutazione da parte sua rispetto ad una serie di interviste che abbiamo visto qualche ora dopo o il giorno successivo sui vari telegiornali locali, dove sostanzialmente chi ha soccorso questa persona dice che non si è fatto abbastanza.
Anche su questo la nostra preoccupazione è forte, perché rispetto a questa denuncia palese e anche corretta di uno sbaglio da parte di chi l'ha compiuto, ci saremmo aspettati almeno un passaggio nella risposta oppure un commento rispetto a questo aspetto.
Quindi, il 118 è sicuramente una parte del servizio sanitario che funziona e funziona bene; su questo non ci sono dubbi. Le preoccupazioni che abbiamo è che la consapevolezza che questa sia una struttura positiva ed efficiente per la nostra sanità non sia una convinzione che porti ad avere troppe sicurezze. E quindi importante e necessario che non si perda di vista il fatto che, per quanto si possa avere una risposta immediata forse c'è da lavorare ancora un po' sul tipo di risposta, sul dove mandarli e su chi interviene.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "Cesare Pavese" di Nichelino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "Cesare Pavese" di Nichelino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 739 del Consigliere Robotti, inerente a "Parcheggio Ospedale di Asti" (concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 739, presentata dal Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Mi va bene la risposta scritta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 920 dei Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Botta, Casoni e Vignale, inerente a "Concorsi ASO Maurizianoe San Giovanni Battista"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interpellanza n. 920, cui risponde l'Assessore Valpreda, che ha pertanto facoltà di intervenire.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Colgo l'occasione, se il Presidente mi permette, per dire alla Consigliera Ferrero che raccolgo le sue sollecitazioni. Stiamo riorganizzando la rete del 118, riorganizzando nel senso che sono definite meglio le strutture sanitarie di primo riferimento. Condivido l'osservazione che non dobbiamo mai essere troppo sicuri di avere una rete che non abbia bisogno di una continua verifica di qualità. Per quanto riguarda l'interpellanza n. 920, la richiesta riguardava per quali motivi le assunzioni all'ASL Ordine Mauriziano e all'ospedale Molinette siano riservate a cittadini extracomunitari e non siano aperte all'intera cittadinanza. Per quale motivo si sia proceduto ad un concorso per titoli con contratto di diritto privato, quali siano i dati del personale infermieristico alle dipendenze di ciascun'ASL e quali le necessità risultati dalla pianta organica delle strutture stesse.
Per fare fronte all'attuale difficoltà a reperire personale infermieristico, con conseguente ricaduta sull'erogazione del servizio l'Assessorato ha impartito alle aziende indicazione su questo tema.
Premesso che il ricorso a lavoratori extracomunitari avviene solo allorché si siano dimostrati infruttuosi gli ordinari strumenti, quali il concorso pubblico per titoli ed esami, l'incarico temporaneo per soli titoli, per i quali la procedura applicata è quella prevista dalla normativa nazionale per i cittadini italiani e comunitari, va detto che alla citata circolare del 16 marzo è stato allegato un modello di contratto di diritto privato, unico strumento utilizzabile allo scopo nei confronti dei cittadini extracomunitari per favorire l'omogeneità in tutte le aziende piemontesi. Per quanto attiene i dati del personale infermieristico presso il Mauriziano e le Molinette, dagli elenchi nominativi del personale risulta la seguente situazione aggiornata al 30 settembre: ospedale Molinette 1813 infermieri, 6 infermieri pediatrici, 169 infermieri generici (come è noto, un profilo ad esaurimento). Presso il Mauriziano lavorano 520 infermieri, di cui 9 pediatrici e 57 generici e 20 ostetriche. Per quanto attiene la necessità di definire compiutamente la tipologia del personale risultante dalle dotazioni organiche aziendali, superato il concetto tradizionale di pianta organica a favore della più flessibile impostazione di dotazione, sono in corso approfondimenti sul problema con le diverse componenti coinvolte. Inoltre, l'attuale situazione generale caratterizzata da una forte dinamica di rinnovamento organizzativo aziendale, suggerisce l'opportunità di attendere la definizione e il completamento di questo percorso prima di fissare in maniera completa la necessità delle strutture aziendali in tema di personale.
Colgo l'occasione anche per sottolineare che il ritardo nella replica a questa interrogazione non dipende tanto dall'Assessorato, quanto dai tempi.
Le risposte a queste interrogazioni le ho pronte da parecchio tempo, come quella della Consigliera Ferrero, ma non sono mai state affrontate.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Questa è l'opportunità per avere alcune risposte rispetto ai quesiti che abbiamo posto. Chiedo di avere copia della risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interpellanza n. 995 della Consigliera Cotto, inerente a "Pagamento ticket per vaccinazioni" (concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 995, sulla quale risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore tutela della salute e sanità

Nell'interpellanza si chiede se il pagamento del ticket è stato deciso per scoraggiare le vaccinazioni.
Il Piano Piemontese di Promozione delle Vaccinazioni 2006, deliberato il 10 aprile 2006, non ha l'obiettivo di scoraggiare le vaccinazioni, ma al contrario, al fine di potenziare l'azione promozionale, semplifica drasticamente l'offerta vaccinale in Piemonte superando gli attuali vincoli di legge (che distinguono tra le vaccinazioni obbligatorie e facoltative e che prevedono sanzioni per gli inadempienti) e istituisce due sole modalità: i vaccini prioritari, offerti attivamente e gratuitamente; tutti gli alti vaccini, disponibili nelle aziende sanitarie a prezzo di costo.
Volevo cogliere l'occasione per rispondere anche al Consigliere Vignale. Il nostro piano di vaccinazione, ad esempio, anche per i vaccini per la meningite che non sono obbligatori, sono disponibili a prezzo di costo, quindi con lo stesso costo con cui li acquistano le aziende, quindi quel 20% rispetto al prezzo di listino, basta andare all'ASL ed è già disponibile.
Il percorso per definire le priorità di vaccinazione e quindi i "vaccini prioritari" è così definito: valutazione delle caratteristiche epidemiologiche della malattia da prevenire: incidenza, letalità, frequenza e gravità delle complicanze e degli esiti permanenti, ecc. Valutazione dell'efficacia e della sicurezza della vaccinazione. Valutazione dell'impatto della vaccinazione e della reale possibilità di implementazione. Perciò ci si basa sulle conoscenze epidemiologiche, sulle prove di efficacia e sicurezza rese disponibili dalla letteratura scientifica e sull'impatto in termini di riduzione della mortalità, sequele permanenti gravi, complicanze e ricoveri.
I vaccini che non sono classificati prioritari conseguentemente alle valutazioni precedentemente descritte (tra cui anti-varicella, anti meningococco e anti-pneumococco) vengono offerti dai servizi vaccinati al prezzo di costo.
La Regione Piemonte conduce da anni un'attenta ed esaustiva sorveglianza delle malattie in questione e dispone pertanto dei dati epidemiologici che hanno permesso di definire le attuali strategie vaccinali, con obiettivi conformi a quelli del Nuovo Piano Nazionale Vaccini 2005-2007 e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La seconda parte della domanda chiede su quali elementi si fonda l'impressione del Direttore Generale della Sanità, che ritiene siano le case farmaceutiche ad "influenzare" certe campagne di sensibilizzazione.
Rispetto alle campagne di sensibilizzazione verso nuovi prodotti vaccinali, che sono state realizzate negli ultimi tempi, soprattutto nei riguardi di un vaccino per il quale attualmente vige sul territorio nazionale il monopolio di vendita da parte dell'azienda produttrice, si è constatato in più occasioni e sull'intero territorio nazionali, che tali campagne sono state fortemente influenzate dalle aziende farmaceutiche. Ci è confermato anche da affermazioni di due esperti farmacologi come il professor Silvio Garattini e il dottor Marco Bobbio che hanno espressamente citato, riportando dati della letteratura, tra cui il testo Fleck che si intitola "L'inventore delle malattie", secondo cui, per aumentare le strategie di vendita, alcune case farmaceutiche finanziano, addirittura, le organizzazioni dei genitori.
Inoltre, a causa delle strategie vaccinali attuate in Piemonte e difformi da quelle di altre Regioni italiane si sono registrate, nel tempo da parte di "organismi" non indipendenti, numerosi episodi di "attacco" anche a mezzo stampa, ai percorsi decisionali intrapresi che sono unicamente basati sulle evidenze scientifiche attualmente disponibili.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Assessore, per le precisazioni. Mi rendo conto che la materia sia complessa, a volte è difficile informare nel modo giusto per quanto riguarda le vaccinazioni. Molti genitori hanno paura, non sanno bene con chi consultarsi anche per la carenza dei pediatri.
Sull'influenza che le ditte farmaceutiche hanno su certe campagne, a favore di un vaccino o dell'altro, mi chiedo se l'Assessorato non ritenga opportuno promuovere delle campagne a tutela dei minori. A volte pensiamo di tutelarli, invece non c'è la corretta informazione verso i genitori verso gli operatori. C'è ancora abbastanza confusione.
Vedo che si sta attrezzando per darmi la risposta scritta. La ringrazio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 976 dei Consiglieri Toselli, Burzi inerente a "Mancato pagamento dei sussidi a chi è affetto da epatite cronica a seguito di trasfusioni" (concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore chiude con la semplice consegna della risposta scritta, in merito all'interpellanza n. 976 dei Consiglieri Toselli e Burzi, inerente a "Mancato pagamento di sussidi a chi è affetto da epatite cronica a seguito di trasfusioni".


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1092 della Consigliera Cotto, inerente a "Elevato tasso di mortalità nelle strutture ospedaliere"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1092, presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

La richiedente interroga la Giunta regionale e l'Assessore su quali sono i dati certi e attendibili sulla consistenza del fenomeno degli errori sanitari in base a valutazioni ufficiali. Domanda se non si ritiene opportuno effettuare un'indagine seria da parte della Regione per stabilire l'incidenza del fenomeno in Piemonte, al fine di fornire certezze ai cittadini.
Ricordo che il problema dei decessi eccessivi negli ospedali è stato oggetto di una polemica recente, che si è basata su erronee interpolazioni di dati riferiti agli ospedali americani.
In ogni caso, con riferimento a quest'interrogazione, si precisa che i dati forniti dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica siano soprattutto nel contesto, fuorvianti e sensazionalistici. I 90 morti al giorno per errori medici presentati dall'AIOM non sono altro che i 32.000 morti annui presentati negli anni scorsi, divisi per 365 giorni.
Non vi era nulla, quindi, nulla di originale nei risultati presentati.
Anche i 32.000 morti anno, non sono altro che una trasposizione dei 98.000 morti negli Stati Uniti del 1999 (To err is human è il titolo dell'articolo), alla realtà italiana con una semplicissima proporzione: 98.000 sta a 170 milioni di abitanti USA, considerati come X sta ai 57 milioni degli abitanti italiani.
Il Senatore Marino, Presidente della Commissione Salute del Senato, ha individuato perfettamente la problematica. Non sono dati originali (e questo è stato ammesso da Baietta e Venturini dell'AIOM). Inoltre, non sono dati tratti da ricerche, ma da semplici trasposizioni di dati, ripresi in maniera simile dall'AAROI nel 2003, che definiva in 14.000 i morti annui per errore medico.
Quali sono i dati certi e attendibili sulla consistenza del fenomeno degli errori sanitari, in base a valutazioni ufficiali? Non vi sono dati certi e attendibili sulla consistenza del fenomeno dell'errore sanitario, né in Italia né all'estero. I dati sicuri sono sui reclami, cioè quanti reclami al giorno giungono alle strutture deputate (URP). L'AReSS Piemonte presenterà il 19 dicembre una proposta sulla gestione del disservizio con una classificazione dei reclami o, meglio delle segnalazioni negative alle varie ASR tramite gli uffici pubbliche relazioni.
Altro dato sicuro, da classificare e sistemare in software regionale sono i dati relativi ai sinistri, sia a livello risarcimento, sia a livello di cause civili e penali.
I dati relativi a errori medici sono sia a livello nazionale, sia internazionale, sono molto relativi.
I dati internazionali, che valutano eventi avversi dal 4 a 16% di tutti i ricoveri, si basano su valutazioni di cartelle cliniche prese a random (ad esempio i maggiori studi analizzano da 1.000 a 30.000 cartelle, e poi riportano i dati al totale dei pazienti ricoverati).
Il 50% degli eventi avversi sono ritenuti prevenibili in tutte le casistiche. Altri studi analizzano gli eventi avversi sulle segnalazioni spontanee degli operatori, sistema semplice in Australia dove vi è un sistema di reporting confidenziale depenalizzato, (cioè gli eventi segnalati non possono diventare oggetto di un'inchiesta della magistratura cosa che in Italia è possibile).
In Italia poche sono le esperienze di identificazione degli eventi avversi globali nelle ASR. Vi sono sistemi di classificazione di sinistri e reclami (vedi AReSS Piemonte, Lombardia, Emilia e Toscana). Nell'ASO San Giovanni Battista di Torino si è cercato di associare diverse metodologie per avvicinarci il più possibile a identificare il numero di eventi avversi prevenibili gli errori medici e non.
Sono state usate le segnalazioni negative giunte all'URP o ad altre strutture aziendali, le richieste di risarcimento, le cause civili o penali, le schede di segnalazione di eventi avversi degli operatori l'analisi su schede di dimissione ospedaliera con valutazione di cartelle cliniche ed è stato istituito con questi dati un database aziendale ritrovando per il 2005 circa 400 eventi avversi (non errori) all'anno, pari all'1,2% dei pazienti ricoverati.
Si stanno eseguendo ulteriori analisi sui dati. Questo esempio dimostra che per l'identificazione degli eventi avversi è necessaria una metodologia mista con vari metodi di analisi. D'altra parte è difficile sostenere che anche associando i vari metodi a disposizione si giunga a definire con esattezza il numero di eventi avversi che avvengono in ospedale e sul territorio (non dimentichiamoci il problema degli eventi avversi che interessano la medicina generale e anche gli specialisti ambulatoriali).
Il secondo quesito è se non si ritiene opportuno effettuare un'indagine da parte della Regione.
Come abbiamo già detto, non è semplice avere dati precisi. Il numero di reclami, di richieste di risarcimento e di sinistri aperti nelle varie ASR potrebbe essere determinato con la classificazione che verrà presentata il giorno 19 dicembre dall'AReSS Piemonte, prodotta e condivisa dalle varie ASR del Piemonte. Se poi questo metodo di classificazione sarà inserito in un software comune, vi sarà la possibilità di avere un metodo uguale per tutto il Piemonte per inserire i dati.
Per quanto riguarda il numero di eventi avversi nelle varie ASR, il Gruppo di studio sul rischio clinico (che dovrebbe essere determinato prossimamente dalla Regione) potrebbe proporre per la Regione Piemonte un metodo simile a quello sperimentato alle Molinette, cioè assumere diversi metodi come i flussi informativi da URP, servizi legali e patrimoniali segnalazioni spontanee da operatori, revisione di cartelle cliniche per avere una visione globale sugli eventi avversi.
Indubbiamente azioni legislative come quelle proposte dal Senatore Marino, che possano in qualche modo favorire o depenalizzare le segnalazioni di eventi avversi da parte degli operatori sanitari potrebbero avere una notevole azione sul cambiamento della cultura riguardo gli eventi avversi in medicina: passare dalla cultura della colpevolizzazione a quella della segnalazione degli eventi, per una ricerca dei fattori di rischio ed un'analisi delle cause, per creare azioni preventive e correttive; passare dal concetto "speriamo che nessuno sbagli" al "facciamo in modo che meno operatori possibili sbaglino".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Siamo tutti d'accordo sul cercare di fare in modo che gli operatori sanitari non commettano errori. Agli addetti ai lavori, quei dati erano apparsi subito inverosimili ed erano di una gravità unica, perché hanno seminato sfiducia e sconforto. Nei giorni successivi abbiamo letto sui giornali le smentite a quei dati, le ammissioni di colpa e le scuse.
Ringrazio l'Assessore per l'articolata risposta e per aver detto che ci sarà la presentazione di una proposta sulla gestione del disservizio.
Voglio far notare ai colleghi di maggioranza che l'ARES presenterà questa proposta il 19 dicembre, un martedì, giorno in cui si riunisce il Consiglio regionale.
Discussioni di questo tipo ne abbiamo già fatte tante volte in Aula anche quando l'attuale Direttore dell'AReSS sedeva sui banchi del Consiglio, quindi mi permetto di suggerire ai Capigruppo e alla Presidenza del Consiglio di permettere ai Consiglieri di partecipare alla presentazione di questi dati sulla sanità, perché troppo importanti, e quindi non convocare il Consiglio regionale, oppure anticipare, presso la Commissione sanità, la presentazione di questi dati da parte dell'AReSS, in modo che non si verifichi, come sempre, che i Consiglieri apprendano dati leggendoli sui giornali.
Penso che il mio capogruppo abbia seguito, anche se distratto dal Vicepresidente della Giunta (probabilmente non ha sentito neanche adesso che richiamo la sua attenzione). In questo momento non ho altri capigruppo di minoranza cui rivolgermi, quindi mi rivolgo ai capigruppo di maggioranza, perché non vorrei che il 19 dicembre, quando l'AReSS presenta questi dati, fosse convocato il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, sicuramente i Consiglieri Muliere e Robotti hanno sentito il suo appello, ma comunque lo annoteremo per la Conferenza di capigruppo di domani.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 1032 del Consigliere Monteggia, inerente a "Vaccini gratuiti per meningite"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1'32, sulla quale risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
L'interrogazione del Consigliere Monteggia ineriva, soprattutto, a richiedere come mai la Regione non si sia ancora adeguata al Piano Nazionale Vaccini e quali siano le eventuali politiche di prevenzione poste in essere, in particolar riferimento alle vaccinazioni e la loro gratuità.
In parte riprende le argomentazioni già espresse alla Consigliera Cotto.
Il Nuovo Piano Nazionale Vaccini per il periodo 2005-2007, approvato con Accordo, ai sensi dell'articolo 4 del Decreto Legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Ministero della Salute e i Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, attribuisce alle Regioni il compito di organizzare l'offerta per taluni vaccini. Di conseguenza, la Regione Piemonte ha recepito questa indicazione con il Piano Piemontese di Promozione delle Vaccinazioni 2006.
Le vaccinazioni oggi offerte attivamente coprono l'ambito delle priorità di prevenzione vaccinale per la popolazione piemontese.
Il Piano Piemontese Vaccinazioni ha l'obiettivo di potenziare l'azione promozionale semplificando l'offerta vaccinale superando gli attuali vincoli di legge (che distinguono tra vaccinazioni obbligatorie e facoltative e che prevedono sanzioni per gli adempimenti) e istituisce pertanto due sole modalità: i vaccini prioritari (offerti attivamente e gratuitamente); tutti gli altri vaccini (disponibili nelle aziende sanitarie a prezzo di costo).
Il percorso per stabilire le priorità di vaccinazione, e quindi "i vaccini prioritari" è così definito: valutazione delle caratteristiche epidemiologiche della malattia da prevenire (incidenza, letalità, frequenza e gravità delle complicanze e degli esiti permanenti, ecc.); valutazione della efficacia e della sicurezza della vaccinazione; valutazione dell'impatto della vaccinazione e della reale possibilità di implementazione.
Va detto che l'obbligo delle vaccinazioni, se era disatteso, metteva la sanità pubblica nell'impossibilità di applicare qualsiasi tipo di sanzione.
In passato noi avevamo predisposto (dico "noi" perché ero Direttore della sanità pubblica e mi ero occupato di questo problema) una commissione con esperti di medicina legale, con Giudici dei minori e con pediatri, e si era addivenuti alla conclusione che era meglio fare un'opera di persuasione che un'opera assolutamente non efficace di sancire l'obbligo.
Noi, quindi, ci basiamo sulle conoscenze epidemiologiche, sulle prove di efficacia e sicurezza rese disponibili dalla letteratura scientifica e sull'impatto in termini di riduzione della mortalità, sequele permanenti gravi, complicanze e ricoveri.
La Regione Piemonte conduce da anni un'attenta ed esaustiva sorveglianza delle infezioni da pneumococco e da meningococco e dispone pertanto dei dati epidemiologici che hanno permesso di definire le attuali strategie vaccinali, con obiettivi conformi sia a quelli del Piano Nazionale Vaccini sia a quelli fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Dal punto di vista epidemiologico, i dati indicano che le dimensioni del problema sono molto contenute, il rischio è basso e non sussistono le condizioni per procedere alla vaccinazione di messa dei nuovi nati.
Per la meningite pneumococcica, l'incidenza totale è circa cento volte inferiore al livello per cui è stata avviata la vaccinazione di massa negli Stati Uniti e tale divario è molto maggiore se si considerano i soli casi pediatrici.
Per la meningite meningococcia, l'incidenza è almeno dieci volte inferiore al livello per cui sono state avviate le vaccinazioni di massa in alcuni paesi europei e le forme sostenute dal sierogruppo C costituiscono una parte minoritaria dei casi.
Le altre sono date dal sierogruppo B che, com'è noto, non è contenuto nel vaccino.
L'impatto della vaccinazione universale sarebbe perciò molto limitato.
Considerando tute le infezioni batteriche invasive (meningiti e sepsi) e assumendo di poter prevenire tutte le forme per le quali esiste il vaccino se la Regione avesse adottato la vaccinazione da qualche decennio, il numero di casi evitati negli ultimi tre anni per meningococco sarebbe stato pari a 34 su 117 casi totali (29%). Ovviamente, la mortalità è zero negli ultimi tre anni.
Per pneumoccocco, considerando tutte le infezioni invasive da zero a 14 anni d'età, avremmo prevenuto il 38% dei casi pari in valore assoluto a 19 casi su un totale di 50, dei quali 13 casi con un quadro clinico di meningite. Sulla base di queste considerazioni, quindi, si è ritenuto opportuno non istituire la vaccinazione obbligatoria per questa malattia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valpreda.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Ringrazio l'Assessore Valpreda per la sua relazione e lo inviterei a trasmettermi, in forma scritta, quanto ha appena esposto, affinché io possa ritrasmettere tale risposta a coloro che mi hanno interpellato per avere delucidazioni in merito alle vaccinazioni non gratuite. La ringrazio.


Argomento: Organizzazione turistica

Interrogazione n. 452 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Turismo Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 452, inerente a "Turismo Torino" presentata dai Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
Risponde l'Assessore Manica.



MANICA Giuliana, Assessore al turismo

L'interrogazione si riferiva alla cessazione del rapporto di lavoro tra Josep Ejarque e Turismo Torino.
In realtà, tale richiesta venne avanzata a noi come Assessorato regionale al turismo, ma è questione che esula dalle competenze dall'Assessorato regionale, in quanto il rapporto con il personale dipendente da Turismo Torino riguarda direttamente Turismo Torino, poichè organismo autonomo. Come sapete, tutte le ATL sono dei consorzi, costituiti con una parte di presenza pubblica, ma anche con altre quote e altre realtà, e hanno una loro Amministrazione, una loro Presidenza, una loro Direzione e un'autonoma pianta organica. Pertanto, la questione non è di competenza regionale.
Mi rendo conto di rispondere all'interrogazione dopo molto tempo rispetto alla data di presentazione, perdendo, forse, anche per i colleghi che l'hanno sollecitata, un po' di interesse rispetto alla situazione.
Pur non essendo questione di nostra competenza, comunque, il Presidente di Turismo Torino aveva, con grande cortesia, ritenuto di informare la sottoscritta, oltre che gli Assessorati del Comune e della Provincia di Torino, pur non essendo indispensabile né necessario quando tutto questo è avvenuto.
A distanza di tempo, e nonostante la mancanza di una personalità turistica importante come Ejarque, possiamo vedere come in questo momento l'attività dell'ATL Turismo Torino stia andando molto bene, e lo dimostrano i flussi turistici su Torino, che sono i più alti del Piemonte.
Torino è diventata la prima località turistica del Piemonte in seguito alle Olimpiadi. Al momento, abbiamo tutti la sensazione che le cose stiamo procedendo bene e il dato si evince non solo dall'entità dei flussi turistici, ma anche dall'attività di promozione internazionale, svolta in queste settimane, cui Turismo Torino e la città di Torino hanno partecipato in modo particolarmente significativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava l'Assessore, l'interrogazione risulta certamente datata.
Per cui, non tanto le domande poste, quanto l'interesse rispetto a quanto è accaduto è certamente venuto meno.
Rimangono invariate le valutazioni rispetto alle consulenze o agli incarichi professionali di cui si avvalgono alcune strutture pubbliche siano esse Enti o agenzie di accoglienza e di promozione turistica. Perch vi sono soggetti che hanno certamente delle qualità rispetto al loro percorso professionale; bisognerebbe comprendere, però, se vi sia anche una valutazione oggettiva rispetto ai risultati raggiunti, oppure se sia di tipo soggettivo, cioè non legata a schieramenti di parte - perché vi sono professionisti che non hanno parti politiche - ma rispetto alla preferenza nell'affidare un incarico professionale o nell'individuare un soggetto piuttosto che un altro.
Perché se così non è, l'unica modalità che va seguita è quella relativamente al lavoro che viene svolto e ai risultati che si raggiungono.
Noi speriamo che avvenga proprio questo, ovvero che gli affidamenti che gli Enti pubblici fanno rispetto a soggetti terzi, che non sono all'interno delle strutture pubbliche, avvengano per competenza, e siano verificabili rispetto al lavoro svolto e ai risultati ottenuti.
un aspetto che riguarda anche la Regione Piemonte rispetto ai consulenti di cui si dota, tanto nel campo turistico, quanto nel campo dello sport: sarebbe bene verificare, rispetto a consulenze certo non di poco conto - perché anche dal punto di vista economico hanno sicuramente un impatto notevole all'interno dell'Ente - quali sono i risultati che si conseguono e soprattutto il lavoro che viene svolto da alcuni di questi soggetti. Ma questa è materia di altre interrogazioni e di altri ordini del giorno presentati sempre dal nostro Gruppo consiliare.
Al di là delle attenzioni dei singoli Gruppi consiliari, se si decide che singoli soggetti o imprese diventino degli strumenti per l'individuazione di piani strategici o di linee di indirizzo su materie importanti come quella del turismo, crediamo che non debbano rimanere solo uno strumento legittimo e opportuno, spesso utilizzato dalla Giunta regionale, ma possano essere anche condivisi. E ci permettiamo di dire anche se questo non è il campo dell'interrogazione, che, ad oggi, noi crediamo che non lo siano.
Rispetto all'interrogazione in oggetto, non riteniamo che la risposta sia soddisfacente, ma non perché non sia esaustiva, ma perché abbiamo delle perplessità rispetto ai motivi di licenziamento del Direttore, anche se non ricade direttamente sulla Regione Piemonte, ma lo fa indirettamente essendo uno dei soggetti che certamente partecipa alla promozione turistica della nostra Regione. Grazie.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 457 del Consigliere Monteggia, inerente a "Tedofori olimpici nel Novarese" (concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 457.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

una cosa che da tempo volevo dire all'Assessore: la dispenso dal rispondere a quest'interrogazione. Non ha più senso che si risponda a quest'interrogazione. Se vuole mandare una risposta scritta, l'accetter volentieri. I tedofori in oggetto forse sono già a Vancouver per le prossime Olimpiadi. In questo momento, l'interrogazione ha perso di efficacia.
Invito questo Consiglio a vagliare le interrogazioni in modo tale che alcune possano essere discusse prima di altre, perché siamo quasi a gennaio 2007 ed è passato circa un anno dalle Olimpiadi. Non incolpo l'Assessore ci mancherebbe altro; però sarebbe bene che i lavori del Consiglio fossero organizzati diversamente, specialmente per quelle interrogazioni che hanno un valore solo se discusse al momento della loro presentazione: successivamente, fanno perdere del tempo e non hanno più efficacia.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interpellanza n. 670 del Consigliere Burzi, inerente a "Graduatoria legge regionale n. 18/99. Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 670, alla quale risponde l'Assessore Manica.



MANICA Giuliana, Assessore al turismo

L'interpellanza chiedeva quali fossero i tempi entro i quali i quali s'intendeva approvare l'istruttoria relativa alla graduatoria delle domande residue presentate sul programma annuale degli interventi, di cui alla legge regionale n. 18, ed entro quali tempi s'intendeva provvedere al finanziamento.
In proposito, si è già proceduto. Le graduatorie ordinarie del programma individuale degli interventi 2004 della legge n. 18 e la relativa concessione di contributi sono state approvate con delibera della Giunta regionale n. 62-25-34 del 2 aprile 2006. Sono stati complessivamente finanziati 226 progetti (il 42,2% delle domande) - ovviamente, fino all'esaurimento dei fondi - assegnando contribuiti per euro 28.203.630,11.
La graduatoria n. 1, quella relativa alla recettività alberghiera (alberghi e loro pertinenze), ha permesso di finanziare 22 progetti, su un totale di 193 domande presentate e valutate accoglibili. La graduatoria n.
2, relativa alla ricettività extra alberghiera (alloggi vacanze, campeggi ristoranti tipici, servizi turistici e rifugi alpini), ha permesso di finanziare 204 progetti, su un totale di 342 domande presentate e valutate accoglibili.
La differenza di numeri tra l'una e l'altra graduatoria è dovuta all'entità degli interventi. È ovvio che la parte relativa agli interventi alberghieri è di più grossa entità, mentre gli interventi che riguardano i villaggi vacanza, i campeggi ed i ristoranti tipici sono in numero minore in quanto si tratta di interventi quantitativamente più limitati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Se possibile, vorrei avere una copia dell'appunto scritto dell'Assessore Manica.


Argomento: Pesca

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165: "Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca"


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 47, 48, 58 e 165, di cui al punto 4) all'o.d.g. prosegue con la discussione generale che dichiaro aperta.
Prego gli uffici di distribuire gli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Partiamo dalla relazione, soprattutto quella presente all'interno del provvedimento. Come i colleghi ricorderanno, alcuni Consigli fa, quando abbiamo affrontato la discussione in oggetto, essendo in coda al Consiglio la relazione è stata certamente utile, ma piuttosto breve.
Quello in esame, che è il testo unificato di una serie di provvedimenti presentati da vari Gruppi consiliari, fra i quali Alleanza Nazionale, è innanzitutto, un provvedimento atteso perché certamente nell'arco di dodici anni, non solo la pesca piemontese è cambiata, ma sono profondamente cambiate alcune situazioni generali.
In primo luogo, se lo si guarda dal punto di vista di chi pratica l'attività alieutica, non si può non sottolineare, come correttamente indica la relazione, che è profondamente diminuito il numero di pescatori: si è passati dalle 82.000 alle 53.000 attività censite nel 2004, fino ad arrivare ad un numero di pescatori ancora inferiore.
Se tutto ciò fosse dovuto ad una minore affezione della pratica alieutica da parte dei cittadini piemontesi, non vi sarebbero molte considerazioni di carattere negativo da fare: sarebbe un po' come quando alcuni sport hanno dei picchi a cui segue una minore partecipazione. Il dato che, invece, credo sia importante da sottolineare, e che questa legge contiene in modo positivo. Vi è stata una diminuzione del numero di praticanti ed è un dato di carattere ambientale, cioè questa minor pratica è in qualche modo dovuta alla poca pescosità o all'inferiore pescosità dei nostri fiumi. Sono dati presenti nei numerosi lavori che, dal 1994 in poi sono stati fatti a seguito degli eventi alluvionali, badando di più, e forse era anche comprensibile in quel momento, ai lavori per la messa in sicurezza degli alvei, che non a lavori che potessero contemperare tanto la messa in sicurezza quanto il mantenimento del patrimonio ittico.
Si tiene anche conto dell'altra gran minaccia di cui una legge sulla pesca più aggiornata considera, e cioè quella di una presenza sempre maggiore di specie non autoctone, assolutamente più competitive rispetto a quelle piemontesi: certamente la presenza, da una parte, del cormorano e dall'altra, del pesce siluro. Da questo punto di vista bene ha fatto secondo noi, la Giunta ad intervenire con attività di intervento selettivo nei confronti dei pesci siluro, perché riguarda la presenza stesse delle minacce alle specie autoctone.
Vi sono altre considerazioni che discendono da quest'aspetto, che riguardano da una parte le possibilità di promozione turistica, in qualche modo legate alla pesca, dall'altra anche le potenzialità che il mondo delle discipline alieutiche dà in termini di occupazione all'interno della nostra Regione.
Partendo dalla seconda, certamente in molti allevamenti in cui si fanno crescere specie autoctone finalizzate non soltanto alla vendita, ma anche al ripopolamento dei fiumi piemontesi, è un'attività che va considerata perché riguarda un numero certamente non rilevantissimo, ma importante, di imprese della nostra Regione.
Bene si è fatto, anche se poi vi entreremo nell'articolato, a non prevedere soltanto un'esclusività ed un monopolio dei bacini di produzione pubblici, a tenere in considerazione le grandi potenzialità che invece le imprese private danno anche in termini di occupazione. Dall'altra parte ricordavamo anche quanto la pesca negli anni sia risultata un fenomeno di attrazione turistica.
Anche in questo caso, la legge cerca di dare risposte laddove si dà la possibilità non solo alle Province, ovviamente nel rispetto dei piani ittici provinciali, di governo delle acque da parte di unioni di Comuni perché molte aste fluviali, soprattutto dei torrenti piccoli o medi di aree montane, coinvolgono i Comuni. Una volta la disciplina della pesca era un'attività che attirava un turismo certamente non di massa, ma per questo in molti casi di qualità; non che vi sia differenza tra turismo e turismo ma certamente un turismo interessante, un turismo familiare che portava centinaia di pescatori nelle zone più popolose da un punto di vista del prelievo, ma anche dell'attività di pesca, e che dava la possibilità a valli alpine, che non hanno la potenzialità in termini infrastrutturali e in termini di attrazione turistica, di aggiungere un'attrattiva legata al mondo della pesca.
Pertanto, credo che il dispositivo e l'insieme degli articoli che è stato approvato in sede di Commissione, tanto riguardo alla pianificazione quanto nel rispetto di una più larga - e anche questo è un punto di merito della legge - rappresentanza dei soggetti che riguardano il mondo della pesca e il mondo più largamente inteso della tutela dell'ambiente, siano un buon proposito, perché danno la possibilità di coinvolgere i soggetti che praticano la pesca, le imprese di piscicoltori, l'università per lo studio e la ricerca e le associazioni tanto di pescatori quanto ambientaliste.
Pertanto, anche da questo punto di vista è stato fatto un intervento importante, così come riteniamo positivi alcuni sgravi rispetto agli adempimenti burocratici che sono stati introdotti all'interno della legge.
Ci permettiamo una considerazione finale rispetto alla discussione generale sulla legge, perché riguarda un po' l'iter con cui questa legge è stata elaborata e votata, derivando da quattro testi differenti che sono stati esaminati dalla Commissione. Esprimiamo un giudizio positivo sul lavoro che la Commissione e il gruppo di lavoro hanno svolto e anche per coloro i quali, sia nel gruppo di lavoro che in Commissione, hanno inteso condividere un percorso che, in qualche modo, lasciasse da parte quelle che erano le idee più di parte o la tutela che si voleva dare maggiormente a chi praticava la pesca piuttosto a chi intendeva tutelare l'aspetto ambientale, creando una legge equilibrata.
Mi rivolgo ai colleghi e all'Assessore. È ovvio che questo percorso che ha avuto una votazione della legge a larga maggioranza, se non addirittura all'unanimità, ha però un intoppo, che abbiamo rilevato nella presentazione di alcune decine di emendamenti. Vorrei solo che anche l'Assessore ascoltasse, altrimenti mi riservo di intervenire nuovamente.
La presentazione degli emendamenti rispetto all'iter che è stato seguito è un fatto che per noi risulta pregiudiziale. Vorremmo che su questo ci si esprimesse. È ovvio che il Gruppo di Alleanza Nazionale, come altri Gruppi consiliari, ha evitato di presentare emendamenti che sapeva non accoglibili da altri Gruppi consiliari, perché si è cercato di ragionare su uno spirito di condivisione che facesse sì che anche la Regione Piemonte si dotasse di uno strumento normativo aggiornato con i tempi, ma è importante sapere la valutazione degli emendamenti da parte della Giunta.
Se vi è la possibilità di accettazione di alcuni degli emendamenti che sono stati presentati, è ovvio che si aprono altri scenari, cioè il gruppo di Alleanza Nazionale ripresenta gli emendamenti che erano scritti o presentati e che erano ritirati, perché lo spirito con cui si è lavorato all'interno prima del gruppo di lavoro e poi della Commissione, era differente.
Lo dico e lo pongo un po' come questione politica pregiudiziale nei confronti degli Assessori, ma anche dei colleghi, per capire se vogliamo votare un provvedimento che sia largamente condiviso, oppure se vogliamo non votare un provvedimento che sia condiviso dai più, ma sul quale ognuno vuole mettere una bandiera o un simbolo di paternità, che rischierebbe per di non fare approdare ad un buon fine la legge stessa. Grazie.



PRESIDENTE

Al momento, ho iscritto a parlare il Consigliere Travaglini. Se ci sono altri che lo desiderano, sono pregati di comunicarlo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Il testo che oggi esaminiamo è stato licenziato dalla III Commissione dopo molti incontri e un intenso lavoro del gruppo di lavoro che ha sgrossato la materia prima di arrivare in III Commissione. Crediamo sia un buon compromesso e che risponda, in massima parte, anche alle aspettative delle associazioni dei pescatori, oltre che dei cittadini in generale. Del resto questa riforma era molto attesa. Non a caso la legge attualmente in vigore, la legge n. 7 del 1981, è vecchia di un quarto di secolo (di 25 anni) e necessitava di una profonda revisione.
Da anni venivamo sollecitati ad assumere questo provvedimento con urgenza, adeguando l'insieme delle norme regionali in materia e le prescrizioni comunitarie e nazionali su tutela ambientale. Del resto la previsione di coinvolgimento dei cittadini, le forme associative dei pescatori, alle associazioni ambientaliste, ci pare un modo corretto per far crescere dal basso, un'attenzione su queste attività che interessano non soltanto decine di migliaia di praticanti, ma una moltitudine di persone che hanno a cuore l'ambiente acquatico.
L'introduzione del metodo della pianificazione quinquennale degli interventi su due livelli, quello regionale e quello provinciale, e la garanzia di adeguate, soprattutto certe, risorse finanziarie per l'esercizio delle funzioni di tutela, di fruizione, di valorizzazione legate all'attività piscatoria e di integrità, sottolineo l'integrità dei corsi d'acqua, per noi è un fatto altamente positivo. Va rimarcata la scelta giusta di destinare, all'attuazione della legge, il 100% delle entrate regionali derivanti dalle tasse e sopratasse versate dai pescatori.
Crediamo anche che uno sforzo particolare vada dedicato alla diffusione e alla conoscenza del patrimonio naturale della fruibilità dei corsi d'acqua. Se mi è consentito usare questo termine, la precondizione per saldare in modo virtuoso un patto positivo e ambientalmente corretto tra chi pratica la pesca, a vario titolo, e tutti coloro che pensano ad una necessaria tutela di un patrimonio naturale così rilevante, trova una buona risposta in questo testo. I lavori in alveo trovano finalmente spazio in questo disegno di legge (articolo 12) e conferiscono alle Province la possibilità di adottare provvedimenti cautelari tempestivi a fronte della realizzazione di opere che mettono in pericolo la sopravvivenza degli ecosistemi acquatici. Non è un mistero, infatti, che molte volte purtroppo, le attività che l'uomo svolge a diretto contatto con la natura portano a degradi ambientali allarmanti rischiando, in alcuni casi l'irreversibilità. Del resto anche il numero elevatissimo di dighe derivazioni, gronde, captazioni idriche in genere, impoveriscono gli alvei rendendo spesso precario l'intero ecosistema fluviale.
Ho presente quanto stia a cuore, per esempio, la situazione piscatoria della mia provincia (il VCO) nella quale vi è la massima concentrazione di centraline idroelettriche e relative captazioni idriche di tutta l'intera regione. In questo senso, un controllo maggiore sui deflussi minimi vitali spesso irrisori, quando non disattesi, eviterebbe che la scarsissima quantità d'acqua, che scorre nel letto di questi torrenti, sia terreno fertile per gli uccelli tiofagi. Una grave minaccia, questa, che si accompagna a quella dell'introduzione di specie alloctone più competitive che, in pochi anni, hanno causato gravissimi problemi e hanno quasi portato l'estinzione di specie autoctone presenti da sempre nei fiumi e nei corsi d'acqua piemontesi (penso al pesce siluro, ma non solo a quello).
Ecco, dunque, laddove si fa riferimento alle competenze trasferite in capo alle Province, la necessità che queste ultime esercitino la loro funzione di tutela del patrimonio di conservazione degli ambienti acquatici di specie tipiche pregiate e autoctone e puntino anche ad una maggiore attenzione, ad un turismo naturalistico ambientale, includendo la pesca come fenomeno sociale adottando regolamenti particolari che dovranno essere necessariamente approvati in Regione, sentito, come d'abitudine, anche il parere dei vari comitati. Sarebbe sbagliato non mettere l'accento sull'innovazione nell'ambito delle finalità con le quali la Regione, cito testualmente: "riconosce negli ecosistemi acquatici, nella fauna acquatica una componente essenziale del patrimonio naturale regionale e della gestione risorse idriche in generale". Guardate, questa non è una citazione casuale o una citazione irrilevante, è il senso profondo di un forte legame tra l'attività, in questo caso piscatoria, e il rispetto complessivo dell'equilibrio ambientale.
Rispetto nei confronti della legge regionale n. 7 dell'81. Si ampliano in questo modo, i confini della norma regionale da patrimonio ittico a patrimonio naturale, da fauna ittica a fauna acquatica, collocando le prospettive di un intervento e di una regolamentazione pubblica in un'ottica integrata con altre norme di tutela e di gestione dell'ambiente operante sul territorio della regione. E' in questo contesto che i pescatori diventano protagonisti loro stessi in quanto fruitori responsabili, controllati e controllori, portatori di interessi per avere acque pulite, fruibili e più vivibili anche da parte di chi ha a cuore il nostro patrimonio ambientale.
Gli stessi criteri di riconoscimento dell'organizzazione piscatoria e lo scopo di accreditare a livello provinciale e regionale, vanno in questa direzione, prevedendo la possibilità di ulteriori deroghe da parte della Provincia competente per territorio, così che, come si legge, si pu passare da un minimo di 25 aderenti ad un massimo di 500 aderenti in possesso della licenza di pesca residenti in quella provincia. È un tema questo, che viene ripreso in parte quando si parla dei Comitati di bacino che è una competenza provinciale ai quali partecipano le associazioni e le organizzazioni piscatorie riconosciute e enti comunali in forma singola o consorziata operante nel territorio del bacino.
In Commissione e nel gruppo di lavoro abbiamo discusso molto sulla programmazione dell'attività legata alla pesca, ritenendo opportuno, e io direi indispensabile, che tale importante atto e programmazione regionale per la tutela e conservazione degli ambienti e della fauna acquatica, sia approvato dal Consiglio su proposta della Giunta. È evidente che una volta classificata l'attività della pesca, ai fini autorizzativi, in pesca professionale, pesca dilettantistica, pesca scientifica e interventi di protezione ittica, il cui esercizio è subordinato al rilascio di licenza o dei permessi temporanei di pesca, sarà necessaria una puntuale definizione del Regolamento che definisca tutte le varie successive specificazioni.
Molti soggetti che hanno partecipato alle consultazioni ci hanno ripetutamente sottolineato come sia necessario, anche in occasione della definizione di un Regolamento, previsto all'articolo 9, di trovare forme di confronto, se non di concertazione, così come è avvenuto per l'intero testo della legge.
Con l'articolo 21, come è stato ricordato dai relatori, ma come è bene sottolinearlo ulteriormente, è stata introdotta una norma relativa agli aiuti ai pescatori professionisti singoli ed associati, secondo i criteri e le procedure di concessione stabilita dalla Giunta regionale rispettando ovviamente, la normativa comunitaria. Questa è una scelta giusta che sottolineo, se pensiamo a vicende come quelle dell'inquinamento da DDT nel Lago Maggiore che mise a lungo in ginocchio l'attività di molte decine di pescatori professionisti nel Verbano.
Va segnalato anche con favore che la norma, laddove si stabiliscono caratteristiche, compiti e poteri degli agenti incaricati alla vigilanza in materia di pesca, ipotizzi la possibilità di istituire la figura di guardia ittica volontaria. Credo che in questo senso sia utile allargare questa funzione alle guardie ecologiche volontarie come abbiamo più volte discusso.
In sentesi, queste sono le ragioni che ci fanno considerare l'insieme del provvedimento, poi valuteremo gli emendamenti proposti. Noi abbiamo presentato soltanto un emendamento per migliorare su una parte del controllo del comitato scientifico, non tanto il CNR, ma indichiamo l'istituto di idrobiologia, che ha sede a Pallanza come soggetto più competente e titolato per svolgere, per conto del CNR, questo ruolo.
Pensiamo che questa riforma sia non soltanto necessaria, ma che risponda davvero a questa gestione di visione moderna di un patto tra chi pratica la pesca e chi - tutti noi - vuole tutelare l'ambiente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Aprirei questo mio intervento con un ringraziamento al gruppo di lavoro che ha preso parte alla riflessione comune sulla legge che andiamo a discutere e a votare nelle prossime sedute. Naturalmente mi preme ringraziare tutti i colleghi della Commissione stessa, i funzionari, gli esperti, che con il gruppo hanno prodotto un lavoro abbastanza lungo faticoso, di serrato confronto. Un lavoro che ha visto spesso e volentieri partire tutti quanti noi da posizioni molte diverse, per poi arrivare in ogni modo ad un tentativo di sintesi.
Si è riusciti in qualche modo, in questa Commissione e in questo gruppo di lavoro, a mettere insieme diversi interessi. Siamo riusciti in qualche modo a comporre delle esigenze diverse, spesso contrapposte, fino a produrre una legge che (come diceva già il Consigliere Travaglini) da anni si attendeva. Da anni il mondo ambientalista e quello dei pescatori attendevano la regolamentazione di una pratica che non ha grandi ordinamenti, che comunque ad oggi vive un momento, tutto sommato, di relativa crisi.
I pescatori sono ancora comunque un gruppo piuttosto nutrito e potente di persone, così come nutrito e potente, seppur magari limitato nei suoi effetti, il gruppo ambientalista e protezionista.
Sono due gruppi di cittadini che spesso si fronteggiano su temi delicati come questo e che spesso rappresentano esigenze molto diverse e apparentemente poco compatibili o poco inclini ad arrivare ad un punto d'unione.
La pesca e la caccia sono due settori che, probabilmente, tenderanno nel tempo, non dico ad estinguersi, ma forse a ridursi. Ormai vediamo che sia i cacciatori sia i pescatori sono via via sempre più anziani, ma numericamente sempre di meno.
Caccia e pesca sono due fenomeni culturali che ci portiamo dietro da sempre, dalle origini dell'uomo, ma con le esigenze attuali, con i ritmi attuali e con la vita attuale, probabilmente sono fenomeni che, nel corso del tempo, sono destinati poco a poco a venire meno, fino quasi a sparire.
Il problema è che, nel frattempo, questo nostro pianeta ha visto ridursi altre cose, tra cui le risorse e i beni ambientali. I beni comuni sono via via (l'ho già detto altre volte da questi banchi) destinati anch'essi, purtroppo, a ridursi e a limitarsi. Questi non sono grida d'allarme di settori di ambientalisti piuttosto esagitati o che sfiorano l'integralismo, ma purtroppo i dati che spesso ci vengono prodotti da organismi internazionali scientifici, che ci prospettano un pianeta che davvero sta vivendo un momento di grande crisi e difficoltà, dovuto probabilmente ai nostri modelli di vita, alle nostre abitudini e al nostro rapporto con l'ambiente, che spesso prescinde dall'ambiente stesso fino a ridurlo a poca cosa.
Le acque rientrano a pieno titolo in questo fenomeno. In Italia abbiamo subito negli anni degli strani percorsi storici, abbiamo subito lunghi periodi di siccità che sono seguiti ad abbondanti alluvioni - da poca acqua a troppa acqua - e in ambedue i casi il frutto è sempre stato comunque una strage di quegli esseri viventi che nell'acqua hanno il loro ambiente di vita riproduttivo.
Purtroppo spesso assistiamo a devastazioni ambientali, che hanno ridotto a zero le possibilità di riproduzione dei pesci, ma anche in questi mesi vi sono corsi d'acqua che sono ridotti a dei rigagnoli, a delle pozze limitate, in cui trovare vita diventa particolarmente difficile e complicato, se non impossibile, anche per i pescatori stessi.
Quindi, credo che, alla fine, queste due grandi realtà si compongono su un grido di allarme comune, che è quello dell'ambiente, che sta veramente patendo grosse pene e grossi disagi, fino al punto di obbligare noi stessi noi Consiglieri di questa parte del Consiglio, a essere maggiormente sensibili, a mettere un'attenzione in più su tutti quegli argomenti che riguardano proprio la caccia e la pesca, all'atteggiamento umano nei confronti dell'ambiente stesso.
Questa legge ha dei punti positivi. Noi li riteniamo importanti punti positivi, per come si impongono, perché finalmente si regolamenta un settore non regolamentato. Perché si pone dei problemi per quanto riguarda i ripristini, perché sappiamo che negli argini dei fiumi spesso e volentieri, specialmente dopo le grandi alluvioni, si aprono cantieri poco rispettosi di quelle che è l'ecosistema, concessi a volte da Comuni poco sensibili o con limiti nel loro organico tecnico. Non riescono, spesso e volentieri, loro malgrado, a vigilare, a praticare controlli, a far rispettare le normative o a far rispettare un corso d'acqua violentato dalle opere pubbliche e da alcuni interventi seppur legittimi.
Abbiamo ora una legge che, finalmente, tiene conto anche di quest'aspetto dei fiumi, ossia del ripristino, ossia di lavori che devono tenere conto di una vita che continua nell'acqua, quindi con delle risalite per i pesci, con degli accorgimenti che non fanno del tutto tabula rasa. La legge, per questi motivi, non può che trovare una nostra sicura adesione.
La legge prevede controlli, che non sono controlli che noi riteniamo essere burocratici, ma di garanzia. Piace l'idea dei comitati, piace l'idea dei convegni scientifici, anche se noi vorremmo che all'interno di questi comitati ci fossero più figure legate al mondo dell'ambiente, ci fosse più rappresentatività, però si è trovato un equilibrio e in qualche modo lo rispettiamo.
A noi interessa che gli interessi siano sempre attorno sempre ad un equilibrio, che non ci sia una bilancia che penda un po' troppo da una parte a discapito dell'altra. Stavolta puntiamo i piedi sui numeri, sulla necessità che alcune categorie vengano rappresentate e questa è un'azione che deriva dall'esigenza di mantenere un equilibrio, affinché non prevalgano le lobby.
Anche il comitato scientifico, i piani, la programmazione sono sicuramente degli elementi che portano ad una considerazione delle acque come un bene comune, unico e imprescindibile. Idem per quanto riguarda il mondo che popola quelle acque. Un mondo stravolto anche da alcune abitudini passate (l'immissione di specie alloctone).
Noi abbiamo da tempo, in Commissione, una richiesta di audizione da parte di alcuni esperti che chiedono di poter relazionare su un quadro che è veramente preoccupante, perché a volte l'uomo modifica molto l'habitat a volte per non dire sempre - fino a disegnarlo a proprio a interesse e vantaggio.
In quest'ottica, spesso, l'immissione di specie alloctone è stata devastante. Abbiamo delle specie mostruose che nuotano nei nostri fiumi che sono molto belle (non bisogna tirar fuori quei pesci perché sono enormi), ma fanno strage di tutto quello che incontrano, fino a razionare quella che è la vera entità di un fiume, la vera ricchezza di un corso d'acqua: la varietà.
Quindi riuscire anche a disciplinare quell'aspetto è per noi cosa importante. Riuscire a cambiare un'abitudine con fini agonistici, sportivi o chissà con quale altro scopi è sicuramente un altro punto a favore del provvedimento.
Nello stesso tempo, guardiamo con una certa preoccupazione la privatizzazione di questi corsi d'acqua. Alla possibilità che hanno alcune realtà di prendere degli specchi d'acqua, farli propri, gestirli autonomamente in seguito alla concessione di questo beneficio e quindi all'erogazione di alcune tariffe nei confronti dell'ente pubblico, che per abbandona e crea una situazione piuttosto triste: il pubblico lascia la gestione ad alcuni privati che, certo, la legge controlla in qualche modo ma che hanno abbastanza carta bianca. In pratica, sono soggetti che hanno un'autorizzazione piena alla gestione di questi loro ambiti.
Questo purtroppo è ancora un vizio che esiste, che è ancora presente in questa legge, che naturalmente vede in noi una contrapposizione culturale piena, perché siamo gli unici, credo, o almeno tra i pochi che indicano quello come fenomeno negativo. Questo riguarda la pesca, ma possiamo parlare anche delle aziende faunistiche-venatorie per quanto riguarda la caccia. Sono modelli, a nostro dire, simili a quelli che erano in voga ai tempi feudali. Però prendiamo atto che la nostra visione culturale è minoritaria. Ci arrendiamo di fronte a questo modello che è maggioritario che ci pare un po' schiacciante, però ne approfittiamo anche in quest'occasione per puntare un po' il dito su questo "vizio" che dovremo affrontare, discutere e ridimensionare.
Abbiamo presentato alcuni emendamenti, non vogliamo stravolgere trovati in Commissione. Sono emendamenti minimali, minimalisti. Per un Gruppo come il nostro, che della pesca ne farebbe anche volentieri a meno, arrivare ad un punto di equilibrio è già importante e i pochi emendamenti presentati sono emendamenti dal volto umano. Il primo riguarda soltanto una dicitura un'apertura che punta l'attenzione sul non voler valorizzare questo come un fenomeno culturale ricreativo di alto contenuto sociale, perché non ci riconosciamo tanto. È una valorizzazione delle sezioni presenti, per quanto riguarda l'organizzazione dei pescatori, sul territorio.
Il pensiero va ai Consigli comunali delle vallate della provincia di Torino, che hanno dato un esempio di come si può coniugare l'interesse di chi pesca con quello ambientale. Crediamo che quello sia un modello utile ed intelligente che vorremmo che i comitati di bacino rappresentassero nel pieno delle loro possibilità.
Ultima annotazione. Crediamo molto utile ed importante che alle guardie ecologiche volontarie venga affidato un compito di vigilanza. È inutile inserire grandi norme se poi non c'è chi le fa rispettare. Non crediamo in uno Stato di Polizia, siamo molto lontano da quella visione, però crediamo che un minimo di controllo ci debba essere, altrimenti è inutile legiferare, emettere sanzioni e verifiche. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intervengo con considerazioni aggiuntive rispetto a quanto ho già avuto occasione di dire in quest'Aula. In qualità di corelatore, in quella sede ho illustrato i vari articoli, quindi svolgerò solo alcune considerazioni di carattere generale.
Tutti condividiamo la necessità di dotarci di una legge aggiornata perché, nel tempo, le cose mutano: mutano le condizioni ambientali e mutano quelle sociali. Anche a livello istituzionale è notevolmente cambiato rispetto al passato, il quadro delle competenze tra Comuni, Province Regioni e Comunità montane. Diventa assolutamente necessario, quindi rendere adeguata la normativa sulla pesca.
Negli anni scorsi ho avuto modo di rimettere in funzionamento o, come si dice, in carreggiata, la gestione a livello regionale. Ricordo anche poiché erano quattro o cinque anni che la Consulta regionale non veniva convocata, la sorpresa nei componenti quando fu convocata la prima volta.
Dopodiché, si è lavorato e si è pensato di seguire la via maestra della concertazione, o del confronto, e della definizione delle linee di riforma oggi rivedibili all'interno di questo testo di legge. Mi riferisco all'apporto dato dal mondo accademico; dagli Enti locali e dalle associazioni rappresentative della varie categorie, dalla pesca dilettantistica a quella professionale.
Sono un po' preoccupato nel momento in cui ascolto gli interventi dei colleghi che, grossomodo, si orientano in una certa direzione convenuta in Commissione. Sono preoccupato dell'elevato numero di emendamenti che avremmo modo di soppesare quando discuteremo dei vari articoli.
Ai colleghi della maggioranza chiedo perché, su temi su cui si capisce a priori, che c'è una possibilità di convergere, poiché riguardano materie molto complesse e articolate che devono essere approfondite con tanti articoli e commi, si decide di fare dei gruppi di lavoro. Oggi, per esempio, il Presidente della IV Commissione ha proposto un altro tipo di gruppo lavoro.
Personalmente ritengo che la discussione in Consiglio sia un test sotto questo profilo, perché è chiaro che quando si fa il gruppo di lavoro si impegna tempo e alla fine si trovano equilibri.
Naturalmente, se ci fosse una contrapposizione radicale e sostanziale fin dall'inizio, è inutile imbarcarsi in un gruppo di lavoro. Si fa la discussione in Commissione e poi, come in tutti i consessi democratici ciascuno fa la sua proposta e, ovviamente, passano le proposte di maggioranza, oppure sui vari articoli si possono anche formare convergenze di tipo diverso.
In questo caso non è così perché, per ammissione di tutti, dalla relazione agli interventi, ci sono larghe convergenze.
Raccomando comunque moderazione ai colleghi della maggioranza sull'argomento, perché credo che non interessi a nessuno fare fughe in avanti, perché alla fine anche noi potremmo presentare altri emendamenti.
Il fatto di non avere emendamenti da parte dell'opposizione non vuol dire che si condivide totalmente, ma vuole dire che accettiamo e che condividiamo l'onere di questo testo perché, tutto sommato, viene da lontano e nel periodo più recente ha avuto un grosso apporto di discussione e di lavoro da parte nostra.
Mi riservo di ascoltare l'illustrazione dei vari emendamenti ed eventualmente, di dare, con il Consigliere Bellion, un parere che spero possa essere totalmente convergente, essendo un ruolo assembleare che ho assunto e che voglio svolgere fino in fondo.
Per quanto riguarda alcune questioni, è chiaro che ritengo che si debba soprattutto puntare sugli elementi gestionali. Non accapigliamoci tanto adesso su una dizione piuttosto che un'altra, perché mediamente vanno bene ma dovremmo soprattutto prestare molta attenzione alle fasi gestionali, sia a livello provinciale sia a livello regionale.
Quando si scrive che occorre definire il piano regionale, bisogna poi farlo, ma anche seguirlo quando l'Assessorato lo imposta. Se si vuole confrontare con noi e vedere tutta una serie di cose, va bene, altrimenti andiamo per declamazioni. Posso dire: "Privilegiamo i Comuni in contrapposizione..." ma alla fine non ne veniamo più fuori. Credo, invece che occorra attingere alla notevole esperienza del Piemonte - che storicamente è un qualcosa di presente - e tenere conto delle necessità esistenti, perché in questi anni, tra gli interventi dell'uomo e i dissesti naturali, gli acquiferi piemontesi sono stati fortemente sollecitati e fortemente condizionati con opere artificiali. Sicuramente sono necessarie ma adesso possono essere compatilizzate, a partire dal deflusso minimo vitale, con una serie di regole di comportamento.
Sono intervenuto solamente per ribadire la nostra attenzione e la nostra partecipazione alla discussione del provvedimento. Mi auguro e mi attendo che, da parte della maggioranza, si faccia viaggiare il provvedimento (dico più alla maggioranza che non alla Giunta). La Giunta ha presentato solo emendamenti tecnici e quindi mi riservo anche sotto questo profilo, perché la preoccupazione che all'inizio del mio intervento aleggiava solamente, adesso mi sollecita ad essere ancora più attento perché dopo aver fatto partecipare gli esperti - non per sollecitazione nostra, ma di altri Gruppi consiliari - alle discussioni, dopo aver sottoposto il testo finale ad un'ulteriore revisione, sempre da parte degli esperti, e dopo che ci hanno aiutato gli uffici dell'Assessorato, in questa sede di emendamenti tecnici non ne esistono: questa è una sede politica pertanto cercheremo, con l'aiuto dei tecnici, di decifrare il significato politico di tali emendamenti.
Per quanto mi riguarda, è importante valutare l'utilità o meno di partecipare alla metodica dei gruppi di lavoro, perché se questi servono solo per accelerare o per imbrigliare la minoranza, quando la maggioranza si riserva in Aula l'ultima parola (che peraltro ha, in base ai numeri) comportamento che esula da un rapporto corretto ed equilibrato, a questo punto io non sarei più tanto d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Vorrei dare anch'io il mio breve e rapido contributo, dal momento che la materia, al di là delle aspettative personali e politiche, sta suscitando un discreto interesse, in modo trasversale, nei Gruppi politici presenti in Consiglio regionale e nei singoli Consiglieri.
Personalmente, sono soddisfatto del fatto di essere riusciti a presentare un testo unificato, dopo un lunghissimo lavoro che ha riassunto varie proposte di legge (ricordo la PDL n. 47, la PDL n. 48, la PDL n. 58 e la PDL n. 156, firmate da quasi tutti i Consiglieri regionali: Ghigo Cirio, Ferrero, Nastri, Manolino, Pedrale, Pichetto, Cotto, Costa, Leo Burzi e, ovviamente, Cavallera; altre proposte di legge sono state firmate dai Consiglieri dell'attuale maggioranza, in primis Muliere e tutto il Gruppo DS; un'altre proposta di legge è stata presentata in toto dal Gruppo di Alleanza Nazionale; infine, vi è un ultimo disegno di legge, il n. 135 dell'8 novembre 2005, presentato dalla Giunta regionale e assegnato all'esame della III Commissione).
Vista la mole di emendamenti che sono stati presentati, la discussione e il disegno finale che emergerà dall'esame dell'articolato e degli stessi emendamenti inducono a pensare che a tutt'ora non risulti completo: sicuramente il canovaccio che si seguirà sarà quello presentato dal gruppo di lavoro, che, evidentemente, ha riassunto una serie di esigenze, ma sicuramente - mi auguro che sia così - l'Assessore Taricco riceverà ulteriori contributi, si spera anche con l'assenso e con il placet della Giunta.
Personalmente, ho presentato qualche emendamento: per la verità, non sono neanche troppi, dal momento che alcuni colleghi, se non Gruppi interi mi hanno, da questo punto di vista, "surclassato" nel lavoro emendativo.
Peraltro, ho visto che c'é anche una cospicua "pattuglia di emendamenti" presentati direttamente dalla Giunta regionale, firmati di pugno dall'Assessore Mino Taricco. Credo che vi siano sicuramente alcuni nodi da sciogliere.
Sicuramente alcuni spunti dell'intervento del collega Bossuto mi vedono assolutamente favorevole. Credo che questa legge debba puntare innanzitutto, a tutelare la fauna acquatica e a proteggere quello che per noi oggi è un patrimonio, ma che domani non si sa se sarà ancora tale; non dobbiamo dare per scontato quello che la natura ci ha regalato. Dobbiamo tener presente che esistono sì delle associazioni di pescatori o delle corporazioni, indipendentemente dal numero che prima il Consigliere Bossuto ha cercato di elencare: nella relazione si parla di 53.000 unità contro le 82.000 del 1994. Ma questo è un dato del tutto ininfluente, perché fossero anche 3.000 le unità, sarebbero comunque un numero rilevante, quando si riuniscono in associazioni, a cui dare retta.
comunque vero che esiste tutto un altro mondo di non pescatori, che non è solo quello delle associazioni ambientaliste o animaliste, ma anche quello dei normali e comuni cittadini - non parlo, quindi, solo di consumatori di pesce - che, evidentemente, hanno il diritto di avere opinioni sulla caccia e, in questo caso, anche sulla pesca.
Non credo che, visto che il pesce soffre di meno, o ci fa meno tenerezza, oppure è più gustoso in padella, debba avere una minore tutela rispetto al cerbiatto o il cosiddetto "Bambi". Anzi, forse proprio perché è più nascosto alla pubblica opinione e alla visibilità dei mass media, credo che debba avere in quest'aula una maggiore attenzione e una maggior tutela.
Ci sono alcuni aspetti della relazione che mi piacciono parecchio, ad esempio quando si parla di "tutela di biodiversità e di endemismi" (per chi non lo sapesse, con 'endemismi' si intendono delle rarità, specie estremamente rare della fauna ittica in questo caso regionale).
Giudico positiva la volontà di garantire esigenze trofiche e riproduttive della fauna ittica nel rispetto degli obiettivi e di prevenzione di eventi catastrofici.
Per contro, trovo un po' strano - sarà oggetto, quindi, di un'azione emendativa - prevedere una doppia pianificazione quinquennale di interventi, su due livelli, uno provinciale e l'altro regionale. Credo che un'operazione di questo tipo possa essere dubbia, perché ritengo che non faccia altro che creare ulteriori burocrazie non solo per le associazioni dei pescatori, ma anche per chi, comunque, senza volerlo praticare come sport, ha tutto il diritto di andare, una tantum, a pescare.
Credo che si debba prevedere una sola pianificazione - provinciale o regionale - perché altrimenti lo troverei piuttosto curioso nella sua dizione. Mi auguro, poi, che vi sia una maggiore specificazione nell'ulteriore presentazione di questa legge.
Del resto, il mio Gruppo non avrà vincoli di natura ideologica nell'affrontare la discussione e la votazione di questa legge. Chiedo a tutti i colleghi di non barricarsi su posizioni che possano nuocere al prodotto finale. Sicuramente, faremo la nostra parte e daremo il nostro contributo in coscienza e anche in funzione dei consigli che avremo ricevuto da esperti e da professionisti del settore.
C'è tutto un articolato estremamente complesso che riguarda, ad esempio, il Capo II sulla pianificazione, il Capo II sulle attività inerenti alla fauna ittica che, probabilmente, avrà bisogno di maggiori approfondimenti, il Capo V sulla vigilanza e sulle soluzioni credo che si debba cercare di sgrossare l'articolato e il testo legislativo dalle ipocrisie e si debba invece prevedere una vigilanza e una serie di sanzioni che siano effettivamente applicabili.
inutile mettere per legge sanzioni che poi non sono applicabili o ipotizzare vigilanze senza avere i numeri o le risorse per poterle eseguire. Magari, saranno applicate una volta ogni tre anni, perch qualcuno poveraccio avrà la sfortuna di capitarci in mezzo, e risulterà assolutamente iniquo per quel qualcuno e per gli altri che, invece, non avranno il dispiacere di esserci incappati dentro.
Trovo, invece, estremamente favorevole - sono molto contento che questo sia stato previsto nei Capi VI e VII - la ripartizione e la destinazione delle tasse e sovrattasse derivanti dalle associazioni intestatarie e dai pescatori. Ovvero, che tutte queste vadano indirizzate, di fatto, al finanziamento della presente legge e, in particolar modo, perché vengano garantite adeguate e certe risorse finanziarie per l'esercizio delle funzioni di tutela, valorizzazione e fruizione degli ambienti acquatici affinché siano poi destinate, di conseguenza, il 100% delle entrate regionali derivate dalle tasse e sovrattasse sopra citate.
Per il resto, lascio all'ulteriore presentazione e dibattito le considerazioni articolo per articolo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Non so quanti dei colleghi abbiano fatto la considerazione che è l'Assessore Taricco a gestire come Assessorato questa legge. Non voglio contestarla, anzi, secondo me l'attribuzione è giusta. È giusto che sia l'Assessore all'agricoltura ad occuparsi della pesca, in una visione che io, uno dei più vecchi qua dentro, vedo scomparire.
Quando ero ragazzino, d'inverno, andavo a prelevare lungo il fiume frutta, verdura e pesce per mangiare. Quindi, la concezione che sia l'Assessore all'agricoltura ad occuparsene rientra in questa visione. Ho paura che, ormai, siano pochi i pescatori che lo fanno con lo spirito di persone che vanno lungo un torrente a prendere del pesce e che, in quanto tali, capiscono ancora cosa vuol dire un torrente, l'acqua che sale e che scende.
Ci sono i problemi del malgoverno - spesso succede - dell'uomo sui torrenti stessi, per esempio, quando entrano con le ruspe e fanno ecatombe d'animali acquatici con i loro interventi. Sono un patrimonio dei veri pescatori, che sono in via d'estinzione. Il 90% dei pescatori moderni sarebbero competenza più dell'Assessore Manica. Purtroppo, il pescatore moderno pesca per divertirsi, cioè per giocare, si definisce pescatore ludico. L'Assessorato al gioco non c'è ancora, ma potrebbe essere assegnato al turismo, allo sport, ma non allo sport, sarebbe troppo nobile.
Allora, l'unica cosa di questa legge che mi dà un pugno nello stomaco e mi stupisce che i colleghi che hanno parlato di più, che hanno usato più parole per il discorso ambientale non ne siano indignati - è che si stia diffondendo nel nostro paese quel modo di giocare che è prendere un pesce appendendolo ad un amo, tirarlo fuori e rimetterlo in acqua toccandolo con le nostre manacce.
Scusate il termine, ma forse pochi di voi sanno - io questo lo so bene perché di pesce ne ho allevato molto, perché mi piaceva e lo amavo - che toccare il pesce con la nostra manaccia vuol dire provocarne la morte perché hanno una protezione corporea e sono animali particolari. Lo shock anche termico, ma soprattutto l'asportazione della patina che ha in superficie provoca quasi sempre la morte dell'animale.
Questi animali così delicati vengono pescati e poi ributtati in acqua ma come si fa ad accettare un discorso del genere? Questo è solo più un gioco, perché se c'è l'obbligo di ributtarli dentro vuol dire che è un gioco, ma lo ritengo non ammissibile. Non si può giocare con degli esseri viventi, facendoli soffrire.
La mia non è una provocazione contro la pesca, intesa come competenza dell'Assessorato all'agricoltura, perché sono due cose separate. Altre volte, in Consiglio, ho già detto che ultimamente, secondo me, sono gli ambientalisti i più grandi protettori dei pesci. Prima, c'era chi li proteggeva ed erano gli stessi pescatori. Anche i pescatori, in questo senso, sono ambientalisti e cioè amanti dell'ambiente. Mi riferisco ai pescatori veri.
Mi spiace che in questa legge ci sia il pezzo che prevede queste aree che in inglese chiamano no kill (non uccidere), come se torturare fosse meglio che uccidere. Detto questo, mi si potrebbe contestare il fatto che non ho presentato un emendamento per cancellare quella parte. La battaglia contro le abitudini peggiori, che a volte vengono fuori dalla nostra società, non si può fare a colpi di emendamenti. Tanto più che l'emendamento sarebbe stato sicuramente bocciato.
Quest'abitudine è talmente diffusa che per eliminarla - eliminare forse è impossibile - o almeno per contenerla, secondo me, bisogna incominciare a fare questi ragionamenti, diffonderli e parlarne. Se riuscirà a passare una mentalità tipo quella che cercavo di delineare prima, quello sarà l'unico modo per tornare a non giocare più con gli animali.
Venendo alla legge in generale, tolto quest'aspetto, la considero globalmente positiva, anche se abbiamo presentato un emendamento anche noi che probabilmente sarà bocciato. Faccio notare ai colleghi che è un solo emendamento e che ha accolto i pareri della maggior parte dei nostri colleghi. Ma ne parleremo meglio quando bisognerà presentarlo.
Ripeto, non ho cercato di mutare questa parte della legge, perch sarebbe stata una battaglia inutile. Penso, invece, che sia più importante cercare di ponderare questi ragionamenti e di farli passare nella logica dei comportamenti quotidiani. Siamo favorevoli al passaggio e, in particolare, al fatto che la competenza sia non dell'Assessorato ai giochi ma dell'Assessorato all'agricoltura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Nel merito, è già intervenuto il mio collega Vignale che ha esposto la posizione del mio partito su questa legge che, certamente, è fatta con uno spirito condivisibile. Di certo, noi auspichiamo che abbia un iter veloce rapido ed efficace.
Vorrei fare la seguente proposta: stiamo terminando la discussione generale; potremmo procedere all'esame dell'articolo 1, che mi pare abbia solo due emendamenti; dopodiché, visto che sono stati presentati altri emendamenti, che non ci sembra stravolgano il testo, ci piacerebbe controllarli.
Peraltro, dico anche che la minoranza non ha pressoché presentato alcun emendamento; c'è solo un emendamento del Gruppo della Lega Nord e tutti gli altri sono o dell'Assessore o del Gruppo di Rifondazione o dei Verdi.
Quindi, se vogliamo approvare questa legge, se vogliamo emanarla faccio anche appello - e guardo dall'altra parte - perché poi non ci si venga a dire che questo Consiglio regionale non produce leggi.
Se la maggioranza si fa le leggi e poi si fa opposizione da sola, a questo punto, è un problema che riguarda la maggioranza. Quindi, passiamo all'articolo 1; lasciamo una notte di riflessione a chi deve riflettere sono le ore 18 e penso che non andremo di certo oltre l'articolo 1: ci ritroveremo domani pomeriggio. Noi auspichiamo che domani si discutano tre o quattro emendamenti e non di più. Se l'obiettivo è di fare approvare la legge, questi emendamenti, presentati all'ultimo momento, creano solo confusione e mettono in dubbio il lavoro unitario svolto dalla Commissione dove tutti hanno approvato il testo licenziato. Poi, invece, si arriva in aula e altra gente, che faceva parte del gruppo ristretto che ha editato la legge presenta emendamenti e fa tutte le cose.
Chiedo che si esprima anche l'Assessore, perché se la volontà è di portare a casa questa legge, l'opposizione è favorevole a farlo velocemente. Noi ci siamo limitati ad un emendamento e a due ordini del giorno, ma se poi vediamo che Gruppi che sostengono la Giunta ne fanno un'azione politica per far vedere all'esterno che hanno promosso rivendibili sul territorio, allora anche noi ne presentiamo altri 50, ce li facciamo bocciare, così potremo dire anche noi che abbiamo fatto la nostra azione, che l'Assessore è stato cattivo e non l'ha accolta.
Si tratta di capire chiaramente se vogliamo che il Consiglio regionale produca o se vogliamo che sia il solito siparietto, dove ognuno cerca il proprio momento di visibilità, sapendo benissimo che questo non corrisponde all'interesse comune dei piemontesi e delle leggi che dobbiamo emanare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, do la parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente.
Farò due considerazioni. Innanzitutto anch'io convengo che l'iter con cui siamo arrivati oggi in Aula su questo testo è stato un iter molto produttivo, al quale hanno partecipato tutti i gruppi presenti in Consiglio. C'è stato un lavoro di approfondimento tecnico nel merito molto importante, che ha permesso di approdare alla predisposizione di un testo che raccoglie le motivazioni che avevano spinto molti gruppi a presentare dei testi di revisione della vecchia normativa, andando incontro a quanto evidenziato da molti degli interventi svolti: la necessità di ammodernare un testo, di recuperare una logica d'attenzione ai corsi d'acqua e a tutto l'universo che intorno a questi orbita.
In questo senso raccolgo la sollecitazione del Consigliere Novero, ma penso che, avendo la delega alla tutela della fauna e della flora, questo tipo di norma incontri perfettamente tale necessità.
Ritengo che il lavoro svolto abbiamo prodotto un buon testo. Su questo convengo con quanto hanno detto molti colleghi che sono intervenuti, cioè sulla necessità di produrre, dove necessario, poche e circostanziate modifiche, proprio perché il lavoro fatto a monte è un lavoro importante.
Ho visto gli emendamenti e moltissimi di questi chiederò che vengano ritirati, perché riguardano tematiche già affrontate all'interno dei gruppi tecnici di lavoro e in Commissione. Molti degli emendamenti, soprattutto quelli sugli assetti e le norme che governano la composizione di comitati e di gruppi, pongono questioni legittime, ma che sono già state affrontate in Commissione e già, in quella sede, o accolte o rifiutate.
Mi pare che riproporre in Aula questioni già state poste in Commissione e che in Commissione non hanno trovato accoglimento sia legittimo, perch ciascun Consigliere è titolato a presentare emendamenti, ma non aiuti a camminare sulla strada che è stata complessivamente condivisa.
Anche la Giunta ha presentato alcuni emendamenti, che sostanzialmente possono essere suddivisi in tre gruppi. Prima di tutto, abbiamo dovuto rivedere il testo armonizzandolo con il piano di tutela delle acque che è stato approvato recentemente e che quindi necessitava di alcune norme di coordinamento tecnico.
Inoltre, abbiamo dovute rivedere alcune norme sulle sanzioni e sulle motivazioni delle sanzioni, per coordinarle con norme che già esistono all'interno del Piano della sanità animale; abbiamo dovuto apportare alcuni cambiamenti, in modo da evitare doppioni o complicazioni inutili che non avevano alcun senso.
Lo stesso discorso vale per alcune norme già previste in materia ambientale. Visto che da più parti è arrivata la sollecitazione circa la possibilità di un coinvolgimento delle guardie ecologiche volontarie abbiamo predisposto un unico emendamento. L'articolo è stato riformulato in modo da produrre un testo che non snaturasse l'idea di fondo di conferire alle Province la titolarità del controllo. Si è stabilito che la funzione di guardia ittica dovesse essere assegnata soltanto a coloro che avessero fatto un corso specifico, fermo restando il coordinamento complessivo in capo alla Provincia.
Penso che ci siano tutti i presupposti per affrontare il merito di questa norma. La Giunta chiederà che la maggior parte degli emendamenti presentati vengano ritirati, in quanto riteniamo che, se è legittimo che ciascun Consigliere presenti gli emendamenti che ritiene opportuno, è anche vero che molti di questi finiscono per ricalcare discussioni già affrontate in Commissione, rispetto alle quali in quella sede si è trovato un punto di equilibrio condiviso dalle forze presenti in Consiglio.
Pertanto, cominciamo con l'articolo 1 e, per quello che riguarda la Giunta, valuteremo come proseguire il dibattito e il confronto nel merito della norma. Ritengo che la cosa importante sia non snaturare un percorso condiviso e che ci ha portati fin qui, con una norma che rispecchia in modo equilibrato il punto di vista di ciascun Consigliere. Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. Ricollegandomi a quanto già ha enunciato il Presidente Casoni e alla luce delle dichiarazioni dell'Assessore Taricco credo che la conseguenza e la coerenza più naturale dopo le dichiarazioni dell'Assessore sia una pausa di riflessione, soprattutto all'interno della maggioranza consiliare. Infatti, lo stesso Assessore ha evidenziato che gli emendamenti proposti pericolosamente snaturano il testo della legge su cui si è lavorato con proficuità all'interno della Commissione, costituendo addirittura un gruppo di lavoro.
Ha evidenziato come è stato scorretto, dopo il lavoro approfondito svolto sia da un punto di vista amministrativo che tecnico, presentare nuovamente una voluminosa serie di emendamenti in Consiglio.
Credo che a questo punto ci sia, per serietà, la necessità che la Giunta regionale e la maggioranza consiliare si confrontino tra loro dopodiché, si può tornare in Giunta e, celermente, approvare il provvedimento.
Altrimenti si crea un corto circuito, per cui alla fine ci si domanda se sia utile collaborare in Commissione e aderire ai gruppi di lavoro, che servono per sveltire e accelerare i lavori in Commissione, se poi alla fine si ripropone puntualmente tutto, con le solite battaglie anche ideologico in aula. Se questo è il metodo, noi ci attrezzeremo nella stessa misura.



PRESIDENTE

Io non parlerei di scorrettezza. Presentare emendamenti può essere non opportuno, ma sicuramente non è scorretto.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Ci sono alcuni emendamenti presentati dai Consiglieri del Gruppo di Rifondazione Comunista e altri il cui il primo firmatario è il Consigliere Moriconi. Il Consigliere Moriconi l'ho appena contattato telefonicamente (era in ospedale perché la mamma ha avuto un malore) sta arrivando, per cui chiediamo due minuti di sospensione per verificare con il Consigliere la possibilità di ritirare gli emendamenti presentati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Ho ascoltato gli interventi dei rappresentati dei Gruppi, soprattutto quelli di opposizione, e tutti erano d'accordo, compreso l'Assessore, a discutere l'articolo 1.
Ritengo che non sia il caso di procedere a spizzichi e bocconi passando da un disegno di legge ad un altro, ricordo che sono stati presentati circa cinquanta emendamenti. Ritengo che si possa passare a discutere dell'articolo 1, valendo sempre la richiesta di un momento di riflessione di sospensione e di rinvio, in modo che si possa decidere cosa fare.



PRESIDENTE

Se siamo tutti d'accordo, potremmo partire affrontando l'articolo 1 e l'articolo 2 che non hanno emendamenti, dopodiché si fa il punto della situazione.
Se siamo d'accordo, partiamo con gli emendamenti all'articolo 1, visto che il dibattito generale è già stato svolto con l'intervento dell'Assessore. Voglio ricordare che il Consigliere Moriconi all'articolo 1 e all'articolo 2 non aveva presentato emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 43, presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Taricco: Al comma 2 dopo le parole: "regionali e vigente" sono aggiunte le seguenti: "nonché il piano regionale di tutela delle acque".
La parola all'Assessore Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

un emendamento che esplicita una cosa implicita. Ovviamente questa norma deve coordinarsi con quanto approveremo nel piano di tutela delle acque.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Abbiamo iniziato la discussione sull'emendamento, ma non sempre ciò che è semplice, è la soluzione migliore. Il testo che stiamo discutendo, alla voce principi e finalità, recita: "La Regione, in conformità con la normativa comunitaria statale e regionale vigente valorizza gli ecosistemi ecc.". Sfido chiunque a affermare che nella normativa comunitaria, statale e regionale non sono compresi i vari atti amministrativi tra cui la delibera di Consiglio, che è il Piano di tutela delle acque. Un documento in fieri, non ancora approvato, ma che auspico venga approvato al più presto e che come denominazione, definizione, potrebbe anche subire dei cambiamenti: oggi lo chiamiamo Piano di tutela delle acque, ma fra un anno lo chiameranno in un altro modo. Secondo me, è un emendamento da ritirare perché complica la vita.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora.

Accolgo la sollecitazione, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 43 è ritirato dalla Giunta e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 2, presentato dai Consiglieri Giovine e Lupi: Capo 1 (Disposizioni generali) Articolo 1, comma 3 Si propone la soppressione della frase: "con la collaborazione degli Enti locali".
La parola al Consigliere Giovine per l'illustrazione.



GIOVINE Michele

Quest'emendamento è coerente con parte di quanto detto precedentemente.
Ovvero è un po' farraginosa la doppia responsabilità fra piano quinquennale della Regione e piano quinquennale delle Province. Forse è utile delimitare meglio organi e responsabilità.
Attendo un parere dell'Assessore sull'emendamento in oggetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora.

Chiedo di ritirare l'emendamento perché c'è un necessario coordinamento con le Province e gli altri enti.
Naturalmente il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, che cosa dice rispetto alla richiesta dell'Assessore Taricco?



GIOVINE Michele

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 2 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Giovine e Lupi: Capo 1 (Disposizioni generali) Articolo 1, comma 3a Si propone la soppressione della parola "autoctona".
Emendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Giovine, Lupi: Capo 1 (Disposizioni generali) Art. 1 comma 3a Si propone la soppressione della frase "e della conservazione della biodiversità".
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Credo che vada tutelata anche la fauna ittica "alloctona" (credo che sia questo il termine corretto).
L'articolo 1, comma 3, recita: "La Regione, con la collaborazione degli Enti locali, per le finalità di cui al comma 1 e 2, persegue i seguenti obiettivi: a) garantire la salvaguardia degli ambienti acquatici e della fauna acquatica autoctona nel rispetto all'equilibrio biologico e della conservazione della biodiversità".
Direi che quando una fauna è stata immessa in un certo habitat ed è fauna alloctona, dopo qualche anno diventa fauna autoctona, quindi non credo che si debba tutelare l'una rispetto all'altra. Credo che la terminologia, in questo caso, debba essere emendata e credo che funzioni meglio il comma in oggetto e l'articolo medesimo, semplicemente parlando di "fauna acquatica..." ecc. ecc. Tutto qua. Semplicemente non capisco perch l'una debba essere tutelata e l'altra debba essere non tutelata o, peggio ancora, massacrata.



PRESIDENTE

Chiediamo l'ausilio dell'Assessore per l'eventuale comprensione del problema. Anzi, mi scusi Assessore, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Normalmente la dialettica riguarda appunto i Consiglieri e la Giunta ma in questo caso volevo fare una puntualizzazione che penso possa essere utile anche per la definizione della posizione complessiva del Consiglio.
Noi, ovviamente, con questa legge andremo a gestire tutta la fauna ittica. Un conto è la gestione della fauna ittica, un conto è la tutela.
Dobbiamo sottolineare il valore della parola tutela. Noi gestiremo senz'altro le realtà che ci sono nei nostri acquiferi. Prima qualcuno mi sembra che parlasse del pesce siluro, quindi è una realtà che va gestita però la tutela è riservata alla fauna autoctona. Questa è la ragione per cui in Commissione e in gruppo di lavoro si era convenuto su questa definizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Molto semplicemente per dire che abbiamo proprio questo problema, cioè la necessità di tutelare una serie di specie autoctone, come alcune tipologie di trote, che diversamente rischiano di sparire proprio a causa dell'aggressività di specie alloctone che sono state introdotte anche tra le specie ordinarie. Quindi il problema del pesce siluro è un serissimo problema che va affrontato, ma vi è una serie di competitività tra specie sul territorio che rischiano veramente di far sparire quel che realmente vi è di biodiversità e di autoctonia nei nostri corsi d'acqua.
Quindi chiedo che sia l'emendamento 3 sia l'emendamento 4, che è per converso lo stesso ragionamento fatto da altro punto di vista, siano ritirati, perché è un necessario percorso per salvaguardare i nostri corsi d'acqua e la fauna presente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Taricco. Presumo che il suo intervento si riferisse anche agli emendamenti 3 e 4. Si tratta di capire se il proponente è d'accordo a considerarli trattati insieme, con due distinte votazioni.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, soprattutto al Presidente, per la correttissima precisazione regolamentare.
Molto rapidamente, accetto la proposta di ritirare l'emendamento relativo al comma 4, perché condivide che ci debba essere un elemento di questa natura della legge. Mantengo invece l'emendamento al comma 3, anche se poi verrà bocciato, perché, personalmente, penso che sia una posizione politica.
Ringrazio anche le precisazioni del Consigliere Cavallera, ma credo che la fauna debba essere tutta tutelata, autoctona o meno. Quindi, chiedo una votazione sull'emendamento sul comma 3 in oggetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Esprimo parere negativo.



PRESIDENTE

Prima di mettere in votazione gli emendamenti, ricordo che il numero legale è 31.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale l'Assessore Taricco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 4 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Giovine, Lupi: Capo 1 (Disposizioni generali) Art. 1 comma 3b: Si propone la soppressione della frase "ove necessario".
La parola al consigliere Giovine per l'illustrazione dell'emendamento.



GIOVINE Michele

Ritirato!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
L'emendamento n. 5 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 6 presentato dai Consiglieri Giovine, Lupi: Art. 1, al comma 3, lettera c, si propone la soppressione della frase ad alto contenuto sociale".
Emendamento rubricato n. 17 presentato dai Consiglieri Dalmasso, Barassi Bossuto, Clement e Deambrogio: Art. 1 al comma 3, dopo il punto c) eliminare le parole "valorizzandola quale fenomeno ricreativo ed educativo ad alto contenuto sociale" Emendamento rubricato n. 44 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Taricco: al comma e, lettera c, sostituire le parole "valorizzandola quale fenomeno ricreativo ed educativo al alto contenuto sociale" con le parole "quale fenomeno ricreativo e sociale" La parola all'assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Su questa dicitura, erano arrivate alcune osservazioni che tendevano a ridefinire sostanzialmente, nel senso dei tre emendamenti, la frase sostanzialmente togliendo i riferimenti alla valorizzazione e all'alto contenuto sociale-educativo. Nella sostanza, abbiamo riformulato questo segmento, che penso possa incontrare le sollecitazioni fatte su tutti gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Assessore Taricco, può, per gentilezza, indicare qual è la nuova formulazione?



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Il testo riformulato sarebbe "gestire e promuovere un esercizio dell'attività alieutica compatibile con l'ambiente quale fenomeno ricreativo e sociale". Quindi accogliamo, di fatto, gli emendamenti riformulando la frase.



PRESIDENTE

Dopo la precisazione dell'Assessore Taricco, i proponenti dei tre emendamenti, in particolare i colleghi Dalmasso e Barassi, li mantengono.
Collega Giovine, ritengo che, con la modifica proposta dall'Assessore, il suo emendamento sia ritirato.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. Ritiro il mio emendamento, sottoscrivendo quello dei colleghi di Rifondazione Comunista, che riconosco essere più completo più preciso e, secondo me, anche più utile, nel senso di quello che intendevo io come proponente. Peraltro, mi rimetto ai colleghi. Se si ritiene che il massimo risultato possibile è questa mediazione-modifica da parte dell'Assessore, allora ritiro anche la firma dal documento dei colleghi. Personalmente sarei per la votazione, però se questo è il massimo che riusciamo ad ottenere, occorre trovare soluzioni condivise. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Vorrei giustificare come mai sono d'accordo con questo cambiamento e perché accettiamo la proposta dell'Assessore.
La lettura che diamo è che, comunque, rimane la promozione.
Testualmente il comma 3c recita: "Gestire e promuovere un esercizio dell'attività alieutica compatibile con l'ambiente".
A questo punto, quindi, rimane sempre il discorso della promozione.
Viene assorbita la valorizzazione perché è già contenuta nell'attività promozionale.
Per il resto, vi è qualche aggettivo, qualche superlativo e alcuni sostantivi, però non ci sono problemi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Chiedo che si faccia un po' di chiarezza sulla prospettiva di discussione della legge.
Possiamo procedere con l'articolo 1, chiedendo al collega Giovine e ai colleghi di Rifondazione Comunista di ritirare gli emendamenti, se non sono strettamente necessari. Sono le ore 18.30, chiudiamo la seduta alle ore 19 che mi sembra un orario propedeutico, e lasciamo una notte per riflettere.
Domani, se non troviamo ostacoli, la legge potrà passare agevolmente in poco tempo, con qualche intervento durante la trattazione degli articoli e le dichiarazioni finali di voto. Si può presumere che entro domani questa legge, composta da 32 articoli, sarà approvata.
Se invece andiamo con questo ritmo, presentiamo anche i nostri emendamenti. Alleanza Nazionale non ha presentato emendamenti; ne presenta cinquanta e li discutiamo. Se invece il percorso è che tutti fanno in modo di andare avanti, poi non diteci, se domani sui giornali qualcuno di noi dichiarerà che questa legge non passa perché la maggioranza, o parte della stessa, si oppone a farla passare, che abbiamo torto.
il mio secondo intervento per accelerare la votazione e l'approvazione della legge. Viceversa, se chi è interessato fa orecchie da mercante, se ne assumerà la responsabilità qua e fuori da quest'Aula.



PRESIDENTE

Poiché mi sembra che questi interventi, più che sull'emendamento, siano di carattere generale sull'ordine dei lavori, chiederei gentilmente di terminare la parte relativa a questo emendamento, su cui eravamo già in fase di discussione, di modo che, fatta la votazione, entriamo nel merito della proposta del Consigliere Casoni.
Se i colleghi vogliono intervenire sull'emendamento, do loro volentieri la parola. Se invece intendono intervenire sull'ordine dei lavori, sulla gestione dei lavori e su cosa fare, li pregherei di ritirare la richiesta votare l'emendamento e poi decidere cosa fare.
La richiesta della collega Barassi è sull'emendamento? Prego, ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente. Volevo semplicemente dire che come Gruppo ritiriamo questo emendamento, sulla base di quello presentato dall'Assessore Taricco che magari non ci convince al 100%, ma va sicuramente nella direzione che avevamo proposto con il nostro emendamento.
Ne approfitto anche per dire che siamo disponibili a ritirare, sulla base degli emendamenti proposti dall'Assessore, gli emendamenti da noi proposti anche sugli articoli successivi. C'è questa nostra disponibilità anche se segnalerei un'ulteriore attenzione all'Assessore rispetto all'emendamento n. 20, relativo all'indicazione sull'uccisione immediata del pesce quando viene pescato. Segnalo un'attenzione, però siamo disponibili a ritirare tutti gli emendamenti; così come siamo disposti a ritirare le firme apposte agli emendamenti presentati dal Consigliere Moriconi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Confermo che se questa è la posizione dei colleghi di Rifondazione Comunista, ritiro anch'io la mio firma sul loro emendamento ed il mio emendamento collegato. Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 6 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti L'emendamento rubricato n. 17 (e successivi presentati dal Gruppo di Rifondazione comunista) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Dopo il ritiro dei due emendamenti dei colleghi di Rifondazione Comunista e del collega Giovine, rimane quello dell'Assessore Taricco, all'articolo 1 comma 3 della lettera c, così come già illustrato dall'Assessore.
Procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44 presentato dall'Assessore Taricco.
Il Consiglio approva.
A questo punto, colleghi, prima di passare alle richieste di intervento sull'ordine dei lavori, ci sono due emendamenti presentati dal Consigliere Giovine: il n. 7, all'articolo 1 comma 3 d), e il n. 8, all'articolo 1 comma 3 h).
Sono terminati gli emendamenti sull'articolo 1, mentre sull'articolo 2 non ci sono emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Conseguentemente alla discussione che si sta svolgendo, ritiro alcuni emendamenti proposti. Chiedo agli uffici di prenderne nota. Gi emendamenti sono: n. 24, n. 25, n. 28, n. 29, n. 30, n. 31, n. 32, n. 34, n. 35, n. 36 n. 37, n. 40 e n. 41.
Rimangono quindi in vita gli emendamenti n. 23, n. 26, n. 27, n. 33, n.
38 e n. 39. Ripresento, a firma mia, l'emendamento rubricato n. 20.
Ho l'impressione che il Consiglio stia perdendo un'occasione per riflettere, in maniera più approfondita, sul significato di questa legge che non si limita a permettere l'esercizio dell'attività della pesca, che tutti riconosciamo essere un diritto acquisito, ma rappresenta un'opportunità per riflettere sulla sofferenza indotta ai pesci come essere viventi.
Ma torneremo su questo argomento quando discuteremo gli emendamenti nel merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Intanto le rivolgo anch'io i complimenti per l'eccellente direzione dei lavori, che non può non far presumere all'attuale scadenza di metà legislatura, interessanti riflessioni che sono certo che tutta l'aula potrà fare a tal proposito.
Ciò detto - c'è ancora tempo perché tutto diventi oggetto di adeguate riflessioni - com'è noto dalle anse internazionali ormai con i colleghi di AN, essendosi formato il "partito unico", non posso che non aderire integralmente alla posizione assolutamente costruttiva, e quindi condivisibile non solo nella sostanza ma soprattutto nel metodo, del collega Casoni, che non mi permetto certo di correggere ma di sottolineare.
Mi sembra che vi sia, all'interno della maggioranza - non me ne vorranno alcuni colleghi della maggioranza, ogni tanto scherzo! - una componente non so quanto numericamente importante, che segue la logica del partito di "lotta" e di "annuncio", che è un'evoluzione, non gramsciana e non così teoricamente ortodossa, del partito di lotta e di governo.
Io sono veramente dispiaciuto, collega Moriconi, dell'estrema sofferenza cui lei e i colleghi della prima fila siete sottoposti, questa forma di sistemica e masochistica rinuncia a quasi tutte (ma non a tutte!) le vostre intenzioni teoriche, cui - capisco bene - la presenza nell'ambito della compagine di Governo vi obbliga, con sofferenze che vi vedo ogni giorno di più patire.
Quindi, rispetto al partito di "lotta " e di "annunci", noi siamo alla "lottina" (cioè "ritiro, ma non tutto") e agli "annuncetti".
Ciò premesso e ciò concludendo, e aderendo a quanto diceva il collega Casoni in maniera costruttiva, viste le discussioni precedentemente svolte in Commissione per passare, sarebbe opportuno che la notte portasse consiglio a quella parte di Consiglio che parrebbe non avervi ancora riflettuto, perché potrebbe darsi che domani mattina a questa logica delle "lottine" e degli "annuncetti" il partito unico potrebbe non aderire più.
Quindi vediamo di fare qualche riflessione notte tempo, onde le leggi su cui tutti hanno lavorato diventino delle lotte: dimentichiamo le sofferenze dei pesci e le sofferenze della sinistra antagonista; portiamo a casa una legge. Altrimenti - non posso mica farmi sorpassare a destra dal collega Casoni? - oltre agli emendamenti di AN, ne presenterà anche il Gruppo di Forza Italia.
Non so se sono stato ragionevolmente chiaro.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Burzi; non vorrei mai che si aggiungessero anche gli emendamenti dell'UDC, assente in questo momento! La ringrazio anche dei complimenti: in un anno succedono tante cose.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.
Diciamo che il mio intervento è più che altro teso a sottolineare gli interventi stessi dei colleghi di maggioranza e di opposizione per il raggiungimento delle finalità che tutti quanto abbiamo condiviso all'interno della III Commissione e del gruppo di lavoro.
Ritengo che la proposta testé avanzata - quella di avviare, questa sera, sugli articoli 1 e 2 le dovute considerazioni, per poi riprendere nella giornata di domani, e giungere all'approvazione della legge- possa essere una soluzione condivisibile da parte di tutti.
Chiederei soltanto, se fosse possibile poter convocare domani mattina una veloce seduta informale di Commissione per chiudere la questione.
Chiedo dunque ai colleghi se c'è questa disponibilità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bellion. È evidente che domani mattina, prima dell'apertura dei lavori del Consiglio regionale, il gruppo di lavoro in maniera informale si potrà riunire per verificare la possibilità di tornare al testo licenziato.
Se non erro, in merito all'articolo 1, dobbiamo ancora discutere due emendamenti presentati dal collega Giovine. Se l'aula concorda, potremmo approvare anche l'articolo 2, privo di emendamenti, per chiudere i lavori consiliari di questo pomeriggio.
Il gruppo di lavoro potrà riunirsi informalmente domani mattina alle ore 09.30 presso la Sala A, per verificare la possibilità di ritornare al testo licenziato dal gruppo di lavoro, che è quello a vostre mani.
Procediamo, quindi all'esame dell'emendamento rubricato n. 7.
Emendamento rubricato n. 7, presentato dai Consiglieri Giovine e Lupi: Capo 1 (Disposizioni generali) Art. 1, comma 3d: Si propone la soppressione della frase: "in forma singola o associata" Emendamento rubricato n. 8 presentato dai Consiglieri Giovine, Lupi: Capo 1 (Disposizioni generali) Art. 1, comma 3h: Si propone la soppressione della frase "e della gestione della fauna acquatica".
La parola al Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 7 viene ritirato, perché il testo originario, anche se è un po' ridondante, specifica sicuramente meglio rispetto alla forma sovvenuta nel caso in cui fosse stato accolto l'emendamento.
Mantengo, invece, l'emendamento rubricato al n. 8, perché trovo poco chiaro - chiedo pertanto all'Assessore una delucidazione in merito - ci che si intende per "gestione della fauna acquatica" alla lettera h) del comma 3 di questo articolo.
Il Presidente ha poc'anzi citato l'emendamento n. 8 in riferimento al comma 3, lettera a): preciso soltanto per il verbale che si tratta del comma 3, lettera h). Lo dico per maggior chiarezza. Mi sento inoltre di condividere buona parte delle considerazioni fatte dal collega Moriconi e senza ulteriori fronzoli, al di là di quelli che siano o meno gli accordi presi nella Conferenza dei Capigruppo, io rivendico il mio diritto - ci mancherebbe non fosse così - di fare un lavoro possibilmente migliorativo come ho fatto finora (qualora ci sia l'accoglimento da parte della maggioranza), e non certamente ostativo. Rivendico tale diritto e non vedo il motivo per cui si debba modificare una prerogativa che, viva Dio rientra ancora fra i poteri dei Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
L'emendamento rubricato n. 7 è dunque ritirato dai proponenti e conservato agli atti; permane l'emendamento rubricato n. 8.
La parola all'Assessore Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Il parere della Giunta, su questo emendamento, è contrario, in quanto vogliamo poter promuovere anche la ricerca sulla gestione della fauna acquatica oltre che sullo specifico degli ecosistemi e quant'altro.
importante, quindi, avere la possibilità di fare ricerca anche sulla gestione.
La Giunta esprime, quindi, parere contrario sull'emendamento rubricato n. 8.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Dopo la spiegazione dell'Assessore, ribadisco la volontà di mettere in votazione l'emendamento, perché mi sembra ancora più oscura la formulazione addotta. Poiché parliamo di ecologia, di sistemi acquatici, di idrobiologia e di biologia della fauna acquatica, credo che la gestione della fauna acquatica non sia competenza della Regione Piemonte, ma di aziende che evidentemente, in questo campo cercano di realizzare degli affari.
Quando si parla di gestione, trovo che questa formula sia leggermente equivoca; non dico pericolosa, ma perlomeno equivoca.
Quindi, chiedo una votazione del Consiglio a tal riguardo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8, sul quale l'Assessore Taricco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Passiamo all'articolo 2, sul quale non sono stati presentati emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.55)



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