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Dettaglio seduta n.130 del 28/11/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.02 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta (convocazione straordinaria ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto e Ricca.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

c) Impugnazione del Governo avverso legge regionale n. 32/2006


PRESIDENTE

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha proposto ricorso notificato il 20 novembre 2006 - nei confronti della Regione Piemonte, in persona del Presidente della Giunta pro-tempore, per la dichiarazione d'illegittimità costituzionale degli articoli 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 della legge regionale 18 settembre 2006, n. 32 (Norme in materia di discipline bionaturali del benessere) per violazione dell'articolo 117, terzo comma della Costituzione.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Dibattito inerente a "Anziani non autosufficienti" (richiesto dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Nastri, Ferrero, Leo, Burzi, Pedrale Pichetto Fratin, Rossi, Cirio, Toselli, Giovine, Nicotra, Casoni, Vignale Ghiglia, Botta, Guida, Dutto e Novero ordine del giorno n. 289 "Clinica della memoria di Collegno" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Bizjak Bertetto, Reschigna, Auddino, Ricca, Pozzi, Buquicchio, Rostagno, Laus Motta atti ispettivi collegati: ordine del giorno n. 477 "Riparto fondi anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale, Toselli mozione n. 494 "Servizi socio - sanitari per gli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Cavallaro Bizjak, Ricca, Rostagno, Rabino, Chieppa, Auddino, Robotti, Laus, Pozzi Turigliatto, Reschigna, Muliere, Buquicchio, Motta, Cattaneo, Rutallo Valloggia ordine del giorno n. 514 "Politiche sociali a sostegno degli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Ferrero Burzi, Nastri, Pedrale, Cirio, Toselli, Leo ordine del giorno, il n. 515 "Situazione dei servizi socio - assistenziali per anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Vignale Casoni, Ghiglia, Botta. Atti ispettivi collegati: interpellanza n. 884 inerente a "La Giunta regionale non rinvii l'adeguamento delle strutture assistenziali per anziani" presentata dai Consiglieri Chieppa e Robotti interrogazione n. 892 "LEA - bozza di delibera - DGR 17/2005" presentata dal consigliere Guida)


PRESIDENTE

Come stabilito, apriamo la seduta di Consiglio straordinario con la trattazione del seguente punto: "Anziani non autosufficienti", presentata dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Nastri, Ferrero, Leo, Burzi, Pedrale Pichetto Fratin, Rossi, Cirio, Toselli, Giovine, Nicotra, Casoni, Vignale Ghiglia, Botta, Guida, Dutto e Novero. Sono collegati i seguenti atti di indirizzo: ordine del giorno n. 289 "Clinica della memoria di Collegno" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Bizjak, Bertetto, Reschigna, Auddino, Ricca Pozzi, Buquicchio, Rostagno, Laus, Motta ordine del giorno n. 477 "Riparto fondi anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale, Toselli mozione n. 494 "Servizi socio - sanitari per gli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Cavallaro Bizjak, Ricca, Rostagno, Rabino, Chieppa, Auddino, Robotti, Laus, Pozzi Turigliatto, Reschigna, Muliere, Buquicchio, Motta, Cattaneo, Rutallo Valloggia ordine del giorno n. 514 "Politiche sociali a sostegno degli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Ferrero Burzi, Nastri, Pedrale, Cirio, Toselli, Leo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La Consigliera Cotto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Secondo il Regolamento, il primo firmatario deve intervenire.
Chiederei, per rispetto alla materia che andiamo a trattare, che i Consiglieri di maggioranza, che in questo momento sono in riunione in Sala A, prendano posto in aula. Lo stesso chiedo agli Assessori. Penso sia il minimo dovuto ad un argomento che sta a cuore a tutti i piemontesi, non solo a chi ha un non autosufficiente in casa.
Presidente, la minoranza, che ha richiesto questo Consiglio straordinario, è arrivata puntuale, ha firmato e garantisce il numero legale, però, per la discussione, chiediamo la presenza dei Consiglieri che hanno firmato, anche perché chi firma deve rimanere in aula e non firmare e andarsene. Sarebbe un cattivo esempio che non si può sopportare ulteriormente.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la Giunta, è presente l'Assessore Valpreda l'Assessore Caracciolo e l'Assessore Migliasso e quindi, rispetto alla materia, è ampiamente rappresentata.Per quanto riguarda la maggioranza, ci sono i Consiglieri regionali presenti ed altri sono in arrivo. Mi sembra che ci siano tutte le condizioni, al di là delle valutazioni da lei espresse, Consigliera Cotto, per intervenire sulla materia in oggetto.
Per organizzare i lavori: qualche Consigliere firmatario, al di là della considerazione della Consigliera Cotto sull'ordine dei lavori intende intervenire? Prego, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Le chiedo scusa, Presidente, e poi non insisterò più, però mi sembra non conveniente alla maggioranza stessa che ci siano solo 15 Consiglieri presenti su 29 che hanno firmato.
Io, come qualsiasi altro cittadino, mi chiedo perché i Consiglieri vengono, firmano e non sono in aula. Non c'è il Capogruppo del maggior Gruppo...



(Commenti fuori microfono)



COTTO Mariangela

Il Capogruppo c'è perché alle ore 9.30 l'ho incontrato nel Palazzo.
Chiedo scusa, ha tutte le mie condoglianze, però alle 9.30 l'ho incontrato.
Non c'è il capogruppo de La Margherita, che è stato anche Assessore ai servizi sociali del Comune di Torino, e quindi sull'argomento ha una vasta esperienza. Abbiamo rappresentanti delle Associazioni che meritano rispetto. Quindi, credo sia corretto, siccome i Consiglieri di maggioranza sono in una sala accanto, rinviare la loro riunione a quando non è convocato il Consiglio regionale e, soprattutto, quando non è convocato su un argomento del genere.



PRESIDENTE

Ricordo che sull'ordine dei lavori si hanno due minuti a disposizione.
Capisco la sua sensibilità rispetto al problema sollevato, ma ci sono tutte le condizioni, a norma di Regolamento, per poter aprire i lavori.
Chiedo ai colleghi che chiedono di intervenire, di specificare il motivo del loro intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, mi meraviglio di lei. L'ultima sua affermazione è grave e mi dispiace perché la reputo una persona democratica, sotto certi aspetti quando vuole apparire sui giornali, invece qui in aula, dove dovrebbe garantire la pluralità e la democrazia, fa il contrario di quello che dice sui giornali. Per cui la prego di interrompere immediatamente il Consiglio.
Aspettiamo i nostri colleghi, perché un argomento del genere non è degno di un'assenza così massiccia, soprattutto della maggioranza, che deve udire e ascoltare.
La prego, Presidente, faccia il suo dovere in modo veramente democratico, così come lei tutti i giorni evidenzia sui giornali.



PRESIDENTE

Innanzitutto saluto e ringrazio i nostri ospiti, e poi comunico che i Consiglieri, com'è prassi o consuetudine (o qualcun altro potrebbe usare altri termini) stanno arrivando in aula.
Mi sembra che ci sia un numero adeguato di Consiglieri della maggioranza, quindi ritengo che ci siano le condizioni per iniziare. Dai segnali di assenso da parte di più Consiglieri mi sembra che ci siano le condizioni condivise, al di là del Regolamento, per far partire i lavori della seduta di questa mattina. Chiedo, rispetto all'ordine del giorno, se ci sono richieste di intervento.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Dibattito inerente a "Anziani non autosufficienti" (richiesto dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Nastri, Ferrero, Leo, Burzi, Pedrale Pichetto Fratin, Rossi, Cirio, Toselli, Giovine, Nicotra, Casoni, Vignale Ghiglia, Botta, Guida, Dutto e Novero (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie Presidente. Adesso ci sono le condizioni. Prima non potevo intervenire in assenza del Presidente della IV Commissione, in assenza dell'ex Assessore ai servizi sociali del Comune di Torino e in assenza di autorevoli esponenti della maggioranza, che in Commissione bilancio si sono espressi. Dirò, in seguito, in che modo.
Il problema c'è: emergenza anziani non autosufficienti.
noto che sono venuti in IV Commissione autorevoli rappresentanti a dirlo. Lo riscontriamo leggendo i giornali, lo riscontriamo nelle nostre famiglie, lo riscontriamo guardando i dati statistici. Gli anziani in Piemonte con più di 65 anni sono 961.488; gli ultraottantenni sono 242.673.
Sappiamo che questo dato è destinato a salire clamorosamente. Sappiamo che, per fortuna, la maggior parte degli anziani sta bene, gode di ottima salute ed è una risorsa per tutti noi. Le statistiche dicono che il 92 della popolazione piemontese sta bene. Abbiamo un 8% di persone non autosufficienti. È verso di loro che noi dobbiamo mettere in campo tutte le iniziative necessarie per dare una risposta ai tanti bisogni che si registrano.
L'INPS ogni anno eroga 80.000 assegni di accompagnamento. Sono assegni concessi a cittadini che non riescono a compiere gli atti quotidiani della vita. Noi sappiamo che nelle nostre 782 case di riposo, ci sono circa 40.000 anziani. Circa 12.000 (il dato esatto ce l'ho dirà l'Assessore alla sanità) usufruiscono dell'integrazione sanitaria - le cosiddette convenzioni - circa 8.000 (anche qui il dato preciso sarà la Giunta a fornirlo) sono in lista di attesa. Sappiamo che le ASL pagano in modo differenziato questa retta sanitaria insieme a tutto il territorio, proprio perché era un'eredità che ho avuto quando, in passato, sono diventata Assessore. Ci sono ASL che pagano una cifra, altre che pagano molto meno.
In passato abbiamo istituito un tavolo di lavoro con tutto il mondo interessato all'argomento. Un tavolo di lavoro che ha fatto deliberare la cosiddetta DGR n. 17, che oggi è fonte di lamentela per la non applicazione e per il congelamento (ma su questo interverranno altri Consiglieri).
chiaro che il fatto di non decidere crea problemi.
Devo ringraziare i colleghi dell'allora minoranza che, con me Assessore, e insieme con i miei colleghi di maggioranza, hanno fatto riflessioni, confronti, scontri per arrivare ad avere un capitolo, un fondo per la non autosufficienza in Piemonte.
Nel 2004 è stato istituito questo fondo per la non autosufficienza. Un primo stanziamento iniziale di 7 milioni e 500.000 euro, uno stanziamento con l'assestamento di bilancio di 10 milioni di euro, più 12 milioni e 500.000 per la sanità. In totale, 30 milioni di euro tra il bilancio iniziale e l'assestamento finale.
Nel 2005 si è fatto ancora di più. Siamo andati sui 40 milioni di euro.
Nel 2006 - evviva evviva, tutti contenti e soddisfatti - a parte il congelamento della DGR n. 17, siamo andati su 45 milioni di euro, di cui 25 milioni per le politiche sociali e 20 per la sanità.
Questo capitolo è stato istituito e voluto da tutto il settore (lo ricorda bene il collega Lepri) proprio per far fronte alla delibera n. 17.
Per dare una risposta ai non autosufficienti che in lista di attesa potevano scegliere se la casa di riposo era l'unica soluzione o, magari con un assegno di cura potevano stare al proprio domicilio. Era stata assunta questa decisione, anche per integrare i maggiori servizi, di fare in modo che, laddove nell'altro Piemonte - come diciamo noi - le rette sono più basse e quindi minori sono i servizi per chi è ricoverato, si potesse pian piano salire perché i cittadini piemontesi sono tutti uguali.
Chiedo ai Consiglieri di maggioranza di riflettere. Ne abbiamo già parlato in Commissione bilancio quando abbiamo chiesto all'Assessore Peveraro di rispondere sull'utilizzo delle risorse. Il giorno 8 del mese di maggio scorso, sono stati impegnati solo dieci milioni di euro dall'Assessorato alle politiche sociali, mentre potevano essere impegnati 45. Il 23 novembre c'è stato un altro impegno di 5 milioni da parte dell'Assessorato alle politiche sociali, ma attenzione! Sono 5 milioni che non vanno agli anziani non autosufficienti per ridurre le liste di attesa ma ai Comuni, solamente se modificano il regolamento e non chiedono più ai familiari la contribuzione alla retta.
Non entro nel merito specifico della questione perché, chiaramente questo deve essere discusso con i Sindaci e bisogna sperare in un provvedimento nazionale. Ma i 30 milioni che forse si impegneranno con determina domani, ancora ieri non c'erano. Dieci milioni alle politiche sociali, venti milioni per la sanità. Forse perché c'era disaccordo su come stanziarli. Se questi trenta milioni (mi permetto di dire 35), fossero stati impegnati l'8 maggio, noi potevamo dare una risposta a circa il 25 dei cittadini che sono in lista di attesa.
Il sospetto viene. Si stanziano più soldi con l'impegno di non spenderli? Ma questa è veramente una presa in giro. Chiedo alla maggioranza di andare a verificare, perché i 35 milioni non sono stati impegnati l'8 maggio, insieme agli altri dieci, visto che erano disponibili. Anche perch poi dovete rispondere a chi ve lo chiede. Questi 30 milioni che impegnate adesso sono di più, perché giustamente avete detto che i 45 milioni erano per gli anziani non autosufficienti. Adesso invece dite che ne stanziate solo 30 che fanno sempre parte dei 45 milioni.
Voglio stare nei dieci minuti e non farmi richiamare dal Presidente però chiedo ai Consiglieri di maggioranza, al Presidente di Commissione nonché a chi ha ricoperto incarichi amministrativi, di fare una verifica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto.
Comunico che sono stati presentati quattro ordini del giorno collegati al tema attualmente in discussione: ordine del giorno n. 289 "Clinica della memoria di Collegno" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Bizjak, Bertetto, Reschigna, Auddino, Ricca Pozzi, Buquicchio, Rostagno, Laus, Motta ordine del giorno n. 477 "Riparto fondi anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale, Toselli mozione n. 494 "Servizi socio - sanitari per gli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Cavallaro Bizjak, Ricca, Rostagno, Rabino, Chieppa, Auddino, Robotti, Laus, Pozzi Turigliatto, Reschigna, Muliere, Buquicchio, Motta, Cattaneo, Rutallo Valloggia ordine del giorno n. 514 "Politiche sociali a sostegno degli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Ferrero Burzi, Nastri, Pedrale, Cirio, Toselli, Leo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri: presumo che voglia intervenire in riferimento all'ordine del giorno n. 289.
Prego, Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare, innanzitutto, la collega Cotto e tutto il Consiglio regionale per aver insistito su questo tema.
Durante la Conferenza dei Capigruppo abbiamo convenuto sull'opportunità di discutere in merito alla questione degli anziani non autosufficienti perché tutti concordiamo - la Giunta in testa - nel ritenerlo un argomento da affrontare con grande determinazione e con la massima efficacia.
Noi partiamo da una premessa condivisa nuovamente da tutti: occorre un grande sforzo, anche con risorse economiche progressivamente crescenti, per realizzare quelle strategie di prevenzione secondaria e terziaria, per cure efficaci e tempestive, per dimissioni protette, per percorsi di continuità assistenziale che evitino quello che, purtroppo, è ancora spesso presente nei nostri ospedali e nei nostri Pronto Soccorso: mi riferisco ad un'inappropriata presenza, peraltro molto significativa, di anziani non autosufficienti a fronte di risposte socio-sanitarie non ancora soddisfacenti. In altri termini, i nostri Pronto Soccorso troppo spesso vedono la presenza di anziani non autosufficienti, in presenza di insoddisfacenti o insufficienti risposte da parte del territorio nei percorsi di continuità assistenziale.
Sono sicuro che due Assessori di Giunta così sensibili concordino sul fatto che sia necessario evitare i percorsi di ospedalizzazione soprattutto i ricorsi dal domicilio all'ospedale, perché possano essere realizzate risposte di tipo territoriale che riducano l'accesso ai Pronto Soccorso e rendano più appropriata la spesa socio-sanitaria.
Oggi, ben sapendo che questa lista d'attesa è passibile di correzioni vi sono quasi 10.000 anziani non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti, che attendono non solo risposte residenziali, ma anche risposte domiciliari.
Da questo punto di vista, vorrei segnalare, sebbene lo faranno meglio di me gli Assessori, l'impegno crescente, anche sul piano economico, per affrontare le risposte di domiciliarità.
Abbiamo una nuova DGR, che, seppure non priva di qualche difetto sicuramente migliora la DGR n. 41, ormai datata.
Pertanto, è con la DGR n. 17 che dobbiamo obiettivamente fare i conti.
Così come occorre, in modo più efficace, applicare pienamente l'indicazione dei livelli essenziali di assistenza, poi recepita con la DGR n. 51, che indica, con una percentuale del 50% di compartecipazione sanitaria l'impegno della Regione nelle cure domiciliari. Perché è assolutamente importante porre sullo stesso piano, anche dal punto di vista della compartecipazione sanitaria, le risposte di tipo domiciliare con quelle di tipo residenziale.
evidente che, comunque, siamo ancora al di sotto di certi valori, in termini di percentuale, per tornare alla residenzialità, nelle risposte che i cittadini si attendono.
Prima facevo riferimento alle liste di attesa: basterebbe confrontare le percentuali delle altre Regioni d'Italia, previste con DGR relativamente al rapporto fra anziani non autosufficienti ospitati in strutture residenziali e popolazione ultrasessantacinquenne, per evidenziare come il Piemonte sia indietro. Noi siamo ancora all'1%, anche se non poche ASL hanno superato ampiamente questa percentuale. La DGR attualmente in vigore indica ancora nell'1% il tetto che non può essere superato.
Dalle consultazioni fatte relativamente al Piano Sanitario, è stata evidenziata l'insufficienza di tale percentuale; da qui, allora, alcune indicazioni che questa mozione, sostenuta in larga misura dalla maggioranza, contiene.
Innanzitutto, alcune indicazioni relative al criterio della omogeneità rispetto ai livelli di servizio residenziale e domiciliare in tutta la Regione. Perché oggi abbiamo, evidentemente, situazioni molto diverse in termini di offerta e in termini di criteri di accesso e compartecipazione.
Da questo punto di vista, ritengo opportuno procedere verso una nuova legge regionale che omogeneizzi, su tutto il territorio regionale, le forme di accesso e i criteri di compartecipazione a carico dei cittadini ed eventualmente, dei familiari (ma, almeno per quanto riguarda le condizioni di totale non autosufficienza, noi riteniamo che sia inopportuno che i parenti siano chiamati a compartecipare).
Emerge la necessità di omogeneizzare le tariffe. È vero, Assessori, che partiamo da condizioni molto diverse, per cui sarebbe forse inopportuno procedere, con eccessiva tempestività, per renderle omogenee su tutto il territorio regionale (anche perché sappiamo che i costi sono diversi a seconda dei territori), ma certo non possiamo permettere che si registrino differenze così marcate. È altresì importante, per i gestori, ricevere rassicurazioni sul fatto che gli adeguamenti al costo della vita possano essere previsti in modo indicizzato una volta conclusa la fase transitoria.
Un altro criterio che viene indicato nella mozione è quello della esigibilità. A tal riguardo, si raccomanda - naturalmente, sono convinto che la Giunta sia favorevole, per cui è un problema di Consiglio, e quindi di bilancio e di risorse - di definire progressivamente una percentuale del 2% nel rapporto tra anziani ospitati in strutture residenziali e ultrasessantacinquenni.
Occorre anche programmare una quota certa da impegnare e da richiedere come prestazione, da esigere nei confronti delle Aziende Sanitarie Locali per quanto riguarda le cure domiciliari, applicando pienamente le disposizioni dei LEA recepite dalla nostra DGR, che prevede, appunto, la compartecipazione anche sulla domiciliarità da parte della sanità.
Un altro criterio contenuto nella mozione - sono sicuro anch'esso pienamente condiviso dalla Giunta - riguarda l'appropriatezza. Bisogna lavorare su un modello di domiciliarità integrata.
Vi sono già alcuni disegni di legge presentati da colleghi di maggioranza e ho motivo di ritenere che ve ne saranno altri. Bisognerà lavorare su come impegnare la Giunta in percorsi di cura di domiciliarità integrata più omogenei e più appropriati.
"Appropriatezza" vuol dire - lo voglio ricordare, perché non poche associazioni lo hanno correttamente e opportunamente ribadito - realizzare per quanto sia possibile, percorsi di continuità assistenziali coerenti e appropriati: ciò significa, ad esempio, evitare il ricovero in case di cura (che sono notoriamente e legittimamente più costose, dal momento che le prestazioni sono di più alta intensità) laddove sia sufficiente il ricovero in RSA o RAF.
Occorre completare il percorso di accreditamento, perché questa è la vera condizione per realizzare un mercato regolato nell'offerta di servizi di residenzialità e di domiciliarità, e deve essere forte e chiaro il ruolo di governo e di controllo dell'ente pubblico.
L'ultimo punto riguarda la programmazione partecipata. La DGR n. 17 prevede la realizzazione di un Tavolo permanente misto, che realizzi queste e altre azioni.
Credo sia molto importante, in questo come in altri campi, che la programmazione regionale sia fatta di concerto; ciò non vuol dire naturalmente, abdicare dal nostro ruolo di programmazione, di governo e di controllo. La programmazione partecipata implica un confronto costante e permanente con i vari soggetti detentori di interessi, capaci di tutelare l'interesse generale della collettività e degli utenti in particolare.
possibile realizzare questo confronto e questo Tavolo permanente senza abdicare al nostro ruolo di garante dell'interesse collettivo.
Queste sono le osservazioni che i firmatari della mozione intendono rappresentare e portare alla discussione.
Chiederei ancora un minuto al Presidente, dal momento che, assieme ad altri colleghi, risulto firmatario di un'altra mozione, che è in discussione, collegata alla prima discussa, che riguarda la clinica della memoria.
In sostanza, questa è un'iniziativa importante che può sicuramente consentire alla Regione Piemonte di sviluppare modelli come quelli realizzati in altre nazioni, tesi a concentrare all'interno di un'unica realtà l'attività di ricerca e quella di prima cura, nella misura in cui si tratta di patologia intensiva. Questo può diventare un punto di snodo della più ampia attività di cura e riabilitazione di persone anziane malate di Alzheimer.
Da questo punto di vista, ci sono state parecchie azioni di approfondimento da parte dell'Assessorato regionale e, ultimamente, anche l'Assessore ha fatto sì che vi fosse modo di discutere di questo progetto così ambizioso. Attendiamo dall'Assessore indicazioni in proposito e se come ci ha assicurato, ci darà conferme di un percorso opportunamente sostenuto ed auspicato - credo di interpretare l'opinione di tutti i sottoscrittori della mozione - ritireremo volentieri questa mozione ritenendola, se le parole dell'Assessore ce lo confermeranno, già nei fatti adottata.



PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi firmatari di alcune interpellanze se le possiamo ritenere collegate al dibattito e agli interventi degli Assessori alla sanità e all'assistenza: interpellanza n. 884 "La Giunta non rinvii l'adeguamento delle strutture assistenziali per anziani" presentata dai Consiglieri Chieppa, Laus Robotti interrogazione n. 892 "LEA - bozza di delibera - DGR 17/2005" presentata dal consigliere Guida.
Ripeto: prego i colleghi di far sapere se si possono ritenere collegate agli interventi dei colleghi e degli Assessori di questa mattina.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Non ho sottomano l'interpellanza da me presentata, che riguarda il fondo sociale. Quindi, parliamo di un'altra cosa. Nella mia interpellanza si parla della non autosufficienza; quello, invece, è un discorso che riguarda gli enti gestori su tutto il fondo sociale. Quindi, non è collegata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto. Farei avere le due interpellanze ai colleghi Chieppa e Guida per sapere se le ritengono collegate al dibattito di questa mattina.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

La ritengo collegata, ma dipende dalle risposte dell'Assessore nella sua relazione alla mia interrogazione. Eventualmente, considererò chiusa e risolta quella che avevo presentato.



PRESIDENTE

Se ci fate avere qualche informazione nel merito alla fine del dibattito, vi ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che alcune considerazioni che i colleghi hanno fatto siano non solo sottoscrivibili, ma anche da non ripetere. Ciò in quanto la situazione di drammaticità che vive la Regione Piemonte in merito al ricovero di anziani cronici e non autosufficienti in strutture adeguate è stata ben spiegata, qualora ve ne fosse stata l'esigenza, in sede di IV Commissione da tutti i soggetti interessati.
Ritengo che il Consiglio di oggi, con gli ordini del giorno presentati che hanno un valore di indirizzo - che in questo momento noi riteniamo importante, avvicinandoci alla stesura del bilancio della finanziaria regionale - debba però non sollevare un problema, perché è già stato sollevato in più parti e da differenti soggetti, tanto dai Gruppi politici quanto dalle associazioni che rappresentano tutti i soggetti che hanno a che fare con questo mondo. Credo invece che il nostro compito sia quello di dare delle risposte.
Credo che vi siano due risposte impellenti da dare. La prima è in merito a un processo che, a nostro avviso, è stato troppo ritardato rispetto alla DGR n. 17, che finalmente cercava di porre ordine all'interno del settore, alle varie disomogeneità e disuguaglianze di servizio e di costi da provincia a provincia. Certo, la nuova delibera della Giunta regionale, che posticipa al 31/12/2008 le indicazioni della DGR n. 17 del marzo 2005, da un punto di vista dell'omogeneità dei servizi ai quali anche il Capogruppo della Margherita si rifaceva e che è ripresa anche all'interno dell'ordine del giorno - non è certo un buon dato.
Quindi, la prima cosa che si chiede è che riparta un tavolo di concertazione per modificare la delibera della Giunta regionale rispetto alle tempistiche di attuazione della stessa.
La seconda risposta riguarda il bilancio. Ho letto la mozione ed ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Lepri; certamente molti punti del documento presentato dal Gruppo della Margherita e, credo da tutte le forze del centrosinistra in Consiglio sono sottoscrivibili.
Però, viene da domandarsi, collega, chi governa l'Ente. Se tutti i partiti di centrosinistra sottoscrivono un ordine del giorno che rileva le criticità presenti in termini di liste d'attesa, uniformità sul territorio rispetto della DGR n. 17 e quant'altro, vi è inevitabilmente un problema politico fra ciò che pensa il Consiglio e la Giunta.
Nella lettura complessiva degli ordini del giorno verrebbe quasi da dire che oggi vi è una posizione largamente condivisa del Consiglio regionale. E non è casuale che ci si trovi su posizioni simili, con un governo regionale precedente differente rispetto all'attuale. Buona parte dei Gruppi consiliari, anche in sede di Commissione e anche in questi ordini del giorno, dicono che la DGR n. 17 fatta dall'Assessore Cotto e dalla precedente Giunta è una buona soluzione in fatto di omogeneità di servizi e di costi nei confronti dei cittadini piemontesi.
Ci troviamo dunque di fronte ad una situazione in cui sembra quasi che lo scollamento non sia tra la maggioranza e la minoranza, ma vi sia un problema reale di gestione del problema da parte della Giunta regionale.
Pertanto, ci permettiamo di ricordare ai colleghi che abbiamo un grande strumento in mano, cioè non soltanto quello di poter modificare le leggi (e alcune sono già all'attenzione delle Commissioni), ma soprattutto quello di votare il bilancio della nostra Regione. Certo che se poi arriviamo a novembre, votiamo l'assestamento di bilancio, ci rendiamo conto che la parte, pur esigua, di fondi stanziati relativamente alla tematica delle liste d'attesa ad ottobre e novembre non sono ancora stati utilizzati; che la ragioneria ha ancora venti-trenta giorni di tempo per poter fisicamente spendere i soldi, ciò significa che c'è un problema nella gestione dell'Assessorato. Tuttavia, credo che non sia sufficiente indicare un impegno relativo al Piano Socio Sanitario. Certamente, è importante, perch il Piano Socio Sanitario dovrà contenere indirizzi anche in merito ad una questione tanto delicata. Però, sottolineo al Consiglio e alla Giunta come vi sia una scadenza molto più repentina e molto più importante da un punto di vista politico: la stesura del bilancio regionale.
Certamente, alcuni inserimenti che si propongono all'interno del Piano Socio Sanitario dovranno avere, in qualche modo, un filo logico di continuità, cioè dovranno essere prima inseriti nel bilancio regionale con risorse adeguate e poi spesi nei tempi certi.
Se arriviamo a fine anno e le risorse - seppur poche - non sono state spese, è un problema maggiore, ma che non sta alla competenza del Consiglio, in quanto la gestione - com'è noto - è di competenza della Giunta.
Di conseguenza, impegniamoci a stanziare maggiori risorse per il futuro bilancio. Noi non facciamo un ragionamento da oppositori, che dicono: "Mettete più soldi" e basta, ma vi indicheremo anche da quali capitoli prendere le risorse per stanziare maggiori fondi su questa tematica.
Lo dico perché il nostro Gruppo consiliare l'ha già fatto. Il Consiglio deve ricordare che il nostro Gruppo consiliare, nella finanziaria 2006, ha fatto stanziare 3 milioni di euro per la cura degli anziani non autosufficienti, quindi non diciamo questa cosa sulla scorta di un problema emerso adesso.
Conoscevamo il problema e sapevamo che esisteva anche prima della Commissione a cui abbiamo assistito e già nel bilancio dello scorso anno vi erano 3 milioni di euro proposti con emendamento dalle opposizioni (presentato da Alleanza Nazionale e altri partiti di minoranza) e recepito dall'aula.
Così come abbiamo fatto lo scorso anno, sarà cura del nostro Gruppo consiliare individuare maggiori fondi da spendere e anche indicare da dove si possono prelevare, perché è sempre una questione di priorità: bisogna stabilire se si ritiene che la dignità della persona sia maggiormente prioritaria rispetto, per esempio, allo sviluppo turistico, tema sicuramente importante di questa regione.
In sostanza, se nell'assestamento si inseriscono quasi 100 milioni di euro fra sviluppo turistico, maggiori fondi alla cultura e quant'altro e non vi sono maggiori risorse rispetto alle priorità legate alla dignità della persona, che riguardano questo ma anche altri importanti aspetti (l'esigenza della prima casa e altri elementi che riguardano il tema sociale della nostra regione), allora credo che questa sia una valutazione politica che attiene alle scelte. Questa valutazione politica si deve estrinsecare non soltanto nei pur importanti atti che un Consiglio vota (ordini del giorno, mozioni), ma - come abbiamo detto in altre occasioni si deve estrinsecare nei fondi che vengono messi a bilancio e nelle soluzioni che con quelle risorse si danno, non altrimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Signor Presidente e colleghi, credo anch'io che sia importante discutere questo tema.
Ringraziamo anche noi la Consigliera Cotto che ha sollevato la necessità di discutere di questo argomento.
Desidero rivolgere, a nome del mio partito, un saluto alle Associazioni presenti in questa sala; Associazioni con le quali in questi mesi abbiamo discusso e ci siamo confrontati su un tema così importante. Si tratta di un tema che ritornerà certamente negli anni a venire.
L'invecchiamento della popolazione grazie al progresso della scienza e ad una migliore qualità della vita, se non gestito con politiche integrate corre il rischio di mandare in crisi il sistema del welfare di qualunque paese.
La bozza di Piano che la Giunta ha approvato parla di 180.000 disabili in Piemonte (2.300.000 in Italia, 350.000 nel nostro Paese con disabilità grave). In Piemonte vi sono: 1.000.000 di over 65; 450.000 di over 75 247.000 piemontesi con più di 80 anni. Il sistema sociale italiano è in grado di fornire servizi solo all'1% degli anziani, una delle percentuali più basse d'Europa; la Gran Bretagna e i Paesi Scandinavi al 20%; la Germania al 10%; la Francia all'8%; persino la Repubblica Ceca ci supera e garantisce il 6% di servizi alla sua popolazione anziana.
L'evoluzione del mondo del lavoro, all'interno del quale le donne hanno assunto sempre più ruoli di rilievo e responsabilità, le modifiche degli stili di vita e delle relazioni sociali hanno concorso a determinare la crisi della famiglia come rete primaria capace di assumere su di sé le responsabilità legate ai compiti di promozione della salute di tutti i suoi membri. Questo ha comportato l'esternalizzazione del lavoro di cura con il ricovero in struttura (ricordiamo che molti anziani sono soli) o con il ricorso alle assistenti familiari (le cosiddette badanti).
Oggi 12.000 piemontesi trovano posto presso le nostre strutture convenzionate su 40.000 posti accreditati, il che vuol dire che molte famiglie pagano di tasca propria un diritto all'assistenza sanitaria che dovrebbe essere invece un diritto esigibile.
Sono il lista d'attesa 7.200 piemontesi; una lista d'attesa che ereditiamo dal governo regionale precedente e che abbiamo l'obiettivo di lasciare, a chi verrà dopo di noi, la più esigua possibile, cercando di far stare assieme cure a domicilio con residenzialità.
A questo proposito, ricordiamo che nel 2006 abbiamo stanziato 12 milioni di euro per la domiciliarità, 2 milioni dei quali per le famiglie con anziani particolarmente gravi.
Cogliamo con soddisfazione la delibera che stanzia 20 milioni di euro per nuovi posti in convenzione di RSA e di RAF, risorse che si traducono in circa 1.200 posti, una boccata d'ossigeno, anche se certamente non la soluzione del problema.
Ereditiamo ancora dal governo regionale precedente una situazione disuguale per quanto riguarda le tariffe che vengono pagate agli enti gestori sul territorio piemontese, disuguaglianze importanti che arrivano anche a 20 euro al giorno, la cui omogeneizzazione è certamente un nostro obiettivo, ma un obiettivo che deve essere raggiunto con il tempo dovuto per evitare il collasso dei Comuni o delle loro famiglie.
L'Assessorato al welfare ha destinato 5 milioni di euro ai Comuni affinché, nella definizione degli aventi diritto all'integrazione socio assistenziale per il pagamento delle rette delle case di riposo, facciano riferimento al reddito e al patrimonio dell'anziano utente e non della sua famiglia, garantendo quindi l'esigibilità di un diritto individuale, cosa sulla quale ci troviamo d'accordo.
Così come esprimiamo soddisfazione per i 94 milioni di euro che la Regione ha ripartito agli enti gestori delle gestioni socio-assistenziali 5 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente.
In questo anno abbiamo lavorato con l'obiettivo di offrire servizi migliori, ma non siamo indifferenti alle osservazioni che vengono dalle Associazioni che si occupano di un settore così importante. Crediamo, con loro, che sia fondamentale il rispetto della DGR 72/2004. Il percorso di continuità assistenziale per anziani non autosufficienti è non solo un valore sociale nel quale crediamo, ma anche un risparmio economico, come diceva il Capogruppo Lepri, essendo la retta nelle RSA circa la metà di quella che si paga in una casa di cura convenzionata.
Crediamo che la deospedalizzazione debba diventare un modo di lavorare e non soltanto una parola un po' complicata da pronunciare.
Crediamo, con le Associazioni, che sia necessaria una maggiore vigilanza rispetto al lavoro delle case di cura, dal rispetto delle norme contrattuali dei dipendenti al risultato riportato in termini di qualità del servizio offerto, condizioni che in questo momento secondo noi non si verificano.
Crediamo, con le Associazioni, che il territorio debba essere il luogo di incontro della salute e che le unità di valutazione geriatria debbano essere gli strumenti per la definizione di un progetto individuale, che abbia l'obiettivo di restituire all'anziano dignità e capacità di relazione.
Personalmente credo anche che la richiesta di adeguamento ISTAT proveniente dai gestori delle case di riposo sia sostanzialmente corretta.
Il Governo nazionale ci aiuterà in tutto questo. Una Finanziaria, molto criticata e molto discussa, destina, invece, al socio-sanitario risorse ingenti: 12 mila miliardi in più per la sanità nei prossimi tre anni, 20 miliardi di euro, che rimpinguano l'ex articolo 20 per l'edilizia sanitaria; 430 milioni di euro per la famiglia, un fondo sociale finalmente riportato ai valori del 2001. Fondo sociale che dal Governo nazionale precedente, come tutti si ricorderanno, è stato sostanzialmente dimezzato. Finalmente il fondo per le non autosufficienze (uno dei cavalli di battaglia del centrosinistra durante la campagna elettorale per le politiche). Certo, un fondo non esiguo: 100 milioni di euro per l'anno prossimo, 200 milioni per l'anno dopo e 200 milioni per l'anno dopo ancora.
Una cifra non grandissima, ma che almeno ci consente di incominciare un ragionamento.
Il fondo per le non autosufficienze e le risorse che provengono dal fondo sociale, devono aiutarci a finanziare le cure domiciliari. I Democratici di Sinistra hanno presentato un progetto di legge per gli assistenti familiari. Crediamo sia necessario tenere assieme il bisogno di cura con il rispetto dei diritti dei lavoratori, da qualunque parte del mondo provengano, affinché legalità e giustizia sociale siano elementi fondanti del Governo regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
In qualche intervento, soprattutto in quello del Consigliere Boeti, mi sembra di sentire qualche venatura un po' troppo propagandistica. Dobbiamo unire i nostri sforzi affinché, veramente, questa asserita priorità che diamo alle problematiche degli anziani non autosufficienti, diventi veramente un impegno comune e un terreno di decisioni, giorno dopo giorno da parte della Giunta regionale, per raggiungere gli obiettivi che, come ho visto nei documenti approntati, dovrebbero unirci sulla carta.
Tuttavia, devo dire che la situazione da cui si parte è complessa. Va sottolineato - ed è stato detto anche durante le consultazioni - che la precedente amministrazione regionale aveva deciso di affrontare la questione con un confronto ampio ed approfondito ed una partecipazione costante degli operatori del settore. Ci si trova in una realtà nella quale bisogna indirizzare tutto verso l'obiettivo comune.
Per esempio, mi rivolgo all'Assessore alla sanità, abbiamo come obiettivo negli ospedali - provengo da una provincia dove ci sono molti anziani, più della media regionale - l'assegnazione di risorse sulla base del parametro 180 (giornate di ricovero rispetto ai mille per mille abitanti). Quando la storia dice che, stratificata in questi anni, è un valore superiore a 200.
Giustamente programmiamo un contenimento dei ricoveri impropri, non appropriati, però, di contro, a mio avviso, dovremmo stanziare maggiori risorse per gli altri percorsi che sono quelli domiciliari integrati, che sono anche quelli di ricovero laddove le patologie sono consolidate e si cronicizzano, nelle strutture RSA o in altre strutture dedicate a secondo delle varie tipologie di non autosufficienza. Questo, lo devo dire, non lo sto per nulla riscontrando a livello di ASL. Forse è un difetto di coordinamento di tipo complessivo, ma non bisogna solo essere d'accordo su determinati documenti oppure trovare una convergenza fra i due Assessori (alla sanità e al sociale), ma bisogna determinare percorsi vincolanti e risorse maggiormente disponibili in questa direzione. Altrimenti, se così non fosse, se non fosse come dico io che vi è un difetto di coordinamento un non adeguato impegno da parte delle ASL non si giustificherebbe, di contro, il documento presentato dal coordinamento delle associazioni di ogni provenienza, adeguatamente illustrato in Commissione durante l'audizione.
Partirei di qui, da una realtà che il Consigliere Boeti illustrava quando diceva che per i prossimi anni ci saranno le risorse disponibili necessarie e il Governo le metterà totalmente a disposizione. Così ha ribadito il Consigliere Boeti. Benissimo, allora siamo in grado, già da subito, avendo fatto il Governo un'assegnazione triennale - così è stato detto e così risulta dagli atti della Conferenza delle Regioni - di passare dalle parole ai fatti.
Quando si ha uno stanziamento in bilancio all'inizio dell'anno, quando si approva il bilancio di previsione, e lo stanziamento non si tramuta subito in adeguati ed immediati impegni di spesa e programmi che decollano allora mi preoccupo. Allora mi rivolgo alla Giunta: poiché emerge un quadro nel quale le forze politiche e i Gruppi spingono per un'accelerazione, ci sono prospettive di maggiori stanziamenti a livello nazionale, o adeguati stanziamenti a livello nazionale, e una volontà di maggiori stanziamenti a livello regionale, bisogna cambiare registro. Bisogna essere molto più tempestivi altrimenti le cifre rischiano di rimanere sulla carta. Al di là di questo, vi è una situazione di grande criticità, con una situazione anche di grande disomogeneità. Penso che si debba valutare tutto. Prima di tutto le esigenze dei cittadini, dei non autosufficienti e delle loro famiglie che devono essere, a mio avviso, trattati tutti allo stesso modo indipendentemente dalla provincia nella quale risiedono. Vi è una rete di operatori, pubblici e privati (IPAB, ecc), che in questi anni hanno realizzato investimenti che rappresentano una risorsa che dovrebbe essere utilizzabile in un quadro di programmazione in modo che si possano mantenere determinati standard. In un quadro di precarietà gli standard di qualità - sia riguardanti il personale e la qualità del personale, sia riguardante le strutture o i servizi - non possono essere garantiti.
Si deve puntare velocemente verso un sistema che, da un lato, accentui la disponibilità di maggiori servizi e, dall'altro, offra al cittadino una maggiore facoltà di scelta. Certo, anche noi condividiamo la necessità che ci sia un'alternativa anche di tipo domiciliare, con l'assistenza integrata domiciliare, che in determinate realtà del Piemonte ha anche funzionato. Ma che non sia uno scaricare, da parte della sanità, tutto sulle spalle della famiglia. Questa conversione che viene prefigurata anche all'inizio e nella discussione del Piano sanitario di avere un maggior territorio, non deve essere solamente un'affermazione per ridimensionare gli ospedali, ma veramente l'inizio di un percorso di tipo diverso.
Il dibattito di oggi, che sintetizza e sottolinea la gravità e la criticità della situazione, in fin dei conti, si collega con i documenti presentati dagli operatori del settore nelle audizioni che abbiamo fatto dalla conoscenza personale che abbiamo e che, tutto sommato, condividiamo largamente in Consiglio. Quello che noi ci attendiamo, è l'assunzione di impegni precisi, di percorsi determinati e la volontà di riequilibrare la situazione all'interno del Piemonte, in modo da dare una maggiore tranquillità alle famiglie e consentire al settore di riorganizzarsi ed organizzarsi in modo adeguato, per corrispondere, in termini di sussidiarietà, a quelle che sono le esigenze complessive della società piemontese.
A tal proposito apro una parentesi. Ci sono dei progetti di legge che riguardano il futuro destino delle IPAB. A mio avviso, sarebbe anche questo argomento da trattare.
Ci riserviamo, almeno personalmente, di esaminare i vari ordini del giorno. Ritengo, però, che tutte le questioni politiche, con gli indirizzi che danno, siano certamente da apprezzare e da sostenere.
A questo punto è interessante ascoltare l'intervento e la replica della Giunta regionale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "A. Parato" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola "A. Parato" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Dibattito inerente a "Anziani non autosufficienti", presentata dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Nastri, Ferrero, Leo, Burzi, Pedrale Pichetto Fratin, Rossi, Cirio, Toselli, Giovine, Nicotra, Casoni, Vignale Ghiglia, Botta, Guida, Dutto e Novero (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con il dibattito relativo alla comunicazione sugli anziani non autosufficienti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Rubo pochi minuti al dibattito, perché molte cose sono state dette da chi mi ha preceduto e molte altre sono state scritte, anche dal nostro Gruppo consiliare, in interpellanze e sollecitazioni.
Ovviamente accolgo l'invito del Presidente a considerare urgente l'interpellanza che avevamo presentato il 19 luglio 2006, quindi non molto recente, che chiedeva alla Giunta di non rinviare l'adeguamento delle strutture sanitarie assistenziali per anziani.
Qualche malizioso potrebbe dire che chi ci ha preceduto si è accorto dell'emergenza che viveva e che vive tuttora quel settore solo negli ultimi giorni della legislatura, con l'approvazione di quella delibera - peraltro condivisibile nei contenuti - da parte della precedente Giunta regionale.
Ovviamente la tempistica potrebbe far pensare, a qualche malizioso e non certamente al sottoscritto, che ci sia accorti dell'emergenza solo negli ultimi giorni di vita della legislatura, dopo dieci anni di governo. Non parliamo di cinque anni, ma di due legislature. Dato che in questa sede è bene non fare dietrologie, ritengo di dover restare a quella che è la situazione.
Abbiamo posto un'interpellanza netta nei contenuti e con richieste molto chiare, però la riteniamo anche una questione metodologica, perch crediamo di dare un servizio alla regione, ai cittadini della nostra regione, ma anche alla maggioranza. Bene ha fatto la maggioranza a prendere atto di una situazione che deve essere rapidamente superata.
Certo, è una situazione che ci hanno lasciato in eredità, ma, tuttavia vi è davvero la necessità di un intervento urgente in questo settore. Una situazione che riguarda sicuramente le liste di attese: moltissimi uomini e donne restano in attesa per lunghissimo tempo per accedere ad una struttura che sia in grado di dargli una risposta di tipo assistenziale, ma anche di tipo sanitario. Qui c'è un ulteriore problema.
Continuiamo a ritenere che forse gran parte delle strutture operanti della nostra Regione - non dico tutte, ma numerose - siano oggi inadeguate a fornire una risposta ai bisogni e alle domande di quei cittadini.
Ricordavamo l'inadeguatezza di molte strutture, un'inadeguatezza certificata, non da una pericolosa task force comunista del 2003, ma dall'Arma dei Carabinieri, dal Nucleo Anti-Sofisticazioni, che nel 2003 aveva certificato, rispetto alle strutture verificate, la non regolarità di oltre il 50% delle strutture stesse.
Evito la polemica spicciola perché credo che oggi dobbiamo dare delle risposte ad un problema vero e ad un'emergenza vera. Non credo che da quel momento sia cambiato molto, ma se ci sono delle menti diverse, siamo pronti ad accoglierle con grande soddisfazione.
Parlavo di inadeguatezza strutturale, ma alcune volte si tratta anche di inadeguatezza di servizio. A noi risulta che in molte realtà vengano ricoverati anziani, bisognosi di cure sanitarie, in strutture che non hanno la possibilità, a parte quelle in malafede, di fornire queste cure sanitarie. A latere c'è poi un problema che a noi, Comunisti Italiani, sta particolarmente a cuore: la necessità di regolarizzare le lavoratrici e i lavoratori di quelle strutture. Per fare questo, però, occorrono investimenti pubblici.
Da questo punto di vista crediamo che, fin dalla prossima discussione sui documenti di bilancio, debba essere tenuta in grande considerazione questa esigenza e questa urgenza: l'abbattimento delle liste di attese, la messa a norma delle strutture, la regolarizzazione di quelle lavoratrici e di quei lavoratori, l'innalzamento della qualità del servizio a quegli anziani e la possibilità di fornire cure sanitarie dentro quelle strutture.
Abbiamo alcuni problemi che potrebbero sembrare puntuali e che ce li siamo ritrovati. Parlando di liste di attesa ricordo, per esempio, che sul nostro territorio ci sono alcune strutture già realizzate (penso alla struttura di Varisella, vicino a Venaria, destinata a RSA; o a quella di Rondissone, destinata a RAF), su cui le cronache dei giornali riportano anche delle cerimonie di inaugurazione con l'allora Assessore all'assistenza. C'erano state delle vere e proprie inaugurazioni e poi quelle strutture sono rimaste chiuse. Oggi - stiamo sollecitando da tempo queste questioni e so che l'Assessorato se ne sta occupando per risolverle rapidamente - c'è anche un problema di come sono state utilizzate quelle risorse.
Tuttavia, risollecitiamo con forza la Giunta a prendere atto che questa è una questione prioritaria, rispetto alla quale sono necessari investimenti. Occorre, però, anche il rilancio della funzione di controllo della Regione, perché abbiamo la sensazione che il campo delle RSA, come quello delle RAF (cioè tutti i campi dell'assistenza) siano completamente sfuggite al controllo doveroso, da parte della Regione Piemonte, delle dinamiche concrete, dei livelli qualitativi erogati, dell'appropriatezza delle prestazioni, per la sanità e per l'assistenza allo stesso modo. C'è la necessità di riprendere questi temi e di concretizzarli con provvedimenti legislativi: noi siamo in questo campo, lo ribadisco e faccio anche un appello alla maggioranza, anzi, a tutto il Consiglio e alla Giunta. Siamo arrivati al punto in cui l'assistenza domiciliare diventa un diritto esigibile da parte di tutti i cittadini? Lo dico qui a mo' di comizio? No. Il nostro Gruppo ha presentato da tempo una proposta di legge per rendere esigibile il diritto all'assistenza domiciliare per tutti i cittadini che ne avessero bisogno. Una proposta che c'è già in IV Commissione. Il Presidente lo sa, gli rompo sempre le scatole, perché vada avanti quella proposta di legge.
Senza la volontà di metterci il cappello, so di poter parlare anche a nome del Capogruppo Robotti. Noi mettiamo a disposizione di tutti i Gruppi consiliari e della Giunta questa proposta di legge, anzi, se la Giunta la volesse assumere con un provvedimento, è possibile farlo in pochissimi minuti, con tutte le modifiche che la Giunta ritenesse di fare, ma che almeno ci sia un segnale di forte attenzione.
Questo è un po' il quadro e le proposte che noi, con grande pacatezza e tranquillità, insieme alla critica, abbiamo fatto pubblicamente. Quando è il caso, la Giunta sa che siamo leali sostenitori del governo regionale, ma al tempo stesso non intendiamo rinunciare alle nostre battaglie e, portare il nostro contributo e a mantenere un livello critico - quando è il caso di stimolo, su determinate questioni.
Credo di dover concludere. Ringrazio il Presidente per il tempo che mi ha concesso e concluderei, a nome del Gruppo, ancora una volta, con una forte sollecitazione a reperire investimenti, per adeguare le strutture e i livelli qualitativi e per permettere a tutti i cittadini di ottenere le cure sanitarie all'interno di quelle strutture, con un provvedimento legislativo urgente. Lo mettiamo a disposizione: lo ripeto, è fermo in IV Commissione consiliare, per rendere esigibile a tutti il diritto all'assistenza domiciliare.
Credo che potremmo dare un buon segnale tempestivo e puntuale che porti a soluzione reale questo tipo di problema.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "U. Foscolo" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "U. Foscolo" di Torino in visita a Palazzo Lascaris. Stiamo svolgendo un Consiglio straordinario sul problema degli anziani non autosufficienti. Vi auguro buona permanenza.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Dibattito inerente a "Anziani non autosufficienti", presentata dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Nastri, Ferrero, Leo, Burzi, Pedrale Pichetto Fratin, Rossi, Cirio, Toselli, Giovine, Nicotra, Casoni, Vignale Ghiglia, Botta, Guida, Dutto e Novero (seguito)


PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Ghiglia per la pazienza. Informo che è arrivato un quinto ordine del giorno, il n. 515 "Situazione dei servizi socio - assistenziali per anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni, Ghiglia, Botta che verrà immediatamente distribuito.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente.
Devo dirle che mi trovo un po' in difficoltà ad intervenire questa mattina perché ho sentito, da parte dei colleghi di maggioranza espressioni quali, "urgenza", "emergenza", "mancanza di controlli" "dobbiamo fare presto", "prima di subito", "ieri".
Visto che su questo tema delicato, come molti altri, c'è una parte politica e una parte tecnica e visto che le parti politiche guidano le scelte tecniche, io partirei dalla parte politica. Mi chiedo come mai, se tutti questi colleghi hanno dimostrato questa giusta esigenza di urgenza questo pesante stato di necessità che hanno posto in quest'Aula, una denuncia serrata dell'inefficienza attuale del sistema dell'assistenza in Piemonte, il Consiglio straordinario l'ha dovuto chiedere il centrodestra? Eravate tutti, giustamente, impegnati. Se Avevate questa fregola sociale, non potevate occuparvene un po' prima? Lo dico, Presidente, perch ognuno di noi ha i suoi difetti. Noi abbiamo il difetto della coerenza e della documentazione. Lo dico perché (sono dati che avevo preso da una delle associazioni che poi avevamo consultato) la denuncia sulle liste di attesa erano aumentate di circa il 15% in un anno, l'abbiamo fatta otto mesi fa.
Ovviamente, è stato risposto che avreste messo soldi. Come dire facciamo tutti politica, quindi, a promettere siamo bravissimi, nel senso che è un po' il lavoro di molti di noi. Se poi ascoltate Boeti che ha detto "più soldi per tutti", sembrava il Silvio dei tempi d'oro, ma sta in maggioranza da nove mesi e non ha ancora fatto nulla.
Vi pregherei di una cosa. Per non insultare l'intelligenza di tutti noi, cominciamo a dire che governate da diciannove mesi, che la legislatura dura cinque anni e che se non cominciate a fare qualcosa, i risultati di tutte le vostre stupende idee non le vedranno neanche i miei nipoti.
Cominciate ad assumervi qualche responsabilità o è sempre colpa dell'orco cattivo del centrodestra che fino a venti mesi fa governava le vostre strutture? Abbiate pazienza! Diventa un po' stucchevole, siamo abituati a pigliarci per la giacca l'uno con l'altro, ma visto che siamo di fronte a migliaia di pazienti bisognosi e a centinaia di associazioni che su questo sono attentissime, è inutile che continuiamo a dare le colpe al brutto tempo che fu. Perché io potrei suggerire ai colleghi che sono, e hanno ragione, infervorati nelle loro richieste e nei loro indirizzi alla Giunta di dire all'Assessore Migliasso che può cambiare mestiere, visto che al 28 di novembre dell'anno del Signore 2006, per buona parte dei fondi, non sono ancora state stanziate le spese. Giustamente, sollevate dei problemi giusti.
Perché non avete speso i soldi che c'erano prima di prometterne altri? Mi spiace che sia andato via il collega Boeti, che ha fatto una lunga lista della spesa di tutte le cose magnifiche che farete. Io gli direi: "Hai ragione, voto anche perché il mio partito (come diceva il mio collega Vignale) più volte ha criticato i vostri atti di bilancio proprio per aumentare queste risorse". Però dovrei chiedere al collega Boeti: perch non avete cominciato a spendere bene quelli che avevate e a spenderli per tempo? Siamo arrivati alla fine e la maggior parte li avete ancora in cassa. Promettere è facile. Gestire è più difficile. Bisogna esserne capaci.
Da diciannove mesi c'è una sistematica incapacità a gestire quello che già avete. Magari c'era anche prima, però sai com'è? Oggi ci siete voi, non può farlo la collega Cotto. Mettiamo che anche la collega Cotto lo avesse fatto male, ma da diciannove mesi c'è stato qualcuno che lo ha fatto sicuramente peggio. Questa è un'equazione del buon senso. Non è propaganda è l'equazione del buon senso.
Aggiungo un particolare. Sono contento, oltre al fatto che la collega Cotto si sia fatta promotrice insieme con il resto della minoranza di un Consiglio straordinario e urgente, che nessuno di voi aveva chiesto, che anche la Margherita si sia svegliata su questi temi. Perché lo dico? Anche qui, visto che è la politica che conta, perché è la politica che fa le scelte, spende i soldi ecc. ecc. Faccio solo notare che la mozione di opposizione fatta dal collega Lepri, perché, al di là del democristianismo della letteratura (l'ho dovuta studiare perché come sa il collega Lepri non appartenevo) è una critica serrata a quella che è l'attuale politica della Giunta. Ed è una critica serrata all'attuale gestione dell'Assessore Migliasso. Giusto! Te la voto, Lepri. La condivido talmente tanto che te la voto solo perché è un atto d'accusa nei confronti dell'Assessore Migliasso e nei confronti dell'Assessore Valpreda. Se sono vere tutte le cose che tu scrivi) vuol dire che sino ad oggi queste cose e queste esigenze, la tua Giunta non le ha portate avanti. Ma tu queste cose le hai scritte il dieci novembre del 2006, mentre il 3-4 novembre del 2006, le associazioni scrivevano, una settimana prima: "Prendiamo atto con dispiacere che la Giunta Bresso, con l'approvazione della delibera... - eccetera - ha deciso di non stanziare le risorse necessarie ad assicurare l'immediata entrata in vigore del nuovo modello di struttura residenziale per il ricovero di anziani cronici non autosufficienti..."; "...anziani gravemente malati e strutture a rischio..."; "...premiati i Comuni che non rispettano le..." "...la partecipazione democratica non è assicurata..."; "...vigilanza insufficiente e conflitto di interessi...".
Chi scrive queste garbate critiche all'Amministrazione non era ovviamente, la minoranza, ma alcune associazioni come il CSA, San Vincenzo e, con sfumature diverse, Federapi, Legacoop e altre.
Va tutto bene, colleghi, nel senso che condividiamo che esiste il problema e che sia peggiorato, che piaccia o no agli altri.
Prendiamo atto che oggi - ma ce n'è voluto! Perché anche solo per ottenere l'audizione delle associazioni ci sono voluti due mesi di richieste. Questo dato è agli atti della IV Commissione: due mesi! Avete impiegato due mesi per fissare l'audizione! - finalmente vi siete accorti che c'é una situazione di emergenza e la volete affrontare. Ma noi vi vogliamo aiutare ed è per questo che siamo disponibili, eventualmente anche a votare il documento presentato dal Gruppo de La Margherita, oltre a quello, ovviamente, presentato dal collega Vignale (primo firmatario), che lo illustrerà, e dal Gruppo di Alleanza Nazionale, dove, sostanzialmente si prendono - senza troppi infingimenti dialettici e retorici, perch rischiamo di non capirci - le richieste delle associazioni, quelle principali, e si chiedono alla Giunta dei "Sì" e dei "No", anche semplicemente sul Tavolo, visto che voi avete la mania dei Tavoli, anche se poi quando li avete vi dimenticate di riunirli. Solo l'altro giorno leggevo che l'Assessore Migliasso si è accorta che c'é una Consulta dell'immigrazione, e ha detto: "È tanto che non la riuniamo. Dobbiamo riunirla". Caspita, avevamo fatto un Tavolo, tutto imbandito, e ci siamo dimenticati persino di riunirlo.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità) (fuori microfono)

Ma cosa dice?



GHIGLIA Agostino

C'era una sua dichiarazione. Provvederò a fornirgliela, dal momento che, come lei sa, sono abbastanza puntuale.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità) (fuori microfono)

Ma non ho capito di cosa sta parlando.



GHIGLIA Agostino

Mi riferisco alla Consulta per l'immigrazione, che non si riunisce da due anni e mezzo: sono 19 mesi che lei riveste il ruolo di Assessore con delega al Welfare!



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità) (fuori microfono)

No, no, è vostra...



PRESIDENTE

Assessore Migliasso, la prego di lasciar terminare l'intervento.
Collega Ghiglia, prosegua pure.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità) (fuori microfono)

Va bene, oggi sono io il bersaglio!



GHIGLIA Agostino

Semmai lei è il bersaglio del collega Lepri, non mio! Se lei, Assessore, fosse un mio bersaglio, non si dovrebbe preoccupare.
Ma dal momento che è bersaglio dei colleghi Lepri, Boeti e Chieppa, cominci pure a preoccuparsi, perché magari qualcosa si muove! Riattivare il tavolo permanente misto di confronto con le associazioni è giusto, quindi fatelo. Perché vorrei ribadire ancora una volta che avete impiegato due mesi soltanto per le audizioni! Per quanto riguarda il dettaglio tecnico di come non avete speso i soldi, ci riserviamo, ovviamente, di ascoltare le parole dell'Assessore Migliasso, che spiegherà come ha fatto, in un anno e mezzo, ad aumentare le liste di attesa, a scontentare tutti, ad aumentare gli anziani che hanno necessità di cure e di assistenza. Dopo che l'Assessore Migliasso avrà anche spiegato com'è riuscita a non spendere neanche i soldi che già aveva ovviamente entreremo anche nel dettaglio tecnico della questione in sede di dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ghiglia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Quando un anziano viene ricoverato in una struttura, in un certo senso è già decisa, in modo irreversibile, l'ultima parte della sua vita.
probabile che la sua famiglia abbia deciso - o stia decidendo - di vendere la sua casa, il suo appartamento, oppure di passarlo ad un nipote.
Questa non è retorica, ma è una parte importante del problema che le famiglie vivono.
L'altra faccia della questione di cui parliamo questa mattina è legata alle risorse, ai costi, alla spesa.
Tra l'altro, sul tema dei costi e della spese si innesta un'altra questione, quella relativa al cosiddetto "reddito dell'anziano", e ci si chiede se nel computo della retta debba essere compreso semplicemente il reddito del fruitore del servizio oppure anche il reddito della famiglia.
Penso che su questo la politica debba prendere una decisione definitiva. Personalmente, ritengo che posizioni come quelle espresse dal CSA siano molto chiare e debbano essere condivise, pur scoprendo, magari che ci sono famiglie facoltose che, in qualche modo, potrebbero concorrere alla tariffa. Credo che sia giusto, quindi, ribadire un principio, perché è un principio cardine di uno Stato sociale degno di questo nome. La politica, però, da questo punto di vista, deve decidere.
Emerge ancora un altro aspetto negativo, che spesso viene ricondotto alle liste di attesa.
Le tanto vituperate liste di attesa penso che siano un problema, ma credo che ve ne sia un altro - lo dico in modo provocatorio - addirittura più grande, che riguarda la difficile interazione tra gli aspetti sanitari e gli aspetti sociali. Si potrebbe dire un'ovvietà, perché questo tema è stato sbandierato a proposito e a sproposito.
Dobbiamo constatare che questo tipo di integrazione non è stata attuata in dieci anni di centrodestra, e rappresenta per noi oggi comunque una difficoltà. C'è da chiedersi, poi, se il finanziamento delle ASL, da questo punto di vista, debba avvenire sulla base delle liste di attesa oppure se possa essere più opportuno un finanziamento sulla base della popolazione cioè su una quota capitaria, tenendo conto, naturalmente, delle peculiarità territoriali (montagna, campagna e collina).
Questa scelta possibile deriva da un'impressione che ho cominciato a costruirmi: ho la netta sensazione che sulla questione delle liste d'attesa le ASL, in qualche modo, "ci abbiano marciato" - a maggior ragione in una situazione difficile di cassa come quella che oggi viviamo - utilizzando provvisoriamente le risorse per gli anziani per far fronte, appunto, a problemi di cassa. Ecco perché le liste di attesa oggi vanno sicuramente verificate e monitorate costantemente. Va attivata una rete di informatizzazione e deve essere messo in piedi un progetto mirato che tenda a pulire le liste anagrafiche in tempo reale, depennandole dalle rinunce dai decessi e dai trasferimenti. Le liste devono essere uniformi in ogni realtà territoriale, secondo criteri di programmazione. Devono essere costantemente monitorate, come dicevo prima, e non "truccate al rialzo" come probabilmente in parte avviene oggi da parte delle ASL.
Un secondo tema che vorrei trattare è quello delle Unità Valutative Geriatriche, nate per definire la presa in carico degli anziani. Eppure, in questi ultimi anni, rispetto alle UVG, c'é stato un atteggiamento quasi di rigetto - oserei dire anche giustificato - perché anziché facilitare il percorso dell'assistenza, della cura e della continuità assistenziale, a forza di non svolgere pienamente il loro lavoro le UVG sono diventate organismi sempre più burocratici, che dilazionano i tempi, che non fanno le visite a domicilio anche nei casi gravi, che cercano di minimizzare la gravità dei casi e di spingere gli utenti ai ricorsi. Il tutto sperando che il problema dell'anziano si risolva, in qualche modo, naturalmente.
Le UVG hanno bisogno di un rilancio per recuperare questo tipo di degenerazione. Devono recuperare la capacità di fare progetti personalizzati e appropriati.
Le UVG non sono nate per decidere punteggi e definire la scontata residenzialità finale, ma sono un soggetto per la presa in carico dell'anziano, che deve indicare la residenzialità come ultima scelta, prima di espletare, in ogni caso, la domiciliarità e i servizi di semiresidenzialità.
Venendo, poi, ad alcuni aspetti normativi, come potremmo dimenticare che nel 2003, con apposita delibera sui LEA, si sono stabiliti precisi criteri, che ricordo: "Le cure domiciliari in lungo assistenza, ove dal punto di vista sanitario, l'ADI doveva dare risposte domiciliari ad alta intensità sanitaria".
Che cosa vuol dire "presa in carico dell'anziano"? Essa non pu prescindere dalle più frequenti patologie, come la disabilità, la demenza i problemi psichiatrici.
Cosa ci hanno chiesto Comuni e Consorzi? Qui si apre un'altra pesante questione che il centrodestra non è stato capace di risolvere, che noi, però, abbiamo il compito di risolvere.
Constatiamo che, sicuramente, è difficile organizzare servizi socio assistenziali e sanitari adeguati a tutte le esigenze, a tutti i percorsi individuali per incentivare la domiciliarità e anche la semiresidenzialità.
Quindi, in tema di domiciliarità parliamo di interventi a domicilio, delle strutture sanitarie, di ADI e di OSS a domicilio; l'assegno di cura, poi, è ancora un'altra cosa.
Due deliberazioni sono andate in questa direzione, una è del centrodestra (01/04/2006) e l'altra è del centrosinistra (18/02/2005).
Le ASL regionali hanno erogato risorse ai Comuni e ai Consorzi finalizzate all'abbattimento delle liste di attesa e ad interventi economici a sostegno della domiciliarità. Sono stati erogati 20 milioni di euro - 7,5 per il welfare e 12,5 per la sanità - ma questa scelta non è stata sufficiente, perché è mancato il passaggio dell'ultima deliberazione del novembre 2004, che doveva istituire l'assegno di cura, sulla base dell'intensità di cura necessaria. La deliberazione è stata bloccata ahimè - anche per un'opposizione sindacale, che ha giudicato irrisorie le cifre fissate. In quell'ipotesi di deliberazione, mai approvata, si fissava l'entità minima dell'intervento economico a sostegno della domiciliarità sulla base, come detto prima, di diverse fasce di intensità. Se quella deliberazione fosse stata approvata, intanto, sarebbe stato introdotto un principio importante. In secondo luogo, si sarebbero indicate cifre giornaliere minime, che però avrebbero potuto essere valutate sulla base del singolo caso e, comunque, via via aggiornate.
Credo che il centrodestra abbia perso una grande occasione e, forse anche il sindacato, perché con una logica di continuo gioco al rialzo spesso, si finisce per nuocere all'interesse dei cittadini.
La deliberazione DGR n. 17, già richiamata dal collega Chieppa - su questo sono molto d'accordo con lui - al di là del merito, per il tempo in cui è arrivata, sicuramente, vede noi, oggi, nel cimento di portarla avanti e non ha visto il cimento del centrodestra. È troppo facile chiedere ora con intensità alcune cose quando il cimento dall'altra parte non è stato possibile.
Dal punto di vista delle strutture, abbiamo appreso in queste settimane e in questi mesi che tutte le strutture private, pur convenzionate agiscono in regime transitorio, ovvero, sono tutte prive di accreditamento il che vuol dire che non sappiamo se posseggono i requisiti minimi di funzionalità e sicurezza.
Cosa fare? Penso si debba sperimentare il terreno nazionale. Si sta discutendo da tempo, come è già stato ricordato, della costituzione di un fondo per la non autosufficienza. È necessario approfondire questo tema, in modo che, qualora questo fondo fosse in qualche modo messo a punto, anche le Regioni siano maggiormente pronte per un'analoga iniziativa.
Occorre puntare su una presa in carico vera dell'anziano, una presa in carico davvero socio-sanitaria, una continuità assistenziale e sanitaria vera, progetti assistenziali individuali che cambino nel tempo, in base alle condizioni dell'anziano e del suo declino. Per fare tutto questo servono strumenti nuovi e adeguati, risorse, protocolli d'intesa tra ASL Comuni e Consorzi, cioè deve affermarsi una nuova cultura.
Da questo punto di vista, credo che l'anello che chiude questo cerchio sia l'ospedale senza dolore e le cure palliative. Lo dico in questa sede perché su questo, in questi ultimi mesi, c'è stato un certo giudizio anche da parte dell'opinione pubblica, forse, anche sull'onda del successo del libri di Tiziano Terzani. Penso, però, che qui ci sia la nostra necessità di far fronte anche a questo problema. So che la Giunta si è già attivata e sta facendo alcune cose. Credo che quando la scienza e la medicina non hanno più niente da dire ci sia ancora molto da dire e molto da fare per accompagnare le persone verso una fine dignitosa della loro vita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, non voglio ripetere molto di quello che è stato già detto sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Condivido molto il discorso svolto dall'ultimo collega che mi ha preceduto, però, non capisco a chi è rivolto. Non capisco perché non parlate prima tra di voi, dal momento in cui avete dei compiti da assolvere, quindi dovete dare delle risposte. È facile dire: "Questo non va, quello potrebbe essere fatto meglio", ma è anche necessario agire e dare delle risposte: abbiamo 30 milioni di euro fermi.
Non voglio ripetere tutto quello che già è stato detto, ma voglio sottolineare alcuni aspetti del mio discorso: noi siamo una società un po' strana. La Regione Piemonte, in modo particolare, finanzia per decine di milioni sagre e feste varie (sagra del cardo o sagra della castagna). Per carità, è importante il rispetto delle tradizioni e delle culture, per Assessore, è indegno per noi stessi che non ci sia un progetto per la riqualificazione e, soprattutto, per il rispetto della dignità dei nostri anziani - come ha detto l'ultimo collega che è intervenuto - affinché, dopo tutto quello che hanno fatto per la nostra società, possano condurre una vita dignitosa e ancora attiva.
questa contraddizione che non riesco a comprendere: la nostra società fa parte dei sette paesi più potenti del mondo, investiamo soldi dappertutto, facciamo gemellaggi, facciamo associazioni e società con Bill Gates e, poi, lasciamo morire i nostri anziani in solitudine! Una civiltà all'avanguardia, come quella che noi vogliamo che sia, non può concepire che i nostri anziani muoiano in solitudine. Arriva il caldo e a Torino si muore in solitudine! Non ci sono solo gli anziani che vengono registrati dalle nostre cliniche e ASL, ci sono anche gli anziani, che a Torino rappresentano il 12% della popolazione, che vivono nella povertà grigia! Lo sa lei, Assessore, cos'è la povertà grigia di Torino? Risponda. Lo sa cos'è la povertà grigia di Torino? La povertà grigia di Torino è rappresentata dai 150 mila anziani che vivono nella solitudine e abbandonati. Cosa fa la Regione Piemonte attenzione - prima e dopo? Non ce l'ho con lei perché oggi rappresenta quella parte di governo; ce l'ho con tutti quelli che, come lei oggi, non hanno fatto niente per questi anziani, che a luglio, a Torino, sono morti abbandonati e isolati a causa del caldo. Noi non siamo stati neanche in grado di dare loro un condizionatore.
In Commissione giacciono dei progetti. Non è sufficiente dare soltanto le cure cliniche e sanitarie; dobbiamo offrire anche altre cure, nel tentativo di risolvere il problema della solitudine.
Assessore, lei sa quanti anziani vivono soli e abbandonati alla Falchera? Nessuno di loro può andare dal medico di base perché non ci sono né parenti, né familiari, né assistenti sociali che li assistono e che li possano accompagnare.
Lo sapete questo? Lei, Assessore, lo sa questo? Assessore, è a conoscenza di questa situazione? Lei è già andata alle Vallette o alla Falchera per vedere lo stato in cui vivono i nostri anziani? È già andata? C'è stato il Sindaco di Torino che è andato...



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, l'Assessore risponderà nella replica a fine dibattito.



SCANDEREBECH Deodato

Attenzione, Assessore, non ce l'ho con lei. Io dico che lei ha compiti da assolvere, che consistono nel cercare di migliorare la qualità della vita dei nostri anziani, perché oggi stiamo parlando di questo. C'è un progetto? In IV Commissione giace una proposta di legge dell'UDC, è lì, isolata e abbandonata, sembra che tutto quello che fanno i Consiglieri regionali non abbia alcuna validità. C'è stata anche un'altra proposta di legge, per lasciamo perdere, parleremo della prostituzione al momento opportuno.
Allora, Assessore, ci sono 30 milioni di euro e le morti sono decine e decine. Lo sa quanti sono i nostri morti nella Regione Piemonte? 48.258. Lo sa quante sono le nascite? Sono 37.251. Quindi, siamo la società più anziana. L'Italia è tra gli ultimi posti, sotto l'aspetto demografico, a livello europeo. La Regione Piemonte è al sedicesimo posto, cioè fra gli ultimi posti per quanto riguarda le Regioni italiane. Torino, città capoluogo, purtroppo è all'ultimo posto sia nella povertà grigia, sia nell'aspetto demografico.
C'è un progetto in questo? Non c'è niente. Lei mi deve dimostrare che cosa viene fatto per questi anziani, che muoiono nella solitudine. Cari colleghi, abbiamo dei doveri nei confronti di queste persone.



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

I dati della Caritas dicono che a Torino il 12% della popolazione vive nella povertà grigia. Questo 12% è costituito per il 99% da anziani soli e abbandonati. Avete fatto della solidarietà una vostra bandiera, come se fosse una cosa che vi appartiene: cerchiamo di dare delle risposte a questi problemi, cerchiamo di dare delle risposte a queste fasce deboli! Non basta fare sagre o riunire qui tutti quei poveri e disgraziati agricoltori sotto il titolo di "Terra madre" e poi avere una società che sulla carta è all'avanguardia, mentre nei fatti si trova all'ultimo posto per ciò che riguarda assistenza e servizi ai nostri anziani. Lei Assessore, ha un compito importante. Tutti noi siamo a disposizione per sostenere un progetto: ci porti qualcosa, ci faccia sognare, ma soprattutto ci dia delle risposte.
Il Sindaco di Torino si sta già accorgendo di ciò che succede a livello di sicurezza e ordine pubblico. Quando lei si accorgerà del suo compito del suo ruolo e delle sue mancate risposte sarà troppo tardi. Mi auguro che lei se ne accorga prima possibile. Non siamo qui per colpire l'Assessore ma per cercare di essere propositivi. Però, l'Assessore ci deve dare delle risposte. Oggi è il 28 novembre: fra un anno faccia migliorare questa situazione disastrosa, soprattutto su Torino città e prima cintura.
Quelli che ho citato prima sono dati della Caritas, non me li sono inventati. Quindi, faccia migliorare questa situazione, perché i nostri anziani hanno diritto a condurre una vita sana ed attiva; hanno il diritto di invecchiare in modo sereno, così come prestabilito dalla Costituzione.
Lei, Assessore, deve rispettare questo diritto e, soprattutto, deve fare in modo che questa situazione migliori. Diversamente, tutto quello che lei pensa di fare non è giusto. Perché non si sta assumendo delle responsabilità nei confronti della situazione attuale, che è veramente disastrosa. Indipendentemente dalle liste d'attesa, dalla quota sanitaria e dalla quota alberghiera, possiamo migliorare tutto. Vedo che lei ride: c'è da piangere! Assessore, non si vergogna? Sto parlando di un problema delicatissimo e difficilissimo da risolvere e lei si mette a ridere? Ma si vergogni! Come si permette di ridere di una situazione così grave? Non scherziamo: lei non può ridere su un problema del genere!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nastri; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente.
Volevo soltanto ricollegarmi alle ultime frasi del collega Scanderebech. Mi auguro che l'interessamento per gli anziani non avvenga soltanto nella zona di Torino e cintura. Il problema degli anziani riguarda tutto il Piemonte, quindi anche le restanti province. L'Italia è un paese popolato dagli anziani ed il Piemonte non fa eccezione.
Cresce il numero degli anziani soli e non autosufficienti. Si tratta di un nodo sociale che deve essere affrontato con sollecitudine e soprattutto, con grande determinazione. Le soluzioni, di fronte al progressivo invecchiamento della società piemontese, si possono e si devono perseguire, dando la priorità agli interventi destinati agli anziani non autosufficienti, supportando e rendendo fruibili sia il mantenimento presso le famiglie (che forse in questa fase sono quelle più disagiate) che l'assistenza domiciliare e il ricovero presso strutture dedicate al ricovero.
Nella scorsa legislatura, la Giunta regionale aveva approvato la delibera n. 17 del 30/03/2005, con cui si definiva un nuovo modello integrato di assistenza residenziale socio-sanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti, che fosse però uniforme su tutto il territorio regionale. Vi erano compresi i livelli di assistenza da erogare, gli indirizzi e le linee guida, i riferimenti tariffari e la percentuale di compartecipazione alle spese dei cittadini. Il nuovo modello, dopo un breve periodo di transizione, si sarebbe definitivamente instaurato entro il 30 aprile di quest'anno.
Similarmente, una delibera di Giunta del 23/12/2003 ha definito anche i livelli essenziali di assistenza relativi alle cure domiciliari. Il vero problema è che dei 25 milioni di euro assegnati al fondo regionale per la gestione del servizio integrato degli interventi e servizi sociali, fin'ora solo 10 sono stati utilizzati per il progetto domiciliarità. I restanti 15 milioni di euro sono fermi da oltre 6 mesi, inattivi ed inutilizzati.
Questo sta mandando alla deriva l'operato di chi vi ha preceduti, solo per l'inarrestabile pulsione di negare tutto il lavoro fatto da altri. Poco importa se le motivazioni sono corrette e, magari, anche necessarie.
Sicuramente, tutto questo si traduce in disagi e sofferenze per una fascia debole di popolazione che ha bisogno.
Di questi 15 milioni di euro, 10 dovrebbero servire a ridurre le liste d'attesa per l'ammissione degli anziani al ricovero e 5 ai Comuni. Tutto ciò al fine di cambiare un Regolamento che, dal mio punto di vista, è anche in violazione dell'autonomia degli stessi Comuni.
In questi ultimi 19 mesi, le associazioni e gli operatori di un settore molto delicato hanno espresso più volte la loro protesta. La Regione comunque, è in ritardo - è inutile nasconderlo - o non risponde a queste richieste di maggiori servizi. L'unica cosa di cui è stata capace è stato il blocco di quanto fatto prima.
Sicuramente è semplice oggi - mi rivolgo all'Assessore e all'intera Giunta - nascondersi dietro alla facile interpretazione dell'eredità.
Ormai, la scuse negli ultimi 19 mesi è sempre la stessa: l'eredità del bilancio ricevuto dal centrodestra. Però, una cosa bisognerebbe dire: che le interpretazioni sono molte e strumentali. Perché prima il centrodestra riusciva a trovare i fondi da assegnare e da utilizzare per queste fasce.
Oggi, chiaramente, con la sciagurata finanziaria del Governo Prodi - mi scuso con il collega Boeti - che dice: "Più fondi e più soldi per tutti", i fondi che verranno assegnati alla Regione per il sociale sono destinati a diminuire drasticamente. I cittadini, purtroppo, toccheranno con mano, come novelli San Tommaso, la cruda realtà.
I governi regionali e nazionali di centrodestra sono sempre stati messi alla sbarra, anche da autorevoli esponenti del centrosinistra, con l'accusa dei tagli alla sanità e al sociale. Di fatto, oggi si verifica un aumento a carico dei Comuni o dei cittadini. Non solo sono stati ridotti gli stanziamenti alle fasce più deboli (anziani e servizi sociali) ma addirittura, sono state aumentate le tasse ai cittadini.
Tutto questo, secondo me, sarebbe da condividere. Perché se è stato chiesto un Consiglio straordinario, di questo devo ringraziare la collega Cotto che ha sempre avuto a cuore il problema sociale e ben ha operato nella precedente Amministrazione come Assessore - e questo lo posso dimostrare ancora maggiormente perché ho rivestito il ruolo di Vicesindaco della seconda città del Piemonte, cioè di Novara - qual era l'impegno che era stato profuso dall'Assessore Cotto.
Oggi, dal mio punto di vista, è opportuno individuare e condividere un percorso comune - però questo spetta a lei, Assessore - affinché si supportino e si aiutino le famiglie più bisognose. Ma per fare questo chiaramente, ci vuole non la solita democrazia: ci vuole soprattutto determinazione e coraggio. In ultimo, ci vuole la concretezza, perché nella giornata di oggi tutti abbiamo condiviso i problemi che ci sono, i problemi degli anziani, i problemi delle fasce disagiate, condividiamo tutto, per sono trascorsi ormai 24 mesi e da parte di questa Amministrazione forse davvero è stato fatto poco.
Il problema degli anziani è diffuso su tutto il territorio regionale e non soltanto sulla parte di Torino e prima cintura. Io, a differenza del collega Scanderebech, non conosco bene le problematiche di Torino, della Falchera piuttosto che di altre zone periferiche della città, ma sicuramente conosco bene quelle che sono le problematiche in una città importante come Novara e la sua provincia, quindi occorre supportare e aiutare le Associazioni e tutti quei settori che hanno bisogno di un appoggio vero e concreto.
chiaro che, se oggi si dovesse perdere ulteriore tempo, saremmo sicuramente in una fase non più di transizione, ma in una fase dove invece occorre concretizzare il bisogno dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallaro.



CAVALLARO Sergio

Grazie, Presidente. Dico subito che la DGR 17 del 2005 rappresenta sicuramente un grosso passo in avanti per quello che riguarda l'assistenza e la cura degli anziani non autosufficienti oltre i 65 anni, però il fatto di metterne in evidenza alcune criticità, dovute soprattutto non tanto all'incongruenza della legge quanto al fatto che magari non viene applicata correttamente, può essere di stimolo per un miglioramento del rapporto tra la maggioranza e la Giunta e può anche essere un contributo per quello che diventerà il futuro Piano sanitario regionale.
Faccio subito alcune considerazioni, che sono anche il frutto dell'apporto di varie Associazioni che, via via, si sono susseguite durante le varie audizioni.
Innanzitutto devo dire che per la DGR 17 molte ASL non sono al passo con i pagamenti e alcuni problemi non vengono affrontati correttamente: penso al problema dei trasporti e al problema delle medicine di fascia C che non vengono somministrate gratuitamente. Questo è il sintomo del fatto che si considera l'anziano ricoverato come una persona da assistere, non come un paziente e quindi non una persona integrata nel sistema sanitario.
Se vogliamo integrarci con il sociale, bisogna considerare il paziente anziano come un paziente e non come una persona da assistere.
Per quello che riguarda le cure domiciliari, sicuramente molto è lasciato al libero arbitrio del medico curante, e questo non va assolutamente bene. Lo stesso dicasi per gli assegni di cura: molte ASL condizionano l'assegnazione dell'assegno di cura al fatto che l'anziano sia messo in lista d'attesa, dopodiché rinunci alla lista d'attesa e rinunci a qualsiasi tipo di assistenza erogata dagli enti gestori. Anche questo non va bene e va assolutamente corretto.
Molto si sta facendo in questa direzione: l'Assessorato ha stanziato al welfare parecchi milioni; i vari Direttori e Commissari delle ASL, con il loro piano di rientro, hanno progettato la costruzione di nuovi reparti che prevedono il ricovero dei pazienti dimessi in fase precoce. È qui che secondo me, devono intervenire le UVG, le quali poi si prenderanno carico dei vari pazienti per poter garantire loro la giusta assistenza soprattutto a domicilio, ma anche nelle case di riposo.
Per quanto riguarda il problema delle UVG, sono sostanzialmente d'accordo con quanto diceva il Consigliere De Ambrogio: vanno rivalutate e vanno rimodellate; non solo devono essere l'organo che certifica la non autosufficienza, ma devono anche essere l'organo che attribuisce gli assegni di cura, che partecipa alla formazione delle risorse che si dedicano all'attività socio-assistenziale, che stabilisce le linee di guida, che preserva e garantisce l'assistenza agli ammalati di Alzheimer o che stabilisce dove devono andare i pazienti psichiatrici che non vengono classificati come anziani dementi.
Tutte queste cose ed altre ancora devono far sì che le UVG vadano rivalutate fino a diventare l'organo di garanzia della continuità assistenziale e della giusta continuità assistenziale per i pazienti. A quest'organo devono essere date non solo risorse di carattere personale, ma anche risorse economiche che deve gestire autonomamente.
Un'ultima considerazione per quello che riguarda le valutazioni o i cosiddetti controlli che vengono effettuati nelle case di riposo per anziani. Sono sicuramente non sufficienti, vengono fatti in una scarsissima percentuale di strutture e soprattutto riguardano le varie autorizzazioni o modifiche di autorizzazioni, non hanno niente a che vedere o comunque hanno molto poco a che vedere con la valutazione della qualità di vita e del tipo di assistenza che viene fornita agli anziani.
Questo va assolutamente cambiato, come va cambiata la struttura di questi controlli, che devono prevedere anche la partecipazione del volontariato e delle Associazioni che tutelano gli anziani e i familiari devono favorirne l'accesso 24 ore su 24, in maniera tale che ci sia una garanzia sostanziale di controllo. Occorre continuare anche sulla strada della concertazione, perché non si possono escludere i familiari da questo tipo di controllo, che poi sostanzialmente è un aiuto all'assistenza per gli anziani.
Detto questo, ricordo solamente il conflitto di interessi che ci potrebbe essere per il fatto che i Comuni e le ASL controllano se stessi e invito ad attribuire queste funzioni a un ente neutro come potrebbe essere la Provincia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Credo che il Consiglio di oggi, dedicato appositamente al problema dei non autosufficienti, delle liste d'attesa, degli anziani, di tutto il mondo che si ricollega al problema della non autosufficienza, della residenzialità, delle cure domiciliari, fosse un atto non solo doveroso, ma dovuto di attenzione verso tutto questo mondo che ha espresso il proprio grido di dolore, soprattutto nell'ultima audizione di cui siamo stati protagonisti in Commissione sanità e assistenza qualche settimana fa.
Da quell'audizione - quindi non da dichiarazioni nostre - è emerso un quadro davvero drammatico su tutta la regione: situazioni di scarsa omogeneità, per usare un eufemismo, delle rette fra provincia e provincia fra territori e anche all'interno degli stessi territori.
Sono stati portati esempi concreti, specifici, veri di situazioni al limite dell'assistenza di diverse realtà. Non si può ovviamente pensare che con certe rette venga garantita quel minimo di assistenza agli anziani non autosufficienti e quindi bisogna uscire da questa ipocrisia; un'ipocrisia che con la DGR n. 17 si era cercato di dissolvere per affrontare concretamente il problema.
Invece, con amarezza abbiamo appreso la decisione della nuova Giunta regionale di differire avanti nel tempo, in maniera molto pericolosa, i criteri e i parametri previsti dalla DGR n. 17, che sicuramente, se applicata puntualmente, avrebbe affrontato concretamente, e in parte già risolto, il problema.
Il problema invece permane; c'è un'assistenza al limite della decenza in molte residenze. Abbiamo liste d'attesa che continuano a gonfiarsi: si parla di 8.000 persone in lista d'attesa; i dati ufficiali ci saranno ribaditi o aggiornati nel corso del dibattito e in particolare dagli Assessori competenti.
C'è soprattutto una situazione di scoramento e di sfiducia verso un sistema che, invece, in altre parti di Italia ed in altre Regioni ha risposte più puntuali. Ed ha risposte più puntuali sia in amministrazioni regionali governate dal centrodestra sia in quelle del centrosinistra.
Quindi, non è tanto un problema di colore politico, ma di approccio e di volontà ad affrontare questo grave problema.
Un problema così grave al quale evidentemente non era stata data la giusta attenzione. Infatti, siano stati noi a scoprire, in fase di discussione dell'assestamento di bilancio, che grandi risorse (ben 15 milioni di euro) non erano ancora stati impegnate concretamente nell'anno di bilancio 2006 a favore del sistema socio-assistenziale, in particolare per quanto riguarda l'abbattimento delle liste d'attesa.
stata fatta una scelta, quella di impegnare sui residui 15 milioni di euro e circa 5 milioni di euro da affidare ai consorzi socio-assistenziali per le integrazioni e per un sistema di regolamentazione che i Comuni intenderebbero cambiare.
Al di là della scelta dell'importo, forse sarebbe stato più utile assegnare anche questi 5 milioni di euro, oltre agli altri 10 milioni di euro accantonati ma non ancora impegnati, all'abbattimento delle liste d'attesa.
Abbiamo fatto due conti e con questi 5 milioni di euro si ottiene una piccola integrazione a beneficio soltanto di 680 utenti. Forse queste risorse potevano essere utilizzate più efficacemente per abbattere - come ho detto - le liste d'attesa e per inserire nuovi anziani non autosufficienti nelle strutture residenziali in tutto il Piemonte.
Come già altri colleghi hanno evidenziato, vi è anche una situazione strana presente fra le varie strutture residenziali. È giusto che le strutture non gestite dalle ASL, sia pubbliche che private, abbiano particolari attenzioni e siano soggette a vigilanza e sorveglianza, ma questo non può essere ulteriormente accettato e tollerato per quanto riguarda le case di riposo e le strutture residenziali gestite direttamente dalle ASL.
Il controllore controllato - come anche in qualche intervento dai banchi della maggioranza è stato evidenziato - non può più continuare.
Bisogna che, al più presto, anche su questa partita sia individuato un soggetto terzo, che può essere l'ARPA o un altro soggetto, affinché questa situazione, a volte anche di dubbio o di sospetto che si usino due misure e due pesi diversi nell'accreditamento delle strutture non gestite direttamente dalle ASL, venga completamente fugata.
Chiediamo dunque che dai bei discorsi, e magari anche dagli ordini del giorno che oggi voteremo tutti insieme o distintamente, emerga la volontà definitiva di affrontare questa problematica con coerenza. Chiediamo, cioè che sul bilancio 2007 vengano inserite copiose risorse per affrontare il problema delle liste d'attesa; che siano previste risorse adeguate per prevedere in ogni RSA un nucleo di Alzheimer (perché questa patologia come sapete è presente e molto diffusa fra la popolazione anziana); che vengano previste adeguate risorse anche per formare il personale che dovrà seguire i malati di Alzheimer e che ci sia una vera svolta nella politica per gli anziani nella Regione Piemonte, che noi avevamo cercato di avviare nella precedente amministrazione regionale, grazie all'apporto importantissimo dall'Assessore Cotto, aprendo anche la concertazione e la collaborazione con le associazioni.
Era stato aperto un tavolo e la DGR n. 17 prevedeva un coinvolgimento forte del mondo esterno. Noi vogliamo che questo coinvolgimento prosegua ma che non sia un coinvolgimento superficiale e che le indicazioni e le istanze portate avanti dalle associazioni e dalle rappresentanze delle case di riposo vengano concretamente accolte anche in sede tecnica e amministrativa.
Quindi, cerchiamo di dare una continuità e soprattutto una serietà al Consiglio regionale odierno, individuando le risorse adeguate sul bilancio 2007.
Infine un richiamo importante: che le risorse, una volta stanziate siano celermente e tempestivamente impegnate ed erogate, in modo che la situazione che abbiamo individuato nell'anno in corso non si ripeta più per il prosieguo. Un'amministrazione dimostra la sua efficienza non solo dando attenzione ed accantonando delle somme, ma anche dimostrando efficacia e celerità nell'utilizzarle e nell'erogarle ai soggetti che dovranno impiegarle sul territorio.
Quindi, facciamo un appello affinché ciò avvenga; chiediamo inoltre che sia anche dato stimolo ai consorzi socio-assistenziali, che godono spesso delle nostre risorse, perché siano più veloci e più efficienti, ad esempio nel portare avanti alcuni strumenti di valutazione dei redditi dei familiari e delle famiglie come lo strumento ISEE. È uno strumento che ci risulta essere stato applicato ed adottato dai consorzi socio-assistenziali in misura molto ridotta e che invece deve assolutamente essere utilizzato proprio per la valutazione dei redditi dei nuclei familiari.
Pertanto, proseguiamo su questa strada. Al di là delle inevitabili contrapposizioni dialettiche che ci sono state e che magari ci saranno ancora nel corso del dibattito, mi pare che possa emergere l'attenzione dovuta e doverosa verso questo mondo. Chiediamo dunque che al termine del dibattito si proceda e si dia una dimostrazione tangibile della nostra attenzione, che non deve essere solo un'attenzione politica e di facciata ma concreta e fattiva.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Nicotra, devo dare un'informazione. Ci sono altri tre Consiglieri iscritti a parlare, quindi per organizzare i lavori si pensava di chiudere gli interventi con i colleghi Nicotra, Rossi e Guida e le repliche dei due Assessori indicativamente entro le ore 13.30, riprendendo la seduta del pomeriggio con l'esame dei 5 ordini del giorno. Mi sembra possa essere un percorso condiviso.
La parola al Consigliere Nicotra.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente. Parlerò meno del tempo a disposizione, perché la situazione è chiarissima nella sua difficoltà.
Bene ha fatto la minoranza, a cui il Gruppo del Partito Socialista Nuovo PSI appartiene, a richiedere questo Consiglio straordinario per gli anziani, stante la situazione negativa in questo settore della Regione Piemonte, forse la più negativa.
Ho partecipato all'audizione in Commissione sanità per gli anziani non autosufficienti e tutte le associazioni e le organizzazioni di rappresentanza sono stati fortemente critiche sull'attuale gestione: molti incontri con le case di cura, pochi con loro; lista d'attesa da 7 mila a 8 mila; 45 milioni a bilancio, 30 non spesi miliardi. Non è necessario aggiungere altro.
Concludendo: senza propaganda e senza polemica, chiedo alla Presidente Bresso, a nome del gruppo del Partito Socialista-Nuovo PSI, con la sensibilità che sicuramente ha, più attenzione e più stanziamenti per gli anziani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Dire che la situazione relativamente all'assistenza agli anziani, sia dal punto di vista domiciliare, sia dal punto di vista di strutture sanitarie, non sia ottimale, sarebbe troppo facile se a dirlo fosse il sottoscritto. Ovviamente qualcuno mi potrebbe obiettare: "Sei all'opposizione, è un po' difficile che tu venga in Aula e dire che la maggioranza è brava, bella e buona. È chiaro che tu ci critichi".
Se però le critiche provengono dalle associazioni del settore, le associazioni che in buona parte avevano sostenuto il centrosinistra, anche con volantini distribuiti davanti a questo stesso palazzo quando la Giunta la maggioranza e il Presidente erano diversi, allora dovrebbe iniziare a preoccuparsi chi aveva preso determinati impegni in campagna elettorale.
Tali impegni, ad oggi, non solo non sono stati rispettati, ma, addirittura sono state poste delle condizioni tali che le liste di attesa per accedere alle residenze sanitarie assistite, in particolare quelle per non autosufficienti, sono più lunghe. Ci sono meno posti e le liste di attesa si sono allungate.
Addirittura è stato scritto: "Schiacciata dall'evidenza dei numeri alla fine, la Giunta regionale ha dovuto cedere. Avevano ragione le associazioni di volontariato: le lista di attesa per l'ingresso di non autosufficienti in case di riposo si sono allungate. Oggi" - parlo di luglio - "la Presidente Mercedes Bresso ammette l'esistenza di 8.000 anziani in coda". Un mese e mezzo fa la portavoce del coordinamento sanità assistenza fra i movimenti di base aveva già parlato di 8.500 posti.
Ad agosto ribadiscono lo stesso concetto anche CGIL, CISL, e UIL. Il sindacato solleva il problema relativo al naufragio del progetto di miglioramento dei servizi di assistenza che era stato avviato dal governo precedente e che prevedeva di vincolare, all'incremento di spesa, il raggiungimento di standard di qualità da parte degli istituti di ricovero.
Peggio ancora, virgolettato: "Prendiamo atto, con dispiacere, che la Giunta Bresso ha deciso di non stanziare le risorse necessarie ad assicurare l'immediata entrata in vigore del nuovo modello di struttura residenziale per gli anziani malati cronici non autosufficienti". Scrivono il documento Maria Grazia Breda, Graziella Gozzellino, Giuseppe Manzone, portavoci di un comitato nato a Torino nel 2002 quando si iniziava a discutere di LEA.
La cosa interessante è che se ci avviciniamo nel tempo, le proteste continuano. Come vede, Assessore, sono partito da luglio, sono passato da agosto e arriviamo, addirittura, agli ultimi giorni di novembre 2006: "Le numerose associazioni riunite nella Fondazione Promozione Sociale hanno organizzato la manifestazione con presidi di protesta davanti al Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale." Non si può dire che le associazioni siano di partito. Si parla addirittura, di 50 associazioni aderenti nel solo torinese - ci sono anche l'Alzheimer Piemonte, l'ANFFA, l'AVO, la CSA (quella che distribuiva spesso e volentieri volantini contro la Giunta Ghigo davanti al Consiglio), la SEA Italia, la CPD (consulta per le persone in difficoltà), Di.A.Psi. Gruppi di Volontariato Vincenziano, Società San Vincenzo De Paoli, UTIM - che chiedono una serie di questioni tra cui un rimborso forfetario per le spese sostenute dalle famiglie che accolgono in casa un congiunto malato e non autosufficiente, cure domiciliari e assegni di cura, ecc. Assessore Presidente, le cose non vanno bene. Ma non lo dice la Lega, ma le Associazioni.
L'ultima protesta a mie mani risale al 17 novembre (quindi una cronologia di fatti e atti che peggiorano in dichiarazioni nei confronti della gestione della sanità, ma non solo, della gestione delle case di cura per non autosufficienti, delle cure per non autosufficienti): "Rivolta degli anziani contro la Giunta. 50 Associazioni in tutta la Provincia di Torino sul piede di guerra conto la Regione e la sua politica inadeguata a tutela delle fasce deboli, come anziani cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer, portatori di handicap e pazienti psichiatrici".
La Giunta ha fatto poco, non ci sono dubbi, altrimenti associazioni che l'hanno sostenuta non si permetterebbero mai di attaccarla e di criticarla in questo modo e per più volte. Ma la Giunta cosa propone in alternativa? Propone la riduzione di circa 1000 posti sulle liste di attesa, su 8500 propone di spendere soldi per la circoncisione rituale sperimentale (azione assolutamente inutile perché non ha niente a che vedere con questioni sanitarie, proprio perché si parla di circoncisione rituale). Prevede di dare gratuitamente, con una delibera di Giunta - mi pare due milioni e mezzo di euro, quindi cinque miliardi delle vecchie lire - presidi sanitari per extracomunitari anche clandestini.
Nessuno ha nulla da dire sull'intervento di emergenza - ci mancherebbe! ma addirittura fornire tutto il materiale, cosiddetto protesi sanitarie agli extracomunitari clandestini, ci pare sinceramente alquanto fuori dalla borsa della spesa della Giunta che non ha soldi per aiutare i nostri malati non autosufficienti, ma li ha per fornire le protesi agli extracomunitari clandestini, non quelli regolarmente presenti sul territorio.
La Giunta propone un assegno di cura - che poi non è un assegno di cura, ma un aiuto al pagamento delle badanti - ma è solo verbale, nei fatti non ha realizzato nulla, ma condizionato all'effettiva assunzione della badante. Anche su questo non siamo d'accordo. Se ci sono dei soldi da dare non diamoli alle badanti, ma alla famiglia che ha un anziano non autosufficiente in casa e poi scelga la famiglia se uno dei due componenti deve rinunciare a lavorare per guardare l'anziano o se assumere una badante. Questi soldi non diamoli alla badante, ma alla famiglia. Anche in questo caso, si tratta di una promessa al vento, in realtà non l'avete realizzata. Riteniamo che se ci sono fondi, questi vadano alla famiglia e non alla badante. Deve decidere la famiglia cosa fare dei fondi.
Per quanto riguarda altri interventi, non si capisce dove ci vogliono portare i tagli alla spesa. Faccio un esempio molto semplice sul quale gradirei che l'Assessore desse una risposta. Vorrei capire come mai un anziano ricoverato all'ospedale di Alessandria per una frattura viene mandato a fare riabilitazione in una struttura in provincia di Pavia. Un altro anziano, sempre per una frattura, viene ricoverato all'ospedale di Novi Ligure - sempre in Provincia di Alessandria - ma lo stesso, oltre ad essersi rotto il femore, è anche portatore di protesi e quando viene dimesso gli si dice: "La sa la novità? Se vuole fare fisioterapia o riabilitazione, la deve fare a pagamento".
Questi sono atti veri, reali e conosciuti dal sottoscritto. Com'è possibile parlare di sistema sanitario regionale, quando due ospedali a distanza di 25 chilometri l'uno dall'altro, nella stessa provincia, si comportano in modo inaccettabile in entrambi i casi. Non è il caso di mandare una persona, per una frattura, a fare riabilitazione in provincia di Pavia (abbiamo centri di riabilitazione anche in Piemonte di proprietà della Regione Piemonte o, al limite, privati), ma non è neanche il caso che all'altra persona gli si dica che se vuole fare riabilitazione, la deve fare a pagamento.
chiaro che c'è qualcosa che non funzione, c'è qualche controllo che deve essere fatto, c'è qualche verifica che dobbiamo riuscire a fare come Regione.
Per quanto riguarda gli anziani, dobbiamo considerare che ogni anziano che riusciamo a tenere all'interno della propria famiglia, ovviamente finché le sue condizioni lo permettono, significa dare, a quella famiglia la possibilità di rimanere ancora qualche anno in più con il proprio anziano, e a quell'anziano, invece di passare gli ultimi anni di vita chiuso in una casa di cura, rimanere, finché sarà possibile, all'interno della propria famiglia e, quindi, vivere meglio.
Per questo motivo, con i soldi che spendiamo a favore di una famiglia che in cambio si tiene un anziano nel suo seno, diamo anni migliori di vita a quell'anziano, diamo più soddisfazione a quella famiglia e probabilmente, spendiamo meno.
L'invito che vi più volte vi abbia fatto, e che vi rifacciamo di nuovo è di investire nell'assistenza domiciliare, nei contributi alle famiglie e non alle badanti, affinché tengano gli anziani a casa. È chiaro, però, che occorre controllare, affinché non vi sia alcuna speculazione sulla pelle degli anziani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Il Rapporto Nazionale 2006 sulla condizione ed il pensiero degli anziani, coordinato dal professor Andrea Monorchio, già Ragioniere Generale dello Stato, mette in evidenza che, grazie ad una trasformazione demografica senza precedenti, il numero delle persone anziane cresce - come è già stato ricordato questa mattina da numerosi colleghi - in maniera esponenziale e questo evento, per il suo potenziale destabilizzante degli attuali modelli sociali, non può essere governato con provvedimenti atti ad andare incontro a singole situazioni di emergenza.
necessario, quindi, rivedere le relazioni all'interno della famiglia e il rapporto fra generazioni dovrà essere rivalutato, come pure il rapporto di solidarietà fra i singoli e la società.
L'invecchiamento della popolazione è destinato, inoltre, a condizionare lo sviluppo delle economie, poiché una parte sempre più importante del PIL dovrà essere destinata agli interventi in campo sanitario ed assistenziale.
Dagli anziani dipenderanno le scelte politiche, la destinazione delle risorse, la diversificazione dei consumi. Gli anziani italiani, 11 milioni di persone che diventeranno 18 (34% della popolazione), nel 2050 sono destinati a diventare sempre più categoria sociale di riferimento per chi governa, quindi anche per noi, e per il mercato. In soli 20 anni - dal 1984 al 2004 - nel nostro paese la percentuale di ultrasessantacinquenni è passata dall'11,4% al 18,4% della popolazione. I nati dal 2000 in poi avranno una vita media vicina al secolo e, quindi, se oggi gli ultranovantenni sono poco più di 416 mila, fra mezzo secolo la società del nostro paese dovrà fare i conti con una pattuglia di 1,9 di vegliardi, di cui due terzi donne, vicini ai cento anni.
Un fiume in piena che andrà ad incidere sempre più sulla crescita economica del paese e che provocherà un cambiamento radicale dalla domanda di lavoro alla capacità di risparmio, con un impatto sostanziale sulla finanza pubblica, sulla scuola, sul lavoro, sulle pensioni e sulla sanità.
Sempre il Rapporto ci dice che gli anziani non autosufficienti in Italia - com'è stato ricordato - alla fine del 2004 erano 2.272.768 (15,5 del totale degli ultrasessantacinquenni), con percentuali variabili da regione a regione.
Per l'assistenza ai non autosufficienti, nel 75,1% di casi ci sono i figli, nel 41,6% il coniuge o il convivente, nel 20,6% altri parenti, nel 4,18% i vicini, nel 3,6% le badanti (di cui si è accennato poco fa). Solo nell'1,2% dei casi sono i Servizi sanitari territoriali e nello 0,8% i Servizi sociali. L'assistenza domiciliare in Italia non supera il 3,5% dei casi, contro il 20% di Norvegia, Svezia e Danimarca.
Siamo di fronte ad un fenomeno più complesso di quello di cui si è parlato fino a qualche anno fa. La componente anziana che aumenta ci porterà verso una società diversa da quella che abbiamo oggi. Credo quindi che sia doveroso, da parte del Consiglio regionale, abbandonare le scelte di campo, perché i dati che ho ricordato poco fa sono la testimonianza che non si può addossare a questo o a quel Governo alcuna responsabilità perché il sistema è quello che è. I Governi si sono alternati, e anche nelle responsabilità dobbiamo riconoscere che colpe ce n'è per tutti.
Quello che non riusciamo a comprendere è come il centrosinistra in Regione, che aveva fatto di questa vicenda, come di altre, la propria bandiera in campagna elettorale, a distanza di un anno e mezzo dal suo insediamento non sia ancora venuta in quest'Aula o nelle Commissioni a presentarci un progetto organico per l'assistenza agli anziani e alle famiglie.
Credo che la mancanza di progettualità la dica lunga sull'approssimazione con cui queste politiche sono state portate avanti sulla scarsa unità di intenti all'interno della Giunta perché, diciamolo chiaramente, qualche problema latente nei rapporti fra l'Assessorato alla sanità e quello socio-assistenziale esiste. Diciamoci anche, Assessore, con tutta simpatia, che forse avreste bisogno di un rimpasto di Giunta, perch credo che chi svolge il ruolo di Assessore alle politiche del lavoro non possa fare, compiutamente, l'Assessore alle politiche socio-assistenziale.
Sono tanti i fronti aperti nel campo dell'occupazione e del lavoro in Piemonte, ma credo che siano distrazioni, certamente importanti, sulla sua attività che, probabilmente, potrebbero essere evitate se lei si occupasse solamente di socio-assistenza e di anziani in modo particolare.
Vede, Assessore, quello che manca, nell'azione della Giunta, è l'integrazione fra le politiche socio-assistenziali e quelle sanitarie. Le risposte a tutti i quesiti che noi, come anche esponenti della maggioranza le abbiamo rivolto in tutti questi mesi, sono state sempre parziali, legate all'emergenza, approssimate e mai strutturali.
Credo che possiamo fare nostre anche le richieste che le hanno rivolto le Associazioni di volontariato. Sono talmente banali, nella loro semplicità, sia pure importantissime, che ci chiediamo per quale motivo non hanno trovato risposta.
La famosa concertazione, ad esempio, il tavolo territorio-Enti locali alla fine ha fatto una brutta fine - scusate il gioco di parole - per cui se non c'è concertazione, se non c'è programmazione, se non ci sono buoni rapporti tra gli Assessorati competenti, i risultati sono, come sappiamo assolutamente deludenti.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, ho già suonato due volte la campanella.
La prego, collega Toselli, siamo gente adulta e responsabile. Le classi elementari e medie sono venute prima. Ho già suonato due volte la campanella. Non è possibile, anche per rispetto alla propria persona riprendere in continuazione.
Prego, Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Ho imparato dal Consigliere Chieppa che, in una situazione analoga disse: "Parlo per il verbale, almeno rimane qualcosa di scritto".



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Guida, anche perché le cose che dice - lo ritengo personalmente - sono sempre degne di attenzione.



GUIDA Franco

La ringrazio, Presidente.
Quando parliamo di anziani, il termine "Anziano" ha un significato etimologico molto semplice: vuol dire "nato prima", quindi chi arriva prima avrebbe bisogno di maggior rispetto. Ho la fortuna di avere i genitori e i suoceri che stanno bene ed hanno ottant'anni, ma mi chiedo come fanno quelli che sono in una situazione differente e quale aiuto gli possiamo dare noi, che facciamo i politici, se poi prestiamo poca attenzione ad un dibattito che credo sia importante e centrale nella politica del Piemonte e del nostro Paese.
Se non siamo in grado di dare risposte chiare e precise su questo tema su quali altri temi dovremmo essere ancora più efficaci dando risposte certe? Se non siamo capaci a rispondere sul tema degli anziani, su quali temi vogliamo primeggiare, in Piemonte? Ecco perché credo che bisogna prestare attenzione a questo dibattito, a queste discussioni - come ho detto prima - lasciando da parte la nostra partigianeria e la nostra appartenenza politica, perché non possiamo, con il sistema maggioritario che ci ha divisi da una parte e dall'altra continuare a dire che è colpa di chi c'era prima. Mentre diciamo questo tentiamo in modo strategico - parola fantasiosa - di riformare tutto quanto c'è da riformare, ma nel frattempo ci perdiamo nelle chiacchiere.
Noi abbiamo la possibilità di ritrovare in Cicerone, nel suo saggio De senectute, un inciso che ci basterebbe a considerare meglio l'argomento e a concludere la discussione, per farci capire che con le parole non risolveremo mai la questione, non daremo mai risposte efficaci e soprattutto, ritarderemmo nel tempo la soluzione al problema.
Cicerone, nel suo saggio sulla vecchiaia, diceva che la vecchiaia pu essere una fase felice della vita per quegli uomini che hanno saputo operare con saggezza e con giustizia. Erano altri tempi. Potrei aggiungere che hanno potuto, perché molto non dipende da noi in una società complessa come la nostra, ma dal lavoro che abbiamo fatto, dall'ambiente in cui siamo vissuti, dalle situazioni familiari che sono sicuramente più difficili del passato. Viene esaltata da Cicerone quella vecchiaia che si regge sulle fondamenta della giovinezza. Mentre infelice è quella vecchiaia che a sua difesa non ha che le parole. Le parole che abbiamo fatto oggi, dovrebbero trasformarsi in fatti.
La giovinezza di cui parla il nostro amico Cicerone non è nient'altro che la nostra forza, la nostra presa di posizione. La giovinezza dovrebbe essere la risposta del Paese di oggi, a chi appunto è nato prima, agli anziani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Guida. Con il suo intervento è chiusa la discussione generale. La parola, per la replica, all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

Grazie, Presidente.
Ci alterneremo, nelle risposte, la sottoscritta e l'Assessore Valpreda perché, come forse non tutti i Consiglieri sanno, come mi sembra sia trapelato da alcuni interventi che si sono svolti questa mattina, quello dell'assistenza agli anziani non autosufficienti è problema che non riguarda l'assistenza o prevalentemente l'assistenza, ma è questione che va declinata in termini di concertazione tra sanità e assistenza.
Innanzitutto, quindi, occorrono risorse che i due comparti debbono rendere disponibili; soprattutto, non bisogna mai dimenticare che quando parliamo di persone non autosufficienti e di malattie croniche, la prima cosa di cui queste persone hanno bisogno è la parte di esigibilità sanitaria, quindi una presa in carico e un percorso all'interno del mondo della sanità, che declina poi i suoi interventi in varie tipologie, dalla tipologia ospedaliera fino al ricovero in struttura, passando attraverso l'assistenza domiciliare. Queste circostanze fanno sì - ripeto - che ci sia una condivisione di questa tematica.
Perché se, come ha fatto qualcuno, strumentalmente - e io capisco perché lo ha fatto strumentalmente - prendendo soprattutto a bersaglio la sottoscritta, questa mattina, come ho detto fra di me: "È il mio turno" deve essere però chiaro che ognuno si becca il turno suo e risponde in base alle proprie responsabilità, ma per la parte di cui è responsabile.
Soprattutto, vorrei dire ai Consiglieri che sono intervenuti e che hanno sollevato la questione degli anziani come se fosse un problema squisitamente assistenziale, che l'anziano ha bisogno di assistenza declinata nelle sue varie forme, quando è un anziano che ha bisogno di assistenza. Se un anziano ha bisogno di cure sanitarie, dovrà avere il diritto ad avere le cure sanitarie, quindi sarà compito non dell'Assessore alla sanità - sia ben chiaro! - ma dell'intera Giunta rendere esigibile questo diritto.
Dico questo anche per chiarezza, non stupendomi assolutamente del fatto che alcuni interventi hanno preso a bersaglio la sottoscritta, pur essendo fatti in particolare da persone che sanno benissimo qual è la questione degli anziani non autosufficienti.
Troppo facile la lettura: si cerca di mettere un Assessore sotto scacco, contrapponendolo ad un altro, operazione politicamente fragile così come fragile - mi pare - sia l'operazione di voler sostenere che siamo tutti d'accordo...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Assessore. Colleghi, per cortesia: diventa difficile ascoltare la risposta dell'Assessore!



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

Come dicevo, è fragile l'operazione di voler sostenere che siamo tutti d'accordo, maggioranza e opposizione, tant'è vero che l'attacco - si dice è venuto anche da parte della maggioranza.
Detto questo, devo dire - spero di non creare sconcerto nell'uditorio che sono personalmente lieta di questo dibattito, perché a me interessa tutto ciò che aiuta ad affrontare e a portare a soluzione problemi complessi. E quindi, su un problema di così gran complessità, su cui sociologi, demografi, economisti si addentrano e dicono la loro, e che ha a che vedere con l'invecchiamento del nostro Paese e con tutte le altre cose che sappiamo, tutto ciò che ragiona, senza secondi fini, ma con spirito libero e costruttivo, ad affrontare il problema è benvenuto e va attentamente valutato.
Così come valuterò attentamente il dibattito di questa mattina naturalmente; come ho valutato con attenzione i documenti e le richieste delle Associazioni e degli enti gestori; come ho anche valutato attentamente, insieme all'Assessore Valpreda, le richieste delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, che stamani non sono state evocate da nessuno, ma che sono pure un pezzo importante nella costruzione delle politiche; così come accetto molto volentieri, e per quanto possibile e compatibilmente con le nuove funzioni che io ho, Consigliere Guida, ma che credo non mi distolgano da un'attenzione accurata né sui temi del lavoro né sui temi delle politiche sociali. Tant'è vero che questa Giunta per la prima volta nella storia di questo Consiglio, come fondo regionale ha distribuito risorse agli enti gestori, per fare, anche attraverso quei fondi dati agli enti gestori, le politiche per gli anziani, quelle più propriamente assistenziali.
Questo confronto io lo manderò avanti.
Voglio solo ricordare che la cifra del fondo regionale è superiore a 55 milioni di euro, cosa mai avvenuta, il che ha consentito, insieme con un relativo aumento del fondo nazionale, di non penalizzare nessuno, ma addirittura di procedere all'interno dei territori ad un riequilibrio che ha fatto sì che nessun ente venisse penalizzato e tutti avessero gli aumenti.
Vorrei ricordare che qui non si parla solo di politiche settoriali nei confronti di anziani non autosufficienti. Quando si parla di fondo regionale integrato vuol dire che all'interno di quei fondi c'è una parte per le persone anziane, e dunque per la presa in carico di quelle persone anziane non immediatamente assistibili dal Servizio Sanitario Nazionale, ma che hanno bisogno di quegli interventi di domiciliarità, più o meno leggera, e di contrasto alla solitudine, quali appassionatamente venivano descritto dal Consigliere Scanderebech, al quale vorrei ricordare che questa Giunta, in continuità con la Giunta precedente, ha aumentando le risorse a disposizione.
Io non ho pregiudizi: se una cosa andava bene, e se a me sta bene, la continuo, non importa di chi fosse figlia; non mi interessa se il gatto è bianco oppure nero: mi pare che il problema sia se "acchiappa" o meno il topo.
Allora, se una cosa era buona, rimane buona anche per me, tant'è vero che abbiamo apportato degli incrementi, con l'aiuto delle associazioni di volontariato.
Lei ha svolto un intervento in cui sembrava che l'apporto delle associazioni di volontariato non emergesse così come avrebbe dovuto. I fondi a disposizione del volontariato quest'anno sono stati maggiori rispetto a quelli dell'anno precedente e sono serviti a contrastare la solitudine, e non solo nella grande città.
Consiglieri - mi rivolgo a coloro che mostravano preoccupazione sul fatto che affluissero soldi solo a Torino, e non verso altri territori - i soldi hanno raggiunto anche i più piccoli territori di montagna, anche grazie al lavoro congiunto degli Enti gestori con le associazioni di volontariato per il progetto "Contrasto alla solitudine".
Per quanto concerne il metodo, ho poc'anzi precisato che sono lieta di affrontare il dibattito e grata dei contributi pervenuti. Io sono per il metodo del confronto; credo sia una giusta modalità, che cerco di praticare compatibilmente con il tempo a disposizione e con le diverse funzioni che vengono attribuite ai vari soggetti.
Badate che il "metodo del confronto" non implica che si debba sempre accettare ciò che viene proposto, e chi ha rivestito funzioni di Governo in quest'aula credo che lo sappia bene. Ci sono molti ex Assessori che si sono confrontati più o meno, ma che poi, dal confronto, hanno ricavato le loro determinazioni, perché così esige la responsabilità e la divisione dei ruoli: diversi ruoli, diverse responsabilità. Anche perché, se mi consentite, le proposte spesso vengono avanzate non da un corpus unico, da un'omogeneità di soggetti. I soggetti sono diversi e ciascuno porta avanti le proprie determinazioni.
Invece di avviare un confronto con le associazioni prevalentemente dell'area torinese, che sono state consultate dalla IV Commissione, se ci fossimo avventurati, magari, in qualche altro territorio, da quel territorio le richieste sarebbero state di altra natura, e noi avremmo avvertito l'esigenza di confrontarci con le une e con le altre all'interno, appunto, di un corpo non omogeneo di risposte. Tant'è vero che, ad esempio, ci sono state posizioni diverse, da parte dei vari soggetti (per esempio da parte delle organizzazioni sindacali), anche sulla delibera n. 17, tanto osannata, che pare sia quella che avrebbe dovuto risanare il sistema, così come si sono registrate opinioni diverse sulla delibera proposta da questa Giunta regionale il 31 luglio 2006 - di cui parlerò - che ha visto tutte le persone consultate esprimere, ciascuna, il proprio parere (anche pareri opposti e contrari).
Abbiamo cercato di costruire un provvedimento direi all'insegna del buonsenso, della pacatezza e della disponibilità.
Si può avere un parere diverso, non c'é nulla di male in questo. Si pu anche usare, più o meno strumentalmente, questa audizione, perché è del tutto legittimo. Non è legittimo, invece, dire che non è stato fatto nulla e usare toni apocalittici, come qualcuno ha fatto, perché credo che danneggino anche il lavoro svolto da chi mi ha preceduto, dando l'immagine di un territorio così devastato in cui non è possibile alcuna azione di riforma nel breve e nel medio periodo.
Il secondo punto che vorrei affrontare riguarda la DGR n. 2 del 31 luglio 2006.
Insieme all'Assessore Valpreda, che ha assunto con me quella deliberazione, ho già detto che è stata illustrata a tutti coloro che ne avevano titolo, cioè tutti coloro che stavano al vecchio Tavolo varato dalla DGR n. 17, con diversi atteggiamenti, alcuni associati poche settimane prima di firmare l'accordo (intendo, in modo particolare, gli enti gestori; è curiosa la vicenda che gli Enti gestori stiano in un Tavolo in cui si contribuisce a determinare la retta, ma tant'è!).
Solo da una lettura superficiale dalla deliberazione n. 2 si ricava che, terminato il periodo transitorio, subentrava immediatamente il regime definitivo. Non è vero, perché bisognava riconvocare, risentire, eccetera eccetera. Intanto i mesi sarebbero trascorsi.
Noi abbiamo responsabilmente assunto questa delibera perché ci siamo fatti carico, care colleghe e cari colleghi, di un problema che naturalmente, avremmo preferito evitare. Perché assegnare più soldi a tutti, fare contenti tutti, convenzionando più posti, fa piacere a tutti.
Come ho già ribadito più volte, né l'Assessore Valpreda né la sottoscritta siamo sadici o masochisti. Siamo persone che possono sbagliare, però, sicuramente, siamo persone di buonsenso. E, allora abbiamo assunto questa deliberazione.
Se avessimo mandato a regime, stante la differente composizione del territorio regionale, la delibera nel giro di ventiquattro ore, così come avrebbe ipotizzato qualcuno e come qualcuno voleva, avremmo reso un pessimo servizio, soprattutto a quelle migliaia di anziani che, purtroppo, non da oggi e non a causa di questa Giunta, sono in lista di attesa da tre quattro o cinque anni e pagano di tasca propria, pur essendo stati già valutati dall'Unità Valutativa Geriatrica ed essendo già in lista di attesa per entrare in una struttura.
La differenza di remunerazione delle rette - e quindi la disomogeneità a livello territoriale - così come le liste di attesa, non si sono creata ora, colleghi. Lo dicevo già prima: si sono create e certamente anche aumentate in questo ultimo anno e mezzo; ma il grosso delle liste di attesa, occorre dirlo, si era creato precedentemente.
La Giunta precedente aveva naturalmente messo a disposizione delle risorse, che avevano, in parte, arrecato sollievo. Ma bisogna proseguire con questo atteggiamento.
Come sosteneva la Consigliera Cotto, con un certo umorismo che la contraddistingue, queste liste di attesa, nonché questa disomogeneità territoriale, lei le aveva ereditate non si capisce bene da chi: dall'Assessore precedente, che, però, faceva parte della sua maggioranza.
Ricordo che la Consigliera Cotto ha ricoperto il ruolo di Assessore nell'ultima tornata amministrativa. Però, prima, c'era sempre la Giunta Ghigo, che, negli anni precedenti, non mi pare avesse fatto mirabilie da questo punto di vista! Pertanto, come sosteneva la stessa collega Cotto, lei ha ereditato queste liste di attesa e questa disomogeneità territoriale, così come io e il collega Valpreda le abbiamo ereditate da lei.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

ROSSI Oreste (fuori microfono)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

passato un anno e mezzo!



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

Affronterò anche quel punto.
Questa benedetta DGR n. 17 - lo voglio sottolineare al Consiglio, ma soprattutto alla stampa - risale al 30 marzo 2005, cioè quattro giorni prima che si sciogliesse il Consiglio regionale.
Era una deliberazione su cui si era lavorato mesi e mesi, se non anni i cui frutti si sarebbero dovuti raccogliere in questa legislatura, da chiunque fosse amministrata la Regione Piemonte. Piccolo particolare, come dicevo prima con dovizia di particolari (scusate il bisticcio di parole): se avessimo mandato a regime, d'un colpo, quella delibera, avremmo cagionato un danno a migliaia di cittadini (che sono la maggioranza), che pagano in proprio, e che avrebbero visto aumentare, di colpo, le loro rette di cinque, dieci o quindici euro a seconda della disomogeneità territoriale, a seconda dei vari territori dove le rette sono differenti.
Ma qui, scusatemi, nessuno ha parlato della deliberazione n. 18: forse non si conosce, ma io, che giro per il territorio - Consigliere Guida, lei lo sa benissimo, così come lo sanno altri Consiglieri - e tengo le riunioni con gli enti gestori, con i gestori delle case di riposo pubbliche e anche con quelle private, non sono mai stata così coinvolta come sulla deliberazione n. 18; nessuno sa cosa è la deliberazione n. 18! La deliberazione n. 18 è stata assunta senza alcuna concertazione esattamente il 30 marzo 2005 - credo lo stesso giorno della DGR n. 17, che è stata molto concertata, mentre questa non è stata concertata per niente che è la cosiddetta "me ne vado dove mi pare": libertà di andarsi a ricoverare dove si vuole, pur che vengano rispettati certi parametri del luogo dove si va.
Bene, questo cosa ha voluto dire? I Consiglieri e le Consigliere, che io so essere attenti agli umori dei loro territori, sanno benissimo che c'è una lamentela, a seguito di quanto successo dopo la DGR n. 18, che ha fatto sì che molte strutture venissero abbandonate perché l'anziano, il cui posto letto era convenzionato in quella struttura, è andato in un'altra. Il fatto che l'ASL non avesse a disposizione le somme sufficienti per coprire un altro posto ha fatto sì che molte strutture, soprattutto quelle del sistema pubblico, gestite direttamente dalle aziende sanitarie o dagli enti gestori o dai Comuni, si trovassero in forte difficoltà. Così come anche il sistema delle IPAB, tanto caro a tutti noi - tanto caro a tutti noi ! - soprattutto le piccole IPAB, che si sono viste decurtare di un colpo molte rette a causa della presenza vagante sul territorio regionale.
Questa è stata una deliberazione presa il 30 marzo 2005 senza concertazione alcuna.
Per quanto riguarda il terzo punto, ieri, la Giunta regionale, dopo una discussione molto fervida tra il comparto sanitario e quello assistenziale su questo come su altre questioni ci sono diversità di punti di vista che derivano da culture non omogenee, che spero si omogeneizzeranno attraverso le azioni che si faranno comunemente a livello di distretto - ha assunto una deliberazione con la quale si destinano 20 milioni di euro vincolati per incrementare il numero di posti letto da riservare ad anziani non autosufficienti - leggo testualmente - per i quali la Commissione UVG territorialmente competente ha già previsto un progetto di assistenza e cura in una struttura residenziale per non autosufficienti; di impegnare le ASL e i soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali a riservare una priorità di inserimento, per una percentuale almeno del 25%, per gli anziani non autosufficienti, già valutati dall'UVG territoriale e già inseriti da maggior tempo in strutture RSA o RAF, con onere tariffario a loro totale carico.
Questa era una delle proposte che facevano le associazioni, ci sembrava di buon senso e l'abbiamo accolta. Quindi, non c'è chiusura. C'è un'assunzione del problema con le gradualità e responsabilità che a ciascuno dei diversi ruoli competono.
Il tutto è stato calcolato per circa 1.160 posti letto. Dico "circa" perché, come sapete, la disomogeneità territoriale delle rette fa sì che si possa, a seconda della ripartizione territoriale, pagare di più o pagare di meno, quindi, i posti possono variare.
C'è l'impegno e ci sono già le proposte per stanziarne altrettanti da parte del comparto sanitario e socio-assistenziale anche per il 2007.
Quindi, per dare un sollievo visibile e percepibile. Certo non è l'unico strumento - non l'unico strumento! - perché - l'Assessore Valpreda dirà altre cose oltre a quelle che dirò io - noi dobbiamo, vogliamo e abbiamo già incrementato l'assistenza domiciliare.
Adesso, vi direi quali sono gli altri provvedimenti che riguardano le competenze della sottoscritta, che già sono state assunte, alcune in tempi lontani, nel senso che sono state assunte da noi qualche mese fa, altre solo negli ultimi tempi, perché dovevamo fare con l'Assessore Valpreda quel lavoro di concertazione, che è un lavoro complicato.
La Consigliera Cotto sa che per mettere insieme le teste della sanità e dell'assistenza ci vuole un po' di tempo, ma ce l'abbiamo fatta! Siamo arrivati ad una buona concertazione, mettendo insieme quelle che dicevo essere le culture diverse, così come sanno anche i Consiglieri, perch alcune somme non si sono rese disponibili prima dell'assestamento di bilancio, non solo sul capitolo del socio-assistenziale per non autosufficienti, ma anche su altre partite, per errori di apposizione chiamiamola tecnica, che lo hanno impedito fino a che non ci fosse stato l'assestamento di bilancio che correggeva l'UPB all'interno della quale erano inserite o non cambiava il nome del fondo a disposizione. Queste sono le ragioni che hanno reso non disponibili finora alcuni fondi, ma tant'è...
Si legge: "Finanziamenti regionali, deliberazione regionale 13-3-2006: 10 milioni di euro per dare una risposta socio-sanitaria adeguata ai bisogni dei soggetti anziani per attivare interventi economici a sostegno della domiciliarità, cure domiciliari in lunga assistenza, legge di sollievo, inserimenti presso centri diurni.
Confermata la cifra dell'anno precedente, aumentata di 2 milioni di euro, che si sono resi disponibili solo dopo l'assestamento di bilancio per la ragione che dicevo prima, e che sono destinati soprattutto a quelle famiglie che hanno a casa un anziano non autosufficiente particolarmente grave e che possono, attraverso l'erogazione che abbiamo fatto - dei 10 e di queste - ai Consorzi socio-assistenziali e ai vari enti gestori supportare le famiglie attraverso queste risorse a disposizione, per l'erogazione di interventi economici, anche questi a sostegno della domiciliarità, assegno di cura, buono famiglia e buono servizio.
Circa 4 milioni 301 mila euro a disposizione degli enti gestori per sostenere i maggiori oneri derivanti dall'attuazione del modello integrato socio-sanitario di cui alla DGR n. 17; finanziamenti regionali per l'assistenza in strutture di anziani non autosufficienti, 5 milioni di...



(Commenti del Consigliere Vignale)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

Sì, la prima è del 10 luglio 2006, 23 novembre 2006, 27 novembre 2006.
Poi, finanziamenti regionali per l'assistenza in struttura di anziani non autosufficienti: 5 milioni di euro. Sono quei fondi che vengono dati ai Comuni e/o agli enti gestori che modificheranno i propri regolamenti dopo l'entrata in vigore della DGR n. 2 del 31/07.
Questi non potevano essere resi disponibili prima, a causa della pausa estiva del mese di agosto, che abbiamo reso disponibili nei giorni scorsi e che servono a dare un aiuto, rispettando totalmente l'autonomia dei Comuni.
Sì dà un benevolo suggerimento, quindi incentivandoli in un percorso virtuoso, a quei Comuni che decideranno di assumere come parametro per la contribuzione al costo dei servizi il solo reddito dell'utente e il suo patrimonio, come avviene in alcuni Comuni della nostra Regione, nel Comune di Torino, ma non solo.
Noi abbiamo riscontrato una disomogeneità nelle richieste da parte dei Comuni alle famiglie assolutamente incredibile. Alcuni che chiedono il reddito solo dell'anziano e il suo patrimonio; altri che chiedono ai parenti; altri che chiedono ai parenti conviventi; altri ai non conviventi.
Insomma, una situazione molto complessa, sulla quale intendiamo agire con lo strumento dell'incentivo, che ci pare rispettoso dal lato delle autonomie comunali e favorisce un sistema, che noi riteniamo giusto, che è quello della presa in carico delle persone e del pagamento per i non autosufficienti solo mediante il loro reddito e il loro patrimonio.
Stiamo, altresì, sollecitando il livello nazionale, che ha risposto sì alla riattivazione del tavolo dei LIVEAS, in contemporanea al tavolo che deve immaginare se è possibile stabilire, a fronte di livelli certi di erogazione di prestazioni, anche sul territorio nazionale livelli certi di compartecipazione alla spesa. Non è ammissibile che una Regione si faccia le sue regole, l'altra anche, alcuni consentano l'esenzione e altri no.
Siamo un paese in cui ci sono tante Regioni, molte delle quali a Statuto speciale, di cui spesso si esaltano le iniziative, dimenticando che hanno una quota pro capite da parte dello Stato che è quattro-cinque volte superiore a quella che hanno le Regioni a Statuto ordinario come la nostra e che si possono permettere cose che Regioni come il Piemonte, la Lombardia e il Veneto, che non sono Regioni a Statuto speciale, non si possono permettere. Quindi, anche da questo punto di vista, occorre un'omogeneizzazione a livello del territorio nazionale.
L'altra questione riguarda circa l'importo di 700 mila euro per l'assistenza ad anziani non autosufficienti, cosiddetti extra soglia. È una delibera assunta nel febbraio 2006, che ha fatto gridare allo scandalo alcune associazioni: non esito a dirlo. Tali associazioni sostenevano che dando questi soldi, premiavamo le strutture meno virtuose, quelle che già all'epoca dell'entrata in vigore della DGR n. 17 avevano delle quote più alte e facevano pagare una retta più alta della tariffa a regime. Noi non abbiamo assolutamente voluto remunerare le strutture, ma abbiamo ristorato di spese sostenute le persone, attraverso un lavoro che hanno fatto le ASL e i Consorzi.
Vorrei esprimere un'ultima osservazione, scusandomi se mi sono dilungata. Molte cose sono stato dette, alcune imprecise, quindi era mio dovere replicare. Come loro sanno, la vigilanza è una funzione delegata alle Aziende Sanitarie. È in corso di approvazione una circolare, che verrà tradotta in delibera e poi diventerà circolare della Presidente, quindi un atto più cogente di quanto non possa essere una normale circolare regionale, che richiama i Commissari che fanno parte della vigilanza ad intensificare l'attività ispettiva ed, in particolare, a porre speciale attenzione a quegli aspetti che sono legati alla corretta esecuzione e somministrazione delle prestazioni nei confronti degli utenti.
Questa circolare riserva un richiamo anche al corretto adempimento dei termini contrattuali stabiliti nella convenzione. In ordine a che cosa? Al rispetto degli standard di personale; verifica delle qualifiche professionali stabilite dalla norma; verifica di tutte le norme relative alla sicurezza; verifica di corretta applicazione e determinazione delle tariffe, come previsto dalle DGR; repressione di richieste improprie di costi non documentati o già previsti nella tariffa convenzionale. Dovete sapere che in alcune situazioni, apparentemente, l'utente non convenzionato e che paga di tasca propria paga una retta più bassa; in realtà, poi deve pagare. Succede anche che coloro che spesso sono convenzionati, in alcune situazioni pagano ben di più e di tasca propria per prestazioni che invece, sono già ricomprese in quelle elencate ed esigibili, senza ulteriori aggravi di spesa né da parte del sistema, né da parte soprattutto, dell'utente all'interno della DGR n. 17.
Forse non avrò risposto a tutto; certo è che l'impegno della sottoscritta, della Giunta e dell'Assessore Valpreda - ne sono convinta non è mancato. Sicuramente avremmo potuto fare di più. Questa è la frase classica che ci diciamo tutti: la do per scontata, ma credo che abbiamo aperto una buona pista della quale vedremo i frutti nelle prossime settimane e soprattutto nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

Il Consigliere Guida ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Poiché c'è anche una mia interrogazione, mi riservo di dichiararmi soddisfatto o meno alla ripresa dei lavori. Quindi, chiedo il rinvio della discussione. Ho fatto un intervento molto garbato, mentre la replica dell'Assessore non mi è sembrata tale.
Interverrò dopo per dichiararmi soddisfatto o meno delle risposte che mi ha dato in merito all'interrogazione che consideravo integrata e quindi credo sia giusto che io possa intervenire più tardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, sull'ordine dei lavori.



VIGNALE Gian Luca

Gradirei, se fosse possibile, avere alla ripresa dei lavori copia della delibera di Giunta del 27 novembre che citava l'Assessore Migliasso. Non è possibile per noi recuperarla nella banca dati on line.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech, sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Visto e considerato che è stato un dibattito abbastanza acceso, ma penso e mi auguro positivo, propongo di rimandare tutto di un'ora.
Altrimenti, non riusciamo più ad essere concreti nelle risposte. Siamo stati attenti. Assessore; come ha visto, l'abbiamo ascoltata con la massima attenzione. Ritengo, a nome di tutta l'opposizione, di rimandare di un'ora la ripresa dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti, sull'ordine dei lavori.



ROBOTTI Luca

Visto che oggi, fortunatamente, abbiamo tanto pubblico che sta assistendo alla nostra seduta, sarebbe opportuno che queste persone non siano obbligate a ritornare per sentire la replica dell'Assessore Valpreda e che possano essere messe nelle condizioni di poterla sentire immediatamente.



(Applausi dal pubblico "stoppati" dal Presidente Placido)



PRESIDENTE

Ritengo che non sia opportuno porre in votazione, ma terminare come concordato.
La parola alla collega Cotto, sull'ordine dei lavori.



COTTO Mariangela

Potrei essere d'accordo a continuare, se poi non interrompiamo e continuiamo con le nostre osservazioni. Non possiamo accettare che l'Assessore Migliasso dica che non si sono impegnati i soldi perché c'è stato un errore tecnico a bilancio. Si poteva fare una "leggina" di variazione il giorno dopo: era successo anche a noi. Saremmo stati tutti d'accordo e l'avremmo approvata in una settimana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Mi pare che la collega Cotto abbia correttamente riassunto. C'è stata una comunicazione da parte dell'Assessore Migliasso a cui abbiamo posto grande attenzione. Per l'utilità dei lavori, ci è indifferente, una delle due: o si riprende, quando la Presidenza del Consiglio vorrà disporre completando le relazioni della Giunta, che è la modalità che a noi sembra più utile, o si continua con la relazione, senza interruzioni e noi continuiamo con le repliche, in modo che il dibattito abbia una sua politica continuità, non una comoda interruzione quando solo ad alcune delle parti questo fa comodo.
Non vorrei essere stato frainteso.



PRESIDENTE

Non penso di dover ricordare ai colleghi - lo sanno meglio di me -, che sono stati presentati cinque ordini del giorno collegati al dibattito: vi sarà, dunque, ampia facoltà di intervenire anche rispetto a quanto detto dall'Assessore Migliasso e a quanto dirà l'Assessore Valpreda.
Quindi, continuiamo i lavori fino ad esaurire tutto il Consiglio straordinario nella sua unicità, come avrebbe dovuto essere. Dopo l'intervento dell'Assessore Valpreda discuteremo i cinque ordini del giorno collegati e chiuderemo la seduta straordinaria - così come avrebbe dovuto essere, unica - all'ora che sarà; a quel punto, il Consiglio è sovrano decideremo cosa fare e come continuare i lavori della giornata.
La parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore al welfare)

Stamattina, sentendo il dibattito, mi è venuta in mente una novella di Pirandello, riferita ad un "caruso" che viveva giorno e notte nelle viscere di una miniera di zolfo e che, occasionalmente, una sera si trova ad uscire e a scoprire la luna. La novella si intitola "Ciaula scopre la luna", e mi sembra che oggi molti abbiano scoperto che nella società moderna la vita dell'anziano è difficile e che sono costosi, complessi e incerti gli interventi svolti.
Ricordo che il Consigliere Vignale, con un lapsus freudiano, ha detto che, alla fine della legislatura (uso i suoi termini), finalmente si è data la risposta ai problemi.
La risposta ai problemi è stata data con una delibera (n. 17), con la quale è stata affidata ad altri la possibilità di dare delle risposte, e la collega Migliasso ha esaurientemente spiegato il perché e il come si sia trattato di una risposta inevitabilmente parziale e progressiva.
Per quanto si riferisce al problema della sanità, sappiamo benissimo che i determinanti di salute, cioè i fattori che condizionano la salute dei cittadini, nella letteratura internazionale sono considerati una decina che vi elenco in ordine di importanza: 1) reddito e condizione sociale; 2) reti di supporto sociale; 3) istruzione; 4) occupazione e condizioni di lavoro; 5) ambiente fisico; 6) patrimonio biologico e genetico; 7-8) pratiche personali correlate alla salute e alla capacità di far fronte ai problemi sanitari; 9) sano sviluppo del bambino; 10) servizi sanitari.
Di conseguenza, la tentazione che vi è in una società povera - ricordo all'amico Deodato Scanderebech che noi, oltre alla povertà grigia conosciamo molto bene anche la miseria nera - è di cercare di scaricare le insufficienze di una società disattenta, che ha dei problemi economici e dei problemi di crescita, sui servizi sanitari. È un'operazione giustificabile, comprensibile, ma assolutamente non risolutiva.
Cosa ha fatto l'Assessorato alla sanità in integrazione con le politiche sanitarie? Intanto sappiamo benissimo - emerge dai dati - che ancora nel 2006 persistono gravi e significative disomogeneità nella distribuzione dei posti letto. Pertanto, nell'ambito di una tendenza alla crescita, che è passata dall'1% nel 2000 all'1,3% nel 2006 (ricordo che la crescita dello 0,1% equivale a 1.000 posti letto), il conseguimento dell'omogeneità della risposta e il miglioramento della qualità dei servizi resi a favore della popolazione anziana non autosufficiente con un percorso progressivo e tempi definiti, oltre a rappresentare un obiettivo di breve termine, rappresenta anche un obiettivo determinante presente nel Piano Socio Sanitario.
Per quanto attiene alle tariffe corrisposte, il percorso di progressione è stato avviato con l'obiettivo - per i motivi che ha già esposto prima la collega Migliasso - di raggiungere entro il prossimo biennio livelli uniformi sia assistenziali sia tariffari, perché uno dei problemi, a fronte di tariffe uniformi, è quello di verificare che la qualità dei servizi erogati corrisponda a quanto fissato dalla tariffa.
Attraverso le convenzioni, i servizi sanitari comprano, in nome e per conto dei cittadini, delle prestazioni e il percorso di progressione ci consentirà di valutare oggettivamente se questi valori tariffari sono coerenti con la realtà attuale concernente i costi dei fattori produttivi impiegati per l'erogazione del servizio di assistenza residenziale sulla base dei livelli essenziali di assistenza. Stiamo facendo uno sforzo nell'elaborazione dei dati, per cui riusciremo a tenere sotto controllo questo processo.
Noi, come incremento di risposta, dobbiamo sottolineare che la programmazione regionale in materia socio-sanitaria mira a garantire prioritariamente la possibilità, per le persone anziane, di vivere autonomamente nel proprio domicilio; il ricorso all'inserimento residenziale avviene solo in caso di oggettiva impossibilità per la persona ad essere assistita nel proprio domicilio.
In questa domiciliarità integrata, che include anche gli anziani non autosufficienti, si è passati dai 90.800 casi seguiti nel 2004 ai 129.000 casi seguiti nel 2005, con una previsione per il 2006 di ben 156.000 casi.
La spesa è passata dai 63 milioni di euro a consuntivo 2004 agli 80 milioni di euro nel consuntivo 2005 ai 92,415 milioni di euro nella previsione del 2006. La quota degli anziani presi in carico e seguiti con progetto di cure domiciliari di lunga assistenza è in costante crescita annua: dai 6.734 casi del 2004 ai 7.690 nel 2005 ai 9.664 nella previsione del 2006, con una spesa annua relativa che passa dai 4, 786 milioni di euro del 2004 ai 15 milioni del 2006.
Ho sottolineato il sistema di accreditamento. È un sistema complesso.
La teoria dell'accreditamento nasce negli Stati Uniti e non può essere limitata unicamente alla verifica dei requisiti strutturali, ma al centro del processo di accreditamento c'è il risultato, la qualità del servizio erogato.
Con la delibera n. 2/2006 si è assunto l'impegno a definire i criteri e le procedure di accreditamento, nonché la riorganizzazione della funzione di vigilanza, che esiste ed è affidata alle ASL, ma che è nettamente insufficiente. Noi lo sappiamo e stiamo lavorando per migliorarla.
tuttora attivo ed è stato convocato più volte nel corso di quest'anno il tavolo congiunto Regione-Territorio sui LEA, sia in forma plenaria sia in forma separata, convocando le singole componenti per esaminare e valutare i problemi relativi alla fine della fase transitoria e alla definizione del percorso della nostra delibera.
Emerge peraltro la necessità - e questo è importante - di distinguere nell'ambito di questo tavolo, che rappresenta l'intero territorio regionale relativamente all'area socio-sanitaria, le competenze in capo dei soggetti istituzionali.
L'istituzione propone e poi si discute, si concerta, si informano gli altri soggetti coinvolti e rappresentativi delle varie aree, a tutela degli interessi, soprattutto degli utenti, dei lavoratori e dei soggetti privati del terzo settore.
Inoltre, abbiamo attivato altre iniziative inerenti alla problematica degli anziani: l'assistenza integrativa protesica; un accordo integrativo regionale per la medicina generale del 2006; un percorso di deburocratizzazione per semplificare l'accesso ai servizi specialistici da parte degli assistiti e riqualificare il ruolo centrale nel governo dei processi assistenziali da parte dei medici di medicina generale.
Per l'erogazione degli ausili, ad esempio per l'incontinenza i medici di medicina generale possono attestare direttamente le patologie di pertinenza per il rilascio delle rispettive esenzioni.
Ricordo che è stato un intervento rivolto a favore di tutti gli anziani anche l'avvio del percorso di esenzione dei ticket che, dal 1° novembre 2006, per effetto di questa deliberazione, la n. 49, sono esenti dal ticket sulle prescrizioni farmaceutiche i cittadini oltre i 65 anni appartenenti a familiari con reddito complessivo non superiori ai 15 mila euro incrementato a 18.200 per la presenza di familiari a carico.
Abbiamo anche avviato un progetto, di cui proprio l'ASL 19 di Asti è capofila, per la presa in carico degli anziani portatori di pluripatologie croniche, che necessitano di interventi plurifarmacologici, in modo che gli anziani che hanno queste patologie (diabete, broncopneumopatie cronico ostruttive, ipertensione) possano essere seguiti nel percorso terapeutico domiciliare, inserendo nell'attività aziendale un farmacista - e ce n'è uno per ogni ASL, un borsista - come interfaccia tra il medico specialista e il medico di famiglia.
stata richiesta l'attività dell'unità di valutazione geriatrica per la valutazione degli anziani che richiedono di essere inseriti in una struttura residenziale; è in corso una ricognizione organizzativa sulle unità di valutazione geriatrica piemontese ed è in preparazione una deliberazione con revisione del modello organizzativo dei compiti e delle funzioni.
Ricordo che le liste d'attesa sono 7200; però i dati esistenti vanno utilizzati con cautela, data la complessità della gestione delle liste d'attesa. Rappresentano elementi di complessità: la possibilità di molteplici priorità di accesso temporali, basate sul punteggio sanitario e sul punteggio sociale; anziani già in struttura; liste d'attesa per risposte differenziali; esistenza di utenti precauzionali che sono quelli che rifiutano l'inserimento in una struttura, perché vogliono andare in un'altra.
Anche in questo caso, è stato individuato un percorso finalizzato a dare forma strutturata alla rilevazione delle liste d'attesa e il prossimo incontro è già fissato.
Quello delle liste d'attesa è un problema nazionale ed è un obiettivo anche del Piano Sanitario Nazionale, il che dimostra che è un problema non solo della Regione Piemonte, ma di tutti. Ovviamente, noi ci occupiamo dei nostri problemi.
In merito ai farmaci, non tutte le ASL fanno la distribuzione diretta nelle RSA e noi siamo pronti a ribadire con un provvedimento regionale questo obbligo.
Sul tema della continuità assistenziale, il 16 maggio 2005, quindi immediatamente dopo la nostra nomina, abbiamo fatto una deliberazione che fissava, tra gli obiettivi dei Direttori generali, proprio la necessità di perseguire la continuità assistenziale. Dobbiamo dire che 20 ASL su 22 hanno attivato percorsi di continuità assistenziale, con progetti sperimentali, quali dimissioni concordate e protette dei pazienti ricoverati presso la struttura complessa e/o DEA.
Recentemente, sono stati distribuiti alle ASL 6 milioni di euro per la sperimentazione del percorso di continuità assistenziale e la continuità assistenziale per gli ultra sessantacinquenni. Sarà nostra cura monitorarne l'utilizzo e il volume attivati con le risorse attribuite, che ammontano a 6 milioni di euro già distribuiti e 6 milioni di euro accantonati solo ieri.
La continuità assistenziale si deve intendere come un modello di intervento continuativo centrato sulla presa in carico della persona, in modo che questa possa passare da un ambito di assistenza ad un altro, senza soluzione di continuità temporale, ottimizzando il percorso assistenziale.
Di qui nasce la necessità dell'organizzazione profonda dell'assistenza territoriale; non a caso stiamo già lavorando, perché si tratta di vecchi obiettivi, per potenziare i servizi territoriali che consentiranno attraverso i gruppi di cure primarie, di garantire ai pazienti quell'assistenza, liberando anche i pronto soccorso dall'ingorgo che deriva dalla mancanza di assistenza territoriale.
Sono inoltre già attivi tre sportelli unici socio-sanitari, intesi come ufficio di cittadinanza con compiti di accoglienza, informazione e prima decodifica dei bisogni; restituzione di interventi non complessi ed accompagnamento del cittadino; attivazione e monitoraggio della cintura e della rete.
Infine, in merito alla richiesta del Capogruppo della Margherita Stefano Lepri, sulla clinica della memoria, confermo che abbiamo individuato - con l'accettazione di questo modello da parte di Don Corradini, che era stato il Presidente o comunque il factotum della omonima Fondazione - per avviare con alcune modifiche rispetto al progetto originale, ma salvaguardandone le finalità, un progetto di cura che prevede l'accoglimento di persone - ricordo che sono 65 mila i piemontesi che soffrono di questa patologia degenerativa del sistema nervoso - in modo da unire la possibilità di fare studi ad un'assistenza che sia l'inizio di un percorso continuativo che venga sempre sotto la regia dell'istituzione universitaria, che potrà così sperimentare nuovi farmaci o nuovi strumenti di cura, l'avvio di un percorso che seguirà il paziente anche quando sarà destinato ad altre strutture meno caratterizzate da intensità terapeutica.
Voglio, infine, cogliere l'occasione per ribadire che abbiamo alcuni obiettivi nei rapporti tra l'assistenza sanitaria e gli anziani che sono quelli di riconoscere la malattia per arrivare, progressivamente, alla presa in carico del 100% dei pazienti, preferibilmente attraverso l'assistenza domiciliare, ma anche ricorrendo all'istituzionalizzazione riconoscere i bisogni delle famiglie; facilitare le diagnosi precoci delle malattie più gravi; diffondere a tutti i livelli una migliore informazione sanitaria sulle malattie; accompagnare i malati che vivono nel proprio domicilio; migliorare l'accoglienza nelle istituzioni, anche attraverso un sistema di vigilanza che unisca l'attenzione, il controllo e la verifica costante dei parametri che caratterizzano la qualità dell'assistenza ad una forma, giustamente, repressiva. Infine migliorare la formazione del personale e facilitare la presa in carico dei pazienti nelle situazioni di crisi.
Situazioni di crisi che, ovviamente, raggiungono il loro acme quando si tratta di persone non autosufficienti.



PRESIDENTE

Prima di passare all'esame dei cinque ordini del giorno collegati ricordo che sono state assorbite dal dibattito l'interpellanza n. 884 dei Consiglieri Chieppa e Robotti e l'interpellanza n. 892 del Consigliere Guida.
Alcune informazioni di servizio. Ricordo che la Conferenza Capigruppo è convocata per domani alle ore 14. La Conferenza dei Presidenti di Commissione permanenti giovedì alle ore 13.30. Il gruppo ristretto sulle minoranze linguistiche, previsto oggi nella Sala A, è rinviato di una settimana.
Passiamo a questo punto agli ordini del giorno: ordine del giorno n. 289 "Clinica della memoria di Collegno" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Bizjak, Bertetto, Reschigna, Auddino, Ricca Pozzi, Buquicchio, Rostagno, Laus, Motta ordine del giorno n. 477 "Riparto fondi anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale, Toselli mozione n. 494 "Servizi socio - sanitari per gli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti, Cavallaro Bizjak, Ricca, Rostagno, Rabino, Chieppa, Auddino, Robotti, Laus, Pozzi Turigliatto, Reschigna, Muliere, Buquicchio, Motta, Cattaneo, Rutallo Valloggia ordine del giorno n. 514 "Politiche sociali a sostegno degli anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera, Ferrero Burzi, Nastri, Pedrale, Cirio, Toselli, Leo ordine del giorno, il n. 515 "Situazione dei servizi socio - assistenziali per anziani non autosufficienti" presentato dai Consiglieri Vignale Casoni, Ghiglia, Botta.



PRESIDENTE

La Consigliera Cotto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Prima di passare all'esame degli ordini del giorno, è fondamentale trovare rispondenza ad un dato che l'Assessore Migliasso ha dichiarato in Aula e che per me risulta errato. È molto, molto importante.
Consigliere Muliere, l'Assessore ha detto che non si potevano impegnare soldi per un errore tecnico di bilancio. Non è vero. I soldi si potevano impegnare da maggio, ne abbiamo discusso in I Commissione, tant'è che c'era scritto : "Tale capitolo aveva una disponibilità iniziale di euro 25 milioni. 10 milioni impegnati l'8 maggio, i rimanenti euro 15 milioni sono oggetto di due distinti progetti: uno di 5 milioni (23 novembre) gli altri 10 milioni nella delibera di ieri." Il Consiglio non può accettare di pensare che, per un errore tecnico di bilancio, non sia stato possibile impegnare quei 30 milioni di euro di cui abbiamo parlato tutta la mattina. Non voglio rifare, Consigliere Muliere tutta la discussione, ma non si può dare un dato inesatto al Consiglio. Un dato di questa portata.
La discussione sugli ordini del giorno può aspettare, ma prima è veramente necessario chiarire perché non sono stati impegnati quei soldi che erano già disponibili dall'8 maggio con il bilancio di previsione.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Cotto della precisazione in merito al dibattito di questa mattina.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

La Consigliera Cotto, come voi sapete, ha una naturale eleganza femminile che si può facilmente tollerare. La Consigliera Cotto ha appena finito di dire, a suo avviso, con una certa eleganza che, nell'ambito della relazione dell'Assessore Migliasso, è stato fornito un dato errato. Atto se noi abbiamo le informazioni corrette, dato precedentemente in un'analoga sede consiliare, la I Commissione. Siccome il merito di questa erroneità presunta o meno, è l'oggetto, non l'unico, ma l'oggetto del dibattito, mi sembra che la Consigliera non abbia detto cose di pochissimo conto, quindi francamente troverei stupefacente che si passasse oltre.
Ci fermiamo sul punto, il tempo che sarà consentito, a chi di dovere, a chi di competenza, con tutta la massima calma, per accertare se l'erroneità da noi evidenziata sia corretta o meno. Qualora fosse corretta, faremo qualche valutazione, qualora fosse erronea, andremo avanti. Altrimenti temo che l'ordine dei lavori, come posso dire...provochi qualche altra necessaria azione. Non trova, Presidente?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Presidente, come faccio a dichiararmi soddisfatto o insoddisfatto all'interrogazione n. 892 se alle domande per sapere quali sono le reali intenzioni della Giunta regionali, e quali iniziative sono state assunte per le liste di attesa, per i ricoveri in strutture assistenziali, RSA ho dati che potrebbero farmi dire che sono soddisfatto e, invece, non lo sono? Un po' di chiarezza non guasterebbe anziché arrampicarci sui vetri per spiegare il perché e il per come di questo e di quell'altro e ricordarci interventi che si sono alternati nel tempo e che, evidentemente, sono stati presi sull'onda dell'emotività e dell'emergenza e non sono chiaramente strutturali.
La mia domanda è chiarissima: quattro righe che non hanno ancora ricevuto risposta. Lascio a lei giudicare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Lei capisce e comprende, Presidente, che quello che è successo oggi è un atto grave. Mi posso anche scusare con l'Assessore Migliasso per il mio comportamento, ma poiché anch'io, prima o poi, invecchierò, come tanti altri, e poiché posso assicurare che la situazione in Torino e prima cintura non è delle migliori lei, come Assessore, ha il dovere di dare delle risposte. Lei è lì per dare delle risposte. Non è una questione personale, non è una questione di alternanza delle deleghe come aveva detto il Consigliere Guida. Noi vogliamo delle risposte.
Quello che l'Assessore ha detto è grave. Consiglieri della maggioranza poi verificheremo a verbale se è vero o meno, ma a me sembra di averlo sentito attentamente: è stato detto che per errori tecnici sul bilancio non è stato possibile adoperare determinate cifre. Adesso non si capisce se la somma equivale a 30 o 25, vorrei avere una precisazione. Fermiamoci un attimo e facciamo il punto della situazione prima di andare avanti nella votazione.
Consiglieri della maggioranza, quello che è stato detto oggi dall'Assessore Migliasso è veramente grave. Dire che non sono state impiegate cifre così sostanziose, così importanti perché c'è stato un errore tecnico da bilancio, quando poi, ripeto, ci sono sul territorio della Regione Piemonte persone che muoiono giornalmente e di queste il 12 quindi una cifra molto alta, muore perché in stato di povertà, quella famosa povertà grigia. Assessore alla sanità, non capisco cosa sia la povertà nera: è una povertà di destra o di sinistra? È una povertà che esiste a Torino e provincia? Il fatto è che so che questa estate sono morti anziani per il caldo...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, sull'ordine dei lavori ha due muniti di tempo.



SCANDEREBECH Deodato

Oggi, in queste giornate e in questi momenti, muore esattamente il 12 del totale di 46-47 unità regionali, perché si trovano sotto la povertà grigia. È vero o non è vero, Assessore?



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, sull'ordine dei lavori...



SCANDEREBECH Deodato

Non posso più parlare di un problema così delicato? Non si può parlare? Ma stiamo scherzando?



PRESIDENTE

Colleghi, scusate! Consigliere Scanderebech abbia pazienza, altrimenti sospendiamo la seduta e ci prendiamo un caffè. Mi scusi, Consigliere Scanderebech...



SCANDEREBECH Deodato

Stiamo parlando in modo civile, in modo democratico. Ci stiamo confrontando.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, sull'ordine dei lavori - io ho tutta la pazienza di questo momento - sono due minuti.



SCANDEREBECH Deodato

Va bene.



PRESIDENTE

Non voglio arrivare a toglierle la parola.



SCANDEREBECH Deodato

Va bene, rimandiamo a dopo il confronto.



PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi che il tempo a disposizione sull'ordine dei lavori è di due minuti e che abbiamo ordini del giorno collegati, dove ci sarà ampia disponibilità, al di là dell'eventuale precisazione richiesta da diversi colleghi all'Assessore Migliasso, di poter intervenire con il tempo a disposizione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Innanzitutto, siamo sempre in attesa della risposta dell'Assessore Migliasso sul problema evidenziato dalla collega Cotto.
Seconda questione. Come Gruppo di Forza Italia chiediamo copia della delibera adottata ieri dalla Giunta regionale e copia della relazione dei due Assessori. Mi pare che l'Assessore Valpreda abbia letto la sua, quindi penso che sia a disposizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Migliasso per alcune precisazioni rispetto a quanto indicato dai colleghi.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

Grazie, Presidente.
A me pare di aver detto, quando facevo riferimento ad errori materiali che erano stati compiuti durante il bilancio, che mi riferivo ai 2 milioni di euro, la cui disponibilità è stata resa disponibile soltanto dopo l'approvazione dell'assestamento di bilancio, quindi con una delibera del mese di novembre.
Altro punto. La questione di alcuni altri errori che si erano manifestati nel corso dell'approvazione del bilancio 2006, se avete la pazienza di leggervi poi il verbale, io la riferivo ad una serie - tra virgolette - di incidenti avvenuti su varie UPB e su vari capitoli di bilancio. Non interessavano, in particolare, questa partita, ma interessavano altre questioni. Questo per intenderci. Chiarito questo aspetto, nel 2006 abbiamo stanziato, con una delibera del marzo 2006, 10 milioni di euro con l'obiettivo del sostegno alla domiciliarità. Sempre su sostegno alla domiciliarità, 2 milioni di euro che si sono resi disponibili dopo l'assestamento di bilancio. Poi abbiamo assunto delle deliberazioni la prima del 10 luglio 2006 e altre nei mesi successivi, per finanziamenti regionali per l'assistenza in strutture di anziani non autosufficienti quelli, in buona sostanza, per sostenere i Comuni nei maggiori oneri che avrebbero affrontato a seguito dell'entrata in vigore della DGR 17.
Complessivamente, abbiamo erogato 4 milioni e 301.786 euro.
Come dicevo prima, c'è una delibera del febbraio, mi pare del 2006, che riguarda finanziamenti regionali per l'assistenza in strutture di anziani non autosufficienti, i cosiddetti extra soglia. Infine, come ho detto intervenendo, 5 milioni di euro che sono stati resi disponibili in questi giorni e che non abbiamo speso prima perché dovevano servire e servono a finanziare il sistema di nuova compartecipazione, da parte dei soggetti interessati, a seconda dei vari intendimenti dei Comuni.
Abbiamo istituito un gruppo di lavoro che proprio in questi giorni ha definito una sorta di criterio in base al quale distribuire questi incentivi. Naturalmente faremo la consultazione e la sottoporremo ai vari organismi, quindi daremo le risorse a quei Comuni che volessero adeguare come mi auguro faranno, il proprio sistema di compartecipazione a quello che personalmente ritengo più giusto e che tutti, credo, in linea di massima riteniamo più giusto, anche rispettando l'autonomia dei territori.
Ribadisco che quando parlavo di fondi che non si sono resi disponibili mi riferivo, per questa partita, ai 2 milioni di euro per la domiciliazione...



(Commenti della Consigliera Cotto fuori microfono)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (di concerto con l'Assessore alla sanità)

No, certo che no, è molti dei quali... Scusate, adesso, per cortesia finisco di chiarire. Molti dei quali sono già stati impegnati nelle date che vi ho detto. Sono stati resi disponibili gli ultimi dieci, perch abbiamo lavorato con la sanità per chiarire i diversi punti di vista, in relazione al sistema da prendere in considerazione per attribuire a ciascuna ASL il numero dei posti letto nuovi da convenzionare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Migliasso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Intanto, con questa risposta, l'Assessore ha confuso ancora di più perché non si capisce se c'erano, se non erano d'accordo. Adesso sono diventati due; invece sono 10 più 15 che fanno 25. Sono 25, Assessore. Lei ci deve dire questi 25 che fine hanno fatto. Si sono volatilizzati? Sono spariti? Sono 25 milioni di euro, non sono mille lire delle vecchie lire.
Oggi non voglio essere così pesante e così monotono, voglio solo che sia chiarito questo punto di vista perché è importante per tutti. Qui colleghi, non si tratta di fare opposizione o ostruzionismo, qui si tratta di essere chiari, perché lei è Assessore della Regione Piemonte. Ci rendiamo conto? Assessore Migliasso, lei è Assessore della Regione Piemonte, una tra le più importanti Regioni d'Italia, quindi non può venire qui in aula a dirci prima 25 e poi 30, e poi per errore tecnico.
Noi chiediamo la sospensione perché vogliamo essere collaborativi e contribuire a risolvere questi problemi, ma, soprattutto, a chiarirli.
Quindi chiediamo la sospensione. Collega Robotti, se non accetta questo, vuol dire che proprio qui oggi...



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Ecco, se lei non accetta la sospensione, mi permetto di dire, a nome di tutta l'opposizione, che noi ci alziamo e ce ne andiamo, perché non possiamo permetterci di sentirci presi in giro per tutto il giorno, dopo tutte le osservazioni concrete e propositive che abbiamo fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Ho due minuti a disposizione, ma ne userò meno.
Visto che vi sono opinioni discordanti, rispetto alle considerazioni che ha svolto l'Assessore, chiedo il resoconto stenografico del suo intervento, così abbiamo la serenità di leggere, riga per riga, quanto l'Assessore ha affermato e, magari, questa polemica potrebbe essere evitata e si potrebbe procedere con più serenità.
Signor Presidente, la pregherei di dotarsi di resoconto stenografico.
Ci rivediamo quando lei ritiene, rispettivamente ai lavori programmati dall'Aula, dando la priorità ad una questione che mi sembra di non poco conto. Mi sembra che sia una questione importante. Alcuni Consiglieri chiedono di entrare nel merito delle considerazioni dell'Assessore, ma l'unico strumento, per correttezza nei confronti dell'Assessore e delle sue dichiarazioni e per correttezza nei confronti dell'Aula, è quello di ottenere il resoconto stenografico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Toselli.
Vorrei prima comunicare un'informazione di carattere tecnico.
L'intervento dell'Assessore è di circa trenta minuti. Pertanto materialmente non è possibile farlo avere ai colleghi (che è un loro diritto) nel giro di pochi minuti. Quindi, non ci aiuterebbe nell'immediato.
Prego, collega Toselli.



TOSELLI Francesco

Vorrei richiamare i Consiglieri regionali che erano nella passata legislatura. Ricordo che il collega e amico, Pino Chiezzi, che tanto a me manca in quest'aula, in un caso analogo, chiese di sentire la viva voce di un Assessore della Giunta Ghigo. Ricordo che questa richiesta venne esaudita e che l'Aula ascoltò.
Visto che vi era lo stesso identico problema, sottoposto dal Presidente all'Aula, dell'impossibilità di disporre immediatamente del resoconto stenografico, visto che l'intervento è di trenta minuti, allora vediamo se è possibile, così come credo sia e come lo era nella passata legislatura faccio formale richiesta che si possa sentire la voce dell'Assessore direttamente dagli strumenti che sono in essere al Consiglio, tanto da permettere ai Consiglieri di entrare nel merito delle questione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Toselli. Scusate, ma penso di ricordare, visto che ero già Consigliere nella VII legislatura, che si trattava di un intervento brevissimo, di pochissimi secondi, non di un intervento di oltre trenta minuti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi. Convoco la Conferenza dei Capigruppo in sala A e sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 14.24 riprende alle ore 14.51)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.52)



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