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Dettaglio seduta n.124 del 07/11/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.48)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Pizzale.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Caccia

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla premiazione dei Comuni associati virtuosi del Piemonte effettuatasi a Vignale Monferrato presso Palazzo Callori e alla rinnovata sospensione della deliberazione sul prelievo selettivo dei caprioli, richiamate dal Consigliere Cavallera e dal Consigliere Ghiglia


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Voglio evidenziare che oggi a Vignale (ore 18.30) è prevista una manifestazione che interessa i Comuni inseriti nelle attività di buone pratiche associative. Penso che si tratti di un momento di incontro con le Amministrazioni comunali che può interessare parecchi Consiglieri, quindi lo faccio presente perché se ne tenga conto nell'economia dei lavori.
Inoltre, chiedo all'esecutivo se è possibile avere una comunicazione magari in coda alla discussione sul bilancio, per quanto riguarda l'arcinota questione dei caprioli, in quanto risulterebbe che il TAR Piemonte ha nuovamente sospeso la deliberazione che la Giunta regionale ha ripetuto dopo il primo annullamento. È una questione delicata, di cui si è parlato in tutte le sedi, da quelle europee fino a quelle locali, e naturalmente sarebbe opportuno informare tempestivamente il Consiglio. Di conseguenza, chiedo alla Giunta, ovviamente in coda al bilancio, di fornire un'informativa specifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Ci associamo alla richiesta del collega Cavallera anche perché quest'ennesima sospensiva del TAR dovrebbe cominciare a farci interrogare e a far interrogare soprattutto l'Assessore competente sul fatto che, da qualche tempo, le delibere della Regione Piemonte in materia di caccia escono male.
I ricorsi al TAR sono sempre stati tanti, ma le sospensive mai: evidentemente c'è qualche funzionario, direttore, dirigente dell'Assessorato alla caccia che non è in grado di fare le delibere come vanno fatte.
Credo che anche la Presidente possa convenire sul fatto che due sospensive in due mesi sullo stesso tema, su una delibera tipo che, come dire, non è un'assoluta novità, siano un po' troppe e che quindi ci sia qualcosa da rivedere in quella che è la struttura decisionale, a prescindere dalla politica - qui non c'entra neanche - dell'Assessorato alla caccia. Il problema lo vorrei porre anche sotto questo profilo.
Ancora una cosa, Presidente Gariglio, anche se non c'entra. La settimana scorsa lei ha preso un impegno con me. Vorrei sapere se è stato fatto quanto avevo chiesto, ovvero che venissero convocati in Commissione i Comitati sulla risalita di Rivoli prima di procedere a qualunque cosa.
So che l'Assessore Oliva - mi spiace che non sia presente - fa parte di uno dei Comitati (Comitato del sì alla risalita, con tanto di firme, e questo è già anomalo, visto che la Regione finanzia, ma sul fatto se sia legittimo o anomalo non voglio far polemica). Questo non deve essere una scusa per non ottemperare agli impegni e per non fare quello che viene chiesto, semplicemente per evitare un conflitto che si protrae da mesi, tra l'altro assolutamente trasversale (occupazioni, gente che sale sui tetti e altre cose). Almeno si fa una questione in Commissione, si capiscono due o tre dettagli tecnici e poi eventualmente si procede. Su questo, Presidente Gariglio, gradirei una sua cortese risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Intervengo ad integrazione di quanto detto dal collega Cavallera.



PRESIDENTE

Mi scusi, però sono mozioni d'ordine: una è stata già illustrata sull'ordine dei lavori; il collega Ghiglia ha ripreso una questione quindi...



BOTTA Marco

Presidente, l'Aula probabilmente non è consapevole del fatto che oggi a Vignale...



PRESIDENTE

Ne siamo consapevoli e ne abbiamo parlato anche in Conferenza dei Capigruppo.



BOTTA Marco

una manifestazione significativa (sono invitati circa 200 Sindaci del Piemonte), per cui chiederei che ne venisse tenuto conto, chiudendo la seduta del Consiglio in maniera tale da permettere ai Consiglieri di poter essere presenti in quell'occasione.



PRESIDENTE

Di questo abbiamo discusso compiutamente nella Conferenza dei Capigruppo, che si è sviluppata per la gran parte della mattina di ieri. Si è convenuto di organizzare i lavori, per quanto possibile, in modo tale da consentire ai colleghi di essere presenti; per quanto possibile, perch nella Conferenza dei Capigruppo si è stipulato un gentleman's agreement per consentire di gestire i lavori in maniera da concretizzare l'attività d'Aula e permettere a coloro che lo desiderano di partecipare all'evento.
Quindi cercherò di far sì che questo venga rispettato.
Per quanto riguarda la vicenda della risalita meccanizzata, è stata mia cura intervenire sui Presidenti delle Commissioni affinché ne calendarizzino la sua trattazione.
Mi è stata appena data notizia che i Presidenti di Commissione, nelle rispettive competenze, hanno individuato di porre il problema nelle loro Commissioni. Sapete che le Commissioni sono sovrane sul loro ordine dei lavori; io posso fare un'azione di moral suasion affinché un problema politicamente rilevante venga trattato. L'ho fatto e conto che i Presidenti di Commissione non lascino cadere nel vuoto questa vicenda.
Per quanto riguarda, infine, la questione dei caprioli, la Giunta ha recepito la richiesta - presente la Presidente Bresso - e quindi avrà modo di riferire al Consiglio le notizie necessarie per i nostri lavori nel momento in cui disporrà della documentazione.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 312 inerente a "Assestamento al Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame del punto 3) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n. 312.
Rammento che nella seduta dei Capigruppo tenutasi ieri si è convenuto di effettuare un'unica discussione generale articolata su diversi settori in qualche modo intervallata da alcuni interventi di Assessori, in maniera tale da poter ordinare le serie di interventi dei Consiglieri accorpando quelli di materia affine. I tempi vanno considerati come quelli di un'unica discussione; i Consiglieri che sono intervenuti e che hanno speso tutto il tempo a loro disposizione non possono intervenire nuovamente.
Vi sono ancora alcuni colleghi che desiderano intervenire a seguito delle comunicazioni dell'Assessore Valpreda? No. Passiamo dunque alle comunicazioni dell'Assessore Migliasso.
Ripeto: stiamo parlando dell'assestamento. Si era convenuto di fare un'unica discussione generale, ma è stato chiesto di accorpare gli interventi tematici. È stato chiesto che gli interventi degli Assessori fossero in qualche modo cadenzati per permettere a tutti i Consiglieri che intendevano intervenire su un tema di farlo in modo concatenato, atteso che comunque si tratta di un'unica discussione generale.
La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria

Grazie, Presidente. Rispondo soprattutto in relazione ad alcune osservazioni puntualmente svolte nella Commissione bilancio da diversi Consiglieri della minoranza. quando la sottoscritta non era in Italia, ma si trovava in missione in Argentina con altri colleghi del Consiglio.
Ci si riferiva in modo particolare al fatto che ci fossero, per quello che riguarda il bilancio 2006, 10 milioni di euro non spesi sul capitolo di bilancio relativo allo stanziamento di 25 milioni di euro a favore degli anziani non autosufficienti.
Come i Consiglieri sanno, i primi dieci milioni di euro sono già stati attribuiti qualche mese fa, con una determina, agli enti gestori dei servizi socio-assistenziali per sostenere la domiciliarità: cioè gli assegni di cura, i ricoveri di sollievo, centri diurni, che sono tutti tesi a favorire il processo di mantenimento al proprio domicilio degli anziani e delle anziane, compresi quelli che sono in attesa che si apra la possibilità, per coloro che ne hanno necessità o che lo desiderano, di entrare in una RSA o in una RAF, ovviamente convenzionata.
Altri cinque milioni di euro, come è stato detto, sono destinati ai Comuni, (quindi è la concretizzazione di un impegno che ci siamo assunti con la delibera n. 2 del 31 luglio 2006). Con tale delibera abbiamo proceduto, in omaggio al principio di considerare il territorio del Piemonte - come credo sia giusto - un territorio estremamente variegato e complesso in cui gli Enti locali hanno stabilito, nel tempo, delle regole che riguardano i sistemi di contribuzione da parte degli utenti e dei loro famigliari molto differenti da Comune a Comune, per far sì che con questo denaro, progressivamente, e mi auguro più in fretta possibile, si arrivi a determinare un'unica forma di modalità di contribuzione.
Segnalo, peraltro, che la sottoscritta, insieme anche a dirigenti che operano nei gruppi tecnici a livello nazionale, più e più volte, nei confronti del passato Governo e anche nei confronti di questo (soprattutto nei confronti di questo) ha richiesto, con forza, la determinazione, a livello nazionale, dei LIVEAS e, conseguentemente, anche la possibilità che si stabilisca un sistema omogeneo in ordine alla compartecipazione degli utenti a sostenere il costo dei servizi.
Abbiamo inteso dare con questi cinque milioni un segnale importante, ma in quale direzione? Avvalendoci anche di numerose pronunce che sono state fatte nel tempo dalla Magistratura, abbiamo invitato gli Enti a tenere conto del reddito e del patrimonio del solo utente. Immaginando, quindi che tutte le azioni che oggi i comuni fanno - e dalle quali introitano quote non irrilevanti di contribuzione che tendono a chiamare in campo i famigliari conviventi e quelli non conviventi, che tengono in considerazione gli ascendenti e i discendenti, insomma una questione molto complicata - si adeguino alla normativa più corretta, quella cioè che tiene in conto il reddito del solo utente e il suo patrimonio .
Anche a livello nazionale (come ho detto) si stanno studiando misure e si potrebbe poi, in via definitiva, accoglierle ma, se tardassero stabilire una norma a livello regionale in ordine alla possibilità di impedire che, attraverso forme improprie - quali donazioni del proprio patrimonio personale fatte a parenti - queste risorse fondamentali per la collettività, che alleggerirebbero il peso che grava sui Comuni, non prendano vie improprie. I cinque milioni di euro servono a contribuire ad un progressivo riequilibrio sul territorio regionale e a non mettere in difficoltà, più di tanto, i comuni rispetto a possibili mancati introiti ne deriverebbero da un'imposizione immediata della norma che tiene in conto solo il reddito dell'utente e il patrimonio del medesimo.
Gli altri dieci milioni di euro, senza che peraltro venisse a mancare il flusso di risorse, sono stati accantonati fino ad ora perché eravamo in attesa di comprendere se era già possibile nel 2006 trovare altre risorse anche sul versante sanitario - quelle del comparto assistenziale c'erano per costituire un fondo che servisse, a far fronte alle liste di attesa.
Oggi abbiamo il problema, al di là delle discussioni sulla "pulizia" di queste liste , di raggiungere, soprattutto in alcuni territori della nostra regione, dei parametri accettabili rispetto non tanto ai posti letto esistenti, ma ai posti letto che vengono convenzionati e che, quindi, diano sollievo reale all'utenza che ha bisogno di essere ospitata in RSA e RAF.
Ci rendiamo perfettamente conto che, pur estendendo le prestazioni di carattere domiciliare - sia erogate dal comparto assistenziale sia dal comparto sanitario e gestite anch'esse nel modo più integrato possibile avremmo sempre e comunque una quota di persone - che oggi è ancora molto elevata, non so quale sarà per il prossimo futuro - che avranno bisogno di avvalersi delle prestazioni "intramoenia" all'interno cioè della RSA e della RAF. Questo perché o la gravità delle loro patologie è tale che si consiglia questa forma di intervento o perché, alle spalle, non c'è una famiglia in grado, di farsi carico dei problemi dell'assistenza continua 24 ore su 24, per la cura e la migliore assistenza delle persone anziane.
Già nei prossimi giorni provvederemo, anzi, credo che proprio stamattina i tecnici del comparto sanitario e del comparto assistenziale stiano lavorando per stabilire i criteri in base ai quali ripartire, ai vari enti gestori, i 20 milioni di euro del comparto per far fronte al problema delle liste di attesa. impegmo che continuerà anche per il 2007 come più volte annunciato.
L'altra cosa che volevo dire è che con l'assestamento di bilancio, il comparto assistenziale ha avuto un aumento rispettivamente di 200.000,00 per quanto riguarda la formazione del personale; di 2.000.000,00 di euro sul capitolo dell'handicap, e di 1.000.000,00 di euro per quanto riguarda le popolazioni immigrate.
Segnalo che, forse, con quest'ultima apposizione di risorse, riusciamo a dare maggiori mezzi alle Province che hanno competenza in materia di migrazione, al di là di quelli che sono gli interventi regionali che la Regione ormai da molti anni fa, e a sanare quella sorta di vulnus che l'anno scorso era dato dal fatto che il dimezzamento del fondo sociale nazionale, non ancora del tutto ripristinato quest'anno, aveva fatto sì che fossero penalizzati alcuni settori e alcuni interventi.
Credo di avere più o meno svolto la parte che era stata maggiormente oggetto di discussione all'interno della Commissione bilancio, avendo poi la sottoscritta, se non ricordo male a luglio, in modo abbastanza preciso e puntuale, illustrato alla Commissione medesima i vari spostamenti da capitolo a capitolo, sia quando si trattava la correzione degli errori che potevano essere sanati solo con delibera, sia quando si trattava di spiegare le questioni che riguardavano le correzioni attraverso l'articolato di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, l'ho appena specificato prima e lo abbiamo anche spiegato all'inizio della seduta di ieri. Abbiamo convenuto di applicare una procedura richiesta dai Gruppi dell'opposizione, cioè di fare un'unica discussione generale, in qualche modo inframmezzata dalle comunicazioni degli Assessori. Si era deciso che ogni Consigliere avrebbe avuto complessivamente dieci minuti a disposizione e che se avesse voluto parlare in più occasioni, vi sarebbe stata la necessità di dosare i tempi.
Vi pregherei di non mettermi in difficoltà e in imbarazzo. Questo lo abbiamo convenuto in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi con tutti i Gruppi consiliari. Coloro che sono già intervenuti in sede di discussione, non possono più intervenire. Quindi, collega Cotto, non posso darle la parola, avendo lei già parlato.
Ci sono colleghi Consiglieri che intendono interloquire? Siamo in discussione generale. Per cortesia, non mettetemi in condizione di prendermi in giro. Sono stati presentati gli emendamenti dell'opposizione c'è la possibilità di parlare su tutti, ma vi prego di mettermi nella condizione di gestire la seduta, nel rispetto di ciò che è stato convenuto in sede di Presidenti dei Gruppi consiliari.
Collega Cotto, le do la parola sull'ordine dei lavori, ma la prego di attenersi all'ordine dei lavori, perché non tollererò interventi sul merito, in quanto questo è stato espressamente convenuto.



COTTO Mariangela

La invito intanto ad essere più tollerante, ma mi attengo al tema. Da sempre abbiamo detto che l'Aula è sovrana, ma io non ero al corrente di questa decisione dei Capigruppo.
Ieri sono intervenuta sulla sanità. Il nostro è un Gruppo di dieci persone, quindi, penso che lei può permettere alla sottoscritta di intervenire, in quanto non interverranno tutti e dieci i Consiglieri di Forza Italia. Un po' di tolleranza, specialmente su un argomento che, come lei sa, Presidente, mi sta molto a cuore.
La inviterei a non causare un incidente di percorso. Il mio Capogruppo ieri mi ha chiesto di intervenire sulla sanità. Questa mattina mi ha chiesto se intervenivo sulle politiche sociali.
Forse il mio Capogruppo è stato disattento, ma non credo, alla riunione dei Capigruppo. In ogni caso, rivendico e chiedo al Consiglio il diritto di poter parlare in quest'Aula sulle politiche sociali.
Secondo me, non c'è nessuna decisione dei Capigruppo che possa impedire ad un Consigliere di intervenire. Io sono in Consiglio dal 1995 e questo non è mai successo. Non penso, Presidente, che lo voglia far capitare lei oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Solo per ricordare che alla Conferenza dei Capigruppo si è detto che si sarebbe parlato per aree tematiche. Questo è quanto è stato detto, per cui se la collega Cotto vuole parlare oggi di assistenza, visto che ieri ha parlato di sanità, credo che sia giusto lasciarle questa possibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo solo per avere un chiarimento.
Riguarderebbe solo la discussione generale o anche i singoli...



PRESIDENTE

Riguarda solo la discussione generale.



VIGNALE Gian Luca

Non sugli articoli, perché teniamo anche conto, se può servire, che ogni Assessore, di fatto, illustra uno o due articoli. Pertanto, se facciamo una discussione in qualche modo unica, che tenga conto tanto della generale, quanto di quella degli articoli, forse troviamo una soluzione. Lo dico in termini pratici, perché si è fatto bene a distinguere tematiche dei singoli Assessori, ma se poi non possiamo intervenire dopo le relazioni o se, avendo ogni collega tre o quattro Commissioni dobbiamo ritagliarci due minuti per singolo Assessorato, capisce che diventa difficile. Non potremmo parlare poi, invece, replicheremmo qualche ora dopo agli Assessori sull'articolato...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Vignale. La sua è una proposta di effettuare un'unica discussione generale e sugli articoli, cioè di utilizzare in qualche modo complessivamente questa ripartizione tematica per discutere in generale sul disegno di legge e sull'articolato? Vorrei solo afferrare bene il senso della sua proposta.
Il Consigliere Vignale ha proposto una soluzione. Seguiamo il suo suggerimento, ma ci tengo a puntualizzare, rispetto ai colleghi, in particolare la Consigliera Cotto, che ha polemizzato sulla mia gestione dei lavori, che non si tratta di pedanteria, ma si tratta della necessità che ho di far sì che le cose che vengono decise in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi vengano poi attuate. Dopodiché, uso, come sempre, la massima flessibilità per consentire ai colleghi Consiglieri di esprimersi in Aula ma dico però che qualche problema oggettivamente c'è, se si concordano delle cose e poi queste cose vengono sistematicamente stravolte e non posso nemmeno farmi carico della comunicazione all'interno dei Gruppi consiliari.
Dopodiché, per il buon lavoro del nostro Consiglio, e per dare la possibilità a tutti i colleghi di esprimere le proprie opinioni, sono disponibile a trovare, ogni volta, le soluzioni necessarie, però abbiamo qualche problema se le scelte condivise in Ufficio di Presidenza alla fine non vengono rispettate all'interno del Consiglio.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Intervengo sempre sull'ordine dei lavori.
Le darei un suggerimento: quando si rientra dalla riunione dei...



PRESIDENTE

Ieri l'ho puntualizzato, Consigliera Cotto. L'ho puntualizzato all'apertura della discussione generale.



COTTO Mariangela

Allora sono stata distratta e le chiedo scusa.
Volevo intervenire su questo argomento, tralasciando quanto ho già detto ieri, perché avevo posto una domanda al Vicepresidente Peveraro su dov'erano i cinque milioni dichiarati dagli Assessori Migliasso e Valpreda.
La risposta fu: "Tra l'altro, il Welfare ha destinato cinque milioni per l'integrazione del socio-assistenziale e i due Assessorati stanzieranno 20 milioni per la riduzione delle liste di attesa e l'ammissione nelle Case di riposo, già dalle prossime settimane". L'Assessore ricorderà che ho detto: "Ma neanche Cavallera ha visto dov'erano questi soldi. Non ci sono".
Signori della maggioranza, collega Ronzani, questi soldi non sono stanziati adesso; sono i soldi che non sono stati impegnati con la determina dell'8 maggio. Sono i soldi trattati e non impegnati dagli Assessorati. C'è stato, quindi, il momento dell'annuncio: 25 milioni per gli anziani non autosufficienti, e un altro annuncio oggi per dire: ci sono questi soldi. Ma i soldi sono sempre gli stessi. In Commissione discuteremo sul discorso di tener conto solo del reddito del contribuente. Ho il conforto che nella Commissione, durante l'assenza dell'Assessore perch impegnato in visita ufficiale in Argentina, colleghi della maggioranza hanno dichiarato di non essere assolutamente d'accordo che il 20% del fondo debba essere destinato ai Comuni per cambiare il regolamento, dando così solo cinque milioni, veramente una miseria, tanto che l'Assessore ha detto: "I Comuni ricevano somme rilevanti dai familiari per l'integrazione delle rette".
Sono d'accordo con l'Assessore che il discorso è nazionale e, quindi dobbiamo approfondire e saper distinguere, perché tutte le teorie possono avere fondamento, però dobbiamo ricordare che i titolari delle funzioni socio-assistenziali sono i Comuni e, quindi, non possiamo obbligarli a cambiare regolamento. Di questo parleremo in Commissione o in Consiglio presentando delle mozioni.
Vorrei ancora intervenire, Presidente del Consiglio, perché mi è sembrato molto strano che un'Assessore di una Giunta di centrosinistra non abbia parlato, in sede di assestamento di bilancio, di un grande problema causato dall'indulto.
Come Giunta precedente tenevamo sempre molto conto del problema dei detenuti e degli ex detenuti. Qui, signori, con l'indulto, più di duemila persone sono uscite dal carcere. L'intervento della Regione Piemonte è stato di ventimila euro. L'Assessore Manica, quando dà dei contributi, dà molto e molto di più.
Relativamente a questa cifra avevamo commentato: "Si offre una colazione a chi è uscito dal carcere".
C'è l'assestamento di bilancio, quindi penso che i colleghi della maggioranza, ricordando tutti gli interventi fatti dal Consigliere Mario Contu su questo argomento, dovrebbero obbligare la Giunta a predisporre qualcosa in questa direzione.
Sappiamo che a settembre è stata presentata una lettera, firmata da Mercedes Bresso, Sergio Chiamparino e Antonio Saitta, diretta ai Ministri competenti (lettera che mi risulta - ma chiedo alla Presidente se è vero senza risposta), per chiedere al Governo più soldi per gestire i problemi causati dall'indulto. La Regione Lazio ha avuto, dalla cassa delle ammende 500 mila euro. Nella lettera si faceva notare che per evitare recidiva occorrevano...



PRESIDENTE

Collega Cotto, la invito al buonsenso, dato che interviene per la seconda volta.



COTTO Mariangela

Ma io capisco che dia fastidio parlare di detenuti...



PRESIDENTE

No, non mi permetto di contestare le sue opinioni, anzi, nel merito che so i suoi interventi sono sempre estremamente puntuali. Non intervengo sul merito, ma la richiamo al rispetto di un accordo e quindi la pregherei, se è possibile, di contenersi.



COTTO Mariangela

Mi rivolgo all'Assessore Peveraro, che è bravo nel guardare all'utilizzo delle risorse. Noi abbiamo stanziato soldi per i detenuti in semilibertà: 700 mila euro. Quando ho fatto la polemica dicendo: "Avete stanziato ventimila euro", mi è stato risposto: "No, ma ce ne sono 700 mila". Sì, ma per un'altra destinazione, perché i Comuni probabilmente non riusciranno a spenderli: non ci sono detenuti in semilibertà, sono usciti.
Il colmo è che non riusciamo a spendere quei soldi. Siamo in assestamento di bilancio, non parliamo di detenuti e dell'indulto. Abbiamo dato ventimila euro alle associazioni e lasciamo i Comuni soli a gestire queste problematiche.
Colleghi della maggioranza, siccome si è credibili per quello che si fa e non solo per quello che si dice (anche se uno dice due o tre volte che ha stanziato sempre la stessa cifra), vi chiedo veramente di presentare un emendamento per far sì che i Comuni non vengano lasciati soli a gestire tutte le problematiche che l'indulto può aver creato sul territorio.
Grazie e scusi, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non perdo più di tanto tempo, visto che è poco quello a nostra disposizione, in merito al non contingentamento, ma ad un utilizzo ferreo del Regolamento. Va bene così: il Regolamento è più o meno questo, anche perché abbiamo cercato una via che dia la possibilità a tutti di discutere.
Personalmente ritengo che occorrerebbe - preciso che non è un appunto al Presidente - comprendere, all'interno dell'organizzazione dei lavori che quando ci sono alcuni documenti importanti, quali quelli di bilancio arrivati o meno ad un punto di incontro, che vi è una dignità che l'Aula deve mantenere.
Detto ciò, credo che l'Assessore Migliasso, anche se era in viaggio istituzionale in Argentina, non abbia dato una risposta alle critiche provenienti dai banchi dell'opposizione. Stornare otto milioni di euro dalla rete dei servizi socio-assistenziali, per utilizzare i medesimi per garantire maggiori servizi alla persona all'interno delle strutture domestiche, significa comunque utilizzare la stessa cifra.
L'Assessore era presente e forse ha potuto comprendere, da tutti gli operatori del settore, che le risorse che la Regione Piemonte impiega per anziani non autosufficienti o autosufficienti (insomma, parlo del ricovero delle persone anziane) sono assolutamente insufficienti. Dovrebbe essere in qualche modo, una priorità; sempre perché è una di quelle "cose" che scrivete nel programma, e che poi non attuate.
Vede, Assessore, di risorse, in realtà, ne avete trovate. Perché i 500.000 euro - vado a memoria - di incremento al milione di euro e più stanziato relativamente alla popolazione immigrata, o i tre milioni di euro stanziati, nell'arco di tre anni, per la popolazione zingara, con tanto di bando regionale, evidenziano che le risorse ci sono. Ma sono state individuate delle priorità: dunque, non si è ritenuto né prioritario n opportuno attribuire, in questo documento, una maggiore assegnazione di fondi sui capitoli relativi alla rete socio-assistenziale legata alle persone anziane, mentre si è ritenuto estremamente importante aumentare il budget di un bando, peraltro già fatto dalla Regione Piemonte, che mi permetto di segnalare, sempre che qualcuno mi ascolti, posto che è anomalo che noi parliamo di aspetti tematici mentre l'Assessore Migliasso ascolta il dialogo fra il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla programmazione socio-sanitaria (fuori microfono) Mi disturbano!



VIGNALE Gian Luca

Chieda loro di non essere disturbata. Se preferisce, lo farò io per lei! Come dicevo, è anomalo anche il fatto che su questi due capitoli popolazione nomade ed extracomunitaria, che erano a zero e che sono stati implementati per scelta politica di questa Giunta, non sia stata presentata, in sede di Commissione, alcuna programmazione.
Non vi è una programmazione: è stato fatto, però, un bando e verranno concessi dei contributi. Ma su quali indicazioni? Ricordo all'Assessore che la legge regionale prevede che la Giunta faccia una programmazione, che di tale programmazione ne sia informata la Commissione competente (che dovrà esprimere, in qualche modo, il parere positivo) e che su tale programmazione condivisa si facciano i bandi per assegnare i contributi. Di questo, pur avendolo richiesto in sede di Commissione competente, non se n'è potuto discutere.
In qualche modo, tanto per concludere, crediamo che questi siano i due dati fondamentali: occorre un intervento sostanzioso per le persone anziane non autosufficienti, per le liste d'attesa, per ricevere aiuti all'interno delle strutture, così come dovremmo intervenire, come suggerivano già alcune proposte di legge presentate e tuttora in attesa di discussione, per aiutare le persone diversamente abili.
Credo che l'Italia sia l'unico Paese d'Europa in cui la famiglia di un disabile riceva un sostegno economico identico tanto che la disabilità totale consenta alla persona di condurre una vita normale, quanto che ci si trovi di fronte ad una disabilità gravissima, la cui cura prevede spese non indifferenti per le famiglie, che ricorrono sempre di più, come abbiamo già rammentato in questo Consiglio, a strumenti come la colletta sponsorizzata da qualche periodico locale o il supporto economico delle reti del volontariato. Tutto questo, in una società che ha ben presente quelle che sono le difficoltà della disabilità delle persone anziane e di quanti altri, è certamente un dato accrescitivo e positivo.
Nella situazione attuale, in molti casi l'unica via di soluzione è affidarsi al volontariato o ai media per raccogliere dei fondi, perché non avviene né da parte della Regione, né da parte dello Stato, se non con una metodologia classica che funzionava trent'anni fa, quand'era nata, ma che oggi non può più funzionare, perché ci si dovrebbe rendere conto che gli interventi di pronto soccorso di oggi salvano tre volte più vite rispetto al passato. Purtroppo, o per fortuna, molte di queste vite salvate non garantiscono al salvato, però, di poterla vivere come una persona normalmente abile, come si dice in termini tecnici.
Credo che tutte queste questioni dovrebbero far riflettere la Commissione competente, così come l'Assessore, che certamente lo farà. Ma noi, ahimè non lo sappiamo se non dalla lettura di qualche delibere di Giunta o durante queste sedute consiliari.
Abbiamo una Commissione che sarà certamente impegnata, come dicevamo ieri, nel prioritario compito di esaminare il Piano socio-assistenziale, ma che poi lascia da parte e non affronta (perché si è data un taglio sostanzialmente sanitario al Piano) tutta una serie di temi che, invece riguardano decine di migliaia di cittadini piemontesi che, sempre più spesso, non vedono certo nel Pubblico un sostegno, perché nega delle disposizioni di legge che dovrebbero tutelare e garantire gli stessi soggetti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, noi condividiamo il senso della manovra che è stata presentata dalla Giunta e che ieri ha illustrato il Relatore Reschigna, oltre che il Vicepresidente e gli Assessori, seguendo una procedura che, per quanto concordata in sede di Conferenza dei Capigruppo continuo a considerare piuttosto inusuale. Perché il rischio è quello di riprodurre in Aula - il collega Burzi mi guarda sorridendo, dimostrando, in questo caso, che ho almeno una piccola parte di ragione - il medesimo dibattito svolto in Commissione.
Naturalmente, potrebbe anche risultare utile, ma se fosse ripetitivo rischierebbe di sottrarre all'Aula la possibilità di avviare un confronto più di merito su questioni che magari potrebbero essere rimaste aperte o non essere state sufficientemente trattate in Commissione.
Come ricordava il collega Reschigna, stiamo discutendo di una manovra che, per quanto riguarda le entrate, impegna le risorse che si sono rese disponibili a seguito del maggiore avanzo di amministrazione che si è verificato nell'esercizio del 2005 e impegna anche nuove e maggiori entrate che sono la conseguenza dei trasferimenti statali sul federalismo oppure del Fondo Sanitario Nazionale.
Vorrei, invece, soffermarmi un attimo sul senso della manovra per quanto riguarda la politica delle spese.
Tale manovra - lo ricordava il collega Reschigna e lo riprendeva il Vicepresidente Peveraro - affronta intanto il nodo delle reimpostazioni.
Vorrei fare una breve digressione su questo punto, colleghi, perché è un aspetto con il quale i bilanci di questa Regione devono fare i conti in maniera ormai sistematica, ed è una rigidità che rischia di condizionare pesantemente la politica di bilancio di questa Regione.
Dobbiamo considerare il fatto che oggi interveniamo, per quanto riguarda le reimpostazioni, su un complesso di risorse che è stato valutato in 150 milioni di euro. Vorrei ricordare ai colleghi che già con la legge di bilancio di previsione abbiamo dovuto affrontare il capitolo delle reimpostazioni, che ammontava, se non ricordo male, a 500 milioni di euro.
L'ordine di grandezza di tali somme è destinato ad incidere non poco sulla possibilità di affrontare con maggiore elasticità la politica di bilancio della nostra Regione.
In secondo luogo, la manovra ci consente di realizzare una maggiore politica di investimenti in alcuni settori. Cito soltanto il dato della politica di mobilità e dello sviluppo del trasporto pubblico locale. Penso che qui, invece, ci sia una scelta con un valore significativo. Se davvero vogliamo affrontare le cause dell'inquinamento delle nostre città, di cui si è parlato in questa sede nei giorni scorsi, a proposito della delibera adottata dalla Giunta regionale, è necessaria un'operazione nella quale la politica dei divieti non sia il fine ultimo di una politica regionale occorre che a quella politica si accompagnino misure - questa è una di quelle, secondo me - con le quali ci poniamo il problema di sviluppare il trasporto pubblico locale, affinché si spostino quote di traffico dalla motorizzazione privata al trasporto pubblico. Questo è possibile se si mettono le aziende pubbliche di trasporto nella condizione di sviluppare e potenziare il parco dei mezzi circolanti. È significativo il fatto che con l'assestamento di bilancio, oggi, cerchiamo di destinare maggiori risorse a questo tipo di politica.
In terzo luogo, credo che la discussione della manovra di assestamento ci consenta - forse uso un termine improprio, ma vorrei far capire il significato - di mettere in sicurezza il bilancio della sanità per il 2006 attraverso uno stanziamento che, come ha ricordato il collega relatore, è stato complessivamente di 280 milioni di euro. Questo significa, lo ricordo ai colleghi della maggioranza e della minoranza, tante cose.
Innanzitutto, significa che il disavanzo della sanità del 2006 non verrà scaricato, come, invece, avveniva in passato, sui prossimi esercizi finanziari; significa che la nostra Regione, diversamente da altre Regioni italiane, non sarà costretta a ricorrere alla leva fiscale, ad esempio, con l'aumento dell'IRAP. I colleghi sanno che non è così per altre Regioni italiane.
Questo aumento, imposto da una legge finanziaria nazionale votata lo scorso anno, in questa condizione, avrebbe avuto un effetto esiziale essendo evidente che, oggi, il nostro problema è fare in modo che i segnali di ripresa che si manifestano nell'economia piemontese possano essere incoraggiati da una serie di politiche. Penso, ad esempio, alla politica del cuneo fiscale decisa dal Governo nazionale, che ha questo significato: fare in modo che, attraverso una serie di interventi, l'economia italiana torni a crescere e le imprese acquistino una maggiore competitività sul mercato interno e su quello internazionale.
So bene, colleghi, che questo di per sé non elimina l'esigenza di mettere mano ad una riorganizzazione del sistema sanitario della nostra Regione. È un obiettivo che, secondo me, può e deve essere raggiunto attraverso provvedimenti come questo, cioè facendo in modo che la Regione intervenga con risorse proprie per ridurre e sanare il disavanzo di gestione, con l'adozione di altri provvedimenti, con i piani di rientro decisi, per esempio, in questo anno dalle Aziende Sanitarie, ma anche credo, finalmente, approvando il Piano Sanitario Regionale, perché la politica di riorganizzazione della sanità piemontese passa attraverso una scelta di questo tipo. È del tutto evidente che un processo di razionalizzazione-riorganizzazione volto a garantire maggiore efficienza ma anche maggiori servizi, alla sanità della nostra Regione necessita della definizione in tempi rapidissimi di un quadro di riferimento programmatorio.
In questo contesto, è del tutto evidente che il quadro di riferimento programmatorio è rappresentato dal Piano Socio Sanitario Regionale, che penso sia un'esigenza ineludibile per tutti. Poi, naturalmente, sugli indirizzi di quella politica di piano possiamo avere orientamenti diversi ma è evidente che, oggi, la programmazione, tanto più in un settore così importante, diventa decisiva. Per questo, secondo me, quale obiettivo politico prioritario, dovremo procedere all'approvazione del Piano Sanitario Regionale.
La considerazione con la quale mi avvio alla conclusione riguarda un problema che viene affrontato nel provvedimento al nostro esame: Finpiemonte. Il collega Reschigna ha già detto - lo ha ripetuto il Vicepresidente Peveraro - che noi con il provvedimento che stiamo discutendo ci poniamo l'obiettivo di costituire una società con la quale gestire in house le leggi di spesa della nostra Regione. Si tratta di una scelta dettata, come è stato ribadito in Commissione, dalle norme comunitarie, dal fatto che il Decreto Bersani introduce un'innovazione profonda in questo settore e dal fatto che questa misura - da qui l'urgenza dell'inserimento in questo provvedimento - andasse adottata entro e non oltre il 31 dicembre di quest'anno.
Invece, rimane aperto il problema della discussione, che penso debba avvenire nel più breve tempo possibile attraverso un confronto in Commissione e in Aula, degli assetti organizzativi e di quale ruolo assegnare - della mission si dice oggi - alla finanziaria regionale, nel quadro - credo - di una riorganizzazione delle partecipate regionali e di Finpiemonte, che consenta alla finanziaria regionale di diventare uno degli strumenti con i quali favorire e incoraggiare politiche di sviluppo e di innovazione nella nostra Regione.
per questo che noi voteremo - credo che verrà votato alla fine di questo dibattito - l'ordine del giorno che hanno presentato, o che si accingono a presentare, i Capigruppo della maggioranza e della minoranza.
Auspico che, da questo punto di vista, vi sia una condivisione generale...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



RONZANI Wilmer

Ho terminato, Presidente.
Una condivisione generale dell'ordine del giorno che impegna la Giunta a illustrare in una prossima riunione del Consiglio le linee di questo progetto di riforma, che anche sottolinea l'esigenza di svolgere in questa sede un confronto molto ampio sul tema della riforma della legge istitutiva di Finpiemonte, che sia della stessa qualità del confronto svoltosi in quest'aula, molti anni fa, al momento dell'approvazione della legge istitutiva della finanziaria regionale.
Signor Presidente, ho concluso, rubo soltanto un minuto per una considerazione politica generale.
Ho già detto prima che noi riteniamo opportuno che in Commissione, ma anche in Aula, si possa sviluppare un confronto e un dibattito di merito sulla riforma di Finpiemonte, sul documento strategico che dovrà precisare dove e come spendere le risorse che, in qualche modo, saranno messe a disposizione dai fondi europei per il periodo 2007-2013, che rappresenteranno le maggiori risorse libere sulle quali questa Regione potrà ragionare, sul DPEFR - il confronto è già iniziato in Commissione sulla legge di bilancio e sulla legge finanziaria, che mi auguro la Giunta voglia presentare nei prossimi giorni, affinché anche su questa questione sia possibile aprire un confronto di merito.
Vedete, se c'è un'osservazione che mi permetto di fare con molta umiltà...



PRESIDENTE

Collega Ronzani, per cortesia, il tempo è terminato!



RONZANI Wilmer

Ho finito, Presidente.
necessario che il Consiglio si riappropri della possibilità e della funzione, che è propria, di aprire su queste questioni un confronto che ci consenta di definire delle politiche, naturalmente, senza confondere il ruolo della maggioranza, che è quello di governare e decidere, e quello dell'opposizione, che non è quello di svolgere un ruolo di interdizione, ma quello di rendere possibile un confronto in Aula, mediante la presentazione di progetti alternativi. Questo consente a chi governa di misurare sul campo la bontà delle posizioni che ha presentato al corpo elettorale e a chi fa l'opposizione di misurare in Parlamento - in questo caso in Consiglio - la possibilità di indicare proposte e progetti alternativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Approfitto della presenza in Aula della Presidente Bresso per intervenire sul tema.
Qualche giorno fa, ho letto una notizia battuta dall'Ansa che riportava parte della lettera scritta da lei in concomitanza con il Sindaco Chiamparino e il Presidente Saitta, dove dichiaravate: "Senza finanziamenti adeguati si rischiano recidive e pericolose tensioni sociali". Vorrei entrare nel merito e sapere qual'è stata la risposta e qual è la situazione attuale.
Cari colleghi, ci rendiamo conto in che situazione ci troviamo? Chi è responsabile deve assumersi le colpe! Il Presidente della Regione, il Presidente della Provincia e il Sindaco - giustamente hanno avuto il coraggio di prendere carta e penna per informare il Presidente del Consiglio dei grossi rischi che si corrono, conseguenze delle forti tensioni sociali. Questa lettera è stata scritta a seguito della rivolta in corso Giulio Cesare, ovvero in seguito a un avvenimento concreto e di estremo pericolo. Vorrei quindi che la Presidente Presso riferisse in Aula se ci sono stati degli sviluppi in merito alla richiesta.
Ho alcuni numeri e mi corregga la Presidente nel caso in cui siano sbagliati. L'indulto ha tirato fuori dalle prigioni 2.130 soggetti, di cui 1.072 sono stranieri senza permesso di soggiorno e non facilmente individuabili.
Questi dati giustificano l'allarmismo della lettera in oggetto, ma non giustificano la mancanza di provvedimenti regionali,perché al momento non mi sembra che ci siano state date delle risposte o tanto meno delle iniziative da parte della Regione.
Su questo faccio appello a tutti i Consiglieri regionali, anche alle Consigliere Cotto e Motta, all'Assessore alle politiche sociali, di farsi carico del fenomeno selvaggio della prostituzione.
Assessore, il fenomeno della tratta, della pedofilia e della prostituzione minorile non è da sottovalutare con quelle risposte sterili che lei ha dato alla stampa, senza leggere la mia proposta di legge.
Assessore, lei è una persona che ha dedicato già molte ore del suo tempo alla politica; quindi, la invito ad andare a leggersi la proposta di legge che ho presentato sulla prostituzione, la cui finalità è quella di combattere con delle azioni incisive, con delle azioni vere, non con una solidarietà falsa, il fenomeno della prostituzione minorile e della tratta intorno al quale gira tutta la microcriminalità e la delinquenza di Torino e Provincia.
Assessore, mi guardi, perché questa è una cosa seria, qui non stiamo scherzando. Non basta scrivere le lettere a Prodi, quindi, Assessore faccia attenzione a quello che dice sui giornali. Faccia attenzione, perch ha dato una risposta troppo superficiale sui giornali, senza leggere la mia proposta di legge. Così facendo, manca di rispetto anche nei confronti dei Consiglieri regionali; per di più, è stata lei a sollecitarla dopo che lei in quest'aula mi ha detto "facciamo questa proposta di legge", dopo avere presentato l'interrogazione alla quale lei a risposto, con gli strumenti che ha a disposizione. Facciamo qualcosa noi come Consiglio regionale, fate qualcosa voi. Lei, in qualità di Assessore, presenti un disegno di legge.
Confrontiamoci, facciamo qualcosa, perché la mancanza di intervento è peggio ancora di quello che può restituirci la microcriminalità.
Ripeto, io sono qui a collaborare e a darvi una mano. Poi sui giornali ci divertiamo tutti, perché onestamente fa piacere a tutti uscire sui giornali, però qui si tratta di prendere dei provvedimenti.
La Presidente Bresso, che ha avuto il coraggio di scrivere al Presidente Prodi dicendo: "Guardate che qui siamo in stato di emergenza sociale e andiamo incontro a delle tensioni sociali".
Il problema della prostituzione minorile, il problema della tratta e della pedofilia è urgente. Qui a Torino, dobbiamo fare qualcosa, non è sufficiente scrivere una bella letterina e poi pubblicarla sui giornali, se in qualità di capo del Governo non risponde e non dà le deleghe necessarie al sindaco Chiamparino, cosa che ha fatto invece nelle altre città. Quindi non c'è poi progetto di riqualificazione, di reinserimento nel mondo del lavoro, di recupero della prostituzione, se non facciamo un'azione preventiva che vada nella direzione dell'ordine pubblico e della sicurezza.
Presidente Bresso, mi aspetto da lei una risposta, così come giustamente lei ha chiesto risposte e lumi al Presidente Prodi.
Non aspettiamoci però che il Presidente Prodi risolva i nostri problemi, ma facciamo qualcosa noi, per quelle che sono le competenze. Fate qualcosa voi, quindi, Assessore, presenti un disegno di legge in materia.
Tutti noi siamo pronti a confrontarci, ma andiamo nella direzione della prevenzione, perché solo così possiamo vincere la microcriminalità.
Io vivo a Torino, ho una figlia giovane, non so se avrò ancora la fortuna di avere altri figli, ma si sa che la vita può dare tante sorprese.
Quindi, voglio vivere in una città migliore e siccome siamo qui e abbiamo questo compito, non intervenire, è peggio dell'approvazione dell'indulto. I danni sono già stati fatti: l'immigrazione selvaggia, l'indulto, la falsa solidarietà. Abbiamo dei poteri e stiamo portando avanti una legge sulla sicurezza e sull'ordine pubblico. Abbiamo dei poteri, questa Giunta ha dei poteri in materia di ordine pubblico e sicurezza, pertanto, intervenendo su tutto quello che è prevenzione della prostituzione, eviteremmo una parte di quei disagi sociali presenti oggi nella Città di Torino e nella Provincia.
E faccio presente a tutti i colleghi che solo Torino e la prima cintura rappresentano il 45% della popolazione regionale. Quindi, ogni azione che va a ridurre la microcriminalità e la delinquenza su Torino e Provincia incide su tutta la Regione Piemonte quasi al 50%.
Mi aspetto delle risposte e aspetto che la Presidente Bresso mi dica che cosa le ha detto il suo Presidente Prodi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. Anch'io volevo fare qualche considerazione rispetto a una serie di elementi che ha portato in discussione il collega Ronzani nell'ambito della discussione dell'assestamento di bilancio, che probabilmente non sono molto in tema rispetto al dibattito legato all'Assessore Migliasso, ma che mi sembra interessante rilevare in questo momento, per poi fare una discussione più ampia sugli articoli e sugli emendamenti che abbiamo presentato come Gruppo di Forza Italia e come opposizione.
Queste considerazioni le vorrei fare molto brevemente su tre aspetti che il collega rilevava. Il primo era legato al fatto che questa Giunta ha lavorato talmente bene che in questo assestamento di bilancio pu sostanzialmente dire di avere coperto i buchi presunti della sanità senza nuove imposizioni fiscali.
Mi permetto però di fare due considerazioni rispetto a questo, e sar breve, perché so che ieri avete affrontato ampiamente il dibattito sulla sanità. La prima considerazione è che questo è un assestamento di bilancio e che la scelta sulle tasse da impostare nell'ambito dell'esercizio 2006 l'avete già fatta nell'ambito del bilancio di previsione del 2006, quando avete scelto di creare una nuova imposizione fiscale, che è stata quella che avete in parte utilizzato per coprire i buchi della sanità.
Mi riferisco al discorso delle acque minerali, al discorso delle tasse sulla ghiaia e quant'altro. Quindi, il fatto che voi in questo assestamento non imponiate nuove tasse è semplicemente la conseguenza principalmente del fatto che l'avete già scelto nel 2006.
La seconda considerazione che voglio fare è che non l'avete fatto voi come Regioni, in questo assestamento di bilancio perché ci ha pensato Prodi a livello nazionale, nel senso che l'Assessore Peveraro sostanzialmente in Commissione che cosa è venuto a dirci? A parte indicare una serie di risorse di fondi regionali che sono stati messi sull'assestamento a copertura del buco della sanità, avete aumentato le entrate a seguito di dibattito molto civile che c'è stato in Commissione in cui noi sostenevamo che le previsioni di buco della sanità sarebbero state superiori.
Quindi, giustamente, l'Assessore Peveraro dice: "Grande disponibilità ad aumentare la previsione", ma non razionalizzando la spesa in quanto tale della Regione Piemonte e quindi andando a fare un lavoro veramente di taglio sulle competenze dei vari Assessorati a livello regionale, ma semplicemente utilizzando la partita di trattativa nazionale - che vediamo, ha delle conseguenze molto pesanti in questo momento rispetto alla discussione della finanziaria nazionale - e quindi semplicemente incrementando di una parte le entrate.
In sostanza, noi riteniamo che le valutazioni esposte dal collega Ronzani siano delle considerazioni di uno stato di fatto, ma che nella realtà abbiano previsto già delle scelte sulle tassazione fatte e abbiano come dire, utilizzato delle scelte fatte da altri livelli (in questo senso il livello nazionale).
Anche perché, cos'è che ci stupisce? Che la Giunta regionale decida di fare operazioni di copertura di un deficit della sanità e poi, senza neanche dare delle giustificazioni credibili, prenda 85 milioni di euro, li metta nei capitoli del patrimonio e dica: "Con questo comprerò un po' di terreni del Mauriziano", ben sapendo che se la giustificazione e lo scopo è di dire: "Dobbiamo far sì che questo terreno non sia utilizzabile per speculazioni" bastava semplicemente addivenire ad una attività di modifica legislativa, di vincolo superiore rispetto a dei terreni che in questo momento sono agricoli senza dover prendere 85 milioni di euro, un po' come avevate fatto - se vi ricordate - con i terreni della FIAT. All'epoca avevate preso pro-quote a 70 milioni di euro e le avevate sostanzialmente utilizzate per comprare dei terreni.
Quello che stona è il fatto che non ci sia una politica vera di razionalizzazione della spesa all'interno della Regione e che per dire: "Riusciremo a coprire i buchi della sanità" semplicemente si aumentano le entrate. Anche perché i piani di rientro dell'ASL 6 che prima il Consigliere evidenziava, se li si va a leggere bene come io ho letto alcuni piani della Provincia di Torino, purtroppo ci rendiamo tutti conto - e l'Assessore Valpreda, per certi versi, l'aveva anche un po' anticipato in alcuni articoli apparsi sui quotidiani - che molti rappresentano l'hit della spesa, non l'hit di razionalizzazione della spesa.
Il secondo elemento che mi sembra importante è quello legato alla politica degli investimenti. Consigliere Ronzani, è vero che anche questa Giunta ha messo a disposizione risorse per le politiche degli investimenti però un'altra cosa da rilevare è che bisogna vedere come vengono fatti questi investimenti. Per esempio, non basta dire: "Sulle intese istituzionali, alla Provincia di Torino diamo 19 milioni di euro" e pensare che in questo modo si sia fatta una buona politica degli investimenti, ma bisogna poi anche vedere che cosa chiede la Provincia di Torino. In Commissione abbiamo visto un elenco - e l'Assessore Conti in questo senso è stato molto gentile nel fornirci il dettaglio - di richieste che, per certi versi, sono imbarazzanti: su 19 milioni di euro, gran parte di queste risorse sono legate alla cremagliera per Pracatinat, a un intervento sul patrimonio archeologico (mi dovrete spiegare che cos'è) in provincia di Torino e poi al percorso del gusto.
Non so come sia andata nelle altre Province e i colleghi che sono di altre Province lo sapranno certamente meglio me, però il problema è questo non è solo quello di trovare dei soldi per fare degli investimenti: è cercare poi di accompagnare il territorio a fare delle proposte credibili rispetto a una Regione che dà dei soldi per dei progetti che devono essere di una rilevanza un po' superiore rispetto al progetto archeologico a Pracatinat e al percorso del gusto. Questo è il problema.
Per non dire che cosa ne facciamo di quei 140 milioni di euro che non sono partiti rispetto a tutta la politica degli investimenti relativi legge sul tetto unico dell'industria, che sono fermi e che in questo momento, da più di un anno, non hanno una conseguenza effettiva dal punto di vista dei bandi, delle risorse da mettere a disposizione e che quindi anche su questo assestamento spostiamo.
Un ultimo ragionamento su Finpiemonte. Noi riteniamo che, a parte il percorso che deve essere fatto rispetto anche a delle indicazioni legislative di livello nazionale, sia utile e assolutamente importante affrontare il dibattito sulla prossima e nuova finanziaria Finpiemonte tant'è che anche noi abbiamo condiviso l'ordine del giorno che verrà discusso prossimamente in coda alla discussione sull'assestamento di bilancio. Noi, Assessore e Presidente, vogliamo aprire un dibattito vero su questo argomento.
Nel momento in cui si è deciso di addivenire, con questo articolo, alla fase veramente attuativa, abbiamo avuto qualche perplessità rispetto al coinvolgimento del Consiglio, perché abbiamo un esempio: Fondazione XX Marzo. È stato fatto un ampio dibattito, si è parlato, si è discusso, ecc.
e poi un giorno l'Assessore Bairati è venuto in Commissione olimpica a dire sostanzialmente che, mentre noi prendiamo tempo per nominare il prossimo Consiglio di amministrazione, lui, insieme all'Assessore del Comune e all'Assessore della Provincia - che non hanno assolutamente voglia di fare questo mestiere, però intanto lo fanno - si appresteranno a stabilirne l'organico, l'organizzazione, la missione, le attività e quant'altro.
Allora, quando noi abbiamo dato sinceramente e seriamente mandato a questa Giunta di attuare veramente il percorso per esempio sulla Fondazione, ci siamo resi conto che poi nella realtà si rimane molto divisi rispetto alla fase di attuazione e alle missioni assegnate. Visto che Finpiemonte anche per noi rappresenta un aspetto di razionalizzazione della nostra organizzazione molto importante, auspichiamo che questo sia un dibattito veramente approfondito e conseguente rispetto alle azioni che si faranno.
Inoltre, non dimentichiamo che Finpiemonte è un altro dei luoghi in cui giacciono 700 milioni di euro che non vengono utilizzati. Non l'ho detto io, l'ha detto il Presidente di Finpiemonte, che è venuto un giorno in audizione a dire: "Ci sono 700 milioni di euro fermi che non usiamo".
Quindi, non solo la nuova finanziaria, ma anche la società che andremo a regolare è il secondo aspetto assolutamente importante di questa grande riforma, che non è ricompressa nell'ordine del giorno che andremo ad approvare e che è in parte regolamentata nell'articolo 14 della legge finanziaria collegata all'assestamento, ma che è altrettanto assolutamente importante.
Questi tre elementi sono per noi fondamentali per aprire un serio dibattito in questo Consiglio e per potere insieme comprendere meglio come questa quantità e massa di risorse si riescono a spendere, anche perché ci sono imprenditori che lavorano sulle Amministrazioni comunali che probabilmente cominciano ad organizzarsi per dire: "Guardate che noi non riceviamo i soldi da nessun altro".
Questo ci sembra, dal nostro punto di vista, un argomento molto serio e molto importante da affrontare al più presto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Ieri abbiamo affrontato l'argomento sulla sanità, per cui oggi non riprenderò minimamente l'argomento, ma affronterò altri temi.
L'assestamento di bilancio è un'occasione, a metà anno, per fotografare la situazione non solo da un punto di vista contabile e finanziario, ma anche politico e amministrativo della Regione. Per quanto riguarda la sanità, siamo in una fase in cui sarà necessario capire e vedere un segno chiaro di svolta; un segno chiaro di una politica sanitaria di cui non abbiamo ancora ben capito i contorni, i principi a cui aspirate e quali obiettivi si vuole raggiungere. Se l'obiettivo è quello della razionalizzazione della spesa, del contenimento dei costi, allora dobbiamo chiederci perché in molte ASL i deficit continuano a crescere, gli squilibri continuano a crescere nonostante un calo di produzione dei servizi e delle prestazioni.
Le liste di attesa in molte ASL, su molte specialità, in questi mesi continuano ad allungarsi. La cosa paradossale è che in molte ASL si cerca di salvare la situazione esternalizzando al privato una serie di specialità e di prestazioni di servizi che prima venivano espletati dalla struttura pubblica. Il che, permettetemi di dire, è un po' un controsenso per una maggioranza e per una Giunta che aveva detto di voler privilegiare la sanità pubblica. Chiediamo un giusto equilibrio e una giusta integrazione fra pubblico e privato, ma è assolutamente necessario non perdere le professionalità, le strutture e i servizi pubblici che soltanto fino a qualche mese fa funzionavano più che adeguatamente e che ora sembrano essere abbandonati. Oltre ad un clima di sfiducia, di demotivazione e di disorientamento che, nel personale sanitario, medico e paramedico, si avverte un po' in tutto il Piemonte.
Tornando al discorso dell'assistenza, come è già stato sottolineato da altri Consiglieri, il grido di dolore e l'appello che è salito venerdì scorso durante l'audizione con i rappresentanti delle case di riposo pubbliche e private e con il mondo del volontariato, è stato indicativo ed esemplare più di ogni altra discussione che noi, a volte, affrontiamo nelle Commissioni competenti o in aula. Un grido di dolore di un mondo importantissimo, che si sente completamente abbandonato. Dalle dichiarazioni degli stessi rappresentanti di questo mondo, il problema degli autosufficienti non è stato affrontato, ma è stato sospeso. Per loro stessa dichiarazione, nella precedente legislatura, si erano fatti grossi passi in avanti (e qui bisogna riconoscere il lavoro dell'allora Assessore Cotto). Ora siamo in una fase - sono dichiarazioni di queste associazioni di questo mondo, non nostre - di disorientamento. Ben 8700 non autosufficienti attendono di essere inseriti, non c'è una chiara direzione di politica sociale.
Non si è provveduto a dare adeguate risorse per i convenzionamenti alle ASL come, parallelamente, non è stata data una chiara indicazione ai consorzi socio-assistenziali di utilizzare l'alternativa alla casa di riposo, che è quella degli assegni di cura domiciliari. È stato fatto qualcosa soprattutto dopo le insistenze pervenute dai banchi dell'opposizione, ma ancora in molti consorzi socio-assistenziali non viene utilizzato questo strumento che è molto importante, un'alternativa molto gradita per l'anziano non autosufficiente quando può essere assistito da un famigliare nella propria abitazione. Tra l'altro, come ben sapete, questo genererebbe anche un risparmio economico. Un anziano non autosufficiente a casa, finanziato con l'assegno di cura, costa alla collettività sempre meno che un posto convenzionato in una struttura residenziale.
Speravamo di vedere in sede di assestamento di bilancio, a metà anno una chiara decisione di politica assistenziale. Invece abbiamo dovuto constatare che il mancato adeguamento delle rette, lo slittamento della DGR 17 marzo 2005, ha generato, sta generando in queste settimane una situazione gravissima in molte realtà socio assistenziali piemontesi.
stato denunciato che in molte case di riposo le rette sono incredibilmente basse, questo significa che in quelle strutture non si offre quel minimo di assistenza vitale all'anziano.
Come si è sottovalutato un effetto che, a fine anno, si rileverà sulle stesse casse, sugli equilibri finanziari della Regione, cioè che il mancato adeguamento delle rette si farà risentire sui consorzi socio assistenziali qualora questi gestiscono direttamente le case di riposo, così come per le stesse RSA gestite direttamente dalle ASL. Senza contare il danno alla collettività in termini generali quando le IPAB sono nominate dai comuni, e quindi quando le IPAB rischieranno di chiudere, molte di queste sono già in queste condizioni, ecco che dovranno intervenire le amministrazioni comunali e il sistema collettivo regionale.
Sul fronte dell'assistenza, ci aspettavamo uno slancio in termini finanziari maggiore; soprattutto su un tema che è sempre stato un cavallo di battaglia delle amministrazioni del centrosinistra, quello relativo all'abbattimento delle barriere architettoniche. Un argomento che giustamente, noi stessi abbiamo assimilato e che speravamo, in questo assestamento di bilancio, di vedere riconosciuto e supportato da un punto di vista economico. La legge n. 13 dello Stato è quella che, attraverso la Regione, si distribuiscono i fondi ai comuni per l'abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni civili, nei condomini e nelle case dove vi è la presenza di un disabile. In Commissione avevamo proposto che la Regione, con un provvedimento autonomo, integrasse i finanziamenti e i trasferimenti statali della legge n. 13, ma questo purtroppo non è avvenuto.
Un problema che quest'estate è emerso con tutta la drammaticità che si prevedeva, e che è aumentata nelle ultime settimane, è quello dell'indulto.
Si può essere a favore o contrari dell'indulto, ma il problema deve essere affrontato. Tanti detenuti che hanno lasciato gli istituti penitenziari sono tornati a delinquere, molti sono rientrati negli stessi istituti penitenziari, quindi il problema è solo stato rimosso e scaricato sulla collettività. Ci saremmo attesi molte più risorse per un recupero, per un reinserimento vero di quelle persone che hanno lasciato gli istituti penitenziari, ma lo stanziamento elargito è sicuramente irrisorio.
Voglio spezzare una lancia a favore del Consigliere Scanderebech. Il Consigliere ha sollevato un problema importantissimo, quello della sicurezza, della prostituzione e della microcriminalità nella città di Torino e nella provincia di Torino. Non sono di Torino, ma ho amici e parenti che abitano a Torino, per cui attraverso la città. Nelle ore serali si ha paura ad uscire per la città, si ha paura a prendere un treno alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. Non è con i convegni, non è con l'assistenzialismo falso, ipocrita e penoso che si risolvono i problemi.
La Regione, visto che auspica di avere poteri aggiuntivi attraverso una rimodulazione del federalismo a Costituzione invariata, deve mettere le mani su queste materie, assumersi le proprie responsabilità. Abbiamo abbandonato un'ottima legge, quella sulla sicurezza che era stata votata nella scorsa legislatura, e l'abbiamo svuotata di poteri. È una legge che non agisce né nel senso della prevenzione né della repressione. Questo è un errore gravissimo. In materia di sicurezza ci vuole un giusto bilanciamento fra prevenzione e repressione. Non sono più stati dati gli adeguati finanziamenti ai comuni per installare telecamere per la video sorveglianza, come ripeto viene pericolosamente ignorato il problema della prostituzione, che è il primo humus da cui nasce la criminalità.
Vedo che queste mie parole, come quelle del Consigliere Scanderebech cadono nel vuoto. Vi auguro che non vi capiti mai di avere parenti o amici colpiti anche da piccoli atti di criminalità perché feriscono e offendono l'intimità della persona, che colpiscono psicologicamente, per lungo periodo, la stessa persona e la limitano nella propria libertà personale.
Concludo con un riferimento che si estranea dall'assistenza e dalla sanità, ma riguarda pur sempre l'incolumità dei piemontesi e dei cittadini della nostra Regione che è quella della mancata manutenzione ordinaria dei fiumi. Sappiate che tutto il Piemonte è ancora e nuovamente a rischio di alluvione anche se si è riusciti negli anni passati a tirare su gli argini che erano stati abbattuti dalle precedenti alluvioni. Ma il problema storico dell'eccesso di verdi che in molti posti - non in tutti, ma in molti posti - si sono accumulati nei corsi e nei fiumi d'acqua piemontesi non è stato risolto.
La precedente Giunta regionale aveva presentato un piano di manutenzione ordinaria dei fiumi, che era stato valicato e autorizzato dall'AIPO, (Agenzia Interregionale del Po) poi questo piano non si sa che fine ha fatto. Di fatto, non è partita nessuna procedura di disalveo dei fiumi che, peraltro, in maniera molto intelligente non era stata centralizzata ma delegata ai Comuni.
Su queste cose, vedo che c'è, purtroppo, una grave colpevole indifferenza. Facciamo però attenzione perché sul problema dell'alluvione non c'è più nessun colore politico: bianchi, gialli, rossi e verdi. Quando succedono questi eventi è difficile percorrere il territorio dei Comuni alluvionati.
Vedo presente l'Assessore competente e gli rammento, ma gliel'ho già detto in Commissione, che è opportuno che su questo argomento ci sia una risposta chiara, perché il piano di manutenzione dei fiumi (approvato un anno e mezzo fa) è rimasto lettera morta.
Attendo, e credo anche tutti i miei colleghi, una risposta su questo argomento.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire nella discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Rabino; ne ha facoltà.



RABINO Mariano

Signor Presidente, anche il Gruppo de La Margherita, naturalmente partecipa a questo dibattito per esprimere il voto favorevole al disegno di legge n. 312 documento contabile di assestamento al bilancio.
Torniamo a sottolineare, con questo intervento, alcuni aspetti e alcuni rilievi e vogliamo dare maggior evidenza ad alcune iniziative che riteniamo positive per la comunità piemontese.
Innanzitutto, sottolineiamo la parte normativa di questo disegno di legge, laddove si prevede la possibilità di un fondo per il cofinanziamento degli accordi di programma quadro, l'articolo che facilita la cessione dei crediti delle imprese creditrici nei confronti della Regione Piemonte, la possibilità per la Regione stessa di partecipare all'aumento del capitale sociale di Eurofidi.
Noi riteniamo che questi tre interventi diano il senso di un'attenzione e di una volontà forte nei confronti del comparto delle attività produttive per sostenere, sollecitare e favorire la ripresa economica in atto nella nostra Regione.
Nello stesso tempo, visto che in questo assestamento percepiamo un provvedimento che unisce le esigenze dello sviluppo con quelle della solidarietà e della coesione sociale, riteniamo utile l'intervento nel comparto della sanità con l'operazione di provvista finanziaria, iniziativa di credito commerciale per risolvere i problemi di liquidità che derivano dai mancati trasferimenti dello Stato alla Regione Piemonte.
Sottolineiamo, sempre per quanto concerne il tema della solidarietà e della coesione sociale, le maggiori importanti risorse di cui parlava questa mattina l'Assessore regionale al Welfare, Angela Migliasso e quindi le maggiori e più importanti risorse per i consorzi socio-assistenziali che, insieme agli enti, alle imprese, ai privati e ai Comuni di questa Regione, attendono da tempo l'approvazione dell'assestamento per mettere mano ai progetti e alle iniziative predisposte.
Sottolineiamo, nel comparto socio-assistenziale e in quello del Welfare, l'importante attenzione e le migliori risorse relative all'edilizia scolastica, per la quale tra qualche settimana dovrebbe aprirsi un bando di grande interesse, anche in questo caso molto atteso dai Comuni, dalle Province e dagli enti pubblici di questa Regione. Pure su questi aspetti credo che l'assestamento dia una risposta significativa mettendo in gioco delle risorse che contribuiranno a migliorare la qualità dell'edilizia scolastica, della formazione e dell'istruzione nella nostra Regione. Ancora alcuni altri cenni, che riteniamo abbiano valore ed importanza.
Consideriamo utile e di molto valore la partecipazione alla banca popolare etica, perché questa consente operazioni di microcredito che proprio recentemente sono state riconosciute a livello internazionale con l'assegnazione del premio Nobel per la Pace al fondatore della banca del microcredito.
Riteniamo inoltre che siano importanti le ulteriori maggiori risorse destinate alle opere pubbliche (l'Assessorato di Bruna Sibille) soprattutto le risorse aggiuntive, quel fondo di solidarietà per i piccoli Comuni che in qualche modo cerca di risolvere il problema rappresentato dalla chiusura degli uffici postali nei piccoli centri. Soprattutto consente maggiori e più importanti risorse a finanziare la legge n. 18 che come è noto, contribuisce a risolvere i problemi di molte piccole comunità piemontesi per quanto riguarda l'illuminazione pubblica, i cimiteri, i lavori di rifacimento dei municipi e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade.
Riteniamo altrettanto importante l'implementazione delle risorse per i piani di qualificazione commerciale nei centri urbani maggiormente rilevanti, le iniziative e le maggiori risorse introdotte per aiutare i piccoli Comuni a rischio di desertificazione commerciale.
Così come riteniamo importante che questo assestamento preveda un'implementazione di risorse rispetto a quelle della previsione della finanziaria 2006 per il piano di superamento del divario digitale nella nostra Regione.
Credo che tutte queste sottolineature valorizzino un assestamento che cerca di dare una risposta sia sul versante del rilancio dello sviluppo e della ripartenza economica del Piemonte che su quello della coesione sociale, della solidarietà e dell'attenzione ai più deboli e alle fasce più disagiate.
Per questa ragione, la Margherita esprime voto favorevole a questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesta la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Anche se siamo stati presi alla sprovvista, i Consiglieri del mio Gruppo pensano che la procedura di discussione seguita sia stata un po' insolita e che abbia riprodotto una discussione molto attenta e molto lunga che nelle Commissioni si è sviluppata.
Dovremmo ridiscutere eventualmente modalità di discussione e tempi per il bilancio dell'anno 2007 che, comunque, è cosa non certo prossima. Svolgo alcune osservazioni, può essere che altri Consiglieri del Gruppo integreranno queste brevissime osservazioni che porrò.
Crediamo che l'assestamento sia un atto importante, che serva per tentare di rilanciare economicamente questa Regione. Alcuni segni ci pare si siano avuti nei mesi scorsi e non solo per l'effetto Olimpiadi. Occorre cercare di rendersene conto fino in fondo, e questo in parte è stato fatto ma noi sottolineiamo che solo in parte sono stati affrontati i grandi bisogni sociali che parte della popolazione del Piemonte, una fra le Regioni più ricche in questo nostro Paese, vive quotidianamente.
Noi abbiamo posto alcuni problemi che sono parzialmente venuti fuori anche nelle discussioni con i singoli Assessori, svolte ieri e nella mattinata di oggi.
La prima questione riguarda il contributo agli affitti. Sappiamo che c'è una parte consistente di popolazione che fatica su questo terreno.
Pensiamo sia utile integrare ulteriormente questa voce. Non basta, per che il problema dell'accessibilità e dell'inaccessibilità alla casa sia semplicemente sollevato.
Il problema delle politiche abitative è uno dei nodi fondamentali, non certo l'unico, di questa maggioranza. Nei prossimi tempi, quindi, servono misure strutturali più forti. Approssimandosi il bilancio 2007 - speriamo che sarà così anche negli anni successivi - sarà uno dei temi che il nostro Gruppo sottolineerà maggiormente.
La seconda questione riguarda il precariato.
Sabato scorso c'è stata una grande manifestazione a Roma, che ha creato polemiche di non poco conto. Al di là di slogan sguaiati che non condividiamo assolutamente, c'è un problema drammatico di giovani (che poi sono sempre meno giovani), che non hanno accesso ad un lavoro stabile quindi impossibilitati a fare un progetto di vita a lungo termine. Crediamo che questo sia uno dei nodi sollevati nella nostra campagna elettorale risalente ormai ad un anno e mezzo fa. La Regione stessa, per la sua parte a cominciare dai lavoratori precari nell'ente regionale, deve progressivamente sciogliere questo tema.
Un'altra questione riguarda l'integrazione dei redditi minimi, posta già nello scorso bilancio, che riteniamo di fondamentale importanza. Negli interventi di maggioranza e di minoranza è stata ricordata la questione delle lista di attesa nelle RSA. È uno dei temi che abbiamo sollevato e che si lega anche alle difficoltà economiche, perché abbiamo avuto segnalazioni di cooperative non pagate per lungo tempo. Questo riguarda il settore sanità, il settore assistenza e, parzialmente, il settore cultura.
opportuno cercare di affrontare, nelle difficoltà che pur ci sono (che conosciamo e che non sono certo di poco conto), questo tema.
Secondo noi, ovviamente, tutto quanto dipende fondamentalmente dal Piano Socio Sanitario, se procede e se darà risultati, non di breve ma di lungo termine, essendo un progetto certamente importante che deve essere sviluppato. Sul punto, speriamo si superino le istanze puramente locali che paiono provenire da molte parti, ma che non guardano alla complessità dei problemi. Auspichiamo che le stesse formazioni politiche abbiano il coraggio di guardare ai nodi complessivi, magari perdendo qualche piccolo consenso locale, ma che ragionino sul lungo e non sul brevissimo termine.
Sappiamo che esistono nodi importanti e strutturali. Crediamo che alcune questioni legate ai trasporti siano state lungamente discusse. Al momento non è presente l'Assessore competente e non so quali risultati abbiano dato i suoi viaggi sui treni locali; treni che i pendolari prendono ogni giorno. Abbiamo comunque davanti a noi una situazione che rischia di peggiorare progressivamente. Non è questione di questa o di quella maggioranza, ma i nodi strutturali delle ferrovie stanno venendo al pettine. La divisione prodotta nelle ferrovie, con RFI che si occupa dei treni e delle pulizie, non ha certo prodotto vantaggi. Abbiamo problemi che non sono solo di gestione, ma di investimenti a lungo termine su alcune linee fondamentali e su quelle centrali, che stanno perdendo sempre di più quelle caratteristiche e quell'importanza che hanno avuto per lungo tempo.
Sottolineiamo ancora la questione TNE, che riteniamo importante, come la questione Olimpiadi. Crediamo che la Fondazione debba partire e funzionare immediatamente, superando inconvenienti precedenti, su cui abbiamo avuto anche posizioni parzialmente differenti. Questa Fondazione l'abbiamo votata tutti, tranne un Consigliere, in questo Consiglio, quindi deve essere assolutamente importante, fondamentale e funzionale.
Sulla questione delle scelte sociali insisteremo maggiormente nei prossimi mesi. Il dato elettorale di ieri non è certo incoraggiante per la coalizione di cui facciamo parte, anzi, dimostra il contrario e può essere letto in mille modi. Siamo convinti che una maggiore qualificazione sulle grandi tematiche, quali l'occupazione, il precariato e i temi ambientali che non devono assolutamente essere disgiunte dalle grandi tematiche sociali, sia fondamentale.
Come ultimo punto, ricordo un particolare importante: l'articolo 10 di questo assestamento prevede, finalmente, il finanziamento alla banca etica.
un'osservazione che avevo fatto in maggioranza più di una volta presentando anche istanza sul tema. C'è una legge della precedente maggioranza e del precedente Consiglio rimasta inattuata per lungo tempo credo importante e significativo che l'articolo 10 sostenga finalmente il finanziamento ad un'istituzione utile ed essenziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione del dibattito sul bilancio per segnalare all'Assessore Pentenero, ma in realtà a tutta la Giunta, un'ulteriore preoccupazione su una vicenda che riguarda le famiglie del Piemonte. La segnalo contando sulla sensibilità della Giunta.
una preoccupazione sulla legge n. 40 del 2004, modifica della legge n. 61, sulle convenzioni con i Comuni.
Stanno rispondendo, ma chiedo all'Assessore Pentenero se sia vero e nel caso non fosse vero, se possiamo dare una rassicurazione immediata (se può, oggi stesso, altrimenti non c'è problema, facciamo la prossima settimana, in Commissione o quando riterrà) sul fatto che i Comuni stiano dicendo che non arriveranno i fondi, neanche entro dicembre, per la legge n. 41. Questo creerebbe gravi problemi ai Comuni.
Ripeto: è una segnalazione dei Comuni e delle scuole, non è una verità di fede (sono poche le verità di fede e questa non è certo una di quelle) per cui mi permetto di ricordarglielo. Ci arrivano costanti preoccupazioni penso che lei possa fugarle con un'informazione.
L'altra questione, tanto riportata sui giornali, riguarda il bando del buono scuola. Avete pubblicato il bando del buono scuola molto tardi. In un primo tempo si pensava che ci potesse essere una nuova legge e avete detto: "Lo pubblichiamo, perché tanto prevediamo che la nuova legge non passi".
Non ci voleva l'oracolo di Delfi per comprendere che la legge non sarebbe passata entro dicembre, non per volontà ostruzionistica, ma perché c'è l'assestamento e per tantissime questioni.
Allora perché, prevedendo questo, il bando non è stato fatto prima quando era del tutto evidente che non sarebbe passata la nuova legge? La scusa era: "Non facciamo il bando perché arriva la nuova legge", ma era del tutto evidente. Quindi, in realtà, si è perso del tempo gratuitamente.
Ancora una considerazione, infine, che abbiamo già fatto sui giornali e che riproporremo compiutamente, che riguarda non l'Assessore, ma la maggioranza nel suo complesso: così com'è stato approvato, ciò che abbiamo visto proporre dalla Giunta è veramente un paradosso, cari colleghi: alcuni Consiglieri, quando ricoprivano il ruolo di Capogruppo - mi riferisco, ad esempio, alla collega Giuliana Manica, che era Capigruppo dei DS sostenevano che il buono scuola era incostituzionale, mentre adesso dicono che va bene. È interessante vedere queste conversioni!



(Commenti in aula fuori microfono)



LEO Giampiero

Sono contento che oggi, invece, si ritenga che sia perfettamente costituzionale: ma che senso ha tutto questo? Lo chiedo anche ai colleghi della sinistra, che seguono sempre un filone di ragionamento logico, come il Consigliere Dalmasso: se è sbagliato, lo si annulli; se è corretto, non si faccia a metà, dicendo "È giusto, ma non per tutti". Sembra di parlare del Berlucchi, che "è giusto, ma non per tutti".
Voi sostenevate, praticamente, che il buono scuola era inopportuno, non giusto. La Giunta, ora, dice che è giusto. Però, siccome è quel "giusto" così, lo si dà solo al 60% degli avanti diritto, abbassando i finanziamenti. È vero che non è la più grande contraddizione di questa maggioranza a cui assistiamo, perché abbiamo visto - lo ha ricordato poc'anzi con garbo il collega Dalmasso (sui giornali lo ha fatto con meno garbo) - le manifestazioni dei Sottosegretari contro il Governo. Quindi quella del buono scuola non si configura neanche come la più grande contraddizione. Semplicemente si assomma ad una serie di altre contraddizioni.



(Commenti in aula fuori microfono)



LEO Giampiero

Mi risulta che siate al Governo, ma forse...



(Commenti in aula fuori microfono)



LEO Giampiero

Lo stesso Prodi dice: "Non importa, governeremo i prossimi cinquant'anni!".
Volevo fare una citazione un po' particolare; so che il collega Turigliatto è un esperto in materia, ma al momento non è il aula.
C'è un supereroe della Marvel Comics che si chiama Sentry che, per combattere meglio il male, si sdoppia in un altro personaggio che si chiama Void: Sentry combatte contro Void per essere ancora più efficace.
Questo accade nei fumetti, e il fatto che si metta a rischio la galassia è senz'altro tragico.
Il fatto che voi contestiate il vostro Governo, è soltanto un po' comico, ma non tanto tragico. Però non dimenticate che Sentry lo cura lo psichiatra, alla fine.
Non so cosa accadrà della maggioranza, qualche cura la stanno dando gli elettori, ma mi sembra che quegli elementi della sinistra che hanno rilevato un'incongruenza abbiano ragione. Il buono scuola è una incongruenza meno grave, ma comunque simile.
Sarebbe bene sostenere le cose logiche, e non quelle illogiche. Noi abbiamo compiuto sempre uno sforzo per essere coerenti, e non sappiamo se stupirci per queste cose o semplicemente divertirci.
Ringrazio comunque l'Assessore Pentenero per la sua presenza, forse sta già prendendo accordi col dottor Lesca, e me ne compiaccio. Segnalo infatti l'efficienza del Dottor Lesca e la bravura con cui l'Assessore Peveraro ha condotto questa complicatissima partita.
Come vedete, non sono solo capace di muovere critiche, ma riconosco che una partita così complicata, in una situazione di emergenza, è stata condotta molto bene.
Attendo risposte dopo queste segnalazioni. Se volete documentarvi altresì su Sentry, vi procurerò i fumetti!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Avviandoci, forse, al termine di questo lungo dibattito, il primo elemento che mi preme sottolineare è legato alla datazione: oggi è il 7 novembre e forse ci apprestiamo a votare l'assestamento di bilancio. Non sono uno statista così esperto, però credo che sia quasi un record per la Regione Piemonte! Questo ritardo così incredibile rispetto a quelle programmazioni che piacciono tanto al centrosinistra può voler dire tanto, oppure niente.
Oggi, forse, avremmo dovuto iniziare a discutere del bilancio del 2007 e non dei conti del bilancio al 30/06.
A nostro avviso, anche questo aspetto esprime il senso di una difficoltà di Governo del centrosinistra a gestire una macchina così complessa come quella regionale; difficoltà che abbiamo riscontrato in questo lungo percorso di approfondimento svolto in Commissione, che, per fortuna, c'é stato, perché ci ha concesso molte possibilità di approfondimento in più.
chiaro che, nel quadro di approfondimento, la parte del leone l'ha svolta sempre la sanità. Ricordava ieri il direttore de Il Sole 24Ore presente in Piemonte che tutto l'investimento sull'università italiana ammonta a circa 7 miliardi di euro, che è molto meno di quanto si spenda per la sanità in Piemonte. Quindi è giusto che su questa materia vi siano particolari attenzioni.
Sui conti della sanità piemontese, quindi, si è riversato l'interesse maggiore; le cose più forti sono uscite anche grazie al lavoro che l'opposizione ha condotto in quella specifica Commissione. Ricorderà l'Assessore Peveraro con quali tabelle abbiamo iniziato a lavorare sulla sanità e ricorderà, altresì, a quali tabelle siamo arrivati per dare, per quanto ci è stato possibile, conti più precisi rispetto una materia così importante.
Forse l'elemento principe di questo assestamento, dal punto di vista della segnalazione delle situazioni, è proprio legato alla sanità.
Noi siamo periti, come coalizione, probabilmente sulla questione sanitaria, ma non è detto che chi ci ha ferito tante volte negli anni passati faccia ugualmente la nostra fine, perché il deficit di 340 milioni di euro al 30 giugno oggi è già veleggiante verso i 600 o 700 milioni perché ormai potremo fare quasi un'analisi definitiva sul primo anno di gestione sanitaria della nuova Giunta, quindi della Presidente Bresso e dell'Assessore Valpreda. Emerge, dunque, questo riscontro: una sanità con un buco che si attesta a 340 milioni al 30/06, ma che si avvia a sfondare i 600 o i 700 milioni per la fine dell'anno.
Di questo, evidentemente, la Regione - la Giunta in primo luogo, e poi tutto il Consiglio - dovrà tenerne conto, perché é chiaro che questo enorme buco sanitario del primo anno di gestione sanitaria del centrosinistra della Regione Piemonte verrà sicuramente colmato. Ma a scapito di chi? A dispetto di chi? Sottraendo risorse a chi? Sicuramente, sottraendo risorse allo sviluppo del nostro Piemonte; sottraendo risorse allo sviluppo delle piccole e medie imprese; sottraendo sviluppo alle leggi che, nei cinque anni di centrodestra, avevano creato un Piemonte diverso; un Piemonte che era uscito dalla crisi FIAT; un Piemonte che aveva visto una nuova imprenditorialità farsi viva e diventare sempre più importante.
Ecco che uno degli elementi che avrebbero dovuto distinguere l'azione di questa Giunta viene inchiodato non dall'azione ostruzionistica dell'opposizione o dalla cattiveria del Governo centrale, ma dai numeri e dalle responsabilità di un'azione sanitaria, che sta fallendo, tra l'altro creando anche sui territori tante tensioni e problemi. È una sanità inchiodata a livello territoriale, relativamente alla quale non c'è più passione, ma una grande paura per il futuro, che si preannuncia alquanto cupo, se non interverranno delle modifiche al Piano sanitario.
In questo quadro si potrebbe dire tanto di più, mi limito ad alcune perle relative alla mancanza di capacità programmatoria e di concretezza relativamente a scelte già compiute. Pensate che i lavori per la realizzazione dell'Ospedale Borsalino sono stati perfettamente conclusi ormai da oltre un anno e la struttura attende soltanto di essere aperta. Un anno fa abbiamo assistito all'inaugurazione - si fanno anche le inaugurazioni degli ospedali vuoti! - di questo ospedale, che dovrà essere di altissima specializzazione e di altissimo intervento sanitario, ma ancora oggi giace vuoto, perché non si trovano i due milioni e 800 mila euro necessari per renderlo funzionante.
Chiaramente, speriamo che la norma contenuta nell'assestamento, che trova soltanto una parte di questi due milioni e 800 mila euro, sia sufficiente a dar vita a questo ospedale, che è costato molto alla collettività regionale nelle forme di finanziamento concordate a suo tempo ma che da un anno non svolge il suo ruolo, perché questa Amministrazione non è riuscita a individuare le risorse necessarie per attivarlo al momento della sua inaugurazione.
Un altro problema, che è già stato sollevato da altri colleghi, che mi sta particolarmente a cuore e rispetto al quale si deve cercare di fare di più - mi dispiace che non sia presente l'Assessore Taricco - è il grande problema delle zanzare. In questi anni, su questo tema abbiamo assistito ad un'attività molto importante, anche in termini economici, della Regione Piemonte, ma, molto spesso, i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Oggi, i tecnici ci dicono che per un intervento serio si necessita di un certo tipo di risorse e di una certa tipologia di interventi.
In realtà, anche in questo assestamento, che relativamente a questo problema interviene dal punto di vista organizzativo, non c'è quella disponibilità di risorse che permetterebbe - non dico la certezza - un'alta probabilità di interventi concreti, per il raggiungimento del risultato.
Anche su questo, a mio avviso, un ripensamento, magari in fase di emendamenti, potrebbe essere estremamente utile.
Un ultimo aspetto che voglio sottolineare riguarda una realizzazione alla quale tengo molto, così come penso tutto il Consiglio regionale.
In fase di bilancio, nel mese di aprile di quest'anno, abbiamo inserito una somma non rilevante, ma significativa ed esemplare, proprio perché è stata messa come posta di bilancio, per la creazione della Fondazione per il mesotelioma a Casale Monferrato: 100 mila euro per il 2006, 250 mila euro per gli anni successivi (2007 e 2008).
Per noi è veramente fonte di enorme tristezza pensare che, a distanza di diversi mesi dall'approvazione del bilancio - mi pare all'inizio di aprile - questa Fondazione non abbia ancora mosso i primi passi. Oggi l'Assessore Valpreda verrà a Casale per cercare di difendere il proprio Piano sanitario da un territorio che, invece, non lo accetta, senza che si sia dato corso almeno ai primi momenti creativi della Fondazione per il mesotelioma, in presenza di un esborso di risorse già previste dal bilancio. Questo tipo di intervento era dovuto, facendo parte del bilancio votato non dall'opposizione, ma dal Consiglio regionale nella sua complessità. Come sapete, noi votammo contro, ma qualcuno votò a favore anche di quel provvedimento. Quindi, nessuno chiede nulla in più di quello che già esiste.
Un ultimo riferimento alla volontà delle opposizioni, in particolare di Alleanza Nazionale, di dare come sempre un contributo fattivo alla discussione e, se possibile, alla Giunta mediante la presentazione di emendamenti particolarmente attenti alle tematiche sociali.
Adesso vedremo lo svolgimento della discussione e quale attenzione la Giunta darà alle aspettative delle opposizioni, ma sottolineo che comunque, gli emendamenti presentati da Alleanza Nazionale sostanzialmente, sono legati alla socialità, perché, forse, su questo tema ci aspettavamo di più da una Giunta che, come è già stato ricordato, si ammanta di attenzioni verso la socialità, ma, in realtà, poi, non le concretizza in atti veri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Se il dibattito prosegue anche nel primo pomeriggio, sono disposto a rinunciare provvisoriamente all'intervento e a prendere la parola più avanti.



PRESIDENTE

Ho ancora due iscritti a parlare e, se non ci saranno altre richieste di intervento, la discussione generale sarà terminata.



GIOVINE Michele

Premetto che, dando seguito agli accordi intercorsi e come già preannunciato nella Conferenza dei Capigruppo di ieri, ritiro i 180 emendamenti presentati in precedenza sul disegno di legge n. 312 in oggetto, ovvero l'assestamento di bilancio all'esercizio 2006.
L'oggetto del mio intervento riguarderà tre Assessori in particolare dei quali gradirei avere l'attenzione: l'Assessore Peveraro, l'Assessore Oliva e l'Assessore Taricco.
Per quanto riguarda l'Assessore Taricco, mi preme fare un intervento sul Salone del Gusto, su quanto è avvenuto da poco, che credo debba avere qualche modificazione e qualche miglioria sulla sua applicabilità.
Il Salone del Gusto è andato bene, indubbiamente è stato un successo di pubblico e addirittura si parla di ampliamento dei padiglioni per poter accogliere tantissimi visitatori.
Io ci sono stato in quei giorni e sentivo parlare tantissime lingue quindi significa che c'è stato anche un arricchimento per il sistema degli alberghi, per il sistema dell'accoglienza di Torino. Quindi, sicuramente c'è stata una ricaduta economica.
L'unica nota negativa - e questo credo che sia balzato agli occhi di tutti - è purtroppo relativa al profilo della comunicazione dei prodotti piemontesi.
Nella quasi totalità dei telegiornali in cui si è parlato del Salone del Gusto, su cinque o sei prodotti che venivano citati, quando andava bene veniva citato un prodotto piemontese. In un paio di edizioni che ho potuto vedere, non ne veniva citato nemmeno uno.
Quindi, riprendendo quanto detto ieri dal Presidente Casoni, credo che la Regione abbia investito molto per il Salone del Gusto e abbia dato veramente tanto in risorse, investimenti e soldi pubblici.
Credo però che abbia il diritto, senza aggiungere un euro di più di quello che ha già dato in passato, di pretendere, nell'ambito della comunicazione con i media, un maggiore spazio dei nostri prodotti piemontesi sia sotto il profilo vitivinicolo sia sotto il profilo enogastronomico più generale.
Per il resto, invece, mi permetto di fare un plauso alle altre iniziative in cui si è distinto l'Assessore Taricco in questi mesi. Vorrei citarne una che mi è piaciuta particolarmente, cioè quella di fare venire una ventina di cuochi di fama internazionale e di farli girare per le realtà del Distretto dei Vini e le altre realtà piemontesi per fare conoscere i nostri prodotti.
Aggiungo solo un piccolo suggerimento: sarebbe ancora più utile fare decollare un'iniziativa oppure integrare quella già presente facendo conoscere i nostri prodotti a chi li commercializza nei settori internazionali; parlo dell'Australia, di mercati floridi quali il Brasile gli Stati Uniti d'America, il Canada e anche l'Asia.
Per quanto riguarda l'Assessore Taricco ho terminato, e lo ringrazio anche se non lo vedo, perché sono sicuro che avrà ascoltato, ovunque sia.
Rivolgendomi ora all'Assessore Oliva, mi permetto di approfittare della discussione sull'assestamento di bilancio per sollevare due questioni che forse possono c'entrare incidentalmente, ma che, parlando della legge fondamentale della Regione, c'entrano comunque.
Se la memoria non mi inganna, in settimana ci sarà un ulteriore Consiglio di Amministrazione della Fondazione Accorsi. Volevo chiedere all'Assessore qual è lo stato dell'arte di tale Fondazione.
Voglio ricordare ai colleghi presenti che la Fondazione Accorsi è la seconda e la più importante fondazione reale di diritto pubblico che esiste, cioè è una fondazione che vive di fondi propri.
Si è generato un problema, che è emerso con una certa irruenza sui giornali, a proposito della sua missione originaria, ovvero il mantenimento del Museo - che penso che sia l'attività che più interessa alla Regione che rischiava di essere chiuso. Sono certo che l'Assessore si è mosso insieme ai Dirigenti della struttura, per cercare di evitare questa sciagura.
Chiedo all'Assessore di informarci sullo stato dell'arte, anche perch forse mi è sfuggito - nell'assestamento attuale non ho visto delle voci particolari in riferimento a questo.
All'Assessore Oliva volevo chiedere anche un'altra cosa. So che il CSA (Centro Studi Africani) è oggetto di sfratto da parte della Sovrintendenza.
Volevo sapere quali iniziative l'Assessorato e l'Assessore hanno intrapreso per evitare che questa importantissima realtà culturale torinese e piemontese venga dispersa, anche perché noi siamo membri o addirittura fondatori del CSA e nominiamo due Consiglieri di Amministrazione. Tra l'altro, il CSA è un ente che costa pochissimo alla collettività, ma rende tantissimo sotto il profilo del servizio pubblico. Ringrazio l'Assessore per la risposta che vorrà fornirmi.
Ora mi rivolgo all'Assessore, nonché Vicepresidente Peveraro.
Sinceramente, devo annotare a lei le uniche note negative di questo assestamento di bilancio, oltre a quelle che i miei colleghi di minoranza hanno ampiamente enucleato e ai quali mi associo totalmente.
Non ci è piaciuto molto come è stata gestita la partita della Finpiemonte; non ci è piaciuto il modo in cui ci è stata presentata e non ci è piaciuto il modo con cui è stata portata avanti.
Non entro nel merito della buona fede che - sono sicuro - è stata totale. Non ci è piaciuto il fatto di aver appreso la notizia dai giornali non ci è piaciuto il fatto che sia stato il Presidente, professor Mario Calderini, ad annunciarci in Commissione, stimolato da noi, questa importante novità. Avrebbe dovuto essere lei a parlarcene con il dovuto preavviso. Inoltre, non ci è piaciuta la modalità con cui questo importante istituto è stato sdoppiato, infilandolo quasi nelle pieghe dell'assestamento di bilancio.
Parlo veramente senza timore di essere smentito o di essere accusato di doppiezza di comportamenti, perché di questo mi ero già lamentato a suo tempo con il Presidente della I Commissione Ronzani e con altri importanti membri della Giunta. A un certo punto, mi sono accorto che le mie osservazioni erano assolutamente mirate e volevo capire dove si andava a finire. E in effetti, alcuni errori sono venuti al pettine.
Giustamente, un ordine del giorno firmato da tutti i Capigruppo di maggioranza e di minoranza presenti in Consiglio obbligherà la Giunta a darci ulteriori delucidazioni entro il mese di marzo sull'organizzazione e su come si vuole sviluppare questa Finpiemonte. Tuttavia, credo che su queste partite importanti ci debba essere un accordo fra maggioranza e minoranza: voi presentandocele con un progetto di legge, un ddl autonomo e a se stante, noi impegnandoci a non creare particolari difficoltà e a garantirli un normale iter affinché si possa arrivare ad una votazione com'è normale che sia.
Ricordiamoci che oggi la Finpiemonte verrà sdoppiata in tre: ci sarà da una parte, l'agenzia (e anche questo è frutto di un emendamento) dall'altra parte, ci sarà la Finpiemonte 2 (continuo a chiamarla così anche perché non mi risulta che ad oggi ci sia un nome, una la chiamiamo società in house e l'altra la chiamiamo holding).
Visto che la prima Finpiemonte nasce con una legge regionale specifica credo che anche queste altre due realtà importantissime debbano vedere un atteggiamento e un riconoscimento diverso, ma più che per onorare e rispettare l'opposizione, per rispettare il Consiglio, perché credo che anche molti colleghi della maggioranza non abbiano capito tutti i passaggi o tutto quello che implica il fatto di andare a votare oggi l'assestamento di bilancio in particolare sulla questione Finpiemonte.
Quindi chiediamo in futuro una maggiore informazione e chiediamo, a seguito del dibattito, di dipanare i nostri dubbi.



PRESIDENTE

La invito, come tutti i Consiglieri, ad essere conciso nel suo intervento.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente, per la disponibilità. Ho preparato un ordine del giorno, su cui tra l'altro lei mi ha già dato un preventivo assenso, che comunque andrà di fatto a vincolare la nuova realtà della holding sotto il controllo strettamente pubblico e soprattutto sotto il controllo della Regione Piemonte, tanto perché sia chiaro e per evitare che un giorno possiamo vederla scalata o venduta per quattro soldi a qualche altra realtà privata (un esempio a caso: qualche banca).
Inoltre, ho chiesto una garanzia sul livello occupazionale attuale della Finpiemonte, affinché nello sdoppiamento, anzi nella triplicazione di fatto non si vada a perdere il livello occupazionale attuale. Credo che non ci siano problemi, ma - come si suol dire - fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Nella fattispecie, presenterò comunque degli emendamenti di merito pochi - che mi auguro ricevano la giusta attenzione e vengano accolti; li illustrerò successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anche noi, come Gruppo dei Verdi, abbiamo lavorato su questo assestamento per cercare di portare avanti diversi interventi su alcuni punti che riteniamo importanti, specialmente sul piano sociale. Poiché sono già stati ricordati da alcuni dei Consiglieri che mi hanno preceduto, non ritorno su tali concetti.
Credo che alcuni risultati siano stati ottenuti e concordo con quanto è già stato detto da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, in particolare dal Capogruppo Dalmasso, quindi non mi soffermo più di tanto su questo punto.
Piuttosto, nell'annunciare il voto favorevole da parte del mio Gruppo vorrei richiamare l'attenzione della Giunta e del Consiglio su un tema che mi sta a cuore, ovvero le scelte per il futuro, scelte che noi chiediamo di tenere in considerazione nell'affrontare il discorso nel prossimo e nei prossimi bilanci.
Non dobbiamo fare l'errore di sottovalutare il fatto che, come Regione non si possano fare delle scelte importanti e decisive su quello che è il problema più importante, che come cittadini e abitanti del mondo ci troviamo a vivere in questo momento, anche se con la sensazione che molte persone stiano pensando di cambiare il disco mentre la nave sta affondando.
Il problema che dovremo considerare, anche a livello regionale, è quello del riscaldamento del clima. Forse pochi si saranno accorti che adesso anche uno degli ultimi sostenitori del fatto che il riscaldamento del clima non fosse un problema (mi riferisco a Murdock) si è convinto e ha ammesso di aver sottovalutato tale problema.
Di conseguenza, credo che le scelte che si dovranno fare a livello regionale dovranno essere scelte complessive. È utile, ma non è esaustivo e, anzi, direi che è inevitabile operare, com'è stato annunciato, per l'aumento della produzione dell'energia da fonti rinnovabili come il fotovoltaico. Tuttavia, occorre fare di più. Io dico che occorre fare di più a partire dalla ricerca scientifica, ma anche dalla valutazione e dall'analisi delle scelte complessive di governo.
Tutto il progetto del futuro della Regione, del cosiddetto sviluppo, va analizzato, va ripensato, perché si rischia oggi che le ipotesi che facciamo siano inutili già domani. Su questo chiediamo molta attenzione e chiediamo di poter aprire il confronto sia con la Giunta che con gli altri Consiglieri. Se è vero, per coloro che sono sempre preoccupati del valore del PIL, che per fronteggiare i problemi che presenterà il clima occorre prevedere almeno l'investimento dell'1% del PIL e se è vero che i futuri danni causati dal cambiamento climatico saranno ricompresi in un range che va dal 10 al 20% del PIL, chiunque voglia ragionare su questo si accorgerà che quanto detto sui programmi che si fanno oggi e che rischiano di essere inutili domani posa su basi più che valide.
Per questo motivo, chiediamo non solo che la Regione si attivi con proposte nazionali che indubbiamente vanno fatte e quindi per promuovere e incentivare decisioni statali, ma chiediamo e chiederemo nei prossimi bilanci e nelle prossime finanziarie decisioni e scelte locali complessive in Regione per affrontare questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Siamo già intervenuti più volte su alcuni argomenti; ci tenevo solamente a ricordare all'Assessore Peveraro e all'Assessore Borioli, qui presente, che oggi nella replica gradiremmo avere le risposte che abbiamo chiesto in Conferenza dei Capigruppo sugli ordini del giorno approvati in sede di esame del bilancio il 14 aprile e su cui non abbiamo avuto notizia.
Noi ci eravamo impegnati a non presentare determinati emendamenti e ulteriori ordini del giorno e voi a rispondere e a farci sapere che fine avevano fatto gli ordini del giorno, che esito avevano avuto le nostre istanze e gli impegni che il Consiglio aveva chiesto alla Giunta in determinate materie.
Sarebbe bene che oggi nella vostra replica ci informaste sugli esiti degli ordini del giorno, perché è anche un problema di correttezza: è inutile che approviamo degli ordini del giorno che impegnano l'Amministrazione, se poi questi documenti non hanno un risultato concreto.
Se è soltanto per fare politica, possiamo farla semplicemente con delle interrogazioni, ma quando invece l'ordine del giorno viene approvato, come in questo caso, all'unanimità, nella fattispecie e per ciò che riguarda il mio Gruppo - ma è stato presentato anche da altri Gruppi: Alleanza Nazionale, Forza Italia, Lega Nord - ci rife riamo all'accordo di programma relativo alla variante di Cherasco e a quello importantissimo dei collegamenti viari al costruendo ospedale di Alba-Bra, su cui ci sono impegni precisi già sottoscritti dalla Regione Piemonte sia con un Protocollo di intesa che con un Accordo di programma direttamente vincolante.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale sul disegno di legge n. 312.
La sessione pomeridiana riprende alle ore 14.30. Prego i Consiglieri la massima puntualità, perché c'è la richiesta, sollevata da molti Gruppi, di terminare presto la seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.17)



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