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Dettaglio seduta n.123 del 06/11/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 15.17 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 312 inerente a "Assestamento di bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo all'esame del disegno di legge n. 312), di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale l'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola solo per aggiornare la situazione rispetto all'ampia e dettagliata relazione presentata questa mattina dal Relatore il collega Reschigna, a commento del nostro assestamento, intanto per rinnovarne l'importanza, perché, in realtà, è un assestamento che chiude a 749 milioni, fra partite in partita corrente e in partite d'investimento: impegna, in termini di copertura, il residuo avanzo del 2005, per 113 milioni; risorse derivanti dal federalismo, per 299 milioni; ipotesi di nuovi mutui, ovvero di nuovo indebitamento, per circa 337 milioni.
Nell'ambito di quest'assestamento, ci terrei a sottolineare i tre aspetti che, a mio giudizio, sono in ogni modo rilevanti in questa manovra.
Il primo riguarda lo stanziamento di oltre 155 milioni di euro relativo a fondi da reimpostare a seguito della necessità d'interventi sia sul titolo 1, quindi in partita corrente, sia sul titolo 2, in partita d'investimento, su vari ed importanti settori, fra i quali, per oltre 50 milioni di euro, nella formazione professionale, per 51 milioni di euro nell'industria e per oltre 38 milioni di euro nella programmazione sanitaria. Si tratta, quindi, di importanti e significative cifre.
Certamente, altrettanto importanti, come secondo elemento di quest'assestamento, sono gli stanziamenti relativi alla programmazione negoziata per oltre 109 milioni di euro. Anche in questo caso, una parte riguarda i trasporti, una parte le intese istituzionali sottoscritte oppure in fase di sottoscrizione, le altre riguardano la delibera CIPE 35 del 2005. Anche questi sono importi significativi, che mettono l'Amministrazione regionale nelle condizioni di seguire partite importanti rispetto al territorio.
Il terzo elemento è relativo allo stanziamento a copertura della prevista e tendenziale perdita del settore sanitario. Come è stato ricordato dal Relatore, in fase di presentazione la Giunta aveva accantonato un ammontare di 200 milioni, che teneva conto di quella che, in allora, era un pro-quota della perdita relativa al 2006.
A seguito del dibattito svoltosi nella Commissione competente, nonch degli avvenimenti nazionali che si sono susseguiti - vedasi la bozza di Finanziaria per il 2007 presentata dal Governo - attraverso uno specifico stanziamento di 2 miliardi a livello nazionale si prevede di integrare le perdite o, meglio, la copertura delle perdite che, a livello regionale, si verificheranno sul 2006, con una quota anche significativa destinata alla Regione Piemonte.
In relazione anche al fatto che quest'assestamento è stato presentato dalla Giunta nel mese di giugno di quest'anno e arriva all'approvazione all'inizio del mese di novembre, si è ritenuto opportuno presentare alla Commissione, e quindi all'Aula, un'integrazione dello stanziamento di ulteriori 80 milioni, che, anche in questo caso, tiene conto del pro-quota ad oggi della perdita tendenziale prevista, tiene conto dello stanziamento di cui dicevo di ulteriori risorse sul 2006 e tiene conto, altresì, di un aspetto che certamente non dobbiamo dimenticare, ovvero che la maggiore addizionale IRPEF che nel 2003 fu stanziata per passare dall'aliquota dello 0.9% all'aliquota del 1.4%, che era proprio destinata alla copertura delle perdite della sanità e che, complessivamente, genera un gettito che dovrebbe attestarsi intorno ai 250 o 255 milioni di euro.
Nell'ambito dell'assestamento, meritano attenzione, a mio avviso ulteriori importanti aspetti, che riguardano sia la situazione finanziaria della nostra Regione, e quindi la necessità di intervenire per migliorarla sia, la nostra partecipazione in Finpiemonte.
Sul primo aspetto, vi ricordo la parte di assestamento legata alla possibilità, per l'Amministrazione regionale, di effettuare delle anticipazioni di natura commerciale sui crediti che la Regione vanta nei confronti dello Stato. Come sapete - non lo ribadiamo - l'ammontare di credito che la Regione vanta nei confronti dello Stato è significativa: parliamo di circa 3 miliardi e 600 milioni (a dire la verità, in questo momento siamo oltre i 3 miliardi e 600 milioni). Una parte di questa cifra altrettanto significativa - oltre 2 miliardi di euro - è relativa alle addizionali IRPEF che i contribuenti piemontesi hanno già versato alle casse dello Stato, che lo stesso ha trattenuto in questi anni. Taluni di questi crediti addirittura risalgono al 1999.
Nell'ambito del nostro assestamento prevediamo la possibilità, per la Regione, di anticipare parte di questi crediti e vincolare la chiusura di queste anticipazioni all'ottenimento del rimborso dei crediti da parte dello Stato. È certamente una norma importante, sostenuta, in qualche modo anche dall'ABI (Associazione Bancaria Italiana), quella che preveda la possibilità di fare gli atti di cessione dei crediti attraverso una scrittura privata e non una scrittura autenticata dal notaio, con una conseguente e significativa riduzione dei costi delle operazioni di transazione che certamente ci servirà sull'operazione che andremo a fare nelle prossime settimane relativamente al debito della sanità, ma potrà essere utilizzata successivamente anche in altre transazioni.
Di Finpiemonte se n'è ormai discusso nelle Commissioni competenti, ma credo che qui sia opportuno ribadire un aspetto: sostanzialmente, con quest'assestamento, il Consiglio regionale autorizzerà esclusivamente la scissione della società, permettendo così, con la parte che verrà posseduta integralmente da Enti pubblici, di soddisfare pienamente quelle che sono le normative nazionali (in particolare, mi riferisco alla ribadita necessità di possedere delle società in house da parte del Decreto Bersani, ma anche certamente, rispondere meglio a quelle che sono le indicazioni della Comunità europea, che prevede, in particolare per quanto riguarda la gestione dei fondi regionali dati in delega alla nostra società, il possesso totalitario da parte di enti pubblici. In conseguenza di questo evidentemente, l'operazione si rende necessaria. Peraltro, viene ribadito e l'articolo dell'assestamento da questo punto di vista è esplicito - che nulla cambia per quanto riguarda la società sotto il controllo della legge n. 8/1976, in particolare su questa. Quindi, nulla cambia rispetto a quelle che sono le prerogative del Consiglio regionale rispetto alla nostra società finanziaria.
Da questo punto di vista, è certamente importante sottolineare, come è emerso dal dibattito e come, peraltro, è riproposto in un ordine del giorno che è stato presentato, che si rende necessaria, a trent'anni dalla nascita della legge istitutiva della Finpiemonte, un'ampia e profonda rivisitazione della legge stessa.
Quindi, come è già stato affermato in sede di Commissione, ribadisco l'intenzione dell'Amministrazione regionale di portare in discussione in tempi ragionevoli - e comunque rapidamente - un nuovo testo di rivisitazione della legge n. 8/1976.
In merito a quanto è emerso nella fase immediatamente successiva all'approvazione definitiva da parte della Commissione del nostro testo voglio solo ricordare che l'Amministrazione regionale, sostanzialmente presenta due emendamenti. Il primo è un emendamento di 500 mila euro, che trasferisce delle risorse da un'UPB, che le destinava allo sgombero della neve, ad un'altra UPB, che mette l'Amministrazione regionale nelle condizioni di utilizzare queste risorse per il ripristino delle strade, a seguito di danneggiamenti conseguenti proprio ad eventi atmosferici calamitosi o semicalamitosi.
Il secondo e ultimo emendamento - a questi ci fermiamo - riguarda lo stanziamento di un milione di euro aggiuntivo per quanto riguarda la Direzione cultura, legato ad un aggiornamento dei bandi relativi alla legge n. 58.
Questo è tutto, al di là degli specifici emendamenti presentati in sede di Commissione, recepiti nel testo definitivo liberato dalla I Commissione di cui parleranno i colleghi Taricco, per quanto riguarda gli aspetti legati all'agricoltura, e il collega Valpreda, per quanto riguarda la sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo sull'ordine dei lavori solo per svolgere due considerazioni.
In merito alla prima, che è banale, il Vicepresidente si è, credo non casualmente, sbagliato. Il disegno di legge di cui iniziamo la discussione è stato presentato l'11 luglio - capisco questa tendenza a far sì che alcuni piccoli ritardi siano attribuiti - ed è arrivato in I Commissione il 12 luglio - non giugno. Non che questo faccia molta differenza, ma, almeno di questa quindicina di giorni di primo ritardo, o minore efficienza, se ne voglia far carico la Giunta.
Sempre per rimanere nell'ambito della Giunta, sinora, è sempre stata buona abitudine di quest'aula, quando si dibatte di assestamento o di legge finanziaria, avere presente la Giunta, che a noi, sommessamente sembrerebbe essere l'utente principale di quanto noi qui stiamo discutendo.
Vogliano, se si ritiene, fare in modo che questo avvenga, senza pretendere dell'unanimismo, ma in modo da farci comprendere se e in quale misura la Giunta sia così ansiosa nei fatti, e non soltanto nelle parole di ottenere l'approvazione di questa legge, sulla quale il Consiglio, in questi ultimi giorni, ha molto operato.
Onde, anche in questo caso, non far perdere tempo, mi associo al suggerimento che indirettamente proveniva dalle parole del Vicepresidente che ha toccato molti temi, alludo a Fin Piemonte e ad altro. Alcuni miei colleghi di Gruppo, purtroppo, oggi sono assenti a causa della partecipazione ad un funerale; saranno in ogni caso presenti domani mattina, quando credo la discussione potrà continuare.
Suggerirei di esaminare alcuni temi nell'ambito degli Assessori presenti. Certamente, l'Assessore Taricco ha lavorato molto sia in III sia in I Commissione. Credo che anche l'Assessore Migliasso - che vedo presente possa darci un contributo relativamente ai lavori. Mi sembra che gli Assessori presenti abbiano tutti partecipato al lavoro sia nelle loro Commissioni sia nella I Commissione.
Non voglio dare nessuna priorità; se gli Assessori ritengono di farsi carico di esporci una velocissima relazione di quanto è avvenuto, noi potremo interagire su questo portando il nostro contributo di oppositori.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Non devo certo giustificare i colleghi. Peraltro, ricordo che nell'intervallo di pranzo abbiamo avuto una riunione di Giunta, è possibile che alcuni colleghi si siano ancora trattenuti in Piazza Castello per questa ragione.
Nell'organizzazione dei nostri lavori, anche a seguito di quanto emerso nel corso della riunione dei Capigruppo, avevamo immaginato di avvicinarci all'ipotesi formulata: prima la presentazione del collega Taricco, poi quella del collega Valpreda e a seguire e a chiudere quella della collega Migliasso. Conseguentemente, ciascuno si è organizzato la propria giornata alla luce di questi specifici interventi, che, ovviamente, hanno come riferimento l'Assessore competente e l'Assessore al bilancio, nonché anche Vicepresidente, Peveraro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Volevo capire se prevale questo orientamento. Io sono stupito di fronte a questo modo di procedere. Il relatore della Commissione, Consigliere Reschigna, ha svolto una relazione, credo fosse aperta la discussione generale. In sede di discussione generale avremmo dovuto intervenire per sollevare obiezioni e discutere la manovra di assestamento. Credevo fosse prassi che, alla fine di questa discussione, gli Assessori, che dovevano partecipare al dibattito ascoltando le osservazioni che venivano svolte dai colleghi della maggioranza, avrebbero replicato. Invece, prendo atto che il lavoro della I Commissione e delle altre si svolge anche in aula, per cui assisteremo alle relazioni sul merito anche degli Assessori.
Francamente, è una prassi inusuale. Ne prendo atto, ma i colleghi della maggioranza e della minoranza converranno che è abbastanza inusuale il fatto che in aula vi sia una relazione degli Assessori dopo aver svolto il dibattito in Commissione.
Sarebbe più corretto che noi, dopo la relazione svolta dal Presidente Reschigna, esaminassimo in discussione generale il provvedimento e gli Assessori replicassero ai temi, alle osservazioni e ai problemi che nella stessa emergono. È sempre stato così, che io ricordi.
Ciò detto, vorrei soltanto capire qual è l'orientamento della Presidenza circa l'ordine dei lavori, altrimenti rischiamo di riprodurre in aula la discussione che si è svolta in Commissione, con le relazioni che lì hanno svolto.
Diverso è - insisto - se, in sede di replica, non soltanto il Vicepresidente, ma gli Assessori, decidono - giustamente - di replicare alle osservazioni che i colleghi intendono porre durante la discussione generale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Ho chiesto la parola perché, ovviamente, mi sono attenuto a quanto emerso nella Conferenza dei Capigruppo. Peraltro, le obiezioni che ha fatto il Presidente mi sembrano assolutamente pertinenti.
Voglio solo ricordare che le relazioni che immaginavano di fare i colleghi non riprendevano daccapo tutta la discussione che ha comportato l'impiego di diverse Commissioni, ma erano una sintetica puntualizzazione delle novità apportate in sede d'assestamento, per poi partire con la discussione ed essere ovviamente pronti con i nostri interventi alle osservazioni e alle considerazioni. Su questo c'eravamo mossi organizzando i nostri lavori proprio alla luce delle risultanze emerse stamani.



PRESIDENTE

Per opportuno chiarimento, confermo il senso delle parole del Vicepresidente Peveraro.
In sede di Conferenza dei Capigruppo, questa mattina è stato chiesto da alcuni Gruppi dell'opposizione - e, in qualche modo, su questo si è registrato un consenso generale di tutti i Gruppi - che il lavoro si svolgesse nel seguente modo: puntualizzazione di alcuni Assessori relativamente ad alcuni aspetti particolarmente significativi di questa manovra e divisione ed articolazione del dibattito sui vari temi.
Si era immaginato di iniziare con un intervento di puntualizzazione dell'Assessore Taricco, seguito da una serie di interventi eventuali a seguito della sua comunicazione, per poi passare all'Assessore Valpreda. Mi pare che si fossero individuati anche gli altri Assessori, per cui veniva richiesta una qualche forma di intervento, che erano gli Assessori Valpreda e Oliva. Questo è quanto è emerso.
chiaro che si tratta di un'unica discussione generale, seppure in qualche modo articolata diversamente rispetto alla prassi. Essendo un'unica discussione generale, i tempi sono quelli della discussione generale: dieci minuti a Consigliere. Si è convenuto che, poiché ci potrebbe essere il caso di Consiglieri che devono intervenire su due materie distinte, il loro tempo può essere ripartito in due interventi da cinque minuti.
Questo è l'oggetto dell'intesa raggiunta, fermo restando che vedremo in itinere se si riesce a gestire il dibattito in questo modo o se, viceversa è meglio tornare alle procedure canoniche.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo sempre e solo sull'ordine dei lavori, per rispondere al Presidente della I Commissione, Ronzani, che dice una cosa che è parzialmente vera; parzialmente, nel senso che la procedura che stiamo cercando di intraprendere non è certamente quella che sempre si è intrapresa. Peraltro, nell'ambito dei suggerimenti che stamattina nella Conferenza dei Capigruppo si sono evidenziati, a me era sembrato e tuttora mi sembra che sia un modo per sveltire i lavori. Dopodiché, massima autonomia all'Ufficio di Presidenza e a tutti i colleghi su un'organizzazione diversa, ma - ripeto - non ne faccio una questione di merito.
Il collega Ronzani mi darà anche atto che è una delle prime volte in cui i banchi della Giunta sono così scoperti sulla legge finanziaria.
Allora, se uno volesse "cercare rogne", ne faccio un esempio.
Per quanto riguarda quanto ha detto l'Assessore Peveraro, rilevo che metà degli Assessori di riferimento dell'intervento sono assenti perché non ci sono, il che non significa che sono in vacanza, ma che stanno facendo altro. Quando è finito l'intervento, dico: "Adesso, se non vi dispiace vorrei che gli Assessori rispondessero".
In sostanza, il tentativo è quello - perché così abbiamo congegnato nella sessione di Consiglio - di fare un lavoro utile a tutte le parti di lunedì, ma non è detto che il tentativo proposto sia il migliore. Ci proverei e vedrei in maniera molto laica se funziona; se non funziona vediamo di proporre qualcosa di meglio.



PRESIDENTE

Bene. Procediamo allora ad un primo intervento dell'Assessore Taricco che ha pertanto la parola.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Gli articoli che riguardano il settore agricolo contenuti in questa legge di assestamento sono quattro. Il primo, l'articolo 11, crea i presupposti per l'istituzione di un'agenzia per le erogazioni in agricoltura; sostanzialmente un'agenzia che diventi il contenitore entro cui allocare la gestione dell'organismo pagatore regionale attualmente allocato in Finpiemonte.
Come già abbiamo avuto modo di chiarire in III e I Commissione, la necessità di quest'organismo nasce dalla visita ispettiva che l'Unione Europea ha fatto all'organismo pagatore regionale nel gennaio di quest'anno, sostanzialmente per la validazione della procedura adottata dalla Regione Piemonte. A seguito di questa visita, con una lettera della fine di luglio, la Commissione Europea ci comunicava di aver ravvisato le condizioni di approvazione dell'operato dell'organismo pagatore regionale.
Tuttavia, a fronte del definitivo parere positivo sull'operato dello stesso organismo, ci veniva posta una serie di condizioni: in primo luogo non si riteneva congrua la natura di società per azioni per la gestione di questo servizio, quindi ci si chiedeva di dare vita ad un organismo pubblico (un'agenzia regionale, appunto). La seconda osservazione è che si ravvisava una carenza di organico, soprattutto per quanto concerneva le funzioni di controllo operativo sull'ente, e una serie di altre considerazioni minori.
Sulla base di queste considerazioni, l'Assessorato all'agricoltura predisponeva un emendamento, che veniva portato in Commissione, relativo alle regole con le quali istituire l'organismo pagatore regionale sotto forma di agenzia per le erogazioni in agricoltura, con la previsione di un rafforzamento di organico. Su quest'articolo l'organico è fissato in cinquanta persone, che è superiore a quello attuale, in ottemperanza alle norme suggerite dalla Commissione Europea.
L'unica osservazione pervenuta sull'articolato in Commissione era quella relativa al fatto che il testo originario prevedeva che il Direttore e il Collegio sindacale di questa struttura fossero nominati dalla Giunta mentre in Commissione emergeva l'indicazione di far nominare il Direttore dalla Giunta e il Collegio sindacale dal Consiglio regionale.
Quest'osservazione è stata recepita nell'articolato che avete a vostre mani e quindi, in qualche misura, abbiamo risposto alle sollecitazioni pervenute nelle due occasioni d'esame in Commissione.
Il secondo articolo è il n. 21. È un articolo finalizzato alla creazione di un fondo rotativo per il finanziamento di progetti strategici per il settore irriguo in agricoltura. Anche in questo caso il testo è stato già oggetto di analisi sia in III sia in I Commissione; anche in questo caso era pervenuta l'osservazione di fare in modo che questo Consiglio fosse coinvolto nell'individuazione dei criteri alla luce dei quali si andavano a individuare i progetti. Nella sua stesura, l'articolato prevede che i criteri vengano individuati con apposito provvedimento di Giunta, sentita la Commissione consiliare competente. Di conseguenza, sarà la Commissione a valutare, con la Giunta, i criteri alla luce dei quali verrà attivato il fondo di rotazione, così come suggerito in sede di Commissione da alcuni Consiglieri.
Il terzo articolo è il n. 22. È un articolo che tende a dare la possibilità di riorganizzare, alla luce dell'esperienza acquisita in questi anni, il sistema della lotta ai danni ambientali e di qualità della vita a causa delle zanzare presenti in molti territori piemontesi.
Sostanzialmente IPLA, struttura regionale tecnica di supporto, viene nell'immediato incaricato di gestire l'intervento e il coordinamento dello stesso o di altri soggetti, quindi società di scopo create ad hoc dagli Enti locali interessati.
Anche qui era pervenuta un'osservazione sull'articolato per mettere l'amministrazione regionale in condizione di controllare lo stato di avanzamento e la qualità dell'intervento coordinamento da parte di IPLA.
Anche qui è stato modificato l'articolato, in modo da prevedere che l'erogazione delle risorse che la Regione andrà a fare ad IPLA avvenga per stati di avanzamento lavoro e, quindi, con la verifica di qualità dell'intervento che si va a produrre.
L'ultimo articolo, che riguarda interventi in agricoltura. è l'articolo 23, che è sostanzialmente l'articolo che dà la possibilità alle Province di incaricare i centri di assistenza agricola di gestire l'emissione dei buoni, i cosiddetti "buoni UMA", cioè i buoni di carburante agevolato agricolo.
Qui il testo è stato concordato in Commissione e non c'erano osservazioni relativamente all'ultimo testo. È molto semplice: sono tre righe, dove si afferma che le Province sono autorizzate, fermo restando che rimane in capo alla Provincia, in quanto ente pubblico, la funzione di controllo, ad autorizzare i centri di assistenza agricola ad emettere i buoni carburante agevolato agricolo.
Penso che le osservazioni pervenute dal dibattito in Commissione sono quelle che ho evidenziato. Erano le questioni aperte, che sono state codificate nell'articolato che avete a vostre mani, sperando di avere tradotto correttamente quanto emerso dalle indicazioni.
Se non emergono altre questioni, non avrei altro da aggiungere.



PRESIDENTE

Conformemente a quanto convenuto, apriamo la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Dico subito che per quanto riguarda la discussione generale, desidero riservare qualche minuto per intervenire su materie di altro Assessore, per quanto riguarda ad esempio le tematiche dell'ambiente.
Nel caso particolare dell'agricoltura, credo che ci troviamo in questa sede di assestamento a porre rimedio o, in ogni modo, a risolvere questioni di cui si era già parlato in precedenza.
Parto proprio dall'ultimo tema, cioè quello delle zanzare, che è stato affidato alla competenza politica e anche amministrativa dell'Assessore Taricco.
Noi avevamo fatto presente nel bilancio di previsione che la situazione, così com'era, era stata prevista per un triennio, ma bisognava organizzare in un certo modo.
Adesso qui in zona Cesarini, la soluzione viene trovata, però state bene attenti, ma anche noi - perché siamo tutti sulla stessa barca - che veramente decolli questa nuova azione, che dovrebbe a mio avviso comportare un forte impegno della Giunta verso la Regione Lombardia, perché possa decollare anche in quella sede un'altrettanta attività. Infatti, le sperimentazioni di questi anni hanno fatto constatare che la lotta sarebbe anche efficace se fosse estesa su un raggio di chilometri che ovviamente va ad interessare la Lombardia.
Pertanto, il problema è anche loro, ma attenzione, oggi il fenomeno si allarga alle porte di Torino e di Milano, per cui è un problema che se non viene affrontato darà guai notevoli.
Per quanto riguarda le questioni più propriamente dell'assestamento, mi auguro veramente che ci sia poi l'attuazione di quello che è previsto come variazione. C'è la normativa che ha illustrato l'Assessore, ma ci sono circa tre milioni e mezzo per completare i danni delle calamità.
Con questo mi rivolgo all'Assessore Taricco e all'Assessore Peveraro.
Per quanto riguarda i danni delle calamità, in base al detto "pochi benedetti e subito", quando li stanziamo cerchiamo di liquidarli entro la fine dell'anno, perché le istruttorie sono state fatte, le liste di pagamento ci sono, mancano solo i soldi e a questo punto con l'assestamento i soldi vengono predisposti.
A questo punto anche noi concorriamo, nel momento in cui tra oggi e domani si licenzia l'assestamento, a creare le condizioni affinché ci sia il tempo necessario per fare le liquidazioni.
Voglio sottolineare queste questioni perché sono la realizzazione di sottolineature forti che noi avevamo fatto in sede di bilancio, e l'Assessore me ne darà atto.
Naturalmente non nego che ci sono zone del Piemonte che più di altre aspettano queste erogazioni, è questione di vita o di morte per le aziende agricole dal lato finanziario, perché la redditività di un certo tipo di agricoltura è quella che è in questi anni. Quindi, un danno come era stata la siccità del 2003 è stato un danno che ha creato un buco di bilancio che fino adesso non è stato rimediato, se non in parte.
Per quanto riguarda la questione dell'assestamento, non posso non considerare il comparto delle entrate. Devo sottolineare che motu proprio la Regione sposta di un anno quello che è l'IRAP alle banche. Ora, che fosse in discussione se dovevano pagare da gennaio o da aprile, va bene però noi con questo provvedimento scontiamo un anno di IRAP aggiuntiva alle banche.
Cari signori, era stato detto che senza quell'introito il bilancio non stava in piedi; io prendo atto, per quanto riguarda le acque minerali, sul fatto di rimandarlo di un anno, spero sempre che ci possa essere un ripensamento così come per le cave. Ma per quanto riguarda l'IRAP, dove il cespite è chiaro e puramente impositivo e di amministrazione interna degli uffici, l'Assessore ha detto che non poteva essere retroattivo. Qui addirittura da quando è entrata in vigore la legge al 31 dicembre, poteva esserci un frazionamento dell'introito. No, qui lo si sposta dal 2007.
Detto questo, mi avvio alla conclusione. Per quanto riguarda la questione dell'irrigazione, concordo sul fatto che si debba costituire un patrimonio-progetti. Faccio solo un appello: che si mantenga l'attenzione a quelle realtà che hanno storicamente maggiori difficoltà a redigere i progetti.
Quindi, a questo punto sono le zone più asciutte, perché in certe zone dove l'irrigazione storicamente è forte, hanno fatto dei progetti anche per potenziare e per migliorare, ma ci sono zone dove non c'è l'irrigazione.
Senza questi interventi e questi progetti non possiamo costruire una nuova agricoltura.
L'Assessore ha presente la questione e mi riferisco alle zone del centro-sud del Piemonte, quindi mi auguro di ritrovarle negli elenchi dei progetti che verranno finanziati.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Intervengo per far presenti alcuni problemi che riguardano un po' tutti, poi lascio al collega Guida la parola in merito all'assestamento.
Colgo l'occasione della presenza in Aula dell'Assessore Taricco, al quale volevo far presente che esattamente nel 1996 nacque il famoso Salone del Gusto in seguito alla volontà della Regione e dall'allora Slow Food. Il Salone del Gusto oggi vende a tutto il mondo l'immagine dei prodotti di nicchia e dei prodotti agro-alimentari, portando avanti la battaglia della denominazione del prodotto e combattendo tutto quello che non rappresenta le radici e la provenienza delle singole realtà territoriali.
Per accedere al Salone del Gusto, che ha avuto tutto questo successo anche grazie alla pubblicità intelligente del famoso Carlin Petrini (ho ascoltato con attenzione i suoi discorsi sulla solidarietà agli agricoltori, e sulla valorizzazione dei prodotti locali), bisognava pagare un biglietto pari ad euro 20. Ritengo che questa sia una cosa vergognosa e in netta controtendenza con i principi esposti dal suo fondatore.
L'Assessore all'Agricoltura, punto di riferimento per questo tipo di iniziative, non può e non deve permettere che accadano simili episodi. Allo stesso modo non deve permettere che la maggior parte dei prodotti esposti siano tutt'alto che rappresentativi del Piemonte e della sua identità Il Salone del Gusto è nato dalla volontà della Regione Piemonte e, per la prima volta, un'azienda privata ne ha acquisito il marchio: mi chiedo come si possa permettere che, per un evento così importante, il costo del biglietto pro capite sia pari ad euro 20. Molti cittadini non hanno potuto partecipare all'evento proprio a causa del costo. Per esempio una famiglia di ceto medio, composta di quattro persone, avrebbe dovuto spendere 80 euro, senza poi godere di alcun assaggio. Il Salone del Gusto vende l'immagine del Piemonte che fino ad oggi ci ha caratterizzato e distinto in tutto il mondo, e pertanto ritengo che l'Assessore debba intervenire in merito, diminuendo nelle prossime edizioni il prezzo del biglietto. In merito all'argomento ho presentato un'interrogazione, ma non è mio interesse né uscire sui giornali, né farmi pubblicità. La mia preoccupazione è che il Salone del Gusto faccia la stessa fine che hanno fatto altri saloni (altro che ampliare!). Faccio un appello a tutti i Consiglieri di maggioranza: non possiamo permettere una cosa del genere a Torino! Tutti i giorni controbattiamo e ci confrontiamo su tutto quello che accade e poi lasciamo tutto alla casualità perdendo occasioni che mettono in risalto il nostro paese. Abbiamo perso il Salone dell'Automobile abbiamo perso il Salone della Moda, mi auguro di non perdere anche il Salone del Gusto. Chiedo all'Assessore di esporsi in merito e di dichiarare apertamente il suo pensiero a riguardo, così come i Consiglieri della III Commissione, indipendentemente dal fatto se si è arrivati o no ad una conclusione. Siamo speranzosi, siamo pronti ad ascoltare e a confrontarci sull'argomento, non vogliamo, come è successo per altre questioni, leggere dichiarazioni sconcertanti sui quotidiani. Siamo qui per lavorare e collaborare in modo positivo e propositivo. L'Assessore relazioni in merito al Piano di Sviluppo Rurale, perché proprio su questo Piano si gioca il futuro economico e sociale ed agroalimentare del nostro territorio.
proprio lì che dobbiamo vedere la differenza che passa tra quello che fa Carlin Petrini e quello che possiamo fare noi come Regione, fermo restando che ognuno può fare la sua parte. Non dobbiamo essere succubi della mediaticità e, soprattutto, dobbiamo far rispettare e apprezzare di più i nostri prodotti che, in qualche modo, ci caratterizzano e che, in qualche modo, sono quelli che danno lavoro, occupazione e benessere al nostro territorio. Ho fatto una battaglia di soli pochi mesi, però l'ho fatta e su questa strada; l'Assessore troverà la collaborazione del sottoscritto, come penso di tanti altri Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Farò un intervento veloce, visto che con l'Assessore Taricco abbiamo già avuto modo di interloquire su alcune proposte. Sono d'accordo con chi ha detto che il Salone del Gusto e la collaborazione Regione-Slow Food sono utilissimi per promuovere prodotti, ma è stata utilissima soprattutto per Slow Food (magari si caratterizzi un po' di più la Regione Piemonte). Nel senso che è vero che Slow Food propone al mondo e Carlin Petrini è bravissimo nell'essersi costruito un'immagine positiva, che ha centrato anche degli obiettivi concreti, che ha valorizzato prodotti che andavano scomparendo e quant'altro. Magari se riuscissimo a legare un po' di più la Regione Piemonte a Slow Food, anche come immagine esterna, probabilmente molti prodotti tipici della nostra regione ci guadagnerebbero.
Noi sovvenzioniamo metà della Fiera del Gusto e metà delle promozioni che facciamo, Slow Food cresce nel mondo, si fa un'immagine, ma poi bisogna verificare che il nostro investimento abbia anche una ricaduta - noi siamo un'istituzione regionale - sul territorio della regione Piemonte. Regione è la sede di Slow Food e, oltre a rappresentare alcuni prodotti tipici della nostra regione, non fa molta differenza tra il prodotto "piemontese" quello francese, svedese, o austriaco.
L'operazione di valorizzazione di prodotti tipici è assolutamente meritoria e, visto che la nostra regione, da sempre, è stata colei che ha sostenuto questa politica, sostenuto questa iniziativa, ne tragga anche per i prodotti tipici di nicchia, che seguono le linee che Slow Food dà per la valorizzazione, un maggior ritorno in termini di immagine. Questo perch non parliamo solo di filantropia, non parliamo solo di gusto e palato. Ci sono anche economie dietro questi prodotti, allora ecco che l'azione dell'Assessore all'Agricoltura potrebbe essere più incisiva nel concordare con Slow Food, magari, delle valorizzazioni più precise di alcuni prodotti piemontesi.
Un altro problema importante, a cui faceva riferimento anche il Consigliere Cavallera, è quello delle zanzare. Prepariamoci per tempo, con tutti gli strumenti. È necessaria una forte sinergia con la Regione Lombardia perché sappiamo che il fulcro e la proliferazione delle zanzare avviene non solo sul lato piemontese, ma anche su quello lombardo. Se non si interviene precisamente nei tempi dovuti, quindi molto velocemente, a distanza di mesi gli effetti sono nefasti. Come è avvenuto quest'anno quando le zanzare erano presenti non solo nelle zone paludose o nelle zone di pianura umida della nostra regione, ma addirittura sono arrivate fino alle zone montane. Sappiamo che se non c'è un sistema di controllo, il problema dilaga e i danni all'economia sono inquantificabili.
Quanti ristoratori non sono più riusciti ad allestire i loro dehor quanti bar non hanno lavorato perché il fastidio delle zanzare ha disincentivato l'utilizzo dei bar, dei ristoranti all'aperto, dei locali all'aperto e delle balere. Questi fenomeni noi non li quantifichiamo mai ma creano anche dei danni indotti che, trasformati in soldi, inducono spese molto più onerose dell'investimento che, invece, preventivamente sarebbe opportuno fare.
Un ultimo auspicio è quello di seguire ancora con più attenzione la questione e, in un certo senso, dobbiamo dare atto all'Assessore di essersi mosso bene sia sul settore della caccia sia della pesca. Bisogna fare in modo che non ci siano preconcetti forti, politici o ideologici, sul sistema della caccia e sull'anticaccia, ma che si sia l'attenzione necessaria al proliferare di specie dannose per l'agricoltura.
Sappiamo che la nostra Regione, proprio per i discorsi che facevo prima (Salone del Gusto, Slow Food), dia valorizzazione ai prodotti tipici del sistema agricolo piemontese, che è una forza del Piemonte. Se poi permettiamo che alcune specie di animali scorrazzino liberamente danneggiando le colture e quant'altro, anche qui i danni sono ingenti e quantificabili, perché poi queste stesse aziende vanno dall'Assessore e gli dicono "i cinghiali hanno fatto tot danni, i caprioli tot danni", e l'Assessore è tenuto in qualche modo a rispondere.
Allora, non facciamo demagogia. Dove serve, facciamo gli abbattimenti selettivi; dove serve, diamo la possibilità anche agli ambiti territoriali di fare selezioni delle specie che possono creare un danno. Viceversa tuteliamo le specie che magari sono in via di estinzione o che non danno fastidio al sistema ecologico-ambientale-agricolo della nostra Regione.
Quindi, penso che muoversi su queste direttrici possa essere di interesse non politico, ma generale del Piemonte.
Riassumendo: maggiore peso della Regione nel rapporto Regione-Slow Food; maggiore peso della Regione nel rapporto con la Regione Lombardia sul tema delle zanzare e sugli investimenti per le zanzare; maggiore volontà della Regione nell'individuare per tempo le cause che recano danni all'agricoltura; non farsi fermare da pretesti ideologici per salvare una specie piuttosto che un'altra, quando queste specie danneggiano centinaia migliaia di agricoltori nel nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Ovviamente, non parlerò di Slow Food. Ho una posizione che potrebbe essere, per certi versi, un po' diversa da quella dei miei colleghi, che non c'entra con Slow Food ma con l'organizzazione di una manifestazione in cui la Regione, per tanti punti di vista, ha un'importanza determinante.
Credo che dall'assestamento di bilancio, di cui parleremo nelle prossime ore, è ben difficile andare a verificare se vi siano provvedimenti che riguardano l'Assessorato all'agricoltura, che in qualche modo favoriscono anche l'occupazione in agricoltura. Le conseguenze occupazionali sono sempre molto indirette, molto difficili da calcolare dipendono da tante questioni. Però, Assessore, vorrei farle presente una cosa di questi ultimi minuti, credo di stamattina o, al massimo, di ieri.
In Provincia di Cuneo è attiva, da molti anni, la più importante azienda lattiero-casearia piemontese, la Locatelli. La Locatelli è stata acquisita, prima, dalla Nestlè, oggi dalla Lactalis. La Lactalis è la società che ha appena acquisito il gruppo Galbani e ha annunciato che nell'ambito di un piano di razionalizzazione, quello stabilimento, che ha 180 dipendenti (più cinquanta nell'indotto), sarà eliminato e tutte le produzioni piemontesi della Locatelli saranno accentrate a Melzo, nello stabilimento della Galbani.
Credo che questo sia un fatto gravissimo, perché la Locatelli Invernizzi-Lactalis di Moretta è la principale azienda lattiero-casearia piemontese. Al di là dell'occupazione, pensi a quali possono essere i risvolti nella raccolta del latte in Provincia di Cuneo e in Provincia di Torino, perché quelle sono le due aree dove si serve la Lactalis.
vero che parliamo di assestamento, ma impari dal suo collega Assessore Bairati, che ha fatto passare alcuni provvedimenti in quest'ultimi mesi e in quest'ultimo anno, in cui, di fatto, al centro vi era la ricerca e l'innovazione, l'ingresso del capitale di una società che dovrebbe intensificare le attività produttive artigianali piemontesi, come la nuova legge sull'internazionalizzazione del Piemonte e l'accordo con Telecom, di cui abbiamo parlato pochi giorni fa, che prevede l'intervento della Regione per svariati milioni di euro per favorire la larga banda in Piemonte. Sono tutti provvedimenti accentrati su Torino, che hanno una conseguenza determinante sull'occupazione. Quella della Telecom, lo sa benissimo, è stata un'iniziativa per salvaguardare il Centro Ricerche Telecom a Torino.
Pertanto, bisogna utilizzare anche le manovre di bilancio, la previsione o l'assestamento per favorire l'occupazione, per salvare aziende, per trovare delle strade alternative alla chiusura di società storiche nella vita industriale e imprenditoriale della Provincia di Cuneo e, in questo caso, mi permetta, del Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, do la parola all'assessore Taricco per un'integrazione rispetto agli interventi dei colleghi.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Due o tre osservazioni, perché alcuni dei temi introdotti non erano previsti nel dibattito relativo all'assestamento e, quindi, su questi volentieri fornisco alcune integrazioni.
A proposito della prima osservazione, fatta dal Consigliere Scanderebech relativamente al PSR, l'hanno concordato gli uffici dell'Assessorato con la III Commissione, ma posso anticiparlo tranquillamente. Dopo tutti gli interventi che ci sono stati in III Commissione, con i quali abbiamo ragionato da alcuni mesi or sono rispetto alle evoluzioni che stavano venendo avanti, rispetto al PSR, la discussione di merito, alla luce dell'accordo che si è siglato tra le Regioni di riparto delle risorse, dovrebbe iniziare il 13 (lunedì prossimo) in III Commissione per poi essere sospeso il 20, perché non c'è la III Commissione su questi temi.
L'ipotesi è quella di esprimere il parere intorno al 27 novembre. Il 13 e il 27 novembre sono convocate due riunioni della III Commissioni dedicate alla discussione, così come previsto dalla norma, in III Commissione, del Programma di Sviluppo Rurale. Quindi, in quella sede affronteremo tutti gli approfondimenti e le discussioni, la locazione delle risorse e tutte le altre questioni inerenti al PSR.
Per quanto riguarda la questione relativa al Salone del Gusto, diciamo che raccolgo tutte le osservazioni che sono intervenute. Vedremo di farne buon uso nella prosecuzione del cammino su questi temi.
Sulla questione zanzare, sicuramente raccolgo le osservazioni, peraltro già nei programmi e più volte formulate, di fare in modo che il programma dell'anno prossimo sia un programma che veda una collaborazione attiva con la Regione Lombardia.
Nel merito dell'ultima osservazione rispetto alla questione Locatelli Lactalis di Moretta, mercoledì mattina avremo in primissima mattinata un incontro con l'Amministratore delegato e i responsabili di Lactalis proprio per vedere concretamente gli interventi che sono possibili, tenendo presente che chi ha seguito queste vicende non può che osservare quanto la strategia di queste grandi multinazionali va esattamente in questa direzione.
Nell'incontro programmato per mercoledì mattina con l'Amministratore delegato di Lactalis, faremo il punto della situazione. La possibilità che non vi sia lo spostamento della lavorazioni da Moretta è quasi nulla, nel senso che, quando avevano acquisito i marchi, era stata prospettata una concentrazione dei siti di produzione, e si sapeva che in prospettiva ci sarebbe stato questo problema, che era già abbastanza evidente nell'aria per chi ha seguito questo tipo di vicende.
Mercoledì mattina ci sarà l'incontro; in allora verificheremo tutto quanto sarà possibile, sia in ordine alla situazione di tipo occupazionale sia in ordine alla raccolta del latte, per rendere il meno dannose possibili, per il nostro territorio, le scelte di questa che ormai sta diventando una concentrazione in mani francesi e tedesche. Bisognerebbe andare indietro negli anni per cogliere le radici di una scelta che essendo ormai concentrato in mani francesi e tedesche il controllo del latte europeo, ci pone in una situazione di grandissima fragilità negoziale. Tuttavia, la stiamo costantemente seguendo. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, do la parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Sia in Commissione sia nell'intervento preliminare del Vicepresidente Peveraro sono già stati indicati gli assi portanti delle variazioni di bilancio.
Nel mio breve intervento vorrei fare alcune considerazioni sulla spesa sanitaria, che continua a suscitare polemiche sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Secondo recenti indagini, il 53% degli italiani è convinto che lo Stato spenda troppo poco per tutelare la salute; il 39,1% pensa che la quota sia giusta; il 7,9% la giudica eccessiva.
evidente, quindi, che in sanità le politiche dei tagli non sono amate, anche perché, pur rappresentando da anni un obiettivo dichiarato, i risultati lasciano piuttosto a desiderare. In realtà, se si paragona l'incidenza della spesa sanitaria pubblica e privata sul prodotto interno lordo, vediamo che l'Italia, con l'8,4%, è a livelli nettamente inferiori non solo rispetto alla Francia (10,1%), alla Germania (11,1%) e all'Olanda (9,8%), ma è preceduta anche da Grecia, Portogallo e Belgio, assestati sul 9,6%.
In campo regionale, la spesa sanitaria sta attualmente viaggiando ad un tasso di crescita di circa 7%, rispetto ad una media nazionale attorno all'8%. Un incremento elevato, se si considera che le risorse assegnate dallo Stato al Piemonte, per il 2006, non hanno superato l'1% di quelle distribuite l'anno precedente. A complicare la situazione si aggiunge quanto già sottolineato dal Vicepresidente Peveraro: la pesante situazione di cassa che l'amministrazione centrale, rispetto ai fondi assegnati per competenza, deve alla nostra Regione. Sui 3,6 miliardi complessivi, ben 1,3 miliardi di euro toccano alla sanità, cioè riguardano la spesa sanitaria.
Ne consegue una permanente mancanza di liquidità che penalizza fortemente il potere contrattuale delle aziende.
In sintesi, quest'anno, come è già stato sottolineato, per pareggiare i conti in sanità mancano, alle casse della Regione, circa 340 milioni di euro. È un orientamento tendenziale.
Per far fronte a questo deficit è stato proposto uno stanziamento di 280 milioni nell'assestamento di bilancio.
Allora cosa fare? Il problema è complesso, ma non insolubile.
Intanto va detto che, per il forte giro di vite e la lotta agli sprechi e alle inefficienze dell'Assessorato regionale sulle spese delle aziende sanitarie, dai primi esami dei conti del terzo trimestre viene confermata questa tendenza ad una crescita contenuta, ma non può risultare decisivo.
Si tratta pur sempre di un intervento di tipo congiunturale che, seppur condotto con attenzione e con metodi innovativi, non sfugge ai limiti intrinsechi di questo tipo di manovre, anche perché le economie gestionali e la sobrietà amministrativa non possono, neanche lontanamente, toccare quantità e qualità dei servizi erogati, che sono una priorità indiscussa, a fronte delle crescenti attese dei cittadini in tema di sanità.
Lo strumento decisivo per accrescere l'efficienza del sistema e la produzione di salute per unità monetaria investita in sanità rimane quindi, una programmazione in grado di guidare l'indispensabile processo tecnico-scientifico, ma anche organizzativo, di modernizzazione strutturale. C'è da dire che, sotto il profilo dell'innovazione organizzativa, si incontrano molte resistenze, mentre c'è un'apertura nella classe medica, in alcuni casi quasi acritica, nei confronti del progresso tecnico-scientifico. L'innovazione organizzativa viene sentita come un attentato alle proprie posizioni raggiunte, magari faticosamente.
Un buon punto di partenza potrebbe essere rappresentato dalla riduzione del numero delle ASL, previste dalla bozza di Piano, che secondo stime prudenti potrà portare ad un risparmio intorno ai 60 milioni di euro annui.
Una somma che, aggiunta ai 250/255 milioni di entrate dell'addizionale IRPEF, già applicata dall'amministrazione precedente, consentirebbe di contenere il bilancio in limiti sopportabili. In conclusione, al di là dell'elencazione dei temi delle variazioni apportate sul bilancio, sia in spesa corrente sia nel costo sia sugli investimenti (che in assestamento figurano, complessivamente, per 61 milioni di euro), ci rendiamo conto delle difficoltà presenti, dovute ad una tendenza che non riguarda solo la Regione Piemonte ma tutta l'Italia e tutto il mondo occidentale avanzato.
Promettiamo e ci auguriamo che nella maratona che si svolgerà mercoledì e giovedì nel corso della Conferenza Stato-Regioni, per individuare i criteri per la ripartizione del fondo, venga riconosciuta alla Regione Piemonte quella correzione della quota pro capite, legata al tasso di invecchiamento della popolazione.
noto che nella parte terminale dell'esistenza, dai 65 anni, ma soprattutto nell'ultimo biennio di vita, si concentrano e aumentano da cinque, sei e anche dieci volte rispetto alla media, i consumi sanitari.
Tuttavia, al di là delle correzioni tecniche rappresentate dall'assestamento di bilancio (le cui principali sono già state illustrate sia dal relatore Reschigna sia dal Vicepresidente Peveraro), ci auguriamo di poter ottenere questo riconoscimento che, sicuramente, comporterebbe una minor sofferenza nelle casse regionali, senza attenuare quell'azione di razionalizzazione che, periodicamente, qualunque organizzazione deve essere in grado di mettere in campo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Tolta la stima individuale e, direi, il rispetto per la persona e per il professionista che nutro, ormai, da dodici o tredici anni, e che permane, rilevo che nulla, anche solo in termini di assestamento (per non parlare di quando, prima o poi, arriveremo faticosamente a parlare di programmazione), mi avvicina, nel merito e nella forma, a quanto sostiene l'Assessore.
Mi fermo rigidamente all'assestamento, riservandomi, per le prossime sessioni, se e quando la Presidenza vorrà porlo in discussione in sede di IV Commissione, di intervenire nuovamente quando cominceremo a discutere del Piano.
Dico questo perché sono sorpreso nel constatare - rilevo, peraltro l'assenza del Presidente Ristagno - che nella prossima sessione di IV Commissione, prevista per venerdì prossimo, non è in discussione il Piano.
Lo ritengo un elemento di riflessione su cui certamente i Gruppi di maggioranza vorranno poi rassicurarmi, perché se già inizia così, in fase ostruzionistica, la discussione sul Piano, mi domando quando riusciremo a parlarne nel merito. Ma siccome ho precisato che non avrei parlato del Piano, non lo farò, se non per dire, Assessore, che dei 60 milioni di cui lei ha parlato in più momenti, e con grande trasparenza - perché sarebbe un difetto di cui non merita critica - non vi è traccia alcuna in nessun atto ufficiale della Regione Piemonte.
Io aspetto, Presidente Bresso e Assessore Peveraro, senza fretta, in sede di IV Commissione o di I Commissione, ovunque si parli di numeri: 60 milioni corrispondono a circa 120 miliardi delle vecchie lire, e non trovo nessuna traccia che giustifichi, anche solo da questo aspetto, una ristrutturazione sanitaria che, per altri versi, considero un colabrodo. Ma partirei almeno dalla giustificazione economica: potrei ampiamente convincermi qui, denegando quello che ho detto un attimo fa, in merito al fatto che non voglio parlare di Piano, che non solo lì non si risparmia un euro, ma gli elementi a sostegno di quanto ha dichiarato in più sedi l'Assessore non ci sono. Non vi è alcun documento da leggere da cui si deduca che questi 60 milioni di euro sono ricavati dall'addendo A, B e C non tanto per consentirci di controllare ragionieristicamente la somma, ma soprattutto per controdedurre nel merito.
Di questo parleremo in sede di IV Commissione, quando il Presidente Rostagno e la maggioranza decideranno che questa discussione comincerà.
Rimaniamo sull'assestamento.
Sull'assestamento, dopo un lunghissimo dibattito, che persino il Capogruppo Turigliatto non avrà giudicato come elemento di ostruzionismo dilatorio, siamo giunti ad una discussione che ci ha convinti sul metodo per arrivare ad un consuntivo, che è passato da una certa cifra a 170 milioni, che, moltiplicati per due, generano quell'ottimistica previsione su cui oggi l'Assessore conviene, che ha originato questa modesta variazione di 80 milioni di euro in più (160 miliardi delle vecchie lire) di cui credo che l'Assessore non si dolga (non ho visto alcuna traccia di dispiacere), risultato ottenuto dall'opposizione per la sanità piemontese che però - come posso dire? - temo non bastino. Anche di questo discuteremo in IV Commissione. L'Assessore Peveraro è molto soddisfatto, convinto che bastino: anche lui si illude, ma, essendo "granata", è ricco di tante speranze che puntualmente, molto spesso, la domenica vanno deluse.
Non basteranno e nonostante i vostri sorrisi, cari colleghi di Aula (oltre che di comuni sofferenze, essendo granata), non saranno sufficienti perché in termini di numeri questa Amministrazione, che comunque ormai ha maturato i primi diciotto mesi di vita - parlo solo di numeri, sulla qualità ne discuteremo in altro momento - è quasi efficiente come la Giunta Ghigo. Dico "quasi", perché nel frattempo di risorse (poche o tante vorrete voi discuterlo nell'ambito del vostro dibattito con i colleghi di Governo e i colleghi delle Regioni) se ne stanno spendendo un po' di più, perché di più è stato dato, con le stesse inefficienze di bilancio, che non chiamo n "buco" né "malasanità".
Parliamo di 340 milioni di euro, che corrispondono a 680 miliardi delle vecchie lire, se chiudeste a questa cifra. Ma lei sa bene, Assessore, che mancano almeno due addendi, a meno che qualcuno mi dica che non è così.
Manca, infatti, la valutazione degli oneri del contratto, a meno che, con una strana forma di malintesa concordia istituzionale, non riteniate di riconoscere a nessuna componente della sanità e del comparto neanche un euro.
Le stime più ottimistiche, da parte del sindacato, parlano di 25 o 30 milioni di euro solo di competenze per una parte del comparto. Ditemi voi: pensate che non ci sarà competenza, nel corso del 2006, per il contratto in corso di rinnovamento? Non credo proprio che gli amici della sinistra non vorranno riconoscere a coloro che operativamente collaborano con la sanità neanche un euro! Il secondo aspetto riguarda la mobilità. Io attendo, con molta pazienza e senza presentare interrogazioni, che ci vengano forniti in IV Commissione collega Turigliatto, quando uno chiede e non ottiene, chi è che sta ricattando chi? Lo lasciamo a futura memoria e ne dibatteremo - i consuntivi del 2004 e del 2005, che verranno approvati entro il 31/12: magari a voi interessano poco, magari no, ma noi riteniamo che avere i consuntivi del 2004 e del 2005 sia un elemento di conoscenza non trascurabile per chi si occupa di sanità.
Può darsi che voi non ne conveniate, ma noi riteniamo che sarebbero utili. Se li avessimo, probabilmente vedremmo che la mobilità di questa Regione è tuttora (come negli anni precedenti) passiva, pur ridotta perch nel frattempo alcune DRG e alcune tariffe sono state aumentate e quindi hanno modificato non i volumi, ma la sostanza numerica del passivo), ma soprattutto manca un dato: manca la definizione su quale obiettivo di mobilità questo Assessorato e questa Giunta si vuole muovere.
Mi spiego meglio. Nel 2007 - visto che il 2006 ce lo siamo già fulminato - qual è l'obiettivo di mobilità che la Regione Piemonte si vuole porre? Zero? Meno dieci? Più trecento? Perché a seconda degli obiettivi perlomeno è quello che credo - può anche cambiare l'organizzazione della tipologia di offerta, ciò che il mondo della sanità offre ai piemontesi, ma anche a coloro che dalle altre Regioni italiane - e, perché no, dalle altre Regioni europee - alla sanità piemontese volessero far riferimento.
Di questo non vi è traccia alcuna, né nelle relazioni, né nei commenti per non parlare del Piano di cui parleremo se e quando questo discorso sarà posto all'ordine del giorno.
Rimaniamo sui numeri. La Giunta sicuramente ha ricevuto i numeri il 30 settembre e immagino che li abbia esaminati nel ponte dei Santi. Anticipo che venerdì, qualunque sia l'argomento all'ordine del giorno, chiederemo al Presidente Rostagno di volerne dotare anche tutti i Consiglieri, così com'è sempre stata prassi, e da lì ci avvieremo verso un preconsuntivo, che suppongo servirà all'Assessore al bilancio per proporre ai colleghi il nuovo bilancio preventivo 2007-2009, di cui se ne discuterà, quanto prima nelle sedi delle Commissioni competenti.
Sappiamo tutti che i numeri sono molto "ballerini": posso chiederle Assessore Peveraro, di voler dare un'occhiata con serietà - e, magari, alla Presidente di supervedere - alle tre delibere con cui avete deciso di certificare i dati della sanità piemontese, che - dovrei cercare un eufemismo - sono veramente penose? Sono anni che la sinistra sostiene, peraltro con una certa condivisione da parte nostra, che è difficile ottenere e consolidare i dati della sanità piemontese, e lo abbiamo visto ancora recentemente in IV Commissione. Per se non partiamo dai numeri poi è difficile discuterne. Ebbene, ci sono tre delibere assunte dalla vostra Giunta (non ho voglia di aprire polemiche in questa sede prima che voi le abbiate riviste, perché non ne sarei stupito nella distrazione o nella enorme mole del lavoro degli Assessori, che pu passare): posso chiedere, quindi, che rivediate le delibere che assegnano a un certo gruppo di lavoro la certificazione dei bilanci delle aziende e delle ASO piemontesi.
Visto che mi impegno a ritornare su questo tema, in sede di discussione finale o di voto, chiedo che, magari, domani, qualcuno mi dica qualcosa evitandomi sterili polemiche, che coinvolgerebbero inutilmente le istituzioni.
Guardatele, perché se questo è il modo con cui la vostra Giunta ritiene di assicurare a tutti noi - non soltanto ai gruppi di opposizione - la certificazione dei dati, in piemontese stretto, che non necessita di essere tradotto per l'Assessore Valpreda: "Ai suma propi nen"! Però, guardatele per cortesia!



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



BURZI Angelo

Parlo ancora dei livelli e ho finito.
Credo sia anche giunto il momento che si misuri quella che si chiama customer satisfaction, per chi ama l'inglese, per chi ha lavorato nel mondo, come il Vicepresidente, della consulenza: valutazione dei livelli qualitativi dei servizi erogati.
C'è una forte discussione, che può tradursi facilmente in polemiche utili o non utili, dipende - relativamente ai livelli dei servizi erogati.
Chiediamo a questa Giunta di trasformare in atti gli impegni più volte presi, impegnandosi, scegliendo di farlo fare a chi vuole, a garantire una misurazione dei servizi della sanità piemontese erogati nel 2006. È un prodotto standard che si acquista facilmente anche nei magazzini della Coop, non necessariamente in quelli dell'ex Gruppo Standa. Così, misurando i servizi con una certa facilità, possiamo discutere della loro idoneità o meno e, magari, su questo litigare.
Se continuate a dire che vorreste misurarli e non lo fate, le considerazioni diventerebbero altre. Per ora mi fermo a questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione la relazione svolta dall'Assessore. Credo che nelle sue parole, qui come si è verificato altre volte in sede di IV Commissione, e anche nelle valutazioni sulla politica sanitaria espressa da altri esponenti della Giunta o della maggioranza, vi sia una sorta di - non vorrei chiamarla schizofrenia - divisione tra quello che si vorrebbe fosse la sanità piemontese e quello che è.
Abbiamo sempre cercato di svolgere valutazioni relativamente ai dati che ci sono stati consegnati dall'Assessorato alla sanità, proprio perch la questione sanitaria, se non si affronta con strumenti oggettivi, diventa assolutamente di larga interpretazione, ma vi sono alcuni dati. Altresì, in questo assestamento di bilancio, per la prima volta, ci troviamo ad affrontare il tema sanitario senza la necessità di avere scuse rispetto ai periodi passati. Soprattutto, crediamo che un anno e mezzo di governo della Regione sia un tempo sufficientemente lungo - non l'ottobre dell'anno passato e neppure il febbraio di quest'anno - per poter avere impresso un indirizzo differente rispetto al governo della sanità.
Non solo i cittadini - i colleghi meglio dei cittadini piemontesi ricordano che della sanità, più che l'Assessore Valpreda, anche se un po' Assessore in pectore, la Presidente Bresso fece uno dei cavalli di battaglia nel suo rapporto con gli elettori. Dobbiamo dire che lo fece un po' meno nella trascrizione del programma elettorale, nel quale si pu leggere una serie di impegni precisi. Quando, ad esempio, diceva "toglieremo il ticket", dimenticava di precisare "nell'arco dei cinque anni", che, poi, viene aggiunto all'interno del programma, piuttosto che "ridurremo le liste di attesa" o "non daremo più modo a una gestione scellerata della spesa sanitaria anche con rilievi di carattere penale".
Questo è quanto si leggeva sui giornali durante la campagna elettorale.
Se si paragonano le dichiarazioni rese dall'attuale Capo dell'esecutivo regionale - a volte anche dall'Assessore Valpreda, che, al di là di avere ogni tanto un po' di stizza quando l'opposizione fa il suo lavoro, è persona certamente più misurata in un tema tanto delicato quale quello della sanità piemontese - con i dati oggettivi presenti oggi in sede di IV Commissione, capisce che ci troviamo certamente di fronte ad un fallimento rispetto alle promesse elettorali. Altresì, capisce che, in alcune casi, le promesse elettorali erano fatte senza conoscere il tema o in assoluta malafede, nella ricerca di qualche consenso in più, che, verosimilmente, ha concesso a questa maggioranza di essere tale.
Allora, non è casuale che, relativamente ai numeri, in sede di Commissione sanità, e al funzionamento della sanità piemontese, il nostro Gruppo consiliare dedichi così tanta attenzione, perché tante erano le aspettative.
Proviamo, partendo dalle cifre stanziate in sede di assestamento di bilancio per coprire il deficit sanitario, a fare alcune considerazioni.
In primo luogo, alcune indicazioni lette oggi dall'Assessore e presentate in una sottoscrivibile relazione in sede di IV Commissione valgono oggi come valevano ieri. Cioè, l'assenza di risorse in tema di sanità pubblica, perché la gente invecchia, perché vi sono alcuni farmaci molto costosi che prima non c'erano e per una serie di motivazioni che oggi ha ripetuto l'Assessore, non vale certo dall'aprile del 2005. Immaginiamo e sappiamo bene che l'invecchiamento della popolazione è un processo che ormai, si è innescato da molti anni. L'utilizzo di farmaci particolarmente costosi per la popolazione piemontese è, fortunatamente, una pratica che avviene da molti anni.
Ciò per dire che rispetto a questo non è cambiato nulla, ma rispetto al passato non solo non cambia nulla, riteniamo che la situazione di carattere economico relativamente ai servizi e alla mobilità sia decisamente peggiorata rispetto all'aprile 2005. Il nostro Gruppo consiliare ha fatto presente anche alla stampa come, ad oggi, le liste di attesa siano certamente aumentate nel loro complesso. Ovviamente, attendiamo il giorno in cui il Presidente della Commissione riterrà prioritario parlare di liste di attesa e non solo del Piano Socio Sanitario che le contiene, per essere smentiti dall'Assessore; parliamo sempre di dati forniti dall'Assessorato alla sanità.
Rispetto all'annus horribilis, che il centrosinistra ci presenta sempre, cioè il 2004, quest'anno avremo una chiusura di bilancio che verosimilmente, supererà il deficit che si fece nel 2004, perch certamente, alcune misure non sono state introdotte nelle voci del bilancio o sono state scarsamente non correttamente enumerate, vedi i rinnovi contrattuali o quanto ricordato dal collega Burzi rispetto al risparmio derivante dall'accorpamento delle ASL.
Credo che il Presidente Rostagno avrà cura e interesse anche lui di verificare qual è il costo reale. Anche noi siamo assolutamente in attesa di verificare i 60 milioni di euro di spesa che si otterranno con l'accorpamento, cosa di cui dubitiamo fortemente.
Assessore, dubitiamo non perché dubitiamo per natura, ma perché anche noi sappiamo fare i conti, per cui facendo due conti su stipendi, su dirigenze e quant'altro, vediamo che è difficile mettere insieme 60 milioni di euro.
Se poi verremo smentiti, al di là delle valutazioni che uno può fare relativamente all'accorpamento, almeno è un dato che acquisiamo come tale.
Dopodiché, si parla solo più di valutazione di assesti sanitari (sono 20 30, 40 o 60).
Abbiamo un dato complessivo rispetto alla mobilità attiva e passiva che certamente non migliora. Abbiamo una serie di accorpamenti di servizi che hanno causato verosimilmente dei risparmi, ma altrettanto verosimilmente un servizio meno adeguato che si dà alla popolazione piemontese, ma soprattutto, a nostro modo di vedere, vi è una gestione della sanità piemontese che è intesa come una struttura - pubblica o privata che sia e in questi casi è per la maggiore parte pubblica - i cui conti possano essere ritoccati per un adeguato funzionamento.
Visto che il ritocco dei conti fa svariate centinaia di milioni di euro, è difficile che con ritocchi, cioè razionalizzazione di servizi, si possa addivenire ad un risparmio tale.
Crediamo invece che il concetto di sanità come impresa comporterebbe un intervento all'interno del quasi miliardo di euro di deficit relativo alla mobilità passiva.
Quindi, si tratterebbe di provare, anno dopo anno, a far sì che quel quasi miliardo di euro che la Regione Piemonte spende per la mobilità passiva, consenta non solo un risparmio, ma che con una modalità di spesa migliore garantisca servizi più efficienti.
altrettanto vero che avendo noi delle strutture di assoluta eccellenza, dovremmo rivendicare, come fanno altre Regioni (ad esempio, la vicina Lombardia) una mobilità assolutamente inattiva e non di poche decine di migliaia di unità.
verosimile che una persona si sposta dove i servizi sono più efficienti, dove le liste d'attesa sono inferiori e dove si ha complessivamente un sistema sanitario che, oltre a funzionare meglio, costa anche meno agli utenti piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
indubbio che l'assestamento di bilancio contiene, con l'allegato documento di carattere finanziario, iniziative consistenti per ciò che riguarda il comparto della sanità.
Se ne è parlato in Commissione, ha parlato il relatore e ne ha parlato il Vicepresidente ed Assessore. Parliamo di cessione di crediti vantati dai fornitori delle aziende sanitarie, prevedendo una scrittura privata al posto di un atto notarile. Parliamo dei finanziamenti del servizio sanitario, riconoscendo la possibilità di ricorrere ad operazioni di credito commerciale per fronteggiare situazioni di carenza di liquidità causata da ritardi di erogazione dei fondi del Governo nazionale. Parliamo di finanziamenti dei programmi di prevenzione sanitaria mediante gli introiti derivanti da specifici versamenti delle ASL. Parliamo della anticipazione di fondi sanitari. Per non parlare della prospettiva, più volte indicata anche dall'Assessore Bairati, di utilizzare la vendita o l'impegno dei beni immobili delle aziende sanitarie per far fronte a carenze di carattere finanziario.
Forse stiamo raschiando il fondo del barile, come si suol dire. Non so quali strumenti di carattere finanziario, di economia o di geometria finanziaria possono ancora essere attivati per trovare fondi per la sanità.
Però alla fine non abbiamo ancora compreso, a distanza di un anno e mezzo dall'insediamento della Giunta regionale, su quali strumenti si dovrebbe basare la differenza tra la precedente e l'attuale amministrazione.
Noi riteniamo, infatti, che risolvere i problemi della sanità non sia assolutamente facile e che attorno all'aumento delle spese ci siano, da una parte, l'aumento delle esigenze dei cittadini e della popolazione, ma dall'altra anche una serie di lobby istituzionali (amministrazioni comunali, associazioni, enti locali, comunità montane, sindacati) che chiedono ogni volta all'Assessore e a tutti noi che nulla venga toccato quando si parla di razionalizzazione della sanità.
E questa sana lobby, questo modo di fare era per noi, come avevamo già detto l'anno scorso, la principale causa del deficit o, comunque dell'aumento spropositato delle spese, che secondo alcuni esponenti della maggioranza veniva più semplicemente chiamato buco.
La differenza è che oggi, pur in presenza di provvedimenti importanti e determinanti che vengono inseriti nell'assestamento, pur in presenza dell'ipotesi di piano sanitario che ha prodotto finora, come unico e concreto intervento, la nomina dei cosiddetti commissari pluriASL, tutte queste cose non hanno finora portato a dei risultati, che forse voi stessi immaginavate e che anche noi ci potevamo immaginare un po' in buona fede con la certezza però che è difficile fare cose straordinarie in un settore così fossilizzato com'è la sanità.
Ad esempio, a me sarebbe piaciuto sapere dall'Assessore e dai suoi collaboratori, o anche dall'Assessore al bilancio, quali risparmi si sono ottenuti in questi mesi dalla gestione dei commissari pluriASL. Ad esempio quanto si risparmia con un commissario che gestisce e che governa più ASL o, addirittura, quanto si risparmia con la delibera, che avete approvato di indirizzo ai commissari di Torino di collaborare tra di loro per l'acquisto di beni e servizi, appalti e gestione coordinata di attività? Credo che la materia sia estremamente delicata, ma dove voglio arrivare? Voglio arrivare a spiegare agli amici della maggioranza che si possono vincere le elezioni dicendo che c'è un buco nella sanità, che la sanità va male, che la sanità si può migliorare, però poi i nodi vengono al pettine. Ora voi dovete dimostrare che siete in grado di fare meglio di chi c'era prima, e finora questo meglio non lo possiamo considerare.
Probabilmente dovremo aspettare ancora, ma nel frattempo che aspettiamo aumentano i costi della sanità per via dei contratti siglati con le organizzazioni sindacali, per via del fatto che ancora manca una riforma chiara dell'attività dei medici di famiglia. Infatti, sarebbe bene ridurre l'attività dei pronto soccorso e di permettere al cittadino di andare dal medico di famiglia per piccoli interventi e per cose che possiamo considerare banali, benché riguardino la salute di ognuno di noi.
Credo che finché non si risolvono queste cose, cioè finché non si riesce in modo assolutamente democratico e concertato, anche con l'aiuto dell'opposizione, a predisporre un piano sanitario che sia in grado non solo di riempire le pagine bianche che ci vengono presentate, ma che sia in grado anche di incidere fortemente sul servizio e sull'approccio che ognuno di noi ha ogni giorno ha con il servizio sanitario, alla fine la premessa che vi eravate fatti, dicendo ai cittadini che la vostra sanità sarebbe stata migliore di quella precedente, evidentemente sarà una premessa vacua e demagogica, che rimarrà fine a se stessa.
L'Assessore sa che stiamo seguendo il suo lavoro, andiamo con lui anche noi dell'opposizione, ci facciamo da tramite nel rapporto tra l'Assessorato e i cittadini, però quanta difficoltà ha a parlare di sanità. Lo stesso Assessore, pochi giorni fa a Saluzzo ha messo in evidenza che è difficile occuparsi di sanità quando ci sono dei problemi anche nell'ambito della propria maggioranza. Perché è vero che siete uniti nel dire di no al ritiro del piano sanitario, però non siete uniti nell'approvare quello che avete presentato.
Bisogna cercare una mediazione ed è necessario che troviate un accordo.
Secondo me, un modo per trovare un accordo anche con noi è fornire dei dati, darci delle poste finanziarie, dirci i totali, chiarire che cosa avete fatto fino ad ora, se la nomina dei commissari pluriASL ha prodotto effettivamente del risparmio o meno.
Ad esempio, l'Assessore sa che la battaglia condotta da alcuni di noi sulla deliberazione di nomina dei commissari pluriASL - ripeto, commissari che sono stati nominati a dirigere più ASL contemporaneamente - è stata da alcuni presa come una deviazione, c'è stato detto: "Non occupatevi dei Commissari pluriASL, dovete occuparvi del servizio sanitario che le ASL vi offrono. Non vi fate curare dai direttori generali o amministrativi". Ci era stato detto che questa scelta era per risparmiare, per fare delle economie. Al di là del risparmio, degli stipendi dei direttori generali amministrativi e sanitari, qual è l'effettivo risparmio sulla gestione sanitaria di tutti i giorni? Avere una risposta su questo argomento sarebbe importante, ci aiuterebbe a capire se siamo sulla buona strada, o, semplicemente, se abbiamo fatto un po' di demagogia. Se abbiamo fatto semplicemente delle scelte per cercare consensi, per apparire diversi da chi governava prima.
Dubito di questa diversità. Sono perfettamente consapevole che gestire la sanità pubblica sia assolutamente difficile, delicato e complesso sotto tanti punti di vista. Quello che chiedo all'Assessore è di avere questi dati che ci aiuterebbero a capire meglio a che punto siamo, ci aiuterebbero ad affrontare meglio il Piano Sanitario che tra qualche giorno ci auguriamo ritorni in Commissione Sanità.
pur vero che molti amministratori e associazioni hanno espresso pareri lusinghieri nelle audizioni che abbiamo organizzato ma, nel frattempo, sono arrivate centinaia di osservazioni al Piano che possono essere anche favorevoli, possono rappresentare un confronto critico positivo, ma altre osservazioni pervenute chiedono di cambiare, di stralciare ampi capitoli del Piano stesso. Si può essere stati gentili durante le audizioni, ma non così mi sembrano siano le varie osservazioni pervenute.
Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo, siamo disponibili a capire le difficoltà che attraversa l'Assessorato alla Sanità nella gestione del servizio, siamo disponibili ad attendere ancora i dati che abbiamo richiesto (ovviamente questa disponibilità è a termine), oltre un certo periodo anche noi cominceremo ad assumere delle posizioni che, in qualche modo, mettono in evidenza che avete fatto passare per straordinario quello che è semplicemente ordinario o, come direbbe qualcuno, ordinario meno meno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Anch'io mi auguro di iniziare presto l'esame del Piano Socio Sanitario in Commissione. Mentre si aspetta di discutere, ed eventualmente approvare questo importante strumento di programmazione, nelle realtà locali iniziano delle opere di dimagrimento che ci preoccupano tantissimo.
Voglio concentrare il mio intervento sul discorso degli anziani e sulle liste di attesa per le strutture sanitarie che sono aumentate perché non sono aumentate le convenzioni. Nella scorsa seduta della I Commissione quando l'Assessore Peveraro ha risposto relativamente all'utilizzo delle risorse, abbiamo verificato che 15 milioni di euro per il fondo non autosufficienti non erano ancora stati impegnati. Di questi, cinque milioni di stretta competenza dell'Assessore alle Politiche Sociali addirittura venivano riservate ai comuni che avevano, però, l'obbligo di cambiare il regolamento e non chiedere più ai famigliari la quota di partecipazione alle rette. Abbiamo discusso in Commissione, ho avuto la soddisfazione di constatare che, parte della maggioranza, non era in linea con questo progetto.
Oggi ho avuto l'amara constatazione che i cinque milioni di euro sono stati accantonati in attesa di poterli dare ai Comuni che, con il tempo avrebbero cambiato il regolamento. Quindi un 20% del fondo per la non autosufficienza è inutilizzato per anni e anni, nonostante il grande bisogno che si registra, che tutti i Consiglieri, di maggioranza e minoranza, registrano sul territorio. Ma c'è di più.
Ci sono altri dieci milioni che devono essere ripartiti d'accordo tra politiche sociali e sanità. Ho letto su un giornale la risposta degli Assessori Valpreda e Migliasso sul discorso delle residenze anziani, il grido d'allarme che i gestori, anche il volontariato, tutto il terzo settore, hanno lanciato contro la nuova Giunta che non è andata avanti nell'applicazione, nella verifica della delibera n. 17. La risposta degli Assessori è stata: "La disomogeneità delle rette l'abbiamo ereditata".
vero. L'aveva già ereditata il mio Assessorato, ma l'aveva ancora ereditata l'Assessorato precedente. È un fatto storico che, nella città metropolitana, le rette siano più alte rispetto alla realtà delle residenze sanitarie dell'altro Piemonte. Proprio perché avevamo ereditato tale situazione che abbiamo deciso di cambiarla. Si verificavano casi in cui nella stessa casa di riposo vi erano, magari, due ospiti uno della Provincia di Alessandria che doveva pagare 30 euro per l'integrazione l'altro dell'ASL di Torino che ne doveva pagare 60, e i servizi erano gli stessi. Per cinque anni ci siamo detti: "È un'ingiustizia!", ma lo abbiamo detto tutti, maggioranza di allora e minoranza. Abbiamo cercato di cambiare il modello. Modello che l'Assessore Valpreda conosce bene, e lo ringrazio perché aveva contribuito a cambiare questo modello.
Abbiamo fatto un discorso del tipo: "Facciamo un programma transitorio una verifica tra un anno con il terzo settore, con i Comuni, con gli enti gestori, con tutto il mondo". C'era un tavolo di concertazione, ma il tavolo non è più stato convocato. Bene ha fatto, allora, tutto il terzo settore a lamentarsi, a lanciare un grido di allarme perché queste strutture sanitarie rischiano di chiudere, rischiano di fallire molte cooperative che lavorano in queste strutture sanitarie. Ma l'aspetto gravissimo è che viene meno la qualità dell'assistenza per gli ospiti delle strutture sanitarie.
Vi chiedo molta attenzione al problema, ricordo che ci sono quarantamila cittadini piemontesi ospiti in queste case di riposo.
Quarantamila cittadini piemontesi che hanno necessità di assistenza sanitaria. Non si può pensare di ridurre le spese, di non farle aumentare semplicemente bloccando la situazione...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, siamo oltre il sopportabile. Vi prego, se dovete parlare, di farlo fuori dall'aula.



COTTO Mariangela

Quarantamila cittadini nelle case di riposo, più il personale che lo assiste, significa una città molto debole, molto sensibile, che la Regione non può assolutamente dimenticare. Bisogna spendere di più. Bisogna far sì che questi cittadini che lavorano in queste case di riposo abbiano la giusta retribuzione. Non si può bloccare tutto, non pagarli, o pagarli in modo diverso, da residenza sanitaria a residenza sanitaria. Quello che è più grave è che non si può rinunciare alla vigilanza di queste case di riposo.
Questo mi pare un fatto gravissimo, signori della maggioranza! Era il vostro cavallo di battaglia! La vigilanza nelle strutture sanitarie ora si fa un po' meno. Avevamo creato un gruppo per una vigilanza di prevenzione per una vigilanza sulla qualità, un gruppo che andava nelle case di riposo a constatare se c'erano le piaghe da decubito, a constatare se c'erano strani odori. Da un anno e mezzo, questo gruppo di lavoro non funziona più.
Si è rinunciato ad utilizzarlo. Penso che se voi aveste tempo, perché forse è un problema di tempo, andreste a guardare queste cose.
Entrate nelle case di riposo. Non lasciate che la giornata delle case di riposo aperte venga abrogata, così come la giornata del volontariato in piazza, del contrasto alla solitudine o delle migrazioni. Capisco il desiderio che può avere qualcuno di dimostrare che prima non si è fatto niente e adesso si fa tutto. Non è così. Ve lo hanno detto la lega delle cooperative e tutto il mondo del terzo settore.
Assessore Valpreda, io la conosco come persona sensibile, perché il nuovo percorso nelle strutture socio-sanitarie l'abbiamo individuato insieme. So che lei ci crede quanto ci ho creduto io e, come la sottoscritta, penso stia male nel vedere andare in fumo un lavoro che ha significato recarsi personalmente almeno nel 50% di queste case di riposo a capire i problemi per quanto era possibile. Ma, soprattutto, è indispensabile concertare e confrontarci con tutte le organizzazioni sindacali per raggiungere un modello. Un modello che, secondo noi, sembrava valido, non soltanto, secondo noi, ma secondo tutte le forze che hanno firmato quel protocollo d'intesa.
Venerdì sono venuti in Commissione a lamentarsi semplicemente perché il tutto è stato rinviato di tre anni, perché non ci sono i finanziamenti necessari per quel modello organizzativo.
Leggo qui, sempre a cura degli Assessori, che tra l'altro dicono che il Ministero del Welfare ha destinato cinque milioni per l'integrazione socio assistenziale per le rette, che i due Assessorati stanzieranno venti milioni per la riduzione delle liste d'attesa e l'ammissione nelle case di riposo, già dalle prossime settimane.
Le chiedo, Vicepresidente della Giunta: dove sono questi cinque milioni che né io né il mio Gruppo abbiamo ancora visto? Non li ha visti neanche il collega Cavallera, che è molto certosino nell'andare a cercare le UPB. Dove sono questi venti milioni per la riduzione delle liste d'attesa? A meno che non siano quei soldi che noi avevamo già stabilito che ci dovevano essere che la Giunta non ha accantonato e che lei ha ammesso di non aver impiegato (quando mi ha risposto via e-mail) per l'utilizzo delle risorse. Lo ha ammesso inviandoci le e-mail del Direttore responsabile del settore.
Allora, dove sono questi venti milioni? Se la politica è fatta di annunci sui giornali, di soldi che non ci sono, penso che voi, Consiglieri della maggioranza, dobbiate riflettere un attimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
In realtà noi interveniamo sulla sanità di quest'assestamento. E vorrei dire, Assessore Valpreda, quasi per gioco, nel senso che, non solo l'assestamento ormai è vecchio, è stracotto, ma anche perché in queste settimane e in questi mesi, abbiamo avuto la netta sensazione che ci sia stato, da parte della Giunta, un gioco sulla sanità.
Che tipo di gioco? Il tipo di gioco di presentare un Piano Socio Sanitario che non vedrà mai la luce a causa dell'incrociato fuoco amico di Margherita e comunisti vari (Rifondazione, Comunisti italiani ecc., sapete che non distinguo). Questo Piano Socio Sanitario è uno specchietto per le allodole. Avete già fatto tutto e il contrario di tutto, l'avete buttato su internet, avete tentato di farlo giudicare assemblearmente dal popolo. Il popolo non vi ha risposto granché, anzi, quando vi ha risposto vi ha detto di tutto e di più.
Il popolo consultato sui territori delle altre Province, che non siano quelle di Torino - dove il vostro controllo è anche mediatico assolutamente totalizzante, asfissiante e impedisce di avere spesso delle voci alternative alla vostra - vi ha pesantemente bastonato su questo specchietto per le allodole.
Quindi, noi interveniamo sull'oggetto - assestamento sanità - in maniera non gioconda, ma giocosa. Cioè lo prendiamo per come ce lo avete proposto: sostanzialmente, una presa in giro. Una presa in giro nelle cifre. Tant'è che si è arrivati anche un po' alla contrattazione delle coperture. Con quanto lo coprite questo buco? "Ma questo buco lo copriamo con 200. Ma no, copriamolo almeno con 300. Ma no, lo copriamo con 350. Ma sì, lo copriamo con 300".
Capite, colleghi, che è un gioco? Non è che se io chiedo che il buco della sanità venga coperto con 300, voi mi dovete dire sì. Voi mi dovete dimostrare che il buco è solo di 200 o di 150 o mi dovete dimostrare che invece, siete così virtuosi, non solo da avere azzerato la voragine che avevate detto che aveva lasciato il centrodestra, ma che siete stati così virtuosi e capaci, nella vostra opera di miglioramento, al punto di ottenere dei risultati addirittura positivi.
Invece no! Invece, nelle lunghe settimane passate in Commissione sanità, tutto sommato, siamo riusciti, come dire, a ottenere la cosiddetta copertura "trinca e branca". Il "trinca" significa "all'incirca" e il "branca" è un "bon peis", cioè abbiamo più o meno concordato una cifra con cui, quantomeno, sull'assestamento si può far finta di coprire il buco che in realtà, ha creato non il centrodestra, ma un anno e mezzo di dissennata gestione della sanità piemontese da parte del trio Presidente Bresso Assessore Valpreda e Assessore Migliasso.
Ovviamente, i dati man mano verranno macinati e resi pubblici, perch c'è anche da dire (giusto per sostanziare il gioco) che siamo aggiornatissimi sui dati della sanità piemontese, perché noi, che stiamo aspettando Babbo Natale del 2006, soltanto dopo mesi di insistenza siamo riusciti a vedere i pacchetti di Babbo Natale del 2004. Cioè i bilanci consuntivi delle ASL, che non so se poi avete approvato in Giunta o non avete approvato. Comunque, non li avete neanche ancora approvati.
Quindi, colleghi, siamo alla fine del 2004, non siamo alla fine del 2006. Tanto poi siete stati capaci a velocizzare, razionalizzare ottimizzare. Noi facciamo i conti sul 2004, poi qualcuno verrà e dirà: " prassi." La prassi è l'elemento non giuridico, ma l'elemento magmatico indefinito ed indefinibile, con cui la politica, di qualsiasi colore (in questo caso soprattutto la vostra) maschera qualsiasi tipo di inefficienza incapacità e incomprensione di un bilancio.
Oggi siamo alla prassi. Ragioniamo su due anni fa; tra qualche mese ragioneremo sull'oggi e quindi potremmo, finalmente, avere la valutazione vera di cosa sarà il disastro compiuto in questi mesi dall'Assessore Valpreda e dai suoi validi collaboratori.
Ho parlato di gioco e di disastro anche per un altro motivo.
Mentre l'assestamento di bilancio è lo specchietto per le allodole, voi tentate di procedere ad una modifica sostanziale della sanità piemontese con le cosiddette razionalizzazioni: avete dato ad alcuni Commissari il mandato di tagliare posti letto per tagliare le spese. Voi non state razionalizzando, volete tagliare i posti letto. Questo è. Lo avete anche scritto; lo scrivono alcuni dei vostri direttori. Anzi, a quei direttori che non sono abbastanza allineati, o che magari pongono in dubbio la necessità o l'utilità sociale di tagliare i posti letto, la Giunta risponde sempre per via giornalistica - che, tutto sommato, non fanno bene il loro mestiere e che magari un giorno non verranno nominati direttori generali.
Quelli che invece, ovviamente, si uniformano al diktat dell'apparatnik sono dei bravi direttori generali, dei bravi commissari che svolgeranno il loro compito tagliando i posti letto, a danno della popolazione.
Abbiamo dimostrato, inequivocabilmente, l'aumento pesante delle liste di attesa, nel 90% delle strutture sanitarie piemontesi su tutto - su tutto dalle prestazioni diagnostiche agli interventi. Abbiamo dimostrato che in un anno sono aumentati del 15% il numero di richiedenti posti letto nelle RSA e nelle RAF. È veramente il quadro, peraltro molto incompleto perch basato su dati vecchi, del fallimento epocale della vostra gestione socio sanitaria.
A questo punto vi darei un suggerimento, e lo darei anche alla Presidente Bresso. Quando dite che volete tagliare - faccio un inciso, ma è molto importante - i costi della politica, noi siamo con voi. Allora le segnalo, Presidente Bresso, che l'11 agosto di quest'anno la Commissaria del Sant'Anna ha fatto una delibera in cui assume, per una consulenza informatica di 30 giorni, una persona dipendente da una società di Milano e le "ficca" 30 milioni di euro: mille euro al giorno.
Ho voluto fare un caso, ma nelle interrogazioni che ho prodotto in questi giorni di casi ve ne segnalo molti di più.
Ho voluto fare un caso perché alla fine, quando bisogna tagliare i costi della politica, bisogna tagliarli davvero e bisognerebbe, visto che i consuntivi sono ancora quelli del 2004, che faceste un monitoraggio su cosa stanno facendo i Commissari, perché ce ne sono alcuni che hanno le maniche larghe ma, soprattutto, attingendo al nostro molto ampio portafoglio, sono pronti a spendere soldi in maniera assolutamente inusuale e oltre qualsiasi tipo di comprensione.
Ve lo segnalo perché il ruolo dell'opposizione è anche quello di indirizzo, oltre che di controllo, e quindi, visto che vi vogliamo aiutare a fare un po' meglio del malissimo che avete fatto finora, vi diamo delle indicazioni perché questo possa andare a vantaggio di tutti.
Noi non ci sottraiamo al fatto di dire che questo assestamento di bilancio, per quanto riguarda la partita sanitaria, è un po' una questione formale: lo dobbiamo fare, facciamolo, ma la realtà, Assessore Valpreda - e lei lo sa sicuramente meglio di me, perché qualche dato che non ci ha fornito lei ce l'ha - è così.
In sede di assestamento, invece, cercheremo di avere notizie anche più fresche, cioè capire trimestralmente cosa hanno prodotto i vostri Commissari; capire quali sono stati gli elementi di innovazione, di miglioramento e di razionalizzazione di tutte le strutture che governate da un anno e mezzo; capire meglio, nel dettaglio, le spese, anzi, faremo proprio delle richieste, in maniera che siano chiare e che sia anche chiara la risposta, per evitare, per la seconda volta, Assessore Peveraro, perch sarebbe veramente un po' pesante per noi, di dover nuovamente contrattare il buco.
Si può contrattare un investimento, ma contrattare un buco non è necessariamente, una cosa seria. Se avessimo dovuto contrattare in disallineamento rispetto ad un preventivo, ci saremmo anche stati, ma qui si tratta di colmare questo buco, le cui dimensioni sono e saranno, a tutt'oggi e nei prossimi giorni, oggetto di ampia ed approfondita discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Assessore, lei sa cosa pensiamo, come Lega Nord, della sua politica sanitaria. Siamo assolutamente contrari a una serie di innovazioni che lei vorrebbe inserire all'interno del Piano Sanitario, come, ad esempio l'accorpamento da tre a una sola ASL in provincia di Alessandria, mentre Cuneo ne manterrebbe due. È una situazione assolutamente insostenibile come anche la sua posizione, e quella della Giunta, a favore di spese assolutamente inutili, comunque in momenti in cui ci sono carenze di bilancio superflue (mi riferisco ai fondi per la circoncisione rituale assegnati al Sant'Anna e contestati dagli stessi medici).
Non parliamo di interventi di necessità medica, ma di interventi assolutamente superflui, perché la circoncisione rituale, come lei ben sa è un dettame religioso. È come se lei decidesse, di punto in bianco, di pagare le spese di un battesimo ai figli di coloro che credono in un'altra fede. Noi, come Regione Piemonte, stringiamo le mani della sanità, ma diamo la circoncisione rituale gratuità agli extracomunitari.
Non solo. Avete anche deciso - unica Regione in Italia - di garantire qualunque tipo di servizio sanitario, comprese le protesi, addirittura a cittadini extracomunitari clandestini. Lei capisce che se la voce si dovesse diffondere, i clandestini di tutta Italia verrebbero in Piemonte per farsi fare interventi, che al nostro sistema sanitario potrebbero costare decine, se non centinaia, di migliaia di euro per ogni intervento.
Capisco che si tratta di interventi umanitari, però capisco anche che di interventi umanitari hanno bisogno prima i malati del Piemonte che pagano regolari tasse e ticket, mentre invece questi signori, addirittura clandestini nel nostro Paese, venendo in Piemonte avrebbero diritto a qualunque tipo di assistenza, anche non di urgenza.
Nulla abbiamo a ridire se un extracomunitario clandestino si sente male in Piemonte o se a causa di un infarto viene ricoverato e curato, ci mancherebbe altro, ma importare in Piemonte extracomunitari clandestini perché hanno bisogno di interventi non di emergenza, ma addirittura di ricostruzione (come le protesi o i pannoloni) ci sembra veramente esagerato per le finanze del Piemonte.
Voi, come Giunta, piangete che mancano i fondi e in questo stanziamento destinate circa 80 milioni di euro sulla sanità, quando sapete benissimo che il minimo occorrente è almeno di 150 milioni di euro, che però non ci sono.
La invito, quindi, a fare molto attenzione e ad essere più oculato nella gestione delle spese, così come avevate promesso anche in campagna elettorale.
Assessore, dopo l'intervento del collega Ghiglia si dovrebbe vergognare. Se pensiamo a quello che avete detto in campagna elettorale su un taglio drastico delle consulenze e poi sentiamo che il Commissario del Sant'Anna addirittura paga mille euro al giorno di consulenza un consulente, ci sembra veramente fuori mercato, fuori misura e non necessario.
Le dirò di più, Assessore. Ho avuto l'occasione di andare al Sant'Anna e mi sono reso conto, parlando anche con dei medici, di come stia crollando una struttura sanitaria che era all'avanguardia in Piemonte. le sale operatorie del Sant'Anna, per come funzionano oggi, sono un pericolo.
Pazienti appena operate vengono depositate nell'anticamera fra una e l'altra sala operatoria, con medici e infermieri che vanno e vengono, si cambiano, vanno in una sala e poi in un'altra. Io stesso ho visto trasportare delle barelle con pazienti appena operati, quindi a rischio di infezione, in mezzo alla folla - ribadisco, in mezzo folla! - che entrava in ospedale.
Ho avuto anche la malaugurata occasione di visitare il piano in vengono fatti esami importanti alle donne incinta: per intenderci, mi riferisco al primo piano sottoterra, con ambulatori, servizi e, addirittura, il bar dell'ospedale.
Assessore, se lei non avesse ancora visitato quel piano, la invito a farlo: tutto il piano è senza controsoffittatura, tubi a vista, cavi elettrici a vista, pezzi di materiale che cadono, pendenti da tutte le parti. Insomma, una situazione simile, forse, non ce l'ha neanche un ospedale del Terzo Mondo. Tant'è che in quella situazione, sinceramente avrei chiuso quell'intero passaggio, perché si va al bar e in altre sale in cui vengono praticati degli esami e delle prestazioni e c'è da provare vergogna.
Per non parlare, poi, della disorganizzazione: proprio per esperienza personale, le posso assicurare che le donne che si recano al Sant'Anna per gli esami di gravidanza - tritest e quant'altro - vengono invitate a presentarsi alle ore 8 del mattino, per fare l'ecografia. A seguire, devono fare l'esame del sangue, che non viene eseguito, però, nello stesso reparto dell'ecografia, ma in tutt'altra parte dell'ospedale. Peccato, però, che per le donne incinta l'orario per effettuare l'esame del sangue parta dalle ore 10: in pratica, la donna che ha fatto l'ecografia e che esce alle 08.10 dal Piano Maternità, si deve trasferire altrove, prendere il numerino e aspettare dalle 10.00 in avanti per eseguire l'esame del sangue, un esame attenzione! - collegato al tritest e all'ecografia. Si tratta, infatti, di un esame eseguito per verificare la condizioni del nascituro.
Questo tipo di esame porta un grosso contributo non solo alle donne che decidono di farlo, ma anche al sistema sanitario piemontese. Essere trattati in questo modo, specie per delle donne incinte, che talvolta possono anche avere dei problemi, sicuramente non è corretto.
un'organizzazione non logica.
Le liste d'attesa, su cui si sono già soffermati i colleghi che mi hanno preceduto, non sono sicuramente migliorate. Anzi, in alcuni casi le posso assicurare che molte persone ricorrono agli ambulatori esterni privati, perché in tempi più brevi e pagando cifre pressoché identiche a quelle del servizio sanitario regionale, ottengono soddisfazione, vengono trattati meglio e gli esami vengono svolti in condizioni sicuramente migliori.
Anche in questo caso, quindi, il sistema sanitario nazionale, oltre che mantenere le strutture ospedaliere, deve anche pagare l'ambulatorio o il centro privato che ha reso la prestazione al posto di quello pubblico, con un ulteriore impegno di spesa.
Le dirò di più: questa maggioranza aveva preso degli impegni precisi nei confronti della Provincia di Alessandria: mi riferisco alla PET di Alessandria, che ancora oggi è un sogno, dopo che l'impegno era stato assunto più di un anno fa. Il Centro di Ricerca a Casale sul mesotelioma è un altro sogno, nonostante l'impegno preso in quest'aula dalla Giunta.
Senza contare, poi, i ritardi nei pagamenti: ci sono decine e decine di ditte che lamentano ritardi terribili, di oltre 300 giorni, sulle forniture fatte alle Aziende Sanitarie e alle ASO del nostro Piemonte.
Di consulenze ha già parlato il collega Ghiglia.
La questione del Mauriziano ad oggi non è ancora risolta. Fra le strutture del Mauriziano ci sono tre realtà - Lanzo, Torino e Valenza - che non sappiamo ancora se sono o meno nostre, se possiamo intervenire o meno qual è la situazione debitoria e cosa sta accadendo, con il rischio di un tracollo economico.
Assessore, vorrei sapere, inoltre, perché dobbiamo pagare le prestazioni eseguite in altre Regioni quando non è neanche il paziente a chiedere una mobilità altrove. La informo che all'ASO di Alessandria, i pazienti che subiscono interventi di protesi al ginocchio, ad esempio, o interventi post-traumatici, vengono inviati, ovviamente a carico del servizio sanitario regionale, a fare la riabilitazione a Pavia. Vorrei capire, quindi, perché vengono mandati a Pavia anziché presso i centri della Regione Piemonte, che sono assolutamente in grado di fare la riabilitazione come il centro di Pavia, con una piccola differenza, che quella eseguita a Pavia dobbiamo pagarla in più.
Assessore, lei capisce che con una situazione di questo tipo non possiamo essere soddisfatti, nel modo più assoluto, della gestione della sanità piemontese. Anzi, dobbiamo dire che la situazione sanitaria piemontese è nettamente peggiorata con un cambio di Giunta, nonostante gli impegni presi coi cittadini che non sono stati mantenuti; in ultimo l'impegno sul ticket, che forse, grazia alla legge finanziaria - non si sa ancora, lo vedremo - potrebbero addirittura aumentare rispetto al vostro impegno elettorale di eliminarli completamente.
Questi sono solo alcuni dei punti che volevo segnalare. Sono punti che lei conosce bene, perché ne abbiamo parlato più volte.
Assessore, la invito, veramente - d'altronde, immaginiamo che questa Giunta starà ancora in piedi almeno fino alla fine del mandato - ad intervenire su tutte le posizioni non funzionanti che le ho segnalato (e non solo su quelle) e che lei conosce bene, perché comunque una soluzione non può che essere positiva per tutti.
Le critiche che ho rivolto sono sicuramente indirizzate alla sua Giunta e a lei come Assessore, ma vogliono anche essere critiche costruttive perché mi auguro che almeno alcuni dei problemi che le ho segnalato in questa sede insieme ad altri colleghi, possano essere risolti, perché avere una buona sanità serve a tutti noi.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, darei la parola all'Assessore Valpreda, per alcune considerazioni.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Vorrei innanzitutto ricordare a tutti gli intervenuti che mai, nella storia della Giunta piemontese, durante le discussioni sull'assestamento di bilancio, erano stati forniti con precisione tanti e tali numeri; tant'è che la tattica di richiedere in continuazione dei dati e riceverli nei tempi previsti - dati molto spesso ripetitivi - ha fornito a tutti la possibilità di fare un'analisi, quasi un'esegesi, di tutta la storia della sanità piemontese.
Inizierei dall'intervento del Presidente Burzi, non solo perché è stato il primo, ma perché, al di la della durezza dell'intervento, ha salvaguardato il garbo con cui le critiche sono state rivolte.
Esiste una teoria economica, che il collega conosce benissimo, che è quella per cui più si frazionano i servizi, più aumentano i costi e diminuisce l'omogeneità e la qualità dei servizi stessi.
Il voler accorpare le aziende, che è una strategia messa in atto in quasi tutta Italia (sicuramente in tutta l'Italia più virtuosa, sotto il profilo della gestione della sanità, quella che è uniformemente riconosciuta come modello), non poteva fare altro che portarci ad allinearci su quelle che sono le esperienze concrete.
Sulla cifra dei 60 milioni, che è frutto di un'analisi preventiva forniremo i dati precisi e i calcoli teorici - sarà certamente possibile formulare teorie diverse. Ma non appena ci sarà l'approvazione del Piano siamo certi che ci saranno dei risparmi che non saranno inferiori a quelli prudentemente stimati dai nostri uffici. 280 milioni non bastano? Certo, la tendenza del deficit, che, come ripeto, è legato a cause strutturali che si rimuovono con modifiche strutturali (che finora non sono state possibili) riguarda una copertura, anche in questo caso, quasi totale. Vi garantisco che vi è una differenza tra noi e voi in merito ai buchi tendenziali, che derivano da cause strutturali, nonché dalle difficoltà che abbiamo incontrato nel modificare tutto e subito: noi i buchi li copriamo, mentre voi li avete lasciati in graziosa eredità.
Per quanto concerne il contratto, è difficile che nel 2007 si firmi il contratto della sanità. Comunque, nei due miliardi che sono stati dati previsti dalla legge finanziaria per le Regioni a ripiano del 2006, è compreso il costo del contratto, che - concordo su questo - è stimato intorno ai 30 milioni di euro. Se non si concluderà il contratto, esiste comunque una legge che ci obbliga a dare almeno il 2% sull'anticipo contrattuale.
In Piemonte, la mobilità passiva è stata cifrata nel 2005 intorno alle 14 mila unità. Ogni azienda ha obiettivi dettagliati, in particolare in quelle aziende di confine, come Novara ed Alessandria, dove esiste non solo un'attrazione da parte dei servizi delle regioni confinanti, ma direi anche una consuetudine culturale di riferimento medico a inviare i pazienti.
Per quanto riguarda la definizione degli obiettivi, ogni azienda ha degli obiettivi precisi: migliorando i servizi si migliora la qualità delle prestazioni erogate.
Relativamente al preconsuntivo, il consuntivo del primo trimestre è stato inviato entro il 30 ottobre. Stiamo procedendo all'elaborazione e vi forniremo i dati, non appena li avremo a disposizione, in modo che possiate fare tutti i rilievi.
Partire dai numeri: certamente! Noi partiamo dai numeri, li teniamo presenti e controlliamo anche quella che è la soddisfazione dei consumatori.
A questo riguardo, i percettori di qualità hanno idee diverse, a seconda che si tratti dell'amministratore, del medico o dell'utente. Per in merito alla qualità percepita, nell'ampia gamma dei contratti approvati abbiamo recentemente chiuso il contratto con i pediatri di libera scelta che metteranno a disposizione della sanità pubblica un numero tale di ore che permetterà di coprire l'orario serale (ore 19), aumentando di oltre un terzo la copertura dell'orario.
Per quanto concerne le liste di attesa alle quali si riferisce il collega Vignale, i numeri che vi abbiamo fornito, dai quali avete tratto spunto per la vostra polemica, e i relativi miglioramenti possono essere osservati sul sito della Regione Piemonte, dove in completa trasparenza si vede tutto.
Dal primo novembre è entrato in funzione il SovraCUP (costato un anno di lavoro), che consentirà a breve non di risolvere totalmente il problema delle liste di attesa, ma, sicuramente, di apportare un miglioramento decisivo in tema di razionalizzazione. Dopo aver messo a disposizione di tutti gli utenti la gamma completa dei servizi per ogni ASL, si passerà ad includere i medici di medicina generale e anche le strutture private.
Le analisi, certamente, più o meno sono uguali, sono le ricette che sono diverse.
Mi meraviglio un po' quando il Capogruppo Burzi nei suoi scritti continua ad accusarmi di dirigismo. Noi non siamo affatto dirigisti, anzi è la prima volta nella storia della Regione che gli Enti locali, per mezzo dei Sindaci, sono investiti di un livello di responsabilità attiva e sono invitati a redigere, tramite i programmi e i profili di salute, quelle che sono le linee di indirizzo che ogni Amministrazione concretamente metterà in campo per correggere le insufficienze che si svolgono a livello locale il rilancio della prevenzione, il rilancio della medicina territoriale e la razionalizzazione della rete ospedaliera.
Ricordo al collega Ghiglia che i parametri per la riduzione dei posti letto sono stati fissati nel Patto Stato-Regioni, firmato il 23 marzo 2005 dalla Giunta, così come il programma di riduzione delle liste d'attesa è stato esattamente disposto dal Ministro Storace.
Volevo rassicurare il collega Guida che non ci sarà alcuna vendita dei beni per coprire i buchi. La messa a reddito del patrimonio è un'altra cosa, si accompagna con un processo di sviluppo della rete ospedaliera, che non avverrà più semplicemente sulla base degli stimoli locali, ma sulla base di un programma di razionalizzazione, che consentirà di coprire attraverso una razionale rete dell'offerta, tutte quelle che sono le principali carenze.
La collaborazione dei manager delle aziende piemontesi, che è in fase di definizione, non si attua solo nel settore degli acquisti. È indubbio che nel settore degli acquisti è importante poter razionalizzare soprattutto nelle aziende che dovranno essere accorpate, ma ci sono anche altri settori, come, ad esempio, l'importantissimo settore della formazione, che possono far scaturire sinergie virtuose.
Un altro segno importante che abbiamo dato, che viene sottovalutato, è la sostituzione del management, mantenendo, indipendentemente dalle loro colorazioni politiche, coloro che ritenevamo validi, sulla base di criteri oggettivi di valutazione, e sostituendo gli altri. Non si può rimediare in pochissimo tempo a delle irrazionalità di impostazione, ma, sicuramente, si migliorerà. Poi, l'accorpamento, adesso, non è ancora stato realizzato. Il mandato dei commissari consiste nell'individuare, attraverso un'accurata istruttoria, quali possono essere gli strumenti da mettere in campo, in modo che, quando ci sarà l'accorpamento, si possa procedere all'attivazione senza lunghissimi periodi di transizione amministrativa.
La Consigliera Cotto ha fatto riferimento all'applicazione della deliberazione n. 17. Ricordo che la deliberazione n. 17 è stata accompagnata, è il frutto di un'elaborazione lunghissima (è durata dieci anni) ed è stata licenziata all'immediata vigilia delle elezioni. Tra l'altro, l'applicazione è stata presentata più volte a tutte le organizzazioni - anche quelle presenti l'altra volta, che erano sedute attorno al tavolo quando è stata presentata - ed è stato avviato un percorso di attuazione che, stando alle risorse a disposizione, non poteva che essere progressivo.
La qualità dell'assistenza costituisce nella nostra deliberazione di agosto uno dei programmi principali. La Consigliera Cotto si è dimenticata di dire che il programma di vigilanza che era stato attuato nel 2004 è naufragato dopo pochi mesi; quindi, c'era già un lungo periodo di vacanza.
Con questa deliberazione, noi ci proponiamo di rilanciarlo e di potenziarlo, valutando non solo le condizioni strutturali e igieniche, ma la qualità dei servizi.
I conti del 2004.
"Babbo Natale", ha detto il Consigliere Ghiglia. Noi ragioniamo già oggi sul presente, Consigliere Ghiglia, ma guardiamo anche in avanti e non vogliamo cadere nella trappola delle polemiche sul passato.
Riteniamo e sappiamo che la sanità piemontese possa essere ampiamente migliorata e siamo disposti a discutere gli strumenti che poniamo in essere. Il monitoraggio sui commissari e sui conti trimestrali viene attuato in una misura - e questo lo dico per esperienza personale - che mai in passato era stata così cogente.
Mi rivolgo ora al Consigliere Rossi, che ha fatto una serie di considerazioni. La circoncisione è un'azione rituale e il fatto di praticarla nelle strutture pubbliche - e valuteremo poi in base ai dati quale sarà l'entità della domanda - risponde ad una precisa ragione sanitaria, perché i bambini che sono circoncisi da dei "praticoni" corrono dei rischi sanitari gravi e le infezioni che ne derivano sono fonte di spesa.
Quindi, noi non lo facciamo in omaggio ad un rituale, ma per evitare delle sofferenze ai bambini.
Per quanto riguarda le protesi, devo dire che questa è un'altra polemica basata sul nulla, soprattutto se si pensa che la Regione Lombardia (che ha come Assessore Alessandro Cè, che lei ben conosce) ha attuato molto prima di noi questa stessa impostazione.
Le protesi servono unicamente per consentire la dimissione di una persona che è stata ricoverata d'urgenza, e la legge dello Stato garantisce a tutte le persone che sono in Italia l'assistenza per l'urgenza. Se una persona deve essere dimessa, è logico che si diano le protesi.
La preoccupazione che il Piemonte sia invaso dai clandestini non esiste; fino adesso è stata fatta una sola protesi, un paio d'occhiali ad una persona, peraltro regolarmente in Italia.
Siamo sicuri che il Piano, che rappresenta la migliore risposta in termini di programmazione alle insufficienze della sanità piemontese, non è un'opera perfetta. Sappiamo anche che siete molto seccati che il principale impegno elettorale della Giunta regionale, che era quello della presentazione del Piano stesso, è stato rispettato.
Il piano non è perfetto, sicuramente può essere migliorato con il concorso di tutti. Sono grato al Consigliere Guida che si è offerto di collaborare.
Noi non rifiutiamo la collaborazione perché valutiamo le questioni nel merito.
Ancora un appunto al Consigliere Rossi, che è sempre molto veemente nei suoi attacchi, ma io non mi stizzisco, come dice il Consigliere Vignale. La inviterei ad essere un po' attento quando le fornisco delle risposte perché lei continua a proporre la musica dei ticket, che è una musica un po' stantia.
Noi sui ticket abbiamo iniziato il percorso, abbiamo tolto sui generici e abbiamo elevato i limiti di reddito. Certamente è poco, non è tutto e siamo i primi ad essere insoddisfatti, ma il percorso è avviato.
Quindi, piaccia o non piaccia, la riforma della sanità piemontese, vi assicuro, la porteremo a termine.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valpreda.
Non ci altre richieste d'intervento.
Informo che, nella seduta di domani, il primo intervento della Giunta sarà quello dell'Assessore Migliasso sui temi relativi all'assistenza, che permetterà ad alcuni colleghi che non hanno potuto essere presenti oggi di intervenire anche sulla materia sanitaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.11)



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