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Dettaglio seduta n.120 del 24/10/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PICHETTO FRATIN GILBERTO



(Alle ore 15.38 il Vicepresidente Pichetto Fratin comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 16.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Botta, Buquicchio Ferraris, Gariglio, Larizza, Laus, Monteggia, Rabino, Ricca, Rutallo Toselli e Turigliatto.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

b) Rinvio in Commissione dell'ordine del giorno n. 433 inerente a "Somministrazioni gratuite della vaccinazione per il pneumococco ed il meningococco", presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia


PRESIDENTE

Su richiesta del primo firmatario, l'ordine del giorno n. 433, relativo a "Somministrazioni gratuite della vaccinazione per il pneumococco ed il meningococco", presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia, è stato trasmesso alla Commissione competente.
Nell'arco della seduta pomeridiana daremo alcune informazioni di ordine organizzativo, relative alla visita di lunedì prossimo del Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e sullo svolgimento di lavori legati a manifestazioni particolarmente importanti che si svolgeranno nella nostra città.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola Parato di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola Parato di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazione della Giunta regionale inerente alla trattazione del punto relativo a "Collegamento ferroviario Torino-Lione e alla minaccia di esclusione del Piemonte dal tracciato del Corridoio 5" (Esame ordini del giorno n. 474 e 475. Interrogazioni e interpellanze n. 746, 786, 1033 e 1038 assorbite dal dibattito)


PRESIDENTE

Procediamo con i lavori del Consiglio in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, con la comunicazione della Giunta regionale sul collegamento ferroviario Torino-Lione e alla minaccia di esclusione del Piemonte dal tracciato del Corridoio 5, richiesta dai Consiglieri Casoni, Burzi, Rossi, Vignale, Guida, Boniperti, Ferrero Novero, Cotto, Nastri, Dutto, Monteggia, Cavallera, Nicotra, Giovine Botta, Ghiglia e Pichetto Fratin.
La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Cercherò di dare al Consiglio un'informazione, il più possibile sintetica, sulla situazione e sullo stato di evoluzione delle varie procedure e dei tavoli aperti in merito a questa complicata vicenda.
Come sapete, oggi ci muoviamo, come Giunta, credendo di interpretare la volontà di una stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi e, più generalmente, di questo Paese.
in gioco il raggiungimento di un duplice obiettivo: contribuire alla realizzazione del Corridoio 5, di cui la Torino-Lione è un segmento, e, più in generale, di quel complesso di grandi infrastrutture che, attraverso un processo di trattati internazionali e di decisioni adottate e ribadite dalle Istituzioni europee, dal Parlamento e dalla Commissione, consentono al nostro Paese e al Piemonte (il cui territorio è interessato da due di questi grandi Corridoi) di inserirsi nel più vasto scenario dei grandi scambi internazionali dell'Europa che sta costruendo, attraverso i processi di infrastrutturazione, anche le proprie linee di unione politica.
La seconda parte dell'obiettivo che dobbiamo perseguire, nel dare luogo a questo processo, consiste nel realizzare queste importanti infrastrutture con il dialogo e con il confronto con le popolazioni, alla ricerca del massimo grado di condivisione possibile, nel rispetto delle prerogative dei livelli istituzionali, chiamati a compiere le decisioni conclusive.
In questo senso noi, in quanto Regione, nell'esercizio di un compito fondamentale che le leggi ci attribuiscono, dobbiamo esercitare una funzione di collegamento tra i grandi processi decisi nelle sedi nazionali ed europee, i territori e le loro ragioni.
In questi mesi abbiamo cercato di portare la vicenda della Torino-Lione fuori dall'impasse. Abbiamo criticato diversi passaggi della procedura collegata alla legge obiettivo, nei confronti della quale ci siamo battuti affinché quest'opera venisse collocata e riposizionata nell'ambito delle procedure ordinarie. Nel fare questo, abbiamo intercettato il pensiero e le valutazioni delle amministrazioni locali, ma anche, evidentemente, del Governo nazionale, che ha portato questa vicenda a questo esito.
Stiamo cercando di interpretare questo difficile e complesso compito, a partire dall'impasse determinata in virtù di quelle procedure e di quegli errori di valutazione che probabilmente, presupponendo che questa partita si potesse risolvere in termini di rapporti di forza (siamo quasi a un anno di distanza da quegli eventi, in modo particolare dalla vicenda che poi culminò, purtroppo, negli scontri di Venaus), hanno portato tutta questa vicenda a impelagarsi in un groviglio da cui neppure il Governo precedente era più riuscito a venire fuori.
Com'è noto a tutti, il precedente Governo ritenne di dover ripristinare tavoli ed ambiti di confronto con la popolazione e con gli amministratori locali, proprio prendendo atto di una difficoltà che aveva impedito di procedere secondo quelle che erano le tempistiche prefigurate.
Muovendo questa difficoltà, insieme con il Governo nazionale, e svolgendo il nostro ruolo di intermediazione nei confronti delle popolazioni locali, siamo arrivati a porre quest'opera fuori dalle procedure della legge obiettivo, ricollocandola nell'ambito dell'articolo 81 delle procedure ordinarie, attraverso le quali si approvano le grandi opere, prima che la legge obiettivo del 2001 intervenisse a modificare in maniera sostanziale questi aspetti procedurali.
Il 29 giugno, quando si è insediato il Tavolo istituzionale di Palazzo Chigi, abbiamo formalmente sancito l'avvio di un percorso, assunto attraverso una co-decisione che ha coinvolto il Governo, tutti i Ministri presenti in quell'occasione, gli amministratori della Regione e gli amministratori locali, nonché l'impegno a dare vita e a lavorare nell'ambito di un Osservatorio tecnico - quello ormai noto a tutti, anche in virtù dei provvedimenti adottati dal Governo - presieduto dall'architetto Virano nella sua funzione di Commissario straordinario.
Nel frattempo abbiamo assistito, nella riunione del 12 giugno scorso a Palazzo Chigi, alla ripresa dei lavori della Conferenza dei Servizi (che ai sensi dell'articolo 81 delle procedure ordinarie, è convocata e presieduta da un esponente del Ministero delle Infrastrutture. Stiamo continuando, nell'ambito della Conferenza Intergovernativa - formalmente costituita sulla base di un trattato tra Francia e Italia - a svolgere i nostri lavori, fondamentali per fare in modo che, mentre procede l'approfondimento delle tematiche (che, ripeto, sono molto complesse) nell'ambito del territorio italiano si mantenga aperta una sede di relazione e di valutazione tecnica assai rilevante. La Conferenza è il trait d'union che collega gli sviluppi della vicenda procedurale in Italia al rapporto fondamentale con la Francia.
Come è noto, parliamo di una tratta che, perlomeno in una parte significativa, insiste su un territorio di carattere transnazionale inquadrata nell'ambito di un trattato internazionale. Anche questo è un elemento importante.
Oggi siamo in grado di registrare alcune novità molto importanti, di cui do' conto in termini di informazione. Il tavolo istituzionale, che si è riunito per la prima volta il 29 giugno, è formalmente riconvocato per il 9 novembre.
Solo ieri, in un incontro convocato su iniziativa dell'architetto Virano e del Prefetto presso la Prefettura (erano presenti i Sindaci, anche quelli della Val Sangone), è stato comunicato che l'obiettivo primo del tavolo istituzionale sarà quello di fissare un calendario e un'agenda di lavori per l'osservatorio tecnico, affinché l'agenda stessa sia coordinata con il calendario dei lavori della Conferenza dei Servizi.
Come potete ben capire, ci stiamo muovendo in un ambito piuttosto complesso in cui i tavoli, sia pure con diverse competenze e diverse missioni, sono molti, per cui bisogna che si coordinino tra di loro per evitare ingerenze. Tutto ciò al fine di accompagnare l'evoluzione degli approfondimenti progettuali verso quegli approdi sottesi alla decisione di istituire un tavolo istituzionale di cui la Regione, trovando riscontro nelle autorità di Governo, si è fatta interprete.
In qualche misura, si cerca di coniugare l'obiettivo di realizzare il grande corridoio, che continua ad essere, così come il 29 giugno scorso ci hanno rappresentato tutti gli esponenti del Governo presenti, una grande priorità e un grande interesse nazionale ed europeo, con l'esigenza di recuperare quegli approfondimenti tecnici e quegli elementi di confronto con i cittadini e con i loro rappresentanti, che sin qui avevano presentatoproblemi.
Da questo punto di vista, emerge un elemento fondamentale, che sarà uno dei primi termini su cui lavoreremo concretamente nell'ambito dell'Osservatorio, che è stato posto in sede di Conferenza dei Servizi e su cui si sono avviate, anche con i Sindaci, i primi elementi di confronto tecnico. Ossia la predisposizione da parte di LTF (il soggetto che ha avuto incarico, a suo tempo, di progettare la tratta internazionale), di uno studio di impatto ambientale propedeutico all'esercizio della procedura della valutazione di impatto ambientale stesso. È uno degli elementi che la Regione Piemonte ha sostenuto dovesse essere riproposto anche sul progetto definitivo, laddove invece le procedure della legge obiettivo lo prevedeva soltanto sul progetto preliminare. Tale studio è a tutela degli interessi dell'ambiente, della salute e di un confronto più ampio con i cittadini.
Abbiamo concordato con i Sindaci e con il Presidente dell'Osservatorio che la stessa definizione del pacchetto di domande che devono essere poste allo studio di impatto ambientale per avere risposte adeguate, dal punto di vista tecnico, sia oggetto di un primo elemento di confronto con le popolazioni e con le comunità amministrate.
L'Assessorato ai Trasporti e l'Assessorato all'Ambiente si coordineranno nei prossimi giorni affinché sulla base delle specifiche tecniche che ci sono state comunicate (entro il 10 novembre dobbiamo far pervenire le nostre osservazioni) si fornisca, in raccordo con le comunità locali, un quadro chiaro delle domande che vogliamo affidare allo studio di impatto ambientale. Tutti i dubbi, ad iniziare da quelli sulla salute sulle peculiarità dell'impatto e sulla contenibilità dell'impatto stesso devono essere valutati.
Nel contesto dello studio di impatto ambientale vanno poste, sui tavoli istituzionalmente preposti e decisi con provvedimenti del Governo, anche le valutazioni relative ad eventuali opzioni alternative, a cominciare da un tema che le comunità locali hanno posto: una valutazione relativa alla cosiddetta opzione zero. Questo vale anche per eventuali opzioni alternative di tracciato che, in quella sede, dovranno essere valutate e approfondite e, prima di tutto, emergere. L'obiettivo finale nel lavoro dell'osservatorio presieduto dall'architetto Virano, trasferendone i risultati in sede di Conferenza dei Servizi (l'istituto che si occupa della procedura chiamata ad assumere, alla fine, le decisioni di competenza ai sensi della legge n. 81) è di arrivare, entro il termine che ci è stato indicato e che tutti abbiamo tutti condiviso (grosso modo, la primavera prossima) ad assumere una decisione consapevole, quella dotata di più larga condivisione possibile, fermo restando che spetterà al Governo nazionale assumere una decisione definitiva.
Voglio sottolineare ancora due elementi. Il primo. Stiamo conducendo al di là di ciò che qualche volta emerge, ed è normale che sia così, nel dibattito che si svolge attraverso i giornali - una partita che in questo momento, così come l'ho raccontata, non è una partita che pone il Piemonte o l'Italia in contrapposizione alla Francia o all'Europa. La Francia e l'Europa, che hanno contratto con noi un patto impegnativo, naturalmente ci guardano con attenzione e ci invitano a condurre questo percorso nei termini che ho indicato e con la massima efficacia, ma ne condividono la portata e la natura. Di questo sono testimone diretto per quanto emerso nell'ultima riunione della Conferenza Intergovernativa, dove è stata nostra cura, come amministratori del Piemonte, così come dell'architetto Virano in qualità di rappresentante di questo nuovo istituto, che inizierà a lavorare nelle prossime settimane - rappresentare ai francesi le novità normative e il percorso procedurale che si è adottato in Italia.
Nella sede della Conferenza Intergovernativa si è registrata da parte dei Francesi, una presa d'atto positiva, ribadita in questi termini al recente vertice dei Ministri dei Trasporti di quasi tutti i più importanti Paesi europei interessati dal Corridoio 5; vertice in cui era presente, ed è intervenuta, anche la Presidente Bresso. In quella sede è stata sottolineata, da parte dei Ministri, da parte dei rappresentati dell'Unione Europea, dal Presidente Costa, che presiede la Commissione trasporti del Parlamento Europeo e dal Commissario Jacques Barrot, l'apprezzamento e la condivisione su un percorso che tutti auspicano possa portare, entro la primavera prossima, ad assumere una decisione.
La Regione Piemonte ha posto una questione - lo dico perché ne abbiamo dato conto pubblicamente, quindi ci ritorno - relativa alla strategicità fondamentale che in questo disegno complessivo assume la risposta che questa grande infrastruttura dà al servizio della stessa area metropolitana torinese. Questo per noi è un punto dirimente che in passato, forse perch sottovalutato, non era stato posto con sufficiente forza. In seguito abbiamo specificato, come Giunta, nell'interrogativo e nella prescrizione formale che abbiamo posto nelle nostre osservazioni al progetto definitivo circa il ruolo di Orbassano e il suo collegamento alla linea attraverso l'interconnessione di Corso Marche.
Pensiamo che la grande mission di questa infrastruttura sia quella di costruire i collegamenti sui vasti territori europei, ma anche di ridefinire gli equilibri e i sistemi più complessivi della mobilità nelle aree metropolitane, liberando linee per l'incremento del traffico, anche dei passeggeri, sulle linee storiche a favore degli utenti e del pendolarismo, a favore dello sviluppo di un sistema più ordinato, che, in questo caso, non può vedere passare un'infrastruttura di quella portata tangente all'area metropolitana, senza determinare una ricaduta significativa in termini di servizio. La partita non è quella per cui stiamo chiedendo una fermata dell'Alta Velocità per una cittadina di ventimila abitanti, ma stiamo interrogandoci su come questa linea, della cui necessità siamo assolutamente convinti, serva un'area importante: il sistema di imprese, di lavoro, di socialità e di occupazione che in essa è insediata.
Questo è un tema che noi abbiamo posto e su cui abbiamo particolarmente accentuato l'attenzione, anche perché da questo tema consegue tutta una serie di valutazioni rispetto a quelli che, alla fine, saranno gli assetti definitivi di tale infrastruttura e delle tipologie che si sceglieranno.
Abbiamo aperto una partita con molta più incisività rispetto al passato, perché ci sembra particolarmente significativa di elementi.
Rispetto a una delle ipotesi che in questi giorni è stata oggetto di una fervida discussione a mezzo giornali, potrei riassumere la posizione della Regione Piemonte nel seguente modo.
Per quanto ci riguarda - e lo abbiamo detto in Conferenza dei Servizi abbiamo espresso delle valutazioni ed osservazioni, anche severe dal punto di vista tecnico, sulle ipotesi di tracciato sin qui sviluppate, ma le stesse - fermo restando quegli elementi critici che abbiamo evidenziato senza fare sconti - rimangono per noi quelle sulle quali abbiamo licenziato, in più riprese, una valutazione sostanzialmente positiva rispetto alla funzionalità di quei tracciati, in relazione ai disegni e ai parametri rilasciati dalla programmazione. Il che non vuol dire che noi abbiamo detto che quei progetti andavano bene. Abbiamo detto che quello sviluppo di tracciato, per noi, conserva una funzionalità, allo stesso modo e allo stesso tempo in cui abbiamo detto che, nelle sedi preposte ( siamo disponibili a discutere con le amministrazioni locali, con il Governo e con l'Europa (i partner francesi) per trovare delle soluzioni anche modificative del tracciato.
Qualora in quelle sedi dovessero emergere tali modifiche, frutto di valutazioni tecniche positive, saremmo disponibili, ovviamente, a sostenerle, perché non si capisce per quale ragione dovremmo, in questo senso, muovere delle opposizioni di carattere procedurale su infrastrutture che non sono sacri principi, ma sono strumenti attraverso cui si organizza la vita collettiva delle persone e si muovono i traffici dell'economia.
Questa, per quanto ci riguarda, è la posizione che teniamo. Rispetto all'ipotesi che è emersa della Val Sangone, come Regione Piemonte non abbiamo nessun'opposizione pregiudiziale, ma riteniamo che, se un'ipotesi del genere dovesse emergere, occorre che emerga e che sia verificata nelle sedi che ho citato prima perché, altrimenti, rischiamo di allontanarci dall'obiettivo, trasformando una vicenda, già di per sé molto complessa, in una cosa di cui non abbiamo bisogno, ossia una specie di derby tra una valle e l'altra.
Peraltro, voglio dire che basta la banale consultazione di una carta geografica per renderci conto che, qualunque opzione alternativa, in realtà, non può eludere il confronto con il territorio della Valle di Susa . Dalla Valle di Susa bisogna comunque passare.
Credo che l'esercizio di responsabilità, da parte nostra, sia quello che, in qualche misura, ci richiama al dovere di tenere aperto un confronto serrato con una fascia ampia di territorio, che parte dai Sindaci della comunità che oggi sono interessati a tale ipotesi di tracciato, avendo attenzione di farsi in primo luogo garanti di un impegno a coinvolgere tempestivamente anche altre comunità e altre amministrazioni locali qualora dovessero emergere altre ipotesi in sede di Conferenza di Servizi in sede di Osservatorio tecnico, in sede di Tavolo istituzionale.
Credo di non avere null'altro da aggiungere. Ho fatto un racconto abbastanza circostanziato delle cose così come stanno. Il 9 novembre sarà un appuntamento importante, perché riprende il lavoro politico che, in qualche misura, come comunità locali avevamo richiesto e che ora il Governo dovrebbe riprendere definitivamente , svolgendo la parte che gli compete in stretto accordo con noi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Per me, che sono appassionato di storia e tecnica della ferrovia, tutta l'opposizione che, purtroppo, ho ascoltato contro la TAV, ha un qualcosa perlomeno di inconcepibile.
Quando 160 anni fa si dovevano costruire le prime ferrovie, gli oppositori dicevano che le mucche non avrebbero più fatto il latte, le galline non avrebbero più fatto le uova e il grano sarebbe diventato nero.
Le ferrovie vennero costruite lo stesso, le mucche continuarono a fare il latte, le galline continuarono a fare le uova e il grano non diventò nero.
Sotto un certo punto di vista, quelle contestazioni, anche se patetiche, potevano perlomeno essere comprese e capite perché le ferrovie non esistevano. Quelle erano le prime ferrovia che si costruivano, quindi poteva esserci il timore e la paura di una cosa nuova. Ma oggi, che le ferrovie ad Alta velocità sono state costruite in tutto il mondo e addirittura, in Paesi emergenti, sentire le contestazioni che in Valle di Susa vengono mosse e le paure che sono state create, ha veramente del patetico.
Si dice che un treno crea smog, ma sappiamo che i treni ad Alta Velocità sono tutti elettrici e danno un inquinamento molto prossimo allo zero. Si sente dire che il treno crea delle polveri, ma sappiamo che non crea assolutamente polveri. Si sente dire che ci sono dei rumori tipo il bang di un aereo, ma i treni ad Alta Velocità sono enormemente più silenziosi di un treno normale. Si sente dire che nell'arco di 500 metri dalla nuova ferrovia verranno abbattute le case, ma abbiamo ferrovie ad Alta Velocità che attraversano capitali europee e capitali del mondo. Si sente dire che scavare una galleria è una cosa pazzesca, ma non ci ricordiamo che in tutto il mondo sono state scavate gallerie anche più lunghe e che passano sotto i mari e sotto le città, gallerie dove sono state costruite stazioni vere e proprie come, per esempio, in Svizzera.
L'unica cosa vera è che in Italia, per quanto riguarda il livello di sviluppo della rete ferroviaria ad Alta Velocità, siamo, perlomeno a confronto con gli altri paesi europei, rimasti molto, molto indietro. Fino ad oggi è stato costruito molto poco, anche se quel poco funziona bene.
Ma di cosa possiamo avere paura? Mettiamo su un piatto della bilancia gli aspetti positivi e gli aspetti negativi della costruzione di una ferrovia ad Alta velocità. Innanzitutto, durante la costruzione, le zone attraversate potranno contare sulle cosiddette opere compensative che viste le ristrettezze finanziarie dei nostri Comuni, oggi, sono una manna perché permetteranno ai Comuni di mettere a posto la viabilità, le loro infrastrutture, i loro servizi e di essere a posto per molti e molti anni in futuro, cosa che le loro finanze non permetterebbero di fare.
Ci sarà la ricaduta dovuta all'apertura di tutti i cantieri e quindi al fatto che tecnici specializzati e ingegneri lavoreranno e abiteranno nelle vallate attraversate. Quelle vallate prenderanno soldi, con un incremento per tutta l'economia degli impianti ricettivi e in generale per tutta l'economia dei territori. Ci sarà una forte ricaduta, sempre a livello economico, per quanto riguarda le piccole imprese locali, che riceveranno ordinativi e subappalti relativi alla costruzione.
Questi sono tutti gli aspetti positivi. Quali possono essere gli aspetti negativi? Si grida tanto alla paura dell'amianto, ma anche dove l'amianto è presente esistono tecniche di scavo d'assoluta sicurezza.
Sappiamo che basta mantenere lo smarino scavato a livello di fanghi per azzerare il rischio di amianto. Quindi, il rischio di amianto non esiste in ogni modo. Possono esserci dei disagi dovuti al trasporto dello smarino, se questo fosse effettuato con autocarri. Ma sappiamo che in queste opere il grosso del trasporto viene effettuato con nastri trasportatori o altre tecnologie simili. Dunque, durante la costruzione potranno solo venire benefici.
Ad opera terminata e in funzione, ci sarà una serie di benefici sull'occupazione, perché per l'esercizio e la manutenzione della linea si creeranno nuovi posti di lavoro. Ci sarà un enorme beneficio sull'inquinamento, sia per la possibilità di trasportare i tir sui treni con le cosiddette autostrade viaggianti, che già funzionano ottimamente fra Novara e Friburgo e fra Orbassano e Aiton, sia perché una grossa fetta di trasporto si avvarrà direttamente del treno e non più dei tir. Quindi, ci sarà una forte riduzione del traffico dovuto ai tir sui nostri valichi.
La vecchia linea verrà liberata dal passaggio dei treni merci e dei treni ad Alta Velocità. Quindi, potrà essere completamente disponibile per svolgere un trasporto regionale. In Val di Susa si potrebbe impostare un servizio regionale, com'era stato impostato, in modo del tutto straordinario, durante le Olimpiadi, con un treno ogni venti o trenta minuti e dare un eccezionale servizio di trasporto per i pendolari di quella vallata. Un servizio il cui riscontro, essendo comodo e veloce, sarà l'aumento del valore degli immobili di tutte le località servite.
La vecchia linea è stata costruita oltre cento anni fa, per quanto riguarda il primo binario, e una trentina di anni fa per quanto riguarda il secondo binario. Soprattutto il primo binario, quello vecchio, ha pendenze e raggi di curvatura oggi del tutto anacronistici, che impongono fortissime limitazioni al peso dei treni e alla velocità dei treni, quindi è una linea estremamente pericolosa.
In passato ci sono stati incidenti causati proprio dalle pendenze di questa linea, fra cui uno degli incidenti più tragici di tutta la storia dei treni in campo mondiale. Nel 1917 un treno, i cui freni non riuscirono ad agire a sufficienza e si surriscaldarono, finì in un burrone con circa 800 morti. D'accordo che con la tecnologia di oggi certe cose non dovrebbero più succedere, ma il verificarsi di incidenti continua a esserci, proprio sulla vecchia linea. Con una nuova linea, tutte le preoccupazioni sparirebbero completamente.
La vecchia linea attraversa parecchi paesi e cittadine della Val di Susa. Oggi è attraversata dai treni a lunga percorrenza (TGV), dai treni merci pesantissimi e carichi di materie pericolose. Tutti questi treni circa 200 al giorno, passano con ritmo incessante in mezzo a questi paesi.
meglio di spostare tutto questo traffico pericoloso sulla nuova linea lasciando la vecchia libera per effettuare il trasporto regionale.
Concludo dicendo che, se io fossi valsusino, sarei già sceso in piazza per chiedere la costruzione di questa ferrovia nel più breve tempo possibile. Cosa che fanno gli svizzeri e che hanno fatto oggi i liguri. Mi domando perché i valsusini continuano ad essere terrorizzati. La risposta è molto triste. C'è stata una demagogia oltre ogni limite. Si è volutamente terrorizzata la popolazione per poi sfruttarne le paure a fini elettorali.
Cosa che alle sinistre è riuscita, ma non so fino a che punto riuscirà.
Penso che tutta questa demagogia gli si rivolterà contro. Forse, oggi gli si sta già rivoltando contro.
Sarebbe gravissimo se la TAV non passasse da Torino. Un'altra cosa molto grave sarebbe se la TAV non fosse collegata all'interporto di Orbassano. Non mi esprimo sulla scelta del percorso in Valle di Susa o di quello alternativo in Val Sangone, preferisco lasciare decidere ai tecnici.
assolutamente indispensabile che si faccia la ferrovia Torino-Lione anche perché è un piccolo tratto mancante su un percorso enormemente più vasto. In Italia avremo la ferrovia Torino-Venezia-Trieste, che continuerà verso l'Est. In Francia hanno la ferrovia che arriva a Lione, partendo dalla Spagna, da Parigi e da Londra. Quindi, è assolutamente indispensabile che venga costruita. Invito pertanto la Giunta a procedere in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Inizio con due citazioni che, credo, siano importanti e che, per una volta, mi vedono d'accordo con due soggetti con i quali, mediamente, non collimano le mie idee. Il primo è il Presidente della Comunità montana della Bassa Val di Susa, Ferrentino, con il quale, com'è noto, nel mio mandato di Assessore, ho avuto modo di polemizzare migliaia di volte alle Conferenze dei Servizi e che, nei giorni scorsi, in una dichiarazione ha affermato: "Attenzione, non smobilitiamo la lotta perché questo è il cavallo di Troia per far passare l'Alta Velocità in Valle di Susa, perch dall'altra parte, probabilmente, è molto difficile".
In ultimo, leggo un'Ansa di oggi, della Presidente Bresso, con la quale concordo pienamente nel suo titolo, che recita: "Bresso. Non passi il principio per cui la Val di Susa è intoccabile, altrimenti in pochi anni non si farà davvero più nulla". Concordo. Infatti, la nostra posizione parte da una considerazione che in minima parte ha già fatto il Consigliere Dutto, che esprimeremo anche con un ordine del giorno che stiamo elaborando e che probabilmente raccoglierà l'adesione di tutti i partiti della minoranza e, speriamo, anche di molti colleghi della maggioranza.
Sostanzialmente, al di là di rimandi a tavoli tecnici (perché non capiamo più dove inizi un tavolo e dove finisca l'altro, dove siano le competenze di Virano rispetto alla Conferenza dei Servizi o dove siano le competenze della Conferenza dei Servizi rispetto alla Commissione intergovernativa e quindi, secondo noi si sta creando una gran confusione e si possono generare nell'opinione pubblica dubbi, aspettative e ritorni che sicuramente non ci saranno), sono contento che tutti gli altri territori interessati dal possibile passaggio di questa linea abbiano deciso autonomamente di dire: "Noi saremo disponibili ad ospitare questa linea".
L'ha fatto la Regione Liguria, l'ha fatto la Val Sangone, l'ha fatto la Valle d'Aosta e anche la Provincia di Cuneo, con l'ipotesi di una linea Torino-Cuneo-Nizza che si ricongiungerà con l'Alta Capacità.
Questo significa che tutti i territori interessati hanno capito che questa è un'opportunità e non un danno. Non l'ha capito ancora - e ce ne dispiace - la Valle di Susa, ma questo non toglie che noi dobbiamo andare avanti, Assessore Borioli, con determinazione proprio su tutti i progetti che sono stati predisposti, senza perdere un solo giorno.
Attualmente, come lei sa, in Conferenza dei Servizi c'è solo un progetto; l'altra è un'ipotesi che è stata lanciata ed era un'ipotesi alternativa proposta dalla Provincia di Torino molti anni or sono dall'allora Presidente Bresso e dall'Assessore Rivalta, ed è già inserita come progetto di riserva.
Quindi, nella deliberazione regionale c'è già scritto "ipotesi A" e qualora non fosse possibile tale ipotesi, per semplificare c'è una "ipotesi B".
Però il tentativo non deve essere quello di utilizzare quest'opzione come uno strumento per dilatare i tempi e i termini, quindi andiamo avanti con tutte le procedure il più velocemente possibile, perché anche in questo caso bene sa la Presidente quali sono gli appetiti, fattibili o meno, che in questa situazione sono venuti.
Non ci preoccupano di certo gli appetiti della Liguria o della Provincia di Cuneo, ma le dichiarazioni svizzere di non interesse al passaggio della linea mi lasciano una qualche perplessità. Sappiamo che gli svizzeri sono molto abili a dire "io non sono interessato", ma quando arriva il momento giusto, sono capaci ad inserirsi, magari su sollecitazione dell'Austria e della Germania, per far sì che la linea passi su quella direttrice. Quindi, forse lo fanno proprio per stimolarci a dire: "Approfondite pure gli altri progetti alternativi, così intanto perdete qualche anno". Infatti, è noto che questo progetto è in corso da circa cinque anni, durante i quali i tecnici hanno studiando questa linea.
Ringraziamo i Sindaci della Val Sangone che ancora una volta hanno dichiarato: "Se a margine sviluppate quest'ipotesi di progetto, noi saremo disponibili, qualora non fosse possibile il passaggio in Val di Susa, a farcene carico". Ma deve essere intesa come dimostrazione di accettazione di una proposta alternativa e non va ad intaccare il vero e reale problema che è quello di realizzare al più presto questa linea, che è fondamentale per l'economia piemontese.
L'Unione Europea ci ha già richiamati. A volte richiama, nel senso che lancia il messaggio "i soldi per la Torino-Lione ci sono", lasciando per intendere che se non li usiamo in fretta, i fondi potrebbero essere anche rimodulati". Quindi, c'è un utilizzo del bastone e della carota da parte dell'Unione Europea e giustamente a mio avviso, perché questo tratto è quello che manca tra le linee che sono state già realizzate o si stanno per realizzare. Infatti, come tutti sapete, la Torino-Milano è in via di realizzazione, la linea Lione-Barcellona-Madrid è in gran parte realizzata mentre in alcuni punti è in via di realizzazione.
Questo tassello tra Torino e Lione è fondamentale e non lo è solo per la Regione Piemonte o per l'Italia; lo è per l'Unione Europea, che pu trovarsi ad avere una linea davvero efficace in termini di sviluppo economico, con vantaggi ed opportunità in tutti i territori che attraversa.
Quindi, dobbiamo fare in modo di cercare di mettere ai margini coloro che continuano a opporsi in un certo senso qualunque sia la soluzione perché, come prima ho detto, il Presidente Ferrentino ha colto nel segno quando afferma che questo può essere solo un diversivo, perché lui, che ha seguito la vicenda, sa bene che l'altra possibilità (Val Sangone) comporta un ritardo di molti anni e che probabilmente non la realizzeremo.
Noi chiediamo che non ci s'infili in uno studio di progettazione approfondita della Val Sangone e di quant'altro che ci porta via anni di lavoro e di studi. Nel contempo, se vogliamo dimostrare di andare avanti partiamo con qualche sondaggio serio sulla Valle di Susa, cioè diamo a Virano qualche elemento, visto che questo è il suo compito. Virano dovrà trarre delle conclusioni nella concertazione con l'Osservatorio ambientale conformante al mandato che gli è stato assegnato dal Governo e dalla Regione.
scritto che quest'opera deve essere realizzata entro certi tempi e in certi modi, concordandoli con chi devono essere concordati. Se non c'è la concordia al 100%, si prendono comunque delle decisioni e si opera.
Quindi, le prime volontà le vorremmo vedere in questa direzione, cioè che non si giochi a ping-pong, dicendo che c'è il progetto della Val Sangone, c'è il progetto della Val di Susa e nel frattempo tutti s'infilano dentro a dire la loro. Quale sarebbe il risultato? Che l'opera non si farebbe e che probabilmente l'Unione Europea ce la depennerebbe.
Noi presenteremo quest'ordine del giorno, nel quale - lo dico alla Presidente - non c'è nessuna premessa o considerazione di carattere politico.
Viene espresso semplicemente il concetto che adesso ho cercato di esporre. Alla luce degli ultimi avvenimenti, c'è un progetto in corso e c'è un progetto alternativo. Magari facciamo approfondire l'ipotesi della Val Sangone ad un gruppo a parte con uno studio di avanzamento, ma che questo non consenta di stoppare sul progetto originale, quello stabilito nella Conferenza dei Servizi, che RFI, Trenitalia e i francesi contano che si realizzi, e che è all'oggetto sia della Commissione intergovernativa sia dell'Osservatorio ambientale.
Se si vuole dimostrare che c'è la volontà di realizzare veramente quest'opera, questo è il momento di far capire che non ci sono atteggiamenti di divisione e di distinguo. Chi sottoscrive il nostro documento è chiaramente favorevole all'opera. Chi non la vuole è logico che continuerà a dire di essere contrario all'opera e quindi non lo sottoscriverà.
Però è arrivato il momento di fare delle proposte con dei tempi precisi e con degli impegni precisi. Ci piacerebbe sentire dall'Assessore una maggiore autorevolezza nell'imporre anche delle date.
So che è una cosa antipatica, ma la politica è fatta anche di impegni che ognuno di noi si prende. Quindi, se vogliamo dimostrare di andare avanti con quest'opera, dimostratelo nei fatti.
Sappiamo che la maggioranza non è concorde sull'avanzamento di quest'opera. Noi, però, ci dichiariamo disponibili, per il bene supremo del Piemonte e dell'opera stessa, ad andare incontro a chi dovesse avere momentanee defaillance di numeri o di prospettive.
Se vogliamo cogliere questa occasione per fare un passo in avanti firmiamo tutti un ordine del giorno che vada in quella direzione, lo votiamo e, da quel momento, proseguiamo su quella linea. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Come ricordava l'Assessore Borioli, in queste settimane abbiamo assistito ad un parossistico crescendo di comunicazioni giornalistiche attorno a questo tema. Se ne sono viste e sentite veramente di tutti i colori: "La TAV si deve fare", "Si deve fare subito", "È una priorità"; si è tentato, persino, di dividere il Movimento in Valle di Susa, tentativo assai maldestro. Si sono visti gli Enti locali gli uni contro gli altri; si è parlato di un progetto nuovo (o, per meglio dire, vecchio, tant'è che è stato definito "boutade"), che prevede la TAV in Val Sangone, descrivendo la Val Sangone come un territorio compattamente favorevole al progetto. Non è di questo che si tratta, e lo sanno bene sia in Val Sangone che in Valle di Susa.
Perché tanta smania parossistica di comunicazione? Secondo la mia lettura, si potrebbe interpretare, da una parte, come la volontà dichiarata di fare pressione - proprio in un periodo come questo, dove, forse, si sta stabilendo qualche regola in più - affinché si prenda una decisione, al di là di qualsiasi percorso democratico condiviso, a favore di questo progetto; dall'altra, però, questa smania di comunicazione indicherebbe che la "tetragona certezza" intorno a questo progetto sta mostrando qualche incrinatura, soprattutto in chi l'ha voluto di più e a qualsiasi costo.
Forse, la sicurezza intorno a questo progetto sta entrando in crisi.
L'esempio degli esempi l'abbiamo avuto qualche giorno fa, quando il Commissario europeo Barrot ha sostenuto che per l'Unione Europea la TAV è una priorità e che i fondi ci sono, con il chiaro intento, anche da parte sua, di insistere sul Governo italiano affinché quest'ultimo dica di sì, a prescindere, in qualche modo.
Le dichiarazioni dei singoli, naturalmente, non costituiscono una formalizzazione della decisione. Dico questo perché, a seguito delle dichiarazioni di Barrot, in Italia il Ministro Di Pietro - mi spiace che sia il Ministro di un Governo che ho appoggiato - ha subito precisato: "Sì la TAV si deve fare, perché ci metto la mia faccia".
Come dicevo, quindi, le dichiarazioni dei singoli non costituiscono formalizzazione in sede europea delle scelte del Governo e sino ad ora nessuna comunicazione ufficiale è giunta a Bruxelles. Tutto deve essere ancora stabilito, lo voglio ricordare, non solo il Regolamento finanziario delle TEN, le cosiddette Trans-European Networks, di cui fa parte anche la Torino-Lione.
Questo Regolamento è ancora in discussione nella Commissione parlamentare competente, e fino ad oggi l'Assemblea di Strasburgo non ha ancora nemmeno indicato i criteri per scegliere i progetti prioritari.
Resta, tuttavia, una domanda inquietante da porre al Ministro Di Pietro, che pare essersi trasformato, in queste ultime settimane, in un grande sostenitore del progetto TAV, senza "se" e senza "ma". Anche se l'Unione Europea decidesse di finanziarie il 20% del tratto transfrontaliero, il Ministro Di Pietro e questo Governo dove pensano di trovare gli altri 6 o 7 miliardi di euro necessari per realizzare il tratto non internazionale della Torino-Lione? Mi pongo questa domanda perché siamo di fronte ad una legge finanziaria molto corposa dal punto di vista monetario, ed è del tutto evidente che tali cifre non sono "bruscolini" per un'economia di bilancio difficile e in precario equilibrio.
Ho voluto porre questo esempio per precisare che la mia forza politica che ha sempre sostenuto, anche con qualche ragione di tipo scientifico, il "no" al progetto TAV in Val Sangone (o in Valle di Susa o altrove), è felice di registrare, oggi, un cambiamento di clima politico. È indubbio che con il nuovo Governo si sia creata la possibilità di ricostruire un dialogo fra le istituzioni, sia tra le istituzioni locali e quelle nazionali, sia tra le istituzioni e le popolazioni locali. Ribadisco questo aspetto perché con il Governo di centrodestra questo Paese e la Valle di Susa erano diventati famosi anche per il vulnus democratico che hanno subito. Tutti ricordiamo come fino a qualche mese fa la Valle di Susa era zeppa di poliziotti: sembrava una valle militarizzata, dove la democrazia era sospesa e si promuoveva un progetto che voleva passare anche al costo di demolire gli elementi democratici elementari.
Oggi questo clima è decisamente cambiato, e questo aspetto ci consente di fare un discorso complessivo di segno nettamente diverso: si può e si deve discutere in un clima di tranquillità. Pertanto, tutte le forzature che ricordavo all'inizio, finiscono per andare contro questo clima, che giudico senz'altro positivo. Le forzature devono necessariamente cessare affinché il clima positivo non venga, in qualche modo, messo a repentaglio.
Ma non si registra soltanto un clima positivo; credo che il programma dell'Unione e del Governo Prodi contenga delle novità che vanno apprezzate dal punto di vista dell'orientamento, per chi deve affrontare grandi opere come quella di cui discutiamo oggi.
Direttamente dal programma di Governo, si evince che finalmente - lo dicevo prima - queste discussioni si possono fare con il coinvolgimento attivo degli Enti territoriali; finalmente l'individuazione delle priorità infrastrutturali può avvenire alla luce delle risultanze delle Valutazioni Ambientali Strategiche (VAS) e dell'esame del rapporto costo-beneficio di ogni intervento e della sua coerenza con gli obiettivi generali e di sistema da perseguire, a partire dal riequilibrio modale. "A tal fine" - si precisa nel programma del Governo Prodi - "proponiamo di modificare la legge obiettivo per rafforzare il ruolo degli Enti territoriali".
Questo è il quadro valoriale, formale e programmatico che abbiamo di fronte, che, all'interno di un clima di ritrovata coesione democratica segna, dal nostro punto di vista, la strada da perseguire, nel rispetto di tutti i passaggi necessari, perché non serve alcuna accelerazione se si vogliono fare le cose per bene, oltre che rispettare il programma che l'Unione si è data.
Come dicevo prima, noi, che siamo una forza convintamente contraria a questo progetto, riteniamo utile riportare e risottolineare questi elementi, che anche noi condividiamo. Dirò di più: oltre a questi elementi programmatici, le istituzioni e gli Enti locali si sono dati anche altre forme per poterne discutere: un tavolo politico, che, da questo punto di vista, avrà l'ultima parola; un osservatorio tecnico, come braccio operativo del tavolo politico che ha l'ultima parola; una Conferenza dei servizi.
Questi elementi vanno messi in condizione di poter operare. Fino ad oggi, tutto ciò non è stato possibile - o non lo è stato del tutto - e bisogna far partire questi elementi come strumenti indispensabili.
Alla luce di un impianto programmatico e della capacità, all'interno di quei luoghi, di confrontare tutte le possibili opzioni (compresa l'opzione zero, come ha precisato lo stesso Virano) si può trovare un percorso condiviso; un percorso che finalmente veda gli Enti locali e i Sindaci delle Valli protagonisti, che convinca tutti e che possa indurre a riflettere sul cosiddetto "sviluppo" in questo Paese.
Ieri sera ho assistito ad un'importante conferenza, che ha visto, tra l'altro, una nutrita partecipazione di cittadinanza, con il professor Latouche, che insegna in Francia, che da tempo ci sta insegnando cosa significa portare avanti un'idea di decrescita - come lui l'ha definita - e di nuova convivenza, che non ci riconsegna al Medioevo, come qualcuno vorrebbe, ma ci invita a ragionare sui limiti che caratterizzano il nostro pianeta e sulla nostra vita quotidiana.
Se si proverà a sviluppare qualche discussione di fondo legata a questo tema, magari anche culturale, si sarà fatto un grande servizio alla politica e a questo Paese in generale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Farò il possibile per contenere il mio intervento, in modo che il collega Scanderebech possa essere contento e avere più tempo a sua disposizione per intervenire.
Parto anch'io dal comunicato stampa che abbiamo letto, relativo alle dichiarazioni della Presidente: "Se passa il principio che in Valle di Susa non si può fare niente, nell'arco di poco tempo non si farà davvero più nulla".
La mia considerazione è che, purtroppo, il principio che in Valle di Susa non si fa nulla non è molto collegabile agli ultimi eventi verificatisi, ma è collegabile a tutta una serie di vicissitudini che si sono verificate in questo anno di governo della Presidente Bresso e di cambio di Governo a livello nazionale.
Non è colpa nostra se nell'immaginario collettivo, per una serie di evidenti eventi che abbiamo visto in quelle zone, è passato il concetto che in Valle di Susa non si fa assolutamente nulla. Guardi, Presidente e Assessore, che queste considerazioni sono ulteriormente dimostrate dall'intervento del collega Deambrogio che mi ha preceduto, quando dice: "Noi siamo contrari a questo progetto". Il "noi siamo contrari a questo progetto" è esattamente, dal punto di vista della posizione del territorio della Valle di Susa, dire no senza se e senza ma.
Ho provato a riassumere le considerazioni dell'Assessore Borioli - che ovviamente ringrazio per la sua comunicazione - e quello che ho capito è stato: "Noi abbiamo lavorato molto in questo anno". Ma a fare che cosa? "Ad individuare quattro tavoli di concertazione: quello internazionale, il tavolo politico istituzionale, l'Osservatorio e la Conferenza dei servizi" il tutto condito da un'uscita ufficiale, per scelta politica di questo Governo, del progetto Alta Velocità dalla legge obiettivo.
Mi pare, quindi, che il percorso scelto non sia in linea con le dichiarazioni e le determinazioni, seppur comprensibili, di una posizione molto simile alla nostra, presente in questa maggioranza e nella maggioranza a livello nazionale, ma è in linea con i tempi e le posizioni di una parte della vostra maggioranza, che ha idee completamente diverse rispetto a chi sostiene che questa sia un'opera strategica da realizzare.
Questo lo dimostra il fatto che, all'interno delle opzioni che si sono accettate di valutare tra i vari tracciati, è stata inserita l'opzione zero. Nonostante si dica che questa, a tutti i livelli, è un'opera condivisa, che si deve assolutamente fare e che non si può rimanere indietro rispetto a tempi e procedure, il semplice fatto di avere previsto l'opzione zero nell'ambito delle opzioni che verranno valutate, è sintomatico del fatto che voi, in questo momento, non siete nelle condizioni di garantire a questo Paese, e a questa Regione, di dare e portare nei tempi previsti (che si stanno accorciando sempre di più) un risultato al quale tutti vorremmo poter tendere.
In questo momento, Assessore Borioli, comprendiamo la posizione della Regione che, rispetto a tutta una serie di temi posti, dice (lo dico tra virgolette, perché mi rendo conto che è un tema importante): "Ma anche noi chiediamo qualcosa: corso Marche, Orbassano, l'Area metropolitana". Tutto questo per condire di contenuti comprensibili una situazione di impasse nella quale vi trovate.
Tuttavia, Assessore Borioli e Presidente Bresso, noi ci aspettiamo, da questa Regione, un atteggiamento che sia in linea con quanto avete determinato sull'emergenza rifiuti. Se questa Regione è in grado di dire: "Noi andiamo avanti lo stesso e ci assumiamo l'onere e l'onore di gestire una situazione territoriale che è così complessa", come minimo ci aspettiamo che questa posizione sia così determinata nei fatti e non nelle parole, rispetto a quella che abbiamo visto nelle scorse settimane, per esempio sui rifiuti.
Assessore Borioli, noi non abbiamo cambiato idea. Ovviamente siamo disposti ad assecondare un percorso che permetta a questa Regione e a questo Paese di avere l'Alta Velocità. Il problema è che voi non siete pronti, con la vostra maggioranza e con la vostra coalizione, a parlare la stessa lingua. Purtroppo non siete in grado di gestire questa situazione.
Per questo motivo, il discorso della Val Sangone non lo considero un affronto rispetto alla situazione attuale o ad una volontà di destabilizzare, semplicemente era ora che qualcuno, a livello territoriale si alzasse e dicesse: "Non è che, rispetto ad un'opera così importante, il territorio è ovunque disponibile a dire no senza se e senza ma".
Quest'opera è importante e, quindi, il fatto che ci possano essere delle alternative è, secondo me, un aiuto rispetto a chi deve gestire una situazione complessa, per poter arrivare ad una composizione corretta della situazione.
Dalle sue dichiarazioni non ci pare di aver colto una via d'uscita in questo momento, se non semplicemente il fatto di trovare luoghi in cui come ha detto lei, si possa incominciare a parlare e a studiare. Noi siamo preoccupati che i tempi del parlare e dello studiare si allunghino. Il fatto che lei ammetta che vi siete impelagati in un groviglio è una sua considerazione. Personalmente la condivo nel modo più assoluto, quindi i tempi sono stretti.
Noi ci aspettiamo - e in questo senso siamo disponibili a venire incontro ad una posizione più determinata - rispetto ad un progetto che dalle dichiarazioni dei Ministri alle dichiarazioni di alcuni componenti della vostra maggioranza, ci sembrano, in questo momento, fatto di tavoli di parole, di progetti e di studi, ma di pochi fatti, più determinazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Parto da alcune affermazioni dell'Assessore Borioli, il quale presumo volesse dire che non ci può essere un'area metropolitana, quindi una città metropolitana, e di conseguenza un'autorità metropolitana, se non ci sono gli adeguati servizi e le adeguate infrastrutture.
In qualità di area metropolitana, Assessore Borioli, Torino ha meno della metà delle infrastrutture previste a livello europeo. Mi spiego meglio: per ciò che riguarda la viabilità, i chilometri medi a livello europeo sono 220 per milione di abitanti, mentre in Piemonte siamo su una media pari alla metà di quella europea. Siamo quindi sottodimensionati per quanto concerne la viabilità. Mi domando come, in queste condizioni si possa anche solo parlare di città metropolitana,o di un'autorità metropolitana. Ad ogni modo il nostro obiettivo è di portare avanti il progetto. In questi giorni lo stesso Sindaco Chiamparino si è recato personalmente al Governo, da Prodi, per chiedere lumi sul futuro strategico, economico e sociale dell'area metropolitana, ossia della città metropolitana.
Alla luce dei fatti, ritengo che il Piemonte non avrà mai le aree metropolitane, perché ci sono due poltrone che andrebbero riconsiderate: quella Chiamparino e l'altra di Saitta. È difficile che uno dei due rinunci, quindi non ci sarà mai la città metropolitana, mai l'autorità metropolitana: sia Chiamparino che Saitta non convocheranno mai l'assemblea degli Enti locali, punto di partenza per la costituzione delle aree metropolitane.
La politica non deve fermarsi davanti ad una poltrona, soprattutto quando c'è in gioco l'interesse comune, o quando c'è da sviluppare l'efficienza e l'efficacia dei servizi, per fornire un servizio maggiore ai cittadini. Così come la politica non deve diventare impotente davanti ad un Consigliere regionale, il Consigliere Deambrogio, che sostiene che "L'Alta velocità non s'ha da fare". Questa è la contraddizione di questa Giunta del suo Presidente e dei suoi consiglieri, che non sono in grado di gestire le situazioni politiche, senza farne un caso di interesse personale.
Oggi, dopo aver spiegato le motivazioni per cui l'Alta Velocità è un bene comune, un'opera che tutti noi politici dobbiamo portare a termine perché non riguarda solo una parte politica, ci stiamo un po' aggrovigliando con tavoli di dibattito dove nessuno agisce come plenipotenziario, così come osservato anche dall'architetto Viano responsabile dell'osservatorio.
Presidente Bresso, capisco che vi siete radunati da poco in conclave ma dateci almeno la soddisfazione di essere ascoltati; avete già travisato il Piano Socio-Sanitario, lasciateci la soddisfazione di discutere e esprimere il nostro parere.
Presidente Bresso, secondo me manca una figura di plenipotenziario manca una persona forte a livello politico che possa interloquire con tutti i tavoli e con tutte le istituzioni adeguatamente. Manca una figura di questo stampo, prevista invece per le Olimpiadi.
Se non si farà l'Alta Velocità, saremo coinvolti e travolti da una valanga che ci seppellirà tutti, a destra come a sinistra, piccoli e grossi. L'Alta Velocità è un problema che riguarda tutti, perché c'è di mezzo l'interesse comune dei cittadini, c'è di mezzo lo sviluppo e l'occupazione non solo dell'Italia, ma di un'intera area geografica.
Davanti a questo problema non c'è patto del nord, non c'è turboregionalismo, non c'è niente che possa tenere. Niente può essere più importante dell'Alta Velocità.
Dopo aver ascoltato e letto dai giornali che il Sindaco Chiamparino (lo ha detto ai giornali e lo ha ripetuto sabato in mia presenza) è disposto a rinunciare alla sua maggioranza purché si faccia l'Alta Velocità, chiedo alla Presidente, determinate e in grado di prendere le decisioni al momento giusto, di assumere una posizione simile a quella del Sindaco di Torino.
Chiedo alla Presidente di dichiarare che la Giunta è disposta a rinunciare a qualsiasi forma di maggioranza, purché si faccia l'Alta Velocità.
Questo sarebbe un atto importante da parte di questa Giunta, che sgombrerebbe tutti gli equivoci. Analogo comportamento si sta verificando al Governo per la legge elettorale: un ex "dipietrista", passando da una parte all'altra, è in grado di capovolgere l'intera Finanziaria.
Dobbiamo dimostrare che l'Alta Velocità si può fare indipendentemente dalle singole posizioni personali all'interno della maggioranza.
Oggi ci aspettiamo una dichiarazione forte. Tutti noi abbiamo bisogno di essere confortati da una sua dichiarazione in merito, non possiamo permettere che sia il territorio a decidere, e con un referendum, perché ci sono le istituzioni preposte, che devono occuparsi in modo obiettivo dei problemi dei cittadini. Diversamente, la politica ne uscirebbe sconfitta e non in grado di risolvere i problemi in modo opportuno e nelle sedi preposte. Così facendo verremmo a meno dell'applicazione del principio di sussidiarietà.
Chi deve prendere le decisioni? Perché dobbiamo aspettare l'alternativa, che vuol dire solo 20 milioni di euro quando il costo complessivo dell'intera opera è di 750 miliardi. Cosa sono 20 milioni di euro? L'Alta Velocità si deve fare o in Val Sangone o in Valle di Susa indipendentemente da quello che ha detto il Consigliere Deambrogio.
giusto fare tutte le valutazioni ambientali, tutte le osservazioni possibili e tutti i tavoli di confronto possibili. Ci vuole una spinta, ci vuole un colpo di reni, ci vuole un coraggio amministrativo che vada nella direzione della tutela degli interessi della collettività, di tutti i cittadini e non solo di una parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Auddino; ne ha facoltà



AUDDINO Angelo

Il Gruppo dei Democratici di Sinistra non deve esternare in questo momento la sua posizione perché da sempre ha condiviso il programma di legislatura sottoscritto, lo voglio ricordare, da tutta la maggioranza.
Sul tema, condividiamo la linea che sia la Presidente Bresso sia l'Assessore Borioli hanno costantemente assunto in questi 18 mesi di amministrazione di centrosinistra alla Regione Piemonte. Riteniamo che l'opera sia strategica per il Piemonte. È strategica, lo ricordava anche l'Assessore Borioli, per i collegamenti est-ovest dell'Europa, lo è per lo sviluppo economico e per il futuro del Piemonte, e non solo. Noi diciamo di tutta Italia, fa parte di un'opera complessiva delle grandi infrastrutture voluta e programmata dalla Comunità Europea.
Il Corridoio 5 si inserisce nell'ambito di una rete internazionale molto importante che non si può eliminare, altrimenti è penalizzato il futuro di tutta l'Europa. La Torino-Lione è un segmento di questa tratta e noi riteniamo che sia assai importante, è come una rete in cui manca una maglia, quindi, non avrebbe senso fare un'opera così imponente per l'Europa senza che poi abbia la funzionalità che deve avere. Noi siamo ancora convinti, come lo siamo sempre stati, che non si tratta soltanto di un'opera trasportistica. È stato sempre detto che il Piemonte è isolato (l'economia, le merci). Noi siamo convinti che è un'opera che serve per unificare politicamente l'Europa, i paesi e i popoli europei. Ricordo che i romani, per tenere uniti i popoli, facevano ponti e strade. Sarebbe anacronistico pensare che un'opera di questo livello sia semplicemente un'opera di natura trasportistica.
ovvio che le popolazioni, la Val Susa e i valsusini, in questi anni hanno manifestato dei timori ed è ovvio che a questi timori bisogna dare delle risposte. Non bisogna passare sulla testa della gente. Noi diciamo che, dal punto di vista dell'informazione, questi quindici anni sono stati spesi male. C'è quasi una generazione che è cresciuta con la convinzione che la TAV porta malattie e porta al disastro ambientale.
chiaro che in questo momento occorre recuperare il tempo perduto.
Ecco perché noi riteniamo che i vari strumenti, individuati a tutti i livelli, servono anche per portare il dialogo con le popolazioni e per ristabilire, tra la politica, tra i tecnici e tra gli abitanti di quella valle, un rapporto che ci consenta di realizzare l'opera. Credo che questo debba essere fatto il più in fretta possibile.
Quando vado in Valle di Susa, leggo scritte che recano lo slogan "no TIR, no TAV". Vorrei capire se gli abitanti sanno fino in fondo cosa vuol dire. Non c'è un'alternativa. Se le merci si devono muovere - e si muoveranno sempre di più - è chiaro che se non c'è il treno e se non ci saranno treni efficienti, il trasporto dovrà avvenire attraverso i TIR.
Credo che in tal modo, con quest'opera, facciamo un'opera di pulizia ambientale ("meno TIR, meno smog") e garantiremo migliori condizioni di vita per i cittadini e per gli abitanti di quei territori.
Negli incontri di Udine e di Lione che si sono avuti in queste settimane, è stato lanciato un messaggio da parte di tutti, da parte dei rappresentanti dell'Unione Europea e da parte dei Governi. Erano presenti i ministri dei trasporti e altri ministri delle Regioni interessate. Da parte di tutti, è stata lanciata una sorta di monito a fare in fretta e presto ma senza passare sulla testa della gente, senza passare a qualunque costo sulla testa delle popolazioni. Questo va ricordato, perché altrimenti faremmo lo stesso errore che abbiamo fatto negli anni passati.
giusto procedere con tutti i mezzi e con tutti i tavoli di concertazione, ma bisogna comunque tenere conto delle popolazioni e delle comunità locali.
Nell'ordine del giorno presentato da Forza Italia, veniva indicata una certa incoerenza per abbandonare l'idea della legge obiettivo. Noi crediamo che con la legge obiettivo non si sono sortiti effetti positivi in tanti anni, e sicuramente non li avremo neanche adesso. Ricordo che, in occasione dei lavori sugli Appennini per il collegamento tra Toscana ed Emilia, la legge obiettivo non ha funzionato. Se non si riuscivamo a convincere i Sindaci, le popolazioni e le comunità locali, neanche lì si sarebbe riusciti a sbloccare l'opera e ci sarebbe stato il rischio di non andare avanti.
chiaro che a noi interessa andare avanti e procedere, ma lo vogliamo fare con l'accordo del territorio.
Bisogna dimostrare - ovviamente, questo sarà compito dei vari tavoli tecnici e dell'Osservatorio - che la salute non è in discussione, e che non è in discussione il territorio. Bisogna dimostrarlo. Dimostrare agli abitanti della Valle di Susa che l'opera non porterà quei disastri di cui loro hanno paura.
La Regione cosa deve fare? L'Assessore Borioli, la Presidente e la Giunta cosa devono fare? A mio avviso, devono lavorare bene con gli strumenti che ormai sono stati individuati, che, bene o male, sono tutti all'opera e che, probabilmente, accusano qualche ritardo. Si deve stimolare il Tavolo istituzionale governativo e certamente ci aspettiamo tutti, anche da parte nostra, che siano filogovernativi, che facciano parte di una maggioranza uguale a quella che governa l'Italia. Noi vogliamo che ci sia anche chiarezza da parte dei massimi dirigenti, dei Ministri e del Presidente del Consiglio. Prossimamente ci sarà la convocazione del Tavolo istituzionale e credo che anche lì devono uscire esatte e precise indicazioni, di modo che tutti possano lavorare per raggiungere gli obiettivi.
C'è l'Osservatorio tecnico. Nonostante le difficoltà iniziali, credo che sia anche quella una sede in cui diverse opzioni, anche di tracciato non sono una scomunica rispetto all'opera. Se in quella sede, da un punto di vista tecnico, si dimostra che è meglio una soluzione piuttosto che un'altra, credo che noi, che siamo un organo politico e di indirizzo dobbiamo semplicemente auspicare che la si persegua bene e in fretta, senza giocare la partita sui tavoli delle interviste o dei media.
Noi dobbiamo dare, in quella sede, il nostro indirizzo, che è quello di volere fare in fretta e nell'interesse di tutti: del Piemonte, dell'Italia ma anche di quelle popolazioni. Come diceva l'Assessore, in questa partita bisogna non dimenticare il nodo ferroviario di Torino e il nodo di Orbassano deve essere tenuto in considerazione, perché è una risorsa sicuramente essenziale per un polo internodale della nostra Provincia e della nostra Regione.
Noi vogliamo che tra i Sindaci delle valli non ci sia guerra, che non ci sia una sorta di gara tra chi è più bravo e chi è meno bravo. Vogliamo solamente che i Sindaci suggeriscano e critichino, ma che diano anche delle soluzioni per andare avanti. Per questo motivo, non vogliamo che ci siano guerre tra le valli. Vogliamo semplicemente fare in fretta, non solo per non perdere i fondi europei (così potrebbe anche capitare), ma perché credo che tutti siamo convinti che un collegamento di questo livello è nell'interesse del Piemonte e dell'Italia.



PRESIDENTE

Mi sono permesso di fare andare avanti il collega Auddino perché i minuti in più erano legati all'intervento precedente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Stavo riflettendo sul fatto che sia veramente tutto relativo.
Ascoltando prima l'intervento del collega Deambrogio, che parlava di democrazia sospesa in Valle di Susa perché c'erano i carabinieri, avevo pensato, ricordando le immagini, che la democrazia fosse sospesa perch c'era qualche esagitato in fascia tricolore che si contrapponeva ai carabinieri. Ecco come il concetto di democrazia, sospesa o meno, diviene variabile.
Al di là delle battute, Presidente, sono assolutamente preoccupato.
Sarei assolutamente preoccupato se ritenessi che, fino ad ora, aveste assunto posizioni serie su questo tema e non, come al solito, le posizioni cerchiobottiste che vi hanno sistematicamente contraddistinto da prima delle elezioni. Diciamo che, se vi prendessi sul serio, sarei molto preoccupato per quest'ordine del giorno, perché quest'ordine del giorno presentato dalla maggioranza rappresenta, a nostro avviso, un significativo passo indietro rispetto alle posizioni che la Presidente Bresso, prima tra tutte - lasciamo stare il Sindaco Chiamparino e il Presidente Saitta hanno espresso nei mesi passati. Questo dopo le elezioni, perché prima sappiamo benissimo che anche la Presidente Bresso - l'abbiamo denunciato più volte - occhieggiava ai No TAV.
un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a nulla, cioè "A muoversi ... per quanto di sua competenza, all'interno del quadro disegnato dal programma del Governo nazionale e dall'attivazione del Tavolo politico e dell'Osservatorio tecnico; ad operare affinché il Tavolo ..., definisca un programma di lavoro;" - pensate che sono passati quindici anni - "a coordinare con i lavori dell'Osservatorio la Conferenza dei servizi strumento ritenuto più idoneo ...; a tenere conto del confronto tra Governo e RFI sul nodo di Torino;" - quindi, niente - "a mettere a punto tempestivamente" - mi raccomando tempestivamente, colleghi, perché dopo questi quindici anni, Presidente Bresso, la sua maggioranza la sta invitando ad essere tempestiva, l'era aòra - "anche nell'ambito dei lavori dell'Osservatorio, un modello di esercizio che consenta di attivare, fin da subito, processi di trasferimento modale".
Cosa vuol dire? Visto che è stato firmato da tutta la maggioranza spero che qualche collega della maggioranza o l'Assessore me lo spieghi.
Perché questa è tutta fuffa. Non c'è una sola dichiarazione che dica, in tutta questa fuffa, facciamo in fretta, facciamo la TAV, vogliamo farla.
Certo, nel rispetto dell'ambiente, nel colloquio continuo e costante con i territori, reperendo le risorse per le compensazioni, ci mancherebbe altro ma facciamola. Non c'è scritto nulla. Fate un ordine del giorno in cui si parla di TAV e grandi opere, ma nell'impegnativa non le citate.
Si parla di Tavoli, Osservatori e "supercazzole", come avrebbe detto Tognazzi. Presidente, ho voluto fare anch'io la mia piccola citazione culturale. Voi sapete che noi leggiamo poco, studiamo meno e riusciamo giusto a vedere qualche film, ma quelli non difficili. Ciò detto, siamo preoccupati per il salto all'indietro che questa maggioranza sta facendo sul problema TAV e anche per una frasina, che mi faceva notare il collega Vignale, che interverrà dopo di me, ma che è stata ricordata anche dalla collega Ferrero, che cita l'opzione zero.
Quindi, voi ritenete ancora possibile, prevedendo la possibilità dell'opzione zero, che la TAV non si faccia. Questo per noi è assolutamente preoccupante, ma lo è per il Piemonte, per l'Italia e per lo sviluppo.
Presidente del Consiglio, c'è un'ansa della Presidente Bresso - mi scuso ma come sapete le parole per me sono pietre - di cui vi leggo solo il titolo, perché vorrei capire se è la stessa cosa che dice la maggioranza.
La Presidente Bresso dice: "Bresso: non passi principio, Valle di Susa intoccabile ... altrimenti in pochi anni non si farà davvero più nulla".
Voglio capire se il comunicato stampa della Presidente Bresso e l'impegnativa della maggioranza sono la stessa cosa. A me sembra di no.
Nell'interpretazione letterale, non politica, della lingua italiana mi sembrano due posizioni molto diverse. Vi leggo una parte: "La Valle di Susa ha subito un processo di deindustrializzazione e ha bisogno di politiche di sviluppo. Commentando l'ipotesi di variare il tracciato per bypassare la Valle No TAV ... Più si cambia, più i tempi si allungano - dice la Presidente - non c'è ragione di cambiare un iter avviato in modo bipartisan, ciò che occorre è lavorare." - condividiamo - "L'ipotesi della Val Sangone è da tempo nota ... non esistono soluzioni salvifiche l'importante è lavorare a tempi stretti. Se passa il principio che in Valle di Susa non si può far niente, nell'arco di poco tempo non si farà davvero più nulla. È necessario far capire che la TAV comporta problemi, ma anche opportunità, altrimenti la Valle rischia di morire su se stessa. L'ha affermato la Presidente Bresso con i giornalisti, a margine della seduta del Consiglio regionale". L'ho detto per i colleghi che non l'hanno letto.
In buona sostanza, vorrei che qualcuno si alzasse e mi dicesse che questo discorso, che presenta la maggioranza, corrisponde esattamente alle parole della Presidente Bresso. Se è così, io voto a favore. Ma, visto che non è questo, perché addirittura nelle premesse si cita ancora l'opzione zero, altro che lavorare, procedere e fare in fretta, è una cosa diversa.
Mettetevi, intanto, d'accordo tra voi. Noi stiamo con la Presidente Bresso, ve lo dico subito. Presentate un ordine del giorno che corrisponda non tanto ai desideri, ma agli impegni politici che la vostra maggioranza ha preso. Colleghi, non si può sempre continuare con questo gioco delle parti, molto stucchevole e poco rispettoso nei confronti, prima di tutto della Valle di Susa. Lo dico soprattutto ai Verdi, a Rifondazione Comunista ed ai Comunisti Italiani; dove vi fa comodo, ci state e dove non vi fa comodo, non ci state, fate la lotta al Governo, andate a fare i pasdaran e poi, ogni volta che c'è da votare un documento in Comune, Provincia e Regione, "occhi bassi e camminare", votate tutto e il contrario di tutto.
I giornali vi stanno ancora sostenendo su questo, ma le persone l'hanno capito, anche in Valle di Susa. È rimasto solo Ferrentino, infatti intervistano sempre e solo lui. Tutti gli altri l'hanno capito che anche voi tenete, come la Giunta, una posizione assolutamente cerchiobottista e che, alla fine, votate tutto e passate sopra alla Valle di Susa, amianto e chi più ne ha, più ne metta.
Questa è polemica politica, che non interessa a nessuno ed è giusto che sia così. Vorrei capire - questo è il punto politico, perché noi siamo un'Assemblea elettiva che fa anche politica - se le dichiarazioni della Presidente Bresso corrispondono alle dichiarazioni della maggioranza.
Altrimenti, Presidente, chiedo con serietà di valutare che ci prendiamo in giro. Se il Consiglio regionale vota un documento presentato dalla maggioranza, ma diverso rispetto a quello che dice la Presidente, ci prendiamo in giro. Noi non siamo qui per giocare. Rispettiamo le posizioni di tutti, perché sono tutte legittime, anche se non le condividiamo, ma questa è una presa in giro. Perché la Presidente, nel giorno stesso del Consiglio, nel momento stesso in cui viene presentato un documento, dice cose diverse.
Allora, decidetevi. Una cosa non possiamo fare, per la TAV, per lo sviluppo, per il Piemonte, per l'Italia, per la Valle di Susa, per l'amianto, per la tutela, per la prevenzione, eccetera: non possiamo prenderci in giro, prendere in giro i cittadini e prendere in giro soprattutto, le esigenze e le necessità di sviluppo di questo territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Aprirei questo mio breve intervento in relazione alle ultime parole espresse dal collega Ghiglia, il quale ha dato vita a dei dubbi sul concetto di democrazia, che noi conserviamo nel momento in cui rileviamo la presenza di polizia e non rileviamo la presenza di Sindaci, che si oppongono alla polizia stessa.
Credo che sia proprio quella la grande differenza tra questi due modi di pensare. Per me la democrazia non è quell'azione specifica, non è mandare in una valle duemila agenti per imporre una decisione, ma è convocare assemblee, valutare e discutere le questioni, confrontarsi con i Sindaci e poi prendere le decisioni. Il fatto che Sindaci fossero dall'altra parte della barricata credo che la dica lunga sul concetto di democrazia un po' bizzarro che ha fatto da protagonista in quei giorni in Valle di Susa.
Così come, evidentemente, il concetto di democrazia è molto diverso nell'analisi del documento che ci apprestiamo a votare come maggioranza.
Credo che quel documento sia la sintesi di un concetto democratico riprende i principi valutati e contenuti nel programma dell'Unione, che ben riprende la valenza del territorio, che ben rimarca la crescente povertà del territorio, del nostro pianeta e della nostra Regione, e quanto sia utile, interessante e necessario un uso il più accorto ed attento possibile, centellinando letteralmente il territorio, prima di arrivare con opere ad alto impatto. E, nel farlo, confrontarsi con gli Enti locali, con la gente e con le persone che in quel territorio vivono.
Quindi, credo che sia quello il concetto di democrazia che ci piace un po' esaltare ed è quello il concetto di democrazia che va molto a contrapporsi a gran parte della storia TAV.
A questo punto, approfitto di questa mia breve introduzione che si riaggancia all'ultimo intervento per ricordare a tutti qual è stata la storia della vicenda TAV e ricordare che la vicenda TAV negli anni passati ha forse contribuito non poco a creare quello scollamento tra società e politica che, ancora oggi, ci portiamo sul tutti groppone, perché se la gente ci guarda con disattenzione, se spesso veniamo criticati anche con una gran vena di qualunquismo, forse dipende anche da tante vicende che hanno costellato le cronache politiche e giudiziarie del nostro Paese. La storia della TAV, purtroppo, ha un ruolo di riguardo in questa vicenda.
Ricordo soltanto la Commissione Antimafia, presieduta dall'avvocato Tiziana Parenti, in cui il Senatore Imposimato ha fatto una relazione molto attenta, condivisa da tutti i membri di quella Commissione per quanto riguardava la tratta Napoli-Roma. Imposimato ricordava le pressioni avute e il ruolo ambiguo di alcune ditte appaltatrici; ricordava anche i costi che erano lievitati esageratamente in quella vicenda.
Ricordava anche che, purtroppo, in tante anse di quell'opera si nascondevano tensioni camorristiche non indifferenti.
vero che parliamo del passato, ma parliamo di un passato piuttosto recente, perché la vicenda giudiziaria non si è chiusa del tutto e sono stati poi aperti dei capitoli dalla Magistratura: nel 1995-96 era ancora oggetto di dibattito.
Però parliamo di una vicenda che purtroppo ha quell'acronimo, cioè TAV quindi, oggi quando si parla di TAV, nella mente di molti purtroppo si guarda a quella vicenda, a quelle relazioni di Commissione che erano condivise, a destra come a sinistra, dai commissari dell'Antimafia.
Non stupiamoci se la Valle di Susa a volte guarda con un certo timore tutte le note attorno che sono protagoniste per una vicenda TAV. Non stupiamoci se alcuni cittadini vorrebbero sapere qualcosa in più di quest'opera, se alcuni cittadini si contrappongono con i loro sindaci, se lo Stato, di fronte a queste richieste risponde, come ha fatto un anno fa esatto, inviando ben duemila uomini in armi per tentare in qualche modo di presidiare una zona estesissima (chi passava di lì, vedeva una colonna infinita di mezzi di ordine pubblico e caschi blu ovunque). Oltre tutto erano agenti che erano costretti ad agire così. E spezzerei una lancia anche a loro favore, perché questi agenti sono stati costretti a correre su per i pendii, a infilarsi tra boschi in posizioni svantaggiate, perché la difesa dall'alto verso il basso è una posizione da sempre privilegiata.
Quindi, era una situazione altamente pericolosa per chi, invece, assediava dal basso verso l'alto.
Questi ragazzi arrivavano su con il fiatone e dovevano fronteggiare qualcosa senza neanche ben sapere di cosa si trattasse. Se ne discuteva anche con loro e se ne parlava, e dalle chiacchierate si capiva che qualcuno confermava la non condivisione dei motivi per cui si era arrivati lì.
Quindi, la vicenda in oggetto riguarda anche molto la politica e forse ci deve far pensare, in mesi in cui si parla del costo della politica, che dobbiamo usare questa vicenda per renderci conto che i costi della politica non sono tanto il gettone ai Consiglieri comunali o provinciali per il lavoro assembleare che svolgono, ma sono i costi di azioni onerose per il Paese. La TAV è diventata al 100% pubblica, però all'inizio c'era un consorzio, c'era un Presidente di Consiglio di amministrazione con tante indennità e un Consiglio di amministrazione, che hanno operato non proprio in modo chiaro, non proprio in modo cristallino.
Forse, in anni e in mesi in cui si tende ad esautorare queste assemblee anche mettendo in discussione l'indennità - e non i privilegi - dei Consiglieri (e parlo di Comune e Provincia, i cui Consiglieri sono abbastanza indennizzati), è importante pensare a quei costi della politica che sono tutt'altra cosa: costi fatti di appalti, di appalti non cristallini, di indennità a Consigli di amministrazione.
Probabilmente, il discorso TAV non può assolutamente essere scisso da questa premessa e da questa premessa si può capire il perché anche ieri Antonio Ferrentino, in una riunione avvenuta con il Prefetto, ha dichiarato "l'Italia ringrazi, tutto sommato questa è l'opposizione", riportando il concetto democratico in cima all'agenda del dibattito politico, riportando anche in onor di cronaca il dibattito sulla trasparenza degli appalti e riportando anche, forse all'onor della cronaca, una vicenda che consideriamo utile per l'economia piemontese.
Mancano purtroppo quei dati che ci danno una conferma essenziale ed importante quando si fa una strategia di sviluppo di un territorio, ma sicuramente ha portato anche in auge tutta una vicenda che non è finita che comunque riguarda la Napoli-Roma, ma che ancora ha delle aderenze giudiziarie in corso.
Chiudo ricordando soltanto il tentativo maldestro di dividere gli amministratori tra buoni e cattivi con il tentativo fatto dal supersindaco della Val Sangone di candidarsi per un nuovo tracciato, che credo non abbia contribuito certo ad una discussione più trasparente e più serena. La divisione fra buoni e cattivi ci ha fatto un po' sorridere. È sconcertante dichiarare cose di un certo tipo in pubblico e poi apparire su manifesti con cui si tranquillizza la popolazione dicendo: "Sono il sindaco, ma vi tranquillizzo; in realtà, il mio non è ancora un sì, perché dobbiamo verificare i progetti".
Ha fatto sorridere questo coro univoco di sì dei cittadini, che per forse è stato un po' tendenzioso nell'indagine giornalistica, perché forse non è stato proprio un campione modello quello dei sondaggi effettuati in Val Sangone. Così come ha fatto anche sorridere un po' la polemica sul Sindaco di Almese, al quale va la nostra solidarietà, ma più che altro per quello che è stato riportato dai giornali su quanto lui avrebbe dichiarato senza averlo effettivamente dichiarato. Infatti, il Sindaco di Almese ha detto ben altre cose e il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo ben diverso. La gente è andata a chiedere chiarimenti non sotto casa, ma davanti al municipio, che è un po' diverso rispetto alla dinamica che qualcuno ha raccontato.
Quindi, ricordiamo che, ancora ad oggi, su questa vicenda abbiamo problemi con l'esproprio dei terreni a Venaus, su cui si è aperta un'inchiesta. Abbiamo avuto dei piccoli problemi sulle modalità dei carotaggi, su cui si è aperta un'altra piccola inchiesta.
stata annunciata - poi non so se l'hanno fatta - un'apertura di verifica da parte della Procura di Torino. Di fronte a questo, che credo fosse solo uno scoop giornalistico, crediamo che più che mai sia importante anche l'opzione zero. Crediamo più che mai che sia un elemento di grande democrazia fermare le bocce e ragionare, e lo diciamo ormai da un anno.
Crediamo più che mai importante che ci sia un tavolo politico, come quello che si inaugurerà fra qualche giorno, e che l'osservatorio tecnico si relazioni con quello politico ed esamini a fondo la vicenda, perché è una vicenda che, in passato, ha poca luce e molte ombre.
Ragioniamo con calma. Infatti, la fretta partorisce sempre gattini ciechi, la fretta a volte nasconde anche un eccesso di zelo, che non sempre dà dei buoni frutti sul territorio. Ragioniamo e valutiamo i dati e il rapporto fra economia dei costi e vantaggi per la produzione e per l'economia nazionale, oltre che territoriale, e parliamo.
Credo che, di fronte ad un discorso sereno e ad un confronto serio non soltanto demagogico e non di facciata, anche quei territori non diventino più intoccabili, come diceva la Presidente Bresso nel suo comunicato Ansa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo sia doveroso fare alcune considerazioni anche di carattere numerico sulla contrarietà delle popolazioni, perché in questi anni e negli ultimi mesi si è cercato molto di accreditare una tesi, secondo la quale la stragrande maggioranza della popolazione valsusina è contraria all'Alta Capacità, che si tratta di una volontà che vuole essere imposta a livello nazionale e regionale sulla pelle delle persone, e che non vi è stato alcun confronto con le realtà locali.
Dopodiché, però, avvengono alcuni atti, che non sono quelli di conculcamento, ma di verifica del consenso democratico dei partiti: sto parlando delle elezioni politiche, a seguito delle quali scopriamo che in Valle di Susa non solo il centrodestra avanza abbondantemente rispetto alle elezioni precedenti (soprattutto i partiti che più si sono dichiarati a favore della TAV), ma che esiste una maggioranza di elettori - che si aggira fra il 70% e 80% - che hanno votato partiti favorevoli alla TAV.
Iniziamo quindi a dire che in Valle di Susa esiste una minoranza molto rumorosa e molto agguerrita contraria alla TAV, e una maggioranza silenziosa che è favorevole alla TAV. Questo è il dato che esprimono le elezioni politiche che si sono svolte nel mese di aprile.
Perché ho fatto questa considerazione? Innanzitutto, perché è una modalità con cui giustificare i ritardi. In secondo luogo, perché, come ricordava il collega Ghiglia, oggi noi, per la prima volta, affrontiamo un passaggio politicamente rilevante.
Quando il 16 maggio 2005 ci siamo insediati all'interno di questo Consiglio, la Presidente Bresso e la Giunta hanno presentato un programma nel quale, relativamente alla viabilità, si ribadiva la centralità del trasporto ferroviario, prevedendo, come nuove opere, il completamento della Torino-Milano e il collegamento Alta Capacità verso la Francia. Per essere più chiari, relativamente all'Alta Capacità (perché, altrimenti, il raccordo con la Francia potrebbe passare per molte valli alpine), si precisava: "Il Corridoio est-ovest Frejus-Torino-Milano". In questo modo abbiamo definito qual è il corridoio interessato, nella fattispecie quello che da Torino va verso il Frejus, passando per la Valle di Susa.
Se è vero che lo stesso giorno alcuni Consiglieri presentarono un ordine del giorno di semicontrarietà all'Alta Velocità - che poi ritirarono per presentare, tutti insieme, un altro ordine del giorno che ribadiva le posizioni illustrate nel programma di Governo - oggi, ma forse il collega Auddino non se n'è accorto nel sottoscriverlo, per la prima volta il centrosinistra presenta un documento in cui pone sostanzialmente due opzioni: una legata alla Valle di Susa (magari anche una legata alla Val Sangone, perché in un passo si legge "le opzioni possibili"), e un'altra attraverso il coinvolgimento democratico delle Amministrazioni e delle popolazioni locali, che avranno il compito di confrontare progetti e opzioni possibili, compresa l'opzione zero. Per la prima volta, il 24 ottobre 2006 la maggioranza di questo Consiglio, sottoscrivendo questo ordine del giorno, dice: "Siamo disposti a realizzare l'Alta Velocità confrontandoci con le popolazioni locali o, qualora sia l'espressione che proviene da quelle realtà, siamo disposti a non realizzare l'Alta Capacità". Questo è il nodo, il passaggio politico fondamentale di chi ha redatto l'ordine del giorno che oggi, in qualche modo, la maggioranza estrinseca.
Dopodiché, leggiamo il comunicato della Presidente Bresso, che certamente è molto più vicino all'ordine del giorno presentato da Alleanza Nazionale, che illustrerò, che non all'ordine del giorno presentato dal centrosinistra.
Finalmente, oggi vi è un dato che cogliamo come positivo, un dato di verità: fino a ieri siamo stati abituati a vivere con la schizofrenia della maggioranza, per cui il collega Auddino si dimentica di avere un collega del proprio partito che ricopre la carica di Presidente della Comunità Montana Bassa Valle, o un collega che è Segretario di Circolo della Val Sangone, che oggi denuncia la scarsa democrazia presente nel suo partito mentre nel tempo si sono lungamente scagliati contro l'Alta Velocità.
Noi vedevamo questa schizofrenia, ma i capi delle istituzioni maggiori ovvero la Presidente Bresso in Regione, il Sindaco Chiamparino in Comune il quale affermava: "A costo di compromettere la mia maggioranza, sarò per l'Alta Capacità" - e il Presidente Saitta in Provincia, hanno sempre declamato, a piena voce, che le loro maggioranze erano assolutamente a favore dell'Alta Capacità e che il centrosinistra piemontese, in tutte le sue articolazioni, era a favore di quel progetto.
Vorrei solo che un esponente della Giunta mi ascoltasse! Nutro molto rispetto per l'Assessore Taricco, ma credo che in tema di Alta Capacità...



PRESIDENTE

La Giunta è presente, con la Presidente Bresso, l'Assessore Borioli e l'Assessore Taricco.



VIGNALE Gian Luca

Sì, ma se mi giro e parlo col mio collega Ghiglia, non sto intervenendo.
Il dato politico sostanziale è che oggi possiamo finalmente dire che non vi è solo più una schizofrenia nelle enunciazioni, ma vi è una vera schizofrenia politica fra il programma presentato, l'enunciazione della Presidente Bresso e l'ordine del giorno sottoscritto da tutti i partiti della maggioranza; questa schizofrenia politica oggi è fra il Consiglio e la Giunta, e non più fra i singoli partiti (perché tutti i partiti della maggioranza oggi sottoscrivono un ordine del giorno); e non è legata alla salute, perché di fronte alla tutela della salute credo non vi sia forza politica in questo partito che dica: "L'Alta Capacità si fa anche sulla pelle e sulla salute dei cittadini", ma è su valutazioni di carattere politico, che scaturiscono dal confronto con le Amministrazioni locali.
Finalmente, avete, in qualche modo, gettato la maschera e cercate anzitutto, di non dire nulla, perché il documento impegna la Giunta regionale a non fare nulla. La dichiarazione della Presidente Bresso è molto più impegnativa rispetto all'ordine del giorno che voi presentate.
Ma la domanda che poniamo alla Presidente, in quanto soggetto eletto dai cittadini, che si presenta agli stessi con un programma che, a sua volta, ha presentato all'Aula, è se è cambiata la linea politica. Perché se è così, allora l'ordine del giorno sarà stato sottoscritto, ma non verrà votato. Se invece verrà votato, prenderemo atto che, ancorché sia stato presentato agli elettori prima e all'Aula dopo un programma, tale programma può essere disatteso (non sarà sicuramente così, ma potrà esserlo).
Certamente le parole che la Presidente oggi ha rilasciato ai giornalisti sono non dico in netta contrarietà, ma non hanno certo grande sintonia con l'ordine del giorno presentato. Se volete, hanno più sintonia con l'ordine del giorno che presenta tutta la minoranza, che chiede che ripartano i sondaggi in Valle di Susa, la predisposizione di un'eventuale valutazione dell'opera in Val Sangone, purché non pregiudichi i tempi della realizzazione globale dell'opera, e di procedere, nei tempi e nei modi concordati dalla Commissione intergovernativa, alla realizzazione inderogabile della nuova linea ad Alta Capacità Torino-Lione.
Sostanzialmente, è quanto dichiara la Presidente, la quale sostiene che in Valle di Susa può passare l'Alta Velocità, che è una zona deindustrializzata e che il passaggio dell'Alta Velocità in Valle di Susa può avere un ritorno in termini di sviluppo economico.
Accogliamo positivamente l'ordine del giorno presentato e avremmo la controprova del fatto che è una speculazione di carattere politico della sinistra radicale che utilizzerà l'ordine del giorno, se approvato, per recarsi dalle popolazioni della Valle di Susa (Rifondazione Comunista Verdi, Comunisti italiani, o comunque chi arriverà per primo) a dire: oggi abbiamo votato un ordine del giorno che per la prima volta fa arretrare la maggioranza di centrosinistra su posizioni legate alla realizzazione, ma mette in campo anche l'ipotesi della non realizzazione.
Ovviamente noi su questo siamo fortemente contrari. Sarebbe bene che anche la Presidente prendesse atto del fatto che comunica ai giornalisti cose che sono in forte dissonanza rispetto a quanto indicato dai firmatari dell'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, do la parola all'Assessore Borioli per alcune integrazioni.
Prima di dare la parola all'Assessore, e poi alla Presidente, comunico che domani mattina, a cura della Presidenza, saranno distribuiti gli accessi all'evento che si tiene in queste giornate a Torino e che, lunedì 30 ottobre, il Presidente della Camera, on. Fausto Bertinotti, sarà a Torino, al mattino all'OVAL per la manifestazione "Terra Madre" e al pomeriggio, dalle 15.30 alle 16.30, alla mostra presso il Museo di Scienze naturali sui 60 anni della Costituente.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Inizio con una battuta. L'unica cosa su cui sono d'accordo con l'intervento del Consigliere Ghiglia, di cui prendo atto e ne faccio umile ammenda, è che in effetti era "supercazzole" e non "superscazzole".
Per il resto, poiché ritengo che competa alla Presidente trarne una valutazione di natura politica più complessiva, vorrei solo puntualizzare alcuni passaggi e alcune date, rispetto alle molte cose dette, facendo solo una premessa.
Innanzitutto, in questo momento non servono inutili contrapposizioni e polveroni su un tema che, mi rendo conto, si presta in modo particolare ad essere oggetto di polemica politica. Credo che a noi, come Giunta regionale e a me come Assessore competente in materia, in questo momento competa soprattutto cercare di interpretare quello che ho definito e ridefinisco "la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi" (che probabilmente si collocano, come orientamento di voto, in entrambi gli schieramenti), di far sì che grandi processi di infrastrutturazione procedano nel massimo possibile della concordia e in un rapporto costruttivo di confronto tra i livelli decisionali cui competono queste scelte (l'Europa, lo Stato e le comunità locali).
Sono questo profilo vorrei ribadire due passaggi, anche se purtroppo si è assentata la Consigliera Ferrero, che aveva fatto alcune specifiche e circostanziate considerazioni. Vorrei ricordare che, rispetto alla tempistica di sviluppo di questa vicenda, è inappropriato dire quello che lei mi ha attribuito, cioè che questa vicenda si sarebbe incagliata solo in questo momento. Ricordo che questa vicenda si è incagliata il giorno 10 dicembre 2005, a fronte dei problemi e degli aspri conflitti di Venaus, su decisione del precedente Governo, che convocò, prima di Natale dello scorso anno, un tavolo politico, mai più riconvocato nel corso dei diversi mesi della sua vita successiva. Rispetta alla vicenda, quindi, il precedente Governo ha determinato un'impasse, un fermo di alcuni mesi, che nella sostanza è durato fino alle elezioni, che hanno determinato l'insediamento di un nuovo Governo e di una nuova maggioranza. Sto facendo la cronaca di quanto è successo.
Ovviamente, il modo in cui sono andate le elezioni ha sottratto, alla maggioranza di allora, l'onere della prova. È un dato di fatto certo che al di là dei proclami e delle alte grida, quella vicenda si è impantanata il 10 dicembre 2005, perché la strada intrapresa per affrontarla portò alla palude, della quale non credo si possa attribuire responsabilità al centrosinistra e al Governo di centrosinistra, che allora neppure c'era.
Con altrettanta schiettezza ritengo che occorra - e in questo, come Regione, abbiamo fatto anche le dovute sollecitazioni - che il nuovo Governo agisca più tempestivamente, a partire dal 9 novembre. Credo che la convocazione del tavolo istituzionale e l'avvio dell'attività dell'osservatorio possano essere decisi in tempi più celeri, rimanendo nell'ambito ristretto, rigoroso e sobrio degli strumenti previsti.
Il problema, per quanto mi riguarda, non è tanto come la pensiamo io o il collega Deambrogio, per la cui opinione ho molto rispetto, ma come attraverso quel lavoro si riesca a produrre un quadro d'intesa utile con le popolazioni che, essendo mancato prima, ha impedito di procedere.
Ancora due puntualizzazioni. È stato molto enfatizzato un elemento, in particolare dal Consigliere Vignale e da altri: la comparsa della cosiddetta opzione zero. Voglio dare una brevissima lettura di un documento che arriva da LTF, un documento di specifiche tecniche inviato alla Regione affinché rilasci le sue osservazioni. LTF è il soggetto che ha redatto la progettazione, incaricato di produrre lo studio d'impatto ambientale su cui si farà la valutazione di impatto ambientale"Il quadro progettuale conterrà indicativamente la descrizione delle ipotesi alternative tecnologiche localizzative considerate, con indicazione dei motivi principali della scelta compiuta, tenendo conto dell'impatto sull'ambiente. Fra queste ipotesi alternative si considererà l'opzione zero (l'ipotesi di non realizzazione del progetto), l'ipotesi di un potenziamento raddoppio della linea storica" e via di seguito.
Quindi, ciò che viene considerato scandaloso nell'ordine del giorno proposto dalla maggioranza è, in realtà, previsto nel processo tecnico di studio di impatto ambientale che normalmente, nell'ambito di queste procedure, implica la valutazione dell'opzione zero. L'ultima precisazione riguarda i sondaggi. Nell'ordine del giorno ho letto che si invita a far partire i sondaggi. Personalmente vorrei che rimanessimo sulle competenze istituzionali. Noi auspichiamo che i sondaggi, necessari allo studio di impatto ambientale, partano il prima possibile. Voi sapete benissimo che non è competenza delle Regione farli ripartire e, come sapete bene, tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo 2005 LTF era pronta a partire con i sondaggi. Fu una decisione di opportunità politica, data la vicinanza delle elezioni, soprassedere e rimandarli ad una fase successiva. Noi non avevamo molto potere, come coalizione di centrosinistra, di influire allora su queste decisioni.
Ci auguriamo che nell'ambito l'Osservatorio si possa partire al più presto, con la concordia della popolazione, con quei sondaggi che, sono fondamentali. Però non è appropriato dire che tocca a noi farli ripartire perché vorrebbe dire attribuirci una responsabilità che non ci appartiene.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio innanzitutto quanti, nel dibattito, hanno sottolineato di nuovo l'importanza di un lavoro e di un avanzamento serrato del confronto iniziato con il tavolo politico di Palazzo Chigi, presieduto prima dal sottosegretario Gianni Letta, poi dal sottosegretario Enrico Letta.
Sottolineo che in questo momento non abbiamo bisogno di proclami.
necessario proseguire con un lavoro serrato secondo gli accordi che sono stati presi, in quanto, in questo ultimo anno e mezzo, la continua modifica delle regole in base alle quali si prendevano le decisioni ha fatto perdere tempo.
Si è concordato a tutti i livelli, dal Governo fino ai rappresentanti della Valle di Susa, passando per la Regione, la Provincia, il Comune di Torino e gli altri Comuni coinvolti della cosiddetta "Gronda", di avviare questo tavolo politico di Palazzo Chigi con un osservatorio, attualmente presieduto da Mario Virano, che avrebbe dovuto esaminare tutte le opzioni ripercorrendo a ritroso il percorso seguito, per dimostrarne la validità o per mettere in evidenza possibili errori. Successivamente, si è deciso di togliere dalla legge obiettivo - questo lo considero giusto - la realizzazione della TAV e di avviare formalmente la Conferenza dei servizi.
Oggi sono convinta che il modo migliore per non perdere tempo sia seguire il percorso concordato, in base al quale è possibile dimostrare che l'opera non è solo importante - questo lo sappiamo, lo abbiamo detto molte volte - ma può essere realizzata in modo da non ledere alcuni diritti fondamentali degli abitanti della valle. Si tratta di non mettere a rischio la vita delle persone e di vedere realizzare un'opera nel pieno rispetto delle compatibilità ambientali e delle possibilità di sviluppo della valle.
Credo che sia un percorso che dobbiamo seguire. In questo senso ritengo che il documento presentato dalla maggioranza corrisponda a quanto c'è da fare in questo momento: partecipare al tavolo politico all'osservatorio tecnico, operare perché si vada avanti con un programma di lavoro preciso. Il tavolo politico deve dare al tavolo tecnico il programma di lavoro.
necessario farne parte e portare tutta la nostra esperienza, che è ampia e importante, per chiarire la questione del nodo di Torino, per noi assolutamente fondamentale.
Penso che il luogo giusto sia la Conferenza intergovernativa, ma l'Osservatorio può dare dei suggerimenti per definire l'avvio dei processi e le modalità del trasferimento modale, su cui, peraltro, la Commissione europea presieduta da Costa ha lavorato per costruire gli strumenti europei di trasferimento di risorse dalla strada alla ferrovia. Io dico che è fondamentale.
In questi giorni abbiamo a lungo discusso anche politicamente sulla questione dell'inquinamento atmosferico. Percorrete la Torino-Trieste o la Torino-Piacenza-Cremona, in qualunque ora della giornata e dell'anno troverete una colonna di solito quasi continua di tir che fanno lo stesso identico percorso (quello della linea ad alta capacità), che liberano nell'atmosfera quantità inenarrabili di inquinanti. È evidente che il lavoro sull'intermodalità non può che essere fatto anche modificando i costi relativi del trasporto, rendendo cioè più attraente l'uso della ferrovia dal punto di vista dei costi. Questo non può avvenire fino a quando non sarà realizzata la linea, oltre che da Torino a Lione, lungo l'asse della Pianura Padana.
Mi sembra ci siano tutti gli elementi essenziali sui quali si deve lavorare. Occorre procedere con calma e perseveranza, senza perdere tempo ma seguendo tutti i percorsi definiti, per evitare che qualcuno possa dire che non è stata valutata sufficientemente un'opzione presente sul tappeto.
Le opzioni sono chiare, verranno definite con il mandato del tavolo politico e, a quel punto, verrà fatta la valutazione ed evidenziata l'opzione che, dal punto di vista complessivo del territorio e della Valle presenta le caratteristiche migliori.
Questo vale anche per la cosiddetta opzione Val Sangone. L'alternativa è nota solo in ipotesi di metaprogetto; affinché possa essere valutata dovrà essere trasformata almeno in un'ipotesi preliminare di tracciato, che metta in evidenza i problemi e consenta così di fare un confronto tecnico di opportunità, di vantaggi e di svantaggi possibili collegati a quel tracciato. Certamente ha un vantaggio, quello di passare sulla sponda destra, esposta a nord, quindi la meno popolata, ma che presenta tutta una serie di altri problemi.
Invece, come ha già rilevato l'assessore Borioli, pur apprezzando una serie di interventi dell'opposizione, che in molti casi condivido - ad esempio la maggior parte delle osservazioni del consigliere Casoni - non credo che corrisponda alle nostre competenze un ordine del giorno che addirittura ci chiede di procedere alla realizzazione inderogabile della nuova linea.
Come Giunta regionale del Piemonte, non siamo in grado di procedere alla realizzazione della nuova linea, ma siamo in grado di partecipare ad un iter decisionale nel quale le nostre competenze, non piccole, sono chiare e definite. Si tratta comunque di competenze in merito all'approvazione, contestualmente ad altri soggetti, del progetto definitivo. Noi abbiamo già dato delle prescrizioni sul tracciato attuale se cambiasse in tutto o in parte dovremo riformularle.
Allo stesso modo, non credo che in questo momento sia compito nostro realizzare un'ipotesi progettuale sul tracciato della Val Sangone, perché è stato individuato un osservatorio, che dovrà chiedere a chi desidera di fare un progetto. Se lo chiedesse a noi, lo potremmo fare, ma in questo momento non è nostro compito ed è importante che non troppi soggetti si occupino delle stesse cose creando solo confusione.
stato concordato un luogo unico per gli approfondimenti tecnico ambientali e uno per prendere le decisioni, ai quali ci atterremo: prima il tavolo politico, poi, la Conferenza di servizi per l'approvazione formale degli atti.
Voglio rassicurare il Consiglio che siamo attentissimi nel seguire la questione e che faremo tutto quello che rientra nelle nostre competenze anche di più.
Riteniamo che in questo momento ciò che conta sia non cambiare ulteriormente l'iter decisionale concordato e, per la prima volta accettato da tutti. Un iter che ha iniziato a produrre dei risultati positivi, cioè una ripresa del dialogo in Valle di Susa, una maggiore certo, ancora non quella che vorremmo - disponibilità al confronto da parte delle amministrazioni locali e la disponibilità di alcuni sindaci della Valle Sangone a discutere di un'ipotesi di tracciato nella loro valle, che giudico positivamente. È un segno di maturità amministrativa e di apertura.
Si tratta però di un tracciato che deve essere ancora definito. L'assessore che segue i lavori riferirà puntualmente al Consiglio o alla Commissione dell'avanzamento della nostra partecipazione all'iter di approfondimento decisionale, che ritengo sia oggi ben incardinato in strumenti che non devono essere ulteriormente cambiati.



PRESIDENTE

Alla comunicazione della Giunta sono collegate alcune interpellanze e interrogazioni che, se i proponenti sono d'accordo, possiamo dare per assorbite nel dibattito generale.
Vengono assorbite nel dibattito generale l'interpellanza n. 746 "Denuncia dell'Arpa per la certificazione della sicurezza degli scavi per la linea TAV" presentata dai Consiglieri Ferrero, Cavallera l'interrogazione n. 786 "Oggettività dei rilievi geologici in Mompantero e dell'attività della Commissione di Rivalta" presentata dai Consiglieri Bossuto, Clement, Dalmasso, Deambrogio, Barassi, Moriconi, Robotti Valloggia l'interrogazione n. 1033 "La Svizzera 'soffia' la TAV al Piemonte" presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta, Vignale l'interrogazione n. 1038 "TAV/TAC - Tracciati alternativi" presentata dal Consigliere Dutto.
Sul tema, sono stati altresì presentati i seguenti ordini del giorno: n. 390: "Realizzazione della linea ad alta capacità Torino-Lione" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta, Vignale n. 426: "Iniziative per garantire la tempestiva realizzazione della tratta Alta Velocità Torino-Lione", presentato dai Consiglieri Ferrero, Cavallera Cotto, Leo, Burzi n. 475: "Realizzazione della linea ferroviaria ad alta capacità Torino Lione" presentato ai Consiglieri Casoni, Ghiglia, Vignale, Rossi, Burzi Giovine, Cotto, Scanderebech, Nicotra, Boniperti, Pichetto Fratin n. 474 "TAV e grandi opere" presentato dai Consiglieri Muliere, Auddino Biziak, Lepri, Deambrogio, Moriconi, Robotti, Valloggia, Travaglini Reschigna, Manolino, Boeti, Cavallaro.
Gli ordini del giorno n. 390 e n. 426 sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Restano così rubricati gli ordini del giorno n. 474 e n. 475.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Presidente Bresso, se il problema riguarda i termini, lo so benissimo anch'io che non è la Regione Piemonte che li definisce, impiego un secondo a scrivere nel documento "contribuisce a". Voglio cogliere il senso politico della dichiarazione. So benissimo che il progetto alternativo non lo studia la Regione Piemonte, ma la Presidente sa bene che la Regione Piemonte partecipa al tavolo con autorevoli responsabili, quindi può far sì che le indicazioni della Regione Piemonte contribuiscano alla realizzazione dell'opera.
Mi aspettavo un po' più di coraggio da parte della Presidente. Se poi la Presidente mi dice che il progetto non lo realizzate voi, modifico il mio ordine del giorno dicendo: "A far sì che l'osservatorio realizzi..." "A far sì che la Conferenza intergovernativa proceda velocemente". Sono indirizzi politici che sono stati buttati giù solo per assumere il senso delle decisioni.
Posso essere d'accordo su una parte delle considerazioni che la Presidente ha espresso sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.
Ma, come la Presidente avrà letto, se lei vota l'ordine del giorno della maggioranza - di questo prendiamo atto - vuol dire che prende in ipotesi il fatto di confrontare progetti ed opzioni possibili, compresa l'opzione zero, cioè di non realizzare più la linea.
Nelle premesse dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Muliere e altri, nella parte relativa al "Considerato che" c'è scritto che si può anche considerare l'opzione zero, perciò votando questo ordine del giorno è vero che la Presidente non si esprime per l'opzione zero, ma lascia intendere che, se ci fosse un'opzione zero, alla Presidente potrebbe andare bene.
Non c'è un'ipotesi di governo della Regione, come invece la Presidente ha detto di voler fare su quest'opera. Capirei se la Presidente dicesse una cosa del tipo: "Quest'opera deve essere realizzata", come ha detto più volte, "nel rispetto dei territori, ma deve essere realizzata". L'opzione zero non esiste, altrimenti è una novità politica. Per carità, noi ne prendiamo atto e faremo comunicazioni di conseguenza.
Auspicavo che si potesse modificare il nostro ordine del giorno e quello presentato dalla maggioranza e di giungere ad un ordine del giorno comune. Se, invece, si vogliono mantenere queste posizioni, politicamente dico che va benissimo, votiamo come ha detto la Presidente (chiedo che la votazione avvenga per appello nominale in modo che sappiamo chi e che cosa vota), ma le conseguenze sono insite in questi documenti, che ci preoccuperemo di veicolare sul territorio, in modo che si capisca chi è che ha la volontà di realizzare l'opera nel rispetto del territorio.
Non chiediamo di realizzare l'opera sopra la testa dei cittadini chiediamo di esprimere una volontà, come la Presidente ha già fatto in più di un'occasione nel suo programma, nelle sue dichiarazioni e, ancora oggi sul comunicato stampa che abbiamo letto e che va in una certa direzione.
Ripeto, se il problema riguarda quelle due parole le modifichiamo e chiediamo alla Presidente se accetta il nostro ordine del giorno. Se invece, il problema non riguarda le due parole o la forma ma è un discorso del tipo: "Non voglio ricevere alcun apporto dalla minoranza", noi ne prendiamo atto. Vuol dire che, avendo offerto una collaborazione, questa ci viene rifiutata, per cui ci guarderemo bene in futuro da offrirne un'altra.
Si porge una guancia, ma non si porgerà l'altra. Le valutazioni le fa la Presidente.
Siamo abituati, se tentiamo una collaborazione, a ricevere un segnale dall'altra parte. Se invece questo segnale non c'è, rimangio quello che ho detto prima relativamente alla collaborazione. Se la nostra collaborazione non è apprezzata ci facciamo da parte, faremo la nostra comunicazione politica e ognuno andrà per la sua strada.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Credo che l'ordine del giorno presentato e sottoscritto dai rappresentanti della minoranza e da vari colleghi della minoranza sia un documento che non obbliga la Presidente e la sua Giunta a fare nulla di particolare con le modifiche che ha poi presentato il primo firmatario William Casoni. Credo non si possa assolutamente dire che si impegna la Giunta a fare qualcosa che non è sua competenza.
"Intervenire", "cercare di", "valutare di" sono cose che danno un impegno alla Giunta a lavorare in un certo senso, per voler perseguire un certo risultato che, in base a quello che ha sempre dichiarato la Presidente Bresso sui mezzi di informazione, è quello che, di fatto, è scritto su quest'ordine del giorno. Addirittura si dice anche di intervenire per fare una verifica di fattibilità per le eventuali opere in Val Sangone; addirittura la porta aperta totale anche sulla Val Sangone che, se risultasse meglio della Valle di Susa, perché no? Assolutamente non si vede alcun tipo di intervento, né ostruzionistico né scorretto, nei confronti della Giunta e della Presidente Bresso. Questo per quanto riguarda la parte politica.
Intervengo anche sulla questione Presidente Bresso. Presidente Bresso devo dire che finalmente ho sentito, dopo settimane, forse mesi, di assenza verbale, la sua voce. Ormai eravamo abituati a vederla transitare nell'aula, andare nei corridoi, passare nelle salette e nelle aulette passare dal Consiglio, sedersi qualche minuto, andarsene ma non intervenire mai. Addirittura si è fatta sostituire, nell'intervento sulle sue dichiarazioni sui giornali a proposito della finanziaria, dall'Assessore Peveraro, non perché lei non ci fosse. Lei c'era, aleggiava in quest'aula ma non è voluta intervenire.
Finalmente, questa sera sono contento e soddisfatto di avere di nuovo sentito la sua voce. Quindi, le chiedo, Presidente, visto che lei dice di essere in buona fede, di essere in buona fede fino in fondo. Non si comporti, come fa abitualmente da Giano bifronte, cioè tiene una posizione molto ufficiale quando ha paura di essere silurata dalla sua maggioranza in Consiglio, e poi tiene un'altra posizione quando si trova a trattare con gli imprenditori, con il Governo, con le altre Regioni interessate dall'opera.
Prenda una posizione netta, chiara, definitiva. Dimostri di avere in mano la sua maggioranza. Ha un'occasione d'oro, perché la stessa minoranza le presenta un ordine del giorno che va nel senso di quello che lei dichiara abitualmente fuori di quest'aula, e dia una dimostrazione, una volta tanto, di collaborazione. Dia una dimostrazione, una volta tanto, di prendere in considerazione anche le istanze della minoranza, specie quando ricalcano le cose che lei ha detto fuori di quest'aula, e dia un parere favorevole a quest'ordine del giorno che, ripeto, è assolutamente in linea con quello che desidera maggior parte dei piemontesi, degli imprenditori di coloro che sanno quello che quest'opera potrebbe dare alla nostra Regione, che ne ha tanto bisogno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Ripeto alcuni concetti che, secondo me, sono fondamentali. Noi siamo in una realtà precaria, per ciò che concerne la sicurezza, e cosa ancor più grave siamo in una situazione d'emergenza, di un' emergenza sicurezza e di povertà. Prima c'era il problema della quarta settimana, adesso c'è il problema della terza settimana, collega Deambrogio.
Mi chiedo come davanti ad una scelta così importante per lo sviluppo e l'occupazione non solo del nostro territorio, ma dell'intero territorio nazionale, si possa essere così tardivi. Ma come si fa? Come si fa, quando si cerca di difendere i diritti e i doveri dei cittadini, di essere la bandiera dei diritti dei cittadini, a non essere solidali e a non assumersi il coraggio di prendere delle decisioni importanti? A che cosa serve la politica? A che cosa serve la democrazia? Ditemelo voi, colleghi. A cosa serve essere qui, dal momento in cui non abbiamo il coraggio, tutti assieme di assumerci degli impegni seri. Se non lasciamo da parte gli interessi partitici, rinunciamo al nostro impegno che è quello previsto, ripeto, dal nostro mandato elettorale, collega Deambrogio. Non bisogna soltanto difendere la propria appartenenza politica, perché se così fosse non andremmo più da nessuna parte. La quarta settimana è diventata, oggi, la terza; domani diventerà la seconda. Così facendo, aumentano le famiglie povere a Torino. Aumenta il disagio sociale e, soprattutto, andremo avanti sempre in prossimità di emergenze, ossia emergenza costante.
Noi dobbiamo invece risolvere i problemi. Dobbiamo affrontarli dobbiamo assumerci degli impegni. Dovete essere voi, che portate avanti la bandiera della difesa dei diritti dei lavoratori, a dire: "Facciamo l'Alta Velocità". La Presidente Bresso, lo ripeto, mi auguro che voti questo nostro ordine del giorno, anche modificato. Ma quello che a noi interessa è dare un segnale forte. A noi interessa dire che l'Alta Velocità è una questione di centrodestra o di centrosinistra. A noi interessa fare le cose, ci interessa risolvere i problemi, dare delle risposte chiare e concrete ai nostri cittadini.
Non possiamo permetterci di difendere la nostra identità politica, di difendere la nostra ideologia e di essere demagogici, a scapito dell'interesse dei cittadini. Oggi non lo possiamo più fare, cari colleghi.
Oggi dobbiamo essere coraggiosi, perché diversamente la politica non serve a niente. Diversamente, non serve a niente la democrazia. Diversamente, non può essere applicato quel famoso principio di sussidiarietà, che dice: laddove non può intervenire la Regione, intervenga lo Stato; laddove non possono intervenire gli Enti locali, intervenga la Regione; laddove non possono intervenire i cittadini, intervengano gli Enti locali.
Oggi tutte le istituzioni si devono assumere questi impegni e faccio davvero un appello alla Presidente Bresso, affinché dichiari veramente che è disposta a rinunciare a qualsiasi forma di maggioranza o di alcuni pezzi della sua maggioranza purché si risolva il problema economico-sociale del nostro territorio e della solidità della nostra nazione, perché se non verrà fatta l'Alta Velocità, presto saremo travolti da una valanga. Se oggi, ripeto, non affrontiamo questo problema con coraggio, verremo emarginati domani e non avremo più tempo per rimediare agli sbagli perch le cose oggi vengono fatte ad una velocità supersonica.
Mi auguro che la Presidente Bresso sia solidale e accetti il nostro ordine del giorno, ma che diventi l'ordine del giorno di tutti. Aggiunga una regola, aggiunga un punto e virgola, lo corregga grammaticalmente, ma una volta per tutte, siamo solidali con un problema che ci riguarda tutti e che riguarda, in modo particolare, l'interesse economico e sociale dei nostri figli e il loro futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Devo dire che sono fortunato, perché gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, soprattutto l'ultimo, mi facilita di molto il compito.
Quando sentivo l'amico Deo, mi sembrava di sentire alcuni predicatori che invitavano con grande passione, credo nel XII secolo, alle Crociate, alcune delle quali non casualmente partivano anche da quella Puglia che, in qualche modo, ha connotato in parte, credo, il sangue e il temperamento del collega Scanderebech.
Io un tale livello di passione non ce l'ho, in più sono fortemente inquinato dall'influenza che, credo, provvisoriamente, il Vicepresidente Peveraro ci ha attaccato.
Ciò detto, ovviamente votiamo a favore dell'ordine del giorno che vede il capogruppo Casoni come primo firmatario, facendo alcune considerazioni.
Mi sembra che chiunque abbia sentito la Presidente Bresso, nei non pochi interventi che sul tema si sono sin qui succeduti, non può non avvertire la differenza, se non altro, nei toni, che in questi diciotto mesi il tema ha trovato nell'ambito delle parole della Presidente. Noi apprezziamo, pur sottolineandone la tardività, la responsabilità con cui la Presidente di questa Regione si fa carico di un problema che, come è stato ricordato, è un problema o un'opportunità di tutti. Apprezziamo l'attenzione, seppur tardiva, con cui si sta lavorando con qualche esito per limare nella forma, non nella sostanza, un ordine del giorno che ha come è già stato ricordato, il solo scopo di aiutare il Piemonte nella realizzazione di una infrastruttura, che noi consideriamo strategica, non per i piemontesi di oggi ma, per i piemontesi di domani e, soprattutto, per quelli di dopodomani.
Noi votiamo, volentieri, a favore di questo ordine del giorno. Spiace che in altri momenti della giornata, sia in Aula, sia fuori dall'Aula siano avvenute cose - sembrerebbe di citare Blade Runner, ma non so se la giornata sia piovosa o meno perché all'interno dell'Aula non se ne vedono gli esiti - che, certamente, avranno delle conseguenze nelle nostre attività di Consiglio delle prossime giornate.
Certo anche a me, anche se in maniera meno appassionata di quella sanguigna del Capogruppo Scanderebech, certi ricordi su termini come democrazia e rappresentazione popolare, fatti oggi da componenti che ne hanno a lungo usato e abusato, e che oggi si sottraggono a ciò che questi termini rappresentano nel Piemonte di oggi, colpiscono. Lo vedremo certamente, nello sviluppo delle prossime fasi. Per oggi prendiamo atto con un'inconsueta fase di responsabilità, che anche la Presidente si rende conto, credo, che il problema non è solo più politico, non solo più elettorale, non solo più di rapporti tra parti, ma un problema oggettivo di chiunque abbia l'onore e l'onere di governare il Piemonte di oggi nell'interesse dei piemontesi di dopodomani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
Il Gruppo del partito di lista PSI è favorevole a realizzare l'opera.
Mi auguro e credo che qualcuno stia limando i due documenti, in modo che si possa concretizzare un documento unitario. Altrimenti, personalmente voterò il documento del Consigliere Casoni.
Se mi è permesso, vorrei dare un consiglio, politicamente affettuoso scusate il termine - alla Presidente: siccome credo alla buona fede della Presidente di voler realizzare l'opera, perché troppo importante per il Piemonte e non solo, non vorrei però che, proprio per tutte quelle manfrine che, a volte, succedono in politica, al di là della nostra volontà, si dovesse un giorno arrivare ad una situazione in cui il Piemonte rimanga tagliato fuori. Questo sarebbe grave.
Per una Presidente che ha capacità e voglie decisioniste sarebbe ancora più grave non aver preso una decisione in questo settore. Personalmente, se si arrivasse ad una votazione trasversale - e alla fine si arriverà ad una votazione trasversale - non ritengo che si pongano problemi di caduta della maggioranza. Ritengo sia una cosa normale che, su alcuni argomenti, ci siano delle votazioni trasversali, soprattutto quando queste votazioni possono raggiungere punte del 90%. Credo che sia questa la realtà in quest'Aula. Soprattutto quando questa è la volontà della stragrande maggioranza del popolo piemontese, dei cittadini piemontesi e degli operatori piemontesi.
Lo dico affettuosamente e scherzando, perché, ripeto, credo nella sua buona volontà, ma se la Presidente prendesse qualche decisione come è nel suo stile, eviterebbe all'Assessore competente di imitare i cinesi. I cinesi sono famosi per imitare noi o altri; in questo caso lui, per assecondare gli equilibrismi, è costretto a imitare i cinesi. Loro hanno inventato le scatole cinesi, il nostro Assessore è costretto a inventare i tavoli cinesi perché, ogniqualvolta se ne chiude uno, se ne apre un altro.
Ripeto, vogliamo concedere la buona fede. Questo si potrebbe già dimostrare completando quel documento, che non è così distante. Se così si farà, forse, è un primo passo, come mi auguro. Se così non sarà, voterò il documento del Consigliere Casoni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Raccogliendo l'invito del Consigliere Segretario Questore Spinosa e del Vicepresidente Placido, sarò rapidissimo. Innanzitutto, ringrazio l'Assessore Borioli, ma in particolare la Presidente Bresso per essere stata con noi fino a così tarda ora, cosa assai apprezzabile, visto che è sempre più rara come evenienza. Grazie per la sua presenza e per aver partecipato a questo dibattito, che riteniamo arricchente.
Esprimo la mia dichiarazione in favore dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Casoni, come primo firmatario, che ho sottoscritto in calce nella presentazione, e per tutte le considerazioni che hanno ampiamente argomentato i colleghi Burzi, Casoni e Nicotra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CASONI William

Vorrei conoscere il parere della Presidente Bresso sull'ordine del giorno che abbiamo modificato.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Naturalmente questo è un giudizio personale. Per quanto mi riguarda l'ordine del giorno così come modificato è perfettamente accettabile aggiunge e non è in contraddizione con quello presentato dalla maggioranza.
Ricordo solo che la questione dell'opzione zero, come è stato detto, è contenuta negli accordi che già furono presi ai tempi del primo tavolo politico, i quali prevedevano di fare una valutazione di impatto ambientale che comprendesse appunto tale opzione. Secondo buona prassi, avendo scritto molti libri sulla valutazione di impatto ambientale, se si decide di farla ci deve essere anche quell'opzione. Per quanto riguarda il testo, in questo caso, nulla osta. La maggioranza, ovviamente, può decidere ciò che vuole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 474, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nel Programma di Governo di Prodi 2006-2011 si prevede di "varare una nuova legge-quadro per il governo del territorio che operi secondo i seguenti criteri: evitare il consumo di nuovo territorio senza aver prima verificato tutte le possibilità di recupero, di riutilizzazione e di sostituzione realizzare una gestione integrata che tenga conto della biodiversità, della qualità ambientale, culturale e paesistica, del ruolo multifunzionale dell'agricoltura e insieme della qualità sociale e urbana" e ugualmente "l'Unione si impegna a individuare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastrutturali da realizzare prioritariamente, in coerenza con il "Piano generale dei trasporti", con il coinvolgimento attivo degli enti territoriali.
L'individuazione delle priorità infrastrutturali deve a sua volta avvenire alla luce delle risultanze della valutazione ambientale strategica (VAS) dell'esame del rapporto costo-beneficio di ogni intervento e della sua coerenza con gli obiettivi generali e di sistema da perseguire, a partire dal riequilibrio modale. A tal fine, proponiamo di modificare la "legge obiettivo", per rafforzare il ruolo degli enti territoriali..." considerato che in queste settimane si dovrebbe costruire a livello nazionale un tavolo politico ed un osservatorio tecnico che, attraverso il coinvolgimento democratico delle amministrazioni e delle popolazioni locali, avranno il compito di confrontare progetti ed opzioni possibili compresa "l'opzione zero" considerato ulteriormente che alla prima riunione del Tavolo Politico svoltosi il 29 giugno 2006 a Palazzo Chigi, da parte del Governo è stata ribadita la rilevanza strategica per gli interessi nazionali ed europei del corridoio 5 tutto ciò premesso e considerato impegna la Giunta regionale a muoversi ed operare per quanto di sua competenza, all'interno del quadro disegnato dal programma di governo nazionale e dall'attivazione del Tavolo Politico e dell'Osservatorio Tecnico ad operare affinché il Tavolo Politico Istituzionale, convocato per il 9 novembre 2006 a Palazzo Chigi, definisca un programma di lavoro preciso per l'Osservatorio Tecnico a coordinare con i lavori dell'Osservatorio la Conferenza dei Servizi strumento ritenuto più idoneo al fine di pervenire ad un effettivo coinvolgimento di tutte le Istituzioni nelle decisioni a tenere conto del confronto tra il Governo e la Rete Ferroviaria Italia (RFI) sul nodo di Torino a mettere a punto tempestivamente, anche nell'ambito dei lavori dell'Osservatorio, un modello di esercizio che consenta di attivare fin da subito processi di trasferimento modale".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno risposto Sì 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato al voto 6 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione appello nominale sull'ordine del giorno n. 475, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale viste le iniziative e le proposte avanzate dalla Val Sangone, che chiede che la Torino-Lione venga realizzata sul proprio territorio visto e considerato il rischio che ulteriori e gravi ritardi, in tutte le varie fasi di realizzazione dell'opera, possano portare alla perdita dei finanziamenti e alla scelta, da parte dell'Unione Europea, di portare il "Corridoio 5 Lisbona-Kiev" al di fuori del territorio nazionale, con incalcolabili conse guenze sia sotto il profilo economico sia sotto l'aspetto dello sviluppo viste le dichiarazioni in merito e a sostegno dell'opera, così come inizialmente prevista, dalla stessa Presidente della Giunta regionale Mercedes Bresso impegna la Giunta regionale a suggerire agli organi competenti di predisporre contestualmente e al più presto una verifica di fattibilità per un'eventuale valutazione dell'opera in Val Sangone, che però non pregiudichi i tempi di realizzazione globali dell'opera a garantire l'appoggio all'opera ed a procedere nei tempi e nei modi concordati dalla Commissione Intergovernativa per la realizzazione della nuova linea ad alta capacità Torino-Lione".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno risposto Sì 24 Consiglieri ha risposto NO 10 Consigliere si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato al voto 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.50)



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