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Dettaglio seduta n.12 del 19/07/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 15.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Buquicchio, Cavallera e Ghiglia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 27: "Consigliere/i di parità regionali (D. lgs. 196/2000) - Designazione di 1 Consigliera/e di parità effettiva/o e di 1 supplente"


(Divenuta DCR n. 14-23196)



PRESIDENTE

In ordine all'elezione per il Consigliere di Parità, comunico che è stata sentita la Commissione Regionale di Concertazione, come previsto dal decreto legislativo n. 196 del 2000, che ha espresso il parere in data 28 giugno ultimo scorso; parere che è stato comunicato alla Commissione Consultiva per le Nomine del Consiglio regionale.
I documenti per l'elezione sono distribuiti in un unico plico; prego i colleghi di scrivere i nomi sulle schede.
Occorre chiarire che, per quanto riguarda l'elezione della Consigliera di Parità, si votano due nomi (un Consigliere effettivo e un Consigliere supplente); per il Comitato Direttivo si nomina un amministratore che, di prassi, è sempre stato un Assessore, per cui è arrivata con un'unica designazione: l'Assessore Conti; per il Centro Internazionale di Coordinamento, gli esperti sono due funzionari della Giunta regionale preposti ai rispettivi settori; per quanto riguarda la Commissione Consiliare per i gemellaggi, il voto è limitato a 5 preferenze; per la Commissione regionale per la cooperazione a due preferenze; per la Consulta regionale per la difesa dei consumatori ad una sola preferenza; per la Consulta dell'Emigrazione a due preferenze; per il Consiglio regionale del Volontariato non vi sono limiti, ciascun Consigliere può esprimere due preferenze.
Nomino scrutatori i Consiglieri Bossutto e Vignale.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo designate la signora Alida Vitale quale Consigliera di parità regionale effettiva, e la signora Franca Turco quale Consigliera di parità regionale supplente.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 21: "Centro interregionale di coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali" (articoli 4 e 5 Protocollo di Accordo) - Comitato direttivo - nomina di 1 Amministratore


(Divenuta DCR 15-23197)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo nominato, quale Amministratore del Comitato direttivo nel Centro interregionale di coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali il signor Conti.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 28: "Centro interregionale di coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali" (articoli 4 e 5 Protocollo di Accordo) - Comitato tecnico esecutivo - designazione di 2 esperti


(Divenuta DCR 16-23198)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo designati, quali esperti del Comitato tecnico esecutivo nel Centro interregionale di coordinamento e documentazione per le informazioni territoriali, i signori Rao e Garretti.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 26 "Commissione consiliare per i gemellaggi" (articolo 6 l.r. 4/1980) - Nomina di 8 Consiglieri regionali, di cui 3 espressi dalle minoranze


(Divenuta DCR 17-23200)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo nominati nella Commissione consiliare per i gemellaggi i Consiglieri Barassi, Pizzale, Cavallaro, Robotti, Ricca, Casoni, Monteggia e Cirio, questi ultimi tre in rappresentanza delle minoranze.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 24: "Commissione regionale della cooperazione" (articolo 9 l.r. 23/2004) - Designazione di 3 Consiglieri regionali, di cui 1 espresso dalle minoranze


(Divenuta DCR 18-23202)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo designati componenti della Commissione regionale della cooperazione i Consiglieri Motta, Bellion e Ferrero, quest'ultima in rappresentanza delle minoranze.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 22: "Consulta regionale per la difesa del Consumatore" (L.r. 21/1985, modificata dalle leggi regionali 23/1994 20/1995 e 90/1995) - Elezione di 2 Consiglieri regionali di cui 1 espresso dalle minoranze


(Divenuta DCR 19-23204)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti nella Consulta regionale per la difesa del Consumatore i Consiglieri Turigliatto e Giovine.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 23: "Consulta regionale dell'Emigrazione" Nomina di 3 Consiglieri regionali, di cui 1 espresso dalle minoranze


(Divenuta DCR 20-23205)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo nominati, nella Consulta regionale dell'Emigrazione i Consiglieri Boeti, Moriconi e Cotto, quest'ultima in rappresentanza delle minoranze.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 25: "Consiglio regionale del Volontariato" (L.r. 38/1994 e s.m.i. - DGR n. 15-12043 del 23 marzo 2004) - Designazione di 2 Consiglieri regionali


(Divenuta DCR 21-23206)



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo designato nel Consiglio regionale del Volontariato il Consigliere LEPRI Stefano. Successivamente si procederà all'integrazione dell'organo in quanto gli altri candidati non hanno raggiunto il quorum richiesto dall'articolo 72, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 79 "Rendiconto generale per l'esercizio 2004"


PRESIDENTE

Si proceda allo spoglio delle schede; nel frattempo, andiamo avanti con l'esame dei punti all'o.d.g.
Passiamo al punto 7) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 79.
Relatore è il Consigliere Reschigna, che ha pertanto la parola.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Il disegno di legge n. 79, "Rendiconto generale per l'esercizio 2004" è stato presentato dalla Giunta regionale il 29 giugno 2005, assegnato per l'esame in sede referente alla I Commissione il 4 luglio e licenziato all'unanimità dalla I Commissione permanente nella seduta dell'8 luglio 2005.
Questo disegno di legge ha un'anomalia di fondo rispetto alla normale valutazione di un conto consuntivo: è il conto consuntivo di un esercizio che vedeva protagonista un'Amministrazione regionale e viene approvato da un nuovo Consiglio regionale. Dico questo perché molte volte si tende a dare maggiore importanza alla discussione e all'approvazione sul bilancio di previsione, mentre a mio parere è dal rendiconto generale sull'esercizio finanziario che emergono degli elementi di valutazione, non solo rispetto al raggiungimento o meno degli obiettivi che l'Amministrazione si era posta con il bilancio preventivo, ma anche degli elementi di valutazione circa lo stato generale dell'Ente, la situazione patrimoniale dello stesso e anche relativamente al livello di efficacia e di efficienza che l'azione amministrativa ha saputo garantire durante lo svolgimento dell'esercizio.
Detto questo e riscontrata questa anomalia, mi sembra opportuno stimolare il confronto all'interno del Consiglio regionale su alcune questioni che mi sembrano di particolare interesse. La prima: l'avanzo finanziario prevede un saldo attivo di euro 127.453.060; a ciò si arriva calcolando il fondo di cassa alla chiusura d'esercizio, pari a euro 4.145.722, l'ammontare dei residui attivi, pari a euro 4.052.420.454, e l'ammontare dei residui passivi, pari a euro 3.925.687.394.
Il livello dell'indebitamento, nel corso dell'esercizio, cresce di 500 milioni, ma è un indebitamento attraverso il ricorso a un mutuo a copertura di disavanzo degli esercizi precedenti e non a sostegno di una politica di investimento. Il livello di indebitamento cresce di 500 milioni meno 631.843.567, che era il livello dell'indebitamento autorizzato.
Il secondo elemento che mi pare importante esprimere in questa relazione riguarda le tematiche dell'avanzo dell'esercizio finanziario. Su questo si è discusso in parte all'interno della Commissione, anche sulla base della relazione fatta dal Vicepresidente della Giunta, Susta. L'avanzo finanziario di euro 127.453.060 - che risulta minore rispetto al pre consuntivo di euro 226.283.050 - è un elemento su cui mi vorrei permettere due brevissime considerazioni.
In primo luogo, analizzando la situazione degli avanzi finanziari, sia quelli effettivi sia quelli derivati dai pre-consuntivi degli anni precedenti, si assiste sempre, tra l'una e l'altra fase, a un divario, che però assume caratteristiche molto forti e sostanziali soprattutto nel consuntivo del 2004 e nel consuntivo del 2003. Sostanzialmente le variazioni in diminuzione nei conti consuntivi dei due esercizi sono maggiori rispetto all'avanzo iniziale e determinano un avanzo al termine dell'assestamento molto meno forte e molto meno significativo rispetto al dato iniziale. A mio parere, questo dovrebbe essere attentamente considerato, perché a ciò si arriva in gran parte anche attraverso una politica non corretta, che si esprime in maniera forte e sostenuta soprattutto nell'ultimo mese di ricorso ad impegni non finalizzati a un dovere contrattuale o a un'obbligazione assunta dall'Ente, ma a degli impegni che hanno solamente la caratteristica di tenere del fieno in fascina nei diversi settori e nei diversi ambiti. Ciò altera però, a mio parere, la dimensione e l'effettiva leggibilità del bilancio e non consente, per alcuni aspetti, una chiara valutazione di quelle che sono le risorse necessarie nei diversi ambiti di intervento e soprattutto la capacità effettiva di spesa che viene espressa nei diversi ambiti d'intervento.
Su questo, come ha ricordato il Vicepresidente nel suo intervento in I Commissione, è importante, per garantire una leggibilità complessiva e una capacità di lettura degli effettivi bisogni e delle effettive capacità di spesa nei diversi settori, che questa tendenza, che si è espressa in maniera forte negli ultimi due anni, trovi una sua notevole attenuazione perché - ripeto - gli impegni sono obbligazioni, rispondono a un'obbligazione, a una volontà, a un obbligo che l'Amministrazione ha deciso di ritenere di assumere e non possono essere considerati come una corretta politica di impegno generico non collegato a nessuna effettiva obbligazione.
Un elemento che credo emerga anche all'interno del rendiconto generale sull'esercizio 2000-2004 è la valutazione rispetto al debito residuo per investimenti che sono a carico del bilancio della Regione. Il debito residuo per mutui e prestiti alla data del 31/12/2004 è pari a euro 1.931.135.092; questo solo relativamente a mutui contratti con onere di restituzione a carico della stessa Regione.
Come ha ricordato in sede di Commissione e anche nell'avvio della discussione sull'assestamento il Vicepresidente della Regione, è importante che la Giunta regionale e l'Amministrazione regionale attuino una politica di ristrutturazione di questo debito, perché una parte di questo debito determina degli oneri finanziari maggiori rispetto a quelli attualmente riscontrabili sul mercato finanziario.
Un'ulteriore considerazione mi sembra importante sollevarla e sollecitarla anche relativamente alla situazione che emerge dal conto consuntivo per quanto riguarda i maggiori settori coinvolti nella spesa sia per spesa corrente sia per spesa per investimento. È evidente che nella lettura delle tabelle il totale delle percentuali della spesa corrente relativamente alla sanità copre il 76,80% del totale della spesa corrente seguita dalle spese, sulla spesa corrente, per la politica sui trasporti e per l'organizzazione del personale.
Ci sono dei settori di intervento che da questo rendiconto generale escono con una fragilità sostanziale di risorse, sia sotto il profilo degli impegni sia sotto il profilo della spesa effettiva. In modo particolare segnalo che le spese per la ricerca impegnate sull'esercizio 2004 sono pari allo 0,03% del totale del bilancio di spesa corrente, mentre per quanto riguarda la politica per gli investimenti, gli interventi in ambito industriale sono del 19,88%, rispetto al turismo dell'11,13% e relativamente alle opere pubbliche del 10,32%.
Ho voluto sollecitare l'attenzione su questi dati, perché ritengo necessario che, nella definizione di una nuova politica di bilancio possano essere riviste l'attenzione e le disponibilità di risorse economiche nei confronti di settori che storicamente hanno avuto un'attenzione molto limitata nel corso degli anni.
Come ultimo elemento, evidenzio come dalla valutazione del rendiconto patrimoniale collegato al rendiconto generale emerga la necessità di un'attenta valutazione di azioni tese ad una valorizzazione del patrimonio della Regione, perché credo debba essere oggetto anch'esso di una valutazione attenta, circa la necessità o meno del suo mantenimento, la sua funzionalità e anche la redditività che lo stesso determina per l'amministrazione complessiva.
Grazie per la scarsa attenzione. Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, relatore Reschigna. Quanto alla scarsa attenzione, me ne dolgo purtroppo è una questione di attenzione generale. Faccio continui richiami per evitare che coloro che parlano siano continuamente disturbati purtroppo non sempre ciò avviene.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente. Il momento del conto consuntivo o del rendiconto dovrebbe essere il momento in cui si svolgono le valutazioni di ordine politico su ciò che c'è stato, anche se le valutazioni di ordine politico sono state svolte nella recente campagna elettorale. Di conseguenza, arriva a postumo come valutazione cartacea dell'operato, ma anche per una serie di considerazioni che dovranno impegnare questo Consiglio regionale nei prossimi cinque anni.
Il relatore ha posto giustamente l'attenzione su una serie di elementi che dovranno essere presi in considerazione o monitorati da parte della Giunta regionale, come la questione della rigidità complessiva del bilancio, rigidità valutata, però, solo sotto l'aspetto delle partite regionali, perché non è possibile dare un giudizio completo.
Oggi stiamo dando un voto e una valutazione su un bilancio che rappresenta solo una parte, non è complessivo, mentre dovrebbe avere una lettura complessiva con gli impegni statali e gli ecofinanziamenti europei ma questi ultimi hanno una correlazione più diretta con le disponibilità regionali.
Se, ad esempio, prendiamo alcune partite od opere pubbliche, troviamo quasi niente sui fondi regionali; questo non significa che non ci siano interventi sulle opere pubbliche, ma che le opere pubbliche hanno essenzialmente meccanismi di finanziamento statale.
Ritengo, però, che un'altra considerazione debba essere fatta. Il relatore parlava di spostamento tra l'avanzo stimato al momento della predisposizione del bilancio di previsione (normalmente avanzo del mese di ottobre, stimato dagli Uffici) e l'avanzo effettivo presente in sede di rendiconto, che porta sempre con sé le conseguenze degli impegni degli ultimi due mesi. Rispetto a questo, concordo su una cosa, una battaglia che ho fatto io, come Assessore al bilancio, che hanno fatto i miei predecessori e che da quest'anno toccherà fare al Vicepresidente Susta: la battaglia per evitare gli impegni di fine anno, che spesso sono impegni con scarsa valenza politica, sono l'accantonamento da parte delle direzioni con il criterio del "non si sa mai".
Da qui, tutta una serie di azioni di ripulitura che diventano necessarie negli anni successivi. Se vediamo il risultato nel conto consuntivo e nel bilancio di previsione di quest'anno, delle "ripuliture" uso questo termine perché è il più adatto - sui residui passivi immediatamente ci rendiamo conto di cosa abbia significato accumulare, e ogni anno, sistematicamente, occorre svolgere tale azione.
Questo è importante se l'entità diventa di dimensioni notevoli, mentre una considerazione particolare va fatta rispetto all'indebitamento, tenendo presente che in Commissione ho avuto uno scambio di opinioni con un Assessore, precisando che il meccanismo dell'indebitamento di medio-lungo periodo regionale dei mutui è diverso rispetto a quello delle Province e dei Comuni.
Non si fa mutuo ad opera, se ne può fare a meno, e questa Regione fortunatamente, fino a pochissimo tempo fa è riuscita a finanziare le opere di investimenti con disponibilità di cassa senza contrarre mutui, o comunque contraendo mutui per una quantità molto inferiore all'autorizzato.
Di fatto, l'utilizzo del mutuo si fa quando si raggiunge un limite di cassa (ma è una seconda valutazione rispetto alla valutazione principale) pagando con disponibilità i trasferimenti dello Stato, che in molti casi, o perlomeno finora, erano trasferimenti per opere di investimento che avevano una fase gestionale di lungo periodo. Pertanto, è stato sempre conveniente per la Regione utilizzare questi fondi, non contrarre il mutuo e non avere quindi, gli oneri relativi ad esso.
Ritengo che il fatto di non trovare la correlazione con i mutui sia un atto di buona amministrazione e penso, naturalmente, che l'attuale Giunta possa andare avanti in questi termini. Ciò non toglie che una parte di questi finanziamenti (quasi due miliardi di euro, su un bilancio complessivo di 16 miliardi e mezzo di euro) corrisponde praticamente a due mensilità di pagamenti. Volendo fare un esempio: se pagassimo con i tempi della Regione Lazio, potremmo estinguere tutti i mutui, ripartire e riorganizzare il tutto.
Questa è una valutazione che probabilmente il Vicepresidente Susta sentirà fare da più soggetti, anche nell'azzerare per riprogrammare i mutui o tutto l'indebitamento regionale. È, questa, una fase che va svolta perché, in questo momento, poter andare sui mercati internazionali con meccanismi di finanza di tipo diverso può anche essere più conveniente rispetto ad alcuni mutui, tenendo presente che la Regione Piemonte, in tutto lo scorso anno, non ha superato l'1,30% di tasso di interesse. È un tasso di interesse conveniente per chiunque e maggiormente per la Regione.
Un punto di particolare valenza politica è che il bilancio di parte corrente grava quasi all'80% sulla sanità; possiamo dire quasi l'80%, poi si tratterà di individuare qual è la parte di sforamento rispetto all'indicato. Questo determina, per il sistema delle Regioni italiane perché è una questione che riguarda tutte le Regioni, una rigidità di bilancio; l'impegno più grosso per gli Assessori al bilancio in sede di Conferenza delle Regioni è discutere della partita sanità.
Una precisazione: non so come sia stato calcolato lo 0,03% per la ricerca, ma tutti i finanziamenti dell'industria, l'anno scorso (la 140, la 598), erano tutti relativi alla ricerca, e sono circa 105 milioni di euro.
Il 19,88% è praticamente per la ricerca, poi si può dire che non è un investimento sull'industria, ma è stata una scelta politica indirizzare le risorse verso quella direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Intervengo solo per una questione di aula. Chiederei che almeno l'Assessore competente fosse presente, perché i banchi della Giunta sono quasi completamente vuoti.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, ha perfettamente ragione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rabino; ne ha facoltà.



RABINO Mariano

Signor Presidente del Consiglio e signor Vicepresidente della Giunta alcune brevissime considerazioni.
Intanto credo che si debba dare atto agli uffici di avere redatto una documentazione esauriente ed anche intelligibile, facilmente comprensibile per i non addetti ai lavori. Mi riferisco in particolare alle pubblicazioni riportanti le torte e gli istogrammi relativi agli impegni, alle entrate e alle spese suddivise per funzioni obiettivo, per UPB e per capitoli, con riferimento anche alle leggi di erogazione.
Credo che questo sia un elemento che aiuta a comprendere meglio il rendiconto e il senso di un anno di attività ed azione amministrativa.
Dobbiamo augurarci che le ulteriori verifiche che la Giunta regionale insieme agli uffici, sta attivando per quanto concerne i residui attivi e passivi, facciano emergere la possibilità di avanzi di quote e di avanzo finanziario maggiori.
Credo che sarebbe utile come impegno di legislatura, utile e conveniente e per dare un ulteriore senso all'azione amministrativa e soprattutto alla prospettiva di una valutazione dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione amministrativa, trasformare il rendiconto della gestione - oltre che il conto dal patrimonio - in un bilancio sociale esattamente come cominciano a fare alcune amministrazioni comunali, molte fondazioni bancarie, alcune banche ed alcuni enti che operano con la loro attività ed incidono negli equilibri economico-sociali delle nostre comunità.
Credo che ciò ci darebbe la possibilità di valutare le politiche pubbliche regionali di settore sulla base di una classificazione per funzione-obiettivo, per UPB in modo da consentire una valutazione più profonda e più compiuta, dal punto di vista economico e finanziario, delle risultanze di entrata e di spesa, in relazione agli obiettivi stabiliti agli indicatori di efficacia e di efficienza.
Credo che sarebbe utile e conveniente, per fare due banalissimi esempi capire quanti cittadini piemontesi hanno frequentato i musei, le biblioteche, quanti cittadini o cittadine piemontesi hanno avuto benefici da questo o quell'intervento della Regione.
La costruzione, accanto al rendiconto, di un bilancio sociale sarebbe un utile strumento di lavoro, di controllo, di verifica e di rendiconto per potere programmare le ulteriori e successive politiche.
Credo anche che sarebbe utile che i Consiglieri potessero accedere, se non in Consiglio regionale almeno in sede di Commissione, ai bilanci o ad una qualche forma di rendiconto delle società a partecipazione regionale e dei consorzi in cui la Regione è parte. Dico questo perché ritengo che leggere il semplice elenco delle società che hanno presentato i bilanci senza però la possibilità di valutarne l'operatività e i risultati amministrativi, risulti un vano esercizio amministrativo.
Credo anche sia utile che ai Consiglieri, in sede di Commissione se non di Consiglio, sia data la possibilità, in un tempo ragionevolmente breve di accedere ai consuntivi delle ASL e delle ASO, anche perché - se non ricordo male - la legge che disciplina l'approvazione del rendiconto dice che, in qualche modo, accanto al rendiconto finanziario e all'approvazione del conto del patrimonio, si dovrebbero approvare unitamente anche i bilanci delle ASL e delle ASO.
In ultimo, due segnalazioni. Per quanto riguarda il conto del patrimonio ho potuto constatare che tra i beni immobili disponibili in capo alla Regione ce n'è uno sito a Cava dei Tirreni in corso Re Umberto I, n.
45. La cosa mi ha particolarmente colpito, perché mi domando francamente visto che si tratta di un immobile valutato intorno ai 135-140 milioni di euro, di che immobile si tratti. Che la Regione abbia in proprietà un immobile a Cava dei Tirreni (pag. 2 del conto del patrimonio) credo che sia un elemento da segnalare.
La seconda segnalazione che mi permetto di fare è la seguente. Oggi naturalmente andiamo a votare il rendiconto, ma c'è un elemento che colpisce e che già il Consigliere Reschigna aveva evocato. Infatti andiamo a votare un rendiconto che per quanto riguarda il n. 30, cioè la spesa scientifica in termini di ricerca e di innovazione, nel 2004 ha visto una previsione finale intorno ai 2 milioni e 600 mila euro. Quindi, vi è un impegno di circa 2 milioni, ma un pagamento pari a zero, cioè nel 2004 la Regione Piemonte non ha liquidato un solo euro in materia di innovazione e ricerca.
Credo che questo sia un elemento di riflessione, al di là delle percentuali sul totale delle spese correnti e delle spese d'investimento che in un caso sono vicine all'indicazione di un prefisso telefonico nell'altro caso allo zero assoluto; è da sottolineare che nel 2004 la Regione non ha liquidato un euro sulle spese di ricerca e di innovazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente.
Sinceramente non avrei voluto intervenire, anche se ho avuto modo di ascoltare le relazioni e gli interventi tanto del collega Reschigna quanto del collega Pichetto.
Certamente le valutazioni in merito al conto consuntivo sono fondamentali, ancor più quando ci si appresta ad iniziare la discussione in merito all'assestamento di bilancio. Uno è interessante da un punto di vista amministrativo, l'altro è interessante da un punto di vista politico e da un punto di vista contabile, perché certamente è possibile fare alcune valutazioni rispetto al previsionale e rispetto poi al dato consuntivo.
Inoltre ci permette, in strumenti contabili a volte non sempre di semplice lettura, di avere un raffronto tra il consuntivo del 2004 e il bilancio che andremo ad affrontare da domani in sede di Commissione, avendo un metro di riferimento.
Al di là di queste valutazioni, il mio intervento nasce da quanto già diceva il Presidente del gruppo Casoni. Infatti credo che la presenza - lo dico all'Ufficio di Presidenza, in particolar modo al Presidente del Consiglio, e ovviamente all'Assessore competente, credo non debba essere il Presidente di un Gruppo consiliare a sollecitare la presenza dell'Assessore; ancor più, ritengo che un Assessore non debba essere sollecitato a presenziare nella discussione...



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

Cinque minuti!



VIGNALE Gianluca

Guardi, ho iniziato a scrutinare le operazioni di voto di otto schede il Presidente Gariglio, correttamente, l'ha chiamata venti minuti fa ed arrivato soltanto adesso. Ma non importa.



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

Ho persino gli appunti dei Consiglieri Reschigna, Pichetto Fratin e di Rabino, quindi...



VIGNALE Gianluca

Comunque, a me poco interessa.
In ogni caso, nel momento della discussione l'Assessore competente non era in Aula.
Potremmo dire, altresì, che in questo momento soltanto due Assessori ascoltano l'interessante discussione sul conto consuntivo.
E se il Consigliere Reschigna - non certo l'opposizione - in chiusura di discussione, con una battuta, fa presente, non soltanto alla Giunta ma a tutto il Consiglio, che forse l'attenzione in merito ad un documento simile dovrebbe essere maggiore, certamente, se mi volto fra i banchi del Consiglio e quelli della Giunta, noto presenze assolutamente fisiologiche in quelle del Consiglio e assolutamente patologiche rispetto a quelle della Giunta. Non credo che un documento come il conto consuntivo possa essere trattato unicamente dall'Assessore competente, senza che altri Assessori di riferimento ne siano interessati. Il collega Rabino, ad esempio, faceva delle valutazioni interessanti rispetto ai beni patrimoniali o in merito alla ricerca, che credo non interessino soltanto l'Assessore Susta, ma anche altri Assessori, così come sono state fatte altre interessanti valutazioni dai colleghi che mi hanno preceduto.
Dico questo per sottolineare un dato che credo debba essere posto all'attenzione della Presidenza del Consiglio. È una sensazione che, in qualche modo, il nostro Gruppo avverte, che si raffronta coi fatti dell'Aula e delle attività di tutti i giorni.
La valutazione inerente la divisione fra Consiglieri e Assessori l'abbiamo già affrontata in altri momenti; non intendo, pertanto ripeterla. La sensazione che si avverte è quella di un Esecutivo slegato rispetto all'attività consiliare, non soltanto nell'operato di Consiglio ma anche relativamente all'operato della Giunta su interventi che dovrebbero passare all'attenzione del Consiglio.
A me capita, come credo possa accadere ad altri colleghi, tanto di maggioranza quanto di opposizione, di leggere, sulle rassegne stampa che l'Ente fornisce a tutti i Gruppi consiliari, delle indicazioni in merito ad attività che la Giunta va a fare o che, per esempio, seppure della Giunta precedente, sono contenute in questo documento, delle quali non si ha alcuna notizia, nemmeno all'interno dell'ordine del giorno della Giunta o in sede di Commissione.
Allora, e vado a concludere, ammettendo anche che una parte del mio intervento era fuori tema rispetto alla discussione sul punto in oggetto ma non rispetto alla valutazione complessiva sull'attenzione che il Consiglio e la Giunta dovrebbero mostrare rispetto ai provvedimenti che votano, ribadisco che non vi possono essere due organismi separati: lo possono essere per funzioni, ma non nei rapporti istituzionali che Giunta e Consiglio devono avere al di là del fatto che un Assessore sia Consigliere o meno.
Su questo, credo che all'intero Ufficio di Presidenza e, prima di tutto per gerarchia, al Presidente del Consiglio, vada fatto non un richiamo, ma vada sensibilizzato affinché il distacco che avvertiamo - o magari che solo il sottoscritto o il nostro Gruppo avverte - non vada ampliandosi nel corso dei mesi, perché altrimenti avremo un'istituzione a due misure, a due velocità e, soprattutto, con due livelli di conoscenza.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Susta.



SUSTA Gianluca, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato (salvo un intervento e mezzo) con grande interesse il dibattito. Ho seguito, altresì, la relazione del Consigliere Reschigna, che credo abbia riassunto i termini veri di questo rendiconto.
Vorrei soltanto fare alcune considerazioni, soprattutto rispetto a quanto sosteneva il mio predecessore, il Consigliere Pichetto, anche se abbiamo già avuto modo di discuterne in Commissione.
Il problema non è enfatizzare o meno i dati del rendiconto, ma costruire, nel tempo, degli strumenti di bilancio che diano il senso della verità dei conti e della maggiore trasparenza possibile degli stessi operazione non semplice e non facile ma che ci dobbiamo porre come impegno perché, com'è stato ampiamente dimostrato nel recente passato, chi è maggioranza può diventare opposizione, e viceversa.
Ci sono delle esigenze oggettive che devono porre l'Ente al riparo da quelle che possono essere scelte dettate da contingenze politiche.
La prudenza, in certi momenti, è buona consigliera, anche se scarsa prudenza, magari, qualche volta, aiuta a chiudere i bilanci.
Il problema del rendiconto è che evidenzia uno scostamento dell'avanzo di Amministrazione che è vero che è una costante degli Enti che non dichiarano apertamente una situazione di dissesto. Noi veniamo da una lunga tradizione di avanzi consistenti - lo avevamo già ribadito in Commissione ma siccome eravamo in pochi, vale la pena ricordarlo anche in Aula - in cui cambia completamente la prospettiva in tempi in cui gli avanzi non sono più così consistenti.
Ancora tre anni fa l'avanzo di Amministrazione era superiore al milione di euro e nel 1999 raggiungevamo la cifra di tre miliardi e mezzo delle vecchie lire.
Se quest'anno chiudiamo a 350.000 e pretendiamo di utilizzarlo sul bilancio dell'anno successivo, nessun Comune e nessuna Provincia che amministra in modo normale utilizza l'avanzo di Amministrazione per coprire la spesa corrente prima che la stessa sia accertato, e poi scopriamo che c'é uno scostamento di 226 milioni di euro, io dico che noi stiamo entrando in una situazione in cui l'utilizzo dell'avanzo di Amministrazione presunto per chiudere o costruire il bilancio di previsione, non solo da un punto di vista accademico, ma anche da un punto di vista pratico, e non solo politico, ma direi di correttezza contabile, non può più essere usato.
Un conto è fare scostamenti anche di un miliardo quando si registra un pre-consuntivo, come nel 1999, di tre miliardi e mezzo (ma comunque si ritrova la possibilità di riutilizzare l'avanzo in quel modo), altro conto è trovarsi in una situazione come questa, cioè in presenza di 350 milioni di euro (circa 700 miliardi delle vecchie lire) che diventano 250 miliardi.
Chiedo scusa, ma forse nella confusione tra euro e lira prima ho detto "1 miliardo e 700" ma erano 1.700 miliardi, che è una cosa diversa.
Questo è il quadro. Dobbiamo registrare, nel momento in cui approviamo il rendiconto che fotografa la situazione contabile, quelle che sono le scelte che andremo a fare, scelte che esigono, nel tempo, di riassorbire quelle possibilità che la legge contabile consente ma che non sarebbero consentite in eguale misura da un corretto comportamento contabile, come per esempio, tutta la partita dei fondi da reimpostare e il rapporto che storicamente c'è stato, che tutt'ora c'è e che ci sarà tra bilancio regionale e bilancio della sanità inteso come somma dei bilanci delle aziende sanitarie. Credo che questa sia la riflessione difficile verso la quale ci dobbiamo orientare se vogliamo fare del bilancio uno strumento che consente di sviluppare politiche nei settori in cui la maggioranza che governa ritiene di dover sviluppare, ma anche uno strumento di operazioni di trasparenza e di verità nei confronti dei cittadini contribuenti che danno le risorse per amministrare la Regione.
Non c'è dubbio che le conclusioni non possono che essere quelle che tirava Reschigna nell'apertura del suo intervento. Noi quest'anno approviamo il rendiconto di un'amministrazione con cui abbiamo concorso dai banchi dell'opposizione, ma di cui non abbiamo determinato le scelte fondamentali. Il monito per tutti è di capire che, da questo rendiconto qualche campanello d'allarme sulla finanza regionale emerge e credo che questo sia - voglio usare un eufemismo - una delicatezza che è solo rispettosa dell'autorevolezza dell'Aula, perché alcune difficoltà non hanno colore, sono oggettive, mentre alcune altre discendono da scelte. Credo che deve esserci consapevolezza comune del problema da parte di tutti per poterlo affrontare con spirito di collaborazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo sulle comunicazioni del Vicepresidente dopo essermi confrontato con il Presidente del Consiglio in una sede - diciamo - di discussione generale.
Ho tre cose da dire. Francamente non mi sarei aspettato una richiesta.
Eventualmente avremo modo di parlare di questo tema nelle prossime giornate, ma in qualche modo dal consuntivo dovranno o dovrebbero partire per riprenderlo. Infatti, mi sarei aspettato che gli Assessori oggi in carica prendessero in qualche modo spunto dal consuntivo, nella massima autonomia possibile, evidentemente perché è da lì che, per le proprie competenze, mi sarei aspettato che partissero.
Prendo atto, ma senza nessun commento in merito, almeno per ora, che tolto l'approccio da parte del Vicepresidente Assessore competente, che ha peraltro ripetuto le stesse cose di un intervento che aveva già fatto nell'ambito della I Commissione, che, da parte della Presidenza della Giunta e degli Assessori competenti, sul consuntivo in quest'Aula non ho sentito commenti. Non significa nient'altro se non quanto detto, che però è un elemento.
Ripeto, mi aspetto che venga ripreso nelle prossime Commissioni di merito, perché quando il consuntivo c'è, da lì si deve partire. Dico quando c'è, perché alcuni consuntivi, come l'Assessore sa bene, non sono disponibili neanche alla Giunta; figuriamoci ai Consiglieri e ancor di più ai Consiglieri di minoranza.
Il secondo punto è sulla trasparenza. Essendo trascorso abbastanza tempo da quando ho avuto la possibilità di stare nei banchi della Giunta sono sufficientemente distaccato per dire che non da ora lo strumento che qui esaminiamo, sia esso consuntivo o assestamento, è davvero poco trasparente. La trasparenza non ha colore politico. Credo che faremmo un favore a tutti noi e a tutti i cittadini se provassimo a renderlo più trasparente. Su questo, ci sarebbe da parte della minoranza grande attenzione, anche perché siamo ansiosi di riflettere su un cammino che riteniamo erroneamente interrotto. Per le prossime legislature, sarebbe opportuno avere strumenti più idonei al nostro lavoro di Consiglieri perché è davvero uno strumento poco trasparente.
necessario, per rendere più trasparente lo strumento della legge contabile, che ci sia una forte volontà in tal senso da parte della Giunta regionale. Nasce poco trasparente e temo di dover dire che, quando la non trasparenza risale alle fasi iniziali dell'istituzione delle Regioni magari non tutte le cose avvengono sempre e solamente per caso. Se vogliamo lavorare sulla trasparenza anche da subito, è un lavoro possibile, che ci interessa per vari motivi.
Il terzo punto è riferito ad un intervento che ha fatto il Consigliere Rabino, che ha toccato un punto interessante. Il consuntivo di questa Regione è pieno di fondi stanziati non sempre impegnati e ancor più raramente liquidati. Il caso che ha sollecitato l'attenzione del Consigliere su un argomento importante è purtroppo non un'eccezione: è sistema. Nella legge che il Vicepresidente ha portato in Commissione venerdì scorso, c'è un indebitamento formale di 631 milioni di euro autorizzati a copertura di quanto scritto: non aperti e non sottoscritti perché ci mancherebbe ancora che si sottoscrivessero dei mutui prima delle necessità. È sistemico in questa Regione ( credo non solo in questa) stanziare cifre, impegnarle nella seconda parte dell'anno per tante ragioni e con molta difficoltà liquidarle. Da lì deriva un incremento di riscontri passivi da un lato e di riscontri attivi dall'altro, clamoroso per tutte le amministrazioni locali. Sono curioso di vedere come intenderà affrontare questo tema la nuova maggioranza perché tra l'altro ho l'impressione che non affrontandolo, alcuni gradi di copertura di alcune aree, a partire dalla legge che domattina discuteremo, non possono essere effettuati.
Quindi, Consigliere Rabino, si rassegni, dilemmi come quello ne troverà molti. Spero di poter sentire dai banchi dell'attuale maggioranza un impegno forte a ridurli (questo farebbe solo del bene ai nostri cittadini).
Credo che incontrerete delle difficoltà non soltanto in questa sede per farlo. Siccome questo è un elemento di flessibilità del bilancio che interessa tutti, anche alla minoranza, se non ci sono i fondi è difficile litigare su dove metterli. Credo che da domani questo discorso potrà trovare qualche applicazione concreta in altre sedi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha la facoltà.



RONZANI Wilmer

Pensavo Presidente di farlo in sede di dichiarazione di voto se lei è d'accordo.



PRESIDENTE

Va bene. Se non ci sono più Consiglieri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale. Il Vicepresidente Susta non intende aggiungere qualche osservazione a seguito dell'ultimo intervento.
Passiamo all'esame dei singoli articoli.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie Presidente, grazie colleghi.
Dichiaro il voto a favore del Gruppo dei Democratici di Sinistra al provvedimento relativo al rendiconto del 2004. Condivido e condividiamo le osservazioni espresse dal Consigliere Reschigna, che ha svolto anche la relazione, dal Consigliere Rabino e dal Vicepresidente Susta.
vero che il rendiconto è l'occasione per stilare un bilancio di un'amministrazione regionale, soprattutto per misurare le coerenze tra le previsioni contenute nei documenti di bilancio e le scelte che queste hanno comportato rispetto al consuntivo, ma, in questo caso, il rendiconto viene approvato nel momento di passaggio da un'amministrazione all'altra. È un rendiconto che riflette l'attività, la politica di bilancio e le scelte compiute dall'amministrazione precedente, ma che viene presentato dall'amministrazione che è subentrata.
Il limite di questa discussione è proprio questo: è un bilancio che ottiene i voti sia dei Gruppi di maggioranza sia dei Gruppi di opposizione perché noi siamo quelli che presentano, in questo momento, un rendiconto sul 2004.
Tuttavia - senza aggiungere a quanto già detto dal Vicepresidente Susta vorrei consegnare all'esame dell'Aula (oggetto di discussione del dibattito che affronteremo domani in Commissione sul bilancio di assestamento) un rendiconto che ci consegna un minore avanzo di 226 milioni di euro. È un minore avanzo di non poco conto che inciderà sulla discussione relativa alla manovra di assestamento.
evidente che il fatto di portarsi dietro questo minore avanzo finirà per avere un'incidenza diretta sulla discussione relativa al bilancio di assestamento. Tutto questo, come già ricordato dal collega Reschigna, si riflette in una situazione finanziaria nella quale le risorse finanziarie disponibili, quelle libere, sono sempre minori.
Questo è un problema che influenzerà la manovra di assestamento che discuteremo domani mattina in Commissione, a partire dalle consultazioni.
Ciò detto, condivido l'esigenza posta dai colleghi Burzi, Reschigna Rabino e dallo stesso Vicepresidente Susta, di porci il problema di rendere trasparenti i documenti di bilancio, per leggerli meglio e per capire il valore delle scelte compiute. Ma qui c'è il problema di dare finalmente un'applicazione integrale - mi rivolgo al Vicepresidente Susta all'articolo 33 della legge sulla contabilità. Questo articolo, che ci ha dato problemi sin da quando abbiamo approvato la legge sulla contabilità ci costringe a presentare l'avanzo suddiviso per fondi vincolati, fondi non vincolati, fondi per il finanziamento di spesa in conto capitale e fondi di ammortamento. Tutto questo non è avvenuto perché la nostra Regione non ha un conto economico vero e proprio; resta, comunque, un problema cui provvedere. È un altro modo per assicurare quella trasparenza dei documenti contabili su cui hanno insistito prima alcuni colleghi.
A questo punto, la questione da porre è di predisporre finalmente i manuali previsti dal Regolamento regionale sulla contabilità (questione aperta da qualche anno in questa Regione). Affrontare questa questione e risolverla una volta per tutte significa garantire, ai documenti contabili al bilancio e alla legge sulla contabilità, le condizioni di quella trasparenza invocata da tutti. Ciò detto, dichiaro il voto a favore del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rabino; ne ha facoltà.



RABINO Mariano

Molto rapidamente per riprendere il ragionamento fatto in precedenza.
Dichiaro, a nome del Gruppo de La Margherita, un voto che è favorevole, ma che vogliamo configurare come un voto tecnico. Diventa necessario, infatti ribadire gli elementi negativi dello scostamento e, simbolicamente, il dato evocato dagli interventi di alcuni Consiglieri di minoranza - relativo alle spese correnti e di investimento sulla voce "Ricerca e innovazione" che nell'anno 2004 ha registrato, in termini di liquidazione, un saldo pari a zero.
Dichiariamo, quindi, il nostro voto favorevole, ma nel senso di un voto tecnico.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri iscritti a parlare, dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto e pongo in votazione l'intero testo per appello nominale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato Sì 44 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Quando abbiamo approvato in Aula la legge regionale sul volontariato così come quando ne abbiamo discusso in Commissione, abbiamo sempre parlato di due Consiglieri regionali (non volevamo essere troppo invasivi nei confronti del volontariato, prevedendone tre), però c'era un tacito accordo che uno sarebbe stato di maggioranza e l'altro di minoranza.
Sento il dovere di dirlo, perché è giusto così. È una legge che abbiamo predisposto insieme: il volontariato non deve dividere, bensì unire. Lascio questo pensiero come momento di riflessione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto. Lo rimetto all'attenzione e alla sensibilità dei Presidenti dei Gruppi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni, per una mozione d'ordine.



CASONI William

Presidente, per una mozione d'ordine: poiché la Consigliera Cotto ha posto un problema, ritengo utile fare una piccola interruzione, altrimenti l'appello della collega cade nel vuoto. Noi non abbiamo ancora avuto modo di parlarne, ma penso occorra parlare anche con i Capigruppo di maggioranza.
Inoltre, non abbiamo posto ostacoli, ma le faccio presente che non era prevista una seconda votazione nella seduta di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Brevemente. Poiché negli accordi di maggioranza, qualora i Consiglieri di maggioranza fossero stati due, la nomina sarebbe toccata al nostro Gruppo, non pensiamo che quanto ha detto la Consigliera Cotto sia sciocco anzi, vorremmo parlarne collettivamente.
Se oggi non è possibile effettuare una seconda votazione, si andrà alla prossima seduta. Verifichiamo anche se non sia possibile prevedere un Consigliere in più, in modo che ci sia nuovamente il rapporto di maggioranza e minoranza che è presente nelle altre Commissioni.



PRESIDENTE

Preso atto delle osservazioni avanzate dai Presidenti dei Gruppi propongo di passare ai punti successivi iscritti all'o.d.g., in modo da dare agli stessi l'opportunità di trovare una condivisione sul nome, nel corso dei lavori dell'Aula.
Dopodiché, l'Ufficio di Presidenza attende un'indicazione; se vi è un consenso unanime, procediamo oggi alla votazione, diversamente procederemo alla seconda votazione nella seduta del Consiglio di martedì prossimo.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 19: "Assestamento del bilancio 2005 e applicazione dell'avanzo di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2004 e conseguente aggiornamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2005"


PRESIDENTE

Passiamo, pertanto, alla proposta di deliberazione n. 19, presentata dall'Ufficio di Presidenza.
La parola al Vicepresidente Costa, per l'illustrazione della deliberazione.
(Commenti, fuori microfono del Consigliere Ghigo)



PRESIDENTE

Consigliere Ghigo, questa mattina il Consiglio ha votato all'unanimità, l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione.
Si tratta di un provvedimento adottato all'unanimità anche dall'Ufficio di Presidenza, sul quale non è stato eccepito alcunché in sede di I Commissione.
Prego, Consigliere Costa.



COSTA Enrico, relatore

Effettivamente, il presente provvedimento è stato approvato all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza e, nei giorni scorsi, è stato licenziato dalla I Commissione.
Sono presenti alcune cifre significative, che ritengo debbano essere illustrate.
Innanzitutto, si parte dall'avanzo di amministrazione del Consiglio regionale, che ammonta a euro 8.359.905. A questo avanzo di amministrazione devono sommarsi delle maggiori entrate, pari a 393.000 euro circa. Queste maggiori entrate sono dovute alle maggiori trattenute, legate all'aumento del numero dei Consiglieri regionali.
Pertanto, sommando l'avanzo di amministrazione alle ulteriori entrate emerge una somma che sarà reimpostata sul nuovo bilancio. Tale somma comprende 5.291.000 euro, che, in base all'articolo 19, comma 8, del Regolamento contabile del Consiglio regionale, dovranno essere reimpostati sui medesimi capitoli sui quali erano stati impostati originariamente.
Resta, dunque, un'ulteriore somma di circa 3 milioni e mezzo di euro di questi, 2.470.000 euro sono stati accantonati in base alle richieste dei Direttori responsabili per la realizzazione di programmi. Devo dire che la maggior parte di questa cifra è destinata ad atti dovuti, in sostanza andando a coprire, nel settore del personale, alcune voci che erano risultate scoperte.
Rimangono, quindi, 991.000 euro circa, ad integrazione dell'attuale fondo di riserva.
Riassumendo, abbiamo un avanzo di amministrazione di 8.351.000 euro somme da reimpostare in base al regolamento contabile: 5.291.000 euro 2.470.000 euro accantonati in base alle richieste dei Direttori responsabili e 991.000 euro ad integrazione dell'attuale fondo di riserva.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 19, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

BOTTA Marco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, non ha chiesto se ci sono dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Botta ha ragione, facendo osservare una mia inesattezza in applicazione del Regolamento. Chiedo scusa, peraltro rischiamo di produrre qualche danno nel momento del voto, come avete visto.


Argomento: Zootecnia

Testo unificato del disegno di legge n. 76 e della proposta di legge n. 80: "Modalità gestionali, organizzative e di funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del testo unificato del disegno di legge n. 76 e della proposta di legge n. 80, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Sono relatori i Consiglieri Reschigna e Pedrale.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Evidenzio, molto sinteticamente, alcune questioni. La prima: il testo che arriva in Aula è il testo unificato di un disegno di legge presentato dalla Giunta e di una proposta di legge presentata dai Consiglieri regionali Ghigo e altri.
Il presupposto di questo disegno di legge è quello del recepimento sostanziale...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Reschigna: prego tutti coloro che hanno altro da fare di accomodarsi fuori dall'Aula, in modo da consentire il corretto svolgimento dei lavori. Grazie.



RESCHIGNA Aldo

Dicevo che il presupposto sostanziale sul quale la Commissione consiliare ha licenziato il disegno di legge, è quello del recepimento dell'accordo definito tra le Regioni Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta senza portare alcuna modifica, perché questo determinerebbe la necessità di un nuovo pronunciamento da parte dei rispettivi Consigli regionali.
Riteniamo che questo sia un valore che deve essere conservato anche all'interno del dibattito in aula, anche perché è bene ricordare che il Consiglio regionale del Piemonte arriva oggi ad esaminare questo disegno di legge, mentre la Liguria e la Valle d'Aosta hanno deliberato ed approvato le rispettive leggi regionali già nel corso dell'anno 2001.
Quindi, non riteniamo opportuno che ai ritardi perpetratisi nel corso di questi anni, vengano frapposti ulteriori ritardi, apportando all'allegato delle modifiche.
Recepito questo concetto di partenza, nella Commissione consiliare accogliendo alcune indicazioni emerse nel dibattito dai Consiglieri regionali di minoranza e contenute nel progetto di legge presentato, si è lavorato per apportare delle modifiche al testo del disegno di legge, che non mette in discussione l'allegato, in modo particolare da un lato per esaltare il ruolo del Consiglio regionale sia nella discussione e definizione preventiva delle linee di programma sia in una funzione di controllo rispetto al raggiungimento degli obiettivi dell'istituto.
Sotto questo aspetto crediamo che il disegno di legge possa ottenere finalmente una celere e rapida approvazione da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca, relatore

Signor Presidente e colleghi, oggi dovremmo riuscire finalmente a licenziare un disegno di legge atteso da parecchio tempo, che ha avuto un percorso piuttosto accidentato negli anni scorsi per motivi oggettivi.
Infatti era il risultato di una concertazione con altre Regioni, la Liguria e la Valle d'Aosta, ma anche perché le riflessioni all'interno della Commissione sanità sono state lunghe ed approfondite, ma complessivamente più che doverose.
La relazione agli atti evidenzia gli aspetti positivi e migliorativi che con questo disegno di legge daremo all'Istituto Zooprofilattico, un centro estremamente importante per la prevenzione, la salute e l'educazione alimentare.
Avremmo voluto che, nel comunicato stampa dell'Assessorato alla sanità emesso qualche giorno fa, si riconoscesse, almeno in misura minima, il ruolo di collaborazione e di contributo che l'opposizione ha dato in Commissione per l'approvazione del disegno di legge in oggetto.
Non abbiamo presentato emendamenti in Commissione, lo abbiamo condiviso ed abbiamo agevolato la discussione e l'approvazione. Ci saremmo aspettati quindi un minimo riconoscimento da parte della Giunta regionale, in quanto nel comunicato stampa diffuso alcuni giorni fa non è stato minimamente riconosciuto il contributo da parte dell'opposizione.
A parte questo aspetto di cronaca, non possiamo che condividere e riconoscere la bontà del disegno di legge, su cui peraltro alcuni colleghi del mio gruppo hanno successivamente depositato un emendamento per riconoscere la presenza della minoranza all'interno del Consiglio di amministrazione.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, do la parola all'Assessore Valpreda per una replica.



VALPREDA Mario, Assessore alla sanità e tutela della salute

Desidero ribadire la necessità di dare presto all'Istituto Zooprofilattico un'organizzazione degna per il rilievo che questo ente riveste, non solo per l'attività veterinaria, ma per la tutela della salute della popolazione.
E' da anni in difficoltà organizzative, e quindi occorreva ratificare un accordo, peraltro già discusso in Commissione. Invito ad approvare l'accordo senza modificarlo.



PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che "All'Accordo tra le Regioni Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta per le modalità di gestione, organizzazione e funzionamento dell'istituto zooprofilattico sperimentale" di cui all'allegato A, è stato presentato il seguente emendamento: Emendamento rubricato 3.1) presentato dai Consiglieri Manolino, Pichetto Fratin e Ghigo: alla 2° riga dell'art. 3 dopo le parole "Regione Piemonte" aggiungere "di cui uno di minoranza".
Rispetto alla questione sollevata nei vari interventi e rappresentata da un emendamento a firma dei Consiglieri Manolino, Pichetto Fratin e Ghigo, che prevede di modificare l'allegato, se si desidera intervenire sul punto in questione, attribuendo alla minoranza la facoltà di esprimere uno dei due rappresentanti eletti dal Consiglio, l'emendamento deve essere riscritto, qualificandolo non come emendamento all'accordo - che essendo un accordo trilaterale non può essere modificato in questa sede - ma come emendamento che potrebbe essere inserito all'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale.
Quindi, è un fatto ininfluente rispetto al testo trilaterale dell'accordo e stabilendo come regola del Consiglio il fatto che lo stesso nomina due Consiglieri con voto limitato ad uno, questo determina automaticamente il diritto della minoranza di esprimerlo.
Lo dicevo solo perché se il Consiglio vuole andare in quella direzione bisogna modificare l'emendamento, fermo restando che poi il Consiglio su questo vota e i Gruppi si esprimono liberamente secondo il proprio orientamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

In Commissione abbiamo raggiunto l'accordo di non modificare l'allegato, e questo ha permesso di avviare la discussione per ricongiungere il disegno di legge e il progetto di legge in un unico provvedimento.
Tutti i gruppi presenti si sono espressi su questa materia e sono stati accettati alcuni emendamenti che hanno inserito facoltà di controllo da parte della Commissione sull'attività dell'Istituto Zooprofilattico con la richiesta di audizione automaticamente convocata almeno una volta all'anno e in alcune situazioni particolari.
Raggiunto l'accordo a carattere generale, si è dato per scontato, in effetti, di non toccare l'allegato, perché questo rappresenta un documento già condiviso dalle normative di altre due Regioni, come è stato già illustrato dal Consigliere che precedentemente ha presentato il provvedimento.
Riteniamo che sulla base della discussione in Commissione e dell'impronta a suo tempo data nella predisposizione della normativa, non sia opportuno procedere all'emendamento per quanto riguarda l'allegato, e non riterremo, da parte nostra, neppure proponibile una modifica sulla base di un emendamento da inserire nel corpo della legge, perché nella sostanza la proposta di formulare in un unico provvedimento il disegno di legge e la proposta di legge è già stata ampiamente discussa, e in questi termini si è trovato l'accordo in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Mi chiedevo cosa significano le parole "organizzazione degna" dal momento che l'organizzazione può sempre degna o indegna, però fino ad oggi l'Istituto Zooprofilattico è stato il punto di riferimento a livello nazionale, e l'abbiamo visto nel caso della mucca pazza, quando il sottoscritto era anche Assessore.
Quindi, chiedo all'Assessore Valpreda cosa significa che questa modalità organizzativa è degna o indegna.
Non riesco ad individuare la motivazione, quindi se l'Assessore è così gentile da spiegarmi cosa significa, lo ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla sanità e tutela della salute

Il degno si riferiva al fatto che l'Istituto Zooprofilattico ha un'organizzazione che data dalla fine degli anni '75 e non ha potuto recepire il decreto legislativo che prevede l'ammodernamento organizzativo che peraltro è del 1993.
Considerati i cambiamenti di scenario nel settore agricolo e in sanità l'adeguamento organizzativo alle nuove esigenze e al nuovo tipo di domanda è un fatto indispensabile. Se nel caso della malattia della mucca pazza un laboratorio è assurto alla dignità di riferimento nazionale e anche internazionale è una cosa che ci fa molto piacere, perché è stata ascritta alla Regione, però bisogna proprio togliere un'organizzazione che non esiste più in nessuno dei dieci istituti italiani. Ci dispiace molto che il Piemonte sia rimasto così arretrato. Attraverso lo strumento della legge si può dare all'Istituto zooprofilattico l'organizzazione moderna che consentirà di esplicare con maggiore efficacia le sue funzioni. Solo questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano

Io volevo richiamarmi un attimo a quanto ha detto poco fa il Presidente circa l'emendamento che avevo sottoposto e che hanno firmato anche altri miei colleghi. Ovviamente condivido, comprendendo che probabilmente non è possibile su questo collegato inserire l'emendamento. Vorrei richiamarmi ad un lavoro d'Aula, che ovviamente non è strettamente legato alla Commissione, anche perché il sottoscritto non ve ne fa parte. siccome l'Aula è autonoma in questo, a me pare, che ci si possa richiamare sia a quanto hanno affermato prima il Consigliere Pedrale e i relatori, nel dire che c'è stata una vera collaborazione nella stesura e nell'approvazione unitaria di questo disegno di legge da parte della Commissione, sia al problema che era stato già prima evidenziato sul Consiglio regionale del volontariato quando si parlava di avere una rappresentanza.
A me pare soltanto che la composizione di cinque membri, dei quali due alla Regione Piemonte, significa che il Piemonte è l'unica delle tre Regioni che ha la presenza con due propri componenti nel Consiglio di Amministrazione. Volevo chiedere all'Assessore Valpreda e alla Giunta regionale, poiché non possiamo, per motivi formali, come ha giustamente detto il Presidente, modificare il collegato con un emendamento, se è possibile, con un atto di buona volontà, un impegno della Giunta a far sì che uno dei due rappresentanti della Regione Piemonte sia della minoranza.
Ovviamente noi non lo possiamo scrivere ma rendiamoci che sarebbe meglio, in queste tre Regioni, che la minoranza abbia almeno nella Regione Piemonte un rappresentante, visto che non lo può avere né in Valle D'Aosta né in Liguria. Chiederei che la Giunta, tramite l'Assessore Valpreda dichiarasse questo impegno. Se c'è questa volontà, da quel che ho capito dalla Conferenza dei Capigruppo di prima, mi pare che si possa trasformare questo discorso in un impegno formale, affinché non venga inserito nel disegno di legge, ma venga preso l'impegno che uno dei due rappresentanti del Piemonte appartenga alla minoranza. Se questo è fattibile, accetteremo questo impegno da parte dell'Assessore Valpreda e voteremo all'unanimità il testo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla salute e tutela della salute

Evidentemente io non posso, in questa sede, assumere un impegno che vincola tutta la Giunta. Il mio impegno è personale: dato che sono profondamente democratico, da parte mia evidenzierò questa richiesta alla Giunta. Per quanto mi concerne, non ho nulla in contrario che ci sia una persona competente, perché noi riteniamo che nei Consigli di Amministrazione non debba esserci nessuna lottizzazione, ma valga il requisito della competenza tecnica.
Il decreto 270/93 trasforma il Consiglio di Amministrazione più in un organo di consulenza che in un organo operativo agli effetti amministrativi, perché la modifica prevista era trasformare l'Istituto zooprofilattico con la fisionomia delle ASL e quindi il direttore generale il direttore sanitario e il direttore amministrativo sono i gestori.
Più è pluralista il Consiglio di Amministrazione, meglio è. Mi piacerebbe decidere a nome della Giunta e non solo in questo caso, ma ovviamente ciò non è possibile.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, lei è già intervenuto. Non può intervenire due volte. Le concedo la parola soltanto per una breve comunicazione



SCANDEREBECH Deodato

Vorrei controbattere a quello che ha detto l'Assessore Valpreda.
Quattro giorni fa la Presidente Bresso, in un importante convegno sul Piemonte, ha rilasciato delle precise dichiarazioni, asserendo che ogni Assessore è competente e responsabile delle proprie deleghe a livello generale di Giunta, perché deve essere al corrente degli impegni relativi alle altre deleghe anche nel caso in cui manchi un Assessore competente.
Penso che lei, Assessore Valpreda, sia autorevolmente rappresentativo e possa esercitare il potere di decidere.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi dichiaro chiusa la discussione generale sul disegno di legge.
Consigliere Manolino, l'unico emendamento che risulta oggi consegnato alla Presidenza è il suo, che è stato valutato irricevibile. Consideriamolo ritirato Passiamo all'esame dei singoli articoli.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, procediamo alla votazione nominale sull'intero disegno di legge L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato sì 36 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (inversione punti all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 23, "Prima legge regionale di semplificazione disciplina dell'analisi di impatto della regolamentazione".
All'o.d.g. avevamo iscritto il disegno di legge n. 23 nel caso fosse licenziato dalla Commissione, cosa che è avvenuta.
Avevamo concordato di discutere le interrogazioni, di svolgere la commemorazione, di procedere con le deliberazioni sulle nomine, di esaminare i disegni di legge e, successivamente, le mozioni e gli ordini del giorno. Questa era l'intesa raggiunta in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Mi permettevo di intervenire perché pensavo ci volesse un'inversione dei punti all'o.d.g.
da molte settimane che attendiamo la discussione della mozione n. 14 al punto 9 dell'o.d.g.: "Promuovere, formare, valorizzare e tutelare il volontariato in Piemonte": per carità, il volontariato sa attendere! Speravo, tuttavia, visto che passeremo alla fase del bilancio, che oggi si potesse trovare un momento di discussione per dare spazio al volontariato.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, sono consapevole dell'importanza della mozione da lei menzionata.
Siccome la legge di semplificazione risulta approvata all'unanimità in Commissione, ho il ragionevole convincimento che anche l'esame in Aula possa essere piuttosto rapido.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni, per mozione d'ordine.



CASONI William

Ho chiesto la parola soltanto ad onor del merito: vero è quello che lei ha riportato relativamente alla riunione dei Capigruppo. Tuttavia, nella puntuale elencazione degli punti iscritti durante la Conferenza dei Capigruppo, c'era il disegno di legge, le tre mozioni e, qualora licenziato, la legge regionale di semplificazione. Non essendoci la determinazione che fosse o meno licenziato, si era deciso questo ordine del giorno.
In ogni caso, quindi, sarebbe necessaria un'inversione, perché, a termine di Regolamento, l'o.d.g. è quello che abbiamo a nostre mani.
Pertanto, gli argomenti che si aggiungono, si inseriscono in coda, salvo diverse interpretazioni e letture.



PRESIDENTE

L'intervento del Consigliere Casoni lo considero come una mozione d'ordine concernente la prosecuzione dei nostri lavori.
quindi, un invito a seguire l'o.d.g. così com'è stato notificato ai Consiglieri.
La parola al Consigliere Dalmasso, sempre per mozione d'ordine.



DALMASSO Sergio

Volevo ricordare brevemente che vi è un ordine del giorno presentato da tutti i Gruppi consiliari in merito ad un tragico evento accaduto in queste settimane in Romania a causa dell'alluvione.
Poiché tale documento ha ricevuto l'adesione di tutti, credo che nel giro di pochissimi minuti potrebbe essere esaminato. Ne chiedo pertanto l'immediata discussione, anche se sarebbe l'ultimo punto iscritto all'o.d.g., posto che fra il pubblico sono presenti alcune graditissime ospiti che ci hanno raggiunto nonostante il tragico evento.
Forse sarebbe opportuno dedicare dieci minuti - non di più - a questo tema.
Credo che il Consigliere Leo, primo firmatario dell'ordine del giorno possa concordare.



PRESIDENTE

Ricapitolando, il Consigliere Casoni ha chiesto di attenersi all'ordine dei lavori così come indicato nelle comunicazioni pervenute ai Consiglieri.
Il Consigliere Dalmasso ha chiesto di inserire un punto in più all'o.d.g.
Per evitare di cadere in lungaggini procedurali, suggerirei, a questo punto, di attenerci all'o.d.g. come risultante dalla convocazione - penso sia una soluzione ampiamente condivisibile - inserendo, come punto 8 bis) ovvero come primo documento da esaminare, l'ordine del giorno n. 61 avente ad oggetto "Alluvione in Romania", che ha, come firmatari, i rappresentanti di tutti i Gruppi - penso, pertanto, che sia ragionevole pensare che possa essere approvato in pochi minuti - per poi procedere con la discussione sull'ordine del giorno n. 64 inerente a "Uccisione Monsignor Locati".



COTTO Mariangela

Ho chiesto la parola, sempre sull'ordine dei lavori, anche perché lei sa che ho presentato un ordine del giorno sull'uccisione del Vescovo missionario in Kenya.



PRESIDENTE

Le ricordo che risulta già iscritto e inserito all'o.d.g..



COTTO Mariangela

Lo so, ma chiedo, subito dopo, di affrontare la votazione dello stesso anche perché giovedì si svolgeranno i funerali: penso sia un atto importante del Consiglio regionale.
Ritengo che non ci debba neanche essere discussione, essendo stato firmato da tutti. Credo che l'approvazione dello stesso richieda soltanto un minuto.



PRESIDENTE

Se il Consiglio approva unanimemente, ci atteniamo all'o.d.g.
iscrivendo, come punto 8 bis), l'ordine del giorno n. 61 inerente a "Alluvione in Romania", presentato dai Consiglieri Leo, Ricca, Turigliatto Dalmasso, Valloggia, Scanderebech, Boeti, Ghigo, Motta, Robotti, Bossutto Casoni, Monteggia, Spinosa, Buquicchio, Moriconi, Rossi, Ferrero, e inserendo come punto 8 ter) l'ordine del giorno n. 64 inerente "Uccisione del Monsignor Luigi Locati. Maggior sostegno ai Missionari piemontesi" presentato dai Consiglieri Cotto, Gariglio, Pedrale, Cattaneo, Laus Bizjak, Reschigna, Pichetto Fratin, Ghigo, Clement, Cavallaro, Leo Buquicchio, Ferrero, Manolino, Motta, Dalmasso, Cattaneo, Travaglino Boeti, Larizza, Rostagno, Auddino, Ricca, Rabino, Guida.



(L'Aula all'unanimità tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Sono documenti firmati da tutti i Gruppi consiliari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per mozione d'ordine.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Questa mattina è stato iscritto all'o.d.g. un ordine del giorno in merito alla garanzia rispetto alla continuità lavorativa dei lavoratori socialmente utili presenti in alcune Amministrazioni pubbliche.
Ci sembrava di aver capito, in sede di Commissione, che fosse un provvedimento assolutamente urgente da discutere oggi.
Non vorremmo che l'incontro avvenuto con l'Assessore Migliasso, che fortunatamente, è disponibile ad incontrare i lavoratori, insieme al Vicepresidente Placido - a quale titolo? - al Presidente della Commissione proprio in qualità di Presidente - e con i Consiglieri Robotti e Chieppa senza alcuno titolo, che hanno partecipato alla riunione, così come si legge in un comunicato stampa - riunione già costituita, con garanzie già date, come leggiamo nel comunicato stampa, in qualche modo avesse fatto venire meno l'urgenza.
Pertanto, chiediamo che venga inserito al punto 8 quater) all'o.d.g.
l'ordine del giorno n. 61 "Lavoratori socialmente utili" sempre che lo si ritenga urgente.
In caso contrario, vorrebbe dire che ci avete presso in giro, che non era urgente e che la riunione, in qualche modo, ha sostituito quelli che sono i poteri consiliari.



PRESIDENTE

Tale ordine del giorno è già stato iscritto e verrà esaminato seguendo la scaletta dei nostri lavori, a meno che non vi sia, anche in questo caso una condivisione molto ampia per arrivare come 8 quater).
Se terminiamo la fase procedurale e passiamo all'esame degli ordini del giorno, nella giornata di oggi avremo anche il tempo per esaminare ed approvare tutti gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

CASONI William (fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo considerarlo 8 quater)?



PRESIDENTE

Avremo occasione di esaminarlo anche inserendolo dopo l'esame dell'ordine del giorno n. 13 "Diminuzione fondi comunitari", presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale.
Passerei, quindi, all'esame dell'ordine del giorno inerente l'alluvione in Romania, che ha come primo firmatario il Consigliere Leo, anche in ragione della presenza in Aula di una delegazione di rappresentati della Romania.



PRESIDENTE

VIGNALE Gianluca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io ho proposto una mozione e ritengo che si debba votare.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale, quindi, richiede, come mozione d'ordine, che anche l'ordine del giorno sui lavoratori socialmente utili sia anteposto nell'ordine dei lavori e diventi, nella numerazione dell'o.d.g., il punto 8 quater).
Non essendovi richieste di intervento in senso contrario, indìco la votazione palese sulla proposta del Consigliere Vignale di esaminare l'ordine del giorno n. 52.



(L'Aula all'unanimità approva)


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 61 inerente a "Alluvione in Romania", presentato dai Consiglieri Leo, Ricca, Turigliatto, Dalmasso, Valloggia, Scanderebech Boeti, Ghigo, Motta, Robotti, Bossuto, Casoni, Monteggia, Spinosa Buquicchio, Moriconi, Rossi e Ferrero


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno inerente a "Alluvione in Romania", di cui al punto 8 bis) all'o.d.g..
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Desidero ringraziare tutti i colleghi che hanno contribuito alla formulazione di questo ordine del giorno. Ringrazio il collega Dalmasso per averlo sollecitato e lei, Presidente Gariglio, per essere riuscito, in un Consiglio così pieno di lavoro, a trovare il modo di discuterlo. La ringrazio, inoltre, per il saluto dato alla delegazione rumena.
Non sto ad illustrarlo perché è, di per sé, chiaro e contiene dati contenuti e motivazioni, ma vorrei spiegare come mai abbiamo insistito tutti quanti per discuterlo subito.
Principalmente per tre ragioni. La prima riguarda il nostro legale storico, particolarmente attuale, con la Romania. Molti immigrati residenti a Torino provengono da quelle terre ed è significativo - e molto bello che la comunità rumena si sia così integrata. Mi permetto di dire, anche in omaggio alle signore Consigliere, che nella comunità rumena è significativo il ruolo delle donne.
La seconda ragione riguarda realtà torinesi che, insieme al Banco Alimentare, hanno già procurato derrate e volontari per recarsi in loco. Mi permetto di citarle perché altamente meritorie: l'Associazione Acmos e l'Associazione Terra del Fuoco, che hanno già condotto missioni nell'Est europeo; la Carovana per la pace e Oltre la Fortezza. Posso dire, quindi un'espressione di solidarietà che fa onore al Piemonte.
I Consiglieri conoscono le adesioni, la partecipazione e la provenienza di queste realtà e mi sembra che alcuni soggetti - associazioni rumene da una parte, come fulcro, e il Banco Alimentare dall'altra, l'Associazione Acmos e Terra del Fuoco dall'altra, abbiano dato una risposta veramente unitaria e significativa.
Complimentandomi con il Presidente Gariglio per il suo intervento sul terrorismo, mi permetto di dire che questa risposta, così unitaria, di giovani di varie tendenze, così come di extracomunitari presenti, è un bel gesto, nella prospettiva di una cultura di pace e di cooperazione.
L'ultima ragione per cui abbiamo chiesto l'inserimento dell'ordine del giorno è che giovedì si riunirà il Comitato di solidarietà. Noi siamo più che adeguatamente rappresentati dalla collega Cotto, che su questi argomenti ha sempre dimostrato una predisposizione e un'attenzione straordinaria, ma pensiamo che l'ordine del giorno rafforzi l'opera del Comitato di solidarietà, dandole un'indicazione autorevole del Consiglio.
Il testo del dispositivo è il seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte esprime la più forte solidarietà nei confronti del Governo e del popolo romeno colpito dal grave disastro naturale; chiede al Governo italiano di rispondere, con ogni mezzo possibile, alle richieste di aiuto che il Governo romeno ha già indirizzato alla comunità internazionale impegna il Consiglio regionale" - con il Comitato di solidarietà - "e la Giunta regionale a farsi carico di individuare le modalità e le iniziative concrete da intraprendere per sostenere le popolazioni colpite dall'alluvione prevedendone l'immediata e necessaria copertura economica." Tutto questo vuole dire, in poche parole, un sostegno a questo volontariato che mette a disposizione l'80% delle risorse, le derrate alimentari e i camion, ma la benzina e altre operazioni di supporto possono essere indispensabili, anche se le comunità rumene, il Banco Alimentare l'associazione Acmos e Terra del Fuoco hanno già promosso una colletta.
Tuttavia, se l'intenzione è quella di farli partire subito per essere immediatamente utili, un intervento del Consiglio e della Giunta sarebbe prezioso.
Ringrazio tutti i colleghi per questo. Ringrazio il Presidente del Consiglio per avere individuato le modalità per agire in tempi rapidissimi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Ci pare molto utile questo ordine del giorno. Ringraziamo anche la Presidenza per averlo messo in discussione in tempi rapidi. Ci pare anche utile il fatto che tutti i Gruppi abbiano apposto la propria firma su questo documento. È la gravità enorme di una situazione ambientale e sociale che tocca il nord-est della Romania. L'alluvione fa sì che una parte di questa popolazione sia senza cibo, che si abbiano problemi sanitari e che manchino case. La seconda questione riguarda l'incidenza notevole dell'immigrazione rumena nel nostro Paese, in particolare nella nostra regione.
I dati sulla sola provincia torinese parlano di cinquantamila rumeni e moldavi presenti. È una cifra sicuramente consistente: una comunità di grosso peso.
Il terzo fatto è che questa iniziativa parte da un'associazione di giovani attivi su questo fronte del volontariato, basandosi su iniziative di formazione verso le scuole, verso il mondo giovanile, e non solo, in un rapporto sociale e culturale con i paesi dell'Est europeo. Tutto questo va sottolineato in un momento in cui tutti quanti concordano nel dire che i problemi di partecipazione di questo mondo giovanile sono spesso difficili e complessi.
La nostra richiesta e il nostro voto favorevole, ringraziando la Giunta e il Banco Alimentare per questo impegno dato, ci inducono a tre considerazioni estremamente brevi.
Primo. La scarsa o la nulla informazione che giornali e televisioni hanno dato su questo fatto. Sembra che fatti drammatici che toccano popolazioni del mondo siano trattati solamente quando toccano europei o nostri connazionali. Lo stesso Tsunami, manifestatosi alla fine dello scorso anno, ha avuto grande attenzione sui nostri giornali quasi solamente per la presenza di turisti europei in quelle terre.
Secondo. C'è un aumento di catastrofi stupidamente definite "naturali" ma che naturali non sono affatto. Le alluvioni, sempre più gravi e sempre maggiormente frequenti, si alternano a gravi fenomeni di siccità. In pochi giorni, in un periodo dove mai si erano verificati, tifoni hanno colpito Giamaica e Cuba. I nostri giornali ne hanno parlato quasi solamente raccontando che i turisti fuggono da zone di notevole rilevanza turistica e da una città come Cancun in Messico. Occorrerebbe - anche se non è certamente questa la sede - una seria riflessione sull'effetto serra, sulle modificazione climatiche e sulle conseguenze che queste possono avere sul mondo, sull'economia e sulla vita, anche in tempi estremamente brevi.
Cavallette in Piemonte, ad esempio, non erano mai giunte. Il loro arrivo dimostra che vi è stata una modificazione climatica nel giro di pochi anni.
Occorrerebbe, da parte del mondo politico, economico e culturale un'attenzione maggiore di quella data da alcuni articoli di colore. Quali scelte assumono i Governi? Quali meccanismi produttivi? Quali tempi? Non sono più tempi storici, ma tempi che appartengono anche alla vita di chi come me, di anni ne ha parecchi.
La terza questione è la richiesta che la Commissione di solidarietà lavori su questo tema. È stata convocata per giovedì, ma occorrerebbe riflettere sui tempi di vacanza che le elezioni drammaticamente comportano: si perdono mesi e mesi su temi importanti prima che la macchina parta.
Questo non è certamente compito nostro, ma il fatto che vari organi votino in differenti tempi (la Provincia lo scorso anno, la Regione quest'anno e il Comune il prossimo anno) non facilita un lavoro comune e fa sì che si perda del tempo.
Il nostro Gruppo voterà a favore di questo ordine del giorno che ha concordato con altri. Crediamo che debba essere votato dal Consiglio intero e che gli aiuti alimentari debbano partire nel più breve tempo possibile vista la presenza di un'emergenza reale e drammatica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ringrazio il Presidente per la celerità con cui si è riusciti a portare questo ordine del giorno in discussione. Lo ringrazio anche per la sua sensibilità. Credo che vada sottolineato il significato dell'impegno di questi giovani. Anch'essi hanno sollecitato e richiesto questo ordine del giorno, sottolineando l'importanza di provvedere il più rapidamente possibile per questo primo intervento.
Ritengo che compito del Consiglio e della Regione Piemonte non si esaurirà in questo atto, nel senso che sappiamo che nel corso delle alluvioni c'è un'emergenza immediata, ma sappiamo anche che ci sono degli interventi di secondo livello, che sopraggiungono in un secondo momento nell'ambito di quell'opera lunga, faticosa e costosa quale è la ricostruzione.
Credo e chiedo che la Regione Piemonte, per quanto possibile - si tratta di una Regione, non di uno Stato, quindi le risorse non sono illimitate - faccia la propria parte nei tempi successivi, per poter contribuire alla ricostruzione.
Anch'io ritengo doveroso ricordare che queste calamità definite "naturali", naturali non sono.
Come ripetono da tempo gli ambientalisti e i climatologi, dobbiamo prepararci ad affrontare, sempre più frequentemente, i disastri delle alluvioni e di altre calamità, perché le politiche industriali, che non abbiamo avuto la saggezza di cambiare, continuano ad aumentare l'effetto serra, causa dei mutamenti climatici che inducono questi eventi.
Nelle scelte di oggi, ma anche in quelle future, dovremmo ricordare che queste, pur avendo carattere locale o regionale, possono avere effetti sul clima, quindi possono contribuire a generare altri eventi disastrosi che se non si verificano nel nostro Paese, possono verificarsi in altri Paesi.
Infatti, come ho detto, l'ambiente è un tutt'uno, per cui i danni che si procurano localmente possono anche avere delle conseguenze a livello più globale.
Nell'auspicare naturalmente un voto positivo di tutto il Consiglio chiedo che di fronte a questi fatti non ci si limiti agli interventi di aiuto o alla riflessione sulle disgrazie che avvengono, ma si tenga conto di questo anche e soprattutto quando si decidono le politiche amministrative e industriali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente. Anche noi della Margherita ci uniamo ai ringraziamenti degli altri colleghi, sia a lei, Presidente, che ha accettato l'inserimento di questo ordine del giorno, sia al collega Leo per la sensibilità con la quale ha fatto sì che questo documento fosse presentato e firmato da tutti i Gruppi consiliari.
Voglio essere molto breve perché i colleghi che mi hanno preceduta hanno già detto molto.
Mi ricollego a quanto diceva il Consigliere Dalmasso: il maltempo che ha colpito l'Europa orientale è stato molto più esteso di quanto siamo a conoscenza e ha causato tantissimi danni. Le alluvioni non hanno colpito solo la Romania, che è sicuramente il Paese che ha subito i danni maggiori ma ci sono anche la Slovacchia, l'Ungheria e l'Ucraina carpatica, il sud della Polonia. Purtroppo, però, i mezzi di informazione non ne hanno dato alcuna conoscenza.
La mia, pertanto, è una sollecitazione a parlare di questi fatti perché non si può ometterli, forse per motivi turistici o altri interessi prioritari.
Penso che questo nostro messaggio debba essere molto forte, perché è necessaria una forte attenzione, da parte di tutti, rispetto a quello che succede nel mondo.
L'ultima annotazione è il rapporto del Ministero dell'Ambiente della Romania, il quale ha reso noto che quel Paese è privo di una mappa delle zone ad alto rischio di inondazioni ed è privo di un piano nazionale per la prevenzione dei disastri causati dalle stesse.
Il nostro impegno deve andare anche in questa direzione, con la nostra Protezione Civile, aiutandoli a ricostruire questa mappa ed essere in grado di prevenire i disastri causati dalle inondazioni.
Il nostro voto sull'ordine del giorno sarà sicuramente favorevole ed è importante attivare subito gli aiuti alimentari, per raggiungere le popolazioni colpite. Grazie.



PRESIDENTE

Colgo l'occasione di dire che questo ordine del giorno ci dà anche l'opportunità di esprimere, a nome del Consiglio regionale, la vicinanza e la solidarietà a tutta la popolazione delle province della Romania colpite dall'inondazione. Tra l'altro, la comunità romena è sempre più presente nella città e nella provincia di Torino e nelle altre province piemontesi.
una comunità che si sta integrando e che sta collaborando positivamente sempre più alla costruzione di una nuova regione.
Esprimo, quindi, alla delegazione che rappresenta una parte della comunità romena presente in Piemonte, le condoglianze e la vicinanza del Consiglio regionale al popolo della Romania e recepisco le osservazioni degli interventi che mi hanno preceduto. Sarà mia cura dare indirizzi alla Giunta regionale, all'interno del Comitato di Solidarietà, convocato in questa settimana, affinché la stessa compia interventi in questo ambito.
L'Assessore Migliasso garantisce sicuramente che questi interventi del Consiglio verranno attuati dalla Giunta.
Se non ci sono altri interventi, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 61, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che la Romania nei giorni scorsi è stata colpita da una delle più gravi alluvioni degli ultimi tre decenni, che ha provocato decine di morti, feriti e numerosi dispersi, oltre a danni che ammontano a centinaia di milioni di euro visto che l'inondazione ha allagato il 5% del territorio nazionale colpendo oltre 33 province, soprattutto nella parte orientale del paese tenuto conto che i danni sono ingenti: nelle quattro regioni più colpite dall'inondazione - Bacua, Braila, Galati e Vrancea - 13.000 persone sono state fatte evacuare, 500 case sono state completamente distrutte e altre 10.000 gravemente danneggiate rilevato che dalle zone colpite provengono molti immigrati romeni residenti in Piemonte appreso che le autorità di Bucarest hanno richiesto anche il supporto della comunità internazionale ritenuto di dover manifestare l'attenzione e l'impegno della Regione Piemonte verso un Paese come la Romania che, superato il regime imposto da un governo dittatoriale si è, anche se con contraddizioni, avviato in un percorso di crescita democratica civile, sociale ed economica e si appresta all'ingresso nella Comunità Europea esprime la più forte solidarietà nei confronti del Governo e del popolo romeno colpito dal grave disastro naturale chiede al Governo italiano di rispondere, con ogni mezzo possibile, alle richieste di aiuto che il Governo romeno ha indirizzato alla comunità internazionale impegna il Consiglio regionale e la Giunta regionale a farsi carico di individuare le modalità e le iniziative concrete da intraprendere per sostenere le popolazioni colpite dall'alluvione prevedendone l'immediata e necessaria copertura economica".
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 64 inerente a "Uccisione del Monsignor Luigi Locati, maggior sostegno ai missionari piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 64, relativo all'uccisione del Monsignor Luigi Locati, presentato dai Consiglieri Cotto, Gariglio Pedrale, Cattaneo, Laus, Bizjak, Reschigna, Pichetto Fratin, Ghigo Clement, Cavallaro, Leo, Buquicchio, Ferrero, Manolino, Motta, Dalmasso Cattaneo, Travaglino, Boeti, Larizza, Rostagno, Auddino, Ricca, Rabino Guida, Rossi, Monteggia, Dutto, Allasia, Ferraris, Botta e Spinosa, di cui al punto 8 ter.
La parola alla prima firmataria, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Le avevo promesso che in un minuto si sarebbe potuto votare questo documento. Infatti, rinuncio all'intervento, perch l'ordine del giorno è condiviso.
un ordine del giorno che esprime condanna, solidarietà e cordoglio alle famiglie ed invita a proseguire nell'attività di cooperazione internazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bizjak.



BIZJAK Alessandro

Anch'io un breve intervento, ma non per questo meno intenso, sulla figura di Monsignor Luigi Locati, barbaramente ucciso nella missione di Isiolo, che fa riferimento alla Diocesi di Vercelli.
Il Monsignor Luigi Locati era stato nominato a metà degli anni '90 dall'allora Arcivescovo di Vercelli, Monsignor Bertone, Vescovo di quella Diocesi.
stata una persona che ha dedicato la propria vita alle missioni, in particolare in quella zona dell'Africa. Il mio è un ricordo - se permettete anche un po' emozionato, essendo stato, Monsignor Locati, Viceparroco della Parrocchia dove io abito e ho sempre abitato, quindi c'è un ulteriore sentimento di vicinanza.
Come diceva la collega Cotto, questo episodio non deve farci perdere lo stimolo e il sostegno nei confronti di coloro che si impegnano in una direzione così importante, per creare uguaglianza e solidarietà, per creare condizioni di vita migliore nelle zone del mondo che versano in grande difficoltà.
Voglio ricordare che domani ci saranno i funerali di Monsignor Locati in Africa e ci sarà domani pomeriggio alle ore 17,30 una commemorazione ufficiale e solenne presso il Duomo di Vercelli.
Lo dico ad informazione di tutti e per rendere omaggio anche non direttamente a Monsignor Luigi Locati.
Ovviamente preannuncio il voto favorevole del nostro gruppo su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Comunico che il giorno stesso della notizia dell'uccisione ho provveduto ad esprimere il cordoglio del Consiglio regionale ai familiari e alla Diocesi di Vercelli.
Non essendoci altri interventi, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 64, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale appresa la notizia dell'uccisione di Monsignor Luigi Locati, Vescovo della Missione Vercellese in Isolo di Kenya ricordando i tanti sacerdoti, volontari, religiosi e religiose nati in Piemonte e impegnati in terra di missione, circa in mille tra uomini e donne testimoni all'estero dei valori e della cultura della nostra Regione il Consiglio regionale del Piemonte esprime la più ferma condanna per l'episodio di violenza che colpisce un uomo costruttore di sviluppo e pace manifesta il più sincero cordoglio alla famiglia Locati, alle Diocesi ed a tutti i missionari impegna la Giunta regionale a proseguire ed a rafforzare, nell'ambito delle politiche di cooperazione internazionale, i rapporti di collaborazione con chi quotidianamente affronta le difficili realtà delle missioni al fine di non frammentare le risposte e far sì che l'impegno dei missionari piemontesi, veri "ambasciatori" della nostra Regione, possa avere sempre più sostegno anche dalla propria terra di origine".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 52 inerente a "Provvedimenti straordinari a favore dei lavoratori socialmente utili"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) quater all'o.d.g. che riguarda l'esame dell'ordine del giorno n. 52, inerente a "Provvedimenti straordinari a favore dei lavoratori socialmente utili", presentato dai Consiglieri Clement Travaglini, Bizjak, Rutallo, Laus, Deambrogio, Robotti, Vignale, Pichetto Fratin, Ferrero, Allasia e Com'ella predisposto ed adottato all'unanimità dalla VII Commissione, il cui Presidente, Consigliere Clement, ha sollecitato il Consiglio ad intervenire rapidamente sul punto.
La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Molto brevemente, perché il Presidente ha già anticipato che questo ordine del giorno non è un ordine del giorno normale, nel senso che è stato già discusso in maniera approfondita all'interno della Commissione, dalla quale ha ricevuto il consenso unanime.
Nella nostra Regione sono rimasti 176 lavoratori socialmente utili, la stragrande maggioranza concentrata nella Provincia di Torino. Il 30 agosto andrà in scadenza il contributo previsto all'articolo 7 della legge regionale n. 4 che prevedeva per gli enti locali che utilizzano questa modalità di lavoro un contributo del 70% del costo di questi lavoratori che svolgono importanti mansioni nell'ambito di servizi di molti enti locali.
C'è l'esigenza quindi di aprire un confronto con gli enti locali e con le organizzazioni sindacali per capire come chiudere questa partita dando una risposta dal punto di vista occupazionale per stabilizzare questi lavoratori.
Evidentemente questa risposta non è possibile costruirla nell'arco di poche settimane. Quindi credo che sia estremamente opportuno arrivare ad una proroga di questa modalità di contributo da parte della Regione fino al 31 dicembre per poi partire immediatamente a settembre con la discussione con gli enti locali e le organizzazioni sindacali per tentare di trovare delle soluzioni.
Stamattina una delegazione di questi lavoratori presenti all'esterno del palazzo è stata ricevuta dall'Assessore Migliasso, presente anche il sottoscritto e il Consigliere Placido in rappresentanza dell'Ufficio di Presidenza.
L'impegno dell'amministrazione è stato proprio nel senso di lavorare per avere in tempi molto stretti la proroga e di aprire il confronto per i primi del mese di settembre per tentare di chiudere questa partita entro l'anno 2005.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Credo che questo ordine del giorno sia stato inserito nella discussione odierna in maniera molto opportuna, così come è apprezzabile che la Commissione unanimemente, nella seduta della scorsa settimana, abbia proposto un ordine del giorno in tal senso.
Si tratta di 178 lavoratori che, senza un provvedimento da parte della Regione, rischierebbero di trovarsi a fine del mese di agosto senza uno stipendio, anche se è improprio parlare in questo caso di stipendio infatti si tratta molte volte di stipendi molto bassi, talvolta addirittura più bassi di un'indennità di disoccupazione.
Credo che la legge che aveva istituito alcuni anni fa i lavori socialmente utili abbia dato dei risultati. All'origine, come riporta lo stesso ordine del giorno, si trattava nella nostra Regione di 4200 lavoratori, e ricordo come in quegli anni la chiusura di fabbriche, con la conseguente perdita di posti di lavoro, non vedeva alcun sbocco per alcuni lavoratori che, dall'oggi al domani, erano espulsi dal modo produttivo.
Come diceva il collega Clement oggi votiamo un ordine del giorno e l'amministrazione regionale e l'Assessore allungherà i termini della legge al 31 dicembre, ma con questo il problema non sarà risolto.
La risoluzione del problema, a mio avviso, andrà affrontata a partire dal mese di settembre, cercando di istituire una concertazione con i Comuni e con gli enti pubblici che, di fatto, occupano questi lavoratori, con la Regione e con il sindacato per tentare di trovare una soluzione che non sia tra 4 mesi tale e quale quella di oggi.
Vi sono alcune situazioni in cui questi lavoratori sono ormai diventati indispensabili per i Comuni. Penso ad esempio al Comune di Pinerolo, dove ci sono 7 donne che portano avanti il servizio di mensa scolastica, la cucina e servizi di prim'ordine. Nel Comune Moncalieri, di Collegno ed altri Comuni il blocco delle assunzioni per gli enti pubblici ha determinato una mancanza di funzioni all'interno degli stessi.
Quindi, all'interno di questa situazione dobbiamo cercare di dare a questi lavoratori una certezza per il futuro. E' chiaro che nessuno di noi ha la bacchetta magica, ma è molto importante che l'amministrazione regionale trovi il finanziamento per gli otto mesi regressi, perché da quello che ci risulta ai Comuni non è stato erogato il contributo nonostante la proroga introdotta dalla legge regionale alcuni mesi fa. Per questo alcuni Comuni si trovano in difficoltà economica.
E' positivo l'impegno da parte dell'amministrazione, ma credo che uno sforzo ulteriore debba essere fatto per cercare di accompagnare questi lavoratori ad un lavoro stabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente. Lo dicevo già nella richiesta di inversione dell'o.d.g: sottoporrò nell'intervento due problemi, o meglio, un problema è una valutazione sull'ordine del giorno.
Pongo invece alcune domande al Presidente e all'Ufficio di Presidenza rispetto a quanto avvenuto stamattina.
Non c'è bisogno che ricordi cosa prevede il regolamento interno del Consiglio all'articolo 9; cito solo il punto 1, comma b) "tutela le prerogative e assicura l'esercizio dei diritti dei Consiglieri".
Stamattina, come altre volte è accaduto e altre volte accadrà, i lavoratori hanno manifestato davanti al Consiglio regionale, si è costituita una delegazione per audire i lavoratori. Tale delegazione era costituita ovviamente dall'Assessore competente ed altrettanto ovviamente dal Presidente della Commissione.
Domando al Presidente del Consiglio e all'Ufficio di Presidenza se è stata concertata la presenza del Vicepresidente Placido e soprattutto al Vicepresidente Placido se, nel momento in cui alla riunione hanno partecipato anche i colleghi Chieppa e Robotti, come viene opportunamente comunicato nel comunicato stampa delle rappresentanze sindacali di base, se non ha ritenuto opportuno non dico sospendere la Commissione, ma almeno avere il buonsenso istituzionale di allargare l'audizione ad altri soggetti.
Se l'intrusione all'interno delle audizioni viene presa come metodo di lavoro, noi chiediamo che le audizioni siano comunicate sempre al Gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, che vi parteciperà in toto, così come in toto era presente il Gruppo dei Comunisti Italiani.
O arriva, in qualche modo, una reprimenda da parte del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza nei confronti di coloro che non stavano dove dovevano stare, perché a livello istituzionale c'era l'Ufficio di Presidenza, l'Assessore, il Presidente di Commissione e nessun altro oppure, se il livello è più allargato - e posso comprendere che debba essere così - allora partecipano anche i Presidenti di Gruppo o un singolo esponente per Gruppo.
Detto ciò, che però è la parte più importante o parimenti importante perché, al di là della sostanza, sulla quale andrò a dire qualcosa essendo anche io firmatario dell'ordine del giorno, credo che il rispetto delle regole fondamentali sia tanto importante quanto l'ordine del giorno che andiamo a votare.
Credo che si debba, innanzitutto, fare una valutazione positiva sul lavoro svolto in Commissione, dove, in modo trasversale, abbiamo sì delegato alla Giunta quello che è un potere consiliare - allungare il periodo della legge - ma, mi corregga il Presidente se dico una cosa errata, così come venne fatto dalla Giunta precedente, l'Assessore ha mandato a dire ai Comuni, soprattutto quelli dove lavora il maggior numero di lavoratori LSU (ma anche dove c'era una singola unità), che la Regione si farà carico di coprire fino al 31/12/2005 il 70% dei loro stipendi.
Su questo, però, bisogna fare una considerazione, e lo dico tanto all'Assessore Migliasso quanto al Presidente Clement: sarebbe altresì opportuno che la Giunta si impegnasse, altresì, in un'opera di sensibilizzazione nei confronti dei Comuni, perché - bene diceva chi mi precedeva - questi lavoratori non rivestono più il ruolo di alcuni anni fa quando c'era un numero molto limitato, e si parlava di un "oggettivo intervento del Pubblico"; il Pubblico, cioè, garantiva una forma di assistenza ad un numero limitato di lavoratori che non avrebbero trovato altre collocazioni, o magari accompagnava alla pensione dei lavoratori vicini alla data di pensionamento.
Oggi, invece, un numero così elevato - penso ai 58 di Collegno o ai 24 di Rivoli - non si configura più come una forma di lavoro socialmente utile, perché sono, a tutti gli effetti, dipendenti che mandano avanti interi comparti dell'Amministrazione Pubblica, con il vantaggio, per l'Amministrazione Pubblica ovviamente, di pagare i medesimi il 30% (anzi ancora meno, perché in molti casi c'è anche il contributo delle Amministrazioni provinciali, per cui si pagano gli stessi il 15% rispetto al costo complessivo).
Se vogliamo intervenire rispetto al diritto dei lavoratori e alla opportuna garanzia di un contratto, credo sia corretto che l'Ente si attivi affinché le Amministrazioni comunali, che da anni utilizzano questi lavoratori non certo con la forma degli LSU, ma a tutti gli effetti come dipendenti parigrado, che hanno però un contratto a tempo determinato o indeterminato, o comunque una contrattualistica che li tutela, garantiscano questo processo. Perché se al 31/12/2005 ci troveremo di nuovo di fronte ad una situazione in cui il Comune di Collegno magari non ha più 58 lavoratori in questa situazione, ma ne ha 54, e quello di Rivoli non più 24 ma 21 allora è ovvio e lampante che è una speculazione che le Amministrazioni Pubbliche fanno prima nei confronti dei lavoratori, in secondo luogo anche nei confronti dell'istituzione Regione, che va, in qualche modo, a finanziare gli stipendi di questi lavoratori.
Per cui, noi ci esprimeremo ovviamente con un voto favorevole, posto che ci sia anche questo impegno che, peraltro, è trasversale, perché credo che interessi a tutti.
Tuttavia, siamo particolarmente interessati, ancorché nell'entrare nel merito dell'ordine del giorno, come abbiamo fatto in sede di Commissione alla risposta del Presidente del Consiglio, a nome dell'Ufficio di Presidenza, perché crediamo che si possa ben operare quando i principi sono definiti e soprattutto rispettati da tutti.



PRESIDENTE

Intervengo subito a rispondere.
Questa mattina mi è stato comunicato che era presente, al di fuori del Consiglio, una delegazione di lavoratori socialmente utili che aveva manifestato il desiderio di incontrare l'Assessore con competenza in materia e il Presidente della Commissione, che era al corrente di questa iniziativa.
Saputo di questo, ho richiesto la disponibilità al Vicepresidente Placido - peraltro in assenza dell'altro Vicepresidente Costa, che, come avete visto, è arrivato ben più tardi in aula - di partecipare a tale incontro per assicurare a quest'audizione la rappresentanza dell'Ufficio di Presidenza.
Per quanto mi concerne, quindi, l'incontro è avvenuto con l'Assessore competente in materia, alla presenza del Presidente della Commissione e del Vicepresidente Placido, che ha fatto gli onori di casa. Questa era la composizione.
In particolare, per quanto riguarda il Consiglio, la delegazione è stata accolta dal Presidente della Commissione, che desideravano incontrare, e dal Vicepresidente del Consiglio regionale. Questa era la rappresentanza ufficiale.
Dopodiché, non ero a conoscenza - lo sono stato quando lei ha citato i comunicati dell'Ansa, che mi sono stati prodotti - della presenza dei Consiglieri Chieppa e Robotti. Evidentemente, per motivi politici o per attività proprie a loro, erano a conoscenza di questa iniziativa ed hanno accompagnato o veicolato qui dentro i lavoratori. Ma non erano ad accogliere la delegazione in rappresentanza del Consiglio regionale.
Per quanto riguarda lo svolgimento della riunione, non essendo stato presente, cedo la parola al Vicepresidente Placido per illustrare quanto è successo. Sicuramente, dal punto di vista del Consiglio, la vicenda è avvenuta in piena correttezza. Sono molto attento a far rispettare le norme del Regolamento: non c'è stato un vulnus al Consiglio, perché non è stata data una rappresentanza del Consiglio difforme da quella che avrebbe dovuto essere.
La presenza di alcuni Consiglieri, evidentemente, era dovuta al fatto che erano stati in qualche modo promotori o erano stati in contatto per altri motivi, non perché li abbia delegati il sottoscritto all'incontro.
Ovviamente, Consigliere Vignale, non sapendolo a priori, non potevo nemmeno escluderlo.
Darei, quindi, la parola al Vicepresidente Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Vignale per avere sollevato la questione. Non aggiungo niente a quanto ha riferito il Presidente in merito alla composizione della delegazione. Ma è evidente che le modalità e le forme di come si viene a conoscenza degli incontri nel Palazzo pone l'annoso problema, che più volte abbiamo cercato di regolamentare, di come incontrare le delegazioni, in quale formula, se sia o meno il caso di sospendere l'Assemblea. A tal riguardo, ci sono varie scuole di pensiero.
La delegazione di oggi, fra l'altro a richiesta precisa, ci ha permesso di non sospendere il Consiglio. Io proporrei al Presidente che nella prossima Conferenza dei Capigruppo si ragioni su come devono avvenire tali incontri. Sottolineo che bisogna essere tutti d'accordo su un ordine del giorno per riuscire a risolvere il problema dei LSU, che è residuale e non paragonabile a quelle di altre Regioni, ci permette, lo voglio mettere in positivo, di utilizzare quanto è successo (non è niente di particolare).
Consigliere Botta, non si è mai visto che uno di noi dica ad un collega: " Tu cosa ci fai qua?" Nessuno ha l'autorità per dire questo ad un collega. Al di là del votare tutti a favore dell'ordine del giorno, se vogliamo utilizzare quello che è già avvenuto, per provare a metterci d'accordo su come devono essere ricevute le delegazioni, al di là dell'importante problema del numero dei partecipanti, perché nelle prossime occasioni chi partecipa all'incontro sia in qualche modo autorizzato. Fermo restando che è sempre stata abitudine, nelle scorse legislature - i colleghi che erano già presenti lo possono dire - che non sempre si sospende il Consiglio, alcune volte si incontra la delegazione, è aperta la partecipazione dei Consiglieri che lo ritengono opportuno. Se poi il collega Vignale dice - basta saperlo - pone un problema di informazione.
Questo è l'unico appunto, neanche tanto alla ricerca di chi doveva comunicare che cosa, perché la richiesta è stata precisa: incontrare il Presidente e la Commissione. Per quanto mi riguarda, non essendo come dire parte in causa (ma non rispetto a quello che è stato) presterò attenzione perché ci sia la maggior comunicazione possibile. Credo che sull'argomento (anche per le cose che diceva il collega Vignale) siamo tutti quanti d'accordo affinché si trovi la soluzione al problema, sapendo che nella settima legislatura con il collega Pichetto ci siamo trovati più volte a ragionare per trovare le risorse tali da garantire la continuazione del lavoro per i cosiddetti LSU. Questo è quanto.
Mi auguro che il Consigliere Vignale condivida quello che ho detto. Si voti l'ordine del giorno, ma nella prossima Conferenza dei Capigruppo riproporrò la questione, perché si arrivi, nel limite del possibile, ad organizzare chi riceve le delegazioni, come ci si comporta se si sospende il Consiglio e quando si sospende. Su questo, la scorsa legislatura c'erano posizioni differenti, trasversali alla maggioranza e all'opposizione. Si tratta di trovare un punto di incontro, ma sono convinto che lo troveremo.



PRESIDENTE

Faccio mie le osservazioni del Vicepresidente Placido. Noi ci siamo dati ad inizio legislatura un documento che è stato approvato dall'Ufficio di Presidenza, previa ampia consultazione con tutti i Presidenti dei Gruppi, recante: "Norme di comportamento durante le sedute consiliari".
All'articolo 3, comma 2, è normata la fattispecie dell'incontro con delegazioni. Mi rendo conto che, alla luce delle osservazioni fatte dai colleghi del Gruppo di Alleanza Nazionale, la normativa merita di essere meglio specificata.
Domani porteremo all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo una modalità organizzativa che possa essere recepita e normata da un provvedimento deliberativo dell'Ufficio di Presidenza, onde evitare che gli incontri con le delegazioni nella giornata di Consiglio (la giornata che normalmente ci vede più impegnati in quest'attività) possano turbare le attività di Consiglio e, parallelamente, far sì che gli incontri possano avvenire senza escludere chicchessia, per comunicare la massima informazione.
Se non ci sono ulteriori richieste ad intervenire sul punto, chiuderei la discussione e, prima di porre in votazione il provvedimento, do la parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare e al lavoro

Vorrei ringraziare tutte le Consigliere e i Consiglieri firmatari dell'ordine del giorno, che in qualche modo mi supporta e mi conforta nella decisione che sto assumendo, che è quella di approvare un provvedimento per prolungare fino al 31/12/2005 le provvidenze stabilite dalla legge per i lavoratori socialmente utili. Voglio anche assicurare ai Consiglieri che l'hanno sottolineato, in particolare i Consiglieri Clement, Auddino e Vignale, che la sottoscritta, nel momento in cui manderà la lettera ai Sindaci per consentire loro la prosecuzione delle iniziative dal 1 settembre in poi e la predisposizione degli opportuni atti deliberativi comunicherà altresì la data di convocazione dei Sindaci medesimi per concertare con loro, fin dai primi giorni di settembre, un percorso che affronti in via definitiva questa questione.
Molte parole sono già state dette, è un problema molto spinoso, non tanto per i numeri che, per fortuna, nella nostra Regione sono molto contenuti, ancorché concentrati soprattutto nella Provincia di Torino e all'interno della Provincia di Torino, soprattutto in alcuni Comuni. La tipologia di persone oggi impiegate nei lavori socialmente utili è abbastanza varia: in parte, sono soggetti che hanno più di 50 anni, altri invece sono infracinquantenni. Non è semplice, perché, come già ricordato negli enti locali c'è il blocco delle assunzioni: dunque dovremo trovare in accordo con i Comuni e con le organizzazioni sindacali, lavorando fin da subito, una soluzione soddisfacente per tutti i soggetti in causa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 52, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che dopo cinque anni dalla prima Convenzione sottoscritta tra la Regione Piemonte ed il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la gestione dell'utilizzo di disoccupati di lungo periodo in lavori socialmente utili presso enti pubblici e cooperative sociali, a fronte dei 4.200 originari lavoratori, 176 di essi, di cui 11 in provincia di Asti, 21 in provincia di Cuneo e 144 in provincia di Torino, impiegati presso comuni e comunità montane, risultano ancora in attesa di stabilizzazione, nonché a rischio di perdita del salario, in assenza di provvedimenti specifici il 30 agosto 2005 andranno a scadenza le disposizioni di cui all'articolo 7 della legge regionale del 25 febbraio 2005 n. 4 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2005), che prevede un contributo del 70 agli Enti Locali che utilizzano lavoratori socialmente utili, per cui per i suddetti lavoratori il 1° settembre terminerebbe questa esperienza lavorativa considerato che questi lavoratori svolgono lavori e servizi importanti ed indispensabili negli Enti dove sono impiegati e non sono facilmente e rapidamente rimpiazzabili, anche a fronte dell'impossibilità ad assumere dei Comuni la soluzione dell'inserimento dei lavoratori di cui sopra nei cosiddetti "cantieri di lavoro" prevista dall'articolo 7, comma 4 della citata legge regionale non appare auspicabile, soprattutto per i lavoratori infracinquantenni, in quanto questa soluzione andrebbe ad accentuare una situazione di precariato che per molti di questi lavoratori dura ormai da parecchi anni atteso che sarebbe invece necessaria una proroga di questo contributo almeno fino al 31 dicembre 2005, permettendo così di affrontare, con gli Enti Locali e le OO.SS., un confronto finalizzato a cercare soluzioni adeguate a questa problematica, individuando strumenti per favorirne la stabilizzazione impegna la Giunta regionale ad attivarsi entro il 31 agosto 2005 per scongiurare l'ipotesi di cui all'oggetto, specificatamente applicando corsie preferenziali ad eventuali provvedimenti di proroga del disposto di cui all'articolo 7 della l.r.
4/2005 ed assicura la propria disponibilità a garantire carattere di prioritaria importanza alle iniziative legislative concernenti la tematica in oggetto".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame mozione n. 14 inerente a "Promuovere, formare, valorizzare, tutelare il volontariato in Piemonte", presentata dai Consiglieri Cotto, Ghigo Manolino, Ferrero, Cavallera e Leo

Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Esame mozione n. 65 inerente a "Coordinamento interassessorile e periodiche verifiche per la valorizzazione del volontariato singolo o associato" presentato dai Consiglieri Lepri, Pizzale, Rostagno, Rutallo, Bizjak, Laus Robotti, Travaglini, Pozzi, Cattaneo, Rabino, Boeti, Ricca, Motta, Muliere Turigliatto e Dalmasso


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 14, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Sul punto è stato depositato, a inizio seduta, una mozione (la n. 65) che prego venga celermente distribuita ai Consiglieri, il cui primo firmatario è il Consigliere Lepri, che ha per oggetto: "Coordinamento interassessorile e periodiche verifiche per la valorizzazione del volontariato".
Sulla mozione n. 14 ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

In sede di discussione del programma della Giunta Bresso, avevo avuto occasione di fare notare come non ci fosse l'Assessore al volontariato. La Presidente si è giustificata dicendo che il volontariato è trasversale a otto settori, per cui ogni Assessore svolge le funzioni di propria competenza. Ma questo succedeva già precedentemente.
Precedentemente chi aveva la delega alla cultura seguiva il volontariato di tipo culturale, chi aveva la delega alla protezione civile altrettanto, chi aveva la delega alla sanità seguiva il volontariato del settore sanitario e io oltre a seguire il settore del volontariato socio assistenziale, avevo la delega del coordinamento. In altre parole, il volontariato era oggetto di specifica delega nella Giunta Ghigo, proprio per sottolineare l'importanza di questo settore. Scompare la delega. A noi spiace perché, in Piemonte, il volontariato è cresciuto proprio grazie a Comuni, Province e Regione che lo hanno promosso. In tutte le Province c'è l'Assessore al volontariato; in tanti Comuni c'è l'Assessore al volontariato. Sono state realizzate tante iniziative, proprio secondo il dettato della legge n. 38: "La Regione promuove, forma, valorizza e tutela il volontariato". Personalmente, voglio mettere un accetto proprio su queste quattro funzioni: promuovere, formare, valorizzare e tutelare. Ogni Assessore lo può fare per la propria parte; però è importante che ci sia una delega di coordinamento, attribuita ad un'Assessore o alla Presidente.
Ho letto con molto interesse la mozione presentata dai colleghi di maggioranza. Sono d'accordo con voi, anche se la vostra mozione è più restrittiva della mia perché, mentre con la mozione firmata dai colleghi di minoranza chiedevamo semplicemente che il volontariato fosse oggetto di specifica delega, voi chiedete che questa delega stia in capo alla Presidente della Giunta. Per noi va benissimo, perché non compete a noi dire a chi deve andare la delega. Ribadiamo però, tenendo conto che il Consiglio regionale ha compiti di indirizzo, che il volontariato debba essere materia di una delega specifica. Alla luce delle nuove funzioni sicuramente importanti - individuate nel corso di questa ottava legislatura (andiamo dalle pari opportunità al coordinamento delle politiche comunitarie; alla funzione della comunicazione in capo alla Presidente; al coordimamento e all'indirizzo degli Enti strumentali, delle Agenzie e delle società partecipate; al coordinamento Olimpiadi) ci chiediamo perché non si possa aggiungere anche il volontariato.
Sono sicura che si tratta di una semplice dimenticanza; non può essere diversamente e non voglio pensare ad altre strategie. Ci sono mille e più modi di fare volontariato. Abbiamo quasi duemila associazioni di volontariato iscritte nel registro regionale del Piemonte e sappiamo tutti che questo dato rappresenta il 50% dell'esistente. Noi dobbiamo ringraziare questi volontari che anticipano le risposte ai bisogni dei cittadini bisogni non solo assistenziali e sanitari, ma anche culturali e del tempo libero. Dobbiamo riconoscerli e il modo migliore è proprio quello di assegnare una specifica delega a questo settore.
Voglio ricordare iniziative che hanno cercato di dare visibilità a quello che in genere è invisibile: c'è ma non si vede. È la solidarietà.
Iniziative di volontariato in piazza, organizzate non solo dalla Regione ma dalle Province, dai Comuni, dalla stampa e dalle Associazioni di volontariato, proprio nell'ottica di lavorare insieme: nessuno deve essere escluso, tutti possano contribuire a lanciare un messaggio positivo.
Mi sono permessa di insistere molto e di promuovere questa mozione perché credo veramente che la Regione Piemonte, considerate le sue tradizioni, non possa far scomparire questa delega. Personalmente, ma penso di parlare in nome del Gruppo, non ho difficoltà a votare anche la mozione presentata dai colleghi della maggioranza, perché non sono incompatibili.
Anzi, la vostra rafforza la nostra, perché noi non ci siamo permessi di suggerire chi doveva avere la delega al volontariato. Va bene che stia in capo alla Presidente, però avremmo piacere che la Presidente presiedesse il Consiglio regionale del volontariato. È previsto dalla legge sul volontariato, infatti, che il Consiglio regionale del volontario sia presieduto dall'Assessore al volontariato. La figura di Assessore al volontariato, quindi, è prevista nelle varie normative e leggi approvate in questi anni.
Riflettiamo allora un attimo e se è vero - come è vero - che il volontariato è trasversale a tutti gli Assessorati (così come le politiche per i disabili: se ne interessa l'Assessore Migliasso con specifica delega se ne interessa l'Assessore Manica quando si parla di sport per tutti, di Piemonte per tutti, di paraolimpiadi; se ne interessano anche altri Assessori che non cito per la loro assenza) ogni Assessore deve attuare politiche per favorirlo. Pensate se la nostra Regione facesse a meno del volontariato e rinunciasse ad iniziative di tutela del volontariato! Volontariato è gratuità. Rinunciare alla formazione e a tutte queste politiche sarebbe veramente un cattivo servizio al nostro Piemonte. I volontari non se lo meritano.



PRESIDENTE

Sulla mozione n. 65 ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Abbiamo inteso presentare questa mozione per rendere più esplicito l'orientamento che già la Presidente, a seguito della precisazione richiesta dalla Consigliera Cotto, aveva rappresentato. Abbiamo preso atto della scelta della Giunta di non indicare espressamente in capo ad un Assessore la delega al volontariato. Questo non vuol dire dare una scarsa o insufficiente attenzione ad un fenomeno così importante; semplicemente si è inteso attribuire direttamente ai singoli Assessori una responsabilità proprio perché interassessorile su più settori, del rapporto con le organizzazioni di volontariato, in quello spirito di rispetto delle autonomie e del volontariato, che non è mai inutile rimarcare.
Tuttavia, siccome appare evidente la necessità di un momento di sintesi e di coordinamento nell'impegno forte che dovrà essere assicurato per la valorizzazione del volontariato, concordiamo con le osservazioni della collega Cotto di rendere esplicita una funzione di coordinamento interassessorile. Poiché lei, Presidente Bresso, ha legittimamente ritenuto di non attribuirla ad un membro di Giunta, chiediamo che sia esplicitato forse era implicito nelle sue dichiarazioni - che la Presidenza della Giunta assuma questa funzione di coordinamento interassessorile.
Insieme a questa proposta chiediamo alla Giunta e alla Presidente di prevedere ogni anno, proprio per rendere ancora più esplicita la valorizzazione del volontariato singolo o associato, la presentazione, al Consiglio regionale, di un rapporto scritto che rappresenti l'impegno della Giunta nei diversi comparti dell'amministrazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Di questo tema così importante abbiamo già avuto modo di discutere in Commissione. Penso che questa occasione vada sfruttata, anche se brevemente, per mettere a punto la visione complessiva del volontariato. Se da una parte è importante pensare a come si organizzano i vertici regionali rispetto a questa grande opportunità e capacità espressa dalla Regione Piemonte in molti ambiti, dall'altra è opportuno capire come, rispetto a questa grande capacità, ci si rapporta, cioè qual è la filosofia di fondo che bisogna esercitare e che noi dobbiamo esercitare.
Dico questo perché in questi ultimi anni abbiamo sicuramente assistito ad un volontariato in grado di percepire, spesso per primo, alcuni bisogni fondamentali emergenti nella società e di dare disposte anche molto avanzate sul terreno sperimentale. Mi riferisco, in particolare, a problemi che riguardano il disagio variamente e diversamente connotato, ma non solo.
Da questo punto di vista, ecco riemergere una delle grandi potenzialità che abbiamo di fronte. È anche vero, però, che in questi anni abbiamo assistito, soprattutto per alcuni comparti (segnatamente per il comparto che riguarda l'intervento nella sanità, nell'assistenza e nel welfare in generale) ad un progressivo disimpegno pubblico, quindi anche statale attivo non solo in Italia ma in tutta Europa, e quindi all'utilizzo, a seguito di questo disimpegno, di forze che arrivano dal volontariato e dal terzo settore. D'altro canto, è lo stesso tentativo che avviene a livello internazionale e che consiste nel mettere sotto pressione i servizi pubblici nella cornice di accordi internazionali, cioè l'idea di mettere i servizi pubblici sul libero mercato e depotenziare il ruolo del pubblico di cui stavo parlando prima.
Sulle macerie del servizio pubblico o, comunque, sulle difficoltà del settore pubblico a garantire diritti certi ed esigibili, si è innestato sempre di più, un ruolo anomalo del volontariato. Il volontariato ha una funzione alta ma complementare, però sempre di più si pensa che debba servire per mantenere complessivamente uno schema di servizio che non tiene più perché non c'è più un intervento pubblico qualificato, in grado di assicurare diritti certi ed esigibili. Dico di più. È esattamente per fare questa operazione che, sempre di più in questi anni, si è teso a cooptare larghe forze di volontariato e di terzo settore nella programmazione dandogli un ruolo che non dovrebbe competere al volontariato medesimo.
Giudico questa delibera pericolosa; l'idea dello Stato che si disimpegna e che coopta per altra via le forze di volontariato per far fronte ai bisogni, dal mio punto di vista è una deriva pericolosa, una deriva che parte da lontano, dalla metà degli anni '80 (mi pare che allora fosse Presidente del Consiglio l'on. Craxi). Da lì, poco alla volta, tutta una serie di riti, anche in campo sanitario, sono transitati in ambito sociale, in un campo assai minato - quello del Welfare e dell'assistenza perché se oggi in campo sanitario si può ancora parlare di diritti certi ed esigibili, rispetto allo stato sociale si parla semmai di bisogni legittimi, ma sempre meno di diritti.
Occorre tenere ben presente questa deriva che è in atto, nel momento in cui ci apprestiamo a confrontarci col volontariato e nel momento in cui ci apprestiamo a proporre il nostro schema organizzativo a queste persone. Non dobbiamo dimenticarlo, soprattutto perché sta iniziando una nuova stagione del governo regionale.
Rispetto alla mozione il cui primo firmatario è il Consigliere Lepri non ci sono problemi per addivenire ad un accordo complessivo; chiedo però, di riflettere su cosa intendiamo, quando ci relazioniamo e rapportiamo con delle forze che sono, sì, forze vive, ma che hanno bisogno di esercitare un ruolo importante, di punta, ma complementare, rispetto a un servizio pubblico che va mantenuto ed ampliato.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale su questi temi e, prima di passare alle dichiarazioni di voto, do la parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Intanto confermo che, ovviamente, le materie che non sono attribuite, come delega e, a maggior ragione, come coordinamento agli Assessori, sono attribuite al Presidente. Il fatto che alcune siano specificamente indicate, non significa che il Presidente non abbia il coordinamento di tutte le attività distribuite fra gli Assessori. Se volete, c'è una certa differenza: una cosa sono le relazioni internazionali o il bilancio, perché è evidente che qualcuno deve avere l'attribuzione del bilancio, mentre è altrettanto ovvio - e infatti in questo caso non è necessario indicarlo - che il Presidente ha il coordinamento, in generale delle politiche della Giunta.
chiaro che il volontariato non è collocato in un unico Assessorato perché, ad esempio, chi si occupa di Protezione Civile ha rapporti con tutte le associazioni che si occupano di Protezione Civile, così come chi si occupa di servizi sociali ha rapporti con le associazioni che si occupano del sociale, e così via.
Il coordinamento spetta al Presidente, ove non diversamente indicato.
Tuttavia, non ho alcuna difficoltà, se avete dubbi, a dire che il Presidente - la Presidente, in questo caso - ha anche il coordinamento delle politiche per il volontariato. Su questo non c'è problema, così come naturalmente non c'è problema a rendicontare periodicamente, ma questo fa un po' parte della normale attività.
Riguardo al dibattito sul ruolo del volontariato, capisco le osservazioni poste dal collega Deambrogio, sul fatto che non sia corretto sostituire quei servizi che devono essere erogati dalla collettività, con attività erogate su base volontaria e non così garantita. Tuttavia, nei limiti delle sempre più rigide compatibilità finanziarie, ritengo che dobbiamo svolgere tutte le attività che sono di nostra competenza.
Ritengo, da sempre, che il volontariato svolga una funzione diversa.
Alcune attività, per la loro caratteristica di maggiore coinvolgimento umano, sono arricchite, anche quando fornite dall'Amministrazione Pubblica dalla presenza di attività volontarie. E ci sono momenti, funzioni modalità di svolgimento anche di attività fornite dalla Pubblica Amministrazione, che hanno una caratteristica diversa quando fornite dal volontariato.
Vi è, cioè, un'attività fredda, che compete alle Amministrazioni, che consiste nel garantire i diritti, e c'è un'attività calda, che dà quel qualcosa in più, che solo chi si presta volontariamente è in grado di dare.
C'è un aspetto di calore nel volontariato che non necessariamente è garantito nella Pubblica Amministrazione, perché non si può certo ordinare a tutti i dipendenti pubblici di fornire quell'impegno particolare che è presente nell'attività di volontariato.
Peraltro, in molti settori - pensiamo alla sanità e all'assistenza, ma anche alla Protezione Civile - il servizio pubblico non è in grado di far fronte, ad esempio in caso di emergenze, all'intero fabbisogno. É evidente a tutti che quando c'è un'emergenza di Protezione Civile senza il volontariato non si riesce a sostenere i momenti di particolare gravità.
Quando c'è stata la grande ondata di caldo, ad esempio, è stato necessario un supporto delle organizzazioni di volontariato.
Ci sono, poi, settori come la sanità, dove c'è una filiera specifica di assistenza fornita da organizzazioni di volontariato, che non sarebbe fornibile dalla Pubblica Amministrazione: è qualcosa in più che apporta quell'attenzione umana che l'Amministrazione Pubblica, anche nella sua forma migliore, cioè quando funziona bene, non potrebbe fornire. In questo senso, il ruolo del volontariato non deve essere sostitutivo. Fermo restando i problemi delle risorse, ma questi li dobbiamo gestire noi politicamente.
Ribadisco, dunque, di considerare molto importante il ruolo del volontariato e sono lieta di informarvi che il coordinamento delle numerose attività di volontariato lo assumo volentieri, anche formalmente - ho sempre pensato di averlo - davanti a voi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto, per dichiarazione di voto su entrambe le mozioni n. 14 e n. 65.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Approfitto della dichiarazione di voto per esprimere soddisfazione rispetto alle dichiarazioni della Presidente Bresso, anche se il coordinamento del volontariato lo davo per scontato.
Nell'intenzione della nostra mozione, ma credo anche di quella dei colleghi di maggioranza, vi è la richiesta di un decreto della Presidente alla pari dell'ultimo emanato, in cui si aggiunge "volontariato".
Oggi ho ricevuto l'invito a partecipare, come Assessore al volontariato, al Comitato di gestione; so che non è andato nessuno, perch non c'era un decreto, quindi si è persa un'occasione. Qualcuno mi ha chiesto se avevo ancora titolo a partecipare, ma, non essendo più Assessore, sapevo benissimo che non potevo andare.
Per me questo decreto è importante e penso di poter dire anche a nome del collega Casoni che voteremo favorevolmente le due mozioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie alla Presidente.
E' chiaro che per noi diventa difficile parlare anche a nome degli altri gruppi di maggioranza e poter dare un voto favorevole alla mozione della minoranza, perché l'indicazione non coincide con quella che abbiamo voluto affermare.
Quindi, nella logica di una consonanza che abbiamo trovato, esprimeremo un voto di astensione rispetto alla mozione della collega Cotto, e naturalmente il voto favorevole alla nostra.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo alla votazione delle due mozioni.
Indìco quindi la votazione palese sulla mozione n. 14, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale premesso che il volontariato non è oggetto di specifica delega Riconoscendone il valore ed il ruolo di natura sociale, civile nonch culturale e salvaguardandone l'autonomia e l'apporto originale ricordando che i principi ispiratori della L.R. 29 agosto 1994, n. 38, sono l'autonomia del volontariato, il pluralismo delle forme associative e l'esaltazione del contenuto solidaristico presente nelle varie manifestazioni della libera attività, svolta a favore della collettività considerato che la nuova legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1, sui servizi sociali, sancisce a pieno titolo il ruolo del volontariato e che la partecipazione ai momenti programmatori e di verifica è stata disciplinata con D.G.R. n. 13234, 3 agosto 2004, di approvazione delle Linee Guida per la predisposizione dei Piani di Zona evidenziato che a seguito del trasferimento di competenze alle otto province piemontesi le stesse hanno istituito la delega provinciale al volontariato sottolineata l'importanza del Consiglio regionale del Volontariato che si è insediato in forza del Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 103 del 17 settembre 2004 tenuto conto dei "mille e più modi per fare volontariato" e dei vari settori di riferimento (ambiente, beni culturali, cultura e istruzione impegno civile, protezione civile, sanità, socio-assistenziale, sport e tempo libero) impegna la Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a ridare dignità al volontariato in Piemonte riconfermando la delega al volontariato anche durante la VIII legislatura regionale".
Il Consiglio non approva.
Indìco ora la votazione palese sulla seconda mozione n. 65, che ha come primo firmatario il Consigliere Lepri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il volontariato, inteso come originale e autonoma azione disinteressata e non retribuita per fini di solidarietà, appare sempre più importante in ogni settore del vivere civile della nostra Regione. L'azione volontaria infatti spesso garantisce risposte ai bisogni relazionali, sperimenta servizi innovativi e frequentemente opera in forma complementare e sinergica ai servizi assicurati dalle pubbliche Amministrazioni concordando pienamente con le precisazioni fornite dalla Presidente Bresso in risposta a una recente interpellanza, per cui ogni Assessore è chiamato a valorizzare il volontariato, singolo o associato, impegnato nei rispettivi settori di competenza preso atto che non si è legittimamente ritenuto di affidare ad uno degli Assessori il compito di coordinamento interassessorile per le attività di volontariato ritenuto peraltro tale compito decisivo per assicurare omogeneità e integrazione operativa impegna la Presidente della Giunta ad assumere direttamente la funzione di coordinamento interassessorile per le attività di volontariato, così da testimoniare esplicitamente il pieno sostegno e apprezzamento dell'Amministrazione regionale impegna inoltre la Presidente e la Giunta a presentare annualmente al Consiglio regionale un rapporto scritto, con le azioni intraprese allo scopo nei diversi comparti dell'Amministrazione".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 40 inerente a "Cessata attività stabilimento Olivetti di Agliè" (interrogazione n. 96 "Olivetti Agliè" presentata dal Consigliere Rutallo, collegata articolo 91, comma 7, Reg.)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 40 inerente a "Cessata attività stabilimento Olivetti di Agliè", presentato dai Consiglieri Clement, Deambrogio, Barassi, Valloggia, Ferrero, Larizza, Comella Dalmasso, Rossi, Leo, Scanderebech, Robotti, Auddino, Lepri, Cattaneo Bizjak, Turigliatto, Bossuto, Placido, Spinosa, Vignale e Ricca, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

In data 6 giugno l'Olivetti ha aperto una procedura per chiedere la cassa-integrazione straordinaria per 24 mesi per cessata attività per 210 lavoratori su 400 dello stabilimento di Agliè.
La ragione di questa richiesta nasce dalla volontà di smantellare le attività produttive collocate ad Agliè, che sono prevalentemente stampanti bancarie specializzate e registratori di cassa, per spostarle fuori dall'Italia (presumibilmente in Estremo Oriente) alla ricerca di margini più elevati.
Teniamo conto che attualmente, per stessa dichiarazione dell'Olivetti queste attività in Italia presentano comunque dei margini di utile.
La cassa-integrazione servirebbe per ricollocare i lavoratori in esubero in maniera progressiva; un terzo verrebbe impegnato nella produzione di testine a getto di inchiostro presso lo stabilimento di Arnad in Valle d'Aosta, spostando poi queste attività su Agliè. Gli altri lavoratori verrebbero collocati fuori dal gruppo presso due aziende (Innovis e Celltel) già costituite da lavoratori ex Olivetti, che svolgono attività di servizio per conto di Telecom (gestione di contratti telefonici, riparazione di telefoni cellulari e, più in generale, di apparecchi telefonici).
In apparenza quindi i conti tornano, ma solo in apparenza. Il piano aziendale si basa su un combinato disposto quanto mai azzardato; si ipotizza un incremento esponenziale dei volumi delle testine (più 400% in due anni), facendo leva sul traino che dovrebbe venire da due nuovi prodotti già massicciamente presidiati.
Che ci sia uno sviluppo delle testine non è solo auspicabile, ma anche prevedibile, ma che ci sia uno sviluppo del 400% è tutto da dimostrare.
Il precedente piano industriale, che si è chiuso circa 10 mesi fa, si muoveva in direzione sostanzialmente opposta, cioè testine in calo, ed è costato già un centinaio di posti di lavoro.
L'Olivetti oggi in Italia ha poco meno di 1500 dipendenti e tra l'altro questo piano prospetta un'ulteriore riduzione degli spazi occupati dall'Olivetti, mentre si tende a rilanciare questo marchio.
Risulta poi poco credibile pensare che circa 200 persone possano continuare a seguire questo tipo di produzione a migliaia di chilometri di distanza. Non a caso si sentono tutti particolarmente a rischio, sia quelli formalmente in esubero, ma anche gli altri lavoratori di questo stabilimento.
Il saldo occupazionale comunque sarebbe in qualsiasi caso negativo, e quindi come rilevato i punti critici di questa operazione sono molti e particolarmente pesanti. E' inaccettabile questa operazione da parte dell'Olivetti, perché pregiudica ulteriormente qualsiasi sviluppo di carattere industriale.
Credo che soprattutto rispetto a produzioni di questo tipo bisogna ancora avere il coraggio di scandalizzarci e di provare a porre un freno a questi tipi di scelte, perché risulta difficile "stracciarci le vesti" rispetto all'import del tessile e delle scarpe (più del 700%) dalla Cina e poi lasciare passare operazioni di questo tipo.
Il Gruppo Pirelli-Telecom-Olivetti è particolarmente sensibile a tutte le forme di pressioni politiche ed istituzionali. Sappiamo che sia l'Assessore Migliasso sia l'Assessore Susta hanno già aperto un confronto e stanno seguendo attivamente questa vertenza.
L'ordine del giorno serve a rafforzare la posizione dell'amministrazione regionale del Piemonte su questa partita. L'ordine del giorno ha raccolto le firme di quasi tutti i gruppi consiliari, quindi ha già riscosso il sostegno quasi unanime.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Intervengo non tanto per rafforzare l'illustrazione dell'ordine del giorno, che già è stata fatta in modo puntuale, quanto per dire che se è importante porre attenzione all'ordine del giorno, al centro del quale ci sono i 210 lavoratori considerati esuberi dall'Olivetti di Aglié, devo dire che per quanto molto azzardato - così come la mozione evidenzia - il piano complessivo proposto da Olivetti, Tronchetti Provera, non pone problemi di esuberi, perché pensa al riassorbimento di tutte le 210 unità al termine del periodo di cassa-integrazione.
Sono intervenuto per sottolineare come la vera posta in gioco non sia soltanto lo stabilimento di Aglié, quanto per richiamare l'attenzione che in gioco è il futuro dell'intera area canavesana.
Il marchio Olivetti, che è stato posto nuovamente sul mercato da poco tempo, è espressione di un'operazione, nella quale io leggo dei risvolti tutti commerciali, a prescindere da piani industriali che accompagnino la scelta di porre nuovamente sul mercato il marchio glorioso di nome Olivetti.
Rispetto a queste questioni penso che bisognerebbe dare vita ad un raccordo forte con le altre istituzioni territoriali, oltre che con il Governo, per cercare di dare risposte ad una crisi di quel territorio che ha i caratteri della crisi strutturale da ormai troppo tempo e rispetto alla quale si vedono pochi sbocchi di uscita.
Parlavo di Olivetti e se parliamo di Olivetti in senso stretto, oggi parliamo di quelle circa 400 unità che stanno ad Agliè. L'Olivetti esiste in una dimensione molto più ampia e penso al grande patrimonio umano dei lavoratori della grande Olivetti, che si sono dispersi con le loro conoscenze e le loro capacità in tante realtà dal nome diverso, dalla OP Computer alla CMS, tutte realtà oggi anche in grande crisi.
Quindi, auspico un raccordo importante con la Provincia di Torino, con i Comuni e con il Governo perché si possa dare una risposta in termini anche di incentivi per rendere nuovamente appetibile e conveniente l'insediamento di attività produttive in quella realtà territoriale piuttosto che in altre parti.
Credo sia indispensabile un raccordo tra istituzioni per ottimizzare anche l'utilizzo delle risorse a disposizione che devono essere territorializzate, così da poter essere conosciute e programmate nel tempo.
E' un modo questo per aiutare a fare sistema e mi auguro che le risposte che come istituzione Regione possiamo dare e la capacità di mettere in campo una forte pressione politica possa fare cambiare direzione a scelte come quella dell'Olivetti di Aglié, che appaiono molto discrezionali e non legate a veri problemi di mercato o di riorganizzazione aziendale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Intanto condivido quanto è stato affermato dai colleghi che mi hanno preceduto.
Ciò che maggiormente mi rincresce è che si stia perdendo competitività in un settore dove eravamo "maestri". Vi ricordo che il primo computer è nato proprio all'Olivetti.
Ma se stiamo perdendo competitività, è perché, in qualche modo, non ci siamo adeguati alle richieste del mercato globale. Inoltre, non abbiamo investito in innovazione e in ricerca e, soprattutto, ci siamo "arrestati" sotto l'aspetto informativo. Mi spiegherò meglio.
Tutti disponiamo di un blocchetto di assegni; ogni singolo assegno, una volta emesso, viene raccolto in una banca dati e lavorato di notte in un centro meccanografico (Bologna o Roma).
Ogni assegno emesso, quindi, nella stessa notte, percorre questa distanza e viene contabilizzato in un centro meccanografico dove, un tempo l'Olivetti era concorrenziale perché forniva alle banche i famosi "lettori ottici" che scannerizzavano gli assegni.
Oggi, questi lettori ottici non li hanno più; pertanto, l'Olivetti vende sempre meno, principalmente per due ragioni. In primo luogo, perché i Paesi asiatici hanno messo a disposizione la manodopera: di notte, in modo informatico, attraverso dei tabulati, mandano tutti i nostri assegni nei Paesi asiatici, dove 1.000 o 2.000 soggetti, nell'arco di un'ora riscrivono a mano tutti i nostri assegni e li rimandano indietro affinch vengano registrati normalmente entro 24 ore.
Perché tutto questo? Perché l'Olivetti, come altre aziende italiane non ha saputo investire in nuovi programmi in grado di scannerizzare la firma digitale di ciascuno di noi, cosa che avviene quotidianamente, oltre che in alcuni Paesi europei, anche nei paesi asiatici.
Anche in Italia e in Europa, quindi, qualcuno, più avanzato, ha trovato una possibilità, tramite le macchine, di scannerizzare gli assegni e di decifrare quello che è scritto in lettere con il numero equivalente.
In conclusione, proprio nel settore in cui eravamo i primi, oggi siamo gli ultimi.
Oltre a garantire il sostegno a quei lavoratori che entreranno in cassa integrazione, auspico che le nostre aziende siano più competitive a livello internazionale, ma soprattutto che adoperino l'investimento per migliorare il proprio know how in un settore in cui eravamo i primi. L'Olivetti è stata la prima azienda al mondo che ha messo a disposizione quei famosi computer grandi quanto un camion.
Oggi siamo qui a parlare appunto del licenziamento e della cassa integrazione di 400 operai.



PRESIDENTE

Mi è stato testé ricordato che sul medesimo tema era stata presentata un'interrogazione urgente, la numero 96 del 28 giugno, presentata dal Consigliere Ricca, che consideriamo accorpata al dibattito che si è tenuto.
Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Migliasso per la replica.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. Parlo anche a nome dell'Assessore Susta, che si è dovuto allontanare.
Dico questo perché la sottoscritta, insieme al Vicepresidente, ha seguito puntualmente l'evolversi della vicenda fin dai primi momenti in cui si manifestava, nel senso che non ci siamo limitati ad una mera presa d'atto di quanto stava avvenendo.
Abbiamo convenuto con le organizzazioni sindacali e con gli enti locali interessati - Aglié, Ivrea e Scarmagno - di fare un primo incontro, per una disamina del problema dal punto di vista sindacale.
In quella prima riunione c'é stato consegnato, dalle organizzazioni sindacali, il testo di un'ipotesi di piano industriale che le organizzazioni sindacali naturalmente rifiutavano.
Successivamente, abbiamo convocato l'azienda (che credo si sia presentata con un livello piuttosto alto come rappresentanza), che ha fornito una cosiddetta integrazione a quelle pagine che erano state consegnate dalle organizzazioni sindacali, motivando la necessità di trasferire le lavorazioni in parte sullo stabilimento di Arnad (chiudendo quindi, lo stabilimento di Aglié) e il grosso nell'est Asia, non solo per un problema di costo della manodopera in quella parte del mondo - che pure per le aziende italiane, rappresenta un problema anche se siamo un Paese dove il lavoro costa meno che in qualsiasi altro Paese Grazie, Presidente.
Parlo anche a nome dell'Assessore Susta, che si è dovuto allontanare.
Dico questo perché la sottoscritta, insieme al Vicepresidente, ha seguito puntualmente l'evolversi della vicenda fin dai primi momenti in cui si manifestava, nel senso che non ci siamo limitati ad una mera presa d'atto di quanto stava avvenendo.
Abbiamo convenuto con le organizzazioni sindacali e con gli enti locali interessati - Aglié, Ivrea e Scarmagno - di fare un primo incontro, per una disamina del problema dal punto di vista sindacale.
In quella prima riunione c'é stato consegnato, dalle organizzazioni sindacali, il testo di un'ipotesi di piano industriale che le organizzazioni sindacali naturalmente rifiutavano.
Successivamente, abbiamo convocato l'azienda (che credo si sia presentata con un livello piuttosto alto come rappresentanza), che ha fornito una cosiddetta integrazione a quelle pagine che erano state consegnate dalle organizzazioni sindacali, motivando la necessità di trasferire le lavorazioni in parte sullo stabilimento di Arnad (chiudendo quindi, lo stabilimento di Aglié) e il grosso nell'est Asia, non solo per un problema di costo della manodopera in quella parte del mondo - che pure per le aziende italiane, rappresenta un problema anche se siamo un Paese dove il lavoro costa meno che in qualsiasi altro Paese europeo - ma perch nell'est Asia c'é un enorme distretto industriale - questa era la ragione principale per la quale era in atto questa volontà di delocalizzazione attraverso il quale poter ottimizzare i costi della produzione, trovando in loco, tutto quello serviva a loro.
Dopodiché, abbiamo replicato piuttosto seccamente ad un'affermazione che veniva fatta dall'impresa, laddove scriveva che le produzioni elettroniche non avevano più ragione di esistere nel Canavese. Hanno poi spiegato che quella frase andava letta nel contesto più generale del progetto, che comunque - ci tengo a sottolinearlo - non lasciava a casa nessun lavoratore, nel senso che si provvedeva con la cassa integrazione e con gli strumenti di ricollocazione presso altre aziende, in particolare due, che avrebbero assorbito nel tempo la totalità delle 210 persone.
Abbiamo predisposto un secondo incontro con le organizzazioni sindacali, informandole dell'incontro con l'azienda.
Si è cercato di capire se si poteva ancora trovare un momento di incontro prima di formalizzare la procedura che l'azienda intendeva aprire.
Questo incontro è avvenuto, ma non se n'é fatto nulla. Le organizzazioni sindacali non hanno aderito a nessuna delle richieste della parte datoriale e dunque si è aperta in Regione, presso gli uffici dell'Assessorato al lavoro, la normale procedura, che è durata due giorni. Il primo giorno, ad un certo punto, si è interrotta e si è ritornati ad Ivrea in sede di trattativa fra azienda e sindacati, e si è ripreso il mattino dopo con la sigla o, meglio, con la constatazione, e quindi la verbalizzazione, da parte degli uffici, di una non accettazione da parte delle organizzazioni sindacali stesse delle proposte di modifica parziale che, nel frattempo l'azienda aveva avanzato. Non c'é stato, quindi, un accordo, per cui l'azienda ha chiesto unilateralmente la procedura di cassa integrazione.
A quel punto, l'Assessore Susta ed io ci siamo immediatamente attivati abbiamo mandato una lettera lo stesso giorno al Ministro delle Attività Produttive Scajola, chiedendo l'apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale così come, peraltro, ci avevano chiesto le organizzazioni sindacali. Siamo tutt'ora (nonostante i solleciti) in attesa di una risposta.
Concordo ancora con il Consigliere Ricca quando sottolineava la crisi non solo e non tanto della Olivetti (che già di per sé rappresenta un problema) ma la crisi di un settore, di un'area del nostro Piemonte che nel passato era conosciuto come area di alta produttività, non solo materiale ma dal punto di vista scientifico e culturale. Il Consigliere Ricca ha evocato alcuni situazioni, ma me ne vengono in mente altre due, la OLIIT e la CSM, per le quali c'è in corso un interessamento da parte del Sottosegretario Borghini. Sembrava che questi problemi potessero essere affrontati e risolti in breve tempo, ma non siamo ancora in grado di sapere quali saranno gli impegni che il Governo si assumerà al riguardo.
Ringrazio i Consiglieri regionali che hanno sottoposto alla nostra attenzione il problema e assicuro, insieme al Vicepresidente Susta, il massimo dell'interessamento.



PRESIDENTE

Grazie Assessore Migliasso.
Non essendoci richieste di dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 40, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'Olivetti ha aperto il 6 giugno la procedura per chiedere la cassa integrazione straodinaria di 24 mesi per cessata attività, a partire dal 6 luglio pv, per 210 lavoratori (su 400) dello stabilimento di Agliè considerato che questa richiesta dell'azienda corrisponde al progetto di smantellare le attività lavorative (stampanti bancarie specializzate e registratori di cassa) localizzate in questo sito per spostarle in estremo oriente nonostante queste attività risultino oggi in attivo la cassa sarà utilizzata per collocare altrove i lavoratori in esubero di cui un terzo distaccati presso lo stabilimento di Arnad dove sono prodotte testine a getto di inchiostro, mentre gli altri verrebbero collocati fuori dal gruppo, presso le aziende Innovis e Celltel, peraltro costituite da lavoratori ex Olivetti, che svolgono attività di servizio per conto della Telecom rilevato che questo piano aziendale presenta numerose incognite poiché si basa su una stima di aumento esponenziale delle testine (+ 400% in due anni) che sarebbe indotto da due nuovi prodotti (un fax multifunzionale e una stampante), in un quadro di segmento di mercato in cui la concorrenza pesa fortemente il piano precedente, definito appena 10 mesi fa, andava in direzione opposta prevedendo invece un calo della produzione delle testine ed uno sviluppo delle produzioni di Agliè questo stesso piano ha prodotto la diminuzione di qualche centinaio di posti di lavoro portando l'Olivetti ad avere in Italia oggi meno di 1500 dipendenti tenuto conto che la situazione occupazionale appare in questo contesto assai precaria e che l'insieme dei lavoratori si sente a rischio la stessa azienda ammette che il risultato finale, anche per gli effetti prodotti sull'indotto, avrà sul terreno occupazionale, un segno negativo le aziende Innovis e Celltell intervengono su attività difficilmente paragonabili per qualità del lavoro e contenuto tecnologico alle attività Olivetti considerato infine che alla base della scelta dell'azienda c'è l'opzione della delocalizzazione e che essa non corrisponde affatto a una necessità economica, e che anzi rischia di pregiudicare sviluppi di carattere industriale, in una situazione come quella piemontese in cui prevalgono pesanti tendenze negative di contrazione o di vero e proprio smantellamento di comparti industriali importantissimi sul piano tecnologico e strategico con pesantissime ricadute occupazionali impegna la Giunta regionale e gli Assessori competenti a intervenire urgentemente presso il Gruppo Pirelli-Telecom-Olivetti perché il piano sia modificato e le produzioni vengano mantenute perché siano garantiti i posti di lavoro e le qualifiche professionali alfine di non impoverire ulteriormente, anche da questo punto di vista, un territorio già fortemente penalizzato".
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 13 inerente a "Diminuzione Fondi Comunitari" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 13, "Diminuzione Fondi Comunitari" di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Casoni per l'illustrazione.



CASONI William

Molto brevemente ma con forte preoccupazione di sostanza. Quest'ordine del giorno è teso a sensibilizzare l'azione della Giunta regionale sul tema dei fondi comunitari. Come è noto, è in atto un riassetto dei fondi comunitari europei ed è previsto l'ingresso di alcuni nuovi paesi dell'Est nell'Unione Europea. Questo comporta (da notizie che noi abbiamo informalmente da Bruxelles) la prospettiva di un taglio del 52% dei fondi per la competitività, la ricerca, l'innovazione, l'occupazione, la formazione professionale, l'inserimento delle donne e dei giovani nel mercato del lavoro.
logico che, considerando il fatto che il corridoio 5 e il corridoio nord-sud sono condivisi anche dal programma della Presidente Bresso, che punta sullo sviluppo infrastrutturale, ci preoccupiamo del fatto che la Commissione Europea preveda di diminuire i fondi sulle infrastrutture e le reti transeuropee.
Inoltre (parlo sempre stando alle notizie che riusciamo ad avere giorno per giorno attraverso il Ministero degli Esteri) ci risulta un'ipotesi di diminuzione del 42% dei fondi per le politiche di libertà, sicurezza e giustizia, anche alla luce delle necessità di contrastare il fenomeno del terrorismo e dell'immigrazione clandestina. C'è anche una diminuzione del 13,2% degli aiuti allo sviluppo rurale, in particolare all'imprenditoria giovanile, allo sviluppo delle attività agrituristiche e al sostegno delle colture biologiche.
Ci sembra che i tagli prospettatici (ci auguriamo che non sia di questa entità, ma soprattutto nelle materie che adesso ho enunciato) siano particolarmente onerosi soprattutto per una Regione come la nostra particolarmente su temi (le reti transeuropee, i fondi per la competitività, la ricerca, l'innovazione) sui quali tutti concordano nel puntare. Sappiamo che è compito del Governo italiano, in particolare del Ministro degli Esteri e del Ministro dell'Economia, quindi facciamo sentire forte la voce della Regione Piemonte. La materia è ogni giorno in evoluzione. Ci sono diverse ipotesi di ridistribuzione che avanzano giorno per giorno, per cui i dati del nostro ordine del giorno possono essere modificabili. Ci risulta comunque che il taglio dei fondi europei prospettato sia comunque cospicuo e vada a toccare alcune delle materie sulle quali la nostra Regione dovrebbe necessariamente puntare per risollevare problemi economici, sociali, territoriali e quant'altro.
Abbiamo chiesto l'iscrizione di questo ordine del giorno, in quanto non è ancora stata definita e conclusa la trattativa riguardo alla distribuzione dei fondi per materie, per territori e per nazioni affinch non dico su tutte quelle che ho enucleato, ma su alcuni di questi argomenti, ci sia la possibilità di ottenere dei fondi che, abbinati ai fondi nazionali, regionali e provinciali, ci permettano in uno di questi settori di rilanciare delle politiche economiche nuove per il territorio piemontese. Viceversa, potremmo attingere dai bilanci regionali, magari dal bilancio nazionale, però se ci vengono a mancare quei fondi comunitari di finanziamento che attivano tutta una serie di iniziative, probabilmente le risorse globali che impegneremo nei vari settori saranno inferiori a quelle storiche. È un passaggio molto importante e delicato, è un tema forse che richiederebbe anche un più forte approfondimento per materia, ma chiediamo sostanzialmente alla Presidente della Giunta regionale che si impegni ad appoggiare con ogni mezzo questa istanza.
L'attività del Governo in sede UE intende tutelare gli interessi nazionali messi a rischio dalle proposte riportate in premessa. Se vogliamo aggiungere qualcosa dopo "nazionali", scriverei anche e soprattutto "regionali". A mio avviso non tutte le Regioni sono ugualmente toccate da questo taglio di fondi. In Piemonte, per tutte le materie che abbiamo condiviso (infrastrutture, sviluppo, ricerca, agricoltura, agricoltura biologica), vengono ipotizzati tagli di fondi dal 15 al 50%.
Questa mia presentazione vuole solo sensibilizzare il Consiglio e dare alla Presidente tutti gli strumenti affinché possa, magari con una votazione unanime, sollecitare il Governo su questi argomenti. Magari su una di queste materie - potremmo anche discutere se ricerca piuttosto che innovazione piuttosto che colture biologiche - si potrebbe tentare di ottenere una quota maggiore. Un'azione forse si potrebbe fare, con forte sinergia, con il Governo e noi ci impegneremmo, per quanto possiamo avere ascolto presso il Ministero dell'agricoltura, presso il Ministero degli Esteri e presso coloro che poi in sede europea trattano questi argomenti ad appoggiare eventuali richieste, anche particolari, della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. L'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale merita attenzione perché solleva una questione reale. In questo caso è importante, per tutti i progetti indispensabili per guardare ad una fase di sviluppo della nostra Regione, che l'Unione europea e la Commissione europea diano il loro contributo.
Volevamo chiedere al Capogruppo Casoni e al Gruppo di Alleanza Nazionale, non di accantonare l'ordine del giorno, ma di approfondirlo ulteriormente nel merito, per arrivare ad un consenso unanime dell'Aula trattandosi di questione seria.
Per quanto ci compete, il nostro dovere è fare in modo che questi tagli vengano ridimensionati. Volevamo chiedere questo ulteriore approfondimento e, se il Presidente del Consiglio è d'accordo, anche se ci sarà la questione importante dell'assestamento, dedicare almeno la fase iniziale della seduta alla discussione e alla votazione di questo ordine del giorno.
Chiedevamo di approfondirlo anche sulla base delle affermazioni del Consigliere Casoni, perché nelle ultime settimane ci sono state novità. Si tratterebbe di renderlo più compatibile all'evolversi della situazione e portarlo, nella prossima seduta, all'approvazione dell'Aula.



PRESIDENTE

Rispetto alla proposta avanzata dal Consigliere Muliere, personalmente non ho alcuna difficoltà, nel caso ci sia il consenso dei proponenti a calendarizzare l'ordine del giorno nella prossima seduta.
Ha chiesto la parola Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Intervengo, non per continuare il dibattito se volete rinviarlo, ma per svolgere alcune riflessioni che potrebbero rivelarsi utili all'eventuale riscrittura del documento, se si è d'accordo.
Come sicuramente sa il collega Casoni, non si è arrivati ad un accordo a Lussemburgo e quindi, in questo momento, la situazione è molto confusa.
Le cifre non sono rappresentative di nulla, se non di elucubrazioni fatte dalla Commissione che, peraltro, dovrebbe poi confrontarsi con il Consiglio e con il Parlamento sul riparto effettivo, una volta definito il livello di finanziamento del bilancio.
Com'è noto, queste cifre sono collegate all'ipotesi, non più del tutto garantita, che non si tocchi la spesa agricola. Altre proposte sostengono di toccare, anche se si abbassa la cifra del bilancio, la spesa agricola proprio per non andare ad incidere sui fondi strutturali, finalizzati a ristabilire la competitività del nostro Continente. Magari dovremmo protestare perché tagliano la spesa agricola e provocano problemi da un'altra parte, quindi abbiamo bisogno di avere chiaro l'entità della spesa.
Cosa possiamo dire oggi, secondo me? Primo, che noi sosteniamo l'impegno del Governo a far sì che il livello di finanziamento del bilancio europeo sia il massimo possibile, all'interno di quel livello dell'1.28 che il nostro Governo aveva accettato e sostenuto. Tale livello era stato proprio calcolato in modo da far sì che ci fossero le risorse per i nuovi Paesi, ma che ci fossero anche le risorse per far ripartire la competitività delle aree della vecchia Europa che, però, ha una serie di problemi che ben conosciamo e che condividiamo.
La seconda questione è un po' meno neutra, perché su questo l'esecutivo nazionale indugia. Dato che il Governo ha ipotizzato, nei propri quadri finanziari, di andare all'1.28% di cofinanziamento della propria quota al bilancio comunitario, queste risorse, che eventualmente sarebbero risparmiate se si decidesse di fissare una cifra che magari non sarà l'1 ma l'1.5, l'1.6 o l'1.8, andrebbero a finanziare le politiche che per quella ragione vengono tagliate. Questo verrebbe consentito ai Governi e ridurrebbe di molto il problema della gestione delle politiche strutturali per noi molto importanti. Come sapete, c'è il fondo sociale e il fondo per la competitività che comprende, al proprio interno, l'ex obiettivo 2 e l'ex fondo sociale, sui quali noi finanziamo le politiche di sviluppo e le politiche della formazione e del lavoro. Questo è un altro punto che va sottolineato: se il Governo, disposto ad arrivare all'1.28%, risparmia (perché l'Europa decide di finanziare meno le politiche europee) allora questi fondi "risparmiati" possono servire al finanziamento, da parte del Governo italiano, di quelle stesse politiche.
In questo senso sarei d'accordo a rinviare l'ordine del giorno alla prossima seduta e a riscriverlo specificando: "C'è grande preoccupazione per le decisioni che dovranno essere assunte sulle prospettive di bilancio europeo. Noi sosteniamo lo sforzo del Governo affinché i tagli siano i minori possibili, ma chiediamo al Governo di essere disposto a mettere in gioco le risorse che eventualmente risparmiasse, se le decisioni non fossero conformi a quelle che noi auspichiamo, eliminando le percentuali perché queste sono solo ipotesi avanzate dall'Unione europea". Esiste una serie di simulazioni che ci confermano che non perderemmo molto se riuscissimo ad attestarci intorno alle proposte lussemburghesi, con un buon accordo tra Regioni. Perderemmo certo qualcosa, ma non tanto quanto pu sembrare in questo momento.
In ogni caso, sono simulazioni. Nessuno conosce le cifre finali e allora, più che lavorare sulle cifre, occorre esprimere la nostra preoccupazione e fare due proposte: sostegno all'azione del Governo, perch il bilancio europeo sia consistente, ma anche chiedere al Governo l'impegno a lasciare tali risorse su queste politiche, nel caso in cui la nostra azione non abbia un risultato positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente. Le valutazioni che l'ordine del giorno pone nella premessa e nell'individuazione delle preoccupazioni possono non essere corrette, così come potrebbe non essere corretta qualunque altra percentuale indicata, perché ad oggi non c'è ancora una definizione delle percentuali di rischio del taglio.
L'ordine del giorno tentava di sottolineare al Consiglio, con cifre che provengono da un'ipotesi abbastanza realistica, la preoccupazione rispetto al taglio di fondi europei. Ciò che consideriamo importante è la parte che impegna, come tutti gli ordini del giorno; si scrivono delle premesse, dei "considerata" e quant'altro, ma la parte importante, nel confronti della Giunta, è quella che "impegna".
L'ordine del giorno impegna la Giunta ad appoggiare, con ogni mezzo l'attività del Governo italiano in sede UE, come peraltro sosteneva la Presidente Bresso.
Intendiamo mantenere l'ordine del giorno per due motivi: il primo perché abbiamo evidenziato un problema esistente, rispetto al quale anche la Presidente ha detto che c'è l'impegno della Giunta, a nome di tutta l'Istituzione, nel mantenere un livello di distribuzione di fondi europei consistenti all'interno della nostra regione.
Il secondo motivo, però, è di carattere meramente politico, consiliare.
Il nostro Gruppo consiliare oggi ha approvato - condividendoli, ovviamente alcuni ordini del giorno sui quali avrebbe voluto apporre qualche modifica, perché certamente sull'Olivetti si poteva dire che ha una storia che forse è partita da troppo lontano, con valutazioni che a posteriori sono state fatte, ma che non ci sono nell'ordine del giorno; sui lavori socialmente utili, l'indicazione di riduzione e di maggiore stabilizzazione dei dipendenti l'abbiamo comunicata all'Assessore ed è stata fatta propria dal Presidente e dall'Assessore stesso, ma nell'ordine del giorno non c'è.
La stessa cosa rispetto al volontariato, quindi c'è la condivisione di un ordine del giorno da parte di un Gruppo politico quando una parte sostanziale dell'ordine del giorno è condivisa.
E allora, se è condiviso dal Consiglio regionale, o dai Gruppi che lo compongono, il timore rispetto al taglio dei fondi europei e il demandare la Presidente della Regione a tutelare il più possibile le nostre province e la nostra regione, affinché i fondi europei non penalizzino il Piemonte e tutta la nazione, ritengo che l'ordine del giorno sia da votare.
Ovviamente, nulla vieta che, in sede di VII Commissione, pur dovendo discutere l'assestamento di bilancio, o al di fuori della VII Commissione in sede di Conferenza dei Capigruppo, si stili un nuovo ordine del giorno che puntualizzi alcune questioni o che tenda a indicarne altre, che diventi patrimonio di tutti i Gruppi consiliari.
Sarebbe poco accettabile una pratica che vede l'opposizione appoggiare i documenti della maggioranza - documenti comuni, perché molti li abbiamo presentati insieme - e la maggioranza condividere i documenti dell'opposizione, adottando, però, la logica del rinvio o dell'astensione come è stato fatto sull'ordine del giorno sul volontariato.
Questo è un atteggiamento che non può essere chiesto a chi, fino ad oggi, si è comportato nel valutare i singoli provvedimenti per quello che erano e non per le posizioni politiche che rappresentavano.
Per questo motivo, manteniamo l'ordine del giorno; al limite, si possono togliere le percentuali del "considerata, inoltre, la preoccupazione". Se vogliamo togliere la percentuale, rimane "per il taglio dei fondi, per la diminuzione dei fondi", ecc., così l'ordine del giorno è anche corretto da un punto di vista delle ipotesi rispetto ai tagli che sono stati ad oggi paventati e indicati. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

La richiesta di rinvio era legata al fatto di mettere a punto alcune questioni, perché - ribadisco - al di là della questione delle cifre, il primo "considerato" parla di fondi di coesione che sono, come noto, quelli che non ci riguardano. Noi mettiamo prima quelli importanti, destinati al Sud; siamo il Consiglio regionale del Piemonte e consideriamo intoccabili quelli destinati al Sud e poi protestiamo perché forse ridurrebbero anche i nostri fondi. Forse bisognerebbe mettere, tra le cose inaccettabili, anche l'ipotizzata riduzione dei fondi per la competitività, che rischiano di essere tagliati.
Personalmente - la maggioranza farà quello che vuole - mi asterrò, se non inseriamo almeno "chiedendo, altresì, al Governo di destinare le risorse eventualmente risparmiate rispetto alla percentuale dell'1,28%" che era la sua posizione - "al finanziamento dei fondi di coesione e fondi strutturali".
In questo modo, chiediamo di mantenere quelle risorse.
Per quanto riguarda le cifre, pazienza! È chiaro che non si sa quali saranno; sono ipotesi, ma questa è la cosa meno grave. L'importante è che si ritenga inaccettabile il fatto di ridurre ulteriormente i fondi di coesione e i fondi per la competitività. Non parliamo, pertanto, di otto miliardi, perché a quel punto sono di più, essendoci anche quelli per la competitività.
Il documento, dunque, diventa: "...i fondi per la coesione e la competitività nazionali e regionali" - come aveva detto il collega Casoni perché tuteliamo anche gli interessi regionali - "chiedendo, altresì" forse toglierei "con ogni mezzo" e inserirei "fortemente", perché non vorrei che, lasciando "con ogni mezzo", mi chiedeste anche di andare armata! - "al Governo di destinare le risorse eventualmente risparmiate rispetto all'obiettivo di finanziamento del bilancio UE all'1,28%, alle politiche di coesione e competitività nel nostro Paese".
Questo vorrebbe dire un maggiore cofinanziamento nazionale, che è consentito dalla nuova formulazione.
Lo consegno alla Presidenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Vedremo come si concluderà la partita, ma ci tenevo, in questa fase, ad intervenire nel dibattito, anche se capisco che l'ora tarda non è certamente propizia.
Ricordava la Presidente Bresso i fallimenti che ci sono stati negli ultimi vertici in sede UE, che lasciano tutta la programmazione 2007-20013 di fronte ad alcuni momenti di forte indeterminatezza, che rischiano di far procedere a vista - io spero di no - con un bilancio che, sostanzialmente si decide anno per anno.
In questo dibattito volevo segnalare alcuni aspetti che accompagnano questa discussione. Mi sia permesso indicarne alcuni in modo particolare.
A me sembra che sia veramente paradossale celebrare, un po' demagogicamente, come si è fatto in questi ultimi mesi, l'Europa a 25 Paesi e il suo nuovo Trattato costituzionale, che, tra l'altro, ha avuto qualche "inciampo" di non poco conto in Francia e in Olanda, e, accanto a questo intavolare una discussione così impegnativa, come quella sul futuro del bilancio europeo, senza lo straccio di una partecipazione democratica degna di questo nome.
Ancora una volta si conferma, in sede europea, una modalità di azione assolutamente "ademocratica", io la definisco così.
La questione che stiamo discutendo questa sera è certamente dirimente: mantenere all'1.24 (è una delle ipotesi avanzate) il bilancio sul PIL a livello complessivo è sicuramente una questione dirimente. Si tratta, cioè di decidere, attorno a questa cifra - che non rappresenta soltanto una cifra - se Europa ha, e può ancora avere, una funzione di intervento economico e sociale, aspetto di non poco conto.
incredibile, però, che questa discussione avvenga in maniera separata da quella sul patto di stabilità che è, evidentemente, connesso ad essa.
Ancora una volta si propone, in sede comunitaria, un gioco in qualche modo "truccato", sequestrato da Governi, Commissione e Consiglio, con ipotesi di scambi avvenute in queste settimane assai poco chiare.
Come ripeto ancora una volta, occorre democratizzare questa discussione. Va detto con chiarezza quali sono i temi in gioco. Noi siamo oggi in un'Europa fondata su un dogma neoliberista e monetarista santificato dal Trattato costituzionale. Ci troviamo in una imbarazzante situazione con una moneta fortissima da una parte, e, dall'altra, con un'economia debole e con una società fortemente in crisi (mi riferisco soprattutto, alla società italiana).
D'altro canto, anche la strategia di Lisbona mostra alcune contraddizioni: l'idea che la coesione sociale si possa basare su una competizione, è lungi dal realizzarsi. Siamo di fronte a processi di dumping interno, competizione al ribasso tra territori e aree delocalizzazione, deindustrializzazione e, per alcuni - per il nostro Paese in modo particolare - il declino. Quindi la contrazione finanziaria che in qualche modo viene prevista è un fatto molto grave. Ancor più grave perch già oggi in Italia i finanziamenti pro-capite sono inferiori alla media. In più, alcuni parametri sociali, come la disoccupazione, non sono presi in considerazione, ma, nel nostro Paese, sono peggiori che in altri Paesi. A questa conclusione, tra l'altro, è giunto persino il Governo italiano.
Occorre, dunque, avere un'iniziativa decisa per avviare una prospettiva più compiuta e chiara e per avviare una vera campagna su questo tipo di problemi. Ma sono necessarie almeno altre due cose. La prima: occorre qualificare la spesa in senso sociale e ambientale; spendere, come si è anche detto, per il militare, sottraendo soldi dal pilastro delle politiche agricole, è semplicemente inaccettabile; così come sbagliate sono le grandi opere che vengono finanziate (o dovrebbero essere finanziate) come il ponte sullo Stretto, il cosiddetto "corridoio 5", e il sostegno al dumping sulle esportazioni agricole.
Al contrario, serve investire, senza tagli, su agricoltura di qualità sviluppo rurale, ambiente, riqualificazione produttiva, cultura e recupero del disagio sociale (come vedete, la batteria delle possibilità è ampia!).
In secondo luogo, occorre prendere atto che serve dare più possibilità di spesa all'Unione Europea, perché altrimenti non ce la facciamo. Per questo, anche a fronte della forza dell'euro, il patto di Maastricht è oggi una "gabbia".
Il Governo Berlusconi ha spesso chiesto flessibilità; ahimè, credo, una flessibilità strumentale, che poi si vuole utilizzare per riforme sbagliate, come la riforma fiscale o la riforma pensionistica.
Contrastare questa linea, da parte dello schieramento che qui oggi in Piemonte è in maggioranza, semplicemente sul piano del rigore, è politicamente senza senso. Io la giudico una politica inaccettabile. Serve semmai, rompere quella che ho definito la "gabbia di Maastricht".
Bisogna avere un'altra idea di investimenti e puntare su una nuova centralità dell'Unione Europea come soggetto investitore, magari anche pensando di creare un fondo aggiuntivo, svicolato dai parametri, per investimenti qualificati. Così come credo, infine, che la forza dell'euro anziché deprimere le esportazioni, dovrebbe essere oggi utilizzata per attrarre risorse da investire in una spesa pubblica europea. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Intanto chiederei, se fosse possibile, di mettere "in bella" le modifiche apportate dal Presidente, per vedere se riusciamo a convergere tutti sul medesimo ordine del giorno, che, naturalmente, incontra la condivisione del Gruppo UDC.
Non condivido, invece, quanto ha affermato il collega che mi ha preceduto, che ha definito l'Unione Europea "una gabbia di Maastricht".
Credo che tutto si possa dire tranne che l'Unione Europea sia una "gabbia di Maastricht", perché vorrebbe dire che tutti gli sforzi compiuti finora anche da coloro che ci hanno preceduto a livello governativo, sono stati vani e bisogna rifare tutto, passando da un estremo all'altro. Diventerebbe poi difficile costruire un qualcosa con questo modo di pensare.
Oltretutto, se entriamo nel merito dell'ordine del giorno, dopo l'entrata dei nuovi dieci Stati membri europei diventa ancora più importante parlare di fondi europei, indipendentemente dall'aspetto specifico della riduzione al Piano di sviluppo rurale.
Proprio in questi giorni si sta lavorando per preparare il nuovo Piano rurale per i prossimi cinque anni. È importante, alla luce di questi dati tutto quello che viene trascritto, indipendentemente dalle modifiche che in qualche modo, sono condivisibili.
importante parlare di fondi strutturali e, più in generale, di fondi europei. Ma soprattutto è importante sapere di cosa stiamo parlando, perch dobbiamo costruire il nostro futuro, quella che può essere un'alternativa alla monocoltura industriale: se non riusciamo ad avere i finanziamenti che tutti auspichiamo dalla Comunità Europea, mi chiedo come si possa essere competitivi, come sistema, dal momento che approviamo ordini del giorno uno dopo l'altro, in cui c'è scritto che dobbiamo dare solidarietà, che dobbiamo intervenire su tutto quello che riguarda il mondo occupazionale.
Quindi, mi chiedo: senza le risorse, senza il tornaconto di quello che diamo alla Comunità Europea, come possiamo pensare di migliorare la qualità della vita del nostro territorio? E se non bastasse, non condivido quello che è stato detto prima per ciò che riguarda sempre l'Unione Europea quando si dice che bisogna investire su certi aspetti piuttosto che altri.
Però non possiamo precludere a quello che può essere il futuro dell'occupazione e dello sviluppo del nostro territorio senza le infrastrutture, così come pure non possiamo migliorare il welfare, dal momento che queste problematiche viaggiano collateralmente.
Quindi, questo ordine del giorno è importante più di tanti altri che abbiamo votato oggi, ma non perché si differenzia o perché ci sono dei numeri o perché parliamo dell'Europa, ma perché grazie a questi fondi strutturali, grazie ai fondi europei in generale, possiamo ridare speranza e fiducia al nostro territorio.
Diversamente non so quale possa essere il futuro dello sviluppo e dell'occupazione, ma soprattutto quale possa essere il miglioramento del nostro territorio senza i fondi europei. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
E' stata avanzata, da parte della Presidente Bresso, una proposta di correzione della parte del dispositivo dell'ordine del giorno.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno se intendono accogliere tale proposta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Intervengo brevemente per dire che le modifiche che la Presidente ha apportato sono accettate da parte nostra.
Quello che vogliamo rimarcare è lo spirito dell'iniziativa, cioè tutelare gli interessi nazionali e regionali con la massima forza possibile, poi i dati sono in continua evoluzione.
Però è importante approvarlo e trasmetterlo prima che si prendano decisioni finali.
Accettiamo anche la logica di utilizzare gli eventuali fondi non utilizzati per la diminuzione della quota di fondo italiano nelle materie indicate nello stesso ordine del giorno.



PRESIDENTE

Rileggo il testo dell'emendamento: "l'ordine del giorno viene integrato nella prima pagina alla voce 'considerato'"; dove è scritto "considerato che si ritiene inaccettabile la proposta di ridurre ulteriormente i fondi di coesione..." vengono aggiunte le parole "e per la competitività".
Mentre nell'ultimo paragrafo dopo le parole "impegnano la Presidente della Giunta regionale ad appoggiare..." le parole "con ogni mezzo" vengono sostituite con le parole "fortemente" e continua "l'attività del Governo italiano in sede UE volta a tutelare gli interessi nazionali" vengono aggiunte le parole "e regionali". Dopo le parole "messi a rischio dalle proposte riportate in premessa," sono aggiunte le parole "chiedendo altresì al Governo di destinare le risorse eventualmente risparmiate, rispetto agli obiettivi di finanziamento del bilancio europeo dell'1,28%, alle politiche di coesione e competitività nel nostro Paese".
Questo è il testo definitivo.
Non essendoci interventi per dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno 13, così come emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 16 e 17 giugno il Consiglio europeo dovrà raggiungere l'accordo definitivo sulle proposte finanziarie 2007-2013 che tutti gli stati devono contribuire con uno sforzo comune di solidarietà verso i paesi dell'allargamento dell'Unione a 25 che la Commissione europea ha proposto per l'Italia di diminuire i fondi comunitari da 23 a 19 miliardi di euro in seguito all'allargamento dell'Unione a 25 che la proposta del Consiglio (la cd. Proposta Junker) è ulteriormente peggiorativa con un taglio fino a 8 miliardi di euro, che ridurrebbe a soli 15 miliardi l'anno i trasferimenti di fondi all'Italia che la proposta Junker costituisce una seria minaccia al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall'Agenda di Lisbona che l'Italia è uno dei pagatori netti dell'UE, ovvero trasferisce più di quanto riceve e che, con la proposta Junker il divario sarebbe ancora più netto e penalizzante che l'ingiusta autoriduzione della contribuzione da parte della Gran Bretagna costringe di fatto l'Italia a pagare annualmente circa un quarto del rimborso britannico considerato che si ritiene inaccettabile la proposta di ridurre ulteriormente i fondi di coesione e per la competitività, con una diminuzione di 8 miliardi di euro, che determinerebbe un forte danno per l'Italia, in particolare per le aree depresse e le categorie svantaggiate considerata inoltre la preoccupazione per il taglio del 52% dei fondi per la competitività, la ricerca l'innovazione, l'occupazione, la formazione professionale, l'inserimento delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro. Particolarmente grave è la riduzione dei fondi destinati alle PMI per la ricerca e l'innovazione per il taglio dei fondi per le infrastrutture e, in particolare, per le reti transeuropee per la diminuzione del 42% dei fondi per le politiche di libertà, sicurezza e giustizia anche alla luce della necessità di contrastare il fenomeno del terrorismo e dell'immigrazione clandestina per la riduzione del 13,2% degli aiuti allo sviluppo rurale in particolare all'imprenditorialità rurale giovanile, allo sviluppo dell'imprenditorialità agrituristica, al sostegno delle colture biologiche impegnano la Presidente della Giunta regionale ad appoggiare fortemente l'attività del Governo italiano, in sede UE, volta a tutelare gli interessi nazionali e regionali messi a rischio dalle proposte riportate in premessa chiedendo altresì al Governo di destinare le risorse eventualmente risparmiate, rispetto all'obiettivo di finanziamento del bilancio europeo dell'1,28%, alle politiche di coesione e competitività nel nostro Paese".
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.55)



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