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Dettaglio seduta n.117 del 17/10/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PICHETTO FRATIN GILBERTO



(Alle ore 9.58 il Vicepresidente Pichetto Fratin comunica che la Seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.



(La seduta ha inizio alle ore 10.48)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ricca, Rutallo e Spinosa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso. All'Ufficio Aula sono disponibili le informazioni riguardanti i progetti di legge e le loro assegnazioni.


Argomento: Variazioni di bilancio

c) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2006


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 6/10/2006 2006 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
21 deliberazioni del 24 luglio 2006, n. 20 deliberazioni del 2 agosto 2006.
(Allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula).


Argomento:

d) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 3, 12, 19, 26 aprile, 9, 16, 31 maggio, 6, 13, 20 giugno 2006.
Verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.
Comunico, infine, che per due sedute sono a disposizione per i Consiglieri, presso il transatlantico dell'Aula consiliare, i punti informativi sulle banche dati del Consiglio regionale e sulla rete RUPAR.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 558 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Detonamento di polverino di amianto nell'area ex piemontese Casale Monferrato"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 558, presentata dai Consiglieri Botta e altri.
Risponde l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
ovvio che l'interpellanza, presentata dal Consigliere Botta, riguarda una situazione di Casale, che i Casalesi e i locali conoscono molto meglio di me. È ovvio che l'inizio della risposta riguarda la localizzazione del problema per metterne a conoscenza gli altri Consiglieri. Stiamo parlando dell'ex area piemontese che è di fronte allo stabilimento, tristemente noto, dell'eternit in via Oggero, inserita nel piano regolatore con destinazione a "Piano di edilizia economico popolare". Piano, tra l'altro finanziato dal Ministero delle Infrastrutture, nell'ambito dei cosiddetti patti di quartiere.
In tale area, nel corso degli anni, hanno avuto sede attività industriali anch'esse legate in gran parte alla produzione del cemento e in ultimo, in una parte di quest'area, anche al recupero degli scarti di cemento amianto prodotto dall'eternit - è proprio l'area di fronte all'eternit - che venivano frantumati per essere successivamente riutilizzati. È ovvio che sto dicendo questo ai Consiglieri che conoscono meno la situazione.
Una prima attività di pulizia - questo è quanto ci risulta - negli scorsi anni, ha permesso lo smaltimento di modeste quantità di frammenti di lastre di eternit ancora presenti nell'area attualmente abbandonata ed oggi, di fatto, invasa dalla vegetazione. L'abbiamo vista in un sopralluogo quando siamo andati all'eternit. È stato facile attraversare l'area bonificata e andare nella zona interessata.
C'è stata una rimozione parziale dei rifiuti. A seguito di tale attività sono continuati i sopralluoghi da parte, in particolare, dell'ASL n. 21 e dell'ARPA. Il principale è stato quello in cui erano tutti impegnati il 15 maggio di quest'anno. Tali ispezioni hanno evidenziato, in alcune zone, la presenza superficiale di residui di materiali contenenti amianto (parliamo di amianto di crocidolite e di crisotilo, all'interno della classificazione amianto) e, successivamente, l'area è stata inserita nel censimento delle aree di intervento del progetto di bonifica di interesse nazionale di Casale.
una delle tante aree, diffuse nel territorio del Casalese, inserita come secondo step importante dell'intera bonifica, che ha interessato prima l'impianto e poi lo stabilimento. Il Comune ha predisposto, in coordinamento con l'ASL n. 21, anche in base a quanto stabilito dalla riunione generale della Conferenza dei servizi ministeriali, un piano di caratterizzazione dell'area. Questo per comprendere meglio se si tratta di una presenza di amianto a livello superficiale, quindi di un'allocazione del materiale dall'altra parte della strada, oppure se si tratta solo di progressivo o pregresso abbandono di rifiuti, oppure se questo interessi l'area anche più profondamente. In quest'ultimo caso non vi è tanto bisogno di allontanamento di rifiuti, ma di operazioni di bonifica. La cosa, come capite, è ben diversa.
Il piano di caratterizzazione è stato presentato il 6 dicembre 2005 ed è stato approvato dalla Conferenza dei Servizi il 26 marzo 2006. In questo momento è in fase di realizzazione con il contributo di ARPA Piemonte, che su Casale sta operando all'onore del mondo, per gli aspetti analitici e di valutazione della presenza di eventuali altri inquinanti. All'inizio dell'autunno, prevediamo di presentare una relazione generale sullo stato dell'arte di quest'area.
utile anche precisare l'obbligo per l'amministrazione comunale di provvedere alla completa bonifica dell'area, qualora necessaria, al fine di valutare qualsiasi successiva ipotesi di utilizzo di quell'area di fronte allo stabilimento eternit. Quindi, è stata sollecitata all'amministrazione comunale, per le vie brevi, anche da parte nostra, la necessaria attenzione su questa problematica, perché questo corrisponde a un atteggiamento dell'Assessorato e dell'Assessore rispetto a situazioni di questo tipo cioè di moltiplicazione di principi di precauzione.
Oggettivamente, non sta scritto da nessuna parte che non si possa "costruire" in un'area che ha avuto solo abbandono di rifiuti, ma quella è un'area certamente delicata, in cui l'attività si è svolta nel corso di diversi decenni. Pertanto, mi sembra che il principio di precauzione rispetto alla valutazione della situazione che abbiamo ereditato e delle prudenze rispetto al futuro sia un atteggiamento da mantenere con molta attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Ringrazio l'Assessore per quanto espostoci.
So di essere noioso, ma con altri colleghi riteniamo che questa situazione del polverino in quell'area, chiamata ex piemontese, vada monitorata con grande attenzione. Purtroppo, riteniamo, sulla scorta di tante testimonianze, ausili fotografici e storici che quell'area non solo sia interessata da un abbandono di materiali contenenti eternit (quindi, un abbandono di tipo superficiale), ma per decenni quell'area è stata luogo in cui venivano frantumati manufatti di eternit, in maniera artigianale.
Venivano scaricati i manufatti, poi dei mezzi pesanti passavano sopra a questi pezzi di eternit, che a loro volta venivano caricati con delle ruspe e spostati in altri luoghi. Quest'attività di frantumazione è durata per decenni, non creando soltanto un problema a livello superficiale, ma in alcune zone un problema che riguardava il sottosuolo e che, evidentemente richiede, da parte, in particolare, delle istituzioni pubbliche un atteggiamento di grande cautela prima di pianificare, in quella zona un'edificazione così spinta, come ha fatto il Comune di Casale. Come sappiamo, Casale è stato uno dei Comuni "benificati", nel senso che ha raggiunto una posizione importante e ha reso anche finanziabile un progetto denominato Eternot, grazie all'attenzione della Regione Piemonte e del Ministero delle Infrastrutture che, nei cosiddetti Piani di quartiere, ha stanziato diversi milioni di euro per un intervento più che giustificato e legittimo su un quartiere - il Ronzone di Casale - che ha vissuto per anni la disgrazia dello stabilimento Eternit, numerosi cementifici e quant'altro.
Quando è stato presentato il progetto Eternot - questo è il problema vero che continuo a sottolineare - che ha ricevuto l'avallo della Regione nonché del Ministero ed è stato finanziato, in quella zona piemontese, era stato previsto - giustamente, a mio avviso - un giardino, ovvero un'area verde.
Dopo l'approvazione del progetto Eternot, nel lasso di tempo previsto per l'esecuzione e per la presentazione del progetto definitivo legittimamente, secondo la forma, ma non secondo me dal punto di vista della sostanza, ci troviamo, al posto del parco verde previsto un'edificazione pesante, tra l'altro di strutture pubbliche: si parla di un asilo, di una scuola e di condomini privati, spostati da un'altra zona dove erano preventivamente previsti in base al progetto originale.
Questo crea, evidentemente, un allarme e un turbamento sociale non indifferente, soprattutto in quelle persone che conoscono, con grande precisione, che cosa ha significato quell'area almeno negli ultimi cinquant'anni.
Per questo motivo, noi continueremo a chiedere cautele e precauzioni per quella particolare area. È evidente che qualsiasi tipo di area pu essere bonificata e resa atta a contenere costruzioni o edificazioni di qualsiasi tipo. Mi chiedo, però, se questo abbia un senso: dobbiamo andare in aree altamente inquinate a bonificare - che è cosa giusta e saggia - per costruirci sopra strutture pubbliche, come un asilo? Non si vogliono incutere timori o far aleggiare false paure: a mio avviso, è una questione di buonsenso.
Tutti hanno contribuito - io per primo - affinché i contratti di quartiere potessero interessare anche quella zona, che richiedeva veramente una grande riqualificazione. È evidente, però, che fu fatto sulla base di un ragionamento che prevedeva in quell'area, così come in altre aree particolarmente colpite da momenti di inquinamento, una certa destinazione.
Veder modificare quel progetto, che noi riteniamo ancora positivo, per dare spazio a edificazioni di strutture pubbliche - come gli asili - e di edilizia privata, ci lascia veramente perplessi.
Naturalmente, chiedo all'Assessore di acquisire la sua risposta.
Chiedo, altresì, di essere messo al corrente, non appena perverranno, dei risultati delle analisi che si stanno effettuando.
Chiedo, soprattutto, che l'Assessore e gli uffici regionali competenti richiamino al buonsenso anche il Comune di Casale rispetto a questa decisione di edificazione che, a mio avviso, appare assolutamente non opportuna.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 686 del Consigliere Cavallera inerente a "Costituzione di un Osservatorio ambientale del controllo di attività di bonifica 'vicenda ex Acna'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 686, alla quale risponde l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

La vicenda, ovviamente, è nota a tutti e l'ex Assessore Cavallera la conosce, ovviamente, nei vuoi dettagli.
La richiesta dell'interrogazione verteva sulla costituzione di un Osservatorio.
Stiamo vagliando questa ipotesi da più mesi e il punto nodale politico, per la verità - è che la costituzione di un Osservatorio non è ritenuta un elemento che renderebbe più complesse le operazioni di bonifica. Credo che vada precisato che tali operazioni di bonifica stanno procedendo e saluteremo probabilmente in novembre la partenza dell'ultimo treno per la Germania, dopo lo svuotamento dei cosiddetti lagoon. A novembre inizierà, quindi, lo svuotamento di queste aree dai rifiuti accumulati nel Pian Rocchetta.
La nostra ipotesi è che la costituzione di un Osservatorio partecipato cosa utile - non si configuri come l'ennesimo "organismo di controllo" rispetto alle operazioni di bonifica in corso, ma rappresenti un utile strumento di monitoraggio della rinascita della Val Bormida e quindi un elemento di sorveglianza sullo stato ambientale e le sue potenzialità economiche e di sviluppo.
In questo senso, proprio la chiusura della partita più delicata della bonifica, quella inerente lo svuotamento dei lagoon, ci spinge, nel corso delle prossime settimane, ad andare verso la costituzione di un osservatorio, che valuti e che sia denominato non tanto come ennesimo controllo sulla bonifica, quanto sullo sviluppo e sulla rinascita della Valle Bormida.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'interrogante, il Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, per certi versi, è un po' datata. Per altri versi puntava a "stanare" il pensiero della Giunta in ordine ad una situazione che, da sempre, è in equilibrio instabile.
Sappiamo che l'Acna è ubicata in Liguria, al confine col Piemonte pertanto rientra nella giurisdizione ligure, ma gli effetti ricadono sul Piemonte, o, per meglio dire, sui Comuni e sugli abitanti della Valle Bormida, in modo inversamente proporzionale alla distanza dal sito dello stabilimento.
L'accordo di programma stipulato a suo tempo prevedeva anche il coinvolgimento dell'ARPA Piemonte nelle attività di monitoraggio e di controllo. Questo è un dato importante, perché tale accordo di programma rappresentava, in un certo senso, un "armistizio" tra due fronti che democraticamente combattevano (almeno sul versante piemontese) per ottenere, una volta per tutte, la cessazione delle attività inquinanti e la bonifica del sito, che adesso sta procedendo.
Non intendo riprendere, in questa sede, tutte le vicende relative al Commissario: noto, però, che continua ad esserci il Prefetto di Genova nonostante in campagna elettorale la Presidente Bresso avesse assicurato alle popolazioni della Valle Bormida che si "sarebbe fatta in quattro" perché ritornasse il Dottor Leoni (il Commissario precedente).
Naturalmente, la giustificazione di questa promessa verteva sul fatto che, visto che in Liguria si profilava la vittoria elettorale del Presidente Burlando, senz'altro i due Presidenti insieme avrebbero ottenuto dal Governo un cambiamento; cambiamento che però non c'è stato. Ad ogni modo, non è questo il problema, perché noi, al di là del nome del Commissario, abbiamo sempre guardato gli atti del Commissario; per certi versi, anche l'Assessore, in un incontro a Cengio, si era orientato in questo senso. L'Assessore non era presente alle performance in campagna elettorale, ma io ovviamente leggevo i giornali locali e in ogni modo ero informato.
Venendo al sodo, posso fare una proposta in replica. Prendendo atto della risposta, ricordo che l'accordo di programma prevedeva la costituzione di un centro per la ricerca sulle bonifiche, soprattutto quelle più complesse; naturalmente all'inizio avrebbe dovuto essere un organismo unitario, poi costituito dai liguri con l'Università di Genova ed altri soggetti e dai piemontesi con l'Università del Piemonte orientale ed altri soggetti (ARPA e così via).
Ora, senza stare a costituire nuovi organismi, su cui - concordo - è inutile aggiungere sigle che rendono difficile il governo della situazione credo che si possa, da un lato, essere custodi del potere di sindacato e del potere d'intervento dell'ARPA e quindi che l'ARPA Piemonte debba essere coinvolta come co-attore e co-autore delle varie verifiche; dall'altro lato, vedere se affidare a questo nuovo soggetto, capofila l'ARPA e l'Università del Piemonte orientale, da parte dell'Assessorato, eventuali funzioni di osservatorio, magari prevedendo una trimestrale o semestrale conferenza di verifica o un tavolo di trasparenza. Poiché lo facciamo per il nucleare e questa è una questione molto importante per la zona della Valle Bormida, si potrebbe andare in questa direzione.
In sintesi, prendo atto della risposta e sono d'accordo a non costituire un organismo ad hoc, che poi dovrebbe essere regolato per legge pensando di affidare a questo consorzio per la ricerca anche compiti di osservazione e di monitoraggio per indicare alle istituzioni eventuali momenti critici o suggerimenti per provvedimenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 582 dei Consiglieri Botta, Casoni, Ghiglia e Vignale inerente a "Timori per l'apertura di due discariche nell'area del Monferrato"


PRESIDENTE

L'Assessore De Ruggiero risponde all'interpellanza n. 582, presentata dai Consiglieri Botta, Casoni, Ghiglia e Vignale.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Lascerò ovviamente delle pagine scritte che, come spesso avviene, i nostri uffici preparano con eccesso di dettagli, riprendendo la legislazione sui rifiuti e sulla scelta dei siti, però si tratta pur sempre di un utile esercizio di lettura.
In teoria, sull'interpellanza n. 582 ci si potrebbe limitare a dire che la Provincia di Asti, secondo le procedure attuali, sta verificando, sulla base dell'unico provvedimento che ha assunto (provvedimento approvato dal Consiglio provinciale il 18 marzo 1998 nell'ambito del programma provinciale di gestione dei rifiuti), la necessità di avere ulteriori siti di smaltimento. Lo stato attuale delle procedure vede in corso un iter finalizzato all'individuazione, da parte della Provincia, delle zone idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani; iter che, ovviamente, prevede un processo di concertazione con i Comuni e con le rappresentanze della società civile. Tutto questo è anche facilmente reperibile sul sito internet della Provincia di Asti, che sta seguendo una procedura partecipata, quindi è possibile seguire l'evoluzione dei lavori.
Potrei fermare qui la mia risposta all'interpellanza, perché il primo tassello della ricerca di un sito di smaltimento è un lavoro della Provincia. Inizialmente vi è la ricerca di siti potenzialmente idonei alla localizzazione degli impianti di smaltimento; poi, assieme alle aziende, si effettuano analisi più localizzate, anche dei costi/benefici; la parte progettuale è il passo successivo.
I piani provinciali dei rifiuti, ovviamente, devono essere inseriti nella gran cornice del piano regionale dei rifiuti. Il piano regionale dei rifiuti non è che decida: prende atto della compatibilità e della coerenza dei piani provinciali.
Qui potrei finire. Dico solo che probabilmente la criticità nasce dal fatto che abbiamo un'organizzazione territoriale troppo spezzettata, che genera difficoltà di questo tipo. La realtà piemontese è suddivisa in bacini, con tante piccole richieste di autosufficienza territoriale; ad esempio, ad Asti è complicato trovare siti idonei e socialmente accettabili per accogliere impianti di smaltimento. Di conseguenza, uno dei punti di discussione nell'ambito del processo ufficiale di revisione del piano regionale dei rifiuti solidi urbani (del 1997, e da allora il mondo dei rifiuti è radicalmente cambiato in termini di quantità, di qualità, di tipologia dei rifiuti prodotti) è la definizione, con i consorzi e con le Province, di ambiti più vasti, perché su un ambito più vasto è più facile che si raggiunga effettivamente l'autosufficienza che viene richiesta autosufficienza che, ripeto, quando gli ambiti sono troppo ristretti diventa certamente difficile da soddisfare. È questa la criticità su cui si sta adesso confrontando la Provincia di Asti in particolare e che, certo suscita timori, in quanto quella di Asti è una delle Province che ovviamente non può che usare aree di confine con l'Alessandrino - per la verità, le preoccupazioni sono venute dall'Alessandrino e non dall'Astigiano - ma questo è normale quando le aree sono troppo piccole.
D'altronde, non c'è un muro che divide la provincia di Asti dalla provincia di Alessandria.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 316 del Consigliere Ferrero, inerente a "Nuovi episodi di malasanità in Piemonte" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 319 dei Consiglieri Cotto e Pichetto Fratin inerente a "Un servizio di navetta gratuito per gli anziani nelle città sede di ospedali" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 347 del Consigliere Pedale inerente a "Ospedali 'San Biagio' di Domodossola e 'Castelli' di Verbania, ASL 14 del VCO - DGR 2 944 del 27/09/2005" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 494 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Grave situazione interna all'Ospedale S. Anna" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 563 del Consigliere Robotti inerente a "I fondi Bertagnetta restino a Vercelli" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 620 dei Consiglieri Moriconi e Spinosa inerente a "Progetto di riconversione dell'ex Bertagnetta di Vercelli" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 567 dei Consiglieri Pedrale, Nastri, Pichetto Fratin inerente a "Previsioni in bozza del Piano socio - sanitario regionale" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 571 del Consigliere Turigliatto inerente a "Impianto coclearie nei minori affetti da ipoacusia - Pubblicazione del tariffario e avvio della presa in carico al servizio sanitario regionale dei costi dell'intervento" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 578 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Ospedale oftalmico" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 599 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Nuovo presidio sanitario di distretto a Venaria" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 628 dei Consiglieri Dutto, Monteggia e Rossi inerente a "Realizzazione nuovo ospedale di Venaria (TO)" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 609 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Nuovo DEA Ospedale Mauriziano" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 610 del Consigliere Cotto inerente a "Prenotazioni visite mediche ai reparti di reumatologia" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 618 dei Consiglieri Cotto, Burzi, Cavallera, Cirio e Pichetto Fratin inerente a "Contributi economici per le prestazioni agli invalidi di guerra, alle vittime civili di guerra, agli invalidi per cause di servizio e categoria assimilate" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 691 del Consigliere Rossi inerente a "Applicazione da parte della Regione Piemonte della legge 9 marzo 2006, n. 80 recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Informazione

Interrogazione n. 953 del Consigliere Rabino inerente a "Progetto regionale WI-PIE" (Viene concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sono pervenute risposte in forma scritta, ovviamente concordate con i proponenti, alle seguenti interrogazioni e interpellanze: n. 316, 319, 347, 494, 563, 620, 567, 571, 578, 599, 628, 609, 610, 618 691 e 593.
altresì pervenuta, da parte dell'Assessore Valpreda, la disponibilità a rispondere a varie altre interrogazioni. Dagli interroganti non è stata accettata la risposta in forma scritta e quindi provvederemo a fornire le risposte nel corso della seduta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale di Carmagnola


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare gli allievi della Scuola Media Statale di Carmagnola in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Vi do il benvenuto. State assistendo alla fase iniziale del Consiglio regionale, dove la Giunta regionale, schierata qui davanti, fornisce risposte a quesiti, interrogazioni che provengono dai Consiglieri regionali. La Giunta regionale o singoli Assessori forniscono risposte.
Adesso assisterete ad una risposta che sarà fornita dall'Assessore alla cultura Oliva ad un'interrogazione avanzata dai Consiglieri Cotto e Ferrero.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione n. 434 dei Consiglieri Cotto e Ferrero inerente a "Aumento degli stanziamenti a favore delle attività delle associazioni bandistiche e corali"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'interrogazione, cui risponde l'Assessore Oliva, che ha pertanto facoltà di intervenire.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

Mi pare un'interrogazione opportuna. Le bande musicali rappresentano una risorsa diffusa sul territorio e come tali meritano sostegno; rientrano però in quelle associazioni il cui sostegno e finanziamento è ormai delegato alle Province ed è indipendente dalla volontà dell'Assessorato regionale aumentare o mantenere invariato il finanziamento.
Sappiamo che i finanziamenti che sono trasferiti alle Province stanno all'interno di un blocco unico, ma dipende dal territorio e dalla singola Provincia come distribuirlo e su quali azioni indirizzarlo.
Per quanto ci riguarda, quello che immaginiamo di fare nel 2007 è attivare alcune iniziative di più ampio respiro all'interno delle quali siano coinvolte anche le bande musicali e, in questo modo, recuperare attraverso un coinvolgimento su progettualità regionale, la realtà delle singole bande musicali sul territorio.



PRESIDENTE

Per la replica, ha la parola la Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Ha ragione l'Assessore. Sappiamo che la materia è stata trasferita alle Province. Tuttavia, rileggendo con la collega Ferrero la legge n. 49 del 3/9/91, "Norme per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale e strumentale delle associazioni, scuole, istituti musicali nella Regione Piemonte", e ricordando quella che proprio la collega aveva promosso - io ero stata la seconda firmataria - la legge n.
38 del 7/4/2000, "Interventi regionali a sostegno delle attività musicali" non possiamo non ricordare l'importante ruolo che queste due leggi attribuivano alla competente Commissione consiliare.
Con il trasferimento alle Province, la Commissione ovviamente non pu più soddisfare questi articoli di legge e questo può creare chiaramente una difformità di comportamento tra Provincia e Provincia. C'è la Provincia che può essere più sensibile, oppure che ha meno bisogno di finanziamenti quindi, dal fondo indistinto dei finanziamenti che vengono trasferiti pu utilizzare più o meno denari, e questo magari può causare un danno ai giovani che vogliono formarsi per poi suonare in qualche banda.
Quindi, Assessore, le chiederei - e mi rivolgo anche alla Presidente della Commissione - se è il caso che io presenti un'interrogazione per parlarne in Commissione. Infatti, vorremmo capire qual è la situazione nel nostro Piemonte, a seguito di queste due leggi, che sono ancora valide, e del trasferimento di queste competenze alle Province. Mi rendo conto che non c'è un obbligo da parte dell'Assessorato di verificare, anzi magari pu anche dare fastidio la verifica nei confronti dell'autonomia d'ogni singola Provincia, però si può tentare di avere una regia regionale su tutto questo movimento, proprio per far sì che più giovani possano essere formati musicalmente e possano avere il piacere di fare musica insieme.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione n. 683 del Consigliere Bossuto, Barassi, Clement, Dalmasso e Deambrogio inerente a "Fondazione circuito teatrale del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 683.
Risponde l'Assessore Oliva, che ha pertanto facoltà di intervenire.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

L'interrogazione si riferiva ad un momento nel quale il problema della Fondazione era in discussione. Lo abbiamo lungamente affrontato in sede di Commissione con audizioni e con il commissario e il Direttore artistico della Fondazione.
Posso aggiornarvi sulle evoluzioni che ci sono state. Le evoluzioni hanno previsto la nomina di un commissario nella figura dell'avvocato Fiorio, che ha, nel corso dei mesi scorsi, verificato in modo definitivo l'ammontare dell'ammanco della Fondazione stessa. Non ricordo a memoria esattamente a quanto ammonta, ma in ogni modo fornirò i dati. Abbiamo fatto quindici giorni fa una determina dirigenziale per una somma all'incirca di 25 mila euro.
Contemporaneamente, da verifiche che sono state fatte da questo commissario sulle carte e i documenti della Fondazione, è stato emanato un provvedimento di licenziamento del Direttore. Anche questa è una notizia che andava sui giornali poco prima delle vacanze, e adesso stiamo aspettando gli esiti, che ovviamente comportano delle procedure attraverso la Magistratura ordinaria. Quindi, ci sono dei ricorsi pendenti al TAR.
Credo anche ci sia un'udienza e un tentativo di conciliazione da parte del giudice del lavoro programmata per l'inizio di novembre.
Contemporaneamente, si sviluppa il lavoro del commissario, che è quello di rivedere lo Statuto, di capire in che modo all'interno della Fondazione possano entrare i Comuni e con quale tipo di rappresentanza, magari uscendo il Teatro Stabile, che sulla partita del circuito non ha ormai particolare significato.
La stagione 2006/2007 è stata programmata dalla Fondazione Teatro Ragazzi, che è, da quello che mi risulta, in assoluto accordo con i vari Comuni che facevano parte del circuito. Questo è l'aggiornamento della situazione, che era complicata quando l'abbiamo affrontata. Non è stato semplice nella sua procedura, che è tuttora in corso, perché le situazioni complicate difficilmente hanno delle risposte e delle soluzioni semplici.
Vedremo quali saranno gli sviluppi in base agli interventi della Magistratura.
Mi pare che in Magistratura ci sia anche un fascicolo aperto dalla sezione penale contro ignoti, legato al fatto che la Regione ha depositato presso il Tribunale la relazione predisposta dalla Commissione che avevamo costituito.
In questa relazione emergevano delle osservazioni che potevano avere un risvolto penale, quindi per correttezza l'abbiamo semplicemente depositata senza fare denuncia contro nessuno.
Credo ci sia stato, per contro, un intervento anche da parte del Direttore nei confronti del Presidente, quindi un'ulteriore iniziativa giudiziaria in quel senso. Dico credo perché non ne ho la certezza, ma mi pare di aver capito che le cose siano andate in questo modo. Quindi, c'è un intervento della Magistratura, il che dimostra quanto la situazione fosse complicata e per tanti aspetti grave.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media di Carmagnola


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli allievi della Scuola Media di Carmagnola, che sono venuti a trovarci. Benvenuti. Assistite all'inizio della seduta, nel momento in cui la Giunta regionale, che è qui rappresentata, e gli Assessori rispondono alle domande che sono state loro rivolte dai Consiglieri in merito al funzionamento dei vari settori dell'amministrazione regionale. Questa è una risposta che è stata fornita dall'Assessore sull'attività della Giunta. Il Consigliere che ha fatto la domanda, replicherà dicendo se è soddisfatto o no. Buona continuazione di visita.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione n. 683 del Consigliere Bossuto, Barassi, Clement, Dalmasso e Deambrogio inerente a "Fondazione circuito teatrale del Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Concludiamo, pertanto, la trattazione dell'interrogazione n. 683.
La parola, per replica, all'interrogante, Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Noi ringraziamo l'Assessore per la risposta che ha portato oggi in Consiglio. Lo riteniamo un aggiornamento utile ad una vicenda che ormai datata.
Come giustamente diceva l'Assessore in apertura, la vicenda della fondazione "Circuito Teatro Piemonte" si è discussa per parecchi mesi anche con un'audizione in Commissione. Una vicenda che, ad un certo punto si è collegata anche alla Fondazione della fotografia, che aveva visto un dibattito culturale molto ampio. Un dibattito, tra l'altro, molto utile perché crediamo che la cultura sia un elemento molto importante della nostra realtà regionale e che sia anche un elemento utile da sostenere, da far reggere e da reggere. Non è un elemento secondario.
Faccio una parentesi su una parte polemica dei mesi scorsi sui tagli alla cultura. Noi crediamo che la cultura vada sostenuta, ma crediamo anche che nel momento in cui si discute di cultura, il quadro generale delle Fondazioni esistenti e di quelle nasciture sia un quadro importante, che va affrontato, analizzato e visto con la giusta e dovuta serietà.
Noi all'epoca c'eravamo occupati di una vicenda veramente complicata e complessa in maniera bizantina o gotica, come direbbe un mio amico.
C'interessava - nel mese in cui si parlava di scioglimento - capire se era quella la via più adatta e più giusta da intraprendere o se, invece, ci potevano essere altre vie da percorrere, come quelle di un risanamento delle Fondazioni stesse e, magari, perché no, anche di un piano di rientro di recupero di vicende molto travagliate.
Su questa Fondazione si è detto e si è scritto molto, ci sono state polemiche giornalistiche anche poco edificanti. Addirittura sono nati dei partiti e degli schieramenti trasversali tra chi difendeva una figura invece che un'altra, tra chi parlava di uno scioglimento e chi invece difendeva una realtà. Noi crediamo che forse la questione all'epoca fosse stata affrontata molto male, perché non si trattava di dividersi in partiti o in sostenitori di quella o di un'altra fazione, ma semplicemente era utile, prima di prendere qualsiasi provvedimento, analizzare, ripeto, lo stato dell'arte, analizzare il bene e il male che queste Fondazioni avevano prodotto. In parole povere, evitare di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
Sapevamo di responsabilità, per lo meno, così denunciate di una presidenza poco attenta che, peraltro, si era occupata anche di gestione (cosa che lo statuto dell'ente non prevedeva assolutamente o che perlomeno prevedeva in maniera molto particolare e molto arzigogolata) e di una direzione tecnica, chiamiamola così, che probabilmente con la parte politica stessa, che era la presidenza dell'ente, aveva dato il via ad una struttura che ha prodotto molto ma che era stata accusata di avere prodotto, tra le altre cose, un buco non indifferente.
Noi pensavamo fosse utile, un piano di risanamento. Noi credevamo fosse utile anche una riorganizzazione dei posti di lavoro di una realtà che era fatta di precari, assunti poi magari anche con delle modalità che non hanno nulla a che fare con dei bandi pubblici - questo assolutamente - ma in qualche modo assunti anche perché avevano lavorato, ma anche di una riorganizzazione di una direzione che andava affrontata, a nostro avviso, a parte. In tal modo, si sarebbero evitati i colpi reciproci a suon di marche da bollo, come adesso purtroppo la vicenda si è avviata. Vi è ormai un triste strascico giudiziario, ma la questione va in qualche modo sanata e affrontata più politicamente.
Ormai la vicenda, penso, in qualche modo si è chiusa con un epilogo che non ci vede tutti concordi, però crediamo che, a maggior ragione, quando si parla di una Fondazione, quest'esperienza c'insegni a vigilare sempre e a fondarne con molta cautela. Una volta istituita una fondazione, bisogna stare molto attenti (cosa che l'Assessore fa) al suo organigramma, ma anche ai vari conflitti di interessi che possono sorgere al suo interno e alla dotazione economica che può utilizzare.
L'altro giorno, in Commissione, come battuta è stato detto che la cultura va sostenuta e se questo vuol dire anche una "Turandot" nuda pazienza, dicono che sia bella anche così. Purtroppo non avrò l'onore di vederla perché non riesco ad andarci, per sopraggiunti impegni politici, ma mi dicono che sia bella e allora ben venga qualche sforbiciata, non così radicale, in alcune strutture che dovrebbero essere di aiuto e che purtroppo, a volte, sembrano più un limite che un sostegno a quella creatività culturale.
Pertanto, ci riteniamo soddisfatti per l'esposizione che l'Assessore ci ha fornito. Grazie.


Argomento: Immigrazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 917 del Consigliere Scanderebech inerente a "Emergenza prostituzione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n.917, presentata dal Consigliere Scanderebech.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare e al volontariato

Prima di dare lettura della risposta, che consegnerò anche in forma scritta così il Consigliere avrà modo di avere un materiale su cui riflettere ulteriormente, vorrei dire che le attività che la Regione svolge sono una parte dei più complessi interventi che, su questo tema, i vari momenti istituzionali, le Province e i Comuni, gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali, i centri per l'impiego attraverso le loro strutture il mondo del privato sociale e del volontariato svolgono a favore di coloro che sono vittime della tratta ed in molti casi lavorano nel mondo della prostituzione, se così si può dire.
L'Assessorato alle politiche sociali della Regione Piemonte ha iniziato, non ultimamente ma già da parecchi anni, a occuparsi degli interventi che riguardano la prostituzione e la tratta nel 1999, quando ha finanziato un progetto all'ASL 3-Ospedale Amedeo di Savoia, che si è occupato dell'educazione sanitaria ad immigrati a rischio di malattie infettive, in particolare l'infezione HIV e le malattie sessualmente trasmissibili (MST), la cui diffusione, nelle popolazioni in prevalenza provenienti dall'Africa subsahariana, nordafricana e est-europea, risulta strettamente correlata al fenomeno della prostituzione.
Nell'ambito di questo progetto, all'attività medica ambulatoriale si è affiancata quella di prevenzione e controllo delle MST/HIV, attuata attraverso interventi di educazione sanitaria condotti da mediatori culturali, affiancati da infettivologi, psicologi e da psichiatri.
Nel 2000 la Direzione Politiche Sociali ha finanziato tre progetti che prevedevano interventi in materia di tratta.
Il progetto, che si chiamava "Centro di appoggio per donne migranti e minori che intendono sottrarsi allo sfruttamento della prostituzione", a cura del Consorzio Sociale Alessandria Asti, ha proposto la gestione di un'unità di strada, di uno sportello informativo e di centro di prima accoglienza e di appoggio.
Il progetto del Gruppo Abele aveva come scopo il reinserimento lavorativo e ambientale di donne immigrate straniere vittime di tratta.
Nel 2000 l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Piemonte ha finanziato, insieme con la Provincia di Torino, un progetto presentato dal Comitato per i diritti civili delle prostitute, e realizzato dall'associazione TAMPEP onlus di Torino, dal nome "Turnaround-Progetto a favore delle donne, contro la tratta". Campagna di informazione per contrastare il traffico di donne e minori dalla Nigeria in Italia, quindi mirato - come il Consigliere comprenderà - più alla prevenzione del fenomeno della tratta nel paese d'origine (Nigeria).
Questo progetto ha coinvolto diversi enti, tra cui la Procura, la Questura e la Prefettura di Torino, l'Ambasciata italiana in Nigeria l'Ambasciata americana in Nigeria e l'Ambasciata nigeriana in Italia, e si è rivolto alle donne e ai minori nigeriani esposti al rischio di reclutamento da parte di organizzazioni criminali per il loro sfruttamento sessuale in Europa.
Nel 2001 il reinserimento sociale di persone straniere vittime di abuso e sfruttamento è stato inserito quale una delle aree prioritarie di intervento a rilevanza regionale nel Programma triennale di interventi a favore degli immigrati extracomunitari della Regione Piemonte. Attraverso questo Piano regionale sono stati finanziati in questi anni (2001-2003) diversi progetti in materia di tratta e di prostituzione.
Dal 2001, con il Gruppo Abele e con la partecipazione del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quale ente finanziatore, si è attuato un progetto volto al reinserimento sociale di persone straniere vittime di abuso e sfruttamento, secondo quanto previsto dall'articolo 8 del Testo Unico sull'Immigrazione. Comunque, per maggiori dettagli rimando alla relazione scritta che vi consegno.
Nel 2002 il secondo il progetto "Opportunità".
Nel 2003 il progetto AL.NI.MA, quale ente cofinanziatore della Commissione europea, di cui TAMPEP onlus è capofila.
Nel 2004 il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha finanziato il progetto D.O.N.N.E (dignità e opportunità: nascono nuove esperienze), presentato dalla Direzione 30 e dal Gruppo Abele.
Nel 2005 l'Assessorato alle politiche sociali, sempre in collaborazione con il Gruppo Abele, ha ottenuto un finanziamento dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministeri, per il progetto Sos.Te - Sostegno Territoriale - che si è proposto di accogliere ed orientare le persone vittime di tratta, con riferimento soprattutto a quelle già inserite nei percorsi di reinserimento sociale, contrastando il rischio di una loro ricaduta in una condizione di sfruttamento.
Nel 2006 questo progetto ha visto un ulteriore finanziamento del Dipartimento per le Pari Opportunità, che permetterà il suo proseguimento come Sos.Ste II.
Nel 2005 e nel 2006 abbiamo anche lavorato in collaborazione con l'EPACA, patronato della Coldiretti, per la realizzazione del progetto Cascine Solidali che ha visto, attraverso l'erogazione di borse lavoro e un percorso di tutoraggio, l'inserimento lavorativo di ragazze vittime di tratta in imprese agricole sul territorio piemontese.
Sono piccole esperienze, ma molto significative, di una disponibilità di un mondo che sembra sempre appartato, come il mondo agricolo, che invece ha dimostrato grandissima sensibilità, offrendo opportunità di lavoro e di reinserimento sociale.
La Regione Piemonte sta inoltre partecipando a un progetto interregionale del piano operativo regionale POR-Fondo Sociale Europa, che si chiama "Vie di uscita", finalizzato soprattutto, attraverso una approfondita attività di ricerca tuttora in corso, all'elaborazione di Linee guida di interventi per migliorare le azioni, che hanno come obiettivo l'inserimento soci-lavorativo delle vittime di strada.
Nel 2006 abbiamo aderito, e sosteniamo attraverso un cofinanziamento il progetto europeo Turnaroud, realizzato dall'associazione TAMPEP, con gli obiettivi che dicevo prima. Infine è molto importante citare gli interventi attuati attraverso il P.O.R - FSE, con cui, rispetto a quanto previsto dall'Obiettivo 3, vengono impegnate risorse comunitarie e regionali per il raggiungimento di obiettivi definiti nell'ambito della formazione professionale e del lavoro.
Tra gli obiettivi è stato inserito il seguente: "Realizzazione di progetti volti a sostenere percorsi di uscita da situazioni di sfruttamento e/o di esclusione sociale delle donne (tratta, prostituzione, riduzione in schiavitù, o altre forme di isolamento) finalizzati all'inserimento o reinserimento sociale e lavorativo anche attraverso la definizione e sperimentazione di percorsi integrati propedeutici all'orientamento al lavoro.
un panorama piuttosto ampio di iniziative che durano da parecchio tempo e che ogni anno si consolidano attraverso nuove proposte e nuove esperienze. Sarà importante una rendicontazione su quanto è avvenuto nel campo della formazione professionale e dell'inserimento lavorativo, alla fine del periodo di programmazione P.O.R - FSE che, come sapete, scade formalmente il 31/12/2006, ma continuerà per un po' di tempo a produrre i suoi effetti. Anche da questo punto di vista è necessaria una riflessione per capire, come peraltro su tutte le altre partite, come sono stati spesi i fondi messi a disposizione e quali sono stati i benefici ottenuti, in un campo così rilevante e così delicato com'è quello a cui ci siamo accostati.
Questa mattina abbiamo sommariamente delineato una vocazione ad intervenire e a farsi carico del problema, anche se sappiamo che con i nostri interventi, che hanno un carattere ampiamente riparativo (qualche volta diciamo di prevenzione), possiamo fare una minima parte delle azioni che dovrebbero essere compiute. Quando parlo di minima parte non intendo tanto la Regione quanto il complesso degli Enti locali, perché se si vuole contrastare il fenomeno della tratta a largo raggio, occorrono accordi a livello internazionale e interventi che hanno a che vedere con la bilateralità e con l'apporto di risorse di più Ministeri. Per combattere questo fenomeno, insieme a quello della riduzione in schiavitù, a cui certe forme di prostituzione possono tranquillamente essere assimilate (sia quando riguardano minori sia quando riguardano persone adulte), occorre un'azione corale di tutte le competenze dello Stato e dell'Unione europea con la quale, peraltro, si collabora a questi progetti.
Lo stroncamento del fenomeno - se così si può dire - deve essere uno degli obiettivi da conseguire per restituire al nostro Paese e a tutta l'Europa, anche da questo punto di vista, la capacità di comprendere e di dotarsi di tutti gli strumenti di primo intervento e di ampia prevenzione compiendo azioni concertate nei paesi d'origine, per creare là le condizioni per un benessere, per l'istruzione e per la salute.
Queste sono le vere e risolutive azioni - credo ovviamente in un periodo un po' più lungo di quello che vorremmo immaginare - dei tanti problemi di queste popolazioni, dovuti sicuramente alla miseria all'analfabetismo, all'estrema povertà e allo sfruttamento cui certi regimi le sottopongono, e a altre questioni che questo mondo, che per certi versi è un mondo molto ingiusto, non ha saputo risolvere, non proteggendo le persone più deboli, in particolare bambini e donne.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, il Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente; grazie, Assessore.
L'Assessore ha esposto una panoramica di provvedimenti che l'ex Assessore Cotto aveva portato avanti ma che, purtroppo, non sono stati sufficienti ad attenuare il fenomeno della prostituzione in Piemonte, nella città di Torino e nella prima cintura di Torino.
Non so se i miei colleghi vedono quello che vedo io, ma di sera, al di fuori dell'area centrale della città, non si può passeggiare con i bambini: lungo certe strade si vedono donne vestite in modo provocante che si atteggiano in modo poco educativo nei confronti dei nostri figli. A parte questo, emerge anche un problema di sicurezza e di sanità. Cosa facciamo per risolvere questi problemi? Il problema non emerge nei paesi d'origine da cui arriva la prostituzione. In questi ultimi mesi ho girato un po' in tutta Europa (ovviamente l'ho fatto a mie spese, quando ho potuto), ho visitato i campi di concentramento nazisti per cui sono stato in alcune nazioni dell'Est.
Sono arrivato poche ore fa dall'Albania, ma lungo le strade di quelle nazioni non ho visto fenomeni di prostituzione, indipendentemente dal tipo di giustizia che è applicata e dal tipo di governo che vige in quei paesi.
Faccio solo un esempio pratico, su cui qualcuno può ridere sopra. Parlando con mia moglie, al telefono l'ho tranquillizzata sul fatto che in Albania non vi fossero segni di prostituzione, lei mi ha risposto: "Certo, sono tutte qui". Questo è un esempio significativo di ciò che volevo dire.
Il problema non è nel paese d'origine, ma in Italia, e nella prima cintura di Torino. Non si può uscire nella prima cintura di Torino senza imbattersi in qualche prostituta: ce ne sono a centinaia e nessuno fa niente. A Roma il Sindaco si è dato da fare insieme al Prefetto e al Questore applicando metodi che vanno anche contro la privacy. Ad esempio si possono utilizzare telecamere che possono sorvegliare. È vero che non c'è una legge a livello nazionale ben definita e chiara, è vero che non c'è una legge regionale in tutta Italia che tratta di prostituzione, ma è anche vero che esistono altre leggi che possono essere applicate. Chi delinque come il pedofilo, o chi, in qualche modo, sfrutta la prostituzione deve essere penalizzato. La polizia può intervenire, il Questore può adottare le leggi a disposizione e i Sindaci, su input regionale, e basandosi su normativa regionale, possono intervenire per limitare la prostituzione adoperando tutti i mezzi possibili.
Non si devono utilizzare le telecamere solo per reprimere i poveri cittadini perché a questo ci ha già pensato l'Assessore De Ruggiero. Sono stato il primo in quest'aula ad affermare che il provvedimento dell'Assessore De Ruggiero era un provvedimento terroristico, ma adesso dopo quattro mesi, dicono tutti la stessa cosa. L'ha detto già prima il sottoscritto. Per il provvedimento antismog adottato dall'Assessore De Ruggiero si adoperano le telecamere come metodo repressivo di individuazione dei cittadini normali. Lì la privacy non c'è. Invece, per individuare donne che si prostituiscono, anche minorenni, quindi sfruttate da determinate persone, non si possono adoperare le telecamere. Mi sembra una contraddizione.
Ci possono essere progetti di riqualificazione sulla sanità e sulla sicurezza. È tutto chiaro quello che l'Assessore ha elencato, ma è un palliativo, bisogna intervenire laddove emerge il problema. Questo "buonismo", praticato da tutta la politica a livello nazionale, regionale e territoriale, deve finire. I problemi che in questi ultimi mesi viviamo sulle nostre spalle, il problema dell'indulto, il problema dell'immigrazione selvaggia, influiscono tutti negativamente. Di conseguenza, non si riesce ad intervenire dove emerge il problema.
Il problema in questione deve essere preso in esame. Siamo a disposizione per risolverlo, per limitarlo, per regolamentarlo, magari stabilendo delle aree dove prostituirsi. Siamo a disposizione per portare avanti una legge regionale. A causa della prostituzione aumenta la microcriminalità, quindi aumenta il contrasto sociale...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, ma deve terminare.



SCANDEREBECH Deodato

un problema che riguarda tutti, è un problema serio. Siamo per collaborare, per una proposta di legge regionale che possiamo portare avanti insieme, purché si limiti il fenomeno della prostituzione. Fenomeno che coinvolge la vita dei nostri cittadini. Non possiamo sottovalutare questo aspetto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 789 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Crisi al Calzaturificio Fratelli Re di Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 789, sulla quale risponde l'Assessore Migliasso



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
La mia sarà una risposta molto rapida a differenza di quella che l'ha preceduta. Purtroppo quello che posso dire ai Consiglieri interroganti è che l'azienda è fallita con sentenza del Tribunale di Alessandria il 16 agosto 2006. Il 15 settembre 2006 presso l'Assessorato al Lavoro è stato sottoscritto, alla presenza del Curatore Fallimentare e delle Organizzazioni Sindacali l'accordo sulla richiesta di cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale per la durata di 12 mesi in favore dei 23 lavoratori e lavoratrici in azienda.
Al momento, cioè quando mi è stata inviata questa comunicazione (risale al 20 settembre) non ci sono prospettive di una continuità dell'impresa attraverso una cessione o una vendita e pertanto le Organizzazioni Sindacali hanno comunicato che solleciteranno la Provincia di Alessandria per l'inserimento delle lavoratrici e dei lavoratori del Calzaturificio Fratelli Re nelle azioni di iniziativa istituzionale tese alla loro ricollocazione dei lavoratori essendo, come è bene evidente, soggetti a rischio di espulsione dal mercato del lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Si tratta di una vicenda che si è chiusa in maniera non positiva, che riguarda una media impresa di un settore (quello delle calzature) un po' in difficoltà e che subisce maggiormente gli effetti della globalizzazione. Un tempo il settore calzaturiero rappresentava uno dei settori prioritari e portanti della nostra economia, in particolare dell'economia della zona valenzana e in parte anche alessandrina.
Certo, l'azienda è fallita per cui c'è poco da fare. Chiediamo all'Assessore, con la sua struttura, di mantenere viva l'attenzione con la Provincia di Alessandria al fine di verificare tutte le eventuali possibilità per i percorsi di ricollocamento dei lavoratori (che non sono tantissimi, ma più di venti persone sono una cifra significativa).
Ripeto, l'unico appello che possiamo fare è un'attenzione e una collaborazione con la Provincia di Alessandria.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 765 del Consigliere Burzi, Toselli, Pichetto e Pedale inerente a "Comunicato UIL 'sanità al contrario?'" (Viene concordata risposta scritta)

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 975 dei Consiglieri Toselli e Burzi, inerente a "Limiti di spesa per l'erogazione dei prodotti senza glutine - DGR 127-3648/06" (Viene concordata risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 765 dei Consiglieri Burzi, Toselli, Pichetto e Pedrale e all'interpellanza n. 975 dei Consiglieri Toselli e Burzi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 591 dei Consiglieri Monteggia, Allasia, Dutto e Rossi inerente a "Chiusura punti nascita a Domodossola"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 592 del Consigliere Rossi, Allasia, Dutto e Monteggia inerente a "Chiusura punti nascita negli ospedali dell'Alessandrino"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 593 dei Consiglieri Dutto, Allasia, Rossi e Monteggia inerente a "Chiusura di punti nascita negli ospedali del Cuneese"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 605 dei Consiglieri Allasia, Monteggia, Dutto e Rossi inerente a "Chiusura del punto nascita di Susa"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valpreda risponde congiuntamente alle interrogazioni nn. 591, 592, 593 e 605.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il problema del numero dei parti nei punti nascita, che devono tutelare la salute della partoriente, è da tempo dibattuto ed è stato anche quantificato con una serie d'indicazioni, che provengono dalle organizzazioni della sanità pubblica mondiale, sulla base di una letteratura scientifica amplia e documentata.
Nella bozza di piano, che è stata presentata in Consiglio regionale, in relazione all'assistenza perinatale, si fa riferimento ai dati del contesto (la numerosità di parti anno per punto nascita), alle indicazioni del progetto obiettivo materno infantile nazionale, alle indicazioni su questo tema dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e alla necessità di ricondurre a standard appropriati i punti nascita attualmente al di sotto di questi standard, per provvedere ad una programmazione di servizi a garanzia delle gestanti che coniughino le esigenze delle stesse con la salvaguardia di livelli d'assistenza adeguati.
Viene chiaramente definito che la razionalizzazione deve avvenire in modo progressivo, attraverso forme organizzative sperimentali, che meglio corrispondono alle esigenze specifiche presenti nel territorio piemontese.
In ogni caso, la riorganizzazione deve prevedere dei modelli che garantiscano l'assistenza continuativa ostetrica e pediatrica.
La problematica va inserita nel contesto più generale del percorso nascita aziendale, inteso come organizzazione di tutti i servizi deputati all'assistenza alla gravidanza, al parto, al neonato e non solo all'assistenza al parto che, del percorso, rappresenta unicamente il momento ospedaliero. Le possibilità assistenziali innovative andranno commisurate con l'appropriatezza delle varie fasi, a salvaguardia di una buona selezione delle gravidanze fisiologiche, delle gravidanze a rischio e delle gravidanze patologiche.
L'intensità assistenziale a questi diversi tipi di percorso potrà prevedere servizi differenziati più o meno capillarizzati nel territorio che, seguendo le gravidanze in tutto il loro svolgimento, possano accompagnare la gravida e la famiglia verso il livello d'assistenza al parto più adeguato alle proprie esigenze. Quindi, il momento del parto va considerato unicamente come il culmine di un percorso assistenziale volto a tutelare la gravidanza nel suo complesso.
chiaro che, se questo momento finale non viene svolto in una sede dove ci siano delle esperienze, capacità e qualità professionali adeguate vi è il rischio di compromettere tutto quanto è stato fatto. Quindi, non è sbagliato concentrarsi unicamente sul momento finale, ma l'intenzione della Giunta, con la condivisione dei vari specialisti, è quella di affrontare il tema della gravidanza nel suo complesso in modo che, ad ogni stadio, ci sia la garanzia di un'assistenza completa ed esaustiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Assessore, chiaramente, non possiamo essere soddisfatti della risposta che ha dato. Ritengo sia utile garantire un servizio assistenziale alle donne in gravidanza nel periodo prima del parto e dopo. Concordo che l'atto della nascita in sé non è l'unico servizio necessario, ma c'è tutta una rete di prestazioni che, giustamente, vanno date alle donne prima e dopo il parto. In particolare, come Lega abbiamo presentato una proposta di legge in merito a "La guardia medica pediatrica", che potrebbe essere un valido aiuto ai bambini nei primi periodi di vita.
Tuttavia, la questione è un'altra. Riguarda l'assistenza proprio nel momento in cui la donna ne ha più bisogno: il periodo preparto, parto e postparto. Lei sa bene quanti rischi ancora oggi corrano le donne in un periodo delicatissimo della loro vita e della vita del nascituro.
In particolare, con l'aumentare dell'età media delle donne che concepiscono un figlio, aumentano conseguentemente e in modo esponenziale anche i rischi legati alle difficoltà del parto. Lei sa che al di sopra di una certa età (dai trenta ai quarant'anni) vi sono rischi che aumentano non in modo proporzionale, ma esponenziale. Le donne che oggi decidono di avere un figlio quando hanno sistemato le questioni di famiglia, il lavoro e la casa, spesso, hanno raggiunto un'età che supera i trenta, trentacinque o addirittura i quarant'anni e sono tante.
Queste donne, molte volte, se non vengono assistite in modo adeguato al momento del parto, rischiano non solo la vita del nascituro, ma anche la loro, oppure rischiano dei danni permanenti. Perché, secondo me, un parto cesareo fatto quando non è necessario o solo perché bisogna farlo d'urgenza è un danno. Lei capisce che, con la chiusura dei punti nascita e di ospedali periferici - parlo della Provincia d'Alessandria, ma è una realtà di tutto il Piemonte - dalle valli sopra ad Acqui Terme per arrivare al primo ospedale, in caso di chiusura di quello di Acqui Terme, su Alessandria occorre un'ora. Questi tempi lunghi possono comportare gravissimi e irreparabili danni per la mamma in attesa o per il nascituro.
Noi crediamo che in un momento in cui, a livello nazionale e anche locale, si sta investendo sulla famiglia per cercare di aiutare le famiglie che vogliono avere dei figli, ad averli senza troppa paura, chiudere dei punti nascita sul territorio sia assolutamente sbagliato. Anzi, mi permetta Assessore, nelle politiche della famiglia dovremmo cercare addirittura di aumentare i punti nascita, non ridurli. Perché stiamo vendendo a tutta la gente che gli Enti locali e gli amministratori sono sensibili a far sì che le famiglie possano avere dei figli.
Quindi, un aiuto alle famiglie va dato non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dell'assistenza durante tutto il periodo preparto, postparto e, in particolare, il momento del parto, che è delicatissimo.
Assessore, le chiediamo seriamente di ripensare non solo alla non chiusura di alcuni punti nascita nel nostro territorio regionale, ma addirittura all'apertura di nuovo punti nascita negli ospedali che non ne sono provvisti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Secondo me, l'Assessore non ha risposto alla mia interrogazione, ma nemmeno alle altre. In quanto noi scendevamo nei particolari, nel caso specifico della realtà di Mondovì, Bra e Ceva, dove vi erano tre ospedali con i punti nascita inferiori a 500 l'anno e pertanto a rischio di chiusura. Non mi è stato risposto su cosa ne sarà di questi punti nascita.
In sostanza, l'Assessore ha ripetuto, all'incirca, le linee del Piano Sanitario, che, se possono essere condivisibili sotto certi punti di vista non lo sono assolutamente su altri, in particolare - forse ripeto quello che ha detto il collega Rossi - in considerazione alla realtà territoriale.
Pongo un esempio: se una donna che vive ad Ormea - ci sono sicuramente dei posti ancora più lontani - deve partorire, per scendere a Ceva impiega più di mezz'ora, circa tre quarti d'ora; tutto sommato, è ancora un tempo accettabile. Ma se da Ormea si deve raggiungere, invece, Mondovì, si impiega decisamente più di un'ora: circa un'ora e un quarto o un'ora e mezza. Se si dovesse addirittura raggiungere Cuneo, penso che i tempi si aggirino intorno alle due ore. In un periodo così lungo per il trasferimento, si mette a rischio sia il bambino che deve nascere che la partoriente, perché gli facciamo affrontare dei viaggi prima in automobile per fare tutte le visite e poi in ambulanza quanto si sta avvicinando il parto. Tutto ciò in una situazione normale, senza ipotizzare gli imprevisti: in quei casi, prima di raggiungere l'ospedale...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di consentire al collega Dutto di svolgere il proprio intervento.
In questo momento, visto il brusio, non si riesce materialmente a sentire il suo intervento.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Richiamo ancora una volta l'Assessore sul problema derivante dal fattore territoriale, ovvero dai tempi di spostamento del malato nell'ospedale attrezzato più vicino.
Chiudendo questi punti nascita, a mio avviso si aumentano enormemente i rischi della partoriente e del bambino, proprio perché si devono affrontare viaggi più lunghi che richiederebbero tempi di percorrenza maggiori, che potrebbero mettere a rischio le persone.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valpreda, per una breve replica. Resta inteso che gli interroganti avranno diritto all'ultima parola sulla questione.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il problema del rischio è esattamente rovesciato: più si eseguono meno parti in un punto, più la partoriente corre dei rischi.
Vi ricordo, inoltre, che il parto non è un infarto miocardico, che necessita una risposta sanitaria nel giro di quindici minuti. Si possono aspettare anche alcune ore.
Comunque, fermi restando questi dati scientifici inoppugnabili ribadisco che l'eventuale dismissione avverrà in modo progressivo garantendo una rete assistenziale completa. Pertanto, non si chiuderà nulla prima che non vi siano le altre condizioni.
In merito all'intervento del Consigliere Rossi, invece, se si osservano le statistiche si rileva che le piccole strutture non attrezzate ricorrono al taglio cesareo, perché non si può non fare un parto al giorno e avere sufficiente esperienza. Proprio nei riguardi all'esperienza si dovrebbe indirizzare la partoriente negli ospedali che offrono sufficienti garanzie (anche per esperienza dei medici).
L'età media delle partorienti in Piemonte è 31 anni: è vero che aumentando l'età aumentano i rischi, ma per correggere tali rischi non occorre moltiplicare i punti nascita, con 100 o 150 parti, perch inevitabilmente, nessun ostetrico si forma in modo completo se non ha una casistica più vasta possibile.



PRESIDENTE

Consigliere Dutto, intende puntualizzare?



DUTTO Claudio

No, Presidente. Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazione della Giunta regionale da parte dell'Assessore De Ruggiero in merito alla questione "Emergenza rifiuti campani" ed esame ordini del giorno n. 465, 466, 467 e 468 collegati


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 3) all'o.d.g., "Comunicazioni della Giunta regionale", richieste in particolare dall'opposizione anche attraverso alcune interrogazioni, in merito alla questione "Rifiuti della Regione Campania".
L'Assessore De Ruggiero renderà tali comunicazioni a nome della Giunta regionale.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

In data 13 ottobre 2006, a Roma, il dottor Guido Bertolaso, Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti nella Regione Campania, ha raffigurato ai Presidenti delle Regioni, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Sottosegretario Letta la situazione dei rifiuti in Campania caratterizzata, certamente, da una stato di emergenza (che ha implicato l'intervento del Commissario) ma anche da prospettive di ritorno ad una situazione quantomeno di accettabile normalità.
Ci troviamo in una situazione in cui sono presenti entrambi i fattori ovvero lo stato di emergenza e il problema contingibile di tempo.
La Presidente Bresso, a nome della Regione Piemonte, ha manifestato la sua disponibilità, per il sistema piemontese, ad intervenire, per quota parte, nella risoluzione della situazione di emergenza. Ovviamente, l'ha fatto in buona compagnia, perché altre quindici Regioni hanno concesso la loro disponibilità.
ovvio che in quella sede si è configurata come disponibilità ancora priva di dettagli, sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi o di contratto (e quindi di valore dell'operazione dal punto di vista economico). Si trattava puramente di un'assunzione di responsabilità in termini di solidarietà, che vi è sempre stata tra le Regioni in situazioni di emergenza, che oggi vede la Campania e il suo Commissario straordinario a richiedere un supplemento di attenzione e di disponibilità, ma che un domani potrà vedere altre Regioni, su questo o su altri temi, ad aver bisogno di un clima di solidarietà.
In alcuni casi, le emergenze sono più drammatiche, in altri meno. Ma fa bene a tutti sapere di avere alle spalle un sistema solidale di più Regioni, non solo italiane, ma, evidentemente, anche internazionali.
Il quadro si sta delineando lentamente: ieri ho parlato con il Commissario Bertolaso e si è chiarito quale potrebbe essere il quantitativo complessivo che servirebbe alla Regione Campania per uscire da una situazione contingibile e urgente, e della ipotesi di suddivisione tra le diverse Regioni. In merito al quantitativo globale, si parla di un'ipotesi di distribuzione di 35.000 tonnellate, che vedrebbe la Regione Piemonte impegnata in questa operazione per 3.500 tonnellate (permane ancora qualche dubbio sull'unità di misura più adeguata, se metri cubi o tonnellate, dal momento che una parte dei rifiuti si presenta già impacchettata, altre no ma l'ordine di grandezza è sostanzialmente simile).
La situazione vede la Regione Piemonte concedere la propria disponibilità per 3.500 tonnellate, ovvero in un ordine di grandezza pari all'8,8% rispetto al quantitativo da esportare dalla Regione Campania. È lo stesso quantitativo che ha visto disponibile la Regione Lombardia.
L'Emilia Romagna e la Toscana invece sono impegnate per un quantitativo superiore. Le altre Regioni interessate sono la Sicilia, le Marche, la Liguria, la Calabria, la Puglia, il Veneto, il Lazio, il Molise, il Trentino, l'Umbria, il Friuli, l'Abruzzo e la Sardegna. Tutte queste Regioni sono interessate ovviamente con livelli diversi, ma tutti inferiori rispetto a quelli dell'Emilia Romagna e della Toscana.
Il quantitativo è un fattore determinante per comprendere quanto il nostro sistema di rifiuti, pur con le sue ovvie criticità, può accogliere.
In questo caso stiamo parlando di un quantitativo che rappresenta lo 0,15 della produzione annuale del nostro Piemonte, secondo i dati del 2005.
Noi approveremo in Giunta i dati definitivi del 2005 che, per quanto riguarda i rifiuti totali, si attestano sui 2 milioni 330 mila tonnellate di rifiuti; quindi, sul quantitativo totale siamo nell'ordine dello 0,15%.
Se invece consideriamo i rifiuti indifferenziati, cioè tolti i rifiuti della differenziata, il cui dato medio oggi in Piemonte si attesta sul 37,2%, essendo la cifra totale di un milione 400 mila tonnellate (1.000 in meno), siamo nell'ordine dello 0,25% della nostra produzione di indifferenziata.
Quindi, oggi non siamo in una situazione di emergenza ed abbiamo una presenza di impianti in grado di ricevere secondo le disponibilità che hanno. Inoltre, sono in grado di ricevere anche laddove esista un sistema di reciprocità, per cui è possibile successivamente richiedere ad altre Regioni un identico comportamento e disponibilità. Abbiamo impianti in grado di ricevere ed ovviamente questo dipende anche, cosa ancora non precisata, dagli effetti economici dell'operazione, che ovviamente sono sottesi a questa discussione.
Di fatto, oggi abbiamo anche alcuni impianti che necessitano di rifiuti per trovare un loro equilibrio finanziario. Questo può sembrare paradossale, ma è assolutamente normale. Infatti, il successo di alcune campagne sulla raccolta differenziata - in particolare nel Novarese, dove si raggiunge o si supera il 50%, e nell'Astigiano, dove si raggiunge quasi il 50% - ha portato a delle situazioni che, dal punto di vista strettamente aziendale, hanno necessità di trovare degli equilibri di conti legati proprio all'arrivo di rifiuti.
Quindi, le nostre preoccupazioni non sono relative alla situazione odierna, ma sono legate al domani e soprattutto ad alcuni ritardi di implementazione di impianti che possono essere soluzione della nostra produzione di rifiuti. Va anche detto che la produzione di rifiuti del 2005 non è aumentata rispetto al 2004 e questo dato ci fa particolarmente piacere.
D'altro canto, l'incremento della raccolta differenziata è di anno in anno sempre più significativo e si accompagna ad un incremento del recupero dei materiali, che è molto più importante delle percentuali molto fredde della raccolta differenziata.
Giovedì pomeriggio incontrerò gli Assessori provinciali e valuteremo assieme anche con una certa urgenza le disponibilità che ci sono.
Ultima battuta: ritengo fuori luogo alcune dichiarazioni troppo rapide e troppo legate alla discussione svoltasi a Roma. È ovvio che queste cose vanno valutate con molta saggezza e con molto buon senso, conoscendo i quantitativi, la tipologia e gli aspetti economici. Devo dire che non cambia assolutamente né le nostre potenzialità né le nostre preoccupazioni se preoccupazioni abbiamo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle proteste del Consigliere Rossi in merito al rinvio di una comunicazione della Presidente Bresso sulla legge finanziaria concordata durante l'ultima Conferenza dei Capigruppo


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Le chiederei, Presidente, di chiarire - forse l'ha già detto, ma ero in riunione e non ho sentito - come vogliamo procedere con i lavori.
A me risultava che ci dovesse essere questa mattina, come da decisione della Conferenza dei Capigruppo, una relazione della Presidente Bresso relativamente alla finanziaria.
Dopodiché ieri con una telefonata al Gruppo siamo stati informati che ci sarebbe stata anche una relazione sui rifiuti. Le ricordo che il tutto cioè la relazione sulla finanziaria, era stato inserito al posto del dibattito sul federalismo.
Volevo chiedere: la Presidente Bresso relazionerà all'Aula? In caso contrario, ritengo questo fatto assolutamente offensivo sia nei confronti della Conferenza dei Capigruppo, che ha preso la decisione, sia nei confronti dell'accordo già assunto di parlare di federalismo questa mattina. Io capisco tutto, però le regole vanno rispettate. O si decide a caso o si decide con la Conferenza dei Capigruppo.
Per qualunque modifica le chiedo, da ora in avanti, di convocare i Capigruppo quando sia necessario, anche due volte la settimana, perché ora partiamo con i rifiuti, cosa che non è stata decisa dalla Conferenza dei Capigruppo.
Non vedo più la Presidente Bresso, ma spero che sia presente e che venga a relazione in aula. Se così non fosse, ritengo molto grave la conduzione di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, è vero che nella giornata di oggi abbiamo calendarizzato le comunicazioni della Giunta regionale in merito alla legge finanziaria. Proprio per questo è stato rinviato il dibattito sul federalismo, come lei ha ricordato.
La Presidente Bresso in apertura di seduta mi ha comunicato che le comunicazioni verranno rese e di questo è delegato il Vicepresidente Peveraro, che è da questa mattina presente nel palazzo.
Dopodiché per motivi logistici, essendo i Capigruppo di minoranza impegnati in attività parallele a quelle del Consiglio fino a qualche momento fa, ho pensato di anticipare le comunicazioni in merito alla vicenda rifiuti, proprio per non intervenire subito in un dibattito propriamente politico, mentre i Capigruppo di minoranza erano impegnati fuori dall'Aula. Ad eccezione del Consigliere Scanderebech, gli altri Capigruppo di minoranza erano fuori dall'aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Prendo atto dal Presidente del Consiglio che da questo momento il Gruppo UDC non fa più parte della minoranza, perché io ero presente e non sapevo niente di queste riunioni di minoranza. Quindi, prendo atto di questa nuova realtà, come prendo atto che oggi si doveva parlare del tema dei rifiuti, dopo che ci sono state le telefonate. Il mio Gruppo però non ha ricevuto nessuna telefonata, quindi mi sembra proprio che l'UDC sia allo sbando totale. Ditemi cosa devo fare e mi adeguerò di conseguenza.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, mi dispiace moltissimo se le comunicazioni non l'hanno raggiunta, ma sicuramente non c'è stata alcuna volontà discriminatoria, anche perché i funzionari non hanno alcun motivo per discriminare.
Volevo semplicemente giustificare nei confronti del Consigliere Rossi che aveva manifestato la disponibilità a fare un passo indietro rispetto ad una richiesta di dibattito sul federalismo, cioè che un microcambiamento dell'o.d.g. è imputabile a me, e ciò in ragione del fatto di permettere che il dibattito politicamente più rilevante potesse avvenire nel momento in cui erano presenti in l'aula tutti i Presidenti dei Gruppi, soprattutto d'opposizione, che nella mattinata, durante lo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, erano fuori dell'aula.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Mi scusi, Presidente, probabilmente ho poca memoria, ma ricordo che proprio perché la Presidente Bresso sarebbe stata di nuovo impegnata di pomeriggio (mi pare che anche martedì prossimo sia via), abbiamo deciso addirittura di non fare il dibattito sul federalismo, in modo che nella mattinata - fino alle 13.30 è mattinata di lavoro per questo Consiglio regionale - la Bresso potesse relazionare in merito alla finanziaria e alle sue dichiarazioni sulla finanziaria. Al riguardo, la invito anche a leggere la richiesta di relazione della Presidente Bresso avanzata dal mio Gruppo tempo fa.
Presidente, lei adesso mi sta dicendo che la Presidente Bresso se n'è andata, ma non sono le 13.30 e siamo ancora nella seduta del mattino.
Sinceramente mi può far piacere sentir parlare l'Assessore per conto della Bresso, ma la Bresso non può fare dichiarazioni sui giornali, attaccare il Governo, attaccare la finanziaria, non può alla Conferenza dei Capigruppo decidere e scegliere di fare un dibattito con la sua presenza per relazionare spostando addirittura quello che era l'o.d.g. previsto, e stamattina - unica disponibilità - andarsene e lasciare la palla all'Assessore.
diverso, Presidente. Non è un piccolo spostamento: "Facciamo prima i rifiuti". Va benissimo aprire coi rifiuti, ma la Bresso deve relazionare in aula. Altrimenti, mi scusi, se la Bresso non viene a relazionare relativamente alle dichiarazioni che ha fatto, mi fa piacere sentire l'Assessore sulla finanziaria, non c'è dubbio, ma non è questo quello che le abbiamo richiesto come Gruppo della Lega Nord, non è questo ciò di cui abbiamo parlato alla Conferenza dei Capigruppo, non è questo quello per cui noi ci riteniamo soddisfatti.
Di conseguenza, Presidente, le rinnoviamo la richiesta di sentire la Bresso in aula relativamente alle dichiarazioni che ha fatto sui giornali (pagina nazionale de La Stampa) addirittura due volte. Quindi mi faccia la cortesia di calendarizzare la relazione della Bresso sulle sue dichiarazioni. Dopodiché sentiamo l'Assessore e facciamo il dibattito, ma questo non è né quello che abbiamo concordato ai Capigruppo né quello che abbiamo deciso di fare spostando un o.d.g. già prefissato.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, innanzitutto mi scuso, ma - come sa - non ero presente alla Conferenza dei Capigruppo e quindi so de relato i termini dell'accordo che è stato lì concluso. Lei, oggettivamente, mi dà questa versione. Prendo atto della risposta che ho avuto verbalmente dalla Presidente Bresso, la quale questa mattina mi ha informato che la comunicazione in aula sarebbe stata resa dal Vicepresidente Peveraro.
Peraltro, in sede di Conferenza dei Capigruppo la Giunta era rappresentata dall'Assessore Deorsola, cui cedo la parola se vuole intervenire sulla materia. Prego, Assessore.



DEORSOLA Sergio, Assessore al federalismo

Grazie, Presidente. Mi permetto di chiarire i termini che sono stati indicati in Conferenza dei Capigruppo.
C'era stata prima la richiesta di avere una relazione sul federalismo ma poi questa è slittata perché il riferire sul federalismo e sulla finanziaria avrebbe esaurito il lavoro della giornata. La Presidente o la Giunta riferisce - s'era detto - sulla finanziaria.
Collega Rossi, l'importante è cosa si dice, non chi lo riferisce. La Presidenza della Giunta ha ritenuto che oggi avrebbe riferito il Vicepresidente Peveraro.



PRESIDENTE

Bene, prendo atto delle dichiarazioni che sono state rese dalla Giunta regionale in Conferenza dei Capigruppo e di quelle che sono state rese oggi.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla questione "Emergenza rifiuti campani" ed esame ordini del giorno n. 465, 466, 467 e 468 collegati (seguito)


PRESIDENTE

Ci sono richieste di chiarimento in ordine alla comunicazione resa dall'Assessore De Ruggiero? Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, non davo nessuna responsabilità a lei, tanto meno all'Assessore Deorsola. Semplicemente, prendo atto di quanto confermato dall'Assessore Deorsola; ovviamente, ne parleremo in sede di discussione sulla finanziaria, quando l'Assessore ci riferirà in merito alle dichiarazioni della Presidente Bresso sui giornali. Va benissimo.
Per quanto riguarda la questione della spazzatura proveniente dalla Campania, lontano da noi l'idea di dire che non dobbiamo essere solidali.
Tuttavia, si è solidali con chi sbaglia, con chi fa degli errori e poi cerca un aiuto. Peccato che la Campania e il Governatore Bassolino non siano casualmente in errore, non siano casualmente in emergenza rifiuti.
L'Assessore De Ruggiero dovrebbe sapere che già nel 2003 - tre anni fa c'è stata un'emergenza rifiuti, sempre la stessa, in Campania; sono arrivati a chiedere aiuto, domandando di poter portare i rifiuti nelle varie regioni anche del Nord. La Lega si era opposta e anche allora, in ogni caso, si trattava di una quantità non molto diversa da quella odierna perché parlavamo di circa 3.000 tonnellate. Quindi l'Assessore non ci pu venire a "vendere" che 3.500 tonnellate - così afferma De Ruggiero - sono un quantitativo che si può tranquillamente accettare.
Nel 2003 vi era un'emergenza rifiuti di 3.000 tonnellate; emergenza che è continuata e che adesso si ripresenta di nuovo con una fase di estrema gravità. Le tonnellate sono diventate 3.500, un quantitativo - dice l'Assessore De Ruggiero - che possiamo tranquillamente accettare.
Quello che noi non possiamo accettare è che la Regione Campania governata comunque da gente appartenente alla stessa maggioranza di cui fate parte voi - continui ad avere problemi, a tre anni di distanza, coi rifiuti; che non sia riuscita a fare un impianto di incenerimento; che non sia riuscita a fare una discarica; che continui ad avere provvedimenti della Magistratura che arrestano e mettono sotto sicurezza decine e decine se non centinaia, di persone che appartengono alle famiglie mafiose che gestiscono discariche non autorizzate.
Caro Assessore, è inaccettabile che voi continuiate a porgere non una guancia - lo farebbe anche Leo - due guance, tre guance, ma che voi diate proprio tutto, e non dico che cosa, ai vostri compagni di partito per solidarietà rossa! inaccettabile dire che 3.500 tonnellate, cioè 35.000 quintali, siano una bazzecola per le discariche piemontesi. Tra l'altro, attenzione, perch sono in crisi anche le discariche piemontesi, da quella alessandrina a quelle della zona del torinese; un inceneritore in costruzione a Torino ha comunque i suoi problemi; un altro dovrebbe essere costruito in Provincia di Alessandria ha i suoi problemi, e così via per tutto il territorio piemontese.
Non sono una bazzecola, caro Assessore, 35.000 quintali di rifiuti che arrivano da una Regione che, ad anni di distanza, non ha minimamente cercato di risolvere il problema dei rifiuti, una realtà che vede la spazzatura ammucchiata ovunque per strada. Questo è inaccettabile.
Voi dovreste dare una lezione di buongusto e di capacità di amministrare a quella Regione, dicendo a Bassolino che i suoi rifiuti se li deve tenere e che deve risolversi il suo problema. Se tre anni fa c'è stata la grande crisi, è almeno cinque anni che in Campania hanno grossi problemi con la gestione dei rifiuti. Quindi, se in cinque anni il caro Bassolino non è stato in grado di risolvere il problema dei rifiuti, lo sapete cosa deve fare? Dimettersi, andare a casa, farsi commissariare dal Governo amico e finalmente risolvere il problema dei rifiuti, magari con un bel Commissario non sui rifiuti, ma un bel Commissario governativo sulla Regione Campania, che in cinque anni non è riuscita neanche a fare la discarica.
Invece voi cosa fate? Dite: "35.000 quintali di rifiuti? Una bazzecola per il sistema piemontese! Prendiamoli e mettiamoli nelle nostre discariche! Ci mancherebbe altro! Solidarietà!".
Alla faccia della solidarietà, Assessore! Qui noi stiamo legalizzando e legittimando l'incapacità di una Giunta regionale, di un'Amministrazione regionale governata dal centrosinistra semplicemente perché è una Regione "amica", che in cinque anni non ha saputo gestire il problema dei rifiuti e torna in emergenza di nuovo. Non si risolvono così i problemi, perché fra due anni o fra un anno ci sarà esattamente lo stesso problema.
I rifiuti della Campania se li tenga la Campania, non se li deve prendere il Piemonte! Questa è una posizione chiara e netta del Gruppo della Lega Nord, tant'è che noi vogliamo dire che non avete neanche rispettato il territorio, perché la Presidente Bresso ha detto di sì ancor prima di sentire le realtà locali, le Province e, probabilmente, ancor prima di sentire la sua Giunta e, sicuramente, il Consiglio regionale.
Presidente, finisco perché ho superato il tempo, però sia chiaro che questo non è un metodo di lavoro corretto. La Presidente Bresso deve rendersi conto che c'è un Consiglio. Un Consiglio che è un organo legislativo, che è il parlamentino di questa Regione. Prima di fare dichiarazioni sui giornali, senza neanche sentire i suoi alleati, abbia almeno il coraggio di venire in Aula e di parlare con i Consiglieri regionali, democraticamente eletti in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Ovviamente, ringrazio la Presidente per avere aderito ad una richiesta del nostro Gruppo di comunicazioni in Consiglio a seguito, ancora una volta, della comunicazione ufficiale che i Gruppi hanno letto sui quotidiani su questo tema la scorsa settimana. Questo argomento ci permette, ovviamente, di fare in questa sede una serie di considerazioni rispetto alla situazione piemontese e, in particolare, di Torino e Provincia.
ovvio che l'Assessore dica che la quantità che la Regione Campania ancora una volta, ci chiede di assorbire, è una quantità limitata e che, in questo senso, è doveroso, da parte del sistema italiano e anche delle Regioni, garantire un approccio solidale rispetto al problema dei rifiuti.
Noi, rispetto a questo atteggiamento, ovviamente, dobbiamo fare due tipi di considerazioni. La prima è che, ancora una volta, si evidenzia l'emergenza Campania, nel senso che - come ricordava prima il collega Oreste Rossi - già in passato questo problema si è verificato e già in passato c'è stata, da parte delle Regioni e dello Stato italiano, una concertazione con le altre Regioni, per individuare i siti dove allocare questi rifiuti.
La situazione attuale dimostra chiaramente che il problema Campania è ormai cronico. Non è un'emergenza risolvibile e, se non al di là della solidarietà minimale che qualche Regione può mettere in campo, non si concluderà mai. Quindi, la prima richiesta che noi facciamo - forte rispetto a questo problema, è che la Presidente Bresso, rifletta prima di bacchettare una parte della sua maggioranza e il Presidente della Provincia di Torino. Il Presidente Saitta si era permesso di dire che, essendo la materia di competenza provinciale, avrebbero preferito saperlo prima e poi magari, decidere insieme che andava bene. Prima di insegnare a tutti come ci si deve comportare, ci aspetteremmo che la Presidente Bresso, al di là dal dire sì a questo ulteriore quantitativo di rifiuti che arriva sul nostro territorio, dicesse anche delle altre cose, per esempio che la Regione Piemonte si fa carico del problema "emergenza Campania" a seguito di forti garanzie da parte della Regione Campania. Garanzie richieste con l'autorevolezza del nostro Governo e che possono dare delle indicazioni risolutive rispetto a questo tipo di problemi.
Pertanto, il Commissario deve avere un ruolo e un'autorevolezza tale da permettere, non soltanto di far dire alle Regioni di sì, ma di trovare anche delle soluzioni in Campania.
Il secondo tipo di ragionamento che ci interessa proporre per essere propositivi e non solo ed esclusivamente polemici, è rispetto ad una situazione che comprendiamo (come direbbe il mio Capogruppo) nella sostanza, ma poco nella forma per le modalità attraverso le quali la Regione Piemonte e la Presidente Bresso, ancora una volta, ci hanno informati di questa situazione. Noi riteniamo che il problema della Campania, purtroppo, sia un problema molto complesso e di difficile soluzione immediata. Credo possa essere una buona occasione chiedere, come Regione Piemonte, al Governo e al Commissario che, nel caso ci sia un ulteriore aggravamento della situazione e un accrescimento del quantitativo dei rifiuti, ci sia, in prospettiva, una valutazione sulla capacità delle varie Regioni a recuperare rifiuti di altre Regioni sulla base dell'insediamento sul territorio di impianti di termovalorizzazione.
Tutte le Regioni non devono necessariamente essere solidali a prescindere. A seconda dei quantitativi, cominciamo a privilegiare quelle Regioni che sono dotate di capacità di termovalorizzazione tale da recuperare quantitativi di rifiuti, magari diversi, magari maggiori e magari con delle priorità rispetto alla Regione Piemonte.
Perché dico questo? Dico questo perché la Regione Piemonte non è in una situazione sicuramente come quella della Campania, ma è in una situazione di grande emergenza, e lo è soprattutto a Torino e nella sua provincia anche perché in questi ultimi mesi ha manifestato la sua assoluta e totale incapacità a gestire i suoi rifiuti. Noi, come Gruppo di Forza Italia, lo abbiamo denunciato in diverse occasioni, in questo Consiglio e negli altri livelli istituzionali.
La Provincia di Torino, in questo momento, si trova a gestire una situazione molto allarmante. Abbiamo un inceneritore che non si è ancora capito bene quando sarà realizzato. Abbiamo una situazione di 3.500 tonnellate...



PRESIDENTE

Consigliera Ferrero, la prego di finire il discorso in quanto lo ha ampiamente sforato i tempi. Invece di due minuti ne sono già passati cinque.



FERRERO Caterina

Se continua a interrompermi, non finisco il discorso.



PRESIDENTE

Consigliera Ferrero, al di là del sorriso, la prego di finire il suo intervento.



FERRERO Caterina

La situazione della Provincia di Torino è veramente grave. Le discariche chiuderanno. Non sono stati individuati degli altri siti e si sta anche ragionando sul nuovo inceneritore, la cui collocazione potrebbe anche rappresentare una collocazione strategica rispetto al riciclo dei rifiuti, non solo di una parte della Provincia di Torino, ma, addirittura di tutto il Piemonte e magari anche di qualche altra Regione.
Pertanto, la solidarietà può essere un atteggiamento corretto, ma la posizione e la situazione della Regione Piemonte, per come si è delineata richiedeva, da parte della Presidente Bresso, oltre a dire sì al problema "emergenza Campania", qualche proposta in più rispetto al futuro e alle prossime emergenze che sicuramente gestiremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non so che bonus varrà il mio sorriso, spero almeno due minuti sui tre della collega Ferrero. In ogni caso, provo a stare nei tempi.
Per tornare alle cose serie, a me spiace che oggi ci sia l'Assessore De Ruggiero, perché è un po' l'incolpevole vittima del ciclone Bresso. Nel senso che, in questi giorni, abbiamo visto la Presidente Bresso nelle pagine nazionali, locali e sui TG, dire e contraddire tutto sui rifiuti, e il povero Assessore De Ruggiero costretto a inseguire cercando di minimizzare e tranquillizzare.
Volevo dirle, Assessore De Ruggiero, che siamo solidali con lei perch abbiamo letto due pagine di dichiarazioni della Presidente Bresso e solamente tre righe di sue dichiarazioni. Pertanto, ha tutta la nostra solidarietà.
Per quanto riguarda il tema in oggetto, Presidente, la questione è molto seria perché è quasi imbarazzante parlare di 3.500 tonnellate di rifiuti che arriverebbero in Piemonte. Si tratta, in tutta evidenza, di una quantità irrisoria. Il problema è un altro. Il problema è l'assoluta inesistenza di una politica piemontese sui rifiuti.
L'irresponsabilità della Presidente Bresso non sta nel fatto di dire sì a 3.500 tonnellate che, come ha affermato il Sindaco Chiamparino ieri corrispondono a tre giorni di produzione torinese, ma nel fatto di aver detto sì minacciando addirittura il decreto, indipendentemente da qualsiasi quantità.
Importare tra Regioni i rifiuti non è un fatto di solidarietà, perch io non solidarizzo spostando da un buco all'altro, senza affrontare il problema. Le Giunte di sinistra non affronteranno mai il problema, perch hanno, al loro interno, fortissime resistenze ad affrontare il tema rifiuti.
Voi gli inceneritori non li fate e continuate a non farli. Persino l'inceneritore di Torino ha subìto dei ritardi, caro Assessore De Ruggiero e mi spiace che non ci sia la Presidente Bresso - di oltre dieci anni per colpa espressamente - vorrei dire esclusivamente - di Mercedes Bresso Presidente della Provincia, che per nove anni non ha scelto e non ha individuato il sito dell'inceneritore.
Questa è la realtà. Di fronte a questa realtà, atteso che poi avete costituito tutte le società (ATO, TRM), non si bene come completerete il ciclo rosso dei rifiuti. L'ho denunciato più volte perché, come sapete, il ciclo dei rifiuti nella Provincia di Torino è tutto in mano alla sinistra: l'ex Amministratore delegato di TRM, l'attuale Capogruppo dei Democratici di Sinistra in Provincia, l'attuale Assessore di Castellani in quota DS.
Detto questo, nonostante abbiate preparato tutto, non avete ancora affrontato il problema, perché c'è una parte della vostra maggioranza che rifiuta, ideologicamente, gli inceneritori.
Allora, stanti le colpe del passato e del presente e l'irresponsabilità di chi dice sì comunque, qualcuno dovrebbe dirci - lei, Assessore De Ruggiero - cosa pensa di fare nei confronti dell'ATO.
Vede, Assessore, la discarica di Basse di Stura accoglierà 1.000/1.500 o 1.750 tonnellate di rifiuti napoletani, anche qui per sopperire alle inefficienze dei compagni Bassolino e Iervolino, ma l'emergenza rifiuti in Campania è di ieri, di oggi e anche di domani. Non è risolutiva, quindi la nostra non è solidarietà. La vostra è solidarietà pelosa, politica e partitica, che non ha nulla a che vedere con la solidarietà. Cosa fate nei confronti dell'ATO, che continua a non individuare, per la Provincia di Torino, ulteriori e alternative discariche, tenendo conto della saturazione di Basse di Stura? Non state facendo nulla e la chiusura e la saturazione di Basse di Stura si sta pericolosamente avvicinando.
Questo è il vero problema per noi, non tanto che ci arrivino tre camion, più o meno puzzolenti, che riversino rifiuti a Basse di Stura discarica che, oddio, dovrebbe chiudere nel 2009: chiude nel 2009, meno due giorni e mezzo, allora andiamo in panico.
No, non c'è il domani, perché continuate a non individuare siti delle discariche e, in più, continuate a non realizzare l'inceneritore. Cari amici, visto che oggi si parla di inceneritore per il 2011-2012, nei tre anni precedenti cosa farete? Avete già pianificato dove finiranno i rifiuti di Torino e provincia, o i rifiuti piemontesi? Sapete già a chi li esporterete? Avete fatto un calcolo dei costi? Avete preso contatti con altre Regioni perché magari ospitino i rifiuti autoctoni che noi produciamo? Il fatto veramente grave della vicenda, al di là del battage in un bicchier d'acqua, perché la cifra è irrilevante ed irrisoria, è che questo grande clamore ha testimoniato la vostra assoluta incapacità e scarsa volontà nell'affrontare qui il problema rifiuti. Il fatto campano ci dà semplicemente modo di denunciare la vostra totale assenza sul tema e il vostro silenzio imbarazzato. Non avete individuato i siti per le discariche! Non state iniziando le procedure esecutive per la costruzione dell'inceneritore! Cosa ne faremo dei nostri rifiuti tra due anni? Questo vorremmo sapere dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Per la prima volta devo fare i complimenti alla Presidente Bresso per la sua determinazione e il suo spirito collaborativo, soprattutto perch per la prima volta, si è fatto ricorso al principio di sussidiarietà e di solidarietà, tanto amato da tutte le forze politiche e previsto, tra l'altro, dalla Costituzione italiana.
Per la prima volta abbiamo visto un'Istituzione importante come la Regione rifarsi a questo principio.
Non solo devo dire brava alla Presidente Bresso e farle i miei complimenti, ma oggi ho saputo che sono diciassette le Regioni che si sono resi disponibili a ricevere i rifiuti, mentre i primi giorni erano solo tre: la Sicilia, il Piemonte e mi sembra la Toscana. Questo a dimostrazione che anche le altre Regioni si sono lette bene la Costituzione e hanno voluto risolvere il problema emergenza sanità in Campania.
Cari colleghi e caro collega Rossi, il problema emergenza sanità in Campania non è un problema amministrativo. In questo momento è emergenza che colpisce e lede la dignità dei cittadini campani che, come cittadini italiani, hanno gli stessi diritti di tutti i cittadini. Abbiamo quindi l'obbligo di intervenire perché lo dice la Costituzione. Se poi il Presidente Bassolino ha governato bene o male, saranno i cittadini a stabilirlo, così com'è per il Piemonte. Se si ricorda, caro collega definiì terroristico il provvedimento Ghigo sugli OGM, come anche il provvedimento De Ruggiero sull'ambiente. Tuttavia oggi devo dire: brava Presidente Bresso, ad essere stata la prima ad intervenire indipendentemente dal fatto che abbia dato la disponibilità, dal fatto che non abbia sentito le Province e dal fatto che giustamente, come dice lei collega Rossi, l'Assemblea è sovrana. Tutto vero, però in un momento di emergenza sanitaria si vede veramente se i principi di sussidiarietà e di solidarietà vengono applicati o meno.
Lei, caro collega Rossi, che si sta facendo acceso promotore di un federalismo fiscale, sempre nella riforma del Titolo V è previsto il federalismo fiscale, che ancora deve essere applicato e che lei sta sollecitando con la sua proposta di legge. In quel contesto sociale nell'applicazione del federalismo fiscale è previsto il federalismo di solidarietà, il federalismo solidale, perché non ci può essere federalismo fiscale senza un federalismo solidale.
Quindi, brava e complimenti, Presidente Bresso. È la prima volta che vedo veramente un'azione non politica ma amministrativa e, soprattutto, un Ente istituzionale come la Regione intervenire per risolvere i problemi laddove questi emergono e sorgono.
Anche voi, cari colleghi, non voglio dire che non dovete fare l'opposizione o non dovete protestare, però fino ad oggi ho cercato di adoperare un certo sistema al fine di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. L'opposizione, quindi, va fatta sui contenuti, ma anche per cercare di risolvere i problemi della collettività.
Penso che, al contrario del provvedimento sui rifiuti, ci sia un problema sul provvedimento antismog. Nel qual caso è giusto che il collega De Ruggiero, nonché Assessore della Giunta Bresso, faccia marcia indietro perché quel provvedimento sta veramente creando un contrasto sociale sul territorio: gli anziani sono tutti spaventati perché non hanno i soldi e quindi, colpisce le fasce deboli. Quindi adoperiamo anche qui quel principio di sussidiarietà e di solidarietà a favore delle fasce deboli.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Volevo informare il Consigliere Rossi che la situazione d'emergenza in Campania è così da oltre 14 anni, non da quattro. Ormai non può essere considerata una situazione d'emergenza, ma strutturale di quella Regione.
C'è una produzione annua di rifiuti di due milioni e 700 mila tonnellate e una raccolta differenziata che è solo del 13%, anziché del 35%. Se facciamo un po' di conti, vuol dire che ci vorranno almeno 10 anni per raggiungere quel tetto di raccolta differenziata, che rappresenta il minimo che la legge prevede. Vuol dire che mentre cerchiamo di risolvere l'emergenza attuale, ci saranno altri due milioni e 400 mila tonnellate che, nel frattempo, dovranno trovare una soluzione e dovranno essere nuovamente stoccati in discarica. Vi rendete conto che è un ciclo assolutamente continuo e non può essere risolto che in maniera più strutturale? Siamo assolutamente disponibili a trovare una soluzione all'emergenza.
Un'emergenza soprattutto sanitaria per i cittadini. Tuttavia la soluzione deve arrivare da una Conferenza Stato-Regioni cui bisogna chiedere un piano affinché l'emergenza non sia così ogni anno, e garanzie per il futuro.
Altrimenti il lavoro, la disponibilità e la solidarietà, com'è chiamata da parte delle Regioni, non produrrà nessun risultato efficace. La Conferenza Stato-Regioni deve trovare una soluzione più efficace per risolvere questo problema, soprattutto la migliore dal punto di vista ambientalistico utilizzando tutti gli impianti disponibili esistenti sul territorio.
Ripeto, la decisione deve essere concordata tra un coordinamento di Regioni e non può essere assunta secondo le disponibilità di singoli o di alcuni.
Nel frattempo, speriamo che il nuovo commissario straordinario, Bertolaso che non è nuovo alla situazione perché vorrei ricordare che già nel '94 era responsabile dell'emergenza, come capo del Dipartimento di Protezione Civile, quindi conosce bene la situazione - usi metodi diversi rispetto al commissario precedente, che è durato in carica in Campania dieci anni senza risolvere nulla. Magari, lancio una provocazione che non è poi tanto una provocazione, usi l'esercito per realizzare, entro sei mesi, una nuova discarica in Campania espropriando e bonificando una cava (mi dicono che ce ne sono tante in quelle zone), nell'attesa del benedetto inceneritore ad Acerra.
Detto ciò, e trovando una soluzione con garanzie chiare per le Regioni che vogliono accogliere i rifiuti della Campania, concordo con quei colleghi che mi hanno preceduto: le responsabilità di questi anni non vanno dimenticate. Se si sono avvicendati parecchi commissari straordinari e la situazione dei rifiuti è ancora quella che è, forse è ora che qualcuno si assuma la responsabilità davanti ai cittadini.



PRESIDENTE

Sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Barassi, Muliere, Cotto Moriconi e Ricca. Sono stati presentati due ordini del giorno, immagino con l'intendimento di chiederne una votazione in Aula, quindi prego di distribuirli. Invito i Consiglieri al contenimento della durata degli interventi in modo da terminare il dibattito e le votazioni prima della sospensione.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare l'Assessore De Ruggiero per la relazione molto puntuale e precisa, anche rispetto alla disponibilità che ha dato la Regione Piemonte relativamente alla quantità di rifiuti che possono essere importati sul nostro territorio dalla Regione Campania e al rapporto emerso con le altre Regioni.
Una disponibilità che noi condividiamo, nel senso che un'operazione di solidarietà - soprattutto quando viene data come risposta ad un'emergenza che è anche sanitaria, che esiste sul territorio campano - deve essere un percorso che deve essere, appunto, percorso e valutato attentamente.
Detto ciò, intendiamo ribadire alcune posizioni e alcuni concetti, che devono essere molto chiari per la Regione Piemonte, ma anche per qualsiasi altra Regione. Se è vero che in Regione Campania, in questo periodo, c'è un'emergenza, anche sanitaria, dovuta al problema rifiuti, è anche vero che occorre chiedere alla Regione stessa, così come a tutte le altre Regioni di adeguarsi alle normative vigenti. Quindi è importante che ogni Regione e io dico di più, ogni ambito all'interno di ogni Regione, gestisca e smaltisca i rifiuti prodotti. Questa logica deve rimanere. È una logica che permette di responsabilizzare le Istituzioni e i cittadini rispetto alle enormi problematiche che il problema rifiuti ci pone.
In secondo luogo, oltre ad un impegno forte da parte dello Stato e delle altre Regioni affinché anche la Regione Campania faccia una programmazione che la porti ad uscire dall'emergenza rifiuti, è importante che sia a livello nazionale, sia a livello di ogni singola Regione, si sviluppino delle politiche tese a ridurre la quantità di rifiuti prodotti.
Se continuiamo a produrre rifiuti in modo sempre crescente, con le percentuali che ci sono, non riusciremo mai ad uscire da una logica di emergenzialità. Il problema grande e fondamentale che si pone è proprio quello di mettere in atto delle politiche che ci permettano di ridurre, in modo drastico, la quantità di rifiuti prodotti.
D'altro canto, è anche importante che venga continuamente rilanciata la politica per la raccolta rifiuti in modo differenziato. Raccolta differenziata che deve sicuramente seguire un percorso, che è quello del porta a porta. Non ci vogliono 12 anni per arrivare alle percentuali previste dal Decreto Ronchi, se si fa una seria politica di raccolta differenziata, porta a porta, nel giro di pochi mesi le percentuali di raccolta differenziata, l'abbiamo visto là dove è stata adottata, si moltiplicano in modo esponenziale. La raccolta differenziata che noi facciamo deve essere comunque tesa al riciclo e al riuso della materia.
Solo attraverso il riciclo e il riuso, riusciamo anche produrre meno rifiuti e a sprecare meno materie prime.
Nello specifico occorre - sappiamo tutti quali sono i traffici legati ai rifiuti e alla messa in discarica, in forni o inceneritori - colpire il più possibile e controllare il traffico illecito di rifiuti che sappiamo esiste praticamente su tutto il territorio.
Elencate queste linee di principio generali, siamo d'accordo sul fatto che la Regione Piemonte intervenga con un'operazione di solidarietà all'interno di questo ragionamento per risolvere l'emergenza in Campania tuttavia pensiamo che questa operazione debba seguire un percorso preciso e trasparente.
Alcune cose sono già state affermate dall'Assessore De Ruggiero relativamente a quanto concerne la quantità dei rifiuti che devono essere importati, l'Assessore parlava anche di trasparenza rispetto alla qualità del rifiuto, bisogna anche avere un controllo effettivo sul rifiuto che viene importato nella nostra regione.
Chiedo che ci sia anche un percorso partecipato con le comunità locali sedi di impianto di discarica, cui arriveranno i rifiuti (non si può farlo passare, in modo indiscriminato, sulla testa dei cittadini).
So che l'Assessore sta ragionando sul nuovo Piano regionale rifiuti sappiamo che ci sono spinte, da parte di qualcuno, che parlano di emergenza rifiuti anche per la nostra Regione, ma sappiamo che questo non è esatto.
In quanto non si può parlare di emergenza rifiuti, piuttosto di un problema da affrontare.
Penso che questo atto di solidarietà non debba diventare un modo strumentale per richiedere e giustificare una politica impiantistica basata sulla costruzione di nuovi impianti inceneritori, che porterebbero ad un aumento della quantità di rifiuti nella nostra Regione e vanificherebbero qualsiasi politica tesa alla riduzione, alla raccolta differenziata e al riuso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Intervengo per evidenziare che la Giunta regionale ha fatto bene ad esprimere le proprie posizioni. Non è soltanto una questione di appartenenza anzi, ritengo che con le logiche di appartenenza - lo dico, in particolare, al collega Rossi - non si risolvono mai i problemi. Nella nostra Regione è già successo di dover affrontare problemi legati ai rifiuti e, se lo avessimo fatto seguendo le logiche di appartenenza, non avremmo risolto nulla. Quindi, con le logiche di appartenenza non si va molto lontano.
necessario affrontare i problemi in modo serio, così come si sta cercando di fare in questo caso. Il Consigliere Scanderebech ha giustamente sottolineato il fatto che ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza. Quindi, è giusto dare questa possibilità, come hanno fatto altre Regioni. Ritengo, inoltre, che anche il richiamo fatto dalla collega Ferrero sia condivisibile.
In una situazione particolare come quella della Regione Campania è giusto che vi sia l'impegno di tutte le istituzioni, a cominciare dal Governo, insieme alla Regione Campania per trovare e dare delle indicazioni risolutive al problema. La Regione Campania è in una situazione difficile come hanno sottolineato tutti i colleghi prima di me, ma in ogni caso adesso occorre affrontare la situazione di emergenza. Per questo è stato giusto dare questa disponibilità per poi affrontare, insieme alle altre istituzioni piemontesi, un quantitativo che inciderà, come ha detto il Consigliere Ghiglia, molto poco sulla situazione piemontese.
Il collega Ghiglia ha detto che siamo di fronte all'inesistenza di una politica piemontese sui rifiuti. Mi sembra davvero forte questa affermazione. Perché questa politica c'è da anni, sottolineo da anni.
Quando abbiamo ragionato insieme al collega Cavallera, che prima era Assessore, della legge sui rifiuti, lo abbiamo fatto con una logica di chi voleva affrontare e risolvere i problemi. Tant'è vero che in Piemonte, come ricordava la collega Barassi, non c'è una situazione di emergenza. Per non si può affermare una cosa e poi, al di fuori di quest'Aula, fare l'occhiolino ai Comitati che si battono contro la raccolta differenziata o l'inceneritore. Bisogna avere una certa coerenza.
Ci sono forze che sono contrarie all'utilizzo degli inceneritori o dei termovalorizzatori per smaltire i rifiuti e altre che pensano, invece, che si può utilizzare questa tecnica. Noi siamo tra quelli che dicono che bisogna potenziare la raccolta differenziata e poi, per una parte del rifiuto, si può anche utilizzare la tecnica della termovalorizzazione.
Però, bisogna essere coerenti, farlo qui e farlo fuori, come cerchiamo di fare noi, avendo anche responsabilità di Governo in molte Province e Comuni di questa Regione.
Credo che questa Regione abbia una politica dei rifiuti, l'aveva e ce l'ha tutt'ora, che è in grado di affrontare, seriamente, lo smaltimento dei rifiuti che producono i cittadini piemontesi. È chiaro che nel momento in cui affermiamo questo e diamo questa giusta disponibilità ad affrontare la situazione di emergenza campana, dovremmo lavorare tutti per affrontare una questione drammatica come quella che c'è oggi in Campania e che si protrae da tempo.
Certo non si può pensare di continuare in questa situazione. Le emergenze si risolvono, perché si possono affrontare insieme. Ci sono state altre emergenze, che ha avuto anche la Regione Piemonte, che le altre Regioni non hanno esitato ad affrontare. Ecco perché bisogna affrontarla in questo modo, ma nello stesso tempo lavorare per dare una risoluzione stabile al problema dello smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Parto dall'intervento condiviso che ha fatto la Consigliera Ferrero a nome di tutto il Gruppo intervento richiamato dal collega Muliere, che penso sia stato equilibrato e dà delle soluzioni.
Intervengo in Aula, così come interverrei ad Asti, per ricordare che Asti ha vissuto per anni l'emergenza rifiuti. Penso che una classe dirigente debba avere il coraggio di dire queste cose. Responsabilità di tanti che, probabilmente, non hanno aiutato i vari comitati che ritenevano ogni sito per discarica non adatto a risolvere il problema rifiuti.
Ricordo che l'emergenza è finita nel 2002-2003, con l'allora Assessore Cavallera che aveva la delega all'ambiente. Ricordo anche che siamo andati insieme, passando a Cerro Tanaro a vedere tutti i cartelli, contro l'Assessore Cavallera, che erano appesi ai lati delle strade.
Abbiamo risolto l'emergenza con l'apertura della discarica, con l'impianto di selezione rifiuti in località Valterza e con l'impianto di compostaggio di San Damiano. Voglio ricordare che già questi due impianti funzionano attivando rifiuti da altre zone proprio, come diceva l'Assessore De Ruggiero, per coprire i conti economici.
Non possiamo dimenticare che abbiamo fatto con il Comune di Torino un accordo bilaterale, obbligatorio per legge. Se il Comune di Asti porta i rifiuti a Torino e mi impegno a riceverne in uguale quantità. Non mi scandalizzo ed ho la responsabilità di non aizzare la gente contro, quando so che è stato preso un impegno in questo senso e mi sembra corretto ritornare nell'ambito della legalità.
chiaro che mi preoccupo quando le decisioni vengono prese senza consultare le Province. Mi spiace - l'ha detto molto bene la collega Ferrero - io l'ho letto questa mattina su La Stampa e poi mi è stato riferito anche telefonicamente che il Presidente della mia provincia fino a dieci minuti fa non era ancora stato informato. Questo preoccupa, perch c'è sempre un discorso di rispetto delle competenze e delle autonomie.
Penso che questo argomento debba essere sviluppato con molto senso di responsabilità da parte nostra, senza provocazione, senza facili comunicati per ottenere un applauso, che però non è risolutivo del problema.
Rinvierei, pertanto, tutto il discorso in Commissione, sperando ovviamente, che l'ordine del giorno che abbiamo presentato possa essere accolto, affinché possano essere favorite in questo senso e ritenute idonee a ricevere i rifiuti della Regione Campania prioritariamente quelle Regioni già dotate di inceneritori. Mi preme sottolineare questo aspetto, perché se procedessimo su questo percorso, probabilmente ci sarebbero meno problemi per tutti, ricordando, tuttavia, la responsabilità di ogni decisione che è stata presa in passato e l'importanza della concertazione: nessuno pu arrogarsi il diritto di decidere al posto delle Province, che, per legge sono competenti in materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Ringrazio, altresì, l'Assessore De Ruggiero per la relazione che ha testé fornito. Mi limito ad aggiungere alcune brevi considerazioni.
Tra le tante parole spese per la Campania, va ancora ricordato - come sottolineava una e-mail che ho ricevuto in questi giorni - che questa Regione sta vivendo una situazione strutturale particolare, caratterizzata da un'elevatissima densità abitativa, fattore che implica, necessariamente un'enorme quantità di rifiuti prodotti. Ma proprio in questo contesto, si dovrebbe avere la capacità di valutare il reale stato delle cose, senza arrivare a facili conclusioni, anche se la gestione dei rifiuti nella Regione Campania - mi associo a quanti lo hanno sottolineato - si mescola talvolta, a vicende di malavita organizzata, che interferiscono senz'altro sul circuito gestionale.
Poco è stato fatto sulla raccolta differenziata.
Per quanto concerne le conseguenze per il Piemonte, vanno fatte alcune considerazioni. È difficile negare la solidarietà in simili situazioni, che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Credo, però, che vadano rammentati i problemi dell'atto decisionale: mi associo a quanti hanno chiesto che in quest'atto vengano coinvolti gli Enti locali, il Consiglio regionale, la Provincia e il Comune di Torino.
Sulla base di quanto è stato detto, vorrei sottolineare che la situazione in Campania è contingibile ed urgente. In Piemonte, sempre in questi giorni, è stato annunciato che la gestione dei rifiuti è pressoch vicina all'emergenza. Tra queste due definizioni, dunque, occorre una certa compatibilità. L'Assessore ha precisato questa mattina che la quantità di rifiuti da trasferire dalla Regione Campania al Piemonte sarebbe, tutto sommato, ridotta.
Addirittura, se ho ben capito, l'Assessore sostiene ancora che abbiamo degli impianti che necessiterebbero di un conferimento di rifiuti per il loro funzionamento. Sulla base di questa affermazione, verrebbe da chiedersi come mai si parla comunque di "emergenza rifiuti" in Piemonte.
Credo che la discussione di questa mattina debba comunque servire per approfondire il dibattito protrattosi in questi anni sulla gestione dei rifiuti. Rispetto alle affermazioni finora fatte, ribadisco che, da ambientalisti, abbiamo le prove scientifiche dell'inutilità e della pericolosità degli inceneritori.
Non molto tempo fa, dati ufficiali (e disponibili) dell'OMS hanno dimostrato che in tutte le popolazioni che vivono adiacenti agli inceneritori aumentano i sarcomi, ovvero i tumori maligni dei tessuti molli. Come ripeto, questi dati ufficiali sono disponibili nei siti internet e riguardano la salute dei cittadini. Pertanto, chi sostiene che gli inceneritori sono benedetti, dovrà fare i conti anche con queste prospettive.
Bisognerà quindi capire se questa solidarietà servirà a richiamare ulteriormente la discussione a favore degli inceneritori, cosa che sicuramente non condividiamo, e se la decisione vedrà coinvolti anche gli Enti locali.
Noi non vorremmo che questa operazione servisse ad aprire la strada all'incenerimento dei rifiuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Dico anch'io: "Bene, Presidente Bresso", perché ha espresso una solidarietà dovuta, interpretando anche il senso di un federalismo solidale non competitivo.
Non ha subito delle imposizioni, ma ha risposto ad un appello della Protezione Civile e non poteva esserci risposta diversa. Doveva anche farlo subito, perché non era una risposta rinviabile. Non poteva, da questo punto di vista, aspettare e dire: "Devo consultare il territorio", anche se i raccordi con il territorio e le altre istituzioni è certamente utile e doveroso. Sarà senz'altro necessario avviare un confronto sulle conseguenze della risposta.
Non comprendo, pertanto, l'irritazione di altri esponenti istituzionali locali, che non è giustificata neanche da situazioni di emergenza o di pre emergenza che caratterizzano alcune realtà.
Detto questo, e ribadito che è necessario un raccordo (che doveva avvenire, comunque, dopo quella risposta), condivido anche le considerazioni espresse della collega Motta, secondo la quale la risposta ad una situazione di emergenza non può essere lasciata al senso di responsabilità dell'una o dell'altra Regione, dell'uno o dell'altro rappresentante istituzionale, ma bisogna trovare dei percorsi per favorire un coordinamento tra le Regioni italiane e dare una risposta alle situazioni di emergenza - questa, come di altre - tenendo conto del principio di solidarietà da un lato, ma anche di reciprocità, che è stato richiamato.
Per quanto concerne la situazione della Campania e le difficoltà che questa incontra nell'attuare una politica di smaltimento e di gestione del processo di smaltimento dei rifiuti, vorrei ricordare che la stessa attuerà o metterà in atto la realizzazione di un termovalorizzatore in tempi più rapidi e più ravvicinati di quanto non farà Torino. Da questo punto di vista, mi auguro che, qualora si verificheranno emergenze sul nostro territorio, la reciprocità possa essere praticata.
La domanda che però bisogna porsi è se c'é o meno l'emergenza anche nella nostra Regione. Ho sentito opinioni diverse e sfumate rispetto tale questione.
Io dico che un'emergenza su una parte significativa del territorio piemontese c'è sicuramente: mi riferisco alla Provincia di Torino, che rappresenta la metà della popolazione piemontese.
Se si leggono i dati del Piano provinciale dei rifiuti, si evince come dal 2009 saranno esaurite tutte le capacità di smaltimento sugli impianti di discarica attualmente esistenti; dal 2009 al 2011 - anno di entrata in funzione del termovalorizzatore al Gerbido - sarà necessario coprire un fabbisogno di 2 milioni e mezzo di tonnellate. Questa situazione, dunque se non è di emergenza, è quantomeno di pre-emergenza.
Questo aspetto ci spinge a sollecitare, in tempi rapidi, quelle scelte necessarie per anticipare, possibilmente, la messa in funzione dell'impianto del Gerbido.
Penso anche che questo avvenga in un quadro regionale di una politica per lo smaltimento dei rifiuti che c'é - non è vero che è assente - e che è frutto di una legge regionale che ha radici e un percorso negli anni passati. Le difficoltà di attuazione della medesima sono comunque evidenti ogni volta che si deve calare sul territorio una infrastruttura che richiama e mette in evidenza un deficit di consenso che c'è attorno a ogni grande intervento di trasformazione del territorio che oggi possa essere messo in atto o proposto.
Credo che, per esempio, per quanto riguarda il Gerbido, sia stato messo in atto un protocollo di intesa, un accordo che dà vita a un progetto territoriale significativo. Ritengo che debba essere così anche per le altre realtà.
necessario, come diceva il Consigliere Muliere, essere coerenti con le posizioni che si sostengono in Aula e quelle che si praticano all'esterno, sia da parte delle forze di opposizione sia da parte di chi compone questa coalizione di maggioranza.
Bisogna dire allora con chiarezza che occorre spingere con forza il sistema di raccolta differenziata là fin dove è praticabile, a costi accettabili per la comunità. Rimane comunque una quota di rifiuti da smaltire molto elevata (tra il 40 e 50%) ed è quindi necessaria una scelta che deve andare nella direzione della termovalorizzazione, quindi della distruzione dei rifiuti per produrre altra energia e non soltanto quella dello smaltimento in discarica.
I dati di cui dispongo - mi rivolgo al collega Moriconi - dicono cose diverse rispetto al termovalorizzatore; dicono che, su una scala di rischio di inquinamento da 0 a 100, il termovalorizzatore sta sotto l'1 ed è molto meno inquinante di quanto possa essere una discarica. Basterebbe leggere alcune relazioni del professor Genon del Politecnico per avere indicazioni da questo punto di vista.
Allora credo che, anche rispetto a tale questione, sia necessario andare oltre a quella che è oramai la conosciuta e anche abusata affermazione "NIMBY" (not in my back yard), per passare non soltanto al "PIMBY" (please in my back), ma anche superare una posizione concettuale che è quella che fa riferimento a un altro acronimo, quella del Club Banana "build absolutly nothing absolutly nowhere anytime" e quindi non costruire nulla in nessun luogo, mai e per sempre.
Credo che, da questo punto di vista, anche le forze politiche presenti in questo Consiglio debbano compiere uno sforzo importante per dare risposte vere alle emergenze che sul territorio si stanno prospettando.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare.
Passiamo ora all'esame dei seguenti atti d'indirizzo collegati alla comunicazione dell'Assessore: ordine del giorno n. 465 "Emergenza rifiuti" presentato dai Consiglieri Ferrero, Cavallera, Cotto, Leo, Cirio, Burzi, Pichetto Fratin ordine del giorno n. 466 "Ultimo viaggio per i rifiuti della Campania" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta, Vignale ordine del giorno n. 467 "Emergenza rifiuti campani" presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero ordine del giorno n. 468 "Emergenza rifiuti" presentato dai Consiglieri Motta, Lepri, Muliere, Turigliatto, Robotti, Barassi, Ricca, Scanderebech Moriconi Ha chiesto la parola l'Assessore De Ruggiero per una breve replica.
DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente Intervengo solo per correttezza, senza avere nessuna presunzione di chiudere il tema dei rifiuti che è troppo vasto e delicato, per fornire qualche appunto utile, al di là di ogni polemica sul fatto che Regioni di tutti i colori politici hanno dichiarato la loro disponibilità.
Voglio solamente che siano chiare le tempistiche di questi avvenimenti che immagino abbiano visto in tante altre situazioni le stesse tipologie di problemi. C'è una riunione a Roma, cui partecipa il Commissario delegato alla situazione campana; c'è una situazione di emergenza e, se vogliamo dare un peso alle parole, emergenza lì significa: rifiuti in strada, seri problemi di possibile inquinamento ambientale; problemi sanitari.
Consigliere Ghiglia, l'Assessore ha sì un ruolo, ma quando si confronta con la Presidente, ovviamente parla la Presidente: questo mi pare assolutamente normale.
Appena si avrà il primo dato, che è il contatto telefonico con il Commissario, si sarà in grado di convocare una riunione. Per cui, lo dico solamente alla Consigliera Cotto: io non so se il Presidente Balbo si è scomodato o no, l'Assessore certamente sì, già due giorni fa, per avere un appuntamento che dovrebbe essere, anzi sarà, giovedì. Perché non il giorno dopo? Perché è chiaro che tocca lasciare anche ai sistemi locali di "digerire", vedere, confrontarsi, anche per non avere un occhio - le chiedo scusa, Consigliere Ghiglia - troppo torinese.
Per la verità, il mondo dei rifiuti non si esaurisce in Basse di Stura lo dico francamente, anzi Basse di Stura si esaurirà da sola, per certi versi; il mondo dei rifiuti e delle potenzialità dei rifiuti è molto più diffuso sul territorio regionale.
Dunque, adesso avremo questo confronto, senza avere un occhio eccessivamente torinese. Già ci sono stati esempi - mi fa piacere che li abbia citati la Consigliera Cotto - di solidarietà tra province e province.
Ad ogni modo, sono convinto che gli ambiti non debbano essere troppo piccoli per poter avere tutto il ciclo dei rifiuti, oggi caratterizzato non solo dalla vecchia discarica, ma dagli impianti di trattamento fino al recupero del calore e dell'energia, previsto dalla legge. Il recupero dell'energia è previsto dalla legge del Ministro Ronchi di qualche anno fa mi pare di ricordare ancora così.
Altro punto è: certo, noi una certa qual fiducia dobbiamo darla quando la richiesta di aiuto viene così giustificata. Si tratta di una situazione di emergenza contingibile, perché l'impiantistica traguarderà tra pochissimo tempo e vi sono i rifiuti in mezzo alla strada. In ogni caso quando saranno aperti gli impianti non si sarà in grado di smaltire quello che è stato accumulato. Comunque, alla Consigliera Motta dico che il Prefetto Catenacci è persona di grandissima capacità ed esperienza: probabilmente avrà valutato la situazione di estrema delicatezza e, pur non avendo risolto il grande problema, credo che abbia fatto onestamente cose egregie, perché la situazione è forse più delicata di quello che possiamo pensare.
Adesso non parliamo di Campania e di problemi che abbiamo in parte anche noi, ma nella partita dei rifiuti c'è una variabile che forse - mi auguro davvero - noi non abbiamo, che è sostanzialmente la malavita organizzata. Qui si tratta di una variabile che noi definiamo di qualche interesse, per carità, di attenzione, di cambi di interesse, ma non certo di malavita organizzata, non stiamo parlando di questo. In sostanza, la situazione è molto complessa.
A noi è stata presentata una situazione di emergenza con potenzialità di soluzione, tant'è vero che si è in grado di valutare una sua grandezza.
Credo comunque opportuno, nella sede che il Consiglio riterrà, parlare complessivamente della nostra situazione. Anche qui non nascondiamoci dietro le parole, io non la definisco una situazione di emergenza, nel senso non ci sono i rifiuti fuori le case dei Sindaci, una è comunque una situazione sicuramente preoccupante, che riguarda in gran parte la provincia di Torino, vale a dire un po' di più della metà dei rifiuti.
Oggi abbiamo un quantitativo valutato intorno ai 5 milioni di metri cubi accettabili in discarica, questo è l'ordine di grandezza; un ordine di grandezza che traguarda alcuni anni, ma preoccupa per altri anni. Allora mettiamoci d'accordo sulle parole. Noi non abbiamo una situazione di emergenza: abbiamo una situazione che, a mio parere, ci permette di governare anche le criticità che abbiamo già individuato. Tra l'altro, il dato dei 5 milioni sale e scende a seconda delle ulteriori disponibilità e della riduzione dei rifiuti.
Termino con una cosa un po' semplice. Il 16 novembre presso tre grandi ipermercati della regione presenteremo un piccolo contributo - piccolo, ma non indifferente dal punto di vista della quantità del rifiuto - ovvero gli impianti di distribuzione dei detersivi alla spina, che non risolvono il problema della riduzione dei rifiuti, ma che rappresentano un grande messaggio anche di sensibilità al problema della riduzione dei rifiuti e ci permettono di andare verso quella che è l'unica possibilità vera, oltre il porta a porta, in termini di riduzione degli imballaggi.
Quindi, il 6 novembre, nel corso della giornata, tra Ipercoop, Auchan e un altro supermercato ci sarà la presentazione di questo esempio di possibile riduzione dei rifiuti.



PRESIDENTE

Passiamo agli ordini del giorno. Chiederei a coloro che intendono intervenire di illustrare gli ordini del giorno in un'unica battuta e allo stesso tempo anche le dichiarazioni di voto, per non dilatare troppo i tempi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Per economia dei lavori, come Gruppo della Lega Nord faremo solo un intervento sui quattro ordini del giorno, ed ovviamente anche le dichiarazioni di voto sono comprese tutte in questo intervento.
La questione non è così semplice come viene descritta dall'Assessore o come è stata descritta da altri colleghi, anzi è ben più grave.
Qui non stiamo parlando, caro Assessore, di problemi legati - lei dice alla malavita organizzata, o perlomeno non solo legati alla malavita organizzata. Sono legati ad una pessima gestione della questione rifiuti della raccolta differenziata, della gestione delle discariche e degli impianti di incenerimento.
Inoltre prendiamo anche atto - questo è importante ed è a verbale delle tensioni interne della stessa maggioranza che governa il Piemonte.
Abbiamo sentito l'intervento del collega Ricca e del collega Moriconi e mi pare che siano su posizioni assolutamente opposte relativamente alla soluzione del problema dello smaltimento rifiuti.
Cercate di chiarirvi a casa vostra, altrimenti, caro Assessore, se non vi chiarite in maggioranza sulla gestione futura dei rifiuti, anche il Piemonte andrà in emergenza rifiuti, e su questo non ci sono dubbi.
Perché dico che si tratta di cattiva gestione e non solo di malavita organizzata? Perché, cari colleghi, lo sapete chi era il commissario della gestione rifiuti prima di Bertolaso, prima del Prefetto Catenacci? Era Bassolino, l'attuale Governatore della Campania. Ha ragione la collega Motta, io ho detto cinque anni, mentre in realtà sono tredici, e in tredici anni il problema si sarebbe risolto.
Ma vi dirò di più! Vogliamo parlare di quello che è stato fatto con il consulente Enrico Soprano, legato ad un importante partito politico, che ha dato ben ventuno consulenze alla Campania e si è fatto pagare? Vogliamo parlare della ditta Pan, che ha preteso circa 6 miliardi di lire per un servizio di informazione ambientale? Vogliamo parlare dei 160 miliardi di lire utilizzati dal vostro collega Bassolino per acquistare mille automezzi per la raccolta differenziata e dell'assunzione di 2.300 addetti che non hanno mai lavorato, ma che continuano a percepire lo stipendio, perch Antonio Bassolino provvide ad assumerli tutti, con un contratto di ferro a tempo indeterminato, per un compenso di 1.700 euro al mese per 14 mensilità? Non hanno mai lavorato, perché i 160 miliardi di lire spesi per acquistare i mille mezzi che sarebbe stati necessari alla raccolta differenziata non sono mai stati utilizzati. Colleghi, questa è emergenza o ce la stanno menando per il naso? Lo sapete che dal 2002, da quando è entrato in vigore l'articolo 53 bis del decreto Ronchi, la Campania è stata teatro di ventidue operazioni di polizia, sono state arrestate e denunciate 325 persone e coinvolte 90 aziende? Lo sapete che nel 2005 in Campania sono state sequestrate sessanta discariche illegali, di cui 24 nella sola Provincia di Salerno e venti in quella di Caserta? Le sappiamo queste cose? E' quindi solo emergenza rifiuti o grossi problemi legati ad incapacità di chi doveva gestire? Caro collega Scanderebech, se lei è così contento di ricevere i rifiuti che arrivano dalla Campania ed esprime solidarietà alla Presidente Bresso anziché dire che questi rifiuti devono andare a casa degli astigiani - che devono fare la raccolta differenziata perché il Comune ad Asti va a controllare nelle case e se non fanno la raccolta differenziata gli fanno un "tombino" così - quei rifiuti, se proprio le piacciono, se li metta nel giardino di casa sua e in inverno quando nevica si faccia una sciata sopra! Perché devono andare a casa degli astigiani a spese degli astigiani e dei piemontesi per fare un piacere a questi personaggi? Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma voglio concludere, perché veramente oltre certi limiti non si può andare, ma questa cosa la voglio ancora dire.
La Presidente Bresso non rispetta il Consiglio, perché su un argomento come questo doveva essere presente e non farsi gli "affaracci" suoi. La Presidente Bresso non dovrebbe limitarsi a fare dichiarazioni stampa senza ascoltare prima il Consiglio e i suoi stessi alleati di governo.
La Presidente Bresso - sarebbe gradito che lei Presidente glielo ricordasse - partecipi alle riunioni del Consiglio ed ascolti questi interessanti dibattiti - perché sono interessanti infatti ho sentito questioni sollevate da vari colleghi - e non faccia finta di non esserci perché è comodo apparire sui giornali a fare la salvatrice. È comodo apparire sui giornali e sparare a zero contro la finanziaria oppure contro l'eventuale chiusura dello scalo di Linate o di alcune parti dello scalo di Linate, e poi non venire a relazionare in aula.
comodo, però non è corretto, Presidente!



PRESIDENTE

Colgo il suo richiamo, Presidente Rossi. Del resto, lei che autorevolmente ha operato da questo scranno, sa quanto non sia propriamente facile riuscire a convincere i Presidenti di Giunta regionale pro tempore a tenere in debito conto il Consiglio regionale. Penso sia una fatica in cui una legislatura vede il passaggio di testimone alla legislatura successiva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Noi ci troviamo in una situazione di emergenza in cui sono stati dati poteri straordinari al Commissario e, non a caso,al Capo della Protezione Civile. Pertanto, dobbiamo renderci conto che è una situazione nella quale i rifiuti potrebbero essere avviati agli impianti nel rispetto della legge semplicemente con un atto di imperio non della Presidente Bresso, ma del Commissario straordinario.
Però vorremmo che, anche in questo frangente, si seguissero quelle che sono le regole per un corretto trattamento e smaltimento dei rifiuti, e che quindi la nostra Regione non rinunciasse a questo, perché non vanno più considerate le discariche come un buco aperto dove buttare alla rinfusa rifiuti, ma occorre pensare e vedere la natura dei rifiuti che arrivano.
Mi sembra che in Campania ci siano gli impianti di preselezione che selezionano il rifiuto umido da quello secco.
Abbiamo presentato un ordine del giorno che cerca di entrare nel merito del problema. Non è un escamotage, ma è la proposta di un percorso che chiede anche al commissario di essere determinato nell'affrontare l'emergenza sanitaria, ma nel rispetto di quelli che sono i dettami delle norme europee, nazionali e regionali delle singole Regioni, che più o meno sono simili, perché sono inserite in un contesto europeo.
In questo mio breve intervento ho cercato di spiegare la ratio del nostro ordine del giorno e abbiamo letto gli altri ordini del giorno. Qual è la nostra posizione? L'ordine del giorno presentato dalla maggioranza sostanzialmente dice poco, non è che dica molto. Noi potremmo, al limite votarlo in un'ottica di condivisione di affermazioni di carattere generale se ci fosse da parte della maggioranza il sostegno al nostro ordine del giorno.
Diversamente, anche in questa sede, si ripete la solita solfa che sui temi delicati dell'ambiente o delle infrastrutture non è dato a quest'Aula di entrare nel merito, e che la maggioranza si riserva poi di risolvere le questioni in separata sede.
Quindi noi, da parte della maggioranza, aspettiamo un giudizio sul nostro ordine del giorno.
Ovviamente, per quanto riguarda l'ordine del giorno a prima firma Ghiglia, non ci sono problemi, in quanto ha una serie di premesse e, tutto sommato (se l'abbiamo letto bene) dà degli indirizzi per il futuro.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno del collega Rossi, il nostro atteggiamento, proprio perché è un ordine del giorno sostanzialmente pregiudiziale, in quanto pone una questione politica sulla quale siamo anche d'accordo, ma confligge con l'impostazione che noi vorremmo dare in questa sede, che è quella di entrare un po' nel merito della questione dello smaltimento, perché non si deve cedere a questioni pregiudiziali. Lo chiediamo alle comunità locali, non lo dobbiamo fare neanche noi in questa sede, se vogliamo riportare questo Consiglio a svolgere un ruolo di indirizzo. Pertanto, il nostro atteggiamento sull'ordine del giorno del collega Rossi sarà quello di non partecipare al voto.
Non vogliamo astenerci perché l'astensione sarebbe considerata come voto contrario. Noi non partecipiamo al voto (anche se condividiamo alcune enunciazioni) perché il documento non conclude con le indicazioni di merito che noi auspichiamo.
Ovviamente noi votiamo il nostro documento. Aspettiamo dalla maggioranza un giudizio sul nostro ordine del giorno per poi per votare eventualmente, il loro. Votiamo l'ordine del giorno del Gruppo di AN, ma non partecipiamo al voto su quello della Lega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Naturalmente, ribadisco quanto già detto nell'intervento generale. Non voterò l'ordine del giorno della Lega. Mi dispiace per il collega Rossi che stimo veramente e che ammiro per l'impegno che profonde, però quando si toccano interessi nazionali e, soprattutto, quando si tocca la dignità dell'uomo e del cittadino italiano, non condivido i metodi razzisti adoperati dalla politica della Lega. Pertanto, voterò contro un documento del genere.
Caro Rossi, volevo aggiungere ancora qualcosa. Negli anni '80, quando il potere economico piemontese andò a colonizzare la Campania, con quattro soldi, in quella circostanza, comprò l'Alfa Romeo, cioè quello che i cittadini della Campania avevano costruito per anni. Dal momento che questo è permesso anche dalle leggi e dalla Costituzione italiana, non capisco perché tu, che porti avanti questa bandiera federalista, nel momento in cui il federalismo fiscale vuol dire anche federalismo solidale, come da Costituzione italiana (principio di solidarietà e sussidiarietà) continui a chiedere il federalismo fiscale senza quella solidarietà che è determinante ed è preponderante per lo sviluppo e per l'occupazione territoriale di tutto il territorio nazionale.
Ti prego di essere oltretutto meno violento nelle tue affermazioni perché questo è un problema di dignità dell'uomo. Quando un uomo è colpito nella sua dignità... Se tu ti fossi trovato nelle condizioni in cui si trovano questi cittadini napoletani e campani, non parleresti in questo modo. La dignità dei cittadini campani è uguale alla nostra dignità e di tutti i cittadini italiani. Quindi, ti prego di non strumentalizzare una bandiera per farne soltanto un'occasione da cavalcare in un momento d'emergenza. È sbagliato per uno che viene eletto dal popolo.
Questo principio, questo punto fondamentale deve essere chiarito una volta per tutte. Fino a quando questi principi contrastano con quello che è il tuo modo di fare politica, mi vedrai sempre contro le tue iniziative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Per economia dei lavori, mi limito a illustrare brevemente quello di Alleanza Nazionale e poi ad esprimere la dichiarazione di voto sugli altri.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno di Alleanza Nazionale, noi chiediamo semplicemente che sia l'ultima volta che arrivano i rifiuti dall'estero (dalle altre Regioni) in Piemonte. Lo dico, non perché non dobbiamo solidarizzare. Non è una battuta, perché non è escluso che i rifiuti torinesi fra due anni vadano all'estero e non nelle altre Regioni italiane. Quindi, non è una battuta, caro Muliere, è un caso. Diciamo che è un caso che non sia ancora avvenuto.
Al di là di questo, noi chiediamo che, stante la situazione, che l'Assessore De Ruggiero non definisce di emergenza dei rifiuti, ma che il Presidente dell'ATO definisce di emergenza rifiuti, sia l'ultima volta che arrivano dei rifiuti da altre Regioni. O ogni Regione (di centrodestra o di centrosinistra, ma sono quasi tutte di centrosinistra) si responsabilizza e fa i conti con la propria democrazia interna e con i propri cittadini e ha il coraggio di fare delle scelte, oppure le scelte non possono essere pagate da altri.
Prima o poi, avremo anche noi le rivolte. È giusta la solidarietà, ma è giusto però che ognuno, nell'ambito della propria responsabilità politica si assuma le proprie responsabilità. Quindi noi chiediamo che sia l'ultima volta.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno di Forza Italia, siamo favorevoli. È un ordine del giorno di buon senso. Dove i termovalorizzatori esistono già (ad esempio in Toscana e in Emilia Romagna) si possono mandare rifiuti perché - il collega dei Verdi non lo sa - in quei posti si sta benissimo e non aumentano le patologie che citava prima. Lì costruiscono i termovalorizzatori, ma credo che anche lì i verdi siano in maggioranza. Si sa che i Verdi, secondo il Comune in cui si trovano, da Carmagnola a Givoletto, piuttosto che a Torino, cambiano idea e cambiano posizione un po' come le foglie (visto che sono dello stesso colore): lì sono favorevoli, mi sembra giusto, all'ordine del giorno di Forza Italia secondo cui devono venire prima le Regioni che hanno un termovalorizzatore.
Non partecipiamo al voto sull'ordine del giorno della Lega Nord, mentre su quello della maggioranza vorrei una precisazione, un'interpretazione autentica da parte della collega Motta, a nome anche del Presidente del mio Gruppo consiliare. Se l'impegnativa significa che si blocca l'acquisizione dei rifiuti campani, fino a quando non ci sarà un piano concordato con tutte le Province, noi siamo favorevoli. Se significa qualcos'altro spiegatecelo meglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Due risposte veloci.
Prima di fare le dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno presentati, vorrei dire che l'Assessore ha perfettamente ragione. La situazione è molto più complessa di quanto noi in cinque minuti siamo riusciti a delineare e, soprattutto, ho cercato, almeno dal mio punto di vista, di sottolineare aspetti che non erano stati toccati da altri colleghi anche per non ripetere le stesse cose.
Sappiamo benissimo del problema della criminalità organizzata, che controlla la partita dei rifiuti. Questo può essere vero se parliamo di stoccaggio-smaltimento. Se invece andiamo a vedere tutta la questione della raccolta differenziata, la percentuale ridicola che la Regione raggiunge che è il 13%, non può essere imputata alla criminalità organizzata, ma ad un sistema poco rigoroso di controllo da parte delle amministrazioni in questo senso.
lì che mi riferivo, quando parlavo di responsabilità degli amministratori, perché ci deve essere più cultura sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio dei rifiuti, altrimenti nei prossimi mesi ci ritroveremo a ridire le stesse cose.
Siamo amministratori responsabili, quindi non possiamo chiedere che venga bloccato questo provvedimento - e rispondo ad Alleanza Nazionale - e che la Regione non si faccia carico, concordando con le Province e con le Comunità locali, su come far arrivare questi rifiuti, in che quantità e come comportarsi.
Non chiediamo assolutamente un blocco prima di decidere, ma chiediamo che ci sia un confronto. La decisione non può essere assunta solo della Regione Piemonte, ma deve essere concordata con tutte le Province e le Comunità locali piemontesi.
Per quanto riguarda gli altri ordini del giorno, voteremo contro quello presentato dalla Lega Nord, perché non possiamo accettare che venga respinta la richiesta della Regione Campania per risolvere questa emergenza; invece ci asterremo su gli altri due ordini del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Parlo anche in dissenso da uno dei voti del mio Gruppo.
Consigliera Motta, c'è un'incongruenza in quello che ha detto. Se nell'ordine del giorno c'è scritto: "Impegna la Giunta regionale a completare il confronto con le Province piemontesi, concordando con loro le azioni necessarie", vuol dire che, automaticamente, viene bloccato l'operato della Regione, che invece ha già indicato Torino ed Asti. Questo è il senso. Non si può dire: "Prima si concorda con le Province e quindi si decide" e nello stesso tempo dire: "Va bene quello che è stato deciso".
Noi, invece, voteremo questo ordine del giorno perché lo intendiamo proprio in questo modo: prima si concordi con le Province - questo dice il documento - dopodiché provate a...



CASONI William

MULIERE Rocchino (fuori microfono)



CASONI William

Completare...



CASONI William

Sì, completare, però la Provincia di Asti cosa dirà? Noi ci impegniamo a tenere conto di quello che stabilirà il Tavolo, ma non prima di aver sentito la Provincia di Asti perché, come abbiamo sempre detto, deve esserci un'intesa con le Province piemontesi. Con questo voteremo comunque a favore, ma specificando che questa è la nostra interpretazione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
La dichiarazione di voto rispetto al voto l'ha già anticipato la Consigliera Motta, di cui condivido le indicazioni.
Rispetto a questo tema non siamo intervenuti perché riteniamo che sulla questione specifica non ci sia nulla da dire. L'emergenza, in un Paese come il nostro, riguarda tutti. Il nostro non è uno Stato federale, ma è uno Stato nazionale e quindi, se c'è un problema in una Regione italiana, noi dobbiamo obbligatoriamente farcene carico, proprio per un principio di sussidiarietà che non può mai venire meno.
Rivolgo solo un appello all'Assessore. È giusto e necessario il confronto e il dialogo con le Province, perché non possiamo imporre nulla a nessuno, soprattutto una maggioranza come la nostra deve evitare di imporre, però l'emergenza è ora, quindi bisogna decidere in fretta e farlo con grande solerzia e con grande capacità di assunzione di responsabilità.
Da parte mia, che sono stato eletto a Torino ma vivo ad Asti, ci sarà il massimo sostegno, Assessore, affinché possa trovare, nel nostro territorio, il pieno appoggio all'iniziativa che lei vorrà assumere. Non possiamo dimenticarci - mai, mai e poi mai - che, al di là di come è redatta la nostra Costituzione e delle competenze e deleghe delle funzioni regionali, noi apparteniamo ad uno Stato nazionale che è uno, solo ed indivisibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Come Gruppo voteremo contro l'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, per le motivazioni già espresse dalla Consigliera Motta, e voteremo contro anche gli altri due ordini del giorno di minoranza, quello presentato da Alleanza Nazionale e quello di Forza Italia. La sostanziale motivazione è che sono incentrati su una politica di gestione dei rifiuti che vede, nel forno inceneritore - nei cosiddetti termovalorizzatori - la risoluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti, che noi ovviamente non condividiamo.



(Commenti fuori microfono dei Consiglieri Ferrero e Ghiglia)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri, tutti hanno avuto modo di parlare ed esternare le proprie idee. Vi prego di rispettare le idee altrui.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori. Chi è l'Assessore delegato a rappresentare la Giunta? Ci deve essere un Assessore delegato a rappresentare la Giunta. C'è sempre stato negli ultimi 36 anni, quindi vorrei sapere chi è e se è seduto nei banchi della Giunta.
Mi sembra una domanda semplice.



PRESIDENTE

Sul registro delle presenze risulta la presenza sia della Presidente Bresso sia del Vicepresidente Peveraro, quindi non ho avuto alcuna indicazione di altri nomi.



BURZI Angelo

Temevo che questa fosse la risposta.
L'ho già detto alla riunione dei Capigruppo e lo ripeto oggi in aula: non crediamo di essere più disponibili ad accettare un'assenza, anche formale oltre che sostanziale, della Giunta. La pregherei, quindi, di far rispettare l'ordine dei lavori, onde i nostri lavori possano procedere, al di là del merito, almeno nel rispetto della forma.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Guardi, Consigliere Burzi, non è la prima volta che discutiamo di questa questione e non è la prima volta che questa questione viene da me comunicata alla Giunta regionale. Non posso che reiterare le istanze già presentate. Non ho difficoltà a farlo, così come abbiamo fatto sulle interrogazioni e su altri tipi di problemi. Ovviamente la considero giuridicamente, un'obbligazione di mezzi e non di risultato, perché il risultato, purtroppo, non è di mia competenza o, meglio, non lo posso determinare autonomamente.
Non avendo altre richieste di intervento, procediamo con la votazione degli ordini del giorno. Procediamo secondo la presentazione.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 465, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto delle dichiarazioni della Presidente Bresso circa la disponibilità di accogliere in Piemonte una quota di rifiuti della Regione Campania tenuto conto dell'incapacità, della Provincia di Torino e del Comune di Torino, di dare attuazione ad una programmazione efficace di gestione dello smaltimento dei rifiuti che ha causato in Piemonte lo stato di emergenza del settore considerato che la capacità residua dei siti di smaltimento, segnatamente in quelli del torinese, sarà esaurita tra il 2008 e il 2009 valutato che accogliendo i rifiuti dalla Campania detta capacità di stoccaggio diminuirà ancor prima del termine previsto, determinando ulteriori difficoltà nella gestione dei rifiuti prodotti sul territorio piemontese riconoscendo l'aspetto di solidarietà nazionale al fine della soluzione di una situazione di emergenza che coinvolge tutto il Paese stigmatizzando, tuttavia, il comportamento della Presidente Bresso che ha assunto un gravoso impegno per la Regione senza preventivamente consultare le Province che hanno la diretta gestione del settore rifiuti impegna la Giunta regionale ad attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni affinché siano individuate prioritariamente, tra le altre Regioni, quelle maggiormente adatte e idonee a ricevere i rifiuti della Regione Campania, in quanto già dotate di impianti di termovalorizzazione".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 466, il cui resto recita: "Il Consiglio regionale considerata la disponibilità espressa dalla Presidente della Regione Piemonte Bresso a smaltire, nelle discariche piemontesi, i rifiuti provenienti dalla Regione Campania appreso che la quantità di rifiuti in arrivo dalla Campania ammonterebbe a 3500 tonnellate, all'incirca la quantità di immondizia prodotta dalla Città di Torino in tre giorni considerato inoltre che l'Amiat avrebbe raggiunto un accordo con la discarica di Asti che permetterebbe lo smaltimento di 20000 tonnellate di rifiuti rilevato che la discarica di Basse di Stura è al collasso e che entro pochi anni raggiungerà un livello di saturazione tale da non poter smaltire neanche i rifiuti provenienti dalla città di Torino e dai comuni limitrofi impegna la Presidente della Giunta regionale a non accogliere in futuro i rifiuti provenienti da altre regioni e ad attivarsi affinché si accelerino le procedure per l'entrata in funzione del termovalororizzatore".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 467, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: nei giorni scorsi la Presidente Bresso ha dato la disponibilità ad accogliere i rifiuti della regione Campania per il superamento di questa ennesima fase di emergenza lo smaltimento dei rifiuti campani non è più un'emergenza ma una crisi cronica che si ripresenta ogni anno, già nel 2003 le province piemontesi si rifiutarono di smaltire i rifiuti campani tenuto conto che ad esempio in provincia di Torino la discarica di Basse di Stura si esaurirà con un anno in anticipo e da quanto dichiarato dagli amministratori provinciali non ci sono le condizioni per poter smaltire i rifiuti campani impegna la Giunta regionale tenuto conto che si tratta di problemi cronici dovuti ad una pessima gestione piuttosto che ad una vera e propria emergenza, a non accettare le richieste della Regione Campania".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 468, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della situazione d'emergenza in cui si trova la regione Campania tenuto conto della disponibilità di capacità dei siti di smaltimento presenti nella Regione Piemonte riconosce la necessità di contribuire, per la sua parte, a risolvere una situazione di emergenza anche sanitaria che deve coinvolgere il Paese impegna la Giunta regionale a completare il confronto con le Province piemontesi, le comunità locali concordando con loro le azioni necessarie".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
Non essendo stato raggiunto il numero legale, la votazione dell'ordine del giorno n. 468 sarà ripetuta nell'apertura della seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.10)



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