Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.113 del 26/09/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Scusate, colleghi, vi prego di accomodarvi nei banchi. Coloro che hanno ancora delle discussioni da fare, sono pregati di accomodarsi fuori.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cotto, Motta, Spinosa e Travaglini.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione composizione Gruppo Consiliare Misto (Consigliere Stefano Monteggia: Gruppo Misto con la denominazione di "Progetto Nord Ovest per l'autonomia del Piemonte")


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza con delibera n. 139 del 25 settembre 2006 ha preso atto che a decorrere dal 1° ottobre 2006 il Consigliere Stefano Monteggia appartiene al Gruppo Misto con la denominazione di "Progetto Nord Ovest per l'autonomia del Piemonte".
I Gruppi consiliari Misto e Lega Nord Piemont-Padania passano rispettivamente a due e a tre Consiglieri.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 906 del Consigliere Cavallera inerente a "Realizzazione di immobile da destinare a grande centro commerciale in località Cappuccini, Viale Cellini, Valenza"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 906, presentata del Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Non è l'unica interpellanza avente per oggetto varianti parziali ai Piani Regolatori. Successivamente risponderò anche all'interpellanza n. 927 dei Consiglieri Vignale, Boniperti e Botta, perché sono tra loro collegate.
Devo dire che sono due interpellanze che mi fanno abbastanza piacere perché mettono a fuoco un problema decisivo e importante, maturato in questi ultimi anni e che apre inesorabilmente la strada per una riforma della legislazione urbanistica di disegno del territorio, che vada nella direzione di evitare che in futuro si verifichino certi fenomeni alla base di interpellanze di questo genere.
Relativamente all'interpellanza del Consigliere Cavallera, vorrei sostenere come la ricostruzione della vicenda richiesta (Cavallera richiede anche dei dettagli) è stata effettuata sui dati della Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica, oppure acquisiti dalla stessa presso gli Uffici comunali di Valenza.
Le poche notizie dirette discendono dall'essere stato invitato l'Assessorato a partecipare ad una Conferenza dei Servizi istituita ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale n. 40, convocata solo per considerare l'opportunità o meno di procedere a valutazione d'impatto ambientale per il centro commerciale in oggetto.
comunque possibile fornire le seguenti informazioni che vado rapidamente a leggere.
Il Piano regolatore del Comune di Valenza è del 1996 e destina l'area ove si sta realizzando l'intervento ad attrezzature commerciali pubbliche (un centro annonario o un mercato fisso).
Nel 2002 il Comune approvava una variante parziale che eliminava la destinazione produttiva dell'area e la destinava ad attività commerciali.
L'anno successivo deliberava poi un accordo con una società commerciale (la Novacoop) per la permuta dell'area di proprietà comunale sita in regione Cappuccini, con un immobile di proprietà Novacoop sempre a Valenza in via Pellizzari angolo via Cavour.
In seguito all'accordo la società Novacoop presentava sull'area, sita in regione Cappuccini, un Piano esecutivo convenzionato che il Consiglio comunale approvava nel settembre del 2004 con deliberazione n. 54.
Ai sensi della legge regionale n. 40/98 veniva quindi affidata alla Direzione Regionale Pianificazione Commercio e Artigianato l'organizzazione della conferenza per la valutazione di impatto ambientale dell'insediamento commerciale.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, diventa davvero difficile ascoltare la risposta dell'Assessore, per chi intende ascoltare mentre l'Assessore parla. Quindi vi pregherei un attimo di silenzio o di accomodarvi fuori per consentire di ascoltare le risposte. Visto che a volte le attendiamo tanto tempo, quando arrivano è bene ascoltarle. Senza alcuna allusione al caso in questione.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Dicevo che veniva affidata alla Direzione Regionale Pianificazione Commercio e Artigianato l'organizzazione della conferenza per la valutazione di impatto ambientale. Secondo la DGR n. 27/2001, la verifica di VIA è obbligatoria per la costruzione di centri commerciali classici con superficie di vendita superiore a mq. 2500 e superficie utile lorda di pavimento superiore a 4.000 mq.
Il progetto commerciale presentato riguardava una richiesta di autorizzazione all'apertura di un centro commerciale classico con superficie di vendita di complessivi mq. 5.069 nell'ambito di una localizzazione L2.
Con determinazione dirigenziale 31/2004 la Direzione regionale Commercio e Artigianato escludeva la necessità di sottoporre l'intervento alla fase di valutazione d'impatto ambientale e la Conferenza dei Servizi preposta al rilascio delle autorizzazioni commerciali, con protocollo n.
5850 del 18/5/2004, accoglieva la richiesta di apertura di un centro commerciale classico. La determinazione dirigenziale n. 127 del 2004 infine rilasciava la definitiva autorizzazione regionale commerciale.
Il Comune di Valenza rilasciava il 30 giugno 2005 alla società Novacoop il permesso di costruire per la realizzazione delle opere di urbanizzazione previste dal PEC, approvato nel settembre 2004 e, il 13 luglio 2005, il permesso di costruire per la realizzazione di edificio a destinazione commerciale.
Risulta all'Assessorato che, in seguito a sentenza del TAR Piemonte del 14 giugno 2006 (a cui il Consigliere Cavallera fa riferimento), su ricorso proposto da altro operatore che ha annullato l'approvazione del P.E.C., e tutti gli atti conseguenti, il Comune ha notificato alla società Novacoop la sospensione dei lavori, consentendo unicamente l'esecuzione delle opere necessarie alla messa in sicurezza del cantiere ( opere riferibili, per altro, alle urbanizzazioni a servizio dell'intera zona e non all'edificio commerciale).
In merito alla richiesta di altre specifiche informazioni vorrei inoltre precisare, che per quanto concerne l'aspetto della viabilità, la Conferenza dei Servizi finalizzata all'autorizzazione commerciale, anche su richiesta della Direzione Pianificazione Gestione Urbanistica, ha prescritto la realizzazione di diverse opere di viabilità funzionali all'apertura del centro commerciale (rotatorie a più corsie, anche esterne al centro commerciale; accessibili ai servizi; viabilità interna al centro commerciale).
Riguardo l'inserimento paesaggistico dell'intervento, si da atto che l'area non risulta individuata dal P.R.G. come di pregio paesaggistico n vincolata ai sensi della legge ex Galasso, per cui le valutazioni su tale aspetto sono state condotte unicamente dal Comune, senza alcun coinvolgimento delle strutture regionali che non avessero titolo a esprimersi.
Inoltre sulle questioni geotecniche, si precisa che l'arta di sintesi dello studio geologico, allegato al Piano Regolatore del '96, classificava l'area in classe IV (zone stabili per le quali non sussistono gravi problemi di carattere geotecnica riguardanti la stabilità dei versanti o la capacità dei suoli a ospitare trasformazioni).
Il nuovo quadro di dissesti, redatto in ottemperanza alle disposizioni tecniche regionali delle autorità di Bacino per l'adeguamento al PAI, ha ottenuto il 25 maggio 2005 parere favorevole del Gruppo Interdisciplinare istituito presso la sede di Alessandria, ma non fa ancora parte degli elaborati adottati dal Consiglio Comunale.
Nel nuovo quadro, tuttavia, all'area ove è stato realizzato l'edificio è attribuita la classe I (porzioni del territorio nelle quali le condizioni di pericolosità geomorfologia sono tali da non imporre limitazioni alle trasformazioni di tipo edilizio e urbanistico), e alla fascia destinata a verde, posta tra l'area edificata e il tracciato della futura tangenziale in corso di progettazione, è attribuita la classe II (porzioni di territorio nelle quali le condizioni di moderato rischio possono essere agevolmente superate attraverso l'adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici realizzabili a livello di progettazione esecutiva).
Infine, va dato atto che il Comune conferma l'esistenza, tra gli elaborati a corredo del progetto che ha ottenuto il permesso di costruzione, di un apposito studio di carattere geotecnica redatto a norma per gli effetti di cui al D.M. 11 marzo 1988.
Sono stato molto lungo ma inevitabilmente l'interpellanza richiedeva l'analisi del dettaglio che non potevo esimermi dal fare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per una replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto desidero ringraziare l'Assessore per la puntualità della risposta. Ovviamente la vicenda viene ricostruita in tutti i suoi passaggi anche se l'Assessore ha precisato che il momento decisionale, definiamolo discrezionale, non è a livello regionale ma a livello comunale. Sul punto sono perfettamente d'accordo.
Un approccio di questo tipo è certamente corretto, però rischia, alla fine, di portare quasi a giustificare tutto.
Certamente vi è una coerenza con alcuni strumenti di indagine o di ricognizione delle varie limitazioni di utilizzo del suolo. Inoltre porzioni del territorio, da un punto di vista paesaggistico, non sono classificate. Infine, vi sono previsioni urbanistiche del Comune e quindi apparentemente, tutto fila e su questo non ci sono problemi. Credo, per che occorra sottolineare due aspetti, anche se forse non è competenza diretta dell'Assessore.
In un Comune con consolidata amministrazione di centrosinistra alla Coop viene riservato un trattamento accelerato nel rilascio di questa autorizzazione. Se avessero aspettato che la Coop fosse effettivamente diventata proprietario dell'immobile, non sarebbero incorsi nella censura del TAR. Per fortuna vi è un organismo terzo, la Magistratura Amministrativa, che nel caso particolare ha analizzato le carte. Mi dispiace, però, che si sia in presenza di un ricorso da parte di un altro soggetto privato che ha un interesse legittimo nella vicenda e che ha portato a questo approfondimento e a questa decisione del TAR.
Indubbiamente, laddove vi sono amministrazioni di sinistra o di centrosinistra vi è una forte presenza della Coop e, naturalmente, molte volte le amministrazioni sono attente a queste richieste.
Vi è un altro profilo: la particolarità di Valenza. Si tratta di uno distretto produttivo di particolare criticità; una realtà che è sempre stata un grande laboratorio e la fase commerciale...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Cavallera, ma pregherei i Consiglieri e gli Assessori che devono interloquire fra di loro di uscire dall'aula, perch diventa difficile ascoltarsi. Colleghi, non voglio fare, com'è stato riferito, il maestro di scuola, però diventa difficile, per coloro che vogliono ascoltare le risposte o intendono replicare, poterlo fare.



CAVALLERA Ugo

Detto questo, in ordine alla questione soggettiva della Coop, che ha portato avanti la richiesta, poi annullata dal TAR (ovviamente adesso ci sono le possibilità di rimediare, dal punto di vista del rilascio del permesso, basta rifare la procedura e ridare le concessioni e il permesso di costruire; penso che senz'altro la questione verrà assorbita in questo senso), ritengo che, da un punto di vista della risposta urbanistica e dell'attuale situazione contingente e strategica della città di Valenza, si sarebbe dovuto, non cercare di tirare al massimo le possibilità concesse dalle legge n. 56, ma ripensare, con una revisione dello strumento urbanistico, a tutto l'impianto urbanistico della città, attualmente in fase di trasformazione. A tal proposito appare necessario esaminare la possibilità di valorizzare al massimo un'attività commerciale con la vendita direttamente al pubblico, visto il rinomato nome di Valenza a livello nazionale e internazionale.
Ricordo che Valenza non ha neanche un albergo degno di tale nome perché non era necessario in quanto vi era solo la produzione. Per quanto riguarda questo secondo aspetto, l'intervento impostato e portato avanti blocca la città in una posizione strategica molto importante: verso Alessandria, Tortona e la Lombardia.
L'Assessore avrà modo di approfondire la questione con una eventuale futura variante, dandomi, in un secondo tempo, un suo giudizio che senz'altro sarà di condivisione delle critiche appena espresse.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 927 dei Consiglieri Vignale, Boniperti, Botta, Casoni Ghiglia inerente a "Comune La Cassa variazione parziale al PRGC ai sensi art. 17 comma 7 L.R. 56/77"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 927, sulla quale risponde l'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Grazie, Presidente.
Gli interroganti prospettano un caso sottoposto con frequenza all'attenzione dell'Assessorato: quello di una variante al Piano Regolatore approvata solo dall'Amministrazione comunale, in quanto ritenuta, per le sue caratteristiche, "parziale" dalla stessa Amministrazione, ma non ritenuta tale da altri soggetti (di solito rappresentanti delle minoranze consiliari, che sono spesso in disaccordo con la maggioranza sui contenuti stessi della variante).
Si tratta di situazioni non rare, come ho già anticipato precedentemente, dopo le riforme introdotte dalla legge regionale 29 luglio 1997 n. 41, che ha ampliato la competenza dei comuni per approvare modifiche al loro Piano Regolatore (le cosiddette varianti parziali) eliminando, nel contempo, il potere della Giunta Regionale di annullare successivamente una variante ritenuta illegittima.
La situazione è descritta nella circolare della Regione n. 12 del 5 agosto 1998 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte) nella quale si dà atto che - cito il testo - "Varianti Parziali e Modificazioni che non costituiscono variante, secondo la nuova ripartizione di competenze, non devono essere condivise dalla Regione con l'approvazione, e nemmeno sono sottoposte a controllo successivo (il procedimento di annullamento previsto in precedenza dalla legge regionale è abrogato proprio dalla legge in esame) e, in conseguenza, non sono annullabili dalla Regione".
possibile quindi far valutare la legittimità della procedura solo con ricorso al TAR, attivabile peraltro soltanto da soggetti direttamente lesi in un loro interesse dalla variante parziale, dalla variante in oggetto (e non solo tali per il TAR del Piemonte, ad esempio, i Consiglieri comunali in quanto tali).
Gli uffici della Regione quindi, atteso il quadro normativo, trattano sempre con molta cautela tutte le richieste relative alla materia, evitando giudizi sulla legittimità o meno di tali atti, giudizi che non vincolerebbero in alcun modo l'amministrazione comunale e costituirebbero soltanto elementi di confusione non finalizzati ad alcun efficace provvedimento.
Per quanto riguarda più specificatamente le affermazioni e i quesiti posti nell'interrogazione, vorrei sostenere che, innanzitutto, non è stato possibile riscontrare la notizia secondo la quale il Comune avrebbe sottoposto un quesito (evidentemente verbale) agli uffici regionali che avrebbero escluso la natura di parzialità della variante comunale. In secondo luogo, la variante di cui all'interrogazione non è pervenuta all'Assessorato, che quindi non ne conosce i contenuti: l'obbligo per il comune di inviarla "per conoscenza" non è, peraltro, soggetta ad alcuna sanzione né conseguenza.
Infine, quand'anche a conoscenza di un mancato rispetto della legge regionale, la Giunta non avrebbe alcun titolo né strumento per intervenire come chiarito nella circolare citata.
Mi fermo qui, ribadendo - visto che forse il Consigliere Vignale non era ancora in aula quando ho iniziato a dare la risposta al collega Cavallera - che è un'interrogazione che mi soddisfa, in quanto mette l'accento su un problema che dobbiamo affrontare congiuntamente nella nuova legge di governo del territorio.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Vignale, per una breve replica.



VIGNALE Gian Luca

Innanzitutto chiedo la risposta scritta da parte dell'Assessore, perch se è vero, come ha detto in conclusione, che è un aspetto che andrà trattato sulla futura legge, mi documenterò maggiormente rispetto alla circolare che citava.
Annoto che esiste una legge regionale che distingue le varianti parziali dalle varianti strutturali; che questa è certamente una variante strutturale; che l'Amministrazione comunale non ha competenza nel trasformarla in una variante parziale. Ce ne saranno a centinaia, questo non lo so; il dato su cui, però, credo sia significativo riflettere è che tutto questo, Assessore, non può essere ridotto a un problema fra minoranze e maggioranze: è un problema di legge. È un problema di legge che non viene rispettata, quindi che lo sollevi un Consigliere comunale di minoranza, che lo sollevi un semplice cittadino o un Consigliere regionale ha, di fronte alla legge, la stessa validità. Ovviamente l'abbiamo sollevata come Gruppo consiliare perché è la Regione che in qualche modo, oltre all'ente Comune ha una competenza nel merito. Dubito però o comunque sono perplesso rispetto alla risposta dell'Assessore, che sostanzialmente dice: "Esiste una circolare che prevede che la Regione in alcun modo non possa intervenire e sanzionare un non rispetto della legge. Lo può fare un cittadino davanti al TAR, come per qualunque altro atto amministrativo. Non intendiamo intervenire, vogliamo solo che la futura legge regionale sia più restrittiva e consenta di punire il non rispetto". Penso che, di fronte al non rispetto di una normativa, soprattutto se essa è regionale, in qualche modo, prima dell'approvazione della futura legge, ci si deve mettere in condizione di poter intervenire rispetto alle violazioni della legge stessa, altrimenti vi sono delle oggettive difficoltà nel comprendere qual è la figura della Regione nel far sì che vengano rispettate le proprie leggi. Poi, ovviamente, chiederò la documentazione, perché per me è singolare che esista una circolare, che è un atto giuridicamente inferiore rispetto a una legge, che consenta il non rispetto della legge stessa, per facendo riferimento alla legge medesima. È un po' singolare.
Rilevo che, se il problema è la circolare, a circolare si interviene con circolare successiva, però - ripeto - mi documenterò maggiormente nel merito, perché il problema non è singolo, ma soprattutto perché questo strumento dà la possibilità a qualunque Amministrazione comunale, anche come in questo caso, nella condivisione di un progetto che si sta realizzando in un territorio, di non rispettare la legge. E questo, invece non è condivisibile .


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate

Interrogazione 853 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Società TNE"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 853, alla quale risponde l'Assessore Bairati.
La parola all'Assessore Bairati per la risposta.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Nell'interrogazione, che è stata presentata sul funzionamento della società TNE (interrogazione che deriva da un'audizione tenuta dalla Commissione del Presidente di Finpiemonte), mi si chiede di rispondere - lo dico sinteticamente - circa lo stato delle realizzazioni di TNE; se risponde al vero che la Regione non abbia provveduto a nominare i membri del Consiglio di Amministrazione e, in caso affermativo, quali siano i motivi; chi siano i membri del Consiglio di amministrazione nominati dagli altri enti; se tutti i soci abbiano versato le quote di loro spettanza.
Nella sostanza delle cose, nell'interrogazione si chiede di dar conto del fatto se la società sia più o meno operativa.
Nella risposta scritta è allegato il cronoprogramma, che ne fa parte integrante e quindi può essere oggetto di verifica puntuale.
Distinguerei due parti. La prima parte riguarda quella realizzazione che è la consegna delle aree da parte di FIAT a TNE, che è la parte riguardante gli immobili oggetto di transazione dell'accordo.
La seconda parte, in cui TNE ha un ruolo di sostegno tecnico, riguarda lo stato di attuazione del protocollo d'intesa che - lo dico per intenderci era la parte più politica dell'accordo siglato con l'azienda.
Come sapete, la società è stata costituita con un capitale sociale iniziale di 120.000 euro e l'unico socio costituente nella fase provvisoria era Finpiemonte. Quindi il Consiglio di amministrazione di TNE era costituito di fatto soltanto da membri indicati dalla finanziaria regionale. I membri erano: la dott.ssa Bianca Vetrino, il dott. Risoli e l'arch. Chiotasso. Questo assetto provvisorio è durato fino all'espletamento delle procedure di nomina da parte, in particolare, del Comune di Torino e della Provincia di Torino, che si sono concluse poco tempo fa.
Lo dico verbalmente, ma posso darne documentazione scritta, per informazione degli interroganti: la Provincia di Torino ha nominato come proprio componente il prof. Zanetti; il Comune di Torino, che ha tre membri in Consiglio di amministrazione, ha nominato il prof. Berta, il dott.
Zangola e il dott. Riccobon; la Regione Piemonte ha confermato il dott.
Risoli come Presidente della società, l'avv. Bava e il sig. Papandrea.
Quindi il Consiglio di amministrazione della società è operativo e costituito.
I soci hanno versato le loro quote di spettanza, quindi TNE è in proprietà e disponibilità del capitale versato dai soci.
Successivamente all'acquisto, avvenuto in data 23 dicembre, del complesso di Mirafiori e dell'area di Campo Volo, secondo il cronoprogramma rispettato, nel mese di maggio FIAT Auto ha consegnato a TNE il primo lotto, che per intenderci è il lotto dell'ex area Centro Stile, sito nella zona di via La Manta, convenzionalmente denominata ex Mercato Italia.
Sempre nel rispetto degli accordi, nel mese di luglio 2006 FIAT Auto ha consegnato alla proprietà di TNE l'area cosiddetta ex Parco, cioè l'area di fronte dove sono collocati attualmente i serbatoi di nafta, collocata all'incrocio tra corso Settembrini e corso Orbassano.
L'ultima area relativa al piazzale, di cui è prevista la consegna a 16 mesi dalla firma del rogito, che è l'area del piazzale al di là di corso Settembrini, dovrebbe essere consegnata entro aprile 2007, ma credo che ci siano tutte le condizioni perché possa essere consegnata prima.
Una precisazione importante è quella relativa all'articolo 19 dell'atto di compravendita: "Le parti hanno concordato che a seguito del completamento dell'immissione in possesso" - cioè del trasferimento della proprietà - "la parte acquirente ha, ovviamente, diritto a richiedere l'effettuazione delle indagini ambientali da parte della parte venditrice secondo le direttive e secondo il controllo stabilito dalla parte acquirente. Controllo che viene eseguito secondo i parametri previsti dalla legislazione ambientale per le procedure di bonifica". In altre parole secondo quello che dice la legislazione ("Chi inquina, paga"), va sotto quel titolo.
Quindi, i tempi dell'accordo sono stati rispettati. Le procedure di ispezione, verifica e successiva immissione in proprietà delle aree sono state rispettate. Il Consiglio è pienamente operativo ed il capitale integralmente versato.
Parallelamente - come sapete - TNE collabora anche, nello stile incomity, alla costruzione di tre piani, che sono in fase di completamento uno riguarda il piano di formazione per l'indotto, l'altro il piano della ricerca per l'indotto e il terzo la costituzione del cosiddetto fondo di investimenti in favore delle PMI collegate alla filiera dell'auto.
Nello stile incomity sono rappresentati i tre enti pubblici soci e l'azienda. La fase di architettura tecnica dovrebbe essere completata entro l'anno in modo che, dal primo gennaio 2007, questi tre piani possano essere effettivamente operativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Ringrazio l'Assessore Bairati per la risposta, di cui chiedo la copia scritta. Assessore, abbiamo presentato questa interrogazione e l'avevamo presentata a seguito dell'audizione del Presidente di Finpiemonte. Inoltre l'abbiamo presentata per un altro motivo. Non vorrei che sembrasse una battuta, ma visto che oltre un anno fa c'era molta fretta di fare il TNE per rilanciare l'automotive e la ricerca nel torinese rispetto alla motoristica, così come per rilanciare l'occupazione, mantenere quella vecchia e andare incontro alle sorti magnifiche e progressive dell'economia torinese, ci chiedevamo come mai, dopo oltre un anno, non è ancora successo niente e, addirittura, dopo sette mesi dalla costituzione, non erano neanche stati nominati i membri del C.d.A. La risposta è rimasta ferma, nel senso, nonostante tanta fretta fino ad oggi, sostanzialmente - poi dal cronoprogramma sicuramente scopriremo che da domani in avanti si farà di tutto e di più - dopo oltre un anno non è successo assolutamente nulla.
Siete riusciti a nominare faticosamente i membri del Consiglio di Amministrazione; tra l'altro, chiederemo nei prossimi giorni un'audizione dei componenti della Regione nel Consiglio di Amministrazione, chiedendo anche le copie dei loro curricula, perché credo sia doveroso conoscere il know-how di cui i membri individuati dalla Regione sono in possesso per partecipare veramente a tutto quello che è stato detto, che è l'oggetto sociale della società. Al di là, ovviamente, delle considerazioni umane e personali, crediamo anche che, a fronte dell'innovazione per la Torino del terzo millennio, forse il Consiglio di Amministrazione nella quota di competenza regionale non ha proprio espresso tutto ciò che poteva sui membri del C.d.A.
C'è un problema, Assessore, chiaramente, nel merito non ho nulla da dire - perché è una richiesta di informativa che lei cortesemente ci fornisce. Ci è rimasto un dubbio, che è un dubbio - lo devo dire sinceramente - che getta un'ombra sulla società. Lo dico anche al Presidente del Consiglio. C'è solo un'ombra su TNE, l'ho detto ieri al Sindaco Chiamparino e lo ripeto oggi a voi. Nel Consiglio di Amministrazione di TNE che è un Consiglio tecnico, lo abbiamo visto dalle nomine - che rappresenta il non plus ultra delle conoscenze tecniche ed intellettuali di cui questa Regione dispone - non c'è neanche un membro delle residue scarse intelligenze della minoranza.
Voglio dire: in tutti e tre gli enti, non c'è nessun rappresentante individuato dalle minoranze. Tre enti che hanno dato 67 milioni di euro, i tre enti pubblici hanno dato soldi pubblici per l'operazione, c'è un Consiglio di Amministrazione ma non c'è nessun rappresentante della minoranza. Ma lo dico non perché vogliamo i posti per occupare il potere: noi chiediamo i posti per controllare cosa si fa. E a noi questa - ed è per questo che la sottolineo a lei - sembra una cosa di una gravità estrema.
Lo so che a voi, colleghi, non interessa perché ve li siete acchiappati tutti i Consiglieri di Amministrazione di TNE, ma è grave che vi sia un Consiglio di Amministrazione formato da tre enti, con soldi pubblici e nessun rappresentante di minoranza.
C'è un rappresentante di minoranza?



(Commenti in aula)



GHIGLIA Agostino

Da Torino non c'è, dalla Regione non ci risulta. Allora ci dica apertamente - non lo deve mica tenere nascosto - qual è il rappresentante delle minoranze che ha proposto la Regione Piemonte. è interessante saperlo, non lo sapevamo e sarebbe una bella novità di cui vi ringraziamo altrimenti è un fatto grave, perché io ho sentito tre nomi.
Questa è la conclusione, però attendo la risposta scritta, poi nei prossimi mesi avremo occasione di tornarci. Assessore Bairati, faccio a lei i complimenti - che la prego di estendere ai suoi colleghi degli altri enti per la celerità con cui questa società sta producendo per la nostra realtà torinese e per il nostro Piemonte, perché siamo veramente contenti di aver messo lì 67 milioni di euro.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 284 dei Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Finta specializzazione nelle case di cura private" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)


PRESIDENTE

Comunico che all'interpellanza n. 284 viene data risposta scritta.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interpellanza n. 616 del Consigliere Cavallera inerente a "Sistema diagnostico PET per l'Azienda Ospedaliera di Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 616 del Consigliere Cavallera, cui risponde l'Assessore Valpreda, che ha pertanto facoltà di intervenire.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

La tomografia ad emissione di positroni è una nuova tecnica di grande importanza per la diagnosi di numerose patologie: rilevazione precoce dei tumori, verifica dello stadio di malattia e dell'efficacia della terapia lo studio di malattie cardiache e cerebrali.
Nonostante gli elevati costi strutturali, ma soprattutto di gestione uniti alla complessità di produzione dei raggi traccianti, che sono gli indicatori necessari per utilizzare la PET, questa tecnica si è ormai affermata come procedura di immagine non invasiva che misura quantitativamente in vivo parametri fisiologici, tramite diversi traccianti marcati con isotopi positronemittenti.
Le applicazioni cliniche consolidate della PET sono soprattutto in campo oncologico, neurologico e cardiologico.
La collocazione delle apparecchiature PET deve tener conto della distribuzione demografica della popolazione, all'interno della Rete Oncologica (i Poli Oncologici hanno ciascuno un'afferenza di popolazione di circa 500.000 abitanti) ed il loro utilizzo, considerati i rilevanti costi di investimento e di esercizio, impone una gestione coordinata delle apparecchiature.
La definizione del fabbisogno attuale e di quello potenziale di prestazioni PET e l'effetto economico di una forte diffusione delle attività, richiedono di governare attentamente la progressiva espansione di tale sistema diagnostico.
L'ottimizzazione clinico-operativa e gestionale della metodica dovrà comunque essere garantita all'interno della Rete Oncologica, nelle Aziende Sedi di Polo Oncologico in possesso dei requisiti necessari.
Con deliberazione n. 34 del giugno 2004, è stata approvata, in base ai dati epidemiologici della Regione Piemonte in area oncologica (che rappresenta circa il 90% delle prestazioni fornite dal sistema PET, mentre il restante 10% è applicato nel settore neurologico e cardiologico), la Rete PET per tutto il territorio regionale.
La realizzazione prevede due fasi: la prima riguarda l'attivazione nell'area di Torino e provincia - oltre che nel Quadrante di Cuneo, in cui era già operativo il primo Centro PET - Ciclotrone del Piemonte, presso l'ASO Santa Croce e Carle che produce anche i reagenti, i farmaci per far funzionare la PET.
La seconda fase prevede, in base alla valutazione dei risultati emersi dalla prima fase di attuazione e delle eventuali nuove esigenze clinico operative, l'attivazione in altre Aziende sanitarie, sedi di Polo Oncologico.
Quando sarà definito l'avvio della seconda fase, dopo queste valutazioni e in relazione alla complessa disamina degli esiti della prima fase, l'ASO di Alessandria, sede di Polo Oncologico nell'ambito della Rete Oncologica, potrebbe essere individuata quale sede per la collocazione di PET.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la relativa tempestività della risposta tuttavia devo assolutamente dichiararmi insoddisfatto della risposta e, per certi versi, anche molto sorpreso. L'Assessore conosce bene il territorio sa che l'area territoriale della provincia di Alessandria, se non comprende 500 mila abitanti, ne comprenderà 440 mila circa, con l'affluenza gravitazionale di zone della valle Stura e di altre zone contermini.
Al di là di ciò, anche la provincia di Alessandria ha, nella rete oncologica di riferimento, situazioni come quella di Casale, dove sono conclamati i casi di mesotelioma e, comunque, situazioni riferibili a patologie da accertarsi tempestivamente. Inoltre, la risposta fornitaci dall'Assessore non è in sintonia con quanto sostenuto dalla Presidente Bresso quando si è recata in visita ad Alessandria. È noto che l'Azienda ospedaliera di Alessandria aveva già previsto l'installazione del sistema diagnostico che - correttamente, questo lo condivido - deve essere collocato in alcuni Poli (una volta li chiamavano quadranti) legati ad un'azienda ospedaliera e ad una rete oncologica. Tutte iniziative che condivido. Tuttavia, penso che in questo caso si voglia trattare la sanità della provincia di Alessandria come una sanità di serie B.
L'Azienda ospedaliera aveva percorso tutte le strade del capitolato con le procedure defatiganti che si devono seguire perché, come sostiene giustamente l'Assessore, non costa solo l'acquisto, ma anche i reagenti e tutta la gestione. Perfettamente d'accordo, ma a questo punto mi sembra che la risposta, se non è un no, poco ci manca. Abbiamo tutte le condizioni amministrative necessarie, l'Assessore lo sa, dipende solo da lui alzare la cornetta del telefono o scrivere due righe al direttore di quell'ASL che peraltro, essendo un commissario, agisce e non agisce sulla base di quello che gli viene suggerito dalla Giunta regionale o dall'Assessore competente.
Tutta la realtà locale attende un'indicazione positiva in tal senso.
Ci sono tante altre questioni pendenti, ma almeno questo, Assessore, è quello che soprattutto attendiamo.
Se poi si vuole ricorrere a tatticismi per cui, a fronte di un'interpellanza presentata da un Consigliere di opposizione si dice "forse vedremo" - e allora la notizia dovrà essere data con tanto di taglio di nastro da parte dei Consiglieri di maggioranza, magari anche con la partecipazione degli Assessori, in vista della campagna elettorale che vi sarà ad Alessandria nella prossima primavera - a questo punto mi consenta Assessore, di pensare anche male.
Spero di portare in Consiglio il vasto mondo degli operatori sanitari pubblici, sottolineo pubblici, e non privati, che magari trovano le loro soluzioni. Non vorrei che, fra un po' di tempo, l'apparecchiatura della PET venisse installata presso un noto centro diagnostico locale. Questo sarebbe il risultato assurdo a cui si giungerebbe.
Occorre che il quadrante di Alessandria, uno dei nodi della rete oncologica, centro di riferimento, venga dotato di questa attrezzatura tanto più che basta veramente dare l'input al Direttore generale: tutte le carte per esperire la gara e per fare effettuare le assegnazioni sono pronte.
Mi auguro, Assessore, che lei vada in questa direzione.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 542 del Consigliere Pedrale inerente a "Stato dei concorsi per il conferimento di sedi farmaceutiche"


PRESIDENTE

In assenza del Consigliere Pedrale, diamo la risposta in forma scritta? Sospendiamo la trattazione dell'interrogazione in attesa del Consigliere Pedrale.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 622 dei Consiglieri Nastri, Cotto, Cavallera, Leo e Burzi inerente a "Attività dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 622, sulla quale risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Relativamente alla prima interrogazione volevo dire al Consigliere Cavallera che noi ci siamo limitati a dare attuazione alla delibera assunta nel 2004. Tale delibera prevedeva un preciso percorso per la realizzazione non c'è nessuna dietrologia politica da fare (come è noto, io sono un politico assolutamente atipico). I tecnici stanno valutando, abbiamo detto che con ogni probabilità la PET ad Alessandria ci sarà essendo sede di un polo oncologico. Per la diagnosi di mesotelioma sono sufficienti quelli esistenti.
In riferimento all'interrogazione con cui si chiedeva informazioni e notizie sull'attività dell'associazione italiana sclerosi multipla, preciso che presso l'Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano è stato costituito il centro di riferimento regionale per la Sclerosi Multipla e Neurobiologia Clinica in attuazione di una delibera del 2002 e anche in considerazione dell'attività clinica, scientifica e della attività neurobiologica laboratoristica svolta in questa sede fin dal 1993.
Tale centro ha tra i suoi compiti istituzionali anche il coordinamento delle attività di interesse socio-sanitario svolte da associazioni di volontariato con le attività di assistenza, cura e ricerca, svolte direttamente o indirettamente dal servizio sanitario regionale e la promozione con le associazioni di volontariato di iniziative di informazione sulla malattia e di progetti per l'inserimento nel mondo del lavoro delle persone con sclerosi multipla.
Le attività sono assolte attraverso: un'accurata informazione al paziente al momento della diagnosi e durante ogni visita ambulatoriale l'attività di un call-center e segreteria (i pazienti sono ricontattati dal neurologo curante ogni volta che telefona al CRESM, in media sono 15 telefonate al giorno) a partecipazione alle riunioni dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla dedicate all'informazione ai pazienti la consulenza tecnica all'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM).
Inoltre, il Centro di Riferimento regionale per la Sclerosi Multipla: partecipa al progetto dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla "Infopoint" nel quale un borsista dell'AISM è presente tutte le mattine al CRESM a disposizione dei pazienti, per fornire informazioni sulla malattia e sulle problematiche sociali e lavorative. Nel Centro è inoltre attivo un punto internet gratuito a cui i pazienti possono accedere liberamente per cercare informazioni sulla malattia organizza incontri dedicati all'informazione ai pazienti denominati "Dare informazioni e ricevere suggerimenti". Tali incontri si sono svolti presso l'ASO nell'ottobre 2005 e il 4 marzo 2006. Ad ogni incontro hanno partecipato 400 pazienti insieme ai loro familiari. Durante tali incontri tutte le professionalità del CRESM hanno presentato relazioni con diapositive dedicando un ampio spazio alle domande dei pazienti fornisce ai pazienti un fascicolo denominato "Progressi e Progetti" che descrive le attività del Centro e le novità più importanti sulla malattia partecipa, nell'ambito della Settimana della Sclerosi Multipla, con proprio personale agli incontri organizzati per dare informazioni ai pazienti.
Quindi, si tratta di un complesso di attività assistenziali ed informative di alta qualità e anche di elevata intensità, per cui il paziente presso questo centro trova veramente un'assistenza e una serie di informazioni su questa brutta malattia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intanto ringrazio l'Assessore per la risposta. Chiederò la cortesia peraltro già prevista dalla procedura, di avere il testo della risposta perché buona parte dei firmatari dell'interpellanza a cui ha risposto l'Assessore oggi - a partire dalla prima firmataria, collega Cotto, che è all'estero per compiti istituzionali - è assente. In questo modo si possono fornire loro gli elementi scritti della risposta dell'Assessore.
Questa associazione è una delle più recenti perché ha iniziato la sua attività solamente 5-6 anni fa. Il territorio piemontese è ricco l'Assessore Valpreda lo sa bene - di un notevole numero di associazioni che nella loro diversificazione operano a fianco delle strutture a ciò delegate affiancando la complessa attività del mondo socio-assistenziale.
Potrebbe essere non inutile, se l'Assessore a ciò convenisse, dedicare quando il tempo in IV Commissione lo consentirà - e senza per ciò voler porre nessun ostacolo a temi che abbiano un iter legislativo più urgente una sessione al tema delle associazioni di cui questa è una, in modo da cercare di comprendere nella loro diversità e nel loro numero il tipo di supporto che già viene dato - che so essere significativo - il tipo di integrazione, anche soltanto a livello informativo, che a mio avviso pu ancora essere migliorato di molto e il tipo di interlocuzione, ogni tanto addirittura eccessivo. Infatti i volontari giustamente, facendo il loro lavoro con passione, pretendono cose non sempre facilmente ottenibili in termini di spazio, di risorse e di attenzione Dico questo in modo da aiutare il Consiglio regionale indipendentemente dalle parti e dall'esperienza, a meglio conoscere un fenomeno molto complesso ed ampio, e dalla conoscenza aiutare ciascuno di noi nella propria attività più squisitamente istituzionale.
Ringrazio di nuovo l'Assessore per la cortesia e la ragionevole tempestività della risposta.
Se posso continuare, Presidente, chiederei una cosa, e sono molto più preoccupato di quando la chiesi l'ultima volta, perché eravamo a luglio e c'era la speranza dell'interruzione estiva. Adesso l'interruzione estiva c'è stata, molti di noi, a partire da chi parla, non è particolarmente di buon umore per l'autunno incombente e per il tempo uggioso.
Alludo al fatto che o il mio udito è decisamente peggiorato - e non vorrei che mi venisse ricordato in pubblico il degrado violento delle mie capacità fisiche - oppure ove ciò non sia - e ritengo non sia - c'è un oggettiva difficoltà a sentirsi e il brusio dell'aula è normale.
Infatti chi ha come me, ma non sono l'unico, un minimo di presenza in quest'aula, sa che il brusio in questo esistente - giusto o non giusto che sia - è quello normale.
Facciamo fatica a sentirci, credo che la fatica a sentirci sia un elemento grave se e quando il dibattito dovesse andare al di là di una pur importantissima attività ispettiva, come quella che stiamo facendo.
So che il Presidente si era impegnato - ed immagino quindi che lo abbia fatto -nel corso dell'intervallo estivo per migliorare la fruibilità acustica dell'aula. Spero davvero che sia uno dei tanti casi in cui non tutto sia stato fatto, perché se questo è l'esito, non siamo mica ben messi.



PRESIDENTE

L'oggetto è stato argomento di discussione in seno all'Ufficio di Presidenza; abbiamo chiesto agli uffici di provvedere a riorganizzare il sistema dei microfoni ed eventualmente a procedere alla posa di pannelli insonorizzanti; comunque qualsiasi altro suggerimento possa essere reso da esperti di problemi audiofonici verrà preso in considerazione.
Mi dicono che la proposta, a seguito di sopralluoghi fatti e di misurazioni effettuate, è attesa in settimana; quindi, contiamo al più presto di avere risolto questo problema perché le difficoltà di ascoltare sono innanzitutto in capo a chi presiede, che poi rischia di avere difficoltà maggiori di quelle che ha già quando non riesca a sentire gli auditori.
Colgo l'occasione per ringraziare la delegazione del Consiglio regionale che si è recata in Cina, in particolare i Consiglieri Cavallera Guida, Lepri e Ronzani, che ringrazio anche del gentile dono riservatomi.
In particolare, vi comunico che i Consiglieri hanno pensato di utilizzare l'esperienza della Repubblica Popolare Cinese, consegnandomi delle spezie che hanno una particolare virtù sulla lingua e mi hanno pregato di somministrarla a discrezione ai Consiglieri che dovessero superare i termini concessi loro. Vi ringrazio del dono fatto, che cercher di utilizzare con parsimonia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 848 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Accorpamento di due reparti all'Ospedale Civile di Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 848 presentata dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

In riferimento ai quesiti posti dall'interrogazione in oggetto è stata interpellata la Direzione Generale dell'Azienda relativamente alla chiusura dei posti letto all'ottavo piano.
L'Azienda ha sottolineato come questa chiusura sia stata determinata dalla necessità di garantire un periodo di 15 giorni di ferie nel periodo estivo a tutti gli operatori, come previsto dal contratto nazionale di lavoro.
Si è preferito ridurre temporaneamente la dotazione dei posti letto piuttosto che implementare turni di assistenza che sarebbero risultati troppo gravosi per il personale e incompatibili con la normativa vigente.
I reparti specialistici coinvolti (Diabetologia e Gastroenterologia) sono stati accorpati comunque nel Dipartimento di Medicina Interna, tenendo anche conto delle indicazioni regionali sull'organizzazione dipartimentale dell'attività ospedaliera.
è chiaro l'impegno a ricostruire la dotazione dei posti letto originaria ricollocandola all'ottavo piano non appena terminato il turnover di personale relativo al piano ferie 2006 (entro settembre 2006), anche se non possono essere ignorate sia le difficoltà di reperimento del personale infermieristico sia la legge finanziaria 2006, che prevede un risparmio dell'1% rispetto al 2004 sulle spese del personale.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Assessore, esprimo solo parziale soddisfazione rispetto alla sua risposta. In primo luogo, perché, evidentemente, viene confermato l'accorpamento dei due reparti. Non so se una moderna programmazione sanitaria possa prevedere, per recuperare delle ferie, super legittime per i dipendenti, di chiudere l'intero piano di un ospedale, accorpando i reparti di Gastroenterologia e di Diabetologia ad un'altra specialità quella di Medicina. Tra l'altro, queste due specialità - purtroppo per tutti noi - sono molto frequentate, visto in particolare il numero dei diabetici presenti sul territorio alessandrino. Questa è una prima riflessione.
In secondo luogo, Assessore, mi chiedo cosa succederà, in quanto non ci ha molto tranquillizzati quanto lei ci ha detto, cioè che verso fine settembre i due reparti dovrebbero ritornare a essere autonomi.
Oggi è il 26 settembre, aspettiamo con grande ansia lo scoccare di questi altri quattro giorni. Purtroppo, in Italia, si fa in fretta ad accorpare le questioni, ma a farne ritornare come erano prima è sempre complesso. Non vorrei che questa fosse una modalità per procedere ad accorpamenti o tagli striscianti.
chiaro, Assessore, non devo dirglielo io, ma deve dirmelo lei, che è un esperto, che questo accorpamento comporta comunque una diminuzione del servizio, qualcuno diceva almeno del 50% in meno, così è riportato sugli organi di stampa che sono intervenuti nella polemica.
Quindi, al di là del fatto che, a mio avviso, non è opportuno, non è auspicabile e speriamo che non faccia scuola questa modalità alessandrina di recupero delle ferie tramite la chiusura dei reparti, permane ancora la nostra preoccupazione, perché i due reparti, ad oggi, sono ancora accorpati e la data limite, da lei posta, del 30 settembre si avvicina.
Vigileremo, magari, ne parleremo ancora, auspicando di non doverne più discutere perché la sanità alessandrina soffre in maniera forte non solo per questo. Assessore, glielo ricordo in questa sede perché è passato quasi un anno da quando lei e la Presidente Bresso avete inaugurato ad Alessandria il Borsalino, che è ancora lì inutilizzato: è trascorso un anno e si tratta di un luogo in cui abbiamo investito decine di milioni di euro! Cosa si può dire rispetto ad un tema come questo? A questo aggiungiamo anche quello che è oggetto dell'interrogazione. Capirà, quindi, che le preoccupazioni per l'andamento generale della sanità piemontese, di quella alessandrina in particolare, non possono che sussistere e permanere.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 930 del Consigliere Chieppa inerente a "RU486 non interrompere la sperimentazione, rimuovere i responsabili delle violazioni"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 930 presentata dal Consigliere Chieppa.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interrogazione richiedeva, in primo luogo, se la sperimentazione della RU486 si fosse regolarmente conclusa escludendo la ventilata sospensione della stessa da parte del Comitato etico regionale e, in secondo luogo, che vengano tempestivamente accertate le eventuali violazioni del protocollo sperimentale con la contestuale rimozione del responsabile di questi atti.
La sperimentazione del protocollo "Interruzione volontaria della gravidanza con Mifepristone (RU486) e Misoprostol" è, ad oggi, già praticamente conclusa considerato che circa il 90% dei casi originariamente previsti sono stati trattati (362 su 400).
Occorre poi precisare che in nessun caso si è trattato di dimissioni premature, ma quello che si è rilevato è un consistente aumento dei permessi di uscita concessi in costanza di regime di ricovero ordinario (modalità quest'ultima che ricordo non era originariamente prevista dal protocollo di sperimentazione che disponeva solo il ricovero in regime di day hospital).
L'ordinamento vigente assegna all'autorità competente ad autorizzare la sperimentazione (direttore generale della struttura dove si svolge la sperimentazione clinica) ogni decisione definitiva in ordine alla sua attivazione, conduzione ed interruzione (fatti salvi, evidentemente, i casi in cui sussistano "pericoli immediati" certamente non riferibili alla fattispecie di cui si tratta). Il Comitato etico interviene nella fase di avvio del procedimento amministrativo fornendo un apposito parere e solo qualora abbia ragioni "obiettive" per ritenere che siano venute meno le condizioni che giustificavano la richiesta. In questo caso, chiede informazioni e interviene anche informando l'autorità competente (in questo caso l'azienda).
proprio in relazione a tale previsione (articolo 9 del decreto ministeriale del 12 maggio 2006) che il Comitato etico regionale, nella seduta 11 settembre di quest'anno, ha rilevato che dalla documentazione si evidenziava un'insufficiente aderenza al protocollo, a suo tempo sottoscritto, relativamente alle procedure di ricovero ospedaliero dei soggetti coinvolti, collegate alla corretta informazione delle pazienti e alla modalità di acquisizione del consenso informato, e rilevava come la non rigorosa conduzione della sperimentazione potesse condizionare la validità scientifica dei risultati e denotasse sottovalutazioni delle peculiari valenze etiche oltre che cliniche dello studio.
Atteso quanto detto, il Comitato trasmetteva una specifica informativa al Commissario nella sua qualità di autorità competente, ai fini dell'adozione degli eventuali provvedimenti conseguenti alle evidenziate modalità di conduzione della sperimentazione, a salvaguardia del rispetto della normativa del settore, con riferimento sia al piano etico sia a quello scientifico.
La vigente normativa (D.Lgs. 24 giugno 2003, n. 211 e DM 12 maggio 2006) prevede infatti che ogni decisione in ordine alla sospensione o divieto di prosecuzione della sperimentazione, debba essere rimessa all'Autorità competente, nel caso il Commissario dell'azienda che ha promosso la sperimentazione. In questa sede, come ha ben rilevato il Comitato etico regionale, dovranno essere valutate anche le modalità di conduzione della sperimentazione ai fini dell'adozione degli eventuali e conseguenti provvedimenti.
La seconda richiesta era se agli esiti positivi della sperimentazione segue un immediato utilizzo, in tutti i centri sanitari della Regione della RU486.
La sperimentazione sul protocollo di sperimentazione "Interruzione volontaria della gravidanza con Mifepristone (RU486) e Miseprostol" è stata effettuata proprio al fine di valutare la specifica metodica di intervento e conseguentemente, sulla base delle risultanze finali del programma (i cui risultati dovranno essere prontamente comunicati), effettuate le necessarie valutazioni.
In ogni caso l'utilizzo dei farmaci, oggetto della sperimentazione, non è direttamente correlato con gli elementi eventualmente acquisiti con la sperimentazione stessa. I farmaci in questione hanno, infatti, già ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio in altri Paesi della Comunità europea (es. la Francia). Essi potrebbero essere registrati anche in Italia su richiesta dell'azienda produttrice secondo le norme attualmente vigenti.
Al di fuori di tale modalità, il farmaco può essere utilizzato solo a seguito di specifica richiesta di autorizzazione all'importazione (regolata da D.M. 111/2/1997 e dal D. L.gs. 24 aprile 2006 n. 219) nei confronti del Ministero della Salute per quantitativi e scopi definiti, come ha fatto la Regione Toscana.
il caso di sottolineare ancora, ma credo sia notizia comune, che su questo fatto è in atto un'inchiesta della magistratura rivolta anche ad accertare eventuali responsabilità degli sperimentatori.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "Giorgio Catti" di San Mauro Torinese


PRESIDENTE

Nel frattempo, saluto i docenti e gli allievi della scuola elementare Giorgio Catti di San Mauro, che sono in visita al Consiglio regionale.
Siete entrati in Aula nel momento delle interrogazioni, cioè nel momento in cui i Consiglieri rivolgono domande alla Giunta e la Giunta risponde cercando di dare ai Consiglieri illustrazioni e spiegazioni di fatti particolari. Avete appena assistito ad una risposta dell'Assessore Valpreda ad un Consigliere.
Vi ringrazio e vi auguro buona permanenza a Palazzo Lascaris.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 930 del Consigliere Chieppa inerente a "RU486: non interrompere la sperimentazione, rimuovere i responsabili delle violazioni" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la trattazione dell'interpellanza n. 930.
La parola all'interrogante, Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Vorrei segnalare, per l'ennesima volta, che è praticamente impossibile seguire, per chi ne ha interesse, il dibattito in aula, non tanto per un certo costante brusio di sottofondo, quanto per (l'ho già segnalato presso l'Ufficio di Presidenza) l'inadeguatezza dell' impianto di amplificazione.
Scusatemi se non è attinente all'interpellanza, ma pur stando a pochi metri di distanza ho avuto difficoltà a sentire la risposta dell'Assessore Valpreda.
Forse sarebbe utile una deroga da parte del Presidente del Consiglio e poter parlare anche da seduti, perché francamente in questo modo non si riesce a farsi ascoltare. Alcune volte è meglio, come nel caso del mio intervento, quando non si hanno cose molto interessanti da dire.
Con il Presidente Robotti, abbiamo presentato quest'interpellanza perché spinti da un'accentuata preoccupazione per le polemiche che hanno circondato il processo di sperimentazione che si sta svolgendo (l'Assessore ci diceva che è ormai quasi al termine) sulla pillola abortiva RU486.
Noi abbiamo ritenuto di richiamare l'attenzione dell'Aula, e in parte dell'Assessore, anche se non ce n'era bisogno, perché la risposta che ci ha dato, ancora una volta è un segno di grande attenzione nel seguire vicende come queste, ma, più in termini generali, noi crediamo che sia uno degli argomenti che deve, coinvolgere anche il Consiglio regionale.
Abbiamo una possibilità concreta, il Servizio Sanitario Regionale e il mondo scientifico nazionale hanno la possibilità di superare l'interruzione volontaria di gravidanza, traumatica e chirurgica, praticata fino a oggi.
Dico questo sapendo che quello è un momento difficile e drammatico, non solo nella vita delle donne, ovviamente, ma anche nella vita di quelle coppie che sicuramente non affrontano una scelta del genere a cuor leggero.
Penso che la scienza e il progresso scientifico devono alleviare le sofferenze umane senza entrare nella sfera etica o personale.
Da questo punto di vista le polemiche, quasi quotidiane, intorno a quel processo di sperimentazione ci hanno preoccupato. Veniva segnalato sui mezzi di informazione che, pur senza inficiare il percorso e la validità scientifica della sperimentazione, ci siano state, forse, violazioni al protocollo di sperimentazione.
Da questo punto di vista, noi ribadiamo quella che è la nostra posizione e qui chiudo il mio breve intervento. Noi siamo perché si proceda fino in fondo nella sperimentazione e, per tutto quello che potranno fare l'Assessore regionale alla sanità e la Giunta regionale (anche in relazione con il Governo nazionale) estendere in maniera capillare l'utilizzo di quel metodo farmacologico, a partire dal Servizio Sanitario Regionale del Piemonte e, perché no, fino a tutto il territorio nazionale.
Può essere che qualcuno ha inteso utilizzare, anche strumentalmente dal punto di vista politico, la vicenda. Credo che i professionisti debbano essere lontani dalla strumentalizzazione politica, personale e partitica su vicende come queste. Se vi sono state - uso il condizionale - violazioni, è giusto che il singolo professionista venga chiamato a responsabilità, ma questo non deve inficiare in alcun modo la bontà di un percorso che dovrà vedere l'utilizzo, in maniera capillare e stabile, della RU 486.
Questo era il senso dell'interrogazione presentata dal sottoscritto e dal Consigliere Robotti.
Grazie.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 542 del Consigliere Pedrale inerente a "Stato dei concorsi per il conferimento di sedi farmaceutiche" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 886 del Consigliere Rossi inerente a "Prestazioni diagnostiche richieste ad invalidi civili per rinnovo patente di guida" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 871 del Consigliere Toselli inerente a "Rispetto degli standard di sicurezza nelle comunità psichiatriche" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 282 del Consigliere Vignale inerente a "Prevenzione al doping al San Luigi stipendi d'oro. I beneficiati ringraziano, i cittadini pagano" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)


PRESIDENTE

Consigliere Vignale, la risposta all'interrogazione n. 282 è "fuori sacco", cioè è ulteriore all'elenco delle interrogazioni indicate dall'Assessore Valpreda. Agli uffici risulta che lei avesse chiesto risposta scritta. Va bene, allora viene acquisita con risposta scritta.
Comunico che verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 542 886, 871 e 282.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione n. 286 del Consigliere Rossi inerente a "Controlli sui centri privati di medicina estetica e chirurgia plastica" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Fondi sanitari - Tossicodipendenza

Interrogazione n. 521 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Contributi provenienti dal fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 342 dei Consiglieri Robotti, Chieppa "Situazione cardiologia Ospedale di Borgosesia" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 356 del Consigliere Ricca inerente a "Cantieri negli ospedali Sant'Anna e Regina Margherita" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 428 dei Consiglieri Deambrogio e Clement inerente a "Para tetraplegia da lesione midollare" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tossicodipendenza

Interpellanza n. 461 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Soppressione ambulanza medicalizzata in Val Sangone" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con gli interroganti)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 286 521, 342, 356, 428 e 461.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali - Comunita' montane

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento al rinvio di una comunicazione degli Assessori Deorsola e Sibille sull'organizzazione degli uffici postali nei piccoli Comuni


PRESIDENTE

Conformemente a quanto deliberato in Conferenza dei Capigruppo, gli Assessori Deorsola e Sibille, a seguito di un incontro con il Ministro Gentiloni, forniscono comunicazione relativa all'organizzazione degli uffici postali. Tale occasione serve anche per assorbire una serie di risposte ad interrogazioni ed interpellanze in materia. Peraltro, per ogni interrogazione ed interpellanza è stata acquisita, dalla Presidenza, una risposta in forma scritta che presumo possa risolvere molti quesiti.
I Consiglieri che comunque desiderano avere un supplemento di risposta sono pregati di segnalarlo.
Le interrogazioni connesse sono le seguenti: 47, 56, 104, 556, 699 770, 833, 898, 899, 912, 926, 931, 933 e 960.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente.
Siamo ben lieti che vengano date le risposte alle interrogazioni, visto che in più di un'occasione abbiamo sollecitato il Presidente a richiedere agli Assessori di rispondere nei tempi previsti dal Regolamento, però ci permettiamo di far presente che l'argomento non era previsto all'o.d.g.
odierno.



PRESIDENTE

Sì, però in Conferenza dei Capigruppo era stato richiesto che venisse data una comunicazione in materia da parte della Giunta, la quale tenesse conto di tutti i quesiti posti sotto forma di atti di sindacato ispettivo.
Per questo motivo avevo pensato di inserirlo a questo punto dei nostri lavori, perché ci sono molti atti di sindacato ispettivo.



VIGNALE Gian Luca

Ho buona memoria e quindi lo ricordo, però rilevo soltanto che questa richiesta venne avanzata nella Conferenza dei Capigruppo di due mercoledì fa, quando presiedeva il Vicepresidente Placido.
Nel Consiglio regionale di martedì scorso, buona parte delle interrogazioni non è stata iscritta o non è stata trattata.
una questione procedurale, dopodiché siamo ben lieti di ascoltare l'Assessore Sibille, però esiste un'organizzazione dei lavori. Sono interessato ad ascoltare questa comunicazione, ma se vedendo l'elenco delle interpellanze non fossi stato interessato alle altre, sarei anche potuto arrivare nel momento in cui si trattavano gli ordini del giorni.
Per cui, le ascoltiamo ben volentieri, ma rilevo che è una richiesta di due settimane fa, sulla quale c'era stata data una risposta positiva mentre non figura iscritta all'o.d.g. del Consiglio di oggi.
Dopodiché va bene, però per...



PRESIDENTE

Intendiamoci, Consiglieri, il momento del sindacato ispettivo è funzionale soprattutto ad appagare i desideri conoscitivi dei Consiglieri.
Ovviamente e tendenzialmente ho privilegiato quelli appartenenti alla minoranza. Se c'è una preferenza ad evadere le risposte già individuate nel documento consegnato in Conferenza dei Capigruppo e oggi a vostre mani procediamo con le altre risposte. Come preferite voi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Per chiarire e semplificare quanto detto dal collega Vignale.
Personalmente sono d'accordo con il Presidente. Noi stessi abbiamo chiesto di sollecitare le risposte, però vorremmo, per organizzare meglio i nostri lavori, che il giorno prima ci venisse indicato quali interrogazioni riceveranno risposta, scritta o orale, altrimenti arriviamo qua, vengono citate delle interrogazioni ed interpellanze che a memoria nemmeno ricordiamo. Non ricordiamo l'oggetto e non ci si può chiedere se va bene la risposta scritta o meno.
Va bene la modalità adottata, gradiremmo solo che uno o due giorni prima del Consiglio ci venisse detto: "Domani sarà data risposta, scritta o orale, a queste interrogazioni". Tutto qui.



PRESIDENTE

D'accordo, allora procediamo in questo modo: l'Assessore Sibille procede con le risposte preventivate e calendarizziamo, nell'ambito del sindacato ispettivo, le risposte relative agli uffici postali nella prossima seduta d'Aula.


Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione n. 827 dei Consiglieri Guida e Cirio inerente a "Protocollo d'intesa tra Regione Piemonte e TELECOM S.p.A. - rete banda larga riduzione del divario digitale" Interrogazione n. 895 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Progetto Regione-TELECOM per l'ADSL. Esclusi 46 Comuni della provincia di Alessandria" Interpellanza n. 905 del Consigliere Cavallera inerente a "Attivazione della super ADSL in Piemonte" interpellanza n. 908 della Consigliera Cotto inerente a "Sviluppo della rete a banda larga - esclusione di 23 Comuni della provincia di Asti"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bairati per dare una risposta onnicomprensiva su quattro documenti inerenti allo stesso tema: le interrogazioni n. 827 e n. 895 e le interpellanze n. 905 e n. 908. Prego, Assessore.



BAIRATI Andrea, Assessore alle telecomunicazioni

L'oggetto delle interrogazioni riguarda i cosiddetti interventi di riduzione del divario digitale e l'accordo con TELECOM Italia, che rappresenta una parte degli interventi previsti in queste politiche.
A precisazione di una serie di elementi contenuti in tutte le interrogazioni in oggetto, premetto che l'accordo con TELECOM Italia non è un accordo di carattere oneroso per la Regione Piemonte.
L'accordo con TELECOM Italia è fondato su un principio, quello di intervento a sostegno della domanda da parte dell'operatore pubblico. Come sapete, noi abbiamo, da un lato, il problema di colmare il divario fisico e quindi di carattere infrastrutturale; dall'altro, però, abbiamo anche il problema di incentivare l'utilizzo della rete a fini pubblici.
Per essere chiari, l'accordo prevede una serie di investimenti da parte della Regione - che utilizzerà le risorse che altrimenti avrebbe destinato necessariamente all'infrastrutturazione della rete regionale in assenza dell'interlocutore privato - a sostegno della domanda, quindi dell'utilizzo dell'infrastruttura di banda larga in particolari settori di utilità pubblica (formazione, sanità, servizi di pubblica utilità).
Seconda questione, più o meno contenuta in tutte le interrogazioni (poi ci sono dei dettagli sulla natura degli investimenti infrastrutturali Comune per Comune che vi darò). In più interrogazioni si fa cenno: perch



TELECOM Italia?

Al di là delle notizie di cronaca di questi giorni, resta il fatto che TELECOM Italia è non monopolista per i servizi di erogazione della banda larga, perché come sappiamo c'è una molteplicità di operatori sul territorio, ma resta monopolista per la proprietà delle centraline da cui vengono erogati i servizi, perché è da esse che partono le linee di collegamento, quindi in qualunque caso è TELECOM Italia che fornisce la connettività agli altri operatori del settore.
In sostanza, ci troviamo di fatto in una condizione in cui il proprietario della rete fissa non è naturalmente unico erogatore di servizi, ma è monopolista per quanto riguarda la proprietà delle centraline, cioè per quanto riguarda la proprietà dei nodi infrastrutturali. Di qui la necessità di fare un accordo, soprattutto perché queste centraline sono in larga parte spente sul nostro territorio in quanto fino ad oggi considerate non redditizie. Per intenderci, TELECOM ha sempre giudicato il servizio non remunerativo in certe aree del Piemonte perché a bassa intensità abitativa e con certe caratteristiche della popolazione non soddisfacenti l'offerta.
L'accordo che è stato fatto è di questa natura: da un lato l'Amministrazione pubblica incentiva la domanda; dall'altro lato l'operatore privato accende le centraline di cui è unico proprietario.
Da questo accordo sono esclusi, per essere molto chiari, una serie di Comuni. All'atto dell'accordo, erano circa 941 i Comuni esclusi dai servizi di banda larga. L'accordo va a coprire circa 750 di questi Comuni.
Resterebbero esclusi dalla mappatura finale dell'accordo circa - vado per grandi numeri, troverete il dettaglio nella risposta - 200 Comuni piemontesi. L'accordo prevede che quei 200 Comuni verranno coperti da tecnologie non su fibra, ma da tecnologie senza fili (wi-fi), quindi a basso costo, in base a progetti sostenuti dall'Amministrazione regionale in collaborazione con gli Amministratori locali e gli eventuali operatori pubblici di telefonia locale che volessero partecipare all'erogazione dei servizi nei Comuni minori. Una parte di questi Comuni - chi, per esempio ha seguito l'accordo della Valle Orco e Soana sa che lì che sono stati portati servizi di banda larga in un accordo tra Regione Piemonte e AEM - è già coperta; la prossima settimana invierò alla Commissione competente il piano di copertura finale.
Il piano di copertura finale sta a significare che, al termine del 2008, tutti i 1207 Comuni del Piemonte saranno serviti o dalle tecnologie in fibra ottica accese da TELECOM o, come sapete, dal Piano RUPAR, varato dalla precedente Amministrazione e continuato da questa, che è un investimento sostenuto dalla Regione Piemonte, oppure con tecnologie senza fili, in base a una serie di accordi che vanno a coprire tutto il territorio regionale.
Un'altra domanda presente in tutte quattro le interrogazioni riguarda la dotazione, cioè con quali risorse si intende far fronte all'operazione.
Al riguardo, erano stati destinati alla copertura dei territori non serviti dalla banda larga - in una dotazione che è in parte DOCUP e in parte risorse regionali - 15.000.000 di euro. Queste risorse andranno, da un lato, a quegli interventi di stimolazione della domanda a cui facevo cenno prima, dall'altro lato alla copertura dei Comuni esclusi dall'accordo TELECOM.
Resta una dotazione aggiuntiva di circa 2.000.000 di euro che è attualmente prevista nella struttura dell'assestamento di bilancio.
Si chiede, in una delle interrogazioni, se in Italia esistono altri accordi del genere. Ebbene, esistono due accordi analoghi, di carattere però oneroso, che sono stati sottoscritti in passato: uno in Regione Toscana e uno in Regione Emilia Romagna. Di fatto, questo è l'unico accordo sottoscritto con il gruppo TELECOM su base nazionale in cui la Regione secondo me, si riserva il suo legittimo ruolo di incentivatore della domanda e di utilizzo dei servizi pubblici; l'operatore privato si riserva il ruolo di infrastrutturazione del territorio, fermo restando che, com'è noto (è argomento di questi giorni), questo resta un caso di scuola di privatizzazione di un servizio che oggi è ritenuto di pubblica utilità anzi di diritto di cittadinanza.
Presidente, ho allegato il dettaglio delle risposte nei singoli Comuni che ovviamente potrò leggere agli interroganti qualora lo richiedano.



PRESIDENTE

Il Consigliere Guida, presentatore dell'interrogazione n. 827, ha chiesto di replicare; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che peraltro non è stata così precisa come quelle che solitamente l'Assessore dà; egli stesso non è stato così brillante in questa risposta, come invece è avvenuto in altri casi.
Perché? Il perché lo si evince dalle stesse parole che l'Assessore poco fa ha pronunciato. Dapprima ha detto che "questo incentivo all'utilizzo delle nuove tecnologie non è oneroso per l'Amministrazione, ma di fatto lo è" e in seguito non ha spiegato in modo soddisfacente perché si è voluto ancora una volta premiare non il monopolista, ma il grande monopolista del servizio delle comunicazioni del nostro Paese.
Premetto che sono favorevolissimo a superare il divario digitale e consentire a tutte le amministrazioni e a tutti i cittadini di utilizzare nuove tecnologie. Tuttavia, quando l'Assessore dice che, per coprire i rimanenti 200 Comuni, si utilizzeranno tecnologie wireless o, comunque, non su filo che hanno un costo minore, mi chiedo perché questo costo minore non possa essere utilizzato anche per tutta quella serie di Comuni, all'incirca un centinaio, che vogliamo andare a coprire attraverso l'accordo con TELECOM.
Ha ragione l'Assessore, per combinazione parliamo di questa vicenda proprio in questa giornata, quando la TELECOM è nell'occhio del ciclone per tutta una serie di ragioni. Pensi che, addirittura, il Presidente del Consiglio dei Ministri, secondo il settimanale Il Mondo, che è in edicola oggi, avrebbe intenzione di statalizzare nuovamente le comunicazioni. Forse non è che questo tipo di provvedimenti in qualche modo anticipi quell'iniziativa politica? Mi spiego, questa non è nient'altro che una nuova contribuzione di Stato.
Mentre sull'acquisto delle aree FIAT, quantomeno, c'era un interesse immediato e palpabile, che riguardava Torino e la sua industria - anche se noi definimmo quell'iniziativa come un'apertura di credito garantita da immobili - in questo caso noi confermiamo la nostra posizione. Pensiamo che si tratti di un contributo di carattere regionale, quindi pubblico e statale, nei confronti del grande monopolista, il quale avrebbe dovuto, da solo e senza nessun tipo di incentivo o di contribuzione pubblica, fare questo tipo di opere.
Però, mi è sfuggita una cosa, di cui non so se lei l'ha accennato nella risposta. Intanto, dichiarandomi insoddisfatto della sua risposta, le faccio un'ulteriore appendice, che potrebbe essere la chiave di lettura di questo provvedimento: non è che, dietro quest'iniziativa della Regione, che costa 15 milioni di euro, c'è un accordo con TELECOM per mantenere a Torino attività occupazionali e aziendali che, altrimenti, TELECOM avrebbe portato a Milano o avrebbe addirittura chiuso? Se è così, allora questo è un metodo che va utilizzato in tutto il Piemonte. Va utilizzato a Biella, Cuneo Verbania e Alessandria. Laddove c'è qualcuno in difficoltà, noi lo paghiamo, gli diamo un contributo per incentivare un certo tipo di attività e di tecnologia e questo soggetto, in cambio, mantiene in loco le sue attività e quindi conserva i livelli occupazionali. Mi sembra che quest'aspetto sia un po' sfuggito, perché nella premessa dell'accordo siglato alcuni mesi fa queste condizioni erano addirittura scritte nel comunicato allegato al materiale che c'è stato consegnato.
Quindi, abbia pazienza, Assessore, sono d'accordo su quanto lei sta facendo per superare il divario digitale, ma mi sembra che l'accordo con il grande monopolista non sia eticamente corretto. Poi, su ciò che riguarda la legge, qualcuno dovrebbe chiarire meglio tutti gli aspetti contrattuali.
Mi stupisce ancora una cosa: in tutti questi mesi, da quando si è insediata l'amministrazione regionale, avete preso contatti con un sacco di aziende piccole e medie, distribuite sul territorio, per convincerle a fare investimenti sul wireless. Ci risulta, addirittura, che alcune di queste aziende abbiano già acquistato le apparecchiature per fare questo tipo di attività, ma l'investimento diventerà poco redditizio solo per quei 200 Comuni.
Quindi, mi chiedo se tutti questi aspetti siano stati rivalutati attentamente nell'iniziativa che avete intrapreso alcuni mesi fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Un ringraziamento all'Assessore per la puntualità e i dati che ci ha fornito. Trattiamo una materia delicata, difficile sotto il profilo tecnico e di cui, evidentemente, io non sono uno specialista, ma che ho cercato di approfondire in questi mesi.
Lo scopo dell'interrogazione era, sostanzialmente, avere dei chiarimenti non solo sul perché dell'intesa tra TELECOM e Regione Piemonte che è la risposta che l'Assessore ha dato puntualmente e che è molto corretta. TELECOM è proprietaria della centralina, non può essere diversamente. Il problema è proprio nella modalità individuata per regolare i rapporto tra la Regione Piemonte e TELECOM.
Mi sembra di assistere a una situazione che ha una certa simmetria e analogia con la situazione ferroviaria: la Regione ha un interlocutore Trenitalia, che sostanzialmente fa quello che vuole e a cui difficilmente la Regione può imporre ciò che deve fare. È una condizione, Assessore, che il suo collega delegato ai trasporti conosce bene.
Mi sembra che nel caso di oggi si ripeta la medesima situazione: individuando in TELECOM un partner con cui stipulare un accordo, si fa un accordo che, evidentemente, non è oneroso e in questo è positivo, ma che ha scarse garanzie di essere realizzato.
Innanzitutto, perché si chiama accordo e, sotto il profilo giuridico il Presidente Gariglio sa bene la differenza che c'è tra un accordo e un contratto - l'accordo vincola le parti sul piano dell'impegno morale e, se vogliamo, dell'impegno aziendale - se vogliamo, visto che in questo caso c'è la Regione, dell'impegno politico. Tuttavia, sotto il profilo giuridico il vincolo di un accordo è molto più blando.
Dall'altra parte, l'impossibilità di individuare degli obblighi a carico di TELECOM e l'impossibilità di individuare delle penali a carico della stessa, nel momento in cui questo ampliamento non venisse realizzato crea un accordo di per sé valido per quanto riguarda gli intenti, ma che rischia, sotto il profilo della capacità impositiva e dell'effettiva realizzazione, di essere blando.
Provengo da un'area geografica del Piemonte che, purtroppo, per sua conformazione geografica - è anche una fortuna, perché si fa del buon vino e sotto il profilo delle telecomunicazioni, è più difficile da raggiungere (infatti circa il 50% dei 200 Comuni scoperti sono nella provincia di Cuneo). Da una zona della nostra terra, a fronte di una conformazione geografica di questo tipo, emerge comunque la necessità soprattutto da parte delle tante microaziende, di usufruire di meccanismi telematici oggi preclusi. Le ricordo, Assessore, che nelle Langhe ci sono ancora tanti Comuni in cui il cellulare non funziona. Quindi, non c'è la rete per i cellulari, figuriamoci sperare di avere internet veloce.
Sostanzialmente, segnaliamo che se accadrà che questi Comuni verranno coperti sarà un passaggio importante, di cui daremo atto, ma abbiamo dei dubbi sul fatto che ciò avvenga. Nel frattempo, i 200 Comuni scoperti rischiano una gravissima penalizzazione. Anche perché in tutti questi mesi in cui la politica ha fatto i suoi passi - naturalmente, i passi sono quelli dell'amministrazione - tanti Comuni si sono adeguati per proprio conto mettendo mani al portafoglio, trovando delle sponsorizzazioni: hanno portato avanti delle iniziative personali.
Sarebbe dunque opportuno capire ed individuare la possibilità di dare un ristoro a coloro i quali hanno già investito, in attesa che la Regione facesse i suoi passi, pensando soprattutto a tutti quei piccoli operatori che possono essere interessati ad un fenomeno di questo tipo.
C'è stato un fiorire d'aziende che danno lavoro a numerosi giovani perché si parla di giovani anche anagraficamente, non solo d'aziende giovani d'età - e che hanno creato apposite strutture e dei consorzi per cogliere quest'occasione.
Tali aziende si sono viste la strada sbarrata da un accordo con TELECOM, ma probabilmente non era possibile fare diversamente; tuttavia credo si possa andare nella loro direzione, almeno e perlomeno nei confronti di questi 200 Comuni che resteranno scoperti ed anche degli altri Comuni in cui TELECOM non interverrà entro il 2008 così come si è impegnata, almeno moralmente, a fare all'interno dell'accordo.
Quindi, il desiderio da parte nostra è quello di non individuare Comuni di serie A e Comuni di serie B nel nostro Piemonte, perché non possiamo farlo, e di pensare davvero a queste piccole realtà locali. Si tratta di realtà imprenditoriali di persone capaci, che non dovrebbero essere mortificate da un accordo monopolista.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Condivido l'impostazione strutturale che ha dato l'Assessore, cioè lui è partito in maniera giusta. Dobbiamo superare il digital devide, quindi la Regione si deve fare parte attiva nel superare questo muro che oggi c'è: dove arriva la banda larga e dove invece l'utilizzo della banda larga non c'è. Dobbiamo quindi trovare il modo affinché questi Comuni, queste persone e queste aziende con le loro attività possano avere le stesse opportunità di chi vive in un centro dove invece questo esiste.
Condividendo lo spirito dell'interrogazione, chiedo perché per raggiungere quest'obiettivo non si è fatto un ragionamento diverso. È molto semplice: oggi dove arriva TELECOM? Arriva in questi centri. Perché non facciamo dei bandi regionali per attivare i servizi wi-fi, aprendoli a tutti coloro che sono interessati, in modo da arrivare in tutti i Comuni? In quel caso la Regione può investire e mettere il suo contributo concreto e finanziario per offrire un aiuto.
Sappiamo tutti che in certi Comuni molto piccoli difficilmente ci saranno degli interessi finanziari. Occorre dunque fare in modo che TELECOM eventualmente con un aiuto regionale - espanda ancora di più la sua rete verso quei centri che sono più appetibili. Sappiamo qual è la logica di TELECOM: passo dal Comune da 15 mila abitanti e anche da quello che ne ha 10 mila o 8 mila. Ma in quello che ne ha 100, chi ci andrà mai? Nel Comune che ne ha 200, chi andrà a creare un collegamento se il pacchetto non diventa più appetibile? Questa è la vera domanda! Qui si creano le condizioni per avere "tarpato" una possibilità ad alcuni soggetti. Io non dico a), b) o c), ma tramite una gara. Si poteva dire: oggi arriviamo qua; la Regione mette 15 20 o 30 mila euro; vogliamo arrivare dappertutto e i progetti devono coprire sia il Comune da 5 mila sia quello da 3 mila sia quello da 1000 sia quello da 500 sia quello da 100 abitanti.
Solo dopo aver espletato una gara di questo genere, si poteva dichiarare: "Non arriviamo...non ci sono soggetti interessati", senza fare allargare la rete a TELECOM, che magari può dire di averla nelle proprie pianificazioni (è una società quotata in Borsa, privata, può fare quello che vuole). Invece, sapendo che esiste un mercato oggi non coperto, mi chiedo perché non si sia preservata quest'unitarietà di mercato, per renderla appetibile attraverso delle gare che potessero assegnare agganciandosi ai terminali TELECOM con altre modalità, come ad esempio quelle che citava prima l'Assessore (wireless, senza fili).
Se i Comuni non coperti saranno 200, lei sa meglio di me che si tratta dei Comuni più marginali di tutta la Regione Piemonte, perché dove TELECOM non pensa di arrivare con la banda larga, sicuramente vi sono i Comuni meno appetibili.
A questo punto, quale soggetto potrà avere interesse ad andare a investire fortemente per coprire solo una piccola fetta di popolazione? Tuttavia, noi come Regione - che non siamo una S.p.A. e non siamo quotati in Borsa - dovremmo garantire la possibilità di collegamento.
Questa è la critica. Pur condividendo lo spirito di superare il digital devide, chiedo perché non abbiamo seguito questa strada e invece andiamo a rafforzare un soggetto che probabilmente non arriverà mai direttamente in quei Comuni, occupando però la parte residua più appetibile di quel mercato che ancora non occupava.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
chiaro che parliamo di servizi che sono soggetti ad autorizzazione o concessione da parte dello Stato, per cui bisognerebbe, anche in termini storici, andare a concatenare tutte queste concessioni e autorizzazioni per verificare ciò che già rientra nei doveri dei concessionari, quindi nei diritti dei cittadini, che diventano clienti quando domandano certi servizi.
Sappiamo anche che ci troviamo di fronte ad una tecnologia in continua evoluzione e proprio per questo dobbiamo essere molto attenti ad evitare che si creino delle classifiche sui Comuni - il Comune di serie A e il Comune di serie B - cioè Comuni che, a priori, vengono scartati per eventuali insediamenti, in quanto non hanno tutti i supporti attualmente necessari per svolgere un'attività nei loro territori.
Bisogna stare molto attenti anche nelle scelte che si fanno da un punto di vista della qualità del servizio. È pur vero che ci può essere un sistema di trasmissione con onde elettromagnetiche, che quindi non corre sui fili telefonici, ma è anche vero che la velocità di trasmissione dei dati è molto diversa.
Cosa concludere, nel dichiararmi insoddisfatto della risposta? Prima di tutto, l'hanno già ribadito i colleghi, nel momento in cui intervengo con un interlocutore che è in grado di coprire e copre telefonicamente tutto il Piemonte, come minimo, dovevo assicurarmi un servizio uguale per tutti, nei modi ma anche nelle velocità di trasmissione dei dati su tutto il territorio regionale.
La soluzione approvata dalla Giunta regionale invece non risponde a quest'obiettivo, perché trova delle soluzioni non totalmente soddisfacenti per i Comuni restanti.
Inoltre, sorgono altre domande: anche rispetto ai Comuni che la TELECOM coprirà, a fronte di un certo numero di domande, sarà in grado di servire tutti? Lo chiedo, perché da quello che risulta da "Radio-fante" - nel senso che sul territorio ci sono degli interlocutori della TELECOM e non mi riferisco ovviamente agli altri interlocutori che sono interessati alle vicende attuali, bensì ai tecnici - le capacità di risposta sono comunque limitate, in quanto se si dovesse partire dal presupposto di coprire tutto il territorio per l'intera domanda che si pensa di avere, occorrono investimenti rilevanti vero: bisognerà stimolare la domanda, ma sappiamo anche che nel momento in cui si realizza una partenza, poi tutti si orientano in quella direzione.
A questo punto, la soluzione adottata da un lato cerca di rispondere ad un problema aperto, dall'altro pone una serie di dubbi sotto il profilo del regime giuridico della contribuzione che noi diamo. L'hanno già detto i colleghi: non corrisponde ad una soluzione del tipo "facciamo un bando dopodiché vediamo quali sono i soggetti che rispondono"; inoltre, anche da un punto di vista della quantità e della qualità del servizio, emerge ancora una serie di dubbi che, mi auguro, possano essere solamente timori eccessivi e che poi la realtà possa smentire.
Ci aspettavamo, Assessore Bairati, una risposta più esaustiva, più incisiva e più risolutiva ad un problema che, in ogni modo, ne diamo atto lei ha cercato, in modo per noi non soddisfacente, di affrontare.



PRESIDENTE

Consideriamo assorbite nella risposta anche l'interpellanza urgente n.
947 a firma dei Consiglieri Robotti e Chieppa.
Ha chiesto di intervenire, per replica, il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Prendo atto delle considerazioni emerse dai Consiglieri della minoranza, tuttavia credo sia importante a tutti ricordare che le Regioni europee più avanzate, quelle che stanno già rispondendo con strumenti più innovativi ed efficaci di quelli che vorremo adottare noi, da anni, almeno dieci, fanno investimenti sulla tecnologia, sulle reti, e creano quel substrato di industrie, tecnologie, capacità scientifiche che hanno permesso, oggi, di attuare questi servizi.
L'arretratezza in cui ci troviamo oggi ad operare, è dovuta alla mancanza di prospettiva che le precedenti amministrazioni hanno avuto nel guardare al problema. Dobbiamo prendere atto della situazione, registrarla e dare la migliore risposta che sia la più efficace e la più pratica dal punto di vista della tempistica, della temporalità. È inutile proporre l'idea di connettere il Piemonte e la rete ad alta velocità per internet non per le famiglie, anche per le famiglie, ma soprattutto per le imprese come momento di volano e di rilancio della propria azione industriale quando poi la risposta, in termini di efficacia e di fattibilità, arriva tra tre, quattro, cinque, dieci anni. La risposta deve arrivare subito, tra sei mesi, un anno, le aziende piemontesi devono sapere che, se anche localizzate in un territorio oggi penalizzato dalla geografia della regione, avranno la possibilità di accedere ad una banda larga. Così come gli studenti che studiano a Torino e magari vivono in zone disagiate e rurali della regione Piemonte avranno la possibilità di accedere alla banda larga.
naturale che il protocollo si sigla alla più grande azienda telefonica italiana, quella che detiene la rete. Non dimentichiamoci che tutti gli operatori sono ancora costretti a rivolgersi a TELECOM, perché la TELECOM possiede ancora la possibilità dell'utilizzo dell'ultimo miglio.
Non solo, la capacità infrastrutturale e tecnica di TELECOM, in termini di investimenti economici, non ha pari, non ha altro operatore telefonico italiano. Gli altri operatori hanno fatto business sulle reti TELECOM hanno comprato pacchetti di ore e di minuti e li rivendono. Comprano molte ore di trasmissione da TELECOM, quindi a prezzi molto bassi, e riescono ad essere competitivi anche sul prezzo di TELECOM.
Il dato reale è che oggi, con questo tipo di intervento, diamo la possibilità alla totalità dei cittadini piemontesi di accedere alla banda larga. Questa è la risposta che deve essere data.
Altri ragionamenti sono chiacchiere che possono avere un senso in quest'aula ma, ai fini pratici per i cittadini piemontesi, non ne hanno.
Nel giro di due anni e mezzo ogni famiglia piemontese potrà collegare il proprio computer non ad un modem a 56K, che non permette sostanzialmente di fare altro che leggere le e-mail, ma avranno reti ad alta velocità per mettere anche il Piemonte al pari di altre grandi regioni europee come il Galles, la Normandia e così via.
Noi diamo una risposta importante, efficace e, soprattutto, veloce così come la rete di cui parliamo.


Argomento: Rapporti con altre Regioni

Interpellanza n. 881 del Consigliere Burzi inerente "Approvazione della bozza di protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e la Regione Umbria in materia di ricerca e innovazione" (L'Assessore Bairati concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 817 del Consiglieri Burzi, Ferrero e Cavallera inerente a "Impianto di condizionamento dell'aria presso gli uffici di Corso Bolzano 44 in Torino" (L'Assessore Peveraro concorda risposta scritta con gli interroganti)


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta all'interrogazione n. 881 del Consigliere Burzi e all'interpellanza n. 817 del Consiglieri Burzi, Ferrero e Cavallera.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 988 presentata dai Consiglieri Auddino, Clement e Muliere inerente a "Crisi della DIL di Nichelino"


PRESIDENTE

Consiglieri, non voglio ritornare su un tema che abbiamo affrontato prima, ossia su alcune risposte date fuori sacco, tuttavia mi è giunta, da due parti dell'emiciclo, la richiesta di utilizzare la disponibilità degli Assessori presenti in Aula per ottenere risposte a due interrogazioni urgenti. Una riguarda la crisi della DIL di Nichelino (la n. 988), su cui l'Assessore Peveraro è disponibile a dare una risposta. Parallelamente vi è un'interrogazione urgente (la n. , a firma del Consigliere Leo, avente ad oggetto "Festival internazionale del Cinema delle Donne" (la n. 989), cui anche l'Assessore Oliva è disponibile a dare una risposta.
Poiché sono due esigenze che arrivano da due parti dell'emiciclo che toccano argomenti per cui avrebbe un senso avere una risposta in tempi celeri, se non ci sono osservazioni, le consideriamo iscritte e diamo una risposta.
Passiamo, pertanto, ad esaminare l'interrogazione n. 988 dei Consiglieri Auddino, Clement e Muliere inerente "Crisi della DIL di Nichelino" alla quale risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

La sottoscritta in qualità di Assessore al lavoro e il Vicepresidente Peveraro, unitamente agli amministratori della Provincia di Torino e all'Amministrazione comunale di Nichelino, hanno seguito costantemente l'evolversi della situazione DIL.
Anzitutto è stata posta in essere ogni iniziativa al fine di accelerare al massimo la procedura per la concessione della cassaintegrazione straordinaria e per la corresponsione di un sostegno al reddito alle lavoratrici e ai lavoratori, in attesa dell'autorizzazione della cassintegrazione da parte del Ministero del Lavoro. Infatti, attraverso gli opportuni contatti con il Comune di Torino, è stato fatto in modo che superando difficoltà di carattere burocratico, ai lavoratori e alle lavoratrici - che, vorrei ricordarlo, sono la stragrande parte delle maestranze DIL - fosse corrisposta una somma di 1800 euro in attesa dei normali pagamenti delle indennità di cassa da parte dell'INPS (come forma di anticipazione e di ristoro rispetto a quanto maturato e non riscosso dalle lavoratrici e dai lavoratori).
Per quanto riguarda la proposta della Plastic Legno di Castellamonte di acquisizione della DIL, vorrei sottolineare che, essendo la DIL in procedura fallimentare, nella riunione che la sottoscritta, insieme all'Assessore Peveraro, ha appositamente convocato il giorno 18 settembre ultimo scorso, il Curatore Fallimentare, il Dottor Ferrari Loranzi, alla domanda su quali fossero le offerte di acquisizione pervenute, ha comunicato ai presenti che all'inizio c'erano state quattro manifestazioni di interesse, tre delle quali si sono dissolte rapidamente, non sono passate alla fase di concretezza e quindi l'unica offerta che avesse la dignità di offerta vera e propria, era quella della Plastic Legno, azienda di Castellamonte.
Credo sia appena il caso di sottolineare come il fatto che non ci fosse la possibilità di scegliere tra più opzioni, perché l'unica presentata era quella della Plastic Legno, di fatto, abbia compromesso pesantemente la possibilità di agire per scegliere soluzioni che, a partire dai livelli occupazionali e dalla garanzia più ampia che i vari concorrenti avrebbero potuto dare sui livelli occupazionali, portassero ad una scelta ragionata.
Vorrei anche sottolineare che alla stessa riunione del giorno 18 settembre avrebbe dovuto partecipare la dirigenza Ferrero, che pure era stata invitata, ma che ha ritenuto di non dover intervenire. Questo tuttavia, non significa che non verrà compiuta nei confronti sia della Plastic Legno sia della Ferrero ogni utile azione per raggiungere un obiettivo che noi riteniamo primario, insieme alle organizzazioni sindacali, all'Amministrazione provinciale e all'Amministrazione del Comune di Nichelino: l'assorbimento del maggior numero possibile di lavoratrici e lavoratori DIL. Riteniamo non praticabile la proposta, ben evidenziata nell'interrogazione, dell'assorbimento, fin da subito, di tre unità, di altri 27, a seguire, e tutti gli altri senza lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Non ho molto da aggiungere a quanto ha già detto l'Assessore Migliasso.
Certo, possiamo forse dire che è strategico il rapporto con la Ferrero.
Lo è stato nel momento in cui, sostanzialmente, è partita, da parte della DIL, una diversificazione forzata dei propri clienti e della propria attività, in relazione al fatto che quando è nata, sostanzialmente, DIL aveva un unico cliente; nel corso del tempo, è stata forzata anche su richiesta specifica di Ferrero, che, in qualche modo, stava diversificando i propri fornitori, per non concentrare tutta la produzione su un unico fornitore, e certo lo è oggi ancora più nel momento in cui la DIL è in grave difficoltà.
Dalle considerazioni che abbiamo fatto in sede di amministrazione posso aggiungere che, obiettivamente, la proposta che è stata fatta, ad oggi, appare totalmente insoddisfacente, soprattutto, direi per il ridotto assorbimento delle maestranze di DIL, al di là del trasferimento della produzione a Castellamonte.
Quindi, ritengo necessario proseguire ancora con l'attività di contatti ufficiali per ricreare le condizioni affinché il patrimonio di DIL, che non è fatto solo di stampi e di attività, ma comprende anche le 180 persone che in questa società lavorano, possa essere mantenuto a Nichelino.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Auddino.



AUDDINO Angelo

Ringrazio il Presidente e i due Assessori che hanno avuto la cortesia di rispondere con urgenza a questa interpellanza.
Quanto detto dagli Assessori, ovviamente, è soddisfacente perch dimostra l'impegno della Regione e degli Assessori, in particolare, nella vicenda, però, personalmente, ritengo che questa vicenda si possa ancora risolvere se veramente la Regione usasse tutto il proprio peso nei confronti della Ferrero di Alba. La DIL di Nichelino non è altro che, si può dire da un punto di vista produttivo, un reparto della Ferrero. Non si dica che la Ferrero, leader mondiale nei prodotti dolciari, non possa studiare, insieme alla Regione, alla Provincia e al Comune di Nichelino, la sistemazione di 180 dipendenti, in stragrande maggioranza giovani, ragazzi e ragazze, che hanno davanti a loro un futuro. Del resto tutti sanno che non si tratta di una crisi di prodotto, ma si tratta semplicemente di una crisi nella conduzione, da un punto di vista finanziario, della vecchia proprietà, che ha agito in modo inadeguato.
Pertanto, invito l'Assessore Peveraro e l'Assessore Migliasso a spingere ulteriormente nei confronti di Ferrero per riunire un tavolo in cui la stessa si pronunci sul se e come possa mantenere nella realtà di Nichelino il livello occupazionale.
Sembra veramente una beffa pensare di risolvere il problema con l'assorbimento di quattro dipendenti nell'immediato e di 23 a febbraio; tra l'altro, con un trasferimento a 70 chilometri di distanza da Nichelino.
Confido ancora una volta nella prosecuzione dell'impegno da parte degli Assessori competenti.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 989 dei Consiglieri Leo, Cotto e Burzi inerente a "Festival internazionale del Cinema delle Donne"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione urgente n. 989, presentata dai Consiglieri Leo, Cotto e Burzi.
Risponde l'Assessore Oliva.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

La risposta molto rapida all'interrogazione prende spunto da notizie apparse su un quotidiano cittadino al quale l'Associazione organizzatrice del Festival Cinema Donne annuncia di non poter fare l'edizione di quest'anno, che avrebbe dovuto essere la dodicesima, per la scarsa sensibilità dimostrata dagli Enti locali.
Per quanto mi riguarda, mi ha molto stupito questa dichiarazione perché il Festival Cinema Donne è, da un lato, il festival che, negli anni scorsi, ha ottenuto il contributo più alto rispetto alle altre rassegne cinematografiche che si svolgono a Torino, a parte il Torino Film Festival che ha altre proporzioni. Nel 2005 - vado a memoria - sono stati dati contributi analoghi a quelli del 2004, che mi pare siano di 40 o 45 mila euro per Sotto 18, 35 mila euro per Cinema Ambiente, 95 mila euro per il Festival Cinema Gay e 105 mila euro per il Festival Cinema Donne.
Quest'anno, per quanto riguarda il mio Assessorato, è stata confermata alla Associazione La Moviola esattamente la stessa cifra dello scorso anno.
Tale conferma è avvenuta con una telefonata da parte del funzionario, prima delle vacanze, quando, approvato il bilancio e fatta l'istruttoria sulle varie richieste, è stato possibile confermare questa cifra; è stata ribadita con una lettera scritta, protocollata con il n. 1031 e inviata nel mese di agosto, in cui si conferma che il contributo della Regione Assessorato alla cultura, per questa manifestazione è esattamente uguale a quello dell'anno 2005.
Invece, per quanto riguarda il mancato inserimento del Festival Cinema Donne all'interno del Museo del cinema, lo scorso anno, il sottoscritto ha evidenziato la necessità di trovare sinergia tra i diversi festival o rassegne cinematografiche presenti sul territorio e che questa sinergia poteva realizzarsi attraverso l'inserimento dei diversi festival nella struttura del Museo del cinema, lasciando salva la completa autonomia artistica e accorpando, invece, in un'unica istituzione l'ufficio stampa e tutti gli aspetti amministrativi, cioè, realizzando un'economia di scala di questo genere. Questa proposta, però, è stata giudicata lesiva dell'autonomia del Festival da parte degli organizzatori del Festival Cinema Donne.
Non ho mai organizzato incontri in cui ho detto alle associazioni che dovevano entrare nel Museo del cinema, ci mancherebbe! Un Assessore lancia una suggestione, una ipotesi, trattandosi di associazioni private, ognuna di queste risponde a seconda delle proprie inclinazioni. Il Festival Cinema Gay e il Festival Cinema ambiente hanno risposto favorevolmente, hanno avuto degli incontri con noi, ma soprattutto con il Museo del Cinema, con cui hanno avviato una collaborazione.
Mi stupisce che adesso mi si dica: non siamo stati invitati. Io non ho proprio invitato nessuno. Ho suggerito una suggestione, chi l'ha voluta cogliere ha fatto il percorso naturale di confronto con il Museo del Cinema oltre che con noi, benché il Museo abbia avuto qualche esitazione. Ma ripeto, la parte fondamentale, cioè le risorse per quel che riguarda il mio Assessorato, sono state confermate per iscritto uguali a quelli precedenti.
Per quanto riguarda la Provincia di Torino, per averne parlato con l'Assessore Walter Giuliano, non con lettera scritta, ma in sede di Commissione, è stato confermato lo stesso impegno dell'Assessorato alla cultura provinciale rispetto al 2005.
Questo è quanto possiamo rispondere alla sollecitazione del Consigliere Leo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per replica il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Quello che ha detto l'Assessore Oliva, risponde a verità. Ma perché ho fatto l'interrogazione? Perché la realtà è molto più complessa. Se i colleghi e le colleghe in particolare ascolteranno, argomenterò perché. Di colleghe non ce ne sono molte, pur essendo questa una Giunta di una maggioranza che si qualifica per l'attenzione al femminile, mentre ci sono uomini molto attenti.
Oggi faccio quello che fa il Parroco in chiesa, quando parla ai fedeli per lanciar messaggi a chi non è andato a messa, mentre i presenti non sono accusabili di nulla.
Mi spiego fuor da parafrasi per farmi capire. L'Assessore Oliva ha mantenuto l'impegno ed è stato l'unico. Tutti gli enti locali, tutti gli enti governativi, tutti governati oggi, per volere del popolo o della sorte, da coalizioni di sinistra, hanno complessivamente - a partire dalla Provincia, passando per altri Assessorati regionali che citerò e arrivando al Governo nazionale - ucciso il Festival Cinema Donne. Lo hanno ucciso complessivamente.
Vi do i dati esatti. Per quanto riguarda la Regione Piemonte l'Assessorato alla cultura ha confermato il contributo. Nell'interrogazione urgente, faccio presente in un punto quali sono gli intendimenti della Regione. Faccio anche una proposta nei confronti di tale manifestazione: se in coerenza con quanto positivamente sviluppato nel programma della cultura, approvato all'unanimità dalla Commissione VI, non ritenga opportuno intervenire tempestivamente.
Perché chiedo all'Assessore Oliva di svolgere questo ruolo? Perché è esattamente quello che ho svolto negli anni passati, facendo un po' di tutoraggio. Cos'è successo in sostanza? È successa una cosa molto grave secondo me, da un punto di vista politico e culturale, soprattutto facendo riferimento all'area culturale della sinistra. Perché dico questo? Perch faccio parlare i fatti, perché ricordo che l'Assessorato alla cultura della Regione Piemonte ha mantenuto il finanziamento, a differenza dell'Assessorato all'istruzione, che non ha dato nessun finanziamento per le sezioni legate alla scuola.
Per quanto riguarda la Provincia di Torino, l'Assessorato all'istruzione (ho qui la lettera) ha dichiarato l'azzeramento al contributo. Ho tutta la documentazione. L'Assessorato alla cultura della Provincia, in realtà - non incolpo nessuno perché in Provincia la situazione è particolarmente complessa e vivace - ha detto: prima o poi daremo una risposta, forse la daremo. Noi sappiamo tutti, specie quelli che ho visto con piacere, pur in una polemica che non condivido su Torino Spiritualità - concordo con la risposta dell'Assessore Oliva - il segretario di Rifondazione citava il Cinema Donne come una realtà da difendere.
Ebbene, non si può tenere in ballo manifestazioni così per mesi e mesi.
L'Assessore Oliva dice che ha dato una risposta ad agosto. È vero! In qualche modo, avendo approvato in Commissione Cultura il bilancio, c'era una garanzia. Il problema è che alcuni la risposta non l'hanno neanche data in agosto, tranne quelli che hanno risposto negativamente. Capirete che questo è il modo migliore per distruggere delle associazioni che non hanno capitale. Certo il Regio, lo Stabile (che io apprezzo) e il Museo del cinema possono ricevere i contributi anche dopo perché hanno le spalle coperte, ma queste realtà cinematografiche libere di base, come fanno a sentirsi dire a maggio che avranno tutti i contributi tagliati? Ripeto, l'Assessorato all'istruzione della Provincia li ha annullati l'Assessorato all'istruzione della Regione non ha ancora dato il contributo, l'Assessore Manica (pari opportunità) non ha risposto, la Presidente Bresso non ha risposto, il Ministero dei Beni Culturali prima ha detto che l'avrebbe dato, poi non l'ha dato e, dopo pressioni, l'ha tagliato.
Complessivamente prendo atto che un arco politico generale tutto di sinistra ha tagliato il contributo, eccezion fatta per l'Assessorato alla Cultura della Regione e per la Presidenza del Consiglio (vista la positiva sensibilità del Presidente e del Vicepresidente verso le tematiche femminili) che lo hanno sempre confermato. Anche il Governo nazionale aveva detto: "Rilanceremo".
Ricordate la polemica che avevamo fatto sul FUS, sui festival, ecc.? Vi ricordate che in quest'aula abbiamo detto: " È una vergogna che il Governo tagli il festival"? Eravamo riusciti ad intervenire. Il Governo nazionale ha tagliato del 25% il contributo al Festival Cinema Donne.
incredibile che una Presidenza della Regione al femminile, con Assessorati al femminile, non dia risposte e che, complessivamente, una realtà politica non omogenea di sinistra dia questa risposta.
Non leggo i cahiers de dolèance scritti dalle donne del festival, ma concludo soltanto con l'ultima considerazione della loro lettera: "Se ci è consentito, infine, un'ultima considerazione come donne di cultura e come cittadine, avremmo davvero auspicato di trovare, in chi ci amministra, la dovuta attenzione per la realtà femminile nel suo processo di sviluppo e per le sue esigenze e un partecipato sostegno alla realizzazione di tutte quelle iniziative che contribuiscono alla creazione di un formidabile comune orizzonte di crescita umana e culturale".
L'Assessore Oliva ha detto che è il Festival che in passato abbiamo finanziato di più. È vero, ne sono orgoglioso. In passato abbiamo aumentato cospicuamente, col parere della Commissione, il sostegno al Festival con tematiche omosessuali e al Festival Cinema Donne. È stata una scelta politica: abbiamo ritenuto che andassero sostenuti. Il fatto che l'Assessore Oliva l'abbia confermato è per noi motivo di soddisfazione e non di critica. Però è stato l'unico, in un contesto politico dove la conduzione degli enti e del governo in molti casi è al femminile ed è di sinistra. Se questi sono i risultati era meglio quando c'era un Assessore cattolico, un po' puritano e sessuofobo, ma che sosteneva al massimo le culture femminili e si preoccupava che tutti gli altri enti - perch intervenivo personalmente su tutti gli altri enti, Governo compreso facessero il loro dovere.
In confidenza l'Assessore Oliva - cosa che ho molto apprezzato - mi ha chiesto: "Tu cosa hai fatto in passato?". Da una parte ho fatto quello che ha fatto lui e quindi lo ringrazio; dall'altra mi sono impegnato, anche prima dell'approvazione dell'assestamento, a dire: "Guardate che ci metto la mia faccia e, comunque sia, vi garantisco, a partire da febbraio, che il Festival si farà". Certo, non è correttissimo amministrativamente, però se la politica non prende coraggio per alcune cose, vuol dire ucciderle. In passato ho ritenuto di prendere coraggio e di prendermi la responsabilità sin dall'inizio, di dire: comunque sia questo Festival si farà. Ora, per una serie di circostanze, che non attengono all'Assessorato alla cultura regionale ma complessivamente ad un arco politico culturale di sinistra, il Festival non si fa più.
Faccio una proposta all'Assessore: noi c'impegniamo, fin d'ora, come Consiglio e magari come Commissione, sempre molto sensibile, ad approvare un atto di indirizzo affinché quello che non è stato possibile quest'anno magari garantendo i contributi da subito e intervenendo sugli altri enti possa essere ripristinato il prossimo anno.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 852 del Consigliere Scanderebech inerente a "Notte di battaglia a San Salvario" (L'Assessore Caracciolo concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Ristrutturazione industriale - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 596 dei Consiglieri Ferrero e Ghigo inerente a "Protocollo d'intesa tra Sviluppo Italia, Gruppo Finmek e Società FT" (L'Assessore Migliasso concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 602 del Consigliere Ferrero inerente a "Inquadramenti ai fini INPS dei lavoratori della Genco S.p.A. di Chivasso" (L'Assessore Migliasso concorda risposta scritta con l'interrogante)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 783 dei Consiglieri Placido, Bellion, Boeti, Muliere Pozzi e Reschigna inerente a "Licenziamento all'Aurora S.p.A. di Torino" (L'Assessore Migliasso concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 893 della Consigliera Ferrero inerente a "Incremento stanziamenti regionali a favore dei Comuni per la realizzazione e la ristrutturazione dei campi nomadi" (L'Assessore Migliasso concorda risposta scritta con l'interrogante)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 862 596, 602 e 893 e l'interpellanza n. 783.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 838 dei Consiglieri Cotto, Ferrero, Burzi e Cirio inerente a "Attuazione Progetto Riparazione per i minorenni soggetti a provvedimenti penali"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 838, sulla quale risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare

Grazie, Presidente.
Riferendomi all'interpellanza in oggetto, mi preme sottolineare che la Regione Piemonte ha approvato, con D.G.R. n. 23-1340 del 7.11.2005, il protocollo d'intesa per assicurare la prosecuzione su tutto il territorio regionale del Progetto Riparazione, rivolto ai minori soggetti a provvedimenti penali, che viene attuato con esiti positivi dal 1994.
Il Protocollo deve essere sottoscritto tra la Regione Piemonte, il Centro per la Giustizia Minorile per il Piemonte e la Valle d'Aosta, il Comune di Torino, il Tribunale per i Minorenni di Torino e la Procura presso il medesimo Tribunale.
A questo fine, quindi, occorre che tutte le istituzioni coinvolte abbiano completato l'iter amministrativo necessario per l'autorizzazione alla stipula dell'accordo.
In particolare, vorrei sottolineare che il Comune di Torino ha approvato il testo del Protocollo con delibera della Giunta comunale del 28 febbraio 2006, esecutiva dal 17 marzo u.s. ed ha provveduto a trasmetterne copia alla Regione e agli altri firmatari soltanto con nota pervenuta in data 28 giugno 2006.
La firma del nuovo protocollo, pertanto, è prevista per la fine del mese di settembre o entro i primi giorni di ottobre, perché dovremmo mettere d'accordo tutti i soggetti firmatari, per assicurare un'adeguata visibilità all'iniziativa.
Per quanto riguarda le risorse economiche, è stata avanzata anche per l'anno 2006 una richiesta di accantonamento di 30 mila euro, quale contributo a parziale copertura delle spese sostenute dal Comune di Torino per il funzionamento del Centro per la Mediazione, che assicura il proprio intervento - come i Consiglieri sanno - su tutto il territorio regionale.
Questo importo accantonato sembra adeguato rispetto all'impegno del Comune ed, inoltre, è stato già nel 2005 significativamente incrementato rispetto ai contributi assegnati in attuazione del precedente protocollo in base al quale il contributo annuale regionale per il funzionamento del Centro era quantificato in allora 20 milioni di lire, corrispondenti a euro 10.329,14.
Per garantire, inoltre, l'attuazione del Progetto, la Regione realizza il monitoraggio dell'attuazione del Progetto stesso, ed in particolare delle Attività di Utilità Sociale (AUS) sul territorio regionale attraverso periodici incontri di raccordo e verifica; assicura anche la diffusione della conoscenza della giustizia riparativa e degli interventi che riguardano il Progetto Riparazione attraverso l'organizzazione naturalmente in collaborazione con gli altri firmatari del presente Protocollo, di tutte quelle attività di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte ai servizi, alle Forze dell'Ordine e alle risorse del territorio, sia pubbliche sia del privato sociale e del volontariato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cirio per una replica.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta. Lo scopo dell'interrogazione era proprio quello di sollecitare la sottoscrizione di questo Protocollo che però apprendiamo, per cause indipendenti dall'Assessorato, che è tornato alla firma; firma che si rende quanto mai urgente anche alla luce dei fenomeni di cronaca che, purtroppo, riguardano sempre più minorenni e che seppur con le limitazioni previste dal nostro sistema giudiziario e penale hanno degli evidenti risvolti penali che toccano bambini o ragazzi, comunque adolescenti, che hanno necessità di essere assistiti in modo diverso da altri soggetti della società, in quanto soggetti deboli.
Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 433, dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia inerente a "Somministrazioni gratuite della vaccinazione per il pneumonococco ed il meningococco"


PRESIDENTE

stata richiesta l'iscrizione di un ordine del giorno, il n. 433 (primo firmatario Consigliere Vignale), conformemente alla prassi. Il documento ha il seguente oggetto: "Somministrazioni gratuite della vaccinazione per il pneumococco e il meningococco".



(Il Consiglio, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 14.30 è convocata la IV Commissione in Sala Morando e che nella giornata di domani, alle ore 14, è convocata la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.30)



< torna indietro