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Dettaglio seduta n.112 del 19/09/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 15.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, Gariglio, Guida, Lepri e Ronzani.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

b) Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale in merito all'incontro a Roma, la prossima settimana, della Presidente della Giunta regionale Bresso e dell'Assessore Sibille con il Ministro Gentiloni, sulla questione degli uffici postali dei piccoli Comuni


PRESIDENTE

Un'informazione in parte legata al sindacato ispettivo. Vi erano alcune interpellanze relative al problema degli uffici postali nei piccoli Comuni in particolare quelli montani. L'Assessore Sibille, che ringrazio, ci ha informato - e penso sia utile che lo sappiano tutti i colleghi - che giovedì prossimo, alle ore 8.30 a Roma, incontrerà il Ministro Gentiloni naturalmente insieme alla Presidente Bresso, per affrontare, tra le altre cose, il problema degli uffici postali dei piccoli Comuni.
Quindi, il sindacato ispettivo ed eventuali comunicazioni da parte della Presidente Bresso e dell'Assessore Sibille verranno svolte nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Università - Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Comunicazione della Presidente Bresso in merito alla possibile localizzazione in Piemonte di un centro di ricerche della Microsoft


PRESIDENTE

Prima di affrontare i punti all'o.d.g., riprendiamo i lavori con la comunicazione sulla Microsoft da parte della Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Farò, su richiesta, una breve comunicazione, in assenza dell'Assessore Bairati - che ha trattato la questione nell'ambito delle sue competenze e che sta rientrando dalla Cina - riservandomi di fornire successivamente ulteriori informazioni, mano a mano che il lavoro con Microsof andrà avanti.
Tramite il Politecnico e l'Università di Torino, abbiamo avuto dei contatti con due strutture di ricerca di Microsoft. Una è diretta da Jennifer Chayez e opera, in particolare, sulla ricerca applicata alla genetica (intersezione fra la ricerca sul funzionamento dei geni e i processi di differenziazione degli organi, a partire dal DNA). L'altra è la IT (Information Tecnology), che utilizza le enormi possibilità offerte dalla computer science per indagare sui fenomeni legati alla genetica e all'ambiente.
Mi esprimo in termini molto sintetici, non essendo un'esperta in genetica.
Si tratta di un centro studi molto prestigioso, che vanta tra i propri collaboratori personalità d'altissimo livello, tra cui la stessa Direttrice, interessato ad aprire una sezione a Torino, con l'obiettivo di fare ricerca e formazione sia per il nostro territorio che per i Paesi in via di sviluppo. Una ricerca che, pur avendo carattere estremamente raffinato, produrrebbe risultati significativi anche per ricercatori di Paesi in via di sviluppo, cioè li formerebbe ad attività di ricerca concretamente utili per il loro Paese.
Per questa ragione, si è discusso di quest'insediamento sia con l'Unesco che con lo Staff College (il nuovo Direttore dello Staff College è De Mistura), perché un accordo con uno di questi enti o con le Nazioni Unite consentirebbe di avere delle facilitazioni fiscali per la ricerca e i ricercatori, e c di ottenere quindi maggiori risultati con minori costi.
Da parte di Microsoft c'è stato grande interesse per il nostro territorio; i ricercatori del Politecnico e dell'Università di Torino si sono espressi in modo molto positivo dando la loro disponibilità concreta a predisporre il progetto e ad incontrarci intorno a fine novembre negli Stati Uniti con il numero due di Microsoft (colui che a breve prenderà il posto di Bill Gates) per concretizzare la proposta. Proposta che ovviamente comprenderà un intervento finanziario da parte del loro centro di ricerca e un intervento nostro o di nostre strutture (possono essere anche le fondazioni bancarie, che mi hanno dato la loro disponibilità a finanziare sia borse di ricerca sia interventi del tipo che insieme si deciderà).
Se la proposta che metteremo a punto di qui a novembre soddisferà le esigenze di Microsoft e le nostre, entro Natale si potrebbe fare un secondo incontro qui a Torino per chiudere definitivamente la proposta. Poi ovviamente ognuno adempierà ai propri compiti. Noi abbiamo compiti istituzionali un po' più complessi, per loro ovviamente la decisione è più semplice; noi sottoporremmo la proposta al Consiglio e ognuno dei soggetti ai propri organi.
C'è anche una seconda proposta, più avanzata, che riguarda una struttura di ricerca Microsoft più direttamente business oriented, che opererebbe nel campo dell'information tecnology per le aziende. Si tratta di ricerca, non di vendita di sistemi informatici; di ricerca diretta in particolare alle esigenze delle piccole e medie imprese. Su questo tema esiste già una bozza di protocollo messa a punto dal Politecnico e da Microsoft, che è in corso di discussione con il Ministero Italiano della Ricerca Scientifica e dell'Università. E' un progetto che prevederebbe tre punti di ricerca, uno dei quali a Torino, finalizzato a sviluppare le applicazioni delle computer sciences alle esigenze delle piccole e medie imprese.
Il progetto interessa il nostro Paese, considerato un punto di riferimento a livello mondiale per le piccole e medie imprese.
Quest'accordo sarebbe, sostanzialmente, triangolare fra Microsoft, il Ministero della ricerca scientifica dell'Università e la Regione Piemonte nel caso in cui si arrivasse a concordare anche altre due localizzazioni in Italia, sarebbero coinvolte pure le due Regioni eventualmente interessate.
In questo caso, si tratterebbe di tre accordi tripolari.
La presenza delle strutture di ricerca di Microsoft sarebbe quindi bipolare, con diverse finalità, diversi ricercatori e anche diverse strutture di riferimento. È possibile che la seconda struttura di ricerca di cui vi ho parlato - business oriented - arrivi anche più rapidamente del previsto. In questo caso, dipenderà molto dal lavoro che si sta facendo con il Ministero dell'Università e della ricerca.
Il nostro impegno è da definire. La garanzia che le strutture di ricerca di Microsoft chiedono è quella di un impegno a muoversi rapidamente: non si tratta di strutture che devono produrre risultati economici, ma risultati di ricerca. Le strutture verranno mantenute nei luoghi dove verranno insediate se produrranno, in termini di ricerca risultati considerati validi, cioè se avranno una progettualità di qualità e se ci saranno, in un tempo piuttosto breve - ovviamente adeguato alla tipologia della ricerca - dei risultati considerati consistenti.
Il problema sarà soprattutto quello della selezione dei ricercatori e della qualità della struttura, affinché sia in grado di produrre risultati consistenti nei campi individuati.
Questo è più o meno quello che mi sento di dirvi. Come vedete, a tempi brevi, saremo in grado di produrre degli step successivi, rispetto ai quali potremo indicarvi quale potrebbe essere l'impegno nostro e delle altre istituzioni torinesi (Università, Politecnico, eventualmente Fondazioni bancarie e, per la seconda struttura, Ministero dell'Università).



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Ho apprezzato la relazione, ricca d'informazioni, che ci ha fornito la Presidente Bresso. Ho alcune perplessità, che voglio esprimere con molta chiarezza a questo Consiglio e alla Presidente, che si è fatta carico di rappresentarci tutti nell'incontro con i vertici della Microsoft.
Sappiamo tutti benissimo cos'è la Microsoft e, soprattutto, cosa rappresenta nel mondo. È la più grande multinazionale, è un polo che controlla tutta l'industria di software e gran parte dell'industria hardware nel mondo. È l'azienda che ha determinato il futuro dell'informatizzazione del pianeta e gestisce per mezzo della rete internet gli scambi di più dell'80% degli esseri umani che ogni giorno si parlano attraverso la rete e che quindi fanno economia e sviluppo. Questa è la Microsoft. Sappiamo tutti benissimo che, pur con tutte le volontà del proprio capo di struttura di diventare benefattore, è in ogni modo una multinazionale che deve necessariamente creare dei profitti da mettere a bilancio della propria azienda.
Presidente, ho una preoccupazione: non possiamo diventare ente pubblico che sostiene e ripropone l'idea che Microsoft si localizzi sul nostro territorio per continuare a costruire e a progettare brevetti che poi impone al mondo. Se Microsoft vuole venire in Piemonte e collaborare con le istituzioni locali - che siano le fondazioni bancarie, la Regione, il Politecnico o, comunque, istituzioni pubbliche - queste devono chiedere a Microsoft che tutto ciò che verrà prodotto su questo territorio non sia coperto da royalties o da brevetti, ma abbia finalità di sviluppo e di ricerca pura, non applicata.
Se dobbiamo investire dei soldi pubblici per sostenere un'azienda che poi, attraverso i propri brevetti, decide come il mondo si deve sviluppare come si deve parlare, come le informazioni si devono scambiare e soprattutto, come e quali programmi devono girare in quelle macchinette infernali che gli esseri umani ogni giorno accendono per lavorare scambiare informazioni e vivere, allora penso che noi sbaglieremmo a sostenerla ulteriormente. Faremmo un passo in avanti di questo modo sbagliato di concepire un prodotto che, per la sua stessa natura, deve essere libero da royalty e da copyright: quando il software viene prodotto e viene ripagato dal costo della progettazione e della ricerca, deve essere libero e non protetto. I dati devono essere interscambiabili e devono potersi trasferire da una parte all'altra del mondo senza nessun tipo di imposizione fiscale o economica; soprattutto, le persone devono poter essere libere di adattare e trasformare le piattaforme su cui lavorano secondo le proprie esigenze e bisogni.
Questo è il vero obiettivo. Questa è la sfida del terzo millennio ovvero che la ricerca su slopper diventi una grande ricerca per liberare l'umanità dalla schiavitù delle royalty. Non è pensabile che Paesi del Terzo Mondo, che non hanno da vivere e di che sfamarsi, debbano pagare centinaia di dollari ogni volta che acquistano una licenza per far girare i programmi degli enti governativi o paragovernativi. Non è possibile che le persone che faticosamente si affacciano a tecnologie informatiche nei Paesi del Terzo Mondo debbano essere costretti a pagare prezzi carissimi per l'utilizzo del software. Riteniamo che questo modo di concepire l'industria dell'informatica sia sbagliato e che si debba cambiare completamente rotta.
Pensiamo che, se devono esserci investimenti pubblici, questi devono avere la garanzia che non andranno a sostenere ancora una volta l'utilizzo sbagliato che Microsoft fa della propria tecnologia, della propria scienza e della propria capacità di produrre tecnologia scientifica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Non sarei intervenuto, ma l'ho richiesto immediatamente dopo aver visto la richiesta del collega Robotti, perché l'istinto mi diceva - e almeno in questo caso non ha fallito - che sarebbe stato utile poter intervenire dopo.
Se nel pubblico ci fossero stati dei bambini, come talvolta capita avrebbero assistito ad un reality - non so quanto possa essere utile assistere per i bambini - ma cosa avrebbero visto? Avrebbero assistito ad un intervento del Governo e ad uno dell'opposizione. Mi spiace che non ci sia l'Assessore Valpreda che, molte volte, mi gratifica di gentilezze e di epiteti sul modo di fare opposizione, ma lo voglio dire gentilmente: per quanto ci riguarda, questa è una modalità finita e ve lo abbiamo detto in tutti i modi.
Domani, alla riunione dei Capigruppo, ringraziando il Presidente del Consiglio - facente funzioni, che sia ben chiaro - per la consueta attenzione che ha, come Capogruppo porrò in discussione l'ampiezza del dibattito sulle comunicazioni della Presidenza, qualunque sia il merito perché è di solare evidenza, ove mai sia stato sancito e non rientra nella procedura, che se due minuti sono stati sanciti, adesso li cambiamo secondo i temi - il tema sollecitato dal Presidente palesemente non pu essere esaurito da nessuno, nemmeno dal Consigliere Robotti, che pure è molto competente.
Sul merito di Microsoft siamo, come Gruppo - che ho momentaneamente l'onore di presiedere - oggettivamente d'accordo; sulla ricerca ci sembra come Gruppo, di aver fatto tutto quanto era possibile, ma anche di più in termini di legge e d'approvazione della delibera, che con una certa tempistica, nonostante l'Assessore Bairati, è andata a buon fine.
Quanto prima torneremo sulla ricerca, non oggi, non ce ne sono i tempi non c'è lo spazio, ma in Commissione, prima o poi, verrà presentato il bilancio preventivo 2007, che ci attendiamo abbia in quell'ambito la giusta attenzione, essendo per noi certamente molto importante.
Ove non ci fosse la dovuta attenzione contribuiremo, proponendo a fare in modo che ci sia, perché è una delle poche aree che in questo Piemonte può ancora essere oggetto di effettivi investimenti.
Peraltro, al momento mi congratulo sinceramente - lo faccio, così quando questo non avverrà più sarò più credibile - con la Presidenza, che ha voluto portare a buon fine, pur con un non rispetto, cui siamo abituati dei tempi e dei modi del coinvolgimento dei Gruppi consiliari, una vicenda molto importante per il Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Esprimo un apprezzamento per le comunicazioni della Presidente, che ci fanno sapere che la notizia di un possibile insediamento Microsoft in Torino e in Piemonte non resta soltanto una notizia ferragostana, ma sta crescendo, si sta sviluppando e sta assumendo corposità e contorno.
Questo potrà portare vantaggi importanti per tutto il sistema territoriale piemontese e non solo. In particolare, da quanto ho sentito una parte degli interventi riguarderà complessivamente anche il sistema delle piccole e medie imprese, notoriamente in difficoltà a sviluppare ricerca e che hanno bisogno di grandi motori per avere ricerca a disposizione e per il trasferimento della medesima.
Questo potrà essere un gran motore per lo sviluppo della ricerca nel nostro territorio e la sua diffusione sul sistema delle piccole e medie imprese, anche attraverso il ruolo che il Politecnico - voglio sottolinearlo con favore - ha svolto nei contatti con Microsoft e che potrà essere utile anche in relazione ai decentramenti territoriali del Politecnico stesso.
Ho accolto infine con gran piacere il riferimento al fatto che soprattutto per quanto riguarda la seconda tipologia d'intervento, ci sarà una serie di valutazioni sui risultati raggiunti e sulla qualità della selezione dei ricercatori o qualità delle strutture, quindi dei risultati conseguiti.
Era uno degli aspetti che avevamo sottolineato nei nostri interventi in occasione dell'approvazione della legge sulla ricerca e delle linee d'attuazione della medesima; quindi, accogliamo con particolare favore l'approccio che la Presidente sta portando avanti con Microsoft insieme con il Politecnico. Ci auguriamo che i passi successivi portino a concretizzare l'iniziativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche noi siamo lieti di apprendere che, oltre alle notizie di stampa che precedono spesso l'avvenimento e poi la conoscenza dei fatti, vi sia uno sviluppo che può far sì che Microsoft s'insedi all'interno della nostra Regione.
Verosimilmente, dovremo vedere quando e se vi sarà l'insediamento, cosa vorrà dire per il sistema regionale dell'innovazione e della ricerca dell'occupazione e quant'altro.
Non sarei intervenuto, perché è niente di più che una comunicazione benché importante, che la Presidente ha fatto.
Devo dire che rimaniamo soltanto sconcertati dall'utilizzo delle situazioni. Ricordo che il collega Robotti non più di una settimana fa martedì scorso, quando il nostro Gruppo consiliare richiese la possibilità di discutere della deliberazione relativamente alla legge sui Principi generali sull'innovazione e la ricerca, in presenza dell'Assessore - o di qualcuno che potesse rappresentarlo - si alzò, prese la parola e disse: "Proprio nel momento in cui Microsoft è qui in Piemonte a valutare se si deve insediare o no, voi non volete discutere le linee strategiche della ricerca".



(Commenti del Consigliere Robotti)



VIGNALE Gian Luca

La motivazione per la discussione era quella: "Proprio nel momento in cui la Presidente e l'Assessore incontrano Microsoft, noi non diamo questo segnale forte". Al di là di questo, ci permettiamo sommessamente di ricordare che vi sono due aspetti nella ricerca e nell'innovazione, sanciti dalla legge nazionale e ribaditi nella stessa legge regionale: vi sono soggetti, che solitamente sono gli enti pubblici, e le sovvenzioni che gli enti pubblici prevedono per quella che è la ricerca di base, cioè per quella ricerca che le società private, in particolar modo le medie e le piccole aziende - diciamo noi, ma generalmente le società private - non fanno. O meglio, se la fanno, non la trasferiscono al sapere comune, ma le tengono per sé perché sono soggetti che investono milioni di euro all'interno della ricerca. L'80% dei fondi sulla ricerca in Regione Piemonte proviene da soggetti privati che, non essendo l'associazione San Vincenzo, non solo vogliono coprirsi delle spese, ma vogliono anche avere un utile e un ritorno economico.
Quindi, a noi sembra che vi siano due aspetti che vanno divisi. Il primo è sulla ricerca di base, sul quale il nostro Gruppo consiliare, tanto durante la votazione della legge quanto durante la votazione delle linee di intervento, ha fatto sì che vi fosse un passaggio che garantisse che una quota non inferiore del 30% fosse dedicata agli Atenei e ai soggetti interamente pubblici, proprio perché, se scoprono "qualcosa", non diventi il dominio del Politecnico di Torino o dell'Università orientale del Piemonte, ma un'acquisizione della ricerca di base trasferita ad imprese e soggetti terzi.
Diverso è il ragionamento che il collega faceva, ed è diverso anche rispetto ad altre procedure.
Concludo solo con una battuta: io sono d'accordo, ma non chiediamo che poi Outlook venga inserito nei nostri computer perché Lotus non colloquia con l'esterno, perché Outlook incidentalmente è del pacchetto Office ed è di proprietà di Microsoft.
Pertanto, è vero che c'è un problema internazionale rispetto alle royalties, soprattutto per esempio sul farmaco, dove più Governi sono intervenuti, in particolar modo rispetto ai problemi delle Nazioni più povere. Da qui a fare una valutazione complessiva e generale sul mostro capitalistico Murdoch, che investendo e scoprendo delle cose non le comunica nei confronti di terzi, ci sembra oggettivamente una concezione che non condividiamo, in particolar modo in un concetto quale quello della tecnologia informatica. Il collega sa che esiste una legge secondo cui dopo un certo numero di anni, le royalties scadono, ma sa altrettanto bene che nell'informatica, dopo qualche anno, nonostante le royalties non siano ancora scaduta, il pacchetto è comunque da aggiornare, quindi poco servono quelle normative. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjack; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Condividiamo, naturalmente nel merito, la comunicazione che ci ha fatto la Presidente Bresso e la Giunta regionale intera, perché pensiamo, com'è già stato detto da chi è intervenuto precedentemente, che questa, che oggi è stata confermata rispetto a quello che avevamo letto nei giorni scorsi sulla stampa, sia davvero una buona notizia per Torino e per tutta la Regione.
Non vorrei che considerassimo scontato il fatto che la Microsoft scelga Torino e il Piemonte, perché fino a quando questa notizia non l'abbiamo letta sui giornali, la scelta di una grande multinazionale in settori così importanti di una realtà come quella torinese e piemontese, non può essere considerata scontata. E se c'è stato un approccio, ma io affermo che siamo in una fase, se ho bene appreso dagli organi di stampa e dalla comunicazione della Presidente Bresso, che non è quella del semplice approccio. Stiamo già lavorando ai protocolli scientifici del progetto quindi siamo già al secondo passaggio, a qualcosa in più. Sul nostro territorio si stanno creando le condizioni in tema di ricerca e innovazione per creare opportunità di sviluppo e, noi pensiamo, nuova occupazione.
La Presidente ha parlato di una pluralità di campi attraverso i quali si stanno sviluppando i protocolli scientifici. Naturalmente occorre fare una serie di passi in avanti quindi, dal protocollo scientifico, creare le condizioni perché si determino i principali progetti.
Penso che questa sia un'opportunità straordinaria per Torino, ma, mi permetto di aggiungere, un'opportunità straordinaria per il Piemonte. Se fosse solo un'opportunità straordinaria per Torino non svilupperemmo complessivamente le potenzialità che in questo campo la Regione Piemonte possiede. Dobbiamo immaginare, sui diversi settori in cui si può sviluppare questo progetto, di collegare gli stessi progetti con le diverse vocazioni territoriali. Così come immagino che il Politecnico di Torino abbia un ruolo significativo ed importante in quest'ambito, preferisco parlare non solo del Politecnico di Torino, ma di sistema degli atenei piemontesi e delle Università piemontesi.
Condividendo e, in qualche misura, appoggiando la Giunta regionale affermando che in questo campo bisogna andare avanti a passi spediti, ci permettiamo di sottolineare un aspetto: occorre tenere in considerazione l'abbiamo ribadito anche nella legge regionale, della costruzione del sistema regionale della ricerca. È un elemento fondamentale che ci siamo permessi di sottolineare in queste comunicazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Premetto che sono bene accetti tutti quelli che vengono ad investire in Piemonte e a Torino, in ricerca, innovazione ed altro, che si tratti di una multinazionale o di una piccola o media impresa. Tuttavia non capisco che cosa voglia dire la ricerca con le piccole e medie imprese.
La ricerca, nel documento a nostre mani, è spiegata in termini tecnici è basata sul comportamento dei geni e sulla formazione della memoria: una va nella direzione del controllo medico, l'altra nella direzione di cui diceva prima il Consigliere Robotti, la memoria vista come patrimonio generale, quindi come software da applicare e rispettivo hardware. La cosa mi preoccupa tanto quanto preoccupa il Consigliere Robotti.
Intanto ancora non siamo arrivati a questa fase, quindi si può ancora studiare un percorso, si può valutare, tuttavia mi preoccupano le dichiarazioni della dirigente Microsoft, la quale risulta abbia affermato che i cervelli e le eccellenze proverranno da altri luoghi e verranno inseriti nella nostra struttura. Mi chiedo qual è il valore aggiunto che può portare un nuovo insediamento, nel momento in cui le nostre eccellenze non saranno prese in considerazione.
Non capisco quale sia il motivo per cui la Microsoft abbia scelto Torino. Ha uno studio di fattibilità? Ha un percorso ben chiaro? Dalle dichiarazioni emerse, la scelta della locazione - così ha assicurato la ricercatrice statunitense - "è motivata dalla fantastica qualità della ricerca scientifica a Torino". Questo lo sappiamo.
Sempre la ricercatrice, relativamente alle eccellenze, ha dichiarato: "Per l'insediamento torinese sceglieremo i migliori cervelli statunitensi ed europei tra coloro che si occupano della materia che intendiamo studiare". Vorremmo capire. Mi sembra che anche lo stesso Sindaco Chiamparino non sia stato sufficientemente informato, abbia qualche perplessità, non lo vediamo attivo e partecipe. Da un comunicato Ansa del 12 settembre sembra che lo stesso Chiamparino sia molto perplesso.
Chiedo alla Presidente se può darci chiarimenti, qual è il motivo vero per cui la Microsoft ha scelto Torino, se c'è uno studio a monte, qual è stato l'incontro, qual è stata la molla che ha fatto scattare nella mente della direttrice la scelta di Torino. Da lì possiamo capire quale pu essere il futuro e cosa ha nella testa una multinazionale così importante e prestigiosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Senza voler mitizzare questo tipo di intervento, registriamo oggi un dato positivo. In un paese dove si spende poco sia dal punto di vista pubblico, ma soprattutto dal punto di vista privato, per la ricerca, il fatto che una grande multinazionale leader in tecnologia avanzata arrivi a fare un investimento sul nostro territorio, è sicuramente un dato positivo.
È un dato positivo che l'Ente, i diversi enti, siano riusciti a rispondere in tempi assolutamente ragionevoli rispetto anche alla sfida lanciata sulle pagine dei giornali ad agosto, quando è apparsa la notizia (qualcuno l'aveva messa sul ridicolo dicendo: "Vedremo se il Piemonte riuscirà a rispondere a queste sollecitazioni"). Emergono una serie di dati positivi.
A me preme sottolineare alcuni aspetti. Il primo è che non sia una casualità. Non credo che Microsoft sia arrivata casualmente a Torino credo, senza voler mitizzare nulla, che sia il risultato di un lavoro intrapreso in questi ultimi anni: saranno le Olimpiadi vissute in un modo particolare, sarà la legge sulla ricerca. Non possiamo pensare che questa sia una scelta casuale, quindi, senza mitizzare questo tipo di intervento credo che tale scelta vada valutata in maniera positiva.
C'è un altro dato che mi ha colpito in maniera positiva. Faccio fatica ma questo sarà legata alle mie scarse conoscenze, a capire come e in quale direzione si raccorderà la ricerca rispetto alle piccole e medie imprese.
Sicuramente è un settore che ci vede, dal punto di vista numerico all'avanguardia, ma ci vede spesso in sofferenza, soprattutto in questi ultimi periodi. Capire, quindi, qualcosa in più rispetto a questo, sarebbe sicuramente interessante.
Rispetto alle problematiche sollevate dal Consigliere Robotti, non credo siano problematiche sollevate con un'ottica di opposizione al progetto complessivo.
Pensare di studiare assieme a Microsoft qualcosa che sia anche eticamente più compatibile, soprattutto nei confronti dei Paesi del Terzo e Quarto mondo, è equo e solidale e può essere anche una soluzione che caratterizza ulteriormente questo tipo di intervento.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri iscritti a parlare, prima di proseguire con gli altri punti all'o.d.g. la Presidente Bresso vorrebbe fare un'ulteriore integrazione alle comunicazioni su Microsoft.
Ha chiesto di intervenire la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Brevemente dò qualche risposta, poi avremo modo di consegnarvi ulteriori documenti informativi.
Intanto ringrazio i presenti, perché il dibattito è stato interessante e ha sottolineato alcuni particolari che avevo omesso di dire.
Al collega Bizjak ricordo che ha partecipato anche il Rettore dell'Università del Piemonte orientale perché quell'Ateneo dispone di alcune competenze che potranno sicuramente essere coinvolte nella ricerca.
In quella sede abbiamo interessanti competenze di ricerca nel campo farmacologico e genetico. Sono quindi coinvolte tre Università e forse addirittura quattro, perché anche Pollenzo, lavorando sulla bio-diversità umana di origine agricola, può contribuire con specifiche competenze di alcuni ricercatori.
Per quanto riguarda le persone, ovviamente non è possibile parlarne pubblicamente, perché si tratta di attrarre in Piemonte cervelli che attualmente hanno già una collocazione accademica. Ci sono però ricercatori di origine torinese, molto interessanti per questo gruppo di ricerca, che sarebbero disponibili a tornare a Torino, a patto di avere un'adeguata collocazione.
Quindi, quando si parla di cervelli si parla di cervelli torinesi, di persone che già operano nel nostro territorio, che collaborerebbero con il gruppo di ricerca. Tale gruppo non appartiene a Microsoft, ma è una struttura di ricerca indipendente finanziata da Microsoft - ripeto indipendente - che fa ricerca pura. Si potrebbe coordinare, in alcuni casi con un centro a Trieste, per fare ricerca applicata nel campo della genetica e della computer science, cioè esplorando le potenzialità dell'informatica per la ricerca in campo genetico e lavorando, in particolare, sui meccanismi di trasmissione tra le diverse parti del cervello e fra il cervello e il resto del corpo.
Quanto ho detto è solo una sintesi, perché anch'io, come vi ho detto non sono un'esperta in materia.
Quando si parla di qualità eccellenti dei nostri ricercatori, si parla di torinesi con cui loro già collaborano, a Torino e non solo, ma che sarebbero disponibili a tornare. Il nostro obiettivo è richiamare i giovani ricercatori piemontesi che, alla ricerca di collocazioni di qualità, si sono localizzati altrove nel mondo.
Un ultimo paio di considerazioni. Ricordo che noi abbiamo l'ISI, una struttura di ricerca collocata a Villa Gualino, diretta da uno dei maggiori fisici del mondo e che ha, da sempre, relazioni con questo gruppo di ricerca. Inoltre, il professor Conte, matematico dell'Università di Torino lavora stabilmente con il gruppo di Jennifer Tour Chayes. Si tratta di una serie di relazioni con ricercatori del nostro territorio, nelle diverse materie su cui lavorano, che ha fatto sì che si sia sentito parlare di Torino, non tanto per le Olimpiadi, quanto per le nostre strutture di ricerca e le iniziative che in passato sono state messe in atto per attrarre ricercatori e docenti di qualità. Relativamente all'ISI, ad esempio, noi finanziamo ricercatori senior che vengono a supportare ricercatori junior del nostro territorio, aiutandoli a sviluppare il loro lavoro di ricerca.
È proprio attraverso questi percorsi che si sono creati dei rapporti che si stanno consolidando e che dovrebbero portare all'insediamento di queste due strutture. Vi porteremo documentazione più precisa; si tratta comunque, in entrambi i casi, di ricerca applicata di livello elevato, non direttamente operativa, che deve produrre risultati non in termini di business, ma di ricerca, anche orientata a favore delle piccole e medie imprese.
Mi rivolgo al Consigliere Robotti, il quale confonde un po' le battaglie sul software libero con la battaglia contro i brevetti; battaglia che non si può fare perché, da sempre, la brevettazione è una garanzia della ricerca e dell'investimento in ricerca. Naturalmente, è ovvio che c'è tutta una controversia, in particolare, legata ai farmaci, su come si possono fornire medicinali ai Paesi più poveri, dal momento che i medicinali sottoposti a brevetto hanno costi particolarmente elevati.
Tuttavia, la normativa sui brevetti è una normativa internazionale alla quale dobbiamo attenerci. Chiunque non brevettasse un risultato della ricerca otterrebbe un unico risultato: che qualcun altro lo farebbe al suo posto, portandoglielo letteralmente via. La battaglia di cui parla il Consigliere Robotti, che ho fatto anch'io all'Unione Europea, riguarda una discussione in atto fra UE e resto del mondo - in particolare gli Stati Uniti - sulla non brevettabilità di una serie di elementi di base addirittura elementi di scrittura. Lo scontro è sulla brevettabilità o meno di algoritmi che non rappresentano, in sé, un prodotto, ma rappresentano l'abbiccì della ricerca scientifica. È un po' come se uno brevettasse l'alfabeto: ovviamente non è accettabile, perché l'alfabeto è proprietà di tutti. Per fare ricerca e per sviluppare prodotti questi elementi di base della computer science servono a tutti e non è giusto che siano brevettati.
Questo è l'oggetto del dibattito in corso. Anche qui consentitemi un po' di approssimazione, però questo è il livello del dibattito e della battaglia che è un atto all'Unione Europea.
Dopodiché sono lieta di comunicarvi che qui non viene ad insediarsi Microsoft, ma due strutture di ricerca che hanno dei finanziamenti anche da Microsoft. Come sapete, Microsoft finanzia attività di vario tipo, comprese attività di beneficenza. In questo caso finanzia attività di ricerca agisce come co-finanziatore. I prodotti sarebbero prodotti della struttura di ricerca e sarebbero brevettati secondo le regole internazionali della ricerca.
Diverse sono le battaglie che ognuno può voler fare su aspetti specifici della questione della brevettazione. Tutti abbiamo ben presente che esistono dei problemi: uno è quello che citavo, su cui è in corso una grande battaglia. Ce ne sono anche altri, come quello relativo ai farmaci tema assolutamente di rilievo, che però nulla ha a che vedere con il tema di cui ora stiamo parlando. La ricerca che si fa oggi in Piemonte è finalizzata a produrre dei risultati e a brevettarli come tali. Anzi rilevo che uno dei problemi dei nostri ricercatori è che troppo spesso non si preoccupano di arrivare fino alla brevettabilità e quindi alla tutela del loro lavoro.
C'è un'ampia tematica su cui bisogna lavorare, ferma restando la possibilità, per gli Stati, per le Nazioni Unite e per l'Unione europea, di adoperarsi affinché i risultati, pur brevettati, della ricerca, una volta tradotti in prodotti industriali, siano fornibili a prezzi accettabili ai Paesi in via di sviluppo. Questo, però, è un altro tema, è un tema politico che nulla ha a che vedere con chi fa ricerca. Chi fa ricerca deve tutelare il prodotto del proprio pensiero, così come uno tutela il prodotto del proprio lavoro.
Concludo dicendo che, in ogni caso, questa era una comunicazione su una pista aperta, interessante, che dovrebbe dare dei risultati, ma dobbiamo ancora concludere un protocollo di intesa che sottoporremo alla vostra attenzione. Nel merito sarà possibile fare una discussione più consistente però il protocollo corrisponde pienamente all'obiettivo della nostra legge sulla ricerca, che è quello di attrarre attività di questo tipo, di attrarre i cervelli, se è possibile farli rientrare se sono del nostro territorio, ma anche di attrarre giovani ricercatori da tutto il mondo perché questo vuol dire aumentare le potenzialità di ricerca del nostro territorio, quindi le potenzialità di ottenere dei risultati.
A me pare di particolare interesse la finalizzazione che insieme vorremmo conseguire per attrarre giovani ricercatori dei paesi in via di sviluppo, formandoli in modo che possano tornare nei loro paesi e sviluppare delle attività connesse a ciò che hanno studiato nel nostro territorio, con tutte le ricadute positive che noi potremmo avere anche per il nostro sistema produttivo.


Argomento: Questioni internazionali - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle richieste di iscrivere all'o.d.g. e di discutere gli ordini del giorno n. 425 riguardante la figura di Oriana Fallaci e 424 e 429 riguardanti il Papa Benedetto XVI


PRESIDENTE

Prima di passare ai successivi punti all'o.d.g., vorrei dare un'informazione. I Capigruppo ricorderanno che avevamo deciso di annullare la I Commissione a favore della IV. Domani mattina, alle 9.30, è convocata la IV Commissione. La documentazione richiesta è in arrivo, quindi ci dovrebbero essere, come concordato, le condizioni per discutere l'assestamento con le modifiche.
Questo è quanto come informazione di servizio. La riunione dei Capigruppo è convocata alle ore 14 di domani.
A questo punto, passiamo all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente il proseguimento dell'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130. Manca ancora un adempimento legato a questo provvedimento quindi, come condiviso e concordato, passeremo all'esame.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Vorrei dire due cose. La prima sulla parziale modifica alla comunicazione di servizio che ci è stata data dal Vicepresidente Placido. È vero che domani c'è la IV Commissione, è vero che si era discusso, sia in sede di IV Commissione sia in sede di Capigruppo, dell'utilità che ci potessero essere altre sessioni suppletive alla IV. Ovviamente è perfetta la convocazione che alle 19.30 di ieri sera è stata decisa, ma è semplicemente inesatto (questo non sposta di un millimetro il lavoro che faremo alle 9.30) che l'abbiano deciso i Capigruppo. Per il resto, è tutto perfetto come poche volte capita.
Sull'ordine dei lavori, le vorrei chiedere un'inversione all'o.d.g.
rispetto a quanto previsto. Tenendo conto anche dell'ora, suggerirei una procedura moderatamente anomala, che il Consiglio eventualmente potrà prendere in considerazione.
Vorrei portare la discussione, se l'Aula acconsente, sugli ordini del giorno che stamattina sono stati, insieme ad altri, iscritti all'o.d.g. Il primo riguarda l'omaggio alla figura di Oriana Fallaci; il secondo riguarda tutto il tema connesso con quelle che molti di noi considerano certamente minacce nei confronti della figura di Benedetto XVI dopo le sue affermazioni a Ratisbona.
Mi sono anche permesso di leggere - l'ho fatto perché mi compete l'ordine del giorno presentato da buona parte della maggioranza e iscritto oggi, inerente alla discussione sull'11 settembre.
Fatta questa premessa, suggerirei una discussione su temi che sono molto diversi apparentemente, perché alcuni di noi, tra i quali chi parla vedono forti momenti di connessione e, qualora questo consentisse gli interventi di merito, sono sicuro che facilmente convincerei tutti che gli elementi di connessione ci sono.
Auspicherei che l'Aula accettasse, come modalità di discussione, a prescindere dalle appartenenze politiche, di votare in maniera separata gli ordini del giorno.
Premetto che, per quanto riguarda i documenti che sono espressione del mio Gruppo, chiunque può eventualmente sottoscriverli, anche quello che ha come primo firmatario il collega Scanderebech. La Giunta sta vedendo le firme di buona parte della minoranza, ma credo e immagino che il collega Scanderebech sia aperto alla sottoscrizione di chiunque lo volesse sottoscrivere.
Noi stiamo riflettendo sulla sottoscrivibilità dell'ordine del giorno sui fatti dell'11 settembre. Adesso lo voglio rileggere, perché quando mi viene la tentazione di sottoscrivere qualcosa che arrivi dalla maggioranza ci rifletto un po', perché vorrei essere sicuro di non essermi sbagliato.
Certamente buona parte di quello che c'è scritto mi sorprende in maniera molto positiva.
Concludo perché ho già rubato troppo tempo. Vorremmo discutere questi tre ordini del giorno. Se l'Aula lo acconsente, possiamo far precedere il tutto con un brevissimo momento di riflessione e di silenzio in memoria di Oriana Fallaci e di tutti coloro che, come lei, hanno difeso e difendono la libertà nostra in tutte le sedi in questo orbe terracqueo.



PRESIDENTE

Cercherò di essere più preciso rispetto a quanto condiviso e concordato nella linea dei Capigruppo sull'ordine dei lavori. Fra l'altro,vi è una condivisione sul fatto che domani mattina si tenga la IV Commissione con tutta la documentazione sul bilancio.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Molto più semplicemente, volevo chiedere un minuto di silenzio in memoria di Oriana Fallaci. Per il resto, mi trovo d'accordo sulle inversioni dell'ordine del giorno così come richieste dal collega Burzi di Forza Italia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Volevo associarmi (essendo uno dei firmatari) per chiederle che vengano discussi gli ordini del giorno che sono stati presentati relativamente alla vicenda di Papa Ratzinger e di Oriana Fallaci, che credo debbano essere temi che, se pur brevemente, il Consiglio ha la possibilità di discutere e di valutare.
Inoltre, associandomi alla richiesta di un minuto di silenzio per Oriana Fallaci, chiedo anche che nello stesso minuto sia commemorata suor Leonella, che, tra l'altro, faceva parte delle suore missionarie della "Consolata" di Torino.
Suor Leonella è morta vittima, comunque, di questa situazione e quindi se non altro perché era piemontese, mi sembra giusto che il Consiglio regionale del Piemonte ricordi un momento una persona che ha dedicato sinceramente gran parte della sua vita ad aiutare popolazioni in difficoltà.
La mia proposta è di unire il nostro pensiero in un unico minuto che potrebbe accomunare queste due persone.



PRESIDENTE

Siamo sull'ordine dei lavori, perché rispetto alle richieste di inversione di punti all'o.d.g., il Regolamento stabilisce che interviene uno a favore e uno contro, per non più di cinque minuti ciascuno. Vi chiedo solo di farmi di sapere se i prossimi interventi saranno sull'ordine dei lavori o invece nel merito della richiesta procedurale.
Sto andando a memoria, ma chiedo per cortesia ai colleghi che hanno già alle loro spalle due legislature oltre a questa, che i minuti di silenzio non sono stati neanche concessi per dei Presidenti della Regione. Quindi con tutto il rispetto dell'Aula, che è sovrana, do questa informazione.
La parola al Consiglieri Robotti.



ROBOTTI Luca

Sono d'accordo con lei, Presidente, che non è il caso di concedere nessun minuto di silenzio, anche perché io avrei un'altra proposta.
Propongo di fare 23 mila minuti di silenzio per le 23 mila vittime del conflitto fra Israele e Palestina. Fino ad oggi, sono 23 mila morti e propongo 23 mila minuti di silenzio.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, non vorrei essere stato frainteso, la mia era solo una comunicazione e non un'opinione; non sono nella condizione di poterla esprimere.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Noi non siamo d'accordo con la richiesta di inversione all'o.d.g.
Riteniamo opportuno proseguire l'esame dell'o.d.g. così come è stato prefigurato, in particolare, mi riferisco all'ordine del giorno sulla questione dei fisioterapisti, che riguarda migliaia di fisioterapisti nel nostro Paese. Tale ordine del giorno è stato presentato il 7 marzo 2006 e sinceramente, ci sembra giunto il momento di discuterlo.
Naturalmente, abbiamo grande rispetto per le richieste provenienti dall'opposizione, ma, prima o poi, il Consiglio dovrà anche darsi un ordine dei lavori e stabilire, una volta che l'ordine dei lavori è stato dato come si ragiona.
Siamo disponibili, invece, a discutere uno dei tre ordini del giorno a cui si riferiva il Consigliere Burzi, quello relativo all'11 settembre.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, per dare ordine ai nostri lavori, penso che sulle proposte di inversione un intervento a favore e uno contro....



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, ho inteso, con ampia collaborazione, che il suo fosse non un intervento a favore, ma di presentazione e richiesta. Se è un intervento a favore, meglio ancora, apprezzo la sintesi.
Prego i colleghi di segnalarmi se ci fosse un intervento in senso contrario.
La parola al Consigliere Leo, che svolge l'intervento a favore.



LEO Giampiero

A dir la verità, mi sembra un peccato dover svolgere un intervento a favore, nel senso che, un tempo, in un'altra situazione e in un altro clima, avremmo votato tutti immediatamente un ordine del giorno a favore senza discussione e senza perdere tempo; sarebbe stato un atto di grande sensibilità e ritengo incredibile che questo non avvenga.
Nel momento in cui, invece, le valutazioni politiche non sono molto dissimili - ne ho parlato con i colleghi Cotto e Burzi - l'ordine del giorno sull'11 settembre presentato dal centrosinistra è praticamente e assolutamente condivisibile, nel senso che è un ordine del giorno pieno di equilibrio, colleghi della maggioranza, francamente, mi sembra incredibile oggi, non prendere posizione su questa vicenda, con quello che implica, con l'allarme sociale e culturale che ha dato. Non ha neanche senso intervenire a favore, è la storia che parlerà a favore; un domani la storia dirà se era opportuno o meno intervenire immediatamente e con sensibilità su queste cose.
Collega Placido, mi sembra incredibile dover intervenire a favore.
Penso che la libertà di coscienza sia già stata abbastanza dimenticata, io la pratico molto, infatti, stavo dicendo al collega Burzi che sarei disponibile a votare l'ordine del giorno della maggioranza relativo all'11 settembre. Ho sempre avuto questi atteggiamenti e su questo, veramente, mi stupisco. Credo che all'interno della maggioranza ci siano posizioni diverse che non emergono. Mi sembra un vero peccato che si prenda questa strada.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono interventi in senso contrario.
Sono in distribuzione gli ordini del giorno aventi ad oggetto "Solidarietà a Papa Benedetto XVI", "Guerra al Papa" e "maggio alla figura di Oriana Fallaci".
Ricordo che siamo sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho capito. Però, pensavo, come nel caso del collega Leo, ci fosse un collega che ufficialmente intervenisse oltre a quanto detto prima.
Perfetto! Procederemo a votazioni distinte per i due ordini del giorno sul Papa e per quello su Oriana Fallaci. Però, Consigliere Burzi, essendo lo stesso argomento, anche se sono due ordini del giorno, che, se trattati, a quel punto, sarebbero, eventualmente, con votazioni distinte o meno...
Ha chiesto la parola la Consigliera Motta sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Per la maggioranza chiediamo un minuto di sospensione per decidere come comportarci su questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

Nel frattempo vengono distribuiti gli ordini del giorno.
Vi ricordo che riapriremo la seduta con la votazione.
La seduta è sospesa per un minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 16.41 riprende alle ore 17.46)


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazione del Presidente del Consiglio sulla figura di suor Leonella delle suore missionarie della Consolata, e della sua guardia del corpo uccise in Somalia


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dopo l'interruzione, riprendiamo i lavori consiliari.
Colleghi, un attimo di attenzione.
Come senz'altro tutti avrete letto sui giornali, tra le tante drammatiche notizie che provengono da ogni parte del mondo, in particolare dall'Africa, non è assolutamente passato senza attenzione quanto verificatosi in Somalia, uno dei paesi africani maggiormente e più drammaticamente colpiti dalla guerra. Il corno d'Africa, non solo la Somalia, ma anche l'Etiopia e l'Eritrea, è ormai da alcuni decenni oggetto di guerre tra paesi, tra fazioni e tra opposte componenti di quel martoriato luogo. Sono molti decenni che la Somalia non trova una sua tranquillità e un suo equilibrio, i cambi di regime e di governo sono quanto mai all'ordine del giorno.
In questo caos prosegue il lavoro di molte organizzazioni, tra le quali, in particolare, le Missioni della Consolata: una di queste cinque suore della Consolata, originaria della Provincia di Piacenza, suor Leonella, 65 anni, all'anagrafe Rosa Sgorbati, conosciuta e benvoluta da tutti i somali che non partecipano a questo vero e proprio massacro, è stata uccisa barbaramente insieme al proprio autista-guardia del corpo e ad altri che l'accompagnavano. Non potrà così proseguire il suo lavoro a sostegno dei più deboli; le altre suore della Consolata hanno deciso di rimanere in Somalia.
Ci sembra giusto ricordare e, da parte mia lo faccio volentieri, dire due parole sul drammatico episodio occorso alla suora italiana, al di là dei collegamenti che ci possono essere. Rispettando le legittime differenze di opinione, qui si è di fronte al dramma di una persona che ha speso la vita in aiuto dei poveri e che così drammaticamente viene uccisa.
Rispetto a questo, penso che domani, nella riunione dei Capigruppo, se lo si riterrà, si prenderanno in considerazione altre forme e altri momenti per ricordare suor Leonella. Vi ringrazio.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Richiesta inversione all'o.d.g. (ordine del giorno n. 425, presentato dai Consiglieri Burzi e Leo, inerente a "Omaggio alla figura di Oriana Fallaci")


PRESIDENTE

Vi è già stata una serie di interventi sull'ordine dei lavori e nel merito, sia da parte dell'opposizione che della maggioranza, sulla richiesta di inversione all'o.d.g., perché venga subito discusso, per semplificare, l'ordine del giorno n. 425, relativo a Oriana Fallaci.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali - Ordine pubblico e sicurezza

Inversione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 424, inerente a "Solidarietà a Papa Benedetto XVI", presentato dai Consiglieri Leo, Burzi Dutto, Rossi, Nicotra, Cotto e Toselli


PRESIDENTE

esame ordine del giorno n. 429, inerente a "Guerra al Papa", presentato dai Consiglieri Scanderebech, Casoni, Dutto, Vignale, Cotto, Giovine e Lupi



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 424, inerente a "Solidarietà a Papa Benedetto XVI" e 429, inerente a "Guerra al Papa".



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusatemi, avete ragione. Se l'Aula acconsente, discutiamo l'ordine del giorno n. 424, avente ad oggetto: "Solidarietà a Papa Benedetto XVI", e l'ordine del giorno n. 429, avente ad oggetto: "Guerra al Papa".



(L'Aula acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ricordo che il tempo a disposizione è di cinque minuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Credo che, su alcune questioni, debba esserci la piena libertà di coscienza per i Consiglieri eletti, che compongono quest'assemblea legislativa. Lo dico con gran nettezza, franchezza e senza ipocrisia. Non ho condiviso la mediazione che è stata costruita con le minoranze. Non penso sia utile votare un ordine del giorno che esprima solidarietà a Papa Benedetto XVI, quando lui stesso ha ammesso l'errore grossolano nell'aver affermato ciò che ha affermato sull'Islam.
Non penso neppure che sia necessario che ad ogni anno si svolga la commemorazione in memoria dell'11 settembre. Ce ne sono stati tanti di 11 settembre nel mondo, continuano ad essercene ogni giorno anche più gravi e atroci, che colpiscono vittime ancora più innocenti, perché sono bimbi donne e persone inferme negli ospedali che non hanno neanche la possibilità di scappare. Non è che ogni momento commemoriamo.
Penso che non si possa partecipare a questa votazione ed è per questa ragione che abbandonerò l'Aula. Ripeto, ritengo che sia stato sbagliato e inutile giungere a questa mediazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Volevo proporre un emendamento all'ordine del giorno n. 424 riguardante il Papa Benedetto XVI, come maggioranza. Mi pare che ci sia anche la disponibilità all'accoglimento. Lo vorrei presentare: si mantiene il primo capoverso dell'ordine del giorno, che comincia con "Rilevate"; si cancella tutto il secondo capoverso, che comincia con "Osservato"; si cancellano le parole a seguire dal nome "Bertone" del terzo capoverso fino al termine; si mantiene il quarto capoverso fino a "Rilevato"; si corregge la prima parte del dispositivo "Esprime piena solidarietà" con "Respinge i violenti attacchi al Papa"; si cancella successivamente "Per i violenti attacchi subiti" e si mantiene integralmente l'altra parte del dispositivo dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ricca. Vorrei sapere dal proponente se accoglie la proposta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Credo che l'ordine del giorno fosse compiuto nella sua completezza.
Però, non posso non riconoscere lo sforzo che la stragrande maggioranza dell'Aula ha fatto. Desidero, non per piaggeria, ringraziare il mio Capogruppo, il Consigliere Casoni e tutti i Capigruppo anche di maggioranza che si sono impegnati per arrivare a questo risultato, che non era affatto scontato.
Ripeto, secondo me, l'ordine del giorno era compiuto, ma personalmente accetto gli emendamenti perché li giudico molto più importanti degli incisi "piologici" pur corretti, ma capisco che per la maggioranza arrivare a votare la sostanza del documento non era facile. Ringrazio soprattutto ancora chi ha sostenuto che non erano accettabili degli scambi tra diversi ordini del giorno. È importante votare oggi e non in altro momento.
Potremmo anche votarne uno migliore la prossima settimana, ma proprio oggi le coscienze sono scosse e sollecitate.
Faccio un intervento breve, che ho preparato per iscritto, proprio per rispetto al Consiglio e per non rubare troppo tempo. Ripeto, devo ammirazione e gratitudine ai colleghi che si sono battuti per questo. Io non ho la chiarezza di alcuni giornalisti come quelli che scrivono su Il Foglio, ma voglio dire queste cose con assoluta chiarezza.
In merito alle accuse a Benedetto XVI, sono evidenti tre cose.
Innanzitutto, il Papa non voleva affatto offendere i credenti islamici, ma richiamare tutti ad un uso corretto della ragione. Per questo mi sembra che i laici illuminati presenti in quest'Aula possano condividere l'appoggio al Papa quando ha parlato dell'importanza della ragione, che esclude l'uso della violenza per motivi religiosi.
Inoltre, il Papa ha chiara consapevolezza di alcuni aspetti estremi delle vicende dell'Islam, che sono verità della storia, davanti agli occhi di tutti. Sono alcuni aspetti estremi di una lunga e complicata storia; non sono la storia dell'Islam, ma ci sono alcuni aspetti che sono verità storica. Del resto, la Chiesa ha chiesto scusa tante volte, cosa che altri non hanno fatto, per certi aspetti della sua storia.
Infine, bisogna dire che c'è intolleranza nei confronti della critica pacifica. Un'intolleranza che - mi si scusi il gioco di parole - è intollerabile nei confronti della critica pacifica. Sembra che alcuni argomenti non si possano più toccare, altrimenti succede il finimondo. Ora io capisco l'equilibrio, la pazienza e la pacatezza, ma togliere all'Occidente il diritto della parola libera sarebbe togliere lo spirito all'Occidente sia per quanto riguarda le posizioni preconcette di certi esponenti islamici, sia per quanto riguarda l'indifferenza e la superficialità di molti commentatori.
Dunque, noi stiamo con il Papa quando afferma: "Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio". Sottopongo il concetto ai colleghi intelligenti e capaci del Consiglio. Benedetto XVI afferma un principio fortemente cristiano, ma vale per chiunque.
Questa posizione del Papa salva la possibilità di un'autentica esperienza religiosa per ogni uomo e permette un incontro nella pace. Non è questione di scontro di civiltà, ma dell'esperienza elementare dei "poveri di spirito" di ogni religione. Questi vivono un rapporto ragionevole con Dio. Dio è amore e tolleranza, non un rapporto fanatico da guerra civile, a partire dalle esigenze di verità, bellezza, giustizia e felicità che sono nel cuore di ogni uomo. Proprio per questo, non si possono accettare e seguire le degenerazioni violente di coloro che, in nome dell'ideologia rinunciano a una fede vera e anche alla ragione per un potere, siano essi in Occidente, Oriente e rispetto a qualsiasi cultura.
Per questo punto di vista, credo che la conclusione del nostro ordine del giorno inviti alla ripresa del dialogo religioso con il mondo islamico moderato, sconfiggendo le tentazioni già viste e ponendo le basi per una cooperazione con le grandi religioni monoteiste. Mi sembra estremamente pertinente che la maggioranza accetti che si lavori per la pace e lo sviluppo sociale e culturale dei popoli.
Sull'ordine del giorno relativo all'11 settembre si è pronunciato egregiamente il Consigliere Burzi ed io condivido. Lo trovo un ordine del giorno assolutamente equilibrato e condivisibile. In questo spirito, mi associo a quanto detto dal Presidente Burzi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non avendo capito bene gli emendamenti che sono stati proposti al testo del Consigliere Leo, preferisco non parlarne.
Mi sembra veramente una cosa indegna, indecente e vergognosa non dare una qualche forma di solidarietà al Papa, permettendosi, oltretutto, anche di dire che il Papa ha commesso errori grossolani.
Il Papa ha chiarito delle cose. Credo che ci vorrebbe non tanto un po' più di rispetto nei confronti del Papa, ma un po' più di umiltà nei confronti delle figure cui ci si rivolge.
Sicuramente, il fine teologo che ha abbandonato l'Aula potrà imputare al Papa un grossolano errore. Comunque, noi chiederemmo, più che rispetto un po' di umiltà, ma si sa che, talvolta, ognuno di noi può avere dei momenti di caduta di stile e credere anche di essere qualcos'altro. È una forma di transfert indecente, facciamo finta che sia così.
Per quanto riguarda la sostanza, noi crediamo che la solidarietà, oltre al Papa, vada data anche - se possiamo ancora dirlo, almeno in un'Aula democraticamente eletta, ai nostri valori, alla possibilità di parlare alla democrazia del linguaggio, alla dialettica che deve contraddistinguere ogni essere umano.
Il Papa, con enorme senso di responsabilità - d'altronde è il Papa, non mi permetto di giudicarlo né in positivo né in negativo perché è il Papa ha fatto un'affermazione, ma l'ha corretta per evitare probabilmente dei massacri e dei fatti di sangue, perché è il Papa. Il fatto che dovrebbe però, spingere qualcuno a riflettere un po' di più è che quando ci dividiamo, addirittura, su un fatto del genere, cioè sulla possibilità che la libertà d'espressione venga esercitata da chiunque, persino dal Papa vuol dire che abbiamo poco senso di responsabilità. Allora ci si limita magari, a proporre milioni di ricongiungimenti familiari senza soldi, senza sapere che l'altro che arriva ha una cultura opposta, spesso non democratica, non liberale. Sono problemi che vanno posti.
Il fatto di non difendere un principio basilare delle democrazie che non sono occidentali, ma sono poi anche le democrazie orientali - sono arrivate dopo settant'anni di comunismo, ogni tanto hanno degli sbandamenti ma sono delle democrazie, è libertà. Dividersi sulla solidarietà al Papa che non ha neanche espresso una sua opinione, ma ha letto quel passo medioevale per cui è successo quello che è successo, secondo me è un fatto non solo indecente, non solo indegno, ma anche assolutamente irresponsabile e privo di qualsiasi prospettiva: etica, storica, morale e politica.
Noi voteremo sicuramente a favore dell'ordine del giorno del Consigliere Scanderebech, almeno il sottoscritto. Il Consigliere Leo è un cattolico iperpraticante, sicuramente più di me, molto più attento a queste tematiche, non conosco bene quali siano gli emendamenti.
LEO Giampiero (fuori microfono) Sono state eliminate le parti teologiche.



GHIGLIA Agostino

Emendare delle parti teologiche parlando del Papa mi sembra un po' ridicolo. Tant'è che se accetta il Consigliere Leo, accettiamo tutti (in questo campo il Consigliere Leo è la dottrina in senso proprio).
Voterò a favore degli emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Parto da alcune considerazioni che faceva il Consigliere Robotti all'inizio della discussione. Riteniamo sia stato un errore avviare un dibattito di questo tipo, in quest'aula, in questo momento. Da questo punto di vista, chiederei di evitare commenti fuori luogo rispetto a quello che un Consigliere decide di fare rispetto ad un dibattito di cui non condivide le modalità. Condivido in pieno quel disagio. Risponderemo in maniera diversa a quel disagio.
Lo ricordava bene il Consigliere Robotti: su un tema come questo è bene che ci sia libertà di coscienza e quindi libertà di poter esprimere, anche attraverso il voto, una propria posizione. Tuttavia le perplessità e le contrarietà sono esattamente le stesse.
Questi primi momenti di dibattito sulla proposta di ordine del giorno ci hanno - parlo al plurale perché così è - confermato nella nostra preoccupazione. Con un tema di questo genere rischiamo di dare forza ad un tentativo di bassa strumentalizzazione politica, tutta politica. So che moltissimi Consiglieri si rendono conto del momento delicato e difficile che sta attraversando il nostro Paese, per la difficoltà di dialogo che vi è in queste ore tra le due maggiori religioni. C'è una situazione pericolosa che rischia di trasformarsi, questa volta sì, in un vero e proprio scontro tra religioni.
La storia del mondo ha già visto scontri tra religioni, sono stati sanguinosissimi, hanno portato lutto e distruzione ovunque. Anche un Ente come il nostro, il Consiglio regionale, se proprio volesse dire qualcosa in questo momento sul drammatico problema che si è aperto rispetto a quanto ha detto il Santo Padre (non voglio esprimere giudizi in questa fase) dovrebbe esprimere una parola di chiarezza sul fatto che noi siamo per la pace e per il dialogo tra le religioni. Non, come diceva qualcuno, "stiamo con il Papa", oppure "esprimiamo condanna", così come veniva scritto e così come traspare nel dibattito che stiamo affrontando.
Non possiamo condannare solo una parte, siamo l'Istituzione. Se proprio volessimo prendere una posizione rispetto al tema che oggi si discute dovremmo centrarla esclusivamente con un richiamo al dialogo e alla tolleranza reciproca, non con scomuniche verso una delle due parti. È profondamente sbagliato per un'istituzione, dunque per il Consiglio regionale, prendere una posizione di questo genere. Da questa nostra profonda convinzione e anche perplessità deriva la posizione che il Consigliere Robotti ha preso prima; da ciò deriva anche la mia posizione che è assolutamente coincidente con quella del Consigliere Robotti, ma che si esprimerà in maniera diversa, cioè con un voto contrario. Contrario anche agli emendamenti che verranno proposti. Quell'ordine del giorno si tiene insieme non estrapolandone il dispositivo finale. Se lo si legge per intero, invece, esprime chiaramente una strumentalizzazione politica, con condanne nette rispetto ad una parte. Condanne che non aiutano il dialogo condanne che non dovremmo fare. Anzi, dovremmo aprire un dialogo anche con la comunità islamica sul nostro territorio.
C'è - è inutile negarlo o far finta di non vederla - la necessità di aprire un dialogo affinché la situazione non degeneri davvero verso uno scontro tra religioni e, come qualcuno addirittura auspicava (l'ho anche scritto, lo abbiamo affrontato qualche minuto fa) uno scontro tra civiltà.
Da questo punto di vista abbiamo commesso un errore ad affrontare un dibattito che c'è stato imposto dal Polo, che c'è stato imposto dalla destra con finalità esclusivamente strumentali, con finalità esclusivamente politiche.



PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che non sono in votazione gli emendamenti, perch accolti dal proponente. La discussione è sull'ordine del giorno, così come modificato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Vorrei dire al Consigliere Chieppa, in particolare, ma anche al Consigliere Robotti, che parlare di questioni strumentali su fatti gravi come quelli che stanno accadendo nel mondo a seguito di un intervento del Santo Padre (tra l'altro neanche riportando parole sue, ma parole scritte in un antico testo e dette da un imperatore) ci sembra ridicolo e pleonastico.
Come si fa a sostenere che un Consiglio regionale, se discute di questioni gravi come quelle che stanno accadendo nel mondo, lo fa per strumentalizzazioni politiche? Se avevate paura di strumentalizzazioni politiche da parte della Casa della Libertà o di qualche Gruppo che fa parte del Consiglio regionale, potevate presentare voi un ordine del giorno che permettesse di discutere in Consiglio di fatti gravissimi che vedono la morte e il ferimento di esseri umani, indifferentemente che essi siano mussulmani o cattolici.
Non può permettersi di dire una cosa del genere, Consigliere Chieppa.
Al limite, se riteneva che la destra volesse strumentalizzare poteva essere lei come proponente, essendo anche membro dell'Ufficio di Presidenza, di un ordine del giorno per discutere di un argomento importante, delicato - e ribadisco delicato - come questo.
Dopodiché andiamo nell'argomento, perché qui possiamo anche voler far finta di non capire, ma la cosa è chiara: basta leggere quello che ha detto il Santo Padre.
Il Santo Padre non ha insultato i musulmani; in un discorso fatto a livello accademico, quindi all'interno di un'aula magna di un'università parla di storia e riporta, criticandolo, colleghi Chieppa e Robotti, un intervento di un imperatore del passato. Riporta un intervento di un imperatore del passato, criticando quell'intervento e visto che ho capito cari colleghi Chieppa e Robotti, che non avete letto l'intervento del Santo Padre, vi leggo il passaggio, così almeno riuscite anche voi a capire che il Santo Padre non ha detto quello, ma lo ha riportato e criticato.
Cito letteralmente il discorso del Santo Padre: "L'imperatore tocca il tema della jihad, della guerra santa. Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2,256 del Corano si legge:" - virgolettato, quindi a carico dell'imperatore Paleologo, anzi a carico di quello che c'è scritto sulla sura - "'Nessuna costrizione nelle cose di fede". È una delle sure del periodo iniziale, dicono gli esperti, in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa. Senza soffermarsi sui particolari, come la differenza di trattamento tra coloro che possiedono il 'Libro' e gli 'increduli', egli," l'imperatore, dice il Santo Padre, attenzione! - "in modo sorprendentemente brusco che ci stupisce, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo:" - è l'imperatore che lo dice, non il Santo Padre "'Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava'. L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante" - quindi, seconda critica su quello che viene detto dall'imperatore Paleologo - "spiega poi minuziosamente le ragioni.". Quindi, è palese.
Questo è l'intervento ufficiale del Santo Padre. Lo stesso Santo Padre riporta l'intervento di un imperatore del passato e lo critica due volte in quattro righe. Quindi, questa è la realtà.
A seguito di questo intervento, è insorta una parte importante del mondo musulmano - e non mi si venga a dire solo gli estremisti, perché in televisione non abbiamo visto quattro estremisti bruciare le croci bruciare fantocci del Santo Padre o insultare - così abbiamo visto decine di migliaia di persone sfilare urlando, insultando e sparando per aria.
Sono morti una suora e il suo autista, chiese bruciate, minacce incredibili; abbiamo visto vignette inenarrabili pubblicate sulle televisioni arabe, con il Santo Padre ridotto a un vampiro con il sangue colante dalla bocca. Abbiamo visto sciabole saettanti che tagliano e fanno crollare la Croce, abbiamo visto roghi di fantocci con l'immagine del Santo Padre, abbiamo visto croci bruciate. E voi di sinistra, sui vostri giornali, avete avuto il coraggio di attaccare il Santo Padre per quello che ha detto! Ma il Santo Padre ha riportato dei passi storici e li ha criticati! Avreste dovuto dire: "Caro Papa, hai fatto bene a criticare quello che ha detto quel 'senza coscienza' dell'imperatore Paleologo; hai fatto bene a criticarlo, a riportare quell'intervento e a criticarlo perché tu vuoi il dialogo e la pace con i musulmani." No, voi non avete detto questo; avete detto che il Santo Padre ha detto delle cose gravissime. Allora voglio capire quali sono le cose gravissime: l'aver criticato quello che ha detto l'imperatore Paleologo o essersi permesso di aver fatto una lezione di altissimo livello all'interno di un'università? Perché ricordo che quando il Papa predicava la pace contro la guerra, c'era tutto quel mondo della pace, variegato e schierato nettamente a sinistra, che andava a marciare ad Assisi assieme a frati e preti di estrema sinistra, ma anche a frati e preti che di estrema sinistra magari non sono. Il Papa allora era buono e bravo.
Quindi, cari colleghi, delle due l'una: non può essere bravo il Papa solo quando dice "sono contro la guerra". Il Papa deve essere bravo quando dice "sono contro la guerra e sono d'accordo" e anche quando dice "questo è il pensiero di allora, oggi è un pensiero fuori del mondo, fuori del tempo è criticabile, non è corretto, è troppo duro". Secondo me ha detto cose giuste, ma voi volete sempre giustificare "quelli", perché loro "poverini", sono una civiltà diversa - non voglio dire peggiore o migliore noi dobbiamo comprenderli, noi non dobbiamo dare adito a che si offendano e ci facciano "la bua".
Questa è la realtà, perché basta seguire le notizie: vedo sempre preti uccisi, missionari uccisi, suore uccise. Questo è normale: se andate a vedere i dati sull'annuario pontificio, sono decine, ed alcuni anni si arriva ad oltre il centinaio, fra sacerdoti e suore uccisi.
Noi abbiamo una Regione Piemonte che va, assieme a Prodi, ad osannare i cinesi, a parlare di riaprire la vendita delle armi ai cinesi, quando una fetta della sinistra di cui lei fa parte, collega Chieppa, chiede di vietare la vendita delle armi da parte delle fabbriche italiane, che chiedono: "Rivendiamo armi alla Cina".
Voi fate parte di una maggioranza di governo che va in Cina e dice: "Togliamo l'embargo per le armi alla Cina", quando voi manifestate contro l'Oto Melara, che produce armi. Ma vi rendete conto dell'assurdità della vostra coalizione? Andate in Cina a "calare le braghe" - scusate il termine - ma andiamo a dire che togliamo l'embargo per la vendita delle armi alla Cina (l'ha detto il Presidente Prodi), quando la Cina un mese fa ha arrestato un vescovo ed 80 fedeli, che sono in carcere.
Questa è la realtà, e - attenzione! - non sto parlando di Cina musulmana, perché i cinesi non sono musulmani. Ma noi dobbiamo capirli! È la stessa cosa! Noi dobbiamo difendere la nostra civiltà, noi dobbiamo pretendere che la libertà di parola - abbiamo fatto una guerra per la libertà di parola molti dei nostri padri sono morti contro un regime che ha tolto la libertà di stampa e la libertà di parola - e noi adesso, per fare un piacere a loro, dobbiamo rinunciare alla nostra libertà di parola, alla nostra libertà di stampa, alla nostra libertà di fare una vignetta per paura che si incendi mezzo mondo? Dobbiamo aver paura di dire che una volta i musulmani venivano considerati infedeli o si facevano le crociate contro di loro per paura di essere ammazzati? È vero: una volta si facevano, oggi non dobbiamo farlo.
Ma se uno riporta che oggi succedeva questo, deve essere messo in croce? Deve ricevere minacce di morte, deve ricevere le bombe? Ma io devo essere libero di dire quello che penso, senza insultare, ma io ho il diritto di parlare! Invece no, voi volete addirittura vietare ai nostri bambini di fare il presepio nelle scuole; c'è una fetta importante del centrosinistra che vuole togliere i crocifissi dalle aule. Questa è la realtà. Vi sono magistrati che hanno il coraggio di definire coloro che sono terroristi "resistenti"! Oggi forse non abbiamo ancora capito quanto stiamo rischiando lasciando perdere cose così importanti, ma ricordatevi, colleghi, che voi fate parte di quella parte politica che ha avuto più persone che hanno combattuto per la libertà di parola e di stampa, che sono diritti non sostituibili, non modificabili da musulmani, italiani o inglesi che siano, e su questo non possiamo nel modo più assoluto tollerare imposizioni da altri.
Quelli sono diritti acquisiti nel nostro mondo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Non so e non credo che a quest'Aula tocchi una disquisizione teologica ma credo che persino su questo terreno, cioè sul terreno della teologia, le dichiarazioni di Benedetto XVI abbiano creato una grande frattura. Questa almeno, è la mia impressione.
Oggi, dopo duemila anni, le parole di Benedetto XVI rischiano di mettere definitivamente in crisi quello che è stato uno dei punti dottrinali centrali della religione cattolica: la fallibilità del Papa.
Benedetto XVI, ex Prefetto del Sant'Uffizio, è riuscito a sgretolare questo cardine della dottrina cattolica; dapprima, con attacchi al limite della goffaggine a Maometto, poi con le sue quasi scuse e con la sua desolazione di fronte alla protesta di più di un miliardo e 300 milioni di musulmani. Lo possiamo dire: il Papa sbaglia. Ma la disfatta teologica impallidisce di fronte al disastro politico e diplomatico. Di questo si tratta e di questo, molto probabilmente, oggi siamo a discutere: il disastro più grave della Chiesa cattolica da oltre mezzo secolo. Che bisogno c'era - lo ribadisco qui, anche dopo le parole del Consigliere Rossi - di riesumare un'affermazione del 1321: "Di nuovo Maometto ha portato solo cose cattive e disumane", detta da un imperatore, Manuele II Paleologo, che da bambino era stato prigioniero dei turchi e che vedeva il suo impero spazzato dagli Ottomani. Insomma, una persona non proprio distaccata, se vogliamo dire così.
Se proprio si voleva dimostrare che la fede non si può portare presso i popoli con la spada, allora perché non ricorrere a esempi tratta dalla storia cristiana, come le crociate o la conversione forzata di moltissimi indios in Sudamerica? Con le sue parole, invece, Benedetto XVI ha dato più di un argomento a quei mussulmani che vedono, nelle guerre odierne, la riedizione delle crociate.
Con la sua maldestra citazione, il Papa innesca, volente o nolente, una crisi tra le più gravi che il nostro mondo oggi ha di fronte, ben più grave della crisi causata dalla cosiddette vignette su Maometto. Badate colleghi, non è un giornalista ad esprimersi, ma è la guida spirituale di più di un miliardo di cattolici. A differenza della crisi causata dalle vignette su Maometto, in gran parte orchestrata dai Governi islamici questa volta la furia e l'ira sono spontanee e la desolazione non basterà a calmare questa collera. Già oggi molti dicono che queste semiscuse chiamiamole così - sono insufficienti. Il Marocco ha ritirato il suo Ambasciatore presso la Santa Sede. D'altro canto, scuse più esplicite, che credo non arriveranno - addirittura richieste dall'autorevole New York Times - finirebbero per segnare, per il mondo islamico, una vittoria inaspettata.
Si potrebbe dire, cari colleghi, che un buon intellettuale non fa un buon politico e - permettetemi in questo caso - tanto meno un buon vicario di Cristo. Fatto è che Benedetto XVI non è nuovo a questi atteggiamenti.
Fra le sue prime decisioni, all'interno del suo Pontificato, ci fu quella di rimuovere l'esperto vaticano di islam, l'Arcivescovo Michael Fitzgerald esiliandolo a "Nunzio" in Egitto, come voler dire che qualche segnale già c'era.
Per questa via si è deciso di attizzare la furia di moltitudini islamiche. Per queste sue parole, Ratzinger alimenta il fanatismo che, a parole, dice di voler combattere.
L'esternazione pontificia ci ha guadagnato l'iscrizione, non voluta e non richiesta, al club dei terroristi iracheni e somali. Così si scatenano le guerre sante, che più volte Benedetto XVI ha detto di aborrire.
Badate, colleghi, persino la rigidità dottrinale teutonica, più volte richiamata, sembra oggi una miopia eccessiva. Viene il sospetto di chiedersi se, al contrario, lo scopo recondito della cosiddetta gaffe di Benedetto XVI sia stata proprio quella di creare le condizioni per quello che oggi viene chiamato scontro di civiltà. A questo siamo di fronte.
È compito di quest'Aula, ma anche di tutti gli uomini di buona volontà credenti di tutte le religioni o non credenti, pensare che per questi uomini e per queste donne oggi il compito sia di creare ponti e instancabilmente, momenti di riflessione comune, ma anche quello, tutto sommato, di aiutare persino questo Papa, che ci ha portato in questa condizione, francamente poco auspicabile, soprattutto per quelli che vogliono un mondo di pace e di relazione distese e pacifiche tra le culture.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Volevo leggere un comunicato che ho consegnato prima ai giornalisti che scaturisce dall'ordine del giorno che ho presentato come primo firmatario e che tutta l'opposizione, esclusa Forza Italia, ha firmato.
Tecnicamente, Presidente, votiamo prima l'ordine del giorno presentato da Forza Italia, con le modifiche emendate dalla maggioranza, e poi votiamo quello presentato dal Consigliere Scanderebech e da tutta l'altra parte dell'opposizione?



PRESIDENTE

Li votiamo in ordine di presentazione, prima uno e poi l'altro, mentre il dibattito è unico.



SCANDEREBECH Deodato

Va bene, grazie.
Detto questo, prima di esprimere il mio pensiero, volevo rispondere - e soprattutto mi è obbligo rispondere - alle provocazioni fatte in quest'aula, prima ancora a quelle del Ministro Di Pietro e al silenzio totale dell'Europa in generale e della politica nazionale, a parte alcune dichiarazioni di solidarietà espresse da Prodi e da D'Alema.
Oggi sono contento di aver presentato un ordine del giorno e di aver portato in aula questa discussione, perché è successo qualcosa di veramente grave. A parte quello che è successo all'interno del mondo islamico, oggi viviamo una gravissima contrapposizione ideologica e politica. Nel totale silenzio abbiamo sentito dire cose orribili, lasciando stare il collega Robotti, che è andato via mancando di rispetto all'Aula e alla libertà di pensiero e di espressione, cosa che noi abbiamo sempre rispettato (meno male che il collega Chieppa ha avuto il coraggio di esprimere le sue idee e le sue valutazioni facendo alcune affermazioni).
Il collega Deambrogio ha parlato di vittoria islamica. Ha affermato che il Santo Padre ha aumentato il fanatismo; ha detto: "Così scatena la guerra santa" e poi ha finito col dire che ha creato delle condizioni di scontro di civiltà.
Signori miei, questa è pura follia, è pura pazzia.
Nel momento in cui diamo esternazioni di pura pazzia, mandiamo i nostri soldati in Libano (e anche qui non troviamo una decisione compatta e univoca da tutta l'Europa), mandiamo i nostri soldati a combattere proprio per portare la pace in tutto il mondo, sentiamo e ascoltiamo queste affermazioni così terroristiche e non degne di quest'Aula. Quindi mi raccomando, signori, facciamo attenzione. Ben vengano tutte le posizioni istituzionali in solidarietà al Santo Padre, ma solo perché è stata citata un'affermazione del 1321 mi chiedo cosa si dovrebbe fare, cosa sarebbe successo e cosa potrebbe succedere se un esponente istituzionale, un esponente politico come il collega che mi ha preceduto, esprime un pensiero così veramente terroristico, così veramente forte, così veramente estremista, non degno di una democrazia e non degno di una civiltà.
Quindi attenzione! Attenzione a quello che facciamo. Cari colleghi, qui non stiamo definendo un tipo di religione piuttosto che un'altra. Non stiamo dicendo che le radici cristiane, anche se non sono state introdotte a maggioranza nella carta costituzionale europea, non devono rappresentare le nostre origini e le nostre tradizioni. Non stiamo parlando solo e soltanto di far venir meno quelle che sono le nostre ragioni, le nostre tradizioni, le nostre origini, ma stiamo parlando di guerra, stiamo parlando di fomentare una guerra tra religioni.
Sono state fatte delle affermazioni, sono lì scritte. Tra l'altro volevo esprimere il mio pensiero - lo esprimerò alla fine - però, davanti a queste esternazioni così estremiste, ben vengano dei discorsi come quelli di oggi, ben vengano delle posizioni di un'Assemblea così autorevole come quella che tutti noi qui rappresentiamo.
Faccio appello alla Presidente, che ho intravisto prima, perch indipendentemente da quelle che sono le sue ideologie, è Presidente di un'Assemblea autorevole, ovverossia Presidente della Regione Piemonte. Di fronte a esternazioni così pericolose e così gravi, ci aspettiamo che la Presidente ci dia delle risposte chiare.
Il collega Robotti fa parte di una maggioranza che governa questa Regione e noi non accettiamo una provocazione del genere.
Quindi, caro collega dei Comunisti Italiani, la tua non è altro che una provocazione e una strumentalizzazione. Nessuno qui vuole strumentalizzare il caso. Davanti ad affermazioni lette e dette in un'aula come questa, c'è veramente da ragionare un attimo, ma soprattutto c'è da riflettere.
In che direzione stiamo andando? Dove stiamo andando a finire? Quali sono i nostri valori cristiani? Quali sono le nostre identità? Qual è la nostra tradizione, il confronto sulle idee e sulla cultura? Tutto questo ci deve far riflettere perché il nostro collega rappresenta una parte della volontà popolare e, come tale, deve fare attenzione a quello che dice.
Quindi, chiedo da parte della Presidente le scuse per conto e a nome del nostro collega per quello che ha detto, perché è una cosa grave e che può avere ripercussioni sociali sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Spero che il Consigliere Scanderebech non si scandalizzi ulteriormente per le considerazioni che farò io e che il territorio non subisca grandissimi danni a causa di questi cinque minuti che occuperò.
Il sentimento religioso è certamente centrale e importante nella storia dell'umanità e nella vita di molti, forse anche di coloro che non sono credenti.
Credo però al tempo stesso - anche i credenti dovrebbero riconoscerlo che nella storia delle varie fedi vi siano pagine, in molti casi drammatiche. È stato ricordato prima il massacro di un continente intero l'America meridionale. La speranza che, nel corso della nostra vita, anche non essendo credenti e praticanti (io non lo sono da lungo tempo) abbiamo avuto è che fra le varie religioni si instaurino sempre di più forme di confronto e di dialogo.
Il dialogo non è semplicemente l'affermazione di quello che si pensa indipendentemente da quello che pensano gli altri, ma è una forma di interlocuzione continua, in cui si mette in discussione il proprio pensiero confrontandolo con quello di altri.
La Chiesa Cattolica ha vissuto, una quarantina di anni fa, una stagione che credo sia stata di grande importanza, in cui ha accettato il confronto con le altre fedi, in cui ha messo in discussione proprie tradizioni, anche quelle che comportavano la condanna di un'altra fede secolare e di un'altra religione monoteista (quella ebraica). All'epoca la Chiesa ha accettato, al tempo stesso, il confronto con altre espressioni religiose e con altre letture della storia. Ha anche accettato l'idea che sia possibile concepire Dio in differenti modi e che Dio si possa adorare in modi differenti a seconda dei tempi e dei luoghi.
Credo che non sia indifferente quanto avvenuto negli ultimi anni: il crollo di quella che è stata forse la più grande speranza laica che il mondo ha avuto negli ultimi secoli, il movimento comunista. Di conseguenza molte religioni ritrovano certezze e presentano se stesse come l'unica lettura possibile del mondo. Nello stesso cattolicesimo, ci sono molte affermazioni in tal senso di questo Papa.
Nelle affermazioni di Ratzinger abbiamo trovato, prima che fosse eletto alla carica di Papa e dopo, la certezza del cattolicesimo come unica fede come unica lettura possibile della vita e del mondo, la certezza del cristianesimo come unica morale sostanzialmente possibile, con la conseguente condanna di tutte le altre forme e di tutte le altre concezioni religiose.
È un fenomeno che si accompagna ad un'involuzione gravissima, siamo i primi a dirlo, di quella che è stata una religione di grande importanza che ha scritto nella storia pagine di civiltà estrema. L'Islam, durante il medioevo, insegnava non solo la tolleranza ma anche le scienze, la filosofia e la cultura. È un'involuzione spesso preoccupante, che investe molte delle stesse fedi orientali, quelle che sono sempre state caratterizzate da una fortissima tolleranza. L'induismo, non a caso produce una figura come quella di Gandhi.
Io inorridisco quando sento, in molti casi, parlare di questa religione e di questa fede, come di una religione secondaria e di serie B, che non avrebbe la dignità di altre. Noi siamo convinti (il Consigliere Scanderebech si scandalizzerà ulteriormente) che le forme di fondamentalismo siano pericolose nello stesso cristianesimo.
Negli Stati Uniti si manifestano forme per cui l'espressione politica sarebbe avvalorata da una visione religiosa, che si basa su una sorta di missione.
È una forma di religiosità molto presente nella cultura e in settori molto profondi, e sono i neocon che stanno dominando quel Paese da lungo tempo, a livello economico, politico, culturale e di forma.



(Commenti in aula)



DALMASSO Sergio

Ci preoccupa notevolmente l'uso profondamente strumentale di una religione. Il fatto che personalità assolutamente conservatrici, che nulla hanno a che spartire con sentimenti religiosi, in molti casi si facciano paladini di una concezione, a parer nostro, di conservazione sociale e culturale, è un fatto grave. Ci preoccupa anche il fatto che la religione venga spesso brandita nello scontro tra popoli e etnie.
Il Consigliere Leo ricorderà che una lettera di San Paolo parla del grande rinnovamento che Cristo avrebbe prodotto nel mondo. La lettera parla della trasformazione radicale che il mondo avrebbe vissuto. Cristo e i primi cristiani la interpretavano al tempo stesso come immediata trasformazione politico-sociale. Nel cristianesimo delle origini, c'è qualche somiglianza - noi l'abbiamo sempre pensato - con il movimento comunista, che ha anche fatto pensare ad una dinamica in tempi brevi.
La lettera dice a un certo punto che non ci sono più fedeli e infedeli circoncisi e incirconcisi, ebrei e cristiani ecc., ma che Cristo è in tutti. Non tocca certamente a me fare una citazione di questo tipo, ma abbiamo cercato di esprimere la speranza, scandalizzando profondamente quest'Aula e arrecando grave danno all'intera Regione, che tra le religioni e le civiltà non ci sia nessuna ragione per cui una sarebbe superiore alle altre. Il dialogo e il confronto tra le culture e le fedi può essere un passo per portare questo mondo ad allontanarsi dalla strada sulla quale sembra sempre di più essersi incamminato in questi ultimi anni: il drammatico scontro anche a livello militare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Signor Presidente, sono un po' amareggiato perché, ancora una volta assisto e mi rendo complice di una perdita di preziosissimo tempo di un tale consesso legislativo. Dall'altra parte, però, sono contento perché è un'occasione per conoscersi meglio e per fare emergere in modo chiaro le idee di ognuno.
Relativamente a questa seconda parte, non posso che constatare - chiedo scusa a chi si sentirà colpito da queste parole - una certa disonestà intellettuale da parte di chi vuole a tutti i costi utilizzare un'occasione per esprimere determinate posizioni, che sono ideologiche.
Cosa si rimprovera al Papa? Il Consigliere Scanderebech, in riferimento a questo, ha detto di voler capire cosa avviene nel centrosinistra.
Ho letto di Di Pietro. Sì, il mio Presidente ha semplicemente detto: "È bene che il Papa chieda scusa, perché ha pronunciato una frase probabilmente inopportuna e ha sollevato questo polverone". Si è limitato a dire questo, ma il Papa ha chiesto scusa. Il Papa, prima tramite il portavoce, poi, personalmente, si è rammaricato.



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



BUQUICCHIO Andrea

Consigliere Scanderebech, io non l'ho interrotta! Si è rammaricato, quindi, ha chiesto scusa.
A questo punto, l'ordine del giorno proposto dalla minoranza stralciato di determinate parti definite teologiche - a me non sembrano teologiche, ma va bene che siano stralciate - fa riferimento alle scuse chieste dal Papa e respinge semplicemente i violenti attacchi, invitando alla fine, la ripresa dei dialoghi interreligiosi. Non capisco perché si debba cogliere l'occasione per dissociarsi dal voto di un ordine del giorno di questo tipo, non lo capisco proprio, perché così si fornisce ad una parte, qualunque essa sia, l'occasione di strumentalizzare, lei e non coloro che l'hanno proposta, l'argomentazione. È ovvio che a quella parte se ne deve unire un'altra, che non può essere da meno, così andiamo avanti.
Questa non è una buona capacità di governo. Dobbiamo riflettere coalizione! Dobbiamo riflettere, alleati! Nel momento in cui la minoranza avanza una richiesta, che mi sembra legittima, e accetta anche lo stralcio di determinati punti all'o.d.g.
accettiamola e votiamola. Le nostre recriminazioni ideologiche le possiamo fare in altre sedi, ma non perdiamo tempo prezioso per questa Assemblea.
Sicuramente, noi voteremo a favore di questo ordine del giorno e mi rammarico per certe posizioni, le quali assumono valore strumentale.
Per quanto riguarda il merito, non mi ritengo un cattolico con tutti i sacri crismi che la parola stessa sottintende, però affermo che è molto strano invocare elementi di gravità inaudita in una frase pronunciata sicuramente in modo inopportuno, ma dietro alla quale non vi era la volontà di esacerbare gli attriti che in questo momento ci sono nel mondo. Penso non ci fosse proprio quella volontà; poi, non ci scandalizziamo tutti quanti, non facciamo un ordine del giorno, non usciamo con i cartelli per le strade, non facciamo le manifestazioni! Non è disonestà intellettuale questa, quando non abbiamo la capacità di ribellarci ai dettami del clero secondo i quali ogni atto sessuale non finalizzato alla procreazione è peccato! Per me è molto più scandaloso questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sarò brevissimo. Domani è il 20 settembre. Per alcuni di noi, per me certamente, è il ricordo di un momento importante della nostra storia. Nel 2011 ci sarà anche il centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Per chi è laico, profondamente convinto di esserlo, e io lo sono, domani è una giornata importante. Questo lo mettiamo qui. Il disegno sembra disordinato ma, alla fine, in qualche modo, si ricompone.
In secondo luogo, non condivido nulla di ciò che ha detto il Consigliere Chieppa, credo sia noto; non condivido nulla di quanto ha detto il Consigliere Deambrogio, credo sia evidente. Condivido pochissimo ciò che in questo caso non ha detto il Consigliere Robotti, ma è importante che continuino a dirlo in tutte le sedi, perché il tema della libertà dovrebbe interessare molti, anche quando se ne abusa. In questo caso specifico, non sono critico verso la loro diversità di opinione, che è sempre un elemento di ricchezza, ma - lo ricordo perché almeno uno di loro ha la funzione di Capogruppo - avevamo stretto un accordo. Quindi, quanto è avvenuto quando siamo ritornati in questa sede non poteva più svolgersi nell'assoluta libertà - non ce n'è mai troppa di ciascuno di noi - ma doveva seguire un percorso che, con fatica - ringrazio il Vicepresidente per essersi prestato a questa onerosa opera - era stato concordato. Dopo quanto concordato, non possiamo qui prenderci delle libertà, altrimenti, diventa difficile, anche per chi è sempre rispettoso delle istituzioni, soprattutto, quando ha differenze di opinioni, continuare a esserlo.
Arrivo al tema: qui abbiamo messo il 20 settembre, poi, abbiamo inserito gli accordi, aggiungiamo anche un'altra componente che è stata con un tono molto passionale - non credo che la passione faccia male oggetto del dibattito di questa sera. Probabilmente, non mi ero espresso bene, ma questa sera noi non abbiamo cercato - lo facciamo spesso - di evidenziare le fibrillazioni e le divisioni della maggioranza. Facciamo quasi fatica a seguire tutte quante le fibrillazioni, siamo ancora un po' indietro, non stiamo ancora affrontando quelle della TAV che già sono le prossime.
Non era questo lo scopo, lo scopo era esattamente quello indicato dal Consigliere Buquicchio, che è esattamente quello del Consigliere Leo, che neanche ha letto gli emendamenti proposti, perché non li ha letti.
L'emendamento proposto dal Consigliere Ricca - scusate il gioco di parole era molto ricco: cercare la maggiore condivisione nell'apertura a tutti della sottoscrizione. In questo momento, per molti di noi, certamente per chi vi parla, è in gioco la libertà del mondo occidentale. Io la penso esattamente così, né più né meno, sulla tolleranza accetto sempre lezioni perché c'è sempre da imparare. Non tutti coloro che parlano hanno grandi elementi per fare prediche. Le prediche sono una cosa, il richiamo alla tolleranza è un altro, ma vedo la nostra tolleranza occidentale, la nostra libertà e la nostra differenza di opinioni messe fortemente in crisi.
La voce di Papa Benedetto XVI mi aiuta nel fare capire che è il momento di schierarsi. Guardate che chi ha scritto, credo con grande fatica conoscendo e rispettando le parti del centrosinistra, un ordine del giorno che non è stato discusso, non c'è tempo, non sempre c'è tempo. La frase che recita: "L'urgenza e la priorità stiano nel mettere in campo le strategie più adeguate" - sta riferendosi alla lotta al terrorismo - "cosa che non sempre è riuscita alla comunità internazionale" non è mia, ma la sottoscrivo. Ritengo oggettivo per chiunque abbia letto - esattamente da altro pulpito e con altre logiche - che ciò che ha detto Benedetto XVI è il motivo che induce molti di noi alla preoccupazione. Per continuare ad essere tolleranti, bisogna che vediamo con chiarezza nel tempo le minacce ove ci siano, e a queste poniamo rimedio.
Non saremo tutti d'accordo all'unanimità. Però, credo che esista un'amplissima maggioranza interpartitica che la pensa esattamente così.
Questo documento ne è un indizio. Non c'è bisogno di qualcuno che prenda la guida di questo movimento e lo strumentalizzi. Perché quando la minaccia è forte - ha ragione Buquicchio - non è il momento di fare i primi della classe, ma di mettersi insieme, per fronteggiare una minaccia che molti di noi, non tutti, sentono comune. Se la si sente comune, ci si mette insieme e in comune, nelle diversità, si cercano le strategie, le azioni più utili a tutti. Dopo, si litigherà. Abbiamo un sacco di argomenti su cui avere differenti opinioni e litigare.
Questo era il senso della proposta iniziale. Dissento - e meno male da quello che alcuni colleghi hanno detto, ma al momento - per quanto mi riguarda - questo è un elemento di ricchezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve. Abbiamo già affrontato, non molte settimane fa, una situazione analoga, ed è avvenuto con gli ordini del giorno sulla Palestina. In quel contesto anche la Presidente Bresso aveva manifestato cerchiamo di non strumentalizzare quanto sto dicendo - l'impressione di una sorta di perdita di tempo nell'affrontare temi seppur importanti e di respiro nazionale.
Visto che ci sono anche i giornalisti, possiamo dire loro che ogni singolo Consigliere - se non ho sbagliato i calcoli - probabilmente incassa dalla Regione e quindi dai cittadini della Regione Piemonte circa 80.000 o 90.000 euro di budget per discutere, per parlare e promuovere convegni e altro. Questi temi devono essere dibattuti.



(Commenti del Consigliere Burzi)



LAUS Mauro

Per entrare nei dettagli e per dare le giuste sfaccettature, temi come questo devono essere discussi - a mio avviso, parlo a titolo personale - in altra sede. Detto questo, da laico e cattolico, perché non c'è una contraddizione nei termini, oggi la minoranza in questo Consiglio ci ha dato una dimostrazione d'approccio laico ai temi. Ripeto, la minoranza oggi ci ha dato una dimostrazione d'approccio laico ai temi, con alto senso di responsabilità e non sono stati loro a strumentalizzare il tutto.
Personalmente, non merita nemmeno risposta l'intervento, di una strumentalizzazione dialettica senza confini, del collega Deambrogio.
Ripeto, non merita assolutamente risposta una strumentalizzazione di questo tipo. È da laico.
Sottoscrivo integralmente tutto l'intervento del Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Siamo assolutamente consapevoli che, di fronte ad avvenimenti che colpiscono le nostre coscienze, le istituzioni e il mondo della politica e della religione avvertiamo l'esigenza di fare ascoltare la nostra voce com'è naturale.
Tuttavia, sappiamo come questi argomenti possono, per complessità e portata, alimentare divisioni all'interno degli stessi schieramenti di maggioranza e opposizione, scatenando fibrillazioni ideologiche. Questo non ci spaventa, non ci ha mai spaventato, quindi non neghiamo il dibattito.
Vogliamo mantenere il diritto di libertà d'espressione di tutti e pensiamo che questo sia il messaggio più forte che questo Consiglio regionale oggi ha dato.
È naturale che ogni giorno nel mondo succedano avvenimenti che possano scuotere le nostre coscienze e che meriterebbero delle prese di posizione morali di questo Consiglio, ma sappiamo che non sempre è possibile, non sempre è giusto. Ci sono tante sedi per poterlo fare, ma - io ribadisco il Consiglio regionale è anche una sede atta a questo scopo, per confermare il diritto di libertà d'espressione di tutti.
Come Gruppo della Margherita, vogliamo ringraziare il Consigliere Leo per aver accettato gli emendamenti. Sono emendamenti importanti per noi perché eliminano una serie di posizioni che avrebbero potuto ostacolare il nostro voto, lasciando le considerazioni teologiche ai teologi, perché noi siamo solo dei semplici Consiglieri regionali.
Però, era importante ribadire punti fermi in cui crediamo fermamente come la volontà di respingere i violenti attacchi a Papa Benedetto XVI e soprattutto, di riprendere il dialogo interreligioso, già intrapreso nel lungo papato di Papa Woityla e che abbiamo condiviso, perché è l'unica possibilità concreta per favorire la pace e lo sviluppo sociale e culturale dei popoli. Ci tenevamo a sottolineare questi aspetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Non voglio fare un intervento su temi teologici. Per quanto riguarda ciò che è stato detto, devo dire che condivido molto l'intervento di Deambrogio e mi riconosco nelle sue parole. Secondo me, questo dibattito ha visto una sconfitta, ma è la mia impressione. La sconfitta è a spese della laicità. Personalmente, da laico e agnostico, non mi permetto di giudicare le posizioni di quanti sono credenti. Penso, però, che lo Stato e, quindi anche la nostra Regione debbano difendere e portare avanti una linea di laicità.
Credo che il valore etico del Papa non sia in discussione, ma è tale solo per chi ci crede. Quella del Papa è una figura rispettata e rispettabile, ma è una figura che ha il suo valore in un certo ambito.
Credo che lo Stato e la Regione siano popolate da credenti in varia percentuale, ma gli enti devono assumere una posizione di laicità.
Noi, oggi, stiamo facendo un atto politico. Quindi, non capisco perch si debba votare un documento di questo genere. Oltre a non approvare il documento, devo dire che mi hanno sconcertato le parole di molti che mi hanno preceduto. Ad esempio, ho trovato strano sentire Consiglieri, che si definiscono laici, sostenere fondamentalmente posizioni per le quali il Papa non possa essere criticato per le cose che dice, mentre tutte le altre persone sì. Vorrei capire come facciano a declinare la loro laicità, perch credo che per un laico tutte le persone dovrebbero essere uguali.
Credo che questa riflessione sulla laicità meriterebbe un piccolo pensiero anche da parte di quanti si sono espressi in maniera critica nei riguardi di quest'ordine del giorno, perché credo che abbiamo comunque avuto una certa indulgenza su temi confessionali che ritengo non debbano fare parte dei discorsi di questa Assemblea.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che al termine di questo dibattito lungo, complesso ed articolato - non so quanto interessante - occorra arrivare presto ad un voto ed esprimerci. Noi voteremo a favore del documento, così com'è stato emendato, intanto perché crediamo che una disquisizione di tipo teologico non sia compito nostro e non vogliamo entrarci. Facciamo talvolta fatica a fare discorsi teorici, figuriamoci se c'imbarchiamo in discorsi che riguardano la teologia! Credo anche che sia sbagliato discutere le ragioni o i torti, supposti da uno e dall'altro, del Pontefice.
Crediamo invece - e il Presidente Burzi ha fatto un'affermazione interessante facendo riferimento all'ordine del giorno che abbiamo presentato sull'11 settembre -che ci siano invece delle questioni che vanno messe a fuoco, e sono quelle che vengono richiamate nel testo emendato, che riguardano una necessità: la denuncia di un pericolo. Inoltre, vi è la necessità di ristabilire una valutazione dei fatti internazionali e di civile convivenza, alla luce di quanto accade in questo momento nel mondo e, soprattutto, di ripristinare uno sforzo per dialogare e ricostruire un clima di civile convivenza e di rispetto delle differenze, e anche delle differenze che hanno suddiviso le posizioni e, probabilmente, le articolazioni del voto di questa stessa Aula.
Pertanto chiedo, dopo un dibattito così articolato e anche un troppo lungo, che si vada presto all'espressione del voto su questo documento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Raccogliendo anche la sollecitazione del collega Travaglini e come d'abitudine, sarò lapidario.Credo che siano tre le considerazioni da fare e sul dibattito le ha già espresso il collega. Il motivo per cui siamo qui a dibattere di questa questione è che è successa un evento che ha determinato una crisi, che prima non c'era, o che comunque prima era circoscritta e riferita ad altri ambiti e ad altri aspetti. Qualunque giudizio si dia, deve tenere conto di questo, sia che si tratti l'argomento a partire dalle dichiarazioni del Papa sia che lo si tratti a partire dalle strumentalizzazioni o dai risentimenti che nel mondo islamico, dal più moderato al più integralista, sono maturati.
Il secondo aspetto è questo. Io sono venuto qua in aula dopo la Conferenza dei Capigruppo con sostanzialmente due punti che mi sembrava fossero assodati ed acquisiti, e cioè che avremmo votato l'ordine del giorno così come emendato dal paziente lavoro dei Capigruppo; in secondo luogo, mi sembrava che avremmo ridotto i termini e i contenuti del nostro dibattito allo stretto essenziale, visto che ne avevamo dibattuto oramai in tutte le sedi.
Ancora una volta non è andata così, forse non serve nemmeno più che assumiamo accordi di questo tipo, perché sistematicamente mi pare che, per un motivo o per un altro, li disattendiamo.
Nonostante sia profondamente laico, credo che si possa votare l'ordine del giorno così come emendato banalmente per un motivo: oggi non credo allo scontro di civiltà, cioè lo scontro di civiltà c'è se lo si vuole dipingere in questo modo. C'è sicuramente una pericolosa situazione di crisi, ma credo che tutti noi dobbiamo tentare di essere al massimo costruttori di quei ponti di cui si dice, manifestando la nostra solidarietà a tutti quelli che in quel momento, che abbiano sbagliato tanto o poco, bello o brutto, alto, basso o magro, si trovano nella condizione, rappresentando una comunità, di dover subire degli attacchi che qualche volta hanno degli aspetti strumentali e qualche volta meno, ma che in ogni caso determinano condizioni di maggiore conflitto.
La nostra solidarietà sarebbe quello che tutti noi auspichiamo, come auspichiamo che, anche attraverso l'arte della politica, la crisi si sciolga e si risolva progressivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Solo poche parole, perché ormai il dibattito si è prolungato per parecchi minuti, quindi credo che quello che posso aggiungere adesso sia veramente poca cosa.
Però mi piacerebbe capire, più che aggiungere commenti o fare delle ipotesi teoretiche o teologiche che non mi competono; vorrei porre dei quesiti a chi è intervenuto prima di me e a chi su questo tema ha fatto ampie discussioni.
Il primo quesito che mi piacerebbe porre su questa vicenda è il dogma dell'infallibilità del Santo Padre. Noi, non come Consiglieri ma come esseri e cittadini del mondo o, meglio ancora, come credenti, abbiamo discusso per lungo tempo.



(Commenti in aula)



BOSSUTO Iuri

Io chiedo, pongo dei quesiti, non sono infallibile; sono un uomo e sono fallibile, e ho fallito più volte nei giudizi.



(Commenti in aula)



BOSSUTO Iuri

Si può discutere se sia un vantaggio o meno; però - ripeto - pongo un quesito e mi risulta, non da teologo, che in Sudamerica la teologia della liberazione contesti - e sono cristiani - il dogma dell'infallibilità.
Mi pare che su questo dogma si sia discusso molto in passato, e mi pare che almeno noi ci possiamo porre dei quesiti, altrimenti cosa ci stiamo a fare? Inoltre, è questa la sede di discussione di temi di questo tipo? Probabilmente il Consiglio regionale è anche sede di discussione di temi di quest'ordine, visto che vengono portati. Forse anche questa è una delle poche volte in cui ci ritroviamo a fare politica teorica, a discutere e a contrapporci e magari anche a trovare dei momenti di sintesi e di unione trasversale.
Un'altra domanda che vorrei fare è se qualcuno di noi ha posto un pensiero a chi è nei luoghi più caldi del nostro pianeta. Io mi domando se qualcuno di noi ha pensato, mentre si discute e si fanno affermazioni teologiche di un certo tipo, se abbiamo valutato il fatto che a Gerusalemme c'è una Chiesa cristiana, così come c'è a Baghdad; abbiamo la presenza di prelati, addirittura di vescovi. Abbiamo pensato alle difficoltà che questi uomini e donne di fede stanno attraversando in questi momenti? Mi chiedo se, prima di fare quelle dichiarazioni, forse si è posto anche il problema delle ricadute che queste potrebbero avere in alcuni punti un po' caldi del nostro pianeta.
Poi vi è la società politica. Le mie sono solo domande; mi rivolgo a tutti coloro che prima mi davano occhiatacce, ricordando che sono domande.
Che responsabilità ha la politica, cioè noi uomini di politica cosa dobbiamo fare? Dare solidarietà o condurre ad un discorso di sintesi e di pace? O forse buttare noi acqua sul fuoco invece di buttare benzina? Forse è questo il ruolo della politica? E allora, più che chiedere solidarietà, possiamo pensare ad un ruolo nostro, cioè quello di contenere gli animi, di portare di nuovo un confronto tra culture, tra generazioni e tra religioni. Forse abbiamo perso un po' quell'obiettivo, che era quello di creare dei ponti - come diceva il collega Turigliatto - tra le nazioni e le genti.
Abbiamo forse dimenticato quell'obiettivo e quando ci crediamo cristiani forse abbiamo dimenticato quell'essenza della cristianità, che è il dialogo.
Credo che con alcune nostre dichiarazioni oggi il dialogo non sia stato favorito per nulla, anzi sia stata accentuata un'ulteriore divisione. Non vi è uno scontro di civiltà, ma qualcuno vuole che lo diventi. Chissà quali interessi, religiosi o economici, sono alle spalle di questa volontà di conflitto? Chiudo ancora con qualche quesito: il Santo Padre è anche uomo di Stato? È anche Capo di uno Stato o è soltanto figura spirituale? E nel caso in cui sia uomo di Stato, se è a capo di uno Stato con l'esecutivo, con i propri Ministri, i propri vicari e quant'altro è responsabile per le azioni di governo o ha un dogma, anche in questo caso, di infallibilità? Nel caso in cui si scopra che è anche uomo di governo - essendo il Vaticano uno Stato autonomo e indipendente - perché non si può paragonare il suo operato a quello di altri pontefici? Perché per il dogma dell'infallibilità non possiamo fare paragoni tra questo pontefice e quello scomparso? Eppure mi risulta che uomini di fede e di Chiesa pongano queste questioni e che qualcuno abbia detto che Papa Giovanni Paolo II abbia fatto una politica estera ben più tollerante e di dialogo rispetto all'attuale pontefice. L'attuale pontefice, invece, pare che su argomenti di divisione religiosa, sia molto più puntuale e attento a rilevarne effetti, cause e differenze.
Chiudo con un mio misero pensiero, di chi non ha nessun'intenzione di proporsi Papa (non sono ancora folle da camicia di forza), anche se essendo il Papa un essere umano, probabilmente, potrebbe toccare a chiunque eserciti la fede diventarlo.
Mi chiedo: era opportuno fare quella citazione? Era opportuno, in questi tempi, in quest'ottica, in questo quadro politico internazionale citare quella frase - davvero in questo caso - maledetta? Forse, essendo anche uomo di Stato, esercitare un po' di diplomazia non avrebbe guastato.
Non lo so.
Poi verrò anch'io speranzoso al 20 marzo, ma temo che i nostri giorni non siano quelli del 20 marzo, ma ben altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.
Ruberò pochissimo tempo all'Assemblea perché vorrei esclusivamente esprimere le motivazioni che mi portano a non condividere l'ordine del giorno.
Pur condividendo le considerazioni espresse dal Consigliere Travaglini e da altri Consiglieri a proposito dell'inopportunità del dibattito che stiamo affrontando in questa sede e le considerazioni espresse da altri Consiglieri - cito fra tutti il Consigliere Moriconi rispetto al concetto della laicità, delle istituzioni dello Stato - voterò contro.
Pur condividendo la critica espressa dall'ordine del giorno agli attacchi violenti che ci sono stati, non posso assolutamente condividerlo. Mentre condivido lo spirito che portò allora al Concilio Vaticano II, credo invece che l'azione di alcuni pontefici, seguente al Concilio Vaticano II, abbia tradito lo spirito.
È stato tradito, Consigliere Leo, su questo non discutiamo adesso, perch non credo sia la sede opportuna. Disponibile, magari insieme a Monsignor Bottazzi (uno dei testimoni del tradimento dello spirito del Concilio Vaticano II), in un'altra sede, a continuare ad approfondire questi concetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Non volevo intervenire (infatti ho semplicemente illustrato la proposta di mediazione emendativa), ma alcuni riferimenti alla laicità che ho sentito, mi sono apparsi un po' a senso unico.
Vorrei rivolgere qualche domanda da laico per capire cosa si pu pensare di Stati nei quali le istituzioni, la giustizia e i leader politici sono chiamati dalla legge a difendere la legge della religione e il libro della religione.
Forse qualche riferimento a questi aspetti sarebbe opportuno farlo. Ricordo che in Turchia nel 1924 Ataturk abolì il califfato e introdusse la separazione tra Stato e religione.
Non così oggi avviene in tanti altri Stati in cui, invece, vige il sistema cui ho fatto riferimento prima. Rispetto alla questione deve prevalere, più che il giudizio sulle incaute o meno espressioni del Pontefice, la libertà di espressione. Valore che dovremmo mettere al centro dei nostri valori valore che prescinde dai contenuti che sono espressi su una questione piuttosto che sull'altra.
Dal punto di vista dell'Occidente, come portatore di valori liberali e laici, non soltanto cristiani, le preoccupazioni possono essere anche comprensibili, così come, d'altra parte, lo sono nel mondo islamico. Ho sentito parlare di ira spontanea delle popolazioni, ma stento a credere che in quei paesi dove vige quel sistema politico, emergano iniziative spontanee rispetto a qualsiasi tipo di espressione della vita politica e sociale.
Forse, per mantenere vivo il dialogo, la sollecitazione che l'ordine del giorno esprime soprattutto nell'ultimo capoverso della parte dispositiva, è da assumere come riferimento.
Se vogliamo fare un riferimento anche di tipo religioso al dialogo senza scivolare nel fanatismo, ho visto scritto in questi giorni un versetto che fa riferimento al Corano in cui si dice: "Dio non ama gli eccessivi".
Fare tutti riferimento a questo versetto, sarebbe un richiamo opportuno per un dialogo che voglia davvero promuovere la pace e lo sviluppo sociale e culturale fra i popoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Sarò telegrafico. Non ripeterò argomenti attinenti all'ordine del giorno perché mi trovo perfettamente d'accordo con l'intervento esaustivo del Consigliere Rossi.
Dopo circa sette anni di esperienza in Provincia, dove si affrontavano spesso dibattiti di questo genere, pensavo che la Regione fosse più ingessata, invece il dibattito di oggi, anche con alcune cose antipatiche che ho sentito, nel suo complesso, mi è piaciuto. I Consiglieri hanno espresso le loro idee. Questo è estremamente positivo. Il Consigliere Bossuto ha riempito di domande i Consiglieri, io ne rivolgerò una sola. Mi sono sentito offeso dall'intervento del Consigliere Deambrogio, che tra l'altro mi è anche simpatico; invece non mi ha colpito per nulla l'intervento del Consigliere Dalmasso, che ha detto cose che non condivido.
Il primo intervento non dico che mi ha offeso, ma mi ha colpito, perché non c'era un tentativo di rispondere o di dialogare, ma un'affermazione di cose e di dogmi. Il Papa non è infallibile, secondo me (mi pare secondo nessuno). Perché qualcuno di noi o di voi dovrebbe esserlo? A me è apparso poi magari ho capito male, che la forza con cui venivano affermate certe cose, fosse dogmatica. Il Consigliere Dalmasso faceva delle affermazioni convinte, ferme, in cui il Consigliere pensava di aver ragione, per cui è legittimo e giusto esprimere le proprie idee. Cercare, invece, di capire gli altri è altrettanto giusto. Nell'esperienza che ho avuto fino ad oggi in dibattiti del genere, quello di oggi è stato positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Molto brevemente, mi ricollego alla richiesta che aveva fatto poc'anzi il Consigliere Scanderebech.
Il Consigliere Scanderebech aveva chiesto se la Presidente Bresso intendesse chiedere scusa a seguito degli interventi espressi da esponenti della sua maggioranza. Ripeto, il Consigliere Scanderebech ha chiesto alla Presidente Bresso, a nome della coalizione della sinistra, di prendere le distanze e di chiedere scusa per alcuni interventi, dove addirittura si è parlato quasi di un commissariamento del Vaticano, facendo riferimento a Ratzinger come se fosse il provocatore della destabilizzazione della politica internazionale in Medio Oriente.
Credo che la richiesta del collega Scanderebech fosse più che giustificata. È palpabile l'imbarazzo all'interno di ampi settori della maggioranza di sinistra. Sarebbe forse il caso che vi fosse una presa di distanza ufficiale da parte della Presidente Bresso, visto che essa stessa rappresenta l'intera coalizione.



PRESIDENTE

Prima di passare alle votazioni, volevo ringraziare il Presidente Burzi per aver ricordato una data significativa che, in assenza del collega Tapparo, pensavo fosse stata dimenticata in quest'Aula. Se non altro è rimasta agli atti, non potendolo fare io in qualità di Presidente dell'Aula. Dopodiché sarà mia premura fare arrivare ai colleghi, perch molti l'hanno citata creando un certo dibattito, documentazione ufficiale sull'infallibilità papale. Penso possa essere utile.
Passando alle votazioni vi ricordo che il numero legale è 30.
Scusate, colleghi, interrompo la votazione, ma davo per scontato che dopo averne discusso a lungo, si sapesse che stiamo votando l'ordine del giorno n. 424 "Solidarietà a Papa Benedetto XVI" come primo firmatario Giampiero Leo, così come modificato e accolto dal primo firmatario. Avete ragione e mi scuso, ma lo davo per scontato.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 424, il testo recita: "Il Consiglio regionale rilevate le violente reazioni provenienti dal mondo islamico all'intervento tenuto dal Papa Benedetto XVI all'Università di Ratisbona ritenuto che il dialogo interreligioso rappresenti, fin dal Concilio Vaticano II, una costante dell'impegno e dell'azione condotta dai Pontefici che si sono susseguiti e ribadita anche dal Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone rilevato infine che Papa Benedetto XVI ha espresso il proprio vivo rammarico per le reazioni suscitate dal discorso di Ratisbona, "ritenuto offensivo per la sensibilità dei credenti musulmani" respinge i violenti attacchi a Papa Benedetto XVI subiti a seguito del suo intervento all'Università di Ratisbona manifesta sconcerto e condanna per gli attentati che hanno colpito le chiese cristiane di Nablus, in Cisgiordania e per gli episodi di violenza in molti Paesi a maggioranza mussulmana invita alla ripresa del dialogo interreligioso il mondo islamico moderato sconfiggendo le tentazioni jihadiste e ponendo le basi per una cooperazione delle grandi religioni monoteiste a favore della pace e dello sviluppo sociale e culturale dei popoli".
Il Consiglio approva.
Passiamo al secondo ordine del giorno, il n. 429, inerente a "Guerra al Papa".
Scusate colleghi, la votazione non è ancora partita, ma se qualcuno chiede di fare l'intervento per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Ringrazio il Consigliere Rossi per aver rinunciato. Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 429, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: Al Queda proclama che il Papa e l'Occidente sono condannati alla "distruzione" Theran accusa Ratzinger di essere strumento di un complotto antislamico centinaia di iracheni bruciano a Bassora le foto di Benedetto XVI minacce, disordini e proteste anti-cristiani si moltiplicano nel mondo musulmano in Medio Oriente si moltiplicano le pubblicazioni di vignette anti Vaticano si contano le prime vittime, fra queste una Suora uccisa in Somalia considerato che: le parole espresse dal Papa in una lectio magistralis a Ratisbona, e precisate nell'Angelus di domenica 17 settembre 2006, non erano volte ad infiammare gli animi, ma bensì tese a placarli il Papa ha ulteriormente espresso il proprio rammarico per le reazioni suscitate da un breve passo del suo discorso impegna il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte ad esprimere, con l'approvazione dell'Aula, la propria solidarietà nei confronti del Papa e delle sue dichiarazioni, strumentalizzate e mal interpretate a porsi come garante nel rispetto di tutte le religioni, al fine di arginare e placare l'insorgere di eventuali atti di intolleranza nei confronti dei cristiani, poiché la violenza è moralmente incompatibile con qualunque atto di fede, sia esso musulmano o cristiano".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali - Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 420, inerente a "5° anniversario dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001", presentato dai Consiglieri Burzi e Ferrero


PRESIDENTE

esame ordine del giorno n. 422, inerente a "5° anniversario dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001", presentato dai Consiglieri Dalmasso Moriconi, Robotti, Bossuto, Clement, Deambrogio, Chieppa e Barassi



PRESIDENTE

esame ordine del giorno n. 428, inerente a "5° anniversario dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001", presentato dai Consiglieri Muliere Reschigna, Motta, Pozzi, Bizjak, Laus, Comella, Placido, Rabino Turigliatto, Cavallaro, Travaglini, Boeti, Manolino, Cattaneo, Ricca e Pace



PRESIDENTE

Passiamo adesso all'esame congiunto degli ordini del giorno n. 420, 422 e 428 sull'11 settembre, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 420, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale rilevato che l'11 settembre 2006 ricorre il quinto anniversario dall'attacco del terrorismo islamico alle Twin Towers di New York e al Pentagono di Washington che ha provocato migliaia di vittime innocenti considerato che da quel momento si sono ripetuti in ogni parte del mondo attacchi terroristici di matrice islamica, come i sanguinosi episodi nella metropolitana di Londra, nella scuola di Beslan e le bombe alla stazione di Atocha a Madrid ritenendo che in questa occasione occorre ribadire la ferma volontà dei Paesi occidentali e di tutte le istituzioni democratiche di rispondere alla sfida lanciata dal terrorismo ricorda con profonda commozione il sacrificio delle vittime innocenti degli attentati dell'11 settembre 2001 in Usa e tutte le altre vittime del terrorismo islamico manifesta la propria convinta solidarietà nei confronti di tutti i Paesi impegnati nella lotta senza quartiere al terrorismo internazionale, la cui sconfitta è il presupposto per la crescita sociale, culturale ed economica dei Paesi in via di sviluppo esprime la più ferma convinzione che l'integrazione e il multiculturalismo richiedano, rispetto ai passi avanti già compiuti dall'Occidente, un impegno di reciprocità a cui invita la parte più avanzata e responsabile del mondo islamico".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 422, il cui testo recita: "I drammatici attentati dell'11 settembre 2001 hanno spezzato migliaia di vite umane, prodotto gravi danni materiali e morali, accresciuto il livello di tensione internazionale.
gli attentati proseguono ed aggravano la situazione internazionale segnata da guerre (prima e seconda guerra in Iraq, Kossovo, Afganistan .): violazioni crescenti dei diritti umani e del diritto internazionale crescente intolleranza tra popoli, culture, religioni.
Nel 5° anniversario dell'11 settembre 2001 il Consiglio regionale del Piemonte ricorda con commozione e partecipazione i morti per gli attentati di 'Ground Zero' come tutti gli scomparsi nelle numerose guerre degli ultimi anni e in tutti i fatti di violenza politica il permanere dell'insoluta questione nazionale palestinese ripropone il drammatico ricordo di un altro 11 settembre, quello del 1973 data del colpo di stato reazionario in Cile che spezzò una grande, anche se difficile, esperienza democratica e popolare si impegna a sviluppare tutte le attività atte a favorire il multiculturalismo e il dialogo tra i popoli".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 428, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale a cinque anni dai terribili eventi dell'11 settembre 2001, nel ricordare le vittime ed esprimere la solidarietà ai caduti di questo e di tutti gli attentati terroristici ricorda come gli ultimi cinque anni siano stati caratterizzati da un nuovo tipo di minaccia terroristica che si è fatta via via sempre più virulenta e crudele. Una minaccia che non è stata sempre affrontata nella maniera più appropriata ed efficace constata che, oggi, tutto il mondo è consapevole che il terrorismo è un pericolo di fronte al quale nessuno può pensare di essere indifferente o distante. Gli Usa l'hanno conosciuto cinque anni fa, l'Europa negli anni successivi con le tragedie di Madrid e Londra ritiene che l'urgenza e la priorità stiano nel mettere in campo le strategie più adeguate, cosa che non sempre è riuscita alla Comunità internazionale. La guerra in Iraq, comunque la si giudichi, è stata percepita dalle opinioni pubbliche dei paesi arabi come una guerra dell'Occidente contro di loro. Viceversa, le frange estreme del fondamentalismo ed i terroristi non possono essere in alcun modo identificate con l'Islam.
Cinque anni dopo, il Consiglio regionale del Piemonte, si stringe ancora una volta attorno al popolo americano. Il lutto che la barbarie ha inferto quel giorno a cittadini inermi della nazione americana e di tante altre nazioni è oggi più che mai presente e spinge a non dimenticare ed a rinnovare l'impegno comune a fronteggiare la logica del terrore e della distruzione.
Nel sottolineare come l'11 settembre 2001 è e sarà nella nostra memoria: evidenzia come la lotta al terrorismo non è stata ancora vinta. Bisogna combatterla su una doppia dimensione. Lotta dura, molto dura, con obiettivi realizzati in tempi brevi, e al tempo stesso una grande capacità di dialogo e una grande capacità di sapere immaginare un mondo in cui convivano identità diverse in un contesto di libertà rileva come la sfida della nostra generazione è sapere immaginare un mondo in cui la libertà sia un valore indisponibile e in cui ci sia dialogo e comprensione reciproca. Una sfida che comincia dalla scuola, che scommette sui giovani per mettere in campo una cultura della tolleranza e della pace che sia in grado di sconfiggere il terrorismo abbattendo paure e pregiudizi ribadisce la condanna più netta ed inequivocabile nei confronti di ogni forma di terrorismo e di violenza che mette a pregiudizio la sicurezza di tutti gli stati e di tutti i popoli, sostenendo i propri valori, a partire dal rispetto dei diritti umani che rappresentano la garanzia più certa della nostra sicurezza futura".
Il Consiglio approva.


Argomento: Università

Esame ordine del giorno n. 270, inerente a "Equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia", presentato dai Consiglieri Boeti, Muliere, Travaglini, Bertetto, Reschigna, Auddino Larizza, Valloggia, Clement, Bossuto, Turigliatto, Dalmasso, Ronzani Cavallaro, Cattaneo, Rostagno, Rabino, Lepri, Laus, Moriconi, Ferraris Comella, Buquicchio, Ricca e Barassi


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 270.
Se non vi sono richieste di parola, indìco la votazione palese su tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: il fisioterapista è l'operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita (D.M. 14 settembre 1994 n. 741 'Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale del fisioterapista') la professione del fisioterapista è, dunque, una professione sanitaria estremamente delicata in quanto dedicata a svolgere una funzione particolarmente importante nella riabilitazione dei pazienti con patologie di varia complessità e gravità è del tutto evidente come possa intervenire in maniera estremamente benefica o, al contrario, pericolosamente negativa, sulla salute delle persone, una terapia riabilitativa corretta o una non corretta preso atto che l'articolo 1-septies (Equipollenza di titoli di studio) del decreto legge 5 dicembre 2005, n. 250 ('Misure urgenti in materia di università, beni culturali ed in favore di soggetti affetti da gravi patologie, nonché in tema di rinegoziazione di mutui') articolo aggiunto dalla legge di conversione 3 febbraio 2006, n. 27, afferma che 'il diploma di laurea in scienze motorie è equipollente al diploma di laurea in fisioterapia, se il diplomato abbia conseguito attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituirsi con decreto ministeriale, presso le università' rilevato che Il comma 7, dell'articolo 2 (Istituzione del corso di laurea in scienze motorie) del d.lgs. 8 maggio 1998, n. 178 ('Trasformazione degli Istituti superiori di educazione fisica e istituzione di facoltà e di corsi di laurea e di diploma in scienze mo torie, a norma dell'articolo 17, comma 115, della L. 15 maggio 1997, n.
127') precisa chiaramente che 'il diploma di laurea in scienze motorie non abilita all'esercizio delle attività professionali sanitarie di competenza dei laureati in medicina e chirurgia e di quelle di cui ai profili professionali disciplinati ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del decreto.legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni e integrazioni', cioè del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione considerata l'assurdità e l'enorme gravità del suddetto articolo aggiuntivo, che consente l'equiparazione del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia l'enorme confusione che tale dispositivo concorrerà a generare nel settore con grave danno per tutti i cittadini e, in generale, per tutti i pazienti affidandoli alle cure di personale non sanitario la 'carenza' dell'articolo approvato, che non indica quale dicastero abbia la competenza a stabilire le modalità di accesso ai corsi che consentirebbero ai laureati in scienze motorie di essere equiparati ai laureati in fisioterapia impegna il Presidente del Consiglio Regionale a trasmettere il presente ordine del giorno ai Consigli Regionali italiani, nonché al Governo la Giunta Regionale ad attivarsi affinché il Governo annulli la normativa in questione.
Il Consiglio approva La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.34)



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