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Dettaglio seduta n.110 del 12/09/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.41 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



(La seduta ha inizio alle ore 16.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Rabino, Rostagno e Spinosa.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento agli episodi accaduti nella seduta consiliare del 2 agosto 2006 relativi all'ospedale di Varallo


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Intervengo in merito agli episodi che mi hanno visto protagonista nell'ultimo Consiglio regionale prima della pausa estiva. Esprimo il mio rincrescimento se gli episodi occorsi in quella seduta consiliare hanno in qualche misura provocato turbamento o disagio istituzionale a quest'aula.
Non era mia intenzione provocare il suddetto disagio, probabilmente, ho ecceduto nelle forme, ma la drammaticità del momento e del problema, che riguarda la sanità della Valsesia, in particolare del Presidio Ospedaliero di Varallo, ha creato in me uno stato d'animo di amarezza e di rabbia; la passione, forse, mi ha fatto, in qualche misura, travalicare le forme dovute.
Il mio rispetto istituzionale verso quest'aula e verso questa Istituzione, ovviamente, non cambia, rimane alto e intatto. Pertanto ringrazio per l'attenzione e la disponibilità dimostrata dal Presidente del Consiglio regionale e dall'intero Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale, prendiamo atto delle sue dichiarazioni.
Peraltro, le vicende dell'ultimo Consiglio sono state portate all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza, che ha anche deliberato un modus procedendi per affrontare simili inconvenienti, laddove si riproponessero.
Tale deliberazione sarà poi formalizzata attraverso una missiva, che sarà mia cura trasmettere a tutti i colleghi Consiglieri. Comunque, collega Pedrale, prendiamo atto con piacere delle sue dichiarazioni.


Argomento: Caccia

Proseguimento comunicazione dell'Assessore Taricco in merito ai provvedimenti assunti sui "Piani di prelievo selettivo agli ungulati nei Comprensori Alpini e negli Ambiti Territoriali di Caccia stagione venatoria 2006-2007" (interpellanza n. 921 ed interrogazione n. 923 assorbite dalla comunicazione)


PRESIDENTE

Riprendiamo gli interventi a seguito delle comunicazioni dell'Assessore Taricco, cercando di ripartire gli interventi nell'alternanza tra maggioranza e minoranza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la sua relazione.
Gli animalisti sono ben consci del fatto che la caccia sia permessa per legge e un articolo pubblicato sul mio sito recita: "Caccia: pratica eticamente inaccettabile", quindi, ognuno può sostenere delle posizioni diverse.
A mio avviso, i problemi sollevati da questa vicenda sono di due tipi.
Il primo riguarda la gestione pratica della deliberazione, mentre il secondo concerne le linee di indirizzo, che noi ci auguriamo di comunicare alla Giunta, nel senso che adesso espliciterò, anche se, visti i tempi, non posso dilungarmi troppo. Noi non siamo assolutamente convinti che il sistema alla base di questa deliberazione sia in linea con i tempi. È un sistema che ha molti punti oscuri relativamente alla conduzione dei censimenti, che sono effettuati dalle stesse persone che hanno interesse a effettuare le azioni di caccia, e alla stessa vicenda dei danni, che presenta gli stessi problemi. Non dobbiamo dimenticare che il tutto nasce dalle immissioni effettuate in precedenza. Sappiamo che ora le immissioni sono chiuse, mi auguro però, che ci ricorderemo di questi problemi quando in futuro ci chiederanno, nuovamente, di procedere a delle immissioni.
Comunque credo che il tema avrebbe bisogno di maggiori approfondimenti e di più tempo di quanto sia possibile dedicarvi ora..
Le linee sulle quali chiediamo alla Giunta di riflettere sono le seguenti: lo Statuto della Regione prevede al suo interno la tutela dei diritti degli animali. Credo che difendere i diritti degli animali sia un principio che non si rispetta sparando loro.
Ricordo ancora che, secondo quanto pubblicato dalla stampa odierna, il 50% degli italiani pensa che gli animali abbiano un'anima. Non so se hanno ragione o no.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



MORICONI Enrico

Comunque, una Giunta di centrosinistra deve anche capire dove va il mondo, come si suol dire. In questo senso, credo che, per dare un segno diverso, si debba almeno pensare a tre aspetti. In primo luogo, non si devono escludere le sterilizzazioni degli animali. Lo stesso giorno in cui in Italia si svolgevano tali discussioni, l'Australia, dopo decenni di spari ai canguri, ha deciso - questa è una cosa interessante per tutti - di procedere alla loro sterilizzazione. Tale pratica è stata dettata non da motivi animalisti, ma pratici. Dal punto di vista dei caprioli, credo che se posso dirlo, se fossi un capriolo, preferirei essere un capriolo vivo e sterilizzato che non un capriolo non sterilizzato e morto.
Ritengo che queste discussioni debbano far riflettere la Giunta sulla necessità di affrontare prossimamente il problema della tipica fauna alpina in modo innovativo, ad esempio, pensando ad una moratoria. Infine, credo che questa stessa vicenda possa farci ragionare tutti insieme sulla necessità di stabilire un tavolo di confronto continuo con le associazioni del volontariato animalista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, Assessore e Giunta, la questione relativa ai bambi caprioli - in realtà, i "bambi" sono animali diversi dai caprioli: il daino è una cosa, il cervo è un'altra cosa e il capriolo è ancora un'altra cosa ha lasciato un po' di stucco le famiglie piemontesi. Vedere una Regione, in cui, tra l'altro, è presente una importante componente verde probabilmente, verde anguria, nel senso verde fuori e rossa dentro - che autorizza il massacro di questi animali è spiacevole, ma, colleghi, è anche spiacevole vedere che la Regione Piemonte - tra l'altro, la maggior parte delle bestie abbattute o che doveva essere abbattuta è in Provincia di Alessandria - con la Provincia di Alessandria paga - Presidente, mi guardi anche lei! - un'intera pagina su La Stampa per scrivere: "Tanti dicono che pensano al tuo futuro. Pensaci tu facendo la cosa giusta". Guardate la bestiolina rappresentata a colori su questa pagina, che è stata finanziata dalla Provincia di Alessandria e dalla Regione Piemonte, in cui si invitano i giovani ad iscriversi ai corsi di formazione professionale, parliamo di martedì 29 agosto: ci lascia un pochino di stucco. Questo è un messaggio deleterio, perché li ammazziamo e invitiamo con la loro immagine a pensare al futuro dei nostri giovani.
Presidente, si dovrebbe un attimo collegare quello che si fa a quello che, poi, in realtà, si scrive! Non è solo questo il problema, ne parlerà anche il collega Dutto del problema caprioli, ve ne sono altri: le colonie di gatti le abbattiamo o sterilizziamo le femmine? Le colonie di piccioni, che sporcano i monumenti creano problemi e portano malattie, a differenza dei caprioli, le sterilizziamo con cibo apposito o le abbattiamo? Perché due pesi e due misure? (Commenti fuori microfono)



ROSSI Oreste

I piccioni non li abbattiamo; normalmente, vengono sterilizzati con del cibo: il collega Moriconi potrebbe confermarlo.
Termino subito, Presidente.
Assessore, le pongo anche questo problema: mi risulta che il provvedimento del TAR non abbia creato solo la sospensione della caccia all'ungulato capriolo, ma abbia creato un problema enorme a chi vive della caccia nelle riserve. Mi risulta che i gestori delle riserve allevano o acquistano animali destinati all'abbattimento per i cacciatori che vanno a caccia in riserva e, oggi, proprio a seguito del provvedimento del TAR...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



ROSSI Oreste

...possibilità di fare andare a caccia i cacciatori a pagamento all'interno di riserve a pagamento.
Quindi, chi fa quel lavoro, oggi, grazie alla decisione del TAR, si trova nella impossibilità di lavorare, perché ha acquistato degli animali che dovrebbero essere messi a disposizione dei cacciatori che pagano per cacciare nelle riserve.
Cosa sta facendo la Regione in merito a questo ennesimo problema che colpisce una categoria?



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



ROSSI Oreste

Io non vado a caccia, non sono cacciatore, però, capisco chi vive di quello: i riservisti, quelli che vanno a caccia, coloro che vivono su quel settore, che, oggi, si trovano nella condizione di non poter lavorare a seguito di un provvedimento del TAR che ha colpito tutto il settore anziché solo quello che, giustamente, secondo noi, doveva colpire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, due minuti sono pochissimi, dovrò sintetizzare al massimo.
In primo luogo mi chiedo perché quest'anno, perché qui in Piemonte si è iniziata questa polemica. È da anni che si attua il metodo della caccia di selezione, che non si fa la caccia di selezione soltanto per i caprioli, la si fa anche per i cinghiali, ma per questi, forse, si è meno sensibili e meno emotivi rispetto alla caccia di selezione per i caprioli. Perch questa polemica è nata qui in Piemonte e non in altre Regioni, visto che i caprioli abbattuti attraverso la caccia di selezione, in Italia, sono 50 mila? Premetto che, naturalmente, rispetto tutte le opinioni, ci mancherebbe anche in quest'aula moltissimi sono contrari alla caccia, ma noi abbiamo il dovere - ne abbiamo parlato anche in Commissione - di assumere dei provvedimenti che vadano verso il governo del territorio. Gli ungulati (caprioli, cinghiali e altri) possono rappresentare una risorsa per il territorio, ma si deve trovare il giusto equilibrio.
Mi chiedo come mai l'Istituto nazionale per la fauna selvatica non abbia ancora indicato un metodo alternativo se non quello della caccia di selezione. È chiaro, si deve trovare il giusto equilibrio, in quanto, come ricordava l'Assessore questa mattina, i danni provocati dagli ungulati sono moltissimi, come possono confermare coloro che vivono nelle valli.
Guardate che, se non prendiamo dei provvedimenti, il problema degli ungulati non riguarderà soltanto la montagna o la collina, ma anche la pianura, come già sta avvenendo.
I danni provocati all'agricoltura e al patrimonio forestale della nostra Regione sono problemi che vanno analizzati e affrontati. Ecco perch ritengo opportuno parlarne, come del resto è stato fatto in Commissione. Si deve continuare a farlo, come si sta facendo anche in aula, bisogna confrontare tutte le opinioni e tutte le indicazioni anche alternative alla caccia di selezione, ma credo che la responsabilità che si è assunta la Giunta sia stato un atteggiamento serio nei confronti di tutti coloro che hanno a cuore non soltanto l'ambiente, ma anche il patrimonio faunistico della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Inizierò questo mio breve intervento per dire che esiste il mondo delle favole ed esiste il mondo reale. Può sembrare un'affermazione forte, ma io sottoscrivo interamente quello che ha detto questa mattina l'Assessore Taricco con un distinguo.
Magari presenteremo un ordine del giorno per vedere quali sono i gruppi politici che credono nelle giuste affermazioni che ha fatto anche il Capogruppo dei DS e che ha fatto stamattina l'Assessore. Dobbiamo ragionare su chi vive nelle campagne, su chi da centinaia di anni per dinastie familiari vive nel territorio, vive sull'ambiente, capisce se una specie va in estinzione piuttosto che in sovra-popolamento, capisce quando è il momento di intervenire.
Poi mi risulta che tanti di coloro che criticano questa iniziativa siano coloro che dicono che la montagna deve vivere, che la campagna deve vivere. Ma dobbiamo dare opportunità sul territorio, le città sono strette e sono piene di cemento e non ci permettono di parlare.
Quindi, ascoltiamo quello che dicono gli uomini della campagna, gli uomini del territorio, gli uomini delle colline che vivono tutti i giorni sulla loro pelle determinati problemi.
Credo che, avendo chiarito che non si tratta di una razzia, anzi si tratta di un problema inverso, sia giusto dire "perché la stessa dignità non la deve avere un cinghiale o un capriolo?" Se il cinghiale è in sovra popolamento, il capriolo fa più tenerezza perché pensiamo al mondo delle favole, ma noi siamo amministratori e dobbiamo pensare al bene comune dobbiamo pensare all'economia del nostro territorio.
Quindi, senza voler fare razzia di caprioli, ma regolandone la crescita sul territorio, facciamo in modo che sia un fenomeno presente ed importante e che questi animali sul territorio ci siano e ci siano sempre.
Siamo disponibili a mettere tutte le garanzie più importanti affinch ci siano ed anche in futuro, ma se questi animali sul territorio creano dei danni e li creano non a chi abita nel centro di Torino, ma a chi coltiva, a chi vive in montagna, a chi rischia la vita transitando su strade collinari o montane, diciamo che ci devono essere dei fenomeni di regolamentazione anzi auspicherei che la Giunta regionale facesse in modo che gruppi della sua maggioranza anziché presentare esposti o ricorsi al TAR, facessero in modo che il governo di questo fenomeno andasse a buon punto. Ha ragione il collega Rossi quando dice che grazie ai ricorsi al TAR adesso hanno bloccato l'attività di ricorso nelle riserve.
Abbiamo creato un doppio danno: un provvedimento giusto che crea una ritorsione che va a danno dei cacciatori. In questo senso tutti si sentono poco tutelati dall'attività non dell'Assessore, ma di questa Giunta regionale e di questa maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Su questo tema desidero portare la mia esperienza personale. Sono uno che quando può va a farsi qualche passeggiata in montagna, e finisco sempre nel Parco delle Alpi Marittime semplicemente per ragioni logistiche, perch abitando a Cuneo è lo sbocco naturale.
Vi garantisco che è rarissimo trovare in montagna degli ungulati; le passeggiate che faccio sono lunghe, ma per vedere un camoscio bisogna veramente andare a cercarlo e non sempre lo si trova.
Vi racconto quella che può essere quasi una barzelletta, ma incontro turisti che si accontentano di fotografare le mucche, forse perch arrivando da Torino e dalla città anche quelle per loro cominciano ad essere delle rarità.
Per contro cosa succede? Succede in zone agricole e in zone popolate di vedersi attraversare la strada da un cinghiale; con il capriolo non mi è mai successo, ma ad esempio mi è successo con un tasso o altri animali.
A questo punto andando un po' indietro nel tempo penso a quelle che erano le immissioni per ripopolare le zone, ma con quale criterio sono state fatte le immissioni? Il criterio ve lo dico io: sono state fatte le immissioni nelle zone di caccia e pertanto nelle zone agricole o comunque molto vicine a quelle dell'agricoltura.
Ho raccolto la testimonianza di un agricoltore che ha trovato dei cinghialetti - e questo non molti anni fa - che l'hanno addirittura seguito perché erano domestici, erano appena stati immessi. L'hanno seguito e lui se li è portati a casa.
Quindi, colleghi, se immettiamo la fauna selvatica solo per poi dire che ce n'è troppa, che fa danni all'agricoltura e dare la possibilità ai cacciatori di sparargli in modo da praticare il loro hobby, non ci siamo più. Purtroppo questa è una politica che è avvenuta nel corso degli anni anche per un motivo e cioè che a gestire queste immissioni sono proprio i cacciatori.
Per cui ci troviamo con delle zone dove potrebbero tranquillamente vivere i caprioli, i camosci e i cervi - e non ci sono o ce ne sono pochissimi - e altre zone dove effettivamente questi animali danno dei problemi all'agricoltura perché ce ne sono troppi.
Ancora una cosa che riguarda i trasferimenti. L'Assessore ha parlato della cattura tramite reti, ma esiste anche la possibilità dell'anestetico cioè basta sparargli una cartuccia di anestetico ed è più semplice, si prende e si trasferisce. Pertanto la possibilità di trasferimento a mio avviso comunque esiste.
Complessivamente parlo a titolo personale, ma non ritengo che questo modo di gestire la selvaggina sia giusto, cioè è un modo che favorisce decisamente i cacciatori a discapito dell'ambiente, della natura e degli animali stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, premetto che non sono un cacciatore, gli animali preferisco fotografarli che non metterli nel mirino di un'arma, così come ho fotografato tanti animali che attraversano il mio giardino - io vivo in collina - dalle lepri agli scoiattoli ai fagiani, anche se ultimamente i fagiani non si vedono più.
Detto questo devo anche dire che approvo la posizione che la Giunta ha sostenuto e il piano selettivo che ha approvato. Ritengo che abbia operato correttamente nel rispetto delle leggi in vigore oggi nel nostro paese e nella nostra Regione.
Voglio esprimere anche un apprezzamento per le posizioni che ha assunto la Presidente Bresso, forse anche forzando le sue convinzioni personali dimostrando però senso di responsabilità rispetto al ruolo di governo che ricopre, così come responsabilità ha dimostrato l'Assessore Taricco nella gestione di questa vicenda.
La stessa responsabilità che non posso riconoscere a chi con responsabilità di governo più elevate ha giocato più come esponente di una parte politica che non come responsabile di un dicastero che avrebbe dovuto dare risposte certe alle sollecitazioni che pervenivano e non sollevare lui stesso problemi alla nostra Regione.
Devo dire che ho sollecitato anche una possibile alternativa a quella dell'abbattimento completo: quello della cattura, per il successivo rilascio in altre zone anche all'estero a fronte di una richiesta del governo albanese, di cui ero a conoscenza.
Mi è stato detto che la cattura è assolutamente difficoltosa l'Assessore, questa mattina ha rappresentato le difficoltà - e che anche l'alternativa dell'anestetico, là dove fosse praticabile, creerebbe dei problemi. Dicono che il capriolo non sopporta la cattività, quindi non sarebbe un meccanismo efficace.
Ritengo assolutamente singolare il fatto che questa polemica si sia abbattuta soltanto sul Piemonte e, in particolare, sulla Provincia di Alessandria, dove 600 caprioli - nel nostro paese è stato previsto che ne devono essere abbattuti 50.000 - sono entrati nel mirino non dei cacciatori, ma soprattutto di quella parte della stampa che ha amplificato a dismisura la questione.
Credo che il problema debba essere affrontato nel suo complesso.
L'immissione che è stata già affrontata con il blocco della caccia, a partire dal giugno scorso, per la presenza di alcune specie non compatibili con il nostro territorio, va trattata congiuntamente alle questioni dei danni da rimborsare (nella mia ATC di riferimento, molto piccola, 90.000 euro soltanto nell'anno scorso). Il rimborso dei danni non compensa l'agricoltore del danno ricevuto. L'agricoltore vuole vedere il raccolto della propria semina e vede il rimborso del danno quasi come un'offesa all'impegno quotidiano che profonde a difesa di un territorio che, in particolare quello collinare e montano, se non fosse difeso fino in fondo dalla presenza dell'uomo comporterebbe notevoli problemi di abbandono.
Concludo dicendo che mi auguro che questo dibattito ci consenta di ragionare sulla materia per stabilire insieme una strategia comune e delineare linee di convergenza e di azione a sostegno, da un lato, della corretta attività venatoria, dall'altro, della valorizzazione di una concertazione tra il mondo ambientalista, gli agricoltori e i cacciatori.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICHETTO FRATIN



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Intanto, a nome del Gruppo della Margherita, volevo esprimere la solidarietà all'Assessore Taricco per gli attacchi che ha subito in questi mesi e confermare la piena fiducia del suo operato. Può essere scontato, ma ci sembrava giusto e importante dare un segnale forte.
La vicenda della soppressione e del contenimento degli ungulati, in particolare dei caprioli, ha tenuto banco per tutta l'estate ma, secondo noi, il problema è stato affrontato in modo emotivo e sbagliato. I titoli dei giornali e alcune dichiarazioni hanno alimentato prese di posizione che nulla avevano a che fare con il problema in sé e hanno ingenerato nei cittadini la convinzione che si stesse attuando una strage inutile e insensata. Naturalmente, niente di tutto questo era vero.
Dalla dettagliata dichiarazione che prima l'Assessore Taricco ha fatto abbiamo capito - anche se lo sapevamo già - che il soprannumero degli ungulati in Piemonte è un fatto tangibile e che il prelievo e l'abbattimento di questi animali in esubero era un'operazione necessaria per tutelare l'ambiente, le culture e la sicurezza degli automobilisti.
L'Assessore ha ricordato i costi che la Regione affronta per gli incidenti stradali e per i danni alle colture che vengono procurati da questi animali. Quindi, questo ci dovrebbe far capire che dobbiamo affrontare il problema in un altro modo.
Dovremmo trovare una soluzione condivisa. Bene ha fatto l'Assessore a dare la sua disponibilità a discutere anche alternative all'abbattimento, ma naturalmente l'ottica che dobbiamo avere sempre presente è quella di garantire sicurezza alle persone e alle coltivazioni nel rispetto degli animali.
Penso che sia l'Assessore che l'Amministrazione abbiano portato avanti questo discorso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio l'Assessore Taricco per la comunicazione di questa mattina e anche per gli interventi svolti prima della pausa estiva nelle Commissioni congiunte III e V, che ci hanno dato degli elementi di conoscenza utili per poter proseguire nel ragionamento.
Avendo solo due minuti di tempo a disposizione, dico semplicemente che concordo pienamente con le osservazioni evidenziate precedentemente dal collega Moriconi.
Vorrei puntualizzare solo alcune questioni. La prima è anche una sorta di risposta ad alcuni Consiglieri intervenuti precedentemente. Quando abbiamo sollevato il problema dei piani di prelievo per gli ungulati, non lo abbiamo fatto per dire che non doveva essere messo in atto nessun tipo d'intervento per il contenimento delle popolazioni; abbiamo detto semplicemente che non ci sembrava questo il metodo più opportuno per il contenimento delle popolazioni e che esistevano altri metodi incruenti per poter regolamentare la presenza degli ungulati sul nostro territorio.
Nella Commissione congiunta III e V peraltro è emersa l'esigenza di approfondire ulteriormente questa tematica per verificare quali siano gli altri metodi alternativi all'abbattimento per il contenimento delle popolazioni. Questo è un punto importante.
Vorrei ribadire altri due concetti, molto velocemente. È vero, il problema è stato sollevato in Piemonte e non da altre parti, purtroppo perché secondo me il tema avrebbe dovuto essere sollevato a livello nazionale rispetto a tutti i comprensori e alle aziende faunistiche, anche in funzione di una visione e di un rapporto davvero diverso che dovremmo avere, come cittadini e come politici, nei confronti degli animali e della caccia nello specifico.
Penso che la Regione - e questo è stato affermato anche dall'Assessore e dalla Presidente Bresso - debba avere un atteggiamento diverso rispetto al problema caccia in generale e, in particolare, un atteggiamento diverso nel confronto con le associazioni animaliste e ambientaliste che soprattutto in questo periodo, molto hanno lavorato e si sono impegnate su questi temi.
Noi pensiamo che la Regione governata dal centrosinistra debba davvero intraprendere un cambio di politica rispetto al rapporto con gli animali in generale e al problema caccia. È vero, la legge sulla caccia esiste e dobbiamo rispettarla nel miglior modo possibile, ma questo vuol dire anche non dare spazio a deregolamentazioni o ad interventi sporadici, che possono anche vanificare alcuni strumenti di tutela che la stessa legge prevede.
Ricordo però che le leggi si possono anche modificare.
Personalmente, auspico che sia il Governo nazionale che quello regionale procedano ad una modificazione delle leggi sulla caccia introducendo maggiori restrizioni e - questa è la mia speranza - arrivino anche all'abolizione complessiva della caccia. Perché ricordiamolo, i cacciatori non sono più quelli di cent'anni fa, ormai ci sono fenomeni di speculazione, business e violenze incredibili dietro a un fenomeno che viene ancora chiamato sport e che forse non è più tale.
Mi auguro che un segno tangibile del cambiamento di atteggiamento dell'amministrazione regionale rispetto alla politica sugli animali e al problema caccia si possa già riscontrare nelle decisioni che prossimamente verranno prese per quanto riguarda la caccia alla tipica fauna alpina.
Sappiamo che, per la tipica fauna alpina, non ci sono problemi di sovra popolamento, anzi, queste sono specie a rischio di estinzione. Gli animali che rischiano l'estinzione dovrebbero essere tutelati con il maggior impegno possibile. Per questo motivo, chiedo che, a partire da quest'anno sia introdotta una moratoria che sospenda la caccia alla tipica fauna alpina.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Dopo il proclama della Consigliera Barassi è difficile poter intervenire, ma cercherò di fare del mio meglio. Anch'io, come tanti altri colleghi, sono contrario alla caccia e non ne ho mai fatto mistero. Per non sono contrario agli abbattimenti. Credo che sia necessario rendersi conto che il mondo dell'agricoltura è un mondo difficile, faticoso e molto più a rischio di tanti altri settori industriali o commerciali.
Assessore Taricco, credo che alcune delle riflessioni che la Consigliera Barassi le ha suggerito, siano assolutamente interessanti e utili per l'approfondimento che lei e il suo assessorato sarete costretti a fare nei prossimi mesi, anche in preparazione dei futuri appuntamenti che si spera, non siano più gestiti come sono stati gestiti in questa fase ovvero con un battage mediatiaco e una tensione creata ad arte. L'idea che l'immissione di selvaggina per la caccia non sia più effettuata da associazioni venatorie, ma da commissioni regionali in cui compaiano anche le associazioni ambientaliste e animaliste, potrebbe essere una soluzione per capire come affrontare il tema dell'immissione di selvaggina. Così come pensiamo che i piani di abbattimento debbano essere effettuati in piena concertazione con gli enti locali e con le associazioni ambientaliste e animaliste.
Tutti sanno benissimo che vige una legge sulla caccia, tutti sanno benissimo che è nelle facoltà delle Regioni e nelle possibilità delle Regioni decidere i piani di abbattimento quando questi sono necessari per difendere le culture agricole presenti sui territori regionali. Tutti sanno anche che un modo di gestire tranciante e non dialogante, non è utile n per l'una né per l'altra parte. Cambiamo metodo, si faccia carico l'Assessore di costruire un percorso che porti gli attori della vicenda a sedersi intorno ad un tavolo e decidere, insieme, la strada da percorrere sapendo che, da parte mia, c'è il sostegno al suo operato e la solidarietà anche rispetto agli attacchi che ha ricevuto che respingo con forza.
L'Assessore ha fatto il suo dovere, ha fatto il dovere di un amministratore che, in questo momento, difende un settore importante per la nostra economia, un settore che qualifica l'economia in Italia nel mondo e che non può essere vessato dalla demagogia, anche se questa demagogia a volte mi è cara e molto vicina.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie Presidente.
Vorrei ringraziare l'Assessore Taricco per il comportamento leale e corretto che ha avuto in questa fase. Tanto è vero che il Gruppo di Alleanza Nazionale presenterà un ordine del giorno a suo sostegno per la prossima seduta di Consiglio (in questa seduta non era possibile).
Ho sentito gli interventi dei vari Consiglieri, ho sentito il Consigliere Robotti dire: "mettiamo insieme, per le immissioni e i ripopolamenti, tutte le associazioni", ma tutti gli istituti degli ambiti della caccia, per legge, comprendono agricoltori, ambientalisti, enti locali e cacciatori: tutti in uguale composizione. Dobbiamo essere un po' coerenti.
Dicevo, ho apprezzato molto l'Assessore Taricco nella sua serietà e fermezza in questo momento, la caccia non è né di sinistra né di destra l'ambiente non è né di sinistra né di destra, è ambiente di tutti. Tuttavia dobbiamo tener conto che attorno al mondo dell'ambiente, vive il mondo dell'agricoltura. È comodo stare seduti in un'aula di Consiglio, ricevere lauti stipendi e non dover seminare il mais a 15 euro al quintale o sperare di raccogliere qualche quintale di uva, quando le gemme sono state mangiate in primavera dagli animali. È brutto dirlo, ma è una questione di sopravvivenza.
Alla Consigliera Barassi che diceva "basta modi incruenti" regalerò una nutria viva: verificherà di persona cosa vuol dire vivere con animali nocivi, con animali che possono arrecare danni.
Al Consigliere Dutto che ha raccontato di una sua spiacevole esperienza, dico che forse non ha capito che erano porcellini d'india: abito in campagna ma non ho mai visto cinghiali - neanche quelli allevati in cattività - correre dietro ad una persona.
Chiedo a tutti i Consiglieri di riflettere un attimo, a volte si esce con sentenze affrettate. Lasciamo lavorare chi è professionista del mestiere, l'istituto di biologia di selvaggina o gli esperti, verificherete quale sarà la risposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi sembra che la questione abbia sostanzialmente due corna. Una tecnica relativa al giudizio che si dà sulla caccia selettiva. Caccia utilizzata in tutti i paesi d'Europa e certificata da tutti gli enti che si occupano di questo tipo di procedura. La caccia selettiva in Italia è utilizzata in tutte le Regioni, abbiamo sentito dall'Assessore che sono circa 50 mila i capi abbattuti per mantenere nell'ambiente quel numero di capi che l'ambiente stesso riesce a sostenere. La caccia selettiva in realtà è una garanzia per gli stessi animali, oltre che per l'ambiente, che riesce in questo modo a mantenerli in vita.
Anch'io ho molte perplessità rispetto alla sterilizzazione. Una pratica che apparentemente potrebbe risolvere il problema, ma in realtà ne crea altri. Pensiamo cosa potrebbe succedere in caso di un'epidemia che colpisce una specie se noi avessimo sterilizzato tutti gli appartenenti a quelle specie, allora lì veramente ci sarebbe il discorso dell'eliminazione sostanziale di una specie.
L'altro corno è quello politico. Bisogna chiedersi se tutti gli animalisti italiani, a parte quelli piemontesi, siano degli addormentati.
Abbiamo detto che si abbattono 50 mila capi in Italia: come mai nasce questo enorme polverone, questa cosa mediatica che ci tiene impegnati per un mese con articoli giornalieri, mentre in tutta Italia, in Regioni con una perdizione animalista anche pari a quella piemontese, nessuno si interessa alla questione? Nessuno viene sfiorato neanche dopo che la questione è scoppiata? Non c'è un rincorrere la notizia? È chiaro che anche in questo caso ci troviamo di fronte all'ennesima battaglia sotterranea tra la sinistra radicale e la Giunta regionale. Sinistra radicale che non perde mai occasione per punzecchiare, puntualizzare o per fare rilevare posizioni diverse rispetto a quelle dell'amministrazione.
giusto quello che diceva il Consigliere Cavallera: in realtà ancora una volta, anche su questo problema - problema che non esiste perch risolto da anni - vediamo due sinistre, ma, soprattutto, nessuna sinistra realmente di Governo.



PRESIDENTE

Non essendoci altri iscritti ad intervenire, do la parola all'Assessore Taricco per una precisazione.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente.
Ritengo utile fare alcune precisazioni.
Raccolgo la sollecitazione, pervenuta da più voci, di ragionare e di approfondire meglio la questione in una sede con più tempo a disposizione al fine di individuare quei miglioramenti e quelle correzioni che possono aiutare a gestire più efficacemente la situazione e migliorare e affinare i molteplici strumenti che possiamo scegliere. Tuttavia, ritengo che alcune riflessioni e alcune precisazioni sugli interventi effettuati siano necessarie.
La prima riflessione riguarda la questione dei danni e degli incidenti.
Da più parti, esplicitamente o velatamente, si continua ad esprimere perplessità sul fatto che gli incidenti e i danni siano quelli dichiarati.
Su questo punto voglio essere molto semplice e molto chiaro. Per quanto riguarda gli incidenti, i nostri uffici dispongono del rilevamento degli incidenti tramite l'assicurazione stipulata dalla Regione.
Personalmente non ho motivo di credere che questi dati, formalmente comunicati, possano essere messi in discussione. Allo stesso modo non ho elementi per pensare che i danni risarciti, con tanto di dichiarazione firmata sotto la responsabilità di chi gestisce il processo, possano essere non veritieri, o non totalmente rispondenti alla verità.
Anche qui vale il criterio che vale in tutte le altre pratiche formali e giuridiche della Regione (abbiamo migliaia di domande provenienti a vario titolo). Se qualcuno ha elementi tali da configurare la non rispondenza alla verità delle dichiarazioni rese, esiste la Magistratura. Si possono fare esposti o denunce tese a verificare la bontà delle dichiarazioni, ma non penso che sia possibile continuare a ragionare in questo modo: "Sì però poi quelli alla fine sono fatti". Si tratta di persone responsabili e quindi, se hanno notizie o informazioni che potrebbero far pensare che le dichiarazioni o le denunce siano false, hanno la possibilità, e soprattutto il dovere, di notificarle alla Magistratura.
Veniamo ora alla questione delle immissioni.
Voglio esprimere con chiarezza la precisazione già fatta questa mattina. Quella effettuata nei confronti dei caprioli e degli ungulati non è un'azione di contenimento della specie per evitare o limitare danni, che quindi potrebbe essere fatta in un modo diverso da quello con cui è svolto.
Qui siamo in presenza di caccia fatta con la metodologia della caccia di selezione, prevista e normata, a livello nazionale, dalla legge 157/92 e della legge n. 70 a livello regionale. Per cui - lo dico brutalmente: non sono un cacciatore - ritengo che la caccia, se fatta correttamente, abbia una possibilità e uno spazio importante nell'economia complessiva della nostra Regione e del nostro Paese. Questa, però, è un'opinione personale.
Se c'è una norma che prevede tutto questo, non possiamo dire: "C'è, per noi facciamo qualcos'altro", nel senso che non è un'azione di contenimento per cui la Provincia può intervenire con uno strumento piuttosto che con un altro. Qui siamo in presenza di caccia esercitata con delle metodologie particolari. Si tratta di caccia di selezione che risponde a tutta una serie di regole.
Per quanto riguarda le immissioni, l'anno scorso, con delibera del 28 novembre 2005, la Regione Piemonte ha vietato l'immissione di tutti gli ungulati nel nostro territorio. Peraltro, quant'anche fosse autorizzata non risulta che da circa dieci anni siano state fatte immissioni significative. Oltretutto, essendo autorizzata, probabilmente non c'era un serio motivo di non farlo in modo esplicito, visto che la legge lo permetteva.
Probabilmente, la questione dell'immissione dei caprioli e di tutta una serie di altri animali è venuta alla ribalta a causa di un'eccessiva presenza di specie da immissioni. Al momento, il lavoro viene svolto in una situazione non caratterizzata da nuove immissioni. Peraltro, proprio in questo momento, su proposta del mio Assessorato, la Giunta ha deliberato il divieto di immissione di nuovi animali.
Ultima annotazione. Prima vi è stato un riferimento al fatto che le aziende - presumo fosse un riferimento faunistico-venatorio e agrituristico venatorio - che praticano immissioni all'interno dei loro territori abbiano dei danni per l'impossibilità di esercitare caccia a pagamento.
Voglio essere molto chiaro. Le aziende faunistico-venatorie, che sono la stragrande maggioranza del nostro territorio regionale, non possono permettere che si faccia caccia a pagamento. Il paventato danno, quindi, in realtà non può esistere per legge, nel senso che la caccia a pagamento non può essere esercitata perché c'è il divieto di scopo di lucro.
Il problema esiste per le aziende agrituristico-venatorie, perché, a tutti gli effetti, questa è una situazione di danno notevole. Uno dei motivi per cui noi avevamo chiesto, come Regione, al TAR di non sospendere la caccia, così come è stato fatto, è perché la sospensione avrebbe creato un danno reale e tangibile ad una molteplicità di soggetti.
Non sono un cacciatore, ma se lo fossi e avessi pagato 500 euro per avere diritto alla caccia e poi me lo vedessi sospeso, vedrei leso personalmente un diritto sancito da tutto il quadro normativo, per il quale ho pagato quello che ero in dovere di pagare e poi non posso esercitare questo diritto.
Personalmente penso sia necessario affrontare - e raccolgo tutti gli inviti alla serietà, alla serenità di valutazione e alla pacatezza di argomentazioni - la questione. Ritengo che sia l'unico modo con cui possiamo ragionare su una materia molto delicata, prescindendo da visioni isterico-radicali che non aiutano a costruire questo quadro.
In questa vicenda è evidente che vi è una visione del sistema che parte da un pregiudizio di fondo: va abolita la caccia. Se questo è l'approccio al tema, non c'è alcun spazio di ragionamento. Oggi siamo in presenza di un quadro normativo dove la caccia è un dato legale e normato, quindi o ci atteniamo a questo quadro di regole, quello che oggi abbiamo di fronte oppure, oggettivamente, ragioniamo tra sordi.
Penso che sia necessario riprendere il ragionamento, ma accettando il quadro vigente di regole di riferimento, fermo restando che ognuno è libero di operare per modificarlo. Ripeto, non è possibile venire a discutere partendo da una visione che è fuori da quel quadro di regole.
Grazie.



PRESIDENTE

Se il Consiglio e i proponenti lo consentono, le interrogazioni n. 413 414 e 415 vengono assorbite nella discussione.


Argomento: Albi professionali - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 120 e 127, inerente a "Norme in materia di discipline bio-naturali del benessere" - relatori Consiglieri Buquicchio e Moriconi


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 120 e 127, inerente a "Norme in materia di disciplina bio-naturali del benessere".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico, relatore

Lo sviluppo della medicina moderna è stata condizionata, nel mondo occidentale, da una concezione meccanicistica dell'uomo. A lato di tale concezione si è parimenti sviluppata una corrente di pensiero finalizzata a rivendicare l'opportunità di un approccio olistico alla persona umana, che ponga altrettanta attenzione al delicato profilo della piena integrazione dell'uomo all'interno della natura e dell'ambiente circostante.
Si è pertanto sviluppata una concezione più comprensiva di benessere che ha permesso di elevare a dignità ed importanza tutte quelle pratiche e discipline che, pur non rivestendo un carattere prevalentemente medico n terapeutico, si sono ugualmente segnalate e sviluppate con un ruolo fondamentale ed universalmente condiviso per la conservazione, il recupero ed il mantenimento di uno stato generale di benessere degli utenti fruitori, al fine di offrire una completa regolamentazione delle pratiche alternative rispetto alla medicina tradizionale, che consentisse al cittadino una libera scelta terapeutica all'interno di una garanzia di certificazione di idoneità degli operatori.
La Regione Piemonte, ponendosi come precursore all'interno del panorama nazionale, aveva approvato la legge regionale 24 ottobre 2002 n. 25 "Regolamentazioni delle pratiche terapeutiche e discipline non convenzionali". Accogliendo un ricorso presentato dalla Presidente del Consiglio dei Ministri, la Corte Costituzionale, con Sentenza 27 novembre 2003 n. 553, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di tale provvedimento, sostenendo che la legge regionale in questione, in assenza di un quadro normativo nazionale finalizzato alla regolamentazione delle professioni sanitarie ivi riconosciute, si poneva in contrasto con l'articolo 117 della Costituzione, in quanto estendeva la potestà legislativa concorrente delle Regioni oltre il confine dei principi fondamentali in materia di professioni riservate al campo esclusivo della legislazione nazionale. Analogo ragionamento giuridico ha condotto la Corte Costituzionale a dichiarare l'illegittimità della legge regionale 31 marzo 2004 n. 13, "Regolamentazione delle discipline bionaturali", con la quale la Regione Piemonte intendeva conferire una patente di riconoscimento agli operatori in tali discipline, qualora avessero rispettato i requisiti normativamente prestabiliti.
A fronte della pronuncia della Consulta, alcune Regioni si sono attivate al fine di dare vita ad una legislazione intera di discipline bionaturali, che permettesse una compiuta regolamentazione della materia senza incorrere nelle censure di incostituzionalità, evidenziata dalla Corte.
importante sottolineare, al contempo, un decisivo mutamento di orientamento da parte della Presidente del Consiglio dei Ministri, che non ha esperito ricorso nei confronti di tre legislazioni regionali relative alla materia in oggetto.
Non sono stati infatti sollevati i profili di illegittimità costituzionale nei confronti della legge della Regione Toscana, 3 gennaio 2005 n. 2, "Discipline del benessere bionaturali", ed analogo atteggiamento governativo è stato rivolto nei confronti della legge della Regione Lombardia 1° febbraio 2005, "Norme in materia di disciplina bionaturali".
Non è stato esperito ricorso nei confronti della legge della Regione 'Emilia Romagna, 21 febbraio 2005 n. 1, "Istituzione della figura di operatore professionale naturopata del benessere", che pur non investendo in senso stretto la tematica delle discipline bionaturali, provvede comunque a delineare il percorso formativo di una figura professionale specificamente indicata.
Nel testo, di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione si ricalcano in maniera chiara le legislazioni regionali salvate da censura di incostituzionalità.
Tralascio la lettura dei principi e degli articoli, ma sottolineo solo come, per i Consiglieri che erano in quest'Aula nella precedente legislatura, è importante arrivare finalmente all'approvazione di una legge (se sarà approvata) in questa materia, che mi auguro possa passare al vaglio della Corte Costituzionale e sancire quel passo che la Regione Piemonte - occorre ricordarlo - aveva intrapreso per prima in Italia.



PRESIDENTE

La parola al correlatore, Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea, correlatore

Ringrazio il correlatore collega Moriconi, per la chiara esposizione, e chiedo scusa ai colleghi della mia momentanea assenza dall'aula. Approfitto del tempo concessomi per chiarire solo alcuni aspetti (a parte due necessari emendamenti), che riguardano questa proposta di legge.
Noi, nell'interpretare un'esigenza un po' diffusa di riempire un vuoto legislativo sull'argomento, abbiamo ritenuto di riproporre (come ha ben detto il collega Moriconi) una legge che nasce come testo unificato tra la proposta del sottoscritto e quella di Moriconi, Deambrogio e altri, che vede la necessità di regolamentare la legge stessa. Non nasce dall'esigenza di istituire e formalizzare una nuova figura professionale, cosa che il Consiglio regionale non può assolutamente fare, ma nasce dall'esigenza di regolamentare un settore come quello della sfera bionaturale e del benessere, che, ad oggi, si svolge sempre in modo occulto e a volte anche abusivo.
Pertanto, è necessario istituire un percorso di formazione che garantisca gli utenti, che comunque esistono e che comunque si rivolgono a questi operatori, richiedendo loro qualcosa di alternativo a quelle che sono le possibili offerte professionali di mercato.
Anche "quel qualcosa" sta ad indicare la necessaria genericità del campo di azione, perché non possiamo, non dobbiamo e non abbiamo fatto nessun riferimento all'ambito sanitario e nessun riferimento al termine salute. Quanto questo sia giusto non spetta a me giudicarlo, però la situazione culturale italiana è questa. Sicuramente è diversa dalla cultura anglosassone, che vede una liberalizzazione, a mio parere, eccessiva in quell'ambito, ma rientra più che altro in una cultura simile a quella dei cugini francesi, spagnoli e di altri popoli, che hanno sino a questo momento voluto difendere comunque, in modo corporativo, la lobby degli ordini professionali esistenti.
D'altra parte, questo è giusto, perché il medico svolge un corso di laurea, svolge dei corsi di specializzazione ed è iscritto, attraverso esami di stato, ad un albo professionale. Non è questo che noi con questa legge chiediamo. Non è questo che con questa legge facciamo nei confronti degli operatori del settore.
Noi diciamo che, come ha già illustrato il Consigliere Moriconi, si istituirà un comitato nominato dalla Giunta, che definirà i modi e i termini del percorso formativo che, poi, porterà all'autorizzazione per l'esercizio di queste pratiche, che non devono avere nulla a che vedere con l'ambito sanitario e, quindi, con la cosiddetta medicina tradizionale.
In base ai suggerimenti colti dagli Uffici da parte degli Uffici governativi, è opportuno effettuare due emendamenti.
Il primo emendamento riguarda l'articolo 2, comma 4. Ci è stato suggerito e noi accogliamo la proposta di sostituire le parole "la figura che" con le parole "il soggetto che".
Il secondo emendamento riguarda l'articolo 2, comma 5: sostituire l'espressione "non prescrive farmaci" con l'espressione "non riveste rilievo di carattere sanitario e non prescrive farmaci". Questa formulazione mi sembra avvalori ancora di più l'esigenza di sottolineare una totale distinzione tra l'ambito sanitario e medico.
Quindi, noi ci facciamo promotori per l'accoglimento di questi emendamenti, oltre che dell'intero testo, augurandomi che i Consiglieri lo valutino in modo positivo.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, intanto, ringrazio i colleghi per l'ampia presentazione che abbiamo ascoltato con attenzione non formale, siccome quest'aula - ahimè, ma non suoni come inutile polemica - non ha in questi primi 15 mesi sviluppato molto pensiero legislativo, voglia la maggioranza farsene carico. Non mi pare che molto del nostro tempo sia stato impegnato nello svolgere quanto previsto dal dettato statutario, cioè la produzione di leggi; l'odierno ordine del giorno, in qualche modo, ne è la riprova.
L'ordine del giorno di martedì 12 settembre, alla ripresa dei lavori, ha una sua succinta povertà che, in altra sede, credo, si presterebbe a qualche analisi politica.
Ciò detto, siccome il tema è importante e tocca, come hanno detto i colleghi Moriconi e Buquicchio, un numero di interessi non superficiale, ci interesserebbe, prima di procedere nel dibattito, come previsto dalle norme regolamentari di natura generale, sentire il parere della Giunta, perch crediamo non sia inutile all'aula e un po' a tutti, avere il parere autorevole della Giunta su un tema che tocca "n" interessi, di cui l'aspetto della sanità non è certamente ininfluente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, innanzitutto, devo rimarcare che questa proposta di legge trova il sottoscritto e il mio Gruppo pienamente d'accordo, avendo già collaborato per la redazione di ben due precedenti leggi regionali annullate dalla Corte Costituzionale. È qui che voglio rimarcare il motivo del mio intervento: è la terza volta che questo Consiglio regionale approva una legge, a seguito della due bocciature consecutive della stessa, seppure redatta con la massima volontà di rispettare quelle che erano le leggi quadro statali. Questo evidenzia l'attuale difficoltà di muoversi nell'ambito della Costituzione esistente, cioè nell'ambito di quella parte della Costituzione che norma le cosiddette materie concorrenti. Nelle materie concorrenti le Regioni e lo Stato concorrono insieme nella produzione legislativa, ma non esiste un limite preciso di rispettiva competenza della Regione e dello Stato. Per cui qualsiasi legge su questa materia è sotto la spada di Damocle dell'annullamento della Corte Costituzionale, seppur prodotta nel tentativo di rispettare in pieno la legislazione statale. Purtroppo, la riforma costituzionale varata dal precedente Parlamento, che avrebbe chiarito in modo molto più preciso le competenze (in questo caso, relativamente a queste materie la piena competenza sarebbe stata trasferita alle Regioni), purtroppo, è stata annullata dall'ultimo referendum; a mio avviso, i cittadini non hanno ben compreso la portata delle riforme.
Concludo questo discorso, che è strettamente politico, per dire che, anche nell'ambito dell'attuale Costituzione, le Regioni hanno la possibilità di chiedere maggiori competenze, pertanto, dovremmo muoverci in questo senso.
Ripeto: questo è stato un caso lampante in cui per tre volte la Regione ha dovuto votare una legge giusta, equa, preparata e studiata nei minimi particolari.
A questo punto, mi auguro che almeno la terza stesura vada a buon fine e non venga ancora una volta cassata dalla Corte Costituzionale. Questo rischio, però, rimane. Pertanto, dovremmo muoverci in un ambito di ampia portata proprio per chiarire quali sono le nostre competenze e soprattutto, per ottenere delle competenze precise e definitive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Signor Presidente, sarò molto breve. Come cofirmatario di una delle due leggi che hanno dato origine al testo complessivo che oggi siamo chiamati a votare, intervengo semplicemente per evidenziare la mia soddisfazione. In questa giornata, credo di rappresentare anche la soddisfazione di moltissime persone che, da una parte, in questi ultimi anni, sono cresciute con serietà come operatori in questo settore e che da tempo aspettavano anche una disciplina complessiva che riconoscesse il loro sforzo e la loro applicazione. Sono stati loro stessi a chiederla, la chiedevano da tempo in quanto questo è un settore che, come già diceva il collega Moriconi, da tempo necessitava di far emergere queste necessità e queste figure, che vorremmo qui chiamare professionali, che impiegano tempo della loro vita per rendere più equilibrata e più felice la vita delle persone e, allo stesso tempo, spendono tempo per la formazione e lo studio.
Quindi, è una legge di cui sicuramente si sentiva la necessità, che mette ordine. Spero, a differenza di quanto ricordava il collega Dutto insomma, spero che anche lui ci creda, che questa sia la volta buona. Il testo è stato studiato e redatto con molta attenzione, pertanto, mi auguro passi tutti i vagli e possa essere approvato senza ulteriori arresti.
Infine, voglio ribadire che oggi è una giornata importante per questo tipo di discipline, che, forse, non hanno la valenza e la prova scientifica, ma hanno aiutato molti a ritrovare un equilibrio psicofisico con le persone che li circondano e con l'ambiente circostante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Abbiamo seguito con molta attenzione l'iniziativa legislativa avanzata da alcuni colleghi su questo tema così importante. Si tratta di un tema che riguarda la nostra responsabilità di politici chiamati ad avere cura delle persone che vivono con noi nella nostra Regione.
Da questo punto di vista, molti di noi convengono sul fatto che non basta organizzare un sistema sanitario e di prevenzione capace di garantire stili di vita più sobri e di tutelare la salute delle persone, ma occorre verosimilmente aiutarle ad acquisire stili di vita, conoscenze e competenze tali affinché possano mantenersi in buona salute a 360 gradi.
Su questo piano, le discipline bionaturali sono un fatto recente, ma anche importante. Sono sempre di più le persone che, in tutta la nostra Regione e in Italia, seguono corsi e sono seguite da esperti appassionate di queste materie, spesso poco conosciute, ma che non infrequentemente migliorano l'umore e la salute delle persone che vi si avvicinano.
L'opinione mia e del nostro partito è di porre, su questo tema, una particolare attenzione. Credo che, da questo punto di vista, il disegno di legge si muova con prudenza, riconoscendo al contempo un segmento non solo professionale, ma di cura della persona, che merita un'attenzione anche attraverso una legge regionale.
Da parte nostra, il testo unificato ha tutta l'attenzione e il sostegno che merita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Noi voteremo per questo disegno di legge e apprezziamo la capacità dei colleghi di unificare i testi e di costruire un'unica proposta più facilmente interpretabile dal Consiglio. Ne ho parlato anche con il collega Chieppa, facciamo un unico appello assumendoci anche un impegno: saremo molto attenti e vigileremo perché questo tipo di disegno di legge non diventi lo strumento con cui persone non sempre corrette e in buona fede spesso attraverso il raggiro, convincono altri che alcune cure palliative sono più efficaci delle cure mediche e sanitarie. Si tratta di situazioni che spesso accadono e continuano ad accadere nel nostro paese, su cui occorre vigilare con attenzione affinché vengano evitate e, se il caso denunciate. Dobbiamo ribadire la centralità della scienza medica e soprattutto, interpretarla come la principale possibilità di cui dispone il genere umano per sconfiggere le malattie. Altri strumenti, che possono essere utili all'equilibrio psicologico delle persone, sono da sostenere e da aiutare, ma di certo non possono sostituire la medicina.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Mi sento di sottoscrivere interamente la dichiarazione di voto che ha appena reso il collega Robotti e ne condivido appieno lo spirito. Ritengo sia necessario porre particolare attenzione affinché il cittadino, nel momento in cui esercita la propria libera scelta terapeutica, abbia la garanzia che l'idoneità degli operatori che sono chiamati ad operare sia certificata.
Ritengo, come giustamente hanno fatto rilevare i relatori nei loro interventi, che le garanzie si ottengono non ignorando la questione, ma regolamentandola ponendo dei paletti. Credo che questa legge si avvii in questa direzione. Quindi, niente di sostitutivo rispetto alla sanità tradizionale, ma la possibilità di ricorrere a una serie di pratiche e attività che, disciplinate nel modo corretto, possono rendere migliore la qualità della vita dei cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Credo anch'io di dover essere telegrafico nel sottolineare che questo disegno di legge finalmente colma una lacuna evidente dal punto di vista di vita sociale e sociosanitaria. In questo paese occidentale non erano ancora stati recepiti indirizzi e concetti provenienti specialmente dal mondo orientale, ma che anche altre nazioni più evolute hanno già assimilato.
Mi pare che i confini di attuazione di questa legge siano davvero quelli che consentono il riconoscimento di coloro che già da molto tempo praticano questo tipo di attività e che in questo modo curano e migliorano il tenore di vita.
Rilevo anch'io che questo riconoscimento vada fatto in modo serio attento e coerente, proprio perché è un'innovazione legislativa, utile ad evitare che ci siano i soliti opportunisti - per non dire non professionisti del settore - che, usando altri sistemi, spaccino per attività bionaturali le loro attività di pseudocura della salute. Se mancasse questo controllo, sarebbe davvero deleterio, perché rischieremmo di avere fatto una pessima scelta, anziché una grande e utile innovazione come ritengo che sia.
L'invito che rivolgo a tutti è di approvare questa proposta di legge per dare il via alla libertà operativa delle discipline bionaturali affinché nella nomina dei membri del Comitato regionale relativo a queste discipline si faccia la massima attenzione, ci sia davvero una seria vigilanza e non si rischi di far diventare nocivo un'innovazione che credo sia invece molto utile per tutti i cittadini e per la salute di tutti noi.



PRESIDENTE

Se non ci sono ulteriori interventi, chiudiamo la discussione generale.
La parola, per la replica, all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il problema dell'irruzione sulla scena delle discipline bionaturali per la tutela ed il perseguimento del benessere, è molto dibattuto, negli ultimi tempi, anche nella nostra società, con alcuni equivoci di fondo che le hanno portate ad essere viste come una soluzione alternativa agli interventi di carattere sanitario.
Penso che la legge a questo riguardo faccia molta chiarezza. Mi associo con le richieste di un controllo stretto per evitare che, come in altri settori della sanità, alcuni ciarlatani possano approfittare dei "gonzi" che, come è noto, pullulano. Penso che un orientamento serio, utilizzando anche delle matrici filosofiche che possono essere o meno condivise, possa apportare unicamente dei vantaggi, soprattutto per il fatto che queste discipline sono già largamente presenti, quindi regolamentarle non può che essere benefico.
Ricordo che anche nella sanità ci sono delle pratiche che non sono di provata efficacia. Sotto questo profilo, lo sforzo della nostra Regione, ma anche uno sforzo che si sta compiendo a livello nazionale è proprio quello di introdurre i criteri dell'evidence space medicine, cioè della medicina basata sulle prove di efficacia per discriminare quanto è utile e quanto invece è utile solo a chi offre il servizio e vuole vendere prestazioni.
Questo rischio, come è già stato sottolineato, è presente anche in questo campo ed io, nell'affermare il parere favorevole della Giunta soprattutto dopo gli emendamenti che sono stati proposti e che distinguono nettamente il contributo al mantenimento e alla creazione del benessere rispetto agli interventi sanitari, non posso che esprimere un parere favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

Procediamo ora con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Buquicchio e Moriconi: all'articolo 2, comma 4 l'espressione "la figura che" è sostituita dall'espressione "il soggetto che".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1 Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Buquicchio, Moriconi: all'articolo 2, comma 5 sostituire l'espressione "non prescrive farmaci" con l'espressione "non riveste rilievo di carattere sanitario e non prescrive farmaci" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Non so se sia giusto intervenire sull'articolo 4, ma voglio esprimere una preoccupazione a cui senz'alto i relatori sapranno rispondere.
Dagli interventi di tutti i Consiglieri e dall'Assessore è emersa la preoccupazione sull'attività di vigilanza dei centri, la paura è che accanto a soggetti seri emergano soggetti meno seri. È importante non creare equivoci.
Scorrendo velocemente i vari articoli, la tutela e l'attività di vigilanza non è emersa, quindi mi chiedo se non sia necessario un emendamento in modo che, oltre a capire chi farà parte del Comitato regionale, sia chiaro in legge chi svolge un'attività di vigilanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Più che un intervento è una doverosa risposta alle osservazioni e alle richieste avanzate dalla Consigliere Cotto.
Non siamo ancora nella fase in cui con legge si autorizza, di fatto qualcuno, ma siamo nella fase in cui stabiliamo un iter e un percorso per la costituzione di comitati nominati dalla Giunta, e quindi sotto la sua responsabilità, che individueranno il percorso formativo e l'elenco di quelle discipline che potranno rientrare nella fattispecie che si intende configurare.
Sicuramente non autorizziamo una nuova figura professionale, ma operiamo questo percorso per normare e colmare un vuoto legislativo.
ovvio che quando si giungerà al capolinea, gli interventi di controllo non potranno che essere attribuiti ai normali uffici di pertinenza delle ASL e in aggiunta anche l'attività di controllo dei NAS.
Sicuramente ci saranno tutti i controlli necessari così come richiesto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bellion; ne ha facoltà



BELLION Marco

Al di là del concetto di vigilanza che sicuramente ci sta, è la composizione del comitato che ci tutela e ci garantisce rispetto alle finalità che la legge vuole giungere. Compito del comitato è anche quello di raccordo.
Credo che questa figura vada inquadrata non solo in un ambito di libera professione, ma in contenitori che, se vogliamo, possono anche essere legislativi. Contenitori che dovranno prevedere un'integrazione anche all'interno di infrastrutture (penso in particolare alle scuole). Nel momento stesso in cui nelle finalità parliamo di educazione e stile di vita salubri, è ben chiaro che uno stile di vita salubre comporta concetti come quelli dell'educazione alimentare, dell'attività motoria, fisica e sportiva. La sollecitazione è di far sì che il comitato, oggi lo istituiamo con queste figure, possa essere successivamente integrato attraverso un coordinamento delle politiche che la Regione Piemonte porterà avanti rispetto alle finalità stesse della legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 41 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Innovazione tecnologica - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 177, inerente a "Linee generali di intervento in materia di ricerca e innovazione, di cui all'art. 4 della legge regionale n. 4/2006"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 177, inerente a "Linee generali di intervento in materia di ricerca e innovazione, di cui all'art. 4 della l.r. 4/2006", iscritto al punto 5) all'o.d.g.
assente l'Assessore competente, ma la delibera è stata licenziata all'unanimità. Chiedo ai Consiglieri di dare indicazioni sulla possibilità di procedere o se, in subordine, dobbiamo rinviare ad altro momento l'esame del testo.
Ha chiesto di intervenire, per mozione d'ordine, il Consigliere Leo, ne ho facoltà.



LEO Giampiero

Ringrazio il Presidente Gariglio per avere, come sempre, già premesso con grande correttezza il quadro.
In Commissione abbiamo licenziato all'unanimità il documento, anche con grande rapidità, però ancora una volta devo dire che mi dispiace ricordare usanze passate. Ad inizio legislatura ci divertivamo a ricordarle, ma adesso ci dispiace che per un documento così importante, il primo dopo la legge n. 4/2006, non ci sia l'Assessore competente, o qualche collega che relazioni al Consiglio al suo posto.
La Giunta praticamente non c'è. La Presidente non c'è. Il Vicepresidente non c'è. Ci sembra imbarazzante. Dopodiché, se vogliamo possiamo prendere la via di altre istituzioni. Proprio qualche giorno fa mi è capitato - non è il caso della Regione - che in un importante Ente locale, parlando con un collega - collega in senso politico - un Assessore del centrosinistra, gli dissi: "Hai parlato con il Consigliere Bianchi (o Rossi)?". L'Assessore mi ha risposto: "Ma perché, è Consigliere quello? Non me ne sono mai accorto". Nel senso che si prende l'abbrivio che le Giunte procedano meno in Regione che da altre parti.
Non vorrei dire la solita cosa, ma quando ero Assessore e si trattava di affrontare analoghe delibere sulla ricerca, tre ore prima ero fra i banchi a disturbare tutti, a dire: "Mi raccomando, è una cosa importantissima, seguiamola. Cosa ne pensate?". Non dimentichiamoci che in quelle occasioni diversi colleghi, anche quando sapevamo che un provvedimento sarebbe stato approvato all'unanimità, mi dicevano: "Non ci fa prima l'illustrazione per rispetto al Consiglio?".
Noi chiediamo che l'Assessore sia presente o che ci sia il Presidente della Giunta e che con il Consiglio si abbia un atteggiamento di disponibilità. L'abbiamo ricordato tante volte; addirittura il collega Burzi ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio. Prendo atto che il Presidente del Consiglio fa sempre il possibile, ma fra la buona volontà e il risultato c'è ancora un bello iato.



PRESIDENTE

Consigliere Leo, non è intenzione di nessuno stravolgere la prassi fin qui adottata nella gestione dei Consigli, che risale in particolare alla passata legislatura. Per questo motivo, se non c'è la disponibilità dei Consiglieri di tutti i Gruppi, non vedo le condizioni per procedere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Proprio perché c'è l'assenso di tutte le forze che hanno sostenuto questo progetto e che hanno collaborato a far sì che fosse espressione volontà ed idea di tutte le forze di questo Consiglio, e se consideriamo anche la straordinarietà della giornata di oggi, con la presenza dei vertici di Microsoft in Piemonte, che in queste ore stanno incontrando l'Assessore Bairati e la Presidente Bresso, credo che dovremmo fare uno sforzo, tutti insieme, per dare, proprio in questa giornata, un segnale che va nella giusta direzione: la concreta e dichiarata volontà di sostenere espressa dalle forze politiche che compongono questa Assemblea regionale l'innovazione e la ricerca tecnologica in questa Regione. Dobbiamo far capire alle grandi corporation internazionali, così come ai ricercatori liberi, che con grandi sacrifici investono le proprie risorse personali nella ricerca scientifica e tecnologica, così come al tessuto industriale di questa Regione, che questo Consiglio non scherza più. Questo Consiglio non antepone la divisione e la contrapposizione politica alla necessaria unità e coesione del quadro politico, in funzione del rilancio tecnologico e industriale del Piemonte.
Questo è un interesse troppo alto rispetto alle beghe che contraddistinguono quest'aula. È un'esigenza primaria della vita di ognuno di noi e delle future generazioni piemontesi. Non voglio giustificare il mio amico Andrea Bairati, ma credo che oggi faccia bene a non essere qua e ad essere invece con i vertici della corporation Microsoft per cercare di convincerli a venire ad investire in Piemonte.
Voi sapete quanti dubbi e quante perplessità hanno il sottoscritto e il mio partito nei confronti di questa grande corporation, ma ci rendiamo conto che è una enorme possibilità di sviluppo e di investimento che ci pu contraddistinguere, non solo sul piano nazionale, ma anche nel panorama internazionale.
La presenza di Microsoft potrebbe essere l'occasione per l'arrivo di tanti nuovi soggetti produttivi, tecnologici e scientifici, che potrebbero fare comunity con l'Università, il Politecnico e le comunità scientifiche pubbliche e private. Così come dicevo prima, potrebbe rappresentare una grande opportunità di sviluppo e di rilancio economico territoriale.
Lo dico anche con grande amicizia al collega Leo: non facciamone una questione di lana caprina; non siamo ipocriti su questa vicenda. Ci rendiamo conto della straordinarietà della giornata e quindi, proprio per questo elemento di straordinarietà, diamo un segnale a Microsoft: questo Consiglio, proprio nella giornata in cui i suoi manager vengono qua a decidere se investire o meno sul nostro territorio, vota un importante provvedimento in materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Credo che, metodologicamente parlando, sia giusto quanto ricordato dal Consigliere Leo. In linea generale, gli Assessori devono essere in presenti in Consiglio. Questa, per me, è una questione importante. Ho condiviso la scelta assunta da questa maggioranza e dalla Presidente di chiedere agli eletti che diventavano Assessori di dimettersi come Consiglieri, ma ciò non toglie che gli Assessori hanno il dovere di essere presenti in aula, perch è in aula che si decidono e si votano le leggi, non solo quelle presentate dal Consiglio, ma anche quelle presentate dalla Giunta.
una questione di rispetto istituzionale tra l'organo esecutivo e l'organo legislativo. Personalmente la penso in questo modo.
Non voglio mettermi a distinguere tra un Assessore o un altro, ma devo dire che l'Assessore Bairati è uno di quegli Assessori quasi sempre presenti. Credo che sia un fatto positivo.
Fatta questa premessa, però, ci sono numerosi Consiglieri che hanno fatto l'esperienza di Assessore, quindi comprendono quali sono gli impegni istituzionali. Oggi, il fatto che l'Assessore Bairati sia impegnato in questi colloqui può essere vissuto, come ricordava prima il collega Robotti, come una coincidenza felice.
Oggi affrontiamo un argomento condiviso sin dall'inizio, perch opposizione e maggioranza hanno votato insieme la legge. Votare le linee per attuare questa importante legge sarebbe un fatto importante per il futuro economico della nostra Regione.
Sarebbe sbagliato chiedere all'opposizione di andare avanti nella discussione e nella votazione senza aver fatto quella necessaria premessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ho estremamente apprezzato - non sono solo io ad averlo fatto l'intervento del collega Muliere. Proprio perché l'ho apprezzato assumendomene la responsabilità, unicamente per quanto mi riguarda, neanche in ciò coinvolgendo la non foltissima rappresentanza del mio Gruppo e la non foltissima rappresentanza della minoranza, credo che si possano accogliere le sue considerazioni, non senza però farne altre che valgano.
Oggi è il 12 settembre. Per chi, come me, ritiene che l'11 settembre siano cambiate molte cose non trascurabili, considero ai limiti della decenza politica che questo Consiglio, che oggi ha impiegato e non sprecato il suo tempo per discutere di alcuni argomenti, su altri non abbia trovato il tempo. Appena votata questa legge, troverò il tempo di iscrivere e discutere l'unico ordine del giorno (magari ce ne sono altri che richiedevano l'attenzione su questo tema). È un fatto non più casuale (il collega Muliere, con la correttezza che lo contraddistingue, oggi ne ha dato atto) che la Giunta - questa Giunta, non la Giunta in genere - sia sistematicamente e prevalentemente assente dai lavori dell'aula.
Non credo affatto che attenga alla qualità delle persone. Credo che attenga allo stato dell'attuale Giunta, che è una Giunta tecnica. Avrei voluto dire al Presidente Gariglio, che ad un certo punto si rivolgeva agli Assessori chiamandoli colleghi, che si possono dire tante cose: signori signore, ma non colleghi. Colleghi lo erano al momento delle elezioni, ma poi hanno deciso immagino liberamente - di non esserlo. Il fatto che non lo siano più evidentemente ha modificato la situazione, perché la natura e l'istinto comportano naturalmente di rivolgersi verso dove il sole sorge e il sole tramonta ma occorre una maggiore attenzione in altra direzione.
Questa è un'aula legislativa, che ha già affrontato varie occasioni di mancanza di rispetto istituzionale, non della minoranza né dalla maggioranza, ma del proprio ruolo. Molto volentieri, visto che condivido l'importanza dell'evento, non assumo certamente un parere diverso rispetto a quest'occasione, ma ricordo al collega Robotti, che forse è più laico di me (su questo interessante tema della laicità faremo anche un dibattito) che non vorrei più sentire appelli e prediche, perché io tendo a rifuggire da chi mi richiama all'ordine. Non avendo degli esempi da dare, ricordo solo, visto che così è stato detto, che il collega Bairati, sia uno degli Assessori più presenti o no, ha commesso un secondo errore: non ha comunicato a nessuno della minoranza, perché io sono qui da stamattina era sufficiente una telefonata - che oggi non sarebbe stato presente.
Neppure ha detto a qualcuno: "L'argomento è importante. Per cortesia portatelo avanti".
Non credo che, se qualche collega della minoranza mi vuole smentire questa sia un'impossibilità: è solamente che non si è ancora capito cosa quest'aula deve fare. Prendendo atto che non lo ha ancora capito e non trovando questo come elemento sufficiente, su questo votiamo. Lo dico e per quanto mi riguarda, non ne vorrei più parlare, non ci saranno più eccezioni. Cerchiamo di imporci quel minimo di rispetto istituzionale nei confronti di quest'aula.
Buon lavoro!



PRESIDENTE

La parola, per mozione d'ordine, al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Farò alcune considerazioni simili a quelle del collega Burzi, ma con un finale differente. Noi non siamo disponibili a discutere la delibera n. 177 oggi per una serie di motivi. La prima è che la delibera è importante tanto quanto la legge. Chi ha seguito l'iter della legge sa bene che i principi attuativi sono tanto importanti o forse addirittura più importanti, nella loro esplicazione, della legge stessa. Non ci facciamo prendere in giro pur sapendo che i colleghi non vogliono prenderci in giro, ma non esistono regole di talenti o, meglio, non si possono utilizzare le regole secondo le convenienze. Se c'è una prassi consolidata secondo cui, ad Assessore assente, il provvedimento non si discute.
Mi sembra - per lo meno così mi hanno raccontato alcuni miei colleghi che questa prassi è stata molto sollecitata nella legislatura passata. Per quanto mi riguarda, non è sufficiente la presenza di Microsoft a Torino per cambiare idea. Per due motivi.
Certamente Microsoft non cambia idea rispetto alla volontà di investire nella nostra Regione se i principi generali (non la legge) vengono approvati oppure no. Il nodo è sul quantum economico che è stato inserito all'interno della legge, non certo sull'attuazione dei principi generali.
In secondo luogo, anche se fossimo disposti ad accettare questa valutazione, saremmo nella possibilità di fare una richiesta di posticipazione o quant'altro ad ogni Consiglio. Diceva prima il collega Muliere che noi abbiamo una presenza media in aula di due o tre Assessori a Consiglio. Abbiamo una presenza in Commissione che è obbligata, ma in alcuni casi, quando i Presidenti devono faticare per assicurare una presenza di Assessori, non abbiamo in alcun modo un rapporto fra Giunta e Consiglio, salvo rari casi che confermano l'anomalia della Giunta nel rapportarsi con il Consiglio e non viceversa. Pertanto, non siamo assolutamente disposti a fare questo tipo di sconto.
Quello che più ci interessa è sapere il giorno in cui la Presidente Bresso comprenderà di non essere più Presidente della Giunta provinciale.
La Provincia è un'istituzione in cui il 90% dei provvedimenti si delibera in Giunta, ma prima o poi capirà di essere oggi Presidente di un'istituzione che ha poteri legislativi e che quindi necessita di un confronto all'interno del parlamento regionale fra Giunta, maggioranza e opposizione. Quel giorno saremo disposti ad accettare i ragionamenti che i colleghi Robotti e Muliere hanno fatto, ma non prima. Non so se quel giorno verrà, ma è un problema della Presidente, della Giunta e della maggioranza.
Nell'arco di un anno e mezzo sono stati approvati sette od otto provvedimenti seri. Per esempio, il provvedimento che abbiamo votato oggi pomeriggio ha una sua assoluta nobiltà, ma mi permetto di dire che non sarà ricordato come uno dei provvedimenti caposaldo della legislatura e della Giunta di centrosinistra: è uno fra i dieci provvedimenti più importanti che questa istituzione ha votato. Pertanto, questa è la situazione in aula così com'è altrettanto all'interno delle Commissioni, per cui sconti ed eccezioni non ne vogliamo fare.
Esiste una prassi consolidata e chiediamo che venga rispettata. Le eccezioni in famiglia, nel lavoro e in qualsiasi comunità si fanno quando i rapporti sono buoni. Quando i rapporti sono inesistenti, le eccezioni non si fanno.



PRESIDENTE

Direi che è inutile continuare a discutere nel merito. Sospendiamo la seduta per dieci minuti. Convochiamo la Conferenza dei Capigruppo nella sala attigua, dove decideremo sulle modalità del prosieguo di questa seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.50 riprende alle ore 18.00)


Argomento: Questioni internazionali

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 420, inerente a "5° anniversario dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001" presentato dai Consiglieri Burzi e Ferrero.


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima di passare al punto 5) comunico che è stata richiesta l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 420, inerente a "Quinto anniversario dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001" a prima firma Consigliere Angelo Burzi.



(L'Aula, all'unanimità, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Innovazione tecnologica - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 177, inerente a "Linee generali di intervento in materia di ricerca e innovazione, di cui all'art. 4 della l.r. 4/2006"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 177, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola per l'illustrazione all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa ai Consiglieri per il ritardo, ho avuto una giornata piuttosto fitta di impegni.
Il provvedimento in discussione è il secondo atto dopo l'approvazione della legge della ricerca. Come sapete, la legge prevede due documenti di riferimento per la programmazione degli interventi in campo della ricerca applicata: il primo contiene le linee generali di intervento e il secondo conseguente all'approvazione da parte del Consiglio delle linee generali di intervento, è un documento più prettamente operativo, il cosiddetto Piano operativo triennale.
Il documento oggi in esame ha, soprattutto, il compito di definire il quadro generale delle norme di livello nazionale e di livello comunitario a cui le politiche della ricerca regionale intendono conformarsi e, in secondo luogo, identificare i grandi obiettivi strategici che la Regione Piemonte intende adottare a sostegno della ricerca e dell'innovazione.
Per quanto riguarda il primo punto, il riferimento forte sostanzialmente, è il quadro in formazione della legislazione comunitaria.
Ieri, a Bruxelles, la Regione Piemonte si è confrontata con il Parlamento europeo e i suoi tecnici sulla coerenza di quanto la Regione sta facendo con l'impianto del VII Programma quadro; mi pare che il risultato sia stato estremamente positivo.
Quindi, le risultanze che stanno emergendo nel VII Programma quadro che prevede per la stagione 2007-2013 55 miliardi di euro di investimenti in ricerca e innovazione, che identifica alcune linee di indirizzo e alcune modalità di spesa, insieme ai criteri di valutazione che la comunità si è data, sono in larga parte riprese nelle linee di indirizzo che vi trovate davanti. Questo non per un atto di pedissequa adesione alle politiche di ricerca comunitaria, ma perché, nella formazione delle politiche della ricerca che sta avvenendo su base allargata, l'adozione di standard internazionali degli investimenti, sostanzialmente, è un titolo necessario per far parte della comunità stessa della ricerca europea.
I titoli possono essere riassunti nei punti chiave che vedete schematizzati, le linee strategiche, cioè: "qualificazione della spesa regionale". Noi identifichiamo tre livelli di intervento: una forte selettività negli attori che vanno sostenuti, una forte tendenza alla specializzazione degli investimenti e, terzo, un'azione più adeguata agli standard internazionali di valutazione e valorizzazione dei risultati.
Il secondo punto è molto delicato, ne abbiamo già discusso in Commissione, ma è bene ribadirlo in questa sede. Dobbiamo intervenire per fermare un processo di emorragia di risorse e professioni di alto livello nel campo della ricerca, in particolare giovanili, che, in un mercato del lavoro della ricerca abbastanza povero di opportunità e di risorse ovviamente, tende a spostarsi dove queste opportunità e risorse sono in misura maggiore. Quindi, tende a spostarsi neanche in altre regioni italiane, bensì all'estero.
Ricordo quanto già detto nel dibattito svolto in Commissione perché è sempre un titolo che deve albergare nei ragionamenti che svolgiamo sulla materia: i dottori di ricerca (il sistema piemontese ne produce circa un migliaio l'anno) - in questo caso il termine "costo" dovrebbe essere improprio - sono un investimento per la comunità per un valore complessivo di circa 750 mila euro. Quindi, portare a compimento un percorso di dottorato è un investimento di circa 750 mila euro che si sobbarca la comunità. Il sistema delle opportunità locali è troppo basso, troppo asfittico, e noi, tutti gli anni, perdiamo circa un terzo di queste risorse.
Questo è un esempio che dà le dimensioni su quanto noi dobbiamo intervenire per fermare un processo che ha un effetto paradossale: noi investiamo e formiamo le risorse di più altro livello accademico universitario della ricerca a favore di sistemi economici che sono in grado di costruire occasioni migliori.
Le linee di indirizzo della legge e, conseguentemente, se verranno approvate, il piano esecutivo vedranno una forte azione e, mi auguro, anche un forte orientamento degli investimenti sul piano del consolidamento delle opportunità di lavoro per il sistema giovanile della ricerca.
Il terzo punto è molto importante. Naturalmente, le linee partono da una premessa di ordine giuridico, cioè, la nostra titolarità agisce, come sapete, su un segmento, che è quello della ricerca applicata. Quindi, le linee di indirizzo tracciano quelli che sono i settori e le piattaforme su cui dovremo costruire i rapporti di collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, in quanto le nostre risorse vanno soprattutto concentrate sul collegamento tra la ricerca di base e il mercato.
Infine, i sistemi di ricerca avanzati sono sistemi di ricerca per loro natura aperti. La legislazione comunitaria e gli investimenti che noi ci candidiamo a intercettare avranno una delle condizioni più rigide nella mobilità dei ricercatori.
Non dobbiamo preoccuparci del fatto che i nostri giovani vanno all'estero, dobbiamo preoccuparci del potere di attrazione dei nostri sistemi di università e ricerca, che è troppo debole rispetto all'estero. I sistemi di ricerca e studio avanzati hanno per definizione un altissimo livello di mobilità interna. Naturalmente, affinché questa condizione venga realizzata, dobbiamo essere capaci non solo di riportare le risorse italiane di alto livello che si recano all'estero per un periodo - ed è giusto che lo facciano - ma di portare i giovani ricercatori a trascorrere un periodo di lavoro, di studio e di ricerca in Italia.
Quindi, analogamente ad altri sistemi europei, prevediamo di operare poi lo struttureremo amministrativamente nel piano esecutivo che sarà esaminato dalla Commissione e dal Consiglio, adeguandoci ad iniziative quali l'utilizzo più estensivo dei prestiti d'onore e di borse di rientro.
Si tratta di condizioni per cui si sostengono i giovani ricercatori piemontesi che vanno all'estero a condizione che, passato il periodo di alta formazione all'estero, riportino la loro esperienza nel territorio.
Questo, a grandi linee, è l'impianto che noi abbiamo dato alle linee generali di intervento. Ricordo che questo non è un lavoro della Giunta; è un lavoro approvato dalla Giunta, ma formato all'interno del Comitato regionale della ricerca piemontese, che raggruppa, come previsto dalla legge, tutti gli attori più significativi, pubblici e privati, del sistema che, nell'iter che tutti insieme abbiamo costruito nella legge, abbiamo voluto rappresentati in quel Comitato.
Ho terminato. Ringraziando il lavoro della Commissione, che, come sempre, è stata molto attenta al tema, mi rendo disponibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Mi rivolgo al Presidente Peveraro, all'Assessore Bairati, al Presidente Gariglio e al Presidente della Giunta. Per il mio carattere un po' irenico mi piace il lieto fine e quindi sono contento perché abbiamo ottenuto oggi una serie di cose: innanzitutto è che possiamo votare a favore di un provvedimento che condividiamo e consideriamo sia molto positivo; in secondo luogo è che questo provvedimento è stato socializzato al Consiglio regionale. Secondo noi era così importante e significativo che non sarebbe stato, per rispetto all'istituzione, bello che passasse senza una comunicazione.
Terza vicenda molto positiva è l'intervento del Capogruppo Muliere, che con una correttezza nota ha ricordato che noi non pensiamo di dovere censurare questo o quell'Assessore, anche se sappiamo distinguere tra i comportamenti dell'uno e dell'altro. Com'è stato ricordato, l'Assessore Bairati è uno di quelli che viene più spesso in Commissione.
Però Assessore per esempio oggi, e lo dico in amicizia e simpatia bastava una telefonata ai Consiglieri referenti della Commissione per dire "ho qualche difficoltà, fatela ad un'altra ora perché ho questo problema".
Noi facendo questo - ne parlavo con diversi colleghi molto sensibili di maggioranza oltre che con tutta l'opposizione - vogliamo ricordare che c'è un Consiglio regionale importante ed autorevole, che le cose le prende sul serio e le fa sul serio, perché siamo pagati per quello ma ci appassiona e ci interessa anche.
Quindi, ripeto è un lieto fine perché possiamo votare a favore con consapevolezza e con un richiamo autorevole, da parte del Capogruppo del principale partito di maggioranza, al fatto che nei limiti del possibile a volte basta guardare quante volte i banchi della Giunta sono vuoti. In Commissione è vero che gli Assessori per lo più, non sempre ma alcuni provvedimenti importanti come il bilancio sono bloccati perché qualche Assessore irrita il Consiglio. Ma i banchi della Giunta sovente hanno un livello di presenza che se ci fosse stato nella passata legislatura Assessore Bairati, il Consiglio sarebbe stato pressoché sempre bloccato.
Quindi, detto questo ci complimentiamo con il lavoro oggettivo che deriva da una legge voluta da tutti e devo dire non per piaggeria che la questione è stata risolta anche per l'atteggiamento del Presidente del Consiglio e del Capogruppo Muliere che l'hanno affrontata in termini di correttezza e rispetto del Consiglio.
Se non avessimo avuto questi atteggiamenti e non avessimo preso atto del consueto atteggiamento dell'Assessore Bairati, non ci saremmo comportati così e anche se fossimo stati più duri, saremmo stati duri un quarto rispetto a quanto lo era la precedente opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, una brevissima dichiarazione, perché al momento del voto in Commissione non avevo potuto esprimere anche il voto dello SDI, che esprimerà convintamente un voto positivo e favorevole su questo documento importante sul quale ha lavorato in modo trasversale tutto il Consiglio, e rispetto ai cui contenuti il gruppo SDI aveva inviato un documento scritto anche all'Assessore Bairati, dei cui contenuti troviamo riferimenti importanti nella stesura definitiva del testo. Lo SDI evidenzia essenzialmente quattro aspetti: il primo è la necessità di definire un adeguato sistema di valutazione capace di sostenere un utilizzo selettivo ed efficiente delle risorse.
Il secondo è quello di dare rilevanza alle necessità di porre attenzione particolare al sistema locale dell'alta formazione. Quindi quella di preassumere come tema centrale - e nel testo troviamo forte riferimento a questo - quello del trasferimento tecnologico.
Infine la necessità di favorire relazioni di cooperazione e di scambio tra il mondo accademico e quello imprenditoriale e produttivo, soprattutto attraverso il distaccamento di ricercatori presso le imprese.
Devo dire che nel testo noi Li ritroviamo con forza, ma anche l'intervento dell'Assessore Bairati in aula ha richiamato alcuni di questi aspetti. Per cui il gruppo SDI esprime un voto convintamente positivo sul documento che andiamo ad approvare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Anche da parte del gruppo della Margherita un breve intervento per fare alcune sottolineature sul provvedimento che è stato sottoposto oggi all'esame del Consiglio regionale.
Naturalmente anche noi esprimiamo soddisfazione per il fatto che il provvedimento si possa discutere e auspicabilmente approvare nella seduta odierna del Consiglio. Anche perché pensiamo, così come gli altri Gruppi di avere dato un contributo positivo e costruttivo alla stesura della legge, quindi allo stesso modo vogliamo fare sul piano del metodo in tutte le diverse fasi in cui si articolerà il provvedimento.
A me pare però di dover sottolineare all'Assessore Bairati e alla Giunta una questione che mi pare sia quella della tempistica, che non è ininfluente rispetto al senso delle cose che vogliamo costruire.
La legge è fatta in modo tale da definire una serie di passaggi di natura normativa, di natura di pianificazione strategica, ma bisogna arrivare nei tempi più rapidi possibili alla presentazione del piano triennale, e quindi sostanzialmente ad incominciare l'applicazione concreta della legge.
Questo è, credo, un impegno che noi come gruppo naturalmente chiediamo alla Giunta regionale e siamo certi che da questo punto di vista staremo nei tempi previsti, ma è un impegno che in sede di discussione nelle Commissioni dei provvedimenti che l'Assessore Bairati di sottoporrà su questo tema ci dobbiamo assumere.
C'è e c'è stata, nella stesura della legge, un'attesa dei mondi che fanno riferimento a questo tipo di provvedimenti (le università, le categorie economiche produttive), quindi abbiamo da un lato il dovere e dall'altro lato la responsabilità di incominciare nei tempi più rapidi possibili a dare concreta applicazione a questo provvedimento. Questo mi pare un primo punto da sottolineare.
Su questo nel merito mi permetto una considerazione a latere e sperimentare che prima occorrerà fare già sul disegno di legge poi a regime qualche piccolissima variazione anche sulla tempistica, nel senso che noi abbiamo scritto tutti insieme nella legge che la giunta entro 60 giorni dall'approvazione doveva definire le linee di intervento, e se non sbaglio il comitato regionale che doveva esprimere parere sulle linee di intervento, prevede la costruzione entro 180 giorni. Naturalmente questa salta all'occhio come una prima incongruenza, che però è bene sottolineare subito per poi correggerla.
Non si sono verificati inconvenienti in questa fase, perché, come diceva l'Assessore, credo che il Comitato regionale sia intervenuto sul provvedimento, ma è del tutto evidente che si poteva anche procedere in un modo diverso, cioè la legge in qualche misura non consentiva al Comitato regionale di esprimersi.
Occorre andare ad una verifica di queste cose per evitare che in futuro ci possa essere da questo punto di vista qualche incongruenza. A noi premeva che nel documento fossero in qualche misura delineate, e lo sono poi le valuteremo più specificatamente nel piano triennale, oltre alle questioni che già indicava l'Assessore Bairati, altre tre che aggiungiamo.
La prima è noi dobbiamo definire nelle forme di sostegno e di finanziamento del piano triennale una corsia preferenziale o prioritaria per quei progetti che sono progetti di integrazione, che vanno nel senso di costruire il sistema della ricerca fra soggetti pubblici e soggetti privati. Noi dobbiamo privilegiare quei progetti che tengono insieme e che integrano più soggetti.
Secondo: noi dobbiamo immaginare che in qualche misura assicuriamo sostegno a quei progetti che sono finalizzati ad una politica di aumento dimensionale delle piccole e medie imprese. Questo è un problema che esiste nella nostra Regione, rispetto al quale devono intervenire ricerca e innovazione della parte pubblica. La questione dimensionale delle piccole e medie imprese è un elemento fondamentale.
La terza questione riguarda la costruzione di un rapporto sempre più stretto tra la ricerca e i territori, il Piemonte e i Piemonti. Questi sono tre elementi che riconosciamo nel documento che oggi ci viene sottoposto.
Chiediamo che vengano esplicitati ancora di più nel Piano triennale dell'industria.
L'ultima questione riguarda l'allegato al documento, cioè l'elencazione degli Istituti pubblici e privati che fanno ricerca in Piemonte. Anche da questo punto di vista, non è una questione centrale nell'ambito della discussione del documento, ma lo potrebbe diventare in futuro. Su questo punto, è necessario fare un ragionamento e un'analisi approfondita.
Nel momento in cui, anche sulla base dell'allegato a questo documento si fa un elenco dei soggetti pubblici e privati, bisogna fare un'azione di maggiore inclusione, perché abbiamo riscontrato che, da questo punto di vista, potremmo aggiungere, in particolare, alcuni soggetti privati rilevanti in alcune realtà regionali e che non troviamo indicati in quell'allegato.
Su questo punto chiediamo che venga data maggiore attenzione nella predisposizione degli atti che faremo successivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Anch'io desidero sottolineare l'importanza di quella che l'Assessore stesso ha definito come la seconda tappa di un percorso che stiamo percorrendo insieme: Consiglio e Giunta e, con molto piacere, Consiglio nella sua totalità. Nel corso delle discussioni in Commissione è emersa questa volontà comune.
Ringrazio l'Assessore per l'aggiornamento che ci ha fornito oggi relativamente alla collocazione di queste linee e del piano strategico della Regione all'interno della programmazione europea. Ci ha aggiornato sulle novità dei giorni scorsi a Bruxelles, dandoci delle informazioni di cui non eravamo in possesso, dal momento che la discussione in Commissione era avvenuta prima, a testimonianza dell'importanza della sue presenza oggi in Consiglio.
Non ripeto quanto hanno già detto i miei autorevoli colleghi, perch non voglio portare via tempo, ma volevo solo sottolineare alcune parole chiave; in particolare, la parola integrazione. L'integrazione e la convergenza di attori pubblici, privati e locali e la necessità che attraverso questa convergenza di operatività e progettazione, si possa sostenere la ricerca applicata, ma senza dimenticare i luoghi della ricerca di base e gli atenei piemontesi.
A questo proposito, abbiamo tutti colto con grande favore, attraverso le parole dei Rettori, nell'audizione avvenuta in VI Commissione, e attraverso gli articoli di stampa che abbiamo avuto modo di leggere, questa intesa e collaborazione tra gli atenei piemontesi, che consentono di fare sistema tra gli atenei e che consentiranno di fare sistema anche sul tema della ricerca.
In questo fare sistema - ne abbiamo discusso anche in Commissione rientra l'attenzione particolare che questo Consiglio ha nei confronti dei giovani ricercatori. L'Assessore mi ha fatto un cenno di conferma. Noi riteniamo che sul tema dei giovani ricercatori si debba fare tutto il possibile, non solo per evitare la fuga dei cervelli dei giovani più capaci dalla nostra Regione, ma anche per fare in modo che quelli che ci sono abbiano la possibilità di lavorare all'interno di progetti di ricerca.
A questo proposito, chiedo al Presidente se intende porre in votazione l'ordine del giorno collegato a questa delibera. Noi riterremmo che dovrebbe essere contestuale al voto sulla delibera sulla ricerca, dal momento che individua uno strumento come quello dei bandi e propone alcune linee d'indirizzo per chi poi deve applicare queste linee guida che oggi andiamo a votare, nella direzione di aiutare e sostenere quelli che noi chiamiamo giovani ricercatori. A volte questi ricercatori hanno un'età che si aggira intorno ai 35-40 anni, quindi sono sicuramente giovani rispetto all'età media dei ricercatori negli atenei italiani, ma rispetto al resto del mondo non sono sicuramente considerabili giovani ricercatori.
In questo ordine del giorno, chiediamo vengano previsti alcuni bandi destinati specificamente a giovani ricercatori cosiddetti non strutturati cioè non ancora incardinati o di ruolo, perché questo è un obiettivo che spesso viene raggiunto solo dopo molti anni e qualche volta mai.



PRESIDENTE

Rispetto al quesito che mi poneva la Consigliera Pozzi, la risposta è affermativa, nel senso che il documento a cui si riferisce, originariamente mozione e che a seguito di una lettera dei firmatari è stato trasformato in ordine del giorno, può essere considerato collegato ai sensi dell'articolo n. 78 del Regolamento. Pertanto, verrà messo in votazione prima del voto finale sulla deliberazione.
L'Assessore Bairati avrà modo di esprimersi prima della votazione, se lo riterrà, esponendo il giudizio della Giunta regionale sul testo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Crediamo sia stato opportuno richiedere la presenza dell'Assessore perché diversamente le valutazioni che sono state fatte dall'Assessore e le notizie che ci ha fornito non sarebbero state condivise con tutti i colleghi, così come in merito ad alcune riflessioni svolte dai colleghi.
Credo che non sia possibile fare una discussione compiuta senza la presenza di chi ha seguito il provvedimento dall'inizio alla fine, notando anche che alcune accelerazioni non sarebbero state utili.
Questo è un provvedimento che è al secondo passaggio, un provvedimento che è stato sufficientemente veloce, considerando anche le tempistiche consiliari, ma che dimostra come, quando si prova a lavorare insieme, non necessariamente per maggioranza e opposizione, e si mettono insieme buone idee su una valutazione complessiva positiva, si migliora il documento.
Mi soffermerò solo su alcune parti del documento. Altre valutazioni le hanno fatte i miei colleghi, ma, al di là della parte politica che rappresentano, mi sento di fare le mie.
Certamente, crediamo che un aspetto fondamentale rispetto ai principi di attuazione della legge sulla ricerca debba essere quello che viene indicato come non autoreferenzialità, non solo nella presenza dei soggetti che, se fanno parte del sistema regionale, non potranno essere coloro i quali giudicano, perché l'Assessore bene comprende che è semplice superare questo passaggio, ma certamente crediamo sia uno dei punti importanti del documento.dove si dice: "trasparenza nei criteri di valutazione, pubblicità dei risultati delle valutazioni" Nel documento si citano, per esempio, i parchi tecnologici. I parchi tecnologici per l'esperienza che fino adesso hanno rivestito, sono stati anche in termini di investimento e di spesa degli stessi (basta leggere i bilanci), per più del 50% un investimento immobiliare, cioè hanno utilizzato fondi per realizzare i parchi stessi e, per un'altra percentuale, che non sempre corrisponde al rimanente 50%, hanno attuato ricerche. Su questi soggetti, così come su altri, sarà bene comprendere se l'impegno economico che diversi enti hanno attuato all'interno dei medesimi, sia giustificato.
Negli anni passati ho seguito l'evolversi del CETAD, che da S.r.l. con 10 milioni di capitale, di colpo, divenne parco tecnologico con un investimento di più di un miliardo da parte degli enti pubblici (mi auguro funzioni molto meglio). Fino a qualche anno fa aveva realizzato i propri stabili, ma non possiamo dire che fosse un motore o un attore principale della ricerca piemontese.
Se uno dei punti principali, la pubblicizzazione dei risultati ottenuti, diventerà una delle modalità con cui ci si intenderà muovere all'interno del sistema della ricerca piemontese, credo sia un punto di partenza fondamentale nelle valutazioni. Certamente esprimiamo una positività rispetto alle linee di azione che tendono, di concerto con le università, ma non solo, a dare maggiori strumenti a favore delle piccole e medie imprese.
Un'anomalia della Regione Piemonte consiste nel fatto che l'impresa privata investe più di altri - quasi l'80% dei fondi in ricerca della Regione Piemonte derivano da privati - ma la gran parte di questi investimenti sono a beneficio di grande imprese, mentre le piccole e le medie hanno difficoltà nell'accedere alla ricerca o al trasferimento di conoscenze.
Le linee di finanziamento che si indicano all'interno delle linee di azione per una collaborazione fra impresa, atenei e centri di ricerca pubblici e privati, sono da intendersi positive, così come considero positivi alcuni passaggi - che furono anche suggeriti dal nostro Gruppo consiliare nella modifica della proposta di legge della Giunta - al sostegno e alle spese "preventuali" e quant'altro. Credo siano tutti importanti passaggi di attuazione delle linee di indirizzo presenti nella legge.
Tuttavia, vi è un passaggio che noi vorremmo fosse meglio precisato ragion per cui abbiamo presentato un emendamento e centrare il problema.
Quando votammo la legge sulla ricerca, il Consiglio votò all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Regione, nelle linee di indirizzo, a garantire che il 30% delle spese e degli investimenti (mi sembra di ricordare che fosse questa la percentuale) sarebbero stati devoluti ad università, o centri di ricerca, a capitale interamente pubblico. Nel documento, questo impegno c'è e non c'è. Nel senso che si individuano alcuni filoni là dove si dice che si interverrà di concerto con le università - come ricordava qualche Consigliere alcuni filoni sono chiaramente indicati all'interno del documento - ma non v'è traccia di un'indicazione che il Consiglio aveva dato all'Assessore e che lo stesso aveva recepito anche quando stavamo discutendo la legge. In quell'occasione, l'Assessore correttamente disse che non si poteva scrivere all'interno di una legge che si demanda ai principi generali di attuazione dell'articolo 4. Chiediamo che, in qualche modo, sia indicato questo.
Dopodiché quel 30% in parte potrà essere utilizzato per la creazione di linee di finanziamento vincolate alla collaborazione diretta fra imprese e università, in parte per altri aspetti che sono indicati all'interno del documento (la realizzazione di una struttura condivisa per gli atenei piemontesi). Tuttavia, credo che quanto indicato all'interno dell'ordine del giorno debba essere scritto all'interno del documento, se non altro per rispondere e per rispettare l'ordine del giorno che il Consiglio contestualmente alla votazione della legge, approvò.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Paolo

Signor Presidente, signori Assessori, esprimo grande soddisfazione perché ritengo sia un punto qualificante per tutto il Consiglio regionale approvare la proposta di deliberazione inerente alle linee generali di intervento in materia di ricerca e innovazione. Ricordo che, nel programma elettorale della Presidente Bresso, ove questo punto era particolarmente qualificante, si specificava che la Regione Piemonte, dal 2005 al 2010 avrebbe investito in ricerca e innovazione il 3% del prodotto interno lordo piemontese (se pensiamo che a livello nazionale siamo all'1%, è una grande scommessa).
Si è arrivati a questo risultato con la collaborazione di tutti importante è stato il lavoro svolto dal gruppo di lavoro e dalla Commissione. C'è stata grande maturità e si è giunti all'unanimità a condividere un provvedimento molto importante se pensiamo anche ai tempi visto l'andamento della politica, relativamente brevi. Dopo esserci insediati, abbiamo iniziato il cammino dell'VIII legislatura il 16 maggio 2005 e, dopo otto mesi e mezzo, il 30 gennaio successivo, nasceva la legge.
Oggi, dopo altri sette mesi e mezzo, approviamo le linee generali di intervento. In seguito, come ha già ribadito l'Assessore, passeremo al piano esecutivo, che ci auguriamo di approvare anch'esso con una certa celerità.
Come diceva il Consigliere Bizjak - è un impegno di tutto il Consiglio regionale - sarà molto importante l'approvazione del Piano triennale.
Come già ribadito precedentemente, vorrei chiedere all'Assessore un chiarimento - pur ringraziandolo personalmente per tutto il lavoro svolto e per la passione che ci ha messo - relativamente all'allegato 3: "Il sistema pubblico e privato non accademico". Nell'allegato vi è un elenco di realtà piemontesi importanti (istituti, privati, ecc). Vorrei sapere qual è stato il criterio di tale scelta perché, come diceva il Consigliere Bizjak, ci possono essere anche delle assenze importanti. È logico che non si possono inserire tutti i soggetti possibili, ma è anche logico che, come quando si fanno i ringraziamenti, o non si cita nessuno oppure si rischia di dimenticare qualcuno.
Termino rimarcando quello che ho detto prima. Ritengo che il Consiglio regionale debba prendere coscienza dell'urgenza, concedendo quindi una corsia preferenziale proprio alla legge sulla ricerca.



PRESIDENTE

stato presentato il seguente emendamento Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin e Cotto: pag. 21, prima del punto B inserire "sostegno, per il 30% delle risorse impegnate, alle Università e ai centri di ricerca piemontesi a capitale interamente pubblico".
La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Com'era già avvenuto in sede di discussione di legge, pur apprezzando l'oggetto significativo dell'emendamento, resta il fatto che l'indicazione di una soglia è un'indicazione che, dal nostro punto di vista, contraddice alcuni elementi.
Come avevamo detto in sede di discussione, e poi nell'articolato del piano esecutivo, verrà chiarito, laddove si farà il diparto delle misure quali sono le misure non riservate. Ricordo che nel frattempo è intervenuta, come sa il Consigliere Vignale, una modificazione di legge (l'articolo 13 del decreto Bersani), che ci pone questioni relative alla destinazione di risorse.
Personalmente resto dell'opinione che una formulazione di forte impegno da parte dell'amministrazione, attraverso la legge, a sostenere università e centri di ricerca piemontesi di natura prevalentemente pubblica, possa anche essere inserita nei lineamenti generali, ma senza la soglia del 30%.
Formulata in questo modo potrebbe anche essere molto vincolante, perch sulla base della qualità della proposta potrebbe anche essere superato il 30%.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

La cambierei, come peraltro era già scritto nell'ordine del giorno, con "non inferiore a...", nel senso che quando votammo la legge prendemmo un impegno che non poteva essere indicato in legge, ma in un ordine del giorno votato dal Consiglio (peraltro anche su indicazione favorevole dell'Assessore) indicammo che una parte significativa dei fondi sarebbe stata riservata a...



(Commenti dell'Assessore Bairati fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

No, no, sull'ordine del giorno c'era scritto 30%, non una parte significativa.
Per questo motivo modifichiamo l'emendamento con "Sostegno non inferiore al 30% alle risorse impegnate" facendo la stessa e identica proposta fatta in sede di votazione della legge che il Consiglio ha approvato. Se poi il Consiglio decide di cambiare idea, noi non la cambiamo.
La formulazione dell'emendamento è la seguente - al limite vengo a fare la correzione - "Sostegno finanziario non inferiore al 30% delle risorse impegnate".



PRESIDENTE

Pare che non si riesca ad arrivare ad una formulazione che abbia il consenso delle due parti, per cui metterei in votazione la proposta emendativa presentata dal Consigliere Vignale così riformulata: alla pagina 21, prima del punto bis inserire le seguenti parole: "sostegno finanziario non inferiore al 30% delle risorse impegnate alle Università e ai centri di ricerca piemontesi a carattere e a capitale interamente pubblico".
La Giunta regionale intende esprimere un parere? La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Ripeto: la natura dell'emendamento è condivisibile, così come ne avevamo discusso - peraltro è già presente in legge in alcuni punti, quindi l'emendamento è in qualche modo un po' pletorico - ma l'indicazione della soglia non è accettabile. E' un irrigidimento che non possiamo accettare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo voterà a favore dell'emendamento presentato per un motivo semplicissimo: in data 24 gennaio 2006 il Consiglio regionale vot all'unanimità il seguente ordine del giorno (tralascio la parte della premessa): "Impegna la Giunta regionale a prevedere, nell'ambito delle linee generali di intervento di cui all'articolo 4, che una quota non inferiore al 30% del finanziamento complessivo del sistema regionale della ricerca sia destinato a favore degli Atenei piemontesi e di altri Enti di ricerca con posizione esclusivamente pubblica, operanti in Piemonte".
Per tale motivo, continuando a pensarla come la pensavamo al 24 gennaio, voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Concordando con le posizioni, peraltro già espresse nella seduta del Consiglio regionale del 24 gennaio scorso, testé ricordate dal Consigliere Vignale, anche il mio Gruppo voterà a favore di questo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Noi crediamo che si debba ritornare sul punto, senza forzature emendative. Nella stesura delle linee generali di intervento della proposta di deliberazione n. 177, quella che stiamo discutendo oggi, c'è un passaggio molto chiaro a questo proposito. Al punto 2 della pagina 17 vengono esplicitate le azioni che la Regione dovrà mettere in campo per sostenere direttamente lo sviluppo di nuove conoscenze e di nuovi saperi.
Si tratta, quindi, di costruire una serie di opportunità per chi opera nel settore della ricerca.
Nel punto sopracitato è scritto: "Tale bene risiede principalmente nelle sedi pubbliche, istituzionalmente preposte alla ricerca scientifica e, quindi, esse devono essere oggetto privilegiato delle politiche di sostegno".
Da questo punto di vista, come Gruppo eravamo tranquilli anche prima della presentazione dell'emendamento (lo voglio dire affinché non ci siano dubbi rispetto alla posizione che assumeremo, insieme a tutta la maggioranza, sulla proposta emendativa), perché nel testo era già esplicitato che, nel campo della ricerca, le istituzioni pubbliche saranno oggetto privilegiato dell'azione della Regione.
Non lo invento io, che di solito tendo ad estremizzare i concetti, ma è scritto molto chiaramente a pagina 17 del documento.
Sul punto, dato che la Giunta regionale l'ha già scritto come proposta concretizzerà la propria azione avendo, quale oggetto privilegiato delle politiche di sostegno, le sedi pubbliche istituzionalmente preposte alla ricerca scientifica. Grazie.



PRESIDENTE

Continuiamo con le dichiarazioni di voto.
iscritto a parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Noi voteremo a favore dell'emendamento proposto dal Consigliere Vignale. Mi permetto, con approccio meramente tecnico, di ricordare (ove servisse ai colleghi ma soprattutto all'Assessore di cui alla fine dell'intervento richiederò nuovamente il parere) che se il Consigliere Vignale è pleonastico (in questi termini si è espresso l'Assessore Bairati), è perché sta semplicemente chiedendo, puntualmente e letteralmente, l'applicazione di un ordine del giorno votato in quest'aula il 24 gennaio scorso.
Per una legge che ha dato adito a qualche piccolo dissidio tecnico (il Consigliere Bizjak ricordava che ci sono state altre formulazioni nell'ambito della legge e incongruenze temporali), non credo che un elemento pleonastico lederà lo spirito di questa delibera, quindi vorrei invitare la Giunta a voler votare e a far votare un emendamento che è pleonastico. Se facessimo solamente cose pleonastiche, saremmo molto più contenti, il fatto è che spesso facciamo cose dannose. Rimaniamo sul pleonastico che andiamo bene.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, procediamo alla votazione dell'emendamento n.1 del Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1 così come riformulato.
Il Consiglio approva.
Scusate, volevo precisare per una formulazione tecnica e corretta, che l'ordine del giorno richiamato dal collega Vignale faceva riferimento al concetto non di Università ma di Atenei, quindi sia l'Università sia il Politecnico. Io lo considererei formulato facendo riferimento al testo originale.
Prima di procedere alla votazione finale della deliberazione pongo in votazione l'ordine del giorno. n.406 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: con la legge regionale 30 gennaio 2006, n. 4 (Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione) la Regione Piemonte si è dotata di un importante strumento normativo per dare impulso alla ricerca e all'innovazione nel proprio territorio nella citata legge regionale si fa più volte riferimento alla necessità di rendere il territorio piemontese competitivo sia per la qualità dei processi produttivi e delle produzioni, sia per la presenza di centri di ricerca pubblici e privati sempre nella suddetta legge regionale si indica, tra gli obiettivi di cui all'articolo 2, quello di "favorire gli investimenti in capitale umano e sostenere la formazione dei giovani ricercatori" constatato che le linee generali di intervento per il raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 1 della l.r.4/2006 individuano quali fonti preziose di nuove conoscenze, competenze e saperi, al fine di sostenere e consolidare il sistema della ricerca piemontese, le attività dei giovani ricercatori, la formazione post-laurea, l'attrazione di talenti anche dall'estero ed il contenimento del cosiddetto fenomeno della "fuga dei cervelli" impegna la Presidente e la Giunta regionale ad assicurare che: nella redazione dei futuri bandi, ne vengano previsti taluni destinati ai giovani ricercatori, anche non strutturati, allo scopo sia di attrarre nella nostra Regione nuovi talenti, sia di valorizzare quelli già operanti in Piemonte offrendo loro concrete prospettive ed opportunità di lavoro negli enti di studio e di ricerca pubblici e privati presenti a livello regionale si valorizzino con particolare attenzione gli interventi di sistema che prevedano il trasferimento e la diffusione delle conoscenze, nonché la mobilità dei giovani ricercatori".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di discussione dell'ordine del giorno n. 420, inerente a "5° anniversario dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001", presentato dai Consiglieri Burzi e Ferrero


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per mozione d'ordine il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Come avevo detto prima alla riunione dei Capigruppo e ringraziando i colleghi per l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 420, chiederei loro la discussione dello stesso, anche perché la discussione del tema dell'11 settembre può essere fatta anche il 12, in quanto gli argomenti ad esso legati non verrebbero meno, ma se ne ridurrebbe l'importanza.
Mi rendo conto dell'ora, quindi, non credo sia indispensabile dedicarci più di quanto necessario. L'ordine del giorno è molto semplice, non banale però ne chiederei la discussione.



PRESIDENTE

Non so se ci sono interventi in senso contrario. Il Consigliere Burzi ha chiesto l'inversione di punti all'o.d.g.
Se l'aula è unanime, consideriamo accolta la richiesta. Se invece ci sono interventi in senso contrario, procederemo come da Regolamento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Ritengo, anzi riteniamo che sia necessario avere molto più tempo per discutere e approfondire queste tematiche, tenendo conto che la guerra nel mondo dura da cinque anni da quel famoso 11 settembre 2001, e che ci sono migliaia di vittime innocenti che hanno pagato gli errori di politiche sbagliate che stanno mettendo a ferro e fuoco l'intero pianeta.
Noi siamo contrari all'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Prendiamo atto che non vi è l'unanimità sulla proposta avanzata dal Consigliere Burzi. Come previsto dal Regolamento, la pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale (richiesta dal Consigliere Burzi e altri) sull'inversione dei punti all'o.d.g.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.05)



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