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Dettaglio seduta n.11 del 19/07/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.05 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Cavallera e Ghiglia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilanci preventivi

c) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2005


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 11 luglio 2005 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art. 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
8 deliberazioni del 30 maggio 2005 - n. 1 deliberazione del 7 giugno 2005 n. 9 deliberazioni del 13 giugno 2005 - n. 6 deliberazioni del 20 giugno 2005 (Allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula).


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Costituzione della Commissione di vigilanza per la biblioteca (ai sensi dell'articolo 20 del Regolamento del Consiglio regionale)


PRESIDENTE

Comunico che il Presidente del Consiglio regionale Gariglio ha nominato, in data 14 luglio 2005 (Pratica 5/8 - Atto n. 34), su indicazione dei Presidenti dei Gruppi del Consiglio regionale, i sottoelencati Consiglieri che costituiscono la Commissione di vigilanza per la biblioteca: Paolo CATTANEO (DL-La Margherita) Luca ROBOTTI (Comunisti Italiani) Oreste ROSSI (Lega Nord Piemont Padania)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 53 dei Consiglieri Cotto, Cirio, Cavallera, Manolino Pedrale, Ferrero, Pichetto Fratin, Leo e Nastri inerente a "Assistenza sanitaria all'estero"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 53, presentata dai Consiglieri Cotto, Cirio Cavallera, Manolino, Pedrale, Ferrero, Pichetto Fratin, Leo e Nastri.
Risponde l'Assessore Valpreda, che ha pertanto facoltà di intervenire.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza dei Consiglieri Cotto, Cirio e Cavallera si riferisce all'assistenza sanitaria all'estero. Si chiede se l'introduzione della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) sia già attiva nella Regione Piemonte.
L'introduzione della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) è stata prevista nell'arco del periodo 1° giugno 2004 - 31 dicembre 2005.
L'orientamento adottato dall'Italia è stato quello di emettere un'unica tessera contenente la Tessera Sanitaria Nazionale, sul fronte, e la TEAM sul retro. In base alla normativa nazionale vigente (articolo 50, legge n.
326/2003), l'emissione della Tessera Sanitaria Nazionale è di competenza del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). La Direzione Programmazione Sanitaria ha iniziato a predisporre, di concerto con il Ministero, l'iter operativo al fine di garantire il rispetto di tale scadenza. L'attività di predisposizione del documento è stata avviata e gli uffici nazionali e regionali saranno sollecitati ad intensificare le procedure per mantenere gli impegni fissati dalla norma, per fare in modo che entro la fine dell'anno ci siano le prime tessere.
Tutti i controlli "scientifici" sono demandati ai medici del Servizio Sanitario Regionale: un paziente prima di intraprendere un cosiddetto "viaggio della speranza" a carico del Servizio Sanitario Regionale deve rivolgersi necessariamente ad un medico specialista del ramo della patologia da cui è affetto, che, riconosciuta scientificamente la validità della cura offerta da una struttura sanitaria estera, produce una relazione in merito ed un'attestazione circa le qualità delle cure ritenute indifferibili e necessarie, asserendo altresì l'impossibilità di ottenerle in Italia tempestivamente ed adeguatamente ed individuando direttamente la struttura sanitaria estera a cui rivolgersi. L'Azienda Sanitaria Locale di riferimento del paziente a questo punto, sentito il parere del Centro Regionale di Riferimento (la cui commissione è composta da primari esperti per patologia), autorizza o meno il trasferimento. La Regione si fa naturalmente carico di trasmettere tempestivamente ogni nota dei Comitati scientifici del Ministero della Salute a tutte le Aziende Sanitarie Regionali.
Fino all'introduzione della TEAM non sono state modificate le procedure stabilite per i residenti piemontesi che si recano all'estero, al fine di ottenere le prestazioni sanitarie di cui eventualmente possano avere necessità (il modello E 111 emesso dall'Azienda Sanitaria Locale di residenza non è più in vigore, ma è stato sostituito da un certificato provvisorio che, in sostanza, ne rispetta la forma ed il contenuto). Come ogni anno è stata pertanto demandata alle Aziende Sanitarie Locali ogni iniziativa di informazione sul proprio territorio per la tutela della salute dei cittadini, intensificando l'attività agli sportelli nel periodo estivo, dove gli spostamenti all'estero sono più frequenti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 29 della Consigliera Cotto inerente a "Le piaghe da decubito nel paziente cronico"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 29.
La parola all'Assessore Valpreda per la risposta



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

In riferimento alla presente interpellanza si precisa quanto segue: 1) Il numero delle persone che annualmente vengono colpite da piaghe da decubito, diviso per ASL.
La piaga da decubito è una lesione cutanea causata da costante pressione sui piani cutanei e sottocutanei che provoca ischemia e necrosi in un tempo di due ore (EPUAP 1999).
La stima calcolata di rischio di incorrere in lesioni da decubito riguarda il 2,7% della popolazione totale. La popolazione anziana ultrasessantacinquenne presente sul territorio regionale ammonta a circa 963 mila persone (dati Banca Dati Demografica Evolutiva della Regione Piemonte, anno 2004); pertanto, il numero di anziani a rischio è di circa 26 mila soggetti. Nella risposta scritta che le consegnerò è contenuta la tabella con il dettaglio.
2) Le iniziative che s'intendono mettere in atto per non nascondere l'esistenza di questa patologia.
La patologia non è nascosta, ma è uno degli ambiti di intervento specifici regionali.
Con successivi provvedimenti, a partire dal 1980, è stata garantita l'erogazione di materiale da medicazione. L'ultimo, in ordine di tempo, dei provvedimenti normativi suddetti, è la D.G.R. n. 30-9878 dell'8/7/03, che contiene il nuovo elenco del materiale erogabile a cura del SSR. L'elenco si divide in due settori, uno a diretta prescrizione del medico di medicina generale e l'altro di competenza specialistica con piano terapeutico e controllo dell'andamento delle lesioni.
Questo prontuario, notevolmente arricchito rispetto ai precedenti, è stato redatto a cura di un gruppo di specialisti - tra cui medici vulnologi ed infermieri esperti - ed ha reso possibile erogare materiale altamente specialistico per la gestione domiciliare di lesioni da decubito anche molto gravi. Basti pensare alla possibilità di garantire al paziente un trattamento altamente specializzato, anche a livello domiciliare.
La spesa sostenuta per fornire materiale di medicazione viene monitorata trimestralmente.
Un numero sempre maggiore di ASL si sta dotando di protocolli certificati per la prevenzione e la gestione della lesione da decubito, sia a livello ospedaliero che territoriale, con significative riduzioni dell'incidenza di tale situazione patologica e dei tempi di guarigione.
3) Se gli ausili di prevenzione in dotazione presso le strutture sanitarie sono sufficienti.
La normativa nazionale (Tariffario allegato al DM 332/99) prevede, con dovizia, la fornitura di presidi anti-decubito di diversa tipologia prescrivibili in funzione dell'indice di rischio di sviluppo della lesione quali cuscini, materassi antidecubito, oltre a presidi per zone particolarmente a rischio (per esempio i talloni). Queste forniture sono attivabili su prescrizione medico specialistica, indipendentemente dal luogo di cura del soggetto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ringrazio per la risposta alle due interpellanze. Inizio da quella sull'assistenza sanitaria all'estero, perché è un argomento di cui si parla poco.
Riguardo al primo quesito, l'Assessore ha risposto puntualmente, quindi ci auguriamo che la tessera arrivi velocemente.
A proposito dei "viaggi della speranza", penso sia il caso di approfondire ulteriormente la questione, perché mi risulta che anche alcune Ambasciate abbiano scritto al nostro Ministero, dichiarandosi diffidenti rispetto ai viaggi fatti dai cosiddetti "santoni". Comprendiamo la disperazione dei cittadini colpiti dalle malattie, ma dobbiamo fare in modo che questi siano tutelati. Come? Questo lo dobbiamo approfondire tutti insieme.
È importante che gli organi di stampa diano la giusta rilevanza a tali problematiche. Ogni Azienda informa i cittadini e in merito a questo, anche nelle scorse legislature, ho sempre sottolineato l'esigenza di una regia regionale, per offrire ai cittadini piemontesi pari opportunità di informazione. Oggi, infatti, un'Azienda può spendere maggiormente in un settore rispetto ad un altro, per cui alcuni cittadini possono non essere al corrente di determinate notizie. Può capitare, ad esempio, che alcune scuole, quando organizzano viaggi all'estero, stipulino un'assicurazione senza sapere di essere già coperte: pertanto, occorre una maggiore informazione.
Per quanto riguarda l'interpellanza sulle piaghe da decubito, so che l'Assessore conosce molto bene il problema, perché insieme ci siamo recati presso tante Case di riposo. Alla nostra domanda: "Avete delle persone ricoverate con piaghe da decubito?", il personale ci rispondeva che, in effetti, qualcuno arriva dall'ospedale con quel problema. Negli ospedali di fronte alla stessa domanda, rispondevano che i pazienti arrivano con le piaghe da decubito dalle Case di riposo. Sappiamo tutti quanto siano dolorose e quindi quanta sofferenza possa essere evitata.
L'invito è dunque quello di proseguire per evitare tali sofferenze: 86.000 soggetti anziani a rischio è un dato che ci fa meditare. Grazie Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valpreda, per una breve replica.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Raccolgo volentieri l'invito ad aumentare la vigilanza e sottolineo che dobbiamo tutelarci, non solo dai "santoni" all'estero, ma anche dai "santoni" presenti sul territorio nazionale.
Inoltre, preciso che i soggetti a rischio sono 26.000, e non 86.000.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Attivita' di promozione

Interrogazione n. 32 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia, inerente a "Mancata inaugurazione dei pannelli della Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 32 del Consigliere Vignale e altri.
La parola all'Assessore Oliva, per la risposta.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

L'interrogazione riguarda la mancata inaugurazione, il 21 maggio scorso, della Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, dove dovevano essere esposti 15 pannelli esplicativi di carattere didattico, predisposti dal Centro servizi per il volontariato, dai Comuni di Rosta e Bottigliera Alta e dal liceo Darwin di Rivoli.
Premesso che la Regione non è intervenuta in alcun modo in questo percorso, mi pare che questo, pur lodevole nella prima parte, abbia avuto uno sviluppo tipico della burocrazia italiana.
I soggetti promotori dell'iniziativa hanno chiesto l'autorizzazione all'Ordine Mauriziano per esporre i pannelli in questione. Trattandosi di un bene religioso, il Commissario del Mauriziano ha chiesto l'autorizzazione all'Autorità religiosa e alla Sovrintendenza e, non avendo ricevuto alcuna risposta, né dall'Autorità religiosa né dalla Sovrintendenza, non ha applicato il principio del silenzio-assenso e non ha dato l'autorizzazione ad esporre i pannelli. Pertanto, il lavoro è stato svolto, ma la Precettoria è rimasta chiusa e l'inaugurazione non ha avuto luogo.
Quello che possiamo fare come Assessorato, per le relazioni che abbiamo, è sollecitare una risposta positiva da parte della Sovrintendenza ciò in quando abbiamo contattato il Commissario, che non ha nulla in contrario rispetto all'esposizione, salvo autorizzazione, a monte dell'Autorità religiosa e della Sovrintendenza.
Ci muoveremo, dunque, in questa direzione, affinché la situazione si sblocchi dopo le vacanze, all'inizio dell'anno scolastico, visto che il lavoro è stato fatto da una scuola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Ringraziamo anche l'Assessore per la risposta.
L'Assessore ha detto correttamente che su questo la Regione non è stata precedentemente interpellata, anche perché è stata un'iniziativa a carattere locale, promossa dal Comune di Rivoli e da alcuni Comuni limitrofi.
Data l'importanza dell'opera e in attesa di trovare una degna collocazione per una nuova inaugurazione, i 15 pannelli sono stati depositati presso il Comune di Buttigliera Alta, anche se non è il luogo più idoneo, poiché si tratta di pannelli esplicativi della storia tanto della Chiesa quanto della Precettoria.
Pertanto, noi chiediamo all'Ente di farsi portavoce nei confronti dell'Ordine ed eventualmente di offrire il patrocinio, in modo tale che con il supporto di un Ente superiore, si possa addivenire a ripetere l'iniziativa del 21 maggio, non soltanto per una questione di carattere culturale, ma anche per un legittimo riscontro nei confronti degli organismi interessati (la scuola, i Comuni e i volontari che hanno realizzato questi pannelli, che alla fine non sono stati utilizzati per il fine a cui erano stati destinati, ovvero illustrare la Precettoria nel giorno dell'inaugurazione).
Quindi confidiamo che, da qui al mese di settembre, possa avvenire quanto non è accaduto nel mese di maggio.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 98 dei Consiglieri Ghigo, Leo, Cotto e Cavallera, inerente a "Casi di IVG presso l'Ospedale S. Anna di Torino"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interpellanza n. 98 presentata dai Consiglieri Ghigo Leo, Cotto e Cavallera.
La parola all'Assessore Valpreda per la risposta.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza si riferisce ai casi di interruzione volontaria di gravidanza presso l'Ospedale S. Anna di Torino. Premetto che la Giunta ha già appreso i fatti denunciati da Don Gallo, riguardanti i casi di interruzioni volontarie di gravidanza dopo i primi 90 giorni, e che su questo tema ho già risposto ad un'interrogazione rivolta dal Consigliere Ghiglia.
Noi avevamo già detto che avremmo avviato un'inchiesta per verificare la fondatezza dei dati. Abbiamo fatto quanto promesso e, fin da sabato 25 giugno, avendo appreso la notizia il 24, abbiamo richiesto alla Direzione dell'Ospedale i dati relativi ai casi di interruzione volontaria di gravidanza dopo i primi 90 giorni e quali fossero le procedure in atto.
Abbiamo già evidenziato la scorsa volta che c'era il rispetto della legge 194, compresi gli aspetti psicologici di sostegno alle donne anche dopo l'interruzione volontaria di gravidanza.
Comunque, il numero dei casi di interruzioni volontarie di gravidanza nella Regione Piemonte è il seguente: 10.599 casi nel 1998; 11.161 nel 1999; 10.995 nel 2000; 11.014 nel 2001; 11.327 nel 2002; 10.923 nel 2003.
I dati sono elaborati annualmente dal Ministero della Salute sulla base di un flusso obbligatorio che arriva dalla Regione.
Sulla base dei dati pubblicati nell'ultima relazione sull'attuazione delle legge 194, è possibile evidenziare come in Piemonte ci sia stata una riduzione del ricorso ad IVG, che è passato dal 16,9 per mille donne in età fertile del 1982 all'11,2 del 2001. Negli anni 2001 e 2002 c'è stato un leggero aumento della domanda prevalentemente imputabile alle donne straniere, però la stessa domanda nel 2003 ha invertito la tendenza.
Il tasso di abortività per le donne straniere residenti in Italia risulta essere tre volte superiore a quello delle cittadine italiane mancano però i dati relativi alla componente senza residenza in Italia.
Altra caratteristica differente è l'età di ricorso all'aborto, che è più bassa per le donne straniere e prevalentemente a carico di donne nubili.
Le caratteristiche del percorso assistenziale evidenziano i seguenti dati statistici: il 57% delle IVG è certificato in Consultorio (valore più alto rispetto a tutte le Regioni italiane) il 14% dai servizi ostetrico-ginecologici il 28% dal medico di fiducia.
Il 92,3% dei casi non riveste caratteristiche di urgenza; mentre il 7,7% è urgente e risulta in lieve aumento rispetto agli anni precedenti possibile effetto di percorsi differenti tra donne italiane e straniere.
Il 100% delle IVG è effettuato in istituto di cura pubblico.
I tempi di attesa sono stati inferiori a 14 giorni nel 52% dei casi tra i 15 e i 21 giorni nel 27,7%; tra i 22 e i 28 giorni nel 14,3% e inferiori a 28 giorni nel 6,2%.
Il 91,8% delle IVG è praticato nella provincia di residenza della donna.
La prospettiva è quella di ridefinire e potenziare le attività dei Consultori familiari coerentemente con i dettati del DM 24 aprile 2000.
La numerosità dei Consultori familiari in Regione è tale da soddisfare il rapporto di uno ogni 20.000 abitanti come previsto dalla legge istitutiva.
L'attività svolta nei Consultori presenta delle differenze da zona a zona, in relazione alle figure professionali facenti parte del servizio e alle caratteristiche della popolazione di riferimento. Poiché i fattori di rischio sono per lo più distribuiti in modo non uniforme sul territorio e poiché la popolazione a maggior rischio è generalmente quella più difficile da raggiungere, le attività di prevenzioni e diagnosi precoce passano attraverso un'offerta attiva modulata per superare le barriere della comunicazione, anche mirando a recuperare i non rispondenti.
Il 54% dei Consultori familiari svolge attività di educazione sessuale anche all'esterno del Consultorio, in collaborazione con la scuola o in altri momenti aggregativi; il 68% svolge attività di educazione sanitaria comprendendo anche educazione all'uso dei servizi e quindi con offerta attiva dei servizi consultoriali.
Di particolare impatto sul problema è la domanda di IVG espressa da donne di cittadinanza straniera, che rappresenta il 30,3% della domanda in Regione (dati 2002), rispetto alle quali l'offerta attiva richiede investimenti relativi alla mediazione culturale, nonché il superamento dell'atteggiamento di diffidenza di tale utenza nei confronti dei servizi: nel corso del 2004-2005 è stata approfondita con i DMI (Dipartimenti Materno Infantili) l'analisi della domanda di salute espressa dalla donna extracomunitaria e le strategie per risposte adeguate.
Per quanto riguarda la modalità di risposta dei Consultori alla domanda di IVG, essa veniva definita come "risposta integrata tra diverse figure professionali" nel 68% dei casi. Per quanto si riferisce alla contraccezione, le richieste su strumenti e tecniche per evitare gravidanze indesiderate si attesta su poco più della metà delle richieste (52%).
Infine va segnalato che il 40% degli interventi dei Consultori riguarda la fascia adolescenziale.
Con DGR n. 30-3451 del 9 luglio 2001 era stata definita la connotazione del servizio consultoriale come servizio di base fortemente orientato alla prevenzione e si era rimandata a successivo provvedimento dell'Assessorato l'individuazione di indicatori di processo e di qualità indispensabili ad una complessiva verifica dell'efficacia della funzione consultoriale. Tale provvedimento non è stato portato a termine nella scorsa legislatura e ci ripromettiamo di riprenderlo in questa. Il finanziamento delle attività consultoriali, nel momento in cui si è passati dal finanziamento a budget a quello a quota capitarla, è stato ricompresso in quest'ultima.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Dichiaro la mia soddisfazione per la risposta dell'Assessore all'interpellanza, che in un certo senso era già stata discussa e approfondita due sedute fa.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne - Opere idrauliche ed acquedotti - Calamità naturali

Interpellanza n. 64 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Costruzione delle casse di laminazione e messa in sicurezza del fiume Po nel tratto casalese"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 64, cui risponde l'Assessore Sibille, che ha pertanto facoltà di intervenire.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Al fine di rispondere all'interpellanza in oggetto, occorre riferirsi allo strumento di governo vigente del tratto di asta fluviale in argomento rappresentato dall'integrazione al Piano per l'Assetto Idrogeologico, il quale ad oggi prevede sostanzialmente l'adeguamento del sistema arginale del fiume Po (pressoché completato) al fine di garantire un primo livello di sicurezza condiviso del territorio.
Anche sulla base delle decisioni assunte dal Comitato Istituzionale nell'ambito dell'adozione definitiva dell'integrazione al Piano per l'Assetto Idrogeologico, l'Autorità di Bacino del fiume Po sta conducendo un approfondimento che definisca nel dettaglio progettuale, in particolare la fattibilità delle nuove aree di laminazione.
A tal fine sono in corso studi e rilievi specifici da parte dell'AIPO e dall'Autorità di Bacino, compresa altresì la modellazione fisica del tratto del Po in corrispondenza di Nuova Casale a supporto dell'adeguamento dell'argine golenale in sponda destra a condizioni di sicurezza equipotenziali rispetto alla sponda sinistra.
In attesa di conoscere i dettagli progettuali delle casse di laminazione, per preservare gli ambiti suddetti da presumibili effetti dannosi di interventi antropici, sono state contestualmente adottate misure specifiche di salvaguardia sino ad un'altra variante di Piano e comunque non oltre tre anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del DPCM di approvazione dell'integrazione al PAI, avvenuta in data 11/12/2003. Queste disposizioni sono contenute nel DPCM citato.
Infine, occorre sottolineare che le procedure di consultazione di cui alla legge n. 183/1989, garantiscono il coinvolgimento e il confronto continuo con gli enti locali in occasione dell'approvazione di varianti al PAI; pertanto nell'ambito di queste procedure potranno essere esaminate le eventuali diverse soluzioni per le casse di laminazione, andando a scegliere, tra le aree idonee sotto il profilo geomorfologico, quelle che offrono un miglior rapporto costi-benefici idraulici attesi, anche in termini di possibile aumento dei franchi arginali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

L'Assessore ha giustamente ricordato come siano terminate le opere di messa in sicurezza di prima fase. Questo fatto è significativo, ma non sufficiente, perché dopo le alluvioni del 1994 e del 2000 la richiesta di sicurezza è salita. Pur sapendo che la sicurezza totale non si potrà mai dare, bisogna comunque addivenire alle opere della seconda fase, che sono indispensabili.
Oggi il termine della prima fase di messa in sicurezza, cioè la presenza di argini elevati per lunghi tratti del fiume Po e in particolare nella zona tra Crescentino e Valenza, da una parte rappresenta una sicurezza, ma, dall'altra, un motivo di rischio, in quanto è facilmente comprensibile che se a questa prima fase non ne segue una seconda, che ha come punto principale la creazione delle casse di laminazione, non essendoci più possibilità teorica di punti di rottura del Po prima di quelle zone, è possibile che una piena di un certo tipo (ad esempio, come quella del 2000 o anche quella del 1994) rispetto a franchi arginali in zone come la Nuova Casale, possa trovare lì il suo momento di sfogo.
E' quindi indispensabile arrivare alla seconda fase, in particolare alla creazione delle casse di laminazione.
La nostra struttura regionale è a conoscenza del fatto che esistono due correnti di pensiero: casse di laminazione fuori dagli argini e casse di laminazione entro gli argini maestri.
La prima corrente di pensiero è oggetto anche di uno studio significativo dell'Autorità di bacino che, al di là del dato scientifico si scontra con il dato economico, perché casse fuori argine implicano necessità di reperire terreni, attraverso espropri; con un costo che qualcuno ipotizza tra i 300 e i 400 miliardi, cosa non facilmente affrontabile in questi momenti.
Esiste quindi l'alternativa delle casse entro gli argini maestri, che sarebbe un intervento attuabile, con i dovuti approfondimenti tecnico scientifici, a costo quasi zero. Ritengo che la Regione debba farsi parte attiva affinché l'Autorità di bacino, il Ministero dell'ambiente e la Direzione della difesa del suolo continuino l'approfondimento per la scelta tra queste due alternative, in modo da giungere al più presto alla soluzione del problema, che riguarda naturalmente il tratto di cui abbiamo parlato (quello tra Crescentino e Casale), ma anche la zona della Nuova Casale, che è un quartiere di Casale Monferrato costruito negli anni '50 nell'alveo del fiume.
Non so se l'Assessore ne abbia già preso conoscenza diretta, ma questa zona presenta dei problemi enormi, anche perché purtroppo la pianificazione di 30-50 anni fa non era stata particolarmente intelligente ed attenta.
Vi sono alcune migliaia di persone che vivono in una situazione di continua insicurezza ed aspettano che si vada rapidamente oltre la prima fase, che è stata un grande passo avanti rispetto alla situazione di abbandono che vigeva prima delle due alluvioni e degli interventi statali e regionali, creando maggiore sicurezza. Ora però ci si aspetta di procedere per cercare non quella sicurezza totale che non sarà mai possibile trovare ma almeno quella sicurezza a più alti livelli, che è necessario comunque ricercare.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione n. 22 dei Consiglieri Casoni e Botta, inerente a "Traforo del Mercantour"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'interrogazione n. 22, cui risponde l'Assessore Borioli, che ha pertanto facoltà di intervenire.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e infrastrutture

Ho esaminato l'interrogazione e sono in grado di contenere la risposta in tempi brevi.
In realtà,, la questione riguarda la realizzazione del Mercantour come prosecuzione della Asti-Cuneo e del collegamento verso Nizza; nelle schede che solitamente accompagnano le manovre di bilancio, ne troverà un'illustrazione puntuale.
Per quanto ci riguarda, è nostra intenzione portare avanti tutti gli approfondimenti tecnici necessari alla fattibilità e alla definizione con maggior puntualità dei costi dell'intervento, se del caso, per attivare tutti gli iter procedurali necessari alla realizzazione.
Vorrei precisare, però, alcuni aspetti. In primo luogo, questa vicenda è stata recepita, nella sua rilevanza strategica, dal CIPE nel 2003.
Pertanto, ribadita l'intenzione della Regione Piemonte di procedere su questo approfondimento, non posso francamente rispondere sul perché, dal 2003 ad oggi, non siano stati adottati tutti gli atti, che pure potevano essere adottati, per dar corso concretamente all'utilizzo delle risorse che sarebbero state stanziate all'occorrenza dal Governo nazionale e che non sono state spese, in quanto la Regione - non sotto la mia direzione - non ha sottoscritto le convenzioni che doveva sottoscrivere con ANAS, per poi trasferire ad ARES le risorse.
La risposta a tale questione, evidentemente, sta in altra sede: forse dovrebbe essere l'oggetto di un'interrogazione a ruoli invertiti, qualora sedessi fra i banchi dell'opposizione. Ma poiché faccio un mestiere diverso, mi limito a registrare quanto doveva e poteva essere fatto da quando, nel 2003, il CIPE decise di inserire quest'opera fra le sue valutazioni strategiche. Come mai questo non sia stato fatto non lo so; non sono in grado di rispondere. Preciso soltanto che confermiamo l'impegno a tutti gli approfondimenti necessari, fermo restando che l'intero quadro degli sviluppi relativi al collegamento tra Cuneo e Nizza non pu prescindere da una comune valutazione con i nostri partner francesi. Da questo punto di vista, potremmo anche svolgere un'azione di persuasione, ma se alla fine i francesi non saranno d'accordo a realizzare questo tipo di collegamento non potremo imporlo.
Nei confronti della Francia, nel 1940, avevamo provato ad adoperare altri strumenti o altri sistemi, ma la storia ci insegna che non è andata troppo bene. Dunque, mi pare che non si possa eludere il nodo di un accordo con i francesi per quanto riguarda le infrastrutture che dobbiamo condividere.
Dico questo, perché analoga considerazione vale per altre questioni su cui - lo dico con molta sincerità, anche se capisco che fare opposizione rientra nel mestiere della politica - si cerca di gettare, sulle spalle di una Giunta insediata da pochi mesi, la croce di diecimila fantasmi che riguardano la volontà di cancellare fondi, di stravolgere gli impegni precedentemente assunti, di porsi da ostacolo ai grandi collegamenti internazionali. Questa vicenda rientra in quel tipo di atteggiamento politico che non ha, però, riscontro nelle intenzioni, nella volontà e negli atti amministrativi. Anzi, noi cercheremo di fare, in questo senso ciò che la Giunta precedente non ha fatto, pur avendo, come dicevo prima atti e risorse messe a disposizione dal Governo.
Mi piacerebbe che cominciassimo a confrontarci, anche all'interno di quest'aula, su dati di fatto reali. Mi riferisco, ad esempio, alla famosa questione della seconda canna del Frejus, che, secondo qualcuno, il Ministero Lunardi, all'indomani dell'incidente del Frejus, sarebbe arrivato a Parigi ad imporla alla volontà dei francesi. In realtà non è andata così perché il Ministero Lunardi ha preso atto di una volontà diversa da parte dei francesi e, con buon senso, credo che abbia ritirato l'ipotesi nel cassetto per riparlarne in altri momenti più propizi.
Anche su questa materia, al di là della risposta specifica che ho già fornito, proseguiremo in tal senso. Se ci sono ancora queste risorse dello Stato, le cattureremo con le convenzioni che dovranno essere sottoscritte (e che - ripeto - ad oggi, non sono state sottoscritte), fermo restando che dovremo confrontare i nostri intenti programmatori e di progettazione con la corrispondente parte francese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Prendo atto volentieri di questo cambio di volontà espresso dall'Assessore, perché credo che tutti i Consiglieri della provincia di Cuneo possano confermare che la Presidente Bresso, più volte, a precise domande, addirittura anche in recenti articoli, aveva precisato che il Mercantour non è nei programmi della Giunta, ma che si sarebbe potenziato il Monginevro unitamente ad altre infrastrutture.
Prendo dunque atto di questo cambiamento di volontà, che mi fa piacere perché certo non presentiamo le interrogazioni per sollevare delle polemiche. Non conoscendo la sua risposta, non ho portato gli articoli a cui accennavo poc'anzi, ma mi premurerò di farglieli pervenire, affinché si chiarisca con la Presidente Bresso e che lei possa dire: "Sì, il Mercantour rientra nei nostri progetti, a patto che - come giustamente ha ricordato l'Assessore - si raggiunga un'intesa coi francesi".
Sono due aspetti differenti, perché un conto è dire: "Non ci interessa non lo spingiamo e i francesi non sono d'accordo"; altra cosa è dire: "Non è nei programmi della Giunta Bresso". Infatti, io l'ho anche cercato nella parte del programma relativo alle infrastrutture, ma non l'ho trovato.
Pertanto, prendo atto di questo cambiamento.
Bisogna, inoltre, fare un ragionamento diverso: le infrastrutture si "portano a casa" se c'è una volontà espressa anche con i paesi confinanti per trovare delle soluzioni. Io, che ho partecipato per sette anni alla Commissione intergovernativa, posso confermare che i francesi hanno sempre detto: "Il Mercantour non ci interessa fino a quando non sarete in grado di arrivare con l'autostrada a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo".
Visto che la progettata autostrada è stata appaltata fino a Borgo San Dalmazzo - perché nell'ultima gara, quella vinta dal consorzio di imprese che dovrà completare l'autostrada, è compreso anche quel collegamento bisognerebbe fare pressioni sui francesi per dire: "A Borgo San Dalmazzo che è a 12 chilometri dall'imbocco dell'ipotetica galleria del Mercantour ci arriviamo con l'autostrada, liberando l'immodificabile autostrada ligure" (la stessa Regione Liguria aveva dichiarato di essere favorevole a tale infrastruttura, perché alleggerirebbe il traffico insostenibile sull'autostrada dei fiori).
La nostra Regione entrerebbe in una direttrice Milano-Asti-Cuneo-Nizza che farebbe del Piemonte meridionale un grande asse di transito: tutti sappiamo che, dove transitano merci e mezzi, si sviluppa economia, si insediano imprese, nuove attività e quant'altro.
Assessore Borioli, per fare questo, bisogna crederci. Nella Commissione intergovernativa occorre tenere, con forza, la posizione, così come avevamo fatto noi. Giustamente, lei ha detto che è stato inserito nella legge obiettivo. E ciò non è un caso, perché la Regione Piemonte aveva fatto una grande opera di pressione sul Governo in tal senso.
La convenzione non è stata ancora siglata, ma è stata predisposta dalla Regione ed era in via di definizione; ciò non perché la Regione non l'avesse presentata, ma perché l'ANAS la doveva visionare nel proprio Consiglio di Amministrazione per liberare le risorse relative. Mi risulta che l'ANAS oggi sia disponibile a firmarla.
Dalla Regione Piemonte questa disponibilità c'è stata fin dall'inizio perché è il soggetto che deve ricevere i soldi, quindi non credo che ci possano essere dubbi in proposito. L'ANAS, adesso, è disponibile a trasferirli; si tratta di chiudere la convenzione, di acquisire questi due milioni e mezzo di euro per fare lo studio di fattibilità attraverso gli strumenti che l'Assessorato riterrà idonei per realizzarlo. Questa sarebbe la dimostrazione che la Giunta Bresso, con la volontà di un atto concreto ha deciso che il Mercantour è una strada da seguire. Negli incontri bilaterali fra Italia e Francia, sarebbe bene che chi vi partecipa (la Presidente Bresso e gli Assessori regionali) ribadisse ogni volta che le priorità del Piemonte - per quanto riguarda questo collegamento - sono la Torino-Lione e il Mercantour. I francesi avevano posto più un problema di allacciamento a questo tunnel, che non un problema di fattibilità; inoltre hanno sempre detto che non bisogna fare un collegamento autostradale, ma un tunnel stradale, che potrebbe benissimo essere accettato superando anche quella famosa Convenzione delle Alpi, che impedisce la costruzione di nuovi trafori autostradali. Si tratterebbe di un tunnel stradale costruito adeguatamente, con le misure oggi necessarie; su questo, i francesi avevano già detto che di autostrada non si poteva parlare, ma che di un tunnel stradale (barra, ferroviario) si poteva discutere.
Ciò se non si vuole lasciare il Piemonte meridionale più isolato di quello che è, con un'autostrada che arriverà a Borgo San Dalmazzo e con un traffico che in quel punto aumenterà sicuramente, costringendo decine di migliaia di automobilisti e di autotrasportatori a percorrere il Tenda vecchio o la Maddalena piuttosto che gli altri valichi veramente impraticabili (dove il rischio inquinamento è forte) e con disagi tali da rendere invivibile la vita alle popolazioni locali.
Queste sono infrastrutture che tutti vogliono, quindi chiedo che l'Assessore si adoperi affinché la Presidente Bresso faccia questa dichiarazione pubblica, in modo che tutti possiamo prenderne atto, perché i pronunciamenti precedenti erano orientati diversamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e infrastrutture

Al di là delle dichiarazioni a mezzo stampa, ribadisco che noi proseguiremo verificando con l'ANAS la disponibilità a sottoscrivere la convenzione. Se gli atti sono predisposti da parte della dirigenza ANAS e pronti per essere sottoscritti, li sottoscriveremo. Quello che voglio precisare - sono abituato a confrontarmi con i dati - è che tutte le considerazioni svolte riguardano la rilevanza strategica di questo collegamento, quindi le questioni che si aprono con il completamento della Asti-Cuneo sono tutte fondate.
Registro soltanto che è stata predisposta una nota tecnica e non una nota politica, sulla scorta della quale mi si dice che in legge obiettivo 2002 erano previsti, per questa infrastruttura, 2 milioni e 580 mila euro, fondi che risultano non essere stati utilizzati. Mi limito a registrare che, a fronte di quella disponibilità finanziaria garantita dalla legge obiettivo se l'ANAS impiega tre anni per predisporre una convenzione e farla sottoscrivere alla Regione, non mi pare che la responsabilità possa essere imputata alla Giunta regionale; caso mai, dovrebbe essere imputata all'ANAS: poiché opera sotto la supervisione del Governo nazionale, forse potrebbe essere richiamata ad una maggiore puntualità ed efficienza.
Registro che su questa questione ci sono 2 milioni e 580 mila euro già stanziati nel 2002, che da tre anni sono in attesa di essere spesi. Al massimo, potremmo essere accusati di non avere sottoscritto la convenzione a tempo di record il giorno dopo il nostro insediamento.
Sicuramente, se adesso c'è questa condizione con l'ANAS, se quelle sono risorse assegnate per essere destinate dall'ANAS alla Regione Piemonte e a loro volta destinate ad ARES per avviare la progettazione, senza dubbio procederemo, perché soltanto con la progettazione potremo conoscere problemi e costi di un'opera che, credo, vada effettivamente considerata strategicamente rilevante.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni e interpellanze

Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 18 dei Consiglieri Robotti, e Chieppa inerente a "Progetti di sviluppo dell'Aeroporto Sandro Pertini e aree circostanti (Area A.T.A. del PRG di Caselle)" (Risposta scritta)

Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza n. 40 del Consigliere Robotti inerente a "Affitti case ATC" (Risposta scritta)

Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Interpellanza n. 5 dei Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Istituto sperimentale per l'Enologia di Asti" (Risposta scritta)

Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 6 dei Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Caseificio sociale di Roccaverano" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

L'Assessore Borioli, che doveva rispondere sull'interpellanza n. 18 dei Consiglieri Robotti e Chieppa, inerente a "Progetti di sviluppo dell'Aeroporto Sandro Pertini", fornirà una risposta in forma scritta. Per quanto riguarda l'interpellanza n. 40, "Affitti case ATC", l'Assessore Conti fornirà la risposta scritta. Anche l'interpellanza n. 5, inerente a "Sull'Istituto sperimentale per l'enologia di Asti" e l'interpellanza n.6 inerenti a "Caseificio sociale di Roccaverano", presentate entrambe dai Consiglieri Chieppa e Robotti, riceveranno la risposta scritta da parte dell'Assessore Taricco.
Ricapitolando, le interpellanze n. 18, 40, 5 e 6 riceveranno risposta scritta. La risposta da parte dell'Assessore Taricco all'interrogazione n.
26, "Nubifragio nell'Ovadese" del Consigliere Cavallera, essendo quest'ultimo in congedo, la lascerei alla prossima seduta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 94 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Piano paesistico della Tenuta ex Reale e del centro storico di Pollenzo"


PRESIDENTE

L'Assessore Conti, risponde all'interrogazione n. 94.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Il Piano paesistico dell'area della Tenuta ex Reale e del centro storico di Pollenzo è stato adottato con la procedura e con i provvedimenti indicati nella premessa dell'interrogazione in argomento.
La sua approvazione definitiva non è stata deliberata dall'Aula del Consiglio regionale probabilmente per mancanza di tempo oppure per l'anticipazione della data delle elezioni amministrative.
Si segnala tuttavia che, tra l'adozione definitiva del Piano Paesistico (21 luglio 2003), modificato a seguito delle osservazioni pervenute durante la fase di pubblicazione dello stesso, e l'esame della seconda commissione consiliare avvenuta (2 dicembre 2004), si sono rese necessarie ulteriori modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione a seguito dell'accoglimento di specifiche richieste pervenute da associazioni locali, una delle quali appositamente costituita in opposizione ai contenuti del piano (Comitato delle Aziende lese dal piano paesistico), che sono state sentite in occasione di due incontri avvenuti presso gli uffici dell'Assessorato.
I contenuti delle modifiche apportate con l'ultimo provvedimento della Giunta regionale rischiavano di inficiare gli obiettivi di tutela del paesaggio e pertanto erano poco condivisi dagli estensori del Piano.
Si segnala, infine, che l'Amministrazione Comunale di Bra ha espresso ufficialmente parere favorevole al Piano condividendo le scelte in esso contenute, che hanno determinato altresì la riprogettazione di una consistente area industriale revocando un precedente piano per insediamenti produttivi con variante al Piano Regolatore Generale Congiunta per rielaborarlo secondo le indicazioni dettate dal Piano Paesistico adottato e in salvaguardia. Ricordo, per chiudere, che il Piano Paesistico adottato è in salvaguardia, ai sensi della LR 56/77 e s.m.i., sino al 16 dicembre 2005.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Se il Consigliere Botta non vuole intervenire in merito alla risposta dell'Assessore, faremo pervenire la risposta scritta ai colleghi Consiglieri.
Il sindacato ispettivo è terminato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g

Argomento: Ordinamento regionale

Disegno di legge n. 23 "Prima legge regionale di semplificazione e disciplina dell'analisi d'impatto delle regolamentazione", i cui relatori sono i Consiglieri Cattaneo e Cotto (iscrizione o.d.g.)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 52 "Provvedimenti straordinari a favore dei lavoratori socialmente utili (LSU)", presentato dai Consiglieri Clement, Travaglino Bizjak, Rutallo, Laus, Deambrogio, Robotti, Vignale, Pichetto Fratin Ferrero, Allasia, Comella (iscrizione o.d.g.)

Argomento: Assestamento di bilancio

Proposta di deliberazione n. 19 "Assestamento di bilancio 2005 e applicazione dell'avanzo di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2004 e conseguente aggiornamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2005" (iscrizione o.d.g.)

Argomento: Questioni internazionali - Ordine pubblico e sicurezza

ordine del giorno n. 64, "Uccisione Monsignor Luigi Locati, maggior sostegno ai missionari piemontesi", presentato dai Consiglieri Cotto Gariglio, Pedrale, Cattaneo, Laus, Bizjak, Reschigna, Pichetto Fratin Ghigo, Clement, Cavallaro, Leo, Buquicchio, Ferrero, Manolino, Motta Dalmasso, Travaglino, Boeti, Larizza, Rostagno, Auddino, Ricca, Rabino Guida, Rossi, Monteggia, Dutto, Allasia, Ferraris, Botta e Spinosa (iscrizione o.d.g.)


PRESIDENTE

Come concordato in Conferenza dei Capigruppo, prima di svolgere la commemorazione per le vittime della strage di Londra, passiamo all'iscrizione dei seguenti provvedimenti: disegno di legge n. 23, "Prima legge regionale di semplificazione e disciplina dell'analisi d'impatto delle regolamentazione", i cui relatori sono i Consiglieri Cattaneo e Cotto disegno di legge n. 52, "Provvedimenti straordinari a favore dei lavoratori socialmente utili (LSU)", presentato dai Consiglieri Clement, Travaglino Bizjak, Rutallo, Laus, Deambrogio, Robotti, Vignale, Pichetto Fratin Ferrero, Allasia, Comella (a tal proposito, informo l'Aula che vi è stato un incontro tra l'Assessore, alcuni membri dell'ufficio di Presidenza e il Presidente della Commissione competente, con una delegazione dei lavoratori socialmente utili) proposta di deliberazione n. 19, "Assestamento di bilancio 2005 e applicazione dell'avanzo di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2004 e conseguente aggiornamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2005" ordine del giorno n. 64, "Uccisione Monsignor Luigi Locati, maggior sostegno ai missionari piemontesi", presentato dalla Consigliera Cotto ed altri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non ho la sensazione di una prevalenza del numero legale così significativa, nel momento in cui lei sta per procedere all'iscrizione di una serie di disegni di legge. Sbaglio, Presidente?



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Burzi per la segnalazione visiva, oltre che numerica. Rispetto alla richiesta di iscrizione di provvedimenti all'o.d.g., mi sembra di aver visto solo assensi, sia da parte dell'opposizione che da parte dalla maggioranza; quindi li darei per iscritti.



(L'Aula, all'unanimità acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

In attesa di procedere con i successivi punti all'o.d.g., sospendo la seduta per qualche minuto, per poi iniziare, come concordato nell'ultima riunione con i Presidenti di Gruppo, con la commemorazione per i fatti successi a Londra e con gli interventi dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.45 riprende alle ore 11.47)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO


Argomento: Questioni internazionali - Commemorazioni

Commemorazione della Presidenza del Consiglio per ricordare le vittime dell'attentato terroristico del 7 luglio 2005 a Londra


PRESIDENTE

Ad inizio seduta mi è doveroso fare, a nome del Consiglio regionale alcune riflessioni sugli accadimenti della scorsa settimana.
Giovedì 7 luglio a Londra un attacco terroristico è stato perpetrato da un gruppo di attentatori suicidi, con svariate decine di morti e centinaia di feriti.
La solidarietà del Consiglio regionale del Piemonte e mia personale è totale e piena di compassione per le vittime, i loro parenti e l'intero popolo del Regno Unito.
In aggiunta alla constatazione di come questo tipo di attacco terroristico indiscriminato sia difficile da prevenire, dalle indagini in corso a Londra emerge un'altra e più inquietante verità: i quattro attentatori suicidi erano tutti di nazionalità britannica. Giovani musulmani nati e cresciuti non in Medio Oriente o in Iraq - realtà percorse da tensioni e violenze - ma nella civile, tollerante e multietnica Inghilterra.
Com'è potuto accadere tutto questo? A Madrid come a Londra, i terroristi hanno dimostrato rilevanti capacità organizzative; questo terrorismo conferma la propria natura di movimento politico internazionale, che utilizza cinicamente l'arma della strage per l'alterare i processi democratici.
Le democrazie, con le loro regole liberali e democratiche di pacifica convivenza e di rispetto dei cittadini, lasciano spazi utilizzati anche da chi si avvale delle garanzie per insinuarsi nella società per colpirla e per distruggerla.
Forse i valori della nostra civiltà, la tolleranza e la democrazia sono fragili. Ma certamente non per il loro contenuto. La convivenza pacifica e la tolleranza non si edificano con la demonizzazione del diverso.
Non possiamo considerare ogni alter un potenziale nemico; altrimenti non riusciremo mai a capire cosa contribuisce al bene comune se non riusciamo a discernere tra un'esigua minoranza di fanatici assassini e una maggioranza che quotidianamente sta accanto a noi cercando di integrarsi imparando ad accettare e poi a condividere le regole della nostra società e, forse un giorno, unirsi a noi per migliorarle.
Percorrere la strada dello scontro di civiltà, entrando in una logica distruttiva che è propria dei terroristi, allargando i fronti e i livelli dello scontro, rischia di portare ad una vertiginosa crescita della barbarie mondiale.
Il diritto alla difesa è assoluto e intangibile e riguarda i beni, i valori e le persone, per cui occorre disarmare al più presto i terroristi.
Ma occorre capire il fenomeno sino in fondo con un'analisi che possa comprendere come il terrorismo, assolutamente mai giustificabile, utilizzi la disperazione, le ingiustizie e le oppressioni per esportare l'aggressione dalle tradizionali aree di conflitto a tutti i Paesi dell'Occidente.
Le massime civiltà hanno imparato che i valori non si "scontrano", ma si confrontano, si intrecciano, si approfondiscono e si affinano nel dialogo.
Un valore entra nell'animo veramente solo per la sua autorevolezza etica. Diversamente sarà qualcosa che è imposto e che diventa un giogo per chi ritiene di averlo subito.
La logica del dialogo è la più complessa e faticosa, ma è l'unica percorribile per la pace nel mondo; a tal fine, bisognerebbe rafforzare i nostri sforzi di interloquire con quanti nel mondo arabo e in quello islamico hanno intrapreso percorsi di convivenza, di giustizia, di democrazia e di tolleranza.
I patimenti causati da questi "atti barbarici contro l'umanità", come sono stati definiti dalla grande autorità morale rappresentata da Benedetto XVI, non colpiscono solo l'Occidente, ma anche gli abitanti e i dirigenti più illuminati dei paesi arabi moderati che faticosamente lottano per una maggiore giustizia e per la democrazia nelle loro società.
Rimane da capire - torno a dirlo - come quattro giovani, inseriti nel tessuto sociale della civilissima Inghilterra, siano divenuti preda del fondamentalismo. Il fanatismo ha reso quattro persone, dalla vita apparentemente normale, quattro barbari assassini, figli della "cultura dell'odio" assimilata non in un campo profughi, ma nei "tranquilli" sobborghi di Leeds.
Contro il terrorismo dobbiamo dunque evitare divisioni e ricercare invece, orientamenti comuni e larga condivisione politico-istituzionale.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i Capigruppo per la grande sintonia con cui si è voluto arrivare ad un momento di commemorazione, in questa sala, delle tante vittime dell'attentato di Londra, cercando di far emergere il livello istituzionale di questo momento di riflessione piuttosto che non le divisioni che, inevitabilmente, ci sono sulle posizioni politiche e su questo tema, all'interno di ciascuno di noi.
Vi chiedo un minuto di silenzio, in commemorazione delle vittime della strage terroristica di Londra e anche delle tante vittime del terrorismo che in questi giorni attraversano i Paesi colpiti dal fondamentalismo.



(I Consiglieri, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Ho apprezzato le sue parole e l'attenzione con cui ha cercato di evidenziare le difficoltà e le ingiustizie che contraddistinguono questa fase della storia e i rapporti tra paesi ricchi e paesi poveri.
Credo che gli attentatori suicidi di Londra, così come tanti altri che ogni giorno provocano morte e distruzione in tanti altri luoghi del pianeta, siano figli della stessa logica di distruzione e di morte con cui alcuni paesi occidentali, cosiddetti progrediti, hanno aggredito e occupato militarmente nazioni in cui non erano presenti elementi di opposizione e nemmeno avevano richiesto un intervento militare di liberazione.
Prima abbiamo assistito all'occupazione dell'Afghanistan, poi a quella dell'Iraq e di tutta un'area geografica alle porte del colosso cinese e dell'ex blocco sovietico. Tutti gli osservatori economici e militari dicono che questa aggressione e occupazione ha una motivazione molto semplice: giungere agli enormi giacimenti di petrolio del Mar Caspio per trasferire il greggio contenuto in quell'enorme bacino naturale verso la Turchia ovvero verso i porti degli amici dell'occidente, permettendo così il trasferimento del greggio nei paesi occidentali, nei paesi con un forte sviluppo di tipo capitalistico.
Pensiamo che le dichiarazioni di tipo umanitario, di liberazione e di democrazia, in realtà, nascondano i veri motivi che spingono alla guerra e all'aggressione, che sono di tipo economico: si tratta di un sistema economico e di sviluppo contro la storia e l'umanità, che vede pochi milioni di esseri umani obbligare la stragrande maggioranza del genere umano a vivere in povertà, negli stenti e senza la possibilità di guardare ad un futuro di miglioramento complessivo delle proprie condizioni di vita.
Questa è una logica da denunciare senza ipocrisia.
Noi non vogliamo più sentire l'ipocrisia con cui si giudicano i morti e le aggressioni. Ogni aggressione e ogni morto, sia a Londra, sia in Iraq sia in Afghanistan, merita la nostra attenzione; ogni morto deve avere la nostra pietà.
Nello stesso momento degli attentati di Londra, quaranta bambini, che raccoglievano caramelle e cioccolato dei soldati americani, venivano uccisi da un'autobomba in Iraq, ma nessun osservatore o commentatore lo ha riportato e in nessun momento di celebrazione sono state affiancate quelle quaranta vittime innocenti alle vittime di Londra. Perché questo? C'è qualche vittima che conta di più e qualche altra che conta di meno? Le vittime occidentali, vicine al nostro modello di vita, di consumo e culturale, sono più morti degli altri? Noi pensiamo di no.
L'ipocrisia con cui giudichiamo la storia e i suoi avvenimenti è fasulla, perché si regge solo sull'idea che il nostro modello di sviluppo sia l'unico possibile, così come il nostro modello di democrazia e il nostro sistema politico; però, il nostro modello politico, insieme al nostro sistema di democrazia, è quello di Guantanamo, in cui i prigionieri sono detenuti nelle gabbie esposte al sole a 40-45°, in estate e in inverno, in cui vengono negati i diritti civili. La nostra democrazia è quella di Mossul, è quella dei bombardamenti su civili afgani e iracheni.
Noi pensiamo che non sia così. Noi pensiamo che non sia questo il modello ultimo a cui guardare. Questo è un modello informato esclusivamente sul denaro e sull'economia, che non guarda agli interessi complessivi del genere umano, ma agli interessi particolari di pochi esseri umani, di poche potenze economiche e di poche società che impongono la propria volontà e il proprio volere alla stragrande maggioranza del genere umano.
Noi abbiamo grande rispetto per chi è morto per atti terroristici barbari, che condanniamo con forza; tuttavia, vogliamo che le istituzioni democratiche di questo paese esprimano un no chiaro e netto alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Vogliamo il rispetto dei mandati che i nostri padri costituenti hanno dato al nostro modello di democrazia, ovvero un paese che si batte non per fare la guerra ma per trovare soluzioni di pace, un paese che si batte per mediare tra chi oggi configge, un paese che si mobilita per costruire elementi e vie d'uscita dalla guerra verso la pace.
Oggi, noi questo non lo stiamo facendo, in quanto ci siamo accodati e in qualche modo, ci siamo resi subalterni alla potenza militare americana.
Ancora una volta, chiediamo con forza il ritiro immediato delle nostre truppe dell'Afghanistan. Ci rivolgiamo a questo Consiglio affinché faccia pressione sul Governo italiano. Chiediamo che il nostro paese ritorni ad avere nell'area mediorientale quel grande ruolo di mediazione e di pace che ha avuto, ad esempio, per il Libano e che ha permesso tanti momenti di confronto tra il popolo palestinese e israeliano.
Infine, chiediamo che si smetta di ragionare con l'ipocrisia per cui chi muore in occidente è un morto a cui dobbiamo tributare i minuti di silenzio e chi muore nei paesi occupati militarmente o economicamente svantaggiati non merita la nostra attenzione. Tutti i morti meritano attenzione, tutti i morti chiedevano giustizia e libertà.



PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi al rispetto dei cinque minuti a termine di Regolamento.
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Signor Presidente, intervengo per comunicare a lei e ai colleghi che proprio in funzione dei toni e contenuti legittimamente espressi dal collega Robotti in quest'Aula, per stigmatizzare la modalità e i contenuti del suo intervento, come Capogruppo di Forza Italia, rinuncio all'intervento: doveva essere una commemorazione, un momento in cui era giusto rivolgere, con riguardo, attenzione alle vittime. Questa occasione non doveva essere utilizzata, sia pur legittimamente, per svolgere considerazioni politiche, che ritengo non in sintonia con il momento che avevamo stabilito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Il Gruppo della Lega Nord è dispiaciuto per le parole espresse dal Capogruppo Robotti. Si era deciso di rinviare la discussione di ordini del giorno per evitare la polemica sui morti, ma così non è stato: rinunciamo all'intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Mi associo ai Capigruppo di Forza Italia e della Lega Nord; anche io avevo preparato un discorso in forma di solidarietà.
Ringrazio il Presidente per la trasparenza e il modo in cui ha esercitato il ruolo di Presidente di Assemblea. Giustamente, come è stato ricordato, nella Conferenza dei Presidenti si era convenuto di svolgere interventi di cinque minuti in segno di solidarietà e non di strumentalizzazione relativamente a quanto accaduto a Londra.
Quindi, come Capogruppo dell'UDC, insieme ai miei colleghi, mi astengo dal manifestare la mia solidarietà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, logicamente, anche il nostro Gruppo è rimasto perplesso di fronte a queste dichiarazioni; però, oltre a rinunciare all'intervento, a questo punto, le chiederei che le decisioni prese a livello di Capogruppo vengano puntualmente rispettate in Aula.
Se questa è la situazione, il nostro Gruppo potrà chiedere legittimamente, in una delle prossime riunioni dei Capigruppo, di convocare una seduta apposita sui temi internazionali. Oggi, però, non è il momento per fare questo.
La ringrazio comunque dell'intervento che ha voluto fare rispettando appieno i dettati dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ci tengo a precisare che, relativamente a questa situazione, avremo modo di discutere sugli aspetti procedurali nel corso della Conferenza dei Capigruppo di domani, fermo restando che non è facoltà del Presidente dell'Assemblea intervenire sulle posizioni politiche di ciascuno.
Comunque, domani, in sede di Conferenza di Capigruppo, avremo modo di ragionare e capire come calendarizzare, eventualmente, un supplemento di riflessione su questi temi, anche perché immagino che, a questo punto, ci potrà essere l'esigenza di ripresentare alcuni documenti che avevamo accantonato.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Presidente, condividiamo appieno le parole da lei pronunciate in quest'aula per commemorare le vittime dell'ennesimo attentato terroristico.
E' evidente la ragione che, nella riunione dei Capigruppo, ci ha spinto a decidere di fare questa commemorazione ed esprimere principalmente il nostro cordoglio alle famiglie delle vittime del terrorismo.
Volevamo dare un segnale altre istituzioni piemontesi e ai cittadini piemontesi, ovvero che il Consiglio regionale si fermava per riflettere ed esprimere un sentimento di cordoglio unanime (credo che questo sia il punto fondamentale e al riguardo non ci sono dubbi).
Anche se il Consiglio regionale non ha competenze, ritengo importante che in questi momenti vi sia un confronto, un dialogo aperto tra maggioranza e minoranza sulle questioni che oggi pongono il terrorismo e i gravi problemi aperti a livello internazionale. Potremo fare questo approfondimento con la presentazione dei numerosi ordini del giorno che sono già stati presentati e degli altri che seguiranno.
Il Capogruppo Robotti ha legittimamente espresso alcune considerazioni sulle quali naturalmente siamo chiamati tutti - d'accordo o non d'accordo a confrontarci. Penso che oggi vada fatto emergere lo spirito unitario di condanna del terrorismo di tutto il Consiglio regionale e un impegno da parte nostra, per quello che possiamo fare, per quanto di nostra competenza, per realizzare un confronto democratico e offrire un sostegno a tutte quelle forze che vogliono impegnarsi insieme alle istituzioni non soltanto per combattere il terrorismo, ma anche per sconfiggerlo.
Ci sono molte cause che portano oggi in Europa a far avanzare questa logica terroristica: su queste logiche, su queste cause e ragioni noi dobbiamo riflettere. Voglio anch'io rinviare un discorso di approfondimento rispetto a questo tema.
Quello che mi preme oggi dire, per riportare uno spirito unitario all'interno dell'aula, è che è giusto far emergere quanto unisce tutti noi nel condannare il terrorismo; vorrei invitare tutti i Gruppi consiliari a un ulteriore approfondimento nella seduta che verrà decisa domani dai Capigruppo, sapendo che, anche se di fronte a noi abbiamo un periodo in cui dovremo discutere alcune questioni legate alla vita consiliare, non dobbiamo pensare di rinviare questa riflessione molto in là nel tempo.
Abbiamo bisogno di affrontare questi argomenti - discuteremo quando calendarizzarli - nel più breve tempo possibile; dobbiamo tornare su questi temi, per riflettere e confrontarci in modo democratico all'interno di quest'aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Avremmo preferito - l'ho anche detto nell'incontro dei Capigruppo - un semplice momento di commemorazione per i gravissimi fatti di Londra che tutti condanniamo. Nella riunione dei Capigruppo si era convenuto che i singoli Gruppi sarebbero intervenuti e, come ho rilevato in quella sede ciò avrebbe inevitabilmente portato a valutazioni politiche differenti non tanto sul fatto in sé (siamo tutti contro le bombe, i massacri, gli attentati), ma sulle cause e le ragioni che hanno portato a una situazione così grave.
Mi limito ad alcune considerazioni. Oggi ci troviamo davanti a una situazione di guerra sostanzialmente permanente, molto diversa da quella che c'era stata prospettata una decina di anni fa. La prima guerra del Golfo ci era stata presentata come un guerra breve per la democrazia, che avrebbe risolto la questione palestinese e che, dato il crollo dei Paesi dell'Est e dell'URSS, avrebbe portato un'epoca di pace in cui sarebbero stati affrontati i grandi problemi complessivi del mondo: l'ambiente, la povertà, la miseria, la fame. Da allora la situazione è stata completamente differente: una guerra costante che ci accompagna, alla quale ci siamo abituati tutti in modo preoccupante.
La Jugoslavia: una pagina grave, su cui - lo sapete - abbiamo avuto un atteggiamento diverso da tutte le altre forze politiche presenti in quest'aula.
L'Afghanistan: la guerra drammatica non ha risolto assolutamente le grandi questioni di democrazia, ivi compresa la condizione femminile di quel Paese.
La nuova guerra di pochi anni, basata su invenzioni, menzogne, certo contro un regime tirannico che aveva massacrato, ucciso le minoranze religiose, i curdi, il movimento comunista, non ha assolutamente risolto anzi ha reso più gravi quelle che sono le grandi questioni di diversità e di rapporto fra mondi differenti, tra mondo occidentale e mondo arabo, fra culture diverse che vengono teorizzate da alcuni, anche nel nostro mondo come assolutamente inconciliabili.
Il mondo arabo e il mondo islamico non è un tutto unico; c'è il rischio, però, che in questo scontro emergano le culture peggiori, le parti peggiori.
Non era così il mondo arabo quando, nei primi anni '50, l'Egitto ha dato speranze, pensando all'unità di questo mondo e a forme di forte lotta anticoloniale.
Non era così in Iraq nel 1958; la rivoluzione militare (chiamiamola in questo modo) ha avuto come soggetto una forza laica che si è impadronita di questo Stato e ha tentato di lanciarlo verso un cambiamento sociale profondo.
Non era così in Algeria, che ha vissuto una guerra di popolo durata otto anni, contro cui la cultura, la grande civiltà occidentale ha compiuto le barbarie peggiori, scavando un solco drammatico fra questi mondi.
Non era così in Palestina. Il popolo palestinese è stato la vetta culturale e intellettuale del mondo arabo ed è oggi in una condizione drammatica che rischia di aggravarsi ulteriormente Noi pensiamo che questo sia accaduto per tanti fatti, di cui parleremo in altro consiglio, ma anche perché forse manca la speranza di una qualunque alternativa sociale e politica in questo mondo, e allora le culture peggiori dalle varie parti emergono sempre.
Il sangue di Londra come quello di Madrid, di New York, dei Paesi arabi bombardati, di Belgrado bombardata anni fa ci pongono delle domande. Le pongono agli USA perché non basino la loro politica economica solamente sulla guerra. Le pongono ai governi, il nostro in testa, che si sono imbarcati in una guerra travestita da impresa umanitaria. Le pongono ai cosiddetti G8 - autoproclamatisi G8 - perché pensino ad abbattere la povertà e la disperazione delle parti più povere del mondo. Nella Populorum Progressio del 1967, a mio parere espressione di una Chiesa diversa da quella di oggi, in cui il vento conciliare spirava fortemente, si diceva che i paesi ricchi avevano un problema e una responsabilità morale estremamente grave, perché la loro avarizia avrebbe suscitato il giudizio di Dio - quello cui io, come tutti sanno, non credo - ma anche la collera dei poveri, con conseguenze imprevedibili.
Si pongono interrogativi ai Paesi occidentali, ma anche all'Islam perché esca da questa logica perversa, dalle ambiguità drammatiche in cui si trova, ricordando che ogni religione ha aspetti e volti profondamente differenti.
Ho sintetizzato queste considerazioni, che non penso siano solo di parte. Ritengo che sarebbe stato opportuno convocare un Consiglio con una logica differente; si era anche parlato di un invito al Console inglese per un omaggio doveroso, che spero si possa fare in altra data e sede.
Mi auguro che queste considerazioni non vengano giudicate un comizio politico, ma semplicemente un invito ad una riflessione collettiva.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dalmasso. Colgo l'occasione per ricordare ai Consiglieri che ci siamo attivati per ricevere alcuni rappresentanti del Governo inglese. Il Console Onorario di Torino ha degli impegni lavorativi che lo portano spesso fuori dalla città e così è stato per il Console inglese di Milano, che anche a ragione del periodo estivo, non aveva rappresentanze da inviare. Purtroppo, l'invito non ha dato buon esito.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Affronterò il problema sotto un'angolazione un po' diversa.
Il Ministro Pisanu ci avverte che il terrorismo bussa alle nostre porte, quindi anche l'Italia, così come la Spagna, l'Inghilterra e, ancor prima, gli Stati Uniti, deve accettare l'idea di essere obiettivo dei terroristi islamici. Questa consapevolezza richiede freddezza e lucidità da parte dei cittadini, delle istituzioni e dei mass media.
Riguardo ai mass media, riteniamo che l'anello più debole in Italia sia rappresentato dalla stampa e dalle televisioni, che con l'alibi del diritto dovere di informare rispetto ad ogni episodio di violenza, calcano la mano soffermandosi sui particolari più macabri e scabrosi, al solo scopo di vendere di più o aumentare l'audience. Così facendo, si assumono una grave responsabilità, perché contribuiscono a disseminare il terrore tra i cittadini, e la paura, come sappiamo, è contagiosa: si assorbe dagli altri e si assimila molto facilmente.
È quindi doveroso un richiamo alla carta stampata e alle televisioni perché adottino i toni più pacati tenuti dalla grande informazione anglosassone. Tutti dobbiamo adoperarci perché la gente comune non sia paralizzata dalla paura e sappia continuare a vivere come sempre: lavorare divertirsi, viaggiare, amare, come si è fatto fino ad oggi, con la consapevolezza che siamo sotto tiro, ma che possiamo vincere e che vinceremo.
I terroristi vogliono che i cittadini rinuncino, per paura, a prendere la metropolitana, l'aereo, ad andare allo stadio, nei grandi centri commerciali, mentre la nostra vittoria consisterà nel continuare a svolgere le nostre normali attività, dimostrando così che la vita non si ferma solo perché fanatici, ottusi, ci minacciano.
Vorrebbero che tutti ci richiudessimo, terrorizzati, nelle cantine, e noi invece dobbiamo costruire grattacieli ancora più alti. Inorridiscono loro, di fronte all'idea di sfiorare la mano di una donna perché impura, e noi tocchiamole, le nostre donne (facciamo attenzione a non toccare quelle degli altri!)! Siamo per loro infedeli? E allora, instauriamo un dialogo con gli islamici moderati, dimostrando la nostra tolleranza verso chi lo merita.
Perché gli italiani possano agire con dignità e forza morale al terrorismo occorre, però, che si sentano cittadini di uno Stato che li sappia proteggere. Questa è la condizione perché non cominci a serpeggiare nell'opinione pubblica, fomentata da chi ha interesse, l'idea di accettare leggi repressive della libertà di tutti in cambio di maggiore sicurezza.
Alcune forze politiche sono convinte che la paura della gente possa procurare vantaggi in chiave elettorale e quindi leggi liberticide in cambio di voti. A queste lusinghe tutti dovremmo dire di no, ma è necessario dare ai cittadini la sensazione che lo Stato non li abbandona: così purtroppo non sempre avviene.
Le misure antiterrorismo che il Ministro Pisanu aveva preannunciato sono saltate, per l'opposizione di una forza di maggioranza. Il Ministro non aveva proposto leggi speciali, giustamente convinto che non si possano limitare le libertà dei cittadini per combattere i nemici della libertà.
Questa forza di maggioranza voleva e vuole di più, ma per il momento come risultato, non abbiamo nulla. Manca soprattutto - e lo vediamo anche in quest'Aula - l'atmosfera di grande coesione politica che seguì la tragedia Moro, il senso di reale solidarietà nazionale in cui maggioranza e opposizione, sul finire degli anni '70, seppero dar vita, infondendo agli italiani maggiore sicurezza e vittoria sul terrorismo.
Sul piano operativo, oltre alle misure annunciate dal Ministro consideriamo improcrastinabili due riforme: la riforma dei servizi segreti e la creazione di una struttura antiterrorismo guidata da una personalità capace, forte ed esperta.
In merito al primo punto, non possiamo che ribadire la convinzione che i vari servizi di intelligence vadano riunificati: una sola struttura con più poteri svolgerebbe con più efficacia ed efficienza i propri compiti. In questo caso, l'opposizione centrale, nazionale, del centrosinistra - i nostri alleati - dovrebbe abbandonare, nell'interesse comune, alcuni pregiudizi sui servizi segreti.
Quanto alla creazione di una struttura nazionale antiterrorismo, che rivitalizzando l'azione penale, rafforzerebbe la Magistratura e le infonderebbe nuovo entusiasmo, occorrerebbe invece che le forze di maggioranza vincessero le loro diffidenze e i loro timori di una Magistratura vincente e magari confortata da un vasto consenso popolare.
Così come negli anni '70 abbiamo appreso che la lotta ad ogni forma di terrorismo non si può vincere senza il concorso della Magistratura riteniamo che anche oggi si debba imboccare la via del dare fiducia Magistratura che all'epoca pagò col proprio sangue un tributo enorme e riscosse, quindi, meritatamente, simpatia e ammirazione generale.
Mi auguro che gli interessi di parte e i calcoli elettorali non prevalgano, perché nei momenti difficili come questo il senso di unità nazionale e l'impegno a difendere i nostri cittadini deve prevalere su tutto.
In Piemonte, a Torino e nella sua provincia, le Olimpiadi 2006 rappresentano sicuramente un evento da controllare. Non basta dire: "Controlliamo come sempre"; auguriamoci che lo si faccia più che mai affinché una grande festa possa restare tale, intatta e inviolata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Vogliamo esprimere anzitutto la piena sintonia con il breve discorso illustrativo, che rappresenta certamente il sentimento di tutta l'Aula dell'evento drammatico che ha colpito Londra in questi giorni.
Naturalmente, dopo le parole di alcuni rappresentanti dell'opposizione abbiamo intuito e colto l'esigenza, nonché il desiderio di un approfondimento, quindi ci riserviamo di rappresentare meglio le nostre osservazioni in un'altra occasione.
Tuttavia, accanto al cordoglio che vogliamo sentitamente esprimere forse qualche modesta e veloce considerazione va svolta anche in questa occasione. Anzitutto, occorre prendere atto con assoluta evidenza l'assenza di efficacia dell'intervento militare in Iraq; un intervento che, invece di comprimere e combattere il terrorismo internazionale, ha finito per assicurare nuova linfa allo stesso.
Siamo consapevoli che diverse sono le cause che determinano questa follia del terrorismo, a cominciare dall'arretratezza di molti paesi arabi guidati da regimi autoritari, ma anche dall'incomprensione e dalla non condivisione di modelli di vita occidentali ispirati al consumismo all'edonismo e al carrierismo, che generano in molti giovani, in modo particolare immigrati provenienti dai paesi arabi, sconcerto, umiliazione ed invidia.
Pertanto, siamo per riaffermare pienamente la nostra contrarietà alla guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, e siamo assolutamente consapevoli dell'assoluta necessità che l'Occidente si batta per diventare promotore di cause giuste, senza secondi fini.
Naturalmente sono molte le azioni che, in questi giorni, sono state sollecitate ai diversi Governi, richiamate da alcuni colleghi.
Concludo semplicemente ricordando che, per rafforzare la lotta al terrorismo, occorre non solo potenziare le misure di intelligence, non solo potenziare le interconnessioni tra le diverse procure investigative internazionali, ma occorre soprattutto ripartire dalle cause profonde che determinano questi conflitti e questo terrorismo.
In modo particolare, occorre ripartire con assoluta determinazione per portare a termine l'ormai eterno conflitto israelo-palestinese.
Fortunatamente, qualche buon segnale è stato registrato negli appuntamenti internazionali di queste settimane. Occorre con forza sviluppare un programma internazionale che possa contrastare la povertà e la fame nel mondo.
Se non si parte da questi punti, credo che purtroppo ci troveremo ancora tante volte a celebrare il cordoglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, condivido appieno i toni e le riflessioni della sua commemorazione, nella quale mi riconosco.
Esprimo però un rammarico, senza entrare in considerazioni di merito che rimando ad una successiva occasione di approfondimento, richiesta ed annunciata sui grandi temi che questa grande questione solleva.
Non tutto il Consiglio ha colto il valore della presa di posizione unitaria che oggi l'Aula poteva esprimere. Pertanto, non condivido l'intervento del collega Robotti, non perché non ci siano aspetti da lui richiamati che meritino riflessioni più ampie, ma perché li ritengo assolutamente inopportuni rispetto al momento di commemorazione unitaria che oggi si era deciso.
Naturalmente respingo affermazioni che attribuiscono atteggiamenti diversi rispetto ai caduti o ai morti, siano questi occidentali o di altre realtà. Vorrei solo ricordare che ci sono tante persone e tanti bambini che cadono in paesi arabi non per mano delle bombe degli occidentali o dei paesi che occupano quelle realtà, ma a causa di attentati condotti dalla stessa mano araba.
Concludo dicendo che ieri, da parte di autorevoli esponenti religiosi dell'area moderata islamica, è stata espressa una fatwa, cioè un pronunciamento che ha valore di legge, che condanna l'atto di terrorismo a Londra e lo condanna senza attenuanti di sorta, ritenendolo atto contrario all'Islam.
Forse da parte di questa componente moderata islamica c'è stata una lezione sull'atteggiamento da assumere, che è quello che avremmo potuto assumere noi oggi unitariamente, senza cogliere questa occasione per segnalare posizioni di divisione e valutazioni diverse rispetto ad un problema molto ampio: oggi non era questo l'argomento in discussione, ma si doveva semplicemente prendere atto dell'attentato e commemorare i morti che ha provocato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Dopo che un lutto ci colpisce in modo così diretto, la reazione più immediata dovrebbe e potrebbe essere quella del silenzio, seguita dall'interrogarsi e dal farsi qualche domanda sulle ragioni di tanto odio e di questa guerra che già più volte è stata definita strana, in quanto non è dichiarata, ma si combatte praticamente tutti i giorni da ormai troppo tempo.
Tuttavia, proprio perché non siamo nella fase in cui dobbiamo darci delle risposte, forse, in occasione del cordoglio su questo fatto dovremmo porci qualche domanda, le cui risposte potrebbero tornarci utili.
Provo a dire quali sono le domande che mi sono posto io. Cosa spinge quattro giovani, cresciuti con un certo stile di vita e in un mondo opulento ed essendo, seppure nella posizione di immigrati, parte di questo mondo, a scegliere di suicidarsi, di uccidersi e di uccidere con loro persone di tutte le religioni, confessioni, sesso, razza, età e lingue? Qual è il livello di disperazione che si raggiunge per arrivare ad una determinazione di questo tipo? Quali sono le cause che determinano questa disperazione e cosa possiamo fare ragionevolmente tutti noi, non in senso moralistico, ma in senso politico-culturale, per combattere e per lottare contro di essa? Disperazione che credo sia alla radice di molto del malessere che attraversa le nostre civiltà e che ancora le attraverserà, se continueremo a non rispondere alla necessità di farci delle domande profonde che ci impongano di leggere la realtà sotto punti di vista che non sono sempre i soliti con cui l'affrontiamo normalmente.
Come dicevo, oltre a darci delle risposte standard, dovremmo sentire l'esigenza di farci qualche domanda che potrebbe rappresentare la scommessa di una cultura nuova, né di destra né di sinistra (almeno secondo gli schemi attuali), che dovrebbe permetterci, in modo più efficace di quanto non abbiamo fatto fino ad ora, da destra e da sinistra, di sconfiggere la povertà, la miseria, ma anche il terrorismo e, soprattutto quei sentimenti e quella disperazione che spingono le persone a combattere guerre così assurde e così cruente che producono tanti lutti, come succede in tutte le guerre. Il metodo adottato, però, è per noi così inspiegabile da lasciarci - come credo sia successo a tutti - muti di fronte all'attacco terroristico di Londra, di fronte alle tante cose che quotidianamente leggiamo sui giornali e intorno alle quali è sempre più difficile darsi delle risposte, ma qualche volta anche farsi delle domande.
Perciò credo che oggi il nostro cordoglio non possa che essere espresso con un'assunzione di responsabilità rispetto al modo con cui ci poniamo verso questi problemi che, per quanto di nostra competenza e in relazione alle nostre capacità, vogliamo affrontare.
Credo che la spiegazione, l'analisi, la ricerca di soluzioni debbano venire nel momento in cui, dopo il lutto, potremo cominciare a mettere in atto delle strategie, che potranno rivelarsi efficaci solo se accompagnate da un profondo cambiamento culturale, che non mi pare di cogliere all'orizzonte né nelle dichiarazioni che leggiamo sui giornali degli esponenti politici, tantomeno in questo continuare a dipingere i fatti avvenuti come un conflitto di culture piuttosto che una forma di rivolta di chi è disperato nei confronti di chi ritiene essere il proprio persecutore e carnefice.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Esprimo anch'io un apprezzamento per la sua relazione, che condivido.
Quando si è parlato di questa giusta iniziativa durante la Conferenza dei Capigruppo, ero fra coloro che pensavano che al dibattito non si potesse confluire con un'unica espressione di pensiero. In questo senso non trovo particolari motivi di contrasto con quanto affermava il Consigliere Robotti: in fondo, lui ha rappresentato ciò che pensano molti di noi, vale a dire che le dolorose vicende che cagionano la morte di persone innocenti vanno comunque interpretate, analizzate ed inserite nell'attuale contesto mondiale. Se piangessimo le vittime di Londra senza valutare ciò che avviene nel mondo in questo momento, non renderemmo giustizia alla loro commemorazione.
Il sangue versato a New York, Madrid e Londra richiede delle riflessioni più profonde.
Vorrei citare un passo di Eduardo Galeano: "New York, Madrid, Londra: il terrorismo attacca di nuovo. Questo è stato il titolo principale di molti giornali del mondo, nell'edizione che ha informato sulle esplosioni che hanno scosso la capitale britannica. Coincidenza rivelatrice: non una riga sull'Afghanistan o sull'Iraq. I bombardamenti contro l'Afghanistan e contro l'Iraq non sono - e non continuano a essere - attentati terroristici, che, nel caso dell'Iraq, si ripetono un giorno dopo l'altro? Non è sempre, o quasi sempre, la classe lavoratrice a metterci i morti negli attentati e nelle guerre? Non meritano, le vittime di ogni espressione del disprezzo per la vita umana, lo stesso rispetto e stessa compassione? Per non sapere leggere né scrivere, non meno di 3.000 contadini sono stati fatti a pezzi dalle bombe che cercavano, senza tra l'altro incontrarlo, Bin Laden in terra afghana.
E non meno di 25.000 civili, molti dei quali donne e bambini, sono stati fatti a pezzi dalle bombe che cercavano, senza trovarle, le armi di distruzione di massa in Iraq, nonché per il bagno di sangue che l'occupazione straniera del Paese continua a creare. Se fosse stato l'Iraq ad invadere gli Stati Uniti, un'anomalia a cui nessuno pensa, in proporzione le vittime civili ammonterebbero a 300.000 americani.
I tuoni di un simile orrore avrebbero risuonato nei secoli. Invece essendo i morti iracheni, si sono trasformati rapidamente in fatto normale".
Ripeto: credo che non si possa non pensare alle vicende di Londra Madrid e New York senza ragionare su quanto sta avvenendo a livello mondiale. Come ricordava prima il Consigliere Turigliatto, gli attentatori scovano i propri seguaci fra coloro che sono disposti a rischiare la propria vita pur di uccidere persone innocenti, che non c'entrano nulla con i discorsi di guerra.
Non possiamo dimenticare che nel mondo ci sono situazioni di tale disuguaglianza per cui 30 milioni di persone muoiono annualmente in conseguenza della povertà che regna in questi Paesi.
Anche le ultime misure di riduzione del debito - insufficienti, ma comunque necessarie - non sono che un primo piccolo passo. Se non cadranno le barriere al commercio imposte dagli Stati più ricchi, queste manovre non serviranno a nulla.
Gli attentatori sono delle pedine di un disegno perverso, che cerca la propria giustificazione nella presenza dell'altro. Gli attentatori hanno un loro disegno di sopravvivenza, proprio perché la controparte è rappresentata dalla guerra, che si continua a combattere in molte parti del mondo.
Come è stato giustamente ricordato, finché non sarà risolto l'eterno conflitto fra israeliani e palestinesi, vivremo sempre in una situazione difficilmente controllabile, lontana dal raggiungimento di una pace che non riguarda soltanto i Paesi occidentali, ma tutto il mondo.
Dobbiamo imparare ad affrontare questi argomenti tragici tenendo insieme tutte le fila, con l'impegno a combattere tutte le disuguaglianze del mondo e ad affrontare un sistema di difesa senza privare i cittadini della libertà e soprattutto senza toccare le regole democratiche.
Quando in Italia si riuscirà a discutere dei sistemi di difesa, sarà necessario non solo non parlare di leggi speciali, evitare l'errore di rifiutare leggi speciali a parole, per poi fare delle leggi che vanno, nei fatti, a limitare le libertà civili e sociali dei cittadini italiani.
Se vogliamo davvero sconfiggere il terrorismo, dobbiamo "togliere l'acqua in cui nuota". Tutto ciò, a mio giudizio, significa eliminare le disuguaglianze del mondo e difendere le regole democratiche del vivere civile.



PRESIDENTE

Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti. Non avendo altre richieste di intervento, passerei all'esame del successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame proposta di deliberazione n. 29 "Legge regionale 32/2001, articolo 3. Valutazione di insindacabilità, nell'ambito di un procedimento giudiziario nei confronti di Pierluigi Marengo, consigliere regionale nella VII legislatura, a seguito di istruttoria della 'Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione relativa a: "L.r. 32/2001.
Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità, nei confronti del Consigliere Pierluigi Marengo", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Dutto, Presidente della Giunta delle Elezioni.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Marengo ha presentato al Presidente del Consiglio regionale, in data 26 gennaio 2005, una richiesta di valutazione di insindacabilità ai sensi della legge regionale n. 32/2001.
Il Consigliere Marengo è imputato nel procedimento penale n. 6171/03 RG pendente avanti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino conseguente a querela per diffamazione - articolo 595, comma 3 del Codice Penale - presentata da Cimminelli Francesco.
Dagli atti allegati alla richiesta risulta che il Consigliere Marengo è stato querelato in data 18 febbraio 2003 da Francesco Cimminelli per un'intervista rilasciata al quotidiano Tuttosport riportata in un articolo dal titolo "Il Filadelfia in Tribunale", pubblicato in data 7 febbraio 2003, nel quale venivano espresse opinioni ritenute lesive dal querelante sulla persona di Cimminelli.
In data 2 ottobre 2003 il Consigliere Marengo è stato interrogato dal sostituto Procuratore della Repubblica in quanto persona sottoposta ad indagine.
In data 19 marzo 2004 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino ha dato avviso al Consigliere Marengo della conclusione delle indagini preliminari in riferimento al reato di cui all'articolo 595, comma 3 del Codice Penale, per aver offeso la reputazione di Cimminelli Francesco rilasciando un'intervista al giornale Tuttosport, nella quale venivano adombrati, nei confronti del Cimminelli, giudizi di scarsa moralità e di scarsa professionalità.
Il Consigliere Marengo ha allegato alla sua richiesta copia della interrogazione urgente n. 2079 del 24 febbraio 2003 al Presidente della Giunta regionale relativa all'edificabilità delle aree Filadelfia e Stadio comunale e contenente riferimenti al signor Cimminelli, azionista di riferimento del Torino Calcio.
In data 27 giugno 2005 il Consigliere Pierluigi Marengo ha trasmesso alla Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità copia di una nota inviata in data 16 gennaio 2003 all'Assessore al turismo e sport, Racchelli (e per conoscenza al Presidente della Giunta regionale, Onorevole Enzo Ghigo) sull'argomento. In tale nota il Consigliere Marengo richiamava l'attenzione dell'Assessore Racchelli sull'operato del Presidente del Torino Calcio, Cimminelli, esprimendone una valutazione negativa in riferimento alla ristrutturazione dello Stadio Comunale (sede della cerimonia delle Olimpiadi) e alla gestione dello stadio Filadelfia. Con la stessa nota trasmetteva copia dell'interrogazione al Presidente della Giunta regionale sempre sullo stesso tema, riservandosi di depositarla formalmente in un secondo tempo.
L'intervento del Consigliere Marengo riguardava un tema di natura politica: infatti, dopo la sua intervista, il Comune di Torino ha modificato il suo orientamento nel caso in questione. Marengo è quindi intervenuto in quanto Consigliere regionale e le sue considerazioni sono da considerarsi politiche e non personali. La stessa autorità giudiziaria nei suoi atti identifica Marengo come avvocato e Consigliere regionale mettendone in evidenza il ruolo istituzionale. Il Consigliere Marengo all'epoca dei fatti era Presidente della Commissione consiliare speciale Olimpiadi, quindi il tema rientrava tra le materie di sua competenza. Il Consigliere Marengo è intervenuto in quanto Consigliere regionale e le sue esternazioni sono state pubblicate per il ruolo ricoperto dallo stesso Consigliere.
Con queste premesse, la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità, all'unanimità, ha proposto di mettere ai voti la proposta al Consiglio regionale di dichiarazione di insindacabilità del Consigliere Pierluigi Marengo ai sensi della legge regionale n. 32/2001 e del 4° comma dell'articolo 122 della Costituzione in quanto, dagli atti acquisiti dalla Giunta per le elezioni, si evince che le dichiarazioni per le quali il Consigliere Marengo è imputato per il reato di diffamazione nel procedimento penale n. 6171/03 R.G. pendente avanti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, sono atti tipici posti in atto nell'esercizio delle funzioni di Consigliere regionale.



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Voglio ricordare che sarà messa in votazione la proposta della Giunta per le elezioni al Consiglio regionale. La proposta è quella di dichiarare l'insindacabilità del Consigliere Pierluigi Marengo, ai sensi della legge regionale n. 32 del 2001 e del comma 4 dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto dagli atti acquisiti dalla stessa si evince che le dichiarazioni, per le quali il Consigliere Marengo è imputato per il reato di diffamazione nel procedimento penale n. 6171/03 R.G. avanti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, sono atti tipici posti in atto nell'esercizio delle funzioni di Consigliere regionale. Quindi il voto è sulla proposta della Giunta per le elezioni di dichiarare il Consigliere Pierluigi Marengo insindacabile. Chi vota a favore, accoglie la proposta della Giunta per le elezioni.
Indìco la votazione palese su tale proposta di deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 20 relativa a "Modificazione dell'articolo 14, comma 1, lettera b) del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g., relativo alla proposta di deliberazione n. 20, presentata dai Consiglieri Muliere, Lepri, Dalmasso Robotti, Rossi, Scanderebech, Ghigo, Lupi, Buquicchio, Moriconi, Casoni e Ricca.
Tale deliberazione riguarda la modifica dell'articolo 14, comma 1 lettera b) del Regolamento interno del Consiglio regionale, avente ad oggetto la composizione della Giunta per il Regolamento. Stante l'ampio ventaglio dei presentatori, non penso che la deliberazione debba essere illustrata.
Se non ci sono interventi, pongo in votazione la proposta di deliberazione. Ricordo che è previsto un quorum qualificato che prevede la presenza di 32 Consiglieri.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 20, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti

Argomento: Veterinaria

Riassunzione progetto di legge "Regolamentazione del possesso e della detenzione di cani potenzialmente pericolosi e divieto di impiego di animali in lotte e competizioni" (già pdl n. 47) richiesta dei Consiglieri Robotti e Chieppa

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Riassunzione progetto di legge "Istituzione di un marchio etico di certificazione dei prodotti ottenuti senza impiego di lavoro minorile e lavoro nero" (già pdl n. 11) richiesta dei Consiglieri Robotti e Chieppa

Argomento: Province - Comuni

Riassunzione progetto di legge "Modifica alla legge regionale 2 dicembre 1992, n. 51 (Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unioni e fusioni di Comuni, circoscrizioni provinciali per ridurre il limite di popolazione per la costituzione di nuovi Comuni con caratteristiche particolari)" (già pdl n. 389) richiesta del Consigliere Manolino

Argomento: Formazione professionale

Riassunzione progetto di legge n. 146 "Sistema formativo integrato per il diritto allo studio" (già pdl n. 146) richiesta dei Consiglieri Bizjak Cattaneo, Laus, Lepri, Motta, Rabino, Ristagno e Rutallo

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Riassunzione progetto di legge "Contributi per l'acquisto o l'affitto di alloggi per riavvicinare l'anziano e la famiglia dei figli" (già pdl n. 3) richiesta dei Consiglieri Bizjak, Cattaneo, Laus, Lepri, Motta, Rabino Ristagno e Rutallo


PRESIDENTE

Approfitto ancora di qualche secondo per proporvi un'inversione dell'o.d.g.
Passerei infine all'esame del punto 6) all'o.d.g., inerente a "Riassunzione progetti di legge, ex articolo 77 del Regolamento: adempimenti": Mi è stata chiesta la riassunzione del progetto di legge relativo alla regolamentazione della detenzione di cani potenzialmente pericolosi richiesta dai Consiglieri Robotti e Chieppa già pdl n.47.
Per tale provvedimento viene disposta la riassunzione ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento e la sua immediata iscrizione all'o.d.g.
dell'Assemblea, con contestuale rinvio in Commissione secondo la prassi che abbiamo fin qui adottata.



(L'Aula, all'unanimità, acconsente)



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la riassunzione del progetto di legge "Istituzione di marchio di certificazioni di prodotti ottenuti senza impiego di lavoro minorile lavoro nero", già pdl n. 11, richiesta dai Consiglieri Robotti e Chieppa, se il Consigliere acconsente do la stessa votazione.



(L'Aula, all'unanimità, acconsente)



(Commenti del Consigliere Ghigo)



PRESIDENTE

Consigliere Ghigo ho chiesto un'inversione, posto che i funzionari preposti al servizio nomine non erano presenti in Consiglio. Siamo dunque passati alle riassunzioni, di cui al punto 6) dell'o.d.g.
Preso atto della votazione sulla prima riassunzione, se il Consiglio acconsente, do lo stesso risultato per la seconda votazione.
Riassunzione progetto di legge "Modifica della legge regionale n. 51/1992: 'Disposizione in materia di circoscrizioni comunali unioni e fusioni di comuni" richiesta dal Consigliere Manolino, già pdl 389. Per questo provvedimento, che non ha esaurito l'esame in Commissione, viene disposto il rinvio in Commissione.



(L'Aula, all'unanimità, acconsente)



PRESIDENTE

Riassunzione progetto di legge n. 146 "Sistema formativo integrato per il diritto allo studio", già pdl 146 richiesto dai Consiglieri Bizjak e altri anche questo provvedimento non ha esaurito l'esame in sede referenti viene disposto il rinvio in Commissione.



(L'Aula, all'unanimità, acconsente)



PRESIDENTE

Riassunzione progetto di legge contributi per l'acquisto e di affitto di alloggi per riavvicinare l'anziano alla famiglia dei figli pdl n. 3 richiesto dai Consiglieri Bizjak e altri anche qui do la stessa votazione.



(L'Aula, all'unanimità, acconsente)



PRESIDENTE

E' stato esaurito il punto all'o.d.g..
Se i Consiglieri sono disponibili, potremmo passare anche alle votazioni di cui al punto 5) all'o.d.g. Dal momento che i Consiglieri non sono disponibili, non possiamo passare alle votazioni relative alle nomine.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.56)



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