Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.109 del 12/09/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE PRESIDENZA DEL



PRESIDENTE GARIGLIO



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Robotti e Spinosa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento al problema della vendemmia, alla fusione San Paolo-Intesa e al contratto tra Juventus e Terme di Acqui


PRESIDENTE

La Consigliera Cotto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori, ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie Presidente. Considerata la presenza dell'Assessore all'agricoltura (spero arrivi anche l'Assessore al lavoro) chiedo di poter avere una risposta all'interpellanza presentata a luglio che riguarda la sperimentazione della legge Biagi relativamente alla vendemmia.
Avrete letto sui giornali delle difficoltà per il reperimento della manodopera, delle ispezioni che l'ispettorato del lavoro ha compiuto negli anni passati, del fatto che non sia più come una volta.
Invito tutti i Consiglieri regionali a dedicare una giornata alla vendemmia, non dico solo nella Provincia di Asti, ma anche nella Provincia di Alessandria - dove andrà a vendemmiare il Consigliere Cavallera - nella Provincia di Cuneo. Ringrazio il Consigliere Scanderebech....



PRESIDENTE

Non vorrei interromperla, Consigliera Cotto, ma vorrei che esprimesse la mozione d'ordine



COTTO Mariangela

Poiché non si può più esprimere solidarietà nei confronti del vicino che deve raccogliere le uve per fare il vino, chiedo se non sia possibile applicare l'istituto della banca del tempo. Il Consigliere Cavallera presta un po' del suo tempo per andare a vendemmiare e il viticolture, in cambio gli pota gli alberi nel suo giardino. Chiederei una risposta nella mattinata per rispetto dei tanti viticultori disperati. La Consigliera Motta può anche testimoniare ieri abbiamo partecipato....



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Cotto, la devo richiamare alla mozione d'ordine. Lei ha già avanzato la sua mozione, l'Assessore, da alcuni cenni, ha dichiarato la sua disponibilità ad intervenire e rispondere in Aula e l'Assessore Migliasso ha appena fatto il suo ingresso in aula. Operiamo affinché nel corso della giornata riceva la sua risposta e se ciò non fosse possibile alla prima seduta utile, solleciteremo.



COTTO Mariangela

Possibilmente prima della vendemmia. Se il Presidente invita anche i Consiglieri a venire a vendemmiare...



PRESIDENTE

Gli Assessori mi comunicano che daranno una risposta nella seduta odierna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non vorrei rubare tempo, ma credo che l'argomento sia fondamentale. Si tratta della fusione San Paolo-Intesa.
La Presidente Bresso è ripetutamente intervenuta sui quotidiani nei giorni in cui si parlava della fusione. Noi abbiamo chiesto rassicurazione alla Presidente e al Sindaco della Città di Torino (che non le ha date) almeno sul mantenimento di quello che una volta i sindacalisti, che in questo caso non urlano neanche troppo, definivano standard occupazionali.
Poiché la questione interessa 9000 lavoratori, quindi 9000 famiglie sul territorio piemontese, vorremo sapere dall'onnisciente Vicepresidente della Giunta qualche chiarimento sull'attività della Giunta regionale visto che a quanto abbiamo appreso come sempre dai giornali, un'attività nei confronti del vertice San Paolo è avvenuta. Vorremmo capire e sapere i risultati di quest'attività.
In una delle ultime interviste, che risale ad una decina di giorni fa la Presidente Bresso aveva iniziato con un incipit poco rassicurante. Nella sostanza, affermava che ci sarebbe stato qualche tipo di taglio (è evidente che in tutte le fusioni avvengono delle razionalizzazioni).
Noi siamo favorevoli alla fusione, la guardiamo con speranza per i correntisti, per il mercato, per le imprese che hanno bisogno, va tutto bene, non per ragionare in un'ottica di micragnosa torinesità, ma poiché il San Paolo è stato "costruito" con i soldi di centinaia e di migliaia di famiglie torinesi e poiché il Piemonte ha un ruolo fondamentale soprattutto Torino perché nomina - anzi nominava - suoi esponenti direttamente nella compagnia di San Paolo, vorremmo sapere il ruolo attivo e le garanzie che le istituzioni pretendono dai vertici del San Paolo.
giusto perseguire una logica global, ma noi preferiamo una logica local che tenga anche conto delle esigenze, ma tenga anche conto del lavoro piemontese e torinese.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente ha ascoltato la sua richiesta, attendiamo indicazioni dalla Giunta per sapere chi intende, se intende, rispondere in data odierna e dare comunicazioni sul punto. Daremo un aggiornamento ai Consiglieri in corso di seduta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi, ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Vorrei sollevare una mozione d'ordine relativa alla risposta che mi è stata data ad una missiva dell'Assessore Manica. Poiché siamo nell'ambito del sindacato ispettivo, chiedo al Presidente di verificare se sia legittimo o meno il comportamento alla risposta data dall'Assessore Manica.
Ho avanzato una richiesta di documentazione all'Assessore Manica relativamente la stipulazione di un contratto tra Juventus e Terme di Acqui. Un contratto pesante dal punto di vista del costo per le Terme di Acqui che prevede il ritiro della squadra presso le Terme stesse. Il problema è che, all'epoca dell'accordo, la Juventus era in Serie A dopodiché tutti sanno quello che è successo. Ho chiesto all'Assessore come le Terme intendessero ovviare e cosa prevedesse l'accordo. Ricordo che le Terme di Acqui hanno ben quatto membri nominati dalla Giunta, tra cui il Presidente nella persona di Mignone.
L'Assessore risponde, con notevole ritardo rispetto alla mia richiesta dicendo: "Con riferimento alla sua richiesta, trattandosi di scrittura privata tra S.p.A. soggetti di natura privatistico e Juventus sono con la presente ad indirizzare a contattare direttamente le parti interessate a tale intesa." A parte il fatto che se la Giunta nomina il Presidente e quattro membri, l'Assessore competente dovrebbe sapere cosa prevede il contratto, qual è l'importo del contratto con la Juventus, cosa succede adesso che la Juventus non è più in Serie A - quindi un'immagine minore rispetto a quella che aveva - ma il fatto più grave è che ho contattato il Presidente delle Terme, il quale mi ha risposto rapidissimamente rispetto all'Assessore Manica. La risposta è la seguente: "Con riferimento all'oggetto e alla corrispondenza intercorsa anche con l'Assessore Giuliana Manica - che legge per conoscenza - preciso che la società Terme di Acqui Terme si rapporta all'azionista Regione Piemonte attraverso i legali rappresentanti della stessa, partecipanti all'assemblea dei soci. Nella circostanza si precisa di avere avviato, a suo tempo, copia della scrittura sottoscritta tra questa società e la Juventus, sia alla Presidente ed al Vicepresidente della Giunta regionale sia all'Assessore Giuliana Manica.
Questa società ha anche trasmesso il documento ai legali rappresentanti dell'azionista Regione Piemonte. Credo, quindi, che la sua richiesta rientri nella loro sfera di competenza, sulla base della normativa e dei regolamenti vigenti".
Siamo in una situazione dove, di fatto, il Presidente delle Terme sbugiarda l'Assessore Manica dicendo cose completamente diverse.
L'Assessore Manica rifiuta di dare un'informazione ad un Capogruppo di questo Consiglio regionale.
Chiedo quindi a lei, Presidente, di intervenire nei confronti di chi ne ha la competenza presso la Giunta, affinché questa documentazione mi sia avviata, perché ritengo sia utile sapere cosa prevede questo accordo, che costa tanto. Oltretutto, la Regione è il principale azionista delle Terme di Acqui.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, la prego di trasmetterci copia delle missive da lei citate. Provvederemo ad esaminare la questione nella prossima riunione dell'Ufficio di Presidenza, trattandosi di argomento che attiene anche alle dinamiche dei rapporti tra Gruppi consiliari e la Giunta regionale.
La Presidente Bresso è presente in aula, quindi anche la Giunta farà per propria parte, quanto di sua competenza.


Argomento: Problemi energetici - Linee elettriche

Interrogazione n. 752 dei Consiglieri Novero, Rossi, Dutto, Monteggia inerente a "Fornitura energia elettrica per irrigazione - modifiche opzioni tariffarie" interrogazione n. 754 dei Consiglieri Bellion, Travaglino, Boeti Cavallaro, Ferraris, Comella, Muliere e Reschigna, inerente a "Fornitura energia elettrica per irrigazione" interrogazione n. 890 del Consigliere Guida, inerente a "Forniture energia elettrica per irrigazione - modifiche opzioni tariffarie"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo le interrogazioni n. 752, 754 e 890, sulle quali risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Le tre interrogazioni attengono al tema della fornitura dell'energia elettrica per l'irrigazione.
In queste settimane e in questi ultimi mesi sono pervenute numerose segnalazioni all'Assessorato in merito al grande aumento del costo della fornitura di energia elettrica utilizzata dai consorzi irrigui e da aziende agricole per il sollevamento di acqua da falda o da corpo idrico superficiale.
Da un primo accertamento effettuato dagli uffici regionali si è rilevato, per l'annata agricola in corso, un aumento molto forte dei costi che i consorzi e i privati hanno affrontato e, nel caso dei consorzi, che questi dovranno poi addebitare ai singoli utenti.
L'Assessorato sta valutando la possibilità, peraltro prevista dalla legge n. 63, di sostenere, con delle risorse, i costi che i consorzi irrigui hanno avuto in più nella gestione degli anni passati.
Inoltre, si sta valutando anche la possibilità di attivare convenzioni con i soggetti erogatori, in modo da ridurre i costi irrigui. A questo scopo è stata inoltrata a tutte le amministrazioni provinciali la richiesta di rilevare i dati relativi al consumo che i consorzi hanno per il sollevamento delle acque.
Sotto questo profilo, attendiamo i dati richiesti alle Province.
Abbiamo già attivato contatti con alcune società erogatrici per valutare la possibilità di attivare convenzioni, come già autonomamente fatto da taluni consorzi, ad esempio in Emilia Romagna e in altre Regioni, dove la Regione ha assunto un ruolo di sostegno all'attività che poi dovrà essere fatta in capo ai consorzi.
Infine, si sta valutando l'inserimento, nel nuovo programma di sviluppo rurale, di tutta una serie di misure che hanno come obiettivo quello della razionalizzazione dell'uso dell'acqua, in modo da ridurre i costi di sollevamento complessivi necessari.
una manovra che in parte, per quanto riguarda l'intervento sulla legge n. 63, potrà essere oggetto, nel 2007, di intervento a valere sull'esercizio 2006 dei consorzi. Sulle altre sono misure organizzative, ma che possono migliorare sensibilmente la riduzione dei costi in capo ai consorzi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Assessore, è veramente allucinante, non quanto ha detto e ha fatto lei perché mi pare che abbia fatto tutto quello che poteva fare, pensare che questi signori prendono la nostra acqua, producono energia elettrica e ce la vendono a carissimo costo. Nel frattempo, gli agricoltori restano senz'acqua perché le dighe la trattengono e questi signori ci raddoppiano il costo dell'energia che poi ci forniscono, prodotta con la nostra acqua.
Attenzione: di notte, dato che producono troppa energia e non sanno cosa farsene, la usano per portarsi su la loro acqua, perché così diventa loro. Quell'acqua lì, però, dovrebbe essere di tutti.
veramente inconcepibile e incredibile.
Oggi faccio un appello, chiaramente anche all'Assessore, ma alle forze politiche e a chi ci governa: com'è possibile questa arroganza di questi enti elettrici? La mano pubblica ha il potere di intervenire perché sono concessionari, non importa che non siano partecipati dall'ente pubblico quindi come possono fare cose del genere? veramente incredibile. Non è possibile che noi politici non ci ribelliamo di fronte ad una cosa del genere.
Ringrazio comunque l'Assessore per quello che ha fatto, però non basta.
Non so cosa poteva fare di più, però dobbiamo trovare soluzioni politiche ad una situazione veramente inconcepibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente, e grazie Assessore.
La sua è stata una risposta precisa e puntuale, però probabilmente non abbastanza determinata nell'attenzione che la Regione presta al rapporto con i grandi monopolisti: Telecom, Enel e tutti quelli che gestiscono i servizi privatizzati, o in parte privatizzati.
Personalmente ritengo che la qualità dell'azione politica e istituzionale di una Giunta regionale, soprattutto della Regione di oggi diversa da quella di ieri, avendo, l'ente Regione, più competenze ed essendo divenuto punto rilevante dell'attività amministrativa, economica e finanziaria del Piemonte - si può controllare e misurare anche su questo tipo di atteggiamento. Non bisogna essere burocrati agendo nei confronti di questi grandi monopolisti, ma autorevoli protagonisti dell'azione e del confronto.
Probabilmente se alzassimo un po' di più la testa, l'atteggiamento di cui prima parlava il collega Novero non ci sarebbe. Ci sarebbe più attenzione e un po' più di rispetto (uso una parola che dovrebbe ritornare di moda) nei confronti della Regione e delle richieste che la stessa fa.
Se da una parte la ringrazio per la risposta puntuale, dall'altra la esorto ad essere più determinato e anche un po' più cattivo. Gli interessi dell'agricoltura, che è gran parte dell'economia del nostro territorio, si fanno anche alzando ogni tanto la voce e battendo i pugni sui tavoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bellion; ne ha facoltà.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei nuovamente sottolineare le motivazioni che hanno portato gli interroganti a porre la questione.
La questione è legata sostanzialmente alla modifica che è stata introdotta (lo ricordo ai colleghi) nel 2005, con una valenza dal 2004 al 2007, da un'autorità nazionale, cioè dall'autorità per l'energia elettrica ed il gas. Cosa dice sostanzialmente questa modifica? Dice che a valere di fatto dal primo gennaio 2006, non verranno più accettate né nuove richieste di attivazione né il rinnovo automatico per le forniture ricorrenti per l'anno 2006 relativamente a questa tariffa agevolata. In sostanza, tutti coloro che ne usufruivano fino al 31 dicembre, potranno continuare ad avvalersene, invece, dal primo gennaio per le nuove forniture non vale più.
A me pare palese che un provvedimento del genere abbia scarsa valenza costituzionale, nel senso che, all'interno di una categoria (in questo caso di agricoltori) crea agricoltori di serie A e agricoltori di serie B.
Praticamente un giovane che ha appena iniziato un'attività ha una tariffa diversa da quella dello zio che a differenza ha iniziato l'attività nei decenni scorsi.
Credo che questo travalichi (lo dico anche al collega Guida) le competenze della Regione e, invito l'Assessore, a fare in modo che questa questione sia portata all'interno della conferenza Stato-Regioni, perch non è una modifica che introduciamo nella nostra legislazione. Noi possiamo (come giustamente ha evidenziato l'Assessore Taricco) intervenire a supporto con le leggi esistenti (ad es. la 63) dando così un aiuto tangibile. Credo che questa sia una questione (sono d'accordo con il collega Novero) di principio e come tale, anche se avrà delle conseguenze a livello economico, debba essere vista a livello governativo, come di competenza, per quanto riguarda l'autorità per l'energia elettrica.
Dopodiché si può trovare disponibilità nei confronti dell'Assessore, magari anche in Commissione, con i colleghi, per elaborare una proposta che possa essere portata al tavolo della conferenza Stato-Regioni.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 709 dei Consiglieri Ghigo, Cavallerie Ferrero inerente a "Stipula contratto di sponsorizzazione con il TOROC"


PRESIDENTE

Passiamo alla risposta data agli atti di sindacato ispettivo.
La Presidente Bresso risponde all'interpellanza n. 709 dei Consiglieri Ghigo, Cavallera, Ferrero, inerente "Stipula contratto di sponsorizzazione con il Toroc".



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interpellanza chiedeva le motivazioni dell'accantonamento dei 5.000.000 euro, a titolo di acconto. Ovviamente nel frattempo è passato un bel po' ti tempo.
Il progetto di legge "Bilancio di previsione del 2006" e dei documenti allegati è stato trasmesso all'inizio di dicembre 2005 per il relativo esame e approvazione.
Come i Consiglieri ricorderanno, l'esame, la discussione e l'approvazione del bilancio per l'esercizio in corso sono intervenute solo ad aprile del 2006, con significative modifiche del contenuto del documento anche in relazione ai numerosi emendamenti accolti da parte del Consiglio.
La delibera della Giunta regionale con cui si dava mandato a me e all'Assessore competente, di definire un contratto di sponsorizzazione con il TOROC è stata assunta a metà gennaio in termini di indirizzo politico e non di accantonamento e registrazione di impegno finanziario in quanto detto tale adempimento, pur sussistendo la relativa disponibilità finanziaria sull'apposito fondo di riserva, risultava impossibile a bilancio presentato e nelle more della sua approvazione.
Poiché la disponibilità del fondo è stata successivamente saturata dall'accoglimento e approvazione dei numerosi emendamenti al bilancio in discussione, è ovvio che nel fondo di riserva non si poteva mettere una posta annotata e quindi nella legislazione sull'accoglimento questa disponibilità che era stata prevista dentro al fondo di riserva è saltata.
Pertanto è nata la necessità di ricorrere all'utilizzo di risorse derivanti dall'avanzo di gestione 2005 da applicarsi al bilancio in sede di assestamento, che come sapete è in corso di discussione in Consiglio.
Nel frattempo si è reso opportuno (perché intanto il tempo passava e le olimpiadi avanzavano), sia in relazione ai benefici a favore della Regione in termini di visibilità e di immagine derivanti dall'evento olimpico (benefici che si protrarranno fino al 31 dicembre del corrente anno), sia al fine di contenere gli oneri finanziari che avrebbero potuto derivare in capo al TOROC dall'attivazione di aperture di credito con istituti bancari aderire alla richiesta del TOROC sulla base degli accordi che voi conoscete perché vi erano stati da me e dall'Assessore, ampiamente illustrati, di corrispondere un acconto su corrispettivo già deliberato dalla Giunta, il cui contratto potrà essere formalizzato al momento della variazione, con legge, al bilancio 2006 che è in discussione.
Per quanto riguarda i benefici derivanti dalla sponsorizzazione per le Olimpiadi Invernali Torino 2006, questi si riferiscono in primo luogo alla possibilità di utilizzo dei cinque cerchi olimpici, unitamente all'indicazione della Regione Piemonte, quale "sponsor principale" dell'evento olimpico avvenuta in ultimissima fase pre-olimpica, e poi in tutta la fase olimpica.esclusiva del CIO. L'utilizzo del simbolo olimpico rappresenta di per sé un beneficio considerevole riconosciuto dalle importantissime sponsorizzazioni permanenti, addirittura a livello mondiale e che le Olimpiadi ricevono e dalle numerose (pur con le carenze che abbiamo conosciuto a causa della crisi economica del Paese) sponsorizzazioni avvenute anche per le Olimpiadi di Torino.
A titolo esemplificativo, si segnala che l'abbinamento con il logo Regione Piemonte è stato utilizzato sia in numerosi allestimenti predisposti per i Giochi Olimpici (dal villaggio media al villaggio atleti con una esposizione rilevante rispetto ai giornalisti che hanno seguito l'evento e agli atleti che hanno gareggiato) sia per le pubblicazioni che hanno accompagnato l'evento e che sono state poste a disposizione dei visitatori.
Di rilievo è stata la presenza dell'abbinamento fra i due loghi nei filmati disponibili presso il Media Center e in tutte le campagne promozionali di Torino 2006.
Da ultimo segnalo che la Regione Piemonte potrà qualificarsi quale sponsor principale di Torino 2006 fino al 31 dicembre e che questa possibilità è sfruttata ancora in tutte le nostre campagne promozionali che facciamo sul Piemonte, all'estero ed in Italia, ovviamente nelle attività di comunicazione compatibili con le direttive del CIO.
Da segnalare infine la possibilità di utilizzare il logo senza più i cinque cerchi Torino 2006 che sarà affidata alla fondazione post-olimpica Torino 2006 che come sapete è stata approvata dal Consiglio regionale e che verrà costituita il 19 settembre. Questo ovviamente rappresenterà un lascito delle Olimpiadi alla fondazione post olimpica e a tutto il nostro territorio.
Nell'interrogazione veniva fatto riferimento alla tardiva rimozione delle opere temporanee allestite presso i siti olimpici di Sestriere. Al riguardo precisiamo che questa vicenda è nata a seguito delle note difficoltà economiche incontrate dalla società Consortium, contrattualizzata da TOROC per le attività di allestimento delle strutture temporanee dei siti di gara e del successivo smontaggio e ripristino. Detta società, nel mese di aprile 2006, aveva sospeso le forniture che avrebbero dovuto concludersi con lo smantellamento delle tribune e il pagamento ai loro fornitori, che come sapete non è avvenuto e ha dato origine a tutte le vicende che conosciamo sulle quali si è lavorato per intervenire al fine di cercare di alleviare i problemi delle imprese fornitrici.
Per rispondere alle richieste del territorio sulla situazione del disallestimento delle strutture temporanee, i vertici del TOROC hanno incontrato più volte, sia collegialmente sia in sede bilaterale, i Sindaci dei Comuni olimpici montani, che sono stati regolarmente informati circa le cause del ritardo - dovute alla crisi e alla conseguente mancata operatività del gruppo Consortium - nelle attività di smontaggio e ripristino nei Comuni di Pragelato, Sestriere e Cesana.
A seguito di questa riunione, i Sindaci hanno deciso di valutare l'opportunità di emettere un'ordinanza di pericolo per pubblica incolumità nei confronti di TOROC in ordine allo smontaggio e ripristino dei siti.
Tale ordinanza, emanata il 10 maggio scorso, ha imposto a TOROC di provvedere allo smantellamento degli impianti. Questo, come capite, ha anche rappresentato una garanzia giuridica, perché TOROC aveva un contratto con qualcuno che non lo stava eseguendo e allora l'ordinanza ha consentito di intervenire con urgenza, anche by-passando il problema che per un'Amministrazione è sempre grave di fare una cosa quando è già stata allocata con un contratto e finanziata. Quindi a TOROC è stato imposto di provvedere allo smantellamento degli impianti e al successivo ripristino delle aree interessate da strutture temporanee entro 30 giorni dalla data di notifica dell'ordinanza, termine che è stato successivamente prorogato dai Comuni su istanza motivata del TOROC. Si sta procedendo al completamento; mi auguro che nel frattempo i lavori siano finiti o quasi finiti.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante per la replica.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio la Presidente per la risposta. Purtroppo - l'abbiamo già detto molte volte - il tempo che intercorre tra la presentazione delle interpellanze e interrogazioni e le risposte, complice anche il periodo estivo, è sempre eccessivo.
Credo che si debbano sottolineare due cose. Indubbiamente, per quanto riguarda la Regione, l'evento olimpico ha costituito una grossa occasione di visibilità e quindi l'approccio della Presidente Bresso nella sua risposta è, di primo acchito, senz'altro condivisibile, anche se non dobbiamo dimenticare e non possiamo sottrarci dal valutare quelli che sono i costi e i benefici dal punto di vista economico.
Un conto è l'intervento di un'istituzione come la Regione per contribuire al successo complessivo dell'evento olimpico, altro conto è utilizzare un contratto di sponsorizzazione nei confronti di un soggetto privato. Al riguardo, sappiamo fin dall'inizio qual è stata la discussione sulla natura propria del TOROC: se soggetto di diritto pubblico o soggetto di diritto privato. Questo, ovviamente, ha comportato tutta una serie di conseguenze soprattutto in merito alle quali avevamo presentato l'interpellanza.
Personalmente avevo vissuto la discussione con il TOROC a suo tempo, quando si trattava di sponsorizzare l'enogastronomia nell'ambito del teatro olimpico, dopo che Fontanafredda aveva sponsorizzato il vino per 1,5 milioni di euro. Per tale sponsorizzazione erano stati richiesti 12 milioni di euro e mi ero recato personalmente dal Ministro Alemanno a precisare: "Noi, come Regione Piemonte, riteniamo che questa sponsorizzazione sia un po' troppo costosa. Comunque, dato che è un evento che riguarda l'Italia ed è in particolare rivolto a sponsorizzare il settore agroalimentare italiano, noi daremo 3-4 milioni di euro e il resto, ovviamente, lo metta il Governo tramite il Ministero dell'Agricoltura".
Gli uffici ministeriali avevano fatto le valutazioni sotto il profilo tecnico e avevano ritenuto sproporzionata l'entità della spesa. Avevano fatto dunque una controproposta, che però il TOROC non aveva accettato nella speranza di trovare sponsorizzazioni migliori. D'altronde, Mc Donald's e Coca-Cola sono sempre dietro l'angolo pronti con gli hamburger e le bibite. Sotto un certo profilo, meno male che ci sono, perché in loro assenza probabilmente il CIO non starebbe in piedi.
Quello che voglio dire è che questa sponsorizzazione passerà comunque alla storia sotto il profilo dell'aiuto fraterno che la Regione ha dato per chiudere la vicenda. Naturalmente questo è senz'altro un contributo per il sostegno del TOROC. È chiaro che la Presidente Bresso adesso ha illustrato anche in modo molto dettagliato, quelli che possono essere i vantaggi che nel corso del 2006, il nostro Ente potrà trarre direttamente come immagine.
Tuttavia non volevamo che passasse inosservata questa vicenda, perch riteniamo che ci sia stata - l'abbiamo già detto molte - da parte del TOROC un'errata valutazione del budget.
A fronte di un eccesso di spese, a volte giustificate e a volte discutibili, colleghi come Ghiglia e Ferrero sono già intervenuti varie volte in questa sede e anche altrove, e quindi l'interpellanza non può non inserirsi anche all'interno della polemica circa le spese del TOROC. Questo non è un problema che riguarda direttamente la Presidente, ma non possiamo non ricordarlo in questa sede.
Quindi ringrazio la Presidente per la risposta, ma ovviamente non siamo complessivamente soddisfatti della risposta stessa.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 791 dei Consiglieri Cotto, Cavallera, Leo, Burzi, Nastri e Pedale, inerente a "Strumentalizzazione dei piemontesi all'estero"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 791, inerente a "Strumentalizzazione dei piemontesi all'estero".
La parola alla Presidente Bresso per la risposta.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

La Consigliera Cotto fa riferimento a un appello lanciato per posta elettronica da una sedicente "Unione Piemontesi nel Mondo", che aveva invitato a votare NO all'allora imminente referendum sulla modifica costituzionale. Io ho fatto una verifica nei nostri uffici: nessuno sa nulla di questa Associazione. Ho verificato inoltre col Presidente del Consiglio e anche qui in Consiglio nessuno ne sa nulla.
Ho ricevuto dall'avvocato Bertello, che è il Vicepresidente dell'Associazione (oggi Federazione) Piemontesi nel Mondo, una lettera in cui mi si dice che il signor Della Croce di Cercenasco ha rivolto alla Regione Piemonte la richiesta di iscrizione nel Registro delle Associazioni dell'"Unione Piemontesi nel Mondo", però oltre a questo nessuno ne sa nulla e l'avvocato Bertello chiede di non iscriverla poiché, secondo lui motivando con tutta una serie di ragioni, non ha le caratteristiche per chiedere l'iscrizione. Ovviamente stiamo verificando e naturalmente terremo conto di questa osservazione.
Concordo con la Consigliera Cotto: Associazioni che hanno altri fini meglio sarebbe che non intervenissero in vicende che non riguardano il fatto di essere piemontesi nel mondo. È ovvio ciò che sta avvenendo: dopo la modifica legislativa che consente agli italiani all'estero di votare per i candidati locali che li rappresenteranno, si rischia di tendere ad una politicizzazione delle Associazioni, che sarebbe negativa, in quanto ritengo che queste debbano rappresentare interessi di carattere più generale dei piemontesi nel mondo.
Verificheremo e speriamo che ciò non avvenga, perché credo che sarebbe grave. È giusto che siano i partiti politici a organizzarsi localmente e poi a esprimere la rappresentanza politica, mentre la rappresentanza associativa dovrebbe tendere ad essere il più neutra possibile dal punto di vista politico.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Intervengo per dire che sono più che soddisfatta della risposta. Ero preoccupata per questa confusione di ruolo che si veniva a creare e sono soddisfatta che questa sedicente "Unione dei piemontesi nel mondo" sia sconosciuta all'amministrazione regionale.
Chiaramente le querele e le denunce faranno il loro corso; io voglio solo sottolineare all'attenzione di tutto il Consiglio regionale l'importante ruolo che l'associazione "Piemontesi nel mondo", presieduta dal Cavaliere Michele Colombino, ha svolto in questi trent'anni, perch quest'anno ha festeggiato i trent'anni di vita.
Questo lo può sottolineare anche l'Assessore Deorsola, che quando era Presidente del Consiglio regionale ha organizzato il primo raduno dei Piemontesi nel mondo a Torino. E lo posso sottolineare anche io, che ho avuto la delega per qualche anno prima di Farassino, perché con l'associazione "Piemontesi nel mondo" abbiamo organizzato il concorso "Storie di immigrazione", che ha visto anche un impegno finanziario non indifferente da parte della Regione Piemonte, ma ha visto tutte le scuole medie del Piemonte partecipare. Noi abbiamo proprio dato all'associazione "Piemontesi nel mondo" un ruolo da protagonista in questa manifestazione e in altre.
Ricordo anche che iniziative dell'associazione "Piemontesi nel mondo" come ad esempio il premio di "Piemontese dell'anno", previsto da una legge regionale, sono state prese in carico dalla Regione Piemonte.
Quindi, dare fiato a personaggi che s'inseriscono in questo discorso istituzionale mi spiaceva.
Sono contenta della risposta data dalla Presidente; tutti insieme dobbiamo vigilare perché non ci siano confusioni di questo tipo che fanno male alle istituzioni. Ognuno faccia il proprio lavoro. Grazie.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 767 dei Consiglieri Rossi, Dutto, Monteggia e Novero inerente a "Pins del Pride" Interrogazione n. 801 dei Consiglieri Dutto, Novero, Monteggia e Rossi inerente a "Contributi della Regione Piemonte a sostegno del 'Pride nazionale' (Gay Pride)"


PRESIDENTE

La Presidente Bresso risponde alle interrogazioni n. 767 e 801.
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Gli interroganti osservano che nei giorni precedenti al "Torino Pride" del 17 giugno sono state poste in vendite spillette o pins raffiguranti personaggi di Neve e Gliz, le mascotte dei Giochi Olimpici invernali accostati al logo "Torino Pride 2006".
Gli interroganti sottolineano inoltre che durante i Giochi l'utilizzo abusivo dei loghi delle Olimpiadi fu oggetto di divieti severi e di sanzioni amministrative. I Consiglieri interroganti partono da queste osservazioni per chiedere che la Regione, constatando l'utilizzo abusivo delle mascotte olimpiche da parte degli organizzatori, ritiri il patrocinio e il sostegno economico alla manifestazione.
Rispetto al primo quesito gli uffici della Regione non hanno rilevato la vendita da parte degli organizzatori del Pride dei pins descritti dall'interrogazione. Risulta al contrario che il "Torino Pride" con lettera del 15 luglio scorso ha comunicato al Comitato organizzatore dei XX Giochi Olimpici invernali e alle istituzioni di avere appreso la notizia della vendita di tali gadget da parte di soggetti estranei all'organizzazione del Pride medesimo.
Nella lettera si legge che il coordinamento del Pride ha provveduto direttamente a bloccare la vendita su internet di materiale analogo a quello descritto nell'interrogazione.
Ciò premesso, risultando evidente l'estraneità degli organizzatori del "Torino Pride 2006" alle azioni di produzione e smercio di gadget comprendenti loghi olimpici, non si ritiene di ritirare il patrocinio e il sostegno economico, confermando ovviamente che l'azione nei confronti degli utilizzatori abusivi del logo, oltre che su denuncia da parte del Torino Pride può essere svolta da parte dei detentori del logo e cioè da parte del TOROC, naturalmente se individua il soggetto da denunciare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi per la replica.



ROSSI Oreste

Sono soddisfatto della risposta data dalla Presidente e siamo contenti che l'organizzazione sia intervenuta e abbia vietato comunque sfruttamenti non legali dell'immagine sia delle Olimpiadi sia della manifestazione in oggetto.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi scuso, ma sono interroganti in parte diversi, quindi è meglio averla fatta separatamente. La seconda interrogazione riguarda i contributi della Regione Piemonte a sostegno del Pride nazionale, sempre di cui sopra.
Gli interroganti in questo caso pongono alcuni quesiti specifici che fanno riferimento alla deliberazione n. 401781 del 13 dicembre 2005, avente per oggetto le iniziative della Regione Piemonte a sostegno del Pride.
Nell'interrogazione si cita il passo della deliberazione in cui si scrive che la Regione Piemonte intende sostenere singole iniziative che fanno parte del programma presentato dal Comitato organizzatore.
Gli interroganti chiedono di sapere quali singole iniziative oggetto del programma la Giunta abbia finanziato e a quanto ammontano a consuntivo i fondi destinati alle iniziative se superano la cifra di 50 mila euro indicata nella precedente risposta ad un'analoga interrogazione.
Rispondo che al momento non è possibile definire un bilancio a consuntivo, in quanto con nota del 18 agosto 2006 gli organizzatori del Pride nazionale hanno annunciato una variazione del programma che porterà alcune iniziative a svolgersi nella primavera del 2007.
Ad oggi solo il settore relazioni esterne ha provveduto a determinare un contributo di 50 mila euro che sono stati destinati a sostenere una serie di iniziative alcune delle quali già svolte. Questo ovviamente è il contributo annunciato e non ancora erogato. In primo luogo il convegno europeo sul tema "Città amiche per le persone gay" l'iniziativa si è tenuta nella giornata del 16 giugno ed ha contribuito a fare il punto sulle politiche e sulle buone pratiche di inclusione sociale adottate a livello europeo e rivolte alla comunità in questione. Secondo, un ciclo di incontri sul tema "Fede e Omosessualità" in programma da aprile a novembre e che prevede gli interventi di esperti e rappresentanti delle diverse confessioni religiose.
Terzo, due importanti iniziative, fra loro collegate: il 26 maggio incontro con Dorothy Allison, scrittrice e autrice di "Ragazze cocciute e storiacce brutte"; il 18 giugno il Convegno sul tema: "Storia, memoria narrazione esistenza lesbica tra società, immaginario e letteratura nell'opera di Lilian Faderman".
Quarta iniziativa, un Convegno sul tema del rapporto fra educazione e omosessualità che era in programma nel mese di ottobre e che gli organizzatori hanno deciso di spostare alla primavera del prossimo anno.
Con ulteriori provvedimenti di spesa, che si aggiungeranno ai 50.000 euro già stanziati, saranno sostenute altre iniziative, quali: la Mostra "25 anni di Aids attraverso i manifesti", che potrebbe svolgersi fra la fine del 2006 e il gennaio 2007 la Mostra storica sul Movimento lgbt in Italia, ora in programma nella primavera del 2007 un Convegno sulla cultura lgbt in Italia, da svolgersi in data da definire e comunque entro la primavera del 2007.
Ribadisco che, poiché il programma del Pride si esaurirà soltanto a 2007 inoltrato, non ci sono al momento gli elementi per fornire un bilancio a consuntivo. I provvedimenti sinora adottati si limitano ai 50.000 euro già indicati e sono provvedimenti di attribuzione del finanziamento non ancora di liquidazione, perché non sono ancora pervenute le relative pezze giustificative.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante Consigliere Dutto per la replica.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Preannuncio che ripresenteremo un'interrogazione analoga per avere poi la situazione definitiva tra un anno. Nel frattempo chiederei solo la risposta scritta.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 840 del Consigliere Scanderebech inerente a "Juve immagine del Piemonte?"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione 916, alla quale risponde la Presidente della Giunta regionale Bresso.
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

La prima interrogazione riguarda sostanzialmente il danno che si sta creando all'immagine del Piemonte nel mondo collegata alle vicende note della Juventus e di altre squadre italiane.
Le situazioni che hanno coinvolto il Torino e la Juventus, siccome si faceva riferimento anche al Torino, non sono affatto simili nella sostanza.
Nel caso della squadra granata il problema era amministrativo finanziario, mancata presentazione delle garanzie bancarie al momento dell'iscrizione e poi il fallimento.
Nel caso della Juventus le indagini della Magistratura ordinaria spaziano su diverse ipotesi di reato, mentre la Magistratura sportiva ha in primo grado emesso una sentenza (nel frattempo in secondo grado) di condanna per il rapporto distorto venutosi a creare tra i dirigenti delle società bianconera ed arbitri.
La Juventus è una società per azioni e anche questo crea una situazione reale e concreta profondamente diversa.
L'anno scorso, in occasione della crisi del Torino, mi limitai a dichiarare, peraltro in pochissime occasioni, la teorica disponibilità della Regione - che poi non dovetti utilizzare - ad intervenire come intermediario nei confronti degli istituti bancari per accelerare la concessione della fideiussione in modo da permettere l'iscrizione della squadra.
In un altro paio di occasioni mi limitai a dichiarare che auspicavo la felice soluzione di questa vicenda perché non sparisse il Torino dal panorama calcistico nazionale.
Posto che le difficoltà della Juventus non riguardano, almeno per il momento, questioni economico-finanziarie e di assetto proprietario, non vedo a cosa potrebbe servire rendersi disponibili come intermediari nei confronti degli istituti di credito.
Abbiamo confermato l'impegno della Regione a fianco della società, che infatti è stata in ritiro ad Acqui Terme a seguito della sponsorizzazione realizzata dalla società delle terme, con l'appoggio nostro e del Comune di Acqui, per testimoniare il valore del Club dal punto di vista storico e culturale per il territorio, senza intervenire con giudizi su una questione tecnico-giudiziaria su cui già in troppi non addetti ai lavori hanno ritenuto di dover esprimere la loro opinione.
In un paio di occasioni, ho già espresso ai giornalisti, proprio come feci nel caso del Torino, il dispiacere per la situazione venutasi a creare e anche l'impressione che il verdetto nei confronti della Juventus sia stato più duro rispetto ad altre squadre, ma era l'impressione personale da tifosa della Juventus, come, peraltro, del Torino. Non sono tifosa, ma tengo per le nostre due squadre, perché sono importanti per il nostro territorio e tanta gente del nostro territorio tiene per una delle due squadre.
L'immagine del Piemonte nel mondo, tuttavia, per fortuna, non è indissolubilmente legata a quella della Juventus, ma a quella di molte realtà, anche sportive, che, proprio in questo periodo, stanno guadagnandosi rispetto e attenzione. Non credo che saranno le colpe di alcuni dirigenti di una società privata, quale la Juventus, lo ricordo ancora, a macchiare indelebilmente la nostra Regione, anche perché, come ricordato dal Consigliere Scanderebech nella sua interrogazione all'interno dello stesso Gruppo, ben altri risultati sono ottenuti, ad esempio, da FIAT Auto. Non credo che questo possa risentire negativamente delle sventure juventine, altrimenti, mi chiedo come mai i successi bianconeri degli anni passati non abbiano avuto rispondenza con quelli della casa automobilistica. Per fortuna, le due vicende sono separate.
Resta mia opinione che la Juventus sia un valore per il Piemonte e che questa vicenda sia stata estremamente negativa e sgradevole. Mi auguro che il pronto intervento della proprietà, che si è posta l'obiettivo di risanare la squadra, possa far tornare la Juventus, in modo corretto, ai successi del passato, che credo saranno anche successi per il futuro.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, la vicenda della Juventus è molto più complessa di quanto un po' tutti ci immaginavamo. Anche i risultati calcistici confermano che non è facile risalire la china dopo essere stati così penalizzati nella serie B. Ritengo che soprattutto la seconda sentenza sia stata molto penalizzante nei confronti della Juventus.
Presidente Bresso, contrariamente alla nostra realtà, in altre Regioni ad esempio, in Toscana, in modo particolare a Firenze, si è svolta una manifestazione in cui il Sindaco, mi sembra insieme al Presidente della Regione, ha sfilato prima ancora della pronuncia della sentenza; questo a dimostrazione del peso di sensibilità delle Istituzioni.
Capisco il momento e capisco che quando c'è di mezzo la Magistratura anche se ordinaria, insomma, si devono adoperare tutte le precauzioni possibili e immaginabili, però, le stesse precauzioni non sono state adoperate per il caso Torino, indipendentemente dal fatto che per il Torino si trattasse di una questione finanziaria, che, poi, ha trascinato con s anche l'aspetto politico, tanto è vero che anche qui c'è stato un intervento massiccio dell'attuale Vicepresidente (allora Assessore al bilancio del Comune di Torino), di cui conservo ancora tutti gli articoli.
Relativamente al caso Juventus, ho letto alcune dichiarazioni rese dall'Assessore Peveraro, il quale rimarca il mancato impiego di circa 150 milioni di euro, se non sbaglio. Quindi, direttamente, nella ricaduta economica e sociale, c'è una perdita causata dal mancato incasso, dalla mancata esecuzione di lavoro dovuto, insomma, da tutto quello che è l'effetto Juventus sull'ambiente circostante e da tutto quanto compete alla squadra Juventus, che si ripercuote sull'immagine e patrimonio territoriale.
Detto questo, ho qualche dubbio nell'asserire che la Juventus e la FIAT non rappresentino un'immagine a livello internazionale. Sono stato nella Repubblica Ceca e in Polonia, quando si parla di Torino i nomi che vengono in mente sono quelli della Juventus, che è stata penalizzata, e della FIAT! Non conoscono il Consigliere Scanderebech, né tanto meno la Presidente Bresso! Conoscono la Juventus e il marchio FIAT.
Questo dimostra che dobbiamo tenerci care quelle poche cose che abbiamo in Piemonte. Poi, ci sarà l'interrogazione sul San Paolo, ma quelle poche cose che abbiamo dobbiamo detenercele care. Invece, non so, il perbenismo o il sabaudismo, se così si può dire, ci fa sempre rientrare nella parte della moderazione, che non ci permette di raggiungere l'obiettivo di difendere quello che abbiamo.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



SCANDEREBECH Deodato

Invece, per quanto riguarda la pubblicizzazione del marchio della Regione Piemonte, ho individuato nella campagna pubblicitaria - attenzione colleghi: campagna pubblicitaria - degli abbonamenti del Torino il marchio della Regione Piemonte, che è stato inserito in modo improprio. Questo non è corretto! Questi sono gli sponsor della campagna abbonamenti del Torino e nulla inerisce con quanto da lei detto! Chi li ha autorizzati questi signori? Questa è una cosa grave attenzione! Questa mia interrogazione sottolinea il fatto discriminante nei confronti della tifoseria juventina, perché al periodo così delicato che stanno attraversando la Juventus, i suoi tifosi e lo stesso territorio, a causa della mancata promozione in serie A, aggiungiamo il simbolo della Regione Piemonte impropriamente pubblicizzato su La Stampa, che è il giornale più noto che circola nelle case piemontesi. Il nostro marchio viene affiancato a quello della Beretta e agli altri marchi che sponsorizzano la campagna pubblicitaria della società Torino.
Mi chiedo se la Regione ha dato dei contributi, c'è un atto? Questo fatto è grave! Colleghi, per una cosa analoga, il collega Saitta fece traballare la Giunta Ghigo; si trattava allora di una pubblicità sulla sanità in cui si era adoperato impropriamente il simbolo della Regione Piemonte.



(Commenti fuori microfono della Presidente Bresso)



SCANDEREBECH Deodato

Ripeto, Presidente: io non sono della Juventus e non sono del Torino io sono un simpatizzante sia della Juventus sia del Torino, qui lo dico...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia, il tempo a sua disposizione è scaduto. La Presidente avrà modo, rispondendo alla successiva interrogazione sullo stesso tema, di integrare anche la prima parte della risposta.



SCANDEREBECH Deodato

Il fatto che il marchio della Regione Piemonte compaia tra gli sponsor di una campagna promozionale degli abbonamenti è una cosa grave! Chi li ha autorizzati? Questa è una cosa grave! Se c'è stato qualche documento io non ne sono al corrente, non so se qualcuno di voi è al corrente di questo documento.
Ritornando alle...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, le chiedo scusa, il tempo a sua disposizione è scaduto, avrà modo di replicare alla successiva risposta, quindi, di riprendere questo argomento, la prego di terminare.



SCANDEREBECH Deodato

Termino ringraziando la Presidente Bresso, intanto, di aver risposto nei tempi prestabiliti dalle interrogazioni.
Ringrazio anche il Vicepresidente Peveraro per le dichiarazioni...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



SCANDEREBECH Deodato

...anche la Presidente Bresso nella....



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia, può intervenire sulla prossima interrogazione, devo toglierle la parola.



SCANDEREBECH Deodato

Ripeto: in un momento così delicato, in cui i 333 primati della Regione Piemonte sono andati via, facciamo attenzione a non farci portar via tutto quel poco che abbiamo, compresa l'immagine Juventus.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 916 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Regione sponsor ufficiale del Torino Calcio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 916, presentata dal Consigliere Scanderebech.
Risponde la Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi scuso, non avevo capito che dovevo rispondere insieme ad entrambe le interrogazioni, le stavo affrontando una di seguito all'altra.
Per quanto riguarda la seconda interrogazione, che si riferiva proprio alla vicenda testé illustrata dal Consigliere Scanderebech circa la comparsa della Regione Piemonte come sponsor ufficiale del Torino Calcio l'Amministrazione regionale è consapevole che i segni distintivi delle due massime formazioni calcistiche godono da tempo di una reputazione di alta rinomanza, in modo diverso, ovviamente, perché il Torino ha non solo una forte reputazione, ma gode di stima e passione da parte di tante persone, e nella nostra città la Juventus - come lei ha ricordato - ha un'immagine, e anche dei tifosi, a livello nazionale e internazionale (ieri ero a Roma alla festa di Rinascita con il Sindaco Veltroni che, come è noto, è un tifoso juventino: (non so come abbia fatto ad essere Sindaco di Roma, ma è molto abile perché è riuscito, non tenendo né per una squadra, né per l'altra, a barcamenarsi). Credo si tratti, dunque, di marchi di prestigio e di importanza.
La Regione Piemonte, conscia di questo valore simbolico che i cittadini attribuiscono alla Juve e al Toro, indipendentemente da ciò che ciascuno pensa individualmente e personalmente - ha già detto che sono tifosa di entrambe le squadre perché sono due valori per la nostra Regione - abbiamo ritenuto di individuare le medesime squadre, fin dalla stagione calcistica 2003-2004, quindi ancora con il Presidente Ghigo e poi con me, quali testimonial per la promozione turistica del territorio piemontese.
Le alterne vicende, che hanno portato dapprima il Torino e oggi la Juventus a giocare nel Campionato di serie B, non hanno inficiato queste valutazioni, se non nella quantificazione del valore economico correlato alle azioni di comunicazione messe in atto da queste squadre.
Per quanto attiene più propriamente il Torino FC quest'Amministrazione, nell'ambito delle azioni di comunicazione e di immagine previste dal programma annuale e tecnico di indirizzo e coordinamento delle attività di promozione, informazione ed accoglienza per l'anno 2006, ha approvato con delibera della Giunta regionale del 20 marzo 2006 ed ha acquistato per il Campionato 2006-2007 la qualifica di fornitore ufficiale della squadra, con diritto a sfruttarne l'identità visiva, anche attraverso l'utilizzo del marchio Torino FC.
L'accordo, stipulato a seguito della deliberazione dirigenziale n. 629 del 27 luglio 2006, prevede altresì azioni congiunte indirizzate a svolgere in modo sinergico attività di comunicazione mirate a consolidare l'immagine turistica del territorio del Piemonte, ivi compresa la scelta della località piemontese in cui la squadra ha effettuato gli allenamenti estivi e in cui si è resa disponibile a sostenere incontri amichevoli con compagini locali, che hanno richiamato sul territorio un grande afflusso di visitatori.
La squadra del Torino ha svolto, infatti, nella località montana di Macugnaga - come tutti avrete notato - gli allenamenti estivi di alta quota, richiamando un folto pubblico di sostenitori e contribuendo attraverso l'attenzione dei media, a dare notorietà e visibilità a tale stazione turistica.
Il pacchetto "Sponsor istituzionale Torino FC", relativo all'attività sportiva ufficiale della prima squadra nella corrente stagione sportiva acquisito dalla nostra amministrazione in esclusiva, limitatamente al settore Regioni, oltre a consentire alla Regione di utilizzare tale qualifica ed il marchio Torino FC, dà diritto alla medesima di esporre a scopo pubblicitario il proprio marchio presso lo stadio di gioco, in prima fila per 240 metri lineari, con un tempo di esposizione minimo garantito di due minuti a partita, oltre che su cartellone multipartner posto all'ingresso del tunnel, sul back drop sala interviste e televisioni nazionali e locali e sul cartellone multipartner all'ingresso delle tribune.
Tale pacchetto prevede, inoltre, pubblicità per la Regione Piemonte presso il campo di allenamento della prima squadra, mediante l'esposizione del marchio regionale su due cartelli fissi, posizionati a bordo campo di allenamento, delle dimensioni di metri tre per uno, e la presenza anche in questo caso del marchio sul back drop-interviste.
Il marchio verrà inoltre inserito sul sito ufficiale web del Torino che è in fase di realizzazione, con un link, sul sito regionale, sul foglio formazione delle partite e verranno concesse due pagine pubblicitarie sulla redigenda rivista ufficiale del Torino.
Il Torino FC autorizza altresì la partecipazione di due giocatori della prima squadra a tre eventi promossi dalla Regione Piemonte da individuarsi nel corso della durata della convenzione.
Nell'ambito di tale accordo, è prevista infine la fornitura di biglietti per le partite interne che, come nelle scorse stagioni, vengono utilizzati dalla Regione Piemonte per invitare operatori turistici della città della squadra ospite che, in occasione dell'incontro calcistico, vengono accompagnati in un "Educational tour" rivolto a far conoscere loro la Città di Torino e le opportunità turistiche che la medesima offre.
I mezzi dei veicoli di comunicazione pubblicitaria offerti dalla Juventus FC sono invece stati utilizzati per favorire lo sviluppo, il potenziamento e la qualificazione del sistema termale e dell'offerta turistica del Piemonte sostenendo, come ricordavo prima, un progetto di valorizzazione presentato dalle Terme di Acqui S.p.A., che ha visto come momento qualificante la presenza della squadra calcistica in ritiro estivo in tale località. Il progetto in questione consentirà alla Regione Piemonte di usufruire, congiuntamente con Terme Acqui S.p.A., dei mezzi di comunicazione promopubblicitaria presso lo stadio di gioco torinese durante la corrente stagione calcistica consistente, in particolare nell'esposizione del logo regionale su 120 metri in seconda fila, per un tempo a disposizione di due minuti a partita, oltre che posti disponibili nel palco durante le partite interne e la possibilità di organizzazione una convention presso una sala interna dello stadio con capienza di 70 persone.
Quindi, il fatto che il Torino citi la Regione fra i propri sponsor è del tutto legittimo, perché lo siamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Non ho capito. Si tratta di una convenzione?



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Sono due convenzioni: una con il Torino e l'altra con la Juventus. Le darò la risposta scritta.



SCANDEREBECH Deodato

Riguardo alla convenzione: eticamente non è previsto di adoperare il simbolo a scopo promozionale per l'acquisizione di abbonamenti. In quella convenzione è prescritto dove deve essere previsto il simbolo. Quindi secondo me, questa posizione della Juventus, tra gli sponsor (Beretta Valmora, ecc.) è una convenzione per adoperare il simbolo e l'immagine della Regione Piemonte laddove viene prestabilito il luogo e la posizione ben prestabilita. Invece, questa è una pubblicità impropria e scorretta dal punto di vista istituzionale. Anche se questo documento, diciamocelo onestamente, un po' lo giustifica. Ma, lo giustifica in modo improprio.
Si sono appropriati del simbolo. Ma lì sopra c'è scritto dove e come deve essere adoperato il simbolo. Facciamo attenzione, perché in passato chi ha adoperato impropriamente questo simbolo ha avuto dei problemi dal punto di vista politico.Nel momento in cui la tifoseria della Juventus si sentiva defraudata, abbandonata e delusa da tutti i rappresentanti istituzionali, abbiamo visto comparire sulle pagina de La Stampa il simbolo della Regione Piemonte come sponsor della campagna abbonamenti. Il momento e l'aspetto pubblicitario non è dei migliori. Meno male che c'è qualcosa che prevede - ne avevo già parlato con l'Assessore Peveraro - luoghi e posti dove deve essere esposto il simbolo della Regione Piemonte.
Ringrazio e chiedo di avere copia della risposta scritta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 841 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Inarco insurrezionalisti"


PRESIDENTE

La Presidente Bresso risponde all'interrogazione n. 841 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Anarco-insurrezionalisti".
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Se il Consigliere Scanderebech mi consente una micro-osservazione sull'interrogazione precedente: personalmente - ma verificherò con i nostri uffici legali - ritengo che la richiesta al Torino di citarci in un numero di casi precisi, così come nel caso della Juventus, non infici il fatto che se loro in loro veicoli pubblicitari mettono il marchio sponsor del Torino calcio così come la Juventus calcio, per noi è un vantaggio aggiuntivo e non un danno. Non vedo onestamente perché dovrei perseguirli per avere fatto di più del minimo che deve essere previsto. Se, invece che su 240 metri, mettono il marchio sul doppio, basta che non me lo facciano pagare in più perché il contratto è quello, non ho ragione di essere contraria.
Se la Juventus nella sua campagna sostiene che siamo al posto della Juventus, secondo me è legittimata. Verificherò e, in ogni caso personalmente non la perseguirei, perché mi pare che sia un di più rispetto ad un contratto che vedo favorevolmente. Verificherò con gli uffici legali e le darò una risposta orale precisa sull'eventuale abuso, se si ritiene che ci sia abuso e se lei ritiene che ad entrambe le squadre dobbiamo interdire l'uso della sponsorizzazione in tutti i casi. Ritengo che se lo vogliono fare sia un fatto per noi positivo e non vedo come costituisca violazione del contratto. Caso mai è un di più. Verificherò e la informer anche con lettera.
L'interrogazione successiva, invece, riguarda una vicenda estiva. Tutti ricorderete che nel mese di luglio sono stati recapitati pacchi bomba a Beppe Fossati, alla ditta Coema e al Sindaco di Torino, uno dei quali è esploso e ha ferito il direttore di Torino Cronaca. Gli attentati sono stati rivendicati, con una lettera, dal gruppo anarco-insurrezionalista Fai Rat. Il Consigliere Scanderebech chiede come intende comportarsi la Regione Piemonte.
Abbiamo espresso la nostra solidarietà a tutte le persone coinvolte. Siamo attenti ai problemi di sicurezza, ma lei sa, Consigliere, che non abbiamo nessuna particolare competenza su così delicate questioni di ordine pubblico, come quelle relative ad attentati, che competono alle forze dell'ordine. Le forze dell'ordine si sono rapidamente mosse per garantire al massimo livello possibile, la sicurezza dei cittadini, in particolare di coloro che erano esposti nella vicenda del CPT di C.so Brunelleschi. In questi casi la Regione non deve fare nulla, perché è materia rigorosamente di competenza delle forze dell'ordine nazionali le quali hanno tutte le capacità per intervenire. Nostro compito è quello di solidarizzare con le forze dell'ordine nella loro azione, oltre che con le persone oggetto dell'attentato e, naturalmente, fornire tutto l'aiuto che possiamo mettere a disposizione qualora sia richiesto e qualora, nel corso delle indagini emergessero elementi che richiedono un nostro supporto. Nulla più di questo sarebbe legittimo, non essendo nostra competenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Scusate, Consiglieri, ancora un volta rimarco la questione del logo della Regione Piemonte.
Presidente, oggi abbiamo appreso che è stata stipulata una convenzione tra la Regione il Torino Calcio e la Juventus. Chi legge La Stampa di oggi e non conosce i rapporti esistenti tra la Regione e queste società - non ero nemmeno io a conoscenza di quella convenzione, e non so quanti di voi lo fossero - e vede il logo della Regione Piemonte insieme agli altri logo degli sponsor, presuppone che la Regione Piemonte finanzi e promuova il Torino Calcio. È evidente che gli altri marchi apparsi in questa pagina promuovono e finanziano ogni iniziativa del Torino Calcio. Avendo inserito il logo della Regione Piemonte in questa forma grafica, qualunque lettore trarrebbe la conclusione che la Regione Piemonte è uno sponsor, quindi finanzia la campagna abbonamenti. Non ho nulla in contrario se il Torino Calcio adopera il marchio della Regione Piemonte, ma lo deve utilizzare in modo proprio, perché questa è pubblicità ingannevole, che fa apparire il marchio della Regione Piemonte accanto ad aziende che sponsorizzano e finanziano le società calcistiche. Noi non diamo niente, ma mettiamo a disposizione solo l'immagine della Regione Piemonte. Se questo simbolo l'avessero inserito in un'altra parte di pagina del giornale senza farlo figurare insieme agli sponsor, avrebbe un suo significato sia dal punto di vista istituzionale che etico.
come se il Torino Calcio venisse sponsorizzato dalla bocciofila di Mirafiori, o da altri finanziatori di cui noi non conosciamo le origini così come è successo per altro. Se andiamo a vedere cosa è successo per il Torino Calcio e se c'è stato un intervento massiccio delle istituzioni su di una parte piuttosto che sull'altra, è perché non si aveva fiducia su una delle due parti. Quel caso è particolare. Le istituzioni si sono fatte garanti della scelta del Torino Calcio. Non so sia chiaro il paragone.
Anche in questo caso non ci possiamo mettere alla pari degli altri sponsor pur non avendo, come in questo caso, dato niente. Non vuol dire niente, il cittadino vede l'immagine della Regione Piemonte.
Ripeto, non sono contrario al fatto che il Toro o la Juventus utilizzino il simbolo regionale. Fra l'altro, non sono né della Juventus n del Torino, sono tifoso milanista.
Per quanto riguarda l'ultima interrogazione, non è vero che non abbiamo competenze in materia di ordine pubblico e sicurezza, perché la polizia locale dipende dalla Regione Piemonte. La polizia locale ha il compito di impiegare i propri vigili. Ricordo che nella Città di Torino sono in servizio 2000 vigili urbani, i quali possono garantire una potenzialità di intervento molto superiore rispetto a quella che possono offrire Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri. Questa estate tutti abbiamo che la Polizia di Stato non ha soldi per lavare le macchine...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, deve terminare il suo intervento, altrimenti sono costretto a toglierle la parola.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, mi faccia finire, la prima parte del mio intervento era riferita alla prima interrogazione.
Per quanto riguarda l'aspetto della microdelinquenza e dell'ordine pubblico su Torino e sulla regione, in particolare, dobbiamo fare attenzione perché in altre città come Roma o Catania alcuni esponenti e rappresentanti delle istituzioni si sono fatti affidare dal Governo Prodi deleghe speciali in materia di viabilità e di ordine pubblico. Dal momento che a Torino alcune zone si stanno trasformando in ghetti veri e propri dobbiamo anche tenere in considerazione come intervenire in futuro a livello istituzionale sia come Regione che come Comune di Torino.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 866 dei Consiglieri Moriconi e Robotti, inerente a "26 settembre: giornata europea delle lingue"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 866, sulla quale risponde la Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Per una volta non rispondiamo dopo l'avvenimento, con questo lungo testo scritto.
"Il tema della pluralità linguistica è una componente fondamentale del pluralismo e della ricchezza delle diversità che caratterizza la cultura europea. Il tema del multilinguismo, in particolare per la lingua italiana e quella francese, è stato affrontato nel corso dell'incontro per la creazione di un'Euroregione Alpi-Mediterraneo svoltosi il 10 luglio con i Presidenti di Liguria, Valle d'Aosta, Provenza-Alpi-Costa azzurra e Rhône Alpes e il tema degli scambi linguistici è stato inserito fra i temi prioritari contenuti nella dichiarazione d'intenti sottoscritta nell'occasione.
a partire da questa priorità che sono state concepite le iniziative per la celebrazione della Giornata europea delle lingue.
Per il 27 settembre è in programma una manifestazione sull'intercomprensione linguistica quale supporto al multilinguismo che si inserisce nel progetto Galanet. Tale manifestazione (vedi Programma allegato), che prevede il coinvolgimento diretto degli studenti delle scuole, è promossa da Attac Torino e patrocinata dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino con il contributo della Fondazione CRT. L'evento avrà luogo presso la sala Viglione di Palazzo Lascaris ed è previsto l'intervento di Christian Degasche dell'università di Grenoble, Maria Grazia Margarito dell'Università di Torino, Anna Maria Dominici direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte; chiuderà l'incontro l'Assessore per l'istruzione e la formazione Professionale Giovanna Pentenero.
Il Comitato delle Regioni ha adottato il 14 giugno 2006 il proprio parere in merito alla Comunicazione "Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo" .
Valutando complessivamente in modo positivo il nuovo quadro strategico e riconoscendo il contributo che i diversi programmi europei settoriali come Socrates, Gioventù, Leonardo e anche il programma per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, ecc., hanno portato al multilinguismo, il Comitato tuttavia ritiene che la Commissione europea potrebbe fare di più e ha giudicato che le risorse disponibili per il prossimo periodo di programmazione non siano sufficienti.
Consapevole che la responsabilità di compiere ulteriori progressi in materia di multilinguismo spetta agli Stati membri e alle autorità regionali e locali, il Comitato ha sostenuto l'idea di incoraggiare gli Stati membri a predisporre Piani nazionali per dare spessore, coerenza e indirizzo agli interventi di promozione del multilinguismo. Essi dovrebbero stabilire obiettivi chiari per l'insegnamento linguistico ai vari livelli di istruzione e accompagnarsi a uno sforzo continuo di sensibilizzazione sull'importanza culturale della diversità linguistica.
Sotto il profilo dell'apprendimento sia il livello accademico - dove dovrebbe essere sviluppato un settore dedicato al multilinguismo anche attraverso la creazione di una rete di cattedre in linea con la riuscita dell'azione Jean Monnet - che quello degli istituti di insegnamento superiore sono considerati centrali anche in virtù del potenziale che potrebbero sviluppare attraverso un loro coinvolgimento più attivo, sia verso gli studenti e i docenti sia verso le comunità. Un'attenzione del tutto particolare riveste il tema dell'apprendimento precoce delle lingue su cui la Commissione si è impegnata a pubblicare entro il 2006 uno studio delle migliori pratiche. Questo implica però una formazione apposita degli insegnanti che dovrebbe anch'essa essere prevista nei Piani nazionali.
Il Comitato delle Regioni ha però anche voluto sottolineare che considera necessario che gli immigranti dispongano delle più ampie possibilità di mantenimento delle rispettive lingue materne e di apprendimento della lingua o delle lingue dei paesi ospitanti. Anche in questo caso il multilinguismo rappresenta una ricchezza culturale che dovrebbe ottenere un riconoscimento attraverso il requisito minimo dell'insegnamento delle loro lingue materne così come di una formazione linguistica specializzata per gli interpreti al fine di facilitare la comunicazione tra gli immigranti e le comunità che li accolgono.
Tutti questi interventi devono andare nella direzione della creazione di un'economia multilingue le cui criticità dovrebbero essere messe in rilievo nella prossima pubblicazione della Commissione sull'impatto della carenza linguistica sull'economia europea in cui si auspica possano essere verificate anche le disparità regionali così da poter intervenire anche intensificando la sinergia tra multilinguismo e formazione professionale.
Si incrementerebbe in questo modo la mobilità transnazionale dei lavoratori e attuerebbe la politica comunitaria dell'occupazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi per replica; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ringrazio per la celerità della risposta perché effettivamente, come è stato detto, arriva prima dell'evento di cui si parla.
Voglio solo brevemente spiegare il concetto del multilinguismo, perch forse non è chiaro ai Consiglieri che non hanno seguito la questione.
La teoria del multilinguismo prevede la possibilità, nell'ambito delle lingue europee, di creare, con pochi interventi e con poco sforzo, un sistema di comunicazione. In tal modo, le diverse lingue hanno la possibilità, sfruttando la loro comune radice, di aumentare il livello di comunicazione nei diversi Paesi europei. Sarebbe un primo passo rispetto all'apprendimento delle lingue straniere da parte dei cittadini di ogni singolo Paese.
Questo multilinguismo è un sistema per aumentare la comprensione a livello europeo e la possibilità di comunicazione dei cittadini europei.
Su questo punto rilevo con soddisfazione l'interesse della Regione Piemonte e mi auguro si possa lavorare in questa direzione concretamente e con impegno.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 870 della Consigliera Cotto, inerente a "Applicazione nuovi contratti relativi alle prestazioni occasionali (Buoni Vendemmia) nella Provincia di Asti"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 870, sulla quale rispondono congiuntamente l'Assessore Migliasso e l'Assessore Taricco.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Gli uffici della Direzione Lavoro sono stati molto solleciti nel prepararmi la risposta, tuttavia sarà necessario, oltre alla mia risposta un'integrazione da parte dell'Assessore all'agricoltura Taricco.
Come sicuramente la Consigliera interrogante saprà - ma voglio informare anche il resto del Consiglio - con decreto del 1° marzo 2006 il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha stabilito che le aree in cui verrà sperimentata la nuova tipologia di lavoro, denominata "prestazioni occasionali di lavoro accessorio", sono dieci: Verbania Milano, Varese, Treviso, Bolzano, Venezia, Lucca, Latina, Bari e Catania.
Questo è contenuto nell'articolo 1 del decreto ministeriale.
Trattandosi di materia afferente ai contratti, e pertanto all'ordinamento civile dello Stato, sussiste - come loro sanno - la competenza esclusiva dello Stato. La Regione, da questo punto di vista, non può in alcun modo intervenire, non essendo nella sua disponibilità il poterlo fare.
La seconda questione riguarda l'utilizzo delle persone disponibili, che naturalmente dovrà dipendere dalla domanda di lavoro proveniente dalle aziende agricole in funzione della vendemmia da realizzare.
La terza considerazione, che verrà poi integrata dall'Assessore Taricco, è che, secondo i dati dell'Osservatorio regionale del mercato e del lavoro riferito ad Asti, il mercato astigiano presenta una notevole offerta di persone che si offrono per il lavoro. Teoricamente, quindi, le aziende dovrebbero riuscire a reperire la manodopera necessaria per la vendemmia. Anche se così fosse, anche se le persone disponibili sul mercato del lavoro accettassero il lavoro offerto, le aziende non potrebbero avvantaggiarsi del risparmio derivante dall'applicazione della tipologia di lavoro in questione, dal momento che, come dicevo all'esordio, il decreto ministeriale del 1° marzo 2006 non contempla il territorio di Asti tra quelli oggetto di sperimentazione. L'unica città del Piemonte presa in considerazione è Verbania.
Proprio per ovviare a questa dimenticanza - o esclusione - sono stati intrapresi atti di cui adesso riferirà l'Assessore Taricco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

La vicenda, da un punto di vista formale, è stata già ripercossa dall'Assessore Migliasso. Noi (come Assessori all'agricoltura), quando fu sollevata la questione ci siamo immediatamente mossi nei confronti del Ministero del Lavoro e del Ministero dell'Agricoltura, per capire se c'erano spazi e per modificare quella che ci pareva una sperimentazione (da un punto di vista pratico) assolutamente assurda, perché in provincia di Verbania, notoriamente, ci sono molti frutteti e molti vigneti su cui si può fare una sperimentazione. Purtroppo è nata in questo modo.
Noi abbiamo inviato una lettera in data 1 agosto al Ministero del Lavoro e per conoscenza al Ministero dell'Agricoltura, dove chiedevamo proprio in virtù delle particolari condizioni ambientali che esistono nel sud Piemonte, di voler allargare (quindi di modificare il decreto) alle Province di Asti e di Cuneo questo tipo di sperimentazione.
Recentemente, abbiamo ancora avuto un incontro con il Ministero dell'Agricoltura sollecitandolo ad intervenire presso il Ministero del Lavoro. Allo stato attuale, purtroppo, non abbiamo conferme da parte del Ministero del Lavoro della volontà di andare a modificare il decreto.
Sicuramente sarà nostra cura insistere in questa direzione.
Per quanto concerne la questione, fatta osservare giustamente dal Consigliere Cavallera, relativamente alla possibilità di istituire la banca del tempo, come loro sanno, esiste la possibilità di scambio di mano d'opera così come normato, pur rendendoci conto che non è la soluzione al problema. Oggettivamente siamo di fronte ad un doppio tipo di problema. La campagna di raccolta è molto breve, per cui non è appetibile per la maggioranza dei lavoratori e ha necessità di competenze manuali non sempre così facilmente reperibili sul mercato in generale, quando invece sarebbero reperibili in zona locale, quindi, siamo perfettamente consapevoli dell'entità del problema. Quello che posso garantire è tutto l'impegno a fare in modo, se sarà possibile, di ottenere la risposta affermativa dal Ministero e di modificare il decreto in questione. Se volete, c'è la disponibilità della lettera.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliera Cotto, per la replica.



COTTO Mariangela

Ringrazio gli Assessori per le risposte.
veramente necessaria, Signor Presidente del Consiglio, un'azione forte per far sì che il ministro del lavoro integri il decreto del 1 marzo 2006 fatto dall'allora Ministro Maroni. Probabilmente lui era più vicino a Verbania rispetto al sud del Piemonte, e ha inserito come Provincia piemontese, Verbania.
Penso sia necessaria un'azione forte da parte della Regione Piemonte a difesa di quei viticoltori che non riescono a capire perché non possono assumere personale. Ha fatto bene l'Assessore Migliasso a dire che teoricamente ci sono dei disoccupati adatti che possono andare a vendemmiare. Ma noi conosciamo la posizione geografica della Provincia di Asti e probabilmente il disoccupato che abita in città, ben difficilmente può andare a vendemmiare le uve moscato a Cassinasco dove non ci sono mezzi di trasporto. Ci sono molte difficoltà. Noi sappiamo che ci sono tante piccole aziende e che la vendemmia dura al massimo 3-4 giorni, magari in due dei quali piove e, quindi, devono aspettare per raccogliere il prodotto due giorni dopo. Quello che però è grave, è che sia impedita la manifestazione di solidarietà tra persone che si possono aiutare perch giustamente, dal loro punto di vista, gli ispettori del lavoro dell'INPS e dell'INAIL fanno il loro dovere. Noi chiaramente li avremmo voluti più impegnati nei cantieri delle Olimpiadi rispetto alle vigne del nostro territorio, ma ognuno fa quello che deve fare.
Ma la Regione Piemonte non può fare dichiarazioni di solidarietà solo a parole e dire: noi siamo con voi. Ci vogliono degli atti concreti. Secondo me non basta una lettera di richiesta. Facciamo una delegazione, andiamo a Roma, occupiamo l'Ufficio del Ministro del Lavoro che essendo un piemontese conoscerà la realtà, guardando dalle finestre le colline del sud del Piemonte. Facciamo un'azione forte, Presidente, inviti tutti i Consiglieri regionali a diventare degli abusivi nelle nostre vigne, perché se viene lei a vendemmiare, non ha titolo, il padrone della vigna la deve assicurare e se lei invece avesse una pensione le verrebbe poi decurtata. Tanta burocrazia che impedisce di raccogliere le uve.
Spero che insieme a tutte le manifestazione che la Giunta da sempre fa per promuovere i nostri vini all'estero e in Italia, ce ne sia una che faccia sì che i nostri contadini possano raccogliere le uve senza tanti problemi burocratici, ma sulla base del buon senso. Invito i colleghi Consiglieri ad andare a vendemmiare, per rendersi conto di quali possono essere i problemi, parlando proprio con questi piccoli proprietari.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiesta iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 207 inerente a "Dimissioni del Signor Oscar Bertetto dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il Signor Massimo Pace (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Nell'ambito delle mie competenze cercherò in tutti i modi di organizzare la risposta.
Prima di procedere alle due seguenti comunicazioni, chiederei ai colleghi Consiglieri di iscrivere, come da lettera di convocazione al punto 4 bis, la proposta di deliberazione relativa alle dimissioni del signor Oscar Bertetto, dalla carica di Consigliere regionale e alla relativa surrogazione del signor Massimo Pace.
Se non ci sono osservazioni, diamo per iscritta al punto 4 bis) la proposta.



(Il Consiglio, all'unanimità approva l'iscrizione)


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla fusione San Paolo IMI con Banca Intesa Interrogazione n. 929 del Consigliere Ricca, inerente a "fusione tra San Paolo IMI e Banca Intesa" (assorbita)


PRESIDENTE

Do ora la parola al Vicepresidente Peveraro, che, a nome della Giunta regionale, svolgerà, come da richiesta avvenuta in apertura della seduta antimeridiana, una comunicazione sull'annunciata fusione San Paolo IMI Banca Intesa.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

La decisione unanime del Consiglio di Amministrazione del San Paolo del 26 agosto scorso - procedere alla fusione per integrazione della Banca Intesa - rappresenta, a nostro giudizio, un'opportunità per la nostra Città, soprattutto perché consente di costituire, nel panorama finanziario internazionale, un soggetto italiano in grado di competere con le principali banche internazionali.
Da questo punto di vista, i commenti degli addetti ai lavori e l'andamento della borsa dimostrano la validità del progetto. Forse è anche opportuno individuare, così come sono state comunicate dal gruppo San Paolo, alcune delle caratteristiche dell'operazione, proprio perché ne confermano l'importanza nel panorama internazionale, poiché rappresenta una grande opportunità di crescita non solo per la nostra Città, ma anche per l'intero sistema finanziario italiano.
Infatti, il nuovo gruppo si colloca tra i primissimi gruppi bancari dell'eurozona, ancor prima di considerare le sinergie che può stimolare. In questo momento, in termini di capitalizzazione di borsa, è il quarto gruppo bancario in Europa. Il nuovo gruppo sarà leader indiscusso in Italia, in grado di controllare una quota di mercato pari al 20%. La rete degli sportelli del nuovo gruppo (oltre seimila in Italia) sarà capillare e ben distribuita su tutto il territorio, con quote di mercato anche superiori al 15% nella maggior parte delle Regioni.
Le stime preliminari degli indicatori finanziari del nuovo gruppo post sinergie evidenziano un utile netto, previsto nel 2009, di circa sette miliardi di euro, con un incremento di oltre un miliardo di euro, con i conseguenti e evidenti benefici anche per gli azionisti, le compagnie e le Fondazioni comprese, ed una crescita media annua dal 2006 al 2009 dell'utile netto pari ad oltre il 13%.
Le prime linee di questo accordo individuano le caratteristiche della governance del primo gruppo. Una governance sostanzialmente equilibrata, se la sede legale - come sarà - sarà a Torino e le sedi operative saranno due una a Torino e una a Milano.
Per quanto riguarda il Comitato di gestione, com'è noto ai colleghi per la prima volta in Italia verrà applicato il sistema dualistico con un Consiglio di sorveglianza e un Consiglio di gestione; quest'ultimo si occuperà delle attività operative e a presiederlo sarà un rappresentante della banca torinese (il Direttore generale vicario sarà un rappresentante della San Paolo-IMI).
Il modello organizzativo che il nuovo gruppo ha immaginato di mettere in campo sarà il modello organizzativo della banca San Paolo IMI, tant'è vero che verrà rafforzato il concetto di banca dei territori, con l'attribuzione di uno specifico territorio ad ogni marchio in regime di esclusiva; la composizione di un nuovo marchio nascerà dall'integrazione delle due banche solo là dove i marchi oggi non sono presenti.
Credo che da queste informazioni, comunque note perché già comunicate agli organi di stampa, risulti confermata la linea su cui l'istituto sta lavorando, con il conforto e il supporto dei principali azionisti, e fra questi ovviamente la Compagnia di San Paolo.
La settimana scorsa le tre istituzioni hanno incontrato il Comitato esecutivo della Compagnia di San Paolo. A seguito di quell'incontro è sostanzialmente stato confermato il supporto che la Compagnia stessa sta dando alla banca nella definizione di questo progetto, che ovviamente deve ancora affrontare alcuni importanti passaggi per la sua completa realizzazione, ma certamente in quell'incontro è stata confermata la necessità di seguire questo processo di aggregazione comune (Compagnia e istituzioni), supportando l'iniziativa da parte degli Enti locali, per quanto sarà possibile, nel monitoraggio per la piena realizzazione del progetto, con l'obiettivo di mantenere forte, come oggi è forte la presenza del San Paolo, la presenza sul nostro territorio della nuova banca.



PRESIDENTE

Collega Ghiglia, con questa risposta abbiamo assorbito la risposta a un'interrogazione che il collega Ricca aveva presentato e che ha ritirato.
Si tratta di chiarimenti in merito a comunicazioni della Giunta regionale; il tempo a disposizione è 2 minuti, quindi vi prego di non costringermi a eccessivi richiami sul rispetto dei termini. Grazie.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Avevo presentato un'interrogazione riguardo a questa questione e mi rendo conto che, parlando della fusione di due grandi banche come San Paolo IMI e Banca Intesa, si corra anche il rischio di cadere nel provincialismo o di fare, come recita un detto cinese, come chi, di fronte a chi indica il cielo con un dito, guardare non il cielo, ma la punta del dito.
Con l'interrogazione che ho presentato, ho mostrato una questione che potrebbe stare sulla punta del dito, anche perché, per quanto riguarda il cielo, i grandi riflessi di questa operazione, credo che vi siano già state espressioni di apprezzamento che condivido e che non devono però far dimenticare altri aspetti.
Mi sono chiesto se la grande operazione compiuta, che indubbiamente è un bene per il nostro paese e che risponde alla logica di mercato, com'è già stato richiamato dalla comunicazione del Vicepresidente Peveraro, quel mercato che, con la crescita in borsa dei due titoli ha già dato una sua risposta precisa e un suo giudizio sull'operazione - un'operazione, quindi che risponde a logiche di mercato e che richiede la capacità di competere con un colosso che sappia reggere la concorrenza internazionale e la competizione che la sfida globalizzata impone - possa avere dei riflessi anche negativi sul territorio piemontese.
In pillole, mi domandavo se quanto è bene per il paese e per il mondo bancario possa esserlo altrettanto anche per Torino e il territorio, per i cittadini e le imprese, in particolare per quelle di piccole dimensioni.
Sulla punta di quel dito ci stanno le preoccupazioni per gli ipotizzati 600 sportelli in esubero e i relativi dipendenti e quindi anche i possibili problemi di carattere gestionale che la fusione potrebbe porre a partire dal possibile spostamento futuro di sedi decisionali a Torino.
Personalmente penso che, rispetto al nuovo polo bancario che nascerà da questa fusione, sia da invertire un antico detto latino: da "meglio primo in Provincia che secondo a Roma" in "meglio secondo o tra i primi in Europa che primo in Provincia". Avere un grande istituto bancario di queste dimensioni non può che far bene al nostro territorio, chiamato ad essere attore nei nodi di scambio delle reti globalizzate.
Va però sottolineato il legame stretto con il Piemonte che il San Paolo ha sempre assicurato - c'è una dimostrazione recente anche con i giochi olimpici invernali - che non va allentato e non va messo in discussione in futuro.
Si sa che le istituzioni valgono e hanno peso in quanto tali, ma anche gli uomini fanno la loro parte e oggi al vertice del San Paolo c'è un uomo che ha dato molto a Torino e al Piemonte e quindi dovremmo pensare che possa essere così anche in futuro, magari quando altre persone meno legate alla nostra regione avranno le redini delle decisioni.
Mi pare, peraltro, che la Regione con il Comune di Torino e la Provincia abbia fatto passi utili in un rapporto con la compagnia San Paolo per stabilire condizioni di contorno e per seguire questa operazione, che mi auguro - come diceva prima il Vicepresidente - possa andare a completa realizzazione, in modo tale che anche la Regione, attraverso l'azionista compagnia di San Paolo (che sarà tra i più rilevanti azionisti anche dopo la fusione) possa partecipare a scrivere le pagine che ancora mancano per la concreta integrazione dei due istituti bancari e far sì che l'operazione diventi un bene per l'Italia, ma anche per Torino e il Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Pochi secondi per una considerazione di tipo generale. Dinamiche di questo tipo, che oggi sono importantissime, vanno a ridisegnare, a ridefinire il quadro economico non solo del nostro territorio, ma del nostro paese complessivamente, sfuggendo ormai completamente anche ad elementi di democrazia e di partecipazione.
Mi pare che gli Enti locali tutti siano stati e siano a questo punto costretti a inseguire un discorso generale che non sta solo dentro a questa vicenda e quindi a inseguire un po' le dinamiche economiche che invece sono fondamentali anche per prefigurare elementi di un quadro di sviluppo.
Nel merito, dunque, personalmente non sono stato tra quelli che ha subito alzato grida di gioia e di giubilo per questo tipo di operazione perché mancano - e mancavano, ovviamente - elementi concreti per poter giudicare da osservatore esterno il tipo di operazione che è stata compiuta. Probabilmente avrà benefici da un punto di vista economico; noi auspichiamo che abbia benefici anche per gli utenti, per i clienti che si rivolgeranno al nuovo gruppo bancario in termini di abbattimento dei costi per esempio.
Sappiamo che nel nostro paese questo è un settore dove, per esempio viene fatto abuso del termine "concorrenza", ma solo da un punto di vista verbale, perché in realtà ci troviamo di fronte a gruppi che concordano tra loro rispetto all'innalzamento dei costi nei confronti degli utenti (secondo elemento).
Invece, il primo elemento vero di preoccupazione - espresso anche dalle organizzazioni sindacali - è quale sarà il percorso di ristrutturazione e di fusione di questi due gruppi rispetto alla tenuta dei livelli occupazionali sul nostro territorio.
Non mi si accusi di provincialismo, ma seppure indegnamente dovrei rappresentare oltre che il mio partito anche questa Regione e le lavoratrici e i lavoratori di questa Regione.
E' una preoccupazione legittima e da questo punto di vista chiediamo grande attenzione agli enti locali tutti e, in particolare, ovviamente alla Giunta regionale, affinché nel momento in cui si entrerà nel merito, senza voler ledere il libero confronto fra parti datoriali e organizzazioni sindacali, la Giunta regionale abbia ben presente la necessità l'importanza, l'elemento di strategicità che rispetto ad un'operazione di questo genere poi i costi di ristrutturazione, che inevitabilmente ci saranno, vengano pagati dalle lavoratrici ed i lavoratori, e non quelli che andranno ad occupare posti dirigenziali.
Non vorrei apparire come un discriminatore di classe, ma è indubbio che i costi di queste fusioni li pagano e li hanno pagati anche in passato le lavoratrici e i lavoratori situati sui livelli più bassi della scala gerarchica.
Quindi, da questo punto di vista chiediamo chiarimenti se possibile per quelle che sono le notizie in possesso all'Assessore e alla Giunta regionale, ma anche livelli altissimi di attenzione.
Al tempo stesso abbiamo un'altra preoccupazione: che in una vicenda di questo genere che ovviamente - e lo dicevo in premessa - sfugge in gran parte alla possibilità che gli enti locali hanno anche rispetto al quadro legislativo nazionale ed internazionale e rispetto alla possibilità di intervento, si presti grande attenzione affinché questa fusione, questo nuovo gruppo non sposti eccessivamente il proprio baricentro sulla Lombardia e il risultato finale possa essere quello di un ulteriore impoverimento della nostra Regione, del nostro territorio.
Anche questo spero che non appaia come provincialismo, ma vorrei, se potessi, evitare un'altra vicenda Telecom sul nostro territorio. Oggi Telecom è Milano, ma fino a qualche tempo fa - nessuno se lo ricorda più Telecom era principalmente Torino.
Non vorrei che tra qualche anno San Paolo non fosse più sinonimo di Torino, ma diventasse anch'esso sinonimo di Milano.
Ripeto: non appaia come provincialismo, però abbiamo il dovere di difendere livelli occupazionali e anche il sistema economico e la tenuta economica della nostra Regione.



PRESIDENTE

Prego i signori Consiglieri di rispettare i termini perché è davvero spiacevole per chi deve presiedere richiamare continuamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Starò assolutamente nei 5 minuti e 29 secondi.
Grazie al Vicepresidente Peveraro per aver voluto dare seguito anche alla nostra richiesta di comunicazioni presentata stamattina.
Io ogni volta che chiedo chiarimenti sulla questione San Paolo - è successo anche ieri al Comune di Torino - sono sempre più preoccupato.
Perché? Premetto che sono personalmente, ma il mio partito si è espresso anche a livello nazionale, a favore di questa fusione. Quindi, noi siamo a favore della fusione. Essere a favore della fusione, essere contenti che un gruppo torinese diventi, attraverso una fusione, un grande gruppo internazionale, sperare ed auspicare che questa grandissima banca porti vantaggi anche e soprattutto ai correntisti, alle imprese piccole e medie e non soltanto agli azionisti, sicuramente sono tutti fatti positivi.
Il fatto che la fusione del San Paolo porti una nuova e potenziata immagine internazionale della città e del Piemonte è un altro fatto positivo.
Purtroppo però, signor Vicepresidente, da tutte le dichiarazioni finora sentite in sedi ufficiali, non nelle interviste, non c'è stata alcuna rassicurazione sul mantenimento di quelli che i sindacalisti chiamavano con un termine biecamente materialista "standard occupazionali".
Questo è grave, perché significa che ci saranno dei tagli all'occupazione e significa che i tagli all'occupazione potranno essere pesanti, perché la chiusura di 600 sportelli significa, anche per sedi piccole, circa 2000-2400 posti di lavoro; significa chiudere 600 sportelli poi non so se saranno chiusi tutti a Torino o tutti in Piemonte. Però in Piemonte ci sono 9000 lavoratori del San Paolo, quindi 9000 famiglie.
Quindi, Vicepresidente Peveraro, il vostro silenzio cosa significa? Che non sapete se taglieranno i posti di lavoro? Che non ve l'hanno detto? Che viviamo sperando? E come diceva il poeta "chi vive sperando, muore cantando".
In sostanza: quali sono le rassicurazioni? A noi interessa questo.
Noi vogliamo ragionare in una logica, come ho detto prima, "glocal" globalizzazione per il territorio, non "global", perché la globalizzazione se non ha effetti positivi per il territorio, per Torino, per il Piemonte e per la nostra occupazione, a noi, sinceramente - come le operazioni mito che sono un po' nell'immaginario di qualcuno più che nella realtà dei fatti non interessa, anche perché, purtroppo, abbiamo una Milano in ascesa e una Torino in declino. Questo lo dicono tutti, anche gli indicatori economici, al di là di alcuni giornali, del Vicepresidente Peveraro, della Presidente Bresso e del Sindaco Chiamparino. Siete in quattro, tutti gli altri dicono il contrario. Questo non mi rende felice, anzi, mi preoccupa e so per sicuro che è colpa vostra.
A parte questo, Vicepresidente, a noi interessa solo una cosa: l'occupazione. Vede, non stiamo parlando di una banca così, stiamo parlando del San Paolo, che è stato costruito con il sudore, i risparmi e i sacrifici di centinaia di migliaia di piemontesi; una banca in cui, ad esempio, il Comune di Torino nomina dei membri nella Compagnia. Quindi, non è che si pecchi di provincialismo disinteressandosi del fatto che il San Paolo diventi più o meno globale; se è provincialismo - lo diceva prima il collega Chieppa - accettiamo l'accusa, ma non è questa la nostra preoccupazione.
La nostra preoccupazione è che gli effetti positivi, che, sicuramente deriveranno dalla fusione, siano concreti per il territorio e per la sua occupazione.
Quindi, Vicepresidente, noi vogliamo sapere questo, lo ribadisco ancora una volta, perché le risposte non arrivano. So dai giornali che la Presidente Bresso si è molto attivata. Ho letto diverse interviste, per da nessun giornale riusciamo ad avere garanzie. Che garanzie potete dare oggi ai lavoratori del San Paolo? Questa, secondo me, è la questione dirimente, tutto il resto fa parte del libero mercato e, come è ovvio, noi siamo favorevoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Signor Presidente, prendo atto volentieri dell'opinione positiva espressa dal Vicepresidente, alla quale mi aggrego, considerandola, per più un auspicio che una convinzione, augurandomi di aver torto in quelli che vorrò citare non come elementi di critica, ma come elementi sui quali porre attenzione nel prossimo futuro. Peraltro, in buona parte, sono stati desunti - stranamente, ma in questo caso è così - dalle posizioni, subito dopo i primi annunci, assunte dalla Direzione nazionale diessina tramite le parole di una bellissima intervista rilasciata da parte dell'onorevole Rossi.
palese che questa fusione nasce come elemento di difesa. Non che la difesa dei Gruppi esistenti sia disdicevole, si incrementano i volumi e si dà vita ad un nuovo soggetto in grado di difendersi da azioni eventualmente aggressive di terzi e in grado di competere, almeno per volumi, a livello europeo.
Il compattamento dei volumi, visto che le strategie dei Gruppi preesistenti non avevano forti indicazioni di diversificazione, come nel caso Unicredit al momento dell'acquisizione del partner tedesco - qui, per esempio, solo in Lombardia ci sono, se la memoria non mi sfugge, qualcosa come 1.200-1.300 degli sportelli precedenti insistenti sullo stesso territorio - fa nascere certamente ipotesi di efficienza, che dovranno essere studiate e comunicate; credo che anche nel dibattito con le relazioni sindacali si troverà qualche forma di risposta sia per la nostra Regione che per le altre Regioni dove i due Gruppi preesistenti avevano la maggior parte delle loro azioni.
Questo, però, è strumento di difesa, che non necessariamente è elemento di strategia per il futuro o non lo è in maniera completa. Ciò significa che, evidentemente, sarà compito della nuova struttura di governance definire e comunicare gli elementi di strategia a livello europeo del nuovo Gruppo.
Il secondo passaggio riguarda gli azionisti: è apparso abbastanza evidente che il rapporto di definizione-comunicazione di questo processo nei riguardi degli azionisti di minoranza ha incontrato una qualche carenza di comunicazione, come ci ricordano alcuni interventi, anche piuttosto polemici, di rappresentanti autorevoli della Compagnia, ma non su questo voglio porre l'attenzione di tutti. Voglio sottolineare il fatto che nell'ambito dei Gruppi preesistenti ci sono azionisti di notevolissimo peso a livello europeo, alludo a Santander, che attiene al San Paolo, e agli azionisti francesi, per quanto attiene all'Intesa. Ho l'impressione che una gestione, tramite i giornali, evidentemente, sembrata non totalmente soddisfacente dei rapporti con i principali azionisti di minoranza, nella fase di definizione della fusione, possa lasciare strascichi non tanto e non solo a livello di compagine societaria, ma, soprattutto, a livello di...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a sua disposizione è terminato)



BURZI Angelo

...che credo sia lo scopo.
Presidente, sempre rimanendo nel buon senso, abbiamo utilmente impiegato - utilmente! - circa un'ora a dibattere dell'utilizzo del nostro simpatico marchio...



PRESIDENTE

Cercando di regolarlo secondo buonsenso, mi rimetto al suo buonsenso.



BURZI Angelo

Nell'ambito del buonsenso, smetto di parlare volentieri sul San Paolo che temo non esaurisca qui l'attenzione dell'Aula. Due minuti rubati, come dice il Consigliere Chieppa, che ha questa attitudine, per cinque interventi fa dieci: ho l'impressione che, nelle inefficienze dell'Aula anche nel periodo che lei ha presieduto, dieci minuti, francamente, siano elemento di scarsissima misura.
Per cui, se posso arrivare ai cinque minuti, tento di esplicitare i titoli, altrimenti, con molto rispetto, sto zitto e quando avrò voglia di riparlare su questo tema vi provvederò, però, Presidente, un minimo di buonsenso, suvvia! In conclusione, oltre che nel rapporto con gli azionisti di minoranza anche per quanto attiene il modello di governance, c'è stato palesemente qualche scricchiolio, che ci auguriamo venga risolto da un modello innovativo per il mondo bancario, affinché queste due nuove strutture presiedute dai due precedenti Presidenti possano essere un modello indubbiamente innovativo, che, nell'interesse di tutti, ci auguriamo funzionino. Il recupero della figura del precedente direttore generale oggi inserito a pieno titolo nell'ambito del nuovo modello, è avvenuto con una modalità che si presta a qualche commento, perché è dovuto intervenire meno male che lo ha fatto - il Sindaco Chiamparino, anche se, poi, su questo le strumentalizzazioni si sono sprecate, per recuperare - parrebbe! la figura di Modiano.
Ci auguriamo tutti che abbia ragione il Vicepresidente Peveraro, perch questo è nell'interesse del Paese, della Regione e del sistema di competizione. È possibile che da una struttura di difesa si riesca a passare a una struttura di proposizione di strategia. Credo sia utile che le istituzioni, a partire dalla Regione, presidino con attenzione l'argomento per utilizzare, quando servirà, non il potere del pubblico perché non è utile, non si deve, ma quella che un tempo alcuni chiamavano moral suasion.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio regionale, che interviene in qualità di Consigliere, Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Signor Presidente, intervengo brevemente. Le considerazioni sulla fusione San Paolo-Intesa sono già state svolte.
Concordo con quanto espresso dal Vicepresidente della Giunta regionale Peveraro: è un momento importante e storico, anche perché si crea il più grande Gruppo italiano e un Gruppo importante in Europa. Il passaggio negli ultimi 10-15 anni, del sistema bancario da un modello tutto statale qual era la grande suddivisione con istituti di diritto pubblico, banche di interesse nazionale e grande banca privata (ce n'era una sola: la Banca Nazionale dell'Agricoltura), alle prime privatizzazioni e alla creazione dell'attuale sistema misto, personalmente, lo ritengo positivo. Trattandosi di un sistema misto, il peso del pubblico con lo strumento delle fondazioni è molto forte e come tale ha un ruolo importante di indirizzo e di tutela.
Mi rendo conto che, certamente, la fusione creerà dei problemi di riorganizzazione e ristrutturazione, che non possono essere ignorati e vanno valutati nell'ottica della miglior soluzione, in vista di una crescita del sistema.
Diventa importante il fatto che un sistema che avrà una quota rilevante del mercato finanziario, sia per quanto riguarda la raccolta - quindi, il rapporto con le famiglie - sia per quanto riguarda lo sviluppo della parte assicurativa - dovremo capire che fine fa il neo-ramo assicurativo - sia per quello che riguarda il rapporto con le imprese e, in particolare, il tessuto delle nostre imprese non può essere ignorato traducendolo solo nella misurazione del vantaggio numerico ottenuto con la creazione di un colosso di 65 miliardi di euro e, tanto meno, pur importantissimo, nella trattativa che riguarda alcuni livelli locali occupazionali.
Quello che interessa fortemente il territorio è il fatto che probabilmente, in alcune parti del Piemonte, si crei una posizione dominante del nuovo istituto. Non tanto per San Paolo, ma perché Banca Intesa si porta dietro quelle che erano le vecchie Casse di Risparmio di Vercelli e di Biella.
Su quei territori arriverà l'intimazione a cedere e, pertanto, a fianco della fusione San Paolo-Intesa, dovremo tenere presente che, nella realtà piemontese, probabilmente - dico probabilmente, perché le valutazioni le farà chi di competenza - si osserverà l'entrata di nuovi azionisti, che potranno essere soggetti italiani o stranieri.
Naturalmente, trattandosi delle ex Casse di Risparmio, ed essendo le eredi degli enti morali che davano maggior attenzione alla struttura della piccola impresa, ma che erano anche punto di riferimento per le famiglie l'attenzione di chi potrà arrivare su queste realtà non può essere ignorata da parte della pubblica amministrazione, visto che questi enti morali hanno ancora (almeno le fondazioni) ereditato quote di compartecipazioni nelle banche locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Quando abbiamo letto la notizia sui giornali - l'abbiamo letta anche noi - il sentimento che abbiamo avuto è stato di fiducia, non certamente di entusiasmo. Personalmente, non mi accodo a quanti hanno lodato in modo sperticato quest'accordo. Indubbiamente, si tratta di un accordo che ha molti elementi che possono portarci a guardare con fiducia al futuro della banca più importante della nostra Regione.
Certamente, questa prospettiva di fusione supera il rischio del nanismo, che questo grande istituto italiano aveva già corso se non fossero state assunte scelte come quelle che abbiamo conosciuto. Avevamo dei rischi di fronte a noi e conoscevamo, in modo particolare, l'aggressività di alcuni soci minoritari della banca che, verosimilmente, avrebbero potuto considerare ipotesi di scalate.
importante la prospettiva che appare delineata in un modello di banca dei territori che garantisce la peculiarità della presenza di San Paolo soprattutto, nelle Regioni dell'Italia nord-occidentale, ma anche in molte altre Regioni italiane in cui San Paolo è ben collocata; una governance che, come ricordava il Vicepresidente, almeno in prima battuta, sembra garantire la presenza e l'influenza degli amministratori di San Paolo; la sede legale che resta in Piemonte e a Torino, che garantisce risorse anche sul piano fiscale.
Ben sappiamo che, per esempio, la vicenda Telecom finì in altro modo: con una grave perdita in termini di entrate tributarie per la nostra Città e la nostra Regione, ma questo non avverrà, anzi vi saranno risorse aggiuntive.
Ci sono sinergie importanti che il piano industriale prefigura. Credo che questo interessi, in modo particolare, le province del Nord-Ovest. C'è una prospettiva di forte integrazione, finalmente, con una scelta concreta e forte di integrazione tra le due metropoli (Torino e Milano). Effetto di cooperazione che, sicuramente, cadrà positivamente anche sulle province del Piemonte est.
Certamente, restano delle preoccupazioni e dei dubbi. In questi casi non possiamo che sintonizzarci con le preoccupazioni e, soprattutto, con gli auspici che alcuni colleghi hanno voluto rappresentare, in modo particolare, per quanto riguarda l'occupazione.
Certo, come in ogni situazione di cambiamento, l'occupazione vive una situazione d'incertezza, ma voglio domandare: forse sarebbe stato meglio restare in una situazione di incertezza rispetto al futuro di San Paolo come diversamente sarebbe avvenuto? Credo che, anche per i lavoratori nonostante le preoccupazioni e i timori che tutti abbiamo, sia stato meglio un periodo di cambiamenti, ma in una prospettiva di maggiore fiducia nel futuro.
L'ultima preoccupazione, sulla quale chiedo al Vicepresidente di vigilare, è quella della presenza degli sportelli della futura banca, non tanto nelle grandi e medie città del nostro Piemonte, ma nei piccoli centri, nei Comuni montani, nei Comuni collinari, nei piccoli Comuni, dove sappiamo che la presenza della banca e della posta rappresenta un plus, un servizio assolutamente decisivo.
Da questo punto di vista, è importante che le razionalizzazioni, per certi versi inevitabili, vadano nel senso di garantire una presenza capillare nei territori meno abitati del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente.
Credo che le informazioni date dal Vicepresidente Peveraro siano quanto mai opportune, anche perché si è parlato in tutte le sedi di questa vicenda importante per l'economia non solo torinese, ma anche nazionale. Però, se ne è parlato poco nelle istituzioni. Quindi, penso che questo possa essere l'inizio di una riflessione da seguire con attenzione.
Le istituzioni possono avere un ruolo su materie di questo genere attraverso le fondazioni e si può condividere l'obiettivo, di cui parlava il Vicepresidente Peveraro, di mantenere robusto sul nostro territorio la presenza della nuova banca, così come lo era il San Paolo. Se si mantiene forte, ovviamente, si può anche rafforzare il territorio, perché la capacità competitiva del nuovo soggetto che è nato, indubbiamente, è maggiore.
Abbiamo assistito, nel corso di queste settimane, a diverse considerazioni. Quella che più mi ha colpito è un invito alla politica esplicito o meno esplicito, di tornare ai metodi della prima repubblica cioè di occuparsi direttamente di operazioni di questa dimensione. Penso invece, che sarebbe un errore non solo perché ancora portiamo i segni degli errori della prima repubblica in questo campo, ma anche perché il sistema bancario ha avuto una sua evoluzione nel corso degli anni. Quindi, pensare di trattare questa materia come si trattava vent'anni fa significherebbe non capire che cosa è avvenuto, nel frattempo, nel sistema finanziario italiano, e anche non capire il ruolo che le fondazioni possono e devono avere.
Credo che si possa fare un'altra considerazione sull'importanza e sull'interesse di Torino e del Piemonte. Penso che gli interessi del nostro territorio si possono difendere non con la politica di conservazione dell'esistente, ma cercando di avere una visione sul ruolo che il nostro territorio, anche attraverso operazioni di questo genere, può avere sia nel rapporto con il paese, ma anche nella competizione internazionale.
Penso che, se noi riflettiamo sui limiti strutturali più forti, sulla capacità competitiva del sistema Italia, non possiamo che prendere atto che i limiti più forti in questi anni sono stati un venir meno del ruolo della grande industria, quindi della capacità competitiva complessiva e la capacità di traino della grande industria sul terreno della ricerca dell'innovazione e quindi della diffusione del sistema produttivo.
Dall'altra, una incapacità nel sistema finanziario e bancario italiano di essere competitivo a livello internazionale. Queste operazioni devono essere considerate positivamente. Ovviamente, poiché la politica non pu avere il ruolo che aveva nella Prima Repubblica, deve esercitare il suo controllo e la sua capacità di indirizzo attraverso gli strumenti a disposizione, mantenendo un'autonomia di giudizio.
Lo abbiamo detto nei giorni della discussione, ed è giusto ripeterlo anche oggi, è chiaro che tutti noi dobbiamo prestare attenzione a quali saranno le ricadute di questa operazione da un punto di vista occupazionale e, soprattutto, da un punto di vista delle opportunità di crescita e di sviluppo del territorio. Se la politica, le istituzioni, attraverso i loro strumenti, prestano attenzione a questo, faranno il loro dovere.
Sul resto dobbiamo attendere, vedere quali saranno ulteriori sviluppi e intervenire in caso di indirizzi che non rispondono a criteri di tenuta dell'occupazione, possibilmente anche di sviluppo, di opportunità di crescita del territorio e, quindi, anche di opportunità nuove per il sistema delle imprese. Se un'operazione di questo genere restringe la possibilità di accesso al sistema delle imprese, anche quelle piccole e piccolissime, indubbiamente il giudizio sull'operazione non può che risentire di queste conseguenze.
Da un punto di vista generale, come hanno già detto altri Consiglieri non possiamo che essere fiduciosi, senza avere rimpianti, e attenti allo sviluppo del nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Anzitutto un ringraziamento al Consigliere Ghiglia e al Gruppo di Alleanza Nazionale per aver sollecitato il dibattito alla prima seduta del Consiglio regionale. Non potevamo stare fuori di un evento così significativo che ha monopolizzato la parte finale dell'estate, anche se la politica regionale, come è già stato detto da altri Consiglieri, ha fatto un po' da spettatore a questo grande evento finanziario. Evidentemente padrini e padroni di questo momento stavano e stanno molto più in alto probabilmente a livello nazionale, ma sicuramente anche a livello transnazionale. Del resto le ricadute, in particolare di tipo sociale, di una fusione di questo significato cadranno per fortuna o purtroppo speriamo non purtroppo, ma emergono degli elementi che fanno pensare a qualche ricaduta negativa - sul territorio italiano e, in particolare, sul territorio piemontese.
Mi riferisco, come hanno fatto molti altri Consiglieri, alla questione occupazionale che sicuramente è una parte importante su cui la politica regionale deve interrogarsi. Vorrei sottoporre al Vicepresidente un leggero cambio di prospettiva rispetto al problema.
Tutti i Consiglieri intervenuti, la maggior parte dei quali sono Consiglieri eletti nella provincia di Torino, hanno sottolineato le problematiche occupazionali che potrebbero derivare dall'ipotetica qualche giornale lo ha riportato - chiusura di oltre 600 sportelli del San Paolo. Il gentile Vicepresidente della Regione sicuramente saprà, come tutti noi sappiamo, che il San Paolo è una galassia di banche che comprende non solo l'istituto San Paolo così come lo conosciamo, ma una serie di banche locali, anche piemontesi, che da provinciale quale sono non devono essere dimenticate. Non vorremmo, infatti, che dal piano di ristrutturazione, che sicuramente interesserà il nuovo gruppo, si andasse proprio perché le pressioni sul mantenimento dell'occupazione sul San Paolo saranno positivamente molto forti, a mantenere più occupazione sulla banca capofila, cioè il San Paolo, mentre non si pensasse alle banche locali. Ci sono diversi istituti bancari piemontesi che sono collegati strettamente anzi, sostanzialmente sono controllati da San Paolo con una fitta rete di sportelli a livello locale che hanno un loro radicamento nelle province di Cuneo, di Biella, di Vercelli. Non vorremmo che fossero proprio queste le banche a scontare le "diete" maggiori proprio perché hanno meno potenzialità di essere audite, di fare pressione nei confronti del centro dell'istituto.
A tutte le considerazioni poste legittimamente oggi e al di là dei benefici che sicuramente la fusione ha portato sul nostro sistema finanziario, sottolineerei al Vicepresidente della Giunta la situazione delle piccole banche locali, piccole ma significative, collegate al San Paolo affinché anche la loro posizione, i loro sportelli, i loro dipendenti e i risparmiatori che hanno fatto nascere, sviluppare e acquisire da San Paolo queste realtà, fossero garantite



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Ringrazio il Vicepresidente per le informazioni, che per altro sono quelli di cui si parla da alcune settimane.
La storia di San Paolo e la storia di Banca Intesa, cioè Cariplo, è una storia comune: grande banche locali che sono diventate anche grandi banche nazionali e internazionali. Hanno saputo, soprattutto il San Paolo per quello che riguarda il Piemonte, essere una grande banca internazionale ma conservare il localismo creditizio, il rapporto con i cittadini e con le aziende. Per questo ancora oggi il San Paolo, soprattutto nelle province, è un po' come la Cassa di Risparmio: un sicuro punto di riferimento.
giusto che il Consiglio regionale si occupi dell'argomento, se non altro per lanciare un monito, quello di controllare e verificare attraverso la compagnia di San Paolo, cioè la Fondazione, quello che accadrà nei prossimi anni. Di certo il discorso che stiamo facendo ha il limite di essere attuale, quello che succederà fra pochi anni, non lo possiamo sapere oggi. Ad esempio, quando mi si sostiene che la sede legale del nuovo istituto è a Torino vorrei ricordare a molti Consiglieri che per tantissimi anni il Credito Italiano aveva la sua sede legale a Genova, ma il centro dell'attività era a Piazza Cordusio a Milano. La sede legale va bene se è accompagnata dal fatto che qui si facciano investimenti sulle strutture, sulle risorse umane, sul fatto che a Torino rimanga il cuore dell'attività. Su questo confidiamo nell'azione della compagnia di San Paolo e del suo Presidente.
Sulla vicenda del consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione, questa è una possibilità che oggi ci è data dalle riforme approvate in questi anni, in modo particolare grazie all'attività di un torinese, l'Onorevole Vietti, che è stato relatore e colui che ha voluto fortemente che anche l'Italia si adeguasse da questo punto di vista.
La politica non deve interessarsi più di tanto delle vicende aziendali e lasciare che le società per azioni si governino da sé, tuttavia vorrei ricordare a chi prima parlava dei deficit della Prima Repubblica che questa ha avuto tante colpe, ma ha evitato che il sistema economico italiano fosse acquisito, come sta accadendo oggi, da mani straniere. Non per essere provinciali, ma almeno ogni tanto un po' di sciovinismo non guasta. Lo stesso professor Barucci, proprio ieri su un quotidiano nazionale si pentiva delle modalità con cui le privatizzazioni erano state fatte e diceva: "Abbiamo commessi molti errori". Faceva riferimento al caso Telecom TIM, ma potremmo ricordare che in Italia un certo tipo di privatizzazione ha permesso a molte banche straniere, anche per colpe nostre, per colpa del sistema finanziario del nostro Paese e per colpa del quartierino, di acquisire banche italiane. L'anno scorso è stato il caso della BNL, fiore all'occhiello del sistema creditizio, e dell'Antonveneta, controllata, di fatto, da una banca francese e da una banca olandese.
Abbiamo quindi il dovere di controllare. Vorrei anche ricordare che se è vero quanto leggo sui giornali in questi giorni, questa fusione senz'altro positiva sotto molti punti di vista, creerà un nuovo concorrente, un nuovo protagonista del mercato finanziario e bancario italiano. Se è vero che Credit Agricol ha chiesto di essere pagato in sportelli, questo farà sì che, alla fine, gran parte degli sportelli chiusi o ridimensionati verranno ceduti a Credit Agricol, prima banca europea per numero di sportelli. Si tratta di una banca molto aggressiva che riesce attraverso un sistema capillare, a distribuire servizi che il nostro sistema bancario ancora non eroga.
Mentre da una parte ritengo che la fusione sia da valutare positivamente e che forte deve essere il ruolo delle fondazioni (Compagnia di San Paolo per il Piemonte e Fondazione Cariplo per la Lombardia), forse la vicenda dell'occupazione sarà risolta con la cessione di sportelli.
Tutto questo, però, avrà, come conseguenza, l'arrivo sul mercato di un nuovo protagonista e di un nuovo sistema bancario che ancora non avevamo conosciuto sino in fondo, se non come azionista di Banca Intesa.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro per un supplemento di comunicazione.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Un supplemento di comunicazione su tre questioni: il ruolo della Fondazione, gli esuberi e la sede legale.
Partirei proprio da questo ultimo aspetto. Sinceramente non mi sentirei di sottovalutare l'importanza di mantenere a Torino la sede legale innanzitutto per gli effetti diretti sulle casse della Regione relativamente all'IRAP, ma certamente anche in prospettiva, per quando si realizzerà (il tanto auspicato federalismo fiscale) e la conseguente compartecipazione al reddito ISEE anche della Regione. Si tratta, quindi di un ruolo assolutamente importante. Peraltro, normalmente dalla sede legale dipendono anche funzioni che sono quelle che il Consigliere Guida indicava come il cuore della azienda. Lo sforzo, quindi, dovrà essere quello di mantenere questo tipo di caratteristica.
La seconda questione riguarda il ruolo della Fondazione.
Il ruolo della Fondazione è un ruolo fondamentale e importante, che sarà mantenuto tale anche per il peso che la Fondazione avrà nell'assetto azionario della nuova banca. Se, com'è presumibile, Credit Agricol "diluirà" la sua quota di partecipazione, Compagnia di San Paolo sarà il primo azionista della nuova banca. Oltre al ruolo di indirizzo e di monitoraggio dell'operazione, però, dobbiamo anche ricordare che se sarà vero, come penso sarà, che l'effetto di questa operazione integrazione produrrà un miliardo di utili in più all'anno a partire dal 2008, se è vero, come il Consiglio di Amministrazione ha dichiarato, il pagamento dei dividendi sarà pari al 60% dell'utile letto e se la Compagnia di San Paolo avrà il 7% delle azioni, vuol dire che sul territorio torinese ci saranno circa 50 milioni di euro in più, derivanti dal maggior utile che questa azienda produrrà sul territorio, perché saranno consegnati alla Compagnia di San Paolo.
Anche questo non mi sembra cosa da poco.
In merito alla questione degli esuberi - argomento citato in alcuni interventi, tra cui quello del Consigliere Ghiglia - certamente non compete a me e all'amministrazione regionale dare rassicurazioni in merito. Quello che posso riferire è quanto ho letto e approfondito a seguito degli incontri di queste settimane. Innanzitutto, per quanto riguarda la questione dei 600 sportelli in esubero, l'amministratore delegato Iozzo ha dichiarato, il 31 agosto, che solo 13 sportelli riguarderebbero il Piemonte, quindi un modestissimo numero, mentre le maggiori sovrapposizioni si registrerebbero nel territorio lombardo.
Peraltro, è anche da segnalare che normalmente, quando di parla di esuberi di sportelli nelle banche, non si parla di esubero di personale perché quando vengono ceduti gli sportelli, solitamente vengono ceduti anche gli addetti, a maggior ragione se l'operatore che dovesse acquistare questi sportelli fosse un operatore che non ha già un suo radicamento territoriale.
Pertanto, con ogni probabilità posso solo dire che l'impatto sull'occupazione, irrilevante per quanto riguarda il territorio piemontese sarà complessivamente molto modesto.


Argomento: Caccia

Comunicazione dell'Assessore Taricco in merito ai provvedimenti assunti sui "Piani di prelievo selettivo agli ungulati nei Comprensori Alpini e negli Ambiti Territoriali di Caccia stagione venatoria 2006-2007"


PRESIDENTE

Come sapete, è stata richiesta una comunicazione della Giunta regionale in materia di provvedimenti assunti sui piani di prelievo selettivo degli ungulati nei comprensori alpini.
Tale comunicazione è stata sollecitata da vari colleghi. Ho ricevuto pressioni, in particolare dai colleghi della minoranza, per farla svolgere nella sessione antimeridiana.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

La comunicazione è stata richiesta sulle vicende che hanno animato le pagine dei quotidiani e dei comunicati televisivi di quest'estate relativamente ai piani di prelievo di caccia selettiva, in particolare, dei caprioli. Ma in realtà sono riconducibili ai piani di prelievo con caccia selettiva degli ungulati e del cinghiale.
Desidererei introdurre con tre inquadramenti perché, relativamente a questa vicenda, le inesattezze o quanto meno i ragionamenti che non centravano puntualmente l'oggetto delle delibere di cui stiamo parlando sono state veramente tanti.
A questo proposito vorrei fare una brevissima considerazione. Noi siamo in Italia, e quindi anche in Piemonte, in presenza di una normativa che prevede la caccia normata dalla legge 157/92 a livello nazionale e dalla legge 70/96 a livello regionale.
Gli ungulati, tra cui i caprioli, sono specie cacciabili. Ciò di cui stiamo parlando non sono degli interventi di controllo della fauna (come taluni hanno ricordato) ma sono delle modalità particolari definite dalla norma "Caccia di selezione", quindi sono interventi di caccia.
La seconda considerazione che vorrei fare è che molti dei ragionamenti che abbiamo fatto in passate discussioni in quest'Aula, relativi ad ungulati e ai cinghiali, avevano a che fare con la questione dei danni che l'economia (in particolare l'agricoltura ma anche il dato ambientale) complessivamente sopporta tutti gli anni, legati alla presenza di selvatici, in particolare, agli ungulati, ai cinghiali e alla questione degli incidenti stradali che complessivamente accadono in questa Regione.
Vorrei fornire solo due dati. Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto in Piemonte circa 3500 denunce di incidenti stradali legati a impatto con selvatici, ma con un trend che parte negli anni '90 con alcuni incidenti l'anno e che arriva nel 2005 a 800 incidenti automobilistici con selvatici dei quali la stragrande maggioranza sono ascrivibili al cinghiale e in secondo luogo al capriolo.
Sulla questione della "caccia di selezione al capriolo" siamo in presenza di una vicenda che ha visto l'attività deliberativa della Giunta regionale. Si tratta delle delibere n. 104 e n. 105 del 2 agosto, delibere che sono state impugnate di fronte al TAR e che in questi giorni sono state sospese, per accertamenti nel merito, da parte del TAR Piemonte, che le ha rimandate alla decisione di merito del 4 ottobre.
Sugli organi di stampa e in moltissime dichiarazioni relativamente alle scelte che ha operato la Regione Piemonte, vengono fatte tutta una serie di contestazioni legate all'anticipo della stagione venatoria, alla consistenza dei piani di prelievo e alla possibilità di metodologie alternative.
Sull'anticipo vorrei solo dire due cose: la legge nazionale n. 157 all'articolo 18, recita: "La caccia di selezione agli ungulati può essere autorizzata a far data dal 1° agosto nel rispetto temporale di una serie di regole. La legge nazionale prevede la possibilità di anticipazione della caccia dal 1° agosto sulla base di decisioni regionali".
Lo stesso decreto legge, emanato il 4 agosto di quest'anno dal Ministero dell'Ambiente e dal Ministero dell'Agricoltura congiuntamente relativo alle ZPS e che norma tutta una serie di limitazioni e divieti all'anticipazione, recita all'articolo 3 che in via transitoria, per la stagione 2006/2007, è fatto divieto di esercitare l'attività venatoria in data antecedente a quella della terza domenica di settembre, che è l'avvio della caccia, ad eccezione della caccia di selezione agli ungulati e ai cinghiali, riconoscendo che questo tipo di anticipazione è prevista da tutte le normative.
A suffragio di questa considerazione, voglio ricordare che in Italia sostanzialmente quasi tutte le Regioni, ove esistono selvatici ungulati e cinghiali, vi sono periodi di anticipazioni della caccia che (rispetto a quello adottato dalla Regione Piemonte) sono ampiamente precorsi. Ad esempio, per quel che concerne la Lombardia, il periodo di caccia inizia il 16 agosto (vi ricordo che noi abbiamo avviato la caccia il 24). Ci sono Regioni come la Toscana che avviano la caccia il 2 agosto; altre, come l'Emilia Romagna, l'anticipano addirittura a giugno.
Voglio ricordare che, per quanto concerne invece la definizione dei piani di prelievo, la Regione Piemonte è probabilmente una delle Regioni che attua un rigoroso meccanismo di controllo e di approdo alla definizione del quantitativo di animali autorizzati alla caccia di selezione, con delle procedure tra le più precise in Italia.
In quasi tutta Italia, le Regioni fanno censimenti che poi vengono mandati all'istituto Nazionale di Fauna Selvatica, il quale li valuta e poi fornisce indicazioni sulla loro applicazione. Noi, a partire dal 2004 siamo in presenza di un piano di programmazione per la gestione degli ungulati, approvato dall'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, che in qualche misura sostituisce giuridicamente quella che è la comunicazione annuale allo stesso istituto e regolarmente autorizza le modalità con cui si approda alla definizione dei piani numerici di prelievo.
Voglio leggere un passo significativo (su questo tema si sono lette un sacco di cose sui giornali che non corrispondevano alla realtà della norma pervenutaci dall'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica in data 25 agosto 2006) che chiarisce perfettamente qual è la situazione del Piemonte. Nel caso dei piani di abbattimento di ungulati della Regione Piemonte, si ricorda che, in seguito all'approvazione da parte di codesta amministrazione, nei piani di programmazione per la gestione degli ungulati, allo scrivente istituto vengono inviati soltanto tabulati riassuntivi di supporto informatico, nei quali sono riportati, per ogni distretto in questione, i risultati ottenuti con le diverse tecniche di stima quantitativa indicate nelle linee guida. Infatti, le citate linee guida prevedono che i piani di prelievo annuali siano approvati dalla Giunta regionale, previa istruttoria tecnica dell'Osservatorio Regionale di Fauna Selvatica. I dati relativi alla gestione degli ungulati, censimenti piani e via discorrendo vengono inviati a codesto istituto allo scopo di permettere il costante aggiornamento della "banca dati ungulati nazionale".
L'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica sostiene che, una volta approvate le linee guida sulle basi delle quali l'osservatorio regionale definisce i calendari, i piani di prelievo e il numero degli animali prelevabili nessuno avrà più niente da obiettare.
Questo è esattamente quello che è stato fatto dalla Regione Piemonte.
Tengo a precisare che per quanto riguarda l'apertura anticipata, cui facevo riferimento prima, lo stesso Istituto Nazionale di Fauna Selvatica ci scrive che l'apertura anticipata al 1° agosto della caccia al camoscio, al cervo, al daino e al muflone appare compatibile con le esigenze della caccia esercitabile nella forma di selezione, in quanto risulta essere coerente con la metodologia adottata dalla Regione Piemonte.
Noi quest'anno cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto semplicemente quello che da alcuni anni a questa parte la Regione Piemonte fa relativamente a questo tipo di prelievi e di caccia, attraverso la caccia di selezione.
Sostanzialmente abbiamo fatto fare tutti i censimenti nelle singole ATC CCA, aziende faunistiche e agri-turistico-venatorie. Questi censimenti sono stati portati all'Osservatorio regionale, il quale li ha analizzati con una metodologia che prevede: la comparazione del censimento dell'anno in oggetto con quello degli ultimi cinque anni; la verifica dei capi concessi al prelievo negli ultimi cinque anni; la verifica dei capi abbattuti nei singoli piani di intervento negli ultimi cinque anni; la verifica degli incidenti e della loro dislocazione territoriale negli ultimi anni; i dati dei danni alle colture. Alla luce di questo quadro di considerazione approva dei piani che tengono conto del numero degli animali riscontrati attraverso i censimenti, del trend di presenza degli animali sul territorio e dell'impatto che questa presenza ha sia sulle colture agricole sull'ambiente sia sull'incidentalità stradale.
Penso che quello che abbiamo chiesto quest'anno agli uffici, ovvero di rendere, per quanto possibile, più trasparente la prassi formale utilizzata negli anni passati per permettere che i dati riguardanti questo processo e questa procedura siano disponibili a tutti, possa essere un ulteriore passo avanti per dare serenità a tutti rispetto all'utilizzo dei dati stessi.
Quella che abbiamo avviato ormai da un paio di mesi è un'impostazione del lavoro che prevede, da parte dell'assetto degli uffici, un rafforzamento del ruolo dell'Osservatorio regionale in modo da conferire a questo tutti i compiti relativi all'accertamento dei dati e poter gestire da parte di una struttura tecnica tutta quella che è la predisposizione dei dati. Tutto ciò per approdare alla definizione delle indicazioni da dare alla Giunta, sulla base delle quali poi la Giunta dovrà assumere la propria delibera. Pensiamo che questo possa ulteriormente rafforzare la trasparenza e la leggibilità del percorso da parte di tutti coloro che a questi dati sono interessati.
Ritengo assolutamente corretto il percorso nel metodo, soprattutto perché tiene conto di quello che è il quadro che abbiamo di fronte. Di fronte abbiamo un quadro non di una specie in via di estinzione sulla quale saremmo disponibili a discutere delle norme e delle regole per tutelarne la presenza sul territorio, ma di una specie che tre anni fa nel censimento è risultata pari a 10.000 capi, contati uno per uno. Quest'anno il censimento è arrivato a quasi 14.000 capi, quindi si tratta di una specie che sta crescendo; il dato di incidentalità stradale conferma indirettamente questo tipo di presenza in crescendo e quindi è una specie che va governata proprio per l'impatto che la presenza di questi animali ha sul territorio.
Un'ultimissima notazione. Ci è pervenuta la risposta dell'Istituto Nazionale di Fauna selvatica relativamente alle possibilità alternative di controllo della specie; al riguardo, era stata chiesta la possibilità di prelievo degli animali per poterli spostare in altre aree compatibili con la presenza degli stessi. La nota è arrivata il 3 settembre, per cui nove giorni fa. Di tutte le indicazioni tecniche sulla possibilità di trasferire eventualmente questi animali nelle regioni del centro-nord Italia in aree parco su cui la densità degli animali è attualmente inferiore a quella dei nostri territori, fornisco solo un dato.
La nota non lo cita, cosa che invece fa l'ANSA con cui è stata lanciata la notizia la scorsa settimana; probabilmente il dato numerico è stato fornito verbalmente. Parlo di dato numerico in quanto la nota specifica che la caccia è fattibile con dei battitori che orientino, spingano gli animali nella direzione di tecnici addetti alle reti, i quali li catturerebbero: in pratica, viene descritta tutta la tecnica.
La nota ANSA forniva anche dei numeri: per fare una battuta al capriolo servono un'ottantina di battitori (per spingere gli animali nella direzione della cattura), una ventina di tecnici specializzati addetti alle reti per la cattura con le reti e la presenza di due veterinari per coordinare tutta l'operazione. Il risultato di questo lavoro - dicono i tecnici - pu portare alla cattura di 3-4 animali in una mezza giornata di lavoro.
Noi abbiamo già contattato il Ministero dell'Ambiente per verificare la disponibilità di risorse utili a mettere in campo un percorso di questa natura. Lascio alla vostra immaginazione capire concretamente, in termini economici e organizzativi, cosa significhi mettere in piedi una macchina che affronti il tema della presenza del capriolo in una regione come la nostra, in cui il piano di abbattimento, quest'anno, autorizza la caccia selettiva per 4.900 animali. Ciò in un contesto nel quale il Piemonte è tra le regioni che hanno il più basso tasso di incidenza del numero di prelievi in rapporto agli ettari e al numero degli animali.
Ricordo, per inciso, che la sola Provincia di Bolzano quest'anno ha un piano di prelievo che supera i 10.000 capi e che i piani di prelievo del nord Italia sono intorno ai 50.000 capi di capriolo. Lascio a ciascuno di voi le riflessioni sulle possibili misure alternative da mettere in campo come ad esempio i piani di sterilizzazione che qualcuno ha citato.
Personalmente, aborrisco molto di più un piano di sterilizzazione che non una caccia selettiva, ma questa è un'opinione personale su cui c'è la massima disponibilità a confrontarsi e a discutere.
Come ho già detto, rispetto a questo tema penso che, almeno in quest'aula, sia necessario affrontare la riflessione sul tema della caccia.
La caccia esiste ed è normata per legge; riguarda specie che non sono in pericolo di estinzione, ma che hanno una presenza a volte esagerata sul territorio, creando tutta una serie di controindicazioni. Quando affronteremo l'argomento, dovremo esprimere valutazioni nel merito delle questioni che siano coerenti con quella che è la natura dei fatti e l'impatto che questi hanno sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori.



CASONI William

Presidente, è pervenuta la richiesta di intervento da parte del Consigliere Cavallera poiché oggi pomeriggio non può essere presente. Vista l'ora, chiedo che, dopo il suo intervento, si sospenda la seduta, anche perché mi risulta che siano in molti coloro che intendono intervenire su questo tema. Viceversa, se non interrompiamo i lavori e andiamo avanti fino alle 15, chiedo che si riprenda alle 17.
Veda lei, Presidente, qual è la modalità più opportuna da seguire, per non mi sembra indicato aprire una discussione e andare avanti ancora un'ora e mezza visto che il tema è di una certa rilevanza.



PRESIDENTE

Se il problema di non poter assicurare la presenza in aula riguarda solo il Consigliere Cavallera e nessun altro dei colleghi che intendono intervenire e se non vi sono controindicazioni, si può anche accogliere questa richiesta. Tuttavia, vi è un'altra esigenza che mi era stata sottolineata: arrivare alla surroga del Consigliere Bertetto, visto che il Consigliere subentrante attende fuori dall'aula.
Potremmo proseguire in questo modo: far svolgere un intervento dell'unico Consigliere che deve lasciare la seduta, procedere alla surroga del Consigliere con atto formale veloce, sospendere quindi i lavori e riprendere la seduta un'ora e un quarto dopo il momento della chiusura.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente; sotto questo profilo, ringrazio anche la cortesia dei colleghi.
Devo dire che il mio intervento non ha tanto la finalità di contestare i dati forniti dall'Assessore Taricco quanto quella di stigmatizzare o sottolineare una situazione che non è nuova da parte della maggioranza, che su alcuni problemi tiene un atteggiamento di lotta e di governo o di dissenso attivo o di sostegno, in qualche modo dovuto al fatto di essere in maggioranza, rispetto a quelle che sono le decisioni della Giunta.
Però, attenzione: qui ci si trova di fronte ad un compito d'istituto della Regione. Da sempre, la Regione è titolare della caccia e qui noi vogliamo sapere, dopo la relazione dell'Assessore Taricco di cui prendiamo atto e su cui non c'è nulla da dire, cosa ne pensano i vari Gruppi.
Se oggi non emerge chiaramente qual è l'orientamento, lo stimoleremo con degli atti consiliari (risoluzioni, mozioni), perché credo che una situazione di incertezza, di nebulosità, di ammiccamento sia la causa di quello che si è verificato quest'anno. Se si fosse saputo che ci sono piani di selezione pluriennali, dove l'Assessore Taricco si è trovato nella contingenza storica a gestire una annualità. Il discorso quindi è concluso in partenza.
Poi capisco che ogni amministrazione metta del suo, aumenti la trasparenza, potenzi l'osservatorio e lo comunichi ai quattro venti, usi sistemi telematici oggi a disposizione, però la realtà è quella: abbiamo delle sovrappopolazioni.
Ho letto un comunicato dell'Assessore Sibille, che ha presentato la legge sulla forestazione, e dice che ogni anno aumentano 30 mila ettari le zone forestali. Il problema è che non c'è più l'uomo in determinate realtà di alta collina e di montagna, e quindi i terreni non sono più coltivati.
Mi avvio alla conclusione. Da un lato prendo atto e non rilevo alcunch nei confronti della Regione e del collega Taricco, ma stigmatizzo dichiarazioni di Capigruppo di maggioranza che approvano - non so se ne hanno studiato tutti gli atti a fondo - decisioni del TAR che creano grave danno alla caccia organizzata legale e rispettosa della legge sul nostro territorio, contestando di fatto deliberazioni della Giunta.
Abbiamo di fronte dei colleghi che ci hanno fatto vedere atti di funambolismo e non potevo mancare di sforare per poterlo sottolineare con la matita rossa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
Sospendiamo gli interventi sulle comunicazioni relative al Piano di prelievo selettivo degli ungulati. Comunico che visto il dibattito che ha seguito la comunicazione su San Paolo Intesa, si considera assorbita la risposta all'interrogazione n. 929 del Consigliere Ricca su analogo problema.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 207 inerente a "Dimissioni del Signor Oscar Bertetto dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il Signor Massimo Pace" (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) bis, inerente alle dimissioni presentate dal Consigliere Bertetto.
Comunico che il 5 settembre mi è pervenuta lettera dal collega Bertetto. Contiene anche delle affermazioni personali che non cito e di cui ringrazio personalmente lo scrivente.
In particolare, lo scrivente comunica: "Esprimo con questo mio scritto la volontà di dimettermi dalla carica di Consigliere regionale, in quanto non compatibile con il nuovo incarico di Direttore dell'Agenzia regionale dei Servizi Sanitari della Regione Piemonte, recentemente deliberato dalla Giunta".
Poi procede: "Per mezzo tuo faccio pervenire anche il mio ringraziamento ai colleghi di maggioranza e di opposizione che mi hanno in questi mesi aperto nuovi orizzonti e di cui ho potuto constatare l'impegno e i sani convincimenti morali, nonostante le non facili condizioni in cui hanno dovuto operare".
Continua infine il Consigliere Bertetto, dicendo: "Spero di poter collaborare ancora con tutti voi, in particolare con te. Un saluto e un ringraziamento che non è solo formale, ma affettuoso e sincero. Ti prego anche di porgere i miei ringraziamenti a tutto il personale che ci ha assistito in questi mesi. Sono stati per me un valido ed insostituibile sostegno".



(Applausi dell'Aula)



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Bertetto per il ruolo svolto in questo anno di attività in Consiglio regionale, per aver portato anche la sua competenza professionale al servizio dell'attività della Regione.
Chiedo al Consigliere Dutto, in qualità di Presidente della Giunta per le elezioni, di dare lettura dell'estratto del processo verbale dell'11 settembre della Giunta per le elezioni.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
La Giunta per le elezioni si è riunita ieri, 11 settembre; ha preso atto delle dimissioni del collega Oscar Bertetto a seguito della sua nomina a Direttore dell'Agenzia regionale dei servizi sanitari (ARES).
Sulla base della legislazione vigente e particolarmente dell'art. 16 della legge n. 108/68, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione dell'Ufficio centrale regionale.
Ricordando che il Consigliere Oscar Bertetto è stato eletto nella quota proporzionale e nella lista DS nella circoscrizione di Torino, dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il tribunale di Torino, nella lista avente il contrassegno Democratici di Sinistra, all'ultimo eletto segue immediatamente il signor Massimo Pace.
Quindi, la Giunta propone al Consiglio regionale la surroga del collega Oscar Bertetto con il signor Massimo Pace.
I Consiglieri hanno approvato all'unanimità.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Dutto.
Quindi, pongo in votazione la proposta della Giunta per le elezioni di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Oscar Berretto, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Pongo ora in votazione la proposta di prendere atto, come appena comunicato dal Presidente Dutto, che al Consigliere Oscar Bertetto subentra il signor Massimo Pace della lista Democratici di Sinistra presentato dalla circoscrizione di Torino.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Invito il signor Massimo Pace a prendere posto in aula, qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il Consigliere neo-eletto prende posto in aula)



PRESIDENTE

Devo infine comunicare che per quanto attiene alla convalida delle elezioni del neo-eletto Consigliere Massimo Pace, l'art. 17 della legge n. 108/1968 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione e a tal fine l'esame è affidato alla Giunta delle elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti successivi.
Il Consigliere Pace è invitato ad accomodarsi in aula.
Formulo al Consigliere Pace, a nome di tutti i Consiglieri, i migliori auguri per un buon lavoro in questi anni e una buona collaborazione all'interno del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.52)



< torna indietro