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Dettaglio seduta n.108 del 01/08/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 11.04 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 13.30)



(La seduta ha inizio alle ore 13.38)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallaro, Larizza, Lepri Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.:

Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Testo unico delle proposte di legge n. 67, 81, 95 e 128 inerente a "Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali"

Argomento: Questioni internazionali

Proposta di deliberazione n. 205 inerente a "Approvazione finanziamenti progetti di emergenza e solidarietà internazionale (L.r. 4/1982)"

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Ordine del giorno n. 413 inerente a "Piani di abbattimento di caprioli" presentato dai Consiglieri Moriconi, Barassi, Bossuto, Chieppa, Deambrogio Spinosa e Dutto

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Ordine del giorno n. 414 inerente a "Salviamo i caprioli e l'immagine del Piemonte", presentato dai Consiglieri Giovine e Dutto

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Ordine del giorno n. 415 inerente a "Anticipo stagione di caccia ai caprioli 2006/2007", presentato dai Consiglieri Dutto e Rossi

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 418 inerente a "Situazione ospedale di Varallo (VC)" presentato dai Consiglieri Pedrale e Burzi


PRESIDENTE

stato licenziato dalla Commissione competente il "Testo Unico delle proposte di legge in materia di istituzione del Consiglio delle Autonomie locali", ossia le proposte di legge n. 67, 81, 95 e 128.
Se i colleghi acconsentono, lo diamo per iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'unanimità)



PRESIDENTE

stata presentata una proposta di deliberazione avente ad oggetto "Approvazione finanziamenti e progetti d'emergenza e solidarietà internazionale", ai sensi della legge regionale n. 4/82.
Se non vi sono osservazioni, la delibera viene iscritta. Chiamerò poi tutti i membri del Comitato di solidarietà per la sottoscrizione.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

stata richiesta l'iscrizione di un ordine del giorno (primo firmatario Moriconi) in materia di caccia. Se non vi sono osservazioni, lo diamo per iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

altresì stata richiesta l'iscrizione di un ordine del giorno (primo firmatario Pedrale) sulla situazione ospedaliera di Varallo, provincia di Vercelli. Se non vi sono osservazioni, lo diamo per iscritto.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla protesta inscenata dal Consigliere Pedrale in merito alla soppressione, deliberata dalla Giunta regionale, dell'Ospedale di Varallo


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Visto che a livello regionale c'è stato un incontro importante con il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e visto che noi, come opposizione, avevamo richiesto che il Consiglio potesse essere coinvolto nell'ambito di questa discussione, che mi pare abbia dato anche delle risposte, positive o negative secondo i giudizi che ogni forza politica pu avere rispetto al futuro delle infrastrutture piemontesi, vogliono soltanto domandare al Presidente se non ritenga utile in questo Consiglio regionale richiedere alla Giunta una breve comunicazione rispetto a quello che è stato l'incontro e a quello che è stato il suo esito, onde evitare che ancora una volta, informazioni di questa portata siano a disposizione dei giornali e non di questa Assemblea.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, chiede la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Mi associo alla richiesta della Consigliera Ferrero, perché una questione così importante come il discorso della Torino-Milano, con tutti gli ordini del giorno, le interrogazioni e tutto il discorso che si doveva fare qui in Consiglio regionale, merita una risposta da parte della Giunta che ha ricevuto il Ministro delle Infrastrutture Di Pietro. Fateci sapere cosa è sortito da tale incontro.
Presidente, ci sembra una cosa importantissima; stiamo discutendo della Torino-Milano da un anno e mezzo, praticamente da quando è partito questo Consiglio.



PRESIDENTE

Va bene. La richiesta è stata registrata e avremo cura di inoltrarla alla Giunta regionale. Attendiamo di sapere se i colleghi Assessori che hanno gestito la riunione di ieri sono nelle condizioni di poter dare una risposta.



(Il Consigliere Pedrale esibisce un distintivo: "SÌ ALL'OSPEDALE" con allusione alla soppressione deliberata dalla Giunta regionale dell'ospedale di Varallo)



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, la invito cortesemente a rimuovere i segni distintivi, perché ai sensi del nostro codice di condotta, l'Ufficio di Presidenza dispone affinché non vengano esibiti.



(Il Consigliere Pedrale protesta animatamente)



PRESIDENTE

Collega Pedrale, la prego di rimuovere il distintivo!



(Il Consigliere Pedrale continua a protestare)



PRESIDENTE

Collega Pedrale, la richiamo! Collega Pedrale, la richiamo per la seconda volta a rispettare il nostro codice di condotta all'interno delle sedute e a rimuovere il segno distintivo.



(Il Consigliere Pedrale si stende per terra al centro dell'emiciclo di fronte ai banchi della Giunta)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.48 riprende alle ore 13.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i giornalisti e i cameraman di accomodarsi nei posti loro riservati.
Per cortesia, prego tutti coloro che non hanno titolo ad uscire dall'emiciclo.
Collega Pedrale, la invito ad alzarsi.
Collega Pedrale, la richiamo! Collega Pedrale, lei è escluso dalla seduta. La prego di allontanarsi dall'aula.
Prego i commessi di provvedere ad eseguire l'ordine di sgombero dall'aula.
Sospendo nuovamente la seduta.



(Il Consigliere Pedrale viene sollevato dai commessi d'aula e accompagnato a all'esterno)



(La seduta, sospesa alle ore 13.55 riprende alle ore 14.00)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di legge n. 176 inerente a "Modifica alla legge regionale 26 aprile 1993, n. 11 (Nuovo ordinamento degli Enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Abrogazione legge regionale 16 dicembre 1987, n. 65)"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame della proposta di legge n. 176, di cui al punto 2) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo, relatore

Presidente, la collega Ferrero aspettava una risposta per quanto riguarda il discorso delle comunicazioni.



PRESIDENTE

Abbiamo inoltrato la richiesta e sarà mia cura, appena informato dalla Giunta regionale, di comunicarglielo.
Nel frattempo, la prego di svolgere la relazione.



CAVALLERA Ugo, relatore

La proposta di legge che oggi l'Aula è chiamata ad esaminare apporta una modifica alla legge regionale n. 11/93, relativa all'ordinamento degli enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
Tale settore, un tempo strettamente posto sotto il controllo statale da cui peraltro provenivano le risorse finanziarie essenzialmente basate sui fondi cosiddetti GESCAL, è stato significativamente interessato successivamente all'entrata in vigore della legge regionale n. 11, dal processo di decentramento amministrativo avviato con il decreto legislativo n. 112/1998 e recepito a livello regionale dalla legge n. 44/2000.
In base alla nuova allocazione dei compiti amministrativi, alle Regioni sono state trasferite, in materia di edilizia residenziale pubblica, tutte le funzioni non espressamente attribuite alla competenza statale, tra cui quelle attinenti alle funzioni di indirizzo e di controllo.



(Brusìo in aula)



CAVALLERA Ugo, relatore

PRESIDENTE



CAVALLERA Ugo, relatore

Prego i colleghi che stanno parlando nei banchi del Consiglio, di farlo fuori, altrimenti diventa difficile andare avanti. Prego anche tutti coloro che non hanno diritto di stare in Aula di accomodarsi fuori. Prego i commessi di agire, affinché questo succeda. Grazie.



CAVALLERA Ugo, relatore

Se prima non si è capito, riassumo dicendo che c'è stato un decentramento alla Regione di compiti in materia di edilizia residenziale pubblica.
La proposta intende aggiornare al nuovo quadro normativo venutosi così a creare, anche a seguito della modifica del titolo V della Costituzione la disposizione di cui all'articolo 6 della citata legge n. 11/1993, nella parte in cui prevede una designazione statale, ad opera del Ministero del Tesoro, di uno dei tre sindaci componenti il collegio sindacale delle Agenzie territoriali per la casa.
Peraltro il Ministero del Tesoro non c'è più, perché è stato assorbito dal Ministero dell'Economia.
Tale retaggio normativo affonda le radici nello statuto-tipo per gli Istituti autonomi provinciali per le case popolari, risalente al regio decreto n. 1049/1936, che prevedeva la nomina di un sindaco da parte del Ministero per i Lavori pubblici di concerto con il Ministero delle Finanze e, successivamente, è stato ripreso dalla "legge sulla casa" del 1971 e dal nuovo statuto-tipo approvato con DPR 226/1975, che imputavano al Ministero del Tesoro, la nomina di un componente del collegio sindacale.
Il nuovo ruolo assunto dalla Regione nei confronti degli enti operanti nel settore dell'edilizia pubblica non giustifica più la presenza di un rappresentante statale in seno al collegio sindacale, che, in base al testo in esame, viene ad essere interamente nominato dalla Regione.
In particolare, la nomina è affidata al Consiglio regionale, in quanto, ai sensi della L.R. 39/1995 in materia di nomine, è attribuita alla competenza del Consiglio la nomina di sindaci o revisori dei conti di enti od istituti di diritto pubblico o privato.
Il provvedimento, rubricato con il numero 176, è stato assegnato all'esame in sede referente della II Commissione il 23 novembre 2005.
La proposta, composta da un solo articolo di modifica del comma 6 dell'articolo 6 della legge regionale n. 11/1993, è stata licenziata dalla Commissione referente all'unanimità dei Gruppi presenti.
Auspico quindi che la proposta venga approvata tempestivamente dall'Aula.
Visto che ho la parola e, avendo un unico emendamento, lo illustrerei subito, perché abbiamo l'articolo unico.
In sostanza, abbiamo esaminato successivamente l'articolo 14 della legge regionale sulle nomine del 1995. Qui è previsto che quando vengono meno le condizioni che hanno determinato una designazione o una nomina, spetta all'organo che ha proceduto dichiararne la decadenza. La situazione si poteva anche risolvere per via amministrativa, però così facendo nascevano discorsi su tempi e modi, in quanto si tratta di un caso particolare, una norma transitoria che forse era opportuno prevedere direttamente da parte dell'organo legislativo.E' quindi stato predisposto quest'emendamento che in parole povere, salvaguarda i due membri del collegio sindacale già designati dal Consiglio regionale e prevede, entro la fine dell'anno (data entro la quale è confermata la validità del collegio sindacale vigente), la possibilità di sostituire entro questa data, con regolare procedura consiliare, la nomina del terzo membro del collegio sindacale che, a regime, sarà interamente nominato dal Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori in particolare con riferimento alla protesta del Consigliere Pedrale


(Commenti del Consigliere Scanderebech)



SCANDEREBECH Deodato

Non possiamo ignorare che prima non sia successo niente. Colleghi scusate non possiamo ignorare che il Presidente...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, non ha la parola, per cui non se la prenda.
Diversi Consiglieri hanno chiesto di intervenire a vario titolo. Adesso con calma, daremo la possibilità a tutti coloro che lo desiderano di intervenire, quindi la prego di attendere il suo turno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; presumo per mozione d'ordine: la prego di specificare.



MULIERE Rocco

Presidente, avevo chiesto la parola prima di fare iniziare al collega Cavallera la sua relazione, perché volevo intervenire in merito a quello che è accaduto. Non penso che si possa riprendere i lavori senza parlarne senza stigmatizzare il comportamento di un Consigliere regionale.Vorrei ricordare a tutti i Consiglieri che ognuno di noi ha le possibilità secondo il regolamento e secondo la sua funzione, di protestare e fare le sue battaglie politiche, ma non in questo modo. Questa è un'Aula consiliare e come tale va rispettata. Quindi invito l'Ufficio di Presidenza a valutare il comportamento del Consigliere Pedrale e assumere provvedimenti conseguenti.



PRESIDENTE

Consigliere Muliere, non penso sia opportuno che il Presidente dell'Assemblea apra un dibattito sul comportamento dei Consiglieri; però ci avvarremo delle facoltà concesse dal Regolamento per far sì che tutti i colleghi Consiglieri possano espletare la propria funzione con il massimo di critica e di visibilità, ma nel rispetto e nel regolamento del Consiglio, senza turbare l'Aula. Quindi, per quanto mi concerne, stia tranquillo che non ometterò di intervenire in questo senso.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Mi spiace che in questo momento il clima sia un po' teso fra maggioranza e opposizione e un po' in generale nell'Aula.



(Commenti del Consigliere Muliere)



GIOVINE Michele

Consigliere Muliere, comprendo perfettamente e peraltro credo di essere sempre stato...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Giovine, lei, però, interviene per mozione d'ordine quindi sull'ordine dei lavori: la prego di specificare il titolo dell'intervento



GIOVINE Michele

La richiesta è rivolta alla sensibilità della Presidenza, ed è analoga a quella del collega Moriconi.
Oltre all'ordine del giorno che è stato iscritto oggi sulla caccia, ce n'è un altro presentato dal sottoscritto sullo stesso argomento.
Credo che quella dell'ospedale di Varallo sia una questione cocente, come tutte le altre questioni che andremo oggi a discutere e che sicuramente hanno un'importanza prioritaria Sarebbe opportuno che su questi due ordini del giorno trovassimo un'intesa e usassimo del buon senso per farli discutere nella giornata di oggi e magari portarli in votazione, a meno che, invece, l'Assessore Taricco non ci dia delle risposte in Aula, rassicurandoci sulle problematiche sollevate dai due documenti.
Faccio questa richiesta perché, purtroppo, gli ordini del giorno prevedono due date: una è quella del 10 agosto per la riapertura dei termini per quanto...



PRESIDENTE

Scusi, la prego di specificare il titolo della sua proposta. Non è un intervento: è una richiesta di chiarimento sull'ordine dei lavori.



GIOVINE Michele

La richiesta è affinché la discussione dell'ordine del giorno presentato dal collega Moriconi venga iscritto ad un punto abbastanza alto dell'o.d.g., in modo da poterne discutere serenamente, con l'impegno dei proponenti di non dilungare eccessivamente la discussione.



PRESIDENTE

iscritto a parlare, sempre per mozione d'ordine, il collega Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Il collega Muliere ha già detto qualcosa. È chiaro che, dopo quello che è successo, sarebbe opportuno sospendere i lavori, in attesa di dichiarazioni da parte della Presidente Bresso. Inoltre, vogliamo anche sapere cosa è successo anche nei confronti del collega Pedrale. A parte tutte ...



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, le assicuro che il Consigliere Pedrale non è stato incarcerato, ma si muove liberamente nel palazzo.



SCANDEREBECH Deodato

Ho visto un medico che scriveva una ricetta, non so cosa scrivesse...



PRESIDENTE

Scusi, collega Scanderebech, la prego di formalizzare l'oggetto della sua richiesta.



SCANDEREBECH Deodato

Dopo quanto successo e a seguito anche della comunicazione avvenuta da parte del Capogruppo dei DS, collega Muliere, ci aspettiamo delle dichiarazioni da parte della Presidente e dei chiarimenti su questa lettera. Vogliamo capire se c'è questa lettera, cosa è successo a seguito di questa lettera e, personalmente, come collega del Consigliere Pedrale vorrei sapere qual è la sua situazione. Dove lo avete portato? Che cosa è successo? (Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Eccolo. Stai bene? Non ci sono problemi? Va bene.



(I Consiglieri Rossi, Dutto, Monteggia, Novero e Giovine esibiscono in Aula uno striscione recante la scritta: Indulto = Vergogna)



(I Consiglieri Botta, Casoni e Vignale esibiscono in aula tre manifesti recanti la seguente scritta: Indulto = fuori 13.000 delinquenti/ Nessuna giustizia per le vittime dell'amianto/ Vergogna Prodi vergogna centrosinistra)



PRESIDENTE

Prego i colleghi del Gruppo di Alleanza Nazionale e della Lega Nord di ritirare...
Colleghi, vi richiamo all'ordine.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.14 riprende alle ore 14.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata istantaneamente in Sala A.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 14.30.



(La seduta, sospesa alle ore 14.15 riprende alle ore 15.02)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame proposta di legge n. 176 inerente a "Modifica alla legge regionale 26 aprile 1993, n. 11 (Nuovo ordinamento degli Enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica convenzionata. Abrogazione legge regionale 16 dicembre 1987, n. 65)"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'esame della proposta di legge n. 176, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il collega Cavallera ha già svolto la sua relazione.
Non essendoci richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Procediamo alla votazione.



(Commenti fuori microfono del collega Cavallera)



PRESIDENTE

Collega Cavallera, l'emendamento è un articolo aggiuntivo, quindi lo pongo in votazione se viene votato l'articolo 1.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 1, presentato dai Consiglieri Cavallera, Cotto e Ferrero: dopo l'articolo 1 della proposta di legge 176, è aggiunto il seguente: "Articolo 1 bis (Disposizioni transitorie) 1. In sede di prima applicazione della presente legge, i collegi sindacali precedentemente nominati restano in carica fino al 31 dicembre 2006. Entro la stessa data il Consiglio regionale, ferma restando la nomina dei due componenti in carica già designati dal Consiglio regionale, procede alla nomina del terzo sindaco in sostituzione di quello già designato dal Ministero del tesoro".
Indìco la votazione palese sull'emendamento aggiuntivo rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
L'emendamento diventa l'articolo 1 bis.
Non essendoci interventi per dichiarazione di voto, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame proposta di deliberazione n. 205 inerente a "Approvazione finanziamenti Progetti di emergenza e solidarietà internazionale (legge regionale 28 gennaio 1982, n. 4)" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale 84-26170 del 1 agosto 2006)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 205, di cui al punto 2 bis) all'o.d.g.
Il testo della proposta viene distribuita a tutti.
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese su tale proposta di deliberazione, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio regionale, a maggioranza assoluta, approva.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame proposta di legge n. 273 inerente a "Disposizioni di principio per l'autorizzazione alla deroga delle distanze legali lungo le ferrovie in concessione, ai sensi dell'articolo 60 del Decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753 (Nuove norme in materia di polizia sicurezza e regolarità dell'esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di legge n. 273, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio, relatore

Signor Presidente, questa proposta di legge, che, peraltro, reca come primo firmatario il nome del Presidente del Consiglio, è volta ad indicare i criteri per il rilascio delle autorizzazioni in deroga alle distanze legali per la costruzione o l'ampliamento di manufatti entro la fascia di rispetto delle linee e delle infrastrutture ferroviarie in concessione. La normativa statale di riferimento, risalente al Decreto del Presidente della Repubblica n. 753/1980, vieta la costruzione, la ricostruzione o l'ampliamento di manufatti ad una distanza minore di trenta metri dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia, ma ammette, per le ferrovie in concessione, la possibilità di ridurre tali distanze alla presenza di specifiche condizioni e su autorizzazione dei competenti uffici della Motorizzazione Civile.
La competenza al rilascio delle autorizzazioni in deroga alle distanze legali è stata trasferita, ai sensi dell'articolo 105 del decreto legislativo n. 112/1998 in materia di conferimento di funzioni alle Regioni ed agli Enti locali, in capo alla Regione, come ribadito dall'articolo 96 della legge regionale n. 44/2000.
A livello regionale la tematica del rilascio delle autorizzazioni in deroga alle distanze entro le fasce di rispetto delle ferrovie in concessione era già stata disciplinata con un atto di tipo regolamentare approvato dalla Giunta in assenza di una fonte regionale di rango primario ed in un periodo antecedente all'entrata in vigore del nuovo Statuto.
L'articolo 27 del nuovo Statuto regionale ha risolto la querelle sulla titolarità della potestà regolamentare, attribuendo la competenza all'organo esecutivo, che la esercita secondo i limiti e le modalità dettati dalla legge regionale e, ai sensi della seconda norma transitoria e finale, ha fatto salvi gli effetti giuridici dei regolamenti emanati dalla Giunta regionale nel periodo decorrente dall'entrata in vigore della legge costituzionale n. 1/1999 fino all'entrata in vigore dello Statuto.
Con questa proposta s'intende, quindi, disciplinare la materia del rilascio delle autorizzazioni in deroga alle distanze legali dalle ferrovie in concessione con un atto legislativo, recante i criteri generali per il rilascio dell'autorizzazione in deroga e rinviando le disposizioni di attuazione ad un regolamento della Giunta regionale.
La proposta di legge, rubricata con il numero 273, è stata assegnata all'esame in sede referente della II Commissione consiliare il 26 aprile 2006 ed è stata licenziata all'unanimità dei Gruppi presenti.
Vista anche l'approvazione all'unanimità dei Gruppi presenti in Commissione, si sollecita l'Aula all'approvazione di questo testo, che risulta composto di cinque articoli che, per brevità, non richiamo.
Sottolineo soltanto che nei criteri elencati nell'articolo 3 si fa riferimento alla necessità di salvaguardare ogni elemento che sia riferito alla sicurezza della ferrovia, alla possibilità di eseguire interventi di soccorso, di apportare migliorie alle infrastrutture e, su sollecito della stessa Commissione, la possibilità di ampliare o raddoppiare la ferrovia in vista di future esigenze di esercizio, qualora tali interventi di ampliamento e raddoppio siano previsti in atti di programmazione regionale.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste d'intervento per la discussione generale, quindi possiamo procedere all'esame dell'articolato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
La parola alla Consigliera Cotto per dichiarazione di voto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia.
Parlando di ferrovie e di deroghe, vorrei chiedere a che punto sono gli atti conseguenti a quella legge che abbiamo approvato, anche qui all'unanimità, per il recupero e il riutilizzo delle stazioni ferroviarie.
Avevamo stanziato un milione di euro, poi non abbiamo saputo più nulla e dal nostro territorio provengono richieste di informazioni. Quindi, sarei grata se qualcuno potesse rispondere qui o in Commissione sullo stato dell'arte.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, sarà nostra cura trasmettere la richiesta agli Assessori competenti, nonché al Presidente della II Commissione, Rutallo in maniera tale che si possa approfondire in Commissione l'esame sul punto.
La parola alla Consigliera Motta per dichiarazione di voto.



MOTTA Angela

Signor Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo La Margherita, mi associo alla richiesta della Consigliera Cotto. Sono tante le richieste provenienti dai Sindaci dei nostri Comuni per avere notizie su questa legge e su come fare per accedere ai fondi e ai contributi, perch in effetti, era una legge interessante, che ha creato molte aspettative.
Adesso i Sindaci aspettano delle risposte. Pregherei il Presidente di non far dare risposta solo ai componenti della Commissione competente, posto che molti di noi non ne fanno parte, ma a tutti i Gruppi consiliari consentendo loro di rispondere alle richieste avanzate. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Collega Motta, provvederemo in tal senso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Vorrei soltanto mettere a verbale che sottoscrivo la proposta di legge in esame, che spero di aver contribuito a migliorare in Aula.
Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto in Commissione, perché tale proposta di legge va a sostituire un Regolamento che ormai non aveva più alcuna validità legale, ma impediva di fatto ai funzionari di agire con le procedure in deroga.
Mi permetto solamente di aggiungere, affinché ne rimanga traccia agli atti della mia dichiarazione di voto, che l'unico minimo miglioramento che avrei ulteriormente pensato di poter proporre - peraltro, credo che sarebbe stato inutile suggerirlo - riguardava l'accomunamento del comma 2 e del comma 3 sull'articolo 5 per quanto riguarda le sanzioni, perché avrebbe probabilmente contribuito, in futuro, a migliorare le interpretazioni dei Dirigenti.
Alla fine, tutto sommato, credo che la formulazione adottata, votata peraltro all'unanimità, sia quella ottimale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo alla votazione dell'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di legge n. 295 inerente a "Modifica alla legge regionale 19 agosto 1991, n. 38 'Istituzione del Parco del Bosco delle sorti della Partecipanza di Trino'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di legge n. 295, di cui al punto 4) all'o.d.g.: relatori sono i Consiglieri regionali Bizjak e Comella.
La parola al Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro, relatore

Grazie, Presidente.
La Commissione ambiente ha concluso l'esame della proposta di legge n.
295, relativa alla proroga della destinazione a parco del Bosco delle sorti della Partecipanza di Trino.
Nell'ambito delle aree protette regionali piemontesi, il Parco del Bosco delle sorti della Partecipanza di Trino, istituito con legge regionale 19 agosto 1991 n. 38, ha varie e specifiche finalità.
Esse si possono così sintetizzare: assicurare la continuità della gestione della Partecipanza dei Boschi di Trino, conservandone le caratteristiche storiche quali risultano dagli Statuti, dagli atti e dalle consuetudini della Partecipanza stessa tutelare e valorizzare le caratteristiche naturali, ambientali, e paesaggistiche dell'area boschiva, al fine di ricostituire e mantenere l'unità ambientale del Bosco delle sorti della Partecipanza, nel pieno ed incondizionato rispetto delle pratiche silvo-colturali e dei diritti e delle consuetudini secolari esercitati dalla Partecipanza e dai Partecipanti quali proprietari pro-indiviso promuovere e gestire ogni iniziativa necessaria ed utile per consentire la fruizione a fini ricreativi dei dati scientifici e culturali.
Un aspetto che differenzia l'area protetta del Parco della Partecipanza da tutte le altre finora istituite dalla Regione è la fissazione di un termine per il vincolo pubblicistico, stabilito in 15 anni dall'entrata in vigore della legge istitutiva e cessante il 19 settembre 2006.
Preso atto del disegno di legge della Giunta regionale n. 268, nonché delle risultanze emerse dalla consultazione della V Commissione permanente del Consiglio regionale del Piemonte, svoltasi in data 8 giugno 2006, nonché e in attesa dell'approvazione del Testo Unico relativo alla tutela delle aree naturali e della biodiversità, predisposto dall'Assessore regionale all'ambiente, è stata ravvisata la necessità di presentare una proposta di legge che proroghi tale termine di due anni dalla scadenza prevista della legge istitutiva.
La V Commissione, preso atto dell'urgenza della proroga, ha esaminato la proposta di legge n. 295 in data 20 luglio 2006.
Preso atto che la legge istitutiva dell'area protetta prevede la possibilità di una proroga alla scadenza, la proposta di legge non si sostanzi in una modifica all'articolo 14 (Durata della destinazione) della legge 19 agosto 1991, n. 38, bensì in una legge ad hoc, costituita da un unico articolo che statuisce la proroga della destinazione a parco naturale fino al 19 settembre 2008. Grazie.



PRESIDENTE

Naturalmente la relazione era anche a nome del collega Comella.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Siamo ovviamente favorevoli a questa proposta di legge.
Diamo per scontato che i colleghi conoscano approfonditamente le questioni in gioco, che vedono, da un lato, la richiesta di mantenimento di uno Statuto particolare del parco coincidente col Bosco delle sorti della Partecipanza, e, dall'altro, una proposta di inserimento all'interno dell'area protetta Parco del Po, con i relativi pro e contro. Abbiamo due anni di tempo per poter affrontare la questione, e la legge sulle aree protette regionali è in discussione.
Volevamo soltanto precisare che se l'Assessore riuscisse a trovare, nel frattempo, una soluzione, saremmo anche a disponibili a riesaminare il problema isolatamente. Forse, sarebbe opportuno definire la questione piuttosto che "caricare" eccessivamente la legge complessiva, rischiando di avere troppi pesi da supportare.
Vi è, comunque, un lasso di tempo adeguato - 24 mesi, se non erro fino al 2008. Se si riuscisse, quindi, in questo frangente, a riesaminare la questione in Commissione, potremmo assicurare la partecipazione al dibattito per trovare la soluzione più idonea.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione.
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non si può che valutare positivamente la logica di proroga di una scelta - già assolutamente giusta e lungimirante - fatta evidentemente, agli inizi degli anni Novanta, quando si scelse di tutelare un'area speciale, un "gioiello", forse non grande come estensione, ma senza dubbio molto particolare.
La discussione in Commissione tendeva, sostanzialmente, a trovare un giusto equilibrio tra il mantenimento di una tradizione e di una peculiarità per la salvaguardia dell'area - compito svolto egregiamente dall'Amministrazione dei Boschi della Partecipanza di Trino, affidata alla gestione del dottor Ferrarotti, che vedo fra il pubblico - e l'inserimento di quest'area nell'ambito del suo sistema naturale, certamente più vasto con una corresponsabilità maggiore rispetto alle istituzioni locali.
Credo che vi siano le possibilità per raggiungere tali obiettivi. Nella consultazione è emersa, probabilmente, l'esigenza di tempi più lunghi di confronto, che la politica deve ovviamente rispettare. Siamo dunque soddisfatti per il risultato ottenuto mediante questa proroga.
Mi pare che la discussione abbia anche fatto emergere - lo dico riprendendo l'intervento del collega Cavallera - la necessità di quantificare le aree che hanno simili caratteristiche, per dedicare loro nell'ambito del Testo Unico di protezione di tutte le aree protette, un capitolo a parte e un'attenzione speciale, che non è solo volta al rispetto della gestione, ma anche della tradizione e di valorizzazione di questo particolare percorso, che vede una punta di diamante nel Bosco della Partecipanza di Trino, ma è un'esperienza che ha anche altri esempi nella Regione Piemonte. Certamente ci sarà modo per dare giusta rispondenza, da una parte, al mantenimento delle tradizioni e, dall'altra, all'inserimento in aree protette e in sistemi naturali più vasti.



PRESIDENTE

Ci sono interventi per dichiarazione di voto? Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazioni.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Emigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 175 inerente a "Accantonamento ed assegnazione alla Struttura Speciale Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale per la somma di euro 726.260,00 per l'attuazione delle politiche in materia di emigrazione" (assorbita interpellanza n. 869 presentata dai Consiglieri Cotto, Cirio, Pedrale, Cavallera Ferrero, Nastri inerente a "Piemontesi nel mondo")


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g.:, che prevede l'esame della Proposta di deliberazione n. 175 inerente a "Accantonamento ed assegnazione alla Struttura Speciale Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale per la somma di euro 726.260,00 per l'attuazione delle politiche in materia di emigrazione".
La parola all'Assessore Migliasso per l'illustrazione.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'emigrazione

Grazie, Presidente.
Come le Consigliere e i Consiglieri sapranno, la legge regionale 9 gennaio 1987, n. 1, riguardante gli interventi regionali in materia di movimenti emigratori, prevede che ogni anno venga presentato un piano attuativo. Alla vostra attenzione, quindi, è il piano attuativo per l'anno 2006.
Il 14 giugno di questo anno, la ricostituita Giunta regionale dell'Emigrazione ha espresso, all'unanimità, il proprio parere favorevole riguardo al programma che Le è stato sottoposto, il "Programma attuativo per l'anno 2006".
Il 26 giugno, la Giunta regionale ha approvato la deliberazione di accantonamento e assegnazione alla Strutture Speciale Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale della somma di euro 726.260,00 per poter attuare tutte le politiche in materia di emigrazione, e la proposta di deliberazione al Consiglio regionale per l'adozione del Programma attuativo della legge.
Il 20 luglio 2006, come alcuni dei Consiglieri che fanno parte della VII Commissione ricorderanno, la VII Commissione ha espresso il proprio parere favorevole in ordine alla suddetta proposta di deliberazione n.
175/2006.
Le novità apportate dal Programma attuativo 2006 rispetto al precedente riguardano, sostanzialmente, alcune questioni che attengono ai beneficiari alle iniziative ed attività culturali, e alla tenuta del Registro delle Associazioni dei Piemontesi nel Mondo, com'è ben detto nel corposo documento che è alla vostra attenzione e che brevemente sintetizzo.
Per quanto riguarda i beneficiari delle provvidenze, abbiamo specificato che sono gli emigrati di origine piemontese per nascita o per residenza al momento dell'espatrio. Questo perché, come è stato evidenziato dalla Consulta regionale dell'Emigrazione, il testo del programma 2005 prevedeva l'estensione dei benefici di legge, oltre al coniuge, anche ai parenti fino al secondo grado dell'emigrato (il secondo grado di parentela faceva rientrare, quindi, anche i fratelli dell'emigrato). La Consulta regionale ha proposto che si correggesse il testo del nuovo programma riportando il dettato di legge, quindi sostituendo, alle parole "parenti fino al 2° grado", com'era contenuto nel programma 2005, la parola "figli".
Per quanto riguarda il secondo punto, "Le iniziative e le attività culturali", mi preme sottolineare due nuovi paragrafi, accanto alle attività che proseguono ormai da alcuni anni, che sono: l'uno il progetto "Piemonte Cinema" e l'altro denominato "Gli uomini, il lavoro, la fabbrica".
Il primo progetto, "Piemonte Cinema", prevede, in collaborazione con le Federazioni/Associazioni/Circoli dei Piemontesi nel Mondo, il Museo Nazionale del Cinema e la Film Commission Torino - Piemonte, la realizzazione all'estero di diverse rassegne che hanno, come obiettivo quello di promuovere, fra gli emigrati, le emigrate e i loro discendenti la cinematografia piemontese.
Nel 2006 sono previste tre edizioni, anzi, due si sono già svolte: la prima, in Argentina, a Villa Carlos Paz (provincia di Cordoba, il 21 e 22 aprile), a Santa Fè (il 23 e 24 aprile), a San Jorge (provincia di Santa Fè, il 25 e 25 aprile) e a San Francisco de Cordoba (il 27 aprile); la seconda in Belgio l'8, 12, 14 19 giugno u.s., presso l'Istituto di Cultura italiana a Bruxelles; la terza in Brasile, a Belo Horizonte, che si svolgerà nell'ottobre prossimo.
Il secondo progetto, quello denominato "Gli uomini, il lavoro e la fabbrica" ha, come obiettivo, valorizzare l'identità industriale del Piemonte e promuovere la conoscenza fra i nostri emigrati e le nostre emigrate della storia industriale piemontese e delle sue eccellenze, molte delle quali li hanno visti, nei decenni passati, anche diretti protagonisti. Il Progetto prevede la presentazione al pubblico del volume fotografico, la sua distribuzione - già effettuata - alle associazioni di emigrati piemontesi nel mondo e anche la realizzazione di una mostra fotografica itinerante, dedicata al contenuto del libro medesimo.
Come vi dicevo, a gennaio è stata inviata una copia del volume a 441 biblioteche pubbliche piemontesi e a tutte le Associazioni, Federazioni e Circoli di emigrati nel mondo. Il 2 maggio il volume è stato presentato presso l'Unione Industriale, nell'ambito dei festeggiamenti del centenario dell'Unione Industriale, ha riscosso una discreta partecipazione di pubblico e un notevole interesse, anche perché tutte le fotografie che comparivano sul video rappresentavano la storia, pezzi di storia di fabbriche e di eccellenza del passato e tuttora attive nel nostro territorio regionale.
Il 18 luglio si è conclusa la mostra a Caracas in Venezuela, che sarà allestita in ottobre a San Francisco de Cordoba in Argentina, prima tappa di una mostra itinerante in diverse città di tre province argentine.
Alla fine di questo tour espositivo, il materiale verrà collocato nella casa Josè Losano di San Francisco de Cordoba, donata alla Regione Piemonte il 27 aprile scorso.
Il terzo punto riguarda il Registro delle Associazioni dei Piemontesi nel Mondo. Abbiamo specificato che la tenuta, l'aggiornamento e la gestione del Registro regionale delle Associazioni fa capo alla Struttura Speciale Gabinetto della Giunta regionale, Progetto Valorizzazione dell'Identità del Piemonte.
Infine, l'ultimo punto riguarda le previsioni di bilancio. Per la gestione, nel 2006, della materia dell'emigrazione, disciplinata dalla legge regionale 1/1987, sono stati previsti euro 726.260,00, con un piccolo aumento pari a euro 20.660,00, suddivisi su tre UPB di riferimento.
Precisamente: UPB 1041, per un importo di euro 528.330,00 (l'anno scorso erano euro 518.000,00) che è quello che si utilizza per i rimborsi e le spese a Enti pubblici, Università, Associazioni e Federazioni di emigrati; l'UPB 1041 di 187.600.00 euro (pari alla cifra stanziata nel 2005), che corrispondono ai contributi ai Comuni per i rientri ed alle Associazioni e Federazioni di emigrati ed emigrate; l'UPB 1042 (che nel 2005 ero a zero) che abbiamo incrementato di 10.330,00 euro e riguarda i contributi per l'avvio di iniziative imprenditoriali, così come previsto dall'articolo 14 della legge regionale n. 1 del 1987.
La mia relazione sul programma è terminata. Volevo informare tutti i Consiglieri e le Consigliere che stiamo lavorando in un gruppo ristretto dell'Ufficio di Presidenza della Consulta per l'emigrazione (sia pure con fatica perché ciascuno ha mille altre competenze), al fine di produrre elaborare una nuova legge che risponda in modo più compiuto al ruolo che gli emigrati e le emigrate e le loro Associazioni possono avere nell'economia del loro Paese e, soprattutto, nell'economia del Piemonte.
Anche come ruolo fortemente culturale che possono giocare nel Paese di origine e all'estero.
Nel prossimo incontro con la Consulta per l'emigrazione proporrò che in primavera si riunisca la Conferenza dei Piemontesi nel mondo in una data e in una città del Piemonte che stabiliremo insieme. Queste erano le ulteriori informazioni che intendevo offrirvi rispetto alla relazione. Vi ringrazio dell'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Volevo ricordarle che c'è anche una mia interpellanza sull'argomento che può considerarsi soddisfatta dalla relazione dell'Assessore.
Non ho compreso, perché distratta, se il prossimo anno ci sarà il terzo raduno dei Piemontesi nel mondo.
Sulla sede l'Assessore ha detto che si stabilirà insieme, tuttavia vorrei ricordare che noi avevamo inserito un criterio, cioè il numero degli abitanti. Quindi dopo Torino era stata scelta la città di Novara perché è il capoluogo con più abitanti. Ma questo non è un problema, l'importante è che si offra a tutte le Associazioni la possibilità di radunarsi, arrivando così alla terza edizione. Ho seguito i lavori nella Consulta per l'Emigrazione, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo e ringrazio l'Assessore per quello che c'è scritto in premessa: "Il programma attuativo 2006 mantiene la sinteticità della forma e conferma gli elementi di continuità del precedente programma".



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento sul punto, procediamo alla votazione palese della proposta di deliberazione n. 175, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 67, n. 81, n. 95 e n. 128 inerente a "Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)" (rinviato)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del Testo unico proposte delle proposte di legge n.
67,81,95 e 128 inerente a "Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali" Emerge la proposta da parte di alcuni Gruppi di procedere prima con la votazione di convalida.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 197 inerente a "Convalida dell'elezione dei Consiglieri regionali Gianfranco Novero, Pietro Francesco Toselli e Riccardo Nicotra (articoli 17 della legge 108/1968, 36 comma 2 dello Statuto, e 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 197 inerente a "Convalida elezione dei Consiglieri regionali proclamati in data 16 maggio e 6 giugno 2006" La parola al Consigliere Dutto, Presidente della Giunta per le Elezioni.



DUTTO Claudio

Il giorno 24 luglio presso la sede del Consiglio regionale si è riunita la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità per valutare la proposta del Consiglio regionale - ai sensi dell'articolo 36, comma 2 dello Statuto e degli articoli 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale - per la convalida dei Consiglieri regionali Gianfranco Novero, Pietro Francesco Toselli proclamati in data 16 maggio 2006, e del Consiglio Riccardo Nicotra proclamato in data 6 giugno 2006. Sulla base della documentazione depositata dai tre Consiglieri neoeletti, non emergono incompatibilità o ineleggibilità, la Giunta per le elezioni pertanto, unanimemente, propone al Consiglio regionale...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, prego i Consiglieri che sono in piedi nei banchi del Consiglio di portarsi al di fuori, perché non si può procedere in questo modo.



DUTTO Claudio

La Giunta per le Elezioni propone unanimemente al Consiglio regionale di convalidare i Consiglieri Gianfranco Novero, Pietro Francesco Toselli e Riccardo Nicotra.



PRESIDENTE

Propongo al Consiglio di procedere con votazione a scrutinio segreto alla convalida dell'elezione dei Consiglieri.
Nomino scrutatori i Consiglieri Bellion Marco e Giovine Michele.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 51 Consiglieri Hanno votato SI' 50 Consiglieri Ha votato NO 1 Consigliere Proclamo convalidata l'elezione dei Consiglieri Novero Gianfranco, Pietro Francesco Toselli e Riccardo Nicotra.
Comunico che l'Assessore Borioli ha dato la sua disponibilità a riferire, domani in II Commissione, sugli incontri tenutisi ieri alla presenza del Ministro delle infrastrutture, onorevole Di Pietro.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Comunicazione dell'Assessore Taricco su "Siccità"


PRESIDENTE

L'Assessore Taricco fornisce comunicazioni, in adempimento ad una richiesta avanzata nella scorsa seduta di Consiglio, sul tema siccità.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Volentieri, utilizzo questo spazio per relazionare in merito all'andamento della situazione sulla siccità, anche a seguito della non discussione, la volta scorsa, degli ordini del giorno e della situazione che si è venuta a creare, relativamente alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri a livello nazionale.
Nei giorni scorsi, a seguito di una serie di colloqui informali con i Governi delle Regioni del Po (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), avendo avuto un incontro con il Ministro dell'agricoltura e con la Presidente del Consiglio, si è convenuto sulla necessità di dichiarare lo stato di emergenza, che non è ancora una dichiarazione di stato di calamità, ma semplicemente una messa a disposizione delle Regioni degli strumenti e delle risorse per poter intervenire in caso di effettiva emergenza, per quanto riguarda l'utilizzo di invasi e di risorse invasate e quindi di copertura dei costi dello svasamento di queste acque.
In questo momento, siamo in attesa di capire l'utilità effettiva e la necessità di dover utilizzare questo tipo di strumenti che ci sono stati forniti. Tra venerdì e lunedì, abbiamo chiesto a tutte le Province di farci pervenire dati relativi ad effettive situazioni di crisi acclarate.
Come già anticipato nella scorsa seduta di Consiglio, non erano pervenute alla Regione dichiarazioni di situazioni che avessero effettivamente superato la soglia della dichiarazione di crisi da alcuna Provincia piemontese. Questo allo stato attuale permane. Ad oggi, nessuna Provincia ha comunicato effettive, certificate e delimitate situazioni di crisi.
Abbiamo richiesto a tutte le Province di farci pervenire, con urgenza situazioni nelle quali ci fossero i requisiti previsti per legge (il 35% di danno effettivo sul totale del reddito aziendale), per poter far scattare lo stato di crisi. Quanto prima, saremo in condizione di poter notificare al Governo l'effettiva quantità di danno che potrà essere acclarato.
Allo stato, abbiamo anticipato con una lettera al Ministero e alla Protezione civile (che vale per quello che vale, in quanto non siamo in condizioni di poter richiedere la dichiarazione di crisi) il fatto che la situazione è molto pesante e che ci sono, sicuramente, ingenti danni riservandoci di quantificarli e definirli appena avremo gli elementi per poterlo fare.
Questa, allo stato, è la situazione. Cioè una situazione di estrema sofferenza, nella quale, però, non abbiamo ancora ricevuto segnalazioni puntuali, che ci mettano in condizione di attivare le procedure previste per legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Intervengo in merito a quanto dichiarato dall'Assessore Taricco.



PRESIDENTE

Ha a disposizione due minuti di chiarimenti sulle comunicazioni dell'Assessore.



SCANDEREBECH Deodato

vero che l'Assessore non ha dei dati per dichiarare lo stato di calamità, ma nel frattempo si è attivato. Ringrazio l'Assessore e tutta la struttura per essersi finalmente attivati, però penso che ciò sia stato fatto un po' in ritardo. Infatti, si è aspettato che il Presidente Prodi desse la disponibilità per la riunione dei Presidenti delle Regioni, dove lei mi sembra fosse presente in sostituzione della Presidente Bresso ricevendo l'autorizzazione, o perlomeno l'input, a procedere nella documentazione per dichiarare lo stato di calamità.
Tuttavia, a me risulta che sia la Coldiretti che la Confagricoltura hanno dichiarato lo stato di calamità. Allora mi chiedo: perch associazioni così autorevoli, che rappresentano il mondo agricolo, hanno osato fare questo, dal momento in cui non disponiamo dei dati a livello provinciale? Da che parte sta la verità? Che cosa non ha funzionato fino ad oggi? Noi, come struttura, non siamo in grado di avere un monitoraggio? Non siamo in grado di far funzionare i nostri uffici? Cosa c'è che non va? Perché la Coldiretti e la Confagricoltura hanno dichiarato lo stato di calamità dieci giorni fa, prima ancora che avvenisse la riunione che ha permesso ai nostri uffici di attivarsi? Questo è il primo aspetto.
Secondo aspetto. Stanno aumentando notevolmente i prodotti agricoli sul mercato, in modo particolare ortofrutticolo: si sta facendo qualcosa? La siccità ha una ricaduta diretta su due versanti: quello agricolo (quindi nei campi) e quello dei mercati. Per quanto riguarda i mercati, si sta facendo qualcosa, visto che questa non è una competenza né nazionale n territoriale degli Enti locali, ma è una competenza della Regione? Si sta facendo qualcosa per tutto questo, Assessore Taricco? Sì o no? Altrimenti continuiamo a non dare risposte concrete agli eventi che si stanno manifestando sul territorio.
In Torino e provincia stiamo pagando la frutta e la verdura più cara in confronto a tutte le altre città delle altre regioni: dobbiamo dare una risposta a questo problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per chiarimenti il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. In parte mi ha già anticipato il collega Scanderebech e anch'io intendo ringraziare l'Assessore per aver mantenuto l'impegno che aveva assunto. Prendo atto, inoltre, che sono stati mantenuti altri impegni, come ad esempio quello sulla Cava di Balangero.
Tuttavia, salta all'occhio la discrepanza fra le dichiarazioni della Coldiretti e Confagricoltura e le Province. Cosa possiamo fare noi in questa situazione? Salta pure all'occhio il fatto che ormai non siamo più solo in fase di emergenza, perché dobbiamo aspettarci che tale situazione diventi quasi una cosa ordinaria. Ho sentito gli agricoltori e a volte a noi sfugge un aspetto: il fatto che gli agricoltori sono dei produttori che, facendosi i conti in tasca, con un'ostilità come l'attuale, stanno considerando se convenga non irrigare e lasciar bruciare tutto, perché irrigare i campi costa parecchio.
Ritengo che l'Aula abbia fatto bene a dire che se ne riparlerà in Commissione, perché il problema è veramente complesso e globale. Questi aspetti devono essere tenuti presenti. Gli agricoltori non possono vivere in maniera sovvenzionata perché gli diamo i soldi per non far niente: sono dei produttori, non devono essere mortificati e devono essere aiutati a produrre.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Taricco per opportune precisazioni.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Volevo solo spiegare la procedura, perché vi sono due dati: uno sostanziale e uno giuridico-formale. Coldiretti, Confagricoltura e le altre organizzazioni, giustamente, dal loro punto di vista, hanno denunciato uno stato di oggettiva difficoltà del settore e hanno quantificato, sulla base delle loro conoscenze, un'ipotesi di danno complessivo causato al settore agricolo dalla situazione di siccità che si è venuta a creare. Sicuramente ciò è una cosa opportuna.
Dal nostro punto di vista, l'attivazione di una procedura di calamità naturale richiede non una stima dei danni, ma una verifica puntuale di quei territori e delle aziende che hanno subito un danno superiore al 35% della produzione complessiva del territorio. Ed è probabile che le singole aziende abbiano raggiunto tale percentuale.
La procedura prevede che la situazione sia segnalata alla Provincia che è l'Ente territoriale preposto; la Provincia delimita le zone su cui si è verificato il danno e lo segnala alla Regione che, a sua volta, attiva la procedura per ottenere le risorse dal livello nazionale.
Quella che abbiamo di fronte oggi è una situazione nella quale la maggioranza delle zone assistite da irrigazione vivono una forte crisi anche se al momento non di danno acclarato. In Piemonte abbiamo un importante danno, soprattutto nelle aree non irrigue: purtroppo, non essendoci precipitazioni, alcune aree hanno perso tutto il raccolto. Al riguardo, l'unica cosa che noi potremo fare, una volta conclusa la stagione, sarà di delimitare tutte queste aree e chiedere l'erogazione di risorse dal Governo nazionale per indennizzare gli agricoltori. Purtroppo non si può fare null'altro.
Nelle situazioni irrigue, soprattutto laddove si utilizza il sollevamento di acqua per irrigare i terreni in quelle situazioni di grave danno economico cui voi facevate riferimento, stiamo sviluppando ragionamenti diversi, che non risolveranno certo il problema di quest'annata, anche perché non è tecnicamente possibile farlo, ma stiamo ragionando su una sorta di convenzioni regionali attraverso i consorzi di primo e di secondo grado per la riduzione del costo dell'energia elettrica.
Stiamo inoltre mettendo in pista interventi per ridurre la dispersione di acqua (continuando sulla legge 21) e individuare ulteriori risorse da dare ai consorzi.
In sostanza, è in atto una serie di interventi, che però non affrontano e risolvono il problema di quest'anno, perché di fatto è tecnicamente impossibile. Abbiamo attivato interventi tipo Balangero e tantissimi altri che a situazione attuale permettevano di alleviare le condizioni presenti di questi, ne abbiamo attivato una decina un po' in tutto il Piemonte, dove c'erano le condizioni per intervenire.
Stiamo mettendo in pista una serie di interventi strutturali e di organizzazione del lavoro per i prossimi anni, in modo da non ritrovarci nuovamente in questa condizione. Per i terreni dove tutto questo non è possibile, perché sono terreni in asciutta, attiveremo tutte le procedure opportune. Abbiamo già messo in pista e abbiamo fatto una cosa - per rispondere al Consigliere Scanderebech - che non è nostra competenza perché in linea teorica sono le Province che dovrebbero segnalarci il danno; noi abbiamo fatto qualcosa in più, cioè abbiamo scritto alle Province dicendo: "Andate a verificare per darci i dati e metterci in condizione di attivare la procedura".
Mi rendo conto che, di fronte al quadro della situazione, queste cose non risolvono il problema, ma - ripeto - sono le cose che la Regione nell'immediato, è nelle condizioni di poter fare. Poi c'è tutto un lavoro di tipo strutturale che stiamo mettendo in pista e che speriamo ci metta nelle condizioni, nei prossimi anni, di avere una situazione meno pesante qualora dovessero verificarsi situazioni di tipo ambientale simili o peggiori di quelle attuali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Signor Presidente, mi unisco anch'io all'invito della collega Motta di riprendere l'argomento, come avevamo deciso nella precedente seduta consiliare, nell'ambito delle Commissioni congiunte II e V. D'altronde, già la III Commissione, che unisce in sé sia gli aspetti legati all'agricoltura sia gli aspetti legati alle risorse idriche, intende comunque avviare un percorso in questa direzione, in attesa dell'approvazione del Piano di tutela delle acque, che vede, invece, il lavoro congiunto delle Commissioni.
Anch'io credo che l'emergenza non sia più accettabile. In queste settimane, la denuncia che le organizzazioni professionali e agricole hanno compiuto rispetto ai danni ammontanti a diversi milioni di euro, non solo naturalmente in Piemonte, ma in un sistema come questo del nostro Paese che necessiterebbe d'azioni congiunte, Assessori, tra le Regioni del Nord alla luce dell'impegno preso a Parma, credo che sia importante lavorare in sinergia perché l'acqua parte di qua, ma arriva da altre parti e deve poterci arrivare.
Anch'io chiedo, se è possibile, una copia dell'ordinanza del Governo in modo tale da poter mettere in cantiere il lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Intervengo solo più per fornire due indicazioni per necessaria chiarezza.
Farò avere alla Segreteria del Consiglio la copia dell'ordinanza di dichiarazione non dello stato di calamità, ma dello stato di emergenza, che è propedeutico ad una futura ed eventuale dichiarazione di stato di calamità.
Per quanto concerne la richiesta fatta dal Consigliere Botta sul 2003 voglio solo dire che, in assestamento, nella proposta che verrà poi fatta è previsto il completamento di risorse necessarie per arrivare a quel famoso 40% che sarà erogato entro fine anno.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 67, n. 81, n. 95 e n. 128 inerente a "Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)" seguito


PRESIDENTE

Procediamo ora all'esame del testo unificato delle proposte di legge n.
67, 81, 95 e 128, in quanto licenziato dalla Commissione competente.
Relatori sono i Consiglieri Ricca e Cotto.
La parola al relatore, Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio, relatore

Signor Presidente, innanzitutto, vorrei esprimere un apprezzamento per il lavoro svolto dal gruppo di lavoro dell'VIII Commissione, guidato dal Presidente Reschigna, che ha dato fondo alle sue risorse di mediatore oltre che a mettere in campo grande esperienza di amministratore locale e profondo conoscitore della realtà delle Autonomie locali, guidando un lavoro che ha portato ad un testo condiviso, scritto con ampia partecipazione, partendo dalle sollecitazioni di quattro proposte di legge presentate da Gruppi di maggioranza e di opposizione.
Si è raggiunto così un obiettivo importante dopo mesi di lavoro e la scelta di non accelerare i tempi, prendendo il tempo utile e necessario per riflettere, per ascoltare tutti gli attori coinvolti, ha consentito di definire una buona struttura del Consiglio delle Autonomie locali, novità assoluta nel panorama delle istituzioni piemontesi. Una novità che deriva dalla revisione delle disposizioni della Costituzione riguardanti la forma di Governo delle Regioni - la legge costituzionale è del 1999 - e, più in generale, l'intero assetto istituzionale dell'ordinamento italiano, nonch il ruolo e lo status delle autonomie territoriali. È la legge costituzionale n. 3/2001 di riforma del Titolo V, che, indubbiamente, ha avviato una stagione di ridefinizione dei rapporti tra Enti locali, Regioni e Stato.
La riforma del Titolo V già richiamata ha segnato in modo decisivo il riconoscimento del ruolo fondamentale delle Autonomie locali; in particolare, l'articolo 114 della Costituzione, che così recita: "La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni, secondo i principi fissati dalla Costituzione".
Viene così affidato ai nuovi Statuti il compito di redigere il sistema regionale delle Autonomie locali, tenendo conto della pari dignità istituzionale, della potestà statutaria e regolamentare riconosciuta agli Enti locali.
Tappa significativa di tale processo di innovazione istituzionale è la costruzione di sedi permanenti di raccordo tra i livelli di governo che costituiscono la Repubblica.
Nel processo di attuazione del nuovo ordinamento repubblicano, assume particolare importanza la previsione contenuta nell'articolo 123 della Costituzione, ultimo comma, in virtù del quale "in ogni Regione, lo Statuto disciplina il Consiglio delle Autonomie locali, quale organo di consultazione tra la Regione e gli Enti locali".
Il Consiglio delle Autonomie locali è, infatti, nel nuovo sistema costituzionale il primo e principale strumento di raccordo tra la Regione e il sistema della Autonomie locali regionali e, dunque, si pone necessariamente come il punto principale sul quale concentrare lo sforzo improntato alla costruzione di un confronto istituzionale paritario e pattizio tra Regioni ed Enti locali, scevro da ogni logica o tentazione di tipo gerarchico e di sovraordinazione.
In occasione della stesura del nuovo Statuto, avvenuto nella legislatura passata, il Piemonte ha definito la struttura essenziale del nuovo organo consultivo (articoli 88 e 89 del nuovo Statuto), che vede la partecipazione pariordinata del sistema piemontese delle Autonomie locali riservando alla legge regionale la disciplina della composizione organizzazione e funzionamento del Consiglio.
quanto è stato fatto con questo testo partendo, come ho già detto prima, da quattro proposte di legge, da un lavoro dell'VIII Commissione che ha approfondito temi essenziali quale il rapporto del Consiglio delle Autonomie locali rispetto al ruolo della Conferenza permanente Regione Autonomie locali, la struttura dell'istituendo Consiglio delle autonomie, i criteri di composizione, il ruolo del CAL all'interno del processo legislativo e i rapporti con il Consiglio regionale, le modalità e i tempi di espressione del parere, le conseguenze dell'eventuale mancato recepimento del parere espresso dal CAL da parte del Consiglio regionale al quale si è cercato di dare il massimo della forza e del senso.
Si sono tenuti molti incontri, ma di questo dirà, probabilmente, anche la correlatrice, collega Cotto, sia in Torino sia nelle sedi di quadrante e decentrate.
Si è svolto anche un importante gruppo di lavoro interistituzionale tra i Consiglieri, i rappresentanti dell'Esecutivo e i rappresentanti di associazioni degli Enti locali, che ha portato ad un testo unificato licenziato all'unanimità dalla Commissione, che è un punto d'arrivo importante e significativo.
Credo che questo percorso si è vissuto in questo modo - perlomeno così ho vissuto il percorso che ha portato alla definizione del testo - ma soprattutto, credo che la futura esperienza e la concreta attuazione del CAL andrà vissuta non solo come un obbligo statutario, ma come un'opportunità per dare voce al territorio, praticare concretamente la sussidiarietà e realizzare, cioè, la partecipazione vera.
Se vogliamo, potremo paragonare, con le dovute proporzioni, il Consiglio delle Autonomie locali del Piemonte al Comitato delle Regioni dell'Unione Europea, creato per avvicinare le istituzioni locali a quelle europee. Jacques Delors, al momento dell'istituzione del CDR, disse che con la sua creazione si rimediava ad un deficit di democrazia delle istituzioni europee. Non penso che in Piemonte si possa parlare di deficit di democrazia, ma, certamente, si pongono le condizioni oggi per creare, con il Consiglio delle Autonomie locali, un sistema cooperativo, che potrà essere un prezioso arricchimento per tutto il sistema delle istituzioni piemontesi, e migliorerà la capacità di ascolto, andando oltre il "sentito" di tante consultazioni attuali.
Tralascerei il riferimento puntuale all'articolato, perché credo che il testo sia ampiamente conosciuto. Aggiungo soltanto che è importante sottolineare la composizione dell'organismo, che prevede un'ampia partecipazione, distribuita in modo equilibrato sul territorio e tra i vari enti, oltre ai componenti individuati dallo Statuto nei Presidenti delle Province e nei Sindaci dei Comuni capoluogo, con un'ampia rappresentanza che porta a 60 o 61 i numeri dei componenti del Consiglio delle Autonomie locali (compresi i Presidenti delle Comunità Montane e Collinari, i rappresentanti dei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti e un significativo numero di rappresentanti dei Comuni inferiori a 5.000 abitanti, di cui 11 rappresentanti di Comuni montani).
Credo che meriti una riflessione anche il riferimento alle modalità di elezione dei membri elettivi, che sono eletti dai Sindaci dei Comuni piemontesi, dai Consiglieri comunali e provinciali, dai Presidenti delle Comunità Montane e Collinari, in un collegio unico regionale, sulla base di sezioni elettorali provinciali, con un sistema proporzionale, su liste uniche regionali (credo che questo sia un particolare significativo).
Concludo il mio intervento, sottolineando un ulteriore aspetto che ritengo importante evidenziare: ho fatto riferimento poc'anzi ad un deficit di democrazia, sicuramente non presente nella nostra Regione. Credo sia utile rimarcare la necessità che l'istituzione di un nuovo organismo non sia vissuta in maniera errata dal mondo delle Autonomie Locali. Il CAL non è un organismo alternativo né antagonista al Consiglio regionale, bensì un luogo dove, in autonomia, potrà esercitare un suo ruolo, assicurando la responsabilità di non rallentare né ingessare l'operatività del percorso legislativo regionale.
Anche da questo punto di vista, la scelta di un organismo leggero e operativo, che utilizzerà la struttura del Consiglio regionale per la sua operatività, ci pare significativa.
Vorremmo dunque sottolineare come, con l'istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali, si debba perseguire, con assoluta determinazione quell'obiettivo, affinché l'istituzione regionale possa esercitare un ruolo e una funzione efficace di governo e di programmazione dell'attività, con la finalità generale di favorire il consolidamento della rete delle istituzioni pubbliche al servizio dei cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, correlatrice

Grazie, Presidente.
Mi preme sottolineare l'iter di questa approvazione, da quel 5 settembre 2005, quando, in Commissione, abbiamo votato le prime determinazioni in merito al provvedimenti relativi al costituendo CAL.
Da allora, si sono susseguite una ventina di riunioni, fra Commissioni gruppi di lavoro e incontri con gli amministratori.
Ci tengo molto a rimarcare, così come ha fatto il collega Ricca, gli incontri fatti per quadrante, a Novara come ad Asti e a Torino, per sentire la voce degli amministratori.
Si parla, dunque, di quattro proposte di legge, confluite in un testo concordato. Avremmo potuto approvare questo testo già durante la scorsa seduta consiliare. Vorrei quindi ringraziare il Presidente e tutti i collaboratori, sia del Consiglio che della Giunta, per il supporto che ci è stato offerto durante questo anno di lavoro.
Ringrazio, altresì, la maggioranza per aver convinto l'Assessore a ritirare gli emendamenti che avrebbero stravolto tutto il nostro lavoro. Ci tengo a precisare questo particolare, proprio per sottolineare l'autonomia e l'efficienza del Consiglio.
Auspichiamo di continuare a lavorare nel clima giusto, sia pure con un confronto deciso al momento della discussione in Commissione, ma senza colpi di mano in Consiglio, magari fuori tempo massimo, che ci inducono a inutili e dannose fibrillazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
All'inizio di settembre, quando abbiamo cominciato il confronto all'interno della Commissione sulla costituzione del Consiglio delle Autonomie Locali, siamo partiti non solo lavorando su quattro proposte di legge che individuavano soluzioni diverse rispetto al ruolo del CAL e al rapporto della Conferenza Regione-Autonomie Locali, ma anche con idee differenti e con un confronto molto libero con la stessa Giunta regionale riconoscendo, all'Assessore Deorsola, un ruolo di presenza e di partecipazione nella costruzione di questo provvedimento.
Il fatto che oggi ci auguriamo che questo provvedimento, licenziato a larga maggioranza dalla Commissione consiliare, possa essere approvato (mi auguro all'unanimità) da parte del Consiglio regionale, ha una sua importanza, perché significa, sostanzialmente, riuscire a mantenere, nella fase di attuazione delle previsioni statutarie, lo stesso spirito che ha portato, nella precedente legislatura, la Regione Piemonte a redigere uno Statuto approvato a larghissima maggioranza (se non, addirittura all'unanimità).
Quando parliamo di regole, di istituzioni e di rapporti o relazioni tra la Regione e il sistema delle Autonomie Locali, è bene che tutto ciò possa avere una condivisione che vada oltre gli schieramenti di maggioranza e di minoranza.
Credo sia stato un lavoro molto partecipato, che ha coinvolto le associazioni degli Enti locali e, sostanzialmente, anche il sistema delle Autonomie Locali. Un lavoro che ha come obiettivo la capacità di saper coniugare la partecipazione del sistema delle Autonomie locali alle attività e alle decisioni della Regione, pur garantendo che questa partecipazione abbia il carattere della sostanza e non della forma, e pur garantendo efficienza all'azione dell'Amministrazione regionale.
Credo sia importante sottolineare alcuni elementi, anche per il loro aspetto di originalità nell'elaborazione che abbiamo voluto dare a questa previsione, che, com'è stato ricordato dai due relatori, è costituzionale e statutaria della Regione Piemonte nello stesso momento. Il primo riguarda la composizione, che cerca di raccogliere il sistema diverso delle Autonomie Locali e la realtà amministrativa sotto il profilo demografico e associativo, che è profondamente diversa all'interno della Regione Piemonte; il secondo elemento è quello dell'individuazione delle funzioni del CAL, che diventa l'organismo di partecipazione del sistema delle Autonomie Locali agli atti di programmazione e all'attività legislativa della Regione. Nello stesso tempo, viene definito un ruolo, altrettanto importante, alla Conferenza Regione-Autonomie Locali, come momento di concertazione tra l'attività dell'Amministrazione regionale e il sistema delle Autonomie Locali.
Pochi giorni fa, in un recente convegno organizzato dall'ANCI e dai piccoli Comuni che ne fanno parte, è stato dedicato molto spazio, in una relazione della Professoressa Poggi, al tema della "formalizzazione all'interno di una legge dei meccanismi concertativi che regolano i rapporti e le relazioni tra la Regione e il sistema delle Autonomie Locali".
A pochi giorni di distanza, e come conseguenza del lavoro che è stato svolto, tutto ciò entra con la dignità che ha all'interno di un provvedimento legislativo che definisce, senza confusione di ruoli o di ambiti, un ruolo alla Conferenza Regione-Autonomie Locali come luogo di concertazione, dandogli, all'interno del testo governativo, forza, dignità e prestigio che solamente una norma legislativa è in grado di poter garantire.
Con il secondo elemento innovativo, sempre raccogliendo una sollecitazione molto forte arrivata dal sistema delle Autonomie locali e da alcune associazioni dei Comuni, abbiamo cercato di dare forza ad un principio contenuto all'interno dello Statuto sulle pari opportunità.
Abbiamo inserito una norma, non così comunemente diffusa all'interno del sistema legislativo, che impone, soprattutto nella formazione delle liste a livello regionale, per i Comuni piccoli e grandi, la presenza di almeno il 30% di candidati di entrambi i sessi, pena l'inammissibilità della lista.
una norma. Credo che ciascuno di noi abbia, in cuor suo, il desiderio che non si debba normare una questione che dovrebbe essere di comune acquisizione, innanzitutto sotto il profilo culturale. A fronte di una situazione di arretratezza del nostro Paese rispetto ad altri Paesi occidentali, è giusto che questo principio sia rafforzato, trovi una sua dignità all'interno di una norma di legge e trovi anche una condizione sanzionatoria all'interno della stessa norma di legge.
Voglio ricordare che il percorso è ancora lungo. Per dare piena e reale attuazione al Consiglio delle Autonomie locali, il Consiglio regionale dovrà assumere un provvedimento di definizione e di decisione riguardo alle modalità elettorali. Occorrerà anche procedere ad una modifica ad hoc del Regolamento del Consiglio regionale, con lo scopo di inserire, all'interno del percorso legislativo del Consiglio regionale, la possibilità, per il Consiglio delle Autonomie locali, di esprimere il proprio parere.
Termino il mio intervento con un ulteriore auspicio. Più volte, nel corso di questi mesi, si è discusso, con impostazioni culturali e politiche diverse, esaltandosi per questo momento di partecipazione o preoccupandosi che questo momento di partecipazione potesse tradursi in un fatto formale tale da ridurre o limitare l'attività, il prestigio e il ruolo dell'Aula.
Personalmente invito a credere - e d'ora in avanti ancora con più forza al fatto che sia possibile coniugare l'efficacia dell'azione legislativa con un'azione legislativa che sappia anche garantire e costruire partecipazione; quindi anche condivisione; quindi anche responsabilizzazione, da parte del sistema delle Autonomie locali. È una scommessa per ciascuno di noi. È una scommessa che credo vada raccolta in senso positivo con coraggio e con la convinzione che, d'ora in avanti, si potrà e si dovrà legiferare in modo più partecipato rispetto al passato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjack; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente per fare alcune sottolineature rispetto agli interventi che mi hanno preceduto e che condivido in larghissima misura.
Oggi ci apprestiamo ad approvare, mi auguro all'unanimità, un provvedimento molto importante, direi anche qualificante, poiché qualifica anche questa legislatura regionale. Noi de La Margherita lo consideriamo in questo modo. Non lo consideriamo né un adempimento formale, né un obbligo costituzionale, né un'applicazione dello Statuto regionale.
Nella nostra Regione, l'istituzione del Consiglio delle Autonomie locali è qualcosa di più. Sono d'accordo con tutto l'intervento del Consigliere Reschigna, tranne quando parla di scommessa.
Ciò che abbiamo di fronte non è una scommessa, ma una grande opportunità per la Regione Piemonte e per il suo sistema istituzionale.
una grande opportunità per il Consiglio regionale del Piemonte e per il tutto il sistema delle Autonomie locali piemontesi: 1.206 Comuni, di cui il 90% sotto i cinquemila abitanti. Non dimentichiamoci questo passaggio, nel momento in cui ci apprestiamo ad approvare questo testo.
Come Margherita ci riconosciamo in esso e riconosciamo il lavoro fatto in Commissione da tutti i Gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione, sul tema. Come veniva ricordato, siamo partiti da posizioni diverse, ma pensiamo di aver raggiunto una convergenza di sostanza concreta e molto significativa, che può rappresentare una molto importante futura opportunità.
Siamo al primo passo, perché occorrerà poi dare applicazione al provvedimento, per la vera attivazione del Consiglio delle Autonomie locali. Tuttavia, il lavoro svolto in Commissione fa ben sperare, come soprattutto fanno ben sperare le numerose consultazioni effettuate con le diverse Associazioni rappresentative degli Enti locali e non solo: siamo andati in tutte le Province a sentire i pareri dei rappresentanti dei singoli Comuni e delle Province stesse.
Naturalmente, il testo su cui ragioniamo non lo consideriamo un testo perfetto. Lo consideriamo un buon testo, rispetto al quale abbiamo bisogno di sperimentare una sua applicazione, alla luce degli obiettivi che ci siamo posti.
Ovviamente, non è casuale il fatto che prevediamo, per quanto riguarda la platea elettorale, una prima elezione limitata, per poi passare ad un sistema che preveda il coinvolgimento di tutti gli amministratori locali piemontesi.
Noi pensiamo al Consiglio delle autonomie locali come ad uno strumento che serva a rafforzare la democrazia rappresentativa. Questo è un elemento che sta nel DNA della nostra forza politica; è un elemento - mi permetto di dire - che sta nel DNA del centrosinistra.
Oggi, a livello nazionale, è aperta la discussione sul tema della qualità della nostra democrazia. Questo è uno strumento che deve servire ad aumentare la qualità della nostra democrazia, a migliorare il rapporto fra le istituzioni e a migliorare il rapporto tra le istituzioni e i cittadini.
Noi così lo consideriamo.
per questa ragione che occorre evitare la tentazione di trasmettere la sensazione che costruiamo un organismo che, in teoria, potrebbe diventare una seconda camera regionale. Questo no. Non è un organismo che deve diventare un mero adempimento burocratico, ma deve essere lo strumento attraverso il quale si migliorano e maturano in modo diverso, con un migliore rapporto nei confronti degli attori del territorio, le decisioni di governo e le decisioni strategiche che riguarderanno il futuro della nostra Regione.
Questa è anche la ragione per cui siamo stati d'accordo - e l'abbiamo detto sin dall'inizio - sul mantenimento, istituendo il Consiglio delle Autonomie locali, della Conferenza Regioni-Autonomie locali. Noi pensiamo a due ambiti diversi: uno in cui si svolge la concertazione fra gli Esecutivi ed uno in cui si svolge la consultazione, che è il Consiglio delle Autonomie locali. Noi pensiamo che, nel Consiglio delle Autonomie locali il sistema di composizione trovato consenta di ottenere questo risultato.
Noi pensiamo che nel Consiglio delle Autonomie locali non debbano essere rappresentati solo gli Esecutivi, ma ci debba anche essere una rappresentanza delle Assemblee comunali.
Oggi, nella nostra democrazia rappresentativa abbiamo un problema, che esprimiamo come preoccupazione: il progressivo svuotamento del significato e del ruolo delle Assemblee elettive (parlo dei Consigli comunali e provinciali).
Questo è uno strumento che deve consentirci di ridare ruolo e significato, non solo agli Esecutivi, non solo ai Sindaci e ai Presidenti delle Province, ma anche ai luoghi della democrazia, luoghi in cui si assumono le decisioni più importanti per una comunità, che sono le Assemblee elettive.
Noi pensiamo, con questo sistema che abbiamo individuato, di assicurare una composizione del Consiglio delle Autonomie locali che, come dicevo, sia rappresentativa dei diversi "Piemonti", mi permetto di dire non solo dell'area torinese, ma di tutti i territori. È stata posta una particolare enfasi sui territori montani, perché la nostra Regione è una Regione che ha anche queste caratteristiche, quindi noi costruiamo uno strumento che sia anche un modello piemontese del sistema delle Autonomie. Noi pensiamo ad una composizione rappresentativa territorialmente e plurale politicamente.
Dobbiamo costruire un organismo in cui ci sia la più ampia rappresentanza anche sul piano politico. Sto parlando di partiti, ma sto parlando non di partiti, perché nei piccoli Comuni la maggior parte dei Sindaci e dei Consiglieri comunali sono eletti su liste di natura amministrativa quindi va assicurata questa pluralità nel Consiglio delle Autonomie locali.
Questa è un'opportunità che dobbiamo cogliere e dobbiamo sapere cogliere tutti. Non stiamo costruendo e non vogliamo costruire un ulteriore organismo che appesantisca la vita democratica della Regione, ma vogliamo dare a noi stessi e al sistema delle autonomie locali piemontesi un'opportunità e uno strumento che ci consenta di svolgere il servizio politico in modo più efficace nei confronti di tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Questa occasione in cui ci apprestiamo a discutere, senza dubbio, un provvedimento che segna un'innovazione, come altri Consiglieri hanno già sostenuto, un miglioramento della democrazia e della democrazia rappresentativa, è anche l'occasione per riflettere un attimo in aula su che cosa è diventata la democrazia. In quest'Aula, luogo principe della democrazia rappresentativa, non ci può sfuggire che la qualità della democrazia, dico di più, della politica, non si può semplicemente fermare ad alcune considerazioni sulla democrazia rappresentativa medesima.
Noi voteremo questo provvedimento, in seguito vedremo gli esiti andranno tutti valutati. Ha ragione il Consigliere Bizjak quando parla di sperimentazione, ci sarà bisogno anche di un monitoraggio per verificare quanto questo organismo sarà consono agli obiettivi che si è dato, come verrà valutato nel tempo dagli stessi attori che ne fanno parte. Insisto sul fatto che oggi occorre fare qualcosa in più perché questa è l'occasione giusta.
Se la democrazia, la democrazia rappresentativa, è in crisi - lo dicono tutti gli osservatori - questa crisi sicuramente non arriva oggi, ma da lontano. Qualcuno ha parlato di crisi e di svuotamento delle assemblee elettive, benissimo. Questa crisi, che è sotto i nostri occhi, non è nata dal nulla, ma è figlia di leggi che sono state votate, che hanno spinto verso una semplificazione, che hanno dato alle assemblee elettive un potere sicuramente minore. Ma c'è qualcosa di più. La politica è in crisi.
Dico questo perché sono convinto che o la politica trova anche il modo la maniera di organizzarsi differentemente, quindi superando semplicemente i limiti della democrazia rappresentativa, oppure questa crisi non potrà essere superata. La politica e la democrazia rappresentativa, per come le conosciamo oggi, hanno bisogno sostanzialmente di farsi più porose rispetto alle esigenze che arrivano dalla società civile nel suo complesso. Ci sono corpi intermedi che hanno perso la loro autonomia, hanno perso la loro capacità di incidere sulle scelte della politica. Ci sono movimenti che in questi anni hanno chiesto a gran voce di contare di più, anche nella politica che conta, quella che si fa nei palazzi, come si dice.
Anche questo tema deve essere affrontato oggi, proprio oggi che facciamo un passo in avanti, verso la direzione della partecipazione.
Tuttavia diciamo anche che questo non è sufficiente. Anche quest'aula anche questa istituzione si deve fare più porosa rispetto alle richieste che arrivano dai corpi intermedi autonomi della società, dai movimenti.
Abbiamo avuto l'esempio nei mesi scorsi - all'interno di un dibattito molto aspro come quello che riguarda la TAV in Valle di Susa - di cosa significa un dibattito difficile che coinvolge però, guarda caso, popolazioni sindaci, quegli elementi di democrazia rappresentativa di cui si parlava prima.
A volte la democrazia è più difficile, ma la democrazia e la politica possono fare un passo in avanti semplicemente se fanno qualcosa che fino ad ora non è stato fatto, cioè quello di unire da una parte una democrazia rappresentativa che si riqualifica, con una democrazia diretta che trova gli spazi per esprimersi. Questa è una cosa che non è facile da fare.
Esperimenti in giro per il mondo e in Italia ce ne sono.
In un giorno di mezza estate come questa, forse vale la pena che dall'Aula emerga qualche attenzione in più: questa è la sfida che abbiamo di fronte nei prossimi mesi e nei prossimi anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi: ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Non era mia intenzione intervenire, ma alcune sollecitazioni mi hanno consigliato di fare un breve intervento.
Come molti di voi saranno a conoscenza, sono tra coloro che nella passata legislatura si era opposto a questo strumento (naturalmente essendo uno strumento presente nella modifica costituzionale, non si poteva fare più di tanto). Nel corso dell'iter della legge alcuni dubbi che avevo sulla sua istituzione mi sono stati chiariti, rimangono tuttavia alcuni elementi che risultano ancora problematici dal mio punto di vista.
Infatti il CAL è sicuramente un organo che si può definire di collegamento e di confronto fra Enti, appartiene ad un'idea della democrazia, per quanto mi riguarda, che guarda al presente, anche più indietro che non avanti. Questo organismo non è e non sarà in grado di rispondere alle tante sollecitazione che arrivano dai territori. È uno strumento che sicuramente servirà di più o di meno a seconda di come sarà usato perché è uno strumento che sarà messo nelle mani delle donne e degli uomini che vi parteciperanno. Come tutte le strutture che sono gestite dall'uomo, non potrà sicuramente essere perfetto, ma solo perfettibile.
Tuttavia questo strumento si inserisce in un rafforzamento di una visione della democrazia tutta centrata sulle assemblee e sulla partecipazione degli eletti. Viviamo in un momento nel quale c'è una richiesta di partecipazione, di discussione che va oltre la quantità e le presenze nelle assemblee. Il CAL credo si possa definire un organismo tecnico.
A partire da queste discussioni, all'interno della nostra assemblea si può incominciare anche a parlare di qualcosa che guarda in avanti, ovvero a quello che pensano molti di noi cioè che ci sia bisogno di fare qualche passo in più, verso una democrazia diretta, che permetta un maggiore dialogo con tutti i cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Condivido molti dei ragionamenti fatti dai Consiglieri Moriconi e Deambrogio. Ritengo che il nostro lavoro, il nostro impegno debba essere volto a garantire una maggiore inclusione dei cittadini nei processi di decisione e di scelte delle nostre istituzioni democratiche. Non di meno ritengo che sia importante che strumenti come quello che andiamo a definire possano diventare, al di là dei formalismi, un vero elemento di raccordo funzionale e utile agli Enti locali della nostra regione per attivare, io direi scatenare, un elemento di partecipazione, di coinvolgimento degli Enti locali piemontesi nei processi decisionali che riguardano il nostro ente.
E' difficile essere Sindaco ed amministratore dei comuni piccoli e piccolissimi della nostra regione, così come è complicato, visto i tagli che il Governo centrale apporta agli Enti locali, essere amministratori di grandi comuni o delle Province piemontesi. Così come di ogni altro comune e di ogni altra Provincia italiana.
Laddove è possibile migliorare la relazione e il rapporto per aumentare il livello di coesione, quindi di scelta unitaria rispetto alle procedura di scelta che andremo attivare nei prossimi mesi, laddove questo è possibile vede il nostro contributo perché si possa realizzare nel miglior modo possibile.
con convinzione che voteremo questo provvedimento. Con altrettanta convinzione e attenzione, andremo a verificare il funzionamento e la vera capacità di rendere reale il rapporto tra gli Enti locali e la Regione Piemonte, che questo ente si assume in capo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Una breve dichiarazione, anche da parte mia, su una legge che ho avuto modo di seguire in alcune parti del suo percorso e che, oggi, anch'io voto con una convinzione un po' più leggera, rispetto a quella del Consigliere Robotti, ma che premette un banco di prova.
Sappiamo che lo Statuto prevede degli organismi di collegamento tra le Autonomie locali e la Regione. Questa Regione ha scelto di attuare la norma statutaria tramite una struttura che è assembleare, ma di secondo livello e che vede come pilastri di partecipazione dei Consiglieri, eletti da altri Consiglieri o Presidenti di Provincia o di Comunità montana. Una struttura di secondo livello che presenta già, per definizione, qualche difficoltà nel rispetto delle quote rosa, che sono state ancora discusse ieri in ambito di VIII Commissione, ma anche di rapporto con quel principio di democrazia diretta, che i colleghi Consiglieri che sono intervenuti in precedenza hanno più volte evidenziato.
La fermezza e la convinzione del voto di questa legge maturerà nel tempo, nel momento in cui questa nuova struttura, che potrebbe essere per alcuni aspetti una sovrastruttura, darà dimostrazione di essere frutto della volontà di partecipazione che, nei tratti della normativa, si fa un po' fatica ad individuare.
Da una parte, c'è la soddisfazione nel pensare che i piccoli Comuni possono, finalmente, con più autorevolezza entrare nel dibattito regionale e dire la loro su leggi, proposte di legge e disegni di legge che li coinvolgono e li vedono direttamente protagonisti, anche perché questa legge favorisce un percorso partecipativo di questi enti.
Però, se fermiamo a questo il concetto di democrazia, come ho sentito dire prima da alcuni autorevoli colleghi, allora vuol dire che davvero qualcosa ancora non funziona. Credo che rapportarsi con coloro che ci hanno espressi non significhi istituire delle strutture di secondo livello, ma rapportarsi con quelle persone e tentare, con loro, di instaurare un percorso condiviso di governo.
Sarà un banco di prova non facile, che si baserà molto sulla costruzione di percorsi legislativi e amministrativi condivisi. Quindi sarà un duro banco di prova per questi neo Consiglieri nei rapporti con la popolazione. Questa struttura funzionerà nel momento in cui questi Consiglieri sapranno o vorranno rapportarsi con i territori che li ha espressi. Altrimenti, nel caso in cui si abbia una struttura chiusa, in cui tutto sia retto da quel momento di voto, che coinvolge Consiglieri già eletti in una selezione interna, se tutto questo si consumerà tra quelle mura, allora davvero questa poca ferma convinzione del voto verrà rafforzata.
Credo, invece, che ci siano le basi per dare una svolta diversa al CAL.
Credo che sarà d'obbligo per questa struttura rapportarsi con il territorio, funzionare come un organo di democrazia diretta e non come un organo che, ancora una volta, pone la democrazia all'interno di strette e chiuse stanze.
Occorrerà - lo dico come una battuta - che questa nuova struttura non scimmiotti o diventi una sorta di Consiglio regionale ombra, non scimmiotti questo Consiglio come luogo. Noi purtroppo, proprio per la nostra mansione a volte, abbiamo difficoltà a rapportarci con il territorio; però, a loro toccherà non imitarci nel male, ma tentare di aprire quelle porte. Direi che la Val di Susa ha dato un esempio di qual è o di quale può essere - lo ricordava il collega Deambrogio - il livello di partecipazione nelle scelte.
Sarà importante non ridurre il CAL a un vivaio di futuri prossimi Consiglieri regionali. Se questa struttura si baserà solo su questo allora, oggi avremo perso una grande partita e una grande occasione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Anche il nostro Gruppo vede con positività la conclusione di questo cammino, che ci porterà, tra poco, ad approvare questo provvedimento, che costituisce un altro piccolo e grande mattone utile al completamento di quella costruzione statutaria, iniziata nella scorsa legislatura, che aveva posto il Consiglio delle Autonomie locali come un elemento di partecipazione importante.
la migliore legge possibile che disciplina questo momento di partecipazione? Non lo so, probabilmente no. È una legge, sicuramente, di mediazione, che contiene al suo interno molti punti interrogativi, che dovrà essere messa alla prova nel suo funzionamento.
Sicuramente quella di questo Consiglio delle Autonomie locali è una composizione ampia, con più di 60 componenti. Qualcuno diceva che non deve essere un Consiglio regionale ombra, ma perlomeno a livello numerico ci avviciniamo molto alla composizione di un Consiglio regionale. Dovremo vedere se poi questi componenti svolgeranno a pieno il loro lavoro.
Abbiamo visto, in Commissione, come le questioni relative alla presenza di genere possano costituire elemento di problematicità. Comunque, il dato positivo è che si è riusciti, seppure in un'opera di mediazione, ad arrivare ad un testo unificato, che risponde alle esigenze di concludere, o quasi, l'organizzazione e la concretizzazione di quegli istituti, che il nostro nuovo Statuto richiedeva.
C'è ancora la necessità di uno sforzo per arrivare alla conclusione di questo percorso generale. Penso che il Presidente dell'VII Commissione e tutti i Commissari lo faranno presto, alla ripresa dei lavori.



PRESIDENTE

Non ci sono altri iscritti a parlare per il dibattito generale.
ARTICOLO 1 Passiamo all'esame dell'articolato.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 All'articolo 2 vengono presentati i seguenti emendamenti: Emendamento rubricato n. 1.2 presentato dai Consiglieri Novero, Monteggia e Dutto: all'articolo 2, lettera e, aggiungere: "di cui almeno 3 rappresentanti di Comuni montani".
Emendamento rubricato n. 2.2 presentato dai Consiglieri Travaglini Bellion, Botta, Ferrarsi e Bizjak: all'articolo 2 della proposta di legge "Istituzione e disciplina del Consiglio delle autonomie locali e modifiche della legge regionale 30 novembre 1998 n. 34", dopo il testo della lettera e del primo comma dell'articolo 2 aggiungere: "di cui almeno 3 rappresentanti di Comuni montani".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Vorrei evidenziare un dato. C'è una forma mentale comune, e peraltro anche a me sembra strano. di primo acchito, pensare che ci sia un Comune montano con popolazione superiore a 5.000 abitanti. Ricordo che Lanzo supera i 5.000 abitanti, ma ci sono Comuni come Pinerolo e Susa, sedi vescovili, ecc. che sono comuni montani.
Quindi credo che sia opportuna questa variazione, anche per dare una rappresentanza anche a questi Comuni, che sono montani e sono di dimensioni ragguardevoli.



PRESIDENTE

Colleghi, per assicurare una dizione corretta, probabilmente l'emendamento è meglio inserirlo dopo le parole "5.000 abitanti" altrimenti diventa difficile l'interpretazione.
Quindi, se siamo d'accordo, l'emendamento - se approvato - cambierebbe il testo della lettera in questo modo: "13 rappresentanti di Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, di cui almeno 3 rappresentanti di Comuni montani, o rappresentanti di Consigli provinciali".
Quindi l'emendamento viene inserito qui, posto che venga approvato.
Indìco la votazione palese sugli emendamenti rubricati n. 1.2 e 2.2, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 3.2 presentato dal Consigliere Giovine: in coda al comma 3 dell'articolo si aggiungono le parole: "gli avvisi di convocazione si inviano anche ai Consiglieri regionali del Piemonte".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

In realtà, l'emendamento nasceva inizialmente da un'altra formulazione ovvero che al CAL potessero partecipare anche i Consiglieri regionali, in quanto era nella logica delle cose, essendo il CAL un organo di consulenza del Consiglio regionale.
L'emendamento iniziale che avevo proposto era: "Possono partecipare ...
al CAL anche i Consiglieri regionali che ne fanno richiesta"; poi, dopo essermi consultato con il Consigliere Reschigna, sono arrivato a questa formulazione, che trovava anche il suo assenso, e che prevedeva, stante il fatto che le sedute del CAL sono pubbliche, che Consiglieri regionali potessero intervenire.



PRESIDENTE

Mi è d'obbligo ricordare all'Aula che la norma proposta ha un carattere di tipo regolamentare, quindi, la sede propria di questa norma sarebbe quella del regolamento di funzionamento del CAL. Ovviamente questa è un'osservazione di tipo tecnico.
Ad oggi, è una proposta emendativa e quindi, come tale, la sottopongo alla valutazione del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con Enti locali

Ritengo che questo emendamento possa eventualmente essere recepito nel regolamento. Non ritengo che abbia un contenuto dispositivo precettivo pertanto il mio orientamento è negativo.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, possiamo passare alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Dopo aver ascoltato le dichiarazioni dell'Assessore Deorsola, ritiro l'emendamento, sperando che venga successivamente accolto e inserito nel regolamento.



PRESIDENTE

D'accordo. Grazie, Consigliere Giovine.
L'emendamento rubricato n. 3.2 è pertanto ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n.10.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n.
13.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 15.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 16.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 18.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Poiché è sorto un confronto all'interno del Consiglio su una delle norme transitorie finali, chiedo alla cortesia alla Presidenza del Consiglio regionale, di autorizzare 5 minuti di interruzione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa; riprenderà alle 17.30



(La seduta, sospesa alle ore 17.25 riprende alle ore 17.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i Consiglieri di accomodarsi in aula.
Emendamento rubricato n.3.18 presentato dai Consiglieri Ricca e Cotto: il comma 2 dell'articolo è soppresso.
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

L'emendamento consiste nella soppressione del comma 2) dell'articolo n.
18, che quindi elimina la previsione di un corpo elettorale più ristretto in sede di prima elezione del Consiglio delle autonomie locali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al decentramento e rapporti con Enti locali

La Giunta concorda.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.18, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 18, come emendato.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste di dichiarazione di voto, procediamo alla votazione nominale sull'intero testo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri hanno risposto Sì 40 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di passare all'esame dell'ordine del giorno n. 413 inerente a "Piani di abbattimento di caprioli", presentato dai Consiglieri Moriconi, Barassi Bossuto, Chieppa, Deambrogio, Spinosa e Dutto


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo per chiedere un'inversione all'o.d.g. Propongo di anticipare la discussione dell'ordine del giorno presentato stamattina sui "Piani di abbattimento numerico per i caprioli".
Devo sottolineare che la questione sta diventando rapidamente di grande rilevanza. Mi hanno appena riferito che, nel giro di poche ore, sono state recapitate più di 2000 mail al Telegiornale Studio Aperto.
Il problema, che alcuni di noi giustamente non riescono a focalizzare è il fatto che per il mondo animalista...



PRESIDENTE

Non vorrei...



MORICONI Enrico

Era solo per sottolineare l'importanza dell'argomento.



PRESIDENTE

una proposta d'inversione che chiede di anticipare la discussione.
Chiede un'inversione e, quindi, portare l'ordine del giorno da lei presentato insieme con quelli collegati, ovviamente, al posto del punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Muliere, che interviene in senso contrario.



MULIERE Rocco

Più che intervenire in senso contrario, farei una proposta e vorrei che l'Assessore mi ascoltasse. Questa è una questione molto delicata, che rischia di essere affrontata qui oggi in Consiglio e di non essere, da un lato, approfondita e di avere posizioni contrastanti, che, poi, non portano da nessuna parte. È vero che è urgente, ma troviamo il modo, da qui a venerdì, di fare una discussione in una delle Commissione competenti.
Decidiamo quale, ma discutiamola in Commissione.
Pregherei l'Assessore di verificare...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Allora discutiamone oggi in Consiglio, poi vediamo come va a finire.
Per quanto mi riguarda, se vogliamo arrivare da qualche parte discutiamola in Commissione. Se vogliamo affrontarla qui, ci dividiamo tra chi è a favore e chi non è a favore e non andiamo da nessuna parte.
Per quanto mi riguarda, faccio questa proposta di verificare se è possibile, da qui a venerdì, discuterla in una delle Commissioni competenti. Il rischio è che oggi si vada ad una discussione dove ci dividiamo tra chi è a favore e chi è contro, senza approfondire la questione e trovare, se è possibile, delle soluzioni.



PRESIDENTE

Scusate, faccio il punto della situazione giusto per non aprire un dibattito su questa mozione di inversione.
Il collega Moriconi ha presentato la proposta di inversione e il Consigliere Muliere si è espresso in senso contrario, avanzando al contempo una soluzione alternativa. La Giunta, se vuole, può avanzare una proposta dopodiché passiamo alla votazione, a meno che non vi sia un consenso unitario.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, penso che aprire una discussione oggi su questa mozione, peraltro, emotivamente sentita, rischia di essere un'operazione in primo luogo, che non ci mette comunque nelle condizioni di poter operare concretamente. Siamo, infatti, alla presenza di un percorso che non nasce da una decisione che andiamo ad assumere in queste ore sulla gestione del contenimento dei caprioli, ma che dipende da un rilevamento effettuato da tecnici regionali da mesi per arrivare a definire, secondo la normativa vigente, il numero dei capi che deve essere...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore Taricco, siccome si rischia di aprire il dibattito, la pregherei di arrivare alla proposta di merito.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Penso che valga la pena, cosa che è già stata decisa anche in Comitato caccia regionale, aprire subito alla ripresa dei lavori una riflessione sul quadro normativo cui queste scelte fanno riferimento per discutere eventualmente, una modifica del quadro normativo stesso, ma non discutere ora, a due giorni dall'applicazione della norma, una norma che è in vigore da anni in questa Regione.
Pertanto, propongo di rinviare la discussione alla ripresa dei lavori a settembre.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Dutto)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, è stata avanzata una proposta da parte del collega Moriconi. Ai sensi del Regolamento, si è espresso un Consigliere in senso contrario.
Indìco la votazione palese sulla proposta di inversione all'o.d.g. avanzata dal Consigliere Moriconi.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 204 inerente a "'Fondazione Comitato per l'Organizzazione dei XX Giochi Olimpici invernali - Torino 2006' - 'Proroga componente effettivo con funzioni di Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 204, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Peveraro per l'illustrazione.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

semplicemente la proroga della designazione del revisore dei conti Pasquini, legata alla proroga dell'attività del TOROC al 31/12/2006.



PRESIDENTE

La ringrazio per la chiarezza e la sintesi.
Non essendoci interventi, indìco la votazione palese della proposta di deliberazione n. 204, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla deliberazione inerente a "Comitato Solidarietà" (errore materiale)


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, devo ancora dare conto di una precisazione: quando abbiamo votato le schede del Comitato di solidarietà, per un errore materiale, è stato depennato un intervento che, invece, era nella proposta che abbiamo distribuito in Comitato questa mattina, avente ad oggetto il "Comitato di solidarietà con il popolo palestinese" come ente proponente.
Il titolo del progetto è il seguente: "Migliorare la salute delle mamma e dei bambini a Marda, in Cisgiordania". Il contributo è pari alla somma di 22.890 euro. Per un errore materiale, è stato omesso, per cui prego di allegarlo.


Argomento:

Proposta di rinvio in Commissione, ai sensi dell'articolo 93 del Regolamento, dei seguenti ordini del giorno:

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Ordine del giorno n. 413 inerente a "Piani di abbattimento di caprioli" presentato dai Consiglieri Moriconi, Barassi, Bossuto, Chieppa, Deambrogio Spinosa e Dutto (rinvio in Commissione)

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Ordine del giorno n. 414 inerente a "Salviamo i caprioli e l'immagine del Piemonte", presentato dai Consiglieri Giovine e Dutto (rinvio in Commissione)

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Ordine del giorno n. 415 inerente a "Anticipo stagione di caccia ai caprioli 2006/2007", presentato dai Consiglieri Dutto e Rossi (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

I Presidenti delle Commissioni agricoltura e ambiente sono in Aula. Mi pare di capire che la questione sollevata dal Consigliere Moriconi, che comunque, ha un indubbio interesse non solo per la collettività animalista ma per tutti i colleghi, possa essere affrontata e possa trovare un luogo per un'analisi compiuta in Commissione. Se i Presidenti delle Commissioni penso in particolar modo alla Commissione agricoltura e alla Commissione ambiente - sono disponibili, li invito a procedere affinché il tema sia affrontato, stante anche la disponibilità manifestata in proposito dall'Assessore Taricco.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Intervengo solo per ricordare che era anche una mia richiesta.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, facevo riferimento al collega che aveva presentato la mozione d'ordine.
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Aderisco alla richiesta del Presidente in qualità di Presidente della III Commissione e propongo la data di venerdì alle ore 11.30, dopo lo svolgimento della Commissione sanità.



PRESIDENTE

Direi che la giornata può essere assolutamente idonea. Però, sull'ora ritengo opportuno un approfondimento con il Presidente della IV Commissione. Quindi, prendiamoci la licenza di individuare un orario consono con i lavori già calendarizzati nella IV Commissione. Rimane inteso avanziamo questa proposta.
La seduta è tolta. Buone vacanze a tutti.



(La seduta ha termine alle ore 17.50)



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