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Dettaglio seduta n.106 del 25/07/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Bresso, Chieppa e Motta.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Statuto - Regolamento - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g. inerente a "Esame proposta di deliberazione n. 196: 'Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 73-19606 del 13 giugno 2006 (Integrazioni degli articoli 21 e 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale per il monitoraggio degli interventi e delle opere connesse alla fase post-intervento dei XX giochi olimpici e IX paralimpici invernali 2006 e sport invernali)'"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 196.
Se non ci sono osservazioni, possiamo considerare la proposta iscritta al punto 4 bis) all'o.d.g.



(L'Assemblea, all'unanimità, acconsente)



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli atti del sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Rossi affinché il Consiglio regionale affronti immediatamente la questione della siccità, e del Consigliere Ghiglia in merito ad una comunicazione della Giunta regionale sui risultati della sperimentazione sulla pillola RU486


PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Vorrei segnalare un fatto alquanto strano, che sta accadendo. Abbiamo sollevato, come Gruppo della Lega Nord, il problema siccità con un ordine del giorno in Aula, chiedendo la proclamazione dello stato di calamità.
L'Assessore Taricco ha ritenuto di chiedere il rinvio in Commissione perché, secondo lui, non c'erano le condizioni per chiedere lo stato di calamità naturale o l'emergenza per il Piemonte.
Nonostante questa richiesta, a ieri, nella Commissione competente non era stato calendarizzato il provvedimento. La cosa strana che le segnalo è che ieri pomeriggio, ad Alessandria, presso la sede della Provincia proprio su iniziativa dei Presidenti delle Province che insistono sull'asse del fiume Po, quindi partendo da Rovigo, è stata convocata l'VIII Commissione ambiente della Camera dei Deputati, cui hanno partecipato degli Assessori regionali. Si è parlato della gravissima crisi idrica, che sta interessando tutto l'asse del fiume Po e, in particolare, il Piemonte.
Quindi le chiedo, Presidente, come sia possibile che, addirittura, si sposti la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ad Alessandria convocando i Presidenti di tutte le Province collegate al fiume Po, i Sindaci delle città capoluogo, i Consiglieri regionali e il Consiglio regionale non solo non intende discutere in Aula del problema siccità che sta attanagliando i nostri agricoltori, ma addirittura non si dà seguito alla richiesta dell'Assessore Taricco, che non ha voluto discutere il problema in Aula, ma ha chiesto di farlo in Commissione. Però non se ne discute neanche in Commissione.
Lo ritengo un atto abbastanza grave. Mi appello alla sua coscienza affinché inserisca immediatamente, nella prossima Commissione agricoltura la discussione sulla questione della siccità. Perché andare a parlare di siccità a settembre ci pare alquanto pleonastico.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, su questo tema che, ovviamente, è di estremo interesse, abbiamo già avuto modo di parlare nello scorso Consiglio e ricordo anche un intervento dell'Assessore Taricco in proposito. I Presidente delle Commissioni interessate hanno ascoltato il suo intervento quindi penso che siano ben consapevoli dell'urgenza e dell'importanza di questo argomento. Per quanto mi concerne, sicuramente, mi farò carico di formalizzare l'importanza di questo argomento e chiederò che la Commissione affronti la questione.
Faccio notare che le Commissioni sono autonome nell'organizzazione dei propri lavori e, chiaramente, ogni Presidente calendarizza il proprio o.d.g. tenendo conto delle sensibilità che emergono in seno alla propria Commissione. Penso che i Presidenti delle Commissioni interessate avranno cura di affrontare anche questo nodo. In ogni modo trasmetter diligentemente la richiesta ai Presidenti delle Commissioni interessate.
Ha chiesto di intervenire, per mozione d'ordine, il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Il mio tema di oggi, brevemente, è molto meno importante di quello sollevato dal Consigliere Rossi. Approfitto della presenza dell'Assessore Deorsola, che tiene i rapporti con il Consiglio.
Vede, Presidente, noi siamo abituati a leggere i giornali, per fortuna però è da un mese che sollecitiamo un'interrogazione sui risultati della sperimentazione della pillola RU486, che sono andati incontro ad indagini e problemi. Questa interrogazione, per l'ennesima volta, è stata negata dalla Giunta. Peccato che su Panorama della settimana scorsa campeggi in bella mostra la foto del dottor Viale che comunica i risultati della sperimentazione.
Presidente, devo capire cosa devo fare. Se devo, come facevano i colleghi della minoranza in passato, prendere possesso manu militari dell'Assessorato alla sanità, costringendo l'Assessore Valpreda a tirar fuori i fogli della sperimentazione. Se devo andare al Sant'Anna a pietire dal dottor Viale qualche informazione o se ha ancora qualche senso, in quest'Aula, il sindacato ispettivo su quelle questioni che non siano diventate vecchie e bacucche dopo quattro o cinque mesi dal momento in cui vengono presentate.
Se la prossima volta non verrà data risposta a quest'interrogazione con tutti i dettagli chiesti, per quanto riguarda il mio Gruppo, bloccheremo i lavori dell'aula. Glielo dico prima e con grande correttezza. Perché è una vergogna!



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, abbiamo già avuto modo di trasmettere, in modo formale, numerosi solleciti alla Giunta regionale affinché venisse data risposta in tempi celeri a interrogazioni che avevano un'urgenza particolare. Quindi, continueremo a muoverci su questa linea. La Giunta è presente sui banchi, sicuramente conto che si sia presa nota di questa richiesta e che si possa adempiervi. L'Assessore Deorsola, però, può darci maggiori chiarimenti a riguardo.
La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Devo dire che solo l'assenza di oggi dell'Assessore Valpreda impedisce di dare la risposta, che è pronta, ma non è firmata dall'Assessore. Quindi non posso comunicarla.
GHIGLIA Agostino (fuori microfono) pronta, ma non c'è!



PRESIDENTE

Pregherei di verificare questo punto e, se fosse possibile, acquisire gli atti prima del prossimo Consiglio, anche in forma scritta, per poi eventualmente aprire la discussione in Consiglio.
Passiamo agli atti di sindacato ispettivo.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 463 della Consigliera Cotto, inerente a "Utilizzo scuolabus per trasporto anziani"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 463, presentata dalla Consigliera Cotto, sulla quale risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
L'interrogazione della Consigliera Cotto ci consente di ritornare su un tema che, in alcune occasioni, è stato oggetto di discussione e approfondimento in quest'aula. Ne approfitto per ripercorrere, brevemente anche alla luce di quello che, con l'ordine del giorno n. 363, approvato dal Consiglio, fu chiesto come impegno alla Giunta regionale.
Per quanto riguarda lo stato dell'arte, e poi concludo su quella che è l'iniziativa in corso, ripercorro brevemente la situazione nello stato in cui si trova, partendo da una premessa.
Nella prima delle interrogazioni presentate dalla Consigliera Cotto si faceva riferimento ad un'esplorazione circa le possibilità concesse alle Regioni di legiferare sulla materia alla luce del disegno di riforma della Costituzione denominato devolution (uso il termine che era scritto lì).
Questa partita in qualche modo si è conclusa in maniera inequivocabile con l'esito del referendum, per cui quella materia specifica non esiste più.
Peraltro, la verifica condotta sulle novità che avrebbe introdotto la riforma della Costituzione, anche qualora fosse stata approvata dal referendum confermativo, aveva portato gli uffici a rilasciare un'informativa sulla base della quale lo Stato avrebbe comunque mantenuto a sé l'intera materia della sicurezza dei trasporti.
Ad oggi la situazione è la seguente. La competenza a rilasciare la carta di immatricolazione per i veicoli, comunque denominati, spetta al Dipartimento per i Trasporti Terrestri, ai sensi del comma 2 dell'articolo 75 del D.lgs. 285/92, con modalità stabilite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questa competenza, per l'appunto, è stata mantenuta in capo allo Stato anche in seguito alle riforme istituzionali.
Infatti, l'articolo 104 del D.lgs. 112/98, nell'elencare le funzioni mantenute dallo Stato, prevede quelle relative all'immatricolazione dei veicoli.
importante osservare anche che dallo scambio di corrispondenza e di informazioni intercorso, a partire dal 2000, tra il Dipartimento dei Trasporti terrestri e l'Assessore regionale ai trasporti pro tempore (allora il Consigliere Casoni), fosse più volte emersa la condivisa intenzione che venisse disciplinato l'utilizzo degli scuolabus dei Comuni e delle Province anche a fini sociali e assistenziali di trasporto degli adulti, in favore di quanto già previsto (questo è un elemento che è ritornato nel dibattito) al comma 2 dell'articolo 6 della legge regionale 1/2000 (la legge sul trasporto), che prevede questa facoltà, ma che in questo momento è in conflitto con la normativa nazionale.
In particolare, in una nota del 3/4/2000 il Dipartimento dei Trasporti Terrestri ha qualificato come "interpretazione estremamente restrittiva del disposto dell'articolo 83 del D.lgs. 258/1992" (quello attualmente vigente nell'ambito dell'ordinamento statale) quanto previsto dall'articolo 9 del D.M. del 4/07/1994: "I Comuni possono immatricolare in uso proprio autobus per le esigenze dei propri dipendenti e degli alunni della scuola dell'obbligo residenti nel territorio dei medesimi".
Infatti, la più ampia formulazione dell'articolo 83 citato, secondo il quale il rilascio della carta di immatricolazione agli enti pubblici viene finalizzato al "soddisfacimento di necessità strettamente connesse con la loro attività", fa intendere che, per quanto riguarda i Comuni, sono da prendere in considerazione tutte le attività relative all'espletamento dei loro compiti istituzionali, che vanno ben al di là delle esigenze dei dipendenti e degli alunni della scuola dell'obbligo residenti nel territorio. Nella sostanza, il Dipartimento dei Trasporti Terrestri rispondeva alla Regione di condividere una valutazione circa la normativa vigente ritenendola eccessivamente restrittiva.
A questo scopo, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti manifestando di concordare con la suddetta interpretazione estensiva comunicava con una nota del giugno 2002 di aver presentato un emendamento all'articolo 83 del D.lgs. 285/92 e delle sue successive modificazioni e integrazioni in occasione della riforma del Codice della Strada. Un emendamento che andava nel senso di ampliare le maglie di questa normativa.
Infatti, era stato proposto l'inserimento di un comma che avrebbe previsto che "i veicoli intestati ai Comuni e alle Province possono essere adibiti al trasporto di persone in conto proprio per il perseguimento dei fini istituzionali".
Tuttavia quest'emendamento non fu poi recepito, quindi non si tradusse mai in una norma e, di conseguenza, la situazione normativa attuale è ancora quella che pone quest'elemento in capo interamente alle competenze dello Stato e lo declina in maniera restrittiva. Nel frattempo (adesso si è aperta una nuova stagione legislativa e una nuova fase di interlocuzione con il Governo), successivamente all'approvazione dell'ordine del giorno prima richiamato, per dare più forza a questa richiesta che ovviamente seguirò anche direttamente nel rapporto bilaterale Regione-Governo, ma che mi pareva potesse acquisire più forza se essa, che evidentemente intercetta un'esigenza diffusa su tutto il territorio nazionale, venisse formulata anche formalmente nell'ambito della conferenza Stato-Regioni, ho scritto al coordinatore interregionale della materia, l'Assessore ai trasporti della Regione Campania, sollecitando l'iscrizione all'o.d.g. dell'esigenza, nei confronti del Governo, di superare questo scoglio normativo, andando nel senso di un'apertura - che mi pare condivisa, peraltro, dall'intero Consiglio - che guarda ad un problema, sentito in tutto il territorio nazionale, e che ci consenta di superare il blocco che impedisce l'utilizzo degli scuolabus.
Questo è lo stato dell'arte. Devo dire che, successivamente all'insediamento del nuovo Governo, ancora non si sono formalmente svolte riunioni della Commissione competente. Mi aspetto che in una delle prime convocazioni, che a questo punto suppongo avverrà immediatamente a ridosso della pausa estiva, questo punto venga affrontato, per diventare posizione comune del coordinamento della competente Commissione Trasporti e Infrastrutture, per poi avviare con il Governo una trattativa che porti ad un esito concreto e positivo.
Ovviamente, in modo particolare con il Ministero dei Trasporti, che si occupa di questa materia, e con il Viceministro De Piccoli, che si occupa del tema della sicurezza stradale e che ha tra le sue deleghe l'incarico di rivisitare il Codice della Strada - quella questione di carattere normativo l'ha superata nell'ambito di una revisione del Codice della Strada - ho avviato un'interlocuzione che, mi auguro, porti ad un risultato effettivo.
In questo momento, dal punto di vista normativo, non sono ancora in grado di raggiungere un risultato concreto, perché non dipende dalla nostra potestà legislativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore per l'impegno che ha dimostrato nei confronti di questo problema.
Vorrei richiamare un attimo l'attenzione dell'Aula, per affermare che oggi riusciamo ad andare in due sul motorino, ma non si permette ad un anziano di salire su uno scuolabus al posto di due ragazzini delle medie, o delle elementari. Il guaio è che siamo tutti d'accordo a volerlo permettere ed è questo che chiaramente suscita sentimenti di rabbia.
Dal 2000 la Regione Piemonte era d'accordo, ha approvato la legge n. 1 dei trasporti, si è resa conto che la competenza era dello Stato, ha attivato tutto quello che poteva attivare al punto di ottenere nel 2002 una riforma del Codice della Strada con un emendamento, come ha ben ricordato l'Assessore. Poi non se ne è saputo più nulla e, oggi come oggi, non è possibile utilizzare gli scuolabus a scopi sociali e ricreativi per gli anziani.
Pensate a come sarebbe importante, specialmente nel periodo estivo anche come contrasto alla solitudine, permettere l'utilizzo degli scuolabus, fermi nelle varie autorimesse comunali, per portare gli anziani al mercato e dove hanno degli interessi.
Le chiederei, Assessore, di insistere tantissimo su questo argomento.
Di farne proprio una battaglia come Regione Piemonte, perché tale discorso nato in Piemonte, interessa chiaramente tutte le Regioni. Le chiederei di avere un'informativa a ottobre o novembre, non appena si saranno delineati i nuovi scenari. Altrimenti, chiedo alla maggioranza di individuare con noi la migliore strategia, affinché questo desiderio, espresso da molti Comuni e da molte Province, ma, soprattutto, dagli anziani e dalle loro associazioni, possa diventare realtà.
Non costa nulla di più ed è per questo che è condivisa da tutti, per mi chiedo perché "sì in due sul motorino" e "no ad un anziano al posto di due ragazzi delle scuole medie sullo scuolabus".


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 742 del Consigliere Toselli inerente a "Collegamenti Ryanair tra Cuneo Levaldigi e Londra"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 742, presentata dal Consigliere Toselli.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

La risposta a questa interpellanza si inserisce in un quadro molto complicato di relazioni e iniziative che la Regione Piemonte ha adottato ovviamente, per quanto mi riguarda, da quando il sottoscritto ha cominciato ad occuparsi concretamente della materia dei trasporti, a partire dall'insediamento della nuova Giunta lo scorso anno.
Relativamente al primo punto dell'interpellanza, in cui il Consigliere Toselli mi chiede quali siano le motivazioni per le quali non si intenda approvare l'assegnazione di un collegamento Levaldigi-Londra alla Compagnia Ryanair, vorrei un attimo precisare i termini amministrativi della faccenda.
Intanto, non è competenza della Regione Piemonte, così come non è competenza di nessuna Regione, nell'ambito del nostro ordinamento approvare o meno l'assegnazione di voli e rotte agli scali aeroportuali essendo una partita che fa capo ad altri ruoli istituzionali e per larga parte afferente anche all'iniziativa privata. Sono le società di gestione aeroportuale che determinano nei loro rapporti con le compagnie, siano esse compagnie di bandiera o compagnie low cost, il traffico, in virtù di logiche che, nella maggior parte dei casi, derivano da valutazioni di carattere commerciale, quali solo le compagnie che fanno scalo negli aeroporti di rispettivo riferimento. Quindi, da questo punto di vista, la Regione non ha competenza ad approvare nulla che si riferisca a questa materia.
Il tema a cui, probabilmente, in realtà, il Consigliere si riferiva si desume da una discussione svoltasi a cavallo di una crisi manifestatasi di recente nell'ambito della compagine di gestione del Consiglio di Amministrazione e della società GEAC, che gestisce lo scalo di Levaldigi, a fronte del manifestarsi in pubblico di iniziative svolte completamente al di fuori del Consiglio d'Amministrazione e dell'Assemblea dei soci GEAC che mai in alcuna occasione ha avuto modo di essere informata di iniziative che riguardassero una strategia di coinvolgimento della Compagnia denominata Ryanair sullo scalo di Levaldigi.
In quel contesto, a fronte di notizie a mezzo stampa relative ad un interessamento a iniziative di questo genere, che mai nel Consiglio d'Amministrazione, in cui la Regione Piemonte ha un proprio rappresentante erano state poste - non è competenza delle istituzioni locali, così come non è della Regione, definire accordi con le compagnie aeree per convincerle o meno a orientarsi verso questo o quest'altro scalo - mi sono limitato a dire che, nell'ambito di un processo di integrazione dell'Aeroporto di Levaldigi nel sistema aeroportuale piemontese - condiviso da tutti, in primis dagli amministratori del Cuneese e dal Presidente della Provincia di Cuneo, che è la detentrice del pacchetto di maggioranza delle azioni di GEAC - e nell'ambito di un processo che poneva quale presupposto il risanamento della società, al quale la Giunta regionale ha concorso facendo la sua parte tempestivamente e prima di molti altri enti territoriali, la Regione non sarebbe stata disponibile ad avvallare un percorso che avesse concretamente attuazione nel depotenziamento non concordato e non condiviso all'interno di uno schema generale dell'aeroporto di Caselle a favore dello scalo di Levaldigi. Non in termini autorizzatori, ma relativamente ad una sua eventuale richiesta di impegno e di sostegno, attraverso anche risorse finanziarie, per determinare iniziative, soprattutto nella fase di start up, riguardo ad un progetto di questo genere, che, peraltro, prendo atto e l'ho registrato anche attraverso le repliche intervenute a questo dibattito, non è mai esistito.
Gli amministratori della Provincia di Cuneo hanno formalmente smentito che siano mai esistite trattative per portare Ryanair a Levaldigi e io di questo ne prendo atto. Questo è quanto è stato affermato dal Presidente della Provincia di Cuneo e dal nuovo Presidente della società. Quindi, in sé, il problema, da questo punto di vista, in concreto, non esiste più.
Per quanto riguarda, invece, il secondo punto, in cui si chiede quali siano le iniziative che la Regione intende adottare per sostenere lo scalo voi sapete che noi avevamo indicato una persona competente, su cui c'era stato l'accordo di tutti gli enti, quale nostro rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione. Tale competenza è proveniente da una lunga e solida esperienza professionale nel campo della gestione di strutture aeroportuali; è una competenza che non si inventa e che non è comune.
Questa figura che ha ricoperto per qualche tempo l'incarico di amministratore delegato nell'ambito del Consiglio d'Amministrazione ha prodotto un piano industriale, che contemplava alcuni elementi di forte integrazione anche con lo scalo di Caselle. Questo piano industriale - non voglio più entrare in una discussione che ho già sostenuto - è stato comunque bocciato dal Consiglio d'Amministrazione e in primis dalla Presidenza della società, che, oggi, è coperta da una figura indicata dal socio di maggioranza relativa della compagine societaria.
Noi siamo in attesa che chi riprendendosi oggi quel ruolo che gli compete come azionista guida della società ci fornisca, concordandolo ovviamente, con gli azionisti di suo particolare riferimento, un piano industriale più credibile e più attendibile di quello bocciato dell'amministratore delegato che noi avevamo proposto al servizio della società, per valutare, come Regione Piemonte, se e come sostenere queste iniziative anche in solido.
Stiamo attendendo. Se ne sarà capace, il Presidente della società presenterà un progetto industriale credibile e su questo noi, riservandoci di valutarlo e di tutelare il nostro 20% di capitale, decideremo o meno se corrispondere ed erogare ulteriori risorse, visto che quello che dovevamo fare finora lo abbiamo fatto ad abundantiam.
Siamo in attesa che qualcuno ci dica su cosa dobbiamo investire in solido per sostenere il rilancio dello scalo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Toselli si dichiara soddisfatto.
Preghiamo l'Assessore Borioli di consegnare una copia della risposta in forma scritta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 577 del Consigliere Rabino inerente a "Riduzione del numero di treni sulla linea Asti-Cavallermaggiore" (L'Assessore Borioli concorda risposta scritta con l'interrogante)


PRESIDENTE

Comunico che a tale interpellanza verrà data risposta scritta da parte dell'Assessore Borioli.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 851 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia Vignale e Guida inerente a "Trasporto pubblico locale. Delega al Consigliere Rabino?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 851, presentata dai Consiglieri Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia, Vignale e Guida.
Non è presente in aula il primo firmatario, ma sono presenti i Consiglieri Guida, Ghiglia e Vignale. Procediamo con la risposta.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto verte su tre punti inerenti il servizio di collegamento ferroviario, in particolare quello relativo alle aree del Cuneese.
Nel testo dell'interrogazione mi si chiedeva, in primis, perché non avessi ritenuto necessario scrivere direttamente all'Amministrazione provinciale di Cuneo. Per quanto ci riguardava, come Regione Piemonte avendo definito il nuovo Piano di orari per tutto il territorio piemontese quindi anche per quanto riguarda il territorio cuneese, nelle sue molte articolazioni - ritenevamo di essere arrivati ad un punto di sintesi che non richiedesse più, almeno in questa fase, l'assunzione, da parte nostra di una particolare iniziativa, avendo concertato la definizione di quel pacchetto orario sentite le associazioni dei pendolari e avendo avuto, come primario riferimento (come mi pare sia corretto), essenzialmente l'Amministrazione provinciale, che esercita una funzione di area vasta.
Non avevamo, pertanto, nulla da aggiungere, se non a fronte di eventuali iniziative che la stessa Amministrazione provinciale di Cuneo ritenesse di dover prendere per sollecitare una riconsiderazione di tutta la materia, ovviamente in vista della futura ridefinizione dell'orario (come sapete, un orario non si cambia mai una settimana per l'altra).
Questo è il motivo per cui la Regione non ha ritenuto di adottare ulteriori iniziative scrivendo direttamente alla Provincia di Cuneo.
Nell'interrogazione si fa altresì riferimento ad un aspetto preciso di cessione di funzioni (è il secondo quesito di cui si chiede risposta).
Nello specifico, si parla, nelle premesse, di delega al Consigliere Rabino.
Nel tentativo di capire se per caso, come a volte capita, avessi firmato degli atti di cui non ci si rende bene conto, oppure delle lettere sottoposte magari dagli uffici, sono andato alla ricerca di un documento in virtù del quale avrei delegato o ceduto la funzione al Consigliere Rabino ma non l'ho trovato. Pertanto, per quanto mi riguarda, il fatto non sussiste: da questo punto di vista non so bene nemmeno io cosa rispondere se non che non vi è mai stata alcuna delega al Consigliere Rabino.
L'unica cosa che ricordo di aver formalmente delegato, nei miei poteri e nelle mie funzioni, che peraltro cedo malvolentieri, fu quando delegai per iscritto il Consigliere Dutto a partecipare ad un'assemblea del Museo Ferroviario, perché sapevo che è persona competente e interessata alla materia. Mi era stato detto che anche in passato qualche volta era stato investito dal mio predecessore da questo tipo di compito e l'ho fatto molto volentieri, secondo una logica di collaborazione su una materia così specifica che va al di là delle differenze di schieramento.
Non ho delegato, dunque, al Consigliere Rabino alcuna funzione, e me ne sarei guardato bene, perché le funzioni che sono mie me le tengo ben strette. Non c'è nessun precedente rispetto al quale debba, in qualche modo, premunirmi.
Tra l'altro, cercando di capire da cosa avesse potuto scaturire tale interrogazione, rilevo che nella lettera che il Consigliere Rabino risulta aver mandato all'Amministrazione di Cuneo, non si parla mai di delega: francamente non so bene dove sia il fatto concreto rispetto al quale mi si interroga.
Tutto ciò esula dal fatto che, nell'interlocuzione tra la Giunta regionale, per la parte che mi compete, e i Consiglieri tutti, si possa ritenere di accogliere anche positivamente lo spirito di iniziativa che i Consiglieri ritengono di mettere in campo, svolgendo una funzione di collegamento tra il lavoro del Governo regionale, i territori, le istituzioni che nei territori sono insediate e le loro funzioni. Da questo punto di vista, l'iniziativa del Consigliere Rabino vale quanto le iniziative di altri Consiglieri che, anche di recente, hanno convocato non solo i rappresentanti degli utenti delle Ferrovie, ma anche gli Amministratori locali, che ho ricevuto molto volentieri. Non mi pare il caso di ossificare il mio ruolo, dicendo: "Siccome me li porta un Consigliere e non li ho convocati direttamente io, non li ricevo" o ancora, non partecipare, per partito preso, a qualche riunione la cui convocazione era stata sollecitata da qualche Consigliere.
Ribadisco, comunque, che non vi è stata alcuna cessione di delega. Non l'ho trovata fra gli atti: mi sono fatto lo scrupolo di verificare, dal momento che potrebbe capitare di firmare inavvertitamente qualche documento inappropriato. Così non è stato, pertanto mi pare che l'interrogazione muova da un equivoco che credo di aver chiarito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia opportuno individuare due fattispecie di modalità di operare sui territori da parte della Giunta. Comprenderà bene l'Assessore che è un'interrogazione fatta sul metodo, e non nel merito di una questione, come invece molte volte accade.
Le modalità che più volte abbiamo sottolineato sono quelle di delega formale o informale (torneremo a spiegare anche all'Assessore che si tratta indirettamente di una delega formale). A tal riguardo, non tanto negli incontri istituzionali (non ovviamente di partito), quanto nelle presenze che molto spesso gli Assessori fanno, gli stessi si premuniscono di invitare i colleghi di partito o i colleghi di maggioranza, e ben si guardano dal comunicare le motivazioni dell'incontro o gli stessi incontri ad altri colleghi. Ciò è stato motivo di più di un'interrogazione e di più di una rimostranza fatta tanto in sede di Commissione consiliare, quanto in sede di Consiglio.
Bisogna anche ricordare le accuse che, più volte, venivano mosse all'Amministrazione precedente, con i "proconsoli": peccato che i proconsoli fossero esponenti di Giunta e non esponenti del Consiglio, posto che ciò accadesse.
Informiamo l'Assessore, che, verosimilmente, non ne è al corrente, dal momento che crediamo certamente alle sue affermazioni - secondo le quali non vi è stata alcuna delega - rispetto a quanto accaduto.
Peccato che il Consigliere Rabino se l'è presa la delega dall'Assessore, perché con lettera formale, scritta all'Assessore ai trasporti e, per conoscenza, al Presidente della Provincia di Cuneo, il Consigliere Rabino precisa che scrive loro avendo avuto delega dall'Assessore ai trasporti.
Allora, se corrisponde a verità - e non abbiamo alcun dubbio nel merito bisogna che, in qualche modo, sia chiaro che, almeno nella corrispondenza e non nella vita di tutti i giorni, uno che non racconta la verità c'é.
Noi chiediamo all'Assessore che, in replica, questo sia rimarcato perché se così non è, chiunque di noi, in particolar modo i Consiglieri di maggioranza - può autodelegarsi nello scrivere alle Amministrazioni locali: voi capite che un conto è se il Consigliere Vignale scrive ad un Sindaco altro conto è se il Consigliere Vignale, su delega ricevuta dal Presidente della Regione o da un Assessore regionale, scrive al Sindaco.
Noi chiediamo che l'Assessore chiarisca, qualora sia arrivata una lettera in cui si scrive che è stato delegato dall'Assessore, che ciò non sia mai avvenuto, in modo tale che sappiamo, se ciò corrisponde a verità che l'Assessore racconta la verità, mentre qualche Consigliere ha raccontato bugie. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rabino.
Può esplicitarne il titolo, per cortesia?



RABINO Mariano

Presidente, vorrei intervenire per fatto personale.



PRESIDENTE

La prego di esporlo in estrema sintesi.



RABINO Mariano

Credo che l'Assessore abbia già compiutamente spiegato l'ordine degli eventi.
Il collega Vignale mi attribuisce la responsabilità di essermi preso una delega che l'Assessore non mi aveva assegnato.
Non mi sono preso alcuna delega. In una riunione, tenutasi in data 23 giugno scorso, presso l'Assessorato, è emersa la necessità di riconvocare sul tavolo provinciale cuneese i vari comitati dei pendolari e le Amministrazione comunali interessate, unitamente a Trenitalia e RFI.
Ho chiesto all'Assessore come potevamo esplicitare tale convocazione e l'Assessore ha detto: "Ti suggerisco di chiedere al Presidente Costa di promuovere un incontro in Provincia di Cuneo e di mediare tra le varie richieste e necessità emergenti nel territorio, in modo che nessuna area del territorio cuneese abbia ad essere penalizzata, per quanto concerne il servizio ferroviario. In questo modo ci può essere un'operazione di mediazione per distribuire oneri e onori, agi e disagi tra i pendolari.
Questo ho fatto. Non c'è alcuna mia dichiarazione pubblica riportata dai giornali in cui si parli di delega. Sono semplificazioni giornalistiche. A mie mani ho la lettera che ho inviato al Presidente Costa, dove non si fa, in alcun caso, riferimento ad una delega dell'Assessore o ad una delega che mi sarei costruito.
Chiudo dicendo che nel mio ruolo di Consigliere regionale ho sollecitato in Provincia di Cuneo, dopo aver partecipato alla riunione in Regione, l'apertura di un tavolo sulla questione ferroviaria. Tutto qua.
Grazie.



PRESIDENTE

Il fatto personale è stato chiarito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per fatto personale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Se questi sono i presupposti con cui si concede il fatto personale, si va a nozze. Tutto è, fuorché un fatto personale. È una questione meramente politica, su cui, peraltro, non abbiamo avuto risposta dall'Assessore.
Provvederemo a far avere la lettera.
Rimarchiamo anche che, a fronte del silenzio della Giunta, noi ci sentiamo assolutamente titolati a scrivere lettere uguali a quella del collega Rabino. Uguali.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, come sempre, tutti gli atti di chi presiede possono essere sindacati e criticati. L'articolo 60 del Regolamento definisce, come fatto personale, "l'essere censurato nella propria condotta o il sentirsi attribuire fatti non veri od opinioni contrarie a quelle espresse".
Il Consigliere Rabino, motivando il suo intervento, ha ritenuto che quelli che venivano attribuiti nei suoi confronti fossero fatti non veri. A me è parso che questo configurasse un fatto personale e, pertanto, gli è stato concesso di esporlo.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Non vorrei apparire reticente, quindi rispondo sul punto.
Torno a precisare che ritenevo e ritengo, per quanto riguarda le competenze della Giunta, e in particolare del sottoscritto, che sulla materia in questione, cioè sul merito, non ci fosse più nulla da discutere e che quindi non toccasse alla Giunta, secondo un'impostazione di carattere politico e amministrativo che ovviamente si può o meno condividere riaprire la discussione su come si sono organizzati i servizi per il trasporto di quell'area.
Pertanto, ho ritenuto di evidenziare questo elemento in un incontro in cui ho precisato, ai rappresentanti dell'utenza, che la decisione di merito, rispetto ad una proposta a cui, su mandato della Giunta, la stessa Trenitalia aveva lavorato, contemplava l'ipotesi di modificare una parte significativa dell'esercizio per dare risposta, nella fattispecie, ai pendolari utenti dell'area di Alba, di Bra, ecc.
Valutata tecnicamente questa proposta si decise, soprattutto perch così ritenne di rimarcare l'amministrazione provinciale di Cuneo, quale interlocutore attendibile con un compito di governo di area vasta rispetto al quale un'interlocuzione con la Regione ha un certo peso - personalmente mi assumo la responsabilità delle decisioni che mi competono - in questo processo di concertazione, di scartare quell'ipotesi, perché il beneficio che avrebbe prodotto per circa mille/milleduecento utenti, almeno in quei termini e nelle modalità tecniche in cui Trenitalia era stata in grado di formularla allora, avrebbe comportato un disagio per duemila/duemilacinquecento utenti.
A questo punto, su indicazione della stessa Provincia avevamo ritenuto di chiudere così la partita.
Per quanto ci riguardava, e mi riguardava come Assessore, non c'era ragione e materia in virtù della quale ritenessi, come Assessorato, di dover intraprendere un'iniziativa per riaprire la questione.
La natura di ciò che il Consigliere Rabino nella sua lettera non chiama mai delega - forse chiama incarico, se non ricordo male - riguardava il fatto di verificare, con il Presidente della Provincia di Cuneo, se la Provincia di Cuneo ritenesse di dover riaprire questa discussione convocando una riunione alla quale l'Assessorato si sarebbe riservato di partecipare portando le proprie valutazioni.
Personalmente, non ritengo ci dovesse essere alcuna iniziativa da assumere, per quanto ci riguardava, come Regione Piemonte.
Se la Provincia di Cuneo convocherà questa riunione, cercheremo, per buona educazione e garbo, di partecipare per capire i problemi che la Provincia di Cuneo vorrà riaprire sulla materia. Ne prenderemo atto e li valuteremo in vista delle prossime ridefinizioni dell'orario, ma non c'era alcuna iniziativa che personalmente ritenessi di dover assumere, avendo ritenuto di considerare quella materia, per quanto riguardava la partita dell'orario di quest'anno, già conclusa. Non ho attribuito a nessuno quindi, la funzione di convocare riunioni o iniziative sulle mie competenze che, però, si cadenzano rispetto alle esigenze di impostazione e di interlocuzione con il territorio, secondo i tempi che decido io.
Se poi la Provincia di Cuneo riterrà o ha ritenuto di convocare una riunione per riaprire il problema, parteciperemo a questa riunione personalmente o tramite un mio funzionario dirigente - e valuteremo le novità che emergono. Se la Provincia di Cuneo solleciterà un altro orientamento, ne terremo conto. Non ho attribuito a nessuno il compito di convocare una riunione che ritenevo necessaria per la Regione Piemonte.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Viabilità

Interrogazione n. 852 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Interventi sulla S.S. 28 - tratto Lesegno-Ceva. Da Borioli nessun appuntamento per il Comune di Ceva" Interrogazione n. 858 inerente a "Richiesta incontro della Città di Ceva su 'Ipotesi di Casello autostradale A6 Lesegno-Ceva'" Interrogazione n. 864 inerente a "Tentativi di colloquio dell'Amministrazione del Comune di Ceva con l'Assessore regionale Daniele Borioli"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 852, alla quale sono abbinate le interrogazioni n. 858 e 864. Risponde l'Assessore Borioli, che ha pertanto la parola.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Per inquadrare il merito della vicenda, vorrei partire da una premessa.
L'interrogazione è composta da tutta una serie di premesse in cui mi si attribuisce la volontà di non tenere conto della rilevanza di un progetto fondamentale.
Il Comune di Ceva dispone, a differenza di quello che capita alla gran parte degli oltre mille Comuni sul nostro territorio, di un casello autostradale posizionato a una distanza di non più di tre chilometri dalla località in cui dovrebbe sorgere, o sta sorgendo, l'iniziativa denominata "Porta delle Valli".
Qui non stiamo discutendo se dotare o meno un Comune di un casello autostradale già esistente, praticamente a ridosso dell'abitato di Ceva perché se seguissimo la logica di servire con due caselli autostradali un agglomerato di cinquemila abitanti, potete immaginare quale teoria di apertura di nuovi caselli dovremmo proporci su tutto il territorio piemontese, parlando solo di quello servito dalla rete autostradale, che taglia e passa attraverso decine e decine, se non addirittura centinaia, di centri, ciascuno dei quali è privo di un casello.
Tutto questo mi porta a dire che non vi è nessun pregiudizio, rispetto a questo progetto di rivalutazione turistica che so afferire alla misura 3.4 del Docup, misura premiale che rialloca risorse risparmiate da tutta la partita dei progetti integrati di area, ridestinate per iniziative che puntano soprattutto alla valorizzazione e alla promozione del territorio.
Non vedo quindi alcun pregiudizio - qualcuno mi dovrebbe spiegare dove starebbe concretamente tale pregiudizio - tra la prosecuzione di un progetto che punta alla valorizzazione del territorio e il fatto che il luogo su cui concretamente si colloca questo progetto, cioè "Porta delle Valli", dista meno di tre chilometri da un casello autostradale.
Ciò consente di dire che quella località è adeguatamente servita proprio dal casello autostradale.
Seconda questione. Devo dire che non ho trovato traccia nella documentazione programmatica, nella corrispondenza formale, nell'esito verbale di riunioni ed incontri avuti con gli amministratori locali, né ho trovato traccia di alcun impegno della Regione Piemonte con la comunità di Ceva rispetto all'ipotesi d'apertura di un nuovo casello.
Quindi, in questo senso non mi sento vincolato a dover mantenere nessun impegno pregresso assunto dalla Regione nei confronti di un'iniziativa, il cui merito naturalmente potrà essere oggetto di approfondimenti ed istruttorie tecniche.
So che ci sarà forse proprio domani, perché l'ho sollecitato, un approfondimento tecnico cui non parteciperò, ma che i tecnici della Regione cercheranno di verificare sulla materia. Stiamo parlando di una questione di cui non c'è traccia nella programmazione della Regione Piemonte; quindi si tratterebbe di decidere se inserire o meno in un ambito programmatorio che è tutto da costruire, tenendo conto che non ci sono soltanto le esigenze della comunità di Ceva.
Un casello autostradale, a mio modo di vedere, comporterebbe nel caso di specie la sostituzione dell'attuale casello, che è di servizio (così come sarebbe l'eventuale casello nuovo e sostitutivo) ad un territorio molto vasto e coinvolgerebbe molti altri attori oltre il Comune di Ceva perché manca solo più che decidiamo dove collocare i caselli autostradali in un'interlocuzione bilaterale con questo o quell'altro Comune.
Da questo punto di vista, l'istruttoria tecnica è ancora tutta da completare. Devo dare anche un'informazione al Consiglio. I soggetti e gli interlocutori interessati, gli attori primi di un'iniziativa di questo genere, che sono ANAS e la Società Autostrade, da me interrogati formalmente anche in vista dell'incontro con il Ministro Di Pietro su questo punto, per usare un eufemismo, diciamo che "non si sono stracciati le vesti" per sottolineare l'importanza di quest'iniziativa, che hanno invece reputato del tutto residuale.
In questo senso mi permetto di dire che il punto di vista della Giunta e il mio personale è che si faccia pure tutta una serie di approfondimenti tecnici, ma forse in quell'area la priorità è ad oggi l'ammodernamento e messa in sicurezza della statale 28, che presenta molti punti problematici prima di pensare a un nuovo casello che non sta nemmeno nella lontana pre programmazione della società autostradale che gestisce l'asse su cui dovrebbe aprirsi .
Infine, siccome anche a mezzo stampa il Sindaco si lamenta di una mia indisponibilità a riceverlo, lo devo smentire, innanzitutto precisando come non ci sia un obbligo per gli amministratori regionali di incontrare i 1.200 sindaci del Piemonte nei tempi e nei modi che loro decidono.
Credo che la Regione debba sviluppare una sua programmazione e, in quell'ambito, tenere un rapporto con le amministrazioni locali.
Voglio sottolineare però che lo scorso novembre io ho svolto in loco un sopralluogo per parlare anche di quello e il Sindaco, per motivi che non voglio sindacare, ha ritenuto di non partecipare a quell'incontro ed ha mandato un Assessore. Dopodiché, l'unica altra iniziativa nel frattempo è stata una riunione alla quale il Sindaco mi ha convocato per la data del 20 marzo, alla quale io non potevo aderire per impegni presi in precedenza per la stessa giornata. Era un riunione in cui si trattava di decidere che si andava avanti con il casello.
Ritengo che, pur con tutto il rispetto che si deve alle amministrazioni locali, la Regione Piemonte non si fa convocare ad una riunione per andare a sottoscrivere una cosa che unilateralmente ha deciso un'amministrazione comunale. A quella riunione non potevo partecipare e non ho partecipato.
Successivamente ho richiesto l'incontro formalmente scritto e non ne ho mai avuti, so solo di una lagnanza scritta dal Sindaco nei confronti della Presidente.
Domani ci sarà un incontro tecnico e se tecnicamente le cose dovessero stare in piedi, da parte mia non c'è nessuna difficoltà a riconsiderarle ma in un contesto che riconduca a quello di cui stiamo parlando, cioè del secondo casello di una cittadina di 5.000 abitanti, che è già servita sulla rete autostradale da un'uscita dedicata e che quindi credo non rappresenti con la sua istanza una priorità tra le molte, ben più rilevanti ed importanti, cui la Regione deve far fronte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Mi dichiaro talmente insoddisfatto della risposta dell'Assessore Borioli per una serie di motivi. Vero è che la Regione non si fa convocare da un Comune ad una data prestabilita, però vero è anche che fino a quel punto nessuno ha sollevato problemi. Fu fatta una riunione locale, dove venivano evidenziati una serie di problemi.
Quello che stupisce è che l'Assessore Borioli non si renda conto che questa iniziativa è finanziata per l'economia di quel territorio, per l'economia del Cebano, già in fortissima difficoltà proprio nelle motivazioni del Docup. Evidentemente, se la Regione ha già concesso un finanziamento per realizzare una nuova area artigianale che invece viene messa a rischio, non si dice che la Regione deve finanziare il nuovo casello; si dice che la Regione si faccia parte attiva nell'organizzare come già è stato fatto, ed era venuta sia la Società Autostradale sia la Provincia di Cuneo sia i Comuni sia le comunità montane interessate. Questo progetto interessa un'area vasta, che è importante.
Magari al sindaco gli diremo di scrivere tutte le volte che gli viene negato un appuntamento, però non faremo altro che aumentare la burocrazia amministrativa. Io so di diverse telefonate fatte alla segreteria dell'Assessore dal Sindaco di Ceva.
vero che è un Comune di 5.000 abitanti, ma è anche vero che è il Comune più importante da Mondovì al confine; è un comune di riferimento di tutta l'area.
Mi risulta che l'Assessore abbia partecipato a riunioni di Comuni ben più piccoli e meno strategici di quello di Ceva. Nel momento in cui si corre il rischio di vanificare un investimento, di non realizzare un nuovo centro artigianale produttivo già finanziato con i fondi regionali e comunitari, nel momento in cui si chiede all'Assessore di farsi parte attiva, prendiamo atto della risposta dell'Assessore che dice "io non mi faccio convocare da nessuno, non è nei piani regionali". È logico che è un evento susseguente ad un'iniziativa produttiva della zona.
Inoltre faccio presente che, con l'ubicazione dell'eventuale nuovo casello, le Acciaierie Riva - forse l'Assessore non lo sa, ma sono la più grande realtà produttiva di tutta la media e alta valle - hanno già dichiarato che ridurranno il trasporto anche via gomma su quell'azienda.
Invece avere il casello molto vicino potrebbe salvaguardare l'occupazione di centinaia di lavoratori che lavorano alle Acciaierie Riva. Noi diremo al territorio che l'Assessore non vuole convocare il Comune di Ceva, non vuole farsi parte diligente nel convocare una riunione su questo tema.
Quindi, l'Assessore sostanzialmente da solo vanifica quello che i territori e le amministrazioni hanno scelto. Si dirà che è una scelta politica che viene calata sul territorio, che l'Assessore non vuole nemmeno partecipare ad una riunione dove si discuterebbe di questo.
Diremo che non si potrà attivare il centro artigianale sul territorio diremo alle Acciaierie Riva che non avranno il casello vicino, diremo a tutto il territorio che questa cosa non si fa, perché non è scritto e non si ritiene di avere un incontro con il Sindaco di Ceva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente. Intervengo perché prima lei ha annunciato che tutte le interrogazioni che riguardavano il medesimo argomento venivano unite in un'unica discussione.
Assessore, ho presentato un'interrogazione che, più che entrare nel merito della vicenda, metteva in evidenza nella premessa che alcune incomprensioni, sorte in seguito alla convocazione dell'incontro del 20 marzo 2006, probabilmente hanno creato un deficit di comunicazione fra la Regione e il Comune di Ceva.
Quello che desideravo far presente con la mia interrogazione è che probabilmente lei ha ragione quando dice che, quando uno viene convocato senza una preparazione, senza una preconvocazione e senza un accordo, ci resta male. Però, partire da lì, per procrastinare per tanti mesi l'incontro con il Comune di Ceva, mi sembra un po' infantile. Credo invece, che un'amministrazione che è "positivamente" ostaggio delle Comunità come la Regione, debba confrontarsi con i Comuni. In realtà, nella mia interrogazione non facevo altro che ribadire la necessità di incontrare il Comune di Ceva, di affrontare in un incontro tutte le questioni che riguardano la viabilità della zona. La vicenda del casello, sicuramente, è una di quelle su cui bisogna operare un approfondimento, anche se l'Assessore ha già in parte risposto, dicendo che secondo lui non esistono gli elementi per fare questa nuova opera. Peraltro, so bene come funzionano queste cose: ci deve essere un accordo con la società concessionaria, con l'ANAS nell'ambito degli investimenti programmati ai rinnovi periodici delle concessioni e alla verifiche che avvengono ogni tre anni.
Però, a questo punto, mettendo da parte le incomprensioni sulle tipologie della richiesta di convocazione, non è il caso di affrontare Regione, ANAS, Comune di Ceva e Provincia di Cuneo sulla questione della statale 28? Perché la statale 26 è utilizzata da gran parte dei piemontesi per raggiungere la Liguria, magari non utilizzando l'autostrada Torino Savona o il colle di Tenda.
Lei sa che l'ANAS della Regione Liguria ha già in parte rettificato e riqualificato la parte di sua competenza della statale 28. Allora nell'ambito del programma di investimenti che la Regione concorda con l'ANAS, probabilmente, dovremmo verificare che cosa fare sulla 28. Tenga presente che la questione delle Acciaierie Riva di Vesegno è comunque una questione aperta da anni. Ecco, allora, la necessità di riprendere il bandolo della discussione, se possibile mettendo da parte queste incomprensioni, evitando di far pesare su un Comune che, comunque, pone una questione di cui desidera parlare e da cui richiede una risposta soprattutto, dalla Regione, che è l'organo di riferimento per i rapporti con l'ANAS. Credo, per questi motivi, che sia importante organizzare un incontro.
Assessore, mi consenta, le do soltanto un consiglio: non mandi un dirigente, ci vada lei. L'affronti in prima persona, mi sembra anche giusto, così potrà ripetere in quella sede le cose che ci ha detto in Aula e dire al Comune di Ceva come la pensa. Molte volte per un Sindaco che, per molti mesi, fa istanza di incontro, essere ricevuti o incontrare un funzionario è qualcosa di frustrante, forse pari alla frustrazione che ha provato lei, quando ha ricevuto la convocazione di quel Sindaco.
Mettiamo da parte le frustrazioni della comunicazione e agiamo sulle questioni e sui problemi aperti.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato gli atti di sindacato ispettivo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
In base alla risposta che ha dato prima e alla discussione che mi è stata riferita, chiedo a lei, che è l'interlocutore se siamo titolati partecipando a riunioni, a scrivere ai Presidenti delle Province a nome degli Assessori.
Se non siamo titolati a farlo, la invito a farlo presente e, in questo caso, essendoci una lettera che viene mandata a un Presidente di una Provincia da parte di un Consigliere chiedendo che, per conto dell'Assessore, convochi una riunione, mi sembra - non l'ho portata in Aula, ma se vuole gliela faccio avere - che questo fatto debba essere chiarito a tutti i Consiglieri, una volta per tutte. Perché, allora, tutti potranno scrivere a nome di qualunque Assessore, chiedendo che vengano convocate riunioni solo perché l'Assessore gli ha dichiarato che ha intenzione di approfondire un tema. Allora tutti noi possiamo scrivere a chiunque, anche a nome della Presidente Bresso, chiedendo che venga convocato un incontro. Oppure, venga chiarito ai Consiglieri che nessuno può scrivere ad un Presidente della Provincia, ad un Assessore, ad un Sindaco, ad un Assessore provinciale, a chiunque abbia una delega competente su una materia, se non l'Assessore direttamente competente.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, ovviamente, i Consiglieri non hanno titolarità per portare o trasmettere dispacci a nome degli Assessori della Giunta regionale, in quanto non sono investiti da una sorta di funzione di vicariato degli Assessori, questo è ovvio. Però, ciascun Consigliere regionale ha la titolarità, e se lo ritiene, per scrivere liberamente a chicchessia, invitando Assessori o Amministratori locali a prendere iniziative su qualsivoglia problema.
chiaro che si tratta di iniziative spontanee del Consigliere o della forza politica che questo rappresenta, ma un Consigliere, in quanto tale non ha assolutamente la titolarità di rappresentare le istanze della Giunta regionale, né tanto meno di farsene portavoce.
Procediamo con i lavori. Avevamo convenuto che il punto 3) all'o.d.g.
non sarebbe stato oggetto di esame. Se i colleghi acconsentono, affrontiamo subito il punto che avevamo iscritto.


Argomento: Statuto - Regolamento - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 196, inerente a "Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 73-19606 del 13 giugno 2006 (Integrazione degli articoli 21 e 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale per il monitoraggio degli interventi e delle opere connesse alla fase post-intervento dei XX giochi olimpici e IX paralimpici invernali 2006 e sport invernali)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione del Consiglio regionale del Piemonte, avente oggetto "Modifica delle deliberazioni del Consiglio regionale n. 73/19606", firmata da molti Capigruppo di maggioranza. La delibera scaturisce al termine della Conferenza dei Capigruppo del Consiglio regionale, tenutasi mercoledì scorso.
Se non ci sono osservazioni, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese su tale proposta di deliberazione, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Nomine - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 178 inerente a "Nomina componenti Comitato di gestione del fondo speciale presso le Regioni ai sensi della legge regionale 29 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato) - Individuazione associazioni più rappresentative ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare la proposta di deliberazione n. 178, di cui al punto 4 all'o.d.g.
Chiedo se il Presidente della Commissione o l'Assessore competente intendono procedere all'illustrazione del provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Grazie, Presidente.
Così come impostato, il provvedimento non prevedeva la scadenza temporale 2006/2008. Essendo questo il termine di un biennio, quello previsto nella legge nazionale è stato ritenuto opportuno ripeterlo, anche se poteva essere sottinteso, come emendamento nella stesura della delibera di Consiglio che andiamo ad approvare. Tutto ciò è funzionale ad una questione di chiarezza e di identificazione puntuale della temporalità della durata in carica dei rappresentanti delle associazioni che andremo ad identificare.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Burzi di una breve sospensione dei lavori per la conferenza stampa convocata per le ore 12.30


PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Solo per chiedere a lei, Presidente, e ai colleghi, una cortesia.
Noi abbiamo una conferenza stampa convocata per mezzogiorno, in sala dei Presidenti. Ci servirebbero - se alla cortesia dei colleghi questo non disturba - dieci minuti, non di più, per poter attendere a questa veloce conferenza stampa su tema del tutto diverso da quelli trattati in Aula; a mezzogiorno e un quarto potremo riprendere i lavori.



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere Burzi, ma la richiesta di conferenza stampa ha già avuto una risposta ed è stata concordata per le ore 12.30.



BURZI Angelo

Chiedo scusa: è alle ore 12.30. Va benissimo come ha detto lei. Grazie.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Nomine - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 178, inerente a "Nomina componenti Comitato di gestione del fondo speciale presso le regioni ai sensi della legge regionale 29 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato) - Individuazione associazioni più rappresentative ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Abbiamo un problema di comunicazione, evidentemente. Io mi stupivo prima che il Presidente si stupisse che volessi intervenire, pensando già alla delibera sul volontariato; invece, era stato inserito un altro punto all'o.d.g. e quindi non si cominciava a parlare della delibera n. 178.
Non sto a ripetere...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Cotto. Per cortesia, pregherei i colleghi di consentire alla Consigliera Cotto di svolgere il suo intervento in una situazione di Aula non troppo caotica. Prego, collega Cotto.



COTTO Mariangela

Non sto a ripetere l'intera discussione avvenuta in IV Commissione anzi, ringrazio il Presidente che vi ha dato spazio. Ci siamo riuniti ben due volte su questo argomento e mi spiace che il Presidente non sia riuscito a dare una risposta favorevole alla modalità di nomina, ad una richiesta di audizione in Commissione del Presidente e dei componenti il Comitato di Gestione, proprio per offrire a tutti i Consiglieri componenti la IV Commissione la possibilità di capire meglio la potenzialità del Comitato di Gestione per il volontariato.
Non c'è stato tempo: è un peccato. Io non so se tanti Consiglieri hanno letto la relazione del Presidente del Comitato di gestione; nel dubbio voglio leggere solo due parti.
La premessa. Il Comitato di Gestione, in carica per il biennio 2004/2006 si è insediato in tempi brevissimi, grazie alla tempestività di nomina anche per quanto concerne i componenti di provenienza del volontariato (cosa che accade in poche Regioni). Come noto, il tardivo rinnovo dei comitati comporta criticità nella continuità di azione dei Centri di servizio, non essendo prevista una prorogatio sino all'insediamento del Comitato successivo.
Questo è importante ed è il motivo per cui ci troviamo d'accordo maggioranza e minoranza - nel voler eleggere le quattro associazioni rappresentative di tutto il volontariato all'interno del Comitato di Gestione.
Un altro aspetto molto importante è quello finanziario. Alla creazione del fondo speciale disponibile per quest'ultimo biennio, hanno contribuito 13 fondazioni bancarie (12 piemontesi e 1 toscana), per un ammontare complessivo di più di 15.000.000,00 di euro (circa trenta miliardi di vecchie lire).
Questa cifra, che può già essere considerata una grande cifra, è meno del 50% del biennio precedente, quando il fondo speciale disponibile era di ben 33.291.400 euro. Tantissimi soldi, tant'è che alcuni sociologi, in diverse occasioni, hanno sostenuto che probabilmente troppi finanziamenti possono anche uccidere il volontariato, perché il volontariato, lo sappiamo tutti, è gratuità.
Questo Comitato di Gestione, nei vari bienni precedenti, ha operato molto bene. Noi siamo orgogliosi della realtà del mondo del volontariato siamo un po' meno orgogliosi per quello che conosciamo dell'attività dell'Assessore al volontariato, che ha un po' ucciso la manifestazione del volontariato in piazza, negando la giornata ad esso dedicata.
Una delibera della Giunta Ghigo, mai abrogata, vedeva nel 21 marzo primo giorno di primavera, la giornata del volontariato in piazza (fermo restando il discorso che il volontariato in piazza deve durare tutto l'anno).
L'intenzione era quella di dare visibilità a ciò che tante volte non è visibile, ma c'è: la solidarietà. Facendo l'edizione "volontariato in piazza", senza una giornata dedicata alla manifestazione, è chiaro che non si vuole dare visibilità alla solidarietà. Non sappiamo neanche se continuerà la collaborazione che era stata avviata, con protocollo di intesa, con convenzione, con l'INPS, per promuovere il volontariato.
C'è una legge che dice che noi dobbiamo promuovere, valorizzare formare il volontariato. Per la promozione, avevamo individuato un'iniziativa con l'INPS, che consisteva nell'inviare, insieme al libretto di pensione al cittadino che si ritirava dal lavoro, anche un invito semplice semplice: "il volontariato ha bisogno di te". Veniva inoltre fornito l'elenco dei centri di servizio e delle associazioni di volontariato a cui potersi rivolgere, considerato che ora si aveva parecchio tempo libero.
Noi vorremmo veramente che il Consiglio fosse più attento a tutte le problematiche del volontariato. Voi conoscete la battaglia che io ho fatto con la Presidente Bresso, affinché fosse assegnata ad un Assessore la delega al volontariato, proprio perché la delega restituisce dignità al volontariato. Però si deve lavorare in questo settore, non si deve delegare solo ad una persona questa attività.
Ci spiace dover parlare di volontariato solo perché ci sono delle nomine da fare. Vorremmo parlare di volontariato per dire grazie a tutto il mondo del volontariato, e non essere qui a discutere solo della pretesa di ottenere il 50% delle indicazioni delle associazioni che, a nostro modesto avviso, possono rappresentare metà del mondo del volontariato.
Con la vostra pretesa legittima di poter nominare tre associazioni su quattro ovviamente noi subiamo una prevaricazione che non possiamo tacere.
Se poi pensiamo che la Giunta ha già la possibilità di essere rappresentata all'interno del Comitato di Gestione, allora andiamo a quattro associazioni, a quattro nomine su cinque. Ci sembra veramente un po' troppo e noi vorremmo che questo sembrasse anche a voi un po' troppo.
Mi avvio alla conclusione, anche se, poi, ritornerò su questi argomenti: abbiamo cercato di presentare tre emendamenti - ce n'è un quarto che ho piacere di constatare essere a prima firma del collega Leo - per chiedervi ancora di ripensarci. Voi sapete che noi abbiamo indicato - e c'è scritto nella deliberazione - FEDERVITA come prima associazione e come seconda associazione di nostra pertinenza volevamo fare il nome del Banco alimentare. Non è stata gradita per indisponibilità di posti e non certo per problemi - questo la maggioranza molto correttamente lo ha ribadito in Commissione - verso l'attività di questa associazione, che è considerata anche dalla maggioranza.
Allo stesso modo, noi presentiamo tre emendamenti chiedendo di inserire il Banco alimentare...



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, la prego di condurre a termine il suo intervento avendo superato il tempo a sua disposizione.



COTTO Mariangela

Ha ragione, Presidente.
Noi chiediamo di individuare come altra associazione il Banco alimentare, una volta al posto dell'AUSER, l'altra volta al posto dell'ANPAS, l'altra volta al posto di FEDERAVO, non perché non riconosciamo le tre associazioni come meritevoli di rappresentare tutte le associazioni all'interno del Comitato di gestione, ma in quanto vogliamo chiedere ancora alla maggioranza un ripensamento e questo è l'unico strumento che abbiamo per consentirvelo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Care colleghe e cari colleghi, Presidente del Consiglio, Assessori della Giunta, nella sostanza e sulla sostanza è già intervenuta molto bene la collega Mariangela Cotto, dicendo cosa intendiamo per volontariato quale attenzione dedichiamo e abbiamo dedicato, come vorremmo che si ponesse il Consiglio.
Adesso intervengo, anche se, poi, lo espliciteremo ancora con gli emendamenti, sulla questione di cui si è tanto parlato in Commissione, in quanto in quella sede non erano presenti tutti i colleghi Consiglieri: la decisione assunta dalla maggioranza su questa deliberazione è - per carità una traccia, ma questa votazione commette un errore di sostanza, poich in Commissione non si è svolto un dibattito nel merito, realizza una scortesia istituzionale verso la minoranza ed è una grande dimostrazione di debolezza! presente il collega Bertetto: lo voglio ringraziare perché in Commissione aveva detto di discutere sulla sostanza delle associazioni e sui contributi che portano, individuando un metodo, una significato, una valenza.
Praticamente, la maggioranza ci ha risposto che non ne avrebbe discusso: tre già stabiliti, prendere o lasciare. Quindi, su questo nessuna discussione di sostanza.
Si tratta di una scortesia istituzionale! Quando su una questione di questo tipo si può raggiungere un accordo in Commissione all'unanimità è una scortesia non raggiungerlo! Ovviamente, questo denota anche modalità di opposizione e, a questo punto, lo dico a cuor legger, perché, in passato, nella mia personale gestione, quindi so di cosa parlo, sulle politiche culturali non è mai avvenuto.
Sono contento della presenza del collega Placido, che prima avevo visto in congedo. Non si è mai verificato che una nomina su consulenze o comitati culturali in Commissione cultura non sia avvenuta all'unanimità, penso all'importantissimo Comitato per le celebrazioni, citando volentieri i tre membri nominati, affinché tutti i colleghi si rendano conto di quanto noi tra virgolette, eravamo "faziosi": Pene Vidari per la parte giuridica Bianucci per la parte scientifica e Guglielminetti per la parte culturale e storica.
Do atto all'Assessore Oliva di aver riportato in Commissione questa determinazione, che è stata approvata all'unanimità anche questa volta, a dimostrazione che si può procedere con buonsenso e correttezza.
Forse, l'Assessore Migliasso non ama questi paragoni e non è interessata.
Presidente Gariglio, forse, l'Assessore Migliasso non è interessata a questi paragoni? Forse, non le piace ricordare che ci può essere un metodo diverso nella gestione della politica? Potremmo anche sospendere la seduta in attesa dell'Assessore, perché ci rivolgiamo a lei. Inoltre, faccio presente che quando ricoprivo la carica di Assessore non mi sono mai alzato, se non quella volta in cui mi fu concesso con decreto dall'opposizione, mentre i Consiglieri si rivolgevano a me! Non mi sono mai alzato né durante lo svolgimento dei dibattiti per il bilancio, né durante le interrogazioni, né, soprattutto, quando si toccavano questi argomenti! Mi rivolgo al Presidente del Consiglio. Non mi è mai capitato, cari colleghi...



(Commenti fuori microfono)



LEO Giampiero

No, mai, caro collega Bairati! Tu sei simpatico, ma la verità è un'altra cosa! capitato una volta in cui sono stato autorizzato dal collega Placido dopo 16 ore ininterrotte di discussione sul buono scuola.
Chiedo la sospensione fino a che non rientri l'Assessore Migliasso.
Non è possibile! Non mi muovevo mai quando si discuteva e qui ci sono tanti colleghi...



PRESIDENTE

Prego i colleghi della Giunta di verificare se è possibile avere in aula la presenza dell'Assessore Migliasso, che è consapevole e interessata a questo dibattito.
Sospendiamo per qualche minuto il Consiglio in attesa di avere indicazioni circa la modalità con cui la Giunta intende assicurare la presenza e proseguire il dibattito.



(La seduta, sospesa alle ore 12.16 riprende alle ore 12.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego il Consigliere Leo di riprendere il suo intervento.



LEO Giampiero

Riprendo l'intervento. Ovviamente, non c'è nulla di polemico, anche se ripeto - in passato si è verificato tante volte che si interrompesse il dibattito quando l'Assessore si assentava dall'Aula e, magari, Presidente sui banchi della Giunta c'era un po' meno...
C'è poco da fare. Sono stato in Commissione Concorso per gli artisti di strada con il collega Juri Bossuto e in quell'occasione Pino Chiezzi mi ha fatto una lezione: "Tu non imparerai mai a fare l'opposizione". Non impareremo mai, pazienza, però, mi pare veramente, Presidente, una situazione imbarazzante di aula e di Giunta! Ringrazio i Capigruppo che sono presenti. La loro presenza è segno di grande importanza, che il Presidente segue con questa attenzione, certo, il dato complessivo...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Cotto)



PRESIDENTE

L'Assessore è in Aula. Il Consiglio sta operando. La verifica del numero legale può avvenire al momento della votazione. Quindi, siamo nelle condizioni, ai sensi del Regolamento, di proseguire il dibattito; pertanto la pregherei di procedere, collega Leo.



PRESIDENTE

COTTO Mariangela (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non c'è il numero legale! Tanto si va avanti lo stesso, si parla solo di volontariato!



LEO Giampiero

la dimostrazione di quanto diceva poc'anzi la collega Mariangela Cotto e di quanto cercavo di precisare adesso io, fra varie interruzioni.
Aver proceduto in questo modo è un errore di sostanza, oltre che una scortesia istituzionale verso l'opposizione, che non ripaga l'atteggiamento avuto precedentemente.
possibile fare diversamente: ho citato, a titolo di esempio, gli episodi verificatisi in sede di Commissione cultura.
Tutto ciò dimostra debolezza da parte della maggioranza. Perché dico questo? Perché su una questione di questo tipo, una maggioranza autorevole saggia e forte avrebbe detto: "Ma sì, discutiamo agevolmente in Commissione su quali sono i quattro gruppi più rappresentativi, più interessanti e più utili; ragioniamo nel merito e troviamo un accordo".
Come ripeto, nella passata legislatura facemmo un interessante dibattito su un argomento ancora più delicato, trattandosi di rappresentanti che dovevano monitorare, seguire ed autorizzare i finanziamenti per le celebrazioni: riuscimmo ad approvarlo all'unanimità con grande soddisfazione di tutti.
Si tratta, quindi, di un errore di sostanza e di scortesia istituzionale, oltre che di dimostrazione di debolezza: una maggioranza forte non si perde su queste cose. Certo, la maggioranza che oggi vediamo è in grande difficoltà, oltre che essere contraddittoria su molte vicende.
Apprezzo e ringrazio per il lavoro svolto dal Gruppo de La Margherita e dai moderati in merito al buono-scuola. Ma, anche in questo caso, emerge una contraddizione palese e lampante: non si capisce come quel principio che è stato "sbagliatissimo" e "anticostituzionale" per cinque anni ricordo il collega Marcenaro sottolineare l'aspetto anticostituzionale dello stesso - di colpo sia diventato "costituzionale". Però, essendo diventato costituzionale, si dimezzano i fondi: sono aspetti ridicoli! Ci sono colleghi troppo seri, che personalmente stimo molto, per non pensare che queste siano mediazioni ridicole! Sarebbe come se dicessi al mondo cattolico "Sono contrario ai PACS, ma voterò a favore purché non se ne facciano più di cento all'anno, purché li contingentiamo".
Sono cose senza senso, che dimostrano contraddittorietà. Una maggioranza forte avrebbe fatto altre scelte: avrebbe riproposto il finanziamento, essendo convinta della sua giustizia, oppure avrebbe eliminato il principio, essendo convinta del contrario.
Continuando a tirare la corda, prima o poi si spezza! Qui avviene la stessa cosa: anziché avere il coraggio di scendere nella sostanza, si blinda dicendo: "3 e 1, e non si discute".
In compenso, ho letto sui giornali di oggi polemiche risolute su vicende molto delicate (penso, per esempio, al CSI): quando si vuole, il coraggio lo si può trovare! Su questo argomento, un equilibrio di potere e dei relativi Gruppi all'interno della maggioranza blocca tutto.
Ricordo, infine, di aver presentato un emendamento: visto che i miei colleghi scherzano sempre sul fatto che sia particolarmente attento all'altra metà del cielo, si chiede di inserire alla fine del punto 4), che disciplina la composizione della Commissione, "tenendo conto della necessità di garantire una pari rappresentanza di genere nelle nomine". Con tale emendamento si vuole invitare le Associazioni a nominare due uomini e due donne.
Ribadisco che mi spiace per la situazione che si è venuta a creare; uso dei toni soft per esprimere il mio rammarico, perché i colleghi Capigruppo di maggioranza che ho avuto come interlocutori sono persone garbatissime.
Rilevo, però, che non userei gli stessi toni se fossero seduti fra i banchi coloro che hanno coperto il ruolo di Capigruppo nella passata legislatura accusandoci di cose infinitamente meno gravi di ogni scelleratezza.
Ricordo il collega Marcenaro col "dato eversivo per il buono-scuola" col "golpe", con "l'attentato alla Costituzione". Ricordo ancora qualche collega - oggi Assessore - sostenere che era la "tomba della democrazia".
Adesso va tutto bene, è tutto tranquillo, si accetta tutto.
Penso che sia uno stimolo per noi a continuare a combattere certe battaglie politiche e cercare l'interlocuzione - abbiamo letto cose interessanti su Di Pietro e su La Margherita - con quelle forze che la sapranno e la vorranno trovare.
Noi, su questi temi, ci batteremo con convinzione, qui e nel mondo del volontariato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi: ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nel ringraziarla ancora per prima, le chiederei solo, come cortesia, se è prevista l'interruzione dei lavori alle ore 12.30.
Qual è l'orario previsto per l'interruzione?



PRESIDENTE

Possiamo continuare con la tolleranza che ci contraddistingue: spero che si riesca a votare prima della chiusura antimeridiana. Mi riserverei comunque, di valutare la piega degli eventi.
Ritengo, però, che si possa chiudere il dibattito e la votazione su questo punto, posto che l'apertura della seduta pomeridiana sarà verosimilmente di non facile gestione, viste le richieste di inversione punti all'o.d.g. che sono state preannunciate.



BURZI Angelo

Svolgo ugualmente l'intervento, anche se l'avrei svolto più volentieri se fosse stato in chiusura della sessione mattutina.
Credo, infatti, che la mattinata dovrebbe indurre tutti noi ad una serie diversificata di riflessioni, che mi permetto di sottoporre all'attenzione di tutti, non certo per dare dei suggerimenti - credo che nessuno ne abbia bisogno - ma affinché si possa ragionare su temi che sono anche per noi, oggetto di riflessione.
Questa mattina sono accadute alcune cose che credo meritino di essere ricordate. C'è stato un esempio, che ritengo costruttivo, di collaborazione: abbiamo votato una delibera proposta dall'Ufficio di Presidenza che tendeva a risolvere un problema tecnico che, altrimenti, ne avrebbe generato uno successivo di valenza politica.
Ritengo che debba essere sottolineato - lo dico con molta attenzione dopo (e non prima) che le minoranze (e non una parte di esse) hanno collaborato per trovare la soluzione ad un problema oggettivo - ogni tanto le idee arrivano anche a chi non dovrebbe necessariamente avere competenza o il dovere di averne - e senza nessuna strumentalità non si è sottoposto a critica un passaggio che meriterebbe, forse, in sede regolamentare, qualche altra riflessione.
Ci siamo soffermati, inoltre, sulla presenza degli Assessori al dibattito, non certo per quanto riguarda l'Assessore Migliasso, che mi pare abbia detto fuori microfono una cosa ovvia (tutti i portatori sani di prostata sanno quanto è importante avere ogni tanto un attimo di sosta!).
Astraendoci dal caso specifico, la presenza della Giunta non è mai così ampia come credo l'Aula necessiterebbe: non è compito mio rifletterci, ma della maggioranza. Noi collaboreremo in tal senso.
Una serie di Assessori, scollegati dal contratto politico con i territori che li hanno espressi, non hanno più fatto quanto, secondo me potrebbero utilmente fare in aula nell'interesse delle parti che rappresentano, né hanno più la necessità di rappresentare qui quanto loro sostengono.
Questo può essere talora ricordato con molta eleganza, come ha fatto poc'anzi l'ex Assessore Leo (francamente, l'ultima volta che gli ho visto assumere una posizione rigida era contro di me, in un momento di turbolenza all'interno del Gruppo, sedato nell'arco di un pomeriggio con il dispiacere credo di molti): ma guardate che il collega Leo, da noi, fa la parte del "buono"! C'è anche chi - compreso il sottoscritto, che non è l'unico - pu tranquillamente utilizzare queste assenze anche in maniera strumentale cosa che finora non è stato fatto.
Inoltre, così come ha ribadito la stessa collega Cotto, vorrei che ragionaste sul fatto che noi presentiamo degli emendamenti che tendono a dare alla maggioranza un'ulteriore fase di riflessione su un tema che, un insieme di caratteristiche che stanno tra l'ipocrisia, tra chi ha usato molto spesso, non sempre a proposito, il termine di "lottizzazione" invece che di "scelta", tra chi ci ha accusato, in tempi anche molto recenti, di scelte che qualche volta abbiamo anche fatto in maniera non perfetta perché soltanto chi non fa non sbaglia, e sta dando invece, oggi, una serie di esempi negli stessi campi, francamente molto discutibili, su cui volutamente non entro nel merito, perché non ho intenzione di polemizzare ma di suscitare una riflessione.
Voglia la maggioranza farci capire che tipo di rapporto vuole avere con la minoranza, tutta o in parte. Se non lo capiamo - e vi assicuro che il vostro atteggiamento in questa fase è del tutto incomprensibile anche a chi cerca di capirlo - la tendenza è di ridursi ad un mero no. Se l'obiettivo della maggioranza è far sì che l'opposizione si attesti sul no, ci si sta andando molto velocemente.
Non mi pare un atteggiamento costruttivo, soprattutto per la parte politica che rappresento, nata per governare e non per interdire, quindi non portata al no. Se questo è il desiderio, stando a come procedete nel gestire il rispetto fra le parti e l'importanza delle scelte, sappiate che ci state portando su quella strada. Se questa è la scelta della maggioranza, abbiamo tutto il tempo, durante le vacanze estive, per rifletterci. Al momento sembreremmo orientati su questa direzione, perch la maggioranza, nei suoi vari comportamenti, sembra volerci indurre. Se così non è - personalmente credo che così non debba essere - voglia la maggioranza, con esempi concreti, farcelo capire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo già fatto alcune riflessioni, tanto in sede di Commissione quanto in sede consiliare, quando si è istituita la Consulta sull'immigrazione. Noi ritenevamo che, al di là delle sigle - molte delle quali, o la gran parte di esse, riferite a soggetti che rappresentano il mondo dell'immigrazione - nel caso del volontariato si fosse compiuto un errore nell'aver fatto una scelta, non solo di carattere rappresentativo (perché molte sono le associazioni che hanno rappresentanza), ma anche di carattere politico.
Significammo, ovviamente a nostro avviso, come quel tipo di scelta fosse un errore. Crediamo non sia corretto dare una veste politica a soggetti che, in realtà, rappresentano a 360 gradi tanto il mondo dell'immigrazione quanto il mondo del volontariato.
Gli emendamenti presentati da molti colleghi - che sottoscrivo tutti salvo uno - testimoniamo come, in realtà, vi fosse la possibilità, così come la collega Cotto ha chiesto in sede di Commissione, di dare una rappresentanza, all'interno della delibera che stiamo votando, che avesse una connotazione maggiormente legata alla presenza sul territorio e non alla rappresentanza politica. Stiamo parlando di un'associazione di volontariato, ma certamente un legame maggiore con la maggioranza. In qualche modo, la maggioranza ha individuato, o ha ritenuto necessario individuare, alcune associazioni più vicine alla maggioranza di centrosinistra.
Lo riteniamo un errore, così come quello compiuto precedentemente perché non significa soltanto dare una valutazione politica di parte relativamente ad un mondo variegato e importante quale quello del volontariato, ma anche un'interpretazione, rispetto al mondo del volontariato, che sottostima il medesimo. Questo l'abbiamo visto anche in altre occasioni. Non voglio andare fuori tema, ma certamente la polemica e le proposte pervenute dalla Giunta regionale, in merito alle liste d'attesa per i non autosufficienti, dimostrano, a sedici mesi dall'insediamento della Giunta, come in molti settori vi sia un po' una navigazione a vista.
Non vi è una strategia complessiva negli interventi in ambito sociale o socio-sanitario, ma si interviene nel momento in cui tanto associazioni quanto partiti politici dell'opposizione sottolineano una necessità e una carenza.
Se non bastasse tutto ciò, è sufficiente leggere la delibera che la Giunta regionale ha predisposto il 3 luglio, cioè quella in cui, sempre nell'ambito sanitario quanto in quello assistenziale, crea un gruppo di lavoro interassessorile per dare risposte che non siano più ordinarie ma strategiche, tanto nell'ambito sociale quanto in quello sanitario.
Non è una delibera che si poteva contestare se la stessa fosse stata fatta dalla Giunta esattamente un anno fa, cioè se a qualche mese dall'insediamento la stessa avesse ritenuto di organizzarsi in modo differente, creando un gruppo interassessorile. La cosa che stupisce e sconcerta è che a più di quasi un anno e mezzo dall'insediamento ci si renda conto che, in merito a tutte le tematiche più importanti del comparto socio-assistenziale, si intende intervenire costituendo un gruppo di lavoro interassessorile, quasi che tutti i mesi passati siano serviti solo a comprendere le competenze assessorili.
Il periodo di apprendistato è stato un po' troppo lungo. Ci si aspettava che iniziative simili fossero condotte in tempi più brevi.
Anche in questo caso, ciò che contestiamo, tanto nella scelta di carattere politico quanto nel metodo di governo della Regione, è una sorta di approssimazione, negli interventi che si devono svolgere, che riguarda settori fondamentali della nostra Regione, quale il mondo del volontariato quale il mondo più generalmente inteso dei servizi sociali, non intesi come strutture dei Comuni, ma come servizi che si erogano ai cittadini, con interventi tampone o con scelte di parte.
Per questo motivo, abbiamo inteso sottolineare alcune contrarietà rispetto al provvedimento. A tal fine abbiamo presentato alcuni emendamenti che tendono a migliorare il provvedimento in oggetto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Siamo amareggiati - lo dico con assoluta sincerità - per il mancato accordo con l'opposizione rispetto a questa nomina.
Lo abbiamo detto molte volte: centrodestra e centrosinistra sono completamente diversi rispetto alla concezione complessiva della vita e del modo di governare un Comune o una Regione. Tuttavia, il volontariato, per chi vi ci si dedica, spesso non tiene conto del colore del Governo, n regionale né comunale, anche se molte associazioni, nell'espletamento delle loro funzioni, si caratterizzano per l'appartenenza ad un progetto.
Anche se siamo rattristati, c'è però l'esigenza di andare avanti con queste nomine per definire il Comitato di gestione. Noi crediamo che quelle indicate dalla maggioranza rappresentino bene il valore del volontariato nella nostra Regione, senza nulla togliere a quelle che, per questioni numeriche, non sono state né indicate né nominate.
Pensiamo che ogni Consiglio regionale abbia una propria storia; sia calato dentro nuove realtà nuove; affronti problemi nuovi e, quindi, si misura su argomenti nuovi che interessano i cittadini di questa Regione.
Per questo motivo, indipendentemente da cosa è successo nella passata legislatura, dove, da quello che ci viene detto, c'è stata un po' di prevalenza della maggioranza nelle nomine anche rispetto a quell'organismo pensiamo che sia necessario definirlo, anche se il mancato accordo personalmente mi rattrista un po'.
Chi ha fatto il sindaco sa che un Comune funziona bene se ha buoni amministratori, ma funziona anche se i cittadini ritengono che valga la pena di spendere un po' del proprio tempo per gli altri.
Quindi, credo che, nel rispetto delle convinzioni delle associazioni del volontariato di questa Regione, sia indispensabile concludere questa mattina per permettere a questo organismo di lavorare, con le indicazioni che abbiamo dato, nell'interesse dei piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Mi riferisco in particolare all'ultimo intervento del Consigliere Boeti. E' vero che, in passato, su questa materia, ci potrà essere chi ha tentato di infilare una situazione in più ed una in meno, però si era sempre cercato l'accordo e su questo si era sempre trovata l'intesa infatti non è un tema prettamente politico.
Quindi, se su quattro organizzazioni - e poi c'è anche il Presidente quindi diventano cinque - si tenta di fare il quattro a uno, questa è una vostra volontà. Denota che quello che ci siamo detti tante volte, ovvero garantire anche all'opposizione il diritto di rappresentanza vera, e non solo teorica, perché molte di queste organizzazioni non hanno dei riferimenti politici precisi (salvo forse una di quelle indicate, le altre non hanno riferimenti politici precisi). Pertanto, non si capisce il motivo per cui non si possa mettere un quarto elemento "neutro" per metterne uno chiaramente politico in un tema che dovrebbe essere largamente neutro come quello del volontariato.
Questo è quello che ci fa irrigidire e ci fa dire tutte le volte che speriamo di dialogare e di trovare delle rappresentanze. Logicamente, voi dovete avere i numeri per poter governare, ma dovete garantire il diritto di rappresentanza anche alle indicazioni dell'opposizione. Tuttavia regolarmente, quando queste indicazioni vengono date, nessuno gli dà peso si contano i numeri e si vota.
Su questo tema noi non ci stracceremo le vesti, tenendo fermo un Consiglio per più sedute, ma sappiate che, se su altri temi proseguirà questo metodo, come abbiamo fatto e abbiamo dimostrato di saper fare su tante questioni, non lo accetteremo. Peraltro, alcuni Assessori - non faccio i nomi, ma faccio delle differenze all'interno della gestione di singoli Assessorati - capiscono che le minoranze devono avere il diritto di rappresentanza e le riconoscono, mentre altri si irrigidiscono nel difendere esclusivamente posizioni probabilmente dettate dalle segreterie politiche dei partiti. Noi con questi Assessori dialogheremo sempre meno e i provvedimenti che arriveranno saranno sempre più osteggiati.
Questa è una deliberazione di una pagina e non ci siamo preventivamente preparati, e potremmo farlo adesso preparando centinaia di emendamenti di ostruzionismo. Denunciamo però questo fatto. Tra l'altro ci sono degli emendamenti sui quali sono curioso di sentire cosa risponderà l'Assessore.
Ad esempio, sull'emendamento n. 5 vorrei sentire quale sarà la motivazione per cui si accetta questa organizzazione piuttosto che l'altra. La Giunta deve dare una motivazione perché ha scelto quella organizzazione anzich un'altra. Poi l'Assessore può decidere di non dire niente, è una sua tattica, ma noi possiamo produrre tutto il materiale che riteniamo. Se l'Assessore non risponde neanche alle domande, interrompiamo il dialogo tra Giunta e Consiglio e ci mettiamo a preparare qualche centinaia di emendamenti: vedremo dove arriviamo.
Per un Assessore, rispondere a delle interrogazioni che vengono poste dai Consiglieri o dai Capigruppo è un diritto-dovere. Occorre però tenere presente che non si tratta di un Consigliere, ma di un'intera fascia di quest'aula che pone una domanda. Non lo sta ponendo William Casoni, bensì i gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia, della Lega, dell'UDC ed altri, quindi una parte di Consiglio a cui quale non si può dire: "Non rispondo neanche". Se non ci venisse neppure risposto nel merito degli emendamenti, lo riterremo un atto gravissimo.
La Giunta ha il diritto di dire: "Questo non lo accetto e chiedo che venga respinto", però vorremmo sapere quali sono i criteri. Normalmente una decisione si assume in funzione di un ragionamento, di una scelta e di un indirizzo che viene dato. Vorremmo solo conoscerlo. Sappiamo che la maggioranza ha i numeri per respingere, per votare, però il diritto di conoscere le motivazioni che portano a certe scelte pretendiamo ancora di averlo in quest'aula.
Se qualcuno ritiene di non darcelo, ce lo prenderemo con altri strumenti.



PICHETTO FRATIN GILBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Non ci illudiamo certo con i nostri interventi di convincere la maggioranza a fare un passo indietro. E' giusto però che il Consiglio regionale venga informato che in Commissione abbiamo cercato di trovare una mediazione, anche arrampicandoci un po' sui vetri. Io stesso ho fatto riferimento alla modifica di una legge che peraltro è nazionale, e di questo me ne scuso, ma quel tentativo era giustificato e guidato dal buonsenso.
Credo che, ancora una volta, bisogna dire che esistono due Consigli regionali: il primo, formato da tutti i Consiglieri che siedono in questa sala; l'altro, formato soltanto dai componenti della maggioranza all'interno del quale avvengono le mediazioni per trovare un punto di incontro.
Spesso, i punti di incontro non vengono trovati su questioni di importanza regionale, sulle politiche della scuola, dell'ambiente, sulle infrastrutture e su altre vicende, ma sempre più spesso il punto di incontro viene invece trovato sulle nomine e sulle designazioni.
E' chiaro che, anche in questo caso, si è voluto mettere un cappello su nomine che avrebbero richiesto invece mediazione, buon senso, maggiore attenzione per far sì che il volontariato non fosse, ancora una volta, una scelta politica. E invece lo è.
Non possiamo fare altro che rimarcarlo, dobbiamo dirlo forte ai nostri concittadini, dobbiamo spiegarlo alle associazioni di volontariato. Ancora una volta la maggioranza che governa il Piemonte si è ritrovata unita su questioni di nomine, così com'è accaduto in tutti questi mesi.
Sarebbe stato un segnale importante, proprio nel momento in cui andiamo a discutere di questioni che riguardano la materia socio-assistenziale, il piano sanitario. Sarebbe stato anche importante, ad esempio, che nell'ultima riunione della Commissione gli Assessori fossero stati presenti. Invece, erano a Pollenzo, a gratificarsi in un'iniziativa di comunicazione e di immagine, mentre noi eravamo in Commissione.
La Commissione è praticamente andata deserta, nell'impossibilità di approfondire i temi che riguardano la sanità e il settore socio assistenziale. Evidentemente, dopo alcuni mesi, le promesse della campagna elettorale, l'alternativa morale del centrosinistra nei confronti del governo precedente non esiste più; esiste l'arroganza del potere, che è una delle malattie che spesso colpisce chi va a rappresentare i cittadini negli organi istituzionali.
Ben più grave è dire che, se ci va qualcun altro, questo non accederà.
Alla fine, come si vede, la differenza non è su questo, ma su atteggiamenti e questioni di sostanza, più che sulle premesse che vengono presentate in campagna elettorale. Bene, ne prendiamo atto, ma non aspettatevi che su altre vicende ci debba essere, da parte nostra, mediazione, attenzione e buon senso. Certamente, non faremo ostruzionismo, ma ci sarà sempre di più una maggiore attenzione anche sulle nomine che farete nei prossimi mesi in questa o in quell'altra istituzione o Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Guida.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non posso che condividere quello che è stato già detto dai colleghi che mi hanno preceduto. Vorrei, però, sottolineare due aspetti. Il grande senso di responsabilità che il centrodestra dimostra in Aula e ha dimostrato in Commissione non bloccando il provvedimento. Noi avremmo potuto presentare due risme di emendamenti a fronte dell'arroganza del potere neocomunista e bloccare questo provvedimento. Se questo provvedimento non venisse bloccato, ci sarebbero delle conseguenze per le Associazioni di volontariato. Parlo di quelle vere, non della CGIL mascherata. Se la CGIL fa il sindacato, non si capisce perché si debba mettere una maschera e fare anche il volontario, il giorno dopo se ne mette un'altra per fare Paperino Qui, Quo e Qua e il giorno dopo ancora fa un'altra cosa. Questo, per avviene nei luoghi dove il centrosinistra governa.
Insomma, c'è sempre un'associazione pronta per qualsiasi bisogna soprattutto quando si legge che c'è un Comitato di gestione di un fondo speciale. Quando si sente parlare di fondi speciali, immediatamente, i partiti della sinistra si organizzano per trovare qualcuno che si accaparri un pezzo di questo fondo speciale. Ed è quello che sta avvenendo oggi.
Vedete colleghi, la cosa grave - l'ho già detto e ribadito in Commissione - non è che si scelga di fare tre a uno, la cosa grave è che su questo argomento, su questo fondo, su questo tema si voglia fare tre a uno.
Questa è la cosa grave: dividersi e partitizzare il volontariato.
Non ho nessuna difficoltà a dire che gran parte del volontariato sia partitizzato o, diciamo, politicizzabile. Tant'è che, personalmente, ho sempre avuto molti contatti, ma non ho mai marchettato nei confronti di nessuna associazione di volontariato. Quindi, sono assolutamente libero di dire ciò che penso. Ma che addirittura il volontariato venga partitizzato la trovo una cosa vergognosa, assurda e indelicata nei confronti dei temi verso i quali queste associazioni dovrebbero rivolgersi.
Allora, questa protervia del centrosinistra nel voler gestire in maniera maggioritaria e totalitarista questo fondo speciale, la trovo assolutamente scabrosa. Perché, si tratta anche solo di un fatto di stile.
Voi avete letto che c'è un fondo speciale, ma dello stile, ovviamente, non tenete conto e non tenete conto nemmeno della sensibilità nei confronti di questo tema.
Noi abbiamo presentato tre emendamenti, ma i colleghi avrebbero anche potuto non presentarne, nel senso che o se ne presentavamo 3000 per riuscire a sollevare una sorta di ripensamento. Ma, cara Mariangela, per un ripensamento hanno già avuto diverse settimane. Qualcuno ha detto loro "Guardate che c'è un fondo speciale", allora non ci ripensano più. Se magari avessero tolto "speciale" e ci fosse stato "ordinario", qualcuno ci avrebbe ripensato, ma c'è scritto "speciale" e si pensa che vengano messi chissà quanti denari, allora è meglio farli gestire dall'house CGIL piuttosto che da associazioni che fanno il volontariato davvero. Però, per carità, è una scelta partitica. Spiace che spetti alla politica individuare queste figure e spiace che su queste figure la politica si debba dividere.
Guardate che questo era il classico argomento, uso per la prima ed unica volta un termine che non mi piace assolutamente, bipartisan. Perch su queste cose, colleghi, non si dovrebbe votare, ma si dovrebbe condividere, almeno su queste cose. Cercando, nei limiti della decenza, di evitare di mettere in certi posti quelle associazioni che più immediatamente sono avvicinabili ai sindacati ed ai partiti. Questa è la grave mancanza, a mio avviso, che oggi voi compirete se voterete, nella formulazione attuale, la gestione del fondo per il volontariato.
Non ho altro da aggiungere, tranne che sottolineare questi due aspetti.
A me questa partitizzazione violenta e la protervia del volontariato non mi piacciono. Ho sempre pensato che se ne potesse fare qualcosa di diverso (un po' più alto e più nobile), ma voi oggi lo avete ridotto ad una nomina qualsiasi, sulla quale i partiti mettono i loro artigli grifagni e non se ne staccano neanche con il buon senso. È una vostra scelta. Secondo me non è una bella giornata per il volontariato in genere. Però di questo probabilmente sempre meno tardi, dovrete pagarne le conseguenze politiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Intervengo per sollecitare la maggioranza e la Giunta ad un'ulteriore riflessione rispetto alle questioni che, questa mattina, poniamo in Consiglio su un tema che riteniamo assolutamente importante.
Io ho partecipato come componente, insieme al collega Lepri - mi pare che non ci siano altri colleghi del Consiglio regionale - alle diverse riunioni del Consiglio regionale del volontariato. Devo dire che probabilmente, il fatto che oggi si potesse prendere, in questa assise così importante, una decisione diversa rispetto a quella sulla quale voi oggi vi attestate, sarebbe stato un bell'esempio per un sistema che è quello del volontariato. Come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto, si tratta di un sistema che, sicuramente, ha lavorato con la politica in questi anni, ma che per vocazione e per sua definizione non ha mai voluto apparentarsi, più di tanto, con la politica.
Nell'ambito delle discussioni svolte nel Consiglio regionale del volontariato, si è cercato di fare uno sforzo affinché la proposta da rivolgere al Consiglio regionale fosse equilibrata. Io penso, invece, che oggi la diretta risposta che questo Consiglio dà al sistema del volontariato sia, invece, una mera ripartizione tra maggioranza e opposizione, nell'ambito di numeri che determinano, definiscono e dimostrano che c'è una maggioranza e c'è un'opposizione.
Penso che questo sia un messaggio sbagliato da dare al sistema del volontariato. Non vorrei che questa maggioranza si posizionasse su una forzatura su temi come questi, limitandosi poi a semplici enunciati sui giornali, come quelli che abbiamo letto questa mattina sul CSI, su temi molto importanti, dove si ha la sensazione che questa maggioranza si diverta o abbia il desiderio di creare una maggioranza e un'opposizione al proprio interno.
Abbiamo la sensazione che si utilizzino dei meccanismi di enunciazione sui giornali, su temi di una certa portata, sui quali sarebbe veramente importante vedere se, in questo Consiglio, vi è una maggioranza su temi così importanti che invece leggiamo sui quotidiani, piuttosto che fermarci delle ore in Commissione e in Consiglio regionale a discutere di questioni che il buon senso dovrebbe portare a dire essere equilibrate.
La domanda che stamattina, penso un po' tutti, ci ponevamo era questa: fino a che punto questa maggioranza dimostra i numeri e dimostra la forza e su quali argomenti.
Oggi, con quello che leggiamo sui giornali e con quello a cui assistiamo in Aula, la sensazione che abbiamo è di una grandissima debolezza; anzi, forse del divertimento a prendersela con delle realtà un pochino più deboli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. La questione che, inizialmente, almeno in apparenza, poteva non suscitare un particolare interesse polemico da parte dei componenti di questa assemblea e dei componenti della Commissione competente che l'ha esaminata purtroppo, ha preso una strana piega che, a mio modesto giudizio, non fa bene ai lavori di quest'assemblea, ma - in assoluto - non fa bene al volontariato piemontese.
Io capisco perfettamente che è assolutamente legittimo da parte della maggioranza decidere,, come intende di fatto decidere, come è successo in Commissione. Capisco anche che, per esigenze di rappresentanza delle varie moltissime, perfino troppe aree che insistono nella maggioranza, che ogni giorno si arricchisce sempre di più di nuovi spunti e nuovi elementi, ci siano dei problemi di rappresentanza di questa copiosa e "arlecchinosa" maggioranza. Credo però che si possano trovare altri campi, altri elementi su cui si può giustamente trovare delle compensazioni per ricomporre un quadro politico in seno alla maggioranza, che possa rispettare tutte le componenti, anche quelle minoritarie, quelle laiche, quelle di area radical socialista, quelle della sinistra antagonista, quelle cattoliche, quelle catto-comuniste, quelle comuniste e quelle della socialdemocrazia. Trovo soprattutto umiliante, stante la situazione in cui saranno nominate, il fatto che, soprattutto dopo questo ampio, vivace e ormai alla luce del sole dibattito sulla questione, tali associazioni, volenti o nolenti, si troveranno addosso il marchio, avranno la targa di appartenenza a quella o quell'altra area politica o culturale.
Credo che questo non sia nella volontà delle associazioni in oggetto.
Nessuno dei miei colleghi ha mai sollevato un minimo dubbio sulla bontà dell'azione, dell'operatività di queste associazioni, anche in virtù del loro ricchissimo excursus storico; è anche vero che, andando di fatto a questo braccio di ferro.... Per carità, lo riconosco, forse anche noi dell'opposizione possiamo avere la nostra parte, però io, in questa partita, soldato sono e da buon soldato rispondo alla volontà della coalizione a cui mi onoro di appartenere (spero con reciproca soddisfazione).
Detto ciò, mi pare che quanto ampiamente, argutamente e saggiamente detto dalla maggior parte dei miei colleghi sia nella direzione giusta.
Credo che un ripensamento sulla proposta in oggetto - quindi eventualmente una proposta emendativa che modifichi e sani una situazione che, se andasse avanti così, arriverebbe al limite del grottesco - sarebbe auspicabile nell'ottica del buon senso e del migliore interesse per il volontariato piemontese.
Ricordiamoci che, alla fin fine (chi ha fatto volontariato lo sa, e sicuramente fra di noi ci sono parecchie persone che l'hanno fatto), quando si fa volontariato non si ha una grande percezione di un'appartenenza politica o ideologica di una parte rispetto all'altra. Sicuramente certi soggetti politici, a seconda della loro minore o maggiore sensibilità hanno una maggiore visibilità, una maggiore riconoscenza e probabilmente anche un premio nelle urne, quando vengono sottoposti al giudizio popolare.
Tuttavia, spesso e volentieri, questo elemento non è catalogato con riferimento a realtà partitiche o realtà ideologiche particolari, ma viene legato alla sensibilità dei singoli personaggi.
Sappiamo benissimo che all'interno dell'odierna maggioranza ci sono dei personaggi che ben fanno e ben hanno agito nei confronti del volontariato e da questi verranno premiati e riconosciuti sempre: nessuno leverà loro i meriti. Idem accade fra molti dei membri dell'attuale minoranza; penso che i sempre presenti, gli stakanovisti Leo e Cotto possano essere citati come l'esempio più fulgido, importante e prezioso all'interno della minoranza come persone che spesso e volentieri sono impegnate in prima linea sul fronte del volontariato. Sicuramente nessuno leverà a questi personaggi il merito e il riconoscimento nell'ambito del volontariato.
Viceversa, questo incancrenimento dello scontro su una faccenda che alla fine, per quanto importante... E' vero: come ha detto qualche illustre collega più sapiente di me, si vanno a gestire dei fondi pubblici, quindi bisogna avere la massima attenzione. Ciò, come è stato detto ampiamente in Commissione, dovrebbe andare a sottolineare il fatto che, evidentemente, è una norma che andrebbe rivista.
A tale proposito, cito le parole del collega Lepri, che mi piace prendere ad esempio, quando dice cose intelligenti e, per quando mi riguarda, condivisibili. Il Consigliere Lepri, in un'occasione, disse che questo ente andrebbe modificato; chi siamo noi politici per poter decidere quali sono le associazioni di volontariato che devono partecipare o meno? Piuttosto, facciamo un Comitato di Gestione in cui i politici entrano dentro. Cito quello che più o meno ha detto il collega Lepri, e se l'ho detto male chiedo al collega di correggermi. Lui, giustamente, diceva: "Facciamo un Comitato di gestione in cui eventualmente la parte politica sia rappresentata in sé e per sé da se stessa, senza delegare ad altre associazioni che evidentemente non hanno alcun interesse a ricevere "il bacio della morte" - cito sempre il collega Lepri - della politica per rappresentarla in forma diretta o indiretta".
vero. Il sistema probabilmente non è perfetto e non funziona granch è vero e altresì legittimo che la maggioranza ha tutta la possibilità di decidere e deliberare come ha fatto in Commissione.
E' anche vero, però, che l'opposizione, giustamente, ha tutto il dovere di sottolineare il fatto che dissente da questa scelta perché - come illustri colleghi hanno già detto - rischia di svilire quello che è il vero apporto del volontariato alla vita civile del Piemonte e dei piemontesi. In questo modo, si rischia di svalutare un'attività di assoluta volontarietà che, se fosse retribuita, non sarebbe assolutamente coperta dai miseri fondi che vengono attribuiti, di anno in anno, tramite questo Comitato di Gestione. La maggior parte delle strutture di volontariato è assolutamente a titolo gratuito, soprattutto sotto il profilo delle risorse umane.
Con questa scelta rischiamo, invece, di enfatizzare eccessivamente questa situazione, svilendo agli occhi della pubblica opinione quello che è invece un lavoro assolutamente prezioso per la cittadinanza.
Io credo che non sia un'operazione di somma intelligenza politica. Non credo si faccia una buona cosa ad andare l'uno contro l'altro su tale questione. Alla fine, i numeri sono numeri: lei è la maggioranza e la sua deliberazione è votata.
Non uso i toni apocalittici di altri colleghi, che, probabilmente avranno avuto tutti i sacrosanti motivi per usarli, però - attenzione colleghi! - se non è possibile modificare la composizione del Comitato di gestione, affinché si possa individuare una composizione all'interno del Consiglio, ritengo sarebbe molto intelligente, provvisoriamente, da parte della maggioranza, fare un passo indietro e riproporsi una modifica in tempi strettissimi in Commissione e, poi, in Aula, per poter, in autunno ridefinire il tutto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, posso capire che le regole generiche della Regione prevedano che la maggioranza possa scegliere per le nomine una maggioranza di suoi rappresentanti, ma questo vale per tutti quegli enti, per tutte quelle Commissioni, per tutte quelle società che abbiano in qualche modo compiti esecutivi, per cui, diventa logico che la maggioranza che governa la Regione debba, a sua volta, scegliere persone di sua fiducia che governino tutti questi enti, queste società e queste associazioni, ma ripeto - nel caso di enti, di società e di associazioni che abbiano compiti in qualche modo esecutivi o legati al raggiungimento dei programmi connessi a funzioni tipiche della Regione.
In questo caso, a mio avviso, siamo in un settore completamente diverso. Il volontariato svolge funzioni importantissime, che vanno dall'assistenza alla protezione civile, a compiti in ambito sanitario, o parasanitario, e anche culturali, in quanto sono comunque vastissimi i campi in cui operano le associazioni del volontariato, ma nessuna di queste concorre in qualche modo, seppur minimo, a portare avanti quello che pu essere il programma di una maggioranza o quelli che possono essere i compiti istituzionali della Regione.
I volontari operano in altri campi, nei quali sarebbe ideale che la politica non mettesse il naso. Purtroppo, invece, questo sta accadendo e ne è dimostrazione il fatto che, oggi, questa maggioranza insiste per nominare tre rappresentanti scelti da lei stessa, lasciando alla minoranza la scelta di un solo rappresentante. Quindi, il settore importantissimo del volontariato viene trattato come fosse una delle tante società o istituzioni, che hanno compiti ben diversi da quelli che, invece, svolge il volontariato.
Secondo me, è un gravissimo errore. In una qualsiasi associazione possiamo individuare, tra coloro che praticano il volontariato, persone della più diversa estrazione sociale e dal più diverso convincimento politico o persone che proprio di politica non se ne occupano affatto.
Nella stessa associazione possiamo trovare dei leghisti che, magari lavorano insieme a convinti comunisti, tanto per fare un esempio. Pertanto il tentare di politicizzare queste associazioni assegnando a talune l'etichetta di sinistra, o di centrosinistra, e ad altre l'etichetta di centrodestra è, secondo me, completamente sbagliato, perché non esistono associazioni di sinistra o di destra, esistono associazioni i cui volontari hanno idee politiche completamente diverse, pur lavorando in stretta collaborazione. A questi volontari va tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione.
Pertanto, chiediamo alla maggioranza che, in questo caso, per questa specifica nomina, non si tenga conto della provenienza partitica dei rappresentanti, non si faccia una nomina di componenti di maggioranza e di componenti di minoranza. Non chiediamo il "due a due" da contrapporre al "tre a uno" richiesto dalla maggioranza. Chiediamo di pervenire ad un accordo complessivo di tutto il Consiglio per la nomina di quattro rappresentanti che non abbiano nessuna etichettatura politica né di destra né di sinistra. Questo sarebbe l'ideale. Mi dicono che non è possibile invece, sono convinto che si potrebbe arrivare ad un accordo generale di quattro nomi da votare all'unanimità. Superiamo le spaccature interne. Di fronte ad una cosa del genere penso che tutti si toglierebbero il cappello e che, per lo meno, questa volta non ci sarebbero critiche verso il Consiglio regionale.
Cerchiamo di arrivare a questo punto, eventualmente, sospendiamo la seduta, facciamo ancora una riunione tra Capigruppo, in quanto è sicuramente sbagliato che la maggioranza imponga la legge dei numeri e nomini di sua iniziativa tre dei quattro rappresentanti, così come ritengo sbagliata la pretesa della minoranza di nominare per contro due dei quattro rappresentanti.
Ripeto: sospendiamo la seduta, riuniamoci, individuiamo quattro nomi che vadano bene a tutti, maggioranza e minoranza, che possano rappresentare efficacemente il mondo del volontariato, senza creare divisioni in questo mondo che, fino ad oggi, per nostra fortuna, non ha avuto divisioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, indubbiamente, non pensavamo di dover arrivare ad una discussione così tormentata, sofferta e lacerante su un tema così delicato quanto così bello quale è quello del volontariato. Credevamo un po' tutti insieme di poter volare un po' più in alto, dando anche di questa Assemblea un'immagine diversa all'esterno, verso la società civile piemontese e verso questo mondo del volontariato, così prezioso e, a volte così silenzioso. Al di là delle sigle e delle associazioni ufficiali e dei loro rappresentanti, che incontriamo nello svolgimento delle audizioni e consultazioni presso le nostre Commissioni, c'è il volontario spicciolo che a mala pena sa di far parte di una determinata associazione, ma che è motivato dal poter prestare assistenza, una o due volte la settimana all'interno di una casa di riposo o di un ospedale.
A questo mondo, forse il più bello o tra i più belli e gratificanti del Piemonte, noi avevamo il dovere di dare un esempio diverso, un esempio di politica alta diverso.
Nella passata legislatura, pur con tutti i nostri limiti e difetti, noi abbiamo cercato di darlo, magari, in maniera non totale, ma sicuramente quel tentativo fu promosso, in particolare, dall'allora Assessore Cotto che portò avanti un'azione di condivisione sulla proposta dei nomi per il Comitato di gestione del volontariato.
Non fu una scelta "2-2", minoranza e maggioranza, ma fu una scelta condivisa. L'azione che fu portata avanti in allora - lo ricordo bene perché ero Presidente della Commissione sanità e assistenza - fu da noi condivisa. Speravamo - e speriamo ancora - che potesse essere portata avanti.
Sembra quasi che anche sul volontariato, che ci pareva l'ambiente o l'habitat più inviolabile, si voglia far entrare pesantemente la forza dei numeri, la forza della politicizzazione, la forza della sinistra in Piemonte.
Non ci scandalizziamo se in altri settori si riscontra la presenza della politica o dei Partiti: sarebbe un'ipocrisia antipartitica negativa che potrebbe nuocere alla democrazia di questa Regione, come della nostra nazione. Però ci sono dei limiti invalicabili: se nelle società partecipate è logico e comprensibile che vi siano persone espresse o indicate, al di là della loro professionalità, esperienza, preparazione, anche dai Gruppi consiliari, dal momento che saranno espressione di un determinato tipo di politica economica, sul campo del volontariato non ci deve essere alcun rapporto di forza, né colore politico.
Dico questo sebbene nella passata legislatura, insieme a tanti colleghi del centrodestra, abbiamo criticato noi stessi per essere stati, talvolta troppo istituzionali. Ma in questo caso abbiamo fatto bene in passato - in particolare l'allora Assessore Cotto - ad essere veramente istituzionali e ad aver optato per una scelta condivisa.
Noi lo abbiamo fatto, ma non so se anche voi lo farete. Faremo un appello finale proprio perché si riesca, in extremis, ad uscire da questa situazione, per dare un'immagine più alta della nostra Assemblea.
Spesso si dice: "Lasciamo fuori la politica dal volontariato", perch magari, in questo momento storico e politico, fa comodo così.
No. Io sono arrivato a questa conclusione ancora più fermamente dopo le due alluvioni che hanno colpito il Piemonte. Mai, come in quelle due occasioni, su tutto il territorio piemontese - purtroppo, le alluvioni del 1994 e del 2000 hanno interessato praticamente tutta la nostra Regione - si è visto uno sforzo di abnegazione, di pulizia morale, di candore, di coraggio, di altruismo e di rischio della vita da parte di questo mondo che non merita veramente di essere accostato a logiche e a riflessioni di tipo partitico, o di rapporti di numeri fra forze politiche.
Cerchiamo di uscire da questa situazione. Rivolgo un appello al Presidente Gariglio, che, forse, nei nostri riguardi, in particolare nei confronti del nostro Gruppo politico, è persona più attenta e più sensibile; l'appello verte su due fronti: innanzitutto come Presidente del Consiglio, quindi come soggetto super partes, che ha il compito di trovare una sintesi e un equilibrio più istituzionale possibile. Si faccia protagonista, partecipe e soggetto proponente di una soluzione condivisa, e non di una scelta di maggioranza o di minoranza. È un appello che le rivolgiamo per l'alto ruolo istituzionale che ricopre, ma anche perch come cattolici e come moderati, abbiamo constatato con piacere, in più di un'occasione, il suo tentativo e il suo desiderio di portare avanti valori cattolici di moderazione e di equilibrio istituzionale.
Facciamo appello al Presidente Gariglio perché, con queste motivazioni cerchi di trovare una soluzione equilibrata ed istituzionale.
Presidente Gariglio, dica qualcosa di istituzionale, di equilibrato e di moderato.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Ho sentito la parola "moderati" e subito mi è venuto l'entusiasmo di intervenire! A parte la considerazione molto corretta ed equilibrata del collega Pedrale, vi ricordo che stiamo parlando della gestione di 48 milioni di euro. Colleghi della maggioranza - siete così silenziosi! - non possiamo andare al voto in un contesto così generale quando si parla di associazionismo.
Sappiamo che oggi l'associazionismo sostituisce quelli che sono i compiti e i doveri degli Enti locali, che non sempre, purtroppo, riescono ad intervenire rapidamente.
Basta osservare ciò che succede in questi giorni: molti anziani rischiano di morire a causa del troppo caldo, e anche in queste circostanze il mondo dell'associazionismo (con le sue associazioni di volontariato) sostituisce l'intervento degli Enti locali.
Dal momento che stiamo parlando di un problema così delicato, che non deve avere colore politico, come qualcuno ha sottolineato, di una questione che la collega Cotto ha gestito con equità e con moderazione, come diceva giustamente il collega Pedrale, perché si deve procedere sempre a colpi di maggioranza o di opposizione? Perché non se ne discute, con tranquillità in Conferenza di Capigruppo, rimandando l'esame alla prossima settimana? Collega Lepri, non intendiamo fare ostruzionismo; semmai vogliamo essere contributivi e d'aiuto in una causa che riguarda tutti, ma soprattutto le fasce deboli, che oggi, in modo particolare, sono supportate dal mondo del volontariato.
Il volontariato non dev'essere etichettato con una parte politica.
Anche se in questo caso facciamo 2-0 o 2-1 oppure 2-2, non è questo il concetto. Dobbiamo trovare una soluzione univoca, che questo Consiglio si assume l'onere di promuovere, affinché tutti possano esserne rappresentati.
Collega Muliere, se questo Comitato di gestione viene avvalorato da un voto generale di questo Consiglio, penso che possa essere ancora più autorevole, indipendentemente dai 48 milioni di euro che deve gestire.
Pertanto propongo - lo dico dopo avere ascoltato i miei colleghi - di riunirci in Conferenza dei Capigruppo e di parlarne. Dopodiché, ci prendiamo l'impegno di venire qui la prossima settimana - decidete voi il giorno - e votare la proposta.
Ritengo che un problema così delicato e così importante, oggi più che mai meriti la giusta riflessione, perché dobbiamo farci carico di ogni evenienza - siccità, zanzare, caldo, delinquenza, ordine pubblico qualsiasi altro incidente di percorso che produce disagio all'interno della collettività - in maniera sempre più generale, cercando soprattutto di far sì che questo Consiglio esprima una volontà moderata e univoca, senza che l'opposizione sia costretta a votare contro soltanto per una presa di posizione politica, per mancanza di comunicazione o perché non si vuole cercare una soluzione univoca.
Talvolta anche la politica - considerata con la "P" maiuscola - deve erigersi al di sopra di quei radicati preconcetti di partito che ci dividono, in questioni invece di carattere generale.
Faccio appello a tutti i colleghi della maggioranza, affinché questo tema venga rinviato alla prossima settimana, in modo da poterlo discutere alla Conferenza dei Capigruppo. Grazie



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Migliasso per una replica.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al volontariato

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare sia la maggioranza sia l'opposizione per il senso di responsabilità manifestato, accettando di anteporre ad altri argomenti la discussione su queste nomine.
Con questo mio intervento cercherò di svelenire il clima, parlando dell'oggetto in questione.
Oggi, il Consiglio regionale è chiamato ad indicare quattro associazioni, secondo quanto previsto da una legge nazionale. Tale legge indica come si nomina il Comitato di gestione che amministra i fondi delle fondazioni bancarie com'è composto questo Comitato e quali sono, nella fattispecie, i compiti delle Regioni. Sulla base della nostra legge e sulle nomine, il Consiglio deve scegliere le associazioni, dopo averne discusso in Commissione. Vorrei rendere brevemente edotti i Consiglieri che non fanno parte della IV Commissione, del tipo di discussione che vi è stata in quella sede, perché altrimenti sembra che si stia procedendo ad una lottizzazione del volontariato, perché ci sarebbe della "bella ciccia" da gestire.
La ciccia da gestire sarebbero i fondi che, per legge, le fondazioni bancarie destinano al volontariato. La legge si dà uno strumento, che è il Comitato di gestione, che ha i suoi compiti e li deve esercitare in trasparenza, esaminando gli atti predisposti dai vari Centri di Servizio per il volontariato.
Bisogna sapere di cosa si parla. Al Consiglio regionale spetta la designazione di quattro associazioni.
Vorrei assicurare che il procedimento attivato dalla sottoscritta è stato assolutamente trasparente. Tale trasparenza è certificata dai verbali delle riunioni del Consiglio regionale del volontariato che, per la prima volta nella storia di questo organismo che ha conosciuto momenti di rinnovo, ha discusso democraticamente al suo interno e ha trasmesso alla IV Commissione consiliare, perché ne tenesse o meno conto, un elenco di dodici associazioni, all'interno delle quali la Commissione, e conseguentemente poi il Consiglio, poteva compiere le sue scelte. La Commissione poteva tenere conto di questo lavoro democratico fatto dal Consiglio regionale rimesso poi all'unanimità ai lavori della IV Commissione, o poteva non tenerne conto.
La Commissione, dopo una lunga discussione (in parte ripercorsa anche oggi in aula) ha deciso, democraticamente, di tenere conto di quattro associazioni tra quelle segnalate. Teoricamente avrebbe potuto anche non tenere conto di quelle segnalazioni ed individuarne altre, perché aveva a sua disposizione tutti gli strumenti per poterlo fare. Ringrazio chi ha scelto e, comunque, che la scelta sia stata effettuata all'interno delle dodici associazioni indicate, perché questo è un segno di rispetto per il lavoro democratico svolto all'interno del Consiglio regionale per il volontariato, il cui risultato non era affatto scontato.
Volevo assicurare la Consigliera Cotto e tutti coloro che amano il volontariato e che, come me, lo rispettano, che ci sono diversi modi per valorizzarlo. Innanzitutto, farlo lavorare negli organismi preposti. Il Consiglio regionale del volontariato e l'Ufficio di Presidenza, che ne è emanazione, hanno lavorato più volte. Sta già lavorando: si è riunito tre volte e si sta dividendo in sottocommissioni.
Annuncio, in caso non lo avessi ancora detto, che l'1 e il 2 dicembre si farà un'iniziativa nazionale sul volontariato; iniziativa su cui si sta già lavorando e per la migliore riuscita della quale ,si sono iscritti numerosi volontari ai quattro gruppi di lavoro.
Per quanto riguarda la questione del Volontariato in piazza l'Assessore precedente aveva fatto la sua scelta: il primo giorno di primavera tutti i volontari in piazza.
La sottoscritta, d'accordo con le Province e con il Consiglio regionale del volontariato, ha fatto un'altra scelta, che non è di svalorizzazione ma è di rispetto dell'autonomia del volontariato, a livello provinciale che decideranno di organizzare Volontariato in piazza, in accordo con le Province che hanno competenze in materia, quando riterranno di doverlo fare.
Ho notizia che si terrà una tre giorni del volontariato nella provincia di Alessandria, in un momento in cui alla provincia di Alessandria interessa farla, perché magari vi sono altre iniziative in corso e attraverso quell'iniziativa specifica intende dare visibilità al volontariato.
Quindi è ben lontano da me non valorizzare il volontariato, tanto è vero che abbiamo coinvolto, per la seconda volta, organismi di coordinamento e collegamento del volontariato per affrontare e contrastare la solitudine delle persone anziane. Con questo penso di rispondere anche alle considerazioni espresse dal Consigliere Scanderebech relativamente al caldo estate. Come sempre, gli organismi di collegamento hanno presentato la domanda per attivare, non solo per il caldo di questi mesi ma per tutto l'anno, le attività di solidarietà e di contrasto alla malinconia e alla solitudine di cui possono soffrire non solo gli anziani, ma tutte le fasce deboli del territorio.
A tal fine, la direzione competente ha stanziato 300 mila euro per finanziare questi progetti.
Credo che il Consiglio regionale del volontariato abbia fatto un buon lavoro, valorizzato dalla Commissione nella misura in cui ha opzionato quattro fra quelle dodici segnalazioni. Non mi sono permessa di fare una mia proposta. Ho semplicemente rimesso e spiegato alla Commissione, come adesso sto cercando di spiegare al Consiglio, un percorso democratico compiuto. È stata la Commissione che ha deciso di fare quelle scelte.
Mi sento di dire un'unica cosa, e prego di credere che non è un'affermazione di parte. Non si può sempre dire da parte di qualcuno: "Voi mi conoscete" e ad altri questo non è concesso. Se mi permettete, posso dire - qualcuno di voi mi conosce - che sono assolutamente aliena dall'usare dei criteri di appartenenza politica o partitica.
Dico una cosa sola: quando parliamo di volontariato, dobbiamo essere tutti molto equilibrati, io per prima. Quindi, non si può etichettare come "di parte" un volontariato della parte avversa e immaginare che quello che sta dalla propria parte sia l'unico vero volontariato possibile.
Credo che non sia la volontà di nessuno e, per chiarezza, ritengo giusto sottolinearlo. Sono tutti volontari ed associazioni di volontariato: più grandi, più piccole, che operino in campi diversi e in territori diversi, hanno tutte e tutti un loro valore, una loro attività e meritano per questo tutto il nostro rispetto.



PRESIDENTE

Sono stati presentati quattro emendamenti. Vista l'ora, provo ad esprimere una proposta circa la modalità di conduzione del prosieguo dei nostri lavori. Se i colleghi acconsentono, potremmo interrompere la seduta con l'intesa che si riprenderà in apertura della seduta pomeridiana con questo punto. Eventuali richieste di iscrizione e di inserimenti di nuovi punti all'o.d.g., come previsto dal regolamento - visto il caso eccezionale, in quanto vi è una deliberazione urgente la cui determinazione è indispensabile per procedere a delle nomine rilevanti - saranno effettuate unicamente a deliberazione approvata.
Premetto a tutti i gruppi che mi pare di aver capito che i proponenti degli emendamenti intendono avvalersi tutti quanti della facoltà di illustrarli e di discuterli prima di arrivare ad una votazione. Questo mi induce a presentare tale proposta, però sono in attesa di osservazioni in merito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. So che il mio intervento non cambierà le scelte che sono state ampiamente concordate tra lei e i Consiglieri di minoranza, per credo che le ragioni di cui siete portatori siano già state ampiamente spiegate e recepite, anche dall'opinione pubblica, che guarda la vostra azione come un'azione atta a modificare una scelta che voi....



PRESIDENTE

Consigliere Robotti, le chiedo di intervenire sul merito della proposta.



ROBOTTI Luca

Nel merito credo che si possa votarono, e anche rapidamente, i vostri emendamenti, perché, se vogliamo che questo organismo sia operativo in tempi rapidi, abbiamo il dovere di votare anche in tempi rapidi.
Conoscendo il nostro modo di operare, so che oggi difficilmente riusciremo a ripartire negli orari che stabiliremo tra qualche minuto.
Sarebbe opportuno chiudere questa partita, dare il via libera a questo provvedimento e, con tutta calma, riprendere i nostri lavori nel pomeriggio.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Ovviamente condividiamo la proposta, che abbiamo sollecitato anche con un appello al Presidente. Personalmente - ma credo anche a nome di tanti altri colleghi - vorrei avere una risposta e una presa di posizione da parte del Presidente del Consi glio sulla nostra richiesta e sul nostro appello.
Se la proposta che sollecitiamo è condivisa e partecipata, possiamo fare delle valutazioni sugli emendamenti; altrimenti, nella seduta pomeridiana intendiamo discutere ed illustrare i nostri emendamenti.
Sollecitiamo comunque una presa di posizione del Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, la seduta è tolta.
Alle ore 15 è convocata una Conferenza dei Capigruppo e alle ore 15,15 riprenderà il Consiglio con la seduta pomeridiana.



(La seduta ha termine alle ore 13.50)



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