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Dettaglio seduta n.105 del 18/07/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICHETTO FRATIN



(Alle ore 14.33 il Vicepresidente Pichetto Fratin comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 15.13)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Comella e Rabino.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Iscrizione ordine del giorno n. 399 inerente a "Dichiarazione del Ministro Paolo Ferrero sugli effetti derivati dal consumo di vino e di droghe leggere" presentato dai Consiglieri Cotto, Cirio, Cavallera, Rossi e Ghiglia

Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Iscrizione ordine del giorno n. 401 inerente a "Sostegno alle produzioni vinicole dopo le dichiarazioni del Ministro Ferrero", presentato dai Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale


PRESIDENTE

stata richiesta l'iscrizione all'o.d.g. di due nuovi ordini del giorno, rispettivamente il n. 399 e il n. 401 Come da prassi, se non ci sono osservazioni, li considero iscritti all'o.d.g.



(L'Assemblea, all'unanimità, acconsente all'iscrizione)


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame testo unificato proposte di legge n. 286 e n. 280, inerente a "Costituzione e disciplina della Commissione di garanzia. Modifiche alle leggi regionali 16 gennaio 1973, n. 4, 20 dicembre 1990, n. 55 e 13 ottobre 2004, n. 22" - relatrici Pozzo e Cotto


PRESIDENTE

In Conferenza dei Capigruppo si è concertato di non procedere all'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 94 e n. 130. Pertanto, se non ci sono osservazioni in merito, passiamo ad esaminare il testo unificato proposte di legge n. 286 e n. 280, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Pozzi.



POZZI Paola, relatrice

Grazie, Presidente.
La Regione, articolazione territoriale della Repubblica, è un ente autonomo secondo i principi fissati dalla Costituzione. La Consulta ha sottolineato la natura costituzionale dell'autonomia regionale, nonch l'attribuzione alle Regioni della qualità di soggetti non solo amministrativi, ma costituzionali, investiti, fra l'altro, di una funzione legislativa, tradizionalmente riservata allo Stato. La natura costituzionale conferita all'autonomia regionale significa che il complesso sistema delle relazioni tra Stato e Regioni poggia sulla Costituzione stessa, cui spetta il compito di fissare i contenuti e i confini dell'autonomia regionale.
L'autonomia delle Regioni è oggi anche autonomia statutaria. Essa è contemplata direttamente dalla Costituzione al novellato art. 114, comma 2 laddove definisce le Regioni quali enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Per le Regioni ordinarie, come la nostra, la riforma del titolo V della Costituzione non ha sostanzialmente modificato la formulazione dell'art.
123 Cost., che recita che ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Lo statuto, inoltre, regola l'esercizio del diritto d'iniziativa e del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali.
proprio a partire da un profondo rispetto della lettera e dello spirito della Costituzione e del significato che in essa ha l'autonomia regionale e segnatamente l'autonomia statutaria, che ci accingiamo a dare attuazione agli articoli 91 e 92 dello Statuto della Regione Piemonte sulla Commissione di garanzia. E cioè a uno dei punti più qualificanti della Legge statutaria 4 marzo 2005, n. 1, approvata nella scorsa legislatura.
convinzione di tutti, infatti, che non solo la previsione statutaria di una Commissione di garanzia, così come configurata, non sia in contrasto con la lettera della Costituzione, ma anzi una Commissione di garanzia risponda pienamente allo spirito dell'autonomia regionale della novella costituzionale. Non viola la Costituzione, poiché i pareri che essa esprimerà non seguono il compimento dell'attività normativa. Il potere conferito a quest'organo che ci accingiamo a costituire è un potere consultivo, interno alla Regione, e la Commissione di garanzia assicura un controllo interno per meglio garantire la legittimità delle fonti regionali.
Il saggio esercizio delle funzioni che andrà a svolgere questa Commissione di garanzia è, di fatto, strumento di garanzia per tutti, per la maggioranza e per l'opposizione, ma soprattutto a tutti noi e a tutti i cittadini della nostra Regione.
La progressiva eliminazione delle forme di controllo dello Stato, nei confronti della Regione, rende necessaria la costituzione di un altro soggetto interno alla Regione che, essendo aboliti i controlli sugli da parte dello Stato, preveda che tutte le leggi e tutti gli atti che la Regione compie siano conformi a quello Statuto che è già stato approvato che le Regioni hanno titolo ad approvare e che costituisce la legge fondamentale di ogni Regione.
Sostanzialmente, è un organismo che garantisce a tutti che l'operato amministrativo e legislativo della Regione avvenga nell'ambito che lo Statuto attribuisce.
Per questo motivo, la legge che ci accingiamo ad approvare è il risultato concordato di proposte di legge diverse che erano state depositate e che ha visto nella Commissione operare congiuntamente forze di maggioranza e di opposizione per poter giungere al testo unificato che probabilmente, verrà illustrato anche dalla collega Correlatrice di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto, in qualità di correlatrice.



COTTO Mariangela, correlatrice

Con estrema sintesi, vorrei far osservare che fino ad oggi per contestare un provvedimento della Regione si era costretti a presentare ricorso al TAR.
Con l'istituzione della Commissione di garanzia sarà possibile, tra l'altro, dirimere i conflitti di attribuzione fra Giunta e Consiglio. Come ha ben sottolineato la Correlatrice, sarà uno strumento di garanzia per tutti i cittadini e per i Consiglieri, tant'é che questa legge, fortemente voluta dall'opposizione e dalla maggioranza, ha stabilito che le nomine vengano fatte con la maggioranza di due terzi (quindi non solo nelle prime due sedute).
Questa è la miglior garanzia che questa Commissione possa operare nell'interesse di tutti, sia della maggioranza che della minoranza.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sul testo unificato. Non essendovi richieste di intervento, procediamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Non essendovi richieste di intervento, poniamo in votazione l'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1 Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 17.
Il Consiglio approva.
Procediamo alla votazione nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato Sì 44 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 166, inerente a "Piano Naturalistico del sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale Palude di San Genuario"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 166, di cui al punto 5) all'o.d.g., cui seguirà l'esame del disegno di legge n. 278, aventi entrambi come oggetto la Palude di San Genuario.
La parola all'Assessore De Ruggiero per l'illustrazione.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Le contorte procedure della partita, relative al capitolo parchi prevedono che oltre all'individuazione di una zona come area protetta vi sia, da parte del Consiglio, anche l'approvazione di un Piano naturalistico e delle sanzioni. Queste ultime, ovviamente, sono uguali per tutti gli enti di gestione, quindi non vi è nulla di particolare a tal riguardo.
Di fatto, quando abbiamo esaminato, nel corso della scorsa seduta, la proposta di far entrare nel ventaglio delle aree protette anche la Palude di San Genuario, avevamo già discusso delle implicazioni naturali che comportava. Pertanto, di fatto, non ho nulla da aggiungere, se non due precisazioni.



PRESIDENTE

Pregherei i colleghi Consiglieri che non sono interessati alla discussione di accomodarsi fuori dell'Aula e inviterei coloro che non ne hanno titolo a non sostare nei banchi.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette



PRESIDENTE

Volevo soltanto fare due precisazioni.
Come spesso avviene - è un procedimento virtuoso - anche se quest'area naturale di grande importanza non era inclusa ufficialmente fra le aree protette, è sempre stata curata dall'Ente di gestione del Parco del Po alessandrino e vercellese, e, come tale, è stata anche fonte di finanziamento europeo, che potrà sembrare banale se paragonato ad altri investimenti, ma che per i parchi era di una qualche importanza, posto che si avvicinava agli 80.000 euro (per i parchi non è una cifra da poco).
Richiamandomi alla discussione sull'inserimento della palude di San Genuario nel nostro patrimonio di aree protette, vorrei ricordare proprio la richiesta di buon senso avanzata dal Consigliere Casoni, ma più in generale da tutti i colleghi di Alleanza Nazionale, volta ad ottenere un programma di inserimenti nei prossimi anni (o comunque nel prossimo anno) di new entry nel nostro patrimonio di aree protette.
Al momento - in seguito farò pervenire a tutti i Consiglieri una nota dettagliata - sono a un buon grado di istruzione un punto che ha già visto un momento di audizione nella Commissione ambiente, che è il Parco fluviale del Comune di Cuneo, e un altro punto, quello di maggiore rilevanza, che è il completamento del patrimonio delle aree protette astigiane, il quale è andato crescendo per sommatorie successive.
Ci sono poi delle richieste di un certo interesse ancora nella prima cintura di Torino - che definisco, con più affetto, prima corona verde di Torino - dove vi sono ancora alcune aree di qualche pregio che tendono a definire e a chiudere il complesso. Ripeto, su questo punto, trovando giusta la richiesta dei Consiglieri di AN di avere una qualche progettualità nel corso dei prossimi anni circa il livello d'istruttoria delle tante richieste o dei progetti in corso, farò arrivare al più presto una nota contenente gli approfondimenti cui oggi si è arrivati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale.
Ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo solo per chiedere un chiarimento rispetto alla documentazione che abbiamo a nostre mani.
Noi procediamo ad approvare, tanto con la deliberazione n. 166 quanto con il disegno di legge n. 278, i Piani naturalistici. Non possediamo però, i Piani.
Ritengo che i Piani naturalistici - li avrete sicuramente visti in sede di Commissione e quant'altro, e, infatti, non ne faccio una questione formale relativamente alla discussione, ne faccio una questione formale relativamente agli atti del Consiglio - dovrebbero costituire documentazioni allegate. Tutto ciò che è scritto è una premessa per arrivare alla votazione dei Piani naturalistici, che non sono considerati come allegati e sono presenti. Ovviamente, non ci mettiamo a leggerli in questo momento, anche perché sono già stati consegnati in sede di Commissione, però formalmente mi sembrava corretto segnalarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Anch'io non avevo partecipato alla specifica seduta di Commissione e adesso cercavo di rinfrescarmi la memoria rileggendo la proposta di deliberazione.
In questo caso, ci si trova di fronte all'attuazione di norme di pianificazione, di programmazione e di gestione che prevedono proposte per tutte le aree protette regionali.
Abbiamo qualche dubbio nel procedere un po' a spizzichi e bocconi, nel senso che abbiamo la proposta, da parte della Giunta, di un nuovo Testo Unico delle leggi sulle aree protette - un testo impegnativo, che naturalmente, quando verrà affrontato, comporterà un'approfondita discussione e rappresenterà in ogni caso una svolta, un aggiornamento minimizziamo o massimizziamo il passaggio anche in base alle posizioni che abbiamo in Consiglio - però desideriamo affrontare questo dibattito con tutta la serietà del caso.
Sappiamo quanto siano importanti le aree protette, soprattutto dal punto di vista di una loro sempre maggiore fruibilità, di una loro sempre maggiore valorizzazione, della promozione dei territori nei quali queste aree protette sono collocate e anche delle attività compatibili che in tali aree si svolgono, dall'agricoltura all'artigianato, allo sport, al tempo libero, a tutto quello che vogliamo.
Qual è la nostra preoccupazione? È che - non parlo tanto in base alla mia cognizione personale dovuta ai ruoli ricoperti in precedenza, ma parlo in via generale - crediamo veramente sia arrivato il momento di ricapitolare tutta questa partita dell'estensione, dell'articolazione delle varie tipologie, delle norme che regolano la fruibilità o la gestione di queste aree. Allora forse varrebbe la pena, a mio avviso, di dichiarare una moratoria di carattere generale di tutti i provvedimenti, esclusi quelli che non sono necessitati. Le sanzioni che vengono dopo, a mio avviso, sono necessitate, altrimenti avremmo una legge che è una grida manzoniana senza contenere le sanzioni e saremmo nell'impossibilità di attuare completamente una legge.
Di tutti gli atti di pianificazione, programmazione, individuazione di nuove aree, penso che non sarebbe sbagliato farne un pacchetto unico agganciarlo tutto al treno della nuova legge delle aree protette e, in quella sede, fare una riflessione.
Perché vi dico questo? Perché, cambiando assemblea, cambiando anche località, per esempio in provincia di Alessandria vi è una forte polemica sulla ripercussione di alcune classificazioni a zone di protezione speciale, con le conseguenze che queste hanno sull'attività venatoria e non venatoria. Sono tutte questioni che, dal punto di vista di un'ottica regionale, hanno una dimensione limitata e quindi si possono non rilevare ma più si mettono sotto i riflettori porzioni limitate di territorio, più la questione assume una certa importanza.
Volevo far presente questo, per cercare di evitare, da adesso in avanti, di presentare provvedimenti spezzettati. Tentiamo, ovviamente dopo le ferie, di affrontare il discorso di carattere generale sulla questione delle aree protette. Ne abbiamo già discusso e abbiamo ancora due o tre punti di un certo rilievo da approfondire ma, fatte le debite discussioni credo che il provvedimento potrebbe andare avanti trascinandosi in appendice anche tutti quegli atti deliberativi collegati al nuovo quadro normativo.
Sappiamo che adesso la nuova legge ha introdotto delle semplificazioni anche sotto il profilo degli strumenti, che adesso sono tanti, per cui le Amministrazioni delle aree protette passano più tempo a preparare (in base alle vecchie leggi, non perché l'ha detto l'Assessore) tutta una serie di atti, quando invece sarebbe meglio che concentrassero l'attenzione sulla gestione, limitando la pianificazione a pochi e fondamentali atti.
Ecco, questo è il dubbio che abbiamo in ordine all'approvazione o meno di questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Ho ascoltato la relazione con attenzione. L'Assessore ha fatto cenno alle nostre richieste di avere un quadro più delineato, un quadro più determinato, di avere degli organi di indirizzo delle deliberazioni che ci facciano capire un po' meglio il quadro e, avendole lui preannunciate in arrivo, vorremmo perlomeno avere un termine e magari mandando avanti quest'ultimo atto; però veramente ultimo, perché ci siamo già trovati altre due-tre oasi naturalistiche che, nel frattempo, sono arrivate. Noi continuiamo a dire: presentateci un quadro entro il quale ci muoviamo.
L'Assessore ci dice: "Siamo quasi pronti per presentarlo", però noi vorremmo avere più garanzie rispetto a questo quadro, altrimenti ci sembra che agiamo troppo a spot, senza una regia precisa, senza capire se quello che stiamo deliberando su questo piano naturalistico e zona di protezione speciale coincida con gli indirizzi che intendiamo assumere su qualunque analogo caso nella Regione; vorremmo sapere quali sono questi analoghi casi, quali sono le situazioni che nel futuro ci troveremo ad affrontare e con quali criteri le affronteremo.
Credo che sia arrivato il momento di prendere degli impegni anche temporali precisi, in modo che per lo meno dalla prossima volta avremo una scadenza, alla quale ci potremo riferire, essendo sicuri che prima di quella scadenza avremo un quadro globale di quelli che sono gli intendimenti dell'Assessorato rispetto ai siti di importanza comunitaria al sistema dei parchi regionali e al sistema delle aree protette, con la conoscenza dei criteri che presuppongono quest'azione.
L'avevamo già detto la volta scorsa. Nell'estensione del parco del VCO vorremmo, visto che l'abbiamo già rinviato e poiché allora c'era stato detto "prepareremo un quadro" e, ad oggi, un quadro non l'abbiamo l'Assessore ci dice che è in arrivo il quadro, però ancora non l'abbiamo prima dell'approvazione, sapere se il quadro arriverà tra dieci giorni; tra dieci giorni saremo pronti a controllarlo e a verificare che quanto lei ha detto sia coerente e, caso mai, poi a discutere di queste misure sugli altri provvedimenti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Avrei una domanda da fare all'Assessore: se, nell'area delimitata da questa nuova area naturalistica, siano comprese anche abitazioni o cascine o comunque, insediamenti abitati.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, chiudiamo la discussione con la replica dell'Assessore De Ruggiero, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette



PRESIDENTE

Prendo solo spunto dall'ultima domanda. È una zona con bassa presenza di insediamenti; qualche vecchio insediamento agricolo c'è ancora, però la zona denuncia un abbandono che è stato, da un canto, la sua sfortuna e, da un altro canto, la sua fortuna da un punto di vista naturalistico.
Mi rivolgo ai Consiglieri Casoni e Cavallera: abbiamo in Commissione una richiesta del Comune di Cuneo, rispetto alla quale c'è già stata un'audizione o, meglio, una presentazione. Credo sia opportuno che segua la sua strada in Commissione.
Invece condivido che ogni altro provvedimento che la Giunta porterà sarà successivo ad un "quadretto" dello stato dell'arte delle tante richieste. La fatica, collega Casoni, non sta tanto nel numerarle, quanto nel vedere a che punto di condivisione locale sono le diverse richieste.
Pertanto, se siete d'accordo, rimarrei così.
C'è un provvedimento che riguarda un parco fluviale della città di Cuneo, che è già in Commissione, è già stato presentato ed è già ad un livello di audizione. Da parte della Giunta non verrà presentato nessun nuovo inserimento del sistema delle aree protette, se non previa una presentazione generale e, se i tempi saranno maturi per una discussione sul testo unico, anche dopo il testo unico.
Collega Cavallera, ritengo il testo unico di particolare importanza e non tanto di importanza tout court, ma tanto quanto per quello che suscita di interesse, perché questo è successo. Basti vedere l'audizione e anche il numero di memorie scritte che sono state consegnate confermano, per la verità, che non convenga correre, nel senso che conviene valutare la situazione.
Non credo che vi siano inserimenti di aree protette che abbiano bisogno di particolare urgenza, però è ovvio che la procedura del testo unico non può bloccare l'inserimento di qualche particolare interesse locale nelle aree protette.
Lo vedremo a settembre in Commissione a che punto è e quanta fatica ci vorrà per l'analisi delle memorie del testo unico. Così verificheremo se mandare avanti qualche progetto o meno.
Vorrei solo fare due ulteriori semplici considerazioni: io non riesco a seguire tutto ciò che viene scritto sulla stampa. In effetti, c'è stato uno strano articolo su La Stampa di Alessandria, cui ho provato a rispondere il giorno dopo, perché oggettivamente c'è stata una forzatura sull'individuazione delle zone di protezione speciale che ci servivano per uscire da un meccanismo di infrazione europea, laddove con molta leggerezza vengono fatte due affermazioni. La prima è che sono aree destinate alla gestione di privati; la seconda è che sono aree in cui è vietata la caccia.



PRESIDENTE

Sono due affermazioni assolutamente non vere, nel senso che una delle opportunità può anche essere che l'ente di gestione le affidi anche ad associazioni private. La cosa non sconvolge più di tanto, ma nella legge non è affatto scritto che devono essere di privati. C'è scritto che ci pu anche essere questa possibilità e che invece il piano della fruizione venatoria è ovviamente uno dei punti di particolare delicatezza di tutti i piani di cui stiamo parlando. È uno dei punti delicati, più che delle aree contigue, in generale. Quindi, "caccia sì, caccia no" è uno dei punti delicati dei piani che vengono elaborati dai nostri enti di gestione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Al di là di ogni altra considerazione, ritenevo e ritengo che vi siano argomenti più urgenti e più importanti da discutere in sede di Consiglio regionale che la Palude di San Genuario.
Penso allo stesso ordine del giorno sul conflitto mediorientale, che credo abbia assunto oggi livelli veramente drammatici, ma penso anche al problema della siccità che sta danneggiando i nostri agricoltori.
Però la Presidenza ha deciso di discutere della Palude di San Genuario: lo capisco ma non lo ritenevo un argomento così urgente e di primaria importanza rispetto ad altri provvedimenti che sono all'o.d.g.
Entro un po' nel merito di questo provvedimento, perché ho letto quello immediatamente successivo che andremo a discutere, cioè il disegno di legge n. 278, inerente a "Sanzioni relative alla normativa del piano naturalistico del sito di importanza comunitario Palude di San Genuario".
Quindi, riguarda le sanzioni che andranno a seguire, come provvedimento, il provvedimento che istituisce il sito della Palude di San Genuario.
Chiedo all'Assessore all'agricoltura - gliel'ho chiesto prima e mi ha risposto positivamente, infatti esistono ancora degli insediamenti abitati all'interno di questo sito - se ha letto l'argomento relativo alle sanzioni, perché se qualche agricoltore (l'Assessore competente ha detto che vi sono) vive in quell'area, io vorrei chiedere all'Assessore all'agricoltura come può pensare che queste famiglie possano continuare a fare gli agricoltori. Se leggo le sanzioni previste, capisco che quella è un'area assolutamente disabitata. Se consideriamo il fatto che viene vietato a qualunque privato di andare in quell'area con armi, munizioni ecc., devo capire perché ad un cittadino che purtroppo risiede in quell'area sia fatto divieto, con una legge regionale, di detenere armi o munizioni. Perché mai uno che abita lì non ha diritto, come il vicino che abita a dieci chilometri, di avere il porto d'armi? Non si capisce il perché di questo divieto. Chi abita lì non ha diritto a detenere armi o munizioni a casa sua. Questa è una stranezza incredibile. Non soltanto viene vietata la visita alle comitive; se non viene organizzata una visita in quell'area, la comitiva non può andare, altrimenti paga la multa.
Viene anche vietata l'introduzione di specie vegetali alloctone. Un agricoltore che vive lì, se ha voglia di piantarsi una pianta nel giardino di casa, può solamente farlo se la stessa è riconosciuta in un apposito elenco. Mi sembrano cose incredibili! Non c'è solo il divieto di danneggiamento di qualsiasi specie della flora. Assessore all'agricoltura, mi stia a sentire un attimo. Assessore Taricco, le chiedo un attimo di attenzione. Le chiedo come fa ad accettare al punto 13), la frase "relativo al divieto di danneggiamento di qualsiasi specie della flora". Lei mi dica come fa un agricoltore a coltivare un campo! Quando dà il diserbante muoiono i fiorellini di prato; muoiono i fiorellini di campo! A questo punto gli facciamo la multa da 500 a 1000 euro ogni volta che lui svolge la sua attività per lavorare e mangiare? Ma dico, chi ha redatto un documento di questo tipo, Assessore? Sinceramente, o lì non vive nessuno o stiamo veramente scherzando. O le sanzioni in seguito non verranno applicate ai residenti), ma lo dobbiamo scrivere; oppure prendiamo in giro gli ambientalisti dicendo che ci sono dei divieti che non verranno rispettati perché non sono rispettabili.
Altrimenti ai "poveri Cristi" che lì vivono, diciamo: "Signori, sapete la novità? Fate le valigie e andatevene a casa vostra, perché lì non potete più continuare a fare gli agricoltori".
Quindi, vi chiedo un attimo di riflessione. Alcune cose sono da cassare, perché questo provvedimento è ridicolo.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 166, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Casoni di anticipare l'esame degli ordini del giorno relativi alla siccità e alla questioni sollevate dal fallimento della società Consortium MFP


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare il collegato disegno di legge n. 278, di cui relatore è il Consigliere Ferraris.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Dal momento che abbiamo appena votato questo provvedimento, sarebbe utile, per agevolare la consistenza dei nostri lavori, esaminare due importanti ordini del giorno, che riguardano questioni che o affrontiamo oggi, o diciamoci pure chiaramente che la Regione, su questi temi, non è competente. Siamo già arrivati al 20 di luglio e se il tema della siccità non lo affrontiamo entro oggi, tanto vale stralciarlo. Io chiedo che venga stralciato dall'ordine dei nostri lavori perché mi sembra che prendiamo in giro i piemontesi, che ci hanno chiesto di prendere qualche provvedimento o una direttiva su questo tema. Lasciamo pure che i campi rimangano senz'acqua, lasciamo che ci sia il problema e intanto noi ci occupiamo di istituire qualche regolamento, o qualche altra cosa. Chiederei...



PRESIDENTE

Collega Casoni, le chiedo di specificare qual è l'oggetto della sua richiesta.



CASONI William

La richiesta è di affrontare immediatamente l'ordine del giorno sulla siccità e sul tema dei lavoratori del TOROC (ribadisco che sono 250 dipendenti) interessati da Consortium, che rischiano il posto di lavoro.
Pertanto, o noi decidiamo su questi due temi, oppure diciamo che sul tema della siccità e su Consortium, non facciamo niente, cioè ammettiamo che la Regione non è garante nei confronti di Consortium, né che prende decisioni sulla siccità. Siamo negli ultimi Consigli estivi, perché, di fatto, con la fine del mese si concluderanno i lavori. Se non affrontiamo questi due temi, credo che la Regione produca veramente poco o nulla.
Vedo che c'è in Aula la Presidente Bresso e chiederei anche a lei se ritiene più importante discutere di siccità piuttosto che dell'istituzione del regolamento di una riserva, che fra l'altro ci riserviamo di far passare senza nessun problema. Visto che abbiamo approvato il primo dei provvedimenti relativi al Piano naturalistico, adesso affrontiamo le questioni che hanno un po' più di corpo.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Casoni. Poiché la sua è una mozione d'ordine, vorrei sapere cosa chiede.



CASONI William

Chiedo di esaminare i punti 10) e 11) all'o.d.g. relativi alla siccità e al TOROC, prima di completare il disegno di legge n. 278.



PRESIDENTE

Quindi, chiede che i punti 10) e 11) vengano iscritti come punto 5 bis) e come punto 5 ter) all'o.d.g.



CASONI William

Esatto. Credo che ne guadagniamo tutti. Sono ordini del giorno peraltro, firmati trasversalmente.



PRESIDENTE

Mi permetto solo di ricordare a tutti i colleghi che il disegno di legge n. 278, di cui al punto 6) all'o.d.g., è strettamente connesso alla deliberazione n. 166, quindi è necessario evitare che i due temi siano disgiunti.
Detto questo, abbiamo una richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
avanzata a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale, dal Presidente Casoni.
C'è la possibilità di un intervento in senso contrario. O la richiesta viene accettata all'unanimità, oppure sono tenuto a metterla in votazione.
Si possono fare mille proposte di inversioni, ma su ogni proposta pu intervenire, in senso contrario, un Consigliere.
Ci sono interventi in senso contrario? Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Intervengo in senso contrario. Deciderete alla fine se il mio è stato un intervento al contrario.
Credo che noi potremmo saltare il punto 7) all'o.d.g., finire la discussione sul punto 6), per poi terminare l'esame del punto 9) all'o.d.g., che deve essere solo votato, anche perché la discussione era conclusa. Dopodiché si può immediatamente passare alla votazione e approvazione degli ordini del giorno sulla siccità e sui lavoratori di Consortium.



PRESIDENTE

In sintesi, la sua proposta, Consigliere Robotti è di procedere votando il punto 6), per poi passare agli ordini del giorno sulla siccità e su Consortium.
Essendo emerse due diverse proposte, devo mettere in votazione una dopo l'altra, se non si arriva ad una larga intesa tra i colleghi Consiglieri.
Prima di metterle in votazione, chiedo se ci sono altre richieste di intervento.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Vorrei dire che, per quanto mi riguarda, sarebbe opportuno, se troviamo un'intesa, votare il disegno di legge n. 278, che è collegato alla deliberazione n. 166. Ricordo che l'ultima volta abbiamo interrotto il Consiglio regionale in fase di votazione per mancanza del numero legale (era stata chiusa la discussione, eravamo in fase di votazione, ma mancava il numero legale); propongo quindi di procedere alla votazione che ricordava adesso il Consigliere Robotti per poi passare subito ai due ordini del giorno richiamati dal collega Casoni. In questo modo ci organizziamo in modo più ordinato. Ripeto: propongo di discutere il disegno di legge n. 278, perché collegato alla deliberazione n. 166 che abbiamo appena votato; votare gli ordini del giorno che avevamo sospeso la volta scorsa (già discussi), per poi passare subito agli ordini proposti dal collega Casoni. Quindi, finire la votazione (perché eravamo in fase di votazione).


Argomento:

Inversioni punti all'o.d.g


PRESIDENTE

Provo a riassumere la proposta metodologica del Consigliere Muliere.
Passare alla votazione del punto 6) all'o.d.g., strettamente collegato al punto 5) appena votato, procedere con la votazione degli ordini del giorno di cui al punto 9), sui quali si è già esaurita la discussione, infine agli ordini del giorno richiamati dal Consigliere Casoni.
Se non ci sono ulteriori osservazioni, possiamo considerarla accolta all'unanimità.



(L'Assemblea, unanime, concorda ed approva la proposta)


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame disegno di legge n. 278, inerente a "Sanzioni relative alla normativa del Piano naturalistico del sito di importanza comunitaria Palude di San Genuario"


PRESIDENTE

Come convenuto, passiamo all'esame del disegno di legge n. 278, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Ferraris.



FERRARIS Giorgio, relatore

Tra l'altro, era necessario esaminarlo, perché la legge n. 57 prevede che il Piano naturalistico entri in vigore dalla data di esecutività della delibera, mentre l'articolo successivo prevede che le sanzioni devono essere stabilite con legge regionale.
Le sanzioni sono omogenee ad altri tipi di sanzioni analoghe per situazioni di questo genere. È previsto, ove necessario, anche l'intervento di ripristino. Ove non è possibile il ripristino c'è un corrispettivo economico, che viene incassato dall'area che gestisce il sito di interesse comunitario e che verrà utilizzato per interventi di ripristino o di miglioramento di tipo ambientale.



PRESIDENTE

Ci sono richieste d'intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Anche se non riportato né nel testo, né tanto meno nella relazione dove avrebbe dovuto trovare posto, si evince che, sia sul disegno di legge n.
278, sia sul n. 16, dalla lettura della legge originaria - me ne parlava prima la dottoressa Garabello - queste sanzioni non vengono applicate a chi in quella zona già risiede o a chi è proprietario di terreni agricoli.
Pertanto, se questo mi viene confermato anche dall'Assessore, nulla osta a passare alla votazione del provvedimento. Non creeremo alcun problema, ci limiteremo ad astenerci poiché noi non siamo d'accordo sulle eccessive limitazioni. Siamo d'accordo sulle aree protette, ma non siamo d'accordo ad un uso eccessivo di limitazione e sanzioni.
Perlomeno, la garanzia che a chi lì vive, abita e lavora queste sanzioni non siano applicate ci pare un obbligo.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Bene, chiudiamo la discussione con una replica dell'Assessore De Ruggiero.
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Non è una replica. La dottoressa Garabello è stata più veloce di me e spero anche più attendibile. Volevo solo confermare che è così come la dottoressa le ha comunicato.



PRESIDENTE

Non ci sono interventi per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
Non ci sono interventi per dichiarazione di voto sull'intero testo.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Proseguimento ed esame discussione congiunta dei seguenti ordini del giorno:

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 364, inerente a "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza" presentato dai Consiglieri Robotti, Clement, Comella Boeti, Bossuto, Travaglini, Auddino, Moriconi, Larizza, Dalmasso Cavallaro, Bellion, Pozzi, Reschigna, Barassi, Turigliatto, Valloggia e Rostagno

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 335, inerente a "Condanna delle sanzioni dell'Unione Europea alla Palestina", presentato dai Consiglieri Chieppa Robotti, Dalmasso, Moriconi, Bossuto, Barassi, Deambrogio e Spinosa

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 384, inerente a "Riconoscimento di due stati Israele e Stato Palestinese" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Vignale Boniperti, Casoni e Botta

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 394, inerente a "Grave situazione Medio Oriente" presentato dai Consiglieri Travaglini, Boeti, Bellion, Ricca, Robotti Cavallaro, Pozzi, Barassi, Reschigna, Deambrogio, Ronzani, Clement Auddino, Ferraris, Bertetto, Muliere, Dalmasso, Bossuto e Spinosa

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 395 inerente a "Situazione in Medio Oriente" presentato dai Consiglieri Burzi, Cavallera, Ferrero, Pedrale, Cotto, Leo Guida, Rossi, Giovine e Novero


PRESIDENTE

Passiamo ora, come convenuto, al punto 9) all'o.d.g., relativo agli ordini del giorno sulla crisi israelo-palestinese. Era mancato il numero legale durante la votazione sull'ordine del giorno n. 364.
Siamo tenuti a ripetere la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 364.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Avrei voluto insistere prima, visto che la votazione non era ancora iniziata, ma poteva essere inteso come un tentativo di modificare la procedura che si era concordata.
Ricordo a tutti noi, ma lo ricordo in maniera sommessa, che la situazione in cui oggi votiamo è, non credo solo ai miei occhi, molto diversa rispetto al momento in cui la sessione s'interruppe. Noi, per altre ragioni, come minoranza non eravamo presenti ed abbiamo apprezzato la non forzatura, da parte della maggioranza, conseguente alla nostra assenza.
Non credo ci sia nessuna ricerca di strumentalizzazione nelle mie parole. Ripeto, la situazione di oggi è, ai miei occhi, molto diversa di quando interrompemmo la sessione. Chiedo ai colleghi che senso abbia votare degli ordini del giorno che, qualunque sia la motivazione che ha portato ad esprimerli, sono quantomeno inadeguati.
Ciò che appare chiaro dalla precedente votazione, di cui avremo resoconto - lo dico senza istinti polemici - è che vi è il numero legale ma non la maggioranza, in quanto 23 voti non sono la maggioranza, ma non è l'elemento che m'interessa sottolineare in questo momento.
Chiedo alla Presidenza del Consiglio con quale modalità intendiamo andare avanti su quest'argomento. Personalmente, non considero formale andare avanti nella discussione. Spero che la sessione di oggi non si esaurisca nella mera discussione o votazione di ordini del giorno quantomeno obsoleti.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, rispetto alla sua osservazione sul metodo del nostro procedere, purtroppo, ai sensi del Regolamento, come Presidenza ci troviamo di fronte a dei testi che sono stati presentati in un momento molto diverso, ma che ai sensi del Regolamento sono iscritti a questo punto e, se non vi è un'intesa dei proponenti che li ritirano o che li sostituiscono con altri testi, siamo costretti a procedere alla votazione, secondo l'ordine d'iscrizione.
Se non ho indicazioni in senso contrario, sono tenuto a mettere in votazione l'ordine del giorno n. 335 del Consigliere Chieppa, cui si sono aggiunte altre firme, con la correzione del proponente, che ne ha cancellato il primo capoverso. L'ordine del giorno non viene ritirato.
Siamo in fase di dichiarazione di voto. Noi siamo tenuti a votare l'ordine del giorno n. 335, posto che abbiamo già votato e approvato l'ordine del giorno n. 364.
In merito all'ordine del giorno n. 364 appena approvato è arrivata una dichiarazione, che alleghiamo a verbale, nella quale i Consiglieri Lepri e Motta dichiarano di modificare il loro voto per mero errore tecnico sull'ordine del giorno n. 364, intendendo esprimere la sola presenza in aula. Questa dichiarazione è ininfluente sull'esito del voto, quindi l'ordine giorno è comunque approvato.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 335.
La parola al Consigliere Travaglini per mozione d'ordine.



TRAVAGLINI Marco

Intervengo per mozione d'ordine, essendo il primo firmatario, per ritirare l'ordine del giorno n. 394 sulla grave situazione in Medio Oriente, in quanto ritengo che i fatti e gli eventi abbiano ormai superato tale ordine del giorno. Quanto sta accadendo è consegnato alle cronache e alla storia, pertanto, a questo punto, ci sembra opportuno ritirarlo poiché, ormai, riteniamo sia superato dagli eventi.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 394 è ritirato in quanto ritenuto superato.
La parola al Consigliere Casoni per mozione d'ordine.



CASONI William

Signor Presidente, lei ha appena dato comunicazione di una modifica del voto relativo al precedente ordine del giorno approvato. Siccome il tabellone è diventato completamente azzurro, non ci è chiaro chi ha votato a favore, chi ha votato contro e chi si è astenuto. Pertanto, gradiremmo conoscere questi dati o che fosse ripetuto il voto anche per appello nominale, perché non c'è stato questo elemento di chiarezza.
Lei ha detto di guardare quel tabellone, però, l'altro tabellone era tutto blu come è adesso, pertanto, nonostante ci fossimo girati per vedere i voti espressi, questo non è stato possibile. Tra l'altro, apprendiamo che due Consiglieri hanno modificato il loro voto. Per chiarezza ritengo opportuno ripetere la votazione, tanto se i numeri ci sono non cambia nulla. Relativamente a questo ordine del giorno vogliamo sapere chi vota a favore, chi si astiene e chi vota contro. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, non è stata richiesta la votazione per appello nominale. Se fosse stata richiesta, sarebbe stata effettuata. Visto il precedente, avremo cura di chiedere la votazione per appello nominale sugli altri ordini del giorno relativi allo stesso tema che andremo a votare.Quanto alla votazione pregressa, purtroppo, essendosi chiusa la votazione, non siamo più in grado di fornire i dati con l'espressione del voto per ciascun Consigliere. Il sistema è in grado di fornire unicamente questo foglio di sintesi in cui sono riportati i presenti, coloro che hanno votato no, coloro che hanno votato sì, gli astenuti e coloro che non hanno votato.
Questo è quanto, oggi, ci consente di fare il nostro sistema. La votazione era comunque valida. A meno che non venga richiesta la votazione e ci sia l'accordo unanime, non vedo il motivo di rifare una votazione che comunque, dal punto di vista numerico e anche procedurale, era valida.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, ritornerei sul punto che lei ha appena esaurito perché, probabilmente, il motivo sta proprio all'interno di quanto lei ha dichiarato, compresa la dichiarazione che lei cortesemente ci ha letto. Due Consiglieri hanno detto di aver modificato il loro voto. Sul tabellone, se la memoria non mi sfugge, c'era scritto "23 a favore". Adesso cosa vuol dire, che sono 21, 25? Se lei mi dà la risposta e la garantisce non c'è motivo per ripetere la votazione. Se lei, come credo, non lo sa, perché non lo può sapere, il motivo per ripetere la votazione c'è eccome.
Allora, 21, 23, 25? Quale dei tre numeri dispari preferisce?



PRESIDENTE

Il Consigliere Lepri ha chiesto di intervenire sulla mozione d'ordine quindi, potrà dare di persona i chiarimenti.



LEPRI Stefano

Ricordo la dichiarazione di voto della scorsa settimana nella quale avevamo annunciato il voto di quasi tutto il Gruppo per la sola presenza in Aula. Per mero errore materiale - io ero in altra sede - ci siamo confusi non è stato possibile, a differenza di altre occasioni, tornare indietro perché garantendo la presenza si esprime un voto, non è possibile ritornare alla sola presenza. Abbiamo fatto notare che ci eravamo sbagliati, poi questo è l'esito. Confermiamo che il nostro orientamento era quello già annunciato, quindi, nessuna sorpresa, intendevamo garantire la sola presenza in Aula.



PRESIDENTE

Scusate, mi pare di capire che i colleghi Motta e Lepri abbiano votato a favore quando, invece, intendevano non votare. Quindi, era loro intenzione assicurare la presenza e non votare, non partecipare al voto perciò il risultato finale è: 44 presenti, 12 no, 21 sì, 3 astensioni e 8 non votanti.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Mi sembra che qui stiamo complicando le cose oltre misura. Sono presenti gli stessi Consiglieri di prima, presumo che nessuno abbia cambiato idea, perché non vuole ripetere questo voto? Vinceranno chiaramente, in quanto nessuno pensa che si siano spostati dei voti. Perch lei deve fare dei calcoli: più due, meno due, cosa hanno detto? In un minuto possiamo ripetere il voto e, poi, proseguire.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, pensavo fosse di buonsenso e le cose mi parevano chiare, ma, se così non è, se nessuno si oppone, procediamo alla ripetizione del voto, però, prego i signori Consiglieri di stare seduti.
La parola al Consigliere Larizza per mozione d'ordine.



LARIZZA Rocco

Signor Presidente, non so se c'è un riferimento specifico nel Regolamento, però, un voto fatto è un voto fatto, non dobbiamo tornare indietro a rifare le votazioni. Non ho mai visto un tale comportamento nelle Istituzioni. Dove stiamo discutendo?



(Commenti fuori microfono)



LARIZZA Rocco

Se lo avete visto, per quanto mi riguarda sarebbe meglio non vederlo perché siamo tutti adulti e siamo stati eletti per votare. Quando uno ha votato ha votato, altrimenti, è come chiedere indietro la scheda che è stata inserita nell'urna.
stato chiarito il numero dei votanti e io sono contrario, a meno che il Presidente non mi spieghi qual è il passaggio del Regolamento che ci costringe a ripetere un voto già espresso. Se si verifica una cosa del genere sono per contestarla anche fino a domattina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia per mozione d'ordine. Poi, terminiamo le mozioni d'ordine.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, se ritiene di riunire l'Ufficio di Presidenza possiamo sospendere tre minuti, altrimenti, vede, non è che la concezione democratica estemporanea del collega Larizza possa trovare cittadinanza in un'Assemblea regionale...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Larizza)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Scusi, collega Ghiglia, interviene per mozione d'ordine...



GHIGLIA Agostino

Guarda che "estemporaneo" non è un insulto. So che tu hai difficoltà con l'italiano, ma "estemporaneo" non è un insulto, Consigliere Larizza! Estemporaneo non è un insulto!



(Commenti fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Tu Robotti fatti gli affari tuoi!



(Commenti fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Presidente, spieghi...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Richiami il collega Ghiglia!



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.30 riprende alle ore 16.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Egregi colleghi, l'Ufficio di Presidenza si è riunito e ha deliberato all'unanimità, che, ai sensi dell'articolo 67, commi 2 e 3, la votazione verrà ripetuta. Leggo i commi dell'articolo 67, in maniera che sia chiaro il senso e il motivo per cui si è addivenuti a questa decisione.
L'articolo 67, comma 2, recita: "Il voto per alzata di mano è soggetto a riprova se questa è richiesta, immediatamente dopo la proclamazione del risultato, da un Consigliere".
L'articolo 67, comma 3, recita: "Il Presidente, qualora ritenga che sussistano dubbi sul risultato, può disporre la ripetizione del voto per appello nominale".
Sappiamo che sono state espresse, anche da autorevoli colleghi posizioni in senso dissenziente da questa opinione e quindi ho concordato con i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, che i citati commi dell'articolo 67 inducano, per maggior chiarezza, a disporre la ripetizione del voto.
Eravamo in fase di votazione; pertanto procederemo a una nuova votazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Chiedo scusa, signor Presidente: a costo di sembrare ancora una volta estemporaneo, dissento dall'interpretazione dell'Ufficio di Presidenza.
Chiedo scusa anche per la presunzione, ma non parteciperò al voto. Dato che è discrezionale la decisione del Presidente, come lei stesso ha commentato leggendo l'articolo, mi permetto di aggiungere una riflessione: un'Aula come questa dovrebbe sapere che stiamo discutendo una questione che negli ultimi sette giorni è cambiata radicalmente, tanto è vero che l'ordine del giorno presentato dal mio Gruppo è stato ritirato.
Ho almeno due ragioni per non partecipare a questo voto che ritengo secondo la mia modesta interpretazione, inutile, dannoso e, soprattutto non conforme al Regolamento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai ragazzi che partecipano ad "Estate Ragazzi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i ragazzi che partecipano ad "Estate Ragazzi" di Torino, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

Proseguimento ed esame discussione congiunta dei seguenti ordini del giorno:

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 364, inerente a "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza" presentato dai Consiglieri Robotti, Clement, Comella Boeti, Bossuto, Travaglini, Auddino, Moriconi, Larizza, Dalmasso Cavallaro, Bellion, Pozzi, Reschigna, Barassi, Turigliatto, Valloggia e Rostagno

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 335, inerente a "Condanna delle sanzioni dell'Unione Europea alla Palestina" presentato dai Consiglieri Chieppa Robotti, Dalmasso, Moriconi, Bossuto, Barassi, Deambrogio e Spinosa

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 384 , inerente a "Riconoscimento di due stati Israele e Stato Palestinese" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Vignale Boniperti, Casoni e Botta

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 394 inerente a "Grave situazione Medio Oriente" presentato dai Consiglieri Travaglini, Boeti, Bellion, Ricca, Robotti Cavallaro, Pozzi, Barassi, Reschigna, Deambrogio, Ronzani, Clement Auddino, Ferraris, Bertetto, Muliere, Dalmasso, Bossuto e Spinosa

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 395, inerente a "Situazione in Medio Oriente" presentato dai Consiglieri Burzi, Cavallera, Ferrero, Pedrale, Cotto, Leo Guida, Rossi, Giovine e Novero (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Noi parteciperemo a questo voto, ma chiediamo che venga registrato e verbalizzato il nostro parere contrario a questa scelta.



PRESIDENTE

Registro le obiezioni e mi dispiace che l'incidente verificatosi nella votazione abbia avuto questi strascichi. Vi prego, però, di avere molta attenzione nella ripetizione del voto, in maniera tale da non avere più dubbi.
Saremo chiamati in seguito ad altre votazioni, quindi pregherei i Consiglieri di non allontanarsi dai loro banchi, perché l'andirivieni dall'Aula a fuori Aula non agevola un corretto svolgimento delle votazioni.
Comunico che il voto avverrà per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 364, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preoccupato dalla strage di dieci civili palestinesi (tra i quali due bimbi di 6 e 18 mesi) compiuta il 9 giugno 2006 dalle forze armate israeliane sulla spiaggia di Sudanya a nord di Gaza dall'escalation di violenza dello Stato di Israele nei confronti della popolazione palestinese, come testimoniano i tre raid effettuati il 13 giugno 2006 che hanno causato almeno 9 morti, tra cui due bambini sottolineato che anche il Segretario Generale dell'ONU ha condannato con fermezza i fatti del 9 giugno 2006 rivolgendo un pressante invito alle parti a cessare ogni forma di violenza che questi avvenimenti pongono in oggettiva difficoltà il Presidente palestinese Abu Mazen nel momento in cui si appresta a annunciare un referendum sul documento sottoscritto da dirigenti palestinesi reclusi in Israele in cui si evoca la creazione di uno stato indipendente, secondo le linee di demarcazione in vigore fino al 1967, che costituirebbe, di fatto un riconoscimento di Israele che non si contano le Risoluzioni ONU che chiedono ad Israele il rispetto dei diritti dei palestinesi, tra le quali la Risoluzione n. 242 del 22 novembre 1967, votata all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza, compreso quindi il voto degli USA, che chiede il ritiro immediato delle forze armate israeliane dai territori occupati e il riconoscimento della sovranità dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica di ciascuno stato della regione, e la n. 1397 del 12 marzo 2002 in cui per la prima volta si indica l'esistenza di una regione in cui due Stati, Israele e Palestina vivano fianco a fianco, all'interno di frontiere riconosciute e sicure condanna senza riserva le stragi compiute il 9 e il 13 giugno 2006 dallo Stato di Israele, come ogni altro atto di terrorismo di matrice fondamentalista che provoca vittime tra la popolazione civile rivolge un accorato appello a tutte le parti affinché cessino le violenze e si riprenda il dialogo unica soluzione per arrivare alla creazione di uno Stato indipendente palestinese e quindi alla pace e sicurezza per tutti gli Stati della regione invita il Governo Italiano a farsi attivamente carico, d'intesa con l'Unione Europea, di un'iniziativa di pace e di dialogo presso le dirigenze israeliana e palestinese." L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno risposto Sì 21 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio approva.
Comunico che la stampa dell'esito della votazione è a disposizione.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 335, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che dal 1948, centinaia di risoluzioni dell'ONU hanno condannato le politiche coloniali e discriminatorie di Israele come illegali e sollecitato immediati, adeguati e effettivi rimedi La Corte Internazionale di Giustizia (JCJ) dell'Aja ha giudicato illegale il "muro" costruito da Israele nei territori Palestinesi occupati, e che lo stesso continua nella sua realizzazione in totale disprezzo della decisione della Corte e del diritto all'autodeterminazione dei Popoli verificato che da anni, tutti i rapporti dell'ONU e delle agenzie per i diritti umani confermano l'emergenza umanitaria nelle città e nei territori palestinesi occupati e assediati da Israele l'Unione Europea ha deciso di sospendere gli aiuti economici alla Palestina questa pericolosa scelta di politica estera dell'UE, sta provocando seri problemi nella gestione dei servizi essenziali, a cominciare dalla sanità l'alimentazione e l'istruzione,con conseguenze gravissime sulle popolazioni civili a fronte di tale situazione, che si acuisce giorno dopo giorno, così come la mancanza di un reddito, porterà ad un peggioramento della qualità della vita delle famiglie palestinesi, e inevitabilmente delle condizioni ambientali e igieniche, con il rischio di un incremento delle malattie infettive questa situazione, che vede come unico risultato la sofferenza della gente comune, "colpevole" di aver espresso con il proprio voto democratico sancito dagli osservatori internazionali, un governo legittimo tutto ciò premesso esprime netto dissenso rispetto alla decisione assunta dalla Comunità Europea di sanzionare il legittimo governo dello Stato Palestinese attraverso la sospensione degli aiuti economici ribadisce la necessità di avere due Popoli e due Stati, riconosciuti entrambi dalla comunità internazionale, e Il rispetto delle risoluzioni dell'ONU per una pacificazione dell'area impegna la Presidente e la Giunta A trasmettere al futuro Governo Prodi e al Parlamento Europeo, il dissenso nei confronti delle sanzioni emanate dall'UE a carico del popolo palestinese Ad opporsi ad ogni azione che pregiudichi il diritto inalienabile all'autodeterminazione dei popoli, e i diritti sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite Ad avviare concreti rapporti di cooperazione con il popolo palestinese, per lo sviluppo economico e sociale dell'area".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno risposto Sì 8 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 14 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Comunico che l'ordine del giorno n. 384 è integrato da un emendamento firmato dal Consigliere Botta, accolto dal proponente.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 384, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso il doveroso riconoscimento di due stati, Israele e Stato Palestinese, che hanno diritto alla piena cittadinanza nei consessi internazionali condanna le azioni terroristiche, mosse anche da esponenti del Parlamento e del Governo dello Stato Palestinese, contro lo stato di Israele nonché le azioni di rappresaglia compiute dall'Esercito israeliano nei confronti della popolazione civile palestinese auspica che la Regione Piemonte nella persona della Presidente Bresso si faccia parte attiva nei confronti del Governo nazionale e di tutte le Istituzioni competenti affinché si garantiscano i legittimi diritti dei cittadini palestinesi e israeliani alla sicurezza, alla libertà, alla convivenza civile".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 52 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno risposto Sì 16 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Ricordo che l'ordine del giorno n. 394, presentato dal Consigliere Travaglini, viene ritirato.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 395, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerata la situazione in Medio Oriente, con la recrudescenza degli episodi di violenza tra Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese, in concomitanza con l'ascesa al governo della fazione Hamas, che hanno determinato numerose vittime civili di entrambe le parti in lotta ritenendo che il futuro di quest'area nevralgica possa essere garantito solo perseguendo un processo di pace e di reciproca fiducia, che punti alla costituzione di due Stati, autonomi e sovrani, con il pieno riconoscimento della legittimità di uno Stato Palestinese da un lato, e del diritto all'esistenza di uno Stato Israeliano da parte di tutto il mondo arabo esprime la più ferma condanna di tutte le azioni di violenza commesse a qualsiasi titolo in Medio Oriente auspica la ripresa di un percorso di pacificazione che consenta di garantire la libera convivenza di Israeliani e Palestinesi impegna la Giunta regionale a farsi interprete presso il Governo italiano affinché intervenga in tutte le edi internazionali per contribuire al superamento del conflitto israelo palestinese".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 52 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno risposto Sì 16 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Ricordo che tutte le votazioni sono avvenute per appello nominale e che le stampe degli esiti delle votazioni sono a disposizione per tutti i Consiglieri.


Argomento:

Discussione congiunta dei seguenti ordini del giorno e mozione (rinvio in Commissione)

Argomento: Calamità naturali

Esame ordine del giorno n. 372, inerente a "Richiesta stato di crisi per la siccità" presentato dai Consiglieri Novero, Rossi, Dutto e Monteggia (rinvio)

Argomento: Calamità naturali

Esame ordine del giorno n. 375, inerente a "Siccità in Piemonte" presentato dai Consiglieri Scanderebech e Guida (rinvio)

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame mozione n. 37 presentata dai Consiglieri Casoni, Vignale, Botta Boniperti e Ghiglia inerente a "Interventi immediati per far fronte alla siccità nelle imprese agricole piemontesi", (collegati ai seguenti atti ispettivi: interpellanze n. 532 e n. 805, interrogazioni n. 812 e n. 813)(rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 10) all'o.d.g., inerente agli ordini del giorno relativi alla siccità.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Non so quanti colleghi abbiano sofferto, nella loro vita, di emicrania.
L'emicrania è un dolore tremendo che si combatte con qualche analgesico. Si prende l'analgesico, passa l'emicrania, ma non passa la causa del dolore, e allora poi bisogna provvedere con qualcos'altro.
Il nostro ordine del giorno non ha la pretesa di "guarire dall'emicrania", ma limitare i danni che la nostra agricoltura sta subendo quest'anno a causa di una siccità che sembrava dovesse superare quella del 2003, i cui effetti continuano, anche se leggermente attenuata negli ultimi tempi da qualche pioggia.
Per questo motivo, chiediamo con urgenza lo stato di calamità naturale non siamo solo a chiederlo, perché mi pare un discorso trasversale - per risolvere i problemi causati dalla siccità.
Devo dare atto che una parte degli interventi che pensavamo fossero da attuare dopo la proclamazione dello stato di calamità, sono stati già attuati dagli Assessori Taricco e De Ruggiero. In specifico, nella nostra zona c'è un rio non alimentato da ghiacciai, che rischiava di causare danni superiori a quelli, già gravi, del resto del Piemonte. L'intervento è stato immediato.
Do atto di questo intervento e ringrazio.
Personalmente ritengo che i danni all'agricoltura abbiano toccato tutta la nostra Regione. Per questo motivo, riteniamo che questo ordine del giorno debba essere approvato e sia necessario attivare i conseguenti provvedimenti, partendo dal presupposto che si tratta di un'azione di emergenza, che non risolverà, però, i problemi futuri. Siamo consapevoli del fatto che il clima si stia lentamente modificando, per cui tali problemi si ripresenteranno periodicamente. Pertanto, oltre ad invitare i colleghi a votare tale provvedimento, sollecito la Giunta e gli Assessori competenti in materia ad attivarsi tempestivamente con provvedimenti strutturali, e non di emergenza come questo.
inutile spiegare a colleghi più esperti di me, come gli Assessori Taricco e De Ruggiero, cosa occorre fare, perché lo sanno perfettamente.
Potrebbe essere utile, ad esempio, studiare la possibilità di invasi: l'acqua che cade durante l'anno, sottoforma di precipitazioni, viene completamente sprecata perché non abbiamo più invasi. Vorrei far notare che la maggior parte degli invasi che avevamo in passato oggi non esiste più.
Magari era una piccola cosa, ma il piccolo invaso di Funghera, per esempio che serviva a scopo idroelettrico, è asciutto, perché dal punto di vista economico si è ritenuto non utile mantenerlo in funzione.
Tante piccole gocce, però, formano un mare. E allora non solo non si creano nuovi invasi per utilizzare l'acqua in caso di necessità, ma addirittura si regredisce (perlomeno nelle mie valli è sicuramente così, e penso che sia un discorso piuttosto generalizzato).
Nel momento in cui invito a votare questo ordine del giorno, credo sia ancora più pressante ribadire che l'anno prossimo il problema si riproporrà, perché sicuramente non riusciremo ad intervenire con grandi impegni entro l'anno prossimo. Lo stesso discorso vale per il trasporto dell'acqua, che viene in gran parte sprecato durante l'adduzione; molta acqua viene completamente sprecata perché manca il canale, o la presa o quant'altro. Dobbiamo tornare a investire. In passato i nostri nonni hanno creato una rete incredibile con pale e carriole. Oggi, che abbiamo a disposizione mezzi enormi per intervenire, non lo facciamo. Abbiamo trascurato questo settore, ammettiamolo.
Invito allora ad intervenire e a votare questo ordine per la proclamazione dello stato di calamità. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Pensavo che i presentatori degli altri ordini del giorno intervenissero precedentemente.
Va da sé che gli ordini del giorno sono tre, ma il problema è uno solo.
Naturalmente siamo assolutamente d'accordo a richiamare, in tutti i modi l'attenzione della pubblica opinione, dei governanti e della Giunta regionale su questo tema. Noi lo abbiamo fatto più volte mediante interrogazioni e interpellanze, e adesso, in occasione di questi ordini del giorno, non possiamo, ovviamente, non intervenire.
Anche quest'anno si ripetono situazioni già viste in precedenza, che avevano indotto l'amministrazione a predisporre una serie di interventi strutturali che, a nostro avviso, sono gli unici che potrebbero portare nel tempo, qualche giovamento.
In tutte le situazioni di carenza, il primo intervento è senz'altro quello di un corretto utilizzo della risorsa disponibile.
Il collega Novero prima parlava di sistemi irrigui che perdono. La stessa cosa può essere ipotizzata anche nei confronti degli acquedotti: sono necessari, quindi, interventi di manutenzione per migliorare l'utilizzo della risorsa primaria dell'acqua e, magari, si potrebbero studiare nuove tecniche di irrigazione a minor consumo di acqua.
Il Piano di Sviluppo Rurale che stiamo discutendo in queste settimane senz'altro dovrà avere una sezione in cui prevedere, nei limiti delle risorse disponibili, interventi per trasformare i sistemi irrigui delle aziende agricole nella direzione di un minor utilizzo di acqua per unità di superficie coltivata che abbisogna di irrigazione.
Il collega Novero poneva l'esempio di un corso d'acqua che non era alimentato dallo scioglimento delle nevi dei ghiacciai. Purtroppo, forse la metà del Piemonte (perlomeno la zona collinare e montana del sud del Piemonte) non si avvantaggia della riserva - peraltro in riduzione - dei nevai e dei ghiacciai perenni. E proprio laddove si vive soprattutto di precipitazioni atmosferiche, dobbiamo assolutamente prevedere degli invasi per trattenere l'acqua e utilizzarla quando serve. Tutto questo naturalmente, insieme a quelle politiche di risparmio e di razionalizzazione di cui si parlava poc'anzi, sulle quali siamo tutti d'accordo. Si tratta,ovviamente,di attivarle.
Quest'anno, con ogni probabilità, siamo sul filo del rasoio dell'emergenza e lo stato di calamità è percepibile: dichiararlo o meno è un dato amministrativo, ma di fatto c'é già.
Sappiamo che se è riconosciuto a livello nazionale scattano una serie di provvedimenti finanziari, ma soprattutto ci consente di intervenire in deroga alle normative vigenti all'autorità regionale, perché la Presidenza del Consiglio gli conferisce poteri straordinari.
A mio avviso, prima di sciogliere le righe, una richiesta ufficiale della Giunta regionale nei confronti del Governo non sarebbe sbagliata. Si tratterebbe di gestirla come la stagione dirà: non siamo degli indovini per cui non vogliamo essere né pessimisti né ottimisti, ma realisti. Sotto questo profilo, invitiamo la Giunta ad adoperarsi in tal senso.
Voteremo, dunque, tutti e tre gli ordini del giorno (anche se, in teoria, se ne poteva redigere uno onnicomprensivo), che idealmente sottoscriviamo. In ultimo, vorrei soltanto fare due brevi considerazioni.
La prima è questa: lunedì prossimo è convocata la Commissione ambiente della Camera, presieduta da Realacci, in visita nella Valle del Po, con una tappa ad Alessandria, una a Parma e un'altra a Rovigo, se non erro.
La tappa piemontese di Alessandria credo presupponga la presenza della Giunta regionale (senz'altro gli Assessori saranno presenti). In quell'occasione bisognerà presentare la nostra situazione e ribadire la necessità di una normativa più snella e più incisiva, oltre che di qualche risorsa. Tutto sommato, viviamo in un'epoca in cui è difficile acquisire delle risorse, per cui, partire da una situazione di emergenza oggettiva toccata con mano dalla Commissione competente, porterà senz'altro a qualche risultato. È un'occasione unica, e in veste di Consigliere provinciale visto che sono nella mia città - ho già chiesto personalmente udienza.
Tuttavia, in modo più rappresentativo, sarebbe auspicabile la presenza degli Assessori o dell'Assessore competente delegato dalla Presidenza della Giunta.
La seconda e ultima questione riguarda la famosa discussione sul Piano di Tutela delle acque. Rilevo che tale argomento è stato inserito nell'o.d.g. della Commissione della prossima seduta. Quello sarà il momento di nostra competenza nel quale adottare i provvedimenti che ci riguardano.
Sappiamo che nella nostra regione esiste un ciclo delle acque naturale e un ciclo antropico (governato dall'uomo). Indubbiamente, non possiamo non iscriverci nell'elenco di coloro che vedono e rilevano i cambiamenti climatici avvenuti in questi anni e che hanno determinato una serie di conseguenze gravi anche per quanto riguarda l'agricoltura e la disponibilità d'acqua.
Non voglio ribadire per l'ennesima volta il discorso degli invasi, ma la lingua batte dove il dente duole e, a forza di ripeterlo in modo ossessivo, credo che il problema degli invasi non possa più essere eluso ma vada affrontato in termini più concreti di localizzazione, magari non puntuale, ma meglio inquadrato nel Piano di tutela delle acque, quel Piano di tutela che dovremmo discutere in autunno per arrivare alla sua approvazione.
Sotto questo profilo, sapete qual è il nostro punto di vista: non possiamo non richiamarlo anche in questa sede.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Collega Cavallera, noi avevamo concordato di porre il provvedimento subito in votazione, ma o si pensa più alla sostanza e al contenuto oppure si predilige la dialettica politica.
Sono presenti gli Assessori all'ambiente e all'agricoltura, i quali sono ben al corrente dell'esistenza di un fondo nazionale. Se andiamo avanti nel dichiarare lo stato di calamità, potremo attingere da tale fondo, sempre se avremo svolto un monitoraggio delle perdite subite. Un esempio è il mais: in questo mese dovrebbe avvenire la fioritura, ma purtroppo non la vediamo.
Ci sono delle perdite notevoli nell'ambiente e nel settore agricolo e a questo si aggiunge anche il fatto che gli interessati si devono sempre più rivolgere alle banche. Di conseguenza, a livello regionale dovremmo riuscire ad andare incontro a tutte le varie esigenze, ovviamente dietro un monitoraggio.
Possiamo prenderci un mese, un mese e mezzo di tempo e verso i primi di settembre disporre di un monitoraggio per conoscere veramente l'entità delle perdite sotto l'aspetto economico. Nel frattempo, se andiamo avanti con lo stato di calamità, penso che facciamo solo gli interessi del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Intervengo molto brevemente per illustrare l'ordine del giorno che vede come primo firmatario il nostro Presidente di Gruppo e per unirmi alla richiesta d'attenzione, che sicuramente non mancherà, sulla problematica della siccità, che purtroppo, se non è una problematica annuale, è una problematica triennale (l'ultima grave risale al 2003).
Mi sembra che al riguardo sia già stato detto tutto. A nostro avviso, è indispensabile arrivare non solo alla proclamazione dello stato d'emergenza per cercare di alleviare, almeno in parte, i danni causati da questa condizione atmosferica ai nostri agricoltori, ma soprattutto è importante com'è stato detto anche da altri - affrontare il discorso su una presa di posizione con conseguenti interventi di tipo strutturale.
Sicuramente la nostra memoria non può che rivolgersi al discorso degli invasi, perché purtroppo senza l'acqua - non me ne vorrà l'Assessore De Ruggiero - è difficile contrastare la siccità. Noi comprendiamo che l'acqua non va sprecata e che vi sono difficoltà d'ordine ambientale nella costruzione di medi e anche di piccoli invasi.
Tuttavia, le condizioni atmosferiche di questi ultimi anni - le stesse che si presume si verificheranno anche negli anni prossimi, con precipitazioni sempre meno frequenti, sempre più concentrate, sempre più a carattere torrentizio - non può che portarci ad una seria, ponderata riflessiva, razionale, ma in ogni modo concreta politica dell'accumulo di risorse idriche per far fronte alle nostre necessità, non solo per il bisogno quotidiano umano e industriale, ma anche per le necessità della nostra agricoltura, che senz'acqua, come tutte le agricolture del mondo può morire.
Noi non vogliamo veder morire l'agricoltura piemontese né vogliamo benché oggi qualcuno sostenga che sia meglio lo spinello del vino - che il nostro gran patrimonio vitivinicolo debba diminuire non solo a causa di politiche ministeriali più portate alla creazione di nuove culture, ma anche per cause legate alla siccità. Quindi l'appello che penso provenga da tutti i Gruppi - non solo da quelli d'opposizione, perché sulla questione della siccità non c'è opposizione o maggioranza - è quello di intervenire al più presto possibile, soprattutto con i provvedimenti che l'Assessore De Ruggiero ci sta proponendo e che andremo ad elaborare alla ripresa autunnale.
Occorrono le condizioni affinché una Regione, che si chiama Piemonte e che dovrebbe trovare nella sua configurazione naturale una risposta alle problematiche legate al discorso delle acque, degli invasi e dell'accumulo idrico necessario a superare questi momenti, non debba soffrire e far soffrire i suoi cittadini e i suoi imprenditori ancora a causa di queste carenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Rispetto ai tre ordini del giorno presentati, come Gruppo di Rifondazione Comunista ci rendiamo perfettamente conto del problema sottoposto.
QQQQuello della siccità e della mancanza d'acqua soprattutto in agricoltura,visto che, fortunatamente, per quanto riguarda l'uso idropotabile, per ora non ci sono grossi problemi di carenza d'acqua, è indubbiamente un problema reale che non lo vogliamo sottovalutare n tantomeno affermare che non esiste.
Detto questo occorre anche dire che questa situazione è sicuramente dovuta ala scarsità delle precipitazioni che quest'anno, come i dati ci hanno evidenziato, sono diminuite nei primi mesi dell'anno, ma è soprattutto un problema dovuto ad un innalzamento complessivo delle temperature, quindi ad un cambio e ad una modificazione complessiva del clima. Non possiamo non considerare quest'aspetto, anche perché sappiamo benissimo che la causa principale della modificazione del clima è causata in modo determinante dalle emissioni clima-alteranti.
Pertanto, prima di pensare a risposte d'emergenza che, nel caso i dati dimostrassero l'effettivo stato di calamità, verranno comunque attuate dovremmo cominciare a ragionare, ad esempio, su com'è possibile uniformare la Regione Piemonte e l'Italia nel suo complesso ai parametri indicati dal protocollo di Kyoto relativamente alla riduzione delle emissioni clima alteranti, anche perché è solo attraverso interventi strutturali complessivi che noi riusciamo a dare delle risposte decisive che possono contenere o andare in controtendenza rispetto alla condizione attuale..
La modificazione del clima è sicuramente l'elemento principale, ma ci sono anche altre cause che provocano situazioni di siccità e di mancanza d'acqua, dovute a comportamenti sociali legati all'uso e all'abuso energetico. Sappiamo, ad esempio, che nei bacini montani l'acqua è diminuita a causa delle evaporazioni determinate dall'aumento delle temperature, ma è anche vero che negli stessi bacini i produttori d'energia idroelettrica tendono ad accumulare la poca acqua rimasta per far fronte ai picchi di richiesta energetica di questo periodo. Proprio un mese fa abbiamo avuto un ulteriore picco dovuto anche a un sistema di vita complessivo che tende a divorare energia e a richiederne sempre di più.
Anche su questo occorre andare a fare un ragionamento culturale, sociale ed economico sui modelli di consumo, soprattutto di consumo energetico. La Regione Piemonte sta già portando avanti alcuni provvedimenti in questa direzione, legati soprattutto al risparmio energetico; sono depositati in Commissione ambiente il disegno di legge sul rendimento energetico degli edifici e la delibera sulla qualità dell'aria; questi sono già due elementi importanti, bisogna continuare a ragionare in questa direzione.
C'è poi, rispetto al problema siccità in agricoltura e alla mancanza d'acqua in generale per l'intero ecosistema, anche una responsabilità specifica degli stessi agricoltori, che non investono in tecniche d'irrigazione tese a risparmiare l'uso d'acqua, sto pensando ad esempio all'irrigazione goccia a goccia.. Sono d'accordo che anche la Regione debba dare incentivi in questo senso, ma devono essere gli agricoltori, in prima persona, a lavorare per modificare queste tecniche d'irrigazione. Per un altro verso, gli stessi agricoltori, spingono sempre più verso colture idrovore, non facendo i conti con i cambiamenti climatici in atto e con le situazioni territoriali ed ambientali, creando poi una ricaduta dei costi relativi al mancato rendimento delle coltivazioni su tutta la collettività.
Sto pensando, in particolare, alla coltura del mais, che si sta sviluppando in modo esagerato e con tipologie di sementi non autoctone, e la maggior parte del quale viene coltivato come mangime per gli allevamenti, su cui anche sarebbe opportuno fare dei ragionamenti un po' più ampi, così come sulle spinte che da più parti emergono per lanciare la coltivazione di mais finalizzato alla produzione energetica.
Su questo punto occorrerebbe verificare effettivamente quanto questo tipo di produzione energetica sia più o meno valido economicamente e soprattutto quali e quante ricadute dal punto di vista ambientale essa abbia.
Come sempre, quando si vanno a sviluppare colture diverse, (ma questo dovrebbe valere per ogni scelta economica e politico-amministrativa) occorrerebbe anche fare i conti con quello che è il sistema territoriale e ambientale che abbiamo di fronte ed ai costi futuri connessi a tali scelte e non solo agli interessi più o meno immediati..
Ultima cosa: in alcuni ordini del giorno viene richiesta la realizzazione di grossi invasi. Noi non siamo assolutamente d'accordo con la realizzazione di grossi invasi, non pensiamo che sia questo il modo per risolvere alla radice il problema. Il problema è invece, come ribadivo prima, intervenire sui modelli di consumo energetico, sul piano di sviluppo rurale per incentivare e sviluppare colture in sintonia con le realtà territoriali-ambientali e modificare i sistemi d'irrigazione e di distribuzione e soprattutto definire i criteri di tutela e i tipi di controllo del sistema idrico territoriale; cosa che, come ricordava il Consigliere Cavallera, stanno nel PTA che, peraltro, è stato iscritto all'ordine del giorno della prossima Commissione ambiente.
Il PTA è uno strumento fondamentale di cui la Regione si sta finalmente dotando e che individua elementi di programmazione per la gstione e il controllo della risorsa acqua che, ricordiamo, è un bene pubblico ed è un diritto fondamentale di ogni essere vivente. Per concludere, pur ribadendo la nostra preoccupazione per le crisi idriche che ricadono in modo particolare sul sistema agricolo, dichiariamo che non voteremo questi ordini del giorno perché pensiamo che si debba uscire dalle logiche emergenziali per investire politicamente sulla risorsa acqua con interventi strutturali che vedano il bene comune acqua come diritto e risorsa limitata e fondamentale per il mantenimento dell'intero ecosistema, oltre che per i diversi usi (umano, industriale e agricolo) che di essa si fanno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Come è stato ricordato, ormai sono diversi anni che nel periodo estivo con una certa insistenza, stanno prevalendo nell'opinione pubblica le preoccupazioni per i mutamenti climatici.
Per quanto riguarda l'agricoltura, è chiaro che è il settore in cui il consumo è maggiore: si consumano sino al 60% delle risorse idriche. Il modello agricolo, qualitativo e intensivo, che si è sviluppato in questi decenni, anche nel nostro paese, sull'idea dell'ampia disponibilità di questa risorsa, per cui per certi versi si pensava che potesse essere governata, oggi si dimostra sbagliato. Oggi non è più così, anzi, in certi casi, come ben sappiamo, produrre prodotti agricoli potrebbe voler dire entrare fortemente in competizione con il fabbisogno umano o energetico (come è stato ricordato) e rompere quell'equilibrio di sostenibilità.
La risposta ai nuovi interrogativi non risiede, come è stato fatto negli anni scorsi anche con quest'ultimo Governo, in una nuova gerarchia sull'utilizzo delle risorse idriche nelle fasi di emergenza: fabbisogno umano, agricoltura, le trote, l'energia ecc. Occorre invece, secondo noi ridiscutere in alcune realtà il modello produttivo e qualitativo che ha caratterizzato l'agricoltura del nostro paese e favorire l'apertura di credito alle nuove sfide peraltro già comprese nelle nuove politiche comunitarie, relative ad una agricoltura sostenibile, di cui fra l'altro verificheremo l'attuazione con il nuovo piano di sviluppo rurale.
Cicli naturali e biologici non possono essere soppiantati, questo lo sappiamo tutti e l'abbiamo detto più volte. C'è bisogno di verificare la tenuta del suolo, bisogna valutare l'equilibrio territoriale, armonizzare l'insediamento umano e industriale, restituire, attraverso l'uso plurimo delle acque, ciò che viene disperso o perduto. Il tema, naturalmente, non riguarda solo l'agricoltura - credo che questo valga la pena ricordarlo ma anche buona parte dei modelli industriali, il consumo del territorio avvenuto negli ultimi anni. Si potrebbe pensare di unire il naturale all'artificiale affinché le metodologie di consumo, di rilascio, di depurazione delle acque e di gestione del suolo siano coerenti con la sostenibilità, con la qualità produttiva e con le biodiversità esistenti.
Esempi straordinari in tal senso esistono ormai a livello internazionale, ma credo che quello che ci serve di più è un modello organizzativo, compiuto, vissuto, governato e possibilmente democratico cosa che molte volte non avviene, anche per una visione troppo privatistica, che può certamente essere un'opportunità, se riguarda la gestione, ma diventa deleteria se applicata alla titolarità delle risorse.
Occorre intervenire nei casi più difficili, con sistemi finanziari e assicurativi che gestiscano la caduta del reddito delle imprese agricole e ne favoriscano la riconversione.
Tornando al contingente, per quanto riguarda gli ordini del giorno oggi qui presentati, ricordo alla Giunta (magari poi è difficile approvare un ordine del giorno senza i dati; ho esperienza precedente da Assessore provinciale e so che in questo momento, ma chiedo conferma all'Assessore Taricco, le Province stanno monitorando la situazione) che è importante arrivare in Commissione a monitoraggio compiuto per decidere il da farsi cioè l'attivazione del fondo nazionale - su questo concordo con la proposta del Consigliere Scanderebech - che credo debba trovare una ragion d'essere per l'appunto, nei dati.
Credo che, grazie alla collaborazione delle Province, vi sia in Commissione la possibilità di predisporre un ordine del giorno unitario da presentare eventualmente al Consiglio, oppure che la Giunta prende una decisione immediata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Chiedo, visto che nell'ordine del giorno si fa riferimento ad atti ispettivi collegati, se è prevista anche una risposta puntuale da parte della Giunta alle questioni sollevate con questi atti ispettivi, oppure se verranno cancellati, esaurito il dibattito più generale sugli ordini del giorno in questione.
Richiamo alcune questioni puntuali che avrei voluto sollevare con la mia interrogazione riferita all'argomento che anche gli ordini del giorno richiamano, lo stato di crisi per calamità naturale, quindi se ricorrano le condizioni perché questo possa essere richiesto. Chiedo altre risposte più puntuali in relazione ad alcune decisioni assunte recentemente dalla Giunta regionale, come quella di utilizzare riserve dei bacini di Ceresole Reale e di Telesio, con rilascio aggiuntivo di acqua, quindi con quali modalità si sia disciplinato l'utilizzo delle stesse e quali siano le attese derivanti dall'utilizzo delle medesime.
Inoltre, vorrei sapere quali interventi strutturali siano previsti, di intesa con le Province piemontesi, per dare soluzioni efficaci e definitive sulle possibili "emergenze siccità" che si potranno ancora verificare in futuro.
Certamente questo chiama in causa discorsi più ampi, ragionamenti anche sul modello di sviluppo, in particolare, in agricoltura, che utilizza oltre il 60% delle risorse idriche piemontesi quindi, risposte che chiamano alla pronta approvazione del Piano di tutela delle acque e quello del Piano di sviluppo rurale che sono già stati richiamati prima.
Certamente, attendo le precisazioni della Giunta in relazione all'esistenza o meno di dati che consentano di richiedere lo stato di calamità naturale e mi regolerò nell'espressione del voto in relazione a queste puntualizzazioni. Se esistessero le condizioni perché questo possa avvenire, credo che l'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, con la richiesta secca dello stato di crisi per calamità naturale, vedrebbe certamente il voto favorevole del Gruppo SDI.



PRESIDENTE

Consigliere Ricca, le interpellanze e interrogazioni collegate, da un primo esame, sono l'interpellanza n. 532 a prima firma del Consigliere Cavallera, la n. 805 a prima firma del Consigliere Cavallera l'interrogazione urgente n. 812 a prima firma del Consigliere Botta e la n.
813 a prima firma del Consigliere Ricca. La Giunta dovrà chiarire se intende cogliere l'occasione per esprimersi su questi altri atti collegati di sindacato ispettivo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Si cerca, per economicità complessiva dei lavori, di rispondere anche alle interrogazioni. Però, è chiaro che in questa sede le problematiche proposte nelle interrogazioni sono più complesse. Non è detto che in questa sede si riesca a rispondere dettagliatamente a tutte.



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, rimaniamo intesi che approfondiamo e votiamo gli ordini del giorno. Qualora in questa sede venisse data risposta esauriente alle interrogazioni, i proponenti si dichiareranno soddisfatti e verranno ritirate, altrimenti rimarranno pendenti.



CAVALLERA Ugo

Quella è una premessa. Pertanto, personalmente ritengo percorribile l'ipotesi di deviare in Commissione, che è anche la sede opportuna dove convergere in un documento comune, la problematica.



PRESIDENTE

Ci sono altri iscritti a parlare? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bellion per mozione d'ordine ne ha facoltà.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.
Concordo con la proposta del collega Cavallera.



PRESIDENTE

Chiaramente, la proposta del Consigliere Cavallera può valere per le sue interrogazioni e ne prendiamo atto. Le altre due sono a firma dei Consiglieri Ricca e Casoni. Quindi, dipenderà dall'esito del dibattito. Se saranno soddisfatti, le considereremo evase, viceversa potremo decidere di rinviare in Commissione. Valuteremo anche alla luce di quello che sarà oggetto della replica da parte dell'Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Da un po' di anni a questa parte, quando arriva la stagione estiva ricorrono gli stessi argomenti relativamente al problema della siccità e della mancanza d'acqua. Su quest'argomento sarebbe necessario effettivamente, riflettere in maniera globale. Infatti, tutti i ricercatori ormai ammettono che l'innalzamento delle temperature conseguente all'effetto serra provoca, inevitabilmente, degli effetti sulle precipitazioni metereologiche.
Ugualmente bisogna ragionare sull'utilizzo che noi vogliamo fare dell'acqua e sull'utilità o meno di realizzare dei bacini di captazione.
Questi discorsi si svolgono da molti anni. Vorrei ricordare che i dati ufficiali sui bacini realizzati in passato ribadiscono che, di anno in anno, tali bacini non riescono a raccogliere tutta l'acqua per la quale vengono realizzati. I motivi sono conosciuti: l'evaporazione e l'accumulo di detriti che arrivano ai bacini diminuiscono la capacità di captazione dell'acqua.
Quando si fa una disamina su questi argomenti, bisogna ricordare come la costruzione di dighe o di invasi interferisce sul trasporto solido dei fiumi. Uno dei più gravi problemi ambientali che ha l'Italia, credo sia bene ricordarlo, è l'erosione delle coste che viene provocata, oltre che dall'accresciuta costruzione di porti che vanno a sconvolgere l'equilibrio marino sulle coste e ne provocano una maggiore erosione, anche dal mancato apporto solido dei fiumi, che è uno dei fattori che viene normalmente riconosciuto come causa di erosione delle coste. Come credo abbia già detto qualche collega che mi ha preceduto, anch'io penso sia necessario ragionare sulla questione dell'utilizzo dell'acqua. Intanto, se si creano degli invasi, non si può pensare ad un uso multiplo, in altre parole utilizzare l'acqua per le centrali elettriche o per l'agricoltura. In questi giorni infatti, si sono svolte delle discussioni sulle modalità d'utilizzo dell'acqua: se per uso agricolo o per l'energia elettrica. Un altro punto che credo sia stato già ricordato, riguarda l'utilizzo che noi facciamo dell'acqua. È vero che quando si parla di invasi si pensa prioritariamente all'agricoltura: noi utilizziamo circa il 70% dell'acqua per l'agricoltura però di questo 70% che utilizziamo il 50% non ritorna più in circolo nei sistemi di scorrimento perché o evapora o traspira attraverso l'attività della vegetazione. Credo che dovremmo attrezzarci nei prossimi anni ad affrontare estati sempre più siccitose. Anche se improvvisamente adottassimo politiche corrette per quanto riguarda le emissioni dei gas ad effetto serra, il valore di concentrazione di CO2 e di gas equivalenti che abbiamo ottenuto in atmosfera fa sì che i perturbamenti climatici perdurino.
L'indirizzo più utile potrebbe essere, da un lato, pensare a sistemi di irrigazione come quelli goccia a goccia, che sono meno esosi in fatto di utilizzo dell'acqua; dell'altro lato - ed è un'opportunità che ci offrirà il Piano di sviluppo rurale, collegato alla nuova PAC - pensare di riconvertire le coltivazioni che più hanno bisogno di acqua con altre coltivazioni che hanno meno bisogno d'acqua, visto e considerato che la nuova PAC europea permette di garantire il reddito dei contadini anche in maniera non legata alle produzioni che già si facevano.
Credo che questa partita meriti un discorso più approfondito.
Effettivamente, sarebbe necessario affrontare l'argomento nel modo più globale possibile e sotto tutti i punti di vista.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Signor Presidente, ho ascoltato il dibattito e vorrei fare una proposta.
Vista l'importanza e la complessità dell'argomento, ritengo possa essere utile convocare con urgenza le Commissioni agricoltura e ambiente recependo dagli Assessorati i dati richiesti, affinché si possa svolgere una valutazione oggettiva dello stato della siccità e verificare quali siano effettivamente i danni che sta causando alle aziende. Ritengo abbia molta più forza e molto più valore affrontare la situazione in Commissione con una decisione unanime e un documento condiviso da tutti.
Naturalmente, questo è possibile se i proponenti di questi ordini del giorno e di queste interpellanze sono disponibili a trasferire queste loro richieste nelle Commissioni competenti. Credo potremmo svolgere un lavoro utile se lo affronteremo con i dati alla mano, in modo molto più serio e con un po' più di tempo a disposizione rispetto a quanto stiamo facendo adesso.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera Motta, la proposta va intesa nel non procedere alla votazione dei singoli ordini del giorno, ma nel rinviare tutta la tematica nelle Commissioni ambiente e agricoltura?



MOTTA Angela

Ho chiesto la riunione congiunta delle Commissioni agricoltura e ambiente, visto che si tratta di due argomenti collegati e allo stesso modo importanti: la problematica dell'acqua e la problematica legata alla siccità in agricoltura. Però, naturalmente, dipende dalla disponibilità dei proponenti degli ordini del giorno a trasferirli in Commissione accogliendo anche la proposta del Presidente Bellion relativamente alla richiesta dei dati per capire il punto in cui siamo, quale è la situazione quali sono i danni che stanno subendo le aziende, in modo da assumere una decisione molto più unanime.



PRESIDENTE

I proponenti sono i Consiglieri Novero, Scanderebech e Casoni; mi pare di capire ci sia la disponibilità del Consigliere Casoni.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, sono d'accordo con quest'ultima proposta, aspettiamo pure i dati e facciamo un breve monitoraggio, però, non sarà così facile perché non so con quali strumenti gli Assessori riusciranno ad avere un monitoraggio rapido e diretto. In ogni caso, teniamoci pronti anche allo stato di calamità. Sono due cose diverse: da una parte, gli incentivi e dall'altra parte, dobbiamo metterci dalla parte della Regione per attingere a questi famosi fondi presenti a livello nazionale, dove la concorrenzialità è spietata.
Facciamo il primo passo, nel frattempo, inviamo pure tutto in Commissione congiunta, siamo disponibili, purché si raggiunga un obiettivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Chiedo scusa, collega Scanderebech, non ci siamo capiti.
Sono contrario a questa proposta non perché non sia più che valida.
Secondo me, è una proposta che deve essere fatta dopo, almeno per quanto riguarda in particolare il nostro ordine del giorno, che chiede semplicemente alla Giunta di arrivare ad un provvedimento che deve modulare la Giunta stessa. I provvedimenti, poi, devono essere modulati dalla Giunta, ma è una proposta che il Consiglio fa alla Giunta. Se noi andiamo in Commissione, ragazzi, qui ci imbarchiamo! Ho ascoltato esterrefatto il collega Moriconi, che, in sostanza, interpretando quanto ha detto, propone di abbattere tutti i boschi del Piemonte. Se ho capito bene il suo intendimento, siccome i boschi hanno l'effetto di diluire l'acqua nell'aria, facendo evaporare nell'aria l'acqua che prelevano dalle radici se noi dobbiamo salvare l'acqua, dobbiamo abbattere tutti i boschi.
Capite che il problema è un po' complicato. Capisco la buona intenzione, ma è un problema che non si può risolvere in Commissione in una o due settimane, intanto il mais brucia. Quando noi avremo finito di discutere, supposto che si arrivi alla fine, il mais non ci sarà più. Qui i danni ci sono e noi dobbiamo intervenire.
Mi dispiace che nella fase del dibattito non si possa svolgere una replica, ma al 99% sono perfettamente d'accordo con quanto ha detto Rifondazione Comunista, magari, darò una spiegazione in dichiarazione di voto, se arriveremo a votare. Può sembrare strano, ma sono d'accordo al 99 con quanto espresso dalla collega, che ho ascoltato con molta attenzione.
Il problema non è così semplice. Allora, discutiamo in Commissione congiunta, agricoltura e ambiente, di questi problemi, svisceriamoli intanto, chiedo che sulla mozione che abbiamo presentato si voti, in modo che la Giunta abbia un indirizzo da parte dei colleghi, poi, discutiamone.
importante discuterne dopo, intanto, cominciamo con questo invito.



PRESIDENTE

Prendo atto della posizione distinta del Consigliere Novero relativamente al rinvio in Commissione di un atto già calendarizzato in Consiglio regionale. Occorre il consenso dei proponenti, quindi, se il collega Novero non concorda, non possiamo rinviare il suo ordine del giorno in Commissione. Per cui, a questo punto, siamo tenuti a porre in votazione l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Novero, a deliberare su questo e, se viene accolta, come pare, la proposta della Consigliera Motta a rinviare in Commissione gli altri ordini del giorno.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, svolgo due considerazioni.
Da un punto di vista formale, secondo i dati oggi a nostra disposizione relativi alle precipitazioni e al monitoraggio che stanno svolgendo le Province, congiuntamente alle altre Regioni del nord Italia (vi è un coordinamento periodico presso Parma nel quale vengono messi a confronto i dati di tutte le Regioni), non siamo nelle condizioni di poter prendere in considerazione l'ipotesi di dichiarare la crisi di calamità naturale, in quanto, ad oggi, non esistono i presupposti.
Quindi, se la proposta di votare un ordine del giorno che dichiara la crisi di calamità naturale è netta, come Giunta, sono obbligato a dire che non esistono i presupposti formali per poterlo fare, nel senso che i dati oggi, non dicono questo.
Il problema, oggettivamente, esiste, anche se i dati attualmente a nostre mani, relativi agli ultimi 20 giorni, sono assolutamente distanti rispetto all'equivalente periodo nell'anno 2003. In Piemonte vi sono una quarantina di stazioni che svolgono monitoraggi continui settimanali sulle precipitazioni, per cui siamo costantemente aggiornati. Oggi, le precipitazioni in Piemonte sono di gran lunga superiori rispetto a quelle del 2003, per cui non esistono i presupposti per fare questo ragionamento.
Questo non vuol dire che il problema siccità e il problema irrigazione in agricoltura non esistano. Sicuramente, esiste il problema complessivo legato a tutti i ragionamenti fatti sul risparmio idrico, sul miglioramento delle reti di adduzione e sull'accumulo dell'acqua per fare fronte alle necessità dell'agricoltura. La situazione è complessa, ma - ripeto - è sotto monitoraggio costante e i dati odierni non rivelano quel tipo di drammaticità.
Ad oggi, non abbiamo avuto nessuna richiesta formale, al di là degli articoli sui giornali, di calamità naturale presentata dal mondo agricolo alle Province e dalle Province manifestata alla Regione. Per cui, c'è un problema, c'è una grossa preoccupazione all'orizzonte, ma, al momento, se le precipitazioni dovessero proseguire così come negli ultimi 20 giorni non è certo che avremo danni significativi all'agricoltura.
Oggi c'è un unico grande problema al quale sta cercando di far fronte il Coordinamento delle Regioni a Parma: la quantità di acqua rilasciata dal bacino del Po sull'Adriatico, stante il fatto che, ovviamente, tutte le risorse idriche vengono utilizzate a fini irrigui (in Piemonte, tolta la Dora, tutti gli altri corsi d'acqua vengono praticamente utilizzati appieno per far fronte alle necessità irrigue) è inferiore ai minimi previsti sulla zona del Delta, per cui stiamo assistendo ad un ritorno di acqua salata sul delta del Po, che sta creando seri problemi a quella realtà territoriale.
Stiamo valutando - ancora oggi c'è stata una riunione, oltre quella tenutasi a Parma la settimana scorsa - di rilasciare quote d'acqua che rendano possibile o, quanto meno, contrastino il ritorno d'acqua salata sul delta del Po. Oggi, questo è l'unico grosso problema che abbiamo di fronte.
A nome della Giunta chiedo di trasferire in III Commissione - se si vuole, anche congiuntamente alla Commissione ambiente - la possibilità di ragionare su dati e su scelte utili per affrontare il tema più complessivo dell'utilizzo dell'acqua, al fine di garantire una situazione che non rechi danno all'agricoltura. Propongo di spostare la discussione in Commissione disponendo dei dati, in un'ottica più programmatica.
Ripeto: in questo momento, la situazione evocata di calamità naturale non è riscontrabile, perché non supportata da dati. Qualora si dovesse arrivare a votare gli ordini del giorno che chiedono questo tipo di dichiarazione di calamità naturale, non potrei che chiedere di respingerli proprio perché non ci sono i presupposti (dati, richieste e dichiarazione fatte dalle Province) che rendano percorribile tale strada.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Ho sentito l'intervento dell'Assessore, che trovo apprezzabile negli intenti e nell'estensione. Se l'Assessore mi garantisce che il monitoraggio sarà continuo e che immediatamente, appena ce ne fosse l'esigenza, la Giunta provvederebbe prontamente a proclamare lo stato di calamità, sono disponibile a spostare l'esame dell'ordine del giorno in Commissione.



PRESIDENTE

Prendo atto che viene accolta la proposta avanzata dalla Consigliere Motta e pertanto, con il consenso dei proponenti, gli ordini del giorno n.
372 e n. 375, la mozione n. 37 e gli atti ispettivi collegati, vengono rinviati in Commissione, in vista di un esame congiunto della Commissione Agricoltura e della Commissione Ambiente.


Argomento:

Discussione ed esame congiunta dei seguenti atti di indirizzo:

Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 347 inerente a "La Regione si faccia da garante del debito e faccia chiarezza sulle responsabilità del TOROC" presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia

Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 376, inerente a "Società Consortium MFP" presentato dai Consiglieri Vignale, Ferrero, Ghiglia, Clement, Auddino Barassi, Burzi, Comella, Deambrogio, Larizza, Motta e Nicotra

Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 378 inerente a "Contenzioso TOROC Consortium" presentato dal Consigliere Buquicchio

Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 379 inerente a "Fondo contro il collasso olimpico" presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta, Vignale Pichetto Fratin, Nastri, Burzi, Monteggia, Giovine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g., inerente agli ordini del giorno aventi per oggetto la società Consortium MFP e i suoi rapporti con il TOROC.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Faccio presente che alcuni degli ordini del giorno presentati sono superati o, comunque, ve ne sono altri certamente più pertinenti rispetto alla situazione che abbiamo di fronte.
Molti colleghi conoscono la situazione di Consortium. Il TOROC ha affidato alla società Consortium, per 21 milioni di euro, tutta una serie di lavori da svolgere durante le Olimpiadi. La società Consortium costituita da una grande impresa della provincia di Torino e da una con sede ad Hong Kong, è fallita.
Le due società che hanno costituito Consortium non hanno perso alcuna risorsa, mentre vi sono più di 200 imprese che attendono il pagamento di più di venti milioni di euro da parte di Consortium stesso.
In sede di VII Commissione, a seguito dell'audizione fra il Direttore del TOROC e il curatore fallimentare, si è individuata una strada per la soluzione migliore possibile, che certamente non soddisferà al 100% le imprese, ma almeno ne tutelerà alcune dal rischio di fallimento. Va ricordato infatti - riportiamo quanto detto dal curatore fallimentare in sede di Commissione - che 30/40 imprese, tra quelle che attendono il pagamento di commesse svolte da Consortium, sono sull'orlo del fallimento.
In sede di VII Commissione, il Direttore di TOROC si è detto disponibile ad una trattativa extragiudiziale per chiudere interamente il contenzioso giuridico.
All'unanimità, la VII Commissione ha votato l'ordine del giorno n. 376 che impegna la Regione Piemonte ad intervenire nell'Ufficio di Presidenza tenutosi lunedì 3 luglio, al fine di garantire una congrua proposta extragiudiziale, in grado di tutelare le imprese subappaltatrici e i loro lavoratori.
In realtà questo non è avvenuto. Il problema - lo dico al Presidente e lo sottopongo anche ai colleghi - è che molto spesso votiamo ordini del giorno che sono una testimonianza per sottolineare il fatto, come è accaduto relativamente alla siccità, che alcuni Gruppi consiliari sono attenti ad un problema esistente.
In realtà, l'ordine del giorno votato dalla Commissione ha messo nelle condizioni la Giunta regionale, con il suo esponente all'interno di TOROC di poter risolvere il problema o, perlomeno, di poter dare garanzie sufficienti, assieme agli altri enti, per risolvere il problema.
Ora noi ci domandiamo con chi stiamo parlando.
In altre occasioni, quando ci siamo trovati di fronte a crisi occupazionali, abbiamo avuto un'attenzione particolare, mentre oggi, su un tema che riguarda 240 imprese - 100 delle quali piemontesi - e che pu riguardare 30/40 fallimenti che coinvolgerebbero circa 1500 dipendenti, non parliamo né con il Vicepresidente, che verosimilmente ha la delega alle Olimpiadi, né con l'Assessore al lavoro, che nell'arco di questo periodo non si è occupato della materia.
Allora ci domandiamo con chi dobbiamo discutere, perché l'organo consiliare ha già svolto il proprio lavoro in sede di Commissione: ha audito tutte le parti e ha predisposto un ordine del giorno, firmato e votato all'unanimità.
Il nostro dovere l'abbiamo fatto, adesso ci domandiamo cosa intende fare la Giunta. La Giunta, col peso che ha all'interno dell'Ufficio di Presidenza, doveva fare una cosa: far sì che Comune, Provincia e Regione garantissero o spingessero nei confronti di TOROC, affinché venisse fatta una proposta che fosse sufficiente a garantire i lavoratori e le imprese.
Ciò non è avvenuto, perché TOROC ha fatto una proposta di 8 milioni di euro, che è inferiore rispetto alla somma che doveva ancora destinare a Consortium (6,8 milioni di euro), dei 2 milioni di euro che il curatore fallimentare ha nel suo portafoglio quando Consortium ha fallito, e del levarsi dal credito, da parte di TOROC, per altri 2 milioni di euro. Solo la somma dei fondi esistenti disponibili arriva intorno ai 12 milioni di euro. Ne ha offerti 8.
Noi lamentiamo, interrompendo l'illustrazione dell'ordine del giorno il fatto che la Giunta regionale, su una partita che non riguarda un'aziendina in crisi, ma 240 imprese che hanno lavorato per il pubblico hanno lavorato per Consortium, soggetto privato, ben sapendo che dietro c'era TOROC - facendo commesse regolarmente fatturate e vistate da Consortium, oggi attendono più di 20 milioni di euro di crediti.
Su questo non è accettabile la posizione presa dal Dottor Vaciago in sede di Commissione, quasi a dire "Ma come, mi stufate su una questione simile quando noi lunedì andiamo a chiudere?". In realtà, lo avremmo anche scocciato, ma lunedì non si è chiuso.
Il nostro Gruppo consiliare si permette di significare che se questa partita non viene chiusa in tempi brevi, ci sarà sicuramente una chiusura della Magistratura civile, che, molto verosimilmente, essendoci una continuità aziendale chiara, per esempio, fra Mostra Fiere e Consortium garantirà ad alcune di queste imprese il ristoro di buona parte dei crediti che attendono. Peccato che, nel frattempo, 30 o 40 imprese saranno fallite! La chiarezza del curatore è stata emblematica: o entro l'estate vi è una chiusura extragiudiziaria tombale della questione, che garantisce alle imprese di non fallire, di pagare i contributi e l'IVA, oppure si andrà verso una normale trafila giudiziaria in sede civilistica che vedrà magari, un ristoro percentualmente maggiore nei confronti delle imprese, ma vedrà 30 o 40 imprese fallire. Noi sapremo chi sono i responsabili e li denunceremo, rispetto una situazione di assoluta indifferenza. Vorrei sottolineare - e concludo - che parliamo di 1500 lavoratori e di più di 200 imprese, e non abbiamo sentito nel merito l'Assessore al lavoro proferire verbo. Anzi, interrogata dal sottoscritto, non ricordo in sede di quale Commissione, ha detto: "Scusate, di questo non ne so assolutamente nulla".
Lascio il Consiglio giudicare nel merito. Certamente, l'ordine del giorno che ha votato la Commissione, di cui sono il primo firmatario, avrebbe la possibilità di risolvere questa soluzione, qualora la Giunta si impegni.
Noi ci auguriamo che questo avvenga, anche se siamo quasi a tempo scaduto.



PRESIDENTE

Comunico che sullo stesso punto è stato presentato un ordine del giorno rubricato al n. 379, a prima firma del Consigliere Ghiglia, che verrà distribuito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Presidente, ovviamente mi riconosco in quello che diceva il collega Vignale. Vorrei, però, aggiungere altre due importanti considerazioni relativamente a Consortium, sulle quali mi piacerebbe che vi fosse l'attenzione della Giunta.
Posto che i soldi offerti sono pochi, vi è un altro problema: molte di queste aziende, piccole o piccolissime, sono al collasso. E anche nel momento in cui venisse certificato il credito nei confronti di Consortium i primi pagamenti arriverebbero - ottimisticamente - fra ottobre, novembre e forse dicembre. Questo significa che molte di queste aziende si troverebbero, oggettivamente, nella condizione di chiudere.
Essendo in sospeso la questione sulla emendabilità degli ordini del giorno, avevo presentato due settimane fa un ordine del giorno che adesso verrà distribuito, che ha un titolo un po' falsato perché c'era dentro un po' di tutto. In buona sostanza, non potendo emendare l'ordine del giorno presentato dal collega Vignale - nel quale, ovviamente, mi riconosco in toto - avevo deciso di presentare questo ordine del giorno che chiedeva l'istituzione di un fondo di garanzia, così com'era stato fatto per la FIAT, garantito ovviamente dalla Regione, per queste aziende in crisi che anche a causa delle responsabilità del TOROC, si trovano in una posizione così grave che rischiano il tracollo, il fallimento, la chiusura e il licenziamento di tanti dipendenti.
Colleghi, non voglio andare oltre a quello che c'era scritto qua, ma ricordiamoci che queste aziende hanno lavorato - tutte - per consentire la chiusura dei cantieri olimpici in tempo utile per le Olimpiadi.
Se queste aziende avessero incrociato le braccia, le Olimpiadi non si sarebbero svolte, perché erano tutte quelle che hanno lavorano sui siti montani e hanno continuato a lavorare sulla base di spinte che venivano dagli uffici tecnici e dagli uffici acquisti del TOROC, presso i quali si diceva: "Ma sì, fate, perché c'é da finire". Qual è stato l'errore di molte di queste aziende? Avere un terzo soggetto - ovvero Consortium - che, in qualche modo, non aveva, non ha e ha continuato a non trasferire le notizie in maniera corretta.
Pongo un esempio, che non è un esempio di scuola, ma è pur sempre un esempio, sul cosiddetto "chiavi in mano": quando per costruire la famosa tribuna di Sestriere anziché una spianata si trova un bosco, è evidente che, se il "chiavi in mano" sul progetto non diceva che c'era il bosco, si hanno delle spese aggiuntive. Questa è la situazione che si è presentata, e la cito perché mi sembra abbastanza emblematica.
Qualcuno a questi diceva: "Andate avanti".
La Regione ha una attività di vigilanza. Il TOROC ha un Ufficio Acquisti e un Ufficio Tecnico. Il Direttore Generale del TOROC, che è quello, tra virgolette (poi non era lui, ma un altro che è stato liquidato credo, con 2 milioni di euro), che aveva aperto le buste di una società creata pochi mesi prima con un capitale sociale di ben 10.000 euro, che aveva presentato una fideiussione di ben 1 milione di euro su 21 milioni di lavoro. Dicevano: "Andate avanti, perché qui bisogna finire. Andate avanti perché bisogna finire. Andate avanti, perché bisogna finire". Attenzione perché qui non stiamo parlando solo di forniture, ma di manodopera, di gente che ha lavorato giorno e notte e che oggi, non so per colpa di chi diciamo per colpa del destino, facciamo finta che non esistono responsabilità - deve essere tutelata e garantita da noi. Non possiamo abbandonarli dopo che hanno lavorato per far sì che le Olimpiadi si facessero, fregandocene.
Al di là del fatto che 8 milioni di euro sono oggettivamente pochi questi hanno fatturazioni per 28; il TOROC diceva addirittura di avanzarne due! Apro un inciso, rivolgendomi al Vicepresidente Peveraro: il 29 giugno ho richiesto copia del bilancio consuntivo 2005 del TOROC, e non mi è stato consegnato. Chiudo la parentesi e procedo. Però chiudo la parentesi mica tanto, perché da questo bilancio consuntivo vorrei anche...
Vorrei che il Vicepresidente, che sembra che non c'entri ma c'entra ricordasse all'Assessore Bairati, che in quest'aula mi diceva "Votiamo velocemente la Fondazione, così almeno ci sbarazziamo di TOROC", che in data 3 o 7 luglio la Giunta di nascosto - perché non lo avete pubblicizzato ha approvato il prolungamento del TOROC con una serie enorme di potenzialità e di acquisti...



(Commenti dell'Assessore Peveraro fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Assessore, mi legga la delibera in Aula, visto che dice "No"! Visto che dice "No", mi legga la delibera in Aula: possono fare tutto e il contrario di tutto fino al 31 dicembre di quest'anno. Adesso non vi sto a spiegare l'oggetto, ma se l'Assessore fosse così cortese...



(Commenti del Consigliere Laus fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

No, non l'ordinario; tutto può fare il TOROC fino al 31 dicembre 2006 dalla delibera approvata in Giunta.
Allora, visto che può fare tutto, colleghi, interroghiamoci su questo.
Perché c'è ancora il TOROC, con quel Consiglio di Amministrazione, con quell'Ufficio di Presidenza, con quei responsabili, tranne Vaciago, che attenzione - non è più Direttore generale; infatti, il suo incarico al TOROC è stato prolungato fino al 31/12/2006, ma Vaciago è rientrato a pieno titolo nel Comune di Torino a fare il city manager, quindi credo che il posto di Direttore generale sia vacante.
Cosa voglio dire? È possibile che, in tutta questa situazione abbastanza confusa che avete creato, non si riesca a uscire con una soluzione di buonsenso, in cui si dica: "Garantiamo un fondo per le aziende che dimostrino di aver lavorato, che dimostrino di essere in stato di crisi, che dimostrino che patrimonialmente non ce la fanno se qualcuno non presta loro delle garanzie, in attesa dei crediti che vantano?" Non mi sembrerebbe una soluzione così ardita! Se non facciamo questo, colleghi, al di là del fatto che i milioni siano 8 o 10, nel momento in cui noi discutiamo, c'è gente che sta discutendo (sono 200 le imprese interessate e almeno 100 di queste sono micro subappaltatori) se tenere aperto o se chiudere e lasciare la gente a casa. La situazione è veramente molto grave.
Il TOROC c'è ancora, il Consiglio di Amministrazione del TOROC c'è ancora, con gli stessi responsabili: facciamoci carico di qualcosa, anche per esercitare quell'attività di sorveglianza che spetterebbe alla Giunta regionale. Perché qui si è stata una gara vinta da una società che è fallita. E chi li garantisce questi? Noi non c'entriamo più, noi non sappiamo niente. Allora il discorso lo sottolineo - non è politico: a nostro avviso (credo che sia l'avviso del buonsenso), dobbiamo trovare una soluzione di garanzia per queste persone.
Perché, al di là dell'accordo extragiudiziale, al di là del quantum, ci sono i tempi che rischiano comunque di essere troppo lunghi, ovviamente anche nell'ipotesi in cui si dicesse: "Sì, tutti i 28 milioni indicati vi verranno dati".
Noi insistiamo anche su questa seconda parte: l'istituzione di un fondo di garanzia. Poi, il come spetterà alla Giunta, a Finpiemonte, al TOROC non lo so. Penso si possa fare, perché è già stato fatto per altre aziende.
Valutiamo di farlo davvero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Poco fa c'è stato ancora consegnato il quarto ordine del giorno che riguarda la questione TOROC e il fallimento delle aziende delegate al Consortium.
Credo che tanto proliferare di ordini del giorno, alla fine, non aiuti i creditori e i lavoratori che, giustamente, aspettano una soluzione al problema.
Mi rifaccio quindi all'ordine del giorno che reca il n. 376 e che in VII Commissione è stato discusso e votato da tutti i componenti di qualunque schieramento politico. In particolare, ripeto il dispositivo finale, che recita: "Impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad intervenire all'interno dell'Ufficio di Presidenza del TOROC" il discorso era legato a una data, lunedì 3 luglio, che chiedo di abolire perché ormai è passata " - al fine di garantire una congrua proposta extragiudiziale, in grado di tutelare economicamente le imprese subappaltatrici e i loro lavoratori".
Credo che oggi in Consiglio dobbiamo chiedere questo. Non possiamo fare una vetrina per uscire su un titolo di giornale, magari locale, e fingere di avere a cuore il problema dei lavoratori e delle imprese. Noi dobbiamo fare l'interesse dei lavoratori e delle imprese che hanno lavorato. In tal senso, i dispositivi di tutti gli ordini del giorno mi sembrano coerenti però mi sembra che gli impegni finali non stiano in piedi.
Non possiamo pensare, per esempio, che il disposto dell'ordine del giorno presentato da AN, primo firmatario il Consigliere Ghiglia, di creare un fondo di garanzia, sia più pregnante di quello votato in Commissione perché mi sembra che creare un fondo di garanzia sia un'alternativa al fatto di trovare una soluzione extragiudiziale, e in fretta.
In Commissione abbiamo sottolineato più volte che il provvedimento deve essere approvato in fretta, perché le imprese e i lavoratori rischiano non solo di non avere i soldi, ma rischiano col tempo di non avere il credito dalle banche, perché sono in difficoltà. Dunque anche il tempo è importante.
Quindi mi sembra che, oggi come oggi, il Consiglio non possa fare di meglio che approvare l'ordine del giorno votato all'unanimità in Commissione e chiedere alla Giunta, alla Presidente e agli Assessori competenti di agire di conseguenza. Tutto il resto mi sembra che sia una propaganda.
A noi in questo momento non interessa apparire sui giornali, ma abbiamo a cuore il destino di chi ha lavorato e non prende i soldi. Questa è la realtà. Dopodiché tutti i commenti vanno bene, però la sostanza è quella.
Anche il disposto dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Buquicchio mi sembra che nella premessa sia accettabile, come del resto è accettabile anche quello che ha presentato prima il Consigliere Ghiglia però alla fine o votiamo un ordine del giorno "pulito", in cui si ha veramente a cuore la tutela dei lavoratori e delle imprese, oppure facciamo un polverone, rischiando alla fine di non mandare un messaggio ben preciso.
Se poi questo non avverrà, vedremo successivamente come attivarci.
Però, oggi come oggi, secondo me il messaggio deve essere quello. Abbiamo discusso tanto in Commissione e credo che oggi sia opportuno attestarci su quell'ordine del giorno, nell'interesse - ripeto - dei lavoratori e delle imprese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Su questa vicenda, che ha appassionato molti dei Consiglieri, alcuni anche tra coloro che mi hanno preceduto nell'illustrazione dei vari ordini del giorno, l'Italia dei Valori ha assunto una posizione molto laica.
Noi partiamo da una considerazione: un'azienda, la cosiddetta Consortium, è fallita e a quest'azienda il TOROC aveva affidato un appalto per svariati milioni di euro. Un'azienda con un capitale sociale irrisorio nata il giorno prima dell'assegnazione del cosiddetto appalto, senza che fossero stati richiesti neanche i requisiti minimi che normalmente in un appalto di quella portata si sarebbero dovuti richiedere.
Continuare su questa china potrebbe far sembrare che l'Italia dei Valori voglia polemizzare con la gestione del TOROC ed alzare il dito sulla gestione un po' leggera che potrebbe essersi verificata in taluni passaggi ma non è così.
A noi in questo momento sta a cuore, in modo reale e concreto, il futuro di queste aziende. Non so se qualche collega che mi ha preceduto l'ha sottolineato, ma queste aziende hanno dovuto emettere fatture di non poche migliaia di euro e hanno già dovuto pagare l'IVA su quelle fatture.
La soluzione extragiudiziale cui si fa riferimento, che, di fatto, si auspica e che, devo dire, la maggiore parte di queste aziende con il coltello alla gola accetterebbe anche, è una soluzione extragiudiziale che la si vuol chiudere circa al 60%. Ebbene, voi sapete tutti e, gli impresari più di qualunque altro, che quel tipo di lavoro si svolge con un utile che può aggirarsi intorno al 10-15% massimo. Vogliamo dire 20%? Diciamo anche 20%. Quel residuo 20-25 o 15% per cifre di quella natura, per piccole imprese, diventa insostenibile.
In un primo momento avevo presentato questa mozione e chiedevo che la Presidente Bresso e l'Assessore potessero attivarsi nei confronti del TOROC per arrivare al più presto (all'epoca, un mese fa circa) e comunque non oltre la fine di luglio 2006 (cosa che oramai mi sembra impossibile, quindi sono disponibile a modificare questo termine come si riterrà opportuno) ad una definizione della vicenda e alla conseguente quantificazione, perché la quantificazione è importante, in quanto l'appalto originario era per oltre venti milioni di euro. Inoltre sono stati autorizzati da Consortium lavori per oltre altri dieci milioni di euro, ma il TOROC non li riconosce. Quindi è importante capire anche come ci si vuole porre di fronte a questo problema.
Dicevo (lo dico in premessa per non farvi agitare più di tanto) che chiedevo che la Regione trattenesse in deposito fiduciario, sino ad avvenuta definizione dell'intera vicenda, la somma di euro ventimila, che dovrebbero dare per ritirare i debiti del TOROC.
Comprendo perché voglio utilizzare tutta la comprensione possibile, che da un punto di vista gestionale e da un punto di vista amministrativo contabile forse per l'Assessore è difficile o addirittura impossibile. È il motivo per cui modificherei quella frase e, dopo la parola "procedure" in avanti, scriverei "tenendo conto anche delle imprese che in presenza di un accordo extragiudiziale non risolverebbero la loro situazione di sofferenza". Valutino poi l'Assessore, la Giunta e la Presidente come e in quale modo è possibile tutelarli, ma ritengo che un segnale di condivisione della problematica, di comprensione sino in fondo dei reali problemi che queste aziende stanno affrontando, lo si debba dare.
Quindi, sto dimostrando la massima disponibilità ad emendare e a modificare le conclusioni, perché la politica è l'arte del possibile, non dell'impossibile, quindi sarei soddisfatto e penso che tutti i Consiglieri non solo di maggioranza ma anche di minoranza, possano approvare questa mozione che, di fatto, impegna la Giunta ad assumere un atteggiamento di comprensione di queste problematiche.
Se il Consigliere Auddino ritiene che la mozione della Commissione anche per un bon ton istituzionale, vada votata, sicuramente non mi sottrarrò al voto, ma chiedo cortesemente, nel contempo, un accoglimento della mozione così emendata a mia firma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Io ho ascoltato quello che ha detto il collega Buquicchio. Ha detto delle cose - peraltro messe per iscritto - gravissime. Se è vero quello che è scritto, ed è vero quello che ha detto il collega Buquicchio, devo dire che è stato fatto un atto non da TOROC, ma un atto da associazione... e lascio immaginare a voi il seguito.
stata costituita una società nello stesso momento in cui si dovevano appaltare i lavori. Scusi, collega Buquicchio, è così? Nello stesso momento in cui si dovevano appaltare tutti i lavori? Quindi contemporaneamente è stata costituita questa società, quindi una società ex novo, con un capitale sociale di 10.000 euro, e a questa società è stata data la possibilità di gestire milioni e milioni di euro.
Questo è il punto più importante su cui noi, in qualche modo, vogliamo avere delle spiegazioni. A questo è seguito il fallimento della società e di conseguenza, lo stato disastroso in cui versano tutti i lavoratori (lo diceva bene prima il collega Ghiglia). Mi sembra che qui ci sia un esubero di manodopera perché hanno dovuto installare tutti i ponteggi che oggi si trovano abbandonati, in giro per il Piemonte, nelle zone turistiche più belle della nostra Regione. La questione paesaggistica riguarda un po' tutti noi, indipendentemente dall'aspetto politico. Siamo passati dallo splendore e dalla bellissima figura che abbiamo fatto in occasione delle Olimpiadi, ad un buio totale e ad un devastamento paesaggistico, che oggi viviamo e che vediamo tutti, perché in tutti questi siti olimpici sono rimati molti ponteggi arrugginiti, che danno un'immagine decadente del Piemonte.
Quindi siamo passati dallo splendore alla decadenza. Questo è un altro aspetto che ci deve far riflettere. Ma la cosa che mi insospettisce di più e che mi fa preoccupare è che, nel momento in cui si tenta di dare alle istituzioni tutti i poteri stabiliti dalla legge per potere controllare e dare lavoro ad imprese piemontesi, si dà invece lavoro ad una società di nuova costituzione, istituita ad hoc per quell'evento, la quale società a sua volta (leggo che c'è la partecipazione, ma non so in che percentuale) dà l'appalto ad un'altra società che arriva da Hong Kong. Questo mi sembra il gioco delle scatole cinesi.
Allora, noi vorremmo sapere qualcosa di più, collega Buquicchio. Mi risulta che lei è al corrente di altre notizie oltre a quelle che ha già messo per iscritto. È vero? Se lei è al corrente di altre notizie, ce lo deve dire, perché altrimenti non c'è rispetto nemmeno nei nostri confronti.
Lei, che oggi siede nei tavoli della maggioranza, ma che domani potrebbe sedere nei tavoli dell'opposizione.
Non ho capito se il Comune è nei tavoli dell'opposizione o della maggioranza, io non so in quale direzione stia, ma quello che le posso dire è che lei ha svolto molto bene il suo lavoro da Consigliere regionale (è quello che io posso giudicare) nell'andare a mettere in evidenza un aspetto così devastante per l'immagine del Piemonte, di cui forse ancora non ci siamo resi conto.
Pertanto, ritengo che ci vuole veramente un'indagine più ispettiva collega Ghiglia, ci vuole una Commissione. Davanti ad un fatto del genere io, da oggi in poi, che non me ne volevo interessare, perché non mi piace andare a vedere quello che è stato fatto male, preferisco andare a vedere quello che è stato fatto bene. Ma davanti a queste dichiarazioni, devo dire, colleghi, che è successo qualcosa di veramente grave. Adesso gli interessi di questi lavoratori sono interessi comuni a tutti. A me adesso quello che preoccupa è la situazione in cui versano tutti questi lavoratori e, soprattutto, quello che mi preoccupa sono tutte queste imprese che stanno per fallire. Ma per colpa di che cosa? Di un sistema, per colpa di una scelta scellerata, oggi si trovano in condizioni disastrose centinaia di operai e, soprattutto, decine di piccole imprese.
Lasciamo perdere come sono andati a finire i subappalti. Lei è maestro perché fa riferimento ad un signor Di Pietro, il quale ha costruito e ha bloccato tutti i cantieri a livello nazionale per ciò che riguarda i subappalti e via dicendo.
Oggi, Presidente, chiedo che qui si faccia un'indagine. Se è possibile chiedo soprattutto a tutti i miei colleghi di destra e di sinistra di aprire un indagine ispettiva e, soprattutto, promuovere una Commissione. Ghiglia, sei d'accordo visto che tu stai tenendo molto bene questo argomento? Ritengo che sei molto più aggiornato di me e se riteniamo opportuno chiedere una Commissione di indagine su questa vicenda che poi venga allargata su tutta la questione TOROC.
Consigliere Buquicchio, penso che lei debba farsi promotore di questa richiesta, così come altri colleghi. Vedo il Consigliere Robotti che sta leggendo con intensità e cerca di acculturarsi sempre più, ma visto che in quest'Aula si sta parlando di questioni che riguardano gli operai - spero che il Consigliere Dalmasso mi stia seguendo - ritengo siano problematiche che voi portate avanti, forse, meglio di noi.
Penso sia importante che tutti si interessino a questo problema.
Capisco che quando le trombe suonano in modo dissonante, non senti perch hai l'orecchio da mercante. Consigliere Robotti, qui la voglio, su questo tema! Qui c'è di mezzo la dignità politica di un partito che difende i valori e i diritti dei lavoratori. Allora, amici, troviamoci uniti una volta per tutte in queste battaglie comuni! Ringrazio il Consigliere Buquicchio per il lavoro che ha svolto, ma soprattutto mi auguro che questa mia richiesta venga accolta.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, abbiamo registrato la sua richiesta. Per preciso che non ci sono atti formali a riguardo. La consideriamo come una richiesta agli altri Gruppi consiliari, affinché si trovi un'intesa per una proposta di deliberazione istitutiva di una Commissione di inchiesta.
Faccio notare che, peraltro, abbiamo votato di recente, ma non ancora istituito, una Commissione postolimpica che non ha queste competenze. Per è sul piatto, ed è di prossima partenza anche questa Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Grazie, Presidente.
Gli interventi che mi hanno preceduto hanno sollevato una serie di questioni sulle quali varrebbe la pena intervenire. Ho apprezzato l'intervento del Consigliere Scanderebech. Sicuramente, in Commissione prima di arrivare alla sessione della mozione, sono stati fatti una serie di passaggi, nei quali sono emerse alcune questioni. Il Consigliere Buquicchio è libero di dire tutto ciò che pensa e di rispondere alle sollecitazioni di Scanderebech.
Io non voglio essere il difensore di TOROC a priori. Le due aziende che hanno costituito il Consortium, non sono le ultime due aziende presenti sulla terra. Da quanto ci ha dichiarato in Commissione il Direttore generale del TOROC, Vaciago, la prima è un'azienda di Hong Kong, che ha installato quasi tutte le strutture mobili presenti ad Atene e che installerà quasi tutte le strutture mobili presenti a Pechino 2008.
Mostre e Fiere, azienda di Nichelino, non è l'ultima azienda.
un'azienda fortemente legata al nostro territorio. Tutto il lavoro - adesso diciamo per sfortuna - è stato fatto non tanto da queste due aziende, ma per circa il 90% - così diceva il Curatore fallimentare, se non ricordo male - da aziende piemontesi, addirittura della provincia di Torino.
Credo che dobbiamo avere a cuore la chiusura di questa vicenda.
estremamente importante, in questo momento, discutere e capire come la Regione e soprattutto la Giunta possa avere un ruolo per tentare di facilitare la soluzione di questa vicenda. Questa non è, sicuramente, una cosa semplice. Anche perché nel corso dell'audizione il Direttore generale del TOROC, Vaciago, ci aveva dato l'impressione - può darsi che mi sbagli e che sia sempre troppo ottimista - che la questione si potesse risolvere. Il Direttore generale disse che il lunedì successivo avrebbe fatto una proposta all'Ufficio di Presidenza. Una proposta che, difficilmente, il Curatore fallimentare avrebbe potuto rifiutare. Ha infine aggiunto: "Non fatemi dire di più, altrimenti rischio di vanificare i successivi passaggi".
In effetti, da quanto abbiamo visto, la proposta che, sicuramente, il Direttore Vaciago ha fatto all'Ufficio di Presidenza e alla quale l'Ufficio di Presidenza ha dato il benestare per discuterne con il Curatore fallimentare, non ha portato i risultati sperati. Invito tutti i colleghi a votare l'ordine del giorno che è stato presentato e discusso all'interno della Commissione. Sono d'accordo con il Consigliere Auddino nel togliere il riferimento di data, in quanto il 3 luglio non ha più nessuna ragione di esistere. Penso che il Consigliere Vignale, come primo firmatario, possa accettare questa richiesta.
Premetto che non sono pregiudizialmente contrario alle Commissioni. Ed è chiaro che se chiediamo, unicamente, al Consigliere Ghiglia di istituire una Commissione di inchiesta, credo che ci vada a nozze. È un anno e qualche mese che sono in Consiglio e l'ho sentito parlare ad ogni piè sospinto di Commissioni di inchiesta su diversi argomenti ed è del tutto legittimo. Però, credo che se deve esser fatta una proposta o una richiesta deve essere fatta a tutto il Consiglio.
C'è già una Commissione che si occuperà del postolimpico. All'interno di questa Commissione ci sarà la possibilità di verificare le problematiche che ha lasciato irrisolte sul nostro territorio. Non vi sono solo i lasciti positivi, ma anche le problematiche e sarà proprio all'interno di questa Commissione che sarà possibile verificare tutti questi elementi.



PRESIDENTE

Devo comunicare che il Consigliere Vignale, nella qualità di primo firmatario, ha disposto il ritiro della mozione n. 347. Di conseguenza rimangono pendenti l'ordine del giorno n. 376, che viene modificato con la soppressione nel dispositivo delle parole "di lunedì 3 luglio", nonch l'ordine del giorno n. 378 del Consigliere Buquicchio, così come corretto dallo stesso proponente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Rinuncio all'intervento, riservandomi di fare brevissime considerazioni nella dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta regionale.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi pare che nel corso del dibattito siano state sviscerate le varie questioni che riguardano una vicenda piuttosto complessa, nota e sviluppata nelle Commissioni competenti e nel dibattito in Aula. Credo che la soluzione individuata a suo tempo nella Commissione competente e riproposta nell'ordine del giorno n. 376, sia quella che meglio può essere fatta propria dall'amministrazione regionale e seguita con l'attenzione che la vicenda, se non altro per le oltre 200 imprese coinvolte, merita.
Mi permetto, in relazione all'intervento del Consigliere Buquicchio, di sollevare sommessamente una questione. Il contenuto della proposta dell'ordine del giorno è condivisibile e puntualizza una serie di questioni importanti. Mi sembra, però, che vi sia il riferimento ad una particolare attenzione o verifica della situazione di sofferenza di alcuni fornitori che andrebbe ad eccedere la soluzione extra giudiziale, ma è una di quelle situazioni difficili da verificare. Vorrebbe dire che se il TOROC, o l'amministrazione regionale, dovesse intervenire, dovrebbe andare a verificare la solvibilità o la solidità dei fornitori, facendo delle analisi di carattere contabile per poter dare pieno adempimento alla mozione stessa.
Pertanto, sono un po' più perplesso su quest'ultima parte della mozione che fa specifico riferimento a quelle società o quei fornitori che non troverebbero una piena soddisfazione dall'intesa extragiudiziale.
Sull'ordine del giorno n. 376 mi sento di dire che c'è l'impegno dell'Amministrazione regionale perché si intervenga in tempi brevi.
Aggiungo, in merito anche ai tempi della possibile erogazione, come certamente l'ex direttore Vaciago ha detto nell'audizione in Commissione che, in realtà, il TOROC ha stanziato in un fondo quelle risorse. Quindi, è presumibile che, nel momento in cui interverrà l'accordo extragiudiziario il TOROC possa intervenire immediatamente ed erogare i fondi. Addirittura dico, probabilmente, con molta più celerità di quanto non potrebbe fare la Regione con meccanismi che, dal punto di vista tecnico, relativamente a fondi di garanzia di quel genere, i miei uffici mi dicono non praticabili che, comunque, devono essere attivati attraverso la predisposizione di una legge, con tutti i tempi che questo richiederebbe.



PRESIDENTE

Procediamo sull'ordine del giorno n. 376.
La parola al Consigliere Ricca per dichiarazione di voto.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, esprimerò voto favorevole sull'ordine del giorno n.
376 che riguarda una vicenda che, certamente, per definirla con un eufemismo, non è brillante, che coinvolge un numero consistente di piccole imprese piemontesi e che chiama in causa, come è già stato ricordato dal collega Clement, anche due aziende come la "Mostre e fiere" e la "Pico Hong Kong Limited", che non sono sconosciute, hanno buone referenze sul mercato hanno già gestito un evento olimpico come quello di Atene e sono fornitrici anche di quelli di Pechino.
Sorgono spontanee delle domande: dove hanno sbagliato costituendo Consortium, nelle persone scelte per la sua gestione in altre realtà? La Commissione postolimpica, in qualche modo, dovrà porre attenzione anche a questi aspetti, cercando di capire, imparando per eventuali esperienze future. Però, la Regione, che deve farsene carico affinché si addivenga in tempi rapidi ad una definizione della vicenda, non deve essere il soggetto che da solo si sobbarca l'onere eventuale di intervenire per in qualche modo, ripianare quanto dovuto o aggiungere risorse a quelle che il TOROC non dovesse avere disponibili.
Quindi, anche da questo punto di vista, sarà necessario fare dei ragionamenti sui passi cui sarà chiamato anche l'Ente Regione eventualmente, in relazione a questa vicenda.
Questo mi consente di fare una riflessione di carattere più generale: sono preoccupato dei costi reali della gestione postolimpica e delle somme necessarie per la chiusura complessiva anche della vicenda di TOROC.
necessario che la Commissione postolimpica faccia chiarezza anche su questi aspetti.
Per quanto riguarda i contenuti dell'ordine del giorno n. 378 presentato dal collega Buquicchio, con la correzione del testo sarà possibile superare i rilievi testé evidenziati dal Vicepresidente Peveraro e ottenere anche il voto positivo del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, il nostro Gruppo voterà l'ordine del giorno, che peraltro, è della Commissione, che ha come primo firmatario il collega Vignale.
Mi fa piacere che siano presenti la Presidente e il Vicepresidente, in quanto ci tengo a dire che in questa situazione noi dobbiamo farci anche latori, approvando questo ordine del giorno, di un'intesa, chiamiamola così, morale in quest'Aula. L'intesa morale è di dare, sì, mandato affinch nell'Ufficio di Presidenza del TOROC si arrivi a quella famosa cifra che oggi viene chiesta per chiudere questa vicenda, che non è ancora stata raggiunta. Qui, prima, qualcuno ha detto che c'è già un'intesa anche a un livello più basso. Se chiediamo a un condannato a morte se vuole essere ucciso con l'iniezione letale oppure impiccato o trafitto a morte, è certo che chiederà l'iniezione letale. Quindi, le aziende che in questo momento stanno per chiudere, che hanno pagato l'IVA, che sono senza una lira e che sono indebitate con le banche, accettano qualunque proposta gli venga fatta.
Se vogliamo veramente salvare i posti di lavoro, credo si debba fare una transazione almeno - dico un valore - non inferiore al 70% del lavoro commissionato, altrimenti, veramente, attraverso il TOROC, noi ci trasformiamo in strozzini, relativamente ad un lavoro fatto fare di corsa in quanto, senza quei lavori, nelle località montane non si sarebbero potute predisporre tutte le strutture necessarie allo svolgimento delle gare. Poi, si deve verificare la congruità, certo che se qualcuno specula su queste cose, per carità! Se mi permettete, mi dicono che una delle due aziende che ha costituito la società Consortium sia anche iscritta tra i creditori del fallimento per un valore di tre milioni di euro. Questa azienda se si esponeva personalmente, anziché costruire la società da 10 mila euro di capitale sociale, forse, oggi, avrebbe risposto in maniera diversa.
Allora, per esempio, perché non chiediamo che questi tre milioni vengano stralciati e, invece, vengano messi a disposizione degli altri soggetti? È facile provocare un fallimento e, poi, iscriversi al fallimento stesso recuperando tre milioni di euro, sottraendoli a quelle aziende micro piccole che non hanno quella forza commerciale.
Concludendo e votando a favore di questo ordine del giorno, ritengo che il delegato dalla Giunta regionale debba agire all'interno dell'Ufficio di Presidenza del TOROC, peraltro, mi risulta che noi non abbiamo ancora versato i 20 milioni di sponsorizzazione al TOROC, facendo leva sui soldi della sponsorizzazione da erogare, per far sì che questa situazione si risolva in modo stragiudiziale, ma, allo stesso tempo, onorevole per le aziende creditrici e, quindi, per i lavoratori. Non si può chiudere con una condotta che definire da strozzinaggio può essere, forse, al limite del comportamento, per non dire altre parole, perché - ripeto - chi non ha niente da mangiare accetta anche un tozzo di pane.
Non dobbiamo agire dando il tozzo di pane a chi ha fame. Se qualcuno ha garantito un minimo pasto, dobbiamo fare in modo che le loro attività possano continuare ad operare, vincolandole anche a dimostrare che questi soldi serviranno per salvaguardare le piccole aziende e, quindi, anche i relativi posti di lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Auddino, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Intervengo brevemente per dichiarazione di voto.
Ho ascoltato con molto interesse l'intervento del Vicepresidente Peveraro. Mi sembra che abbia colto molto bene lo spirito che tutti i Consiglieri, in sede di VII Commissione, hanno voluto manifestare all'Amministrazione regionale, finalizzato a trovare una congrua proposta extragiudiziale. Sarebbe troppo complicato scendere nel dettaglio e stabilire cifre come il 40%, il 50%, il 70%. Noi auspichiamo che tutti quelli che hanno lavorato vengano pagati per quanto hanno eseguito. Questo è un principio sacrosanto, perché non possiamo pensare che chi lavora non debba essere pagato, a tutti i livelli. Questo è senz'altro un particolare importante. Dopodiché, però, noi non siamo dei gestori; ci limitiamo semmai, a dare degli indirizzi. Noi possiamo impegnare la Presidente, il Vicepresidente e tutti gli Assessori a trovare una congrua proposta extragiudiziale. Mi sembra che questa sia la formulazione espressa della Commissione; lo stesso collega Vignale ha sottolineato che è il primo firmatario, per cui non ne stiamo facendo una questione di partito. Stiamo cercando di trovare una soluzione per quelle aziende che hanno lavorato rendendo possibile - lo abbiamo ricordato tutti - lo svolgimento delle Olimpiadi nei tempi previsti.
Questo è l'obiettivo a cui dobbiamo mirare. Non andiamo a spararla più grossa, perché questo non aiuta. In questo momento serve risolvere il problema. Per cui, a noi va bene.
Se l'ordine del giorno proposto dal collega Buquicchio - vedo che si è iscritto ad intervenire -raccogliesse quanto indicato dal Vicepresidente Peveraro, potremmo anche votarlo, essendo non dico complementare, ma molto simile.
Anzi, in questa trattativa extragiudiziale, da quanto ho potuto capire dall'intervento, siccome i soggetti interessati sono tre - TOROC, curatore fallimentare e imprese creditrici - che non siano proprio le imprese creditrici a stare a guardare, ma che stiano dentro.
Se questo aspetto sarà colto nell'ordine del giorno del collega Buquicchio, noi saremo pronti a votarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi raccordo all'intervento del Consigliere Auddino per precisare che in effetti, il nostro ordine del giorno si può considerare rafforzativo di quello che, nei fatti, è stato già esplicitato.
Cogliendo anche le osservazioni espresse dell'Assessore, che, in un certo senso, ci illustrava l'elemento di ricevibilità - chiamiamolo così di alcune parole, noi modificheremmo il testo, così come concordato con l'Assessore, con "prendendo atto". La frase, dunque, risulterebbe la seguente: "prendendo atto che alcune imprese, in presenza di un accordo extragiudiziale, potrebbero non risolvere la loro situazione di sofferenza".
In pratica, la Regione prende atto di questa situazione ed è ovvio che si attiverà a monte, con quella procedura, per risolverla nel migliore dei modi.
Ovviamente, il mio voto non potrà che essere favorevole all'ordine del giorno della Commissione e chiedo nuovamente ai signori colleghi il voto di approvazione anche di questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Vorrei proporre cinque minuti di sospensione per studiare come mettere a fuoco questo ordine del giorno e verificare se esistono le possibilità di una sottoscrizione unanime.
Naturalmente il testo va corretto, perché compaiono delle date.



(Commenti della Consigliera Motta fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Le date, quindi, sono state riviste.
Ho ascoltato con attenzione l'Assessore Peveraro: ne ho carpito la buona intenzione, ma niente di più. Siamo in grado di incidere, con decisioni più concrete, affinché questi tre attori - TOROC, curatore fallimentare e soprattutto le imprese - trovino un accordo condiviso e soddisfacente? Qual è la linea con cui la Regione si presenta al tavolo della Presidenza del TOROC? Con quale atto? Che cosa farà la Regione, in concreto? Sono senza dubbio buoni intenti, perché vogliamo tutti cercare di risolvere i problemi di queste imprese. Ma qualcosa in più, a mio giudizio bisognerebbe aggiungere, magari qualche vincolo o qualche direttiva, anche per tranquillizzare momentaneamente queste imprese, offrendo loro un messaggio politico molto forte, teso a sottolineare che l'Assemblea regionale, nel suo insieme, si impegna a risolvere il problema.
Capisco che quando si parla di accordo extragiudiziale non si possa dire "70%", "80%" o quant'altro. Ecco perché chiedevo cinque minuti di sospensione: c'é qualcosa che mi sfugge e assieme, magari, confrontandoci potremmo aggiungere qualche aggettivo. Il collega Robotti, più acculturato del sottoscritto, potrà offrirci qualche suggerimento! In questo modo, potremo essere sicuri di aver compiuto il nostro dovere, che è quello, naturalmente, di risolvere le questioni di cui oggi discutiamo, che riguardano i lavoratori e le imprese.
Chiedo, pertanto, cinque minuti di sospensione, per rivedere questo ordine del giorno e, se possibile, mettere a fuoco la situazione.
Vedo qualche collega fare cenni di diniego: non c'è problema, mi adeguerò, dal momento che faccio parte di una piccola minoranza.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, sono previsti ancora alcuni interventi per dichiarazione di voto. Suggerirei, se possibile, di utilizzare il tempo a margine delle ultime dichiarazioni di voto per trovare una soluzione.
Se fosse possibile, tenderei di evitare la sospensione, non per disattenzione nei confronti della sua richiesta, quanto, piuttosto, per l'ora tarda, dal momento che mi sembra di cogliere una propensione dei colleghi Consiglieri a chiudere la seduta al termine di questo punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Siamo in fase di dichiarazione di voto, Presidente?



PRESIDENTE

Sì.



CHIEPPA Vincenzo

Avrei voluto - lo faccio ugualmente, anche se non sono più in fase di dibattito - esporre una riflessione a latere di questa vicenda.
Ho ascoltato in diversi interventi le preoccupazioni sul destino del reddito dei lavoratori di queste aziende che hanno lavorato.
Questa vicenda, a mio avviso, dovrebbe indurre ad un'ulteriore riflessione: il meccanismo con cui, complessivamente, il pubblico gestisce la realizzazione di opere pubbliche regge ancora da un punto di vista di concretezza? Il fatto che una qualunque realtà - un'azienda o una società - possa acquisire un appalto pubblico rivelante e girarlo immediatamente sostanzialmente senza avere la capacita di esprimere un'operatività concreta rispetto all'appalto che è stato dato - ad una serie di altre aziende più piccole utilizzando il sistema del subappalto, è un aspetto sul quale riflettere.
Badate che questo ha portato fuori controllo moltissime opere pubbliche in termini di sicurezza dei lavoratori, ma anche in termini di qualità delle realizzazioni.
A mio giudizio, dovremmo utilizzare - lo dico, ovviamente, con grande tranquillità - un evento come quello di cui oggi discutiamo, quindi con questa difficoltà economica per numerose piccole e piccolissime aziende per ridefinire la modalità con cui il pubblico si accinge a realizzare opere, in questo caso quelle per l'evento olimpico. Non sembri voler non affrontare la vicenda nella specifico, su cui invece ci siamo.
Personalmente ritenevo utile richiamare questo aspetto. Vedo che quel che dico riscuote scarso interesse - parlo dei banchi della Giunta in particolare. Se si discute così genericamente degli interessi dei lavoratori, va tutto bene, siamo tutti d'accordo; ma nel momento in cui si tenta di entrare nel merito per dire che occorre cambiare alcuni meccanismi, perché altrimenti quelle lavoratrici e quei lavoratori non li tuteliamo o, meglio, non li tuteleremo, c'è disinteresse.
Credo che a partire dalle vicende di cui discutiamo oggi, al di là delle ironie del Consigliere Scanderebech, che mi parevano fuori luogo visto che stiamo parlando di una cosa seria, dovremmo riavviare una riflessione sui meccanismi che stanno all'origine di queste distorsioni che, oggi, cerchiamo di tamponare, mettendoci una pezza.
Mi pare che il Consiglio regionale, la maggioranza e la Giunta dovrebbero tentare di volare più alto su questioni di questo genere e tentare di dare risposte a problemi che assumono - e possono assumere anche un'acutezza e una drammaticità. Penso ai numerosi incidenti avvenuti presso aziende che hanno lavorato in subappalto del subappalto del subappalto, quindi senza alcun tipo di controllo.
Quanto è contenuto, anche sul piano della denuncia politica nell'ordine del giorno del Consigliere Buquicchio, mi pare puntuale e meritevole dell'attenzione del Consiglio regionale, che credo non verrà meno ai suoi compiti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento molto rapido, perché penso sia già stato detto tutto. Sono d'accordo quasi su tutto quello che è stato detto.
Incredibilmente sono persino d'accordo - forse per la prima volta dal comune insediamento in questi banchi - con il Consigliere Chieppa.
Quella sollevata oggi con queste mozioni è una questione estremamente importante, perché è veramente inammissibile che si possa accettare che un ente di diritto pubblico, che percepisce finanziamenti pubblici, si possa comportare con questa leggerezza nei confronti di una società, di fatto senza solide garanzie, senza una storia seria alle sue spalle, che prende gli appalti e li gira immediatamente ad altre società minori. Non solo: dopo aver fatto lavorare società più piccole, non le paga.
sicuramente un fatto di gravità inaudita e la Regione deve sicuramente cercare di porvi rimedio, pur nei suoi limiti. Credo la Commissione che a breve si costituirà sia organismo competente per effettuare un'analisi dettagliata di quanto è successo. Entro fine mese sarà costituita una Commissione post olimpica regionale; una Commissione che non è una Commissione speciale o d'inchiesta, ma una Commissione deputata a valutare proprio il post olimpico.
Credo che questa sia comunque una situazione post olimpica che la Commissione potrà prendere in esame; la Commissione potrà fare audizioni ascoltare le parti interessate e verificare quello che è effettivamente successo, chiedendo anche a TOROC, che se vorrà potrà rispondere, le motivazioni per cui sono state fatte determinate scelte.
A quel punto, quando sarà stata completata un'istruttoria adeguata, per tempo e con una certa serietà, da parte della Commissione deputata, il Consiglio regionale potrà prendere in esame quelle che saranno le proposte avanzate dalla Commissione, nata, tra l'altro, nel seno stesso del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Velocemente, annuncio il voto favorevole ad entrambi i documenti sottoposti. Visto che anche a me sembra che quasi tutto sia stato detto, mi collego all'ultima parte dell'intervento del collega Rossi, che faceva un'inconsueta ma comprensibile apertura di fiducia nei riguardi del collega Chieppa, cui mi associo anch'io.
Tuttavia - ovviamente, il nostro scopo è sempre quello di aiutare, non abbiamo secondi fini - il collega Chieppa, quando parla degli argomenti che ha trattato, con grande serietà, nell'intervento di prima (non c'è alcuna ironia nelle mie parole), credo non dimentichi di far parte della maggioranza attuale.
Sono convinto assertore che compito della maggioranza sia di governare quindi mi aspetterei - mi aspetto, senza porre inutili frenesie di tempo che su questo argomento si possa fare molto, anche se non con molta facilità. Credo che, correttamente nell'intervento del collega Chieppa, uno degli utenti più interessanti sia stato indirizzarsi al Vicepresidente perché, per esempio nell'ambito delle sue deleghe, alcune delle tematiche in termini di appalto riguardano certamente, ancor più concretamente, la Giunta nella sua interezza, perché la Giunta è e rimane organo collettivo comunque vengano distribuite le deleghe e perché - riprendo un tema toccato in altra sede - in altri momenti si è tentato di proporre una qualche innovazione, su una materia oggettivamente molto difficile. Per esempio, la logica dei subappalti è una delle tante a non essere totalmente risolta secondo me, dalle leggi attuali.
Tra l'altro, la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici è certamente uno - non l'unico - degli obiettivi principali, ma bisogna anche entrare nel merito stesso di ciò che l'appalto si propone, visto che stiamo utilizzando denaro pubblico raccolto con fatica, lacrime, sudore e sangue.
Le scelte effettuate da chi ne ha la competenza diventano operative quanto prima il merito della cosa si attua riducendo il livello delle vertenze e il livello delle contestazioni. Rendendo l'oggetto più praticabile, tanto più saremo efficaci nell'ottenere quel bene pubblico che è la finalità ultima della singola gara d'appalto, come di qualunque altro intervento di legge.
Credo importi ricordare, per esempio, alcuni tentativi di realizzare in Regione Piemonte una stazione appaltante, che oltre a risolvere i problemi direttamente di sua competenza, sia in grado, non in maniera obbligata, di fornire consulenza a tante altre strutture pubbliche, che non hanno né la quantità di mezzi né la quantità di risorse della Regione (tra le altre cose, neanche la quantità di esperienza che la Regione Piemonte, nei suoi 36 anni di vita, ha maturato). La stazione appaltante può fornire consulenza, magari anche a titolo oneroso e non gratuito, non una consulenza politica, ma una consulenza di merito. Questo eviterebbe, o potrebbe evitare, di reinventarsi l'acqua calda nei migliori dei casi o che amministratori pubblici meno preparati, meno dotati di mezzi e di esperienza, magari talora più orientati sul risarcimento del singolo caso che ad un bene complessivo, affrontino la tematica degli appalti in maniera un po' superficiale.
Tra l'altro, il decreto Bersani, di cui tanto si discute, mi sembra inviti, con molta chiarezza, ad una riconsiderazione ampia di questa tematica. In conclusione, nell'associarmi, per ora solo alla forma delle parole del collega Chieppa, mi aspetto, da lui come da qualunque altro membro di maggioranza, che si arrivi a delle proposte operative - progetti di legge se emergono dai Gruppi consiliari o disegni di legge se emergono dalla Giunta - e che questo tema, non del tutto risolto, neanche da questa maggioranza, venga affrontato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. Sollecitato dal collega Manolino, cercherò di essere estremamente rapido e indolore. Peraltro, quanto volevo dire è già stato ampiamente e ottimamente espresso dai colleghi Rossi e Burzi.
Dopo aver ricordato che ho appena sottoscritto gli ordini del giorno in oggetto in accordo con i primi firmatari e dopo aver ringraziato i colleghi Buquicchio, Vignale e Ghiglia per quanto oggi andiamo ad affrontare, credo di poter dire che questi ordini del giorno sono giunti in aula dopo un lavoro molto approfondito. In particolare, il collega Buquicchio ha svolto veramente un lavoro approfondito di ricerca, anche dei numeri. Peraltro capisco la sua difficoltà e sofferenza, dovendo stare in una maggioranza che è obiettivamente imbarazzata dall'argomento in esame; quindi, a maggior ragione lo ringrazio per la sua onestà intellettuale e per il lavoro meticoloso che ha saputo fare.
Mi permetto solo una brevissima e leggera nota polemica: mi chiedo come mai la Commissione post-olimpica - e penso di essere uno dei pochi a poterlo chiedere - dal sottoscritto osteggiata a più riprese per vari motivi, a tuttora non sia ancora stata convocata. Il collega Rossi mi dice che è stata convocata per il 25 luglio, ma mi pare, se ben ricordo, che è stata deliberata da questo Consiglio quasi un mese e mezzo fa. Se c'era questa urgenza, declamata già sette mesi fa, mi pare che un mese e mezzo per poterla convocare e istituire, visto l'urgente problema del post olimpico, sia eccessivamente troppo.
Viste tutte le obiezioni all'epoca da me sollevate sulla Commissione post-olimpica, mi si darà atto che, grazie a un senso di responsabilità, ho voglia di far andare avanti i lavori di questo Consiglio.
Per quanto riguarda la Commissione in oggetto, se è vera la data della convocazione del 25 luglio (ma nei miei uffici non ho visto questa convocazione), avvicinandosi il mese di agosto di pausa estiva evidentemente non c'era tutta l'urgenza che si voleva attribuire alla stesura della delibera 31, che invece è stata portata in votazione con tanta insistenza.
Auguro quindi a questa Commissione e al suo futuro Ufficio di Presidenza una prontezza di lavori migliore di quella che finora è stata dimostrata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Credo che non ci sia più molto da dire, perché i colleghi hanno sviscerato davvero da ogni punto di vista tutta la problematica.
Anche a me pare - non dico stranamente come ha detto il collega Rossi perché non sarebbe d'uopo - che alcuni passaggi sollevati dai colleghi che hanno preceduto l'intervento del collega Rossi, quindi dal Consigliere Chieppa e da altri, debbano essere presi in debita considerazione. Lo dico semplicemente perché oggi ci troviamo a dibattere un problema che ha una soluzione obbligata. Troppo spesso ci troviamo a inseguire soluzioni di merito, senza pensare che un sistema e un modus operandi nelle cose pubbliche deve essere organizzato, proposto e deve diventare l'abitudine di tutte le società di carattere pubblico che sia la Regione Piemonte sia la Provincia sia i Comuni vanno ad attuare.
La Regione Piemonte, in questi ultimi tempi, per la questione FIAT, per la questione del postolimpico e per una serie di altre attività e sinergie collegate ad altri enti pubblici, ha avviato iniziative, che nel tempo produrranno - sicuramente non come le questioni olimpiche ma per altre attività - problematiche del genere. Quindi, se riusciamo a precedere e a prevenire certe possibili deformazioni operative, sicuramente sarà di vantaggio non soltanto per gli enti promotori, ma anche per tutti quei lavoratori e quelle aziende che, in qualche modo, oggi in appalto subappalto e biappalto, domani magari con un semplice contratto di appalto regolare, si troveranno a dover liquidare le somme. Ancorché non interpellati per la sottoscrizione di questi ordini del giorno né dal Consigliere Buquicchio né dagli altri colleghi, riteniamo di poterli sottoscrivere tutti entrambi e di esprimere un voto favorevole ai due documenti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di dichiarazione di voto, indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 376, licenziato dalla VII Commissione, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la società Consortium Mfp srl, nata appena 24 mesi prima dell'evento olimpico e con 10 mila euro di capitale sociale, formata dalla "Mostre e fiere" di Nichelino e dalla "Pico Hong Kong Limited" con sede in Hong Kong e Singapore, ha ottenuto appalti dal TOROC per 21, 8 milioni di euro per lavori inerenti le strutture temporanee dei siti olimpici di montagna che la stessa Consortium Mfp srl ha successivamente subappaltato a centinaia di piccole e medie imprese tutti i servizi legati ai siti per un fatturato complessivo - tutto autorizzato da Consortium Mfp srl - di oltre 25 milioni di euro preso atto che Consortium Mfp srl, dopo aver ricevuto da TOROC il 70% del pattuito, ha pagato alle imprese subappaltatrici solo 8 milioni di euro, lasciando più di 25 milioni di euro da saldare sottolineato che a fronte di un debito così imponente Consortium Mfp srl, dopo aver consegnato i libri in tribunale, è stata dichiarata fallita dallo stesso e che attualmente la ripartizione dei crediti è in mano ad un curatore fallimentare considerato che molte delle imprese sono esposte per milioni di euro e che a causa del mancato pagamento rischiano la chiusura o il licenziamento di migliaia di dipendenti che appare evidente che le stesse imprese non avrebbero dato fiducia ad una società con appena due anni di vita ed un capitale sociale così irrisorio se non fosse stata individuata dal TOROC considerato ancora che nelle casse di TOROC rimangono 6,8 milioni di euro da destinarsi al pagamento dei lavori che Consortium Mfp srl ha fatto effettuare, oltre ad 1 milione di euro quale fideiussione stipulata da Consortium Mfp srl a tutela del contratto sottoscritto come richiesto da TOROC che l'Ufficio di Presidenza di TOROC si riunirà per proporre una transazione extragiudiziale al curatore fallimentare auspica che nelle procedure di assegnazione degli appalti, si eviti il ricorso sistematico al subappalto, rispettando nel contempo le vigenti leggi in materia, al fine di meglio tutelare le piccole imprese e i lavoratori impegnati impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente ad intervenire all'interno dell'Ufficio di Presidenza del TOROC al fine di garantire una congrua proposta extragiudiziale, in grado di tutelare economicamente le imprese subappaltatrici e i loro lavoratori".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 378, come modificato dal Consigliere Buquicchio (primo firmatario), il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso: che la Regione Piemonte nel gennaio 2006 si è impegnata a sponsorizzare l'evento delle Olimpiadi invernali Torino 2006 per 20 milioni di euro somma che non risulta essere ancora stata versata al Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici (TOROC) che è noto essere in atto un contenzioso fra TOROC e CONSORTIUM Mfp srl società cui TOROC ha affidato le attività tecnico progettuali e la fornitura in opera dell'allestimento delle opere temporanee sui siti olimpici montani che è noto che il Fornitore CONSORTIUM scelto da TOROC è una società a capitale sociale di euro 10.000, il cui inizio di attività è del 20 giugno 2005, giorno precedente alla sottoscrizione del contratto con TOROC, che ha sede legale in Torino, Via San Francesco D'Assisi n. 35 e sede operativa in Nichelino, Via Cesana n. 10, che vede nella compagine sociale la Mostre e Fiere S.p.A. e la Piko Hong Kong Limited (società che già ha operato per le Olimpiadi di Atene ed è in lizza per quelle di Pechino) e che vede quale amministratore delegato tale Montera Margherita socia ed amministratore delegato della Mostre e Fiere S.p.A. società avente la stessa sede legale e stessa sede operativa della CONSORTIUM che è infine noto che pure a fronte di un corrispettivo pattuito di euro 21.811.259,00 TOROC ha richiesto solo una cauzione pari al 5% dell'importo dei lavori quando in materia di lavori pubblici (legge 109/1994) viene richiesta una cauzione definitiva minima del 10%, normativa che pu ritenersi applicabile anche agli appalti TOROC che pur essendo fondazione di diritto privato, ha gestito ingenti somme di denaro pubblico e dunque almeno sotto questo aspetto, può ritenersi dovesse applicare in via analogica tale normativa anche solo a scopo prudenziale preso atto che CONSORTIUM, nonostante abbia incassato da TOROC circa euro 15.000.000,00 ha corrisposto alle aziende subfornitrici solo euro 6.000.000,00 circa mentre la restante somma sarebbe stata incamerata dai soci che TOROC deve ancora corrispondere a CONSORTIUM (oggi alla procedura fallimentare) la somma residua di circa euro 6.800.000,00 oltre IVA, senza tenere conto delle somme richieste per varianti in corso d'opera tutte da accertare considerato che la presente vicenda riveste un carattere sociale poiché il mancato pagamento dei subfornitori in tempi rapidi porterà molte di queste al fallimento con conseguente perdita del posto di lavoro per molte maestranze considerato altresì che i subfornitori hanno in buona fede fatto affidamento sulla solvibilità di CONSORTIUM in quanto fornitore del TOROC ente partecipato dagli Enti Pubblici Regione Piemonte, Provincia Torino Comune Torino e dunque si sono esposti in modo ingente sicuri dei pagamenti che sarebbero stati loro fatti rilevato infine che la procedura fallimentare in atto ha sicuramente allungato i tempi di definizione del contenzioso TOROC/CONSORTIUM e del pagamento dei subfornitori anche tenuto conto del fatto che l'udienza di verifica crediti e' fissata al 13 ottobre 2006 che vi è tuttavia necessità di acquisire al più presto la sicurezza sulle somme che TOROC corrisponderà alla procedura fallimentare e sulle prospettive di recupero almeno parziale degli importi già corrisposti impegna la Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente affinché si attivi nei confronti di TOROC per arrivare al più presto ad una definizione della vicenda ed alla conseguente quantificazione delle somme ancora dovute alla procedura, prendendo atto che alcune imprese, in presenza di un accordo extra-giudiziale, potrebbero non risolvere la loro situazione di sofferenza".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 379 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto che molte aziende hanno lavorato, o per appalto diretto o tramite subappalto, per l'evento Olimpico contribuendo alla sua realizzazione e successo che il Toroc, per l'organizzazione e gestione dell'evento Olimpico, ha appaltato lavori per circa 21 milioni di euro a Consortium MfP, azienda con appena 10 mila euro di capitale sociale e circa due anni di vita, per l'installazione e rimozione delle strutture temporanee nei siti di gara olimpici considerato che i lavori di smantellamento delle tribune, tensostrutture e allestimenti olimpici temporanei sono stati interrotti a causa del mancato pagamento alle aziende, operanti in subappalto, da parte di Consortium MfP oltre duecento ditte ora rischiano il tracollo finanziario e circa un migliaia di posti di lavoro è in pericolo i territori interessati dall'interruzione dei lavori risultano gravemente danneggiati dai ritardi degli stessi circa il 70% delle aziende creditizie hanno recentemente costituito il Comitato dei Cre ditori di Consortium, con l'obiettivo di ottenere il recupero dei pagamenti anche attraverso le vie legali, dal Consortium Mfp, ma i tempi di tale iniziativa rischiano di essere molto lunghi il Direttore Generale del Comitato Olimpico ha dichiarato alla stampa che il Toroc per ora non può fare altro che aspettare e che la Consortium MfP pare essere un'azienda con più debiti che crediti altre notizie imputano invece ai buchi di bilancio del Toroc e alla relativa indisponibilità di liquidità la causa della mancata corresponsione a Consortium MfP di quanto pattuito costringendolo a sua volta ad interrompere i pagamenti alle ditte subappaltatrici impegna la Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a creare un fondo di garanzia, coperto da un finanziamento da parte di Comune, Provincia e Regione, verificando la disponibilità degli istituti creditizi main sponsor del Toroc a proporre condizioni vantaggiose, al fine di consentire alle aziende coinvolte nel disastro economico legato all'allestimento e rimozione delle strutture temporanee nei siti olimpici di ottenere finanziamenti a tasso zero e riprendere i lavori, liberare i terreni dai cantieri e scongiurare fallimenti e pagare i lavoratori." Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.20)



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