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Dettaglio seduta n.104 del 18/07/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PICHETTO FRATIN GILBERTO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Bresso e Comella.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 220 della Consigliera Cotto inerente a "Centro Unico Regionale per le malattie urologiche presso l'Ospedale di Asti"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 220, presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza della Consigliera Cotto traeva origine da un'intervista apparsa su La Repubblica lo scorso anno al Professor Muto.
L'Urologo - ricordo che il professor Muto è un noto urologo - esprimeva il proprio pensiero circa i motivi che causano le lunghe liste d'attesa emergeva, inoltre, la necessità di un progetto a forte valenza regionale per la nascita di un centro delle malattie delle vie urinarie capace di riunire tutte le specialità attinenti, quali la nefrologia, l'oncologia e la chirurgia uro-oncologica.
Il dottor Muto evidenziava l'esigenza di individuare un luogo idoneo per far nascere e crescere questo progetto e l'intervistatore suggeriva il sovradimensionato nuovo ospedale di Asti, Cardinal Massaia, quale nosocomio ospitante.
Con riferimento al quesito posto nell'interpellanza - se esiste la volontà politica di creare, presso il nuovo Ospedale di Asti, un Centro Unico Regionale per le malattie urologiche - dobbiamo precisare che in data 3 luglio la Giunta ha approvato un nuovo atto relativo alle liste d'attesa che trae origine sia dal Piano Sanitario Nazionale, sia da indicazioni conseguenti formulate dall'ex Ministro Storace, sia dagli orientamenti della bozza di Piano Socio-Sanitario Regionale.
L'auspicio è quello di un progressivo miglioramento dei tempi di attesa per i cittadini attraverso precise linee guida e un attento monitoraggio dell'attività delle Aziende.
L'ipotesi di un Centro Unico Regionale per le malattie urologiche ad Asti è un buon obiettivo da perseguire, ma occorre sapere che per tale realizzazione al di fuori dell'area torinese esistono rilevanti difficoltà.
Infatti, come scritto in premessa, la nascita di questo centro ad alta complessità, che deve essere correlato ad altre specialità (la nefrologia l'oncologia e la chirurgia), richiede di essere guidato da soggetti oggi presenti solo nell'area torinese, che abbiano, per esperienza, casistica di interventi, rapporti con università e curriculum scientifico, la qualità necessaria.
La verifica effettuata per eventuali mobilità da Torino ad Asti non ha dato, finora, i risultati desiderati per poter attivare il centro, che rimane una proposta degna di considerazione, ma scaturita nell'ambito ristretto di un'intervista giornalistica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valpreda.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

L'interpellanza aveva preso spunto proprio da quell'intervista giornalistica; fa piacere constatare che vengono fatte delle proposte per quanto riguarda l'Ospedale di Asti, che, progettato vent'anni fa, pu offrire dei locali idonei per ospitare dei centri.
Mi fa altresì piacere constatare che l'Assessore abbia risposto che si tratta di un buon obiettivo, sia pure con delle difficoltà.
Chiederei dunque all'Assessore di approfondire, nei prossimi mesi e anni, questo discorso, affinché il nuovo Ospedale di Asti possa funzionare a pieno ritmo e al massimo della propria tecnologia a favore di tutti i cittadini piemontesi, secondo le intenzioni di tutti gli amministratori perché diventi un punto di eccellenza del Piemonte.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 245 del Consigliere Ricca inerente a "Ancora disagi all'Ospedale di Chivasso" (L'Assessore Valpreda concorda risposta scritta con l'interrogante)


PRESIDENTE

Comunico che è stata data risposta scritta, da parte dell'Assessore Valpreda, all'interrogazione n. 245 del Consigliere Ricca, inerente a "Ancora disagi all'Ospedale di Chivasso".


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Presidi privati di diagnosi e cura

Interpellanza n. 267 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Collaborazione tra Ospedale S. Anna e Villa Maria Pia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 267, alla quale risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Con riferimento all'interpellanza in oggetto, sentita in proposito la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera Regina Margherita S. Anna, si precisa che le risposte ai quesiti derivano da quanto aveva predisposto la precedente Direzione del dottor Boveri.
Nell'anno 2005 e precedenti - primo quesito - fra Villa Maria Pia Hospital e l'Azienda S. Anna OIRM era intercorsa una corrispondenza tesa al raggiungimento di un accordo finalizzato allo svolgimento di attività di radioterapia. Allo stato attuale, l'accordo non è stato formalizzato pertanto non produce effetti (ogni preoccupazione deve, quindi, essere fugata).
L'ASO OIRM/S. Anna ha comunque costantemente tenuto informato l'Assessorato circa gli obiettivi di un eventuale accordo - contenimento dei tempi di attesa per prestazioni di radioterapia, natura temporanea dello stesso, eccetera - anche allo scopo di acquisirne il benestare. Ma non si è ritenuto necessario attivare l'accordo da parte dell'Azienda.
Per quanto riguarda lo stato delle apparecchiature - secondo quesito il reparto è dotato di un acceleratore lineare acquisito nel 1995 e sempre sottoposto a regolare manutenzione.
Dal luglio 2004 al luglio 2006 sono stati effettuati 13 interventi, ma solo in due casi il tempo necessario a questi interventi di manutenzione ha comportato dieci giorni di interruzione del servizio (negli altri undici casi il problema si è risolto nella giornata oggetto di intervento).
Nelle more di adozione del nuovo assetto dipartimentale - terzo quesito la precedente Direzione Aziendale ha ritenuto di far confluire alcune funzioni nell'ambito del dipartimento esistente.
Il nuovo Commissario - quarto quesito - si è insediato il 2 maggio e sta monitorando quanto predisposto dalla precedente Direzione in merito a consulenze e convenzioni, vagliando tutte le problematiche non risolte.
La nuova Direzione ha anche il compito di ristabilire un clima tra tutti gli operatori volto, in primo luogo, alla collaborazione reciproca al soddisfacimento dei bisogni dell'utente, alla promozione e valorizzazione delle competenze esistenti facendo emergere le migliori professionalità. Il miglior utilizzo delle risorse non necessita di sponsor "esterni", ma è il tratto distintivo di una Direzione capace, efficiente e non condizionabile.
L'ultimo quesito fra la LIVET s.r.l. e ASO OIRM/S. Anna è stata stipulata una convenzione temporanea per attività FIVER/ICS onde garantire la continuità delle cure e lo smaltimento delle liste d'attesa, a seguito di chiusura per ristrutturazione dei locali aziendali dal 05/09/2005 al 20/12/2005, con un costo di 352.800,00 euro ed un ricavo da DGR 359 e dal contributo diretto delle pazienti di oltre 400.000,00 euro, per un totale di 164 casi trattati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Ringrazio l'Assessore e mi scuso per non aver sentito interamente la risposta.
Il senso dell'interrogazione era quello di sollevare una questione che in qualche modo, è simbolica di un intreccio, che si è venuto a creare negli anni, alcune volte perverso, tra segmenti della sanità pubblica e operatori della sanità privata.
Villa Maria Pia - visto che non sono conosciuto come un Consigliere che elude le questioni direttamente - è una di quelle realtà che si distingue per avere una grande attività nei rapporti con il settore pubblico, quindi quest'interrogazione intendeva e intende porre all'attenzione dell'Assessore competente la necessità di rivedere complessivamente - così come mi pare sia stato fatto recentemente dall'Ospedale San Giovanni Battista, ho letto sui giornali qualcosa al riguardo - i rapporti di quella realtà di sanità privata con segmenti della sanità pubblica.
Perché? Noi siamo particolarmente preoccupati e so che questa preoccupazione è condivisa dall'Assessore e credo da gran parte del Consiglio regionale. Il tema del rapporto tra sanità pubblica e operatori privati è centrale anche rispetto a una politica di risanamento dei conti.
Sul nostro territorio abbiamo, così come peraltro giustamente segnalato nella bozza di Piano socio-sanitario regionale, una situazione che vede in molte parti doppioni degli stessi servizi, doppioni delle stesse possibilità di prestazioni per gli utenti e questa sovracapacità produttiva non seleziona in sanità (è diverso che in altri settori) il fornitore migliore, ma al contrario induce una domanda aggiuntiva, e cioè più ce n'è e più si produce (scusate la banalizzazione).
Più servizi ci sono, soprattutto se doppi, e più c'è una domanda indotta. Noi non vogliamo ideologicamente - passatemi questo termine - per principio, per partito preso contestare il fatto che ci possano essere rapporti tra sanità pubblica e operatori privati in sanità, ma il ruolo dei privati deve essere ricondotto (questo è l'elemento anche di battaglia politica che affronteremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi) a un ruolo di integrazione del servizio sanitario regionale pubblico, e cioè il privato deve essere chiamato alla collaborazione con il servizio sanitario pubblico per colmarne in qualche modo le carenze, per supportarlo nei territori o rispetto ad alcune prestazioni dove il pubblico non pu soddisfare legittime richieste dei cittadini piemontesi.
Dunque il senso dell'interpellanza era questo, e questo sarà anche uno degli elementi veri che il nostro Gruppo e il nostro partito porterà nella discussione che, a breve, andremo ad aprire sul Piano socio-sanitario regionale, per riportare la centralità del servizio sanitario regionale pubblico con grande attenzione rispetto ai rapporti con i segmenti della sanità privata. Dove si sono creati questi intrecci, alcune volte anche perversi, chiediamo all'Assessore regionale alla sanità e alla Giunta regionale di recidere decisamente e senza tentennamenti tali rapporti: ne va della qualità delle prestazioni, ne va della ricostruzione di un servizio sanitario regionale per tutti i cittadini, ne va anche della tenuta economico-finanziaria del servizio sanitario regionale.
Questo sarà un altro dei temi importanti: noi dovremo recuperare risorse, riportare ad equilibrio finanziario il servizio sanitario regionale, potenziando gli attuali livelli, ma soprattutto, stante la scarsità di risorse, concentrare gli investimenti sui servizi sanitari regionali pubblici in primo luogo.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 231 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia inerente a "L'Assessore alla sanità non incontra il personale infermieristico"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 231, presentata dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia.
La parola all'Assessore Valpreda per la risposta.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Quest'interrogazione era legata al fatto che non ho incontrato il personale infermieristico. Nella Regione Piemonte sono circa 56.000 gli operatori della sanità, di cui la metà sono addetti alla funzione infermieristica, e ci sono ben 22 sigle sindacali firmatarie del contratto nazionale di lavoro; a queste organizzazioni si aggiungono poi tutte le sigle non firmatarie. È comunque del tutto evidente che, sia per il peso numerico della rappresentanza sia per il fatto di essere all'interno di una logica concertativa, l'Assessorato privilegia il rapporto con le sigle firmatarie del contratto nazionale di lavoro.
In relazione al carico di lavoro, sono oltre 60 al giorno le richieste di incontro che giungono alla Segreteria. Io non ho incontrato tutte le singole sigle, ma ho sentito, in particolare per gli infermieri, i rappresentanti dei Collegi infermieristici. La miriade di persone e i problemi esposti alla maggior parte di essi non rappresentano certo una novità solo da un anno a questa parte e non sono una fotografia n oggettiva né generalizzata di tutto il territorio, ma si tratta di disagi diffusi a macchia di leopardo nei nostri territori e la cui soluzione, per gli aspetti prettamente sindacali, è stata demandata alla concertazione tra le parti azienda per azienda, mentre per gli aspetti organizzativi l'indicazione generale è quella di Piano.
Ho incontrato più volte i Dirigenti dei Collegi infermieristici avviando dei rapporti proficui di collaborazione e aiutandoli, da un lato concordando la creazione di un Osservatorio per le professioni infermieristiche e, dall'altro, avviando un percorso formativo maggiormente incisivo rispetto agli attuali, dove spesso la prevalenza degli interessi dei provider contamina o non rende completamente produttivi gli obiettivi della formazione.
Infine, abbiamo assicurato la nostra attenzione per la creazione, che è un altro obiettivo che hanno, dei primariati degli infermieri. Gli infermieri che sono laureati ambiscono ad una possibilità di carriera che si è finora già concretata in sei primariati, ma che vogliamo estendere, in collaborazione e in integrazione, senza conflittualità con la classe medica. Quindi i problemi degli infermieri che sono stati sottolineati in questa interpellanza, sono all'attenzione e, compatibilmente con le possibilità, avviati a soluzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Inizio il mio intervento per significare la difficoltà nel rispondere ad un'interpellanza che, in realtà, è stata presentata nel settembre dell'anno passato. Quando passa quasi un anno, ben venga la risposta dell'Assessore, non tanto e non solo nel merito dell'interpellanza, per un rapporto più generale di confronto con le categorie.
Certo è che è un problema che abbiamo sottoposto più di una volta all'Ufficio di Presidenza, perché altrimenti diventa davvero inutile la presentazione dell'interrogazione. Detto ciò, l'Assessore ha indicato alcune metodologie che dovrebbero essere seguite. Noi ben comprendiamo che a fronte di una richiesta di incontri e di consultazioni alla quale non si riesce a dare risposta, si scelgano, da parte dell'Assessore, alcuni soggetti.
Ricordo che, in molti casi, le segreterie fanno da filtro nel merito perché dire che la Regione Piemonte non intende né ricevervi né parlarvi è oggettivamente difficile per me che sono all'opposizione. Può anche andare bene, ma nel confronto con le categorie diventa difficile. Secondo me ovviamente, va poi valutata, ogni Assessore si muoverà autonomamente ed è corretto che sia così. Il sindacato di cui stiamo parlando ha anche la sua rappresentanza, è un sindacato che firma i contratti, credo sia il secondo sindacato per numero di iscritti della nostra Regione, superando ampiamente alcuni sindacati storici. La sua rappresentanza numerica avrebbe dovuto portare l'Assessorato, che peraltro so che successivamente ha incontrato il sindacato stesso, a confrontarsi. Ma al di là di questo, a me è interessato un passaggio, quello sui collegi, perché questo può essere uno strumento cioè ci confrontiamo con le organizzazioni sindacali, ma ove c'è un collegio che rappresenta, da un punto di vista lavorativo, le istanze di tutti i lavoratori, il nostro interlocutore privilegiato è certamente il collegio.
Dopodiché, ma è un problema che abbiamo in questi mesi, credo che sarà interessante discutere per fare una valutazione complessiva sul comparto infermieristico. Rilevo soltanto, come abbiamo fatto in altri casi, che la gestione della IV Commissione di migranti o di stanziali delle ultime settimane, ha fatto sì che negli ultimi due mesi di tutto ci siamo occupati soprattutto della presentazione del piano, che è atto certamente importante - dimenticandoci di tutta un'altra serie di questioni assolutamente rilevanti - mi permetto di dire - più del piano o a parità del piano. Una cosa sta dentro l'altra, perché altrimenti sbagliamo. C'è un documento di programmazione, non rendendoci conto che ritornare, senza voler fare un dibattito, a ciò che diceva l'Assessore Valpreda rispondendo all'interrogazione dei colleghi Robotti e Chieppa, che in questo periodo in molte zone - quando sarà vi indicheremo dove e quando, l'Assessore lo sa bene - il privato è ben lieto, perché, a fronte di chiusura di servizi che la sanità pubblica dà, è ovvio che c'è un aumento della domanda nei confronti del privato. Ma questo non è un argomento dell'interrogazione.
Torneremo a discuterne in IV Commissione, quando riprenderemo un'attività ordinaria, oltre a quella importante relativa al piano.
Certamente consideriamo in qualche modo positive alcune indicazioni che l'Assessore ha dato, augurandoci poi che siano tali e non ci siano invece in qualche modo, maggiori attenzioni verso sigle storiche che, anche per vicinanza politica con questa maggioranza, in alcuni casi vengono considerate più di altre.
Abbiamo presentato un'altra interrogazioni e quindi non ne discutiamo due insieme, certamente quello sull'accesso al lavoro dove in qualche modo non si è data delega, ma dove i sindacati hanno una parola in più. A noi sembra fuorviante, ma anche questa è una materia dell'interrogazione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 751 del Consigliere Toselli, inerente a "Disservizi nelle attività di primo soccorso nelle sedi delle ASL 17"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 751, presentata dal Consigliere Toselli.
La parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

A parziale espiazione dei ritardi che ha prima fatto rilevare il Consigliere Vignale, questa è una risposta più recente. Il Consigliere Toselli chiede una relazione sui disservizi dell'attività di primo soccorso nelle sedi dell'ASL 17.
Nell'interrogazione è rappresentata la cronologia dell'evento, che vede un intervento di soccorso per una signora abitante a Saluzzo; a seguito dell'intervista telefonica effettuata dall'infermiere in servizio, è stato inviato un MSA (mezzo di soccorso avanzato) per un codice di media gravità classificato come G4K.
Il mezzo è giunto sul posto e, a seguito della visita effettuata dal medico, è stata rilevata una patologia di natura neurologica, necessitante di consulenza neurologica presso il nosocomio di Savigliano. Il medico riferisce trattarsi di una situazione a bassa criticità, per cui viene disposto il trasporto con un MSB (mezzo di soccorso di base).
Il mezzo di soccorso avanzato, terminata la visita, è stato dirottato su un altro intervento, e la signora rimane al domicilio in attesa del mezzo di soccorso di base. Il mezzo di soccorso di base ha provveduto al trasporto presso l'ospedale di Savigliano, dove in pronto soccorso termina l'intervento di servizio di emergenza 118.
In pronto soccorso, a completamento della valutazione clinica da parte del neurologo, è stata richiesta una TAC, che in quella giornata non poteva essere effettuata in ospedale, in quanto l'apparecchio in dotazione era fuori servizio. Il pronto soccorso ha disposto pertanto il trasferimento della paziente presso l'ospedale di Saluzzo, dove la TAC era operativa.
La situazione clinica della signora permane stabile, per cui dal Pronto Soccorso di Savigliano si predisponeva che il trasferimento potesse avvenire con personale volontario.
Quando il mezzo giunge all'altezza dell'incrocio per Lagnasco sulla SS 662 per Saluzzo, a metà del tragitto circa, la signora ha un improvviso peggioramento, pertanto i volontari provvedono a segnalarlo alla CO 118.
Viene disposto nuovamente l'invio in supporto del mezzo di soccorso avanzato (MSA) con sede a Saluzzo, come richiesto dalla situazione e dal protocollo di invio dei mezzi di soccorso. Data la breve distanza tra Saluzzo e l'incrocio in questione (6 chilometri, 6 minuti di percorrenza) si ritiene di fermare il mezzo di base per consentire ad entrambi i volontari dell'equipaggio di prestare soccorso alla paziente.
Il MSA arriva in supporto, prende in carico la signora e provvede al trasporto presso l'Ospedale di Saluzzo, comunicando un codice di gravità intermedio (giallo: parametri vitali ancora stabili, ma situazione che potrebbe improvvisamente peggiorare).
Osservazioni: la segnalazione inviata alla rubrica giornalistica risponde a realtà per quanto riguarda il rendez-vous tra le due ambulanze una con volontari del soccorso e l'altra con personale sanitario, in attesa sul posto. Questa procedura è dovuta a: peggioramento delle condizioni cliniche di un paziente trasportato da un MSB con volontari che richiedevano ulteriore assistenza; situazione che necessitava di assistenza che doveva essere svolta da due persone e sconsigliava la prosecuzione del viaggio con un solo operatore in assistenza; tempi molto brevi per l'arrivo del mezzo di soccorso avanzato.
In ordine al fatto in oggetto, sono state modificate alcune procedure cercando di rendere più snella la procedura, nella fattispecie: in caso di consulenza di pazienti presso ospedali in cui sia segnalato guasto ad apparecchiature diagnostiche pertinenti, invio presso altro ospedale possibilità di sdoppiamento dell'equipe sanitaria per accompagnamento del paziente con medico o infermiere; revisione in corso dei protocolli per trasporti protetti interospedalieri; prosecuzione del viaggio verso il presidio, se non impegnati in manovre di assistenza alle funzioni vitali.
Quindi, da questo episodio sono scaturite modifiche organizzative, pur avendo registrato una sostanziale aderenza ai protocolli allora vigenti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Toselli si dichiara soddisfatto della risposta dell'Assessore.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interpellanza n. 769 dei Consiglieri Cavallera, Cotto, Nastri, Pichetto Pedrale, Cirio e Burzi, inerente a "Esenzione dal ticket sui farmaci" (rinvio)


PRESIDENTE

C'è da chiarire se i proponenti ritengono che all'interpellanza n. 769 sia stata data risposta o meno nell'ambito del precedente intervento.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'altra volta avevo risposto a voce sul problema dei ticket e dei tempi, riservandomi una risposta più completa non appena gli uffici avessero avuto i dati. Questo era l'accordo che avevamo preso. Non mi hanno ancora fornito nulla e siamo in attesa, fermo restando che i pazienti sono comunque tutelati dalle deroghe intercorse.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Quindi, quest'interpellanza è rinviata.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 608 del Consigliere Nastri, inerente a "Approvazione Piano Regolatore di Novara" (L'Assessore Conti concorda risposta scritta con l'interrogante)


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione n. 608 l'Assessore ha fornito risposta scritta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 472 del Consigliere Cavallera, inerente a "Bonifica da amianto area casalese - Conferenza dei Servizi"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 472, cui risponde l'Assessore De Ruggiero, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

L'interrogazione del Consigliere Cavallera verte su due punti. In primo luogo, mi chiede il motivo per cui non ho partecipato il 6 dicembre 2005 alla Conferenza dei Servizi ministeriale.
Credo che il Consigliere sia a conoscenza del fatto che possono esserci dei problemi di doppi impegni; quel giorno, in Consiglio regionale c'era un'iniziativa interessante sulle tematiche legate al trasporto passeggeri e alle linee a scorrimento veloce lungo la Val di Susa. Avevo quindi scelto di essere presente in Consiglio regionale, sapendo peraltro che il tavolo era "tranquillo" relativamente all'accordo con gli Enti locali e vista la presenza dei nostri funzionari. Credo che il Consigliere Cavallera possa darmi atto di rispettare gli impegni, per quello che è possibile.
Invece sul merito, sullo stato dell'arte della bonifica di Casale Monferrato, ne abbiamo già parlato durante la scorsa Commissione ambiente.
Riassumo rapidamente la situazione per conoscenza di tutti i Consiglieri (poi vi è la risposta scritta). Noi oggi abbiamo un capitale e delle risorse che ci consentono di continuare il percorso di bonifica, che è fatto sia di bonifica puntuale rispetto all'impianto eternit sia di bonifica diffusa.
I conti a nostre mani rilevano che avevamo un potenziale di 26 milioni 390 mila euro, ma la stima fatta a dicembre rileva che è ancora insufficiente (con un ordine di grandezza tra i 15 e i 20 milioni). Abbiamo dunque liberato una somma di 2 milioni e mezzo che era destinata ad un altro intervento; oggi abbiamo a disposizione all'incirca di 29 milioni di euro, che ci consentono di andare avanti, sapendo che, con ogni probabilità, se l'analisi delle richieste - soprattutto per la bonifica che noi riteniamo diffusa - non porterà a delle cifre inferiori a quanto richiesto, avremo ancora un gap vero di finanziamento.
anche vero che, per la realizzazione degli interventi, una cosa importante è stata quella di aver riportato, proprio in quella Conferenza dei Servizi, ad un'unica modalità di gestione tutti i fondi disponibili indipendentemente dall'origine: Piano triennale di tutela dell'ambiente Programma nazionale delle bonifiche, Programma-stralcio per la tutela dell'ambiente).
I fondi sono state ricondotti tutti ad un unico capitolo, sperando che questo crei una gestione più snella e più facile.
Da dicembre ad oggi, abbiamo avuto la disponibilità di altri 6 milioni di euro, che peraltro era già stanziati, ma in un'altra ottica di disponibilità.
Quindi, le modalità, da dicembre ad oggi, si stanno dimostrando più snelle, sebbene ci preoccupi ancora l'ordine di grandezza rispetto al futuro; si tratterà, probabilmente, di riaggiornare il programma di bonifiche nazionali integrandolo con le nostre parti regionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Indubbiamente dobbiamo collocare le interpellanze nell'ambito di quella che è la contingenza storica, cioè il momento nel quale vengono presentate.
A questa Conferenza dei Servizi partecipano anche le istanze nazionali e dobbiamo dire che le dichiarazioni che vengono rilasciate - non tanto dall'Assessore, ma anche in sede locale, come sa bene anche il collega Botta, che segue questa vicenda - non sono sempre state tenere nei confronti dell'impegno, che qualcuno non riteneva adeguato, del Governo.
Questo era stato l'incipit dell'interrogazione. Però, è servito comunque per fare il punto della situazione in ordine ai finanziamenti, che su quella materia non sono mai troppi. Se poi vi è la volontà di accelerare anche le procedure, personalmente non può che farmi piacere. Quindi, non ho difficoltà nello specifico a dichiararmi soddisfatto della risposta.
Naturalmente, proseguiremo il dibattito anche nel contesto delle proposte di legge in discussione sul tema dell'amianto, che riguardano sia l'ambiente che la sanità e che sono in corso di discussione nelle varie Commissioni.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 354 dei Consiglieri Boniperti, Botta, Ghiglia e Vignale inerente a "Mostra Robert Mapplethorpe"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 354, sulla quale risponde l'Assessore Oliva.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

L'interrogazione si riferisce ad una mostra che è stata esposta alla Galleria d'Arte Moderna lo scorso autunno. È stata discussa per alcune immagini che hanno suscitato dibattito sui giornali, non solo su La Stampa ma c'è stato un articolo anche sul Corriere della Sera.
Le ragioni per le quali si dà il patrocinio ed il sostegno ad una mostra nascono da valutazioni diverse: l'autore Mapplethorpe è uno dei fotografi più celebri; il curatore Germano Celant è uno dei curatori più accreditati; il numero di opere esposte; gli spazi nei quali si espone quindi la capacità degli spazi di ospitare un pubblico più o meno ampio e adeguato.
Sul merito, nell'interrogazione si chiede anche il motivo per cui alcune opere, d'impatto su un pubblico minore, siano state collocate in spazi nei quali il pubblico minore poteva accedere, anche se c'erano degli appositi cartelli che indicavano "Vietato ai minori". Francamente, né la Regione, né il Comune devono intervenire: quando viene dato l'affidamento di un incarico di allestimento, è poi compito di chi allestisce e della Galleria d'Arte Moderna che ospita, in questo caso, preoccuparsene.
In sostanza, al di là di tutto, se mi avessero proposto questa mostra l'avrei sicuramente sostenuta e finanziata. In questo caso, si tratta di una mostra che era stata proposta dalla Giunta precedente, prevista nel bilancio 2005. Quindi, non siamo stati altro che l'ente pagatore di una delibera che era stata già assunta.
Ribadisco che, se l'avessero proposta a me, avrei ugualmente dato l'adesione e il sostegno alla mostra stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Certamente, nessuno mette in discussione la validità dell'artista, n la validità di un patrocinio e di una sponsorizzazione che, rispetto ad un valore assoluto o artistico, la Regione poteva anche dare.
Forse - Assessore, ci permetta - sarebbe stata necessaria un po' più di attenzione e una maggiore cura nelle relazioni con gli organismi organizzatori di questi eventi. Soprattutto perché i nostri funzionari conoscevano l'artista in parola ed anche il suo modo di rapportarsi alla fotografia. In particolare, sapendo che quella mostra sarebbe stata frequentata, a scopo didattico e educativo, anche da scolaresche e quindi da minori.
Non possiamo e non dobbiamo diventare un ente erogatore di denaro fine a se stesso. Capisco che non dobbiamo esercitare nessun tipo di censura, ma sicuramente almeno un indirizzo che salvaguardi in maniera più puntuale, al di là dei cartellini posti vicino alle aree dove sono state collocate le opere più trasgressive, mi pare sia un dovere che l'ente Regione possa mettere in campo, come pretendere una maggiore attenzione dagli enti organizzatori.
Ce lo aspettiamo per il futuro. Altrimenti, bisognerebbe vietare queste mostre ai minori di 18 anni. Non possiamo permettere che un messaggio così forte e carico di significati, che vanno fuori della normalità, passi senza che ci sia un'attenzione dell'ente organizzatore e di coloro che, come noi permettiamo la manifestazione con i nostri sussidi, ponendo un marchio che ne garantisce la qualità, ma anche la fruibilità per tutti, come in realtà poteva non essere. Ritengo che un atteggiamento di questo tipo poteva essere perseguito.



GARIGLIO DAVIDE


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 720 dei Consiglieri Boniperti, Botta, Casoni, Ghiglia e Vignale, inerente a "Emergenza cinghiali in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 720, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interrogazione n. 720 mira a conoscere se non si ritenga, come Giunta, indispensabile prevedere un nuovo e più dettagliato piano di collaborazione tra le Istituzioni e le associazioni agricole e venatorie al fine di concretizzare un'efficace pianificazione, isolamento, contenimento e prelevamento dei capi di cinghiale alla luce di tutti i danni ed i problemi che hanno arrecato alla salute umana attraverso gli incidenti stradali.
Sicuramente, il tema posto è fortemente presente in questo momento sul territorio, in quanto sia dal punto di vista della sicurezza stradale (sono aumentati enormemente gli incidenti nei quali si sono perse vite umane) sia dal punto di vista di impatto sull'ambiente in generale e, soprattutto sulle aree più marginali e sulle produzioni agricole, le conseguenze sono molto pesanti.
Abbiamo ricevuto moltissime sollecitazioni sotto questo profilo e alla luce del quadro e dei dati che caratterizzano questa situazione, perch sono ingenti le risorse sia come impegno umano, sia economiche che la Regione profonde su questo fronte. Pertanto, a partire dall'autunno scorso è stato avviato un lavoro da parte dell'Assessorato regionale congiuntamente alle Province, alle associazioni venatorie, alle associazioni degli ambientalisti, alle associazioni del mondo agricolo e agli organismi di gestione degli ATC e dei CA per mettere a fuoco una strategia che permettesse di affrontare più compiutamente questo problema.
Dopo un lavoro importante che è stato fatto siamo ormai alle battute finali di un recepimento delle indicazioni della legge n. 9 per il contenimento dei danni da cinghiale a normative vigenti, per cui verrà predisposta una serie di delibere che daranno attuazione più cogente all'attuale norma e che puntano esattamente ad andare nella direzione evidenziata dall'interpellanza, e cioè creare una situazione di maggior coordinamento degli interventi tra ATC, CA e Province, e tra ATC, CA Province ed Enti Parco che, in molti casi, sono oggetto di problematicità sul territorio, nonché di coordinamento di ciò che avviene all'interno delle aziende faunistico-venatorie e agrituristico-venatorie.
Oltre a questo tipo di coordinamento, con la creazione di un coordinamento provinciale, che avrà proprio il compito di governare e monitorare gli interventi di contenimento che verranno realizzati sul territorio, è prevista la possibilità per le Province di autorizzare i conduttori dei fondi a poter intervenire a difesa delle proprie produzioni sui fondi stessi.
prevista una revisione di tutto il sistema dei rimborsi danni con un meccanismo incentivante-disincentivante per orientare in modo più virtuoso i comportamenti in questo senso. Sostanzialmente, è previsto un maggiore raccordo operativo proprio tra la Regione e, soprattutto, le Province del territorio con questo tipo di finalità.
Domani pomeriggio doveva essere presentato al Comitato caccia l'insieme dei provvedimenti, ma, poiché dovrò recarmi a Roma per un incontro convocato ieri, con il Ministro, tale riunione è slittata a mercoledì prossimo. Quindi, mercoledì prossimo avremo il testo della proposta di revisione nata dalla concertazione e coordinamento di tutti questi Enti.
Pertanto, non posso che accogliere la sollecitazione e dire che è proprio la strada sulla quale la Giunta si è mossa e sulla quale stiamo predisponendo le delibere attuative.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per replica il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Ringrazio il Presidente e l'Assessore.
Innanzitutto, prendiamo atto dello sforzo che lei sta compiendo.
Magari, sarebbe utile che, a seguire l'incontro di mercoledì prossimo, dopo l'accoglimento generale del testo, lo stesso venga portato in Commissione agricoltura, così almeno da poterlo vedere.
Non riprendo i contorni della problematica, che lei, sicuramente conosce meglio di quanto possiamo conoscere noi. Però, segnalo che molte richieste di danni vengono un po' sfuggite dalle Province interessate, in quanto le stesse pongono sulle strade semplicemente dei cartelli in cui indicano la possibile presenza di animali selvatici. Questo fa sì che l'automobilista che spesso viene investito non sia più in condizione di richiedere il risarcimento per i pesanti danni cui va incontro.
Questa non può essere una pratica accettabile, altrimenti, tutti noi in tante zone, dovremmo procedere veramente a passo d'uomo. La presenza di questi animali, in particolare i cinghiali, non è più soltanto legata alle zone di campagna, non parliamo di qualche paesino e di qualche zona collinare o di pianura del nostro Monferrato e delle nostre Langhe, ormai i cinghiali stanno alle porte della Città di Torino, se non addirittura in città. Anche lei ricorderà gli avvistamenti dell'anno scorso di cinghiali ad esempio, in Piazza Vittorio.
Vedremo la situazione mercoledì prossimo, ma è un problema che va affrontato in maniera assolutamente decisa, così come si devono anche affrontare, senza che le istituzioni facciano a scaricabarile, i problemi che gli utenti, in particolare gli automobilisti, tutti i giorni devono affrontare.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 761 dei Consiglieri Rossi, Dutto, Monteggia e Novero inerente a "Riduzione degli aiuti europei per i coltivatori di barbabietole da zucchero"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 761, presentata dai Consiglieri Rossi Dutto, Monteggia e Novero.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione n. 761 pone il problema della riduzione degli aiuti ai sensi del prelievo previsto dall'articolo 69 del Regolamento CEE n.
1.782, per i produttori di barbabietola da zucchero. Sostanzialmente, si chiede quale posizione abbia assunto la Regione Piemonte nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, se abbia espresso il proprio voto favorevole a questo provvedimento che ha determinato la decurtazione e quali iniziative intenda assumere, preso atto di una riduzione dei contributi per 2 milioni e 200 mila euro.
Premetto che il lavoro nell'affrontare la riforma dell'OCM zucchero è stato molto difficoltoso e in salita, proprio perché la riforma in sé è partita con un approccio alla produzione italiana che, sostanzialmente, era insostenibile. Le modalità con le quali è stata proposta la decurtazione del 50%, sostanzialmente, hanno smantellato la stragrande maggioranza degli impianti e, quindi, la possibilità per intere aree produttive, tra le quali la nostra, di poter continuare a produrre.
Relativamente al fatto specifico citato dall'interrogazione, cioè la decurtazione dell'8%, relativo all'articolo 69, la nostra posizione come Assessorato regionale era stata, in un primo tempo, quella di capofila di un gruppo di Regioni che aveva bloccato per ben due riunioni della Conferenza Stato-Regioni l'approvazione dell'accordo sull'articolo 69 da trasmettere da parte del Ministero italiano all'Unione Europea per l'applicazione.
Noi avevamo espresso voto contrario alla proposta del Ministero, che inizialmente, era del 10%, ritenendo che fosse, in generale, assolutamente insostenibile e inapplicabile, in particolare nella nostra Regione, in quanto si trattava di un aiuto prelevato su tutti i produttori e a favore di coloro che avrebbero continuato a produrre barbabietole, quando nella nostra regione ben quasi 13 mila ettari sarebbero stati assoggettati al prelievo, senza poter poi incassare il ristorno delle risorse accantonate.
In una riunione presso il Ministero ci fu detto, nella sostanza, che la non approvazione dell'accordo sull'articolo 69, di fatto, avrebbe causato l'impossibilità per l'Italia di continuare a produrre barbabietole, anche soltanto nelle zone in cui era stato previsto il proseguimento della produzione. Nella sostanza, ci venne detto che, se non avessimo approvato l'articolo 69, sarebbe saltato tutto.
La nostra posizione fu quella di chiedere delle contropartite economiche, in quanto non era possibile chiedere ai nostri produttori di pagare il costo di una riforma che, fin dall'inizio, non avevamo condiviso e che, poi, sostanzialmente, questa dovesse ancora gravare economicamente sulle loro spalle.
Alla fine di una lunghissima trattativa, si trovò un punto di accordo anche perché, di fatto, non potevamo far saltare la riforma dell'OCM zucchero. Su questa partita erano rimaste quattro Regioni, in particolare: il Piemonte, l'Umbria, il Friuli Venezia Giulia in prima linea e il Veneto praticamente a seguire, ma con interessi meno forti dei nostri. Il prelievo fu portato dal 10 all'8%, quindi, ci fu una riduzione del prelievo.
Soprattutto, relativamente all'aiuto di base per la diversificazione, che era complessivamente di 85 milioni di euro, noi abbiamo ottenuto, per le Regioni nelle quali non c'erano impianti sostitutivi che continuassero la produzione di zucchero, tra cui il Piemonte, che la quota assegnata alle singole Regioni fosse maggiorata del 50%.
Quindi, per quanto riguarda questi aiuti, abbiamo ottenuto 8 milioni di euro invece di 6, recuperando, in qualche misura, per strade diverse, i due milioni di euro che avevamo perso nell'applicazione dell'articolo 69.
Mi rendo conto che si tratta di una compensazione complessiva che indirettamente, fa ottenere al sistema produttivo bieticolo risorse che gli sarebbero spettate direttamente sulla base degli aiuti del Primo Pilastro è stato un compromesso sul possibile. Inoltre, devo dire che se di questo compromesso hanno potuto beneficiare larghe aree produttive che hanno cessato la produzione in Italia, con un po' di presunzione, penso di poter dire che questo è stato possibile ottenerlo grazie all'impegno della Regione Piemonte, della Regione Umbria e della Regione Friuli Venezia Giulia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per replica il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Assessore, in linea di massima, sono d'accordo con lei, sa bene quel era la posizione del Gruppo della Lega Nord già quando al Governo c'era ancora il centrodestra. Abbiamo pesantemente criticato il fatto che, alla fine, il Ministero dell'Agricoltura avesse accettato una riduzione del 50 della produzione di zucchero per l'Italia. Per noi era un fatto assolutamente inaccettabile.
Allo stesso modo avremmo preferito - glielo dico in tutta sincerità che, grazie ad una linea dura delle Regioni più interessate alla produzione di zucchero, questo accordo, almeno in un secondo tempo, fosse fatto saltare. Se fosse saltato il famoso accordo della riduzione del 50 l'Italia avrebbe dovuto, obbligatoriamente, risedersi ad un tavolo di trattativa con l'Europa per rivalutare una riduzione - questa è obbligatoria, siamo d'accordo - della produzione di zucchero. Tale riduzione, anziché del 50% - lei dice che avrebbe potuto salire del 60 secondo noi poteva essere anche solo del 40. Occorre, quindi, una trattativa più forte che rimetta in discussione un taglio che noi ritenevamo e riteniamo inaccettabile.
D'altra parte, però, sono soddisfatto della risposta dell'Assessore perché comunque si è ottenuta una compensazione. Questi otto milioni di euro sono a disposizione per aiutare quelle aziende agricole che obbligatoriamente, devono o dovranno diversificare la produzione da barbabietole ad altro. In tal modo si potrà sopperire al mancato guadagno per questo anno, perché molte aziende avevano già pianificato la produzione di barbabietole da zucchero e non potranno produrle perché nessuno gliele raccoglie, e quindi avranno comunque un danno. Inoltre, si potrà sopperire anche alla differenza di utile, dovuta all'avvio di una produzione agricola alternativa alla barbabietola da zucchero, specie in determinate aree della nostra Regione - le Province di Alessandria ed Asti sono quelle più interessate, mentre quella di Cuneo solo marginalmente - dove quella produzione teneva in piedi un consistente numero di aziende agricole occupava molti lavoratori e coinvolgeva un indotto che, comunque, dovrà sopportare, per alcuni anni, una crisi di conversione della produzione.
Sarà quindi nostro interesse controllare che tutto avvenga come lei ci ha detto. Se sarà così, saremo comunque soddisfatti di un risultato parziale, almeno di compensazione, per i produttori di barbabietole.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 771 dei Consiglieri Cavallera e Cotto inerente a "Crisi della produzione vinicola piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 771, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interpellanza n. 771 chiede di avere un'informazione completa sulla situazione delle produzioni vitivinicole piemontesi, recentemente ammesse a destinazione di crisi. Si chiede anche se, alla luce del lavoro svolto sui tavoli di filiera, non sia opportuno predisporre immediatamente un programma di interventi - sentite le parti professionali - per sostenere il prezzo delle uve; valorizzare e riposizionare sul mercato le nostre produzioni di vini rossi e bianchi e se non si ritenga opportuno, in questo contesto, includere una particolare attenzione alle forme cooperativistiche e consortili del settore vitivinicolo, che hanno esigenza di riorganizzazione.
Per quanto concerne l'informazione, se i Consiglieri Cotto e Cavallera sono d'accordo, direi alcune cose e poi vi fornirei la tavola dettagliata perché la scheda presentata all'Assessorato, per supportare la richiesta di destinazione, è di una ventina di cartelle dattiloscritte, quindi vi fornirei copia della relazione dettagliata.
Nel corso dell'annata 2005, poi accentuatasi nel primo semestre di questo anno, è emersa una crescente difficoltà di commercializzazione soprattutto per quanto concerne le produzioni di Barbera e di Dolcetto. La difficoltà è culminata all'inizio di questo anno con la richiesta all'Assessorato, da parte delle organizzazioni maggiormente rappresentative del settore, di farsi parte diligente per ottenere un'autorizzazione a distillazione di almeno centomila ettolitri di vitigni di vino Barbera e Dolcetto.
La richiesta che noi portammo avanti con il Ministero si incontrò con la richiesta, da parte della Francia e di altre Regioni italiane, di ottenere autorizzazione a distillazione di quantitativi ben superiori ai nostri. Di fatto, quindi, siamo stati inseriti dentro un percorso che portava all'autorizzazione a distillare, nella sostanza, circa centomila ettolitri, prevalentemente di Barbera (quasi il 60%) e un 40% di altri vitigni, soprattutto Dolcetto e Grignolino.
Per quanto concerne la distillazione, vi posso fornire il dato concreto, perché ieri si è chiusa la prenotazione ufficiale con la richiesta di 65 mila ettolitri. Grazie alla richiesta di distillazione che ha fissato un prezzo minimo di ritiro, è stato possibile risollevare leggermente il mercato, che ha potuto commercializzare circa un terzo della produzione prenotata.
In queste ore stanno partendo gli accordi con le distillerie per provvedere alla organizzazione della distillazione pratica.
Per quanto concerne le due osservazioni seguenti, cioè di predisporre un piano e programmi di interventi, devo dire che la Regione ha già autorizzato un intervento di sostegno, in termini di assistenza tecnica e di supporto al sistema organizzato, proprio per fare fronte al particolare momento di crisi. Siamo in attesa di un programma che va esattamente nella direzione citata nell'interpellanza, cioè un progetto di riorganizzazione e di rilancio, in particolare del settore cooperativo, che ha necessità di fronteggiare una difficoltà complessiva di mercato, con alcune scelte strategiche di riorganizzazione complessiva del settore. Oggi, in molti casi, per il dimensionamento del sistema aziendale e per la strutturazione commerciale, le aziende non sono in grado di confrontarsi con un mercato sempre più competitivo, che richiede una strutturazione organizzativa molto più forte di quella oggi operante.
Per questo motivo, sicuramente c'è la massima convinzione e disponibilità a valutare, all'interno delle risorse (ma non solo con quelle del programma di sviluppo rurale), una massiccia operazione di aggregazione e riorganizzazione del settore, proprio perché gli altri strumenti che stiamo mettendo in atto, dalla fascetta alla ridefinizione dei disciplinari, se non supportati da una strutturazione imprenditoriale adeguata, sono assolutamente insufficienti a fronteggiare una situazione di pesantezza di mercato e di crisi di strutturazione commerciale che oggi affronta il nostro sistema.
Pertanto, non solo condivido quanto espresso nell'interpellanza, ma il lavoro che sta portando avanti l'Assessorato, con il programma di sostegno al settore, già previsto in assestamento, che approderà prossimamente in quest'Aula, e la predisposizione di un programma di riorganizzazione industriale, che dovremmo vedere l'anno seguente con il prossimo bilancio e con il programma di sviluppo rurale, va esattamente in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera per replica; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato questa interpellanza proprio per sottolineare, anche in questa sede, la gravità della situazione. Non che non fossimo convinti che l'Assessore fosse allineato e orientato in questo senso - questo ovviamente, è il punto di partenza - però a volte si dà per scontato che il nostro settore vitivinicolo vada sempre bene e che tutto sia "rose e fiori". Tuttavia, ci sono momenti in cui una produzione emblematica per la nostra Regione, come quella del Barbera e di altri vini rossi, che costituiscono le produzioni di punta del Piemonte vitivinicolo, mostrano segnali di crisi. In questo caso dobbiamo preoccuparci.
Qui abbiamo difficoltà per la collocazione delle uve; abbiamo difficoltà per le cantine sociali a garantire un minimo di remunerazione ai soci conferenti e a rimanere sul mercato. Proprio in questi mesi ricorrono i trenta, quaranta, cinquanta o settantacinque anni di costituzione delle varie cantine sociali, e talvolta abbiamo l'impressione di trovarci in situazioni che inducono i soci cooperatori a domandarsi se vi sarà un futuro dopo tanto lavoro e tanto impegno. Dobbiamo riconoscere che la Regione Piemonte, nei trent'anni di sua operatività (considerando ovviamente, tutte le Amministrazioni che si sono susseguite), ha contribuito al consolidamento di questa produzione.
Naturalmente, le dimensioni aziendali sono quelle che sono, ma complessivamente vi è stata la possibilità di farsi riconoscere sul mercato e di corrispondere ai disciplinari di produzioni di qualità, che più comunemente conosciamo come DOC o DOCG.
Quando, però, una DOC va a distillazione, qualcosa che non va c'è! E allora, occorre un programma di intervento di tipo straordinario. Lo si è già fatto per l'Asti Spumante e per il Moscato; mi auguro che possa, con l'impegno di tutti, dare i risultati attesi. Con ogni probabilità, lo dovremo fare - l'Assessore si è reso disponibile - anche per quanto riguarda i vini rossi, in modo particolare per il Barbera.
L'Assessore ha precisato che è in attesa di proposte: credo, infatti che non si possa imporre al settore un programma; un programma, infatti dovrebbe nascere dal basso ed essere concertato, perché se non è condiviso non viene attuato.
Di certo, non possiamo più pensare che le vecchie cantine sociali, così come le abbiamo conosciute finora, possano avere un futuro.
Avrà senz'altro un futuro la cooperazione - di questo ne sono assolutamente convinto, e l'Assessore competente è più convinto di me - ma così com'è strutturata la filiera, difficilmente potrà essere ancora operativa in futuro, dal momento che la remuneratività dovrà essere ricercata nell'economia di scala e nella specializzazione. Dovranno assolutamente sedersi attorno ad un tavolo e compiere delle scelte.
Potranno rimanere determinate cantine sociali come punto di raccolta delle uve e di prima trasformazione, ma dovranno assolutamente esservi delle grandi concentrazioni, che in questi anni si sono già abbozzate (ricordiamo il lavoro svolto dalla "Vignaioli Piemontesi", piuttosto che dalla "Terre da Vino" e altre iniziative delle varie Confederazioni cooperativistiche esistenti, che, a mio avviso, dovrebbero essere assecondate).
una raccomandazione, la nostra, a rivolgere una particolare attenzione verso queste criticità, nei confronti delle quali la distillazione sarebbe come prendere l'aspirina, nel senso che toglie dal mercato un po' di vino, ma non è detto che risolva il problema del prezzo delle uve nella prossima annata, dove madre natura, per fortuna, sta offrendo tanti grappoli alle viti (esiste già il problema del diradamento per poter lasciare i grappoli migliori, ma il problema più grosso sarà collocare tutto il prodotto).
opportuno, quindi, mettere a punto un programma di rilancio e di riposizionamento sul mercato, rivolgendo una particolare attenzione a quanto stanno facendo anche le altre Regioni e gli altri Stati, posto che il problema che abbiamo relativamente ai vini rossi piemontesi, ce l'ha indubbiamente, anche la Toscana e altre Regioni italiane.
A tal riguardo, possiamo anche valutare, dopo tanti anni, se le scelte del tutto DOC, come abbiamo fatto noi, piuttosto che lasciare delle IGT sono state positive.
Esiste una nuova proposta comunitaria di riforma dell'OCM Vino, che potrebbe rappresentare una grossa occasione, oppure un'ulteriore preoccupazione. Io non lo so, mi limito a leggere le carte; certo rilevo che la situazione è complessa, pertanto è opportuno seguirla, perché se dovesse saltare il settore vitivinicolo piemontese, assisteremmo veramente, alla caduta di un emblema, oltre che di un grosso componente del prodotto interno lordo della nostra Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Colgo l'occasione per ricordare a tutti i colleghi che in Sala B sono presenti i funzionari del Consiglio regionale e del CSI: tutti i colleghi possono recarsi per ritirare la propria Smart Card (è necessario che i singoli colleghi si presentino di persona per ritirare la carta).
Anticipo, inoltre, che tra qualche minuto riceveremo in Aula la delegazione dei vincitori del concorso per Consiglieri di Prefettura bandito dal Ministero degli Interni.
I vincitori, al momento, si trovano nel palazzo del Consiglio regionale per seguire una lezione in Sala Viglione in merito al procedimento legislativo all'interno dei Consigli regionali.
Verranno ad assistere alla seduta d'Aula e sono molto curiosi di conoscere il nostro modo di operare.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Opere pubbliche

Interrogazione n. 283 del Consigliere Ricca inerente a "Valorizzazione della diorite in Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 283, presentata dal Consigliere Ricca.
Risponde l'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Signori Consiglieri, l'interrogazione focalizza l'attenzione sulla concorrenza che gli operatori del settore delle pietre ornamentali del Piemonte - come, del resto, quelli che operano anche nelle altre Regioni devono affrontare per mantenere quote di mercato continuamente erose da materiali proveniente dai Paesi extraeuropei, in particolare dalla Cina.
Le difficoltà del settore, a dire il vero, non si limitano alla diorite del Piemonte, la quale, peraltro, nel panorama regionale, incide in una parte piuttosto ridotta, ma interessa anche altri materiali che hanno certamente rilevante importanza in termini di quantità e qualità e una storia nella nostra Regione.
Tra le altre, certo si possono ricordare la pietra di Luserna, tipica del bacino estrattivo di Bagnolo Piemonte, Luserna S. Giovanni e Rorà, il serizzo e la beola dell'Alta Val d'Ossola, il granito dei laghi, la sienite della Valle Cervo.
Senza dubbio, la concorrenza dei Paesi extraeuropei è importante, ed è principalmente dovuta agli elevati costi di estrazione che gli operatori piemontesi ed italiani devono affrontare per gli interventi finalizzati a ridurre gli impatti di ordine ambientale e per il rispetto delle norme di sicurezza del luogo di lavoro, oneri che presumibilmente non gravano sugli operatori extraeuropei (quantomeno di alcuni Paesi).
D'altra parte, la salvaguardia delle professionalità in questo comparto estrattivo è necessaria sostanzialmente sotto due aspetti.
L'impiego di materiali tipici piemontesi ha caratterizzato gli stili architettonici dei principali centri storici ed è fondamentale incentivarne l'utilizzo anche nella progettazione e nella realizzazione delle nuove strutture urbanistiche per integrare nuovi quartieri in tessuto urbano già consolidato.
L'altro aspetto, altrettanto importante, è dato dal rischio di perdere professionalità storiche e tradizionali, non solo legate all'ambito estrattivo, ma anche quelle connesse alla progettazione e alla realizzazione di macchinari di cava. In proposito, si sottolinea l'elevata tecnologia sviluppata da industrie piemontesi, che operano nei bacini estrattivi dell'Ossola e di Bagnolo Piemonte, i cui prodotti sono riconosciuti ed apprezzati a livello mondiale.
Si concorda, pertanto, con l'esigenza espressa nell'interpellanza di esigere l'utilizzo di pietre ornamentali locali per conservare e richiamare, nelle nuove strutture pubbliche e anche negli interventi di restauro di edifici, quelle tipicità strutturali che caratterizzano l'urbanistica regionale.
In quest'ottica si pone anche il disegno di legge n. 39 (legge generale in materia di lavori pubblici), presentato il 14 giugno 2005 alla Commissione consiliare competente, che persegue obiettivi di efficienza efficacia, qualità e trasparenza per la realizzazione dei lavori pubblici anche "attraverso la salvaguardia, la tutela, la valorizzazione delle caratteristiche architettoniche, ambientali, paesaggistiche, storiche e artistiche".
Resta infine da sottolineare che tutte le iniziative che si intendono intraprendere per la valorizzazione delle pietre ornamentali possono essere vanificate se da parte delle direzioni dei lavori delle opere pubbliche come riportato nell'interrogazione, è avallato l'utilizzo di pietre di altra provenienza in alternativa alle pietre locali. Per impedire - se non altro, per limitare - una discrezionalità a favore delle direzioni dei lavori, è necessario che le Amministrazioni pubbliche appaltatrici segnatamente Province e Comuni, predispongano capitolati d'appalto rigidamente vincolanti per l'utilizzo di pietre locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per replica il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Mi dichiaro molto soddisfatto della risposta che il Vicepresidente Peveraro ha testé fornito all'interrogazione che avevo sollevato, che giustamente, come è stato posto in evidenza, più che fare riferimento alla diorite del Piemonte, avrebbe dovuto fare riferimento generico alla pietra ornamentale piemontese, della quale viene messo in risalto anche il valore economico, oltre che i riferimenti alla tradizione, alla storia all'impiego di questi materiali nelle tipologie costruttive della nostra Regione e nell'arredo urbano.
Credo che la risposta dell'Assessore Peveraro abbia messo in evidenza gli aspetti significativi che mettono in crisi questa attività, che è un settore di nicchia, ma allo stesso tempo anche di grande rilievo economico soprattutto per le realtà valligiane.
stato fatto riferimento anche agli elevati costi di estrazione che riguardano la realtà piemontese, ma direi anche quella nazionale in generale, costi che in qualche modo abbiamo leggermente incrementato anche con un maggior prelievo fiscale nell'ultima finanziaria regionale e che in qualche modo oggi dovremmo cercare di tutelare rispetto all'impiego proprio perché l'utilizzatore maggiore è forse proprio l'ente pubblico, in particolare le Province e i Comuni.
Penso a quanto materiale di questo genere era previsto, per esempio nella realizzazione di alcune grandi opere dell'Area metropolitana, dal passante ferroviario alla stessa metropolitana, alle aree mercatali, quindi è quanto mai opportuno il richiamo che l'Assessore Peveraro ha fatto a un'applicazione rigida dei capitolati d'appalto, evitando discrezionalità delle direzioni dei lavori, che sono state oggetto anche di iniziative di carattere giudiziario da parte di alcune aziende perché con troppa facilità si avvalorerebbe l'utilizzo di materiale alternativo proveniente da Paesi dove la mancanza di una serie di prescrizioni di carattere legislativo (riguardanti anche i diritti dei lavoratori del settore) comportano una concorrenza assolutamente non affrontabile dall'operatore locale.
Pertanto, mi auguro che possa essere approvato il disegno di legge n.
39 e quindi richiamo la Commissione e il Consiglio all'attenzione sulla materia, ma chiedo anche all'Assessore Peveraro se non ritenga opportuno inviare una lettera alle Amministrazioni pubbliche (Province e Comuni) per richiamarle a una doverosa attenzione in relazione all'applicazione dei capitolati nelle opere pubbliche interessate dall'utilizzo di questo materiale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Se mi è permesso, fornisco solo una brevissima integrazione.
In merito al suggerimento del Consigliere Ricca, intendo farlo mio con una comunicazione ufficiale alle Amministrazioni locali, anche nel rispetto di quelle che sono le disposizioni che la Regione ha fatto proprie convinto come sono che sia necessario sviluppare una linea d'intervento di questo genere.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione n. 728 del Consigliere Burzi inerente a "Realizzazione della nuova sede della Regione Piemonte e destinazione dell'area ex FIAT Avio"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 728, presentata dal Consigliere Burzi.
La parola all'Assessore Peveraro per la risposta.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'interrogazione in oggetto è relativa alla realizzazione della nuova sede della Regione e destinazione dell'area ex FIAT Avio.
Com'è noto, la Regione Piemonte ha acquistato l'area ex FIAT Avio con lo scopo di realizzare le Nuove Molinette facenti parte del più vasto progetto denominato "Parco della Salute", un polo di eccellenza sanitaria oggetto del Protocollo d'intesa a suo tempo firmato e sottoscritto con la Città di Torino, l'Università, il Politecnico, il Ministero delle Infrastrutture, il Ministero dell'Economia e Finanze (2003).
In allora, sulla base di tale Protocollo, si intendeva utilizzare non propriamente ed esclusivamente l'area della FIAT Avio, ma certamente si intendeva un comprensorio più ampio, anche con l'utilizzo delle aree attualmente possedute dal demanio al di là della ferrovia rispetto al posizionamento del Lingotto.
Nello stesso Protocollo, peraltro, si prevedeva la cessione gratuita alla Città di Torino della porzione di area antistante la struttura olimpica Oval, ricompresa fra la struttura e la via Nizza, da destinare a verde pubblico e spazio di relazioni, da mettere temporaneamente a disposizione del TOROC in occasione dell'evento olimpico, previo riconoscimento da parte della Città di Torino della possibilità di attuare le capacità edificatorie generate da questa porzione di area nell'area della Spina 1, destinata - come previsto - alla realizzazione della nuova sede regionale.
Nell'autunno del 2004, la Città comunicava che era venuta meno l'esigenza di disporre dell'area antistante il palazzo dell'Oval, per cui la cessione dei diritti edificatori di proprietà della Città di Torino previsti per la realizzazione del palazzo di Spina 1 (pari a circa 38.000 metri quadrati di superficie lorda di pavimento) sarebbe avvenuta a titolo oneroso o, meglio, avrebbe dovuto avvenire a titolo oneroso.
Stante quanto sopra, la Giunta regionale, considerato che l'area in Spina 1 consentiva di insediare nel rispetto degli standard regionali solo una parte delle strutture regionali, ha preso in esame e valutato le possibilità offerte da siti alternativi in cui collocare la nuova sede, tra cui l'area dell'ex FIAT Avio.
Pertanto, la Giunta ha valutato che: l'area FIAT Avio, pur essendo periferica, presenta caratteristiche tali, quali estensione, comodità di accesso dalla tangenziale attraverso arterie di transito scorrevoli, vicinanza al Lingotto e alla stazione ferroviaria, nonché alla futura linea metropolitana cittadina, da poter essere ritenuta adatta all'insediamento della nuova sede regionale l'estensione dell'area, di metri quadrati 197.168, è tale da garantire, previa variante urbanistica in quanto la sua destinazione d'uso nel PRGC vigente è, attualmente, industriale, la realizzazione di una sede in grado di ospitare, con spazi di lavoro più che adeguati e servizi funzionali alle esigenze dell'ente, le attività tecniche ed amministrative regionali e di garantire comunque eventuali ampliamenti per ulteriori decentramenti.
Ritenuto altresì che: la soluzione di insediare il palazzo regionale nell'area dell'ex FIAT Avio è conveniente in quanto, essendo l'area in proprietà, non è dovuto l'onere per l'acquisto di diritti edificatori di proprietà comunale nell'ottica di valorizzazione del territorio, la collocazione del palazzo regionale in tale ambito urbano contribuisce certamente alla riqualificazione del settore sud dell'area torinese.
Constatata l'inadeguatezza per l'insediamento della Cittadella sanitaria dal punto di vista dimensionale, nel progetto originario di Cittadella sanitaria (quindi non solo di Molinette 2), e anche in relazione ai livelli di inquinamento di una parte significativa dell'area, la Giunta con una deliberazione del 20 marzo 2006, ha stabilito di dar corso alla variante urbanistica dell'area FIAT Avio, al fine di collocarvi la nuova sede degli uffici regionali, ritenendo altresì conveniente mantenere il complesso edilizio risultante dal progetto vincitore del concorso a suo tempo espletato dall'amministrazione - fermo restando gli opportuni adattamenti in funzione della nuova localizzazione e delle nuove opportunità che la stessa offre - e quindi far eseguire la progettazione al raggruppamento facente capo all'architetto Fuckas.
Per questo, in data 16 giugno 2006, è stato stipulato con questo raggruppamento il contratto n. 11304, vincolandone l'efficacia, per quanto riguarda l'attività di progettazione, alla condizione sospensiva di perfezionamento delle procedure di modifica dello strumento urbanistico vigente.
Per quanto riguarda la variante, si segnala che sono attualmente in corso incontri con i competenti uffici comunali per definirne le procedure e le modalità operative occorrenti per attuare la variante medesima.
Infine, per quanto riguarda l'ambito "Spina 1", in cui inizialmente l'amministrazione aveva previsto la localizzazione della nuova sede, in data 22 marzo 2003 questo accordo è stato ratificato dal Consiglio comunale con la deliberazione dell'11 aprile 2006, esecutiva dal 29 aprile 2006, che ha previsto, attraverso un accordo di programma con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l'adozione di un PEG.
Nell'ambito di questa deliberazione, e quindi dell'accordo ratificato dal Consiglio comunale ad inizio 2006, i diritti edificatori relativi alla destinazione terziario, che ovviamente è stata mantenuta in quella porzione di area, sono stati riportati da 38 mila a 22 mila mq. s.l.p., cioè a quelli generati dall'area Spina 1 di proprietà della città di Torino, senza trasferimenti da altri ambiti.
Quindi - ripeto - in questo momento, i diritti edificatori relativi alla destinazione terziario presenti sull'area della Spina 1, di proprietà del Comune di Torino, sono quelli che originariamente erano previsti nel Piano regolatore e quindi non sono stati fatti altri trasferimenti.
Attualmente, anche i diritti edificatori disponibili sull'area sarebbero insufficienti anche solo a soddisfare le esigenze del progetto originario dell'Amministrazione passata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi per la replica; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intanto mi dichiaro formalmente soddisfatto per la celerità della risposta da parte dell'Assessore, nonostante l'interpellanza non arrivi dai banchi della maggioranza e di questo prendiamo atto con piacere immaginando che diventi un'abitudine estendibile, oltre che alle deleghe ricoperte dal Vicepresidente, magari anche a quelle degli altri colleghi di Giunta.
Nel merito, cercherò di accennare ad alcuni punti, perché la risposta del Vicepresidente, che pare chiudere una serie di vicende, in realtà nel chiuderle apre una serie di interrogativi.
Credo sia necessario ricordare almeno due elementi. Il primo: la scelta dell'area di Spina 1, che oggi vediamo con atti di amministrazione già presi, sia per competenza della Giunta regionale che per quanto diceva l'Assessore nell'ultima parte del suo intervento relativamente al citato PEG su Spina 1, che riporta i diritti edificabili alla quantità originariamente prevista. L'Assessore pare dimenticare o pare mettere una pietra su una scelta che fu condivisa dall'Amministrazione comunale dell'epoca (seconda Giunta Castellani) e dalla prima Giunta Ghigo, cioè quella di individuare in quell'area un'area di sviluppo, nell'ambito della Spina 1, del piano regolatore.
Prendiamo atto, ma questo pone semplicemente altre domande, che la scelta che allora sembrava di natura strategica nel mettere lì un edificio di una qualche rilevanza pubblica - a valorizzazione non solo dell'area, ma anche di quella porzione di territorio - oggi viene, con una certa semplicità, rinnegata o modificata, evidentemente non attribuendo più valore alle motivazioni che allora indussero le amministrazioni di segno politico diverso ad assumere quella decisione.
Secondo passaggio: nel definire che l'area oggi individuata è quella di Fiat Avio, si pone - anche qui - una pietra, ma solo apparentemente definitiva, su una serie di polemiche. Non certo nella sua attuale carica di Vicepresidente, ma credo che il Vicepresidente Peveraro non possa dimenticare o pretendere che la minoranza dimentichi le polemiche significative che ci furono attorno all'acquisizione di FIAT Avio e citate nella parte iniziale del suo intervento (2003). Le polemiche erano essenzialmente indirizzate, non alla destinazione dell'area, che come correttamente è stato riferito, vedeva un amplissimo accordo di programma teso a considerare quell'area con destinazione "Città della Salute" - su questo tornerò dopo, anche perché l'Assessore Valpreda è non inconsuetamente assente - bensì sul valore dell'acquisto.
Quindi, che oggi si dica che è uno dei vantaggi nella riutilizzabilità di FIAT Avio ai sensi della politica della Giunta regionale per i propri edifici, sia dal fatto che non è oneroso, mentre sarebbe onerosa l'acquisizione di diritti da parte dell'Amministrazione del Comune, è una tesi certamente vera (perché l'area oggi è del Comune), ma questo significa dire, da parte di tutti coloro che hanno sostenuto quel progetto - e che oggi, non credo casualmente, fanno parte di tale maggioranza - che l'acquisto era stato fatto in maniera eccessivamente onerosa (e rimango nell'ambito di un tenue eufemismo) e che evidentemente avevano torto.
Terzo passaggio: il Parco della Salute, che vedeva nell'area di FIAT Avio un accordo di praticamente tutte le istituzioni previste e prevedibili, oggi non è più né previsto né prevedibile. Apprendo dai giornali - ma credo che siano gli stessi che legge anche il Vicepresidente probabilmente con un'altra attenzione - che sul Parco della Salute esistono oggi non soltanto un'assente decisione del dove, ma significative "dialettiche" o elementi di polemica, che invece erano stati risolti da un accordo di programma che vedeva tutte le parti convinte al punto di firmarlo.
Quindi, nel dichiararmi non soddisfatto nella sostanza della risposta (sebbene formalmente ineccepibile, come ho detto prima), mi domando che senso abbia disdire dieci anni di lavoro; disdire, tra l'altro, con molta tranquillità - io apprezzo, perché non è competenza del Vicepresidente anni di polemiche del centrosinistra sul palazzo unico, su Fucksas, sul dove farlo, sugli sprechi, prendendo atto del buono che le Giunte Ghigo hanno fatto e rimandando ad altra data - vedremo quando - la destinazione del Parco della Salute. Faccio notare che il Parco della Salute era ed è nei programmi della Giunta Bresso; era ed è nel programma della Giunta Chiamparino e, al momento, l'unico passaggio innovativo che abbiamo rispetto a prima è una dialettica forte tra il Rettore dell'Università e l'attuale Assessore Valpreda.
Mi domando quindi, e domando al Vicepresidente della Giunta, rimandando a successive interrogazioni, se sia con questa modalità che si intende procedere, da un lato, alla gestione del patrimonio della Regione dall'altro alla realizzazione di elementi che non sono non casualmente appartenenti alla strategia della passata Giunta. Quella dell'attuale Giunta mi sembra del tutto inesistente. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale ai vincitori del concorso da Consiglieri di Prefettura in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Prima di lasciare la parola al Vicepresidente Peveraro per la risposta all'interpellanza n. 792 , a nome di tutti i colleghi Consiglieri regionali, porgo un saluto ai vincitori del concorso da Consiglieri di Prefettura. Sono venuti in visita al Consiglio regionale. Hanno appena effettuato un momento di approfondimento sul processo legislativo in seno all'Assemblea legislativa, quindi li accogliamo con simpatia e auguriamo loro una buona continuazione della loro visita a Torino.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza n. 792 dei Consiglieri Burzi, Pichetto Fratin, Toselli Nastri, Cavallera, Cirio e Cotto inerente a "Incarico di progetto strategico della Direzione Programmazione e Statistica"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 792, cui risponde l'Assessore Peveraro, che ha pertanto la parola.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Mi associo anch'io ai saluti e agli auguri di buon lavoro.
In applicazione di un principio legislativo contenuto nel decreto legislativo 165/01 ed ormai consolidato, la Regione Piemonte, nel rispetto dei limiti quantitativi imposti dalla normativa stessa (8% della dotazione organica della qualifica dirigenziale) ha conferito, con contratto a tempo determinato l'incarico dirigenziale di responsabile del progetto strategico "Monitoraggio degli accordi di programma quadro - rafforzamento del sistema di accelerazione della spesa programmata nell'ambito dell'Intesa istituzionale di programma" alla dottoressa Clara Varricchio, dipendente regionale di categoria D.
Si tratta dell'applicazione di un istituto che risponde alle esigenze di una maggiore flessibilità organizzativa per la Pubblica Amministrazione cui viene consentito di rispondere a nuove e mutevoli esigenze di servizio rispetto alle quali la soluzione organizzativa ottimale è rappresentata da un incarico temporaneo.
La Regione Piemonte ha ritenuto di avvalersi di quest'istituto per l'attuazione di progetti di rilevanza strategica in modo da poter utilizzare per il tempo necessario le risorse umane presenti nell'ente in possesso di concrete e specifiche esperienze di lavoro maturate nel campo di attività cui il progetto si riferisce.
La dottoressa Varricchio ha un lungo curriculum, che parte dal 1978 con numerose pubblicazioni. Non sto a leggerlo, è ovviamente allegato alla risposta scritta, ma certamente dal curriculum emerge un'esperienza e una competenza piuttosto approfondita.
In sostanza, attribuendo l'incarico di responsabile di progetto alla dottoressa Varricchio, la Giunta regionale ha ritenuto di collocare rispetto alle proprie esigenze, "la persona giusta al posto giusto" ancorché la stessa non avesse superato tutte le prove concorsuali per l'accesso alla qualifica dirigenziale di cui al concorso pubblico a n. 2 posti per il profilo professionale di "Esperto socio-economico".
Nella graduatoria di tale concorso sono presenti due nominativi della medesima Direzione. Seguendo l'ordine della graduatoria, il primo nominativo è quello di un funzionario che opera nell'ambito del Settore Statistico, il secondo nominativo è quello di un funzionario che opera nel settore della Programmazione soltanto dal 2003, mentre la dottoressa Varricchio vi opera ormai dal 1978, in assenza di formale attribuzione di incarichi che comportino particolari e dirette responsabilità di prodotto è risultato caratterizzato da un'elevata esperienza e autonomia.
Per quanto attiene l'ultimo punto dell'interpellanza circa gli intendimenti in ordine all'assunzione dei vincitori dei concorsi dirigenziali, già espletati o in fase di conclusione, si comunica che è intenzione di quest'amministrazione procedere alle assunzioni compatibilmente con il rispetto dei vincoli imposti dalla normativa nazionale in materia di finanza pubblica e dalle intese politiche in materia di assunzione di personale a tempo indeterminato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per replica il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Richiedo anticipatamente scusa al Vicepresidente e ai colleghi, se magari mi farò prendere da una piccola componente radicale che è in me e che ogni tanto m'impedisce di essere totalmente rispondente a quei giusti canoni di sana ipocrisia che talora permea o che permeano i nostri rapporti.
Il Vicepresidente (anche qui con non chalance rispetto ai problemi più impegnativi) che cosa ci ha detto un attimo fa? Ci ha detto che i progetti sono stati una delle aree di critica, non sempre del tutto totalmente ingiustificata, che la minoranza ha sviluppato nell'ultima parte della scorsa legislatura. Il Vicepresidente ne è stato uno degli attori (qui non credo): lo dico soltanto per aiutarvi a fare da memoria storica, onde certi cambi di direzione non siano così repentini dall'obbligarci dal chiederne conto.
Prendiamo atto che, anche su questo punto, l'attuale Giunta dichiara (noi lo sapevamo già, ma ne prendiamo atto con soddisfazione) che avevamo ragione noi. Quindi era giusto, al punto che adesso è diventata prassi quella che prima era una rottura di equilibri, una ricerca di clientelismo diffuso, una rottura di ogni qualunque forma di rispetto sostanziale e formale della legge n. 51. È diventata, tempo un anno e due mesi, prassi veloce nell'ambito dell'amministrazione pubblica. Essendo una prassi, vorrà mica questa maggioranza (intendo dire la vostra) rompere delle prassi? Voi siete qui per governare, mica per cambiare. Di questo prendiamo atto ripeto, con soddisfazione. Noi ne eravamo già convinti prima e nell'ambito di quello che succederà per i progetti esistenti e i concorsi in essere.
Il Vicepresidente sa bene che la legge n. 51 è un tema su cui in questo caso, tutt'ora con una certa doverosa pazienza, dovuta ad inevitabili tempi che si accumulano per piccole mutazioni degli assesti di Giunta, attendiamo che la Giunta si esprima. Dall'espressione della Giunta occorrerà procedere ad una revisione in pieno quadro normativo giuridico, traendone poi le conseguenze anche sui temi, sin qui, concretamente sollecitati nella risposta.
La seconda parte della risposta ci fa capire che si tratta di una persona - tra le altre cose, ho la fortuna di non conoscere, quindi, come al solito posso essere molto tranquillo nell'esprimermi - che non ha superato un concorso, il che non è una cosa deprimente, rispetto alle volontà discrezionali che la Giunta può - non si sa se debba - certamente esprimere nell'ambito delle proprie scelte, per esempio nell'attuazione di una prassi come quella che originato l'interpellanza. Però mi comporta l'onere di ricordare alla Giunta che sui criteri di nomina non sta avendo delle pagelle bellissime. Alcune nomine fatte che scricchiolavano sono diventate fragili al punto di rompersi.
Mi permetto di ricordare che la logica dei criteri va rispettata sempre non soltanto perché così la legge dispone, ma perché poi c'è qualcuno che si lamenta e si lamenta in più sedi. Si lamenta nelle sedi della politica come stiamo facendo oggi. Si lamenta nella sede dei sindacati, ed è quello che avviene (chi è attento, come certamente il Vicepresidente, che è anche delegato nei rapporti con il personale, non può non esserne informato). Si lamenta perché costituiscono precedenti non soltanto nel non rispetto dei criteri, apparentemente, ma anche in strane concomitanze di date, perché la signora in oggetto è dipendente della Regione - è stato ricordato nella risposta - se non sbaglio, dal 1978, giorno più giorno meno, quindi ha una certa frequentazione regionale. Gli ultimi concorsi per dirigenti prima di quello in oggetto, sono stati fatti, se non ricordo male, tra il '90 e il '95, nemmeno allora, evidentemente, una maggioranza molto più omogenea di quella di oggi e del decennio successivo ha teso a segnalare, privilegiare e orientare le scelte dell'Amministrazione in una certa direzione.
Non voglio citare un abusatissimo teorema - che quindi non faccio mio ma in questo caso è molto difficile pensare bene, Vicepresidente. Per questo la nostra interpellanza poneva degli auspici, perché le vicende non si chiudono semplicemente con un'interpellanza e con una risposta a cosa intenda fare la Giunta.
Troppe nomine, non soltanto quelle di attinenza al personale scricchiolano. Troppi comportamenti sono, a mio avviso, elusivi del dettato della legge. Suggerirei maggiore attenzione nel rispetto di tutti e anche dei rapporti tra maggioranza e minoranza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Ristrutturazione industriale

Interpellanza n. 749 dei Consiglieri Burzi, Cavallera, Cotto, Ferrero, Leo Nastri, Pedrale, Pichetto Fratin e Toselli inerente a "Ripristino delle misure previste dalla legge 266/97 in materia di bonus fiscale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 749, sulla quale risponde il Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Gli interpellanti chiedono alla Giunta regionale di giustificare il mancato inserimento nel Programma triennale per le attività produttive 2006/2008, adottato in attuazione della legge n. 34, dell'incentivo per investimenti basato sulla legge n. 266 (incentivo automatico mediante bonus fiscale).
Il Programma triennale per le attività produttive 2006/2008 è impostato sul principio della selezione degli obiettivi e della razionalizzazione degli strumenti funzionali a tali obiettivi: selezione e razionalizzazione operate nell'ottica di massimizzare l'efficacia, concentrando gli strumenti e le risorse su obiettivi prioritari e su strumenti ritenuti idonei a supportare la crescita di competitività del sistema produttivo della nostra Regione. Selezione e razionalizzazione indotte, oltreché e prima di tutto da un'impostazione strategica nuova, dalla necessità di ottimizzare le risorse da destinare al sistema produttivo.
Il venire meno del trasferimento di risorse statali a finanziamento delle funzioni delegate alle Regioni nella materia degli incentivi alle imprese, il mancato avvio del federalismo fiscale e la critica situazione della finanza pubblica impongono, ora più che mai, di concentrare le risorse sui fattori di sviluppo della competitività del sistema, quali la ricerca, l'innovazione, l'internazionalizzazione e la crescita dimensionale delle imprese. In questa ottica, il Programma triennale prevede un unico strumento, a sostegno di investimenti meramente sostitutivi o minimamente incrementali, da utilizzare esclusivamente (in funzione anticiclica) nei periodi di scarsa propensione agli investimenti.
Coerentemente con tale impostazione, si è ritenuto di mantenere attivo ancora per l'anno in corso, uno strumento di agevolazione in funzione anticiclica. Conseguentemente, si è posta la necessità di scegliere lo strumento idoneo allo scopo fra i diversi strumenti a disposizione.
Lo strumento indicato dagli interpellanti, ovvero l'incentivo automatico basato sulla legge n. 266/97, è impostato su una preliminare fase di prenotazione (nella quale l'impresa prenota l'agevolazione per un investimento futuro, da effettuare entro i successivi 24 mesi) e su una successiva fase di fruizione, in cui l'impresa, che abbia nel frattempo effettuato l'investimento programmato, richiede l'erogazione dell'agevolazione prenotata.
Tale meccanismo ha evidenziato talune forti criticità. Il 42% delle risorse prenotate non è mai pervenuto a fruizione. Ciò ha comportato il permanere di ingenti somme a residuo passivo per un triennio, somme che non hanno quindi potuto essere immesse tempestivamente a beneficio del sistema produttivo. L'entità dell'agevolazione riconosciuta ad ogni singola impresa, stante la numerosità delle domande di prenotazione a fronte di un volume di risorse necessariamente limitato, è stata così modesta da pregiudicare del tutto l'eventuale effetto incentivante dello strumento.
Tali considerazioni hanno indotto la Giunta ad optare per una diversa soluzione, idonea ad integrare l'effetto meramente anticiclico con un minimo di incentivo all'innovazione. A tale scopo sono state apportate rilevanti modifiche alle agevolazioni basate, rispettivamente, sulla legge n. 1329/65 (nota come legge Sabatini, che agevola l'acquisto di macchine per produrre) e sulla legge n. 598/94 (per la parte che agevola gli investimenti finalizzati all'innovazione di prodotto, di processo, di marketing e di tutela ambientale).
Modifiche che hanno reso più appetibili tali strumenti, come conferma il forte incremento della domanda di tali agevolazioni rilevato nel primo semestre dell'anno in corso: forte incremento della domanda, cui si è fatto fronte con lo stanziamento di un volume adeguato di risorse che dovrebbero garantire la copertura finanziaria di questi strumenti per tutto l'anno in corso.
L'estrema semplicità di compilazione del modulo di domanda e la nuova modalità di erogazione dell'agevolazione (contributo in conto interessi convertito in conto capitale, erogato in un'unica soluzione, in via anticipata, previa attualizzazione) rendono questi strumenti di agevole utilizzo, come conferma il forte incremento del tiraggio rilevato nel primo semestre dell'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Peveraro per la risposta. L'interpellanza chiedeva la valutazione su misure analoghe a quelle previste dalla legge n.
266, nel senso che vi è una situazione di disagio per la mancata attuazione di misure sulla legge n. 34.
Il 10 dicembre 2005 - non ne faccio colpa alla persona che è arrivata dopo è scaduto l'anno entro il quale vigeva transitoriamente la vecchia normativa (la legge n. 56, la legge n. 9 e le altre leggi regionali di intervento). C'era la previsione di attuare la legge n. 34 del Testo Unico sull'industria, con le misure che potessero anche, là dove possibile sostituire l'utilizzo, in alcuni casi un po' forzato, delle norme nazionali.
L'Assessore, in questi mesi, ha visto come ci sia stata un po' di forzatura nell'utilizzo della legge n. 598. Ho anche visto i meccanismi di intervento con la legge Sabatini, che giudico positivamente. Questa Regione, quando ha approvato la legge n. 34, si è data un percorso per avere alcuni canali di intervento rapidi, tempestivi e utilizzabili, da parte del sistema produttivo, sugli obiettivi di politica industriale che la Regione vuole darsi (che la Giunta deve proporre e che il Consiglio deve approvare per il proprio ruolo di indirizzo e programmazione).
Discutiamo un'interpellanza che fa ancora riferimento all'utilizzo, in alcuni casi un po' forzato, di strumenti presi a prestito dalla legislazione nazionale e modificati man mano. Capisco che la legge n. 266 forse, non era lo strumento idoneo. A partire da quella che poteva essere la parte buona della legge n. 266, lo strumento idoneo era costruire una misura del Testo Unico dell'industria, che è la legge n. 34. Questa è la sostanza.
Spero che l'Assessorato e gli uffici, sia per la parte che compete direttamente all'Assessore Peveraro, sia per la parte che compete all'Assessore Bairati, riescano a definire i confini - se le politiche industriali sono politiche per l'innovazione - tra l'hard e il soft. In questo caso, tale esercizio penso dovrà impegnare anche il Consiglio e la Commissione competente. È vero che con la Commissione di garanzia e organismi vari riusciremo a definire delle assise di giudizio per stabilire la correttezza dei confini.
Comunque, a seguito della risposta ottenuta dall'Assessore Peveraro, mi auguro che, davvero, la Giunta spinga per la creazione di pochi, ma incisivi, filoni di indirizzo per l'intervento sul sistema produttivo o meglio, per agevolare il sistema produttivo a continuare in un'azione di innovazione e sviluppo, che, in questi anni, ha permesso di attutire almeno i colpi del grande cambiamento, che dalla grande industria manifatturiera ha portato ad un modello più moderno di industria.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione n. 374 dei Consiglieri Dutto, Allasia e Rossi, inerente a "Riunione quote latte del 17.10.2005"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 374, presentata dai Consiglieri Dutto Allasia e Rossi.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, nell'interrogazione in oggetto si chiede per quale motivo nell'incontro convocato dall'Assessorato, cui hanno partecipato le organizzazioni di categoria agricole, l'Associazione Alpilat e l'Onorevole Teresio Delfino, non è stata invitata la CO.S.P.L.A.T, che è un'altra associazione di rappresentanza di produttori lattiero-caseari piemontesi.
La risposta è molto semplice: quella riunione non è stata convocata dalla Regione Piemonte. La riunione si è svolta presso l'Assessorato all'agricoltura il 17 ottobre 2005 a seguito di un incontro richiesto da Alpilat Piemonte, che preannunciò la presenza di rappresentanti delle Associazioni agricole Coldiretti, CIA e Confagricoltura.
Alcuni giorni prima dell'incontro - non mi ricordo se due o tre giorni sono stato avvisato dal Presidente di Alpilat che, data la sua presenza a Torino quel giorno, avrebbe partecipato a quell'incontro anche il Sottosegretario Delfino, che loro avevano provveduto a contattare in vista di questa riunione. Per cui, quella riunione è stata fatta su richiesta dell'Associazione. Peraltro, giuridicamente, è stata abrogata la legge n.
88, che dava alla Regione titolarità di convocazione delle parti per accordi o ragionamenti sull'attuazione di contratti o altre attività in campo agricolo, ed è stata sostituita dalla legge n. 102/2005, che non prevede più questa facoltà. Pertanto, anche tutti gli accordi pattuiti in questi mesi sono frutto di esplicita richiesta di ruolo da giocare dell'Assessorato da parte delle parti coinvolte. Noi, come Assessorato, non possiamo più convocare le parti al tavolo; semplicemente, rispondiamo positivamente a quanto chiesto dalle parti, assecondando così le richieste.
Quella riunione è nata come richiesta di incontro con l'Assessore all'agricoltura da parte di Alpilat Piemonte, che, poi, si è trasformata in una riunione di riflessione sul settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Ringrazio l'Assessore per le delucidazioni. Prendo atto di quanto mi è stato detto.
Se è possibile, avrei bisogno della risposta scritta.
Raccomandazione generale: dove è possibile, si deve sempre parlare e trattare con tutti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 357 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Crisi al caseificio Merlo di Terzo d'Acqui (AL)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 357, presentata dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Volevo informare le Consigliere e i Consiglieri interroganti, il Consiglio tutto, che il 25 maggio 2006 si è svolto, presso la sede dell'Assessorato della Provincia di Alessandria, un incontro sulla situazione riguardante il caseificio Merlo. All'incontro, oltre alle Istituzioni e, ovviamente, alle Organizzazioni Sindacali, erano anche presenti i rappresentanti della Granarolo S.p.A., della Legacoop di Alessandria e della Legacoop Agroalimentare.
L'incontro aveva aperto uno spiraglio nella situazione di incertezza che riguardava le prospettive del caseificio Merlo (caseificio storico per la zona), dove, ad oggi, sono ancora occupati circa 70 dipendenti.
Dopo il difficile periodo della cessione al Gruppo Yomo e il rilevamento del marchio da parte del Gruppo Granarolo, si era ventilata una possibile cessione; l'azienda, invece, nella figura di Rossella Saoncella nell'occasione ha ribadito la scelta della Granarolo di voler rilanciare il caseificio Merlo salvaguardando e valorizzando le produzioni dei suoi prodotti e ha comunicato che stava per essere predisposto un piano industriale che avrebbe posto le basi per la ripresa. Il piano avrebbe previsto un limitato numero di esuberi rispetto al numero dei dipendenti ancora in organico - ricordo i 70 - e che, comunque, questo numero di esuberi sarebbe stato oggetto di valutazione con le Organizzazioni Sindacali. È stato anche detto che nei confronti di questi lavoratori e lavoratrici sarebbero stati posti in essere tutti gli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente, nonché i diversi incentivi all'esodo. A conferma e in linea con le affermazioni fatte in quella sede il 25 maggio 2006, presso l'Assessorato al lavoro della Provincia di Alessandria, il 9 giugno, presso il Ministero del lavoro, è stato sottoscritto il verbale di esame congiunto sulla richiesta di CIGS per riorganizzazione aziendale, a cui la Società Granarolo sta già facendo ricorso dal 12 giugno 2006 e per 24 mesi.
In questa riorganizzazione, naturalmente, è compreso anche lo stabilimento di Terzo d'Acqui.
Nel verbale sottoscritto, d'intesa con le organizzazioni sindacali, la Granarolo si impegna durante il periodo della CIGS a favorire il riassorbimento dei lavoratori sospesi negli altri siti produttivi del Gruppo, in base ad eventuali necessità di organico che dovessero realizzarsi in ciascuna unità locale. L'azienda attiverà percorsi formativi per i lavoratori sospesi finalizzati alla loro riqualificazione e rioccupazione all'interno dell'Azienda.
La Granarolo, inoltre, a proprie spese, attiverà un servizio di outplacement a favore dei lavoratori in CIGS o in mobilità.
In relazione alla complessità descritta e all'articolazione del piano di riorganizzazione e in conformità al valore che l'Azienda, le Organizzazioni Sindacali e tutte le Istituzioni attribuiscono a queste relazioni sindacali, anche nella gestione dei punti di crisi, è stata concordata l'attivazione di specifici tavoli territoriali per la gestione dei processi riorganizzativi e delle misure del piano sociale - a noi questo pare molto interessante e molto buono. In particolare, si attribuiscono ai tavoli le competenze consultive e negoziali plurime, ma soprattutto, quelle relative alla valutazione dei modelli organizzativi preposti e di tutti i possibili interventi diretti al recupero occupazionale, anche attraverso la mobilità interfunzionale - di cui ho detto prima - e percorsi di riconversione professionale. Altro tavolo riguarda le modalità di gestione e i criteri della cassa integrazione straordinaria.
Il terzo tavolo riguarda la valutazione dell'avvio di progetti di formazione e aggiornamento professionale, a sostegno dei processi di mobilità interna e/o dell'outplacement.
Questo è quanto mi è stato riferito e dunque avevo il dovere di riferire. Credo di poter dire che, ad oggi, tutti insieme abbiamo condotto all'insegna della massima disponibilità e della massima concertazione, un buon lavoro. Tale lavoro, in relazione al piano industriale, potrà dare frutti buoni e certi se, come è intenzione di tutti, si seguirà uno scrupoloso monitoraggio, attraverso i tavoli di concertazione, nei mesi che ci stanno di fronte, i 24 mesi all'interno dei quali, cioè, erogata la cassa integrazione straordinaria, si dovrà procedere a tutte quelle azioni descritte prima. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta per replica; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore, ma con la preghiera di continuare il monitoraggio in maniera costante. Si tratta di una significativa realtà industriale, sia pure di non eccessive dimensioni, legata al campo dell'alimentazione, da cui dipende tutta una serie di aziende, anche dell'indotto, della zona.
Per questo motivo, al di là del mantenimento delle quote occupazionali interne, già di un certo significato, c'è anche un indotto legato alla trasformazione dei prodotti di qualità, che trova un mercato nella rete distributiva commerciale piemontese, e non solo piemontese. Vale la pena quindi, che ci sia un'attenzione particolare, anche da parte della Regione magari con una nuova informativa tra qualche mese, quando si sapranno gli esiti delle prime mosse di questi corsi di formazione. Grazie.


Argomento: Comuni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione n. 498 dei Consiglieri Casoni, Boniperti, Ghiglia, Vignale inerente a "Comune di Garessio - Rimborso contribuito DOCUP" (Il Vicepresidente Peveraro concorda risposta scritta con gli interroganti)

Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interpellanza n. 740 del Consigliere Robotti, inerente a "Riscossione tasse automobilistiche" (Il Vicepresidente Peveraro concorda risposta scritta con l'interrogante)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 498 del Consigliere Casoni e all'interpellanza n. 740 del Consigliere Robotti.
Dichiaro chiuso l'esame del punto 2) all'o.d.g., relativo al sindacato ispettivo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.57)



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