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Dettaglio seduta n.103 del 11/07/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Gariglio, Moriconi e Turigliatto.


Argomento: Questioni internazionali

Proseguimento discussione congiunta degli ordini del giorno n. 364 "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza", presentato dai Consiglieri Robotti, Clement, Comella, Boeti, Bossuto, Travaglini, Auddino, Moriconi Larizza, Dalmasso, Cavallaro, Bellion, Pozzi, Reschigna, Barassi Turigliatto, Valloggia, Rostagno, Bizjak, Motta n. 335 "Condanna delle sanzioni dell'Unione Europea alla Palestina" presentato dai Consiglieri Chieppa e Robotti n. 384 "Riconoscimento dei due stati, Israele e Stato Palestinese" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Vignale, Boniperti, Casoni e Botta n. 394 "Grave situazione Medio Oriente", presentato dai Consiglieri Travaglini, Boeti, Bellion, Ricca, Robotti, Cavallaro, Pozzi, Barassi Reschigna, Deambrogio, Ronzani, Clement, Auddino, Ferraris, Bertetto Muliere, Dalmasso, Bossuto, Spinosa n. 395 presentato dai Consiglieri Burzi, Cavallera, Ferrero, Pedrale Cotto, Leo, Guida, Rossi, Giovine e Novero


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 5) all'o.d.g., inerente a: proseguimento discussione congiunta degli ordini del giorno n. 364: "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza", presentato dai Consiglieri Robotti Clement, Comella, Boeti, Bossuto, Travaglini, Auddino, Moriconi, Larizza Dalmasso, Cavallaro, Bellion, Pozzi, Reschigna, Barassi, Turigliatto Valloggia, Rostagno, Bizjak, Motta; ordine del giorno n. 335 "Condanna delle sanzioni dell'Unione europea alla Palestina", presentato dai Consiglieri Chieppa e Robotti; ordine del giorno n. 384 "Riconoscimento dei due Stati Israele e Stato Palestinese", presentato dai Consiglieri Ghiglia Vignale, Boniperti, Casoni e Botta.
Stamattina è stato presentato un ordine del giorno aggiuntivo, il n.
394 - che prego di distribuire - che ha per oggetto: "Grave situazione del Medio Oriente", primo firmatario Consigliere Travaglini.
Rispetto agli ordini del giorno presentati ci sono richieste d'intervento o d'illustrazione? Cinque minuti di sospensione per leggere gli ordini del giorno.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.10 riprende alle ore 15.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che l'illustrazione degli ordini del giorno nn. 364, 335 e 384 era già stata fatta, per cui, se non ci sono ulteriori interventi nel merito, prima di passare all'illustrazione dell'ultimo ordine del giorno presentato e all'eventuale votazione, do la parola al Consigliere Casoni che l'aveva chiesta prima della sospensione.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Chiederei, se dobbiamo proseguire in questo dibattito, come aveva chiesto il Consigliere Ghiglia nella scorsa seduta, un parere della Presidente sugli ordini del giorno, in particolare su quello presentato originariamente dalla maggioranza. Mi sembrerebbe propedeutico per affrontare la discussione, altrimenti ne chiediamo il rinvio ad altra data nella quale la Presidente possa essere presente ed esprimersi sul tema.
La scorsa seduta avevamo rinviato chiedendo se la Presidente condivideva il testo presentato, visto che c'erano prese di posizione del Ministro degli Esteri, che sicuramente non corrispondevano al contenuto di quell'ordine del giorno, non tanto nella parte dispositiva quanto nella premessa.
Non so se quest'ordine del giorno sia stato modificato. Se non lo fosse stato, ci farebbe piacere capire se le idee della Presidente, su un tema così delicato come la politica estera mediorientale, sono le stesse della sua maggioranza o meno.
Grazie.



PRESIDENTE

La Presidente Bresso è presente in Consiglio. Si tratta di una questione tecnica, tra qualche minuto sarà presente in Aula e potrà dare risposta al suo quesito.
Per quanto riguarda l'ultimo ordine del giorno pervenuto, lo considero collegato agli altri già presentati. Se lo ritiene, il primo firmatario Consigliere Travaglini, in attesa dell'arrivo della Presidente, pu illustrarlo.
La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Più che illustrarlo, quest'ordine del giorno si aggiunge agli altri essendo un'evoluzione che tiene conto anche di come questa vicenda ha avuto, in modo drammatico e pesante, una sua nuova determinazione e l'apertura di nuovi scenari. Il documento ne tiene conto con un giudizio che esprime la preoccupazione per quanto sta accadendo in Medio Oriente.
Assistiamo ad un'accentuazione delle azioni militari del Governo israeliano nella Striscia di Gaza, con un pesante tributo di vittime civili, in risposta - si tratta di un'azione che segue ad un evento che l'ha preceduta al sanguinoso raid dei miliziani di Hamas, e non soltanto dei miliziani di Hamas, nel territorio israeliano, che si è concluso con il sequestro di un soldato di Tel Aviv.
Inoltre, tiene conto anche delle ripercussioni di carattere umanitario di questa vicenda, perché le popolazioni interessate stanno subendo controlli sempre più pesanti. C'è una condanna molto ferma, che crediamo debba essere espressa. Siamo un Consiglio regionale che può affrontare - e a nostro parere, deve affrontare - temi di carattere generale, pur non avendone competenze dirette o la possibilità di influenzare la politica estera. Per un verso, esprimiamo una condanna molto ferma delle azioni militari e delle stragi di civili compiute dall'esercito israeliano; per un altro verso, una critica e una condanna fortissima nei confronti degli attacchi delle frange terroristiche palestinesi nei confronti della popolazione civile.
In questo caso sostenevamo l'opera preziosa - noi la giudichiamo così che il Governo italiano sta conducendo per ricostruire i fili del dialogo e le condizioni materiali perché possano ripartire negoziati. È questa la vera questione su cui occorre lavorare. Inoltre, esprimiamo sostegno a tutti quanti, sia sul fronte palestinese sia sul fonte israeliano continuano, con gran passione e affrontando rischi, a lavorare per tenere aperto un processo di pace. Pensiamo ai pacifisti delle due Nazioni, che stanno lavorando per tenere aperto questo canale di confronto, di dialogo e di prospettiva di cooperazione.
Chiediamo anche che l'Unione Europea riconsideri l'applicazione delle sanzioni nei confronti dei palestinesi, in quanto - questo è un fatto oggettivo - più che Hamas colpiscono tutti i palestinesi. Il rischio è di suscitare l'effetto opposto, rafforzando, invece che indebolire, i legami fra gran parte di quella popolazione e gli elementi più radicali e più estremisti, contrari al processo di pace e che sono, in gran parte, critici dell'attuale operato del Governo palestinese.
Come potete vedere, Presidente e colleghi, si tratta di un'evoluzione di una situazione che tiene conto della necessità che abbiamo già ribadito nel precedente Consiglio e che risottolineiamo oggi. Occorre davvero lavorare per una soluzione che preveda due popoli, due Stati e due democrazie. Oggi occorrono Governi pienamente democratici sul fronte palestinese, ma anche che, da parte israeliana, ci sia un atteggiamento più democratico e più attento agli equilibri. L'uso della forza per difendere il diritto, più che legittimo, di Israele di esistere come Stato deve essere, in questo caso, fortemente governato e non esteso oltre misura.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima della comunicazione della Presidente Bresso in merito alla richiesta del Consigliere Casoni, comunico che all'ordine del giorno n.
335: "Condanna delle sanzioni dell'Unione europea alla Palestina", hanno aggiunto la firma i colleghi Dalmasso, Moriconi, Bossuto, Barassi Deambrogio e Spinosa. Nel documento viene eliminato il primo capoverso, da "cinquant'anni" fino a "nella loro stessa terra" e, dopo le parole "impegna la Presidente della Giunta", sulla prima riga viene cancellata la parola "futuro".
Queste sono le integrazioni in merito all'ordine del giorno n. 335.
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
In merito all'ordine del giorno sulla Palestina presentato da alcuni colleghi della maggioranza, ritengo doveroso offrire un mio contributo essenzialmente per sollevare l'attenzione su due importanti questioni.
Prima questione: è impensabile bloccare i lavori del Consiglio regionale o minacciare di farlo ogni qualvolta ci si trova di fronte a situazioni delicate dal punto di vista umanitario ed ideologico.
Ritengo che in materie così complesse sarebbe utile, almeno per noi della maggioranza - e dico noi della maggioranza - osservare con particolare attenzione il lavoro portato avanti dal nostro Governo nazionale in materia di politica estera. E non si tratta di eludere responsabilità, tanto meno di evitare utili e necessarie discussioni tra di noi.
Per il bene dei cittadini abbiamo infatti il dovere di alimentare il confronto politico, affrontando temi così delicati. Dico solo che in momenti così complessi può risultare utile per tutti abbassare i toni, per guardare con fiducia e pazienza al lavoro altrui.
Seconda questione: entro nel merito dell'oggetto della discussione.
Anche se da una prima lettura potrebbe emergere il contrario, in realtà il documento mi pare configurarsi come una decisa condanna contro ogni atto di terrorismo.
Certo, si poteva cercare di essere più sereni e meno frettolosi nell'esposizione dei fatti, ma sia chiaro che, per quanto ci riguarda niente posizioni filopalestinesi e tanto meno niente attacchi ideologici allo Stato di Israele.
Un'accusa ridicola che rispediamo al mittente, forti della nostra cultura e delle nostre tradizioni; un'accusa cui diventa anche superfluo fornire una risposta; un'accusa che dovremmo girare per conoscenza anche al nostro Sottosegretario agli Esteri, Vernetti, impegnato - per chi ancora non lo sapesse - ad accelerare l'ingresso di Israele nella NATO.
Come ho già avuto modo di chiarire nei giorni scorsi, quest'ordine del giorno rappresenta, e con questo concludo, solo la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un'escalation preoccupante che, in questo delicato momento, potrebbe concorrere a minare quel processo di pace che, come forza di governo, ci vede coinvolti direttamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito all'ordine del giorno appena illustrato e che vede il suo testo seguito da una serie di firme di tutta la maggioranza. Do ragione ad una parte dell'intervento del collega Laus, quando afferma che è bene tenersi equidistanti dall'una e dall'altra questione, perché le responsabilità le possiamo ricercare nei palestinesi e negli israeliani.
Infatti, la realtà è che i due popoli riescono a convivere con enormi difficoltà e che vi sono problemi di odio fra molti di loro, rappresentanti dell'uno e dell'altro Governo, fra civili dell'una e dell'altra realtà.
Quindi, la cosa migliore sarebbe o sarebbe stata - perché in quest'ordine del giorno purtroppo, collega Laus, così non è - condannare qualunque atto fatto contro i civili, siano essi palestinesi o israeliani.
In realtà, in quest'ordine del giorno non è così, perché nel documento si parla esclusivamente contro gli israeliani e a favore delle vittime palestinesi (a favore tra virgolette, perché quando uno è morto non ha favori).
L'ordine del giorno, secondo l'intervento del collega Laus, dovrebbe essere equidistante e, se lo fosse stato, io lo avrei votato, perché non sono né pro una né pro l'altra fazione, ma sono contro le rappresaglie di chiunque o gli attentati di chiunque contro i civili che nulla c'entrano.
A dimostrazione di quanto dico, quando ero ancora parlamentare sono intervenuto pesantemente contro l'America per le stragi perpetrate in Iraq con le cosiddette bombe intelligenti. Tuttavia, quando voi inserite nell'ordine del giorno le parole "del fatto che a pagare in modo più pesante ed ingiusto la situazione creatasi siano i civili palestinesi", non posso essere d'accordo, collega Laus. Di fronte alla gente morta negli autobus in Israele a causa o per mano di kamikaze che si facevano saltare nelle strade, dentro un negozio o dentro un autobus, non mi sento di affermare che chi paga di più sono i civili palestinesi; sono i civili palestinesi e israeliani. E magari anche i civili che si trovano a passare per caso da quelle città e sono fedeli musulmani o cattolici che passano e restano coinvolti nell'esplosione di una bomba. Magari sono libanesi che non c'entrano niente né con i palestinesi né con gli israeliani.
Pertanto, se vogliamo comportarci in modo corretto, secondo noi ovviamente, questa parola andrebbe tolta, lasciando "che a pagare in modo più pesante ed ingiusto la situazione creatasi siano i civili"; non palestinesi, ma i civili che non hanno un colore politico o un'appartenenza di razza.
Non solo: quando andiamo a condannare con fermezza, parliamo di "azioni militari e stragi di civili condotte dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza", condannando di conseguenza le stragi di civili e le azioni militari condotte dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
Dopodiché, parliamo di "attacchi condotti da frange terroristiche palestinesi nei confronti della popolazione civile e dei militari israeliani"; anche qui, dividiamo di nuovo in due. Da una parte è un Governo che è responsabile di stragi di civili - quello israeliano, dite voi - e, dall'altra parte, sono solo frange terroristiche responsabili degli attentati.
Sappiamo tutti benissimo che non è così, perché c'è un Governo palestinese o, per lo meno, una fetta del Governo palestinese che legittima questo tipo di attacchi terroristici; c'è un esercito palestinese che spara e fa fuoco come l'esercito israeliano che uccide i civili.
Quindi, la condanna con fermezza, se vogliamo essere equidistanti, deve essere: "condanna con fermezza le azioni militari e le stragi di civili" che siano civili palestinesi, israeliani o libanesi di passaggio nulla cambia, sono sempre civili morti per azioni o terroristiche o militari.
Quindi, anche in questo caso, è facile fare una divisione: i colpevoli sono gli israeliani e i palestinesi lo sono meno.
L'ultimo punto dice: "Invita le due parti per la ripresa del dialogo stop immediato sia delle azioni militari israeliane" - lasciando intendere che quelle israeliane sono azioni militari - "sia delle rappresaglie palestinesi".
Con questa stesura, si va a dire che Israele attacca i palestinesi, i quali fanno le rappresaglie. Anche qui non è corretto: condanniamo le azioni militari e/o terroristiche e che siano palestinesi o che siano israeliane non cambia, perché sappiamo tutti che ci sono gli attacchi palestinesi con il lancio di razzi palestinesi su Israele e ci sono le rappresaglie israeliane sulla Palestina. È uguale, perché uno fa la stessa cosa che viene fatta agli altri.
Secondo voi, da una parte sono azioni militari coordinate da un Governo regolare e, dall'altra, si difendono e fanno la rappresaglia. Non ci siamo: condanniamo tutte e due le opzioni, indifferentemente dal fatto che siano israeliane o palestinesi.
Se accettate queste modifiche, noi siamo disponibili a votare questi documenti; in caso contrario, se si fa fare la parte del cattivo esclusivamente allo Stato di Israele, mentre gli altri sono quelli che bene o male, subiscono rappresaglie e vedono morire i loro civili, noi non ci stiamo e chiaramente voteremo contro, anche se ci dispiace. Sinceramente non siamo d'accordo a dover scegliere fra civili dell'una e dell'altra fazione. Quando ci sono dei civili che muoiono, sono sempre civili qualunque sia la loro razza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Intervengo semplicemente per fare una domanda, considerato che ci sono due ordini del giorno presentati dalla maggioranza sotto diverse forme (è inutile discutere sul nulla).
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 364, condivido tutto quello che correttamente ha detto il Consigliere Rossi e chiedo al Consigliere Laus (anche se condivido gran parte del suo intervento) di ritirare le firme da quest'ordine del giorno, in quanto le sue conclusioni sono tutt'altro rispetto a ciò che è scritto nelle premesse. Visto che poi è stato presentato (come ha detto il Consigliere Travaglini) un altro ordine del giorno datato 11 luglio (non ho controllato se riproduce tutte quante le nove firme dell'ordine del giorno n. 364), mi chiedo se il primo si intende ritirato.
Faccio un intervento non sul merito, ma su questioni procedurali per chiedere se il primo ordine del giorno, che portava le firme di tutti i Consiglieri, compresi quelli del Gruppo della Margherita e di tutta la maggioranza, si intende ritirato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Casoni. Il suo intervento era sull'ordine dei lavori: lo intendo in questi termini, anche perché è rientrato ampiamente nei due minuti.
Invito i colleghi della maggioranza che hanno firmato i tre ordini del giorno (in particolare due sono firmati da quasi tutta la maggioranza) a farci sapere se sono distinti o se possono essere raggruppati in un unico documento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Rimando all'intervento effettuato nella scorsa seduta per le considerazioni più complessive su questa vicenda. Voglio però intervenire per sottolineare che l'ordine del giorno illustrato dal Consigliere Travaglini risponde certamente ad una presa di posizione che esprime considerazioni maggiormente equilibrate rispetto a quelle precedentemente esposte in relazione alle vicende del Medio Oriente. Volevo sottoporre ancora qualche elemento di correzione, con il consenso del primo firmatario, che credo potrebbe consentire di dare risposta ad alcune considerazioni critiche che sono state appena avanzate dal Consigliere Rossi e che, se accolte, potrebbero portare il Consiglio regionale ad esprimere un voto molto più condiviso sulla questione.
Avanzo alcune proposte e spero che qualcuno stia a sentire, altrimenti parlo solo per me stesso.
Al secondo capoverso dell'ordine del giorno a prima firma Travaglini quando si dice del fatto che a pagare in modo più pesante e ingiusto sono i civili palestinesi, si sopprimerebbe la parola "palestinese", perché si fa riferimento alla popolazione civile in generale.
Al quarto capoverso a fondo pagina, dove si scrive "condanna con fermezza le azioni militari e le stragi civili condotte dall'esercito israeliano nella striscia di Gaza e gli attacchi condotti da frange terroristiche palestinesi", si sostituirebbe "frange terroristiche palestinesi" con le parole "dal terrorismo palestinese".
Al capoverso successivo, "invita le due parti", al secondo rigo, quando si chiede "a partire dallo stop immediato sia delle azioni militari israeliane sia delle rappresaglie palestinesi", si sostituirebbe la frase chiedendo "lo stop immediato sia delle azioni di guerra israeliane e palestinesi". Quindi non si fa riferimento, da un lato, ad azioni militari di origine governative e, dall'altro, a rappresaglie palestinesi.
Credo che con queste modifiche ci possa essere una convergenza ampia del Consiglio sulle posizioni espresse dall'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Robotti, comunico all'Aula che i colleghi Bizjak e Motta hanno ritirato le firme dall'ordine del giorno n.
364, con primo firmatario il collega Robotti.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Io non mi scandalizzo più. Questa è una vicenda che dura da troppi anni, da circa sessant'anni. Sono state dette tante cose, tante parole tanti atti scritti che hanno cercato di intervenire su questa vicenda senza mai avere riscontri importanti.
Io do solo alcuni dati. Da circa cinque anni, le vittime in quel territorio del mondo sono state 5.131, fino alla settimana scorsa: 77 vittime tra civili da ogni parte del mondo, 1.040 vittime tra civili e militari israeliani e 4.014 vittime tra civili e forze di polizia palestinesi, perché la Palestina non ha un esercito regolare.
Vi renderete conto che 5.000 morti nel giro di sei anni sono una cifra immensa. Cifre da vera e proprio guerra. Allora io non ci credo più. Lo dico con grande onestà e con la massima serenità nei confronti di tutti i colleghi che sono intervenuti e che interverranno. Non credo più a queste forme di ipocrisia, perché i dati parlano chiaro, sono sotto gli occhi di tutti e sono facilmente interpretabili dal nostro cervello. Non c'è bisogno di fare sforzi di fantasia o andare a cercare chissà quale retropensiero o chissà quale dato stravagante di gruppi che fanno controinformazione. Basta leggere le cronache, limitarsi a fare solo quello e si ha una fotografia reale di ciò che accade in quel territorio.
Solo due settimane fa è stata bombardata (lo dicevo nel mio precedente intervento) l'unica centrale elettrica che alimenta il territorio palestinese, che non serve solo per accendere la luce elettrica e per leggere i giornali, ma soprattutto per pompare l'acqua dai pozzi, per tenere aperti gli ospedali, per mettere in moto quella poca agricoltura esistente ancora in Palestina e per rendere l'acqua potabile e distribuirla nei territori. In quell'area non si può più vivere e questo è il dramma.
Non è barbaro solo il muro costruito dallo Stato di Israele per dividere due popoli (uso questa parola sapendo quale peso può avere per i palestinesi dello Stato di Israele), ma lo sono questi continui atti di violenza che si riflettono contro le cose e contro le persone che stanno distruggendo l'ossatura portante dell'autonomia nazionale di quel popolo.
Tali atti sono di fronte agli occhi dell'opinione pubblica occidentale, che è attenta alla democrazia, al pluralismo, ai diritti civili, alla possibilità per le persone di vivere in uno Stato che fornisca diritti fondamentali, quali l'istruzione, la casa, l'alimentazione, e così via. Di fronte a tutto ciò, non si può stare in silenzio. Non si può fare finta di nulla. Io non accetto le proposte del Consigliere Ricca, perché sono l'ennesima ipocrisia di questo teatrino della politica italiana e internazionale, che fa finta di non vedere come stanno le cose.
Io sono in minoranza nel mio partito, ve lo può confermare il collega Chieppa. Da sempre sono sionista e convinto che lo Stato di Israele debba non solo esistere, ma debba essere tutelato. Nondimeno, intendo difendere tutelare e battermi per i diritti del popolo di Palestina, perché è un popolo disarmato che non ha un esercito, che non ha nessun strumento di tutela dal punto di vista internazionale e che quotidianamente è schiacciato dal giogo militare e oppressivo dello Stato di Israele. E a pagarne le conseguenze sono persone, uomini, donne, bambini, bambine anziani che non hanno gli strumenti per difendersi.
Ve la ricordate la prima intifada, quando si tiravano le pietre contro le camionette mentre i soldati sparavano? Ricordo bene quali erano le posizioni dell'allora Movimento Sociale Italiano e poi della prima Alleanza Nazionale, e ricordo anche le parole di Almirante. Non sono io e non è la sinistra ad aver cambiato posizione, ma è una parte del centrodestra ad aver cambiato posizione in questi anni: questo è il dato reale.
Concludo dunque il mio intervento, chiedendo a tutti di smetterla con le ipocrisie e di smetterla di usare questi argomenti così delicati e così importanti per il gioco politico di casa nostra. Casa nostra per un giorno per qualche ora non c'entra nulla, e c'è bisogno di un intervento preciso ed energico di tutte le autonomie locali di questo Paese affinché si alzi forte la voce dell'Italia per chiedere che lì si ripristini la pace, che lì si ricominci a dialogare, che lì si ristabilisca il principio di due popoli in due Stati che si rispettano e che collaborano. Solo così noi faremo il bene della pace in Palestina, solo così noi faremo il bene anche nostro di convinti assertori della pace e della convivenza tra i popoli, ma spesso poco nei fatti.



PRESIDENTE

Si sta intervenendo sugli ordini del giorno; ci sono state alcune variazioni (firme tolte o aggiunte) che abbiamo comunicato; c'è stata una richiesta di modifica dell'ordine del giorno da parte del Consigliere Ricca e stiamo aspettando di sapere se i firmatari accolgono quella richieste oppure se c'è un ulteriore e quinto ordine del giorno. Appena i colleghi ci faranno sapere, lo comunicherò all'Aula. Nel frattempo, siamo in fase di dibattito e si possono alternare gli interventi della maggioranza e dell'opposizione, se ci sono le prenotazioni.
Sull'ordine dei lavori, chiede di intervenire la collega Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Chiedo scusa, Presidente; intervengo anche al fine di organizzare eventualmente i nostri interventi. Stiamo assistendo all'ennesima trattativa nell'ambito della maggioranza sul tipo di ordine del giorno sul quale si vorrà eventualmente convergere o dividersi, come ci pare in questo momento sia. La volta scorsa il Consiglio si interruppe a seguito dell'indicazione da parte dell'opposizione di una sorta di anomalia che si individuava nell'ambito della composizione degli ordini del giorno; in quell'occasione si espresse anche il desiderio, qualora fosse stato possibile, di avere un parere da parte della Giunta in merito.
Visto che la Presidente dà indicazioni positive, per quanto ci riguarda, avremmo piacere, se è possibile prima di un eventuale intervento di sapere e capire se la Giunta intende intervenire; se così fosse gradiremmo intervenisse prima degli eventuali nostri interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Ho valutato la proposta di modifica che ho illustrato prima, ritenendo con questo di introdurre alcune correzioni che erano forse più di carattere lessicale che non di sostanza, alla ricerca di un voto ampio e unanime dell'Aula. Ho visto che il tentativo non è condiviso in modo ampio e trasversale da parte dell'Aula. Ritengo quindi utile, se questo pu consentire di facilitare il voto, ritirare la proposta emendativa, sentire le considerazioni anche da parte della Presidente Bresso, regolandomi di conseguenza per quanto riguarda il voto successivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

A seguito dell'ulteriore intervento del Consigliere Ricca, e sempre nell'attesa di sentire le comunicazioni che in questo caso sappiamo essere di responsabilità della Presidente, riterrei ancora più utile, ove possibile, sapere - prima dell'intervento della Presidente, che noi vediamo evidentemente come il capo della maggioranza, perché così hanno stabilito gli elettori circa 13-14 mesi fa - su quali ordini del giorno e firmati da chi si sta discutendo. Dopo aver sentito la Presidente, se lo riterremo visto che questo comporta un dibattito, potremo intervenire. Vorremmo saperlo e immagino che la stessa Presidente Bresso potrebbe essere interessata.
Poiché l'intervento della volta scorsa si chiuse sulla richiesta - e ringraziamo la Presidente per la disponibilità - di sentire il parere della Presidente della Giunta sugli ordini del giorno, vorremmo che la Presidente si esprimesse su quali ordini del giorno e firmati da chi, onde poter consentire il dibattito successivo in maniera chiara.



PRESIDENTE

Informo che vi sono due richieste di intervento dei colleghi Guida e Rostagno. Le richieste di modifica presentate dal Consigliere Ricca sono state ritirate, quindi in questo momento sono validi gli ordini del giorno come a vostre mani, con le variazioni di firma. La Giunta ha facoltà di intervenire in qualsiasi momento, in particolare la Presidente Bresso, che magari potrebbe anche essere attenta ad ascoltare l'intervento dei Consiglieri di maggioranza e di opposizione prima di intervenire lei stessa, essendo qui di persona. I colleghi che vogliono intervenire hanno la facoltà di farlo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, prima avevo chiesto un chiarimento su cosa stessimo lavorando, perché il mio intervento era relativo esclusivamente all'ordine del giorno sottoscritto dalla maggior parte della maggioranza, tant'è che ho chiesto delle modifiche che, se fossero state accolte e che poi ha fatto sue il collega Ricca, avrebbero portato il Gruppo della Lega Nord a votare a favore di quel documento. Quindi non è vero che non c'è una disponibilità trasversale: il Gruppo della Lega Nord fa parte della minoranza, ma era disponibile a votare, se modificato, quell'ordine del giorno.
Tuttavia, ho delle obiezioni di un certo tipo da portare anche all'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale, che mi sembra un po' la fotocopia al contrario di quello del collega Robotti.
Vorrei farlo, però mi dica lei in che sede, perché è mia intenzione intervenire anche su quegli ordini del giorno, in quanto, così come critico l'ordine del giorno chiamiamolo filopalestinese, dall'altra parte critico e chiedo modifiche anche all'ordine del giorno filoisraeliano presentato da una parte della minoranza.
Presidente, credo di essere perlomeno corretto: non chiedo una cosa a una parte politica e non a quella di cui faccio anche parte come coalizione. Quindi, ho intenzione di intervenire successivamente sugli ordini del giorno. È lei che mi deve dire se devo intervenire prima o dopo l'intervento della Presidente Bresso, onde evitare di perdere troppo tempo.
Però o prima o dopo l'intervento ho intenzione di farlo.



PRESIDENTE

Vado a memoria, ma gli uffici verificheranno. Mi sembra che nella precedente seduta di Consiglio, quando si iniziò la discussione con l'illustrazione degli ordini del giorno depositati a suo tempo - tant'è vero che il collega Travaglini di quello presentato oggi, che ho ritenuto essere collegato agli altri, ne ha fatto una breve illustrazione - si fosse decisa un'unica discussione su tutti gli ordini del giorno. Tuttavia ripeto - mi riservo di dare un'informazione precisa dopo la verifica da parte degli uffici.
Se i colleghi sono d'accordo, darei la parola al collega Guida.
Facciamo la verifica e mi auguro, nel frattempo, di poter dare la risposta al collega Rossi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Noi non voteremo alcuno degli ordini del giorno che sono stati presentati. Riteniamo che, proprio per quanto diceva precedentemente il Consigliere Robotti, qui è un po' il terzino della politica, ognuno fa il gioco delle parti. Alla fine, il problema vero è quello di evocare che la vera politica internazionale torni ad essere protagonista sullo scenario internazionale.
Ovviamente, noi partiamo da presupposti diversi a seconda di chi presenta l'ordine del giorno. Credo che la cosa migliore sarebbe che veramente il nostro Paese e l'Unione Europea assumano una posizione di forte mediazione internazionale e di vera pacificazione, un po' come ci viene richiesta dai paesi arabi in questo momento, conoscendo la storia della nostra politica estera.
Credo che da questo Consiglio regionale debba partire un invito al nostro Governo e all'Unione europea a muoversi in questo senso, senza le premesse degli ordini del giorno che, a seconda del punto di vista di li ha presentati, mettono in evidenza come qualcuno ha più colpa di un altro. La storia - lo sapete bene - dura da decenni, se non da secoli. Purtroppo tutti i Paesi e tutti i Governi che hanno una tradizione confessionale, ed è così sia in Israele sia in Palestina, vivono un sistema di vita civile che è diverso dal nostro. Un sistema incomprensibile, che si rifà alla Bibbia, alla religione e a Maometto, piuttosto che al diritto scritto e partecipato attraverso anni di votazioni e dibattiti parlamentari.
Purtroppo è così. Il discorso è estremamente delicato e sarebbe persino, da parte nostra, rischioso affrontare il tema senza sentire, ad esempio, le parti interessate.
Credo che un Consiglio regionale che voglia affrontare questo tema potrebbe organizzare un incontro con le parti per conoscere la loro posizione, senza necessariamente arrivare ad una votazione, nell'ambito di un dibattito che serve anche a farci capire meglio e di più le ragioni di ciascuno.
Quindi, da parte mia, un invito a non utilizzare gli ordini del giorno per affrontare in modo fazioso un argomento delicatissimo, che richiederebbe tanta attenzione anche da parte dei Consiglieri regionali del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Il 13 giugno mi è stato sottoposto quest'ordine del giorno che ho firmato. Evidentemente, prima di firmarlo, l'ho letto e riletto. Oggi, non ho ritirato la firma perché, sostanzialmente, ne condivido la traccia e l'idea di fondo. Che poi possa essere emendabile per togliere alcune componenti che possono essere eccessivamente polarizzate su un giudizio a favore di una parte posso anche accettarlo. Però, l'idea che si debba essere necessariamente sempre equidistanti è una falsità. Non si può sempre essere equidistanti.
Nel tempo - qui sono uno dei più anziani - ricordo bene le guerre arabo israeliane e ricordo come, negli anni, ho cambiato una mia posizione personale. Ho amici che vivono in Israele, da anni, ed ho anche vissuto l'avventura di attraversare il campo di Shatila nell'auto di un amico libanese.
Mi rendo conto di cosa sono stati decenni d'oppressione per un popolo che, quando va a lavorare in Israele, lo fa per tariffe orarie enormemente più basse; per un popolo che non ha diritto alla sanità; per un popolo che qualche mese fa, ha visto situazioni come il trattenimento in ostaggio di uno dei due bambini di una mamma ricoverata, perché non c'era la certezza che il servizio sociosanitario avrebbe pagato le tariffe dell'ospedale dove era stata ricoverata.
Mi chiedo se sia possibile riunificare le posizioni in un unico ordine del giorno. Era già stato modificato, perché la prima stesura, che tutti abbiamo a nostre mani, era decisamente polarizzata. I firmatari hanno accettato di inserire una condanna puntuale contro qualsiasi atto di terrorismo.
Tengo a sottolineare, inoltre, che era ben chiara, nel richiamo alla deliberazione n. 1397 del 12 marzo 2002, l'indicazione di una richiesta forte, da parte dell'ONU, di due Stati che vivono fianco a fianco all'interno di frontiere riconosciute e sicure. Non è rimanendo perennemente in posizioni equidistanti e passive che daremo un aiuto, come Comunità Europea, a risolvere questo problema.
La Comunità Europea deve intervenire, magari, anche con le sanzioni come ha fatto dopo la dichiarazione del nuovo Governo palestinese sul terrorismo, però deve sapersi imporre con forza nei confronti di entrambi gli Stati. Noi non possiamo pensare che ipotizziamo l'ingresso, come ha fatto un esponente del mio partito a titolo personale, d'Israele nella NATO senza tener conto di cosa questo significa. Tutti conosciamo i patti NATO sappiamo benissimo come sarebbe coinvolta la comunità del mondo occidentale, del quale facciamo parte, se questo concetto venisse accettato.
Se noi vogliamo veramente compiere un'azione incisiva come Italia ed Europa, dobbiamo sì cercare di sentire le ragioni di entrambe le parti però dobbiamo anche tener conto che, negli ultimi anni, si sono verificate situazioni che la storia condannerà. L'innalzamento del muro nel tempo verrà condannato, non è pensabile che sia ritenuto un semplice atto di messa in sicurezza di un territorio.
La realizzazione di politiche, che sono fortemente di compressione psicologica, come la limitazione dell'accesso alla luce, all'acqua e alla sanità di un'intera popolazione civile non possono lasciarci del tutto indifferenti. Dobbiamo tentare, se sarà possibile, di mediare le posizioni dei due ordini del giorno che stiamo confrontando, per arrivare ad una forma meno polarizzata d'esposizione e più aperta ad evidenziare che tutte le vittime civili sono vittime di una situazione di guerra che si protrae da troppo tempo e che deve finire, e che la nostra solidarietà va a tutte le vittime civili in particolare, ma anche ai giovani militari che vediamo purtroppo, immolati in quest'assurda e continua guerra, che non ha più motivo di perpetrarsi in questi termini.
La comunità internazionale deve trovare il modo di esercitare pressioni perché questo finisca. Se l'espressione del nostro voto fosse anche un minimo contributo in tal senso, penso che sarebbe cosa utile. Se possiamo modificare con emendamenti che puntualizzino ancora meglio quanto noi siamo vicini a tutte le vittime, proporrei che gli emendamenti vengano accettati anche dal primo firmatario. Se non è possibile modificarlo, mantengo la firma sotto l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

In merito alla richiesta di precisazione sull'ordine dei lavori del Consigliere Rossi, leggendo il processo verbale la discussione è congiunta per tutti gli ordini del giorno. Quindi, ci sarà, su eventuale richiesta di dichiarazione di voto, una dichiarazione unica, con votazione separata sui diversi ordini del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, se ci saranno le condizioni voteremo i tre ordini del giorno che abbiamo sottoscritto. Intervengo anche perché le ultime parole del collega Rostagno mi hanno sollecitato in senso positivo. Credo che il Consigliere Rostagno abbia avuto il coraggio di dire parole molto importanti e che non sono in contraddizione con quanto ha sostenuto il Ministro degli Esteri D'Alema.
Il Ministro D'Alema ha parlato di equidistanza. Penso che quest'equidistanza vada ribadita e precisata. Equidistanza dai popoli: palestinese e israeliano. A questi popoli noi dobbiamo, soprattutto, una risposta. Quando, invece, si parla di Governi è impossibile non vedere quale sia l'asimmetria in campo: quale sia il Governo più forte, quale sia il Governo più debole, quale sia il Governo che ha proceduto con un'invasione e quale sia il Governo che l'ha subita.
Penso che oggi, più che mai, bisogna affermare che il Governo di Israele va fermato nell'interesse del popolo palestinese ed israeliano. Le ultime incursioni terribili, mandate avanti dall'esercito israeliano dicono una volta di più dell'incapacità da parte di questo Governo di riconoscere l'autorità palestinese. Non semplicemente del Presidente Mahmoud Abbas, ma anche quella del Governo democraticamente eletto, il Governo di Hamas, su cui manteniamo tutte le critiche, che già il Presidente del Gruppo Dalmasso ha esplicitato nella scorsa seduta di Consiglio regionale.
Da lungo tempo il Governo d'Israele non vuole riconoscere un partner per la pace dall'altra parte. Non lo ha riconosciuto in Arafat, non lo riconosce ora in Abbas, che ha vinto le elezioni democraticamente e che ha dichiarato, una volta eletto, lo stop alla lotta armata e la ripresa dell'intifada non violenta. Bisogna ricordarle queste cose, perché sono questioni di storia recente. Quando si ricorda la storia bisogna ricordarla tutta, dal mio punto di vista.
La stessa speranza che aveva aperto Amir Perez, sindacalista e laburista, che aveva detto, dopo la sua elezione, che l'occupazione militare è per Israele un'onta, è una speranza che si è chiusa velocemente che è morta quando lo stesso Perez è diventato Ministro della difesa del Governo Olmert.
Qual è la situazione del popolo Palestinese lo sappiamo tutti e l'hanno anche ricordata alcuni colleghi in Aula. Un popolo assediato, impedito nei movimenti, con un muro che divide non semplicemente palestinesi da israeliani, ma anche palestinesi da palestinesi. Questa è la barbarie che abbiamo di fronte: famiglie separate dai muri, mancanza di luce impedimento a recarsi in ospedale, mancanza di cibo, migliaia di cittadini fermi - ecco qual è l'asimmetria - fuori dal confine con l'Egitto, che temono di rientrare per diventare, semplicemente, profughi.
Malgrado tutto, ricordiamo anche che il Presidente Mahmoud Abbas aveva ottenuto un accordo nei giorni scorsi. La storia deve essere ricordata tutta. Aveva proceduto con un negoziato difficile con tutte le parti interne palestinesi, a partire da un documento presentato dai prigionieri politici palestinesi. Quest'accordo, che rispondeva anche alle richieste dell'Unione Europea, prevedeva uno Stato palestinese entro i confini del 1967, il riconoscimento, seppure in via indiretta, dello Stato da parte dei palestinesi dello Stato di Israele la cessazione delle azioni militari e il riconoscimento degli accordi firmati dall'OLP.
Benissimo, quanto è successo dopo con le incursioni militari ha frenato tutto questo e anche la possibilità della nascita di un Governo di unità nazionale.
Israele ha continuato, dunque, con un'operazione di tipo militare. La comunità internazionale è rimasta, purtroppo, silente ed è responsabile oggi di questa tenuta dell'accordo. Anche se è già stato detto, ribadisco in quanto secondo me è la questione principale, la sua responsabilità nella rassegnazione di queste comunità, sia israeliane e sia palestinesi, che, in questi anni, hanno lottato con le unghie e con i denti, con i mezzi della non violenza, per addivenire ad una pace giusta; è responsabile della messa all'angolo di queste comunità che hanno mantenuto il filo del dialogo e della pace.
necessario ridare a queste comunità che parlano con la voce della pace la possibilità di esprimersi e di essere protagoniste.
Penso che anche questo Consiglio regionale possa fare molto con le politiche di cooperazione. Possiamo fare molto per ridare voce a queste persone che non hanno perso la speranza e che lottano per la pace.
Credo che qui dobbiamo insistere. Al di là della votazione di questi ordini del giorno, è la politica di tutti i giorni, anche la nostra politica, che può influire. Non è vero che questo Consiglio regionale e questa Giunta non possono fare niente. Un pezzo, anche se piccolo, di politica internazionale lo possiamo fare sostenendo chi lavora per la pace magari, nell'isolamento e nella difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Abbiamo parlato tutti di ordini del giorno e di pace, accusandoci gli uni con gli altri, un ordine del giorno diventa più bello dell'altro l'altro diventa non votabile.
Il comune senso di democrazia e di giustizia ci porta ad auspicare che tutte le popolazioni del mondo possano vivere decorosamente come noi, quale punto di arrivo per la cultura e per lo stesso valore della vita che abbiamo.
Mi dispiace aver sentito dei colleghi contestare altri ordini del giorno. Il collega Robotti ha parlato di tempi passati, di quando c'era un po' più di ideologia e, forse, la vita aveva un po' di valore in più. Ha detto talune cose molto buone, però, poi, ha condannato solo una parte: il torto non sta mai da una parte sola, il torto sta sempre da ambedue le parti.
Auspico che oggi si possa addivenire alla sottoscrizione di un ordine del giorno univoco a favore della pace e della convivenza, seppur difficile, tra popoli che da sempre si sono combattuti. Forse, il segnale che veramente potrebbe dare il Consiglio regionale piemontese sarebbe quello, per una volta, di unirsi senza dare la colpa all'uno o all'altro.
Diamo un segnale chiaro a chi ci governa, affinché quel poco che possono fare - purtroppo, non siamo i fautori della pace nel mondo - sia fatto veramente a favore della pace.
Propongo che coloro che hanno steso i vari ordini del giorno si riuniscano per scrivere un ordine del giorno che non sia la sola marchetta scusate il termine - politica, ma qualcosa di veramente più alto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Due popoli, due Stati, è questo lo slogan e la sintesi politica che caratterizza la nostra posizione politica all'interno della coalizione di centrosinistra.
Il Ministro D'Alema ha parlato di equidistanza, forse, sarebbe più ragionevole parlare di equivicinanza, per dare il segnale di un'attenzione forte del nostro Governo e del nostro Parlamento a questa questione così annosa, che è ragionevole pensare di poter tenere a cuore nelle nostre discussioni. Credo che questa linea del Governo, alla fine ragionevolmente, sia quella che, seppure con sottolineature diverse, gli ordini del giorno presentati, almeno dai banchi del centrosinistra intendono perseguire.
Ovviamente, c'è del condivisibile nelle parole e nelle frasi espresse nell'ordine del giorno presentato quale primo firmatario dal collega Robotti e sottoscritto da tre colleghi del nostro partito. Tuttavia, ancora una volta, è evidente, questa discussione ce lo conferma, come questa questione più che unire, alla fine, divida. Verosimilmente, divide anche i banchi della nostra maggioranza, che, con sfumature diverse, ha evidenziato anche legittime sottolineature. Soprattutto, sono troppe le strumentalizzazioni che in un'Aula come questa vengono ogni volta riprodotte.
Ormai, siamo stufi di queste strumentalizzazioni. Soprattutto - ahimè riteniamo, sia, forse, inutile continuare a parlare in questi banchi di temi che riguardano la politica estera. L'inutilità è sotto gli occhi di tutti, anche se voteremo, semmai troveremo una maggioranza su questi ordini del giorno, alcuni di questi, è verosimile pensare che, al massimo, la Presidente si impegnerà, come in ogni altra occasione, per parlare al Ministro o al Presidente del Consiglio, ma, alla fine, rappresentando la stessa linea che il Governo ha già inteso perseguire. Invece, noi siamo destinati anche oggi, come verificatosi in altre occasioni, a impegnare il nostro tempo in discussioni che, forse, sono utili, ma che non producono granché per la nostra collettività piemontese.
Oso dire, forse un po' a malincuore, che queste discussioni non servono. Quindi, è ragionevole pensare che occorra dare un segnale perch queste discussioni, seppure oggetto di questioni tutt'altro che secondarie possano trovare un luogo, ma soprattutto un tempo, non così significativo come quello a cui troppe volte siamo abituati a dedicare.
A nome di larga parte dei colleghi del mio partito, anticipo che per queste ragioni La Margherita non intende partecipare al voto di tutti gli ordini del giorno in discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Rispetto alla ratio dell'intervento del collega Lepri sono in gran parte consenziente, anzi, quasi interamente.
La Presidente Bresso si ricorderà del mio stupore relativamente all'Assemblea provinciale. Oggi, mi stupisco dell'Assemblea regionale relativamente a temi che dovrebbero coinvolgerci trasversalmente. Se non riusciamo a uscire dai nostri piccoli interessi di bottega - scusatemi dovremmo arrivare ad un accordo trasversale, perché le vittime sono di tutti i generi. Vado persino un po' oltre e dico che non solo i civili ma anche i militari sono vittime come gli altri.
Sta di fatto che, comunque, siamo arrivati a questo punto. Può apparire contraddittorio, ma, in questa fase, non vedo la possibilità di addivenire ad un'estensione, almeno da parte mia, a meno che non ci sia la volontà dei Gruppi di agire in modo diverso. Per cui, a questo punto, mi sento in dovere di presentare per tutte le proposte che ci sono state delle proposte di cambiamento che illustrino qual è il nostro pensiero. Nelle varie proposte di ordine del giorno abbiamo esaminato quello che non possiamo proprio approvare e proponiamo alcune modifiche.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 364, primo firmatario il Consigliere Robotti, quello che non possiamo proprio approvare è la parte dopo la frase "condanna". Tutta la parte prima l'avremmo scritta in modo diverso, ma tutto sommato non ci turba. Abrogheremmo tutta la frase dopo "condanna" e la sostituiremmo con la frase "condanna senza riserva ogni strage o azione militare che comporti morte di civili" oppure "che comporti morte di civili e militari".
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 384 noi sostituiremmo il secondo capoverso: "condanna le azioni...", con la frase "condanna le azioni terroristiche e militari che comportano vittime civili che stanno sconvolgendo le popolazioni palestinesi e israeliane".
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 335, noi elimineremmo la frase "questa situazione, che vede come ultimo risultato la sofferenza della gente comune...", così come elimineremo la frase "esprime netto dissenso rispetto alla decisione assunta dalla Comunità Europea".
Per quanto riguarda l'ordine del giorno firmato dal Consigliere Travaglini, apporteremmo le seguenti modifiche. Noi ci fermeremo al secondo capoverso, quello che recita "dal fatto che a pagare in modo più pesante e ingiusto la situazioni creatasi siano i civili." Proporremmo di eliminare tutta la frase "da civili" in avanti. Fino a quando arriviamo a "condanna con fermezza", che sostituiremmo con "condanna con fermezza le azioni di guerre terroristiche." Su questo saremo decisamente favorevoli.
Nella parte più avanti che recita "invita le due parti", noi sostituiremmo il primo capoverso che recita "a ripristinare al più presto le condizioni..." con la frase "a ripristinare al più presto le condizioni minime perché un dialogo possa riprendere partendo con lo stop immediato delle azioni di guerra e terroristiche e con l'avvio di un negoziato che porta alla liberazione del militare sequestrato da Hamas".
Riteniamo che questa proposta, insieme con quelle precedenti, possa portare ad un ordine del giorno che non deve essere necessariamente equidistante, ma ad un ordine del giorno che indicherebbe la nostra pressione affinché vengano evitate ulteriori sofferenze alle popolazioni.



PRESIDENTE

Prego il primo firmatario dell'ordine del giorno di farci sapere se accetta le richieste di modifica del Consigliere Novero.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Sarò molto sintetico. Ho sentito attentamente gli interventi dei Consiglieri dei vari Gruppi e ho letto attentamente tutti gli ordini del giorno. Per quanto riguarda tali documenti, la confusione non è in noi, ma in chi li ha firmati. Ogni documento - devo in parte sposare l'osservazione che ha avanzato il Consigliere che mi ha preceduto - contiene frasi inutili, per non dire faziose.
Non è un problema di ipocrisia, come diceva il Consigliere Robotti, o un problema di penalizzazione, come accennato da altri Consiglieri. È una questione consolidata da decenni, che vede entrambe le parti come "nessuna farina da fare ostia", come dicevano i nostri anziani. Non emerge una ragione totale da nessuna delle parti. Indubbiamente il problema è quello dei civili, indubbiamente è quello della popolazione, della libertà e prioritariamente, quello della rappresentatività di un territorio nel qual poter vivere in forma civile e dignitosa. Questo vale per qualunque dei motivi elencati negli ordini del giorno, ma anche non elencati, e che noi conosciamo dalle cronache giornalistiche. Motivi che continuano e si perpetuano nel tempo, nei decenni, salvo il fatto che, prima o poi qualcuno riesca ad intervenire, in modo davvero bipartisan, per ripristinare una forma di semplice civiltà e libertà.
Riteniamo che si possa riproporre un ordine del giorno modificato alleggerito e che prenda atto sostanzialmente di due cose: condannare ogni forma di azione militare e/o terroristica, e/o di guerriglia da entrambe le parti, finalizzata a non consentire il ripristino dell'intera libertà dei due popoli, nonché sostenere un'azione bipartisan, come ha accennato qualcuno prima, che il Governo deve intraprendere, contestualmente ad altre azioni internazionali, per garantire l'indipendenza dei due popoli.
Se ci sarà un ordine del giorno riesumativi dei cinque ordini del giorno presentati - diversi uno dall'altro e non privi di accenti faziosi allora noi saremo disposti a sottoscriverli e votarli. In queste condizioni riteniamo che, salvo modifiche sostanziali di tutti gli ordini del giorno non sia né ovvio né logico che il Gruppo di cui faccio parte sostenga o firmi due o tre ordini del giorno.
La sostanza che vi richiediamo non è questa, ma un intervento all'insegna del dialogo per riappacificare, dare libertà e territorialità ai popoli, che non scorgiamo in nessun ordine del giorno, ciascuno dei quali è corroborato da frasi inutili e faziose.
Se così non sarà, noi ci asterremmo dal voto.



PRESIDENTE

Non ho ancora ricevuto, dai primi firmatari dei quattro ordini del giorno presentati, assenso in merito alle proposte del Consigliere Novero.
In questo caso, se non arrivano segnali, le intendo non accolte.
Ricordo che le dichiarazioni di voto sono uniche per tutti e quattro gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ghiglia ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Nella scorsa seduta abbiamo chiesto il parere della Presidente Bresso sul vecchio ordine del giorno. Adesso lo vorremmo sentire. Dopodiché, ci sarà un dibattito sulla posizione della Presidente, perché non facciamo solo la dichiarazione di voto.
Abbia pazienza, Presidente, non erano quelli gli accordi e soprattutto, non era quella la richiesta che abbiamo fatto nella passata seduta, altrimenti perché avremmo richiesto un intervento della Presidente? Non è che per le lotte interne al centrosinistra, generate da chi si accorge dopo di aver letto male un documento, che abbiamo rinviato la seduta l'altra volta, ma è per conoscere, non le fantasie e il velleitarismo dei singoli, ma la voce della Giunta e del Piemonte rispetto a questo problema, altrimenti non avrebbe avuto senso la richiesta della scorsa seduta.



PRESIDENTE

La Presidente Bresso può intervenire in qualsiasi momento, prima o dopo le dichiarazioni di voto che, ricordo, sono uniche per tutti e quattro gli ordini del giorno. Voglio anche ricordare ai colleghi, a seguito di alcuni interventi fatti, che chi ritiene può uscire dall'aula o dare solo la presenza senza votare uno o più ordini del giorno.
Non essendoci altri iscritti a parlare, ha chiesto di intervenire la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Premetto che non parlo a nome della Giunta, ma come Consigliere. Questa non è materia di competenza del Consiglio e meno ancora della Giunta.
Vorrei anche ricordare che recentemente c'è stata una Sentenza molto chiara della Corte Costituzionale, che ha bocciato una legge della Regione Trentino Alto Adige, Regione a Statuto Speciale, perché nell'ambito di una legge sulla cooperazione individuava delle priorità, quindi individuava dei filoni di interesse specifico della cooperazione della Regione. La Corte Costituzionale ha motivato la bocciatura ritenendo che la politica estera sia competenza esclusiva del Governo e che, come tale, o la cooperazione si attiene alle linee politiche del Governo, oppure non è legittima, come attività, perché non può individuare priorità che siano diverse da quelle che si dà il Governo.
Naturalmente, si potrebbe discutere su questa interpretazione, però è un'interpretazione molto autorevole della Corte Costituzionale che, al momento, chiarisce quali sono i limiti dell'azione, quanto meno di un Governo regionale. È chiaro che i Consigli sono liberi di esprimere le proprie opinioni, ma la politica estera non è materia di governo e, quindi non è materia di competenza della Giunta.
Peraltro, in questo caso esprimo a titolo personale una condivisione della posizione del Governo italiano. Come Presidente della Giunta non posso che condividerla - così dice la Corte Costituzionale - qualunque sia il Governo.
Per quanto mi riguarda, come Consigliere voterò l'ordine del giorno datato 11 luglio avente come oggetto "Grave situazione del Medio Oriente" che trovo equilibrato. Posso dirvi che, attenendomi ai principi che la Corte Costituzionale ha dettato, come Giunta abbiamo deciso di limitare la nostra azione in Palestina ad attività di carattere strettamente umanitario. Stiamo lavorando su due interventi di tipo umanitario, uno attraverso la Fondazione Perez sui bambini palestinesi che non possono essere curati negli ospedali palestinesi e vengono curati in ospedali israeliani, l'altro relativo alla fornitura di due ambulanze all'Autorità Nazionale Palestinese, che ne è rimasta priva. Stiamo lavorando su questi due progetti: progetti umanitari, destinati essenzialmente al supporto sanitario alla popolazione civile.
Da ultimo, sempre come Consigliere, ribadisco che non ritengo che la politica estera sia materia di governo, anzi, non è materia di governo la politica estera per una Giunta regionale e, quindi, per una maggioranza regionale (ovviamente i Consiglieri, come in tutte le Assemblee, sono liberi di esprimersi).
Per quanto mi riguarda, considero, come credo la maggioranza di noi molto grave la situazione in Palestina. Da sempre opero politicamente perché si arrivi a creare le condizioni di una situazione di una pace giusta, in cui il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese si accompagni al diritto alla permanenza e alla vita pacifica del popolo israeliano.
Questi rappresentano, credo, principi inderogabili per tutti, peraltro coerenti con le posizioni che la maggioranza, a mia memoria, dei Governi italiani ha sempre sostenuto.
Ribadisco, quindi, che per quanto mi riguarda è inutile il tentativo continuo di coinvolgere la Giunta nelle espressioni di pareri e in un'azione di governo su queste materie. Noi abbiamo la competenza in materia di cooperazione che sviluppiamo in conformità alla legge e in conformità agli indirizzi che il Consiglio ci dà. Non abbiamo competenza in materia di politica estera e, quindi, non facciamo politica estera.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
stato presentato un ordine del giorno, il n. 395 dal Gruppo di Forza Italia. Lo riteniamo acquisito e collegato agli altri. Naturalmente il dibattito è già concluso, penso che il Presidente Burzi, nella dichiarazione di voto o quando, ci farà sapere le intenzioni del Gruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Riterrei utile, se i colleghi della minoranza lo condividono e se il Presidente del Consiglio lo consente, avere dieci minuti per commentare le vari fasi del dibattito fin qui svolte, onde meglio utilizzare, per quanto ci compete, la fase successiva di intervento e di voto.



PRESIDENTE

Va bene. Il Consiglio è sospeso per dieci minuti e riprenderà alle ore 16.45.



(La seduta, sospesa alle ore 16.35 riprende alla ore 16.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
stato distribuito anche l'ultimo ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
un richiamo al Regolamento. Subito dopo l'intervento della Presidente Bresso, lei ha fatto presente - e l'ha ricordato ancora adesso - che ci troviamo in sede di dichiarazione di voto. Rammento che la Presidente ha ricordato, in più di un passaggio, che il suo intervento non era a titolo di esponente dell'Esecutivo, ma a titolo personale, in qualità di Consigliera regionale. Detto ciò, vuol dire che è un ulteriore intervento in sede di dibattito che, pertanto, ai sensi dell'articolo 59 del Regolamento, non può essere considerato concluso. Pertanto, non avrebbero diritto di parlare coloro i quali sono già intervenuti, perché c'era un accordo secondo cui si interveniva su tutti gli ordini del giorno, ma possono certamente parlare coloro i quali non sono mai intervenuti.
Rammento anche alla Presidenza che, essendo stato presentato un ordine del giorno dal Gruppo di Forza Italia, si dovrebbe dare facoltà al Consiglio di intervenire anche sul nuovo ordine del giorno, che non era presente nel "pacchetto" di quelli già presentati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
L'intervento della Presidente Bresso, ampiamente richiesto da alcuni colleghi dell'opposizione, è avvenuto dopo gli interventi sui vari ordini del giorno. Avevamo detto che gli ordini del giorno erano collegati e che non ci sarebbe stato un dibattito separato. La Presidente Bresso è intervenuta per ultima, prima delle dichiarazioni di voto. L'ordine del giorno presentato da Forza Italia potevo anche non accoglierlo, ma non avevo alcuna intenzione in tal senso, tanto è vero che già prima ho dichiarato che era accolto e collegato agli altri e che ritenevo - ma su questo il Consigliere Burzi non mi ha dato alcun segnale di assenso o di dissenso - che l'illustrazione di quell'ordine del giorno, avendo chiuso gli interventi, sarebbe avvenuto nella dichiarazione di voto. Questo è quanto detto - sto andando a memoria - nell'intervento che ho fatto precedentemente alla richiesta di sospensione avanzata dal Presidente Burzi.
Ci sono delle richieste di intervento sull'ordine dei lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
La sua ricostruzione è praticamente perfetta tranne un punto, se è consentito ricordarlo in maniera che i nostri lavori procedano in forma celere e nella maniera più rispettosa, non solo della formula ma dell'importanza dell'istituzione.
assolutamente vero quanto lei ha detto, se non per il fatto che noi stessi eravamo in attesa - e lo siamo stati fino a prima che la Presidente intervenisse - perché questo faceva parte di ciò che era stato ricordato e pattuito come gestione dei lavori.
Udendo l'intervento della Presidente Bresso, personalmente, e mi sono reso conto che buona parte dei colleghi della minoranza aveva avuto la stessa identica mia percezione, ho notato che la Presidente, legittimamente e più volte nel corso del suo intervento, ha affermato due cose: in primo luogo, che l'argomento che da ormai quasi due sedute è oggetto dei nostri lavori non è di competenza di quest'Aula; in secondo luogo, ha più volte richiamato che le sue dichiarazioni avvenivano come Consigliera.
Il fatto che avvengono come Consigliera mi permette di rinnovare la richiesta che ha fatto il collega Vignale di voler considerare con una certa attenzione il richiamo regolamentare che lo stesso le ha sottoposto all'articolo specifico.
Aggiungo solo che nel frattempo all'ordine del giorno che abbiamo presentato, e che non illustro finché lei non mi autorizzerà, si sono unite le firme di tutti i colleghi dell'opposizione oggi presenti.
Attendo che l'Ufficio di Presidenza voglia aiutarci in un prosieguo utile e costruttivo, come al solito, dei nostri lavori.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Credo che l'articolo in oggetto non sia un articolo interpretabile.
L'articolo 59 non è interpretabile, perché il comma 2 indica che nessuno può intervenire più di una volta nella discussione di uno stesso argomento, e noi abbiamo diversi colleghi che non sono mai intervenuti neanche nell'altra seduta.
stato ripetuto, ma lo diciamo ancora una volta: se la Presidente Bresso avesse avuto il coraggio di assumersi la responsabilità politica di un voto e si fosse alzata - e questo lo sottolineo sei volte - parlando a nome della Giunta, la discussione era chiusa. Ma la Presidente Bresso, non volendosi assumere alcuna responsabilità politica - perché si pagano centinaia di migliaia di euro in consulenti diplomatici, ma abbiamo appreso che la Giunta non ha competenza in tema di politica estera - ha parlato come una Consigliera. Quindi, non è che il dibattito sia chiuso se non per un altro tipo di accordo, ma questo tipo di accordo non può scavalcare la volontà chiaramente espressa nell'articolo 59, dove si dice chiaramente e letteralmente che nessuno può intervenire più di una volta.
Quindi, tutti coloro che non sono intervenuti una volta possono intervenire, e il dibattito è aperto. Dopodiché, se la Giunta vorrà prendere una posizione, la prenderà; se la Giunta non vorrà prendere una posizione, non la prenderà, ma non è che la Consigliera Bresso, con tutto il rispetto per lei in quanto Consigliera - e lasciamo da parte le considerazioni politiche, perché le facciamo nel corso degli interventi chiuda il dibattito.
Se torna indietro e dice "io parlo come Presidente della Giunta", ne possiamo anche prendere atto, però se ha parlato come Consigliera chiediamo di proseguire il dibattito per poterlo utilmente concludere con delle votazioni.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Volevo rispondere ai colleghi con i quali in alcune vicende per molti versi a volte mi trovo d'accordo. In questa occasione, volevo dire che la Presidente Bresso ha fatto il suo intervento da Presidente della Giunta e nell'articolare le sue argomentazioni, ha espresso qualche giudizio anche da Consigliera. Se questo può avere rappresentato un abuso, quindi se la Bresso è andata oltre quello che le sarebbe stato consentito e quindi il suo intervento non era di fatto in linea con il Regolamento, questo non autorizza tutti i Consiglieri, da parte della Presidenza, ad assumere un atteggiamento analogamente ed ugualmente non corrispondente al Regolamento.
Quindi, se c'è stata un'inammissibilità da parte dell'intervento della Presidente Bresso, non penso che questo possa rappresentare elemento di ammissibilità per tutti gli altri Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Ho avuto l'impressione, perché ero in Aula come tutti gli altri Consiglieri, che l'intervento della Presidente Bresso si sia articolato in un due momenti. In un primo momento lei parlava a nome della Giunta dicendo che non è materia di competenza della Giunta, e dopo ha espresso delle valutazioni personali. Quindi, ha risposto, secondo me, anche a nome della Giunta, anzi in primo luogo a nome della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Intervengo solo per un appunto: mi sono stati respinti tre emendamenti che comunque non ripresento, ma mi risulta che non sia ancora stata presa una decisione se definire gli emendamenti o gli ordini del giorno legittimi o meno, in quanto dovrebbe esserci una decisione in tal senso in sospeso presso la Commissione regolamento.
Pertanto, informo solo che i miei emendamenti non potevano essere respinti, ma al limite si poteva rinviare il tutto di nuovo alla Commissione per il Regolamento, che non si è ancora espressa.
Non è mia intenzione creare problemi, quindi non li ripresento, ma questo era per un chiarimento definitivo. Non era illegittimo il fatto che io presentassi emendamenti, in quanto la decisione se siano o meno presentabili emendamenti sugli ordini del giorno è ferma presso la Commissione per il Regolamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente. Solo per dire che, a mio avviso, la Presidente Bresso non può distinguere la sua posizione di Presidente da quella di Consigliere. Lei è Consigliere in quanto Presidente e non ci può essere uno scambio di casacca a seconda delle opportunità.
Questo lo dico a scanso di equivoci, perché sarebbe anche un precedente pericoloso e quanto meno incomprensibile che il Presidente parli a seconda se sia Presidente o Consigliere.
La Presidente Bresso è Consigliere in quanto Presidente, quindi non pu parlare mai come semplice Consigliere eletto dai suoi cittadini. Altrimenti è come il film di Robin Williams, in cui c'era quella signora Doubtfire che al ristorante si travestiva in due modi: a un tavolo parlava da maschio e all'altro tavolo parlava da governante. In questo caso credo che non sia possibile distinguere la funzione della Presidente da quella di Consigliera. La Presidente è Consigliera ma è sopratutto Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Guida.
Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Credo che fosse del tutto legittima la decisione della Presidente della Giunta di parlare in quest'Aula come Consigliere regionale. Non ha espresso su questo argomento il punto di vista della Giunta per le ragioni che lei ha motivato ampiamente.
Non è, devo dire, la prima volta che questo succede, Consiglieri. Forse non in questa legislatura, ma sicuramente è successo nella passata legislatura che il Presidente della Giunta esprimesse in Aula un'opinione non vincolante per la Giunta, in quanto è un fatto che è successo altre volte nell'Aula di questo Consiglio regionale. Da questo punto di vista, mi sento di sostenere che si è svolta un'ampia discussione sugli ordini del giorno. L'intervento del Presidente della Giunta non ha concluso la discussione, poiché è stato un intervento servito ad esprimere il punto di vista del Presidente della Giunta come Consigliera regionale. Il problema però è un altro, Presidente, poiché durante l'interruzione dei lavori i Gruppi di minoranza hanno ritenuto di presentare un proprio ordine del giorno che in qualche modo tiene conto della discussione avvenuta.
La questione, secondo me, che la Presidente deve esaminare è chiarissima. Non è quella di considerare se è legittimo che il Presidente parli come Consigliera in quest'Aula, ripeto - cosa abbastanza scontata può avvenire, è avvenuto, avverrà ancora - ma di capire se è giusto o meno che sull'ordine del giorno presentato dalla minoranza si debba o meno, come dire, aprire una discussione consentendo ai Gruppi di minoranza di illustrare l'ordine del giorno, o se invece la Presidente non ritenga questo ordine del giorno espressivo di una sintesi della discussione che la minoranza ha sostenuto durante il dibattito.
Io rimetto questa questione al Presidente del Consiglio regionale. Per quanto mi riguarda, non è in discussione il fatto che il Presidente della Giunta possa parlare in quanto Consigliere. È da valutare il fatto se è giusto o meno aprire sull'ordine del giorno presentato dai Gruppi di minoranza una seconda fase della discussione, o se invece questa Presidente non ritenga quell'ordine del giorno la sintesi delle opinioni che avete espresso durante il dibattito in Aula.
Questa è la mia opinione, Presidente.



PRESIDENTE

La Presidente Bresso era intervenuta in qualità di Presidente e durante l'intervento ha espresso anche un parere (l'ha detto, penso che l'abbiamo sentito tutti) in qualità di Consigliera, affermando che avrebbe votato un ordine del giorno. In base all'articolo n. 64 del Regolamento non è possibile intervenire solo dopo le dichiarazioni di voto. Dichiarazioni di voto che non erano ancora iniziate.
L'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Forza Italia è stato accolto, coerentemente con gli altri che erano in discussione.
Personalmente riterrei, secondo la mia interpretazione, chiuso il dibattito e si dovrebbe passare alle dichiarazioni di voto.
Questa materia sarà affrontata il prossimo 24 luglio, quando chiariremo alcune lacune del nostro Regolamento e quando quest'Aula e la Commissione competente decideranno di affrontare la modifica a più parti del Regolamento, articolo n. 64 compreso.
Fatta questa premessa, non ho niente in contrario che i colleghi dell'opposizione che ritengono intervenire, visto che non sono state aperte le dichiarazioni di voto, possano intervenire sull'ordine del giorno presentato. Se qualche collega intende intervenire, si prenoti e poi apriremo le dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Io posso permettermi, non avendo avuto parte nello scriverlo, di sottolineare la chiarezza e l'equilibrio dell'ordine del giorno presentato dalla minoranza, facendo una premessa: questa vicenda è l'ideale per una posizione unitaria del Consiglio regionale, perché non possiamo dire a israeliani e palestinesi di non litigare se litighiamo noi. Se prevalgono posizioni estreme e non di equilibrio in questo Consiglio, non diamo un contributo a nessuno.
Quest'ordine del giorno (lo illustro ai colleghi di maggioranza, quelli di minoranza lo conoscono già) in sostanza evidenzia la recrudescenza dei fatti di violenza, poi rivela un dato incontrovertibile: tale recrudescenza è avvenuta in concomitanza con l'ascesa al governo di Hamas. Basta leggere gli articoli di Fiammetta Nirenstine, che non è un estremista di destra che analizza la posizione di Hamas. Prendo ad esempio, e con estremo rispetto, le sue posizioni e quelle di Barbara Spinelli, che mi sembrano molte equilibrate: non c'è dubbio che Hamas ha provocato un'escalation.
In ogni caso, l'ordine del giorno evidenzia le responsabilità di entrambi le parti e dice una cosa importantissima: processo di pace e fiducia nella costituzione di due Stati autonomi e sovrani. Quando si parla di due Stati autonomi e sovrani, si tratta di un importante passo politico nel segno della chiarezza. Nel documento non si dice che un'autorità territoriale qualsivoglia è uno stato, non si parla di un agglomerato e di un riconoscimento giuridico con una diminutio internazionale dell'autorità palestinese, ma di due Stati autonomi e sovrani, ovviamente, con il pieno riconoscimento e legittimità di uno Stato palestinese.
Pensate che io ricordo quando andammo in Palestina con una delegazione di cui facevano parte Novelli e Ferrara. La posizione del Consiglio comunale di Torino di allora (anno 1975) era che nascesse uno Stato palestinese che riconoscesse pienamente Israele. Pertanto, i due Stati devono essere riconosciuti entrambi e reciprocamente. Per quanto riguarda il diritto di esistenza di uno Stato israeliano, è pazzesco che ci sia ancora una parte araba che vuole negare l'esistenza di uno Stato israeliano. Il Consiglio regionale esprime la condanna totale di tutte queste tremende azioni di violenza, auspica la ripresa di un processo di pacificazione e impegna la Giunta a farsi avanti presso il Governo affinch intervenga in tutte le sedi internazionali.
Pur non avendo contribuito alla redazione di questo documento, mi sembra un atto di buon senso costruire un documento unitario. Credo che un documento che non sia unitario, in questo Consiglio non servirebbe a nessuno. Le cose nascono unitarie quando c'è uno sforzo dalle varie parti.
Pur non avendo avuto alcun merito in questo, penso che sia uno sforzo di equilibrio e di obiettività, una base di lavoro, che magari potrebbe, come postilla, prevedere alcune iniziative umanitarie per il territorio palestinese.
Ringrazio il mio Capogruppo, tutti gli altri Capigruppo di minoranza e coloro che hanno lavorato su questo documento, perché mi sembra un contributo che in qualsiasi sede non si può non considerare positivo e oggettivo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo. È arrivato un emendamento integrativo all'ordine del giorno n. 384 del Gruppo di Alleanza Nazionale. Se i colleghi ritengono, lo possono illustrare, intanto lo facciamo distribuire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Scusate, ma mi sono permesso di chiedere il resoconto stenografico dell'intervento della Presidente Bresso, perché se in quest'Aula, oltre che a divergenze politiche ideologiche, ci sono divergenze interpretative sul significato letterale e verbale di ciò che viene detto, comincio a preoccuparmi. Nel senso che, quando si dice A e una parte dell'Aula dice "avete sentito come ha detto bene C", allora comincio a preoccuparmi.
Sicuramente, è colpa mia che capisco sempre meno e in ritardo rispetto agli altri. Ho chiesto il resoconto stenografico dove, almeno tre volte, la Presidente Bresso ha detto: "Parlo come Consigliere e non come Presidente anche perché la politica estera non è materia di Giunta".
Presidente, potremo anche sospendere in attesa di leggere. Perch questo fatto non è irrilevante, né politicamente, né proceduralmente. Se la procedura l'abbiamo risolta, sicuramente la politica no. La Presidente Bresso, messa in imbarazzo dalla sinistra radicale e oltranzista, fugge di fronte ad una responsabilità così grave. L'opposizione, in questa situazione, sarebbe quasi costretta a chiedere: "Presidente, se lei non si occupa di politica estera, come mai pagate centinaia di migliaia di euro come consulenti diplomatici ex addetti d'ambasciata o non so bene chi?" Non vi occupate di politica estera, come dire "no Martini, no party!" e "no politica estera, no pagare nessuno".
Ve ne occupate e lei parla come Presidente della Giunta, altrimenti non ve ne occupate e non ne parlate, ma soprattutto non pagate con i nostri soldi qualcuno che vi aiuti nell'interpretazione della politica estera.
Sono certo che la Presidente Bresso, come tanti altri colleghi, abbia parlato a titolo personale. Questo è un problema. Se mi sbaglio, mi sbaglio. Però, vorrei che fosse chiaro chi ha sbagliato. Perché anche rispetto alla procedura, che in questo caso è un fatto secondario, a me sembra non irrilevante.
Alcuni Consiglieri regionali hanno ritirato la loro firma su un documento, perché evidentemente non l'avevano letto bene la prima volta.
Meno male che noi gliel'abbiamo fatto rileggere meglio. Non stiamo parlando della conformazione delle lotte interne alle regioni dell'Uzbekistan, ma stiamo parlando della posizione di una Regione, fra le più importanti d'Italia, che rappresenta un decimo dei nostri compatrioti, rispetto al problema più grave per antonomasia e che da oltre mezzo secolo impegna la politica estera mondiale.
A fronte della lacerazione della sua maggioranza su un tema che non è vagamente di politica estera, una Presidente che è costretta a dire "parlo come Consigliere regionale", è come se rinunciasse alla sua funzione e ammettesse un fallimento catastrofico della sua maggioranza! A meno che, colleghi, siamo tutti così poco seri da ritenere che in politica valga il doppiopesismo: lasciamo giocare i ragazzini (quelli della sinistra radicale), lasciamo giocare i comunisti su questi temuncoli di cui nessuno si occupa, loro si autocelebrano e si "incistano" da soli, come se un'Aula di Consiglio regionale fosse un circoletto culturale, pensando "tanto poi non li consideriamo, se lo votano o meno, ce ne freghiamo", come se i Comunisti non facessero parte della maggioranza (sono i bambini che ogni tanto hanno bisogno della valvola di sfogo, allora lasciamo sfogare i Comunisti). Questa è l'interpretazione che la Presidente Bresso dà della dignità dell'Aula.
Però, malheureusement, come direbbe chi si intende di politica estera e disgraziatamente, come dice uno come me che non ne capisce nulla, questa è un'Aula di un'Assemblea legislativa in cui, cari colleghi, le parole sono pietre e gli atti amministrativi e gli ordini del giorno hanno un significato legislativo di impegno preciso nei confronti della Giunta.
Presidente, le pongo un altro problema e su questo vorremmo sentire anche l'Assessore Deorsola: se la Giunta non ha competenza in politica estera, è ricevibile l'ordine del giorno che impegna? È vero che impegna nei confronti del Governo su un tema di cui non ha competenza. È ricevibile un ordine del giorno così? Dovrebbe dircelo l'Assessore Deorsola. Se non è materia di Giunta, perché impegniamo una che non è competente? Non voglio mettere in difficoltà la Consigliera-Presidente Bresso.
Voglio che, come Consigliere regionale del Piemonte, se è in grado di farlo, perché questo le attribuisce la Costituzione, lo Statuto e le leggi vigenti (della Corte Costituzionale mi interessa un po' meno) lei mi rappresenti anche in quel campo. Se non mi rappresenta, cosa la impegno a fare? Non la impegno, perché lei in quel campo non ha competenza. Quindi anche sotto questo profilo, il modo e la veste, che a noi piacerebbe fosse sempre e solo una, con il quale e nella quale ha parlato la Presidente della Giunta è estremamente rilevante.
L'ultima considerazione, Presidente. Sui vari ordini del giorno, poi vediamo. Se la discussione è stata unica sugli ordini del giorno, sulle dichiarazioni di voto, magari, potremmo anche differenziarci a seconda dei vari argomenti.
Quindi, chiediamo la risposta della Giunta o la sua su questo: se siano ricevibili questi ordini del giorno. Perché se l'incompetenza è manifesta non sono ricevibili. Allora, parliamo finalmente di cose serie e non lasciamo la valvola di sfogo ai Comunisti, neanche più su questi temi.
Viceversa, se impegniamo o se vogliamo impegnare la Presidente, che almeno sia competente. Non vogliamo forzare la legge e la Costituzione vogliamo fare le cose serie in quest'Aula. Vogliamo sapere che se stiamo parlando di un tema, possiamo, abbiamo diritto e titolo, è di nostra pertinenza, è una nostra funzione. Non è che veniamo in Aula a parlare dei giudizi sulla Juventus, perché non è nostra competenza, sicuramente non è nostra competenza.
Allora, diteci a che titolo parlate. Perché, se la Giunta è incompetente, non impegniamo la Giunta. Nessun ordine del giorno.
Contrordine, compagni! È già capitato molte volte, siete abituati.
Ritiratevi in buon ordine e lasciate perdere la politica estera. Che se ne occupi qualcuno in maniera, magari, un po' più seria rispetto all'estemporaneità con cui alcuni colleghi affrontano questo tema.
Viceversa, è singolare. Perché, se è in qualche modo impegnabile, ci sono altri ordini del giorno della maggioranza. Questo, non è bello. Se ci sono più ordini del giorno da parte della stessa maggioranza è troppo facile uscirsene dicendo "ci sono più ordini del giorno, la mia maggioranza è univoca, allora non me ne occupo e non sono competente". Non è proprio così che si fa, secondo noi. Non si imbroglia il gioco, le regole devono essere chiare.
Diteci soltanto a che titolo parlate, se potete parlarne, se avete la competenza per parlarne in maniera chiara, così anche noi, che non siamo esperti di politica internazionale, possiamo capire di cosa stiamo parlando. Altrimenti, questa diventa una commedia degli equivoci.
Presidente, questo è molto grave anche per la delicatezza del tema. Questo non è il campetto da gioco di biglie della sinistra radicale, ma è ancora l'Assemblea regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ho già firmato l'ordine del giorno, ma vorrei che risultasse anche dal verbale che il Consigliere Giovine, anche a nome del collega Lupi sottoscrive l'ordine del giorno presentato dall'opposizione, già ampiamente illustrato dal collega Leo con una presentazione assai più esaustiva rispetto a quella che avrei potuto fare io.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giovine.
Ho già informato gli Uffici della sua firma sull'ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, la Presidente Bresso ha preso una posizione anche sua personale e questo assolutamente è legittimo, però, anche oggi, dice una cosa e, poi, ne fa un'altra, come ha già detto il collega Ghiglia. Dire che la Giunta e, comunque, il Consiglio regionale non hanno competenze in politica estera può essere in parte vero, ma può anche essere non vero. La stessa Presidente non solo ha incaricato un Consigliere diplomatico per i rapporti con i Paesi esteri, ma risulta abbia anche intenzione di aprire una sede a Bruxelles. Fino a prova contraria, Bruxelles nulla ha a che vedere con l'Italia, bensì con l'Europa e con ben altri lidi che, di fatto riguardano la politica estera.
Detto questo, sono convinto che le indicazioni provenienti da uno o più Consigli regionali ad un Governo che ha, sì, competenze primarie di politica estera possano essere giuste e utili, arrivando a dare all'Europa se più Stati si comportassero nello stesso modo, una spinta affinché si insista di più per un processo di pacificazione in Medio Oriente.
L'ordine del giorno presentato dal collega Burzi e sottoscritto dalla Lega Nord e dagli altri Gruppi dell'opposizione dovrebbe essere visto non come un ordine del giorno presentato in modo unitario dall'opposizione, ma come documento sul quale poter far confluire anche un parere positivo degli stessi Gruppi che compongono la maggioranza, perché non credo che il collega Burzi voglia obbligatoriamente vietare ad altri di sottoscrivere l'ordine del giorno.
Sarebbe utile che quell'ordine del giorno fosse sottoscritto da tutte le forze politiche che siedono in questo Consiglio, perché quell'ordine del giorno riassume - quindi è breve - quanto, fin dall'inizio, ho detto anch'io a nome del Gruppo della Lega Nord, quanto hanno detto altri colleghi della maggioranza e - lo ha detto anche benissimo il collega Leo quanto hanno detto altri colleghi di opposizione, anche la stessa Presidente parlando in qualità di Consigliere e non tanto di Presidente: è un ordine del giorno al di sopra delle parti, che dice quello che la maggior parte - ne sono convinto - di noi pensa.
Relativamente alle vittime, tale ordine del giorno dice che quanto è successo ha determinato numerose vittime civili di entrambe le parti in lotta: è vero, è inconfutabile. Poi, il testo prosegue: "Si ritiene che il futuro di quest'area nevralgica possa essere garantito solo perseguendo un processo di pace e reciproca fiducia, che punti alla costituzione di due Stati autonomi: quello israeliano e quello palestinese" - è più che legittimo -"condanna tutte le azioni di violenza commesse" - quindi indipendentemente che arrivino dall'una o dall'altra fazione - "auspica la ripresa di un percorso di pacificazione che consenta di garantire la libera convivenza di israeliani e palestinesi; impegna la Giunta regionale" - lo dicevo all'inizio -"a farsi interprete presso il Governo, affinché presso le sedi internazionali porti avanti tutte quelle iniziative che possono contribuire al superamento del conflitto israelo-palestinese".
Questo esattamente è il riassunto di quanto è stato detto dalla massima parte dei colleghi intervenuti in quest'Aula. Cerchiamo di non essere noi il tribunale che decide chi è più o meno cattivo, chi ha causato più o meno morti, se i morti sono stati causati da un esercito regolare, da un esercito irregolare o dai terroristi. L'ho detto prima: i morti sono tutti uguali, specie quando sono civili, specie quando nulla hanno a che fare con decisioni che passano sopra la loro testa. Quindi, partendo dal concetto che queste vittime, indipendentemente dal fatto che siano palestinesi o israeliane, sono tutte uguali, il nostro obiettivo deve essere quello di far sì che quei due Paesi diventino Stati indipendenti e sovrani, ponendo fine alle ostilità, che comportano perdite umane, in quella zona del Medio Oriente.
Secondo noi della Lega Nord, quello è l'obiettivo che ci dobbiamo prefiggere tramite lo Stato italiano, tramite l'Europa, tramite le Nazioni Unite. Quello è l'obiettivo, non altri. Non sta a noi decidere se è più buono uno o se è più buono l'altro, se fa più male l'uno o fa più male l'altro. Noi dobbiamo solo cercare di portare quella goccia d'acqua che pu servire alla pacificazione di quel Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ritorno su una questione che i colleghi della minoranza hanno posto e sulla quale non sono assolutamente d'accordo. È fuori discussione il fatto che il Governo regionale non abbia competenza in materia di politica estera, nemmeno era prevista dal testo di riforma della Costituzione approvato dal centrodestra, colleghi della minoranza! Avevate previsto la devolution su altre materie, ma la politica estera era materia esclusiva del Governo e non dei Governi regionali, quindi, è inutile sollevare questa questione, è così.
diverso sostenere che la Giunta regionale abbia competenza in materia di politica di cooperazione, è un'altra cosa rispetto alla politica estera! In questo momento, stiamo discutendo se è giusto o meno che il Governo regionale esprima un'iniziativa di politica estera su un tema specifico: il conflitto mediorientale, il conflitto israeliano-palestinese.
Il fatto che la Presidente della Giunta regionale dica di parlare in quest'Aula come Consigliere mi sembra, da questo punto di vista, abbastanza scontato.
Collega Ghiglia, questo non significa che il nostro Consiglio regionale non possa, attraverso un ordine del giorno, sollecitare questo o altri Governi regionali a promuovere nei confronti del Governo nazionale, che ha la potestà esclusiva in materia di politica estera, una certa iniziativa sul tema, in questo caso, del Medio Oriente. Ci mancherebbe ancora che noi non potessimo con un atto di indirizzo politico sollecitare il Governo nazionale a fare una cosa piuttosto che un'altra nel campo della politica estera, che pure rimane una competenza del Governo nazionale! Su questo non avrei il minimo dubbio, colleghi della minoranza! In secondo luogo - e termino - anch'io sono dell'opinione che noi avremmo dovuto cercare un'intesa su un ordine del giorno unitario, ne sono convinto.
Molte volte, nell'esaminare questioni che andrebbero affrontate con grande rigore e grande oggettività, avverto la presenza di un condizionamento ideologico, ma questa non è soltanto una colpa della maggioranza di centrosinistra! Dovendo affrontare un tema così delicato come quello della politica estera, tutti noi dovremmo fare un sforzo per verificare se esistono o meno le condizioni per un compromesso ragionevole.
Sul merito, Consigliere Leo, ho apprezzato quanto ha detto. Condivido questo documento in molte parti, però, c'è un punto che, secondo me, non possiamo condividere, non noi del centrosinistra, ma noi Italia, noi Europa! Ovviamente, noi cerchiamo di affrontare questa questione mettendo in campo non solo una politica del Governo nazionale, ma una politica di dimensione europea.
Ritengo che il Governo italiano, da questo punto di vista - non faccio un discorso partigiano - abbia fatto bene ad ancorare questa o altre iniziative di politica estera al livello europeo, perché quella crisi, in qualche modo, può essere avviata a soluzione se il soggetto Europa entra in campo con tutta la sua forza, esprimendo una posizione politica unitaria su questo argomento.
Qual è il punto, Consigliere Leo, che non mi convince? Penso che il Governo legittimo del popolo palestinese - lo dico molto chiaramente, è stato eletto in libere elezioni - non abbia condannato con chiarezza il terrorismo e ci sia su questo punto una reticenza di quel Governo - capite? L'Europa deve sollecitare questo Governo ad essere meno reticente nel condannare le azioni terroristiche che ancora si verificano in quella Regione.
Su questo punto non ho dubbi, ma se voi nel documento stabilite, nei fatti, un rapporto di causa-effetto tra la ripresa del terrorismo e l'ascesa al governo in Palestina di Hamas fate un errore politico, questa è la mia opinione. È un errore politico, perché la critica che l'Europa rivolge al Governo palestinese è un'altra in questo momento: è la reticenza con la quale prende posizione contro gli attentati terroristici.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Leo)



RONZANI Wilmer

Questa è la mia opinione, colleghi.
sintomatico il modo con il quale ci avviciniamo al problema, che invece, secondo la mia opinione, meriterebbe una maggiore capacità di analisi perché le iniziative che vanno prese, dal Consiglio regionale piemontese, per quello che possono valere, dall'Italia, per quel che pu valere, ma dall'Europa, che invece possono valere, possono produrre risultati se in quella situazione si caratterizzano come iniziative le più oggettive possibili. L'Europa in questo momento tenta di assumere una posizione, lo dico così, né antisraeliana, né antipalestinese. La pre condizione per riprendere le fila di un ragionamento è che l'Europa mantenga fermamente questa impostazione politica.
Se vogliamo dare un contributo reale, non possiamo non lavorare perch le iniziative del Consiglio regionale, pur nell'autonomia che abbiamo per assumere talune posizioni, sollecitino l'Europa e il Governo italiano a compiere atti che vadano in questa direzione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Leo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Se fosse soltanto questo il problema, Consigliere Ronzani, cioè sostituire il passaggio del collegamento con la salita al governo di Hamas con il fatto che Hamas stesso non condanni sufficientemente il terrorismo noi tutti ci staremmo, ma è molto diverso da quello che inizialmente proponeva la maggioranza.



PRESIDENTE

Era un'interpretazione molto estensiva dell'ordine dei lavori.
Volevo fare una precisazione. Consiglieri, è evidente che la Regione non ha potestà in materia di politica estera, ma intrattiene rapporti con molte Regioni e Repubbliche di altri Stati. L'ordine del giorno n. 335 ad un certo punto recita: "Impegna la Presidente della Giunta a trasmettere al Governo Prodi"; nell'ordine del giorno n. 384 è scritto: "Auspica che la Regione Piemonte, nella persona della Presidente Bresso, si faccia parte attiva nei confronti del Governo nazionale"; l'ordine del giorno dei Consiglieri di Forza Italia "esprime la più ferma condanna. Impegna la Giunta regionale a farsi interprete presso il Governo italiano". È evidente che, al di là della facoltà del Consiglio di intervenire su qualsiasi materia, tutti gli ordini del giorno invitano la Presidente della Giunta regionale a farsi promotrice, nei confronti del Governo nazionale, per quanto riguarda la politica estera, che non è materia di competenza della Giunta regionale.
Fatta questa doverosa informazione, che riguarda un presupposto già presente negli ordini del giorno sia della maggioranza che dell'opposizione, ci sono richieste di intervento per dichiarazione di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Illustrerò brevissimamente le ragioni del voto del Gruppo SDI-Rosa nel Pugno, che si richiamano al fatto che, nel conflitto mediorientale, si scontrano non una ragione e un torto, ma due ragioni.
Se non si riconoscono le due ragioni in gioco, nessuna delle due parti sarà sicura. Credo che Hamas debba capire che non ci sarà autodeterminazione del popolo palestinese, se non ci sarà riconoscimento dei diritti di Israele. Così come Israele non sarà sicuro nel suo futuro se non darà il suo consenso ad uno Stato palestinese indipendente.
necessaria ogni tipo di iniziativa, soprattutto da parte della comunità internazionale, affinché si possa tornare al clima che caratterizzò i rapporti tra i due popoli negli anni dal '90 al '95, quando un percorso di pace fu possibile perché ciascuno dei due protagonisti, finalmente accettava che il proprio diritto di coesistere fosse riconosciuto come altrettanto legittimo quanto quello dell'altro.
Credo che non sfugga a nessuno che vi è certamente una situazione di grande esasperazione nei territori palestinesi per i lunghi anni di occupazione militare e per una vita quotidiana scandita da cheek point e incursioni. Non si può certamente dire che questa sia una giustificazione sufficiente per giustificare l'ingiustificabile, quindi il terrorismo.
Auspichiamo che l'iniziativa nazionale ed internazionale possa riportare ad un confronto nella prospettiva di due popoli, due stati e due democrazie.
Sottolineo come l'ordine del giorno, che più si avvicina al modo di sentire che ho appena espresso, sia quello che ho firmato e che ha come primo firmatario il Consigliere Travaglini. Per questo motivo, lo SDI-Rosa nel Pugno voterà quel documento e non parteciperà al voto sugli altri documenti presentati.
Come ultima riflessione, lascio ai Consiglieri pensare se, in queste due sedute del Consiglio regionale, noi abbiamo davvero - non voglio sembrare qualunquista da questo punto di vista - svolto un servizio utile alla causa di Israele piuttosto che a quella della Palestina o se invece forse, non abbiamo sottratto tempo importante e necessario alle attenzioni che devono essere dedicate alle questioni di competenza regionale. Ma ripeto, non voglio essere qualunquista.
Non mancano le occasioni, ogni giorno, per affrontare grandi temi di politica internazionale e nazionale, ma dovremmo riflettere se sia opportuno che ciò avvenga soltanto strumentalizzando le posizioni dell'uno e dell'altro Gruppo, o dell'una o dell'altra coalizione.
Oggi, peraltro, avrete visto le ultime notizie anche voi: sette attentati sulle linee ferroviarie di Bombay in India hanno provocato almeno un centinaio di morti. C'è una trama del terrorismo internazionale che va affrontata con fermezza, senza quei giochi di parte che, invece, forse anche nel dibattito che abbiamo affrontato tra martedì scorso e oggi, hanno condizionato le nostre discussioni.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Chiedo al Presidente di invitare il Consigliere Questore Chieppa a far togliere il velo arancione indossato dalla Consigliera Pozzi. Ricordo che era intervenuto nei confronti dei Consiglieri della Lega che avevano un foulard verde: pari condizioni per tutti sono corrette e dovute. Avevo mal di gola, ma il foulard mi è stato fatto togliere. Se ora non avviene altrettanto chiedo la sospensione del Consiglio.
Scusate, Consiglieri, ma quando i Consiglieri del Gruppo della Lega Nord avevano esibito il foulard verde e stavano seduti senza creare problemi, come sta facendo la Consigliera Pozzi con una kefia arancione avete chiesto la sospensione del Consiglio e avete inviato il Consigliere Chieppa a far togliere i foulard ai Consiglieri della Lega, tra cui il sottoscritto. Chiedo che, ad una collega con diritti e doveri analoghi a quelli dei Consiglieri della Lega, sia imposta la stessa regola.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi ha legittimamente chiesto delle informazioni rispetto al foulard della Consigliera Pozzi, che non è né un chador, né una kefia, ma conseguenza di un problema squisitamente legato all'aria condizionata. Chiarito che si tratta di un problema di cervicale e non di politica estera, se non ci sono altre richieste per dichiarazioni di voto passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Il primo ordine del giorno, come indicato nella documentazione, è il n.
364.
Indìco la votazione dell'ordine del giorno n. 364, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preoccupato della strage di dieci civili palestinesi, tra i quali due bimbi di 6 e 18 mesi, compiuta il 9 giugno dalle forze armate israeliane sulla spiaggia di Sudanya a nord di Gaza; dall'escalation di violenza dello Stato di Israele nei confronti della popolazione palestinese, come testimoniamo i tre raid effettuati oggi 13 giugno, che hanno causato almeno 9 morti, tra cui due bambini sottolineato che anche il Segretario Generale dell'ONU ha condannato con fermezza i fatti del 9 giugno rivolgendo un pressante invito alle parti a cessare ogni forma di violenza; che questi avvenimenti pongono in oggettiva difficoltà il Presidente palestinese Abu Mazen nel momento in cui si appresta a annunciare un referendum sul documento sottoscritto da dirigenti palestinesi reclusi in Israele in cui si evoca la creazione di uno stato indipendente, secondo le linee di demarcazione in vigore fino al 1967, che costituirebbe, di fatto, un riconoscimento di Israele; che non si contano le Risoluzioni ONU che chiedono ad Israele il rispetto dei diritti dei palestinesi, tra le quali la Risoluzione n. 242 del 22/11/1967, votata all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza, compreso quindi il voto degli USA, che chiede il ritiro immediato delle forze armate israeliane dai territori occupati e il riconoscimento della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica di ciascuno stato della regione e la n. 1397 del 12/03/2002 in cui per la prima volta si indica l'esistenza di una regione in cui due stati Israele e Palestina, vivono a fianco all'interno di frontiere riconosciute e sicure condanna senza riserva le stragi compiute il 9 e il 13 giugno dallo Stato di Israele, come ogni altro atto di terrorismo di matrice fondamentalista che provoca vittime tra la popolazione civile".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
Il Consiglio è aggiornato tra trenta minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.22 riprende alle ore 18.51)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Muliere di sospendere i lavori, avendo i Consiglieri di minoranza abbandonato l'Aula


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Intervengo, pur non avendo avuto modo di confrontarmi con gli altri componenti della maggioranza.
Notiamo l'assenza della minoranza. È grave, però è chiaro che dobbiamo riflettere sul fatto che la minoranza abbia deciso di abbandonare l'aula.
Come maggioranza - lo dico perché credo siano presenti i giornalisti dobbiamo riflettere sul nostro modo di condurre i lavori dell'aula e sui temi che vogliamo affrontare in Consiglio regionale.
A questo punto chiedo - e lo chiedo personalmente - di non votare adesso e di iniziare il prossimo Consiglio con la votazione dei documenti perché sarebbe sbagliato votare in assenza totale della minoranza.
Ripeto: giudico grave questo atteggiamento da parte della minoranza, ma nello stesso momento dobbiamo riflettere sul nostro modo di agire e di condurre i lavori del Consiglio.
A livello personale, o quanto meno del mio Gruppo, chiedo di non procedere alla votazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
In base all'articolo 52 del Regolamento avevo sospeso la seduta per trenta minuti per mancanza del numero legale.
Dato che lei ha parlato a nome del Gruppo dei Democratici di Sinistra chiedo se c'è qualche altro Consigliere che intende intervenire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per rispondere al collega Muliere, che attribuisce a questa assenza della minoranza una gravità politica che, in realtà, il sottoscritto non ravvede, come credo nessun altro collega della minoranza potrebbe ravvedere.
Per la precisione, io sono presente e l'ho voluto testimoniare prendendo la parola. Anche la maggior parte dei colleghi sono nelle vicinanze e potrebbero intervenire qualora fosse necessario.
Credo, invece, che l'atteggiamento della minoranza sottolinei l'inconcludenza di questa maggioranza che su queste tematiche, seppur molto importanti, non è riuscita ad assicurare il numero legale nella prima ed unica votazione del pomeriggio.
Nella fattispecie, rigettiamo in toto le accuse di irresponsabilità politica e di gravità attribuiteci dal Gruppo dei Democratici di Sinistra per voce del suo Capogruppo. Chiediamo - ovviamente questo è richiesto anche dalla maggior parte dei presenti in aula - il rispetto del Regolamento e della prassi consiliare, quindi ci affidiamo alla Presidenza per quanto riguarda l'eventuale proseguimento del Consiglio. Ove necessario, ci dichiariamo disponibili a votare i documenti. Se qualcuno lo riterrà, si assumerà la responsabilità di far mancare il numero legale, ma credo che l'atteggiamento della minoranza non sia assolutamente ascrivibile a quanto detto poco fa dal Consigliere Muliere.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Colleghi, ritengo che il regolare e democratico svolgimento dei lavori di un Consiglio, in particolare di un Consiglio regionale, preveda la partecipazione e la presen za della maggioranza e dell'opposizione. In mancanza di una parte importante come tutta l'opposizione - sulla cui assenza si dovrà discutere già domani nella riunione dei Capigruppo convocata regolarmente alle ore 14 chiudo i lavori pomeridiani e rinvio alla riunione di domani.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



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