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Dettaglio seduta n.100 del 04/07/06 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.11 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.46)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bertetto, Boeti, Bresso, Cattaneo Cirio, Clement, Lepri, Motta e Spinosa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i progetti di legge n. 301, 302, 303, 304, 305, 306 307 e 308. Sono a disposizione presso l'Ufficio Aula per chi desiderasse avere informazioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

c) Questione di legittimità costituzionale degli articoli 2, comma 1 lettera D e 21, comma 1, lettera D, della legge regionale 10 dicembre 1984 n. 64 "Disciplina delle assegnazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica"


PRESIDENTE

Comunico che con ordinanza pronunciata in data 14 dicembre 2005 (depositata il 12 gennaio 2006) nella causa civile iscritta al n. 1368/04 R.G. promossa da S.M.T. contro il Comune di Torino - notificata al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte in data 9 giugno 2006 - la Corte d'Appello di Torino, Sezione IV Civile, ha dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli articoli 2, comma 1, lettera D e 21, comma 1, lettera D, della legge regionale 10 dicembre 1984, n. 64 "Disciplina delle assegnazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ai sensi dell'articolo 2, comma 2 della legge 5 agosto 1978, n. 457, in attuazione della deliberazione CIPE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 348 in data 19 dicembre 1981" in relazione dell'articolo 19 della Costituzione, disponendo la sospensione del giudizio in corso e l'immediata trasmissione degli atti del procedimento alla Corte costituzionale.



(Copia della suddetta ordinanza è depositata presso la Segreteria dell'Assemblea Regionale)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Robotti di esaminare l'ordine del giorno n. 364, inerente a "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza"; alla richiesta del Consigliere Ghiglia di una Comunicazione della Giunta regionale sulla situazione dei tassisti; alla lagnanza del Consigliere Cavallera in merito alla mancata risposta all'interpellanza n. 769, inerente a "Esenzione dal ticket sui farmaci", presentata dai Consiglieri Cavallera, Pichetto Fratin Pedrale, Cirio, Cotto e Nastri


PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, inerente allo svolgimento di interrogazioni e interpellanze. Sull'ordine dei lavori si deve fare la proposta di inversione, tutto come da prassi, ma la metto in votazione dopo l'esame delle interrogazioni e le interpellanze.
La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Intervengo solo per sollecitare l'Aula e tutti i colleghi di maggioranza e di minoranza ad affrontare, nell'immediata fase successiva alla trattazione delle interrogazioni e interpellanze, l'ordine del giorno che si riferisce a ciò che sta accadendo nei territori della Palestina.
In questi giorni stiamo assistendo ad un'escalation di violenze e di aggressioni da parte dello Stato di Israele nei confronti del legittimo Governo eletto democraticamente dal popolo di Palestina; un'escalation che non ha mai avuto precedenti. Gran parte del Governo palestinese è stato arbitrariamente arrestato e si trova, oggi, nelle carceri israeliane.
Queste persone sono utilizzate come merce di scambio per la liberazione di un ostaggio israeliano, che è stato rapito da una non ben precisa organizzazione palestinese. Quello che sta accadendo è stato condannato, in modo autorevole e con gran solerzia, da parte dell'Unione Europea e da parte delle Nazioni Unite. Noi pensiamo che tutte le istituzioni democratiche della nostra Repubblica, i Consigli comunali, i Consigli provinciali e, infine, ma non per ultimo, con un valore ancora più importante, il Parlamento regionale, debbano chiedere l'immediata fine di ogni aggressione nei confronti del popolo di Palestina, così come l'immediata fine di ogni atto di terrorismo nei confronti del popolo di Israele. Lì si deve trovare la pace, si deve riaffermare che è importante che si muova un processo politico di distensione affinché vengano proclamati due stati indipendenti ed autonomi che dialoghino, si confrontino e convivano. Noi abbiamo il dovere, credo, di dire qual è l'opinione di quest'Aula e di far sentire la nostra voce con forza, perch s'interrompa questa spirale di violenza, di morte e di aggressione anche istituzionale che non ha mai avuto precedenti nella storia nel confronto scontro tra il popolo di Palestina e il popolo di Israele.
Pertanto chiedo, Presidente, che al termine dello svolgimento del sindacato ispettivo ci possa essere una discussione sull'ordine del giorno comunemente sottoscritto dai Capigruppo di maggioranza e minoranza su questo tema, perché questo Consiglio, oggi, esca con una posizione forte risoluta e autorevole, che parli alla comunità ebraica italiana e parli allo Stato di Israele, ma che chieda al Governo italiano che attivi ogni strumento possibile perché lì ritorni la politica, il dialogo, la diplomazia e vengano rimesse nella fondina le armi e vengano ripristinate la dignità morale, politica e istituzionale dei due Stati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Robotti.
Noi abbiamo messo all'o.d.g. una serie di documenti, tra cui anche l'ordine del giorno che in qualche modo è collegato, anche se non so se esaurisce completamente la questione, con quello che proponeva, che è l'ordine del giorno n. 164. Se i colleghi Consiglieri vorranno, al termine dello svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze si potrà votare un'inversione all'o.d.g., ovvero si potrà votare l'iscrizione di un ordine del giorno diverso qualora questo venga presentato. Mi rimetto alla valutazione politica dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Procediamo con gli atti di sindacato ispettivo.
La parola al Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Chiedo dieci secondi al Consiglio. Voglio fare una semplice richiesta o, meglio ancora, domanda. Nel caso in cui dovessimo discutere il punto (come diceva il Capogruppo Robotti) sulle vicende palestinesi, su di esso sono depositati, ma non all'o.d.g., altri documenti. Uno riguarda in particolare una presa di posizione sulle sanzioni dell'Unione Europea rispetto all'Autorità Nazionale Palestinese. Chiedo che si faccia una discussione unica, anche nel senso della proposta del collega Robotti, di eventualmente e auspicabilmente trovare l'elemento di sintesi in Consiglio ed approvare e discutere un solo documento. Grazie.



PRESIDENTE

Esaminiamo un punto e cerchiamo di recuperare sempre tutti gli ordini del giorno in qualche modo collegati, poi chiaramente di dichiarare esaurito il punto. Quindi sicuramente adotteremo questa prassi anche in questo caso, sempre che si condivida la discussione di questo punto quando sarà oggetto di discussione dopo gli atti di sindacato ispettivo. Quando procederemo ad esaminare gli ordini del giorno dovremo decidere se seguire l'elenco da convocazione o se procedere ad un'inversione all'o.d.g..
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non ho capito, ma mi sembrava che questo tipo di questioni dovessero essere sollevate dopo gli atti di sindacato ispettivo.



PRESIDENTE

È stata una procedura impropria, proprio perché dopo gli atti di sindacato ispettivo torneremo su questi temi.
GHIGLIA, Agostino Allora uso anch'io impropriamente lo strumento come ha fatto il collega Robotti, ma su tutt'altro tema, che ritengo molto più importante. Non è soltanto una questione di politica estera, il centrosinistra ha un bravissimo Ministro degli esteri, che credo ricomprenda anche le posizioni del collega Robotti, anche se non condivido il suo pensiero.
La questione che ci sta al cuore è quella del problema dei tassisti che in queste ore stanno manifestando per il loro diritto al lavoro e alla sopravvivenza. Stiamo per presentare un ordine del giorno su questo tema che credo sia molto più pressante e più importante per i torinesi e per i piemontesi. Pertanto, Presidente, le annuncio già che chiederemo, oggi, una comunicazione dell'Assessore ai trasporti, per sapere come intende atteggiarsi nei confronti di una vicenda che sta paralizzando, di fatto una parte dei trasporti torinesi. Ripeto, dobbiamo occuparci di quei tassisti che difendono il loro diritto al lavoro e alla sopravvivenza causa di problemi che vanno ben oltre la città di Torino. Quindi, oltre a proporre un'inversione all'ordine del giorno parlando di taxi, anziché di metapolitica, vorremmo anche una comunicazione dell'Assessore ai trasporti sul merito, visto che il Sindaco della Città di Torino sta assumendo atteggiamenti un po' di chiusura al dialogo.
Noi crediamo che, invece, una maggiore apertura al dialogo, magari anche indotta dalla Regione Piemonte, potrebbe attenuare, tra l'altro, le proteste e facilitare la vita di quei cittadini utenti che hanno bisogno di un servizio pubblico importante.



PRESIDENTE

La sua richiesta è stata udita dai rappresentanti della Giunta regionale, quindi verificheremo se la Giunta intenda o meno intervenire dando comunicazioni sul tema.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Vorrei tornare al sindacato ispettivo, perché nell'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, nonostante la sollecitazione che avevo fatto in Aula la volta scorsa, non compare l'interpellanza 769 inerente a "Esenzione del ticket sui farmaci".
L'Assessore si era impegnato a rispondere in questa seduta. Oltretutto ho visto la delibera della Giunta, che non contiene alcuna indicazione circa l'evoluzione futura, ma solo un rinvio temporale. Data la rilevanza per le centinaia di migliaia di cittadini piemontesi che sono coinvolti in questa vicenda, solleciterei sul campo ancora una volta la risposta a questa interpellanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Preannuncio la richiesta di un'inversione all'ordine del giorno, perch credo che sia urgente, oltre all'ordine del giorno sui tassisti e anche a quello sollecitato dal collega Robotti, discutere l'ordine del giorno relativo alla siccità, perché credo sia un problema pesantemente sentito dagli agricoltori non solo piemontesi e rischieremmo, veramente, di andare fuori tempo.



PRESIDENTE

Premesso che, come da prassi, dopo gli atti di sindacato ispettivo analizzeremo le richieste di inversione, interpreto quanto finora detto come una richiesta di comunicazione avanzata dal collega Ghiglia richiamata altresì da alcuni Gruppi dell'opposizione, in merito alla questione dei tassisti. Su questo, attendiamo un cenno da parte della Giunta regionale sulla disponibilità o meno di rendere una comunicazione (ovviamente, se la Giunta lo riterrà opportuno).
Dopodiché, tra le altre richieste di inversione, il Consigliere Robotti chiede di discutere nella giornata odierna - sovvertendo, immagino, i punti all'o.d.g. - l'ordine del giorno sulla Palestina, mentre il Consigliere Rossi richiede di anticipare la trattazione del punto 7) l'ordine del giorno sulla siccità.
Invito i colleghi Consiglieri che hanno avanzato tali richieste di volerle formalizzare, in maniera tale da indicare anche il punto in cui ritengono di iscrivere o di spostare il punto da loro richiesto.
Relativamente agli atti di sindacato ispettivo, per quanto concerne la richiesta avanzata dal Consigliere Cavallera, l'Assessore Valpreda avrà modo di intervenire personalmente.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Comunicazione della Giunta regionale in merito all'innalzamento dei tassi di esenzione del ticket sui farmaci


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valpreda per una breve comunicazione sulla questione dei ticket sui farmaci; ne ha facoltà.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Per quanto riguarda l'innalzamento dei tassi di esenzione a 15.000 euro e le prospettate ed ipotizzate conseguenze negative per i cittadini che fossero già esenti da ticket, abbiamo utilizzato una tattica dilazionatoria, nel senso che abbiamo rinviato la questione ad un approfondimento che i nostri uffici stanno predisponendo, i cui risultati non sono ancora a mie mani, per valutare le conseguenze negative anche a livello di quantificazione.
Per ora non cambia nulla. Non appena disporremo di quei dati - abbiamo già avuto un incontro coi sindacati, che hanno affermato che i 300.000 che avrebbero dovuto pagare i ticket era una stima grossolana non documentata richiesti ai nostri uffici (è una prassi che richiede qualche giorno) m'impegno a informare il Consiglio.
Al momento la situazione non è cambiata rispetto a prima, se non per coloro che hanno ricevuto dei vantaggi individuali, e non di reddito cumulativo.



PRESIDENTE

In merito alla richiesta avanzata dal Presidente Rossi, preciso che riguarda non soltanto l'inversione dell'o.d.g. dallo stesso menzionato, ma di tutti gli ordini del giorno ad esso collegati, inerenti sempre al tema della siccità.
Anche in questo caso, raggrupperemo tutti gli ordini del giorno trascritti sulla convocazione più gli altri atti di sindacato ispettivo.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni e interpellanze

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 59 presentata dai Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Carenza posti letto nei reparti di ortopedia" (Risposta scritta)

Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 124 presentata dai Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Circolare n. 8259/28/28.5 Assessorato alla sanità" (Risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 128 presentata dai Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Ospedale di Canelli (AT)" (Risposta scritta)

Argomento: Immigrazione

Interrogazione n. 138 presentata dai Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Botta Casoni e Vignale inerente a "Centro di permanenza temporanea di Corso Brunelleschi" (Risposta scritta)

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 181 presentata dal Consigliere Placido inerente a "Centro antidoping di Orbassano" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 19 presentata dai Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Tagli occupazionali all'IBM e all'Elea" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Nel corso della scorsa seduta, si era preso l'impegno di fornire, in forma scritta, alcune risposte agli atti di sindacato ispettivo.
Al momento, non sono pervenute le risposte ai seguenti atti: interrogazione n. 19, "Tagli occupazionali all'IBM e all'Elea" interrogazione n. 51, "Geriatria a Vercelli"; interrogazione n. 59 "Carenza posti letto nei reparti di ortopedia"; interrogazione n. 62 "Denominazione miele di bosco"; interrogazione n. 74, "Situazione Ospedale Mauriziano"; interrogazione n. 124 "Circolare n. 8259/28/28.5 Assessorato alla sanità"; interrogazione n. 128, "Ospedale di Canelli"; interrogazione n. 138, "Centro di permanenza temporaneo di Corso Brunelleschi" interrogazione n. 171, "Gravi episodi di malasanità in Piemonte" interrogazione n. 174, "Reparto di Oncologia dell'Ospedale Sant'Andrea di Vercelli".
Al momento, risultano consegnate le risposte alle interrogazioni n. 51 avente come primo firmatario il collega Robotti, n. 74, n. 59 e n. 124 aventi come primo firmatario il collega Chieppa, n. 138.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, non siamo ancora nelle condizioni di specificarvelo. Nel corso della seduta comunicheremo esattamente l'elenco delle risposte alle interrogazioni fornite in forma scritta.
Chiederei altresì conto della mancanza di risposta scritta in merito agli altri atti di sindacato ispettivo, in merito ai quali vi era stato un preciso impegno in tal senso.
Rettifico quanto ho dichiarato prima. Sono pervenute le risposte in forma scritta delle seguenti interrogazioni: n. 59, n. 124, n. 128, n. 138 e n. 181. Le risposte risultano depositate presso l'Ufficio Aula.
Al momento, non hanno ancora ottenuto risposta le interrogazioni n. 19 n. 62, n. 74, n. 171 e n. 174. Formalizzeremo una richiesta affinché venga data risposta.
È pervenuta, nel frattempo, risposta scritta dell'interrogazione n. 19.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 520 del Consigliere Burzi, inerente a "Ruolo di coordinatore della rete oncologica regionale del dott. Oscar Bertetto Consigliere regionale del Piemonte"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 520, presentata dal Consigliere Burzi.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
La figura del coordinatore, definito "Coordinatore Operativo della Rete", è prevista dal Regolamento della Rete Oncologica, che illustra la composizione e i compiti dell'Unità di Coordinamento della Rete Oncologica.
Il Presidente dell'Unità di Coordinamento della Rete Oncologica svolge le funzioni di convocazione e di Presidente dell'Unità di Coordinamento Rete; è responsabile dell'esecuzione delle decisioni adottate dall'Unità e la stessa Unità si avvale di un Coordinatore Operativo. Il Coordinatore è nominato dal Presidente dell'Unità di Coordinamento Rete su designazione dell'Unità di Coordinamento della Rete stessa, con a maggioranza qualificata.
Il Coordinatore Operativo è nominato dal Presidente dell'Unità di Coordinamento Rete, su designazione dell'Unità di Coordinamento della Rete stessa, a maggioranza qualificata.
Nella seduta del 14 ottobre 2003, l'Unità di Coordinamento Rete aveva proposto per il ruolo di coordinatore operativo il dottor Oscar Bertetto che il dottor Giovanni Monchiero, Presidente della Rete Oncologica, aveva designato.
Tutti i compiti della Rete Oncologica previsti da questa deliberazione sono di competenza dell'Unità di Coordinamento Rete: coordinamento dei programmi di Polo, Ricerca, Technology Assessment, linee-guida, formazione professionale ed aggiornamento, informazione e comunicazione, sistema informativo-informatico e il controllo di qualità.
Il coordinatore operativo ha il compito di eseguire in modo tecnicamente corretto le disposizioni impartite dal Presidente.
Quest'attività, dopo la collocazione in aspettativa del dottor Bertetto e l'assenza di normative specifiche di incompatibilità con la sua elezione a Consigliere regionale, è svolta, senza alcun compenso, presso l'ASO San Giovanni Battista, nell'ambito delle attività consentite. Non è previsto alcun rapporto fiduciario con l'Assessorato alla tutela della salute e sanità della Regione. Le modalità con cui è avvenuta la designazione da parte dell'Unità di Coordinamento Rete, la nomina da parte del Direttore generale, l'attività svolta nel suo ruolo tecnico escludono qualsiasi tipo di conflitto di interesse tra l'attività professionale e quella politica del dottor Bertetto.



PRESIDENTE

Assessore Valpreda, gli interroganti chiedono se possono anche ottenere una copia in forma scritta della risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 773 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia, inerente a "L'Assessorato alla Sanità non rinnova la Commissione Diabetologica regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 773, presentata dai Consiglieri Vignale Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

Le Commissioni tecniche regionali in conformità alla legge regionale n.
34/2000 devono essere organismi sussidiari dell'attività assessorile e devono in primo luogo concorrere alla definizione delle strategie relative alle varie materie di lavoro. Non possono in alcun modo diventare espressione di centri di potere autoreferenziali.
La Commissione sarà nominata in una logica di totale rinnovamento al fine di lavorare a favore dei 200.000 pazienti diabetici e delle Associazioni che li rappresentano. Essenzialmente, sono stati posti tre quesiti. In primo luogo, sono state chieste le motivazioni per cui non si è ritenuto opportuno provvedere alla nomina di quest'organo: poiché si sta elaborando una profonda innovazione della Commissione con rinnovamento a rotazione, anche territoriale, dei suoi membri, nello specifico, si ritiene, anche sulla base dei risultati piemontesi di uno studio nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità sulla qualità dell'assistenza diabetologica, che la nuova Commissione debba soprattutto potenziare la prevenzione e le cure primarie del diabete.
Relativamente al secondo quesito, è stato chiesto quando s'intenda, nel rispetto della legge regionale, istituire la Commissione: entro il mese di settembre 2006 sarà pronto il provvedimento per l'istituzione di tutte le Commissioni ed è già stato realizzato un provvedimento quadro.
Per quanto riguarda il terzo quesito, è stato chiesto se non si ritenga che la mancanza possa ledere ai pazienti di diabete in Piemonte: il mancato rinnovamento non ha leso gli interessi dei pazienti diabetici, le cui richieste, da un anno a questa parte, sono state accolte a partire dalla cancellazione del provvedimento burocratico della Giunta precedente che obbligava i diabetici a stressanti e inutili code alle ASL per poter avere la vidimazione dei presidi loro occorrenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in replica il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, apprendiamo con favore che entro il mese di settembre s'istituirà la Commissione diabetologica regionale. Siamo soltanto insoddisfatti rispetto ad alcune dichiarazioni dell'Assessore per quanto riguarda i centri di potere autoreferenziali piuttosto che la motivazione del ritardo rispetto all'istituzione della Commissione.
Vogliamo soltanto ricordare all'Assessore - che lo sa bene - e anche ai colleghi, che l'istituzione della Commissione deve avvenire in conformità alla legge regionale n. 34/2000, che è già ampiamente scaduta. È scaduta nel mese di novembre 2005, quindi, fino al mese di settembre 2006, dovremo attendere quasi un anno per la sua ricostituzione.
Rileviamo che tutte le associazioni diabetologiche regionali fanno riferimento a questa Commissione (anche la Valle d'Aosta fa riferimento a questo Coordinamento). Tutte le otto Province piemontesi, alcuni mesi fa hanno sollecitato l'Assessorato alla costituzione di tale Commissione, che certo è consultiva come tutte le Commissioni, ma rappresenta un organo di tutela per le persone affette da diabete, in quanto promuove iniziative volte alla prevenzione, ma anche alla soluzione di problemi, in alcuni casi burocratici, quale quello a cui faceva riferimento l'Assessore. Quindi, è buona cosa che, in qualche modo, la si costituisca.
Sottolineiamo il fatto che non comprendiamo quali sono i centri di potere autoreferenziali. Non crediamo certo sia il Coordinamento delle Associazioni che rappresentano i diabetici piemontesi in merito ad avere leso gli interessi e i diritti dei diabetici, ha certamente leso un'indicazione data da una legge regionale. Certo, la Commissione, se costituita, non risolve tutti i problemi dei diabetici piemontesi, peraltro in aumento relativamente al diabete mellito, però, è uno strumento assolutamente importante.
Attendiamo l'istituzione della Commissione diabetologica, di cui la Commissione competente dovrà essere informata, quindi, vigileremo anche su questo.
Chiedo soltanto all'Assessore se è possibile avere copia della nota.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 652 del Consigliere Burzi, inerente a "Pronto Soccorso all'Ospedale Giovanni Bosco"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 652, presentata dal Consigliere Burzi.
Risponde l'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

In relazione a quanto richiesto dal Consigliere Burzi relativamente ad un episodio verificatosi al Pronto Soccorso dell'Ospedale Giovanni Bosco diretto dal dottor Sechi, ricordiamo che una signora aveva segnalato a diversi soggetti quanto era accaduto in data 9 marzo. Il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale n. 4, che era tra i destinatari di questa nota, ha interpellato il medico di turno nel pronto soccorso e il Direttore della Struttura Complessa Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza per accertare la dinamica delle procedure applicate.
La signora è stata anche ricevuta pochi giorni dopo dal Direttore Generale con il Direttore della Struttura Complessa e con il medico a cui era stata imputata la disfunzione. Sono stati forniti tutti i chiarimenti in merito alle iniziative prese e in particolare sui contenuti dei dialoghi intercorsi tra la signora e il medico di turno.
Ho allegato una dettagliata relazione con le procedure seguite dagli operatori sanitari che, evidentemente, sono adeguate alla situazione clinica del paziente, i cui parametri vitali risultavano stabili e costantemente monitorati durante la permanenza in pronto soccorso. Quindi non c'è stato nessun pericolo per la salute del paziente e la classificazione sulla gravità del caso è stata corretta come dimostrato anche dall'evoluzione della patologia. È a disposizione anche copia della relazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per la replica il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ringrazio l'Assessore per la risposta; poi leggerò con attenzione anche il testo che l'Assessore ha cortesemente messo a disposizione. Aggiungo solo due veloci commenti, apparentemente scollegati dal caso specifico.
In altri momenti - lo faremo probabilmente in sede di IV Commissione e in sede di Aula - inviterei la Giunta a riflettere sull'utilità di utilizzare procedure ormai consuete in moltissime strutture orientate all'erogazione di servizi e attente alla customer satisfaction. Credo che per il Governo sarebbe un modo utile per controllare in qualche modo se stesso nell'ambito dell'applicazione delle proprie politiche, in questo caso di natura sanitaria, e - perché no? - anche per i Consiglieri, siano essi di maggioranza o di minoranza, per potere, dagli indici che da queste analisi potrebbero emergere, meglio indirizzare le proprie attività a supporto della maggioranza o - perché no? - di controllo da parte dell'opposizione. Mi sembrerebbe un modo professionale, civile e sistemico di controllare il servizio di quanto si viene erogando e - perché no? di interagire nei casi che, in senso dinamico, man mano si volessero dimostrare di minor efficacia.
Nel ringraziare ancora, invece mi rivolgo al Presidente del Consiglio perché, pur avendo ascoltato con molta attenzione, non so la mia, ma la voce dell'Assessore si perde. In questo caso, si perde anche l'attenzione del Presidente del Consiglio, che sta utilmente parlando col Presidente della IV Commissione di temi che immagino siano di comune interesse per l'Assessore e per me.
Credo che sarebbe opportuno utilizzare l'intervallo estivo per dare una revisionata agli impianti, perché già abbiamo molte difficoltà a essere della stessa idea per motivi politici, però non vorremmo che queste difficoltà non venissero aumentate dall'impossibilità di comprendere le tesi dell'altro. Pur permanendo la posizione aprioristicamente negativa vorremmo poter articolare il giudizio. In questo caso, le voci si perdono il livello di disturbo non è particolarmente più alto di quanto è stato negli ultimi 11-12 anni, quindi ci auguriamo che l'intervallo estivo porti un modesto intervento di miglioria al nostro lavoro.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, rispetto ai problemi di acustica, ne siamo consapevoli. Ovviamente, una parte dipende dal comportamento di coloro che abitano l'aula, ma una parte invece è probabilmente imputabile a un dato tecnico sul quale abbiamo già dato mandato agli uffici di procedere e prima della pausa estiva, dovremo valutare le modifiche da apportare soprattutto al sistema di amplificazione, perché è chiaro che è inadeguato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 674 del Consigliere Burzi, inerente a "Visita della candidata Livia Turco all'Ospedale San Luigi"


PRESIDENTE

L'Assessore Valpreda risponde ora all'interpellanza n. 674, presentata dal Consigliere Burzi.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

La visita dell'allora candidata Livia Turco all'Ospedale San Luigi era già stata trattata "a caldo" in questo Consiglio.
Riferisco che la visita si era effettivamente svolta e l'Onorevole Turco era giunta in Azienda alle ore 10.30. È stata accompagnata dal Commissario e dal Direttore sanitario a visitare le nuove aule del corso di laurea in medicina. Si è trattato di una breve visita di circa trenta minuti ed era presente anche il Direttore del Dipartimento Universitario di Scienze Cliniche Biologiche.
La visita è poi proseguita presso la Divisione di Cardiologia. Al termine, l'Onorevole Turco ha ritenuto di accomiatarsi con un breve saluto nell'atrio del Centro Antidoping, alla presenza di circa quindici persone.
La visita complessivamente è durata circa un'ora e si è conclusa alle ore 11.30. In ordine alla circostanza, che - ripeto - era già stata segnalata nel corso della seduta del Consiglio regionale del 27 marzo e poi riportata anche dagli organi di stampa, sono state assunte immediate disposizioni non ravvisando comunque elementi di violazione della legge 22 febbraio 2000, n. 28, recante "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica", che - com'è noto - contiene disposizioni per garantire la parità di trattamento e l'imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici, regolando l'accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica ed imponendo il divieto a tutte le Amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabile per l'efficacia e l'assolvimento delle proprie funzioni. E non è certamente il caso di cui si discute. A seguito dei fatti, comunque, l'Assessore alla tutela della salute e sanità ha ritenuto necessario rammentare in forma scritta a tutti i Direttori generali e Commissari delle Aziende sanitarie di prestare la massima attenzione al rispetto delle regole di correttezza istituzionale nel corso della campagna elettorale, come mi ero impegnato e immediatamente, il giorno stesso abbiamo fatto quanto avevamo promesso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 737 del Consigliere Pedrale, inerente a "Accorpamento dell'ASL di Chivasso e dell'ASL di Ivrea" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza del Consigliere Pedrale, l'Assessore Valpreda fornisce risposta scritta all'interrogazione n. 737, inerente a "Accorpamento dell'ASL di Chiasso e dell'ASL di Ivrea".


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 659 dei Consiglieri Ferrero, Cavallera, Vignale e Ghiglia, inerente a "Autorizzazione alla realizzazione del Centro Commerciale di Caselle"


PRESIDENTE

L'Assessore Caracciolo risponde all'interrogazione n. 659, presentata dai Consiglieri Ferrero, Cavallera, Vignale e Ghiglia.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore al commercio e fiere

L'interrogazione attiene al procedimento relativo all'istanza di autorizzazione per l'attivazione di grandi strutture di vendita. Si tratta di un centro commerciale classico con superficie di vendita di metri quadri 51.118, settore alimentare e non alimentare, Comune di Caselle, Società SATAC-S.p.A., ricezione Amministrazione comunale in data 20 giugno 2005.
Con particolare riferimento a quanto evidenziato nella premessa dell'interrogazione, si ritiene opportuno fornire preliminarmente alcune precisazioni.
In ordine al fatto che le Associazioni di categoria non sarebbero state sentite dal Comune in occasione dell'elaborazione dei criteri comunali di cui all'articolo 8, comma 1, del D.Lgs. 114/98, si precisa che il Comune ha prodotto, su richiesta degli uffici responsabili del procedimento, la copia del verbale della seduta di consultazione con le parti in occasione della ridefinizione dell'area di insediamento commerciale già individuato come L2 in L3.
In ogni caso, i contenuti e le scelte della programmazione comunale, se rispettosi della normativa regionale, sfuggono alla competenza della Regione; eventuali vizi di legittimità, violazione di legge o eccesso di potere avrebbero comunque potuto essere fatti valere in sede giurisdizionale.
In ordine all'applicazione della normativa in materia di programmazione commerciale, si precisa che la normativa vigente al momento dell'assunzione in data 13/12/2005, "Assunzione della deliberazione della Conferenza dei servizi ex articolo 9, D.Lgs. 114/98", era costituita dalla delibera di Consiglio regionale n. 563 del 1999, come modificata dalla DCR 347 42514/2003. Tuttavia la decisione della Conferenza dei Servizi è stata assunta sulla base dei criteri comunali che hanno riconosciuto la l.3. e che sono stati adottati dal comune in data antecedente all'entrata in vigore della DCR 347/2003 avvenuta con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione in data 23 gennaio 2004. Il Consiglio comunale ha approvato i criteri di cui all'art. 8 del d.lgs 114/98, con riclassificazione, tra l'altro della L2 in L3, con Deliberazione del Consiglio comunale n. 86 del 29/7/2003.
Infatti, in forza delle disposizioni transitorie contenute nella medesima deliberazione del Consiglio regionale, "I provvedimenti di adeguamento adottati dai Comuni prima dell'entrata in vigore delle presenti modifiche sono valutati dalla Provincia e dalla Regione sulla base della normativa vigente all'atto dell'adozione. I comuni che alla data di pubblicazione delle presenti modifiche abbiano proceduto all'adeguamento previsto dall'articolo 6 del d.lgs. n. 114/1998 e dall'articolo 4 della l.r. 28/1999, qualora non vi sia completa rispondenza ai nuovi criteri procedono ad un nuovo adeguamento entro due anni dall'entrata in vigore delle presenti modifiche.
Decorso tale termine per quanto concerne l'individuazione delle zone di insediamento commerciale entrano in vigore le norme sostitutive, di cui all'articolo 30 dell'allegato A alla DCR n. 563-13414 del 29 ottobre 1999 come modificato dal presente provvedimento".
I Comuni avevano pertanto due anni di tempo per procedere al "riadeguamento" (La scadenza era quella del 23 gennaio 2006). Solo decorso tale termine il Comune sarebbe stato considerato inadempiente e si sarebbero applicate le norme sostitutive regionali di cui all'art. 30 della DCR 563-13414/99, come modificata dalla 347-42514/03. Fino a quella data gli strumenti comunali di programmazione del commercio, e quindi le scelte di individuazione delle aree di insediamento commerciale, restavano pienamente efficaci. In ordine al fatto che "nel luglio 2005 la Giunta regionale aveva fatto approvare la legge di moratoria sul rilascio delle autorizzazioni per grandi strutture di vendita e, parallelamente, aveva poi consentito la realizzazione del centro commerciale di Caselle attraverso apposite scelte urbanistiche e poco incisive verifiche sull'impatto sul traffico", si precisa che l'istanza della Società SATAC è stata presentata il 20/6/2005 e pertanto prima dell'entrata in vigore della legge di moratoria (l.r. 10 del 6 luglio 2005 entrata in vigore il giorno 8 luglio 2005, giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul BUR) che sospendeva dalla sua entrata in vigore la presentazione delle domande.
Quanto alle scelte di natura urbanistica, oggetto della DGR, le stesse non rientrano nella competenza specifica dell'Assessorato al commercio. Si precisa che la Localizzazione individuata dal Comune in data 29.7.2003 aveva già tra le destinazioni d'uso ammesse anche quella "commerciale" con diversi indici di edificabilità che sono stati modificati con apposita variante al PRGC contestuale all'approvazione del Piano Particolareggiato a cui era sottoposta l'area.
Le verifiche connesse alla viabilità, approfondite nel corso del procedimento istruttorio, sono state assunte previo parere di conformità espresso in sede di Conferenza dei Servizi dalla competente Provincia di Torino.
Con specifico riferimento ai quesiti oggetto dell'interrogazione si precisa quanto segue.
Se i criteri di riconoscimento della localizzazione commerciale ed i relativi atti di variante urbanistica sono stati correttamente applicati.
Sul punto occorre evidenziare che il responsabile del procedimento ai sensi dell'articolo 9 del d.lgs. 114/1998, ha preso atto, sul piano urbanistico dell'intervenuta approvazione del piano particolareggiato da parte della Giunta regionale, sul piano commerciale, delle dichiarazioni scritte e verbali rese dal comune di Caselle di avvenuto rispetto della programmazione regionale nell'individuazione dell'area di insediamento commerciale di riferimento. Conseguentemente, con deliberazione della Conferenza dei Servizi prot. n. 17533 del 13/12/2005 è stato espresso parere favorevole all'insediamento di cui sopra. In particolare, giova ripeterlo, il rappresentante della Regione ha assunto come verificata la compatibilità rispetto alla programmazione regionale di cui alla DCR 563 13414/1999 come modificata dalla DCR 347-42514 del 23/12/2003, udita la relazione di conformità del rappresentante del comune di Caselle, secondo cui il comune, nel corso dell'istruttoria procedimentale, avrebbe verificato il rispetto di tutti i parametri previsti dalla normativa regionale.
È del tutto evidente che non era dato alla Regione, in sede procedimentale, mettere in dubbio le affermazioni del Comune che, in forza del principio di sussidiarietà, è depositario esclusivo delle funzioni connesse alle competenze ad esso attribuite dalla legge, a meno che non ricorrano le condizioni per l'applicazione delle norme sostitutive.
La Regione interviene quindi in via sostitutiva, con procedimento di secondo grado, solo qualora se ne realizzino le condizioni.
Se esistono in ambito regionale altre situazioni analoghe. Sul punto non risulta l'esistenza di altre fattispecie riconducibili al caso "Caselle".
Quali provvedimenti si intendono adottare qualora i fatti indicati venissero accertati.
Gli interventi "repressivi" e di controllo sostitutivo da parte regionale rappresentano evidentemente una sorta di "patologia" e non costituiscono la regola dell'andamento procedimentale, pena la sua paralisi. Rappresentano di norma una fase di secondo grado, da instaurarsi nell'eventualità dell'avvio di una procedura contenziosa.
Resta inteso che, nel corso di tale fase eventuale, la Regione esperirà le iniziative ritenute più opportune, a conclusione delle quali sarà realizzato l'intervento sostitutivo per il ripristino della legalità nell'applicazione delle norme regionali, restando impregiudicate tutte le altre iniziative in sede giurisdizionale. Grazie.


Argomento: Educazione permanente

Interrogazione n. 673 dei Consiglieri Pozzi, Travaglini e Reschigna inerente a "Situazione del Comitato regionale per l'educazione degli adulti"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 673, cui risponde l'Assessore Pentenero, che ha pertanto facoltà di intervenire.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

In merito all'interrogazione si sottolinea la mancata attivazione del comitato nazionale (previsto per la riorganizzazione e il potenziamento dell'educazione permanente sancito dalla Conferenza unificata Stato-regioni città e autonomie locali il 2 marzo 2000) che è stata certamente una delle cause che ha determinato una battuta d'arresto per la definizione del sistema anche a livello locale.
I sistemi regionali, hanno comunque cercato di ovviare all'inerzia a livello nazionale costituendo i Comitato Regionali la cui attivazione si è resa necessaria per approvare le linee strategiche da definire per la partecipazione ai bandi FSE per il periodo di programmazione 2000/2006 dedicati alla formazione permanente.
L'Accordo del 2 marzo ha dato grande valore ai Comitati locali concepiti come sedi privilegiate per la concertazione e la programmazione delle attività per l'EDA.
È evidente che la mancata attuazione del Comitato nazionale e la diversità delle realtà regionali hanno imposto limiti e differenze alla costituzione delle realtà locali: i Comitati locali stentano e decollare, e laddove sono costituiti, faticano ad essere operativi.
La Regione Piemonte, per gli adempimenti definiti dall'Accordo sopra citato, ha provveduto alla costituzione del Comitato regionale EDA (D.G.R.
n. 23 - 3989 del 24 settembre).
Nel documento si sottolinea la necessità di riorganizzare e potenziare l'educazione degli adulti nell'ambito del sistema integrato di istruzione formazione e lavoro, con gli obiettivi prioritari di recuperare i bassi livelli di istruzione e formazione, quale premessa per lo sviluppo formativo e l'inserimento lavorativo, offrendo opportunità educative ai cittadini adulti per l'acquisizione di conoscenze e di competenze funzionali di base nei diversi campi.
Il Comitato non si riunisce da circa tre anni e precedentemente si era riunito solo due volte dalla data di costituzione. La prima per l'insediamento dei componenti e la citata definizione degli ambiti territoriali di riferimento relativamente alla costituzione dei Comitati Locali, la seconda per approvare le nuove Linee Guida per le azioni integrate con il sistema scolastico per il rientro in formazione.
I criteri per la definizione degli ambiti territoriali per la costituzione dei Comitati Locali sono stati individuati da un gruppo di lavoro tecnico. In seguito, con l'ausilio dei funzionari del settore Osservatorio regionale per il Mercato del Lavoro, è stata preparata la ripartizione "geografica" poi approvata dal Comitato regionale.
Per quanto riguarda le Linee guida di cui sopra, analizzando le azioni già esistenti a favore degli adulti e in integrazione con il sistema scolastico si è convenuto che fosse necessario potenziare e in parte modificare la linea di intervento dei "Rientri in Formazione". In tal senso agiscono le azioni C4.1, C4.2 e C4.3 del Fondo Sociale Europeo. Esse infatti permettono di finanziare: percorsi formativi finalizzati ad accrescere competenze culturali e specialistiche a tutti i livelli, rivolti a persone adulte che di propria iniziativa intendono intraprendere un percorso di formazione professionale ai fini dell'aggiornamento delle competenze richieste in ambito lavorativo o dell'arricchimento del proprio patrimonio culturale e professionale, o percorsi integrati tra la Formazione Professionale e le Istituzioni scolastiche presso le quali sono istituiti i Centri Territoriali Permanenti (CTP) per l'Educazione degli Adulti (EDA), ed inoltre percorsi integrati con il sistema scolastico volti al conseguimento di una qualifica professionale spendibile sul mercato del lavoro e contestualmente al rientro nei percorsi di formazione o di istruzione superiore.
L'attenzione di questa Amministrazione è di provare a sperimentare dei modelli di formazione sempre più snelli per favorire il rientro in formazione di adulti che precedentemente avevano lasciato il mondo scolastico. Come più volte sottolineato, il punto di partenza deve essere un modello formativo diverso da quello "storicamente" consolidato, l'idea è di mettere insieme le Agenzie di Formazione e i Centri Territoriali Permanenti, che da sempre sono abituati a lavorare con utenza più "problematica", per provare a progettare un percorso annuale (breve di circa 600 ore) che possa nuovamente traghettare le persone adulte, che avevano abbandonato la scuola, verso il sistema scolastico per arrivare al Diploma di Scuola media superiore.
È importante sottolineare che, il sistema scolastico si è attivato costituendo la rete CTP, mentre l'amministrazione regionale in prospettiva potrebbe creare una Commissione interna, per declinare meglio, con rappresentanti delle Agenzie Formative e dei CTP, le modalità didattiche dei nuovi percorso e di tutti quelli che rientrano in Misura C4.
Risulta opportuno segnalare che la Direzione Formazione Professionale e Lavoro, a seguito del processo di delega alle Province, si incontra periodicamente con le stesse per seguire passo dopo passo e concordare le varie fasi dei procedimenti che sottendono le varie "Direttive". Durante gli ultimi incontri con le Province sono state portate le ultime problematiche relative al C4.3 per tentare di dare un indirizzo comune a tutte le otto realtà provinciali in modo che le risposte alle tante domande degli operatori del settore fossero univoche.
Con la Provincia di Torino, si sono, inoltre, organizzati degli incontri con i Presidi delle scuole serali per condividere con loro il progetto dei rientri in formazione e per cercare di coinvolgerli maggiormente a lavorare e collaborare sia con i CTP sia con le Agenzie di Formazione.
Come precedentemente affermato, il primo compito che il Comitato regionale si è assunto è stato quello di individuare gli ambiti territoriali di riferimento relativamente alla costituzione dei Comitati locali per l'Educazione degli Adulti.
Attraverso i lavori preparatori di un gruppo tecnico (istituito nel corso di un incontro politico tra Regione Piemonte, Direzione regionale MIUR e Province) si è ritenuto necessario prevedere 1 Comitato Locale per ogni Provincia, fatta eccezione per Torino e Cuneo, rispettivamente 6 e 4 Comitati Locali individuati tenendo conto della zonizzazione dei centri per l'Impiego, della dislocazione dei Centri Territoriali Permanenti e della zonizzazione delle aree in cui sono stati definiti Patti Territoriali.
Una considerazione doverosa è quella che, in mancanza di una regia nazionale, anche il Comitato piemontese fatica ad essere veramente operativo, soprattutto non è riuscito, come si era prefissato, a seguire la costituzione dei Comitati locali che ancora oggi, privi di linee di indirizzo, di contenuti e risorse, stentano a decollare.
Intorno ad una concezione "allargata" dell'azione formativa si è sviluppato in Piemonte un sistema caratterizzato da una grande articolazione operativa e dal ricorso crescente alla personalizzazione degli interventi: la nuova frontiera della formazione consiste appunto nell'accentuazione degli elementi modulari e "soggettivi" dei percorsi mediante il metodo dei voucher, applicato ancora a livello sperimentale, ma in via di progressiva estensione, e con l'aumento della strumentazione disponibile per la formazione a distanza e per attività di auto-formazione anche per rispondere con efficacia alla crescente flessibilità che contraddistingue il nostro sistema economico.
Come è gia stato accennato in precedenza, nella programmazione regionale piemontese la Misura C4 è da sempre quella dedicata alla formazione permanente.
Tale misura è declinata nell'Atto di indirizzo per la stesura dei Bandi provinciali per le direttive cosiddette di Mercato del Lavoro.
Negli ultimi anni formativi è stata potenziata tutta la misura C4, cioè la formazione permanente trattata dalla "Direttiva Mercato del Lavoro". In sostanza sono state incrementate le risorse per circa 2 milioni di euro su tutta la Misura e si è deciso di indirizzare la progettazione verso la linea di intervento dei cosiddetti "rientri formativi" (C.4.3.) per favorire l'integrazione tra la formazione professionale, istituti superiori e CTP.
Da alcuni anni sulla Misura C4.3 venivano finanziati dei percorsi biennali di durata massima di 800 ore realizzati in integrazione con la scuola secondaria superiore, volti al conseguimento di una qualifica professionale contestualmente al rientro dei soggetti partecipanti nei percorso scolastici della scuola secondaria superiore.
Ai percorsi sopra descritti, è stata prevista una seconda possibilità e cioè un percorso annuale di 600 ore che, indirizzato a persone più che mai adulte fosse più "snello" e consentisse l'acquisizione di competenze atte (dove era possibile e attraverso un buon bilancio di competenza) sia al raggiungimento di una qualifica professionale sia al raggiungimento dell'idoneità ad una classe del triennio della scuola secondaria superiore.
Si tratta di pensare a percorsi integrati volti al recupero di abilità scolastica di base necessarie al rientro in un percorso finalizzato al diploma, attraverso un primo anno (circa 600 h) per ottenere la qualifica regionale di primo livello.
Mi preme, infine, segnalare che la Giunta regionale, nell'ambito degli interventi sul "Diritto allo studio", per sostenere i corsi di alfabetizzazione sperimentali di scuola media e monografici universitari regolarmente istituiti dall'autorità scolastica, destina, annualmente, ai Comuni, secondo i criteri di riparto definiti dall'art. 7 della L.R. 49/85 contributi per un importo complessivo pari all'1% dell'intero stanziamento della legge per gli interventi ordinari.
Per l'anno scolastico 2004/2005 i Comuni hanno segnalato 348 utenti e sono stati assegnati, complessivamente, euro 168.432,00 corrispondenti ad una quota pro capite di euro 484,00.
L'incremento dei fondi destinati al diritto allo studio, approvato con la legge di Assestamento al bilancio 2005, ha consentito di aumentare la quota unitaria per utente assegnata da euro 343,00 dell'anno 2004 ad euro 484,00 dell'anno passato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio l'Assessore Pentenero per la sua ampia e articolata risposta, di cui chiederei copia per esaminarla più attentamente, proprio perché così ampia e articolata.
Auspicherei che questo Comitato regionale, che, come ha detto l'Assessore, non si riunisce da tre anni, riprendesse a svolgere una sua attività, una volta definiti gli ambiti territoriali per i Comitati locali per individuare gli indirizzi necessari, per la Regione Piemonte, per cercare almeno di affrontare, se non superare, quel gap che ci separa dal resto dell'Europa, per quanto riguarda il numero di persone adulte e occupate, totalmente prive di qualsiasi titolo di studio, sia esso qualifica professionale sia esso titolo di scuola media superiore.
È un'emergenza che deve essere affrontata. Sappiamo che gli strumenti tradizionali per affrontarla si dimostrano armi spuntate: i corsi serali sono sempre meno frequentati e non costituiscono una reale opportunità, per chi ne è uscito precocemente ed è già occupato, di rientro in percorsi di istruzione. La prospettiva di avere di fronte a sé cinque anni di scuola molto simili a quelli che frequentano i quindicenni o i diciottenni, non attira il trentenne o il quarantenne. È necessario, quindi, studiare percorsi diversi, personalizzati e molto integrati, come giustamente diceva l'Assessore. Mi sarebbe piaciuto avere informazioni in più, per esempio sapere quanti sono, nella nostra Regione, i percorsi integrati, i cosiddetti "progetti polis", e quante risorse si pensa di destinare a questi progetti, anche se credo che questo tema potrà essere affrontato successivamente.
Sappiamo che nei prossimi anni il Fondo Sociale Europeo sarà ridotto per la nostra Regione, quindi dovremmo attrezzarci, come Regione, per intervenire su questi temi, sapendo che non avremo più tutte le risorse che, precedentemente, il Fondo Sociale Europeo ci attribuiva.
È importante assumere un'iniziativa forte, come l'Assessore ci ha detto di voler assumere, ed è importante che le risorse delle misure C4 siano mantenute, così come quelle delle misure C3 e C2. È necessario che tali risorse non siano ridotte, altrimenti l'ultima coda del periodo 2001-2006 rischierebbe di non poter essere utilizzata per l'educazione degli adulti i CTP e la lotta alla dispersione.
Ringrazio nuovamente l'Assessore per la sua risposta soddisfacente e per il suo impegno, che credo potremmo toccare con mano anche nei prossimi mesi, a proposito dell'educazione degli adulti. Grazie.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 256 del Consigliere Botta, inerente a "Progetto di recupero e di valorizzazione della Cittadella di Alessandria"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 256, sulla quale risponde l'Assessore Oliva.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

L'interrogazione riguarda la Cittadella di Alessandria e uno studio di fattibilità per il recupero della Cittadella stessa, fatto da Finpiemonte e contestato dall'Associazione "Amici della Cittadella".
Le contestazioni riguardano, prima di tutto, le misurazioni.
Da Finpiemonte mi dicono che le misurazioni sono state fatte utilizzando quelle fornite dalla direzione lavori del Genio Militare quindi sono dati forniti direttamente dai militari, sulla base dei quali il Genio ha operato nel corso del tempo. Dubito, quindi, che siano sbagliate tranne una, la perimetrazione di Piazza d'Armi, indicata in 2000 metri quadrati, mentre in realtà sono 25.000. Mi dicono, però, che si tratta di un refuso, a suo tempo immediatamente corretto. Fu, quindi, proprio solo un errore di stampa.
Un'altra contestazione sul progetto, che confermerebbe, secondo l'Associazione "Amici della Cittadella", la superficialità del lavoro riguarda l'espressione "Difesa aerea". Secondo la suddetta Associazione, è improbabile che possa essere riferita alle guerre del XVIII secolo.
Nella terminologia militare, per "offesa aerea" non si intende l'offesa recata da aviogetti mobili, ma si intende l'offesa che arriva dall'alto.
Dato che nel XVIII secolo le armi erano ancora a tiro curvo, l'offensiva aerea consisteva in proiettili che arrivavano dall'alto. In questo senso s'intende "offesa aerea", non certamente nell'accezione contemporanea di bombardamento effettuato da aerei.
Per quanto riguarda le opere esterne, risulta che la Provincia di Alessandria abbia fatto uno studio preliminare per l'allestimento delle opere delle aree esterne, ma trattandosi di un preliminare deve ancora essere oggetto di ulteriori approfondimenti. Penso che debba anche essere verificato se esistono, come esistono attorno alla Cittadella di Torino opere di mina e contromina.
Le gallerie di mina erano quelle che gli assedianti costruivano perpendicolarmente alla cinta muraria per riuscire ad entrare nella Cittadella sotto il livello di fondazione della cinta muraria. Le gallerie di contromina, invece, erano quelle parallele alla cinta muraria, scavate dai difensori a profondità diverse, in modo che gli attaccanti fossero costretti ad incocciare nella galleria difensiva. Per intenderci, quella di Pietro Micca qui a Torino era una galleria di contromina.
Tutti questi sono studi di approfondimento che verranno fatti dalla Provincia.
Inoltre, questa Associazione ritiene scorretta l'apertura di nuove porte e la revisione dei prospetti degli edifici. Non si parla di apertura di nuove porte, ma si parla di apertura di porte. Il progetto di fattibilità realizzato da Finpiemonte prevede un restauro della Cittadella così come essa era in origine, nel momento in cui è stata costruita. Alcune delle porte originarie, previste nel prospetto originale, nel corso degli anni sono state interessate da interventi edilizi che ne hanno determinato la chiusura. Conformemente alla filosofia con cui si sta lavorando a Venaria, l'intento non è di aprire porte non previste nel progetto iniziale, ma di riaprire porte che erano nel progetto iniziale.
Questa è la risposta più tecnica.
Per quanto riguarda l'aspetto generale, si parla di insufficienza delle quantificazioni economiche. Questo studio di fattibilità non prevede la destinazione d'uso della Cittadella, anzi, afferma che per la destinazione della Cittadella indiciamo un concorso internazionale per capire come eventualmente utilizzarla. È evidente che i costi di ristrutturazione sono strettamente correlati alla destinazione d'uso da cui dipende l'intervento edilizio che sarà fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per replica il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Prendo atto delle spiegazioni e puntualizzazioni fornite dall'Assessore. Resta il grave problema che l'Assessore citava nella conclusione del suo intervento relativo alla destinazione di questo grande edificio militare. Si tratta di una Cittadella militare che è uno degli edifici più significativi della nostra Regione. Anzi, se non l'avesse ancora fatto, inviterei l'Assessore ad organizzare una visita per rendersi conto dell'importanza di questo monumento, ma anche della necessità di legarlo ad un grande progetto di livello nazionale e internazionale, perch solo con una progettualità di quel tipo si potrà pensare di dargli nuova vita, o perlomeno di salvare uno degli esempi più significativi di fortificazione militare del Norditalia.
È chiaro che tanti sono i campi in cui bisognerà confrontarsi rispetto anche a momenti simili o parzialmente simili a questo, ma la Cittadella di Alessandria, vista la vastità, visto lo stato di conservazione, vista l'importanza anche storica che ha, a mio avviso meriterebbe, grazie all'uso della Regione, oltre che delle istituzioni locali e delle fondazioni che stanno lavorando perlomeno ad una prima relazione di progetto, di essere salvaguardata in maniera molto completa.
Devo anche spezzare una lancia e dire che esiste, come l'Assessore ricordava, questa importante associazione degli "Amici della Cittadella" che sta svolgendo un ruolo veramente encomiabile per cercare di mantenere vivo l'interesse su questo bene, che è un bene importante per tutta la comunità non solo alessandrina ma piemontese. Un raccordo con tale associazione anche sulle strategie future, a mio avviso, risulterebbe assolutamente positivo.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione n. 264 del consigliere Bizjak, inerente a "Operazione dell'agenzia regionale delle risorse idriche"


PRESIDENTE

L'Assessore De Ruggiero risponde all'interrogazione n. 264, che ha come interrogante il Consigliere Bizjak.
La parola all'Assessore De Ruggiero.
DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche So bene che nella scorsa legislatura questo tema è stato interesse di molti, come dire, interesse di tutti coloro i quali avevano attenzione per la risorsa acqua da un campo. Inoltre, un particolare interesse era suscitato nelle zone in cui c'è maggiore cultura o storia di cultura delle acque (Vercellese, Novarese e il nord-est del nostro Piemonte).
È chiaro che la risposta, tra l'altro già data in più occasioni, per vie brevi non solo agli interroganti ma ad altri Consiglieri di maggioranza e di opposizione, guarda un tema che è, ovviamente, di interesse assolutamente comune.
La risposta, sostanzialmente, sta in due termini. Nel primo termine la priorità, per riprendere in mano tutta la questione acqua. Le vicende di questi giorni ci dimostrano che sia una questione un problema un'opportunità, un'urgenza o quant'altro, approvare o comunque portare in discussione (Presidente, mi sono permesso di inviare una breve nota su questo punto) il piano delle acque. Ma il piano delle acque pone degli obiettivi ambiziosi. Si potrebbe anche dire che non c'è bisogno che li ponga perché il problema si impone lo stesso, ma come dire, il Piano delle acque ci impone di ragionare a tutto campo sulla partita acque e, a quel punto, pensiamo al ruolo di un'agenzia che non sia, un'ulteriore complicazione in un panorama che già non è complicato, che non necessita di complicazioni. Oppure, bisogna pensare ad un organismo che in qualche maniera non renda più difficili le funzioni, le identificazioni delle funzioni, ma che sia uno strumento utile, di crescita a tutti gli effetti della risorsa acque.
A me interessa molto che non si sostituisca ovviamente agli interlocutori, come gli ATO così come sono organizzati Provincia per Provincia, ambito per ambito, non si sostituisce all'Assessorato come ruolo dell'Assessorato, non si sostituisce ai momenti di partecipazione che bisogna trovare i più ampi possibili ma che certamente può avere un ruolo importante di stimolo, di studio, di approfondimento, con una capacità di visione più staccata dalle vicende contingenti. Può essere un'attività utile.
C'è un secondo punto nell'interrogazione che dice quale può essere e se si concorda con un'ambizione vercellese a proporre delle soluzioni.
Credo che questo fosse uno degli input iniziali del ragionamento che è stato fatto sull'agenzia, come tra le tante esperienze mission delle varie Province potesse essere identificata in quella di Vercelli una particolare esperienza e, oggi, una missione in termini di acqua, ma acqua per noi vuol dire energia e tante altre cose.
Certamente, oggi, acqua si declina come energia o viceversa. Non c'è dubbio che Vercelli ha queste caratteristiche. Io lo dico come battuta finale, nel senso che mi auguro che, proprio perché c'è un'esperienza centenaria su questo versante, anche nelle vicende più di emergenza e più di breve periodo il Vercellese sappia distinguersi e proporre delle occasioni di uscita e non si ripieghi come purtroppo mi sembra spesso succeda, in una logica localistica, che tende a fare in modo che l'esperienza significhi capacità di fare la voce più grossa degli altri ovviamente, semplificando la cosa.
L'esperienza porta a dire che il Vercellese potrebbe proporre le misure più utili per il superamento di una situazione di cui nessuno è colpevole ma che è certamente delicata. Perciò dico sempre la sommatoria delle concessioni da un canto, la disponibilità dall'altra, le due somme non coincidono. La somma delle disponibilità è inferiore alla somma delle concessioni già rilasciate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per replica il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che mi pare evidente, ma su questo noi avevamo pochi dubbi, però pare essere questo il livello della discussione in cui siamo oggi su questi temi. La novità importante evidenzia la disponibilità della Giunta regionale a ragionare intorno al tema acqua e a ragionare secondo l'ipotesi di costruire un organismo che non sia una sovrastruttura, come diceva l'Assessore poc'anzi, o che non sia un organismo che, in qualche misura, influisca sulle deleghe che oggi sono in capo ad altri organismi istituzionali e non su questo tema.
Ora, la proposta che abbiamo fatto di prevedere un centro operativo o un'agenzia per la gestione delle risorse idriche a noi pare un elemento di valorizzazione e di diverso utilizzo della risorsa acqua, di cui la nostra Regione è ricca.
Quindi, da questo punto di vista, condividiamo la posizione della Giunta perché è anche la nostra ed era anche il senso dell'interrogazione.
Mi permetterei di fare una considerazione a latere di questo tema. Noi ci troviamo ad affrontare, in questa fase, un'emergenza (già lo richiamava l'Assessore) e le associazioni di diversi territori, in particolare quelle delle nostra Provincia, in qualche misura si stanno organizzando e rapportando con l'Assessorato regionale all'agricoltura per far fronte a questa emergenza.
Senza dubbio, non si può andare avanti affrontando, di anno in anno, il problema in termini emergenziali. Bisogna mettere in campo una strategia di medio e di lungo periodo, che valuti anche la possibilità di introdurre strumenti e politiche diverse. Io non penso, naturalmente, agli invasi, ma ad altre politiche di razionalizzazione dell'uso dell'acqua, quando essa serve, e di utilizzo della stessa per la produzione di energia. Mi pare che questo sia un elemento di ulteriore specificazione e, se volete, anche di novità, rapportato al mondo agricolo.
Per tutte queste ragioni, noi chiediamo che nel Piano regionale di tutela delle acque tali questioni siano tenute in considerazione, e si apra, così come annunciato dall'Assessore, un ragionamento per l'individuazione e l'istituzione di un Centro operativo per la gestione delle risorse idriche.
Naturalmente, da vercellesi, chiediamo, proprio per le caratteristiche storiche e di tradizione del nostro territorio, che tale coordinamento venga posizionato nella realtà vercellese.
A noi pare di aver colto, da questa interrogazione, un'apertura da parte della Giunta. Ci faremo carico, in sede di discussione del Piano di tutela delle acque, di avanzare ulteriori proposte e specificazioni in merito a questo tema. Grazie.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato gli atti di sindacato ispettivo, fermo restando che poiché non è pervenuta risposta alle interrogazioni con più di 270 giorni di attesa, abbiamo evitato di richiamarle per economicità di tempo, ma chiederemo, in forma scritta, alla Giunta regionale di garantire che entro la settimana prossima tali interrogazioni ricevano risposta scritta o orale in aula. Chiediamo alla Giunta di attivarsi con la necessaria attenzione anche in ragione delle lunghe attese degli interroganti.
Comunico, inoltre, che sono state ritirate dai proponenti una serie di interrogazioni.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno n. 382, inerente a "Liberalizzazione licenze taxi", presentato dai Consiglieri Rutallo, Rabino e Bizjak e n. 383, inerente a "Attuazione delle disposizioni relative alle licenze taxi previste dal Decreto-Bersani", presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. due ordini del giorno, relativi alla questione della liberalizzazione delle licenze dei taxi.
Il primo è il n. 382, "Liberalizzazione licenze taxi", presentato dai Consiglieri Rutallo, Rabino e Bizjak.
Il secondo è il n. 383, "Attuazione delle disposizioni relative alle licenze taxi previste dal Decreto-Bersani", presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Chiaramente, verranno parimenti considerati collegati altri ordini del giorno sul medesimo tema.


Argomento:

Richieste d'inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Il Consigliere Robotti ha presentato una richiesta d'inversione di punti all'o.d.g., come annunciato nel suo intervento in apertura di seduta.
Si chiede che l'ordine del giorno n. 364, "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza", presentato dai Consiglieri Robotti Clement, Comella, Boeti, Bossuto, Travaglini, Auddino, Moriconi, Larizza Dalmasso, Cavallaro, Bellion, Pozzi, Reschigna, Barassi, Turigliatto Valloggia, Rostagno, Bizjak, Motta e Chieppa, di cui al punto 12) all'o.d.g., sia anticipato, dopo il punto 4), quale punto 4 bis).
La richiesta è già stata illustrata. Vi sono richieste di intervento in senso contrario? Possiamo considerarla accolta all'unanimità? CASONI William (fuori microfono) Chiediamo che si svolga la votazione.



PRESIDENTE

La richiesta di inversione di punti all'o.d.g. presentata dal Consigliere Robotti non può essere accolta all'unanimità perché ne è stata richiesta, da alcuni Consiglieri, la votazione.
Ricordo a tutti che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g. avanzata dal Consigliere Robotti.
Il Consiglio approva.
CASONI William (fuori microfono) Presidente, potrebbe elencare i nominativi dei Consiglieri in congedo? Perché a noi non risulta che il numero legale sia 28.



PRESIDENTE

Come dichiarato in apertura di seduta, risultano in congedo i seguenti Consiglieri: Lepri, Cattaneo, Clement, Spinosa, Berretto, Boeti, Motta Bresso e Cirio.
Sono rientrati dal congedo i seguenti Consiglieri: Manolino, Rutallo e Bossuto.
CASONI William (fuori microfono) Cirio non ci risulta in congedo.



PRESIDENTE

Risulta in congedo agli atti.
BURZI Angelo (fuori microfono) Come non detto, Presidente.



PRESIDENTE

Cogliamo l'occasione anche per porgere gli auguri al Consigliere Cirio che è attualmente in viaggio di nozze.
È stata avanzata dal Consigliere Rossi la richiesta di anticipare l'esame dei punti 9) e 10) all'o.d.g., ovvero gli ordini del giorno aventi ad oggetto la siccità.
Si tratta dell'ordine del giorno n. 372, "Richiesta stato di crisi per la siccità", presentato dai Consiglieri Novero, Rossi, Dutto e Monteggia, e dell'ordine del giorno n. 375, "Siccità in Piemonte", presentato dai Consiglieri Scanderebech e Guida.
Presidente Rossi, vuole intervenire per indicare il punto all'o.d.g. in cui propone il loro inserimento? La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Come ripeto, si tratta di ordini del giorno (anche il collega Scanderebech ne ha presentato uno sullo stesso argomento) inerenti alla siccità. Credo sia un problema urgente da affrontare.
Visto che sarei anche stato anche favorevole alla discussione dell'ordine del giorno presentato dal collega Robotti, chiederei di inserire tale provvedimento dopo l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Robotti, che ha ricevuto il voto favorevole.



PRESIDENTE

La richiesta, dunque, è di posizionare tali ordini del giorno al punto 4 ter) all'o.d.g., dopo il punto 4 bis).



ROSSI Oreste

Perfetto, 4 ter) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di intervento in senso contrario? Possiamo considerarla accolta, allora, all'unanimità?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio, per un'ulteriore richiesta; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Al punto 7) all'o.d.g. è posizionata la mozione n. 347, che riguarda la faccenda TOROC-Consortium.
Nella giornata di ieri, come Gruppo Italia dei Valori, ne abbiamo presentata un'altra sul medesimo argomento.
Chiederei all'Aula di poter invertire - e quindi anticipare - l'esame di questo ordine del giorno, che ovviamente sarebbe discusso insieme con il nostro, trattandosi dello stesso argomento, il che avverrebbe subito dopo l'esame di quelli che l'Aula ha autorizzato per il Consigliere Robotti e il Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, se ho ben compreso, la sua richiesta prevede che la mozione n. 347, "La Regione si faccia da garante del debito e faccia chiarezza sulle responsabilità del TOROC", presentata dai Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia venga spostata al punto 4 quater) all'o.d.g., unificandone chiaramente la discussione e la votazione con gli altri documenti sullo stesso tema, ovvero gli ordini del giorno n.
376, "Società Consortium MFP", presentato dai Consiglieri Vignale, Ferrero Ghiglia, Clement, Auddino, Barassi, Burzi, Comella, Deambrogio, Larizza Motta e Nicotra, e n. 378, "Contenzioso TOROC-Consortium", presentato da lei.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Muliere)



PRESIDENTE

Posso condividere la richiesta di passare subito all'esame dell'ordine del giorno, però, sono state avanzate richieste di inversione e chi presiede l'Aula non può che porle in votazione.
Non vi sono osservazioni in senso contrario rispetto alla proposta di inversione di punti all'o.d.g. del Consigliere Buquicchio.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione)


Argomento: Norme generali sui trasporti

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Ghiglia di una Comunicazione della Giunta regionale sulla situazione dei tassisti


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, sempre sull'ordine dei lavori ho due questioni.
Avevo chiesto in maniera impropria, prima dell'inizio della trattazione delle interrogazioni...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.



GHIGLIA Agostino

Aspettavo caso mai che entrasse qualcuno della Giunta informato sui fatti.



PRESIDENTE

La sua richiesta di comunicazione sulla vicenda dei tassisti è stata girata alla Giunta, ma non ci è ancora giunto alcun cenno di risposta.



GHIGLIA Agostino

Presidente, in primo luogo, relativamente alla questione taxi, chiedo se ci possa essere una comunicazione da parte dell'Assessore ai trasporti o del Vicepresidente della Giunta o di qualche altro.
In secondo luogo, proponiamo, in alternativa, che il nostro ordine del giorno sulla questione taxi, che era stato depositato in segreteria anziché in Aula, possa essere discusso oggi in coda agli ordini del giorno proposti, che sono stati già posti all'attenzione dell'Aula. Ritengo sia un problema urgente ed attuale. Pertanto, stante anche la sua rilevanza regionale e le competenze dei Sindaci, credo che l'Aula debba dare qualche risposta. Quindi, comunicazione o/e ordine del giorno sui taxi.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, rispetto alla seconda parte della sua richiesta, è stato iscritto all'unanimità un ordine del giorno sui taxi, che, ad oggi, è al punto 17) dell'o.d.g., chiaramente, verranno abbinati tutti gli ordini del giorno collegati. Se volete, potete richiedere un'inversione dell'o.d.g.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazione della Giunta regionale sulla questione taxi


PRESIDENTE

Per quanto riguarda la parte di competenza della Giunta, ha chiesto di intervenire l'Assessore Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo semplicemente per dire che credo che la questione debba essere assolutamente affrontata e, quindi, la Giunta formulerà una propria posizione in risposta anche agli ordini del giorno che sono stati presentati. Però, data la complessità della materia e il fatto che la questione è "fresca", chiederei di portare in Aula la settimana prossima la risposta e la posizione dell'Amministrazione.


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Il Gruppo di Alleanza Nazionale formalizza la richiesta di inversione del punto 17) all'o.d.g.? La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, sì, la formalizziamo. Il problema è che siamo in presenza di un'emergenza che sta coinvolgendo decine di migliaia di cittadini, a prescindere dai diritti delle categorie. Credo che noi un qualche tipo di risposta oggi dobbiamo contribuire a darla, in maniera positiva o negativa, quindi, noi chiederemmo di discuterla.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, le chiedo di indicare il punto dell'inversione: la proposta è di invertire il punto 17)...



GHIGLIA Agostino

E di inserirlo dopo eventualmente la discussione...



PRESIDENTE

Quindi, al punto 4 quinquies) all'o.d.g.?



GHIGLIA Agostino

4 quinquies), Presidente.



PRESIDENTE

Non vi sono interventi in senso contrario sulla proposta del Consigliere Ghiglia.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'inversione)



PRESIDENTE

Ritengo non ci siano le condizioni per proseguire l'esame delle proposte di legge n. 94 e n. 130, di cui al punto 3) all'o.d.g.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 364, inerente a "Strage di civili palestinesi del 9 giugno a Gaza", presentato dai Consiglieri Robotti, Clement, Comella Boeti, Bossuto, Travaglini, Auddino, Moriconi, Larizza, Dalmasso Cavallaro, Bellion, Pozzi, Reschigna, Barassi, Turigliatto, Valloggia e Rostagno

Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 335, inerente a "Condanna delle sanzioni dell'Unione Europea alla Palestina", presentato dai Consiglieri Chieppa, Robotti Dalmasso, Moriconi, Bossuto, Barassi, Deambrogio e Spinosa

Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 384, inerente a "Riconoscimento di due stati, Israele e Stato Palestinese", presentato dai Consiglieri Ghiglia, Vignale Boniperti, Casoni e Botta


PRESIDENTE

Passiamo ora a trattare il punto 4) bis all'o.d.g., che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 364, relativo all'inasprimento della situazione politica in Palestina.
La parola al Consigliere Robotti per l'illustrazione.



ROBOTTI Luca

In realtà, oltre ai temi contenuti nell'ordine del giorno, potremmo aggiungere tante altre cose, a partire dall'arresto di quasi la totalità del Governo palestinese da parte dei militari israeliani. Così come potremmo parlare dall'escalation di violenza che si è avuta con il lancio di parecchi razzi in territorio israeliano da parte di alcune formazioni terroriste palestinesi, ovvero di una situazione esplosiva, ormai non più controllabile.
Presidente e cari colleghi, oggi il tema non è solo più quello della politica: oggi il tema è quello della sopravvivenza. Nei territori palestinesi mancano i farmaci per curare non malattie importanti, ma malattie per noi quasi insignificanti, come la diarrea e l'influenza. Ci sono bambini che stanno soffrendo e rischiano la morte perché mancano questi farmaci primari. Poi manca l'acqua, perché sono stati interrotti i collegamenti degli acquedotti che portano l'acqua nei villaggi e nelle città palestinesi; manca la corrente elettrica, perché l'unica centrale a gestione completamente palestinese (tra l'altro, costruita con i soldi dell'Unione Europea) è stata distrutta da un raid aereo israeliano. Quindi la gran parte delle città e dei villaggi palestinesi oggi è senza corrente elettrica, così gli ospedali, così le scuole, così tutti i servizi pubblici.
Manca l'alimentazione, perché i pescatori palestinesi non possono andare oltre le sei miglia marine dalla costa e ormai entro quell'area il pescaggio è quasi completamente esaurito, non c'è più materia prima da mettere nelle reti.
L'economia palestinese è un'economia profondamente in crisi, quasi ormai al collasso. Solo dell'altro giorno è il bombardamento degli uffici del Presidente della Repubblica palestinese con missili terra-terra da parte dell'esercito israeliano. È ormai quotidiano l'arresto di militanti di Hamas e di altre formazioni come Al Fatah, che sono state eletti con un voto democratico del popolo palestinese.
Non siamo di fronte a formazioni estremistiche e terroristiche, ma siamo di fronte a partiti politici che, sino a prova contraria, godono del consenso popolare, che è quello che permette anche a noi nel nostro Paese di essere seduti in quest'aula parlamentare e di poter condurre le nostre battaglie sui temi di cui siamo portatori.
Noi riteniamo che sia importante che le istituzioni democratiche del vecchio continente, dell'Europa, che ha sempre svolto un ruolo di mediazione nella vicenda drammatica e ormai annosa del confronto-scontro tra la Palestina e Israele, si esprimano, dicano con chiarezza che devono finire tutti gli atti terroristici, ma soprattutto che devono finire le ragioni per cui questi atti terroristici sono prodotti.
Quando c'è fame, disperazione, mancanza di prospettive e di fiducia per sé e per i propri figli per un avvenire che sembra sempre più improbabile e incerto, credo che in certi momenti alcune scelte non hanno altra via di uscita. Allora noi dobbiamo agevolare un ritorno alla normalità, alla democrazia, al dialogo, alla convivenza pacifica e civile. Lo dobbiamo agevolare innanzi tutto ribadendo che è necessario che Israele rispetti il voto popolare che è avvenuto in Palestina e che quindi vi sia il rispetto del Governo democraticamente eletto; soprattutto che si rispettino le risoluzioni dell'ONU, che in tutti questi anni hanno richiesto e affermato sempre con più forza e autorevolezza che devono coesistere e convivere due Stati in pace nella stima e, soprattutto, nell'affermazione reciproca di sostegno e di convivenza.
Dobbiamo ribadire che non si può colpire la popolazione civile di Palestina riducendo l'energia elettrica, l'afflusso di farmaci, di medicine e di attività mediche curative; non si possono usare questi strumenti, che sono strumenti terroristici tanto quanto lo sono il lancio di missili o l'esplosione di bombe sui pullman in Israele. E allora, finiscano da ambo le parti le sopraffazioni, finiscano da ambo le parti le violenze, ma soprattutto finisca l'atteggiamento aggressivo e violento dello Stato d'Israele contro uno Stato, quello di Palestina, che chiede semplicemente di poter vivere in pace e di poter avere la capacità e la forza di autolegittimarsi, nel rispetto dello Stato d'Israele, ma soprattutto del principio di autodeterminazione dei popoli, principio che sta alla base di tutte le moderne democrazie europee e mondiali, principio che sta caro a tutti quanti noi proprio perché rappresentiamo le nostre istituzioni democratiche.



PRESIDENTE

Prima di entrare nel merito del dibattito, comunico che la Presidenza ha considerato collegati all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Robotti gli ordini del giorno n. 335 (primo firmatario Chieppa), n. 143 (primo firmatario Ricca) e n. 275 (primo firmatario Rossi).
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Sull'ordine dei lavori, mi chiedevo se non fosse più utile fare una breve presentazione dei singoli ordini del giorno e poi discuterli tutti insieme; forse ci aiuterebbe anche a comprimere i tempi, se del caso, della discussione in Aula. È solo una questione di tipo metodologico: mi pareva più utile per tutti.



PRESIDENTE

Mi pare un approccio corretto. Ritengo che sia pervenuto un utile suggerimento.
Dunque, vi sono altri tre ordini del giorno. Chiedo ai Consiglieri proponenti se intendono illustrarli.
Allora si terrà un'unica discussione. Abbiamo convenuto di anticipare prima gli interventi dei proponenti.
La parola al Consigliere Chieppa per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 335.



CHIEPPA Vincenzo

Sarò brevissimo e ruberò poco tempo al Consiglio.
Si tratta di un ordine del giorno che chiede al Consiglio regionale posso, per inciso, segnalare che ho già fatto presente in Ufficio di Presidenza che l'acustica dovuta a quest'impianto microfonico è assolutamente inadatta e inadeguata a permettere anche il confronto? - di esprimere una condanna e una contrarietà alle sanzioni che l'Unione Europea ha in qualche modo prospettato e anche attuato nei confronti del Governo palestinese.
È un Governo su cui si può esprimere qualunque tipo di giudizio. Il giudizio politico mio personale, ma più complessivamente del mio partito, è ovviamente che Hamas, che attualmente gestisce praticamente con un monocolore il Governo palestinese, non rappresenta certamente un movimento di tipo progressista in quel Paese, anzi quella presa di potere rappresenta un'involuzione, da questo punto di vista, rispetto a quella che è stata la storia della lotta di liberazione del popolo palestinese. Tuttavia, noi riteniamo che oggi con quel Governo si debba ragionare e trattare per trovare una soluzione ai problemi dell'area mediorientale, perché comunque è un esecutivo che è stato votato liberamente dai cittadini palestinesi e che dunque deve in qualche modo trovare una riconoscibilità a livello internazionale.
Noi crediamo che l'Unione Europea abbia sbagliato - e quindi chiediamo al Consiglio regionale di esprimersi con la massima chiarezza su questo emanando sanzioni economiche nei confronti dell'Autorità Nazionale Palestinese. È una questione, come diceva il collega Robotti, che coglie un elemento più ampio insieme all'altro ordine del giorno; vi sono centinaia di risoluzioni dell'ONU che hanno condannato come illegali le politiche coloniali e discriminatorie di Israele.
Non lo dice il sottoscritto, vi sono risoluzioni dell'ONU e hanno sollecitato interventi immediati, adeguati ed effettivi rimedi.
Anche la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja ha giudicato illegale, ad esempio, il muro che è stato realizzato in Israele.
Eppure, di fronte a questo nulla si muove da parte delle autorità internazionali, ma si pensa - come è stato fatto - di sospendere gli aiuti economici alla Palestina. Noi crediamo che questa scelta stia colpendo principalmente la popolazione palestinese. Lo ricordava il collega Robotti per quello che riguarda l'altro ordine del giorno, ed è cosa che io ovviamente, condivido pienamente. Crediamo che tale scelta stia causando sofferenze alla gente comune che è colpevole, rispetto alle sanzioni esclusivamente di avere espresso, con il proprio voto democratico, peraltro sancito dagli osservatori internazionali, un Governo a tutti gli effetti legittimo.
Questa vicenda ha avuto nelle ultime ore un'escalation anche drammatica, con l'arresto di tre quarti del legittimo Governo palestinese.
Sul giudizio politico mi pare di essere stato sufficientemente chiaro ed inequivocabile rispetto a quel tipo di impostazione che Hamas ha, tuttavia è un Governo legittimo, che è stato votato dai cittadini palestinesi.
Pertanto, chiediamo al Consiglio regionale di esprimere un netto dissenso rispetto alla decisione assunta dall'Unione Europea e ribadiamo la necessità di arrivare ad una soluzione che deve comprendere la realtà dei due popoli e i due Stati che devono essere entrambi riconosciuti dalla comunità internazionale.
L'ordine del giorno termina con la richiesta di un impegno alla Presidente e alla Giunta, quindi al Governo regionale, a trasmettere al Governo Prodi e al Parlamento europeo questo dissenso e questa posizione del Consiglio regionale e ad opporsi, con tutti gli strumenti che abbiamo ad ogni azione che possa pregiudicare il diritto inalienabile all'autodeterminazione dei popoli, quello sancito dalla Carta delle Nazioni Unite.
Infine chiediamo, cosa importante su cui ci stiamo impegnando anche qui in Regione, che s'intraprendano progetti di cooperazione concreta tra la Regione Piemonte e il popolo palestinese, finalizzati allo sviluppo economico e sociale di quell'area, che tanto ne ha bisogno.



PRESIDENTE

Mi correggo rispetto alla precedente affermazione: l'ordine del giorno n. 143 è già stato oggetto di disamina in Aula, quindi dobbiamo stralciarlo dalla nostra discussione.
Chiedo al gruppo della Lega Nord se intende considerare collegato l'ordine del giorno n. 275 o se preferisce stralciarlo. Si considera stralciato.
Quindi, la discussione di oggi verte unicamente sull'ordine del giorno n. 364, a prima firma Robotti, e sull'ordine del giorno n. 335, a prima firma Chieppa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Alcune valutazioni in merito all'ordine del giorno approvato e che ovviamente, non possono prescindere dal cambio netto di politica internazionale che anche il nostro Governo ha avuto, tant'è che l'ordine del giorno invita proprio il Governo italiano a farsi attivamente carico di iniziative di pace e di dialogo presso la dirigenza israeliana e palestinese.
Se uno leggesse la parte di impegno dell'ordine del giorno nei confronti del Governo italiano, credo che sarebbe sottoscrivibile da tutti perché chi è che non auspica un momento in cui si possa iniziare a riparlare di pace e, soprattutto, di dialogo nel territorio mediorientale? Però credo che sia importante stabilire alcuni passaggi, considerato che crediamo fondamentale il principio due popoli in due Stati e che questa dovrebbe essere e deve essere la linea di condotta che muove la politica internazionale tanto del Governo italiano quanto dell'Unione Europea. Non possiamo essere strabici nei confronti di quanto accade, perché la democrazia e quindi l'elezione di un Governo democraticamente eletto non è una giustificazione del fatto che Hamas possa fare ciò che crede, perché è il partito che rappresenta in questo momento il Governo palestinese.
Io lo dicevo a mo' di battuta, ma sanguinari dittatori, prima di diventare tali, sono stati eletti democraticamente, anche recentemente e anche nella vicina Europa. Hitler fu eletto nel 1933 con il 44% dei consensi popolari. Successivamente all'elezione democratica divenne dittatore della Germania, con tutto ciò che ne è conseguito.
La democrazia o un'elezione democratica non necessariamente in qualche modo nasconde o dà la patente di democraticità che consente ad un Governo di fare ciò che si vuole, perché è sufficiente guardare un telegiornale per vedere - e noi cercheremo di non essere strabici - i due aspetti di una situazione assolutamente drammatica.
Si vede un aspetto, che è quello raccontato e spiegato nell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri della maggioranza e illustrato dal collega Robotti, cioè l'anomalia di uno Stato democratico che interviene nei confronti di soggetti che rappresentano un Governo autonomamente eletto e li arresta. Ed è un'anomalia assoluta nel panorama mondiale, o quasi assoluta.
Dall'altra parte, non possiamo nascondere l'altra anomalia esistente: non dicendo soltanto che condanniamo il terrorismo qualunque esso sia. È sufficiente vedere qualsiasi ripresa dei territori palestinesi, dalla Striscia di Gaza ai territori confinanti con lo Stato di Israele, per vedere decine di missili che ogni giorno partono verso le città israeliane.
Non è più l'Intifada di dieci o quindici anni fa, quando studenti o addirittura, bambini palestinesi affrontavano l'esercito tirando pietre.
Quindi, c'era una disparità di ingaggio anche solo militare che faceva comprendere chi, in qualche modo, si scagliava con la forza della disperazione contro un esercito assolutamente preparato.
Oggi siamo di fronte ad una guerra che si sta svolgendo tra due Stati legittimamente eletti, tanto quello di Israele quanto quello palestinese che però si fanno la guerra non diplomatica, ma con mezzi militari.
Pertanto, credo che una posizione corretta debba essere una posizione che condanna in modo assolutamente fermo non solo l'arresto di esponenti dell'autorità palestinese, ma anche gli attentati che esponenti del partito al governo dell'autorità palestinese compiono quotidianamente nei confronti dello Stato di Israele, quanto una ritorsione che lo Stato di Israele compie nei confronti della Palestina. La differenza sostanziale cui ci troviamo di fronte, da una parte, ad una realtà statuale (lo Stato di Israele), dall'altra ad un'autorità amministrativa - perché nulla è altro di più ad oggi - cioè l'autorità palestinese, che non è Stato di Palestina.
In politica estera anche questi particolari hanno un peso importante, è un po' come se l'Italia attaccasse la Provincia di Trento, o l'Alto Adige. Non stiamo parlando di due Stati, ma stiamo parlando di un'autorità statuale e di una provincia che rivendica un'autonomia politica senza ancora avercela.
Questo è un dato.
Il secondo dato è quello della condanna rispetto ad attività terroristica e militare, voluta da un governo nazionale, con tutto ciò che possiamo dire e fare sulle valutazioni rispetto agli interventi di forza che hanno scatenato l'intifada in Israele o quant'altro.
L'autorità palestinese compie quotidianamente atti di terrorismo militare, mentre lo Stato di Israele opera repressioni o compie atti di tutela del proprio territorio, di cui fa parte anche quello sottoposto all'autorità palestinese, a difesa della propria sovranità. Dobbiamo precisare entrambe le cose. Lo Stato palestinese è terrorista perché gli stessi soggetti che hanno vinto le elezioni e che rappresentano l'autorità palestinese fanno parte dello stesso partito i cui militanti che sono candidati alle elezioni, che sono all'interno del parlamento palestinese e che ricoprono incarichi nel governo palestinese sono stati arrestati perché, senza far parte delle frange estreme, hanno attuato atti non di guerriglia, ma di violenza militare nei confronti degli israeliani. Di tali atti si vantano in qualunque ambito possano avere visibilità: nei loro siti internet, nelle interviste che rilasciano alla stampa occidentale. Non ne fanno mistero.
Se riconosciamo questa realtà, si può fare un ragionamento rispetto ai torti o alle ragioni, ma non fino a quando vi saranno ordini del giorno assolutamente strabici. Questo ordine del giorno afferma che è stato eletto un parlamento ed istituito un governo, quindi che è inammissibile che un altro stato si permetta di arrestare esponenti di detto parlamento o governo, ancorché si macchino quotidianamente di atti di terrorismo militare. Se vi è questo riconoscimento si può fare un ragionamento comune altrimenti c'è la solita posizione, che è la posizione in politica estera che sta attuando l'attuale Governo italiano.
Per quanto riguarda l'Iran, D'Alema sostiene che è assolutamente legittimo che lo Stato iraniano metta in atto programmi che prevedono l'utilizzo di energia nucleare perché destinata ad usi civili, così come non ha nulla da ridire nei confronti di Stati arabi in cui si ospitano, con grande zelo, esponenti di Hamas, senza considerare che così si dà, in qualche modo, una copertura politica all'attività che il Governo di Hamas sta facendo all'interno dello Stato di Israele.
Ripeto: noi siamo per due popoli in due Stati, ma riconosciamo diritti e doveri di due popoli e di due Stati. Al di là di qualsiasi valutazione di carattere politico, è essenziale una valutazione pragmatica, che è la valutazione di chi guarda un telegiornale o di chi si informa sulle realtà mediorientale. Vi è in questo momento un soggetto ancora disponibile alla mediazione che ha già compiuto atti pragmatici, come il ritiro e lo smantellamento di intere zone occupate per lasciarle alle autorità palestinesi. Dall'altra parte non c'è stata, in alcun momento, se non in occasione dell'ultima tregua di quattro o cinque anni fa ancora con Arafat neanche un momento in cui ci si è voluti sedere ad un tavolo dicendo: fermiamo l'orrore gli attentati sui civili o dei bombardamenti missilistici che quotidianamente avvengono sul territorio israeliano.
Nel momento in cui si condanneranno le due parti, noi saremo disponibili ad un ragionamento che sia congruo e non strabico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà



RICCA Luigi Sergio

Ho affrontato per la prima volta la questione mediorientale in un dibattito avvenuto più o meno vent'anni fa, nell'86, ai tempi della strage di Sabra e Chatila. Da allora sono passati vent'anni, ma la situazione non è cambiata: nelle istituzioni continuiamo a ripetere, forse a volte con una certa ritualità, in occasione di un avvenimento che interessi o la parte palestinese o la parte israeliana, il rito degli ordini del giorno a sostegno dell'una o dell'altra posizione a seconda di come evolvono gli eventi.
Dovremmo fare qualche passo in avanti con coraggio e con forza. Se vent'anni fa ero molto più deciso nel sostenere le ragioni di una parte anche sull'onta emozionale di quanto era avvenuto con la strage di Sabra e Chatila (è ben noto come i socialisti abbiano sempre avuto un atteggiamento di grande attenzione in relazione alla questione palestinese), nello stesso tempo non posso non rimarcare come gli stessi socialisti abbiano sempre conservato, verso Israele, anche lo spirito che animava Pietro Nenni, la cui figlia Vittoria morì in un campo di sterminio nazista.
Oggi dovremmo avere il coraggio di fare chiarezza, di andare oltre i riti degli ordini del giorno e di dire con fermezza che, nel conflitto mediorientale, si scontrano non una ragione e un torto, ma due ragioni. Nel prendere atto che dal 1948 all'inizio degli anni '90, quando ciascuna delle parti ha negato ogni diritto all'altra, ci sono state cinque guerre, oltre ad un'intifada, che si è ripetuta negli ultimi anni.
C'è stato un periodo, dal '90 al '95, in cui il processo di pace parve raggiungere una conclusione. Ciò fu possibile perché ciascun contendente aveva finalmente accettato che il proprio diritto di esistere coesistesse con il diritto, altrettanto legittimo dello storico avversario.
Bisogna tornare a quel clima e muoversi in questa direzione sollecitare atti, anche da parte del nostro Governo, ma non soltanto del nostro Paese, nel tentativo di ricostruire il clima di quel tempo. Non sfugge a nessuno di noi l'esasperazione che emerge nei territori palestinesi per i lunghi anni di occupazione militare e per una vita quotidiana scandita dai cheek point e dalle incursioni, ma non si pu neanche giustificare quello che è ingiustificabile: gli attacchi kamikaze il terrorismo.
Si deve prendere atto di come, negli ultimi mesi e negli ultimi anni ci siano stati alcuni fatti importanti che non possono essere ignorati. Il ritiro da Gaza da parte di Israele, l'ipotesi di un ritiro unilaterale dalla Cisgiordania, nonché la circostanza che la piattaforma elettorale sulla quale si è formato l'ultimo Governo israeliano, è frutto di una maggioranza fortemente interessata ad una prospettiva di pace.
Noi dovremo sollecitare un'azione della comunità internazionale affinché si muova nella direzione di far capire anche al Governo palestinese che non ci può essere autodeterminazione del popolo palestinese se non c'è, allo stesso tempo, riconoscimento dei diritti di Israele. Così come Israele non sarà sicuro del suo futuro se non riconoscerà uno Stato palestinese indipendente.
Se non si riconoscono le due ragioni in gioco, nessuno dei due popoli sarà al sicuro.
Dovremmo porre in atto ogni sollecitazione per far capire, a chi oggi governa la Palestina, che la responsabilità di governo impone anche il riconoscimento di Israele. Occorre, quindi, che emergano, da questo punto di vista, posizioni più ragionevoli da parte araba, in relazione al riconoscimento delle ragioni di ognuno.
Attraverso l'ordine del giorno, che verrà posto in votazione, vi è una sollecitazione che richiama le iniziative internazionali del nostro Governo, affinché si muova all'insegna del principio "due popoli, due stati e due democrazie".
Il mio auspicio, animato non solo da buoni sentimenti ma anche da convinzioni profonde, è che attraverso l'azione di tutte le Istituzioni si possano creare le condizioni, in quel clima internazionale, perché il dialogo di pace possa davvero riprendere, sulla base del rispetto reciproco delle due ragioni in campo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Voteremo con convinzione l'ordine del giorno n. 364, nel quale non riesco a vedere una sorta di omissione, ma un giudizio, molto articolato e non parziale, su una situazione che sta diventando sempre più pesante e sempre meno tollerabile.
Una prima risposta proviene direttamente dal Parlamento Europeo che con una larghissima maggioranza e con una risoluzione molto ferma e forte nei toni, ha definito come urgente e non più dilazionabile un meccanismo internazionale che assicuri, da una parte, la ripresa dell'invio di tutte le forme di aiuto ai Palestinesi, dalla striscia di Gaza alla Cisgiordania per far fronte alla pesantissima emergenza di carattere umanitario descritta prima dal collega Robotti; dall'altra, un'iniziativa tesa a rimettere in moto un processo politico di confronto che eviti quell'escalation che, anche in queste ore, rischia di infiammare il Medio Oriente.
Per un verso, ci siamo mossi su un piano inclinato molto delicato perché non possiamo disconoscere, come già alcuni colleghi ricordavano, il risultato di un'elezione democratica (il cui esito possiamo anche non condividere, ma che è comunque democratico); per un altro verso, non possiamo far venire meno il sostegno al Presidente Mahmud Abbas, anche lui democraticamente eletto, essendo uno dei più fermi sostenitori del dialogo e del negoziato con Israele per una soluzione pacifica del conflitto.
È evidente sottolineare come tocchi ad Hamas l'assunzione di responsabilità nel rispettare gli accordi precedentemente sottoscritti dai palestinesi. Tutto ciò implica un passaggio, che ancora deve essere compiutamente realizzato (anche se in questi giorni c'era qualche segnale che andava in quella direzione), in merito al riconoscimento dello Stato di Israele e alla definitiva rinuncia al terrorismo. Ora, per l'attuazione di questo passo non bastano soltanto le parole, ma occorre la messa in atto di tutti gli interventi necessari, compresi quelli di repressione, ad opera della polizia palestinese, delle frange estremiste e terroristiche. Questo è uno dei temi su cui maggiormente insistiamo nell'ordine del giorno, anche perché, se dovessero prevalere gli orientamenti attuali, quelle delle ultime ore, francamente ci troveremmo di fronte ad una situazione difficilmente governabile.
Oggi abbiamo l'impressione che sotto la condizione di una giusta lotta al terrorismo ci sia però qualcosa in più e che l'escalation militare su Gaza - ufficialmente motivata per riportare a casa il soldato rapito nei giorni scorsi - sembri più finalizzata a distruggere, di fatto, le infrastrutture palestinesi e, come ha detto qualche esponente del Governo di Tel Aviv, a ripulire Gaza dal Governo di Hamas.
Questo non solo non va bene, ma è un atto di aperta dichiarazione di guerra, anche se poi non sottoscritta da atti formali. Sembra più una punizione collettiva, per un milione e mezzo di palestinesi sproporzionata, fuori misura, una sorta di vendetta su larga scala che non può che non ricevere la più ferma e totale condanna. Lo diciamo perché non siamo soli, o sono soli i pacifisti israeliani e palestinesi, nel sostenere questa tesi; la sostiene anche la stragrande maggioranza della stampa israeliana, anche quella più vicina al Governo e ad ambienti della destra.
La stessa opinione pubblica manifesta, quanto meno, perplessità di fronte a questa escalation che, di fatto, non solo non fermerebbe gli attentati, ma in qualche misura li accrediterebbe.
Come vedete, la soluzione è davvero appesa a un filo, perché il rischio di un conflitto che infiammi nuovamente il Medio Oriente è dietro l'angolo.
Noi pensiamo che la soluzione possa essere quella di un reciproco riconoscimento. Crediamo anche che bene sta operando il Governo italiano.
In questi giorni vi è stata molta polemica su una dichiarazione del Ministro degli Esteri D'Alema sull'equivicinanza, come se fosse una parolaccia. "Equivicinanza" significa capire le ragioni degli uni e degli altri e trovare, con gli uni o con gli altri, l'unica soluzione possibile che è il reciproco riconoscimento, non di uno Stato da una parte e di una soluzione estemporanea, sotto il profilo istituzionale, dall'altra, ma di due Stati, di due popoli, di due diritti: la convivenza e il reciproco rispetto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

La crisi israelo-palestinese si trascina da decenni, dall'esodo ebraico dopo il dramma della seconda guerra mondiale, alla costituzione dello Stato di Israele, alle tante guerre combattute ('48, '56, '67 e '73). Da allora non sono avvenute guerre specifiche, ma si trascina un conflitto endemico che attraversa quest'area geografica, segnata anche da altri conflitti preoccupanti e da una serie di scontri continui e quotidiani.
Dagli anni '60, la società palestinese si è data una struttura politica propria, criticando anche i Governi arabi che spesso avevano abbandonato questo popolo a se stesso. Da sempre, vi sono esuli, vi sono campi profughi, vi sono persone nate negli stessi campi profughi che si differenziano a seconda di quando sono stati formati questi campi stessi dopo la guerra del '48,'56,'67 e così via.
Più volte sono state coltivate speranze, in particolare da quando si è iniziato a ragionare sulla logica, ricordata anche qui oggi, dei due popolo e dei due Stati; da quando vi sono stati accordi, certamente parziali, che hanno visto soprattutto la nascita dell'Autorità Nazionale Palestinese, che non è solo una realtà amministrativa, ma è la base per la nascita di uno Stato palestinese.
In quell'area il popolo palestinese, perché tale è, ha un'identità nazionale precisa, che non può essere confusa con quella delle altre realtà arabe, e ha diritto ad avere un proprio territorio e una propria struttura politica-amministrativa.
Naturalmente, tutto questo deve nascere - sarebbe dovuto nascere nella definizione di confini sicuri e chiari, ma anche nel segno del diritto. I due popoli devono accedere alle risorse economiche, prima fra tutte l'acqua, nodo fondamentale. Tutto sarebbe dovuto nascere nella certezza del diritto a vivere in una casa, nascere in una casa, avere una cultura, strutture sanitarie e servizi garantiti, non certo in campi profughi quotidianamente bombardati. La realtà di questi ultimi tempi e di queste ultime settimane fa crescere preoccupazioni comprensibili. Domenica è stata bombardata Gaza, la sede dell'Autorità Nazionale Palestinese e del suo Governo. I confini sono stati violati quotidianamente, le carceri si sono riempite in molti casi di giovani.
Noi ricordiamo le numerosissime risoluzioni dell'ONU che sono state tutte disattese, a cominciare da quella del 1967, che chiedeva il ritiro delle truppe israeliane.
Ricordiamo l'atteggiamento europeo, che ci pare un atteggiamento profondamente contraddittorio. Ricordiamo che la condanna del terrorismo deve essere ovvia, ma occorrerebbe che chi la fa si chieda perché la situazione è giunta a questo punto; perché ogni altro strumento sembra essere stato sconfitto; perché alle elezioni palestinesi abbia vinto una forza integralista come Hamas, all'interno di un paese e di un popolo che ha visto le più alte forme di democrazia all'interno del mondo arabo. Ha visto livelli culturali estremamente alti e aveva anche visto nascere forze profondamente progressive, mentre oggi il mondo arabo è sempre più spinto verso forme di fondamentalismo. Ricordiamo che, dagli anni '50 in poi questo medesimo mondo si muoveva in direzione esattamente opposta: pensiamo all'Egitto, ma pensiamo anche alla rivoluzione in Irak del '58.
Ci pare, quindi, che non ci sia strabismo negli atteggiamenti che sono stati ricordati qui in alcuni interventi, compreso l'ultimo che mi ha esattamente preceduto, ma che ci sia strabismo, invece, in chi non si rende conto di come la politica di Israele in questo territorio stia spingendo sempre maggiormente allo scontro, che sembra non avere sostanzialmente ritorno, che sembra sempre più allontanare quella speranza di dialogo e di pace che anche una parte forse non maggioritaria, ma comunque esistente del popolo israeliano, ha voluto e chiesto.
Noi non crediamo che si risponda alla situazione esistente con i bombardamenti e con la guerra asimmetrica, non crediamo che si risponda con atti sostanzialmente razzisti, così come siamo molto preoccupati che questo possa produrre sostanzialmente forme di antisemitismo, che riteniamo pericolose e gravi.
Noi ci rendiamo conto dei limiti che gli ordini del giorno hanno. Un Consigliere li ha definiti precedentemente un rito, ma cerchiamo di rispondere con atti concretissimi. Ricordiamo che il Consiglio regionale e la Presidenza hanno ricevuto poche settimane fa un esponente palestinese di grande spessore e di grande importanza, che ha anche presentato progetti sanitari in una realtà sostanzialmente distrutta. Ricordiamo che un piccolo progetto sanitario, con relativo piccolo finanziamento, è stato presentato alcuni mesi fa da un'associazione che si chiama "Ebrei contro la guerra" quindi non certo con posizioni unilaterali.
Davanti alla realtà che si sta creando, vorremmo insistere ancora ripetendo che, a parere nostro, i morti sono tutti uguali. Non ci dobbiamo ricordare della guerra solo quando muore qualche soldato occidentale (fatto drammatico e grave), ma anche quando muore, com'è morta, la popolazione locale. Dobbiamo ricordare che quanto sta succedendo in quest'area produce fenomeni estremamente gravi, fenomeni che rischiano di non avere ritorno e di rendere definitivo lo scontro fra due Paesi e fra due popoli. Non usiamo ulteriormente il termine razze.
Noi siamo per l'approvazione di quest'ordine del giorno, che eventualmente, motiveremo ancora con una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Chiedo l'attenzione della Giunta per un attimo. Voglio cadere nel tranello della provocazione, ma lo dichiaro prima perché, a mio avviso quest'ordine del giorno è una provocazione e noi la prossima settimana chiederemo che la Presidente Bresso, se voterete quest'ordine del giorno prenda le distanze da una visione estremistica, settaria, unilaterale e strabica della politica mediorientale, che non corrisponde alla politica del centrosinistra a livello nazionale.
Oggi noi manderemo, colleghi, il vostro ordine del giorno al compagno Massimo D'Alema in maniera tale che possa sapere cosa dicono i suoi luogotenenti della Regione Piemonte su temi tanto delicati come la questione mediorientale.
Vedete, voi siete abituati a fare i cerchiobottisti e a tenere due posizioni diverse sempre, nell'ipocrisia che da sempre contraddistingue le maggioranze ibride come la vostra. Mi stupisco però che anche i colleghi della Margherita, che si spacciano per moderati, vadano a sottoscrivere un ordine del giorno che poteva solo essere scritto da Robotti e da Chieppa scusate se ve lo dico - perché quest'ordine del giorno, nelle sue premesse è la condanna dello Stato di Israele. O non lo avete letto o avete letto fideisticamente solo l'impegno, colleghi.
Leggete meglio! Questo è l'ordine del giorno della sinistra estrema.
Non credo che possa essere l'ordine del giorno dei moderati che si riconoscono in una politica di riconoscimento dei diritti di cittadinanza tanto dello Stato palestinese quanto dello Stato di Israele. Perché in questa visione settaria e strabica manca qualsiasi tipo di riferimento a tutte le altre aggressioni militari e terroristiche che lo Stato di Israele ha subito in questi anni.
Ma come si fa? Come si fa a essere tanto superficiali e settari in una materia così delicata? Non esiste, colleghi! Andate a leggere la premessa dell'impegno. Io capisco che qualcuno qui debba tentare di cavalcare qualche frangia e spera di raccattare qualche voto, ma non credo. Penso che non sia per questo, ma glielo chiederemo, Presidente.
Assessore Caracciolo, glielo dico oggi: la Presidente Bresso, martedì prossimo, viene qua e ci dice cosa pensa di quest'ordine del giorno! Non ve la cavate così! Qui non stiamo giocando! Questo è il Consiglio regionale del Piemonte, non è il Comune di Roccacannuccia, dove si prendono posizioni ideologiche per compiacere qualche amichetto delle frange estreme che va in giro a lanciare qualche sasso! Noi non accettiamo che la posizione della Regione Piemonte sia la posizione degli estremisti. Poi voi, a botte di maggioranza, potete farlo, ma, attenzione, dovrà risaltare chiaramente che questa non è neanche la posizione del Governo italiano.
Questa è la posizione dei gruppettari! Presidente Gariglio, lei e i suoi colleghi cattolici moderati, li leggete i documenti? Avete una struttura partitica e di Gruppo che vi fa leggere i documenti prima di sottoscriverli? Ormai andate verso il partito democratico e la grande unione, che mette assieme baciapile e comunisti oltranzisti, quindi firmate qualunque cosa vi sottopongono, siglata Robotti. Ditecelo, perché anche il dialogo ha un limite e vi è anche un limite delle posizioni. Poi, per carità colleghi, voi, che siete degli spiriti liberi, potete sicuramente aderire ad una visione estremistica della politica mediorientale. Vorrà dire - poi non ve ne fregherà nulla che Rutelli sbaglia, per cui è un compagno che sbaglia, che D'Alema è un compagno che sbaglia, che Prodi è un compagno che sbaglia. Ma quella è la politica estera del Governo italiano.
Siamo addirittura imbarazzati, Presidente, perché credevamo che certe posizioni antisraeliane fossero venute meno o, quantomeno, che fossero temperate dalla moderazione, dal ragionamento e dalla razionalità che qualche altra forza politica avrebbe dovuto portare.
Ci spiace dover constatare che, invece, quest'ordine del giorno è stato scritto esclusivamente con la mano sinistra.
Vede, Presidente, voi potete anche votarlo. Ma c'è una Presidente della Giunta che ha la responsabilità non solo amministrativa, ma anche politica di questa Regione. Quindi, al di là dell'iniziativa, sia pure legittima, di qualche Consigliere, che fa la sua parte - le convinzioni della sinistra estrema, in tema di rapporti fra Israele e Palestina, noi non le condividiamo per niente, ma, come tutte le idee, sono legittime e quindi possono essere manifestate - ci deve essere una Presidente della Giunta garante non delle posizioni della sinistra estrema, non delle "uscite" non voglio dire propagandistiche, ma di fede e di convinzione dei Robotti e dei Chieppa, ma garante del fatto che la Regione Piemonte non sia un'enclave estremista nella politica estera del Governo italiano, ma che la Regione Piemonte, che è una delle più importanti d'Italia, sia un luogo dove la politica estera viene trattata con la giusta dose di ragionamento, di moderazione e di attenzione alla storia, e non alla cronaca.
Un ordine del giorno che nella premessa è un attacco continuo allo Stato di Israele non rappresenta la verità storica, ma nemmeno quella della cronaca, nemmeno quella della storiografia più recente. Si guarda da una sola parte, colleghi. E questo non solo non è giusto e corretto, ma è anche pericoloso, perché queste sono impostazioni politiche devianti, che non aiutano al dialogo, ma che tendono - il retropensiero è sempre quello, ma qualora non sia così, chiaritelo - a considerare lo Stato di Israele come un qualcosa che non va riconosciuto, un accidente della storia. Non ci sono solo i diritti degli uni, perché non basta l'impegno.
Guardate le premesse: in tutti i passaggi non viene citato in un solo momento né il diritto dello Stato di Israele di esistere, né le aggressioni subite da Israele, che non ci sono. Poi s'invitano tutti al dialogo. In pratica, a uno si dice: "Cattivo, delinquente, attacchi e massacri donne e bambini!", quasi che le tante immagini di autobus di Tel Aviv, con i corpi dilaniati in mezzo alla strada, non siano esistite nella storia "Delinquenti, delinquenti! Israeliani, condanna! L'ONU, gli Stati Uniti." e, alla fine, "invitiamo tutti al dialogo".
Questo è il vostro ordine del giorno. Io, per carità, voto contro, non lo condivido, non abbiamo altri strumenti, se non presentare un ordine del giorno, da parte del Gruppo di AN, che invita semplicemente al buonsenso e che chiede uguali diritti per tutti, palestinesi ed israeliani, pace convivenza e libertà per tutti! Per tutti! Il giudizio di condanna unilaterale è deviante e pericoloso e certo non aiuta. E se è deviante, pericoloso e non aiuta diventa semplicemente una testimonianza estremistica di propaganda politica. Ma noi non accettiamo che avvenga nella Regione Piemonte e chiederemo chiarimenti alla Presidente Bresso. Poi, per carità, se la Presidente Bresso si farà portavoce e sottoscrittrice di questo documento, ne prenderemo atto. Per a quel punto, faremo in modo che i nostri Parlamentari chiedano al Vicepremier D'Alema di smentirla, perché su questi temi, colleghi, non è che ognuno dice la sua e nessuno paga mai.
La Presidente Bresso dirà "sono d'accordo", così si iscrive a Rifondazione Comunista - se ve la pigliate, perché ogni partito ha i suoi limiti, e non vorrei esagerare nei vostri confronti. Ma se non sarà così noi chiederemo che la Presidente Bresso prenda le equidistanze da questa posizione, perché non è accettabile! Questo documento non è accettabile, e noi chiediamo un chiarimento politico.
Sappiate che la prossima settimana si parlerà di questo. Quindi Presidente, il Capogruppo Casoni lo farà presente durante la Conferenza dei Capigruppo, quando proporrete l'elenco dei punti da inserire all'o.d.g.
1), 2), 3), 4), 5), 6), fino a "44 gatti in fila per sei col resto di due".
Sappiate che finché non si risolve questa grave situazione politica, qui non si parlerà di altro, perché è una posizione assurda! È una posizione assurda: v'invito a riflettere. Magari ritiratelo emendatelo, fate ciò che volete, ma se quest'ordine del giorno viene approvato, la prossima settimana si parlerà di questo, e la Presidente, non qualche Vicepresidente, sarà chiamata a risponderne.
Presidente Gariglio, la prossima settimana sono vietati i Vicepresidenti: è meglio che la Presidente sia in Aula! Noi su questo vogliamo, anzi pretendiamo, un chiarimento politico, un'assunzione di responsabilità, a favore o contro, ma pur sempre un'assunzione di responsabilità. Perché non si parla di questi temi in pausa pranzo, nella disattenzione totale, senza nessuno - con tutta la stima nei confronti dei due Assessore presenti - che politicamente possa risponderne.
Presidente, a chi ha delegato oggi la Presidenza in Aula la Presidente Bresso? Chi è il Presidente di turno? Prima di concludere il mio intervento, vorrei sapere chi è il Presidente di turno, visto che la Presidente non c'è.



PRESIDENTE

Concluda, poi darò la risposta.



GHIGLIA Agostino

Perché voglio che sia in Aula e che cominci a risponderne lui.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, questa mattina era in Aula il Vicepresidente della Giunta regionale, l'Assessore Peveraro.



GHIGLIA Agostino

Ho capito, però al momento non è presente. E chi ci risponde? Di cosa parliamo, Presidente? Allora, o risponde l'Assessore De Ruggiero o l'Assessore Caracciolo oppure sospendiamo qua.



PRESIDENTE

La Giunta è, in ogni caso, rappresentata in Aula.
Consigliere Ghiglia, mi pare evidente che il dibattito non possa essere concluso nel corso della seduta antimeridiana, vista l'ora raggiunta.Alcuni Consiglieri Presidenti di Gruppo mi hanno chiesto di posticipare al pomeriggio la continuazione del dibattito e quindi la votazione. La Giunta che è autorevolmente rappresentata, ha ascoltato le osservazioni che sono state poste e nel corso della seduta pomeridiana avremo modo - immagino di conoscere la posizione della Giunta su questo punto, se riterrà di volerla esprimere. Oggi pomeriggio, anche alla luce degli intendimenti della Giunta regionale, il Consiglio potrà, nella propria autonomia, decidere se e come procedere.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla notizia di un attentato subito da Beppe Fossati, Direttore del quotidiano "Torino Cronaca"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per annunciare che oggi presenteremo un ordine del giorno di solidarietà su quanto è appena successo. Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, è stato consegnato un pacco bomba alla redazione di Torino Cronaca, che è esploso ferendo Beppe Fossati, il Direttore.



PRESIDENTE

Ne prendo conoscenza in questo preciso istante, posto che l'Ufficio stampa non lo aveva ancora comunicato. Se la notizia è vera, si tratta sicuramente di un atto estremamente grave. Avremo modo di esprimere, a nome di tutto il Consiglio, la solidarietà alle vittime di quest'attacco, che ribadisco essere estremamente grave e che merita una condanna senza appello.
Se non vi sono altre richieste di intervento, la seduta è sospesa e il Consiglio è aggiornato alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.35)



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