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Dettaglio seduta n.1 del 16/05/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


RUTALLO BRUNO



(La seduta ha inizio alle ore 11.25)



(Il Presidente uscente Oreste ROSSI saluta la Presidente della Giunta regionale, i Consiglieri neo eletti, nonché la Giunta regionale ricordando ai sensi dell'articolo 20, comma 3, dello Statuto che la Presidenza provvisoria della prima seduta consiliare è assunta dal Consigliere più anziano d'età, Bruno Rutallo)



PRESIDENTE

Dichiaro formalmente aperta la prima seduta della VIII legislatura.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente provvisorio Rutallo (Proclamazione degli eletti)


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Passiamo al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente Provvisorio Rutallo".
Comunico che, con decreto n. 43 del 28 aprile 2005, la Presidente della Giunta ha nominato i componenti della Giunta regionale.
Signora Presidente, signori Assessori e signori Consiglieri, con vivo compiacimento, da un lato, e un po' di rimpianto per la gioventù, m'impegno a presiedere la prima riunione di questo Consiglio regionale del Piemonte.
Ai sensi dell'articolo 15, penultimo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108, do atto che in data 27 aprile e 10 maggio 2005 l'Ufficio Centrale regionale, costituito presso la Corte d'Appello di Torino, ha depositato i verbali delle proclamazioni del Presidente della Giunta regionale e dei componenti il Consiglio regionale. I verbali sono a disposizione presso la Segreteria del Consiglio regionale.
Da tali verbali risulta che è stata proclamata eletta Presidente della Giunta regionale Mercedes Bresso, della lista regionale "L'Unione per Bresso" e che sono stati proclamati eletti nella lista regionale i seguenti Consiglieri regionali: Rostagno Elio, Borioli Daniele, Dalmasso Sergio Travaglini Marco, Bizjak Alessandro, Pozzi Paola, Motta Angela, Pizzale Giovanni, Chieppa Vincenzo, Spinosa Mariacristina, Barassi Paola.
E' stato proclamato eletto Consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge costituzionale 22 novembre 1999, n.
1, il candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo, della lista regionale "Per il Piemonte", che ha conseguito un numero di voti immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente.
Sono stati proclamati eletti Consiglieri regionali, nelle otto circoscrizioni del Piemonte, i signori: nella circoscrizione di Alessandria: Botta Marco, Cavallera Ugo, De Ambrogio Alberto, Muliere Rocchino, Rossi Oreste detto Tino, Rutallo Bruno nella circoscrizione di Asti: Cotto Mariangela nella circoscrizione di Biella: Pichetto Fratin Gilberto, Ronzani Gianni Wilmer nella circoscrizione di Cuneo: Casoni William, Cirio Alberto, Costa Enrico, Dutto Claudio, Ferraris Giorgio, Guida Francesco detto Franco Taricco Giacomino detto Mino nella circoscrizione di Novara: Boniperti Roberto, Cattaneo Paolo, Manica Giuliana, Monteggia Stefano, Nastri Gaetano, Valloggia Graziella nella circoscrizione di Torino: Allasia Stefano, Auddino Angelo, Bertetto Oscar, Boeti Antonino detto Nino, Bossuto Iuri, Buquicchio Andrea, Burzi Angelo Emilio Filippo, Ferrero Caterina Anna, Gariglio Davide, Ghiglia Agostino, Giovine Michele, Larizza Rocco, Laus Mauro Antonio Donato, Leo Giampiero, Lepri Stefano, Lupi Maurizio, Manolino Giuliano Severino Moriconi Enrico, Oliva Giovanni detto Gianni, Placido Roberto, Ricca Luigi Sergio, Robotti Luca, Scanderebech Deodato, Turigliatto Mariano, Valpreda Mario, Vignale Gianluca nella circoscrizione di Verbania: Reschigna Aldo nella circoscrizione di Vercelli: Pedrale Luca.
I due Consiglieri più giovani, Allasia e Giovine, fungono da Consiglieri Segretari provvisori.



(I Consiglieri Segretari provvisori Allasia e Giovine prendono posto al banco della Presidenza)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Chiedo al Consigliere Segretario provvisorio Allasia di procedere all'appello nominale, invitando ciascuno a rispondere "presente". Ricordo che la seguente elencazione è necessaria per la determinazione della validità di questa prima seduta.



(Il Consigliere Segretario provvisorio Allasia procede all'appello nominale)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Allasia Stefano Auddino Angelo Barassi Paola Bertetto Oscar Bizjak Alessandro Boeti Antonino Boniperti Roberto Borioli Daniele Bossuto Iuri Botta Marco Bresso Mercedes Buquicchio Andrea Burzi Angelo Casoni William Cattaneo Paolo Cavallera Ugo Chieppa Vincenzo Cirio Alberto Costa Enrico Cotto Mariangela Dalmasso Sergio Deambrogio Alberto Dutto Claudio Ferraris Giorgio Ferrero Caterina Gariglio Davide Ghiglia Agostino Ghigo Enzo Giovine Michele Guida Franco Larizza Rocco Laus Mauro Leo Gianpiero Lepri Stefano Lupi Maurizio Manica Giuliana Manolino Giuliano Monteggia Stefano Moriconi Enrico Motta Angela Muliere Rocchino Nastri Gaetano Oliva Gianni Pedrale Luca Pichetto Fratin Gilberto Pizzale Giovanni Placido Roberto Pozzi Paola Reschigna Aldo Ricca Luigi Sergio Robotti Luca Ronzani Wilmer Rossi Oreste Rostagno Elio Rutallo Bruno Scanderebech Deodato Spinosa Mariacristina Taricco Mino Travaglini Marco Turigliatto Mariano Valpreda Mario Valloggia Graziella Vignale Gian Luca



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Essendo presenti n. 63 Consiglieri regionali eletti, dichiaro valida la seduta.


Argomento:

Eventuali dimissioni e surrogazioni


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Passiamo al punto 2) all'o.d.g.: "Eventuali dimissioni e surrogazioni".
E' necessario procedere alle operazioni di surrogazione, in quanto, in data 11 maggio 2005, sono pervenute alla Presidenza del Consiglio regionale le lettere di rinuncia alla carica di Consigliere regionale, con effetto dalla data di insediamento del Consiglio regionale, dei signori Borioli Daniele, Manica Giuliana, Oliva Giovanni, Taricco Giacomino e Valpreda Mario, nominati componenti della Giunta regionale.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 4 "Surrogazione del Consigliere Borioli Daniele Gaetano con il signor Comella Piergiorgio (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)" (Divenuta DCR n. 1 - 13465)


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Comunico che il Consigliere regionale Daniele Borioli, proclamato eletto nella lista regionale "L'Unione per Bresso", nella circoscrizione di Torino, ha comunicato, con lettera dell'11 maggio 2005, prot. n. 12963, la rinuncia alla carica di Consigliere regionale.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto da parte del Consiglio della rinuncia dalla carica di Consigliere di Daniele Borioli.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso.
Comunico al Consiglio regionale che il signor Daniele Borioli proclamato eletto nella lista regionale "L'Unione per Bresso", è sostituito dal signor Piergiorgio Comella, primo dei non eletti della lista "Democratici di Sinistra" nella circoscrizione elettorale di Vercelli.
Infatti, ai sensi dell'articolo 16, comma 3, della legge 17 febbraio 1968, n. 108, come modificato dall'articolo 3 della legge 23 febbraio 1995 n. 43, "nel caso in cui si renda necessaria per qualsiasi causa, la sostituzione di un Consigliere proclamato eletto nella lista regionale, il seggio è attribuito al primo dei candidati non eletti inclusi nella lista regionale e, qualora questa abbia esaurito i propri candidati, al gruppo di liste contrassegnate dallo stesso contrassegno secondo la graduatoria di cui al comma 15 dell'articolo 15" della citata legge.
A tal fine, l'Ufficio centrale regionale compila l'apposita graduatoria riportata nel verbale delle operazioni dell'Ufficio centrale regionale. Il seggio spettante al gruppo di liste è quindi attribuito alle rispettive liste nelle singole circoscrizioni seguendo la graduatoria compilata dall'Ufficio centrale regionale per l'assegnazione dei seggi residui con il sistema dei resti (articolo 15, comma 10, della legge 108/1968 e successive modifiche).
Da tale graduatoria risulta che il seggio è attribuito alla Lista "Democratici di Sinistra" nella circoscrizione di Vercelli.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale di Vercelli risulta che il primo dei non eletti nella lista avente per contrassegno "Democratici di Sinistra" è il Signor Piergiorgio Comella, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Indìco la votazione palese sulla presa d'atto da parte del Consiglio regionale che al Consigliere Daniele Borioli subentra il signor Piergiorgio Comella.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Invito il Consigliere Piergiorgio Comella a prendere posto in Aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Piergiorgio Comella prende posto in Aula)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 5 "Surrogazione del Consigliere Mario Valpreda con il signor Gian Piero Clement (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)" (Divenuta DCR n. 2 13467)


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Comunico che il Consigliere regionale Mario Valpreda, proclamato eletto nella lista regionale "Rifondazione Comunista" nella circoscrizione di Torino, ha comunicato con lettera dell'11 maggio 2005, protocollo n. 12957 la rinuncia alla carica di Consigliere regionale.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto da parte del Consiglio della rinuncia dalla carica di Consigliere di Mario Valpreda.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citati articolo, "il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale".
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale di Torino, risulta che all'ultimo eletto della lista "Rifondazione Comunista", nella circoscrizione di Torino, segue immediatamente il signor Gian Piero Clement, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Indìco la votazione palese della presa d'atto, da parte del Consiglio regionale, che al Consigliere Mario Valpreda subentra, nella circoscrizione di Torino, il signor Gian Piero Clement.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Invito il Consigliere Gian Piero Clement a prendere posto in Aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Gian Piero Clement prende posto in Aula)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 6 "Surrogazione del Consigliere Giacomino Taricco con il signor Mariano Rabino (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)" (Divenuta DCR n. 3 - 13468)


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Comunico che il Consigliere regionale Giacomino Taricco, proclamato eletto nella lista regionale "Democrazia e Libertà - La Margherita" nella circoscrizione di Cuneo, ha comunicato con lettera dell'11 maggio 2005 protocollo n. 12958, la rinuncia alla carica di Consigliere regionale.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto da parte del Consiglio della rinuncia dalla carica di Consigliere di Giacomino Taricco.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Occorre inoltre procedere, come nel caso precedente, alla surrogazione del Consigliere Taricco.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale di Cuneo, risulta che all'ultimo eletto della lista "Democrazia Libertà - La Margherita", nella circoscrizione di Cuneo segue immediatamente il signor Mariano Rabino, al quale deve essere attribuito il seggio resosi vacante.
Indìco la votazione palese della presa d'atto, da parte del Consiglio regionale, che al Consigliere Giacomino Taricco subentra, nella Circoscrizione di Cuneo, il signor Mariano Rabino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Invito il Consigliere Mariano Rabino a prendere posto in Aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Mariano Rabino prende posto in Aula)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 4 "Surrogazione del Consigliere Giovanni Oliva con il signor Marco Bellion (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)" (Divenuta DCR n. 4 - 13469)


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Comunico che il Consigliere Regionale Gianni Oliva, proclamato eletto nella lista regionale "Democratici di Sinistra" nella circoscrizione di Torino, ha comunicato con lettera dell'11 maggio 2005, protocollo n.12962 la rinuncia alla carica di Consigliere regionale.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto da parte del Consiglio della rinuncia dalla carica di Consigliere di Giovanni Oliva.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Occorre procedere, come nel caso precedente, alla surrogazione del Consigliere Oliva.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizione di Torino risulta che all'ultimo eletto della lista "Democratici di Sinistra" nella circoscrizione di Torino segue immediatamente il signor Marco Bellion, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Indìco la votazione palese della presa d'atto, da parte del Consiglio regionale, che al Consigliere Gianni Oliva subentra, nella circoscrizione di Torino, il signor Marco Bellion.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Invito il Consigliere Marco Bellion a prendere posto in Aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Marco Bellion prende posto in Aula)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 8 "Surrogazione della Consigliera Giuliana Manica con il signor Sergio Cavallaro (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)" (Divenuta DCR n. 5 - 13470)


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Comunico che la Consigliera regionale Giuliana Manica, proclamata eletta nella lista regionale "Democratici di Sinistra", nella circoscrizione di Novara, ha comunicato con lettera dell'11 maggio 2005 protocollo n. 12960 la rinuncia alla carica di Consigliere regionale.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto da parte del Consiglio della rinuncia dalla carica di Consigliere di Giuliana Manica.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Occorre infine procedere, come nel caso precedente, alla surrogazione della Consigliera Manica.
Dal verbale dell'ufficio centrale circoscrizionale di Torino, risulta che all'ultimo eletto della lista "Democratici di Sinistra" nella circoscrizione di Novara segue immediatamente il signor Sergio Cavallaro al quale deve essere attribuito il seggio resosi vacante.
Indìco la votazione palese della presa d'atto, da parte del Consiglio regionale, che alla Consigliera Giuliana Manica subentra, nella circoscrizione di Novara, il signor Sergio Cavallaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio, unanime, prende atto.
Invito il Consigliere Sergio Cavallaro a prendere posto in Aula, qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Sergio Cavallaro prende posto in Aula)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida degli eletti, ricordo che l'articolo 17 della legge 108/1968 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida delle elezioni dei propri componenti secondo le norme del Regolamento interno". A tal fine, l'articolo 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui agli articoli 20 e 22 dello Statuto e all'articolo 4 del Regolamento: a) elezione del Presidente del Consiglio regionale


RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

b) elezione dei Vicepresidenti del Consiglio regionale



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

c) elezione dei Consiglieri Segretari



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Passiamo ora all'esame del punto 3) all'o.d.g, relativo agli adempimenti statutari e regolamentari.
Do lettura dell'articolo 22 dello Statuto: "L'Ufficio di Presidenza è composto dal Presidente, da due Vicepresidenti e da tre Segretari.
L'Ufficio di Presidenza deve essere composto in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze.
L'elezione del Presidente del Consiglio regionale ha luogo a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza, si procede ad una votazione di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero dei voti. In caso di parità, è eletto il più anziano d'età.
Alla elezione dei Vicepresidenti e dei Segretari si procede con votazione separata e ciascun Consigliere vota a scrutinio segreto con la modalità stabilita dal Regolamento. L'Ufficio di Presidenza resta in carica trenta mesi e i suoi componenti sono rieleggibili. Il rinnovo alla scadenza prevista dallo Statuto investe l'intero Ufficio".
Chi chiede la parola sul punto in esame? Prego, Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

In nome della maggioranza avanzo le seguenti proposte.
Elenco tutte le cariche che riguardano la maggioranza per l'Ufficio di Presidenza.
Per quanto riguarda la carica di Presidente del Consiglio, la nostra proposta è quella del Consigliere Davide Gariglio; per quanto riguarda la carica di Vicepresidente, il Consigliere Roberto Placido; per quanto riguarda la carica di Consiglieri Segretari, la Consigliera Mariacristina Spinosa e il Consigliere Vincenzo Chieppa.
Queste le proposte della maggioranza.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Vi sono altri interventi? Prego, Consigliere Ghigo, prenda pure la parola.



GHIGO Enzo

Mi permetto di annunciare che sulle candidature espresse dalla maggioranza l'opposizione si asterrà. Questo non deve essere interpretato come un atto di non riguardo nei confronti del futuro Presidente del Consiglio, ma perché, essendo queste candidature della maggioranza, devono riscontrare in quest'Aula un voto specifico della maggioranza. Noi naturalmente ci auguriamo che il Presidente del Consiglio sia - come è sempre avvenuto all'interno di quest'Aula - garante anche del ruolo dell'opposizione.
Invece, per quanto riguarda i due rappresentanti delle opposizioni all'interno dell'Ufficio di Presidenza, noi proponiamo come Vicepresidente il Consigliere Enrico Costa e per il ruolo di Segretario il Consigliere Agostino Ghiglia.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Se non vi sono altri interventi, procediamo all'elezione del Presidente del Consiglio.
Do lettura dell'articolo 4, comma 7, del Regolamento: "L'elezione del Presidente ha luogo a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza, si procede ad una votazione di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero dei voti. E' eletto il Consigliere che ottiene la maggioranza assoluta dei voti. In caso di mancata elezione, la votazione è rinviata a una seduta successiva, da tenersi entro otto giorni".
Dispongo che siano distribuite le schede per la votazione.



(Il Consigliere Segretario provvisorio Giovine effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Dichiaro chiusa la votazione e provvedo, coadiuvato dai Consiglieri Segretario provvisori, allo spoglio delle schede.



(L'Ufficio di Presidenza provvisorio procede allo spoglio delle schede)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

La scheda di incerta attribuzione la dichiariamo nulla perché si legge il nome Davide, ma non risulta chiaramente scritto il cognome Gariglio.
Quindi, è dichiarata nulla.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 63 Consiglieri votanti 63 Consiglieri Ha ottenuto voti: Gariglio Davide 39 schede bianche 23 schede nulle 1 Proclamo eletto Presidente del Consiglio regionale del Piemonte il Consigliere Davide Gariglio.



(Applausi in Aula)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Passiamo ora all'elezione dei Vicepresidenti del Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Buongiorno a tutti.
Come tutti sapranno, perché la voce sicuramente è circolata negli ambienti politici e su qualche giornale, il Gruppo Italia dei Valori è giunto alla prima riunione di maggioranza questa mattina con una seria riserva sulla votazione dell'assetto consiliare proposto, salva l'elezione del Presidente, che è stata già votata e che il Gruppo Italia dei Valori ha appoggiato.
Le riserve riguardavano l'assetto consiliare dalla Vicepresidenza in giù, ed erano ovviamente riserve di ordine politico e non in termini di spartizione di poltrone, come qualcuno, malignamente, ha voluto evidenziare.
La visibilità politica che il Gruppo Italia dei Valori chiedeva a tutte e per tutte le forze minori riguardava, quindi, una diversa logica di attribuzione della Vicepresidenza del Consiglio.
Si riteneva, infatti, che questa carica dovesse essere messa in discussione in un confronto tra le forze minori.
Così non è stato, quindi il gruppo Italia dei Valori ha espresso il suo dissenso sul comportamento, sulle logiche e sull'atteggiamento tenuto da alcuni partiti della maggioranza.
Giunti quindi stamani - possiamo dire con prognosi riservata - alla prima riunione di maggioranza, abbiamo ascoltato con grande attenzione ed interesse le parole della Presidente Bresso, nei confronti della quale noi appartenenti al Gruppo Italia dei Valori, rimarchiamo la totale fiducia e stima.
Non è superfluo ricordare che siamo stati tra le forze politiche che sin dall'inizio, abbiamo voluto questa candidatura. E la Presidente Bresso per quanto di sua competenza, con parole di grande sensibilità politica ha saputo ristabilire gli equilibri, se non altro in termini di prospettiva che sono richiesti per un'armonia di coalizione in termini soprattutto di pari dignità per tutte le forze politiche.
Quindi l'Italia dei Valori, sia per rispetto alla Presidente, sia per gratitudine alla stessa, che ha saputo condurci a questa forse insperata vittoria, non può far altro che accettare il suo appello all'avallo di questo assetto, così com'è stato prospettato.
Voteremo, pertanto, a favore. Grazie.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Se non vi sono ulteriori interventi, procediamo all'elezione dei Vicepresidenti del Consiglio regionale e alla distribuzione delle relative schede.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 4, comma ottavo, del Regolamento interno del Consiglio regionale, ciascun Consigliere può votare un solo nome; inoltre che, ai sensi dell'articolo 4, comma decimo, di detto Regolamento, sono eletti Vicepresidenti i Consiglieri che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Invito il Consigliere Segretario provvisorio Allasia a procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario provvisorio Allasia effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Dichiaro chiusa la votazione e provvedo, coadiuvato dai Consiglieri Segretari provvisori, allo spoglio delle schede.



(L'Ufficio di Presidenza provvisorio procede allo spoglio delle schede)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

L'esito della votazione è il seguente: presenti 63 Consiglieri votanti 63 Consiglieri Hanno ottenuto voti: Placido Roberto 35 voti Costa Enrico 19 voti schede bianche 7 schede nulle 2 Proclamo eletti Vicepresidenti del Consiglio regionale del Piemonte i Consiglieri Roberto Placido ed Enrico Costa, che hanno riportato il maggior numero di voti.



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Proseguiamo infine con la votazione per l'elezione dei tre Consiglieri Segretari.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 4, comma nono, del Regolamento interno del Consiglio regionale, ciascun Consigliere può votare solo due nomi; inoltre che, ai sensi dell'articolo 4, comma decimo di detto Regolamento, sono eletti Segretari i Consiglieri che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Non essendoci interventi, si proceda alla distribuzione delle schede per la votazione.



(Il Consigliere Segretario provvisorio Allasia effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

Dichiaro chiusa la votazione e provvedo, coadiuvato dai Consiglieri Segretari provvisori, allo spoglio delle schede.



(L'Ufficio di Presidenza provvisorio procede allo spoglio delle schede)



RUTALLO Bruno, Presidente provvisorio

L'esito della votazione è il seguente: presenti 63 Consiglieri votanti 63 Consiglieri Hanno ottenuto voti Spinosa Mariacristina 37 Chieppa Vincenzo 36 Ghiglia Agostino 24 scheda bianca 1 schede nulle 2 Proclamo eletti Segretari del Consiglio regionale del Piemonte i Consiglieri Mariacristina Spinosa, Vincenzo Chieppa e Agostino Ghiglia.
Dichiaro eletto l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte nelle persone dei Consiglieri: Davide Gariglio, Presidente Roberto Placido ed Enrico Costa, Vicepresidenti, Mariacristina Spinosa Vincenzo Chieppa e Agostino Ghiglia, Consiglieri Segretari, ricordando che l'articolo 4, ultimo comma del Regolamento, prevede che "dopo la proclamazione dei risultati dell'elezione dell'intero Ufficio di Presidenza, lo stesso si insedia e procede ai successivi adempimenti".
Invito pertanto l'Ufficio di Presidenza neo eletto, in particolare il Presidente, a prendere posto al banco della Presidenza.



(L'Ufficio di Presidenza neo eletto prende posto al banco della Presidenza per procedere ai successivi adempimenti)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Discorso inaugurale del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Davide Gariglio


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO

Signora Presidente della Giunta, signori Assessori, signori Consiglieri, desidero innanzitutto salutare tutte le Autorità che ci hanno onorato oggi della loro presenza in Aula. Nell'assumere l'incarico cui mi avete eletto, ringrazio tutti i colleghi Consiglieri, sia coloro che mi hanno proposto e votato sia coloro che, con scelta che ugualmente e pienamente rispetto, non hanno ritenuto opportuno esprimersi favorevolmente.
Un sentito ringraziamento va, anche, al Presidente Oreste Rossi, dal quale ricevo le consegne e al cui impegno e qualità chiedo di indirizzare un caloroso pensiero di omaggio.



(Applausi dai banchi dei Consiglieri)



PRESIDENTE

La legislatura appena conclusa è stata particolarmente significativa per il Piemonte: l'Assemblea era stata chiamata a svolgere "l'alto ruolo" di Costituente, che si è pienamente realizzato con l'adozione della "Carta Costituzionale regionale" quale espressione del confronto democratico fra le varie forze politiche.
Esprimo la mia più viva riconoscenza a tutti i Consiglieri che ci hanno preceduto perché, con il loro impegno, hanno permesso l'avvio di una nuova e importante fase istituzionale per la nostra Regione. Noi oggi raccogliamo questa eredità.
A noi spetta il difficile, ma imprescindibile compito di dare attuazione a quanto sancito affinché lo Statuto diventi il vero cardine sul quale si poggia la nostra Regione: per dirla con le parole del Mortati "l'insieme dei principi capaci di informare l'intera vita collettiva".
La legislatura che oggi si apre è, senza dubbio, ricca di importanti appuntamenti.
Primaria e inderogabile questione da affrontare è quella di individuare un punto di equilibrio fra ruolo dell'Esecutivo e ruolo dell'Assemblea regionale.
Sarebbe miope pensare che la forma di governo presidenziale, confermata con il nuovo Statuto, non abbia registrato conseguenze sull'assetto dei poteri e non comporti implicazioni sul regime politico.
Da un sistema elettorale che rimetteva al Consiglio l'elezione del Presidente e dei membri della Giunta, si è passati ad un sistema in cui la scelta del Presidente della Regione è affidata al corpo elettorale.
Questo modello tende ad assicurare stabilità politica ed efficacia decisionale al governo eletto.
Peraltro, l'esigenza che si decida in tempi certi non è interesse soltanto della maggioranza di governo, ma di tutto il Consiglio regionale espressione dei cittadini nella loro totalità, i quali, al di là delle proprie convinzioni politiche, hanno sempre e comunque diritto ad avere risposte alle loro legittime istanze.
L'assemblea, proprio sulla base e in virtù della rappresentanza, dopo il confronto tra le diverse proposte, deve decidere, altrimenti viene meno al proprio ruolo. Ispiriamo allora i rapporti Giunta-Consiglio, maggioranza opposizione a quella democrazia decidente che ha avuto nel Presidente della Camera, Onorevole Luciano Violante, il principale assertore e che ha nell'articolo 94 dello Statuto che sancisce le garanzie delle opposizioni una prima espressione.
La democrazia maggioritaria non deve quindi tendere a una politica intesa come esclusione del vinto; il primato della decisione assembleare non deve andare a scapito del dibattito e della rappresentazione degli opposti interessi. Non a caso il sistema proporzionale, che largamente informa la composizione di questa Assemblea, è posto a garanzia di quel pluralismo politico che è sempre stato indicato come massima espressione di ricchezza culturale e di democratico contraddittorio.
Al diritto della maggioranza a governare deve anche corrispondere il diritto indiscutibile dell'opposizione a controllare. Per realizzare compiutamente questo modello si pone quindi di fronte a noi la sfida di riuscire a giungere ad una riscrittura, anche parziale, del Regolamento interno del Consiglio regionale; un traguardo che credo raggiungibile solo attraverso una piena intesa tra maggioranza e opposizione, che sappia conciliare le diverse funzioni che sono affidate alle due parti.
Per quanto mi concerne, assumo questo incarico nella piena convinzione che il ruolo del Presidente del Consiglio deve essere quello di soggetto super partes, capace di garantire la realizzazione di un modello in cui sia possibile conciliare l'esigenza del governare e decidere con quella dell'indirizzo e del controllo.
E' inoltre mia ferma convinzione che noi legislatori dobbiamo perseguire come costante e imprescindibile obiettivo quello di fare le leggi e, soprattutto, di farle bene, essere protesi verso una legiferazione che risponda ai principi di proprietà, di chiarezza e di conformità.
Dobbiamo porre mano ad una rivisitazione dell'intero corpo normativo regionale anche attraverso l'abrogazione esplicita di disposizioni, in modo da rendere la nostra legislazione più certa e conoscibile.
Abbiamo il preciso onere di recuperare o, meglio, esaltare la nostra funzione legislativa, dando completa attuazione al novellato articolo 117 della Costituzione, esercitando e difendendo pienamente i nostri spazi.
L'Assemblea regionale, proprio perché strumento insostituibile nella vita democratica di un paese, deve dimostrare efficienza e funzionalità ridefinendosi culturalmente e operativamente. Per fare questo, oltre che a ispirarci al già richiamato principio di democrazia decidente, dobbiamo altresì muoverci verso una democrazia realizzata.
Siamo tutti consapevoli dell'importanza del dialogo nel consentire alle parti sociali di pronunciarsi sulla politica e di contribuire al suo orientamento. Oggi questo dialogo risulta tanto più indispensabile nella grave situazione occupazionale che interessa il Piemonte e l'Italia.
Proprio perché riteniamo che tutti gli attori economici e sociali debbano poter partecipare alle scelte di governo in quanto consapevoli della responsabilità che ci deriva dal fatto di rappresentare i cittadini piemontesi, dobbiamo rimarcare l'importanza di coinvolgere nel nostro processo decisionale la società civile.
L'Assemblea regionale che ha scritto lo Statuto aveva ben presente questa necessità e non a caso, rispetto alla Carta del 1970, ha rafforzato lo strumento della consultazione dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, delle autonomie funzionali, reputando il loro apporto elemento basilare per la politica regionale. Proprio in questa direzione volge la previsione del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, che questa Assemblea sarà chiamata a istituire con propria legge al fine di dar vita a uno strumento non formale, ma realmente propositivo sulle scelte economiche che ci attendono.
Un ulteriore problema fondamentale che il Consiglio regionale dovrà contestualmente affrontare è quello dei rapporti tra Regione e autonomie locali. Lo Statuto sulla materia individua dei cardini precisi: "La Regione esercita pienamente e consapevolmente la funzione legislativa di programmazione e di concertazione e, al tempo stesso, enfatizza la piena responsabilità amministrativa delle autonomie locali". Allora, una volta definito l'an della riforma, è necessario procedere verso il quid.
L'estrema delicatezza del rapporto Regione-enti locali sta proprio nella ricerca del giusto equilibrio fra due continue tensioni, tra due forze che concorrono in direzioni opposte: una centripeta e l'altra centrifuga. Dove interrompere la prima forza e quanto intensa debba essere la seconda è un problema rimesso alla nostra saggezza, che non può essere imposta individuando le giuste soluzioni, non rinnegando, ma anzi esaltando, i differenti substrati culturali.
E' necessario trovare allora quella "mutua simpatia", evocata da John Stuart Mill, quel "sentire comune" che non può essere imposto ma educato in quanto, nella sua attuazione, si restituirebbero alle autonomie locali responsabilità di governo e di risorse.
Grandi passi sono stati compiuti fino ad oggi, ma noi dobbiamo andare oltre e a tal fine ritengo che la costituzione del Consiglio delle autonomie locali, su cui il sistema delle autonomie piemontesi e in particolar modo delle Province piemontesi si è interrogato fin dal 1997 possa rappresentare lo strumento che consenta la partecipazione reale degli enti locali all'attività della Regione.
Le parole chiave che accompagneranno il corso dei nostri lavori reputo che debbano essere "autonomia" e "principio di sussidiarietà", ma anche "identità culturale" e "territorio".
Noi dobbiamo tendere verso la costruzione di un "sistema regionale".
Parlare di un sistema regionale significa avere sullo stesso piano Regione ed enti locali che collaborano insieme secondo i dettami del principio di sussidiarietà. Principio, questo, che è ormai sancito nella Costituzione repubblicana e che è stato opportunamente ripreso nel nostro Statuto regionale.
Non possiamo pensare, quindi, che un sistema amministrativo fortemente centralizzato a livello statale sia sostituito da un centralismo regionale: dobbiamo, in ogni nostro atto, impegnarci per allocare ogni funzione amministrativa al livello di governo più vicino possibile ai destinatari delle funzioni, cioè ai cittadini stessi.
Pieno rispetto della sussidiarietà, ma anche doverosa attenzione ai principi di differenziazione e di adeguatezza. Lo Statuto e, ancor prima la Costituzione prevedono, infatti, che il legislatore tenga conto delle diverse caratteristiche demografiche, territoriali e strutturali degli enti riceventi, verificando l'adeguatezza degli enti ad assorbire quanto è loro demandato, nonché l'idoneità organizzativa dell'amministrazione ricevente a garantire, anche in forma associata, l'esercizio delle funzioni.
Il rispetto di questi principi è quanto mai necessario in una realtà come quella piemontese, fatta di otto Province e oltre 1.200 Comuni, anche di piccolissime dimensioni, situati nei più differenti contesti geografici ma tutti ugualmente orgogliosi della loro specificità e della loro identità.
Un pensiero attento deve essere infine rivolto anche all'Europa. La crescente integrazione sociale, la globalizzazione economica, la crescente autonomia degli enti locali all'interno di alcuni Stati membri, la riscoperta di antiche radici comuni, fino ad arrivare alla scrittura della Costituzione europea, richiedono strategie comuni e solida cooperazione istituzionale fra le Regioni e i diversi Stati europei. Bisogna volgere verso quello che Berti chiama "regionalismo europeo", creando una progressiva omogeneità fra gli ordinamenti. Pertanto, nell'ottica del pieno sviluppo dell'Unione europea, la Regione deve ragionare come soggetto di una comunità più vasta dello Stato nazionale, cioè di quello comunitario divenendo espressione non di un ordinamento artificioso, ma di una realtà economico-sociale che appartiene al popolo che in lei si riconosce.
Le nostre riflessioni devono allora indurci a prendere parte, come Assemblea legislativa, oltre che alla fase discendente, anche alla fase ascendente del processo decisionale europeo, programmando i nostri obiettivi sulla base di quelli comunitari, al fine di sfruttare tutte le possibili risorse, anche in un'ottica di integrazione con altre aree regionali europee, intrafrontaliere o meno, in cui si possano scorgere utili sinergie. Tanti sono gli impegni, tante le ambizioni e le aspettative.
Cari colleghi, mi sia consentito in chiusura citare le parole del Presidente della Camera, Onorevole Pier Ferdinando Casini: "Conciliare la partigianeria politica e il sentimento delle istituzioni è il dovere più difficile, ma anche più necessario. Ci si può, ci si deve battere con vigore per le proprie convinzioni, ma si deve anche cercare e trovare sempre un comune terreno nel quale maggioranze ed opposizioni possano parlarsi, dialogare e riconoscere qualcosa di sé anche nell'avversario più remoto".
Personalmente cercherò di ispirare a questo principio ogni atto dell'incarico che oggi mi avete affidato.
Auguro di cuore alla Presidente e a tutta la Giunta di riuscire pienamente a soddisfare le aspettative che i piemontesi oggi volgono nei confronti del neo eletto governo regionale.
Auguro a tutti noi un buon lavoro perché oggi il Piemonte ci guarda e dobbiamo essere consapevoli che il futuro delle nostre terre e della nostra gente passerà in gran parte anche dalle scelte che in questa Aula, nei prossimi cinque anni, noi sapremo assumere.
Grazie e buon lavoro a tutti!



(Applausi in Aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Colleghi, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, desidero con questo intervento prima di tutto augurare, a lei e al suo Ufficio di Presidenza, un proficuo lavoro per i prossimi trenta mesi e raccogliendo le molte e molteplici sollecitazioni che il suo intervento mi ha suscitato, fare alcune considerazioni, per poi concludere con una richiesta specifica al nuovo Presidente del Consiglio.
Lei ha ricordato più volte la bontà della fase statutaria che la Regione, nella passata legislatura, ha completato; una fase che ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio con un risultato che obiettivamente è stato di notevole valore sia per i contenuti sia perché siamo stati - lo voglio ricordare - l'unica Regione del Nord (tra Piemonte, Lombardia e Veneto) ad approvare il nuovo Statuto regionale.
In questo Statuto c'era un'indicazione, che ritengo valga la pena di essere ripresa in questa sede: quella del numero dei Consiglieri. Dopo una considerevole frizione politica all'interno della maggioranza e all'interno dell'opposizione si era definito - anche in funzione di una situazione di carattere nazionale venutasi a creare a proposito degli Statuti che, nelle varie fasi di dibattito relativi agli stessi, avevano aumentato il numero dei Consiglieri - noi avevamo, con un gesto che all'epoca venne salutato da maggioranza ed opposizione come un gesto di grande responsabilità mantenuto il numero dei Consiglieri a sessanta.
Perché avevamo fatto questo? Perché in quel momento c'era obiettivamente un'opinione generale critica rispetto alle Regioni che avevano aumentato il numero dei Consiglieri, e perché al nostro interno si era ritenuto, come proposta, di dare questo segnale indicativo all'esterno.
Questo segnale - ahimè - non è stato rispettato dall'attuale governo regionale perché, se facciamo i conti, con le surroghe che abbiamo appena votato, con il meccanismo di scelta di Assessori non Consiglieri, il numero dei Consiglieri, che lo Statuto aveva definito a sessanta, oggi è ben di settantasette.
Non sto parlando dello status dei Consiglieri, ma del costo dei Consiglieri, che era anche un elemento che all'epoca aveva fatto convergere verso la decisione nei confronti dei sessanta.
Oggi i Consiglieri, fra Giunta e Consiglio regionale, sono settantasette. Settantasette Consiglieri significa un incremento di costo per l'amministrazione regionale di due milioni di euro, elemento che ritengo valga la pena di far notare.
Vi è un altro elemento che voglio ricordare, sempre a proposito dello Statuto. Nella discussione, ampia ed articolata, si era pensato di aumentare il numero degli Assessori a quattordici, in quanto, in funzione del numero delle Province regionali, si riteneva utile, attraverso questa iniziativa e attraverso anche la motivazione che le Regioni, nel frattempo con l'applicazione del Titolo V, avevano acquisito molte più deleghe aumentare il numero degli Assessori per raggiungere due obiettivi: quello di una più ampia rappresentanza territoriale e quello di distribuire le deleghe in maniera più funzionale rispetto alle competenze che il governo regionale deve esercitare.
Mi sembra che obiettivamente la nuova Giunta, sul tema della rappresentanza territoriale, abbia - poi vedremo l'assestamento definitivo dell'assegnazione delle deleghe - in un certo senso disatteso quello che era lo spirito statutario che aleggiava nel voto dello Statuto in quest'Aula.
Dico questo perché la Provincia del VCO non è rappresentata a livello di governo, come non è rappresentata la Provincia di Vercelli.
Questi sono due elementi che obiettivamente mi sentivo di segnalare in questo inizio di dibattito.
Voglio anche dirle, signor Presidente, in riferimento alla citazione che io stesso ho fatto molte volte, quindi non gliene faccio una critica dell'ex Presidente della Camera, Onorevole Luciano Violante, che lo stesso quando modificò il Regolamento della Camera nella passata legislatura richiamò molte volte il percorso della democrazia decidente, cosa che ho fatto io stesso nell'ambito di questo dibattito. Nella passata legislatura il dibattito si è iniziato e ci sono anche delle proposte abbastanza articolate che giacciono in Commissione.
Aspettiamo senza avere assoluta preclusione, ma ovviamente riteniamo che il Consiglio debba - come lei giustamente ha detto - avere tutti gli strumenti per esercitare la sua funzione di rappresentanza dei voti che i cittadini piemontesi ci hanno assegnato e di confronto e dibattito nei confronti della maggioranza.
Per non addentrarmi eccessivamente nell'ambito delle proposte e delle buone intenzioni che il suo discorso rappresenta e per non inquinare il clima di positività e di rispetto istituzionale, che mi sembra lei voglia perseguire, proprio in funzione di questo suo approccio e di questo suo atteggiamento, le chiedo di farsi carico di un'esigenza che l'opposizione sente in questo momento e di prevedere, quindi, nell'ambito dei suoi poteri, una seduta ulteriore per affrontare il dibattito sul programma che il Presidente della Giunta tra poco ci rappresenterà.
Perché l'opposizione fa questa richiesta? Perché chiede questo? Chiede questo perché indubbiamente molti Consiglieri hanno richiesto la possibilità di consultare questo testo di programma in modo anticipato.
Questo non è stato loro possibile.
Non lo dico in senso critico, può darsi che il programma fosse in itinere, fosse da definire, da aggiustare o da limare, ma tant'è che non c'è stato il tempo per analizzarlo, per verificarlo, per esercitare quella funzione di confronto cui lei giustamente faceva riferimento, che è un ruolo specifico dell'opposizione nei confronti della maggioranza.
Proprio perché riteniamo che questo sia un programma - almeno da quello che è stato annunciato in campagna elettorale e da quello che, soprattutto è stato annunciato nel mese dopo la campagna elettorale - ricco di spunti di soluzioni, di innovazioni e di contenuti particolarmente articolati riteniamo che ci debba essere dato il tempo di leggerlo, di valutarlo, di approfondirlo, di confrontarlo tra di noi nell'opposizione, per poi esercitare un dibattito che sia utile e di interesse complessivo sia per il governo della Regione Piemonte, che sono sicuro non mancherà di ascoltare con interesse le considerazioni che farà l'opposizione, sia naturalmente per lei, Presidente del Consiglio, che, nel suo discorso di apertura, si è dichiarato assolutamente disponibile ad accogliere, in modo totale e completo, le sollecitazioni, le necessità e le aspettative dell'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Ghigo per il suo intervento, che considero come una mozione d'ordine.
Vi sono altri Consiglieri che intendono fare interventi di tipo procedurale, relativamente all'organizzazione dei nostri lavori? Successivamente, ricordo che è prevista, al punto 4) all'o.d.g., la presentazione della Giunta regionale da parte del Presidente della Giunta eletto - perché formalmente non è conosciuta da questo Consiglio regionale e l'illustrazione del relativo programma, su cui si aprirà il dibattito fermo restando che cogliamo il senso della proposta avanzata dal Consigliere Ghigo.
Vi sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
In merito alle questioni procedurali - parlo, naturalmente, a nome del mio Gruppo - se il Presidente del Consiglio vorrà accogliere la richiesta avanzata dal collega Ghigo, per quanto ci riguarda non vi sono problemi nel senso che una discussione più approfondita sul testo che ci presenterà questa mattina la Presidente Bresso credo possa essere utile per tutto il Consiglio.
Mi permetta, però, Presidente, di fare qualche brevissima riflessione anche se non è consuetudine aprire un dibattito sull'intervento del Presidente del Consiglio appena eletto.
Condivido totalmente il suo intervento, che considero estremamente interessante, soprattutto per i richiami fatti allo Statuto che il Consiglio regionale della scorsa legislatura ha approvato.
uno Statuto importante, che ha visto naturalmente partecipi le forze della maggioranza, ma anche le forze dell'opposizione.
Ritengo che le forze dell'opposizione di allora abbiano offerto un contributo importante e credo che tutti possano riconoscerlo.
A tal proposito, come ricorderà il Presidente Ghigo, vi era stata una discussione in Aula in merito alla composizione del Consiglio regionale che ci ha trovato poi concordi nel mantenere il numero dei Consiglieri regionali.
Per quanto ci riguarda, condividiamo la scelta operata dalla Presidente Bresso, che naturalmente illustrerà nella presentazione della Giunta regionale, e da tutte le forze politiche della maggioranza, che prevede la richiesta delle dimissioni dal Consiglio regionale per quei Consiglieri che sarebbero stati nominati Assessori.
Credo che sia una scelta importante su cui riflettere: dividere il ruolo del Consiglio regionale - l'Assemblea legislativa - dal ruolo di gestione della Giunta regionale.
In tal senso, ritengo di esprimere una condivisione totale rispetto a questa scelta.
Presidente Ghigo, lei ricorderà come, cinque anni fa, anche all'interno della sua forza politica, c'era stata questa discussione. Rammento che l'Onorevole Berlusconi, oggi Presidente del Consiglio, aveva chiesto di attuare questa divisione tra le Giunte regionali e i Consigli regionali. In allora, questo suggerimento non era stato seguito, per una scelta operata all'interno della Casa delle Libertà. Ma questo dibattito si pose, già al vostro interno, cinque anni fa.
Considero corretta la scelta operata dalla Presidente Bresso e credo che possa contribuire al raggiungimento di quell'autonomia di discussione e di riflessione auspicata, e di una difesa del ruolo del Consiglio regionale.
Ritengo, inoltre, che la Giunta regionale saprà rappresentare tutto il territorio regionale, al di là della presenza e dell'assenza di alcune Province. Emergerà questa capacità: è un aspetto rilevante, perché la nostra Regione è costituita da tanti territori, che hanno bisogno di essere ascoltati e di giocare un ruolo importante per risolvere i problemi della nostra Regione.
A conclusione del mio intervento, vorrei ribadire che le parole del Presidente del Consiglio ci potranno aiutare in questi cinque anni di lavoro: saranno cinque anni impegnativi per tutta l'Assemblea regionale.
Sono certo che il Presidente del Consiglio saprà garantire non soltanto autonomia, ma un confronto serio e corretto all'interno di quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, ma inizio già a chiedere ammenda della mia inesperienza: interpreto i due interventi come interventi di ordine procedurale, come mozioni d'ordine.
L'onorevole Enzo Ghigo, interloquendo, ha richiesto che, dopo l'intervento del Presidente della Giunta regionale, non si svolga il dibattito, contrariamente a quanto previsto dalla convocazione, ma che lo stesso venga rinviato ad altra seduta. Ha colto, altresì, lo spirito delle parole del Consigliere Muliere, e mi pare di cogliere in Aula intendimenti favorevoli in tal senso.
Vi sono ulteriori osservazioni sulla proposta avanzata dall'onorevole Ghigo di non far seguire il dibattito all'intervento della Presidente della Giunta regionale, bensì di rinviarlo ad altra seduta? Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Anzitutto approfitto della parola per porgere gli auguri di buon lavoro al neo eletto Ufficio di Presidenza, ma non è l'unico motivo per cui ho chiesto di intervenire.
Il Gruppo della Lega Nord ritiene che sia fondamentale svolgere un dibattito su quanto è accaduto questa mattina: abbiamo assistito all'elezione di un Ufficio di Presidenza, cui seguirà la presentazione della Giunta regionale e l'illustrazione del relativo di programma.
Siamo d'accordo sulla richiesta di rinviare il dibattito sul programma ad un'apposita seduta, vista l'importanza dell'argomento, ma non credo che oggi i Consiglieri regionali qui seduti non possano - o non debbano intervenire in una discussione sulla Giunta regionale e sull'Ufficio di Presidenza.
Un dibattito deve esserci, altrimenti, di fatto, siamo venuti semplicemente per assistere ad una parata.
Io credo, pertanto, che sia possibile - questa vuole essere una proposta alternativa - svolgere un dibattito sulla Giunta regionale e sul nuovo Ufficio di Presidenza, rinviando la discussione sul programma che sarà consegnato oggi alla prossima seduta.
Ritengo che siano due argomenti nettamente separati. Inoltre, aver richiesto la partecipazione dei Consiglieri semplicemente per un atto di presentazione di aspetti già decisi, non è certamente il massimo, dal punto di vista politico, per i rappresentanti istituzionali appena eletti. Grazie



PRESIDENTE

Vi ricordo che il tempo a disposizione per gli interventi sulla procedura è di due minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Signor Presidente, mi permetta di intervenire per una prerogativa di quest'Aula: quando si elegge un Ufficio di Presidenza, credo che tutti i Gruppi abbiano perlomeno il diritto di formulare gli auguri, di svolgere le loro osservazioni e di prospettare una visione dei lavori dell'Aula proprio a termine di quel Regolamento e di quello Statuto che lei ha test richiamato.
Allora, iniziamo rispettando le regole che oggi sono scritte e pubbliche. Vedremo se queste regole dovranno essere modificate nel corso della legislatura; al momento, dobbiamo seguire il Regolamento e lo Statuto della Regione, approvati.
Intanto, faccio gli auguri a lei, Presidente, che conosco anche di persona (abbiamo avuto modo di colloquiare in altri ruoli), e le ricordo che è garante dell'intera Aula, quindi di tutti i Gruppi. L'Aula è costituita da Gruppi consiliari; lei è garante del lavoro e del diritto di parola, di mozione e di indirizzo di tutti i Consiglieri regionali e di tutti i Gruppi regionali.
Questo è il primo passo per lavorare bene insieme e non prendere scorciatoie che penalizzano il lavoro dell'Aula.
Mi associo, dunque, a quanto ha già chiesto il Consigliere Rossi, cioè che ogni Gruppo possa almeno portare le proprie argomentazioni. Anche noi aspettiamo di conoscere il programma della Presidente Bresso. Una settimana fa abbiamo chiesto ufficialmente, per iscritto, sia al Presidente del Consiglio in carica, Rossi, sia alla Presidente della Regione, Bresso, una copia del programma, ma non ci è stato possibile leggerlo. Probabilmente come ha detto il Presidente Ghigo, non era ancora stato completato; di fatto, non lo conosciamo.
Nel chiudere il mio intervento, voglio chiedere alla Presidente Bresso visto che si appresta a presentare il proprio programma, di comunicarci dove intende reperire i dieci milioni di euro che, in questa legislatura rappresentano il costo degli Assessori esterni. Prima, qualcuno ha giustamente ricordato che il Presidente Ghigo non aveva adottato questo provvedimento. Questo provvedimento non era stato adottato, dicendo: "Siamo una Regione dove ci sono i cassaintegrati della FIAT, dove ci sono i problemi del sociale, dove la gente non arriva a fine mese, dove non riusciamo a dare tutte le risposte che dovremmo dare; di certo non possiamo aumentare i costi della Regione Piemonte!" Oggi, al di là dei proclami e della campagna elettorale, l'unica cosa certa è che, dopo questo atto ufficiale - perché l'abbiamo votato - adesso che la Giunta è composta definitivamente, con le surroghe dei Consiglieri diventati Assessori, vi sono dieci milioni di euro in più a carico del bilancio della Regione Piemonte.
Le chiedo, pertanto, Presidente, di dire nel suo intervento come queste risorse verranno reperite.
Dopo aver letto e valutato il suo programma, anche noi ci riserveremo di fare le nostre riflessioni politiche nel merito, su tutti i temi che lei ha toccato anche in campagna elettorale, nel prossimo Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo scusa, ma sulla questione dell'ordine dei lavori abbiamo sentito opinioni favorevoli ed opinioni contrarie. Nel frattempo gli interventi sono anche fuoriusciti dalla cosiddetta mozione d'ordine e hanno toccato problemi di merito.



PRESIDENTE

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, voglio intervenire...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Scanderebech, per cortesia...



PRESIDENTE

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



PRESIDENTE

Devo dire una cosa importante sulla rappresentanza politica delle minoranze, perché su questo punto cominciamo male!



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia, sto cercando di far rispettare un o.d.g. che, come ha visto, non ho firmato io, ma ha firmato propriamente il Presidente Oreste Rossi. Non è previsto nessun dibattito sull'intervento del Presidente del Consiglio regionale, che, peraltro...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia, la prego di moderare i toni.
Il saluto portato dal Presidente del Consiglio regionale al Consiglio è un saluto formale. Al punto 4) dell'o.d.g. è prevista la presentazione della Giunta e l'illustrazione delle linee programmatiche della Giunta dopodiché si apre il dibattito.
Sulla mozione d'ordine avanzata dal Consigliere Enzo Ghigo e sugli interventi procedurali successivi ci sarà modo di discutere nel dibattito.
Sulla mozione d'ordine, peraltro, l'Ufficio di Presidenza, non essendo ancora costituiti i Capigruppo, si pronuncerà sul merito.
Consigliere Scanderebech, le concedo la parola per due minuti.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente, per avermi dato la parola.
Sono veramente preoccupato, caro collega Capogruppo dei DS, quando lei afferma: "Noi abbiamo applicato lo Statuto e il Regolamento, abbiamo fatto dimettere i Consiglieri regionali per fargli fare gli Assessori, per procedere ad una suddivisione tra la Giunta e il Consiglio regionale".
Sono preoccupato perché ricordo frasi dette dalla Presidente Bresso quando era Presidente della Provincia, frasi come: "Provincia bulgara, la Provincia sono io...". Una frase molto simile è stata detta in passato da illustri personaggi come Re Sole e De Gaulle. La Presidente Bresso sta portando avanti una politica di tipo feudale, tanto da fare affermazioni del tipo: "Con me o dimissioni!". Queste sono frasi dette in passato, che mi preoccupano.
Cari Assessori, avete sbagliato tutto! Ringrazio i Consiglieri, che dopo essere stati eletti, hanno avuto il coraggio di dare le dimissioni però fate attenzione perché insieme a voi c'è una Giunta che non è rappresentativa della volontà popolare! Sono articoli datati 15 febbraio 1998, 20 febbraio 1998, 21 agosto 2001, 29 agosto 2001...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, non può anticipare un dibattito su un tema che non è ancora stato affrontato.



SCANDEREBECH Deodato

Questa Giunta non è rappresentativa della volontà popolare. Iniziamo male, Presidente!


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Presentazione della Giunta regionale, da parte del Presidente della Giunta eletto, ed illustrazione del programma di governo per la legislatura, ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, passiamo al punto 4) dell'o.d.g.: "Presentazione della Giunta regionale da parte del Presidente della Giunta eletto ed illustrazione del programma di governo per la legislatura, ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto".
Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso, per un intervento di ordine procedurale. La prego, Consigliere, di attenersi nei limiti del Regolamento.



DALMASSO Sergio

Presidente, come Gruppo di Rifondazione Comunista, avevamo chiesto alla Presidenza se era possibile, indipendentemente dalle questioni procedurali ricordare la figura di Mario Contu, che è stato Consigliere regionale in questi ultimi cinque anni di legislatura.
Chiederemmo un brevissimo spazio su questo tema, prima dell'intervento della Presidente Bresso.
Vorremmo intervenire, poi, sui contenuti del suo intervento.



PRESIDENTE

La proposta del Consigliere Dalmasso è accolta. Pertanto, chiedo all'Aula di osservare un minuto di silenzio.



(L'Aula, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso, per la presentazione della Giunta regionale e l'illustrazione del programma di governo per la legislatura.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare l'illustrazione del programma e la presentazione della Giunta mi è parso di capire che il Consigliere Dalmasso di Rifondazione Comunista avrebbe voluto una commemorazione dell'ex Consigliere Contu deceduto nel periodo di vacatio del Consiglio regionale.
Chiedo al Presidente del Consiglio di inserire nell'o.d.g. della prossima seduta la commemorazione, visto che non si è potuta fare oggi (forse c'è stato un piccolo equivoco).
Signor Presidente, signore e signori Consiglieri, autorità e numerosi amici, anche ex colleghi che vedo tra il pubblico, sono onorata di prendere la parola all'inizio dell'ottava legislatura regionale per illustrare il programma di governo e per presentare la Giunta che lo attuerà, ed è con emozione che ritorno in quest'Aula, dove sono stata Consigliera per due legislature e che mi ha accolto nei banchi della Giunta come Assessore alla Pianificazione territoriale.
Permettetemi, quindi, un commosso ricordo per Aldo Viglione, che fu il mio primo Presidente del Consiglio regionale, e un saluto caloroso per Giampaolo Brizio, Presidente della Giunta di cui ho fatto parte.
Prima di iniziare la presentazione del programma è mio dovere, ancora presentarvi i componenti della Giunta e, in sintesi, le loro deleghe.
Comincio con il Vicepresidente Gianluca Susta, che, oltre ad essere Vicepresidente, è Assessore alle attività produttive, bilancio e finanze programmazione, patrimonio, controllo di gestione.
In ordine alfabetico abbiamo: BAIRATI Andrea: Assessore all'università, ricerca, politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione, statistica, telecomunicazioni e e governament BORIOLI Daniele: Assessore ai trasporti, infrastrutture, personale e organizzazione



CARACCIOLO Giovanni: Assessore al commercio e fiere, polizia locale promozione della sicurezza, protezione civile



CONTI Sergio: Assessore alle politiche territoriali (urbanistica

pianificazione territoriale, edilizia residenziale), beni ambientali DE RUGGIERO Nicola: Assessore all'ambiente, parchi e aree protette risorse idriche, acque minerali e termali



DEORSOLA Sergio: Assessore al federalismo, decentramento e rapporti con enti locali, semplificazione amministrativa, legale e contenzioso



MANICA Giuliana: Assessore al turismo, sport, impianti di risalita, pari opportunità

MIGLIASSO Teresa Angela: Assessore al welfare, lavoro, immigrazione emigrazione, politiche per la casa, cooperazione sociale, programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore alla sanità



OLIVA Giovanni: Assessore alla cultura, patrimonio linguistico e minoranze linguistiche, politiche giovanili, Museo regionale di Scienze Naturali



PENTENERO Giovanna: Assessore all'istruzione, formazione professionale



SIBILLE Bruna: Assessore allo sviluppo della montagna e foreste, opere pubbliche, difesa del suolo

SUSTA Gianluca: Attività produttive (industria, artigianato, attività estrattive, energia), bilancio e finanze, programmazione, patrimonio controllo di gestione, cooperazione



TARICCO Giacomino: Assessore all'agricoltura, tutela della fauna e della flora.



VALPREDA Mario: Assessore alla tutela della salute e sanità

programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare.
Rimangono in capo alla Presidenza della Giunta regionale le funzioni relative a: politiche istituzionali relazioni internazionali coordinamento delle politiche comunitarie cooperazione internazionale e politiche per la pace comunicazione coordinamento e indirizzo degli enti strumentali, delle agenzie e delle società partecipate coordinamento Olimpiadi Poiché è già stata sollevata come questione, confermo e illustro le ragioni che mi hanno spinta a chiedere agli Assessori di non coprire contemporaneamente anche la carica di Consiglieri. Sugli aspetti economici il Consiglio è libero di ritornare quando vuole, i modi di risparmiare possono essere tanti. Io sono da sempre convinta, ben prima che in alcuni livelli istituzionali la legge lo rendesse obbligatorio, che sia fondamentale, soprattutto in un'assemblea legislativa, una netta separazione fra ruolo dell'esecutivo e ruolo legislativo. Fa parte dei principi generali delle democrazie rappresentative. Secondo me è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni e per la separazione netta, che altrimenti non può non creare confusioni, fra compiti di controllo e compiti di esecuzione.
Vengo all'illustrazione del programma. Ovviamente c'è un programma più voluminoso, peraltro reperibile sul sito della Regione Piemonte, programma su cui abbiamo fatto la campagna elettorale, che viene distribuito in versione estesa. Io farò un'illustrazione sintetica, nei limiti del possibile, perché è un programma di legislatura, quindi chiedo la vostra comprensione per quel po' di tempo che necessariamente prenderà.
Il criterio che abbiamo adottato per la redazione del programma è semplice. Noi dobbiamo costruire il nostro futuro in una prospettiva europea.
Lo dobbiamo fare perché il Piemonte è a un bivio. Come in altri momenti della sua storia, la nostra Regione deve scegliere. Può diventare un'area periferica nel panorama italiano ed europeo, o investire con convinzione su se stessa per ritrovare la propria centralità quale porta italiana sull'Europa e sull'intera area mediterranea.
L'Europa che sta nascendo è una vasta area policentrica, fatta di sistemi territoriali che competono tra loro. Per il Piemonte, regione posta all'incrocio delle maggiori vie di collegamento della comunità, è un'occasione storica da non perdere. Il Piemonte sarà al centro di una grande alleanza che comprenderà le aree più dinamiche dell'Europa del sud che sarà protagonista del rilancio della politica mediterranea dell'Unione Europea e che comprenderà realtà che vanno dalla Catalogna a Rhones Alpes da Provence-Alpes-Cote d'Azur alle Regioni italiane vicine.
In questo contesto voglio sottolineare l'importanza della ratifica della nuova Costituzione europea. Per la prima volta, infatti, il concetto della coesione territoriale entra nella Costituzione con effetti che possono essere decisivi per la nostra regione. Se uno dei luoghi della società della conoscenza deve diventare il Mediterraneo e se le politiche di riequilibrio territoriale dell'Unione Europea porranno al centro quest'area collocata all'incrocio fra antiche culture e spinte innovative il Piemonte ha le qualità, le risorse e le persone per far parte del gruppo di testa che guiderà il cambiamento.
Siamo al centro di una vasta area di contatto che sarà soggetto e oggetto delle politiche di riequilibrio territoriale a livello europeo e che dovrà rafforzare la propria rete di collegamenti sia fisici sia dell'informazione, di scambio della conoscenza e della cultura.
Dobbiamo costruire un sistema di relazione che, facendo leva sulle nostre eccellenze, contribuisca a rafforzarle. Nonostante la crisi, abbiamo ancora molti primati da spendere: dobbiamo aumentarne il numero e la forza per competere come "campioni nazionali" sulla scena europea e mondiale e per far valere in Italia la ricchezza delle relazioni che avremo saputo costruire in campo internazionale.
Le difficoltà che il Piemonte vive sono particolarmente delicate sul versante dell'economia. Il PIL non cresce, la produzione industriale rallenta, l'aumento del numero degli occupati non riesce a mascherare il deterioramento della qualità di un lavoro che si fa sempre più precario. In generale, la competitività del nostro apparato produttivo deve essere sostenuta e rilanciata. Dobbiamo tutti insieme invertire un pericoloso clima di sfiducia. Abbiamo le capacità e le risorse per farlo.
In particolare, dobbiamo dare un futuro ai giovani, che sono la nostra risorsa più preziosa, sono sempre meno numerosi e incontrano difficoltà crescenti nel portare a termine gli studi e nel trovare un lavoro capace di dare loro fiducia e speranza nel futuro.
Restituire fiducia e speranza ai giovani: questa è la vera sfida che dobbiamo affrontare se vogliamo assicurare un futuro per le nostre comunità.
Per questo, pensiamo di dover costruire una società della conoscenza per creare e migliorare l'occupazione.
Noi non pensiamo che un'astratta crescita della ricchezza sia sufficiente per risolvere tutte le questioni. Al contrario, riteniamo che una quota significativa del PIL debba essere destinata a migliorare i redditi e la qualità della vita delle persone.
Ma se questi sono i problemi, le soluzioni ci sono e sono state applicate con successo in regioni europee che, prima di noi, hanno dovuto affrontare le nostre stesse difficoltà. Da quelle esperienze possiamo trarre un insegnamento: dobbiamo investire sulla qualità delle persone.
Per tale ragione, interverremo con energia allo scopo di migliorare la qualità della scuola, della ricerca, della formazione, dell'università. Il Piemonte ha la forza e le risorse per fare la sua parte nel raggiungere l'ambizioso obiettivo che l'Unione Europea ha dato a se stessa con la strategia di Lisbona: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.
Porremo al centro della nostra attività di governo i settori dell'istruzione, della formazione, della ricerca e innovazione. Istruire con l'università e la formazione, costruire con la ricerca e l'innovazione diffondere con il trasferimento alle imprese dei risultati ottenuti. Il tutto a fondamento di una politica diretta a migliorare la competitività l'innovazione di sistema e la creazione di "buon" lavoro.
L'istruzione regionale deve costituire un sistema con risultati misurabili, sia in qualità sia in quantità. In particolare, affronteremo con decisione due questioni: il sistema universitario, che negli ultimi anni si è dimostrato più fragile rispetto al passato, e la dispersione scolastica, che risulta particolarmente alta nella nostra regione e che riduce la qualificazione dei nostri giovani.
La formazione sarà di alta qualità e per tutti. Sarà in questa prospettiva che costruiremo un sistema in grado di assicurare una formazione permanente per offrire alle persone la possibilità di competere in un mercato del lavoro sempre più turbolento e caratterizzato da una flessibilità che genera solo precarietà e non dinamiche positive sul mercato del lavoro.
Per la ricerca faremo in modo che le risorse aumentino fino raggiungere la media europea del tre per cento del PIL regionale. Non ci mancano i settori d'intervento: dalla meccatronica e automotive al tessile dall'agroindustria ai nuovi materiali, dalla biomedica all'ICT alle energie alternative.
Terziario, cooperazione e terzo settore saranno elementi essenziali di politiche di rinnovamento diffuse. Coordineremo i centri di ricerca e le imprese per far crescere in termini innovativi il sistema economico, senza trascurare le scienze sociali, dove abbiamo grandi risorse inutilizzate.
L'economia italiana sta attraversando una fase difficile, ma nella nostra regione esistono le condizioni e le prospettive per il rilancio.
Abbiamo risorse e competenze, centri di ricerca, banche, assicurazioni università e soprattutto persone in grado di guidare la rinascita del Piemonte.
Tutto questo è un plus, un complesso di valori aggiunti dai quali partire.
Siamo "gente capace di fare" e lo dimostreremo.
Dobbiamo portare innovazione, qualità e sostenibilità nelle politiche industriali.
Sosterremo tutte le iniziative in grado di assicurare il rilancio dell'industria dell'auto. Occorrerà agire su più leve, ma dobbiamo lavorare per fare di Torino e di Mirafiori la capitale produttiva di una mobilità sostenibile fondata sulla progettazione e la realizzazione di motori "puliti", sulla mobilità come concetto, come produzione e come servizio.
Quella del motore ecologico può essere una grande opportunità per il Piemonte, soprattutto se sapremo integrarne la funzione con iniziative dirette a favorire la costruzione di poli per l'energia proveniente da fonti alternative e non inquinanti e per la produzione di materiali rispettosi dell'ambiente.
Faremo del Piemonte la regione dello sviluppo sostenibile, un territorio in cui la produzione di ricchezza rappresenterà un'occasione e non un rischio per l'ambiente. Faremo in modo che l'applicazione del protocollo di Kyoto non rappresenti un vincolo per la nostra economia, ma una grande occasione per sviluppare tecnologie avanzate, per aiutare le imprese più innovative, per creare posti di lavoro veri e di alta qualità.
Per tutto il complesso delle questioni legate all'economia, è imminente la costituzione del tavolo che dovrà dar vita al Patto per lo sviluppo del Piemonte. Intendiamo esercitare pienamente i nostri compiti di politica industriale e adotteremo politiche di sviluppo in un quadro di concertazione con le Parti sociali. Avremo cura di sostenere la proiezione internazionale delle imprese e a tale scopo creeremo un unico centro competente, autorevole, capace di aprire nuovi sbocchi alle nostre produzioni e, al tempo stesso, di attrarre investimenti in Piemonte.
Dobbiamo passare dalla sanità alla salute e al benessere diffusi.
Ho detto poco fa che la nostra attività di governo avrà al centro le persone. Accanto alla questione dello sviluppo, riteniamo infatti centrali i temi della sanità, del welfare, dell'inclusione sociale.
Ci impegniamo a costruire un sistema che assicuri la salute e il benessere come beni diffusi per tutti i cittadini.
Sappiamo tutti che il sistema sanitario ha un peso enorme per il bilancio della Regione. Noi affronteremo la questione non soltanto per il risanamento, ma anche per il rilancio del settore e per creare lavoro sviluppo e occupazione. Per farlo occorre metter mano all'organizzazione lo strumento per intervenire sarà il piano sanitario regionale. Dobbiamo controllare i costi, razionalizzare e consolidare il sistema, elevare gli standard medi delle prestazioni, valorizzando al tempo stesso le eccellenze. Fondamentale sarà l'abbattimento delle liste di attesa, anche attraverso la razionalizzazione dei sistemi di prenotazione. La riduzione dei costi e degli sprechi ci permetterà di eliminare i ticket. Sono problemi che stiamo già cominciando ad affrontare con la proposta di eliminare da subito il ticket sui farmaci generici.
Occorre che il welfare non sia un costo ma un'opportunità. Al tempo stesso, provvederemo a potenziare le risorse necessarie per migliorare i servizi per gli anziani, le famiglie bisognose, le persone portatrici di handicap.
Una sanità efficiente, una società aperta e tollerante, un tessuto di comunità fondate sulla coesione sociale e attente ai problemi dei ceti più deboli non rappresentano una mole di costi e di sprechi, ma un investimento che si riflette sulla qualità della vita di tutti, aumentando la nostra capacità di attrarre e di mantenere le intelligenze migliori. Al tempo stesso, un'organizzazione sociale che modelli i tempi delle città sulle esigenze delle donne non è un'utopia, ma una necessità: noi abbiamo bisogno di aumentare il tasso di attività femminile e per utilizzare pienamente questa enorme risorsa dobbiamo aiutare le donne e le famiglie a risolvere anche le questioni del quotidiano. Occorrono più asili nido e più assistenza alle famiglie con bambini. Le politiche di pari opportunità saranno una priorità della nostra azione.
In altri termini, pensiamo ad un Piemonte fatto di città e paesi nei quali la vita potrà essere bella e sicura. Sia per i nostri cittadini sia per chi arriva da lontano e cerca di migliorare le proprie condizioni di esistenza, sia per gli immigrati che cercano di migliorare le proprie condizioni di esistenza, sia per il ricercatore che viene da fuori per apportarci le sue competenze.
E' essenziale una politica per il territorio che ne esprima le vocazioni e le eccellenze.
La terra in cui viviamo è la nostra terra, è il nostro passato, il nostro presente, il nostro futuro. E' il crocevia in cui si incontrano storia, geografia, economia e cultura. Per questo adotteremo una politica per il territorio che ne esprima le vocazioni e le eccellenze.
Siamo convinti che le politiche di tutela e di salvaguardia non frenino lo sviluppo, ma lo favoriscano.
Se il territorio è l'espressione dei sistemi di relazioni che si consumano fra i diversi soggetti, noi faremo in modo di combinare e di moltiplicare la forza di tali sistemi.
L'acqua, l'aria, la difesa del suolo, le politiche energetiche: l'espressione "sviluppo sostenibile" non sarà uno slogan.
Avremo una cura meticolosa per l'ambiente e metteremo mano alla legge urbanistica, che va cambiata riconoscendo l'autonomia di Comuni e Province e dettando poche e semplici regole a tutela della qualità del paesaggio urbano e rurale.
All'incrocio fra territorio, istituzioni, cultura e società sta la questione del rapporto fra i diversi "Piemonti".
Il Piemonte è una regione che dovrà appoggiarsi sulle proprie frontiere aiutandole a diventare "frontiere attrattive" sul piano economico formativo e culturale. Ma le province di frontiera cesseranno di essere periferia soltanto se e quando saremo capaci di aiutarle ad aprirsi al confronto e alla competizione con i territori adiacenti. Faremo delle frontiere attrattive un'autentica risorsa del Piemonte.
Cultura, turismo e sport: il Piemonte policentrico e l'occasione delle Olimpiadi.
Le politiche culturali saranno una delle leve per far crescere il Piemonte policentrico e per rafforzare quelle "frontiere attrattive" di cui ho detto poco fa. Il Piemonte è ricco di eccellenze diffuse: compito della Regione sarà di incorporarle in un sistema coerente. Faremo delle eccellenze un valore aggiunto del sistema e del sistema la forza delle eccellenze.
Anche qui si tratterà di investire sulle persone, sulle relazioni, sui nostri primati, dall'arte contemporanea alla musica al teatro.
Quanto al turismo, faremo in modo che il settore contribuisca in misura più incisiva al processo di diversificazione e di rilancio della nostra economia.
Per questo, svilupperemo politiche per la formazione degli operatori che dovranno essere i protagonisti del cambiamento. La Regione agirà per costruire e potenziare le politiche di promozione internazionale sfruttando al meglio anzitutto l'occasione fornita dalle ormai prossime Olimpiadi del 2006. Un evento che dovrà essere utilizzato anche per far emergere le vocazioni sportive del Piemonte e per valorizzarne tutte le eccellenze.
Due parole sul dopo 2006. Intanto occorrerà contribuire alla gestione post olimpica degli impianti e ci impegneremo per sfruttare la conoscenza e la qualità prodotte dalle Olimpiadi e dalle opere realizzate con i fondi di accompagnamento per migliorare la competitività di tutto il sistema turistico montano.
Contemporaneamente, ci prepareremo all'appuntamento successivo, il 2011, 150° anniversario dell'Unità d'Italia. L'obiettivo è di costruire per quella data il circuito delle Regge sabaude quale novità culturale e turistica di rilievo mondiale. Dobbiamo, in altri termini, costruire una nuova immagine del Piemonte, della sua capitale e delle sue città. Abbiamo già iniziato: oggi è il momento per completare il rinnovamento totale della percezione che gli altri hanno di noi.
Il Piemonte ha nell'agricoltura e nell'enogastronomia nicchie di altissima qualità, che rappresentano un vanto per la nostra regione.
Dobbiamo compiere un passo avanti; dobbiamo fare in modo che si passi dalle nicchie di eccellenza alla qualità per tutti.
Rilanceremo il settore primario qualificando e valorizzando l'insieme delle nostre produzioni agricole, potenziando le filiere lunghe, tutelando qualità e sicurezza dei prodotti alimentari dall'origine alle nostre tavole. Svilupperemo al tempo stesso una più efficace politica di difesa dei consumatori. Provvederemo a migliorare la remunerazione del settore, a sostenere e promuovere l'agricoltura già qualificata. Passaggio obbligato sarà la costruzione del nuovo Piano di sviluppo rurale (2007-2013).
Quanto agli OGM, la nostra posizione ribadisce il principio, che già la Giunta precedente e questo Consiglio scelse, dell'"OGM free", che per cercheremo di sostenere con politiche attive.
Analogamente, il territorio montano deve essere concepito come un'autentica risorsa del Piemonte. Per questo porteremo innovazione e sviluppo delle alte terre.
Una politica di buona attenzione, inclusiva e di sostegno allo sviluppo dei territori montani, offrirà opportunità per la formazione di nuove competenze, tipologie di impresa, occupazione qualificata, concorrendo al miglioramento delle strutture produttive. La montagna non è condannata a essere il luogo dell'arretratezza, ma è chiamata anch'essa ad essere motore di innovazione.
Il Piemonte, negli ultimi dieci anni, ha avuto molti dissesti idrogeologici per oltre mille miliardi l'anno. Costruiremo un piano per destinare risorse adeguate alle politiche della sicurezza ambientale.
Elemento di sviluppo e contemporaneamente di tutela sarà un'incisiva politica per le foreste. A questo fine, partiremo con una legge di pulitura catastale, che consenta un uso efficace dei boschi collinari e pedemontani di mezza montagna.
Per finanziare lo sviluppo della montagna pensiamo di ricorrere a compensazioni per l'uso del territorio e delle sue risorse, dalle acque minerali al materiale minerario; come sapete, compensazioni esistono già sulle acque potabili.
Occorre migliorare una struttura amministrativa che in dieci anni non ha mai varato un piano organizzativo adeguato ai nuovi bisogni dell'istituzione e degli utenti. Le procedure non debbono rappresentare un problema, ma una soluzione per i cittadini e per le imprese. Il tema della semplificazione non riguarda solo le procedure legislative, di cui ha parlato il Presidente, ma riguarda anche il funzionamento della macchina regionale. Macchina regionale che sarà resa più efficiente e vicina alla domanda della società, cioè più amichevole.
Per aiutare il cambiamento, fonderemo un'alta scuola per le scienze di governo, che potrà diventare un riferimento nazionale per quadri e dirigenti, anche del settore privato.
Signor Presidente, signore e signori Consiglieri, nel rapporto fra gli organi di governo e questa assemblea, non ci limitiamo ad assicurare la doverosa e scrupolosa osservanza delle regole istituzionali. Dobbiamo avere un Consiglio regionale autorevole, che sia anche una casa delle autonomie come è stato poco fa ricordato. Quest'Aula potrà essere il luogo privilegiato del confronto con Province, Comuni e Comunità montane per realizzare compiutamente un autentico federalismo solidale.
A nome della Giunta e mio personale, esprimo sin d'ora la massima disponibilità a collaborare con questa Assemblea che fra poco sarà chiamata a costituire il Consiglio delle autonomie locali e il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro.
Questa sarà una delle sedi di applicazione del principio di sussidiarietà, a cui molto teniamo.
Non ci limiteremo a rivendicare quelle competenze che sono ancora centralizzate e che per natura debbono essere affidate alle Regioni, ma assegneremo a Comuni e Province tutte quelle funzioni che possono essere esercitate a quei livelli di governo, completando i trasferimenti che sono avvenuti dopo l'approvazione della legge Bassanini. Per queste materie, che appartengono a tutti, cercheremo di raggiungere il massimo grado di condivisione.
Da subito potremo prendere l'iniziativa per applicare appieno il dettato della riforma del Titolo V della Costituzione. La riforma è in vigore e attribuisce alle Regioni competenze e risorse che aspettano in larga parte leggi regionali di attuazione.
Possiamo - tutti insieme - metterci subito al lavoro e mi dichiaro personalmente disponibile a offrire il mio contributo e quello della Giunta alla discussione.
Con il Governo e il Parlamento nazionale devono essere affrontate con urgenza le questioni del federalismo fiscale e quelle di un Senato federale con la presenza diretta dei rappresentanti delle Regioni e delle autonomie.
Dovremo assumere una posizione sulla riforma costituzionale attualmente in doppia lettura alle Camere. Ci confronteremo. Personalmente, sono contraria ad ogni stravolgimento della nostra Carta fondamentale. Dobbiamo insieme fare di questo Consiglio regionale un'assemblea capace di dare al Piemonte leggi efficienti, autorevolezza nazionale e internazionale, di realizzare nei fatti quel federalismo solidale che è inscritto nella nostra Costituzione e nelle nostre volontà.
Abbiamo vinto le elezioni grazie ad uno schieramento unitario ed ampio che ha offerto una risposta, io credo, alla domanda di cambiamento dei cittadini della nostra regione e dell'intero paese.
Sento profondamente il compito di affrontare responsabilmente la crisi economica e sociale che ci attraversa. Per questo faccio appello alla maggioranza per un impegno forte e unitario nell'attuazione del programma che abbiamo condiviso.
Penso altresì che la difficoltà della situazione richieda un appello alla responsabilità di tutti, e credo quindi che io stessa e la maggioranza dobbiamo essere disponibili ad un dialogo aperto e costruttivo con l'opposizione, nell'interesse dei cittadini che tutti insieme qui rappresentiamo.
Signor Presidente, la legge e lo Statuto non prevedono il giuramento del Presidente della Regione, diversamente da quanto avviene per le altre istituzioni del nostro Paese.
Voglio tuttavia affermare in questa sede il mio voto solenne di fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione e allo Statuto del Piemonte, nonché la mia dedizione e il mio impegno ad operare per il bene della nostra regione e dei suoi cittadini.
Grazie.



(Applausi in Aula)



PRESIDENTE

Prego gli addetti di distribuire il materiale contenente le dichiarazioni della Presidente della Giunta regionale e il programma di governo della Giunta regionale.
Ricordo che ad ogni Consigliere è stato assegnato un plico contenente moduli che ciascuno dovrà compilare e restituire con la massima sollecitudine alla Segreteria del Consiglio, in quanto relativi a adempimenti di legge.
Mi corre anche l'obbligo di ricordare che, a norma dell'articolo 13 del Regolamento, entro quattro giorni dalla prima seduta, i Gruppi consiliari si convocano e procedono alla costituzione dei propri organi, nominando un Presidente ed eventualmente uno o due Vicepresidenti e un Segretario.
Dell'avvenuta costituzione è data comunicazione al Presidente del Consiglio entro due giorni.
Qualora uno o più Gruppi non abbiano costituito i propri organi nei termini anzidetti, il Presidente provvede, a tal fine, alla loro convocazione entro i successivi cinque giorni.
Vi prego, pertanto, di procedere agli adempimenti regolamentari.
Udita la mozione d'ordine e il dibattito irrituale che n'è seguito, e non essendo costituita la Conferenza dei Capigruppo nelle more delle designazioni dei Gruppi, l'Ufficio di Presidenza, all'unanimità, ha deciso che il dibattito sulle dichiarazioni e sul programma di Governo della Presidente Bresso non si terrà alla ripresa dei lavori, così come previsto dalla convocazione odierna, ma sarà rinviato ad altra data, per consentire a tutti i Gruppi consiliari di effettuare gli approfondimenti richiesti.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.16)



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