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Dettaglio seduta n.83 del 24/11/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 71: "Norme per l'attuazione delle direttive n. 72/159, 72/160, 72/161 e 75/268 del Consiglio delle Comunità Europea per la riforma dell'agricoltura" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta e aperta.
Si è convenuto di procedere subito con l'esame del disegno di legge sulle direttive comunitarie che avevamo lasciato in sospeso nella precedente seduta e di spostare a domani mattina le interrogazioni che compaiono all'o.d.g. al fine di consentire, se è possibile già nella tarda mattinata, di passare ad esaminare il disegno di legge sulle variazioni di bilancio, che ha delle scadenze precise e anche perché l'Assessore competente è impegnato domani a Bari Questo programma è possibile se iniziamo subito i nostri lavori.
Vi sono obiezioni? Non ne vedo. Passiamo quindi all'esame del disegno di legge n. 71 sulle direttive CEE.
Sezione II - Premio di apporto strutturale Art. 43 - Beneficiari "Il premio di apporto strutturale può essere concesso: a) - ai coltivatori proprietari che destinino i loro terreni ad uno degli scopi indicati nel precedente art. 36 ed ai quali venga concessa l'indennità di anticipata cessazione b) - ai proprietari di terreni concessi a mezzadria, a colonia, in affitto o in enfiteusi i quali, avendo il loro mezzadro, colono od enfiteuta, chiesto l'indennità di anticipata cessazione, pongano i propri terreni a disposizione per gli scopi di cui al precedente art. 36 c) - ai proprietari che, pur senza aver alcun titolo all'indennità di anticipata cessazione, offrano i propri terreni per gli scopi di cui all'art. 36 sopracitato d) - ai proprietari sui cui fondi gli affittuari, coloni, mezzadri lavoratori agricoli, s'impegnino a realizzare in forma associativa nell'azienda di cui diventano titolari, per acquisto o per affitto per la durata di almeno 15 anni, un piano di sviluppo e) - ai proprietari che cedano il fondo ai propri affittuari, coloni mezzadri, lavoratori agricoli in proprietà o in affitto per la durata di almeno 15 anni, per destinarlo all'ingrandimento di aziende per la realizzazione di un piano di sviluppo ai sensi del Titolo I f) - agli affittuari, coloni, mezzadri ed enfiteuti che cessino l'attività agricola anche nel caso in cui non possano fruire della indennità di cessazione dell'attività agricola di cui al presente Titolo e che pongano i terreni da essi condotti a disposizione per gli scopi previsti dall'art. 36; in questo caso il premio di apporto strutturale a favore dell'affittuario, mezzadro, colono ed enfiteuta è cumulabile con quello previsto à favore del proprietario il cui ammontare viene ridotto del 50 g) - ai proprietari concedenti a mezzadria ed a colonia qualora trasformino tali contratti in affitto della durata di almeno 15 anni.
In ogni caso il premio può essere concesso una sola volta per la stessa superficie agraria. Esso si aggiunge per gli aventi diritto all'indennità di cessazione dell'attività agricola, al prezzo di cessione dei terreni od al canone d'affitto".
Vi sono richieste di parola? Procediamo con la votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 43 è approvato.
Art. 44 - Premio apporto strutturale "L'ammontare del premio d'apporto strutturale è pari ad otto annualità del canone d'affitto determinato in base alla vigente legislazione sugli affitti rustici.
Detto premio è ridotto a sei annualità nel caso di proprietari che non abbiano diritto alla cessazione dell'indennità di anticipata cessazione. Il premio è maggiorato del 25% quando i terreni siano offerti in affitto.
L'ammontare del premio di apporto strutturale è altresì maggiorato del 30% nel caso di proprietari di terreni affittati o concessi a mezzadria o a colonia che siano iscritti nei ruoli delle imposte sul reddito delle persone fisiche per un imponibile non superiore a L. 4.000.000 e che mettano i propri terreni a disposizione, mediante vendita od affitto, degli affittuari, dei mezzadri e dei coloni per le finalità di cui al presente Titolo.
In luogo del premio di apporto strutturale ai beneficiari, di cui al comma precedente, su loro richiesta, può essere concessa dall'organismo fondiario la costituzione di una rendita vitalizia alla quale si potrà assommare il prezzo di vendita dei terreni.
Il premio di apporto strutturale è corrisposto dalla Giunta regionale successivamente all'effettiva destinazione dei terreni, in conformità all'utilizzazione stabilita dal presente articolo, in unica soluzione sulla base degli elenchi degli aventi diritto predisposti dai Comitati comprensoriali.
Nella formazione degli elenchi da parte dei Comitati comprensoriali verrà data priorità ai beneficiari di cui alle lettere a), f), g) del precedente art. 43".
E' stato presentato dalla Giunta regionale un emendamento soppressivo che dice: "L'ultimo comma dell'art. 44 è soppresso".
L'Assessore desidera illustrarlo?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

E' l'adeguamento ad una prescrizione della CEE.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con l'emendamento presentato dalla Giunta regionale alzi la mano.
L'emendamento è accolto con 33 Consiglieri favorevoli ed uno astenuto.
Non vi sono altre richieste di parola, passiamo quindi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art 44 è approvato.
Art. 45 - Attribuzione delle funzioni "Le funzioni amministrative inerenti l'applicazione degli aiuti previsti al presente Titolo sono esercitate dalla Giunta regionale che si avvale, nelle zone non montane, dei Comitati comprensoriali di cui alla legge regionale 4.6.1975, n. 41 e, nelle zone montane delle Comunità montane di cui alla legge regionale 11.8.1975, n. 17 e successive modificazioni ed integrazioni.
Ai Comitati comprensoriali ed alle Comunità montane sono affidati i seguenti compiti: 1) - approvare nei limiti delle disponibilità finanziarie indicate dalla Giunta o respingere entro 90 giorni dalla presentazione le richieste di aiuti previsti dall'art. 35 della presente legge 2) - accertare l'esistenza dei requisiti e delle condizioni richieste dal presente Titolo ed in particolare l'effettiva destinazione delle terre cedute ai fini stabiliti dall'art. 36 della presente legge 3) - valutare la necessita dell'apporto di nuove terre all'organismo fondiario di cui al citato art. 36 in relazione agli obiettivi dei piani zonali di sviluppo agricolo, dei piani delle Comunità montane e dei piani comprensoriali, tenuto conto delle terre incolte od insufficientemente coltivate che si rendano disponibili ed utilizzabili a seguito della normativa per il recupero e l'utilizzazione di tali terreni 4) - proporre alla Giunta la sospensione e/o revoca della concessione di tutte le provvidenze in caso di comprovata inadempienza, di false attestazioni da parte dei beneficiari o di erronea concessione degli aiuti stessi.
Gli uffici periferici dell'Agricoltura e delle Foreste competenti per territorio provvedono a: 1) - ricevere le richieste di aiuti per il prepensionamento ed il premio di apporto strutturale 2) - eseguire l'istruttoria tecnica ed amministrativa delle domande formulando un motivato rapporto 3) - svolgere ogni altro adempimento amministrativo conseguente alla decisione compresa l'emissione dei nulla-osta previsti all'art. 44 ed all'art 46 della legge n. 153/75.
Nel caso di terreni ceduti all'organismo fondiario il nulla-osta per il pagamento del premio di apporto strutturale viene rilasciato dall'organismo stesso.
Nell'esercizio dei compiti affidati i Comitati comprensoriali e le Comunità montane si avvalgono della Commissione consultiva comprensoriale di cui all'art. 26".
Nei confronti di questo articolo sono stati presentati alcuni emendamenti.
C'è un emendamento soppressivo al secondo comma, punto primo: "Sopprimere le parole 'entro 90 giorni dalla presentazione delle richieste'", presentato dall'Assessore Ferraris. L'Assessore desidera illustrarlo?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

E' quello relativo ai termini e valgono le argomentazioni già svolte per gli altri due emendamenti in quanto stabilire per legge un termine di 90 giorni può comportare delle difficoltà insuperabili e magari si dovrà tornare con una leggina per modificare i termini



PRESIDENTE

C'è anche un emendamento soppressivo presentato dal Gruppo D.C. che dice: "Il punto 3) del secondo comma è soppresso".
Qualcuno desidera illustrarlo? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Come già abbiamo detto in sede di Commissione, proponiamo questa soppressione in quanto sono già notevoli i compiti che vengono affidati ai Comitati comprensoriali (compiti previsti dalla legge). Tra l'altro questo compito è presumibile che costituisca motivo di rilievo da parte del Governo perché non attinente alle competenze dei Comitati comprensoriali



PRESIDENTE

La Giunta accetta l'emendamento?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta è contraria alla soppressione, proprio perché, se vogliamo distribuire sempre di più le risorse in base ad una nuova concezione quella dei Comprensori, è chiaro che ogni Comprensorio deve valutare anche l'utilizzazione dei fondi relativamente all'acquisizione di nuove terre.
Certo, non si potranno acquistare tutte le terre disponibili, ammesso che ce ne siano e che devono essere in base ai programmi dei singoli Comprensori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Oberto



OBERTO Gianni

Vorrei solo fare una precisazione. Siccome con insistenza si parla ormai di quello che è il piano comprensoriale e anche in una legge come questa che ha recepito l'istanza che io ho avuto l'onore di prospettare in una passata riunione, la quarta direttiva CEE che è quella che si riferisce al problema della montagna, gradiremmo che da parte dei responsabili della Giunta si sottolineasse sempre il compito insopprimibile, istituito da una legge nazionale, delle Comunità montane, le quali non possono essere fagocitate dai Comprensori; sarà affare loro, nel momento in cui i Comprensori funzioneranno, se vi saranno o non vi saranno delle intese, ma per legge le Comunità montane hanno il compito di fare dei piani che devono essere portati alla Regione e recepiti nel piano regionale.
Questa sottolineatura la faccio in occasione di questo discorso, ma la vorrei sottolineare per tutto quanto è il tipo di questa legge che ha recepito, sì, che ha scritto, ma non abbiamo mai sentito, anzi, se dovessimo stare a quelle che sono le proteste già mosse e già fatte pervenire se non vado errato all'Assessore, certo al signor Presidente della Giunta da parte dell'Unione nazionale dei Comuni Enti montani Regione Piemonte, vi sono delle discrasie denunciate che vorrebbero essere rivedute.



PRESIDENTE

Cominciamo con il votare l'emendamento dell'Assessore Ferraris.
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità.
Votiamo ora l'emendamento soppressivo presentato dal Gruppo D.C.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 27 contrari.
Passiamo ora alla votazione dell'art. 45 come risulta dall'emendamento accolto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 41 hanno risposto Si 28 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri L'art. 45 è approvato.
Art. 46 - Procedure "I nulla osta rilasciati dagli uffici periferici e dall'ESAP agli aventi diritto all'indennità di anticipata cessazione vengono trasmessi dalla Giunta regionale contemporaneamente all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che provvede ai relativi pagamenti ed al Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste che provvede al mantenimento dei rapporti finanziari con la Comunità Europea.
Alla concessione dei premi di apporto strutturale provvede la Giunta regionale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 46 è approvato: Titolo IV - Informazione socio-economica e qualificazione professionale delle persone che lavorano in agricoltura Sezione I - Informazione socio-economica Articolo 47 - Finalità "Le finalità prioritarie dell'attività di informazione socio-economica sono: 1) dare alla popolazione agricola un'informazione generale sulle possibilità che le si offrono di migliorare la situazione socio-economica anche attraverso una più elevata coscienza associativa 2) porre le persone interessate a dare un nuovo orientamento alle loro aziende in contatto con i competenti servizi di divulgazione 3) far conoscere agli interessati le possibilità di perfezionamento delle persone che lavorano nell'agricoltura e le prospettive che loro si dischiudono nel settore agricolo ed in altri settori 4) fornire in genere agli interessati consigli ed orientamenti, anche esaminando nel dettaglio casi individuali, per lo svolgimento ed il proseguimento dell'attività agricola, o per l'eventuale scelta di un'attività non agricola, ovvero per la cessazione definitiva dell'attività 5) fornire adeguate informazioni ed organizzare incontri e scambi per consentire o facilitare la partecipazione della popolazione rurale all'elaborazione della programmazione zonale, comprensoriale e delle Comunità montane 6) fare conoscere e valutare le possibilità di soluzioni associative e cooperativistiche nell'ambito dei processi di produzione, trasformazione e commercializzazione".
Vi sono tre emendamenti presentati dal Gruppo D.C.
Emendamento soppressivo al primo comma, punto 1): "Le parole 'anche attraverso una più elevata coscienza associativa' sono soppresse".
Emendamento soppressivo al primo comma, punto 5): "Il punto 5) del primo comma è soppresso".
Emendamento soppressivo al primo comma, punto 6): "Il punto 6) del primo comma è soppresso".
Desiderano illustrarli? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Tutti e tre gli emendamenti hanno la stessa motivazione e cioè vanno al di là e al di fuori di quanto prevede la legge 153 dello Stato, ossia sono una forzatura che non vediamo bene e che riteniamo anche il Governo possa rilevare. Ci chiediamo perché dobbiamo dire che ci vuole la coscienza associativa, mentre la legge prevede che tutti hanno diritto a queste agevolazioni.
Il punto 5) ed il punto 6) prevedono delle iniziative per l'informazione socio-economica che non trovano corrispondenza nella legge statale.
Questo è il motivo per cui proponiamo la soppressione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Pur sempre rimettendomi alla Giunta, vorrei dire che per quanto riguarda la soppressione della frase "anche attraverso una più elevata coscienza associativa" sarei del parere di accoglierla in quanto non è con un decreto che si può elevare la coscienza associativa, anche se non ci stava proprio male, più che altro da un punto di vista programmatico di dichiarazione. Comunque la soppressione non crea problemi di natura politica.
Per questo emendamento, quindi, il mio Gruppo - sempre sentita la Giunta - non ha difficoltà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'emendamento può essere accolto, ma certamente non volevo dire che si intendeva elevare la coscienza associativa con un decreto, si trattava di dare una finalizzazione alla socio-informazione e noi riteniamo che la socio-informazione, se deve essere qualcosa di diverso dall'assistenza tecnica e dalla formazione professionale è animazione e deve concorrere a realizzare questo obiettivo. Comunque, siccome mettere la frase o non metterla non impedisce a dei socio-informatori bene orientati di realizzare quell'obiettivo, possiamo accontentare e il Gruppo della D.C. e il Gruppo del P.C.I.



PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di parola.
Pongo in votazione il primo emendamento soppressivo.
L'emendamento è accolto all'unanimità.
Sulla soppressione del punto 5) al primo comma vi sono dichiarazioni? Non ve ne sono.
Chi è d'accordo di accogliere l'emendamento alzi la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 21 contrari.
Passiamo a votare il terzo emendamento soppressivo: "Il punto 6) del primo comma è soppresso". Vi sono dichiarazioni? Nessuna.
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 21 contrari.
Adesso possiamo passare alla votazione dell'art. 47 come risulta dal primo emendamento accolto Vi sono dichiarazioni di voto? Chiede di parlare il Consigliere Chiabrando, ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Non perché vogliamo rinunciare agli emendamenti o perché vengano meno le motivazioni che abbiamo espresso sui punti 5) e 6), ma poiché la Giunta ha accolto uno degli emendamenti ci asteniamo su questo articolo.



PRESIDENTE

Altre dichiarazioni? Si passi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 14 Consiglieri L'articolo 47 è approvato.
Articolo 48 - Servizi di informazione socio-economica "Le funzioni di informazione socio-economica sono esercitate dalla Giunta regionale e svolte attraverso un apposito servizio articolato anche a livello comprensoriale istituito con deliberazione della Giunta stessa.
L'attività di informazione socio-economica viene svolta in conformità con gli indirizzi programmatici del piano regionale di sviluppo e con gli obiettivi e le scelte prioritarie contenute nei piani comprensoriali di sviluppo economico, nei piani di sviluppo delle Comunità montane e nei piani zonali agricoli.
Alla formazione dei programmi di informazione socio-economica sono chiamati a partecipare i produttori ed i lavoratori agricoli nelle forme di cui al successivo articolo 53 della presente legge".
Credo che l'articolo 48 sia il più infelice nella storia della legislatura perché non piace alla D.C., che infatti propone di sostituirlo completamente, ma in compenso non piace neppure alla Giunta che propone un altro articolo. Quindi non piace a nessuno.



OBERTO Gianni

E' proprio tutto un quarantotto!



PRESIDENTE

Appunto.
Abbiamo quindi un emendamento sostitutivo dell'intero articolo presentato dal Gruppo D.C. ed un nuovo articolo presentato dalla Giunta.
Chi parla per primo?



BIANCHI Adriano

Vista la novità, sentiamo prima la Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'emendamento della Giunta, che sostituisce addirittura due articoli resta all'interno della trama degli articoli precedenti, senonché li perfezioniamo e soprattutto (questo è veramente importante) demandiamo l'assunzione dei socio-informatori al Consiglio, cioè ad una delibera che dovrà assumere il Consiglio il quale quindi determinerà il tipo di contratto perché questa è un'attività che non si sa quanto durerà: cinque anni? Fino a quando sarà finanziata dalla CEE? Noi riportiamo così al Consiglio ogni possibilità di scelta per quanto riguarda appunto l'assunzione di questo personale che dovrà avere le caratteristiche previste dalla legge 153. Mentre prima sbrigativamente si diceva: il Presidente della Giunta su delibera della Giunta assume, qui invece si dice che l'attività sarà svolta dal servizio articolato e deciderà il Consiglio.
Per ambedue gli articoli si fa riferimento ad un nuovo atto del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ci è stato distribuito proprio ora il testo di questi due nuovi articoli e pensavamo che anche come sostanza la Giunta venisse incontro a quelle che erano le proposte della D.C., invece ci pare di capire che si tratta di una modifica formale procedurale e non sostanziale.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Passare al Consiglio anziché alla Giunta una certa attività mi sembra importante.



CHIABRANDO Mauro

Ma noi, pur riconoscendo alla Giunta il titolo di istituire il servizio di socio-informazione, prevedevamo, con l'articolo 48 bis, che "l'attività di informazione socio-economica venga affidata ad associazioni che si costituiscono appositamente ecc., soltanto in assenza di queste iniziative la Giunta può sopperire e provvedere direttamente". Questo era il nocciolo della nostra proposta ed era una modifica sostanziale rispetto al testo della Giunta e non vediamo come questi due nuovi articoli accolgano nemmeno parzialmente, le nostre proposte.
Confermiamo quindi le nostre proposte di emendamento sostitutivo 48 e 48 bis e non possiamo accogliere i due articoli proposti dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Il nostro Gruppo è favorevole all'emendamento sostitutivo proposto dalla Giunta all'articolo 48 ed all'articolo 49.
Non sto a ripetere quanto già ebbi a dire nel precedente intervento sui punti di dissenso emersi in Commissione per l'informazione socio economica e per la qualificazione professionale; si tratta dell'individuazione di un sistema misto, per quanto ci riguarda, mentre nella posizione espressa da Chiabrando si tratta di prevedere un sistema nel quale la Regione fa da ufficiale pagatore e i privati, sia pure espressioni sociali, gestiscono tutto il resto.
Per queste ragioni siamo d'accordo con l'impostazione che viene data dalla Giunta.



LOMBARDI Emilio

Non capisco bene la procedura: adesso votiamo l'emendamento proposto dall'Assessore?



PRESIDENTE

A dire il vero il regolamento non prevede questo caso in cui ci sono emendamenti sostitutivi presentati sia dalla Giunta, sia dall'opposizione.
Siccome però è chiarissima la volontà di cambiare il contenuto dell'articolo che prima avevamo sotto gli occhi, darei la precedenza a chi ha presentato per primo l'emendamento in quanto la sostanza politica non cambia e quindi farei votare l'emendamento presentato dal Gruppo D.C., poi quello aggiuntivo, sempre della D.C. ed infine l'emendamento sostitutivo presentato dalla Giunta.



LOMBARDI Emilio

Era solo per sapere che cosa votiamo.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? Non ve ne sono.
Votiamo allora l'emendamento all'articolo 48 presentato dal Gruppo D.C., che così recita: "L'articolo 48 è così sostituito: 'Ai sensi dell'articolo 48 della legge 9 maggio 1975 n. 153 ed al fine prevalente dell'esercizio di una funzione di programmazione e di coordinamento, l'Amministrazione regionale istituisce apposito servizio di informazione socio-economica.
L'attività di informazione socio-economica viene svolta in conformità con gli indirizzi programmatici del piano regionale di sviluppo e con gli obiettivi e le scelte prioritarie contenute nei piani comprensoriali di sviluppo economico, nei piani di sviluppo delle Comunità montane e nei piani zonali di sviluppo agricolo.
Il Consiglio regionale determina i criteri per il riconoscimento di associazioni, istituti ed enti che operano od intendono operare in materia di socio-informazione'".
Chi è d'accordo alzi la mano. L'emendamento è respinto con 14 voti favorevoli e 22 contrari.
Adesso dobbiamo votare il secondo emendamento sostitutivo della D.C.



CHIABRANDO Mauro

Lo vogliamo votare dopo.



PRESIDENTE

Fa lo stesso. Votiamo allora l'emendamento sostitutivo presentato dalla Giunta al vecchio testo dell'articolo 48.



OBERTO Gianni

Lo vuole rileggere, per cortesia?



PRESIDENTE

Certamente.
Articolo 48 - Servizio di informazione socio-economica "Per l'esercizio delle funzioni di informazione socio-economica la Giunta regionale si avvale di apposito servizio regionale articolato anche a livello comprensoriale ed istituito con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta.
L'attività di informazione socio-economica viene svolta in conformità con gli indirizzi programmatici del piano regionale di sviluppo e con gli obiettivi e le scelte prioritarie contenute nei piani comprensoriali di sviluppo economico, nei piani di sviluppo delle Comunità montane e nei piani zonali agricoli.
Alla formazione dei programmi di informazione socio economica sono chiamati a partecipare i produttori ed i lavoratori agricoli nelle forme di cui al successivo articolo 53 della presente legge".
E' chiaro? Possiamo allora procedere alla votazione.



CHIABRANDO Mauro

Hai solo cambiato il primo comma.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste.

Sì, il servizio lo fa il Consiglio, non la Giunta.



PRESIDENTE

Chi e d'accordo su questo emendamento alzi la mano.
L'emendamento è accolto con 25 voti favorevoli e 14 contrari.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 48 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri L'articolo 48 e approvato.
Passiamo ora all'emendamento aggiuntivo presentato dal Gruppo DC che prende il nome di articolo 48 bis: "Dopo l'articolo 48 aggiungere il seguente articolo: 'L'attività di informazione socio-economica viene affidata ad associazioni che si costituiscano espressamente allo scopo di creare servizi di informazione per i propri associati nel quadro e con le finalità stabilite dal Titolo I della direttiva.
I compiti di informazione socio-economica possono essere altresì affidati ad istituti ed enti, sia di diritto pubblico, sia di diritto privato, che già operano nel settore della propaganda e dell'assistenza tecnica o dei servizi sociali di aiuto alle famiglie e che siano riconosciuti idonei allo svolgimento delle attività di informazione socio economica.
Ai Comitati comprensoriali è affidato il coordinamento dell'attività di informazione socio- economica nell'ambito del Comprensorio. In caso di assenza o di mancato funzionamento delle iniziative di cui sopra, il servizio di informazione socio-economica istituito dall'Amministrazione regionale è tenuto a provvedere direttamente attraverso le sue articolazioni comprensoriali'".
Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Vogliamo precisare che non riteniamo che la Regione debba fare l'ufficiale pagatore per quel che riguarda l'informazione socio-economica ma pensiamo che la Regione debba dare gli indirizzi, debba controllare questa attività. Ma se c'è un'attività prevista da questa legge in cui ci deve essere la partecipazione convinta, è proprio quella dell'informazione socio-economica. Non penso che con la legge si possa fare l'informazione socio-economica se non c'è la volontà dei produttori di aderire a questa nuova forma di informazione. E non credo che con i discorsi che abbiamo sentito fare in questo Consiglio le organizzazioni sindacali professionali, dei lavoratori agricoli possano accettare una certa forma di informazione socio-economica.
Il nostro emendamento tendeva a coinvolgere le organizzazioni professionali in questa nuova forma di assistenza che certamente avrebbe incontrato maggiore facilità ad entrare nel mondo agricolo se vi era una partecipazione più diretta e più convinta da parte della categoria.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di parola passiamo alla votazione.
Chi è d'accordo con l'emendamento aggiuntivo presentato dal Gruppo D.C.
alzi la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 23 contrari.
Articolo 49 - Informatori socio-economici "Lo svolgimento dell'attività di informazione socio-economica è affidata a personale in possesso dei requisiti di cui al successivo articolo 50.
Il Presidente della Giunta regionale previa deliberazione della Giunta provvede all'assunzione di personale qualificato e selezionato nei modi e con i criteri di cui ai successivi artt. 51, 52, 53.
Su richiesta e previa partecipazione ai corsi di riqualificazione potranno essere assegnati all'attività di informazione socio-economica anche dipendenti in servizio presso gli uffici della Regione e di altri Enti pubblici".
Questo articolo aveva un emendamento iniziale della Giunta che diceva: "Al secondo comma sostituire il termine 'selezionato' con 'scelto' ma la Giunta ha presentato un emendamento sostitutivo dell'intero articolo. Si intende ritirato il primo emendamento all'articolo 49?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Sì.



PRESIDENTE

Allora il primo emendamento viene ritirato perché la Giunta presenta questo nuovo testo: Articolo 49 - Informatori socio-economici "Lo svolgimento dell'attività di informazione socio-economica è affidata a personale in possesso dell'attestato di qualificazione professionale di cui all'ultimo comma del successivo articolo 50.
L'Amministrazione regionale può procedere all'assunzione con contratti a termine del personale di cui al precedente comma, scelto nei modi e con i criteri di cui ai successivi articoli 51, 52, 53.
Al personale come sopra assunto verrà corrisposto il trattamento economico stabilito con apposita deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta.
Su richiesta degli interessati e previa partecipazione e superamento dei corsi di riqualificazione potranno essere assegnati all'attività di informazione socio-economica anche dipendenti regionali o di altri Enti Pubblici".
Poi abbiamo un emendamento modificativo della D.C.: "Sostituire la parola 'provvede' con può provvedere'". Chiedo a qualcuno di illustrare l'emendamento.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Intanto l'articolo 49 dovrebbe essere illustrato dall'Assessore nel nuovo testo, quindi chiederei prima questa illustrazione.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Credevo di averlo già illustrato quando ho parlato dell'articolo 48 riferendomi anche al 49.
L'articolo 48 diceva che il servizio di socio-informazione viene istituito dal Consiglio, mentre prima veniva istituito dalla Giunta.
Analogamente nell'articolo 49 si dice che i socio-informatori vengono assunti con delibera del Consiglio e non della Giunta, è il Consiglio che su proposta della Giunta decide il trattamento e le modalità di assunzione.
Non si fuoriesce dalla logica di una funzione pubblica, ma è il Consiglio che decide. Vi è quindi democraticamente una maggiore possibilità a partecipare di tutto il Consiglio nel prendere una decisione importante. Mi pare quindi che la Giunta sia venuta incontro a certe esigenze che riteniamo giuste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

L'emendamento nostro che dice "può provvedere" anziché "provvede" è in linea con gli altri emendamenti che tendono a lasciare una certa attività alle organizzazioni professionali.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Lo ripresentate anche sul nuovo articolo 49?



CHIABRANDO Mauro

Bisogna verificare.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Credo che adesso convenga votare l'articolo sostitutivo della Giunta e su quello consideriamo ripresentato l'emendamento che dice "può provvedere" anziché "provvede" e la Giunta lo può accettare.



CHIABRANDO Mauro

Ma dov'è il "provvede"? C'è "procede".



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Si può dire "può procedere".



PRESIDENTE

Formalizziamolo come si deve, allora.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

E' già scritto, c'erano le due versioni, quindi accettiamo l'emendamento.



CHIABRANDO Mauro

Noi allora ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Il nuovo testo che adesso votiamo come emendamento sostitutivo dell'articolo 49 comprende già la sostanza e la forma dell'emendamento che il Gruppo D.C. aveva presentato al precedente testo dell'articolo.
Chi è d'accordo con questo emendamento sostitutivo dell'articolo 49 alzi la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 16 astensioni.
Passiamo ora alla votazione per appello nominale dell'articolo 49 nella nuova stesura.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'articolo 49 è approvato.



CHIABRANDO Mauro

C'è stata un po' di confusione, abbiamo saltato un emendamento marginale, quello che proponeva di sostituire la parola "selezionato" con "scelto", perché il "selezionato" sa tanto di libro genealogico.



PRESIDENTE

Era la Giunta che lo aveva presentato, ma poi ha presentato un nuovo testo.



CHIABRANDO Mauro

Testo che però conferma la parola "selezionato", non ha recepito la parola "scelto". Non so se sia possibile correggere il testo nella revisione finale del testo.



PRESIDENTE

Se c'è la volontà comune, sì.
Va bene, in sede di coordinamento del testo si sostituirà la parola "selezionato" con la parola "scelto".
Articolo 50 - Formazione, aggiornamento e perfezionamento informatori "Per la formazione, l'aggiornamento ed il perfezionamento dei consulenti da abilitare a svolgere l'attività di informazione socio economica la Giunta regionale istituisce appositi corsi ed incontri di aggiornamento presso le Facoltà universitarie della Regione.
Il Presidente della Giunta su conforme deliberazione della Giunta medesima procederà a stabilire i necessari accordi segnalando al Ministero dell'Agricoltura e Foreste le Facoltà e gli Istituti prescelti per la stipulazione delle relative convenzioni.
A coloro che abbiano frequentato con profitto i corsi di formazione o perfezionamento viene rilasciato dalle Facoltà universitarie un attestato sulla base del giudizio del corpo insegnante. Il Presidente della Giunta regionale rilascia il diploma professionale corrispondente".
C'è un emendamento della Giunta: "Sostituire il termine 'istituisce' con 'promuove l'istituzione di.'".
C'è un emendamento della D.C. che dice: "Le parole 'Il Presidente della Giunta regionale' sono sostituite dalle seguenti 'Le Facoltà universitaria rilasciano'".
Qualcuno vuole illustrarli? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questo emendamento non fa che riportare il testo in conformità con la legge dello Stato la quale prevede che i diplomi siano rilasciati dalle Facoltà universitarie. Questo argomento è già stato oggetto di rilievo da parte del Governo su leggi delle altre Regioni, quindi ci pare abbastanza ovvio e vorremmo conoscere il parere della Giunta in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Ricordo che nell'ultima seduta dell'allora VI Commissione agricoltura verso la fine della riunione - alla quale non poterono essere presenti n l'Assessore né il Presidente - decidemmo di accogliere questo emendamento.
Difatti, se il collega Chiabrando legge l'ultimo comma dell'articolo 50 vede che non fa altro che ripetere il primo comma dell'articolo 53 della legge 153: "A coloro che hanno frequentato con profitto i corsi di formazione viene rilasciato dalle Facoltà universitarie un attestato sulla base del giudizio del corpo insegnante e dell'esito degli esami scritti ed orali". E' stato riportato tale e quale. C'è l'aggiunta - ma questa è facoltà della Regione, non è un'interferenza nella legislazione nazionale perché è accolta fino all'ultima virgola -: "Il Presidente della Giunta regionale rilascia il diploma professionale corrispondente" perch trattandosi di formazione professionale e non di titolo accademico, mentre è obbligatorio dire che c'è l'attestato perché previsto dalla legge, il diploma professionale è un atto della Regione in quanto tale.
E' quindi già accolto l'emendamento.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? La Giunta?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Direi che si potrebbe soltanto sopprimere l'ultima riga. L'unica motivazione è che i socio informatori domani potrebbero avere un altro albo e quindi uno potrà fare il socio-informatore a Torino, a Genova o a Caltanissetta. A questo punto non mettiamo nessun diploma, ha l'attestato che gli rilascia l'Università e si chiude la vicenda che aveva opposto le Regioni al Governo.



BESATE Piero

La legge 153 modifica qualcosa dell'ordinamento universitario, se vogliamo questo è un articolo fatto un po' con il metodo marcoriano, lo parifica quasi ad un titolo accademico che le Facoltà rilascino un attestato, qui veramente Malfatti, se ci metteva il naso avrebbe dovuto intervenire, perché la legge 153 modifica veramente qualcosa dell'ordinamento universitario. Si vede che al Parlamento è passata così.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta potrebbe proporre questa soluzione: voi ritirate l'emendamento e noi ne presentiamo uno che dice: "Sopprimere la penultima e l'ultima riga".



BIANCHI Adriano

L'ultimo periodo. Va bene.



PRESIDENTE

I due emendamenti presentati uno dalla Giunta e l'altro dalla D.C. non rimangono in piedi perché il tutto viene risolto dall'emendamento soppressivo della frase: "Il Presidente della Giunta regionale rilascia il diploma professionale corrispondente". Va bene?



CHIABRANDO Mauro

Va bene.



PRESIDENTE

Ci sono ancora richieste di parola? La signorina Soldano, ne ha facoltà.



SOLDANO Albertina

E' soprattutto per un chiarimento. Se ho ben compreso la Giunta presenta un emendamento al primo comma: "Sostituire il termine 'istituisce' con 'promuove l'istituzione di'". In effetti questo era un emendamento presentato da noi.



PRESIDENTE

Ah, sì? Allora questo primo emendamento rimane.



SOLDANO Albertina

Mi sembra fondamentale perché il termine 'istituisce' riferito alla Giunta non sarebbe corretto per le ben note vicende. Si tratta di rispettare le competenze statali e, in modo particolare, quelle dell'Università.



PRESIDENTE

Capisco che l'emendamento presentato dalla Giunta al primo comma: "Sostituire il termine 'istituisce' con 'promuove l'istituzione di'" sarebbe di comune intesa.



SOLDANO Albertina

Esatto.



PRESIDENTE

Se così è, meglio.
Vi sono altre richieste di parola su questo emendamento? Chi è d'accordo alzi la mano.
E' accolto all'unanimità.
Adesso c'è l'emendamento della Giunta che mi pare riassuma le intese dei Gruppi e che ho letto prima, quello che sopprime l'ultimo periodo dell'articolo 50.
Vi sono richieste di parola? Chi è d'accordo alzi la mano.
E' accolto all'unanimità.
Non ho altri emendamenti, passiamo quindi alla votazione dell'articolo 50.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'articolo 50 è approvato.
Comunico che le luci che abbiamo in sala, molto forti, sono della Televisione di Capodistria che sta facendo un servizio sul Piemonte ringraziamo i tecnici per la loro presenza.
Articolo 51 - Materie dei corsi per informatori "I corsi di formazione dei consulenti per lo svolgimento dell'attività di informazione socio-economica, fra i vari argomenti oggetto di insegnamento elencati nel programma di studio di cui all'articolo 51 della legge 9/7/1975, n. 153, devono privilegiare i seguenti: a) funzionamento del quadro istituzionale: istituti della democrazia parlamentare, Regioni, altri Enti locali e comunitari b) metodologia dei piani zonali di sviluppo agricolo, dei piani di sviluppo socio-economico delle Comunità montane e dei piani aziendali e interaziendali di sviluppo agricolo c) psicologia e sociologia con riferimento all'animazione di gruppo e dell'ambiente rurale d) analisi della situazione socio-economica della Regione piemontese e) aspetti istituzionali del mondo rurale, con particolare riferimento all'associazionismo, all'organizzazione di mercato e della distribuzione f) sicurezza del lavoro e medicina sociale".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 51 è approvato.
Articolo 52 - Requisiti e modalità per l'ammissione ai corsi "Per essere ammessi a frequentare i corsi di formazione per consulenti socio-economici sono richiesti i seguenti requisiti: a) età non inferiore ai 21 anni e non superiore ai 40 b) diploma di laurea od almeno di scuola media superiore preferibilmente ad indirizzo agrario c) esperienza professionale di almeno 5 anni in un settore collegato all'attività pubblica nell'ambiente rurale, all'attività sindacale agricola o cooperativistica.
Le domande di ammissione devono essere presentate all'Assessore regionale all'agricoltura e foreste e sottoposte ad un'apposita Commissione istituita dalla Giunta regionale, composta da: a) Assessore regionale all'agricoltura e foreste che la presiede o suo delegato b) Assessore regionale alla formazione professionale o suo delegato c) un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale d) un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni sindacali dei lavoratori agricoli dipendenti maggiormente rappresentative a livello nazionale e) un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni cooperativistiche agricole nazionalmente riconosciute e maggiormente rappresentative a livello regionale f) un funzionario regionale con mansioni di segretario g) tre esperti scelti tra docenti universitari dal Consiglio regionale con voto limitato a due.
La Commissione, qualora lo ritenga necessario, potrà sottoporre coloro che abbiano presentato domanda di partecipazione ai corsi per la formazione di consulenti socio-economici ad un incontro di pre-selezione inteso a valutare la loro attitudine al lavoro di gruppo e la loro capacità di analisi e di sintesi".
C'è un emendamento modificativo del Gruppo D.C. che dice: "Le parole 'un rappresentante per ciascuna' sono sostituite con 'otto rappresentanti di cui quattro delle organizzazioni minoritarie'".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questo emendamento fa riferimento anche a quello che abbiamo già presentato all'articolo 26 sui Comitati comprensoriali; avevamo fatto notare che non era logico fare una ripartizione nella legge tra i rappresentanti delle varie associazioni di categoria, ma proponevamo di mettere otto rappresentanti di cui quattro delle organizzazioni minoritarie. Proponiamo ora lo stesso emendamento.
Mentre ho la parola, esprimo anche il nostro parere sull'emendamento presentato adesso dalla Giunta e diciamo che se non viene accolto il nostro emendamento accetteremo quello della Giunta che porta da uno a due i rappresentanti delle categorie professionali.
Facciamo poi notare che il secondo emendamento della Giunta contrasta con l'articolo 26 il quale per le organizzazioni cooperative prevede che siano nazionalmente riconosciute e maggiormente rappresentative a livello regionale



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

E' giusto.



CHIABRANDO Mauro

Allora la Giunta ritira il secondo emendamento?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Sì.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con l'emendamento D.C. alzi la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 28 contrari ed un'astensione.
Poi vi è quello della Giunta che dice: "Alla lettera c) sostituire la parola 'un' con la parola 'due'".
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' approvato all'unanimità.
Non vi sono altri emendamenti.
La parola al Consigliere Chiabrando per dichiarazione di voto.



CHIABRANDO Mauro

Il nostro Gruppo, nonostante abbia votato per questo emendamento che migliora certamente il testo primitivo, vota contro l'articolo perch ancora troppo lontano dalle posizioni che avevamo espresso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Il motivo della ripartizione della rappresentanza a livello di organizzazione professionale è certamente uno dei motivi di maggiore contrasto tra il Gruppo D.C. e la maggioranza.
Noi riteniamo che l'affermazione qui fatta, che nelle organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti ci sono rappresentanze paritarie, sia inesatta e non pertinente; non pertinente perché intanto questa ripartizione avviene eventualmente in una situazione diversa fra quella esistente tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e quella esistente fra le organizzazioni professionali dei coltivatori diretti; ed inesatta perché anche fra le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti, quando la rappresentanza non sia limitata ad un solo elemento per organizzazione, vi è una proporzionalità che tiene conto del rapporto di forze esistente anche all'interno delle organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti.
Noi non vediamo quindi perché si debba punire nel nostro settore, con una legge, questa proporzionalità che secondo me non è altro che democrazia, perché quando si dovrà arrivare ad eventuali votazioni di queste Commissioni, consultive o deliberative che siano, non vedo come giustamente possa essere rappresentata la situazione reale esistente nel mondo agricolo.
Noi perciò insistiamo su questo concetto per una questione di democrazia, perché secondo noi le Commissioni devono tener conto, nel massimo modo possibile, della situazione esistente nel settore.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto passiamo alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri L'articolo 52 e approvato.
Artico lo 53 - Coordinamento della socio-informazione "Ai Comitati comprensoriali è affidato il coordinamento dell'attività di informazione socio-economica nell'ambito del Comprensorio.
I Comitati comprensoriali debbono predisporre annualmente un programma di lavoro d'intesa con la Commissione comprensoriale consultiva di cui all'articolo 26 e sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale.
Nelle zone montane le funzioni di cui ai commi precedenti sono svolte dalle Comunità montane.
La Giunta regionale, sentiti i Comitati comprensoriali e le Comunità montane, può affidare compiti di socio-informazione ad enti ed associazioni che si accordino per la realizzazione in comune di organici programmi di assistenza tecnica a livello di Comprensorio o almeno di zona in funzione delle scelte compiute nei piani zonali di sviluppo agricolo".
C'è un emendamento soppressivo dell'intero articolo presentato dal Gruppo D.C. ed un emendamento sostitutivo presentato dal Gruppo repubblicano della parola "d'intesa" con la parola "sentita" alla seconda riga.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

L'emendamento che proponiamo è superato perché praticamente le cose che sono dette nell'articolo 53 noi le dicevamo in modo diverso nell'articolo 48 bis che non è stato accolto. A questo punto ci asterremo su questo articolo perché non lo condividiamo, anche se riteniamo che debba esserci per completare la legge.



PRESIDENTE

Allora ritirate l'emendamento soppressivo?



CHIABRANDO Mauro

Formalmente è così, ritiriamo l'emendamento e ci asteniamo sull'articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Il nostro emendamento era già stato accettato dall'Assessore a proposito di un analogo emendamento relativo all'articolo 25.
La parola "sentita" traduce meglio di quella "d'intesa" il rapporto consultivo tra il Comitato e la Commissione comprensoriale.



PRESIDENTE

La Giunta?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Coerentemente con quanto detto nella seduta precedente sugli altri due emendamenti, concordo che la parola "sentita" traduce meglio ciò che s'intende che non "d'intesa" che potrebbe essere un'intesa difficilmente aggiungibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Non siamo d'accordo su questo emendamento perché si continua ad emarginare, a ridurre la presenza e la partecipazione delle organizzazioni professionali che riteniamo debbano avere invece un ruolo determinante.



PRESIDENTE

Passiamo allora alla votazione dell'emendamento del PRI. Chi è favorevole alzi la mano.
E' accolto con 27 voti favorevoli e 15 contrari.
Non vi sono altri emendamenti, passiamo quindi alla votazione dell'articolo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 15 Consiglieri L'articolo 53 è approvato.
Articolo 54 - Relazione annuale e bollettino di informazione "Entro il 31 gennaio di ogni anno, la Giunta regionale inoltra al Ministero del Lavoro ed a quello dell'Agricoltura e Foreste una relazione concernente le attività di informazione socio-economica svolte nell'anno precedente, per la regolarizzazione dei rapporti finanziari con la CEE.
Di tale relazione è trasmessa copia al Consiglio regionale.
Per la divulgazione dell'attività di informazione socio economica l'Amministrazione regionale provvederà alla redazione ed alla diffusione di un bollettino di informazione come previsto dall'articolo 54 della legge 9/5/1975, n. 153.
Per una efficace divulgazione di tale notiziario la Giunta potrà avvalersi, anche attraverso opportuni accordi e convenzioni, della collaborazione degli organi di stampa agricoli e delle pubblicazioni delle organizzazioni sindacali e professionali delle categorie agricole, nonch delle trasmissioni radio-televisive.
Il contenuto e le modalità della diffusione del suddetto bollettino verranno stabilite da un apposito comitato di redazione nominato dal Presidente della Giunta su proposta dell'Assessore all'agricoltura di concerto con l'Assessore all'istruzione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si e astenuto 1 Consigliere L'articolo 54 è approvato.
Sezione II - Qualificazione professionale delle persone che lavorano in agricoltura Articolo 55 - Finalità, requisiti e tipo di corsi "Per consentire alle persone che lavorano in agricoltura e che abbiano compiuto l'età di anni 18 e non abbiano superato gli anni 60 di acquisire una nuova qualificazione nella professione agricola o di migliorare quella che già possiedono per meglio affrontare i problemi posti da una moderna organizzazione dell'agricoltura, la Regione finanzia appositi corsi di formazione, qualificazione e di specializzazione ed aggiornamento.
Detti corsi sono articolati in: a) corsi di formazione e qualificazione generale, economica, tecnica ed imprenditoriale b) corsi di aggiornamento e perfezionamento tecnico professionale per coadiuvanti familiari e lavoratori agricoli dipendenti per migliorare le loro conoscenze e capacità nei diversi aspetti della produzione agricola.
I corsi di formazione e qualificazione devono avere una durata minima di 200 ore distribuite equamente fra insegnamento teorico di base esercitazioni pratiche e sopralluoghi aziendali.
I corsi di aggiornamento e perfezionamento devono avere una durata minima di 60 ore riservate prevalentemente ad una formazione a carattere tecnico anche attraverso esercitazioni pratiche".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'articolo 55 è approvato.
Articolo 56 - Attestato e premio di frequenza "A coloro che abbiano frequentato con profitto corsi di formazione di cui all'articolo precedente, viene rilasciato un attestato ufficiale e viene concesso un premio di frequenza pari al mancato guadagno, semprech la frequenza alle lezioni non sia stata inferiore al 90% delle ore previste.
Il premio di frequenza è ragguagliato al salario medio degli addetti ai settori extra-agricoli della zona e viene erogato in base alle effettive ore di mancato guadagno".
La Giunta ha proposto il seguente emendamento soppressivo-sostitutivo: "Le parole 'pari al mancato guadagno' sono soppresse e sostituite con le parole: 'per il mancato guadagno'".
Qualcuno desidera fare osservazioni? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Mi è parso di sentir usare dall'Assessore la definizione di "tecnico" per questo emendamento. A noi non sembra affatto tale, perché l'espressione "pari al mancato guadagno" quantifica, mentre dicendo "per il mancato guadagno" si lascia spazio ad una valutazione di un quid che potrà anche non essere pari al mancato guadagno. Noi insistiamo perché questo indennizzo, o premio, sia "pari al mancato guadagno".



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Bisogna tener conto del contenuto del comma che segue, in cui si specifica che "il premio di frequenza è ragguagliato al salario medio degli addetti ai settori extra-agricoli della zona e viene erogato in base alle effettive ore di mancato guadagno".
Abbiamo, cioè, deciso diversamente da come si è stabilito nella Regione Lombardia, ove si è fissata a priori una cifra: riteniamo di fare un passo avanti riferendoci non al lavoro agricolo, ma a quello extra-agricolo computandolo per il numero di ore di lavoro perse calcolate sulla base della tabellina del reddito.
Ho parlato a ragione di emendamento tecnico: senza di esso sarebbero d'altronde fuori luogo le ultime tre righe, e sarebbe stato il caso di presentare un emendamento per sopprimerle.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Non si può accettare l'emendamento, perché coloro che frequentano i corsi devono sapere con certezza quello che percepiranno. Il secondo comma cui fa riferimento l'Assessore non è altro che un rafforzamento un'esplicitazione di un parametro, però la sostanza dell'impegno legislativo, la sostanza giuridica è contenuta nel primo comma, ove si dice che "ha diritto al premio di frequenza, pari al mancato guadagno", non "per il mancato guadagno".



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola? Allora, pongo in votazione l'emendamento soppressivo-sostitutivo della Giunta.
L'emendamento è accolto con 22 voti favorevoli e 15 contrari.
Non essendovi altri emendamenti, pongo in votazione l'articolo 56 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'articolo 56 è approvato.
Articolo 57 - Esercizio delle funzioni "Le funzioni amministrative relative alla programmazione ed al coordinamento dei corsi di cui al precedente articolo 55 sono esercitate dalla Giunta regionale.
Lo svolgimento dei corsi può essere affidato, sentito il Comitato comprensoriale o la Comunità montana, interamente od in parte, a Consorzi di Comuni, enti, istituzioni od organismi costituiti su iniziativa delle associazioni professionali delle organizzazioni maggiormente rappresentative, che abbiano ottenuto riconoscimento di idoneità quali enti di formazione professionale ai sensi della normativa regionale che regola tale materia.
E' accordata priorità alle iniziative riguardanti la realizzazione unitaria di organici programmi a livello di comprensorio o almeno di zona.
In ogni caso le norme previste nella presente Sezione si dovranno adeguare alla normativa regionale sulla formazione professionale".
Sarà opportuno esaminare questo articolo per commi, poiché sono stati proposti vari emendamenti soppressivi, modificativi, aggiuntivi relativamente ai commi secondo e terzo.
Sul comma secondo vi è innanzitutto un emendamento soppressivo e modificativo del Gruppo democristiano, che così suona: "Lo svolgimento dei corsi viene affidato ad enti, istituti ed associazioni emanazione delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative".
Sempre sul secondo comma vi è un emendamento a firma del Consigliere Besate: "Sostituire alla parola 'professionali' le parole 'di produttori' ed inserire la parola 'professionali' dopo la parola 'organizzazioni'".
Cominciamo con l'esaminare l'emendamento soppressivo e modificativo. La parola al Consigliere Chiabrando, se desidera illustrarlo.



CHIABRANDO Mauro

Il nostro Gruppo ha presentato due emendamenti, il n. 17 ed il n. 19 fra loro collegati.
In linea con atteggiamenti già precedentemente assunti a proposito di altri articoli, noi chiediamo che questi corsi vengano affidati ad enti istituti ed associazioni emanazione delle organizzazioni professionali maggiormente rappresentative, anziché a Comunità montane, Comuni, Consorzi di Comuni eccetera come viene proposto dalla Giunta. Qualora questi enti queste organizzazioni non vi provvedano, entra in gioco l'emendamento n 19, che dice che "in caso di assenza di attività o di mancato funzionamento degli istituti ed associazioni di cui sopra, l'attività di qualificazione viene svolta direttamente dall'Amministrazione regionale o dai Comprensori eccetera".
Dunque, compito primario delle organizzazioni, secondario e supplente della Regione o degli altri Enti locali: questo è il succo dei due emendamenti che noi proponiamo a questo articolo.
C'è poi un terzo emendamento, per la soppressione del terzo comma, che stabilisce una priorità non prevista nella legge statale, che certamente darebbe motivo a rilievi da parte delle autorità centrali. Oso sperare che la Giunta lo accoglierà, in quanto ha già accolto altri emendamenti che tendevano a sopprimere le priorità che frequentemente risultavano nella legge, non previste dalla legge dello Stato. Questa è una priorità, direi anche un po' provocatoria, perché è una forzatura fatta alle organizzazioni ad unirsi per ottenere la preferenza nella concessione di questi benefici.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? La parola al Consigliere Besate successivamente al Consigliere Franzi.



BESATE Piero

Siamo sfavorevoli a questo emendamento, per i motivi che avevamo già illustrato nell'intervento sulla legge in generale, in quanto il modo con il quale viene considerato in questo testo tutto il sistema è tale da non intaccare la situazione di equilibrio oggi esistente.
Assai diversamente si sono comportate, relativamente a questa questione, altre Regioni, per esempio le Marche. La legge sulla formazione professionale delle Marche, di cui ho qui il testo, tende ad una pubblicizzazione completa, globale del settore, con particolare riguardo all'agricoltura e all'artigianato. L'esercizio delle funzioni viene demandato ai Comuni, in attesa dell'istituzione dei Comprensori, e, per quanto riguarda gli enti ai quali non si può affidare la delega, viene istituito un regime di esame preventivo di validità tecnico-didattica, di controlli nella prospettiva di una pubblicizzazione dell'intero servizio.
In questa nostra legge si configura una condizione di sistema misto nel quale l'attività di formazione professionale, che ancora non è regolata in Piemonte da una legge più generale, sul tipo, ad esempio, di quella delle Marche, viene considerata sotto il profilo di un istituzione delle funzioni che competono alla Regione, ai Consorzi di Comuni, alle Comunità montane ai Comitati comprensoriali. Le Comunità montane, che tutti vogliono ma che nessuno vuol prendere nella dovuta considerazione, si accettano per altre cose, ma quando vengono citate per la formazione professionale non vanno più bene.
Per il fatto di accordare priorità alle iniziative riguardanti la realizzazione unitaria, ripeto quanto avevo già detto: occorre un parametro, un programma, un qualche cosa cui riferirsi, quando vengono presentate le domande dai vari enti per l'istituzione di corsi di formazione professionale, nell'ambito del quale i quattrini vengano spesi bene (perché oggi vengono spesi male, dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo una volta ancora, dopo averlo già a più riprese dichiarato in questo Consiglio). Diciamo quindi che si dà priorità "alle iniziative riguardanti la realizzazione unitaria di organici programmi a livello comprensoriale o almeno di zona", perché non capiti - com'è già avvenuto e vi potrei citare alcuni casi - che in uno stesso Comune ci sia più di un ente che organizza, ad esempio, un corso di formazione professionale in materia di viticoltura e ciascuno vada a caccia di iscritti portandoli via ad un altro per poter rientrare nelle condizioni previste dalla normativa amministrativa della Regione per la concessione dei benefici, con conseguente spreco e dispendio di competenze che non vengono organicamente realizzate.
Il campo della formazione professionale è un campo delicatissimo fondamentale per tutto quanto è discusso oggi; quindi bisogna evitare di pregiudicare le possibilità future con una normativa di legge che la Regione stessa si dà, adottando un sistema misto che lasci aperta la possibilità ad un intervento da esaminane a fondo in sede di esame di quella legge organica sulla formazione professionale che, prima o poi dovrà pur essere approntata da questo Consiglio, da questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Con questo articolo si disconosce ancora una volta l'apporto che le organizzazioni professionali agricole da tempo assicurano al miglioramento delle condizioni anche formative professionali in agricoltura.
Disconoscimento grave, che noi stigmatizziamo, proprio perché le organizzazioni professionali rappresentano da sempre la parte più viva e vitale che ci sia nel mondo articolo. A questo riguardo vorrei leggere una breve frase, pronunciata da un sindacalista non della mia parte, ma, guarda caso, della parte dell'Assessore: "Disconoscere queste esperienze e gli impegni già assunti significa regredire sul piano democratico, ricusando nel contempo, una più ampia partecipazione delle componenti sindacali ed agricole che rappresentano la parte più viva e vitale per il progresso delle nostre campagne". Non credo di dover dire altro.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.



LOMBARDI Emilio

Ai motivi di opposizione che avevamo per quanto riguarda l'informazione socio-economica, per il settore della qualificazione professionale, se ne aggiunge un altro, già in parte citato dal collega Franzi. Abbiamo ormai dietro le spalle decenni di esperienza delle organizzazioni professionali nella qualificazione e nell'istruzione professionale: procedendo secondo quello che sembra essere l'intendimento della Giunta, queste esperienze verrebbero annullate, non solo, ma si creerebbero problemi di carattere economico. Si parla di razionalizzare la spesa, e la dove i cittadini già hanno trovato, attraverso loro organizzazioni, un sistema efficiente per la soluzione dei problemi andiamo a rivoluzionare tutto trasferendo la competenza all'organo pubblico, in questo caso la Regione.
Oltre a tutti i motivi della partecipazione e dell'autogestione riteniamo che sia da tener presente l'aspetto della spesa, perch senz'altro l'Amministrazione regionale non potrà organizzare questi corsi di qualificazione professionale senza avere degli addetti che invoglino i coltivatori diretti alla partecipazione a questi corsi. Quindi si dovrebbe provvedere all'assunzione di personale, con relativa spesa, per portare avanti questo discorso, con notevole aumento di costi per l'ente pubblico quando i cittadini, attraverso organizzazioni di carattere privato, che è pur giusto siano sottoposte al controllo pubblico (perché noi non diciamo che la Regione debba disinteressarsi di questi problemi, diciamo anzi che deve controllare, deve dare indirizzi di carattere generale), hanno già trovato il modo di impostare e risolvere i loro problemi.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Ho ascoltato il Consigliere Besate - che, quando l'oggetto lo consente sa essere chiaro - sull'emendamento soppressivo che riguarda il penultimo comma. Mi sono convinto dell'opportunità di un breve intervento sul carattere aberrante, dal punto di vista giuridico, di questo comma già sottolineato.
La legge si deve giustamente preoccupare di stabilire delle condizioni di razionalità, dei criteri per la valutazione della validità delle iniziative. Ma non si può accettare che nel momento stesso in cui riconosce che queste iniziative possono essere demandate ad una serie di soggetti, ad una pluralità di soggetti, la legge ponga a priori, in questi termini, una condizione che diviene meramente politica.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Quale condizione?



BIANCHI Adriano

"E' accordata priorità alle iniziative riguardanti la realizzazione unitaria di organici programmi a livello di comprensorio o almeno di zona".
E' una forma di pressione legislativa che contraddice la formulazione precedente, che racchiude un'affermazione che può essere benissimo il contenuto di un'azione di promozione, di convinzione, di sollecitazione, di raccolta delle iniziative, di tentativo di farle confluire in termini organizzati ed organici.
Il fatto che in questa sede la maggioranza del Consiglio l'accetti penso non potrà impedire, se chi si trova ad altro livello farà il proprio dovere, che essa ci venga rinviata. E non ha senso esporsi al rischio di vedersi respingere una legge per un'affermazione di questo genere, che è veramente fuori luogo e suona in termini equivoci e stonati.
Invito pertanto la maggioranza, senza impostare su questo punto una battaglia, a rimeditare questa affermazione. Ha così poca fiducia nella propria capacità di organizzazione e di legittima pressione nella fase politica - perché c'è la fase di gestione politica delle leggi - da sentire la necessità, ad evitare dispersioni, di introdurre già nella legge un concetto di questo genere?



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Ferraris, per conto della Giunta. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

In un quadro complessivo, mi pare che questo articolo sia perfettamente chiaro: questa materia verrà definita dalla legge per la formazione professionale, e, in ogni caso, nulla praticamente si innova adesso, perch rimangono in vigore, grosso modo, i finanziamenti per i vari corsi; anzi questa materia sarà poi gestita dall'Assessorato alla formazione professionale, come in ogni Regione.
Qualcuno ha mosso l'accusa, sul problema principale, che si voglia conculcare la libera espressione delle organizzazioni, far regredire e via dicendo. Non si fa regredire un bel niente, perché tutto rimane come prima: se mai, si riconosce - e questo è veramente pluralismo - ad altri enti come le Comunità montane, delle quali voi stessi, o almeno alcuni di voi in altre sedi vi fate paladini, il giusto diritto ad esercitare certe funzioni. Si offre, quindi, a tutti la possibilità di fruire dei contributi per lo svolgimento dei corsi di formazione professionale con le finalità della nuova legge e con i mezzi finanziari della nuova legge.
Sotto questo aspetto non ho che da associarmi alle osservazioni del collega Besate. Desidero invece insistere sul concetto che sul piano pratico oggi non si innova assolutamente nulla, e poi su quella condizione di priorità per la quale si è mostrato scandalizzato, con mio vivo stupore il collega Bianchi. E' accordata la priorità a chi avvia iniziative di questo tipo: se queste non verranno prese, non ci sarà priorità. Quanto all'aver fiducia, caro Bianchi, in questo campo, o in quello dell'assistenza tecnica, ad esempio, si potrebbe arrivare di questo passo ad una concentrazione di finanziamenti in un unico Comune, perché pu capitare che tre o quattro organizzazioni vogliano allestire dei corsi nello stesso Comune. Visto che tanto si arriverà poi - questa mi sembra essere stata la scelta complessiva della Giunta ma anche del Consiglio - a tener conto dei Comprensori, a distribuire anche per questo settore, come hanno già fatto utilmente l'Assessore Bajardi e la Giunta, qui ci si limita a prevedere una priorità per coloro che fanno iniziative unitarie. Se non ci saranno, naturalmente, non si finanzieranno: bisognerà trovare altri modi, comunque, per distribuire quel quid.



BIANCHI Adriano

Ma cosa vuol dire, giuridicamente, realizzazione unitaria?



BESATE Piero

A livello di Comprensorio o almeno di zona.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Noi tendiamo a realizzare i vari interventi - assistenza tecnica, socio informazione, e, in tempi successivi, anche formazione professionale - in relazione agli obiettivi della programmazione, ai progetti, ai piani zonali, e cerchiamo di incoraggiare ogni iniziativa in questa direzione.
Se poi queste iniziative unitarie, queste forme, non si realizzeranno evidentemente mancherà il soggetto da privilegiare. Ma non mi pare che sia una alienazione.



BIANCHI Adriano

Ma se c'è un'iniziativa, questa è unitaria o non è unitaria se non ha l'adesione di tutti quelli che.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Per essere unitaria, dovrebbe ovviamente avere l'adesione di tutti: altrimenti sarà l'iniziativa, che so? del CIPA, o dell'INIPA e via di seguito, e quindi sarà finanziata normalmente. A me sembra perfettamente chiaro: un'iniziativa è unitaria se tutti i componenti si trovano d'accordo sull'attuazione di un certo piano organico con determinati fini in una data zona. Tenete conto che c'è sempre la Commissione consultiva, dove sono rappresentate tutte le organizzazioni, dove è rappresentato anche il Comprensorio.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Posso pertanto porre in votazione l'emendamento soppressivo e modificativo presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana in relazione al secondo comma dell'articolo 57.
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 17 voti favorevoli, 24 contrari ed un'astensione.
Passiamo all'emendamento aggiuntivo proposto dal Consigliere Besate: "Al secondo comma sostituire alla parola 'professionali' le parole 'di produttori' ed inserire la parola 'professionali' dopo la parola 'organizzazioni'".
La parola al Consigliere Besate perché lo illustri, se lo desidera.



BESATE Piero

L'emendamento che propongo serve a correggere quello che a mio avviso è stato un errore di trascrizione dattilografica.
Al secondo comma è scritto: "Enti, istituzioni od organismi costituiti su iniziativa delle associazioni professionali e delle organizzazioni maggiormente rappresentative". Il testo esatto doveva essere invece: "delle associazioni dei produttori e delle organizzazioni professionali maggiormente rappresentative". Infatti, mentre l'articolo 56 della legge parla di "associazioni di produttori e organizzazioni professionali" qui si parla di "associazioni professionali e di organizzazioni" non meglio specificate.
Ho ritenuto opportuno presentare un emendamento, sia pure all'ultimo momento, per rimarcare questa discrepanza che esiste nella dizione della legge.



PRESIDENTE

Il comma modificato dovrebbe suonare allora così: "Lo svolgimento dei corsi può essere affidato, sentito il Comitato comprensoriale o la Comunità montana, interamente o in parte a Consorzi di Comuni, enti, istituzioni od organismi costituiti su iniziativa delle associazioni dei produttori e delle organizzazioni professionali maggiormente rappresentative...".
Su questo emendamento nessuno chiede di parlare? Lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Al terzo comma vi è, presentato dal Gruppo della Democrazia Cristiana un emendamento soppressivo: "Il terzo comma dell'articolo 57 è soppresso".
Non vi sono richieste di parola. Lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è respinto con 17 voti favorevoli e 25 contrari.
Vi è ora un emendamento aggiuntivo all'articolo 57, presentato anch'esso dal Gruppo della Democrazia Cristiana: "In caso di assenza di attività, o di mancato funzionamento da parte degli enti, istituti ed associazioni di cui sopra, l'attività di qualificazione e formazione professionale viene svolta direttamente dall'Amministrazione regionale, dalle Comunità montane, dai Comprensori e dai Consorzi di Comuni".
Non vi sono richieste di parola. Lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è respinto con 17 voti favorevoli e 25 contrari Possiamo ora passare alla votazione dell'articolo 57 emendato al secondo comma.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'articolo 57 è approvato.
Articolo 58 - Funzioni della Giunta - "La Giunta regionale tra l'altro provvede: all'istituzione di corsi per la formazione ed il perfezionamento del personale impiegato per lo svolgimento dell'attività di formazione professionale al coordinamento dei programmi e delle metodologie adottate alla fissazione dei criteri atti a garantire un corretto svolgimento delle attività di formazione professionale.
Sulla base delle proposte formulate dai Comitati comprensoriali e dalle Comunità montane, la Giunta regionale ripartisce tra essi i fondi relativi allo svolgimento dei corsi di qualificazione, aggiornamento e perfezionamento".
Esaminiamo anche questo articolo per commi, poiché sono stati proposti numerosi emendamenti, relativamente al primo ed al secondo comma.
Al primo comma c'è anzitutto un emendamento soppressivo presentato dal Gruppo D.C.: "Le seguenti parole del primo trattino: 'all'istituzione di corsi per la formazione ed il perfezionamento del personale impiegato per lo svolgimento dell'attività di formazione professionale' sono soppresse".
Qualche Consigliere intende illustrarlo? Vi sono richieste di parola? Allora, lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli e 24 contrari.
Vi è poi un emendamento aggiuntivo, sempre del Gruppo D.C.: "All'articolo 58, primo comma, al secondo trattino, dopo la parola 'coordinamento' aggiungere le parole 'anche tramite i Comprensori'".



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta lo accetta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione questo emendamento aggiuntivo, che la Giunta accoglie.
L'emendamento aggiuntivo è approvato con 38 voti favorevoli, 2 contrari ed un'astensione.
C'è ancora un emendamento aggiuntivo della Giunta: "Al termine del primo comma, inserire il comma seguente: 'La Giunta regionale può inoltre finanziare, anche a totale carico della Regione, corsi per la formazione ed il perfezionamento del personale impiegato nell'attività di formazione professionale svolti dagli enti e dalle istituzioni di cui al precedente articolo 57'".
Vi sono richieste di parola su questo emendamento, che la Giunta propone di inserire fra il primo ed il secondo comma?



OBERTO Gianni

Prima della parola "corsi" proporrei di inserire l'articolo "i".



PRESIDENTE

Siccome l'emendamento deve ancora essere sottoposto ad approvazione sarà opportuno vedere se la Giunta lo accetta in questa fase; in caso contrario si dovrà mettere in votazione prima l'emendamento, e, qualora sia approvato, si passerà alla votazione dell'emendamento all'emendamento.
La Giunta accoglie la proposta del Consigliere Oberto?



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Dicendo - "i corsi" si intenderebbero tutti i corsi. Il senso del nostro emendamento è di consentire alla Giunta di autorizzare il finanziamento da parte della Regione, mentre è impegnata a garantire corsi di formazione e di perfezionamento del personale (alcuni in atto, per esempio, in pieno accordo con le organizzazioni - altre volte si può invece ammettere che siano le organizzazioni a prospettare un programma) di un programma di corsi che le organizzazioni prospettino. Mi sembra che questo equivalga a riconoscere a quegli enti di cui all'articolo 57, che sono autorizzati ad organizzare i corsi, anche la possibilità di prepararsi il personale.
Sotto l'aspetto di garanzia di questa possibilità che prima non c'era affatto, la parola non pregiudica nulla: se si scrive "i corsi" si deve fare tutto un altro discorso.



PRESIDENTE

Allora, pongo in votazione questo emendamento aggiuntivo nel testo proposto dalla Giunta.
L'emendamento è approvato con 38 voti favorevoli e 2 astensioni.
Se il Consigliere Oberto lo desidera, possiamo ora mettere in votazione il suo emendamento all'emendamento.



OBERTO Gianni

Mi farei subissare, tanto più che è un "i" politico.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, vorrei osservare, ai fini del coordinamento, che in questo comma ci sono delle virgole assolutamente fuori posto. Occorre cancellare la virgola dopo "corsi"; ma ne occorre una dopo "finanziare" e dopo "della Regione".



PRESIDENTE

Si è preso nota di queste osservazioni.
Passiamo infine al secondo comma dell'articolo 58: "Il secondo comma dell'articolo 58 è soppresso", propone un emendamento del Gruppo della Democrazia Cristiana. Qualcuno desidera illustrarlo? Pongo allora in votazione questo emendamento soppressivo.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Penso che si possa passare ora alla votazione dell'articolo 58 così come è stato emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri L'articolo 58 è approvato.
Titolo V - Disposizioni finali Sezione I - Disposizioni generali Articolo 59 - Decisioni definitive "Le decisioni adottate dai Comitati comprensoriali e dalle Comunità montane nell'esercizio dei compiti ad essi attribuiti dalla presente legge hanno carattere definitivo.
Il Consiglio del Comitato comprensoriale o il Consiglio delle Comunità montane, con deliberazione assunta a maggioranza assoluta, possono delegare alla rispettiva Giunta esecutiva, in tutto o in parte, i compiti attribuiti dalla presente legge ai Comitati comprensoriali ed alle Comunità montane".
Non sono stati proposti emendamenti per il primo comma, ma sul secondo comma c'è una proposta di emendamento soppressivo a firma dei Consiglieri Martini e Bianchi: "Il comma secondo dell'articolo 59 è soppresso".
Chiede di parlare il Consigliere Martini. Ne ha facoltà.



MARTINI Mario

Nell'introduzione del dibattito su questo disegno di legge il Gruppo della Democrazia Cristiana aveva lamentato il fatto che questa legge, la prima intesa a dare un orientamento di coinvolgimento organico delle competenze espresse dai Comprensori, sia piuttosto carente ed assolutamente disorganica, a causa delle troppe reticenze della Giunta regionale, in modo particolare al Titolo IV, per coinvolgere direttamente i Comitati comprensoriali nella gestione dei corsi di formazione e di informazione.
Queste considerazioni di carattere generale rimangono valide, in quanto anche se sono stati accolti alcuni nostri emendamenti, ciò è stato fatto in maniera disorganica, che non porta ad ovviare agli inconvenienti lamentati all'inizio. Ma, a nostro avviso, il secondo comma dell'articolo 59 va soppresso, anche per motivazioni di merito molto più consistenti.
Ci troviamo qui di fronte ai Comitati comprensoriali, i cui Consigli sono stati eletti soltanto il giorno 14 (sull'esito di tali votazioni ci auguriamo di poter avere notizie ufficiali, a tanti giorni di distanza). La legge istitutiva dei Comitati comprensoriali prevede che i Consigli dei Comitati si diano un regolamento entro 60 giorni, e noi qui prefiguriamo già dei rapporta tra il Consiglio e la Giunta che, a mio modo di vedere devono invece essere demandati ai singoli Comitati comprensoriali ed ai regolamenti che i Comitati comprensoriali si vorranno dare in merito.
Il mio può apparire un discorso di dettaglio, ed e invece un discorso di fondo, perché noi dobbiamo lasciare piena libertà ai Comitati comprensoriali di configurare le Giunte ed i compiti delle Giunte nell'ambito sia pure della legge istitutiva, secondo le indicazioni che nasceranno a livello di dialettica politica nell'ambito dei Consigli dei Comitati comprensoriali.
Per questi motivi noi presentiamo questo emendamento soppressivo. Nel caso che non venisse accolto daremo voto negativo sull'articolo 59.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Questa legge era la prima a dover attribuire grandi poteri ai Comprensori, nelle intenzioni della Giunta, ma vi sono stati numerosi intoppi In Commissione, e ancora nel suo intervento non ricordo più bene se di luglio o di settembre, il collega Bianchi, nel chiederne il rinvio, aveva ancona una volta espresso, a nome della D.C., molte perplessità per il fatto che la Giunta avesse prefigurato nel Comprensorio l'organismo a cui affidare la gestione pratica di questa legge.



MARTINI Mario

Non importa tanto la gestione quanto il coordinamento e la programmazione.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Collega Martini, nel progetto iniziale della Giunta c'era tutto, e non è stato voluto.
Comunque, atteniamoci al senso del suo emendamento. Ho riflettuto molto ed esitato a lungo prima di stendere il testo di questo comma, perché avevo anch'io, ed ho tuttora, alcune preoccupazioni del tipo di quelle che lei ha esternato.
I Comprensori adesso sono stati eletti, hanno il loro Consiglio e dovranno poi decidere con il regolamento interno. Però, bisogna pur mettere qualche cosa. Perché se lo immagina lei un Comprensorio che riunisce 120 componenti magari per un adempimento di modesta importanza? Questo è grosso modo, il discorso che abbiamo fatto in Commissione.



ALBERTON Ezio

I Comitati comprensoriali sono formati da persone adulte, capaci di ragionare, che, quindi, dandosi regolamento.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il problema è però di vedere se la questione possono risolverla loro con il regolamento.
Se noi diciamo: è affidato ai Comitati comprensoriali, è il Comitato che deve decidere.



ALBERTON Ezio

Il Comitato è un istituto, non è il Consiglio o la Giunta.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Difatti, inizialmente nella legge si diceva "ai Comprensori"; poi abbiamo modificato facendo riferimento "ai Comitati". Avendo scelto il Comitato - è una preoccupazione che abbiamo avuto del resto tutti in Commissione - il problema non è più solo della Giunta.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

I compiti del Comitato sono gestiti dal Consiglio: è detto in un articolo della legge sui Comprensori.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

E' una preoccupazione di funzionalità. Certo, Alberton, sono adulti, e quindi decideranno quali dei poteri affidare alla Giunta esecutiva e quali mantenere alla competenza di tutti. Altrimenti, si bloccherebbero su un organo funzioni per le quali forse non ha neppur senso impegnare 120 persone eccetera. Ora, noi abbiamo fiducia che i componenti si comportino da persone ragionevoli, capaci di scindere oculatamente le funzioni che devono essere di pertinenza dell'Esecutivo da quelle di pertinenza del Consiglio nel suo complesso.



MARTINI Mario

E' un pragmatismo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione questo emendamento soppressivo del secondo comma dell'articolo 59 proposto dai Consiglieri Martini e Bianchi. Chi approva alzi la mano.
L'emendamento è respinto con 19 voti favorevoli. 25 contrari ed un'astensione.
Non sono stati presentati altri emendamenti, e pertanto si può porre in votazione l'articolo 59 nel suo testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 59 è approvato.
Articolo 60 - Indirizzo e coordinamento "La Giunta regionale assicura l'indirizzo ed il coordinamento dell'attuazione della presente legge sulla base delle scelte definite nel Piano regionale di sviluppo economico e ripartisce annualmente, tra i Comitati comprensoriali e le comunità montane, i fondi necessari per l'attuazione dei compiti ad essi attribuiti.
I Comitati comprensoriali e le Comunità montane informano periodicamente la Giunta regionale sullo svolgimento delle funzioni e dei compiti ad essi attribuiti.
Le disposizioni applicative della presente legge, che non abbiano carattere regolamentare, sono adottate dalla Giunta, sentita la competente Commissione consiliare ed il Comitato tecnico regionale di cui all'articolo 28.
In caso di inerzia dei Comitati comprensoriali e delle Comunità montane, la Giunta regionale può invitare gli stessi a provvedere, entro un congruo termine, decorso il quale essa si sostituirà nel compimento dei singoli atti".
Non sono stati presentati emendamenti né richieste di parola. Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 60 è approvato.
Articolo 61 - Utilizzo di uffici regionali e di enti pubblici "In attesa del riordinamento degli uffici periferici regionali su base comprensoriale, i Comitati comprensoriali e le Comunità montane possono avvalersi degli uffici regionali periferici, previa intesa con la Giunta nonché degli uffici tecnici di Enti locali o di altri enti pubblici o di diritto pubblicò, previa intesa con gli enti interessati".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'articolo 61 è approvato.
Arti colo 62 - Pubblicità degli atti amministrativi "Gli elenchi dei beneficiari di tutti gli interventi operati ai sensi della presente legge, con l'indicazione, fra l'altro, anche del tipo d'intervento e della relativa spesa, saranno pubblicati, a cura della Giunta regionale, nell'Albo pretorio dei Comuni e negli uffici periferici dell'agricoltura e delle foreste. Ne verrà pure data notizia nel bollettino di informazione socio-economica di cui al precedente articolo 54".
Non sono sfati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 62 è approvato Articolo 63 - Rinvio alla normativa statale e comunitaria "Per tutto quanto non previsto nella presente legge valgono le norme della legge 9/5/1975, n. 153, della legge 10/5/1976, n. 352, e delle relative direttive comunitarie".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 44 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo 63 è approvato.
Sezione II - Disposizioni finanziarie - Articolo 64 - Fondi statali "Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, per gli aiuti previsti nei rispettivi Titoli, la Regione farà fronte con i fondi ad essa assegnati sugli stanziamenti previsti dalla legge 9/5/1975, n. 153, in base al riparto stabilito dal CIPE.
Con decreto del Presidente della Giunta, su conforme deliberazione della Giunta medesima, verranno iscritti i rispettivi capitoli in bilancio con gli stanziamenti assegnati dallo Stato".
E' stato presentato un emendamento aggiuntivo da parte della Giunta: "Dopo il primo comma dell'articolo 64 viene aggiunto il seguente comma: 'Le somme non impegnate in ciascun esercizio finanziario possono essere utilizzate negli esercizi finanziari successivi'".
L'Assessore desidera illustrarlo? Ci sono richieste di parola? Lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità. Poniamo ora in votazione l'articolo 64 così emendato.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'articolo 64 è approvato.
Articolo 65 - Fondi regionali "Per la concessione del premio di insediamento e permanenza per i giovani agricoltori, di cui all'articolo 22 della presente legge, è autorizzata la spesa di 300 milioni per ciascuno degli esercizi finanziari dal 1976 al 1980.
All'onere di 300 milioni per l'anno finanziario 1976 si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa del corrispondente anno e mediante l'iscrizione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 739, con la denominazione 'Premi di insediamento e permanenza per i giovani agricoltori', e con lo stanziamento di 300 milioni.
Nel bilancio per gli anni finanziari dal 1977 al 1980 il capitolo n.
739 sarà iscritto con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Le somme non impegnate in ciascun esercizio finanziario possono essere utilizzate negli esercizi finanziari successivi.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'articolo 65 è approvato Sezione III - Disposizioni transitorie - Articolo 66 - Norme transitorie "Fino a quando i Comitati comprensoriali di cui alla legge regionale 4/6/1975, n. 41, non saranno istituiti e resi operanti, i compiti ad essi attribuiti con la presente legge vengono esercitati dalla Giunta regionale ai sensi e nelle forme di cui alla legge regionale 15/1/1976, n. 3.
La data di inizio dell'esercizio delle funzioni dei Comitati comprensoriali sarà fissata dalla Giunta regionale con propria deliberazione".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare.
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominate)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 40 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'articolo 66 è approvato.
Siamo ora in sede di dichiarazioni di voto. Chi chiede di parlare? Il Consigliere Bellomo, ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Sarò veramente rapido non tanto per l'economia del tempo quanto perch mi pare che in queste tre tornate si sia già detto tutto quello che si poteva dire; mi pare che questo disegno di legge sia stato messo davvero sotto lo spettroscopio nel senso che c'è stato sul serio il confronto, la verifica, l'incontro e magari la divergenza.
Sul piano politico non ho nulla da aggiungere a quanto già detto nel precedente intervento: noi siamo d'accordo su questa impostazione, siamo d'accordo sulle scelte e sull'angolazione politica da cui è partita la Giunta per l'impostazione del disegno di legge, ferme restando le riserve che abbiamo sulle direttive in quanto tali, sulle leggi comunitarie che sono sempre, per molti versi, carenti e spesso sfrangiate nei momenti di maggiore significazione politica.
Noi riconfermiamo questo nostro giudizio perché abbiamo visto lo sforzo fatto dalla Giunta, lo sforzo encomiabile fatto dalla Commissiona consiliare che ha dibattuto lungamente il problema, abbiamo visto l'apertura in una dimensione non nuova della Giunta rispetto ai contributi significativi portati dall'opposizione; noi crediamo, come Gruppo socialista, sia pure nell'angustia e nella dimensione della nostra stessa legge nazionale che è monca per certi aspetti, noi crediamo fermamente di avere speso bene la nostra fatica e di avere fatto una buona legge a favore del mondo rurale, a favore del mondo contadino.
Per queste convinzioni, meramente politiche perché non voglio fare un'analisi degli aspetti tecnici della legge, noi votiamo a favore del disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, intervenendo in sede di discussione generale ed a nome del Gruppo della Destra Nazionale, noi avevamo formulato talune osservazioni critiche sul disegno di legge predisposto dalla Giunta regionale; osservazioni critiche che, ad avviso nostro, vengono ad essere riconfermate e rimangono quindi valide dopo la discussione e la votazione sull'articolato. Sono perplessità e riserve che restano in piedi, così come avevamo già anticipato, sulla linea portante della legge, che è sembrata a noi - con l'includere tra i beneficiari degli aiuti anche i lavoratori non con qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale - considerare l'agricoltura come un settore di sfogo dall'attuale crisi industriale e quindi vanificare il principio di considerare invece l'agricoltura stessa non come un settore residuo, ma come un settore principale e del tutto autonomo; riserve e perplessità che restano in piedi perché, al di là delle facili ironie che l'Assessore ha voluto fare, noi riteniamo di dover ribadire, anche in questa sede, anche in questo momento, la difesa del principio dell'autogestione che a parere nostro il disegno di legge non considera sufficientemente ed in talune sue parti mortifica; riserve e perplessità che restano in piedi soprattutto - di qui la ragione della nostra astensione su determinati articoli - per il troppo largo spazio che si è voluto assegnare ai Comitati comprensoriali.
Ma soprattutto noi abbiamo maturato il convincimento, al termine della discussione e della votazione sull'articolato, che questa legge sia in contrasto in alcune sue parti con la legge statale. Ed allora potremo benissimo riprendere e sviluppare (ne ha fatto cenno il collega Bellomo da una sua particolare angolazione politica) le critiche alla legislazione nazionale in ordine all'attuazione delle direttive comunitarie. Ci limitiamo semplicemente a dire questo: se il Parlamento nazionale ha accollato su di sé la pesante responsabilità di un ritardo protratto nel tempo, noi adesso questo disegno di legge che sta per essere tradotto in legge corriamo il rischio di vedercelo respingere e quindi di accumulare altri ritardi che tornerebbero a tutto danno dell'agricoltura piemontese.
In questo caso è una responsabilità non, come dicevamo a riguardo della legge nazionale, che è propria e che è condivisa da tutta la classe dirigente, ma è una responsabilità di questa maggioranza e di questa Giunta.
Per queste ragioni noi voteremo contro il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, lasciando ovviamente al mio capogruppo la dichiarazione ufficiale in merito al provvedimento che ci accingiamo a varare, mi sia consentito ritornare ancora, avendolo già fatto altri precedentemente, sull'art. 6. Non è questo il solo articolo che presenta limiti di gravità e conseguentemente di rischio, ma in esso ravviso quelli maggiori. E la stessa risposta fornita dall'Assessore ai vari interventi succedutisi nel corso della discussione, non è stata sicuramente esauriente, anzi, contrariamente ad altre volte, è stata piuttosto vaga e nebulosa. Inoltre, se mi è consentito un piccolo inciso debbo far rilevare, amico Ferraris, che la sua risposta non è stata riguardosa nei confronti del collega Franzi qualificando grezzo il suo intervento quando invece penso che, fatte salve le diverse valutazioni politiche, per contenuti è stato un intervento che meritava ben altra attenzione e considerazione.
Ma veniamo all'art. 6. La citata gravità in che cosa la evidenziamo ? Prima di tutto perché si è collocata al di fuori e, se mi è consentito, in contrasto con le "direttive" e con la stessa legge di recepimento e così andiamo incontro al rischio di un diniego da parte del Commissario di Governo per non parlare del visto di conformità comunitario nel caso in cui questo fosse eventualmente richiesto. Si verrebbe in tal modo a prolungare ulteriormente un iter già famoso per la sua lungaggine.
In secondo luogo per avere voluto, con un gesto di eccessiva generosità forse sopravvalutando la situazione del momento - aprire la strada al cosiddetto part-time e ad altre torme di conduzione sui generis che potrebbero provocare, innanzi tutto, dannosi ritardi nella ristrutturazione dell'agricoltura alla quale, pur nella loro lacunosità, si richiamano le direttive vedendo così ulteriormente rallentato l'accorpamento e l'ampliamento delle aziende senza dei quali non si può fare un autentico e sostanziale discorso aziendale ed imprenditoriale. Favorire il part-time vuol dire frenare, intralciare e rinviare sine die, ripeto, il tanto necessario processo basilare dell'accorpamento e dell'ampliamento aziendale.
E che imprenditorialità potremo avere con persone legate ad una duplice ed alle volte anche triplice attività, con delle aziende asfittiche e che solo impropriamente si chiamano tali, ma che di fatto non lo sono? Non pu esservi impresa e non può esservi conseguentemente imprenditore se non c'è un'azienda che sia effettivamente tale.
Noi rileviamo in tutti i settori, ma soprattutto in quello primario l'indispensabilità di un salto di qualità in campo professionale perch anche a questo è legato il discorso di una maggiore e migliore produzione.
Ma quale tipo di sviluppo professionale ci si può attendere da soggetti legati, come detto, ad una duplice o ad una triplice attività e che operano al limite dell'umana sopportazione? Quale tempo potranno destinare in proposito per il conseguimento di una maggiore qualificazione professionale? Pur facendo appello ai miei 30 anni di esperienza, non riesco proprio a vedere come e quando costoro potranno diventare professionalmente idonei.
La conclusione che si intravvede in modo macroscopico è questo: professionalmente parlando assieme a dei cattivi operatori agricoli si creeranno dei cattivi operai, come si creeranno dei cattivi impiegati perché, al limite, si andrà per consentire, anche a costoro, la presentazione dei "piani di sviluppo". Otterremo così l'inverso di quello che intendiamo ottenere e ne soffrirà non solo il settore primario, ma anche quello secondario, nonché il terziario.
E perché non fare nostro una volta ancora il discorso sulla vigilanza e sulla cautela, atte ad evitare la dispersione, la polverizzazione dei fondi, discorso che un tempo il collega Assessore Ferraris faceva con tanta passione, con denunce, addirittura vedendo pericolo anche dove non c'era? Mi sia consentito un altro piccolo inciso: noi possiamo capire la nuova strategia comunista scaturita dal convegno di Pugnochiuso, coerente sotto il profilo politico e geografico, ma stringere in un sol abbraccio l'abominevole agrario di ieri con l'operatore a part-time di oggi, ci pare questa una generosità eccessiva. Noi invece diciamo, proprio perché le "direttive" pongono a disposizione della nostra agricoltura dei mezzi decisamente insufficienti, cerchiamo almeno di utilizzarli nel modo più opportuno e cioè nel senso che, al di fuori e al di sopra di ogni discorso settorialistico e discriminatorio, quei pochi fondi vadano ai veri produttori che si sentono impegnati ad utilizzarli nel migliore dei modi e che posseggono i requisiti, oltre tutto, indicati dalle "direttive" medesime.
Strano che questo discorso lo faccia uno che proviene da una provincia che accusa il maggior tasso di pendolarismo e conseguentemente di part time, ma non è strano come può sembrare perché mi rendo perfettamente conto delle disfunzioni e ritardi che una simile situazione, veramente ibrida, ha rappresentato per l'evolversi dell'agricoltura astigiana. E se è apprezzabile pensare alla difficile congiuntura in cui ci troviamo riteniamo però pernicioso, colleghi della maggioranza, di fronte ad una situazione che ci auguriamo momentanea, sacrificare una normativa che è proiettata nel futuro e che soprattutto, quel che è più grave, verrebbe a sacrificare coloro dai quali dobbiamo attenderci un ulteriore gesto di sacrificio e di buona volontà; con l'approvazione della norma in generale ma soprattutto di questo articolo, si viene invece a togliere fiducia e credibilità, tanto necessarie per tutti i produttori in generale e specialmente per i giovani così assottigliatisi in Piemonte che, nonostante tutto, hanno continuato e continuano a credere nell'agricoltura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi riallaccio all'intervento che era stato effettuato in occasione del dibattito nella prima fase ed in sede di dichiarazione di voto - al di fuori delle polemiche e delle accese dichiarazioni che poco fa sono ancora risuonate tra queste pareti pronunciate dal collega Menozzi - riconosco che questo disegno di legge ha centrato il problema di fondo, l'agricoltura, la polemica sul part-time si è ampliata ed e ritornata sovente in occasione del dibattito sul piano di sviluppo in modo strumentale, perché è stato chiaramente indicato come momento di recupero, se è possibile, di quelle forze giovani che sono già uscite o che stanno uscendo dall'agricoltura e che si deve cercare invece di trattenere. Quindi il soggetto è l'agricoltura al fine di consentire il ritorno delle forze giovani nel settore e gli elementi indispensabili per un'agricoltura moderna - che non può essere soltanto a carico del denaro pubblico (il denaro privato deve poter ritornare di nuovo nel mondo agricolo per facilitare i processi di trasformazione e di elevazione) - non sono soltanto culturali, ma sociali che il mondo stesso accetta.
In questo senso la legge che stiamo per votare è pienamente aderente a questi scopi che sono essenziali e che ci siamo riproposti infinite volte è uno strumento normativo che se andiamo ad esaminare con quanto è già stato prodotto in attuazione delle direttive nel contesto nazionale, è il più avanzato e vuole raggiungere in concreto e non a parole gli obiettivi su cui mi sono permesso di ritornare ancora una volta e che sono non solo a conoscenza nostra, ma ormai di tutta una realtà non soltanto come problema ma come esigenza essenziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, brevemente proprio perch raccogliamo con senso di responsabilità la raccomandazione di essere concisi dopo un dibattito che ha investito così ampiamente il Consiglio regionale ed anche perché ci pare che il contributo dei vari Gruppi alla discussione sulla legge sia stato molto ricco e quindi ci esime da interventi ampi. Faccio osservare che pur avendo avuto su alcuni punti delle diversificazioni anche abbastanza sensibili, si è realizzato però in più parti una visione unitaria e responsabile nei confronti di questa legge che viene, da un lato, ad arricchire la legislazione nazionale sulle direttive comunitarie CEE e dall'altro viene a dare, con una metodologia particolare un contributo alla partecipazione contadina alla strutturazione delle campagne e ad un potenziamento dell'intervento.
Si, perché, se è vero che da un lato l'intervento finanziario non è ancora adeguato, dall'altro però già sentiamo che comporta un certo peso di miliardi con i quali dobbiamo fare i conti. Infatti dovremo fare i conti con una programmazione che investe particolarmente, diciamo noi e lo sottolineiamo, il settore zootecnico ed il settore dell'ammodernamento generale dell'agricoltura.
Certo, vi sono state delle perplessità, vi sono anche delle posizioni contrarie particolarmente da parte dei colleghi dei Coltivatori diretti della D.C., però questo non vuol dire che facendo un esame generale su quello che a nostro giudizio la legge dà, ci siano delle differenze tali da porre "gli uni contro gli altri". Troviamo invece una confluenza sensibile e ragguardevole tra socialisti, socialdemocratici, repubblicani, l'ULD ed il PCI su tutto l'articolato e sentiamo anche una presenza significativa non solo qui in Consiglio, ma anche, nel lavoro della Commissione, degli amici della D.C.
Vorrei ancora dire che su questa legge molto importante e il problema della qualificazione professionale e della socio-informazione sulla cessione anticipata della terra. Tutti discorsi che ci possono trovare non perfettamente d'accordo, ma sono i discorsi del momento presente e dell'immediato futuro perché su queste basi e su queste difettive si pone l'interrogativo: vincerà l'agricoltura italiana, o non vincerà? Non dimentichiamo, ad esempio, che per l'art. 6 (contestato poc'anzi dal collega Menozzi) non vi e contrasto con le difettive CEE, ci può essere e c'è stato un atteggiamento diverso da parte dei colleghi della D.C. nei confronti del pronunciamento della maggioranza del Consiglio regionale, ma questo non vuole dire che vi debba essere contraddizione con le norme delle difettive CEE.
Come Commissario che ha partecipato ai due terzi dell'elaborazione del documento sottoposto all'analisi ed al voto del Consiglio regionale, devo dare atto al Presidente Chiabrando ed al relatore Besate dell'impegno messo nel discutere le direttive CEE, argomenti questi di non facile discussione in campo tecnico-legislativo. Dobbiamo poi dare atto - anche se è suo dovere - che l'Assessore Ferraris è stato presente dal primo momento della discussione all'ultimo e non è piaggeria riconoscere agli amici, agli avversari, il contributo dato alla discussione, anzi, è un modo nuovo almeno noi riteniamo, con il quale si deve portare avanti un discorso.
Questo non vuol dire confluenza a tutti i costi, può anche esserci un voto di astensione o contrario, però abbiamo lavorato, diciamolo ancora, tutti con senso di responsabilità.
Questi sono, in sostanza, gli elementi di fondo che noi come Gruppo comunista intendiamo evidenziare, ribadendo, con questa dichiarazione, il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Anch'io voglio ispirarmi a criteri di brevità e di sinteticità.
E' già stato riconosciuto che il nostro Gruppo si è fortemente applicato nella discussione di questa legge, nella sua elaborazione e che si è anche impegnato, avendo presenti le attese che sono fuori, ad assumere atteggiamenti che privilegiassero l'esigenza di dare una risposta concreta ed operativa ai problemi dell'agricoltura. E così si spiega anche il modo articolato di votare, cioè i voti favorevoli su alcuni articoli, le astensioni di apprezzamento, i voti contrari là dove si dovevano ribadire posizioni di principio irrinunciabili in questa fase di elaborazione della politica agricola. E così sul tema della professionalità Menozzi ha ancora una volta efficacemente riassunto, anche con la partecipazione sentimentale di chi vive questi problemi, le posizioni che tutta la D.C. condivide.
Vorrei ancora e soltanto sottolineare che non si tratta di una presa di posizione in negativo, ma in positivo, in una fase di trapasso, in una fase di avvio di una nuova politica agraria necessaria al Paese per uscire dalla sua crisi. E' bene cioè anche giungere a definizioni che possono sembrare drastiche, se si vuole far sentire ai protagonisti essenziali di questa vicenda che su di loro si punta tutta la fiducia, su di loro si puntano tutte le risorse, tutte le attenzioni. Questo è il significato: nessuna esclusione, ovviamente, nei confronti di quanti giovani tecnici e capaci in prospettiva intendano accedere all'agricoltura, ivi dedicando tutte le proprie forze, tutte le proprie energie, tutte le proprie risorse.
Devo dare atto che in questa elaborazione la Giunta ha accolto vari emendamenti, si è applicata a cercare delle soluzioni che fossero il più possibile convergenti e non di contrasto, ciò nonostante ha tenuto fermi alcuni punti fondamentali come quello che è stato ricordato, che è essenziale, che è qualificante della linea politica rispetto a questa legge e così altri, là dove in materia di socio-informazione o di formazione professionale non si è voluto accogliere il principio fondamentale della gestione da parte delle organizzazioni professionali, della definizione in termini di privilegio nella partecipazione e nella responsabilizzazione delle categorie professionali.
La legge poi presenta, al riguardo della formazione professionale - e questo ci offre anche un suggerimento - grossi limiti, perché non emerge la definizione, se non con l'appello volontaristico ad esigenze di unitarietà come principio di priorità; non emerge una definizione di criteri, di parametri per l'approvazione delle proposte e per addivenire ad attività di formazione professionale. Questa situazione ci suggerisce ancora di più l'urgenza di arrivare all'approvazione di una legge generale per la formazione professionale. Sollecitazione che non rivolgo solo ad altri, è una constatazione che vale anche per chi parla e per il Gruppo che rappresenta. Ormai diventa sempre più irrimandabile una chiara definizione di questa materia, così come, attraverso questa legge, si accrescono le preoccupazioni sull'estensione delle competenze comprensoriali che oscillano tra indicazioni di carattere generale e quindi di partecipazione ai vari processi di programmazione e di gestione del territorio e delle questioni che in esso si propongono e passano al deferimento di compiti addirittura minuti di gestione, con prospettive di gonfiamento di strutture amministrative e burocratiche che costituiscono un gravissimo rischio per i Comprensori che stanno nascendo.
Queste valutazioni ed un accenno pessimistico dell'Assessore sulla politica della CEE, ci portano a ribadire le nostre posizioni. In questi giorni il Ministro Marcora sta conducendo una dura, difficile battaglia a tutela degli aspetti di debolezza o di diversità dell'economia agricola italiana, ma proprio questa situazione e questa condizione ci sollecita ad affermare che noi, in quella sede, possiamo confrontarci anche duramente con gli altri Paesi per ottenere lo spazio, il rispetto dei nostri interessi, ma senza uscire da una logica che ha rappresentato un passo avanti di eccezionale portata per l'Italia, quello del suo inserimento nell'Europa e quello dell'apertura al confronto con economie che sono certamente più forti, più mature, più avanzate, ma proprio per questo capaci di far muovere il nostro Paese nella stessa direzione. E' quindi per noi l'occasione per riaffermare che le difficoltà contingenti, i problemi gravissimi del momento non potranno e non dovranno mai comportare motivazione od occasione per smentire, per contraddire una scelta o per invertire una marcia.
Per queste ragioni fondamentali che riguardano la professionalità l'autogestione da parte delle categorie, alcuni accenni pessimistici sulla concezione della politica agraria che la legge contiene, pur tenendo fermi i voti positivi e le astensioni espresse, tenendo ferma la volontà di contribuire nella fase di gestione, perché la legge dia i risultati migliori, noi non possiamo non ribadire il voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Il nostro giudizio finale sulla legge n. 71 non riguarda tanto la parte che è stata imposta alle Regioni dalle direttive CEE prima e dall'art. 2 della legge 153 poi, perché sulla sua utilità tutti, dal 1972 ad oggi, sia i competenti in questioni agricole, sia i Gruppi politici attraverso le parole espresse dal Consiglio regionale, ci siamo trovati d'accordo chiedendone la rapida attuazione.
Su questa parte noi esprimiamo ancora un giudizio positivo sul lavoro fatto dalla Giunta e dalla Commissione che l'ha resa più organica, più intelliggibile, più schematica e quindi di più facile consultazione.
Il nostro giudizio riguarda soprattutto la parte lasciata libera dalla legge 153 all'impostazione delle Regioni, la parte cioè dell'istruzione socio-economica che per noi è la più importante perché base della riuscita della trasformazione dell'agricoltura e della sua uscita dall'attuale staticità a cui la costringono le sue strutture vecchie.
L'impostazione data ad essa, di vera scuola, riservando al governo regionale ed alle sue istituzioni la direzione e la gestione, non trascurando, ma lasciando alle organizzazioni sindacali il logico compito di consultazione, ci pare una soluzione esatta.
In conclusione, tenuto conto anche dell'accettazione degli emendamenti da noi proposti che precisavano le nostre idee, il nostro giudizio su tutta le legge nel suo complesso è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Una breve dichiarazione, anche ricordando che non ci eravamo pronunciati sulla discussione generale.
Anticipo che il giudizio che mi accingo a dare è un giudizio di astensione, anche se certamente questa legge va considerata come un fatto positivo, ma le ragioni di astensione sono anche a monte, cioè nei fatti legislativi che in definitiva hanno un po' canalizzato questi lavori.
Come loro ricordano, i divari esistenti fra le varie agricolture della Comunità e l'incapacità della politica dei prezzi a risolvere da sola questa situazione, ha reso necessaria la predisposizione, a suo tempo, di un ampio programma di interventi sulle strutture produttive europee.
Collegato questo ammodernamento delle aziende agricole per l'incentivazione dell'esodo attraverso il pensionamento anticipato con la realizzazione di un'assistenza tecnica qualificata, sono stati considerati degli strumenti più che idonei. Da questi indirizzi, che erano stati la caratterizzazione dell'originario piano Mansholt, sono scaturite poi le direttive socio strutturali sulle quali sono successivamente state introdotte le normative dei singoli Stati membri ed a questo punto in Italia è venuta fuori la divaricazione che ci induce e ci ha condotti, quasi costretti all'attuale legge, secondo noi carente. Per quanto riguarda l'Italia, infatti, come loro ricorderanno, ci fu un primo progetto di legge Natali-Malagodi che aveva ottenuto la sostanziale approvazione della CEE e poi si è passati attraverso emendamenti successivi, ad un testo del tutto snaturato rispetto a quello iniziale che è poi quello definitivamente approvato (la legge 153 del 1975) che è il padre spirituale di questa nostra norma.
Le misure previste da tale legge hanno sollevato non poche perplessità da parte del nostro partito, tanto più che alcuni aspetti vengono ignorati per i principi stessi fissati a livello comunitario, ciò che il nostro Paese dovrebbe limitarsi a recepire e non a ribaltare.
La preoccupazione espressa a livello parlamentare era che la legge 153 così come impostata in sostanza finisse per lasciare troppo spazio in sede applicativa alle Regioni, non per un malinteso non regionalismo, ma semplicemente perché andavamo a rischiare una differenziazione di situazioni oggettive e soggettive nell'interno del Paese, chiaramente in contrasto con il principio di programmazione nazionale.
E' proprio questo che sta capitando con questo decreto legge che stiamo approvando, decreto legge piemontese di recepimento sulle direttive CEE, in quanto snatura gli intendimenti comunitari soprattutto per quel che riguarda il prepensionamento di quegli agricoltori che lasciano la terra a favore dei più giovani e per l'assistenza socio-economica delle campagne che si è autogestita così come l'assistenza tecnica dei produttori.
Pur apprezzando - ed intendo ribadire quello che ho detto prima - le intenzioni della Giunta e questa legge nel suo complesso, riteniamo tuttavia che esista in concreto il pericolo che questi arricchimenti del quadro generale delle direttive (aiuti riservati ai giovani coltivatori diretti con concetti che estendano gli stessi diritti al part-time) abbiano in definitiva a comportare complicazioni e nuovi ritardi nei programmi di intervento, mentre gli altri Paesi della CEE hanno già riscosso cospicui rimborsi per gli interventi operati.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? Non ve ne sono.
Possiamo allora passare alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Il disegno di legge n. 71 è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame disegno di legge n. 140: "Variazione al bilancio per l'anno finanziario 1976"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, quale problema dobbiamo affrontare? Vi sono molte questioni che possiamo rimandare a domani, ma domani non potremo sicuramente esaurire tutti i punti all'o.d.g., quindi sarebbe bene trattare adesso un punto che può richiedere poco tempo. Vorrei sentire le vostre opinioni.
Per esempio, la variazione al bilancio potrebbe passare in mezz'ora? C'è un'intesa politica fra i Gruppi? Se c'è, preferirei esaminare adesso la questione, perché domani potrebbero esserci esigenze diverse. Bene, tutti d'accordo.
E' relatore il Consigliere Raschio, a cui do la parola.



RASCHIO Luciano, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge in esame illustra le variazioni al bilancio per l'anno finanziario 1976.
A questo riguardo il documento della Giunta regionale chiarisce ampiamente, sia in termini quantitativi che qualitativi tali variazioni.
Pertanto, prima di evidenziare e di riassumere gli aspetti complessivi della variazione, permettete di ricordare alcune questioni che avevano costituito il perché dell'appostazione di determinate cifre al bilancio per l'anno finanziario in corso.
Per quanto riguarda le previsioni per il "fondo comune", esse ammontavano a L. 82 miliardi e 500 milioni.
Tale appostazione era superiore del 29% circa dello stanziamento acquisito nel 1975 e si basava su due elementi: 1) la svalutazione avvenuta della lira e la lievitazione complessiva della spesa, che pesava, sia sulle spese generali che su quelle per investimenti; collegato a questi fenomeni, l'incremento delle entrate tributarie dello Stato necessario a dotare il potere centrale di adeguate disponibilità, da ripartire alle Regioni 2) la richiesta fatta dalle Regioni al Governo perché il bilancio dello Stato, oltre a strutturarsi in modo opportuno, corrisponda alle Regioni quei mezzi necessari per assolvere le funzioni economiche e sociali che la legge ad esse affida.
Tali fatti non si sono verificati compitamente anche se la legge 10 maggio la 1976 n. 356, che modifica la legge n. 281 del 1970, ha assegnato maggiori fondi. Per l'esattezza alla nostra Regione, nel quadro del riparto, sono stati complessivamente assegnati 66 miliardi e 340 milioni circa, come quota di competenza per l'esercizio 1976.
Quanto avvenuto significa però una somma in meno di circa L. 16 miliardi e 160 milioni rispetto a quanto appostato nel capitolo del "fondo comune" del bilancio 1976.
La stessa situazione è venuta a determinarsi a proposito del "fondo regionale di sviluppo": nel bilancio 1976 è iscritta una somma di L. 13 miliardi, la quota definitiva di riparto è stata però di L. 11 miliardi 815 milioni, quindi una minore entrata di L. 1 miliardo 184 milioni.
La legge 10 maggio 1976 assegna, inoltre, un'ulteriore quota di riparto relativa all'anno finanziario 1975, tanto per il "fondo comune", quanto per il fondo regionale di sviluppo. Alla nostra Regione sono stati quindi assegnati, in virtù di questa ulteriore quota, L. 5.350.000.000 per il "fondo comune", e L. 2.441.000.000 per il "fondo regionale di sviluppo" somme che vengono iscritte al bilancio 1976 in appositi capitoli.
Certo, la legge n. 356 concede alle Regioni fondi in più rispetto al 1975, costituisce un passo avanti e premia la difficile lotta delle forze autonomiste e democratiche per una distribuzione diversa delle risorse dello Stato. Tuttavia i risultati acquisiti non riconoscono la giusta aspettativa e neppure quanto le Regioni dovrebbero in modo equo disporre.
Con il 1977 entreranno in funzione i diversi meccanismi previsti dalla stessa legge n. 356, che ancorano le entrate del fondo comune alla dinamica complessiva delle entrate tributarie dello Stato, e si avranno perci maggiori disponibilità per le Regioni.
Un altro aspetto significativo emerge dalla legge di variazione in esame.
Nel bilancio 1976 è indicata un'entrata di L. 7 miliardi e 800 milioni per le somme anticipate dalla Regione alle imprese private concessionarie di autoservizi di linea per consentire l'attuazione contrattuale, in sede regionale, del protocollo di intesa convenuto nel 1974 tra il Ministero del Lavoro e le organizzazioni sindacali.
Infatti, i colleghi ricorderanno che la Regione Piemonte con leggi n.
35 del 1974, n. 12-24 e 56 del 1975 disponeva gli interventi finanziari proprio in base al protocollo prima ricordato.
Il potere centrale ha recentemente fatto al riguardo una legge che stanzia 18 miliardi di lire a favore delle Regioni, purtroppo però la somma è di molto inferiore rispetto a quanto sinora è stato finanziato dalle Regioni stesse.
Inoltre (e questo è ancora più grave) il riparto non è ancora avvenuto quindi necessariamente il disegno di legge di variazione al bilancio regionale prevede l'annullamento dell'entrata prevista dei 7 miliardi e 800 milioni.
Risulta così, dalle tabelle allegate al documento in esame, che le entrate effettivamente avvenute per il fondo comune e per quello di sviluppo, rispetto alle cifre appostate nel bilancio 1976, presentano una differenza in meno di L. 16.653.000.000 circa, in percentuale pari al 16,5%, oltre a quella dei 7.800.000.000 per le anticipazioni alle aziende concessionarie di trasporti pubblici.
Queste somme in meno tengono anche conto delle maggiori entrate di 700 milioni che provengono dagli interessi attivi sulle disponibilità di cassa.
Concludendo l'esame della legge di variazione sul bilancio 1976 per quanto concerne le minori entrate, non vogliamo dimenticare che dai Gruppi di opposizione veniva affermato, durante la discussione sulla proposta di bilancio finanziario, che alcune cifre indicate erano ottimistiche e non reali. Alla prova dei fatti, in una certa misura, ciò è risultato esatto tuttavia, egregi colleghi, l'ottimismo della maggioranza, se di questo ci si critica, partiva da considerazioni politiche ed economiche che erano obiettive, che abbiamo prima evidenziato, e per il quale non riteniamo necessario fare altri commenti. Le stesse modifiche che il Governo ha apportato alla legge 281 - e che entreranno in funzione solo con il 1977 testimoniano che il problema dell'adeguamento delle entrate regionali non poteva più essere eluso.
Il problema si riporrà, perciò, fra non molto, sia quando la Giunta ci consegnerà la proposta di bilancio per il 1977. Sarà necessario tenere in considerazione - come già detto - che la legge dello Stato n. 356, già più volte ricordata, afferma che per il 1977 le assegnazioni di risorse alle singole Regioni non dovranno essere inferiori a quelle del 1976 e dovranno altresì essere commisurate in base all'incremento delle entrate tributarie dello Stato.
Certo questa legge è importante, tuttavia c'è da augurarsi che il meccanismo per la riscossione dei tributi dello Stato funzioni meglio di quanto sinora avvenuto, perché se così non fosse, anche a causa dell'inflazione, le risorse di cui la Regione disporrebbe sarebbero, come valore reale, ancora inferiori a quelle acquisite nel 1976.
Molto rimane perciò da fare da parte delle Regioni, se si vuole incidere, per l'affermarsi di una finanza pubblica efficiente e democratica. Si impone perciò una più radicale riforma della legge 281.
Signori Consiglieri, ritornando alle cifre indicate nella legge di variazione, risulta ancora che per un insieme di capitoli la spesa è stata superiore di quella prevista, per un ammontare di L. 5.292.000.000.
Le maggiori spese più significative, possono così essere riassunte: per la formazione professionale, 1.043 milioni per la formazione del personale sanitario, 350 milioni per il settore dell'assistenza a seguito di calamità e per gli ECA 630 milioni per le spese di investimento in genere: filovie, trasporti, opere pubbliche urgenti, 450 milioni per interessi passivi su anticipazioni di cassa, 900 milioni per rimborsi spese elezioni regionali ai comuni, 370 milioni per rimborso allo Stato di imposte erariali, 262 milioni.
Queste maggiori spese ricordate superano i 4 miliardi di lire.
L'altro miliardo circa, di maggiori spese, interessa i servizi generali della Giunta regionale: i mezzi di trasporto, i telefoni, le pubblicazioni e stampati, i convegni, le trasferte, il bollettino della Regione, ecc.
ossia quanto occorre per garantire il funzionamento dei vari servizi.
Consigliamo la Giunta regionale di esaminare, per il prossimo futuro l'insieme di tali spese anche a seguito dell'aumento dei prezzi, al fine di contenerle il più possibile.
Dall'esame fatto tra le minori entrate e le maggiori spese, per pareggiare il bilancio, è stato necessario reperire in altri capitoli somme per L. 21.945.211.738.
La documentazione sulla legge di variazione del bilancio illustra come è avvenuto il recupero e quindi i criteri che permettono di pareggiare il bilancio finanziario 1976.
Il recupero perviene dagli oneri di ammortamento dei mutui, per 14.462.000.000, dalle annualità di contributi in conto interesse trasferendone la decorrenza all'anno 1977, per 4.413.000.000, ed ancora da altre diverse riduzioni pari ad un ammontare di 3.070.000.000 di lire circa.
Balza subito agli occhi che la riduzione più rilevante e avvenuta annullando le quote previste relative a interessi di ammortamento dei mutui finora autorizzati con leggi regionali, ma non ancora stipulati.
Si ripete così la storia di sempre, ossia aumentano le difficoltà di poter concretizzare l'accensione dei mutui sia per l'alto tasso degli interessi, sia per un meccanismo che diventa sempre più infernale. C'è da augurarsi che con l'entrata in funzione della tesoreria, almeno in parte si possa rimediare e si possano contrattare pacchetti di finanziamenti, in modo più organico, anche attraverso più ragionevoli disposizioni ministeriali in materia di credito per le Regioni. Certo è che le leggi che prevedono l'accensione di mutui, troveranno sempre più una dilazione nel tempo. Tenendo comunque conto che l'ammortamento dei mutui avviene con pagamento semestrale, non sarebbe stato giusto accantonare nel bilancio somme che al momento attuale non era possibile utilizzare, anche perché se occorressero fondi immediati, sarebbe probabilmente meglio utilizzare quelli che pervengono dagli interessi attivi sulle disponibilità di cassa.
Per quanto concerne il trasferimento di annualità per contributi in conto interesse, pari a 4 miliardi e 413 milioni, dal bilancio attuale a quello del 1977, contributi che sono relativi all'esecuzione di opere pubbliche di competenza degli Enti locali, indica come sia alla paralisi la condizione finanziaria dei Comuni e delle Province piemontesi. Vale a dire se gli adeguati provvedimenti finanziari richiesti al potere centrale non perverranno agli Enti locali, il canale dei contributi regionali in conto interesse per opere pubbliche a favore dei Comuni e province sta rapidamente esaurendosi per impossibilità di operare, malgrado i bisogni reali delle popolazioni, in servizi ed in opere diverse.
E' un problema questo più volte evidenziato, e, pertanto, sarà bene che la Regione, con i Consiglieri dei Comprensori ora costituiti, esamini attentamente la questione, al fine di evitare che certi finanziamenti, a lungo andare, abbiano solo contenuto figurativo.
Per quanto concerne i 3.070 milioni che costituiscono le minori spese essi sono così costituiti: 1) 600 milioni ottenuti con la riduzione di alcuni stanziamenti di spesa relativi al Consiglio regionale a seguito della disponibilità offerta dalla Presidenza del Consiglio regionale stesso. Questa somma è infatti da destinare, su segnalazione dello stesso Ufficio di Presidenza, ad interventi a favore della popolazione piemontese colpita da calamità naturali e danneggiate 2) 138 milioni ricavabili da minori fabbisogni dei servizi che fanno capo all'Assessorato al commercio 3) 350 milioni derivanti dalla riduzione dello stanziamento relativo al pagamento di quei residui passivi dichiarati perenti e reclamati dai creditori 4) 72 milioni risultanti dalla riduzione di alcune spese per affitto locali e finanziamento uffici relativi al settore della formazione professionale 5) 350 milioni ricavati da minori spese verificatesi, nel settore della sicurezza sociale-sanità, per il funzionamento dei servizi di medicina scolastica, e dei centri per le malattie sociali e delle colonie permanenti 6) 547 milioni circa relativi ad economie sugli oneri del personale 7) 300 milioni recuperati dalla riduzione dello stanziamento relativo alla sistemazione dei locali per ufficio del Consiglio e della Giunta regionale 8) 100 milioni derivanti da minori spese per arredamento di uffici dell'Amministrazione regionale 9) 200 milioni relativi a riduzioni di spese per opere stradali a cura della Regione e per contributi a favore di Province, Comuni e Consorzi di Comuni per opere stradali 10) 250 milioni ricavabili da minori spese per trasferimento abitati conseguente ad alluvioni 11) 50 milioni ricavabili dalla possibilità di ridurre due accantonamenti esistenti nei fondi capitolo 1018 e del capitolo 1406 e relativi ad oneri derivanti da ammortamenti di mutui.
La rimanenza e costituita da piccole riduzioni di stanziamento di spesa che interessano diversi settori dell'attività regionale.
Nel disegno di legge in esame sono infine previste alcune variazioni che riguardano i fondi globali.
Così nel fondo di cui al capitolo 1018 e in quello del capitolo 1406 non sono stati previsti gli oneri relativi all'ammontare di un mutuo di 2.950 milioni, i cui proventi sono da destinare alla costruzione all'impianto e all'arredamento di asili nido.
L'onere minimo per l'esercizio 1976, derivante dall'ammontare del mutuo, è di 200 milioni (185 quota interesse e 15 milioni quota capitale ) pari ad una semestralità di ammortamento.
La disponibilità di questi 200 milioni si ottiene eliminando la somma di 150 milioni accantonata per l'ammortamento di un mutuo (135 milioni quota interessi e 15 milioni quota capitale) non ancora autorizzato, per l'acquisizione, la conservazione, e la valorizzazione di zone comprese nel piano dei parchi e delle riserve naturali.
La differenza di 50 milioni è stata reperita utilizzando una disponibilità del fondo di cui al capitolo 1018, relativo ad una minore spesa conseguente all'approvazione della legge regionale n. 36 del 7 luglio 1976.
Nel fondo di cui al capitolo 1404, relativo alle spese d'investimento è stata recuperata la somma di 300 milioni per finanziare opere pubbliche di carattere sanitario-ospedaliero, realizzabili ai sensi della legge regionale n. 49 del 30 agosto 1976.
La disponibilità dei 300 milioni si ottiene: per 231 milioni con una riduzione dell'accantonamento di oneri per la formazione di carte geografiche e topografiche del territorio regionale e degli insediamenti e per 69 milioni utilizzando una disponibilità del fondo di cui al capitolo 1404, relativa ad una economia di spesa interessante i centri storici.
Concludendo, quanto esposto rende attuabile la variazione di bilancio preposta dalla Giunta con il disegno di legge in esame.
E' una variazione rilevante, ma i motivi indicati ne dimostrano l'opportunità e la validità, quindi il disegno di legge in esame è meritevole di approvazione.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola?



OBERTO Gianni

Discutiamo tutto questo in cinque minuti?



PRESIDENTE

No, no, io sono qui per fare quello che il Consiglio decide. C'era un'intesa fra Capigruppo - mi è stato riferito - di fare come stiamo facendo.



OBERTO Gianni

Se Simonelli, come mio Assessore, avesse dovuto discutere questi rilievi con me Presidente, avrei sentito le voci che si sarebbero levate e il tempo che, giustamente, sarebbe stato impiegato da quella parte.
Lasciatemi almeno questo sfogo.



PRESIDENTE

La capisco perfettamente, Consigliere Oberto, l'unico problema è che c'era un'intesa fra i Capigruppo.
Sentiamo anche la Giunta, l'Assessore Simonelli chiede di parlare, ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio

Credo che difficilmente sia contestabile quanto dichiarato testé dal Consigliere Oberto; ci rendiamo conto che la materia oggetto di questo disegno di legge potrebbe anche dare luogo ad un ampio dibattito.
La richiesta che la Giunta ha fatto ieri nella riunione dei Capigruppo era appunto quella di fare una rapida discussione di questo disegno di legge perché si sarebbe trovata materia e tempo per fare una discussione ampia ed approfondita successivamente. Infatti, i temi che sono qui toccati e che riguardano in particolare la parte più interessante, le prospettive di entrata della Regione, i nuovi meccanismi innestati dalla riforma Morlino, le disponibilità che abbiamo nel prossimo e negli altri esercizi la politica di indebitamento e di mutui della Regione, cioè il complesso dei vincoli che condizionano la nostra politica di bilancio, potranno essere discussi in modo più approfondito nel prossimo mese di dicembre intorno ad alcuni appuntamenti precisi che sono: la presentazione del rendiconto 1975; la presentazione in Commissione dello schema di bilancio 1977; la presentazione di un rapporto sullo stato di attuazione delle leggi pluriennali di spesa della Regione; l'indicazione delle linee che le Regioni stanno seguendo per dare attuazione alla riforma della contabilità regionale.
Intorno a questi quattro argomenti la Giunta si è impegnata ad andare in discussione nella I Commissione con i rappresentanti dei Gruppi consiliari nella prima settimana di dicembre, al fine di portare in aula il dibattito su tutti questi temi. Allora, visto che c'è a distanza estremamente ravvicinata e su un quadro complessivo, la possibilità di approfondire tutti questi aspetti, poiché anche l'Assessore al bilancio domani deve andare alla riunione di tutti gli Assessori, a Bari, per discutere questa problematica e non potrebbe essere presente al dibattito la Giunta aveva chiesto ai Capigruppo, alla luce degli impegni assunti, se era possibile esaurire rapidamente la discussione e l'approvazione di questo disegno di legge. Solo con questa motivazione, perché se mancasse questa motivazione il Consigliere Oberto avrebbe perfettamente ragione di rimproverarci una fretta che non sarebbe giustificata. Noi ci siamo sentiti di chiedere questa cortesia ai colleghi dei vari Gruppi, a fronte di un impegno preciso di fare in quella sede una discussione più approfondita.



PRESIDENTE

Chiarita tutta la meccanica, vi sono richieste di parola? Il Consigliere Paganelli, ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, brevemente, ma senza rinunciare alle linee di fondo che il mio Gruppo vuole enunciare in questa discussione e dando atto all'Assessore che già ieri nella riunione dei Capigruppo era stato sollevato questo problema proprio da parte del nostro Gruppo e che la linea data era sostanzialmente quella di considerare la discussione sulla variazione di bilancio una prima battuta alla quale avrebbe dovuto fare seguito un dibattito più ampio.
Noi oggi, discutendo la variazione di bilancio, dobbiamo ricordare come Gruppo della D.C., quello che avevamo detto nel mese di aprile nel dibattito sul bilancio, dimostrando pressoché analiticamente che il bilancio della Regione Piemonte aveva una gonfiatura di circa (noi dicevamo "circa" ma sapevamo che erano "oltre") venti miliardi.
Oggi la nostra osservazione di allora è stata amabilmente recepita nella relazione del collega Raschio e prospettata sotto il profilo di un maggiore o minore ottimismo che in quel momento vi sarebbe stato fra le forze politiche. A questo punto bisogna precisare che non si trattava di minore o maggiore ottimismo. Certo, le battaglie politiche per far sì che le Regioni avessero e abbiano i mezzi a disposizione in riferimento ai compiti che alle Regioni spettano e che noi vogliamo siano quelli che la Costituzione loro affida, sono battaglie che tutte le forze politiche hanno fatto e che continueranno a fare. Ma fare il riferimento con l'esattezza dei conti, con l'esattezza delle somme che sono a disposizione delle Regioni, è un discorso che non ha nulla a che vedere con l'ottimismo o con il pessimismo, è un discorso che attiene alla realtà e noi dicevamo allora che nel momento in cui la Regione Piemonte votava il suo bilancio vi erano sufficienti dati per fare un bilancio che fosse realistico e non ancorato a dei dati che non avrebbero potuto trovare, nel corso dell'anno, una loro puntuale verifica.
Le osservazioni che avevamo fatto in quell'occasione trovarono il mese dopo puntuale verifica da parte del Governo il quale approvò il disegno di legge della Regione Piemonte relativo ai bilancio 1976 con il preciso invito ad apportare entro il più breve tempo possibile le variazioni necessarie ad allineare le poste alla reale consistenza delle entrate.
Il disegno di legge n. 140 che la Giunta regionale ha presentato il 5 novembre e che viene oggi, nel giro di venti giorni, in discussione al Consiglio regionale, finisce di recepire tutte quelle che erano state le nostre analitiche osservazioni sui vari capitoli di entrata e quindi noi sotto un certo profilo, dovremmo oggi manifestare una soddisfazione nel vedere che tutto quanto avevamo detto si è puntualmente verificato. Ma noi oggi non esprimiamo certamente soddisfazione per questo. Sotto un profilo generale osserviamo - come avevamo già previsto - che la Regione Piemonte ha praticamente operato per tutto l'esercizio finanziario del 1976 con un bilancio che non risponde e non rispondeva alla reale situazione finanziaria dell'ente. Questo bilancio si modifica ora e noi abbiamo consentito in Commissione ad una discussione molto breve, abbiamo consentito ieri e consentiamo oggi a questa approvazione così affrettata del disegno di legge di variazione del bilancio per un motivo molto semplice, perché desideriamo che la promulgazione di questo disegno di legge avvenga almeno nell'anno in cui la variazione di bilancio si fa: siamo a tempi strettissimi, 30 giorni, la promulgazione di questo disegno di legge di variazione del bilancio avverrà agli ultimi giorni del mese di dicembre di quest'anno.
Se poi entriamo nel merito dell'analisi del come effettivamente si ottiene oggi il pareggio contabile di questo bilancio (che, nonostante l'immissione di 5 miliardi e 350 milioni che si riferiscono ancora al fondo comune del 1975 e che sono stati inseriti per necessità contabili nel bilancio del 1976, presenta ancora un vuoto in entrata di oltre 16 miliardi), non possiamo non sottolineare quanto traspare dalla relazione del collega Raschio, ma che è opportuno ribadire con forza. Le minori entrate di oltre 16 miliardi vengono compensate cancellando circa 14 miliardi e mezzo di oneri di interessi ed ammortamenti di mutui non ancora stipulati. E questo che cosa sta a significare? Sta a significare che tutta una serie di attività regionali previste con leggi regionali finanziabili con mutuo sono ferme, non si fanno e queste attività ferme si aggiungono alle altre opere pubbliche di competenza degli Enti locali con contributo in conto interesse della Regione che sono già state spostate con legge regionale all'esercizio 1977 per una somma di quattro miliardi e 413 milioni.
Se non ci soffermiamo a meditare su queste cose, su queste cifre, sui ritardi dell'attività regionale, certo collegati, non avulsi dalla difficile situazione economica nazionale, se non meditiamo sull'attività della Regione noi continueremo tutti assieme a fare tante parole e a non rispondere alle aspettative che le Regioni hanno creato. E' un discorso questo, che noi abbiamo sollevato più volte, che la Giunta sino ad oggi ha evitato di fare, ma che va fatto, con sincerità, con realismo in occasione della prossima discussione del bilancio 1977 se non si vuole mettere in gioco la credibilità dell'istituto regionale.
Non ci soffermiamo partitamente sull'analisi dei singoli capitoli anche se potrebbero esservi delle osservazioni interessanti, una considerazione però da parte nostra si impone: vi è un aumento impressionante di troppe voci di spese correnti. Ed io mi soffermo solo su una pagina della relazione che accompagna il disegno di legge: capitoli 14 24, 28, 40 del bilancio regionale.
Capitolo 14: si propone un aumento di 21 milioni per l'acquisto di libri, rassegne, riviste. E' un capitolo che era già stato aumentato (si passa oggi da 30 a 51 milioni) di 10 milioni rispetto al 1975 facendo il bilancio del 1976.
Capitolo 24: per il Bollettino Ufficiale della Regione 50 milioni, si passa da 150 a 200 milioni. E' un capitolo che era già stato aumentato di 90 milioni nel 1976.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa è una gara d'asta.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, bisognerà rivedere anche a chi si distribuisce ridurre le distribuzioni e vendere invece. E' un discorso che in un altro ufficio di questa Regione si è fatto.
Capitolo 28: stampa di pubblicazioni e documenti e lavori di copisteria e di riproduzione, si passa da 250 a 415 milioni. E' un capitolo che era stato ridotto quando si era cercato di recepire quel miliardo che poi era servito per determinate spese: da 280 era passato a 250 ed oggi ce lo troviamo a 415.
Non dico nulla per l'aumento delle spese dei mezzi di trasporto perch vi è stato l'aumento della benzina ed il pagamento dell'una tantum, ma l'aumento delle spese telefoniche da 200 a 220 milioni ci consente di dire che con un certo stupore si legge che la Giunta regionale del 12 novembre adotta una delibera "Noleggio apparecchiatura ed installazione di cinque linee telefoniche per il servizio di notiziario telefonico realizzato dall'Ufficio stampa. Spesa un milione 100.000 per l'anno 1976 e oneri di gestione per gli anni successivi". Certamente si tratta di spese su cui bisogna fare una qualche meditazione perché il discorso che il Governo fa che le forze politiche fanno in questo periodo non ci pare venga recepito sufficientemente dalla Giunta regionale. E' un discorso che trova invece impegnato - e gliene diamo atto volentieri - il Presidente del Consiglio regionale, il quale fa costantemente questo discorso e questo riferimento.
Noi ci riserviamo di ritornare sul problema delle spese correnti in sede di bilancio preventivo e con opportune interrogazioni su quelle delibere che non andranno nella direzione di assoluto rigore che oggi è richiesto a tutto il Paese.
Per il modo in cui si è giunti a questa variazione, per le osservazioni di merito che abbiamo fatto, per le preoccupazioni che destano gli aumenti di troppe spese correnti, il Gruppo D.C. esprime voto contrario. Ma per la consapevolezza di che cosa rappresenta anche in Piemonte, anche in questo Consiglio la nostra forza politica non possiamo fermarci ad esprimere un voto contrario. Proprio per essere una forza che qui anche dal suo ruolo di opposizione è partecipe in modo notevole della vita dell'Amministrazione regionale, noi chiediamo ancora una volta (lo abbiamo fatto ieri e lo ha già ricordato l'Assessore Simonelli nella riunione dei Capigruppo, lo abbiamo fatto in sede di bilancio e con ben due interrogazioni) di fare quello che finora in questa Regione non si è fatto: confrontarsi veramente con l'opposizione, in Commissione, in Consiglio, fornire i dati del consuntivo, dello stato di attuazione delle leggi, della spesa, del perch di certi aumenti e di certe riduzioni perché ci si possa rendere conto della situazione finanziaria, delle previsioni, del raccordo con lo Stato dell'adeguamento della nuova legislazione regionale a quella che è la nuova legislazione nazionale in materia finanziaria; fornire dei dati precisi confrontarsi su questi, non su studi o su indicazioni nebulose.
Da questo confronto, ne siamo certi, la nostra Regione e la stessa Giunta potrà migliorare sia in chiarezza, sia in operatività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Anche noi, signor Presidente, dobbiamo ricordare le osservazioni fatte in sede di discussione al bilancio del 1976 allorché rilevammo come il bilancio che ci venne allora presentato non poteva essere definito tale neanche sotto il profilo tecnico. Si trattava, infatti, di un documento che era un incerto insieme di ipotesi, costruito su valutazioni che potevano tanto avverarsi quanto non avverarsi. Quel poco che allora era certo ed attendibile era deludente, gran parte del bilancio, poi, era dichiaratamente rigido, mentre la disponibilità per spese di investimenti era assai modesta di fronte alle esigenze di un'azione capace di incidere con concretezza sui bisogni della nostra Regione travagliata da una profonda crisi economica e che ha bisogni pubblici e privati di rilevante portata.
Le variazioni che oggi vengono proposte sono nel solco di quella logica di allora; esse non eliminano le contraddizioni tra i propositi conclamati dalla Giunta all'atto del suo insediamento e la realtà emergente dal bilancio stesso così variato.
Per queste ragioni il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Dato lo scarsissimo tempo messo a nostra disposizione non si può forse fare nemmeno un discorso produttivo per quell'ulteriore dibattito sul bilancio preventivo del 1977 sul quale dovrebbero esserci consegnati dati e documenti nella prima settimana del mese di dicembre.
Saremo costretti a fare pochissime osservazioni e non ripetiamo quindi quelle già fatte dal collega Paganelli facendone grazia ai colleghi del Consiglio. Però fra i pessimisti e gli ottimisti, o fra i realisti e quelli che non lo sono, dobbiamo mettere come sempre i repubblicani, realisti e pessimisti nello stesso tempo anche su questa variazione di bilancio perch riteniamo che la previsione delle entrate non sia ancora realistica.
La maggiore diminuzione è stata apportata sul fondo comune e non ripetiamo quel che già avevamo detto nella seduta dell'aprile 1976; non abbiamo invece nessun accenno alle previsioni che riguardano l'aumento che era stato messo in bilancio sull'ILOR. E vorrei sapere qual è l'ammontare effettivo accertato relativo ad ILOR, così come vorrei sapere la somma effettivamente riscossa relativa al capitolo 46, perché se le nostre conoscenze rispondono alla realtà, su queste due voci vi sono all'incirca altri cinque miliardi di carenza nell'entrata ed evidentemente ai 16 miliardi che ci vengono richiesti dovremo aggiungere questi altri cinque che fanno 21. Noi poniamo questo problema perché dai dati in nostro possesso riteniamo che questa variazione dello stato delle entrate sia errata proprio per difetto di pessimismo, se così ci è consentito dire.
Non aggiungeremo altro perché già è stato detto dal collega Paganelli.
Per quanto riguarda le uscite, vorremmo fare alcune osservazioni anche noi: stranamente sul capitolo 346 di bilancio sul quale avevamo già chiesto una diminuzione nella discussione sul bilancio abbiamo invece una variazione in più di cento milioni e su altri capitoli (il 16, il 18 e il 24) abbiamo altri aumenti invece di avere diminuzioni.
Dobbiamo poi sottolineare che quel miliardo circa di maggiori spese che interessano i servizi generali della Giunta regionale ci sembra non molto fondato e saremmo curiosi di sapere se rientra in questo aumento anche il costo della pubblicità fatta sul Times per il Piano di sviluppo del Piemonte.
Un'altra cosa che dobbiamo osservare (dovremmo entrare nel merito, ma questo ci sarà concesso soltanto nel mese di dicembre) è che per la formazione del personale sanitario abbiamo 350 milioni in più che vengono tolti da altri capitoli del bilancio, sempre relativi alla materia sanitaria, per arrivare a 550 milioni che finanziano non una legge, ma una circolare per il momento. E' un'osservazione che abbiamo già fatto e che ribadiamo scandalizzati perché una legge che comporta 550 milioni di spese sottraendoli, non sappiamo a quale titolo e in che modo, ad altri capitoli del bilancio, è un fatto che non deve certo ripetersi da parte della Giunta regionale.
Queste sono alcune delle osservazioni principali, evidentemente ne sfuggono moltissime altre, comunque sulla base di queste il PRI annuncia il suo voto negativo al disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Brevemente per dichiarare che anche da parte nostra ci sarà voto negativo perché chiaramente questa integrazione è lo sviluppo in positivo di quei vizi che erano già stati evidenziati in sede propria.
Opportunamente nella riunione dei Capigruppo ad opera, bisogna darne atto, della D.C., è stato contrattato l'impegno della Giunta a confrontarsi con l'opposizione, ma direi più che con l'opposizione con la realtà effettiva e mi pare che se c'è stata una risposta pregnante da parte della Giunta sulla necessità di verifica, ci sia stata su uno dei quattro punti indicati dall'Assessore, cioè la verifica dello stato di attuazione delle leggi; non so bene a che tipo di ideologia servirà perché mi pare che veramente, al di là di queste primogeniture in termini di pessimismo (noi liberali siamo ormai nella generazione dei profeti figli, i profeti padri li abbiamo abbandonati), proprio su questo punto ci sia un problema politico notevole, cioè verifichiamo a quanto pare l'inefficienza della Regione e questo è estremamente grave perché qualche piccolo errore di megalomania, o di spreco, o di non attitudine all'imputazione di spesa pu essere rimediato anche in termini abbastanza brevi e soprattutto con un linguaggio che può premiare qualche sede giornalistica, ma quando vediamo che abbiamo la possibilità di recuperare per semestralità non corrisposte da parte dell'opposizione deve nascere una grossa preoccupazione. Questa Regione funziona o non funziona? Mi pare quindi estremamente puntuale l'offerta, perché infatti è stato richiesto dall'Assessore di confrontare l'attività contabile della Regione con la sua produzione nel complesso della società. E mi pare che questo sia veramente il punto più qualificante, quello che ci ha indotti a dare questa specie di armistizio alla Giunta, questa tregua fino alla prossima settimana di dicembre Ribadisco di conseguenza il voto contrario e l'impegno della Giunta e l'offerta da parte nostra di andare a questa verifica della producibilità della Regione nel contesto sociale. Tra l'altro l'Assessore in I Commissione aveva anticipato uno dei metodi da seguire in futuro nel bilancio pluriennale: verificare di tempo in tempo come una certa legge della Regione incida sulla realtà. Diversamente finiremo per diventare una "macchinetta" di residui passivi e si farebbe concorrenza ad una macchina che queste cose le sa fare benissimo, cioè lo Stato; tanto varrebbe lasciargliele fare.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alcuni interventi di questa mattina mi inducono ad una puntualizzazione.
La formazione dei residui passivi non è un'invenzione di questi ultimi mesi: è un problema che si è sempre presentato negli anni scorsi alle forze che compongono il governo regionale, come a quelle che formano l'opposizione.



OBERTO Gianni

. in tutte le Regioni d'Italia, a cominciare dalla Toscana.



ROSSOTTO Carlo Felice

Quando era Presidente il Consigliere Oberto, c'è stata fra noi per un anno una sorta di incomprensione determinata dal fatto che ogni qual volta riproponevo il problema dei residui mi sentivo rispondere appunto all'insegna del "mal comune che è mezzo gaudio", vale a dire che la stessa cosa accadeva in tutte le Regioni d'Italia.
Ebbene, a me sembra che la Giunta ora in carica abbia dato la dimostrazione chiara e precisa di saper accelerare il meccanismo di spesa.



MARTINI Mario

Questo lo vedremo al momento di discutere il consuntivo.



OBERTO Gianni

Oggi però la maggioranza non lo riconosce.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ma occorre anche che il Ministro ci dia quattrini.



OBERTO Gianni

Facevate parte del Governo



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ma se abbiamo 700 milioni di interessi attivi sui nostri depositi.



ROSSOTTO Carlo Felice

Comunque, la mia puntualizzazione si riferisce al rilievo su una specie di patteggiamento che vi sarebbe stato. Ora, in termini politici si possono anche raggiungere degli accordi, e mi pare che la conferenza dei Capigruppo costituisca un momento di confronto, ma non dei patteggiamenti. E' stato richiesto correttamente dall'opposizione alla Giunta di riferire al più presto, in termini chiari e precisi, sull'impostazione del bilancio per il '77. La Giunta si è impegnata a presentare in Commissione il bilancio nei primi giorni del mese di dicembre, in modo da dare a questa la possibilità di discutere sulla base di un'impostazione chiara per quanto concerne l'acquisizione dell'entrata. E' stato anche precisato che l'erogazione della spesa è ancora collegata alla definizione della politica di piano alla quale le forze politiche si sono impegnate (perché oggi compete al Consiglio regionale discutere la proposta di piano, poi la palla ripasserà alla Giunta).
Il fatto che nelle riunioni dei Capigruppo si raggiungano correttamente certi tipi di accordo non si può considerare patteggiamento, come ho sentito dire. L'opposizione, capeggiata dal Gruppo della Democrazia Cristiana, aveva chiesto questo impegno e si era fatta precisare dove l'impegno sarebbe stato assolto, se qui, stamani, o in seno alla Commissione. Si è optato per la Commissione, e in questo ambito la Giunta porterà bilancio, consuntivi ed indicazioni precise in merito. Non si tratta, dunque, di patteggiamenti o altro, ma di chiare prese di posizione politiche a cui l'azione dell'opposizione conduce.
Ho voluto fare questa messa a punto, anche se forse non è in diretto collegamento con il problema della formazione dei residui passivi, che tutti mi pare siamo dell'avviso che vadano eliminati. In merito a questa questione ritengo di poter dire, per la conoscenza che ho dell'operatività della Giunta, che vi è stata un'accelerazione della capacità di spesa della Regione. Chi nutre dubbi in proposito li potrà sciogliere, o potrà riscontrare avventate queste mie affermazioni, al momento del confronto con il consuntivo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà



OBERTO Gianni

Non penso - ma vorrei averne conferma - che i Capigruppo abbiano concordato di trasferire i poteri del Consiglio alla I Commissione.
D'accordissimo che in Commissione si svolga una prima discussione, essendo quella una sede che offre le maggiori possibilità per un esame approfondito. Ma rispettiamo le competenze di questo Consiglio regionale, i cui componenti hanno responsabilità verso se stessi e verso l'elettorato: non dimentichiamo che l'ultima parola in fatto di discussione spetterà certamente al Consiglio.



PRESIDENTE

Naturalmente, su questo non sussiste il minimo dubbio.



OBERTO Gianni

Siccome il Consigliere Rossotto, nella sua difesa d'ufficio - di cui non ci sarebbe stato affatto bisogno, perché la Giunta dispone già di eccellenti difensori di fiducia - si è limitato a parlare di questa presa di conoscenza in I Commissione, desideravo sapere se sia ancora opportuno che si venga in Consiglio per la discussione definitiva o meno.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rossi. Ne ha facoltà.



ROSSI Luciano

Vorrei porre l'accento su alcuni passi della relazione che il collega Raschio, a nome della maggioranza, ha svolto.
Certo, la variazione di bilancio proposta è considerevole, e la relazione lo ammette. La relazione al bilancio dice che non si sono verificati certi fatti politici. Penso però che sarebbe azzardato affermare che sia amministrar male agire mossi dalla fiducia che gli eventi politici evolvano in una direzione anziché in un'altra. Guai se perdessimo, pur nel gioco della maggioranza e dell'opposizione, la fiducia di apportare modifiche al meccanismo infernale che domina nella situazione attuale le Regioni ed il sistema delle autonomie.
Dopo aver seguito dall'esterno tutte le discussioni che si son fatte nel passato sui residui passivi, ho vissuto all'interno della Regione la storia dei residui passivi legati al rendiconto economico per il 1974. In quell'occasione intervenni, osservando che erano stati accumulati passivi per più di 140 miliardi, denunciando anche che il meccanismo finanziario della legge regionale di per se stesso determina la creazione di residui passivi. Mi dichiarai altresì d'accordo con il collega Raschio, in Commissione, sulla necessità, da una parte, da un punto di vista politico di esporre con molta chiarezza la gravità della situazione - e l'abbiamo fatto nel dibattito economico avvenuto poche settimane addietro - riguardo alla possibilità di accendere mutui, e sul fatto che la Giunta avrebbe commesso un errore gravissimo tenendo residui su mutui che nel 1976, al di là di ogni possibilità reale, non volontà, non si possono contrarre perch il meccanismo fa sì che nel volgere di un anno nessuna Regione riesce a concludere dei mutui.
Quindi, le leggi che noi abbiamo elaborato per tutto il corso dell'anno troveranno una loro applicazione solo se interverrà tempestivamente un profondo mutamento nella dinamica economico-finanziaria a favore delle Regioni e degli Enti locali. Io mi auguro che nel convegno in programma a Bari le Regioni riescano a darsi rapidamente un regolamento - per la verità di assai difficile elaborazione - per la realizzazione dei bilanci pluriennali in base alla nuova contabilità assegnata alle Regioni: diversamente, ripeto, anche le leggi che si potranno emanare nel 1977, da finanziare con mutui, non diverranno operanti, perché il meccanismo da seguire per l'accensione e per il perfezionamento dei mutui non lo consentirà.
E' una situazione che pone in gioco la credibilità politica delle Regioni, perché fa si che trascorranno quattro anni prima che si riesca a concretizzare le realizzazioni che esse, all'unanimità o meno, hanno programmato. E' una camicia di forza, questa, che bisogna assolutamente togliere di dosso alle Regioni, se si vuole che le istituzioni di base dello Stato democratico funzionino.
La variazione al bilancio del 1976 viene a convalidare puntualmente quanto avevamo già detto in sede di dibattito sul bilancio di previsione. A quell'epoca, da parte di quasi tutte le forze politiche qui rappresentate fra le quali la mia, si auspicava che non si dovesse arrivare alle elezioni politiche, perché questo avrebbe ritardato ancora la soluzione del problema della finanza regionale.



OBERTO Gianni

Le ha volute De Martino.



ROSSI Luciano

Non è il caso che polemizzi con me a questo proposito. Allora, il Governo avrebbe avuto modo di affrontare determinate questioni concernenti le Regioni. Perché con la legge 356 il Governo aveva fissato un tantum per le Regioni, senza però accettare la proposta che le Regioni avevano fatto unitariamente. Il bilancio dello Stato va strutturato in modo diverso (a parte la misura del finanziamento destinato alle Regioni), in modo da compenetrare le Regioni nella struttura del bilancio statale; insomma, il bilancio dello Stato non può non tener conto della finanza regionale, della finanza locale, del fatto che la finanza pubblica nel nostro Paese va concepita in modo unitario.
Non scandalizziamoci e non cadiamo in un facile strumentalismo, quindi se oggi abbiamo delle variazioni di questa entità. Il fatto è che, se non interverrà nelle prossime settimane un cambiamento radicale nei confronti della finanza regionale, e soprattutto nei confronti della finanza locale ma io mi auguro che il Governo saprà mantenere l'impegno di prendere provvedimenti seri a questo riguardo entro la fine dell'anno - non so in quali condizioni si troveranno i Consigli comunali nell'approntare i loro bilanci di previsione. Come non riesco ad immaginare come potrà la nostra Regione redigere un equilibrato bilancio per il 1977 se non verranno distribuite in modo diverso ed equo le risorse che esistono nel Paese e che devono garantire alle Regioni e agli Enti locali un corretto funzionamento.
In una situazione come l'attuale tutte le nostre belle progettazioni finiranno con il non essere altro che poesia e cattiva propaganda, pur provenendo da un'assemblea importante e qualificata come la nostra.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, non era nelle mie intenzioni intervenire, dal momento che l'aveva già fatto, da par suo, l'Assessore alla programmazione ed al bilancio, collega Simonelli. Ma, dato che siamo considerati responsabili perfino dell'aumento del prezzo della carta, del telefono e di tutte le altre diavolerie che questo Governo ci ha regalato, penso sia opportuno che dica qualcosa per rimettere un po' le cose a posto altrimenti non riusciremo ad intenderci.



OBERTO Gianni

Qualcosa di buono quanto meno questo Governo l'ha fatto, vietando di fumare.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa Giunta, fin dall'inizio della sua attività, ha dato prova di estremo rigore sotto l'aspetto gestionale: anche l'acquisto di una matita dev'essere autorizzato dal Presidente Un'innovazione adottata da questa Giunta è, per esempio, quella di dare ogni anno un rendiconto delle spese di gestione. Già lo si è fatto per quanto concerne il '75, ed i Consiglieri, scorrendolo, avranno avuto modo di constatare che, nonostante in alcuni generi e servizi vi siano stati aumenti del 200-300% - com'è avvenuto per la carta (300%), per il telefono (per il quale, per effetto delle fasce di scatti, l'aumento è stato non del 25% come dichiarato, ma ha portato al raddoppio, alla triplicazione, come ciascuno di noi avrà d'altronde potuto rilevare sulla sua bolletta di casa) l'incremento totale, sul globale della spesa, è stato contenuto nel 30 circa. E siamo già in grado di dire, sulla base degli elementi di cui disponiamo, che quest'anno la spesa per il personale e le spese di gestione, equivarranno comunque a meno del 2,80% dell'intero bilancio, il che nel nostro Paese non ha riscontro in alcuna azienda, privata o pubblica che sia.
Sono questi i dati su cui discutere. E' vero che abbiamo mandato il Bollettino della Regione, come le altre pubblicazioni regionali, ad ogni dipendente regionale: ma questo l'abbiamo fatto per la scelta precisa di voler rendere ogni dipendente regionale perfettamente aggiornato su tutte le deliberazioni e le iniziative della Regione, mettendolo così in grado di operare correttamente. Questo può comportare una maggiorazione della spesa di non più di 10-15 milioni. Per il resto, evidentemente, facciamo pagare a tutti, salvo che a coloro ai quali dobbiamo inviarlo, come per esempio le Preture, le Procure della Repubblica o i Tribunali, che devono applicare le leggi. Del resto, a ciò provvedeva già la Giunta precedente, lodevolmente.
Come voi sapete, il personale della Regione si compone oggi di circa 1.600 unità: 1.368 dipendenti inquadrati a tutti gli effetti, più quelli rimasti da inquadrare (però per parte di essi la posizione è stata regolarizzata, quindi non so quanti siano ancora esattamente in situazione precaria), più tutti quelli trasferiti a noi dallo Stato (dei vari GIL.
ISCAL. ISAS, eccetera). Anche sotto l'aspetto del personale, in assoluto (è un dato che voi già conoscete attraverso il "libro bianco" cosiddetto del personale), la Regione Piemonte ha, in rapporto alla popolazione presente ed alla popolazione attiva, un numero di dipendenti minore rispetto a tutte le Regioni del nostro Paese, intorno allo 0,076% della popolazione attiva e della popolazione presente. Altre Regioni hanno una percentuale dello 0,5 (cinque volte superiore a quella del Piemonte), o dello 0,4% (quattro volte), mentre sono percentuali abbastanza comuni lo 0,3, lo 0,2 (Lombardia ed Emilia si aggirano attorno all'1-1,20-1,30%). Dico questo perché? Perch bisogna stare in guardia contro la sottile campagna che i soliti denigratori, ormai ben noti, hanno orchestrato, mirante a gettare il discredito non soltanto sul Governo ma sull'istituto regionale. C'è, ad esempio, un deputato che, pur avendo fatto parte il suo Gruppo della Giunta che aveva deciso l'acquisto di mobili di antiquariato per la sede della Regione Piemonte, si è sentito ora in diritto di accusare la nuova Giunta di averli acquistati, senza riflettere, oltre tutto, sul fatto che si tratta di mobili che ora hanno un valore tre volte superiore.



OBERTO Gianni

E' stato un ottimo affare, e lei sa perché.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Se c'è qualcosa da precisare e nel caso vi fossero delle distorsioni siamo disposti - lo dico in risposta al cortese collega avv. Paganelli - a riesaminare ogni voce, ogni intervento, perché vogliamo, sotto questo profilo, evitare ogni cosa che ci possa stravolgere un indirizzo che noi ci siamo dati.
Più concreto e serio ci è parso il discorso sull'attuazione. Dobbiamo dire che ci siamo ripromessi di concludere per il 31 gennaio 1977 ogni adempimento presente in Regione al 1° novembre 1975. Abbiamo detto: concludiamo il quinquennio della vecchia legislatura che abbiamo collocato a novembre per via delle elezioni, e nei primissimi giorni di febbraio daremo conto di tutti gli adempimenti di nostra spettanza.
Anche a questo proposito bisogna ragionare. Attraverso un'indagine fatta in questi mesi abbiamo scoperto che, per esempio, moltissimi Comuni che avevano dei finanziamenti del '72-'73-'74-'75 non si erano mai sognati neppure di mandare il progetto per opere come acquedotti, fognature strade. Fra questi ci sono Comuni importanti, di cui non abbiamo difficoltà a fornire l'elenco, perché è giusto che si conosca chiaramente come stanno le cose nel nostro Paese. Abbiamo perciò ritenuto di privilegiare la conclusione di tutto il vecchio rispetto al procedere di tutto il nuovo.
Sottoporremo al Consiglio, a tutte le forze politiche, alle Commissioni e a tutti gli organismi, anche il preciso indirizzo di ultimare finalmente le opere che sono presenti, attraverso o delega o presenza regionale, nella realtà della nostra comunità regionale, il cui importo, da un primo elenco ammonta a ben mille miliardi. In esse, evidentemente, la mano regionale ha un suo interesse o ha una sua possibilità di intervenire, ma spesso in modo assai modesto, perché occorrono deleghe di Governo. Per esempio nel settore della casa abbiamo aperto cantieri, ma poi abbiamo dovuto chiuderli perch è mancato il credito e anche perché la macchina regionale, ormai in moto ha un fabbisogno mensile di circa 40 miliardi (questo ormai siamo in grado di poter spendere).
Non vogliamo, come sapete, date le note difficoltà, arrivare ad uno scontro su queste questioni. Abbiamo accettato anche, nei numerosi incontri avuti con i Ministri finanziari, con i responsabili finanziari, essendoci stata fatta presente la particolare situazione del momento, di ricevere un'erogazione ridotta a dieci miliardi (la metà di quel che ci occorrerebbe mensilmente per l'ordinario, oltre ai 17 miliardi che ci spettano per la sanità) anche se questo mese ci sarebbe bisogno di 25 miliardi, per l'ordinario.
Già abbiamo dovuto intaccare in questo mese di 10 miliardi il nostro patrimonio depositato nelle banche. Cosicché cominciamo ad avere un'esposizione per 22 miliardi, considerando anche l'impegno della precedente Giunta per la sanità, senza che si riesca a sapere da qualcuno se un giorno arriverà un assegno di copertura (sia il Ragioniere generale dello Stato che il Ministro dicono di non saperne nulla, quando li si interroga): al 22%, si tratta di una perdita annua di interessi per 4 miliardi, che ignoriamo se ci verrà poi rimborsata (qualcuno sostiene che avendoli noi inseriti a bilancio, il Governo li ha praticamente approvati approvando la legge del bilancio. Ma i contatti avuti con il Ragioniere generale dello Stato hanno radicato in me forti dubbi sul buon esito di questa operazione).
Poi, a dicembre, si dovrà pagare la "tredicesima" ai dipendenti ospedalieri. Lo Stato non ci ha pensato, inviandoci i tredici, quattordici o quindici miliardi necessari, per cui dovremo giocoforza prelevare questa somma, elevando così la nostra esposizione a circa 40 miliardi. Cominciamo insomma, a percorrere la strada dei Comuni. Nessuno si prende la responsabilità di dirci se questi soldi ci saranno restituiti. Quando nelle riunioni, si affrontano questi problemi si assiste ad una fuga generale, a base di "vedremo", "studieremo", "adesso andiamo nel complesso", "ci sarà il CIPE, poi il decreto". E neanche il completamento dello stanziamento relativo al '75 per gli ospedali è ancora giunto, come vi potrà confermare l'Assessore alle finanze, per cui ci era stato detto che con sua delibera il CIPE aveva approvato 3.300 miliardi anziché 2.007.
La situazione, dunque, va guardata in tutta la sua ampiezza. Nonostante tutte queste difficoltà, qualche risultato positivo l'abbiamo conseguito.
Intanto, nella gestione dal 1° agosto 1975 al 31 dicembre si sono erogati 190 miliardi, dal gennaio '76 ad oggi 325 miliardi, ciò che non era mai avvenuto in precedenza, ed abbiamo già assistito ad una riduzione dei residui passivi del '72-'73-'74-'75 nella misura del 30%, che probabilmente alla fine dell'anno salirà al 35%. Ciò significa che con il gennaio '77, se perdurerà questa tendenza, potremo aver erogato, dal gennaio '76 al 31 gennaio '77, una somma pari a circa 400 miliardi. Il che equivale ad una capacità di spesa pari quasi all'ammontare reale del bilancio, che mi pare sia di 449 miliardi. Questo processo di aggressione al residui passivi è dunque in corso.
Nei giorni scorsi il Senato ha votato un ordine del giorno di indirizzo al Governo, raccomandandogli di eliminare i residui passivi. Ma Ventriglia e Stammati hanno risposto: se eliminassimo oggi di colpo tutti i residui passivi porteremmo lo Stato al fallimento, perché occorrerebbero 16 mila miliardi in un colpo solo. Se non riesce ad erogare alla Regione i 20 miliardi mensili che sono di sua spettanza, perché li abbiamo la depositati, vorrei sapere come potrebbe il Tesoro erogare 16 mila miliardi senza provocare il fallimento generale dello Stato italiano.
Da questi presupposti dobbiamo partire per te nostre considerazioni. Se vogliamo rimanere aderenti alla realtà delle cose, dobbiamo dire che grazie agli sforzi che la Giunta, con tutto il Consiglio, ha prodotto attraverso il lavoro svolto, il confronto condotto in Commissione, noi abbiamo raggiunto un risultato che si deve giudicare, nella situazione attuale, positivo. Certo, se avessimo avuto una maggior possibilità di attingere ai nostri depositi, forse qualche risultato maggiore l'avremmo conseguito, ma questo ci è stato vietato. Noi non ne facciamo motivo di scontro, perché d'altronde ciò non servirebbe a nulla. Nei nostri incontri abbiamo anche chiarito che il nostro scopo è raggiungere insieme dei risultati, Regione e Paese. Però su questo punto, come dicevamo già ieri nella riunione dei Capigruppo, bisogna che ci parliamo con estrema chiarezza. Se vogliamo, in un quadro generale di collaborazione tra le forze politiche, produrre degli effetti positivi, evitare scontri e contrapposizioni inutili, siamo pronti ad operare tenendo conto della realtà di questo Governo in difficoltà, del Paese in crisi, della fase particolare che attraversa la nostra economia.
Il richiamo che io ritengo possa meglio rispecchiare questa situazione è il richiamo ad un rigore assoluto nella conduzione pubblica. Ma il rigore, naturalmente, non deve incentrarsi, magari sulla base di informazioni errate, su aumenti di spese prodotti da motivi evidenti, come l'aumento del costo della carta, perché è chiaro che non dipende da noi se le cartiere ci fatturano il materiale fornito ad un prezzo che è il triplo di quello di un anno fa, tanto che i giornali da ieri escono con un numero di pagine dimezzato non essendo autorizzati ad aumentare proporzionalmente a tale incremento il prezzo per copia venduta. Ed è aumentato a dismisura anche il costo del riscaldamento (di tre volte). Gli aumenti riguardano ogni settore, in misura sbalorditiva: si pensi che il riso è arrivato a mille lire il chilo. Non si può certo addebitare alla Giunta regionale l'aumento dei prezzi della carta, dei telefoni e via dicendo.
Vorrei si capisse che anche se ci troviamo ad affrontare una situazione siffatta noi cerchiamo di essere rigorosissimi. Non vi sarà spesa - è un impegno che assumiamo oggi in Consiglio regionale - che non sia stata assoggettata a controllo. Ma guai se ci mettessimo sulla strada di muovere accuse a un settore specifico, estrapolando dal contesto generale: non si screditerebbe tanto la Giunta, quanto l'istituto regionale, mentre io posso dire che, sia per quanto riguarda il passato, sia per quanto concerne il presente, sotto l'aspetto della conduzione rigorosa, non c'è assolutamente nulla da dire. Vi possono essere stati motivi di critica - questo comporta una normale dialettica di governo - rispetto agli impianti organizzativi rispetto agli indirizzi, alle conduzioni; ma sotto l'aspetto del rigore devo riconoscere pubblicamente - e il collega Oberto sa quanto io faccia volentieri questo riconoscimento, cogliendo tutte le occasioni per rinnovarlo - che non ho assolutamente la minima doglianza da muovere nei confronti della precedente Amministrazione. Noi ci ripromettiamo di essere sotto questo aspetto, altrettanto rigorosi. Indubbiamente, vi possono essere degli indirizzi, che noi scegliamo, che possono essere sottoposti a verifica, come quello ti tenere aggiornato tutto il personale sulla conduzione della Regione perché, operando all'interno della Regione, possa meglio svolgere le sue mansioni. Però, vogliamo dare assicurazione che anche sotto questo aspetto ci atterremo in modo scrupoloso a quanto abbiamo enunciato nel nostro programma il 1° agosto 1975.
Chiedo scusa ai colleghi se li ho intrattenuti ad ora così tarda, ma mi sentivo in obbligo di dare queste precisazioni, perché non calasse alcuna ombra di sospetto sul rigore ferreo nella conduzione alla Regione Piemonte non tanto per difendere l'operato di questa Giunta, quanto il buon nome del nostro Ente, che sotto questo aspetto ha sempre ricevuto ampi riconoscimenti, non solo oggi, ma anche ieri, da parte di tutti, Ministri e Governo.



PRESIDENTE

Non posso far a meno di rilevare come questo dibattito, concentrato in un'ora insolita, si stia dimostrando di alto livello e di grande interesse.
Non è sempre vero che i grandi dibattiti, che durano a lungo, siano più produttivi di quelli che vengono condensati e nascono al di fuori dei programmi.
Chiede di parlare l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio

Aggiungerò, con concisione telegrafica, alcune considerazioni a quelle ora svolte dal Presidente della Giunta.
Quando si procedette alla discussione e approvazione del preventivo per il '76, venne prospettato un ventaglio di ipotesi su quale avrebbe potuto essere il livello delle entrate. Ricordo che qualcuno parlò di un sovradimensionamento di 30 miliardi. Adesso verifichiamo che le minori entrate sono in realtà di 16 miliardi. Tenendo conto che, per quanto riguarda le anticipazioni della Regione i contratti relativi ai dipendenti delle autolinee in concessione, 7 miliardi e 800 milioni, il riparto non è stato ancora fatto, noi abbiamo voluto chiudere la partita senza considerare che vi debba esservi alcun rimborso, ma in realtà dovremmo ricevere una copertura almeno parziale. Il "buco", pertanto, verrà ad essere inferiore ai 16 miliardi. Può darsi che a consuntivo si debba fare i conti con altri fattori negativi, come la collega Castagnone Vaccarino ha fatto presente: l'ILOR, ad esempio, è in certa misura imprevedibile, per cui, pur avendo un gettito potenziale forse doppio rispetto a quello calcolato a bilancio, per vicende note - ritardi nella messa in ruolo di certi redditi e così via - è possibile, anzi probabile, che dia un gettito ancora inferiore.
Ma l'incertezza delle previsioni è connessa - qui lo si deve dire anche se la situazione dall'anno prossimo è destinata a cambiare - ad inadempienza del Governo. Ad aprile, quando noi, alla fine dell'esercizio provvisorio, abbiamo approvato il bilancio, ancora non sapevamo quali entrate ci sarebbero toccate. Situazione di incertezza che, per gli Enti locali minori, poi, è cronica ed è ormai arrivata a livelli addirittura intollerabili. Ma anche per le Regioni siamo stati fin qui nell'impossibilità di determinare con assoluta certezza i livelli delle nostre entrate. Nel '76 c'era, per la verità, un provvedimento legislativo da cui scaturivano le entrate delle Regioni, c'era addirittura una legge ma è stata emendata a cavallo del periodo in cui abbiamo approvato il bilancio. Quindi anche in questo c'era una ragione di eccezionalità. Per il prossimo anno la situazione, come è stato detto, muterà, perché in base alla legge di riforma 335 approvata noi siamo già in grado di conoscere quali saranno, almeno per la parte più consistente, che è il fondo comune ex art. 8, le entrate per il 1977. Quindi, questa ragione di incertezza viene a cadere. Però, ripeto, se c'è stata incertezza ad aprile questo è stato dovuto al fatto che non sapevamo quale quota di riparto sarebbe spettata alla Regione.
Una seconda considerazione che mi preme fare è che, in realtà, il fatto che le entrate siano state inferiori al previsto non ha provocato alcun rallentamento all'attività della Regione. Non è vero, cioè, che il bilancio regionale abbia operato in modo stentato in questi undici mesi, ché, anzi abbiamo avuto una capacità di spesa notevolmente superiore al passato perché i meccanismi si sono meglio oliati, gli uffici hanno cominciato a funzionare, perché si e creata una meccanizzazione che ha consentito dr accelerare la spesa, perché il Fondo sanitario nazionale va via tutto subito, senza provocare alcuna accumulazione di residui. Per questo insieme di fatti la spesa ha "tirato" moltissimo.
Non si può dire, quindi, che il bilancio non abbia consentito di far fronte alle esigenze della Regione; semmai, siamo arrivati ad impattare con dei limiti di cassa, nel senso che a questo punto le nostre potenzialità di spesa media mensile sono superiori alle risorse di cui mediamente disponiamo. Quindi, il problema non è più tanto in termini di residui passivi ma in termini di rallentamento nell'adempimento degli impegni di spesa. E' vero che abbiamo ancora delle giacenze di cassa, ma guai se ci mettessimo sulla strada, veramente folle, di esaurire le disponibilità di cassa per far fronte alla spesa normale mensile: in questo modo non solo ci priveremmo di una fonte di entrata che, data la situazione deficitaria complessiva dei bilanci regionali, fin che non aumentano le altre entrate noi dobbiamo tenere, anche se è anomala, quella delle entrate che derivano dagli interessi attivi, ma ci toglieremmo anche quella capacità di volano che, attraverso le giacenze di cassa, ci consente di far fronte a necessità imprevedibili, comunque ormai scontate, come sono, ad esempio, le anticipazioni in materia ospedaliera, che sono una necessità e lo diventeranno ancor di più. Come ricordava il Presidente, oltre ai 22 miliardi di esposizione con le banche che noi abbiamo in modo permanente perché coprono i ritardi di erogazione delle tranches del Fondo nazionale con un disegno di legge che la Giunta ha approvato ieri abbiamo introdotto un'altra variazione di bilancio, sostanzialmente, che verrà in discussione quanto prima alle Commissioni ed al Consiglio, mettendo cioè a bilancio un'altra somma, in entrata in questo caso, in acconto sulla maggiorazione del fondo che il CIPE ha già deciso ma di cui non si è ancora avuto conferma in un provvedimento legislativo, di altri 20 miliardi e 300 milioni in entrata e in uscita col quale garantiamo la tredicesima mensilità agli ospedalieri, che altrimenti non avrebbero potuto essere pagate. Avere delle giacenze di cassa che rappresentano un volano per far fronte alle continue improvvise necessità di questo tipo è cosa assolutamente indispensabile.
Certo, questo comporta dei problemi. E' giusto, perciò, fare il dibattito in Commissione prima ed in Consiglio poi, come avevo detto intervenendo in precedenza, è giusto che discutiamo anche sul modo di gestione, in condizioni per un verso meno difficili, perché aumenteranno le entrate, ma per un altro verso più complicate, per i meccanismi di gravità della crisi finanziaria complessiva che si pongono al nostro bilancio.
Si dice: a fronte delle minori entrate, ci sono delle spese non fatte e le spese non fatte (lo ricordava Paganelli, ma vorrei introdurre alcune considerazioni su quel che egli ha detto) concernono 4 miliardi e mezzo circa di annualità su contributi in conto interessi dati ai Comuni e 14 miliardi e mezzo di oneri di ammortamento per mutui non fatti. I 4 miliardi e mezzo di annualità corrispondono a contributi che la Regione avrebbe dovuto pagare nel corso del '76 per mutui che i Comuni non hanno contratto: sono la quota per il '76 di una più generale mobilitazione di risorse, che partono dal '72 e che non abbiamo potuto impiegare. Da qui nasce una serie di considerazioni che faremo in altra occasione e che non voglio ora anticipare.
I mutui non contratti nel corso del '76 corrispondono in parte ad interventi che la Regione ha effettuato proprio avvalendosi delle sue possibilità di utilizzare il volano delle giacenze di cassa, perché il piano autobus - cioè gli 8-9 miliardi di contributi per acquisire i mezzi di trasporto pubblico - è andato avanti anche se il mutuo relativo non è stato contratto, così come accadde nell'esercizio precedente. I pagamenti dell'agricoltura, che richiedevano 25 miliardi di mutuo, sono in corso anche se il mutuo non è stato stipulato. Non è che le spese che corrispondevano a questi mutui si siano fermate, dunque.
In realtà, stiamo anticipando, con le disponibilità di cassa, delle risorse che non possiamo, onestamente, reperire attraverso l'indebitamento perché non possiamo, onestamente, sottoporre il nostro bilancio ad un onere eccessivo, e infatti cerchiamo di poter reperire, attraverso il credito dei mutui a tassi compatibili. Non è che rinunciamo. Anzi, siamo arrivati al livello di guardia, al punto in cui questa politica non la possiamo più continuare, e dovremo incominciare ad accendere mutui su vasta scala. E allora stiamo cercando affannosamente di trovare disponibilità per un indebitamento che non sia incompatibile con l'equilibrio dei bilanci futuri.
Altro problema aperto dal dibattito: in quale misura e in che termini la politica di indebitamento è da perseguire, in qual misura possiamo, o dobbiamo, a questo punto, accendere i mutui che abbiamo previsto nelle leggi già approvate? E, collegata a questo, l'eventuale revisione delle leggi già funzionanti, per la quale è necessario esaminare il loro funzionamento, cosa che faremo in I Commissione.
Questa mi pare la sostanza dei problemi che sono scaturiti dalla discussione. Ma, ripeto, in una condizione nella quale la Regione non solo ha effettuato gli interventi che erano previsti nel bilancio, ma ha addirittura anticipato i tempi rispetto ad interventi che, se affidati al meccanismo di indebitamento - contrazione di mutui eccetera - avrebbero avuto tempi assai più lunghi. Quindi, non c'è stata pausa, non c'è stato blocco della spesa, se mai siamo arrivati oggi a fare i conti con una nostra capacità di spesa superiore alla disponibilità di risorse che abbiamo Su questa variazione in sé mi pare che la discussione si possa esaurire con quanto è stato detto. A quanto il Presidente della Giunta ha dichiarato entrando nel merito di alcune delle scelte di spesa si potrebbero aggiungere taluni particolari. A proposito del rilievo che c'è un aumento per esempio, all'art. 28, dell'importo per spese di stampa eccetera, è opportuno far rilevare che in quel capitolo è compresa anche la costituzione di un Centro stampa, cioè l'acquisto di macchine che sono in realtà un investimento: ciò fa apparire dilatata la spesa sulla parte corrente mentre, in realtà, si tratta, per gran parte, di una spesa di investimento. Ma è un'analisi, questa, che faremo in altra sede.
In conclusione, si può chiudere questa partita dicendo che le variazioni sul fronte delle entrate corrispondono ad un'obiettiva minor disponibilità della Regione rispetto ai fabbisogni minimi di funzionamento.
Noi dobbiamo registrare con amarezza che ci mancano 16 miliardi nell'entrata, ma possiamo con tranquilla coscienza affermare che ciò non è dovuto al fatto che il bilancio che avevamo presentato fosse di tipo avveniristico: era un bilancio basato su un programma che noi ritenevamo adeguato di interventi regionali, e lo sforzo che noi abbiamo fatto per realizzare quel programma è uno sforzo che non sarà ripetibile nei prossimi esercizi se non aumenteranno le entrate. Il momento di tensione tra possibilità di cassa e necessità di ricorrere all'indebitamento è arrivato ad un punto tale che non possiamo più continuare così: questa è la verità che abbiamo di fronte per i prossimi esercizi. Non si può più andare avanti così.
Su questa situazione si è innestata la piccola riforma della 281, che ci destina in una certa misura maggiori entrate, non sufficienti però a modificare radicalmente il quadro. Avremo certamente una situazione diversa da quella drammatica che si era evidenziata quando potevamo proiettare i dati del '76 sul '77 e sugli altri anni. Qualcosa in meglio c'è, però a fronte di questo miglioramento ci sono delle difficoltà che derivano dal blocco del credito, dal costo del denaro, da queste altre situazioni.
Quindi, avremo comunque da confrontarci per fare delle scelte dure e rigorose, e se decideremo insieme che c'è una parte di spesa da contenere lo potremo anche fare: sarà frutto di una scelta. Ma, colleghi del Consiglio, ha senso, fuori da una logica globale che esamini tutti gli stanziamenti alla luce delle disponibilità, appuntare gli strali soltanto su alcuni aspetti che paiono un lusso in situazioni di crisi, ma che, non dimentichiamolo, come le spese che si sono qui ricordate di informazione le spese relative alla stampa, all'acquisto di pubblicazioni all'informazione della comunità regionale su ciò che la Regione fa rispondono ad un requisito statutario fondamentale, quello che fa della Regione un centro anche di diffusione della conoscenza e dell'informazione per la società regionale? Bisogna guardarsi dal considerare questo aspetto fondamentale di attività della Regione disgiunto, disancorato dall'insieme delle nostre attività.
Allora, in un quadro complessivo, mettiamo sul tavolo tutto, e se ci sono delle economie da fare, se ci sono delle spese, anche già concordate che si ritiene, in questo clima di austerità, sia meglio non più fare ebbene, lo decidiamo insieme. Credo non sia un problema di scelte ideologiche. Non mi pare che si possa immaginare, per esempio, che in questo Consiglio ci siano i colleghi del Gruppo comunista che subiscono con risultati contraddittori, una duplice influenza: quella deflattiva ed austera dei democristiani in Consiglio e quella spendacciona ed espansionista dei socialisti in Giunta, per cui non mi pare sia possibile una divisione ideologica dei ruoli che porti a questi risultati. Mi par di capire, invece, che abbiamo tutti noi davanti dei problemi che sono effettivamente molto grossi e che insieme dobbiamo affrontare.
Quando poniamo il problema anche della revisione delle leggi regionali già in vigore, dimostriamo, credo, la necessità, e, per parte nostra, la convinta disponibilità ad andare ad un confronto il più possibile aperto su tutto, pronti a rimettere in discussione anche le decisioni che sono già operanti. Questo è il senso dell'impegno che ci assumiamo. Nel confronto in Commissione ed in Consiglio avremo modo di verificare e insieme di decidere su queste cose. La Giunta non ha alcuna riserva mentale quando chiede, e per certi versi sollecita, un confronto il più possibile ampio su tutti questi aspetti.



PRESIDENTE

Vi sono ancora richieste di parola? Desidera intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il mio intervento è determinato dalla chiamata di correo che ha fatto il Presidente sul problema dei mobili.
C'è stata, da parte di un deputato liberale, un'iniziativa che, come ho già detto in via privata, è da considerare legata strettamente alla persona, che quindi non coinvolge né chi vi parla né il partito. A titolo personale, dico anzi che ritengo sia dovere di un Ente pubblico come il nostro far sì che certe testimonianze del passato rimangano di godimento pubblico e non finiscano, ad un certo livello, nelle collezioni private di qualche arricchito. A parte il fatto, poi, che si è trattato, dal punto di vista economico, di un indubbio affare, perché chiunque si interessi di queste cose sa che un mobile antico ha una durata di secoli, mentre il mobile svedese dura cinque anni.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, lei ha giustamente osservato poc'anzi che il dibattito si è fatto vivace ed estremamente interessante.
Ho il piacere di notare che la serie di dichiarazioni venute dai banchi della Giunta e della maggioranza sono proprio atte ad aprirlo, un dibattito, più che a concluderlo, e insegnano all'opposizione alcune cose.
L'ammaestramento che ne ho tratto è questo: che bisogna essere estremamente cauti ad accettare, quando si è collocati in questo ruolo, le restrizioni all'ampiezza dei dibattiti, ed accordi per lo sveltimento dei lavori su argomenti che invece richiedono profonda meditazione.
E' stato sufficiente che il Consigliere Paganelli facesse alcune esemplificazioni a convalida della tesi che bisogna controllare rigorosamente la spesa - se la carta raddoppia di prezzo è necessario considerare l'opportunità di dimezzare l'erogazione di certi tipi di servizi - per provocare, su di un confronto che doveva essere rimandato una serie di dichiarazioni, alcune delle quali anche emotive. Ha ragione il Consigliere Rossi a dire che non ci si deve scandalizzare se si fanno delle variazioni di bilancio. Non lo scandalo - la parola è troppo forte per una cosa di questo genere - ma il rilievo aveva invece un significato, perch una non buona propaganda, a giudizio dell'opposizione, era stata fatta nel momento in cui ottimisticamente si era impostato il bilancio in un certo modo. E il dire che lo si è impostato in quel modo perché le necessità di spesa erano e saranno impellenti, voleva dire solo rinviare il confronto severo e duro con i fatti che l'opposizione oggi sollecita e che trova consenziente il Presidente della Giunta, il quale giustamente sente di dover rendere conto di come viene amministrato il denaro pubblico.
Ma noi siamo qui per chiedere che i dati vengano forniti con tempestività, prima, non dopo le discussioni, affinché non si avvii, come questa volta, in modo surrettizio un dibattito che doveva essere soltanto enunciativo e concludersi subito con un voto, mentre è andato molto oltre.
Per quanto ci riguarda, quindi, anche se ora si concluderà formalmente la questione con un voto, quanto è avvenuto ora costituisce l'apertura di un dibattito e di un confronto, non una chiusura, come è sembrato volessero significare l'ampiezza relativa e la pertinenza di molte osservazioni che sono venute anche dalla Giunta, ma che offrono momento di riflessione e di ulteriore replica e approfondimento all'opposizione, il che ci riserviamo di fare nella sede opportuna, avendo fiducia nell'impegno che la Giunta ha assunto; pronti in ogni caso ad assumere le iniziative regolamentari per ottenere questo confronto.



PRESIDENTE

Certamente. Mi pare che una conclusione si possa intanto trarre da questo dibattito, ed è che nella prossima riunione dei Capigruppo vengano fissate le forme e le modalità del confronto, offerto dalla maggioranza e richiesto dall'opposizione, attraverso un'articolazione di tempi e di date che consenta di svolgerlo in termini anche più ampi di quanto abbiamo potuto fare oggi.
Possiamo ora, conclusa la discussione, passare alla fase del voto.
Articolo 1 - "Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1976 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella A, annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1976 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella B), annessa alla presente legge.
Nell'elenco n. 3, allegato allo stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1976 e relativo al capitolo n. 1018 dello stato di previsione medesimo, è aggiunto l'accantonamento indicato nel prospetto n. 1, annesso alla presente legge, e sono eliminati o ridotti gli accantonamenti pure indicati nel prospetto medesimo.
Nell'elenco n. 4, allegato allo stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1976 e relativo al capitolo n. 1404 dello stato di previsione medesimo, è aggiunto l'accantonamento indicato nel prospetto n. 2, annesso alla presente legge, e sono ridotti gli accantonamenti pure indicati nel prospetto medesimo.
Nell'elenco n. 5, allegato allo stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1976, e relativo al capitolo n. 1406 dello stato di previsione medesimo, è aggiunto l'accantonamento indicato nel prospetto n. 3, annesso alla presente legge e sono eliminati o ridotti gli accantonamenti pure indicati nel prospetto medesimo.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'articolo 45 dello Statuto".
Non sono stati presentati emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
In merito al complesso dei prospetti e degli allegati, che verranno riportati a verbale, è stato proposto un emendamento modificativo ed aggiuntivo da parte della Giunta nella persona dell'Assessore Fiorini: "Variazioni in aumento. Aggiungere al capitolo n. 341: 'Assegnazione ai Consigli di circolo della scuola elementare, per la creazione e il potenziamento di biblioteche scolastiche, l'attuazione di visite e viaggi di istruzione, per la fornitura di materiali didattici individuali o collettivi e per l'acquisto di attrezzature per la ginnastica correttiva: più 10 milioni' modificare il capitolo n. 344: 'Contributi ad Enti pubblici e privati per l'organizzazione ed il finanziamento di corsi di formazione e addestramento professionale e dei corsi per apprendisti: più 520 milioni'".
Sono due modifiche in più, che non mutano però la sostanza del bilancio. Vi sono richieste di parola in proposito? Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è accolto con 28 voti favorevoli, 2 contrari e 16 astensioni.
Ora votiamo il complesso dei prospetti allegati.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri.
E' approvato.
Votiamo, infine, il disegno di legge nel suo complesso.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato.
Il Consiglio aggiorna i suoi lavori a domattina alle ore 9,30.



(La seduta ha termine alle ore 15)



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