Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.55 del 25/05/76 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Debenedetti, Menozzi e Oberto.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame progetti di legge n. 82 bis e 83 relativi ad "Interventi regionali per favorire il diritto allo studio"


PRESIDENTE

Ieri sera abbiamo sospeso la seduta con l'inizio della discussione sui singoli articoli del disegno di legge regionale "Interventi regionali per favorire l'esercizio del diritto allo studio".
"Capo I - Principi Generali- Art. 1 - Finalità. Le funzioni amministrative in materia di assistenza scolastica, trasferite alle Regioni ai sensi del D.P.R. 14.1.1972, n. 3, sono disciplinate dalla presente legge.
Gli interventi regionali devono tendere alla piena scolarizzazione nella scuola materna e dell'obbligo, a favorire il processo di democratizzazione e di gestione sociale della scuola, ad attuare la progressiva rimozione degli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che di fatto impediscono il pieno sviluppo della persona umana ed il raggiungimento dei gradi più alti degli studi".
Nei confronti di questo articolo è stato presentato un emendamento soppressivo dai Consiglieri della D.C. : "Sopprimere le due prime righe del secondo comma fino alla parola 'dell'obbligo' e sostituirle con le seguenti: 'gli interventi regionali tendono ad assicurare le condizioni per il libero accesso alla scuola materna e per l'integrale adempimento dell'obbligo scolastico' ".
La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

A parte l'esigenza della correzione formale di questo articolo ritenendo che la dizione da noi proposta sia più chiara ed anche formalmente più corretta, pur nella profonda convinzione del ruolo fondamentale che la scuola materna svolge per la precoce scolarizzazione dei bambini dai tre ai sei anni, per il loro decondizionamento ambientale e per il superamento delle differenze sociali degli alunni al fine di dare a tutti uguali punti di partenza, riteniamo che non essendo la scuola materna, nel sistema scolastico nel nostro Paese, obbligatoria, non sia giusto, attraverso una legge regionale, affermare dei principi non consoni alla legislazione statale.
Pertanto, mentre riconosciamo la piena validità della funzione della scuola materna, riteniamo più corretto affermare che, attraverso gli interventi per il diritto allo studio e dell'assistenza scolastica, si garantiscano le condizioni per il libero accesso a tale tipo di scuola superando le eventuali situazioni che impediscono la fruizione del servizio, anziché affermare un principio che è contrario alla legislazione statale.
Il nostro emendamento prevede infatti che gli interventi tendano ad assicurare le condizioni per il libero accesso alla scuola materna e per l'integrale adempimento dell'obbligo scolastico secondo l'esigenza della società e secondo la legislazione statale.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Non ve ne sono.
Passiamo alla votazione sull'emendamento presentato.
L'emendamento è respinto.
Passiamo alla votazione per appello nominale dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
"Art. 2 - Decentramento degli interventi e partecipazione sociale. La Regione delega ai Comuni singoli o associati l'erogazione di servizi e contributi agli alunni delle scuole materne, dell'obbligo, secondarie superiori e dei corsi per lavoratori, secondo le norme di cui ai successivi articoli, per il raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1 ed in attuazione degli artt. 118 della Costituzione, 66 e 67 dello Statuto della Regione.
Nell'effettuazione degli interventi i Comuni singoli o associati affidano compiti di programmazione e di gestione ai Consigli di Circolo, ai Consigli di Istituto, ai corrispondenti Organi collegiali di cui ai successivi artt. 9 e 10 e ai Consigli di Distretto e si avvalgono della collaborazione delle forze sociali".
Su questo articolo vi sono numerose proposte di emendamenti.
Cominciamo con quelli soppressivi.
"Al primo comma le parole alla seconda riga 'e contributi' sono soppresse".
Questo emendamento è presentato dai Consiglieri Castagnone Vaccarino e Gastaldi. Chi chiede di parlare? La dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Avendo noi presentato un emendamento soppressivo e sostitutivo dell'intero articolo, mi pare dovrebbe essere discusso prima poiché più pregnante, più completo. Poi, semmai, si discuterà sulla soppressione di singole parole.
Quanto sopra nella logica della discussione ed anche perché il nostro emendamento è stato presentato prima.



PRESIDENTE

Non ho nessuna obiezione di principio, ma il regolamento parla di precedenza agli emendamenti soppressivi, puramente e semplicemente.



VIETTI Anna Maria

Ma il nostro emendamento è soppressivo dell'intero articolo.



PRESIDENTE

Possiamo anche associare la discussione dei due emendamenti e poi votarli separatamente, se qualcuno lo chiede.
C'è però una rilevante importanza per presentare questa richiesta?



VIETTI Anna Maria

Sì, in quanto il nostro emendamento essendo soppressivo e sostitutivo dell'intero articolo, richiede una discussione globale; esso esprime in sintesi la nostra posizione in opposizione al disegno di legge della Giunta.



PRESIDENTE

Va bene. Vi sono delle obiezioni a discutere prima l'emendamento sostitutivo e soppressivo della collega Vietti? Non ne vedo. L'emendamento dice: "L'art. 2 è così sostituito: La Regione, in attuazione degli articoli 118 della Costituzione, 66 e 67 del proprio Statuto e per conseguire gli obiettivi della presente legge: a) delega ai Comuni singoli e associati l'erogazione di servizi per alunni delle scuole materne, dell'obbligo, secondarie superiori e dei corsi per lavoratori b) affida compiti alle scuole materne, agli organi collegiali della scuola, nonché ad organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri presso le scuole pareggiate, parificate o legalmente riconosciute dallo Stato.
Gli interventi previsti sono estesi a tutti gli alunni che frequentano scuole statali e non statali; sono escluse dai servizi e dai contributi previsti dalla presente legge, le scuole che perseguono fini di lucro.
Gli enti locali territoriali e gli organi collegiali o gli organismi rappresentativi, analogamente costituiti, svolgono i compiti loro delegati od affidati procedendo anche a reciproche consultazioni". Chi desidera illustrarlo? La dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Come ho affermato prima, questo emendamento soppressivo e sostitutivo dell'articolo 2 contiene una diversa concezione della legge, cioè recepisce i diversi principi ispiratori del Gruppo D.C., rispetto a quelli della Giunta.
Pertanto proponiamo, sì, la delega agli enti locali territoriali, per quanto riguarda i servizi di trasporto e di mensa - ad eccezione della scuola materna, perché riteniamo che la mensa nella scuola materna rappresenti un momento educativo tanto che già attualmente le mense sono funzionanti ed istituite da parte delle istituzioni scolastiche - ma proponiamo di affidare gli interventi di carattere didattico e pedagogico agli organismi collegiali della scuola.
Con questo nostro atteggiamento non vogliamo esprimere sfiducia verso i Comuni (come ieri invece è stato affermato); riteniamo che l'autonomia degli enti locali debba essere esaltata per quanto riguarda le loro competenze, ma, come abbiamo già affermato ieri nei nostri interventi crediamo non si possa far coincidere la società esclusivamente con il Comune e con lo Stato; riteniamo che nella società ci debbano essere pluralità di competenze.
Pertanto, per quanto riguarda gli interventi specifici della scuola siamo convinti che sia giusto valorizzare i suoi organi rappresentativi; in caso contrario le componenti scolastiche più significative che hanno partecipato con entusiasmo alle elezioni degli organismi collegiali vedrebbero frustrata la loro volontà di partecipazione.
La nostra posizione non tende certo a chiudere la scuola in se stessa ma tende a far sì che essa diventi veramente un momento partecipativo.
Si è detto che è necessario che la scuola si apra, che abbia dei contatti con gli enti locali territoriali, che rappresentano globalmente la comunità: è quanto da noi proposto.
I piani di intervento sui problemi didattici debbono essere elaborati dagli organi democratici della scuola con la consultazione degli enti locali territoriali, ma è impossibile elaborarli, come si è detto "insieme", senza assegnare ad un organo specifico la responsabilità del piano. Certo che i piani si faranno insieme, ma nel momento finale ci deve essere un organo che ne ha la responsabilità. Pertanto responsabilità ultima ai Comuni per i servizi di trasporto e mensa e responsabilità ultima agli organi democratici della scuola per i problemi pedagogici e didattici non riteniamo in questo modo di sminuire la funzione dell'ente locale.
Si è detto che noi esaltiamo eccessivamente lo specifico scolastico; a parer nostro ha certo una rilevante importanza esaltare lo specifico scolastico, ma in una scuola non chiusa in se stessa, bensì aperta alla società. Pertanto non accettiamo che si giudichi la scuola "chiusa" soltanto perché, invece di essere il Comune che elabora i piani sugli interventi didattici, dopo aver discusso con la scuola, sia la scuola che li elabora dopo aver discusso con il Comune. E' necessario che la scuola esca dai propri ambiti ristretti e proprio nell'aprirsi della scuola alla comunità si realizza una gestione autenticamente democratica, più partecipata che non con l'ingerenza del Comune nella scuola.
Così come per la scuola materna gli interventi per la fornitura di materiale didattico e ludico debbono essere di competenza specifica dell'organismo collegiale, mentre il Comune deve avere la responsabilità per i servizi di trasporto.
Questo è il principio informatore del nostro articolo 2, così come sosteniamo che gli interventi per l'assistenza socio-psico-pedagogica siano affidati ai distretti scolastici.
Non è giusto affermare che un ragazzo, in difficili condizioni sociali possa avere degli interventi idonei soltanto se interviene l'equipe del Comune; anche l'equipe operante nella scuola deve avere colloqui con le famiglie, deve conoscere l'ambiente in cui il ragazzo vive. Il tema della collaborazione scuola-famiglia è di battuto ormai da tanti anni nell'ambito scolastico ed è acquisita l'esigenza che la scuola abbia rapporti con le famiglie e con le componenti del territorio; ciò potrà meglio essere realizzato attraverso l'affidamento di compiti agli organi democratici della scuola.
Con questa nostra proposta di affidamento di compiti agli organi collegiali, la programmazione, per quanto riguarda gli interventi pedagogici e didattici, viene realizzata dagli organismi della scuola.
Sarà il comprensorio, in ultima analisi, a ripartire i fondi, ma i piani, elaborati dagli organi collegiali a livello di base, devono essere consolidati a livello del distretto scolastico, che è il vero organismo di programmazione scolastica, cui, in base alla legge istitutiva, possono essere delegati od affidati compiti di assistenza scolastica da parte della Regione; rilevo che questa possibilità, prevista dalla legge dello Stato rimarrebbe pura potenzialità se la Regione, attraverso le sue leggi, non affidasse competenze ai distretti scolastici.
Ricordo inoltre che, durante la discussione sulla legge 2.9.1974 n. 27 tutti gli interventi della allora minoranza comunista, richiamavano l'importanza del distretto, sostenendo l'esigenza di affidargli delle competenze. Ora invece, nel momento in cui questa legge viene modificata tali affermazioni vengono del tutto disattese.
Nell'emendamento dell'art. 2, che noi proponiamo, sosteniamo l'esigenza dell'estensione dei contributi a tutti gli alunni che frequentano qualunque tipo di scuola, purché vengano istituiti gli organismi rappresentativi, per realizzare l'esigenza che, anche nelle scuole non statali, vi sia la partecipazione delle famiglie alla vita della scuola, vi sia un momento di dibattito e di dialogo tra le componenti più significative della scuola affinché tutte le scuole abbiano una autentica vita democratica, una autentica vita partecipativa.
Come abbiamo detto in più occasioni, noi non siamo qui per difendere degli interessi speculativi, e questo era già implicito nella nostra prima proposta di legge, ma l'abbiamo meglio esplicitato nella 83 bis affermando che sono escluse dagli interventi e dai contributi le scuole che perseguono fini di lucro.
Con gli emendamenti successivi indicheremo il modo con cui si pu valutare il perseguimento dei fini di lucro.
Noi non riteniamo che ciò possa essere valutato dando esclusivamente al Comune la facoltà di dedurlo dall'ammontare massimo della retta da esso stabilita; il Comune valuterà in modo obiettivo, ma, conoscendo la realtà del nostro Piemonte, sappiamo che possono verificarsi contrasti, perci riteniamo che una scuola per non essere giudicata speculativa debba richiedere delle rette che non superino il costo effettivo dei servizi secondo il parere espresso dall'organismo collegiale, per valorizzare le componenti della scuola, insieme con il Comune.
Noi auspichiamo che non si determinino dei contrasti, ma riteniamo che in tale evenienza, ci debba essere un organo superiore, ossia la Giunta regionale, la quale, in base a standard, stabilisca il massimo della retta: è una garanzia perché il giudizio sul costo effettivo dei servizi sia obiettivo.
Queste sono le nostre proposte su cui ritorneremo nell'esame degli articoli successivi.
Per valorizzare gli enti locali e gli organi democratici della scuola nelle loro rispettive competenze, riteniamo che ci debba essere un continuo dialogo, una continua dialettica tra di loro; i piani devono essere elaborati dall'organismo competente, sentito il parere dell'altro organismo: gli organi democratici della scuola sentano i Comuni, i Comuni sentano gli organi democratici della scuola. Questo continuo confronto è negli interessi degli alunni, contribuisce a dare loro la possibilità di conseguire il diritto allo studio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, intervengo anch'io su questo articolo, stante il suo carattere fondamentale.
E poiché la discussione ha per riferimento il testo della Giunta al quale noi presentiamo emendamenti, faccio brevi considerazioni sull'art. 2 che stiamo esaminando e cioè sul secondo comma che ha suggerito ed imposto a noi la presentazione di questo emendamento totalmente sostitutivo.
E' invalsa l'abitudine, la prassi legislativa in Regione, di fare precedere agli articoli che direttamente costituiscono norme che realizzano dei fatti, che danno delle indicazioni operative, delle dichiarazioni di principio. Io direi che quando si fanno delle dichiarazioni di principio queste dovrebbero anche avere un minimo di dignità di forma e di chiarezza mentre questo secondo comma è intanto di una bruttezza intollerabile: "Nell'effettuazione degli interventi i Comuni singoli e associati affidano compiti di programmazione"; e poi è di una indeterminatezza assoluta: quali, quanti compiti, come e con che rapporti giuridici, con quali certezze vengono affidati. E' un pasticcio che mi sembra che anche nella logica della legge della Giunta non dovrebbe essere tollerato.
Detto questo, anch'io sottolineo che respingiamo l'accusa di essere mossi da una sfiducia fondamentale nei confronti dell'ente locale: l'attribuire all'ente locale chiare competenze in materie che possono essere oggetto di un'attività specifica del Comune e chiamarlo a collaborare per la definizione di altre la cui competenza specifica è invece riservata ad altri organi la cui vasta e nuova rappresentatività ci è stata rivelata di recente, credo che sia dare a ciascuno il suo diritto e nel fare delle leggi sia qualcosa di costruttivo e non di riduttivo.
Noi conosciamo la realtà dei Comuni piemontesi di 250 abitanti e anche di mille abitanti, alcuni affidano compiti, altri non li affidano; sì, la previsione di possibile consorziamento, ma consorzi con quali dimensioni con quali riferimenti territoriali? E' veramente qualcosa di molto vago, di non omogeneo che non può assolutamente garantire quella funzionalità che una razionalità aprioristica, astratta, che ha portato a concentrare nei Comuni tutte le deleghe, non riesce invece ad essere realizzata.
Sottolineo poi ancora il principio fondamentale che avrebbe; a nostro avviso, sottratto materia ad ogni artificiosa disputa ideologica, e cioè quella che prende a riferimento per gli interventi tutti gli alunni che frequentano le scuole statali e non statali. Credo che una delle conseguenze degli errori che sono stati commessi nella presentazione di questa legge, sia proprio quella di non aver tenuto conto che c'è stata un'evoluzione fortissima nel campo scolastico, per cui l'antica disputa che ha avuto anche qui qualche eco di atteggiamenti, di posizioni in ritardo la contrapposizione tra scuola statale come scuola che adempie a certe funzioni, e scuola non statale, è superata. Il problema è della scuola che adempie a delle funzioni pubbliche; del resto questa è una realtà: in Inghilterra sono le scuole private che vengono chiamate scuole pubbliche, e non per il gioco dell'originalità degli inglesi, ma proprio perché sono scuole che si aprono a delle esigenze pubbliche, che partono dal pubblico che partono dalla gente anziché partire dalla struttura dello Stato.
E allora questa pubblicità delle scuole che abbiamo toccata con mano in questi giorni, anche ieri, ha assunto nuove dimensioni e nuova validità. Ci sembrava che ad estrarre tutti gli elementi di polemica, a prendere in considerazione gli alunni, sarebbe stato un momento risolutivo, posto che si è sentita la esigenza di sottolineare che la partecipazione delle famiglie, dei genitori, la partecipazione delle componenti scolastiche in queste scuole non statali si è rivelata più vivace e più intensa, più efficace di quanto non sia avvenuto a livello delle scuole statali, Ma noi non è che facciamo una contrapposizione, noi siamo qui per trasferire nelle scuole statali tutta la vivacità della partecipazione che deve essere sollecitata, che deve essere auspicata.
Ecco allora che escludendo le scuole aventi fini di lucro (e si è riconosciuto quante poche siano) e introducendo l'elemento della partecipazione degli organismi rappresentativi analoghi a quelli previsti per le scuole statali, questo carattere di pubblicità di fatto, di svolgimento di una funzione pubblica che abbiamo constatato, sarebbe stato inserito in un quadro che avrebbe consentito di superare certi contrasti che hanno finito poi per condizionare i comportamenti di alcuni Gruppi sulla scorta di posizioni che la realtà aveva largamente trasceso e superato.
La dottoressa Vietti ha chiesto di discutere il nostro articolo sostitutivo prima dell'emendamento repubblicano solo perché, se in ipotesi venisse accolto l'articolo, in ordine a questo dovrebbe essere mantenuto o diversamente formulato l'emendamento; se noi approvassimo l'emendamento della signora Vaccarino e poi venisse soppresso l'intero articolo sarebbe un gioco non costruttivo.
Noi misuriamo veramente, di fronte all'atteggiamento che la Giunta assume in relazione a questo emendamento totale o parziale, l'effettiva volontà di porsi in termini nuovi e costruttivi rispetto a questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi, era mia intenzione, e lo è tuttora, di non intervenire, in linea con la pregiudiziale che avevo fatto ieri, sugli emendamenti e sul testo della legge. Tuttavia la D.C. ha già detto che questo, in definitiva, è un po' l'articolo cardine di una differenziazione e mi pare, per chiarezza di discorso, che soprattutto nei confronti della D.C. la mia parte politica debba chiarire la sua posizione su questi delicati argomenti.
Mi limiterò a tre enunciazioni precise.
Secondo noi, qualora fosse passata la nostra pregiudiziale della giornata di ieri, si sarebbe dovuto arrivare a precisare due cose fondamentali: in primo luogo che la mensa ed il trasporto non sono da considerarsi momento di esercizio del diritto allo studio, ma momenti a monte da estendersi a tutti quanti i cittadini, come i servizi sociali, a prescindere dal tipo di scuola. Questo era il punto che secondo noi avrebbe dovuto essere chiarito con articolo ad hoc.
In secondo luogo mi pare che vada precisato che tutto il discorso fatto da parte liberale su questa materia non debba portarci a confondere le posizioni. Noi condividiamo quanto ha detto qualcuno in quest'aula: le scuole private comunque, per il solo fatto che esistono, indicano una carenza delle strutture dello Stato, almeno per quel che riguarda un certo tipo di evoluzione del mondo italiano,senza fare paragoni con gli inglesi ecc.
In questo senso mi pare che gli interventi all'interno della scuola, in senso molto stretto, debbono essere riservati alle scuole private.
In ultima analisi mi pare che si debba rifiutare il grossolano concetto di andare a discriminare le scuole con o senza fini di lucro, A me sembra che il lucro non sia soltanto un fatto economico, ma, checché ne dica l'amico Bianchi, è anche un fatto ideologico e in qualche scuola il lucro ideologico esiste pur sempre.
Le preoccupazioni di parte liberale non sono che qualche servizio pubblico vada esteso anche ai figli dei candidati delle liste repubblicane più noti, la nostra preoccupazione è che non ci sia il lucro sulle coscienze e sulle verità, per questo è stato necessario intervenire per precisare la posizione liberale, dopo di che osserverò l'impegno che mi sono assunto di non intervenire sugli emendamenti e sul testo, in linea con la pregiudiziale presentata ieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

A parte gli apprezzamenti estetici dell'avvocato Bianchi sul secondo articolo, io rileverei che la formulazione espressa dal Gruppo D.C. con l'emendamento, tocca due punti fondamentali della legge. Se accettato questo emendamento capovolgerebbe completamente la legge presentata dalla Giunta e si accetterebbe quindi di fatto la legge del Gruppo D.C.
Dato che ieri c'è stata un'intera giornata di discussione nella quale abbiamo cercato di chiarire i motivi di fondo per i quali noi impostiamo i problemi in un altro modo, mi pare del tutto logico che noi rifiutiamo questo emendamento.
In secondo luogo vorrei dire che non si tratta in questo caso di una funzione che viene tolta ai Consigli di istituto e di circolo, ma semplicemente di una funzione assegnata ad essi tramite il Comune e non direttamente dalla Regione. La funzione, malgrado la delega ai Comuni rimane loro, quello che viene loro imposto è semplicemente di misurarsi con i Comuni.
Naturalmente respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La discussione si è conclusa, possiamo quindi passare alla votazione Chi è d'accordo sull'emendamento presentato dalla D.C. alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
Passiamo all'emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri del Gruppo repubblicano e che suona: "Al primo comma le parole alla seconda riga 'e contributi' sono soppresse".
Desiderano illustrarlo? La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Desidero illustrarlo brevemente perché la concezione che ci ha portati a questo e ad altri emendamenti è già stata illustrata ieri.
Ieri abbiamo spiegato come noi non riteniamo che la delega debba andare ai Comuni, singoli o associati, per quanto riguarda i contributi, mentre riteniamo validissima la delega data ai Comuni per quanto concerne l'erogazione dei servizi. I nostri emendamenti soppressivi fino ad un certo punto e poi l'emendamento sostitutivo saranno quindi tutti in linea con questo nostro punto di vista.
Abbiamo tentato di non sovvertire completamente la legge, ma di dare la possibilità di mutarla in quel particolare punto, ove la Giunta ritenga di poter prendere in considerazione le nostre osservazioni.



PRESIDENTE

La Giunta come si esprime?



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

L'emendamento, inteso in questi termini, non può essere accolto perch toglierebbe la possibilità ai Comuni di affidare gli incarichi, la delega non verrebbe più loro data per ciò che riguarda l'erogazione di libri e di materiale didattico.
Se invece il termine "contributi" fosse inteso nel senso che non sta a loro dare contributi, ma servizi, può essere accolto. L'interpretazione però, data dalla collega, ci fa dire che l'emendamento in questo caso deve essere respinto.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con l'emendamento presentato dal Gruppo del PRI alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
C'è un emendamento sostitutivo, sempre presentato dai Consiglieri del Gruppo repubblicano, che suona: "2° comma - I programmi annuali di intervento sono redatti dai Consigli di distretto, ai sensi dell'art. 12 - 5° comma del D.P.R. 31.5 1974 n. 416 sulla base delle proposte formulate dai Consigli di circolo, dai Consigli di istituto e dai corrispondenti organi collegiali di cui ai successivi artt. 9 e 10".
La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Questo emendamento sostitutivo è evidentemente la conseguenza dell'emendamento soppressivo precedente.
Credo di dovere una spiegazione ai Consiglieri del Gruppo D.C. che mi hanno accusata di sfiducia nei confronti dei Comuni.
Non intendo assolutamente parlare di sfiducia nei confronti dei Comuni tutt'altro, siamo amministrati dagli enti locali...



VIETTI Anna Maria

Non da noi è stata accusata.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Chiedo scusa, mi era sembrato di aver notato un accenno di questo genere.
Non si tratta di sfiducia, ma di avere fiducia nei nuovi organi costituiti dalla legge 416 e di affidare loro dei compiti, senza di che questi organi sarebbero svuotati di ogni contenuto.
Noi proponiamo questo emendamento sostitutivo oltre che per le ragioni che abbiamo già detto, cioè per non delegare ai Comuni ulteriori e gravosi compiti, anche perché riteniamo che la nuova 416 finirebbe per essere svuotata di ogni contenuto se non ne tenessimo conto nella legge piemontese per il diritto allo studio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Conseguentemente a quanto abbiamo già illustrato ieri, la volontà nostra di dare ai Comuni compiti specifici, tenendo conto d'altra parte degli organismi scolastici a tutti i livelli, ci fa respingere questo emendamento che sposterebbe i compiti che noi abbiamo fermamente intenzione di lasciare ai Comuni, senza pensare con questo di gravare i Comuni, ma di imporre una loro partecipazione più viva a quel settore che molto spesso è stato dai Comuni trascurato, lo riconosciamo. In questo modo un compito loro assegnato può sviluppare il loro interesse e le loro strutture nei confronti del sistema scolastico.
Coerentemente con quanto abbiamo espresso ieri,quindi, respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con questo emendamento alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
Passiamo alla votazione dell'art. 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto seguente esito: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
"Capo 2 - Interventi per favorire il diritto allo studio.
Art. 3 - Scuola materna. La Regione delega ai Comuni, secondo le norme di cui al successivo art. 8, l'esercizio delle funzioni amministrative regionali per l'espletamento dei seguenti servizi a favore degli alunni delle scuole materne: a) trasporto degli alunni e relativi oneri assicurativi per i trasportati b) mensa c) fornitura di materiale didattico e ludico".
Per la sua rilevanza, penso che possiamo procedere prima alla discussione dell'emendamento presentato dal Gruppo D.C. che suona: "Alla terza riga sostituzione delle parole 'dei seguenti servizi' con le parole 'dei servizi di trasporto'.
Sostituire quanto previsto dalle lettere a), b), c), con il seguente comma: 'La Regione eroga contributi alle scuole materne statali e non statali autorizzate, nelle quali siano presenti organi collegiali, previsti dalla legge, od organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri per i servizi di mensa e per l'acquisto di materiale didattico e ludico' ".
Chi intende illustrarlo? La dottoressa Vietti, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria

Mi pare che bisognerebbe distinguerli, perché in realtà sono due gli emendamenti.



PRESIDENTE

Se è possibile, li illustri insieme, poi la votazione verrà fatta distintamente.



VIETTI Anna Maria

Questi emendamenti sono conseguenti all'emendamento soppressivo e sostitutivo dell'art. 2 e della nostra posizione che si è esplicitata negli interventi di ieri ed ancora di stamattina.
Noi riteniamo che ai Comuni debba essere affidata la delega per i servizi di trasporto e mensa, ad eccezione della mensa per le scuole materne, mentre i compiti, attinenti ai problemi di carattere didattico e pedagogico, riteniamo debbano essere affidati agli organi collegiali della scuola, con un affidamento diretto di compiti che si esplichino attraverso la programmazione degli interventi effettuata dai Consigli di Istituto e di Circolo e consolidata dai Distretti scolastici. Pertanto noi proponiamo la sostituzione della dizione, che prevede la delega globale dei servizi ai Comuni, con la dizione che prevede la delega per i servizi di trasporto; è anche questo il motivo per cui abbiamo votato a favore dell'emendamento soppressivo e sostitutivo proposto dalla collega Vaccarino.
Noi siamo d'accordo che la Regione preveda anche l'erogazione di contributi, perché non essendo più prevista l'assegnazione di buoni libro nella scuola superiore, tali interventi devono essere sostituiti con l'erogazione di contributi, Pertanto non è che fossimo favorevoli alla soppressione dei contributi, ma ritenevamo che essi non dovessero essere erogati dal Comune, ma dagli organi della scuola, che riteniamo maggiormente in grado di valutare l'esigenza di erogazione dei contributi per l'acquisto di materiale didattico e per altri interventi che garantiscano il diritto allo studio.
Noi quindi proponiamo questa distinzione: al Comune il servizio di trasporto per le scuole materne, all'organo collegiale della scuola materna, l'affidamento di compiti per la mensa, che è un momento educativo di tale tipo di scuola, e per l'acquisto di materiale didattico, al fine di distinguere le varie competenze favorendo un dialogo tra ente locale ed organismo collegiale della scuola, che però lasci a ciascuno le proprie responsabilità finali e permetta la distinzione dei compiti sia nell'effettuazione della programmazione, sia nell'organizzazione dei servizi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Per i motivi che abbiamo già più volte esposti, respingiamo questo emendamento che cambierebbe il significato della nostra legge.



PRESIDENTE

Votiamo allora sull'accoglimento o meno della prima parte dell'emendamento, là dove dice che alla terza riga si intenderebbe sostituire le parole "dei seguenti servizi" con le parole "dei servizi di trasporto".
Chi è d'accordo alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
Votiamo ora la seconda parte dell'emendamento, di cui è già stata data lettura.
L'emendamento è respinto.
Vi è ora l'emendamento del Gruppo del PRI che al primo comma intende sopprimere l'intero punto c).
La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ci siamo astenuti sul primo emendamento presentato dai D.C., perch comprendeva anche una parte del nostro stesso emendamento, pur avendo la Giunta parlato dei servizi mensa che noi invece abbiamo dichiarato fin dal principio che ritenevamo opportuno fossero delegati ai Comuni.
Per quanto riguarda il resto, si tratta semplicemente del seguito del nostro primo emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento alzi la mano.
L'emendamento è respinto Adesso votiamo l'art. 3 nella stesura originale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
"Art. 4 - Scuola dell'obbligo. La Regione delega ai Comuni, secondo le norme di cui al successivo articolo 8, l'esercizio delle funzioni amministrative regionali per l'espletamento dei seguenti servizi a favore degli alunni delle scuole dell'obbligo: a) trasporto degli alunni e relativi oneri assicurativi per i trasportati b) mensa ed altre iniziative educative di carattere integrativo c) fornitura di pubblicazioni per biblioteche di classe e di istituto e di altro materiale didattico di uso collettivo o individuale. Il materiale didattico di uso individuale verrà concesso agli alunni delle scuole medie di primo grado perché lo utilizzino di norma per il prestito d'uso.
Interventi analoghi saranno indirizzati agli allievi frequentanti i corsi della scuola media superiore cui venga riconosciuta, con legge dello Stato, il carattere di scuola obbligatoria".
Anche qui abbiamo due emendamenti e quello rilevante è certamente ancora quello presentato dal Gruppo D.C. che propone di: "Sostituire quanto previsto dalle lettere b), c) del primo comma con: b) mensa. La Regione affida ai Consigli di istituto, ai Consigli di circolo ed agli organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri presso le scuole pareggiate, parificate o legalmente riconosciute dallo Stato i seguenti compiti: a) fornitura di pubblicazioni per biblioteche di classe e di istituto e di altro materiale didattico di uso collettivo od individuale.
Il materiale didattico di uso individuale può essere utilizzato per il prestito d'uso".
Qualcuno vuole illustrarlo? La dottoressa Vietti, ne ha facoltà



VIETTI Anna Maria

Anche questo emendamento soppressivo e sostitutivo è conseguente alla posizione precedentemente espressa.
Noi riteniamo sia giusto affidare la delega piena ai Comuni per i servizi di propria competenza, cioè trasporto e mensa, mentre riteniamo debbano essere affidate agli organi democratici della scuola le competenze di carattere didattico e pedagogico. Riteniamo quindi particolarmente grave il contenuto di questo articolo che prevede la delega ai Comuni, delle iniziative educative di carattere integrativo, determinando un'intromissione dell'ente locale nell'ambito della scuola per competenze di esclusivo carattere scolastico.
Alla lettera b) noi distinguiamo i servizi di mensa, che devono essere delegati ai Comuni_ dalle iniziative educative di carattere integrativo che devono essere di competenza degli organi collegiali.
Riteniamo poi debba essere di autonoma e responsabile competenza dell'organo collegiale della scuola il problema relativo alle biblioteche scolastiche ed alla fornitura dei libri di testo; la delega ai Comuni l'elaborazione finale dei piani di intervento da parte dei Comuni per questi servizi, oltre a non essere un fatto corretto sul piano partecipativo, rappresentano una indebita ingerenza dell'ente locale nelle competenze didattiche della scuola.
Per questo motivo riteniamo di particolare importanza questo emendamento, in base al quale si assegnano i compiti agli organismi secondo le singole competenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Non avrei voluto prendere la parola, ma vi sono stato trascinato (certe volte si può essere involontariamente trascinati, perché un certo riconoscimento di competenze specifiche a chi fa parte della Commissione dobbiamo riconoscerlo) e non avrei voluto parlare anche perché c'è tutto un problema di competenze attribuite ai Comuni e agli organi scolastici che è stato chiaramente evidenziato dai miei colleghi. Però quando mi trovo davanti alla dizione della lettera c) "Fornitura di pubblicazioni per biblioteche di classe" io che difendo in ogni settore, ovunque ho l'occasione di farlo, l'autonomia degli Enti locali, in questo caso dico che non sono i Comuni che prevaricano, ma è la Giunta regionale che vuole mettere i Comuni in condizione di prevaricare.
Chi vive nella scuola deve rendersi conto che la scelta dei libri di testo è un compito specifico del Collegio dei professori, è uno di quei compiti che non ha soltanto un valore formale, ma ha un valore sostanziale.
Mi rivolgo soprattutto a voi giovani che siete venuti nella scuola e che l'avete permeata di idee nuove: dove siete riusciti a portare avanti queste vostre istanze? Proprio nel Collegio dei professori, quando si è discusso della scelta dei libri di testo, quando c'è stato, nel momento di esasperata contestazione giovanile a certe strutture scolastiche della società, la negazione addirittura della validità del libro di testo.
Perché? Perché il libro di testo, pur venendo scelto in un contesto libero di professori, era sovente condizionato anche da determinate case editrici che, avvalendosi abilmente di certi strumenti di propaganda a livello di "mass media",riuscivano comunque sempre ad attutire certe storture della nostra società e ad impedire che i libri di testo recepissero questa volontà di rinnovamento che c'era soprattutto a livello giovanile.
Ora una competenza che è tipica, specifica del Collegio dei professori una competenza che è stata allargata anche alla consulenza dei genitori attraverso la creazione degli organi collegiali della scuola, la trasferiamo così, semplicemente, al Comuni. A me questo sembra un assurdo tale che ho la sensazione che questa legge sia stata vista col paraocchi.
C'è stato poi, attraverso la consultazione e una dialettica vivace e costruttiva, che tutti assieme abbiamo portato avanti, un notevole miglioramento, che non esito a riconoscere, nel confronto col testo iniziale; ma su questi argomenti sono convinto che avremo doverosamente la necessità di confrontarci a livello istitutivo, a livello scolastico (e questo non per favorire nessuna forma di corporativismo, che dobbiamo invece cercare di fugare, anzi, abbiamo creato gli strumenti perché questo corporativismo scolastico che negli anni passati esisteva, potesse essere superato), per dare un giusto respiro e soprattutto per dare un giusto rispetto ai diritti degli operatori nell'ambito scolastico.



PRESIDENTE

Chiede di parlare la signora Castagnone Vaccarino, ne ha facoltà.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Desidero intervenire su questo emendamento perché parzialmente corrisponde al nostro e ad alcune perplessità che non ripeterò più quando sarà presentato l'ulteriore emendamento soppressivo dei repubblicani.
Effettivamente non possiamo in toto approvarlo, sempre per la questione della mensa, che per noi si pone sotto un profilo diverso ....



VIETTI Anna Maria

La mensa la lasciamo al Comune.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

.... e per le altre iniziative educative di carattere integrativo.
Anch'io sono d'accordo che non è competenza dei Comuni, anche se alcuni di essi già si sono presi questa competenza e hanno attuato delle iniziative educative che in alcuni casi dobbiamo anche considerare eccellenti, mi pare però che metterle all'interno di una legge sia eccessivo.
Per quanto riguarda il punto c) che nell' emendamento noi chiediamo sia soppresso, debbo dire che al limite chiederei delle spiegazioni perché non avendo seguito (sono un neo Consigliere e chiedo scusa per la mia scarsa capacità oratoria) quanto è successo in Commissione non riesco a capire che cosa significa "Fornitura di pubblicazioni per biblioteche di classe e di istituto". Non riesco a capire se il Comune va anche a comperarsi i libri e altre cose e li distribuisce nella scuola. Francamente la legge 416 dà piena libertà didattica all'insegnante; ci rendiamo conto che la biblioteca di classe viene scelta non soltanto dagli insegnanti, ma anche dai Consigli di circolo, ma per quanto riguarda i così detti libri di testo che sono dati in prestito d'uso, non possiamo accettare che possa essere il Comune o qualsiasi Ente locale a sostituire quello che la legge quadro nazionale molto precisamente, indica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Vorrei precisare che l'art. 4 deve essere letto contestualmente all'art 8, altrimenti non si capisce. Che la signora Vaccarino possa avere questa difficoltà lo posso anche capire, ma non lo capisco per quanto riguarda il collega Martini, il quale forse non ha letto completamente la legge. In questo caso si tratta di una delega al Comune e di un affidamento (è detto chiaro all'art. 8): i Comuni devono affidare la gestione e l'amministrazione dei fondi stanziati per l'espletamento dei servizi di cui alla lettera c) degli artt. 3 e 4, ai Consigli di circolo e di istituto o a corrispondenti organi collegiali di cui ai successivi artt. 9 e 10, che sono quelli che riguardano la scuola privata.
Quindi la scelta dei libri di testo e di tutto il materiale didattico è riservata a chi di competenza, secondo quanto previsto dalla legge. Il Comune si limiterà, sentiti i Consigli di istituto e di circolo, alla suddivisione dei fondi, sentito anche il Consiglio di distretto.
Ovviamente respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con l'emendamento presentato dal Gruppo D.C. alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
Passiamo all'emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri del Gruppo repubblicano.
Vogliono illustrarlo?



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ringrazio l'Assessore Fiorini di quanto ha detto, ma vorrei dire che allora la dizione è effettivamente poco felice perché se invece di parlare di fornitura di pubblicazioni, si fosse parlato di fornitura di fondi forse sarebbe stato più chiaro fin dall'art. 4 e la legge non deve mai dare luogo a possibilità di interpretazioni non corrette, soprattutto in quanto andrà nelle mani dei Comuni e questi potranno non essere in grado di comprendere questo tipo di dizione.
Confermo la presentazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con questo emendamento alzi la mano.
L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione l'art. 4 nella sua stesura integrale, Passiamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si e astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato "Art. 5 -Scuola secondaria superiore. La Regione delega ai Comuni singoli o associati, secondo le norme di cui al successivo art. 8 l'esercizio delle funzioni amministrative regionali per l'espletamento dei seguenti servizi a favore degli alunni delle scuole secondarie superiori: a) trasporto b) mensa c) contributi per gli studenti in particolari condizioni di disagio economico per sussidi didattici, vitto ed alloggio".
Vi è un emendamento del Gruppo D.C.: "Sostituire quanto previsto dalla lettera c) con il seguente comma: "La Regione affida ai Consigli di istituto o agli organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri presso le scuole pareggiate, parificate o legalmente riconosciute dallo Stato, i seguenti compiti: a) erogazione di contributi agli studenti in particolari condizioni di disagio economico per sussidi didattici, vitto e alloggio b) assegnazione borse di studio agli alunni in stato di disagio economico, capaci e meritevoli.
L'entità e l'attribuzione delle borse di studio sono stabilite ogni anno dalla Giunta regionale, secondo i criteri fissati dal Consiglio Regionale".
L'emendamento presentato dal Gruppo repubblicano dice: "Al primo comma, punto c), le parole 'per sussidi didattici' sono soppresse".
Suggerisco di fare una discussione unica perché si tratta sempre del punto c) e do la parola prima di tutto alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Anche questo emendamento, per quanto riguarda la distinzione tra delega ai Comuni per il servizio di trasporto e mensa e l'affidamento di compiti ai Consigli di istituto, è conseguente alla posizione precedentemente espressa.
Qui ci troviamo di fronte ad una situazione più grave ancora da quella prevista dagli articoli precedenti, perché, mentre per la scuola dell' obbligo, in un articolo successivo, si affermerà che la gestione dei fondi per problemi didattici sarà effettuata, in toto, dagli organi democratici della scuola, superando una precedente stesura che prevedeva l'affidamento della gestione di tali fondi, totalmente o solo in parte, agli organi collegiali, per la scuola superiore non c'è nemmeno l'affidamento di compiti, da parte dei Comuni agli organi democratici della scuola, per la gestione di tali fondi. E questo è più grave ancora, tenendo conto che negli organi collegiali delle scuole superiori, sono presenti anche gli studenti, che dovrebbero essere incentivati a partecipare alle scelte conseguenti alla gestione di tali fondi, per sensibilizzarli alla partecipazione delle scelte di carattere educativo e didattico. Pertanto ci troviamo di fronte ad una delega ai Comuni più completa, perché, soltanto per quanto riguarda la concessione di sussidi, sostitutivi delle borse di studio, si affidano ai Consigli di istituto compiti di accertamento delle condizioni economiche e di merito degli alunni e di proposta.
Ancora una volta quindi vengono considerati organi meramente consultivi, sotto la tutela degli Enti locali territoriali.
Noi inoltre siamo contrari alla soppressione delle borse di studio, non le mitizziamo, tuttavia riteniamo che rispondano ad una concezione più moderna rispetto all'erogazione di sussidi assistenziali e discrezionali.
Da tempo si sostiene il diritto di ciascuno alla fruizione di servizi idonei a realizzare la propria persona; in questo modo, sopprimendo le borse di studio per i capaci e i meritevoli, in condizioni di difficoltà economica, si ritorna al sussidio assistenziale e discrezionale, proposto dal Consiglio di istituto ed erogato dall'Ente locale territoriale.
Secondo noi si è anche contro alla lettera ed allo spirito della Costituzione che all'art. 34 recita: "i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso".
Noi non esprimiamo un giudizio positivo sul modo con cui le borse di studio sono state assegnate negli scorsi anni, riteniamo che il Consiglio regionale debba stabilire nuovi criteri ed anche rivedere la loro entità ma riteniamo che le borse di studio abbiano pur sempre un profondo valore per aiutare le famiglie a realizzare il proseguimento degli studi per i propri figli, che siano un mezzo più valido che non l'erogazione di contributi e di sussidi discrezionali.
Vi sono ancora dei ragazzi capaci e meritevoli, in difficili condizioni economiche, i cui genitori devono avere un aiuto, in sostituzione del mancato lavoro dei propri figli nel periodo che va dai quindici ai diciotto anni: pertanto le borse di studio hanno ancora validità, anche in aderenza alla lettera ed allo spirito della Costituzione.
Soprattutto, ancora una volta, occorre la distinzione tra deleghe ai Comuni ed affidamento di compiti agli organi della scuola, affidamento di compiti che, in questo caso, assume un particolare significato per la presenza degli alunni nei Consigli di istituto; inoltre la dizione dell'articolo proposto alla Giunta assume un aspetto notevolmente negativo poiché negli articoli successivi la gestione di tali fondi non viene nemmeno affidata agli organi collegiali, come negli altri tipi di scuola ma viene gestita direttamente dagli Enti locali territoriali.



PRESIDENTE

La parola alla signora Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Noi riteniamo che si sia tentato in questo articolo un superamento di quello che è il concetto della borsa di studio e si sia cercato, anche forse in una visione più anglosassone del problema, di dare veramente un elemento sostitutivo del salario perché le borse di studio in linea generale purtroppo non consentono alla maggior parte di coloro che non hanno sufficienti beni propri, la continuazione degli studi a livello superiore, perché proprio la mancanza del vitto, dell'alloggio e lo spostamento dalla propria abitazione che non consente loro, nonostante la borsa di studio, di continuare gli studi. Bisognerà vedere come questo articolo sarà poi interpretato nella gestione reale. In linea generale il punto di vista della eliminazione della borsa di studio in quanto tale, ci trova consenzienti, tuttavia confesso che gli elementi sostitutivi della borsa di studio non sono abbastanza precisati per renderci del tutto tranquilli sull'uso che ne verrà fatto.
Per quanto riguarda invece i sussidi didattici, francamente non riusciamo a capire come possano essere erogati dai Comuni; i sussidi didattici partono dall'interno della scuola, scuola per scuola differenziatamente e appunto per questo avevamo chiesto la soppressione delle tre parole "per sussidi didattici".
Per il resto, speriamo che questa sperimentazione possa dare luogo eventualmente in seguito ad un mutamento della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Vorrei invitare il Consiglio a riflettere con la massima serenità possibile su questo tema delle borse di studio.
E' sbagliato mettere in contrapposizione e in alternativa i sussidi e le borse di studio : non è questo il punto da cui partiamo. Partiamo dal concetto che sia doveroso garantire a tutti coloro che non hanno condizioni economiche valide, di poter comunque utilizzare i servizi che consentano loro di andare avanti, nelle condizioni più paritarie possibili, 'con tutti gli altri studenti. Però crediamo che l'introdurre ad un certo punto il concetto del merito sia superare qualsiasi concezione assistenziale, perch si viene a fondare l'erogazione di questo fondo (chiamiamola borsa di studio, chiamiamola presalario, chiamiamola come vogliamo) su un dato che è tutelante della dignità di colui che la riceve. Attraverso la borsa di studio lo studente ha la concreta sensazione di dare alla propria famiglia un contributo. Qualcuno dice che poi questi contributi possono venir utilizzati per fini non specificatamente didattici, E' vero, ma questo proprio perché è una integrazione del reddito familiare tante volte non sufficiente per sostenere le spese che la frequenza scolastica comporta.
Vorrei vedere i due interventi, servizi e borse di studio, sotto questa ottica, non in alternativa: la borsa di studio si aggiunge ad un primo stadio che intendiamo generalizzato il più possibile.
Non so se qualche altro collega è passato attraverso queste esperienze ma farei proprio appello all'esperienza scolastica di ciascuno, per verificare la validità di questa impostazione.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Vorrei rispondere brevemente alla dottoressa Vietti dicendo semplicemente questo: noi non vogliamo ritornare al sistema caritativo vogliamo che siano fissate dai Consigli di distretto condizioni oggettive che i Consigli di istituto hanno il compito di verificare. Per ciò che riguarda l'erogazione, questa sarà fatta dal Comune perché organo delegato.
La precisazione ovviamente verrà fatta mediante circolare e quindi con un indirizzo di quelle che possono essere le condizioni: sarà richiesta in primo luogo la promozione e l'accertamento di determinate condizioni economiche.
Le borse di studio sinora venivano erogate secondo un criterio sbagliato, con accertamenti del tutto inaccettabili.
Il problema non è quello delle borse di studio, ma quello di modificare i criteri attraverso i quali dare certi servizi e non dare semplicemente del denaro. Questo è il nostro compito fondamentale, credo.
E allora, visto che nella scuola superiore il problema dei sussidi didattici è meno rilevante di quello dei libri, il punto c) potrebbe essere emendato in questi termini: "Contributi per gli studenti in particolari condizioni di disagio per libri, sussidi didattici, vitto e alloggio", in modo che coloro che hanno bisogno dei libri abbiano la possibilità di ottenerli. Io quindi suggerirei un terzo emendamento di questo genere che serve a chiarire l'articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei precisare alcune cose relative all'intervento del Consigliere Alberton che mi pare abbia proposto (e non è una cosa di poco conto) una forma, se non ho capito male, che superi anche le borse di studio intese in maniera tradizionale, ma si avvicini di più a quello che dovrebbe essere il presalario o qualcosa di simile, tenendo conto della validità di uno strumento del genere.
Noi vorremmo però precisare che ad un'impostazione di questo tipo si potrebbe essere favorevoli, ma vi osta la legislazione nazionale in materia che non ci dà la possibilità di intervenire se non come assistenza, mentre il presalario è una forma generalizzata di diritto allo studio che noi come Regione non possiamo introdurre.
Direi che se noi parliamo, così come ha fatto nella sua proposta di emendamento l'Assessore, di libri e sussidi didattici, possiamo vedere una traduzione immediata di questa forma di contribuzione, visto che non possiamo parlare di presalario.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Il Consigliere Bontempi ha affermato che non è possibile prevedere un presalario. Noi non abbiamo mai parlato di presalario, ma abbiamo affermato che la borsa di studio potrebbe avere analogia con il presalario, tanto che noi abbiamo affermato debba essere il Consiglio regionale a stabilirne l'entità.
E non è vero che siamo in contrasto con la legge statale; si è invece in contrasto con la legge statale e con la Costituzione, che le prevede specificatamente, sopprimendo le borse di studio.
Ha ragione Alberton quando afferma che noi distinguiamo due tipi di intervento: sussidi per materiale didattico, compresi i libri, contributi per vitto e per alloggio a tutti gli alunni in difficili condizioni economiche, indipendentemente dal merito, e borse di studio a chi è in difficili condizioni economiche e per di più è capace e meritevole.
Pertanto siamo veramente coerenti alla legislazione statale ed alla Costituzione perché riteniamo sia necessario garantire a tutti il servizio di trasporto e mensa, ma non possiamo misconoscere il diritto soggettivo dei capaci e meritevoli di fruire della borsa di studio, di cui proponiamo la modifica dell'entità e della modalità di erogazione, secondo nuovi criteri da fissarsi da parte del Consiglio regionale, per dare ai capaci e meritevoli, in difficili condizioni economiche, la possibilità di adire ai gradi più elevati degli studi, come previsto dalla nostra Costituzione.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa.
Abbiamo due emendamenti: quelli che già conosciamo, sostitutivi e soppressivi, ed un terzo emendamento che è stato presentato dalla Giunta per modificare il punto c) e che suona così: "Contributi per gli studenti in particolari condizioni di disagio economico per libri, sussidi didattici, vitto e alloggio".
Cominciamo a votare sui primi due che abbiamo esaminato e discusso.
Votiamo le proposte di modifica avanzate dal Gruppo D.C.
E' respinto.
Emendamento presentato dal Gruppo repubblicano.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

L'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Il terzo emendamento, presentato dalla Giunta, è modificativo del punto c) e aggiunge soltanto la parola "libri".
Vi è qualche dichiarazione di voto? Il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Lo sforzo che la Giunta tenta di fare ci sembra che nei contesto dell'articolo sia di così limitata rilevanza che ci consente di esprimere il nostro apprezzamento solo con l'astensione.



PRESIDENTE

E' già un contributo apportato alla discussione in quest'aula.
Pongo in votazione l'emendamento modificativo presentato dalla Giunta.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 5 così emendato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art 5 è approvato.
"Art. 6 - Corsi sperimentali per lavoratori. La Regione delega ai Comuni singoli o associati, secondo le norme di cui al successivo art. 8 l'esercizio delle funzioni amministrative regionali per l'espletamento dei seguenti servizi a favore degli allievi di corsi sperimentali per lavoratori, istituiti presso le scuole statali di ogni ordine e grado e presso l'Università: .a) trasporto b) sussidi didattici".
Il Gruppo D.C. ha presentato un emendamento che suona: "Alla terza riga sostituire le parole "dei seguenti servizi" con le parole "del servizio di trasporto".
Alla quinta riga sopprimere la parola "statali". Sostituire quanto previsto dalle lettere a) e b) con il seguente comma: "La Regione affida ai Consigli di istituto o agli organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri presso le scuole pareggiate, parificate o legalmente riconosciute dallo Stato, l'assegnazione di sussidi didattici, a favore degli allievi di corsi sperimentali per lavoratori di cui al primo comma del presente articolo".
La parola alla dottoressa Vietti perché li illustri nella sua complessità.



VIETTI Anna Maria

Anche con questi emendamenti noi intendiamo distinguere le competenze del Comune per quanto riguarda i problemi di trasporto e le competenze degli organi democratici della scuola per quanto riguarda i problemi di carattere didattico.
Anche in questo caso, come per la scuola superiore, riteniamo più grave l'esclusione degli organi democratici scolastici dall'affidamento di compiti, perché ci si riferisce a problemi di lavoratori che sono certamente in grado di esprimere autonome scelte e perché, negli articoli successivi, nemmeno la gestione dei fondi viene affidata agli organi democratici della scuola.
Per la scuola dell'obbligo abbiamo espresso parere negativo perch riteniamo che la responsabilizzazione completa debba essere assicurata all'organismo democratico; in seguito alle discussioni avvenute in Commissione, almeno la gestione di tali fondi è stata affidata totalmente agli organi collegiali; qui nemmeno questo, tutto è gestito dal Comune.
Pertanto non possiamo che chiedere fermamente l'accettazione del nostro emendamento.
Rileviamo ancora che ogni intervento viene effettuato esclusivamente per le scuole statali e non per le altre scuole dove vengono svolti corsi analoghi. Abbiamo già rilevato, in altre occasioni, che proprio nella città di Torino, e forse anche in altre località del Piemonte, tanti studenti lavoratori hanno scelto la frequenza di corsi per l'adempimento dell'obbligo scolastico e di altri tipi di scuola presso istituzioni scolastiche non statali.
A nostro parere bisogna riconoscere questa autonoma scelta e non punirli escludendoli da ogni tipo di intervento, di contributo e di presenza della Regione o degli Enti delegati, cui sono affidati i compiti.
Pertanto noi proponiamo che siano estesi i servizi ed i contributi a tutti i lavoratori che frequentano qualunque tipo di scuola e chiediamo sia distinta la delega al Comune per il trasporto e l'affidamento di compiti all'organismo democratico per la gestione di quegli interventi che hanno attinenza con i problemi di carattere pedagogico e didattico.



PRESIDENTE

La parola alla collega Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Noi non abbiamo presentato nessun emendamento a questo articolo e intendiamo sottolineare che cosa ci distingue dai colleghi D.C.
Trattandosi di una novità rispetto al resto della scuola i corsi sperimentali per lavoratori, noi riteniamo che in questo caso si debba privilegiare senza alcun termine di confusione la scuola statale rispetto alle scuole private.
Questa è la ragione per cui non possiamo consentire su questo tipo di emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Temo che la dottoressa Vietti abbia scarsa dimestichezza con i corsi delle 150 ore, in caso contrario questo emendamento forse non l'avrebbe presentato.
Per il modo in cui i corsi delle 150 ore sono gestiti dai lavoratori dai sindacati e direttamente dal Preside della scuola ....



VIETTI Anna Maria

Non è la legge questo.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

.... i Consigli di circolo e di istituto non hanno niente a che vedere perché anche i docenti sono altri, sono diversi, sono docenti reclutati appositamente dal Provveditorato.



VIETTI Anna Maria

Bisogna istituirli.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Quando ci saranno, può anche darsi che la cosa funzioni. In ogni caso mi pare che occorrerebbe una legge apposita perché non è pensabile che delle persone di 40 anni debbano mandare i propri genitori ai Consigli di istituto, ma devono andarci personalmente.
Circa la gestione dei corsi per lavoratori, sarebbe sbagliato dire Consigli di istituto e di circolo perché le scelte del materiale didattico non competono a loro, si tratta di materiale didattico spesso del tutto diverso e che sovente viene richiesto dai lavoratori stessi.
Quanto alle richieste per le scuole private, noi non ne abbiamo avute.
Il sindacato è uno dei soggetti che ha ottenuto questo come vittoria sindacale per la qualificazione dei propri quadri, ma anche della classe operaia nel suo complesso ed è evidente che non possiamo non tener conto delle richieste di questo interlocutore che si è pronunciato appunto in questi termini, che noi tra l'altro condividevamo pienamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

E' chiaro che anche la D.C. assegna grandissima rilevanza a quella che fu la conquista sindacale dell'istituzione di corsi sperimentali. Ed è proprio il carattere di sperimentalità di questi corsi che ci fa insistere sull'opportunità che essi possano essere estesi anche alle scuole non statali.
L'Assessore dice che da parte del sindacato non ci sono richieste. Noi sappiamo quanto è aperto il dibattito all'interno del movimento sindacale come all'interno di tutte le componenti interessate per i problemi sociologici, pedagogici. Allora si trovi una formulazione che non escluda a priori questa possibilità. Sappiamo quanto questi corsi oscillino, per il carattere stesso di sperimentazione, tra corsi ripercorrenti i programmi delle scuole dell'obbligo, sic et simpliciter, e corsi che invece trasportano dentro queste ore materie di analisi sindacale e di analisi politica. Cioè il corso è tutt'altro che stabilizzato.
E proprio perché siamo convinti che dentro il movimento sindacale dentro il movimento operaio ci siano anche parecchie discordanze sul modo in cui si sono sviluppati, vogliamo garantirci la possibilità che questi corsi trovino di fatto la giusta stabilizzazione, e crediamo possano trovarla meglio nella misura in cui si dà ai frequentanti la più ampia possibilità di scelta.
Si dice, a sostegno della scelta a favore delle scuole statali, che molte volte sono le famiglie che scelgono le scuole non statali, al posto degli allievi. Forse è necessario in tanti casi. Qui però ci troviamo di fronte a persone adulte che si presuppone abbiano piena consapevolezza delle scelte che compiono. Allora qui è solo la Giunta regionale che deve dire se riconosce o meno a queste persone il diritto di compiere delle scelte specifiche che esse riconoscono valide per se stessi. Punto e basta non ci sono altri alibi.
Per la risposta data dall'Assessore Fiorini noi voteremo contro l'articolo.



PRESIDENTE

Le votazioni sono parecchie.
"Alla terza riga sostituire le parole 'dei seguenti servizi' con le parole 'del servizio di trasporto' ".
E' respinto.
Avanzo una proposta al Consiglio: il significato dei 29, 28, 31 votanti sul piano politico è pressoché inutile perché ogni tanto qualcuno esce od entra e quindi non si può nemmeno dire alla fine se un Gruppo si è aggiunto ad un altro nell'approvare o meno. L'unica rilevanza politica di questa vicenda è quando un emendamento viene approvato o viene respinto; quindi suggerisco una procedura di questo genere: chi è d'accordo alzi la mano chi è contrario alza la mano, chi si astiene alza la mano, e si valuta immediatamente se un emendamento è approvato o no perché la Presidenza lo vede, e se c'è qualche dubbio lo si rifà, perché qui nel giro di due ore abbiamo passato quattro articoli, ce ne sono altri 30, finiamo domani notte, Il discorso va visto anche in questi termini. Tra l'altro mi pare che ogni tanto sbagliamo nel conto, nel senso che forse sono 29 invece di 28 o viceversa,e non cambia assolutamente nulla. Suggerisco questa procedura, se i Consiglieri sono d'accordo, l'abbiamo già seguita altre volte, anche per lo Statuto.
C'è qualche obiezione? Nessuna. Va bene, vediamo come funziona l'esperimento.
Allora votiamo l'emendamento presentato dal Gruppo D.C.: "Alla quinta riga sopprimere la parola 'statali' ".
E' respinto.
Terzo emendamento del Gruppo D.C.: "Sostituire quanto previsto dalle lettere a) e b) con il seguente comma 'La Regione affida ai Consigli di istituto e agli organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri presso le scuole pareggiate, parificate o legalmente riconosciute dallo Stato, l'assegnazione di sussidi didattici, a favore degli allievi di corsi sperimentali per lavoratori di cui al primo comma del presente articolo' ".
E' respinto.
Passiamo ora alla votazione per appello nominale dell'art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
"Art. 7 - Assistenza sociale e medico-psico-pedagogica. La Regione delega ai Comuni, secondo le norme di cui al successivo art. 8, e fino a quando non entreranno in funzione nuovi organismi di gestione unitaria dei servizi sociali e sanitari sulla base di apposita legge regionale l'assistenza sociale e medico-psico-pedagogica a favore degli alunni della scuola materna e dell'obbligo".
Vi è un emendamento sostitutivo dell'intero articolo, presentato dal Gruppo D.C., che recita: "La Regione, a norma dell'art. 7 della legge 30 luglio 1973, n. 477, affida ai Consigli di distretto scolastico l'espletamento delle attività relative all'orientamento professionale, all' assistenza sociale e psicopedagogica con particolare riferimento al recupero degli alunni che presentano handicaps di carattere fisico psichico e sensoriale".
I Consigli di distretto scolastico, devono inviare al Comitato di comprensorio, entro il 30.6 di ogni anno, un piano analitico degli interventi che corrisponda alle finalità enunciate nella presente legge e alle direttive che sono emanate dall'amministrazione regionale".
Chi desidera illustrarlo? La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Le ragioni per cui abbiamo presentato questo emendamento dovrebbero essere chiare dopo quanto ieri si è fatto rilevare.
Ritengo comunque di dover ribadire quella che per noi è e rimane una grossa preoccupazione. In sintesi, qual è il servizio che si vuole offrire con questo articolo? E' un servizio socio-educativo e pertanto non può non interessare direttamente la scuola. Non a caso è inserito in una legge per l'attuazione del diritto allo studio.
La Giunta propone di delegare anche questo compito ai Comuni. Da quanto viene successivamente enucleato, cioè al punto in cui si parla di possibili consorzi che dovrebbero attuarsi seguendo la delimitazione territoriale dei distretti scolastici, noi possiamo intravedere una certa identità territoriale, od almeno una certa adeguatezza sul territorio tra i confini distrettuali ed i confini degli eventuali consorzi fra Comuni per l'espletamento di questo servizio.
Tuttavia, poiché si parla di equipe , od almeno si accenna ad equipe che dovrebbero agire sul territorio, in vista anche della gestione unitaria dei servizi sociali e sanitari, sulla base di quelle che saranno le istituende unità locali dei servizi, noi riteniamo di dover puntualizzare che i problemi educativi e formativi sono effettivamente di importanza peculiare per la scuola. Si corre il rischio, a questo punto, di creare un servizio staccato dalla scuola, o meglio, ancora una volta si ribadisce che, anziché attraverso un affidamento di compiti agli organismi competenti, il servizio stesso sarebbe attuato mediante organismi che non hanno una specifica competenza in materia.
Le equipe che oggi giuridicamente sono riconosciute valide nella scuola per l'espletamento del servizio socio-educativo (è mio dovere precisarlo) sono esclusivamente quelle che hanno una convenzione chiara con il Ministero della P.I. attraverso l'approvazione dei Provveditorati agli Studi. In questo momento, noi non intravediamo una possibilità chiara di collaborazione con altre equipe che possono anche essere a disposizione per l'espletamento di un certo servizio, ma se non possono utilizzare di un autentico clima di fiducia, di apertura da parte della scuola, restano, di fatto, fuori della scuola stessa.
Il problema di fondo è questo: non possiamo pensare di espletare un servizio socio-educativo senza la corresponsabilità diretta di coloro che operano nella scuola e particolarmente del corpo docente.
Il distretto, come dicevamo ieri, è momento di sintesi. E dovrà essere un momento di sintesi per l'espletamento di un servizio organico coordinato su tutto il territorio, nel quadro generale della programmazione scolastica. Per ora noi intravediamo la possibilità di un'azione che pu anche essere degna di lode e di riconoscimento, ove si tratta di disponibilità di Comuni che tuttavia rimangono isolati nel contesto generale piemontese.
Prima che si addivenga alla costituzione dei consorzi, prima che realmente si possa portare il servizio su tutto il territorio, si corre il rischio di continuare ad effettuare quegli interventi a pioggia che ripetutamente l'Assessore Fiorini ha richiamato in senso negativo, anche per altri argomenti, relativamente al servizio di assistenza scolastica intesa come graduale realizzazione del diritto allo studio.
Pertanto noi ribadiamo: dalla Regione al comprensorio, ai distretti scolastici, alle scuole; oppure: dalla Regione al comprensorio, ai Comuni ciascuno possa operare nell'ambito delle proprie competenze, in un autentico clima di collaborazione e di rispetto reciproco, secondo una visione corretta di compiti e funzioni.



PRESIDENTE

Vi soni altre richieste di parola? Non ve ne sono.
Passiamo allora alla votazione dell'emendamento sostitutivo dell'art.
7.
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' respinto.
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 51 Consiglieri hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Do la parola al Consigliere Bianchi che l'ha chiesta.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, passiamo adesso ad un'altra parte della legge ed a seguito della reiezione generale degli emendamenti che abbiamo presentato ci sono delle conseguenze logiche sugli altri emendamenti.
Per tirarne delle conseguenze razionali anche per il lavoro del Consiglio, chiederei una breve sospensione per eventualmente ritirare questi emendamenti e sostituirli nella logica nuova che ci è imposta.



PRESIDENTE

E' una sospensione chiesta come Gruppo?



BIANCHI Adriano

Come Gruppo della D.C.



PRESIDENTE

Di quanto?



BIANCHI Adriano

Dieci minuti.



PRESIDENTE

E' senz'altro concessa. La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,10, riprende alle ore 11,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende con l'art. 8: "Capo 3 - Attribuzione ed esercizio delle deleghe Art. 8 - Delega ai Comuni e conseguente affidamento di funzioni a Consorzi di Comuni, Comunità montane Consigli di quartiere e Organi Collegiali scolastici. Le funzioni di cui agli artt. 3, 4 e 7 della presente legge sono delegate ai Comuni, i quali le esercitano tenendo conto dei finanziamenti regionali, nonché dei finanziamenti propri.
I Comuni, al fine di realizzare una maggio.re funzionalità ed economicità dei servizi, possono consorziarsi fra loro. A tali Consorzi costituiti secondo criteri conformi ai Distretti scolastici ed alla divisione del territorio regionale, che sarà stabilita dalla Regione per le istituende Unità Locali dei Servizi, è affidata la gestione delle funzioni di cui alla lettera a) degli artt. 3 e 4 e dell'art. 7 e può essere affidata la gestione delle funzioni di cui alla lettera b) dell'art. 4 limitatamente alla scuola media di primo grado.
Alle Comunità montane è affidata la gestione delle funzioni delegate ai Comuni che ne fanno parte, fino a quando tali Comuni non si consorzino in unità superiori conformi alla divisione del territorio regionale di cui al precedente comma.
I Comuni possono affidare funzioni loro delegate ai Consigli di quartiere istituiti ai sensi di legge.
I Comuni devono affidare la gestione e l'amministrazione dei fondi stanziati, per l'espletamento dei servizi di cui alla lettera c) degli artt. 3 e 4 ai Consigli di Circolo e di Istituto o ai corrispondenti Organi collegiali di cui ai successivi artt. 9 e 10, e provvedere alla ripartizione dei fondi fra le scuole esistenti nel loro territorio in accordo con i Consigli di distretto.
Le funzioni di cui agli artt. 5 e 6 della presente legge, sono delegate ai Comuni, La gestione delle funzioni di cui ai predetti articoli è affidata alle Comunità montane, per i Comuni che ne fanno parte, oppure ai Consorzi costituiti ai sensi del 2°' comma del presente articolo.
La gestione delle funzioni di cui agli artt. 5 e 6 della presente legge, e dei relativi fondi è attuata direttamente dalle Comunità montane e dai Consorzi di Comuni, sulla base dei finanziamenti regionali, nonché dei finanziamenti dei Comuni che ne fanno parte.
I Comuni, il cui territorio sia comprensivo di uno o più Distretti scolastici, possono consorziarsi con le Province per l'espletamento delle funzioni loro delegate.
Le Comunità montane ed i Consorzi di Comuni, per l'esercizio delle funzioni loro affidate, possono stipulare convenzioni con le Province".
All'art. 8 vi sono tre emendamenti, uno del Gruppo D.C. uno del Gruppo repubblicano ed un terzo della maggioranza.



BIANCHI Adriano

Il nostro emendamento viene ritirato.



PRESIDENTE

Passiamo allora ad esaminare quello aggiuntivo presentato dal Gruppo repubblicano, che recita: "La Regione, per il raggiungimento delle finalità di cui all'art. 1, eroga contributi alle scuole materne statali, ai Consigli di circolo e di istituto della scuola statale dell'obbligo e della scuola secondaria superiore, sulla base dei programmi di intervento redatti dai Consigli di distretto.
I contributi possono essere estesi alle scuole dell'obbligo parificate pareggiate o legalmente riconosciute che abbiano costituito Organi collegiali secondo i criteri previsti dal D.P.R. 31.5.1974 n. 416, qualora siano situate in località prive di corrispondenti Istituti statali e alle scuole materne private che non richiedano rette complessive superiori a quelle stabilite annualmente a norma dell'art. 9.
I contributi della Regione dovranno essere utilizzati: 1) nell'ambito della scuola materna per l'acquisto di materiale didattico e ludico 2) nell'ambito della scuola dell'obbligo per: a) la creazione o il potenziamento di biblioteche di classe e di istituto b) la fornitura di materiale didattico di uso individuale in prestito d'uso c) l'acquisto e il rinnovo dei sussidi, compresi quelli audiovisivi necessari a migliorare le condizioni di studio e di apprendimento e l'acquisto delle attrezzature indispensabili alla preparazione del materiale didattico d) l'organizzazione di corsi di sostegno e di integrazione e) l'utilizzazione di consulenze di carattere pedagogico.
3) Nell'ambito della scuola secondaria superiore per sussidi didattici".



ALBERTON Ezio

Ho l'impressione che non ci siamo, perché secondo il Gruppo repubblicano questo è Capo 2. E' l'emendamento aggiuntivo di un articolo che prende il n. 8, perché l'art. 8 parla delle deleghe.



PRESIDENTE

Voi dove pensavate di metterlo questo articolo?



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Noi pensavamo di inserirlo a questo punto perché c'era la possibilità di riunire complessivamente tutte le ragioni degli emendamenti che avevamo precedentemente fatto. Evidentemente,essendo tutti gli emendamenti precedenti caduti, non ha più alcun senso l'inserimento di questo, per cui ringrazio il Presidente per averlo letto, desideravo che i Consiglieri ne avessero conoscenza e rinuncio alla presentazione.



PRESIDENTE

Allora gli emendamenti sono stati ritirati. Vediamo ora eventuali nuovi emendamenti. Chiede di parlare la dottoressa Vietti, ne ha facoltà



VIETTI Anna Maria

Gli emendamenti che noi avevamo presentato all'art. 8 erano conseguenti alla nostra concezione di distinzione tra delega ai Comuni e affidamento di compiti agli organismi scolastici. Evidentemente, essendo stati respinti i nostri precedenti emendamenti,perché la legge abbia una sua coerenza proponiamo un emendamento conseguentemente diverso.
All'art. 8, pertanto, prima riga del quinto comma, che recita: "I Comuni devono affidare la gestione e l'amministrazione dei fondi" noi proponiamo: "I Comuni devono affidare le scelte, la gestione e l'amministrazione dei fondi". Cioè, per quanto riguarda i fondi relativi al materiale didattico, alle biblioteche ed ai libri di testo, vogliamo che si espliciti che sono affidate agli organismi scolastici anche le scelte per l'espletamento dei servizi, che sono di fondamentale importanza e che per di più sono già di loro competenza.
Alla terza riga del quinto comma, è previsto che i Comuni affidino la gestione dei fondi per materiale didattico agli organismi della scuola per gli interventi, di cui agli articoli 3 e 4, cioè per la scuola materna e per la scuola dell'obbligo, escludendo l'affidamento di compiti, da parte dei Comuni, per la gestione dei fondi per materiale didattico alle scuole superiori ed ai corsi per lavoratori.
All'esclusione dei corsi per lavoratori è stata data una motivazione che noi non accettiamo, ma almeno una giustificazione c'è stata; nulla è stato affermato invece circa l'esclusione delle scuole superiori.
Pertanto noi, al quinto comma dell'art. 8, terza riga dopo le parole "Art. 3 e 4", cioè dopo la previsione dell'affidamento, da parte dei Comuni, della gestione dei fondi per interventi di carattere didattico agli organismi democratici della scuola materna e della scuola dell'obbligo proponiamo di aggiungere "art. 5 e 6" per estendere la gestione di tali fondi anche agli organismi democratici della scuola superiore e dei corsi per lavoratori.
All'ultima riga del quinto comma, riteniamo errato affermare che i programmi di intervento vengano effettuati dai Comuni, in accordo con i distretti scolastici; ripetiamo quanto abbiamo detto più volte: l'esigenza di accordo tra Comuni e Distretti scolastici determina difficoltà nel gestire la legge; ciascuno deve avere la propria competenza Almeno si affermi che Comuni debbono provvedere alla ripartizione dei fondi fra le scuole "in base ai programmi elaborati dai Consigli di distretto" cioè le istituzioni scolastiche elaborano i programmi, dopo aver consultato i Comuni, trasmettono loro i programmi, ma il consolidamento degli stessi anche se la delega è affidata agli enti locali, venga realizzato dal distretto. La distribuzione dei fondi avvenga, quindi, in base ai programmi dei Consigli di distretto con una conseguente, almeno parziale valorizzazione di questi organismi.
Riepilogando, chiediamo che le scelte relative alla gestione dei fondi di carattere didattico siano fatte dagli organi della scuola; che i Comuni affidino la gestione di tali fondi anche agli organismi democratici dei corsi per lavoratori e delle scuole medie superiori; che la ripartizione dei fondi venga effettuata dai Comuni non in accordo con i distretti, ma in base ai programmi elaborati dai Consigli di distretto.



PRESIDENTE

I nuovi emendamenti sono stati presentati.
Adesso però nella votazione bisogna fare un passo indietro perché c'è un emendamento dei Gruppi di maggioranza, soppressivo, e come tale ha la precedenza.
"Al secondo comma ultima riga sopprimere 'limitatamente alla scuola media di primo grado' ".
C'è bisogno di illustrarlo?



BONTEMPI Rinaldo

L'emendamento l'abbiamo presentato perché con quella dizione limitavamo la gestione da parte dei consorzi solamente alle mense della scuola di primo grado; non c'è ragione di limitare questo se i consorzi intervengono.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola? Votiamo l'emendamento. E' accolto. Adesso passiamo alla votazione degli emendamenti della D.C.
La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Mi pare che l'emendamento consista in realtà di tre parti, quindi si tratta di tre emendamenti.
Il primo garantisce quello che era già implicito nell'articolo, quindi siamo d'accordo di accoglierlo.
Sul secondo abbiamo già espresso i motivi per cui non siamo d'accordo: per le scuole superiori l'erogazione di libri, materiale didattico, vitto ed alloggio viene fatta individualmente e quindi non c'è motivo di delegarla agli Enti.
Sul terzo emendamento siamo d'accordo venendo incontro ad una richiesta dei colleghi D.C., consapevoli anche del fatto che l'integrazione tra Comune e distretto rimane anche con questo tipo di formulazione, dando forse più peso al Consiglio di distretto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Affermo, a nome del Gruppo P.C.I., che i due emendamenti accolti vanno bene.
Per quanto riguarda l'emendamento relativo alle scuole superiori ed ai corsi per lavoratori, occorre operare una distinzione abbastanza netta tra i due campi per i motivi che sono già stati detti dall'Assessore. Quindi potremo anche vedere, se c'è la questione delle scelte individuali, visto che ci sono questi organi collegiali, di inserire anche questo almeno per le scuole superiori, se la Giunta ritiene che non sia un grosso problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

L'art. 11 riguarda proprio l'erogazione di contributi di cui alla lettera c) dell'art. 5 e attribuisce ai Consigli di istituto i compiti di proposta di erogazione dei contributi e di accertamento delle relative condizioni economiche degli studenti. Certo l'erogazione viene fatta dai Comuni, ma il compito di accertamento e di esame di tutta la materia è dei Consigli di istituto dove ci sono gli studenti, perché riguarda le scuole superiori.



PRESIDENTE

La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina

Ritengo doveroso segnalare il caso di allievi che risiedono in un Comune diverso da quello in cui frequentano le scuole. In questo caso, qual è il Comune che eroga il contributo? Particolarmente nei Comuni piccoli diventa un problema molto delicato, per il rapporto interpersonale che si viene a stabilire tra il giovane studente e una persona indeterminata che non si sa con precisione chi sia.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Il Consigliere Besate ha messo in rilievo come nell'esercizio della delega, da parte dei Comuni, siano previsti compiti di proposta degli organi collegiali della scuola per l'erogazione di contributi agli alunni delle scuole superiori, ma noi questo lo avevamo presente! Riteniamo per che, come per la scuola materna e soprattutto per la scuola dell'obbligo il Comune debba affidare la gestione dei fondi per sussidi didattici agli organismi scolastici della scuola superiore e non ridurre l'organo collegiale a mero organo consultivo.
Tali interventi per di più sono anche sostitutivi dell'assegnazione di buoni libro che ora sono di competenza dell'organo collegiale della scuola.
Noi chiediamo che la scuola media superiore, come la scuola dell'obbligo, abbia la gestione dei fondi per interventi in campo didattico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Vorrei fare una precisazione. Non credo possibile l'accettazione da parte della Giunta dell'aggiunta "5 e 6".
Per ciò che riguarda l'art. 6 ho già detto i motivi; per ciò che concerne l'art. 5 si tratta in prevalenza di contributi che vengono dati individualmente dal Comune, il quale si limita ad essere l'Ente erogatore perché sono i Consigli di istituto che accertano le condizioni stabilite dai Consigli di distretto.
Nell'emendamento in cui si dice "in base ai piani", io suggerirei "sulla base di piani elaborati, ecc." se per loro è lo stesso.



PRESIDENTE

Possiamo passare alle votazioni separatamente.
Il primo emendamento riguarda la prima riga del quinto comma: si propone di aggiungere "I Comuni devono affidare la scelta".
Chi è d'accordo alzi la mano E' accolto.
"Alla terza riga del quinto comma, dopo gli artt. 3 e 4.aggiungere "artt. 5 e 6"



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

Lo poniamo in votazione per alzata di mano. E' respinto.
"All'ultima riga del quinto comma sostituire 'in accordo con i Consigli di distretto' con 'sulla base di piani elaborati dai Consigli di distretto' ".
E' accolto.
Passiamo ora alla votazione dell'art. 8. Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Subito dopo il quinto comma si dice: "Le funzioni di cui agli artt. 5 e 6 della presente legge sono delegati ai Comuni". O è una cosa assolutamente pleonastica perché ci sono già gli articoli che ne hanno parlato, oppure si vuol dire che sono specificamente riservate ai Comuni e che quindi non sono affidabili ad altri, non so.



PRESIDENTE

Viene mantenuto?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Viene mantenuto così com'é.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alberton.



ALBERTON Ezio

Per dichiarazione di voto sull'articolo.
Il Gruppo della D.C. vota contro questo articolo per tutto il meccanismo di organizzazione del rapporto Comuni e organismi collegiali che già abbiamo contestato in sede di discussione generale. Nello stesso tempo diamo atto alla Giunta della modifica accettata che ci sembra di particolare rilevanza. Il fatto di sostituire alle parole "in accordo con i Consigli di distretto" "sulla base di piani elaborati dai Consigli di distretto" modifica completamente, crediamo, la struttura organizzativa della legge. A questo punto è legittimo chiederci i motivi delle tante polemiche fatte in sede di discussione generale, poiché con l'emendamento accettato, si riconosce che i Comuni recepiscono i piani che hanno come momento di elaborazione gli organismi rappresentativi all'interno delle scuole ed i distretti. Questi si confronteranno tra di loro, si confronteranno anche con i Comuni, dopo di che i Comuni recepiscono i piani elaborati dall'organismo scolastico competente, che è quello distrettuale.
A nostro parere questa espressione è anche migliore dal punto di vista organizzativo perché nel momento in cui avessimo messo i Comuni ad elaborare questi piani, in un rapporto di accordo bilaterale Comune Distretto, avremmo reso la legge impraticabile. Credo che nel momento in cui si è accolto questo emendamento se ne debba tenere presente la portata anche negli articoli successivi, altrimenti la legge rischia di diventare di tale macchinosità e di tale ingovernabilità da essere estremamente pericolosa.
Ritroviamo in questo emendamento accolto uno dei nostri concetti fondamentali, però inserito nel contesto di una serie di affermazioni che ne limitano la portata per cui il nostro voto è ancora contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Credo che avere accolto questo emendamento non sia in realtà che una specificazione e non uno stravolgimento, la specificazione di un rapporto che tutti abbiamo convenuto dovesse sussistere tra il distretto, cioè tra gli organi collegiali ed il Comune. Il fatto che dal punto di vista funzionale questo elemento sia più chiarificatore, ci sta bene, anche perché dobbiamo avere ben presente che nell'attuazione di questa legge dovremo concorrere a dire nella maniera più chiara possibile alla comunità quali sono questi meccanismi di funzionamento.
Ritengo che questo emendamento sia accoglibile anche perché dà un elemento di chiarezza a questo accordo che va nell'indirizzo generale della discussione quando abbiamo detto di non volere assolutamente depotenziare gli organi collegiali, anzi, abbiamo parlato di un momento di rapporto continuo e chiaro anche con gli Enti locali.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Il Gruppo repubblicano accoglie con favore (è stato già fatto nella votazione) questa maggiore precisazione. Dato però che le deleghe ai Comuni rimangono per tutte le materie per le quali noi invece avevamo indicato un rapporto diretto fra i piani distrettuali e la Regione, non possiamo dare il voto favorevole all'intero articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Vorrei solo fare un'osservazione: mi compiaccio dal punto di vista formale e funzionale, come minilegislatore, per la formulazione che si è scelta; mi pare pero che i discorsi trionfalistici che si stanno facendo qui non abbiano molta ragion d'essere perché la formulazione che si è scelta tra i due litiganti, se così vogliamo chiamarli, premia i Comuni e non i distretti, perché fino a prova contraria nella formulazione originaria il potere del Comune era vincolato al parere del Consiglio di distretto, adesso non più. Allora, cari amici della D.C., non avete fatto un grosso favore ai distretti, lo avete fatto ai Comuni.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni di voto? Non ve ne sono, passiamo alla votazione dell'art. 8, con le modifiche apportate.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Art. 9 - Esercizio della delega per la scuola materna. I Comuni esercitano la delega per le funzioni previste dall'art. 3 della presente legge secondo i seguenti indirizzi: a) il servizio di trasporto dovrà essere organizzato per la popolazione scolastica e coordinato nell'ambito del territorio favorendo in tal modo la realizzazione di una rete integrata e razionale di trasporto b) gli interventi di cui alla lettera b) dell'art. 3 dovranno garantire l'estensione e la generalizzazione di servizi di mensa a prezzo politico c) gli interventi di cui alla lettera c) dell' art. 3 dovranno, per quanto possibile, garantire la gratuità del materiale didattico e ludico d) gli interventi di cui alle lettere b) e c) dell'art. 3 devono favorire la qualificazione della scuola materna a gestione pubblica.
I Comuni erogano i servizi di cui sopra anche a favore degli alunni di altre scuole materne che abbiano costituito Organi collegiali secondo criteri analoghi a quelli previsti dal D.P.R. n. 416 del 31.5.1974 e che stabiliscano rette complessive a carico delle famiglie degli alunni non superiori ad un massimo stabilito annualmente dal Comune delegato. In tal caso le scuole materne interessate debbono stipulare con il Comune una convenzione che regoli in particolare: 1) le modalità di acquisto del materiale didattico e ludico scelto dalla scuola nel limite del finanziamento previsto 2) le modalità di fruizione da parte degli alunni del servizio di mensa".
Gli emendamenti a questo articolo sono numerosi; comincio con quelli del Gruppo D.C. che invito ad illustrarli in un unico intervento, poi naturalmente li votiamo separatamente.
La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Il primo emendamento viene ritirato perché si riferisce alla distinzione tra delega e affidamento di compiti, ritiriamo anche il secondo; manteniamo invece il terzo che prevede le modalità dell'erogazione dei contributi e dell'organizzazione dei servizi.
Proponiamo solo una modifica. Nell'emendamento presentato affermiamo: gli interventi relativi all'organizzazione della mensa ............ ; si deve aggiungere "e del trasporto".
Quando abbiamo presentato gli emendamenti avevamo la convinzione che con le modifiche apportate al disegno di legge della Giunta, non vi fosse alcun dubbio sul fatto che il servizio di trasporto fosse esteso a tutta la popolazione scolastica, ma leggendo con più attenzione il testo rileviamo che, forse al di là della volontà dell'estensore, alcune dizioni potrebbero far ritenere che nemmeno il servizio di trasporto sia esteso a tutti gli alunni.
Nella dizione di una delle tante precedenti stesure del disegno di legge, si affermava che il trasporto era "per tutta la popolazione scolastica" ed ora invece "per la popolazione scolastica".
Per quanto riguarda la scuola dell'obbligo si afferma che si estendono i servizi alle scuole non statali per quanto previsto dal punto c), cioè esclusivamente per il materiale didattico.
Le affermazioni fatte in Commissione e durante le consultazioni dall'Assessore Fiorini erano chiare, ossia è stato affermato più volte che almeno i servizi di trasporto erano estesi a tutti, senza distinzione tra scuole statali e non statali. Se questa è la volontà, conseguente alle dichiarazioni fatte, alcuni articoli dovrebbero essere meglio esplicitati.
Non si tratta di questo articolo, ma ciò giustifica il fatto che non avevamo previsto il servizio di trasporto perché ci pareva chiaro che esso fosse esteso a tutti. Invece, anche se c'è questa volontà, essa non è espressa nell'articolato della legge.
Pertanto al secondo comma, noi affermiamo che gli interventi per la scuola materna, tutti gli interventi, trasporti, mensa, materiale didattico e ludico devono essere estesi a tutti gli alunni, alle solite condizioni: che vi siano gli organismi collegiali e che le scuole non perseguano scopi di lucro.
Riteniamo che il volere, a tutti i costi, che si stipulino convenzioni vincolanti, tra Comune e scuole materne, dimostri la sfiducia verso queste istituzioni; per gli organismi scolastici degli altri tipi di scuola la convenzione non è prevista.
Trattandosi dell'erogazione di un servizio di assistenza scolastica per cui si è sempre detto che il Comune era soltanto il tramite tra la Giunta regionale e gli organismi scolastici, in funzione dell'organicità del servizio, non vediamo veramente l'esigenza di vincolare, in modo stretto il rapporto tra Comune e scuola. Soprattutto riteniamo che lasciare la discrezionalità al Comune di stabilire le modalità di acquisto del materiale didattico e ludico - che potrebbero addirittura riferirsi alla scelta della Ditta presso la quale il materiale debba venire acquistato mortifichi i compiti sia dei Comuni, sia degli organismi collegiali della scuola. Così anche per le modalità di fruizione della mensa.
Noi riteniamo che, come avviene per gli organismi degli altri tipi di scuola, la gestione dei fondi debba essere loro attribuita (ormai la delega ai Comuni è stata approvata) ma senza prevedere delle specifiche convenzioni. E i servizi devono essere estesi a tutti per garantire l'effettiva parità degli alunni rispetto agli interventi di assistenza scolastica della Regione.
Il nostro emendamento pertanto così recita: "gli interventi relativi all'organizzazione del trasporto e della mensa ed all'erogazione di materiale didattico e ludico sono indirizzati a tutti gli alunni delle scuole materne............".
Per quanto riguarda le modalità da seguire per stabilire se una scuola persegua o no scopi di lucro, mi riferisco a quanto detto in precedenza.
Noi riteniamo che non possa essere soltanto il Comune a stabilire il tetto massimo della retta, in base al quale si deduce se la scuola è di lucro o non lo è, perché, in tal caso, si potrebbero determinare contrasti locali che, per di più, già esistono; auspichiamo che questi contrasti siano limitati al massimo, ma sono nella realtà della Regione Piemonte, per cui deve essere affermato che la scuola non persegue fini di lucro quando la retta non supera il costo effettivo del servizio erogato. E il giudizio relativo deve essere espresso dall'organismo democratico e dal Comune.
Inoltre la scuola deve avere la garanzia che, in caso di contrasto, vi è un organo superiore, ossia la Regione, che deve decidere in base a standard.
Il nostro emendamento dà garanzia alle scuole e previene i Comuni dall'incorrere in faziosità: la previsione di una norma che dia la possibilità alla scuola, che vede conculcati i propri diritti, di ricorrere ad un organo superiore, renderà più corretto l'esercizio della delega.



PRESIDENTE

La parola alla collega Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Desidero ritirare gli emendamenti modificativi che si riferivano all'art. 9 che adesso non hanno più ragione di esistere.
Mantengo invece questo emendamento: "Al primo comma, punto b): Gli interventi di cui alla lettera b) dell'art. 3 dovranno garantire l'estensione e la generalizzazione dei servizi di mensa a prezzo non speculativo".
Toglierei "il prezzo politico" perché intendiamo dire che tutti i cittadini debbono contribuire almeno alle spese del costo della gestione.



PRESIDENTE

Questo vuol dire che gli altri emendamenti sono tutti ritirati, vero?



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

E' esatto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Respingiamo l'emendamento proposto dal Gruppo della D.C. anche perch noi abbiamo tolto "tutta la popolazione scolastica" semplicemente per non essere dei velleitari. Noi probabilmente per molto tempo non potremo dare a "tutta la popolazione scolastica", ma non facciamo distinzioni tra scuola pubblica e scuola privata. Questo è chiaro nell'articolo e non credo si debbano dare ulteriori garanzie.
Accettiamo invece l'emendamento proposto dalla signora Castagnone Vaccarino, che mi pare tra l'altro, concordi con il punto di vista dei Consiglieri D.C.



VIETTI Anna Maria

Però questa è una risposta parziale, avevo toccato anche altri problemi.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Agli altri penso di avere già risposto nella mia replica.



PRESIDENTE

Votiamo quindi prima di tutto l'emendamento proposto dal Gruppo del P.R.I.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole alzi la mano.
L'emendamento è accolto.
L'emendamento presentato dalla dottoressa Vietti e dal Gruppo D.C. è già stato illustrato. La Giunta che cosa dice?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Non lo accoglie.



PRESIDENTE

Chi è favorevole alzi la mano.
E' respinto.
La parola alla dottoressa Vietti per dichiarazione di voto.



VIETTI Anna Maria

Avevo anticipato che, qualora qualche nostro emendamento non fosse stato accolto, avremmo presentato emendamenti sostitutivi più limitati.
L'emendamento sostitutivo del precedente, respinto, si limita esclusivamente al problema relativo al massimo della retta praticata per aver diritto a fruire dei benefici previsti dalla legge.
Il disegno di legge della Giunta prevede che la retta massima per poter fruire dei contributi della Regione sia stabilita dal Comune.
Noi riteniamo - come abbiamo affermato in precedenza , che tale scelta possa determinare delle situazioni incresciose di conflittualità e pertanto, in seconda istanza, presentiamo il seguente emendamento: "Sostituire la dizione 'ad un massimo stabilito annualmente dal Comune delegato' con 'al costo effettivo dei servizi, secondo il parere espresso sia dagli organi collegiali rappresentativi delle singole scuole, sia dai Comuni. In caso di controversia o divergenza, il giudizio è rimesso alla Giunta regionale, la quale decide in base a standard e criteri approvati dal Consiglio regionale' ".
Insisto, in modo particolare, su questo emendamento. Se si vuol modificare la dizione, noi siamo disponibili ad esaminare eventuali proposte, ma riteniamo che, qualora l'ammontare massimo della retta, perch non sia ritenuta speculativa, sia stabilito esclusivamente dal Comune senza possibilità di appello, si verifichino contrasti nell'ambito della nostra realtà, che noi vorremmo evitare.
Questo è il nostro emendamento; possiamo esaminare una eventuale diversa soluzione, che recepisca pero la possibilità di appello da parte delle scuole.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non accoglie.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Castagnone Vaccarino.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Ritengo che l'emendamento presentato dalla D.C. in questo caso sia equo; manca completamente qualsiasi tipo di parametro nella legge, nel senso che il costo dovrebbe essere anche rapportato ai servizi che vengono resi.
Noi non abbiamo detto che le scuole materne debbono essere, in tutto e per tutto, rispondenti alle scuole pubbliche il cui costo, dobbiamo dire, è generalmente piuttosto elevato; nella maggior parte dei casi le scuole pubbliche danno dei servizi superiori a quelli delle scuole private ed io insisto su questo fatto, però il costo dovrebbe essere stabilito in base ai servizi e mi sembra che in questo caso sia giusto che esista la possibilità di un rapporto fra l'Ente che gestisce la scuola privata ed il Comune, con possibilità di appello alla Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Noi ci siamo posti il problema dell'ammontare massimo delle rette. C'è una varietà di situazioni talmente diverse che rende altrettanto iniquo il riferimento al costo quanto quello di un arbitrio da parte del Comune.
Noi cercheremo di mettere a punto, dal punto di vista della circolare una metodologia di calcoli e di valutazioni che possono essere fatte delle varie situazioni, da suggerire ai Comuni. E' evidente che, data la pubblicità di tutto questo procedimento del rapporto che i Comuni sono tenuti ad avere con i Consigli di circolo e di istituto, la vera garanzia che non ci siano delle interferenze, una volontà vera e propria di tipo punitivo, è data dal rapporto che si può stabilire con la popolazione.
Quindi respingiamo l'emendamento perché non è possibile, al momento attuale, formularlo in modo del tutto soddisfacente, data la difformità delle condizioni.



PRESIDENTE

La parola al Capogruppo D.C. Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signori, malgrado le dichiarazioni rese in extremis dall'Assessore, il quale si è reso conto dell'estrema gravità della reiezione di questa proposta, perché respingendo il correttivo e cioè lo strumento che valesse a rimuovere preoccupazioni legittime, si accentua un significato della legge in questa direzione, noi abbiamo avuto, più volte, il sospetto, mai espresso, che questa dedica ai Comuni, così come formulata, finisse per esprimere un concetto abbastanza totalizzante rispetto ai criteri da seguire in relazione alla scuola; ma questo punto di così grave delicatezza, che aprirà sicuramente la via a delle conflittualità dirompenti, per noi diventa indicativo di una volontà politica, di un modo di porsi di fronte ai problemi.
Il nostro voto negativo, quindi, contiene anche una protesta vivissima al riguardo, perché non è assolutamente vero che la differenza delle situazioni locali non consenta l'introduzione di correttivo o di strumenti tipici dello stato di diritto per cui non si lascia alla discrezionalità locale; oltre tutto non si scarica la Giunta di responsabilità per cui magari ai Comuni si dà la delega se c'è da giustiziare qualche situazione locale.
L'introdurre uno strumento correttivo, uno strumento che consentisse alla Giunta, in caso di mancato accordo, di verificare e definire l'equità dei costi indicati e la loro rispondenza alle situazioni locali, avrebbe potuto tranquillizzare.
Forse la reiezione dell'emendamento è anche dovuta ad un problema di prestigio che in questo momento è sicuramente mal posto, perché ignora trascura la realtà che verrà dopo e che darà poi dei problemi a tutti.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Chiedo cinque minuti di sospensione per affrontare il problema.



PRESIDENTE

Sono concessi.



(La seduta, sospesa alle ore 12,30, riprende alle ore 12,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il risultato della sospensione è la presentazione da parte dei Gruppi del P.C.I., del P.S.I. e dell'ULD, di un emendamento che suona: "Al secondo comma, dopo 'Comuni delegati' aggiungere 'secondo criteri fissati dalla Giunta regionale' ".
Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Capogruppo D.C. Bianchi.



BIANCHI Adriano

Prendo atto più del fatto politico del ripensamento che della conclusione che contraddice le stesse motivazioni della Giunta, perché se c'è la diversità estrema di posizioni, è difficile fornire dei criteri univoci che valgano per i Comuni di montagna dell'Appennino ligure e per i Comuni della cintura; ma a parte questo si introduce un qualche riferimento.
Manca la verifica delle conseguenze dell'applicazione di questa indicazione, di questo criterio.



PRESIDENTE

Si può anche arrivare al regolamento di applicazione di una legge.



BIANCHI Adriano

Si può arrivare a tante cose, ma si esce da una logica definitiva della legge.
Comunque noi, preso atto del gesto più che del contenuto, lasciamo alla maggioranza la responsabilità dell'approvazione di questo emendamento che non risolve, mi sembra, nella maniera corretta e compiuta quello che era un problema di garanzie che noi avevamo posto, che non stravolgeva minimamente la logica delle soluzioni che la Giunta intende proporre e ci asteniamo sull'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione questo emendamento della maggioranza.
E' accolto.
Pongo in votazione l'emendamento al secondo comma, quinta riga, letto dalla dottoressa Vietti.
E' respinto.
Pongo in votazione l'art. 9 con le modifiche accolte.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
"Art. 10 - Esercizio della delega per la scuola dell'obbligo. I Comuni esercitano la delega per le funzioni previste dall'art. 8 della presente legge secondo i seguenti indirizzi: a) gli interventi di cui alla lettera a) dell' art. 4 sono diretti alla popolazione scolastica e devono favorire la razionalizzazione del trasporto, in modo da consentire una distribuzione delle sedi scolastiche nel territorio che favorisca il superamento graduale delle pluriclassi e garantisca una maggiore efficacia del processo educativo ed economicità di gestione b) gli interventi di cui alla lettera b) dell' art. 4 devono essere attuati in via prioritaria nella scuola elementare, avviando e potenziando servizi di mensa a prezzo non speculativo in collegamento con la promozione di iniziative educative integrative ed in modo da favorire la sperimentazione didattica e l'estensione della scuola a pieno tempo; tali iniziative saranno promosse dai Comuni di concerto con i Consigli di circolo e di istituto e realizzate in collaborazione con i collegi dei docenti secondo le norme vigenti c) gli interventi di cui alla lettera c) dell' art. 4, debbono valorizzare il ruolo degli Organi collegiali e promuovere l'uso collettivo dei libri ed altro materiale didattico; favorire, per la scuola media, la gratuità degli strumenti didattici mediante il prestito d'uso e la formazione di biblioteche di classe. Le formalità di acquisto del materiale didattico per il prestito d'uso saranno regolate annualmente da direttive emanate dalla Giunta regionale d) gli interventi di cui alla lettera c) dell' art. 4, indirizzati in via prioritaria agli alunni delle scuole dell'obbligo statali, possono essere estesi agli alunni di scuole parificate, pareggiate o legalmente riconosciute, che abbiano costituito Organi collegiali secondo criteri analoghi a quelli previsti dal D.P.R. 31.5.1974 n. 416 e che stabiliscano rette complessive a carico delle famiglie degli alunni non superiori ad un massimo stabilito annualmente dal Comune delegato".
Esaminiamo ancora questo articolo poi rimandiamo la seduta alle 15.
Vi sono numerosi emendamenti. Diamo la precedenza a quelli del Gruppo della D.C.
La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Ritiriamo il primo emendamento che prevede di sostituire la dizione "Per le funzioni" con la dizione "Per le funzioni relative ai servizi di trasporto e mensa", in conseguenza del mancato accoglimento della distinzione tra la delega e l'affidamento di compiti.
L'emendamento relativo al primo comma lettera b), sostitutivo dopo il punto e virgola della frase "tali iniziative saranno promosse dai Comuni di concerto con i consigli di circolo e di istituto e realizzate in collaborazione con i Collegi dei docenti secondo le norme vigenti" (si tratta delle iniziative educative integrative, che noi riteniamo di stretta competenza della scuola) con "le iniziative integrative scolastiche sono promosse dai Consigli di circolo o di istituto o dagli organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri, e sono realizzate in collaborazione con i collegi dei docenti", lo manteniamo.
L'affermare che tali iniziative "sono promosse" dagli organismi rappresentativi scolastici è soltanto attribuire la competenza a chi ce l'ha. E' un emendamento conseguente alla legislazione vigente ed alle competenze in materia.
Per quanto riguarda il punto c) potremmo anche ritirare l'emendamento soppressivo, purché si sopprima l'affermazione di voler promuovere l'uso collettivo dei libri che non è competenza della Regione.
Accettiamo che si voglia promuovere l'uso collettivo del materiale didattico, ossia delle biblioteche, dei sussidi audiovisivi, ecc., ma non accettiamo la specificazione "dei libri" perché interferisce nelle scelte di competenza del Collegio dei docenti.
Il fatto che la Regione affermi che bisogna promuovere l'uso collettivo dei libri e non lasciare tale decisione al Collegio dei docenti, che per di più e conseguente al metodo, alla scelta educativa di ciascun insegnante cui dobbiamo lasciare piena libertà, determina un'inaccettabile coartazione dell'autonomia della funzione didattica dei docenti.
Pertanto possiamo ritirare l'emendamento che sopprime l'intera lettera c) presentando un altro emendamento che sostituisce la dizione "promuovere l'uso collettivo dei libri ed altro materiale didattico" con "promuovere l'uso collettivo del materiale didattico", senza alcun riferimento ai libri di testo.
Per quanto concerne l'altro emendamento, c'è un errore di battitura esso è relativo alla sostituzione del punto previsto alla lettera d) e non già alla lettera b), che recita: "gli interventi di cui alla lettera c) dell'art. 4, indirizzati in via prioritaria agli alunni delle scuole dell'obbligo statali possono essere estesi agli alunni delle scuole parificate ecc.".
Ritorna il problema della parità di tutti gli alunni di fronte agli interventi della Regione. In questo Consiglio si è fatto un lungo dibattito sull'esigenza di rendere veramente gratuita la scuola dell'obbligo fornendo a tutti gli alunni i libri di testo. Io avevo qualche perplessità ma la quasi totalità delle forze politiche ha affermato che la scuola dell'obbligo è veramente gratuita solo se si danno a tutti i libri di testo.
Non si dovrebbe poi affermare "gli interventi di cui alla lettera c) dell'art 4", Assessore Fiorini, altrimenti pare veramente che gli alunni delle scuole non statali siano esclusi dai servizi di mensa e di trasporto l'affermare che gli interventi di carattere didattico, indirizzati in via prioritaria agli alunni della scuola statale, possono essere estesi agli alunni delle altre scuole può far intendere che le scuole non statali siano escluse dagli altri servizi (tranne che si voglia affermare la priorità solo per questi interventi, mentre gli altri servizi siano estesi a tutti in modo paritario; bisognerebbe però specificarlo, altrimenti, non facendo alcun riferimento al trasporto ed alla mensa, si può intendere, in contrasto con le sue affermazioni, che questi servizi siano concessi soltanto agli alunni della scuola statale). Pertanto questa dizione dovrebbe essere modificata.
Mi pare poi che arriviamo all'assurdo fornendo il libro di testo gratuito al figlio del professionista affermato, che frequenta la scuola statale, ed escludendo il figlio del modesto operaio che frequenta la scuola non statale, punendolo per l'autonoma scelta fatta dai suoi genitori, scelta che, secondo noi, compete alla famiglia e che non pu determinare trattamenti differenziati.
Noi proponiamo quindi di sostituire la lettera d) con la seguente dizione "gli interventi previsti dall'art 4 sono estesi a tutti gli alunni frequentanti scuole statali e non statali, che abbiano costituito organismi rappresentativi o analoghi criteri a quelli previsti dal D.P.R. 31.5.1975 n 416 e che stabiliscono rette scolastiche non superiori al costo effettivo dei servizi, secondo quanto previsto dal secondo comma dell'art. 9".
Gli emendamenti quindi sarebbero i seguenti: accentuazione della competenza degli organismi della scuola per le iniziative educative integrative, che devono essere da loro promosse; non prevedere alcuna ingerenza nell'indirizzo didattico, conseguente alla scelta dell' uso collettivo o individuale del libro di testo; estendere a tutti gli alunni della scuola dell'obbligo gli interventi previsti da questo articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

La Giunta non accoglie questo emendamento precisando che parlando di prestito d'uso, l'uso collettivo consegue automaticamente, perché non è proprietà privata; presenta però, tenendo conto di un'esigenza posta dal Gruppo della D.C., un proprio emendamento parziale per motivi che si comprenderanno.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione vorrei chiedere se l'emendamento modificativo presentato dal Gruppo repubblicano, dato che si riferiva all'art. 8, decade o se viene mantenuto.



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

Decade.



PRESIDENTE

Adesso passiamo alla votazione degli altri emendamenti.
Votiamo sull'emendamento al primo comma della lettera b) presentato dal Gruppo della D.C., quello che dice: "dopo il punto e virgola sostituire da 'tali iniziative' fino a 'norme vigenti' con la seguente dizione 'Le iniziative integrative scolastiche sono promosse dai Consigli di circolo o di istituto o dagli organismi rappresentativi, costituiti con analoghi criteri, e sono realizzate in collaborazione con i Collegi dei docenti' ".
Chi è d'accordo alzi la mano. E' respinto.
Emendamento della D.C. alla lettera c) che propone "Sostituire la dizione 'promuovere l' uso collettivo dei libri ed altro materiale didattico' con 'promuovere l'uso collettivo del materiale didattico' ".



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo con l'emendamento alzi la mano.
E' respinto.
Adesso votiamo l'emendamento alla lettera d) del P.R.I. "Il punto d) del primo comma è soppresso".



CASTAGNONE VACCARINO Aurelia

E' ritirato.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento della Giunta che dice: "Alla lettera d) le parole 'possono essere estesi' sono sostituite con le parole 'sono estesi' ".
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' approvato, con un'astensione.
Emendamento del Gruppo D.C.: "Sostituire la lettera d) con la seguente dizione: 'Gli interventi previsti dall'art. 4 sono estesi a tutti gli alunni frequentanti scuole statali e non statali, che abbiano costituito organismi rappresentativi con analoghi criteri previsti dal D.P.R.
31.5.1975 n. 416 e che stabiliscano rette scolastiche non superiori al costo effettivo dei servizi secondo quanto previsto al secondo comma dell'art. 9' ".
Chi è d'accordo alzi la mano.
E' respinto.
La dottoressa Vietti chiede di parlare, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria

Adesso abbiamo un emendamento conseguente.
Dico all'Assessore: Lei afferma che il prestito d'uso è un servizio collettivo che viene quindi esteso a tutti, però nel testo del disegno di legge non è previsto che i servizi collettivi siano estesi a tutti. Ci si deve preoccupare che la legge interpreti quanto si dichiara in quest' aula: in realtà si fa riferimento ai servizi collettivi solo negli articoli relativi alla scuola superiore.
In questo articolo si tratta dei trasporti, si tratta di altri servizi ma da nessuna parte si afferma che, nell'esercizio della delega per la scuola dell'obbligo, i servizi collettivi siano estesi a tutti. Pertanto se questa è la sua volontà, è necessario presentare un comma aggiuntivo in cui si affermi che i servizi di carattere collettivo, compresi i libri in prestito d'uso, sono estesi a tutti.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

E' un lapsus.



VIETTI Anna Maria

Perciò intende che il trasporto e la mensa non vengano concessi agli alunni ....



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

No, i servizi di mensa e trasporto sono diretti a tutta la popolazione scolastica come detto nell'articolo precedente.



VIETTI Anna Maria

Dove?



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Al punto a).



VIETTI Anna Maria

Ma non si parla della mensa, perciò sarebbero esclusi dal diritto di mensa tutti gli alunni della scuola non statale.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Ma c'è al punto b).



VIETTI Anna Maria

Ma allora specifichi per tutta la popolazione scolastica.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

E' implicito.



VIETTI Anna Maria

No, non è implicito, perché in questo articolo si afferma "possono essere estesi" (adesso abbiamo corretto con "sono estesi") gli interventi di carattere didattico.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Questo articolo dà facoltà di scelta ai Comuni ....



VIETTI Anna Maria

Ci siamo di nuovo nell'attribuire la discrezionalità al Comune di dare o di non dare agli alunni delle scuole non statali.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

La legge 27 era sullo stesso piano.



VIETTI Anna Maria

La legge 27 aveva un art. 1 in cui si affermava con chiarezza che tutti gli ....



PRESIDENTE

Capisco questo dialogo simpatico fra di voi, ma per intelligenza collettiva del Consiglio abbiamo votato poco fa un emendamento della Giunta che trasformava quel "possono essere estesi" con "sono estesi". Questo emendamento, mi pare di capire, estende anche alle scuole non statali determinati privilegi che quindi vengono individuati al punto c).
Adesso, rispetto a questa formulazione già approvata dal Consiglio l'emendamento della dottoressa Vietti come suona?



VIETTI Anna Maria

Volevo soltanto presentare l' emendamento, pero mi pare che nel dibattito sia corretto avere un confronto e verificare se le dichiarazioni che vengono fatte in Consiglio siano recepite nell'articolato della legge.
In tutte le dichiarazioni l'Assessore ha esplicitato che i servizi di trasporto e di mensa sarebbero stati concessi a tutti gli alunni. Questo articolo invece prevede soltanto che gli interventi di carattere didattico indirizzati in via prioritaria agli alunni delle scuole statali, "sono estesi" agli altri alunni. Della mensa non si fa cenno da nessuna parte.
L'Assessore dice che saranno i Comuni, i quali, nella loro discrezionalità concederanno o non concederanno i servizi di mensa agli alunni delle scuole non statali. Questo mi pare grave e non è certamente una giustificazione l'affermare che la legge 27 era sullo stesso piano, perché la legge 27 aveva un articolo 1 che conteneva affermazioni di principio di carattere generale ed in cui si esplicitava che gli interventi previsti dalla legge erano estesi a tutti gli alunni, indipendentemente dalla scuola frequentata. Pertanto la dizione prevista è un passo indietro in rapporto a quanto è sempre stato dichiarato.
Mi pare che la legge abbia una tale importanza che varrebbe la pena soffermarci un momento e trovare insieme una dizione che recepisca con chiarezza quello che afferma Fiorini, ossia che, non soltanto la mensa, ma anche i libri in prestito d'uso, sono concessi a tutti gli alunni indipendentemente dalla scuola frequentata.
Noi accetteremmo con favore di considerare la fornitura dei libri in prestito d'uso come un servizio collettivo esteso a tutti senza alcuna priorità; in realtà però l'articolato della legge prevede cose diverse da quanto qui si afferma.
Vorrei avere una risposta e poi presenterei un emendamento.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

Noi non pensiamo di modificare il testo attuale.



VIETTI Anna Maria

Allora prendiamo atto che il testo esprime cose diverse ....



ALBERTON Ezio

Cosa mandiamo via, anche gli atti del dibattito consiliare?



PAGANELLI Ettore

Faremo delle discussioni anche nei Consigli comunali.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

A me pare chiaro questo: c'è una possibilità del Comune di scegliere.
In realtà dai dati che abbiamo i Comuni hanno scelto, sempre e ovviamente le scuole statali, perché i fondi che avevano erano pochi; in questo caso vale il criterio di interpretazione all'interno della legge della priorità alla scuola statale, ma della possibilità di erogazione del servizio anche alle scuole private.
Se si volesse estendere in questo senso dovrebbe esserci "possono essere estesi" e non "sono estesi" come viene detto al punto d), e nell'articolo successivo si dovrebbe dire "possono essere estesi e l'uno e l'altro servizio". In questo caso si dovrebbe addirittura aggiungere un comma, però io ritengo che il fatto che le risorse siano così limitate raggiunga in realtà lo stesso risultato perché non dicendo niente obbliga i Comuni a seguire lo spirito generale della legge ed a preferire la mensa come ho già detto io, per la scuola statale, in quanto la mensa per la scuola statale è quella che può mettere sullo stesso piano la scuola statale rispetto alla scuola privata.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria

Prendo atto della risposta dell'Assessore e pertanto deve essere considerato come non detto quanto si riferisce ai libri in prestito d'uso perché è un servizio collettivo; ai servizi collettivi, in questo articolo non vi è però alcun riferimento per cui c'è una discriminazione veramente grave lasciando gli interventi relativi alle scuole non statali, alla discrezionalità dei Comuni.
L'emendamento che noi presentiamo alla lettera d) recita: "sostituire la dizione 'gli interventi di cui alla lettera c) dell'articolo 4' con 'gli interventi previsti dall'articolo 4' "; poi proponiamo la soppressione delle parole "in via prioritaria".
Inoltre come conseguenza dell'emendamento presentato dalla Giunta ed approvato, bisognerebbe aggiungere dopo "ad un massimo stabilito annualmente dal Comune delegato" la nostra dizione "non superiori al costo effettivo dei servizi, secondo quanto previsto al secondo comma dell'art.
9" che adesso recepisce non la nostra proposta, ma il vostro emendamento in caso contrario, il massimo della retta, perché non sia considerata speculativa, è stabilito soltanto dal Comune delegato. Avendo proposto voi un emendamento per la scuola materna, in seguito al dibattito avvenuto, mi pare logico che questo emendamento sia recepito anche per la scuola dell'obbligo.



PRESIDENTE

Sono stati presentati due nuovi emendamenti al punto d) dell'art. 10 entrambi dal Gruppo D C.
Il primo propone di sostituire "gli interventi di cui alla lettera c) dell'art. 4, indirizzati in via prioritaria agli alunni delle scuole dell'obbligo statali, possono" con "gli interventi previsti all'art. 4 sono".



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Su questo primo emendamento la Giunta non è d'accordo.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo alzi la mano.
E' respinto Secondo emendamento: "Alla lettera d), alla penultima riga, sostituire la dizione 'non superiori ad un massimo stabilito annualmente dal Comune delegato' con 'non superiori al costo effettivo dei servizi e secondo quanto previsto al secondo comma dell'art. 9' ".



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Anche questo secondo emendamento la Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bontempi chiede di parlare, ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei solo dire che noi respingiamo, e sono d'accordo, l'emendamento così com'é presentato, per omogeneità però per quello che si è fatto per la scuola materna anche qui introdurrei "secondo criteri fissati dalla Giunta regionale".



VIETTI Anna Maria

E' quello che chiedevamo.



PRESIDENTE

Siamo in sede di votazione di un emendamento enunciato su cui c'è stata dichiarazione di voto. Adesso si vota su quell' emendamento, con quella stesura.
E' respinto.
Constato però che dopo la sospensione richiesta dal Gruppo della D.C.
gli emendamenti sono notevolmente aumentati anziché diminuire, perché per ogni emendamento tolto se ne sono aggiunti tre inventati ipso facto. E' nel vostro pieno diritto, però, poiché questo ha come effetto complessivo l'ulteriore dilatazione dei tempi di esame della legge, senza che tutti i Consiglieri e la Giunta possano esaminare gli emendamenti che improvvisamente vengono presentati agli stessi emendamenti bocciati dalla maggioranza del Consiglio, chiedo che tutti gli emendamenti che ancora ci sono siano consegnati per iscritto qui e su questa base si proceda alla discussione, altrimenti questo significa che domani sera siamo all'art. 12.
Non solo, ma si stravolge il regolamento, criteri e principi di tutto il funzionamento del Consiglio regionale perché si sviluppano dei dialoghi sull' interpretazione delle parole su dei testi che nessuno ha.
Adesso vengano consegnati gli emendamenti che si hanno intenzione di presentare e su questa base si discute.



VIETTI Anna Maria

Non ne abbiamo più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Volevo far presente, signor Presidente, che la sua richiesta è giusta ma che ovviamente nessun Consigliere può essere vincolato preventivamente alla presentazione di emendamenti, perché determinati emendamenti possono essere necessari a seguito dell'approvazione in un modo o in un altro di un articolo. In un'assemblea legislativa si procede in maniera che le leggi escano nel modo migliore possibile.



PRESIDENTE

Questo senza alcun dubbio, lo spirito e la sostanza sono stati finora rispettati, adesso mi preoccupo anche della cornice complessiva e dell'intelligenza di tutti, perché è già chiaro che quest'ultimo articolo poteva venir fuori con un esito forse differente se ciascuno avesse potuto avere sotto gli occhi i testi che voi presentavate.
Abbiamo finito di esaminare gli emendamenti all'art. 10 e possiamo passare alla votazione dell'articolo.



BONTEMPI Rinaldo

Ho un emendamento da presentare e vorrei dire agli amici della D.C. che se ci sono alcuni elementi di scoordinamento, sono scoordinamenti lessicali, non certo di altro tipo. Abbiamo parlato di criteri fissati dalla Giunta per la scuola materna, mettiamolo anche per le altre che sono sempre scuole private.



PRESIDENTE

L'emendamento suonerebbe come?



BONTEMPI Rinaldo

Alla fine, dopo "Comune delegato", "secondo criteri fissati dalla Giunta regionale".



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione ed assistenza scolastica

"Secondo quanto previsto dall'art. 9".



BONTEMPI Rinaldo

Va bene.



PRESIDENTE

"Secondo quanto previsto dall'art. 9".
E' approvato.
Vi sono altri emendamenti? Possiamo votare l'art. 10 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Facciamo il punto della situazione: sono le 13,20, si può andare avanti, si può sospendere.
Propongo di sospendere e di riprendere alle ore 15 puntuali, però alle ore 14,30 si riunisce la Commissione nomine, sia pure per pochi minuti altrimenti non succede niente per un adempimento che c'è e che è già iscritto all'ordine del giorno.
Il Consiglio è convocato per le ore 15 precise.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



< torna indietro