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Dettaglio seduta n.140 del 15/09/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
I Consiglieri hanno ricevuto i verbali delle precedenti sedute: se non vi sono osservazioni si ritengono approvati.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione dei Consiglieri Colombino e Cerchio: "Esigenza di disciplinare e regolamentare il fenomeno dei cimiteri d'auto"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Colombino e Cerchio: "Esigenza di disciplinare e regolamentare il fenomeno dei cimiteri d'auto".
Risponde l'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Il problema dei cimiteri d'auto si inquadra in un aspetto più ampio dello smaltimento dei rifiuti solidi ingombranti, per i quali sono attualmente in funzione nel territorio regionale imprese industriali che acquistano vecchie automobili, elettrodomestici e macchinari industriali ne effettuano lo smembramento con mezzi meccanici, quindi con mezzi magnetici operano una separazione del ferro dalle altre materie e dalle scorie non utilizzabili. Il ferro e i materiali vengono poi venduti alle fonderie.
Alcune aziende di questo tipo hanno una capacità lavorativa in grado di assicurare lo smaltimento di un numero variabile da poche centinaia ad alcune migliaia di veicoli al giorno. Ciò consente alle aziende stesse di estendere il proprio raggio di azione anche fuori del Piemonte. Il trasporto delle carcasse appare infatti conveniente per distanze dal punto di raccolta fino a circa 300 km su strada ed anche oltre su rotaia.
Affinché le aziende che operano tali recuperi abbiano convenienza a prelevare e a trasportare le macchine fino ai loro stabilimenti occorrerà che queste siano depositate in numero abbastanza consistente in punti di raccolta. Tali punti di raccolta attualmente sono costituiti a cura di altre imprese commerciali e industriali che sono rappresentate, in parte dai rivenditori di macchine ed elettrodomestici. Sovente questi, all'atto dell'acquisto del mezzo nuovo da parte dell'azienda, accettano di ritirare il vecchio, anche se questo è ormai inservibile, incoraggiati dalla politica di alcune case costruttrici che tendono in questo modo di sottrarre le vecchie macchine all'azione dei demolitori che recuperano e vendono come pezzi di ricambio le parti utilizzabili, esercitando perci una concorrenza, sul mercato delle parti di ricambio, assai sgradita alle industrie stesse.
Altri canali di raccolta sono rappresentati proprio dai demolitori i quali, come è stato sottolineato dagli interroganti, creano cimiteri di auto di dimensione variabile alla periferia dei territori comunali, con lo scopo principale di disfarsi delle carcasse una volta recuperate le parti che presentano ancora un interesse commerciale.
Risulta quindi che per una razionalizzazione dello smaltimento di questo tipo di rifiuti, l'aspetto più importante è proprio quello della raccolta, perché i due canali di raccolta prima indicati, rivenditori di auto e demolitori, non sono in grado di raccogliere tutti i rifiuti di questo tipo che vengono prodotti.
Al di là di un'azione di coordinamento che verrà realizzata dall'Amministrazione regionale, sulla base di un'indagine di mercato necessaria ad individuare i principali punti di raccolta e le più importanti aziende di trattamento dei rifiuti ingombranti, la competenza specifica nella regolamentazione e nell'individuazione dei punti di raccolta delle carcasse di auto, degli elettrodomestici e di ogni altro tipo di rifiuto ingombrante è specificatamente dell'Amministrazione comunale.
Nell'ambito degli studi che l'Assessorato sta conducendo per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, in particolare per le aree di intervento campione scelte per la realizzazione di impianti di riciclaggio verrà analizzato e studiato anche il problema specifico dei rifiuti ingombranti, in modo da individuarne gli aspetti principali e le possibilità di un intervento dell'Amministrazione regionale. Al permanere di questa fase di analisi sui problemi economici, tecnici e giuridici connessi al problema in esame l'Amministrazione regionale provvederà a sensibilizzare gli Enti locali in modo che intervengano per individuare e controllare appositi centri di recupero di questo tipo di rifiuti a livello intercomunale.
Sarà quindi compito degli Enti locali, secondo una normativa quadro che predisporrà l'Amministrazione regionale, individuare le aree più idonee, al fine di non deturpare l'ambiente per il deposito dei rifiuti ingombranti coordinando altresì tutte le fasi connesse al riciclaggio totale delle parti che costituiscono questo particolare tipo di rifiuto, nell'ambito dell'impostazione generale del riciclaggio che stiamo portando avanti.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Ringrazio l'Assessore Fonio per la risposta che reputo soddisfacente.
Con la nostra interrogazione non vogliamo creare ostacoli all'attività commerciale e industriale oppure porre dei limiti all'autonomia delle Amministrazioni comunali e degli Enti locali. Al di là però di queste osservazioni confermiamo che lo spettacolo dei cimiteri di autovetture anche se emblematico della nostra civiltà, rappresenta un attentato agli sforzi che vengono fatti da parte di tutti gli Enti, in particolare della Regione, per salvaguardare il patrimonio culturale, ecologico e turistico.
Riteniamo infatti quanto meno contraddittorio il rilascio di licenze anche da parte delle Amministrazioni comunali e degli Enti locali, per esercitare attività che se non contengono particolari prescrizioni di esercizio a tutela degli interessi collettivi, finiranno con il danneggiare l'esercizio di altre attività, ad esempio quelle turistiche che sono vincolate, concorrendo a vanificare iniziative di investimenti nei settori economici ad esse collegati. E' opportuno che, per quanto possibile, tali inconvenienti vengano ridotti al minimo incominciando, ad esempio, a pretendere che i demolitori di auto, come suggerito dall'Assessore stabiliscano la sede della loro attività lontana dai centri di interesse turistico e che i cimiteri di auto siano opportunamente mascherati con l'impianto di alberi ad alto fusto il che favorirebbe anche la diffusione del verde di cui vi è tanta necessità anche per i riflessi ecologici che ne conseguono.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione del Consigliere Menozzi: "Atteggiamento della Giunta regionale in seguito all'incontro avvenuto con l'Amministrazione provinciale di Asti per la fonderia di Frinco"


PRESIDENTE

Passiamo alla successiva interrogazione: "Atteggiamento della Giunta regionale in seguito all'incontro avvenuto con l'Amministrazione provinciale di Asti per la fonderia di Frinco", presentata dal Consigliere Menozzi.
Risponde ancora l'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed inquinamenti

Penso che il Consigliere Menozzi sappia che anche dopo l'incontro avvenuto in Regione il 25 maggio con il Presidente della Giunta, sono seguite diverse altre riunioni sempre sul complesso problema della fonderia di Frinco finché il Presidente della Giunta regionale inviava al Presidente della Provincia di Asti e a tutti i Sindaci della Valle Versa la lettera del 9 agosto che ormai sarà a conoscenza dell'interrogante.
La stessa, che do per letta nell'ambito di questa mia risposta, fa la puntuale cronistoria della vicenda che il sottoscritto ha vissuto tanto da vicino, dando certamente ogni precedenza alla tutela ecologica della Valle Versa e tutto i] contributo scientifico che poteva scaturire dal Comitato tecnico contro l'inquinamento atmosferico.
La conclusione a cui si è arrivati con l'entrata in funzione della fonderia e con la decisione del T.A.R. che ha sospeso il provvedimento con il quale il Sindaco di Frinco vietava l'attivazione della Fonderia S.M.A.
non sono che la logica conseguenza di come è nata, si è sviluppata ed è stata portata avanti la pratica a livello locale fino all'ultimo atto appena ricordato: approvazione iniziale incondizionata dell'insediamento mancanza di una precisa volontà a fermare i lavori di costruzione e poi di attivazione degli impianti nel momento giusto.
Non dimentichiamo infatti che la S.M.A. aveva fatto domanda di attivazione degli impianti fin dal 1973, che l'Amministrazione comunale lasciò la stessa senza risposta e che infine l'ultimo tardivo provvedimento del Sindaco si agganciava alla definitiva domanda della S.M.A. di abitabilità.
Il quadro è di una chiarezza tale che appare davvero inane ogni tentativo di addossare la responsabilità dei fatti o a organismi tecnici il cui compito non è quello di fare delle scelte di ordine politico ed economico, ma solo di verificare l'efficienza di impianti senza poter entrare nel merito delle localizzazioni, oppure alla Regione che in nessun modo può intervenire a menomare l'autonomia di un Ente locale o men che mai ad interferire nelle decisioni del Tribunale Amministrativo.
Al momento attuale la situazione è quindi quella di un nuovo insediamento industriale, costruito e attivato con il piano avallato dall'Amministrazione locale, per il quale le preoccupazioni dovranno essere volte non alla ricerca di nuovi responsabili, ma all'avvio di un serio controllo ambientale per prevenire ed impedire ogni possibilità di deterioramento del territorio.
In tal senso il Presidente della Giunta ha già trasmesso il 9 agosto u.s. la lettera, che ho già data per letta, al Presidente della Provincia di Asti e ai Sindaci della Valle Versa, seguita da precise indicazioni di questo Assessorato al Sindaco di Frinco, anch'esse a disposizione, affinch lo stesso proceda a richiedere l'immediata installazione di apparecchiature atte a controllare i livelli di depurazione garantiti in fase di progetto dalla ditta, nonché delle concentrazioni di sostanze inquinanti nelle zone di influenza dello stabilimento. Si è inoltre fatta specifica indicazione di una riunione di lavoro con il Presidente ed i tecnici della Provincia di Asti per la definizione di ogni altra forma di controllo sulle persone e sull'ambiente. Solo in questa forma e con il preciso impegno delle autorità preposte al controllo, Comune e Provincia, si potrà essere certi del perfetto funzionamento delle apparecchiature installate, del raggiungimento dei valori di depurazione fissati dal CRIAP, della verifica che tali valori non comportino variazioni sensibili del contenuto di metalli per ogni gruppo di campioni oggetto dell'indagine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, devo innanzitutto affermare che con la mia prima interrogazione, che se non vado errato è del dicembre '75, e con questa non intendevo addebitare responsabilità specifiche a chicchessia. Conosciamo tutti l'amara cronistoria dell'annosa vicenda in discussione. Lo spirito della mia interrogazione tendeva a conoscere i motivi per i quali non era stato ancora risposto all'impegno che il Presidente della Giunta regionale si era assunto, come citato dall'Assessore Fonio, il 25 maggio a seguito dell'incontro avuto con il Presidente dell'Amministrazione provinciale di Asti e con i Sindaci interessati alla nota ed annosa vicenda della fonderia di Frinco. Mi pare che il signor Presidente si fosse impegnato a fornire, oltre il suo zelo e il suo consueto interessamento, una risposta nel giro di 15/20 giorni.
L'Assessore mi ha testé ricordato che la lettera di risposta è stata mandata il 9 agosto. Sono certo che il Presidente dell'Amministrazione provinciale, i Sindaci e la popolazione non si attendessero dall'interessamento del Presidente della Regione delle soluzioni miracolistiche e tanto meno se le attendeva il sottoscritto con la presentazione dell'interrogazione, ma, nel momento in cui la decisione del T.A.R. (senza volerla commentare perché non compete a me) aveva destato tante perplessità e tanti allarmi tuttora esistenti, una maggiore tempestività nella risposta avrebbe potuto fornire, alle autorità locali e alle popolazioni, un motivo maggiore di conforto.
Comunque ringrazio per la risposta che oggi mi è stata fornita, anche se in ritardo, e colgo l'occasione per invitare la Giunta, nelle persone del solerte Presidente e dall'altrettanto solerte Assessore competente, a fare proprie le richieste che ci siamo permessi di avanzare nella sede del Comitato per la fonderia di Frinco, dopo le note vicende dell'agibilità della fonderia i cui fumi si spandono nel cielo e mantengono le preoccupazioni di coloro che sanno di vivere sotto le tossine del piombo; a sostenere politicamente e moralmente quel Collegio legale che è stato deciso di costituire, che anzi è già stato insediato; a fornire i mezzi finanziari per dotare l'Amministrazione provinciale di Asti delle attrezzature necessarie perché l'esame sul tasso di inquinamento abbia ad essere effettuato periodicamente, al fine di constatare se rimane al di sotto dei tassi minimi previsti, perché, in caso contrario, si dovrebbe nuovamente riprendere il discorso sull'agibilità della fonderia. E' indubbio che nel giorno in cui si dovesse constatare con obiettività il pericolo, cosa possibile soltanto con una valida strumentazione e con esperti a cui affidare la strumentazione medesima, non si potrebbe certamente consentire la continuità della lavorazione perché sarebbe illegale.
Confido nell'attenzione e nella sensibilità della Giunta.



PRESIDENTE

L'interrogazione è svolta.


Argomento: Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Interpellanza dei Consiglieri Vietti, Soldano ed Alberton: "Organizzazione attività di aggiornamento per gli insegnanti: contatti dell'Assessore con alcuni docenti e rischio di creare un duplicato dell'Istituto regionale di ricerca previsto dal decreto delegato 419/74"


PRESIDENTE

Sarebbe da svolgere un'interrogazione del Consigliere Carazzoni a cui risponderebbe l'Assessore Bajardi, ma poiché il Consigliere Carazzoni oggi non è presente, la risposta verrà data in una prossima seduta. Non vi sono difficoltà.
Passiamo all'interpellanza presentata dai Consiglieri Vietti, Soldano ed Alberton: "Organizzazione attività di aggiornamento per gli insegnanti: contatti dell'Assessore con alcuni docenti e rischio di creare un duplicato dell'Istituto regionale di ricerca previsto dal decreto delegato 419/74".
La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

L'interpellanza trae origine da alcuni documenti che ci sono pervenuti relativi alla discussione in corso presso l'Università per la stipulazione di una convenzione tra Università e Regione per l'organizzazione di attività di aggiornamento degli insegnanti delle scuole piemontesi. Da tali documenti risulta che sin dal 12 luglio 1976 l'Assessore Fiorini inviò una lettera al Rettore dell'Università in cui veniva manifestato l'interesse dell'Ente Regione ad instaurare rapporti ufficiali con l'Università per l'organizzazione di attività di aggiornamento per gli insegnanti e che l'Assessore partecipò a due sedute del Comitato universitario per l'aggiornamento degli insegnanti, che si è costituito il 4 marzo 1977 riconfermando la piena disponibilità dell'Ente Regione ed affermando l'intenzione di assumere sul problema dell'aggiornamento rapporti istituzionali con l'Università e soltanto con essa e con altri eventuali organismi ufficiali, non meglio identificati.
Rileviamo che il problema, che riveste una fondamentale importanza per l'influenza che potrà determinare sulla formazione dei giovani, in una scuola rinnovata, non è stato portato a conoscenza né della Commissione consiliare competente né dei Gruppi consiliari e che, da notizie pervenuteci, risulta che anche all'interno dell'Università l'informazione non è stata estesa a tutti i docenti.
I documenti cui ci riferiamo sono: una proposta di un Comitato promotore dell'Università per l'aggiornamento in cui si dichiara che la proposta è stata presentata per la prima volta nel convegno PCI - PSI Università - Regione; la bozza del documento del Comitato universitario per l'aggiornamento; due documenti dell'Unione Cattolica Insegnanti Medi che insieme con i Presidi di alcune facoltà, i sindacati della scuola ed alcune associazioni, fa parte del Comitato universitario per l'aggiornamento.
Nei documenti U.C.I.I.M, si rileva che dall'esame della bozza di documento del Comitato per l'aggiornamento scaturisce il dubbio che si voglia privilegiare un tipo di formazione storico-scientifica in chiave neopositivistica a scapito di una formazione più completa.
L'U.C.I.I.M. sottolinea poi l'importanza dell'autoformazione dei docenti e rileva che la formazione ricorrente e permanente non può essere costituita esclusivamente da attività istituzionalizzate, ma anche da iniziative spontanee e libere. A ragione, a parer nostro, L'U.C.I.I.M.
riconosce all'Università "un compito istituzionale non esclusivo", nel senso che si riconosce positivo che l'Università sia disponibile ad offrire strumenti e collaboratori, che gli insegnanti dei diversi ordini di scuola potranno riconoscere autorevolmente adatti a rispondere alla loro domanda di aggiornamento e scegliere autonomamente.
Sono tematiche di fondamentale importanza di cui ritengo che la Commissione debba essere informata.
Vi è tuttavia un rilievo pregiudiziale da porre. Il decreto delegato 31/5/1974 n. 419 prevede l'istituzione di istituti di ricerca sperimentazione e di aggiornamento educativo che per l'attuazione dei loro compiti devono avvalersi in via prioritaria delle Università. Nei consigli direttivi di tali istituti regionali saranno presenti rappresentanti della Regione ed è anche per questo che non si può essere estranei al problema.
Non siamo perciò d'accordo sulla prevista convenzione tra Regione e Università per l'aggiornamento degli insegnanti, perché sarebbe un doppione e creerebbe una dannosa contrapposizione con l'istituendo istituto regionale di ricerca, sperimentazione ed aggiornamento educativo.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Fiorini.



FIORINI Fausto, Assessore all'istruzione

Questa iniziativa ha avuto inizio con lettera inviata al Rettore dell'Università e voleva far fronte ad una richiesta delle scuole che il Ministero non era in grado, in quel momento, di soddisfare.
Forse la dottoressa Vietti non è informata che, prima di compiere questo passo, il sottoscritto ebbe un colloquio con l'ex Sovrintendente e con l'attuale per riuscire a coordinare l'attività che la Regione ed altri Enti potevano svolgere in questo campo in modo da evitare doppioni, dato che tardava l'istituzione reale di questo organismo del quale per ora esiste un solo funzionario che, se non vado errato, è vicino alla pensione in modo da iniziare subito un'attività della quale si sentiva estremo bisogno.
Devo dire di non essere assolutamente a conoscenza della bozza di convenzione, a meno che non si voglia parlare di quel programma, non ancora ufficialmente presentato alla Regione, di cui ho conoscenza e che era stato discusso all'interno del Comitato, in cui era ed è tuttora rappresentata anche l'U.C.I.I.M. Se all'interno di un Comitato si pone un programma di studi, non è detto che quello debba essere il programma sul quale la Regione farà la convenzione con l'Università. Ho detto chiaramente nel Comitato che la Regione avrebbe preso in esame un programma che fosse presentato ufficialmente dall'Università e che fosse approvato dal Senato accademico per le vie tradizionali. Dato che tuttora non esiste una convenzione né una bozza, non ho informato la Commissione, come invece feci in altri casi per quanto si riferisce al Politecnico. Qualora vi sia la bozza di convenzione, mi riprometto di portarla in Commissione e di discuterne i contenuti.
Come riconosce una recente circolare del Ministero della pubblica istruzione, riteniamo che la Regione e gli altri Enti abbiano diritto a partecipare alla funzione di rinnovamento della scuola, intesa come articolazione dello Stato democratico e non soltanto come organo istituzionale; una partecipazione in carenza di un intervento dello Stato ritengo sia estremamente necessaria, soprattutto in un momento in cui la scuola è tremendamente in crisi e gli stessi insegnanti chiedono di avere uno scambio tra di loro e di partecipare anche a sistemi di autoformazione con docenti che abbiano un'esperienza maggiore sul piano scientifico e sul piano didattico.
Ritengo che questa attività debba essere portata avanti. In ogni caso quando ci sarà qualche cosa di concreto, mi impegno, come in altre occasioni, a darne notizia alla Commissione.



PRESIDENTE

La parola nuovamente alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Che l'Assessore Fiorini dichiari di aver avuto un colloquio con il Sovrintendente non è sufficiente per dire che l'informazione è avvenuta anzi, proprio perché c'erano questi contatti, sarebbe stato opportuno informare la Commissione del problema. E' vero che non c'è una bozza di convenzione, c'è però un ordine del giorno del Senato accademico ed una bozza di documento del Comitato universitario costituito per l'aggiornamento degli insegnanti.
Non possiamo essere soddisfatti della risposta. Secondo noi l'Università dovrà dare la sua collaborazione per l'aggiornamento degli insegnanti al servizio dell'istituto regionale di ricerca e di sperimentazione che dovrà essere istituito in base ai decreti delegati, in particolare al 419, ma, proprio in previsione di questo nuovo istituto, non si devono predeterminare difficoltà alla sua azione.
La Regione deve discutere di questo problema per l'indirizzo che dovrà dare ai suoi rappresentanti nell'istituto regionale, deve sollecitare dal Sovrintendente e dal Ministero l'avvio dell'attività dell'istituto di ricerca e di aggiornamento, ma non deve stipulare alcuna convenzione.
Come altre volte abbiamo affermato, respingiamo una concezione della scuola che abbia lo scopo di creare consenso: la scuola deve aiutare i giovani a crescere integralmente in modo che ciascuno possa liberamente e responsabilmente orientare la propria vita e fare le proprie scelte; la scuola non deve essere egemonizzata da alcuna istituzione culturale o politica, né statale, né regionale, né comunale.



PRESIDENTE

Possiamo considerare svolta l'interpellanza.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione dei Consiglieri Vietti, Soldano, Martini e Beltrami: "Informazioni sull'iter del disegno di legge per l'adeguamento delle indennità alle farmacie rurali"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Vietti, Soldano, Martini e Beltrami: "Informazioni sull'iter del disegno di legge per l'adeguamento delle indennità alle farmacie rurali".
Risponde l'Assessore Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Assessore alla sanità

Alcune valutazioni di carattere generale degli interroganti mi paiono condivisibili. Il fatto che la Giunta abbia approvato questo disegno di legge conferma la volontà di risolvere il problema. Anche nella relazione al Piano di sviluppo e nel bilancio pluriennale allegato è previsto il finanziamento della legge per il contributo alle farmacie rurali. Occorrerà attendere la variazione di bilancio già prevista nel bilancio pluriennale allegato al Piano di sviluppo per l'approvazione definitiva di questa legge.



PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Vietti.



VIETTI Anna Maria

Siamo parzialmente soddisfatti della risposta dell'Assessore perch assicura che nella variazione di bilancio sarà previsto lo stanziamento necessario per questo disegno di legge.
Tuttavia, rileviamo quanto sia strano che la Giunta presenti un disegno di legge in carenza del finanziamento; questo fatto potrebbe essere giustificato per un Consigliere, non per la Giunta che nel momento in cui presenta un disegno di legge dovrebbe essersi garantita lo stanziamento.
Il disegno di legge è quanto mai urgente, perciò ne sollecitiamo l'approvazione. Peraltro è sufficiente leggere la relazione del disegno di legge della Giunta per rendersi conto di questa necessità. Numerosi concorsi per l'assegnazione di sedi farmaceutiche vanno deserti, alcune sedi abbandonate dai titolari rimangono chiuse perché non c'è nessun farmacista disposto a subentrare al titolare. I dati dell'ultimo decennio sono quanto mai sintomatici: solo nella provincia di Torino ci sono 56 posti mai coperti, malgrado si siano ripetuti i concorsi e nell'intero Piemonte ci sono 67 farmacie chiuse per le quali non si è reperito un titolare disposto a gestirle. Sono dati messi in rilievo dalla Giunta che stanno a dimostrare l'urgenza dell'approvazione della legge. I motivi di questa realtà sono dovuti a complessi problemi, tra cui la difficoltà di comunicazioni, ma, soprattutto, sono dovuti alla mancanza di incentivi economici. Riteniamo importante la diffusione dei servizi su tutto il territorio perché non vorremmo che zone già depresse lo diventino più ancora per la mancanza di servizi sociali importanti, come la presenza di adeguati presidi per la diffusione dei farmaci.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede la parola. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione è molto importante. Non è il numero degli addetti alle farmacie che può essere importante, ma è il servizio che esse rendono alla collettività. E' questo il punto che vogliamo sottolineare. Perché il disegno di legge è stato rimesso al Consiglio "aperto", nel senso di non aver indicato una somma? Perché riteniamo che questa sia una scelta che deve essere fatta nel Piano di sviluppo, non una scelta episodica, non una scelta fatta caso per caso, ma una scelta che va fino in fondo sul tema del Piano di sviluppo. E' un grande servizio che si rende nelle campagne ed è importante che l'argomento sia stato evidenziato in un'interrogazione, che il Piano stesso l'abbia assunto e che quindi abbia una conclusione favorevole. Il numero, rispetto a tutta la popolazione, parrebbe esiguo tanto da non rappresentare un autentico problema, invece lo rappresenta perché nelle campagne finalmente andiamo ad esaudire l'esigenza di un servizio così importante. Ringrazio gli interroganti.



PRESIDENTE

Con questa dichiarazione l'interrogazione è svolta.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione del Consigliere Beltrami: "Atteggiamento della Giunta sul programma dell'Anas per quanto attiene alla Provincia di Novara"


PRESIDENTE

La presenza del Consigliere Beltrami rende possibile svolgere un'altra interrogazione: "Atteggiamento della Giunta sul programma dell'Anas per quanto attiene alla Provincia di Novara".
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore ai trasporti

Il Consigliere Carazzoni aveva chiesto di non discutere se non in sua presenza l'interrogazione, però io ho preparato una risposta comune alle due interrogazioni in quanto i problemi posti dai Consiglieri Beltrami e Carazzoni sono simili. Poiché entrambi le interrogazioni, che pur affrontando problemi specifici diversi si riferiscono all'unico problema costituito dalla direttrice Voltri - Sempione e dal suo proseguimento nel Novarese, si integrano a vicenda, ci pare opportuno, data la loro complementarietà rispondere unitamente ad entrambi. Assicuriamo in primo luogo gli interroganti che il Piano regionale dei trasporti non ha trascurato l'importante collegamento internazionale fra il Piemonte e i porti della Liguria, la Pianura Padana ed il Novarese in particolare, con gli Stati europei confinanti, con la Svizzera, la Francia, la Germania attraverso il Passo del Sempione, collegamento che attualmente si svolge sulle statali 33 - 32 - 229 del Lago d'Orta con i ben noti problemi imposti dal traffico internazionale per l'insufficienza di tali arterie ed il conseguente disagio per le popolazioni dei centri attraversati dalle direttrici in questione. Infatti il Piano regionale dei trasporti ha inserito la suddetta direttrice di traffico tra quelle di primo livello cioè di tipo internazionale e interregionale al pari di quelle dei Monte Bianco e del Frejus e pertanto si prevede il potenziamento e l'adeguamento per la tratta che interessa il Novarese, tra Borgomanero e il Passo del Sempione, della Statale 229 del Lago d'Orta, nodo di Omegna e della Statale 33 del Lago Maggiore, da Baveno a Stresa.
Tali statali dovranno essere oggetto di un progetto di sistemazione organico da parte dell'Anas che, mediante le opportune varianti di tracciato, permettano alle medesime di assolvere, al pari delle altre direttrici, funzioni a livello di servizio richiesto dalle loro caratteristiche di assi di scorrimento di traffico nazionale ed internazionale sulle lunghe distanze che vi si svolgono. E' chiaro quindi che con questo indirizzo programmatorio il problema costituito dall'attraversamento dei centri abitati, come rilevato dal Consigliere Carazzoni nella sua interrogazione, verrà automaticamente risolto in quanto le caratteristiche della nuova arteria saranno tali da non prendere neppure in considerazione l'attraversamento di qualsiasi centro abitato.
Per quanto riguarda poi il problema della circonvallazione di Omegna messo in particolare risalto nell'interrogazione del Consigliere Beltrami ci pare di avere già risposto in generale con quanto detto precedentemente.
Nel caso specifico, da informazioni assunte presso la Direzione Compartimentale Anas, non risulta essere mai stato predisposto alcun progetto al riguardo e pertanto non esistono al momento elementi sufficienti atti a formulare una valutazione. Peraltro non pare a nostro avviso che essa possa essere vista in competizione con la circonvallazione di Ornavasso, inserita nel programma Anas, poiché il discorso non si pone correttamente in questi termini in quanto in linea generale di principio nessuna circonvallazione potrà ottenere il parere favorevole della Regione se al di fuori del disegno di soluzione organica dei problemi del traffico e dei trasporti, lungo le direttrici suddette, soluzioni che risulteranno nel Piano regionale dei trasporti e della viabilità secondo quanto già precedentemente detto. I problemi, quindi, sollevati da entrambi gli interroganti vanno visti non nel particolare, ma nel quadro generale della soluzione del problema della viabilità di tutto l'Alto Novarese, lungo la direttrice del Sempione.
Si richiama l'attenzione degli interroganti sul fatto che quello che è chiamato programma Anas ha caratteristiche esclusive di disegno pro grammatico ed è quindi privo degli stanziamenti necessari alla sua realizzazione; esso comunque è attualmente all'esame delle Province e dei Comprensori, le cui indicazioni perverranno alla Regione, per le rispettive competenze, confrontate con le linee della grande viabilità regionale che risultano dal Piano regionale dei trasporti, e consentiranno una risposta ragionata all'azienda di Stato per i futuri interventi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

C'era già stato uno scambio di idee un mese fa con l'Assessore e in quella circostanza il problema era stato cordialmente chiarito; oggi lo si è voluto inserire in un discorso più contestuale e più ampio, che investe tutta la viabilità dell'intiera zona del Verbano - Cusio - Ossola e questo alla luce di una disamina fatta con tranquillità, ma con senso di realismo della situazione locale, mi solleva qualche momento di sbigottimento e di vera preoccupazione perché ho l'impressione che tra i grossi programmi che vengono scodellati dall'Anas (qui viene ancora sottolineato il fatto che questi programmi non hanno la copertura economica) e quelli che la Regione con una certa sicurezza intende portare avanti nel prossimo futuro, sta di mezzo il tempo e una situazione di crollo di certe possibilità economiche di una zona che nel passato era su un piano di avanguardia nello sviluppo industriale del Piemonte. Agli albori del secolo le industrie del Verbano del Cusio e dell'Orsola costituivano motivo di grosso richiamo sul piano dell'intelligente capacità di impegnarsi dei loro pionieri, per grosse posizioni acquisite con signorilità, con dimensione veramente rilevante specie nell'Ossola, sfruttando le centrali idroelettriche e creando una zona tanto invidiata su tutto il territorio nazionale. Ho avuto la fortuna di passare pochissimi giorni di vacanze nel Sud Italia ed ho potuto rilevare (non voglio creare contrapposizioni tra quanto si è visto laggiù e quanto esiste dalle nostre parti) come molte zone sono dotate di una confortevole rete viaria, talvolta non sempre utilizzata, da destare da parte nostra invidia. Capisco che queste zone abbiano tutti i titoli per poter essere dotate di infrastrutture e di un'idonea rete viaria, perch con essa si è invocato nei dibattiti regionali, negli accordi tra le Regioni, un grosso richiamo al rilancio, alla ripresa e all'incentivazione di una presenza anche industriale. Ma bisogna stare attenti di non creare qui da noi delle situazioni socio-ambientali che avevamo registrato laggiù per le quali, dopo un centinaio di anni, lo Stato ha stabilito un certo tipo di intervento.
Nella sostanza ringrazio l'Assessore di aver voluto inserire questo problema con lucidità in una visione che contestualmente investe tutto il nord della Provincia di Novara. Lo vorrei maggiormente ringraziare se attraverso una sua cordiale insistenza, in questo piano che può essere definito solo motivo di speranza da parte dell'Anas nel senso che riesca a carpire dallo Stato una consistente erogazione di fondi, possa anche la variante di Omegna essere inserita. Se poi l'Anas non potesse porla su di un piano di operatività pratica nella fase di esecuzione è un altro aspetto, ma auspico che almeno nell'elenco degli stati di bisogno possa figurare degnamente, come ne ha titolo per figurarvi anche questa mia richiesta. Grazie.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così concluse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

a) Gravi fatti di violenza avvenuti al Palazzetto dello Sport di Torino ed a Trieste


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni del Presidente.
Purtroppo siamo costretti a registrare, alla ripresa dei lavori del Consiglio regionale, gravi atti di teppismo avvenuti l'altro ieri al Palasport di Torino nel corso dei quali un giovane è stato ferito gravemente e altri hanno dovuto subire gli effetti della violenza.
Ma a nessuno sfugge che questi fatti sono avvenuti prima di quelli di Trieste accaduti ieri, dopo le provocazioni alla recente manifestazione dei sindacati di Milano, dopo alcuni attentati registrati ancora nelle ultime settimane a sedi della D.C. e del PCI a Torino.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

b) Convegno a Bologna il 23, 24, 25 settembre convocato dai gruppi autonomi e dell'estrema sinistra italiana e straniera


PRESIDENTE

Credo che a nessuno dei Consiglieri sfugga la delicatezza e le implicazioni del Convegno che i gruppi autonomi e dell'estrema sinistra italiana e anche straniera hanno convocato il 23, 24 e 25 nella città di Bologna.
E' chiaro che questa questione non interessa solo quella città e quei cittadini.
E' certo che vi parteciperanno anche giovani del Piemonte.
Da questo Consiglio regionale intendiamo soltanto dire che il nostro Paese è un Paese dove ogni scambio di idee, ogni dibattito, ogni professione ideale, e anche ogni ideologia, anche le più aberranti, possono essere sostenute e discusse secondo quanto garantisce la nostra Costituzione repubblicana.
Ma il dialogo si fa con le parole e non con i bastoni; i confronti democratici non si fanno con le P 38 ed i mitra, i convincimenti di coloro che sostengono idee diverse non si inculcano sfasciando le vetrine derubando le merci nei negozi, offendendo fisicamente l'interlocutore dialettico.
Ai giovani piemontesi che intendono partecipare noi indichiamo questi punti fermi che sono di tutte le forze democratiche del Consiglio regionale e di tutta la comunità piemontese.
Alle forze dell'ordine democratico tocca invece il compito di garantire in ogni momento l'agibilità democratica delle sedi e la sicurezza dei cittadini con tutte le misure preventive, e se del caso repressive, nei confronti dei fatti che violano le leggi dello Stato democratico.
Da questa tribuna inviamo un augurio alla città di Bologna, alle tradizioni di civiltà, di democrazia e di saggezza amministrativa e politica della comunità bolognese, certi che tutto il movimento democratico saprà con preveggenza e vigilanza fare fronte ad una prova che il nostro Paese deve superare con l'arma della democrazia e della fermezza.


Argomento:

c) Visita di una delegazione del Consiglio regionale al Senato in merito alle modifiche allo Statuto regionale


PRESIDENTE

Desidero inoltre comunicare l'esito della visita compiuta ieri da una delegazione del Consiglio regionale presso la I Commissione del Senato Affari costituzionali, per l'esame delle proposte di modifica dello Statuto approvate dal Consiglio lo scorso novembre.
La Commissione senatoriale ha fatto presente l'opportunità che le date di presentazione e di approvazione del bilancio preventivo e del conto consuntivo siano fissate con lo Statuto e non rinviate alla legge regionale di contabilità. La Commissione si è impegnata altresì ad esaminare con la massima tempestività il nuovo testo, che il Consiglio dovrà approvare tenendo conto delle osservazioni formulate. Nelle sedute della prossima settimana penso che sarà possibile approvare le modifiche concordate. Nulla invece ha obiettato la Commissione senatoriale circa la proposta di fissare al 31 ottobre la data di presentazione del bilancio da parte della Giunta al fine di permetterne il raccordo con il bilancio statale. E' una questione che dovrebbe occupare poco tempo stante il grado di elaborazione a cui si è già giunti.
Sulle comunicazioni testé svolte ha la parola il Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, signori Consiglieri, premetto che le mie osservazioni sulle comunicazioni testé fornite saranno brevissime e stringatissime. Innanzi tutto farò una premessa, con l'augurio al Sindaco della città di Bologna affinché la manifestazione in programma non abbia a risultare la ripetizione dei gravi fatti ultimamente verificatisi che mi hanno profondamente addolorato, se non altro per fatti sentimentali, dato che le mie origini risalgono a quella terra.
Reputo "toto corde" che le denunce che, in quest'aula e fuori, vengono giustamente avanzate contro quanto sta avvenendo debbano essere anche accompagnate da un profondo, serio e responsabile esame autocritico, se è vero come è vero che la contestazione, quando assume il volto costruttivo non solo è qualificante per un Paese libero e democratico ma diventa essenziale per non dire indispensabile; invece ci troviamo di fronte a contestazioni che mirano soltanto alla distruzione del basamento e del supporto sul quale si deve intelaiare il sistema che ci deve portare da una democrazia formalmente concepita ad una democrazia sostanzialmente viva ed operante. In questo esame autocritico vorrei che si sentissero impegnati tutti, anche coloro che, in un passato assai vicino, ogniqualvolta ponevamo l'accento su certi problemi e univamo le accorate denigrazioni su quanto stava avvenendo, ci costringevano a concludere i nostri commenti con lo scrupolo e con il dubbio di avere detto cose sacrileghe.
Ripeto che il problema va seguito e non si deve limitare ad una sola denuncia, perché l'esame autocritico ci pone sulla posizione di quel detto che "errare è umano" e l'autocritica, se non altro, verrebbe a dimostrare che abbiamo riconosciuto di aver errato e faremmo cadere quel detto, semmai qualcuno lo volesse usare, che chi ha seminato vento viene per raccogliere quel che segue.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

Sul viaggio di una delegazione delle Regioni italiane in Unione Sovietica


PRESIDENTE

Chiede la parola il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, vorrei riferire in ordine al viaggio nell'Unione Sovietica di una delegazione delle Regioni italiane, composta da tre Presidenti (Piemonte, Emilia e Umbria) e da tre Assessori (Calabria Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia). Il viaggio è stato fatto su invito di Italia-URSS e dell'Associazione per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica e si proponeva come scopo l'approfondimento della realtà dal punto di vista dell'articolazione dei poteri locali di quel Paese. Abbiamo visitato la Regione di Volgograd, il cui Presidente era già stato nostro ospite a Torino, la Repubblica di Georgia ed abbiamo incontrato i suoi massimi dirigenti. Abbiamo inoltre visitato la Regione di Mosca ed avuto un incontro con il Vicepresidente ed alcuni Ministri della Regione stessa. La delegazione ha compiuto poi una visita di cortesia al Presidente Kossighin.
Nella visita di cortesia sono stati trattati alcuni temi comuni, come la pace ed il reciproco e favorevole svolgimento dei rapporti commerciali culturali ed economici augurandoci che, per l'avvenire, essi abbiano ancora a migliorare. Voglio con questa comunicazione prendere l'occasione per dire che i temi militari o della politica estera sono estranei alla Regione quindi non si è fatto alcun cenno a questo durante i colloqui, rassicurando pertanto quanti avessero in proposito manifestato dei dubbi. Credo che l'interpellanza abbia forse più dello scherzo che della serietà.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente (seguito)

Argomento:

d) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Astengo, Carazzoni, Ferraris Minucci, Picco, Rivalta e Soldano.


Argomento:

d) Congedi

Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: proposta di legge n. 228: "Tutela della condizione del bambino ricoverato in ospedale o casa di cura", presentata dal Consigliere Marchini in data 21 luglio 1977 proposta di legge n. 229: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti per il secondo trimestre dell'anno 1977", presentata dai Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi Lombardi e Menozzi in data 21 luglio 1977 disegno di legge n. 230: "Norme per l'esercizio delle funzioni delegate alle Regioni con D.P.R. 15/1/1972, n. 8 in materia di interventi in dipendenza di calamità naturali", presentato dalla Giunta regionale in data 21 luglio 1977 (già legge regionale) disegno di legge n. 231: "Norme per la formazione e l'approvazione dei piani zonali di sviluppo agricolo", presentato dalla Giunta regionale in data 21 luglio 1977 disegno di legge n. 232: "Istituzione della riserva naturale speciale del bosco del Vaj", presentato dalla Giunta regionale in data 21 luglio 1977 disegno di legge n. 233: "Legge di contabilità regionale", presentato dalla Giunta regionale in data 28 luglio 1977 disegno di legge n. 234: "Regolamentazione degli interventi per il mantenimento dell'equilibrio faunistico nelle aree istituite in parchi o riserve naturali regionali", presentato dalla Giunta regionale in data 28 luglio 1977 disegno di legge n. 235: "Istituzione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo", presentato dalla Giunta regionale in data 28 luglio 1977 proposta di legge n. 236: "Modifica alla legge regionale concernente 'Modificazioni ed integrazioni della legge regionale 13/8/1973 n. 21 recante norme per l'esercizio della caccia nella Regione Piemonte" presentata dai Consiglieri Simonelli e Rosei in data 28 luglio 1977 disegno di legge n. 237: "Promozione del sistema regionale per il trattamento automatico dell'informazione e definizione dei rapporti tra Regione e Consorzio", presentato dalla Giunta regionale in data 4 agosto 1977 disegno di legge n. 238: "Sanzioni per irregolarità rilevate nell'esercizio dei servizi di trasporto pubblico di persone", presentato dalla Giunta regionale in data 4 agosto 1977 disegno di legge n. 239: "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1976", presentato dalla Giunta regionale in data 11 agosto 1977 disegno di legge n. 240: "Convalida del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 27 V.B. del 21 luglio 1977, emesso ai sensi dell'art. 6 della legge regionale 31 gennaio 1977, n. 12", presentato dalla Giunta regionale in data 29 agosto 1977 disegno di legge n. 241: "Convalida del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 16 V.B. del 28 giugno 1977, emesso ai sensi dell'art. 6 della legge regionale 31 gennaio 1977, n. 12", presentato dalla Giunta regionale in data 29 agosto 1977.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge

Argomento:

f) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 21 luglio 1977: "Legge generale sui trasporti e sulla viabilità" alla legge regionale del 30 giugno 1977: "Riorganizzazione e gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali" alla legge regionale del 14 luglio 1977: "Modificazioni ed integrazioni della legge regionale 13 agosto 1973 n. 21 recante 'Norme per l'esercizio della caccia nella Regione Piemonte' " alla legge regionale del 14 luglio 1977: "Interventi per la tabellazione la conservazione, la valorizzazione, l'acquisizione e l'affitto delle aree incluse nel piano regionale dei parchi e delle riserve naturali" alla legge regionale del 15 luglio 1977: "Le procedure della programmazione" alla legge regionale del 26 luglio 1977: "Integrazione straordinaria del capitolo n. 5360 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977 per la realizzazione di interventi assistenziali" alla legge regionale del 29 luglio 1977: "Interventi straordinari in agricoltura per eccezionali calamità naturali" alla legge regionale del 29 luglio 1977: "Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di centro di formazione professionale della Regione" alla legge regionale del 29 luglio 1977: "Norme per l'esercizio delle funzioni delegate alle Regioni con D.P.R. 15/1/1972 n. 8 in materia di interventi in dipendenza di calamità naturali".


Argomento:

f) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

g) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 16 - giugno 1977: "Formazione della cartografia regionale di base".
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento:

Comunicazioni della Giunta regionale sui danni causati dal maltempo


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni della Giunta regionale sui danni causati dal maltempo. Relatore è il Vicepresidente Bajardi, a cui do la parola.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Nuovi fatti calamitosi hanno investito alcune zone del Piemonte nell'Alto Novarese, in particolare il Comune di Cavaglio Spoccia.
L'immediato intervento delle strutture regionali centrali e decentrate ha ripristinato le opere della zona nella quale erano presenti ancora molti villeggianti. I danni causati sono stati lievi; considerati gli interventi alle frane, si tratta di qualche centinaia di milioni. Verso la fine di agosto l'intensa precipitazione atmosferica ha creato situazioni difficili nelle zone colpite già dagli eventi di maggio. I danni sono stati valutati in circa 4 miliardi per opere pubbliche di varia competenza e di circa 3 miliardi per l'agricoltura. Vi sono stati due morti per il crollo del ponte di Sanfront. Gli intralci maggiori alle comunicazioni si sono avuti sulla statale da Intra al confine svizzero con una frana che richiede una diecina di giorni per il ripristino.
Il secondo punto delicato è quello sulla direttrice Pinerolo-Cavour con l'asportazione del guado. Sono quasi terminate le opere di ripristino del guado con una soluzione più stabile considerando la precarietà della situazione. Il ponte definitivo si prevede sia riattivato per fine novembre.
La statale 24 in Valle di Susa è stata interrotta per qualche giorno e serie preoccupazioni erano sorte per la statale 25. I pronti interventi effettuati in maggio hanno ridotto i danni, ma solo interventi organici e programmati possono ridurre la nostra impotenza di fronte a fatti calamitosi anche non particolarmente eccezionali. Una tempestiva presenza degli organi competenti, provinciali e regionali, dell'Anas e del Magistrato del Po, ha permesso l'adozione di misure che si realizzeranno o sono in parte già state realizzate, evitando l'aggravarsi di situazioni già deteriorate. In una certa misura si è stati costretti ad una verifica degli orientamenti assunti per fronteggiare i danni di maggio. Gli interventi regionali sono stati assunti in carenza di risorse, nella prospettiva del recupero di investimenti finora effettuati per i danni di maggio, in base alla legge statale.
In altra occasione ho fatto considerazioni circa la necessità di una più generale azione preventiva che parta da un'approfondita conoscenza della realtà. Sono note la costituzione di un gruppo di lavoro interassessorile e la stipulazione di rapporti con il Politecnico l'Università, il CNR e l'Istituto piante da legno. Tutto questo lavoro, del quale vogliamo riferire in Commissione, sta procedendo speditamente.
Alla luce delle esperienze compiute, ritengo sia necessaria una riflessione generale sul complesso degli strumenti legislativi organizzativi e tecnici per dare in modo adeguato e rapido soccorso alle popolazioni.
Anche considerando gli adempimenti della legge 996 che affida al Presidente della Giunta regionale la presidenza del Comitato regionale di protezione civile, credo necessario proporre al Consiglio l'adozione di misure e di atti legislativi che vadano oltre alla legge 1010, alla regionalizzazione della stessa legge, affrontando il problema in termini più generali. Sono proposte che presenterò alla prima riunione della II Commissione al fine di avviare una verifica della volontà politica di operare in tale direzione.
Colgo l'occasione per fare una puntualizzazione in merito ai danni di maggio. Il Presidente del Consiglio ci ha informato della pubblicazione sul Bollettino regionale della legge regionale. Sappiamo anche dell'avvenuta pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, della legge nazionale, le cui risorse non sono ancora state assegnate, ma è già possibile procedere ad una parte degli adempimenti in raccordo con la legge regionale. L'imminente presentazione della variazione di bilancio permetterà di avviare la legge regionale che abbiamo approvato a fine luglio. Per una rapida pubblicazione dell'elenco dei Comuni danneggiati, avvalendosi anche delle verifiche avviate ai primi di agosto con le Province e con i Comprensori, si è collaborato con le Prefetture, per fornire tutti gli elementi di informazione in nostro possesso al fide di evitare disguidi soliti in questi casi. Il Presidente del Consiglio ha trenta giorni dalla data di pubblicazione della legge per produrre questi atti. La pubblicazione dell'elenco dei Comuni danneggiati è l'ultimo adempimento amministrativo nazionale per dare validità allo strumento legislativo.
Alla Regione sono stati assegnati 25 miliardi, la parte minore nel '77 e la parte restante nel 1978. Abbiamo però richiesto di poter utilizzare tutte le risorse nel corso del '77. La maggior parte degli stanziamenti è stata destinata ai vari organi dell'Amministrazione statale, 12 miliardi all'Anas, 20,2 al Magistrato del Po, una parte al Provveditorato alle opere pubbliche, oltre alle altre risorse per danni all'agricoltura, industria commercio e artigianato, regolate da leggi statali per le quali, ad eccezione di quelle per l'agricoltura, funzionano le strutture periferiche dello Stato.
La legge prevede che sia sentita la Regione, Ci si è sforzati di conoscere il complesso dei danni per zone omogenee e non per competenza.
Nel contempo abbiamo sollecitato all'Anas e al Magistrato del Po una rapida presentazione delle proposte. L'Anas ha fornito un resoconto sull'utilizzazione dei 2 miliardi per pronto intervento assegnati dalla legge e un'ipotesi di utilizzazione degli altri dieci secondo tre criteri: il completamento dei pronti interventi per una cifra oscillante attorno ai 700/800 milioni un secondo elenco di interventi da suddividere in due gruppi: al primo più urgente, che non richiede particolari approfondimenti, dovremo dare sollecitamente un nostro parere; il secondo gruppo richiede una maggiore riflessione e l'eventuale proposizione di ipotesi alternative o varianti in modo che si possa prospettare un piano complessivo di utilizzazione.
E' in corso una prima analisi da parte degli uffici regionali che sottoporremo la settimana entrante all'esame della II Commissione per decidere nel merito e nelle strutture.
Abbiamo avuto a Parma un lungo e proficuo contatto con il Magistrato del Po, nel corso del quale ci è stata presentata un'ipotesi di utilizzazione degli stanziamenti previsti dalla legge per ognuno dei 20 bacini idraulici, ipotesi che abbiamo immediatamente trasmesso alla Presidenza del Consiglio perché fosse trasmessa alla Commissione. Tale proposta suddivide ogni bacino idraulico in ipotesi di investimenti per sotto bacini, ma non presenta ancora ipotesi di opere. Al termine del colloquio si è stabilito di avere una visione unitaria per ogni bacino sia per quanto è di competenza del Magistrato (II e III categoria) sia per quanto di competenza regionale per le opere non classificate. Le competenze della Regione sono a monte, nelle parti non classificate, quelle dello Stato a valle, ma in effetti le cose non stanno del tutto così: in linea generale è vero, ma esistono lunghi tratti di fiumi nei quali vi sono sovrapposizioni, parallelismi, alternanza di zone in quanto classificate e non di competenza statale e regionale. Vi è l'esigenza quindi di avviare una discussione comune per esaminare non solo le opere di competenza del Magistrato ma per pretendere che lo stesso giudichi anche le nostre competenze: è l'unica strada per creare un'ipotesi funzionale di intervento che tenga conto anche delle segnalazioni pervenute al Magistrato dai Geni civili che comportano danni per circa 40 miliardi ad opere idrauliche di competenza statale. L'assegnazione di 20,2 miliardi pone degli interrogativi che abbiamo rappresentato al Magistrato. Con quali criteri sono stati decurtati i danni accertati? Tale decurtazione corrisponde ad un'analisi puntuale o corrisponde alla solita legge che taglia del 50% le richieste pervenute? La presenza in loco dei tecnici del Magistrato del Po ci ha aiutato nelle giornate di ieri e martedì ad effettuare un esame puntuale dei venti bacini, per passare dalla fase di assegnazione degli importi a bacini e a sotto bacini ad una prima ipotesi di interventi concreti. La nostra preoccupazione è di accelerare questa fase per progettare poi concretamente le opere; abbiamo richiamato ancora l'attenzione del Magistrato del Po perché si avvalga della legislazione vigente che gli permette di attribuire agli Enti locali ed ai consorzi l'esecuzione delle opere e non gestisca tutto questo capitolo direttamente, con proprie strutture, in quanto sarebbe difficile procedere in tempi accettabili alla progettazione e alla gestione delle opere per l'importo di 20,2 miliardi. Riteniamo il capitolo dei danni alle opere idrauliche il più delicato e il più urgente, su di esso sta concentrando l'impegno l'Assessorato all'ecologia essendo di sua specifica competenza.
Il Presidente della Magistratura del Po ci ha assicurato la sua presenza per l'ultima settimana di settembre. Speriamo sia possibile, per quella data, procedere nell'adozione dell'auspicato decentramento nell'attribuzione delle opere che abbiamo chiaramente indicato nella legge regionale.
Per le restanti opere di competenza regionale avevamo elencato un danno di 50 miliardi, tolti 7 miliardi per danni ad opere idrauliche ne restano 43. E' in corso una puntuale verifica delle richieste pervenute dagli Enti ai fini dell'utilizzazione delle risorse che, com'é noto, sono metà in conto capitale e metà in conto interessi (25 miliardi la quota dello Stato e 25 miliardi la quota della Regione), la copertura dei mutui che saranno contratti dai Comuni, Comunità montane, Province ai quali deleghiamo l'esecuzione totale delle opere.
I primi giorni del mese di agosto si è avviato un proficuo lavoro che ha investito non solo le strutture regionali centrali e i Geni civili, ma anche le Province e i Comprensori, stiamo tirando le fila di questo lavoro che non è semplice, dato che non possiamo ignorare la comprensibile aspirazione di ogni Comune che vuole vedere risolti i propri problemi molte volte non tenendo conto di priorità di bacino, di Comprensorio o di livello regionale. E' un lavoro faticoso che deve essere gestito politicamente, sul quale si sono impegnati la gran parte dei Comprensori con qualche inspiegabile eccezione. Ci proponiamo di produrre in II Commissione il quadro complessivo alla fine del mese, essendo esplicito che i Geni civili nel corso di queste settimane hanno avuto libertà di intervento anche nel capitolo del completamento di alcuni pronti interventi precedentemente realizzati, ma che esigevano interventi suppletivi.
L'obiettivo è non solo di scegliere bene e in fretta, ma di avviare il meccanismo di delega agli Enti locali senza il quale le opere di ripristino rischiano di creare congestioni e ritardi.
Ci aiutano a decidere in questo caso anche i risultati del lavoro avviato con la costituzione di una Commissione interassessorile dopo i fatti calamitosi del '76: allora concentrammo la nostra attenzione su alcuni aspetti. Circa 160 frane e circa 100 ponti che ci erano stati segnalati e che dovevano essere posti sotto controllo: lavoro particolare anche per le connessioni idrauliche. Non abbiamo per ora le risorse per fare fronte a tutte le situazioni che emergono dall'analisi, analisi ampia che va oltre ai danni di maggio e che sarà utile anche ai fini dell'utilizzazione delle risorse a disposizione. E' stato un lavoro oscuro in parte non noto, ma utilissimo sul quale dovremo riflettere e decidere in Commissione sulla sua utilizzazione e come socializzare le considerazioni che possono essere tratte.
Voglio cogliere questa occasione per ringraziare i funzionari regionali, centrali e periferici, per quanto hanno fatto in questo particolare momento nell'impostazione dell'attività.
Aggiungo alcune informazioni sulla situazione dei punti più complessi.
Collegamento Intra- Svizzera: il transito è stato ripristinato a senso unico con limiti di orario ma senza limiti di carico e quindi le comunicazioni dei pendolari sono state ripristinate.
Direttrice Pinerolo-Cavour: si sta effettuando la posa dei micro pali onde procedere successivamente alla posa dei baylai. Queste sono le ultime notizie, ricevute solo pochi minuti fa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Colombino.



COLOMBINO Michele

Apprendo con soddisfazione la possibilità da parte dei tecnici di snellire l'operazione per quanto si riferisce alla costruzione del baylai.
Devo fare però presente che il Sindaco di Cavour ha espresso apprensione e stupore per l'attuale stato di lentezza relativo alle operazioni. La zona pinerolese che comprende i Comuni di Cavour, Barge, Bagnolo, Campiglione Fenile è ancora oggi isolata e quindi nell'impossibilità di guardare al domani con una certa fiducia. Il 20 settembre iniziano le scuole e pertanto numerosi alunni dovranno essere trasportati giornalmente da Cavour e Pinerolo. In questo momento, causa la rottura del ponte, l'asportazione della passerella e la mancata posa del baylai, la situazione è allarmante.
Prego ancora una volta l'Assessore, a nome delle popolazioni della zona, di insistere perché venga riattivata urgentemente la circolazione, in qualsiasi modo, non solo per tranquillizzare le famiglie degli alunni ma anche i numerosi lavoratori pendolari costretti a perdere ore preziose del proprio tempo libero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ringrazio l'Assessore per la relazione esauriente. D'altro canto, in questi due mesi, avevo avuto occasione di seguire, sia pure in via indiretta, l'organizzazione complessa della linea di intervento individuata dopo maggio, ma che, come dice lo stesso Assessore, ha dovuto essere sottoposta ad un esame critico dopo le calamità del mese di agosto.
Ritengo però giunto il momento di concludere, almeno per quella parte di interventi che possono essere finanziati a carico della Regione, che si avvale appunto dei fondi stanziati dalla legge nazionale. In questi ultimi quaranta giorni si è delineata una strategia che ha portato a dei risultati che possono essere ormai dati per acquisiti, in quanto l'Assessore è riuscito a mettere d'accordo le Amministrazioni provinciali sui finanziamenti che dovrebbero toccare ad ogni singola provincia in base ai danni denunciati e verificati anche attraverso l'intervento, non diciamo di sorveglianza, ma di collaborazione del Genio civile. Arrivati a questo punto, correttezza vuole, e in queste cose l'Assessore si è sempre dimostrato abbastanza corretto, che le conclusioni sul piano operativo vengano portate in Commissione e diventino immediatamente operative. Non possiamo dimenticare che nel 1977 il bilancio della Regione non ha previsto neanche una lira a favore della viabilità provinciale e ritengo che, almeno da questo punto di vista, gli interventi per le calamità naturali costituiscono una boccata di ossigeno che le Amministrazioni provinciali attendono, e non l'attendono per dimostrare che hanno ancora qualche compito, ma l'attendono perché dispongono di uffici tecnici in condizione di operare con immediatezza.
Ritengo che nei rapporti con i Comprensori ci sia stata qualche sfasatura. Non intendo muovere un appunto specifico all'Assessore, ma ritengo che certi inconvenienti debbano essere rilevati perché si possa in avvenire ovviare e perché la legge che abbiamo approvato sugli interventi per le calamità atmosferiche, già pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, possa iniziare ad operare con maggiore speditezza.
E' vero che i Presidenti dei Comprensori sono stati invitati a riunire i Sindaci dei Comuni, però è anche vero che i rapporti sono stati diretti della Regione, del Genio civile con i singoli Comuni; può darsi però che ci siano state esperienze diverse. L'Assessore ha detto che qualche Comprensorio stranamente non ha risposto con quella fiducia e con quella celerità con cui doveva rispondere. Parlo delle mie esperienze rapportate ad alcuni Comprensori, dove i Comuni sono stati convocati, c'è stato un rapporto diretto della Regione con i Comuni, ma l'operazione non è stata completata con la formulazione della graduatoria dei danni e delle proposte di intervento. Questo, secondo me, dovrebbe essere evitato. Gli uffici del Genio che hanno operato con tanta celerità e prontezza e in qualche caso con abnegazione, si rendono conto che ci sono delle strutture nuove attraverso le quali si deve passare per prendere i dovuti contatti immediatamente, nella fase delle decisioni, ma anche perché ci sia un controllo che si riversi sugli organi democratici come le Amministrazioni comunali, provinciali, regionali e statali.
Invito l'Assessore a completare l'iter attraverso le informazioni alla Commissione, al fine di dare delle certezze soprattutto alle Amministrazioni provinciali che sono pronte a iniziare i lavori con immediatezza, anzi in qualche caso li hanno già iniziati senza attendere ufficialmente il finanziamento.
Queste considerazioni non si riferiscono tanto ai grossi Comuni dotati di uffici tecnici, ma ai piccoli Comuni che non li hanno. Sarebbe anche auspicabile una maggiore collaborazione tra il Genio civile e l'Amministrazione provinciale affinché nella stesura di progetti esecutivi trattandosi sovente di frane per le quali i progetti possono essere facilmente e rapidamente redatti, la collaborazione possa essere stimolata.
In avvenire non dovremo più intervenire a Roma per correggere storture che in qualche modo sono intervenute (come quella indicata nella bozza iniziale della legge che prevedeva 9 miliardi ai Prefetti).
Perché si era verificata questa situazione? Perché i Prefetti avevano ancora ricevuto una serie di richieste, perché i Comuni, non avendo sentito vicina la Regione, sapendo la Provincia ormai esautorata e il Comprensorio non ancora creato, avevano finito tutti per rivolgersi al Prefetto.
Dobbiamo invece segnare una nostra presenza e anche dare delle prove di efficienza. Le Amministrazioni provinciali, non appena avranno conosciuto il finanziamento che viene loro garantito dalla Regione, sono pronte con gli appalti dei lavori.



PRESIDENTE

La parola ancora al Vicepresidente della Giunta regionale, Bajardi.



BAJARDI Sante, Vicepresidente della Giunta regionale

Devo una risposta al Consigliere Colombino in relazione al problema della Pinerolo-Cavour che ha una sua delicatezza. I Consiglleri del posto sanno con quale spregiudicatezza fu affrontata a suo tempo la questione.
Credo sia difficile agire spregiudicatamente per la seconda volta perché i pericoli sono molto seri. Il fatto che il guado sia stato asportato da una piena che era la terza parte di quella di maggio, ci induce ad una riflessione: era stata giocata una carta intempestivamente, perché se la piena avveniva dopo la spalla del fiume, non sarebbero stati travolti tutti i tralicci, tutte le strutture. Paradossalmente si può dire che c'è stata una discussione "strana" su uno "straordinario" che poteva anche essere fatto e che ci comporterà 50/60 milioni in più.
Portato via il ponte, Magistrato del Po e Anas hanno detto che non permettevano più nulla agli spregiudicati; l'altra volta avevano preso atto della spregiudicatezza e non avevano potuto rimuoverla, ma oggi sono loro titolari della situazione (fanno il guado provvisorio con pali in cemento a gittata rapida e buttano un baylai di 30 metri in modo che le future piogge dell'autunno non creeranno altre condizioni impossibili). C'è stato detto che entro il 20 settembre la comunicazione sarebbe stata ripristinata. Ci confermavano questa mattina che è avvenuto qualche intoppo a causa delle nuove precipitazioni atmosferiche e che hanno dovuto sospendere i lavori anche se non sono precipitazioni di grande rilevanza.
Le imprese hanno assicurato di essere presenti con il massimo delle loro forze per poter accelerare i lavori, considerando l'inizio dell'attività scolastica.
Raccolgo la calda perorazione del Consigliere Colombino e, in giornata vedrò quanto si potrà ancora fare per garantire questo impegno.
Il Consigliere Martini ha affrontato il problema in termini più generali. Vorrei fargli notare che: il momento della discussione è coinciso con agosto, momento in cui nessuno di noi poteva sapere se la legge statale sarebbe passata. Se non fosse passata il 29 luglio, con tutto quanto è successo in agosto, non so come ne saremmo usciti. Nel mese di agosto Assessorato e Geni civili sono stati impegnati. E' probabile che in momenti di carenza qualcuno copra i buchi.
Abbiamo registrato casi in cui le Amministrazioni provinciali hanno esautorato i Geni civili, ci sono situazioni rovesciate, per la maggioranza dei casi si è verificato un rapporto di collaborazione. Ho dovuto intervenire dicendo agli uni e agli altri: "cerchiamo di lavorare collegialmente", ben sapendo che nel mese di agosto è difficile lavorare ognuno mette la propria attività e la propria intelligenza, evitando per che la prevalenza eccedente di un Ente o dell'altro possa caratterizzare le conclusioni del lavoro.
Tutte le Amministrazioni provinciali sono punto di raccolta dei dati: abbiamo i risultati della provincia di Cuneo; della provincia di Asti; di tre Comprensori della provincia di Vercelli; mentre della provincia di Novara abbiamo solo i dati di Verbania; della provincia di Alessandria. Per quanto riguarda la provincia di Torino abbiamo ovviamente i dati di Pinerolo che è il punto focale, è in ritardo invece Ivrea. La situazione del Comprensorio di Torino è molto complessa.
Gli elementi di valutazione conclusi in questi giorni possono essere messi a disposizione per la discussione e per le decisioni della II Commissione.
Colgo l'occasione per invitare il Presidente del Consiglio a garantirei che, seppure con un programma pesantissimo come quello della prossima settimana per la II Commissione, si possa trovare il modo di nominare una sottocommissione alla quale delegare questo esame perché possa compiere tale importante lavoro, anche nel corso dei lavori del Consiglio o nei pomeriggi di martedì e mercoledì nei quali il Consiglio non è convocato.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni mi farò carico di questa proposta del Vice presidente. Prenderò contatti con il Presidente della II Commissione per mettere immediatamente in cantiere la sottocommissione.


Argomento: Edilizia scolastica - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Rinvio delle comunicazioni della Giunta regionale sui piani di edilizia scolastica ed ospedaliera


PRESIDENTE

Il punto quinto all'ordine del giorno non può essere svolto perch l'Assessore è a Roma. Questo mi dà lo spunto per avanzare ai Consiglieri una proposta.
Ho già riscontrato come le riunioni ministeriali alle quali partecipano gli Assessori, quando vengono invitati, sono di regola convocate al giovedì. Questo comporta quasi sempre l'angoscioso dilemma di partecipare alla riunione con il Ministro, dove in genere si decidono questioni di finanziamento o di leggi nazionali che hanno bisogno di conforti regionali o di partecipare alla seduta del Consiglio. La questione strutturalmente può essere risolta spostando la riunione del Consiglio dal giovedì al venerdì. Se vi fossero opinioni contrarie, abbiamo ancora tempo di esaminarle. Intanto questo fatto oggi tocca parecchi Assessori e dobbiamo prenderne atto. Alla prima riunione dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo l'argomento verrà messo all'ordine del giorno, lo esamineremo assieme, ne valuteremo vantaggi e svantaggi e decideremo di conseguenza.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Comunicazioni dell'Assessore Alasia sulla legge n. 675 per la riconversione industriale


PRESIDENTE

Possiamo utilizzare questo spazio di tempo per svolgere due brevi comunicazioni degli Assessori Alasia e Simonelli. L'Assessore Alasia riferirà sulla legge recentemente approvata dal Parlamento sulla ristrutturazione industriale; l'Assessore Simonelli sull'esito degli incontri avvenuti ieri a Roma che concernono il bilancio dello Stato e i fondi che ne derivano alla Regione: due questioni di bruciante attualità.
La parola all'Assessore Alasia per le sue comunicazioni.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi del lavoro, industria ed artigianato

Signori Consiglieri, la legge n. 675 del 12 agosto, merita un'informazione al Consiglio per la sua portata generale e per i compiti nuovi che prefigura per le Regioni, particolarmente in rapporto alla prevista consultazione per i progetti di settore, previsti all'art. 1 e in ordine alla Commissione per favorire la mobilità a livello regionale. Ho fatto distribuire il testo della legge e gli opportuni riferimenti legislativi.
In questa informazione possiamo quindi limitarci ad evidenziare rapidamente la struttura della legge e a richiamare quei punti che a nostro giudizio impegneranno più da vicino la Regione.
La legge istituisce all'interno del CIPE un Comitato interministeriale per la politica industriale. L'art. 2 si diffonde largamente sui compiti di questo Comitato che sono sostanzialmente la determinazione di indirizzi di politica industriale, per attuare i quali il Comitato, su proposta del Ministero dell'industria, approva ogni anno un programma annuale di ripartizione del fondo per la ristrutturazione e riconversione istituita all'art. 3 della legge.
L'art. 3 specifica ciò che si deve intendere per riconversione e istituzione. Le misure previste sono contenute all'art. 4; sono agevolazioni finanziarie, mutui agevolati, contributi su interessi contributi poliennali, contributi a consorzi ed a imprese che attuino investimenti e mantengano livelli occupazionali di mano d'opera femminile preesistenti.
L'art. 5 della legge estende i contributi sugli interessi alle imprese artigiane. Questo avviene sempre attraverso l'Artigiancassa. Ho già detto e per brevità non mi dilungo, che l'art. 3 precisa la natura dei termini "ristrutturazione e riconversione".
I signori Consiglieri ricorderanno i dibattiti e le polemiche che ci sono stati 10-11 mesi or sono quando era in corso l'iter parlamentare della legge, relativamente al taglio meridionalista che doveva avere la legge.
Nel testo approvato dal Parlamento, la questione e stata così impostata e risolta. L'art. 2, parlando degli indirizzi del CIPE, afferma che essi dovranno essere subordinati al vincolo di concentrare nel Mezzogiorno la creazione di occupazione aggiuntiva.
Secondo l'orientamento che abbiamo sempre sostenuto in questa aula e fuori, l'intervento meridionalista non potrà e non dovrà penalizzare l'occupazione esistente al nord.
L'art. 3 della legge precisa che le agevolazioni finanziarie per i progetti di riconversione sono destinate nella misura del 65% ai territori di cui all'art. 1 del Decreto presidenziale n. 1523, e nella misura del 35 per le restanti aree. Al fondo faranno carico gli oneri conseguenti alla riqualificazione del personale.
Altro punto rilevante che desidero rapidamente richiamare alla vostra attenzione, è l'istituzione, all'art. 22, della Commissione regionale per la mobilità della mano d'opera, di nomina del Ministero, della Regione e degli Uffici del lavoro. Dirò dopo quali sono le proposte della Giunta a questo riguardo. La Commissione accerta i prevedibili fabbisogni di mobilità, propone programmi formativi ed esprime pareri relativamente agli interventi del fondo per la mobilità.
Credo che per l'uso che dovremo fare di questa legge in Piemonte si debbano esprimere alcune opinioni e sottolineare alcuni impegni. Le Regioni presenti durante il lungo iter di elaborazione della legge, hanno esposto le loro considerazioni in un documento del 21 ottobre 1976 ed il 27 ottobre il Piemonte ha sviluppato le proprie argomentazioni. Crediamo che nel complesso si possa dare un giudizio positivo sul fatto che si intende, con interventi coordinati, cercare di superare la disorganicità e frammentarietà degli interventi a pioggia.
I progetti di settore dovrebbero consentire interventi organici e programmati secondo scale di priorità che puntino ai nodi fondamentali della nostra economia. Abbiamo, per esempio, ricordato più volte l'importanza dell'elettronica che crediamo debba inserirsi nell'utilizzo della legge nazionale. L'art. 1 della legge afferma che il CIPE, cioè il Comitato della programmazione economica, e il CIPI hanno un rapporto di consultazione al fine di garantire la partecipazione alle scelte ad esse demandate con le Regioni attraverso la Commissione interregionale prevista dall'art. 13 della legge n. 281.
Noi crediamo che questo disposto faccia giustizia della polemica antiregionalista, tenacemente condotta durante l'iter della legge.
Infatti, come i signori Consiglieri ricorderanno, non abbiamo mai preteso che le Regioni decidessero in materia di politica industriale fuori da una visione nazionale, unitaria e coordinata con le altre Regioni.
Da parte nostra c'è sempre stato il rifiuto del regionalismo, che sarebbe grottesco, che avrebbe un sapore autarchico e antimeridionalista che, in ultima analisi, non reggerebbe per le dimensioni super regionali dei gruppi e delle imprese presenti. Al di là della legge abbiamo assunto questo atteggiamento a proposito degli insediamenti a Marcianise Grottaminarda, così come più di recente abbiamo assunto questo atteggiamento coerente a proposito della Fibra per Ottana e per la Fibra del Tirso in Sardegna. Altro conto è però negare alle Regioni la potestà e la capacità di intervenire in una materia che le investe così da vicino.
Noi torniamo a sottolineare questa questione di principio poiché ci pare che la "fortuna" e il serio utilizzo della legge di riconversione e ristrutturazione, saranno legate alla gestione politica, ad una gestione cioè dove i termini "consultazione" e "partecipazione" che figurano nella legge non si riducano in un mero "spolverino".
Naturalmente la cosa dipenderà anche da noi, dalla nostra capacità di saperci concretamente esprimere sui problemi aperti. Fuori da ogni localismo e proprio perché ci sentiamo parte dello Stato, dovremo avviare un'azione coordinatrice con le varie forze sociali e istituzionali, con gli imprenditori e con i sindacati, sul piano dei progetti di settore, affinch la politica della struttura industriale presente in Piemonte sia organicamente inserita nel quadro nazionale.
In questi campi, il nostro Piano di sviluppo regionale ha evidenziato alcuni aspetti proprio in relazione all'utilizzo della legge: necessità che le scelte produttive non siano definite soltanto nell'ambito delle singole imprese, ma siano collegate nell'insieme della politica economica nazionale significato qualitativo, rappresentato specie dall'elettronica e dai beni strumentali che nella nostra area esigono misure innovative, capaci di rappresentare "salti tecnologici" e di mantenere i livelli occupazionali senza dilatarli in modo abnorme rispetto alle esigenze dell'intero Paese e del Mezzogiorno in particolare.
Tale questione fu posta dalla Giunta nella Conferenza regionale del '75 quando esprimevamo le intenzioni di intervenire non in modo casuale e saltuario, ma in una logica di piano. Ricordo che l'allora Assessore Libertini, a nome della Giunta, parlando dell'elettronica, affermava : "Andare avanti qui significa obbligatoriamente varare un programma nazionale dell'elettronica e dell'informatica. Questo programma deve partire da un preciso impegno della ricerca in tutto il Paese, ricerca che alla base di questo stesso settore, è stato un impegno pubblico". Ricordo che la legge, all'art. 2, attribuisce al CIPI la determinazione delle direttive cui dovrà attenersi L'imi nella gestione del Fondo speciale per la ricerca applicata.
In sostanza, il nostro sforzo dovrà essere quello di inscrivere l'industria piemontese nei provvedimenti della legge in discussione adoperando la legge stessa come uno degli strumenti di realizzazione della nostra politica industriale.
Le Regioni hanno concorso, a suo tempo, a far inscrivere provvedimenti a favore dell'artigianato che nella stesura iniziale del progetto non erano previsti. Tuttavia, come ho già ricordato - e questo è un limite che si riscontra anche nella legge n. 382 - continua a sussistere la situazione di dualismo dell'Artigiancassa. Meriterà infine molta attenzione la Commissione regionale per la mobilità. Si tratta di uno strumento presieduto dal rappresentante del Ministero del lavoro. La Regione sarà una componente importante.
Crediamo che il nostro sforzo dovrà far sì che il lavoro della Commissione abbia un'incidenza reale, vale a dire che al momento formativo corrisponda una reale collocazione in produzione, senza di, che la formazione si risolverebbe in una mera assistenza, sia pure tecnologicamente migliorata.
Per queste ragioni ci pare che le tre designazioni che dovranno essere fatte dal Presidente della Giunta, dovranno ispirarsi contemporaneamente ad un criterio funzionale aperto alla più ampia partecipazione del Consiglio.
A questo proposito vorremmo proporre alla conferenza dei Capigruppo di esaminare la proposta che la Giunta avanza, in relazione ad una delegazione regionale composta da: l'Assessore all'industria ed al lavoro l'Assessore all'istruzione l'Assessore alla programmazione o da due soli Assessori e un rappresentante dell'opposizione.
Non abbiamo pregiudiziali circa l'una o l'altra formula.
Un criterio operativo ci pare utile e giusto, ma, se lo si ritiene esso potrà essere corretto ed integrato.
Per concludere, la complessività e l'importanza che attribuiamo alla legge rendono necessarie due considerazioni. La prima riguarda la necessità di tener conto in sede di definizione delle strutture regionali, del ruolo di partecipazione della Regione nella gestione dei processi di ristrutturazione.
La seconda considerazione riguarda il ruolo che dovrà essere svolto dagli Enti strumentali (Ires, Finpiemonte), come supporto all'attività regionale.
Ho svolto queste informazioni non per avviare un'affrettata discussione, ma per porre l'attenzione sulle questioni che stanno bollendo in pentola. Oggi, infatti, sarò a Roma al Ministero dell'industria per il recupero di circa 30 aziende piemontesi, in base alla legge n. 464, per decine e decine di miliardi.
La scadenza più vicina è quella del settore fibre per il quale il Ministro Morlino ci ha fissato una convocazione entro il 30 settembre.
Grazie.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire sulle comunicazioni dell'Assessore Alasia? Nella prima riunione dei Capigruppo porteremo come oggetto all'ordine del giorno la proposta formulata.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Comunicazioni dell'Assessore Simonelli circa i contatti tra i rappresentanti delle Regioni ed i membri del Governo per il bilancio statale 1978 e sugli aspetti finanziari della 382


PRESIDENTE

La parola quindi all'Assessore Simonelli per l'altra informazione sui contatti avuti dallo stesso ieri in sede romana.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio e programmazione

Signori Consiglieri, si sono tenute ieri, presso il Ministero del bilancio, la Commissione interregionale per la programmazione economica e una riunione straordinaria dei Presidenti delle Regioni con i rappresentanti del Govermo, i Ministri Morlino e Stammati, per discutere il bilancio preventivo dello Stato per il 1978 che, com'è noto, in base ad un recente provvedimento legislativo, deve essere approvato entro la fine del corrente mese di settembre dal Consiglio dei Ministri. Alla riunione erano presenti il Presidente Viglione, l'Assessore Ferraris, perché c'era un problema di riparto di fondi per l'agricoltura, e l'Assessore al bilancio.
Nel corso di questa riunione, il Ministro del tesoro ha illustrato i criteri di formazione del bilancio 1978 e, in particolare, dei fondi da destinare alle Regioni. In questa illustrazione sono state indicate alcune cifre per grandi aggregati di risorse. In particolare, il fondo comune ex articolo 8 risulta per il 1978 pari a 1413 miliardi (rispetto ai 1067 del 1977 si ha perciò un incremento quasi del 40%). Questa indicazione collegata all'incremento delle entrate tributarie, conferma le previsioni che avevamo fatto in sede di bilancio pluriennale, di un incremento medio annuo del 20% fino al 1980.
La determinazione del fondo ex articolo 9 è più complessa; mentre il primo è determinato sulla base dell'andamento delle entrate tributarie dello Stato, questo, che serve a finanziare i programmi di sviluppo risulta da tre quote: la quota fissa di 315 miliardi la quota variabile collegata all'incremento della componente prezzi del prodotto interno lordo, che non può essere stimata in via definitiva prima della fine dell'anno (in via provvisoria è stata stimata nell'ordine di 45 miliardi) la quota variabile che risulta dalla confluenza di un insieme di leggi settoriali che vengono fatte affluire sul fondo in sede di legge di bilancio.
L'insieme di queste leggi dà una cifra di 375 miliardi. In prevalenza sono leggi per l'agricoltura, e alcune di queste sono riservate esclusivamente alle Regioni del Mezzogiorno; occorre quindi tener conto che questo fondo non sarà distribuito a tutte le Regioni, ci sono fondi esplicitamente destinati al Mezzogiorno, come quelli, per esempio destinati agli agrumi. Quindi, complessivamente, il fondo ex articolo 9 dovrebbe risultare di 735 miliardi. Dovrebbero essere inoltre destinate alle Regioni una serie di leggi settoriali delle quali, nonostante la nostra richiesta, non è stato fornito il dettaglio, per oltre 5.300 miliardi. Non sappiamo se tra queste siano comprese le quote del fondo ospedaliero e del fondo dei trasporti.
Inoltre sono stati definiti circa 2.000 miliardi, che corrispondono all'edilizia sovvenzionata già finanziata sul piano triennale, e altri 2.000 miliardi, che credo siano ancora i fondi dei decreti di emergenza del 1975. Resta ancora da definire la quota relativa alla legge n. 382. Come è noto, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 616 stabilisce che per definire le risorse che, in applicazione della legge n. 382, passano dallo Stato alla Regione, dovrà intervenire un decreto del Ministro del tesoro entro il 31 ottobre. Di conseguenza gli oneri relativi alla legge n. 382 saranno resi noti quando il progetto del bilancio dello Stato sarà già all'esame delle Camere. E' possibile tuttavia che la partita relativa alla legge n. 382 venga affrontata prima del voto del Parlamento. A questo proposito, il Governo si è impegnato ad una riunione con i rappresentanti delle Regioni per definire, possibilmente insieme, l'analisi dei capitoli del bilancio dello Stato che dovranno essere soppressi o ridotti accettando la richiesta di una consultazione anche di tipo tecnico tra Governo e Regioni. Il decreto, infatti, prevede soltanto un esame tra Governo e Commissione interparlamentare per le questioni regionali.
Questa è parsa un'anomalia e le Regioni hanno chiesto di avere un incontro con il Governo prima del confronto tra Governo e Commissione interparlamentare. Tale incontro è stato concordato, ci sarà un comune esame per verificare la congruità degli stanziamenti, anche perché abbiamo sollevato i nostri gravi dubbi circa le dimensioni del trasferimento. Come è noto, la legge si limita a fissare il principio, per cui i capitoli soppressi o ridotti del bilancio dello Stato faranno affluire le somme corrispondenti nei due fondi: per la parte corrente, nel fondo ex articolo 8; per la parte in conto capitale , nel fondo ex articolo 9; in più ci saranno delle "spese aggiuntive" in misura variabile, da) 18 al 28%, che dovrebbero coprire gli oneri dovuti alla regionalizzazione di questi capitoli, cioè l'organizzazione delle Regioni, l'apprestamento degli uffici, le spese di avvio che non possono essere sottratte alle spese operative.
Queste somme vengono trasferite con gli ammontare del '77 sul fondo ex articolo 8 senza che si applichi l'incremento proporzionale alle entrate tributarie dello Stato; quindi, per il '78, abbiamo un trasferimento che di fatto non comprende l'incremento che nel contempo hanno avuto le entrate tributarie dello Stato. C'é una penalizzazione per le Regioni che è stata corretta applicando la percentuale che si è chiamata di "spese aggiuntive".
Dal '79, sul fondo così ricostruito, si applicherà l'incremento legato alle entrate tributarie complessive dello Stato.
Questo meccanismo dovrebbe comportare un onere pari mediamente al 22 23% rispetto alle risorse trasferite. Per l'attuazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 616, gli oneri vengono quantificati complessivamente in soli 15 miliardi. Se tali oneri corrispondessero alle spese aggiuntive (ma il Governo su questo punto si è riservato di rispondere), dovremmo concludere che l'intero trasferimento delle funzioni alle Regioni, alle Province e ai Comuni è complessivamente di 90 miliardi.
Il che lascia pensare che ci troviamo di fronte ad un grave dilemma: o si tratta di una spesa del tutto inadeguata rispetto alle dimensioni delle mansioni trasferite, e allora si aprono pesanti problemi per la finanza regionale e locale; oppure le mansioni trasferite vengono ritenute di tale tenuità da comportare una spesa minima, e allora la legge n. 382 si risolve in un'operazione nella quale il molto fumo si accompagna al poco arrosto.
Si dovranno pure chiarire le dimensioni del fondo ospedaliero per gli anni '77-'78 e successivi, che il CIPE ha individuato, ma che il Governo non ha ancora definito, e la quantificazione precisa delle spese per i trasporti.
Sulla base di queste indicazioni, si è sviluppata una singolare proposta del Ministro del tesoro. Il Ministro, dopo aver esposto le cifre che ho ricordato, poiché nella lettera di intenti il Governo italiano si è impegnato a contenere la spesa corrente entro il 7%, propone di aumentare il fondo ex articolo 8 soltanto del 7%, trasferendo tutte le altre risorse che dovrebbero affluire sul fondo ex articolo 9; perciò il fondo ex articolo 8, anziché raggiungere i 1.400 miliardi, si fermerebbe ai 1.140 miliardi.
Questa proposta è apparsa del tutto inaccettabile alle Regioni le quali hanno sollevato vivacissime proteste; ed è ovvio, perché comporterebbe un nuovo meccanismo legislativo, come il Ministro ha poi dovuto ammettere, che annullerebbe in un solo colpo, e quasi di soppiatto, la conquista che le Regioni hanno ottenuto con la legge Morlino del 1976. Evidentemente si tratta di un'iniziativa del tutto avulsa dal quadro dei rapporti Regioni Governo. Sono sei anni che discutiamo di queste cose, c'è stata una parziale riforma della finanza regionale non del tutto soddisfacente, ma che abbiamo accettato, che adesso si vorrebbe rovesciare di colpo con una proposta inopinatamente buttata per inciso nel corso della discussione. Lo spostamento di risorse dal fondo ex articolo 8 al fondo ex articolo 9, se è vero che nel primo anno lascia immutato il totale delle risorse, negli anni successivi è destinato a ridurlo enormemente, perché il fondo ex articolo 8 è stato ancorato all'andamento delle entrate dello Stato e come tale cresce proporzionalmente all'incremento delle entrate tributarie, il fondo ex articolo 9, invece, non cresce affatto o cresce di pochissimo: di conseguenza, nel giro di qualche anno, i fondi delle Regioni si ridurrebbero enormemente.
La terza, ma non ultima considerazione è che i due fondi vengono distribuiti in base a criteri diversi. Il fondo ex articolo 8 serve al funzionamento normale delle Regioni e quindi non ha grossi aspetti perequativi tra nord e sud; il fondo ex articolo 9, invece, essendo destinato ai Piani di sviluppo, dà giustamente una priorità alle Regioni del Mezzogiorno. Per intenderci: sul fondo ex articolo 8, il Piemonte ha una percentuale dell'8% circa, sul fondo ex articolo 9 del 4%, proprio perché quest'ultimo favorisce le Regioni del Mezzogiorno. Se la proposta del Ministro del tesoro fosse andata avanti, ci saremmo trovati ad avere dimezzate le risorse della Regione. E' una proposta del tutto inattesa sorprendente, inaccettabile che, ad onor del vero, è stata ritirata nel corso della stessa riunione, a fronte di un generale rifiuto da parte dei rappresentanti regionali. E' stato il Ministro Morlino che, con grande abilità, ha definito quella che era una proposta operativa, addirittura accompagnata da una proposta di disegno di legge, come uno "stimolo di provocazione e di discussione" e come tale l'ha archiviata. Il Governo pertanto rinuncerà a questa proposta. Le Regioni hanno dichiarato che non erano insensibili all'esigenza manifestata dal Ministro del tesoro e cioè che anche la spesa corrente regionale si tenga nei limiti indicati nella lettera di intenti, ma questo risultato deve essere ottenuto attraverso un'autodisciplina delle Regioni stesse, un'autoregolazione dell'attività legislativa regionale e non con un'imposizione che stravolgerebbe i meccanismi della finanza regionale. Il rappresentante della Regione Veneto è andato più in là con una dichiarazione che non deve scandalizzare nessuno, dicendo: "il Governo, se lo ritiene, eserciti il controllo di merito sulle leggi, per verificare che il limite non venga violato; non ci sentiremo lesi nella nostra autonomia". Poiché il punto di riferimento sarà un'indicazione di carattere programmatico che avremo concordato insieme alla luce di questo quadro di riferimento, chiediamo un confronto con il Governo anche sui temi della relazione previsionale e programmatica e sui temi della programmazione.
All'art. 11 del decreto 616, infatti, viene finalmente disciplinato il ruolo delle Regioni nella politica di programmazione; l'art. 11 prevede che ci siano i Piani regionali di sviluppo, prevede un raccordo tra Piani regionali di sviluppo, programmazione nazionale e spesa pubblica. Per questo, le Regioni hanno chiesto di discutere con il Governo tale quadro dichiarandosi del tutto disponibili a programmare la loro spesa in armonia con le indicazioni della politica economica del Governo, ma a patto che ci sia un interlocutore che vuole discutere. Anche su questo terreno il Governo ha dato assicurazioni. Abbiamo registrato con soddisfazione il fatto che il 30 settembre sarà approvato non solo il bilancio dello Stato per il 1978, ma, per la prima volta contestualmente, anche la relazione previsionale e programmatica.
Ci sarà quindi un incontro con i rappresentanti delle Regioni e il Governo per verificare, da un lato, i Piani regionali di sviluppo e i bilanci pluriennali, dall'altro le indicazioni che scaturiscono dalla relazione previsionale e programmatica. In conseguenza di questa riunione si sono decisi alcuni compiti di lavoro da parte delle Regioni, in particolare si sono fissate tre riunioni, una a livello tecnico per esaminare il problema degli stanziamenti sui capitoli dei bilanci dello Stato da trasferire alle Regioni: una seconda, a livello di Assessori finanziari per verificare i problemi di coordinamento delle politiche di bilancio e di formazione dei bilanci pluriennali; una terza, a livello di Presidenti, per affrontare i temi più propriamente politici connessi agli incontri programmati con il Governo.
Il tentativo che le Regioni faranno nei prossimi tempi é, da un lato quello di sollecitare e accettare anche le indicazioni che provengono dal Governo per un confronto serrato su questi temi che inaugurano una partecipazione più attenta alla formazione del bilancio dello Stato dall'altro, è quello di sollecitare il più possibile la definizione delle questioni finanziarie ancora sospese che bloccano la possibilità di formare i bilanci pluriennali delle Regioni. Abbiamo sottolineato l'urgenza dello scioglimento di alcuni nodi, perché in caso contrario ci troveremmo costretti a presentare dei bilanci pluriennali senza previsioni di spesa fondate sulla certezza delle risorse disponibili. Per esempio, se il Governo non rispetta il termine del 31 ottobre per quantificare gli oneri della legge n. 382, non possiamo fare bilanci pluriennali che contengano quelle previsioni, corriamo il rischio cioè che il bilancio pluriennale fatto a novembre debba essere cambiato a gennaio; altrettanto dicasi per il fondo ospedaliero, per il fondo dei trasporti e per le altre grandi spese di settore.
Su questo terreno, il Governo si è impegnato ad una sollecita definizione, nel rispetto dei tempi indicati dal decreto 616.
In conclusione, è stata una riunione per molti aspetti positiva, perch ha consentito una ripresa di dialogo in un clima diverso da quello legato al contenzioso a cui eravamo abituati negli anni passati; per altro quell'inopinata proposta del Governo - o del Ministro del tesoro - subito contestata dalle Regioni, è stata un preoccupante campanello d'allarme. Il Ministro Stammati ha peraltro dichiarato che un disegno di legge siffatto presuppone il consenso delle Regioni; quindi, non essendo le Regioni assolutamente favorevoli ad una proposta del tipo di quella indicata, ha ritirato la proposta stessa, prendendo atto della proposta avanzata responsabilmente dalle Regioni di un'autodisciplina dell'attività di spesa e dei bilanci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Ringrazio l'Assessore per le informazioni che ha dato al Consiglio che sono indubbiamente molto interessanti. Proprio per la specificità e la particolarità della materia, ritengo che il discorso iniziato oggi in Consiglio debba continuare in Commissione, non solo perché sulle cifre occorre essere fermi, ma anche perché un tempestivo discorso in Commissione consentirebbe la partecipazione preventiva e non la partecipazione successiva dei Gruppi. Indubbiamente la proposta del Ministro del tesoro non è accettabile e non è rispondente allo spirito delle leggi che stabiliscono il finanziamento delle Regioni. Ritengo però, e l'Assessore lo ha già sottolineato, che il Consiglio debba meditare sul valore morale di tale proposta che è certamente provocatoria. L'Assessore ha detto che le Regioni devono autolimitarsi nella spesa corrente: è un discorso che facciamo da tempo e che sottolineiamo anche in questa occasione e sul quale vogliamo vedere la Giunta alla prova nel momento della predisposizione dei bilanci. Un'ultima osservazione va fatta sulle dichiarazioni dell'Assessore in merito ai dati relativi all'incremento del fondo dell'art. 8 e dell'art.
9 per l'esercizio corrente. Abbiamo criticato tante volte tutti assieme il Governo e abbiamo fatto battaglie perché le Regioni avessero dei finanziamenti più consistenti. Nel momento in cui si riferiscono i dati ritengo sia giusto rilevare che le leggi Morlino del 1976 stanno dando dei buoni frutti e poiché queste leggi stabiliscono che i finanziamenti alle Regioni sono strettamente collegati con le entrate tributarie dello Stato dobbiamo trarre anche la considerazione che la politica fiscale del Governo in questo momento sta pure dando i suoi frutti. Se in certi momenti si è dovuto criticare anche qualche collega di partito, lo si è fatto senza alcuna remora. Ritengo giusto pertanto che nel momento in cui si dispone di questi dati, si debba dare atto della bontà di queste leggi e della politica fiscale del Governo.



PRESIDENTE

Possiamo quindi considerare conclusa la fase delle comunicazioni e delle discussioni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Osservazioni del Governo alla legge regionale 3/3/1977 "Modificazioni ed integrazioni alle leggi regionali 8/11/1974, n. 32, e 29/4/1975, n. 23": provvedimenti conseguenti


PRESIDENTE

Passiamo al sesto punto all'ordine del giorno: "Osservazioni del Governo alla legge regionale 3/3/1977 'Modificazioni ed integrazioni alle leggi regionali 8/11/1974, n. 32, e 29/4/1975, n. 23': provvedimenti conseguenti". C'è da votare l'art. 1 della legge. Il Governo ci aveva rinviato la legge, rilevando in particolare come il primo comma dell'art.
1, il secondo e il terzo comma dell'art. 3, contrastino con il disposto degli art. 13 e 22 della legge n. 319. La Giunta ha provveduto a compiere le operazioni di modifica che rendono coerenti gli articoli della legge e propone il nuovo articolo 1.
La parola all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Uscita la legge Merli, la Lombardia e il Piemonte che avevano già provveduto a emanare una legge sugli scarichi industriali si consultarono sulla posizione da adottare. La Lombardia ha ritenuto di non modificare la legge precedente; noi abbiamo ritenuto invece di fare qualche ritocco alla nostra legge per renderla valida sotto tutti gli aspetti, soprattutto perché scadevano le prime tabelle degli standards provvisori. Per non avere eventuali contestazioni abbiamo modificato, come prescrive la stessa legge Merli, all'art. 25 la nostra tabella rendendola ancora più provvisoria e apportando i ritocchi necessari. Forse però è un male avere troppi scrupoli ed era meglio comportarsi come la Lombardia.
Anche il Sindaco di Torino con una ordinanza in pratica ha modificato la legge n. 615 sull'inquinamento atmosferico e tutto è andato bene. Si temevano le reazioni da parte delle associazioni industriali, invece tutto è filato liscio.
Noi invece abbiamo apportato queste modifiche dando l'occasione al Governo di considerare l'esistenza di leggi regionali che anticipavano la legge Merli. Abbiamo rimesso l'esame delle modifiche a un collegio di giuristi e nella relazione, impostata appunto essenzialmente sotto il profilo giuridico, abbiamo dimostrato come non ci sia nessuna violazione della legge Merli perché la nuova tabella provvisoria è prevista dalla stessa legge n. 319 dello Stato che permette agli Enti locali e alle Regioni di operare ai fini del raggiungimento dei termini previsti dalla legge statale nel rispetto di certi standards. Nel nuovo testo dell'art. 1 abbiamo tolto il secondo, terzo, quarto comma inerenti a questioni locali sull'agricoltura e silvicultura, problemi che invece ora sono regolati dalle recenti norme della Commissione interministeriale che sta andando nei particolari e quindi queste norme generali, per le quali trovavamo difficoltà di attuazione, è bene toglierle.
Abbiamo invece confermato la Commissione regionale per il parere sui progetti degli scarichi sulla quale pure faceva osservazioni il Commissario del Governo. Tale Commissione non è vietata dalla legge statale ed il suo parere comunque non è vincolante per l'autorità competente a rilasciare l'autorizzazione. Per completare il discorso, ricordato quindi che erano tre le osservazioni del Governo, noi accettiamo soltanto quella riferitasi al nostro articolo 1 che modificheremo con l'abrogazione del secondo, terzo e quarto comma. Questo per un quadro un po' più preciso sulla sostanza della questione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione per appello nominale dell'art. 1, a cui sono stati abrogati il secondo, terzo e quarto comma.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri E' approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Osservazioni del Governo alla legge regionale 16/6/1977 "Formazione della cartografia regionale di base": provvedimenti conseguenti


PRESIDENTE

Passiamo alla legge "Formazione della cartografia regionale di base" che era stata respinta con osservazioni da parte del Commissario di Governo. Le modificazioni sono sotto gli occhi dei Consiglieri, riguardano gli artt. 1 e 6.
Articolo 1 - Finalità della legge "La Regione Piemonte provvede a: 1) costituire l'archivio storico carto-fotografico regionale per rilevare le principali trasformazioni intervenute a partire dall'inizio del secolo ai fini della conoscenza scientifica del territorio e degli insediamenti 2) formare la cartografia di base, tecnica e tematica, ai fini delle operazioni di analisi, progettazione ed esecuzione di interventi sul territorio, codificandola in un omogeneo sistema di rapporti di riduzione oltre che di segni e simboli per la rappresentazione cartografica 3) coordinare le iniziative foto-cartografiche già assunte da Enti locali e da consorzi pubblici, riconducendo ad un progetto organico e ad un unico servizio tutte le operazioni cartografiche di base e le loro essenziali elaborazioni tematiche 4) curare l'archivio dei disegni originali, delle matrici su supporto lucido e su pellicola fotografica e delle fotoincisioni su metallo delle varie carte geo-fotografiche e di quant'altro attiene ai procedimenti di riproduzione fotomeccanica delle stesse 5) curare la stampa delle carte predisposte e la loro distribuzione e cessione ad Enti pubblici e privati 6) predisporre, a richiesta degli Enti locali e degli Enti pubblici in genere, eventuali carte fuori serie, sia di base che tematiche 7) avviare il processo di codificazione e memorizzazione delle informazioni geo-topografiche per la costituzione di un sistema automatico di informazione e di elaborazione relativo ai dati essenziali di uso del suolo e di infrastrutturazione del territorio 8) curare il permanente aggiornamento del sistema cartografico regionale anche in connessione con i programmi delle altre Regioni e di quello nazionale.
Per ognuna delle operazioni anzidette è garantito il rispetto della disciplina statale sulla materia, contenuta nella legge 2 febbraio 1960, n.
68, con particolare riguardo alle disposizioni con cernenti la produzione di documenti cartografici da parte di organismi non statali, oltre che le disposizioni relative all'esecuzione ed alla diffusione dei rilevamenti aerofotogrammetrici contenute nel R.D. 22 luglio 1939, n. 1732".
Passiamo quindi alla votazione dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 6 - Compiti degli Enti locali "I Comuni, singoli ed associati, le Comunità montane, le Province, i Comitati comprensoriali, le Aziende municipalizzate operanti sul territorio fanno capo, per quanto concerne la domanda cartografica, alla Regione, che ne coordina le esigenze e provvede alla relativa fornitura, nell'ambito del programma annuale di cui alla lettera b) del primo comma dell'art. 2 e secondo le modalità di cui all'art. 7.
Spettano agli Enti locali, nell'ambito delle proprie competenze in materia urbanistica, le operazioni di continuo aggiornamento delle carte alla scala 1:2.000, con la traduzione grafica su di esse delle trasformazioni urbanistiche che via via sono realizzate sul territorio. Al fine della formazione delle carte di primo impiego di cui al precedente art. 3, i Comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti provvedono direttamente entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge all'aggiornamento delle carte 1:2.000 degli insediamenti urbani, mentre i Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti possono avvalersi degli uffici tecnici consortili o convenzionarsi con le Comunità montane e con le Amministrazioni provinciali.
I Comuni e le Province sono tenuti a trasmettere all'archivio storico regionale di cui all'art. 1, numero una copia dei documenti fotografici e cartografici di interesse scientifico. A tal fine, i Comuni e le Province predispongono, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge un completo inventario del materiale cartografico, concernente il territorio e gli insediamenti urbani contenuto negli archivi e nelle collezioni pubbliche e private e lo trasmettono all'ufficio cartografico regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Si passi alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri Il nuovo testo della legge sulla cartografia regionale è approvato.


Argomento: Parchi e riserve - Caccia

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale circa i nuovi disegni di legge presentati sui parchi e riserve naturali e l'attività venatoria


PRESIDENTE

Chiede la parola il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in questi giorni, come è stato riportato sulla stampa, vi sono state manifestazioni in ordine a problemi sorti all'interno di qualche parco inserito nella legge regionale. La Giunta ha ricevuto in più occasioni le rappresentanze delle varie categorie interessate. Si è convenuto di chiedere al Consiglio di procedere all'approvazione di un disegno di legge, composto di 4 articoli, che era già stato rimesso al Consiglio nel mese di luglio, al fine di dare esecuzione specie per quanto riguarda il problema della caccia in alcune zone oltre i 6 mila ettari, a piani di abbattimento, come avvenuto nelle precedenti disposizioni normative. Comprendo che vi possono essere oggi delle difficoltà ad approvare la legge, ma vorrei insistere su tale opportunità perché domenica si apre la caccia e occorre dare certezza agli agricoltori, alle associazioni venatorie, a quanti hanno a cuore la sorte dei parchi e a quanti soprattutto hanno a cuore che si determinino norme in proposito. Ad una delle riunioni partecipò anche il Consigliere Menozzi. A nostro giudizio, prima di domenica, occorre che sia data certezza in questo, in modo da evitare ogni situazione che potrebbe anche essere di danno alle persone perché, nella misura in cui possono essere invase zone di parco possono nascere situazioni di conflittualità pericolose. Penso che questo disegno di legge possa trovare applicazione senza quella larga consultazione che occorrerebbe in una situazione del genere, ma, di fronte alla situazione di pericolo in cui ci troviamo, è bene che oggi approviamo questi quattro articoli.



PRESIDENTE

La questione potrebbe essere affrontata in due maniere o con una discussione sulla proposta presentata ora dal Presidente della Giunta o con una riunione dei Capigruppo. Sarebbe forse più saggio riunire i Capigruppo senza che il Consiglio, per il momento, sia sciolto.



(La seduta, sospesa alle ore 12,25 riprende alle ore 12,45)


Argomento:

Sulle conclusioni della conferenza dei Capigruppo


PRESIDENTE

Durante la riunione dei Capigruppo si è di comune accordo deciso che la seduta di oggi termina qui con i lavori finora svolti.
Il Consiglio sarà riconvocato lunedì per la trattazione e l'esaurimento del disegno di legge 234 che nel corso di questi giorni verrà esaminato in Commissione al fine di definirne tutti i particolari.
Il Consiglio sarà riconvocato nei gior ni seguenti secondo il calendario già comunicato con all'ordine del giorno la legge urbanistica.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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