Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.104 del 10/03/77 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PAGANELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Se non vi sono osservazioni i verbali della precedente seduta sono approvati. Bene, passiamo al punto successivo.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza dei Consiglieri Picco, Bianchi, Genovese ed Oberto: "'Tempi e metodologia con cui la Giunta intende pervenire alla formulazione dei criteri ed alla definizione delle tabelle previste dalla legge nazionale n. 10/77 'Norme per l'edificabilità dei suoli"'


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni ed interpellanze. La prima in elenco è l'interpellanza dei Consiglieri Picco, Bianchi, Genovese e Oberto "Tempi e metodologia con cui la Giunta intende pervenire alla formulazione dei criteri e alla definizione delle tabelle previste dalla legge nazionale n.
10/77 'Norme per l'edificabilità dei suoli' ".
La parola al Consigliere Picco per l'illustrazione dell'interpellanza.



PICCO Giovanni

Chiedo brevemente la parola per illustrare l'interpellanza e per evidenziarne i motivi essenziali, anche perché l'Assessore possa integrare la sua risposta con alcune considerazioni che vorrei sottolineare.
Attribuiamo grande importanza agli adempimenti della Regione in applicazione della legge nazionale 10/77 sull'edificabilità dei suoli perché riteniamo che si tratti di atti politici che vanno al di là di semplici compilazioni di criteri metodologici o di tabelle parametriche così come appare dall'enunciazione del titolo dell'interpellanza a mano dei Consiglieri. Sono decisioni che dovranno definire se includere o meno la generalità dei Comuni fra quelli obbligati all'immediata predisposizione del programma pluriennale, su quali strumenti possa immediatamente essere predisposto e reso operante quest'obbligo, la procedura di formazione e di approvazione con l'intervento o meno dei Comitati comprensoriali, la scala di definizione delle previsioni dei programmi rispetto agli strumenti urbanistici generali; tutti elementi che costituiscono aspetti che riteniamo possano essere ricondotti non già ad una discrezionalità decisionale della Giunta regionale, ma ad una serie di valutazioni attente e puntuali da definire possibilmente in accordo con le comunità locali e le forze politiche a livello regionale; né riteniamo possano essere ricondotte alla generalità delle situazioni esistenti in Italia e quindi con l'esclusione preliminare di raffronti semplicistici con altre realtà regionali. In Piemonte abbiamo 1209 Comuni e tutti sappiamo che alcuni di questi, in 20 anni, hanno subito esodi pari al 70/80 per cento della popolazione, mentre altri nello stesso periodo hanno avuto un incremento di popolazione del 600 per cento. Questo non significherebbe nulla se non vi fosse l'altro dato, cioè che nella prima categoria, quella dell'esodo, sono compresi più di 900 Comuni, mentre nella categoria degli incrementi di popolazione ve ne sono poco più di 300. Dagli incontri che l'Assessore ha avuto a livello nazionale, sappiamo che il problema in discussione, ma vorremmo che la specificità della situazione piemontese non consentisse generalizzazioni e quindi schematizzazioni rispetto alle decisioni.
E' significativo, ad esempio, che la Regione Lombardia abbia a suo tempo previsto, e recentemente ancora confermato con una circolare, un certo atteggiamento nei confronti dei programmi di attuazione atteggiamento che ci pare molto più articolato e pragmatico di quanto non appaia nella proposta del disegno di legge 117. A noi preme sottolineare la necessità delle consultazioni e quindi di decisioni partecipate, come si è detto, ma ci preme anche evidenziare come la materia sia strettamente connessa al problema del disegno di legge 117 e che quindi il suo esame debba essere rapportato sostanzialmente a tre fasi: applicazione dei provvedimenti e degli adempimenti regionali sulla legge 10/77 raccordo con la metodologia di impostazione del Piano regionale di sviluppo riferimento alle procedure della programmazione.
Riteniamo anche di dovere richiedere alla Giunta una risposta sull'ulteriore proseguimento dell'esame del disegno di legge 117, che pensiamo debba comunque non definirsi se prima non verranno a compimento le decisioni relative agli adempimenti sulla legge 10/77. Su questo richiederemmo alla cortese disponibilità dell'Assessore e della Giunta una precisa risposta in questa sede.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Astengo.



ASTENGO Giovanni, Assessore all'urbanistica

In merito agli adempimenti che le Regioni sono chiamate a compiere, in tempi assai ridotti, in ordine alla legge del 28.1.1977, n. 10, posso dare innanzitutto queste informazioni. Le Regioni si erano accordate da tempo su iniziativa della Regione Piemonte, per un'azione coordinata. Si è tenuta una riunione a febbraio, poco dopo l'emanazione della legge, per assumere delle linee operative comuni per dare attuazione agli adempimenti. La riunione si è svolta a Roma, nella sede della Regione Piemonte, con la partecipazione di tutte le Regioni, anche di alcune a Statuto speciale uniche assenti la Sicilia e l'Abruzzo. Si sono formate 3 Commissioni di studio che hanno immediatamente iniziato il lavoro, una di queste si occupa del complesso problema dei programmi di attuazione, dei contenuti, delle procedure, delle modalità di approvazione e anche dell'obbligatorietà e degli esoneri eventuali, tema toccato dal Consigliere Picco. Questo gruppo è diretto dall'Assessore Sonzogni della Regione Lombardia. Il secondo gruppo, diretto dall'Assessore competente della Regione Umbria, si occupa di convenzioni tipo ed ha già prodotto cospicuo materiale. Il terzo gruppo che ci è stato affidato in quanto Regione guida, riguarda le opere di urbanizzazione e la loro parametrizzazione. E' un gruppo formato da funzionari della Regione Piemonte, ha la collaborazione di parecchie Regioni (Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Veneto, per citare quelle che hanno dato maggiori contributi) ed ha già prodotto del materiale. Nel caso specifico delle opere di urbanizzazione ci troviamo però su un terreno estremamente insicuro e poco esplorato in questi ultimi tempi. Le deliberazioni adottate dai vari Comuni per definire i parametri delle opere di urbanizzazione sono iniziative singole, sporadiche, molto spesso difformi e contrastanti tra loro. Si trattava quindi di individuare dei principi generali, una metodologia per avviare un processo lento di analisi dei costi delle opere unitarie, per passare poi da queste alla parametrizzazione di unità funzionali di utenza e quindi avviare il discorso dell'applicabilità per fasce, a seconda delle caratteristiche geografiche di sviluppo socio-economico, di destinazione di zona, così come la legge n. 10 indicava. Questi lavori sono stati condotti rapidamente dati i tempi estremamente esigui che abbiamo avuto a disposizione, e lunedì prossimo si terrà a Roma un'altra riunione per l'esame del materiale fin qui prodotto.
Non posso anticipare ancora nulla sull'esito della riunione: mi auguro che ci sia un accordo, che possa produrre il lavoro successivo, cioè l'adattamento e l'adeguamento alla specificità delle situazioni regionali.
Penso che questa operazione preliminare fosse assolutamente indispensabile anche per evitare da parte del Ministero dei lavori pubblici un'intromissione tutt'altro che simpatica: si stava profilando, nei riguardi delle Regioni, la formazione di una circolare con ulteriori norme in aggiunta a quelle indicate dal Parlamento. Sulla base dei risultati che raggiungeremo lunedì o in una riunione ravvicinata, potremo passare alla seconda fase di studio. Ritengo che quei documenti saranno oggetto di studio non soltanto per i gruppi di lavoro, ma saranno anche oggetto di esame per i vari gruppi politici nell'ambito del Consiglio, della II Commissione e della comunità locale, come giustamente si richiede.
Pur con questo lavoro serrato, non si ha comunque la sensazione di giungere a risultati conclusivi nel brevissimo tempo che ci è stato assegnato. Le Regioni, tra l'altro, avevano chiesto che il tempo fosse molto ridotto, anche perché gli Amministratori locali, i Sindaci, sono in attesa di avere elementi di certezza per potersi comportare in modo coordinato e secondo gli indirizzi della legge n. 10. Abbiamo l'esigenza da un lato, di una rapida emanazione dei parametri delle opere di urbanizzazione, cosa che potrà avvenire con un atto amministrativo, con una deliberazione del Consiglio regionale per introdurre nella legge regionale in questo caso nel disegno di legge 117, gli elementi di contenuto adeguandoli a quanto specificato nella legge n. 10, e introducendo anche quelle materie che non erano presenti, perché non si aveva ancora la sensazione che fosse materia di carattere regionale. Da un lato vi è quindi l'esigenza di agire con estrema velocità; dall'altro la sensazione che questa prima fase non ci consenta un lavoro approfondito. La soluzione potrà profilarsi con l'assunzione di tabelle parametriche, soprattutto per quanto concerne le opere di urbanizzazione, come prima fase, riservandoci di sviluppare uno studio più serio ed approfondito, che richiederà alcuni mesi, in modo da arrivare ad una definizione degli elementi tecnici delle opere di urbanizzazione con la loro descrizione ed i loro elementi di costo e insieme indicare in modo molto più preciso le parametrizzazioni in relazione alle situazioni locali, che non sono soltanto in ordine al livello altimetrico dei singoli Comuni, ma sono soprattutto in rapporto alla dinamica socio-economica. Per la successiva fase ci si potrà avvalere anche dell'apporto di istituti universitari e di gruppi di ricerca esterni all' Amministrazione regionale. Il disegno di legge n. 117, per il quale le consultazioni sono ormai ultimate, ha impegnato la stessa Commissione nello studio dell'articolato con la presenza a: giuristi, come Predieri e Di Giovide, che hanno consentito un ulteriore approfondimento anche sotto il profilo giuridico e sotto il profilo della coerenza. La messa a punto di questo lavoro sarà sottoposta alla II Commissione in tempi più rapidi possibili. E' chiaro che saranno compiuti ulteriori passi per verificare gli indirizzi che emergeranno, non soltanto per avviare il raccordo con le comunità locali e tenere conto della specificità della Regione Piemonte, ma soprattutto per individuare una politica di gestione territoriale nell'assunzione di una linea in ordine ai costi delle opere di urbanizzazione e per quanto concerne la programmazione operativa. Questo sarà oggetto di successiva discussione che sarà agevolata sia dalla successiva messa a punto del disegno di legge n. 117 che probabilmente entro la fine del mese potrà essere presentato nella stesura coordinata.
Sono necessariamente da tenere presenti il Piano di sviluppo regionale, in ordine alle aree da decongestionare ed i poli da incentivare (con un preciso riflesso nell'ambito dei parametri delle opere di urbanizzazione e dei contenuti dei programmi di attuazione) e le procedure di programmazione. Penso che la collimazione sia assolutamente indispensabile per definire in modo preciso le varie scale ed i vari livelli in cui avvengono gli atti decisionali ed in cui si raccordano i vari livelli di decisione per quanto concerne lo sviluppo socio-economico, l'assetto del territorio e la pianificazione urbanistica.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Innanzitutto non possiamo non compiacerci dell'iniziativa della Regione Piemonte per il raccordo con le altre Regioni italiane. Vorrei però fare alcune puntualizzazioni per precisare il motivo dell'insoddisfazione per le risposte date. Rileviamo nella metodologia e nelle conclusioni del confronto una carente, o non sufficiente, definizione di analisi svolte a livello regionale. Può star bene in questa fase una tornata di raccordo per assumere nei confronti dell'autorità centrale una posizione di autonomia che consenta di rivendicare alle Regioni questo potere. Ritengo però che la generalità delle situazioni e lo stato di definizione relativo agli strumenti urbanistici, richiedano una specificità e un'attenzione particolare, caso per caso, quindi il confronto in questa fase dovrebbe essere esercitato più all'interno delle singole realtà regionali che non generalmente nel confronto tra Regione e Regione. Ci preme inoltre sottolineare che il problema degli adempimenti della legge n. 10 non pu incidere sulla politica della Regione Piemonte sin qui svolta nei confronti dell'approvazione degli strumenti urbanistici. La Giunta regionale e l'Assessorato hanno assunto determinati atteggiamenti su questo aspetto che abbiamo criticato. La politica che concerne l'accantonamento definitivo dei programmi di fabbricazione ed il problema che concerne l'approvazione o meno degli stessi strumenti urbanistici a tempi brevi esigono un revisionismo pragmatico nei confronti del quale non vediamo ancora un atteggiamento e una risposta precisa. Ritengo invece che tale aspetto faccia parte degli elementi di certezza cui faceva cenno l'Assessore richiesti con insistenza dalle comunità locali per sapere in quale misura si debbano dirottare gli strumenti urbanistici.
Prendiamo quindi atto delle dichiarazioni relative ai tempi di raccordo del disegno di legge 117 per quanto riguarda gli altri problemi della programmazione. Non abbiamo però chiara percezione di quali siano i tempi di questo raccordo, perché, stante l'implicazione e la dimensione dei problemi da affrontare, questi tempi potrebbero risultare di un anno o più.
Vorrei quindi sapere come la Giunta intende comportarsi per i riflessi che tutto questo ha nei confronti della pianificazione operativa, cioè dell'aggregazione sovracomunale, della predisposizione di nuovi strumenti urbanistici e via dicendo.
Prendo atto con piacere che l'Assessore ha dichiarato che esiste la necessità di una fase interlocutoria rispetto agli stessi adempimenti della legge regionale sulla legge n. 10. Penso che questa fase di passaggio debba essere però utilizzata e recuperata dalla Regione per definire i contenuti della programmazione e della pianificazione sovracomunale; diversamente rischia di andare completamente a vuoto il disegno, di coinvolgere, in decisioni di pianificazione e di gestione, la collaborazione sovracomunale delle realtà locali. Questo problema ha riferimento con il discorso delle Comunità montane e dei relativi piani di sviluppo e raccordo con gli strumenti urbanistici, con il problema dei piani intercomunali e con gli stessi programmi di attuazione che a livello di alcune piccolissime realtà locali rischiano di essere privi di qualsiasi significato.
Ritengo quindi che la Giunta nella sua generalità, non solo l'Assessorato alla gestione urbanistica, debba prendere atto delle esigenze di dare contenuti di programmazione e di pianificazione, quindi di avviare il discorso dei piani territoriali di coordinamento a livello comprensoriale perché possa iniziare il processo di pianificazione, che diversamente rischia di essere eluso e rispetto al quale i tempi si collocano in termini talmente dilatati da rischiare l'assoluta non credibilità delle linee programmatiche illustrate.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Colombino: "Iniziative che la Giunta intende assumere in ordine alla vertenza occupazionale alla Lucas Filtri"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Colombino sulle "Iniziative che la Giunta intende assumere in ordine alla vertenza occupazionale alla Lucas-Filtri".
Risponde l'Assessore Alasia.



ALASIA Giovanni, Assessore ai problemi dei lavoro

L'Assessorato si è interessato della grave vicenda della Lucas-Filtri di Campiglione Fenile anche in seguito alla presentazione dell'interrogazione ed alle sollecitazioni del Presidente del Comprensorio di Pinerolo e delle organizzazioni sindacali.
La situazione si presenta in termini estremamente gravi in quanto la Lucas, azienda produttrice di filtri ad olio e ad aria che occupa circa 260 dipendenti, ha già alle spalle un periodo di Cassa integrazione guadagni ed ha inoltre chiesto il licenziamento di 76 lavoratori. L'azienda conserva ancora la vecchia ragione sociale della multinazionale inglese che però è uscita dalla composizione del pacchetto azionario quando deteneva la maggioranza. Oggi l'azienda è di proprietà del gruppo azionario italiano facente capo alla famiglia Maviola.
La situazione di crisi che si è venuta a creare all'interno dello stabilimento dipende in larga misura dalla situazione dell'auto, con delle punte più marcate per quel che riguarda la produzione del filtro, in quanto gli automobilisti considerano il filtro un accessorio più che un pezzo di ricambio.
Nel corso degli incontri che abbiamo avuto con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, del Consiglio di fabbrica, della Direzione generale dell'azienda, dell'Amma, del Presidente del Comprensorio, è emerso che a fronte di una produzione negli anni 1972-1973 di sette milioni e mezzo di pezzi, si è rapidamente passati a cinque milioni e mezzo e poi a quattro milioni e mezzo di pezzi negli ultimi 2 anni.
Nel corso degli incontri abbiamo sottolineato la particolare gravità della situazione occupazionale nella zona in cui si trova la Lucas ed abbiamo chiesto quanto meno un rinvio del provvedimento. Mi riferivo alla particolare gravità della zona in quanto, come i Consiglieri sanno, in questi anni, diverse fabbriche, come la Mazzonis, la Turati, la Bassotto la Magit, hanno chiuso.
Dobbiamo ricordare che l'azienda è sorta grazie all'intervento del capitale pubblico a tasso agevolato, tanto che avrebbe dovuto avere dimensioni ben maggiori di quelle attuali; si spiega quindi il vivo interesse delle Amministrazioni civiche della provincia e fuori.
Come ho già detto, abbiamo chiesto un rinvio del provvedimento e ci anche in considerazione di una affermazione esplicita dell' azienda in ordine ad un rilancio produttivo; in sostanza viene scartata la strada della chiusura totale e viene avanzato questo impegno, senza peraltro dice l'azienda - essere in grado di fare previsioni circa i tempi.
Nel corso dell'ultima riunione abbiamo cercato di abbozzare alcune ipotesi e di formulare alcune proposte che consentissero, almeno dal punto di vista della manodopera interessata, di attenuare il provvedimento; erano proposte abbozzate di mobilità, di possibili forme di prepensionamento extra-contrattuale.
Purtroppo nessuna di esse è stata accolta, nemmeno come momento di riflessione e di interruzione del provvedimento.
L'azienda e l'Amma hanno valutato le proposte da noi avanzate ed hanno concluso che non sono percorribili. Ci rifiutiamo di credere che in una zona dove sono presenti grandi stabilimenti non sia possibile trovare forme miste di mobilità extra-contrattuali o di mobilità interaziendale che assicurino lavoro a queste maestranze.
Abbiamo avuto più volte occasione di portare in discussione questi argomenti. In questo momento prendiamo atto che si continuano a fare formali omaggi alla mobilità: tutti convengono nei discorsi politici e teorici che questa è una scelta saggia e indispensabile in un'economia in crisi che deve riconvertirsi e deve ristrutturarsi, ma, alla prova dei fatti, dobbiamo constatare che la mobilità non c'è, che a fatica siamo riusciti a raggiungere soluzioni molto parziali e a contrattare solo alcune frange di mobilità. Ho ricordato in Consiglio la situazione della Cimat e della Limone, stiamo ora raggiungendo qualche risultato nei confronti di un'azienda di Grugliasco e della Viberti, chiusa la vertenza Fiat - forse in direzione di Carmagnola. Rimane però il rifiuto di principio ad accedere ad una contrattazione globale. E' un problema generale sul quale abbiamo avuto occasione di richiamare l'attenzione degli imprenditori. La questione merita un'attenta riflessione e un'iniziativa più generale, per non doverci trovare, nel giro di alcuni mesi, con un calo secco, un restringimento netto della base occupazionale nella nostra zona.
In merito alla Lucas voglio assicurare i Consiglieri interroganti che torneremo ad insistere anche in altre direzioni che in questo momento non vorrei ancora nominare in quanto, allo stato attuale delle cose, purtroppo abbiamo trovato posizioni di netto e rigido rifiuto a contrattare. La procedura è iniziata e fa il suo corso.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Come ho avuto modo di constatare in altre occasioni, devo dare atto dell'impegno personale e della cura con cui l'Assessore segue questi problemi; devo purtroppo osservare che l'azione ha ottenuto un totale insuccesso, come è stato ammesso dalle ultime parole dell'Assessore. Questo dispiace molto a tutti, proprio perché l'azienda aveva creato molte speranze nella popolazione locale e rappresentava uno sbocco importante per lo sviluppo e l'occupazione. Ora, a pochi anni dal suo avvio, la popolazione riceve questo colpo in testa che certamente provoca una situazione negativa generale in tutta la zona, con riferimento ad analoghi fatti recentemente avvenuti.
Quindi non posso che prendere atto di questa situazione con dispiacere e invitare l'Assessore e la Giunta a seguire la situazione, svolgendo tutte le azioni che si riterranno utili al fide di sbloccare la questione della Lucas nel migliore dei modi.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Zootecnia - Veterinaria

Interrogazione del Consigliere Chiabrando: "Stato di attuazione dell'intervento per la fecondazione artificiale del bestiame bovino"


PRESIDENTE

Si possono ora discutere alcune interrogazioni iscritte nell'ordine del giorno della precedente seduta. Vorrei però richiamare gli interroganti e gli Assessori che rispondono ad attenersi ai principi generali temporali in tema di interrogazioni.
Vi è una interrogazione del Consigliere Chiabrando "Stato di attuazione dell'intervento per la fecondazione artificiale del bestiame bovino".
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Questa interrogazione si compone di due parti. Per la parte informativa dirò che i capi inseminati negli anni '74, '75 e '76 risultano essere stati 211.650; la spesa sostenuta per l'acquisto del seme è di L. 660.317.000 l'importo pagato ai veterinari è di 1 miliardo 952 milioni, il tutto, come l'interrogante aveva chiesto, suddiviso per provincia e riferito ad ogni singolo anno.
Chiedo al collega Chiabrando di farmi grazia dei dati che mi riservo di passargli distinti in tabellina proprio per poter dedicare qualche minuto di più alla seconda parte dell'interrogazione e rimanere nei termini consentiti.
Per quanto riguarda la seconda parte dell' interrogazione sono grato al Consigliere Chiabrando che mi offre l'opportunità di dare questa informazione che può offrire occasione di meditazione per pervenire poi ad eventuali proposte per la modificazione di questo intervento. E' ancora prematuro esprimere un giudizio complessivo sui risultati di questo intervento in quanto dall'effettuazione del medesimo alla nascita conseguente decorre un certo lasso di tempo. Si può comunque affermare che sono emersi aspetti positivi, ma anche aspetti negativi, non sul tipo di intervento che credo di poter affermare essere senz'altro valido e positivo, quanto sulla sua attuale applicazione e sui risultati conseguiti specie per quanto concerne l'aspetto dell'infertilità nel quale constatiamo notevoli carenze.
Sulla base di un'indagine relativa a 3533 allevamenti sottoposti a prove di progenie e localizzati in 470 Comuni, la media di infertilità riscontrata al primo intervento e relativa al 5° ciclo su un numero di 14.846 bovine inseminate, è stata pari al 58,31% con punti di variabilità da veterinario a veterinario, da zona a zona e da toro a toro, con un numero di bovine inseminate superiore a 40, dal 40,54% al 18,71% e con un numero di bovine inferiore a 40 dal 18,18% al 100%.
In riferimento ai cicli precedenti l'infertilità riscontrata è in sensibile aumento: del 7,47% rispetto al 4° ciclo e del 6,94% rispetto al 2° e 3 °ciclo.
Questi dati relativi alle razze piemontese e frisona, anche se non possono essere completi, sono tuttavia indicativi della grave situazione in cui si trovano gli allevamenti del Piemonte nei riguardi dell'infertilità.
E' evidente che questo discorso va visto nel complesso di altri dati, di condizioni igieniche e non soltanto igieniche, tenendo presente che si tratta di stalle in cui in genere maggiori dovrebbero essere le condizioni igieniche del bestiame.
Più difficile è fare una valutazione sulla situazione sanitaria.
Comunque questi dati, non del tutto soddisfacenti, sono ulteriormente confermati da una ricerca effettuata dall'Istituto Zooprofilattico nella zona di Cherasco. Di qui emerge l'esigenza, non ancora formalizzata ma già prevista, di condurre una più ampia indagine da parte della Regione sull'infertilità bovina in Piemonte.
Per quanto concerne l'aspetto zootecnico e considerata una fertilità media del 50%, si può calcolare che per il 1975 a seguito della fecondazione artificiale siano nati 60.000/65.000 vitelli. Più difficile risulta tale valutazione per il 1974, anno in cui la legge ha operato solo limitatamente, e per il 1975 in quanto non siamo ancora in possesso dei dati definitivi.
Per quanto concerne il miglioramento massale, pur essendo prematuro esprimere un giudizio, i risultati si appaleserebbero positivi anche perch i soggetti impiegati per la produzione del seme sono sempre stati scelti oculatamente sulla base di adeguate valutazioni genetiche dei riproduttori.
Dai dati e dalle considerazioni esposte emerge comunque l'esigenza di procedere quanto prima ad un esame dell'intero servizio per decidere una completa ristrutturazione al fine di ottenere, attraverso il miglioramento delle prestazioni ed una più adeguata assistenza tecnica, risultati più adeguati ed anche una consistente riduzione della spesa.
In concreto propongo che questo problema sia affrontato non appena avremo approvato la legge per la regionalizzazione dell'Istituto Zooprofilattico, legge che, come è noto, prevede che all'interno di questo Istituto venga istituito un "Centro di produzione animale". Con questo strumento a disposizione e facendo perno su di esso, si tratterà di ripensare e di riorganizzare l'intero servizio nella convinzione che sarà possibile realizzare economie ed ottenere migliori risultati. La questione potrà avere un approfondimento in sede di Commissione per essere portata poi in discussione in Consiglio regionale nelle forme che più si riterranno opportune ed adeguate.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Vorrei chiedere all'Assessore che mi fornisca i dati scritti, perch non mi è stato possibile seguirli tutti ora. Come è già stato scritto nell'interrogazione è molto importante in campo agricolo migliorare il patrimonio bovino attraverso il risanamento. La fecondazione favorisce il risanamento, impedisce il propagarsi delle malattie, contribuisce quindi ad ottenere un aumento di fertilità con il miglioramento delle razze. Questi erano gli obiettivi che abbiamo anche indicato nella relazione alla legge di fronte alla spesa di 2 miliardi e mezzo (non so se ho fatto i conti giusti tra acquisto seme e prestazioni); cifra considerevole, ma mi pare che ci siamo limitati passivamente ad elargire contributi senza seguire in forma attiva l'esito di questa azione.
Quindi, secondo me, se non è stato fatto, bisogna avviare attivamente questa raccolta di dati, perché solo in questo modo si giustifica l'impegno della spesa. Non sono soltanto parole mie, ma sono osservazioni che raccolgo in giro tra gli esperti del settore. Invito la Giunta a farsi parte attiva non soltanto nell'elargire i contributi, ma anche nel raccoglierne i risultati. Certo non è facile, ma bisognerà intanto preparare una serie di moduli per la raccolta dei dati.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata discussa.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Iniziative che il Presidente intende assumere presso la Direzione provinciale del Tesoro affinch provveda alla definitiva conclusione delle pratiche di pensione per circa 160 ex dipendenti del Servizio Imposte di Consumo di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Iniziative che il Presidente intende assumere presso la Direzione provinciale del Tesoro affinché provveda alla definitiva conclusione delle pratiche di pensione per circa 160 ex dipendenti del Servizio Imposte di Consumo del Comune di Torino".
Risponde il Presidente della Giunta Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione presentata dal Consigliere Calsolaro tocca una materia che non è di competenza regionale. Ciò non di meno, vista la rilevanza del problema che interessa non solo i circa 160 ex dipendenti del Comune di Torino (in servizio all'Ufficio Imposte e Consumo), ma parecchi altri lavoratori che attendono ancora la definizione della loro posizione pensionistica, sono stati presi i necessari contatti con la Direzione provinciale del Tesoro.
Dalle informazioni assunte risulta che i ritardi nella definizione delle pensioni sono abbastanza generalizzati. Alla base di ciò - per ammissione dello stesso Direttore provinciale del Tesoro - vi è la mancanza di personale; risulta perciò impossibile procedere ad una rapida istruttoria delle pratiche.
In questa fase, che è di estremo disagio, la Direzione ha adottato criteri di priorità in base ai quali vengono in primo luogo definite le pratiche di pensione per quei lavoratori collocati a riposo senza la definizione di un acconto sul futuro importo della pensione.
Quali soluzioni al problema? Esisteva una proposta del Ministero per la riforma burocratica - già discussa in diverse sedi - volta a proporre comandi di personale da distaccare poi in via definitiva alle Direzioni del Tesoro.
Finora la proposta non ha avuto seguito.
Saranno necessarie perciò alcune sollecitazioni presso il Ministro del Tesoro affinché vengano esaminate le situazioni delle Direzioni provinciali del Tesoro al fine di sbloccare questa difficile situazione.
Dal canto suo la Giunta s'impegna a prospettare al Ministro questa situazione.



PRESIDENTE

Chiede la parola l'interrogante, Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio il Presidente della Giunta per la risposta precisa. Sono evidentemente insoddisfatto del comportamento del Ministero del Tesoro. Ci sono dei lavoratori in pensione che a distanza di tre anni non hanno ancora avuto la liquidazione definitiva. E' un fatto molto grave, da stigmatizzarsi. Sollecito quindi un intervento del Presidente della Giunta presso il Ministero per una soluzione che passa anche attraverso il comando di dipendenti di Enti locali.



PRESIDENTE

Vi è ancora un'interrogazione del Consigliere Colombino sulla situazione della Borsa torinese che però non è possibile discutere in quanto sono assenti sia il Consigliere interrogante, che l'Assessore.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo alla comunicazione del Presidente. Sono in congedo i Consiglieri Carazzoni, Castagnone Vaccarino, Lombardi, Franzi, Valetto Sanlorenzo. Il Presidente del Consiglio è stato colpito da una lieve indisposizione: gli formuliamo gli auguri di un pronto ristabilimento.


Argomento:

b) Presentazione proposta di legge


PRESIDENTE

E' stata presentata dai Consiglieri Bertorello, Chiabrando, Franzi Lombardi e Menozzi in data 3.3.1977 la proposta di legge n. 187 "Determinazione della distanza minima dai confini per piantare alberi di alto fusto".


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sui prossimi interventi della Regione a favore dell'occupazione giovanile


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

In questi giorni in cui il mondo giovanile risente maggiormente dei problemi della crisi e le inquietudini si fanno più forti ed evidenti, la Giunta ritiene di proporre alla vostra attenzione e meditazione un contributo alla soluzione del problema stesso.
Uno dei temi più gravi affrontato negli ultimi tempi, sia a livello nazionale sia a livello regionale, è quello inerente all'occupazione giovanile. Vi è una forte inquietudine nell'Università che ha radici in altri problemi, quali quello della riforma del diritto allo studio e quello inerente all'occupazione.
Si tratta di un tema che coinvolge migliaia di giovani in tutto il Paese e che va affrontato con rapidità ed ampiezza di interventi richiamando da parte di tutte le forze politiche il massimo impegno.
Tuttavia questo non è sufficiente essendo indispensabile il coinvolgimento di più vasti strati di forze economiche, produttive e sociali. Siamo consapevoli che per affrontare e risolvere questa materia è necessario intervenire in maniera non episodica o frammentaria, ma avviare degli organici processi di intervento, legati a precise scelte di programmazione.
Nei confronti del provvedimento nazionale inerente all'occupazione giovanile abbiamo avuto modo di dire, anche in questo Consiglio regionale che ritenevamo il provvedimento non organico, né sufficiente, in quanto ispirato ad una politica assistenziale.
In questo contesto emerge quindi l'esigenza immediata che la Regione operi scelte precise. Al proposito la Giunta regionale si è riunita per discutere un progetto di intervento in grado di coinvolgere non una piccola parte del mondo giovanile, ma circa 1500 giovani, avviando uno stretto rapporto con tutte le forze sociali interessate. E' una proposta diretta a coinvolgere non soltanto l'esecutivo, ma tutte le forze politiche, sociali ed economiche. Questo tipo di intervento coinvolgerà un'azione che richiederà un notevole impegno di spesa, oggi, non ancora precisamente quantificato.
Dalle prime discussioni emerse all'interno della Giunta sono state individuate come campi prioritari di intervento anche sulla base delle priorità individuate nel Piano regionale di sviluppo, i settori dell'industria, dell'agricoltura (forestazione) e della formazione professionale (centri storici, biblioteche, ecc.). E' emersa, in questi giorni, l'opportunità di avviare nell'ambito dell'informatica corsi di preparazione, campo questo che potrebbe rappresentare un momento di ulteriore sbocco nell'occupazione.
E' emersa altresì l'importanza, soprattutto per quanto attiene ai giovani con un livello di istruzione più elevato, dell'inserimento nel settore dei servizi.
Del resto la Regione Piemonte ha già avviato una serie di iniziative che possono consentire un inserimento qualificato di giovani nuove leve per l'occupazione. Sotto questo aspetto abbiamo già proposto alcune soluzioni nel Convegno.
Desidero al proposito ricordare la costituzione del Consorzio piemontese per il trattamento automatico dell'informazione, il Centro di informatica per tecnici ed operatori di macchine a controllo numerico e per la diffusione nel settore industriale delle nuove tecnologie dell'automazione, avviato in collaborazione con il Politecnico di Torino ed i centri di formazione professionale operanti ad Orbassano e a Biella.
Siamo consapevoli che un ruolo particolare dovranno avere tutte le forze operanti all'interno del Consiglio regionale per concretizzare e sviluppare le proposte qui indicate, che richiedono un ulteriore approfondimento, ma che rispondono ad una precisa scelta politica che la Giunta regionale intende fare per contribuire alla soluzione del problema diffuso anche nella Regione Piemonte, dell'occupazione o della disoccupazione giovanile; tema che, anche nella recente conferenza regionale, è stato sviluppato e dibattuto attraverso una serie di proposte e di iniziative che devono trovare uno sbocco all'interno del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Credo che questa mattina il Presidente della Giunta abbia fatte le sue comunicazioni sull'occupazione giovanile guardando ad un quadro futuro e rifacendosi agli avvenimenti drammatici che stanno avvenendo in tutta Italia, che hanno coinvolto anche Torino: siamo del parere che si debba intervenire nei modi a cui si riferiva il Presidente della Giunta e non con la pretesa di instaurare, sia pure a livelli molto alti, servizi d'ordine che non ci competono e che non competono alle istituzioni regionali.
La prospettiva che si apre è suggestiva e tutti ci facciamo carico di intervenire per arrivare a conclusioni felici. I numeri citati dal Presidente della Giunta credo che non rappresentino altro che un intervento di modesta portata.
Senza anticipare nulla, credo che dobbiamo fare una valutazione molto attenta su un altro settore di intervento, quello dell'ecologia. Sono convinto che se potessimo istituire dei battaglioni ecologici (mi si consenta l'espressione militaresca) costituiti da giovani che dedicassero una parte del loro tempo a ripulire il territorio da tutto ciò che lo uccide sul piano ecologico e che pertanto occuperebbero una parte del loro tempo con un chiaro indirizzo, attraverso l'istruzione professionale potremmo raddrizzare le storture di tipo universitario che si sono verificate. In questo senso si potrebbe operare a livelli numerici, laddove si può arrivare a quantificare anche l'intervento rappresentato dai sussidi di disoccupazione e da altri interventi collaterali che rappresentano collocazioni di denaro del tutto infruttifere. Senza anticipare i temi di un dibattito, credo che la Regione possa porsi queste finalità in termini concreti, nella misura in cui riuscirà ad allargare il discorso e ad investire un settore che non rappresenti soltanto un intervento campione un intervento limitato, ma possa consentire un avvio ad una quasi integrale soluzione del problema generalizzato della disoccupazione giovanile.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.



FERRERO Giovanni

Penso che la comunicazione del Presidente della Giunta, e la discussione che dovremo avviare in questa sede e svolgere in sedi più opportune, non parta da fatti di cronaca. L'atteggiamento che dobbiamo assumere nei confronti di questi fatti di cronaca non credo ci possa portare a definire, anche perché saremmo spinti dall'urgenza, a definire dicevo, una politica di un Ente come la Regione, che ha facoltà legislative e quindi deve muoversi in un più ampio quadro. Penso non si possa fare un'identificazione troppo stretta tra fatti e problemi universitari e fenomeni sociali, culturali, produttivi più complessi che stanno verificandosi. Voglio solo fare un esempio. Sono convinto che situazioni di malessere e crisi assai gravi esistono all'interno della scuola media superiore, la quale, forse ancor più che l'Università, data la diversa fascia di età a cui si rivolge, ha maturato nel suo seno elementi di disgregazione, di mancanza di prospettive estremamente preoccupanti soprattutto per una Regione che ha un ruolo importante nell'attività produttiva del Paese. In sostanza esistono problemi di tipo ideale culturale, che solo in parte possiamo affrontare come Regione Piemonte.
A partire da tutto questo complesso di problemi, che non è legato alla contingenza, esiste la necessità di individuare - e questo è il ruolo dello Stato, del Governo e del Parlamento, ma anche della Regione per le sue funzioni di programmazione e legislative - un nucleo centrale, un progetto un insieme di iniziative che vedano l'autonomia delle forze politiche e sociali, ma che si pongano come punto di riferimento per combattere fenomeni di questa gravità. Credo che questo sia indispensabile anche per coerenza con il dibattito del Piano regionale su cui mi pare ci sia stata ampia unità all'interno del Consiglio. Nessuno di noi è d'accordo che da questa situazione di difficoltà, di crisi, di carenza di valori, si esca a scapito del Mezzogiorno, quindi senza individuare per la nostra Regione un ruolo e una collocazione anche sui temi dell'occupazione che la rendano specifica e il cui sviluppo non sia immediatamente contradditorio con quel discorso dell'occupazione che deve essere fatto su scala nazionale. Poich i fenomeni di disgregazione, di difficoltà e di carenza di valori non vanno individuati solo in fatti o questioni universitarie, ma sono diffusi all'interno delle giovani generazioni, giustamente nell'esposizione molto sintetica del Presidente della Giunta si mette in rilievo che si tratta innanzitutto di organizzare, con un'impostazione unitaria, gli interventi e le iniziative della Regione Piemonte. Il rapporto con quei settori legati alla produzione e alla cultura, che quindi raccolgono la specificità industriale e culturale della Regione, ha prodotto iniziative che sinora si sono presentate, anche all'interno del dibattito del Consiglio, e quindi a maggior ragione nella consapevolezza dei cittadini al di fuori di questo Consiglio, come fatti episodici, come fatti singoli. Deve essere fatto uno sforzo di coordinamento ed anche per individuare iniziative nuove, partendo dal settore dei servizi sociali, e riconvertendo una parte consistente della spesa ordinaria di bilancio per definire iniziative, in rapporto con l'Università, con il Consorzio per il Centro di Calcolo, con i centri di formazione professionale, in ordine ai problemi dell'assetto del territorio, dell'ecologia, dell'agricoltura; un insieme quindi di iniziative che marchino chiaramente una coerenza rispetto all'ipotesi programmatoria. Quindi l'ipotesi programmatoria deve essere un progetto di rilancio nei settori in cui la Regione può intervenire pur nella debolezza delle forze. Dobbiamo essere molto attenti e molto fermi nel respingere la tendenza indiscriminata alle forme assistenziali. Una crisi di valori e strutturale di questa dimensione, richiede alla Regione, in quanto Ente legislativo, la definizione di iniziative, magari modeste, ma che non siano soltanto la somma di erogazioni temporanee di sussistenza. Un tale meccanismo, invece, renderebbe ancor più difficile a tutti individuare la strada principale per offrire uno sbocco alle spinte e alle tensioni irrazionali esistenti e che non riteniamo essere condivisibili, anzi in certi casi da combattere con la massima decisione. Occorre un'impostazione che raccolga quanto è stato fatto e quanto deve ancora essere realizzato nei settori di competenza della Regione per finalizzarlo in modo chiaro al rilancio di un'occupazione qualificata a livello di scuole medie superiori ed a livello universitario, anche con iniziative collaterali di formazione professionale.
Tale ragionamento non può che affrontare sostanzialmente i tre temi fondamentali qui posti. Voglio riassumerli: un primo grande tema è quello delle campagne; in questo settore due questioni emergono con forza: l'assetto idrogeologico e la sistemazione del territorio. In questo settore troppo si spende in termini riparatori troppo poco si investe con consapevolezza e preveggenza. Non voglio entrare in dettagli tecnici; è comunque un tema che sovente ci siamo trovati a trattare.
La seconda questione concerne l'adeguamento delle colture alle caratteristiche dei terreni. In sostanza mi pare sia utile l'introduzione di elementi di conoscenza per rafforzare la capacità da parte degli operatori singoli di utilizzare nella misura migliore ciò che possono cogliere dal miglioramento delle conoscenze in generale. Questo aspetto nel nostro Paese, non ha trovato adeguata diffusione.
Terzo tema: i problemi legati all'industria: nuove tecnologie nell'elettronica e nella chimica, nelle industrie meccaniche. Questo è un altro terreno importante di qualificazione per i giovani e per il nostro apparato produttivo.
Esiste anche un altro tema, a volte sottovalutato, ma che ha un ruolo importante in una società che cambia radicalmente di volto, che non vede più la produzione soltanto legata strettamente al numero di operai occupati, pur nella difesa ferma dell'occupazione, che vede il processo produttivo come fatto sociale sempre più complesso: la didattica e la diffusione efficace di strumenti di informazione e la ricerca di base in senso generale. Attorno a tale proposta, che verte su settori di questa portata, con iniziative sicuramente non risolutive perché il ruolo della Regione non è tale da poter risolvere queste cose, possono aggregarsi in modo corretto altre proposte da parte di Enti locali o di altri Enti. Così come nella nostra realtà qualunque iniziativa degli Enti pubblici ha senso se si collega con le forze della produzione e del lavoro con le risorse disponibili, in larga parte ancora concentrate al di fuori degli Enti locali, e la Finanziaria ne è un esempio. Una proposta di questo genere deve trovare contatti, specificazioni, quindi consensi e contributi attivi da parte di settori vitali interessati a proporre il rilancio e la ripresa.
A maggior ragione all'interno delle forze politiche del Consiglio regionale ci deve essere su queste tematiche un dibattito e una discussione seria e se mi passate il termine, in qualche misura scientifica; in sostanza una discussione che si proponga il compito di individuare i temi fondamentali attorno cui aggregare questa iniziativa. A titolo di esempio, ne ho individuato uno: la caratteristica produttiva e non assistenziale. Altri possono essere i temi che si ritengono qualificanti per un'iniziativa della Regione Piemonte, attorno ai quali lavorare, avere contatti e fornire al Consiglio indicazioni, proposte che abbiano carattere operativo, a tempi brevi.
Ho l'impressione che si possa compiere un primo passo, cioè quello della riorganizzazione di quanto esiste e di quanto è in programma, una fase quindi indispensabile per arrivare a questa soglia, per dare la risposta che i giovani si aspettano da parte di un Ente, non solo amministrativo, ma legislativo, che si propone come elemento decentrato dello Stato.
In altre sedi si potranno chiarire con maggiore puntualità questi aspetti, meglio di quanto non si possa fare in un discorso improvvisato su tematiche di questa complessità.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

La comunicazione del Presidente della Giunta richiede una risposta puntuale, ma sento addirittura il pudore di inoltrarmi nella trattazione di una tematica così impegnativa, seria, grave, a braccio, e solo sull'onda di una risposta improvvisata.
Il Presidente della Giunta, con la sua sensibilità, ha ritenuto di far riferimento alla condizione giovanile in generale, piuttosto che a situazioni particolari, specifiche e drammatiche. Anch'io non considererei queste come l'elemento determinante del nostro impegno, perché sarei istintivamente portato a sottolineare di più l'atteggiamento di quelle vastissime maggioranze di giovani che soffrono con amarezza, che ricercano con fantasia una soluzione; che non aggiungono problemi supplementari a quelli esistenti per trovare degli sbocchi, l'accesso alla vita, al lavoro alla partecipazione e all'impegno della comunità nazionale.
Il Presidente ha ricordato l'altro elemento che ha richiamato la Giunta a soffermarsi su questo tema: la formazione del progetto nazionale con la previsione di misure per l'occupazione giovanile. Ha espresso la volontà della Regione di raccordarsi, e non di contrapporsi, e di aggiungere la propria azione perché l'iniziativa che giustamente impegna le forze dello Stato, abbia il massimo successo. Infine, ha fatto un appello alle forze politiche dicendo che questo non è un compito che può essere riservato solo all'esecutivo, alla Giunta, ma occorre la partecipazione, l'impegno ed il confronto con tutte le forze politiche. Rispondo subito che questo appello trova una risposta, giustamente collegata e articolata, ma che occorre riuscire insieme a coinvolgere tutte le forze economiche, sociali e culturali, sensibilizzando i vari momenti della vita sociale per formulare delle risposte precise. Sono anch'io d'accordo che una risposta che sia parziale, che sia solo una prova di buona volontà, che finisca per esaurirsi in se stessa, che non dia la prova che si guardi a lungo, che si mettano le basi per rimuovere dal fondo le cause che continuamente alimentano questa situazione, finirebbe per essere deludente, sarebbe meritoria lì per lì, darebbe prova di una sensibilità contingente, ma non darebbe risposte valide all'impegno politico di fondo.
Abbiamo testé concluso un interessante e importante dibattito sul Piano di sviluppo; abbiamo fatto seguito immediatamente con delle articolazioni per riesaminare e rielaborare analiticamente, con tutta la rapidità consentita da un buon lavoro, il quadro della situazione regionale cui raccordare progetti e programmi di settore che la Giunta ha l'onere di proporre, che siano però rapidamente raccordabili; ebbene, da questo appello e da questo primo abbozzo di dibattito venga una sollecitazione alla sottocommissione, che è già investita e sta per impegnarsi in questo tema, a centrare con particolare attenzione il proprio lavoro e la sollecitazione di commesse e di raccolta di elementi e di dati supplementari con riferimento a questa tematica drammatica.
Il problema dell'occupazione giovanile, sia pure nei limiti delle competenze, dei mezzi e delle iniziative della Regione, faccia parte di quel quadro di progetti speciali e particolari, costituisca un momento, un elemento da raccordarsi a questi. E' ovvio che nelle sedi istituzionali che abbiamo scelto, con le modalità che abbiamo identificato e con ogni altra modalità che sia efficace al raggiungimento dei fini, la nostra politica è disponibile ed avverte tutta la gravità del momento e la necessità di non trastullarsi in accademia, ma di passare ai fatti e alle realizzazioni.
Desidero solo fare un accenno, non parlo di settori. Ho l'impressione che uno dei drammi maggiori per i giovani, sia costituito dal fatto che esistono delle occasioni di lavoro che non possono essere raccolte perché i giovani sono sostanzialmente handicappati, perché non sono in condizione di accedere a certi lavori.
Il Consigliere Cardinali ci segnalava, e se ne parla spesso l'opportunità di impegnare vaste schiere di giovani nel settore dell'ecologia. Ma sapete che i giovani di oggi non sono capaci di tenere un badile in mano? Sapete che non sanno tenere in mano un potatoio o un falcetto? Sapete che per imparare ad usare il badile o la vanga occorre tanto tempo forse quanto occorre ad imparare una lingua? Una delle ragioni del non accesso all'agricoltura sta proprio in questo, nell'estrema difficoltà di applicare delle tecniche che sono state svalutate per una forma di distruzione di valori e di culture. Qui si parla di formazione professionale, e non in termini accademici; da questo profilo scendiamo dall'albero e veniamo alle cose concrete.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Alberton. Ne ha facoltà.



ALBERTON Ezio

Sarò breve perché l'intervento del Consigliere Bianchi ha illustrato con tutta chiarezza la posizione del nostro Gruppo. Desidero semplicemente aggiungere alcune considerazioni all'interno di un dibattito molto limitato, che non può assolutamente avere la pretesa di esaurire il tema.
Il Presidente ha detto che ci inseriamo all'interno di un progetto nazionale; esso ha ricevuto tante critiche, rimane ad oggi l'unico atto di coraggio che si è potuto rilevare su un fronte così difficile; atto coraggioso, perché si è fatto carico della difficoltà intrinseca del problema e ha cercato di dare delle risposte che bilanciassero i diversi aspetti del problema.
Ci muoviamo con la consapevolezza che un allargamento della base quantitativa dell'occupazione giovanile non può che avvenire all'interno di una ripresa generalizzata del nostro sistema. Credo che, a carico nostro debbano esserci di più i riferimenti relativi ad un allargamento, ad un impegno per una base occupazionale qualitativamente caratterizzata. Ho presenti quelli che possono essere gli impegni più specifici di cui pu farsi carico l'Ente pubblico e la Regione in particolare.
Gli accenni fatti dal Consigliere Bianchi sulla necessità di inserire i nostri interventi nel quadro di lungo respiro che non fornisca illusioni a nessuno, all'interno di un discorso programmatorio complessivo, non possono essere assunti se non nel miglioramento della produttività del sistema: dobbiamo trovare cioè la maniera di impegnare delle risorse umane dentro il concetto di un "investimento". In questo senso allora i progetti che dovremo elaborare dovranno essere progetti molto precisi, definiti, dei quali si sia capaci di valutare la redditività; diversamente rischieremo senza volerlo, di cadere nelle forme assistenziali di cui si è parlato. Di qui la necessità di stare molto attenti nell' interpretare le forme di intervento quando si indirizzassero nel sistema pubblico che in gran parte è impegnato nei servizi; esse debbono essere intese più come investimento per migliorare nel tempo la produttività dei servizi, che non come allargamento della base di erogazione dei servizi medesimi; infatti non possiamo dimenticarci che contemporaneamente ci muoviamo stretti da interventi governativi riconosciuti pur validi, quali il contenimento della spesa pubblica, blocco delle assunzioni del personale a livello nazionale e periferico. Quindi gli interventi non potranno e non dovranno avere altro significato che quello di impegnare risorse per lo più intellettuali per fare in modo che il sistema pubblico nel suo divenire possa migliorare la propria produttività contribuendo ad una ripresa che consenta di allargare in termini più significativi la base produttiva nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bellomo. Ne ha facoltà.



BELLOMO Emilio

Mi ha colpito la frase terminale dell'intervento del collega Bianchi: usare un badile non è cosa di poco conto. Questo è verissimo; io che vengo dalla campagna ammetto che l'arte di usare il badile non è facile nemmeno per un nerboruto: bisogna imparare cioè, ad usare il badile allo scopo di facilitare il progresso e lo sviluppo sociale. Ci si dovrebbe per domandare: "a cosa serve il badile in agricoltura oggi? " Il badile nel settore agricolo non c'é più. Mentre negli anni '30-'40 era di moda il mandolinismo, negli anni '60-'70 abbiamo fatto gli ingegneri; appartengo a una delle famiglie che ha in casa un disoccupato, che ha questo gravame economico e sociale per il quale cerco invano da mesi un'occupazione che ben difficilmente si trova anche per il tipo di specializzazione: ha imparato formule, anziché usare il badile. Dove, un tempo, in campagna c'era la necessità di dieci badili, adesso, è sufficiente un semovente con un operatore. Si tratta, secondo me, di dare atto alla Giunta che questo tentativo è certamente nobile, che un contributo; da qualsiasi sede istituzionale venga, anche se risolve parzialmente il problema, è da accettare a braccia aperte.
Si tratta anche di evitare che i ragazzi che abbiamo imbottito di formule, anziché di conoscenze manuali, non usino le formule per preparare quei pacchetti che ogni tanto scoppiettano sotto i portici delle città italiane. Questo è il vero dramma della situazione, che vede i giovani delusi e amareggiati contro il potere pubblico, di cui siamo una rappresentanza, anche se modesta.
Proviamo quindi a portare avanti questo discorso innestandolo in quello più ampio del Ministro Tina Anselmi. Sarà certamente un contributo alla soluzione del problema, per modesto che possa essere il risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

In primo luogo si deve concordare su quanto hanno detto i colleghi cioè che le comunicazioni del Presidente sono di portata tale da giustificare una riflessione e quindi una risposta più esauriente in altra sede e, se non in altra sede, in altra occasione.
Cogliendo dagli interventi dei colleghi i fatti più evidenti, mi pare si stia sfuggendo ad un fatto di carattere eccezionale, richiamato alla fide del suo intervento dal collega Bellomo. Siamo tutti d'accordo che assunto il disegno programmatorio come metodo di governo e di lavoro della Regione e delle Commissioni del Consiglio, bisogna essere coerenti con questo indirizzo; è abbastanza giusto che in questa sede vadano ritrovati gli sbocchi di questa situazione; e certamente incontrovertibile quanto ci dice Alberton, che il nostro preciso dovere a livello regionale, come ci auguriamo che faccia lo Stato a livello di competenza, è di andare ad un riequilibrio dei settori utilizzando come cartina di tornasole il criterio della produttività, non in termini economici in senso stretto, ma nel senso più ampio. Il discorso del collega, però, centrato sul binario obbligato di una logica stringente, corre contro la realtà della disoccupazione giovanile intellettuale che è difficilmente recuperabile in un disegno così organico e di tempi lunghi.
Se è vero che attraverso la qualificazione professionale abbiamo la possibilità di prevedere e di organizzare la risorsa umana nel sistema produttivo dei servizi in generale, mi pare che si debba avere il coraggio di sopportare una "cassa integrazione" dei disoccupati giovanili, così come d'altra parte avviene nei settori pubblici. Nessuno di noi si è chiesto per esempio, se non sarebbe il caso, anziché tenere degli impiegati sottoccupati o sotto-qualificati, nel settore pubblico, di mandarli in cassa integrazione. E' chiaro che il settore pubblico oggi è in situazione di non produttività, mentre dietro ad una non produttività nel settore privato normalmente vi è la cassa integrazione. Nel settore pubblico invece non succede niente. I 160 mila studenti di Roma e le decine e decine di migliaia di studenti di Torino, ai quali abbiamo detto che bisogna riportare l'ordine democratico e repubblicano, chiedono che cosa faremo in tempi brevi, immediati. Quindi, se siamo tutti d'accordo che l'Università sarà il tempo della cultura equilibrata secondo le esigenze del Paese in termini di professioni e di attività specifiche, è evidente che questo non potrà essere fatto a tempi brevi; ci sembra un po' difficile riciclare le attività, dall'elettronica al badile, da un giorno all'altro (non per fare dell'umorismo a carico del collega Bianchi).
Il disegno programmatorio nazionale logico che ci vanno illustrando i colleghi, è certamente da accettare, però da parte della collettività ci vuole uno sforzo eccezionale in relazione ad una situazione eccezionale come molto bonariamente ricordava Bellomo. Il discorso nei confronti dei 160 mila studenti, il discorso della razionalità e della programmazione a lungo termine, del recupero della produttività, ed anche delle risorse umane, sono giustissimi. Di questi 160 mila studenti, però, cosa ne facciamo? Purtroppo la collettività regionale e la collettività nazionale nel loro complesso dovranno pagare il prezzo delle tante diseconomie create nel passato; abbiamo l'Egam, abbiamo molti settori parassitari. I 160 mila studenti dovranno passare attraverso momenti - mi scusi, Alberton - non di razionalizzazione e non di produttività all'estremo: si tratterà di andare a recuperare la fascia ecologica, come certi valori ambientali, musei da ripristinare, ricerche da fare in cantina.



ALBERTON Ezio

Può essere un investimento anche questo.



MARCHINI Sergio

D'accordo, però visto che nessuno di noi fa della demagogia e che non è pensabile che la città di Roma continui ad avere 160 mila disoccupati qualificati in area di parcheggio, poiché la situazione è di carattere eccezionale e evidentemente richiede anche interventi finanziari di carattere eccezionale, in una certa misura forse fuori dalla logica di produttività e di programmazione a lungo termine, bisognerà quindi ragionare in termini di eccezionalità. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Nelle comunicazioni del Presidente e negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, è stata osservata la sensibilità e l'opportunità di fronte al problema dei giovani. Il termine opportunità può anche scadere in opportunismo, nel senso che ad un certo problema si dia una risposta in termini di dichiarazione di volontà politica, mentre emerge la volontà che questo momento di opportunità diventi un termine di seconda attività. E' stata riconosciuta la conseguenza a cui si arriva oggi di fronte al continuo restringimento della base produttiva che il Paese sta conoscendo drammaticamente per le scelte errate compiute nel passato. Le parole dette da tutti i colleghi esprimono la necessità di una pausa di riflessione sui nodi che si sono evidenziati in occasione del dibattito sul Piano di sviluppo, chiariti i quali occorre un rapido approfondimento per stabilire chi è a favore e chi non lo è; fintanto che denunciamo certi tipi di problemi senza entrare nel profondo degli stessi e parliamo di recupero di produttività senza decidere quali mutamenti e quali tipi di sacrifici devono essere imposti e a quali categorie e classi,il discorso rimane in concreto; ognuno è portatore di un certo tipo di disegno che nella realtà è difficile tradurre e sono in contrasto i giochi delle forze politiche.
A parte il riferimento fatto dal collega Bianchi, sulla necessità di studi ed approfondimenti, di ricerca di nuovi dati, voglio sollecitare e sottolineare l'importanza che questa dichiarazione, questa nostra volontà di confronto costruttivo non deve essere soltanto fatta dalle forze culturali scientificamente preparate a dare alle forze politiche gli elementi in base ai quali possano decidere, ma deve coinvolgere tutta la realtà regionale, le forze sociali e le forze economiche. E' opportuna una posizione costruttiva da parte del mondo degli imprenditori, dei sindacati delle forze economiche che operano nei settori spontanei di economia di mercato, quali il mondo artigianale, settori che, se non hanno precise risposte, chiare indicazioni, non di assistenzialismo, ma di costruzione di metodi che possano consentire il loro espandersi, conoscerebbero immediatamente ulteriori fasi di recessione. L'appello e la portata delle dichiarazioni del Presidente della Giunta hanno un significato nella misura in cui riusciamo, attraverso le sedi già individuate, a coinvolgere su questo tema tutte le forze, indipendentemente dai recuperi dei valori culturali, della maggiore e migliore organizzazione e utilizzazione delle risorse culturali, settori anche questi produttivi nei termini di un possesso a più lungo respiro.
Coinvolgimento di tutte le forze non soltanto come idee, come suggerimento, ma anche come disponibilità finanziarie e come mezzi che esistono nella realtà economica e sociale del Paese: credo che le dichiarazioni del Presidente della Giunta esprimessero non soltanto il tentativo di coinvolgere le forze politiche, ma la realtà che nelle forze politiche può trovare alcune indicazioni, alcune precise chiarificazioni ideologiche e di interessi, perché le trova coinvolte direttamente come protagoniste nell'accertamento, nella verifica e nell'individuazione dei beni nei settori dove è possibile intervenire.



PRESIDENTE

Non vi sono più iscritti a parlare. Ha chiesto la parola per la replica il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, la proposta della Giunta non intendeva offrire un quadro definitivo di soluzione, ma intendeva evidenziarlo e dare modo al Consiglio di stabilire tempi, modi, ambiti e sedi per formulare le proposte più opportune.
Abbiamo puntato su due o tre elementi che sono stati .anche evidenziati negli interventi, specie in quello del collega Bianchi cioè che questa proposta non ha un carattere assistenziale che si raccorda in un quadro nazionale perché le risorse non elevate della legge del Ministro Anselmi non siano perdute, ma siano raccordate, anche se limitate. Si parlava di 400 miliardi, oggi si propongono circa 1.000 miliardi ed è necessario quindi un raccordo perché tutto ciò serva a dare un'effettiva qualificazione e uno sbocco occupazionale.
Si tratta ora di definire questo quadro dal punto di vista del metodo.
Il mio intervento e la brevissima replica sono soltanto diretti a questo: studiare il modo serio con cui andare incontro al problema. Abbiamo proposto una soluzione che potrebbe apparire riduttiva e giustamente il Consigliere Cardinali l'ha anche rilevato proponendo un termine che l'Assessore Fonio, non presente quando è stato detto apprezzerà certamente: "I battaglioni ecologici". Egli, avvertito da me, ha fatto subito grida di gioia perché il fatto di essere comandante di battaglioni ecologici lo ha rallegrato e rallegra anche tutti noi! Ma al di là di questa formulazione che non è fantasiosa perché trova riscontro nella realtà di ogni giorno - ringrazio il Consigliere Cardinali di averla evidenziata - si tratta di stabilire come ci raccordiamo.
Inviterei il Presidente del Consiglio a riunire i Capigruppo per dare l'avvio a tale problema attraverso un'elaborazione che la Giunta si impegna di sottoporre nelle prossime settimane.
Mi pare di aver colto negli interventi di tutti che è essenzialmente necessario un progetto. Questa è stata pure l'opinione dei sindacati in un incontro avuto con il Ministro del Lavoro on. Tina Anselmi. I sindacati ritengono che l'allargamento della base produttiva sia necessario, ma che occorra sorreggerlo, nella situazione attuale, con un progetto specificamente diretto alla qualificazione del mondo giovanile e all'inserimento dei giovani nel mondo produttivo.
Pertanto la Giunta chiede al Presidente del Consiglio la convocazione dei Capigruppo per una discussione su questo argomento in modo da concordare la prosecuzione dell'iter che oggi si è iniziato.



PRESIDENTE

La riunione dei Capigruppo si terrà la prossima settimana. Si potranno concordare con la Giunta le modalità ed i termini della successiva discussione.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame ordine del giorno sul piano regionale dei trasporti


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno: "Esame dell'ordine del giorno sul piano regionale dei trasporti", che vi leggo: "Il Consiglio regionale visto il documento "Osservazioni in merito alla proposta delle Ferrovie dello Stato di Piano poliennale di sviluppo della rete" presentato dalla Giunta regionale ed il documento "Indicazioni delle Regioni per la formazione del Piano poliennale delle Ferrovie dello Stato", esaminati presso la competente Commissione sentite le dichiarazioni dell'Assessore competente ed il successivo dibattito "concorde con il ritenere il sistema ferroviario la struttura portante di un sistema integrato ed unitario dei trasporti a livello nazionale e regionale sottolineato che le 'osservazioni' alla proposta di Piano poliennale delle Ferrovie dello Stato sono formulate in assenza di un quadro generale di riferimento per la costruzione di un sistema unitario dei trasporti e che le indicazioni di priorità - in quanto costituiscono un parere sulle proposte formulate dalle Ferrovie dello Stato - richiedono ulteriori verifiche in sede di valutazione degli studi per il Piano regionale dei trasporti e per il Piano territoriale di coordinamento dell'area metropolitana preso atto degli impegni assunti in Consiglio dalla Giunta sui tempi e sulle modalità di predisposizione del Piano regionale del trasporti si esprime in senso favorevole alla trasmissione del parere predisposto dalla Giunta unitamente al resoconto del dibattito consiliare.
Il Consiglio regionale nel contempo auspica: 1) che venga adottato da parte del Parlamento e del Ministero dei trasporti il metodo di una continua consultazione delle Regioni in ordine alla proposta di piano presentata dalle Ferrovie dello Stato e alle sue articolazioni, non solo negli indirizzi generali, ma anche nel merito delle singole scelte ed in particolare per il programma integrativo 2) che il piano nazionale generale dei trasporti che deve emergere per ora come sommatoria di piani settoriali e di piani regionali, dia la priorità a quel potenziamento diffuso e articolato, al servizio delle aree metropolitane e comprensoriali come richiesto dalla Regione 3) che il piano regionale dei trasporti, nella sua parte ferroviaria; venga al più presto elaborato, in collaborazione con le forze di programmazione locali e comprensoriali, discusso ed approvato, con lo scopo di fornire un quadro preciso di scelte e di interventi da portare avanti presso il Ministero dei trasporti e l' Azienda Ferrovie dello Stato e ove possibile con iniziative autonome 4) che la Regione Piemonte promuova un incontro con le Regioni Liguria e Lombardia al fine di verificare le forme di collaborazione per quanto riguarda le relazioni interregionali ed internazionali." Vi sono osservazioni? Chiede la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Il documento, così com'è stato formulato dalla Giunta, ci trova consenzienti sui principi generali, soprattutto per il riferimento al documento concordato fra le Regioni. Negli interventi susseguenti alla discussione in Consiglio regionale avevamo però espresso alcuni rilievi critici relativi al documento di commento della Giunta regionale. In considerazione quindi delle posizioni assunte, riteniamo di dover esprimere un giudizio articolato: di approvazione, per quanto attiene agli aspetti generali, e di astensione, per quanto attiene al documento specifico presentato dalla Giunta regionale. Nell'ordine del giorno si fa riferimento al documento come espressione della Giunta o di maggioranza e non come espressione unanime del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Si chiede quindi la votazione a periodi separati. Non comprendo come si possa fare.



PICCO Giovanni

Chiedo una votazione dell'ordine del giorno nel suo complesso. Faccio però presente che c'é una posizione critica sul documento della Giunta che comporta un'astensione per quanto riguarda la parte iniziale, che fa riferimento al documento predisposto dalla Giunta. Questa era la posizione che il nostro Gruppo aveva assunto. Non ero presente all'ultima seduta del Consiglio regionale di giovedì scorso, ma sono stato informato degli accordi intercorsi tra l'Assessore ed alcuni colleghi che però non vedo presenti. Comunque riconfermo, a nome del Capogruppo, che la posizione della Democrazia Cristiana è quella testé enunciata.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola. Pongo in votazione l'ordine del giorno per alzata di mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità pur con le riserve che il Consigliere Picco ha ritenuto di fare.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame dell'ordine del giorno relativo all'applicazione della legge nazionale 13/6/1976, n. 319 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto dell'ordine del giorno: "Esame dell'ordine del giorno relativo all'applicazione della legge nazionale 13/6/1976, n. 319 'Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento".
Vi dò lettura dell'ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte dopo avere provveduto all'adeguamento delle leggi regionali 8 novembre 1974, n. 32 'Provvedimenti per la depurazione delle acque: disciplina degli scarichi delle attività produttive' e 29 aprile 1975 n. 23 'Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo Piano regionale' alla legge nazionale 13/6/1976, n. 319 'Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento' fa presente al Governo ed al Parlamento nazionale che le condizioni finanziarie della Regione, delle Province e dei Comuni piemontesi non consentono di adempiere ai giusti impegni previsti dalla già citata legge n. 319 sollecita ed impegna il Governo nazionale a reperire i finanziamenti necessari alla sua attuazione, al fine di evitare che una buona legge possa rimanere pericolosamente inapplicata o trasformarsi in una legge ingiusta." Chiede la parola il Consigliere Oberto. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Soltanto per una precisazione. Leggo qui che è indicata la data del 13/6/1976. Non si tratta invece della legge del 10 maggio 1976?



PRESIDENTE

Vedo che altri Consiglieri richiedono la parola, nel frattempo faremo questo accertamento. La parola al Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Mi spiace che il Presidente abbia letto il testo dell'ordine del giorno, perché avrei voluto, a nome del Gruppo, porre una pregiudiziale: cioè di verificare la possibilità, nell'ambito della II Commissione, di trovare una formulazione comune su questo ordine del giorno. Chiedo quindi che la II Commissione, nella stessa mattinata, oppure quando il Presidente lo riterrà opportuno, venga convocata, perché sia possibile pervenire ad una votazione di accordo o di disaccordo se, al limite, non fosse possibile concordare il testo dell'ordine del giorno.
A suo tempo sono già stati posti i punti che giustificano tale nostra richiesta, che concernono il richiamo agli impegni che devono vedere presente, nell'attuazione della legge, la Giunta regionale, una specificazione diversa dall'articolato, relativa ad impegni che vengono sollecitati al Governo. Per questo motivo chiedo la sospensione della votazione e il rinvio all'esame della II Commissione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bono, ne ha facoltà.



BONO Sereno

Desidero solo dichiarare che non ho assolutamente nulla in contrario a che l'ordine del giorno ritorni in Commissione. Il documento, firmato da me e da Calsolaro, è stato presentato e distribuito ai Consiglieri qualche mese fa, e non abbiamo finora avuto risposta. La legge Merli impone alla Regione e ai Comuni, tutta una serie di oneri che non sono coperti dal necessario intervento finanziario.
In relazione a questo ordine del giorno, vi è la posizione unitaria di tutte le Regioni.



PRESIDENTE

L'approvazione di questo ordine del giorno è temporaneamente sospesa verrà discusso in una successiva seduta.


Argomento: Nomine

PRESIDENTE


PRESIDENTE

Il punto sesto all'ordine del giorno reca: "Nomine". Vi sono delle comunicazioni? La parola al Capogruppo della Democrazia Cristiana, Bianchi.



BIANCHI Adriano

Siamo pronti per tutte le nomine, tranne per la Finanziaria.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi, ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Chiedo di procedere alle nomine per le quali ci siamo dichiarati pronti, riservandoci, al momento delle votazioni per la Finanziaria, di sospendere i lavori per poterne ancora discutere.



PRESIDENTE

Per le nomine di cui ai punti 6/a e 6/b, il Gruppo socialista dichiara di non essere pronto. Per quanto riguarda il punto 6/c, cioè la sostituzione del signor Carlo Liveriero da membro supplente della Sezione decentrata del CO.RE.CO. di Torino, il Gruppo socialista designa il nominativo del signor Fedele Lombardo.
Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 ha riportato voti: Fedele Lombardo n. 27 schede bianche n. 4 schede nulle n. 3 Il signor Fedele Lombardo è pertanto eletto membro supplente del CO.RE.CO.
Sezione di Torino.
Al punto 6/d vi è la nomina del Comitato misto paritetico Regione Autorità militari sulla nuova regolamentazione delle Servitù militari. I nomi indicati sono quelli di: Sergio Clerico, Isacco Nahoum, Cornaglia Enrico, Coppo Riccardo, Ortensia Dario, Cesare Volpiano come effettivi, e Francesco Goia, Luciano Manzi, Picco, Colombino, Turello, Ernesto Rumiano come supplenti.
Chiede la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Questi accordi che vengono fatti mentre ci si preoccupa di cose più serie non li capisco proprio, si danno per scontati degli accordi in previsione di altri. Come sempre succede per il mio partito, anche in questo caso si farà la sottrazione e, se risulterà un posto vuoto, proporr il nostro nominativo. Comunque non è un modo serio di procedere, perch nelle riunioni dei Capigruppo ognuno si preoccupa della Finanziaria o di altri Enti con l'intesa che poi si raggiungerà l'accordo sui nominativi.
Scopro, però, che l'unico partito non rappresentato è sempre quello liberale, perché in conclusione ci viene sempre detto "tanto voi avete i supplenti...".



PRESIDENTE

Non introduca, per il momento, l'argomento della Finanziaria. Cerco di comporre il quadro dei nominativi per mettere il Consiglio regionale in condizione di votare queste nomine, dato che nella precedente seduta consiliare il Presidente della Giunta ne aveva sottolineato l'urgenza, in quanto, se non procediamo a tale incombenza, il Governo ha potere sostitutivo.



MARCHINI Sergio

Infatti, per non creare dei problemi, signor Presidente, mi rimetto alla sottrazione e dirò il nominativo di conseguenza. Si tenga presente che in questo momento manca anche Rossotto. La mancanza di serietà con cui si fanno questi accordi va sottolineata al Consiglio.



PRESIDENTE

Non so quando sono stati presi tali accordi a livello di Capigruppo. Se qualche Capogruppo presente volesse illustrare la situazione, farebbe cosa assai gradita.
Chiede la parola il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Non è per illustrare, ma è per dichiarare che, al di là della sede in cui si era trattata la questione e degli equivoci che possono essere insorti, se si tratta di rinunciare ad una candidatura per comporre il quadro in modo corretto, il mio Gruppo rinuncia e ritira una delle candidature, in quanto non pensava di escludere altri proponendole.



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, prenda atto della disponibilità del Consigliere Bianchi e indichi un nominativo.



MARCHINI Sergio

Vittorio Ferraiorni. Colgo l' occasione per sottolineare che, alla fine si tratta sempre di atti di cortesia tra un partito e l'altro. Comunque grazie.



PRESIDENTE

Prima di procedere a questa nomina, ritengo importante che l'Assessore Rivalta svolga la sua comunicazione al Consiglio. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Il Vice Presidente Paganelli, avendo sentito una mia interruzione, mi chiama in causa. Esprimo il dubbio che si tratti di una Commissione da costituirsi con rappresentanti delle forze politiche scelti al di fuori del Consiglio. Questa Commissione deve discutere sulla destinazione e l'uso di aree demaniali militari; mi pare che i rappresentanti nominati dalla Regione dovrebbero essere Consiglieri regionali che, sulla base della politica dell'uso del suolo che la Regione vuol adottare, discutono attraverso la Commissione con il Ministero della difesa e con il Governo in merito alla destinazione di queste aree.
Le rappresentatività esterne introdurrebbero elementi di scollamento nella politica regionale dell'uso di queste aree.



PRESIDENTE

L'osservazione va meditata dai Gruppi.
La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Il problema, affrontato ora dall'Assessore Rivalta, era già stato discusso in sede di Commissione: era sorto il dubbio che ci fossero delle incompatibilità tra la carica di Consigliere regionale e quella di membro di questa Commissione, e si doveva indagare poi sull'esistenza o meno di un fondamento di incompatibilità. La legge non dice niente, l'abbiamo controllata.



PRESIDENTE

La Commissione è formata da cinque rappresentanti del Ministero della difesa e da un rappresentante del Mistero del tesoro, designati dai rispettivi Ministri, e da 6 rappresentanti della Regione nominati dal Presidente della Giunta regionale su designazione del Consiglio regionale.
Per ogni membro è nominato un supplente. Poiché non si pongono delle conclusioni, mi pare che non dovrebbe prospettarsi un'incompatibilità con la carica di Consigliere regionale.
Ritengo opportuno sospendere per verificare, a livello dei Capigruppo la situazione. Sarà opportuno, però, prima della seduta del pomeriggio, che i Gruppi prendano una decisione.
Al punto 6/e vi è la richiesta del Consigliere Bianchi di lasciare questa nomina in sospeso.
Il punto 6/g prevede una nomina di un certo rilievo, ma, nell'ipotesi che i Gruppi siano pronti, la Commissione nomine dovrebbe dare il parere sull'idoneità dei nominativi proposti.
Concludendo, i problemi relativi a queste ultime nomine vengono rinviati alla riunione dei Capigruppo da effettuarsi prima dell'inizio della seduta pomeridiana.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame disegno di legge n. 156 bis "Misure straordinarie per il potenziamento degli autoservizi di linea e per il contenimento dell'aumento delle tariffe preferenziali dei servizi medesimi"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno "Esame disegno di legge n. 156 bis 'Misure straordinarie per il potenziamento degli autoservizi di linea e per il contenimento dell'aumento delle tariffe preferenziali dei servizi medesimi' " Relatore è la signora Graglia Artico, alla quale dò la parola.



GRAGLIA Anna, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge n. 156 bis è stato licenziato con il parere unanime della Commissione e contiene misure straordinarie per il potenziamento degli autoservizi di linea e per il contenimento dell'aumento delle tariffe preferenziali dei servizi medesimi. Esso è direttamente collegato al dibattito che svolgemmo in Consiglio regionale alla fine di dicembre attorno al protocollo di intesa tra la Regione, i Sindacati e le aziende di trasporto.
L'articolo 1 di questo disegno di legge pone il problema dell'acquisto del materiale mobile per il potenziamento dell'attuale parco, con il rifinanziamento della legge n. 14 e 15 ed uno stanziamento di 2 miliardi.
Vi è anche una modifica delle leggi esistenti per quanto riguarda il contributo alle aziende private che viene elevato dal 40 al 50% della spesa ammissibile, mentre rimane mantenuto il contributo per le aziende pubbliche, pari al 75%. Attraverso le leggi regionali e statali, nel '76 secondo i dati forniti dall'Assessorato, sono stati immatricolati 353 nuovi autobus cosi suddivisi: 263 alle aziende pubbliche e 90 alle aziende private.
Con questo nuovo disegno di legge e con questo tipo di finanziamento si prevede un acquisto di 65 nuovi autobus. All'articolo 2 della legge, vi è il riferimento alla questione tariffaria. Nel dibattito di dicembre decidemmo unitariamente di arrivare a misure tali che consentissero un aumento medio del 25% per le tariffe ordinarie e dell'8% per gli abbonamenti, l'uso del documento di viaggio con la tariffa preferenziale e un valore tariffario unico. Il contributo sugli abbonamenti deve essere fatto salire proprio per l'aumento dei costi da 500 milioni a 2 miliardi.
Con questo disegno di legge si stabilisce che i due miliardi saranno erogati anche attraverso un acconto alle aziende.
Nella riunione di ieri della Commissione, modificando il primo disegno di legge presentato dalla Giunta, l'acconto dovrà essere elevato all'80 del contributo da suddividersi in un acconto pari al 50%, da erogarsi entro la scadenza del semestre, e di un 30% alla scadenza del decimo mese. Nella riunione di ieri sono state anche apportate modifiche in ordine alla corresponsione del contributo, per l'acquisto degli autobus, del 50% con riferimento ai mezzi immatricolati dopo il 31 dicembre 1976 per non stabilire due erogazioni differenti per gli autobus immatricolati durante l'anno 1976. Le disposizioni stabilite dal Ministero dei trasporti, per quanto riguarda le caratteristiche funzionali dei mezzi, incominceranno a decorrere un mese dopo l'approvazione della presente legge per dare la possibilità alle aziende pubbliche e private di acquistare i mezzi con le nuove disposizioni e permettere anche l'adeguamento dei mezzi. Per quanto riguarda le integrazioni per gli abbonamenti, si deve tener conto che, per l'anno 1976, l'acconto sarà compatibile nella misura del doppio del contributo accordato per l'esercizio 1975 in quanto con questa legge si stabilisce l'intervento per il 1976 e per il 1977.
Questo è il disegno di legge proposto, approvato unitariamente da tutta la Commissione.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste di parola? Possiamo quindi procedere alla votazione.
"Articolo 1 - Allo scopo di potenziare il parco autobus delle aziende pubbliche e private esercenti autoservizi di linea per trasporto di persone, con il vincolo del miglioramento del servizio, viene stanziata la somma di due miliardi di lire.
Essa viene erogata, entro i limiti di un miliardo a favore delle aziende pubbliche e un miliardo a favore delle aziende private, secondo i criteri stabiliti rispettivamente dalle leggi regionali 6 maggio 1974, n. 14 e 6 maggio 1974 n. 15 e successive modificazioni, con la sola modifica, per le aziende private, della misura del contributo, che viene portato al 50 della spesa riconosciuta ammissibile e sostenuta per l'acquisto di autobus immatricolati dopo il 31 dicembre 1976.
Tutti gli autobus immatricolati a decorrere da un mese dopo l'entrata in vigore della presente legge dovranno avere le caratteristiche funzionali stabilite dal Ministero dei trasporti ai sensi dell'art. 17 del decreto legge 13.8.1975, n. 377, convertito con modificazioni con la legge 16.10.1975 n. 493.
Le richieste devono pervenire al Presidente della Giunta regionale entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge ed entro i successivi 30 giorni dovrà deliberare la Giunta, sentito il parere del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della competente Commissione permanente del Consiglio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
"Articolo 2 - Al fine di contenere l'aumento delle tariffe, reso necessario per coprire parte dell'incremento dei costi di gestione, il finanziamento della legge regionale 20 agosto 1973, n. 23 viene elevato da L. 500 milioni a L. 2.000 milioni sia per l'esercizio annuale di gestione 1976 che per quello 1977".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
"Articolo 3 - Il Presidente della Giunta regionale, su istanza dell'impresa e su conforme deliberazione della Giunta medesima, può autorizzare il pagamento di un acconto sul contributo, di cui al precedente articolo 2 non superiore all'80 % del contributo annuale erogato nell'anno precedente erogato in due quote: l'una pari al 50 % a maturazione del primo semestre e l'altra pari al 30% a maturazione del decimo mese, sulla base delle risultanze di esercizio dei rispettivi periodi di ogni anno. Per l'anno 1976 l'acconto è computabile nella misura del doppio del contributo accordato per l'esercizio 1975 ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
"Articolo 4 - All'onere di 5.000 milioni di cui ai precedenti articoli 1 e 2 si provvede mediante l'utilizzo di una quota, di pari ammontare dell'avanzo finanziario stabilito dal rendiconto consuntivo per l'anno finanziario 1975.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1977, sarà istituito il capitolo n. 11930, con la denominazione: 'Contributo straordinario ad aziende pubbliche e private esercenti autoservizi di linea per trasporto di persone ai fini del potenziamento del piano autobus', e con lo stanziamento di 2.000 milioni.
Nello stato di previsione medesimo lo stanziamento del capitolo n. 6150 sarà integrato di 1.500 milioni e sarà istituito il capitolo n. 6151, con la denominazione: 'Contributi negli oneri di esercizio per l'anno di gestione 1976, delle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori' e con lo stanziamento di 1.500 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione dell'intero testo del disegno di legge n.
156 bis: presenti e votanti n. 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri Il disegno di legge 156 bis è approvato.
Se i Consiglieri sono d'accordo, si potrebbe sospendere la seduta convocare i Capigruppo per le ore 14,45 ed il Consiglio per le ore 15,15.
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Propongo di tenere subito la riunione dei Capigruppo, stante che sono le ore 12,25 soltanto.



PRESIDENTE

Allora, teniamo immediatamente la riunione dei Capigruppo. Il Consiglio è convocato per le ore 15,15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,25)



< torna indietro