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Dettaglio seduta n.98 del 29/09/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 09.38 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente, Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione dedicata al sindacato ispettivo.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo i lavori con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 200, presentata dal Consigliere Valle. Risponderà l'Assessore Chiorino interrogazione indifferibile e urgente n. 211, presentata dal Consigliere Rossi. Risponderà l'Assessore Marrone interrogazione indifferibile e urgente n. 217, presentata dai Consiglieri Valle (primo firmatario), Marello, Rossi, Magliano e Salizzoni. Risponderà l'Assessore Chiorino interrogazione indifferibile e urgente n. 272, presentata dai Consiglieri Valle (primo firmatario), Rossi, Giaccone e Magliano. Risponderà l'Assessore Chiorino.
Ricordo che per le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per due minuti, e la risposta dell'Assessore per tre minuti. Non è prevista replica da parte dell'interrogante.
È richiesto dalla Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 200 presentata da Valle, inerente a "Tempistica di approvazione del provvedimento di Giunta regionale di individuazione dei criteri per la realizzazione dei progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa e per l'ampliamento dell'offerta formativa di cui alla L.R. n. 28/2007"


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 200 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Tempistica di approvazione del provvedimento di Giunta regionale di individuazione dei criteri per la realizzazione dei progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa e per l'ampliamento dell'offerta formativa di cui alla L.R. n. 28/2007" Ha chiesto la parola il Consigliere Valle per l'illustrazione; ne ha facoltà per due minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Io non so più come prenderla in giro sul ritardo con cui si risponde alle interrogazioni: con l'ultima interrogazione, dove le chiederò come organizziamo i centri estivi, sarà più chiaro che, se continuiamo a rispondere in ritardo, non ha più senso il lavoro di interpellanza e di sindacato ispettivo delle opposizioni.
Procedo, comunque, all'illustrazione della prima interrogazione.
Con deliberazione del Consiglio regionale 25 marzo 2019 è stato approvato l'atto di indirizzo per l'attuazione degli interventi in materia di diritto allo studio. In particolare, all'articolo 21 della legge era previsto che la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente individuasse i criteri e le modalità per la realizzazione dei progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa, e delle azioni volte a garantire e migliorare i livelli di qualità dell'offerta formativa ed educativa.
Noi volevamo sapere, in allora, quali erano le tempistiche per l'approvazione del provvedimento e, ovviamente, delle linee e dei suoi contenuti. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Daniele Valle per l'interrogazione.
Per conto della Giunta si è resa disponibile per la risposta l'Assessore Elena Chiorino.
Prego Assessore, ne ha facoltà per tre minuti.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
La DCR n. 367-6857 del 25.03.2019 "Legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa) Articolo 27 - Atto di indirizzo per l'attuazione degli interventi in materia di diritto allo studio", al punto 2.5 "Azioni volte a garantire e migliorare i livelli di qualità dell'offerta formativa ed educativa", stabilisce che la Regione definisca le priorità di intervento e supporti progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa sviluppati da istituzioni scolastiche, agenzie formative accreditate, enti associazioni con comprovata esperienza in ambito scolastico e prevede che la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente individui i criteri e le modalità per la realizzazione delle azioni di cui sopra.
Gli uffici del Settore Politiche dell'istruzione, programmazione e monitoraggio delle strutture scolastiche, hanno elaborato un'unica proposta di delibera che approverà dei macro-criteri che permetteranno la programmazione annuale degli interventi, facenti capo al Settore stesso volti a: garantire e migliorare i livelli di qualità dell'offerta formativa ed educativa, con particolare riferimento a quanto previsto dall'art. 21 della l.r. n. 28/2007 "Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa"; sostenere le azioni previste dall'art. 5 della l.r. 2/2018 "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo"; sostenere le azioni sul fronte scuola, della l.r. 9/2012 "Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva".
La proposta di tale documento è stata condivisa anche con l'Ufficio Scolastico Regionale e con la Città Metropolitana. L'intento è di continuare la collaborazione su azioni comuni. In particolare, con il recente rinnovo del protocollo d'intesa per la promozione e la realizzazione di iniziative comuni finalizzate alla formazione dei docenti e al miglioramento dell'offerta didattica in ambito regionale, si continuerà ad utilizzare, quale modello gestionale e strumento comune di collaborazione, il Cesedi (Centro Servizi Didattici), attraverso il "Catalogo Cesedi per la scuola".
Il testo della DGR di approvazione dei criteri, concordato con la Segreteria di Giunta e anticipato in una seduta di Giunta da una comunicazione della sottoscritta, dovrà essere discusso nella Commissione consiliare competente.
In data 21 luglio il documento è stato inoltrato all'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino per la risposta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 211 presentata da Rossi, inerente a "Esclusione province di Biella e Novara dai fondi Interreg Italia-Svizzera"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 211 presentata dal Consigliere Domenico Rossi avente inerente a "Esclusione province di Biella e Novara dai fondi Interreg Italia-Svizzera".
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Domenico Rossi; ne ha facoltà per due minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
È doverosa una premessa anche da parte mia: questa interrogazione Presidente, è stata presentata il 28 febbraio. Non ricordo con precisione quanti giorni indichi il Regolamento, ma credo qualcuno in meno di quelli trascorsi per rispondere a questa interrogazione, così come alla quasi totalità di quelle che presentiamo.
Se non fosse per i question time, normalmente non riceveremmo risposta non dico nei tempi stabiliti dal Regolamento, ma nei tempi utili.
Su questa interrogazione, fra l'altro, ho avuto modo di leggere delle notizie stampa, per cui sono curioso di ascoltare anche la risposta della Giunta.
Si tratta di una questione comunque importante, Presidente, che riguarda la ipotizzata (o, comunque, in prima battuta) avvenuta esclusione delle Province di Biella e Novara dai fondi Interreg Italia-Svizzera; Province che, invece, nella precedente programmazione, accedevano a questo tipo di fondi e di progettazione europea, attraverso la quale diverse progettualità sono state sviluppate sui territori.
Questa ipotizzata eliminazione del 2018, che abbiamo visto nella bozza della nuova programmazione, avrebbe sicuramente avuto impatti negativi sul territorio in termini di popolazione eleggibile e conseguente assegnazione delle risorse per il 2021-2027. Da questo punto di vista, quindi nell'interrogazione avevamo specificato che l'esclusione delle aree in questione penalizzerebbe in futuro la qualità e la quantità del processo di cooperazione, se si considera che per la sola Regione Piemonte dei 27 progetti ammessi a finanziamento, ben 14 vengono dalla sola provincia di Novara. Questo è il motivo per cui chiedevamo alla Giunta quali azioni intendesse mettere in campo con il Governo e la Commissione Europea, al fine di sollecitare la riammissione dei territori delle province di Biella e Novara nella futura programmazione dell'iniziativa comunitaria Interreg Italia-Svizzera.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Rossi per l'interpellanza. Per conto della Giunta si è reso disponibile a rispondere l'Assessore Marrone, che ha pertanto facoltà di intervenire per 3 minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come ricorda correttamente l'interpellante, Consigliere Rossi, questa esclusione è avvenuta nel giugno 2018 da parte della Commissione Europea rispetto alla bozza della nuova programmazione d'iniziativa comunitaria Interreg Italia-Svizzera, ovviamente un anno prima dell'insediamento della nostra Giunta, quando era ancora Presidente Sergio Chiamparino.
Nella risposta che mi è pervenuta anche dagli Uffici viene comunque ricordato che anche la precedente Giunta, in particolare il 20/09/2018, si era attivata in Conferenza delle Regioni e Province Autonome, portando ad adottare un'articolata posizione sul futuro della Cooperazione triennale europea 2021-2027, nella quale su impulso della Regione Piemonte è stata segnalata la mancata conferma delle Province di Biella e di Novara nell'ambito del perimetro geografico proposto dalla Commissione Europea per il nuovo Programma Interreg Italia-Svizzera 2021-2027. Il documento è stato inviato dal Presidente della Conferenza agli allora Ministri per il Sud (Senatrice Barbara Lezzi) e per gli Affari Regionali (Senatrice Erika Stefani).
Tale preoccupazione comunque è stata rinnovata più recentemente anche da parte della Giunta Cirio, in particolare lo scorso 18 giugno 2020 nell'ambito della Regio Insubrica, a cui la Regione Piemonte partecipa dal 2017, attraverso una nota allegata che le conferirò, inviata al Ministro per gli Affari Europei, on. Vincenzo Amendola, e al Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, dottor Giuseppe Provenzano. Le cito comunque il passaggio centrale di questa nota, al di là delle premesse più di forma: "Considerato che le Province di Novara e Lecco, unitamente a quelle di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola, fanno parte del territorio della Regio Insubrica, la Comunità di lavoro auspica che tale esclusione venga riconsiderata e le Province di Novara, Lecco e Biella vengano integrate nel territorio della programmazione di cooperazione transfrontaliera europea 2021-2027".


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 217 presentata da Valle, Marello, Rossi, Magliano e Salizzoni, inerente a "Quale destino per la formazione accreditata?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 217.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Com'è noto, durante i mesi di lockdown si sono interrotte tutte le attività didattiche scolastiche, anche quelle relative alla formazione professionale. In questa situazione, alcuni Enti ed alcune Agenzie sono riusciti a predisporre modalità di erogazione dei servizi formativi a distanza sia tramite registrazione delle lezioni sia tramite video conferenze. Tuttavia non tutte le realtà sono riuscite ad attrezzarsi completamente, con tutti i problemi connessi, legati in particolare alla rilevazione delle presenze. Per questo ci interessava sapere come intendano procedere rispetto alle realtà che stanno erogando la formazione a distanza, al fine di armonizzare le procedure di riconoscimento per tali ore di lezione effettivamente erogate e di garantire i relativi fondi e quali misure, invece, per coloro che non sono riusciti ad erogarle, che non vengano in qualche modo penalizzati dalla situazione che, come sappiamo, è già grave di per sé.



PRESIDENTE

Per conto della Giunta si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiorino, che ha pertanto facoltà di intervenire per 3 minuti.



CHIORINO Elena, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Con la Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 viene dichiarato lo stato di emergenza. La disposizione, unitamente all'Ordinanza contingibile e urgente del Ministero della Salute assunta di intesa con il Presidente della Regione Piemonte, prevede tra l'altro la sospensione di molte attività, compresa la frequenza dei corsi di formazione professionale.
Al fine di garantire un adeguato livello di gestione della fase emergenziale, a partire dal 7 marzo 2020 è stato individuato un gruppo di lavoro composto da competenze trasversali ai settori della Direzione. Il gruppo di lavoro ha gestito la predisposizione dei provvedimenti connessi all'emergenza in atto, sulla base delle indicazioni generali della Giunta coordinandosi con l'Unità di crisi regionale costituita presso la Protezione civile.
La ricostruzione del lavoro che è stato portato avanti ricorda una Deliberazione della Giunta regionale del 13 marzo 2020, quale misura straordinaria di contrasto alla diffusione del COVID, nella quale è stato dato mandato alla Direzione istruzione, formazione e lavoro di adottare gli atti e i provvedimenti necessari per fornire le opportune indicazioni agli operatori del sistema regionale e favorire il proseguimento dell'attività.
Il 18 marzo 2020 il gruppo di lavoro è stato formalizzato con gli obiettivi che non sto ad indicare adesso nella risposta, ma che troverà nella parte scritta che le verrà consegnata. A seguito del mandato conferito con la succitata DGR, sono stati approvati una serie di atti direttoriali e dirigenziali che hanno cercato, tra l'altro, di fare chiarezza sulle modalità e sulle condizioni per la ripresa delle attività formative attraverso lo svolgimento delle lezioni a distanza sia in modalità sincrona sia in modalità asincrona. Queste attenzioni hanno consentito di rendere disponibili ai cittadini piemontesi la continuità dei servizi già programmati per l'anno 2020 rivolti a persone giovani e adulte.
Ci sono stati vari passaggi normativi dell'Assessorato che hanno consentito, laddove possibile nel rispetto di alcuni principi fondamentali l'erogazione degli interventi con modalità a distanza in sostituzione delle attività in presenza non ammesse nel periodo emergenziale. Inoltre, con particolare riguardo alla formazione professionale, sono state elaborate nuove modalità flessibili di erogazione della formazione a distanza, anche laddove non prevista dalle specifiche direttive e sono state fornite le prime apposite istruzioni operative, al fine di consentire la ripresa delle attività in corso e l'avvio di nuove attività.
C'è stato poi un successivo atto che ha previsto specifiche disposizioni per l'erogazione a distanza e per gli esami finali dei corsi di formazione regolamentata durante l'emergenza del COVID.
Con particolare riferimento alla formazione professionale, sono stati specificati il rapporto percentuale tra attività a distanza sincrona e asincrona, la modalità per la registrazione dell'attività in FAD e il project work, che è andato in sostituzione dello stage aziendale o della pratica laboratoriale.
Con successivo atto, sono state approvate ulteriori disposizioni straordinarie in materia di esami finali derogando all'utilizzo delle prove standard presenti nel repertorio regionale e prevedendo nuove prove standard denominate per l'occasione "COVID-19" da realizzare con modalità semplificate per tutti i corsi finalizzati o riconosciuti da Regione Piemonte e Città metropolitana di Torino, con esame finale alla presenza di una Commissione esaminatrice, indicando - ancora - i nuovi criteri di composizione semplificata delle commissioni d'esame in deroga alla disciplina regionale vigente e consentendo l'erogazione a distanza degli esami per specifiche situazioni di urgenza o necessità, previa valutazione delle condizioni di fruibilità da parte degli allievi.
Sono, poi, state predisposte tutta una serie di circolari (le ho indicato l'indirizzo del sito che le raggruppa nella risposta scritta); questo modo di procedere attraverso disposizioni dirigenziali, FAQ e indicazioni operative in costante evoluzione, via via che si sono create le varie difficoltà e individuate delle soluzioni, ha permesso di garantire un accompagnamento flessibile e, per quanto possibile, una situazione di emergenza dalla portata imprevedibile, ma con efficacia e soluzione dei problemi.
Sul piano tecnico-amministrativo, si è posta attenzione su come tracciare e rendere evidenti le attività svolte a distanza.
Tutto ciò ha permesso una sostanziale tenuta dei sistemi di formazione e dei servizi al lavoro e di orientamento, i quali, superando incertezza e difficoltà iniziali, hanno riconvertito i servizi.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore.
Se l'Aula ci permette di finire le interrogazioni e interpellanze, noi procediamo. Grazie.
Prego, Assessore.



CHIORINO Elena, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente, per l'aiuto.
.erogati in modalità a distanza, evitando quindi l'interruzione dei contatti e il mantenimento dei servizi nel lungo periodo di lockdown.
Ovviamente, non è stato possibile individuare una soluzione ottimale per tutte le criticità, in particolare per quei servizi la cui erogazione a distanza è difficile se non impossibile, come, ad esempio, le ore di formazione pratica o di stage in azienda per profili professionali che richiedono competenze e abilità acquisibili solo in un contesto laboratoriale (penso ai termoidraulici, ai meccanici, ai parrucchieri).
Queste difficoltà, particolarmente sentite sia dagli utenti che dalle agenzie, hanno riguardato in particolar modo la formazione regolamentata ovvero i corsi regionali obbligatori per l'esercizio delle attività imprenditoriali e lo svolgimento di determinate mansioni.
A seguito del miglioramento del quadro dei contagi e del dibattito scientifico propedeutico ai provvedimenti nazionali, la Presidenza ha stabilito la ripresa delle lezioni in laboratorio degli stage curricolari ancor prima delle riaperture previste dal DPCM dell'11 giugno, mediante un decreto del Presidente della Giunta regionale del 5 giugno 2020 (nello specifico, è il 66).
È stato, quindi, possibile superare uno scoglio non indifferente alla conclusione delle attività formative e alla possibilità per gli utenti di traguardare i propri progetti professionali.
Fin dall'inizio, sono stati tenuti attivi i canali di comunicazione tra i vari operatori della formazione e gli Uffici regionali. Ci sono stati ovviamente, numerosi incontri con l'Assessorato e le varie associazioni e si segnala, in particolare, che i provvedimenti normativi nazionali che consentono il riconoscimento della validità dei corsi del sistema IeFP sono in analogia con le scelte fatte per gli allievi del sistema dell'istruzione nazionale.
C'è stata, poi, la proroga della chiusura dell'anno formativo al 31 ottobre 2020, che costituisce un altro elemento che dovrebbe aiutare a portare a termine nel miglior modo possibile i servizi a vantaggio sia degli allievi che del sistema delle agenzie.
Nel frattempo, la gran parte dei corsi sono stati portati a conclusione in quanto gli esami finali sono iniziati nel mese di giugno, con gli adattamenti e le soluzioni di sicurezza individuati.
Nel documento scritto, avrà maggiori e ulteriori specifiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino che, con tutte le difficoltà del caso, ha risposto all'interrogazione.
Sospendo un minuto la seduta per far sì che tutti possano prendere posto e collegarsi. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 09.59, riprende alle ore 10.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Asili nido

Interrogazione indifferibile e urgente n. 272 presentata da Valle, Rossi Giaccone e Magliano, inerente a "Quale alternativa ai servizi educativi per la fascia 0-3 anni nel periodo estivo?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione indifferibile e urgente n. 272.
Ha chiesto d'illustrare l'interrogazione il Consigliere Daniele Valle.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per due minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Qui perdiamo (mi spiace) un po' di senso, poiché quest'interrogazione si inseriva nel momento in cui la Regione aveva emanato delle linee guida per il sistema dei bambini di età superiore ai tre anni rispetto ai centri estivi, mentre mancavano indicazioni per la fascia 0-3, che era ugualmente bisognosa di tale tipo di servizi.
L'estate ormai è passata e in realtà i servizi sono stati messi a disposizione delle famiglie, quindi siamo oggettivamente fuori tempo, per non so se l'Assessore può darci qualche informazione utile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Daniele Valle per l'interrogazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Elena Chiorino.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per tre minuti.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
L'Assessorato ha cercato di avere puntuale attenzione alle esigenze manifestate dai servizi e dalle famiglie con bambini di età 0-3, circa la possibilità di una riapertura straordinaria che, considerata l'emergenza sanitaria tuttora in corso, è potuta avvenire solo in seguito all'emanazione del DPCM dell'11 giugno 2020.
Proprio per agevolare tutti gli attori del sistema, non sono state introdotte ulteriori limitazioni rispetto alla normativa nazionale già molto particolareggiata.
È stata data ampia informazione sul sito che la Regione Piemonte, in conformità con l'Allegato 8 del DPCM dell'11 giugno 2020, ha stabilito che era possibile riprendere l'attività estiva rivolta alla fascia di età 0-3 anni in spazi idonei a ospitare servizi alla prima infanzia a norma di legge. I gestori dei servizi, per iniziare l'attività stessa, dovevano effettuare una mera comunicazione formale all'ASL e al Comune di riferimento avente ad oggetto il progetto organizzativo dell'attività estiva da svolgersi nel rigoroso rispetto delle prescrizioni stabilite dal DPCM medesimo.
Per quanto riguarda la riapertura ordinaria dei servizi 0-3, ricordo che in data 8 settembre, è stata data informativa sul tema della riapertura delle scuole e dei servizi della prima infanzia e già il DM 39 del 26 giugno 2020 conteneva due paragrafi sotto il titolo "Linee metodologiche per l'infanzia".
Sulla scorta delle indicazioni nazionali, in data 14 luglio, la Direzione Istruzione, formazione e lavoro ha inviato a tutti i soggetti istituzionali una lettera contenente le prime indicazioni regionali sulla riapertura dei Servizi scolastici ed educativi.
Nello specifico dei Servizi per la prima infanzia 0-3 anni, il primo dato rilevante che emergeva già in quelle prime indicazioni è che il rapporto educatore/bambino non sarebbe stato più quello speciale di 1-5, previsto nella fase transitoria dei Centri estivi, bensì quello ordinario, come risultante dalla capacità ricettiva definita nel titolo autorizzativo.
Nella lettera sopra citata si annunciava, altresì, come fosse in corso di valutazione tra le Regioni un documento per declinare in modo più specifico la riapertura dei servizi 0-6 anni. Tale documento è stato discusso, in sede di Conferenza delle Regioni e Conferenza Unificata, venerdì 31 luglio.
La base della discussione è stata costituita da un testo intitolato "Documento d'indirizzo e orientamento per la ripresa dell'attività in presenza di Servizi educativi e delle Scuole dell'infanzia". In quella sede, la Conferenza delle Regioni si è espressa favorevolmente sul documento sopra sintetizzato, precisando che l'uso dei DPI per il personale (perché i bimbi ne sono sempre esclusi) fosse oggetto di valutazione successiva, basata sull'andamento della curva epidemica e che il protocollo di sicurezza, per omogeneità, fosse quello nazionale.
Quanto elaborato nella Conferenza delle Regioni è poi è stato accolto con Decreto Ministeriale il 3 agosto e, successivamente, il 6 agosto, la sottoscritta e il Direttore all'Istruzione abbiamo indirizzato ai Comuni una lettera, a firma congiunta, dando indicazione del 31 agosto come data a partire dalla quale poteva riprendere l'attività ordinaria dei Servizi educativi 0-3 anni.
Il DPCM del giorno successivo (7 agosto) ha prorogato fino al 7 settembre le attività ludico-ricreative di educazione non formale e il DM n. 80, del 3 agosto, ha approvato il documento d'indirizzo e orientamento per la ripresa dell'attività in presenza dei Servizi educativi della Scuola dell'infanzia. Sulla base di questo documento, con il DPCR n. 88 del 27 agosto 2020, la Regione Piemonte ha ufficializzato la riapertura dei Servizi educativi 0-3 anni al 31 agosto, coerentemente con l'indicazione iniziale, che era stata comunicata ai Sindaci e agli Enti interessati.
In base a quanto stabilito con DGR, è stata avviata un'apposita rilevazione informatica alla quale hanno partecipato i Comuni piemontesi con Servizi educativi 0-2 anni presenti sul territorio. Sulla base degli esiti di tale rilevazione, gli Uffici hanno predisposto un provvedimento di riparto delle risorse ministeriali e della quota di cofinanziamento regionale tra i 343 Comuni che hanno inserito e trasmesso correttamente i dati richiesti indicando in particolare il numero di minori frequentanti al 31 gennaio 2020, per un totale complessivo di 21.707 bambini.
Gli Uffici hanno provveduto alla trasmissione dell'elenco dei Comuni beneficiari delle risorse nazionali al Ministero competente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino, per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.06 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Buongiorno.
Per verificare le presenze, ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo Bertola, Caucino, Giaccone, Icardi, Ricca e Tronzano.
Il numero legale pertanto è 23.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



(La seduta inizia alle ore 10.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Buongiorno, Presidente.
Propongo di aggiungere l'ordine del giorno n. 396, che ho presentato il 6 agosto 2020, il cui titolo è "Istituzione della figura del Disability Manager regionale e attuazione della Legge 68/1999 e della Legge regionale 3/2019".



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Volevo chiedere l'inserimento, nell'o.d.g. della seduta odierna, di comunicazioni urgenti, da parte dell'Assessore Icardi, sul cosiddetto Piano che riguarda l'emergenza COVID della rete ospedaliera, sia per quanto riguarda i centri di terapia intensiva nella nostra Regione sia per quanto riguarda i cosiddetti "COVID center", quelli a bassa intensità.
Ritengo e riteniamo, come Gruppo, che ci sia un'urgenza rispetto a questa comunicazione, dettata dal fatto che siamo ormai all'inizio di ottobre e siamo in una fase in cui, purtroppo, anche in Piemonte c'è una costante crescita dei contagi, ma non abbiamo affatto chiarezza sulla programmazione.
Il Piano, ricordo, era stato approvato a giugno e mandato al Ministero, ma sembra essere oggetto di scelte sostanzialmente diverse, almeno in parte da quanto previsto, senza contare il fatto che, per quanto riguarda i cosiddetti centri ospedalieri a bassa intensità, il Piano di giugno era.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Evitiamo il brusìo e prendiamo posto, così lasciamo proseguire nella richiesta di comunicazioni il Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie.
Come stavo dicendo, senza contare il fatto che il Piano di giugno era, per quanto riguarda i centri a bassa intensità, alquanto generico.
Questa comunicazione si rende, altresì, urgente, perché negli ultimi tempi e cito una mia interrogazione di quindici giorni fa, nel penultimo Consiglio regionale, rivolta all'Assessore - è emerso che in provincia di Cuneo si starebbero individuando i due ex nosocomi di Alba e di Bra come centri al servizio di tutta la Provincia di Cuneo, con una capienza che supera i 200 posti letto. Pare che la Regione si stia organizzando in questa direzione; abbiamo situazioni analoghe ad Alessandria e in altre zone della regione, per cui vorremmo capire quali sono le intenzioni della Giunta regionale e dell'Assessorato, perché stiamo parlando di un argomento importantissimo nei prossimi mesi.
Mi pare di aver capito che l'Assessore è in congedo, ma, ciononostante voglio insistere nel richiedere che siano inserite all'o.d.g. queste sue comunicazioni, perché rappresentano sicuramente un interesse concreto che sta a cuore a tutti i piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.
Ricordo che è una per Gruppo.
Prego, interviene sull'ordine dei lavori.



RAVETTI Domenico

Infatti, Presidente, le volevo chiedere quando posso, in base all'articolo 71, comma 5, del Regolamento, porre una questione preliminare.



PRESIDENTE

Dopo le "Comunicazioni del Presidente"



RAVETTI Domenico

Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come lei sa, anche se non è stato ricordato in quest'Aula, ieri è stata la Giornata Internazionale per l'Aborto Sicuro, una ricorrenza nata per ricordare la prima giornata di azione per la depenalizzazione dell'aborto in America Latina nel lontano 1990.
Come sapete, questa è una vicenda che riguarda tantissimo la nostra istituzione regionale, che dalla legge 194 in poi presidia quella che è stata una vera svolta nei diritti civili e nella libertà di tante donne (e soprattutto, di sicurezza per quelle donne).
Come, peraltro, lei sa bene, il Ministero della Salute, dopo le forti richieste, soprattutto del mondo delle donne, ma anche della sanità in questi anni, ha sollecitato i necessari adeguamenti agli standard degli altri Paesi, soprattutto europei e, ad agosto di quest'anno, il Consiglio Superiore della Sanità ha emanato le nuove Linee di indirizzo che consentono l'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni di gestazione e in regime ambulatoriale o di day hospital.
Come lei ha colto, noi chiediamo, proprio perché questo è il primo Consiglio utile dopo questa giornata internazionale, che la Giunta dia le comunicazioni, che l'Assessore Icardi dia le comunicazioni sulla delibera n. 211 approvata da questo Consiglio regionale in data 3 luglio 2018. Lo ricordiamo: le delibere non sono mozioni, non sono ordini del giorno; sono di fatto, come le leggi, atti che il Consiglio regionale può emanare e devono essere applicate, in questo caso, in tutte le ASL piemontesi.
Questa delibera sancisce il dovere delle strutture sanitarie di assicurare il diritto all'interruzione di gravidanza e assegna alla Regione il controllo sull'attuazione della legge n. 194 del 1978;, ovviamente sancisce un principio che continuiamo a non vedere in nessuna delle ASL piemontesi, cioè la gratuità della contraccezione, attraverso il rafforzamento di quei luoghi che sono nati proprio per svolgere al meglio quella funzione, cioè i consultori.
Come avrà capito, per noi questa è una vicenda delicata. In queste settimane abbiamo sentito, purtroppo, probabilmente per il desiderio di visibilità e anche per atti che sembrano simili a gesti mitomani - alla fine non abbiamo visto discussioni pubbliche a Palazzo Lascaris e nelle Commissioni - altre voci da parte della Giunta regionale, poi smentite attraverso frasi sibilline del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi.
Poiché la vicenda è troppo delicata per essere affrontata tramite comunicati stampa, le chiederei, Presidente, di farsi carico di gestire in Aula una comunicazione dell'Assessore su quelle linee di indirizzo del Consiglio Superiore di Sanità, sulla legge n. 194 e sulla delibera che lei conosce bene e di cui dovrebbe chiederne l'attuazione.
Tutte le altre scelte che, in qualche modo, abbiamo visto in queste settimane sui giornali speriamo siano già dimenticate, perché sarebbero davvero irragionevoli, antiscientifiche e antistoriche. Speriamo che quelle notizie, quelle parole, non vengano mai prese in considerazione in quest'Aula, anche perché vorrebbe dire cancellare tanta storia, ma anche andare contro le leggi che proprio questa Assise si è data.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Per conto del Gruppo della Lega volevo chiedere l'inserimento dell'ordine del giorno denominato "Implementazione della Rete regionale ambulatori malati complessi - 'Transitional Care' e facilitazioni per i caregivers" (n. 267) È un ordine del giorno che ho protocollato mesi fa e che richiede l'attenzione del Consiglio regionale per ristrutturare e potenziare la rete che si occupa dei malati complessi affetti da malattie rare o da malattie congenite, di cui attualmente esiste solo un ambulatorio alle Molinette (appunto, l'ambulatorio Transitional Care).
Con il termine Transitional Care si individua una fascia di pazienti molto fragili con malattie spesso congenite, che poi diventano adulti e perdono la possibilità di essere seguiti in un certo modo e di avere un approccio multi specialistico, simil pediatrico. Ricordo che l'ambulatorio Transitional Care ha in carico più di 500 pazienti che vengono anche da fuori regione. L'idea in questo ordine del giorno è di stimolare il dibattito da parte del Consiglio regionale e dare un indirizzo per creare anche dei centri satelliti di primo livello nella regione, in modo che l'ambulatorio Transitional Care delle Molinette possa essere un centro di secondo livello e introdurre delle facilitazioni per i caregiver, per i familiari che accompagnano i loro congiunti in questo tipo di ambulatorio.
Sono situazioni molto complesse sia a livello medico, ma anche a livello di trasporto e di soggiorno. Si tratta di avere delle facilitazioni per i familiari che arrivano da fuori regione, spesso il giorno prima, e devono alloggiare nei pressi del poliambulatorio dove si fanno queste prestazioni.
Questo era il senso dell'ordine del giorno.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ci siano ulteriori richieste di proposte di modifica? Ricordo che ci sono due richieste di inserimento di ordini del giorno: uno della Consiglia Canalis, l'ordine del giorno n. 396 e l'ordine del giorno n. 267 proposto dal Consigliere Stecco sulle malattie rare.
Se l'Aula è d'accordo, li possiamo inserire.
Poiché la Giunta è presente, possiamo prendere in considerazioni anche la richiesta di comunicazione del Consigliere Marello. È una richiesta già espressa in altre sedute d'Aula e, anche se proviene dallo stesso Gruppo della Consigliera Canalis, possiamo prenderla in considerazione in via del tutto eccezionale. La Giunta è presente.
Per quanto riguarda la comunicazione della Giunta dell'Assessore Icardi sull'attuazione della delibera 211, sulla "Giornata internazionale sull'aborto sicuro" (mi sono reso conto che il 28 settembre ci sono varie tipologie di giornate mondiali sull'aborto) ricordo che l'Assessore Icardi è in congedo, ma la sottoporremo all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo e vedremo di inserirla nel prossimo o.d.g.
L'o.d.g è approvato con le integrazioni, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento .


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Bertola, Caucino, Cirio (si è scongedato) Icardi, Giaccone, Ricca e Tronzano; (mi comunicano che anche l'Assessore Tronzano si è scongedato).
Sono arrivati anche l'Assessore Protopapa, la Consigliera Disabato e la Consigliera Frediani (lo preciso per il verbale).


Argomento:

b) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 28 settembre 2020, la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato a maggioranza, la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Ulteriori modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018 n. 7 (Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione finanziario 2018-2020".


Argomento:

c) Dichiarazione d'urgenza


PRESIDENTE

La Giunta regionale ha trasmesso il seguente disegno di legge: "Cofinanziamento ciclovia VEN.TO". È stata richiesta l'urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno.
Ricordo che, ai sensi dell'art. 83, comma 3, la dichiarazione di urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà, e l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente.
Ai sensi dell'articolo 83, comma 2, il Consiglio regionale, alla fine della seduta nella quale è stata presentata la richiesta, delibera con votazione, dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contrario. A fine seduta si procederà pertanto alla votazione.
Ricordo a tutti i Consiglieri di verificare di essere collegati alla piattaforma Webex prima dell'apertura di ogni votazione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Questione pregiudiziale sollevata dal Consigliere Ravetti


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Il mio collega.



(Brusìo in aula)



RAVETTI Domenico

GALLO Raffaele (fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Scusi, Presidente, ma sembra di essere al bar.



PRESIDENTE

Colleghi, se teniamo un tono più basso e rimaniamo tutti al proprio posto, possiamo far intervenire il Consigliere Ravetti. Prego, ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Il mio collega Marello ha chiesto una comunicazione in merito al Piano ospedaliero che interessa non "l'eventuale", ma il ritorno del COVID-19, e che riguarda il tema dei COVID-Hospital e altro ancora, che sappiamo essere stato annunciato dall'Assessore competente.
Io le pongo una questione preliminare, Presidente, perché a noi basta e avanza la presenza del Presidente Cirio, e ci rassicura, in tal senso anche la presenza dell'Assessore che detiene la delega ai rapporti con il Consiglio.
È stata richiesta una comunicazione su una vicenda che noi riteniamo di straordinaria importanza per le attività del Consiglio regionale, per il rapporto con le Aziende Sanitarie Regionali, anzi con il gruppo dirigente delle Aziende Sanitarie Regionali, che, a dirla tutta, insieme ai cittadini piemontesi hanno bisogno della consapevolezza delle istituzioni per essere rassicurati e per affrontare questo nuovo periodo. Non hanno bisogno che le istituzioni enfatizzino in senso negativo gli eventi e nemmeno che minimizzino quello che potrebbe accadere.
Dunque, sulla linea della consapevolezza, si chiede di entrare meglio e nello specifico in una discussione che riguarda la locazione di risorse e la distribuzione dei posti letto di terapia intensiva e semintensiva nelle varie strutture del Piemonte: è una discussione che dobbiamo affrontare prima di qualsiasi altro punto all'ordine del giorno.
Non ci basta, quindi, la giustificazione dell'assenza dell'Assessore alla sanità. Mi sia permesso, sul piano politico, di far presente che la comunicazione della sua assenza sulle questioni sanitarie per noi non è nemmeno tanto originale, nel senso che ci pare di aver rilevato troppe volte l'assenza politica dell'Assessorato su vicende di estrema importanza qui in Piemonte.
Ritorno, quindi, a quanto ho precisato all'inizio, e cioè che la discussione la possiamo aprire con il Presidente, che è la massima espressione istituzionale, che ha semplicemente delegato una materia che è di sua competenza, e con l'Assessore che detiene la delega ai rapporti con il Consiglio regionale. Le loro presenze sono sufficienti per aprire questa fondamentale discussione.
Presidente, mi pare che la questione preliminare vi sia tutta, quindi chiederemo al Consiglio regionale di esprimersi in tal senso.
Sarebbe davvero stonata la indisponibilità del Presidente ad aprire tale discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Le preciso, in via prettamente regolamentare, che la questione da lei sollevata non si può considerare preliminare, ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento, ma, eventualmente, pregiudiziale.
Lo dico per correttezza, sebbene le procedure siano identiche: la questione preliminare attiene alla conduzione dei lavori del Consiglio dunque quella che ha illustrato lei è certamente una questione pregiudiziale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Presidente, i colleghi Marello e Ravetti sono intervenuti a nome del Gruppo del Partito Democratico, quindi questa è una richiesta del Partito Democratico e di tutto il centrosinistra.
Credo che sia fondamentale aprire questa discussione oggi, anche perch la lettura della rassegna stampa di oggi, come peraltro delle settimane scorse, ci consegna un po' di notizie a spizzichi e a bocconi su cosa si sta predisponendo per la Fase 2 e sulla preoccupazione relativa ai confini con la Francia.
Insomma, credo che questo Consiglio regionale abbia l'esigenza e l'urgenza di affrontare un dibattito su quella che potrebbe essere (che speriamo tutti non sia, ma che probabilmente sarà) la Fase 2 del COVID delle prossime settimane, e riteniamo che tutti gli elementi di novità debbano essere portati a conoscenza dei Consiglieri. Non possiamo sempre e solo leggere dai giornali che cosa la Giunta sta pensando in questo caso su Cuneo, in un altro caso su Alessandria e in altro caso ancora su Torino.
Facciamo una discussione organica; facciamo una discussione su quello che è il Piano che state pensando e mettendo in campo, perché è il tema centrale del dibattito politico di queste settimane, dell'attenzione dei cittadini e del cuore della politica di questi cittadini.
Il mio intervento è volto a ribadire l'importanza di questa informativa. Se non si può fare oggi, la si calendarizzi nel prossimo Consiglio regionale ma sia all'attenzione e nelle priorità del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Ho chiesto la parola sulle sue comunicazioni e, in particolare, quelle su VEN.TO., non ho capito che richiesta è. È una richiesta di legislativa?



PRESIDENTE

È una richiesta di urgenza, per ridurre i termini di assegnazione in Commissione e passare da 60 a 30 giorni.



GRIMALDI Marco

Quindi, non ci state chiedendo una legislativa, ma ci chiedete solo di.



PRESIDENTE

No, sarebbe richiesta alla Conferenza dei Capigruppo e questa, in base al Regolamento, è una richiesta d'urgenza effettuata dalla Giunta, per ridurre i termini in Commissione da 60 a 30 giorni.



GRIMALDI Marco

Siamo pronti ad approvarlo, ma non sapevo se quest'Aula dovesse dare un via libera o se è solo una comunicazione.



PRESIDENTE

Si deve votare a fine seduta, come ho già detto, prima della chiusura della giornata odierna con l'intervento di un oratore a favore e uno contrario se si vuole intervenire, e poi con la successiva votazione. È in base all'articolo 83 e l'abbiamo già fatto in precedenza.
Se non ci sono richieste di intervento, mettiamo in votazione la questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Ravetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Solo per dire dai banchi della maggioranza che c'è sensibilità e purtroppo le notizie che arrivano dal fronte francese ci allarmano. Naturalmente c'è una Commissione sanità e c'è un gruppo di lavoro sul COVID. C'è sicuramente la disponibilità nei prossimi Consigli regionali di un'informativa dettagliata sulle modalità e sul futuro, rispetto a questo quadro che purtroppo, si sta inclinando.
Oggi c'è un ordine del giorno importante. Sapete che l'Assessore Icardi è in congedo per altri impegni, però apprendiamo con piacere la proposta del Consigliere Ravetti e quindi da parte la maggioranza c'è tutta la disponibilità nei prossimi Consigli, ovviamente non al decimo Consiglio ma a breve, di relazionare in maniera completa rispetto a questa eventualità che sta venendo avanti, purtroppo. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sulla questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Ravetti.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



ZAMBAIA Sara

Presidente, chiedo scusa, se può rettificare il mio voto, che è contrario.



RIVA VERCELLOTTI

È contrario anche il mio voto, non mi funzionava la scheda di voto nella chat.



PRESIDENTE

La Consigliera Disabato dichiara di voler dare un voto favorevole.
Si sono registrati 27 voti contrari e 14 voti favorevoli.


Argomento: Problemi energetici - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame disegno di legge n. 87, inerente a "Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 87, inerente a "Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione e dalla III Commissione il 22 settembre 2020.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Marin, mentre relatori di minoranza sono i Consiglieri Avetta e Sacco.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Marin.



MARIN Valter, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi portiamo un disegno di legge che riteniamo importantissimo. Bisogna risalire al all'attuazione di quanto prevede il decreto legislativo n.
79/1999 che, a sua volta, è stato modificato con l'articolo 11 quater del disegno di legge n. 135/2018 che è quello che riguardava le semplificazioni, convertito con le relative modificazioni con la legge n.
12/2019.
La presente legge prosegue l'obiettivo di una fondamentale valorizzazione del patrimonio idrico piemontese nell'ottica di uno sviluppo sostenibile della comunità. Facciamo presente che per quanto riguarda la situazione piemontese, ci sono più di 30 concessioni, di cui moltissime rinnovate da più di 10 anni. Quindi, credo che sia arrivato il momento di approvare questo disegno di legge, che peraltro era calendarizzato entro marzo e per i vari motivi che abbiamo visto si è deciso di portare all'approvazione perché c'è una scadenza fondamentale che è la fine di ottobre.
Questa legge considera le grandi derivazioni di acqua a scopo idroelettrico ad uso energetico che hanno una potenza nominale media superiore a 3 mila kWh. Nel caso di concessione di derivazione ad uso energetico da canali consortili irrigui, la soglia di 3 mila kWh è riferita al singolo impianto.
Sappiamo che, nel momento in cui questo disegno di legge viene vagliato, la Regione Piemonte avrà la possibilità di arrivare ad introitare dei canoni.
Quindi, è una prima vera legge di fiscalizzazione della Regione, che noi auspichiamo come la vera autonomia.
Ci sono una serie di articoli che si riferiscono all'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua. Vengono anche precisate le priorità per il pluriuso di questi grandi invasi ed è normata la parte riguardante l'uso idropotabile, in caso di urgenza. Vi è anche un'indicazione riguardante i rapporti di fine concessione, quindi sono normati le modalità e i tempi per lo svolgimento delle procedure nell'ottica della normativa europea e nazionale: quali sono i requisiti di ammissione e i requisiti organizzativi, finanziari e tecnici, perché quando parliamo di impianti di questo genere non è facile trovare la competenza sul mercato, pertanto è indispensabile essere molto puntuali in merito alle esperienze presenti. Inoltre, sono normati i criteri, le valutazioni delle proposte, le durate delle concessioni, gli obblighi e le limitazioni (quindi, molto dettagliati), i miglioramenti energetici ambientali e le misure di compensazione.
Questo - come ho detto - nell'ottica delle direttive europee, precisato molto bene negli articoli 15 e 16.
L'articolo 15 recita: "Miglioramento e risanamento ambientale" e a questo proposito indica, nel rispetto delle previsioni del Piano paesaggistico regionale e della disciplina in materia di tutela dei beni culturali e dei paesaggi, "gli obiettivi minimi da conseguirsi mediante interventi di conservazione, miglioramento e risanamento ambientale del bacino idrografico di pertinenza, finalizzati alla tutela dei corpi idrici e del territorio e alla mitigazione degli impianti, con particolare riferimento ai seguenti aspetti", e fa un distinguo molto preciso, "a) il mantenimento della continuità fluviale; b) il deflusso minimo vitale; c) la mitigazione delle alterazioni morfologiche e fisiche degli alvei, delle sponde" eccetera, "d) la ricostituzione e il trasporto solido a valle delle opere di sbarramento".
Viene, poi, indicata una quota (tutti i riferimenti al comma 1 non inferiore al 10% degli introiti. Questo 10% derivante dall'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche è destinato al finanziamento delle misure del Piano di tutela delle acque finalizzate alla tutela, alla rinaturazione e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione. Solitamente, parlando di opere sia pubbliche sia, eventualmente, private, questa percentuale non è quasi mai stata raggiunta. Cito, per esperienza, la legge n. 285/2000, una delle prime leggi dello Stato che prevedeva le compensazioni ambientali: al 2000 si parlava del 2%. Oggi, parlare del 10% significa che questa legge presta un'attenzione particolare al ripristino ambientale e alla salvaguardia degli interi corsi d'acqua.
In merito all'articolo 16, propongo una leggera precisazione, perché il comma 1 recita: "Le misure di compensazione ambientale e territoriale non possono essere di carattere meramente patrimoniale o economico e devono garantire l'equilibrio economico-finanziario del progetto di concessione".
Noi proponiamo (sarà portato all'approvazione) di aggiungere l'avverbio "esclusivamente", per essere ancora più puntuali.
Nel Capo X e seguenti vengono trattate le opere bagnate, la modalità di utilizzo delle opere asciutte, le derivazioni interregionali e internazionali, le modifiche consequenziali delle varie leggi regionali e le norme finali e transitorie.
Il testo è, da giorni, a disposizione di tutti i Consiglieri e, con soddisfazione, concludo questa mia relazione auspicando che diventi nuova legge regionale.
Ritengo sia una delle prime vere leggi che parlano di autonomia regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Avetta.



AVETTA Alberto, relatore

Grazie, Presidente.
Ci apprestiamo a discutere un disegno di legge che tratta una materia molto complessa sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista tecnico.
È una materia solo apparentemente concentrata su un settore che potremmo considerare di nicchia. Al contrario, è una materia di grande interesse per il Piemonte e per tutti i piemontesi, sia sotto il profilo economico perché è una partita che vale tanti milioni di euro (lo ricordava il collega Marin), essendo, il Piemonte, ricco di fonti idriche che generano tanta energia attraverso la concessione delle derivazioni ad uso idroelettrico, sia sotto il profilo (dal nostro punto di vista, forse più del profilo economico) ambientale, perché si tratta di garantire una migliore qualità della vita dei nostri territori e dei nostri cittadini.
Possiamo affrontare questa materia in due modi: concentrarci sull'obiettivo di far prevalere l'interesse economico oppure fare quello che secondo noi è la cosa giusta, che abbiamo cercato di veicolare nella discussione di Commissione, cioè trovare, su ogni singolo articolo della legge, un punto di equilibrio, il corretto punto di mediazione tra gli interessi economici e territoriali rilevanti, che consideriamo importanti, e i profili ambientali, che garantiscono sviluppo sostenibile, rispetto del territorio e qualità della vita ai piemontesi.
È quello che noi abbiamo cercato di fare in Commissione, con un animo costruttivo: abbiamo scritto e depositato emendamenti di correzione al testo, che oggi è significativamente diverso da quello presentato nei primi mesi dell'anno. Devo riconoscere che sia il Presidente Dago - Presidente di Commissione - sia l'Assessore Marnati, insieme alla struttura, si sono resi disponibili ad ascoltare.
Alcuni nostri suggerimenti (non tutti) sono stati accolti, così come sono state accolte molte delle copiose critiche e dei suggerimenti costruttivi che sono arrivati dalle tante associazioni di categoria e dall'associazione degli Enti locali. Tali correttivi hanno certamente migliorato il testo originario, però - a nostro avviso - il lavoro di Commissione, seppure utile, non è sufficiente per farci considerare, questa, come una buona legge.
Si tratta di fare uno sforzo in più, di fare qualche passo in più per accogliere quelle considerazioni che, durante l'analisi di Commissione, la maggioranza non ha ritenuto di voler accogliere, con l'obiettivo di migliorare quel punto di mediazione al quale facevo riferimento prima.
Lo dico anche per un'altra ragione e premetto che lo dico senza alcun sarcasmo, visti i precedenti, una ragione che dovrebbe stare particolarmente a cuore a questa maggioranza, cioè quella di scongiurare possibili ricorsi, che sono sempre possibili, perché la materia, come abbiamo detto, è molto complessa: è regolata dalle direttive dell'Unione europea, che sono state attuate da leggi nazionali, concorre agli obiettivi strategici dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Infatti, non è un caso che la legge gemella, varata pochi mesi fa dalla Lombardia, sia già stata impugnata dal Governo e, altrettanto, non è un caso che la Corte Costituzionale, con una recentissima sentenza (la n.
155 del 21 luglio scorso) abbia accolto il ricorso della Regione Toscana dichiarando incostituzionale l'articolo n. 11 quater del famoso Decreto Salvini, dal quale tutto nasce, il c.d. Decreto semplificazioni.
Per questo motivo, crediamo che con i nostri emendamenti abbiamo espresso molte perplessità, con l'obiettivo però di migliorare un testo di legge che, ricordiamocelo, perché dobbiamo averne consapevolezza, regolerà una materia molto importante per il territorio per almeno i prossimi quarant'anni. Noi abbiamo detto più volte che la ratio di questo provvedimento non è esclusivamente di natura economica. Allora, se non è di natura economica e se, da un lato, c'è il tema delle modalità del bando, il tema dell'adeguamento alle norme nazionali, il tema dell'adeguamento alle norme europee in materia di assegnazione e di concorrenza, dall'altro, si pone il tema importante della tutela ambientale e della sua compatibilità che a nostro avviso è possibile - con le esigenze di sviluppo e di produzione di energia idroelettrica.
A ben guardare, è proprio questo secondo aspetto, quello della tutela dei profili ambientali, l'aspetto che condividiamo e che ha indotto il legislatore che ha legiferato sul Decreto Salvini, n. 135 del 2018, ad affidare alle Regioni, che sono considerate l'ente istituzionalmente più vicino ai territori e quello maggiormente in grado d'intercettare le sensibilità, le necessità e le istanze dei territori stessi dal punto di vista dell'ambiente, in modo da garantire le puntuali e specifiche esigenze. La sfida sta tutta qui: nella nostra capacità di trovare questo punto di mediazione, che ad oggi, a nostro avviso, non è ancora stato trovato.
Siamo altrettanto consapevoli del fatto che questa legge, come ho già avuto modo di dire, spiegherà i propri affetti per tanti anni, durante i quali noi non sappiamo cosa succederà, non abbiamo nessuna certezza su cosa capiterà nei prossimi quarant'anni; ed è proprio per questo che credo che dobbiamo avere il dovere di esercitare la massima cautela e anche la massima responsabilità nell'adottare un atto normativo di questa portata.
La crisi del clima e dell'ambiente è sotto gli occhi di tutti; un anno fa non più tardi di un anno fa, qui abbiamo discusso ampiamente, anche con grande enfasi e, giustamente, abbiamo ascoltato i ragazzi che ci hanno chiesto di avere più coraggio nelle nostre scelte, perché noi stiamo legiferando su un futuro che riguarda tutti noi, ma che riguarda loro in particolare, così come riguarda i nostri figli. Come dicevo, la situazione del clima, a cominciare dal riscaldamento globale, ci consegna una prospettiva tutt'altro che tranquillizzante sotto questo aspetto, ed è per questo che noi sottolineiamo con forza la necessità di fare molta attenzione e di adottare questa norma con grandissima prudenza e con grandissimo senso della prospettiva.
Allora, ci dobbiamo fare trovare pronti e faccio, in questo senso, un esempio che ci può aiutare a capire cosa intendo dire quando ci dobbiamo far trovare pronti e scrivere una legge che ci consenta di farci trovare pronti nel caso ci siano delle crisi di carattere ambientale. Venti trent'anni fa, nessuno di noi pensava di vedere fiumi d'acqua nelle vie di Torino; nessuno di noi, venti-trent'anni fa, pensava alle bombe d'acqua o meglio pensava che le bombe d'acqua potessero ripetersi con la frequenza con cui si ripetono oggi. Oggi, questo succede con una certa regolarità tanto è vero che SMAT, per fare un esempio, la nostra Società pubblica, che ha sempre dimostrato di avere grande attenzione all'innovazione tecnologica, sta già progettando nuove infrastrutture che tengano conto delle bombe d'acqua e della necessità di assorbire in tempi più rapidi di quanto siano in grado di farlo infrastrutture che abbiamo progettato e realizzato 30-40 o 50 anni fa, quando non pensavamo che le cose potessero andare in questo modo. SMAT lo sta facendo, perché ci si attende che queste bombe d'acqua si ripetano con una certa regolarità; sono fenomeni che prima consideravamo impossibili in una realtà come la nostra e che oggi, invece sono sotto i nostri occhi quotidianamente o quasi quotidianamente.
Questa considerazione, a mio avviso, deve farci riflettere, deve far meditare il legislatore, perché le crisi idriche, che oggi potrebbero sembrare improbabili, potrebbero diventare una costante tra qualche anno.
Pertanto, dobbiamo scrivere norme che tengano in considerazione anche questa eventualità. E allora, di fronte a quell'ambientalismo di maniera di fronte a quelle parole, a quelle promesse che noi abbiamo ascoltato proprio qui un anno fa, a quella condivisione di principi, sulla quale tutti, chi più chi meno, spesso indulgiamo, oggi abbiamo l'occasione di trasferire quelle considerazioni e quei principi in un atto legislativo, di generare un piccolo tassello di un quadro più ampio. Abbiamo l'occasione di fare qualcosa che sia utile al futuro che appartiene a tutti noi, a cominciare da quei ragazzi che abbiamo ascoltato proprio qui, un anno fa.
Se è così, se è vero, se tutti condividiamo questa impostazione, dove sta il problema a definire con questa legge la previsione di progetti tecnici che siano in grado di assicurare la continuità della doppia funzione, la funzione di produzione di energia elettrica a fianco della funzione idropotabile? È per questo che abbiamo suggerito, peraltro inascoltati, che sui criteri di aggiudicazione delle concessioni (che è un po' il cuore di questa legge), l'articolo 10 del DDL, si considerasse sullo stesso livello l'esigenza di produzione energetica e quella dell'utilizzo dell'acqua a fini idropotabili. Dove sta il problema a scrivere una norma che metta queste due esigenze sullo stesso piano? E, invece, noi leggiamo nel testo arrivato in Aula, dopo i correttivi ai quali ho fatto riferimento in Commissione, che pone questi due criteri su piani diversi e, addirittura questa norma specifica bene che sono da considerare in ordine decrescente per la valutazione delle proposte progettuali. E vi lascio immaginare quale sia l'ordine, evidentemente, se avete colto la mia critica.
E poi, ancora, se crediamo a tanti principi discussi anche in quest'Aula dove sta il problema a rendere esplicito un concetto sul quale, a parole siamo tutti d'accordo, e cioè che l'acqua è un bene pubblico? L'acqua è un bene pubblico sia per l'uso idropotabile sia per l'uso di produzione energetica, perché sempre da lì arriva, sempre dai nostri territori arriva, sempre dalla nostra natura arriva quest'acqua. Se è così dove sta il problema a scrivere che la Regione valuta di mantenere o meno un invaso a fini di produzione di energia tenendo conto - mi sto riferendo al nostro emendamento sull'articolo 3 - delle esigenze di approvvigionamento della risorsa idrica ad uso potabile, che si riconosce concessa a titolo gratuito prioritario su ogni altro uso, sulla base di un piano previsionale redatto e adottato dagli Enti di governo d'ambito competente per territorio? Due sono le questioni: uno, il riconoscimento; due, il coinvolgimento dei territori. Sto parlando evidentemente dell'articolo 3. Durante il nostro lavoro di Commissione questa proposta è stata accolta, ma è stata accolta parzialmente, e allora, mi consenta la battuta Presidente: è stata un po' annacquata questa proposta, tanto per restare in tema. Infatti è venuto meno, nella versione arrivata in Aula, il riferimento al riconoscimento formale esplicito che l'uso idropotabile debba essere prioritario sugli altri usi.
Oggi, nella versione definitiva che abbiamo caricato sul nostro sistema, ci accontentiamo e ci facciamo bastare un particolare riguardo all'esigenza di potabilità. Tutti capirete, è una frase talmente generica che, al di là del contentino rispetto ai principi a cui ho fatto riferimento prima, non ha nulla di normativo. Al contrario, con questa legge dovremmo aver chiaro lo scenario della crisi idrica e delle conseguenze che ciò comporta, come ho avuto modo di dire prima. Se è vero che per altri usi (facciamo l'esempio dell'uso in agricoltura piuttosto che negli incendi), quando si manifesta la necessità, si può rilasciare l'acqua, per l'uso idropotabile dobbiamo prevederlo in anticipo. Dobbiamo saperlo già fin da oggi che questo è il modello che vogliamo dare al nostro sistema di derivazione. È necessario per l'uso idropotabile, che le società di gestione dell'acqua idropotabile siano poi nelle condizioni di realizzare i serbatoi a valle e siano nelle condizioni di realizzare i potabilizzatori, la rete dorsale e la rete di interconnessione con le reti municipali.
Occorre trasferire nella legge questa consapevolezza, anche della particolarità dell'uso idropotabile, quindi delle complessità tecniche a cui dobbiamo fare attenzione, perché l'uso idropotabile - lo dico perché è bene che lo sappiamo tutti - vuol dire che poi quell'acqua la beviamo, la usiamo per mangiare e per lavarci. È necessario, quindi, che questa legge preveda fin da ora questo tipo di obiettivo, se lo riteniamo, come noi lo riteniamo, fondamentale, e consenta alle società di gestione dell'acqua (ai Consorzi che li gestiscono, ma anche ai Comuni se lo vogliamo), di mettersi nelle condizioni di adeguare le loro infrastrutture.
Poi c'è l'altro tema di cui ho già accennato. Nella nostra versione abbiamo aggiunto un passaggio che riteniamo avrebbe dovuto essere molto caro a questa maggioranza, ed è il riferimento al territorio, che stranamente è stato espunto dalla formulazione portata in Aula, con buona pace delle tante belle parole che spesso sentiamo dire rispetto ai territori.
Ci sono poi molte altre questioni da affrontare (credo di aver finito il mio tempo, Presidente, quindi mi avvio a concludere): in primis, l'eccesso di rinvio alla Giunta; alcune abbiamo tentato di correggerle, ma ne rimangono ancora molte. E' è una questione che finisce, non solo per mortificare il ruolo di programmazione delle Commissioni e del Consiglio ma, guardate, e mi riferisco al tema cui ho fatto riferimento prima dei ricorsi, non è che lo diciamo noi. Tutti abbiamo letto la relazione di UNCEM; e cosa dice la relazione di UNCEM? Ci dice: guardate che se eccedete nella delega alla Giunta, vi esponete a ricorsi amministrativi, spalancate le porte a ricorsi amministrativi. Anche su questo, qualche correttivo c'è stato, ma certamente non abbiamo risolto tutti i problemi che noi avevamo sollevato.
C'è poi il tema - finisco, Presidente - della monetizzazione delle cosiddette compensazioni ambientali e tanti altri punti, che sono sicuro i nostri colleghi, i miei colleghi, affronteranno nel corso del dibattito.
Per parte mia, mi auguro che dalla discussione di oggi possano arrivare quegli ulteriori suggerimenti che consentano di metabolizzare meglio la consapevolezza che stiamo scrivendo una norma importante per il futuro e per lo sviluppo sostenibile del Piemonte, in favore dei piemontesi e dei loro interessi diffusi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ora do la parola al relatore di minoranza, Consigliere Sacco.



SACCO Sean, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Oggi approda in Aula un testo di legge che ci è stato chiesto dall'Unione europea di approvare già nel lontano 2011, quando, per la prima volta, la Commissione ha scritto al Governo italiano, lamentando una mancanza di trasparenza nelle procedure di selezione dei concessionari dell'idroelettrico.
Sono passati diversi anni e dovevamo andare in discussione già a marzo, ma con l'emergenza abbiamo avuto la possibilità di avere una proroga nonostante le preoccupazioni derivanti dalla messa in mora da parte dell'Unione europea. Tuttavia, eravamo sicuri che avrebbero capito, anche grazie a un'interlocuzione avuta con il Governo, che ci serviva ancora qualche mese per ottimizzare quello che è un processo di normazione non semplicissimo, come ha giustamente ricordato il collega Avetta.
Durante la discussione in Commissione sono state accolte alcune nostre osservazioni; un emendamento è già stato recepito con il nuovo testo approdato in Commissione in questo mese, mentre un altro emendamento ci è stato accolto, un emendamento che riguardava un aspetto che abbiamo ritenuto necessario andare a specificare all'interno della norma, che chiedeva che l'aumento dell'efficienza del sistema idroelettrico non fosse.
Chiedo scusa, Presidente, c'è un po' di brusio in Aula e diventa difficile.



PRESIDENTE

Lo so, però tenga anche in considerazione che siamo con le porte aperte e il brusio arriva pure da fuori. Non voglio giustificare i colleghi che alle volte parlano fra di loro o al telefono, però ricordo a tutti di tenere un tono un po' più basso per permettere a tutti di interloquire con la Presidenza.
Prego, Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Il nostro emendamento chiedeva che un miglioramento all'efficienza energetica del sistema idroelettrico non fosse considerato laddove rientrava già nei requisiti minimi un miglioramento ambientale. Questo l'abbiamo voluto specificare per evitare dei contenziosi successivi nella fase di aggiudicazione del bando, avvantaggiando anche in questo modo tutti coloro che vanno oltre quello che viene definito dai requisiti minimi senza aprire porte a scorciatoie. Come è stato sollevato in quest'Aula non stiamo andando a normare solamente un aspetto legato all'energia perché gli impatti sulla gestione dell'acqua riguardano sia l'ambiente sia l'utilizzo idropotabile, ma, soprattutto, anche l'utilizzo agricolo.
E qui mi voglio collegare al fatto che proprio noi non sapremmo, come è stato giustamente osservato, cosa avverrà nei prossimi anni, se avremo dei grossi problemi legati alla siccità (molti dicono di sì, ed è molto probabile) e i grandi invasi ci consentiranno di accumulare grandi riserve di acqua che sì potranno essere usati per la produzione di energia pulita ma non dimentichiamoci che, forse, l'aspetto più strategico è anche legato alla garanzia di rifornimento idrico delle nostre culture, soprattutto nei momenti più complessi. L'abbiamo visto, per esempio, l'anno scorso nelle coltivazioni dedicate al riso del vercellese e del novarese che hanno subito già grosse sofferenze legate a un minore flusso di acqua, proprio nel momento in cui c'era maggiore bisogno.
Detto questo, quando parliamo di Unione Europea per quanto riguarda i sistemi di selezione, dobbiamo sollevare un aspetto che è contenuto in un nostro emendamento che non è stato accolto. L'aspetto è legato alla concorrenza. Ci sono state alcune osservazioni rispetto, soprattutto, a quanto previsto dal comma 2, all'articolo 7, cioè sulla possibilità di accorpare concessioni esistenti e bandire la gara per quella che potremmo definire una macro concessione unica. Questo potrebbe essere un problema se non specificatamente normato in quanto sarebbe una forte barriera all'ingresso, all'interno del mercato per tanti piccoli e medi operatori.
Se accorpiamo tutta una serie di derivazioni, costruiamo un pacchetto che deve essere messo a gara e che richiederebbe requisiti tecnici eccessivi per i piccoli e medi produttori. Questo è un danno, in primis, alla concorrenza. La concorrenza fa bene perché ci consente non solo di migliorare l'offerta che arriva dal mercato avendo una massima utilità per il pubblico, ma la concorrenza consente anche di far crescere altre realtà che meritano di avere più spazio all'interno del mercato, soprattutto questo tipo di mercato. Considerate che creare delle macro concessioni rischieremmo di escludere anche le aziende del territorio in favore dei big che rischierebbero di monopolizzare eccessivamente il mercato dell'idroelettrico.
Per questo chiediamo con l'emendamento che andiamo a ripresentare, di garantire che i requisiti tecnici o che gli accorpamenti di queste derivazioni non siano escludenti per tutta una serie di attori che, se dovessero essere esclusi dal mercato per un approccio forse eccessivamente soggettivo e non normato dalla legge - perché dà la possibilità di, ma non mette tutta una serie di paletti - rischieremmo di creare una barriera all'ingresso che non solo rischierebbe di creare un danno alle nostre imprese, ma anche e soprattutto di esporci a tutta una serie di contenziosi legati alla concorrenza con l'Unione Europea. Quando l'Unione Europea ci chiede delle procedure trasparenti, sappiamo quanto sia attenta a garantire la concorrenza dei mercati per evitare che ci possano essere delle discriminazioni già all'interno dei bandi che non escluderebbero i piccoli e medi produttori per un'incapacità di fare un'offerta economicamente e ambientalmente competitiva, ma per il semplice fatto di non avere i requisiti tecnici per inserirsi all'interno del mercato.
Detto questo, vorrei concludere facendo un ragionamento più ampio per quanto riguarda il mercato dell'energia. Noi abbiamo bisogno al più presto di definire quali sono gli obiettivi, con un programma chiaro sullo sviluppo energetico della nostra regione. Un aspetto strategico che dovrebbe essere discusso in maniera approfondita all'interno delle Commissioni. Abbiamo la grande fortuna di avere sul territorio piemontese questi invasi che ci consentono di produrre una grossa quantità di energia pulita, ma sappiamo che, quando ci si concentra eccessivamente su un unico asset, si rischia di rimanere scoperti nel caso in cui ci dovesse essere per esempio, una crisi idrica, oppure nel caso in cui quest'acqua, per questioni emergenziali, diventi necessaria per altri scopi che non siano quelli idroelettrici.
Per questo motivo, riteniamo che sia importante approfondire quella che è la nostra visione di futuro e definire su quali altre fonti di energia vogliamo puntare per garantire una fornitura costante alla nostra Regione soprattutto con un mix energetico derivante il più possibile da energie rinnovabili, che possa garantire una stabilità di fornitura alla nostra regione nei vari mesi dell'anno. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale e chiedo se vi sono interventi al riguardo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Credo che siamo di fronte ad un testo di legge che tratta una materia decisamente importante, come ha già sottolineato chi mi ha preceduto, in particolare il collega Avetta; importante per tutta una serie di motivi non da ultimo quello di natura economica.
Ma accanto all'aspetto economico, c'è ovviamente l'aspetto ambientale che riguarda l'approvvigionamento idrico per le nostre comunità, la produzione di energia elettrica, gli invasi delle nostre valli, la tutela del paesaggio e tutto l'assetto idrogeologico del nostro territorio.
Com'è stato sottolineato, la Regione legifera in questa materia in virtù di una legge del 1999, poi rivista dal Decreto semplificazioni n.
135/2018: nell'ambito della cornice legislativa tracciata dallo Stato, nel quadro della liberalizzazione in materia energetica (datato appunto 1999) spetta alle Regioni disciplinare le modalità di assegnazione delle concessioni aventi ad oggetto le cosiddette grandi derivazioni.
Per quanto riguarda il Piemonte, stiamo parlando di 67 concessioni, di cui 11 già scadute. Le altre andranno a scadere entro il 2044, la maggior parte entro il 2029.
La legge nazionale, e poi il Decreto semplificazioni, modificava, da un lato, la modalità con cui venivano quantificati i canoni; dall'altro evidenziava come questi canoni, nell'ambito delle singole Regioni dovessero andare almeno per il 60% a quei territori dove l'energia si produce, cioè a quei territori dove ci sono le derivazioni (in pratica dove c'è acqua).
Questa norma è stata poi oggetto di un intervento della Corte Costituzionale, che, come sapete, l'ha cassata, in quanto ha ravvisato in questa disciplina dello Stato un'invasione di campo rispetto a scelte che dovevano essere effettuate dalle Regioni.
Noi, come Piemonte, non molto tempo fa abbiamo adottato una normativa che va in questa direzione e che prevede che le tre Province in cui ci sono le grandi derivazioni, ossia Cuneo, Torino e VCO, possano godere di un ritorno di questi canoni in maniera significativa, con meccanismi di compensazione però per le altre Province. Per la Provincia di Cuneo, quella da cui arrivo, comporterà un introito che supera i 4 milioni di euro! Si tratta, dunque, di un quadro complesso dal punto di vista legislativo, come ha sottolineato bene il collega Avetta, che ha già dato adito a ricorsi e che potrà dar seguito ad ulteriori ricorsi da parte dei vari gruppi e società private che parteciperanno alle gare per aggiudicarsi queste concessioni o per far parte di una delle società miste pubblico privato che andranno a formarsi.
Per questo motivo, abbiamo sottolineato, durante l'iter di formazione di questa legge, l'importanza di legiferare bene: perché trattandosi di materia complessa, dove le competenze statali e regionale sono concorrenti e dove la sostanza economica è notevole, è evidente che questa presti il fianco a grandi attenzioni e anche alla possibilità che si possano generare dei conflitti a livello giudiziario.
Tuttavia, per quanto la materia economica sia importante, non è tutto.
Non è tutto perché alla fine, se andiamo all'osso di questa vicenda, il bene di cui stiamo parlando, che viene sfruttato per la produzione di energia, è il bene più prezioso che abbiamo sul nostro pianeta: l'acqua. È un bene che è stato e che è tuttora al centro dall'attenzione planetaria perché è legato ai cambiamenti climatici. L'acqua sta diventando un bene sempre più prezioso, perché in certe aree del pianeta è sempre più raro e contemporaneamente, è anche insidioso per le comunità, perché proprio i cambiamenti ambientali stanno favorendo dei climi di natura tropicale anche dalle nostre parti, per cui assistiamo ad un alternarsi di momenti di siccità e aridità, in cui manca l'acqua, a momenti in cui quest'acqua è abbondante, con precipitazioni inusuali, con tutti i danni che sappiamo in termini alluvionali e di tenuta del territorio che si verificano puntualmente anche nella nostra regione. La nostra è una regione molto bella dal punto di vista ambientale, ricca di montagne e di colline, ma proprio per queste caratteristiche è anche molto molto fragile.
Quindi, nel legiferare, abbiamo ritenuto altrettanto importante rispetto ai temi economici, sottolineare quelli che sono gli aspetti di natura ambientale. Anzi, poiché dal punto di vista economico, al di là della scelta di come verranno gestite e di come verranno assegnate queste derivazioni, la legge statale è già discretamente puntuale, le Regioni devono disciplinare in maniera puntuale gli aspetti ambientali, anche in ragione della diversità del proprio territorio.
Abbiamo ritenuto sin dall'inizio che questa legge fosse carente sotto l'aspetto ambientale, e abbiamo lavorato presentando una serie di proposte costruttive - com'è stato detto dal collega Avetta - in parte accolte e facendo un'attività emendativa che per il momento è stata a livello di Commissione accolta in maniera molto residuale, ma che speriamo in quest'Aula nei prossimi giorni, nel momento in cui andremo ad affrontare articolo per articolo ed emendamento per emendamento, possa trovare accoglimento. Anche perché molti dei nostri emendamenti si radicano su osservazioni che arrivano dal CAL, che arrivano da UNCEM, quindi dalle associazioni che rappresentano i Comuni, i Comuni montani e i piccoli Comuni, ma anche da associazioni ambientaliste e da organismi rappresentativi delle stesse società che operano nel settore. Questo perché, da un lato, l'aspetto ambientale è estremamente delicato dall'altro, la scelta del modo con cui gestire queste derivazioni non è indifferente dal punto di vista della futura funzionalità ed efficacia.
Ho letto in questi giorni dei commenti e degli articoli apparsi su giornali on-line e anche cartacei della nostra regione, nei quali si insinuava il fatto che si corra il rischio di costruire tanti carrozzoni che poi devono come sempre, fare i conti con una burocrazia e con meccanismi troppo ingessati che non consentono di gestire al meglio. Questo dobbiamo sicuramente evitarlo, perché sarebbe una sciagura per la nostra Regione, ma dobbiamo anche evitare che l'aspetto delle derivazioni e della produzione di energia elettrica non venga svolto a danno dei profili e degli aspetti ambientali.
Abbiamo anche sottolineato un altro aspetto che, a nostro avviso, è carente in questa legge, cioè il coinvolgimento dei territori e delle comunità locali. Faccio un esempio concreto. Quando arriveremo all'articolo 16, che riguarda le compensazioni ambientali, vedremo un taglio, perché avete dato un taglio estremamente economico, cioè le compensazioni sono quelle opere che i gestori devono porre in essere a tutela del territorio in cui operano mettiamola così per semplicità - ma in realtà troviamo nell'articolo 16 sostanzialmente il fatto che queste compensazioni debbano essere fatte in modo economico, attraverso il pagamento di determinate somme con cui poi verranno poste in essere determinate opere.
Noi, invece, riteniamo che questa debba essere un'opzione, ma accanto a questa ci debba essere l'altra, cioè quella di interventi diretti di questi gestori per interventi sul sistema paesaggistico, ambientale ed idrogeologico dei territori in cui operano, per individuare e per fare quelle opere - che spesso loro possono anche fare a costi inferiori rispetto al pubblico - necessarie per quelle comunità e per quelle zone e proprio per questo coinvolgere le comunità, i Comuni e le cosiddette comunità ambientali locali strategiche in queste scelte.
Questo è un po' l'approccio che abbiamo avuto e che metteremo in questo dibattito. È un approccio che, per certi versi, è critico rispetto al testo che viene portato in approvazione in questa sede. Siamo soddisfatti che alcune delle nostre osservazioni siano state accolte, ma non tutte. Per cui il nostro sarà un approccio quanto mai costruttivo, per cercare insieme di correggere nel migliore dei modi la proposta di legge. È un approccio che non ci nascondiamo, vede l'aspetto economico come un aspetto importante per la nostra Regione. Ci sono in gioco dei canoni e milioni di euro, ma non può non tenere conto dei profili ambientali legati all'acqua, che è un bene comune prezioso, che deve essere correttamente sfruttato ai fini della produzione di energia elettrica, ma che va gestito nella sua complessità per quanto riguarda anche gli aspetti idropotabili, gli aspetti agricoli e più in generale, l'assetto del territorio. Questa complessità deve trovare in questa legge, accanto ad altre leggi e norme specifiche già esistenti una disciplina più puntuale e più specifica, altrimenti corriamo il rischio che l'aspetto economico travolga un po' tutto.
Questo è lo spirito con cui ci accingiamo non solo a questa discussione, ma anche alla discussione di ciascun articolo e alla proposta dei tanti emendamenti di merito che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Vorrei partire da una premessa, Presidente, perché quando si generalizza in questo Paese si commettono degli errori. Diventa anche complicato spiegare ai cittadini che generalizzare nel giudicare i soggetti che fanno politica è un errore. Le frasi che si ascoltano di norma nei luoghi di aggregazione sociale del tipo "Sono tutti uguali", quando si fa riferimento alla politica, sono frasi sbagliate. La mia cultura mi porta a dire che non esiste sempre la parte giusta e la parte sbagliata e in questo senso non intendo dire che tutte le volte io mi sento dalla parte giusta. Intendo dire che ci sono delle differenze sostanziali tra le parti che compongono l'insieme della politica. È evidente che, a differenza del passato, quando le ideologie erano molto più marcate rispetto ad oggi, le sfumature su alcuni versanti sono gli unici indici che permettono di giudicare diversamente l'appartenenza ad un ambito piuttosto che un altro.
Devo dire che, rispetto al Piemonte, tutte le volte che abbiamo a che fare con aria, acqua e terra le differenze tra le parti che compongono quest'Assemblea non si distinguono per sfumature, ma per sostanza. È ci che è capitato dall'inizio di questa legislatura ad oggi.
La sostanza è quella che abbiamo potuto verificare nella vostra proposta contenuta nel "Riparti Piemonte" rispetto al tema del consumo del suolo benché, anche soltanto in parte, deviata grazie a una discussione alimentata da questi banchi, che vi ha convinti a deviare - dicevo - anche solo in parte la traiettoria del vostro percorso. Questo, tendeva e continua a tendere, anche se un po' meno, ad una progressiva erosione del suolo, consegnando parti del Piemonte al cemento.
Lo abbiamo notato rispetto a un vostro atteggiamento palese, non nascosto emerso durante il dibattito in quel Consiglio regionale aperto alla presenza di molti giovani che si sono pubblicamente lamentati del vostro atteggiamento, del vostro pensiero, della vostra cultura, più che legittima, ma che non ha come priorità il rispetto dell'ambiente, perch probabilmente (il mio è un giudizio politico) manca fino in fondo la consapevolezza del punto di non ritorno in cui questo pianeta (l'unico che abbiamo a disposizione) si trova. Lo abbiamo notato quando abbiamo discusso della tutela dell'aria, di alcuni provvedimenti necessari a mettere in sicurezza le nostre città, su provvedimenti che devono essere adottati dalla Regione con criteri di premialità nei confronti soprattutto delle grandi città, dove, per un insieme di fattori, la crisi ambientale e la scarsa qualità dell'aria evidenziano criticità che meritano e meriterebbero posizioni più radicali, che quest'Amministrazione regionale non ha dimostrato.
Oggi, come già detto in precedenza, lo si verifica altrettanto palesemente con le due funzioni ricordate dal collega Avetta al principio di questa discussione, cioè - per quanto riguarda l'acqua - la funzione idroelettrica e la funzione idropotabile: voi date priorità all'aspetto idroelettrico piuttosto che all'aspetto idropotabile. Anche questo è legittimo.
Probabilmente, la vostra cultura liberista v'impone di porre la tutela dell'ambiente e gli aspetti che ne derivano in secondo piano rispetto a temi molto più cari al mercato e all'economia, quindi - aggiungo - al profitto, ma che in questa fase storica dovrebbero essere posti almeno sullo stesso piano di quello idropotabile. Pertanto, al concetto - che è molto più profondo di una dichiarazione contenuta in un intervento che deve stare all'interno dei dieci minuti - dell'acqua, che è un bene pubblico, e dell'importanza di definire con chiarezza quali sono, oggi, i beni pubblici da tutelare, che non devono essere oggetto di mercificazione se non funzionale al mantenimento del profilo pubblico di quel bene, garantendo efficacia ed economicità a quella tutela del bene pubblico.
La proposta che voi, oggi, vi accingete a votare porta con sé dei valori di straordinaria importanza per il tempo in cui viviamo. Non è soltanto l'approvazione di un disegno di legge, ma è molto di più: è la necessità di approfondire questioni riguardanti noi e il futuro delle nuove generazioni che dimostrano come una discussione apparentemente semplice, di natura amministrativa propedeutica a concessioni, possa invece rivelare una natura culturale molto più profonda, che deve andare oltre le convinzioni iniziali di un dibattito, modificandole.
Avete ancora il tempo, abbiamo ancora del tempo, insieme, in questo dibattito d'Aula, nonostante quello della Commissione, dove - anche lì solo in parte e grazie alla vostra particolare propensione ad accettare solo in parte - appunto - i nostri suggerimenti, qualcosa è stato modificato, ma si può fare di più.
Lo dico con molta prudenza, però con convinzione: c'è un altro aspetto, che riguarda il tema delle impugnative dei provvedimenti, rispetto al quale vi chiedo altrettanto equilibrio, altrettanta attenzione come quella che sto dimostrando in questo intervento.
Diciamo che, in questo anno e mezzo, non siete brillati in merito alla possibilità di superare, tutte le volte, le griglie delle impugnative.
Diciamo che, molte volte, soprattutto nel "Riparti Piemonte", avete voluto sfidare con un atteggiamento politico alla rincorsa del consenso le compatibilità normative nazionali. In questo caso, avete anche dei precedenti: la Lombardia dovrebbe indurvi (è vero, colleghi?) a riflettere.
Lo dico ai Capigruppo di Forza Italia e della Lega, che giustamente condizionano il voto: vi invito a riflettere rispetto alla necessità di adeguare alle norme nazionali un disegno di legge che potenzialmente ha tutte le caratteristiche per essere respinto.
Inoltre, per non andare troppo oltre i dieci minuti assegnati, un conto è evocare tutte le volte il rapporto con il territorio, le vostre radici, che sono ben piantate sul territorio, un conto è esercitare con provvedimenti di legge quell'idea di radicamento sul territorio. Molte volte, le idee stanno in un determinato posto e la sostanza e la pratica all'opposto: varrebbe forse la pena di dedicare un pochino più di tempo per riflettere insieme sugli emendamenti che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Oggi ci accingiamo a iniziare questo percorso in Aula relativo al disegno di legge sulle grandi derivazioni; un documento che ha avuto una profonda revisione, anche in Commissione, rispetto al testo iniziale e che ha visto parecchie sedute di Commissione per la discussione, perché è un testo che noi riteniamo molto, molto importante.
I colleghi l'hanno più volte ribadito: questo disegno di legge quadro va a regolamentare, in base alla norma nazionale, al Decreto n. 135, una materia che è stata conferita dallo Stato alle Regioni nel 2018, e che in Piemonte in particolar modo, ha un'importanza e una rilevanza strategiche e andrà a impattare sui prossimi decenni. Il modo in cui scriviamo la legge quadro oggi impatterà su tutto il percorso amministrativo che ne consegue, sugli effetti che avrà e, una volta affidate le concessioni, negli anni, non si tornerà indietro. Quindi, vale la pena fare delle riflessioni approfondite vale la pena prenderci il tempo adeguato e giusto per focalizzare su questo testo ancora le questioni aperte, che sostanzialmente sono due.
Noi le ribadiamo con forza, perché crediamo che per il Partito Democratico siano gli elementi dirimenti in questa discussione in quest'Aula e chiediamo un'attenzione da parte della maggioranza su questi temi.
Il primo aspetto è quello di contemperare l'equilibrio tra le esigenze e gli interessi economici relativi alla messa a bando di queste concessioni con l'ambiente. Quando parliamo di ambiente, ne parliamo sempre tutti in modo diffuso e in modo ampio e articolato. Credo però che gli atti legislativi, al di là degli ordini del giorno, delle mozioni e al di là dei dibattiti politici che facciamo anche in quest'Aula (ricordo il Consiglio regionale aperto di circa un anno fa, sul tema del futuro dell'ambiente) e al di là del tema del green e dell'ambiente, uno degli elementi fondanti del Partito Democratico, sia una sensibilità diffusa in tutte le forze politiche. Allora, quando li poniamo in alto dell'Agenda politica, così come ha fatto anche l'Europa, con la destinazione dei fondi del Recovery Fund in gran parte alle questioni green e alle questioni ambientali, così come ha fatto il Governo nella stesura della Finanziaria dello scorso anno e delle misure emergenziali legate al COVID, che ha dato una particolare attenzione al green e all'ambiente, anche noi dobbiamo tenerne conto.
quando entriamo nel merito di questioni legislative. Dobbiamo, quindi trovare questo equilibrio non facile tra ambiente e interessi economici in una materia che è particolarmente complessa e collegata al tema ambientale in primis al tema di quello che capiterà nel contesto in cui viviamo da qui a quarant'anni. Se è vero che noi oggi creiamo una norma che dispiegherà i suoi effetti nei prossimi decenni, noi dobbiamo ragionare non con gli occhi di oggi, ma con gli occhi, le previsioni, le analisi che ci vengono fornite di quello che potrà essere tra qualche anno, tra qualche decennio.
Quindi dobbiamo fare attenzione, dobbiamo, secondo noi, inserire con più forza in questa normativa- oggi c'è solo un accenno - l'aspetto che bene il relatore di minoranza, il mio collega Avetta, ma anche i colleghi che sono intervenuti prima, hanno evidenziato, cioè il fatto che l'acqua che noi oggi mettiamo a disposizione per la produzione di energia elettrica, in caso di siccità, di gravi carenze idropotabili, possa essere destinata a quell'emergenza.
Oggi, questo non è ben specificato, non è ben evidenziato e noi dobbiamo poter avere in mano una leva legislativa che permetta alla Regione di dire ai concessionari, in una situazione di crisi climatica, ambientale e idrica, di limitare, sospendere o ridurre (lo semplifico) la produzione dell'energia elettrica per aiutare la soluzione relativa alla crisi idrica.
Quando abbiamo parlato di questi aspetti, però, in molti mi dicevano, in Commissione o anche nei capannelli, nei dibattiti tra di noi, che in Piemonte sarà difficile che si verifichi una situazione di questo tipo: abbiamo le Alpi, i ghiacciai, un clima non arido; però, da qui a quarant'anni, se riusciremo tutti insieme a invertire la rotta rispetto alle grandi problematiche ambientali - e parlo di contesto globale e non solo di politiche nazionali, non solo di politiche europee, ma complessive forse sì; altrimenti dovremo fare fronte a un cambio progressivo del clima - gli allarmi li conosciamo tutti - e potremmo trovarci anche in quella situazione.
Quindi, è in quell'ottica che noi chiediamo di ragionare meglio su questo aspetto, perché come lo scriviamo oggi poi avrà effetti nei prossimi anni e avere in mano una leva in capo alla Regione che possa intervenire in questo senso, per noi, è un aspetto fondamentale.
Il secondo grande tema che abbiamo provato a scrivere in un emendamento (sinceramente, non conosco il numero, perché non ho guardato, ma lo discuteremo più avanti) è quello di non delegare troppo alla Giunta, e solo alla Giunta, gli aspetti anche strategici di partecipazione, di costituzione di società pubbliche o miste, di individuazione di quando dove e come eventualmente partecipare, ma di ampliare la partecipazione ed estendere anche la responsabilità di questo tipo di scelte,, se vogliamo anche al Consiglio regionale, perlomeno nella definizione del quadro complessivo e del quadro macro entro il quale la Giunta regionale potrà legittimamente, esercitare i propri poteri esecutivi e i propri poteri decisionali. Tutto ciò, però, dentro un mandato - fatemi dire così, magari non è il termine migliore - che il Consiglio regionale dà agli organi esecutivi della Giunta e dai ai quali viene coinvolto e informato passo dopo passo.
Anche questo è un aspetto che abbiamo inserito negli emendamenti che abbiamo depositato, che non vogliono essere ostruzionistici, ma di merito e vogliono essere focalizzati su queste due grandi tipologie di argomento.
Certo, in sede di Commissione, alcune sollecitazioni provenienti dal nostro partito sono state colte dalla maggioranza e dalla Giunta, però rimane la preoccupazione - è per questo chiediamo un supplemento di verifica - di scrivere un testo di legge che sia blindato rispetto a ipotetiche impugnative da parte del Governo. Non ce lo possiamo più permettere, anche se questa Giunta ormai è abituata, perché praticamente in ogni testo di legge vediamo qualche impugnativa. Noi parliamo sempre del "Riparti Piemonte", ma non citiamo mai il cosiddetto omnibus, sul quale abbiamo discusso ampiamente in quest'Aula a giugno, che ha visto un'impugnativa su un articolo ben preciso, relativo al tema degli appalti, ma ci sono state anche altre situazioni in cui sono state impugnate delle norme. Il problema non è che alcune norme vengono impugnate, ma il fatto che ci sia una sequenza costante di impugnative è un problema.
Su questa norma, data l'importanza e la rilevanza del disegno di legge, e dati gli effetti, anche amministrativi, che genererà nei prossimi mesi dopo che verrà approvato, non possiamo e non si deve correre il rischio di avere alcun tipo di impugnativa. Ne chiediamo una verifica ulteriore per evitare quello che è successo in Regione Lombardia, che abbiamo letto tutti nell'interesse della Regione Piemonte e dei suoi cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Siamo di fronte a una svolta che ritengo epocale, in primis, per il bilancio della Regione Piemonte. È un disegno di legge che consentirà, nei prossimi anni, l'introito di centinaia di milioni di euro in Regione Piemonte. È una norma fortemente autonomista che dà rilevanza alle Regioni all'arco alpino e ai produttori di energia idroelettrica. Ricordiamoci sempre che in questo caso di parliamo concessioni; grandi concessionari che stimiamo (sappiamo quanto ha dato ENEL ai nostri territori, IREN e tanti altri) e che ci auguriamo possano correttamente partecipare alle gare e magari riaggiudicarsele, perché sono aziende sane, serie, che hanno dato tanti posti di lavoro sui nostri territori e sanno gestire in sicurezza.
Tuttavia, ricordiamoci che parliamo di concessioni, quindi di un bene pubblico.
Prima sentivo parlare di una priorità pubblica. Questa legge, invece, vuole proprio definire questo, perché è un bene pubblico: l'acqua è un bene pubblico che ritorna al pubblico, quindi non è una proprietà, ma una concessione. Per troppi anni, queste concessioni sono state rinnovate a babbo morto. Siamo stati richiamati; quindi è ora di far giustamente pagare un canone, mandare a bando queste vecchie concessioni che per troppi anni sono andate avanti con rinnovi su rinnovi e sarà veramente una boccata d'ossigeno importantissima per la Regione Piemonte.
Grazie a Sertori, oggi Assessore alla Montagna della Regione Lombardia, che è stato un po' il fautore di questa normativa a livello regionale. Così come c'è stata un'ampia condivisione su un'altra norma fortemente autonomista, la norma sui canoni idrici del Verbano Cusio Ossola, di Torino e di Cuneo, più la perequazione per le altre Province (quindi venti milioni di euro a bilancio, tutti gli anni, per le Province piemontesi), su cui è stato fatto un grande lavoro di squadra e di concertazione, mi auguro che anche su questo provvedimento si possa fare un lavoro di concertazione.
Abbiamo delle ore preziose davanti per analizzare la possibilità di apertura su alcuni emendamenti delle minoranze, migliorativi. Su alcuni aspetti - e ci mancherebbe - che guardano alla tutela ambientale, sfondate una porta aperta, perché non è vera la narrazione che il centrodestra, che la Lega, sulla tutela ambientale non c'è e sulla tutela ambientale non è presente. Abbiamo delle ore davanti preziose; lavoriamo per trovare una sintesi e una quadra, come abbiamo fatto per la legge sui canoni.
Da parte della Lega, c'è la massima disponibilità L'Assessore Marnati e la dottoressa Crotta hanno già fatto un ottimo lavoro, perché la nostra normativa è già stata pulita dagli emendamenti e dagli articoli che potevano essere viziati o potevano essere oggetto di ricorso, per cui, il fatto che arriviamo dopo (abbiamo la scadenza del 30 di ottobre) la Regione Lombardia e altre Regioni, ha fatto sì che gli errori, che in buona fede hanno fatto queste Regioni, la Regione Piemonte non li farà; non li fa perché il nostro testo è già pulito da questi aspetti contestati.
Naturalmente, abbiamo a cuore una normativa così importante e rivoluzionaria; è importante per le casse della Regione Piemonte, perch sappiamo benissimo qual è lo stato delle casse della Regione Piemonte prima con il Piano di rientro della sanità, oggi con l'emergenza COVID, che farà sì che tra meno IRPEF e meno bollo auto ci sarà un introito nettamente inferiore rispetto alle previsioni.
Questa è una normativa che va realmente a dare tanto ossigeno alle nostre casse nei prossimi anni. Naturalmente, la legge deve essere fatta bene deve essere inattaccabile, deve essere equilibrata e deve essere incontestabile, per cui usiamo queste ore preziose per questo, perché non è la bandierina della Lega o dell'Assessore Marnati. Non è la bandierina di nessuno: è una legge che fa bene alla Regione Piemonte. Oggi governiamo noi la Regione Piemonte, ma non è detto che in un futuro lontanissimo possiate tornare a governare voi e quindi penso che anche in questo spirito si possa trovare un'ampia condivisione.
Da parte mia e da parte dell'Assessore nei meriti tecnici la disponibilità è ampia. Sfruttiamo le ore che mancano all'approvazione di questo importante testo per lavorare e per arrivare ad un testo che deve essere incontestabile - ci mancherebbe, siamo i primi noi a voler evitare una contestazione da parte del Governo o un rigetto da parte del Governo - ma la tematica è talmente importante e talmente epocale che bisogna remare tutti dalla stessa parte.
Grazie .



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Sono molto d'accordo con il Presidente del Gruppo consiliare della Lega che questo provvedimento sull'assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico sia strategico e cruciale per una regione come la nostra che gode di un bene, della presenza di molta acqua. Un bene che necessita di una valorizzazione da un lato e, dall'altro, anche di una tutela.
Ed è proprio su questo che focalizzerei il mio intervento. Come ha già sottolineato molto bene il relatore del nostro Gruppo, il Consigliere Avetta, dobbiamo fare attenzione a non essere eccessivamente sbrigativi nell'approvare questa norma. Mi riferisco in particolare a due aspetti. Il primo è la finalità di utilizzo idropotabile di un bene prezioso e non illimitato come l'acqua. Il secondo aspetto, invece, è il coinvolgimento anche questo in chiave e in ottica autonomista, degli Enti locali e degli organismi espressione del territorio.
La nostra attenzione si concentra in particolare sull'articolo 3, quello dedicato all'interesse pubblico, ad un uso diverso delle acque. C'è già stata un'ampia discussione in sede di Commissione consiliare, ma credo che sia necessario un supplemento oggi in Aula, in particolare sul 3-2A, cioè sul riguardo che dobbiamo avere per le esigenze di approvvigionamento della risorsa idrica ad uso potabile. Guardate che se noi discutiamo di concessioni idriche che avranno una durata che si estenderà sui prossimi quarant'anni, non possiamo trascurare il fatto che siamo immersi in una crisi climatica ormai universalmente riconosciuta e che mette a repentaglio la disponibilità del bene idrico; quindi non possiamo non sottolineare maggiormente la priorità che deve avere l'utilizzo idropotabile, cioè l'utilizzo non per finalità idroelettriche, ma per finalità idropotabili.
Noi riproporremo, in qualche modo, l'emendamento che è già stato bocciato in Commissione consiliare, quello che aveva il numero 9, e che riconosceva in maniera giuridicamente ineccepibile il fatto che l'uso idropotabile debba essere concesso a titolo gratuito e prioritario su ogni altro uso, in modo che abbia una maggiore limpidezza giuridica nel dettato di questa norma.
Il secondo aspetto su cui sinceramente mi sono anche un po' stupita che non ci sia stata attenzione dai banchi della maggioranza che, normalmente, sono i primi a difendere le prerogative degli Enti locali, soprattutto dei piccoli Comuni, delle aree più periferiche e meno urbanizzate della nostra regione, è quello che riguarda il coinvolgimento dei territori e degli enti di governo d'ambito, competenti per territorio. Nel testo della legge, così come è ora e, in particolare, nell'articolo 3, non c'è un riferimento esplicito a questi enti di governo d'ambito; quindi noi, nuovamente e con forza, proponiamo al centrodestra di coinvolgerli non soltanto surrettiziamente, ma esplicitamente nel testo della norma. Riteniamo quindi, proprio in uno spirito che non chiamerei soltanto autonomista, ma proprio di sussidiarietà, cioè di attenzione a quello che l'ente di rango inferiore può svolgere adeguatamente e in maniera più prossima ai cittadini sul territorio, di coinvolgere anche queste realtà.
Nel corso della discussione che svolgeremo oggi in aula riproporremo quindi, questi due aspetti e auspichiamo che queste nostre proposte vengano accolte per migliorare una norma che, ripeto, anche noi riteniamo strategica e cruciale, ma che non può essere considerata soltanto come una norma che ha una potenzialità economica e bilancistica per il nostro Ente.
Innanzitutto è una norma che va a normare l'utilizzo di un bene che è ambientale e di utilizzo anche idropotabile. Mi aspetto delle aperture su questo dalla maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io auspico che l'iter di questa legge non sia terminato in Commissione, ma che si possano fare ulteriori modifiche durante queste ore che spenderemo in aula. È una legge che dovrà essere di tutti, è una legge che ha una ricaduta temporale molto lunga (si parla di decenni). Quindi perdere, anzi, preferisco utilizzare il termine investire, qualche ora di tempo in più, può solo che essere migliorativo.
Partiamo anche dal presupposto che è una legge molto generica, che non scende molto nel dettaglio e lascia un'ampia discrezionalità a quelli che poi saranno i regolamenti che dovranno andare ad applicare quanto stiamo prevedendo in aula. Questo rischia di togliere dalle mani della politica alcune considerazioni che, invece, non sono assolutamente di rilevanza tecnica, ma hanno una ricaduta che dovrebbe essere legata a una decisione politica più che tecnica.
Uno di questi aspetti, al di là di tutti quelli che possono essere i miglioramenti dal punto di vista delle compensazioni ambientali che andremo ad inserire all'interno dei bandi - l'ho già sottolineato nella discussione generale - è quello della tutela della concorrenza e della non esclusione di alcuni produttori. Considerato che anche in altri mercati si sta andando verso un assottigliamento della concorrenza, il fatto che il campo sia in mano a pochi attori ci mette nelle condizioni di non essere neanche liberi di scegliere, soprattutto riguardo alcuni aspetti all'interno dei bandi.
Perché sappiamo che nei mercati dove ci sono pochi concorrenti, i prezzi e le regole le fanno loro.
Io sto cercando di fare un ragionamento non sul domani, ma nel lungo periodo, fra dieci o vent'anni. Dunque, andando a ridurre quelle che sono le possibilità di partecipazione a tante piccole imprese, rischiamo, un domani, di trovarci con solo tre o quattro attori che potranno partecipare a queste gare, perché avremo messo fuori mercato i piccoli, con motivazioni non chiarissime, che ridurranno notevolmente i vantaggi che derivano dalla concorrenza.
Per questo motivo, anche se non dovesse essere accolto l'emendamento che invece auspico riceva il favore dell'aula - perché va semplicemente a stabilire un concetto di tutela di un valore, che è quello della libera concorrenza e dell'accesso ai mercati da parte di tutti, certo con delle caratteristiche, ma che possono comunque essere tranquillamente esaudite dai piccoli e medi concessionari - mi auguro che almeno ci venga garantito che ci sarà un'attenzione in tal senso. Tra l'altro, la legge offre la possibilità - ma non l'obbligo - di andare a bandire un'unica gara per quanto riguarda alcune derivazioni che vertono sullo stesso impianto costituito da più derivazioni: in quel caso, vorremmo capire in che modo saranno tutelati gli accessi dei piccoli e medi produttori a questo tipo di bando. Peraltro, nei casi in cui il volume della gara è eccessivamente alto è un'osservazione che è già stata sollevata - i requisiti tecnici sono automaticamente discriminanti rispetto alcuni attori del mercato, andando ad escludere piccoli e medi produttori magari anche piemontesi, che potrebbero garantire un migliore impatto dal punto di vista economico e redistributivo della concessione.
Per questo motivo, auspico che si possa avere anche un'interlocuzione con la Giunta per chiarire questo aspetto, considerato che già in altri mercati si vede una prevaricazione dei grossi sui piccoli, e considerato, altresì che si tratta di un mercato strategico, perché stiamo parlando di energia.
Mi auguro che almeno in questo si possano assicurare le giuste garanzie.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per l'intervento.
Vi sono altri Consiglieri che desiderano intervenire in discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà per dieci minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Interverrò per pochi minuti, provando a portare un contributo di natura leggermente diversa, ma solo perché chi mi ha preceduto è già entrato nel merito delle questioni che, per il nostro Gruppo, sono fondamentali. Mi riferisco, in particolare, al collega Avetta, che ci sta saggiamente guidando, nell'analisi di questo disegno di legge, nelle nostre proposte che, come ha sottolineato, sono tutte costruttive e volte a rendere migliore, dal nostro punto di vista, questo testo.
Proverò, quindi, a stare su questo solco di ragionamento, allargandomi leggermente dal testo di legge per fare una sottolineatura. Noi sappiamo anche da un recente rapporto dell'UNESCO, che per l'oro blu - così viene definita l'acqua - si uccide di più che per quello nero. Nel mondo ci sono già diverse guerre che vengono combattute a causa della scarsità di un bene vitale come l'acqua. Si prevede che il XXI secolo sarà caratterizzato sempre di più da vere e proprie guerre tra Stati e, all'interno degli Stati, fra territori, proprio per l'approvvigionamento dell'acqua, senza la quale non è possibile la vita.
Addirittura c'è una preoccupazione, per esempio, relativa al rapporto tra due potenze nucleari che potrebbero arrivare ad una guerra da questo punto di vista, che sono India e Pakistan.
Perché vi sto dicendo tutto questo? Perché il tema della scarsità di un bene essenziale per la vita riguarda tutti noi. È un bene comune, com'è stato detto prima, perché non appartiene a nessuno di noi, e abbiamo il dovere di tutelarlo anche per le generazioni future.
Anche perché anche qui da noi, dove l'acqua non ha mai fatto sentire la sua mancanza nei nostri territori, comincia, in prospettiva, a presentare qualche criticità: mi riferisco, in particolare, allo scioglimento dei ghiacciai, che potrebbe portare, in un periodo non troppo lontano, a problemi di approvvigionamento, soprattutto se paragonati alle quantità che abbiamo avuto a disposizione in questi secoli.
È un tema su cui si stanno confrontando tutte le massime istituzioni. Anche il Papa si è espresso su questo tema ed è arrivato a dichiarare che "L'accesso all'acqua potabile è un diritto umano essenziale, è una delle questioni cruciali del mondo attuale". Quindi, Presidente, perché sto facendo un intervento di questo tipo? Non per dire che il nostro disegno di legge ci creerà più problemi rispetto a questo, ma dico che abbiamo l'obbligo e il dovere, mentre regoliamo una materia tanto delicata e tanto strategica e cruciale per il presente e per il futuro, di porre la massima attenzione, anche a quei temi - com'è già stato ricordato dai miei colleghi che riguardano l'uso idropotabile, che anche il collega Avetta sottolineava.
Da questo punto di vista anch'io voglio fare un appello alla maggioranza e all'Assessore Marnati almeno per quanto riguarda l'emendamento n. 9 all'articolo 3, che auspichiamo possa essere rivalutato in sede di Aula perché con l'approvazione di quell'emendamento si riconosce che in alcune situazioni la risorsa idrica ad uso potabile possa essere concessa a titolo gratuito e prioritario, chiaramente su un piano redatto con gli Enti Locali. Su questo sono convinto che anche nella maggioranza ci sia una sensibilità che faccia condividere quanto da noi richiesto, perché è un elemento di salvaguardia e di tutela, soprattutto con scenari di criticità che non possiamo pensare che non ci riguarderanno.
Pertanto, mi auguro che possa essere preso in considerazione e sono convinto che se questo, così come altri emendamenti di merito, saranno presi in considerazione credo che anche la discussione in Aula potrebbe svolgersi in maniera più serena, meno conflittuale, perch tranquillizzerebbe la nostra forza politica rispetto al fatto che l'acqua come bene comune e come risorsa finita - che non possiamo trattare come infinita, così come tante altre risorse nel momento in cui parliamo di economia circolare e della necessità di rivedere il modello di economie e di sviluppo - qualche garanzia in più anche con l'approvazione di questi emendamenti renderebbe il nostro Gruppo più tranquillo nella discussione del disegno di legge.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Rossi per l'intervento.
In discussione generale, ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi.
Prima di dare la parola al Consigliere, ricordo a tutti i presenti in Aula che la mascherina va indossata e anche sopra il naso.
Prego, Consigliere Grimaldi, ne ha facoltà per 10 minuti.



GRIMALDI Marco

Mi dia una deroga, magari concludiamo la seduta con il mio intervento. Con il disegno di legge n. 87 la Regione intende disciplinare le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni, delle quali alcune sono in scadenza o scadute, delle grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico.
Queste, come abbiamo sentito, producono quasi il 90% dell'energia idroelettrica del Piemonte.
Diciamoci la verità, la Regione si è mossa nella stessa direzione di altre Regioni, ma in assenza di uno studio pubblico sull'argomento (come dicevano anche i relatori di minoranza) prodotto, ad esempio, da Regioni a voi affini, come la Lombardia, nel 2011. Non ci sono informazioni di dettaglio sull'attuale gestione e neppure sulla numerosità, sulla localizzazione e sulle caratteristiche degli impianti, tant'è vero che, secondo il sito della Regione, gli impianti sono circa 60, mentre in un'altra pagina collegata si parla di circa 50, mentre il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) ne dichiara 67.
Sotto il profilo ambientale vi abbiamo ricordato che, dall'epoca delle costruzioni in molti casi antecedenti al 1960, molte di quelle aree sono state incluse nei SIC e nelle ZPS, richiedendo quindi precisi criteri nella loro gestione. Inoltre, per molti impianti si rilevano problemi di deflusso minimo vitale. Oggi però, di fatto, il Consiglio regionale si spoglia di ogni competenza, riprendendo i contenuti di un'errata disciplina nazionale e rimandando tutto a successivi regolamenti o atti di Giunta, non legiferando nell'esercizio di una competenza sulla quale ha preteso di voler avere un'esclusività. Altro che storicità del testo! Centrale invece, in questa legge deve essere l'attenzione al territorio, che fortunatamente - almeno e solo nominalmente - è stata reinserita all'interno del testo durante il nostro lavoro di Commissione e ringrazio i colleghi dell'opposizione che per noi hanno lavorato anche durante il lockdown.
Ma non basta, lo diceva giustamente il relatore Avetta. Oggi con i nostri emendamenti, oltre a quelli accolti in Commissione, vogliamo definire in modo migliore le finalità della legge, inserendo tra queste la tutela dell'ambiente. Il nostro scopo è ovviamente di tutelare la portata del corso d'acqua oggetto delle concessioni.
Arrivando all'articolo 3 di cui parlava anche la Consigliera Canalis vogliamo definire in modo più stringente i criteri di valutazione di cui al comma 1 dell'articolo 3 del disegno di legge. Vogliamo che venga tenuto conto della durata di vita delle opere, degli impianti e della concessione in scadenza, prescrivendo lo smantellamento e il ripristino dei luoghi per quelli giunti a fine vita e il trasferimento di questo obbligo, entro gli stessi termini, al concessionario subentrante. Crediamo sia necessario un procedimento di evidenza pubblica prima della deliberazione formale della Giunta regionale in merito a quanto previsto dal comma 1 e soprattutto vogliamo evitare l'automatismo del rinnovo delle concessioni. Chiediamo inoltre, che ci sia una valutazione di impatto ambientale anche per tutti i rinnovi.
Lo dicevano bene i colleghi prima di me: oggi i cambiamenti climatici in atto ci obbligano ad un'attenta valutazione del contesto ambientale in cui operiamo. Per quanto concerne le risorse idriche e i corsi d'acqua, il tema si fa ancora più delicato, specialmente nell'arco alpino.
Negli ultimi 150 anni, le Alpi hanno registrato un aumento delle temperature di quasi due gradi centigradi: più del doppio della media globale dell'intero pianeta. Questi cambiamenti climatici stanno producendo consistenti effetti sul ciclo idrologico. Il repentino scioglimento dei ghiacciai e il permafrost hanno indotto nei corsi d'acqua a regime nivo glaciale o nivo-pluviale variazioni del regime idrologico e quindi anche delle portate.
La tendenza al riscaldamento delle aree di montagna è circa il doppio di quello globale. Negli ultimi trent'anni, il tasso di aumento delle temperature medie annuali al di sopra dei 700 metri di quota è stato intorno a più 0,3% di riscaldamento ogni dieci anni nelle regioni montane del Nord Americana, Asia e delle Alpi, con valori locali superiori fino allo 0,4 e 0,5 ogni anno. Anche se più incertezza e minore significatività statistica si hanno per le tendenze sulle precipitazioni, il rapporto fra neve e piogge si sta riducendo in particolare lungo tutta la fascia alpina.
L'emergenza climatica assume, in montagna, una connotazione climatica più severa anche per quanto riguarda gli effetti, sia legati al patrimonio che la montagna rappresenta (risorse d'acqua, di biodiversità, di natura) sia economici.
Alla luce di tutto questo, esistano fondate motivazioni per ritenere che la disponibilità delle risorse idriche nelle Alpi sia in netta, nettissima diminuzione. Il recente rapporto 2017 dell'Agenzia europea per l'ambiente dedica un intero capitolo alle Alpi, per avvisarci di come gli impatti del cambiamento climatico saranno particolarmente rilevanti in questa macroregione. Tra le criticità messe in evidenza, osserviamo non solo una forte diminuzione in termini di estensione del volumi dei ghiacciai e un aumento del rischio di frane e valanghe, ma anche consistenti variazione del potenziale idroelettrico.
Nessuna di queste parole è stata pronunciata dalla maggioranza e dalla Giunta.
La progressiva e forte riduzione dei ghiacciai alpini in corso negli ultimi decenni sembra non lasciare molti dubbi sul destino dei ghiacciai e sulla conseguente scomparsa dell'acqua derivante dalla loro fusione, preziosa appunto, soprattutto nelle estati più torride e siccitose. Gli studi del Servizio Glaciologico Lombardo sul fiume Adda portano a stimare una componente glaciale media rapportata al periodo di fine estate pari al 10 20% e forniscono un dato importante rispetto alla possibile variazione dei bacini idrici.
In un contesto instabile come quello che si va delineando, è indispensabile rivedere l'uso delle risorse naturali montane, con particolare attenzione all'acqua. Gli eccessivi prelievi a scopo idroelettrico di questi ultimi anni hanno comportato pesanti ripercussioni sui corsi d'acqua, tanto da indurre a un ripensamento della gestione complessiva della risorsa. Lo sfruttamento dell'acqua per la produzione dell'energia elettrica, nei decenni, ha permesso di soddisfare una consistente parte dei fabbisogni elettrici degli italiani e ovviamente anche dei piemontesi. Per questo quanto è accaduto ai nostri torrenti denuncia uno stato di fatto dove l'idroelettrico è stato governato con provvedimenti che ignoravano la complessità del problema, con incentivi alla produzione, da un lato, e con norme di tutela dei fiumi spesso inefficaci, dall'altro, sia rispetto alla tutela della risorsa idrica sia della biodiversità.
In un periodo di profondi cambiamenti strutturali e di stili di vita come il nostro, non va dimenticato come il fiume, con le sue specificità, offra una fruizione delle sponde e delle acque a un uso turistico sempre più richieste, oltre ovviamente a tanta bellezza ambientale, equilibrio geologico, geomorfologico, idrologico e riduzione del rischio.
Come dicevamo, il virus pare aver cancellato tutto il resto, eppure il 2020 lo dicevano bene i colleghi - rischia di essere un anno maledetto, dopo la pandemia, anche per un altro tema: quello della carenza dell'acqua e della siccità. Io credo che le due questioni siano strettamente collegate.
L'ARPA ci fornisce alcuni dati molto concreti: i bacini idrici piemontesi oggi sono al 29% della capacità massima teorica complessiva e hanno perso dal 1° gennaio a oggi, circa 100 milioni di metri cubi d'acqua. Forse, il dato aggiornato è ancora più alto di questo.
Le portate dei fiumi del Piemonte centrale e meridionale, parlo del bacino del Tanaro e del Po, sono ridotte dal 20% al 50% rispetto alla media del periodo. Le precipitazioni nell'area centrale della regione sono circa un quarto della media del primo trimestre dell'anno (parlo soprattutto di questo inizio anno in cui eravamo dentro la pandemia e non ci siamo accorti che stavamo vivendo un'altra stagione drammatica). Le previsioni dell'ARPA proposte nello scenario pubblicato fanno tremare i polsi e anche di questo non ho sentito traccia in nessuna delle argomentazioni dell'Assessore Marnati e dei colleghi di maggioranza.
Credo che la pandemia non ci stia facendo accorgere di questa emergenza che potrebbe avere dimensioni molto rilevanti e conseguenze incredibilmente serie, a meno di precipitazioni abbondanti nell'immediato futuro che, a oggi, non sono tuttavia previste e prevedibili.
Siamo in presenza di uno degli anni più siccitosi dell'ultimo mezzo secolo siccità che ormai si ripete periodicamente con frequenza sempre maggiore.
Già, perché le risorse idriche sono al minimo, le precipitazioni nell'area della Pianura Padana sono state assenti nei primi mesi del 2020 e le portate dei fiumi sono incredibilmente basse, soprattutto nei mesi primaverili. E poi, arrivano le bombe d'acqua, quelli che continuiamo a trattare come se fossero dei casi sporadici, mentre sono gli effetti di questa crisi climatica.
Il risultato è che le colture dell'intera regione sono a rischio, così come gli approvvigionamenti idrici potabili in alcune aree, con il rischio aggiuntivo di trovarsi di fronte alla guerra dell'acqua tra gli agricoltori, come è già accaduto in passato. Sarebbe utile avviare una task force regionale che coinvolga pienamente il Ministero dell'Ambiente e dell'Agricoltura, nonché le associazioni di categoria. Per questo, la delicatezza di questa frontiera deve essere discussa anche dentro il tema delle concessioni, perché il privato oggettivamente fa il suo mestiere cioè pensare alla sua remunerazione del capitale investito; occorre pensare esattamente al fatto che quei limiti o li mettiamo noi in campo o il tema della siccità e di quello che è centrale per il futuro del nostro destino ambientale ed ecologico non sarà certo il privato ad affrontarlo al posto nostro.
Per questo, e chiudo Presidente, senza interventi strutturali su questi sistemi, e anche sui sistemi di irrigazione e risparmio idrico, questi anni rischiano di essere dei veri spartiacque per il futuro del Piemonte. Noi speriamo che la nostra attività emendativa vi aiuti a riconsiderare alcuni di questi dubbi e alcune delle questioni che avete sentito questa mattina e speriamo che anche la Giunta, nel pomeriggio, ci dica qualcosa in più perché di questa storia, di cui avete tanto parlato, non abbiamo sentito nulla e non ne abbiamo letto nel testo che è stato depositato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Sospendiamo i lavori del Consiglio regionale e riprenderemo alle ore 13.30 con il question time.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.28, riprende alle ore 13.42)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 13.42 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 420 presentata dal Consigliere Ravetti, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 421 presentata dal Consigliere Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Chiorino interrogazione a risposta immediata n. 422 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 423 presentata Consigliere Sacco, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 424 presentata dal Consigliere Salizzoni, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 425 presentata dal Consigliere Magliano, risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 426, presentata dal Consigliere Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Icardi.
Ricordo che gli interroganti hanno tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, e che non è prevista replica.
Chiedo ai Consiglieri e agli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 426 presentata da Magliano, inerente a "Rientro a scuola in sicurezza e salute: a quali linee guida devono attenersi le famiglie?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
426.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Assessore, mi fa molto piacere che sia lei a rispondere.
Ho posto quest'interrogazione a risposta immediata, perché è arrivata tutta una serie di segnalazioni dai genitori, ma soprattutto dai Presidi, in questo caso, legate al fatto che, come tutti sappiamo, spesso c'è una sovrapposizione tra le linee guida ministeriali e quelle regionali perch di fatto, si crea un'asimmetria su come interpretare fino all'ultimo e fino in fondo, in maniera puntuale e precisa, le norme, soprattutto alla luce dell'ultima circolare ministeriale.
A differenza di quanto stabilito nelle linee d'indirizzo per la riapertura delle scuole in Piemonte, non viene indicata come precondizione indispensabile per la presenza a scuola l'assenza di sintomatologie indicative di temperatura corporea superiore a 37 gradi e mezzo nei tre giorni precedenti, non solo per lo studente stesso, ma anche tra i suoi conviventi (fratelli, sorelle, mamma, papà e, in alcuni casi, anche di nonne e nonni, perché nel ménage familiare spesso i bimbi trascorrono tanto tempo con i nonni, ove ci fossero).
A causa di una scarsa informazione in merito, si sta creando confusione tra le famiglie e problemi organizzativi per gli istituti scolastici. Questo lo dico perché noi, a suo tempo, in data in data 24 settembre 2020 il Ministero della Salute ha emanato la circolare "Riapertura delle scuole.
Attestati di guarigione da COVID-19 o da patologia diversa da COVID-19 per alunni/personale scolastico con sospetta infezione da SARS-CoV-2", della quale si fornivano chiarimenti in merito agli attestati di guarigione da COVID-19 e da patologie diverse da COVID-19 per alunni e personale scolastico. Al suo interno sono rappresentati gli scenari più frequenti rispetto al verificarsi di casi e/o focolai da COVID-19 nelle scuole e le conseguenti indicazioni sia per il contenimento dell'epidemia sia per garantire la continuità in sicurezza delle attività didattiche ed educative.
Il tema è sapere quali esattamente siano i parametri che rendono "indicativa" una sintomatologia e dunque come concretamente debbano comportarsi le famiglie.
Ben comprende l'Assessore che, se un bambino inizia ad avere dei sintomi, i genitori cosa fanno? Se i sintomi li hanno i genitori, i bambini li mandi o non li mandi a scuola? C'è il rischio della concatenazione delle quarantenne che, di fatto, rischiano di essere fuori controllo, da una parte, perché non è detto che parta subito il contact tracing, ma nello stesso tempo di capire fino in fondo quali sono le condizioni indicative che bloccano la presenza di un bambino a scuola, perché su questo alcuni Presidi non sanno oggettivamente cosa dire alle famiglie e le famiglie non sanno come comportarsi, con il rischio di dover andare a risalire alle frequentazioni: con chi sono stato ieri, l'altro ieri, o l'altro ieri ancora, chi ho incontrato? S'innesca così un meccanismo per il quale rischiamo di avere più che incertezze un rischio, invece sì - e concludo di contagio, perché non si è tenuto conto esattamente di quali erano le tempistiche e quali erano le sintomatologie di riferimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Posso ben comprendere le incertezze e anche la difficoltà di applicazione delle norme. Tanto per darle un riferimento visivo, il plico che ho in mano riguarda quelle sulla scuola: circa tre centimetri di norme attuative e di sicurezza sanitaria sulla riapertura delle scuole.
Detto questo, le linee d'indirizzo per la riapertura delle scuole, sulla base delle indicazioni del documento del Comitato tecnico-scientifico (intendo quello nazionale) prevedono che la precondizione indispensabile per la presenza a scuola di studenti e di tutto il personale scolastico che opera a vario titolo, sia questo elenco che vado a leggere.
L'assenza di sintomatologia indicativa, compatibile con COVID-19 o di temperatura corporea superiore a 37,5 gradi. La sintomatologia indicativa è prevista in un rapporto (mi pare che sia il n. 58) dell'Istituto Superiore di Sanità, che fa un elenco dettagliato della sintomatologia.
L'assenza di sintomatologia indicativa compatibile con il COVID o temperatura superiore a 37,5 gradi anche nei tre giorni precedenti tra i conviventi.
Non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni.
Non essere stati a contatto con persone positive al COVID (per quanto di conoscenza) negli ultimi 14 giorni.
Non aver effettuato viaggi in Paesi per i quali è previsto il tampone o il periodo d'isolamento di 14 giorni.
L'assenza di sintomatologia indicativa o di temperatura corporea superiore a 37,5 gradi, anche nei tre giorni precedenti, implica che uno studente oppure un operatore scolastico, qualora manifestasse sintomi respiratori o febbre superiore a tale temperatura, per essere riammesso a scuola dovrà attendere, dopo la guarigione clinica, altre 72 ore, cioè i tre giorni classici di sicurezza.
Lo stesso principio si applica anche ai conviventi, indicati al punto due ovvero qualora il genitore, convivente di uno studente o di un operatore manifestasse sintomi respiratori o febbre superiore a 37,5 gradi, per essere riammesso al lavoro o in classe dovrà attendere, dopo la guarigione clinica del convivente, anche lui 72 ore, cioè i tre giorni. Resta sottinteso che un convivente, che manifesti sintomi simil COVID, ha l'obbligo, oltre che tenere in casa il figlio, di segnalare la propria condizione al medico, per un'eventuale diagnosi di sospetto COVID e relativa richiesta di tampone.
Questo, in sintesi, quanto prevede il combinato disposto di queste due norme che le ho citato.
Le lascio la copia e se ne dà diffusione fa anche una cortesia.
Grazie, Consigliere Magliano, e grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 420 presentata da Ravetti, inerente a "Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato. Cosa è stato fatto nell'ultimo anno, in termini di servizi aggiuntivi erogati?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
420.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione. Ne ha facoltà per tre minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Se riesco anche meno di tre minuti, con una premessa, Assessore: sto per commettere un errore. La sanità non può essere valutata presidio ospedaliero per presidio ospedaliero. La sanità, soprattutto nei quadranti o almeno nelle nostre Province, deve essere valutata, giudicata e analizzata in una dimensione molto più ampia e quando parliamo di ospedali dovremmo tenere in considerazione almeno una rete ospedaliera, non un punto di quella rete. Pertanto, sono consapevole del fatto che con il question time di oggi mi pongo sulla stessa linea degli errori che altri stanno commettendo nella mia Provincia e, cioè, giudicare bene o male le attività di un solo presidio ospedaliero.
Fatta questa consapevole premessa, le dico questo: si corre lungo anche il percorso dei comunicati stampa.
Nei comunicati stampa si evincono annunci gloriosi che annunciano nuovi servizi all'interno dalla struttura di Casale Monferrato. Sono molto contento di questo, per carità, anzi, se tutti i presidi ospedalieri della rete provinciale alessandrina potessero disporre di ciò che si annuncia nei comunicati stampa ne saremmo tutti ben lieti, però lei è una persona pragmatica e concreta, quindi ha la possibilità di rispondermi ufficialmente con i dati alla mano.
Avrei bisogno di sapere, Assessore, esattamente cosa in più, rispetto alla fine di maggio dell'anno scorso, è stato inserito all'interno del Santo Spirito di Casale Monferrato.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Ravetti per l'illustrazione e per conto della Giunta risponde l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Concordo pienamente con la premessa, tant'è vero che abbiamo creato un gruppo di lavoro per la revisione dell'intera rete ospedaliera piemontese proprio perché è importante non fare duplicati e, comunque, armonizzare l'attività degli ospedali piemontesi in modo molto puntuale e ordinato. Non so a quali comunicati stampa si riferisce, ma posso dirle quello che, in più, è stato fatto.
Il reparto ex malattie infettive di Casale, non più utilizzato, dopo l'applicazione della DGR 1-600 che l'ha sostanzialmente chiuso, grazie alle caratteristiche impiantistiche e strutturali (ricordo che lì ci sono addirittura camere a pressione negativa) lo rendono a tutti gli effetti un reparto a norma per i pazienti infettivi. A seguito dell'attuale emergenza COVID, è stato adibito come reparto COVID, preferenziale per tutta l'Azienda sanitaria alessandrina, dove vengono ricoverati tutti i pazienti COVID positivi sintomatici diagnosticati, provenienti dagli ospedali dell'alessandrino.
Nello stesso reparto, comunque afferenti alla struttura complessa di medicina interna (sempre dell'ospedale di Casale) vi sono alcune camere di degenza che, compatibilmente con la disponibilità di posti letto, sono utilizzate come area grigia (questa, in modo stabile), per quei pazienti sospetti COVID provenienti dal DEA del presidio dall'ingresso dell'ospedale, che sono in attesa di esito del tampone per deciderne la destinazione di reparto definitiva, anche in base proprio all'esito. Tale reparto, nel piano di ripresa pandemica che l'ASL sta approntando, è il primo già presente nello scenario attuale, con una capienza massima di venti posti letto per pazienti COVID positivi, esauriti i quali, in caso di ripresa pandemica, si procederà all'attivazione degli altri reparti COVID secondo un programma previsto dal Piano COVID 2 da tutta l'ASL, predisposto per il quadrante, congiuntamente all'ASL di Alessandria e all'ASL di Asti.
È un reparto, quindi, che avrà una vita futura.
Dal mese di maggio 2020, il laboratorio analisi di Tortona è partito con l'effettuazione dei tamponi COVID-19. Si stanno acquistando le attrezzature per i test rapidi, da installare presso i presidi ospedalieri di Casale Novi e Acqui Terme (quindi anche il potenziamento del presidio ospedaliero del laboratorio di Casale).
Per quanto riguarda il parto indolore, è in fase di attivazione e stesura la procedura gestionale per il partoanalgesia, che coinvolge i Direttori delle strutture di anestesia-rianimazione, ostetricia-ginecologia pediatria e Di.P.Sa. Non abbiamo, al momento, sufficiente personale tra anestesisti e pediatri. È stata avviata la ricerca e si partirà, al più breve, con quest'attività del parto indolore che ricalcherà quanto già in essere da anni presso il presidio ospedaliero di Novi Ligure, però le procedure sono già state avviate tutte.
Come indicato dalla DGR 1-600, non sono previsti posti letto a carico della struttura complessa di oncologia. Nonostante ciò, per andare incontro alle esigenze della popolazione (ricordiamo che Casale è sede dell'Eternit particolarmente colpita da patologie oncologiche) si sta progettando la ristrutturazione di spazi ospedalieri da destinare a tali pazienti comunque afferente all'area di medicina interna. Poi abbiamo i posti letto di terapia semintensiva.
In ottemperanza alla DGR 7-1492 del 12 giugno 2020 relativa all'emergenza da COVID-19 e l'approvazione del "Piano straordinario di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza COVID-19", quello che ci ha richiesto il Ministero e approvato il 22 luglio dal Ministero, il Ministero della Salute in data 13 luglio ha trasmesso la comunicazione per cui sono stati attribuiti al presidio di Casale, secondo le nostre richieste, ulteriori otto posti letto di terapia semintensiva rispetto a quelli che già aveva. È stata individuata l'area dell'ex reparto malattie infettive per un'eventuale e repentina necessità di tali posti letto a seguito dello scenario COVID del momento.
Nel frattempo, l'ASL si sta adoperando per redigere e progettare la realizzazione di tutti i locali necessari per adibirli a queste attività.
Ci sono alcuni servizi attivati, altri in corso di attivazione e tutte le procedure che vi ho elencato sono state attivate.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 421 presentata da Grimaldi, inerente a "Implementazione della nuova anagrafe Edilizia scolastica ARES 2.0)" (posticipo trattazione)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 421.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Presidente, si può passare a quella successiva? Oppure mi concede un minuto?



PRESIDENTE

Il Consigliere Grimaldi ha chiesto di passare all'esame dell'interrogazione successiva. Illustrerà in seguito la sua interrogazione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 423 presentata da Frediani, inerente a "Liste attesa. Attivazione percorsi di tutela"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 423.
Illustra l'interrogazione la Consigliera Frediani; ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente Mi scuso per il ritardo, ma avevo compreso un altro orario per il question time.
Sarò brevissima nelle premesse perché di questo tema, tra l'altro, abbiamo già parlato anche ieri in IV Commissione e sono tornata più volte sul tema ma ci tenevo a portare il discorso in Aula anche perché, come dicevo ieri all'Assessore, credo che non ci sia abbastanza conoscenza da parte dei cittadini della possibilità di accedere ai percorsi di tutela. Pertanto, al di là di tutte le premesse che richiamano i vari documenti e tutte le modalità di riduzione delle liste d'attesa e quello che sarà il piano che dovremo esaminare nei prossimi giorni, vorrei solo che si chiarisse una volta per tutte quali sono questi percorsi e come si può accedere.
Soprattutto a beneficio del cittadino che tenta di prenotare una prestazione sanitaria e riceve, magari, una data troppo distante o una località non proprio comoda (soprattutto quando si tratta di persone anziane lo spostamento non è sempre agevole); capire quali sono esattamente le iniziative che sono state attuate per consentire l'attivazione di modalità alternative di accesso alle prestazioni.
Purtroppo ogni giorno leggiamo sui giornali o riceviamo testimonianze dirette di cittadini che hanno avuto, soprattutto in seguito alla pandemia dei problemi a proseguire il loro percorso di cura, di monitoraggio e di controllo. Ragion per cui credo sia più che mai necessario fare chiarezza su questo punto e su quest'opportunità che viene data agli utenti del servizio sanitario.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione e per conto della Giunta risponde l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come ha detto in premessa, ne abbiamo già parlato l'altro giorno, per cui non starò a ripetere tutta la parte che i funzionari le hanno illustrato.
Spero di aver compreso bene la sua domanda e abbiamo redatto una risposta insieme ai tecnici.
Nel progetto complessivo di governo e ottimizzazione dei tempi di attesa è necessaria una precisa connotazione dei ruoli a livello centrale sovraziendale e aziendale, anche per quanto riguarda la partecipazione delle diverse persone che sono chiamate in causa.
Già allo stato attuale le aziende, le visite e le prenotazioni di diagnostica richieste dagli utenti nelle ASL sono, in linea generale ricondotte secondo il modello di aree omogenee di programmazione ai seguenti ambiti di garanzia territoriale: distrettuale per le prestazioni a bassa e media complessità; aziendale, con l'Azienda sanitaria, a livello di presidio ospedaliero per le prestazioni di media e alta complessità sovraziendale o regionale per le prestazioni ad alta e altissima specialità nella logica di rete e/o ospedali hub e spoke; sovraregionale per le prestazioni di alta complessità, non erogate in ambito piemontese (faccio l'esempio dell'adroterapia).
Pertanto l'utente, in sede di prenotazione, viene orientato verso le strutture che erogano le specifiche visite e prestazioni, anche in base alle disponibilità più immediate rilevate a livello degli erogatori pubblici e privati accreditati.
In tale contesto, anche sulla base del nuovo piano per il recupero delle liste di attesa e di tutte le indicazioni e la programmazione fatta dalla Regione Piemonte e allegata alla DGR che lei conosce sulle liste d'attesa al fine di migliorare l'accessibilità delle cure e ridistribuire l'offerta garantita sul territorio, con i prossimi atti saranno ulteriormente approfonditi e definiti i "criteri di garanzia" (mi riferisco, ovviamente ai piani aziendali che esamineremo la prossima settimana) per le prestazioni oggetto di monitoraggio nazionale e regionale, sulla base di analisi comparative tra le diverse realtà regionali.
Tutto quanto sopra, tenuto conto dei bisogni espressi dai cittadini dell'appropriatezza delle prestazioni richieste e della disponibilità dei soggetti che erogano le diverse prestazioni nelle aree omogenee.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 421 presentata da Grimaldi, inerente a "Implementazione della nuova anagrafe Edilizia scolastica ARES 2.0)"


PRESIDENTE

Il Consigliere Marco Grimaldi ha chiesto di illustrare l'interrogazione a risposta immediata n. 421, che avevamo momentaneamente sospeso.
Consigliere Grimaldi, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, la scuola in Piemonte coinvolge oltre mezzo milione di studenti e, di conseguenza, oltre 500 mila famiglie cui la Regione deve ovviamente, garantire una serena gestione della quotidianità scolastica ovviamente non solo in tempi di pandemia, ma anche nella cosiddetta normalità.
Il Coronavirus, travolgendo tutta la società italiana, ha costretto la scuola alla chiusura e la didattica a distanza ha evidenziato, oltre ogni dubbio, le disuguaglianze che percorrono il nostro Paese in termini di strumenti e connessione.
Tale situazione, però, ha risvegliato l'interesse per la scuola rivalutando il suo ruolo fondamentale di presidio di democrazia e anche per l'edilizia scolastica, proprio perché la riapertura delle attività didattiche in presenza e le nuove misure di contrasto ai contagi ha rilevato, appunto, l'arretratezza delle strutture.
La Fondazione Agnelli e il Future Urban Legacy Lab del Politecnico di Torino hanno lavorato a un'analisi quantitativa dei dati disponibili nell'Anagrafe degli edifici scolastici piemontesi Edisco, su un campione di 3.200 edifici sui 40.000 circa che costituiscono l'infrastruttura educativa dell'Italia. Tale analisi restituisce il dato che le scuole, con interventi leggeri e reversibili, possono attrezzarsi per gestire in sicurezza i flussi e accogliere tutti i propri studenti anche con il distanziamento senza dover chiedere ospitalità a soggetti esterni o cercare di riattivare edifici dismessi, in genere inadeguati o insicuri. Sul lungo periodo l'analisi evidenzia che l'infrastruttura scolastica nazionale non carente d'investimenti strategici è, da lungo tempo, ormai inadeguata da più punti di vista: della didattica, della sicurezza, della sostenibilità e dell'inclusione.
Nell'interrogazione ricordo che l'Anagrafe regionale dell'edilizia scolastica in Piemonte è un servizio mirato a monitorare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio delle scuole piemontesi e rappresenta una fotografia interattiva di notevole importanza per la programmazione regionale.
Ricordo, inoltre, che in Piemonte la costituzione di una banca dati di tutti gli edifici scolastici piemontesi avviene tramite l'applicativo Edisco, grazie al quale la Regione e gli Enti locali hanno la possibilità di inserire e tenere aggiornati tutti i dati sugli edifici scolastici piemontesi e quindi monitorare lo stato degli edifici, la manutenzione necessaria e le migliorie apportate.
Infine, la deliberazione della Giunta Regionale del 30 aprile 2020 stabilisce che la nostra Regione risponde all'esigenza di allinearsi a tutte le altre Regioni, attraverso l'utilizzo di un applicativo comune e condiviso - ARES 2.0 - che consente di ottenere la riduzione dei costi attraverso delle significative economie di scala, nonché di gestire al meglio la delicata fase di passaggio dall'attuale procedura al nuovo applicativo dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica rilasciato dal Ministero dell'Istruzione. In questa delibera si legge che, dopo la sottoscrizione degli accordi per il riuso, è a carico delle Regioni l'installazione e la messa in esercizio del suddetto software e che la cessione in riuso del programma è a titolo gratuito e a tempo indeterminato a decorrere dalla data di sottoscrizione dell'accordo.
Con la DGR del 7 agosto 2020 si stabilisce che l'importo di euro 3.850 per l'annualità 2020 copre lo schema di convenzione approvato fra la Regione Piemonte e la Regione Toscana per la gestione condivisa del servizio di comodato d'uso della piattaforma relativa all'Anagrafe Regionale dell'Edilizia Scolastica (ARES).
Ciò che chiedo all'Assessore è a che punto è questa transizione, perché so che ci sono le risorse per il CSI, per aggiornarlo, ma non so se siano state trovate le risorse per procedere con l'estrazione dei dati e per l'analisi vera e reale, nel senso che non sussiste solo un problema di metodo, ma c'è ovviamente la possibilità per i nostri uffici di poter aggiornare questa transizione.
Chiederei, se possibile, una risposta su questi temi. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, risponde l'Assessore Elena Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Come diceva bene il Consigliere Grimaldi, possiamo registrare un dato positivo rispetto a quella che è stata la pandemia e la drammaticità dell'esigenza di arrivare a chiudere le scuole. Sicuramente è vero che sulle scuole si è alzato opportunamente - finalmente, direi - il tasso di attenzione, anche se, ahimè, non è ritenuto ancora sufficiente da parte della sottoscritta, andando a valutare il fatto che, purtroppo, si è sentito troppo poco (a livelli dello zero in percentuale) parlare di qualità della medesima.
Ancora oggi sappiamo che mancano i docenti; ancora oggi sappiamo che ci sono delle difficoltà che andrebbero risolte per parlare anche di attenzione a quella che è la qualità delle nostre scuole.
In tutto questo, è in corso questo passaggio della banca dati da Edisco ad ARES 2.0. e proprio perché la Regione Piemonte aveva già un patrimonio importante di dati, a differenza di altre Regioni, che, per scelte differenti, non avevano una raccolta di questo tipo, si sta lavorando al loro passaggio, cercando, ovviamente, di non perderne nella transizione perché questo è un altro dei punti delicati.
Ovviamente, per uniformare il sistema - cosa che si ritiene utile soprattutto per uguagliare le misure e per lavorare compiutamente avendo tutti gli stessi parametri che poi ci portano ad avere i dati che abbiamo è giusto l'utilizzo di un'unica piattaforma standardizzata. Dall'altro lato, però, abbiamo anche degli Enti locali che erano abituati a una certa piattaforma e, soprattutto, a una raccolta dati che era fatta in modo differente.
Confermo il fatto che gli Uffici stanno lavorando a questa transizione, con l'attenzione di inserire i dati sulla nuova piattaforma affinché rispondano esattamente alle domande della stessa. Potrei citare tanti casi sui quali avevamo una gestione differente: uno riguarda l'unità infrastrutturale, che in Edisco è organizzata e gestita in un modo, su ARES 2.0 in un altro. Come ho detto, si sta uniformando tutto, proprio nell'ottica di addivenire, a livello nazionale, a una piattaforma con dei dati che derivino da criteri condivisi e uguali per tutti; dall'altro lato, per non perdere la mole importantissima di dati che avevamo.
È altrettanto vero che, proprio perché la Regione Piemonte aveva già quest'importante mole di dati (stiamo parlando di oltre 874 Comuni sui quali insiste un edificio scolastico, per un totale di 3.212 edifici in Piemonte), oggi questi vanno incasellati in oltre 900 campi previsti per ogni questionario nella struttura dati di ARES 2.0. Si tratta, quindi, di un lavoro di altissima attenzione.
La tempistica indicata dal Ministero era riferita alla data del 1° ottobre ma non è pensabile una partenza contemporanea di tutte le Regioni, proprio perché chi partiva da zero, evidentemente, non ha una transizione di dati delicata da affrontare; con un po' di contraddizioni, invece, le Regioni che avevano già dei dati si trovano a essere più lunghe sul processo per i motivi che oggi ho illustrato.
Ci sono esempi che ho riportato nella risposta scritta che le farò avere anche rispetto al computo degli ascensori, che dipende da come viene considerato rispetto a una scuola che abbia più o meno di un piano.
Sembrano, da un lato, delle banalità, ma dall'altro è bene lavorare nell'ottica di non perdere dati in questi termini.
Sul resto, non si rilevano particolari criticità, se non queste, ma che non ritengo nemmeno siano delle criticità. C'è semplicemente la necessità di lavorare con attenzione certosina per compilare adeguatamente la nuova piattaforma ARES 2.0 e, inoltre, per non perdere tutto il lavoro fatto con Edisco e soprattutto anche per abituare e cercare di spiegare a tutti come intervenire sulla nuova piattaforma, rispetto alle abitudini precedenti.
Di conseguenza, per i passaggi in questo senso c'è qualche criticità, ma rispetto a quelle che ho elencato fortunatamente nulla di più. Riteniamo che possa essere sicuramente una scelta che aiuterà anche nel momento in cui si devono definire misure nazionali e c'è bisogno di avere un'equiparazione dei dati, per capire anche i riparti tra le Regioni.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiorino per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 422 presentata da Canalis, inerente a "Procedure più specifiche per il tampone agli alunni e ad operatori scolastici con febbre"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
422.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione a risposta immediata prende le mosse dalle due circolari ministeriali del 21 agosto e dello scorso 24 settembre e dalle istruzioni emanate dalla Regione Piemonte in merito alle verifiche e ai test diagnostici sugli alunni e sugli operatori scolastici della nostra regione.
Il question time rileva che ci sono margini di scarsa chiarezza su alcune tipologie di sintomatologia e anche sul fatto che ci sia un approccio diverso a seconda dell'istituto scolastico. Infatti, alcuni istituti stanno chiedendo i certificati medici anche in caso di assenza inferiore ai tre giorni da parte degli alunni, mentre altri istituti si stanno attenendo in maniera più puntuale all'indicazione dei tre giorni. Inoltre, alcuni medici di medicina generale e pediatri di libera scelta prescrivono il tampone soltanto nel caso di febbre e di sospetta infezione, mentre altri, proprio per evitare di emettere delle certificazioni al buio, prescrivono il tampone anche quando la sospetta infezione sembra non esserci.
Pochi giorni fa su la Repubblica il Presidente Nazionale della FIMP, cioè della Federazione dei Medici, Paolo Biasci, ha dichiarato che sarebbe bene prescrivere il tampone anche solo per un nasino che cola, per le situazioni di un naso che cola. Il rischio però qual è? È che ci sia un ricorso improprio ai tamponi, la cui disponibilità venga messa a rischio da un eccessivo utilizzo per il contesto scolastico e quindi ne riduca la disponibilità per altre situazioni difficili e, inoltre, che ci sia uno sperpero di risorse pubbliche.
Pertanto, sia gli istituti scolastici sia i nostri medici del territorio avrebbero bisogno d'indicazioni più precise sulle sintomatologie per le quali richiedere il tampone.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Mi spiace che lei dica che c'è scarsa chiarezza, perché, in realtà, la chiarezza c'è. Il problema è che magari c'è un'applicazione erronea da parte di talune scuole, perché, come lei ricordava, la richiesta del certificato medico dopo i tre giorni è corretta, ma nella Regione Piemonte quest'obbligo è stato abolito nel 2008. Quindi, dovrebbero esserne perfettamente a conoscenza.
Per quanto riguarda la sintomatologia adesso le spiego qual è lo stato dell'arte. La Direzione Sanità ha predisposto linee d'indirizzo per la riapertura delle scuole e per fare questo ha effettuato ripetuti incontri con le associazioni dei pediatri di libera scelta e con i medici di medicina generale, proprio per definirle con coloro che, in prima linea sono chiamati a svolgere l'azione di prima valutazione e sulle decisioni da assumere rispetto a un sospetto che manifesti sintomi compatibili da COVID.
Si è trovata un'intesa sia con i medici di base sia con i pediatri di libera scelta.
Vale la pena ricordare che nel report n. 58 dell'Istituto Superiore di Sanità, inserito quale allegato 21 nel DPCM 24 agosto 2020, sono stati riportati quali sintomi compatibili da COVID-19 quelli che sono normalmente utilizzati nel corso della sorveglianza sui cosiddetti contatti stretti, in caso positivo ovviamente, di soggetti che potrebbero potenzialmente essere infetti. In proposito, c'è un elenco preciso e dettagliato della sintomatologica.
Tale scelta risulta pertanto assolutamente cautelante, ma in pratica richiede di sottoporre un tampone a chiunque abbia febbre o un qualunque anche altro sintomo di tipo respiratorio o gastrointestinale. Di conseguenza, con i medici di base è stata trovata un'intesa e un accordo operativo sui criteri di priorità. Con i pediatri di libera scelta e, in particolare, con la principale associazione regionale, c'è stata l'intesa e hanno richiesto di condividere totalmente le linee d'indirizzo e che quindi fossero riportati tutti i criteri previsti dall'Istituto Superiore di Sanità. Alla luce dei risultati e delle richieste pervenute anche da altre associazioni di pediatri di libera scelta, sono in corso di valutazione alcuni criteri che potranno essere inseriti nelle linee d'indirizzo, per assicurare una maggiore uniformità dei processi decisionali.
Le linee d'indirizzo regionali - lo voglio ricordare, perché le linee guida sono quelle nazionali e sono vincolanti - sono atti che, come dice la parola stessa, sono d'indirizzo, ma non vincolanti. Resta comunque fuori da ogni regolamentazione l'autonomia del medico nelle proprie scelte.
Pertanto, al di là dell'indirizzo che ha dato la Regione Piemonte, il medico o il pediatra di libera scelta può sempre regolarsi secondo scienza e coscienza nel valutare la necessità di tampone oppure di riammissione a scuola.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 424 presentata da Sacco, inerente a "Operatività del dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale 'Malattie ed Emergenze Infettive'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 424.
Illustra l'interrogazione il Consigliere Sean Sacco.
Prego, Consigliere, ne ha facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Con DGR 5 giugno 2020 n. 16-1481, è stato istituito il Dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale "Malattie ed Emergenze Infettive" presso l'ASL Città di Torino, sede della struttura complessa "Malattie Infettive e Direzione universitaria e Centro di riferimento regionale per l'attività di diagnosi e cura delle malattie infettive per la diagnostica infettivologica.
La stessa deliberazione della Giunta prevede, tra l'altro, la sottoscrizione di una convenzione da parte di tutti i Direttori generali e Commissari delle Aziende Sanitarie Regionali. Nella fase iniziale, le funzioni di Direttore del Dipartimento saranno garantite a valere sui compiti istituzionali dal Commissario dell'ASL Città di Torino: di disporre l'individuazione presso il Dipartimento suddetto della Centrale Operativa Regionale, prevista dall'articolo 1, comma 8, del DL 34 del 19 maggio 2020 con il compito di coordinare tutte le iniziative necessarie in merito alle attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali; di disporre che il Dipartimento suddetto, in relazione alla specifica emergenza, provvederà altresì a coordinare le proprie attività con ulteriori strutture operative di volta in volta interessate (sono previsti una serie di soggetti).
Osserviamo che, con delibera 471 del 22 giugno 2020, l'ASL Città di Torino ha specificato i compiti del Dipartimento suddetto. Quest'ultima prevede di svolgere la funzione di Centrale Operativa Regionale e assume l'iniziativa necessaria alla gestione delle malattie infettive, in raccordo con la Direzione Sanità e Welfare e con i Settori regionali competenti.
Inoltre, la stessa deliberazione prevede il coordinamento delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali per le materie afferenti alle emergenze infettive o malattie infettive, l'assunzione delle iniziative necessarie alla gestione delle emergenze infettive coordinando a livello regionale tutte le attività a valenza sanitaria la cui implementazione risulti necessaria per il superamento dello stato di emergenza, il coordinamento e la razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e tecnologiche, dei materiali e dei servizi, il miglioramento dell'efficienza gestionale e della qualità delle prestazioni erogate, il miglioramento e l'integrazione delle attività di formazione e aggiornamento e la condivisione degli obiettivi e delle strategie di sviluppo regionali.
Osserviamo, inoltre, che in data 21 settembre 2020 si sono svolte le audizioni presso la Commissione regionale speciale d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza COVID-19, dalle quali sono emerse criticità in merito all'organizzazione del Dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale "Malattie ed Emergenze Infettive", in particolare riguardo alle attività di collaborazione e coordinamento con le strutture e gli operatori della medicina convenzionata.
Tutto ciò premesso, interroghiamo l'Assessore competente per sapere se non consideri superata la fase iniziale d'istituzione del Dipartimento interaziendale funzionare a valenza regionale "Malattie di Emergenza e Infettive", al fine d'individuare un Direttore che possa dedicarsi a tempo pieno all'attività del Dipartimento, in sostituzione dell'attuale facente funzioni nonché Commissario dell'ASL Città di Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sean Sacco per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La domanda, nonostante la lunga premessa, è molto semplice: se consideriamo conclusa la fase iniziale, superata. La risposta è sì. Io sono pienamente d'accordo con lei, tant'è vero che la nostra Direzione, la Direzione Sanità, ha provveduto nei giorni scorsi a definire con un'apposita determina dirigenziale, che è in fase di pubblicazione, il percorso per la nomina del Direttore del Dipartimento interaziendale funzionare a valenza regionale "Malattie di Emergenza e Infettive", che potrà essere scelto tra i Direttori delle strutture complesse che afferiscono al Dipartimento stesso.
La nomina sarà effettuata dal Direttore dell'ASL presso la quale insiste la struttura complessa, l'attuale Direttore di Dipartimento; nelle prossime settimane saranno valutate tutte le candidature e si procederà alla nomina.
Pertanto, è un percorso già avviato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 425 presentata da Salizzoni inerente a "Quale riconversione è prevista per i posti letto del COVID Hospital allestito al presidio Oftalmico?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 425.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Vicepresidente Mauro Salizzoni, che interviene in qualità di Consigliere.
Prego, ne ha la facoltà per tre minuti.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente, e buongiorno, Assessore.
Coerentemente con gli impegni assunti con il Piano di rientro dal debito sanitario, la precedente Amministrazione regionale aveva definito il superamento del presidio ospedaliero monospecialistico Oftalmico di Torino con il trasferimento delle attività sia alla Città della Salute sia al San Giovanni Bosco, e la trasformazione dell'Oftalmico in Casa della Salute.
Ho appreso che la Giunta regionale, dopo la chiusura del COVID-Hospital delle OGR, ha deciso di destinare la manica Sperino dell'ospedale Oftalmico a ospitare il nuovo COVID-Hospital cittadino.
Considerato che i COVID-Hospital prevedono posti letto a bassa intensità di cura che possono facilmente essere convertiti in lungodegenza; considerato che il posto letto del COVID-Hospital ha caratteristiche diverse da quelli di una degenza oculistica e che il reparto di oculistica previsto all'ospedale San Giovanni Bosco non è ancora stato attivato, s'interroga gentilmente l'Assessore per sapere come potranno essere riconvertiti i posti letto del COVID-Hospital allestito presso il presidio Oftalmico tenendo anche conto del progetto di trasformazione dello stesso in Casa della Salute.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Salizzoni per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, e buongiorno, professore.
L'Ospedale Oftalmico è oggi presidio ospedaliero con funzioni di riferimento per l'oftalmologia, oltre che sede di grandi attrezzature, aree cumulo ambulatoriali pluridisciplinari con quattro reparti di degenza di cui due destinati all'oftalmologia.
Per comprendere bene il piano che poi le illustro, le faccio una sintesi di com'è composto l'edificio.
L'edificio è costruito per la gran parte in una struttura in muratura portante in pietre e mattoni pieni e l'edificazione di una struttura interna in cemento armato per la manica centrale, che ospita il pronto soccorso, gli archivi, gli spogliatoi, l'ufficio tecnico e la chiesa.
L'edificio si presenta con una pianta con tipologia a forma di E maiuscola a cinque piani. L'analisi progettuale è frutto della disamina della struttura, la cui particolare forma a E permette lo sviluppo di soluzioni completamente isolate e indipendenti nell'uso, sebbene fruibili nel complessivo utilizzo dei servizi più generali già presentati.
Per la sua conformazione e per l'attuale destinazione d'uso, l'ala di via Passalacqua rappresenta la possibilità di realizzare l'Ospedale Sperino per tutte le attività di emergenza, differenziandolo dall'area oftalmologica.
L'area così destinata alle emergenze potrà avere la seguente disponibilità di posti letto: alla data del 30 settembre, 45 posti letto distribuiti nella manica di via Passalacqua, ai piani secondo e terzo; alla data del 31 ottobre, 20 posti letto nella manica di via Passalacqua, al piano quarto alla data del 15 novembre, ulteriori 15 posti letto di sub-intensiva al primo piano. Il costo dei lavori di trasformazione per l'area di via Passalacqua è previsto in 638 mila euro. Questo è il piano che abbiamo predisposto.
Spero che sia esaustivo, altrimenti sono disponibile per ulteriori integrazioni.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi, per la risposta.
Nel ringraziare il Preside Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Dopo mezz'ora di ricambio d'aria dell'aula, alle ore 15.10, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale. Chiedo, gentilmente, a tutti coloro che sono in aula di uscire in cortile.



(Alle ore 14.32 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENTE

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA ALLASIA STEFANO



(La seduta riprende alle ore 15.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi energetici - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame disegno di legge n. 87, inerente a "Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 87, inerente a ""Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nella mattinata odierna è iniziato l'esame del provvedimento.
Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza ed è iniziata la discussione generale.
Proseguiamo, ora, con la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.
Ricordo che si dovrebbe richiedere la parola dal proprio posto.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
L'avevo - solo per puntualizzare - chiesta prima, alla fine della mattinata.



PRESIDENTE

Guardi, ero presente anch'io, non seduto in Presidenza ma ero presente.
C'era un po' di confusione e nessuno aveva segnato la richiesta d'intervento, altrimenti l'avrei chiesto.
Prego.



SARNO Diego

No, no, nessun problema.
Siamo arrivati alla discussione di questo provvedimento.
Le prime riflessioni fatte e i primi interventi dei miei colleghi hanno già evidenziato alla maggioranza quali sono gli elementi di criticità che il nostro Gruppo e le minoranze hanno voluto risostenere. Come hanno detto abbiamo fatto un primo percorso in Commissione e, in questo percorso abbiamo evidenziato, per ridirlo nuovamente, la possibilità di dire alla maggioranza, Presidente, che ci sono ancora dei punti che non ci convincono rispetto alla proposta.
Ripercorrendo i punti che ci mettono un po' in difficoltà, che sono evidenziati negli emendamenti che abbiamo presentato, il primo - lo ripeto è quello di una proposta che è molto spinta sulle questioni di natura economica, una questione legittima, che però non deve andare a sostituire o a farla da padrone rispetto alla questione ambientale.
Ve lo abbiamo detto in questo primo sostanziale anno di legislatura: sul tema ambientale abbiamo visioni forse differenti, oppure, in termini di incipit (di valori no), puntualmente, la traduzione concreta all'interno delle norme quell'idea di tutela ambientale differisce rispetto a quelle che sono le nostre prerogative e le nostre le nostre idee.
Pertanto, su questo chiediamo davvero alla maggioranza di fare ancora una riflessione fintanto che questa discussione va avanti, perché ci sono alcune questioni che non ci tornano.
La prima, che il nostro relatore di minoranza ha evidenziato (e andiamo subito a uno dei punti centrali), riguarda l'articolo 3.
L'articolo 3 di questa proposta, l'attuale proposta, parla di andare a soddisfare le questioni rispetto alla tutela del tema acqua rispetto alla potabilità, al rendere principale la tutela delle acque potabili. Noi avevamo proposto, e lo riproporremo, un cambiamento sostanziale, che non è solo un cambiamento di termine, ma è un cambiamento sostanziale di quell'articolato quando andremo a proporre di rendere le concessioni, cioè concedere l'esigenza della potabilità, invece che soddisfare le esigenze.
Capite che questo non è - ripetiamo - una considerazione di termini, ma è una considerazione di sostanza. Quell'articolo 3 è uno di quegli elementi che crediamo sia fondamentale nella tutela ambientale e nella tutela del patrimonio culturale, che in molti hanno richiamato e che noi abbiamo richiamato da sempre sulla tutela dell'acqua come bene pubblico sostanziale.
In questo senso crediamo davvero che, quando poi si va a chiedere una modifica di una legge - almeno io sono abituato così, Presidente - sia opportuno fare riferimento a considerazioni culturali che magari non sono proprio mie, da un punto di vista di storia. Faccio un esempio: non sono mai stato componente del mondo degli scout, però prendiamo come riferimento chi ha fondato quel movimento, quell'esperienza, Baden Powell, il quale diceva: "Prova a lasciare questo mondo un po' meglio di come l'hai trovato".
Questa frase è un concetto fondamentale che, quando si va a legiferare in termini ambientali, dovrebbe essere tenuto in considerazione, come altri elementi citati dal collega Avetta, rispetto alla discussione fatta a inizio legislatura con i ragazzi del Friday for Future.
La modifica sull'acqua potabile, cioè l'uso prioritario, non è un soddisfare, ma è un concepire le concessioni prioritariamente in maniera gratuita, secondo quell'aspetto. Poiché quella richiesta non è stata accettata, ecco perché siamo di nuovo qui a chiedervi, in questo dibattito in Aula, di ripensare al concetto di modificare quell'articolo 3. Ci sarà un emendamento, come abbiamo presentato in Commissione, proprio coerente perché poi, in questa legge, in premessa si mettono, ad esempio, le linee guida dell'Agenda 2030.
Pertanto, se lo citiamo in premessa, dobbiamo essere conseguenti rispetto a quegli articoli che vanno a regolamentare questa competenza specifica.
Davvero, continuiamo a chiedere questa modifica.
Ulteriormente, il tema della possibile impugnazione.
Lo stesso Assessore Marnati sui giornali e su alcuni articoli anche online prima dichiara "sono sicuro che non verrà impugnato" e poi nella stessa dichiarazione dice "però non ci metto la mano sul fuoco".
Bisogna anche lì capirci rispetto a quello che ci stiamo dicendo, perch se l'Assessore garantisce questo elemento, ma subito dopo invece dice "non metto la mano sul fuoco", allora bisogna trovare una quadra e bisogna trovare un modo per essere coerenti rispetto a quei valori e a quegli obiettivi che questa legge pone nelle premesse. Ecco perché vi chiediamo di pensare ulteriormente e di fare un ragionamento in questo dibattito che come avete visto, è un dibattito che entra nei contenuti con quegli emendamenti, alcuni dei quali sono stati accolti, altri no. Ci piacerebbe anche capire in Aula, per darne ancora più visibilità pubblica e comunicazione pubblica, del perché alcuni emendamenti non sono stati accettati - lo dico principalmente all'Assessore, ma anche a tutto il Consiglio - e perché quegli emendamenti che vanno coerentemente in scia agli obiettivi generali, non sono stati accettati. Non cambia l'elemento economico oppure cambia, ma verso la tutela pubblica.
Visto che noi siamo un'istituzione pubblica, dobbiamo sempre mettere al centro l'interesse pubblico, oltre che l'interesse economico e far quadrare, chiamiamoli così, i conti.
Ecco perché i nostri interventi sono concentrati sui contenuti. In concreto, tutti gli emendamenti vi chiedono di ragionare ulteriormente sui contenuti e vi chiediamo, quindi, di approvare quegli emendamenti per rendere questa legge una legge più comprensibile ai grandi temi ambientali e di tutela dell'acqua, come tutela di un patrimonio pubblico, acqua come bene pubblico, nella sostanza e non solo negli incipit valoriali o di dichiarazioni, magari solo formali che poi, nella sostanza, sono negati o sono eliminati senza che questa tutela sia puntualmente negata.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale. La Giunta intende intervenire? La parola all'Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ovviamente è un obbligo intervenire dopo un anno di lavoro. Un anno intenso, anzi più di un anno, perché abbiamo iniziato sin da subito. A luglio 2019 è stato uno dei primi provvedimenti che il responsabile di Settore Mancin aveva portato all'ordine del giorno del mio Assessorato. Sin da subito abbiamo costruito un gruppo di lavoro con tante Direzioni, quindi è doveroso fare ringraziamenti a tutta la struttura tecnica, a partire dal Direttore Crotta, al Dirigente Mancin, ma anche al Patrimonio e al Bilancio. È stato un grande gruppo.
Abbiamo anche il consulente esterno gratuito, Luca Remmert, che conoscete molto bene e che ci ha dato una mano a livello tecnico per tutti gli emendamenti nel costruire una legge che non esisteva.
Avete giustamente accennato che è uno dei primi principi dell'autonomia di questa Regione. Autonomia vuol dire responsabilità, per questo c'è voluto un grande lavoro ma, se da una parte c'è stata l'efficienza della struttura regionale, dall'altra c'è stata un'inefficienza dello Stato e non parlo dei Governi politici, perché le concessioni sono scadute da più di vent'anni quindi siamo passati un po' tutti. Diciamo che la struttura Stato non è in grado, e qui lo si evince, di portare avanti alcune tematiche perché non hanno le risorse umane, non hanno probabilmente la priorità e quindi negli anni sono scadute tantissime concessioni. Pensate che se sono undici in Piemonte, credo che saranno decine, se non centinaia, a livello nazionale.
Ovviamente la Commissione Europea ha detto "basta" perché a un certo punto tu non puoi continuare a derogare ogni anno per vent'anni, non è un Paese serio un Paese che fa una cosa di questo genere. Giorgetti ha deciso di dare, giustamente, alle Regioni questa competenza e noi abbiamo fatto il nostro dovere.
Ricordo che in Piemonte, addirittura, una delle prime centrali idroelettriche risale al 1895 - pensate! - più di un secolo fa, nella provincia di Torino, sul fiume Chiusella a Vistrorio; l'ultima realizzata in Piemonte è del 2008. Abbiamo una produzione media di 45 mila giga watt/ora annue, quindi ci sono delle strutture che per noi sono strategiche e importanti. Pensate come saremmo messi senza di esse. Ringraziamo coloro che tanti anni fa hanno deciso di investire su questa struttura, su questa tecnologia, sull'idroelettrico.
Oggi noi abbiamo la responsabilità di intervenire. Magari fra trenta quaranta, cinquant'anni qualche Consiglio regionale ricorderà quello che stiamo facendo oggi. Spero bene e con grande lungimiranza.
Avete parlato di temi ambientali. Guardate che non è solamente una questione dell'idroelettrico, sui temi ambientali ci sarebbe moltissimo da parlare. Noi, come Regione Piemonte, vogliamo puntare alla tutela dell'acqua, noi abbiamo una grande abbondanza d'acqua, ma non abbiamo le infrastrutture necessarie per trattenerla. Non anticipo troppo perché c'è uno studio in atto, ma a novembre - ne parlavo prima con l'Assessore Carosso - presenteremo il piano della Regione Piemonte sull'andamento dello scioglimento dei ghiacciai e su di esso faremo anche un'analisi sull'evoluzione a livello piemontese negli ultimi sessant'anni. Qui si evincerà che il problema dell'acqua non sarà a valle, quindi delle pianure delle grandi città, ma sarà delle montagne. È lì che bisogna investire perché l'acqua ci sarà in grande abbondanza, ma scorrerà molto veloce. La differenza è solo questa: non mancherà l'acqua, ma sarà difficile trattenerla perché non ci saranno i ghiacciai che faranno da freezer, che la trattengono per tanto tempo.
Noi abbiamo proposto questa legge, e qui mi rivolgo principalmente all'opposizione che, comunque, è stata responsabile, insieme alla maggioranza, nel costruirla. Sono arrivati circa 100 emendamenti in Commissione, (adesso ne sono arrivati altri e li valuteremo uno per uno) ma c'è stata una costruzione. Molti emendamenti non sono stati accettati perché tecnicamente non potevano essere accettati, ma non perché c'era la volontà politica di boicottare l'opposizione. Alcuni li abbiamo presi in considerazione e altri era impossibile farlo. Mi auguro che vengano approvati nella cornice del Recovery Fund, ma secondo le nostre indiscrezioni informali, ovviamente, sul Piemonte dovrebbero esserci circa 300 milioni destinati alla tutela delle acque.
Noi proponiamo la realizzazione di quattro invasi: il primo è quello della Valsessera, che è un potenziamento dell'invaso da 7-15 milioni di metri cubi; l'altro è la Serra degli Ulivi, su cui c'è grande volontà di realizzazione; in teoria, uno in Val Maira, anche se è preliminare; infine sulla Stura, vicino a Lanzo. Questa è la strategia che vogliamo seguire.
È vero che le strutture esistenti sono già disponibili, ma hanno una tecnologia vecchia. Come avete accennato ieri a un giornale, io ho posto questo esempio: voi investireste nella vostra casa se il contratto che avete sta per scadere? No, perché gli investimenti si fanno quando si entra o quando si ha un contratto a lungo termine, perché, poi, si deve rientrare da quell'investimento. Così hanno fatto le aziende che hanno quelle concessioni da vent'anni e che sono scadute: non hanno investito un euro perché non sapevano, dall'oggi al domani, se avrebbero avuto ancora la concessione o no. Questo perché lo Stato è stato inefficiente.
Noi, invece, in un anno abbiamo costruito questa legge. È perfetta? Non lo so se è perfetta, ma, come ho detto, abbiamo fatto di tutto per evitare un'impugnativa da parte del Governo, perché abbiamo visto quello che è successo in Lombardia, che ci ha anticipato di qualche mese, per cui abbiamo presentato i nostri emendamenti per migliorarla.
Noi crediamo che rientri tra le migliori leggi scritte, poi non è che siamo perfetti, non è che non sbagliamo mai! Però - lo ripeto - abbiamo fatto tutto il possibile per far sì che questa legge sia la migliore in assoluto.
Lo vedremo successivamente, perché ci sarà tutta una serie di incontri con gli Enti locali che abbiamo già calendarizzato per il prossimo anno. Ci saranno i bandi e quella sarà la vera occasione per capire quale sarà il ritorno economico e ambientale sul territorio.
Insomma, ci aspetta ancora un grande lavoro. Da oggi, da quando comincerete a votare questa legge, inizierà solo il percorso. E sarà un lungo percorso di condivisione sia con gli Enti locali e territoriali, sia con voi. Molti di questi emendamenti prevedono che potevamo non farlo, e che tutte le modifiche dei regolamenti ripassino in Commissione e non solo in Giunta che magari è più riservata. Quindi massima trasparenza: tutto alla luce del sole, non abbiamo nulla da nascondere.
Avete puntato molto sull'articolo 3, relativo alla concessione gratuita delle acque. Noi stiamo facendo quello che è previsto per legge. Il Regio Decreto 1775 del 1993, all'articolo 35, recita: "Le utenze di acqua pubblica sono sottoposte al pagamento di un annuo canone". Pertanto, o modificano la legge a livello nazionale, oppure ci atteniamo a questo principio.
Comunque, nel caso in cui ci sia bisogno di un utilizzo di acqua per uso pubblico e potabile, noi abbiamo previsto che sia a titolo gratuito per quanto riguarda, eventualmente, i vari indennizzi, ma il canone lo devono pagare. Pagheranno di meno perché non è un'utenza elettrica, ma chi usa un bene pubblico come l'acqua, deve versare la sua quota. Poi si può entrare nel merito di quanto si deve versare, ma ritengo che un bene così prezioso non possa che essere pagato.
Se ci fossero, invece, degli eventi drammatici di siccità, con rischio per la popolazione - mi auguro di no, in Piemonte non è mai accaduto - pu intervenire la Protezione civile, che va oltre quei decreti (l'abbiamo visto con la pandemia!). Non servono più le nostre leggi: in caso di emergenza potrebbero benissimo riaprire eventualmente le dighe e dare l'acqua alle persone. Diciamo che non c'è neanche più bisogno di scrivere in legge una cosa di questo genere, ma si tratta di eventi eccezionali.
Come ho detto, in quei casi interverrebbe direttamente la Protezione civile a livello governativo; ci sarebbe un decreto a parte, esattamente com'è successo durante la pandemia, quando venivano bloccati i beni che arrivavano a Malpensa per uso emergenziale.
Se andremo a emanare immediatamente i nuovi bandi e a fare le nuove concessioni (a partire ovviamente dall'anno prossimo) cosa ci aspettiamo in maniera indiretta? Un beneficio ambientale, che deriva dal fatto che i nuovi investimenti sono fatti da chi subentra, che potrebbe essere o un privato o una società mista pubblico-privato. Si faranno i bandi e si deciderà di volta in volta, secondo gli studi tecnici e non politici, se vale la pena che la Regione entri in società oppure no.
Ovviamente, se parliamo di grosse concessioni, dighe, o centrali idroelettriche che richiedono un grosso investimento, in questo momento investimenti di quel genere non ne possiamo fare; lo valuteremo quando avremo le chiavi per entrare e visitare il patrimonio che oggi non conosciamo, perché non è ancora "casa nostra". Quando avremo le chiavi di casa nostra, entreremo e faremo una mappatura per capire lo stato effettivo delle centrali idroelettriche.
Mi aspetto, così come abbiamo visto in alcuni casi, che quelle che sono scadute da 15 anni di investimenti non ne abbiano fatti tanti, se non una piccola manutenzione. Al contrario, quelli più recenti avranno sicuramente usato delle turbine e un revamping tecnologico migliore, in grado di produrre più energia utilizzando meno acqua, con un grande beneficio ambientale (quindi non solo economico, ma soprattutto ambientale).
Noi inseriamo che nei banchi ci sarà un riconoscimento anche del territorio, perché mi auguro che sarà una sorta di asta. Dovremo anche capire - ci saranno i successivi regolamenti che faremo con gli Enti locali e con le Commissioni competenti, Ambiente ed Energia - quali potranno essere le ricadute territoriale e mentali: basta sentire chi abita in montagna per conoscere quali sono le esigenze dei territori. Magari ci sarà bisogno di asfaltare alcune strade che ancora non lo sono; magari occorrerà migliorare i corpi dei fiumi. Insomma, di esigenze in montagna ce ne sono tante. Quindi non ci sono solo benefici per le casse regionali, ma c'è un beneficio ambientale e un beneficio territoriale.
Con questa legge riusciamo veramente a gettare le basi per un futuro importante, perché le concessioni saranno di quarant'anni. Ci sono delle società all'interno delle nostre centrali idroelettriche che son dentro da qualche secolo! Io non credo che si possa pensare di rimanere dentro a prescindere, ci sono le gare. Meno male che la Commissione europea ha deciso di bacchettare l'Italia, dicendo: "È finita, da oggi dovete fare le gare e dovete dare una maggiore produzione di sviluppo al territorio".
Noi facciamo quello che ci hanno chiesto di fare. O, meglio, facciamo quello che la legge ci chiede di fare. E lo facciamo con una grande efficienza, perché siamo qui a disposizione principalmente della comunità e del pubblico; gli interessi privati sono sì da tutelare, però prima viene l'interesse pubblico.
Adesso inizia il percorso, ma siamo solo all'inizio, perché la struttura tecnica sarà molto sollecitata a fare immediatamente gli undici bandi per le concessioni scadute. Questo avrà un ritorno abbastanza immediato in Regione, sulle casse regionali, ma anche sul territorio. Inoltre, cinque anni prima della scadenza dovremo avviare un percorso.
Vogliamo far capire che le Regioni in questo caso, soprattutto sui temi ambientali, che è una competenza esclusiva dello Stato, possono fare la differenza, a prescindere dai colori politici. Ringraziamo tutti i Consiglieri, perché la costruzione insieme è stata fondamentale.
Personalmente mi metto a disposizione per i nuovi emendamenti, ribadendo che non abbiamo mai voluto fare un'azione di boicottaggio degli emendamenti dell'opposizione. Infatti, chi ha partecipato ha visto che su ogni emendamento abbiamo dato anche una motivazione molto tecnica del motivo per cui non poteva essere accolto. In più, tutto verrà fatto insieme agli Enti locali con cui siamo molto in sintonia.
Pertanto, mi auguro che in tempi brevi, entro il 31 ottobre, si riesca a portare a casa questa legge di cui beneficia esclusivamente il patrimonio pubblico. Rimango a disposizione per approfondire ulteriori temi per portare a casa una legge che definisco storica e che darà grandi soddisfazioni a livello del pubblico, della comunità e soprattutto dell'ambiente, perché molte cose che voi avete detto sono scritte. Se volete, le possiamo approfondire, ma ritengo che quasi tutte le vostre sollecitazioni siano scritte in questa legge composta da soli 26 articoli che sono molto semplici ma che danno l'indirizzo di quello che sarà il futuro delle centrali idroelettriche del Piemonte.
Mi auguro che queste ultime possano aumentare, perché noi come Regione nel PEAR abbiamo scritto che principalmente puntiamo sulle risorse energetiche che arrivano da fonti rinnovabili. Siccome non abbiamo la possibilità di avere l'eolico, l'idroelettrico sarà fondamentale per il futuro del pubblico e soprattutto delle nostre imprese. Con l'idroelettrico potremo avviare un percorso di abbassamento, se possibile, del costo dell'energia elettrica che oggi rende le nostre imprese non competitive con i Paesi vicini. Ad esempio, la Francia ha un costo dell'energia molto più basso rispetto al nostro.
Pertanto, è un'occasione da non perdere e, come ho detto all'inizio ringrazio il grande gruppo che ha lavorato per la costruzione di questa legge.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Su tale articolo insistono nove emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Prima dell'inizio della discussione, volevo dichiarare che il Gruppo PD sottoscrive gli emendamenti presentati dal collega Grimaldi.



PRESIDENTE

Il primo emendamento è rubricato n. 49).
Emendamento rubricato n. 49) presentato da Grimaldi, Avetta, Ravetti Canalis, Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Come annunciato, all'articolo 1, comma 2, fra gli obiettivi e le finalità della legge aggiungiamo "gli obiettivi della tutela ambientale" e spieghiamo nella declinazione, così come avevamo già spiegato nella relazione e così come hanno detto i colleghi Avetta e Canalis e tutti i colleghi delle opposizioni, che questo piccolo emendamento è inserito nel quadro degli emendamenti che vogliamo presentare per più motivi: sia sul come verranno, ridestinate le risorse degli invasi sia quelle dei canoni ma soprattutto perché pensiamo che il tema della qualità ambientale, degli interventi e il fatto che non ci siano rinnovi automatici ma sempre una valutazione d'impatto ambientale di queste opere, ci porta a chiedere l'inserimento nell'articolo 1 il punto che la tutela ambientale sia fra gli obiettivi della legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo su quest'emendamento, perché ripercorre e scrive in forma legislativa i tanti interventi che abbiamo svolto oggi dai banchi del Partito Democratico, in riferimento alla tutela ambientale, pertanto alla necessità di contemperare insieme ambiente, tutela dell'ambiente e le esigenze di mettere a gara le concessioni. Lo scrive nero su bianco nelle finalità della norma, che ritengo sia la giusta posizione e il giusto articolo nel quale esplicitare che l'obiettivo è anche quello della tutela dell'ambiente.
In questo senso, sosteniamo con forza e con determinazione l'emendamento del collega Grimaldi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

L'emendamento n. 49) all'articolo 1 è, tra gli altri, un emendamento che riprende i passaggi importanti che sono stati inseriti negli interventi di tutti i colleghi delle opposizioni durante la discussione generale.
L'emendamento sostituisce la parola "l'obiettivo" con "gli obiettivi della tutela dell'ambiente e". È una frase che inseriamo nel testo, a testimonianza del fatto che per noi la rilevanza dell'ambiente in questo provvedimento dev'essere garantita diversamente da come ci pare di leggere nel testo che avete presentato.
Per questa ragione, chiediamo all'Assessore di valutarne l'utilità e garantire, nella votazione di oggi, un voto della maggioranza come quello delle opposizioni.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Svolgo un intervento molto breve su quest'emendamento, perché mi aspetto che, anche in base alla replica dell'Assessore alla discussione generale quest'emendamento riceva un parere positivo.
È evidente, Presidente, su un tema come quello che stiamo affrontando anche nei termini emersi durante la discussione generale, non solo dai banchi delle minoranze, ma anche dai banchi della maggioranza, che non si pu escludere, tra le finalità di questo provvedimento, la tutela ambientale.
Diversamente - lo diceva anche l'Assessore Marnati - anche in termini di preservazione e conservazione della risorsa idrica, bisognerebbe spiegare ai cittadini e ai piemontesi come mai una legge come questa non ha, tra i suoi obiettivi, tale tutela.
Ritengo, davvero, Presidente, che quest'emendamento completi e migliori la proposta e mi auguro che la Giunta e la maggioranza lo accolgano.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento sull'emendamento n. 49)? La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Come i miei colleghi e coerentemente a quanto ho dichiarato nell'intervento in discussione generale, quest'emendamento da me cofirmato cerca di dire alla maggioranza quanto l'obiettivo della tutela ambientale a volte venga se non dimenticato, non prioritariamente evidenziato.
L'articolo 1 afferma: "La presente legge, nel perseguire l'obiettivo", come se fosse l'unico; poi certamente si citano le norme, l'Agenda 2030 eccetera, ma è evidente la mancanza, forse in parte culturale, a volte presente in alcuni provvedimenti d'inserire tutti gli obiettivi, quindi anche la tutela ambientale.
Questo è doveroso per fare un buon servizio in un'azione legislativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste d'intervento, procediamo con l'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Grimaldi.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è identico all'emendamento rubricato n. 2) La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Illustro l'emendamento n. 1)?



PRESIDENTE

Sì, l'emendamento n. 1), identico all'emendamento n. 2). È sempre suo.



AVETTA Alberto

Sì, è sempre mio; ho capito che il n. 1) è identico al n. 2), quindi immagino che il n. 2) lo ritireremo.
Al comma 2 dell'articolo 1, che prevede l'oggetto e le finalità del disegno di legge 87, proponiamo di sostituire una frase o, meglio, di integrare una frase, perché (la proposta è questa) al comma 2 dell'articolo 1 si parla di "ottica di sviluppo sostenibile delle comunità". Noi proponiamo di sostituire questa frase con un'implementazione: "nell'ottica di uno sviluppo della comunità regionale rispettoso dell'ambiente e secondo i principi dell'economia sostenibile, ai sensi dell'articolo 5, comma 2 dello Statuto della Regione Piemonte".
Quest'emendamento, riprendendo le precedenti considerazioni dei colleghi intende specificare che la legge, nel suo oggetto e nella sua finalità intende perseguire il fine della valorizzazione del patrimonio idrico piemontese in un'ottica di sviluppo della comunità regionale che sia rispettoso dell'ambiente e secondo quei principi dell'economia sostenibile che sono, non a caso, ripresi nel nostro Statuto.
Noi crediamo che, al contrario, specificare che un articolo del nostro Statuto si riferisce al tema dello sviluppo rispettoso dell'ambiente e dei principi dell'economia sostenibile sia un rafforzativo assolutamente indispensabile, perché indica meglio, a chi si approccia alla legge, in modo più specifico e più determinato le finalità di questa legge, che sono quelle di trovare quel punto di equilibrio cui facevamo riferimento nei ragionamenti, questa mattina, tra le esigenze legittime dell'economia territoriale e le esigenze altrettanto legittime e importanti della tutela ambientale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Per chiedere la sottoscrizione dell'emendamento appena illustrato dal collega Avetta, ma anche dei successivi.
Se diamo per acquisita la mia firma, direi anche due cose.



PRESIDENTE

Prego.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Come avrà capito, il senso dei nostri emendamenti, oltre quelli discussi in Commissione, è di definire meglio le finalità della legge, inserendo la tutela dell'ambiente. Qui è presentata in un'altra forma dal relatore di minoranza, Avetta, che ricorda anche, a differenza di quello presentato precedentemente, i principi del nostro Statuto regionale, all'articolo 5 comma 2.
Tutti questi emendamenti non devono essere interpretati, ovviamente, come emendamenti dilatori, ma semplicemente come delle alternative allo stesso oggetto. L'importante è capirne il senso, che sia colto, perché vogliamo tutelare la portata dei corsi d'acqua oggetto delle concessioni, ma anche l'oggetto più generale su cui insiste questa legge, quindi il concetto dei limiti dello sviluppo e ovviamente il fatto che, essendo concessioni pubblico-private, anche il privato sappia che questo quadro legislativo s'inserisce in un contesto ambientale e climatico assai delicato, come abbiamo spiegato più volte oggi.
Pensiamo sia giusto definire in un modo più stringente i criteri di valutazione di questo comma e che sia necessario che l'Assessore Marnati dia un'indicazione positiva all'emendamento a prima firma Avetta, perché va nel verso della discussione che abbiamo fatto stamattina, ma sta anche immagino - pienamente all'interno dei principi cardine e fondanti di questa comunità.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Leggo che l'emendamento 1) al comma 2 dell'articolo 1 è uguale all'emendamento 2) depositato e oggi in discussione.
Ha ragione; forse, perché intendiamo, Assessore, rafforzare il concetto e posizionarci in questa discussione con le idee molto chiare e con la volontà di trovare un'intesa con voi a partire dall'articolo 1, che è l'articolo che definisce l'oggetto e le finalità del disegno di legge, e cioè lo scenario che vogliamo normare. E nelle intenzioni dello scenario che vogliamo normare è corretto rafforzare il principio che noi abbiamo ben definito nel virgolettato, "nell'ottica dello sviluppo sostenibile della comunità", sostituito con "nell'ottica di uno sviluppo della comunità regionale rispettoso dell'ambiente e secondo i principi dell'economia sostenibile, ai sensi dell'articolo 5 comma 2 dello Statuto della Regione Piemonte". Infatti - questo è evidente - riteniamo sia più corretto e giusto inserire in quest'articolo la definizione che va nel senso che abbiamo ben ribadito questa mattina, ossia la necessità di svolgere un'attività economica compatibile con l'ambiente nel quale l'attività stessa insiste.
Anche qui, Assessore, la prego di valutare la bontà di quest'emendamento che è volto a migliorare l'intero testo.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Avetta, vuole illustrarlo, altrimenti passiamo al successivo. Passiamo al successivo?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Passiamo al successivo o proseguiamo?



AVETTA Alberto

No, no. Il 3).



PRESIDENTE

Eh, allora.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Celerità! Celerità! Ci vuole celerità nella vita! Perché, così come sono ripreso io che tardo uno o due minuti a entrare in aula, chiedo correttezza.
Prego, Consigliere Avetta.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se poi non parlate fuori microfono e chiedete la parola, l'Aula ringrazia.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Mi adeguo alla correttezza della sua impostazione, però le chiederei che quest'impostazione valga per tutti. Se manteniamo questo tipo di atteggiamento molto formale, anche noi assumiamo un atteggiamento molto formale, ma poi pretendiamo che quest'atteggiamento valga per tutti, da adesso in poi.
La ringrazio.
Allora, il comma 2 dell'articolo 1 (che, come abbiamo detto, prevede l'oggetto e la finalità del disegno di legge n. 87, quindi è un articolo molto importante, perché definisce gli obiettivi e la ratio del provvedimento) prevede una frase che noi consideriamo insufficiente rispetto agli obiettivi e ai principi che pensiamo debbano fondare la ratio di questa legge. Questa frase dice, testualmente, "finalizzato alla tutela dei corpi idrici piemontesi". Noi proponiamo di sostituire questa frase e ci sembra una proposta del tutto ragionevole, perché è davvero incomprensibile che non possa essere accolta con una frase più specifica che entra più nel merito e che rende più determinati gli obiettivi che ci poniamo con la legge, e cioè di sostituirla con la frase "la salvaguardia di un livello elevato di tutti i corpi idrici, sia quelli superficiali, sia sotterranei". Questo perché? Con quest'emendamento, riteniamo che il concetto di "tutela" sia meno forte e meno significativo di quello di "salvaguardia" di un livello elevato soprattutto se lo riferiamo ai corpi idrici piemontesi, specificando che sono da considerarsi tali sia quelli superficiali, sia quelli sotterranei.
Questo - di nuovo - per aggiungere determinazione e significato alla ratio di un testo legislativo che deve tenere conto della parte economica e degli obiettivi economici, ma altrettanto e, forse, ancora di più, degli obiettivi di tutela ambientale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Canalis, sull'ordine dei lavori.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Naturalmente, sarà compito di chi interviene sugli emendamenti cercare di non fare passare dei minuti a vuoto, però sulla celerità e sul rispetto del Regolamento e dello Statuto abbiamo anche noi molte cose da dire in merito ad esempio, alle risposte alle interrogazioni che sono discusse sei o sette mesi dopo la presentazione, o in merito all'accesso agli atti su dati sensibili, che sono necessari per lo svolgimento dei lavori delle Commissioni.
Pertanto, chiediamo un po' di reciprocità tra le parti.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel frattempo, ricordo che il Regolamento prevede che s'intervenga in piedi.
Quasi tutto il Gruppo del PD ha chiesto d'intervenire. Senza offesa per nessuno, incomincio dal Consigliere Rossi. Prego.
Chiedo che si parli direttamente al microfono e non di girare la testa altrimenti si perde la registrazione, perché alcuni Consiglieri chiedono anche la trascrizione immediata. Non è riferito a lei, lo dico a tutti perché alcune volte la registrazione è venuta a mancare.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'emendamento, faccio una piccola premessa anch'io rispetto al suo intervento di prima, Presidente, perché sono uno dei Consiglieri che più di tutti aspetta dei mesi per ricevere risposte alle interrogazioni, su cui il Regolamento prevede una risposta magari a 30 giorni.
Mi auguro di sentire presto in Aula anche la sua voce nel richiamare la Giunta nel rispettare il Regolamento anche su quest'aspetto. Per quanto riguarda la nostra celerità, certamente sarà nostra cura essere più celeri da adesso in avanti. Come diceva la collega Canalis, ci piacerebbe reciprocità, più che altro perché il Regolamento si dovrebbe far valere sempre e non soltanto da una parte.
Per quanto riguarda l'emendamento, non vorrei ripetermi eccessivamente, ma sono costretto a richiamare quanto già espresso dal mio collega Avetta che come abbiamo detto anche questa mattina, sta guidando il nostro Gruppo nell'analisi e nelle proposte che riguardano questo disegno di legge.
È evidente che il concetto di salvaguardia, dal nostro punto di vista, è più forte, è più pregnante e garantisce di più il capitale naturale, che è al centro di quello che viene affrontato da questo provvedimento, per cui chiediamo di sostituire "tutela" con "salvaguardia".
Anche in questo caso si tratta di una proposta concreta e costruttiva e ci auguriamo che la Giunta e la maggioranza possano valutarla e dare parere positivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, che è il numero 3) al disegno di legge n. 87 "Assegnazioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico", ormai iscritto all'o.d.g. dei lavori di questo Consiglio già dal 3 marzo, noi proponiamo, come ricordava poc'anzi il mio collega Rossi, una modifica al comma 2 dell'articolo 1, che riguarda l'oggetto e le finalità del disegno di legge in discussione. In particolare, laddove la dizione del comma riporta la frase "la tutela dei corpi idrici piemontesi", si sostituirebbe con "la salvaguardia di un livello elevato di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei piemontesi".
Mi unisco a quanto rimarcava il collega Rossi, perché qui non si passa da un principio di tutela a uno di salvaguardia, che sicuramente esprime la stessa attenzione, ma dando alla Regione anche un ruolo proattivo in quest'attenzione, ma si va a specificare che questa riguarda uno standard da garantire e da rispettare, cioè il livello elevato, che attiene tanto ai corpi idrici superficiali quanto a quelli sotterranei.
Pertanto, siamo dell'idea che sia una specifica importante, non solo di quello che chiediamo alla Regione, ma anche dell'oggetto rispetto al quale chiediamo l'impegno del nostro Ente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Il tempo è due minuti, giusto?



PRESIDENTE

Due minuti. Il cofirmatario sì.



SARNO Diego

Ok, grazie.
Quest'emendamento, Presidente, e lo dico soprattutto all'Assessore, non ha oneri finanziari, per cui non ha un aumento di costi piuttosto che implicazioni economiche.
Quanto detto dai miei colleghi è il fulcro, però ci tenevo a ri-ragionare in Aula.
È ovvio che l'emendamento cerca di aumentare quel livello di tutela passando alla salvaguardia; questo perché crediamo che sia fondamentale ribadire, come abbiamo fatto nel primo emendamento, la necessità di mettere al centro la tutela ambientale, in questo caso la salvaguardia di un livello elevato di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei piemontesi.
Speriamo che tale elemento sia considerato dalla maggioranza, perché non ci dovrebbero essere controindicazioni per aumentare la tutela del nostro patrimonio e, quindi, dei nostri corpi idrici superficiali e sotterranei piemontesi.
Speriamo davvero che l'emendamento possa essere accolto dalla maggioranza perché va nella scia dei grandi temi e obiettivi ambientali della nostra Europa, per pensare a un futuro migliore per le nostre generazioni.
Speriamo davvero che l'emendamento n. 3), al comma 2 dell'articolo 1, possa essere accolto dalla maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Sono molto curioso, noi siamo molti curiosi, per la risposta e dell'indicazione dell'Assessore Marnati agli emendamenti che abbiamo presentato. Converrà, Presidente, che esistono emendamenti volti a prendere tempo e altri di merito, che tentano di arricchire il testo presentato sperando di migliorarlo, purché vi sia, ancor più qui nel primo articolo una larga condivisione o, perlomeno, una condivisione diffusa tra i banchi di quest'Aula.
Mi chiedo come non si possa condividere un rafforzativo del concetto. Se dall'Assessorato arriva un testo che passa in Commissione, dove al comma 2 dell'articolo 1 è scritto "la tutela dei corpi idrici piemontesi" e lo si vuole rafforzare con "la salvaguardia di un livello elevato di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei piemontesi", mi domando come non si possa accettare questo rafforzativo.
Qualora l'indicazione fosse contraria lo capiremmo, perché non seguirebbe la traccia del buonsenso che in questo primo articolo può essere meglio definita con le parole che abbiamo scritto, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei intervenire su quest'emendamento, che ha due valori aggiunti rispetto al testo originario del comma 2 dell'articolo 1. Il primo riguarda la sottolineatura del livello di protezione dei corpi idrici. Noi proponiamo di utilizzare il termine "salvaguardia" invece del termine "tutela" e soprattutto a salvaguardia di un livello elevato. Pensiamo che questo lessico sia rafforzativo e non vediamo ragione per non accogliere la nostra proposta.
Il secondo elemento di novità che introduciamo è quello di specificare meglio la collocazione dei corpi idrici di cui si parla nel comma 2 dell'articolo 1. Quindi non parlare genericamente di corpi idrici piemontesi, ma di corpi idrici superficiali e sotterranei piemontesi specificare che non si tratta di un'espressione generica, ma che si assommano sia quelli superficiali sia quelli sotterranei.
Ci paiono due proposte che non solo non incidono finanziariamente sul testo legislativo, ma che vanno a essere un po' più precise e un po' più particolareggiate. Ci pare che non ci siano controindicazioni e saremmo interessati a conoscere il parere e la posizione dell'Assessore rispetto alla nostra proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Forse lei non sa che per migliorare la situazione attuale, la prima sfida da cogliere riguarda innanzitutto la qualità dei corpi idrici, ed è per questo che il Consigliere Avetta fa bene a distinguere i corpi idrici superficiali e quelli sotterranei. Si dovrebbe ottenere tutto questo con la piena attuazione di una direttiva che non viene neanche citata, che è la direttiva quadro sulle acque, che è stata recepita, tra l'altro, dal D.lgs.
n. 152 del 2006. La direttiva, infatti, prevede la necessità di raggiungere il buono stato ecologico dei corsi d'acqua, ma non solo. La tutela delle risorse idriche deve passare, ovviamente, anche da tutta quella che è l'acqua captata, ed è per questo che pensiamo sia fondamentale far sì che nel comma 2 dell'articolo 1 siano ripresi i concetti di salvaguardia di questo livello elevato.
Crediamo che proprio questa difficoltà nel raggiungere realmente l'obiettivo buono per molti dei corsi d'acqua nel nostro Paese stia evidenziando la necessità di ridurre l'impatto ambientale, anche da parte delle derivazioni particolarmente attenzionate dai sistemi di utilizzo dell'idroelettrico. Per questo, una questione non da poco conto è quella della disomogeneità, se si può dire così, Consigliere Avetta, cioè la diversità dello stato delle derivazioni. In qualche modo, alla pressione antropica sul territorio nazionale fa riscontro un'altrettanta disomogenea qualità nella modalità di gestione, a fronte di un quadro normativo generalmente poco adeguato e poco avanzato.
Spero che questa discussione potremmo continuarla nell'emendamento successivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Passiamo all'emendamento sempre all'articolo 1, "Oggetto e finalità", ma al comma 2 che specifica meglio le parole inserite nel disegno di legge n. 87 "Tutela dei corpi idrici piemontesi". Mi sembra opportuno quest'emendamento, perché esplicita meglio di quali corpi idrici piemontesi parliamo. Noi scriviamo la tutela e la salvaguardia di tutti i corpi idrici piemontesi, sia superficiali sia sotterranei, che non era esplicitato, ed era necessario esplicitare, per l'importanza che rivestono sul territorio regionale.
Questo è un altro emendamento correttivo del primo articolo dal quale si parte per questo disegno di legge così importante che, è vero, non entra nel merito della normativa che andiamo a inserire e a regolamentare con l'articolato ma, identificando e scrivendo l'oggetto e le finalità, già predetermina l'oggetto dell'intero testo di legge e le finalità che ci prefiguriamo per questo disegno di legge. È importante specificarlo ed è importante modificare questi termini.
Credo che non ci siano problemi dal punto di vista dell'accoglibilità dell'emendamento da parte dell'Assessore Marnati, della Giunta regionale e di tutta la maggioranza, perché è una specifica migliore del testo così com'è uscito dai lavori di Giunta e dai lavori di V Commissione che si sono esauriti la scorsa settimana dopo un ampio e articolato confronto tra le parti.
Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Al comma 2 dell'articolo 1 che, come abbiamo detto più volte, prevede l'oggetto e le finalità del disegno di legge n. 87, noi proponiamo l'adozione di un ulteriore emendamento che, di fatto, è legato al comma 3.
L'emendamento rubricato n. 4) è sostanzialmente simile e analogo all'emendamento rubricato n. 3), ma è scritto per l'eventualità che si ritenga di non assecondare la nostra richiesta sul concetto di salvaguardia. Ci tenevamo a sottolineare l'importanza del rafforzativo rispetto al quale abbiamo la finalità di perseguire la tutela dei corpi idrici piemontesi, specificando che la tutela di questi corpi idrici dev'essere riferita sia a quelli superficiali sia a quelli sotterranei, ed è per questo che l'emendamento rubricato n. 4) propone di inserire comunque, in ogni caso, qualora anche non volessimo completare con l'emendamento n. 3), le parole "superficiali e sotterranei" a completamento della frase "la tutela dei corpi idrici piemontesi".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Il presentatore Avetta è stato troppo veloce; ci tenevo, quindi, a sostenere ulteriormente questo emendamento.
È un po' quello che si diceva rispetto all'intervento del collega Ravetti: poniamo il caso, collega Ravetti, che sull'emendamento precedente la maggioranza inspiegabilmente dica di no; in tal caso, ci dobbiamo assicurare che la tutela dei corpi idrici piemontesi (quindi non la salvaguardia, ma la tutela dei corpi idrici piemontesi) abbia almeno la specifica "superficiali e sotterranei".
Perché se anche quest'emendamento non dovesse essere accolto dalla maggioranza, dalla Giunta e, quindi, dalla volontà dell'Assessore Marnati non si riuscirebbe a capire come si sia potuto concepire nell'oggetto e nella finalità la tutela di quali corpi idrici.
Allora, occorre specificare almeno quell'aspetto: nel mondo sociale, si definirebbe una sorta di "riduzione del danno".
Per questo motivo, abbiamo previsto un emendamento che vada in riduzione di un potenziale danno - quindi di non salvaguardare, ma solo di tutelare per cui andiamo a dire specificatamente che tuteliamo i corpi idrici piemontesi superficiali e sotterranei.
Credo che anche quest'emendamento debba essere ricompreso fra quelli che aggiungono qualità a questo provvedimento di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Con l'emendamento rubricato n. 4) al disegno di legge n. 87, inerente a "Assegnazioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico" - lo dico per chi dovesse essersi perso questa discussione, che è appena iniziata andiamo a modificare il comma 2 dell'articolo 1 relativo all'oggetto e alle finalità del disegno di legge che citavo poc'anzi.
È un emendamento che si colloca in scia al precedente, in una versione ridotta, all'insegna della ricerca di un compromesso, probabilmente. Nel senso che trovavamo sicuramente più convincente inserire, tra i compiti della Regione, il tema della salvaguardia, in quanto più efficace dal punto vista della tutela, che è un pochino più passiva, se vogliamo, come dizione.
In ogni caso, troviamo necessario andare a specificare che si parla di corpi idrici tanto superficiali quanto sotterranei, che, per motivi diversi, ha senso riportare sotto i compiti di tutela dell'ente Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'emendamento s'inserisce nel solco dell'impegno e dell'intento delle minoranze, in particolare del Gruppo consiliare del Partito Democratico, di apportare delle modifiche migliorative al testo di una legge che riteniamo strategica e cruciale per il futuro della nostra Regione, essendo essa ricca di giacimenti acquiferi. È però una legge che, così com'è oggi, non potrebbe essere approvata dal Partito Democratico.
Di conseguenza, ci siamo impegnati a formulare degli emendamenti che fossero più in sintonia con la nostra visione del tema. Uno di questi è l'emendamento in discussione, che va a modificare il comma 2 dell'articolo 1 della legge, estrapolando una parte dell'emendamento che abbiamo poc'anzi discusso, cioè la distinzione tra i corpi idrici piemontesi superficiali e quelli sotterranei. Non dobbiamo sottovalutare la portata di questa distinzione, che è sia di natura tecnica sia di natura lessicale.
Orbene, non vedendo ragioni per obiettare alla proposta, auspichiamo che la Giunta ci venga incontro con un'approvazione del testo così come noi l'abbiamo emendato.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Siamo all'emendamento rubricato n. 4). Vero, Presidente?



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4), il cui primo firmatario è il Consigliere Avetta.



RAVETTI Domenico

Tale emendamento riguarda il comma 2 dell'articolo 1, il cui primo firmatario, come i precedenti (tranne il primo) è il collega Avetta, che ha spiegato molto bene le ragioni e le finalità di questo emendamento.
In questo caso, alla frase "la tutela dei corpi idrici piemontesi" vogliamo aggiungere le parole, per meglio specificare, "superficiali e sotterranei".
Il ragionamento che voglio fare, nel minuto che mi resta, è che durante i lavori della Commissione forse l'Assessore e la maggioranza avrebbero potuto dedicare più tempo a un confronto con le minoranze, al fine di specificare meglio il testo del primo articolo, in particolare al secondo comma.
A proposito di fretta, Presidente, ho come l'impressione che la maggioranza abbia avuto fretta nella Commissione competente. E la fretta, spesso, in tutte le attività umane e ancor più in politica, rischia di essere un elemento negativo. In questo caso, così si evidenzia (lo dico con amichevole invito all'Assessore Marnati): capisco che essere ricordati tra venti, trenta o quarant'anni per un provvedimento sia un'ambizione, così come essere ricordati è il fine.
Ora, è per questo motivo che, a nostro parere, migliorare il testo a partire dal primo articolo forse garantirebbe a lei e alla maggioranza un ricordo migliore tra trenta o quarant'anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 4) è molto simile all'emendamento precedente, ma possiamo dire che è anche un'alternativa che diamo all'Assessore Marnati per inserire queste semplici parole, che però hanno dietro tante delle vicende che abbiamo affrontato finora. In primis, la tutela e la difesa dei corpi idrici piemontesi passa dal fatto che sia chiaro che riguarda sia quelli superficiali sia quelli sotterranei, ma soprattutto che questa vicenda passa da quello che è pian piano un triste e delicato tema legato a quello che sta succedendo nel nostro arco alpino.
Come sapete, negli ultimi trent'anni il tasso di aumento delle temperature medie annuali al di sopra dei 700 metri di quota è stato intorno allo 0,3 gradi in più.
Se questo fatto nelle regioni montane del Nord America e dell'Asia ha avuto degli effetti nefasti, pensate che nell'arco alpino delle nostre Alpi questo stesso aumento è dello 0,4-0,5 in più. Voi direte: che cosa vuol dire? Intanto che sembrano piccole percentuali, ma che fanno la differenza perché ogni dieci anni ha soprattutto significato un arretramento dei nostri ghiacciai e dei nostri bacini.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



GRIMALDI Marco

Ho già finito il tempo?



PRESIDENTE

Ha due minuti.



GRIMALDI Marco

Mi dispiace, dovevo ancora articolare il pensiero. C'è una dichiarazione di voto con cui concludere questo pensiero?



PRESIDENTE

Successivamente le darò la parola.
La parola al Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Credo che ogni emendamento che vada nella direzione di una maggiore tutela dell'ambiente o, comunque, come anche del principio della tutela ambientale poi viene utilizzata la parola "salvaguardia", ma è sinonimo di difesa di preservazione e di tutela e sono sostanzialmente tutti sinonimi attribuibili alla tutela ambientale - se utilizzato come principio al quale la legge deve sottintendere, vada contro la legislazione dello Stato.
Infatti, l'articolo 117, comma s) della Costituzione prevede come materia esclusiva dello Stato la tutela ambientale. Quindi, utilizzare sinonimi come preservazione o, in questo caso, salvaguardia non aggirerà l'ostacolo.
Pertanto tutti questi emendamenti, per quanto onorevoli, secondo me andrebbero incontro a un rischio d'impugnazione in sede statale. Sono molto dignitosi e onorevoli, ma rischiosi. Volevo soltanto dire questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Colgo l'occasione di questi due minuti che mi sono concessi in quanto firmatario dell'emendamento n. 4) all'articolo 1, comma 2, per fare una riflessione rispetto a quello che ha detto il collega Lanzo.
Noi stiamo inserendo nell'oggetto e nelle finalità un principio fondamentale, che è quello della tutela dell'ambiente, che è già espresso ma che così viene rafforzato e specificato nella tipologia dei corpi idrici che andiamo a tutelare e a salvaguardare.
Credo che l'impugnativa su una norma che identifica l'oggetto e la finalità della legge sia quantomeno, se non impossibile.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Gallo, chiedete al Consigliere Cerutti di evitare di ridere. Il Consigliere e altri che sono nel corridoio..



GALLO Raffaele

Ma ridevano di me?



PRESIDENTE

No, ridono con lei.
Prego, prosegua.



GALLO Raffaele

Stavo dicendo che, per carità, la prudenza deve guidarci nella stesura delle leggi, però che questi emendamenti, qualora accolti, possano essere eventualmente impugnati perché nell'oggetto e nelle finalità rafforzano la parola della tutela ambientale, mi sembra quantomeno difficile.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sull'articolo 1, comma 2 e con l'emendamento proponiamo d'inserire alla parte riferita "alla tutela dei corpi idrici piemontesi e degli ecosistemi connessi" le parole "prevenendo l'inquinamento".
Anche quest'emendamento s'inserisce nella scia di tutti gli emendamenti illustrati fino ad ora e, se posso aggiungere una considerazione, risponde a quell'esigenza cui ha appena fatto riferimento il collega Lanzo, perch se è pur vero che la legge nazionale e la Costituzione prevedono competenze specifiche sul tema, è altrettanto vero che stiamo legiferando su questo tema, ed è altrettanto vero che questa legge in modo specifico si pone o si dovrebbe porre, a nostro avviso, meglio di quanto lo sta facendo quell'obiettivo di tutela ambientale.
Per questo, credo che inserire la frase "prevenendo l'inquinamento" vada in quella direzione e sia un rafforzativo utile nell'articolo 1 di questa legge, che prevede l'oggetto e le finalità e che consente, a chi prende in mano questa norma e la legge, di capire di cosa stiamo parlando e consente anche di capire che questa Regione intende legiferare con una direzione con una visione, con un obiettivo e che ha chiaro il traguardo verso cui vuole traghettare la comunità piemontese e le modalità con cui è necessario affiancarla e indicare la corretta via sul fronte della tutela ambientale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Data l'intelligenza, che apprezzo molto, del Consigliere Lanzo, mi permetterà un filo d'ironia. Adesso abbiamo capito la ragione per cui non vi preoccupate di tutela dell'ambiente: avete paura di confliggere con le competenze dello Stato, per cui mettete ai margini quest'impegno, che dev'essere prioritario nella programmazione della Regione Piemonte, che è una competenza che questa maggioranza deve tenere in considerazione prima di tante altre. È una competenza che sta insieme alla salute, alla tutela della salute, alla tutela del paesaggio, alla tutela dell'aria, alla tutela di quei beni pubblici che hanno un valore per tutti noi, perché riguardano la qualità della vita dei piemontesi. Pertanto, v'invitiamo a scrivere "la tutela" in ogni riga di questo testo.
In questo caso, anziché di ambiente, parliamo d'inquinamento e inseriamo le parole "prevenendo l'inquinamento" alla frase "la tutela dei corsi idrici piemontesi e degli ecosistemi connessi". Stiamo sempre parlando di un emendamento - il n. 5) - al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge 87, oggetto della discussione odierna, che deve tenere in considerazione anche l'aspetto legato all'inquinamento, che è prioritario fin dalle prime righe di questo testo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Eviterò le premesse e continuo lo stesso ragionamento, se l'Assessore Marnati, ovviamente, segue.
Alla luce di tutto quello che le ho detto poc'anzi, esistono fondate motivazioni per ritenere che la disponibilità delle risorse idriche delle Alpi sia in netta diminuzione. Dovrebbe anche leggere il recente rapporto (mi pare sia quello del 2017 dell'Agenzia europea dell'ambiente) che dedica un capitolo intero alle Alpi e che ci avvisa e sensibilizza su come gli impatti del cambiamento climatico saranno particolarmente rilevanti in questa macroregione.
Tra le criticità messe in evidenza, osserviamo non solo una forte diminuzione in termini di estensione e volume dei ghiacciai, ma anche un aumento del rischio di frane e valanghe, come pure consistenti variazioni del potenziale idroelettrico. Infatti, viene citato proprio il potenziale idroelettrico.
Per questo, consideriamo fondamentale connettere i due temi e per questo motivo l'emendamento prevede di aggiungere a "la tutela dei corpi idrici piemontesi e degli ecosistemi connessi" le parole "prevedendo l'inquinamento", perché riteniamo che le due vicende siano connesse e perché pensiamo che, tra le criticità che abbiamo poc'anzi espresso, la progressiva e forte riduzione dei ghiacciai alpini in corso negli ultimi decenni non lasci molti dubbi rispetto a quanto quel destino sia legato alla conseguente scomparsa dell'acqua derivante dalla loro fusione preziosa soprattutto nelle estati più torride, ma anche negli anni di grande siccità, com'è stato l'inizio del 2020.
Inoltre, gli studi del Servizio Glaciologico Lombardo spiegano quanto questa vicenda non riguardi solo il Piemonte e lei, che è un attento osservatore delle politiche della Regione che confina con noi, dovrebbe sapere che è stato fatto da poco un altro studio legato proprio al quadro delle concessioni. Sarebbe stato molto utile, come abbiamo suggerito questa mattina, inserire tale quadro prima della discussione della legge.
Presidente, non vorrei che mi desse troppo spazio. Continuo con il prossimo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri iscritti, pertanto passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Grimaldi.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ci avviamo a completare l'attività emendativa al comma 2 dell'articolo 1. Nel caso di specie, proponiamo di sostituire alla frase "l'uso plurimo sostenibile delle acque" la frase "l'uso plurimo sostenibile delle risorse idriche". Con quest'emendamento, molto semplice e molto breve, riteniamo sia preferibile parlare di risorse idriche, perché è più adeguato rispetto al concetto di uso plurimo.
Quest'emendamento, evidentemente, si completa con gli altri che abbiamo appena illustrato e con quelli che ancora illustreremo per rendere questa legge più chiara nella sua dizione e nell'espressione delle finalità cui abbiamo fatto riferimento: quelle di uno sviluppo economico sostenibile, il contributo che può dare a uno sviluppo economico sostenibile, ma soprattutto ai profili di tutela ambientale.
Riteniamo che la frase "uso plurimo sostenibile delle risorse idriche" completi meglio e garantisca meglio tali finalità.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 6) riguarda il comma 2 dell'articolo 1, sempre sul tema "Oggetto e finalità".
Abbiamo presentato quest'emendamento di contenuto, perché riteniamo preferibile parlare di risorse idriche con riguardo all'uso plurimo, poich la definizione "l'uso plurimo sostenibile delle acque" può portare a difficoltà d'interpretazione rispetto all'applicazione della legge. Invece "l'uso plurimo sostenibile delle risorse idriche" tiene presente la pluralità del concetto fondante il contenuto e quindi il termine "risorse idriche".
Anche in questo senso, cerchiamo di dare maggiore qualità a questo provvedimento, perché consideriamo doveroso, da parte nostra, provare a migliorarlo, mettendoci anche al riparo da interpretazioni di alcuni passaggi della legge che potrebbero non essere così perfettamente chiare.
L'uso plurimo sostenibile delle acque potrebbe produrre quest'incomprensione, mentre il concetto delle risorse idriche è più completo.
Anche su questo, speriamo e crediamo che la maggioranza abbia l'attenzione per approvare quest'emendamento, che nulla mette in difficoltà rispetto all'impianto normativo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Illustro anch'io l'emendamento n. 6) al disegno di legge n. 87 "Assegnazioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico", presentato il 3 marzo 2020.
Con quest'emendamento, in particolare (ragioniamo ancora sul comma 2 dell'articolo 1, sulle finalità della legge) andiamo a specificare, a fianco "all'uso plurimo e sostenibile delle acque", "l'uso plurimo e sostenibile delle risorse idriche".
Devo dire che questa è una scelta sostanzialmente stilistica, ma che pensiamo possa migliorare la qualità del testo normativo, attraverso una dizione, che è anche più ampia e, probabilmente, più inclusiva.



PRESIDENTE

Grazie La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Voglio intervenire anch'io su un emendamento che rileggo per chi ci sta seguendo in streaming e magari si è connesso soltanto adesso.
Con quest'emendamento, chiediamo che al comma 2 dell'articolo 1, "Oggetto e finalità del DL n. 87", le parole "l'uso plurimo sostenibile delle acque" siano sostituite dalle parole "l'uso plurimo sostenibile delle risorse idriche".
È evidente come la nostra attenzione, in questo caso, sia quella di sottolineare, ancora una volta, come non ci sia operazione legislativa o azione amministrativa che non tenga conto del nuovo paradigma culturale necessario e imposto ancora di più dal COVID, in cui operiamo, che è quello, appunto, che ci chiede di tenere conto della sostenibilità di tutte le azioni che mettiamo in campo, perché se non operiamo in questo modo diversamente, condanniamo il nostro Pianeta, i nostri figli e i nostri nipoti a vivere in un mondo con risorse limitate, soprattutto quelle idriche, per le quali, come dicevo questa mattina, addirittura in molte parti del mondo, già oggi, si combattono guerre.
Chiediamo la sostituzione della parola "acque" con "risorse idriche" perché è evidentemente più comprensiva e quindi la riteniamo più completa.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Giustamente, ho visto che il tempo è già stato attivato e, quindi, bene così.
Allora, siamo all'emendamento n. 6) al comma 2 dell'articolo 1 dove, come hanno già detto i miei colleghi, la frase "uso plurimo sostenibile delle acque" noi proponiamo di sostituirla con "l'uso plurimo sostenibile delle risorse idriche", perché appare a tutti e non soltanto a noi e apparirà certamente anche all'Assessore, una definizione più corretta, a partire proprio dalla prima stesura di questo testo che, com'è normale che sia merita alcuni emendamenti per migliorarlo.
Stiamo quasi concludendo la presentazione di questo primo blocco ed è evidente che siamo quasi giunti alla conclusione della presentazione di una serie di emendamenti che fanno da cornice, anzi sono sostanza, per l'oggetto e la finalità di questa legge.
Ancora una volta, lo ribadisco, io credo che questi siano emendamenti di merito, che necessitano di una valutazione da parte della maggioranza e, in particolare, dell'Assessore, che non sia utile a evitare un coinvolgimento delle opposizioni: quando le opposizioni sono coinvolte nella stesura di un testo, è il testo stesso che non può che godere di vantaggi e anche di effetti.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



RAVETTI Domenico

Mi ha bloccato così? Va beh.



PRESIDENTE

Non l'ho bloccata, ho solo avvisato che ha superato i due minuti. Prego.



RAVETTI Domenico

Ho capito. Allora, se li ho superati, mi fermo.



PRESIDENTE

Va bene; non vada oltre, grazie.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Cercherò di completare quanto poc'anzi stava dicendo il Consigliere Ravetti. Tra l'altro, se come pare, il Governo destinerà 300 milioni di euro sul Recovery Fund per la tutela delle acque servirebbe che finalmente, la Giunta Cirio prendesse coscienza che la tutela dell'ambiente debba diventare l'obiettivo principale di questo governo regionale, come tra l'altro sta facendo l'Europa e come milioni di ragazze e ragazzi in tutto il mondo ci stanno ricordando da mesi, anche se l'Assessore Marnati ogni tanto li giudica come degli studenti che dovrebbero fare altro.
Un anno fa, purtroppo, quest'assise ha negato lo stato di emergenza climatica e ambientale per poi rincorrere questo stesso oggetto quando Greta Thunberg ha assediato piazza Castello, forse perché, alla fine, il continuo negazionismo di questa destra finta sovranista minimizza la lotta ai cambiamenti climatici, come se fossero l'esagerazione di qualche ansioso, ma quest'impostazione si vede anche in questa nuova legge, come dicevamo, che disciplina le concessioni di grandi derivazioni di acque senza che l'oggetto ambientale sia davvero capibile, riconoscibile e soprattutto oggetto delle finalità e nei destini di quelle concessioni.
Questa proposta di legge in discussione regola, di fatto, un ambito che produce più del 90% dell'energia idroelettrica del Piemonte, ma nega l'attenzione al territorio e spesso sembra completamente assente.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



GRIMALDI Marco

Continuerò dopo.
Posso intervenire sull'ordine dei lavori?



PRESIDENTE

Prego, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Finiamo l'illustrazione e la discussione generale su tutti gli emendamenti e poi ognuno di noi può intervenire per.



PRESIDENTE

Due minuti sul complessivo.



GRIMALDI Marco

Due minuti sul complessivo e poi ogni Capogruppo può esprimere, anche successivamente, la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Sì, la dichiarazione di voto.



GRIMALDI Marco

Noi, come Liberi, Uguali e Verdi, siamo compatti, abbiamo un'idea molto chiara, ma non vorrei che gli altri Gruppi, soprattutto i grandi, avessero qualche collega in dissenso. È possibile, giusto? Perché il Consigliere Chiamparino non l'ho sentito parlare: potrebbe, paradossalmente intervenire, se avesse una dichiarazione diversa dal Capogruppo o dal relatore. Solo per ricordare i termini della questione, così li ri-studiamo insieme.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prego.
Non essendovi altre richieste di intervento sull'emendamento 6), passiamo all'emendamento 7), sempre del Consigliere Avetta.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento intendiamo integrare il comma 2 dell'articolo 1, che riteniamo particolarmente importante, ma anche particolarmente deficitario dal punto di vista del chiarimento del titolo dell'articolo 1, cioè dell'oggetto e delle finalità. Con gli emendamenti proposti siamo nelle condizioni, laddove l'Assessore Marnati, la Giunta e questa maggioranza li vorranno accogliere, di chiarire meglio l'oggetto e le finalità del disegno di legge.
È per questo che con l'emendamento n. 7), laddove la presente legge, nel perseguire l'obiettivo della valorizzazione del patrimonio idrico piemontese, concorre al raggiungimento di obiettivi strategici dell'Agenda 2030 cui abbiamo fatto riferimento nella discussione generale, chiediamo di inserire anche le parole "nel rispetto dell'integrità qualitativa delle acque".
Noi crediamo che l'integrazione sulle specificità dell'oggetto e delle finalità della legge sia importante, perché crediamo che il risanamento cui fa riferimento la presente legge, debba avvenire - e vogliamo che sia ben specificato - nel rispetto dell'integrità qualitativa delle acque.
Per questo, chiediamo di aggiungere questa considerazione, che ci pare possa ulteriormente chiarire meglio il senso di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento sull'emendamento n. 7)? Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Coerentemente a quanto espresso ormai in queste ore di dibattito e di presentazione degli emendamenti, anche su questo siamo ancora, per chi si mettesse in collegamento in questo momento e ci seguisse da casa in quest'importante dibattito, sull'oggetto e le finalità del disegno di legge n. 87 "Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico".
Con quest'emendamento andiamo a inserire, all'interno della frase "Il miglioramento e risanamento ambientale dei bacini idrografici di pertinenza delle concessioni", le parole "l'integrità qualitativa delle acque".
Anche in questo caso, abbiamo cercato di migliorare il testo per andare incontro a quella che è la battaglia tra le battaglie, se non la più importante in termini di futuro ambientale; un concetto fondamentale per lavorare su un rispetto del nostro pianeta Terra. Sappiamo quanto il tema delle acque sia anche sotto l'attenzione di interessi privati e, quindi crediamo sia fondamentale inserire l'integrità qualitativa delle acque per continuare a vigilare, anche in questo caso con interessi economici, sia pure legittimi, sull'integrità delle nostre acque, elemento fondamentale del nostro pianeta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Spero che l'Assessore Marnati segua, perché sono stato interrotto più volte. Dicevo che proprio i cambiamenti in atto ci obbligano a un'attenta valutazione del contesto ambientale in cui operiamo.
Per quanto concerne le risorse idriche e i corsi d'acqua, il tema si fa ancora più delicato, come dicevo, nell'arco alpino. I dati sono incontrovertibili e riguardano proprio i rischi che corrono i fiumi e i torrenti montani, laddove l'emergenza climatica in quota è addirittura più grave rispetto al resto del territorio, i cui effetti sono ben più ampi legati sia al patrimonio che la montagna rappresenta, una risorsa non solo di acqua, ma anche di biodiversità e di natura, sia all'economia connessa alla sicurezza, alla frequentazione e al turismo in quei luoghi.
Le dicevo stamattina - non so se mi ha ascoltato, Assessore Marnati - che probabilmente anche la pandemia ha messo da parte alcune di queste grandi discussioni di dibattito. Il movimento ambientalista sembra messo lì nell'angolo di una discussione pubblica, come se le due emergenze non fossero connesse. Ci saranno altri luoghi per dirci quanto le due vicende in realtà, siano altrettanto connesse.
Quello che vorrei dirle è che questo è stato anche un anno drammatico, dal punto di vista della carenza d'acqua, quindi non c'è solo quel cambiamento che stavamo descrivendo nei grandi bacini e nei ghiacciai, ma c'è proprio il tema della capacità massima teorica complessiva. Come lei sa, già oggi è al 29% e da inizio anno si stima - sono dati dell'ARPA Piemonte, quindi dati che lei conoscerà bene - che sono 100 milioni di metri cubi d'acqua quelli che hanno perso i bacini dall'inizio dell'anno e le portate dei fiumi del Piemonte centrale e meridionale si sono ridotte dal 20 al 50 rispetto alla media del periodo precedente.
Per questo, dopo il 2017, anche quest'anno la siccità in Piemonte ha colpito duro e la frequenza con cui questa avviene è allarmante. I rischi sono enormi per le coltivazioni della nostra regione e anche per gli approvvigionamenti idrici potabili in alcune aree del Piemonte.
Continuerò a brevissimo. Assessore, segua il ragionamento.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non riesco a continuare il filo del ragionamento del collega Grimaldi invece riparto dall'inizio per illustrare il contenuto dell'emendamento in favore di chi, come altri hanno già detto, dovesse collegarsi in questo momento e perché è importante seguire il filo di questo dibattito.
Con l'emendamento n. 7), che insiste anch'esso, lo ricordiamo, sul disegno di legge n. 87 "Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico" presentato il 3 marzo 2020, andiamo ancora a lavorare sull'articolo 1 comma 2, cioè quello che riguarda l'oggetto e le finalità del disegno di legge e che ne orienta la sostanza dell'azione.
In particolare, il testo prevedrebbe il miglioramento e il risanamento ambientale dei bacini idrografici di pertinenza delle concessioni. In un'ottica di chiarire il risanamento di cui si parla nel testo già previsto e di sottolineare la vocazione ambientale di questo testo, che troviamo carente rispetto ad alcuni passaggi, inseriamo la locuzione "nel rispetto dell'integrità qualitativa delle acque". Questo proprio nell'ottica di rafforzare il punto di vista ambientale di tutela dell'ambiente che secondo noi, questo disegno di legge non può tralasciare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento? Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Grimaldi..



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

L'emendamento rubricato n. 8) al comma 2 dell'articolo 1 propone di inserire alcune parole a una frase che abbiamo illustrato precedentemente e mi riferisco al comma che prevede questa dizione: "La presente legge, nel perseguire l'obiettivo della valorizzazione del patrimonio idrico piemontese nell'ottica dello sviluppo sostenibile della comunità. concorre al raggiungimento degli obiettivi strategici dell'Agenda 2030. il miglioramento e risanamento ambientale dei bacini idrografici di pertinenza e delle concessioni e costituisce misura sia per la mitigazione dei cambiamenti climatici sia per l'adattamento ai conseguenti effetti". A questa dizione noi proponiamo di inserire "aumentando la resilienza strutturale del territorio".
Anche quest'emendamento, che conclude la serie di emendamenti, se non baglio, Presidente, al comma 2 dell'articolo 1, è motivato dal fatto che intendiamo rafforzare il concetto di adattamento agli effetti derivanti dai cambiamenti climatici.
Concludiamo con un emendamento che, di fatto, richiama e sintetizza sostanzialmente l'obiettivo che ci siamo posti con quest'attività emendativa all'articolo 1 che, lo ribadisco, è importante, perché racchiude in sé l'oggetto e le finalità del disegno di legge 87 che stiamo discutendo in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo molto volentieri sull'emendamento rubricato n. 8), perch introduce un concetto fondamentale per la nostra epoca, che è quello di resilienza, di cui sentiamo parlare da anni.
Come sappiamo, la resilienza è una caratteristica che possono avere delle sostanze, degli elementi ma anche dei sistemi, e riguarda la capacità di adattamento e trasformazione di un sistema in seguito a degli shock, a delle turbolenze: la capacità di trasformare un evento negativo in un'occasione di trasformazione e di crescita. Ed è un concetto che ritroviamo sia nelle discussioni e negli ambiti fisici e tecnici sia in ambito psicologico e sociale.
È diventato da diversi anni anche un approccio vero e proprio, che viene richiesto a tutti coloro che si occupano di progettazione sociale, ma anche di progettazione che va intaccare il patrimonio e l'ingegneria. Da questo punto di vista, riteniamo fondamentale inserire in questo disegno di legge che guarda ai prossimi decenni e quindi deve tenere conto dei cambiamenti climatici e degli shock ambientali cui sarà sottoposto anche il nostro territorio - un concetto e un rafforzamento di questa idea.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Illustro l'emendamento perché il Consigliere Rossi ci ha dato un inquadramento, che mi sento di definire quasi filosofico, di questo tema.
In particolare, vedo che sta cadendo la resilienza dell'Assessore, per cui forse è il caso di illustrare completamente l'emendamento rubricato n. 8) che insiste anch'esso sul disegno di legge n 87 "Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico" presentato il 3 marzo 2020.
Tale emendamento, che insiste sull'oggetto e le finalità della legge, in particolare il comma 2, dell'articolo 1, inserisce, dopo il dettato della norma che recita "costituisce misura sia per la mitigazione dei cambiamenti climatici sia per l'adattamento ai conseguenti effetti" le parole "aumentando la resilienza strutturale del territorio".
Si preoccupa, al di là di inserire il concetto di resilienza, di costruire un link importante tra quello che noi andiamo a fare sui nostri sistemi idrici e il territorio circostante, inteso come un sistema unitario e non come delle monadi che non sono collegate fra di loro.
Tale obiettivo si raggiungerebbe introducendo il concetto di resilienza ovvero di adattamento agli effetti derivanti dai cambiamenti climatici che tanto hanno effetto sui nostri bacini idrici, in particolare sui nostri sistemi montani.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento proviamo non solo a ridestare un po' l'attenzione su questo provvedimento in termini di tutela e aumento della tutela sulle acque, ma, più generalmente, sulla struttura del territorio sostanzialmente chiedendo di aumentarla, per insistere e specificare che quel provvedimento all'articolo 1, comma 2 ci mette nelle condizioni di ragionare maggiormente sulla resilienza strutturale del territorio.
Ho sottoscritto quest'emendamento in un'ottica anche di riflessione. Lo faccio tra parentesi, Presidente, perché oggi, credo per la prima volta, mi è permesso discuterne in Consiglio: a mio avviso, il fatto di ritornare a utilizzare in altri ambienti la parola "resistenza" invece che "resilienza", da un punto di vista culturale potrebbe essere maggiormente consono. Ma si tratta, più che altro, di una deviazione letteraria.
Tornando all'oggetto dell'emendamento, continuiamo a offrire alla maggioranza un ulteriore elemento rafforzativo di questo concetto, in questo caso relativo ai cambiamenti climatici, quindi senza modificare la sostanza della legge, ma migliorandola.
Anche su questo speriamo davvero che la maggioranza e l'Assessore Marnati abbiano la volontà di approvare quegli emendamenti che danno maggiore qualità alla legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 8) insiste ancora sull'articolo 1 del disegno di legge regionale n. 87, in particolare sul comma 2.
In questo comma si fa riferimento al raggiungimento degli obiettivi strategici dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che rappresenta una sorta di quadro ideale e normativo che orienta l'azione politica dei Paesi che aderiscono a quest'organizzazione internazionale.
Ebbene, l'Agenda 2030 ha un obiettivo: quello di contenere le conseguenze del cambiamento climatico e dell'inquinamento.
Il nostro emendamento, proprio nello spirito dell'Agenda 2030, chiede di aggiungere al termine del comma 2, quindi dopo la frase "costituisce misura sia per la mitigazione dei cambiamenti climatici, sia per l'adattamento ai conseguenti affetti", la frase "aumentando la resilienza strutturale del territorio".
Qual è la finalità di quest'emendamento? Quella di focalizzarsi sugli interessi territoriali, che mi pare sia un orientamento comune a tutte le forze politiche del Consiglio regionale, in particolare sulla necessità di rafforzare la resilienza strutturale del territorio piemontese.
La resilienza è proprio uno dei principi cardine dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, quindi richiamarla in maniera più esplicita e più chiara nel dettato della legge ci pare utile, se non necessario.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ogni volta che parlo di cambiamenti climatici l'Assessore Marnati mi guarda come se i dati che leggo provengano dalle strade dove manifestano i ragazzi di Fridays For Future o di chissà quale circolo ambientalista. Invece sto leggendo, di fatto, i dati dell'ARPA Piemonte, la relazione sullo stato dell'ambiente 2020, quindi sottoscritti anche della Giunta.
Tra l'altro, Assessore, quello appena trascorso in Piemonte è stato il quinto anno più caldo degli ultimi 62 anni, con una temperatura media di circa 10,6 gradi, e un'anomalia termica media attorno a 1,5 gradi in più rispetto alla climatologia dei trent'anni precedenti.
Va evidenziata non solo l'eccezionale ondata di calore o i picchi di cui si parlava prima: per esempio, abbiamo raggiunto il numero massimo di giornate di Foehn (86 giorni). Ma è l'apporto delle precipitazioni di cui stiamo parlando da qualche minuto che ci rende ancora più preoccupati, perché il dato è incredibile: se l'apporto delle precipitazioni annue è stato pari a 1.295 millimetri, con un surplus rispetto alla climatologia precedente (dal 1971 al 2000), l'aspetto incredibile è che da ottobre a fine novembre l'anomalia passa da -25% a +20%. Quindi il disastro al disastro! Cioè dalla siccità al surplus e all'impossibilità dei nostri terreni di assorbire così tanta acqua in pochi giorni.
Tra l'altro, come lei sa, i giorni fra il 19 e il 24 ottobre.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



GRIMALDI Marco

Ma non ho ancora neanche iniziato il ragionamento, Presidente! Si ricordi queste tre date.
Continuiamo da lì, Assessore Marnati.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, proseguirei con l'iter degli emendamenti.
Essendo terminate le illustrazioni degli emendamenti che insistono sull'articolo 1, chiedo se c'è qualcuno che chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti all'articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Credo che dall'illustrazione degli emendamenti sia chiaro l'obiettivo che ci stiamo ponendo. Noi, infatti, abbiamo predisposto una serie di correttivi che sono legati da uno stesso filo conduttore, che si pone una finalità: quella di rendere più esplicite e più chiare sia l'oggetto sia le finalità di questa legge.
Lo abbiamo già detto in fase di discussione generale, e non è un caso che ci concentriamo sull'articolo 1 con questa determinazione, se mi consente Presidente. Noi ci siamo posti l'obiettivo di cercare, di trovare e di suggerire, evidentemente, che su ogni articolo di questa legge possa essere garantito il massimo equilibrio tra le esigenze di natura economica, che sono legittime, condivisibili e importanti per il territorio piemontese (come abbiamo detto, questa partita vale molti milioni di euro, e li vale perché il territorio piemontese è ricco di derivazioni idriche: sono 67, se non ricordo male, quelle attualmente funzionanti) ed equilibrare questo interesse, che è un interesse legittimo e diffuso del Piemonte e dei piemontesi, con l'altrettanto interesse fondamentale che sono i profili ambientali, cioè quelli che garantiscono il massimo rispetto del territorio e dell'ambiente in cui viviamo.
Questo perché - dobbiamo esserne consapevoli - fin dalla stesura dell'articolo 1 di questa legge, che definisce l'oggetto e le finalità della stessa, quindi un articolo molto importante da cui si dipana tutto il ragionamento sull'articolato successivo, stiamo legiferando con una prospettiva che va molto al di là nel tempo. Stiamo legiferando per i prossimi quarant'anni e quindi credo che sia nostro dovere farlo con grande equilibrio, con la consapevolezza che stiamo adottando una misura normativa molto rilevante per noi e soprattutto per il futuro di quei ragazzi ai quali, solo un anno fa, abbiamo promesso - forse con un eccesso d'indulgenza rispetto alle promesse e alle parole che spendiamo - che avremmo agito in concreto rispetto al coraggio che ci hanno chiesto in quella stessa Aula.
Credo che partire scrivendo bene - oppure scrivendo meglio di quanto sia stato scritto nel testo arrivato in Aula - l'articolo 1 della legge che prevede le finalità sia importante almeno quanto è importante modificare e correggere i successivi articoli che entrano più nel merito del disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà per due minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Per chi è abituato a vivere le amministrazioni pubbliche assumendosi delle responsabilità, per puro caso da sempre in maggioranza, è complicato in un processo legislativo trovarsi in opposizione e spiegare in maniera particolare e attenta, ricercando l'attenzione dei colleghi su diversi emendamenti che insistono su un comma di uno specifico articolo. Se per abbiamo deciso di farlo è perché siamo convinti delle ragioni che sono contenute all'interno di questi emendamenti.
Noi abbiamo un'aspettativa oggi, che è quella che l'Assessore ci chieda di interrompere per qualche istante questo Consiglio, giusto il tempo per riscrivere in alcune parti l'articolo che riguarda l'oggetto e le finalità di questa legge, quindi la premessa sostanziale dell'articolato. Ce lo aspettiamo. Sì, abbiamo un'aspettativa, perché crediamo di non aver detto cose sbagliate e pensiamo che ciò che abbiamo sottolineato possa migliorare l'intero testo.
Non vogliamo rivendicare nulla di particolare quando sottolineiamo gli aspetti ambientali, la tutela dell'ambiente e la necessità di mettere in sicurezza le nostre risorse idriche dall'inquinamento. Non rivendichiamo nulla ovviamente se la maggioranza e l'esecutivo di questa Regione capiscono che ciò che stiamo esprimendo va nel senso auspicato non solo da noi, ma dalla maggioranza dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà per due minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Credo che questa giornata sia stata utile per approfondire maggiormente i contenuti della proposta di legge sia nella trattazione della mattinata sia nell'esposizione degli emendamenti svolta nel pomeriggio. Lo sappiamo bene ci siamo soffermati, come Gruppo Consiliare del Partito Democratico, in particolare, su due aspetti: la necessità di contemperare gli aspetti più strettamente economici con quelli di tutela ambientale e la necessità di coinvolgere maggiormente gli Enti locali nel percorso che ci porterà alle procedure di evidenza pubblica.
Al momento, non abbiamo ancora colto da parte della maggioranza un accoglimento delle nostre istanze e quindi non siamo orientati a un voto favorevole di questo testo. In particolare, mi delude molto che ci sia un accentramento della procedura in capo alla Giunta regionale, proprio da parte di una forza politica che ufficialmente ha scelto come bandiera quella della vicinanza agli Enti locali, in particolare quelli più piccoli.
Considerando che le riserve d'acqua sono presenti soprattutto nei territori montani, che sono i territori in cui ci sono gli Enti locali più piccoli mi stupisce che ci sia tale accentramento in capo alla Giunta e che manchi per com'è formulato oggi il testo, un coinvolgimento puntuale non soltanto consultivo degli Enti locali e delle organizzazioni che li rappresentano.
Pertanto, su questo ostinatamente ritorneremo fino al termine della discussione, perché riteniamo che l'acqua sia una risorsa preziosa, per la quale dobbiamo un riconoscimento politico, giuridico e anche economico ai territori che ospitano questo bene in maggior misura.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Considerazioni generali rispetto agli emendamenti dell'articolo 1 "Assegnazioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico". È una legge importante che, però, deve avere dei correttivi e spero, Presidente, che l'Assessore Marnati abbia - e credo sia avvenuto così - posto particolare attenzione a questi emendamenti che hanno avuto un obiettivo: quello di migliorare l'oggetto e la finalità di questa legge, coerentemente al valore fondamentale cui siamo richiamati quando costruiamo nuove leggi sul tema ambientale, in questo caso collegato a una fonte straordinariamente importante come le nostre acque e come l'acqua del pianeta. Sappiamo quanto in questo momento in alcune parti del mondo sia un bene purtroppo associato a potenziali conflitti.
Pertanto, quegli emendamenti hanno l'obiettivo di aumentare la tutela, la salvaguardia e la capacità di rendere sempre più, anche in questa legge l'acqua come bene comune.
Sappiamo quanto in questi anni, nelle amministrazioni locali e non solo, ci sia tutta una riflessione sui beni comuni: l'acqua sicuramente è uno di questi. In questo caso, dobbiamo avere ancora più la capacità nel costruire leggi che, in ogni ambito, mettano al centro il valore ambientale, la tutela ambientale e la tutela delle nostre acque.
Spero, e concludo, Presidente, che quegli emendamenti siano sostanzialmente tutti accettati dalla maggioranza di questa Regione; diversamente, non avremmo veramente spiegazione legittima, perché sono tutti emendamenti che danno un valore maggiore alle nostre acque.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Devo dire che mi hanno già egregiamente rappresentato i miei colleghi in merito alla crucialità dell'articolo 1, che, stabilendo gli obiettivi e le finalità della legge, dà un po' l'impronta al testo, alla direzione in cui vogliamo andare, in particolare alle carenze che noi abbiamo rilevato soprattutto dal punto di vista ambientale.
Dicevo che non voglio entrare nel merito, perché forse, prima di finire il nostro giro d'interventi in modo da poter fare un dibattito proficuo sarebbe il caso che l'Assessore ci dicesse se di questi emendamenti intende accoglierne qualcuno e, se sì, quali, o se dobbiamo modificarli, insomma entrare un attimo nel merito.
Al di là della modalità con cui li abbiamo esposti, probabilmente anche un po' ridondante, con qualche intervento al limite del superfluo, nel merito invece, siamo sicuri che ci siano delle proposte che meritano di essere discusse, accolte o modificate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento? La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non so se ho tempo per raccontare questa storia all'Assessore Marnati: vorrei riportarlo a un anno fa, fino a 3.200 metri (pensi che volo voglio farle fare!). Siamo nel Monviso, nella parte nord-est del Monviso posta a circa 200 metri a sud-est del canalone Collide.
Se lei prova a ricordare dov'era un anno fa, pian piano, siamo lì, sotto il permafrost e iniziamo a vedere quel distacco che si è verificato proprio lì, a qualche metro dalla sommità del torrione del Bucai, indicativamente a 3.200 metri. Perché le dico questo? Perché, se lei guarda il report ambientale che - le dicevo - è stato sottoscritto da poco, non si tratta di un cambiamento legato a un caso, a una sorte avversa, al destino, al fato ma è legato a quei cambiamenti climatici che iniziano a insistere anche sotto i nostri bacini e i ghiacciai, ma soprattutto è un cambiamento climatico che inizia a gravare su ogni attività di questo Consiglio.
Riteniamo che i cambiamenti climatici ci obblighino a un'attenta valutazione del contesto e che, per quanto concerne le risorse idriche e i corsi d'acqua, il tema si faccia ancora più delicato. Per questo, abbiamo provato, oggi, con gli emendamenti in questa discussione, a provare a mettere al centro la tutela della portata del corso d'acqua oggetto delle concessioni, ma non solo. Venendo a questi articoli, abbiamo provato a definire meglio quelli che in parte sono gli obiettivi e le finalità della legge, ma, di fatto, anticipiamo quella che è la vera sfida in generale.
La cosa che ci infastidisce maggiormente è il fatto che chi si definisce autonomista si stia spogliando delle vere possibilità che abbiamo ancora come Consiglio regionale. Le destre, spogliando di competenze il Consiglio regionale, riprendono i contenuti di un'errata disciplina nazionale.
Presidente, non si irriti: continuerò nelle dichiarazioni di voto che credo di poter ancora svolgere successivamente, dopo la discussione generale.
Grazie.



PRESIDENTE

Finita la discussione generale, ci sarà il parere della Giunta e poi le dichiarazioni di voto.
Ci sono altri iscritti a parlare? Non essendoci altre richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 1.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

In merito all'emendamento n. 49), siamo contrari, per un principio: potrebbe essere impugnato dal Governo, in quanto, come ha accennato prima il Consigliere Lanzo.



(Commenti del Consigliere Valle)



PRESIDENTE

Prego.



(Commenti del Consigliere Valle)



PRESIDENTE

Sì, ha ragione.
Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Dicevo che quanto indicato dall'emendamento n. 49), come affermava anche il Consigliere Lanzo, essendo esclusiva competenza dello Stato, non possiamo inserirlo all'interno di una norma regionale.
Pertanto, il parere è contrario.



PRESIDENTE

Prego, su tutti gli emendamenti.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

In merito all'emendamento n. 1), uguale all'emendamento n. 2), siamo favorevoli.
L'emendamento n. 3) non è recepibile, perché è molto complesso stabilire lo stato elevato: non si può fare per decreto. Per quanto riguarda i corpi idrici sotterranei, non c'entrano assolutamente nulla con l'idroelettrico perché è un'altra partita. L'idroelettrico è solo sulle acque superficiali ovviamente sfrutta la gravità.
L'emendamento n. 4) è uguale, quindi non è recepibile.
L'emendamento n. 5) non è recepibile, perché si riferisce all'inquinamento qui non ci si occupa di tutela qualitativa, semmai quantitativa delle acque.
L'emendamento n. 6) è accoglibile.
L'emendamento n. 7) non è recepibile, in quanto l'annotazione è superflua: la tutela qualitativa è importante, ma, in questo caso, non c'entra nulla.
L'emendamento n. 8) non è recepibile. La resilienza strutturale del territorio è un concetto vago scritto così; poi possiamo trovare anche degli accordi per riscriverlo in maniera accettabile, ma in questo modo è mal formulato, secondo noi.
L'emendamento n. 9) non è recepibile.



PRESIDENTE

Basta, basta. Siamo all'articolo 1.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Ma questo è ancora l'articolo 1.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no. Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Avetta, per dichiarazione di voto.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Se ho capito bene, nell'illustrazione caustica dell'Assessore sono stati accolti l'emendamento 2), che è uguale al n. 1) e l'emendamento 6). Dico bene? Tutti gli altri sono respinti.
Per dichiarazione di voto, l'articolo 1, come abbiamo sottolineato più volte, è un articolo che esprime le finalità e l'oggetto della legge. Io mi esprimo per il mio Gruppo e credo che, per dimostrare tutta la nostra buona volontà nel contribuire a migliorare questa legge, esprimeremo un voto di presenza, nonostante non siamo soddisfatti, completamente soddisfatti delle motivazioni, appena illustrate, con cui l'Assessore, ripeto, dal nostro punto di vista (e non me ne voglia l'Assessore) in modo un po' caustico e quindi, immotivato, ha respinto gli altri emendamenti, che miravano soltanto a chiarire e a illustrare meglio le finalità e l'oggetto di questa legge, che - e lo dico anche dal punto di vista utilitaristico, cercando di mettermi nei panni dell'Assessore - non avrebbero sostanzialmente modificato alcunché dal punto di vista tecnico di questa legge.
Nonostante questo, vogliamo dare un segno di buona volontà all'Assessore e alla maggioranza e daremo nostro voto di presenza rispetto l'articolo n. 1.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Grimaldi, per dichiarazione di voto.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Posto che ho capito che dovrà cambiare il Regolamento, perché l'Assessore Marnati si è alzato in piedi, ma non si è rivolto al Presidente; forse perché l'emiciclo è fatto male.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, si rivolga lei al Presidente.



GRIMALDI Marco

Però, devo guardare anche il Regolamento: ho due occhi e non sono strabico quindi devo guardare il Regolamento.



PRESIDENTE

Si sforzi, si sforzi e vedrà che riuscirà a fare tutto.



GRIMALDI Marco

Devo andare a memoria? Lo metto davanti, però poi non la guardo o faccio finta di guardarla.
Volevo solo capire meglio, sull'emendamento n. 49), il motivo per cui si pensa all'impugnativa del Governo, posto che fa un po' ridere che una Giunta leghista, che ogni minuto prova il braccio di ferro, sull'ambiente non riesce a recepire il fatto che fra gli obiettivi della legge c'è anche la tutela ambientale.
Vorrei solo che l'Assessore Marnati ci spiegasse quali sono gli estremi per un'impugnativa da parte del Governo, nel mettere - lo ripeto - se la parola "l'obiettivo" viene sostituite dalle parole "gli obiettivi della tutela dell'ambiente". Vorrei solo capire, perché magari mi sfugge qualcosa che non abbiamo compreso del tutto.
Comunque, Presidente, voglio rassicurarla, guardandola e sperando di ricevere la stessa attenzione che ogni oratore le dedica. Ripeto, noi vorremmo votare favorevolmente, ovviamente, a tutti gli emendamenti che abbiamo presentato; anche noi daremo semplicemente la presenza sull'articolo 1, soprattutto se non verranno accolti dei principi che credo siano al centro della discussione di oggi, ma spero - poiché l'Assessore Marnati è anche l'Assessore all'ambiente - al centro di ogni attività legislativa e di Giunta dell'Assessore stesso e anche di quest'assise.
La ringrazio. Spero che l'Assessore Marnati, prima di iniziare le votazioni, ci possa ancora chiarire come mai c'è un parere tecnico - a questo punto - negativo sull'emendamento 49).



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione degli emendamenti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se l'Assessore non chiede d'intervenire, non posso sollecitare o meno.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego, Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Lo ribadisco: c'è il forte rischio, visti i vostri interventi in discussione generale, e c'è la paura che il Governo possa impugnare la legge. Secondo noi, non si può scrivere nella nostra norma "tutela dell'ambiente", che è esclusiva competenza dello Stato, perché la Regione non può normare in ambito ambientale, può solo monitorare o fare comunque gli accertamenti.
Questo è. Poi, se vogliamo rischiare, si può rischiare, però secondo me dobbiamo tutelare la legge regionale.
Inoltre, c'è il parere tecnico degli Uffici che hanno dichiarato quanto ho riferito poc'anzi. Mi fido esclusivamente dei nostri Uffici riguardo la Costituzione italiana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti, per dichiarazione di voto.



RAVETTI Domenico

Ovviamente, intervengo per dichiarazione di voto, Presidente, in dissenso del mio Gruppo, nel senso che voto contro, con convinzione: contro.
Questa è una maggioranza cui piace il rischio, quindi non capisco la ragione per cui esprime coraggio quando si tratta di norme che rischiano anzi, vanno nel senso di consumare il suolo, per esempio, e invece non si assume la responsabilità - non il rischio - d'inserire una frase che è a tutela dell'ambiente in questo senso, nella competenza, che è regionale che è quella della tutela e della valorizzazione dell'ambiente! Credo che questa sia una posizione contro di cui il mio Gruppo, almeno questa è la mia posizione, deve votare contro. Questo non significa votare contro tutto il provvedimento, ma contro la cultura che anima questa maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Mi verrebbe da intervenire per fatto personale, perché il Consigliere Grimaldi non mi ha ascoltato quando ho fatto espresso riferimento al suo emendamento, proprio perché la tutela dell'ambiente è di materia esclusiva dello Stato, articolo n. 117 della Costituzione, lettera s) Pertanto, il tema vero è che, inserendo questo principio come finalità della legge, andrebbe a inficiare tutto il lavoro svolto sinora. Va bene muovere le epiche sirene della tutela ambientale, da Greta Thunberg al permafrost, però se siamo in un'assise regionale, dobbiamo legiferare in materia regionale. Ci stiamo occupando di una materia che non può prevedere in nessun modo, come principio e finalità, la tutela dell'ambiente. Poi ci occuperemo di altro, faremo Friday for Future tutte le settimane e tutti i weekend ci incontreremo in piazza Castello, però non in questa sede.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Mi permetto di correggere il collega Lanzo: non è proprio così l'aspetto sulla tutela ambientale. Significa che non possiamo andare in contrasto con quanto viene definito dal Governo nazionale o, comunque, dal Parlamento italiano, ma questo non ci impedisce di chiedere maggiore attenzione rispetto alla tutela dell'ambiente sulla nostra Regione. Questo è assolutamente consentito e sono sicuro che il Governo non impugnerà un provvedimento del genere e che gli emendamenti presentati dai collegi dell'opposizione non vanno assolutamente incontro a un rischio d'impugnativa in questo senso.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Non avevo capito della portata della dichiarazione dell'Assessore Marnati solo che non gli pareva opportuno aggiungere la tutela dell'ambiente in quel punto lì, ma addirittura dire che aggiungere le parole "tutela dell'ambiente" nelle finalità di una nostra legge non si può fare perché in contrasto con le competenze dello Stato.
Le dico due cose: uno, che voteremo anche noi contro l'articolo 1 se così emendato (ma soprattutto perché il voto contro quell'emendamento ci pare assurdo); due, chiederemo la verifica, ovviamente con i nostri Uffici legislativi, se è vero, perché adesso l'ho cercato in un minuto, da quando l'Assessore Marnati ha parlato, ma mi pare che la tutela dell'ambiente sia presente in decine e decine dei nostri atti e delle nostre leggi.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Grimaldi, le sto già dando la parola ma non dovrei perché in dichiarazione di voto.



GRIMALDI Marco

Ma perché ho cambiato opinione, voto contro e la dichiarazione di voto è diversa perché.



PRESIDENTE

Ho capito, ma la dichiarazione di voto no. Però si rivolga alla Presidenza perché.



GRIMALDI Marco

E a chi stavo parlando?



PRESIDENTE

No, si è girato verso i suoi colleghi. Dev'essere rivolto verso la Presidenza, scusi, perché se io le parlo "così", le sembra educato? No, per ciò.
Prego.



GRIMALDI Marco

Guardi, Presidente, credo che lei oggi abbia dei seri problemi d'interpretazione del Regolamento, perché - le ripeto - allora cambiamo.



PRESIDENTE

Però lei ha già fatto la dichiarazione di voto.



GRIMALDI Marco

Se lei vuole il rispetto del Regolamento, allora anche la Giunta deve portare lo stesso rispetto a lei e deve guardarla in faccia in piedi.



PRESIDENTE

No, non è così.



GRIMALDI Marco

C'è scritto così. È scritto così, guardi bene cosa c'è scritto.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, non è così.



GRIMALDI Marco

Guardi bene cosa c'è scritto, che gli oratori devono guardarla in piedi quindi anche la Giunta, e quindi la Giunta dovrà intervenire guardando indietro!



PRESIDENTE

E allora quando ci sarà la ristrutturazione della sala metteremo i banchi della Giunta rivolti verso la Presidenza.



GRIMALDI Marco

Però, guardi, fa po' un ridere. Fa un po' ridere, Presidente.



PRESIDENTE

È una novità. Va bene, faccio ridere.



GRIMALDI Marco

Fa un po' ridere che mentre noi stiamo discutendo se è il caso o no di aggiungere la tutela ambientale in una legge.



PRESIDENTE

È già intervenuto, proseguiamo.



GRIMALDI Marco

Un Assessore dice una cosa secondo noi inesatta e chiediamo l'ausilio degli Uffici, ma lei mi spiega che non posso guardare verso i collaboratori, tra l'altro di Giunta, cui chiedo ogni tanto anche di guardare.



PRESIDENTE

Lei si deve rivolgere alla Presidenza. Punto.



GRIMALDI Marco

Sì, sì, ma non mi pare di aver parlato al pubblico, ma solo a lei.



PRESIDENTE

Ci sono altri iscritti a parlare?



GRIMALDI Marco

Comunque, credo che lei debba fare bene il suo ruolo e speriamo lo faccia nei prossimi articoli.
Grazie.



PRESIDENTE

Io sto cercando di farlo al meglio.
Non essendovi altre richieste d'intervento in dichiarazione di voto passiamo alla votazione degli emendamenti.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) RUZZOLA Paolo (fuori microfono) Presidente, il mio voto è contrario, ma non l'ha preso.



PRESIDENTE

Passiamo al successivo emendamento.
Prego, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Va bene.
È sempre 24. Facciamo la verifica del numero legale, così almeno facciamo prima.
Consigliere Grimaldi, prego, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

No, chiedo che la verifica del numero legale sia fatta dopo quest'emendamento, visto che eravamo già pronti a votarlo.



PRESIDENTE

Dopo l'emendamento 1)? Non avevo ancora aperto la votazione.



GALLO Raffaele

Ritiro la richiesta per facilitare i lavori d'Aula.



PRESIDENTE

Va bene.
Proseguiamo con le votazioni.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Gallo, chiede la verifica del numero legale? Le ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) GRIMALDI Marco (fuori microfono) Vorrei sapere l'esito delle votazioni precedenti.



PRESIDENTE

Ricordo che l'emendamento rubricato n. 4) è stato respinto con 26 voti contrari e 11 voti favorevoli. L'emendamento rubricato n. 3) è stato respinto con 26 contrari e 13 voti favorevoli, zero astenuti, zero partecipanti e due non hanno risposto.
Sia riportato a verbale che sull'emendamento rubricato n. 4) la Consigliera Di Sabato ha espresso voto favorevole.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ricordo che l'emendamento rubricato n. 5) è stato respinto con 25 voti contrari, 11 favorevoli e cinque non hanno risposto.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 6) viene approvato con 38 voti favorevoli e un contrario.
MARIN Valter (fuori microfono) Presidente, chiedo scusa: il mio voto era favorevole.
Ho sbagliato a votare.



PRESIDENTE

Proseguiamo con le votazioni.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 7) è respinto, con 25 voti contrari e 13 voti favorevoli.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 8) è respinto, con 26 voti contrari e 11 voti favorevoli.
Indìco la votazione sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) A questo punto, sospenderei la trattazione del disegno di legge n. 87 per trattare la richiesta di dichiarazione d'urgenza relativa al disegno di legge n. 116.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Esame disegno di legge n. 116, inerente a "Cofinanziamento ciclovia VEN.TO" (dichiarazione d'urgenza)


PRESIDENTE

La Giunta regionale ha trasmesso il disegno di legge n. 116, inerente a "Cofinanziamento ciclovia VEN.TO", di cui al punto 21) all'o.d.g., ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale e ne è stata dichiarata l'urgenza.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 83, comma 3, la dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà, e l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente.
Ai sensi dell'articolo 83, comma 2 del Regolamento interno del Consiglio regionale, occorre provvedere a deliberare con votazione dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contro.
Qualche Consigliere chiede d'intervenire a favore della richiesta d'urgenza relativa al disegno di legge n. 116? Qualcuno vuole esprimersi contro? Poiché nessuno si vuole esprimere a favore o contro, la richiesta d'urgenza relativa al disegno di legge n. 116 è accolta, per cui possiamo procedere con la votazione.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco l'appello nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



PRESIDENTE

Consigliere Valle?



VALLE Daniele

Presidente, può, a titolo di cortesia, segnare il mio voto favorevole? Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Il Consiglio approva il disegno di legge n. 116 con 38 voti favorevoli.
Possiamo chiudere i lavori del Consiglio Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.00)



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