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Dettaglio seduta n.94 del 04/08/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.40 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperti i lavori con l'esame delle interrogazioni e interpellanze.
Oggi si provvederà a rispondere all'interrogazione indifferibile e urgente n. 316 presentata dalla Consigliere Frediani. Risponderà l'Assessore Chiorino.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi, ed è espressa richiesta di questa Presidenza l'invio delle risposte via e-mail agli interroganti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 316 presentata da Frediani, inerente a "Situazione Elcograf-ex Canale"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 316.
Ricordo che gli interroganti hanno a disposizione due minuti per l'illustrazione e l'Assessore tre minuti per la risposta. Non è prevista la replica.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore. Parliamo di un'azienda storica del Torinese nata come società familiare nel 1915, la Canale, che è stata poi acquisita nel 2018 per dieci milioni di euro da parte di Elcograf.
L'acquisto comprendeva 197 lavoratori che erano già attivi su questo sito. In seguito all'acquisizione, si è avviata la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione del sito operativo, che ha interessato tutto lo stabilimento, con l'unica eccezione del reparto rotativo, dove alternativamente prestano servizio gli operatori.
Tra l'altro, pare ci siano delle modalità di convocazione dei lavoratori non proprio ortodosse, con messaggi in chat, e c'è anche incertezza rispetto al dato d'impegno delle maestranze, perché l'azienda dichiara il 53%, mentre i sindacati rilevano mai più del 30%.
Abbiamo due esempi di situazione affine, perché l'azienda ha altri otto stabilimenti in Lombardia e in Veneto. Al Tavolo di crisi convocato dalla Regione Veneto lo scorso dicembre, sia era raggiunto un accordo per valorizzare le risorse umane con percorsi di riqualificazione. La situazione potrebbe essere anche parzialmente risolta in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di bilancio 2020, in cui si è previsto che il prepensionamento degli stampatori diventasse legge in vigore dal 1°gennaio.
Sappiamo che le case editrici e le aziende di stampa stanno attraversando un periodo molto difficile e complesso e, nella legge di bilancio, si è previsto che si possano utilizzare i fondi di prepensionamento per i lavoratori con almeno 35 anni di contributi. Abbiamo avuto qualche notizia da parte dei lavoratori e pare si stia cercando di suddividere i lavoratori tra quelli che hanno 35 anni di contributi e quelli che ne hanno 38, ma occupandosi di quelli che ne hanno 38. Noi crediamo non sia la soluzione e, visto che la legge di bilancio lo permette, riteniamo che si debbano includere anche i lavoratori con 35 anni di contributi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Chiorino per la risposta.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
La vicenda dell'Elcograf S.p.A. è legata all'acquisizione della ex Canale. Dopo l'acquisizione, in effetti, con le organizzazioni sindacali fu concordato un piano di risanamento sottoscritto il 16 gennaio 2019 accompagnato da una cassa integrazione straordinaria per crisi e con prepensionamento della durata di 24 mesi a decorrere dal 30 gennaio 2019.
La Regione Piemonte segue da allora l'evolversi della situazione e ha convocato più incontri volti alla verifica del percorso proprio inerente al piano di risanamento (questo anche su sollecitazione delle varie organizzazioni sindacali), al fine di valutare ogni eventuale azione per favorirne una soluzione positiva.
Da questi vari incontri è emerso che l'azienda, come ha dichiarato in una comunicazione inviata ai sindacati in data 4 febbraio, riteneva di aver attivato gli strumenti alternativi per il personale in esubero previsti dall'accordo del 16 gennaio 2019 (il primo accordo), ma che alcuni di essi non avevano avuto alcun riscontro, ad esempio mobilità presso altre unità dell'azienda fuori regione, o che erano suscettibili di verifica alla luce delle vigenti normative, proprio relativamente anche ai prepensionamenti.
Su quest'ultima fattispecie - e confermo quanto illustrato poc'anzi dalla Consigliera Frediani - c'era discordanza tra le stime aziendali, che ritenevano interessata una platea variabile tra le 17 e le 23 unità, mentre quelle sindacali ritenevano interessata una platea di circa 40 unità.
Per quanto concerne la situazione inerente alle varie attività dello stabilimento, l'azienda richiamava la situazione generale di crisi del settore e chiariva che non era possibile riallocare prodotti editoriali presso la sede, in conseguenza dell'avvenuta vendita della Mondadori France, che penalizzava la possibilità di ampliare tale produzione verso il mercato francese, che era l'unico all'attualità richiedente ordini di produzione.
C'è ancora da rilevare che la cassa integrazione straordinaria dei lavoratori dello stabilimento è stata, nei fatti, prorogata dal ricorso alla cassa integrazione per COVID-19 da parte dell'azienda.
L'ultimo incontro che si è svolto tra l'azienda e le organizzazioni sindacali risale al 13 maggio e ha visto l'azienda affermare che lo stabilimento rimarrà attivo, ma con un organico ridotto a circa 60 unità, e che le possibilità di accedere ai prepensionamenti non sono state incrementate, nei fatti, dalle normative la diversa per causale d'integrazione salariale prevista da quest'ultima.
In questo caso ricordiamo che la causale inerente alla riorganizzazione prevede, tra l'altro, investimenti diretti da parte dell'azienda nella sede interessata. A questo punto, le organizzazioni sindacali si sono rivolte alla Regione Piemonte per la convocazione di un Tavolo di confronto in sede regionale che si è svolto il 2 luglio, quindi poco più di un mese fa, alla presenza anche del Sindaco. In detta occasione l'azienda ha ribadito che per la strategicità della sede, la stessa sarà mantenuta nel perimetro del gruppo.
In quest'occasione le parti hanno ancora concordato un percorso volto a verificare ogni possibile ipotesi atta a facilitare la soluzione della vicenda e, in quella sede, si è stabilito che il Tavolo di confronto si riunirà con periodicità mensile in Regione proprio per riuscire, come Assessorato, a seguire attentamente la vicenda in modo puntuale e cercare di indicare la strada migliore a sostegno e a supporto dei lavoratori, al fine di consentire un confronto tra le parti. Proprio in merito a queste tematiche la prossima convocazione avverrà, non c'è ancora una data precisa fissata, ma certamente nel mese di settembre, per verificare l'ulteriore evolversi della situazione rispetto al 2 luglio.
Stiamo monitorando con attenzione e le parti hanno accettato il Tavolo di mediazione regionale. In questo modo, come dicevo, abbiamo l'opportunità di continue e costanti verifiche, monitoraggi e indicazioni rispetto alla salvaguardia dell'azienda da una parte, ma anche alla tutela dei lavoratori dall'altra.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiorino per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Alle ore 10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buon lavoro a tutti.



(Alle ore 9.49 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ai fini dell'appello nominale dei Consiglieri per la verifica del numero legale, comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Cane Carosso, Caucino, Cirio, Icardi, Lanzo, Marin, Poggio, Ricca, Stecco e Zambaia.
Non è presente l'Assessore esterno Marnati.
Il numero legale è 21.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, domenica su Alessandria città e dintorni si è abbattuto un violentissimo temporale che ha divelto tetti e abbattuto alberi. So che ieri un componente della Giunta è stato presente a una riunione in Provincia; vorremmo capire, con una comunicazione possibilmente in Aula, le condizioni di quella città e come s'intende agire nei confronti del Governo per eventuali richieste di ristoro danni.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Nel mese di ottobre, il primo sopralluogo della VI Commissione si era svolto al Castello di Valcasotto, Reggia chiusa da 12 anni, di proprietà della Regione Piemonte. L'invito era stato fatto anche dal Presidente Chiamparino, che ringrazio a distanza di questi mesi.
Giovedì scorso, insieme a due amici, Carlin Petrini e Don Derio Olivero, siamo andati a visitare la Reggia; devo dire che con piccoli aggiustamenti è visitabile. Dopo 12 anni, questo bene della Regione Piemonte torna visitabile: aprirà le porte al pubblico il giorno 15 agosto.
È una data importante perché, contestualmente, nella corte del Castello si svolgerà il concerto di ferragosto trasmesso in diretta RAI alle 12.30.
Mi preme quindi rubare due minuti all'Aula per ringraziare tutti i nostri funzionari che hanno lavorato in modo così solerte con capacità, per arrivare a mettere a disposizione di un territorio che ha bisogno e che chiede aiuto (le valli monregalesi, non quelle beneficiate dagli impianti sciistici), per questo bene, fra l'altro cerniera tra Piemonte e Liguria.
Voglio ringraziare la dottoressa Sandra Beltramo, la dottoressa Ilaria Chiusino, Roberta Romeo, Roberto Regaldo, Barbara Ronco (architetto Ronco molto presente, come l'architetto Romeo), Alberto Siletto dell'Ufficio Patrimonio, l'ex dirigente del Settore Tecnico Anna Maria Faccipieri e ovviamente il Direttore Marzia Baracchino e Raffaella Tittone.
Un grazie anche alla Compagnia San Paolo, che ha finanziato il guardianaggio del Castello e, ovviamente, al Sindaco di Garessio, Ferruccio Fazio, che si è dato disponibile nel prendere in carico la gestione di questo bene.
Penso sia una notizia positiva per tutti che, insieme alla fuga dal lockdown, segni anche la riapertura delle porte del turismo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Dal momento che non abbiano, come Gruppo consiliare, atti d'indirizzo inseriti nell'o.d.g., questa mattina ho depositato l'ordine del giorno n.
395 "Collaborazione tra le USCA e le istituzioni scolastiche", per gestire il rientro nel mese di settembre. Chiederei di inserirlo all'interno dell'o.d.g. della giornata odierna.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, non ho capito se lei ha già dato le comunicazioni?



PRESIDENTE

Non ancora.



GRIMALDI Marco

Non ancora. Allora aspetto le sue comunicazioni.



PRESIDENTE

Va bene.
Ci sono altre richieste? Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Non proprio sui lavori d'Aula, però sui lavori della giornata a livello consiliare.
Chiederei se fosse possibile, nella pausa o al termine, immaginare una veloce Conferenza dei Capigruppo per una richiesta di Giunta di una legislativa sul provvedimento che riguarda la circolazione delle auto storiche, su richiesta dell'Assessore Marnati, per poterne discutere insieme.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Sempre favorevole a fare Conferenze dei Capigruppo se ci sono questioni da affrontare, però ricordo che l'utilizzo delle legislative è regolamentato da un tipo di strumento che vorrei che ritornasse in auge nel senso che devono essere comunicate in precedenza e noi, per dare parere formale, dobbiamo conoscere il testo.
Poiché ultimamente si è un po' abusato di questa disponibilità delle opposizioni a utilizzare delle legislative, vi chiederei se c'è stato mandato il testo, così come si dovrebbe fare e come va richiesta nelle Capigruppo, solo per capire esattamente come funziona. Se gli Uffici possono ricordare a tutti quali sono i passaggi da utilizzare per questo tipo di richiesta ne saremo molto lieti, perché per noi il Regolamento finché esiste, va rispettato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Il testo non è ancora arrivato al Consiglio.
Sull'informativa relativa al nubifragio, essendo presente la Giunta chiedo se vuole intervenire.
L'ordine del giorno della Consigliera Frediani, se non ci sono contrari, lo considero inserito in coda all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Va bene.
Il Regolamento, all'articolo 30, comma 1, recita a proposito della proposta iscritta all'o.d.g. nella prima seduta della Conferenza: "Quando un progetto di legge non rientri nelle ipotesi indicate dall'articolo 45 comma 3, dello Statuto, il Presidente può proporre alla Conferenza dei Presidenti che il progetto sia già assegnato alla Commissione competente per materia in sede legislativa per l'esame e l'approvazione. Non possono comunque essere assegnati, all'esame in sede legislativa, i progetti di legge che conferiscono deleghe alla Giunta regionale per la predisposizione dei codici di settore ai sensi dell'articolo 56, comma 2, lettera g) dello Statuto".
Prosegue il comma 2: "La proposta è iscritta all'ordine del giorno della prima seduta della Conferenza e deve essere comunicata a tutti i Presidenti dei Gruppi 24 ore prima della riunione: si intende accolta se non vi è opposizione".
Comma 3: "Fino al momento della sua approvazione definitiva, il progetto di legge è rimesso al Consiglio se la Giunta regionale o un ventesimo dei componenti il Consiglio o un quinto dei membri della Commissione richiedano al Presidente del Consiglio che il testo sia discusso o votato dal Consiglio stesso, oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con le sole dichiarazioni di voto. Il Presidente del Consiglio comunica tale richiesta nella prima seduta utile del Consiglio per la calendarizzazione dei lavori".
Questo è l'articolo 30, che norma la sede legislativa.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi spiace solo che l'Assessore Marnati non sapesse del Regolamento perché è data una copia a tutti all'inizio della legislatura. Gli ho fatto anche presente che, prima di richiedere questi tipi di accelerazioni basterebbe rispettare il Regolamento.
Inoltre, le chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
390, "Screening universali per salvaguardare udito e vista dei neonati".
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Sulla lettura del Regolamento, mi sembra non ci siano i presupposti neanche per riunire la Conferenza dei Capigruppo, perché se il testo non è ancora iscritto o assegnato alla Commissione competente e non è stato trasmesso entro il termine di 24 ore (valutiamolo, una Capigruppo si fa sempre volentieri), mi sembra sia già caduto il discorso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Aspetto le sue comunicazioni, Presidente. Farò la richiesta successivamente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Spero di non essere fuori tempo - diversamente, mi scuso - perch chiedo l'inserimento, al fondo dell'o.d.g., dell'ordine del giorno n. 384 "La regione si faccia promotrice di un percorso condiviso per portare a Torino il nuovo Istituto nazionale per l'intelligenza artificiale".
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Scusi, Consigliere Grimaldi: in merito all'ordine del giorno 390, ha chiesto l'inserimento o l'inversione? Perché è già inserito.



GRIMALDI Marco

È già inserito: le chiedo l'inversione, se possibile, prima del documento del Consigliere Nicco.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Riguardo all'ordine del giorno del Consigliere Valle, non penso ci siano contrarietà a inserirlo in coda all'o.d.g. attuale.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ci sono interventi in merito all'inversione dell'o.d.g.? La parola al Consigliere Nicco.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Riguardo all'inversione dell'o.d.g., faccio presente che il nostro (uso il plurale, perché è sottoscritto anche dal Capogruppo Bongioanni) ordine del giorno era già stato presentato nella scorsa seduta di Consiglio. Ne avevamo chiesto l'inversione, ritirando poi la richiesta e riservandoci di discuterlo in questa sessione pomeridiana. Temo che, invertendo l'o.d.g. e facendolo precedere da un altro ordine del giorno, si potrebbe non riuscire a discuterlo. Si rimanderebbe tutto a settembre e, vista l'urgenza, non sarebbe opportuno.
Chiedo, pertanto, che sia esaminato l'ordine del giorno a mia prima firma e del collega Bongioanni.



PRESIDENTE

Va bene.
Allora lo mettiamo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Era contrario. Tante parole per dire che era contrario all'inversione.
Essendoci un intervento contrario, procediamo con la votazione.
Ci sono altre richieste d'inserimento o inversione? Mi sembra che l'Assessore Tronzano avesse chiesto d'intervenire, penso in merito a un'informativa.
Procediamo con la votazione della richiesta del Consigliere Grimaldi.
Indìco la votazione per appello nominale sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g. presentata dal Consigliere Grimaldi.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

GALLO Raffaele (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, c'è il numero legale?



PRESIDENTE

Sì, è 21.
Il Consiglio non approva.
GALLO Raffaele (fuori microfono) Ne conto 20, di maggioranza.



PRESIDENTE

Le sembrerà strano, ma io rientro nel conteggio del numero legale.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Hanno risposto 21 Consiglieri, compreso il sottoscritto: 20 contrari un astenuto, che è stato sottoscritto, e 17 favorevoli.
Pertanto, il Consiglio non approva.
Se stiamo tutti seduti, con la mascherina che copre naso e bocca tutti, costantemente, la Presidenza ringrazia.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il Consigliere Riva Vercellotti è blindatissimo, fra i Consiglieri Gagliasso e Biletta. C'è la Consigliera Nicotra che lo controlla, perci non si alza!


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente al "Nubifragio in Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Tronzano, in merito a un'informativa sugli eventi alluvionali accaduti in provincia di Alessandria; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per dare una risposta al Consigliere Ravetti, ho sentito l'Assessore Gabusi, l'Assessore competente. Ieri ha svolto un sopralluogo nella zona colpita: sono interessati il Comune di Alessandria, in particolare, ma anche Moncalvo, Tortona e, in parte, anche Asti.
Abbiamo chiesto loro di farci pervenire le segnalazioni, in modo da poter poi attivare anche lo stato di emergenza, in quanto anche ARPA ha segnalato come questo evento atmosferico sia oggettivamente eccezionale oltre misura.
La Regione Piemonte si sta pertanto attivando per chiedere lo stato d'emergenza. Queste è quanto mi ha riportato l'Assessore Gabusi, ed è quanto riferisco al Consigliere Ravetti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Non essendovi richieste d'intervento in merito all'informativa resa dall'Assessore Tronzano, possiamo procedere con i punti all'o.d.g.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 109


PRESIDENTE

La Giunta regionale ha trasmesso il disegno di legge n. 109 "Modifiche alla legge regionale 29 maggio 2020, n. 13 (Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19)".
È stata dichiarata l'urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno.
Ai sensi dell'articolo 83, comma 2, il Consiglio regionale, alla fine della seduta nella quale è stata presentata la richiesta, delibera con votazione palese, dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contrario.
A fine seduta si procederà, pertanto, alla votazione.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cane, Carosso, Caucino, Cirio, Icardi, Lanzo Marin, Poggio, Ricca, Stecco e Zambaia.
Non è presente l'Assessore esterno Marnati.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 17 e 18 giugno 2020.


Argomento:

d) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 3 agosto 2020 la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità, la deliberazione legislativa avente a oggetto "Modifiche alla legge regionale 30 dicembre 1981, n. 57 (Assicurazione contro gli infortuni dei Consiglieri regionali)".


Argomento:

e) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 29 luglio 2020 le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge 30 giugno 2020, n. 14 "Misure per il commercio a fronte dell'emergenza epidemiologica da COVID-19"; legge 9 luglio 2020, n. 16 "Conferimento dell'onorificenza della Presidenza del Consiglio regionale per meriti civili. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2004, n. 15 (Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera, del sigillo, della fascia della Regione Piemonte. Abrogazione delle leggi regionali 16 gennaio 1984 n. 4, 24 novembre 1995, n. 83, 17 giugno 1997, n. 36)".



PRESIDENTE

Ricordo a tutti i Consiglieri, prima dell'apertura di ogni votazione di verificare di essere collegati alla piattaforma Webex.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 16 giugno 2020.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi aspettavo, dopo le sue dichiarazioni di venerdì, delle scuse a quest'Aula, perché ogni tanto è anche possibile che quanto appreso dalle testate giornalistiche siano dei commenti fuori sacco, diciamo così, non virgolettati.
Ora, visto che abbiamo aspettato fino a oggi la sua smentita, vorrei capire se corrisponde al vero il fatto che lei abbia detto che questo Regolamento - il Regolamento di questo Consiglio regionale - non concede alla maggioranza di poter governare in piena libertà. Ha detto, di fatto non credo in Conferenza dei Capigruppo.
Magari i Consiglieri che hanno ascoltatore meglio di me hanno appreso della sua volontà di cambiare il Regolamento - anche in questo caso, è un commento virgolettato - "a 360 gradi. Perché questo Regolamento, di fatto renderebbe inutile la vittoria delle elezioni" - così lei dice - "in quanto ogni disegno di legge sarebbe costretto a passare da quelle forche caudine chiamate 'opposizioni' e che, addirittura, ogni provvedimento dovrebbe essere, in qualche modo, figlio di un compromesso", che credo, in questo senso, lei non auspichi. In più, dice che un solo Consigliere può tenere in scacco l'intera Aula consiliare.
Presidente, le dico una cosa molto semplice: sono stato Consigliere di maggioranza, Capogruppo della seconda forza di maggioranza nella precedente legislatura, e non mi sono mai permesso, anche a fronte di ore e ore settimane anzi anni interminabili di prese di posizioni, inversioni di ordini del giorno ed emendamenti del Consigliere Vignale, di rimproverargli alcunché, anche perché era suo diritto, oltre che diritto dei cittadini che l'hanno votato, fare il suo mestiere. Non me la sono presa con lui e non me la sono presa certo con un Regolamento.
Ricordo anche che grazie a quel Regolamento, e senza utilizzare impropriamente strumenti che voi avete utilizzato, abbiamo fatto tantissime leggi quadro, da quella sulla cultura alle cave, dal gioco d'azzardo alla caccia, senza mai passare per quegli strumenti che sono inutilizzabili dal punto di vista regolamentare.
Lei ha avuto la possibilità di avere un intero emiciclo dalla sua parte durante una delle pandemie peggiori della storia dell'umanità: mi pare che ci siamo resi disponibili per vederci più volte nelle stesse sedute, di vederci online, di convocare il Consiglio regionale tutte le volte che la maggioranza ce lo ha chiesto. Siamo stati ricompensati con questa moneta, e non da un leader della maggioranza, ma dal Presidente del Consiglio.
Allora, Presidente, capiamo il suo disagio. Se non vuole ricoprire questo ruolo, non è certo l'opposizione a chiederle di rimanere lì per un altro anno e mezzo. Però finché sta lì, lei rappresenta anche noi. E prima di fare certe esternazioni contro il Regolamento, contro l'Aula e contro le opposizioni, se vuole continuare ad avere dei rapporti istituzionali con noi, deve utilizzare altri toni. Perché le opposizioni possono alzare i toni; possono anche alzare il livello dello scontro, ma lo fanno sempre nel rispetto di quel Regolamento.
Lei rappresenta tutti noi, e rappresenta quel Regolamento. E se anche solo vuole iniziare una discussione su quello che non funziona (perch magari, ci sono dei punti del Regolamento che non funzionano) non può farlo pensando che l'unico suo problema sia che la maggioranza non ha la garanzia di portare avanti i suoi disegni di legge, le sue delibere e le sue azioni di governo.
Non è possibile dire che voi non potete governare in piena libertà: è una frase inammissibile, lo ripeto. Lei dice che questo Regolamento non vi fa governare in piena libertà.
È un atto grave e noi ci aspettiamo le sue scuse. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Devo rilevare che il Presidente Grimaldi mi ha anticipato, in quanto anch'io volevo chiederle, in qualità di "garante" di quest'Aule e soprattutto del Regolamento che la regola, delucidazioni in merito delle dichiarazioni che, obiettivamente, non capisco neanche a quale fatto verificatosi in Aula siano collegate.
Perché mi sembra che abbiate legiferato, soprattutto ultimamente, con una certa costanza e con un certo volume.
In che modo le opposizioni vi hanno impedito di legiferare? Forse, al massimo, non stiamo facendo abbastanza bene l'opposizione, se proprio vogliamo essere precisi! Perché rispetto a quanto è accaduto negli scorsi cinque anni, come giustamente ricordava il collega, forse non vi rendete conto di come funziona un Consiglio regionale perché, in tal caso, dovreste essere contenti di com'è andata fino adesso, tutto sommato, per le leggi che siete riusciti ad approvare e a portare a casa e, soprattutto, per la collaborazione che avete trovato da questa parte, anche su cose che forse si potevano evitare.
Considerato il problema COVID che ci ha travolti, su tanti aspetti abbiamo abbastanza sorvolato. Ma anche sul resto, colleghi, avete legiferato senza nessun tipo di problema. L'opposizione non l'avete ancora vista e, nonostante questo, come un fulmine a ciel sereno arriva la dichiarazione del Presidente del Consiglio. Se fosse stata una dichiarazione del Presidente Preioni o del Presidente Bongioanni o del Presidente Ruzzola, che forse è l'unico che ha subito un po' di opposizione su un provvedimento, lo avrei potuto anche capire, ma dal Presidente del Consiglio regionale assolutamente no ed è assolutamente inammissibile.
In conclusione, mi aspetto, Presidente, che ci spieghi le motivazioni delle sue esternazioni, e soprattutto, sarebbe stato il minimo parlarne almeno con i Capigruppo prima di fare una dichiarazione del genere contro il Consiglio, contro il Regolamento e contro le opposizioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo a sostegno di quanto detto dal Presidente del mio Gruppo, Sacco. Ho sentito, tra l'altro, nelle dichiarazioni un riferimento all'attività che abbiamo portato avanti nell'ultima seduta, relativamente alla modifica della Fondazione dello Statuto del Museo Egizio. Voi non potete aspettarvi nulla di diverso da un'opposizione, perché gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per cercare di fermare o, perlomeno migliorare e correggere i provvedimenti della maggioranza che non ci convincono, è quello di intervenire in Aula e stimolare il dibattito.
Ritengo - e spero che non si offenda - che le sue dichiarazioni siano state poco opportune, considerando il ruolo che ricopre, perché se avessi letto le stesse dichiarazioni per bocca di un Capogruppo o di un Consigliere della maggioranza, le avrei ritenute sicuramente più legittime non dico condivisibili, ma legittime.
Tra l'altro, il Regolamento viene modificato quando si è tutti d'accordo, proprio perché è uno strumento di garanzia per la maggioranza e per l'opposizione. Pertanto, ho ritenuto poco opportuno il suo intervento fatto nella qualità di Presidente del Consiglio, perché il suo ruolo dovrebbe essere quello di tutelare l'Aula e i lavori consiliari, di tutelare anche e soprattutto le minoranze ed essere garante del Regolamento. Mi chiedo come possa lei essere garante di un documento che di fatto, non condivide, perché dalle sue dichiarazioni mi sembra di capire che lei non condivida alcuni punti del Regolamento.
Per questo le chiederei di chiarire meglio le sue dichiarazioni o eventualmente, di smentirle o di correggerle.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Un pezzo di dibattito è già stato fatto in modo pubblico, quindi la posizione del Partito Democratico è chiara.
Noi pensiamo che legittimamente la maggioranza ritenga di dover modificare il Regolamento, perché l'abbiamo pensato anche noi, ma abbiamo sempre ritenuto che, se si deve fare, bisogna ragionarci insieme e procedere con un'ampia convergenza, non con dichiarazioni estemporanee.
Però crediamo che, in questo momento storico, alla luce anche dei lavori di questo primo anno di legislatura, non sia assolutamente la priorità di quest'Aula. A settembre dovremo occuparci di organizzare la sanità - ne discuteremo oggi con un question time che ho presentato - se ci sarà una seconda ondata di COVID. Credo che dovremo discutere su come affrontare la crisi economica, le crisi lavorative, eccetera.
Non credo sia il momento di modificare il Regolamento, anche perché voi non avete un problema di Regolamento. Lo dico anche in quest'Aula e di questo abbiamo discusso durante l'omnibus: non è il Regolamento che non vi permette di portare avanti le vostre proposte di legge, il problema è che non riuscite a organizzare i lavori secondo le vostre priorità. E quello che ha chiesto oggi la Giunta con l'Assessore Marrone ne è la dimostrazione plastica.
Abbiamo fatto una riunione dei Capigruppo giovedì, in cui abbiamo programmato i lavori di questa settimana e ci siamo dati come prossima data per una Conferenza dei Capigruppo il 2 settembre per programmare i lavori dopo la pausa estiva. In quella sede si doveva chiedere una legislativa sul tema delle auto storiche, non un giorno dopo, abbiate pazienza, senza neanche depositare il testo di legge per mettere nelle condizioni i Capigruppo di opposizione di valutarne l'opportunità. Questo è l'ultimo caso di una serie di problemi organizzativi vostri, della vostra agenda politica e di governo che, ahimè, non c'è.
Se in alcuni casi avete portato a casa misure importanti, lo dovete alle attività istituzionali delle opposizioni, che sul "Riparti Piemonte" pur dichiarando più volte che molti articoli fossero incostituzionali hanno fatto un'azione per migliorare il testo e per correggere gli errori.
Non abbiamo agito con ostruzionismo e vi abbiamo permesso di approvare quella norma. La stessa cosa vale per il "Bonus Piemonte": vi siamo venuti incontro in un momento d'emergenza.
Ha ragione il collega Sacco: l'attività di opposizione l'avete, forse toccata e assaggiata una volta, ovvero sul tema dell'omnibus, perché il tema della caccia era molto divisivo, come quello della legge sul gioco d'azzardo.
Concludo, dicendo che non è la priorità modificare il Regolamento. Se si vuole modificare il Regolamento - è legittima la scelta della maggioranza - le opposizioni faranno la loro attività. Credo che ci sia un problema di organizzazione politica dei vostri lavori e della vostra agenda politica, ma su questo non posso aiutarvi e non posso intervenire, se non da settembre in avanti dopo la pausa estiva, stimolandovi sulla discussione di alcuni temi con alcune proposte di legge che depositeremo e chiederemo di iscrivere all'ordine dei lavori delle opposizioni, per far sì che il Consiglio regionale discuta dei temi su cui i piemontesi hanno bisogno di risposte.
Questo lo faremo sul Regolamento e vi chiedo, prima di tutto, di capire nel merito qual è il carattere delle modifiche e, in secondo luogo, di non metterlo come priorità. Credo, invece, che un tema da trattare, quello sì sia sulla legge elettorale, sulla quale dovremo tutti insieme fare una riflessione approfondita.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi dispiace dover intervenire su questo tema, ma ho l'abitudine di essere trasparente e sincero. Poiché l'ho fatto già nei giorni scorsi anche forse un po' d'impulso e pubblicamente di getto - perché, di fatto un contenuto pubblicato su un proprio canale d'informazione è pubblico - mi pare giusto chiarire in trasparenza questa posizione anche in Aula, visto che si sta parlando di questo.
Sono rimasto veramente stupefatto e basito quando ho letto le dichiarazioni di cui si sta parlando, tra l'altro - se non ho capito male fatte all'interno di una conferenza stampa, nella quale ci si doveva un po' vantare e ci si rallegrava del varo di un'importante Commissione come quella sull'autonomia.
Sono basito per due ragioni e la prima salta subito all'occhio: è che si è data una ricostruzione dei fatti totalmente diversa dalla realtà sia rispetto alla Commissione autonomia sia rispetto a quest'anno di legislatura. Infatti, se la Commissione autonomia ci ha messo 13 mesi a diventare una realtà e a insediarsi non è per il Regolamento del Consiglio né per colpa delle opposizioni, perché, ad esempio, la mia forza politica ha presentato zero emendamenti alla delibera sull'autonomia. Il centrosinistra ne ha presentati una ventina, che peraltro sono stati discussi solo all'interno della Giunta per il Regolamento e non in Aula. Le ragioni sono sicuramente altre, quindi già su questo primo aspetto si è fuori fuoco.
Inoltre, dire che la maggioranza vince le elezioni e poi non riesce a governare, mi pare una cosa incredibile. E lo dicono non le opinioni, ma i numeri, perché abbiamo le nostre legittime diverse opinioni, ma alla fine i fatti sono quelli che contano.
I primi sei-sette mesi abbiamo approvato pochissimi provvedimenti e non per colpa delle opposizioni, ma è difficile approvare quello che non arriva. Un po' di tempo per scaldare i motori? Vogliamo dirla così? Diciamo così. E poi, signori, ci siamo blindati in casa a partire dal 9 marzo e, in quattro mesi e mezzo, abbiamo approvato, il Consiglio ha approvato, brutte e belle, ma quasi tutte brutte, 14 leggi. Ripeto, 14 leggi. Come si fa a dire che la maggioranza non riesce a governare? È una cosa incredibile! Peraltro, dovremmo anche vantarci, non come maggioranza e non come opposizione, ma come piemontesi, come Consiglio regionale del Piemonte perché siamo stati i più operosi d'Italia. Qualcuno ha fatto più sedute in presenza di noi che siamo stati tanto in remoto, ma poi si è fermato.
Qualcun altro si è fermato del tutto, qualcun altro ancora ha lavorato in remoto molto meno di noi. Se vogliamo fare una conferenza stampa tutti, la facciamo e ci vantiamo di questo, chiamiamolo orgoglio piemontese. Ma andare a dire cose del genere, mi pare veramente fuori luogo.
Io sono un componente dell'Ufficio di Presidenza, adesso sono seduto qui, sono un Consigliere, ma quando siedo nei banchi della Presidenza sono inflessibile. I colleghi si ricorderanno che, nella passata legislatura, ho tolto la parola a un mio collega di Gruppo: non guardo in faccia nessuno.
Chi è Presidente è come se fosse sempre seduto lì, per rendere più chiara la figura. È legittimo che abbia delle opinioni politiche, ci mancherebbe è un politico e, peraltro, lei è un'espressione nitida e chiara della forza politica che l'ha espressa in Consiglio regionale e che le ha dato quest'importante incarico.
È normale che lei abbia delle opinioni politiche, ma certe posizioni magari facciamole tenere al Gruppo, perché quando le rimarca il Presidente giustamente hanno autorevolezza. Quella che, da un certo punto di vista, è un'opinione politica - giusta o meno, legittima - diventa la posizione del Consiglio, diventa quasi la verità. Peccato che è una visione che non ha nessuna attinenza con la realtà. Chi si lamenta del Regolamento poi chiede una legislativa oggi per oggi. Ma abbiamo già dato! Abbiamo già dato anche oggi per domani su questioni importanti, quindi non è che ci attacchiamo sempre al Regolamento. Abbiamo fatto il possibile e, se non fosse per le opposizioni, saremmo ancora qua a votare fino a Ferragosto migliaia di emendamenti. Di cosa stiamo parlando? Nella scorsa seduta ci si è lamentati del provvedimento sul Museo Egizio ma, signori, quel provvedimento ve l'abbiamo fatto votare perché, se avessimo voluto, non si votava. Ve l'abbiamo fatto votare perché volevamo vi prendeste la responsabilità di far passare quella cosa lì. Vi abbiamo fatto passare anche la famosa e famigerata proposta di legge del Consigliere Ruzzola perché avevamo materiale per andare avanti ancora un'altra giornata. Un compromesso? No. In cambio di cosa? Di niente Consigliere Ruzzola, perché per noi o si ritirava o rimaneva così. È chiaro. Di cosa stiamo parlando? So a cosa serve, perché tutto serve a qualcosa. È servito alzare questo polverone, che noi stiamo facendo un po' rigirare, perché forse c'era da mascherare gestioni un po' così così, non tanto brillanti. C'era da coprire mediaticamente forse qualche forza della maggioranza che si sta allargando un po' e che sicuramente si allargherà maggiormente nei prossimi mesi.
C'erano da coprire malumori nella maggioranza perché, sempre parlando di compromesso, l'ultimo provvedimento importante che è passato, quello sui canoni delle grandi derivazioni, è avvenuto grazie a una mediazione non con le opposizioni, ma interna alla vostra maggioranza. Una mediazione tra la maggioranza e non con le opposizioni, con un intervento autorevole molto critico. Veramente di cosa stiamo parlando? Questa rischia di diventare una profezia autoavverante, perché se fate così, si avvera. Vi ponete nelle condizioni per avere, da questa parte, un atteggiamento che preventivamente diventa di opposizione, duro e ostruzionistico. Se volete cambiare Regolamento, vorrà dire che in seguito vi lamenterete che non passano i provvedimenti perché passerete quattro anni a cercare di modificare il Regolamento.
Il Piemonte, così è stato detto, ha altre priorità. Parlando di regole del gioco, quel che forse è urgente cambiare - e la realtà è quello che sta succedendo in Puglia - è la legge elettorale: io lo dissi il primo giorno di questa legislatura nel mio primo intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Penso che il Presidente del Consiglio non abbia bisogno della mia difesa e abbia dimostrato nei fatti di essere bipartisan e di essere molto equilibrato nella gestione dell'Aula. Anzi, magari qualche volta da parte della maggioranza si è sollevata qualche critica per quello che da noi viene percepito come un estremo equilibrio nella gestione dell'Aula e un'estrema capacità che si è vista in questi mesi.
Si è posta la questione di una revisione del Regolamento. Sappiamo tutti come funziona la revisione del Regolamento, non c'è nessuna fretta non c'è nessuna scadenza.
Come su tanti altri argomenti in questi mesi e in queste settimane si è trovata una sintesi, si è trovato un modo di lavorare produttivo sia da una parte sia dall'altra, che ha portato a dei risultati secondo me importanti credo che una riflessione su alcuni aspetti, su alcuni articoli che sono magari vecchi e che ci portano molto lontano dalle altre Assemblee legislative regionali si possa fare. Non vedo una grande polemica.
Sappiamo che è una riforma importante, non ci poniamo come maggioranza dei limiti di tempo stretti, ma un ragionamento su alcune norme che, è innegabile, in questa Regione sono più limitanti rispetto ad altre. Noi lavoreremo per essere maggioranza anche la prossima legislatura, ma sapete benissimo che il Regolamento vi vede oggi in minoranza e magari domani in maggioranza. È un Regolamento che, per forza delle cose, parla di tutti e che norma tutta la nostra attività, ma è innegabile che un aggiornamento e un tagliando ogni tanto vada fatto.
Bisognerà affrontare il tema della legge elettorale. La nostra legge regionale deve prendere degli accorgimenti e deve recepire normative che ormai sono diventate fisse nelle elezioni regionali italiane. Non siamo ancora riusciti a farlo nelle legislature passate e invece questa legislatura dovrà prendersi la responsabilità di farla. Tuttavia, do atto che il Presidente del Consiglio ha posto un tema e, come maggioranza, siamo disponibili, nella massima serenità e nella massima tranquillità, a iniziare un percorso di lavoro condiviso per ragionare sulle normative del Regolamento che funzionano, su quelle che sono troppo vecchie, quelle che sono obsolete e quelle che sono troppo lontane dalla realtà dei cittadini piemontesi.
Oggi, giustamente, i cittadini non capiscono alcune lungaggini della politica perché è un Paese che arranca ed è in difficoltà, è un sistema privatistico totalmente diverso dalle nostre assemblee legislative che vanno tutelate nei loro principi, ma vanno aggiornate al 2020 e vanno aggiornate alle richieste dei cittadini del 2020. Se vogliamo avvicinare la gente alle istituzioni, bisogna avere anche istituzioni moderne e in linea con le esigenze del Paese e non magari con i riti di un sistema e di un Paese che era quello di cinquant'anni fa e che non è più quello del 2020.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Su questa discussione ho da dire questo: parliamo di regole del gioco ma le regole del gioco vanno scritte a più mani ed è fondamentale coinvolgere tutti i protagonisti di quest'Aula.
La partenza è fondamentale per coinvolgere tutti. Mi pare di aver letto, in alcune dichiarazioni, un inizio non tra i migliori possibili.
Credo che resettare questa discussione e, come diceva il mio Capogruppo rivederci a settembre per mettere in fila le priorità, possa restituire un animo diverso a ognuno di noi per affrontare diversamente questa, che io ritengo una necessaria discussione.
Quando facevo parte della maggioranza, rispetto al Regolamento, il desiderio di mettere mani ad alcuni passaggi era un sentimento, un desiderio e una necessità diffusa. Pertanto, fuor d'ipocrisia, se si apre un tavolo di discussione per migliorare alcune parti del Regolamento, a quel tavolo è necessario sederci, però meglio evitare rivendicazioni di parte, rispetto a esigenze particolari della maggioranza nei confronti dell'opposizione, perché se questo è l'inizio, è il peggiore fra gli inizi possibili. Se, invece, decidiamo tutti insieme di attivare le necessarie procedure per migliorare le regole del gioco, tenendo in considerazione che esistono esigenze, diritti e doveri delle maggioranze e diritti e doveri delle opposizioni, si migliora il testo.
C'è mica niente di particolare da fare.
Mi sia permesso, Presidente, un passaggio politico. Non rispetto a lei in quanto Stefano Allasia, ma, da un punto di vista politico, le riconosco leadership politica.
Nel contesto di questa maggioranza, dove vedo leadership politiche - la metto così - che devono ancora crescere, è normale che lei abbia giocato un ruolo di supplenza in quest'anno e, mi sia permesso, di supplenza nella maggioranza, supplenza per quanto riguarda la Lega, anche all'interno della Giunta, tant'è che lei si è anche assunto responsabilità di natura politica, non nelle forzatura del Regolamento, ma nelle interpretazioni che alcune volte a noi sono parse essere molto più utili al percorso della maggioranza che non della necessità di tenere insieme le esigenze di tutti.
Il suo ruolo di leader all'interno della Lega mal si attaglia al ruolo di arbitro, da un punto di vista politico, ma lei è il Presidente di tutti in quest'Aula e continuerà a esserlo finché lei lo riterrà opportuno.
L'ultimo passaggio lo faccio sulla legge elettorale, passaggio ripreso anche dal mio Capogruppo: questa parte di Aula deve per forza sedersi al tavolo per decidere che fare sulla legge elettorale. Sconsiglio l'apertura della discussione l'ultimo anno. Lo sconsiglio vivamente. Ha ragione il collega Bertola e ce l'ha ricordato per primo in all'apertura dei lavori e nel dibattito iniziale di quest'Aula. Questa è una discussione da farsi subito a settembre. Ovviamente non anticipo le posizioni di nessuno, ma una legge elettorale c'è già, una legge che funziona; gli accorgimenti per tenere in considerazione la parità di genere sono accorgimenti da un minuto di discussione; garantire la rappresentanza territoriale un altro minuto (perché le Province le abbiamo già) e il listino è un tema che non piace a nessuno.
Buon lavoro sulla modifica della legge elettorale.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, nel senso che cercherò, ogni volta che potrò, di ricordarle le sue prime parole dette a seguito della sua elezione: sarà il Presidente di chi vorrà riconoscerlo.
Le opposizioni, Presidente, credo abbiano riconosciuto la sua funzione e quindi, dato che l'abbiamo riconosciuta, ci aspettiamo reciproco riconoscimento. Ha ragione il collega Ravetti nel fare quel passaggio sulla leadership politica di supplenza a 360 gradi. Però, come diceva il collega Ravetti, chi è leader non può essere arbitro (e termino davvero, così prendo pochissimi minuti).
Dico ancora, e mi rivolgo in particolare alla maggioranza, perché poi credo che le sue parole, Presidente, non siano solo sue, ma siano di una valutazione della maggioranza, che in questo anno e qualche mese avete dimostrato (ve lo abbiamo già detto, io in particolare ve l'ho già detto più volte) di vedere il Consiglio regionale come un fastidio; come un atto un passaggio formale e non sostanziale. Se si vogliono modificare le regole per migliorare un passaggio sostanziale, credo sia doveroso e legittimo, da parte della Presidenza e anche della maggioranza, intavolare una discussione. Se da quello che abbiamo letto, invece, il passaggio è aumentare di più il passaggio solo formale e non sostanziale, allora confermate che questo è un orpello fastidioso che dovete animare durante una discussione nell'approvazione delle vostre leggi.
Credo che questo sia - lo dico a me, come prima esperienza - un brutto esempio per quella classe dirigente che sta crescendo e che vuole poi, un giorno, occuparsi di questo ruolo straordinario di servizio pubblico. Se diamo l'esempio che questo è davvero un orpello, stiamo dando un brutto esempio ai più giovani, trasversalmente, e stiamo dando un brutto esempio alla nostra Repubblica.
Ecco perché continuiamo a dirvi questi due concetti e volevo ribadirli anche oggi, Presidente, con il grande rispetto che abbiamo sempre portato alla sua Presidenza, che quindi l'abbiamo riconosciuta come Presidente anche in un dibattito ogni tanto un po' più accalorato, però si deve smettere di pensare che il Consiglio regionale sia un orpello fastidioso da sopportare nei passaggi delle approvazioni delle leggi.
Ci sembra che anche le ultime dichiarazioni vadano in questo senso forse sono state male interpretate dai giornali, o forse no; credo sia scivolata un po' la frizione, o forse no, era volutamente detta così, per cui le chiediamo, come ha detto il collega Grimaldi, di dirci che cosa vogliamo fare nel futuro e come ragionare insieme, anche per modificare il Regolamento per migliorare il lavoro dell'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
A differenza dei colleghi dell'opposizione, non ho letto le sue dichiarazioni, ma intervengo sulla scorta dell'intervento del collega Ravetti, del quale condivido in toto la prima parte, quella non politica mentre dissento sulla seconda, perché ritengo che lei abbia avuto una conduzione perfetta di quest'Aula, imparziale e autorevole quando serve.
Per quanto riguarda la prima parte dell'intervento del collega Ravetti invece, sono perfettamente in accordo: la sintesi fra maggioranza e minoranza è quella che poi porta i frutti.
Se andiamo a vedere gli ultimi due mesi, abbiamo prodotto una serie di norme legislative straordinarie, per quanto riguarda l'impatto sul territorio e sull'impresa piemontese: il "Bonus Piemonte", il "Riparti Piemonte" e tutto quello che è entrato nel collegato (c'era la caccia elemento assolutamente divisivo, ma una discussione importante), per poi arrivare all'approvazione apprezzata dal territorio, la legge, ancora una volta controversa, sui cinghiali, ma approvata nel rispetto - ripeto - di chi lavora in montagna. L'ultima, che io considero uno degli interventi più felici per il territorio montano, riguarda i canoni idrici e interessa tutte le province del Piemonte. Ovviamente, ne restano di più là dove i denari si producono.
Pertanto, sull'esempio di quello che abbiamo vissuto e sulle prove che abbiamo sostenuto, ma che hanno costruito, fra maggioranza e minoranza, un rapporto all'insegna di un confronto a volte acceso, ma con il dialogo ritengo che, se dovremo mettere mano al Regolamento (come tutte le vicende della vita, vanno adeguate e aggiornate ai tempi), ci sia la maturità di quest'Aula per poterlo fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, come hanno già evidenziato i miei colleghi, devo dire che in questi mesi, in questo anno, più volte ho sentito esprimere, non tanto da parte della maggioranza, che potrebbe essere un elemento più scontato ma dai banchi della minoranza, apprezzamento sull'equilibrio e sulla gestione di quest'Aula. Su questo non ci sono dubbi e mi sembra sia stato sempre ampiamente riconosciuto soprattutto da parte di chi siede nei banchi dell'opposizione.
Detto questo, l'aver semplicemente posto, da parte della figura che più di tutti ogni giorno e a ogni Consiglio deve gestire i rapporti attraverso il Regolamento, un tema portato all'attenzione del Consiglio, affinché si possa aprire una discussione per trovare spazi di miglioramento e aggiornamento del Regolamento stesso, credo sia stato interessante e opportuno, sapendo - mi rivolgo soprattutto ai Consiglieri di minoranza che il Regolamento non si può cambiare soltanto con i numeri dalla maggioranza. Pertanto, è evidente che è stato soltanto sollevato un tema che si ritiene opportuno discutere, ovviamente nell'interesse dell'intero Consiglio, del Piemonte, dei piemontesi, di coloro che oggi sono maggioranza e domani possono essere minoranza e viceversa.
Sotto quest'aspetto, considero importante aver portato all'attenzione un argomento su cui, come abbiamo anche sentito da parte della minoranza nulla osta aprire una discussione ed eventualmente cercare dei miglioramenti. Lo ritengo un qualcosa d'interessante, che merita di essere approfondito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Presidente, io cambierei l'oggetto della comunicazione; non so se altri Consiglieri devono ancora intervenire.
Posso cambiare?



PRESIDENTE

Sì, prego.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Intervengo sulla sua comunicazione relativa alla richiesta della dichiarazione d'urgenza della legge 13/2020, più nota come "Riparti Piemonte", che quest'Aula ha approvato a maggio. Lo faccio, perché ieri c'è stata una riunione della I Commissione in cui l'Assessore Marrone ha illustrato le modifiche che la Giunta propone alla luce dei rilievi fatti dal Governo sull'incostituzionalità di talune norme di questa legge.
Confesso che, probabilmente per colpa mia, non ero riuscito a cogliere bene tutti i passaggi dell'Assessore Marrone; sono tornato a casa e ho provato a ristudiare la materia. Voglio condividere con voi le conclusioni cui sono arrivato, perché ritengo che il Consiglio debba essere consapevole e avere conoscenza, ciascuno di noi, dello stato dell'arte anche rispetto al voto che dovremo andare a esprimere sulla dichiarazione d'urgenza.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa che il Governo aveva impugnato come di fatto ha impugnato - cinque norme del "Riparti Piemonte" ritenendole incostituzionali per diversi profili, come la lesione della normativa sulla concorrenza. Soprattutto, il profilo principale è il tema della ripartizione delle competenze tra lo Stato e la Regione, pertanto su determinate norme lo Stato ha detto al Consiglio regionale che si è "tenuto largo", che ha invaso le competenze dello Stato.
Le norme erano cinque: l'articolo 23, comma secondo, l'articolo 52 l'articolo 61, l'articolo 62 e l'articolo 79. Per brevità, poiché ho soltanto tre minuti, non dico di cosa si tratta, quali sono gli argomenti trattati.
Ieri, all'esito della Commissione, abbiamo saputo che, in realtà, i rilievi fatti dal Governo riguardavano 15 (uno e un comma, quindi teniamoci bassi, non 16) norme. I rilievi d'incostituzionalità erano soltanto cinque cioè quelli oggetto della formale impugnazione fatta.
Immagino che sugli altri dieci articoli sia partita un'interlocuzione tecnica tra la Regione e il Governo e quindi la Regione si sia impegnata ad apportare alcune modifiche. Sì, perché questi altri articoli (che sono dieci, e non sto a elencarli) portano a 15 il numero di articoli oggetto di censura d'incostituzionalità da parte del Governo.
Questa è una legge che ha 87 articoli; se togliamo il primo, che riguarda le finalità, e gli ultimi due, che sono disposizioni finali significa che il 19-20% degli articoli è stato oggetto di censura tecnica da parte del Governo. Dico simpaticamente al Consigliere Bongioanni che questo mi sembra l'elemento straordinario della legislazione di questo Consiglio regionale, perché per me è la prima esperienza, ma ritengo che questa sia una percentuale veramente straordinaria, ma se fossimo stati un po' più ascoltati, forse si sarebbe potuta evitare.
Tuttavia, ed è l'ultima considerazione che faccio, quello che mi ha stupito è che le cinque norme oggetto d'impugnativa non sono minimamente modificate nella proposta della Giunta, quindi la Giunta propone al Consiglio regionale di resistere su queste norme, mentre tutte le modifiche che andremo a vedere, che abbiamo iniziato a vedere ieri, sono quelle su cui la Regione si è già impegnata con il Governo ad apportare delle modifiche.
Al di là delle considerazioni sull'esistenza o meno dell'urgenza voglio significare al Consiglio e condividere con i colleghi di opposizione e di maggioranza la forte preoccupazione rispetto a quest'atteggiamento che non vorrei portasse, a fronte di sentenze d'incostituzionalità della Corte Costituzionale, a dei vuoti legislativi pericolosissimi per il Piemonte, per la nostra Regione, per i nostri cittadini, per le nostre aziende, che magari fanno affidamento proprio su talune di queste norme che sono state impugnate, magari sapendo che fino a che non ci sarà una sentenza della Corte Costituzionale, che peraltro ha valore ex tunc, quindi vale sin dall'inizio, quelle norme sono pienamente valide.
Ci tenevo a porre questa riflessione, perché credo che questo sia un argomento estremamente delicato sia per quanto riguarda l'effettiva configurazione degli elementi e dei presupposti dell'urgenza su cui andremo a votare sia, soprattutto, per le conseguenze che l'atteggiamento della Giunta potrebbe portare al nostro Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento sulle comunicazioni? Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Il collega Marello ha deciso di anticipare questa discussione, che verteva su comunicazioni che nulla c'entravano sul tema che lui ha anticipato. Ricordo che, nella scorsa legislatura, il Presidente Boeti probabilmente avrebbe tolto la parola dopo un minuto; per fortuna, la nostra Presidenza ha, invece, una diversa tolleranza nei confronti dell'oggetto degli interventi delle minoranze. Di questo, ricordando la mia esperienza passata di opposizione, mi sento di ringraziarla sinceramente perché è un'impostazione assolutamente più democratica e inclusiva e rispettosa di tutti.
Mi sento, però, in dovere di replicare, perché diversamente, poiché il Regolamento ci impone di andare a votare e discutere la richiesta di urgenza su questo DDL a fine seduta, lasceremmo un po' tutta la giornata vuota rispetto a una risposta.
Io mi sento, intanto, di smentire un passaggio: parte degli articoli che sono stati oggetto d'impugnativa, che è stata formalmente notificata nella fine della giornata di venerdì e, quindi, è stata poi trasmessa nella giornata di ieri anche alla Giunta e agli Uffici del Consiglio, riguardano effettivamente anche articoli su cui la Giunta ha inserito nel disegno di legge di correzione la proposta al Consiglio regionale stesso. Tra l'altro senza alcuna dilazione e addirittura richiedendo una procedura affrettata di legislativa, prevista dal Regolamento, ma, altrettanto legittimamente permettetemi di sottolineare questa responsabilità politica respinta da una parte dall'opposizione.
Io mi sento, invece, di confermare la parte che cita la gravità di quest'impugnazione, non come responsabilità della Giunta regionale e della maggioranza, ma di un Governo che - permettetemi - sta dimostrando di mettere la Regione Piemonte e le Regioni in generale (e vi spiego anche il perché) nel mirino. Perché in una crisi gravissima, prima sanitaria e poi economica, l'auspicio sarebbe che le istituzioni facessero quadrato.
Permettetemi anche di dire che io, che ho iniziato questa crisi da Consigliere e ho poi mutato il mio ruolo in Assessore in corso di crisi sanitaria, posso dirvi quante occasioni questa maggioranza avrebbe avuto di polemizzare con il Governo nazionale, ma ha preferito glissare, ha preferito evitare. Perché, giustamente, i nostri cittadini ci chiedevano responsabilità e unità.
In uno stato d'emergenza sanitaria che non sembra neanche del tutto superata e che rischia di riaffacciarsi in autunno, a fronte di un decreto legge di semplificazione nazionale, in cui non la Regione Piemonte, ma la Conferenza delle Regioni, all'unanimità (quindi Regioni governate dal centrosinistra unite a Regioni governate dal centrodestra, come la nostra) proponeva una piattaforma politica di riforme sulla semplificazione, che è stata rigettata, ci sono state impugnate delle misure che non solo sono ben accettate, ma richieste dal tessuto produttivo e commerciale di questa Regione (come di tutte le altre Regioni italiane), che ci ha chiesto di intervenire a fronte di un'assoluta palude legislativa nazionale in quest'ambito.
Non c'è neanche bisogno di andare a scomodare i sondaggi, che restituiscono un gradimento di questa maggioranza e di questa Giunta pari al momento delle elezioni dopo la crisi sanitaria, in particolare, come giudizio (perché c'era stato un oggettivo calo), della ripartenza economica.
Voi questo lo sapete, perché quando le abbiamo legiferate, avete legittimamente posto delle riserve; ne avete anche criticate alcune, per non ne avete impedito con l'ostruzionismo l'approvazione. Perché sapevate che il mondo produttivo e commerciale di dettaglio, che è poi la vera spina dorsale economica del nostro territorio, che dà occupazione, che dà benessere, e che è l'unica speranza di rilancio per la nostra economia approvano queste misure.
Vedete, l'urgenza rimane, proprio perché questo Governo non ha avuto la sensibilità neanche di aspettare i passaggi correttivi in ambito legislativo regionale, ma ha proceduto comunque all'impugnazione. Quindi l'urgenza, a maggior ragione, viene mantenuta da questa Giunta nel richiederne l'approvazione in Consiglio, perché si deve andare a scongiurare davvero un corto circuito istituzionale, che non dipende dalla nostra responsabilità, ma dipende da un Governo che non ha atteso la fine di un'interlocuzione per procedere direttamente all'impugnativa; Governo che, evidentemente, non è più interessato a un serio e corretto confronto istituzionale con i suoi interlocutori nelle Regioni, e che va a impugnare anche norme costituzionali analoghe alle nostre (penso alla premialità nei confronti delle aziende che partecipano agli appalti pubblici rispetto a quelle che hanno sede nel territorio regionale, la legge della Regione Toscana è una dimostrazione!). Ci troviamo un Governo centrale - perché non è uno Stato! - che procede, in modo automatico e senza rispettare minimamente l'interlocuzione istituzionale, all'impugnazione diretta e assoluta.
E l'unico modo in cui si è manifestato in questi giorni il Governo centrale è stato attraverso l'imposizione di immigrati non richiesti, non concordati e con screening sanitari sbagliati, con un 10% di contagiati la cui condizione sanitaria precaria e pericolosa non era stata nemmeno comunicata. Ce li segnalano non come clandestini, quali sarebbero, ma come richiedenti asilo, cosicché, come istituzione del territorio, non possiamo neanche impedire che si aggirino liberamente sul territorio stesso, ma possono andarsene paradossalmente in giro a violare quella quarantena che invece, è stata imposta con i droni volanti e con le pattuglie ad hoc nei confronti dei cittadini italiani. Così si sta manifestando il nostro Governo centrale, e con le impugnative! Però, noi, disciplinatamente, andremo avanti nel percorso di correzione di quelle misure su cui riteniamo possibile porre una variazione, e resistendo con orgoglio su quelle altre misure, di cui invece contestiamo la loro eccezione di costituzionalità e di cui ribadiamo la portata normativa e politica a favore di tutte quelle imprese che resistono con grande difficoltà e orgoglio sul nostro territorio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Vi sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Sono già intervenuto, Presidente, mi permetta però di replicare per un minuto, non per fatto personale, ma per precisazioni. Perché ogni volta che l'Assessore Marrone interviene sul tema del "Riparti Piemonte" non lo fa come Assessore dalla Giunta regionale, ma come leader politico. È legittimo, però abbiamo ascoltato un comizio contro il Governo.
Non entro nel merito delle questioni, ma dico solo che se sono state impugnate cinque norme e una decina (non ho capito bene) richieste di correzione, forse si può anche ammettere che qualche errore da parte dell'organo legislativo regionale è stato commesso. Perché io posso anche capire la volontà e la portata politica delle scelte compiute dalla Giunta regionale, ma se non stanno dentro un quadro normativo nazionale, non ci stanno.
Ribadisco, per chi ci ascolta, che nel corso dell'esame di questo disegno di legge - nei nodi critici, nei pareri legislativi che ci venivano forniti - queste cose sono state dette più volte. Si è scelto di andare avanti, forse per arrivare oggi a dire: "È solo colpa del Governo".
Guardate che non si governa la Regione senza tener conto del quadro normativo nazionale. Abbiate pazienza!



PRESIDENTE

Grazie.
Non mi sembra che vi siano altre richieste d'intervento sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
In via del tutto eccezionale, ho lasciato che si aprisse un dibattito che atteneva non tanto alle comunicazioni, ma a una conferenza stampa che ho effettuato in Regione, nella Sala del Gruppo consiliare della Lega, in veste di Consigliere. Perché - lo ricordo - oltre a essere Presidente del Consiglio regionale, sono anche un Consigliere della Lega, eletto nelle liste della Lega.
Come Presidente, sono stato votato dall'attuale maggioranza del Consiglio. Perciò, nel contesto di una conferenza stampa di un Gruppo consiliare che avete citato più volte, su una modifica del Regolamento, è normale che più relatori si dividano i compiti. Mi sembrava ovvio, quindi dover citare una possibile proposta di modifica, e mi fa piacere che si sia aperto un dibattito in merito, perché quest'anno non ho provato una modalità migliore per presentare un documento politico o legislativo.
Perciò non mi preoccupo del dibattito o delle discussioni.
Accetto le critiche: ne prendo atto e le faccio mie.
Apprezzo sicuramente gli elogi, perché mentirei se non dicessi che sono ben felice che la mia maggioranza mi sostenga e continui a farlo.
Come ho detto all'insediamento, non mi è mai piaciuta la formula "sar il Presidente di tutti", perché chi la pronuncia sa che è una falsità più grossa di una casa! Ho sicuramente detto che sarò il Presidente dei Gruppi e dei Consiglieri che accetteranno la mia presidenza.
In questo anno, a più riprese, sono state richieste le mie dimissioni mi è stata manifestata la sfiducia e quant'altro, da vari Consiglieri.
Anche questo rientra nei rapporti tra maggioranza e opposizione; non mi scandalizzo e non mi sembra di aver mai fatto nessuna dichiarazione in tal senso, in veste di Presidente del Consiglio regionale, al di fuori delle mie competenze e delle mie possibilità.
Fortunatamente, elogio sempre la struttura del Consiglio regionale dalla dottoressa Jannelli a scendere. Perché essendo il Direttore generale del Consiglio regionale, cito lei per citare tutti i dipendenti e i funzionari che collaborano con lei costantemente e cercano di far funzionare al meglio questa macchina organizzativa legislativa.
Indubbiamente, non nascondo, come politico, che nel 2020 ci sia la necessità - e mi sembra che maggioranza e opposizione siano d'accordo anche nel breve dibattito - di mettere mano al Regolamento. Poi ci sono le sedi opportune dove uno o più Gruppi o un Consigliere depositeranno la proposta di modifica del Regolamento, come quelle sulla legge elettorale, ma quello sarà un altro inciso - ci sarà un dibattito più ampio per fare le valutazioni di merito caso per caso.
Perciò non entrerei nelle discussioni oggi ad agosto 2020, poich effettivamente nulla è ancora iscritto. Ci sono state delle intenzioni da parte di un Gruppo di maggioranza e io le ho espresse. Mi sembra che ci sia l'intera maggioranza e anche alcuni Gruppi di opposizione interessati a discutere sulle eventuali modifiche perché, come si è detto - e il Presidente Gallo l'ha citato più volte - chi oggi è minoranza domani pu essere maggioranza e viceversa. Non dico per l'alternanza costante, non la auspico e non la auguro a nessuno e spero che ci possa essere una condivisione d'intenti sulla modifica - com'è stato detto, anche se non mi piace - delle regole del gioco. Perché è un Regolamento e fin quando ci sarà questo Regolamento, cercherò di applicarlo al meglio, ma come avete visto più volte, è lacunoso, dato che è stato fatto in un momento storico differente da quello attuale. L'ultima modifica è del 2009 e sapete benissimo - soprattutto chi ha i capelli grigi - che è stata fatta con un compromesso particolare di alcuni Gruppi, che erano i Verdi e i Pensionati con l'allora maggioranza di centrosinistra. Perciò è evidente che è stata una forzatura di modifica regolamentare.
Oggi c'è la serenità per modificarlo in modo più ampio, come altre Regioni hanno fatto, in un Regolamento più moderno, più snello e più chiaro, evitando in futuro interpretazioni o male interpretazioni di una Presidenza rispetto a un'altra. Proviamoci, io sono disponibile, l'impegno l'ho messo e lo metto, e a domanda ben precisa "quando", ho risposto che non lo so, perché con questo Regolamento non c'è certezza per fare una dichiarazione dicendo che entra una legge e sapere quando esce. O c'è un accordo politico e c'è un compromesso, oppure non si può prescrivere e dire che uscirà, anche - come mal si è detto - abusando del Regolamento con il contingentamento o con il richiamo in Aula.
Con questo Regolamento, non c'è la possibilità di capire quando pu finire un iter legislativo in modo corretto. È evidente che ci si prova.
Sulla legge elettorale, auspico e vorrei evitare che il Governo utilizzi l'articolo 120 della Costituzione del potere sostitutivo, come sta effettuando in una Regione del nostro Paese. Ci sono state due legislature precedenti a questa in cui si è provato a modificare la legge elettorale e non si è riusciti, sicuramente per problemi politici, sicuramente perché il Regolamento non concede alla maggioranza di forzare la modifica di una legge elettorale o di forzare la conclusione di un iter legislativo. Perci o c'era allora, come non è avvenuto nelle due scorse legislature, la modifica elettorale, però vorrei trovare un dunque nelle modalità, com'è successo nella precedente modifica del Regolamento. Non è che possiamo pensare di non fare una cosa rispetto all'altra.
Sicuramente oggi, a distanza di dieci anni delle due legislature precedenti, la preferenza di genere, la rappresentanza territoriale e il listino sono due nodi ormai assorbiti e modificabili in pochi giorni o in pochi secondi, come ha osservato il Consigliere Ravetti. Proviamo a farlo e penso che l'attuale maggioranza sia ben disponibile, anche perché si vuole evitare proprio che il Governo metta in atto il potere sostitutivo a questo Ente legislativo. Perciò o ci si mette tutti oppure ci si mette, non ci sono altre condizioni.
È una forzatura della Presidenza del Consiglio abusare e cercare di portare a compimento la riforma elettorale? Accetto anche questa critica e si va avanti. Però io non trovo una negatività in una discussione di un'eventuale modifica futura con tempistiche non chiare, con un'incertezza più totale in una dichiarazione in una conferenza stampa all'interno di un Gruppo di un Consiglio regionale. Facciamo tutti politica, alcuni da più o meno anni di me, e non ho mai auspicato, accettando la Presidenza di questo Consiglio, di essere accettato dall'intero Consiglio regionale.
Non ho mai visto un Presidente di un'Aula consiliare o parlamentare essere accettato, soprattutto nella Seconda Repubblica, cosa differente dalla Prima Repubblica. Come sapete e potete insegnare a me, nella Prima Repubblica il Presidente del Consiglio era espressione delle opposizioni perciò era garante assoluto delle opposizioni, con un Regolamento che oggi ci portiamo dietro. Perciò le due cose sono differenti. O si riesce a ristabilire con questo Regolamento che il Presidente Consiglio è delle opposizioni, oppure si deve modernizzare il Regolamento. Questa è una situazione che dev'essere chiara e, come ho già spiegato più di una volta non ho intenzione di fare la tappezzeria in questa sala consiliare n sicuramente, di far fare la tappezzeria a nessun Consigliere e alla Giunta ma ho intenzione di cercare di dare risposte celeri alla popolazione piemontese che ha sempre necessità di velocità di risposte.
Ringrazio l'intero Consiglio, maggioranza e opposizione, che negli ultimi mesi ha potuto fare delle leggi, alle volte anche malamente, perch alcune sono state ricusate dalla Corte dei Conti o dal Governo.
Sicuramente, come si è sempre detto, se la legge fatta è veloce, si rischia anche di sbagliare. Però mi sembra che ci possa essere l'intenzione e la volontà, da parte di questa Giunta e di questa maggioranza, di rispondere in modo celere anche a eventuali modifiche che potranno avvenire sulla legislazione che questa maggioranza sta portando avanti. Con questo mi sembra, non dico di aver chiarito, ma espresso al meglio il mio pensiero.
Nel frattempo, faccio un inciso nei confronti del Vicepresidente Graglia. Lo ringrazio e lo saluto da parte di tutta la sala consiliare, dei Consiglieri, della Giunta e dei dipendenti del Consiglio regionale. Diamo a lui il bentornato in Aula: dopo la sua convalescenza, essendo di nuovo fra noi, potrà sicuramente dare il suo apporto.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Ci ha fatto spaventare abbastanza.
Oltre a questo, saluto Carlotta Preioni, figlia del Presidente Preioni neopapà.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Per quanto riguarda il punto 3) all'o.d.g. inerente a "Informativa della Giunta regionale sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi", l'Assessore Marrone ha comunicato che tale informativa dell'Assessore Chiorino si svolgerà alle ore 17.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, non capisco una cosa. L'Assessore è presente abbiamo fatto una Conferenza dei Capigruppo in cui l'abbiamo messo al primo punto all'o.d.g., quindi o chiedevate di fare un'inversione di punto all'o.d.g. oppure ci spiegate come mai l'Assessore non può intervenire adesso.
Così non funziona: c'è un o.d.g., con una precisa sequenza di argomenti da discutere.
Abbia pazienza!



PRESIDENTE

L'Assessore Marrone ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Confermo che l'informativa dell'Assessore Chiorino sarà resa nella seduta di oggi, così come concordato in Conferenza dei Capigruppo.
Rispetto all'originaria collocazione oraria nella seduta odierna, che ricordo essere unica (non sono due, una mattiniera e una pomeridiana) l'Assessore è disponibile a intervenire nel pomeriggio, verso le ore 17 perché al momento c'è una crisi aziendale che la costringerebbe ad interrompere la discussione e a non essere presente per tutta la durata del dibattito.
Ricordo che è una prassi abbastanza invalsa; l'importante, per quello che ci riguarda, è che venga mantenuto l'impegno - così è - di renderla all'interno della seduta odierna, come concordato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Io non ho capito a che titolo l'Assessore Marrone parla al posto dell'Assessore Chiorino, che mi pare sia dotata di voce. Inoltre, i rapporti col Consiglio non devono essere certo intermediati dall'ex Capogruppo Marrone, che non credo li commissari, né tantomeno decida cos'è bene per noi.
Presidente - lo ripeto - il rispetto nei suoi confronti non è solo sulla sua persona: è il rispetto del ruolo che lei ricopre. Non è possibile che ogni volta che prendiamo una decisione in Conferenza dei Capigruppo sia qui calpestata. E lo dico, sinceramente, perché neanche questa seduta doveva essere di fatto svolta, perché avevamo preso un accordo anche in tal senso. Peraltro, noi siamo tutti qua, nel senso che non siamo in vacanza per intenderci.
Volevamo svolgere questa mattina le Commissioni legislative che voi vi siete preclusi, come quella dell'Assessore Marnati: ve lo dico sinceramente, non ci sarà il nostro via libera. Ma perché continuate a non rispettare quelli che sono i patti.
Anzi, il Presidente ci ha tenuto a dire che questo Consiglio lo facevamo solo per rispondere a una mia richiesta di informativa, tra l'altro di mesi fa, sul comparto scuola, aggiornata sul tema soprattutto zero-sei, dicendo che si apriva con questa discussione e che avremmo dato lo spazio necessario per svolgere questo dibattito.
Bene, l'Assessore è lì. Se ci saranno degli intermezzi perché la chiameranno per altre questioni, non abbiamo mai mancato di rispetto a un Assessore che per motivi di lavori istituzionali o anche non istituzionali deve assentarsi dall'aula.
Le chiederei, Presidente, di mantenere però quello che è l'ordine dei lavori. Inoltre, le chiederei anche di non stravolgerlo più, perché abbiamo già discusso all'inizio di questa seduta, così come doveva essere la giornata.
Ora immagino - solo per chiarirci - che ci sarà quest'informativa e il relativo dibattito. Poi mi piacerebbe capire che cosa facciamo anche sulle carceri, per non avere altri strani e improvvisi cambiamenti di rotta.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Bruno Mellano, è già qui.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo in questa direzione. Avremmo dovuto ricevere l'informativa già mercoledì scorso, e non c'è stata. Abbiamo deciso comunque, di convocare questa seduta di Consiglio che poteva essere evitata, non fosse per il contenuto, vista la piega che sta prendendo. In ogni caso, si era detto che avremmo ricevuto l'informativa come primo punto all'o.d.g.
Dunque, o si chiedeva all'inizio di seduta una modifica dell'ordine dei lavori, oppure iniziamo ad ascoltare l'informativa e si apra il relativo dibattito.
Se poi l'Assessore si dovrà assentare, si sospenderà la trattazione e si riprenderà al suo ritorno.
Non mi sembra così impossibile come approccio ai lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Alle ore 11.45 devo essere in Assessorato per un incontro su una crisi aziendale. Francamente, iniziare alle 11.39 un'informativa, mi sembrerebbe.
Se volete, vi leggo la prima frase del mio intervento, poi mi stacco.
A me è stata chiesta la disponibilità per la giornata di oggi e l'ho data.
SACCO Sean (fuori microfono) Scusi, non abbiamo sentito.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Scusate, riprovo.
Dicevo che alle ore 11.45 devo essere in Assessorato. Iniziare adesso vuol dire darvi, sostanzialmente, un minuto d'informativa, per poi dovermi allontanare.
Mi è stata richiesta la disponibilità per la giornata di oggi. Avevo già annunciato la settimana scorsa che l'avrei effettuata. Non mi è stato richiesto un orario specifico, ma ho comunicato io, sulla base delle varie gestioni dell'Assessorato, che avrei dato la disponibilità per le ore 17 proprio per avere il tempo di fornire l'informativa completa.
Se poi riuscirò a essere qui prima, sarò ben contenta di fornirla prima.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Va bene, nel senso che ci siamo prolungati nella discussione sulle comunicazioni, quindi, oggettivamente, è passata un'ora e 45 minuti.
Possiamo invertire le informative. Credo che la relazione del Garante dei detenuti durerà un po', e successivamente si aprirà un dibattito.
Nel pomeriggio, appena rientrerà l'Assessore e riaprirà il Consiglio (15 o 15.30 in base alle normative sanitarie), potremo fare informativa subito, senza aspettare le ore 17.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, sospenderei questo punto e passerei alla trattazione del successivo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Relazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale sulla situazione delle carceri piemontesi


PRESIDENTE

Procediamo con la trattazione del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Relazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale sulla situazione delle carceri piemontesi".
Interrompiamo formalmente i lavori per dare spazio alla relazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte.
Terminata la relazione, la seduta sarà riaperta per il relativo dibattito.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 11.42)



PRESIDENTE

La parola all'Onorevole Bruno Mellano.



MELLANO Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

Grazie, Presidente.
Sono onorato e contentissimo di poter svolgere adesso, in questa sede questa breve relazione specifica sulla situazione delle carceri in Piemonte, facendo qualche focus sugli aspetti forse più di cronaca di questo periodo.
Comincio subito col dichiarare che siccome l'anno scorso la relazione annuale è stata presentata a settembre, confidavo, nel mese di agosto, di redigere la mia relazione annuale, che presenterò all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza a fine mese.



PRESIDENTE

Mi scuserà il Galante per l'interruzione.
Senza mancare di rispetto all'Aula, sarebbe meglio se svolgesse il suo intervento da seduto, per una migliore acustica. In effetti, il volume del microfono era un po' basso.
Prego, può proseguire.



MELLANO Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

Grazie, Presidente.
Dicevo che sono contento di poter svolgere questa relazione specifica sulla situazione delle carceri del Piemonte e credo che sia doveroso cominciare da un richiamo specifico rispetto alle modalità di lavoro dell'Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in rete con i Garanti comunali e con il Garante nazionale.
Sapete - lo ripeto in tutte le occasioni - che la Regione Piemonte è l'unica Regione che ha un Garante comunale per ogni città sede di carcere.
Questo permette anche all'Ufficio del Garante regionale di lavorare con più attenzione rispetto alle problematiche che arrivano dalle singole istituzioni dell'amministrazione penitenziaria, in rete con i territori e con gli enti territoriali competenti anche in quota parte per quanto riguarda il carcere.
Inoltre, dal 2016 è attivo l'Ufficio nazionale del Garante, che ha rispetto ai Garanti territoriali, molti poteri in più d'indagine e di acquisizione di materiale e documentazione, perché l'istituzione del Garante nazionale è una figura che fa riferimento anche a un quadro internazionale, in particolare rispetto al quadro del Consiglio d'Europa e al quadro dell'ONU, che quindi permette all'Ufficio nazionale e al Collegio nazionale del Garante di avere un potere di acquisizione di documenti e di informazioni molto più esteso ed efficace di quanto i Garanti territoriali regionali e comunali possono avere, in base all'articolo 67 dell'Ordinamento penitenziario, che permette le visite, come ai Consiglieri regionali e ai Deputati, senza nessuna autorizzazione preventiva e permette, in base agli articoli 17 e 18 sempre dell'Ordinamento penitenziario, di fare colloqui riservati e personali con quasi tutti i detenuti presenti nelle carceri italiane.
Questo quadro d'insieme per dire che in questa situazione e in questo periodo, ci siamo trovati ad affrontare alcune problematiche specifiche e alcune problematiche storiche. Quelle storiche sono il sovraffollamento e la mancanza di personale; due questioni che vanno indissolubilmente di pari passo nel nostro sistema dell'esecuzione penale in carcere, con un sistema un po' a fisarmonica (aumentano i numeri dei detenuti, poi scendono e poi aumentano).
Sostanzialmente noi abbiamo, da sempre e in modo sistematico, una non corrispondenza dei posti di detenzione con il numero dei detenuti. Prima dell'inizio della pandemia avevamo raggiunto oltre 61.000 detenuti, a livello italiano, per una capienza ordinaria che era, sulla carta, di 51.000 posti, ma sfrondata dei posti non disponibili per temporanea indisponibilità, scendeva a 47.000, quindi con una differenza di 14.000 posti a livello nazionale. Questo, anche a livello territoriale e regionale, si riproponeva.
Ho preparato una tabella che ho aggiornato in questi mesi: il 29 febbraio u.s. avevamo, nelle 13 carceri del Piemonte, 4.553 detenuti, pari al 121% di sovraffollamento, perché i posti disponibili erano 3.783, quindi con un 770 di posti mancanti, rispetto alla capienza ordinaria.
Su questa non mi dilungo ulteriormente, perché i dati sono pubblici e se non è già stato inoltrata, potrei far girare questa tabella che ha ripercorso i mesi e le settimane dell'emergenza COVID in carcere, anche seguendo la diminuzione che c'è stata di detenuti nelle carceri piemontesi.
A ieri, avevamo 4.202 detenuti, sempre su 3.783 posti sulla carta.
In questo momento abbiamo, sui dati che mi ha confermato ancora stamattina, dal Provveditorato regionale, l'Amministrazione penitenziaria circa 248 camere di pernottamento celle che non sono utilizzabili per motivi temporanei di lavori di ristrutturazione, che corrispondono a 510 posti non disponibili, la capienza di un carcere medio-grande. Questo la dice lunga sulla difficoltà che le amministrazioni, l'amministrazione penitenziaria in primo luogo, ha nel gestire le varie problematiche che si affollano al carcere.
L'ho scritto in varie note e in vari comunicati che ho fatto in questo periodo di emergenza COVID, quando è scoppiata l'emergenza e in alcune zone d'Italia, per fortuna solo blandamente in Piemonte, delle rivolte. In Piemonte sono arrivati oltre 220 detenuti da altre carceri che erano state in parte devastate (occorre proprio usare questa parola). Sono stati spostati, nel nostro circuito penitenziario, un numero rilevante di detenuti, impedendo all'Amministrazione penitenziaria di gestire con lungimiranza e con capacità gli spazi per permettere le separazioni, il distanziamento e le dinamiche sanitarie collegate all'emergenza COVID.
Questo ha sicuramente condizionato il clima di alcuni istituti e ha fatto registrare delle tensioni (a Torino e ad Alessandria).
Complessivamente occorre segnalare che, rispetto ad altre Regioni anche limitrofe, la situazione è stata gestita con capacità e con lungimiranza anche proprio di un dialogo fra le direzioni, i comandanti e la popolazione detenuta, nello spiegare le difficoltà che l'Amministrazione si è trovata a gestire. Nonostante questo, il Piemonte ha registrato, nella pandemia del COVID-19, un numero di positivi molto rilevante. Si calcola, a livello italiano, 287 detenuti positivi; oltre un terzo erano nelle carceri piemontesi, in particolare a Torino, Saluzzo e Alessandria (Casa Circondariale Don Soria), gestite con emergenza e con difficoltà, ma gestite superando questa crisi.
Volevo farvi questo panorama perché il numero delle stanze da riattare e i posti da recuperare fanno il pendant con le iniziative che gli ultimi Governi hanno rilanciato sull'edilizia penitenziaria, che tocca anche la Regione Piemonte, e che hanno previsto, nel carcere di Asti, la costruzione di un nuovo padiglione detentivo, e hanno previsto la trasformazione di un'ex caserma abbandonata a Casale Monferrato in nuova struttura penitenziaria.
I tempi sul carcere di Asti potrebbero essere relativamente brevi. Per quanto riguarda la caserma di Casale Monferrato, potrebbero essere un po' più lunghi, ma nel frattempo - l'ho segnalato in tutte le mie relazioni ufficiali e nelle interlocuzioni con il DAP, con il PRAP e con l'Amministrazione penitenziaria - c'è da recuperare immediatamente il carcere di Alba, di cui abbiamo già più volte parlato in quest'Aula, che è ancora al punto di partenza per un restauro legato al rifacimento dell'impianto di acqua potabile, di acqua per il riscaldamento che è ancora in fase di partenza, e il carcere di Cuneo, dove un intero padiglione, e metà del padiglione del 41 bis, attendono da anni un ripristino che ne permetta il riutilizzo.
Questo vuol dire, per esempio, che ad Alba abbiamo 91 camere soggette a lavori e 196 posti temporaneamente non disponibili, e a Cuneo 98 camere e 192 posti temporaneamente non disponibili. Sostanzialmente, due padiglioni dell'ultima generazione hanno una capienza di questo tipo.
Il personale.
In questa fase abbiamo avuta molta attenzione ai detenuti a rischio emergenza COVID, ma indubbiamente le difficoltà vissute dalla comunità penitenziaria hanno riguardato anche il personale attivo nelle carceri piemontesi, sia dal punto di vista degli agenti di polizia penitenziaria sia dal punto di vista degli amministrativi e anche degli organi apicali.
Abbiamo registrato, per fortuna in Piemonte, non dei decessi e, anche nella popolazione degli operatori, un numero significativo, ma non facilmente almeno non per il Garante, identificabile come un numero preciso, perch sono informazioni legate alla privacy, quindi non siamo riusciti a raggiungere un numero preciso, ma, a livello italiano, oltre 200 agenti di polizia penitenziaria sono stati positivi al COVID e in Piemonte anche alcune persone della sanità penitenziaria, con anche un decesso del dottore che seguiva sia un laboratorio esterno sia il presidio sanitario dentro il carcere di Alba.
Pertanto, un'attenzione abbastanza significativa, in questo periodo rispetto alle difficoltà dell'amministrazione penitenziaria, che sicuramente ha visto anche svilupparsi un'azione che in questi anni è stata legata, su vari fronti e con varie iniziative, alla dinamica della vita interna al carcere e alle denunce che sono arrivate anche all'attenzione dell'ufficio del Garante regionale, sulle dinamiche di vita interna al carcere.
Nel 2016, si è parlato molto dei casi relativi a Ivrea. Ricordo che, su Ivrea, le notizie di stampa avevano confermato quello che già sapevamo: erano stati aperti dei fascicoli su casi specifici di denunce di presunte violenze (ovviamente, occorre usare il condizionale). Le indagini sono andate avanti e so che in questi giorni gli avvocati difensori di alcuni detenuti coinvolti in quelle dinamiche hanno chiesto l'avocazione da parte del Procuratore generale della giustizia, il Procuratore generale di Torino, dei fascicoli che da mesi sono sul tavolo della Procura di Ivrea.
Invece, come sapete, perché su questo le informazioni si sono susseguite in modo anche spasmodico e molto ficcante, io stesso, come le altre persone coinvolte o interessate al tema, siamo costretti a inseguire le informazioni che giungono sui giornali.
Sappiamo che c'è stata un'indagine sulle questioni delle dinamiche dentro il carcere di Torino che hanno, dapprima, portato all'apertura di un'inchiesta e, poi, alla chiusura dell'inchiesta e alla formalizzazione di alcuni capi d'imputazione. Quindi, adesso si aprirà una fase di processo e di dinamica di verifica delle denunce emerse. Quello che credo sia importantissimo segnalare e sottolineare è una serie di segnalazioni arrivate da varie persone attive dentro la comunità penitenziaria piemontese, non ultima anche la Garante comunale di Torino e l'Ufficio del Collegio nazionale del Garante, che, con una serie di relazioni, prima, e raccolta di informazioni, poi, ed anche con un esposto formale hanno contribuito ad accendere un faro su una serie di situazioni critiche che sono state indagate e verificate (questo lo voglio segnalare) dal NIC, il Nucleo Investigativo Centrale dell'Amministrazione penitenziaria, gestito dalla Polizia penitenziaria. Pertanto, al di là di segnalazioni puntuali o di raccolta di informazioni e verifiche di vari soggetti, le indagini sono state condotte dal NIC e hanno portato alla chiusura delle indagini lunedì scorso, con la formalizzazione di una serie di capi d'imputazione e l'apertura di una fase processuale.
Su questa base, credo giustamente, per opportunità e anche per permettere poi ai soggetti coinvolti di meglio difendersi, meglio articolare la difesa o chiarire al massimo i propri livelli di responsabilità negli episodi specifici, l'Amministrazione penitenziaria ha scelto di sostituire il Direttore del carcere di Torino, spostandolo ad altri ruoli all'interno dell'Amministrazione stessa, e spostare, come ambito lavorativo, il Comandante. Le notizie, che - ripeto - sono sulla stampa, parlano di 25 persone imputate: i due vertici apicali, Direttore e Comandante, due esponenti del sindacato di Polizia penitenziaria e 21 agenti, peraltro anche, in molti casi, persone giovani e molto giovani.
Sui casi specifici, capirete che è difficile parlare e intervenire anche perché, per quanto mi riguarda, sono stato coinvolto direttamente dalla Garante comunale, Monica Cristina Gallo, che, quando aveva raccolto più che un clima, delle informazioni specifiche e delle denunce concrete ha coinvolto anche me nell'andare ad ascoltare e raccogliere, come facciamo sempre, in colloqui riservati personali il racconto, la testimonianza, la denuncia di alcune persone coinvolte. Nel coordinamento fra Garante comunale, Garante regionale e Garante nazionale si è poi arrivati alla formalizzazione di due relazioni scritte da parte della Garante comunale inviate all'attenzione del Garante regionale e del Garante nazionale e, per decisione condivisa, si è scelto di portare all'attenzione della Procura della Repubblica quelle relazioni affinché potessero essere verificate.
Due giorni successivi alla presentazione di quelle relazioni, il Garante nazionale, Mauro Palma, e il membro del Collegio del Garante nazionale, Emilia Rossi, hanno formalizzato in un esposto alcuni dati che erano nelle nostre segnalazioni, nelle segnalazioni raccolte dai Garanti territoriali, e arricchite. Questo ho visto che è uscito anche sui giornali, però ve lo voglio riversare come elemento di valutazione, perch permettetemi la battuta - in carcere ovviamente sono tutti innocenti e sono tutti vittime. In molti casi, non è vero; in alcuni casi, è vero ed è anche compito e delicatezza del ruolo del Garante riuscire a discernere la problematica strumentale, l'esagerazione o l'elemento di disturbo da dinamiche che abbiano, invece, un peso e una valenza forte o drammatica.
Devo dire che, partecipando alla fase istruttoria di questo lavoro di verifica, di dialogo con l'Amministrazione, di confronto con il Direttore con il Provveditore, con il personale non solo di Polizia penitenziaria, ma anche medico e degli operatori del volontariato che entra in carcere, mi aveva molto colpito un aspetto che è stato poi riportato nell'esposto formale del Garante nazionale, che segnalava come, dal 1° gennaio 2018 a fine settembre 2018, nel carcere di Torino si fossero registrati attraverso un applicativo di controllo che l'Amministrazione penitenziaria ha e che usa per controllare le dinamiche degli eventi critici, 166 incidenti, infortuni accidentali, non legati allo sport, non legati all'attività lavorativa e molti di questi 166 erano nello stesso padiglione, nella stessa area.
Accanto a questi puntuali resoconti fatti ovviamente anche dai medici che avevano refertato le varie persone che si presentavano per cure o per verifiche sanitarie, molte spiegazioni su come si fossero fatti male erano di una linearità straordinaria: persona che dichiarava di avere i denti rotti, perché, mangiando l'insalata, si era rotta i denti; persona che aveva delle tumefazioni sul collo e sul naso, perché, dormendo, si era fatta male con la catenina e il crocifisso che aveva al collo; persona che giocando al solitario, era caduta dallo sgabello e si era fatta un significativo taglio alla testa.
Dico questo non per colpire o per fare.
Però io ne sono stato colpito e i numeri, a mio avviso, hanno espresso il senso della necessità di una verifica.
Quello che m'interessa di più in questa relazione con il Consiglio, su cui, davvero, vorrei chiedere la vostra attenzione, l'attenzione della Giunta e del Consiglio regionale, è il ruolo della sanità penitenziaria.
Sono sempre stato convinto che la riforma che ormai ha 12 anni (risale al 2008), che faceva passare la responsabilità della sanità penitenziaria dal Ministero di Giustizia al Ministero della Sanità, e quindi al Sistema Sanitario Nazionale, e quindi al Sistema Sanitario Regionale, doveva essere la premessa di un gioco di squadra, che, su diverse responsabilità permettesse un'interlocuzione diversa nelle carceri; "diversa" nel senso che ciascuno, nella propria responsabilità, nei propri compiti e nei propri limiti di ruolo, doveva però sapere, in qualche modo, che c'era qualcun altro che interveniva sullo stesso soggetto, con una responsabilità uguale e ugualmente forte, che permettesse quindi un confronto e una verifica chiara e trasparente rispetto alle dinamiche di un luogo chiuso, che è sicuramente molto più aperto rispetto al passato (abbiamo tantissimi volontari, è prevista la formazione, la scuola, il lavoro, i Garanti che entrano in carcere e quant'altro), ma sul quale insistono delle dinamiche che sono classiche dei luoghi chiusi. A metà pomeriggio, di fatto, il carcere si chiude e fino alla mattina dopo all'interno delle sezioni in molti casi rimane solo un agente, o pochi agenti, insieme a dinamiche fatte di tensione e di violenza.
Non sono qui a negare l'esistenza reale di un clima di aggressione e di violenza anche rispetto alla Polizia penitenziaria, che svolge questo delicato compito quotidiano nelle sezioni e nei luoghi chiusi, soprattutto in momenti di solitudine, di disperazione e, magari, di non lucidità che spesso possono cogliere il detenuto, laddove spesso sono persone marginali con problematiche sociali, psicologiche e psichiatriche.
È importante che il Consiglio regionale e la Giunta possano, in qualche modo, rinnovare un'attenzione forte rispetto a una responsabilità specifica, che è quella del presidio sanitario dentro il carcere, della verifica quotidiana di che cosa succede e del rafforzamento della risposta che la comunità dà dentro il carcere. Forse, è l'unico modo per costruire un carcere diverso, che permetta, anche al peggiore dei detenuti, di avere un'esecuzione della pena dignitosa e corretta; ma che permetta anche agli operatori penitenziari, educatori e assistenti sociali e sanitari, di svolgere il loro compito con tranquillità, con responsabilità, ma anche con efficacia.
Visti i dati di cronaca, con la chiusura di quest'indagine, su cui da garantista, ovviamente, auspico la maggiore e più tempestiva chiarezza e la maggiore e più tempestiva chiusura di una fase dibattimentale, che porti poi, a individuare le eventuali responsabilità e a risolvere la situazione a vantaggio e a interesse collettivo, per superare questo clima, che non è ovviamente positivo in questo momento, ma che comunque è un clima che dev'essere affrontato e guardato direttamente con consapevolezza.
Perché l'emergenza COVID, l'emergenza sovraffollamento, la difficoltà del periodo storico e, quindi, delle occasioni di reinserimento e di recupero del detenuto, la difficoltà del personale, la mancanza di educatori e di assistenti sociali, dei ruoli intermedi della Polizia penitenziaria, che ci segnalano in continuazione la loro difficoltà organizzativa, secondo me investe ulteriormente la Regione e gli Enti locali su una dinamica che non può essere e che non è giusto che sia tutta penitenziaria.
Credo che ci sia una responsabilità e una difficoltà che dev'essere giocata assieme. Con questo chiudo.
Ho sottolineato più volte che l'Amministrazione penitenziaria dev'essere affiancata dall'Ente locale, dalla Regione in primo luogo.
Perché se l'Amministrazione penitenziaria risponde soltanto alle proprie importanti e prioritarie esigenze, senza però verificare quale ricaduta hanno sul territorio quelle scelte, ci troviamo - pongo un esempio classico il Comune di Asti arrabbiato nero perché l'Amministrazione penitenziaria decide di costruire un padiglione penitenziario senza dirglielo; un carcere come quello di Cuneo, che è mezzo vuoto, nonostante sia il carcere più vicino a un presidio sanitario e che avrebbe la vocazione di essere il più importante fra i presidi penitenziari legati alla sanità; un carcere come quello di Alba, che, a sei anni dalla corretta chiusura per epidemia da legionellosi, sul quale non abbiamo ancora la prospettiva di un inizio lavori; una casa-lavoro che dovrebbe essere una struttura per gli internati a fine pena, per il reinserimento sociale di persone che hanno concluso la pena ma su cui c'è ancora un dubbio di pericolosità sociale, che sono stati messi in un pezzo di carcere di Biella, dove non c'è né la casa, né il lavoro, ma tantissime difficoltà gestionali per il carcere (è uno dei carceri grandi e problematici del Piemonte).
La necessità di un confronto, di un raffronto e di una vicinanza secondo me è quanto ci chiede l'Amministrazione penitenziaria.
Personalmente, come Garante, penso di poter essere qui il portavoce di una richiesta di vicinanza, di aiuto, di condivisione di progetti che portano a un'attenzione nuova rispetto all'esecuzione penale.
C'è un vecchio direttore di carcere, un uomo di una cultura molto lontana della mia, che però, in modo molto efficace, ha sempre detto: "Si parlava tanto di esecuzione penale volta al trattamento, in un momento in cui si è fatto l'ordinamento penitenziario nel 1975, e avevamo un numero insufficiente ma decoroso di educatori. Adesso abbiamo una serie di norme (1975, 1982, 1987, eccetera) tutte volte al recupero del trattamento, e in un carcere come quello di Torino abbiamo un direttore che è da solo, 14 educatori e quasi 1.500 detenuti, su una capienza di 1.000".
Questo non giustifica le difficoltà che abbiamo riscontrato e le responsabilità che eventualmente saranno riscontrate, però sono la premessa per una comprensione del disagio.
Grazie.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Onorevole Bruno Mellano.
In particolare, lo ringrazio per la stima e l'amicizia che da tempo ci lega, e per tutto l'entusiasmo che da anni mette nel suo lavoro.
Grazie a nome di tutti.



(Il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale termina la sua relazione alle ore 12.13)



(La seduta riprende alle ore 12.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Onorevole Mellano per la sua relazione, come sempre precisa ed esaustiva. "Esaustiva" in realtà è un eufemismo, perché dovremmo avere intere giornate a disposizione per approfondire tutti gli aspetti legati a questo tema, che, come il Garante sa, mi sta molto a cuore.
Il carcere è una realtà che, nel momento in cui si conosce, non si riesce più a togliersela dalla testa: quando si varca l'ingresso di una struttura penitenziaria e si entra in contatto con quella realtà ci si rende conto di quanto sia importante approfondirla e di quanto sarebbe importante intervenire per cercare, nei limiti del possibile, di migliorarla per rendere quelle strutture più umane e degne di una società civile. Invece molto spesso ci si comporta come se quella realtà non ci appartenesse e non fosse degna di considerazione, perché ospita delle persone che hanno sbagliato e che si ritiene meritino di vivere in certe condizioni.
Avrei soltanto qualche domanda rispetto all'intervento appena svolto dall'Onorevole Mellano quando citava il caso di Ivrea. È un caso che ho conosciuto da vicino nella scorsa legislatura, perché dopo che sono successi i fatti all'interno della struttura, ero andata in sopralluogo e avevo avuto modo di parlare con i detenuti. E ricordo ancora la rigidità e la paura di queste persone nel momento in cui facevo delle domande rispetto ai fatti. Loro stessi, nel raccontare, dicevano delle cose inverosimili probabilmente perché accanto a me c'erano le guardie carcerarie che mi accompagnavano. Quando avevo chiesto loro come si fossero procurati i lividi sul viso, mi avevano detto "sono caduto". In realtà, sappiamo che le indagini hanno portato alla luce un'altra realtà e apprendo oggi che ancora adesso non si sia arrivati alla conclusione di quella vicenda e non si sia fatta piena luce e piena giustizia rispetto ai fatti.
Tra l'altro, durante ripetuti sopralluoghi che ho effettuato nel carcere di Torino, parlando con i detenuti c'è sempre quella sensazione del "non detto". Quando ci si avvicina a un carcerato e si chiede come si trovi che è un'espressione non adatta - o come si svolgano le sue giornate all'interno del carcere, c'è sempre quel "non detto" rispetto soprattutto alle situazioni notturne. Infatti, sappiamo che è di notte che si svolgono normalmente i fatti.
Poi ci sono delle notizie che girano all'interno della struttura, dei nomi che non si osano fare, perché ci sono delle figure tra gli operatori di polizia che sono ben noti per i loro comportamenti, ma sono nomi che non si hanno mai il coraggio di fare e che speriamo adesso siano finalmente messi nero su bianco, in seguito alle indagini che si sono aperte e che hanno coinvolto anche il Direttore dal carcere, che ho conosciuto come persona molto sensibile e molto attenta alla situazione dei detenuti.
Quindi, mi auguro che si riesca a fare piena chiarezza sul suo operato.
L'altro aspetto che volevo approfondire è relativo al periodo COVID.
Sapevo di qualche difficoltà rispetto ad alcuni detenuti che avrebbero potuto scontare la pena durante il periodo COVID in regime di semilibertà o in regime di domiciliari, ma c'era un problema di domicilio, perché erano persone che provenivano da un'altra città e stavano scontando la loro pena nelle carceri piemontesi. Pertanto, non si sapeva come risolvere queste situazioni e in quale luogo consentire a queste persone di essere trasferite durante il periodo di emergenza sanitaria. Vorrei capire se quell'aspetto sia stato risolto e come.
Inoltre, vorrei sapere se l'Onorevole Mellano sia a conoscenza di un problema di trasporto di detenuti positivi nelle loro abitazioni, trasporto svolto con i mezzi della polizia. Questa mia domanda deriva da un comunicato dei sindacati di polizia che hanno riferito che alcuni detenuti sarebbero stati trasportati proprio utilizzando i mezzi della polizia quindi mezzi assolutamente non adeguati e incapaci anche di tutelare i poliziotti, ovvero le persone che materialmente dovevano trasportare queste persone positive al COVID. Vorrei capire se questa denuncia da parte del sindacato di polizia abbia avuto riscontro ed eventualmente seguito.
Avrei delle domande anche rispetto alla situazione di alcune persone che si trovano in carcere, ma che probabilmente non dovrebbero trovarsi in quel luogo. In una delle ultime visite che ho svolto in carcere nella sezione femminile dei nuovi giunti, ricordo che, entrando, ho notato intanto un monitor con una telecamera fissa su una cella. In questa cella era rinchiusa una ragazza che aveva avuto dei problemi con il personale della polizia, perché aveva avuto una reazione piuttosto violenta verso un'operatrice e l'aveva ferita a una mano, se non ricordo male; quindi, era sotto sorveglianza costante. Quando ho chiesto notizie rispetto a questa persona, mi è stato detto che era una persona con problemi psichiatrici.
Pare poi che queste persone con problemi psichiatrici siano, almeno per quello che riguarda la sezione femminile e i nuovi giunti, tenute in quelle prime celle, sotto osservazione costante, tra l'altro senza indumenti addosso. Mi ricordo che quella ragazza poi aveva ricevuto una coperta giusto per coprirsi perché faceva freddo e non aveva null'altro in cella proprio per timore che si ferisse.
La domanda è la seguente. Rispetto a persone che hanno problemi di tipo psichiatrico, come quella ragazza - che poi mi risulta essere stata trasferita in altro penitenziario, quindi continuiamo a spostare il problema in altre strutture che probabilmente non sono adeguate ad accogliere casi di questo tipo - chiedo all'Onorevole Mellano se mi conferma che il trattamento riservato alle persone cui vengono riconosciuti disturbi psichiatrici sia effettivamente quello all'interno del carcere. E mi collego a questa mia prima domanda per chiedere se si è in possesso di dati rispetto all'utilizzo di psicofarmaci all'interno delle mura carcerarie, perché mi risulta che sia un problema piuttosto diffuso, ma rispetto a cui non abbiamo dati precisi.
In chiusura, un'ultima domanda. Avevo visitato principalmente le sezioni maschili del carcere e solo recentemente ho conosciuto la realtà della sezione femminile, ma ho scoperto che in questa sezione non esiste o almeno non mi risulta esistere - una parte adeguata e adatta, ad esempio a seguire tutti gli aspetti sanitari delle donne recluse e nemmeno una parte dedicata agli studi universitari, cosa che, invece, è presente nella sezione maschile. Quando ho fatto delle domande alle persone che mi hanno accompagnato nei sopralluoghi, mi è stato risposto: "È una questione di numeri. Siccome gli uomini sono di più, hanno possibilità di incrementare più servizi, incluso quella di una sezione universitaria ben organizzata con possibilità di interagire con i professori". Invece ho parlato con una persona reclusa, che ha appena iniziato gli studi universitari, e mi diceva che, ad esempio, durante il periodo COVID non ha più potuto nemmeno interagire con i professori e non ha nemmeno possibilità di seguire le lezioni a distanza.
Volevo capire quale fosse l'origine di questa disparità, e con questo concludo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani e raccogliamo le domande, alle quali l'Onorevole Mellano risponderà.
Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei ringraziare l'Onorevole Bruno Mellano per la sua relazione, che dà prova della cura, della solerzia e della perizia con cui anche quest'anno come nei precedenti, ha seguito la situazione delle carceri piemontesi. E la relazione accurata che abbiamo ascoltato va anche a riprova dell'importanza dell'istituzione del Garante, sia a livello regionale sia a livello comunale. Io non sapevo - l'ho ascoltato poco fa che la Regione Piemonte fosse l'unica in Italia ad avere un Garante comunale in tutte le città sedi di carcere. Credo che questo sia un merito del nostro territorio e lo ha dimostrato anche il contributo dato dalla Garante comunale della Città di Torino, Monica Cristina Gallo, nella recente vicenda che il processo andrà ad accertare.
Sicuramente su questa vicenda non possiamo esprimerci, perché sarebbe prematuro, ma lo stesso Garante ha detto che il clima che si vive spesso nelle carceri, anche in quelle piemontesi, è un clima segnato dalla violenza, segnato dalla tensione e segnato da un'aggressività strisciante.
Alla radice di questo clima sicuramente ci sono i problemi strutturali e atavici, quelli del sovraffollamento e della carenza di personale, dei vari professionisti che costituiscono la comunità carceraria, quindi non soltanto la Polizia penitenziaria, ma anche gli educatori e gli assistenti sociali e le altre figure di supporto.
È chiaro che, fin quando lo Stato non interverrà in maniera determinante per sanare queste piaghe storiche, questo clima strisciante non potrà essere risolto e quindi, quando si ripresenteranno eventi imprevisti come un'epidemia, di sicuro questo clima non potrà che essere aggravato.
A me preme sottolineare che il carcere, per quanto sia una realtà di cui si parla troppo poco e di cui ci siamo anche occupati troppo poco durante l'epidemia, non è un'area soggetta a un'extraterritorialità. È un'area in cui lo Stato c'è ed è un'area in cui, come ci ricordava secoli fa Voltaire, si dimostra il grado di civiltà di un Paese. È lì, è nelle carceri che emerge se c'è, uno stato di diritto sia perché nelle carceri si permette di scontare una pena sia perché le condizioni di vita di quella comunità - di chi ci lavora nei diversi ruoli e di chi, in quel luogo sconta la pena - devono essere dignitose in uno Stato di diritto. Sia chi sconta una pena sia chi lavora lì è una persona.
Noi attenderemo con ansia l'esito di questo processo, ma lo faremo non tanto per un giustizialismo fine a sé stesso, ma perché tutti noi, in particolare noi che abbiamo un incarico pubblico, abbiamo una responsabilità precisa anche su quei luoghi, anche sulle carceri. In particolare noi, che siamo Consiglieri regionali e che quindi in questo ente dobbiamo esercitare in particolare una delega sulla materia sanitaria dovremmo occuparci maggiormente delle condizioni di salute di chi, in quei luoghi, vive e lavora.
Avanzo due proposte. Innanzitutto quella di audire in modo specifico il Garante in IV Commissione consiliare. Oggi non vedo presente il Presidente della Commissione, il Consigliere Stecco, ma non credo ci saranno obiezioni. Penso che dovremmo approfondire la situazione sanitaria delle 13 carceri del Piemonte che, ricordiamo, sono monitorate e sono sotto il controllo e l'operatività delle nostre ASL, quindi sono a diretto riporto della Regione.
Tuttavia, in seconda battuta, chiederei già oggi al Garante di darci qualche chiarimento su quali sono le misure di prevenzione che sono state prese in vista di un'eventuale seconda ondata epidemiologica. Per fortuna stiamo parlando molto degli atti preparatori e della riapertura delle scuole e di altre strutture, ma delle carceri si sa molto poco.
Se il Garante già oggi può darci qualche rassicurazione, gliene saremo grati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio anch'io l'Onorevole Mellano per il lavoro indefesso e per l'attenzione, la sensibilità e anche sempre il giusto equilibrio nel porre le questioni.
Credo che, come ci diceva già lo scorso anno, uno dei grandi temi che continuiamo ad avere alle spalle è quello di un sovraffollamento che non è mai finito nelle oltre 190 carceri italiane. Anzi, è tornato senza essere mai andato via del tutto.
Ed è un dato riconosciuto purtroppo dalla politica, dalla stessa Amministrazione penitenziaria, dal Ministero della Giustizia come un dato che è in costante crescita o ha degli alti e bassi secondo alcuni picchi o nel caso per esempio del COVID, di alcune giuste misure per alleggerire la situazione. Su questo, tra l'altro, sulla vicenda COVID, sarebbe bene che le parole del nostro Garante fossero poi scritte all'interno di quella relazione che ci presenterà in autunno e inserite all'interno del contesto più importante della Commissione d'indagine e conoscitiva per capire cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato non solo durante il lockdown ma, in generale, in uno di quei luoghi così sensibili e così difficili da proteggere come sono le nostre case circondariali.
Mi piacerebbe parlare di tante cose ma, ogni volta che andiamo in una delle carceri piemontesi, penso quanto sia difficile l'inserimento di molti detenuti, spesso "strapiantati" sia da percorsi di reinserimento sia da soprattutto per via dello sfollamento, altri grandi luoghi e altre grandi case circondariali. Penso a quanto sia difficile soprattutto anche solo farli rientrare in un percorso carcerario. Penso a quella parte consistente di detenuti che provengono da situazioni di emarginazione sociale o stranieri e che non possono accedere facilmente alle misure alternative non avendo né una sistemazione stabile né una rete familiare all'esterno. Penso a quanto questa vicenda pregiudichi ancora di più tutto quando quelle poche relazioni vengono interrotte se si ha sede in un carcere a Genova e, a un certo punto, si arriva in un carcere a Ivrea, a Biella piuttosto che in un altro carcere e tutto ricomincia da capo.
Mi piacerebbe parlare delle soluzioni al sovraffollamento. Non ci pare che possa essere la mera costruzione di nuove carceri, come spesso ci dicono i Garanti, che ci ricordano che la soluzione non è la conversione di vecchie caserme o di edifici dismessi ma, piuttosto, l'implementazione delle pene alternative, utili anche ad abbattere le recidive e, più in generale, l'estensione di utilizzo di misure già esistenti, come la messa alla prova lasciando al carcere la funzione di extrema ratio.
Tuttavia, fatemi dire che questa è una sessione straordinaria, non credo che sia la relazione annuale del Garante in cui possiamo entrare dentro a piene mani per parlare anche dei nostri compiti, che non sono solo quelli d'inserimento lavorativo piuttosto che il giusto monitoraggio, per esempio, delle cure mediche e, soprattutto, dell'abuso di psicofarmaci che spesso ci fa capire le reali condizioni di quei luoghi.
Abbiamo letto sui giornali alcuni titoli che credo abbiano scosso l'opinione pubblica (ma purtroppo solo per qualche ora): "Torture in carcere, choc a Torino: detenuti picchiati tra le risate". Dall'altra i titoli di Piacenza che ci parlano di caserme degli orrori.
Questa inchiesta che scuote il carcere Lorusso e Cutugno racconta, come ci diceva il Garante Mellano, quelli che, se confermati, sono gli orrori che sono avvenuto tra marzo 2017 e settembre 2019 e che si sarebbero consumati nei corridoi, nelle celle e negli spazi comuni dell'istituto sempre definiti diversamente nelle ricostruzioni ufficiali.
Fatemi dire che, quando parliamo di pubblici ufficiali implicati in reati in stile Gomorra, così come abbiamo letto su tanti giornali o nello stile dei peggiori film che abbiamo visto negli anni sulle condizioni carcerarie, è evidente che un'emergenza non c'è solo dall'altra parte dell'oceano.
Fatemi dire, da persona che è stata vent'anni fa a Genova, che è ora di aprire una seria discussione su che cos'è l'abuso di potere in una caserma o in un carcere. Per me, è sempre e soltanto la sospensione dello Stato di diritto. Credo ci sia poco da girare attorno.
Ringrazio uno a uno il personale della Polizia penitenziaria perch come si ricorda negli ultimi passaggi dell'Enciclica del Papa, anche loro sono dei detenuti, così come lo sono gli educatori e i medici, quindi anche loro subiscono la pressione di quei luoghi spesso poco sicuri e che spesso che portano frustrazione.
Se, da una parte, ringrazio ogni poliziotto che ha svolto nel modo migliore il suo ruolo, e che ha addirittura denunciato, ha fatto parte anche di quelle indagini, indagini che sono state - immagino difficilissime dentro un carcere complesso come il "Lorusso Cotugno" fatemi dire che qualsiasi sarà la soluzione di questo lungo processo, quei fatti sono ignobili e vanno, non tanto puniti solo con il ricorso al carcere, ma di sicuro con la rimozione da quell'incarico.
Anch'io, come diceva la Consigliera Frediani, ho conosciuto il Direttore e il capo della Polizia penitenziaria; mi auguro che siano estranei ai fatti contestati. L'abbiamo detto con lo stesso garantismo: restare al proprio posto e rimanere Direttore del carcere e Comandante della Polizia penitenziaria durante un processo così delicato e importante che interessa accuse così pesanti, sarebbe stata una scelta davvero incomprensibile.
Per questi motivi, siamo stati purtroppo fra gli unici a formulare la richiesta di commissariamento dei vertici del "Lorusso e Cutugno" e ringraziamo il dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria che ha ascoltato il nostro appello.
In questo momento, il compito di tutti noi dev'essere quello di contribuire a rendere le pareti di quelle carceri sane, e lo dico soprattutto al mio amico e compagno, oggi Sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis. Lui conosce bene quelle mura; conosce benissimo la muffa le stalattiti che ci sono fuori; conosce bene quella che è già la situazione di degrado generale delle carceri costruite in un periodo storico ben chiaro del nostro Paese. Vorrei che v'immergeste una volta come abbiamo fatto noi tante volte, dentro "Il Sestante" di Torino, dove quella muffa e quelle stalattiti si uniscono all'odore di "piscio" che c'è perché quelle celle non possono avere un bagno separato.
Perché non possono avere, secondo chi guida quel carcere, un bagno separato? Perché quelle persone, essendo malate psichiatriche, rischiano di far male a loro stesse e di non essere prese nel tempo utile. Questo viene detto.
Devo dire, però, che ci dev'essere una soluzione.
Fa venire i brividi la ricostruzione del fatto che alcune persone muoiono dentro un carcere perché alcuni poliziotti stanno guardando la partita Juve-Milan. Fa venire i brividi! Così come fa venire i brividi che ancora oggi non si possa fare la pipì da soli perché bisogna essere anche lì controllati. Ci sono soluzioni alternative; esistono quei dispositivi che vediamo che adesso ci riprendono. Ci sarà una soluzione intermedia fra il rispetto dei diritti essenziali e la sicurezza in quei luoghi.
Presidente, se ho ancora qualche secondo (mi dispiace se ho sforato però è una vicenda che prende parte della mia attività, ma anche di quella che è una sensibilità mia personale da figlio di un'assistente sociale che ha lavorato per tutta la sua vita in un carcere), fatemi dire che senza educatori, senza quel lavoro d'intermediazione della società civile, anche quella Polizia penitenziaria è più fragile. Se non ci sono abbastanza misure alternative, se non c'è abbastanza lavoro per tutti, se non c'è la possibilità di fare quel giusto lavoro di vigilanza attiva, quei luoghi diventano meno trasparenti, più fragili e più insicuri.
Tutto questo non c'entra niente con gli abusi, perché niente pu giustificare quegli abusi, neanche le situazioni così brutte e difficili che le nostre carceri vivono ogni giorno. Dovremmo mettere al centro la riqualificazione di quei luoghi e non fare utilizzare impropriamente le misure cautelari - fatemelo dire - da chi pensa tutto il male possibile dei reati, per esempio, di scambio politico-mafioso. Guardate che anche le misure cautelari che ho visto, per esempio, per l'ex Consigliere Rosso sono misure che ci fanno dire che ogni tanto dobbiamo ripensare a disgiungere quello che è il reato, o il possibile reato, da quelle misure che continuo a non capire fino in fondo. Uno si deve difendere nel processo.
Ho utilizzato lui perché è la persona più distante da me e che credo non abbia attenuanti, ma ci sono i processi. Lo dico perché troppo spesso nelle carceri si finisce con misure cautelari legate, magari, a fatti politici e a manifestazioni.
Occorre stare molto attenti anche su quelle misure, perché esistono altri tipi di pene preventive; esistono percorsi alternativi e questa è una riflessione che dobbiamo fare. Il carcere, lo ripeto, è l'extrema ratio e ci va, per esempio, perché si sta per ricommettere il reato, perché si sta magari per fuggire all'estero, perché c'è il rischio di inquinare le prove.
Se non sono queste tre fattispecie, anche sulle misure cautelari dovremmo aprire una riflessione pubblica, a prescindere dalla vicinanza dei soggetti per cui diciamo queste parole. Non so se sono stato chiaro.
Infine, ringrazio il Presidente Allasia per aver accolto la nostra richiesta di quest'informativa. Mi piacerebbe, dopo il confronto con la Commissione d'indagine conoscitiva, avere qui degli Assessori competenti con cui riflettere sia - ripeto - sul ruolo della sanità pubblica sia sul ruolo delle politiche attive per il lavoro sia, soprattutto, per quel giusto rapporto che la Regione deve avere con i Garanti regionali e territoriali, per far sì che parte di questa discussione rientri nel nostro dibattito pubblico, perché il loro lavoro è importante se anche noi, anche solo per qualche minuto in quest'Aula, riusciamo a raccoglierlo e farlo diventare politiche vere che rendano più vivibili quei luoghi, ma anche migliore questa società.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Secondo le disposizioni sanitarie, dopo tre ore di lavori in aula dobbiamo lasciare sanificare almeno mezz'ora la sala, perciò in questo momento interromperei il dibattito e lo riprenderei con il Garante Mellano dopo la trattazione dei question time, con la prosecuzione delle richieste d'intervento, che per il momento riguardano i Consiglieri Preioni e Sarno.
Successivamente alla trattazione dei question time, come si è fatto nelle precedenti riunioni, si sanificherà la sala per mezz'ora e poi si riprenderanno i lavori, intorno alle 15. Ovviamente, come sappiamo, non ci sono tempi certi nelle domande e nelle risposte, pertanto è evidente che ci riaggiorniamo per la trattazione dei question time alle 14 e, in seguito alle 15 per la ripresa dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.44)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori riprendono alle ore 14.02 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Per delega del Presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo con le interrogazioni pervenute. Oggi, si provvederà a rispondere alle seguenti interrogazioni a risposta immediata: interrogazione a risposta immediata n. 372 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi; interrogazione a risposta immediata n. 373 presentata dal Consigliere Silvio Magliano; interrogazione a risposta immediata n. 374 presentata dal Consigliere Avetta; interrogazione a risposta immediata n. 375 presentata dalla Consigliera Biletta interrogazione a risposta immediata n. 376 presentata dal Consigliere Gallo; interrogazione a risposta immediata n. 377 presentata dal Consigliere Salizzoni; interrogazione a risposta immediata n. 379 presentata dal Consigliere Sacco.
A queste interrogazioni risponderà l'Assessore Poggio Vittoria, mentre all'interrogazione a risposta immediata n. 378, presentata dalla Consigliera Disabato, risponderà l'Assessore Ricca.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è richiesta della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ne ha a disposizione cinque per la risposta e non sono previste repliche.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 373 presentata da Magliano, inerente a "Ospedale Civico Città di Settimo Torinese, quale futuro?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
373.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione, per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore per la disponibilità a trattare materie che evidentemente non sono di sua competenza, ma avrò modo di ascoltare la sua risposta ed entrare poi nel merito, approfondendo il tema.
L'interrogazione ha come oggetto "Ospedale Civico Città di Settimo Torinese, quale futuro?", proprio perché si tratta di un'esperienza molto particolare. Questo è un ospedale che viene costruito e definito nel 2006 nel 2007, l'ospedale di Settimo ospita attività territoriali e residenziali di ricovero in regime post acuzie per soddisfare il bacino d'utenza dell'area compresa tra l'ASL TO4 e l'ASL Città di Torino.
La gestione è particolare: è strutturata e affidata a una società SAAPA SpA (Società Assistenza Acuzie e Post Acuzie), cui partecipano i seguenti soci: l'ASL TO4 al 34%, l'ASL TO2 al 18%, il Comune di Settimo Torinese al 3,48%, la Cooperativa Sociale Pier Giorgio Frassati onlus al 16,5% e il Patrimonio Città di Settimo Torinese allo 0,02%.
Alla Cooperativa è inoltre affidata la direzione del Dipartimento assistenziale, cui fanno capo la progettazione, l'organizzazione e l'erogazione dei servizi assistenziali, infermieristici e riabilitativi attraverso la gestione di proprio personale tecnico (infermieri, operatori socio-sanitari, terapisti della riabilitazione, tecnici sanitari di varia natura), oltre alle attività e ai servizi di supporto relativi.
Questa sperimentazione gestionale è un modello innovativo di management delle attività sanitarie pubbliche ed è regolato dalla legge sanitaria 502 del 1992, più volte modificata e integrata, che si propone di migliorare la qualità dell'assistenza in un'ottica di efficacia e di efficienza organizzativa clinica e assistenziale, proprio per la composizione particolare del management di questa struttura sanitaria.
Lo strumento principale individuato dalla legge per realizzare l'obiettivo di efficienza è il coinvolgimento nel programma di sperimentazione del settore privato, privilegiando quello appartenente alla sfera della cooperazione sociale. Pertanto, un'impostazione assolutamente adeguata ai tempi, ma evidentemente una sperimentazione.
A questo punto, pongo la mia domanda: da fonti giornalistiche sembra che, alla fine del 2019, si sia conclusa la sperimentazione che lo ha portato a essere, per dieci anni, un presidio accreditato a gestione pubblico-privato, utilizzato dal pubblico per la lungodegenza e per la riabilitazione.
Considerato che, sempre da fonti giornalistiche (per questo motivo pongo il question time) emerge che il tema del rinnovo della gestione e il mantenimento dell'attuale condizione per il futuro, ovvero in merito alla sperimentazione pubblico-privata (la società SAAPA SpA è privata, ma i pazienti sono accolti tutti in convenzione, i cui costi sono a carico delle due ASL), è stato discusso anche durante una seduta di Consiglio comunale.
Interrogo - e concludo, Presidente - per sapere quali siano le intenzioni della Giunta regionale sul futuro dell'ospedale, ovvero se vi sia l'intenzione di mantenere l'attuale gestione o se sia al vaglio un'ipotesi di cessione. Questa è la domanda: sperimentazione di dieci anni pubblico-privato insieme. Oggi, la Regione, di questa storia e di questo tentativo di presidio sanitario innovativo sul territorio cosa ne vuole fare? Sappiamo che la Regione ha nominato un amministratore unico, il dottor Rossi. I cittadini, gli operatori e i soggetti vogliono capire che fine farà l'ospedale e cosa ha in mente l'Amministrazione regionale su questo tema.
Grazie, Presidente. Ho concluso e mi scuso per questi 30 secondi in più.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per rispondere all'interrogazione a risposta immediata del Consigliere Magliano, faccio seguito alle considerazioni portate alla luce dall'Assessore Icardi.
Vale la pena ricordare come le sperimentazioni gestionali di cui all'articolo 9 bis del decreto legislativo 502 del 1992 rappresentino modelli di gestione mista pubblico-privata orientati alle erogazioni di servizi a elevati standard di efficienza, efficacia, economicità e qualità.
Il ventaglio di opzioni a disposizione della Regione per la conclusione delle sperimentazioni va dal ritorno all'area pubblica alla stabilizzazione o alla completa privatizzazione. Le Regioni, nel 48% dei casi, hanno ricondotto la gestione al sistema pubblico. In questo senso, è stata netta la scelta della Regione Emilia Romagna: nel 33% dei casi, si sono trasformate in una gestione pubblico-privata delle strutture; nel 19% dei casi, le sperimentazioni si sono, invece, trasformate in una gestione interamente privata delle strutture (cinque su nove in Lombardia). La scelta dell'una o dell'altra soluzione dipende dalla valutazione dell'efficienza dei modelli di governance adottati e dalle prospettive di sviluppo.
Per quanto concerne SAAPA SpA, il termine non ulteriormente prorogabile ai sensi di quanto disposto dall'articolo 1, comma 3, della legge regionale n. 1 del 31 gennaio 2012, è scaduto il 1° febbraio 2019. La decisione in ordine ai provvedimenti da assumere nella fattispecie risulta particolarmente complessa. In ogni caso, essa non determinerà la chiusura o la riduzione dell'operatività dell'ospedale di Settimo Torinese, ma solo una revisione delle modalità gestionali dello stesso ai fini della obbligatoria chiusura della sperimentazione in corso.
Le attività del presidio ovviamente dovranno, in ogni caso, essere allineate al nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera elaborato secondo le indicazioni del decreto legge n. 34 del 19 maggio scorso, cosiddetto "Decreto rilancio", che prevede misure urgenti in materia di salute connesse all'emergenza COVID-19.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.


Argomento: Volontariato - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 375 presentata da Biletta, inerente a "Servizio degli Operatori Polivalenti di Salvataggio in Acqua"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 375.
Illustra l'interrogazione la Consigliera Alessandra Biletta.
Prego, Consigliera, ne ha la facoltà per tre minuti.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Do per illustrata l'interrogazione.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera. Le chiedo perdono, ma ero distratto.
Grazie.
La parola all'Assessore Poggio per la risposta, per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La DGR n. 487791 del 30 ottobre 2018 ha approvato gli accordi regionali per i trasporti sanitari sottoscritti in apposito documento condiviso tra la Regione Piemonte e le associazioni ANPAS, Comitato Regionale del Piemonte, Coordinamento Misericordie Piemonte, SOGIT Croce di San Giovanni Comitato Regionale del Piemonte, associazione della Croce Rossa Italiana Comitato Regionale del Piemonte e l'associazione ARESA Piemonte.
Tale accordo prevede la disciplina dei trasporti urgenti di competenza del Servizio Sanitario Nazionale, anche con mezzi quali le idroambulanze.
Peraltro, va considerato che nel sistema esistono già attualmente realtà di convenzioni per tale tipologia di soccorso, laddove le condizioni epidemiologiche e organizzative ne abbiano previsto il fabbisogno.
Qualora la centrale 118 competente per territorio, a fronte di un'analisi delle richieste di soccorso nell'ambito del proprio progetto organizzativo, ravvisasse la necessità operativa di avere ulteriori postazioni d'idroambulanze nelle zone lacustri disponibili all'effettuazione delle attività di competenza del servizio di emergenza sanitaria in forma estemporanea o continuativa, l'Azienda sanitaria di competenza potrà provvedere a sottoscrivere una convenzione nel rispetto delle procedure di affidamento previste dalla normativa vigente o dei protocolli operativi.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Poggio per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 376 presentata da Gallo, inerente a "Possibile seconda ondata di contagi da COVID-19. Quali sono i piani messi in campo dall'Amministrazione regionale per far sì che la sanità piemontese sia preparata a questa evenienza?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 376.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è molto articolata ed è argomentata in tutte le sue parti. Sostanzialmente pone una questione, che è quella di cui dibattiamo da qualche mese a questa parte, da quando il COVID, fortunatamente, è stato contenuto nei mesi passati e ci ha permesso di entrare nella Fase 2 e poi nella Fase 3, quindi pian piano di tornare alla normalità delle nostre vite, sempre con la prudenza, con le condizioni di sicurezza e con tutti gli accorgimenti che in quest'Aula giustamente adottiamo anche noi, come le mascherine.
Però il dibattito politico non solo in quest'Aula, ma anche nel mondo sanitario, verte su quella che potrebbe essere la cosiddetta "seconda ondata", quella che ci auguriamo tutti non avvenga, ma che alcuni scienziati e alcuni medici temono. Parliamo di una seconda ondata che nei mesi di ottobre e novembre, in concomitanza con il ritorno delle temperature più basse e l'arrivo dell'influenza stagionale classica potrebbe tornare a mettere in allarme la sanità del nostro territorio.
Ahimè, vediamo in queste settimane in alcune zone dell'Europa e in alcune aree di altri continenti che il numero di casi è in aumento e si accendono nuovi focolai e seconde ondate. Di conseguenza, bisogna porre la massima attenzione e operare sempre con prudenza, seguendo le linee guida.
Il tema che poniamo con quest'interrogazione, alla luce dei fatti avvenuti tra marzo e aprile - quindi le oggettive carenze del sistema sanitario in alcune parti della sua risposta, che verificheremo in modo costruttivo nella Commissione d'indagine istituita qualche giorno fa - e alla luce dell'esperienza e dei risultati che abbiamo oggi rispetto al COVID, riguarda il piano che la Regione ha messo in campo per affrontare l'eventuale emergenza di ottobre. Oggi è il 4 agosto e in un batter d'occhio potremmo trovarci, dopo il periodo estivo, a settembre e ottobre a dover effettivamente affrontare questa condizione.
Pertanto, i piani d'emergenza e le azioni preventive vanno fatte ora vanno pianificate e messe in atto, in modo che a ottobre e novembre ci si possa trovare nelle migliori condizioni qualora ci fosse una seconda ondata, che ovviamente ci auguriamo tutti non arrivi, ma rispetto alla quale dovremo farci trovare pronti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Poggio, che ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per rispondere al Consigliere Gallo, la risposta concordata da parte dell'Assessore Icardi è quella che, al fine di affrontare una possibile ripresa dell'epidemia COVID-19 nel periodo autunnale e invernale, si formulano le seguenti considerazioni. L'attuale contesto epidemiologico che vede un numero di casi di nuova infezione molto ridotto, consente una valutazione delle criticità emerse nei mesi scorsi per la predisposizione di un piano per affrontare una nuova ripresa epidemica.
Il piano prevede il miglioramento della capacità di prelievo e analisi per tamponi e sierologici nei seguenti setting: popolazione, Sistema Sanitario Regionale, rete dell'accoglienza, RSA, RAF, RA, centri per disabili, centri per minori, scuola e strutture religiose. Tale miglioramento prevede interventi sulla gestione delle risorse umane per prelievi, dotazione di DPI e capacità di laboratorio per le analisi - oggi siamo a oltre 10.000 tamponi al giorno - e il miglioramento delle capacità di tracciare i contatti e di gestire i focolai. Tale miglioramento richiede la creazione di due centri di gestione delle segnalazioni realizzati e gestite dal DIRMEI, che supportano le ASL nella ricerca attiva dei casi.
Si sta, inoltre, lavorando per assicurare le adeguate dotazioni organiche presso i dipartimenti di prevenzione, in modo da disporre di personale competente per l'effettuazione degli approfondimenti epidemiologici. Viene, inoltre, rafforzata la collaborazione con la rete dei medici di famiglia, nell'ambito dell'accordo AIR COVID, la gestione degli isolamenti e delle quarantene. Anche in questo caso, sono in fase di revisione le procedure e il miglioramento delle funzionalità della piattaforma COVID-19 Regione Piemonte.
Per quanto riguarda le vaccinazioni, è in fase di definizione la programmazione dei piani di vaccinazione per pneumococco e per l'influenza stagionale, che aiutano a prevenire forme di malattia sovrapponibili, dal punto di vista sintomatico, al COVID-19.
Nell'ambito delle gestioni dei percorsi terapeutico-assistenziali, si sta lavorando ai protocolli per la terapia domiciliare, in modo da ridurre le ospedalizzazioni ai casi gravi.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Poggio per la risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 372 presentata da Grimaldi, inerente a "Saluggia smetta di essere la discarica nucleare italiana"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 372.
Illustra l'interrogazione il Consigliere Grimaldi, al quale chiedo gentilmente di indossare la giacca. Ha la parola per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Con la mozione n. 9 della scorsa consiliatura, la Regione Piemonte si è impegnata a denuclearizzare il Piemonte e a richiedere urgentemente al Governo l'individuazione di un sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari. Sono passati diversi anni da quell'atto d'indirizzo e la situazione, purtroppo, permane la stessa.
Come l'Assessora sa - immagino sia lei a rispondere, ma non ho capito bene chi della Giunta ha preso in carico la vicenda - in Piemonte ci sono ben quattro siti ex nucleari: la FN-SOGIN di Bosco Marengo, l'unica in cui c'è uno stato di decommissioning molto avanzato, l'impianto Eurex SOGIN di Saluggia, il deposito "Avogadro" di Saluggia e la centrale nucleare "Fermi" di Trino.
Come lei sa, Presidente, il sito di Saluggia presenta le maggiori difficoltà in quanto è, di fatto, un sito bunkerizzato, è il sito nazionale di stoccaggio più grande dell'intero Paese. Lì è presente circa il 96 delle scorie nucleari italiane, ma la cosa grave è che, per quanto sia bunkerizzato, dagli anni dall'alluvione in poi, si è provato a difendere quel sito con tutta l'ingegneria possibile, ma quel sito è collocato in un triangolo d'acqua: quello che, di fatto, vede da una parte la Dora Baltea dall'altra i due canali artificiali Cavour e Farini, nonché sovrastante la falda acquifera di alimentazione dell'acquedotto del Monferrato.
Quel sito, di fatto, è inidoneo a ospitare le scorie nucleare dell'intero Paese, tant'è vero che ISPRA e SOGIN stessa, ma di scuro il Ministero dell'Ambiente, negli scorsi anni, non hanno costruito una cartografia aggiornata di dove potrebbero essere i siti nucleari, e quelli vicino alle fonti d'acqua, come in questo caso, così come quelli che insistono in aree dove la falda acquifera è troppo vicina, sono siti non ritenuti adatti. Nel frattempo, dall'individuazione di quell'area, di quella cartografia non abbiamo più avuto aggiornamenti, cioè non sappiamo esattamente come sta andando avanti l'interlocuzione con le Regioni.
Che cosa è successo? Come l'Assessora sa, nel frattempo, oltre al deposito delle scorie nazionali e di quelle che sono di decommissioning di altri siti, di fatto il sito di Saluggia temporaneamente continua a detenere quelle scorie. Negli scorsi anni abbiamo mandato in altre località all'estero, in particolare a La Hague ma anche in altri punti in Europa soprattutto fra Francia e Inghilterra, alcuni rifiuti nucleari per essere stabilizzati. Parte del decommissioning è stato fatto all'estero soprattutto per stabilizzare questi rifiuti.
La nostra preoccupazione è questa. Nelle scorse settimane è apparsa la notizia che il piano è stato spostato di altri dieci anni e, di fatto, c'è il rischio che, se non s'individuerà questo luogo nei prossimi anni, di conseguenza slitteranno ancora successivamente tutte le operazioni di decommissioning della stessa Saluggia. Il vero rischio è che, di fatto, le cose cambino in questo modo: Garigliano passa al 2026, Latina al 2027 Trino e Casaccia al 2029, Caorso al 2031, e Saluggia e Trisaia nel 2035.
L'obiettivo più vicino della disattivazione attesa entro la fine di quest'anno è quella di Bosco Marengo.
Che cosa chiediamo a questa Giunta? Intanto di capire qual è lo stato dell'interlocuzione con il Ministro competente, come mai non riusciamo a partire con l'interlocuzione con le Regioni per l'individuazione di questo sito e che cosa sta facendo, soprattutto, la Regione Piemonte per evitare che il Piemonte continui a essere, di fatto, la discarica nazionale di rifiuti radioattivi ma, soprattutto, che il Piemonte non riprenda dall'estero quei rifiuti che sono stati nel frattempo trattati e rischiano di ritornare nell'unica località, cioè quella piemontese, dove, comunque c'è un centro di stoccaggio, oppure di pagare ulteriori penali, poiché sono scaduti i termini del loro trattamento.
Chiederei alla Giunta, intanto, di attivare quest'interlocuzione e di sapere che cosa sta facendo per evitare che quel triangolo acquifero rischi di diventare, di fatto, il sito nazionale impropriamente com'è oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Grimaldi.
Le ho concesso qualche minuto in più perché da 57 anni e 97 giorni vivo a qualche metro da quella discarica. Mi sono concesso tutta questa libertà.
La parola all'Assessore Poggio per la risposta.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo per conto dell'Assessore Marnati al Consigliere Grimaldi.
La Regione Piemonte ha più volte evidenziato al Governo tutte le criticità che permangono nel processo di messa in sicurezza e disattivazione degli impianti nucleari piemontesi.
Si comunica che nel mese di febbraio erano state avviate le attività finalizzate alla consueta convocazione del Tavolo della trasparenza nucleare che, pur essendo un momento d'informazione dedicato principalmente a tutti i soggetti interessati piemontesi, vede anche la partecipazione dei Ministeri competenti che possono così non solo fornire risposte alle questioni di competenza, ma anche constatare dal vivo il forte interesse di questo territorio e vedere proseguire le attività di disattivazione.
È evidente che, a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, non è stato possibile procedere alla suddetta convocazione, ma l'Assessorato all'Ambiente sta definendo una nuova data al fine di avviare nuovamente l'organizzazione dell'incontro del Tavolo entro il mese di ottobre 2020.
È inoltre intenzione dell'Assessorato all'Ambiente, parallelamente alla convocazione del Tavolo della trasparenza, ricordare al Governo, per l'ennesima volta, tutte le criticità sopra illustrate, ed è per questo motivo che è in preparazione una lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro dell'Ambiente e al Ministro delle Finanze che sarà nostra cura condividere anche con il Consigliere Grimaldi qualora fosse interessato a riceverla.
Quest'Amministrazione, lo scorso luglio 2019, ha manifestato la necessità che il processo di disattivazione prosegua senza indugi nell'ambito dell'espressione del parere sullo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di approvazione del programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Mentre tutte le altre Regioni e Province autonome hanno proposto che sul provvedimento fosse espresso parere negativo, la Regione Piemonte ha proposto che sul provvedimento fosse espresso parere positivo condizionato al recepimento di tutte le sue richieste d'integrazione.
Questo sia al fine di mitigare, per quanto possibile, gli effetti della sentenza dichiarativa di condanna resa nella procedura d'infrazione pendente sull'Italia per la mancata trasmissione del programma entro il 23 agosto 2015, sia per non interporre, con un parere negativo, un eventuale ulteriore elemento che rallentasse il procedimento di decommissioning degli impianti nucleari.
Infine, ricordo che nel 2019 è stata richiamata, per l'ennesima volta ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente l'assoluta necessità che fosse pubblicata, nel più breve tempo, la CNAPI, al fine di avviare il processo per la realizzazione del deposito nazionale, per permettere di sbloccare situazioni ferme da tempo, nonché di proseguire le attività di disattivazione e messa in sicurezza degli impianti del ciclo del nucleare presenti in Piemonte.
Non solo il Governo, ma anche il Senato, nel corso dell'audizione della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato della Repubblica sulla gestione e la messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale, il 3 ottobre 2028 è stato reso partecipe delle problematiche che interessano la gestione residuale degli impianti nucleari piemontesi illustrando tutte le questioni aperte. È stato anche evidenziato al Senato quanto riverbera, sul processo di messa in sicurezza e disattivazione degli impianti e sulla gestione dei rifiuti radioattivi, il ritardo della realizzazione del deposito nazionale.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Nomadi

Interrogazione a risposta immediata n. 378 presentata da Disabato, inerente a "Campo di sosta in strada della Berlia a Collegno - quale azione di supporto per il superamento del campo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 378.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Porto all'attenzione dell'Assessore competente la situazione del campo di sosta presente in strada della Berlia, al confine tra Collegno e Torino sempre e comunque su terreno comunale del Comune di Collegno.
Nel 1997, l'Amministrazione ha realizzato un'area di sosta attrezzata per ospitare 28 famiglie autorizzate. L'opera è stata realizzata al fine di migliorare le condizioni abitative delle famiglie Rom che da quarant'anni vivevo sul territorio collegnese, precedentemente in via Don Milani.
Il campo è stato interessato da diversi episodi che hanno messo a repentaglio la sicurezza, in primis, degli abitanti, ma anche quella pubblica. Gli ultimi risalgono a pochi anni fa: ci sono stati diversi incendi divampati in questo campo che hanno interessato l'area sottostante e il viadotto Sacco e Vanzetti, perché l'area sottostante riguarda il Comune di Collegno, ma l'area soprastante, il viadotto, riguarda il Comune di Torino.
Questi incendi hanno danneggiato in modo sostanziale la struttura del viadotto, che ancora adesso è interessata da una viabilità modificata e sottodimensionata, quindi vi lascio immaginare il problema di sicurezza sia per i passanti al di sopra, sia per gli abitanti che hanno costruito delle baracche di fortuna al di sotto del ponte.
Oltretutto, la zona è interessata da una vasta concentrazione di rifiuti, proprio nell'area sottostante il viadotto, che è l'area interessata per lo più da questi incendi. Mi preme sottolineare, oltre al fatto della sicurezza in sé, anche la problematica ambientale, perché lì a fianco passa il fiume Dora. Pertanto, se questi rifiuti sono così tanto accumulati all'interno del campo, o adiacenti al campo, lascio immaginare vicino al fiume, quali possano essere i danni ambientali o, comunque, tutti i rifiuti che vengono sversati all'interno del fiume. C'è un serio problema di carattere ambientale.
Oltre al problema della sicurezza, c'è tutto il tema delle persone che abitano il campo. Secondo me, la situazione è stata gestita in modo irresponsabile negli anni, perché l'insediamento inizialmente contava circa 400 residenti, ma adesso ne conta 114, di cui 40 minori. La maggior parte dei nuclei sono stati ricollocati all'interno del territorio, sia collegnese sia grugliaschese, con sette famiglie sul territorio di Collegno e due sul territorio di Grugliasco. Ovviamente, quando parliamo di famiglia o di nuclei familiari, se parliamo di famiglie Rom si parla di nuclei ben organizzati e sostanziosi, non si parla di poche persone, ma di tante persone.
Rimane, comunque, la situazione di un campo che,, di per sé, ha grossi problemi di sicurezza. Peraltro, alcuni manufatti autocostruiti negli anni sono stati oggetto di sequestro preventivo per abusi edilizi, quindi le infrastrutture risultano danneggiate e la sicurezza dei manufatti stessi è piuttosto precaria.
Tra l'altro, sul terreno è stato elaborato dal Comune anche un progetto di riutilizzo dell'area a destinazione pubblica, ed esiste anche un primo computo dei costi per il superamento di tale campo, elaborato dal Comune di Collegno.
Questa situazione è stata comunicata più volte dal Comune, in particolare tramite due lettere: la prima dell'8-11-2019, dove il Comune di Collegno inviava al Prefetto, alla Città metropolitana e alla Regione una richiesta d'intervento urgente e risolutivo, in merito alle strategie di superamento del campo Rom, come anche da direttive europee, quindi si è messo a disposizione in prima battuta; inoltre, la lettera del 17-02-2020 dove viene ribadita la disponibilità a stabilire un contatto con gli enti preposti, in particolar modo con la Regione e con l'Assessore competente per ricollocare queste 114 persone che, al momento, sono ancora presenti.



PRESIDENTE

Collega, le chiedo gentilmente di concludere.



DISABATO Sarah

Infine, volevo interrogare l'Assessore competente per chiedere quale strategia desidera mettere in campo per andare incontro al desiderio o comunque, alla richiesta dell'Amministrazione comunale di superare tale realtà, e se ha anche intenzione di sostenere l'Amministrazione con delle risorse per il superamento definitivo.
So che l'Assessore si è già interessato negli ultimi tempi alla questione, però ci tenevo a portare questa tematica all'attenzione del Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Disabato per l'illustrazione; per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Fabrizio Ricca.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Grazie, Presidente, e ringrazio la Consigliera interrogante.
Si, chiaramente siamo disponibili a elaborare una strategia. Conosciamo benissimo la questione. Sappiamo benissimo che il Comune di Collegno ha un credito nei confronti di questi signori di circa 264.000 euro, così come abbiamo appreso da un accesso agli atti, poi pubblicato anche sui giornali la volontà di superare non solo questo campo, ma tutti.
Abbiamo anche presentato una legge regionale ferma in Commissione, ma credo che a settembre potrà riprendere il suo normale iter per approdare in Aula, essere approvata e vedere il superamento totale di tutti i campi nomadi del Piemonte.
Potremmo fare un aggiornamento a settembre sul tema specifico, quando avremo modo d'interloquire anche con l'Amministrazione comunale, che finora si è interfacciata con l'Assessorato solamente con e-mail d'insulti. Mi permetto di dire che c'è tutta la volontà di collaborare con entrambi i Comuni del Piemonte, che non desiderano più avere campi nomadi all'interno del proprio territorio.
Se poi la Consigliera avesse piacere di andare a fare un sopralluogo (la Consigliera, ma chiunque all'interno del Consiglio), sarei assolutamente disponibile all'accompagnamento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 374 presentata da Avetta, inerente a "Gli informatori scientifici non possono accedere negli ospedali piemontesi. A quando la soluzione?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 374.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Tra le tante questioni che l'emergenza COVID da portato con sé ce ne sono alcune che, seppur limitate a un determinato contesto, assumono proprio per chi si rapporta con quel contesto, una rilevanza fondamentale.
È questo il caso che sottoponiamo all'attenzione dell'Assessore: la possibilità, per gli informatori scientifici, di accedere alle strutture sanitarie; informatori che, allo stato, evidentemente, hanno rilevato questa difficoltà a riprendere in modo corretto la propria attività.
Abbiamo raccolto il grido d'allarme che si è sollevato e che evidenzia anche le potenziali ricadute economiche negative su un settore che conta decine di addetti.
Da qui la domanda di cui all'interrogazione: s'intende sapere se la Giunta, come hanno fatto, peraltro, altre Regioni (per esempio il Veneto) intenda regolare l'accesso degli informatori scientifici alle strutture ospedaliere e se intende dar loro una risposta, perché ci risulta che ci siano state più interlocuzioni, sia con l'Assessore sia con il Presidente che, a oggi, sono rimaste senza risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Avetta per l'illustrazione.
Per conto della Giunta regionale, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Vittoria Poggio; ne ha facoltà, per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per rispondere all'interrogante, il Consigliere Avetta, gli informatori possono accedere agli ospedali piemontesi.
Nella Regione Piemonte, infatti, l'attività degli ISF è regolata dalla DGR n. 40-3436 del 17 luglio 2006. Ovviamente, durante il lockdown l'attività degli ISF ha subito un'interruzione, sulla base della disciplina nazionale.
A seguito della ripresa delle attività sanitarie, secondo quanto espresso nella DGR n. 28-1379 del 15 maggio 2020, anche l'attività dell'informazione scientifica è ripartita.
Tuttavia, il permanere dello stato emergenziale impone una serie di cautele anche in quest'ambito: fissare gli appuntamenti preventivamente prevedere incontri a distanza; rispettare le misure di stanziamento sociale, secondo anche le esigenze delle singole aziende.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 377 presentata da Salizzoni inerente a "Emanazione del bando sulla ricerca. Quali passi sono stati compiuti dall'Amministrazione regionale in questi mesi?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 377, presentata dal Vicepresidente Salizzoni, che la illustra ne ha facoltà per tre minuti.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente.
Con deliberazione n. 8 del 2018 il CIPE ha assegnato alla Regione Piemonte per diversi poli tecnologici e scientifici ben 90 milioni destinati alla ricerca. Di questi 90 milioni, 30 sono stati utilizzati nel giro di breve tempo (per fortuna!) dal Centro di Biotecnologie di via Nizza. Sugli altri 60 milioni non è stato mai avviato un bando per la loro assegnazione.
Il 20 gennaio 2020 avevo presentato un question time con cui ponevo il problema e richiedevo che tale bando venisse velocizzato.
Testualmente, l'Assessore Icardi rispondeva: "Si conferma l'impegno di tale Giunta ad analizzare e approfondire l'impianto complessivo e a procedere nei tempi più rapidi possibili".
In realtà, il bando non è uscito. Fatto sta che, tra aprile e maggio, i 60 milioni sono ritornati a livello centrale - quindi non sono più assegnati alla Regione Piemonte - non dico con un'assicurazione, ma con una mezza promessa, almeno così mi è stato detto, che potrebbero rientrare il 1° gennaio del 2021 su apposita e specifica richiesta.
Ritengo che, a livello regionale, un dirigente appositamente assegnato al recupero di questi importanti fondi per la ricerca debba essere individuato. A me risulta che non ci sia un'assegnazione specifica, ma sia a scavalco.
A mio avviso, la questione è così importante che lo scavalco andrebbe superato. Di conseguenza, chiedo alla Regione come si sta muovendo per il recupero di questi fondi davvero molto importanti per la ricerca nella nostra Regione, per di più legati alla questione del Parco della Salute.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il professor Salizzoni per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Vittoria Poggio.
Ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo al Vicepresidente Salizzoni per conto dell'Assessore Marnati.
In seguito all'emergenza generata dalla pandemia COVID-19 la Commissione europea, con l'entrata in vigore del Regolamento UE 2020/460 e del Regolamento UE 2020/558 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo ha adottato un pacchetto di modifiche dei regolamenti dei fondi strutturali finalizzato a favorire l'utilizzo dei fondi in funzione di contrasto all'emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia.
L'articolo 126, comma 10, del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 convertito dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, prevede che le Amministrazioni pubbliche titolari di programmi cofinanziati da fondi strutturali possano destinare le risorse disponibili alla realizzazione d'interventi finalizzati a fronteggiare l'emergenza COVID-19.
Gli articoli 241 e 242 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 ("Misure urgenti in materia di salute e sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19") denominato "Decreto rilancio", dettano disposizioni rispettivamente sull'utilizzo del fondo per lo sviluppo e la coesione per il contrasto all'emergenza COVID-19 e sul contributo dei fondi strutturali europei al contrasto dell'emergenza COVID-19.
Il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale ha dunque condiviso con le Regioni di utilizzare i fondi strutturali europei FESR e FSE come una delle principali fonti finanziarie da attivare, nell'immediato, in funzione anticrisi, sia con riferimento alle spese per l'emergenza sanitaria, sia con riferimento alle esigenze d'intervento per far fronte alle difficoltà economiche, occupazionali e sociali del Paese.
L'accordo consente di preservare sia le prospettive di medio termine di alcune scelte importanti d'intervento, nell'ottica della coesione, sia i progetti, sia la relativa attività amministrativa legata alle procedure di attivazione, già selezionate dalle autorità di gestione, ma che avrebbero bisogno, proprio a causa della crisi, di tempi più lunghi per essere attuati.
Allo scopo di consentire alla Regione Piemonte di riorientare le risorse dei propri POR 2014-2020, non ancora oggetto di rendicontazione, al finanziamento di tutte le iniziative di contrasto all'emergenza riconducibili alle quattro priorità individuate nell'accordo, è stata assicurata la possibilità di procedere a una riprogrammazione della quota di Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) attribuita all'Amministrazione della Regione Piemonte, al fine di sfruttare al meglio la possibilità disposta dal CIPE di usare le risorse dei Fondi Strutturali Europei, che sono dei fondi SIE, e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), prive, a quella data, di progettazione esecutiva approvata o di obbligazioni giuridicamente vincolanti per finanziare misure di contrasto all'emergenza, in modo tale da permettere la rendicontazione sui programmi operativi dei fondi strutturali, sia di spese emergenziali già anticipate a carico dello Stato sia di spese autonomamente finanziate per il contrasto al COVID.
Sulla base della ricognizione effettuata dai competenti uffici, in collaborazione con i servizi dell'Agenzia per la coesione territoriale e il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono state anche individuate le risorse FSC 2000-2006, 2007 2013 e 2014-2020, assegnate alla Regione Piemonte e sottoponibili alla valutazione di riprogrammazione di cui al comma 7 dell'articolo 44 del decreto legge n. 34/2020, tra le quali sono comprese quelle che erano destinate ai progetti di ricerca.
Il meccanismo prevede, inoltre, che sia garantita alla Regione Piemonte, da parte del Governo, nel nuovo ciclo di programmazione 2021-27 un'assegnazione addizionale di risorse equivalenti alla quota di risorse POR 2014-2020 oggetto delle spese emergenziali anticipate a carico dello Stato, in aggiunta a quanto previsto dai commi 1 e 2 dell'articolo 242 del disegno di legge 34 del 2020.
L'accordo tra il Ministro per il Sud e la Regione Piemonte è stato sottoscritto in data 15 luglio 2020. Il CIPE, nella seduta del 28 luglio 2020, ha approvato la riprogrammazione e le nuove assegnazioni per emergenza COVID ai sensi degli articoli 241 e 242 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito con modificazioni dalla legge del 17 luglio 2020, n. 77.
La Regione ha già condiviso con il Ministero che gli interventi a valere sui FSC 14/20 che sono stati riprogrammati per far fronte all'emergenza saranno riproposti sulla riprogrammazione 21/27.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 379 presentata da Sacco, inerente a "Stato di attuazione dell'ordine del giorno n. 217 'Biomonitoraggio umano della popolazione residente presso il Polo chimico di Spinetta Marengo Alessandria'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 379.
Illustra l'interrogazione il Consigliere Sean Sacco.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Il 7 aprile 2020 è stato votato e approvato all'unanimità l'ordine del giorno n. 217, a mia prima firma, recante "Biomonitoraggio umano della popolazione residente presso il Polo chimico di Spinetta Marengo Alessandria".
L'ordine del giorno ha impegnato la Giunta regionale a valutare la possibilità di prevedere le risorse necessarie a compiere ogni azione utile al fine di predisporre un biomonitoraggio umano rivolto alla popolazione residente in Spinetta Marengo, nei pressi del polo chimico, esteso a tutte le fasce di età e ai lavoratori residenti, anche in collaborazione con enti, istituti di ricerca e università. Inoltre, ha impegnato la Giunta all'assoluta trasparenza dei risultati del monitoraggio di cui sopra.
A oggi, non si ravvisano atti della Giunta regionale attinenti alla predisposizione di un biomonitoraggio e i risultati dello studio epidemiologico di morbosità (ricoveri ospedalieri) su una coorte di residenti nella frazione di Spinetta Marengo (Alessandria), a ridosso del polo chimico, ossia il rapporto finale con aggiornamenti novembre 2019 condotto da ARPA Piemonte, ha evidenziato che in tali patologie tumorali si registra un più 30% di tumori epatici e delle vie biliari, un incremento del rischio del 75% per mesoteliomi pleurici e un 90% per i sarcomi. Per le patologie non tumorali, si registrano incrementi di rischio a carico dell'apparato cardiocircolatorio, malattie cardiache e incrementi di rischio a carico dell'apparato genitourinario.
Nel sottogruppo di età zero-14 viene evidenziato un aumento di ricoveri per patologie neurologiche dell'86%.
Nel rapporto di cui sopra, ARPA Piemonte ricorda come la comunità scientifica internazionale sia ormai concorde sul fatto che indagini di tipo epidemiologico vadano accompagnate e corredate da monitoraggi ulteriori che consentano valutazioni individuali di esposizione di tipo certo, anche con stime rispetto alla dose, ma anche con monitoraggio e rilievo di parametri che indichino la presenza di effetto, tramite incrementi di valori individuali biologici che definiscano indicatori di effetti biologici precoci a livello di alterazioni o di danno.
Nel 2019, ARPA ha incrementato i monitoraggi nelle acque sui PFAS, sino ad arrivare a 15 composti attualmente oggetto di analisi, comprensivi anche del composto cC6O4, che ha generato particolare attenzione e preoccupazione negli ultimi tempi per i riscontri particolarmente significativi nel fiume Po e nel pozzo idropotabile di Montecastello, di cui è stata disposta la chiusura.
Dai risultati dei monitoraggi effettuati da ARPA, emerge la presenza di cC6O4 in concentrazioni elevate in alcune aree dello stabilimento Solvay e in concentrazioni variabili principalmente nella falda superficiale delle aree esterne allo stabilimento, tanto da presumere l'insufficiente opera di abbattimento da parte della barriera idraulica in condizioni d'innalzamento dalla falda. Il cC6O4 è stato rilevato anche negli scarichi di reflui al trattamento delle acque.
Considerato che attualmente non ci sono limiti su queste sostanze e che vi è una forte preoccupazione della popolazione legata anche ai dati che ho appena illustrato, chiedo all'Assessore competente di conoscere le tempistiche certe entro cui verrà data attuazione all'ordine del giorno n.
217, "Biomonitoraggio umano della popolazione residente presso il Polo chimico di Spinetta Marengo, Alessandria".
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sean Sacco per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per rispondere al Consigliere Sacco per conto dell'Assessore alla sanità, posso dire che, alla luce dei risultati dei due studi epidemiologici effettuati dall'ASL AL e dall'ARPA, l'Assessorato ha proceduto a convocare un incontro che si è svolto in data 4 dicembre 2019 presso la Direzione Sanità, con la partecipazione di ARPA, CPO e ASL AL.
È ragionevole ritenere che questa situazione di prolungata esposizione ai probabili, e per alcune sostanze certi, contaminanti chimici (cromo, ad esempio) possa spiegare almeno in parte l'eccesso di alcuni stati morbosi rilevati negli esposti rispetto ai non esposti, come emerso dai recenti studi epidemiologici di morbosità e mortalità, che hanno preso in considerazione i dati degli ultimi vent'anni.
Più incerta, invece, è la presenza e persistenza ambientale di contaminanti chimici che fuoriescono in modo ordinario accidentale dallo stabilimento chimico, anche perché soltanto per alcuni di essi la ricerca è facilitata dal bioaccumulo nell'ambiente o nella popolazione più esposta mentre altre sostanze idrosolubili, pur agendo come cancerogeni, sono poco persistenti nell'ambiente e nelle matrici organiche.
Da un confronto tra i due studi, quello dell'ARPA e dell'ASL, che hanno preso in considerazione rispettivamente morbosità e mortalità, emergono elementi contraddittori. Gli esperti presenti all'incontro del 4 dicembre sono pervenuti a conclusioni che risultano condivise dall'Assessorato alla Sanità e al Welfare.
È necessario mantenere un alto livello di attenzione da parte dei servizi dell'ASL e dell'ARPA sulle attività dello stabilimento, adottando tutte le misure necessarie per assicurare il rispetto dei requisiti previsti dalle diverse normative (la sicurezza sul lavoro, il rispetto ambientale, la gestione delle sostanze chimiche).
Per completare le valutazioni del rischio, sarà definito un apposito progetto che, partendo da un'analisi dei due risultati dei due studi di ricerche svolti da altri enti e dalle esperienze di gestioni di casi similari in Italia o in altri Paesi, completi il censimento di tutte le sostanze chimiche impiegate nel tempo, nei diversi processi produttivi del polo chimico Solvay, provvedendo a raccogliere tutte le informazioni disponibili e relative in merito ai rischi collegati alle diverse sostanze e alle modalità con le quali le stesse sostanze possono creare un'esposizione per i cittadini (via respiratoria, per ingestione di acqua potabile e attraverso gli alimenti).
ARPA potrà utilizzare gli esiti degli studi epidemiologici per imporre gli interventi migliorativi ritenuti necessari per assicurare il più elevato livello di rispetto dei parametri ambientali nell'ambito della procedura AIA attualmente in corso.
La Regione Piemonte, quale primo passo di un percorso di approfondimento, ha iniziato la raccolta e le valutazioni di tutti i dati disponibili sul caso Solvay sia per quanto riguarda le analisi condotte sulle diverse tipologie di matrici da diversi enti e laboratori, sia relativi ai risultati delle sorveglianze sanitarie sui lavoratori, in modo da arrivare a disporre di un quadro che consenta di individuare le esigenze di approfondimento per arrivare poi ad accertare un'eventuale correlazione di causa-effetto tra una determinata sostanza o un gruppo di sostanze e l'aumento di mortalità e di eventuali patologie.
Il progetto che s'intende sviluppare potrà essere finanziato dalla Regione o posto a carico dell'azienda Solvay.



PRESIDENTE

Come già comunicato in precedenza, verrà inviata via e-mail la risposta scritta.
Ringrazio l'Assessore Poggio per la risposta e, nel ringraziare il Presidente Allasia che mi onora della delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Il Consiglio regionale è convocato alle ore 15.40 dopo la mezz'ora di ricambio d'aria. Pertanto, invito tutti i colleghi e gli addetti a uscire dall'aula.



(Alle ore 15.04 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle 15.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Relazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale sulla situazione delle carceri piemontesi (seguito)


PRESIDENTE

Nell'odierna mattinata l'Onorevole Bruno Mellano ha relazionato sulla situazione delle carceri piemontesi. Dopodiché, si è aperto il dibattito con gli interventi delle Consigliere Frediani e Canalis e del Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto d'intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Gallo ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Non sono nelle condizioni di chiedere una votazione per la verifica del numero legale, tuttavia mi sembra evidente la mancanza del numero legale da parte della maggioranza.
Non so se vogliamo procedere con l'appello nominale per la ripresa del pomeriggio, ma forse è da fare. Se riprendessimo la seduta del pomeriggio noi dovremmo inserire la tesserina e firmare l'uscita.



PRESIDENTE

La seduta è unica.
Non è una questione di numero legale



GALLO Raffaele

Se vogliamo sospendere la seduta almeno cinque minuti in attesa che arrivino i Consiglieri, giusto per rispetto anche dell'Onorevole Mellano.



PRESIDENTE

Rispetto anche della Presidenza, non solo dell'Onorevole Mellano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la relazione molto dettagliata del Garante.
Ci fa piacere avere una persona preparata su un argomento così delicato.
Volevo proporre alla maggioranza e a tutto il Consiglio regionale di fare anche noi qualche atto concreto. Mi sembra che il Garante abbia denunciato due problemi che il sistema carcerario si porta avanti da tempo: l'apertura di una parte del carcere di Cuneo e capire, con il Ministero o con chi ha competenza, la riapertura del carcere di Alba. Qualsiasi altra struttura pubblica o privata in poco tempo sarebbe stata sanificata, così come sarebbero stati fatti lavori di ristrutturazione e di sistemazione ma purtroppo, come alcune volte nel nostro Paese ci siamo abituati, ci sono delle lungaggini assurde.
Comprendiamo le difficoltà dei detenuti che vivono molto spesso in situazioni di sovraffollamento e comprendiamo le difficoltà, perché sono innegabili, dei lavoratori di queste strutture, perché lavorano in un clima e in un settore delicatissimo. Fuori le mele marce, ci mancherebbe, chi sbaglia deve pagare, così come i cinque carabinieri che si sono macchiati di atti gravissimi ed è giusto che paghino, ma l'Arma dei Carabinieri, ad esempio, ha tutta la nostra stima e la nostra fiducia. Così come sono convinto che le guardie carcerarie siano persone che svolgono bene il loro lavoro, che fanno un lavoro difficile, con pochi mezzi e con poche risorse.
Un lavoro psicologicamente difficile anche perché, come mi ha raccontato qualche amico che fa questo lavoro, nelle carceri ci sono persone molto difficili da gestire.
Poiché uno dei problemi di questo nervosismo è anche il sovrappopolamento, abbiamo una parte di carcere da aprire? Che venga aperto e si faccia la giusta pressione politica. Il Gruppo della Lega c'è e il Consiglio regionale può esprimersi ufficialmente per fare pressione nelle sedi opportune affinché le carceri di Alba e di Cuneo vengano riaperte perché queste strutture servono per sgravare le altre di un problema, che è tra quelli principali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Onorevole Mellano, perché è la prima volta che mi metto in ascolto su un tema così delicato. Anche gli interventi della collega Frediani e del collega Grimaldi mi hanno suggestionato in termini di competenza e passione. Credo sia stato utile richiedere questa informativa e sia utile un confronto molto puntuale.
Non riprendo alcune considerazioni che avrei voluto fare e che sono state anticipate dai colleghi. Vorrei, invece, rivolgere una domanda all'Onorevole. In una delle relazioni si cita che il modello italiano è stato più volte sanzionato dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo con due sentenze, in particolare quella del 2009 e quella del 2013.
La domanda è questa. Se ci può dare alcuni elementi in più soprattutto per chi, come me, per la prima volta, si occupa di approfondire il tema - del rapporto con l'Unione Europea e con le istituzioni europee.
Come, in particolare, il Consiglio regionale può dare una mano al Garante e può dare una mano alla situazione in generale nell'interloquire con le istituzioni europee e costruire delle relazioni che possano essere utili per migliorare la situazione dei detenuti, secondo alcuni interventi che ho sentito stamattina da parte dei colleghi. Che cosa, già oggi, l'Unione Europea ci dà e ci riserva come strumenti di lavoro sotto quest'aspetto? Credo che il carattere migliorativo delle nostre carceri, di quei luoghi, possa passare anche attraverso norme, attenzioni e nell'usare correttamente la risorsa europea nel miglior modo possibile. Credo che anche su questo ci debba essere una strategia e una conduzione politica nel senso più alto e più nobile del termine.
Volevo rivolgerle queste domande per avere maggiori informazioni. Se il Garante ha anche degli elementi in più e dei documenti da inviarci, oltre la relazione che, come ha detto, invierà prossimamente, almeno per me sarebbe molto importante per studiare meglio ed essere maggiormente pronto nelle prossime occasioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente e Onorevole.
Anch'io voglio ringraziare il Garante per l'importantissimo lavoro che insieme con i Garanti provinciali, hanno svolto in questi anni. Un lavoro fondamentale e, se posso dire, anche in rappresentanza dei Consiglieri regionali.
La relazione annuale è una relazione che ci permette di dialogare e di confrontarci su un pezzo del Piemonte, tanti pezzi del territorio piemontese. Non stiamo parlando d'altro, stiamo parlando di noi e viene difficile esprimersi in questo modo quando parliamo di carceri. Tuttavia il carcere è un pezzo della nostra società.
Volevo riflettere con lei, Onorevole, su un punto di vista, almeno il mio, ma credo sia sufficientemente condiviso in quest'Aula. Il carcere ha come sappiamo, una funzione rieducativa. Il carcere è il luogo dove viene recluso chi ha sbagliato perché lo Stato ha un'ambizione: restituire alla società e alla comunità tutta quel soggetto in grado di essere migliore rispetto a come è entrato in carcere, espiando la sua pena e rientrare nella società con un processo rieducativo.
Tuttavia, leggendo i numeri delle recidive, ho come l'impressione che ciò non accada. Ho l'impressione, Onorevole, che il carcere non svolga il ruolo per cui è stato progettato, costruito e realizzato, a tutela della società tutta.
Un'impressione che viene confermata, lo dicevo prima, dai numeri e anche dei racconti: dai racconti che lei prima ci ha fatto, da quelli che leggiamo sui giornali, dai mille racconti che non sono mai consegnati a nessuno e che quindi meriterebbero, da parte delle Istituzioni un'attenzione diversa rispetto a quella che è stata dedicata, soprattutto in questi ultimi anni.
Il carcere serve così com'è ed è utile alla comunità tutta.
Vede, lo dico anche a favore della Polizia penitenziaria. Sono straordinari servitori dello Stato, donne e uomini eccezionali che vivono quotidianamente sul fronte tanto quanto gli altri. Uomini e donne in divisa, spesso in condizioni difficili da raccontare se non, com'è capitato ad alcuni di noi, in qualche giornata, una ogni anno, andando a verificare all'interno cosa capita, anche se immagino che, annunciando qualche giorno prima l'accesso, il tutto sia un po' più pulito, più vivibile, con magari qualche sorriso più forzato del solito offerto al visitatore. Anche quelle donne e quegli uomini vivono in condizioni estreme, in un luogo che, per quello che ho detto prima, pare non essere il luogo adatto per questi tempi.
La domanda che mi sento di rivolgerle, Onorevole, è qual è l'azione politica e istituzionale che un'Aula come quella del Consiglio regionale del Piemonte può da subito attivare, sapendo che ci sono delle competenze precise che ci riguardano e che stanno, soprattutto, nel campo della sanità e delle condizioni di salute, che sono difficili e peggiori di altri luoghi del nostro Piemonte. Tuttavia, come ho detto all'inizio, essendo luoghi del Piemonte ci riguardano, a partire dalla prevenzione fino alla cura nella riabilitazione.
Questo le chiedo, Onorevole: che cosa fare, se condivide le mie premesse e se questa è la discussione nuova che dobbiamo aprire pubblicamente con i nostri concittadini.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Rapidissimamente, Presidente.
Ci sono alcuni aspetti che voglio sottolineare. Primo fra tutti, un ringraziamento al Garante per la fotografia che ci ha fatto, lucida e anche impietosa, a tratti drammatica, della situazione generale delle carceri e quanto, a questa situazione già di per sé drammatica in tempi normali, si aggiunga la preoccupazione e il disappunto per quanto capitato di recente all'interno di una comunità che già soffre la mancanza della libertà e della possibilità di interagire con il mondo esterno. Si sono verificati fenomeni di violenza e di sopraffazione usciti dal controllo (ovviamente non sta a noi valutare di chi fosse la responsabilità, ma gli organi preposti lo faranno) dello Stato in quella stessa comunità.
Lo ringrazio proprio per il modo in cui, con garbo ma con puntualità ci ha fatto questo disegno. Non si trattava della solita relazione annuale che in genere il Garante ci fa, ma la fotografia di una circostanza particolare e particolarmente dolorosa per tutti noi. Non c'è solo quest'aspetto: nel ringraziare il Garante ringrazio anche l'Aula, perché la sua nomina, alla fine, è uscita come una nomina condivisa da tutta l'Aula.
Mi ha fatto piacere che il Capogruppo della forza di maggioranza più significativa, in termini numerici, lo abbia ringraziato e abbia riconosciuto la sua competenza. È stato forse uno di quei casi in cui la maggioranza, ascoltando l'opposizione, poi a posteriori, come ha detto stamattina, ha riconosciuto di aver fatto la scelta migliore che si poteva fare.
Per terminare l'intervento, che nell'insieme considero positivo per quest'Aula, mi spiace solo che, nel corso della presentazione, ci siano stati momenti in cui una metà dell'aula era semivuota. Non lo dico assolutamente con polemica, ma lo dico perché, dal punto di vista personale, ciò che ho ascoltato mi ha molto arricchito e interessato profondamente, al di là del mio ruolo pubblico, ma anche come cittadino piemontese.
Ringrazio il Garante e ringrazio il Presidente per la parola.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Fava.



FAVA Mauro

Innanzitutto, volevo ringraziarla e fare un passaggio su quello che lei ha detto stamattina.
Nell'ormai lontano 1989-90 ho svolto il servizio militare nel carcere di Gaeta e di Peschiera del Garda. Lei ha fatto una descrizione a dir poco chiara e comprensibile per tutta l'Aula, anche per quelli che, come me sono stati dentro e hanno vissuto certe parti che lei raccontava prima.
Devo dire che percorsi riabilitativi all'interno i detenuti se ne fanno parecchi. Allora ero tra i 19 e i vent'anni. Il carcere militare non è un carcere civile, ci sono altre condizioni, però la gente è trattata bene non c'è discriminazione. È ovvio che devi accettare certi percorsi da fare.
Oggi, nei carceri civili, dove la capienza è talmente ridotta al minimo con quanti detenuti ci sono, è ovvio che vengono sempre meno certi percorsi però la vicenda che raccontava sui detenuti (su quello che cadeva, che batteva la testa o altro) veramente esiste ed è una cosa, per noi che l'abbiamo vissuta, veramente tragica, perché non sai come reagire nei confronti dei detenuti, perché tu sei nei reparti ma non puoi farci nulla perché la sera e di notte sono dentro le loro celle e non sai mai quello che capita.
Da parte nostra, a vent'anni, si è un po' spaventati, perché non sai che gente ti trovi di fronte, però il messaggio lanciato dal Garante, che è stato chiaro, è che occorre proprio lavorare su quel settore dove possiamo migliorare il recupero dei detenuti, perché sono tanti quelli che vogliono essere recuperati, come ce ne sono anche tanti che non accettano di essere recuperati.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste d'intervento, sospenderei la seduta, in modo da lasciare lo spazio al garante Mellano per le risposte.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 16.01)



PRESIDENTE

Prego, Onorevole Mellano.



MELLANO Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti per gli interventi, e ringrazio ovviamente anche per gli apprezzamenti. Cercherò di dare risposte veloci, magari un po' tranchant. Confido davvero in una relazione più meditata che permetta di fare un punto della situazione, ma anche di lanciare qualche spunto operativo, magari innovativo, rispetto alle precedenti relazioni annuali.
Andrei per ordine. La Consigliera Frediani ha posto molte questioni e molti problemi (alcune risposte saranno molto tranchant). Sulla questione del polo universitario, sì, c'è un problema al polo universitario che è un po' lo storico, molto importante, il primo in Italia, che però è allocato in un padiglione maschile, il padiglione E.
Vi è, dunque, una certa difficoltà a essere flessibili rispetto alla collocazione in quel padiglione - che non comprende soltanto il polo universitario, ma anche la squadra di rugby, il percorso trattamentale Arcobaleno per tossicodipendenti - per includere, in quel contesto, anche una presenza femminile.
I responsabili del polo universitario (il professor Prina e i suoi collaboratori) hanno cominciato a prendere in carico detenute per il percorso universitario, che è lo stesso meccanismo che viene adottato per quelle persone che s'iscrivono al polo universitario ma che, magari, sono afferenti a circuiti come l'alta sicurezza, per cui non possono stare in comunità con gli altri detenuti di media sicurezza. Però si sta lavorando su questo.
Tra l'altro, si sta lavorando in un ragionamento più complessivo per il Piemonte: è notizia di queste settimane che anche il carcere di Saluzzo avrà un polo universitario, che probabilmente metterà assieme sia l'università sia il liceo artistico, che era già presente, creando uno spazio-studio, che, in qualche modo, rappresenta l'evoluzione di un carcere flessibile e attento alle esigenze.
Sulla questione "donne e università", sicuramente, come Garante, avremo di che dire.
Veniamo alla questione della cella di osservazione psichiatrica domanda specifica che riconduce, peraltro, ad altre informazioni e attenzioni.
Il carcere di Torino, tra i vari progetti di eccellenza, vanta il progetto Sestante, che è un progetto sanitario di presa in cura e osservazione del malato psichiatrico in carcere. Ha due sezioni: una di osservazione e una di trattamento, nel Padiglione A. Ha alcune celle per l'alta sicurezza - lo ripeto - per chi non può essere messo assieme ai detenuti comuni (nella sezione femminile ci sono due stanze).
La logica - mi permetto di aggiungere, più che di correggere la Consigliera Frediani - non deriva soltanto da una scelta sicuritaria dell'Amministrazione penitenziaria: il controllo a vista - lo dico perch l'ho combattuta, però è vera - è anche una scelta della Direzione sanitaria.
La Direzione sanitaria si è opposta in questi anni ai lavori che anche il Comitato di prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa aveva segnalato come assolutamente necessari su quelle 22 stanze del Sestante dove il bagno è a vista e, oltre a essere a vista, si trova in una situazione di totale degrado, sia per la vetustà degli ambienti sia perch comunque, detenuti di quel tipo creano sicuramente problemi a sé stessi agli altri, agli operatori e anche alla stanza. Quindi, in genere, parliamo di locali dove è veramente pesante vivere. Sostanzialmente, fino adesso c'è stata una scelta di visione ventiquattr'ore su ventiquattro, con le telecamere in stanze aperte, senza nessuna privacy per il detenuto, anche nella fase dei suoi bisogni più intimi.
Questo lo dico da Garante dei detenuti, però vale anche per gli operatori: pensiamo, infatti, all'operatore che è costretto a stare un certo numero di ore in una stanza con un certo numero di schermi per controllare che cosa fa il singolo detenuto in quel momento. E, magari proprio l'attimo del bagno, può diventare il momento del tentativo di suicidio o del tentativo di organizzazione di qualche atto autolesivo o lesivo rispetto a chiunque stia per entrare in quella stanza.
Insomma, è un argomento molto difficile. Posso testimoniare che giovedì scorso, 23 luglio, in occasione di una visita del Sottosegretario alla Giustizia, Giorgis, e del nuovo Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, il Provveditore dell'Amministrazione penitenziaria, che è nuovo e che è il responsabile di tutta l'amministrazione per il Piemonte, la Liguria e la Valle d'Aosta, aveva in mano i progetti tecnici per intervenire su quelle stanze.
Il DAP ha assicurato - c'era anche il responsabile della Direzione generale del personale e delle risorse, il dottor Massimo Parisi l'immediata erogazione dei fondi per svolgere quegli interventi, così come per gli interventi sulle crepe nel soffitto piatto del carcere.
Obiettivamente, spero che questi lavori - vale un po' la riflessione che facevo prima su altri contesti come Asti e Saluzzo - vengano, in qualche modo, condivisi e coordinati fra l'aspetto medico e l'aspetto di sicurezza. Infatti, c'è il rischio - anche questo lo dico in modo tranchant che si facciano gli interventi, perché lo ha chiesto il Comitato europeo lo hanno chiesto i Garanti e tanti altri, ma magari è un intervento che ha una logica di porre un rimedio ma se facciamo il bagno, in quel locale, ci mettiamo poi la telecamera e siamo di nuovo al punto di prima, raddoppiando le telecamere da controllare a cura degli agenti.
Questa è una preoccupazione per cui, nei prossimi giorni, mi permetter di scrivere al Provveditorato. Anche perché - mi si permetta la battuta il ruolo del Garante è proprio questo, quello di vedere alcune contraddizioni che il sistema talvolta non vede.
Sono stato recentemente al carcere di Asti: durante questa pandemia che ha bloccato un po' tutto, è stato bloccato anche il sistema di raccolta delle famose bombolette di gas con cui i detenuti cucinano in carcere.
Parliamo di raccolta differenziata e le bombolette, non so per quale motivo, lì non sono state ritirate. All'ingresso della struttura, vicino alla porta d'ingresso, si è quindi accumulata una catasta di bombole del gas (esaurite, si spera). Vedere quella montagna di bombolette mi ha creato una certa inquietudine, in quel contesto! Talvolta l'osservatore esterno, magari non sapendo che cosa c'è dietro può sollevare il problema e, in molti casi, come in quello l'Amministrazione cerca di risolverlo.
Ancora - con questo chiudo, per rispetto alla collega Frediani - la questione dell'osservazione psichiatrica in carcere è sicuramente uno degli elementi più difficili e complicati che l'Amministrazione penitenziaria si trova a gestire.
Il progetto Sestante è unico a livello nazionale, è importante per il carcere di Torino. Però la legge chiede al Servizio Sanitario Regionale di organizzare delle articolazioni psichiatriche in carcere. Non è detto che tutte le persone che hanno un disagio mentale, psichiatrico o che hanno bisogno di osservazione e cura, debbano essere per forza messe a Torino, in quel reparto, vista la problematica che tutti i direttori hanno sempre segnalato. Mi riferisco al fatto che arrivano a Torino, magari da altre carceri non solo piemontesi, e poi non vanno più via. Così si arricchisce diciamo così, il disagio sociale di questo carcere, perché si viene per essere curati, ma poi si rimane.
La legge chiede alle strutture sanitarie, quindi anche alla Regione Piemonte, di dotarsi di articolazioni psichiatriche nei vari carceri: magari non in tutti, perché non ha senso in un carcere piccolo, ma almeno in quelli grandi, come Biella, Alessandria o Saluzzo. Ci si deve organizzare dentro il singolo istituto per seguire, curare e gestire queste problematiche sanitarie, con una chiave sanitaria prima che custodiale.
Passerei alle considerazioni della Consigliera Canalis. Molte cose come la questione dei Garanti comunali, sono già state segnalate. Che cosa fare e come muoversi per monitorare la questione sanitaria? La questione si riallaccia alla proposta di una prosecuzione di questo lavoro in IV Commissione.
L'Assessorato alla sanità dispone di un Gruppo Tecnico Interistituzionale della Sanità Penitenziaria (GTISP), che mi ha chiesto in quanto Garante, di coordinare il monitoraggio dell'applicazione della delibera n. 26 del 2016, con cui la Giunta regionale ha avviato il modello di sanità penitenziaria. Occorre monitorare l'applicazione di quella delibera perché ancora oggi, a distanza di oltre quattro anni, molte ASL non si sono adeguate: magari ne hanno formalmente rispettato i criteri, ma mancano i servizi, mancano le attività di specializzazione, mancano gli esperti.
Questo vuol dire che, vedendolo dall'altro punto di vista, oltre a non dare un servizio sanitario prescritto da delibera al detenuto, si costringe l'Amministrazione penitenziaria a spostare il problema fuori, a portare il detenuto in ospedale, a portare il detenuto a fare le visite specialistiche fuori. Su questo, c'è obiettivamente molto da lavorare e sarà probabilmente uno dei punti su cui potrò ritornare con delle proposte più specifiche.
Voglio informarvi, perché è questione di queste ore, che l'Assessorato alla sanità ha accolto anche il mio suggerimento per cui, in questo periodo di gestione emergenza COVID, si è data l'opportunità di un intervento di Medici Senza Frontiere, che ha svolto un servizio egregio in Lombardia, ma anche in altre regioni italiane, di monitoraggio delle procedure e dei passaggi di gestione dell'emergenza COVID in strutture penitenziarie. Anche lì, la chiave è l'osservazione di esperti esterni che possono suggerire o comunque, valutare delle procedure e portare delle collaborazioni (gratis) e dei suggerimenti. Questa è una situazione che si è realizzata e credo che già nelle prossime settimane potrà dare risultati significativi.
Consigliere Grimaldi, la questione delle strutture, delle mura sane (mi sono segnato molte cose, ma in parte ho già risposto): sì, la questione dell'edilizia penitenziaria è una questione assolutamente urgente. Negli ultimi anni, sono stati indubbiamente arricchiti i fondi per le ristrutturazioni straordinarie delle carceri e quindi anche delle carceri piemontesi. Spero che possano essere usati al meglio per realizzare interventi che si attendono da anni. Certo è che un carcere come quello di Torino, che è un carcere molto complesso e molto articolato, avrebbe davvero bisogno di un intervento straordinario più che di una manutenzione anche di ripensamento della struttura, in modo da permettere che tante attività trattamentali e di contatto con il territorio possano essere vissute appieno e introiettate dell'Amministrazione penitenziaria per permettere percorsi di recupero e di reinserimento.
Percorsi di recupero e di reinserimento che, peraltro, in questa fase sono stati anche finanziati dalla Cassa delle ammende, che è uno strumento del Ministero di Giustizia, in questo momento presieduto da Gherardo Colombo, che ha messo a disposizione della Regione Piemonte, come delle altre Regioni, significativi fondi per realizzare progetti di recupero e di reinserimento anche nell'immediato e nell'emergenza COVID, con l'idea di dare alla Magistratura di sorveglianza, ma anche ai servizi sociali del territorio, quei fondi necessari per costruire un'accoglienza sul territorio di chi poteva essere messo sul territorio per il fine pena, per il tipo di reato, per il contesto familiare, ma non aveva strutture domiciliari.
Su questo, ed è importante dirlo e ricordarlo, la Regione Piemonte ha utilizzato una parte significativa del Fondo Sociale Europeo per realizzare un servizio che secondo me può dare i suoi risultati nei prossimi mesi, che è lo "Sportello lavoro carcere". Lo "Sportello lavoro carcere" ha l'idea di costruire una rete con il territorio e con i servizi del territorio per dare risposte sulla recidiva e sul recupero e il reinserimento, partendo dalla presa in carico dentro il carcere per costruire quei contatti sull'esterno che permettano, al detenuto che ne abbia la capacità e la volontà, di non ricadere nella recidiva e di costruirsi una strada davvero alternativa.
Sono fondi significativi, stanziati nella scorsa legislatura. Credo che la sfida possa essere anche questa: capire se, nella prossima progettazione dei Fondi Sociali Europei, ci possano essere fondi e risorse per implementare questi servizi che possano davvero dare delle speranze concrete anche all'Amministrazione penitenziaria, agli educatori, agli assistenti sociali, alle Direzioni che, spesso e volentieri, si trovano a dover gestire la fase di uscita senza nessun tipo di risorsa reale se non quella di aprire una porta e lasciar tornare sul territorio un detenuto che, magari non ha fatto tesoro dell'esecuzione penale rispetto a un cambio della vita.
Secondo me, la sfida può essere questa.
"Serve il carcere?", chiede il Consigliere Ravetti. Può servire. Pu servire, sono convinto e dico che il carcere in questi anni ha anche cambiato faccia e per molti aspetti ha una valenza trattamentale indicata nelle leggi, oltre che nella Costituzione. Occorre, però, davvero fare quello sforzo organizzativo, progettuale e di relazione sul territorio per dare gambe alle idee e ai progetti.
Finirei qua, dicendo che, nella relazione che mi accingerò a scrivere durante le vacanze estive, il tentativo potrebbe proprio essere quello di mettere a sistema una serie d'interventi che possano valorizzare il ruolo di coordinamento e d'indirizzo politico della Regione come Amministrazione che si confronta con un'altra Amministrazione, che ha sicuramente un ruolo specifico rispetto all'esecuzione penale, ma che non può assolutamente fare a meno di un confronto con la Regione, non solo per la sanità, ma per il lavoro, per le politiche sociali, per l'istruzione, per la formazione.
L'esempio della Regione Piemonte è un esempio storicamente rilevante nel contesto penitenziario italiano, perché da oltre trent'anni la Regione fa progetti di formazione di alto livello e di alta qualità. Occorre riuscire a collegare tutti questi segmenti per realizzare un sistema che ci aiuti a non cadere nei rischi e negli errori per cui le persone, detenute o operatori del carcere, possono, a volte, anche per stanchezza o per mancanza di formazione, mancanza di prospettive, essere protagoniste.
Grazie per l'ascolto e spero di essere più produttivo con la relazione e con i suggerimenti che potranno venire.
C'era ancora una questione e chiudo con questo. Il Consigliere Sarno citava le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo: sono le due sentenze del 2009 e 2012, Sulejmanovic e Torreggiani, con cui l'Italia è stata condannata, ma l'Italia, non il sistema penitenziario, non l'Amministrazione penitenziaria: il sistema Paese, non tanto e non solo per un'esecuzione penale in cui il detenuto era ristretto in spazi piccoli (questo era uno degli aspetti). Il problema vero che segnalavano quelle sentenze, soprattutto la seconda (la Torreggiani) è che l'Amministrazione penitenziaria, il sistema Italia non riusciva a dare una prospettiva di senso all'esecuzione penale.
Se il detenuto rimane in una cella piccola, stretta, con più persone solo a dormire, la Corte Europea dice che si può tollerare se 20 ore su 24 vengono passate da un'altra parte a fare attività, a fare formazione, a fare scuola. Se l'esecuzione penale diventa solo essere chiusi dentro una stanza, questa è violazione dell'articolo 3, quindi pena inumana e degradante, quindi articolo che non può non essere sanzionato dalla Corte Europea.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Garante Mellano.



(La seduta riprende alle ore 16.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Non voglio perdere ulteriore tempo, soprattutto per il primo firmatario del prossimo ordine del giorno, Magliano, che da stamattina è molto preoccupato riguardo ai miei interventi.



(Commenti del Consigliere Magliano)



GRIMALDI Marco

I miei, non i suoi. Lei è stato molto silenzioso, proprio per arrivare a questo punto.
Voglio solo sapere se abbiamo notizie dell'Assessora Chiorino, se è ancora immersa nella trattativa, visto che doveva essere presente qui dalle 15.
Sono le 16.22: tutto vorrei, tranne.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

No, non avevamo concordato le 17. Questo l'avevate deciso voi autonomamente, decidendo quando dare queste informative. Tra l'altro, il patto prevedeva che fosse il primo punto, ma credo che sarà il terzo.
Vorrei solo evitare che, terminato l'esame dell'ordine del giorno del Consigliere Magliano, l'Assessora non si sia ancora presentata, visto che il tema della riapertura delle scuole, degli asili nido e delle scuole dell'infanzia mi pare centrale. Tra l'altro, lo dico sommessamente, se non fosse stato per le opposizioni, avreste iniziato le vostre ferie senza neanche dire ai piemontesi se apriranno o no questi servizi.
Pertanto, chiederei solo al Presidente se, mentre il Consigliere Magliano introduce il suo ordine del giorno, è possibile telefonare all'Assessora Chiorino per sapere se sta arrivando e se possiamo avere questa informativa, come da noi richiesto.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi sono informato e l'Assessore sta finendo un incontro. Appena ha finito, verrà in Consiglio a relazionare.


Argomento: Psichiatria

Esame ordine del giorno n. 376 presentato da Magliano, inerente a "Urgente riapertura dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) presso l'Ospedale Mauriziano di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 376, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno che ho voluto porre all'attenzione dell'Aula perché porta con sé tutta una serie di conseguenze legate a un ambito che, a mio giudizio, come Consiglio regionale, dovremmo tenere in grande considerazione. L'oggetto è "Urgente riapertura dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) presso l'Ospedale Mauriziano di Torino".
Come tutti sanno, durante la fase COVID alcuni reparti sono stati giustamente chiusi, perché bisognava convertirli in luoghi dove poter accogliere i pazienti malati di COVID. Di conseguenza, il 28 marzo 2020 per l'emergenza COVID, è stato chiuso il reparto psichiatrico di diagnosi e cura dell'Ospedale Mauriziano di Torino. I 16 posti letto di questo reparto sono stati riconvertiti a posti di degenza per pazienti affetti dal COVID.
È innegabile che questa scelta ha fatto sì che alle persone ricoverate in questo reparto fosse dato un posto letto in altre strutture della città ma anche della regione. I colleghi bene immaginano che cosa abbia significato per queste famiglie, durante l'emergenza COVID, dover andare a visitare in altre provincie della regione i propri cari che vivono questo tipo di patologia, che porta, oltre al malessere psicofisico del paziente anche un danno e una fragilità importante all'interno dalla famiglia stessa.
Nell'attesa che riaprisse questo reparto, questi pazienti sono stati ricollocati. Poi man mano che si liberavano spazi all'interno dell'ospedale perché fortunatamente erano riconvertiti i reparti per tornare a essere quello che erano prima - si manifestava una preoccupazione da parte delle famiglie, degli operatori e dei medici che non vedevano riaprire questo reparto.
Ho presentato un question time al riguardo, cui mi ha risposto - a mio giudizio in modo un po' troppo semplicistico - l'Assessore Icardi, dicendo che quella struttura è in convenzione con l'ASL e pertanto non era un reparto dell'Ospedale Mauriziano. Ricordo che ormai da tantissimi lustri quel reparto rappresentava un punto di riferimento per la nostra città che, lo rammento, è la città di Andrea Soldi. Forse qualche collega che arriva da altre province non sa chi fosse Andrea Soldi. Andrea Soldi era un ragazzo che, a causa di un TSO gestito male, purtroppo non è più con noi.
Un altro dato che mi preoccupa in modo importante, oggi riportato dai giornali, dice che la nostra città ha posti letto dedicati alla psichiatria per un numero di 70. Per questo, la riduzione di questi 16 posti letto ci porterebbe ad averne solo 55. L'Assessore Icardi dice che, nel caso in cui ripristinassimo questo reparto, ne potremmo avere solo più 12, perch bisognerebbe metterlo nelle condizioni volute, per norma, alla luce del COVID, ma anche 12 posti letto rappresenterebbero un servizio assolutamente di eccellenza.
Ho ricevuto una serie di segnalazioni che dicono che si sta provando a convenzionare altri posti letto all'interno delle Molinette. Voi sapete benissimo quanti posti letto ha il repartino delle Molinette, che accoglie sia i disturbi alimentari sia quelli psichiatrici. Chi, purtroppo, ha dovuto frequentare quel luogo sa che non è una disposizione e non è una metratura adeguata per quella tipologia di patologie.
Poi c'è un altro dato, colleghi, che mi preoccupa molto. Penso che tanti di voi abbiano letto ultimamente sui giornali che cosa sta emergendo.
Da un'attenta lettura della rivista scientifica "Brain, Behavior and Immunity" di questi giorni emerge un dato dall'Ospedale San Raffaele. Il campione esaminato era di 402 sopravvissuti al COVID (265 maschi e 137 donne) e circa il 52% di costoro ha disturbi psichiatrici. Alcuni hanno disturbi legati all'insonnia, che forse è la cosa meno grave, alcuni hanno depressione, alcuni hanno ansia, altri hanno patologie ossessivo compulsive, perché rivivono costantemente gli attimi in cui il COVID era in azione all'interno del proprio organismo. E questo è un dato medico.
Immaginiamo, invece, il dato medico che emerge da chi ha perso il lavoro o ha visto la propria azienda entrare in crisi. Perché dico tutto questo? La rivista che ho citato è molto quotata e lo studio è stato fatto dal professor Benedetti dell'Ospedale San Raffaele. Dico questo, perché in questa fase, con queste condizioni e con questi dati scientifici, non si può decidere di utilizzare il criterio meramente matematico perché siamo in fase di riorganizzazione.
L'Assessore più volte ha detto che dovremo adeguarci, ma credo che la politica non debba adeguarsi e basta, ma debba anche leggere i dati della realtà. In una città come la nostra, che sul tema della psichiatria ha sempre cercato di essere un'eccellenza e un'avanguardia, tagliare una percentuale così importante di posti letto rispetto a quelli che abbiamo nelle disponibilità, credo sia un errore. È un errore perché non tiene conto dello studio che ho citato poc'anzi. Si possono trovare tanti altri studi, perché sta iniziando a esserci tutta una casistica e un'accademica su quello che porta il COVID non solo dal punto di vista fisiologico, ma anche psicologico e psichiatrico, rispetto ai pazienti. D'altro canto dovremmo avere un'attenzione verso questi cittadini, sapendo che le crisi sanitarie e le crisi economiche spesso portano con sé patologie di questo tipo.
Per tutte queste ragioni, Presidente, mi sono permesso di presentare quest'ordine del giorno e di chiedere, anche alla luce di quanto detto dall'Assessore in Aula, al Presidente della Giunta e alla Giunta regionale "ad attivarsi presso le sedi competenti affinché si proceda all'immediata riapertura del Servizio Psichiatrico dell'Ospedale Mauriziano". Inoltre forse lo sapete, è già partita una petizione da parte di ex Primario di psichiatria, molto famoso a Torino, e sono arrivate quasi 2.000 firme.
Questo per dire che è una battaglia sentita sul territorio e penso che su questo sia necessario ragionare sul fare un passo indietro o, comunque di riprendere in considerazione di riaprire questo reparto, perché le condizioni del tempo e dello spazio che stiamo vivendo non ci permettono rispetto a quel tipo di patologia e di malessere che è in continua crescita in questi anni, di dire che facciamo un mero calcolo rispetto ai posti letto. Prima discutevo con un collega sul fatto che è vero che questo potrebbe ridurre un po' di posti per l'acuzia, ma questi possono essere trovati in giro per la città.
In questo momento, togliere una percentuale così alta di posti letto legati alla psichiatria penso sia una scelta che non possiamo e non dobbiamo fare; scelta di cui, tra l'altro, non capisco neanche le ragioni non essendo questa una malattia in remissione. Anzi, abbiamo sempre più casi e, purtroppo, ne abbiamo in persone di età adulta, ma soprattutto in tantissimi adolescenti. Non a caso, il caso di Andrea Soldi è un caso finito sui giornali anche per il percorso di questo ragazzo.
Presidente, mi auguro di avere in Aula il parere della maggioranza per sapere che cosa la maggioranza pensa rispetto a questo, perché è vero che dobbiamo far ripartire il Piemonte dal punto di vista economico - e questo è l'impegno che la maggioranza sta ponendo al centro del dibattito politico con i suoi modi e le sue condizioni - ma non possiamo pensare che le persone affette da questo disturbo non debbano essere considerate, non debbano essere curate e non debbano trovare tutta l'attenzione possibile.
Come sapete bene, a meno che non ve ne siate mai occupati, è un dramma umano che si porta avanti negli anni. Non è una patologia che si riesce a curare con un intervento o con una cura. È una patologia che spesso sta all'interno delle famiglie, crea enormi problemi alle famiglie ed enormi problemi in chi la vive. Pertanto, mi auguro che l'Aula possa votare favorevolmente per non lasciare indietro nessuno e per non voltarsi dall'altra parte quando si parla di malattie psichiatriche, che fanno paura, esistono e sono in aumento. Tuttavia, noi non possiamo, come legislatori di questa Regione, non intervenire perché non si continui a immaginare minori posti letto, minore assistenza e minori cure per queste persone.
Grazie.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Quando ho visto l'iscrizione di questo documento all'o.d.g. non solo l'ho sottoscritto convintamente, ma avrei sperato di ricevere qualche risposta dall'Assessore Icardi cui, più di due mesi fa, ponevo la questione in un'interrogazione che, come tante altre, è rimasta inevasa. Non vorrei tornare sulla discussione di questa mattina, ma sta diventando davvero una prassi avvilente di quest'Aula la presentazione di atti che sono lasciati nel dimenticatoio e nel pieno disprezzo del nostro Regolamento.
Non ultimo, parliamo di diversi richieste di accesso agli atti che molti colleghi hanno presentato e che sono stati oggetto della discussione di ieri nel corso della Commissione d'indagine sul Coronavirus.
Non sapevo, ma mi ero perso per strada che il collega avesse già presentato anche un question time, che è l'unico modo con cui riusciamo ad avere delle risposte, magari non soddisfacenti, ma almeno nel rispetto dei tempi. Ciononostante, ne approfitto per sottolineare con forza la richiesta del collega, che spero possa essere condivisa da tutta l'Aula. Lo spero perché il reparto del Mauriziano è il più grande in termini di posti letti della nostra città (ne conta 17) e sarebbe una riduzione importante, quasi il 30% dei posti, e peraltro significherebbe disperdere, tra gli altri servizi dell'azienda ospedaliera, tutte le professionalità che, invece, in questi anni, si sono formate e hanno lavorato in équipe all'interno del servizio. Si disperderebbe un patrimonio di esperienze e professionalità importante e difficilmente ricostruibile. Anche solo per questo avrebbe senso mantenere il presidio con una dimensione sufficiente a garantire la continuità dei percorsi professionali che si sono sviluppati in questi anni.
Spero di poter avere un'indicazione positiva in questo senso nonostante l'assenza dell'Assessore al dibattito.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Solo per mettere a verbale la sottoscrizione dell'ordine del giorno.
Tra l'altro è abbastanza incredibile che una delle esperienze più conosciute dei servizi d'igiene mentale come quello del Mauriziano sia ancora in questo stato. Credo che sia il presentatore, Consigliere Magliano, sia il Consigliere Valle e tutti riconoscano il fatto che nell'emergenza, ci possa essere una chiusura temporanea anche di un servizio così importante che ha fatto la storia in questo territorio dalla legge Basaglia in poi. Sappiamo benissimo, tra l'altro, delle difficoltà dei servizi psichiatrici territoriali e il ruolo che hanno questi reparti dove, tra l'altro, spesso c'è l'attenzione tanto del mondo sanitario ma, in generale, di tutti i servizi sociali e territoriali.
Mi chiedo davvero come mai siamo arrivati a quest'ordine del giorno.
Credo che in altri periodi della nostra storia ci sarebbe stata un'interrogazione o un question time, un comunicato stampa anche solo per attivare un'interlocuzione con l'Assessore competente. Ci piacerebbe che ci fosse una presa di posizione della Giunta. Tra l'altro, i toni dell'ordine del giorno e l'impegnativa sono talmente condivisibili che non vedo il motivo perché non ci sia una condivisione anche da parte dei Capigruppo di maggioranza. Sapendo che, magari, ci sono delle difficoltà tecniche, allora vorremmo sapere quali sono i motivi. Ormai sono passati più di due mesi dalla fine del lockdown e sarebbe incomprensibile che ci fossero delle motivazioni ancora di tipo sanitario che non fanno riaprire luoghi come questo.
Credo sia necessaria almeno una presa di posizione della Giunta, ma non vorremmo che, in realtà, dietro a questa chiusura temporanea, ci fosse un'idea più generale di smantellare un servizio come questo, ma allora sarebbe davvero incredibile, anche perché non capisco, tra l'altro, da che cosa sarebbe sostituito in questo momento storico.
La ringrazio e chiedo se qualcuno prende la parola per l'Assessore competente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Solo una precisazione. Ho firmato l'ordine del giorno sul sistema e registrato la firma.



PRESIDENTE

Va bene.
Non essendovi altre richieste d'intervento, chiudo la discussione generale.
La parola all'Assessore Tronzano per la replica della Giunta.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo volentieri al Consigliere Magliano e agli altri firmatari per conto dell'Assessore Icardi.
In relazione alla nota che mi ha fatto pervenire la Giunta, l'Assessore esprime un parere negativo sull'ordine del giorno e cerco di spiegare il motivo. Si premette che l'ipotesi di una riapertura del reparto dei servizi psichiatrici è, comunque, tenuta in considerazione e potrà essere rivalutata a emergenza COVID terminata, avendo prima verificato i risultati dell'attuale situazione.
Per fare chiarezza, soprattutto per quanto diceva il Consigliere Grimaldi, ricordo che l'Ordine Mauriziano in questi anni si è limitato a ospitare il reparto di psichiatria, che era gestito dal personale dell'ASL della Città di Torino, pur in assenza di convenzione specifica. Il Mauriziano, infatti, non ha mai previsto, in dotazione organica, medici psichiatrici.
Nel periodo di emergenza COVID è stato necessario, tra l'altro liberare il maggior numero possibile di spazi. Pertanto, al momento non è possibile ridestinare la psichiatria, reparto in uso in precedenza.
Emerge anche una ragione sostanziale sia politica sia strutturale anche rispetto alle scelte politiche che la Giunta e l'Assessore Icardi hanno piacere di fare. L'attuale carenza di specialisti in questo settore suggerisce un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili centralizzando l'offerta sulle strutture già presenti in ASL, cioè sul Martini, l'Amedeo di Savoia e il San Giovanni Bosco, piuttosto che distribuirle polverizzandole. Questa è la ragione sostanziale.
Al fine di garantire il trattamento di eventuali pazienti con problematiche psichiatriche presso il DEA reparti di degenza, si è proceduto alla stipula di una convenzione, come diceva il Consigliere Magliano, per consulenze psichiatriche da parte di specialisti del Dipartimento di Salute Mentale dell'ASL.
La nostra proposta è di bocciare l'ordine del giorno, naturalmente tenendo presente il preambolo che ho fatto, ovvero di un'eventuale rivalutazione una volta che l'emergenza COVID sarà finita.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per una replica il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Tronzano per aver portato in Aula la posizione politica dell'Assessore Icardi, che è oggettivamente chiara. Quando dice che non vuole polverizzare, di fatto, dà un colpo a 16 posti letto senza immaginare dove ripristinarli (questo mi è stato risposto in un question time). Mi spiace prendere atto che, di fatto, tre quarti della risposta che l'Assessore Tronzano ha dato in Aula è identica a quella posta in Aula dall'Assessore Icardi.
Non è un problema di efficienza. Quando la vostra maggioranza e la vostra Giunta parla di efficienza, efficienza sulla sanità, in questo caso non sta riorganizzando il sistema, ma sta togliendo posti letto. C'è una differenza enorme tra dare delle consulenze, incontrare i pazienti in ambulatorio oppure avere dei momenti di degenza anche lunga. Ci sono alcune gravi patologie psichiatriche che non possono essere gestite con una consulenza ambulatoriale, ma c'è bisogno di posti letto. Certo, forse c'era il problema che questo era un servizio dell'ASL, che il Mauriziano valutava molto costoso. A me sono arrivate delle cifre che, oggettivamente, riporto con il beneficio d'inventario, perché mi sono state fornite, secondo cui per la gestione di questo reparto veniva, in teoria, speso un milione e 200 mila euro e l'ASL riconosceva mezzo milione al Mauriziano, nonostante il personale fosse pagato dall'ASL.
Queste sono cifre per cui, forse, il problema non è il COVID, perch stiamo ripristinando tutti i reparti che avevamo chiuso. Non mi si venga a dire che oggi non stiamo riaprendo i reparti chiusi alla luce del COVID perché erano stati indirizzati su un altro tipo di trattamento. Ci mancherebbe, ma forse questa discrasia economica fa capire un po' di più che idea di efficienza avete.
Sull'idea della polverizzazione, colleghi, non mi pare che 16 posti letto in un posto solo abbia voluto dire, negli anni, polverizzare, perch su 70, 16 posti letto sono una percentuale importante. Non sono tre; non sono due. Questa è una scelta che state prendendo scientemente, decidete che forse questo tipo di patologia è una patologia che non interessa, o non è una patologia sulla quale si movimentano grandi risorse. Penso, invece che sia una patologia che dovremmo guardare in faccia. Questo è il problema della sfida di una classe dirigente: guardare in faccia quali sono le patologie che in questo momento stanno distruggendo le persone e le famiglie.
Quanto al'idea di dire che forse si convenziona qualche posto con le Molinette, sapete esattamente in che condizioni si trova il reparto delle Molinette e che forse è meglio fare efficienza, che non è un problema del Mauriziano, che ha colto il servizio dell'ASL? Voi pensate veramente di potervi trincerare dietro un problema di chi era quel servizio? Se era del Mauriziano o dell'ASL? Questo è necessario che i cittadini lo sappiano.
L'idea di efficienza che avete è l'idea di togliere i posti letto per un servizio psichiatrico e che non venga polverizzato. Sarei anche d'accordo che fosse così se stessimo parlando di due, tre o quattro posti letto, non di 16 perché, anche adeguando il reparto alle misure COVID comunque sarebbero 12: quattro in meno. Non sarebbero quattro, ma 12, che rappresenterebbe una percentuale importante dell'offerta di posti letto in psichiatria.
Mi spiace che non ci sia l'Assessore Icardi a metterci la faccia di fronte a una risposta che trovo avvilente, umanamente e politicamente. Mi spiace di più perché c'è un elemento di umanità su questa scelta, perché si vede che forse un certo tipo di problemi di questa società sono problemi che forse non interessano, perché se fosse una risposta adeguata, Assessore Tronzano, quella che l'Assessore Icardi voleva dare in questa data, avrebbe dovuto dirci entro quanto tempo e quali posti letto avrebbe riaperto e dove.
Oggi, nelle sue parole non trovo questa risposta; trovo solo un silenzio assordante che mi auguro venga coperto da tutte le proteste possibili di pazienti e familiari di pazienti cui questa vostra Giunta ha deciso di voltare le spalle.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Non sono l'Assessore alla sanità, però le parole del Consigliere Magliano sono oggettivamente troppo forti rispetto a quanto questa Giunta sta facendo all'interno del settore sanitario.
Quando le dico che il Martini, l'Amedeo di Savoia e il San Giovanni Bosco saranno utilizzati per un più efficiente utilizzo delle risorse disponibili, non significa che togliamo i posti letto e ce ne freghiamo degli ammalati psichiatrici. Tutt'altro, ma questo non è scritto e quindi non glielo posso dire, però posso dirle che certamente non è l'intenzione politica della Giunta tagliare i posti letto per risparmiare risorse.
Tutt'altro. In più, se dovessimo mettere questi 12 posti letto, perché non potrebbero essere 16, il reparto comunque dovrebbe essere ristrutturato perché il distanziamento sociale dei degenti non è previsto in questo momento e ci sarebbe una serie di lavori indispensabili in questa fase.
Oggettivamente, non è possibile farlo oggi. Dopodiché, le ho anche detto, a beneficio dell'Aula e di chi ci ascolta, che l'ipotesi della riapertura del reparto potrà essere rivalutata a fine emergenza COVID.
Se c'è qualche esperto di tagli di posti letto, certamente non è questa Giunta, Consigliere Magliano, perché se vogliamo parlare di tagli di posti letto possiamo ripercorre la storia della sanità anche recente e forse potremmo trovare responsabilità molto più gravi, a partire dal Regina Margherita.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 376, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Ai sensi del Regolamento, se uno volesse chiedere il numero legale lo deve chiedere adesso prima della votazione?



PRESIDENTE

Sì.



GRIMALDI Marco

Allora lo chiedo.



PRESIDENTE

Va bene.



GRIMALDI Marco

Così poi noi possiamo votare tranquillamente l'ordine del giorno del collega Magliano.



PRESIDENTE

Lo faccio per appello nominale, perché hanno già impostato la votazione per l'ordine del giorno.
Procedo all'appello nominale come richiesto.
Il numero legale è 21.



(Il Presidente effettua l'appello nominale per la verifica del numero legale)



PRESIDENTE

Il numero legale è presente, per cui possiamo procedere.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Vorrei che la votazione dell'ordine del giorno fosse per appello nominale, se possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 376, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
A breve verrà pubblicato il risultato.
Possiamo procedere con l'informativa della Giunta regionale, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Scusi, Presidente, vorrei porre solo una domanda, da neofita di questo luogo: qual è la sua discrezionalità nello scegliere un metodo di votazione sul numero legale piuttosto che un altro? Nel senso che noi utilizziamo uno strumento che, evidentemente, adesso ha funzionato. Prima, invece, ha effettuato la votazione attraverso la chiamata nominale.



PRESIDENTE

Per velocizzare le procedure.
Dato che il procedimento elettronico su Webex dev'essere preparato, ed era stato preparato, per mia colpa, sulla votazione dell'ordine del giorno per non rifare la procedura di votazione per la richiesta di numero legale ho preferito utilizzare l'altro sistema.



SARNO Diego

Quindi era per velocizzare la procedura.



PRESIDENTE

Solo ed esclusivamente per quello.
Adesso c'era l'intenzione di svolgere l'informativa della Giunta regionale.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Perché le svelo che, mentre lei stava chiamando - ci ha messo più di un minuto, evidentemente, ad arrivare al momento giusto - il ventunesimo è entrato appena in tempo.



PRESIDENTE

Guardi, non vorrei.



SARNO Diego

Sì, è entrato giusto giusto.



PRESIDENTE

Consigliere Sarno, a pensar male si fa sempre.
Per carità, si può. Però posso assicurarle che l'intenzione non era quella di allungare i tempi. Era solo per velocizzare le procedure.



SARNO Diego

No, no, ma non ho detto che c'era un'intenzionalità, Presidente, non era nelle mie parole.
Ho solo raccontato la dinamica e il fatto. Punto.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Informativa della Giunta regionale sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi


PRESIDENTE

Possiamo procedere con l'informativa della Giunta regionale sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Lascerei la parola all'Assessore Chiorino, appena rientrata in aula.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Una doverosa premessa è che la Regione che Piemonte, in materia di riapertura delle scuole, ha in questa fase principalmente la competenza sulla decisione della data di ripresa delle stesse.
Sono poi competenze specifiche regionali quelle in tema di dimensionamento.



(Commenti fuori microfono)



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Non si sente? Scusate, con la mascherina è difficile. Ricomincio.
Premessa doverosa è che la Regione Piemonte, in questa fase, in materia di riapertura delle scuole, ha principalmente competenza sulla decisione della data della ripresa delle stesse.
Sono poi competenze specifiche regionali quelle in tema di dimensionamento, offerta, disabili e diritto allo studio.
La Regione ha approvato il calendario scolastico per l'anno 2020-2021 con delibera di Giunta regionale n. 3 del 28 luglio 2020, con la quale le lezioni si apriranno lunedì 14 settembre 2020 e si concluderanno, per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, venerdì 11 giugno 2021. Le scuole dell'infanzia saranno aperte fino al 30 giugno 2021.
Ai sensi dell'ordinanza MIUR n. 11 del 16 maggio 2020, specifico che le autonomie scolastiche possono utilizzare i giorni a partire dal 1 settembre per attività sia di classe sia individuali relative al recupero dell'anno scolastico appena trascorso (quindi del 2019-2020), e su questo le famiglie dovranno sentire direttamente le scuole in cui sono iscritti i figli.
A decidere sulle questioni inerenti alla ripresa dell'attività scolastica nel suo insieme è il Tavolo regionale di coordinamento costituito dall'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, ai sensi del DM n. 39 del 26 giugno 2010.
La Regione partecipa a questo Tavolo con l'Assessorato all'istruzione l'Assessorato ai trasporti e l'Assessorato alla sanità. Altri componenti del medesimo Tavolo sono UPI, ANCI, Città di Torino, Città metropolitana Agenzia Mobilità Piemonte, i rappresentanti delle associazioni delle scuole paritarie, del terzo settore, delle tematiche sulla disabilità, i rappresentanti sindacali del mondo della scuola, dei genitori e degli studenti.
Compito del Tavolo regionale così costituito, attraverso un confronto costante, è quello di monitorare le azioni poste in essere dalle Conferenze dei servizi a livello territoriale e dai diversi attori coinvolti nell'organizzazione delle attività scolastiche, anche al fine di rilevare eventuali elementi di criticità non risolti a livello locale e sostenerne la risoluzione, avendo particolare cura alle speciali necessità provenienti dall'esigenza di tutela degli alunni con disabilità.
Il Tavolo regionale svolge, altresì, funzioni di monitoraggio e coordinamento regionale, con riferimento a una complessiva integrazione tra le necessità del sistema scolastico e l'ordinario funzionamento dei servizi di trasporto. Il decreto ministeriale ha previsto, a livello provinciale metropolitano e/o comunale, apposite Conferenze di servizi su iniziativa dell'ente locale competente, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, finalizzate ad analizzare le criticità delle istituzioni scolastiche che insistono sul territorio di riferimento delle rispettive Conferenze. Lo scopo, in questo caso, è quello di raccogliere le istanze provenienti dalle scuole, con particolare riferimento agli spazi, agli arredi e all'edilizia, al fine di individuare modalità, interventi e soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili sul territorio in risposta ai vari bisogni espressi.
L'Assessorato all'istruzione è presente anche ai vari sottotavoli tematici, che sono relativi a logistica e organizzazione delle istituzioni scolastiche, personale, dotazioni organiche, organizzazione e sicurezza del lavoro.
Già dal 23 giugno sono stati forniti, dall'Assessorato all'istruzione della Regione Piemonte all'Ufficio Scolastico Regionale, i dati dell'Anagrafe Regionale dell'Edilizia Scolastica (ARES) in vista della preparazione del monitoraggio, a cura dell'Ufficio Scolastico Regionale, su spazi e numero massimo di alunni gestibili in sicurezza.
A seguito dell'analisi dei dati dell'Anagrafe dell'Edilizia Scolastica l'Ufficio Scolastico Regionale ha implementato una piattaforma online di monitoraggio degli spazi utili alla didattica, per consentire ai dirigenti scolastici delle scuole statali e paritarie di calcolare, tramite un apposito algoritmo, la densità di studenti gestibile in sicurezza secondo i parametri del documento fornito dal CTS, così come richiamato anche dalle linee guida ministeriali (quindi distanziamento fisico di un metro tra le rime buccali degli studenti, calcolato in senso statico).
Per la quasi totalità delle istituzioni scolastiche, non sono state rilevate criticità di adeguamento delle strutture scolastiche alle esigenze logistiche derivanti dalle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico.
Le criticità riscontrate in termini di spazi in gran parte hanno già infatti, trovato risoluzione a livello locale fra istituzione scolastica ed ente locale di riferimento, tramite l'attivazione di Tavoli operativi e delle Conferenze di servizi territoriali degli Enti locali con i dirigenti scolastici, costantemente monitorate dalle task force degli uffici periferici dell'Ufficio scolastico regionale.
Le criticità si sono dimostrate risolvibili con un cambiamento della disposizione dell'arredo o con l'intervento dell'ente locale.
Inoltre, musei, teatri, associazioni e terzo settore hanno dichiarato la loro disponibilità a ospitare classi, nel caso se ne rilevi la necessità.
Dal 15 al 17 luglio l'Ufficio Scolastico Regionale ha svolto Conferenze di servizi con i dirigenti scolastici, che, oltre all'organizzazione della didattica e a gestire le misure di sicurezza per alunni e personale, sono chiamati a individuare il layout ideale per ciascun'aula e a riorganizzare gli orari d'ingresso e uscita e le modalità di refezione.
Lo scorso 18 luglio, il Tavolo si è riunito alla presenza del Ministro Azzolina. In quella sede, la Regione ha evidenziato come la riapertura abbia impatto anche sulle competenze specifiche in tema di dimensionamento offerta disabili e diritto allo studio. È costante la richiesta, da parte della Regione Piemonte, del congelamento dei dimensionamenti e delle riduzioni delle autonomie, poiché, avendo la necessità di uno stanziamento sociale, sarebbe un controsenso andare nella direzione di dimensionamenti e riduzioni di autonomia.
Il 28 luglio si è svolto un incontro del sottotavolo operativo didattica e inclusione, dedicato all'approfondimento delle problematiche di CPIA ed educazione adulti, con il coinvolgimento dei rispettivi dirigenti scolastici, nel corso del quale sono stati esaminati i vari punti critici: necessità di flessibilità sull'uso della didattica a distanza, considerata la tipologia di utenza di CPIA, e la possibilità di raggiungere in didattica a distanza studenti adulti lavoratori, che diversamente non rientrerebbero nel circuito formale di distruzione; la gestione del rischio sanitario per alcuni studenti lavoratori iscritti a corsi di primo e secondo livello che sono dipendenti di RSA; i problemi di convivenza tra CPIA e sedi delle autonomie scolastiche presso cui risiedono; la necessità di avere procedure omogenee per il rilascio dei permessi di soggiorno.
Il 29 luglio, l'Ufficio Scolastico Regionale ha completato la validazione dei dati relativi ai fabbisogni dei banchi monoposto innovativi con relative sedute, inseriti dalle scuole nell'apposito monitoraggio online lanciato dal Ministero.
Sul fronte degli organici, l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte ha concluso il rilevamento del fabbisogno docenti presso le scuole il 28 luglio. Il fabbisogno doveva essere espresso esclusivamente in termini d'incremento orario dell'impegno docente che si rendesse necessario. Il maggiore impiego di risorse è stato quantificato in numero di ore settimanali aggiuntive a quelle assegnate con l'organico dell'autonomia ovvero l'organico di diritto, e si doveva trattare esclusivamente di ore necessarie a garantire il tempo scuola e, almeno per il primo ciclo, il rientro in presenza di tutti gli studenti.
In Piemonte, successivamente a questo monitoraggio, risultano mancanti 3.926 posti, che l'Ufficio Scolastico Regionale, insieme alla Regione, ha richiesto al Ministero. In tutti i casi, le risorse aggiuntive sono state prospettate solo constatata l'impossibilità di rispettare le misure di distanziamento interpersonale anche con i banchi monoposto in corso di acquisto da parte del Commissario straordinario e sulla base dei fabbisogni indicati dalle scuole.
Ancora, l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte ha avviato il rilevamento del fabbisogno ATA presso le scuole, con scadenza al 4 agosto.
Nella nota trasmessa alle scuole è data particolare attenzione al profilo del collaboratore scolastico.
I punti principali sono: il regolare funzionamento dei servizi scolastici in presenza di istituzioni articolate su più plessi o sezioni staccate, ovvero nuovi punti di erogazione straordinari del servizio esterni e/o nuovi spazi da destinare alla didattica ricavati all'interno dell'edificio scolastico (si ipotizzano cortili, refettori, palestra, aule magne) per far fronte alle misure di precauzione e contenimento del contagio previste dal documento per la pianificazione delle attività scolastiche educative e formative in tutte le istituzioni del sistema nazionale d'istruzione per l'anno 2020-2021 e dal documento tecnico del CTS, per il servizio di vigilanza degli studenti di pulizia ordinaria e straordinaria di nuovi spazi dedicati alla didattica (cortili, refettori palestre e aule magne) ricavati all'interno e all'esterno dell'edificio scolastico stesso; la vigilanza in caso di attivazione di piani orari differenziati e d'ingresso e uscita degli studenti dalle sedi scolastiche (questo per limitare gli assembramenti e controllare il rispetto delle misure di sicurezza in tutti i contesti dinamici interni) l'implementazione del servizio di pulizia di aule, arredi, strumenti didattici, laboratori e di tutti gli altri locali comuni frequentati dal personale scolastico, dagli studenti e dall'utenza esterna, che dev'essere realizzato con maggiore frequenza e in modo più approfondito; la vigilanza poi, sull'applicazione delle misure di contenimento del contagio da COVID 19 e il supporto al personale docente per le esigenze degli alunni in condizioni di disabilità; la sostituzione di personale già dichiarato parzialmente inidoneo o con mansioni ridotte, ovvero versante nelle condizioni previste dalla legge 104/92, oppure considerato dal medico competente "lavoratore fragile".
Si fa, poi, ancora riferimento agli assistenti tecnici, in particolare per ciò che riguarda la possibilità di attivazione della didattica a distanza, eventualità che interessa specialmente le scuole secondarie di secondo grado o l'utilizzo dei laboratori. Dovrà, infine, essere garantito il regolare funzionamento dei servizi amministrativi in presenza di situazioni di particolare complessità gestionale.
Sul tema dei trasporti, è stato definito e trasmesso a tutte le scuole secondarie di secondo grado un questionario a cura di Agenzia della mobilità piemontese per rilevare la domanda delle scuole e renderla compatibile con l'offerta del servizio da erogare. In tutti i capoluoghi di Provincia si stanno svolgendo riunioni con dirigenti scolastici e aziende di trasporto locali per pianificare gli interventi necessari all'incontro tra domanda e offerta, conciliando, per quanto possibile, orari scolastici e flussi di movimentazione degli studenti.
Passando poi ai Tavoli nazionali, per quanto riguarda gli organici nell'ambito del coordinamento delle Regioni, il Piemonte, insieme a tutte le altre Regioni italiane, ha dato parere negativo ai riparti per l'organico di diritto del personale docente e del personale non docente per l'organico ATA, ritenuto insufficiente e i cui criteri di riparto non risultano sufficientemente trasparenti.
Si è evidenziata, inoltre, la necessità di avere risposte da parte del Ministero dell'Istruzione in particolare sulle risorse in materia di organico docente, in caso di sdoppiamento delle classi ove si renda necessario, e non docente, in particolare per i collaboratori scolastici per pulizia e igienizzazioni frequenti dei locali, controllo sicurezza alunni, svolgimento di prestazioni non coperte da personale già dichiarato parzialmente inidoneo, nonché sulla garanzia del mantenimento per l'anno scolastico 2020-21 dello stesso numero di autonomia del corrente anno scolastico eliminando, in via temporanea, l'automatismo del dimensionamento.
Nei giorni scorsi, il Ministero dell'Istruzione ha presentato l'ordinanza relativa al riparto del fondo per le dotazioni organiche aggiuntive. Le risorse economiche, pari a circa un miliardo di euro saranno ripartite tra gli Uffici Scolastici Regionali con decreto del Ministro dell'Istruzione di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze sulla base di due criteri: il numero di alunni presenti sul territorio e le richieste avanzate dagli Uffici Scolastici Regionali, che hanno vagliato le esigenze delle scuole.
Le risorse aggiuntive saranno finalizzate, esclusivamente per il prossimo anno scolastico, a garantire il funzionamento delle classi in presenza e non possono essere considerate come ampliamento dell'organico in sede di adeguamento alle situazioni di fatto. Saranno i dirigenti scolastici a richiedere il personale docente ATA di cui hanno bisogno per il corretto avvio dell'anno scolastico in sicurezza, in deroga alle normative vigenti.
Il Ministro Azzolina, nell'informativa alla Camera del 28 luglio, ha indicato che la priorità di assegnazione dell'organico aggiuntivo andrà alla scuola dell'infanzia del primo ciclo, con particolare riferimento alla scuola primaria. In subordine, i docenti in più saranno assegnati alla scuola secondaria di secondo grado.
Per i docenti, saranno utilizzate le graduatorie d'istituto in fase di costituzione, secondo quanto disposto dall'ordinanza ministeriale 60 del 2020. La scadenza della presentazione delle domande da parte dei docenti è il 6 agosto. I docenti che s'inseriranno nelle nuove graduatorie provinciali per le supplenze possono scegliere fino a un massimo di 20 scuole per ogni CdC, posto d'insegnamento o posto di sostegno per le supplenze temporanee attribuite dai dirigenti scolastici.
Il personale ATA verrà assunto dalle graduatorie d'istituto costituite nell'anno scolastico 2018-2019, che ha validità triennale.
Il coinvolgimento a livello nazionale ha riguardato anche la definizione delle linee guida nazionali per la ripresa dei servizi zero sei, approvate dalla Conferenza Unificata lo scorso venerdì 31 luglio e pubblicate sul sito del Ministero in data odierna, contenenti le indicazioni di carattere organizzativo, didattico e di sicurezza.
Le linee guida sono articolate nei seguenti punti: corresponsabilità educativa, stabilità dei gruppi, organizzazione degli spazi, aspetti organizzativi, figure professionali, refezione e riposo pomeridiano protocolli di sicurezza, formazione del personale, disabilità e inclusione indicazioni igienico-sanitarie.
Gli aspetti salienti sono i seguenti: il rapporto ordinario educatore bimbi; la riorganizzazione di tutti gli spazi disponibili e la valorizzazione degli spazi esterni; le attività strutturate in gruppi e sezioni senza intersezione di attività tra bambini appartenenti a gruppi e sezioni diverse, garantendo la stabilità dei gruppi e delle sezioni l'unicità di rapporto tra gruppi e sezioni e adulti di riferimento cui gli stessi sono affidati; attenzioni particolari per le fasi di accoglienza e ricongiungimento, date le esigenze particolari dei piccolissimi; la previsione dell'accompagnamento genitoriale con specifiche cautele particolare attenzione alla registrazione delle presenze e loro conservazione; possibilità d'individuare ulteriori figure professionali, di prevedere eventuali deroghe per le sostituzioni e di assegnare dotazione organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili.
A breve, sulla base delle linee guida zero-sei approvate dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 31 luglio, anche la Regione Piemonte indicherà la data d'inizio dei servizi educativi.
Riguardo al trasporto scolastico, la Conferenza delle Regioni ha incontrato il Ministro De Micheli lo scorso 27 luglio e ha avviato un confronto per la redazione di linee guida sul trasporto scolastico dedicato, la cui bozza è stata trasmessa dal Capo di Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti al Comitato Tecnico Scientifico per le opportune valutazioni.
Dopo diverse sollecitazioni da parte delle Regioni, quindi della IX Commissione delle Regioni, il Ministro Azzolina incontrerà gli Assessori regionali all'istruzione domani mercoledì 5 agosto. In quella sede si richiederanno risposte chiare e tempestive alle questioni portate all'attenzione del Ministro più volte, ovvero sulle risorse in materia di organico docente, in caso di sdoppiamento classi, e non docente; in particolare, per i collaboratori scolastici per pulizia e igienizzazioni frequenti dei locali, controllo sicurezza alunni, svolgimento prestazioni non coperte dal personale già dichiarato parzialmente inidoneo. Ancora sulla garanzia del mantenimento per l'anno scolastico 2020-2021 dello stesso numero di autonomie scolastiche del corrente anno scolastico eliminando in via temporanea l'automatismo del dimensionamento e la condivisione sui criteri del riparto dell'organico di emergenza in base a parametri trasparenti e oggettivi.
L'Assessorato all'istruzione della Regione Piemonte ha continuamente sollecitato il Governo, chiedendo massima attenzione anche in tema di continuità didattica, che deve guardare non solo i numeri, ma anche la qualità della stessa, e al capitale umano, con particolare riferimento alla trasmissione del sapere.
L'attenzione va, inoltre, posta alle condizioni nelle quali i docenti si trovano a insegnare e gli alunni ad apprendere. L'Assessorato all'istruzione della Regione Piemonte è ben consapevole delle difficoltà collegate alla didattica a distanza, con gli ultimi dati nazionali che parlano di due milioni di studenti raggiunti poco o nulla dalla medesima didattica a distanza e della criticità collegata alla licenziabilità dei docenti con la clausola della giusta causa.
Anche su questi temi, l'attenzione da parte dell'Assessorato è massima e si continuerà a chiedere al Governo di essere vigili, affinché la scuola possa riprendere nelle condizioni di sicurezza idonee, evitando grandi proclami e avendo particolare cura di quella che dev'essere, a nostro avviso, la continuità didattica anche rispetto ai divari che si sono ulteriormente incrementati nel periodo di lockdown.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessora per la sua relazione. Ripensandoci, se potessi tornare indietro, avrei chiesto che fosse svolta in Commissione, perché ho fatto una fatica terribile a seguire. Quaggiù non si sente, non per colpa sua, ma tra la mascherina, la distanza e le persone in mezzo che parlano ho fatto fatica.
Spero che, quando rientreremo, lo faremo in condizioni differenti perché è veramente difficile riuscire a seguire, tant'è che mi scuso se chiederò delle cose che probabilmente ha detto e non sono riuscita a percepire. Chiederei, se possibile, se ha una relazione scritta, di averne copia.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

La manderei domani, perché è in fase di aggiornamento.



FREDIANI Francesca

Va benissimo, quindi approfondirò le parti che non sono riuscita a percepire.
In particolare, vorrei sapere - e mi scuso se ne ha parlato - rispetto alla didattica a distanza, se ci sia un quadro generale della situazione attuale. Quindi, capire quali studenti non siano stati sostenuti nella loro necessità di dotarsi di attrezzature e quanti studenti potremmo avere ancora nella situazione di non riuscire a connettersi, nella malaugurata ipotesi si dovesse di nuovo ritornare nel lockdown a settembre.
Pertanto, chiedo se si è fatto un quadro e se la copertura è totale o se, purtroppo, c'è ancora qualche zona e, di conseguenza, qualche studente non raggiunto dal punto di vista proprio delle dotazioni, perché so che negli ultimi mesi dell'anno scolastico ci sono state modalità di richiesta di dispositivi. Immagino che si sia riusciti a garantire la quasi totalità di copertura e bisogna vedere con le nuove iscrizioni come si procederà.
Non ho colto, rispetto alle mense, come ci si organizzerà e quali saranno le indicazioni rispetto alle modalità di fruizione del servizio dei pasti. Ho visto le linee guida nazionali, ma volevo capire se ci fosse una declinazione anche correlata alla disponibilità degli spazi negli istituti.
E non ho colto informazioni neanche sull'accesso. Ho depositato proprio questa mattina un ordine del giorno, che immagino non si riuscirà a discutere per ovvi motivi di tempo. Però nell'ordine del giorno noi immaginavamo che si potesse, almeno nella prima fase di rientro a scuola monitorare la situazione sanitaria degli studenti, avvalendosi anche dell'aiuto delle USCA. Su questo abbiamo unito due riflessioni. La prima è che abbiamo letto alcuni articoli, nei quali si dichiarava che le USCA non fossero particolarmente impegnate in questo momento. In sostanza, si rischiava di avere del personale sostanzialmente inattivo e, aggiungerei per fortuna, perché significa che la situazione è relativamente sotto controllo.
La seconda considerazione è che se lasciamo solo alle famiglie - il solo ovviamente tra virgolette - la responsabilità di decidere se lo studente o la studentessa può entrare e accedere a scuola e quindi valutare la sua condizione di salute, rischiamo di non avere il pieno controllo degli aspetti sanitari. Purtroppo questo si vede anche nella normalità spesso gli studenti vanno a scuola anche se non sono in perfetta salute. A questo punto, volevo capire quale fosse la modalità di accesso e quale fosse il controllo e se si potesse valutare - cosa che chiedo nell'ordine del giorno - di collaborare con le USCA proprio nei casi magari sospetti in cui si possano verificare dei sintomi direttamente all'interno delle aule scolastiche.
L'ultima domanda, invece, è relativa al dimensionamento. Ho sentito che ne ha parlato e ha nominato il dimensionamento, però volevo capire se si stesse valutando la possibilità di rivedere il dimensionamento, alla luce della possibilità di dividere le classi ulteriormente e quindi distribuire ragazzi (anche i bambini, ovviamente) in classi un pochino più piccole.
Le faccio l'esempio di una scuola che mi hanno segnalato, che è la De Amicis di Vercelli. che è una scuola primaria. Faccio questo esempio perché i genitori stavano chiedendo aiuto, perché pare che non si formi una classe prima, in quanto non si raggiunge il limite di dieci bambini, che è il limite minimo per formare la classe. Ovviamente questo creerebbe grande disagio, in quanto gli studenti si dovrebbero spostare in altre zone anche più difficili da raggiungere, quindi con spostamenti sui mezzi dei genitori per portare i figli a scuola e con ulteriori complicazioni anche sulla mobilità.
In situazioni come queste, valutando l'eccezionalità dell'emergenza sanitaria e tutti i ragionamenti sulla possibilità di ridurre le classi siccome non credo sia l'unico caso che si verifica, volevo capire se ci fossero margini di riapertura di riflessioni, considerando che sicuramente nella scuola la disponibilità degli spazi ci sarebbe. Immagino che sia solo una valutazione rispetto al numero degli studenti e non rispetto alla mancanza degli spazi, quindi valutare se tenere in vita anche le classi che non soddisfano i requisiti minimi di dimensionamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Due settimane fa avevamo chiesto all'Assessora Chiorino di occuparsi soprattutto di una vicenda dentro la grande questione della scuola, assai ancora più preoccupante, quella della riapertura dello zero-sei. Infatti dopo alcune lettere mandate dai grandi Comuni piemontesi, in particolare anche dalla Città di Torino, non avendo delle date previste e anche delle previsioni di riapertura, questa vicenda rischiava di compromettere molto del servizio educativo e, come ci siamo detti con tanti colleghi in questi mesi, anche parecchie possibilità di ritorno al lavoro da parte delle famiglie.
Non esistono banchi mobili e distanziometri per i bambini e le bambine soprattutto per quelli più piccoli che hanno, come sapete, esigenze molto diverse dalla scuola primaria e anche dalle linee guida che, in particolar modo, sono state approvate nelle scorse settimane. Come sapete, c'è un tema che non ho sentito bene dall'Assessora Chiorino, perché ha messo al fondo l'oggetto della richiesta d'informativa. Oltre al tema della corporeità e del movimento, ci sono bisogni diversi, come quello di muoversi ma soprattutto, è difficile per bambini nella fascia zero-sei anni rispettare le regole d'igiene sanitaria e, ovviamente, per chi ha bisogno, come in quella fascia di età, di esplorare, di toccare e di pensare a una didattica in modo diverso. Quelle regole andavano ripensate.
Assessora Chiorino, in queste settimane ho fatto un piccolo gioco. Ogni volta che chiedevo a Google un chiarimento sulla scuola dell'Assessore Chiorino, a distanza di pochi giorni, mi uscivano le stesse dichiarazioni.
Faccio degli esempi. 3 giugno: l'Assessora Chiorino attacca la Ministra Azzolina. 5 aprile: l'Assessora Chiorino attacca la Ministra Azzolina. 3 giugno: l'Assessora Chiorino attacca la Ministra Azzolina. 10 maggio: l'Assessora Chiorino attacca la Ministra Azzolina. Coronavirus: l'Assessora Chiorino attacca la Ministra Azzolina. Tutto da rifare.
Ripeto, se lei consulta Google, in meno di due mesi, ha un'ottantina di dichiarazioni in cui attacca la Ministra Azzolina. Devo dirle che in questo Governo l'unica necessità che, in qualche modo, intravedo era quella di non lasciare ai deliri del Papetellum (per fortuna, la vicenda della crisi del Coronavirus qualche felice intuizione c'è l'ha data) le redini di questo Paese. La Ministra Azzolina non ha certo brillato, tuttavia le faccio notare che lei fa l'Assessora con delega a questi temi e in una relazione di mezz'ora ha concluso dicendo che, anche se le linee guida sono state approvate sullo zero-sei anni quattro giorni fa con larga condivisione dell'ANCI delle Regioni, non c'è ancora una data - se ho capito bene - di riapertura della scuola dell'infanzia e degli asili nido.
Ho fatto lo stesso giochino, Assessora, solo per capire se tutti gli altri Assessori regionali hanno fatto come lei, cioè lamentarsi per un mese e mezzo e poi arrivare in ritardo su una cosa che già tutti avevano previsto. Faccio un nome a caso: Elly Schlein. Un nome che, ovviamente, mi rappresenta in Regione Emilia Romagna, che festeggia le linee guida dicendo: "Abbiamo già pronto tutto da due settimane, siamo felici di annunciare la riapertura degli asili ai primi di settembre". Regione Toscana: apertura seconda settimana di settembre. Regione Puglia: prima settimana di settembre. Regione Lazio: prima settimana di settembre.
Davvero siamo l'unica Regione che, di fatto, aspettava queste benedette linee guida e poi, alla fine, non ha pronta la riapertura? Le faccio notare che in quelle 80 dichiarazioni contro la Ministra Azzolina anche lei ha cambiato opinione. Da una parte diceva che c'era bisogno di grandi investimenti, ed è arrivata nell'ultima settimana a dire che, tutto sommato, le nostre scuole erano adatte a ospitare il grande numero di studenti. Ha iniziato dicendo che serviva tantissimo personale per poi minimizzare l'impatto sulla Regione Piemonte.
Lo so che in politica basterebbe guardare a qualche twitter di quest'Aula di qualche anno fa in cui, magari, si dicevano cose più legate al Nord del Paese che ha visioni neosovraniste, mentre lei fa parte di un partito che ha tradizioni storiche culturali ben chiare. Probabilmente avrà avuto sempre una certezza nella sanità pubblica nazionale e nell'istruzione pubblica dello Stato, ma magari è diventata regionalista solo in questi ultimi mesi.
A questo punto, le volevo chiedere qual è il nostro ruolo. Sono d'accordo con lei quando difende il ruolo dello Stato centrale, che deve dare linee d'indirizzo chiare e certe per tutti e quando dice che giustamente, non ci possono essere entrate scaglionate e a macchia di leopardo. Io sono d'accordo con lei e sono anche d'accordo con quello che dice la Conferenza delle Regioni, cioè che prima anticipiamo l'apertura dei servizi educativi zero-sei anni e prima il Paese riparte davvero. Non c'è un esercito di babysitter che possono svolgere il ruolo educativo dello zero-sei anni. Fra noi possiamo anche dividerci sulle scuole dell'infanzia dello Stato, comunali o paritarie, ma tutte svolgono un ruolo pubblico e quel ruolo pubblico non può essere generato nella famiglia allargata nelle nonne, nelle zie e nelle badanti.
Per me l'importante della sua informativa era solo dire ai piemontesi poiché mi sembrava ci fosse tutta l'esigenza di fare come hanno fatto le altre Regioni, che si sarebbe agito in tal senso. Nelle altre Regioni - e ve lo dico, così lo potete cercate anche voi su Google - hanno discusso per due o tre settimane delle loro linee d'indirizzo e dei loro criteri sperando che ci fosse un'armonizzazione. L'armonizzazione è arrivata e avevano tutto pronto. Adesso l'unica cosa che mi chiedo è: possiamo uscire dal dibattito di oggi dicendo che l'Assessora Chiorino dà notizia ai piemontesi che almeno allineiamo al 14 settembre, che corrisponde all'apertura della scuola pubblica, l'apertura dello zero-sei anni? Oppure riusciamo a fare come altre Regioni italiane che, addirittura, nei primi di settembre danno il via libera perché pensano che ci sia la possibilità di riaprire? Le dico di più: lei non sarebbe sola. Nelle altre Regioni italiane c'è sempre un Assessore alla sanità che si mette a fianco dell'Assessora Elly Schlein e dice: "Lei può riaprire i primi di settembre perché noi crediamo di aver messo nelle linee guida, nei tamponi, nella registrazione del test seriologico la possibilità di iniziare dalle prime settimane".
Non so se sia sua responsabilità, non so se si sia confrontata in altra sede con l'Assessore Icardi, ma in tutta la relazione non ho sentito pronunciare il suo nome. Ci sarà una dinamica con l'Assessore Gabusi da una parte e l'Assessore Icardi dall'altra, magari anche con il Presidente Cirio che di dichiarazioni contro la Ministra Azzolina ne ha solo 45, ma lui sì che si è impegnato a riaprire la scuola! L'avete visto. Altro che il campionato di calcio, come diceva due mesi fa. Per il Presidente la priorità è stata la scuola, ma negli ultimi 50 giorni non ha citato la parola scuola, però la Ministra Azzolina è sempre nei suoi pensieri! Assessora, noi siamo d'accordo per tre quarti delle sue dichiarazioni quando dice che la scuola è una priorità. Siamo d'accordo almeno al 50 delle sue dichiarazioni contro questi ritardi. Siamo d'accordo un terzo sul fatto che, tutto sommato, le nostre scuole possono reggere l'urto, ma vorremmo essere soprattutto d'accordo al 100% sul fatto che usciamo da qui con una certezza: i piemontesi devono sapere che lo zero-sei anni riapre come la scuola, con delle certezze, con delle date e sapendo che lei si è impegnata di sicuro - di questo siamo sicuri - in tutti questi giorni, a parlare con tutti i nostri Enti locali.
Il rimprovero principale alla Ministra Azzolina. Qual è il rimprovero alla Ministra Azzolina? Che doveva confrontarsi con gli Enti locali, doveva confrontarsi con i Sindaci, doveva confrontarsi con le Regioni. Benissimo.
Noi siamo sicuri che lei l'abbia fatto, abbia sentito tutti i Sindaci dei grandi capoluoghi. Allora ci può dire che cosa ha scoperto? Quando avete deciso di riaprire i nostri asili e le nostre scuole dell'infanzia? Se ci darà una risposta, noi saremmo felicissimi, e vedrà che sui social non ci sarà un attacco nei suoi confronti. Quando difendiamo la sanità pubblica e difendiamo la scuola pubblica non abbiamo in testa i nomi degli Assessori e se appartengono a un colore politico o a un altro, ma abbiamo solo un interesse: quello dei nostri piemontesi che, tra l'altro difendiamo anche meglio di voi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Assessore, inizio con una battuta per stare sulla scia del collega Grimaldi: credo che magari fra un po' uscirà una nota dove l'Assessore attacca l'amministrazione, rispetto alle parole che abbiamo sentito.
Assessore, parto da questa premessa: rispetto alla sua informativa pensiamo - e penso - che alcune parole e alcune richieste d'interlocuzione che ho avuto, e che i colleghi hanno avuto con il mondo della scuola, o loro si sono fatti un film o hanno vissuto un film completamente diverso.
Rispetto alla sua relazione, la maggior parte del mondo della scuola denuncia una cosa, Assessore (anch'io, come la collega Frediani, ho avuto di difficoltà a seguire rispetto alla mascherina) sul tema del coordinamento.
Quello che tanti lamentano, Assessora, è proprio il tema del ruolo centrale della Regione. Credo che la Regione abbia, tra una serie di funzioni, il tema di coordinare un'azione condivisa, a partire dalle linee guida, per poi arrivare nello specifico, perché alcune norme, rispetto ai decreti, vi dà proprio un elemento di competenza diretta. Rispetto a questo coordinamento, molti presidi e molte famiglie (non parlo di singoli Assessori, ma parlo di associazioni, di alcuni sindacati e di alcuni dirigenti organizzati, quindi non sono completamente matti, sono persone che vivono nel mondo della scuola da decenni e che gestiscono e cercano di gestire il mondo della scuola), lamentano questo.
Nella relazione, che cercherò di fornire in maniera costruttiva lamentano secondo una serie di dati che proverò a richiedere, perché alcune cose credo di non averle sentite o di non averle capite.
In quest'azione di coordinamento, il primo tema riguarda la divisione rispetto ai cicli scolastici, cioè andare a costruire un coordinamento volto ad affrontare la riapertura ciclo per ciclo, grado per grado di scuole, perché ognuno, come lei forse ha detto nella relazione, ha delle nette differenze: zero-sei anni, il secondo ciclo, il primo ciclo, le scuole superiori. È evidente che hanno delle competenze e delle esigenze differenti. Credo che questo non sia avvenuto. Se sì, come; se no, perch non è avvenuto così.
L'altra questione, sempre nell'ordine del coordinamento, è in riferimento alla Conferenza del diritto allo studio che è stata convocata a quanto ci dicono, due giorni prima, tant'è che so che il rappresentante di ANCI non si è presentato, anche in termini, non dico provocatori, ma nel dire: ci avete avvertito meno di 48 ore prima, per cui diventa difficile arrivare preparati.
In quella sede, Assessore - arrivo ai primi punti di contenuto, perch queste erano le premesse del quadro del nostro intervento - si sono affrontati, o si dovevano affrontare, non in termini di comunicazione, ma di confronto, due temi: il calendario e le risorse.
Assessore, sul calendario la domanda è questa: perché si è proposto e approvato (qualcuno in quella Conferenza gliel'ha anche sollevata come questione ed è stato forse etichettato come provocatorio, ma crediamo che sia utile affrontare questo tema oggi) un calendario ordinario praticamente uguale a quello dell'anno scorso quando, su questo, la competenza della Regione, trasversalmente con altri enti, ce l'ha eccome? Perché si è proposto un calendario ordinario nella straordinarietà? Noi non sappiamo che cosa avverrà a ottobre o novembre, non sappiamo se il virus - speriamo di no, lo stiamo dicendo in tutte le salse - riprenderà forza, ma perché non si è pensato a un calendario più flessibile, cioè un calendario da organizzare fino a un certo tempo, per un tot di mesi dell'anno, per poi fare una verifica e avere la possibilità, in un momento straordinario che ci permette di andare anche un po' fuori dagli schemi preordinati, di dire alle scuole: in questi mesi facciamo così, poi per verifichiamo e cerchiamo di riadattare se ne abbiamo urgenza ed esigenza? In questo senso, davvero ci sembra strano il fatto di riproporre un calendario uguale all'anno scorso. Mi sembra che il prossimo anno sia un anno scolastico molto differente.
Il secondo tema sul calendario era quello, sotto molti punti di vista e un po' sulla scia di quello che il collega Grimaldi stava dicendo, cioè provare ad anticipare, soprattutto a partire da chi, nei cicli più alti della scuola, di età più avanzata, deve magari recuperare delle materie.
Allora perché non provare a partire qualche giorno prima, vista anche la disponibilità del personale che si sta mettendo in campo? Questo sul calendario, Assessore, secondo me è un tema importante, sul quale la Conferenza avrebbe potuto sviluppare un confronto. Invece c'è stata una comunicazione e un confronto, come noi sappiamo tutti, su due livelli differenti.
Ma arriviamo alle risorse. Anche su questo, la Regione ha un impegno di spesa ordinaria nella straordinarietà. La Regione oggi non ha aumentato risorse, almeno a oggi, in maniera significativa. Facciamo alcuni esempi.
Il primo sono i voucher. Sui voucher abbiamo avuto moltissime segnalazioni dove la gran parte dei richiedenti è stata inserita, ma esclusa perché non c'è la copertura. Faccio alcuni esempi: una famiglia di quattro persone con monoreddito, quindi un reddito medio-normale, è stata esclusa, quel ragazzo è stato escluso.
Questo è un esempio, quindi una domanda, sul fatto che abbiamo risorse ordinarie in un momento straordinario.
Due, gli spazi. Nell'intervento che ha fatto ha riproposto le linee guida promosse dal livello nazionale, ma allora dove sta la funzione di elaborazione politica e strategica della Regione? Oggi, sul giornale Assessore, credo che l'abbia visto anche lei, è richiamato uno studio della Fondazione Agnelli, con FULL del Politecnico, con una serie d'indicazioni sugli spazi all'aperto e sulle mense, dove si dice che servirebbero al massimo 50.000 euro a scuola per usare spazi che oggi non sono utilizzati.
Di quello, Assessore, che cosa ce ne facciamo? Niente, perché non ci piace - la dico provocatoriamente - la Fondazione Agnelli piuttosto che il Politecnico? Non credo, però nella sua relazione di questo non ho sentito presa di coscienza, suggestione o visione.
Altro tema sempre sulle risorse. Il rapporto nella fascia zero-tre tra educatori e bambini, perché credo che il livello nazionale demandi direttamente alla Regione il rapporto degli assistenti ausiliari per l'igienizzazione: se i bambini e i ragazzi dovranno girare, perché non possono stare tutti dentro la stessa aula, come la risolviamo? Servirebbero risorse aggiuntive.
Quattro, abbiamo capito che per affrontare questo tema, come ha detto anche lei, Assessore, c'è la disponibilità dei cosiddetti privati (i Musei piuttosto che altro) a intervenire nel piano dell'offerta formativa per aumentare l'offerta in questo senso.
In proposito, perché non pensare a un piano dell'offerta formativa sostenuta dalla Regione, in termini anche economici, per sostenere e non lasciare tutto l'incarico ai dirigenti? Cinque - vado verso le conclusioni, Presidente - se davvero dovessimo sostenere una riorganizzazione degli alunni che, come si diceva, alcuni magari inizieranno la scuola alle otto, altri alle nove e altri alle dieci per questa situazione dei turni, vuol dire che usciranno dopo, Assessore.
Una parola che non ho sentito, se non come tema, ma senza risposta, è sul trasporto pubblico. La Regione ha, in merito, intenzione di aumentare le risorse per dare una mano alle famiglie? Se, infatti, uno studente esce non alle ore 14, ma alle 15 o alle 16, in alcuni luoghi il trasporto pubblico magari non c'è per due o tre ore, perché è organizzato nel vecchio modo ordinario rispetto alla straordinarietà. Su questo ci sono delle risorse in più? C'è una visione in tal senso? C'è uno studio in corso? In ultimo, sulla DaD la situazione è uguale. Ci sono elementi che evidenziano che è vero che la DaD non è utile sull'aspetto pedagogico. Lo sappiamo. Tuttavia, in un momento di urgenza, una DaD svolta in un certo modo può comunque offrire una mano.
Allora, su quest'aspetto, quali risorse stiamo andando a impegnare per settembre-ottobre, per dare maggior forza alla ripresa delle scuole? In conclusione - ho terminato, Presidente; mi scusi se mi sono dilungato, però il tema è molto complesso - queste richieste, Assessore non derivano dal Consigliere Sarno o dal Gruppo del PD. O, meglio, arrivano da noi, ma sono portate anche grazie all'interlocuzione con pezzi del mondo della scuola, perché nutriamo alcune preoccupazioni: innanzitutto, temiamo che a settembre o a ottobre possa aumentare la dispersione e l'abbandono scolastico.
Senza una strategia rischiamo d'incrinare quel rapporto scuola-famiglie e studenti, che rischia di portare un aumento (già alto) dell'abbandono scolastico nella nostra Regione. Non stiamo usando questo momento di crisi per riguardare e riposizionare la scuola del futuro; una scuola che non sia più solo "scuola", ma sia "scuola-territorio", che guardi al territorio.
In conclusione, davvero, crediamo che questa funzione di coordinamento a oggi non ci sia stata, o perlomeno noi non l'abbiamo vista. Chiediamo quindi di attivarla, finalmente, e di costruire una relazione con i dirigenti scolastici, affinché non vengano richiamati solo - mi permetta l'ultima battuta - per il presepe e per il crocefisso, ma ci sia la possibilità di sostenerli anche in questo momento difficile, per non lasciarli con le spalle quasi o totalmente scoperte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Si era iscritto a intervenire il Consigliere Magliano, ma ai sensi dell'articolo 83, essendo stata richiesta una dichiarazione d'urgenza sospenderei questo dibattito per mettere in votazione la dichiarazione d'urgenza, per poi riprenderlo successivamente.
Poiché è una procedura che dobbiamo svolgere a fine seduta, sospendo il dibattito.



GRIMALDI Marco

Ci può solo spiegare ai sensi di quale articolo del Regolamento sospende il dibattito?



PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento, la dichiarazione d'urgenza dev'essere approvata entro la chiusura della giornata che è stata presentata.
Nello specifico, l'articolo 83 recita: "1. Per i progetti di legge, ad eccezione delle ipotesi previste dall'articolo 45, comma 3 dello Statuto può essere dichiarata l'urgenza su richiesta del primo firmatario, del Presidente di un Gruppo, di tre Consiglieri o della Giunta. Per i progetti di legge di iniziativa popolare o degli Enti locali può essere dichiarata l'urgenza su richiesta di almeno tre Consiglieri o della Giunta.
2. Il Consiglio regionale, alla fine della seduta nella quale è stata presentata la richiesta, delibera con votazione palese, dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contro.
3. L'approvazione della dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà, nonché per le leggi l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente".
Dato che si era prefissato un orario indicativo di chiusura per le ore 18 ed essendoci altri iscritti a parlare, o interrompiamo dopo e votiamo prima della chiusura, oppure sospendiamo un attimo la trattazione di quel punto. Peraltro, la procedura è veloce, perché prevede l'intervento di un Consigliere a favore e di uno contro.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta di dichiarazione d'urgenza relativamente al disegno di legge n. 109, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 maggio 2020, n. 13 (Intervento di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19)"


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno, è stata richiesta la dichiarazione d'urgenza sul disegno di legge n. 109, "Modifiche alla legge regionale 29 maggio 2020, n. 13 (Intervento di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19)".
Ai sensi dell'articolo 83, comma 2, citato precedentemente, chiedo se qualche Consigliere desidera intervenire a favore.
Ha chiesto la parola l'Assessore Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore alle finanze

Naturalmente la Giunta lo propone, quindi è favorevole all'intervento di votazione d'urgenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Qualche Consigliere desidera esprimersi contro tale richiesta? Nessuno.
Indìco la votazione nominale sulla richiesta di dichiarazione d'urgenza inerente al disegno di legge n. 109.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Valle comunica la sua presenza.
A breve, pubblicheremo l'esito della votazione.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Informativa della Giunta regionale sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito relativo all'informativa della Giunta regionale sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi.
Aveva chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Oggettivamente, non vado a riprendere ciò che ha detto il collega Grimaldi e tutte le puntuali osservazioni fatte dal collega Sarno.
C'è un dato, però, che, a mio avviso, quest'Aula deve sottolineare con attenzione. Io non so chi di voi è stato raggiunto ultimamente da segnalazioni, da questioni o da problemi sollevati o giunti da famiglie che hanno bimbi che frequentano i nidi o le scuole materne, quindi del comparto zero-sei.
L'incertezza che oggi emerge - chiedo scusa all'Assessora, ma non sono riuscito a seguire esattamente tutta l'informativa - è quella di non sapere quando riapriranno questi servizi. E questo, di fatto, mette le famiglie che hanno figli piccoli nella condizione di non potersi organizzare, cioè di non poter organizzare la propria vita. Questo - com'è successo nel periodo del lockdown e come sta accadendo in questa fase, in cui alcuni nidi si sono trasformati in "centri estivi" - andrà a nocumento della possibilità dei papà e delle mamme di lavorare, soprattutto se liberi professionisti.
È, infatti, evidente che avere un bimbo a casa non permette di svolgere la propria attività professionale, anche se la si sta svolgendo in smart working. Lo dico per esperienza personale, sebbene sia una cosa che mediamente un legislatore non dovrebbe fare. Ma questo è quello che sta accadendo a centinaia e centinaia di giovani famiglie piemontesi, che si trovano nella totale incertezza e incapacità di potersi programmare. Anche perché - è evidente a tutti - il sistema di baby sitting che tanto piace al Governo, con i vari bonus che mette in campo, di fatto non rappresenta una soluzione, tantomeno non rappresenta una soluzione per il percorso educativo e per il patto educativo che viene fatto con i bambini.
A differenza del collega Grimaldi, non esprimerò parole di apprezzamento per la Ministra Azzolina: non le sentirete mai pronunciare dalla mia bocca. Oggi, tuttavia, oggettivamente noi ci troviamo nella condizione in cui abbiamo, da una parte, un Ministro che non è in grado di fare il Ministro e, dall'altra parte, però, una Regione che non è in grado di dirci, almeno oggi, in limine rispetto al Consiglio regionale, quando le famiglie saranno certe di riavere quel servizio che, se ci pensate bene, è uno dei servizi che permette la conciliazione lavoro e famiglia soprattutto per tante mamme. Questo è il vero dato che dobbiamo dirci con grande chiarezza, per mamme e papà.
Pertanto, mi auguro che le sollecitazioni che abbiamo fatto in quest'Aula oggi permettano all'Assessora, prima di andare via, oltre a inviarci la nota domani, di dirci, come sta capitando in altre Regioni: "Guardate, lo zero-sei apre il 14" o "lo zero-sei apre nella prima settimana di settembre". Vi assicuro che per tante famiglie piemontesi diventa un problema immaginare un ritorno al lavoro che sia tranquillizzante e che permetta di ricominciare una vita normale, sapendo che il patto educativo tra la famiglia, i propri bimbi e gli educatori e le educatrici del comparto zero-sei può ricominciare, sapendo che il lockdown ha creato evidentemente dei problemi, perché l'interruzione di quel patto educativo e l'interruzione della continuità educativa crea sempre problemi o piccoli traumi nel percorso di apprendimento dei nostri bimbi.
Mi auguro che, alla fine di questo dibattito, si possa uscire con una data. Diversamente, sono a chiedere ai colleghi e soprattutto al Consigliere Grimaldi e a chi ha chiesto l'informativa, che senso ha avuto riunirci, chiedere di ottenere dati certi e non riceverli.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ci sono altre richieste d'intervento sul dibattito in merito all'informativa della Giunta? Non ci sono richieste, pertanto chiedo all'Assessore se vuole intervenire.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Avendo pochi minuti, riprendo i passaggi sulle mense che chiedeva la Consigliera Frediani, sulla base delle varie autonomie scolastiche in collaborazione con i rispettivi Comuni.
Ci sono delle valutazioni sulle quali noi interveniamo nel momento in cui ci vengano eventualmente segnalate delle difficoltà, avendo un coordinamento che è stato sostanzialmente affidato all'Ufficio Scolastico Regionale, su questo tema.
Per quanto riguarda la questione del dimensionamento, io la penso come lei e la posizione è quella di cercare di mantenere congelati autonomie e dimensionamenti proprio per riuscire ad avere eventualmente un numero ridotto di bambini o di studenti rispetto agli spazi a disposizione. Quello che viene proprio chiesto e che verrà ulteriormente ribadito domani dalle Regioni, nell'incontro con il Ministro Azzolina, va proprio in questi termini.
Sulla questione dell'apertura dei servizi educativi zero-sei, quella che sicuramente verrà comunicata a breve è una data precisa e non la settimana d'inizio (la prima o la seconda). Le linee guida sono state approvate venerdì e pubblicate oggi. Stiamo semplicemente rifacendo un ulteriore rapido monitoraggio rispetto alle linee guida pubblicate per andare, poi, a comunicare la data delle aperture entro la settimana.
Ripeto: la data delle aperture sarà comunicata entro la settimana.
Stiamo semplicemente facendo un'ulteriore verifica e monitoraggio rispetto alle linee guida approvate e sarà comunicata, perché sono d'accordo anch'io che diventa un servizio fondamentale e necessario e che le famiglie hanno bisogno di organizzarsi. È solo una prudenza di qualche giorno rispetto alle linee guida che sono state approvate venerdì (siamo a martedì), ma non comunicheremo la settimana d'inizio, comunicheremo il giorno preciso.
Altre questioni: in merito all'accesso con lo scaglionamento (chiedo scusa, non ho segnato chi lo chiedeva), spero che si cerchi di evitare quanto più possibile, anche da parte delle varie autonomie scolastiche l'ingresso con lo scaglionamento, perché, al di là di quello che si riuscirà a fare con i trasporti pubblici da parte dei Sindaci con gli scuolabus, è evidente che ci sono anche bambini e ragazzi che non possono facilmente usufruire di quel servizio e, di conseguenza, saranno a servizio i genitori. Se ci sono due bambini di età e scuole diverse che entrano in momenti diversi, è evidente che diventa un problema anche per il genitore che deve andare a lavorare rispettando un orario di lavoro. Anche su questo, si cercherà di limitare quanto più possibile.
Questo, per fare un passaggio rispetto a quello che mi è stato chiesto.
Nell'ambito del calendario, è vero che si è parlato eventualmente di un'ulteriore flessibilità del calendario, ma si è anche concordato rispetto a quello che è stato ufficializzato, senza che ci fossero particolari note e appunti in sede di Conferenza. Questo, più o meno, per dare una risposta ai vari interventi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se non ci sono altre richieste d'intervento, chiuderei la discussione.
Essendo arrivati ormai in procinto delle ore 18, chiuderei la seduta augurando a tutti una buona serata. Ci aggiorniamo alla prossima Conferenza dei Capigruppo, che si svolgerà il 2 settembre.
Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.00)



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