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Dettaglio seduta n.92 del 28/07/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.38 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Per delega del Presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e interpellanze pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere alle seguenti interrogazioni indifferibili e urgenti: interrogazione n. 249 del Consigliere Valle; interrogazione n.
268 del Consigliere Valle e interrogazione n. 269 del Consigliere Valle alle quali risponderà l'Assessore Chiorino in forma scritta (via mail).
All'interrogazione n. 326, presentata dal Consigliere Rossi risponderà l'Assessore Marrone.
Comunico agli Assessori che è espressa richiesta della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante di due minuti e la risposta dell'Assessore di tre minuti; non è prevista replica. Invito i Consiglieri e gli Assessori ad attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione indifferibile e urgente n. 249 presentata da Valle, inerente a "Quale destino per i lavoratori dell'ex Embraco di Riva presso Chieri?" (risposta scritta)

Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione indifferibile e urgente n. 268 presentata da Valle, inerente a "La Regione Piemonte ritiene utile ed appropriato l'utilizzo di videolezioni registrate nei percorsi di formazione a distanza?" (risposta scritta)

Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione indifferibile e urgente n. 269 presentata da Valle, inerente a Chiarimenti sull'attuazione delle misure di sostegno al pagamento delle rette dei servizi per l'infanzia erogate dalla Regione Piemonte in seguito all'emergenza COVID-19" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Come anticipato pocanzi, alle interrogazioni indifferibili e urgenti n.
249, n. 268, e n. 269, presentate dal Consigliere Valle, verrà fornita risposta scritta dall'Assessore Chiorino.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione indifferibile e urgente n. 326 presentata da Rossi, inerente a "Situazione avanzamento iter riutilizzo sociale Castello di Miasino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione n. 326, presentata dal Consigliere Rossi, che la illustra.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, come lei ha già annunciato, riguarda il Castello di Miasino, in provincia di Novara, da non confondere con il Castello di Masino.
Si tratta di un bene confiscato alla mafia su cui la Regione, negli anni scorsi, ha fatto un investimento simbolico ed economico importante.
Non sto qui a ripercorrere la storia del Castello nella sua interezza visto che ho a disposizione solo due minuti per l'illustrazione; ricordo solamente che era un bene confiscato alla camorra, che, nonostante il sequestro e la confisca, è stato occupato ed utilizzato per anni da una società riconducibile alla famiglia del boss cui era stato sottratto.
Grazie anche all'intervento del Consiglio regionale, che votò una mozione all'unanimità, dando indicazioni alla Giunta precedente di farsi carico di quel bene, la Regione chiese all'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati di farsi carico del Castello di Miasino, cosa che poi avvenne nei fatti, nel 2016, quando il Castello è entrato a far parte delle proprietà della Regione Piemonte, che si è impegnata anche nella ristrutturazione con uno stanziamento di bilancio.
Il problema qual è, Presidente? Che i tempi che erano stati annunciati per i lavori di ristrutturazione e poi di riutilizzo sociale (perché per poterlo riutilizzare socialmente era necessario metterlo in sicurezza) si sono allungati notevolmente, per diverse ragioni che qui non ho il tempo di richiamare.
Noi sappiamo che siamo già in una fase in cui è stato fatto un bando di progettazione, che è stato assegnato. Il progetto dunque esiste: questa interrogazione serve però a capire a che punto siamo con questi lavori lavori che, purtroppo, nonostante siano passati oramai più di quattro anni non sono ancora partiti.
È importante, perché non può passare il messaggio per cui quando c'era la mafia i beni funzionavano e magari facevano anche circolare l'economia mentre quando arriva lo Stato, invece, tutto si ferma. Sarebbe un messaggio deleterio per la collettività.
Noi dobbiamo dare gambe allo sforzo che la Regione ha già messo in campo per cui dobbiamo accelerare e fare più in fretta possibile.
Questa interrogazione è volta a capire a che punto siamo e come mai non sono ancora partiti i lavori.
Nello specifico, ho posto anche un'altra domanda sui tempi stimati per la pubblicazione del bando di gara per il riutilizzo sociale del Castello di Miasino; infine, ho chiesto se e come la Regione sta provvedendo alla manutenzione del parco circostante al Castello.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Rossi per l'illustrazione.
Ricordo a tutti i colleghi in aula che è necessario indossare la mascherina fornita all'ingresso. Grazie.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Relativamente a che punto sia l'iter per la ristrutturazione e la messa in sicurezza del Castello di Miasino, e, nello specifico, quando saranno effettuati i lavori, si specifica che è stato redatto dal Raggruppamento Temporaneo di Professionisti Studio Pession Associato il progetto definitivo, costituito da116 elaborati progettuali, relazioni e disegni tecnici.
Al fine di condividere in itinere le scelte progettuali con gli organi di tutela durante l'attività progettuale, si sono svolti incontri e sopralluoghi tra i professionisti e i diversi funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli che nel corso del tempo si sono succeduti.
In data 5 ottobre 2019 è stata inoltrata la richiesta di parere relativo al progetto definitivo alla Soprintendenza, la quale, in data 2 dicembre 2019 ha emesso un parere favorevole con prescrizioni, ma non autorizzato per quanto attiene la metodica di consolidamento strutturale delle volte del Castello.
Nel frattempo, è stata svolta la verifica del progetto da parte dei funzionari regionali. Pertanto, l'ingegnere strutturista del Raggruppamento Temporaneo di Professionisti ha redatto un nuovo progetto solo per la parte relativa alle volte, che è stato sottoposto alla Soprintendenza in data 5 maggio 2020.
Nel frattempo, al fine di non dilungare ulteriormente i tempi, è stato predisposto l'avvio della progettazione esecutiva, pur ancora in mancanza del predetto parere, il cui esito potrebbe avere ripercussioni sulle scelte progettuali, nonché sul quadro economico degli interventi.
Una volta completato il progetto esecutivo, completo delle osservazioni di cui si è in attesa da parte della Soprintendenza, si potrà procedere all'indizione della gara d'appalto.
Per quanto riguarda i tempi stimati per la pubblicazione del bando di gara per il riutilizzo sociale del Castello di Miasino, sentita nel merito la Direzione Promozione della cultura, è stato segnalato che occorrerà attendere la conclusione dei lavori per procedere con la gara per la gestione del compendio immobiliare del Castello.
Su come la Regione stia provvedendo alla manutenzione del parco circostante al Castello, si precisa, infine, che la Regione Piemonte ha effettuato interventi di manutenzione nelle aree limitrofe al Castello, nonch interventi di potatura e abbattimento dei fusti pericolanti lungo il perimetro di confine di proprietà regionale, con la collaborazione della squadra forestale competente per zona.
Inoltre, è stata eseguita sugli alberi presenti in tutto il parco (quattro ettari) tramite un affidamento a una ditta specializzata, la Visual Tree Assesstment, che consiste in una precisa analisi visiva e strumentale delle piante, finalizzata a individuare eventuali difetti strutturali del loro stato di salute.
A tal proposito, nella programmazione lavori 2020-2021, sono stati inseriti interventi di messa in sicurezza dell'apparato arboreo di tutto il parco.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marrone per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro esaurita la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
A breve, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buon proseguimento a tutti.



(Alle ore 9.46 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ai fini dell'appello nominale dei Consiglieri per la verifica del numero legale, comunico che hanno chiesto congedo Cirio, Graglia, Icardi, Poggio Ricca e Zambaia.
Il numero legale è 23.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
C'è una richiesta di inserimento all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 392 presentato dall'Ufficio di Presidenza, inerente a "Iniziative in memoria delle vittime di Coronavirus".
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento all'o.d.g. dell'ordine del giorno - che però deve essere ancora numerato, è stato protocollato e gli Uffici lo stanno numerando - inerente a "Ripresa delle normali attività e della frequentazione dei familiari nelle strutture di accoglienza per persone con disabilità". È un tema in questo momento particolarmente acceso e sentito da parte dei familiari, in quanto non possono accedere alle strutture per incontrare i loro cari e sono anche interrotte tutte le attività riabilitative all'interno di queste strutture legate al mondo della disabilità.
L'ordine del giorno verrà numerato, pertanto ne chiedo l'inserimento all'o.d.g.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Chiediamo l'inserimento all'o.d.g. di un atto di indirizzo dal titolo "Salvaguardia Pian del Lot".
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci obiezioni, si può abbinare all'ordine del giorno precedente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Nicco; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei l'anticipazione dell'esame del punto 9) all'o.d.g. inerente a un ordine del giorno sottoscritto da me e dal Presidente Bongioanni. Chiedo di anticiparlo dopo il punto 2) e prima del punto 4) all'o.d.g., in quanto si tratta di un ordine del giorno che invita la Giunta a effettuare uno studio di approfondimento, sfruttando un tempo morto della procedura di identificazione del nuovo Ospedale Unico dell'ASL TO5.
Pertanto, ritengo che sia da approvare con una ragionevole urgenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sottopongo due questioni. La prima: le chiederei di aggiungere all'o.d.g.
odierno l'ordine del giorno inerente a "Screening universali per salvaguardare udito e vista dei neonati".
La seconda: essendo presente in Aula l'Assessora Chiorino, le chiederei di fornire le comunicazioni che ci ha dato in Conferenza dei Capigruppo rispetto alle nostre richieste di informativa. Come l'Assessora Chiorino sa, in questi due mesi abbiamo presentato più richieste su questo oggetto.
Nella scorsa seduta abbiamo chiesto un'informativa sulla riapertura delle scuole, in particolare per quanto riguarda l'allarme lanciato da molte città piemontesi di non poter riaprire i servizi educativi della fascia di età zero-sei all'inizio di settembre.
Mi pare che ci sia stato un incontro fra l'Assessora e la Ministra e soprattutto, ci sia un ruolo attivo di coordinamento della Regione su questo punto. Pertanto, le chiederei di farci sapere quando intende sospendere gli ordini del giorno che stiamo per definire con una votazione per dare questa informativa e aprire il dibattito nel tempo che ci siamo detti, ovvero un tempo che non pregiudichi quanto abbiamo deciso nella Conferenza dei Capigruppo.
Le chiederei solo di farci sapere se questo avverrà durante la seduta o all'inizio dei lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi unisco alla richiesta del Capogruppo Grimaldi, dal momento che vorremmo approfittare della presenza dell'Assessora Chiorino. Aggiungerei alla richiesta d'informativa sull'apertura delle scuole anche un'informativa rispetto alla copertura delle graduatorie sui voucher per la scuola, perch abbiamo letto notizie piuttosto allarmanti e anche ricevuto diverse segnalazioni dalle famiglie.
Vorremmo capire quale sia la situazione reale e se si possa intervenire per evitare che alcuni studenti rimangano senza copertura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Per quanto riguarda la richiesta avanzata dal Gruppo Fratelli d'Italia chiederei di metterla in votazione oppure di discuterla. Mi aspettavo che la mettesse in discussione, perché riteniamo che l'anticipo di quel punto all'o.d.g. non sia da approvare, per una serie di motivi. Se vuole entriamo nel merito. Riteniamo inoltre che sia necessario proseguire con l'iter delle proposte di legge inserite all'interno della programmazione di questi due giorni e al termine entrare nel merito degli ordini del giorno alcuni dei quali molto più datati di quelli depositati dai colleghi Nicco e Bongioanni.
Di conseguenza, separerei le due questioni. Le chiedo su questo di aprire il dibattito con un intervento a favore e uno contrario, oppure di verificare all'interno dalla maggioranza la disponibilità a ritirare la richiesta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento in merito alla richiesta d'inversione fra il punto 2) e il punto 3) dell'o.d.g.? Non essendoci richieste d'intervento, possiamo mettere in votazione la richiesta del Consigliere Nicco.
Prego, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, giusto per iniziare bene questa due giorni di Consiglio regionale. È un tema molto sentito dai territori e, legittimamente, credo che la maggioranza stia sbagliando, ma legittimamente ognuno ha la propria posizione.
Quest'investimento, che, per intenderci, è il nuovo Ospedale di Moncalieri (così anche chi ci ascolta capisce di cosa stiamo trattando) è un investimento sanitario identificato, deliberato, localizzato e finanziato che deve solo partire. La nuova Giunta ha delle perplessità; ha legittimamente, la volontà di rivedere il progetto. Noi crediamo sbagli e crediamo sia totalmente sbagliato nei tempi, nei modi, nei metodi e nella volontà di spostare quell'investimento, che è frutto di un ragionamento con i territori durato anni, non è la volontà della vecchia maggioranza, o dell'Amministrazione, di collocare lì l'ospedale.
Essendo un tema rilevante, essendo un tema che s'intreccia anche con gli investimenti sanitari che faremo in questa Regione e, se vogliamo, anche con i ragionamenti che dovremmo fare con le risorse che arriveranno in Piemonte grazie al Recovery Fund, limitare e ridurre la discussione a lasciatemelo dire - un blitz di un gruppo politico all'interno di quest'Aula con una votazione in due minuti, senza neanche spiegare il motivo, credo sia sbagliato, quindi chiederei al collega Nicco almeno di intervenire e dirci il motivo.
Io credo sia sbagliato. Credo sia più opportuno magari discuterne in IV Commissione; valutare questo investimento all'interno di un progetto complessivo di investimenti in edilizia sanitaria e ragionare serenamente.
Noi, ve lo diciamo prima, siamo contrari, però sentiamo le vostre ragioni ci mancherebbe altro. Farlo oggi così, prima di una serie di proposte di legge volute fortemente dalla maggioranza e - non devo difendere il collega Ruzzola - a metà della discussione della proposta di legge n. 41 sulla montagna e sul VCO voluta con forza dalla Lega e da altri gruppi di maggioranza di questo Consiglio e altre proposte di legge deliberate dalle Commissioni con urgenza per portarle in Aula adesso, mi sembra una forzatura senza senso, ancor di più perché non è un ordine del giorno fermo da sette mesi, essendo datato 16 luglio.
Se ragioniamo in questo modo, allora le chiederei d'invertire completamente l'o.d.g. e di fare tutti gli ordini del giorno, che sono prerogativa, non voglio dire solo della minoranza, ma a ogni modo sono uno spazio che si lascia in particolar modo alle minoranze, perché l'opposizione ha la possibilità di intervenire con proposte di legge in modo più efficace rispetto alle minoranze.
Discutiamo tutti gli ordini del giorno, quindi discutiamo dell'Ospedale Mauriziano di Torino con l'ordine del giorno del collega Magliano discutiamo dell'aeroporto di Milano SEA, ordine del giorno voluto dal collega Rossi; discutiamo del Pian del Lot, con i due ordini del giorno collegati e discutiamo, giustamente, anche l'ordine del giorno n. 386 del collega Nicco, però poi la maggioranza non ci dica che noi vogliamo bloccare le proposte di legge e che non vengono fatte, perché a quel punto quando poi vengono approvate, vengono approvate.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Presidente, rispetto alla richiesta del collega Nicco, devo ringraziare lei perché il mio ordine del giorno è rimasto nell'ordine dei lavori in tutti questi Consigli. Tuttavia, se ci programmiamo i lavori, inseriamo ordini del giorno (almeno da quel che ho capito, essendo nuovo) usando almeno la bontà istituzionale di lasciare in coda quelli che inserisce o quelli che chiede che vengano inseriti per la volta successiva.
Penso che abbia la stessa importanza. Non so se il collega Nicco ha avuto voglia, piacere o possibilità di leggere il mio ordine del giorno, ma parla di un servizio alla psichiatria. Se il servizio alla psichiatria momentaneamente sospeso al Mauriziano, non lo stesso valore di quello che viene proposto, secondo me è un problema anche di dimensione delle questioni e di prospettiva. Il mio ordine del giorno aveva la necessità di essere votato in fretta, perché quella è una scelta politica, tecnica e amministrativa. Se però la maggioranza tutte le volte passa davanti con un altro ordine del giorno, penso che ci sia un problema di organizzazione dei lavori.
Non ha senso fare la Conferenza Capigruppo: ci troviamo qui e poi, a colpi di maggioranza, si costruiscono i lavori. Non penso che questa sia l'intesa del Presidente, per cui, da questo punto di vista, eviterei di cambiare di nuovo le carte in tavola, proprio perché ci aspettano due giorni intensi e penso che la maggioranza abbia qualche disegno di legge che vorrebbe votare, se l'atteggiamento evidentemente non è questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Nicco.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Credo che l'ordine del giorno in questione sia stato letto con attenzione da parte di tutti, ma lo riassumo per chi non lo ricorda bene o per chi non ha avuto la possibilità di leggerlo.
L'ordine del giorno, nel suo deliberato, nulla dice sulla localizzazione dell'ospedale, tantomeno critica la localizzazione ipotizzata dalla precedente Giunta, né dà indicazioni alla nuova Giunta su dove localizzare l'ospedale.
L'ordine del giorno si limita a invitare la Giunta regionale ad adeguare, e aggiornare con i dati del 2020, uno studio che ha oltre quattro anni perché lo studio, sulla base del quale la scelta della Giunta Chiamparino era stata fatta, risale a marzo del 2016. Da marzo 2016 al 2020 sono passati oltre quattro anni. Ritengo che sia non solo opportuno, ma addirittura doveroso, da parte dell'attuale Giunta che dovrà effettuare la scelta definitiva, aggiornare i dati, quindi aggiornando i dati dello studio di allora.
Non mi pare una scelta politica così rilevante, ma un semplice consiglio tecnico che questo Consiglio regionale si permette di dare alla Giunta.
Dopodiché, visto che andiamo a toccare dei nervi scoperti, e la minoranza non ritiene di doverlo invertire, quindi discuterlo già oggi, ritiro la richiesta, signor Presidente, riservandomi però di farla domani, qualora l'andamento dei lavori non permettesse di discuterlo.
Faccio presente che l'urgenza non è un capriccio del sottoscritto e ricordo il motivo: esiste, da parte dell'ASL TO5, la richiesta di una perizia idrogeologica che dovrà essere fatta nei prossimi tre mesi. La ratio dell'ordine del giorno è, in attesa della perizia idrogeologica che interromperà, necessariamente, l'iter della procedura per tre mesi, di sfruttare questi tre mesi per aggiornare i dati dello studio del 2016.
Questo comporterebbe di non perdere tempo sulla procedura dell'ospedale unico e permetterebbe alla Giunta di avere, rispetto a quelli del 2016, i dati aggiornati sulla viabilità, sulle esigenze sanitarie e sulla baricentricità dell'area scelta.
La motivazione dell'urgenza c'è, perché abbiamo tre mesi o, meglio, la Giunta ha tre mesi di tempo da sfruttare per fare questi approfondimenti.
Se aspettassimo ad approvarlo a settembre, i tre mesi diventerebbero probabilmente un mese e mezzo, o forse solo uno, quindi i tempi sarebbero molto stretti. Approvando l'atto d'indirizzo prima della pausa estiva, i tre mesi rimarrebbero tali e ci sarebbe tutto il tempo necessario per fare questi approfondimenti.
Detto questo, ribadita la necessità dell'urgenza e ribadito il fatto che non si tratta di una scelta politica, ma di una richiesta di un approfondimento tecnico, sono disponibile a ritirare la richiesta d'inversione, riservandomi di presentarla se tra oggi e domani non si riuscisse ad arrivare alla discussione come da o.d.g. presentato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo solo al Consigliere Nicco che è una convocazione unica, perciò le modifiche, le inversioni e gli inserimenti avvengono nella prima seduta della convocazione, per cui si mette in votazione, in base all'articolo 58 comma 7, essendo già intervenuto un Consigliere contrario e uno a favore altrimenti decide di ritirarlo, ma è un'altra condizione, e proseguiamo.
Se la maggioranza chiede di sospendere.



RUZZOLA Paolo

Presidente, chiediamo cinque minuti di interruzione dei lavori per confrontarci.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.23, riprende alle ore 10.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Nicco; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Dopo una consultazione con i Capigruppo di maggioranza e di minoranza ritiro la richiesta, nella speranza che, nei due giorni di Consiglio regionale, l'ordine del giorno, per stessa ammissione della minoranza piuttosto importante, possa essere portato in discussione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Perciò rimangono in piedi le altre richieste d'inserimento di nuovi punti all'o.d.g., che s'intendono tacitamente accolte.
Il Consigliere Grimaldi aveva precedentemente chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Va bene, ritira la sua richiesta, con la speranza che possa essere discusso se non oggi, almeno domani, come prescritto nell'o.d.g.
Se non vi sono ulteriori richieste.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è unico.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

No, poi se c'è una richiesta di tutti i Gruppi, o un accordo.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, hanno chiesto congedo Cirio Graglia, Icardi, Poggio, Ricca e Zambaia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alla seduta consiliare del 16 giugno 2020.


Argomento:

d) Impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 22 luglio 2020 la seguente legge regionale ed ha deliberato l'impugnativa: legge 29 maggio 2020, n. 13 "Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19".
La legge presenta profili di illegittimità costituzione agli articoli 23 52, 61, 62, 79, in quanto vulnera i principi fondamentali della legislazione statale in materia di governo del territorio e si pone quindi, in violazione dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 27 maggio 2020 e del 4, 9 e 10 giugno 2020.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo sulle sue comunicazioni, ai sensi del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Sono davvero stupito del fatto che queste comunicazioni non siano state anticipate dalla richiesta, da parte della maggioranza, di sospendere i lavori e di cambiare la programmazione dei prossimi due giorni.
Vorrei che fosse reso noto a tutti che, come da decisione della Conferenza dei Capigruppo, domani sarà l'ultimo Consiglio regionale prima della pausa estiva. Così è stato richiesto e deciso dalla volontà dei Capigruppo anticipando il Consiglio regionale della prossima settimana a domani, per avvicinare le posizioni fra le opposizioni e la maggioranza. Perché, come sapete, è pervenuta la richiesta d'inserire il disegno di legge sul Verbano Cusio-Ossola, così come le fusioni che voteremo - credo - in questi due giorni, per far sì che vengano approvate entro fine mese.
Se capisco bene, lei ci ha appena comunicato che il Governo ha impugnato il "Riparti Piemonte".
Dopo tutte le critiche che le opposizioni vi hanno mosso, dopo quasi due settimane in cui vi dicevamo "non esagerate, state facendo delle cose che sono contro la legislazione dello Stato e che verranno impugnate!", voi siete andati dritti e, come al solito, come per il Papetellum, siete andati a sbattere! Ho pensato: gli importa così tanto del "Riparti Piemonte" che magari il Presidente Cirio si presenta in Aula, alza la manina e dice: "Cari colleghi di opposizione, purtroppo dovremo fare una modifica entro la prossima settimana, prima della pausa estiva. Forse sarebbe il caso di convocare una Conferenza dei Capigruppo e rivedere le priorità".
Io non ce l'ho con il Consigliere Ruzzola. Peraltro, gli dico da tempo che trattare di cinghiali e di mezzi motorizzati nella Fase 2 e 3 post COVID di crisi economica mi sembra un po' assurdo, ma è sua legittima intenzione (così come quella della maggioranza) metterlo al primo punto. Così come altre cose, come il Verbano-Cusio-Ossola, eccetera, eccetera.
Però - fateci capire - o i patti si rispettano tutti, oppure se saltano gli accordi, anche noi possiamo fare quello che ci sembra meglio, tipo dirvi che non approverete il disegno di legge del Consigliere Ruzzola.
Se voi ci chiederete di ritornare la prossima settimana, è cosa legittima negli intendimenti delle volte precedenti, ma cosa non legittima rispetto all'ultima discussione che abbiamo fatto. Infatti, vi abbiamo detto di anticipare il Consiglio dalla prossima settimana a domani (proposta Gallo) ma non è che finiamo questi due giorni senza che voi abbiate neanche chiesto una pausa per cambiare l'ordine del giorno e poi ci riconvocate per farlo di nuovo la prossima settimana, magari dicendoci in fretta e furia che dobbiamo fare le modifiche al "Riparti Piemonte", che vi avevamo segnalato un mese fa di non fare! Vi chiedo di ragionarci, perché tutti insieme possiamo cambiare l'ordine del giorno di questi due giorni. Ma sia chiaro che questa è una proposta politica che dev'essere definitiva. Perché finora l'ostruzionismo ve lo siete fatti da soli e continuate a mettere dei "più uno".
Visto che non l'ha ordinato il medico, né a me né al Movimento 5 Stelle n a Mario Giaccone né a Silvio Magliano né, tantomeno, a tutto il Gruppo del Partito Democratico, di far approvare i vostri disegni di legge entro domani, magari non uno, due, tre o quattro.
Ecco, non esagerate. Perché la pazienza, poi, ha un limite.



PRESIDENTE

Grazie.
Sulle comunicazioni ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo sulle sue comunicazioni.
È fin troppo facile dirlo, però lo diciamo. Sembra brutto dire "noi ve l'avevamo detto", però noi ve lo avevamo detto che diversi articoli dei "Riparti Piemonte" sarebbero stati impugnati! Avevamo anche detto: "Poi non dite che il Governo è cattivo o che c'è accanimento". Bastava leggere un po' la legislazione vigente e la Costituzione: era già chiaro! Ma, tant'è, è successo e quindi, così com'è già capitato altre volte, il Consiglio regionale sarà di nuovo impegnato a rivedere cose già fatte.
Almeno questo è il "Riparti Piemonte", quindi, comunque la si veda, è un provvedimento che era importante e che lo è tuttora, al di là della differenza di posizioni e di opinioni su determinati articoli.
Altre volte, invece, l'abbiamo fatto su cose molto meno importanti e contingenti, come la famosa richiesta di referendum elettorale.
Però c'è un però: che, a fronte della letterina che sollevava delle perplessità - per usare un eufemismo - su diversi articoli del "Riparti Piemonte", visto che c'è stato un impegno del Presidente della Giunta regionale nel dire "fermi tutti, ho capito, va bene, scusate, abbiamo sbagliato, cambiamo quegli articoli", bisogna cambiarli. Non è che li cambia il Presidente Cirio. Sì, li cambiano il Presidente Cirio e la Giunta regionale, però poi qualcuno in Aula li deve votare e l'Aula che li deve votare rimane sempre questa, non un'altra.
Com'è già stato detto, c'era un accordo tra gentiluomini, abbastanza preciso, di cercare di terminare l'ordine dei lavori previsto in questi due giorni di Consiglio (martedì e mercoledì) in modo da non affrontare un'altra seduta di Consiglio la prossima settimana. Peraltro, nessuno ha detto di fermare i lavori, perché sono previste anche sedute di Commissione e quindi ilnostro è, comunque, un Consiglio regionale che lavora.
Il sospetto è che si facciano queste due sedute per far passare la proposta di legge n. 41 del collega Ruzzola. È una proposta di legge che continuo ad avversare, ma in un certo senso comincia a starmi umanamente simpatica, non per quello che contiene, ma perché è diventata un po' il brutto anatroccolo bullizzato da tutti. È stata bullizzata politicamente anche questa mattina nel senso che, legittimamente, un Gruppo di maggioranza vuole presentare un ordine del giorno su una questione certamente importante come quella dell'Ospedale Unico dell'ASL TO5 - che non è l'ospedale di Moncalieri, ma è l'Ospedale Unico dall'ASL TO5, e qui c'è già l'inganno - che noi vorremmo fortemente discutere, scevri però dai soliti posizionamenti di campagna elettorale giacché, segreto di Pulcinella, siamo in campagna elettorale a Moncalieri. Ci piacerebbe discutere molto del merito, senza lobby territoriale, senza la veste della campagna elettorale. Vorremmo fortemente discutere di questo tema.
Però c'è il sospetto che si vogliano "portare a casa" in questi due giorni quei provvedimenti (la proposta di legge n. 41 e la proposta di legge sul VCO tanto cara al Capogruppo Preioni) per poi sentirsi dire con una pistola alla tempia: "Attenzione, ma c'è ancora questo che è importante, ed è l'impugnativa" e convocare sedute fiume la prossima settimana per approvare queste modifiche. Il sospetto c'è, per cui chiediamo chiarezza da questo punto di vista, anche perché gli accordi tra gentiluomini si mantengono da una parte e dall'altra.
Non parlo per tutto il Consiglio, non parlo per tutta l'opposizione, ma parlo per la parte che rappresento: noi siamo sinceri, aperti e disponibili a mantenere i patti tra gentiluomini, per cui a lavorare sui due provvedimenti in questi due giorni, a patto che poi qualcuno non tiri fuori dal mazzo l'asso di picche in extremis, come siete abituati a fare voi.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore Marrone ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Personalmente non volevo intervenire, ma lo ritengo doveroso per fare un po' di chiarezza e anche un po' di verità rispetto ai legittimi e retorici artifici, nel senso di fuochi d'artificio, di SEL o di LeU (come si chiama), del Movimento 5 Stelle.
Intanto, vorrei ricordare che non c'è un'impugnazione, ma c'è una interlocuzione tra Governo centrale e Regione Piemonte sulla compatibilità costituzionale di alcuni articoli. Nel dettaglio, si tratta di cinque articoli sugli oltre 80 di cui è costituito il "Riparti Piemonte". Tutti i bonus, quelli per il commercio, per l'artigianato, per il turismo e per la cultura sono assolutamente fuori, anche solo dalle osservazioni. Alcune osservazioni sono state poste su alcune misure di semplificazione in ambito urbanistico, ma - mi spiace andare un po' a sgonfiare la verve delle minoranze - si tratta di meri adeguamenti tecnici che non vanno a svuotare un granché la portata normativa delle semplificazioni.
Un altro tema è il DURC, su cui segnalo a tutti i colleghi e ai cittadini che ci seguono in streaming che lo stesso Governo che ci impugna la norma con la quale proroghiamo a livello regionale la validità dei Documenti Unici di Regolarità Contributiva al 1° gennaio, è lo stesso Governo espressione della stessa maggioranza che ha imbastito un balletto indecoroso su questo tema nelle sedi di competenza, andando a cambiare non una, ma tre volte la data di proroga, prima con dei blitz e con decreti legge notturni, che tutti abbiamo appreso in contemporanea dalle dirette Facebook del Premier, e poi costantemente modificati in sede di conversione parlamentare dalla stessa maggioranza di Governo. Pertanto, prima abbiamo assistito alla proroga al 15 giugno, poi abbiamo visto quella di ulteriori 90 giorni, poi si è tornati a giugno, poi si è andati a gennaio e adesso siamo tornati a giugno. E chissà ancora quali meravigliose sorprese estive ci riserverà questa maggioranza di Governo parlamentare nelle conversioni future! Stiamo davvero con i popcorn in attesa.
Nel frattempo, l'INPS e l'INAIL, su indicazione delle loro Direzioni nazionali - non è assolutamente colpa delle Direzioni regionali - hanno pensato bene di disapplicare arbitrariamente la norma regionale, che quindi non è mai stata applicata nonostante fosse entrata in vigore dalla data di pubblicazione, perché non hanno adeguato la piattaforma informatica. Questo è un altro miracolo che dobbiamo allo Stato centrale.
Infine, altra nota di colore, vengono sollevate perplessità sulla norma che riguarda l'ampliamento dei dehor che - vorrei segnalarlo a chiunque abbia solo l'occasione di mettere il naso per la strada - è la norma che ha salvato la ristorazione. Spero che ci sia onestà intellettuale nell'ammettere questo, perché è stata l'unica misura che ha consentito di adeguare gli spazi alle necessità di distanziamento nella ristorazione soprattutto in una città come il capoluogo. E mi riferisco al capoluogo perché su questa misura segnalo che il Comune di Torino (che è il capoluogo) aveva giocato d'anticipo sulla norma regionale con una delibera dal contenuto analogo, dopo averci però formalizzato osservazioni contrarie in sede di CAL.
Guardate, va tutto bene, ma cerchiamo solo, per carità di Patria, di bandiera e di Regione, di riportare il dibattito alla sostanza e non alla retorica, perché su certe norme la confusione sta creando assoluta incertezza tra gli operatori. Sul DURC mi riferisco in particolare a tutti quegli operatori dell'edilizia che, pur essendo in condizioni di liquidità in grado di adempiere a tutti gli oneri e di avere diritto alla formalizzazione del rinnovo informatico, ci segnalano che non riescono ad ottenerla e che viene loro risposto che è a causa dello smart working.
Pertanto, se si comincia a giocare al massacro, ritenendo che l'emergenza sia passata, di una parte contro l'altra e si ritiene archiviata la stagione, che io ho molto apprezzato, di concordia istituzionale e di responsabilità con la quale, pur condividendo o meno il merito della proposta politica, abbiamo affrontato in quest'Aula, anche se virtualmente il "Riparti Piemonte", ne prendo atto. Però quando in autunno nell'assoluta incertezza delle misure nazionali da decreto che devono ancora essere sottoposte a conversione parlamentare, ci ritroveremo con la scadenza dei blocchi sugli sfratti e soprattutto sui licenziamenti, vorrei ricordare a tutti noi che la vera crisi economica e sociale la dobbiamo ancora vedere. E forse quel clima di responsabilità e di condivisione andrebbe prolungato finanche non vedremo gli effetti davvero nefasti di questa crisi.
Mi avvio a concludere, dicendo che su quelle parti marginali di correzione che si ritiene di ricevere da parte del Governo, s'intende promuovere un disegno di legge, che però non è stato neanche ancora adottato in Giunta, e che quindi non è ancora formalizzato, è una bozza. L'auspicio è che si possano trovare delle strade, dei luoghi e dei metodi di confronto, come abbiamo sempre fatto, assolutamente non limitato, ampio e libero nel merito, ma non strumentalmente prolungato, perché lo faremmo sulla pelle dei destinatari delle norme stesse.
Mi limito semplicemente a dire che, benché lo stesso Governo adesso sollevi queste criticità su dehor e su centri commerciali, si tratta di due punti sui quali mantengo, concorde con il Presidente Cirio, l'assoluta determinazione di questa Giunta di non mollare sulla portata normativa e sull'intenzione di sostegno ai piccoli e piccolissimi nell'ambito commerciale.
Su tutte le altre questioni, c'è assolutamente la volontà di confrontarsi però davvero auspico che non si voglia agitare, strumentalmente, una battaglia che va a discapito, non della maggioranza di centrodestra o della Giunta regionale, ma del territorio stesso. Lo stesso Governo che ci solleva queste impugnative è lo stesso che, nel decreto legge semplificazioni, sapete quanto ha recepito delle proposte, non della Regione Piemonte, non della Giunta Cirio, ma di tutta la Conferenza Stato Regioni alla sua unanimità, con il Presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini, delegato, anche da noi di centrodestra, a rappresentare tutte le Regioni nei confronti del Governo? Praticamente quasi nulla, solo la semplificazione della microtrincea sulla banda ultralarga che presenta, a prescindere da quello, altre mille criticità e ritardi di lavori.
D'altra parte, davvero pochissimi spunti in ambito, tra l'altro con delle soluzioni assolutamente discutibili (depenalizzazione di alcune fattispecie, che vorremmo auspicare non fossero state studiate ad personam).
Guardate, continuo a sperare che si continui a fare squadra nella legittima differenza di posizioni, però vorrei auspicare che non ci si metta ad agitare la bandiera del fallimento del "Riparti Piemonte": primo, perché è una falsità, perché è una parte assolutamente marginale; secondo, perch sono misure temporaneamente contingentate, la gran parte delle quali grazie al cielo, stanno già portando avanti i loro effetti positivi nella vigenza regionale. Sul rispetto delle ipotetiche tempistiche di un'impegnativa costituzionale, azzardo l'ipotesi che andrebbero a sviluppare i loro effetti probabilmente addirittura dopo che le norme esauriranno i loro effetti stessi.
Infine, richiamo tutti alla consapevolezza che in questo caso si rischia di tifare, non tanto contro le destre o contro la Giunta Cirio, ma contro lo stesso territorio che di queste misure sta beneficiando. Tuttavia, questo rimane nella polemica politica, perché i cittadini, dopo un primo momento di panico, più che giustificato, sono stati rassicurati sull'assoluta tenuta delle norme nell'esplicazione dei loro effetti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Mi ero ripromesso di non intervenire sul "Riparti Piemonte". Una parte di dibattito è già stata fatta in modo pubblico sui giornali, però quando sento l'Assessore Marrone - non me ne voglia - che per il 90% del tempo del suo intervento, invece di spiegarci il motivo dell'impugnativa, fa un attacco sistematico al Governo centrale, mi viene da puntualizzare alcune cose.
Prima di tutto, ognuno stia nel proprio ruolo. Voi siete stati chiamati a governare la Regione; la state governando male, secondo noi, e quando governate la Regione non potete modificare norme nazionali, ma dovete attenervi a un quadro nazionale, tra l'altro riferito alla nostra Costituzione e alle norme vigenti a livello nazionale ed europeo in materia di concorrenza.
Il "Riparti Piemonte" tiene nel suo complesso? Mah, andremo a valutarlo poi quando.
Non ho ancora letto tutta l'impugnativa, ma devo dire che tutti gli articoli impugnati vanno a toccare la seconda parte del "Riparti Piemonte" che è quello su cui abbiamo discusso e su cui, come opposizione, ci siamo completamente astenuti dall'intervenire e da votare quegli articoli che abbiamo detto più volte essere incostituzionali. Sono stati impugnati gli articoli relativi alla deregulation che volevate imporre al Piemonte in materia di edilizia; l'articolo 61, riduzione dei termini della Conferenza di copianificazione; l'articolo 62, l'estensione delle varianti parziali gli articoli successivi in materia di tutela del territorio; c'è l'articolo riferito al DURC; c'è l'articolo riferito all'articolo 52 in materia di commercio, che lede il diritto di concorrenza; c'è l'articolo 23, comma 2 che va a togliere due milioni di euro dal "Riparti turismo" (lo dico così) che sono quelle norme che avete pensato e inserito per rilanciare il turismo.
Non è stato toccato il "Bonus Piemonte", questo lo diciamo anche noi. È vero, non è stato toccato il "Bonus Piemonte", perché è una legittima scelta della Regione Piemonte destinare quasi 150 milioni a interventi emergenziali. Poi magari un giorno discuteremo tutti assieme su quali risorse ci sono rimaste per affrontare i prossimi mesi di emergenza e per rilanciare l'economia in Piemonte: credo, temo e sono abbastanza certo che siano pari a zero e questo è un problema per la Regione Piemonte. Noi avremmo fatto scelte diverse, non solo emergenziali, perché la Regione ha una funzione e lo Stato ne ha un'altra. La Regione sta dentro uno Stato e deve rispettare le norme e deve svolgere la propria funzione.
Chiudo dicendo che non potete chiederci di fare squadra: noi l'abbiamo fatta su quelle materie, anche non essendo d'accordo (non sulla parte della deregulation relativa all'edilizia, perché l'abbiamo denunciata, ve l'abbiamo detto, ci sono atti, degli uffici del Consiglio regionale che ci segnalano la possibile impugnativa di quelle norme). Voi siete andati avanti, probabilmente per fare quest'intervento, Assessore Marrone, e dire che è colpa del Governo centrale che non ci permette di semplificare, non ci permette di fare quello che i cittadini vogliono.
La invito ad andare al Governo centrale, quindi avere la possibilità di governare il Paese.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Attenzione, non fate come Fassino!



GALLO Raffaele

No, no; ma io non.



(Commenti dell'Assessore Marrone)



GALLO Raffaele

Però quando sei in quel ruolo - lei, il Gruppo di Fratelli d'Italia non c'è stato, ma la Lega sì - si possono modificare le norme nazionale. L'invito è questo.
Sono un po' perplesso e prendo atto del suo intervento, ma è difficile chiedere continuamente alle opposizioni di fare squadra e poi attaccarle per il 90% del tempo del suo intervento, perché mi aspettavo un intervento molto tecnico di Giunta regionale, non politico. Sta nei ruoli, ci mancherebbe, però prendo atto del suo intervento e prendo anche atto che avete sbagliato voi, perché vi è stato detto in tutte le salse che quegli articoli erano passibili di impugnativa e sono stati impugnati. Dopodich verificheremo i tempi, i modi e le modalità con cui devono essere corretti o abrogati (non ho capito in che modo s'intende intervenire).
Certo è che, secondo noi, è una brutta pagina per il Piemonte. Quella legge, nell'impianto relativo agli interventi finanziari non viene toccata se non nella parte del "Riparti turismo", ma in tutta la seconda parte relativa alla semplificazione e all'urbanistica, per essere sintetico invece sì, e non potete negarlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altre richieste d'intervento in merito, aveva chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino per la comunicazione richiestale.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

In riferimento all'informativa sulla riapertura delle scuole, è vero che avevo dato la disponibilità per oggi, ma è altrettanto vero che oggi il Ministro Azzolina, alle ore 12, riferirà in Parlamento rispetto a una serie di incontri avvenuti ieri pomeriggio, anche relativamente al trasporto scolastico.
Di conseguenza, ci sarà un'ulteriore IX Commissione di tutte le Regioni con tutti gli Assessori all'istruzione, per andare a definire ulteriormente quelli che dovranno essere i passaggi.
Pertanto, l'informativa la farò in Aula il 4 agosto per questi motivi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Solo per ricordare all'Assessora Chiorino che, per quanto ovviamente la stimiamo e abbiamo il massimo rispetto per le sue opinioni, non è ancora in grado di poter decidere se il 4 agosto si farà o no il Consiglio regionale.
Come ho appena ricordato, e ho ricordato a tutti, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso che domani è l'ultima seduta di Consiglio regionale prima della pausa, perché abbiamo deciso di anticipare quello della prossima settimana. Con questo, mi auguro che non si pensi di fare in due giorni tutto quello che avete deciso di fare nella scorsa Conferenza dei Capigruppo e poi magari chiederci di fare l'informativa dell'Assessora Chiorino il 4 agosto, di fare il "Riparti Piemonte", che tra l'altro non avete ancora scritto e ce l'avete appena comunicato, il 4 agosto. Pensate continuamente di poter scrivere male le cose, di farle approvare in fretta e poi di dirci anche che è colpa nostra se non facciamo il nostro mestiere di opposizione? Decidete: se va avanti così questa seduta, mi sa che non verrà approvato n il disegno di legge Ruzzola né, tantomeno, quello sul Verbano-Cusio-Ossola.
Se volete continuare a fare così e condurre così i lavori d'Aula assumetevi solo la responsabilità di quello che state facendo.
Io le richiedo, Presidente, di permettere l'informativa, così come ci siamo concordati, entro domani.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Intervengo per puntualizzare la posizione del mio Gruppo.
Concordo con quanto ha appena detto il Capogruppo Grimaldi: i patti erano altri e le richieste delle opposizioni dovrebbero essere soddisfatte magari non nel rispetto degli accordi, ma almeno in un tempo congruo e il 4 agosto non può essere un tempo congruo.
Detto questo, volevo solamente farvi notare che sono le ore 11.12 e fra sospensioni, ordini del giorno, informativa, impugnative e cose varie riusciamo ancora ulteriormente a perdere del tempo e a non occuparci di cose serie, di cose che dovremmo seguire all'interno di questo Consiglio regionale.
Spero ci sia il buonsenso da parte di tutti, nel rispetto dei patti, e che si arrivi domani a chiudere la proposta di legge su quella che ormai diventerà la legge regionale sulla distribuzione dei canoni idrici fra le varie Province, perché questa è una risposta che dobbiamo dare al territorio, tutto il resto è puro contorno.
Infine, diventa inutile prendere accordi o fare delle pianificazioni in sede di Capigruppo, se poi continuamente andiamo a stravolgere gli accordi fatti: i lavori che facciamo in Capigruppo ci portano a definire in maniera chiara, anche per i Gruppi, il lavoro di Aula e di Commissione, ma se non sono rispettate neanche nella maggior parte di ciò che ci siamo detti e che abbiamo definito in Capigruppo, diventa un po' un'istituzione fine a s stessa e non legata a un buon andamento dei lavori d'Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altre richieste d'intervento proseguirei con l'o.d.g.
Chiedo a tutti i Consiglieri, nel corso la seduta prima dell'apertura di ogni votazione di verificare di essere collegati alla piattaforma Webex.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame disegno di legge n. 41, inerente a "Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, n. 32 'Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 41, inerente a "Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, n. 32 'Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale'"', di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella giornata di martedì 21 luglio si è conclusa la discussione generale del provvedimento ed è stato votato articolo n. 1.
Sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 12) e n. 6), identico al n. 60), riferito all'articolo 1 bis; sono stati dati per illustrati gli emendamenti rubricati nn. 5), identico al n. 59), 39) riferito all'articolo 1 bis; sono stati altresì dati per illustrati gli emendamenti rubricati nn.
13), 14), 15), 16), 17), 18), 20), 19) e 22) riferiti all'articolo 1 ter e all'articolo 1 undecies.
Procediamo con l'esame degli emendamenti presentati.
ARTICOLO 1 bis Emendamento rubricato n. 12) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 12).
Chiedo a tutti di collegarsi alla piattaforma e ricordo di votare e d'inviare il voto con il tasto in basso a destra nella parte della chat "Sondaggio".
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Procediamo con l'esame dell'emendamento rubricato n. 6), presentato dal Consigliere Bertola, identico al n. 60), presentato dal Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto; pertanto, procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 6).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Procediamo con l'esame dell'emendamento rubricato n. 5), presentato dal Consigliere Bertola, identico al n. 59), presentato dal Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto; pertanto, procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 5).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 39) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Il parere è contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Pertanto, l'articolo 1 bis decade, poiché gli emendamenti erano tutti riferiti all'articolo 1 bis.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Presidente Allasia, mi scusi: poiché non è la prima volta che mi capita non è che l'astenuto sono io o il non partecipante sono io? Perché a volte non mi segna il voto.



PRESIDENTE

C'era un non votante, ma penso sia il Consigliere Gallo, perché non lo vedo.
Non è lei.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Quindi ho votato.



PRESIDENTE

Lei ha votato.
Infatti, c'erano 27 voti contrari, quanti sono i Consiglieri della maggioranza presenti.
ARTICOLO 1 ter Emendamento rubricato n. 13) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Pertanto, l'articolo aggiuntivo 1 ter decade.
ARTICOLO 1 quater Emendamento rubricato n. 14) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiederei il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Presidente, per comunicare il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale il voto favorevole dei Consiglieri Marello e Martinetti.
L'articolo aggiuntivo 1 quater, pertanto, decade.
ARTICOLO 1 quinquies Emendamento rubricato n. 15) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 sexies Emendamento rubricato n. 16) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 septies Emendamento rubricato n. 17) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



RUZZOLA Paolo

Presidente, le chiederei gentilmente di includere anche il mio voto contrario, perché ho visto che non è partito.



PRESIDENTE

Registriamo il voto contrario del Consigliere Ruzzola.
ARTICOLO 1 opties Emendamento rubricato n. 18) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 novies Emendamento rubricato n. 20) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



(Commenti del Consigliere Leone)



PRESIDENTE

Registriamo il voto contrario del Consigliere Leone.
L'Assessore Carosso comunica il suo voto contrario per le ultime due votazioni, nel caso in cui non siano state annotate.
ARTICOLO 1 decies Emendamento rubricato n. 19) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 undecies Emendamento rubricato n. 22) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 duodecies Emendamento rubricato n. 8) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 7) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 11) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 10) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Comunico che sette Consiglieri votanti non hanno inviato la votazione.



GRIMALDI Marco

Pensavo di aver rinviato la risposta e invece non era partita, quindi chiedo di correggere con il voto favorevole.



PRESIDENTE

Procediamo con una verifica, perché sette Consiglieri non votanti sono tanti.



GRIMALDI Marco

Può darci l'esito della votazione?



PRESIDENTE

L'esito della votazione sull'emendamento rubricato n. 10) è in fase di stampa.
Nel frattempo, proseguiamo con le votazioni.
ARTICOLO 1 terdecies Emendamento rubricato n. 26) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola la Consigliera Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Letizia Giovanna

Comunico che il mio voto è contrario.



PRESIDENTE

Nel frattempo, do l'esito della votazione dell'emendamento rubricato n.
10), nella quale sette Consiglieri votanti non avevano risposto.
Non hanno risposto l'Assessore Tronzano, il Consigliere Ruzzola, il Consigliere Leone, il Consigliere Gallo, il Consigliere Grimaldi (che ha già dichiarato il suo parere favorevole), il Consigliere Riva Vercellotti e il Presidente Cirio.



(Commenti del Consigliere Leone)



PRESIDENTE

Registriamo il voto contrario del Consigliere Leone.
Gli altri? Registriamo il voto contrario del Consigliere Ruzzola dell'Assessore Tronzano, del Consigliere Riva Vercellotti e del Presidente Cirio.
Non vedo il Consigliere Gallo.
Perfetto, sono registrati. Il numero legale c'era già in precedenza.
Proseguiamo con gli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 57) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento in dichiarazione di voto, procederei alla votazione dell'emendamento n. 57).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Otto Consiglieri non hanno risposto: Magliano, Tronzano, Caucino Salizzoni, Gallo e Riva Vercellotti.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento in dichiarazione di voto, procederei alla votazione dell'emendamento n. 9).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



DAGO Angelo

Presidente, non so se ha preso il mio voto, comunque è contrario.



PRESIDENTE

Registriamo il voto contrario del Consigliere Dago.
Emendamento rubricato n. 53) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 1 quaterdecies Emendamento rubricato n. 31) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 58) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 48) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 48).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 1 quinquiesdecies Emendamento rubricato n. 27) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 sexiesdecies Emendamento rubricato n. 42) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 42).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 43) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 43).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 23) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 23).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 01.1 septiesdecies Emendamento rubricato n. 41) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 41).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 44) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Non vi sono richieste per dichiarazione di voto, pertanto procedo con la votazione dell'emendamento rubricato n. 44).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Per esprimere il voto favorevole.



PRESIDENTE

Consigliere Sacco? Anche il Consigliere Sacco esprime voto favorevole'.
Emendamento rubricato n. 40) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 02.1 septiesdecies Emendamento rubricato n. 49) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 50) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 46) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedere il parere dalla Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 septiesdecies Emendamento rubricato n. 21) presentato da Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, per dire che sull'emendamento n. 46) il mio voto era favorevole.



PRESIDENTE

Adesso controlliamo, perché mi sembra che per parecchi Consiglieri non sia stata segnata la votazione. Chiedo di stampare il foglio delle votazioni.
Intanto proseguiamo.
ARTICOLO 1 septies.decies Emendamento rubricato n. 21) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamocon la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Comunico che sull'emendamento rubricato n. 46), precedentemente votato, non hanno partecipato al voto Chiorino, Demarchi, Caucino, Carosso, Sacco Sarno, Gallo, Grimaldi, Nicco e Cirio.
Di questi, erano presenti in aula gli Assessori Carosso e Chiorino, voti contrari; il Consigliere Gallo esprime voto favorevole; dei Consiglieri Sarno e Sacco intuisco voto favorevole, mentre dei Consiglieri Demarchi e Nicco voto contrario.
Siamo a posto, proseguiamo.
Dopo la votazione, vi ricordo di dare l'invio col pulsante in basso a destra.
ARTICOLO 1 octies.decies Emendamento rubricato n. 24) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Vi rammento, dopo la votazione, di schiacciare il pulsante in basso a destra con la freccia del mouse.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 noviesdecies Emendamento rubricato n. 28) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 vicies Emendamento rubricato n. 25) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 30) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



AVETTA Alberto

Scusi, Presidente, non sono riuscito a votare.
Il mio voto era favorevole.



PRESIDENTE

Il Consigliere Avetta comunica il suo voto favorevole.
Emendamento rubricato n. 29) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 vicies semel Emendamento rubricato n. 54) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamocon la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



GRIMALDI Marco

Intervengo per comunicare che volevo votare a favore dell'emendamento n.
4).



PRESIDENTE

Sarà riportato a verbale.
Emendamento rubricato n. 51) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 56) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 55) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 52) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 01.1 vicies bis Emendamento rubricato n. 47) presentato da Grimaldi.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 vicies.bis Emendamento rubricato n. 32.1) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 32.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 32) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 3) non è ricevibile, perché non si può eludere la clausola di neutralità finanziaria.
Emendamento rubricato n. 33) presentato da Bertola.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, sospenderei la seduta per la pausa tecnica.
I lavori riprenderanno alle ore 14 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Successivamente, ci sarà una pausa di mezz'ora di sospensione per il cambio d'aria, come prescritto dalle disposizioni dell'Ufficio di Presidenza, poi riprenderà la seduta con il proseguimento dell'esame della proposta di legge n. 41.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.45)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.03 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo con l'elenco delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere alle seguenti interrogazioni: la n. 360 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Elena Chiorino; la n. 361, presentata dal Consigliere Domenico Ravetti, cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino; la n. 362, presentata dal Consigliere Mario Giaccone, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; la n.
363, presentata dal Consigliere Mauro Salizzoni, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; la n. 364, presentata dalla Consigliera Francesca Frediani cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino; la n. 365, presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui e risponderà l'Assessore Chiara Caucino; la n. 366, presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; la n. 367, presentata dal Consigliere Ivano Martinetti, cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino; la n. 368 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi.
Come da Regolamento sulle interrogazioni a risposta immediata, ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego fin d'ora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa richiesta della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti. Qualora qualche Assessore abbia ancora da inviare le risposte precedenti, è pregato di farlo il più in fretta possibile.


Argomento: Università

Interrogazione a risposta immediata n. 360 presentata da Disabato, inerente a "Carriere universitarie a rischio a causa della sospensione delle attività di tirocinio e stage durante il lockdown"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 360.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché non è questo il primo question time che presentiamo sulle carriere universitarie a rischio per i danni causati dall'emergenza COVID, però questa volta abbiamo deciso di focalizzarci sul tema relativo ai tirocini e agli stage, che per chiare ragioni di sicurezza e di salute pubblica sono stati interrotti durante il periodo dell'emergenza Coronavirus.
Questo è uno dei tanti problemi che si somma a quelli che abbiamo già constatato e verificato, come per esempio il mancato sostegno agli affitti per gli studenti e le studentesse fuori sede e la difficoltà nel raggiungere i crediti formativi universitari necessari per accedere ha i contributi, alle borse di studio e al servizio abitativo. Questa è una delle problematiche che, senza colpa alcuna degli studenti, potrebbe riversarsi nel raggiungimento dei criteri previsti per l'accesso alle borse di studio.
In particolare, citiamo l'esempio del corso di laurea in Infermieristica di Torino, che è articolato in tre sedi distinte e conta circa 175 borsisti. I tirocini in questo caso specifico cubano parecchi crediti (13 il primo anno, 20 il secondo anno e 27 il terzo anno), quindi vi lascio immaginare che se gli studenti non potessero portare a termine queste attività previste dal proprio piano di studi, non potrebbero obbligatoriamente accedere a tutti i servizi erogati dall'Ente per il diritto allo studio universitario.
Noi abbiamo già parlato di questa esigenza e chiederemmo all'Assessora competente che cosa intenda fare la Regione onde evitare che questi studenti possano perdere il diritto alla borsa di studio per le cause sopra citate, e cioè l'impossibilità di svolgere nei tempi utili l'attività di tirocinio-stage per tutte le Facoltà; noi abbiamo citato quella d'infermieristica, ma i casi sono altri e la problematica è parecchio estesa.
Pertanto, vorremmo sapere che cosa s'intende fare per risolvere questa problematica.



PRESIDENTE

Grazie per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Elena Chiorino per la risposta.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Il 30 marzo 2020, la Conferenza dei Rettori delle Università italiane ha presentato al Ministro Manfredi una mozione relativa alle modalità di svolgimento dei tirocini di area sanitaria nel periodo di emergenza, nella quale si evidenziano le criticità in merito all'espletamento dei tirocini pratici, dei corsi di studio delle professioni sanitarie e mediche e con particolare riferimento a quelli finalizzati al conseguimento dell'abilitazione professionale.
Per risolvere di conseguenza questa criticità, il decreto legge n. 22 dell'8 aprile 2020, ovvero "Misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato, nonché in materia di procedure concorsuali e di abilitazione e per la continuità della gestione accademica" (convertito in legge il 6 giugno 2020, n. 41) ha introdotto la possibilità d'individuare modalità di svolgimento diverse da quelle ordinarie, comprese le modalità a distanza per l'attività pratica di tirocinio previste nell'ambito dei vigenti ordinamenti didattici dei corsi di studio, demandando la definizione della disciplina di dettaglio ai decreti attuativi del Ministro dell'Università e della Ricerca (riferimento, articolo 6 comma 2).
In attuazione di questa norma, il decreto del Ministro dell'Università e della Ricerca del 9 aprile 2020, n. 12, articolo 2, ovvero "Lauree delle classi delle professioni sanitarie", al comma 1 prevede:"Con riguardo alle classi delle lauree delle professioni sanitarie gli atenei sono autorizzati: a) a consentire lo svolgimento di una congrua parte del tirocinio con tecniche a distanza su competenze selezionate, garantendo in ogni caso il raggiungimento del monte ore previsto e degli obiettivi formativi della classe di laurea di appartenenza dello studente; b) a consentire la conclusione degli studi agli studenti del terzo anno estendendo ove necessario la durata ordinaria della sessione di laurea di norma prevista nel periodo ottobre-novembre".
Al riguardo, si precisa:"La tipologia dell'attività formativa e l'articolazione dei moduli e dei metodi di accertamento della preparazione degli studenti sono disciplinati dai regolamenti didattici dei Corsi di Studio e pertanto sono di competenza degli Atenei".
Sul problema del ritardo, del mancato svolgimento dei tirocini e degli stage, oggetto dell'interrogazione presentata dalla Consigliera Disabato, è stata pertanto consultata l'Università degli Studi di Torino che, anche a seguito degli incontri con gli studenti iscritti, nello specifico, al Corso di laurea in Infermieristica, ha comunicato di aver introdotto la massima flessibilità in ordine allo svolgimento di tirocini, riducendo il numero di crediti da attività di tirocinio da conseguire nel presente Anno Accademico. Tale riduzione si aggiunge alle ulteriori possibilità che lo studente può utilizzare, ovvero il bonus standard, maturato sulla base dell'anno di corso frequentato, e ancora il bonus COVID, cumulabile con il predetto buono standard.
Resta inteso che la Regione Piemonte, EDISU Piemonte e gli Atenei piemontesi prenderanno in considerazione eventuali cause di forza maggiore che possano portare a provvedimenti straordinari per quanto riguarda le professioni sanitarie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione a risposta immediata n. 361 presentata da Ravetti, inerente a "Secondo ponte sul fiume Bormida in Alessandria"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
361.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Assessora, lei ha presente che quando in Italia si parla di opere pubbliche, avendo però le idee un po' confuse, per non sbagliarsi, si dice "costruiremo il nuovo ponte sullo Stretto di Messina"; ad Alessandria invece, si dice "costruiremo il secondo ponte sul Bormida": fa fare bella figura questa espressione e non impegna più di tanto.
Proverò a spiegarle in un minuto le ragioni reali per le quali dovrebbe impegnare le amministrazioni comunali e provinciali della Regione Piemonte soprattutto in questa fase, a realizzare l'opera o, perlomeno, a determinare le condizioni migliori, affinché gli enti preposti si adoperino prima per la progettazione e poi per la realizzazione dell'opera.
C'è un problema legato al nodo idraulico e, quindi, di sicurezza dei cittadini, nonché un evidentissimo problema di collegamento tra l'area alessandrina e quella tortonese e novese sulla via della tangenziale che collega Alessandria con Acqui, nell'imbocco di Alessandria sud.
Tra l'altro, dal nostro punto di vista, quella è una zona utile anche per ipotesi di espansione (che tratteremo in un altro momento e in un'altra sessione) anche riguardante l'edilizia sanitaria, ma è un mio punto di vista, un nostro punto di vista.
Detto questo, in una recentissima Commissione congiunta dell'Amministrazione provinciale e dell'Amministrazione comunale, il Sindaco di Alessandria ha rilanciato il tema.
Sa che le Presidenze delle Province, in questa fase di ripartenza nazionale, con ingenti risorse probabilmente a disposizione per investimenti pubblici, hanno l'opportunità di segnalare alcune opere ritenute fondamentali per la ripartenza e il Presidente della Provincia si è detto disponibile ad inserire quell'opera. Tuttavia, il Sindaco di Alessandria ritiene di dover iniziare il tutto con un progetto messo su carta circa 15 anni fa.
Nella sostanza, giusto per impegnarci e per impegnare la Regione Piemonte non so con quale Assessore, ma qualche Assessore ha partecipato a quella riunione forse in videoconferenza, vorrei capire che intenzioni ha la Regione Piemonte rispetto a questa ipotesi realizzativa e come, dalle intenzioni, si possa velocemente passare ai fatti.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ravetti per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Com'è noto, la SP10 è un'importante arteria stradale percorsa da notevoli flussi di traffico e da numerosi mezzi pesanti. A oggi, il ponte esistente lungo la SP10 in Alessandria, sul fiume Bormida, rappresenta inoltre l'unica via per il transito dei trasporti eccezionali che, in caso di impossibilità ad impiegare l'autostrada, devono procedere dalla Pianura Padana verso la Liguria e viceversa, attraverso il nodo di Alessandria.
Occorre, inoltre, evidenziare che la SP10 è oggetto di riclassificazione della rete stradale d'interesse nazionale, ai sensi del DPCM del 21 novembre 2019 e pertanto in procinto di ritornare di proprietà statale, con il ruolo di ANAS come soggetto gestore della tratta.
Le attività propedeutiche a tale passaggio risultano, per la provincia di Alessandria, in fase avanzata.
Ritornando all'intervento relativo al nuovo ponte sul Bormida in Alessandria, lo stesso è stato proposto dalla Provincia di Alessandria tra gli interventi prioritari proposti alla Regione per la predisposizione di un nuovo piano investimenti sulla viabilità d'interesse regionale. La Provincia ha evidenziato la situazione attuale molto critica, sia per il notevolissimo traffico sul ponte esistente con la formazione di code chilometriche nelle fasce orarie di punta sia, soprattutto, per il fatto che la chiusura del ponte per qualunque evenienza (incidenti o eventi di piena) rende, di fatto, impossibile raggiungere in tempi rapidi la zona est del territorio di Alessandria.
L'intento dell'Amministrazione regionale, manifestatosi nella richiesta alle Province di interventi prioritari, è proprio quello di affiancare gli Enti locali e sostenere anche economicamente, in un primo momento, la fase progettuale e, successivamente, il reperimento delle risorse affinché le opere vengano realizzate.
Nel caso del secondo ponte sul Bormida di Alessandria, la fase progettuale dovrà essere redatta tenendo conto delle indicazioni che ANAS, futuro proprietario della rete stradale in oggetto, darà anche al fine dell'inserimento nel contratto di programma pluriennale che sarà lo sbocco naturale per la realizzazione dell'opera.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 364 presentata da Frediani, inerente a "Problematiche relative al guado/passerella di 20 metri sul torrente Clarea - cantiere di Chiomonte Nuova Linea Torino-Lione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 364.
Illustra l'interrogazione la Consigliera Francesca Frediani.
Prego Consigliera, ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Immagino mi risponda l'Assessore Caucino.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Chiara Caucino.



FREDIANI Francesca

Immaginavo; non so da cosa l'ho dedotto! Il 15 ottobre 2018, la Regione Piemonte, con la determina dirigenziale n.
3316, ha autorizzato ai soli fini idraulici la società TELT a realizzare un guado passerella temporanea rimovibile sul torrente Clarea, tra i Comuni di Chiomonte e Giaglione. Taglio le premesse perché, tra l'altro, sono già state inserite in una precedente interrogazione, per arrivare al punto.
Il punto è che abbiamo effettuato un sopralluogo presso il cantiere in data 10 luglio, sono entrata in cantiere accompagnata da alcuni tecnici della Commissione tecnica e abbiamo potuto osservare che la realizzazione della passerella è sostanzialmente diversa da quella in progetto. In particolare sui bordi della passerella era in corso il montaggio di grate in metallo di altezza che, così, a vista, ci sembravano circa 250 centimetri, che non risultano da progetto e che evidentemente modificano l'impatto sia in termini di calcoli idraulici sia di impatti sui tempi di rimozione della passerella.
Infatti, il piano operativo di gestione del rischio prevede un tempo di smontaggio della passerella (ovviamente parliamo di interventi in caso di piena del torrente Clarea) stimato in 24 ore (anche questi tempi non sono verificati, non si sono fatte, come sembra, delle prove pratiche) e tali modifiche progettuali molto probabilmente modificano questi calcoli.
Inoltre, abbiamo riscontrato che la gru che dovrebbe smontare in caso di emergenza la passerella non è situata nel punto previsto da progetto, ma a decine di metri di distanza, a monte della passerella. Parliamo ovviamente di una gru piuttosto ingombrante e piuttosto grande, che richiederebbe uno spostamento e anche manovre piuttosto complicate, perché abbiamo anche immaginato insieme ai tecnici presenti quali potessero essere le manovre da attuare in caso di emergenza.
Da quanto risulta e anche in base a quanto dichiarato dai tecnici (parlo ovviamente dei tecnici di TELT e non dei tecnici della Commissione tecnica No TAV), non è stato fatto alcun collaudo dei tempi per la rimozione della passerella, così da verificare l'effettivo tempismo nella rimozione della passerella, considerato il poco preavviso in caso di problematiche con il fiume e, di conseguenza, non risulta verificato il rispetto dei tempi stimati di rimozione e neanche se questi tempi sarebbero eventualmente compatibili con una piena improvvisa.
Ci risulta, insomma, che alcune prescrizioni che la Regione ha indicato non siano state rispettate. Poiché queste prescrizioni sono poi legate a delle responsabilità, e qui parliamo di un rischio idrogeologico che potrebbe avere un impatto piuttosto pesante sul territorio, credo che la cosa non vada presa alla leggera, quindi qualcuno si deve assumere la responsabilità e dire chi ha autorizzato questa modifica progettuale e se si siano valutati i tempi di rimozione della passerella in caso di emergenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In risposta all'interrogazione della Consigliera regionale Frediani circa il rispetto delle prescrizioni inserite nell'autorizzazione idraulica n.
5026 rilasciata dal Settore Tecnico regionale Area metropolitana di Torino nell'ambito dei lavori di realizzazione della linea ferroviaria Torino Lione con determinazione dirigenziale n. 3316 del 15 ottobre 2018 successivamente prorogata con determinazione dirigenziale n. 3534 del 14 ottobre 2019, si evidenzia quanto di seguito indicato: le modifiche apportate alla passerella in oggetto sono state impartite dalla direzione dei lavori per risolvere aspetti tecnici di dettaglio relativi alla fase esecutiva dei lavori e si configurano come variante non sostanziale ai fini dell'autorizzazione idraulica.
Per quanto riguarda i tempi di rimozione del manufatto, da informazioni acquisite dalla committenza la posizione della gru consente di rispettare i limiti temporali previsti nel piano di controllo e manutenzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 365 presentata da Canalis, inerente a "Crediti delle ATC verso i Comuni: chi paga per la morosità colpevole?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 365.
Illustra l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera, ne ha facoltà per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riguarda gli ingenti crediti che le tre ATC del Piemonte vantano nei confronti dei Comuni e dei territori cui afferiscono.
Stiamo parlando, per esempio, di 16 milioni di credito dell'ATC del Piemonte centrale nei confronti dei Comuni della provincia di Torino, di circa due milioni per l'ATC Piemonte Sud e di più di sei milioni per l'ATC Piemonte Nord.
È un problema molto serio, che non riguarda soltanto questi tre Enti, ma, a cascata, anche il bilancio della Regione, essendo il bilancio delle ATC consolidato con quello regionale.
È un problema molto serio perché questi tre crediti sono legati alla morosità colpevole, cioè al fatto che, una volta notificata da parte dell'ATC la decadenza dell'assegnatario dell'alloggio di edilizia popolare il Comune non procede alla pronuncia di questa decadenza e alla successiva esecuzione. Il fatto che la persona morosa in maniera colpevole rimanga nell'alloggio, da un lato impedisce alle persone che legittimamente ne avrebbero diritto (quindi alle altre famiglie) di accedervi; dall'altro, si crea una sorta di "solidarietà" da parte del Comune nei confronti di questa morosità.
Si chiede alla Giunta regionale quali sono le azioni che intende intraprendere per recuperare questi ingentissimi crediti maturati nei confronti dei Comuni piemontesi dalle nostre tre ATC regionali considerando anche che il mancato sfratto spesso non viene attuato dai Comuni proprio per la impopolarità di questo atto.
Detto questo, però, il fatto coinvolge le finanze regionali e quindi noi come Consiglieri regionali, vista anche la cospicuità delle somme in campo vogliamo capire che cosa intende fare la Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Grazie, Presidente.
Vista la specificità del quesito posto dalla Consigliera, fornisco una risposta brevissima, ma altresì specifica.
La legge regionale riconosce alle Agenzie Territoriali per la Casa piena autonomia amministrativa, organizzativa, patrimoniale e contabile: ciò è stabilito all'articolo 28, comma 2, della legge regionale n. 3/2010. Tutte le azioni volte all'incasso dei crediti accertati devono, pertanto, essere esercitate dalle agenzie, proprio nel riconoscimento della succitata autonomia.
La Giunta, per parte propria, ben potrà esercitare azioni di stimolo e d'impulso nei confronti delle ATC, al fine, ovviamente, di incrementare la capacità di incasso.
A tal riguardo, Consigliera, solleciterò azioni volte al recupero del credito peraltro maturato nel corso dei decenni passati.
Il bilancio ATC è consolidato con quello della Regione Piemonte - è vero Consigliera - ma, per quanto mi riferisce nello specifico la struttura, i bilanci delle tre ATC nel loro complesso sono a tal fine non dico irrilevanti, ma quasi: nel 2018 l'importo delle entrate delle tre ATC nel loro complesso ha inciso per meno del 2% rispetto al totale delle entrate del bilancio regionale.
Ciò non toglie che la Giunta, nella mia persona, solleciterà azioni rivolte, ovviamente, al recupero del credito di cui lei ha fatto menzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Caucino per la risposta.



CANALIS Monica

Posso avere la risposta scritta?



PRESIDENTE

Come dico sempre all'inizio, gli Assessori provvederanno ad inviare le risposte scritte agli interroganti.
Qualora non venisse effettuato questo servizio, potete comunicarlo alla Presidenza, che


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 367 presentata da Martinetti inerente a "Disservizi nelle stazioni ferroviarie piemontesi - completa assenza di servizi igienici in molte stazioni ferroviarie"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
367, presentata dal Consigliere Martinetti, che la illustra; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Ho fatto mie le istanze di molti pendolari che ci hanno segnalato, peraltro in maniera anche rabbiosa, diciamo così, che nonostante l'emergenza COVID sia passata, i servizi igienici in alcune delle principali stazioni ferroviarie (noi abbiamo fatto un intervento puntuale sul territorio compreso tra Alba e Bra, ma in generale ci sono pervenute segnalazioni un po' dappertutto) risultano praticamente inaccessibili. Tra l'altro, non riusciamo a garantire il servizio neanche alle persone con ridotta mobilità o ai disabili. Si tratta, quindi, di una condizione inaccettabile.
Abbiamo fatto una verifica nella stazione di Bra, ad esempio, dove purtroppo risulta che anche alcune attività commerciali siano legate a quei servizi, per cui diventa un problema anche solo andarsi a sciacquare le mani.
Abbiamo visto quanto è stato difficile ripartire per tutti, anche per le aziende, ma ci sono delle disposizioni cui ci si è dovuti adeguare: abbiamo chiesto alle persone di adeguarsi alla stessa maniera, dunque dovrebbe essere garantito anche questo servizio. Peraltro, tale servizio avrebbe dovuto essere garantito anche in fase di emergenza, ma abbiamo certamente compreso le problematiche del caso, per cui non intendiamo aprire una polemica in tal senso. Il problema però nasce adesso, perché è inaccettabile che in una stazione come quella di Bra, che è uno snodo importantissimo, questo servizio oggi non sia ancora praticabile.
Quello che chiedo all'Assessore, intanto, è se è al corrente di tale situazione. In secondo luogo, chiedo quali sono le operazioni che intende mettere in atto affinché la problematica venga risolta quanto prima.
Tra l'altro, stiamo portando avanti una campagna per sensibilizzare le persone a lavarsi sempre più spesso le mani, come misura di prevenzione.
Pertanto, questo tipo di problema non può essere presente nelle stazioni ferroviarie.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ivano Martinetti per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è resa disponibile per la risposta l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore regionale

In merito alla situazione descritta dal Consigliere Martinetti, e anche in merito alla segnalazione di alcuni utenti, abbiamo provveduto a interpellare Rete Ferroviaria Italiana, proprietario e gestore dell'infrastruttura ferroviaria, che ha fornito i seguenti chiarimenti.
La questione dei servizi igienici è strettamente legata, com'è facilmente immaginabile, alla situazione sanitaria in corso. Il Recovery Plan del gruppo FS-Ferrovie dello Stato prevede per questi servizi, al fine di garantire il rispetto delle misure previste nei vari DPCM, un incremento dei passaggi di pulizia, l'utilizzo di prodotti sanificanti e la garanzia del distanziamento sociale. Tali misure sono state adottate in tutte le principali stazioni in cui i servizi igienici sono presenziati da personale delle ditte appaltatrici che può opportunamente filtrare gli ingressi. In queste località, la disponibilità di personale ci ha altresì garantito la possibilità di aumentare i passaggi di pulizia.
In base a queste misure, i servizi igienici risultano attivi a Torino Porta Nuova, Torino Porta Susa, Vercelli, Novara, Asti, Alessandria e Cuneo. Per le restanti località, RFI sta valutando le azioni più opportune per riattivare i servizi nel rispetto delle raccomandazioni sanitarie ed in modo compatibile con i contratti.
Si evidenzia, infine, che per quanto attiene l'osservazione del Consigliere circa la necessità di igienizzare le mani in coerenza col suddetto Recovery Plan, RFI ha provveduto ad installare dispenser di gel sanificanti nelle principali sale d'attesa della Regione.
L'Assessorato, nel monitorare la situazione, si farà garante del fatto che con l'affievolirsi della pandemia, verranno riattivati i servizi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 368 presentata da Grimaldi, inerente a "Attuazione del diritto alla fecondazione eterologa: quale la situazione in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
368, presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n.
162/2014, le modalità di PMA risultano riconosciute come livelli essenziali di assistenza, anche sulla scorta del parere favorevole espresso in sede di Conferenza Stato-Regioni il 29 aprile 2014. Ai fini di un riconoscimento economico, le Regioni hanno evidenziato la necessità di inserire nel DPCM l'adeguamento dei LEA e della PMA omologa ed eterologa.
Negli scorsi anni, attraverso delle interrogazioni e delle interpellanze ho chiesto come mai la Regione non si fosse fatta promotrice di campagne di sensibilizzazione per la donazione da parte degli uomini e da parte delle cittadine piemontesi di ovuli e come mai di fatto la gran parte dei cittadini piemontesi dovessero recarsi in strutture private oppure all'estero o in altre Regioni.
Di fronte all'impossibilità del servizio sanitario pubblico di soddisfare questa pratica, la gran parte delle coppie piemontesi si sono affidate a strutture pubbliche in Toscana, ma soprattutto a centri privati specializzati del Torinese. Così almeno risulta dagli ultimi dati che avevamo, relativi al 2017.
Ancora oggi le testimonianze ci dicono della difficoltà d'intraprendere la fecondazione eterologa e ci risultano ancora diverse discriminazioni anche nei confronti di chi va all'estero e non gli viene riconosciuto il rimborso di alcune spese. Tra l'altro, anche in questa sede avevo descritto la storia di una coppia di nostri concittadini cui non erano state riconosciute le spese sostenute in un centro riconosciuto in Spagna.
Abbiamo appreso che, a causa del lockdown, si stima che ogni mese d'inattività possa determinare una mancata esecuzione in Italia di 8.000 trattamenti con una perdita potenziale di 1.500-1.800 bambini non nati. A seguito di alcune indagini giornalistiche, si raccontava come il diritto della fecondazione eterologa per le coppie sterili almeno in Piemonte fosse ancora lettera morta, a vantaggio di una crescita d'interventi di procreazione che utilizzano gameti provenienti da donatori esterni alla coppia presso i centri privati. Non ci risulta che ci siano campagne in corso per aumentare le donazioni. Non ci risulta che ci siano state delle acquisizioni dall'estero. Se l'Assessore ne ha notizia, è il luogo giusto per dirlo.
Concludo, Presidente, dicendo che la fecondazione è un diritto fondamentale per le donne e le coppie piemontesi. Tale pratica sanitaria necessita però, di un reale sostegno anche economico per le donatrici che devono sottoporsi a cure ormonali pesanti e a un piccolo intervento per il prelievo dell'ovulo e, ovviamente, anche per i donatori.
Per questo chiediamo quale sia la situazione in merito alla possibilità di effettuare la fecondazione eterologa nella nostra regione; in particolare quali siano le azioni che questa Giunta sta mettendo in campo al fine di garantire in Piemonte questo diritto riconosciuto dalla Costituzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Grimaldi per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Per quanto dettagliato sia il testo dell'interrogazione, devo precisare che la fecondazione eseguita con tecniche di tipo eterologo è stata inserita nel DM del 12 gennaio 2017 sui nuovi LEA. Quest'ultimo sarebbe vigente, ma non è pienamente attuativo, in quanto con nota ministeriale integrativa del 6 novembre 2017 al suddetto decreto - inviato ovviamente a tutti gli Assessorati alla sanità, compreso al Piemonte, per rendere omogenea l'applicazione a livello nazionale - si ribadisce che l'erogazione delle prestazioni di PMA incluse nel nomenclatore dell'assistenza specialistica ambulatoriale è subordinata all'approvazione del decreto di fissazione delle relative tariffe. Fino a quella data restano in vigore le disposizioni approvate dalle singole Regioni e la possibilità di fruire della prestazione al di fuori della Regione di residenza è assicurata solo in conformità alle disposizioni regionali. In pratica, non è così pienamente attuativo.
Tuttavia la Regione Piemonte, contrariamente ad altre, si è attivata con una propria DGR, con la quale sono stati modificati e ampliati i criteri di accesso alle tecniche di PMA, in relazione a quanto indicato nella pregressa DGR. È stato elevato il limite massimo di età per il partner femminile, che è passato da 43 a 46 anni, cumulativo tra le due tecniche. A favore delle cittadine piemontesi che necessitano di fecondazione eterologa è stato previsto, inoltre, che possano presentare presso le ASL di competenza territoriale istanza rivolta al rilascio di provvedimento autorizzativo per l'erogazione di detta prestazione anche in mobilità interregionale sul sistema pubblico. Pertanto, con il medesimo provvedimento è stata demandata alla Direzione Sanità tutta una serie di provvedimenti attuativi.
Preciso anche, contrariamente a quanto indicato nel testo dell'interrogazione, che con successive note, a praticare le tecniche di PMA, sia di tipo omologo sia eterologo, su tutto il territorio piemontese ci sono i seguenti cinque ospedali: Città della Salute e della Scienza di Torino, l'Ospedale Cardinal Massaia di Asti, l'Ospedale Maggiore della Carità di Novara, l'Ospedale Maria Vittoria della Città di Torino e il presidio ospedaliero di Fossano dell'ASL CN1.
Per quanto riguarda il caso specifico rappresentato nell'interrogazione.
GRIMALDI Marco(fuori microfono) Quante ne hanno fatte?



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Questo possiamo anche accertarlo.
Per quanto riguarda lo specifico caso pregresso citato nella premessa, da quanto risulta dal contenuto dell'interrogazione in oggetto, non pare che la coppia abbia preventivamente richiesto il nulla osta previsto dalla normativa al centro di riferimento per l'autorizzazione alle cure all'estero, indispensabile per procedere all'istanza di rimborso anche parziale. Non è rilevabile se il mancato rimborso non fosse imputabile al non rispetto dei requisiti richiesti per l'accesso o per altri motivi. Si precisa che le liste di attesa presso i centri italiani attivi per l'esecuzione di tecniche di fecondazione eterologa non risultano affatto chiuse e comunque non sembra abbiano tempistiche nell'ordine di anni, tali da obbligare le coppie a rivolgersi a un centro all'estero.
Per quanto riguarda le azioni intraprese, considerata l'impossibilità a causa dell'emergenza COVID che tutti conosciamo, che di fatto ha cristallizzato le attività di programmazione, in materia di PMA nel primo semestre 2020 si rappresentano le iniziative avviate nel corso del 2019 durante il quale sono stati espletati, alla luce delle citate DGR, incontri tematici con il comitato tecnico-scientifico per le PMA, specificamente insediato ad hoc, rinnovato nella sua composizione con determina direttoriale, al fine di addivenire a possibili soluzioni scientifiche per intraprendere l'avvio di cicli di PMA eseguiti con tecniche di tipo eterologo.
È stato definito che il progetto potrà essere realizzato, in una prima fase di tipo sperimentale, esclusivamente presso uno dei centri pubblici di PMA tra i cinque autorizzati in Piemonte che ho sopracitato per le tecniche di primo, secondo e terzo livello resosi disponibile.
Restano da definire i dettagli tecnici del bando di gara regionale di manifestazione d'interesse e la somma precisa che la Regione vorrà destinare quale investimento iniziale, che è stimata indicativamente in 300 mila euro già a bilancio, per l'acquisto di un primo lotto di gameti e per l'avvio del progetto di cui stiamo parlando.
Di conseguenza, c'è già l'attivazione di un progetto ed è in corso il potenziamento delle attività di PMA, soprattutto con l'acquisto di gameti all'estero.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 362 presentata da Giaccone, inerente a "Task force Fase 2 e gruppo di lavoro su riorganizzazione ospedaliera richiesta informazioni sul rinnovo dopo il 31/7/2020"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
362.
La parola al Consigliere Giaccone per l'illustrazione.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Sarò molto rapido.
È molto semplice quest'interrogazione: in seguito all'emergenza sanitaria sono state attivate diverse iniziative, una era l'Unità di crisi; poi il 22 aprile 2020 la Task force presieduta dall'ex Ministro Ferruccio Fazio e poi il 30 aprile 2020, su iniziativa dell'Assessorato alla sanità, il gruppo di lavoro presieduto dal dottor Monchiero, sulla riorganizzazione ospedaliera.
Visto che ci risulterebbe che la Task force sulla Fase 2 e il gruppo di lavoro sulla riorganizzazione ospedaliera sarebbero dovuti durare fino al 31 luglio 2020, quindi fino a questo venerdì, ci domandiamo, considerata la situazione epidemiologica e l'andamento globale della pandemia, compresa la presenza ancora di alcuni focolai, quali siano le intenzioni dell'Assessorato riguardo a provvedimenti di rinnovo o di decadenza dei due organismi.
Grazie, Presidente, e ringraziamo l'Assessore per la risposta.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Mario Giaccone per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Sarò più breve.
È corretto quello che ha citato nell'interrogazione: entrambi i gruppi sono stati costituiti su iniziativa dell'Assessorato, mentre l'Unità di crisi risale a un decreto del Presidente dalla Giunta regionale. Oggi siamo ancora in attesa di sapere se sarà prorogato lo stato d'emergenza da parte del Governo, però un dato certo è che, soprattutto la Task force di Monchiero sulla riorganizzazione ospedaliera, che ha dovuto lavorare, come sapete, sul decreto legge 34,sui posti di terapia intensiva, in effetti ha ancora molto lavoro da svolgere sulla riorganizzazione della rete ospedaliera.
Pertanto, credo che sarà molto opportuno rinnovare questi gruppi almeno per il periodo dell'emergenza, anche perché, nonostante la situazione piemontese sia oggi sotto controllo, abbiamo alcuni focolai e una tendenza alla crescita, soprattutto legata al rientro di stranieri da Paesi a rischio (mi riferisco alla Bulgaria, alla Romania, al Bangladesh e anche alla Svizzera). Abbiamo una serie di focolai d'importazione che purtroppo come negli ultimi giorni è successo anche nel Saluzzese, creano delle problematiche.
Vero è che oggi abbiamo un'organizzazione territoriale molto diversa da quella di marzo, che riesce a fare un contact tracinge che riesce a controllare, però è chiaro che per l'autunno, soprattutto con l'avvento dell'influenza, credo sia opportuno mantenere alta la guardia e mantenere tutte le forze che abbiamo a disposizione per fronteggiare un'eventuale recrudescenza, che ovviamente non ci auguriamo, ma che potrebbe ancora manifestarsi. Pertanto, mantenere le forze a disposizione sarà un obiettivo che noi prefiggiamo, in particolare per l'area ospedaliera.
L'Unità di crisi, in questo momento, è in una situazione di standby, ma pu essere attivata nel giro di poche ore, qualora ce ne fosse la necessità, ma ci auguriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno.
Per quanto riguarda il rinnovo, come le dico, credo sia opportuno farlo.
GIACCONE Mario(fuori microfono) Per la rete ospedaliera e per la rete territoriale?



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Adesso stiamo facendo le valutazioni, certamente sulla rete ospedaliera.
Valutiamo se, visto che sulla territoriale abbiamo già fatto il grosso del lavoro, si possa coadiuvare anche su altre tematiche sempre legate all'emergenza COVID.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Fondi sanitari - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 363 presentata da Salizzoni inerente a "MES e progetti di edilizia sanitaria cantierabili in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
363.
La parola al Consigliere Salizzoni per l'illustrazione.



SALIZZONI Mauro

Lascio le premesse dove si parla di MES, cosa che l'Assessore conosce quanto me, anzi, forse meglio di me - sicuramente meglio di me - per dire che, in caso di auspicabile attivazione del MES da parte del nostro Paese occorre anche in Piemonte: a), farsi trovare pronti per un disegno complessivo degli interventi sull'edilizia sanitaria; b), avere un ordine di priorità degli interventi sia per urgenza sia per dimensione strategica sul lungo periodo; c), avere progetti immediatamente cantierabili e approvare urgentemente quelli ultimabili in tempo utile, in vista dei finanziamenti europei.
Pertanto, interrogo - termine che non mi piace, meglio chiedo all'Assessore regionale competente in materia di sapere se esista un elenco di progetti cantierabili di edilizia sanitaria in Piemonte e di progetti approvabili in tempo utile, con relativi costi stimati ed eventuale ordine di priorità, in vista dei relativi finanziamenti europei auspicati.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Salizzoni per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'edilizia sanitaria è certamente un tema importante, soprattutto in vista dei futuri finanziamenti del Recovery Fund e del MES.
Allo stato attuale abbiamo già, relativamente alla messa in sicurezza antincendio e antisismica, tutta una serie di progetti, per un totale di 83 milioni di euro già immediatamente cantierabili. Abbiamo allo studio una richiesta di finanziamento a Roma, che potrà essere finanziata con il MES di alcuni ospedali. Mi riferisco, in particolare, al nuovo ospedale di Alessandria, all'ospedale di Cuneo, all'ospedale della Torino 4 nell'area eporediese, con, ripeto, per Alessandria 300 milioni, per Cuneo circa 300 milioni, per l'area eporediese e Ivrea 140 milioni e un nuovo ospedale nel Saviglianese, oppure la ristrutturazione secondo il Piano Magni, con un progetto già in fase avanzata di studio. Questo, oltre agli interventi previsti per l'ospedale di Torino 5 e l'ospedale VCO, per cui a breve partiranno le gare per la progettazione.
Dovremo essere pronti, come giustamente fa rilevare il Vicepresidente Salizzoni, di fronte ai finanziamenti del MES, ad avere delle progettazioni almeno a livello definitivo, in modo da essere in grado di spendere i soldi che ci arriveranno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 366 presentata da Magliano, inerente a "Ripresa delle normali attività e la frequentazione dei familiari nelle strutture di accoglienza per persone con disabilità"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
366.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
L'Assessore saprà bene che è oggetto di discussione anche a mezzo stampa quello che sta accadendo, non tanto nelle RSA, quanto nelle strutture che occupano e danno spazio e alloggio a persone con disabilità.
Scrivo, appunto, che il Piemonte ormai è arrivato in Fase 3 e, oggi, le persone con disabilità intellettiva/autismo inserite presso comunità alloggio o strutture equivalenti continuano a non poter riabbracciare i propri familiari, a non poter far ritorno a casa, neanche per poche ore, n a poter svolgere le normali attività esterne. Alcune di queste attività hanno evidentemente una prospettiva terapeutica rispetto a queste persone.
Il mancato rientro - da ben quattro mesi - nell'ambiente familiare, la mancanza di relazioni affettive e lo svolgimento di attività sociali abilitative/educative all'esterno continua a compromettere la salute psicofisica delle persone ospiti delle strutture di accoglienza succitate.
Il 30 giugno 2020 la Direzione regionale Sanità e Welfare, quindi la sua ha emanato le "Linee d'indirizzo per le strutture di accoglienza, servizi destinati ai minori e per i servizi di prevenzione e contrasto alla violenza", concernenti anche le comunità di accoglienza per persone con disabilità ai fini della ripresa delle loro attività sul territorio regionale.
Tali linee d'indirizzo permettono, tra le altre disposizioni, il ritorno in famiglia e il rientro in comunità nello stesso giorno, attraverso una normale sottoscrizione di un questionario atto a certificare la buona salute propria e del nucleo familiare, come accade per una marea di altre attività ormai in questo Paese, e previa garanzia di una scrupolosa osservanza di tutte le misure necessarie per la prevenzione del contagio da COVID.
Rilevato che, in data 24 giugno, alcune famiglie hanno scritto al Direttore generale Boraso una lettera in cui chiedevano sia la possibilità di poter fare visita ai parenti sia il rientro a casa dei ragazzi con disabilità ospiti in strutture di accoglienza, in data 14 luglio il Direttore generale ha risposto all'appello delle scriventi famiglie e, per conoscenza all'Assessorato alla Sanità del Piemonte, evidenziando: "Riteniamo sia possibile adottare soluzioni sul modello di quelle previste per le strutture di accoglienza del 30 giugno 2020. Pertanto sono al vaglio con i competenti organi regionali apposite modalità".
Tuttavia, a oggi, Assessore, come lei sa, e so che ha avuto un appuntamento la scorsa settimana proprio con le associazioni di questo settore, le ASL e gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali continuano ad applicare le linee d'indirizzo del 16 giugno, che sono quelle dedicate alle RSA.
In conclusione, chiedo di sapere come mai la Giunta regionale, al fine di riprendere le normali attività e la frequentazione dei familiari nelle strutture di accoglienza per persone con disabilità, non intervenga subito chiedendo a queste strutture di applicare le linee d'indirizzo del 30 giugno, perché queste strutture continuano ad applicare quelle del 16 giugno, ma sono due dimensioni diverse: un conto sono le RSA con gli anziani, che sono molto, molto fragili, ma queste sono strutture non di persone malate, ossia di persone che hanno certe caratteristiche e che hanno bisogno d'incontrare i familiari e di fare attività a volte riabilitative che impediscano una regressione.
Pertanto, le chiedo con forza (abbiamo presentato anche un ordine del giorno e ringrazio le associazioni tutte, ma non solo, che mi hanno fatto questa segnalazione) per chiedere quando lei avrà intenzione di intimare perché è suo potere farlo - alle ASL e agli enti gestori di applicare le linee guida del 30 giugno e non quelle del 16 giugno.



PRESIDENTE

Grazie, per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Luigi Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Preliminarmente, voglio fare presente che la questione delle visite nelle RSA e nelle strutture per disabili spesso viene ribaltata sulla Regione sine culpa. Nel senso che con il DCPM del marzo (poi ripreso nel decreto 34, articolo 1, lettera b-b), il Governo dà indicazioni precise, e leggo testualmente la nota: "L'accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite (RSA) e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni d'infezione".
Siamo di fronte al fatto che il Governo non ha detto alle Regioni "organizzatevi e fate", ma ha detto alle Direzioni delle strutture che sono loro responsabili e che devono gestire il flusso non solo dei familiari, ma anche dei rientri dei loro assistiti. Pertanto, le singole strutture hanno facoltà di aprire, di chiudere e di fare, secondo la situazione della struttura e questo deriva da una norma di livello nazionale.
Che cos'ha fatto la Regione? Ha fatto delle linee d'indirizzo, per dare una mano, e indicando come gestire le aperture e il modo corretto di procedere.
Alcune linee d'indirizzo sono state deliberate in Giunta, perch provenivano dalla Conferenza Stato-Regioni; quella del 30 giugno l'abbiamo predisposta ed è una linea d'indirizzo. Attenzione, però, non confondete le idee linee guida con le linee d'indirizzo, perché sono indirizzi non prescrittivi, ai quali le strutture, in generale, si attengono, le valutano, le applicano anche parzialmente, le modificano: sono una sorta di traccia, che non è vincolante, per stabilire le aperture e quanto è necessario.
Il 30 giugno, abbiamo diramato una linea d'indirizzi. Giustamente, ho ricevuto anche le famiglie di queste persone. Condivido il fatto che la visita dei familiari sia terapeutica e anche importante. Dicevo, abbiamo ricevuto e abbiamo diramato queste linee d'indirizzo del 30 giugno a tutte le ASL e alle Commissioni di vigilanza: le abbiamo passate alla Direzione delle Politiche sociali, affinché le passasse alle varie strutture.
Ora, potremmo anche dare maggiore pubblicità e, per dare una mano, rifare una deliberazione di Giunta, riapprovarle e inviarle a tutti, pubblicandole sul Bollettino Ufficiale, ma resta il fatto che queste sono sempre linee d'indirizzo facoltativamente applicabili dalle strutture e noi non possiamo né obbligare ad aprire e nemmeno obbligare a chiudere: non abbiamo questo potere, perché per il principio di gerarchia delle fonti la norma nazionale supera e non può essere contraddetta da quella regionale.
Faremo il massimo possibile per sollecitare le strutture a seguire queste linee d'indirizzo, ma dobbiamo renderci conto che spesso c'è il tentativo di scaricabarile verso la Regione affermando "la Regione non dice, la Regione non fa".
No, perché la Regione fa esattamente quello che deve fare, come lo ha fatto il 30 giugno, e adesso solleciteremo l'applicazione di queste linee d'indirizzo che sono corrette e lo farò proprio per dare maggiore risalto e per pubblicarle sul Bollettino con una deliberazione di Giunta, non appena possibile, con estrema urgenza, proprio perché ritengo - come lei e come le famiglie sanno - che permettere le visite a soggetti non particolarmente a rischio, perché sono soggetti con altri tipi di disabilità, è un'azione terapeutica. Oltre che, in questo caso, l'impedimento è un'inutile crudeltà.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore per la risposta.
Ringrazio tutti.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.30 il Presidente riaprirà la seduta del Consiglio regionale.
Chiedo gentilmente di uscire dall'aula, per la mezz'ora dovuta di sanificazione del locale.



(Alle ore 15.00 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame proposta di legge n. 41, inerente a "Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, n. 32 'Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale'" (Atti di indirizzo collegati)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Eravamo al punto 3) all'o.d.g., relativo alla proposta di legge n. 41.
Nella mattinata odierna si è concluso l'esame dell'articolato e degli emendamenti a esso preposti. Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
È chiaro, noi siamo semplicemente a ribadire la nostra totale contrarietà rispetto a questa proposta di legge.
Come già evidenziato durante la discussione generale e durante la discussione degli emendamenti, oltre che in fase di trattazione nella Commissione consiliare competente, consideriamo questa proposta di legge inutile rispetto all'obiettivo che si dichiara di perseguire. Sia nella narrazione da parte delle cronache giornalistiche sia anche nella definizione da parte del Consiglio regionale, viene definita "legge per il contenimento del cinghiale", ma non è così: è una proposta di legge che va a modificare una legge del 1982 - legge certamente datata - che ha avuto diverse modifiche nel corso degli anni, tant'è vero che la modifica che si va a operare va a toccare un aspetto che a sua volta è stato modificato da un emendamento presentato dal mio Gruppo, a mia prima firma, cinque anni fa, che è una legge regionale che ha gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell'ambiente.
La tutela e la salvaguardia dell'ambiente sono le ragioni che, grazie a quella legge, permettono alle amministrazioni comunali o provinciali, sulle strade di propria competenza, nei percorsi non di strada, ma fuoristrada di dire "no, qui non si passa", di mettere una sbarra o un bel cartello bianco cerchiato di rosso e dire "di qui passano solo i proprietari dei terreni, i fittavoli, o i soggetti incaricati in senso lato da un pubblico servizio". Possono essere le Forze dell'Ordine, un'ambulanza, i Vigili del fuoco, la Protezione Civile e anche i soggetti deputati al controllo della fauna. Attività che, ripeto, è di tipo pubblicistico.
Questa proposta di legge, invece, va a estendere la possibilità di passare con i propri mezzi su queste strade a soggetti che svolgono un altro tipo di attività, cioè la caccia, il prelievo venatorio, con la particolare accezione per la caccia al cinghiale. Comunque, parliamo di una legge che riguarda esclusivamente il mondo venatorio e questo è sbagliato, perché non persegue l'obiettivo del contenimento del cinghiale, quindi di un animale che interferisce con le attività umane; non è la soluzione, secondo noi non è nemmeno un pezzo della soluzione e introduce un meccanismo discorsivo perché abbiamo capito e sappiamo che da quest'altra parte dell'emiciclo c'è qualcuno che su quelle strade vorrebbe far passare tutti: quelli con la tessera per raccogliere i funghi, quelli con la tessera dalla bocciofila insomma qualsiasi ragione è buona, ma lo spirito del legislatore, il senso della legge, era di tutelare.
Ci sono dei percorsi fuoristrada, perché l'articolo non dice "strada" l'articolo dice "fuoristrada"; ci sono dei percorsi che, per le loro caratteristiche (perché hanno un fondo accidentato, non asfaltato) è difficile mantenere, è difficile tenere in sicurezza o per altre esigenze di tutela. La legge parla di sicurezza e non si riferisce alla sicurezza di non bollarsi la macchina, ma alla sicurezza delle persone, alla sicurezza e all'incolumità delle persone che percorrono quella strada, oppure parla di esigenze di tutela ambientale, perché magari quei percorsi sono all'interno del bosco e, come già richiamato, non si può dire "vado lì a prendere il cinghiale, perché lì c'è il cinghiale". No, non è un campo coltivato: c'è il pezzo coltivato a mais, il pezzo coltivato a grano, il pezzo coltivato a patate o a pomodori. Vado in una strada e lì c'è tutto; ci può essere il cinghiale, facilmente, perché è dappertutto, quindi sicuramente c'è il cinghiale, ma ci saranno anche altri animali, altre specie che magari invece, sono specie degne e meritevoli di tutela.
Pertanto, l'impatto antropico, l'impatto di chi va a passare su quella strada non è solo l'impatto dal punto di vista della sicurezza dell'incolumità dell'automobile e di chi percorre quella strada, ma è anche l'impatto sull'ecosistema, sulla biodiversità presente in quei percorsi.
Per questo, è inutile e anche dannosa.
Noi proviamo a dare a questa Giunta regionale e a questa maggioranza la possibilità di dimostrare che si è dalla parte della soluzione e che, con questo provvedimento, invece, non si vuole dare solo il solito contentino ai cacciatori. Vogliamo provare. Ho ripresentato, con il mio Gruppo, un ordine del giorno a mia prima firma. Abbiamo collegato un ordine del giorno che dice che, nell'ambito del prossimo assestamento di bilancio, la Giunta regionale prevederà maggiori risorse da destinare alle Province per i soggetti deputati al controllo della fauna, ossia alle guardie provinciali.
Dimostrateci di volere essere dalla parte della soluzione e quindi ammettere che questa proposta di legge non è la soluzione al problema, ma che c'è anche altro da fare.
Questa possibilità, quest'opportunità abbiamo pensato di darla; spero francamente che sia accolta, altrimenti è l'ulteriore dimostrazione che questo provvedimento legislativo si risolve, alla fine, in un piccolo articolo modificato in una legge che semplicemente sarà l'occasione per fare un comunicato stampa e accontentare qualche nicchia elettorale. Questo è, lo sappiamo bene: ciascuno porta all'interno delle Istituzioni delle istanze di gruppo, di persone, di partito, di credenze personali e di etica personale; tutte legittime, ma è indubbio che ci siano - chiamiamole così delle minoranze rumorose e agguerrite, perché l'ha detto anche il Consigliere Ruzzola, di cui ho apprezzato la grandissima onestà intellettuale nella relazione di questa proposta di legge, e la popolazione venatoria sempre più ridotta, sempre più in là con gli anni, è una minoranza. Una minoranza, però, rumorosa e organizzata (questo è vero) perché in ogni legislatura del Consiglio regionale all'interno delle maggioranze o dei Consigli ci sono portatori di quelle istanze; istanze ripeto - di minoranze e di persone, perché quella è una minoranza rumorosa e organizzata.
Pertanto, spesso ci sono dei provvedimenti più organici, come le disastrose modifiche apportate alla legge 5 del 2018, all'interno del disegno di legge 83 (l'ultimo omnibus) rispetto alle quali il massimo che abbiamo potuto fare è stato quello di arginare il danno, di agire in funzione di limitazione del danno, oppure provvedimenti tutto sommato anche più innocui come questo, che però, come ripeto, non vanno a risolvere il problema.
Vi chiedo di dimostrare, se non altro, di voler essere dalla parte della soluzione e di ammettere che, per il contenimento e il controllo delle specie che interferiscono con le attività umane, serve un'attività di tipo pubblicistico, quindi servono maggiori risorse per le Province e per le guardie venatorie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento? La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Oggi stiamo giungendo al termine di un procedimento legislativo, anche se si tratta di una piccola modifica di un testo di legge; peraltro, al termine di un iter legislativo naturale: proposta, lavoro in Commissione e in questi giorni, in Aula.
Per questo, ringrazio i colleghi per i contributi che sono stati offerti durante tutto il dibattito, sia in Commissione sia in Aula.
Partirei da un aspetto che mi sembra veda tutta l'Aula unanimemente concorde, quello del problema che tentiamo di risolvere. Mi sembra infatti, che ci si divida su come risolverlo, non sul fatto che la fauna selvatica sia in forte incremento ed esubero (parliamo, in modo specifico del cinghiale) e rappresenti un problema perché causa ingentissimi danni alle attività agricole e alla circolazione stradale, determinando incidenti anche estremamente gravi, talvolta purtroppo anche con vittime.
Gli ultimi articoli sui giornali riportavano solo in Piemonte 1.200 incidenti all'anno causati da fauna selvatica. Ecco perché siamo qui almeno per quanto mi riguarda. Dunque, non stiamo parlando di caccia, né di cacciatori. Stiamo cercando di dare una risposta ai problemi che la fauna selvatica in esubero (in questo caso, il cinghiale) sta provocando, in modo particolare all'agricoltura, soprattutto quella che, in termini diversi identifichiamo come "agricoltura eroica", quella in montagna. Spesso infatti, quando queste persone si vedono interamente distrutto il loro raccolto - il collega Preioni ricordava che dobbiamo, giustamente risarcirli velocemente - la loro la richiesta principale è quella di non subire il danno più che di essere risarciti. Il risarcimento è indispensabile, perché devono pur vivere, ma preferirebbero godere del frutto del loro lavoro; preferirebbero poter raccogliere il loro raccolto e non vederlo distrutto in questo caso dalla fauna selvatica.
Gli incidenti alla circolazione stradale sono innumerevoli, talvolta si tratta anche d'incidenti mortali. È per questo motivo che noi oggi siamo qui. È per questo motivo che noi abbiamo presentato questa proposta di legge.
Ribadisco quello che ho detto in apertura e presentazione della norma: è una proposta di legge che non ha certo l'arroganza di pensare di essere risolutiva, ma che può rappresentare un contributo in tal senso. Magari non ne avremo la controprova, ma se questa legge potrà evitare anche solo un incidente stradale, avremmo fatto qualcosa di veramente utile e sarebbe stato importante e giusto parlarne.
Come ho detto poc'anzi, non stiamo parlando di caccia, ma stiamo provando a risolvere un problema che la fauna selvatica provoca.
Rispetto alle considerazioni che ho sentito dire circa il fatto che questa legge permetterà ai mezzi motorizzati di percorrere i nostri territori agricoli e boschivi in modo indiscriminato ribadisco che non sarà così perché andiamo ad autorizzare soltanto per coloro che nel periodo venatorio praticano la caccia al cinghiale. Pertanto, se anche consentissimo di percorrere quelle strade per tutti i giorni possibili per ridurre e quindi massimizzare il prelievo di quel tipo di ungulato che produce tutti questi danni, parliamo comunque di 15, 16, 20 o 30 giorni all'anno, ossia di tre giorni alla settimana per tre mesi. Stiamo parlando per pochi giorni all'anno. In pratica, permettiamo soltanto in quell'occasione di percorrere tali strade, ci tengo a sottolineare questo elemento.
Noi non stiamo autorizzando nessuno a fare fuoristrada o ad andare fuoristrada. La legge è molto specifica su quest'aspetto: stiamo parlando di strade chiuse ai sensi della legge n. 32, quindi stiamo parlando di una viabilità che i Comuni hanno eventualmente deciso di poter chiudere.
È una norma che giudico di grande equilibrio e questo equilibro l'hanno dimostrato le osservazioni che sono giunte. Il mondo venatorio ci chiedeva di fare molto di più. Il mondo ambientalista e animalista ci chiedeva di non fare nulla. Gli Enti locali, giustamente, ci dicevano che era utile intervenire e ci chiedevano, addirittura, di adoperarci per andare incontro a questa esigenza anche con altri strumenti. Sotto quest'aspetto, come dicevo, forse non siamo così concordi, ma devo rilevare che uno strumento è sicuramente quello dalla caccia; un altro è quello degli interventi di contenimento.
Abbiamo sentito anche la collega Disabato ricordare nuovi strumenti, come quello degli ultrasuoni piuttosto che delle gabbie o dei recinti. Sono tutti strumenti che possono essere messi in campo. Abbiamo persino sentito evocare, quale strumento naturale, quell'animale che sta ai vertici dalla catena alimentare: il lupo. Tuttavia, molti nostri agricoltori e allevatori non vorrebbero vedere i loro animali sbranati. Peraltro, non capisco che differenza ci sia fra l'essere uccisi da una fucilata o l'essere sbranati da un lupo, ma non sono qui per esprimere giudizi né a favore né contro la caccia. Dico solo che tanti possono essere gli elementi che possono contribuire al contenimento.
Credo che con questa piccola modifica non risolveremo tutti i problemi però cercheremo, almeno in quel periodo e con gli strumenti che sono a nostra disposizione, di massimizzare il prelievo di un animale che, come ho detto, sta creando molti danni, che peraltro sono quantificabili, perch per la Regione Piemonte valgono milioni di euro in risarcimenti e in termini di vite umane e di circolazione. Sappiamo ciò che significa, quindi se ridurremo questi rischi approvando oggi questo strumento, avremo sicuramente fatto qualcosa di utile per il Piemonte e per i piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Vi sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare questa discussione finale con dei fuori tema.
Non so se avete letto la scorsa settimana il boom di domande per il voucher scuola: circa 90.000 domande, che ci porteranno a dire che saranno più di 50.000 i piemontesi che non avranno diritto e accesso all'istruzione pubblica.
Non so se avete letto, negli stessi giorni, l'appello dei sindacati degli inquilini per misure emergenziali legate proprio al COVID e a quello che è successo in questi mesi, cioè la richiesta di autorizzare in fretta la Giunta a illustrare in Aula e in Commissione delle misure urgenti, tra l'altro già descritte nel "Riparti Piemonte", e volatilizzate, diciamo così, in queste settimane. Perché sull'accesso alla casa e sul diritto all'abitazione abbiamo sentito tante parole negli anni, ma da quando si è insediata questa Giunta non abbiamo visto un atto concreto di sostegno all'abitare.
Dico questo perché credo che siate riusciti a registrare un record, cioè a perdere un mese di tempo - dico "perdere", perché nella democrazia il nostro tempo, come avete visto, è molto importante e, tra l'altro, nella ripresa dei lavori avete anche visto quanto sia faticoso, soprattutto per i lavoratori e le lavoratrici, stare in quest'aula - a parlare di specie che non erano cacciabili e ad aprire un contenzioso col Governo sul "Riparti Piemonte", a partire dalle misure sull'urbanistica. Siete riusciti a inchiodare questo Consiglio regionale a parlare di tutto tranne che dell'emergenza economica e sociale, che, come diceva il Presidente Cirio rischia di essere più pesante della pandemia. Si vede che a questo centrodestra poco importa, perché siamo riusciti a spendere le ultime tre settimane a parlare di fuoristrada.
Infatti, diciamoci la verità: da una parte, c'è questo nuovo nemico pubblico, che sono i cinghiali. L'anno scorso erano i lupi, quest'anno sono di nuovo i cinghiali. È un po' come la legittima difesa: c'erano cinque casi all'anno che finivano a processo e siete riusciti a farlo diventare un mantra. Non è che non mi è chiaro che, sempre più vicino alle nostre città si vedono famiglie di cinghiali e che quando ci sono dei piccoli di cinghiale è meglio cambiare strada. Però un po' più di analisi - e basterebbe leggere quella dell'ISPRA - vi direbbe che se c'è stata questa esplosione, se arriviamo a un milione di questi esemplari, due sono le considerazioni che fa l'ISPRA, che mi piacerebbe che leggeste anche voi.
Infatti, uno può anche essere a favore dello sparatutto e dell'arrivare per sparare a tutto e a tutte le specie, anche con i mezzi motorizzati. La prossima volta, dopo l'elisky, proverete a convincerci che è importante arrivare con l'elicottero sopra questi cinghiali.
Ma la cosa incredibile è che nessuno di voi fa menzione di un fatto: perch sono aumentati? E l'ISPRA dice: "Perché negli ultimi trent'anni sono continuati i prelievi nell'Est Europa e le specie si sono ibridate.
Inoltre, queste specie vengono allevate nei nostri territori per cosa? Per la caccia, e quindi si autoalimenta". Se poi aumentate questa bolla togliendo l'unico predatore naturale, che è il lupo, c'è poco da fare ironia. Se nell'ecosistema si toglie il predatore.
Chi sta sopra i cinghiali? O l'uomo o il lupo, c'è poco altro, per cui che cosa succede? Succede che questa specie, soprattutto nei periodi in cui magari c'è meno cibo o la vegetazione è più scarsa, si avvicina ai luoghi antropizzati.
Però la cosa che fa ridere è che per discutere di questa vicenda siete arrivati a permettere una cosa che ha dell'incredibile, cioè decidere che nelle strade sterrate del nostro Piemonte, come diceva il collega Bertola il fuoristrada del Piemonte diventi tutto un fuoripista. Lo potremmo chiamare così: il "fuoristrada Piemonte" o il "fuoripista Piemonte". Voi permettete, attraverso questa legge, di andare in tutti quei luoghi dove poi magari verso ottobre-novembre o dicembre piangendo direte: "Il fango è sceso nelle nostre colline, ha smottato, è andato sopra le abitazioni." Pensate a cosa succederà quando per colpa vostra - e succederà anche per colpa vostra - quelle jeep e quei fuoristrada andranno esattamente in quelle colline, andranno esattamente a fare i fuoristrada lì dove non dovevano stare.
Guardate - e lo dico solo per i giornalisti - che non è che stiamo aprendo la caccia ai cinghiali. Quella c'era già e si poteva andare anche con più persone a fare questi abbattimenti selettivi. No, voi state autorizzando in quei luoghi l'entrata dei mezzi motorizzati, che dovrebbero entrare solo per motivi di sicurezza, per un'ambulanza che deve andare lì ed è un fuoristrada o per far sì che quelli che devono vigilare sulla nostra natura possano arrivare lì. No, voi lo autorizzate a chi farà quest'abbattimento senza rendervi conto di altre due cose.
La prima: sarà un po' più difficile controllare. Come vi dicevo qualche settimana fa, ci sono i bracconieri, e purtroppo ce ne sono di bracconieri in Piemonte, è inutile che facciamo finta che non esistano. Non sto dicendo che il mondo della caccia è fatto di bracconieri. Sto dicendo che ce ne sono e se voi autorizzate i mezzi motorizzati, per andare in quelle piste per fare quel tipo di prelievo, state dando l'alibi perfetto a quei bracconieri per mettere quel tipo di prova dentro il cofano. E poi ditemi come sarà possibile per le nostre guardie (che sono sempre meno), per il nostro corpo forestale (che non c'è più perché è stato inglobato dentro altre strutture dello Stato) fare quei controlli. Li faranno i Comuni? Davvero? Ma non avete neanche previsto questo tipo di discussione. È assente dallo scenario di quest'Aula e anche del disegno di legge.
Spero che nei prossimi mesi il centrodestra ritrovi anche una strada sbagliata, ma una strada che non sia fuori pista. Perché voi davvero ci avete costretto a discutere in questo mese e mezzo di proposte di modifiche delle leggi sulla caccia, in qualche modo per rispondere a qualcuno, a una piccola minoranza che vi ha fatto pressioni fino all'altro giorno per ottenere questi cambiamenti.
Ringrazio il Consigliere Ruzzola solo per un motivo: che, a differenza dei suoi colleghi, almeno non l'ha messo dentro un omnibus, almeno ha avuto l'onestà intellettuale di dire "volevo fare questa piccola modifica e mi assumo la responsabilità, mettendola al numero uno dell'agenda politica". È sua responsabilità, ripeto. Fa un po' ridere, perché il centrodestra per tre settimane discute dei mezzi motorizzati, ma almeno il Consigliere Ruzzola ha avuto l'onestà intellettuale di farlo e anche il coraggio di sfidare la nostra opposizione a viso aperto. Il resto della maggioranza invece, ha voluto fare quello che abbiamo visto sul "Riparti Piemonte".
Spero che nei prossimi mesi il centrodestra ritrovi almeno le parole della sua campagna elettorale. Noi siamo pronti a opporci ai vostri disegni sull'economia e sul sociale, ma intanto ci piacerebbe parlare della realtà.
Visto che l'Assessora Chiorino ha rimandato ancora a data da destinarsi qualsiasi confronto, ricordo che la vicenda che abbiamo appena affrontato cioè la pandemie più pesante che si ricordi nella nostra generazione, è ancora presente, non è un nemico battuto. E l'economia piemontese, non certo solo per questa pandemia, è messa in una delle situazioni più precarie e instabili degli ultimi vent'anni. In tutto questo spero che, a partire dalla ripartenza delle scuole e a partire da quello che succederà in autunno, troviate il tempo per misurarvi in un confronto diverso da quello che abbiamo visto nelle scorse settimane.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Il primo tema nella dichiarazione di voto a questa proposta è strettamente politico, come i colleghi hanno già raccontato. Se faceste un giro sulle dirette streaming di diversi Consigli regionali della nostra Repubblica, li ascoltereste discutere di tutt'altro.
Ho provato a fare quest'esperimento, perché poi, come sappiamo, le dirette streaming dei Consigli regionali non sono a volte così coinvolgenti. Per ho provato a misurarmi con i nostri colleghi di altri Consigli regionali.
Alcuni, come il nostro, governati dalla destra hanno qualche problema in più, ad esempio la Lombardia. Ma lasciando da parte la Lombardia, ho ascoltato Consigli regionali che hanno discusso e approfondito, attraverso non solo degli atti ma anche delle informative - che, come qualcuno ha detto, sono mancate in queste settimane - il tema centrale della ripartenza e dell'uscire definitivamente da questa crisi, di avere gli anticorpi in tutti i sensi per dare strumenti alle attività, al mondo della scuola, al mondo della cultura e dello sport.
I Consigli regionali della nostra Repubblica parlano di tutt'altro. Noi siamo qui, ormai da settimane, a parlare di proposte di leggi che oggettivamente interessano, seppur legittimamente, una porzione molto piccola del nostro Piemonte.
Avete provato a farci discutere, con dei mini colpi di mano, di altre leggi con solo degli emendamenti, cardine di alcune azioni e di alcuni temi (cito nuovamente, tanto per fare un esempio, il tema del gioco d'azzardo). Meno male che vi abbiamo convinto a farlo in maniera coerente attraverso le Commissioni.
La prima considerazione è questa: siamo in Aula a discutere non delle priorità della nostra Regione, ma di tutt'altro. Questa è una vostra responsabilità politica e istituzionale e credo che i piemontesi abbiano iniziato a capire di quale altra velocità, secondo voi, questo Piemonte ha bisogno. Hanno iniziato a capirla perché, è vero Consigliere Ruzzola, che c'è qualcuno che vi aveva detto di no, fortemente no a questa proposta, ma ci sono state anche delle interlocuzioni con cui vi hanno chiesto di fare delle modifiche.
Il titolo della legge che andate a modificare è "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale". La modifica non c'entra nulla con il titolo della legge stessa, abbiatene coscienza. Abbiamo cercato, in Commissione prima e in Consiglio poi, di ridurre il danno perché è evidente che eravamo contrari a questa proposta. Stando all'opposizione, abbiamo cercato di darvi e segnalarvi alcune modifiche che non erano modifiche per avere l'ambizione di approvare e di votarvi una proposta di legge del genere, ma almeno per farvi fare meno danno possibile. Riduzione del danno.
Presidente, se il collega Ruzzola dice "ringrazio dei contributi dati nella discussione", delle due l'una: se ringrazia dei contributi, non capisco perché neanche uno viene preso in considerazione. Non è che ci potete dire grazie dei contributi, però tanto facciamo come vogliamo noi.
Abbiamo provato a dirvi, con delle modifiche e con emendamenti, di usare mezzi ecocompatibili, di utilizzare sistemi diversi come i dissuasori acustici a ultrasuoni. Vi abbiamo chiesto di utilizzare altri strumenti naturali, perché la modifica della legge è la legge che si chiama "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale". Vi abbiamo anche detto in Commissione che sarebbe stato utile dare questa possibilità di autorizzare o no il passaggio all'Unione dei Comuni. Voi siete quelli dell'autonomia, siete quelli della valorizzazione territoriale, siete quelli che vogliono valorizzare le microcomunità. Bene vi abbiamo messo alla prova: valorizziamoli insieme, diamo possibilità all'Unione dei Comuni di decidere. No.
Allora capite che dalle parole, come sempre, si passa ai fatti e i fatti negano le parole, anche negli interventi di discussione di chiusura prima del voto di una proposta di legge. "Ringraziamo dei contributi delle opposizioni", ma tanto questi contributi vengono rispediti al mittente senza neanche una vera discussione.
Capite che non funziona, non può funzionare così. Ecco perché siamo contrari e voteremo convintamente no a questa proposta di legge. L'ha detta bene: l'unica cosa che salviamo, della dichiarazione di voto del Consigliere Ruzzola, è che vi abbiamo detto dall'inizio che il problema esiste e il modo con il quale lo state affrontando è sbagliato. L'hanno capito in molti, perché abbiamo ricevuto diverse sollecitazioni in questo senso, anche rispetto agli emendamenti che vi abbiamo proposto.
Allora - e concludo, Presidente - questa legge dimostra totalmente la vostra - forse dovremmo chiamarla "la non vostra" - cultura ambientalista.
Non è una vostra priorità. Quando andate a regolamentare più o meno "la qualunque", e andrete a farlo nei prossimi quattro anni, abbiamo capito che il tema ambientale è in fondo alle vostre priorità, totalmente dimenticata.
Avete anche negato la dichiarazione di emergenza climatica; l'avete bocciata a inizio legislatura, ve lo ricordiamo. Nella vostra scala valoriale, il tema ambientale è in fondo, non è una priorità, non è considerato. La modifica di questa legge, quota parte lo dimostra.
Purtroppo, continuerete a farlo e noi saremo qui, come quella minoranza parziale e strutturata che diceva il Consigliere Bertola, ma ben organizzata. Ecco, le opposizioni sono opposizioni, ma saremmo strutturati per dire ai piemontesi di questo vostro limite.
Questa Regione, in questi ultimi quattro anni (o poco meno che vi separano dalla fine di questa legislatura), sarà ambiente free, cioè sarà senz'ambiente; non avrà, da parte vostra, un'attenzione e una priorità perché andate e andrete a regolamentare quote parziali d'interesse, senza osservare quello che dovrebbe essere l'obiettivo degli amministratori, in particolare dei legislatori, cioè l'interesse pubblico e collettivo, il bene comune. Oggi avete dimostrato nuovamente che il carattere ambientale non è nelle vostre priorità. Ecco perché il nostro voto sarà contrario.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Anch'io, come i miei colleghi, sarò breve rispetto a questo tema perch com'è già stato detto, avrei preferito anch'io parlare di altri temi più urgenti per la nostra Regione. Lo dico con rispetto per il collega Ruzzola al quale riconosco garbo istituzionale e anche misura, ma è chiaro che, da questo punto di vista, in quest'ambito, le nostre opinioni sono diverse.
Sono costretto a evidenziare, nel provvedimento che probabilmente a maggioranza sarà votato, non con il nostro voto, una contraddizione. È vero che questo provvedimento prende origine dalle legittime lamentele del mondo agricolo, danneggiato dalla presenza eccessiva di ungulati, come anche, più volte ricordato, dei frequenti incidenti automobilistici causati dall'elevata presenza degli ungulati. Però, com'è stato già detto - ed è qui che rilevo quantomeno una contraddizione - questa presenza eccessiva degli ungulati, oramai riconosciuta da tutti, è legata all'introduzione nel nostro territorio, di animali derivanti da altri Paesi, se non allevati specificatamente per quell'obiettivo.
Ci troviamo nella circostanza di dover dare strumenti nuovi a quella categoria che magari, non negli stessi elementi, ma senz'altro come categoria in generale, ha introdotto animali in più e ha causato il problema. Stiamo dando strumenti in più alla stessa, affinché risolva il problema per noi.
Mi sembra che si generi un volano di autopromozione, che alla fine è contraddittorio, perché gli animali non sono stati senz'altro introdotti dal punto di vista normativo, con l'accordo della Regione. Non è certo che un aumento smisurato sia stato effettuato dagli organi regionali stessi quindi si dà, in una forma quasi di premio e di facilitazione a chi ha direttamente o indirettamente, promosso il problema, strumenti per risolverlo, alimentando lo stesso esercizio. Questo mi sembra il nodo centrale, almeno dal nostro punto di vista, della contraddizione di questa legge.
Termino perché ho detto che su quest'argomento non avrei voluto intrattenermi oltre. Dico solo che, essendo un amante della montagna e della natura in generale, rispetto la cultura del mondo venatorio, rispetto la loro conoscenza dei luoghi (con molti di loro ho parlato) e riconosco una conoscenza approfondita della fauna, della flora e anche dei tempi della natura e del cambio delle stagioni che, forse, a volte, non è sempre presente negli ambientalisti.
Non ho paura però (dico questo ai cacciatori) e non è un problema per me alzarmi alle tre del mattino per andare in montagna, non è stato e continua a non essere un problema il freddo che si prende la mattina presto in montagna a certe ore, non è un problema per me la fatica legata al fatto di recarmi nei luoghi in cui svolgo le mie attività ludico-ricreative a piedi perché fa parte del piacere, per me, di stare in quell'ambiente.
Aggiungo soltanto che se, come sembra valere per molti e anche nel mondo venatorio, la passione e l'amore per la natura spiega veramente il desiderio di stare all'interno di quegli ambienti in certi orari osservando la flora e la fauna che intorno si muove, c'è da chiedersi - ed è questo il punto che interrompe la sovrapposizione di passioni per il mondo - perché non sia sufficiente premere l'interruttore di una macchina fotografica, anziché premere il grilletto di un'arma che interrompe la vita di un animale, che non ha nessuna colpa del fatto di essere presente in quel contesto e che, anzi, da quel momento lì in poi non lo sarà più.
Ringrazio molto il Presidente per la parola.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Ha detto bene il collega Giaccone: danni alle coltivazioni e grande rischio per la viabilità.
Sono segnali che ci arrivano dal territorio e, secondo me, questa è la chiave di volta più importante di questo strumento di legge, perché non arriva da un'agenda che viene imposta da qualcuno dall'alto, ma nasce (grazie all'impegno del collega Ruzzola) dall'aver chiesto ai cittadini alle categorie produttive e ai Sindaci quali fossero le priorità in questo caso.
È vero, sicuramente paghiamo un'immissione da parte dell'uomo di una specie diversa di quello che era il cinghiale autoctono. L'ho detto in discussione generale: ogni volta che l'uomo mette il naso e introduce delle specie fa danni; lo fa con il cinghiale, lo ripeto, lo ha fatto con il pesce siluro lo fa con le nutrie e, purtroppo - un argomento che sarà di nuovo divisivo lo ha fatto con il lupo. Anche qui dovremo mettere mano, perché se vogliamo tutelare chi ha ancora il coraggio di vivere in montagna, chi ci garantisce un presidio, chi ci mantiene puliti i versanti, noi dobbiamo fare in modo che possa vivere con le poche risorse che la montagna mette loro a disposizione, soprattutto ancora per chi si dedica alla pastorizia o alle coltivazioni.
Perciò, bene il discorso del contenimento e dell'utilizzo delle strade anche perché ci vuole un minimo di logica: se vado a cacciare un cinghiale che pesa 100 chili e sono su un bricco di una montagna, o sono l'incredibile Hulk, oppure non riesco a portarlo a valle; se, invece, ho un'automobile lo posso caricare.
Per questo ho suggerito al collega Ruzzola (ma lui nel suo grande equilibrio istituzionale, che è stato anche richiamato, ha voluto limitarsi alla caccia agli ungulati) di aprire la fruizione delle strade - ripeto non fuori strada, ma strade - che qualcuno ha costruito per percorrerle, ce le ha lasciate in eredità come patrimonio alpino, a tutti coloro i quali pagano un tesserino governativo. Così non è, ma va già bene. Perché mi sembra di aver sentito degli interventi un po' poco al passo con i tempi da parte dei colleghi della minoranza: nell'Ottocento i Parchi sono nati con l'obiettivo di proteggere la fauna alpina, perché c'erano delle specie al limite dell'estinzione, mentre nelle Alpi, all'epoca, c'era una sovrappopolazione alpina da parte dei nostri avi che costruivano, vivevano e coltivavano.
Oggi, però la situazione si è invertita e viviamo lo spopolamento costante dei versanti della montagna a fronte di aumento incontrollato di alcune specie che creano conflitti, sia con l'uomo, sia con la possibilità di sussistenza, sia addirittura andando a creare problematiche nelle aree di fondo valle.
Alla luce di queste riflessioni, da parte del mio Gruppo vi è un assenso completo, il voto sarà positivo e ringrazio ancora il Consigliere Ruzzola.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altre richieste d'intervento.
Al provvedimento sono collegati: . Ordine del giorno n. 382 presentato da Disabato, Sacco, Frediani, Bertola e Martinetti, inerente a "Collegato alla proposta di legge n. 41 Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, n. 32 'Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale'.
Attivazione di programmi di sperimentazione che permettano l'allontanamento e il contenimento degli ungulati' con metodi innovativi non cruenti, al fine di ridurre i danni al settore agricolo" . Ordine del giorno n. 393 presentato da Bertola, Martinetti, Frediani e Sacco, inerente a "Collegato alla proposta di legge n.41. Previsione di adeguate risorse alle province e alla Città Metropolitana al fine di del controllo selettivo della fauna selvatica, attuato attraverso il personale degli Enti".
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 382.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Vorrei fare una premessa che, ovviamente, non è inclusa nel testo del mio ordine del giorno, però ritengo sia doveroso dire quanto segue: non si tratta di essere animalisti o pro caccia, ma si tratta di trovare soluzioni a un problema ormai fuori controllo, che arreca danni ingenti. Ci siamo confrontati con l'Assessore competente per sapere quanto fossero i danni causati dagli ungulati ai campi agricoli e quant'altro, si tratta di somme di diversi milioni di euro (17-18, se non sbaglio), quindi stiamo parlando di un problema che ormai non è più emergenziale, ma strutturale, il che questo significa che da anni noi subiamo queste perdite.
Pertanto, ormai non è più il caso di tirare fuori le ideologie, quindi scontrarsi tra animalisti, cacciatori e quant'altro, ma si tratta di trovare una soluzione. Poi, ognuno può avere le proprie idee, però ritengo sia arrivato il momento di analizzare soluzioni che sono offerte dal campo dell'innovazione, perché, magari, in altri campi si fanno dei passi in avanti e non è possibile credere che anche nel campo dei danni all'agricoltura, dell'utilizzo di sistemi di dissuasione e quant'altro non si siano fatti passi avanti.
Questi passi avanti, invece, sembra siano stati fatti, tant'è che altre Regioni e anche altri Paesi stanno sperimentando, ormai da mesi, l'utilizzo di sistemi, che possiamo definire tranquillamente "non cruenti" e questo è anche un bene, perché se un sistema per di più ecologico funziona e non arreca danni o, comunque, non necessità dell'utilizzo della violenza nei confronti di esseri viventi, ritengo che si riesca a ottenere un doppio fine, con una sola azione. Premetto che non ho parlato di gabbie, ma di sistemi innovativi, quali sensori, dissuasori e ultrasuoni, ma anche di sistemi luminosi che sono sperimentati, come dicevo, in altre parti d'Italia.
Inoltre, vorrei comunicare che il testo è stato modificato e adesso ne fornirò copia agli Uffici, anche se è stato sottoposto alla visione della maggioranza, perché ritengo che su questo tema si possa tranquillamente raggiungere un compromesso di buonsenso; ho eliminato alcune parti, ma occorre specificare che anche nei rapporti ISPRA (tra l'altro, già citati precedentemente dal Consigliere Grimaldi) si fa riferimento all'incrocio con specifici domestici, all'incrocio di forme di ungulati evolutesi in altre aree geografiche e ambienti diversi come conseguenza delle introduzioni effettuate dall'uomo.
Sappiamo che l'impronta dell'uomo c'è stata, come per molte specie, come diceva prima anche il Consigliere Bongioanni: è chiaro che questo problema è sfuggito di mano e che c'è stata una responsabilità da parte delle azioni del passato, ma questo ci deve interessare fino a un certo punto, perch quello che conta è il risultato, cioè tutelare il comparto agricolo e arginare l'emorragia di risorse causate dal risarcimento dei danni, per destinarle alla prevenzione, che io ritengo fondamentale.
Il mio ordine del giorno ha come titolo "L'attivazione di programmi di sperimentazione che permettono l'allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi innovativi e non cruenti, al fine di ridurre danni al settore agricolo", e questo è l'obiettivo che ci stiamo dando tutti quanti in modo congiunto, quindi a noi interessa quel risultato.
Ho portato l'esempio dell'Emilia Romagna, che utilizza sensori luminosi e dissuasori acustici, che allertano gli animali e che mettono in guardia gli automobilisti, per limitare gli incidenti stradali. Abbiamo parlato anche di questo e si tratta di un altro problema che, purtroppo, affligge il nostro territorio, quindi, se questi sensori funzionassero davvero avrebbero una doppia valenza. E sono sperimentati: la Regione Emilia Romagna ne sta testando l'efficacia per prevenire incidenti stradali e c'è da dire che, in alcuni casi, i report dicono che gli incidenti effettivamente sono diminuiti, soprattutto nelle strade provinciali.
Pertanto, secondo me questi metodi innovativi, oltre a essere sperimentati dovrebbero essere introdotti al pari di altri metodi all'interno dei piani faunistici anche per renderli più attuali e quindi commisurati alle esigenze del momento.
Stessa cosa avviene anche in Toscana, dove si stanno sperimentando i sensori a ultrasuoni, che risultano, anche questi, efficaci; stanno effettivamente producendo ottimi risultati, quindi ritengo sia il caso di avviare anche in Piemonte il progetto pilota avviato in altre Regioni e non attendere oltre, perché se dovesse avere degli ottimi risultati, questo comporterebbe un beneficio nell'immediato.
Negli impegni, ho chiesto di valutare l'applicazione di questi metodi innovativi sicuramente all'interno dei parchi e delle aree protette.
Perché? Perché ritengo che identificare una zona di riferimento, quindi valutare su quella zona l'impatto positivo di questi impianti, quindi valutare effettivamente la riduzione in termini di danni alle colture possa essere indicativo e possa darci subito dati certi della potenzialità che potrebbe avere l'utilizzarla, invece, sul territorio in sé.
Il mio è un invito a non guardare soltanto quello che è stato fatto o non fatto fino adesso, perché è chiaro che, se ci ritroviamo con questi numeri e queste cifre, quello che è stato fatto effettivamente non è stato sufficiente. Io penso che il ricorso alla tecnologia, come avviene anche in altri campi, si possa fare tranquillamente anche in questo, anzi ritengo doveroso farlo, perché voi, come maggioranza, dite sempre che bisogna tutelare il mondo agricolo, che bisogna tutelare il mondo degli allevatori.
Sono perfettamente d'accordo con voi, quindi in tutti i sensi, secondo me si possono trovare soluzioni e compromessi di buonsenso, però dobbiamo attivarci tutti insieme e capire che occorre una marcia in più, occorre un'altra velocità, come piace a voi, quindi avere il coraggio di trovare nuove soluzioni.
Voglio dire anche un'altra cosa su un metodo che per me rappresenta il metodo ecologico per eccellenza riguardo al contenimento degli ungulati che è il "metodo lupo". È chiaro che quando si parla di lupo, si scatena sempre un dibattito, perché c'è chi lo vede come un grosso danno per il nostro territorio e chi, invece, lo considera una vera e propria risorsa.
C'è da dire che il lupo fa la sua parte nel contenimento naturale degli ungulati, perché la differenza tra un fucile e un lupo è evidente: uno è ecologico e l'altro, invece, non lo è, è umano, e purtroppo la storia ci insegna che l'intervento umano, soprattutto in termini di contenimento di fauna selvatica, rischia di provocare danni ingenti ed è stato verificato.
Questo perché? Perché un predatore come il lupo, che è un predatore naturale ed è un selettore, agisce sul controllo diretto della fauna selvatica, non decide di per sé se ammazzare un adulto, che sia femmina o che sia maschio, ma agisce sul più debole. E chi sono i più deboli? Sono i piccoli, sono la prole. Quindi va direttamente sull'individuo più debole.
Purtroppo, a volte sul suo cammino incontra magari un capo di bestiame incontra una pecora, incontra una capra e succede quello che succede quello che voi stessi riferite ogni giorno, cioè predazioni sul bestiame domestico. Anche lì, l'obiettivo dovrebbe essere quello di spostare l'attenzione di un predatore come questo su capi di fauna selvatica piuttosto che su bestiame domestico e anche in questo caso, secondo me, la Regione ha una grossa responsabilità, che è quella di supportare e sponsorizzare, in primis, gli impianti o, comunque, i metodi di prevenzione. Come dovrebbe avvenire per il cinghiale e per gli ungulati dovrebbe avvenire anche per il lupo. Snellire la burocrazia in tal senso: mi sembra che anche su questo siamo abbastanza d'accordo.
Quali metodi utilizza la Regione, per esempio, per i risarcimenti danni? Sono veloci, sono efficienti, sia nel comparto lupo sia nel comparto cinghiale? Io ritengo di no e mi arrivano diverse segnalazioni al riguardo.
Forse altre Regioni stanno facendo meglio di noi, stanno snellendo la burocrazia, stanno accelerando questi risarcimenti e quindi, in tal senso dovremmo provare anche noi ad avere un confronto con queste altre realtà per capire se effettivamente si può andare incontro alle esigenze dei nostri allevatori e dei nostri agricoltori, per tutto quello che riguarda il tema del risarcimento dei danni e della prevenzione.
Questa era una parentesi che ci tenevo a fare, perché è un argomento che interessa tutti. Quello che a me importa è dare una risposta in più oltre a tutto quello che è stato fatto fino adesso, quindi cercare di dare una risorsa e una risposta in più alle esigenze degli agricoltori, anche al fine di prevenire quegli eventi che sono sempre spiacevoli, che sono gli incidenti stradali.
Nel mio ordine del giorno ho citato, per esempio, il progetto "Life Safe Crossing", che viene attuato in alcuni Stati e che prevede l'utilizzo d'impianti che segnalano la presenza di animali sul tratto stradale, ma ce ne sono veramente tanti. L'importante è aprirci mentalmente su questo tema e iniziare a vagliare quelle che potrebbero essere le soluzioni.
Ritengo che questo sia un tema di buonsenso e possa essere anche condiviso quindi facciamo una riflessione, cerchiamo di trovare soluzioni che siano efficaci ed efficienti, che siano ecologiche, ma che siano funzionali e quindi rapide anche per i nostri agricoltori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 393.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La discussione ha continuato a essere interessante anche nelle dichiarazioni di voto, negli interventi che ho sentito dopo il mio interventi sui quali vorrei tornare brevemente, perché le osservazioni che farò sono anche legate al contenuto dell'ordine del giorno che ho ritenuto di collegare a questo provvedimento.
Qualcuno ha detto che i parchi sono nati nell'Ottocento, che sono una cosa vecchia, sono nati per esigenze di tutela, perché c'erano delle specie che rischiavano l'estinzione. E adesso, cosa facciamo? Non servono più? Guardate, la sensazione che ho è un po' questa, ma non solo e non tanto su questo provvedimento, anche su altri che discuteremo tra non molto in Commissione: è proprio la mentalità predatoria che vedo su tutto. Cioè, i parchi non servono più, quindi vai con il fucile, spari dall'elicottero. Si è già visto anche qualcuno sparare ai cervi dall'elicottero! È già successo anche questo in Piemonte.
Se c'è una bellezza che, oltre a essere una bellezza è qualcosa d'importante, perché conserva una biodiversità, è qualcosa da tutelare che rimane tale, quindi rimane bello da vedere e rimane unico da conservare, se oltre alla promozione c'è anche la protezione, è proprio questa. In questo caso, bisogna usare due "p": promuovere e proteggere, ma continuare a proteggere, anche perché se quell'area così bella per diverse ragioni bella perché è bella la natura, è particolare, è unica, è così ricca di biodiversità da mantenere e da tutelare - diventa come corso Vittorio Emanuele, allora no. Inoltre, non ci sono nemmeno le vetrine, cioè corso Vittorio Emanuele è pieno di macchine, ma almeno ci sono i negozi, ci sono i portici, mentre in questi posti, no. Se diventa come corso Vittorio Emanuele o corso Re Umberto o se diventa come la FIAT (la FIAT quando lavorava, non adesso che, purtroppo, per tre quarti è una scatola vuota) allora no! Finisce la ragion d'essere.
Pertanto, cerchiamo di tenere sempre a mente che il primo obiettivo è la tutela e la protezione e poi anche certamente fare di questo bello, di questa particolarità qualcosa che distingue, ci contraddistingue o distingue il nostro territorio, distingue la nostra regione ed è chiaramente anche una risorsa per il territorio, per il turismo. Invece vedo una volontà predatoria.
Signori, qualcuno giustamente ha citato chi ha il coraggio. È stato detto: "Bene, il coraggio di fare attività di pastorizia e di agricoltura in quelle zone merita il massimo rispetto". Tuttavia, se passa tutto quello che volete voi, fra un po' nessuno avrà più il coraggio di fare agricoltura e pastorizia. Anche perché, giustamente, se si continua a dire che questi cinghiali li ha introdotti qualcuno, chi li ha introdotti? Chi? Paghi i danni, allora, chi lo ha fatto! Perché se si continua a dire che qualcuno ha fatto qualcosa, chi paga i danni? Li paga la collettività e non questi signori.
In quest'ottica, questa legge continua a essere, purtroppo, un po' come il film di Chaplin "Il monello", dove Chaplin gira con un bambino - tra l'altro, l'attore è Jackie Coogan, quello che poi interpreterà Zio Fester in "La Famiglia Addams" - che rompe le vetrine con un sasso, e poi, subito dopo, passa Chaplin con la sua bella vetrina nuova da vendere. Noi così stiamo facendo: chi ha rotto il vetro è lo stesso che poi andrà a piazzare la vetrina nuova.
No, signori, non funziona così! Ho anche sentito il collega Ruzzola chiedere che differenza c'era tra l'essere uccisi da una fucilata o l'essere sbranati da un lupo: mah rimango un attimo sbalordito. A chi si riferiva? Agli esseri umani non credo, perché se qualcuno ha preso una fucilata nei boschi, immagino che sia stato per un incidente; invece mi risulta che nessun umano sia stato sbranato da un lupo. Viceversa, se si riferiva alla fauna, se essere sbranati da un lupo in un bosco è lo stesso che essere uccisi da un cacciatore, la risposta è non lo so. Dunque, è il lupo che è come il cacciatore, o è il cacciatore che è come il lupo? Sarebbe un dibattito interessante. Sarebbe altresì interessante, a quel punto, vedere quale diventa la funzione di Cappuccetto Rosso nella storia. Però non è questo il momento.
Invece, per tornare alla nostra questione, proprio perché pensiamo che pur sbagliando, l'onestà intellettuale di chi ha proposto e oggi fatto approvare questa legge sia quella di agire nell'ottica del mettersi dalla parte della soluzione, vogliamo farlo anche noi.
Abbiamo sentito poc'anzi l'illustrazione dell'atto d'indirizzo presentato dalla mia collega, che va nel senso di una soluzione. Allo stesso modo, noi proponiamo un atto d'indirizzo che vuole essere anch'esso parte della soluzione e rendere evidente e chiaro come sia una questione anche di risorse. Abbiamo quindi riproposto l'atto d'indirizzo che avevamo già presentato l'anno passato in sede di trattazione dell'assestamento di bilancio, per chiedere che nel prossimo assestamento di bilancio, quello che ci vedrà impegnati presumibilmente il prossimo autunno (vedo già l'Assessore Tronzano che scalda i motori), la Giunta regionale preveda adeguate risorse economiche, strumentali e organiche alle Province e alla Città metropolitana, necessarie al fine di adempiere adeguatamente al controllo selettivo della fauna selvatica attuato attraverso il personale degli Enti.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale e chiedo se qualcuno desidera intervenire in merito ai due ordini del giorno testé illustrati.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire proprio perché, in qualche modo, posso rispondere alle parole di prima del collega Sarno, secondo il quale avevo apprezzato i contributi anche delle opposizioni, ma poi, alla fine, non avevamo votato nessun loro emendamento.
Per correttezza istituzionale - non volevo anticiparlo prima - ci tengo a precisare che il voto del nostro Gruppo sarà comunque favorevole all'ordine del giorno che ha presentato la collega Disabato, proprio perché, contrariamente a quello che ha affermato lo stesso, ovvero che voterà convintamente contro, noi non abbiamo l'arroganza di pensare che ci sia un'unica soluzione al problema.
Come ho dichiarato fin dall'inizio, credo che vadano appoggiate tutte le buone idee che saranno messe in campo, anche a titolo sperimentale, per risolvere un problema che tutti abbiamo denunciato, sia per l'agricoltura che per la circolazione, sia per le persone coinvolte. Pertanto, voter favorevolmente sull'ordine del giorno della collega Disabato, perch almeno, sperimenteremo quello che in altri Stati è già in funzione, ovvero dei nuovi strumenti che possano contribuire allo scopo. E visto che il dispositivo dice di valutare la possibilità di avviare programmi di sperimentazione all'interno delle aree protette, faccio notare che si tratta proprio di quelle aree che sono estremamente favorevoli agli ungulati (in particolare ai cinghiali) per vivere serenamente e riprodursi in modo importante.
Se con questi strumenti potremo allontanarli da quelle zone o provare a contenerli, sarà uno strumento importante che metteremo a disposizione per risolvere quel problema. Peraltro, non lo risolveremo definitivamente aggiungendo solo quello strumento, ma ben vengano tutte le soluzioni che possano offrire una risposta al problema.
Giustamente, come talvolta dice il collega Grimaldi, che è a favore dei giornalisti e di coloro che ci ascoltano, ritengo importante sottolineare e ribadire che nella proposta di legge che andremo a votare offriremo la possibilità di transito ai mezzi motorizzati su strade, quindi la deroga riguarda solo questo: il divieto del fuoristrada è e rimane tale. Nessuno sta autorizzando nessuno a fare scorribande nei boschi, nei prati o sulle montagne! Questo credo che sia importante sottolinearlo, perché la mia volontà va in una direzione precisa.
Quell'emendamento, molto chirurgico, com'è stato ricordato, non permette a tutti i cacciatori né a tutti coloro che eventualmente potrebbero averne diritto pagando una tessera regionale di svolgere alcune funzioni e di percorrere quelle strade, ma è molto preciso e molto puntuale, perché contribuisce a risolvere un problema. Ci tengo, però, a ribadire quest'aspetto: non permettiamo di fare scorribande col fuoristrada sui sentieri, sulle montagne, sulle colline e quant'altro. Ci limitiamo a permettere il transito su strade - quelle che hanno tutte le caratteristiche per essere tali - che, giustamente, gli eventuali Enti locali hanno ritenuto di chiudere. Oltretutto, lo facciamo per pochissime giornate all'anno. Crediamo, quindi, che anche in tal senso questo elemento vada sottolineato.
Il nostro voto sarà favorevole a tutte le iniziative che varranno proposte in tal senso e che saranno utili per contrastare questo fenomeno.
Forse, ironicamente, il collega Bertola diceva: "Non sarà mica il cambiamento climatico a influire anche su questo". Mi spiace contraddirlo (come ho detto, forse era solo una battuta ironica), ma i tre elementi che più influiscono sulla grande diffusione del cinghiale sono sicuramente gli inverni miti, che per la proliferazione del cinghiale rappresentano un elemento eccezionale, perché fa sì che tutta la filiazione sopravviva l'abbandono dei territori, soprattutto nelle aree confinanti con i boschi favorevole alla proliferazione; infine, l'abbondanza di cibo.
Dunque, l'abbondanza di cibo, la mitezza degli inverni e l'ampliamento delle zone boscate sono i tre elementi che portano quest'animale a proliferare e a vivere agevolmente.
Ho sentito più volte ribattere anche sull'immissione continua di questi animali. In passato sicuramente sarà avvenuto, ma oggi, con l'abbondanza di animali, credo che sia impensabile pensare che qualcuno faccia ancora simili immissioni. Del resto, non si può neanche continuare ad affermare che tutto sia partito da lì, perché allora dovremmo chiederci se l'aumento smisurato delle cornacchie sia frutto di qualche immissione. Vi assicuro infatti, che in agricoltura anche le cornacchie creano danni incredibili paghiamo centinaia di migliaia di euro per danni cagionati da questi animali. Oppure pensiamo allo smisurato numero di volpi che ci sono, ormai quasi tutte malate, oppure al numero incredibile di caprioli, che su alcune colture, in modo particolare frutticoltura e viticoltura, provocano danni enormi.
Qualcuno viene a raccontarci che questo numero smisurato di cornacchie piuttosto che di volpi sono frutto d'immissioni continue? No. Per fortuna sotto certi aspetti il nostro ambiente, l'habitat naturale probabilmente è migliorato, per cui ci sono condizioni più favorevoli anche per quest'aumento, sul quale però dobbiamo in qualche modo intervenire per garantire coloro che, facendo gli agricoltori, devono avere un giusto raccolto, così come chi viaggia su un'auto non deve essere soggetto a incidenti stradali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Solo per una replica al collega Ruzzola, al quale ricordiamo che il suo emendamento e la sua legge è totalmente inserita nell'articolo 11 di una legge del 1982. I primi commi della legge lo dicono molto chiaramente, lo rammentava prima anche il collega Bertola: su tutto il territorio regionale è vietato compiere con mezzi motorizzati percorsi fuori strada.
Inoltre, come si dice nel comma 4, le Amministrazioni provinciali e comunali possono interdire, previo il parere vincolante della Regione, il transito ai mezzi autorizzati, anche a chi abita in zone limitrofe ai boschi e alle strade non provinciali e non comunali. A chi? Ai residenti ai conduttori di aziende agricole, ai proprietari e ai gestori di fondi agricoli e forestali non accessibili da strade aperte al pubblico. Ricordo che per adesso questo diniego era fatto anche per chi svolgeva controlli nell'ambito delle norme di protezione della fauna selvatica.
Oggi potranno farlo tutti i cacciatori di cinghiale, che non sono assolutamente così pochi come dice il Consigliere Ruzzola, anche perché se fossero così pochi, non si sarebbe prestato a spendere così tanto tempo di questo Consiglio regionale per rendere questa legge una realtà. Gli dico solo di non aver paura di quello che ha fatto: ha modificato l'articolo 11 di una legge che si chiama "fuoristrada".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Una velocissima dichiarazione di voto, perché il collega Preioni mi ha già richiamato all'ordine sui tempi.
Ho apprezzato l'esposizione della collega Disabato su un'ipotesi di soluzione all'aumento incontrollato di specie alloctone e autoctone che sia effettuata con dei sistemi non cruenti. Speriamo funzionino e per un incentivo alla fiducia voterò a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Solo una precisazione rispetto a quello che ha detto il Presidente Ruzzola.
Anche il nostro voto sarà favorevole rispetto all'ordine del giorno presentato e condiviso con voi dalla collega Disabato. C'è una differenza: noi avevamo presentato un emendamento che nella modifica della legge impegnava subito questa sperimentazione, che è una sperimentazione per noi perché in altre Regioni invece già si fa. Una sperimentazione è tale quand'è la prima volta che si fa, ma poiché siamo un Paese unico, se qualcuno ha fatto delle sperimentazioni nel passato, si possono raccogliere e semplicemente applicare.
Invece il nostro emendamento sullo stesso tema vincolava e sappiamo che questo poteva non essere gradito ai cacciatori. Qui c'è un "valutare la possibilità", è un'ulteriore riduzione del danno e condivido quest'ordine del giorno, per cui lo voteremo anche noi. Però non diciamo cose inesatte: c'era un emendamento, l'avete bocciato. Qui c'è un ordine del giorno che chiede di "valutare la possibilità" di una sperimentazione che in altre Regioni si fa, funziona e quindi si poteva applicare.
Non metteteci in bocca parole che non rappresentano la verità delle nostre proposte, ed è per questo che ci tengo a lasciare a verbale questo ulteriore mio intervento e per chi ci ascolta (non solo i giornalisti), per i piemontesi interessati al tema che magari ascolteranno questo dibattito.
Volevo solo specificare questa differenza: c'era un emendamento, che si poteva votare e non l'avete fatto, mentre voterete un ordine del giorno che vi dice di "valutare la possibilità". È una cosa diversa. Lo dico solo per "dare a Cesare quel che è di Cesare".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per far notare che il mio Gruppo ha illustrato due ordini del giorno, quindi vorrei capire quale sia la posizione della Giunta, per non dire della maggioranza, rispetto all'ordine del giorno del collega Bertola, che chiede proprio di prevedere in assestamento di bilancio quindi con un impegno piuttosto preciso, la destinazione di risorse, per cui è un qualcosa di molto concreto.
Inoltre, come diceva il collega Sarno, c'è il fatto di "valutare la possibilità", ma come ricorda spesso il mio collega Bertola, un ordine del giorno non si nega a nessuno. Però vorremmo almeno avere l'indirizzo di voto della Giunta e non ignorare totalmente un atto d'indirizzo che chiede un impegno piuttosto preciso e che sarebbe la dimostrazione di un impegno coerente rispetto a tutti i buoni propositi sul contenimento ascoltati durante la discussione della proposta presentata dal Consigliere Ruzzola.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Intervengo per dichiarazione di voto. Volevo intervenire su questi ordini del giorno depositati dai colleghi. Partirei dal primo, quello presentato dalla collega Disabato, che ha un contenuto in un certo senso ormai datato visto che era stato presentato nel 2019 e che finalmente sembra vedere un'approvazione da parte di questo Consiglio.
Come diceva la collega Frediani, va bene che gli ordini del giorno si possano approvare, perché danno un indirizzo e molto spesso sono alleggeriti attraverso delle parole che consentano una larga possibilità di tergiversare da parte della maggioranza. Noi chiediamo, invece, in questo caso che vengano poi effettivamente attuati e avere tempi certi, avere la contezza che successivamente all'approvazione - visto che ho sentito parlare di entusiasmo da parte alla maggioranza - ci sia poi un'effettiva attuazione dell'ordine del giorno. Ci piacerebbe anche essere informati e magari partecipare alle varie fasi di attuazione degli ordini del giorno.
Per non parlare dell'ordine del giorno presentato dal collega Bertola, che va a individuare quella che dovrebbe essere la vera soluzione di un problema, cioè una soluzione istituzionale, gestita pertanto da enti pubblici che si occupino di monitorare un fenomeno. Ma questi non lo possono fare, se non sono sufficientemente sostenuti sia a livello economico sia dal punto di vista delle possibilità.
Pertanto, chiedo a quest'Aula se effettivamente questi sono problemi.
Poiché stiamo parlando quasi solo di questo e che stanno così a cuore alla maggioranza, sono sicuro di vedere due votazioni favorevoli. Ovviamente sono ordini del giorno del mio Gruppo, ma mi sembrano ordini del giorno che possano essere ampiamente condivisi e che possano indirizzare a una soluzione di un problema che sia la più istituzionale e corretta possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento per dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 382 della Consigliere Disabato come modificato, con il parere.
Prego, Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ho la Intranet bloccata già da ieri, però volevo apporre la mia firma sull'ordine del giorno presentato dal collega Bertola.



PRESIDENTE

Va bene, lo segniamo.
Procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 382, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 393, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Procediamo con la votazione finale della proposta di legge n. 41.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Registriamo, per il verbale, il voto favorevole del Consigliere Lanzo.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame proposta di legge n. 59, inerente a "Riconoscimento della specificità montana della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e trasferimento dei proventi dei canoni per l'utilizzo del demanio idrico"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di legge n. 59, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ricordo che il provvedimento è stato richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 37, comma 4, del Regolamento interno, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, pertanto il provvedimento non ha relatori.
Do la parola al Consigliere Preioni per l'illustrazione.
Ricordo che ha a disposizione non più di 15 minuti.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Farò un'illustrazione più politica.
Gli Uffici stanno dividendo gli emendamenti; è stato fatto un grande lavoro di concertazione, una grande concertazione innegabilmente anche a livello di maggioranza. Il tema è stato fortunatamente proposto anche alle minoranze e le stesse hanno partecipato alla modifica fattiva di questo provvedimento, che va a definire principi cardine in merito alla specificità montana, in primis del Verbano-Cusio-Ossola, un territorio che ha vissuto momenti complessi, anche con un referendum per andare in un'altra Regione. Invece noi, penso tutti in quest'Aula, vogliamo normalizzare un territorio che deve essere fiero e contento di essere piemontese, però deve avere un quid in più, essendo territorio a specificità montana, come le Province gemelle di Sondrio e Belluno.
Sappiamo benissimo che, da legge regionale veneta e lombarda, ormai da decenni Sondrio e Belluno introitano interamente i loro canoni idrici.
Noi riteniamo che, al di là delle sfumature politiche in merito alla situazione delle Province, è innegabile che la riforma Delrio, e il fatto di essere stata ideata per avere un'approvazione definitiva del referendum costituzionale, ha iniziato a creare problemi di natura economica istituzionale e gestionale tra le Province italiane.
Siamo convinti, come Gruppi di maggioranza e di minoranza, che tutti i territori montani piemontesi debbano avere qualcosa in più. Abbiamo parlato spesso con il Consigliere Bongioanni, che come tanti di voi arriva da Cuneo. Sappiamo che la Provincia Granda non ha un territorio interamente montano, ma ha tantissimi chilometri di strade provinciali montane e tantissimi territori di valle che soffrono e hanno sofferto per questa mancanza di risorse e per questa mancanza di attenzione di questi anni. Ci sarà una compensazione, quindi, per quanto riguarda Cuneo.
Anche Torino ha un territorio in parte montano e ha una produzione idroelettrica, perché qui parliamo di specificità montana, da una parte quindi di riconoscimento di funzioni particolari. Oggi, come ha detto la Corte Costituzionale, bisogna riconoscere delle risorse, che però devono essere collegate a funzioni, e attuate delle competenze in più.
È giusto che i soldi di Regione Piemonte vadano per delle competenze e delle funzioni, e ci mancherebbe, perché noi con questa legge andiamo a definire questo. Siamo stati presi un po' alla sprovvista quando la Corte Costituzionale ha detto che non era più obbligo per le Regioni dare il famoso 60% del canone derivante dalle grandi derivazioni e ha definito che queste risorse vanno collegate a delle funzioni. Noi, con questa proposta di legge, andiamo a definire questo; è stato fatto un grande lavoro di mediazione e di emendamenti. È stato definito che il 60% dei canoni derivanti dalle grandi derivazioni, che sono oltre otto milioni per il Verbano-Cusio-Ossola, che andranno inseriti a bilancio d'ora in avanti sono il 50% per la Provincia di Torino, pari a circa sei milioni di euro, e il 50% per la Provincia di Cuneo, che sono circa tre milioni e mezzo di euro. Queste sono le tre Province piemontesi che hanno le grandi derivazioni, hanno le grandi dighe, i grandi invasi e le grandi produzioni idroelettriche.
Avendo noi a cuore le Province, perché molti di noi sono stati amministratori di Provincia e conosciamo cos'è una Provincia, cosa serve a un ente di area vasta, sappiamo che è un ente che gestisce strade e scuole superiori, che deve avere una sua libertà economica e dev'essere un ente forte, un ente che deve rinascere, perché il Piemonte è costituito da territori di piccolissimi Comuni. L'ente di area vasta, che s'interfaccia con un ente grande come la Regione, secondo noi, serve, va potenziato e come si è detto prima, bisogna attribuirgli risorse, funzioni e la dignità di un ente di area vasta, per coordinare realmente un territorio.
Abbiamo deciso di dare una sorta di compensazione e di perequazione per tutte le altre Province che non hanno canoni di grande derivazione o hanno pochissimi canoni di grande derivazione, nell'ordine di poche migliaia di euro. A queste Province, come peraltro ci si era accordati nel CAL (Consiglio Autonomie Locali), si è deciso di riconoscere una quota di 500 mila euro annui, che devono andare alle strade provinciali, alle strade bianche e alle strade di montagna, perché dopo una serie di interlocuzioni che abbiamo avuto ci siamo resi conto che forse la parte più sofferente è quella delle strade, ed è la parte che richiede un interesse economico maggiore.
Pertanto, si è deciso di dare questa perequazione, perché crediamo nell'istituzione Provincia, perché sappiamo benissimo come sono i conti e i bilanci delle altre Province piemontesi. La Provincia del VCO, senza la proposta di legge n. 59 va in dissesto e va verso una lenta e inesorabile morte, con quello che comporta un dissesto, il mancato pagamento dei fornitori, le lungaggini e il problema per i tanti (tra virgolette), gli ultimi rimasti, dipendenti di questa Provincia. Le altre Province oggi non sono in questa situazione, ma per alcune manca poco, quindi la decisione è di fornire risorse aggiuntive che servono per mantenere in vita enti istituzionali che, a nostro avviso, vanno valorizzati.
Nonostante la sentenza della Corte costituzionale, che appunto abroga l'obbligatorietà, la Regione Piemonte giustamente decide, mi sembra a grandissima maggioranza, di dare un'attenzione a chi ha questi canoni.
Questi canoni derivano anche da una sorta di compensazione ambientale: si parla tanto di ambiente e di attenzione all'ambiente. I canoni nascono dal fatto che ci sono territori del Verbano-Cusio-Ossola, di Torino e di Cuneo che hanno sopra le loro teste dighe con milioni e milioni di metri cubi hanno dei tralicci della grande tensione elettrica, hanno avuto innegabili danni ambientali. Sappiamo che la produzione idroelettrica è una produzione di energia pulita e oggi l'energia pulita ha un grande valore, è una produzione che dà benessere e fornisce energia a tutta la Regione Piemonte.
Pertanto, senza queste tre Province e le vallate di queste tre Province non avremmo una sorta d'indipendenza energetica che, in parte, abbiamo, perch abbiamo grazie alla grande produzione nelle nostre vallate alpine fortunatamente.
Dicevo, si è deciso di compensare, riconoscendo in primis alla Provincia del VCO, con un trattamento simile alle Province gemelle di Sondrio e di Belluno. Abbiamo questi otto milioni di euro e qualche altra centinaia di migliaia di euro, che sono distribuiti tutti gli anni, poi riconosciamo quello che è già stato fatto in passato, quindi manteniamo la legge sulla specificità montana, il famoso capitolo dei sei milioni, quindi quattro milioni di euro, sulla specificità montana (già lì sono definiti su delle funzioni specifiche), vengono dati al Verbano-Cusio-Ossola; si è ritenuto che gli altri due milioni, che oggi andrebbero a Città metropolitana avendo la Città metropolitana un'entrata di sei milioni, servono per quella quota perequativa per arrivare ai famosi 500 mila euro, per le altre Province che non hanno canoni idrici.
Secondo me, con questo provvedimento, andiamo a sancire un principio sacrosanto: dare un orgoglio e un riconoscimento alla montagna piemontese perché è innegabile che vivere in montagna, abitare in montagna, lavorare in montagna è più difficile, ha dei costi maggiori, la popolazione ha delle sofferenze maggiori e ha servizi inferiori, perché - lo ribadiamo tante volte - banalmente, la cancellazione di un turno di una corriera in montagna vuol dire che magari in quella valle quella corriera non passerà più. Non me ne vogliano i cittadini o le persone che abitano nelle metropoli, ma se cancello cinque minuti di corsa di un autobus vuol dire che cinque minuti dopo arriverà un altro autobus, ma in montagna in molti casi si è assistito al fatto che quella vallata rimanesse totalmente isolata dal trasporto pubblico.
Pertanto, è innegabile che le spese e le difficoltà che hanno le genti di montagna sono maggiori; è innegabile che ci debba essere una perequazione ed è innegabile che la montagna dà tanto in produzione idroelettrica, che è fondamentale, ma dà molto anche dal punto di vista turistico. Pensate che la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola è la Provincia più turistica di tutto il Piemonte, con quattro milioni di presenze turistiche all'anno.
Quest'anno, purtroppo, con il COVID ci sarà un'innegabile flessione, perch i turisti soprattutto stranieri stanno arrivando con minore affluenza, per sicuramente quando la situazione ritornerà alla normalità, sarà di nuovo la Provincia che in termini turistici darà tantissimo.
Inoltre, la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha oltre il 40% di territorio sottoposto a vincolo; abbiamo un parco nazionale, il Parco della Val Grande, la più grande area wilderness d'Europa. Abbiamo parchi regionali il Parco Veglia Devero dell'Alta Valle Antrona. Abbiamo una percentuale altissima di ZPS. Se non sbaglio, l'80% delle ZPS piemontesi sono sul territorio del Verbano-Cusio-Ossola, quindi diamo molto anche in termini di paesaggio e di bellezza, però diamo anche in termini di vincolo ambientale di questo territorio. Questo vincolo ambientale si trasforma purtroppo, molte volte anche in un freno a quell'economia che vorrebbe rilanciarsi, perché ad esempio tutta la Val Formazza, che è la valle che porta alla Cascata nel Toce è quasi tutta in ZPS e i cavatori, quei pochi rimasti, che vorrebbero riaprire una vecchia cava chiusa, essendo in zona di protezione speciale, non possono più aprire la cava. Questo vuol dire che magari cinque, dieci o 15 operai non possono essere assunti e che non si può lavorare una pietra bellissima, che può essere esportata in tutto il mondo.
Da una parte, il territorio è magnifico, il paesaggio è magnifico, grande turismo, ma anche grandi vincoli e grande territorio vincolato che compensa tante altre parti del Piemonte.
Oggi, andiamo a sanare questa ferita che partiva da lontano, perché è naturale che nel VCO abbiano sempre detto "Come? Cos'hanno in più Belluno e Sondrio rispetto a noi? Sono al 100% montane, hanno il riconoscimento dallo Stato della specificità montana!" Oltretutto, anche l'articolo 8 dello Statuto della Regione Piemonte conferma per il Verbano-Cusio-Ossola la specificità montana, però in tanti anni non si è mai riusciti a fare una norma significativa che rimanesse per sempre, che definisse la specificità montana, che definisse i canoni idrici, che desse a quel territorio speciale, difficile, lontano, piccolo e marginale, di confine, questi benedetti canoni idrici, a compensazione in un territorio complesso.
Finalmente, riusciamo a farlo e sono estremamente soddisfatto. Forse, oggi è anche la giornata che sancisce in quest'assise la mia maturità politica: sono contento di aver fatto, in primis, una sintesi con le forze di maggioranza, ma era più facile nonostante i due Capigruppo siano stati tosti, siano stati anche loro, come me, partigiani nel difendere i propri territori, ma anche di aver svolto un lavoro di concerto con tutte le opposizioni e con i partiti più rappresentativi, numericamente più grandi.
È sicuramente un passo importante non avere disconosciuto il lavoro della precedente Amministrazione, mantenendo il capitolo sulla specificità montana e seguendo anche i consigli dei colleghi del PD, di Aldo Reschigna che è un politico del nostro territorio che sicuramente di bilancio se ne intende, perché ha avuto la responsabilità di gestire il bilancio regionale, quindi abbiamo lavorato per il bene comune.
Ogni tanto, in politica, ci riusciamo: litighiamo su tutto, sui migranti su tutto, ma oggi ritengo si apra una bella pagina della politica regionale, perché, quando si è parlato di montagna, siamo stati in grado tutti insieme, di fare una bella legge, che va a definire questioni importanti per dei territori difficili e marginali.
Abbiamo deciso di compensare anche gli altri territori e abbiamo deciso di dare delle risorse aggiuntive alle Province, perché le consideriamo fondamentali per il nostro assetto istituzionale, naturalmente tenendo presenti i richiami della Corte Costituzionale, che dice che alle risorse devono corrispondere delle funzioni e delle azioni sul territorio. Ci mancherebbe, e noi vogliamo farlo.
Queste sono le nostre linee guida. Non ci fermiamo qui; riteniamo di approfondire, con l'aiuto di tutti, in I Commissione, il tema in generale delle funzioni delle Province. Con noi della Lega sfondate una porta aperta, perché dare federalismo, dare attuazione al federalismo, dare più competenze, dare responsabilità al territorio.



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, concluda.



PREIONI Alberto

Sono tutte cose nel nostro DNA, quindi la nostra disponibilità è massima e voglio veramente dire che oggi è una bella giornata per la democrazia e per la montagna piemontese.
Grazie.



(Applausi)



PRESIDENTE

L'applauso era per la conclusione, poiché ha concluso celermente al mio primo richiamo, più che altro! Ci sono altri iscritti?



GRIMALDI Marco

Presidente, suppongo che anche il Consigliere Preioni non ce la facesse più a parlare di cinghiali! Questo lo sospetto.



PRESIDENTE

Quello sicuro, ha cambiato tema! La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'intervento appassionato del collega Preioni manifesta una riacquisizione se approveremo questo strumento di legge - della dignità per la montagna.
Ne parliamo tanto e sovente, magari non con l'attenzione dovuta, tenendo presente che la montagna ci dà tanto, perché ci dà ambiente, ci dà prodotti, ci dà turismo e ci dà storia, perché là dentro c'è una parte grossa del nostro Piemonte.
La proposta di legge era partita con un grido di aiuto da parte del VCO probabilmente era un grido un po' forte, un po' ruvido, ma con un'interlocuzione importante, con un dialogo, con la sintesi politica, alla fine; prima, fra le forze di maggioranza e poi fra la maggioranza e la minoranza, arriviamo a una soluzione che credo sia valida per tutti. Se guardiamo il numero dei Comuni montani, il VCO ha quella specificità di cui parlava il collega Preioni: addirittura 75 Comuni su 77 sono montani. Per se andiamo a vedere anche le altre Province (io arrivo dalla provincia di Cuneo), su 250 Comuni, 151 sono Comuni montani e più o meno i numeri sono analoghi per Torino, dove, su 315 Comuni, 145 sono montani.
Ricordo una frase dell'allora Presidente della Provincia, quando le Province avevano dignità (oggi non ce l'hanno), l'ex Ministro Costa disse che se avessimo messe in linea le strade provinciali montane della Provincia di Cuneo partendo da Mondovì, dove abitava lui, sarebbero arrivate fino a 250 chilometri dopo San Pietroburgo: un'estensione lineare di 3.600 chilometri! Se la montagna ci dà tanto, bisogna però poterla anche raggiungere permettere di fruirla turisticamente, viverla e attraversarla da parte di chi, come dico sempre, e mi ripeto, ha il coraggio di viverla, quindi bisogna offrire una viabilità dignitosa.
Dalla proposta iniziale, che era incentrata sul VCO, si è arrivati a una sintesi importante, perché sono inserite tutte le Province del Piemonte e in particolare, ovviamente, quelle montane, laddove insistono le grandi derivazioni. Per una volta, laddove si produce, si ridistribuisce. Sono convinto che, se porteremo a termine questo processo legislativo e riusciremo poi a dargli seguito, nell'arco di breve tempo faremo un regalo importante alla nostra montagna.
Venerdì della scorsa settimana, mi sono venuti a trovare gli organizzatori del quarto evento ciclistico amatoriale italiano "Fausto Coppi", che quest'anno, a prescindere dal COVID, non poteva svolgersi perché la strada che porta sul Colle Fauniera, diventato famoso per le epiche gesta di Pantani, è impercorribile e i Comuni di Castelmagno e i Comuni limitrofi non hanno le risorse per mettere in sicurezza il sedime stradale. Teniamo conto che da lì si arriva ai rifugi alpini e si arriva a un'altra strada magnifica che accompagna al rifugio Gardetta: oggi, vengono inibite ai turisti e a chi vive la montagna, a una possibile fruizione con ricadute economiche proprio per i problemi legati alle strade.
La sintesi che siamo arrivati a comporre e che oggi viene messa in discussione nell'Aula del Consiglio regionale andrà, se approvata, a tamponare anche questi problemi, a risolverli e dare una speranza a chi vive la montagna.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Non vorrei raffreddare gli animi della Lega, nel senso che l'intervento del collega Preioni è assolutamente corretto: abbiamo voluto lavorare assieme sul tema della specificità montana del VCO e più, in generale, dei canoni idrici. Sono stati depositati tre progetti di legge: uno, a prima firma del Consigliere Preioni, che è quello che andiamo a discutere e approvare in questa sessione di Consiglio; uno, a mia prima firma, del Gruppo del Partito Democratico; uno, del collega Ruzzola, del Gruppo di Forza Italia.
La volontà del Gruppo del Partito Democratico è sempre stata quella di entrare nel merito della questione e capire insieme come costruire una norma che avesse la copertura finanziaria (prima cosa, che nella proposta di legge del collega Preioni non c'era), che avesse l'ambizione di non parlare solo al VCO, che ha una sua specificità montana.
Il VCO ha una sua specificità montana che noi riconosciamo e abbiamo riconosciuto negli anni con una serie di norme anche finanziarie che si sono stratificate negli anni della nostra maggioranza, che sono preservate e rimangono in piedi, ma la norma che intendiamo costruire deve parlare partendo dai canoni idrici, all'intero sistema della montagna piemontese e al sistema delle Province piemontesi. Non solo, dovrebbe andare a istituire una ripartizione di questi canoni, sostenibile dal punto di vista economico, e che giustamente restituisse ai territori una parte delle risorse che venivano create in quelle zone, come fondi da destinare alle funzioni conferite o agli investimenti.
La proposta di legge che ci accingiamo a discutere oggi, e che vedremo nel dettaglio quando saranno caricati gli emendamenti a prima firma di tutti i Capigruppo, è una norma che tiene sostanzialmente insieme tre proposte di legge. Tra l'altro, è un testo diverso rispetto a quello iniziale: centra l'obiettivo di dare la specificità montana al Verbano Cusio-Ossola, riconoscendogli risorse dai canoni idrici pari al 60%.
Inoltre, garantisce pari destinazione di risorse anche alle altre due Province particolarmente interessate dai canoni idrici, che sono la Città metropolitana di Torino e la Provincia di Cuneo, assegnando loro il 50% dei canoni idrici prodotti su quel territorio. Infine, prevediamo un fondo di perequazione per le altre Province, in modo che tutte siano coinvolte e abbiano risorse da destinare ai propri investimenti.
È una legge che oggi oserei definire sulla montagna e sulle Province, e che prevede - lo diceva bene anche il collega Bongioanni - la specificità del Verbano-Cusio-Ossola. Oggi saniamo per quel territorio una questione aperta da anni e destiniamo loro le risorse che chiedono da molto tempo senza stravolgere il bilancio della Regione Piemonte (vedo l'Assessore Tronzano) ma utilizzando le risorse disponibili alla relativa copertura.
Credo che sia un'operazione ben riuscita, perché è trasversale a tutte le forze politiche, quindi tutti possiamo dire di aver contribuito a risolvere una questione e a dare alle nostre Province gli strumenti per fare investimenti sul proprio territorio.
La proposta di legge, che sicuramente sarà approvata nella giornata di domani, segnerà un punto di svolta rispetto alla gestione e ai rapporti con il nostro sistema montano e con il nostro sistema delle Province.
Quando questa legge sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, chi avrà voglia potrà vedere com'è partita e com'è arrivata a conclusione: scopriremo che è anche grazie al contributo del Partito Democratico che questa legge giungerà al termine, avrà una sua copertura finanziaria e un suo impianto, sostanzialmente modificato alla base, che terrà insieme tutto il territorio piemontese, riconoscendo anche la specificità del Verbano-Cusio-Ossola e di quel territorio particolare.
Ricordo a tutti - e chiudo su questo - che è previsto da una norma nazionale: la legge Delrio ha individuato in quel territorio, nel territorio di Belluno e nel territorio di Sondrio, territori al cento per cento montani, confinanti con uno Stato estero e quindi meritevoli di un'attenzione e di politiche particolari, e di risorse da destinare a quei territori.
Nella scorsa legislatura non era stato possibile fare quest'operazione per i problemi di bilancio che conosciamo tutti e che hanno investito i primi due anni e mezzo dell'Amministrazione Chiamparino. Nella seconda parte di legislatura, sono stati fatti degli interventi tuttora vigenti e che, oltre a conferire delle funzioni specifiche al Verbano-Cusio-Ossola destinano le risorse conseguenti (quattro milioni). E con l'ultimo tassello che approveremo domani si completerà il percorso e si fisserà un'ulteriore norma che andrà a completare l'intero discorso sia del Verbano-Cusio-Ossola sia delle altre Province interessate.
Rispetto al percorso che abbiamo intrapreso siamo soddisfatti e crediamo di aver dato un contributo fattivo, come opposizioni, al Piemonte.
Rispetto a questo, ringraziamo la maggioranza, con la quale il confronto è stato serrato nel merito e continuo, ma ha portato comunque a una sintesi nell'interesse dei piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri in questa discussione generale per aggiungere qualche parola a quelle che ha già pronunciato il mio Capogruppo, il Presidente Gallo, su questa vicenda, che credo rappresenti nel merito e nel metodo un passaggio importante per la nostra Regione. Vicenda che riguarda i canoni idrici e che nasce dal Decreto Semplificazioni, quando, nel 2016 a livello.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi scusi, mi assumo la responsabilità della presenza del Consigliere Ravetti, che ha chiesto una precisazione relativamente ai lavori dell'Aula e aveva bisogno di ragguagli in merito.
Chiedo a tutti i Consiglieri di rimanere nella propria postazione e di non andare in giro. Grazie.
Prego, Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Dicevo, parliamo di canoni idrici, tema che è stato trattato nel 2016 quando a livello nazionale si stabilì il principio che questi dovevano non entrare nei bilanci delle Regioni ed essere spesi in maniera indistinta, ma dovevano prevalentemente rimanere su quei territori dove - scusatemi l'espressione - l'acqua si produce. La legge stabiliva che dovevano rimanere almeno nella misura del 60%, cosa che pochi giorni fa è stata modificata dalla Corte Costituzionale, che ha stabilito che quella decisione del 60% della ripartizione di competenza per materia tra Stato e Regioni è un dettaglio che dev'essere legiferato a livello regionale. Ed è quello che noi andremo a fare in questi due giorni.
Però la legge nazionale aveva fissato un principio importante. Rare volte in questi anni abbiamo assistito a norme che, in qualche misura erano attente al principio della tutela e dell'attenzione nei confronti degli Enti locali, nei confronti dei Comuni e nei confronti delle Province.
Anzi, spesso abbiamo assistito a una legiferazione che andava in direzione contraria. Ora, laddove si produce acqua, laddove ci sono grandi derivazioni e, quindi, laddove ci sono dei territori montani rilevanti, che i proventi di quei canoni in larga prevalenza possano essere spesi su quei territori.
Questo è il quadro nazionale da cui siamo partiti, rispetto al quale oggi andremo a decidere - a breve esamineremo i relativi emendamenti - che in Piemonte, nelle tre Province dove viene prodotta l'acqua (Verbano-Cusio Ossola, Cuneo e Torino), rimangano in prevalenza questi canoni, nella misura del 60% nel VCO e del 50% nella Provincia di Cuneo e di Torino.
Inoltre, si stabilisce una compensazione in modo tale da garantire un principio solidaristico nei confronti delle altre Province.
Di che numeri parliamo? Grossomodo, la cifra dei canoni è di circa 33 milioni di euro, che venivano introitati fino allo scorso anno dalla Regione, che la Regione metteva a bilancio e spendeva laddove riteneva opportuno. Ebbene, di questi 33 milioni, con la nuova norma che andremo ad approvare, circa 20 milioni rimarranno delle tre Province che ho test citato (circa otto nel VCO, circa sei a Torino e poco meno di quattro nella Provincia di Cuneo). Tutto il resto, cioè i restanti 13 milioni, verrà incamerato dalla Regione al netto dei 500.000 euro che verranno utilizzati in fase di compensazione per quanto riguarda le altre Province.
Questo è un po' il quadro su cui è stato trovato un accordo tra le forze di maggioranza e di opposizione. Sottolineo anch'io che questa legge, alla fine, ricalcherà sostanzialmente la proposta di legge che, come Partito Democratico, avevamo presentato, che era sostanzialmente differente sulle percentuali, perché prevedeva che per tutte e tre le Province ci fosse il 60%, mentre oggi siamo al 50% per Torino e Cuneo e al 60% per il VCO, ma questo consente l'applicazione di quel principio solidaristico che va incontro anche alle altre Province. Questo è un po' il quadro sul quale andremo a dibattere e a emendare nelle prossime ore e nella giornata di domani.
Non eravamo partiti bene a gennaio e questo ci tengo a sottolinearlo.
L'avevo detto anche in Commissione e pubblicamente: non eravamo partiti bene, perché in realtà si era partiti con una proposta di legge, la n. 59 che poi è quella su cui si sono incardinate tutte queste modifiche - che solo apparentemente parlava di canoni idrici. In realtà, questa proposta di legge a prima firma Preioni andava a ribadire la specificità montana del VCO, che era già stata dichiarata dall'amministrazione Chiamparino, con una differenza sostanziale, perché quando era stata dichiarata era stato previsto un trasferimento di fondi pari a circa quattro milioni di euro.
Nell'originaria proposta del collega Preioni questi quattro milioni diventavano, se ricordo bene, 17 e venivano formalmente attinti non dai canoni idrici come faremo adesso, ma dalla voce di bilancio che riguardava tutte le Province, cioè da una missione (mi pare la missione 18) dove ci sono circa 22 milioni di euro che dovevano servire per tutte le Province, e si prevedeva di destinarne ben 17 al VCO.
Su questo, avevo manifestato molte perplessità per l'ordine di grandezza perché evidentemente c'era un'evidente sproporzione di trattamento tra il VCO e le altre Province, ma soprattutto perché si mescolavano due temi ovvero il tema della specificità montana del VCO e quello dei canoni idrici, che necessariamente non poteva essere affrontato con riferimento soltanto a una Provincia piemontese, rimandando le altre a un successivo provvedimento di legge, ma andava affrontato complessivamente, come facciamo oggi, per tutte le Province.
Indubbiamente, riconosciamo al collega Preioni il merito di avere posto all'attenzione del Consiglio regionale le necessità della Provincia da cui proviene, ma questa partenza aveva posto tutta una serie di problematiche peraltro già evidenziate non soltanto dai banchi della minoranza, ma anche da quelli della maggioranza.
Oggi, invece, rettifichiamo l'orientamento e, tutto sommato, andiamo a qualificare questa legge per quello che è, cioè non più la legge sulla specificità montana del VCO - anche se lo va a ribadire - ma la legge con cui la Regione decide come destinare i proventi dei canoni idrici, in che modo, con quali modalità, con quali finalità e in quali proporzioni tra le varie Province.
Allo stesso tempo, si ribadisce il principio, sacrosanto anche dal punto di vista dei principi federalisti, di cercare di ancorare le risorse prodotte in determinati territori agli stessi territori in cui sono prodotte, senza dimenticare l'aspetto solidaristico. Vorrei sottolineare questa questione perché non dobbiamo rischiare di passare da un estremo all'altro, cioè dal fatto che fino a oggi un quantitativo significativo di danaro - parliamo infatti, di circa 33 milioni, che sono i proventi dei canoni - veniva indistintamente utilizzato nei modi più disparati all'interno del bilancio regionale per le necessità importanti dei cittadini della nostra Regione per passare a questo principio che, oserei dire, sarebbe persino egoistico cioè che questi canoni fossero esclusivamente patrimonio del territorio in cui sono prodotti.
Si potrà discutere se questa forma di compensazione pari a 500.000 euro sia poco o sia tanto (che sia tanto, non mi pare), ma è l'inizio di un principio, che credo sia da sottolineare e sul quale dal prossimo anno si potrà ragionare e si potranno fare le verifiche.
Un'ultima considerazione che è già stata fatta anche dai colleghi che mi hanno preceduto. È evidente che bisognerà spendere bene questi fondi questo è sempre il principio. Le Province dovranno spenderli bene. È evidente come il tema della montagna, che abbiamo trattato diverse volte abbia un peso per quanto riguarda complessivamente la nostra Regione.
Direi che il tema della montagna non è solo questione di chi la montagna oggi la abita o la vive; lo è in maniera prevalente, ma è un tema che interroga e interpella anche tutte le altre aree della Regione, in un quadro che tocca tanti temi, dalla tutela dell'ambiente al clima, dal paesaggio al turismo. Ci sono tutta una serie di temi che riguardano la montagna, ma che coinvolgono più in generale l'economia, la socialità e la comunità piemontese.
È un momento difficile per le nostre Province. Sappiamo che, al netto della Città metropolitana, che ha bilanci forse non floridi ma importanti e accettabili, tutte le Province fanno molta fatica. Penso alla Provincia di Cuneo con i suoi oltre 3.000 chilometri di strade, con i tagli che ha subito, come tutte le altre Province che hanno difficoltà a far quadrare i conti, che stanno attraversando un deserto che dura da qualche anno e che ci auguriamo possa venire meno il giorno in cui si affronterà seriamente il tema del riassetto istituzionale del nostro Paese.
Ci auguriamo che alle Province cui sono state mantenute competenze importantissime (dall'edilizia scolastica alle strade) siano date le risorse necessarie in quanto, come sappiamo, le Province hanno pochissime risorse proprie, per intervenire sulle infrastrutture e sulle attività (le strade e la didattica) fondamentali per i nostri cittadini e per le nostre famiglie.
In questo quadro, credo che la distribuzione dei canoni idrici che andremo a individuare possa rappresentare una boccata d'ossigeno per i bilanci delle Province e anche un modo per cercare di essere vicini ai cittadini.
Soprattutto per questi motivi, credo si vada verso un provvedimento condiviso in maniera molto ampia dalla maggioranza e dalle opposizioni, a testimonianza del fatto che, per quanto riguarda il Partito Democratico cui appartengo, quando si ragiona e si tratta di norme fatte nell'interesse dei cittadini, la nostra posizione non è quella di un'opposizione pregiudiziale, ma di un ruolo costruttivo all'interno di quest'Aula per il bene del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco. Mi sembrava però che ci fosse l'intenzione di sospendere la discussione generale per riprenderla nella seduta antimeridiana di domani.
Prego, Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Se interrompiamo per approvare il punto successivo, domani mattina dovrebbe lasciare spazio a chi vuole prenotarsi per la discussione generale.



PRESIDENTE

Sospendiamo l'esame del punto 4) all'o.d.g. inerente alla proposta di legge n. 59.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 88, inerente a "Indizione, ai sensi del titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo), di referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Gattinara mediante fusione dei Comuni di Gattinara e Lenta in Provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 88, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Tale deliberazione è stata licenziata all'unanimità dalla I Commissione il 27 luglio u.s.
Chiedo a tutti i Consiglieri di attenersi sempre alle disposizioni prescritte, perciò non stare vicini, ma distanti ad almeno un metro e con la mascherina indossata.
La parola al Vicepresidente Carosso sulla deliberazione sul referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Gattinara, mediante la fusione dei Comuni di Gattinara e Lenta, provincia di Vercelli.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Il Comune di Gattinara, Comune di circa 7.000 abitanti, e il Comune di Lenta, di 800 abitanti, hanno fatto richiesta di fusione.
Come detto anche ieri in discussione in Commissione, la richiesta di porre il referendum che, come sappiamo, non è vincolante, è però il punto di riferimento. Crediamo sia importante procedere in questo caso per capire quello che, giustamente, i cittadini dei due Comuni hanno intenzione di comunicare.
Come Giunta, crediamo sia corretto procedere, quindi va bene.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Il tema della fusione dei Comuni di Gattinara e Lenta è particolarmente dibattuto ormai da qualche mese nelle due comunità. Credo sia elemento importante, che va evidenziato oggi in questa votazione, come il Consiglio regionale voglia ascoltare la voce dei cittadini, la voce del popolo, la voce della gente. È vero che non è vincolante questo referendum, come ribadiva il Vicepresidente Carosso, ma la nostra Costituzione, all'articolo 133, ribadisce e richiama come bisogna sentire le popolazioni. Credo sia nostro dovere ascoltare i cittadini, la voce del popolo; sentire cosa ne pensano e cosa dicono di una proposta dibattuta che può certamente essere interessante, se il matrimonio tra i due Comuni è un matrimonio di vero amore e non d'interesse. Questo non siamo noi a dirlo, saranno i cittadini a esprimersi.
Sul tema dei referendum abbiamo discusso un anno fa in Commissione con una serie d'incontri e audizioni. C'è anche una proposta di legge di un nostro collega Consigliere, che purtroppo non sta ancora bene, che non è ancora stata portata in programmazione in I Commissione.
Poiché sarà un elemento di centralità nel dibattito della futura Commissione che segue i rapporti con gli Enti locali e le Autonomie ritengo che sarà necessario, anche in una fase successiva al referendum quindi in autunno inoltrato, avviare, in sede di Commissione autonomia, una serie d'incontri e di audizioni, non soltanto con chi ha chiesto di essere audito, in particolare il Comitato spontaneo dei cittadini di Lenta, ma anche con le Amministrazioni comunali, finanche la Provincia di Vercelli che si è già espressa sul tema in modo favorevole.
Nel ribadire il voto favorevole unanime, com'è accaduto ieri in Commissione, credo sia importante richiamare oggi all'attenzione il tema della centralità, del valore e dell'ascolto della gente e del popolo, in occasioni dedicate e determinanti come quella di una fusione tra due comunità e due Comuni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Velocissimo.
Voglio solo dire che come Gruppo della Lega - è anche un invito che facciamo al nostro Vicepresidente, che ha la delega agli Enti locali riteniamo giusto fare questo referendum e adempiere quest'aspetto normativo. Figurarsi, io sono un leghista un po' anomalo, perché una fusione di due piccoli Comuni di montagna l'ho fatta, ma il 90% della popolazione, in un Comune, e l'80% nell'altro Comune, hanno detto sì a questa fusione.
Pertanto, nonostante non abbiamo ancora fatto in tempo a modificare la normativa e a rendere vincolante l'esito del referendum, politicamente riteniamo e vogliamo invitare la nostra Giunta a far sì che, se entrambe le popolazioni dei due Comuni sono favorevoli, è giusto che Lenta e Gattinara si fondano, ma se le loro popolazioni dicono di no (perché secondo noi il referendum è sacro e deve essere vincolante) questa fusione non va fatta.
Comunque, votiamo convintamente a favore di questa proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo intervenire sulla dichiarazione di voto.
Come gruppo del Movimento 5 Stelle siamo sempre stati d'accordo sulle fusioni, ma, soprattutto, quando si dà la possibilità di esprimersi attraverso un quesito referendario, è sempre la massima espressione della democrazia partecipata. Ovviamente mi sembra un discorso di buonsenso quello che ho potuto ascoltare fino adesso, ovvero il fatto che la fusione può essere portata a termine attraversano un disegno di legge regionale solamente nel caso in cui questo matrimonio, non solo non sia d'interesse ma ci sia la volontà di entrambi gli sposi, altrimenti diventa un matrimonio infelice, com'è successo in altre realtà locali, dove si è proceduto alla fusione con anche tutta una serie di problematiche non risolte e non affrontate (infatti, sono ancora in ballo adesso).
Per quanto riguarda quello che possiamo ancora decidere all'interno di questo Consiglio, auspico che il referendum venga fatto, com'è stato richiesto e analizzato nel suo complesso, analizzando le volontà dei due Comuni.
Fino a quando non vengono fusi in una singola istituzione hanno, almeno dal nostro punto di vista, tutta la dignità e il diritto di esprimere la propria opinione e che quest'opinione venga difesa anche nei casi in cui uno dei due Comuni abbia un numero di abitanti minore e sia costretto, in una sorta di dittatura della maggioranza, ad adeguarsi a un referendum anche laddove non c'è la volontà di un'intera comunità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Solo per dire che concordo con quanto già anticipato dai colleghi.
Credo sia giusto che i concittadini abbiano la possibilità di esprimersi avendo un valore, cosa che oggi non è così, perché il referendum è obbligatorio, ma non è vincolante. Se riteniamo, però, di far sì che il referendum sia vincolante, credo sia poi anche giusto e corretto indicare un limite minimo di partecipazione, perché questo possa essere validato per permettere o no l'unione.
Non è un qualcosa che dobbiamo risolvere oggi; giusto che al limite possa poi essere vincolante, ma a quel punto sarà anche giusto inserire che ci sia una soglia minima di partecipazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e procedo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 88, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Comunico per il verbale che il Consigliere Stecco ha espresso voto favorevole.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Vorrei proporre alla Presidenza l'ipotesi (se riusciamo già questa sera o domani mattina) di comunicare a tutti i Capigruppo la convocazione della I Commissione per domani mattina. Se non erro, probabilmente, i nostri emendamenti richiederanno una I Commissione.
Se abbiamo l'autorizzazione dagli Uffici, chiedo di convocare per domani mattina la I Commissione, per poi procedere in Aula con la votazione della proposta di legge n. 59.



PRESIDENTE

Grazie.
È presente il Consigliere Riva Vercellotti. Penso ci siano le condizioni per convocare la I Commissione in aula alle ore 9.30, dal momento che il Consiglio è convocato per le ore 10.
Dicevo che alle ore 9.30 si può convocare la I Commissione qui in aula.
Se non ci sono altre richieste d'intervento, chiudiamo i lavori odierni e domani proseguiamo con l'esame della proposta di legge n. 59.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.02)



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