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Dettaglio seduta n.81 del 18/06/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(Alle ore 10.01 il Consigliere Segretario Gavazza comunica che, causa il protrarsi dei lavori della Giunta per il Regolamento, l'inizio della seduta è aggiornato alle ore 12.00)



(Alle ere 12.49 la seduta è aggiornata alle ore 14.00)



(I lavori iniziano alle ore 14.05 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte; sono Gianluca Gavazza, Consigliere Segretario del Consiglio regionale del Piemonte.
Iniziamo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata come l'articolo 100 del Regolamento cita, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute: l'interrogazione n. 280, presentata dal Consigliere Bongioanni; l'interrogazione n. 288, presentata dal Consigliere Grimaldi; l'interrogazione n. 282, presentata dal Consigliere Magliano l'interrogazione n. 284 presentata dal Consigliere Stecco; l'interrogazione n. 281, presentata dal Consigliere Valle.
Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, sulle interrogazioni a risposta immediata, ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta. Non sono previste repliche.


Argomento: Zootecnia - Montagna

Interrogazione a risposta immediata n. 280 presentata da Bongioanni inerente a "Revisione modalità di risarcimento dei danni causati dalle predazioni da canidi sui pascoli piemontesi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
280.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione, per tre minuti.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Voglio chiarire che la presente interrogazione non interviene sulle problematiche delle predazioni dei grandi predatori nell'area alpina per quanto riguarda l'eventuale contenimento delle specie; è esclusivamente una richiesta per cercare di individuare una tutela in quello straordinario patrimonio che noi abbiamo depositato nel lavoro dei nostri allevatori e dei nostri pastori nelle vallate alpine.
Nel 1994, fu riscontrato e rilevato il ritorno del lupo nell'area alpina, in particolare nel parco del Marguareis, dopo quasi settant'anni dall'ultimo avvistamento.
Questo è un fatto sicuramente interessante sotto mille punti di vista ma, da lì in poi, abbiamo registrato una crescita esponenziale, soprattutto negli ultimi anni, del grande predatore nelle vallate. Questo, chiaramente è andato in conflitto con chi esercita la propria attività di pastorizia e allevamento nelle vallate, poiché il lupo preda sia i bovini sia gli ovi caprini.
Come Regione, ritengo che dovremmo mettere in condizioni i pastori e gli allevatori di difendersi, ma soprattutto, laddove perdano il proprio patrimonio che gli permette di vivere, essere risarciti; risarciti in tempi veloci e risarciti economicamente nel modo giusto, poiché perdono la propria fonte di sostentamento.
Vi è una storia, nel criterio di assegnazione di riconoscimenti per bandi: dal 1997 al 2005, i capi morti e feriti avevano un tariffario per i bovini, differenziati a seconda se la razza era autoctona o non autoctona e per gli ovi-caprini e tutto veniva erogato tramite un Fondo di solidarietà costituito dalla Provincia di Cuneo e altre associazioni. Dal 2006, si è passati ad un sistema di risarcimento regionale, che veniva aggiornato annualmente e stanziato con risorse messe a disposizione proprio dal nostro Ente, pubblicato con una DGR. La parte economica, materiale del risarcimento, veniva affidata ai Parchi naturali, con un indennizzo di un danno diretto e di un danno indiretto, definito sul numero totale dei capi che erano presenti in alpeggio.
Arriviamo al 2012, e qui c'è il vulnus, come sento dire sovente in Aula (l'ho sentito anche questa mattina), perché nel 2012 la Regione ha incaricato il COSMAN - il Consorzio di smaltimento rifiuti di origine animale - di produrre una polizza assicurativa ad adesione volontaria per la copertura degli eventi predatori.
Il primo punto di criticità è che a questa polizza possono aderire solo gli allevatori residenti in Piemonte, quindi chi arriva da fuori regione e affitta un alpeggio non può beneficiare del risarcimento. Inoltre, la polizza riguarda esclusivamente il danno diretto, cioè vengono risarciti gli appartenenti al patrimonio zootecnico morti, feriti o dispersi a seguito dell'evento predatorio.
Tale sistema di assicurazione è troppo burocratico e riduttivo rispetto alla moltitudine dei fatti che accadono: la maggior parte dei danni, con questo sistema, non viene neanche più denunciata da parte dei pastori quindi .



PRESIDENTE

Consigliere Bongioanni, le chiedo di terminare l'intervento.



BONGIOANNI Paolo

Finisco immediatamente, Presidente.
Quindi - dicevo - accresce la conflittualità tra il pastore l'allevatore e il lupo, che - di fatto - simboleggia un po' la spaccatura esistente tra montagna e pianura, laddove ...



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

... delle regole per chi vive in montagna.
La domanda dell'interrogazione che rivolgo all'Assessore Protopapa (sono contento che risponda lui, che è persona preparata ed efficiente) è se siano stati previsti degli interventi per ridisegnare il sistema di rimborso danni a favore degli operatori danneggiati dagli attacchi dei grandi predatori, in particolare del lupo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Protopapa per la risposta, per cinque minuti.



PROTOPAPA Marco, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Partirei dall'ultima azione attuata come Regione Piemonte, anche se con un bando che non ha nulla a che vedere con i risarcimenti COSMAN. È giusto citarla, perché abbiamo proposto un programma regionale per tutti coloro che non sono iscritti al COSMAN e quindi non hanno aderito all'operazione del PSR 10.1.6.
La procedura del risarcimento prevista non era quella utilizzata dal COSMAN, ma semplificata. Con quest'intervento, si voleva prevedere anche un aiuto economico per chi mette in atto sistemi di difesa delle predazioni che con l'altro sistema veniva escluso. Tra l'altro, il bando citato va proprio in questa direzione, perché i risarcimenti dei danni e gli aiuti per la predazione vengono erogati direttamente dalla Regione tramite ARPEA e anche i tempi per le liquidazioni sono ridotti rispetto ai tempi COSMAN.
Il succitato bando, tra l'altro, è stato inviato a tutte le organizzazioni professionali degli agricoltori, delle ASL e del CA ed è stato pubblicato nella newsletter regionale, pertanto ha avuto tutta la pubblicità per poter essere intercettato dagli interessati.
Per quanto riguarda il discorso del nostro Assessorato all'agricoltura anche in merito alla collaborazione con l'Assessorato ai parchi e il Centro Grandi Carnivori del Piemonte, già dal 2019 sono iniziati percorsi di semplificazione delle richieste di indennizzo per i danni da predazione che per ora, affiancando il sistema assicurativo del COSMAN, già finanziato con fondi regionali.
Il programma regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame e il risarcimento dei danni causati dalla predazione da canidi sui pascoli piemontesi è comunque un procedimento seguito con la DGR (quella del 5 maggio 2020) e con un decreto n. 302 del 18 maggio 2020.
Vorrei precisare che già dalla fine del 2019 è comunque in corso un dialogo con COSMAN per valutare la possibilità di eliminare la polizza relativa ai danni da predazione dal pacchetto COSMAN stesso, in modo da poter rendere più fluida, più controllabile e più gestibile tutta l'operazione di risarcimento danni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.



BONGIOANNI Paolo

Scusi, Presidente, chiederei all'Assessore di farmi pervenire via mail la risposta.



PRESIDENTE

Abbiamo già concordato, come Ufficio, che gli Assessori inviino le risposte via mail agli interroganti (come di consueto, oramai).



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta immediata n. 288 presentata da Grimaldi, inerente a "Quali i piani della Regione per la piena ripartenza del mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 288.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ne avremmo voluto discutere con l'Assessore Poggio in Commissione e, se possibile, anche in aula. Perché delle tante cose di cui ci dobbiamo occupare, credo che parlare delle allodole o dei merli sia davvero l'ultimo dei nostri problemi.
Il mondo della cultura di sicuro è stato quello più colpito durante il COVID dal punto di vista delle restrizioni, perché sono state chiuse prima le attività di pubblico spettacolo, e successivamente tutte le attività collaterali al mondo della cultura. Tra l'altro, questo è avvenuto prima del lockdown, con tantissime ordinanze. E anche in tutta la Fase 2 non sono ripartite, ovviamente, le attività di spettacolo dal vivo.



PRESIDENTE

Per cortesia, se qualcuno ha il microfono acceso è pregato di spegnerlo, così possiamo continuare. Grazie.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Stavo dicendo che i luoghi dello spettacolo dal vivo, come sapete, non hanno avuto le stesse possibilità di riaprire.
Addirittura, in alcune discussioni tra Stato-Regione e Governo, c'è stata pure la richiesta che i luoghi dello spettacolo dal vivo non potessero riaccendere neanche i banconi (i cosiddetti luoghi dove si fanno quelle entrate che sono ordinarie e che servono ad aiutare, con il ticketing, quelle realtà che organizzano, appunto, concerti e altri tipi di spettacolo).
Che cosa significa? Che mentre i bar e i ristoranti hanno riaperto molti di quei locali non possono intrattenere le persone con uno spettacolo e avere anche la possibilità di fare somministrazione.
In tutto questo, come sapete, rientrano anche i circoli, che fanno pure spettacoli dal vivo e che hanno avuto ulteriori restrizioni (sono stati riaperti solo questa settimana).
Le domande che rivolgo all'Assessora sono sostanzialmente tre: la prima è volta a capire, proprio perché questo è un momento difficilissimo soprattutto per le location chiuse, se non sia opportuno utilizzare questo tempo per mettere in sicurezza e a norma quei luoghi, magari con un investimento straordinario.
Seconda questione: ci sono luoghi pubblici, parchi, fiumi. io risiedo in un grande capoluogo, come voi in questo momento, che avrebbe la grande e straordinaria possibilità di riscoprire le piazze, di riscoprire in modo diverso e in sicurezza quei luoghi.
Questa settimana alcuni miei concittadini, tra cui Samuel Romano, Gipo Di Napoli e altri ancora, uomini e donne dello spettacolo, hanno ripreso quei palchi in mezzo ai condomini.
Perché, dunque, non dare delle linee di indirizzo per mettere in sicurezza tutto questo? Avete visto leader politici in piazza. Avete visto le manifestazioni dei lavoratori intermittenti dello spettacolo che giustamente, protestavano e che possono stare in piazza; così come manifestazioni meno opportune, come quelle dei "Gilet arancioni", senza mascherine o altro; avete visto le folle che guardavano le Frecce Tricolori.
Mi chiedo, Presidente, se non sia possibile, in sicurezza, vedere di nuovo il mondo della cultura al centro di una progettualità. E, oltre che finanziare da progetto a soggetto, investire anche in linee di indirizzo per rivedere da subito anche i nostri parchi e le nostre piazze in una programmazione culturale che si può attuare, col distanziometro e con le mascherine, anche in questo momento così difficile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi, per l'illustrazione.
Per la Giunta si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Vittoria Poggio; ha facoltà di intervenire.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Rispondo all'interrogazione a risposta immediata presentata dal Consigliere Grimaldi.
Le attività culturali, come più in generale tutte le manifestazioni, le iniziative e gli eventi anche di carattere culturale, sono state sostanzialmente sospese con l'emanazione del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, successivamente convertito con modificazioni dalla legge 5 marzo 2020, n. 13. Sospensione poi confermata dai successivi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il DPCM 17 maggio 2020, che ha dato avvio alla cosiddetta Fase 2 prevedeva, tra l'altro, all'articolo 1, lettera m), il riavvio delle attività di spettacolo a decorrere dal 15 giugno 2020, limitando la presenza a 200 persone negli spazi al chiuso, e 1.000 spettatori negli spazi all'aperto, e vietava la somministrazione di cibo e bevande.
L'allegato 9 allo stesso DPCM elenca poi le prescrizioni a cui si dovevano attenere gli organizzatori di spettacoli dal vivo e cinema.
Tenuto conto della genericità e, contestualmente, della ristrettezza delle prescrizioni contenute nel DPCM 17 maggio 2020, la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha approvato in data 9 giugno il documento denominato "Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative", che, con riferimento all'ambito culturale, comprende tre schede relative rispettivamente a: musei, archivi biblioteche; circoli culturali e ricreativi; cinema e spettacoli dal vivo.
Le schede, riprendendo in larga parte i contenuti del sopracitato allegato 9, approfondiscono e dettagliano le caratteristiche delle disposizioni a cui si devono attenere gli organizzatori di attività culturali. Il documento, che non costituisce uno strumento attuativo ma di indicazione alle Regioni e Province autonome, che dovranno decidere se adottarlo con propri specifici provvedimenti, è stato trasmesso lo stesso 9 giugno dal Presidente della Conferenza al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché le considerazione sulla necessità di assicurare coerenza giuridica all'ordinamento e le Linee guida siano allegate al nuovo DPCM in fase di elaborazione da parte del Governo.
Pertanto il nuovo DPCM 11 giugno 2020 accoglie, all'allegato 9, il documento delle Regioni.
Venendo al tema specifico dell'interrogazione, si evidenzia come il DPCM sopracitato riguardi, evidentemente, anche il comparto delle attività culturali e di spettacolo. In particolare, con riferimento al settore del cinema e dello spettacolo dal vivo, il DPCM, accogliendo le indicazioni delle Linee guida, prevede una serie di prescrizioni che in parte aggiornano quanto contenuto nel DPCM 17 maggio 2020, in parte articolano in modo più puntuale le indicazioni.
Si sottolinea, in particolare, la rimozione del divieto di somministrazione di cibo e vivande, concedendo la possibilità nel rispetto di quanto stabilito dallo stesso decreto nella materia specifica della ristorazione.
Altre prescrizioni specifiche sono previste per la salita e la discesa dal palco, il mantenimento delle distanze, la sicurezza dei lavoratori sia per gli spettacoli davanti al pubblico sia per le attività di prova.
Per spettacoli al chiuso il numero massimo di spettatori è 200, per quelli all'aperto il numero massimo di spettatori è 1000, installando le strutture per lo stazionamento del pubblico nella loro più ampia modulazione. Le Regioni e le Province autonome possono effettivamente stabilire un diverso numero massimo di spettatori, in considerazione anche delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, ma si evidenzia comunque, che l'allegato 10 dello stesso DPCM sottolinea che è essenziale che a livello nazionale, regionale e locale vi sia una valutazione puntuale del possibile impatto in termini di circolazione del virus Sars-Covid 2 e delle diverse azioni così da contenere la circolazione del virus al livello più basso possibile.
I principi cardine che hanno informato e informano le scelte e gli indirizzi del Comitato tecnico-scientifico sono: il distanziamento sociale mantenendo una distanza interpersonale non inferiore al metro; la rigorosa igiene delle mani personali e degli ambienti; la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale ed ospedaliera.
Per garantire tutti la possibilità del rispetto di tali principi prosegue l'allegato 10 del DPCM, è necessario prevedere specifiche misure di sistema organizzativo e di prevenzione e protezione igieniche e comunicative, declinate sullo specifico contesto produttivo e di vita sociale, tenendo presente i seguenti criteri, anche facendo riferimento ai documenti di indirizzo prodotti dall'Istituto Superiore di Sanità e INAIL.
Il rischio di aggregazione e affollamento e la possibilità di prevenirlo in maniera efficace nelle singole realtà e nell'accesso a queste; la prossimità delle persone (esempio lavoratori, utenti); rispetto a contesti statici (esempio persone ferme in postazioni fisse); dinamici persone in movimento o misti; contemporanea presenza anche di persone in posizioni fisse più altre in movimento. L'effettiva possibilità di mantenere l'appropriata mascherina, ovviamente da parte di tutti nei contesti raccomandati, e il rischio connesso alle principali vie di trasmissione (droplet e contatto), in particolare alle contaminazioni da droplet in relazione alle superfici di contatto.
La concreta possibilità di accedere alla frequente ed efficace igiene delle mani; l'adeguata aereazione degli ambienti chiusi, l'adeguata pulizia e igienizzazione degli ambienti e delle superfici; la disponibilità di un'efficace informazione e comunicazione.
Per tali motivi l'ordinanza adottata dal Presidente della Regione Piemonte con decreto n. 68 in data 13 giugno 2020 richiama, per quanto riguarda le attività culturali, quanto stabilito dal DPCM 11 giugno 2020.
Si ricorda assunto quanto proposto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, pertanto l'ordinanza stabilisce che: gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto, sono svolti nel rispetto dell'articolo 1, comma 1, lettera m) del DPCM dell'11 giugno 2020 e della scheda tecnica "Cinema e spettacoli dal vivo".
Il servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all'articolo 101 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 è assicurato nel rispetto dell'articolo 1, comma 1, lettera p) del DPCM dell'11 giugno 2020 e della scheda tecnica "Musei, archivi e biblioteche".
È consentita, ai sensi dell'articolo 1, comma 14 del decreto legge 16 maggio 2020 n.33, l'apertura delle attività di spettacolo viaggiante con singole installazioni, l'apertura delle attività di spettacolo viaggiante con installazioni plurime ed i luna park, previa ordinanza del Sindaco competente che ne disciplini le modalità di esercizio nel rigoroso rispetto di quanto previsto dalla scheda tecnica "Parchi tematici e di divertimento" contenuta nelle linee guida per la riapertura delle attività economiche produttive e ricreative.
Eventuali ed ulteriori misure della Regione Piemonte volte all'allargamento della possibilità di effettuare attività culturali dovranno essere, da un lato, oggetto di confronto con le associazioni di categoria; dall'altro verificate in coordinamento con le altre Regioni ribadendo sempre e comunque la priorità della sicurezza per lavoratori e fruitori.
Ovviamente quanto comunicato verrà inviato al Consigliere Grimaldi e per quanto riguarda la richiesta di una Commissione per avere ulteriori approfondimenti o ulteriori chiarimenti, io do la mia disponibilità alla convocazioni e quindi a partecipare alla Commissione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Università

Interrogazione a risposta immediata n. 282 presentata da Magliano, inerente a "Contributi regionali a sostegno degli studenti fuori sede iscritti alle Università piemontesi per il pagamento del canone di affitto in questo periodo di chiusura delle Università a seguito dell'emergenza COVID-19 e relative conseguenze"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 282.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Le ricordo che ha tre minuti e la prego di stare il più possibile nei tempi.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
È un question time che ho voluto porre con una certa urgenza e ho utilizzato questo strumento proprio perché volevo che apparisse con chiarezza l'indotto che gli studenti universitari portano alla nostra regione.
È vero che c'è un problema di formazione e di apprendimento e quindi di aumento delle capacità professionali dei nostri studenti universitari, ma c'è anche tutto quello che loro portano in termini, anche economici. Spesso ci siamo soffermati a dire quanto sia importante sostenere il commercio e sostenere le attività produttive, bene, da uno studio che ultimamente è stato prodotto e poi pubblicato su noti quotidiani della nostra regione sappiamo che l'indotto degli studenti universitari è quasi di mezzo miliardo. Noi rischiamo con il non ritorno, il non mantenimento sulla nostra regione di circa quaranta mila studenti iscritti, di vedere una riduzione importantissima dal punto di vista economico per i nostri commercianti e non solo. Interessano il mondo del commercio, il mondo della vendita di libri e di abbigliamento e, soprattutto, tutto quello che riguarda l'affitto delle case.
Sappiamo che uno studente spende circa tra i sette e i dieci mila euro in media e, oltre a essere poi un grande ambasciatore della nostra regione nel mondo o della sua regione di provenienza, sappiamo anche quanto genera l'indotto in termini di viaggi da parte di parenti e amici che vengono a vedere il nostro Piemonte e le nostre università e che potranno decidere di tornarci o di iscriversi una volta finito il percorso delle superiori.
Poi c'è l'altro grande tema dei campus in costruzione, come l'Assessora sa. Ultimamente c'è stato un investimento di decine e decine di milioni di euro da parte di realtà private o del privato sociale che hanno voluto investire in campus universitari. Da qui la mia richiesta di capire, con una certa urgenza, se e quando la Regione Piemonte in questa fase di bonus volesse mettere in campo delle misure per mantenere gli studenti qui sapendo che anche i rettori - vado alla conclusione, Presidente, per non utilizzare troppo tempo - si stanno convincendo del fatto che l'Università debba essere fatta in presenza. È un momento fondamentale, forse quello che maggiormente contraddistingue i futuri lavoratori.
Visto il cambio di passo, volevo capire se l'Assessore aveva preso atto di questi dati che sono poderosi e importanti (ma penso che l'Assessore li conosca come me o meglio di me), se questa Regione avrà in mente non sugli studenti piemontesi che studiano all'estero o studiano fuori sede, ma per gli studenti che arrivano da fuori e scelgono di formarsi accademicamente nelle nostre università, immaginare delle figure di sostegno, almeno per quello che riguarda gli affitti, per fare in modo che questi utenti non decidano, con la crisi che magari ha colpito le famiglie di provenienza, di tornare a studiare nelle loro regioni e, dunque, a depauperare l'indotto economico che essi stessi portano con loro. Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano per l'illustrazione e per il giusto uso del suo tempo a disposizione.
Per conto della Giunta si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiorino.



CHIORINO Elena, Assessore al diritto allo studio universitario

Buongiorno, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione del Consigliere Magliano, la volontà di sostenere concretamente le famiglie e gli studenti sia in periodi normali sia, a maggior ragione, nel periodo di COVID, ha sempre visto l'impegno della Regione Piemonte nel cercare di individuare delle soluzioni, a maggior ragione in un momento in cui le ripercussioni del COVID sono cadute proprio nei termini che ha poc'anzi lei illustrato e sulle quali non ritorno.
Certo è che uno dei problemi è proprio quello degli studenti fuori sede che si ritrovano, di conseguenza, ad avere le lezioni a distanza. La maggior parte di loro è rientrata e, dall'altra parte, ci sono dei contratti di locazione stipulati per frequentare i corsi universitari in presenza mentre, in realtà, questi sono a distanza e da casa.
Da parte della Regione Piemonte in questi termini sono state valutate attentamente tutte le possibilità per intervenire in favore di queste situazioni. Tra l'altro, ahimè, c'è un altro dato, cioè che il numero di studenti fuori sede nei termini che ci siamo detti risulta essere un numero molto elevato e i fondi regionali a disposizione non solo non riuscivano a coprire, ma nemmeno ad essere in alcun modo significativi.
Per questo motivo la questione è stata sottoposta all'attenzione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome - in quanto problema comune a molte Regioni - e, di conseguenza, al Ministero dell'Università e della Ricerca, proprio nel tentativo di avere una risposta unitaria per il territorio nazionale. Difatti è evidente che la questione non è tipica della Regione Piemonte, ma si è verificata sostanzialmente nella maggior parte delle Regioni, soprattutto quelle in cui si individuano delle Università di particolare attrattività.
Successivamente è stata fatta una verifica sul decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, ovvero quello inerente a "Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19", ma non prevede espressamente la destinazione di fondi per gli affitti degli studenti. Di conseguenza, dopo aver esplorato il decreto, la questione è stata nuovamente sottoposta all'attenzione prima della Conferenza delle Regioni che ha anche avviato una ricognizione delle iniziative attivate dalle varie Regioni in favore degli studenti, al fine di individuare e valutare l'opportunità di presentare proposte di emendamenti proprio al decreto legge citato, il n. 34 del 19 maggio 2020.
Al riguardo, ahimè, però considerata la limitata entità delle risorse dedicate agli studenti universitari, nonché le molteplici difficoltà che in conseguenza delle misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica, gli studenti hanno dovuto già affrontare per il raggiungimento dei crediti formativi universitari necessari per mantenere la borsa di studio, si è ritenuto di non intervenire per non andare a modificare la destinazione delle risorse stanziate sempre dal decreto n.
34, anche perché quello era l'unico spazio entro il quale si poteva eventualmente attingere.
Viceversa, si è ritenuto di formulare ulteriori proposte al Ministero dell'Università e della Ricerca anche in relazione alla revisione della condizione dello studente fuori sede, proprio per riuscire ad individuare una serie di misure e di politiche che vadano nella direzione di incentivare il ritorno in Piemonte degli studenti per l'anno 2020-2021 nonostante la situazione di incertezza; questo anche in relazione a tutte le tematiche ancora in fase di discussione relative alla modalità di riapertura agli studenti.
Sicuramente condivido la visione del Consigliere Magliano quando dice che l'auspicio è un ritorno in aula in presenza fisica, perché questa è la vera possibilità di formazione, di istruzione e di adeguata preparazione cosa che la didattica online, ahimè, ha sicuramente tamponato, ma non è riuscita a portare ai livelli della formazione e della presenza in aula.
Questa, purtroppo, è la situazione, che non è ancora conclusa, nel senso che si stanno facendo dei monitoraggi e delle proposte e si sta continuando a cercare dei fondi, perché siamo consapevoli del problema e sensibili al medesimo. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Chiorino per la risposta e per l'uso del tempo adeguato.



MAGLIANO Silvio

Scusi, Presidente, l'Assessore mi invia la nota via mail?



CHIORINO Elena, Assessore al diritto allo studio universitario

Sì, lo farò anche per la risposta che darò successivamente.
Le faccio inviare tutto dai miei Uffici, presumibilmente nel pomeriggio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 284 presentata da Stecco, inerente a "Crisi aziendale Officine Meccaniche Cerruti S.p.A.: quali interventi da parte della Regione?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 284.
La parola al Consigliere Stecco per l'illustrazione di tre minuti.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente e Assessore.
Com'è noto anche all'Assessore, a livello lavorativo e socio-economico si è posta una grave crisi delle Officine Meccaniche Giovanni Cerruti. È un'azienda storica con sede in diverse parti nel mondo e in Italia e che rappresenta una fondamentale componente socio-economica del territorio piemontese, impiegando centinaia di persone negli stabilimenti e nel centro di ricerca.
Il Gruppo ha recentemente approvato un piano industriale della durata di tre anni, che prevede che la Società cessi ogni attività a favore di una nuova società attiva nella sede di Casale, che avrà un numero di personale impiegato minimo di 128 persone, però congelando il destino della struttura di Vercelli che, di fatto, non sarà più operativa dopo mezzo secolo di attività.
In questo modo 163 lavoratori, e le loro famiglie di conseguenza, hanno al momento una prospettiva di cassa integrazione straordinaria solo fino al 31 gennaio 2021, quindi all'inizio dell'anno prossimo. A fronte di questa gravissima situazione, il Comune, nella persona del Sindaco, si è attivato e so che ha anche già parlato con l'Assessore. Però è chiaro che la Regione deve avere, ha ed avrà sicuramente una funzione centrale nella gestione di questa crisi aziendale, ponendosi come serio interlocutore tra l'azienda le parti sociali, la Prefettura e le Amministrazioni locali, con l'obiettivo di facilitare il dialogo e giungere con rapidità ad una soluzione positiva di sintesi. Mi consenta l'auspicio di non perdere posti di lavoro che finirebbero naturalmente per depauperare ulteriormente un tessuto sociale già fortemente provato sotto l'aspetto economico e anche lavorativo, per precedenti analoghi scenari.
L'interrogazione è rivolta all'Assessore per conoscere in che modo la Regione si confronterà con le parti sociali e gli Enti, come la Provincia di Vercelli, per evitare la chiusura dello stabilimento di Vercelli da parte del Gruppo Officine Meccaniche Cerruti S.p.A. e per affrontare ed evitare le gravi conseguenze socioeconomiche che ne deriveranno e ricadranno duramente sul territorio vercellese. Attendo la risposta dell'Assessore. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco per l'illustrazione e per l'uso del tempo a disposizione.
Per conto della Giunta si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Come dice bene il Consigliere Stecco, il marchio Cerruti è un marchio storico che ha portato il nome dell'Italia nel mondo.
Purtroppo, progettando e producendo macchine anche per rotocalchi e quotidiani, la difficoltà della carta stampata è ricaduta anche sulle produzioni dell'Azienda. Di conseguenza, proprio a seguito di questa crisi e di questa difficoltà, ha richiesto la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, che andrà a terminare il 31 gennaio 2021.
La Regione Piemonte aveva accompagnato l'Azienda nelle varie richieste in modo da seguirla fin da subito, perché si cerca sempre e in ogni situazione di riuscire ad individuare quello che può essere un risultato migliore e poi, come ben si sa, la linea dell'Assessorato è di andare nella direzione degli ammortizzatori sociali, ma sempre tentando di fare tutto il possibile per considerarli strumento di transizione, in una fase dedicata e di utilizzare quel tempo per individuare la migliore soluzione possibile.
È evidente che la crisi della Cerutti arriva prima del lockdown e del COVID. Questo cosa significa? Significa che c'è stato un passaggio per cui c'erano delle trattative, pressoché finalizzate, anche con investitori che sarebbero stati pronti a intervenire in modo importante all'interno dell'Azienda e, di conseguenza, eravamo, all'incirca nel mese di febbraio a seguire questi passaggi. Purtroppo il lockdowun e la pandemia hanno frenato e bloccato l'investitore, facendoci arrivare ai giorni dell'inizio giugno, indicativamente, dove si è dovuti addivenire a scelte, ahimè, ad oggi più dolorose.
Sono stata a Vercelli l'ultima volta la sera del 10 giugno; fino a tale data, si sono formalizzate tutte le parti di contrattazione sindacale, ma già dal periodo precedente la Regione era intervenuta con lo strumento dell'assegno di ricollocazione, proprio per lavorare, insieme all'Azienda alle parti sindacali e ai lavoratori stessi, per individuare possibilità di politiche attive e di nuove ricollocazioni.
Poi, se servisse - lo vedremo nei prossimi mesi, all'eventuale prolungamento della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, che può essere ulteriormente prorogata per sei mesi. Invece nell'ambito dell'accordo, è stato previsto un incentivo, all'esodo, del valore pari a quindici mila euro per i lavoratori che decideranno di avvalersene.
Dopo quest'accordo, i lavoratori, gli esuberi del gruppo Cerutti risultano essere poco più di 160. Non sono solo vercellesi, nel senso che nell'ambito della riorganizzazione della sede di Casale, si è cercato di individuare le figure professionali da mantenere nell'ambito dell'Azienda sia per chi risiedeva a Casale sia per chi risiede a Vercelli.
C'è poi anche l'impegno dell'Azienda, nei prossimi ventiquattro mesi che eventuali nuove assunzioni della NewCo che si andrà a costituire (per questo retropassaggio verrà costituita una NewCo proprio per ripartire) siano effettuate nel bacino degli esuberi dichiarati.
Stiamo procedendo. È stata incontrata la proprietà, proprio per fare valutazioni anche su quelle che sono le commesse che, ad oggi, la Cerutti ha e che sono quelle sulla base delle quali si può riuscire a fare ulteriori ragionamenti, nonostante, dall'altra parte, ci sia un indebitamento dell'Azienda medesima molto importante, dovuto - va detto e riconosciuto - a una famiglia, la famiglia Cerutti, che ha fatto veramente di tutto per tutelare il più possibile i suoi lavoratori, fino ad accompagnarne più di 350 al pensionamento.
Questo tengo a evidenziarlo perché è un dato per il quale va reso onore alla famiglia Cerutti per gli impegni in questi termini.
Dato che ci sono commesse importanti, anche se debiti importanti, c'è da dire che la Regione può fare degli interventi, ma tutto questo deve essere fatto in estremo dialogo e, soprattutto, su vaglio di quella che è la curatela, perché in questo momento non è che la Regione può intervenire liberamente, ci sono dei passaggi formali e legali importanti a cui prestare fede. Certo è che, nell'ambito del Riparti Piemonte, sono state messe in campo nuove misure che la Regione Piemonte prima non aveva e che proprio in previsione delle difficoltà e delle crisi aziendali, in questo momento è al vaglio tutta la situazione della Cerutti, per capire se queste misure nuove, studiate appositamente per crisi aziendali come questa possano effettivamente essere utilizzate - per alcune di esse potrebbe addirittura essere la prima volta - proprio a tutela, a salvaguardia e anche, consentitemi, perché l'ambizione è questa, al rilancio della Cerutti.
È evidente che un momento di difficoltà ci sarà, un momento di transizione ci sarà, ma le utilizzeremo, tutti in accordo, per tentare di ridare nuova vita agli stabilimenti della Cerutti. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 281 presentata da Valle, inerente a "Misure urgenti per la ripresa delle attività di bande e cori piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 281.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Sarò rapidissimo, perché parte delle questioni legate all'attività, e in particolare sullo spettacolo dal vivo, sono già state esposte dal mio collega Grimaldi.
Le altre questioni che interessano l'interrogazione, che è più specifica, riguardano proprio l'attività coristica e bandistica dell'associazionismo musicale, non soltanto legato all'attività dal vivo su cui ho già sentito risposta (anzi, ne approfitto per chiedere se unitamente alla mia risposta, può arrivarmi anche la risposta all'interrogazione del collega Grimaldi, perché verte sulle medesime questioni), ma anche rispetto alle attività di prova e di lezioni. Sappiamo che cori, bandi e lezioni musicali hanno dovuto subire uno stop molto lungo per la questione COVID ed è di interesse capire con quali modalità potranno ripartire sia le attività di prova sia le attività di lezione individuale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle, per la sua veloce illustrazione.
Risponde l'Assessore Poggio.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente, e ringrazio anche il Consigliere Valle.
Per alcune informazioni penso di avere già risposto su quanto richiesto dal Consigliere Grimaldi. Nello specifico, invece, venendo proprio al tema dell'interrogazione, che riguarda l'aspetto delle bande, quindi tutte le attività musicali bandistiche e corali, si evidenza anche qui come le linee guida, che avevo già citato, riguardino anche questo comparto.
Con riferimento al settore bandistico, le linee guida prevedono che per gli strumenti a fiato, che costituiscono un elemento essenziale e maggioritario nella composizione dei complessi bandistici, la distanza interpersonale minima richiesta è di un metro e mezzo, mentre per gli ottoni si prevedono dispositivi per la raccolta della condensa, ovviamente considerata l'attività musicale, contenente liquido disinfettante.
Altre prescrizioni specifiche sono previste per la salita e la discesa dal palco, il mantenimento delle distanze, i componenti del coro, sia per gli spettacoli davanti al pubblico, sia per le attività di prova.
Altro tema importante riguarda i Corsi di formazione musicali spesso gestiti dalle associazioni bandistiche, attualmente sospesi in attesa di indicazioni e prescrizioni. Mentre, per quanto riguarda le prove delle bande e le loro attività musicali, sono concesse, quindi ammesse mantenendo le distanze che ho indicato.
Per quanto riguarda la risposta, farò avere anche al Consigliere Valle la risposta scritta.



PRESIDENTE

Assessore Poggio, grazie per la risposta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 14.55 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che, come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza.
Hanno chiesto congedo Caucino, Graglia, Poggio e Ricca.
Il numero legale è 24.
Procedo, quindi, all'appello nominale per l'identificazione dei partecipanti. Chiamerò anche gli Assessori esterni, all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale. Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo, di rispondere all'appello in modo intellegibile e di confermare la presenza in chat.



(Il Presidente Allasia effettua l'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



(La seduta inizia alle ore 17.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione, ed è stato approvato nella seduta del 16/06/2020.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" a) Congedi Hanno chiesto congedo Caucino, Graglia, Poggio e Ricca.


Argomento: Statuto - Regolamento

b) Articolo 69 del Regolamento del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico che, come concordato, ho sentito la Giunta per il Regolamento sull'interpretazione in merito alla presentazione di emendamenti successivamente alla disposizione del cosiddetto contingentamento, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, del Regolamento interno, e ho disposto in via definitiva la seguente interpretazione della norma: l'articolo 69, comma 6 del Regolamento prevede che, "quando è in discussione la legge finanziaria il bilancio, il rendiconto, l'assestamento o altro argomento di rilevante importanza, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi definisce la durata del dibattito e il tempo a disposizione per ogni singolo Gruppo, con la riserva di almeno un terzo del tempo complessivo a favore delle opposizioni" cosiddetto contingentamento.
Il concetto di dibattito utilizzato dalla norma è da intendersi comprensivo delle varie fasi in cui si articola la discussione in Aula (discussione generale, illustrazione e discussione degli emendamenti e degli articoli, dichiarazioni voto sui singoli articoli e dichiarazione di voto finale), come si evince anche dalla collocazione sistematica nella norma, all'interno dell'articolo dedicato alla durata dei dibattiti e interventi possibili durante lo svolgimento delle sedute dell'Aula e delle Commissioni.
Dall'applicazione consolidata dell'utilizzo dell'articolo 69, comma 6 in questa e nelle precedenti legislature risulta che la Conferenza dei Presidenti ha sempre definito il riparto dei tempi tra i Gruppi consiliari per il dibattito, sottraendo dal tempo complessivamente disponibile in base alle sedute convocate quello necessario per effettuare le votazioni. Posto che il fine ultimo del contingentamento è di garantire tempi certi per l'approvazione definitiva del provvedimento, questa Presidenza, pertanto si è sempre limitata a dare continuità a tali modalità applicative, che non costituiscono pertanto una novità di conduzione.
La Conferenza dei Presidenti, in data 16 giugno 2020, ha stabilito di disporre l'applicazione di tale articolo per l'esame del disegno di legge 83. Dopo la decisione di contingentamento sono stati presentati circa 2.800 emendamenti. Tale presentazione di emendamenti ha come antecedente quanto avvenuto durante l'esame del disegno di legge 95, laddove questa Presidenza, pur già in fase di contingentamento, ha ritenuto ricevibili emendamenti presentati. In tale occasione, la decisione assunta non ha avuto ricadute in quanto il numero circoscritto di emendamenti presentati dalla maggioranza e conseguentemente anche dall'opposizione successivamente alla decisione di contingentamento, non alterava in maniera significativa la tempistica di approvazione definitiva del testo.
Nel caso di specie, invece, la prosecuzione dell'attività emendativa e il considerevole numero di emendamenti pervenuti comporta un indefinibile dilatazione dei tempi e di valutazione degli stessi tale da rendere imponderabile il termine ultimo di approvazione del provvedimento. È pertanto, necessario addivenire a una interpretazione della norma, come è stato fatto, sentita la Giunta per il Regolamento che esplicita le modalità applicative dell'istituto storicamente utilizzato.
Conseguentemente, pertanto, risulta evidente che il proseguimento dell'attività emendativa e l'esplicazione del potere riconosciuto in capo a tutti i Consiglieri regionali non può che essere esercitato in modo da garantire il bilanciamento con le esigenze di assicurare tempi certi per l'approvazione definitiva del provvedimento. A conferma di tutto ciò, si richiama la prassi consolidata nell'applicazione dell'istituto, la quale dimostra che, in linea di massima, nelle occasioni precedenti in cui è stato utilizzato l'articolo 69, comma 6, non è più stata effettuata attività emendativa successivamente al riparto dei tempi definito dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Per dare una corretta applicazione dell'istituto del contingentamento nell'ambito delle prerogative previste in capo al Presidente del Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 6 del Regolamento, e valutato di consultare la Giunta per il Regolamento per approfondire la concreta applicazione del meccanismo del contingentamento, stante la mole degli emendamenti trasmessi e per assicurare la certezza dei tempi di approvazione, ritengo necessario tenere conto, non soltanto dei tempi riconosciuti ai Gruppi per gli interventi di illustrazione e di discussione, ma anche della tempistica necessaria allo svolgimento delle votazioni.
Ritengo, quindi, nel caso di specie e al fine di assicurare l'iniziativa emendativa consiliare, che quanto è avvenuto in fase di approvazione del disegno di legge 95 non costituisca precedente e che non sarà più possibile presentare emendamenti e subemendamenti successivamente alla presente decisione.
Conseguentemente, saranno dichiarati ricevibili solo eventuali futuri emendamenti di parti del testo sulle quali vi sia un'ampia convergenza politica, così come emendamenti volti a precisare il contenuto tecnico giuridico di uno o più articoli.
Per quanto invece riguarda i casi futuri di applicazione del meccanismo del contingentamento, ritengo che non sarà più possibile presentare emendamenti successivamente alla decisione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo di disporre i tempi del contingentamento, rinviando ad una successiva seduta della Giunta per il Regolamento l'approfondimento specifico del tema.
Resta impregiudicata l'applicazione dell'articolo 84, comma 6, del Regolamento, circoscritta ai soli casi di urgenza e necessità di approvazione celere di un provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Spero che qualcuno ci stia ancora guardando: non credo che siano on line dei giuristi; non so nemmeno se ci ascoltano dei semplici cittadini o i mezzi di informazione. Di sicuro, con chi ci ascolta - spero anche tanti Consiglieri regionali che non si sono informati sulla materia - vorrei che leggessimo tutti insieme il comma 6 dell'articolo di cui sta parlando il Presidente Allasia, ovvero l'articolo 69, che definisce la durata dei dibattiti e degli interventi. Come noterete, già nel titolo non è scritto il termine "votazioni".
Il comma 6 recita: "Quando è in discussione la legge finanziaria - in questo caso, non stiamo parlando di legge finanziaria - il bilancio nemmeno - il rendiconto - nemmeno - l'assestamento - nemmeno - o altro argomento di rilevante importanza." : essendo davanti ad un omnibus potremmo dire come opposizioni che già questo fa presupporre che non ci sia un unico argomento; ma quand'anche fra questi ci fosse un argomento di rilevante importanza, di fatto sarebbe mischiato a tanti altri. Dunque, già questo farebbe saltare il resto del comma, che verte proprio sul cosiddetto "contingentamento", termine che usiamo colloquialmente per definire quello che stiamo per dire: ".la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari definisce la durata del dibattito e il tempo a disposizioni per ogni singolo Gruppo, che può essere utilizzato con uno o più interventi riservando comunque almeno un terzo del tempo complessivo agli interventi delle opposizioni".
Avete forse colto, dalle parole che definiscono la durata del dibattito e il tempo a disposizione per ogni singolo Gruppo, la possibilità del Presidente del Consiglio e della Conferenza dei Capigruppo di decidere quant'è il tempo finale delle votazioni? C'è scritto che questa definizione può predeterminare la fine e la votazione di un atto? No.
Il contingentamento può dire che le opposizioni parleranno solo più 12 ore, oppure 8 ore, o 6. Ma dopo partono le votazioni. Non c'è scritto in quel comma né che non possiamo più presentare emendamenti, né che si pu determinare quando finiranno le votazioni.
Per intenderci, ci troviamo di fronte a 5.700 emendamenti: lavorassimo anche 12 ore al giorno, si parla di almeno 20-25 giorni di votazioni! Punto. Inemendabili.
Seconda questione: scusate, ma vi rendete conto che siamo davanti ad un numero record di emendamenti presentati semplicemente perché avete aperto un vulnus? Perché non è mai accaduto in precedenza? Perché non si è mai pensato di riscrivere in un omnibus tutte le leggi della precedente legislatura! Sarebbe stato comodo per noi non ascoltare per due anni il Consigliere Vignale in III Commissione sulle cave. Sarebbe stato molto più comodo non ascoltare il Consigliere Vignale per un anno e mezzo sulla caccia, sempre in III Commissione. Vi giuro che sarebbe stato molto ma molto più utile per noi utilizzare lo stesso strumento e non passare quasi un anno nei gruppi di lavoro per scrivere una legge votata all'unanimità - all'unanimità! sul gioco d'azzardo. Voi non siete stati capaci.
Non siete stati capaci di scrivere queste leggi. Tra l'altro, avreste semplicemente potuto modificarle, perché sono tutte norme quadro: bastava fare delle modifiche attraverso piccole leggi e portarle in Aula. No, le avete volute inserire in un omnibus, anche di notte, in questo modo, prima di qualsiasi discussione, pensando di poterci anche impedire l'ostruzionismo su queste norme. Infine, avete voluto contingentare i tempi.
E, non paghi di queste forzature, non paghi del dire cose che nel comma 6 non sono previste, volete continuare a forzare la mano. Volete continuare a rendere inutile questo luogo.
Se è così, è facile: si vota una legge di bilancio all'anno, due assestamenti (uno a inizio anno, l'altro a metà anno) e basta, possiamo non vederci più. Ma noi ve lo impediremo, perché state compiendo un errore gravissimo! State rompendo i rapporti istituzionali con le opposizioni, ma soprattutto con il valore civile, morale ed etico di quell'articolato del nostro Regolamento.
State andando oltre, e guardate che a noi non interessa presentare altri emendamenti, ce ne bastano 5.700! Ma non è questo il punto: volete cambiare i distanziometri? Fatelo. Ma, almeno, avete capito che cosa avete presentato? Secondo me no, perché facendo così, voi non state cambiando i distanziometri; perché mentre siamo immersi in una delle crisi economiche più viscide e preoccupanti, la maggioranza si immagina il ritorno delle slot ad ogni angolo, ma soprattutto che chi non si è adeguato alla legge perché i termini sono scaduti può avere una sanatoria. Ma come? Sì, è così perché per coloro che avevano una slot prima della scadenza dei termini e che adesso l'hanno rimossa, la vostra legge non vale.
Quindi non si cambiano i distanziometri. Voi state facendo un regalo a quei "furbetti" che non si sono adeguati alla legge: è una vergogna! Ve lo impediremo, perché se non ve lo impediamo noi adesso, sarà la pioggia dei ricorsi che ve lo impedirà! Sarà il ricorso al TAR e ai tribunali civili di migliaia di persone, che sanno benissimo che questo atto è illegittimo.
Presidente Allasia, abbiamo avuto un incontro col Presidente Cirio e so che vi incontrerete come maggioranza: vi chiediamo di chiudere qua il Consiglio, perché questa indecenza deve finire.
Non si possono utilizzare gli omnibus per tutto. Non si pu contingentare tutto e non si può pensare, mentre fate queste cose, di imbavagliare l'opposizione.
Noi non possiamo permettervelo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Non c'è molto da aggiungere a quanto ha già detto il Presidente Grimaldi e a quanto ci siamo detti in queste ore, in cui abbiamo dibattuto sul Regolamento e sull'opportunità di fare determinate scelte.
Vi ricordo semplicemente un aspetto, ossia che nei sistemi democratici ci sono delle regole volte proprio a tutelare chi non ha vinto le elezioni ma, comunque, si dà la possibilità a chi le elezioni invece le ha vinte con determinati metodi, di portare avanti il proprio programma elettorale.
È legittimo.
Noi non siamo assolutamente d'accordo con quella che è la vostra visione di futuro, ma soprattutto con quello che voi pensate che sia necessario per il Piemonte.
Il Piemonte ha bisogno di risposte sulla sanità, ha bisogno di risposte sul lavoro e sull'ambiente. Ha bisogno di sapere in che direzione vuole andare non domani, ma nel 2030 e quali sono le parti strategiche in cui vogliamo investire. Questo è quello che abbiamo bisogno di sapere, questo è quello di cui abbiamo bisogno di discutere all'interno del Consiglio regionale del Piemonte. Sono questi gli interessi dei piemontesi, non la caccia al merlo o le slot machine per chi non si è messo in regola con la normativa vigente.
Questo per dire che con la vostra forzatura state calpestando un Regolamento, che è la garanzia delle opposizioni, la garanzia dei più deboli - oggi possiamo essere noi, ma domani potreste essere voi - solo per approvare delle parti di programma elettorale che, obiettivamente, con gli interessi dei piemontesi non c'entrano assolutamente nulla. Anzi, andranno a peggiorare lo scenario esistente. Tuttavia avete vinto le elezioni e siete liberissimi di farlo, ma non siete liberi di farlo in questo modo inserendo tutta una serie di norme all'interno di una legge che avete richiamato immediatamente in aula, senza consentirci di discuterla in Commissione e che avete contingentato. Vi siete anche inventati il fatto che non si potevano più presentare emendamenti, a differenza di quanto previsto dal Regolamento, all'articolo 84 se non sbaglio.
Signori, di cosa stiamo parlando? Non è mai successa prima una cosa del genere. Lo sapete perché non sono stati presentati emendamenti dopo il contingentamento? Perché solitamente, in una situazione di normalità, in un situazione dove c'è rispetto per le opposizioni, gli emendamenti si ha tempo di produrli durante il dibattito in commissione e durante il dibattito in aula, qui avete richiamato la proposta in aula immediatamente e dopo neanche una giornata di discussioni in Consiglio avete annunciato il contingentamento: ma secondo voi è democrazia questa? La possibilità di esprimere la nostra opinione su un testo di legge, in questo modo, secondo voi, è democrazia? Con tutto quello che state andando a modificare, avete dato la possibilità all'opposizione di parlare per tre ore e poi le mettete il bavaglio perché bisogna procedere alle votazioni e neanche sugli emendamenti che abbiamo la possibilità di presentare da Regolamento, ma con dei vincoli che avete aggiunto senza che siano presenti nel Regolamento e neanche lontanamente interpretabili in questo modo.
A questo punto non so nemmeno cosa ci stiamo a fare qui come opposizioni, andiamo tutti quanti a casa, chi se ne importa di quello che pensano i piemontesi che non vi hanno votato (perché non vi hanno votato tutti i piemontesi), così risparmiamo un po' di soldi per quattro anni fate tutto quello che volete e poi ci rivediamo, forse, tra quattro anni, a meno che non cambino gli equilibri dal punto di vista elettorale e magari la prossima volta non ci sarete voi in Consiglio, oppure vi metteranno il bavaglio dopo neanche tre ore di discussione.
Se questo è il vostro rispetto per le istituzioni a malincuore ne prendiamo atto perché, chiaramente, è un abuso. Non so nemmeno in che modo ci si possa tutelare di fronte a questo abuso perché solitamente basta la decenza, ma qui, invece, l'abbiamo ampiamente superata.
Prenderemo atto da qui ai prossimi mesi che questo è il vostro rispetto per le opposizioni, questo è il vostro rispetto per i piemontesi e questa è la visione della vostra legislatura nel futuro non solo del Piemonte, ma anche di come deve essere interpretato il Regolamento della casa dei piemontesi, perché questa è la casa dei piemontesi e tutti hanno il diritto di essere rispettati, non solamente chi vince le elezioni, ma anche chi è all'opposizione.
Ricordo che non vi stiamo impedendo di portare avanti il vostro programma elettorale, perché il Regolamento ci impedisce di vietarvi di portare avanti il vostro programma elettorale, ma il Regolamento parla chiaro su quale siano le regole per portare avanti i programmi elettorali e le vostre posizioni. Non certo contingentando un omnibus dopo un richiamo in aula, dove non c'è nemmeno la possibilità di avere dei relatori e quindi di presentare degli emendamenti in maniera agevole, in più contingentando dopo mezza giornata di discussione.
Se questa è la vostra idea di democrazia, di direzione dell'Aula e di rispetto per quello che è un Regolamento che ha funzionato in questi anni e ha garantito un equilibrio tra maggioranza e opposizione, andate avanti così. Cosa vi devo dire? Di sicuro posso dirvi che la nostra collaborazione e il nostro senso di rispetto - perché bisogna anche avere rispetto degli avversari politici - è finito. Voi avete calpestato totalmente la nostra dignità e l'interpretazione che si è avuta in questi anni non solo del Regolamento, ma anche di quello che deve essere un rapporto istituzionale con l'opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Cari Presidenti, mi rivolgo a voi. Oggi abbiamo l'onore di avere in Aula, seppur virtualmente, anche il Presidente Cirio.
Disfatta, annullamento e sconfitta della politica: questo è capitato oggi. Questo è capitato nella Commissione Giunta per il Regolamento che si è svolta questa mattina per diverse ore. Perché disfatta? Perch annullamento? E perché sconfitta della politica? Vedete, mi rivolgo sia al Presidente del Consiglio sia al Presidente della Giunta, quindi Presidente della Regione, quando si usano le norme anzi, l'interpretazione unilaterale delle norme, quando si usa, ripeto, l'interpretazione unilaterale della norma come clava contro le minoranze o opposizioni e la si usa perché si parte da un fatto eclatante come quell'emendamento depositato praticamente di notte, nel senso che, non fisicamente, ma nella sostanza quell'emendamento sul gioco d'azzardo è arrivato con, sostanzialmente un'attività "di sotterfugio", come dicevo, quando si usa questa clava contro le minoranze, la politica si annulla, la politica viene sconfitta.
C'è una disfatta. Oggi avete dato un'interpretazione, ripeto unilaterale del Regolamento per dare a voi un ulteriore vantaggio, oltre i numeri che legittimamente avete perché avete vinto le elezioni, ma questo non vi dovrebbe permettere di usare e interpretare le norme - ripeto unilateralmente - per far sì che le opposizioni non possano svolgere puntualmente il proprio lavoro.
L'articolo 6, comma 4 del Regolamento recita che il Presidente "Decide in via definitiva, ogni controversia inerente l'applicazione del Regolamento sentita, se occorre, la Giunta per il Regolamento" .
"Controversia", appunto, ma non c'erano controversie. Come i colleghi poc'anzi hanno ben rappresentato l'articolo 69 non tratta di votazioni, non tratta di stop agli emendamenti, ma di una cosiddetta, perché non c'è il termine "contingentamento"; non c'è scritta questa parola. Parla di una regolamentazione del dibattito anche su questo, Presidente Allasia. Lei ha interpretato non una controversia, ma ha interpretato un termine, cioè ha specificato in maniera autonoma una parola, cioè dibattito, e l'ha specificata poi per portare a termine la scelta di dire che il deposito di ulteriori emendamenti non sarebbe stato più possibile.
Quindi, questa maggioranza presenta un emendamento, che è scorretto e che non rappresenta il normale svolgimento dell'Assise consiliare, perch su quel tema c'è una legge depositata che deve essere discussa in Commissione e ci devono essere ancora le audizioni dei soggetti interessati da quella norma. Ma voi, siccome dovete rispondere alla volontà magari di alcune lobby, avete presentato questo emendamento nottetempo e le minoranze e le opposizioni, che hanno capito bene il vostro obiettivo, hanno incominciato a svolgere il proprio lavoro. E per far finire il lavoro delle opposizioni, voi, ripeto, interpretate con una nota del Presidente appellandovi alla regola all'interno dello Statuto nella quale il Presidente può decidere una controversia. Non c'è controversia, noi abbiamo depositato gli emendamenti. Nessuno vi ha detto che avremmo continuato a depositare ulteriori emendamenti. Voi e lei, Presidente, avete interpretato quella sua facoltà in maniera allargata. Poi avete interpretato il Regolamento in maniera stringente. Tutta vostra volontà! Vi ricordo che i pieni poteri non li avete ancora, che il vostro leader parlo in particolare alla Lega - che ormai credo sia leader anche degli altri partiti evidentemente, i pieni poteri non ve li ha ancora dati. Lo Stato italiano è ancora uno Stato democratico e non concepisce i pieni poteri.
Pertanto questa è una forzatura bella e buona, che abbiamo incominciato a denunciare e che abbiamo incominciato a raccontare anche qui in Consiglio e stamattina in Commissione Regolamento Presidente, sento solo io questo audio?



PRESIDENTE

No, sembra qualcuno che cerca una stazione su una vecchia radio.



SARNO Diego

Provo a concludere.



PRESIDENTE

Sto cercando di capire chi è.
È l'Assessore Marrone, in auto.



SARNO Diego

Provo a concludere con l'ultimo passaggio che avevo intenzione di fare.
Voi porterete a casa il risultato, forse, e lo porterete a casa avendo forzato la mano quanto mai prima. Anzi, c'è una coerenza, perché abbiamo capito anche da una sua comunicazione nella Giunta per il Regolamento che quell'interpretazione unilaterale è arrivata con un Presidente sempre di matrice culturale e politica di destra. Quindi, l'unico altro momento nel quale si è usata questa forzatura era con un Presidente più o meno della sua stessa area politica. Quindi, voi forse porterete a casa il risultato ma sappiate che è già partita un'azione molto forte all'esterno, oltre che all'interno, del Palazzo, con dei video che raccontano di posizioni quanto mai particolari del recente passato su questo tema del gioco d'azzardo, di mail che arriveranno nelle vostre caselle per raccontarvi quanto questa Regione sia contraria a quella modifica presentata con quell'emendamento sempre sul gioco d'azzardo. E vi svelo che queste azioni non arrivano perché teleguidate da qualcuno, ma arrivano perché c'è una società che reagisce intelligentemente a questi abusi politici.
Per queste ragioni siamo qui a dimostrarvi tutta la nostra contrarietà e continueremo a farlo con un'azione di opposizione dura e concreta nei contenuti e anche per quanto riguarda il metodo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sulle sue comunicazioni e parto da una domanda: qual è il senso della norma di cui stiamo discutendo e su cui c'è stata necessità di riunire la Commissione? Visto che ieri abbiamo parlato di dittatura della maggioranza - l'aveva fatto il collega Ravetti - credo che il senso di questa norma del Regolamento abbia l'obiettivo di evitare il contrario di ciò di cui abbiamo parlato ieri, cioè di evitare quella che viene chiamata "la dittatura delle minoranze", i rischi della cosiddetta "ultra democrazia". Cosa vuol dire? Che voi avete vinto le elezioni e che legittimamente potete fare le leggi che ritenete più opportune, coerenti con il programma elettorale, a patto che siano coerenti con la Costituzione italiana e con lo Statuto e che noi non possiamo bloccare questo lavoro ad libitum, perché effettivamente abbiamo perso le elezioni. Quindi, c'è questo gioco delle parti.
La norma cosa dice? E' una specie di estrema ratio da applicare di fronte a questioni importanti, qualora l'opposizione dovesse esagerare nella sua attività ostruzionistica. Non si può fare su tutto, perché se si potesse fare su tutto, torneremmo al discorso di ieri, alla dittatura della maggioranza. E non si può fare se le minoranze non provocano un eccesso di ostruzionismo.
Quindi, è una questione di equilibrio: noi non possiamo da irresponsabili bloccare tutto e sempre, tanto più se parliamo di bilancio voi però non potete saltare la fila, Presidente, e dovete usare questo strumento con parsimonia, solo di fronte ad argomenti importanti e solo se l'opposizione dovesse esagerare. Ma voi qui non avete fatto nulla di tutto questo, perché a che cosa stiamo assistendo invece? Voi avete saltato la discussione in Commissione, dove non abbiamo fatto neanche la discussione generale e non abbiamo neanche nominato i relatori di questa legge. Avete saltato la discussione in Consiglio, avendo contingentato dopo un giorno di lavoro. Avete applicato il comma 3 dell'articolo 69 ad una norma non finanziaria e che contiene più argomenti, alcuni importanti altri meno.
Quindi, siete voi, Presidente, che avete interpretato in maniera errata il Regolamento.
Il Regolamento funziona, è la vostra interpretazione unilaterale che è ingiusta, perché piega le istituzioni ad una volontà di parte, che ha fretta e che è insofferente al dialogo, che, invece, è il sale della democrazia. Non è il Regolamento che non funziona, è la politica che muore con il vostro atteggiamento, come ha già detto il collega Sarno prima di me.
Vorrei farle solo due esempi, Presidente, prima di andare alla conclusione. Io sono stato il primo firmatario della legge sulle cave quella che poi è diventata la legge n. 23/2016. Voglio dirle, Presidente che la legge finale, quella approvata dal Consiglio dopo più di un anno e mezzo di lavoro, era diversa da quella che avevo presentato e che avevo in mente.
Su alcuni punti ho fatto tantissimi passi indietro da primo firmatario i colleghi della maggioranza di allora hanno accettato di mediare alcune posizioni degli altri gruppi politici e la norma finale, dopo un anno e mezzo di lavoro, su un argomento importante come un settore produttivo dalla nostra Regione Piemonte, fu votata da tutti. Non ci fu nessun voto contrario, perché ci fu un anno e mezzo di lavoro, in cui ciascuno di noi rinunciò a qualcosa e riuscì a inserire qualcosa di suo gradimento.
Questo fu un lavoro politico su un tema importante.
Le farò un altro esempio, sempre oggetto della discussione che stiamo facendo: la legge sul gioco d'azzardo, proprio sul distanziometro. Nel gruppo di lavoro che durò mesi, come ha già detto il Consigliere Grimaldi a un certo punto arrivammo a questa domanda, Presidente: cosa facciamo con chi ha già le licenze in questo momento? Proprio la questione specifica dell'emendamento, Presidente, e lì il gruppo di lavoro si spaccò, perch c'era chi diceva che valeva subito per tutti, dal giorno dell'approvazione chi diceva che per quelli vecchi non valeva e chi diceva, invece, di dargli un po' di tempo.
Alla fine, dopo una mediazione fra di noi, dopo un confronto con gli Uffici, anche della Giunta, dopo l'ascolto anche del mondo esterno decidemmo per una via intermedia, Presidente, cioè facemmo ancora una volta una mediazione e dicemmo tre anni per i bar e cinque anni per le sale gioco. Cinque anni per le sale gioco. Fu una mediazione che portò, anche in quel caso, a un voto unanime, però ci fu un anno e mezzo di lavoro Presidente.
Allora, e chiudo su questo, Presidente, qui la posta in gioco, al di là del merito della legge, è se siete disposti a tornare a fare politica nel rispetto dei tempi che impone la democrazia. Siete disposti a portare avanti il vostro programma, sapendo che le diverse posizioni meritano almeno il tentativo di una mediazione? Siete disposti ad accettare che vincere le elezioni non significa essere onnipotenti? Che gli altri Gruppi sono un limite positivo alla bulimia del potere che è innata in chi è nella maggioranza? Gli altri Gruppi non sono un fastidio; il Consiglio non è un fastidio.
Il Consiglio è un limite positivo, va ascoltato e va tutelato.
Questa è la posta in gioco, Presidente, che noi oggi stiamo mettendo in campo e di cui voi avete la responsabilità. Questa interpretazione che state facendo fa male al Consiglio regionale e fa morire la politica. Ma siamo all'inizio della legislatura, avete ancora tempo: stralciate le norme su cui c'è bisogno di un percorso, applicate il contingentamento a quelli che sono gli argomenti importanti che dovete chiudere in fretta. Sulla caccia e sul gioco d'azzardo ci si confronta con provvedimenti specifici ad hoc, altrimenti state facendo male il vostro lavoro.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo che siamo sulle comunicazioni, il cui tempo a disposizione è di tre minuti. Sto cercando di tenerlo il più estensivo possibile, non richiamo al superamento dei tre minuti, però cerchiamo di non oltrepassarlo troppo. Per adesso, le discussioni si stanno mantenendo in modo abbastanza circoscritto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parto dalla fine, parto da quello che è successo questa mattina, in quanto componente della Giunta per il Regolamento, che è stata incaricata dal Consiglio e dalla Conferenza dei Capigruppo, di offrire un'interpretazione, in particolare dell'articolo 69 del Regolamento.
Voglio dire anche qui quello che ho detto nella seduta della Giunta per il Regolamento, che quindi sarà a verbale della Giunta, ma voglio che rimanga anche a verbale della seduta del Consiglio, perché ritengo inaccettabile l'interpretazione data al Regolamento, poiché è uscita un'interpretazione che legge il Regolamento in modo difforme da ciò che il Regolamento dice.
Non si tratta solo di interpretare qualcosa che nel Regolamento non è ben chiaro, e che quindi ha bisogno di interpretazione, ma in questo caso si stravolge la lettera del Regolamento.
Ciò che noi chiamiamo "contingentamento", che poi è un termine non presente nel Regolamento (poi andrò su cosa vuol dire avere delle prassi) dice, nel caso di specie, che "La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari definisce la durata del dibattito e il tempo a disposizione per ogni singolo Gruppo, che può essere utilizzato con uno o più interventi riservando comunque almeno un terzo del tempo complessivo agli interventi delle opposizioni".
Cosa vuol dire? Che il cosiddetto "contingentamento" è applicato sulla durata del dibattito; quindi la Capigruppo, in questo caso su richiesta della Giunta con decisione della maggioranza, certo non nostra, definisce la durata del dibattito, non del dibattito e delle votazioni. Non di tutto insieme, del dibattito. Si dice: il dibattito durerà due, tre, dieci o venti ore e bisogna stare lì dentro. Pertanto, che si abbiano 50 emendamenti da illustrare o se ne abbiano 5000, il tempo è quello e ciascun Gruppo decide di usare come vuole il tempo che ha.
In più, non c'è scritto da nessuna parte nel Regolamento, per cui non possiamo interpretare qualcosa che non c'è. Possiamo interpretare qualcosa che c'è e che non è chiaro; non possiamo inventarci qualcosa che non c'è.
Non c'è scritto da nessuna parte, all'interno del Regolamento, che dopo la comunicazione di contingentamento, il cosiddetto contingentamento dei tempi, non si possono più presentare emendamenti. Non ne parla il Regolamento, non c'è, quindi non possiamo interpretare qualcosa che non c'è. Possiamo dire che non c'è; possiamo riferirci a quello che c'è: i tempi degli emendamenti e i tempi di presentazione, fino a che non è aperto l'articolo o, comunque, entro le ventiquattro ore antecedenti il momento in cui il provvedimento è iscritto all'o.d.g. o, se non c'è quel termine, le firme di tre Capigruppo o del relatore o, se non c'è il relatore, come in questo caso perché l'avete richiamato in Aula, le firme di tre Capigruppo.
Punto. Non si dice nulla del genere, quindi è inaccettabile l'interpretazione data, che se rimane tale finirà per essere valutata e discussa in sedi diverse da quella politica per forza di cose. Nemmeno importa che si sia interpretata finora in un modo. Noi possiamo avere un modo di lavorare in Consiglio che può discostarsi dal Regolamento perché è abitudine, perché migliora il lavoro del Consiglio. Chiamiamo le cose con dei nomi, le facciamo in un modo e magari non ci ricordiamo nemmeno più com'è il Regolamento, perché funziona così. Quando poi c'è un problema come questo, però, allora lo leggiamo il Regolamento e non possiamo interpretare qualcosa che non c'è.
Il tutto arriva - ho detto il prima, adesso dico il dopo - alla fine di un processo incredibile, perché non solo si presentano, in un omnibus argomenti che, come ha già detto qualcuno, sono degni di un intero programma elettorale che si sviluppa sui cinque anni di legislatura, ma alla fine si presenta addirittura un emendamento, quello sull'azzardo, poco prima che ci sia la Capigruppo, quindi senza dare neanche il tempo di vederlo, poco prima di una Capigruppo in cui si chiederà il contingentamento e in cui si dirà che non si potranno più presentare emendamenti.
Questo non è chiaro. Questo non è accettabile, non è possibile.
Signori, non sono questioni di dettaglio, non è un Omnibus, non sono "enne" questioni di dettaglio su un certo numero di leggi, piccole correzioni, piccole manutenzioni delle leggi che ogni tanto servono. No qui si va totalmente a cambiare quelle leggi, a stravolgerle, a ribaltarle.
Quel singolo emendamento sulla legge per il contrasto al gioco d'azzardo patologico la distrugge completamente, la cancella, per usare una parola che aveva usato un esponente della lega, la cancella completamente.
Per cui non è accettabile farlo un minuto prima di una Capigruppo nella quale si taglia la discussione. Nessuno vuole impedire alla maggioranza e alla Giunta di lavorare. Nessuno vuole bloccare l'attività legislativa di un Consiglio regionale che ha approvato nove leggi in tre mesi. Nessuno vuole bloccare l'attività legislativa, stiamo dicendo, però, che c'è un modo. Volete portare avanti il programma elettorale con il quale si è presentato Cirio? Gliel'ho detto anche da uomo a uomo oggi: vuoi portare avanti il tuo programma elettorale? É legittimo. Vuoi cambiare la legge sulla caccia? Fallo. Vuoi cambiare la legge sul gioco d'azzardo? Fallo, ma con le discussioni, con la discussione in Commissione, con i tavoli di lavoro, come ha detto prima il Consigliere Rossi. Ci sono i programmi e si cerca di attuarli, ma in mezzo c'è la discussione, la mediazione, c'è la democrazia: senza democrazia non si fa il Consiglio regionale; chi vince le elezioni per cinque anni fa quello che crede: non c'è bisogno di votare se decidete voi e, invece, c'è qualcosa in mezzo, che è la democrazia.
Allora, volete riprendere a confrontarvi, parlando dei provvedimenti nelle Commissioni, per il tempo che occorre? Ciascun argomento con il suo provvedimento? Ci confronteremo, ci contrasteremo, non saremo d'accordo voteremo contro, presenteremo emendamenti; ma arriverà il momento in cui in Aula si chiude e i provvedimenti passano, ma se fate così rendete totalmente inutile quest'Aula, la rendete inutile per cinque anni, perch mettete .



(Audio mancante o non comprensibile)



BERTOLA Giorgio

. che cambia totalmente la legislazione regionale, lo contingentate presentate un emendamento all'ultimo che non viene nemmeno più discusso forse non viene nemmeno visto! Ma questa non è democrazia, è qualcosa di diverso! E non serve nemmeno, Presidente, dire che dalla prossima volta non si presenteranno più emendamenti dopo il contingentamento; non li ripresenteremo più dopo, ma tanto li presentiamo prima; se fate così, ogni volta, saranno 5 mila emendamenti e quelli si dovranno votare, anche con il contingentamento! Abbiamo chiesto al Presidente Cirio di parlare con i Capigruppo di maggioranza e di arrivare con una proposta. Aspettiamo questa proposta, nel frattempo, Presidente, le chiediamo di chiudere questa seduta, perché non possiamo stare qui perché è quello che adesso noi ci sentiamo di fare.
Cercate di arrivare con una proposta e poi vediamo come andare avanti: così, non si va avanti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Parto dall'ultima considerazione del Consigliere Bertola; noi siamo in un'aula di un Consiglio regionale e siamo prima di tutto chiamati a fare politica e i 5 mila emendamenti dipendono proprio dal fatto che la maggioranza ha scelto di non fare politica. La politica è confronto, anche aspro e duro, la politica però è anche mediazione, la politica è rispetto dell'altro, delle minoranze, che quando non si vedono rispettate utilizzano gli strumenti che hanno a disposizione, compreso quello dell'ostruzionismo che, per quanto ci riguarda, è una scelta sofferta, ma se è necessaria per far sì che non vengano assunti nel modo con cui sono assunti dei provvedimenti che ci vedono totalmente in disaccordo, diventa una scelta necessaria.
Quindi, credo che per tornare ad avere un Consiglio che funzioni e che riesca in tempi ragionevoli ad approvare le norme, più che usare il fioretto dal Regolamento e stare tutte le volte a discutere se c'è l'urgenza, se c'è una necessità, se ci sono gli estremi per il contingentamento o altro, forse, sarebbe bene tornare alla politica e vedrete che non vi ritroverete più 5.200 emendamenti, ma quelli necessari per un confronto di merito, indispensabile per riuscire ad approvare norme che siano le migliori possibili.
Pertanto, mi unisco anch'io a chi ha chiesto di sospendere il Consiglio e di vedere se il confronto interessante con i nostri Capigruppo di minoranza, con il Presidente Cirio e l'Assessore Marrone, possa essere un confronto che faccia ripartire la politica. Credo sarebbe la soluzione migliore.
Una seconda considerazione riguarda il suo parere interpretativo. Torno a dire, come ho detto ieri, che il problema che abbiamo questa volta non sia tanto quello d'interpretare ciò che accade a valle dell'applicazione dell'articolo 69 sul contingentamento, ma ciò che c'è a monte; e a monte non ci sono i presupposti.
Quindi, torno a dire che le motivazioni che ieri l'Assessore Marrone ha portato in termini d'urgenza per applicare il contingentamento rispetto ad un omnibus che contiene di tutto, non ci sono, oggettivamente. Quindi, è un contingentamento illegittimo e comunque costituisce una forzatura.
Dopodiché, lei ha dato un'interpretazione in questo suo parere; segnalo che è diametralmente opposta a quella che ha dato una quindicina di giorni fa, ma che ha come ratio (questo l'abbiamo capito) quella di cercare di tenere assieme .



(Audio mancante o non comprensibile)



MARELLO Maurizio

. del dibattito, del confronto in Aula con quelle della funzionalità chiamiamola così - del lavoro dell'Aula. E in questa direzione ha confermato che, una volta contingentato, non c'è più attività emendativa.
Se così è, poiché il parere è tutto concentrato sull'articolo 69 e sul contingentamento, trovo fuori luogo e incoerente con l'oggetto stesso del parere, il fatto che al termine dello stesso si faccia riferimento all'articolo 84, comma 6 del Regolamento, quando si dice che resta impregiudicata l'applicazione l'articolo 84, comma 6 del Regolamento che per inciso, è quello che consente alla Giunta un'attività emendativa chiamiamola così - di sintesi nei casi d'urgenza e necessità di approvazione celere di un provvedimento, articolo per articolo, in modo tale da far cadere, sostanzialmente, tutta una serie di emendamenti e accelerare l'approvazione del provvedimento.
Ora, l'articolo 84 qui non c'entra nulla, signor Presidente! È un'altra cosa! È un'altra storia! Non solo manca la sussistenza dei presupposti che quella norma prevede affinché la Giunta attui l'attività emendativa; qui manca il presupposto! L'articolo 84, comma 6, presuppone un'attività emendativa. Ora, una volta interpretato l'articolo 69 come contingentamento nel senso che dopo il contingentamento non si fa più attività emendativa l'attività emendativa non la fa più nessuno, neanche la Giunta! Questo dev'essere chiaro; diversamente, rischiamo di nuovo, nel tentativo di fare chiarezza interpretativa, di porre presupposti di una certa nebulosità e di una certa confusione.
Sono due strade completamente diverse, che ovviamente hanno presupposti completamente diversi: il contingentamento, da una parte, e la possibilità degli emendamenti chiamiamoli di sintesi, ai sensi dell'articolo 84, ad opera della Giunta; scelta una strada si va avanti su una strada, scelta l'altra strada si va avanti su un'altra strada, se ci sono i presupposti.
Questo dovrebbe essere chiaro; non comprendo, sinceramente, il motivo per cui si debba fare riferimento al fatto che rimane impregiudicato l'applicazione dell'articolo 84, quando l'articolo 84 si riferisce - ripeto ad altre cose: non riguarda il contingentamento, tanto più se s'interpreta il contingentamento come il momento in cui finisce l'attività emendativa, che - ripeto - se finisce, finisce per tutti! Finisce per l'opposizione, finisce per la maggioranza e finisce per la Giunta! Con il contingentamento ci sarà un tempo limitato per il dibattito e ci sarà il tempo necessario per riuscire materialmente a votare emendamenti ed articoli, arrivare alla votazione finale e quindi portare ad approvazione un provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sulle Comunicazioni: sinceramente, ho trovato deludente il risultato dei lavori di questa mattina.
Presidente, lei aveva l'occasione di proporre un'interpretazione rigorosa (poi dirò perché non trovo la sua interpretazione rigorosa rispetto al contenuto del Regolamento), che avrebbe avuto anche l'effetto politico di mettere la maggioranza di fronte alle proprie responsabilità e accompagnarla a un processo di responsabilizzazione e di civilizzazione del confronto con gli altri componenti del Consiglio, andando alla ricerca di una mediazione al rialzo che è propria delle funzioni e degli obiettivi che un'Aula consiliare dovrebbe proporsi.
Lei, con questa interpretazione, che peraltro - le ripeto - trovo errata nel merito, ha, invece, accompagnato la forzatura che stiamo vivendo e ha perduto un'occasione. "Mi faccio male da solo": mi sembra un po' come alcuni calciatori nei rigori di ieri sera: è un'occasione perduta! Mi auguro che la stessa occasione perduta, lo stesso rigorista - diciamo - non calci il rigore che dovrebbe calciare il Presidente Cirio adesso, che, dopo l'incontro con i Capigruppo di minoranza, mi auguro arrivi con un'offerta politica d'incontro con le esigenze delle minoranze.
Noi, con quest'attività emendativa, richiamiamo, da una parte, le questioni di merito contenute nel collegato e, dall'altra, delle questioni di merito importanti, relative al collegato, che si sono aggiunte con la presentazione di emendamenti, nel migliore dei casi, cinque giorni fa e nel peggiore dei casi, l'altra sera. Inoltre - non dimentichiamolo discutiamo un provvedimento di cui abbiamo effettuato e garantito nell'arco di una sola giornata la discussione generale in cambio del fatto che si sarebbe discussa e approvata la mozione presentata dalle minoranze sull'istituzione di una Commissione d'indagine sui fenomeni legati al COVID. Anche questo è un impegno che è venuto meno.
Mi auguro che, almeno su tali questioni, il Presidente Cirio possa prendere una posizione. Francamente, mi aspettavo che lo facesse già durante l'incontro con i Capigruppo di minoranza, ma gli diamo il tempo di riflettere ancora ed è per questo, però, che anch'io mi unisco alla richiesta di sospensione dei lavori, sperando che la notte porti consiglio.
Vengo alle questioni legate alla sua interpretazione. Molto rapidamente, ci sono tre punti su cui io la trovo carente: il primo, è il ricorso al contingentamento.
Io, ovviamente, non ho partecipato alla discussione avvenuta in Giunta per il Regolamento, quindi magari ci sono degli aspetti che mi sfuggono però, nel momento in cui l'articolo 69 individua la fattispecie del contingentamento, individua tassativamente un elenco di provvedimenti a cui si applica. Sono tutti provvedimenti di natura finanziaria, molto ben delimitati: nessuno potrebbe avere il dubbio che si tratti di provvedimenti vitali per un organismo e per un Ente, quale quello regionale. Questo elenco tassativo, conclude con una formula generica di altri argomenti di rilevante importanza.
È chiaro che qui - sì - servirebbe un supporto interpretativo, ma l'interpretazione qui non può che essere analogica; diversamente, non avremmo avuto un elenco, prima, di altri provvedimenti su cui si pu applicare il contingentamento né può essere - mi dispiace, su questo abbiamo già avuto occasione di discutere - una mera valutazione di carattere politico da parte della maggioranza che governa il Consiglio regionale, perché, diversamente, il Regolamento avrebbe detto che questa era una delle facoltà attribuite alla maggioranza, che poteva in qualsiasi momento richiedere il contingentamento dei tempi.
Il Regolamento non dice questo: fa un elenco preciso di atti sui quali si può richiedere il contingentamento e poi dice "altri argomenti di rilevante importanza", che non possono che essere analoghi a quelli prima elencati, altrimenti non ci si sarebbe presi il disturbo di elencarli e si sarebbe detto chiaramente che quella del contingentamento è una facoltà generica applicabile a qualunque provvedimento in capo alla maggioranza o alla Giunta.
In secondo luogo, faccio notare che non si parla di provvedimenti, ma di argomenti, quindi noi non contingentiamo su un provvedimento, come stiamo facendo, ma su un argomento. Questo è rilevante, perché quando noi discutiamo, come in questo caso, di un provvedimento che è eterogeneo per quanto riguarda il contenuto, perché contiene una pluralità di materie l'importanza dell'una non si estende a tutte le altre.
Io, per adesso, ho sentito, peraltro senza argomentazioni, individuare l'importanza dell'Omnibus per quello che riguarda le norme sul personale che hanno almeno il pregio di essere contenute nel provvedimento originale e di non essere state attaccate in maniera posticcia pochi giorni prima quando non di nascosto come sul gioco d'azzardo.
Noi non possiamo, perché è importante un argomento, trasformare in importante tutto il provvedimento. Peraltro, a suo tempo, nella passata legislatura, su indicazione degli Uffici abbiamo avuto a discutere, su un Omnibus, se - del caso - stralciare l'argomento di rilevante importanza e su questo applicare il contingentamento della discussione in un provvedimento separato e autonomo, perché il Regolamento non parla di provvedimenti di rilevante importanza, ma di argomenti di rilevante importanza e non possiamo credere che tutti gli argomenti di questo omnibus siano tutti di rilevante importanza o comunque dovete dimostrarcelo e motivarcelo in qualche modo.
Mi aspettavo - devo dire - che su questo, sulla necessità e sulla modalità con cui la maggioranza, la Giunta, può motivare questa importanza si dicesse qualcosa questa mattina.
Chiudo sull'aspetto della presentabilità degli emendamenti, perché la lettera del Regolamento non prevede nulla di quello che è contenuto nella sua interpretazione; interpretazione che, peraltro, fa a pugni con quello che lei stesso ha sostenuto due settimane fa. Non litighi con se stesso Presidente Allasia! Non si metta in imbarazzo! Metta la maggioranza nella condizione di venire in Consiglio a confrontarsi civilmente con le opposizioni e far recuperare a quest'Aula la funzione che mi pare le stiate sottraendo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

No, volevo intervenire sulla comunicazione relativa all'esito della Giunta per il Regolamento.
Intervengo solo parzialmente.



PRESIDENTE

Prego, prego. Scusi.



GALLO Raffaele

Poi, se vuole intervengo anche sull'ordine dei lavori, ma vedo che si è prenotato il Consigliere Preioni.



PRESIDENTE

No, no; sulle comunicazioni, giustamente. Prego.



GALLO Raffaele

Sono intervenuti in modo adeguato tutti i miei colleghi: il collega Sarno, che ha partecipato insieme a me e al collega Avetta al dibattito lungo e oneroso di questa mattina nella Giunta per il Regolamento. Lei si assume una responsabilità e utilizza un potere che le dà il Regolamento che è quello di interpretare, nel momento in cui c'è un dibattito, una diatriba sull'interpretazione del Regolamento, l'articolo 69, comma 6 secondo noi in modo errato e forzato. Di questa interpretazione, io salvo esclusivamente una questione: quella che lei segna al fondo dell'interpretazione stessa, che rinvia a successive sedute della Giunta per il Regolamento l'approfondimento specifico sul tema e, quindi, lo circoscrive a questo disegno di legge.
In merito a questo disegno di legge, devo dire che siamo stati bravi in generale, come Consiglio regionale, perché stiamo scrivendo, una dietro l'altra, una serie di brutte pagine per la Regione Piemonte, nel senso del confronto tra maggioranza e opposizione, nel senso dell'interpretazione regolamentare, con l'Assemblea aperta, in seno alla Giunta per il Regolamento e in seno alle attività emendative della maggioranza di cui abbiamo discusso a lungo nel corso di queste giornate.
Oggi, si chiude questa "tre giorni" con un'interpretazione del Regolamento che, secondo la maggioranza, chiarisce, ma io invito la maggioranza a intervenire a sostegno dell'interpretazione del Presidente perché non ho ancora sentito un intervento in tal senso, e lo faccio anche pubblicamente come ho fatto nella Giunta per il Regolamento: il Presidente si assume una responsabilità interpretativa che gli viene data dal Regolamento, perché la maggioranza continua a metterlo in difficoltà e quindi c'è un problema politico nella maggioranza. Questo è tutto un problema politico che si scarica sul Regolamento, si scarica sul filo dell'interpretazione e si scarica sul Consiglio regionale del Piemonte e quindi, sul Piemonte.
Chiudo per dire questo: noi abbiamo passato tre giorni a discutere siamo all'articolo 1, forse al quarto emendamento di un disegno di legge controverso, rispetto al quale abbiamo avuto dei confronti, anche oggi politici e ne vedremo le evoluzioni. La nostra richiesta è semplicemente quella di dare spazio alle opposizioni per esprimere il proprio pensiero e la propria volontà. Non ci metterete il bavaglio (l'ho già detto molte volte e lo ripeto oggi, con forza): non ci metterete il bavaglio, anche se abbiamo la mascherina, adesso, perché noi continueremo a dirlo e, se non avremo il tempo di dirlo in Aula, lo diremo fuori e le persone fuori si stanno rendendo conto di quello che capita in Aula.
Pertanto, con l'auspicio che almeno al termine di quest'ulteriore brutta pagina del Consiglio regionale si possa chiudere questo Consiglio per rinviarlo alla seduta della prossima settimana, prendendovi anche il tempo per chiarirvi le idee rispetto alla gestione dell'aula, della vostra maggioranza, dei temi che volete imporre a colpi di maggioranza al Consiglio regionale, mi auguro che l'intervento che seguirà darà il via libera alla sospensione dei lavori e mi auguro, altresì, che quando li riprenderemo si potrà tornare ad un confronto anche fermo nelle posizioni anzi, fermo nelle posizioni, perché su molti temi la pensiamo contrariamente a voi, ma è normale, altrimenti saremmo nella stessa coalizione o nello stesso grande partito - ma nel rispetto dei ruoli, nel rispetto del ruolo dell'opposizione e dei loro diritti e nel rispetto del legittimo dibattito consiliare che si chiama "politica".
Fare politica è una cosa complessa: bisogna avere la pazienza di discutere, di approfondire e di trovare punti di contatto su alcuni argomenti - altrimenti, ciascuno rimarrà legittimamente sulle proprie posizioni - ma senza scorciatoie: non è perché la Lega ha vinto le elezioni in questo Consiglio regionale che esistono improvvisamente delle scorciatoie rispetto agli altri! Dunque, con l'auspicio che tutto questo potrà rientrare in un alveo di rapporti migliori la prossima settimana, mi auguro che venga chiuso il Consiglio regionale, dopo tre giorni di sedute che ci vedono ancora fermi all'articolo 1 dell'omnibus. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per fare alcune osservazioni e per riportare il dibattito un pochino più sulla realtà.
Noi siamo a favore dell'interpretazione del Presidente Allasia, perch riteniamo che riportare il collegato nelle sue giuste fasi istituzionali e nella sua giusta definizione sia corretto. Perché il collegato è stato utilizzato in tutte le precedenti legislature, anche da coloro che oggi sono in minoranza, per legittime azioni legislative ritenute importanti.
L'importanza è molto soggettiva, politicamente, e dev'essere uno strumento per limitare i tempi - non mi sembra un concetto eccezionale - come lo è il "canguro", volgarmente denominato al Senato e alla Camera, come lo è il voto di fiducia, come lo sono i maxiemendamenti, come lo è tutta una serie di procedure legittime che riscontriamo in tutte le assise legislative.
Poi, se vogliamo parlarci seriamente e senza tatticismi - perch facciamo tutti politica e sappiamo tutti come funziona anche nelle altre attività legislative - esiste quasi ovunque.
Perché si arriva ad un punto in cui la discussione - questi tre giorni ne sono un esempio - deve avere una riassunzione, deve avere una fine.
Certo, dev'essere garantito il giusto spazio alle opposizioni per intervenire, per proporre emendamenti e anche per fare ostruzionismo. In questi giorni abbiamo vissuto per lo più dell'ostruzionismo, perché fra i 5.000 e oltre emendamenti presentati (peraltro, ne saranno stati bocciati già tantissimi) ce ne saranno ben pochi nel merito; la maggior parte sono emendamenti che vengono fuori attraverso un software, con una modifica dello zero virgola, per creare meramente ostruzionismo; ostruzionismo che facciamo anche noi, peraltro. Calderoli era un campione in tal senso, e lo è ancora al Senato della Repubblica, lo sappiamo tutti. Sono strumenti che utilizziamo tutti, ci mancherebbe, perché ogni tanto vinciamo, ogni siamo in opposizione anche noi.
Però in tutte le democrazie evolute c'è un sistema che, ad un certo punto, fa portare a compimento i provvedimenti di legge che sono nel programma delle maggioranze che si susseguono. Nel nostro caso particolare questo non è altro che il contingentamento.
Ribadisco che in tantissime Regioni italiane vengono contingentati i tempi addirittura prima, già in fase discussione generale. Quindi il contingentamento adottato dal Consiglio regionale del Piemonte è molto più soft rispetto a quello adottato da altre regioni italiane (questo è un altro elemento che volevamo tra virgolette "smontare" in questa discussione).
Per quanto concerne la valutazione del Presidente Allasia, faccio rilevare che è assolutamente avallata da tutti gli uffici e dalla parte tecnica del Consiglio regionale. Quindi, da quel punto di vista, siamo sicurissimi che tutto sia in linea con la normativa vigente; non c'è assolutamente nulla di irregolare.
L'altro aspetto da sottolineare sul tanto vituperato collegato alla finanziaria di cui stiamo parlando, che naturalmente ricomprende una serie di piccole modifiche a diverse azioni legislative, è che si tratta di uno strumento che è stato utilizzato anche dalla precedente Giunta Chiamparino.
Anzi, i meglio informati di noi ci ricordano che c'era una legge denominata "Legge di riordino", approvata più volte, contenente una serie di modifiche a tante leggi. Quindi non facciamo il gioco delle parti! Anzi, se volete fatelo pure. Ma oggi siete in minoranza.
Voi volete dimostrare che questa maggioranza è "brutta e cattiva", che fa delle cose che non esistono. Semplicemente, facciamo le stesse cose che avete sempre fatto voi e che hanno sempre fatto tutte le maggioranze. Ma non perché siamo brutti e cattivi e vogliamo comandare perché abbiamo vinto le elezioni. Ma perché, ad un certo punto, è naturale che la maggioranza debba trovare un sistema celere per approvare il proprio programma elettorale, fermo restando che il cittadino medio se vedesse le liturgie, i tempi e i regolamenti del Consiglio regionale del Piemonte in particolare.
diciamo che dal mondo privato siamo veramente molto lontani. Poi, per l'amor di Dio, sono assolutamente conscio del fatto che siamo un'Assemblea legislativa e che ci debba essere il giusto e legittimo riconoscimento della minoranza, e che servano tempi anche lunghi per prendere le decisioni. Personalmente, faccio sempre molta fatica a comprendere estenuanti ore di ostruzionismo puro, per cui devo riconoscere che siete molto bravi ad affrontare ore e ore di dibattito, aspetto sul quale noi dobbiamo ancora attrezzarci: speriamo di essere ancora in maggioranza nella prossima legislatura, così da non doverci attrezzare troppo! In ogni caso riconosco la vostra abilità.
Un ultimo passaggio in chiusura: se si vuole trovare una quadra naturalmente la si deve trovare in due. La si può trovare se la maggioranza cede in qualcosa, o facendo dei ragionamento su qualcosa; però la si trova anche nel normalizzare un rapporto e nel tenere un atteggiamento un pochettino diverso. Perché mi sembra che la maggioranza stia affrontando dei provvedimenti importanti e del tutto legittimi; la minoranza però in questi giorni non ha fatto mancare nulla in un atteggiamento pesantissimo strenuo e distruzionistico. È legittimo, però se si vuole trovare una quadra, la si trova in due; i passi si fanno indietro e in avanti da entrambe le parti, perché è impensabile che solo una parte possa trovare una soluzione.
Questo era un po' quello che mi sentivo di dire, in maniera semplice e magari banale, per riportare un attimino il discorso nella realtà della situazione che stiamo vivendo in queste ore. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni, sempre sulle comunicazioni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo, innanzitutto, per testimoniarle il mio sostegno, come ho già fatto questa mattina, per la sua perfetta interpretazione del nostro Regolamento.
Partiamo dal fatto che sicuramente l'ostruzionismo c'è e ci dev'essere è legittimo ed è uno strumento in mano alle minoranze. Ma come lo posso manifestare? Con lo svolgimento di pluralità di interventi, con relazioni di minoranza, con richieste di deroghe, con la presentazione e discussione di un numero eccessivo di emendamenti, come nel caso che stiamo vivendo. A questo punto, però, entra in campo il discorso del contingentamento dei tempi, che rappresenta, dunque, lo strumento principe in un'Assemblea per contrastare questo ostruzionismo ad oltranza, senza sacrificare il procedimento democratico di svolgimento dei dibattiti politici. Serve a ridurre i tempi dei provvedimenti; può essere richiesto dal proponente, ed è contemplato nel più volte richiamato comma 6 dell'articolo 69: quando viene riconosciuta l'importanza e l'urgenza del provvedimento, allora interviene e si applica.
Il Presidente ha semplicemente applicato il comma 4, dell'articolo 6 del Regolamento che, come citava il Consigliere Sarno, recita: "Il Presidente decide, in via definitiva, ogni controversia inerente l'applicazione del Regolamento sentita, se occorre, la Giunta per il Regolamento". Il Presidente ha fatto così per permettere il regolare sviluppo e procedimento dei lavori di Aula.
Voglio richiamare quanto detto questa mattina nella Giunta per il Regolamento e ripeto, pur non essendo un giurista, ma una laureato in scienze, che il termine "dibattito" utilizzato nel comma 6 all'articolo 69 si riferisce a tutti i dibattiti. Si riferisce anche alla fase di presentazione degli emendamenti. Ogni momento e ogni fase del dibattito.
Dibattito considerato nel suo insieme. Questa lettura si può trarre anche dalla finalità stessa del contingentamento che permette alla Giunta di avere strumenti incisivi per attuare il proprio programma di Governo e non potrebbe esserci interpretazione differente.
Arrivati a questo punto entrano in campo i rapporti. Sono stati citati sia da una parte sia dall'altra, anche nell'intervento che ha fatto il Consigliere Preioni: i rapporti tra maggioranza e minoranza. Io l'ho detto più volte sia in aula, sia in commissione, sia nella Giunta per il Regolamento: non vorrei ritrovarmi nei prossimi quattro anni in una situazione analoga a questa. Non perché ho problemi a stare in aula, ci sto anche tutta la notte, ma all'insegna di rapporti e di scambi che possono essere forieri di miglioramenti. Se vogliamo arrivare al dialogo, come ha detto anche il Consigliere Preioni, deve essere da ambo le parti, non pu essere univoco.
Penso che, superata questa fase, dovremmo sederci intorno ad un tavolo e richiamo qui quello che ha detto questa mattina il Consigliere Bertola sul nostro Regolamento, che ha bisogno di correttivi. Se noi vogliamo apportare dei correttivi regolamentari, non possiamo farlo da soli, ma bisogna farlo dialogando. Come ha detto anche il Consigliere Rossi che prima parlava sui tempi, il Regolamento può essere migliorato dal confronto.
Ripeto la mia disponibilità alla totale apertura. Sono presente in aula, seduto alla mia destra c'è il Consigliere Gallo con il quale ci confrontiamo con una certa frequenza. Speriamo che, dalla prossima seduta possiamo addivenire a un momento di confronto foriero di risultati positivi per tutti.
Chiudo, come ho già fatto anche ieri sera, complimentandomi con il Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto di intervenire la Consigliere Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi perdonerà, Presidente, se invece io non mi complimento perché, dopo questa lunga giornata passata davanti al monitor, nell'attesa che partisse la seduta e chiedendo aggiornamenti puntualmente ricevuti dal mio Capogruppo e anche dal Consigliere Bertola, che ha partecipato alla Giunta per il Regolamento, io non so veramente più cosa pensare.
Negli ultimi interventi ho sentito parlare di democrazia, di dibattito e di confronto; ma voi l'avete ucciso il confronto, avete ucciso la democrazia in quest'aula. Intanto, non possiamo paragonare il Consiglio regionale a un'impresa privata, e questo mi sembra che alcuni nella maggioranza non l'abbiano ancora capito. I cittadini piemontesi non ci misurano per produttività o, meglio, non solo per quello (è chiaro che se stiamo qui a guardarci in faccia per ore potrebbero anche venirci a chiedere cosa intendiamo fare), ma ci misurano soprattutto per la qualità delle leggi e dei provvedimenti che produciamo. Qualità, nelle cose che avete proposto voi, non ce n'è. Non c'è nulla che sia fatto per il bene dei piemontesi, non c'è nulla di urgente per i cittadini piemontesi. State solo cercando di piazzare delle bandierine e, finché sarà così, finché questo sarà il vostro comportamento, altro che software. Noi abbiamo dei collaboratori che sono in grado di produrre migliaia di emendamenti usando la loro testa, cercando tutte le cose che non vanno in quello che producete. Vi assicuro che cose che non vanno ce ne sono a bizzeffe e non abbiamo nessun bisogno di software. Basta leggere e smontare ogni cosa che proponente. In tutto quello che avete proposto fino ad ora non c'è nulla che sia finalizzato al benessere dei piemontesi, quindi non venite a chiederci collaborazione, non venite a chiederci di modificare il Regolamento per piegarlo ulteriormente, più di quanto non abbiate già fatto, alle vostre intenzioni.
Noi abbiamo voglia di lavorare seriamente e rispettando le regole. La democrazia non è il potere del più forte, non è il potere dei numeri. La democrazia serve soprattutto a tutelare le minoranze e il Regolamento è uno strumento che serve a garantire il corretto funzionamento dei lavori del Consiglio e a tutelare le minoranze. Non potete pensare di arrivare buttare i piedi sul tavolo e fare come se foste a casa vostra per cinque anni e basta. Ci sono dei conviventi in questa casa: mi dispiace per voi.
Speriamo che al prossimo giro ci siano anche altri padroni di casa.



PRESIDENTE

Non ho capito se c'era un'intesa di sospendere o proseguire, se mi danno un cenno i Presidenti dei Gruppi.



GIACCONE Mario

Presidente, noi avevamo inteso di sospendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Direi che, anche per quanto espresso dai colleghi, finita questa parte di discussione generale sulle comunicazioni, credo che possiamo chiudere i nostri lavori per poi riaggiornarci nella Conferenza dei Capigruppo riprogrammare il Consiglio e partire con gli emendamenti e i punti all'o.d.g.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono contrarietà a questa proposta del Consigliere Ruzzola? Non vedo mani alzate o richieste di intervento. Posso concludere la discussione sulle comunicazioni inerenti all'interpretazione effettuata in Giunta per il Regolamento. Domani mattina ci sarà la Conferenza dei Capigruppo che si svolgerà per scandire le tempistiche e le modalità nelle giornate successive con il prosieguo dell'esame del disegno di legge 83 e successivi provvedimenti da mettere all'o.d.g.
Ringrazio tutti e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.30)



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